Gazzetta-nr7 (1)

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Gazzetta-nr7 (1)
Fondato 2013 - 7^ Edizione, Marzo 2016
La Gazzetta delle Battistella
Istituto Comprensivo Statale "A. Battistella" - via Vercelli 1, 36015 Schio (VI) - tel. 0445.531539 - email:[email protected]
Lasettimanadeilaboratori:
impararedivertendosi.
a cura della redazione
IncontroconSimoneeUrko,dueragazzispeciali
di Matilde Martin, Giorgia Santacatterina e Sofija Lazic
A
nche quest'anno, ai primi di marzo, si
è svolta nella nostra scuola la
settimana laboratoriale, con ben 19
proposte diverse. Alcuni laboratori sono stati
presentati per la prima volta, altri sono stati
riproposti per il grande successo riscontrato
gli anni scorsi. Nell'organizzazione sono stati
coinvolti non solo gli insegnanti, ma anche
alcuni genitori e dei volontari. Le varie
attività sono state pensate per dare agli
alunni dell'istituto la possibilità di vivere la
scuola in modo diverso, con momenti di
svago e di libera creatività.
Ogni fascia d'età ha potuto scegliere tra
diverse tipologie di laboratorio.
Scienze-ambiente, pallavolo, cultura locale,
scacchi, origami, cartapesta e favola sono
stati dedicati alle classi prime.
Gli studenti delle seconde hanno lavorato
per allestire lo spettacolo di fine anno, quindi
hanno partecipato ai laboratori di
recitazione, scenografia, coro, balletti e
costumi.
Dodici allievi di seconda, inoltre, hanno
formato la redazione della Gazzetta delle
Battistella scrivendo degli articoli sui vari
laboratori e scattando molte fotografie per
documentare tutte le attività.
Gli allievi delle terze si sono divisi tra
english-alive, enigmistica-arrampicata, prima
guerra mondiale, decorazioni vetrate,
pasticceria e impianti/fotografia.
E’ stata per tutti, ragazzi e adulti, una
settimana davvero speciale: ognuno si è
messo in gioco in situazioni diverse dalla
routine scolastica quotidiana e ha potuto
scoprire un modo alternativo per lavorare
insieme agli altri imparando ogni giorno
qualcosa di nuovo.
Buona lettura a tutti!
Laredazione
I ragazzi:
Matilde Martin, Giorgia Santacatterina,
Guido Sperotto, Emma Faccin,
Mattia Trentin, Andrea Scalco,
Rocco Cocco, Alex Faresin,
Alessandro Arras, Giovanni Canale,
Samuele Fontana, Sofija Lazic
Le prof:
Teresa Oriani, Maria Grazia Lavolpicella,
Elena Visonà
I
l 29 febbraio gli allievi delle classi terze
hanno partecipato a un incontro con
due ragazzi “speciali”, Simone
Salvagnin, ipovendente, e Urko Carmona
che all'età di sedici anni ha perso una
gamba in un incidente.
Ci hanno raccontato le loro storie e parlato
delle difficoltà che hanno affrontato e
devono affrontare nella loro vita quotidiana
e nella pratica sportiva. Simone, un ex
“battistellino”, è cresciuto in una famiglia di
viaggiatori e di sportivi che gli hanno fatto
amare fin da piccolo le loro passioni. Circa
alla nostra età ha cominciato a perdere
gradualmente la vista e oggi vede solo le
ombre, lateralmente, in bianco e nero. Ci
ha confidato che fin dagli esordi della
malattia ha speso un sacco di energie per
cercare di nascondere il suo problema, ma
soltanto dopo ha capito che quelli che noi
reputiamo difetti sono invece le
particolarità che ci rendono unici. Pian
piano ha iniziato ad essere autonomo e
una prova di questa autonomia è che ha
partecipato al progetto
“VERSODOVENONSO”:
ha percorso 11.000 chilometri,
attraversando undici stati, in tandem con
Dino Lanzaretti, scalatore e ciclista
vicentino; prima della partenza molte
persone lo deridevano, ad esempio
quando andava a sbattere addosso alle
porte trasparenti dei negozi oppure
quando per camminare procedeva di
traverso. Al suo ritorno, dopo essersi
sparsa la notizia della sua impresa, nei
negozi era accolto a porte aperte dalle
persone e con un gentile “Buongiorno”.
Un' altra avventura emozionante che ha
affrontato è stata l’attraversamento dello
Hielo Continental, il terzo ghiacciaio di
terra più esteso al mondo, ma è convinto
che sarà sempre la prossima la spedizione
più entusiasmante
Urko, invece, è un arrampicatore di livello
8A su una scala da 3 a 9. Ha vinto
moltissime competizioni mondiali
d'arrampicata e per questo la sua fama è
internazionale. E' allo stesso livello di altri
scalatori o alpinisti normodotati, pur
avendo una disabilità. Urko è nato in
Spagna e all'età di due anni si è trasferito
in India, poi nelle Canarie e in seguito è
tornato nel suo Paese natale, per questo si
definisce un cittadino del mondo. A sedici
anni, mentre guidava la sua motocicletta, è
stato travolto da un camion e dopo quattro
giorni di coma si è risvegliato con la
gamba destra amputata. Ci ha raccontato
che è stata molto dura quando ha ripreso
ad arrampicare e che non era più la stessa
cosa.
Urko ha scalato lo Ojos del Salado, una
parete rocciosa spagnola molto nota e
difficile, è riuscito a raggiungere la cima
solo dopo una ventina di tentativi e ciò
indica che si è spinto al limite e ha
realizzato un sogno.
Simone e Urko ci hanno presentato molti
video delle loro esperienze che ci hanno
aiutato a capire la pienezza della loro vita,
che molti pensano, a torto, essere
malinconica e noiosa a causa della
disabilità.
Credo che tutti i ragazzi della nostra
scuola abbiano apprezzato i loro consigli
riassunti in queste due frasi: ”Chi prova
riesce” e “Live your dreams”.
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LABORATORIODI Pasticceria
a cura di Giovanni Canale e Samuele Fontana
P
er la prima volta quest'anno è stato
proposto agli alunni di terza un
laboratorio di pasticceria
organizzato dalla professoressa Elena De
Rizzo. Realizzare dolci e torte è una delle
sue passioni, infatti ha seguito anche dei
corsi amatoriali. Secondo lei la pasticceria
è un' arte perché ti permette di creare
leccornie di tutti i tipi e quindi dare libero
sfogo alla fantasia. Per realizzare dolci
perfetti bisogna anche essere molto precisi
nei procedimenti e nel dosaggio degli
ingredienti, non lasciando nulla al caso. La
bilancia è infatti uno strumento essenziale
per ogni bravo pasticcere.
LABORATORIO Coro
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Quello gestito dalla prof De Rizzo è un
minicorso in cui vengono insegnate ai
ragazzi le quattro basi principali della
pasticceria, con le quali potranno realizzare
ogni tipo di dolce. Si inizia dalla pasta frolla
per proseguire con il pan di spagna, la
crema pasticcera e la crema chantilly. La
prof De Rizzo sostiene che, oltre ad un
laboratorio divertente, il suo è anche un
corso orientante e formativo per le classi
terze dato che i ragazzi possono scoprire il
loro talento nella pasticceria e decidere di
iscriversi all' istituto alberghiero. I dodici
studenti partecipanti sono stati divisi in
quattro gruppi, che realizzeranno un
impasto ciascuno.
L' obiettivo di questo laboratorio è quello di
insegnare ai ragazzi ad usare gli strumenti
culinari, a pesare con accuratezza gli
ingredienti, a seguire i vari passaggi della
ricetta, ma soprattutto a lavorare insieme
dividendosi i compiti.
Abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi perché
avessero scelto proprio questo laboratorio
e ci hanno risposto che hanno da sempre
questa passione, ma non avevano mai
avuto modo di coltivarla e quindi hanno
colto al volo l'occasione offerta dalla scuola.
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LABORATORIODI
Primo
soccorso
di Alessandro Arras e Andrea Scalco
Q
uesto laboratorio è una novità
assoluta per il nostro Istituto in
quanto è la prima volta che viene
organizzato per gli studenti. Proposto dalla
professoressa Maria Grazia Merlo, una
delle insegnanti di musica della nostra
scuola, esperta in materia per avere
frequentato dei corsi specifici, è finalizzato
ad insegnare ai ragazzi come agire nel
modo opportuno per effettuare un'azione
adeguata di primo soccorso in una
situazione di emergenza. E' fondamentale,
infatti, intervenire in modo corretto per
evitare di provocare danni ulteriori quando
una persona ha un malore o un incidente.
L'insegnante prima di tutto dà agli allievi
delle indicazioni teoriche, ma la parte più
importante dell'attività è l'applicazione
pratica delle tecniche e delle manovre di
soccorso sui compagni.
In particolare i ragazzi imparano a medicare
ferite e ustioni, verificare lo stato di
coscienza, mettere la persona in posizione
laterale di sicurezza, tamponare
un'emorragia e disostruire le vie aeree.
Tutti i partecipanti sono entusiasti del
laboratorio che fornisce indicazioni
utilissime per la vita pratica di tutti noi.
Spesso, infatti, un intervento di soccorso
tempestivo e corretto può salvare una vita!
LABORATORIO
Vetrate
di Alessandro Arras, Andrea Scalco e Guido Sperotto
L
a professoressa di educazione
artistica Sandra Tessari,
quest'anno, ha deciso di proporre
agli alunni di terza media un nuovo
laboratorio perché il suo intento è quello
di coinvolgere gli studenti in attività
sempre diverse. Naturalmente i ragazzi
non utilizzano vetro e intelaiature di
metallo, ma carta e cartoncino.
Il lavoro consiste nel fare un progetto
(una forma astratta o concreta) su un
foglio da disegno, la figura viene poi
riportata su un cartoncino nero con l’aiuto
di una quadrettatura, poi si usano le
forbici e si riempiono gli spazi vuoti di
carta velina colorata.
L'obiettivo è quello di abituare i ragazzi ad
utilizzare con precisione la carta, le forbici
e la colla e di stimolare la loro creatività.
Questo laboratorio è stato scelto dai
ragazzi prevalentemente per il piacere di
disegnare e di fare nuove esperienze
artistiche.
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LABORATORIODI Cartapesta
di Emma Faccin e Mattia Trentin
Q
uesto laboratorio è stato proposto
da alcune mamme (Laura, Sabrina,
Elena e Cristina) e dalla
professoressa Roberta Meneghini che, data
la loro abilità nei lavori manuali, hanno
deciso di collaborare alla realizzazione di
manufatti che verranno utilizzati nello
spettacolo di fine anno (sei pianeti, alcune
maschere da volpe e la corona per il re),
ma non solo. Essendo coinvolti i ragazzi di
prima, si è deciso di far fare loro degli
oggetti da portare a casa e come tema è
stato scelto quello degli insetti creando api,
bruchi e ragni.
Ma cos'è la cartapesta? E' una tecnica
povera che utilizza carta di giornale o
stracci, acqua e colla vinilica per realizzare
forme ed oggetti di vario tipo. Famose sono
le creazioni dei cartapestai italiani che
realizzano i carri per il Carnevale di
Putignano e Viareggio.
Dai quotidiani si ricavano delle strisce che
vengono immerse in acqua e applicate su
una base che può essere un palloncino o
una maschera di plastica. Poi vengono
fissate con una miscela di colla vinilica e
acqua. L'operazione deve essere ripetuta
per dieci volte consecutive. Il passo
successivo è l'asciugatura che dura ben 24
ore. Viene poi stesa ancora colla mischiata
a colore a tempera. Infine si completa il
lavoro con l'applicazione del colore a
tempera, operazione che richiede
precisione e gusto artistico.
I ragazzi hanno dimostrato interesse nelle
attività pratiche e hanno dichiarato la loro
passione per questo genere di lavori.
Cosa avete imparato da questo laboratorio?
“Per lavorare la cartapesta bisogna avere
molta pazienza, voglia di fare, ma
soprattutto molta precisione”
Avete scelto voi il laboratorio? Se sì,
LABORATORIODI
Scenografia
di Emma Faccin e Mattia Trentin
Q
uesto laboratorio è il più numeroso
dell'istituto, infatti è frequentato da
ben venti ragazzi delle seconde.
Per questo c'è bisogno che i ragazzi
ascoltino con attenzione le indicazioni
degli insegnanti rispettando i compiti
assegnati : disegnare, colorare, ritagliare...
Intervista al professor Mirio Piazza e alla
professoressa Maria Concetta Badolato.
Dove si svolge il laboratorio? Come si
lavora?
Le scenografie vengono realizzate
nell'aula di tecnologia, utilizzando vari
materiali possibilmente riciclati, come
vecchi cartoni da imballaggio.
Perché si svolge questo laboratorio?
Il laboratorio é collegato allo spettacolo di
fine anno. Vengono preparate le scene e
gli oggetti da utilizzare durante la
rappresentazione.
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Qual é il suo obiettivo?
L'obiettivo è quello di sviluppare
l'operatività e la creatività dei ragazzi, che
devono impegnarsi a lavorare in gruppo
rispettando i tempi.
Come è strutturato?
Sulla base dei disegni, con il cartone
vengono realizzati i vari elementi, che in
un secondo momento verranno colorati.
Abbiamo sentito anche le opinioni di alcuni
ragazzi.
Valentina : Ho scelto questo laboratorio
perché mi ispirava molto creare le
scenografie dello spettacolo, un altro
motivo è la mia grande passione per il
disegno.
Paola : Io l'ho scelto perché sono molto
creativa e mi piaceva l'idea di abbellire il
palco per lo spettacolo.
Denis : L' ho scelto perché mi sembrava
bello. Questo laboratorio mi piace molto e
sono felice di parteciparvi.
perché?
Giada : Ho scelto io il laboratorio perché
volevo sperimentare cose nuove e ora mi
sto divertendo molto.
Gaia : Ho scelto il laboratorio perché mi
piacciono i lavori manuali e mi sto
divertendo molto, anche se è un po'
faticoso e complesso.
Isacco : Sì, ho deciso io di venire qui a fare
questa esperienza perché mi piace
costruire oggetti.
Emmanuel : Sì, perché mi piace costruire
gli oggetti con le mani.
Ecco il parere di una mamma.
Perché ha deciso di partecipare a questa
attività?
Laura : Per vedere come si comportano i
ragazzi dell'età di mia figlia e cercare di
interessarli in qualcosa di diverso dalle loro
solite attività scolastiche.
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LABORATORIODI Costumi
di Guido Sperotto e Sofija Lazic
Q
uesto laboratorio ha lo scopo di
realizzare i costumi per lo
spettacolo di fine anno.
Viene riproposto da più anni agli alunni sia
perchè è molto divertente, ma soprattutto
necessario per la rappresentazione teatrale.
Il laboratorio è tenuto dalla professoressa
Carla Lazzarin e da Ilenia, Sabrina e Marija,
delle mamme disponibili a dedicare alle
Battistella un po’ del loro tempo e molto abili
con ago e filo. I costumi da confezionare
sono per i personaggi principali del
capolavoro di Antoine de Saint Exupèry “Il
Piccolo Principe”: il protagonista, la Volpe,
la Rosa, il Re, il Serpente e le Stelle.
Per la realizzazione dei costumi i ragazzi
hanno cominciato progettando il lavoro,
hanno poi riportato i vari disegni sul
tessuto, quindi si sono dedicati al taglio
della stoffa e infine alla cucitura.
I ragazzi hanno trovato alcune difficoltà nel
cimentarsi nei primi lavori: il taglio delle
stelle, dei petali e delle foglie. E’
un’operazione delicata che richiede
precisione e pazienza. In particolare
Alexander, mancino, non riusciva a tagliare
i vari pezzi, ma dopo un po' di pratica è
diventato abilissimo.
Abbiamo scoperto che i ragazzi useranno
anche la macchina da cucire, lo strumento
essenziale di una sarta, ma del tutto
sconosciuto agli allievi che partecipano al
laboratorio.
Ma come mai Ilenia, Sabrina e Marija
hanno deciso di aiutare gli studenti in
questo progetto?
Ilenia: “Intanto mi piace molto creare oggetti
con la stoffa e poi adoro insegnare ai
ragazzi un’attività pratica”.
Sabrina: “Viste la passione per il cucito e la
creatività che ci contraddistinguono,
abbiamo deciso di aiutare i ragazzi
nell'impresa di creare i costumi di scena”.
Marija: ”Mi diverto molto a cucire e adoro
lavorare con i ragazzi”
La professoressa Lazzarin ha confermato
queste parole dicendo: ”Anche se non sono
responsabile del laboratorio perchè
resonsabili sono le “mamme”,
quando c'è bisogno di una mano non mi tiro
mai indietro, infatti mi piacciono molto i
lavori manuali.”
E come mai i ragazzi hanno scelto questo
laboratorio?
Alcuni hanno risposto così:
”Mi piace cucire ed è il laboratorio che mi
permette di fare una cosa che mi
appassiona”.
“E' una bella idea per passare il tempo.”
“Volevo migliorare nella tecnica del cucito.”
“Credo che non avrò mai occasione di
provare un’esperienza del genere.”
“Penso che grazie a questo laboratorio
imparerò a cucire.”
“Già da piccolo cucivo insieme alla nonna e
volevo provare la stessa sensazione che
provavo a quel tempo.”
“Sono venuta grazie all'incoraggiamento
della mia amica.”
“E' veramente un laboratorio molto
divertente.”
“Il laboratorio più bello di tutti!”
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- La Gazzetta delle Battistella -
LABORATORIODI
Cultura
locale:
cibo
e
territorio
di Samuele Fontana e Giovanni Canale
Q
uest'anno, per la prima volta, le
professoresse Elena Tessari e
Cinzia Casacci hanno proposto il
laboratorio di cultura locale, che permette ai
ragazzi di conoscere la storia e l'origine
delle abitudini alimentari del nostro
territorio, nel rispetto dell'ambiente che ci
circonda.
Il laboratorio è diviso in tre fasi.
Nei primi tre giorni i dodici ragazzi andranno
in alcuni negozi biologici per imparare a
riconoscere i prodotti a chilometro zero, che
sono i più sani e genuini. Visiteranno la
Bottega degli Scalzi, il mercato di Schio e
un supermercato che offre prodotti biologici
di stagione. Al mercato sosteranno ad
osservare alcune bancarelle di alimentari,
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tra le quali quella dell’azienda “Tre Archi” di
Malo dove compreranno dei salumi prodotti
localmente. L'obiettivo è quello di
confrontare i cibi naturali con quelli che
mangiamo frequentemente, così da indurre
i partecipanti ad adottare una dieta sana. I
ragazzi, nel negozio biologico, faranno delle
domande ai gestori per capire l'importanza
di acquistare prodotti a chilometro zero, non
dannosi per l'ambiente dato che non
devono essere trasportati per lunghi tragitti
per arrivare a destinazione. Inoltre verrà
spiegata loro la coltivazione senza prodotti
chimici, che sono dannosi non solo per
l'ambiente, ma anche per la salute di tutti
noi.
Nei restanti due giorni, gli studenti, con i
prodotti acquistati (farina integrale
biologica, lievito madre e farina di mais)
prepareranno del pane e dei biscotti al
mais.
Nella parte conclusiva del laboratorio, i
partecipanti faranno una riflessione
sull'esperienza vissuta con l'augurio che le
abitudini alimentari sbagliate possano
essere dimenticate.
Abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi perché
avessero scelto proprio questo laboratorio e
loro ci hanno risposto che pensano sia
molto interessante scoprire i prodotti tipici
del nostro territorio per mangiare bene
guadagnando in salute e rispettando
l’ambiente.
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LABORATORIODI
Arrampicata
di Giorgia Santacatterina, Matilde Martin, Sofija Lazic e Guido Sperotto
P
er il laboratorio di arrampicata
abbiamo intervistato il professor
Gimmy Pozzan con gli alunni Matteo
Cavasso di 3^B e Moira Zanandrea di 3^F
che partecipano a questo laboratorio “
sportivo”.
Iniziamo con le domande fatte all'ideatore di
questa proposta rivolta agli alunni più grandi
della nostra scuola.
COME E' NATA L'IDEA DI QUESTO
LABORATORIO?
Questa esperienza è già stata fatta gli anni
precedenti, è piaciuta molto e gli alunni vi
hanno partecipato con entusiasmo. Proprio
per la motivazione e l’ interesse dimostrati
da tutti abbiamo deciso di riproporla ed
anche quest'anno la partecipazione è stata
consistente.
DA QUANTI ANNI PROPONETE QUESTO
LABORATORIO?
Da ben tre anni. Il primo anno abbiamo
utilizzato la palestra del Palacampagnola,
poi ci è stata offerta la sede del C.A.I., dove
si può usufruire di una palestra di roccia.
QUANTI ALUNNI PARTECIPANO?
Abbiamo raccolto l'adesione di trenta alunni
che dobbiamo dividere in due gruppi per le
ridotte dimensioni della palestra che non
riesce a contenere tanti ragazzi.
CHE OBIETTIVO VOLETE OTTENERE
CON QUESTO LABORATORIO?
Cerchiamo di far vivere ai ragazzi una
nuova esperienza, perché non tutti hanno
già provato ad arrampicare. Speriamo di
riuscire a far arrivare emozioni uniche,
come divertimento e gioia ma anche
brivido, terrore e panico.
Passiamo ora alle domande fatte agli alunni
partecipanti.
COME MAI AVETE SCELTO QUESTO
LABORATORIO?
Moira: Avevo già provato ad arrampicare in
passato, mi sono molto divertita e, data
l'opportunità offerta dalla scuola, l'ho presa
al volo e mi sono iscritta.
Matteo: Sono un ragazzo iperattivo e
vivace, quindi ho deciso di aggregarmi a
questo gruppo per potermi sfogare e allo
stesso tempo divertire.
E' LA PRIMA VOLTA CHE ANDATE AD
ARRAMPICARE?
Moira: No, la prima volta ho provato con
degli amici in montagna.
Matteo: Sì, non ho mai arrampicato prima,
quindi è proprio una nuova esperienza.
LO PRATICHERESTI COME SPORT AL DI
FUORI DELLA SCUOLA?
Moira: No, non penso che lo praticherò in
modo continuativo.
Matteo: Sì, non mi dispiacerebbe, mi
prenderei questo impegno, ma preferirei
arrampicare in montagna, perché solo in
mezzo alla natura si
possono provare delle sensazioni forti.
QUANTE LEZIONI FARETE IN QUESTO
LABORATORIO ?
Moira e Matteo: Noi siamo nel gruppo
“fortunato”, infatti andremo ad arrampicare
tre volte, gli altri, invece, solo due .
QUANTO ALTE SONO LE PARETI CHE
SCALATE?
Moira e Matteo: Circa 10-15 metri .
E' GRANDE ED ATTREZZATA LA SALA
IN CUI ARRAMPICATE?
Moira e Matteo: No, non è molto ampia,
infatti ci dividono in due gruppi, ma è ben
attrezzata ed accogliente.
L'IMBRAGATURA VI FA SENTIRE PIU'
SICURI?
Moira: Sì, diciamo che sono molto più
sicura e so che se anche dovessi cadere
riuscirei a salvarmi ed evitare di farmi male.
Matteo: Penso la stessa cosa, l'imbragatura
mi dà sicurezza.
CHE COSA STATE IMPARANDO A
LIVELLO PERSONALE?
Moira: A superare le mie paure. Il primo
giorno avevo davvero paura e mi sono
venute le vertigini. Nel corso della settimana
ho preso confidenza con la parete e
l’altezza.
Matteo: Ho scoperto che l’arrampicata mi
può aiutare a liberare un po’ della mia
energia in eccesso e a controllare le mie
emozioni.
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LABORATORIODIRecitazione
di Giorgia Santacatterina, Matilde Martin, Rocco Cocco e Alex Faresin
I
LABORATORIODIINGLESE:
English
Alive
di Sofija Lazic
“
English Alive” viene proposto
agli alunni di terza da ben
quattordici anni. Durante la
settimana dei laboratori i ragazzi possono
fare un approfondimento della lingua
inglese grazie alla presenza nella nostra
scuola di due insegnanti madrelingua:
Malisa e Hilda. Il progetto si propone di
far crescere l’entusiasmo dei ragazzi per
l’inglese e abituarli ad un accento e una
cadenza appropriati mediante un
approccio diverso rispetto alle lezioni
tradizionali, con attività ludico - didattiche.
In particolare si cerca di arricchire il
vocabolario e di introdurre strutture
grammaticali attraverso l’uso “in campo”
di frasi nuove e nuove situazioni.
Concretamente, nel corso della settimana
di English alive i ragazzi preparano uno
spettacolino che permette loro di
rafforzare le abilità linguistiche all’insegna
del divertimento.
Quest’anno gli studenti presentano ai
compagni una scenetta ispirata alla storia
di Cenerentola ed un’altra che vuole
essere la parodia della cerimonia della
consegna degli Oscar.
Per i ragazzi realizzare questo progetto è
molto difficile dovendo parlare e recitare
solamente in inglese.
Ma i calorosi applausi che accompagnano
ogni anno le loro esibizioni fanno
dimenticare ansia e fatica e riempiono i
giovani attori di grande soddisfazione!
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l laboratorio di recitazione, tenuto dalle
professoresse Paola Fileppo ed
Emma Santacatterina, è rivolto ai
ragazzi di seconda media. Questa attività
è finalizzata allo spettacolo di fine anno,
che si terrà a giugno, nel cortile della
scuola. Lo rappresentazione teatrale si
ispira a “Il Piccolo Principe”, un libro
conosciuto in tutto il mondo per la sua
semplicità e per il messaggio sull’amicizia
che trasmette ai lettori, sia giovani che
adulti. L’idea è nata perché alla scuola
media proprio l'amicizia è uno dei temi più
trattati durante l'anno scolastico. Tutte le
classi seconde stanno leggendo Il
Piccolo Principe ed alcune hanno visto
anche il film sotto forma di cartone. I
ragazzi che frequentano il laboratorio
imparano a costruire i dialoghi e a
recitare. Molti di loro hanno scelto questo
laboratorio perché il loro sogno è quello di
diventare attori, altri solo per la curiosità
di provare questa nuova esperienza.
Inizialmente i ragazzi erano timidi e
imbarazzati, ma poi, pian piano, si sono
sciolti e hanno iniziato a recitare con una
certa disinvoltura. Questo progetto non si
concluderà alla fine dei laboratori, ma gli
attori dovranno incontrarsi un pomeriggio
a settimana per potersi presentare a
giugno sul palcoscenico preparati e sicuri
come dei veri artisti!
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LABORATORIODI Origami
di Rocco Cocco e Alex Faresin
I
ragazzi di prima media hanno
partecipato al laboratorio di origami,
tenuto dalla prof Licia Boragine,
un’insegnante di matematica oggi in
pensione che ha lavorato fino a pochi anni
fa nella nostra scuola. L'idea è nata
quando la professoressa Boragine propose
l'attività alla sua classe. Gli alunni
realizzarono con la carta le decorazioni per
l'albero di Natale della scuola ricevendo
complimenti e grandi soddisfazioni.
Naturalmente la prof Boragine si è
appassionata all’ origami perché quest’arte
è strettamente legata alla geometria, la
materia che ha insegnato a tante
generazioni di studenti. L'origami aiuta a
sviluppare pazienza e precisione, è l'arte di
piegare la carta per creare decorazioni. La
storia della carta è cominciata in Cina, ma è
in Giappone che l'origami si è sviluppato ed
è divenuto parte integrante della società
stessa. Secondo la tradizione l'invenzione
della carta sarebbe avvenuta in Cina
agli inizi del ll secolo d.C., ma nel 610 d.C.
la tecnica di produzione della carta giunse
in Giappone. La parola giapponese origami
è formata da due termini: ori che vuol dire
piegare e kami che significa carta. All’inizio
gli origami venivano impiegati per realizzare
figure astratte con un significato simbolico e
rituale, ma intorno al Mille si passò ad un
uso più profano creando modelli figurativi
che riproducevano animali, insetti, fiori e
altre forme della natura. Proprio in quel
periodo nacque il modello più conosciuto al
mondo, diventato simbolo internazionale
dell’origami: la gru. Verso il Cinquecento la
disciplina dell’origami si diffuse in strati
sempre più ampi della società giapponese,
nelle famiglie nobili ma anche in quelle
popolari. Alla fine dell’Ottocento, per il
Giappone cominciò un periodo di
contaminazione con la cultura occidentale e
gli origami iniziarono ad essere conosciuti
anche all’estero. Inizialmente in Europa gli
origamisti venivano considerati maghi o
prestigiatori, nessuno qui piegava la carta,
mentre era diffuso l’uso di piegare i
tovaglioli di stoffa per ottenere figure di ogni
tipo. Friedrich Frobel, un insegnante
dell’epoca, intuì le enormi potenzialità
dell’origami in campo educativo per
sviluppare la creatività dei bambini e
insegnare alcune regole di geometria
elementare. Proprio lo studio della
geometria ha ricevuto notevole impulso
dall’arte dell’origami. Tutti gli assiomi della
geometria euclidea sono infatti dimostrabili
mediante l’origami che permette addirittura
di risolvere alcune equazioni di terzo grado
irrisolvibili con riga e compasso.
Ecco spiegata la passione della prof
Boragine per l’origami!
(Le informazioni contenute nell’articolo sulla
storia dell’origami sono tratte da: “Origami
tradizionali giapponesi” di Francesco e
Vanda Battaglia)
LABORATORIOScacchi
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LABORATORIOPallavolo
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