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TRIBUNALE DI NAPOLI UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI SEZ. XXIII Il G.I.P. Federica Colucci, esaminata la richiesta di applicazione di misura cautelare custodiale, avanzata in data 6.2.2013, nel proc. 5677/11 R.G.N.R., nei confronti di: 1. PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe (CE) il 24.05.1965, in atto detenuto; 2. PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe (CE) il 21.10.1963, residente in Villa Literno (CE), alla via Provinciale Aversa; 3. CANTELLI Susanna, nata a Santa Maria Capua Vetere (CE) il 22.02.1976, residente in Castel Volturno – Pinetamare, al viale delle Mimose, Torre OR. 1,; 4. AMMALIATO Giuseppe, nato a Mugnano di Napoli l’11.05.1978, residente in Castel Volturno – Pineta Mare al viale delle Mimose, torre 5 int. 47; 5. ESPOSITO Antonio, nato ad Afragola (NA) il 04.07.1958, residente in Lusciano (CE), alla via Don Milani 1; 6. ERRICO Giuseppe, nato a Benevento il 02.10.1956, res.te in Caserta alla via Don Gangi n.5; 7. PELLEGRINO Pietro, nato a Maddaloni il 30.10.1960, residente in Marcianise (CE) via Santella, Parco COMER, INDAGATI PASSARELLI BIAGIO E PASSARELLI FRANCO A) del delitto p. e p. dagli artt. 110,416 bis c.p. I, II, III, IV, V, VI ed VIII comma, c.p., perché, nella consapevolezza della rilevanza causale del proprio apporto, quali gestori di fatto delle società denominate “Commerciale Europa S.p.a.”, con sede in Pignataro Maggiore, ed I.P.A.M. S.r.l. (in liquidazione), con sede in Villa Literno, concorrevano alla associazione camorristica denominata “clan dei Casalesi-fazione Schiavone” in quanto, pur non essendo stabilmente inseriti nella predetta compagine associativa, fornivano uno stabile e significativo apporto al conseguimento delle illecite finalità perseguite dall’organizzazione di stampo camorristico; in particolare attraverso la costituzione delle suddette società fornivano assistenza economica ai diversi associati, consentivano l’occultamento di capitale proventi dell’attività illecita che reinvestivano in attività formalmente lecite, nonché mettevano a disposizione del clan, sotto il profilo economico e quello logistico, le proprie imprese e i relativi complessi aziendali rendendo agevole la fissazione delle scelte programmatiche delle attività criminali intraprese dal clan, in apposite riunioni degli affiliati, ed il loro 1 perseguimento. contribuendo così al mantenimento della associazione ed al rafforzamento della medesima associazione camorrista. In Villa Literno, Casal di Prioncipe e altri paesi della provincia di Caserta, dal 04.11.2004, con condotta perdurante. CANTELLI Susanna, AMMALIATO Giuseppe, ESPOSITO Antonio, ERRICO Giuseppe, PELLEGRINO Pietro: B) del delitto previsto e punito dagli artt. 624 e 625 n.7 c.p., 7 L. 203/1991, perché in concorso ed unione tra loro, in numero superiore a tre, CANTELLI Susanna, AMMALIATO Giuseppe ed ESPOSITO Antonio ponendo in essere le condizioni affinché si addivenisse alla sottrazione, ERRICO Giuseppe e PELLEGRINO Pietro realizzando la sottrazione attraverso il trasporto della merce con automezzi della ERRYTRANS, al fine di trarne ingiusto profitto, sottraevano dai magazzini della Commerciale Europea S.p.a., 2,5 tonnellate di zucchero, sottoposte a sequestro in virtù del decreto emesso ai sensi dell’art. 321 c.p.p. dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli il 13 Luglio 2010 ed eseguito il giorno 14 Luglio 2010 dai Carabinieri di Caserta, destinando il prodotto alimentare ad acquirenti che allo stato non identificati ed incassandone irregolarmente il provento della vendita. Con l’aggravante di aver commesso il fatto su cose sottoposte a sequestro Con le ulteriori aggravanti di aver commesso i fatti avvalendosi del metodo mafioso dal quale derivano le condizioni di assoggettamento ed omertà nei confronti della persona offesa e, comunque, al fine di agevolare l'organizzazione camorristica di appartenenza denominata ‘‘clan dei Casalesi-fazione Schiavone, operante prevalentemente nella provincia di Caserta In Pignataro Maggiore, il 19 Luglio 2010 osserva quanto segue. Deve premettersi che alla luce della natura dei reati contestati, sussistono i presupposti per l’applicazione delle misure cautelari e delle specifiche misure inframurarie richieste. I Gravi indizi CAPO A) Il concorso esterno. Sussistono i gravi indizi della commissione del reato contestato al capo A) nei confronti di entrambi gli indagati. Appare opportuno premettere che la richiesta di misura dei PP.MM. espone in modo analitico le fonti di prova che vanno ad integrare i gravi indizi di colpevolezza del reato di concorso esterno come contestato. Onde evitare inutili ripetizioni, chi scrive riporterà nella presente ordinanza quelle che, a suo avviso, sono le più significative, richiamando per il resto la richiesta dei PP.MM. 2 Gli elementi di prova a carico degli indagati si desumono in parte da indagini svolte in altri procedimenti penali, taluni definiti con sentenza passata in giudicato, altri in corso di svolgimento (per i quali verranno richiamati i provvedimenti cautelari , personali e reali emessi, ovvero le pronunce ancora non definitive), in parte da nuove attività di indagine svolte nel procedimento in epigrafe. In particolare si richiamano: 1. decreto di sequestro beni ex art. 2 ter legge 575/65 n. 96/2009 M.P. e n. 8/2010 del 23.3.2010 emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di S. Maria C.V., con espresso richiamo alla sentenza n. 9/98 emessa il 15.9.2005 dalla Corte di Assise di S. Maria C.V. (processo Spartacus); 2. decreto di sequestro emesso il 13.7.2010 nel proc. 26877/2010 R.G.N.R e sua diretta attinenza con la OCC emessa nel proc. 27526/2010 R.G.N.R a carico di FARINA ANTONIO, PASSARELLI BIAGIO e PASSARELLI FRANCO, ed altri per l’estorsione – tra l’altro – ai danni della Alvi s.p.a.; 3. ordinanza di custodia cautelare in carcere numero 26877/2010 RGNR e numero 32395/10 RG GIP emessa il 26.01.20111 e sentenza di assoluzione – per PASSARELLI Franco e CANTELLI Susanna– numero 26877/2010 RGNR e numero 32395/10 RG GIP emessa dal GUP del Tribunale di Napoli in data 27.10.20112; 4. ordinanza di custodia cautelare in carcere numero 60470/08 RGNR, numero 51111/09 R. GIP e numero 769/11 O.C.C., emessa dall’Ufficio 29° GIP del Tribunale di Napoli, in data 09.12.20113, a carico di SETOLA Giuseppe + altri, con espresso richiamo alle informative di reato dei CC Comando Provinciale di Caserta numero 336/5-20-1 del 25.10.20104, relativa all’attività di riscontro alle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia LAISO Salvatore in data 19.10.2010 e IOVINE Massimo in data 18.03.2008, e numero 336/5-32 del 09.03.20115; In particolare per quanto riguarda il rapporto tra Dante Passarelli, padre degli odierni indagati ed il clan dei casalesi, e gli elementi che nell’ ambito del processo Spartacus hanno comprovato la natura mafiosa delle imprese della famiglia Passarelli, si richiamano le pagg. 4-13 della richiesta dei PP.MM. Dante Passarelli moriva il 04.11.2004. La sua posizione nel processo Spartacus si definiva con una pronuncia di estinzione del reato con sentenza del 15.09.2005; i beni e le imprese che gli erano stati sequestrati venivano trasferiti agli eredi, sopra generalizzati, i quali si ritrovavano diretti titolari di una situazione patrimoniale ed imprenditoriale creata, conservata e sviluppata attraverso dinamiche indiscutibilmente legate alle sorti criminali del clan dei casalesi, così come emerso nel corso del processo Spartacus. Una situazione sulla quale, da quel momento, gli eredi di Passarelli Dante– e in particolare Passarelli Biagio e Franco– iniziavano ad operare per circa cinque anni, fino – almeno 1 O.c.c.c. nr. 26877/2010 RGNR e nr. 32395/10 RG GIP del 26.01.2011 – Gip Tribunale Napoli – All. 5 2 Sentenza nr. 32395/10 RG GIP del 27.10.2011 – GUP Tribunale Napoli – All. 6 3 O.c.c.c. nr. 60470/08 RGNR, nr. 51111/09 R. GIP e nr. 769/11 O.C.C., Ufficio 29° GIP Tribunale Napoli, del 09.12.2011 – All. 7 4 Informativa CC N. Inv.vo Caserta nr. 336/5-20-1 del 25.10.2010 – All. 8 5 Informativa CC N. Inv.vo Caserta nr. 336/5-32 del 09.03.2011 – All. 9 3 – al mese di Aprile del 2010, cioè fino all’intervento della Sezione M.P. del Tribunale di Santa Maria C.V. che ha nuovamente congelato quel patrimonio imponendo la misura del sequestro con decreto numero 96/2009 Reg. MP. Deve premettersi che chi scrive condivide la impostazione seguita dal Gip di Napoli, sez. XXXIX che ha condotto all’ assoluzione di Passarelli Franco e Cantelli Susanna dall’accusa di riciclaggio avanzata nel proc. 26877/10 R.G.N.R. (sent. del 27.10.11). Invero non può mantenersi la qualifica di provento illecito per il patrimonio che, certamente come formatosi in capo al Dante Passarelli era qualificabile come impresa mafiosa, ma nel momento in cui viene dissequestrato dal Tribunale e restitutito agli eredi, perde la sua connotazione illecita, nel senso che gli eredi ne vengono in possesso in virtù di un provvedimento dell’ A.G. e dunque in modo lecito. Resta fermo che la liceità del titolo di provenienza per gli eredi non incide sul fatto storico di come quel patrimonio si sia formato in capo a Dante Passarelli. Quanto all’ attuale reato contestato, è necessario esaminare, al fine di accertare la sussistenza di un grave quadro indiziario nei confronti degli odierni indagati, cosa accade dopo la restituzione del compendio patrimoniale. In particolare la contestazione mossa dagli odierni PP.MM. è che dopo la morte di Passarelli Dante, alcuni degli eredi (in particolar modo PASSARELLI Franco e Biagio), non si siano limitati al mero godimento dei beni ricevuti col dissequestro nell’ambito del processo Spartacus, ma abbiano consapevolmente dato prosecuzione al rapporto economico – criminale instaurato a suo tempo dal padre col clan dei casalesi, in particolare con SCHIAVONE Francesco detto Sandokan e il figlio Nicola. In tal senso rilevano a comprova dei rapporti criminali intrattenuti da PASSARELLI Biagio e Franco con esponenti di spicco del clan dei casalesi gli esiti delle indagini svolte nell’ambito del procedimento penale numero 27526/06 RGNR, aventi ad oggetto, tra l’altro, l’estorsione ai danni della Alvi S.p.a., società operante nel settore della distribuzione alimentare con sede in provincia di Salerno. Si richiamano sul punto le pagg. 13-75 della richiesta dei P.M. E’ opportuno solo ricordare che, per l’estorsione all’Alvi Spa sia Carmine NATALE che Vincenzo CANTIELLO sono stati condannati in via definitiva. Il ruolo svolto da PASSARELLI Franco, come visto, è stato acquisito originariamente attraverso attività di indagine tecniche, ma è stato poi confermato dalle dichiarazioni rese da un co-imputato, cioè CANTIELLO Vincenzo e dai collaboratori di giustizia FARINA Antonio, VARGAS Roberto e in ultimo anche da MARTINO Nicola, divenuto collaboratore di giustizia il 05.10.2012, sentito sul punto nel corso del dibattimento conclusosi, con la condanna del PASSARELLI Franco in concorso con CORVINO Rodolfo, ovvero con uno degli esponenti di vertice dell’organizzazione camorristica clan dei Casalesi. A distanza di tempo, tutti i collaboratori hanno saputo descrivere ulteriori aspetti della vicenda, in perfetta aderenza con gli elementi di prova che si erano raccolti attraverso le intercettazioni, confermando sempre il ruolo attivo dei fratelli PASSARELLI nella vicenda estorsiva. A prescindere dalla responsabilità per la singola estorsione, appare opportuno evidenziare come da taluni specifici elementi emerge in maniera evidente un perdurante, consapevole, vantaggioso rapporto di interessi, sul piano imprenditoriale e criminale, tra la famiglia PASSARELLI, in particolar modo, i fratelli PASSARELLI Biagio e Franco– ed i vertici del clan dei Casalesi. 4 In tal senso si riportano le dichiarazioni di Farina Antonio: DALL’INTERROGATORIO DI FARINA ANTONIO DEL 20 APRILE 2009: ...omissis... PASSARELLI E I SUPERMERCATI SUPERALVI A.D.R: Un altro business dei “Casalesi” è quello legato ai SUPERALVI. Si tratta di un’unica società di supermercati distribuiti in tutta la Provincia di Caserta. Ai SUPERALVI è collegato PASSARELLI Francesco, in quanto è lui che rifornisce i supermercati di zucchero. Il PASSARELLI, a sua volta, riscuote per ogni SUPERALVI una tangente che viene poi versata a CANTIELLO Vincenzo, detto “doichland”, che non è parente stretto di “carusiello”. Il doichland, almeno finchè io stavo fuori, dava i soldi provento delle estorsioni ai SUPERALVI a Pasquale VARGAS, uno dei responsabili del clan dei Casalesi che è diventato, anzi uno dei “capi”. La vicenda è a me ben nota in quanto sul territorio di influenza criminale di Maddaloni c’erano dei SUPERALVI, oggetto di richiesta estorsiva da parte della nostra organizzazione. Quando io o altri affiliati contattavamo il direttore dei vari SUPERALVI della nostra zona per imporre una nostra tangente, a questi, contattando la sede centrale dei Superalvi, che è a Salerno, veniva risposto che la tangente era stata già corrisposta dal direttore generale di Salerno a PASSARELLI. Erano poi il PASSARELLI ed il CANTIELLO detto doich a dare a noi una parte del ricavato dell’estorsione fatta ai SUPERALVI di Maddaloni. Aggiungo che, quando il CANTIELLO venne a casa mia nel 2006 poichè da me convocato, scoprii che la tangente versata dai SUPERALVI di Maddaloni era molto più alta di quanto poi il PASSARELLI ed il CANTIELLO ci versavano. In particolare, a noi versavano tremila euro per ogni scadenza di Pasqua, Natale o Ferragosto. In realtà la SUPERALVI per gli esercizi di Maddaloni versava ventunomila euro annui, in rate da settemila. Scoprimmo tale fatto poiché la riscossione delle tangenti, in passato, era stata fatta da tale Carmine cugino di CORVINO Rodolfo e fu CANTIELLO Vincenzo detto doich che, a casa mia, mi rivelò l’imbroglio fatto ai nostri danni. ...omissis... Ancora, FARINA Antonio in un successivo interrogatorio: DALL’INTERROGATORIO DI FARINA ANTONIO DEL 29 SETTEMBRE 2009: ...omissis... FOTO NUMERO 40 La foto non mi dice niente. L’ufficio dà atto che la foto numero 40 ritrae PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe il 24.05.1965. A.D.R.: Anche se non l’ho mai conosciuto, di lui ho riferito in precedenti interrogatori. ...omissis... FOTO NUMERO 75 Non riconosco la persona effigiata nella fotografia numero 75. 5 L’ufficio dà atto che la foto numero 75 ritrae PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe (CE) il 21.10.1963. A.D.R.: Ne ho sentito parlare a proposito dell’estorsione ai SUPERALVI, ma non l’ho mai conosciuto di persona. ...omissis... Le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia testimoniano la piena consapevolezza, da parte di FARINA Antonio – il quale, all’epoca dei fatti, era il capo dell’organizzazione criminale operante a Maddaloni – che alla catena di supermercati con insegna Superalvi è collegato uno dei business gestito dal clan dei casalesi attraverso i fratelli PASSARELLI. Questi ultimi, da un lato rappresentano i fornitori dello zucchero per la ALVI S.p.a., dall’altra sono gli intermediari del clan dei Casalesi e delle altre organizzazioni criminali operanti in questa provincia, per la riscossione dei proventi estorsivi richiesti alla società salernitana in ragione di ciascun punto vendita presente in provincia di Caserta. Ancora rilevantissime sono le dichiarazioni del cdg. Vargas Roberto. DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 07.03.2012: A.D.R. Intendo rispondere e ribadisco la volontà di collaborare con la giustizia. A.D.R.. sono a conoscenza di attività estorsive commesse dal clan dei CASALESI nei confronti della catena dei supermercati SUPER ALVI con sede a Scafati (SA). Sono venuto a conoscenza di tale estorsione nel 2005, arrivando ad occuparmene personalmente. L’estorsione nacque per opera dei fratelli Biagio e Franco PASSARELLI, di Casal di Principe, figli di Dante, i quali, attraverso la loro attività di impacchettamento di zucchero e di altri prodotti alimentari, avevano rapporti commerciali di fornitura con la SUPER ALVI. Detta catena aveva numerose filiali, punti vendita, in Provincia di Caserta. Una delle più grandi era a Maddaloni. Nella gestione materiale dell’attività estorsiva, Biagio PASSARELLI utilizzava, quale co-autore, NATALE Carmine, il quale mi risulta essere anche parente dei PASSARELLI per parte di madre, mentre Franco PASSARELLI, per la specifica attività delittuosa, si faceva coadiuvare da CANTIELLO Vincenzo detto docihland che peraltro, mi risulta, lavorava proprio col PASSARELLI Franco, con mansione di rappresentante. Anche il CANTIELLO e il NATALE sono di Casal di Principe. Il primo aveva un rapporto personale molto stretto con PASSARELLI Franco mentre il NATALE, ferroviere, era molto legato a Biagio. L’estorsione all’ALVI nasceva, come dicevo, per opera dei fratelli PASSARELLI secondo modalità già collaudate in ambito criminale: gli agganci con le grosse imprese presenti sul territorio della Provincia di Caserta, guadagnati dai PASSARELLI attraverso rapporti commerciali, servivano ad organizzare proprio l’attività estorsiva ai danni di tali grossi imprenditori i quali, conoscendo i PASSARELLI quali imprenditori di origine Casalese, si rivolgevano a loro per far fronte alla richiesta estorsiva. In realtà però, entrambi i fratelli PASSARELLI percepivano un proprio guadagno nell’attività estorsiva, trattenendo una parte dei soldi. Ciò gli veniva riconosciuto per i pregressi rapporti che vi erano fra la famiglia PASSARELLI, in particolare Dante, e la famiglia SCHIAVONE, di Casal di Principe. Anche dopo la morte di Dante, i figli continuarono ad avere rapporti molto stretti con Nicola SCHIAVONE in quanto storicamente la famiglia PASSARELLI aveva sempre svolto il ruolo di prestanome della famiglia SCHIAVONE e ciò sin dagli anni ’90. Tornando all’estorsione Super Alvi, me ne parlò per la prima volta nel dettaglio il mio amico CANTIELLO Vincenzo detto docih; all’epoca quest’ultimo aveva avuto delle controversie con NATALE Carmine, per questioni 6 familiari. In particolare, a seguito delle difficoltà del matrimonio tra CANTIELLO Vincenzo ed Emilia NATALE, la famiglia NATALE, cioè i fratelli Peppe, Leopoldo ed Antonio, cercarono di isolarlo e di fare terra bruciata nei suoi confronti tagliando tutti i legami che CANTIELLO Vincenzo aveva con gli amici dei NATALE. Per tale ragione, CANTIELLO si rivolse a me e si sfogò con me in relazione ai rapporti con i PASSARELLI. I racconti relativi alle vicende ed ai legami dei PASSARELLI con gli SCHIAVONE e, soprattutto, il ruolo che gli stessi avevano nelle estorsioni, furono fatte dal CANTIELLO quasi a sorta di ritorsione per quello che la famiglia NATALE stava facendo nei suoi confronti. Per tale ragione, CANTIELLO mi rivelò tutti gli aspetti della vicenda delle diverse estorsioni gestite dai PASSARELLI, in particolare quelli in relazione all’estorsione ai SUPER ALVI. CANTIELLO mi confidò che i PASSARELLI, essendo i fornitori dello zucchero di tutta a catena SUPER ALVI, aveva avuto rapporti con il titolare della catena e, sempre utilizzando lo stesso metodo di cui ho parlato sopra, PASSARELLI si era fatto tramite per il pagamento dell’estorsione al clan SCHIAVONE. CANTIELLO mi disse che i PASSARELLI, oltre a ritirare l’estorsione ai SUPER ALVI, mantenevano per loro gran parte dei proventi della stessa, quasi la metà, senza dirlo nemmeno alla famiglia SCHIAVONE. CANTIELLO stesso mi disse che lo stesso Nicola SCHIAVONE sospettava tale condotta dei PASSARELLI, e cioè che loro sottraevano una quota particolarmente consistente dei soldi che ricevevano dall’estorsione ALVI, ma non si muoveva, e in qualche modo non contrastava tale condotta, in quanto i PASSARELLI erano suoi prestanomi e, soprattutto in quel periodo, dopo le incomprensioni avvenute tra i PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE dopo la morte di Dante, era un periodo nel quale i figli del PASSARELLI avevano raggiunto un accordo con gli SCHIAVONE e soprattutto stavano restituendo i beni che erano intestati fittiziamente al padre Dante e che erano stati restituiti agli eredi dopo la morte di Dante stesso. Voglio specificare, proprio in relazione ai rapporti intercorsi tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE, che già prima della morte di Dante PASSARELLI vi erano state delle incomprensioni tra di loro, incomprensioni anche legate alla vicenda del sequestro di una barca che era fittiziamente intestata a Dante passatelli ma che in realtà era di Walter SCHIAVONE . Walter pretendeva che i PASSRELLI curassero la barca anche durante il sequestro, in quanto era legato particolarmente alla barca, sotto il profilo affettivo, perché su quella era stato anche il figlio morto nel corso di un incidente stradale. I PASSARELLI in realtà, non si preoccuparono in alcun modo del rimessaggio dell’imbarcazione che, col passare del tempo, si rovinò tanto che Walter SCHIAVONE contestò tale comportamento negligente e, per il tramite di Nicola SCHIAVONE, richiamò i fratelli PASSARELLI. Inoltre, dopo la morte di Dante PASSRELLI, i figli, che dopo la sentenza Spartacus avevano visto restituirsi tutti i beni sequestrati, tentarono di allontanarsi dagli interessi criminali degli SCHIAVONE e questo loro iniziale comportamento fu subito ripreso da Nicola SCHIAVONE, che era pienamente a conoscenza di tutte le vicende riguardanti le intestazioni fittizie di suo zio e di suo padre e, quindi, di tutte le relazioni della famiglia SCHIAVONE con la famiglia PASSARELLI. Ci fu un incontro chiarificatore tra i fratelli PASSARELLI, Mario CATERINO e Nicola SCHIAVONE. La presenza di Mario CATERINO era richiesta in modo particolare da Biagio PASSARELLI col quale aveva rapporti privilegiati e di amicizia. Nel corso del colloquio i fratelli furono richiamati ad una maggiore attenzione alla cura dei beni fittiziamente a loro intestati. I PASSARELLI compresero bene il tono delle richieste e si giustificarono del loro comportamento. Per farsi perdonare con Walter SCHIAVONE promisero di comprargli una nuova imbarcazione dello stesso tipo ma non so se ciò poi avvenne o meno. 7 Ritornando alla vicenda ALVI, nel periodo in cui parlai con CANTIELLO Vincenzo detto doich, vi erano anche le lamentele del gruppo maddalonese, in particolare del gruppo di FARINA Antonio che non riceveva regolarmente i soldi pattuiti per le estorsioni che venivano fatte in relazione i supermercati ALVI presenti sul territorio di Maddaloni. In particolare, tra il gruppo SCHIAVONE e il gruppo FARINA di maddaloni, vi era un accordo secondo il quale, i proventi delle estorsioni commesse sul territorio di Maddaloni da parte del gruppo SCHIAVONE, venivano assegnati per una quota direttamente al gruppo FARINA. La quota corrispondeva a circa il cinquanta per cento e questo, naturalmente, valeva anche per l’estorsione ALVI. La circostanza che la famiglia PASSARELLI prelevasse una quota consistente dell’estorsione all’ALVI senza consegnarla al gruppo SCHIAVONE, si ripercuoteva negativamente anche nei confronti del gruppo FARINA che, tramite CORVINO Rodolfo e Lello LETIZIA, si lamentarono col gruppo SCHIAVONE, in particolare con Mario CATERINO e Nicola SCHIAVONE. A quel punto Nicola non potette più far finta di nulla e coprire la famiglia PASSARELLI, come aveva fatto fino a quel momento, e quindi decise di intervenire, chiedendo di far ciò a CORVINO Rodolfo che già intratteneva i rapporti criminali con FARINA Antonio relativamente alle altre estorsioni, che non fosse cioè quella ai danni dell’ALVI che, per Maddaloni così come per altri punti vendita della Provincia, veniva gestita dai fratelli PASSARELLI. In particolare, i PASSARELLI ritiravano le estorsioni non solo presso diversi punti vendita ma, come mi disse CANTIELLO Vicenzo, anche presso la sede principale dell’ALVI che si trovava fuori dal territorio di nostra competenza, cioè a SCAFATI. Per tale ragione CANTIELLO Vincenzo mi propose di andare direttamente a Scafati a prendere il provento dell’estorsione che i fratelli PASSARELLI ricevevano direttamente dal responsabile dell’ALVI, questo per fare uno smacco più grande ai PASSARELLI. Io ne parlai con Nicola SCHIAVONE e quest’ultimo, siccome sapeva che io mi ero sempre comportato bene con loro, che sin dal novanta, quando chiudevo le estorsioni sulla Domitiana, dopo aver preso la mia parte ero assolutamente ligio nel consegnare la parte restante alla cassa comune del clan, mi diede il suo assenso, confermandomi la sua assoluta fiducia. Per tale ragione, io e Vicenzo CANTIELLO, con l’autovettura Renault Megane di colore grigio chiaro, ci recammo a Scafati in quella che, penso, fosse la sede principale dell’ALVI. Voglio precisare che in quel periodo e, in particolare non ricordo se fosse il Natale o la Pasqua precedente all’arresto di Vincenzo CANTIELLO, noi ci recammo con la sua autovettura a Scafati, ora che ci penso bene, in quel periodo CANTIELLO aveva avuto prima una Renault Megane, poi prese una Micra e dopo la Micra mi pare un Maggiolone. Nel periodo in cui siamo andati, Vincenzo CANTIELLO nona aveva ancora il Maggiolone e quindi non sono sicuro se andammo con la Renault o con la Micra. E’ sicuramente prima che CANTIELLO avesse in uso il Maggiolone. Sono sicuro che si trattasse del periodo precedente all’acquisto del Maggiolone perché quando CANTIELLO comprò il Maggiolone, anche su mia indicazione, perché era stato fermato con la Micra con a bordo mio fratello Pasquale e quindi la Micra poteva essere seganalta, dopo che mio fratello si era dato alla latitanza, io ricordo che nel Maggiolone andava anche Franco PASSARELLI; quindi è il periodo successivo a quando io e il CANTIELLO andammo a SCAFATI e Franco PASSARELLI e lo stesso Vincenzo CANTIELLO si erano riavvicinati. Posso dire inoltre che il Maggiolone fu acquistato anche grazie ad un aiuto economico datogli da PASSARELLI Franco. In ogni caso, il periodo in cui sono stato a SCAFATI con il CANTIELLO risale a circa un anno prima che quest’ultimo fosse arrestato, nel 2007. In relazione alla vicenda di SCAFATI che la sede dove ci recammo, che saprei riconoscere anche in un eventuale sopralluogo, era sita sulla via principale che dall’uscita dell’autostrada 8 porta a Scafati. Ricordo che la sede dell’ALVI è un’ampia area delimitata da recinzione e a cui si accede attraverso un grosso cancello; avanti c’era un grande spiazzo. Noi non scendemmo dalla macchina, rimanemmo nello spiazzo senza andare all’interno dell’immobile in quanto la persona che venne e che il CANTIELLO mi disse era il responsabile dell’ALVI, persona che era stata avvertita dal CANTIELLO del nostro arrivo, riconobbe la macchina del CANTIELLO e subito si avvicinò a noi. Noi abbassammo il finestrino della macchina e questa persona consegnò al CANTIELLO, che era alla guida dell’autovettura, una busta chiusa che Vincenzo provvide a consegnare a me. Io aprii la busta e vidi che la somma era di cinquemila euro. Di questa somma tenni per me duemila euro di cui, cinquecento li consegnai a Vincenzo CANTIELLO mentre i restanti tremila euro, che era la quota spettante al clan, li consegnai ad Oreste CATERINO in una scuola privata sita a San Cipriano d’Aversa, di proprietà del suocero della sorella di Oreste, che era uno dei luoghi deputato per le riunioni e per la raccolta dei soldi. In quel periodo infatti, Oreste CATERINO, insieme a Peppe MISSO, Nicola PANARO, Raffaele LETIZIA, Nicola SCHIAVONE, Mario CATERINO, Bruno SALZILLO erano coloro i quali a fine mese si incontravano per la gestione della cassa del clan e la suddivisione dei proventi anche con il clan BIDOGNETTI, il gruppo ZAGARIA ed il gruppo IOVINE. Io consegnai i soldi direttamente ad Oreste CATERINO; eravamo solo io e lui ed il fratello del cognato di Oreste, Nando, che lo aiutava nella gestione degli affari criminali gestiti da Oreste. Successivamente a questo episodio, i PASSARELLI, evidentemente arrabbiatisi della mia iniziativa che li aveva di fatto estromessi dal ritiro della quota a Scafati, dissero falsamente a Mario CATERINO ed a Nicola PANARO che io avevo sottratto soldi al clan ed in particolare i soldi della SUPER ALVI. Questa vicenda avvenne dopo Pasqua, successivamente alla morte di Oreste CATERINO. Venni a conoscenza, da mio fratello Pasquale, che si era effettuata una riunione a Casal di Principe nel corso della quale, in presenza di Nicola SCHIAVONE, Mario CATERINO, Nicola PANARO, e ritengo Biagio PASSARELLI, nonché mio fratello Pasquale, io ero stato accusato di aver mantenuto per me, senza versare la quota spettante al clan, l’estorsione di cinquemila euro prelevata presso la sede dell’ALVI a Scafati. Successivamente a tale riunione, io fui convocato da mio fratello, già prima dell’estate ma non potetti andare perché era un periodo in cui ero molto controllato da Carabinieri e Polizia, pur non essendo io latitante ed essendolo, invece, mio fratello. A settembre poi mi incontrai con mio fratello e lui mi raccontò tutto ciò e mi chiese conto di questa mia condotta. Io confermai a mio fratello di aver svolto effettivamente l’estorsione a Scafati, di aver ritirato i soldi ma di aver consegnato la quota spettante al gruppo ad Oreste CATERINO, che non poteva confermare in quanto nel frattempo era morto. Mio fratello mi disse inoltre che, di questo mio comportamento, si erano amareggiati Mario CATERINO e Nicola PANARO, che presero le difese di Biagio PASSARELLI. Mio fratello Pasquale stesso mi disse che, secondo lui, era giusto che io dessi una punizione a Biagio PASSARELLI che mi aveva accusato ingiustamente. Per tale ragione io e Luigi MERCADANTE, che era presente alla discussione con mio fratello, dopo questo incontro ci recammo, con la macchina del MERCADANTE, a Casal di Principe, dove prelevammo una mazza da baseball ed una pistola. Da lì, a bordo dell’auto della moglie del MERCADANTE, una Toyota Aygo o una Citroen C1, ci recammo a Teverola al deposito dei PASSARELLI. Incontrammo Biagio che, nella circostanza, stava parlando con altre persone. Queste ultime vennero fatte allontanare dal MERCADANTE, che le fece entrare all’interno dell’ufficio mostrando loro la pistola da lui detenuta in quell’occasione; io dopo aggredii con la mazza da baseball PASSARELLI Biagio, colpendolo sia sulla spalla che sul corpo e nel colpirlo gli dissi che doveva ringraziare i 9 suoi ‘soci’, Nicola e Walter SCHIAVONE, se io non lo avevo ammazzato. Con quel gesto inoltre, volevo anche sfidare Nicola PANARO e Mario CATERINO, i quali avevano preso le difese del PASSARELLI, anche per capire la natura dei rapporti effettivamente esistente tra i due e Biagio PASSARELLI. Nonostante io sapessi che Biagio PASSARELLI era ‘socio’ della famiglia SCHIAVONE, io, nel colpirlo con la mazza da baseball, mi infuriai così tanto che avevo deciso di proseguire colpendolo anche con la pistola del MERCADANTE il quale però, si rifiutò di consegnarmi la pistola dicendomi che ormai la mia soddisfazione con Biagio PASSARELLI l’avevo avuta e che qualora lo avessi colpito con la pistola, avrei fatto uno smacco direttamente alla famiglia SCHIAVONE, tenuto conto degli stretti rapporti tra Biagio PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE e ciò avrebbe sicuramente scatenato una loro violenta reazione, tanto da provocare sicuramente morti a Casale e da mettere a repentaglio la mia vita. MERCADANTE pertanto, mi invitò a risalire in macchina, facendomi notare anche che il posto era un posto molto trafficato e che potevo rischiare di essere scoperto. Io, dopo le parole del MERCADANTE, mi feci convincere; salimmo in macchina e ci recammo a Casale tornandocene presso le nostre rispettive abitazioni. Non ricordo se dopo qualche giorno o addirittura subito dopo, MERCADANTE Luigi mi venne a chiamare dicendomi che Nicola SCHAIVONE mi voleva incontrare a Piazza Mercato a Casal di Principe. Mi recai così con lui presso quella piazza, dove incontrai Nicola in compagnia di altri nostri affiliati, tra i quali ricordo CIERVO Bernardo, Nicola DELLA CORTE, Bartolo CACCIAPUOTI, Francesco SALZANO, Rodolfo CORVINO e Bruno SALZILLO. In quel periodo, Francesco SALZANO era sottoposto a un divieto di stare a Casal di Principe con, mi pare, l’obbligo di rimanere a Santa Maria la Fosse; non so che tipo di divieto fosse. Nicola mi rimproverò dicendomi che avevo combinato un guaio. Io chiesi quale fosse questo guaio e Nicola SCHIAVONE mi disse che Mario CATERINO e Nicola PANARO erano molto arrabbiati con me che mi ero permesso di colpire Biagio PASSARELLLI e che, se non fosse stata per l’amicizia che io avevo con Nicola SCHIAVONE, Mario CATERINO e lo stesso PANARO avrebbero agito violentemente nei miei confronti. Io risposi che non avevo nessun timore dei due, che se volevano incontrarmi ci sarei andato armato così come erano armati loro ma Nicola SCAHIVONE mi fece desistere da questo mio intento, dicendo che dovevamo finirla, che eravamo tutti una famiglia, che mai come in quel periodo si era raggiunto una sorta di equilibrio tra le varie persone e non c’era motivo di rompere l’armonia. Mi disse che, ormai, la mia soddisfazione con i PASSARELLI me l’ero tolta, dimostrando che non era vero che io avevo rubato il provento dell’estorsione all’ALVI ma che erano loro, i PASSARELLI, che facevano la cresta sulle estorsioni che gestivano per conto della famiglia SCHAIVONE nel modo che ho sopra indicato. Io dissi che avrei desistito dal compiere ulteriori gesti ma che non volevo più essere coinvolto nella riscossione delle rate dell’estorsione all’LAVI. Per tale ragione so che poi questa estorsione è stata gestita nuovamente dai fratelli PASSARELLI insieme a CORVINO Rodolfo e LETIZIA. Tornando ai rapporti tra Franco PASSARELLI e CANTIELLO Vincenzo detto docih, mi risulta, in quanto riferitomi dal fratello di quest’ultimo, a nome Michele, che lo stesso Franco PASSARELLI consegnava, mensilmente, uno stipendio di millecinquecento euro e corrispondeva l’onorario dell’avvocato. Il motivo della corresponsione di tali somme era dovuto al fatto che Vicenzo CANTIELLO fece sapere dal carcere, tramite il fratello Michele, che, qualora i PASSARELLI non gli avessero garantito il proprio sostentamento, lui avrebbe deciso di ‘pentirsi’ e di rivelare tutti i fatti a sua conoscenza che riguardavano principalmente la famiglia PASSARELLI. Così come ho detto prima, Vicenzo CANTIELLO era il factotum di Franco PASSARELLI, al quale riforniva anche 10 cocaina essendo Franco e lo stesso CANTIELLO cocainomani. Anche Biagio, mi risulta, assumeva sostanze stupefacenti, così come la moglie che so essere di Portici; in questo caso però, la droga gli veniva procurata da Carmine NATALE detto ‘a cacata. Proprio in virtù del rapporto tra Vincenzo CANTIELLO e Franco PASSARELI, CANTIELLO era a conoscenza di tutte le attività illecite commesse dallo stesso Franco e dalla sua famiglia nell’ambito delle attività del clan dei Casalesi. Per tale ragione Franco temeva molto una collaborazione del CANTIELLO lo stipendio era finalizzato proprio ad evitare il suo pentimento. …omissis… L’attività di riscontro svolta dalla Pg operante, è compendiata nell’informativa numero 336/5-20-3 del 15.03.2012 redatta dai CC Comando Provinciale di Caserta: DALL’INFORMATIVA NUMERO 336/5-20-3 DEL 15.03.2012: …omissis…. Come richiesto, con la presente si comunicano gli esiti dei primi accertamenti compiuti a riscontro delle dichiarazioni rese dal c. di g. VARGAS Roberto nel corso dell’interrogatorio del 7 Marzo scorso, in ordine all’episodio estorsivo in oggetto. 1. RIFERIMENTI DOCUMENTALI …omissis… 2. PERIODO DI RIFERIMENTO: Il collaboratore offre degli elementi che consentono di circoscrivere in un periodo ben delimitato gli eventi di cui parla e in relazione ai quali dice di aver avuto un ruolo. Tale periodo va inquadrato tra l’inizio del 2005 e l’Autunno del 2006; più specificamente, la riscossione del provento estorsivo presso la sede dell’ALVI S.p.a., a cui il VARGAS dichiara di aver preso parte insieme a CANTIELLO Vincenzo detto il doich (più avanti generalizzato), è da individuare nel Natale del 2005 o nella Pasqua del 2006. Si riportano, in proposito, brevi stralci dell’interrogatorio del 7 Marzo scorso e i relativi riscontri: …omissis… (si omette in quanto l’interrogatorio è stato riportato per intero nelle pagine precedenti) …omissis… Veniamo ai riscontri, iniziando proprio dall’arresto del CANTIELLO, che ha luogo effettivamente a ridosso del 2007 (per la precisione il 27.12.2006). Tale primo riferimento colloca la vicenda narrata dal VARGAS tra il Natale del 2005 e la Pasqua del 2006. Trovano puntuale riscontro, anche sotto il profilo della consecutio logico – temporale, le dichiarazioni rese sulla tipologia di autovetture in uso a CANTIELLO Vincenzo. In particolare: - CANTIELLO Vincenzo risulta aver posseduto una volkswagen new Beetle (comunemente chiamata Maggiolone o Maggiolino) targata BX680MY. L’intestazione formale va dal 14.09.2006 al 09.11.2011 ma in realtà il CANTIELLO ne aveva certamente la disponibilità già il 23 Agosto 2006, giorno in cui, a bordo di tale autovettura, è stato controllato dai CC di Maddaloni sul piazzale del supermercato Superalvi di Maddaloni (tale controllo era originato da specifica richiesta di questo Comando che, in quel periodo, seguiva le vicende delittuose poste in essere dal CANTIELLO e dagli affiliati al clan di Maddaloni attraverso indagini tecniche – cfr elementi acquisiti in ordine al capo ‘o’ dell’o.c.c.c. numero 41769/06 R GIP del 11 09.03.2009). L’autovettura risulta esser acquistata dal CANTIELLO presso la concessionaria ‘Cavallo Motori’ di Sparanise. - Egli risulta aver posseduto, prima del Maggiolone, un’autovettura nissan Micra targata CV816BP, di cui è stato formalmente proprietario dal 10.05.2005 al 12.06.2006, cedendola, in tale ultima data, alla concessionaria ‘Cavallo Motori’ di Sparanise, cioè alla concessionaria dove risulta aver acquistato il Maggiolone di cui al precedente punto. Si può quindi ragionevolmente ritenere che il CANTIELLO abbia avuto il possesso del Maggiolone sin dal 12.06.2006. - Infine, prima della nissan Micra, CANTIELLO Vincenzo risulta aver avuto in uso anche una renault Megane targata CA030MZ, così come dichiarato dal VARGAS nel proprio interrogatorio. L’autovettura risulta formalmente intestata al figlio, CANTIELLO Francesco, nato a Napoli il 15.04.1981, dal 12.07.2002 al 02.05.2005; il fatto che fosse in uso al padre è sancito da numerosi controlli del territorio, effettuati a carico di CANTIELLO Vincenzo negli anni 2003 e 2004 alla guida della predetta autovettura. Trova riscontro, altresì, la circostanza evidenziata da VARGAS Roberto relativamente al controllo di polizia dell’autovettura Nissan Micra targata CV816BP, con a bordo CANTIELLO Vincenzo, detto doich, e Pasquale Giovanni VARGAS, nato a Salvitelle (SA) il 15.04.1966, fratello del collaboratore, prima che quest’ultimo si desse alla latitanza (nel Dicembre del 2005). Il controllo in questione, come emerge alla banca dati SDI, è del 30.05.2005, in Casal di Principe, alle ore 18.57. In aderenza ai fatti narrati da VARGAS Roberto nell’interrogatorio del 7 Marzo scorso, si ritiene utile, ancora, citare i seguenti ulteriori controlli di polizia effettuati, nel tempo, a carico di CANTIELLO Vincenzo: - 27.04.2004, ore 21.38, in Castel Volturno: CANTIELLO Vincenzo viene controllato, a bordo dell’autovettura targata BM373NM (intestata ed in uso all’accompagnatore), unitamente a NATALE Carmine, nato a Casal di Principe il 02.03.1957 (NATALE Carmine è stato condannato, come il CANTEILLO, per aver commesso l’estorsione ai danni dell’ALVI S.p.a.); - 26.09.2005, ore 22.41, in Villa Literno: CANTIELLO Vincenzo viene controllato, a bordo dell’autovettura Nissan Micra targata CV816BP, unitamente a PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe il 24.05.1965 (PASSARELLI Franco è imputato per l’estorsione all’ALVI S.p.a.); - 07.02.2006, ore 17.47, in Villa Literno: CANTIELLO Vincenzo viene controllato, a bordo dell’autovettura targata BL189JA (intestata alla I.P.A.M. ed in uso all’accompagnatore), unitamente a PASSARELLI Davide, nato a Napoli il 03.02.1977, fratello di Franco e Biagio; - 28.07.2006, ore 02.02, in Castel Volturno: CANTIELLO Vincenzo viene controllato, a bordo dell’autovettura targata DC648LA (intestata alla Commerciale Europea SpA ed in uso all’accompagnatore), unitamente a PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe il 24.05.1965 (PASSARELLI Franco, come già detto, è imputato per l’estorsione all’ALVI S.p.a.). - 23.08.2006, ore 13.16, in Maddaloni, all’interno del piazzale del supermercato Alvi: CANTIELLO Vincenzo viene controllato, a bordo dell’autovettura Volkswagen New Beetle (comunemente detta Maggiolone) di colore nero, targata BX680MY, intestata ed in uso al 12 CANTIELLO, unitamente a RICCA Giuseppe, nato a Caserta il 15.12.1970. Entrambi i soggetti controllati risultano esser stati condannati, in via definitiva, per aver commesso l’estorsione all’ALVI S.p.a. Quanto al periodo di riferimento, è opportuno citare ancora: …omissis… (si omette in quanto l’interrogatorio è stato riportato per intero nelle pagine precedenti) …omissis… CATERINO Oreste, nato a Genova il 10.05.1973, già residente a San Cipriano d’Aversa, è deceduto, a seguito di incidente stradale, il 23 Luglio del 2006. Le dichiarazioni rese dal VARGAS sono dunque coerenti con il periodo in cui colloca la vicenda estorsiva in argomento e la successiva riunione dinanzi ai vertici del clan dei Casalesi. 3. IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE E PERIODI DI DETENZIONE: Le persone complessivamente indicate dal collaboratore nel corso dell’interrogatorio in oggetto, sono da identificarsi come segue; a fianco di ciascuna di esse verrà indicato lo stato di libertà o di detenzione con riferimento all’intero anno 2005 e all’intero anno 2006: 1. PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe (CE) il 24.05.1965, imputato detenuto per il reato in oggetto; arrestato il 02.02.2005, libero dal 18.07.2005 al 24.05.2006 e poi ancora libero dal 12.06.2006 fino alla fine dell’anno 2006. 2. PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe (CE) il 21.10.1963, imputato a piede libero per il reato in oggetto; libero nel 2005 e nel 2006. 3. CORVINO Rodolfo, nato a Caserta il 23.04.1971, detenuto, imputato per il reato in oggetto; libero nel 2005 fino al 15.06.2006 e poi, ancora, libero dal 17.07.2006 sino alla fine dell’anno 2006. 4. NATALE Carmine, nato a Casal di Principe (CE) il 02.03.1957, detenuto, già condannato in primo grado per il reato in oggetto; libero nel 2005 e nel 2006. 5. CANTIELLO Vincenzo, nato a Casal di Principe (CE) il 04.09.1954, già condannato in primo grado per il reato in oggetto; libero nel 2005, arrestato il 27.12.2006. Tutti i personaggi sin qui generalizzati sono stati riconosciuti in fotografia dal collaboratore poiché presenti – tra gli altri – nell’album fotografico approntato da questo Comando ed allegato allo stesso verbale di interrogatorio del 7 Marzo scorso. Il collaboratore ha fatto menzione di altri soggetti interessati alla specifica vicenda, i quali vanno identificati come segue: …omissis… (per brevità, vista l’analiticità del dato, si fa diretto rinvio alla parte relativa all’argomento dell’informativa di questo Comando) …omissis… Tenuto conto che anche il c. di g. VARGAS Roberto ed il fratello Pasquale Giovanni, negli anni 2005 e 2006 risultavano liberi nella persona, è evidente come lo stato di libertà o detenzione di tutti i soggetti citati dal collaboratore risulti compatibile con le singole circostanze narrate nel corso dell’interrogatorio. 4. SEDE DELL’ALVI S.P.A. Occorre premettere che, attualmente, l’ALVI S.p.a. è in fase di scioglimento e liquidazione a seguito di fallimento e ha sede legale in Nocera Inferiore (SA). Nel descrivere il luogo ove ebbe a riscuotere, unitamente a CANTIELLO Vincenzo detto doich, uno dei ratei dell’estorsione 13 imposta dal clan dei Casalesi ai titolari della catena di supermercati, VARGAS Roberto parla di Scafati (SA), indicando tale località come una zona fuori dalla competenza, quindi fuori dal diretto controllo criminale, del clan dei Casalesi. Dà una descrizione dei luoghi che, sulla base degli accertamenti compiuti da questo Comando nel periodo in cui erano in corso le indagini, è vicina alle caratteristiche della sede del ‘deposito, centro di distribuzione e stabilimento’ della società ALVI ricadente in Fisciano (SA), località Polcareccia – Zona Industriale, e della sede del ‘deposito e centro di distribuzione’ di Castel San Giorgio (SA), Strada Statale 18, Zona Industriale. L’indicazione di Scafati, da parte del collaboratore, è da ritenersi dunque indicativa; difatti, sia Scafati che Castel San Giorgio ricadono nella più ampia zona denominata agro nocerino sarnese, territorio posto a ridosso di Fisciano (SA). …omissis… DALL’INFORMATIVA NUMERO 336/5-20-3 DEL 15.03.2012: …omissis…. 5. RAPPORTI TRA I FRATELLI BIAGIO E FRANCO PASSARELLI, NATALE CARMINE E CANTIELLO VINCENZO, DETTO DOICH. Il collaboratore, creando un’equazione di rapporti intersoggettivi, pone in relazione l’amicizia ed il legame esistente tra PASSARELLI Franco e CANTIELLO Vincenzo con quelli di eguale natura esistenti tra PASSARELLI Biagio e NATALE Carmine. La circostanza era già emersa dalle indagini svolte nell’ambito del procedimento penale in oggetto. In primo luogo, essa risulta esser stata raccontata a FARINA Antonio da CORVINO Rodolfo, nel corso della visita di quest’ultimo al boss maddalonese del 4 Settembre 2006. La circostanza è stata documentata grazie all’esito dell’intercettazione di conversazioni tra presenti svolta presso l’abitazione di FARINA Antonio in virtù del già richiamato decreto numero 27526/06 RGNR e numero 2197/06 RR, al progressivo d’ascolto numero 6262, delle ore 10.19. (Per la relativa trascrizione integrale, cfr supra, pag. 29 e seguenti, ndr) A questo elemento può aggiungersi che NATALE Carmine, sopra generalizzato, era effettivamente un dipendente delle Ferrovie dello Stato, coerentemente a quanto dichiarato dal VARGAS, ed è effettivamente legato da un rapporto di parentela, per parte di madre – come afferma testualmente il collaboratore – alla famiglia PASSARELLI (nonché allo stesso CORVINO Rodolfo, come invece emerge dalla citata intercettazione del 4 settembre 2006). Torna utile riproporre, a questo proposito, lo schema riepilogativo delle parentele riportato da questo Comando al punto D) dell’informativa di reato numero 336/5-11- INF, datata 14.09.2009, posta a base del decreto di fermo di indiziato di delitto numero 27526/06 RGNR, emesso dalla S.V. il 15.09.2009 ed eseguito quello stesso giorno da questo Comando a carico di NATALE Carmine, provvedimento avente sempre ad oggetto il reato di estorsione all’ALVI S.p.a., per il quale il NATALE è stato condannato in primo grado a seguito di giudizio abbreviato: …omissis… Anche in questo caso, trattandosi di una mera ricostruzione genealogica delle parentele, è sufficiente qui richiamare l’esito dell’accertamento, che ha rivelato come COPPOLA Elisa, madre di CORVINO Rodolfo, e NATALE Carmine, siano cugini di primo grado e che PASSARELLI Cristina, madre di NATALE Carmine, sia una cugina di Dante PASSARELLI. Così come pure i 14 rapporti tra Vincenzo CANTIELLO e la famiglia NATALE, dettagliatamente citati dal VARGAS, sono precisamente riscontrati nelle vicende anagrafiche oggetto di accertamento. DALL’INFORMATIVA NUMERO 336/5-20-3 DEL 15.03.2012: …omissis… 6. AUTOVETTURE IN USO A MERCADANTE LUIGI MERCADANTE Luigi, come sopra generalizzato, risulta coniugato con DE MASI Anna, nata a Napoli il 02.08.1967. In aderenza a quanto riferito da VARGAS Roberto, DE MASI Anna risulta intestataria dell’autovettura Citroen C1 targata DB260HS. Sebbene l’intestazione formale dell’auto risulti alla data del 24.10.2006, alla banca dati SDI, inserendone il numero di targa, emergono numerosi controlli a carico di MERCADANTE Luigi, quale conducente della citata autovettura, già dal 15.09.2006. 7. CIRCOSTANZA DEL PESTAGGIO AI DANNI DI BIAGIO PASSARELLI A riscontro delle dichiarazioni rese dal VARGAS, giova evidenziare che la descrizione dei luoghi fatta dal collaboratore con riferimento al deposito di Teverola del PASSARELLI, è realistica e coincide con quanto già accertato da questo Comando e comunicato nell’informativa di reato numero 336/5-20-1, datata 25.10.2010, avente ad oggetto i riscontri alle dichiarazioni rese da LAISO Salvatore in data 19.10.2010. La circostanza del pestaggio è stata poi confermata dallo stesso PASSARELLI Biagio sentito nel corso del processo quale imputato. (cfr. infra in sede di riscontro alle dichiarazioni del cdg.). Le dichiarazioni del Vargas sono rilevanti, nel presente procedimento, non tanto per quanto attengono la specifica estorsione all’ Alvi s.p.a. (sebbene anche questa consenta di ricostruire i rapporti dei fratelli Passarelli con il clan dei casalesi) ma proprio in quanto delineano il rapporto privilegiato tra gli indagati e Nicola Schiavone, e gli stretti legami economici esistenti tra i soggetti richiamati. Da segnalare che il processo per la estorsione all’ Alvi è allo stato definito con sentenza di I grado che in data 22.1.2013 ha condannato l’ imputato Franco Passarelli in corso con Corvino Rodolfo, assolvendo Biagio Passarelli. Ancora un episodio assolutamente significativo del rapporto tra le imprese Passarelli ed il gruppo Schiavone, fonda sulle indagini compiute nel proc. 60470/08 .RG.N.R e culminate nella emissione della OCC 769/11 a carico di Setola Giuseppe + 9, per la estorsione continuata, pluriaggravata ai danni dei fratelli Passarelli. Si richiamano le pagg. 134- 150 per la compiuta disamina del materiale probatorio emerso in quel procedimento. In questa sede si richiamano gli elementi che, ancora una volta, delineano il rapporto tra i fratelli Passarelli e Nicola Schiavone. Invero, dal complesso degli atti sono emerse plurime condotte, collocabili cronologicamente in epoca prossima al 15 Settembre 2008 finalizzate alla violenta imposizione del pagamento di una tangente, operata da affiliati al sodalizio capeggiato da SETOLA Giuseppe, ai danni dei fratelli PASSARELLI, in particolare PASSARELLI Biagio, Franco, Davide e Gianluca, eredi di PASSARELLI Dante. 15 Deve osservarsi che l’ episodio che vede i Passarelli vittima di estorsione solo apparentemente si pone in posizione antinomica rispetto alle accuse che vengono loro mosse nel presente procedimento. Invero, lo stesso è strettamente connesso alla personalità di Giuseppe Setola. Il sodalizio capeggiato da SETOLA Giuseppe, soprattutto nel periodo in cui quest’ultimo è stato latitante (07 Aprile 2008 – 14 Gennaio 2009), viene concordemente indicato come quello più aggressivo e sanguinario degli ultimi anni di storia della criminalità organizzata della provincia di Caserta. Esso ha dato luogo, nei territori “governati” dalla falange del Clan dei Casalesi riconducibile alla famiglia BIDOGNETTI (ma non solo in quelli), alla realizzazione di una incessante serie di delitti, caratterizzati da spaventosa violenza e straordinaria brutalità, capaci di conferire, in breve tempo, al gruppo criminale (non a caso denominato gruppo stragista) una infelice notorietà anche a livello mondiale. L’esito delle numerose indagini compiute nel citato arco temporale, a carico di SETOLA Giuseppe e dei propri accoliti, hanno fatto emergere una circostanza inconfutabile: il gruppo stragista, nel periodo in esame, sebbene fosse formalmente confederato al clan dei Casalesi, ha agito con notevole autonomia di gestione dei singoli affari illeciti i quali, pur rimanendo genericamente ascritti al novero delle attività delittuose gestite dall’organizzazione casalese, si presentano, in realtà, come fatti costituenti l’atto finale di un più generale disegno criminoso, un obiettivo complessivo da conseguire e presentare, da parte di SETOLA Giuseppe, ai vertici del clan, senza troppe spiegazioni sui metodi coi quali è stato raggiunto. Emerge indiscutibilmente, in capo a SETOLA Giuseppe, l’attribuzione del più ampio margine decisionale circa l’attuazione dei programmi criminali sul territorio. In questo senso depongono concordemente le indagini svolte dall’AG, sia in costanza di operatività del gruppo stragista, sia nel periodo successivo alla cattura di SETOLA Giuseppe e dei propri affiliati6. Solo così si spiega che imprenditori notoriamente legati alla consorteria criminale casalese, principalmente per esserne i “ripulitori” del denaro e dei beni acquisiti illecitamente, si ritrovano ad essere anche vittime di condotte estorsive poste in essere dagli affiliati allo stesso clan. Si prendano ad esempio, a questo proposito, le vicende estorsive perpetrate da SETOLA Giuseppe ed i propri affiliati ai danni del noto concessionario di motocicli TAMBURRINO Luigi. Tali delitti sono stati oggetto di indagine, nell’ambito del procedimento penale numero 60470/08 R.G.N.R. e dimostrano, concretamente, la tesi descritta poc’anzi: i noti rapporti – anche di parentela – del TAMBURRINO con la famiglia BIDOGNETTI (indiscutibilmente posta al vertice del clan dei Casalesi) e la ritenuta appartenenza dell’imprenditore stesso al sodalizio criminoso, non sono evidentemente serviti ad evitare, da parte del gruppo stragista, la realizzazione di complesse e multiformi condotte estorsive ai suoi danni poiché, evidentemente, ritenute indispensabili al raggiungimento dell’obiettivo economico assegnato a SETOLA Giuseppe. Ma il caso non è isolato. Altra testimonianza in tal senso, giunge dalla vicenda estorsiva, posta in essere sempre da esponenti della falange bidognettiana del clan dei Casalesi, ai danni dell’imprenditore VASSALLO Gaetano, personaggio ritenuto affiliato alla stessa organizzazione criminale, poi divenuto collaboratore di giustizia. La storia giudiziaria di tale episodio delittuoso prende origine dal decreto 6 In questa sede, a tal proposito, si può agevolmente rimandare al contenuto della premessa dell’o.c.c. nr. 60470/08 RGNR, nr. 51111/09 R. GIP e nr. 375/10 OCC, emessa il 10.06.2010 dall’ufficio GIP su richiesta di codesta D.D.A. – All. 5 16 di fermo di indiziato di delitto emesso dalla D.D.A. di Napoli il 18 Marzo 2008, nell’ambito del procedimento penale numero 13118/2008/21; gli autori dell’estorsione sono già stati condannati con sentenza di primo grado. Ciò che maggiormente rileva in questa sede, però, è il fatto che, ancora una volta, un imprenditore legato al clan dei Casalesi – anzi, nella fattispecie proprio alla famiglia BIDOGNETTI – e deputato alla gestione degli interessi economici del clan, sia stato comunque fatto segno di una richiesta estorsiva, per giunta posta in essere a suo danno da esponenti del medesimo sodalizio criminoso. In tale ottica deve essere inquadrato l’episodio, di inequivocabile natura estorsiva ai danni della famiglia PASSARELLI. Deve premettersi che dalle intercettazioni svolte nel 2008, emerge subito il tentativo posto in essere dai PASSARELLI di “declinare l’invito” rivolto loro da SETOLA Giuseppe, o quanto meno di ritardarlo, in attesa di poter trovare un interlocutore in grado di indurre il criminale a derogare all’imposizione della tangente. Del resto, analoghi tentativi, in passato, erano andati a buon fine: i PASSARELLI si erano già trovati in circostanze simili a quella oggetto della denuncia estorsiva. Posto che l’atteggiamento dei PASSARELLI fosse originariamente quello di sottrarsi al pagamento della tangente imposta loro dal SETOLA, è opportuno evidenziare, in questa sede, come le medesime vittime, in altri simili episodi, soprassedendo alle richieste estorsive rivolte loro, abbiano ottenuto risultati differenti; intervengono, a questo proposito, le dichiarazioni rese da due collaboratori di giustizia di straordinaria valenza (se si considera la loro natia estrazione criminale): LAISO Salvatore, collaboratore di giustizia già affiliato al clan dei Casalesi – famiglia Schiavone, e IOVINE Massimo, collaboratore di giustizia già affiliato al clan dei Casalesi – famiglia Bidognetti. LAISO Salvatore, in atti generalizzato, già affiliato al clan dei Casalesi – famiglia SCHIAVONE, nel corso della sua collaborazione con la giustizia ha reso dichiarazioni di rilevante pregio probatorio sui reciproci rapporti personali e sulle cointeressenze economiche che legano la famiglia PASSARELLI a SCHIAVONE Francesco detto Sandokan, elemento di vertice della consorteria criminale casalese. Tenendo conto del periodo in cui il LAISO ha operato nell’ambito del clan di appartenenza, considerato anche il suo diretto rapporto con Nicola SCHIAVONE figlio di Francesco detto sandokan, le sue dichiarazioni appaiono qui ancor più rilevanti, risultando in grado di dimostrare l’attualità di tali i rapporti tra le due famiglie e di rivelarne la prosecuzione; rapporti che, come si è già avuto modo di dire, originano dalla volontà di SCHIAVONE Francesco e di PASSARELLI Dante e sono stati poi reiterati per il primo dal fratello Walter e dal figlio Nicola, per il secondo dagli eredi di Dante, in particolare da PASSARELLI Franco e Biagio. DICHIARAZIONI RESE IL 19.10.2010 DA LAISO SALVATORE: …omissis… DOMANDA: Nel corso di un interrogatorio reso al dr. CONZO, avete fatto riferimento ai PASSARELLI. Vuole chiarire in quale contesto avete appreso notizie sui citati PASSARELLI? RISPOSTA: sui PASSARELLI io so quanto segue: PASSARELLI Biagio era titolare di alcuni capannoni siti nella zona industriale di Teverola. In tali capannoni, che saprei individuare, abbiamo fatto due riunioni, nell’anno 2007. Era Nicola SCHIAVONE in persona che indicava questi luoghi come sedi delle riunioni. 17 La S.V. mi chiede di specificare meglio quanto a mia conoscenza sui rapporti tra PASSARELLI e gli SCHIAVONE. Io sapevo, in quanto detto da Nicola SCHIAVONE, come meglio dettaglierò, che vi erano rapporti strettissimi tra il padre dei fratelli PASSARELLI, a nome Dante, e il padre di Nicola SCHIAVONE, Francesco detto sandokan. Nicola mi diceva che, dopo la morte del padre di PASSARELLI e la carcerazione di Sandokan, tali rapporti si erano trasferiti rispettivamente ai fratelli PASSARELLI e a Nicola SCHIAVONE. Erano rapporti sostanzialmente di società in quanto SCHIAVONE Nicola mi diceva che vi erano i soldi di suo padre investiti nelle attività del PASSARELLI. A riprova di ciò ricordo un episodio specifico. Nel 2005, o 2007, adesso non ricordo con precisione, nel periodo natalizio, non ricordo se presso i capannoni di Teverola o presso lo zuccherificio Kerò, che se non erro si trova in Pignataro Maggiore (CE), si presentarono due giovani che chiesero ad uno dei fratelli PASSARELLI presente di “mettersi a posto con i compagni di Casale”. Il PASSARELLI presente rispose loro che “a Casale erano tutti compagni suoi e che stava a posto con Nicola.” A tanto quelle persone, senza scomporsi, dissero che “i PASSARELLI dovevano mettersi a posto con la famiglia BIDOGNETTI”. Tutto ciò io l’ho appreso nel corso di una riunione immediatamente convocata da Nicola SCHIAVONE a cui i fratelli PASSARELLI avevano riferito il tutto. A.D.R.: La riunione si tenne subito dopo la richiesta rivolta ai PASSARELLI di cui ho parlato. Ricordo anche che forse non erano passate neanche due o tre ore dalla “visita” estorsiva di cui sopra. L’urgenza della convocazione era proprio dovuta al fatto che era stata toccata direttamente la famiglia SCHIAVONE e, cosa che aggravava la situazione, il tutto era avvenuto in zona fuori dall’influenza della famiglia BIDOGNETTI. A riprova dell’importanza della riunione ricordo che eravamo una quindicina di noi e la riunione si tenne in Casal di Principe, in un’abitazione che formalmente è intestata a tale Dr. SCALZONE, funzionario del Comune di Casal di Principe, ma che in realtà appartiene a Nicola SCHIAVONE. Nello stesso palazzo abitava anche Luigi CORVINO, fratello di Rodolfo. Anche io dovevo andare ad abitarvi, senza pagare alcun affitto. Ho indicato tale immobile durante un sopralluogo da me svolto con la Questura di Caserta. La presenza di tante persone alla riunione e l’immediatezza della riunione si spiega proprio con il fatto che avevano “toccato uno di noi”. Durante la riunione Nicola SCHIAVONE in persona illustrò la vicenda come l’ho sopra raccontata. Ci ordinò di rintracciare immediatamente gli autori della richiesta perché era per lui gravissimo che avevano toccato i suoi beni in una zona non di competenza dei BIDOGNETTI. I quindici presenti alla riunione eravamo: io, mio fratello Crescenzo, CONTE Vincenzo, SALZILLO Bruno, CORVINO Rodolfo, LETIZIA Raffaele, MORELLI Carmine, BARBATO Franco, CACCIAPUOTI Bartolomeo, CIERVO Bernardo, SCHIAVONE Vincenzo detto copertone, Nicola SCHIAVONE naturalmente, ed altri che non ricordo. Subito dopo la riunione, per ordine di Nicola SCHIAVONE, ognuno di noi si recò da un affiliato del clan BIDOGNETTI per avere notizie sulle persone che si erano presentate ai PASSARELLI. Io mi recai a Lusciano da VENTRE Lorenzo, che è un affiliato al clan BIDOGNETTI. Il VENTRE mi disse di non sapere nulla ma che si sarebbe informato. Poco dopo la riunione e l’avvio delle ricerche di cui ho parlato, se non ricordo male la sera successiva, SCHIAVONE Nicola ci convocò di nuovo tutti e disse che aveva risolto il problema. Ci disse che aveva parlato e chiarito con LETIZIA Franco, detto muscione, e CIRILLO Alessandro, detto ‘o sergente. Ci disse che aveva chiarito con tali persone e che tutto era a posto. Non ci riferì altro. D'altronde Nicola SCHIAVONE 18 era persona che non dava molte spiegazioni. Provvedeva alle cose, le gestiva, ci dava degli ordini ma non ci spiegava sempre il perché né io, per riservatezza, glielo chiedevo. La S.V. mi chiede di che cosa avemmo a parlare nelle due riunioni presso il capannone di Teverola. La prima era una delle riunioni routinarie del nostro gruppo, in cui relazionavamo a SCHIAVONE Nicola le nostre attività, i problemi e le vicende normali nella vita di un gruppo camorristico. A questa riunione non parteciparono i PASSARELLI che si limitavano a prepararci la stanza e poi si allontanavano. Ricordo che era Biagio PASSARELLI ad essere presente. Analogamente accadde nella seconda riunione. Tenga conto che erano riunioni “operative” anche per gli aspetti di azione del clan e quindi vi partecipavano solo le persone direttamente “operative” sul territorio. Ricordo bene che, dopo la seconda riunione, in mia presenza, PASSARELLI Biagio si avvicinò a Nicola SCHIAVONE e gli chiese di evitare ulteriori riunioni in quel luogo poiché aveva la D.D.A. e le forze di polizia “addosso”. Disse anche che alcune auto erano passate nei pressi del capannone e che avevano fatto delle foto. Ci disse anche che ciò era stato riferito anche da alcuni operai. Ricordo, e l’espressione mi colpì molto, che dovevano evitare di perdere tutto. Disse testualmente: “Nicola, vediamo di non farci sequestrate tutte cose, di non perdere tutto”. SCHIAVONE Nicola convenne con il detto di PASSARELLI Biagio. A.D.R.: Ho incontrato PASSARELLI Biagio in queste occasioni e sempre con Nicola SCHIAVONE, come ho riferito. D'altronde, le attività del PASSARELLI erano nella zona di mia competenza ed io non mi sono neanche mai sognato di chiedere l’estorsione ai PASSARELLI, perché sapevo che erano soci della famiglia SCHIAVONE. La S.V. mi chiede se io abbia incontrato altri esponenti della famiglia PASSARELLI oltre Biagio. Le rispondo che, nel Luglio 2009 ho incontrato, presso il carcere di Santa Maria C.V., PASSARELLI Franco, fratello di Biagio. Io ero detenuto in quel carcere per estorsione. Non so dirle perché era detenuto il PASSARELLI Franco. Conobbi in quell’occasione il Franco che non avevo mai conosciuto personalmente ma che conoscevo di nome e sapevo essere il figlio di Dante PASSARELLI nonché fratello di Biagio. L’incontro avvenne durante le ore di passeggio che noi facevamo presso quel carcere in due cortili, distinti ma adiacenti. Tali cortili consentivano però di colloquiare ponendosi proprio alla fine del muro divisorio. Ricordo che io ero in carcere da tre o quattro giorni e si avvicinò alla divisione una persona che mi chiamò e mi chiesi se io fossi Chicchinoss’. Risposi affermativamente e il PASSARELLI si presentò come PASSARELLI Franco. Mi disse che aveva saputo che io ero detenuto in quel carcere, che sapeva che ero “compagno” di Nicola e che anche lui era “compagno di Nicola”. Io, come ho detto, sopra, già conoscevo di nome il PASSARELLI e già sapevo, come gli dissi, che lui era “compagno di Nicola”. Con l’espressione compagno di Nicola, nelle presentazioni di persone, io sapevo, e so, che ci si riferisce a persone collegate a Nicola SCHIAVONE o perché “operative” sul piano militare (estorsioni, ecc.) o perché prestanome di Nicola (imprenditori, ecc.). Nel corso del colloquio il PASSARELLI Franco, oltre ad informazioni di rito circa quello che avveniva all’esterno, mi disse che sapeva che al reparto Tamigi si trovava anche mio fratello Crescenzo, cosa rispondente al vero. Ci scambiammo il proponimento che chiunque di noi fosse uscito per primo avrebbe portato i saluti a Nicola. A.D.R: Non ho conosciuto altri componenti della famiglia PASSARELLI. …omissis… RISCONTRI ALLE DICHIARAZIONI 19 I capannoni siti nella zona industriale di Teverola, indicati dal collaboratore di giustizia come luogo di convocazione di due distinte riunioni tenutesi nel 2007 tra affiliati al clan dei Casalesi e presiedute da SCHIAVONE Nicola, sono stati individuati dalla Pg operante nei locali ad uso commerciale/industriale ubicati in Teverola, zona ASI, strada Statale Appia km 11+400, già sede della MED COM S.r.l. di DE MARCO Salvatore, fratello di DE MARCO Teresa, vedova di PASSARELLI Dante. DE MARCO Salvatore, dall’1.10.1990 al 27.10.1998, è stato altresì amministratore unico della Società Centro Sud Commerciale, azienda notoriamente di proprietà dei fratelli PASSARELLI, attualmente sottoposta a sequestro preventivo nell’ambito del procedimento penale a carico dei fratelli Passareli per il reato di cui all’art. 648 bis c.p. La MED COM S.r.l. di DE MARCO Salvatore è stata una società avente ad oggetto il commercio e la distribuzione all’ingrosso di prodotti alimentari, ramo imprenditoriale in cui, da sempre, è impegnata la famiglia PASSARELLI. Costituita il 09.05.2003, ha stabilito la propria sede legale ed operativa in Teverola (CE), zona ASI via Appia Nord Km 11+400, presso i locali commerciali di proprietà della DEGART di Massimo DE GAETANO & c. (il contratto di locazione dei capannoni, stipulato tra le società MED COM e DEGART, è del 10.06.2003). La MED COM S.r.l. risulta, dal 23.12.2008, in scioglimento per liquidazione7. A tal proposito giova evidenziare un dato; nel periodo appena precedente allo scioglimento della società, DE MARCO Salvatore, in qualità di amministratore della MED COM, ha sporto alle autorità le seguenti denunce: - In data 30.06.2008, denuncia di furto di merce alimentare dal valore di euro 42.762,76 coperto da assicurazione contro il furto. - In data 10.07.2008, denuncia di furto di merce alimentare dal valore di euro 45.822,65 coperto da assicurazione contro il furto. La circostanza che i locali commerciali di Teverola, sede della MED COM, nel 2007 fossero effettivamente in uso ai fratelli PASSARELLI, è confermato altresì dall’esito di un’attività di indagine svolta dai Carabinieri della Compagnia di Santa Maria C.V. proprio nel mese di Aprile di quell’anno, il cui contenuto riscontra in maniera formidabile anche le dichiarazioni rese da LAISO Salvatore con riferimento alla circostanza che quei capannoni fossero utilizzati da PASSARELLI Biagio come luogo ove organizzare riunioni tra affiliati al clan dei Casalesi. L’attività investigativa dei CC di Santa Maria C.V. scaturiva da indagini tecniche svolte, in quel periodo, su delega della Procura della Repubblica di Santa Maria C.V. nell’ ambito del procedimento penale numero 3579/07 RGNR. La competenza sulle indagini passò, successivamente, alla Procura di Napoli D.D.A., nell’ambito del procedimento penale numero 27141/07. Per ciò che rileva in questa sede, negli atti di indagine allegati all’informativa numero 1/143-10, datata 2 Maggio 2007, del Comando Compagnia CC di Santa Maria C.V., si legge: DALL’ANNOTAZIONE DEL 23 APRILE 2007, REDATTA DA MILITARI DELLA COMPAGNIA CC DI SANTA MARIA C.V. ALLEGATA ALL’INFORMATIVA NUMERO 1/143-10 DEL 2 MAGGIO 2007: …omissis… “ A seguito di attività d’indagine in corso da parte di questo Reparto, alle ore 14:15 di oggi 23 corrente (Aprile, ndr) ci siamo recati presso la sede della società MED.COM. s.r.l., ubicata in Teverola (CE) alla via Appia Nord Km. 11,400-zona ASI. (denominata anche CASH-CARRY), per effettuare un servizio di O.C.P. (osservazione, controllo e pedinamento) al fine di addivenire 7 Accertamento svolto alla Banca Dati Infocamere su “MED COM S.r.l.”. 20 all’identificazione di persone che avevano in precedenza concordato un appuntamento tra MIGLIORE Rosario, GAGLIARDI Ignazio (personaggi di interesse operativo già in atti compiutamente generalizzati)8 e tale “Biagio”, quest’ultimo personaggio non meglio identificato e nominata da Ignazio durante conversazione carpite durante l’attività di P.G. in corso------// Tale servizio veniva innescato da precedenti conversazioni telefoniche tenutosi tra Ignazio e tale Biagio, al fine di identificare quest’ultimo e accertare i motivi del loro incontro che sarebbe avvenuto in detto giorno verso le ore 14:30. Da una precedenza telefonata partita dall’utenza 0815034547 effettuato dal “Biagio”, si è ragionevolmente ipotizzato che tale appuntamento doveva avere luogo presso la località ove tale utenza risulta essere installata; da accertamenti effettuati presso la società Telecom, si identificava l’intestatario nella MED.COM. s.r.l., ubicata in Teverola (CE) alla via Appia Nord Km. 11,400-zona ASI.----// Da verifiche effettuate mediante la consultazione della banca dati C.C.I.A.A., risulta che la citata società ha come oggetto sociale la vendita all’ingrosso di derrate alimentari e operazioni mobiliari e immobiliari per il raggiungimento dello scopo sociale. E’ amministrata da DE MARCO Salvatore nato a Casal di Principe il 2 gennaio 1950, ivi residente al corso Umberto I° n. 230 – Amministratore unico – di cui è proprietario anche del di lui figlio Giovanni nato a Capua il 18 agosto 1979.---------------// Giunti nei pressi della sede della predetta società, la quale è costituita da un capannone adibito a deposito di prodotti alimentari con un attiguo modulo adibito verosimilmente ad uffici; si notava nei pressi dell’area parcheggio dell’immobile varie autovetture tra cui un’autovettura MERCEDES-BENZ, di colore grigio metallizzato, tg. CM*966*GK (già nota ai militari operanti) intestata a SEQUINO Amalia, moglie di GAGLIARDI Ignazio in altri atti meglio generalizzato, e la predetta era parcata precisamente nei pressi del portoncino che presumibilmente da accesso ai locali adibiti ad ufficio della predetta attività di rivendita all’ingrosso di generi alimentari; tuttavia, è da evidenziare che tale circostanza avvalorava la tesi che l’appuntamento si doveva tenere proprio in quel sito.---------// Ciò posto, con ponderatezza, si effettuava un servizio di osservazione in attesa di individuare e identificare le persone che dovevano onorare l’appuntamento citato.-------// Alle ore 14:45, si notava uscire dal predetto portoncino che, come già precedentemente detto presumibilmente da accesso ai locali adibiti ad ufficio dell’azienda in parola, fuoriuscire MIGLIORE Rosario, GAGLIARDI Ignazio (persone già note agli scriventi) unitamente ad altre due persone; i quattro si intrattenevano a colloquiare tra di loro proprio all’uscita di tale portoncino nel cortile antistante a detti uffici. Dopo il colloquio, Ignazio si allontanava dal luogo a bordo della predetta MERCEDES-BENZ, Rosario si allontanava a bordo dell’autovettura Opel Zafira, di colore grigio metallizzato, tg.CN*819*HA, mentre le altre due persone entrambe si allontanavano a bordo dell’autovettura Peugeot 307 di colore grigio metallizzato, BN*788*JK. A questo punto si ben pensava di seguire questi ultimi sconosciuti, i quali uscivano dal luogo indicato dirigendosi e successivamente imboccando l’Asse Mediano con direzione di marcia Villa Literno. Per non destare sospetti ed evitare che sia il Rosario e sia l’Ignazio potessero entrambi imboccare il medesimo Asse Mediano e quindi notare l’autovettura Peugeot oggetto di controllo e quindi per non destare perplessità, si decideva di fermarli in prossimità della loro meta; infatti alle ore 15:00 8 Si tratta di MIGLIORE Rosario, nato a Napoli il 10.03.1956, e di GAGLIARDI Ignazio, nato a Casal di Principe (CE) il 16.02.1948, entrambi pregiudicati, entrambi poi arrestati dai Carabinieri del NORM della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere (CE) in esecuzione all’o.c.c.c. numero 18348/08 R. GIP emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Napoli in data 04.11.2009, per i reati di estorsione aggravata in concorso e millantato credito. 21 successive, all’uscita di Casal di Principe nei pressi dello stadio Comunale di quel centro, si procedeva al controllo dei due, i quali si identificavano in PENTA Giuseppe nato a Napoli il 14 dicembre 1979, residente a Portici (NA) alla via M. Gianturco n. 36, identificato a mezzo di patente di guida, cat.”B” avente n. NA*5861318Y rilasciata dalla MCTC di Napoli il 31.07.1998, conducente e proprietario dell’autovettura nonché PASSARELLI Biagio, - (cognato di PENTA Giuseppe) - nato il 21 ottobre 1963 a Casal di Principe (CE), ivi residente alla via Del Pozzo n. 2, imprenditore, identificato mediante C.I. avente n. AK*6390892 rilasciata dal Comune di Casal di Principe il 13.08.2004.------------// Dagli accertamenti esperiti all’attimo presso la banca dati FF.PP., il PENTA Giuseppe non risultava gravato da nessun precedente penale mentre il PASSARELLI Biagio risultava gravato da numerosi pregiudizi penali.--// …omissis… Nel comunicare alla Procura della Repubblica di Santa Maria C.V. l’esito del servizio di OCP, i Carabinieri del NORM della Compagnia di Santa Maria C.V. richiedevano l’attivazione di un servizio di videosorveglianza da svolgere fuori ai locali commerciali sede della MED COM S.r.l., nonché la censura delle conversazioni in entrata ed in uscita sull’utenza fissa in uso all’azienda (numero 081-5034547), così motivando la richiesta: DALL’INFORMATIVA DEI CC DI SANTA MARIA CAPUA VETERE NUMERO 1/143-10 DEL 2 MAGGIO 2007: …omissis… Ritornando nel merito della indagini trattate dalla S.V., alla stregua di quanto sin qui narrato, si può ragionevolmente ipotizzare che la titolarità di fatto della MED.COM. S.R.L. sia riconducibile al PASSARELLI Biagio. Infatti, il rappresentate legale della medesima è DE MARCO Salvatore, in atti generalizzato, zio del PASSARELLI Biagio, per essere il fratello della di lui madre DE MARCO Teresa. Tale azienda ha l’analogo oggetto sociale della “PASSARELLI DANTE & FIGLI”, in esito ai già indicati procedimenti penali a cui veniva sottoposto del titolare PASSARELLI Dante, nel tempo è stata destinataria delle vicissitudini giudiziarie di cui appresso: o con sentenza nr. 03/2004 del 13 e 16.01.2004 veniva dichiarata fallita dal Tribunale di S.Maria C.V. – Sezione Fallimentare – e dichiarato curatore fallimentare il Dr. SAGLIOCCHI Raffaele con studio in Caserta, via Roma, dopo essere stata oggetto delle seguenti vicende giudiziarie; o In data 28.11.1995 il Gip del Tribunale di Napoli emetteva nei sui confronti decreto sequestro preventivo dei beni e delle quote; o Con decreto nr.124/95 M.P. del 21.06.1996 il Tribunale di S. Maria Capua Vetere emetteva analogo sequestro, successivamente sottoposta a sospensiva in virtù del precedente provvedimento di cui sopra; o In data 10.03.2004 l’annotazione di detti sequestri veniva revocata. Come si può evincere dalla lettura degli uniti sunti di conversazione telefoniche, progressivi nrr. 336 – 352 – 384 – 422 – 431 – 433 e 436, intercettate sull’utenza di GAGLIARDI Ignazio (Vds.all.nr.3), in esecuzione al RIT in oggetto indicato, emerge che anche questi è solito utilizzare i locali della MED.COM. S.R.L. per fissare incontri con personaggi con cui ha rapporti di “affari”, tra i quali il noto MIGLIORE Rosario, di cui se n’é avuto riscontro nel corso del servizio di O.C.P. in parola. 22 …omissis… E ancora, nella parte finale dell’informativa – precisamente al punto 3 – si legge: …omissis… L’attività investigativa di cui sopra ha evidenziato che presso la s.r.l MED.COM.., ubicata in Teverola (CE) alla via Appia Nord Km. 11,400-zona ASI, della quale si allega la misura camerale (Vds.all.nr.4), si riuniscono personaggi del mondo imprenditoriale che gravitano nell’orbita della criminalità organizzata, nella fattispecie, non è trascurabile lo spessore nello specifico settore del PASSARELLI Biagio e la sua verosimile partecipazione occulta alla conduzione della medesima azienda. Ciò posto non è da escludersi che nel corso del tempo tale sito possa essere meta di personaggi di spicco del clan dei Casalesi. Per giungere all’identificazione degli stessi si rende necessario, salvo diverso avviso della S.V., il monitoraggio del luogo d’incontro in parola attraverso l’installazione di un sistema di video-sorveglianza con l’utilizzo di telecamera brandeggiante, che renda agevole il rilevamento di immagini dell’area adibita a parcheggio dello stabile che ospita la MED.COM, rendendo possibile immortalare le persone che vi fanno ingresso e delle targhe delle autovetture con le quali giungono in loco. Elementi necessari per addivenire alla compiuta identificazione delle medesime e conseguente valutazione dell’eventuale rispettiva caratura criminale. …omissis… L’ipotesi investigativa formulata dai Carabinieri di Santa Maria C.V. nel 2007 trova oggi pieno riscontro nelle dichiarazioni rese da LAISO Salvatore nel corso dell’interrogatorio del 19 ottobre 2010. Intrinsecamente, tale attività di polizia giudiziaria riscontra positivamente anche quanto riferito da Biagio PASSARELLI a Nicola SCHIAVONE a seguito della seconda riunione svoltasi presso i capannoni di Teverola, circa le indagini di cui PASSARELLI si sentiva oggetto e la circostanza che le forze di polizia stessero, in quel periodo, tenendo d’occhio proprio i capannoni sede della MED COM S.r.l. Ciò che qui maggiormente rileva, è che l’iniziativa di Biagio PASSARELLI dimostra un’evidente volontà di evitare che fossero oggetto di attenzione da parte delle Forze di Polizia le riunioni (nelle quali evidentemente si trattava e si discuteva di affari illeciti)– svolte da affiliati al clan dei Casalesi col fine – si legge testualmente – di non fare …sequestrare tutte cose… quindi di non …perdere tutto… Un tutto che, evidentemente, per Biagio PASSARELLI rappresenta oggetto di comunione con la famiglia SCHIAVONE. Con riferimento alle dichiarazioni rese da LAISO Salvatore in relazione alla riunione tenuta presso un’abitazione di Casal di Principe, formalmente intestata al dr. SCALZONE, la Pg ha svolto la seguente attività di riscontro: a) il Dr. Scalzone a cui fa riferimento il collaboratore si identifica in SCALZONE Alfonso Flavio, nato a Casal di Principe (CE) il 07.03.1955, medico con partita IVA attiva sino al 2007, poi funzionario dell’ASL. Egli risulta proprietario, tra l’altro, di appartamenti siti in Via Giusti numero 1 di Casal di Principe9. In uno di tali appartamenti risulta effettivamente risiedere CORVINO Luigi10, nato a Casal di Principe il 15.09.1972, fratello del più noto CORVINO Rodolfo, nato a Casal di Principe il 23.04.1971. 9 Accertamento svolto su SCALZONE Alfonso Flavio alla Banca dati SISTER. Comunicazione di cessione fabbricato accertata alla banca dati SDI. 10 23 b) I soggetti citati dal collaboratore quali partecipanti alla riunione tenutasi a Casal di Principe, presso l’abitazione del dr. SCALZONE, si identificano nelle seguenti persone: - CONTE Vincenzo, nato a Villa di Briano il 06.05.1967; - SALZILLO Bruno, nato a Casal di Principe il 19.01.1965; - CACCIAPUOTI Bartolomeo, nato a Santa Maria C.V. il 23.06.1973; - CIERVO Bernardo, nato a Caserta il 28.06.1983; - CORVINO Rodolfo; nato a Caserta il 23.04.1971; - SCHIAVONE Nicola, nato a Loreto (AN) l’11.04.1979; - LAISO Crescenzo, nato ad Aversa il 19.05.1979; - SCHIAVONE Vincenzo, detto “Copertone” nato a Santa Maria C.V. il 10.10.1974; - BARBATO Francesco, nato a San Cipriano d’Aversa il 21.11.1979; - LETIZIA Raffaele, nato a Casal di Principe (CE) il 15.04.1969; - MORELLI Carmine, nato a Santa Maria C.V. il 30.04.1978. Gli altri personaggi citati da LAISO (in particolare coloro che il collaboratore ha indicato come gli affiliati al clan BIDOGNETTI che furono contattati immediatamente dopo la conclusione della riunione), si identificano in VENTRE Lorenzo, nato ad Aversa il 22.12.1974; CIRILLO Alessandro, nato a Caserta il 12.11.1976; LETIZIA Franco, nato ad Aversa il 09.08.1977. c) Cronologicamente, la riunione di cui al precedente punto può ragionevolmente collocarsi nell’arco temporale 23 Aprile 2007 – 4 Maggio 2007. Tenendo conto dell’approssimazione con cui il collaboratore di giustizia ha fornito indicazioni sul momento in cui si sarebbe svolto l’incontro (LAISO parla genericamente del 2005 – 2007, periodo natalizio), Aprile – Maggio 2007 risulta l’unico periodo in cui tutte le persone citate dal LAISO, sopra generalizzate, nonché lo stesso collaboratore (agli arresti domiciliari dal 23 Aprile 2007) e LAISO Crescenzo (libero sino al 4 Maggio 2007), erano nella materiale possibilità di partecipare alla riunione; nello stesso arco temporale inoltre, risultano liberi anche i suddetti Lorenzo VENTRE, contattato dopo il summit da LAISO Salvatore, nonché Franco LETIZIA e Alessandro CIRILLO, asseritamente contattati da Nicola SCHIAVONE 11. d) Quanto al luogo specifico ove gli affiliati al clan BIDOGNETTI avrebbero perpetrato la richiesta estorsiva ai danni dei PASSARELLI, alla quale sarebbe seguita l’immediata convocazione della riunione di cui ai precedenti punti, tra le due ipotesi indicate da LAISO Salvatore (i capannoni di Teverola o lo zuccherificio Kerò) si ritiene più plausibile trattarsi della sede della Commerciale Europea – Kerò di Pignataro Maggiore. E’ verosimile ritenere, infatti, che “l’incursione estorsiva” abbia avuto come oggetto una nuova attività commerciale, quale era, proprio dall’inizio del 2007, quella svolta dalla “Commerciale Europea S.p.a.” nella nuova sede di Pignataro Maggiore. e) Trova riscontro, infine, il dato relativo alla comune detenzione, nel Luglio del 2009, di PASSARELLI Franco, LAISO Crescenzo e LAISO Salvatore12. In particolare: a. PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe (CE) il 24.05.1965, risulta esser stato detenuto presso la Casa Circondariale di Santa Maria C.V. dal 17.03.2009 al 24.07.2010. b. LAISO Crescenzo, sopra generalizzato, risulta esser stato detenuto presso la Casa Circondariale di Santa Maria C.V. dal 16.07.2009 al 17.08.2009. 11 12 L’accertamento sui periodi di detenzione è stato svolto mediante consultazione della banca dati del DAP. L’accertamento sui periodi di detenzione è stato svolto mediante consultazione della banca dati del DAP. 24 c. LAISO Salvatore, sopra generalizzato, risulta esser stato detenuto presso la Casa Circondariale di Santa Maria C.V. dal 22.07.2009 al 17.08.2009; dal 7 al 9.10.2009 e dal 21 al 23.04.2010. L’episodio che emerge dalle dichiarazioni del LAISO viene riscontrato sia dagli accertamenti compiuti dalla Pg operante a riscontro delle stesse che, come si è visto, attraverso autonome attività investigative, peraltro svolte prima che LAISO decidesse di collaborare con la giustizia e documentate agli atti del Comando Compagnia CC di Santa Maria C.V. Nel complesso, viene dimostrato come la forza della famiglia SCHIAVONE, rilevabile nel periodo in esame in capo a SCHIAVONE Nicola, figlio di Francesco e già subentrato al padre ed allo zio nella direzione dell’organizzazione criminale casalese, nell’apprendere del ‘problema’ patito dagli imprenditori PASSARELLI, al fine di darvi risoluzione, si prodiga alacremente per contattare i vertici della fazione ‘gemella’ del clan dei casalesi – quella dei BIDOGNETTI – autrice della richiesta estorsiva, così da impedirne la prosecuzione. Le dichiarazioni rese da IOVINE Massimo riverberano una situazione pressoché identica a quella appena descritta; DALL’INTERROGATORIO DI IOVINE MASSIMO DEL 18 MARZO 2008: .... omissis ... Nel 1999/2000 venne realizzata una pesante condotta estorsiva ai danni di DANTE PASSARELLI, persona legata agli SCHIAVONE e suo prestanome, commessa proprio in Casal di Principe, regno della famiglia SCHIAVONE. L’azione fu realizzata, per quel che mi dissero i protagonisti, da CIRILLO Alessandro, LETIZIA Giovanni e LETIZIA Franco, me ne parlò il secondo. L’ordine, per quel che mi disse, proveniva direttamente da BIDOGNETTI Francesco era chiaro che nessuno avrebbe potuto osare fare un’estorsione di quel tipo se il mandato non fosse stato realmente reso dal capo: faccio presente che fu fatta esplodere una bomba di 7 o 8 chili a seguito della consegna di assegni per 100 milioni, ritenuta modalità inadeguata di pagamento. Nessuno avrebbe potuto osare di realizzare una condotta estorsiva siffatta senza un vero ordine del capo e non rischiare di essere ucciso dalla famiglia SCHIAVONE. ... omissis ... Nonostante le dichiarazioni rese dal collaboratore IOVINE ci proiettino in un periodo molto lontano, nel quale – tra l’altro – era ancora in vita PASSARELLI Dante, nella sostanza, le dichiarazioni di IOVINE Massimo tratteggiano le medesime, identiche dinamiche criminali che LAISO Salvatore, quale affiliato alla famiglia SCHIAVONE, avrebbe rivissuto in tempi più recenti. Deve pertanto concludersi che l’ episodio estorsivo subito, nella sua eccezionalità certamente legata alla personalità del Setola, conferma la protezione garantita dal clan dei Casalesi – e in particolare dalla famiglia SCHIAVONE – alla famiglia PASSARELLI, quale regola che trova applicazione nel momento in cui si verificano fatti in grado di ‘turbare’ il regolare andamento delle imprese di comune interesse (cfr. assosolutamente significative le dichiarazioni di Laiso Salvatore, sulla tempestività della riunione indetta da Nicola Schiavone di fronte ad una precedente richiesta estorsiva ai Passarelli). L’episodio estorsivo del 2008 costituisce invece un’eccezione dovuta al 25 concomitante verificarsi di un momento di debolezza ‘territoriale’ della famiglia SCHIAVONE e – soprattutto – di un momento di forza e violenza criminali mai avuti prima dalla famiglia BIDOGNETTI, attraverso l’opera del SETOLA. Venendo alle indagini espletate nel presente procedimento, la fonte principale di prova è costituita dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sopravvenuti in epoca recente, a conoscenza dei fatti per esserne stati direttamente partecipi, ovvero per essere figure apicali o comunque di assoluto rilievo all’interno dei clan di appartenenza. Ciascun collaboratore, dal proprio peculiare punto di vista, ha descritto e spiegato il rapporto che lega storicamente gli interessi della famiglia SCHIAVONE del clan dei Casalesi alla famiglia ed alle imprese dei PASSARELLI, offrendo elementi probatori di notevole importanza soprattutto sul ruolo a tal uopo ereditato da PASSARELLI Franco e Biagio dopo la morte del padre. Delle dichiarazioni raccolte dai cinque collaboratori di giustizia che sul punto hanno reso interrogatorio (VARGAS Roberto, CANTONE Francesco, LUCARIELLO Orlando, DIANA Tammaro, GUERRA Giuseppe Nazario) quelle di VARGAS Roberto sono state assunte come paradigma per l’attività di riscontro: il ruolo di preminente importanza ricoperto dal VARGAS nell’ambito del clan dei Casalesi e il suo personale e diretto rapporto, per un verso con i componenti della famiglia SCHIAVONE, per altro verso con i fratelli PASSARELLI Biagio e Franco, ha fatto sì che le sue dichiarazioni risultassero le più circostanziate e complete tra quelle esaminate. Va da sé, dunque, che il primo riscontro alle dichiarazioni rese da Roberto VARGAS proviene dall’unisona conferma acquisita attraverso le altri fonti dichiarative. Ed inoltre, va rimarcata la valenza probatoria di dette dichiarazioni le quali, relativamente alla parte riguardante l’estorione ai danni dell’Alvi Spa, in ordine alla quale ci si è già a lungo soffermati, sono state raccolte in regime di contraddittorio tra le parti nel corso del processo relativo a detta estorsione. Il collaboratore, Vargas Roberto, sui rapporti tra la famiglia PASSARELLI e l’organizzazione Casalese, nell’interrogatorio del 27.04.2012 ha riferito: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… A.D.R. Io conosco il rapporto tra la famiglia SCHIAVONE e la famiglia PASSARELLI, in particolare con Dante PASSARELLI, sin dal 1989 personalmente, in quanto, in quel periodo, dopo aver fatto il militare, ho iniziato a frequentare il clan Bidognetti tramite mio fratello Pasquale, che era già affiliato e già all’epoca aveva rapporti con la famiglia SCHIAVONE. Io preciso che ho anche un rapporto di parentela con gli SCHIAVONE, in quanto mia nonna è una ‘schiavone (SCHIAVONE Rosa) e quindi, anche prima che io partecipassi al clan sapevo che Dante PASSARELLI era una persona di fiducia di Walter e Francesco Sandokan SCHIAVONE. …omissis… Il collaboratore inquadra l’origine dei propri rapporti (e quelli della famiglia PASSARELLI) con la famiglia di SCHIAVONE Francesco, detto Sandokan, alla fine degli anni ’80; fa anche riferimento al proprio rapporto di parentela con gli SCHIAVONE, citando la nonna SCHIAVONE Rosa. 26 Da accertamenti svolti presso i competenti uffici anagrafe è emerso che la nonna di VARGAS Roberto si identifica effettivamente in SCHIAVONE Rosa, da Giovanni, nata a Casal di Principe il 25.09.1896; tuttavia, a causa di vari noti eventi (incendi, saccheggi) che hanno riguardato l’anagrafe dei Comuni di Casal di Principe e limitrofi (o come all’epoca denominati) verificatisi nel periodo immediatamente successivo all’unificazione d’Italia, non è stato possibile andare oltre per accertare con certezza il rapporto di parentela con SCHIAVONE Francesco detto Sandokan, il quale risulta figlio di Nicola, nato a Casal di Principe il 30.01.1927 che, a sua volta, è figlio di Francesco, nato a Casal di Principe il 25.09.1882; da questo punto in poi – così come a ritroso rispetto alla SCHIAVONE Rosa, nonna del collaboratore – non si hanno dati anagrafici certi. DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… In particolare, quando ho iniziato a frequentare più assiduamente il clan SCHIAVONE, ebbi modo di apprezzare le capacità imprenditoriali e politica di Francesco SCHIAVONE detto sandokan il quale comprese l’importanza di allacciare rapporti anche con imprenditori della zona e politici, al fine di aumentare l’importanza e l’incidenza del clan sui territori di competenza. Questa sua capacità era molto apprezzata anche da Antonio BARDELLINO; io stesso mi resi conto dell’intelligenza e della capacità di Francesco Schiavone detto SANDOKAN in questi settori. In particolare mi ricordo che, mentre BARDELLINO aveva rapporti più con il partito socialista, tanto che, una volta, a San Cipriano d’Aversa venne Bettino CRAXI a sostenere la candidatura di Ernesto BARDELLINO a sindaco di San Cipriano d’Aversa, Francesco SCHIAVONE sandokan, tramite il cugino Francesco SCHIAVONE padre di Marcello, sponsorizzava la DC. In questo contesto politico – economico si colloca il rapporto con Dante PASSARELLI. In particolare, la parte politica e la parte economica si intrecciavano in quanto, non solo la parte economica garantiva il sostentamento e i guadagni del clan ma consentiva anche di finanziare le campagne elettorali, creare voti e aumentare l’influenza politica ed economica del clan ed economica. Fu proprio Francesco SCHIAVONE sandokan a comprendere l’importanza di collocare propri parenti all’interno delle amministrazioni comunali di Casal di Principe e creare una corrente politica molto forte, a livello provinciale e regionale, all’interno della DC, in quanto poteva contare su un consenso popolare molto elevato. Il primo della famiglia SCHIAVONE ad entrare in politica fu l’avv. Francesco SCHIAVONE, padre di Marcello SCHIAVONE, e poi il fratello, Vincenzo SCHIAVONE detto ‘o trick, i quali iniziarono a gestire gli appalti comunali e provinciali. In questo modo, il clan iniziò a controllare tutti gli appalti che dipendevano dalle amministrazioni comunali e regionali, quali la mensa e refezione scolastica, cimitero, ospedali, distribuzione di alimentari ed altri tipi di appalti sempre pubblici. …omissis… A riscontro di quanto affermato dal collaboratore, va detto che è notorio, come risulta anche da articoli pubblicati dagli organi di stampa dell’epoca e dal contenuto di inchieste giornalistiche di cronaca giudiziaria più recenti, che proprio il CRAXI fosse presente durante la campagna elettorale del 1982 per la candidatura al Senato della Repubblica, per il PSI, dell’allora sindaco di San Cipriano d’Aversa, BARDELLINO Ernesto. Secondo VARGAS, SCHIAVONE Francesco ha prediletto invece i rapporti con la Democrazia Cristiana, nelle cui fila cercò di inserire i propri parenti e persone di sua fiducia. 27 L’avvocato SCHIAVONE Francesco indicato da VARGAS si identifica in SCHIAVONE Francesco, nato a Casal di Principe il 26.01.1932, recentemente deceduto, già iscritto al consiglio dell’ordine degli avvocati del Foro di Santa Maria C.V. La Pg operante ha accertato che l’avv. SCHIAVONE Francesco aveva rapporti di parentela sia con SCHIAVONE Francesco detto Sandokan, sia con il collaboratore di giustizia SCHIAVONE Carmine, in quanto figli di cugini di primo grado. Peraltro, lo stesso SCHIAVONE Carmine, sul conto dell’avvocato SCHIAVONE, ha riferito circostanze che sono state esaminate nell’ambito del processo Spartacus, nel quale l’avv. SCHIAVONE Francesco è stato implicato venendo anche tratto in arresto il 22.10.1996, per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso. Nel tempo, l’avv. SCHIAVONE risulta aver ricoperto le seguenti cariche politiche: il 14.07.1982 è stato eletto sindaco di Casal di Principe, candidato nelle liste della Democrazia Cristiana; sempre con la DC è stato sindaco di Casal di Principe dal 29.05.1988 al 21.05.1990 e poi consigliere comunale fino allo scioglimento del Consiglio Comunale Casalese, disposto dall’Autorità Governativa per sospette infiltrazioni camorristiche in data 28.09.1991. Successivamente, è stato consigliere del Comune di Casal di Principe candidato in una lista civica, dal 21.11.1993 al 22.11.1994 e, infine, candidato quale consigliere per il PPI, dal 23.04.1995 fino al suo arresto dell’Ottobre del 1996. Effettivamente ha un figlio di nome Marcello, nato a Casal di Principe il 10.12.1963, anche egli avvocato iscritto al consiglio dell’ordine degli avvocati di Santa Maria C.V. SCHIAVONE Vincenzo, detto ‘o ndring oppure ‘o trick, si identifica nel medesimo, nato a Casal di Principe l’8.05.1964, pluripregiudicato ed affiliato al clan dei Casalesi – famiglia SCHIAVONE. Egli ha un fratello di nome Nicola, nato a Casal di Principe il 18.02.1954, il quale, imprenditore edile, pur non avendo diretti rapporti di parentela con il citato avv. SCHIAVONE Francesco, è stato con questi candidato, nella lista della Democrazia Cristiana, al Consiglio Comunale di Casal di Principe, venendo anche nominato assessore con l’amministrazione SCHIAVONE iniziata nel Luglio dell’82. Quanto dichiarato da VARGAS trova quindi puntuale riscontro negli accertamenti compiuti dai CC Comando Provinciale di Caserta; è da segnalare, inoltre, la piena corrispondenza di quanto riferito circa gli appalti di refezione scolastica ed ospedaliera aggiudicati alle ditte rappresentate da PASSARELLI Dante, circostanza ampiamente trattata e consolidata, dal punto di vista giudiziario, nell’ambito del processo Spartacus e nei procedimenti di prevenzione aperti a carico dello stesso PASSARELLI, ai quali, per la specifica circostanza, sembra sufficiente qui rinviare. In ogni caso, a solo titolo esemplificativo, si riportano alcune parti della nota numero Cat. A.1, datata 04.06.2005, con la quale il Commissariato della Polizia di Stato di Castel Volturno riferì alla Questura di Caserta le informazioni rituali sul conto del Sindaco e della Giunta di quel Comune a seguito delle elezioni amministrative tenutesi il 3 ed il 4 Aprile 2005, ed in particolare, per ciò che qui rileva, sul conto dell’assessore TRAETTINO Antimo si legge: DALLA NOTA NUMERO CAT. A. 1 DEL COMMISSARIATO P.S. DI CASTEL VOLTURNO, DATATA 04.06.200513: …omissis… Agli atti di questo ufficio si rileva inoltre, il procedimento penale numero 14306/99 della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Napoli, circa l’acquisizione di documentazione presso il Comune di Castel Volturno in ordine alla gara della 13 Nota numero Cat. A. 1 del Commissariato P.S. di Castel Volturno, datata 04.06.2005 – All. 14 28 refezione scolastica relativa all’anno 1994, aggiudicata dal defunto camorrista del clan dei Casalesi, PASSARELLI Dante. A seguito dell’espletamento della predetta gara, questo ufficio comunicava alla predetta A.G., con nota del 22.09.1994, gli esiti degli accertamenti condotti, specificando che il giorno dell’apertura delle buste delle offerte, il PASSARELLI Dante si era presentato al Comune accompagnato da Walter Schiavone, noto camorrista e fratello del capo – clan Francesco Schiavone, alias sandokan. Dalla documentazione acquisita, emerge che TRAETTINO Antimo, allora funzionario capo del Settore P.I. e Socio Sanitari dell’amministrazione LUISE Mario, questi cugino di primo grado di VILLANO Anna, moglie del TRAETTINO Antimo, già redattore del capitolato d’appalto e componente della commissione per la prequalificazione delle ditte da invitare alla gara d’appalto, è stato il promotore del rinnovo dell’affidamento del predetto servizio di refezione scolastica anche per il successivo anno 1995/1996, di cui alla delibera di Giunta Comunale numero 310 del 01.06.1995. … Gli accertamenti compiuti da questo Ufficio in ordine all’espletamento della gara d’appalto di che trattasi, sono ampiamente riportati nel profilo criminale di PASSARELLI Dante di cui alla medesima ordinanza di custodia cautelare in carcere numero 3615/R/93 PM, numero 4458/95 GIP e numero 371/95 Ord. Caut. (Spartacus)… …omissis… Agli atti del processo Spartacus, oltre all’episodio a cui fa riferimento la nota in commento, ve ne sono documentate altre, perfettamente aderenti a quanto dichiarato da VARGAS Roberto che, proseguendo nel proprio interrogatorio del 27 Aprile 2012, ha dichiarato: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… In questo contesto si colloca il rapporto con Dante PASSARELLI il quale, all’inizio, aveva un ingrosso di distribuzione alimentari che aveva un giro di affari in un primo momento limitato alla sola città di Casale e dintorni. Poi, grazie all’amicizia ed all’appoggio di Francesco sandokan e Walter SCHIAVONE, aumentò il giro di affari creando vari deposito in tutta la provincia e avendo la gestione della refezione degli ospedali, tra i quali soprattutto quello di Aversa. Quando dico grazie all’appoggio degli SCHIAVONE intendo che, Francesco sandokan e Walter, imponevano a tutti i commercianti di comperare all’ingrosso da PASSARELLI e, inoltre, tutti i capi zona che dipendevano dalla famiglia SCHIAVONE e dalle famiglie BIDOGNETTI e DE FALCO, dovevano imporre, nei territori di loro competenza, la distribuzione di Dante PASSARELLI. …omissis… Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, sul punto, trovano ampio riscontro nelle risultanze del processo Spartacus. Va segnalato, inoltre, che il collaboratore inquadra perfettamente anche il periodo di massima espansione imprenditoriale di PASSARELLI Dante, indicando la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90: è in tale periodo, infatti, che vengono create le imprese e vengono costituite le società più rappresentative della famiglia PASSARELLI. Il 06.12.1984, l’impresa individuale Dante PASSARELLI accresce notevolmente la propria statura imprenditoriale e diventa Dante PASSARELLI & figli Srl, con sede in Casal di Principe, avente ad oggetto sociale il commercio all’ingrosso in campo alimentare. 29 Nel 1986, Dante PASSARELLI subentra quale titolare della IMMOBILIARE BELLAVISTA, con sede in Casal di Principe, corso Umberto numero 278, società immobiliare ancora oggi gestita dai figli di Dante, compresi gli odierni denunciati, e sottoposta a sequestro preventivo e di prevenzione (rispettivamente, decreto del Tribunale – Sez. M.P. di Santa Maria C.V. del 25.04.2010 e sequestro preventivo di codesta A.G. del 13.07.2010). Il 20.02.1989 viene costituita la I.P.A.M. S.r.l. con sede in Villa Literno, strada Provinciale Aversa – Villa Literno numero 299, società prevalentemente impegnata nell’impacchettamento e nella grande distribuzione dello zucchero. Formalmente intestata – ed amministrata – direttamente ai figli maschi di Dante, vale a dire Biagio, Franco, Gianluca e Davide, anche la I.P.A.M. è tuttora sottoposta a sequestro preventivo e di prevenzione. La società è stata al centro delle vicende di natura imprenditoriale/criminale trattate nel corso del processo Spartacus e si presenta quale emblema del rapporto instaurato dalle famiglia PASSARELLI con quella degli SCHIAVONE. La I.P.A.M., dissequestrata e restituita agli eredi di PASSARELLI Dante dopo la morte di questi occorsa nel Novembre del 2004, è stata posta in stato di scioglimento e liquidazione dopo esser stata svuotata e sostituita, di fatto, dalla Commerciale Europea Spa (su cui infra). Trova riscontro, ancora, la circostanza relativa al vantaggio del PASSARELLI nel gestire il rapporto con gli SCHIAVONE attraverso le proprie imprese: trattandosi di attività commerciali gestite in comune con SCHIAVONE Francesco– se non per suo conto – è evidente e comprensibile, dal punto di vista delle dinamiche criminali e commerciali, la posizione di privilegio che le stesse imprese assumessero nella fornitura dei prodotti verso i grossisti o i rivenditori al dettaglio operanti in provincia di Caserta, cioè nei territori governati dall’organizzazione criminale casalese. Tale circostanza, oltre ad emergere dalle più volte citate risultanze giudiziarie del processo Spartacus a carico di PASSARELLI Dante, può facilmente desumersi anche nel contenuto delle indagini svolte a carico di PASSARELLI Franco e Biagio (l’estorsione all’ALVI Spa ne è una testimonianza, anche sotto questo aspetto) nonché nelle dichiarazioni rese sul punto da DIANA Tammaro, che verranno analizzate successivamente. Altrettanto evidente e chiara, sempre sotto il profilo delle dinamiche di criminalità organizzata, è la controprestazione di PASSARELLI Dante in favore della famiglia SCHIAVONE, in particolare la qualità di prestanome dei beni a questa appartenenti: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… Questo favore veniva ricompensato da Dante PASSARELLI alla famiglia SCHIAVONE in vari modi: in primo luogo, Dante PASSARELLI, sin dalla fine degli anni ottanta e poi in tutti gli anni novanta, è stato sempre il prestanome della famiglia SCHIAVONE, sia di Walter che di Francesco sandokan. In particolare, pur se la partecipazione agli utili derivanti dall’atività di distribuzione veniva suddivisa equamente tra la famiglia SCHIAVONE e la famiglia PASSARELLI, tutti i beni e gli utili derivanti da tali attività venivano formalmente intestati alla famiglia PASSARELLI, in modo tale da evitare che, eventuali procedure di sequestro o misure di prevenzione che venissero attivate nei confronti della famiglia SCHIAVONE, non colpissero i beni che erano derivanti dalla società con Dante PASSARELLI. A.D.R..: Non sono in grado di quantificare esattamente gli utili che in quel periodo derivavano da tale tipo di attività e i guadagni che il clan , in particolare la famiglia SCHIAVONE, lucrava dalla società con Dante PASSARELLI ma, sicuramente, si trattava di un volume d’affari particolarmente 30 elevato in quanto la provincia di Caserta è grande e la distribuzione copriva pressoché tutti i centocinque comuni. …omissis… Ciò che il collaboratore afferma, circa il ruolo di prestanome svolto dai componenti della famiglia PASSARELLI, trova ulteriore conferma nelle indagini che hanno consentito l’emissione di una misura cautelare o di prevenzione di natura patrimoniale a carico degli stessi PASSARELLI. Si fa presente al riguardo come una delle tecniche più proficue utilizzate dai clan per monetizzare i proventi estorsivi, sfruttando la connivenza degli ‘imprenditori di comodo’, fosse quella del cambio degli assegni provenienti dagli imprenditori estorti, così che del passaggio di denaro con il clan non restasse traccia e che l’eventuale accertamento su chi ponesse all’incasso il titolo – accertamento peraltro possibile solo nell’immediatezza della negoziazione – altro non potesse attestare che il pagamento di un imprenditore in favore di un altro. Tale circostanza ultima è descritta dal VARGAS in maniera puntuale nel prosieguo del proprio interrogatorio, nel quale include, tra le imprese compiacenti, quelle intestate formalmente alla famiglia PASSARELLI: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… A.D.R.: Altro favore di cui io sono a conoscenza perché attiene alla fase nella quale io stesso gestivo le estorsioni per conto della famiglia SCHIAVONE sui territori di mia competenza, che dalla famiglia PASSARELLI, in particolare Dante, prestava nei confronti della famiglia SCHIAVONE, era il ‘cambio di assegni’. In particolare, voglio riferire che, agli inizi degli anni novanta, soprattutto quando l’attività estorsiva del clan dei Casalesi iniziò ad estendersi in maniera capillare su tutti gli appalti e i cantieri che operavano nelle zone di influenza del clan, le estorsioni da parte dei grandi imprenditori venivano pagate prevalentemente con assegni postdatati. In particolare, le ditte ricevevano gli stati di avanzamento dei lavori a sessanta e novanta giorni e consegnavano, a titolo di estorsione a noi, gli assegni a novanta/centoventi giorni, in modo tale che l’imprenditore si prendeva un po’ di tempo dalla riscossione dell’assegno. Posso testimoniare personalmente che, in quel periodo, io, che gestivo le estorsioni, ricevevo dagli imprenditori estorti circa novanta milioni delle vecchie lire di assegni e provvedevo a cambiarli da Antonio MATURO i quale gestiva una sala giochi in Pinetamare di Castel Volturno, brava persona che io conoscevo sin da piccolo e che, in cambio di questo favore, non pagava le estorsioni al clan. Quello che io facevo in CAstel Volturno con Antonio MATURO, a Casale, la famiglia SCHIAVONE lo faceva con diversi imprenditori tra i quali anche Dante PASSARELLI. A.D.R.: Preciso che, gli assegni venivano intestati dagli imprenditori a ‘se medesimi’ e poi girati a diversi soggetti incaricati della riscossione delle estorsioni. Per le zone di mia competenza gli assegni venivano girati direttamente a me; io provvedevo ad apporre la mia firma di girata sull’assegno e, penso, che lo stesso venisse fatto dagli altri capi zona. Lo stesso sistema veniva utilizzato per le estorsioni nei confronti degli imprenditori di Casale; gli assegni ricevuti venivano poi ‘scontati’ dagli imprenditori di riferimento della famiglia SCHIAVONE, tra i quali vi era anche Dante PASSARELLI. A.D.R.: Gli imprenditori che scontavano gli assegni non lucravano una percentuale sull’ammontare dell’assegno ma il favore che facevano al clan nel cambiare gli assegni veniva ricompensato in altro modo e, per PASSARELLI, nel modo che ho precedentemente indicato. 31 …omissis… Peraltro, di tale specifico ruolo svolto da PASSARELLI Dante hanno reso specifiche dichiarazioni i collaboratori di giustizia che hanno deposto nell’ambito del processo Spartacus, alle dichiarazioni dei quali, per brevità, in questa sede si rimanda, facendo riferimento alla sentenza emessa all’esito di quel dibattimento. Nella parte successiva dell’interrogatorio, VARGAS Roberto si sofferma sull’origine e la creazione della I.P.A.M., sigillo del patto ‘economico – criminale’ delle famiglie PASSARELLI e SCHIAVONE: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… A.D.R.: Successivamente, il rapporto tra la famiglia SCHIAVONE – in particolare Walter – e Dante PASSARELLI si evolse sotto il profilo economico; in particolare, i due decisero di aprire uno stabilimento di produzione dello zucchero; i capitali iniziali necessari per l’avvio dell’attività economica furono messi da entrambi i soggetti in quanto, come ho già spiegato, vi era una società di fatto tra Walter, Francesco sandokan SCHIAVONE e Dante PASSARELLI. Lo stabilimento nel quale fu iniziata la produzione di zucchero fu realizzato nella strada provinciale tra Casal di Principe e Villa Literno, dove vive, tuttora, la moglie e taluni figli di Dante PASSARELLI. A.D.R.: Sarei in grado di riconoscere e indicare precisamente il luogo dove vi era l’opificio. Non ricordo il nome della ditta, anzi ora che ci penso bene, non so indicare con precisione se sia stato il nome originario della ditta ma, sicuramente, negli anni novanta, la ditta assunse la denominazione di I.P.A.M. Tutti noi del clan sapevamo, perché non era un segreto all’interno del clan e noi stessi l’avevamo appreso dalla famiglia SCHIAVONE, che la ditta di PASSARELLI era una cosa propria della famiglia SCHIAVONE di cui noi non dovevamo occuparci e non dovevamo permettere di ‘toccare’. A.D.R.: I capitali che erano formalmente intestati a Dante PASSARELLI ma che, come ho specificato, erano suddivisi tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE, non entravano nella cassa comune del clan ma erano capitali che venivano gestiti direttamente dalla famiglia SCHIAVONE. …omissis… In primo luogo trova riscontro l’indicazione, estremamente precisa, data dal collaboratore sull’ubicazione dell’opificio della IPAM, la strada (Via provinciale) che collega Casal di Principe a Villa Literno, nell’ambito di un complesso edilizio in cui si trovano anche le abitazioni della moglie di Dante e di taluni dei figli; tali circostanze corrispondono al vero e sono ampiamente documentate negli accertamenti svolti nell’ambito del procedimento penale numero 26877/2010 RGNR.. Nel prosieguo dell’interrogatorio, VARGAS Roberto offre indicazioni specifiche su alcuni beni fittiziamente intestati ai PASSARELLI che sarebbero, di fatto, di proprietà della famiglia SCHIAVONE: uno yacht e una società sportiva di calcio. DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: 32 …omissis… A.D.R.: Tra i vari beni che erano fittiziamente intestati a Dante PASSARELLI ma che effettivamente erano di Walter SCHIAVONE, così come ho già specificato nel precedente interrogatorio, vi era anche una barca che utilizzava lo stesso Walter SCHIAVONE. Era una barca particolarmente lussuosa e grande tanto che consentiva a Walter SCHIAVONE di passare l’estate tra il Villaggio Coppola e la Grecia; in particolare posso riferire che, quando Walter SCHIAVONE decideva di navigare per la Grecia, faceva trasportare la barca fino alle coste della Puglia che lui raggiungeva in macchina; poi da lì iniziava la navigazione per la Grecia. Oltre alla barca di Walter SCHIAVONE vi erano altre barche, di altri affiliati, tra i quali Vincenzo ZAGARIA e Dario DE SIMONE anche se quella di Walter era sempre la più lussuosa. …omissis… La barca a cui fa riferimento il collaboratore è il panfilo denominato ‘Anfra III” già ormeggiato in Castel Volturno e in Castrignano del Capo – fraz. Santa Maria di Leuca (LE), sequestrato alla fine del 1995 in esecuzione dei provvedimenti cautelari reali emessi nell’ambito del processo Spartacus (seq. preventivo n. 3615/R/93 e numero 5438/95 R. GIP, emesso il 28.11.1995). La circostanza trova un formidabile ed attualissimo riscontro anche nell’ambito di altre indagini svolte dalla Procura di Napoli-Direzione Distrettuale Antimafia (intercettazioni di conversazioni tra presenti disposte a carico di SCHIAVONE Walter nell’ambito del p.p. numero 28956/04 Mod. 21 – P.M. Dr. Alessandro Milita, dove lo SCHIAVONE, in un colloquio in carcere, fa esplicito riferimento ai viaggi in Grecia con la barca, fatti insieme a ‘Dantuccio’). In relazione alla titolarità della squadra di calcio dell’Albanova, VARGAS Roberto ha dichiarato: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… A.D.R.: In quel periodo, cioè dopo il novantadue, nacque anche l’idea di ricreare la vecchia società di calcio ‘Albanova’ che, in un primo momento era gestita da Nino TONZIELLO; successivamente, col subentro di Walter SCHIAVONE e Dante PASSARELLI, che sponsorizzarono economicamente l’operazione. Lo sponsor ufficiale dell’Albanova calcio era l’IPAM ma tutti gli imprenditori contribuivano economicamente alla squadra. In particolare, gli imprenditori sottoposti ad estorsione da parte del clan SCHIAVONE, venivano convocati e costretti, ognuno, a partecipare economicamente alla spesa della squadra o acquistando abbonamenti o in altre forme di finanziamenti. A.D.R.: Come ho già specificato, tutti i capitali investiti e guadagnati nell’IPAM erano formalmente solo di Dante PASSARELLI ma, sostanzialmente, non solo di Dante PASSARELLI ma anche e soprattutto dei fratelli SCHIAVONE e quindi, nel momento in cui l’IPAM era lo sponsor principale dell’Albanova calcio, ciò comportava che la famiglia SCHIAVONE fosse in prima persona coinvolta nella gestione della società calcio. Colui che seguiva la squadra e che era ‘malato’ di calcio era Walter SCHIAVONE; Francesco sandokan seguiva meno la squadra ma contribuiva con i soldi dell’IPAM. A capo della società, quale presidente, fu messo Sebastiano FERRARO, cugino di Nicola FERRARO, che all’epoca ‘non aveva una lire’ e che poi, grazie alla sua attività per conto della famiglia SCHIAVONE, in particolare lui era incaricato, quale ‘colletto bianco’ e ‘faccia pulita’, di curare tutti gli appalti pubblici che venivano gestiti dai politici referenti dal clan dei Casalesi. 33 …omissis… La questione riguardante la società di calcio dell’Albanova e la sponsorizzazione, da parte delle società dei PASSARELLI, è ampiamente confermata dalle indagini indagini svolte per il processo Spartacus ed è stata concordemente ricostruita attraverso le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia che in quel processo hanno deposto. In questa sede, anche per sancire l’attendibilità del VARGAS, in relazione alla specifica vicenda, si può brevemente ricordare che l’A.S. Albanova Srl è una società sportiva costituita il 14.05.1993, con capitale sociale di lire 20 milioni, che ha rilevato le sorti della precedente squadra di calcio di Casal di Principe, già denominata Casale Calcio e, precedentemente, G.S. Nuova Casale, della quale, effettivamente, negli anni ’80 risulta esser stato presidente anche Aniello TONZIELLO, personaggio citato dal collaboratore. Le quote societarie dell’Albanova Calcio, come si evince dalla visura camerale storica, risultano ripartite tra i seguenti soggetti: - PASSARELLI Dante, già generalizzato; - FERRARO Sebastiano, nato a Casal di Principe l’11.09.1964, condannato nell’ambito del processo Spartacus per il reato di associazione di tipo mafioso (clan dei Casalesi); - COPPOLA Antonio, nato a Casal di Principe il 26.02.1961, condannato nell’ambito del processo Spartacus per il reato di associazione di tipo mafioso (clan dei Casalesi); - APICELLA Dante, nato a Casal di Principe il 28.11.1966, condannato nell’ambito del processo Spartacus per il reato di associazione di tipo mafioso (clan dei Casalesi); - SCHIAVONE Vincenzo, nato a Casal di Principe il 12.08.1954, pluripregiudicato per reati finanziari, riciclaggio ed associazione mafiosa (clan dei Casalesi); - PUOCCI Claudio, nato a Casal di Principe il 16.10.1964, indagato e destinatario di misura cautelare reale nell’ambito del procedimento penale numero 8875/2008 RGNR unitamente ai vertici e ad altri affiliati al clan dei casalesi per il reato di cui all’art. 12 quinquies della legge 356/92 aggravato dall’art. 7 della legge 203/91. Presidente del primo Cda dell’Albanova calcio, dopo la costituzione della società nel 1993, risulta essere stato PASSARELLI Dante, mentre i primi consiglieri furono i soci APICELLA, COPPOLA e SCHIAVONE, sopra generalizzati. Dalla visura camerale si evince, inoltre, che FERRARO Sebastiano ha ricoperto la carica di vicepresidente sino al 22.01.2008. Su FERRARO, VARGAS Roberto ha ulteriormente dichiarato: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… A capo della società, quale presidente, fu messo Sebastiano FERRARO, cugino di Nicola FERRARO, che all’epoca ‘non aveva una lire’ e che poi, grazie alla sua attività per conto della famiglia SCHIAVONE, in particolare lui era incaricato, quale ‘colletto bianco’ e ‘faccia pulita’, di curare tutti gli appalti pubblici che venivano gestiti dai politici referenti dal clan dei Casalesi. In particolare, io sono personalmente a conoscenza di incontri avvenuti a Castel Volturno tra Sebastiano FERRARO e Lorenzo MARCELLO, all’epoca vice-sindaco di Mario LUISE che per quanto è a mia conoscenza era all’oscuro di tutto, per la gestione degli appalti. Ciò avveniva attraverso l’intermediazione di Raffaele CECORO, uomo di fiducia CATERINO Giuseppe detto 34 Peppe tre bastoni, all’epoca ai vertici del clan dei Casalesi per la zona di Castel Volturno e paesi limitrofi. …omissis… L’attività di indagini ha consentito di acquisire elementi di riscontro, oggettivamente valutabili. In patticolare si è accertato che: 1. LUISE Mario, nato a Castel Volturno (CE) il 02.03.1939, è stato effettivamente sindaco di Castel Volturno (CE) dal 27.11.1993 al 17.11.1997, a capo di una lista civica indipendente. Nella fila del Partito Comunista Italiano ha invece ricoperto la carica di consigliere comunale di Castel Volturno dall’1.03.1984 al 27.05.1986 e dal 25.07.1989 al 23.06.1993. 2. MARCELLO Lorenzo, nato a Cancello ed Arnone (CE) il 16.01.1957, ha militato nelle fila della Democrazia Cristiana ricoprendo la carica di sindaco di Castel Volturno dal 01.03.1984 al 27.05.1989 e poi ancora dal 25.07.1989 al 30.11.1992. Inoltre ha ricoperto la carica di assessore (vice-sindaco) dal 14.04.2005 al 17.04.2009. E’evidente che l’indicazione di MARCELLO quale vice-sindaco del LUISE è una mera confusione (il collaboratore, con ogni probabilità, voleva riferirsi al capolista dell’opposizione), trattandosi di esponenti politici appartenenti a correnti contrapposte che, negli anni in questione, si sono alternate nell’amministrazione del comune di Castel Volturno. Trova invece perfettamente riscontro la circostanza relativa alle cointeressenze del MARCELLO con CECORO Raffaele, nato a San Cipriano d’Aversa l’1.09.1946, condannato a tre anni di reclusione nell’ambito del processo Spartacus, effettivamente vicino ai vertici del clan dei Casalesi, tra cui CATERINO Giuseppe detto Peppinotto Tre Bastoni. Anche in questo caso, le circostanze fanno parte del bagaglio probatorio acquisito nell’ambito del processo Spartacus e, come già fatto in precedenza, a proposito degli appalti per la refezione scolastica vinti dalle imprese dei PASSARELLI, si riportano alcune parti della nota numero Cat. A.1, datata 04.06.2005, con la quale il Commissariato della Polizia di Stato di Castel Volturno ha riferito in merito alla Questura di Caserta quanto segue: DALLA NOTA NUMERO CAT. A. 1 DEL COMMISSARIATO P.S. DI CASTEL VOLTURNO, DATATA 04.06.200514: …omissis… Agli atti di questo Ufficio si rileva che, nei confronti di MARCELLO Lorenzo, già sindaco del Comune di Castel Volturno dall’anno 1985 al 1991, un esposto anonimo, risalente all’anno 1991 ed inviato all’A.G. competente in data 26.06.1992, per presunte cointeressenze e collusioni camorristiche con tale CECORO Raffaele… Difatti, secondo la nota numero 4000/II/P.G., datata 21.11.1996 di questo Ufficio, indirizzata alla Direzione Investigativa Antimafia, il CECORO Raffaele, arrestato in data 05.12.1995 per il 416bis C.P. (operazione Spartacus) era indicato come appartenente ‘N.F.’… Le indagini esperite evidenziarono che la moglie del CECORO, PERFETTO Lucia, risultava nell’anno 1991 in società con il MARCELLO Lorenzo, nella società denominata ‘MA.CE.’ Costruzioni di Marcello Lorenzo e c. sas, costituita il 12.04.1984 e liquidata nel 1993. …omissis… 14 Nota numero Cat. A. 1 del Commissariato P.S. di Castel Volturno, datata 04.06.2005 – All. 14 35 L’ordinanza SPARTACUS evidenzia organicamente gli elementi probatori rilevati a carico del CECORO, socio di Lorenzo MARCELLO, in ordine alla posizione partecipativa al contesto criminale associativo, fondandosi su di una serie di elementi fortemente indizianti corroborati dalle convergenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia. …omissis… La successiva parte dell’interrogatorio reso da VARGAS Roberto il 27 Aprile 2012 consente di cogliere elementi probatori in merito alle cointeressenze criminali, politiche ed imprenditoriali create dai vertici del clan dei Casalesi già negli anni ’90, alle quali il collaboratore dichiara di aver preso direttamente parte. Oltre ad un generale (seppur intrinseco) valore probatorio, l’esposizione delle circostanze indicate dal VARGAS e la precisione dei reativi riscontri confermano la sua attendibilità e la genuinità della sua collaborazione con la giustizia. DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… A.D.R.: L’attività commerciale della IPAM veniva gestita direttamente dalla famiglia PASSARELI, in particolare Dante, che era il capostipite, gestiva personalmente gli appalti che venivano assegnati alla ditta PASSARELLI, prevalentemente le mense, mentre i figli, Biagio, Franco e una sorella, gestivano la parte economica, in particolare: Biagio e Franco gestivano la distribuzione sia dello zucchero che degli alimentari mentre la sorella si occupava del lato contabile. Anche la moglie di Dante PASSARELLI partecipava alla gestione della contabilità. La famiglia PASSARELLI in un appartamento sito sopra l’opificio. La famiglia SCHIAVONE non ha partecipato mai direttamente alla gestione commerciale dell’IPAM sia perché vi era massima fiducia nella famiglia PASSARELLI, la quale riferiva puntualmente l’intero giro di affari e divideva equamente gli utili, sia per evitare che potesse in qualche modo svelarsi la cointeressenza economica della famiglia SCHIAVONE nella ditta. Tant’è vero che soltanto noi cerchia ristretta del clan, in particolare soprattutto noi che eravamo di Casale e che operavamo in stretto legame con la famiglia SCHIAVONE e i capi zona dei vari pesi su cui operava il dominio del clan SCHIAVONE eravamo a conoscenza dello stretto legame tra l’IPAM e la famiglia SCHIAVONE. Solo alcuni di noi però, tra i quali io, sapevamo che l’IPAM era una cosa propria degli SCHIAVONE. …omissis… Alla luce di quanto dichiarato dal VARGAS, circa la riservatezza (e quindi la scarsa diffusione) nell’ambito del clan, delle informazioni riguardanti i reali equilibri proprietari della IPAM e, più in generale, dei rapporti patrimoniali che legavano la famiglia SCHIAVONE alla famiglia PASSARELLI, si comprende meglio come sia stato possibile, nel corso degli anni, che appartenenti allo stesso clan dei Casalesi – ancorché facenti capo ad altre famiglie, prima fra tutte quella dei BIDOGNETTI – abbiano più volte preso di mira le imprese dei PASSARELLI quale obiettivo per l’imposizione di una tangente. In primo luogo è da segnalare la precisione delle indicazioni date dal collaboratore circa i compiti affidati a ciascuno dei componenti della famiglia PASSARELLI nell’ambito delle imprese da essi gestite. Trova riscontro, almeno da quanto emerge dalle indagini svolte dalla Pg operante, anche la 36 circostanza che i componenti della famiglia SCHIAVONE non hanno mai preso parte direttamente alla gestione delle imprese, vista la fiducia accordata ai PASSARELLI. Ancora, il VARGAS, proseguendo nel proprio interrogatorio: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… A dimostrazione di ciò le persone più strette della famiglia SCHIAVONE erano incaricate, in occasione delle festività pasquali e natalizie, di recarsi per conto del clan SCHIAVONE – BIDOGNETTI – DE FALCO presso l’opificio per ritirare i ‘pacchi dono’ da consegnare ai diversi capi zona del clan operante sull’agro aversano e paesi limitrofi. Io personalmente, in tali occasioni mi recavo presso l’IPAM e ritiravo circa due/trecento ‘pacchi dono’ che, mano a mano, trasportavo con la mia Fiat Uno Turbo ie e consegnavo a nostri capi zona, tra i quali, ricordo, VENOSA Luigi detto ‘o cocchiere, Michele ZAGARIA, Vincenzo ZAGARIA, Dario DE SIMONE, Ettore FALCONE. Ancora, Domenico detto mimì o cuglitiello di cui non ricordo il cognome, anzi, ora che ci penso bene, sono sicuro che si chiamasse FELICIELLO per la zona di Parete mentre, per la zona di Lusciano Francesco PEZZELLA detto ‘o tabbaccaro nonché, per la zona di Trentola, Francesco CANTONE detto ‘o malapelle; per Villa Literno Pasquale TAVOELTTA; per Castel Volturno Pasquale MORRONE detto ‘o chiattone ed altri. Altri soggetti che erano incaricati di recapitare i ‘pacchi dono’ erano Bruno SALZILO, mio fratello Pasquale ed altri. Voglio specificare che questa era un’usanza che serviva a testimoniare le amicizie tra i vari gruppi camorristici operanti sui vari territori. Io ricordo ce anche ai MALLARDO di Giugliano, venivano recapitati ‘pacchi dono’ così come i MALLARDO, a loro volta, facevano con noi. Mi ricordo che durante le festività, la mia casa, e in particolare ciò avveniva a casa di ma madre, veniva riempita di ‘pacchi dono’ tanto che poi, mia madre, provvedeva a distribuire gli alimenti alle famiglie più bisognose. …omissis… I personaggi di cui il collaboratore indica i nomi, i come capi – zona del clan dei Casalesi, dalle diverse indagini che hanno riguardato l’operatività del Clan dei casalesi nel corso degli anni, è emerso che effettivamente tutti hanno ricoperto il ruolo criminale attribuito loro dal collaboratore; va inoltre segnalato che, effettivamente, VARGAS è stato proprietario della Fiat Uno Turbo i.e. targata CE648177, in particolare dal 27.09.1990 fino al sequestro preventivo disposto dall’A.G. il 05.02.1996. Nel prosieguo dell’interrogatorio, VARGAS Roberto spiega come il controllo sistematico del territorio, attraverso il contatto con i capi – zona, fosse attuato anche in occasione delle tornate elettorali: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… Questo controllo capillare del territorio, con i ‘pacchi dono’, avveniva col medesimo sistema in occasione delle tornate elettorali. In quelle occasioni, invece di consegnare ai capi zona i ‘pacchi dono’, noi provvedevamo a consegnare il materiale elettorale, in particolare manifesti, volantini e, a loro volta, i capi zona provvedevano a fare la campagna elettorale ‘porta a porta’ per il 37 candidato segnalato dal clan. Tale sistema consentiva di ampliare notevolmente il consenso del candidato in quanto le persone, sapendo che era un candidato del clan, un po’ per paura un po’ per convenienza, votavano la persona da noi indicata. Voglio dire infatti, che il capo zona era direttamente responsabile dei voti raccolti nella zona di sua competenza e il consenso si ampliava non solo con le intimidazione ma anche col fatto che noi elargivamo a persone in difficoltà beni alimentari o altre utilità e loro, in occasione delle elezioni, ci ricompensavano attraverso il voto. A.D.R: Voglio dire, a titolo di dimostrazione di quello che avveniva nell’occasione delle campagne elettorali che, quando vi fu la candidatura di SCALZONE Antonio, io, che consentivo ad una serie di parcheggiatori abusivi di lucrare sulla loro attività, chiesi a questi di appoggiarlo e in tal modo, nella zona di mia competenza, SCALZONE ottenne l’80% delle preferenze. Successivamente il consiglio comunale di Castel Volturno fu sciolto per presunte infiltrazioni camorristiche ma, siccome i rapporti tra SCALZONE e il nostro gruppo non trovarono riscontri, a SCALZONE fu permesso di candidarsi di nuovo e, anche nella successiva tornata elettorale, col medesimo sistema riuscimmo a fare ottenere allo SCALZONE la medesima percentuale di voti. Voglio dire che, per quanto è a mia conoscenza, il medesimo sistema viene utilizzato anche oggi, anzi, quando si tratta di campagne elettorali provinciali, sono taluni degli stessi candidati che vanno in cerca dei camorristi per farsi sponsorizzare. …omissis… La circostanza che il clan dei Casalesi fosse in grado di condizionare le scelte politiche di parte della popolazione residente nei territori controllati dall’organizzazione criminale, è ormai cristallizzata nelle sentenze e nei provvedimenti giudiziari che raccontano la storia della camorra in Terra di Lavoro, almeno con riferimento agli ultimi decenni. Il collaboratore impreziosisce però la circostanza con dei riferimenti ad un episodio specifico: l’elezione di SCALZONE Antonio a sindaco di Castel Volturno alla fine degli anni ’90. SCALZONE Antonio Aldo, nato a Casal di Principe l’11.11.1954, è stato eletto sindaco di Castel Volturno, quale rappresentate di una coalizione di centro – destra, la prima volta il 17.11.1997 con il 68.4% dei voti, la seconda volta, sempre quale candidato di una coalizione di centro – destra, il 17.04.2000, con il 66.73% dei voti. Effettivamente, come riferisce il VARGAS, nel periodo che va dal termine del primo incarico alla seconda nomina dello SCALZONE (dall’1.08.1998 al 16.04.2000), il Consiglio Comunale di Castel Volturno risulta esse stato sciolto e l’amministrazione affidata ad una commissione di nomina Prefettizia. Anche la circostanza relativa al fenomeno dei parcheggiatori abusivi in Castel Volturno trova riscontro negli accertamenti compiuti dalla Pg operante. In particolare, nell’ambito di recenti indagini svolte dalla Stazione Carabinieri di Castel Volturno – Pinetamare15 è emerso come alcuni personaggi emergenti della criminalità organizzata operante in Castel Volturno, a seguito della collaborazione dai fratelli VARGAS Roberto e Pasquale, si siano attivati per sostituirli nel controllo dei parcheggiatori abusivi operanti in quella zona, imponendo loro il versamento periodico di somme di denaro a titolo di estorsione in cambio di una tranquilla gestione della propria attività (è emblematica, a tal proposito, la frase riportata da una delle vittime in una delle denunce raccolte dalla P.G. operante: ‘NON DEVI FARE IL PARCHEGGIO 15 L’esito di quelle indagini sono compendiate nell’informativa numero 21/392 del 26.06.2011, a cui è allegata la denuncia sporta da IANNONE Anna, nonché nelle annotazioni di P.G. del 26 e del 27 giugno 2011 e del 21.03.2012 redatte da personale della Stazione Carabinieri di Castel Volturno – Pinetamare – All. 15 38 PERCHE’ E’ DI NOSTRA COMPETENZA…SE PROPRIO VUOI LAVORARE DEVI DARCI UNA QUOTA CHE DOBBIAMO PORTARE A CASALE…I VARGAS SI SONO PENTITI QUINDI ORA SULLA ZONA CI STIAMO NOI E I SOLDI DEVI DARLI A ME…). I rapporti creati dal clan dei Casalesi sul piano politico non potevano non incidere favorevolmente anche sui rapporti di natura patrimoniale stretti dall’organizzazione criminale con la famiglia PASSARELLI; a tale argomento VARGAS dedica la successiva parte dell’interrogatorio in esame, fornendo circostanze che, anche in questo caso, sono state puntualmente riscontrate dagli accertamenti svolti dalla Pg operante: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… A.D.R.: Tale sistema di rapporti tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE si è mantenuto inalterato sino alla morte di Dante PASSARELLI. In particolare, gli utili che venivano percepiti attraverso lo svolgimento dell’attività imprenditoriale, venivano suddivisi equamente tra la famiglia SCHIAVONE e la famiglia PASSARELLI, anche se tutto, formalmente, era intestato alla famiglia PASSARELLI. Lo stesso avveniva per il reinvestimento degli utili derivanti dall’attività imprenditoriale. In particolarel fin quando l’IPAM è stata in attività e vi era la gestione, quale capo stipite della famiglia di Dante PASSARELLI, le scelte di reinvestimento venivano operate prevalentemente da Dante e da Walter SCHIAVONE. Erano loro che individuavano i beni, terreni o case o altri beni, in cui investire gli utili della ditta IPAM. In particolare, se Dante PASSARELLI individuava un terreno conveniente da acquistare, lo proponeva a Walter SCHIAVONE il quale, prima contattava i politici referenti del clan i quali assicuravano che il terreno, una volta a acquistato, sarebbe stato ricompresso nel piano regolatore come ‘area edificabile’ trasformandola da area agricola e poi dava il consenso all’acquisto. Il terreno veniva acquistato formalmente dalla IPAM o direttamente dai componenti della famiglia ad un prezzo corrispondente alla qualifica di ‘terreno agricolo’; successivamente, con le modifiche del piano regolatore, il terreno diveniva ‘area edificabile’ con il conseguente lievitare del valore del bene e gli utili derivanti da ciò, cioè dalla successiva vendita del terreno al prezzo notevolmente maggiorato rispetto a quello di acquisto, venivano suddivisi equamente tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE. …omissis… Anche in questo caso, il modus agendi descritto dal collaboratore, quale paradigma della gestione degli investimenti comuni delle famiglie PASSARELLI e SCHIAVONE, viene spiegato con l’esposizione di una specifica circostanza, che i CC Comando Provinciale di Caserta ha provveduto a riscontrare con accertamenti svolti presso le sedi competenti: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… Posso riferire, in proposito, che questo sistema è stato utilizzato anche per il comune di Caiazzo dove Dante PASSARELLI acquistò un terreno agricolo in società di fatto con tale Antonio PECCHIA il quale, però, non risultò formalmente nell’atto di compravendita. Dopo l’acquisto, Walter SCHIAVONE, attraverso Giovanni COSENTINO, chiese l’intervento del noto politico Nicola COSENTINO che, se non ricordo male, all’epoca era consigliere provinciale o regionale il quale aveva molta influenza sul comune di Chiazzo che era uno dei suoi principali bacini elettorali, 39 al fine di far modificare la destinazione urbanistica del terreno da ‘agricola’ a ‘edificabile’. Queste cose mi sono state riferite direttamente da Antonio PECCHIA il quale, agli inizi degli anni duemila, dopo che lo stesso PECCHIA che stava attraversando un momento di difficoltà economiche per forniture non pagate, chiese un mio intervento per consentirgli di recuperare una parte della somma da lui versata per l’acquisto del terreno in Chiazzo; in particolare, PECCHIA mi disse che Dante PASSARELLI, il quale aveva visto incrementare notevolmente il valore del terreno acquistato in società con PECCHIA, non voleva restituire al PECCHIA la quota a lui spettante e ciò avveniva, da parte di Dante PASSARELLI, in quanto lui era appoggiato dalla famiglia SCHIAVONE famiglia che, come detto, era anche l’effettiva comproprietaria del bene. Il mio intervento, soprattutto attraverso il contatto con Nicola SCHIAVONE, consentì al PECCHIA di recuperare una parte dei soldi investiti nell’acquisto del terreno; in particolare, con Nicola SCHIAVONE ci accordammo che io avrei preso il lavoro dei ‘marciapiedi’ in Casal di Principe di cui ho già riferito in precedenti interrogatori. I soldi che avrei ottenuto li avrei poi passati direttamente a Antonio PECCHIA, suocero di mio fratello Michelangelo. Io poi non ho ricevuto nulla in quanto sono stato arrestato; non so se poi, invece, sono stati consegnati a mio fratello Pasquale – che all’epoca era latitante – da Michelangelo MADONNA, imprenditore che di fatto svolgeva i lavori dei marciapiedi, appalto ottenuto attraverso l’intervento del clan SCHIAVONE. A.D.R.: Io non so se sul terreno di Chiazzo siano state realizzate attività edificatorie; so che bisognava fare un parco privato; io ho assistito alle discussioni relative a tale proprietà ma non sono in grado di dire effettivamente dove il terreno si trovi né saprei indicare la zona nella quale il terreno è ubicato. Sicuramente ritengo che a conoscenza di ciò sia mio fratello Michelangelo VARGAS, il quale è andato, per quanto è almeno in mia conoscenza, a fare il sopralluogo sul terreno insieme al suocero, Antonio PECCHIA, e perciò dico che lui è a conoscenza interamente della vicenda avendone parlato direttamente col suocero. …omissis… Il terreno a cui si riferisce il collaboratore è già noto, poiché individuato sia nel corso delle indagini Spartacus sia nel corso delle più recenti indagini svolte nell’ambito del procedimento penale numero 26877/2010 RGNR a carico degli eredi di PASSARELLI Dante. Precisamente, si tratta dei terreni distinti in visura catastale del Comune di Caiazzo al foglio 28, particelle 1, 2, 3, 4, 5 e 6, acquistati da PASSARELLI Dante in data 27.02.1985 con atto di vendita registrato al numero di repertorio 9612, raccolta numero 7554 del notaio Giovanni LUPOLI del collegio notarile di Santa Maria Capua Vetere, da CAROTENUTO Grazia, nata a Pignataro Maggiore il 29.05.1911. Presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Caiazzo è stata acquisita la documentazione inerente alla pratica edilizia n. 1/136/93 che consente di ricostruire la vicenda come segue16: - in data 06.10.1993, PASSARELLI Dante richiede al sindaco di Caiazzo concessione edilizia relativa alla lottizzazione della zona “C3” in loc. Cozzi di sua proprietà riportata in catasto al foglio 287 p.lle 2 – 3 – 5, allegando, tra l’altro, la tabella dati progetto (tavola 7) e la relazione di progetto (tavola 8) compilati sulla base del Programma di Fabbricazione del 1970, strumento urbanistico all’epoca (e tuttora) in vigore nel Comune di Caiazzo. La richiesta viene assunta, in uno agli allegati, al protocollo numero 7675 del 06.10.1993; 16 Documentazione acquisita presso il Comune di Caiazzo – Ufficio Tecnico, relativamente alla pratica edilizia numero 1/135/93 – All. 16 40 istruita la pratica di lottizzazione assegnandole il numero 1/136, l’Ufficio Tecnico, con note numero 1/1973 e numero 1/1974, entrambe dell’8.11.1993, richiede il prescritto parere – rispettivamente – al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco ed all’USL n. 15 – Servizio Ecologia di Caserta; - con nota numero 648/Ec del 19.02.1994, protocollata dal Comune di Caiazzo al numero 1517 del 22.02.1994, l’USL nega il parere sanitario richiesto in relazione alla lottizzazione della proprietà di PASSARELLI Dante poiché non risultano rispettate le normative vigenti in materia di tutela delle acque dall’inquinamento. La problematica sollevata dall’USL, evidentemente risolutiva della questione, non è l’unica a frapporsi tra PASSARELLI e la lottizzazione dei terreni siti in Caiazzo. Nonostante tale impedimento ed evidenti discrasie tra quanto riportato nella documentazione presentata in sede di richiesta di concessione edilizia e gli indici previsti dal piano di fabbricazione del Comune di Caiazzo, la pratica viene portata ugualmente al vaglio della Commissione Edilizia del Comune di Caiazzo in due distinte sedute alle quali non partecipa (non avrebbe potuto) uno dei membri, il geom. Massimo MIRABELLI, in quanto componente della commissione ma anche progettista delle opere di cui alla richiesta del PASSARELLI: - nella seduta del 16.05.1994 – già successiva al parere negativo espresso dall’USL – la Commissione decide di rinviare la discussione della richiesta …avvertita la necessità di chiarirsi su alcune norme disciplinanti l’intervento su zona C3… Emergono, in altri termini, dubbi sulla conformità del progetto rispetto agli indici di fabbricazione; - nella seduta del 30.05.1994, la Commissione ugualmente esprime parere per il rinvio della discussione della pratica …in attesa di acquisire una più dettagliata definizione delle superfici rispetto alla lottizzazione… Il Geom. GRASSO, responsabile dell’Ufficio Tecnico – Settore Politiche per il Territorio del Comune di Caiazzo, in sede di acquisizione degli atti e visionando le planimetrie, ha riferito che il motivo delle perplessità espresse dalla Commissione edilizia va ricercato, con ogni probabilità, nel fatto che i progettisti, nel calcolare la superficie realizzabile di cui al progetto di lottizzazione, avrebbero erroneamente incluso in zona C3 una parte di terreno in realtà non edificabile, non tenendo conto, peraltro, della fascia di rispetto stradale obbligatoria. Il 5.11.1995 PASSARELLI Dante chiede, delegandone il ritiro all’arch. Adriano DE MATTEO, copia dei documenti riguardanti la pratica in questione. L’iter della richiesta è comunque destinato ad arenarsi ma questa volta per l’intervento dell’A.G.: con decreto numero 3615/R/93 del 28.11.1995, emesso contestualmente all’ordinanza di custodia cautelare in carcere che colpì – tra gli altri – PASSARELLI Dante, i terreni di Caiazzo, insieme ad altri cespiti patrimoniali, vennero sottoposti a sequestro preventivo nell’ambito del primo atto dell’operazione Spartacus. Le indagini hanno consentito di acquisire riscontri anche i a quanto dichiarato da VARGAS in relazione al politico COSENTINO Nicola, nato a Casal di Principe il 02.01.1959. Dopo aver iniziato, appena ventenne, la propria carriera politica come consigliere – assessore del Comune di Casal di Principe, il 12.06.1980 viene eletto nelle fila del PSDI quale consigliere della Provincia di Caserta, risultando il consigliere provinciale più giovane d’Italia. Nelle successive tornate elettorali – maggio 1985 e maggio 1990 – COSENTINO Nicola viene nuovamente eletto al Consiglio Provinciale di Caserta, ricoprendo nel corso di entrambi i mandati anche la carica di Assessore (fino al 17.05.1993). Nell’aprile del 1995 viene eletto al Consiglio Regionale della - 41 Campania e nell’aprile del 1996 alla Camera dei Deputati del Parlamento Italiano. Le dichiarazioni del collaboratore trovano quindi preciso riscontro, quanto alla carriera politica di COSENTINO Nicola. Ma a prescindere da questo dato obiettivo e dalla carica politica (consigliere provinciale) effettivamente ricoperta da COSENTINO Nicola nel periodo di riferimento, agli atti del Comune di Caiazzo emerge un altro formidabile riscontro a quanto dichiarato da VARGAS il quale afferma che, riguardo ai terreni di Caiazzo, l’intermediario degli interessi degli SCHIAVONE e dei PASSARELLI con il politico COSENTINO Nicola fu il fratello di quest’ultimo, di nome Giovanni. Al Comune di Caiazzo, al protocollo numero 1174717 del 15.10.2012 è registrata una richiesta di certificato di destinazione urbanistica richiesta dall’arch. MARIGLIANO Tommaso, nato a Francolise (CE) il 22.10.1959, in qualità di …tecnico incaricato dal Sig. COSENTINO Giovanni…, relativamente ai terreni identificati al foglio 28, particelle 1, 2, 3, 4, 5 e 6 del catasto dell’U.T. di Caiazzo. La risposta dell’Ente, protocollata al numero 1182018 del 16.10.2012, a firma del geometra Giuseppe GRASSO, responsabile del Settore Politiche del Territorio, conferma in maniera inequicavibile quanto già accertato dalla Pg operante, precisando anche gli interventi che, rispetto all’originaria richiesta di concessione edilizia formulata dal PASSARELLI, sono oggi possibili in virtù delle sopravvenute normative adottate con DPR numero 380/2001 e con L.R. numero 16/2004. E’ stato identificato PECCHIA Antonio, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 20.10.1939, coniugato con RUSSO Maria, padre di PECCHIA Ersilia, nata a Casal di Principe (CE) il 04.11.1968, quest’ultima coniugata con VARGAS Michelangelo, nato a Salvitelle (SA) il 25.05.1962, fratello del collaboratore VARGAS Roberto. Come indicato esplicitamente da quest’ultimo, la partecipazione del PECCHIA nell’investimento dei terreni di Caiazzo non fu formalizzata; gli accertamenti svolti dalla Pg operante pertanto non hanno consentito di acquisire riscontri oggettivi. Quanto all’edificazione sui terreni in parola, la stessa non ha mai avuto luogo per le intervenute misure cautelari e di prevenzione sui beni in questione, già a partire dal periodo dell’operazione Spartacus (1995/1996). DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… A.D.R.: Dopo il sequestro dell’IPAM, la famiglia PASSARELLI ha iniziato a versare soldi contanti alla famiglia SCHIAVONE, la quale ha investito soprattutto in acquisti di terreni, che avvenivano attraverso diversi prestanomi, di cui ne ho indicati alcuni ma che non sono in grado di dire tutti. Il sistema che prevalentemente la famiglia SCHIAVONE utilizzava per l’investimento dei soldi liquidi, era quello di acquistare prevalentemente terreni e proprietà ed intestarli a membri della famiglia SCHIAVONE e ciò garantiva anche una maggiore copertura per la latitanza di sandokan. Dopo il sequestro IPAM, la famiglia PASSARELLI, anche attraverso figli, ha iniziato anche a fare truffe con lo zucchero, in particolare facendo risultare pesi maggiori nelle forniture rispetto a quelle effettivamente consegnate. Non sono in grado di spiegare esattamente come avvenivano queste truffe; io ho soltanto ascoltato il discorso con il quale è stato spiegato come la famiglia PASSARELLI, in particolare il figlio Franco, creava dei fondi in nero ma non so esattamente 17 Richiesta dell’arch. MARIGLIANO Tommaso protocollata dal Comune di Caiazzo al numero 11747 del 15.10.2012 – All. 17 18 Risposta del Comune di Caiazzo protocollata al numero 11820 del 16.10.2012 – All. 18 42 come avvenivano, se con false fatturazioni o addirittura con partite di zucchero acquistate all’estero che non veniva fatturato. …omissis… Quanto dichiarato dal collaboratore trova pieno riscontro negli accertamenti svolti dalla Pg operante ricostruendo le vicende giudiziarie in cui risultano coinvolti i fratelli PASSARELLI Biagio e Franco, odierni indagati, nonché dei fratelli PASSARELLI Gianluigi e Davide, essendo gli stessi – alla stregua di Biagio e Franco – pienamente inseriti ed operativi nell’organigramma societario della holding di famiglia (vedi schede personali nell’informativa finale della Pg operante dell’11 gennaio 2013) Quanto all’insofferenza verso i provvedimenti adottati dall’Autorità, oltre alla denuncia specifica per il reato di cui all’art. 650 C.P., agli atti si rilevano numerose tracce relative ad una costante irreperibilità di PASSARELLI Biagio; in taluni casi, alcune Autorità Giudiziarie hanno anche disposto l’accompagnamento coattivo nei confronti di PASSARELLI per le ripetute assenze alle citazioni in giudizio regolarmente notificategli. In ultimo, si segnala lo stato di irreperibilità di PASSARELLI Biagio riscontrato nel Giugno del 2009, in occasione della notifica dell’avviso di conclusione indagini nell’ambito del procedimento penale numero 27526/06 RGNR. Le implicazioni giudiziarie dei fratelli PASSARELLI Biagio e Franco, soprattutto dopo il sequestro dell’IPAM e delle altre imprese di famiglia occorso a metà degli anni ‘90, rivelano il loro impegno ad operare attraverso nuove società, intestate fittiziamente a personaggi di comodo; inoltre, le ingenti somme di denaro procurate attraverso l’evasione fiscale, truffe ed appropriazioni indebite, riscontrano formidabilmente quanto dichiarato dal VARGAS circa la necessità impellente dei PASSARELLI di recuperare, dopo i sequestri Spartacus, quanta più liquidità possibile, al fine di assicurare alla famiglia SCHIAVONE il recupero della quota investita nel patrimonio e nelle imprese comuni. DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… Inoltre, posso dire che sono state create, al momento del sequestro IPAM, altre società che venivano intestate a membri della famiglia PASSARELLI o a soggetti prestanomi, di cui non so, però, indicare né le società nei i nomi. Conosco solo una persona, un parente dei PASSARELLI o sposato con un parente dei PASSARELLI, di cui non ricordo il nome, ma so che viveva a Pinetamare e con una figlia piccola, che si lamentava con me del fatto che era stato usato da Franco PASSARELLI, il quale gli aveva fatto intestare una società e che per tale intestazione rischiava il carcere, perché era stata evasa l’IVA per molti miliardi delle vecchie lire, mentre Franco PASSARELLI, che era il vero responsabile di ciò e che aveva lucrato i soldi dell’evasione fiscale consegnandoli a sua moglie, di cui non ricordo il nome ma che ricordo essere una bella donna, non avrebbe avuto alcuna conseguenza. ...omissis… A.D.R.: In relazione alla persona che ho indicato come prestanome di PASSARELLI che io conosceva in quanto viveva a Pientamare di Castel Volturno, io so che l’attività che gli era stata intestata fittiziamente era relativa alla compravendita di zucchero. So anche che questa persona, con la sua famiglia, si è poi trasferito fuori Regione. 43 A.D.R.: Il motivo per il quale questa persona non ha denunciato PASSARELLI è stato da una parte il legame familiare che vi era con la famiglia PASSARELLI o di lui personalmente o della moglie, dall’altra il fatto che la famiglia PASSARELLI ha consegnato a questa persona un ‘contentino’ economico che ha consentito alla famiglia di questa persona di trasferirsi fuori Regione Campania, non so dove esattamente. In ogni caso, so che questa persona ha avuto diverse vicissitudini processuali proprio legate a questa maxi evasione che Franco PASSARELLI personalmente aveva effettuato nella gestione della società formalmente intestata a lui. …omissis… Anche questa circostanza trova pieno riscontro negli accertamenti svolti dalla Pg operante. Il parente dei PASSARELLI di cui si parla è ZACCARIELLO Silvana, nata a Casal di Principe il 22.08.1954, coniugata con APRILE Luigi, nato a Teverola (CE) il 09.12.1947, deceduto in data 20.01.2009 per malattia. Da accertamenti svolti risulta effettivamente che, dopo aver risieduto in Castel Volturno – Pinetamare in viale delle Clivie numero 33, il nucleo familiare di APRILE Luigi si è traferito in Lombardia, precisamente a Melegnano (MI), dove ha dimorato per diversi anni, in via Sandro Pertini numero 30, pur mantenendo comunque costanti contatti con questa provincia, soprattutto attraverso ZACCARIELLO Silvana (il dato è ampiamente dimostrato, tra l’altro, dalle intercettazioni svolte nell’ambito del procedimento penale numero 27526/06 RGNR, con riferimento al 2006 e agli anni successivi). Come indicato dal collaboratore, il nucleo familiare di APRILE Luigi comprende anche una figlia, di nome Silvia, nata a Napoli il 18.05.1987, che il VARGAS ricorda bambina – e tale era in relazione al periodo a cui si riferisce. ZACCARIELLO Silvana è effettivamente cugina di primo grado dei fratelli PASSARELLI Franco e Biagio, essendo figlia di PASSARELLI Cristina, nata il 13.03.1927, quest’ultima sorella di Dante. Il collaboratore afferma che, nel periodo in cui venne sequestrata l’I.P.A.M. (fine 1995, operazione Spartacus), la famiglia PASSARELLI creò delle società di comodo intestate fittiziamente a soggetti di loro fiducia e che nell’ambito della gestione di tali società, APRILE Luigi e ZACCARIELLO Silvana furono implicati in un’indagine avente ad ogetto l’accertamento di una colossale evasione dell’I.V.A. Tutte le circostanze citate dal VARGAS, sul punto, trovano puntuale conferma negli accertamenti svolti dai CC Comando Provinciale di Caserta. In particolare, sia APRILE Luigi che ZACCARIELLO Silvana risultarono destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere numero 5495/97/21 e numero 936/98, emessa in data 28 Giugno 1999 dall’Ufficio GIP del Tribunale di Santa Maria C.V., eseguita il 06.07.1999 da personale della Guardia di Finanza di Firenze e di Caserta, per i reati di associazione per delinquere finalizzata ad una serie di truffe ai danni dello Stato e della Comunità Europea, emissione di fatture false, con danno per lo Stato Italiano – per la sola evasione dell’IVA – non inferiore ad una cifra di circa 2 miliardi e settecento milioni di vecchie lire. L’inchiesta giudiziaria coinvolse direttamente anche il defunto PASSARELLI Dante e i figli Biagio, Franco, Gianluca e Davide, destinatari anche loro del medesimo provvedimento (i primi tre in carcere, gli altri due agli arresti domiciliari). Nel lunghissimo capo di imputazione contestato – tra gli altri – alla ZACCARIELLO e all’APRILE, nonché a PASSARELLI Dante ed ai quattro figli, si legge: 44 …per il reato di cui agli artt. 61, nn. 2 e 7, 416 cc. I, II, III e V CP perché, allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti di truffa aggravata ai danni dello Stato ed emissione ed utilizzazione di fatture soggettivamente fittizie, in modo da evadere l’Imposta sul Valore Aggiunto e consumando i reati meglio indicati nei capi che seguono, nonché per eseguire gli stessi e conseguirne ed assicurarsene il profitto, promuovevano, costituivano, organizzavano, capeggiavano e partecipavano ad un’associazione superiore a dieci persone caratterizzata dalla costituzione e/o utilizzazione di una pluralità di società in Italia ed all’esterno le quali si interponevano nei rapporti commerciali tra i reali cedenti ed acquirenti della merce di interesse della struttura associativa (in special modo zucchero, generi alimentari, champagne, liquori, bibite e prodotti per la casa) in modo da sfruttare il regime di esenzione I.V.A. relativamente alle operazioni commerciali extranazionali, intracomunitarie, facendo figurare come soggetti importatori, e quindi unici obbligati in via diretta nei confronti dell’Erario del pagamento dell’Imposta sul Valore Aggiunto per la gran parte del valore dei beni commerciati, o come soggetti esportatori (questi ultimi, rappresentando ufficialmente di rivendere o comunque di operare con l’estero, acquistando in Italia con lettera d’intenti e quindi in esenzione I.V.A. per evitare sistematiche compensazioni tra i debiti fiscali per gli acquisti e i crediti di recupero fiscale per le esportazioni), ditte continuamente sostituite per non richiamare l’attenzione dell’amministrazione finanziaria o comunque a seguito dei controlli della Guardia di Finanza, e che, se importatrici, non effettuavano i versamenti fiscali dovuti, e, se esportatrici, cedevano a società estere dell’organizzazione o comunque collegate all’organizzazione, le quali poi rivendevano alle ditte importatrici di comodo sopra descritte, oppure, in violazione delle lettere d’intenti, direttamente a società italiane caratterizzandosi tutte le suddette società di comodo per essere prive di patrimonio e con amministratori incapienti (molto spesso mere ‘teste di legno’) in modo da rendere di fatto impossibile allo Stato il recupero delle imposte non pagate, avvalendosi inoltre la struttura associativa della copertura derivante da documenti di trasporto e lettere di vettura internazionali (C.M.R.) che falsamente attestavano come realmente avvenuto il passaggio delle merci all’estero e comunque presso le società di comodo, così da potere in ogni caso, procurare ai destinatari finali la merce a prezzi ridotti, nonché ai cedenti reali prezzi vantaggiosi e cagionando conseguentemente allo Stato Italiano un danno patrimoniale di eccezionale gravità consistito nel mancato introito di somme spettanti a titolo di I.V.A. per un importo non inferiore Lire 40 miliardi. In particolare, PASSARELLI Franco, amministratore unico e comunque ‘dominus’ dell’IPAM Zuccheri di Villa Literno, nonché i fratelli PASSARELLI Biagio e PASSARELLI Davide, con i quali gestiva la predetta società nonché la ‘Dante PASSARELLI & figli s.r.l.’, imprese che si ponevano come destinatarie finali di gran parte delle merci illecitamente sottratte al pagamento dell’I.V.A., promuovevano, costituivano, capeggiavano ed organizzavano, sotto la supervisione ed il controllo del padre PASSARELLI Dante, anch’egli promotore e capo, la predetta struttura associativa, finanziandola e promuovendo attraverso gli altri associati sotto indicati, anch’essi con posizione di organizzatori, la costituzione e/o la gestione della società ‘Zuker Und Susswaren’ in Austria, facente capo a IORIO Luigi, IORIO Antonio detto Toni, e DE PAULI Lothar, ‘Anexos Arom’ e ‘Bebidas y Zumos’ in Spagna, facenti capo DI PALMA Luigi, FIORENTINO Daniela e DANZA Patrizio, ‘O.P.C. France’ e ‘Cinquestelle’ in Francia facenti capo a POMPOSELLI Carlo, ‘Sea Land’ gestita da IPOLITO Cataldo nonché, in Italia, di numerose società tra cui ‘Centro Commerciale Blue Moon’ (di fatto gestita dal predetto POMPOSELLI), ‘DE.PA.’, ‘Esse.Ei. sas’, ‘Commerciale Friulana’ e ‘PAEMA Sas’ (tutte e quattro 45 facenti capo a ZACCARIELLO Silvana e ad APRILE Luigi detto Enzo …omissis…tutte ditte attraverso le quali, con il procedimento fraudolento sopra descritto, sottraevano le merci negoziate all’Imposta sul Valore Aggiunto, ne controllavano il mercato e le procuravano sotto-costo alle loro imprese e ad altri destinatari finali …omissis… Fatti commessi in Provincia di Caserta (sede legale ed operativa dell’IPAM Zuccheri e della Dante Passarelli & figli) e in altri luoghi dal Giugno 1995 al Novembre 1998. Alla banca dati della Camera del Commercio sono state estrapolate le visure camerali delle società la cui gestione le indagini attribuirono alla ZACCARIELLO e all’APRILE, documenti da cui sono stati evinti i nomi dei soci e degli amministratori di ciascuna società. Inserendo alla stessa banca dati i nominativi dei due soggetti è risultato che: - APRILE Luigi risulta esser stato amministratore unico della Italmarket Nuova Marano Srl, con sede in Marano di Napoli via San Rocco numero 71, con oggetto sociale l’acquisto e vendita all’ingrosso di generi alimentari, dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Napoli numero 887/91 del 27.11.1991; - ZACCARIELLO Silvana risulta esser stata: o titolare dell’impresa individuale Zeta Esse di Zaccariello Silvana, con sede in Melegnano (MI) viale della Repubblica numero 83/85, con oggetto sociale il commercio al dettaglio di prodotti alimentari e bevande, impresa iniziata l’11.11.2001 e cancellata il 25.10.2007; o socia accomandante della Polsalumi di Liberti Nicola & c. sas, con sede in Marano di Napoli via Marano Pianura, Parco del Sole, con oggetto sociale il commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, società cancellata il 25.07.2008; o titolare dell’impresa individuale ZACCARIELLO Silvana, con sede in Napoli, via Belvedere numero 64, con oggetto sociale il commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento ed accessori, iniziata il 25.09.1987 e cancellata il 10.01.2007. ZACCARIELLO risulta, inoltre, essere acquirente in un atto di compravendita di quote di Srl, datato 12.10.2007, nella SO.GE.FOOD S.r.l., con sede in Segrate (MI) via Madrid numero 14. Giova evidenziare che, attualmente, socio unico di detta società è PEZZELLA Luigi, nato a Dragoni (CE) il 24.08.1946 a carico del quale, alla banca dati SDI, emergono numerosi precedenti penali, tra cui diversi per violazione delle norme sulle imposte e – con riferimento all’8.07.2012 – per i reati di riciclaggio aggravato ed associazione mafiosa. Il collaboratore, nel proprio interrogatorio, descrive infine l’evoluzione dei rapporti economici tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE, a seguito dell’esecuzione delle misure cautelari, personali e reali, eseguite a metà degli anni novanta nell’ambito del procedimento Spartacus, prima efficace offensiva, da parte dello Stato, contro il ‘sistema’ politico – criminale – imprenditoriale creato dal clan dei Casalesi a partire dagli anni ottanta: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… Dopo il sequestro dell’IPAM e soprattutto dopo Spartacus e l’arresto di Walter SCHIAVONE, le liquidità per la famiglia PASSARELLI iniziarono a scarseggiare e i rapporti tra la famiglia SCHIAVONE e la famiglia PASSARELLI iniziarono ad incrinarsi, almeno fino al 2004/2005; in 46 particolare, la famiglia PASSARELLI, la quale fu coinvolta anche nelle vicende giudiziarie con accuse di associazione mafiosa e con l’arresto del capostipite Dante PASSARELLI, veniva pressata dalla famiglia SCHIAVONE la quale rivendicava la consegna di soldi liquidi che dovevano essere gli utili a loro spettanti a titolo di proprietà sostanziale dei beni formalmente intestati ai PASSARELLI. Tuttavia, i PASSARELLI non potevano pagare tali somme in quanto i beni erano tutti sotto sequestro. Anche dal punto di vista personale, i PASSARELLI erano restii ad avere rapporti con i componenti della famiglia SCHIAVONE. In questo periodo i rapporti tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE venivano curati, per la famiglia SCHIAVONE da Antonio, fratello di Francesco sandokan e da Nicola SCHIAVONE, figlio di Fratesco sandokan, i quali riferivano a Dante PASSARELLI le imbasciate che dal carcere giungevano loro da sandokan e da Walter SCHIAVONE. In particolare, Nicola, così come gli dicevano di fare il padre e lo zio, chiedeva a Dante PASSARELLI la restituzione dei soldi spettanti a titolo di utili derivanti dalle attività delle società della famiglia PASSARELLI; Dante PASSARELLI, per suo conto, cercava di temporeggiare riferendo difficoltà di liquidità legate a tutti i sequestri avvenuti con l’operazione Spartacus. Questa situazione è andata avanti fino alla morte di Dante PASSARELLI. A.D.R.: Io non ho elementi diretti di mia conoscenza circa le effettive cause della morte di Dante PASSARELLI; si dice che sia stato un incidente ma io, siccome so quello che è successo dopo e conosco le implicazioni economiche che ha comportato la morte di Dante PASSARELLI – vi erano in ballo interessi di centinai di miliardi delle vecchie lire – non posso escludere, anzi, per come la penso io, sono convinto che sia stato un omicidio; ma questo è frutto di una mia convinzione personale, non di cose di cui sono a conoscenza. …omissis… Le circostanze citate da VARGAS trovano riscontro negli arresti e nei sequestri operati tra la fine del 1995 e l’inizio del 1996 a carico dei componenti delle due famiglie (SCHIAVONE e PASSARELLI), dati per i quali si ritiene sufficiente rinviare ai noti provvedimenti giudiziari. Quale riscontro sull’attendibilità del collaboratore, giova semmai evidenziare che SCHIAVONE Walter è stato effettivamente arrestato dopo PASSARELLI Dante, in particolare il 06.02.1996, e ha poi fruito della misura degli arresti domiciliari nel periodo compreso tra il 26.02.2000 e il 07.05.2000. SCHIAVONE Antonio, citato nel brano, è effettivamente uno dei fratelli di Francesco detto Sandokan; è nato a Casal di Principe il 23.10.1962 e risulta esser stato detenuto dal 25.03.1997 al 22.07.1998, venendo da quella data sottoposto agli arresti domiciliari fino al 13.11.2001; SCHIAVONE Francesco Sandokan è stato arrestato, dopo un lungo periodo di latitanza, l’11.07.1998. Questo dato, unito al fatto che SCHIAVONE Nicola figlio di Francesco, risulta aver iniziato ad operare come elemento di spicco del clan capeggiato dal padre proprio negli anni successivi al 2000, riscontrano positivamente la parte delle dichiarazioni del VARGAS relative alla ‘consegna’ degli ordini, da parte del boss detenuto Francesco SCHIAVONE sandokan, al figlio ed al fratello Antonio. Proseguendo ancora nel corso dello stesso interrogatorio: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… 47 A.D.R.: Fino alla morte di Dante PASSARELLI, era lui con i figli che, come ho, detto gestiva l’attività dell’IPAM e inoltre avevano intestate, insieme ai più stretti loro parenti (zii, cugini, ecc.) tutti i beni che venivano acquistati con i proventi dell’attività dell’IPAM, beni su cui, come ho detto, vi erano anche le quote spettanti alla famiglia SCHIAVONE. Nel corso dell’attività, la famiglia PASSARELLI si avvaleva di una serie di persone che curava la distribuzione dei prodotti sui diversi territori nei quali, anche attraverso l’attività del clan, la famiglia PASSARELLI aveva imposto i propri prodotti. Queste persone venivano ricompensate attraverso una partecipazione agli utili che derivavano dai prodotti da loro distribuiti. So queste cose perché anche a me era stato proposto, da Biagio PASSARELLI, di curare la distribuzione dei prodotti nella zona di mia competenza, in particolare Villa Literno, Castel Volturno, Casal di Principe, ma io rifiutai perché già gestivo con mia moglie lo stabilimento balneare e numerose altre attività. Tra i soggetti di cui sono a conoscenza che svolgevano tale compito, vi è sicuramente Giovanni CERULLO, per la zona di Castel Volturno, Vincenzo CANTIELLO, il quale si avvaleva anche della collaborazione del cognato, PAPA Nicola. A.D.R.: Queste persone erano a conoscenza dei legami della famiglia PASSARELLI con il clan SCHIAVONE perché erano persone ‘vicine’ alla famiglia SCHIAVONE e che erano state inserite direttamente in tale attività dalla stessa famiglia SCHIAVONE. Posso dire al riguardo che CANTIELLO Vincenzo era sposato con Emilia NATALE, sorella di Giuseppe NATALE cognato, a sua volta, di Francesco SCHIAVONE, avendone sposato una sorella di cui non ricordo il nome. Nel corso di tale attività di distribuzione, le persone riferivano anche alla famiglia SCHIAVONE il volume di affari, in modo tale che gli stessi SCHIAVONE potessero avere un ulteriore strumento di controllo degli utili delle società intestate formalmente ai PASSARELLI ma, sostanzialmente, compartecipate dalla famiglia SCHIAVONE. …omissis… La circostanza trova riscontro negli atti di indagine. A CANTIELLO Vincenzo, detto il doich, si è fatto riferimento per la sua implicazione nella vicenda dell’estorsione all’Alvi Spa. Persona fidata di Franco e degli altri componenti della famiglia PASSARELLI, nel corso del processo che si è concluso dinanzi alla Prima Sezione del Tribunale di Santa Maria C.V., e che ha visto imputati PASSARELLI Franco e Biagio per l’estorsione all’Alvi Spa, il CANTIELLO, sentito quale teste, ha dichiarato: DAL VERBALE D’UDIENZA DEL 19.06.2012 DEL PROCESSO N. 1160/10 R.G. A CARICO DI COPPOLA 19 ELISA +8, AVENTE AD OGGETTO L’ESAME DEL TESTE CANTIELLO VINCENZO : …omissis… Dif.: Lei ha mai lavorato alle dipendenze del signor Franco Passarelli? Innanzitutto, lei, sa il signor Franco Passarelli di cosa si occupa o di cosa si occupava? Teste: Di zuccheri, di generi alimentari, di ingrosso... di queste cose qua, insomma, di prodotti... Presidente: Fornitura di prodotti alimentari. Teste: Alimentari, sì, zucchero, latte... queste cose qua. Dif.: Lei ha mai lavorato alle dipendenze del signor Franco Passarelli? 19 CANTIELLO Vincenzo, nato a Casal di Principe (CE) il 04.09.1954, soprannominato o doich. Teste della Difesa nell’ambito del contraddittorio circa il ruolo di Franco e Biagio PASSARELLI nell’estorsione di cui al capo o) della richiesta di rinvio a giudizio del P.M. – Estorsione all’ALVI S.p.a. 48 Teste: Sì, io ho lavorato alle dipendenze di Biagio Passarelli, credo; insomma, della.... Dif.: No, la mia domanda è di Franco Passarelli. Teste: La ditta era Passarelli, adesso non so.... Presidente: Lei ricorda che era alle dipendenze di Biagio? Teste: Facevamo i rappresentanti, sì, eravamo una cooperativa di rappresentanza. Presidente: Sì. Dif.: Quindi faceva il rappresentante per Biagio Passarelli o per Franco Passarelli? Presidente: Lei, prima, ha detto per Biagio. P.M.: In realtà, chiedo scusa Presidente, ha detto: "dell'impresa". Presidente: Sì, dell'impresa Passarelli però, lei, prima ha fatto proprio il nome di Biagio, questo lo devo dire a verbale. Quindi, lei, ricorda per conto di chi? Cioè, Passarelli, ma si ricorda il nome? Teste: Non ricordo molto bene, ricordo che eravamo una cooperativa di noi che lavoravamo come rappresentanti e quindi, voglio dire... poi sono passati diversi anni e quindi... Presidente: Quindi non ricorda bene per quale dei Passarelli. Teste: Era la ditta Passarelli ma adesso non so... Presidente: Ho capito, quindi non ricorda il nome di questa ditta. Teste: Sì, la ditta era Passarelli Dante & Figli, però adesso non so... Presidente: Quindi, Passarelli Dante & Figli. Teste: Sì, però adesso non so per chi lavoravo. Presidente: Perfetto, va bene. …omissis… La PASSARELLI Dante & figli s.r.l., avente oggetto sociale, quale attività primaria, il commercio all’ingrosso di prodotti alimentari e bevande, con sede in Villa Literno via Aversa numero 267, è stata costituita nel Dicembre del 1984 ed è stata dichiarata fallita con sentenza della Sezione Fallimentare del Tribunale di Santa Maria C.V. datata 16.01.2004. La società operava, quindi, prima dell’operazione Spartacus e prima che PASSARELLI Dante decedesse (nel Novembre del 2004). Alla banca dati dell’INPS e della Camera del Commercio risulta che, negli anni 1999, 2000 e 2001, CANTIELLO Vincenzo è stato socio della soc. coop. di produzione e lavoro Euro Rappresentanze a r.l. con sede in Acerra (NA) via C. Balbo numero 4, costituita il 31.03.1999, iscritta nel Registro delle Imprese della Camera del Commercio di Caserta il 03.06.1999, in stato di scioglimento e liquidazione l’8.05.2002 e cancellata il 26.01.2004; la cooperativa aveva ad oggetto l’attività lavorativa dei soci quali agenti di commercio del settore alimentare. Nell’assetto societario della Euro Rappresentanze risulta inserito, tra gli altri, CANTIELLO Luigi, nato a Casal di Principe il 06.05.1954. Prima della costituzione della cooperativa, CANTIELLO Vincenzo ha lavorato alle dipendenze della PASSARELLI Dante & Figli Srl (1994/1995) e dell’IPAM (1996/1997) Inoltre, è opportuno segnalare sin d’ora, poiché riscontra altre dichiarazioni rese dal VARGAS che di qui a breve verranno riportate, che alle dipendenze della stessa cooperativa risulta aver lavorato anche PENTA Giuseppe, nato a Napoli il 14.12.1979, fratello di Raffaella, quest’ultima moglie di PASSARELLI Biagio. Quanto invece ai citati rapporti di parentela di CANTIELLO Vincenzo detto doich con la famiglia NATALE e il criminale affiliato al clan dei Casalesi PAPA Nicola, risulta che quest’ultimo, nato a Villa di Briano (CE) il 16.04.1946, residente in Sparanise via Calvi numero 77, è coniugato con NATALE Maria nata a Casal di Principe (CE) il 13.11.1956. NATALE Maria è sorella di 49 NATALE Giuseppe e di NATALE Emilia, quest’ultima sposata con CANTIELLO Vincenzo detto doich. NATALE Giuseppe, nato a Casal di Principe il 05.06.1959, è invece coniugato con SCHIAVONE Anna Angelica, nata a Casal di Principe il 16.10.1967, sorella di SCHIAVONE Francesco detto Sandokan. E’ stato identificato CERULLO Giovanni, nato a San Cipriano d’Aversa il 02.01.1956, residente in Castel Volturno, via Domitiana. Questi, imprenditore iscritto al Registro delle Imprese di Caserta e inserito nell’assetto di società impegnate in vari settori commerciali, dal 05.05.2009 è amministratore unico, a tempo indeterminato, della Sottosuono Srl, società di ristorazione e discoteca sita in Via Chiaia di Napoli, di proprietà di PASSARELLI Davide. CERULLO Giovanni è stato anche dipendente, per gli anni 2008 e 2009, della Commerciale Europea Spa, amministrata da CANTELLI Susanna. Entrambe le società, sono state sequestrate col più volte citato decreto di sequestro preventivo emesso il 13.07.2010 nell’ambito del procedimento penale numero 26877/2010 RGNR. Nel corso dell’interrogatorio VARGAS ha riferito inoltre: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… A.D.R.: Fino alla morte di Dante PASSARELLI, soprattutto dopo l’operazione Spartacus e tutti i sequestri che ne erano scaturiti, la famiglia SCHIAVONE, in particolare Walter e Francesco sandokan, rimproveravano alla famiglia PASSARELLI, in particolare al capostipite Dante, di non essere stato bravo a mantenere i beni che erano in ‘società’ con la famiglia SCHIAVONE o meglio, avevano investito i proventi delle attività commerciali acquistando immobili che intestavano a loro stessi o a loro familiari, con ciò rendendo estremamente facile la riconducibilità degli stessi alla famiglia PASSARELLI che, una volta che veniva processualmente indicata come ‘famiglia di camorristi’ era facilmente fatta oggetto di sequestri. In particolare, come ho già detto, più volte dal carcere, Francesco e Walter SCHIAVONE, per il tramite del figlio Nicola al quale venivano portate le imbasciate del padre e dello zio, penso dalla madre e dalla zia che si recavano ai colloqui con i rispettivi mariti, rivendicavano la consegna di soldi liquidi a titolo di riparazione dei proventi ottenuti dall’attività commerciale, richieste che non potevano essere soddisfatte dal Dante PASSARELLI in quanto, proprio a causa delle vicissitudini processuali, lo stesso si trovava a corto di liquidità. …omissis… La circostanza trova riscontro nell’ingente sequestro operato nell’ambito dell’operazione Spartacus. Nella parte successiva dello stesso interrogatorio, VARGAS dichiara: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… Dopo la morte di Dante PASSARELLI e il conseguente smobilizzo dei beni sequestrati in favore dei figli, smobilizzo avvenuto in quanto il sequestro, all’epoca, non si trasmetteva agli eredi del proposto, vi fu un notevole riavvicinamento tra la famiglia SCHIAVONE, rappresentata da Nicola SCHIAVONE, e la famiglia PASSARELLI, in particolare i due figli di Dante, Biagio e Franco PASSARELLI. In colloqui intrattenuti da me direttamente con Nicola SCHIAVONE, in epoca immediatamente successiva alla morte di Dante PASSARELLI, lo stesso Nicola 50 SCHIAVONE mi riferì che i figli di questi, avendo riottenuto anche la disponibilità dei conti correnti sottoposti a sequestro e vendendo gradualmente parte dei beni formalmente intestati alla loro famiglia ma di proprietà comune con quella degli SCHIAVONE, stavano restituendo, con soldi liquidi, la parte spettante alla famiglia SCHIAVONE. Nicola mi spiegò che questi soldi venivano utilizzati da lui stesso per fare nuovi investimenti acquistando beni che venivano però intestati, quelli ubicati in Casal di Principe a propri parenti non coinvolti in vicende giudiziarie, in altre zone a prestanomi direttamente gestiti da Nicola SCHIAVONE. Nicola mi disse inoltre che, proprio tale clima di ritrovata armonia, aveva consentito di fare nuovi affari con la famiglia PASSARELLI; in particolare, Nicola mi disse che anche sulle nuove attività messe in piedi dalla famiglia PASSARELLI, dopo il dissequestro dei beni, vi era stata una partecipazione della famiglia SCHIAVONE; i particolare, io personalmente sono a conoscenza, perché ho potuto verificarlo di persona, che il deposito aperto da Biagio PASSARELLI di distribuzione alimentare, in Teverola – zona industriale, era stato finanziato con una partecipazione anche della famiglia SCHIAVONE. …omissis… La circostanza è concordemente indicata da tutti i collaboratori di giustizia sentiti in ogni epoca che, sul punto, hanno reso dichiarazioni, ma trova un esemplare riscontro nel contenuto delle dichiarazioni rese da LAISO Salvatore, soprattutto con riferimento all’episodio verificatosi presso i depositi condotti da PASSARELLI Biagio ubicati in Teverola, precedentemente riportata ed analizzata Nel passo successivo dell’interrogatorio VARGAS spiega la diversa strategia adottata da SCHIAVONE Nicola nel perpetuare i rapporti patrimoniali con i componenti della famiglia PASSARELLI, al fine di ad evitare di incorrere in nuovi provvedimenti giudiziari comportanti l’applicazione di misure di natura patrimoniale: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… Nicola mi disse però che lui gestiva i proventi derivanti dalle attività economiche avviate in società con la famiglia PASSARELLI in modo diverso da quanto era avvenuto tra il padre e Dante PASSARELLI e cioè, mi disse che, per poter evitare il verificarsi di una situazione analoga a quella successi con i sequestri di Spartacus 1, era lui che gestiva direttamente il patrimonio comune, che disponeva le modalità di reinvestimento degli utili, prendendo subito per sé la quota degli utili spettante alla sua famiglia che veniva reinvestita con le medesime modalità dei soldi restituiti dai figli di Dante PASSARELLI al momento del dissequestro. Io so, perché ho potuto verificarlo personalmente, che i rapporti con Nicola SCHIAVONE erano mantenuti prevalentemente da Biagio PASSARELLI ma anche Franco PASSARELLI aveva cointeressenze economiche con Nicola SCHIAVONE. Preciso che Biagio e Franco erano comunque in società commerciale ma si erano suddivisi, anche avvalendosi della collaborazione delle proprie moglie, i settori di competenza: Franco aveva aperto un ufficio per la distribuzione dello zucchero di fronte ai Carabinieri di Pinetamare, dove so che aveva comperato anche un appartamento all’interno del quale aveva aperto l’ufficio. Io so, perché mi sono recato personalmente lì a parlare con Franco dell’estorsione Alvi di cui ho parlato nel precedente interrogatorio, che nell’ufficio, a curare la 51 gestione della distribuzione dello zucchero, vi erano la moglie CANTELLI Susanna e lui stesso, Franco PASSARELLI. AD.R.: Sarei in grado di indicare con precisione sia lo stabile che l’appartamento nel quale era ubicato l’ufficio di Franco PASSARELLI. Ricordo che l’ufficio era composto da diverse stanze, in particolare una stanza grande con diverse scrivanie a cui erano sedute varie persone che fungevano da segretarie o da rappresentanti di zona. Poi vi erano diverse stanze e, nella stanza in fondo sulla destra era collocato l’ufficio di Franco PASSARELLI. A fianco alla stanza adibita ad ufficio personale di Franco vi era il bagno. Viceversa, il fratello Biagio, con la collaborazione della moglie, di cui non ricordo il nome ma so che è di Portici (NA) e che io ho visto diverse volte in quanto è venuta allo stabilimento balneare che io gestivo con mia moglie, si occupava della distribuzione di generi alimentari, con lo zio ed un cugino, mentre i fratelli più piccoli dei PASSARELLI, si occupavano di gestire il restante delle attività dei PASSARELLI presso l’opificio nel quale era ubicata la sede originaria dell’IPAM. …omissis… A.D.R: Nel periodo in cui mi sono recato presso l’ufficio di Franco PASSARELLI ubicato di fronte alla caserma dei Carabinieri di Pinetamare, lo stesso abitava, con la sua famiglia, nella medesima zona, a circa 50 metri dall’ufficio, nel parco cosiddetto Orientale, nella Torre 1, parco ubicato nella discesa dell’entrata di Pinetamare, nei pressi dell’abitazione di mio zio Giovanni VARGAS, ora defunto. …omissis… La circostanza trova ampia conferma nelle indagini svolte nell’ambito dei procedimenti penali numero 27526/06 RGNR e numero 26877/2010 RGNR: PASSARELLI Franco, attraverso la Commerciale Europea Spa amministrata da CANTELLI Susanna, risulta essersi occupato principalmente dell’impacchettamento e della distribuzione all’ingrosso dello zucchero; PASSARELLI Biagio e gli altri fratelli, invece, risultano essersi dedicati principalmente alle altre attività della holding di famiglia (immobiliare e distribuzione di generi alimentari, attraverso le altre società analiticamente sopra riepilogate). Corrisponde al vero, inoltre, il fatto che tutti e quattro i fratelli (PASSARELLI Biagio, Franco, Gianluca e Davide) pur avendo occupazioni specifiche nei vari settori commerciali di interesse, hanno mantenuto una gestione unitaria delle società del gruppo. Risulta vero, ancora, che la Commerciale Europea ha avuto sede, inizialmente, in uffici siti in Castel Volturno, viale delle Acacie, palazzo di Cristallo; questo, almeno, è ciò che risulta dalla visura camerale. In realtà – per stessa ammissione dello stesso PASSARELLI Franco, in sede di esame dibattimentale – l’ufficio della Commerciale Europea, in origine aveva sì sede in Pinetamare di Castel Volturno, ma in un altro luogo rispetto alla sede formale della società, precisamente in via delle Mimose, di fronte alla sede della locale Stazione Carabinieri, nelle immediate vicinanze dell’abitazione dello zio del collaboratore, VARGAS Giovanni, nato a Casal di Principe il 07.07.1936 (deceduto) e della Torre OR1, ove è ubicato l’appartamento occupato dalla famiglia di PASSARELLI Franco e CANTELLI Susanna. Nella successiva parte dell’interrogatorio, VARGAS Roberto ha dichiarato: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… 52 Io sono a conoscenza direttamente di queste cose perché mi sono recato, così come ho già indicato nel precedente interrogatorio, a Teverola, presso Biagio, quando l’ho picchiato per la vicenda dell’estorsione ALVI. In quella circostanza, come ho già dichiarato, dopo pochi giorni fui chiamato da Nicola SCHIAVONE il quale mi rimproverò di aver colpito un suo ‘socio’. Questa affermazione mi confermò, in maniera chiara ed inequivocabile, ciò che mi era stato già detto da Nicola SCHIAVONE e che cioè, dopo il momento di frizione, la morte di Dante PASSARELLI aveva consentito il riavvicinamento tra la famiglia SCHIAVONE e la famiglia PASSARELLI e aveva nuovamente consentito che la famiglia SCHIAVONE utilizzasse la famiglia PASSARELLI per investire beni di sua proprietà. …omissis… Il precedente interrogatorio a cui si riferisce il VARGAS è quello del 07.03.2012, il cui contenuto, prettamente relativo alla vicenda estorsiva ai danni dell’Alvi Spa. Quanto alla specifica vicenda del pestaggio citato da VARGAS, è già stato evidenziato come la circostanza sia stata confermata dallo stesso PASSARELLI Biagio nel corso della sua deposizione al processo nel quale è stato imputato ed assolto per l’estorsione all’Alvi Spa: DAL VERBALE D’UDIENZA DEL 03.07.2012 DEL PROCESSO N. 1160/10 R.G. A CARICO DI COPPOLA ELISA +8, AVENTE AD OGGETTO L’ESAME DELL’IMPUTATO PASSARELLI BIAGIO: …omissis… P.M.: Senta, l'episodio che racconta Vargas, che l'ha picchiata, è vero? Teste: E come! P.M.: È vera la circostanza? Teste: Sì. P.M.: Così come descritto dal Vargas? Teste: Sì sì, precisamente. …omissis… VARGAS nell’interrogatorio del 27.04.2012 riferisce ancora: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… A.D.R.: Posso riferire che Biagio PASSARELLI, tramite Carmine NATALE, aveva incontri con Mario CATERINO e Nicola PANARO per discutere degli affari comuni in quanto i due soggetti, cioè Mario CATERINO e Nicola PANARO, erano quelli che Nicola SCHIAVONE aveva scelto per affiancare Biagio nello svolgimento dell’attività economica comune e che dovevano tutelare della famiglia SCHIAVONE. …omissis… CATERINO Mario, detto Mario ‘a Botta, nato a Casal di Principe (CE) il 14.06.1957, elemento di spicco del clan dei Casalesi, dopo aver alternato brevi periodi di detenzione, è stato libero da 29.09.2002 al 02.05.2011, giorno del suo arresto dopo più di cinque anni di latitanza; attualmente è detenuto. Anche PANARO Nicola, nato a Casal di Principe (CE) il 12.09.1968, elemento di spicco del clan dei Casalesi, dopo aver trascorso in stato di detenzione il periodo compreso tra il 53 27.03.1999 e il 17.07.2002, è stato libero sino al 14.04.2010, giorno del suo arresto dopo esser stato latitante dall’1.12.2003. I periodi di libertà dei soggetti citati dal VARGAS sono compatibili con quanto dichiarato dal collaboratore circa l’affiancamento degli stessi a PASSARELLI Biagio, da parte di SCHIAVONE Nicola, per la gestione degli affari comuni. Ma c’è di più: CATERINO Mario, da accertamenti svolti alla banca dati dell’INPS, risulta esser stato formalmente alle dipendenze della DITTA PASSARELLI DANTE & FIGLI, dal novembre del 1994 al mese di aprile del 1995, mentre dal mese di aprile al mese di luglio del 1995 risulta esser stato dipendente della I.P.A.M. Srl. Il fatto che negli anni successivi alla morte di PASSARELLI Dante non si trovino riscontri del genere, con riferimento alle società gestite dagli eredi e i citati esponenti del clan dei Casalesi, è evidente e naturale sotto molteplici aspetti: prima lo stato di latitanza di entrambi i personaggi, poi la diversa strategia adottata da SCHIAVONE Nicola, finalizzata a tenere atteggiamenti più guardinghi nei rapporti con PASSARELLI Biagio e Franco proprio per evitare che si ripetessero i problemi giudiziari che avevano investito il rapporto instaurato dal padre, SCHIAVONE Francesco Sandokan, col defunto PASSARELLI Dante. Negli interrogatori del 07.03.2012 e del 27.04.2012, VARGAS Roberto ha anche proceduto al riconoscimento fotografico dei soggetti citati nel corso di precedenti interrogatori: DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 07 MARZO 2012: …omissis… Viene sottoposto a VARGAS Roberto fascicolo fotografico composto da numero 16 effigi a colori, con legenda a parte, contraddistinto dal numero 336/5-20 del 06.03.2012, predisposto dai CC Comando Provinciale Nucleo Investigativo di Caserta, che viene acquisito al presente verbale di interrogatorio e ne diviene parte integrante. …omissis… Viene sottoposta la foto numero 2: A.D.R. Riconosco nella foto numero 2 Franco PASSARELLI, figlio di Dante PASSARELLI, di cui ho già parlato e di cui mi riservo, nel caso in cui me lo chiediate, di riferire ulteriori elementi riguardanti il suo coinvolgimento nel clan dei Casalesi L’ufficio dà atto che alla foto numero 2 corrisponde a PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe il 24.05.1965 Viene sottoposta la foto numero 3: A.D.R. Riconosco nella foto numero 3 Carmine NATALE, detto ‘a cacata, cognato di Attilio PELLEGRINO affiliato al clan ZAGARIA; di questo NATALE ho già riferito anche nel corso del presente interrogatorio. Si tratta di persona di altissima fiducia, sia di BIDOGNETI Cicciotto di Mezzanotte che di Francesco SCHIAVONE Sandokan. Mi riservo, anche di questo soggetto, di parlarne più diffusamente se me lo chiedete, in un futuro interrogatorio. So che questa persona, di professione, lavorava nelle ferrovie col ruolo di bigliettaio. L’ufficio dà atto che alla foto numero 3 corrisponde a NATALE Carmine, nato a Casal di Principe il 02.03.1957 detto ‘a cacata. Viene sottoposta la foto numero 4: A.D.R. Riconosco nella foto numero 4 CANTIELLO Vincenzo detto doichland di cui parlato diffusamente nel corso del presente interrogatorio. 54 L’ufficio dà atto che alla foto numero 4 corrisponde a CANTIELLO Vincenzo, nato a Casal di Principe il 04.05.1954 …omissis… Viene sottoposta la foto numero 7: A.D.R. Riconosco nella foto numero 7 Biagio PASSARELLI, persona che ho picchiato e di cui ho parlato diffusamente nel corso del presente verbale. L’ufficio dà atto che alla foto numero 7 corrisponde a PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe il 21.10.1963. …omissis… Viene sottoposta la foto numero 10: A.D.R. Se non sbaglio è uno dei fratelli PASSARELLI, fratello cioè di Biagio e Franco. Io non ho mai avuto a che fare direttamente con lui. So che lui stava nelle società commerciali insieme ai fratelli Biagio e Franco ma, coloro che parlavano direttamente con noi del clan, sono sempre stati Biagio e Franco. L’ufficio dà atto che alla foto numero 10 corrisponde a PASSARELLI Gianluca, nato a Caserta il 27.12.1971 …omissis… Viene sottoposta la foto numero 12: A.D.R. Riconosco nella foto numero 12 CORVINO Rodolfo, di cui ho parlato diffusamente anche nel corso del presente verbale. Ribadisco che era un affiliato al clan dei Casalesi. L’ufficio dà atto che alla foto numero 12 corrisponde a CORVINO Rodolfo, nato a Caserta il 23.04.1971 Viene sottoposta la foto numero 13: A.D.R. Riconosco nella foto numero 13 un altro fratello di Biagio e Franco PASSARELLI. Se non erro è il più piccolo dei fratelli. Anche lui è direttamene coinvolto nella gestione delle imprese di famiglia anche se, come per il precedente fratello, io non ho mai avuto rapporti diretti con lui perché, ribadisco, i rapporti il clan li avevano sempre e solo – almeno per quanto so io – Franco e Biagio PASSARELLI. L’ufficio dà atto che alla foto numero 13 corrisponde a PASSARELLI Davide, nato a Napoli il 03.02.1977 …omissis… DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012: …omissis… A questo punto, l’Ufficio sottopone a VARGAS Roberto il fascicolo fotografico composto da numero 19 effigi a colori, con legenda a parte, contraddistinto dal numero 336/5-39 del 26.04.2012, predisposto dai CC Comando Provinciale Nucleo Investigativo di Caserta, che viene acquisito al presente verbale di interrogatorio e ne diviene parte integrante. Viene sottoposta la foto numero 1: A.D.R. Ha una faccia conosciuta ma, al momento, non sono in grado di riconoscerla anzi, ora che la vedo bene, la riconosco come la moglie di Franco PASSARELLI, CANTELLI mi pare Stefania o altro nome. In questa foto lei è ritratta con i colpi di sole ma non so dire se è la foto o se invece è lei che effettivamente si è schiarita i capelli. Quando la vedevo io, lei aveva i capelli più scuri, castano scuri e, soprattutto, nella foto è venuta meno bella di quanto è di persona. Lei è comunque 55 la persona di cui ho parlato nel corso del presente interrogatorio. Non ho altro da aggiungere rispetto a quanto già riferito. A.D.R.: Io so perché l’ho personalmente verificato, che la CANTELLI gestiva insieme al marito Franco tutta l’attività di distribuzione dello zucchero che avveniva negli uffici di Pinetamare di Castel volturno. Lei non era un mero prestanome del marito ma partecipava effettivamente alla gestione delle attività di distribuzione dello zucchero. A.D.R.: Io so, perché lei era di Casale e conosceva bene tutti gli affari della famiglia PASSARELLI, che anche lei era a conoscenza ed era consapevole quando ha gestito le attività insieme al marito che vi fossero interessi economici, nella società, della famiglia SCHIAVONE. A.D.R.: Nicola SCHIAVONE ha sempre fatto riferimento solo al marito Franco come soggetto con il quale stava in società; non ha mai parlato della moglie CANTELLI. L’ufficio dà atto che alla foto numero 1 corrisponde a CANTELLI Susanna nata a S. Maria Capua Vetere il 22.02.1976. Viene sottoposta la foto numero 2: A.D.R.: Riconosco nella fotografia numero 2 Nicola SCHIAVONE, erede del padre Francesco SCHIAVONE sandokan anche nel ruolo di capo clan, di cui ho parlato ampiamente nel presente verbale. L’ufficio dà atto che la foto numero 2 ritrae SCHIAVONE Nicola nato a Loreto (AN) l’11.04.1979. …omissis… Viene sottoposta la foto numero 4: A.D.R.: Riconosco nella foto numero 4 Mario CATERINO detto Mario ‘a botta, esponente di spicco del clan dei Casalesi di cui ho parlato più volte nel corso del verbale illustrativo della mia collaborazione. Se non sbaglio, già in altri verbali di interrogatorio l’ho riconosciuto in foto. L’ufficio dà atto che la foto numero 4 ritrae CATERINO Mario nato a Casal di Principe (CE) il 14.06.1957. …omissis… Viene sottoposta la foto numero 10: A.D.R.: Riconosco nella foto numero 10 PANARO Nicola, di cui ho ampiamente parlato nei precedenti interrogatori e anche nel presente.Anche lui è un esponente di spicco del clan dei Casalesi. Posso dire che PANARO aveva paura di Nicola SCHIAVONE ed era in stretto collegamento con Peppe MISSO, col quale è cresciuto insieme e insieme ad Oreste CATERINO al seguito di Walterino SCHIAVONE, fratello di Sandokan. L’ufficio dà atto che la foto numero 10 ritrae PANARO Nicola nato a Casal di Principe (CE) il 12.09.1968. …omissis… Le dichiarazioni rese da quattro importanti collaboratori di giustizia sorti tra le fila del clan dei Casalesi: GUERRA Giuseppe Nazario, CANTONE Francesco, LUCARIELLO Orlando e DIANA Tammaro confermano e riscontrano quelle rese da VARGAS Roberto, soprattutto per quel che concerne l’evoluzione degli storici rapporti di natura patrimoniale intrecciati dalla famiglia di SCHIAVONE Francesco Sandokan con PASSARELLI Dante prima e con i figli dopo; 56 GUERRA Giuseppe Nazario, già affiliato al clan dei Casalesi – famiglia SCHIAVONE, gruppo cd. dei Trentolesi, ha militato nelle fila dell’organizzazione criminale sin dall’inizio degli anni ’90. Ha iniziato la propria collaborazione con la giustizia nel Dicembre del 2010, fornendo un rilevante contributo su importanti eventi delittuosi verificatisi in Provincia di Caserta, anche di recente collocazione temporale, avendo partecipato anche alle attività criminali gestite dal noto criminale SETOLA Giuseppe nel periodo aprile 2008/gennaio 2009. Il collaboratore ha dunque attraversato, vivendoli in prima persona, anche i momenti di evoluzione del clan dei Casalesi verificatisi nella seconda metà degli anni ’90 e durante i primi anni del secondo millennio, risultando con ciò depositario di informazioni riguardanti anche lo specifico oggetto della presente indagine. Specificamente sentito sui rapporti tra l’organizzazione mafiosa casalese e la famiglia PASSARELLI, il GUERRA ha dichiarato: DALL’INTERROGATORIO DI GUERRA GIUSEPPE NAZARIO DEL 24 MAGGIO 2012: …omissis… A.D.R. io ho fatto parte del clan dei Casalesi sin dal 1991. Facevo parte del gruppo di Vincenzo ZAGARIA, Dario DE SIMONE e Francesco BIONDINO. Sin dal primo momento ho saputo che la famiglia SCHIAVONE aveva rapporti con la famiglia PASSARELLI, in particolare direttamente Francesco SCHIAVONE detto Sandokan, aveva rapporti prima con il padre, Dante PASSARELLI, imputato con noi nel processo Spartacus 1 e poi con i figli, il più grande, Biagio, e il secondo, Franco. A.D.R. So che c’erano altri figli ma non so i loro nomi anche perché, i rapporti con il clan SCHIAVONE li hanno tenuti, dopo il padre, i figli, Biagio e Franco. Io ho conosciuto loro nel carcere di Santa Maria C.V., al reparto Tamigi, nel 1999/2000, essendo loro detenuti nel medesimo carcere al reparto Tamigi. Mi pare fossero detenuti per reati di truffa o comunque di natura fiscale. A.D.R. Anche il fratello di Francesco SCHIAVONE, Walter, aveva rapporti con la famiglia PASSARELLI. In particolare, ho ascoltato molte conversazioni tra Vincenzo ZAGARIA e Walter SCHIAVONE nel corso delle quali, Walterino riferiva che la famiglia PASSARELLI cambiava assegni per il clan SCHIAVONE. A.D.R. ho sentito anche quello che noi chiamiamo ‘il presidente’, cioè Sebastiano FERRARO, che è stato imputato con me sia in Spartacus 1 che in Spartacus 3, che si rivolgeva alla famiglia PASSARELLI, in particolare a Dante, per cambiare assegni. …omissis… Trova riscontro la circostanza relativa alla comune detenzione del collaboratore coi fratelli PASSARELLI presso il padiglione Tamigi del carcere di Santa Maria C.V.: è stato accertato che il GUERRA, ha occupato la stanza 16 del IV piano del padiglione Tamigi dal 17.05.1999 al 26.01.2000 mentre PASSARELLI Biagio e PASSARELLI Franco hanno entrambi occupato la stanza 8 del IV piano del padiglione Tamigi dal 21.08.1999 al 29.10.1999, venendo poi scarcerati e sottoposti agli arresti domiciliari. Trovano riscontro anche le informazioni fornite da GUERRA circa la posizione giuridica dei due fratelli PASSARELLI in quel frangente carcerario: il collaboratore ricorda che erano detenuti per …reati di truffa o comunque di natura fiscale… ed effettivamente, PASSARELLI Biagio e Franco erano stati sottoposti a custodia cautelare in carcere nell’ambito del già citato procedimento penale numero 5495/97 RG della Procura della Repubblica 57 di Santa Maria C.V. per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato e della Comunità Europea ed evasione dall’imposta sul valore aggiunto. Quanto ai rapporti diretti tra SCHIAVONE Walter e la famiglia PASSARELLI, circostanza che il collaboratore dichiara di aver appreso assistendo alle discussioni del proprio capo, ZAGARIA Vincenzo, con lo stesso SCHIAVONE Walter, così come pure la pratica del cambio assegni e il ruolo del presidente FERRARO Sebastiano (nomignolo evidentemente riferito alla carica ricoperta dal FERRARO nell’ambito della società sportiva dell’Albanova Calcio), si tratta di fatti accertati non solo nel corso del processo Spartacus, ma anche attraverso i riscontri operati alle ulteriori fonti di prova, principalmente dichiarative, acquisiste nell’ambito di questa indagine. Nella successiva parte del proprio interrogatorio il GUERRA ha dichiarato: DALL’INTERROGATORIO DI GUERRA GIUSEPPE NAZARIO DEL 24 MAGGIO 2012: …omissis… In ogni caso, io ho sentito la famiglia SCHIAVONE dire che, prima il padre, poi i figli, erano a disposizione del clan. Vincenzo ZAGARIA, parlando con Walter SCHIAVONE, diceva anche che Dante PASSARELLI gestiva i soldi di Francesco SCHIAVONE Sandokan. Questa cosa l’ho sentita io direttamente e mi è stata poi confermata durante il processo Spartacus 1, da Peppinotto tre bastoni, cioè CATERINO Giuseppe, nonché da Mario ‘a botta, ossia CATERINO Mario, nonché dallo stesso PANARO Sebastiano, che la famiglia PASSARELLI era ‘prestanome’ della famiglia SCHIAVONE, cioè gestiva i soldi direttamente di Ciccio SCHIAVONE, cioè Sandokan. A.D.R.: Fino al 2006/2007 ho appreso direttamente da Vincenzo SCHIAVONE, detto copertone, che anche i figli di dante PASSARELLI, cioè Biagio e Franco, svolgevano lo stesso ruolo del padre, questa volta per Nicola SCHIAVONE, cioè gestivano i soldi di Nicola SCHIAVONE ed erano i suoi prestanomi. A.D.R.: nei colloqui che ho ascoltato sempre tra SCHIAVONE Vincenzo e Walter SCHIAVONE, ho appreso – sempre nel 1993/1994 – quando SCHIAVONE Francesco Sandokan era latitante, che Walterino, che gestiva la cassa del clan, aveva anche lui rapporti con Dante PASSARELLI al posto del fratello. A.D.R.: Tutti sapevamo – e quindi anche io perché era fatto notorio tra tutti gli associati al clan SCHIAVONE – che PASSARELLI Dante era l’intestatario della barca di Walter SCHIAVONE, che lui possedeva e aveva ormeggiato al Villaggio Coppola. Se non ricordo male, la barca che utilizzava Walter SCHIAVONE, era stata acquistata direttamente da Dante PASSARELLI con i soldi che gestiva per conto del clan SCHIAVONE e lui stesso, se non ricordo male, era l’intestatario della barca. …omissis… Anche in questo caso, il collaboratore indica circostanze legandole a personaggi il cui ruolo è pacificamente confermato anche da numerosi altri collaboratori di giustizia sentiti sul punto. Per l’attendibilità del collaboratore, quanto dichiarato dal GUERRA trova conferma nei seguenti riscontri oggettivi: 1. CATERINO Giuseppe, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 19.01.1954 detto Peppinotto trebastoni, CATERINO Mario, nato a Casal di Principe (CE) il 14.06.1957 detto Mario ‘a botta, PANARO Sebastiano, nato a Casal di Principe (CE) il 10.08.1969, come il GUERRA, sono stati effettivamente tutti imputati nell’ambito del noto processo Spartacus 1; 58 2. SCHIAVONE Vincenzo, detto copertone, nato a Casal di Principe (CE) il 10.10.1974, così come SCHIAVONE Nicola, figlio di Francesco detto Sandokan, erano liberi nel 2006/2007, ovvero nel periodo in cui il collaboratore avrebbe appreso del ruolo di prestanome svolto da PASSARELLI Biagio e Franco con SCHIAVONE Nicola proseguendo il rapporto che in precedenza aveva legato i genitori degli stessi. Lo stesso collaboratore di giustizia, in quel periodo (precisamente, dall’agosto al dicembre del 2006 e dal giugno del 2007 al 30.09.2008) era libero nella persona; 3. SCHIAVONE Francesco, detto Sandokan, nato a Casal di Principe (CE) il 03.03.1954, risulta esser stato latitante dal Novembre del 1993 sino al suo arresto dell’11.07.1998. Negli stessi anni, e sino al 07.02.1996, il fratello SCHIAVONE Walter era libero nella persona e, con riferimento a quel periodo, viene concordemente indicato quale referente di spicco del clan dei Casalesi per la famiglia SCHIAVONE. SCHIAVONE Vincenzo detto copertone, come già detto, nel 1993/1994 (ed anche il 07.02.1996, giorno dell’arresto di SCHIAVONE Walter) era anche lui libero nella persona così come lo era il GUERRA. Sempre in quegli anni, PASSARELLI Dante era ancora vivo, essendo deceduto il 04.11.2004; 4. Trova riscontro (e se n’è anche più volte parlato nel corso di questa informativa) la circostanza relativa allo yacht denominato Anfra III, intestato a PASSARELLI Dante ma di fatto in uso a Walter SCHIAVONE e ad altri componenti della famiglia di quest’ultimo. DALL’INTERROGATORIO DI GUERRA GIUSEPPE NAZARIO DEL 24 MAGGIO 2012: …omissis… A.D.R.: Sono a conoscenza, inoltre, di un interesse della famiglia PASSARELLI A Maddaloni in alcuni supermercati per i quali gestivano gli interessi della famiglia SCHIAVONE e per i quali, poi, entrarono in contatto con i maddalonesi, in particolare con il gruppo facente capo a FARINA Antonio, ora collaboratore se non sbaglio. A.D.R.: Non sono a conoscenza di quali interessi effettivamente si trattasse ma, quando ero in carcere, durante la trattazione di Spartacus 1, con i miei coimputati – cioè Mario CATERINO, Peppinotto CATERINO – loro mi riferirono che i PASSARELLI, in particolare i figli, erano coinvolti nella gestione di questi supermercati per conto degli SCHIAVONE, senza indicarmi, però, i particolari di ciò. …omissis… La circostanza, genericamente indicata dal collaboratore, è chiaramente riferita all’estorsione ai danni dell’Alvi Spa, per la quale PASSARELLI Biagio e Franco sono stati imputati e assolto il primo e condannato il secondo. DALL’INTERROGATORIO DI GUERRA GIUSEPPE NAZARIO DEL 24 MAGGIO 2012: …omissis… Posso inoltre riferire che io sono sicuro che la famiglia PASSARELLI sia ‘una cosa’ con la famiglia SCHIAVONE sin dagli anni ’90 perché, verso il Gennaio del 1999, quando mi sono incontrato con Salvatore CANTIELLO, detto Carusiello, lo stesso mi ha detto che voleva fare delle attività estorsive nei confronti della famiglia PASSARELLI, che in quel periodo gestiva lo zuccherificio IPAM, se non ricordo male, e avevano distribuzione di alimenti, in quanto aveva 59 bisogno di trovare fondi per il suo ‘gruppo’ dopo la scissione dalla famiglia BIDOGNETTI ma che aveva dovuto desistere da ciò in quanto, se avesse compiuto tale estorsione, si sarebbe dovuto mettere contro la famiglia SCHIAVONE. Questa circostanza mi confermò gli stretti legami tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE. Allo stato non ricordo altro in relazione a tali rapporti. …omissis… Preliminarmente va detto che nel Gennaio del 1999, sia il collaboratore che CANTIELLO Salvatore, detto carusiello, nato a Casal di Principe (CE) il 18.01.1970, erano liberi. Sotto il profilo oggettivo, la circostanza descritta dal GUERRA, appresa dal CANTIELLO, illustra la sistematica protezione di cui ha sempre beneficiato la famiglia PASSARELLI grazie al legame diretto col vertice del clan dei Casalesi, ovverosia con la famiglia SCHIAVONE. Nella parte finale dell’interrogatorio, GUERRA Giuseppe Nazario ha riconosciuto in fotografia i personaggi citati nel corso dell’escussione: DALL’INTERROGATORIO DI GUERRA GIUSEPPE NAZARIO DEL 24 MAGGIO 2012: …omissis… A questo punto, l’Ufficio sottopone a GUERRA Giuseppe Nazario il fascicolo fotografico composto da numero 32 effigi a colori, con legenda a parte, contraddistinto dal numero 336/5-40 del 23.05.2012, predisposto dai CC Comando Provinciale Nucleo Investigativo di Caserta, che viene acquisito al presente verbale di interrogatorio e ne diviene parte integrante. omissis… Viene sottoposta la foto numero 2: A.D.R.: Mi pare sia Franco PASSARELLI, figlio di Dante PASSARELLI. Non sono sicuro che sia lui perché non lo vedo dal 1999. Lui è quello di cui ho parlato prima in relazione ai rapporti con la famiglia SCHIAVONE. L’ufficio dà atto che la foto numero 2 ritrae PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe (CE) il 25.05.1965. …omissis… Viene sottoposta la foto numero 3: A.D.R.: Ha un volto conosciuto ma non mi pare di riconoscerlo. L’ufficio dà atto che la foto numero 3 ritrae NATALE Carmine, nato a Casal di Principe (CE) il 02.03.1957, detto a cacata. A.D.R.: ora che mi dite il nome e soprattutto dopo che mi dite il soprannome, mi ricordo chi è. E’ uno che ha avuto stretti rapporti con il clan dei Casalesi, in particolare con CANTIELLO Salvatore, setto carusiello, ed è amico anche dei figli di dante PASSARELLI. Lui ha svolto diversi compiti per il clan SCHIAVONE tra i quali estorsioni, recupero crediti, cambiava assegni …omissis… Viene sottoposta la foto numero 4: A.D.R.: Io non l’ho mai conosciuto di persona fuori dal carcere, ma dalla foto mi pare sia il soggetto che noi chiamiamo doichland. Lui era detenuto insieme a me, nel carcere di Santa Maria C.V., reparto Tevere, non ricordo il periodo nel quale eravamo detenuti insieme; l’unica cosa che ricordo che, in quel periodo, stavamo insieme al Reparto Tevere. Anche lui era un soggetto vicino al clan dei Casalesi che operava in stretti rapporti con la famiglia PASSARELLI. Se non ricordo 60 male il suo cognome è CANTIELLO. Non so però effettivamente che tipo di rapporti avesse con la famiglia PASSARELLI; se non ricordo male, per come mi disse lui, era imputato insieme ai PASSARELLI e ai maddalonesi. L’ufficio dà atto che la foto numero 4 ritrae CANTIELLO Vincenzo, nato a Casal di Principe (CE) il 04.05.1954 detto doichland. A.D.R.: Ora che me lo dite mi ricordo che, effettivamente, si chiamava in questo modo. In ogni caso, io lo conoscevo col soprannome doichland. …omissis… Viene sottoposta la foto numero 6: A.D.R.: Riconosco nella foto numero 6 Antonio FARINA, del clan dei maddalonesi di cui ho parlato prima. Io non lo vedo da un sacco di anni ma mi pare essere proprio lui. L’ufficio dà atto che la foto numero 6 ritrae FARINA Antonio, nato a Maddaloni (CE) il 25.07.1962; Viene sottoposta la foto numero 7: A.D.R.: Non riconosco la persona effigiata. L’ufficio dà atto che la foto numero 7 ritrae PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe (CE) il 21.10.1963; A.D.R.: ora che mi dite che è lui io l’ho conosciuto in carcere ma, in questa foto, non mi sembra lui. Lui è stato detenuto con me insieme al fratello Franco al quarto piano del Reparto Tamigi del carcere di Santa Maria C.V., nel 1999/2000. …omissis… Viene sottoposta la foto numero 12: A.D.R.: Riconosco nella foto CORVINO Rodolfo. E’ un componente del clan SCHIAVONE…omissis… L’ufficio dà atto che la foto numero 12 ritrae CORVINO Rodolfo, nato a Caserta il 23.04.1971; …omissis… Viene sottoposta la foto numero 18: A.D.R.: se non vedo male, la persona ritratta è Nicola SCHIAVONE, figlio di Ciccio SCHIAVONE. Io me lo ricordo così nel 2008, cioè quando io fui arrestato L’ufficio dà atto che la foto numero 18 ritrae SCHIAVONE Nicola, nato a Loreto (AN) l’11.04.1979; Viene sottoposta la foto numero 19: A.D.R.: Riconosco nella persona effigiata mario ‘a botta, cioè CATERINO Mario, ‘contabile’ del gruppo SCHIAVONE, personalmente di Francesco Sandokan, di cui ho parlato prima. L’ufficio dà atto che la foto numero 19 ritrae CATERINO Mario, nato a Casal di Principe (CE) il 14.06.1957; …omissis… Viene sottoposta la foto numero 24: A.D.R.: Riconosco nella foto Nicola PANARO, detto il principino, cugino di camardone, PANARO Sebastiano, altro affiliato al clan SCHIAVONE con ruoli direttivi. Lui ha comandato dopo l’arresto di Sandokan sino a quando il gruppo non è stato preso in mano e diretto dal figlio di Sandokan, SCHIAVONE Nicola…omissis… L’ufficio dà atto che la foto numero 24 ritrae PANARO Nicola, nato a Casal di Principe il 12.09.1968; 61 …omissis… CANTONE Francesco, detto o’malapelle, affiliato di spicco del clan dei Casalesi e referente dell’organizzazione nei periodi di latitanza e detenzione del fratello CANTONE Raffaele, risulta aver militato nelle fila dell clan sin dagli anni ’80, quando il sodalizio criminale era ancora capeggiato da BARDELLINO Antonio. La sua collaborazione con la giustizia, risalente al 31.05.2010, ha da subito fornito un rilevante contributo dichiarativo sia per la ricostruzione degli assetti delle organizzazioni criminali operanti in Provincia di Caserta, sia per far luce su importanti e gravissimi eventi delittuosi, di cui in parte è stato anche autore. Anche in questo caso, si tratta di un collaboratore che ha vissuto in prima persona l’evoluzione del clan dei Casalesi della seconda metà degli anni ’90 proseguita poi nel 2000 ed oltre; sentito specificamente sui rapporti tra l’organizzazione mafiosa casalese e la famiglia PASSARELLI, CANTONE Francesco ha dichiarato: DALL’INTERROGATORIO DI CANTONE FRANCESCO DEL 29 MAGGIO 2012: …omissis… A.D.R.: Conosco Dante PASSARELLI sin dal 1982/83, anni in cui io appartenevo al clan dei Casalesi frazione BARDELLINO. Già sapevo che la famiglia PASSARELLI era collegata a BARDELLINO. In particolare, sono venuto a conoscenza che BARDELLINO utilizzava Dante PASSARELLI per il reimpiego dei denari provento dell’attività illecita. In poche parole, Dante PASSARELLI riciclava i soldi di BARDELLINO. Posso riferire in particolare, che in quell’epoca, con il gruppo che faceva capo a Enzo DE FALCO, di cui facevano parte Dario DE SIMONE, Luigi il marsigliese, Vincenzo ZAGARIA, Antonio IOVINE, abbiamo compiuto una serie di attività estorsive nei confronti dei titolari di industrie di raccolta pesche nonché fabbriche nelle quali si trasformavano i prodotti agricoli e, quando andavamo a fare le estorsioni, ci dicevano che occorreva ottenere molti proventi in quanto erano in corso attività di reinvestimento dei soldi. …omissis… La circostanza relativa al controllo dei centri di raccolta della frutta (precisamente anche delle pesche) trova ampia conferma anche nel racconto fatto proprio dal collaboratore di giustizia DE SIMONE Dario (cfr. atti processuali delle operazioni Spartacus ed AIMA). DALL’INTERROGATORIO DI CANTONE FRANCESCO DEL 29 MAGGIO 2012: …omissis… In particolare, parlando con Enzo DE FALCO e con lo stesso Dario DE SIMONE, mi dissero che una delle attività di reimpiego consisteva nell’acquistare del terreno in Lusciano, nella zona detta ‘le mura di martino”, cioè nella zona vicino alla proprietà della famiglia DE CICCO. Questa circostanza mi fu confermata anche da Luigi il marsigliese ; io non so poi quale terreno sia stato effettivamente acquistato; posso solo riferire che, negli anni successivi, in particolare negli anni ’90, quando sono andato a casa di Dante PASSARELLI, io sono andato a Lusciano e quindi so che lui aveva proprietà a Lusciano proprio vicino alle ‘mura di martino’, che era la zona nella quale bisognava investire negli anni ’90. Quindi ritengo che siano quelli i terreni acquistati con i 62 proventi delle attività illecite del gruppo DE FALCO, gruppo comunque sovraordinato da BARDELLINO. …omissis… I beni di cui parla il collaboratore sono stati individuati nel terreno e negli appartamenti ubicati in Lusciano Via Leopardi/Via De Gasperi, già oggetto di sequestro preventivo nel 1996 nell’ambito del procedimento Spartacus, poi sottoposti a sequestro con decreto M.P. numero 96/2009 e numero 08/2010 ex art. 2 ter, comma 11, l. 575/1965 emesso dal Tribunale di Santa Maria C.V. – Sez. M.P. ed infine a sequestro preventivo, ex art. 321 cpp, numero 26877/2010 RGNR del 13.07.2010, ai quali si è già fatto più volte riferimento Ancora, CANTONE, nel corso dello stesso interrogatorio: DALL’INTERROGATORIO DI CANTONE FRANCESCO DEL 29 MAGGIO 2012: …omissis… A.D.R.: Dopo la morte di BARDELLINO, negli anni ‘89/90, nel corso di una riunione svolta a Parete, nella quale hanno partecipato io, Francesco BIDOGNETTI cicciotto, FERRARO Raffaele e FELICIELLO Domenico, PEZZELLA Francesco e, forse Luigi DIANA, abbiamo parlato dei beni che erano intestati ai vari ‘prestanome’ di BARDELLINO e quindi anche dei beni di PASSARELLI e si disse che, dopo la morte di BARDELLINO, tutti questi beni da ‘San Cipriano’, cioè dalla famiglia BARDELLINO, dovevano passare a ‘Casale’, intendendo con ciò la famiglia SCHIAVONE. Si disse che queste persone erano già state contattate per comunicare loro che i beni che erano formalmente intestati a loro, passavano sotto il diretto controllo della famiglia SCHIAVONE. A.D.R.: Negli anni successivi, cioè fino a prima del ’93, ossia prima dell’arresto di Francesco BIDOGNETTI, io sono andato a chiamare almeno due o tre volte Dante PASSARELLI a Lusciano, per comunicargli della necessità di un incontro con Cicciotto, per concordare le modalità di gestione dei beni. Io non so poi effettivamente in cosa sia consistito l’incontro perché io non ho partecipato. Io era incaricato solo di comunicare a PASSARELLI della necessità di svolgere tale incontro con BIDOGNETTI. Preciso che, in quell’epoca, BIDOGNETTI era ‘tutt’uno’ con la famiglia SCHIAVONE. …omissis… La circostanza è compatibile tenendo conto dei periodi di detenzione del collaboratore e degli altri soggetti citati: CANTONE Francesco, BIDOGNETTI Francesco, nato il 29.01.1951, FERRARA Raffaele, nato il 22.09.1966, FELICIELLO Domenico, nato l’1.01.1959, PEZZELLA Francesco, nato il 30.12.1955, e DIANA Luigi, nato il 20.08.1968, da accertamenti alla banca dati dell’Amministrazione Penitenziaria risultano tutti liberi per tutto il 1989; per il 1990, gli stessi soggetti risultano liberi per l’intero anno – tutti tranne BIDOGNETTI Francesco che viene arrestato il 28.06.1990 e scarcerato il successivo 10.02.1992. Trova riscontro, in ultimo, l’arresto di BIDOGNETTI Francesco il 18.12.1993, data dalla quale non è mai più tornato in libertà. Trova riscontro in una verità processuale ormai consolidata anche il passaggio della gestione del clan dei Casalesi alle famiglia SCHIAVONE/BIDOGNETTI al termine della faida interna con colui che ne era stato il fondatore, cioè BARDELLINO Antonio. 63 Nella parte finale dell’interrogatorio reso dal CANTONE il 29.05.2012, con riferimento ad un periodo in cui egli era detenuto da quasi un decennio, emerge un altro formidabile riscontro agli elementi prodotti con questa indagine, che solidifica per un verso l’attendibilità delle dichiarazioni rese dal collaboratore, per altro verso gli elementi probatori a carico degli indagati in relazione ai fatti oggetto di imputazione DALL’INTERROGATORIO DI CANTONE FRANCESCO DEL 29 MAGGIO 2012: …omissis… A.D.R.: Successivamente, quando sono stato detenuto, in carcere, parlando con Alessandro CIRILLO e con lo steso SETOLA Giuseppe, coi quale sono stato detenuto in particolare, col CIRILLO nel carcere di Avellino, col SETOLA nel carcere di Santa Maria C.V., mi dissero che PASSARELLI era legato alla famiglia SCHIAVONE, in particolare PASSARELLI riciclava i soldi della famiglia SCHIAVONE. Questa circostanza mi è stata confermata nel 2009 o comunque prima che io collaborassi (2010), nel corso della detenzione comune presso il carcere di Santa Maria C.V. da NATALE Carmine, detto Carmine ‘a cacata, persona da me conosciuta molto bene legata a carusiello nel periodo in cui lo stesso carusiello compì la scissione dal gruppo BIDOGNETTI. Il NATALE faceva da tramite tra me e carusiello per avere favori, tra i quali un recupero di soldi da persone di Sant’Antimo che vendevano la ‘pelle’, recupero che fu effettuato da me con l’aiuto dei VERDE di Sant’Antimo a cui io stesso mi rivolsi. A.D.R.: Quando eravamo nel carcere NATALE mi disse di essere stato implicato in una vicenda relativa ad uno zuccherificio di PASSARELLI, zuccherificio che in realtà faceva capo agli SCHIAVONE, per un’intermediazione con il gruppo dei Maddalonesi, in particolare il gruppo FARINA; non mi specificò bene di che cosa effettivamente si trattasse. Mi disse di essere intervenuto in tale attività di intermediazione tra PASSARELLI e il gruppo maddalonese, intervento che lui aveva effettuato proprio perché gli era stato comandato dalla famiglia SCHIAVONE. A.D.R.: Insieme a FARINA nel gruppo dei maddalonesi vi era un altro soggetto che forse aveva sposato una aprente di Carmine e che era stato tanti anni in Germania, di cui ora però non mi ricordo il cognome anzi, ora che ci penso bene, mi ricordo che il soprannome era doichland. In quell’occasione NATALE mi ribadì che i soldi dei PASSARELLI erano degli SCHIAVONE, come tutti ben sapevano. …omissis… A.D.R.: Io conoscevo bene Dante PASSARELLI; ho incontrato in carcere il figlio ma con lui non ho mai avuto rapporti. A.D.R.: CIRILLO e lo stesso SETOLA mi dissero che loro, pur operando su Villa Literno, non potevano toccare i PASSARELLI, che erano direttamene collegati agli SCHIAVONE e quindi, se avessero toccato i PASSARELLI, avrebbero dovuto prima ammazzare gli SCHIAVONE. Questa cosa era rimasta uguale anche dopo la morte di Dante PASSARELLI e quindi anche con i figli. Lo stesso SETOLA mi disse che quando sarebbe uscito dal carcere non avrebbe guardato in faccia a nessuno e quindi si sarebbe rivolto anche ai PASSARELLI nonostante lo stretto legame con gli SCHIAVONE. A.D.R.: Sono a conoscenza che Dante PASSARELLI, oltre a reinvestire i soldi del clan faceva una serie di favori, tra i quali il cambio di assegni; io stesso sono direttamente a conoscenza di questa sua attività per conto del clan in quanto ne ho parlato direttamente sia con Dario DE SIMONE che con altri soggetti che cambiavano gli assegni del clan con PASSARELLI. 64 A.D.R.: Più volte, sia Dario DE SIMONE che Luigi il marsigliese cioè BASILE Luigi, mi hanno confermato che i soldi del clan venivano investiti dai PASSARELLI e che prima o poi anche io avrei avuto la mia quota sui terreni acquistati a nome dei PASSARELLI. A.D.R.: Oltre quanto mi disse in carcere Carmine NATALE io non sono a conoscenza di altre circostanze che riguardano i figli di PASSARELLI. Allo stato non sono in grado di dire oltre sulla famiglia PASSARELLI se non ribadire che, con chiunque parlavi del clan dei Casalesi, tutti sapevano che la famiglia PASSARELLI apparteneva al clan dei Casalesi. Ribadisco che ciò è stato dimostrato anche dal fatto che, quando facevo parte del gruppo SETOLA, lo stesso SETOLA e i vari reggenti del gruppo succedutisi nel tempo durante il periodo in cui SETOLA era detenuto, non potevano in alcun modo operare alcuna attività estorsiva sui PASSARELLI nonostante gli stessi operassero nel territorio di Villa Literno, territorio assegnato ai bidognettiani e poi a SETOLA, in quanto erano ‘gente’ dei Casalesi e quindi l’estorsione nei loro confronti avrebbe comportato la reazione della famiglia SCHIAVONE. A.D.R.: Ho sentito SETOLA in carcere dire che, una volta scarcerato, avrebbe voluto operare attività estorsive anche nei confronti dei PASSARELLI, nonostante fossero tutt’uno con la famiglia SCHIAVONE, ma poi non so effettivamente se ciò si sia effettivamente verificato. …omissis… Anche in questo caso, i riscontri alle circostanze indicate dal collaboratore sono positivi e muovono dagli accertamenti alla banca dati del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per la verifica dei periodi di comune detenzione: il collaboratore risulta esser stato detenuto presso il carcere di Avellino – Bellizzi dal 27.01.2001 all’8.03.2006; nel periodo dal 27.08.2001 al 13.07.2004, presso lo stesso istituto risulta esser stato ristretto anche CIRILLO Alessandro, detto ‘o sergente, nato a Caserta il 12.11.1976. CANTONE Francesco è stato poi trasferito presso il carcere di Santa Maria C.V., dove è stato ristretto dall’8.03.2006 al 03.06.2010. In tale lasso temporale ha potuto incontrare: - SETOLA Giuseppe, nato a Santa Maria C.V. (CE) il 05.11.1970, il quale risulta essere stato ristretto presso la stessa Casa Circondariale nei periodi 14.08.2004/18.11.2006, 16.12.2006/24.01.2007, 14.01.2009 (giorno dell’arresto dopo la sua evasione del Maggio 2008)/16.01.2009; - NATALE Carmine, detto ‘a cacata, nato a Casal di Principe (CE) 02.03.1957, il quale è ristretto presso la stessa Casa Circondariale dal 16.09.2009; - PASSARELLI Franco, fu Dante, nato a Casal di Principe (CE) il 24.05.1965, il quale risulta esser stato detenuto presso la stessa Casa Circondariale dal 17.03.2009 al 24.07.2010. Più avanti, nel corso dell’interrogatorio, procedendo al riconoscimento fotografico del PASSARELLI, il collaboratore indicherà anche i reparti di appartenenza: lui al Tamigi, PASSARELLI Franco al Tevere, circostanza corrispondente al vero, come si evince dall’esito degli accertamenti compiuti presso la Casa Circondariale di Santa Maria C.V. Anche sotto il profilo oggettivo le circostanze apprese in carcere dal collaboratore trovano ampio riscontro con quanto emerso nel corso di indagine: la prima di esse, relativa all’implicazione di NATALE Carmine nell’intermediazione con il gruppo FARINA di Maddaloni per una vicenda riguardante lo zuccherificio dei PASSARELLI, è da identificare nella icenda estorsiva ai danni dell’Alvi Spa, per la quale il NATALE è già stato condannato in sede di giudizio abbreviato, 65 PASSARELLI Franco è stato condannato in sede di giudizio ordinario e PASSARELLI Biagio è stato assolto in sede di giudizio ordinario. La seconda circostanza, inerente alle intenzioni del criminale SETOLA Giuseppe, non appena tornato in libertà, di non voler guardare in faccia a nessuno nell’imposizione di tangenti, ivi compresa la famiglia PASSARELLI, trova ampio riscontro nei fatti accertati con le indagini di cui al procedimento penale numero 60470/2008 RGNR Nella parte finale del proprio interrogatorio, Francesco CANTONE procede ai riconoscimenti fotografici dei personaggi indiìcati in precedenza: DALL’INTERROGATORIO DI CANTONE FRANCESCO DEL 29 MAGGIO 2012: …omissis… A questo punto, l’Ufficio sottopone a CANTONE Francesco il fascicolo fotografico composto da numero 32 effigi a colori, con legenda a parte, contraddistinto dal numero 336/5-40 del 23.05.2012, predisposto dai CC Comando Provinciale Nucleo Investigativo di Caserta, che viene acquisito in copia originale al presente verbale di interrogatorio e ne diviene parte integrante. …omissis… Viene sottoposta la foto numero 2: A.D.R.: Non conosco la persona effigiata nella foto. L’ufficio dà atto che la foto numero 2 ritrae PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe (CE) il 24.05.1965. A.D.R.: Ora che mi dite il nome mi ricordo di averlo visto nel carcere di Santa Maria C.V.; io ero detenuto al Tamigi e lui se non sbaglio al Tevere. Viene sottoposta la foto numero 3: A.D.R.: Riconosco nella foto NATALE Carmine detto carminuccio ‘a cacata di cui ho parlato precedentemente nel corso del verbale. L’ufficio dà atto che la foto numero 3 ritrae NATALE Carmine, nato a Casal di Principe (CE) il 02.03.1957, detto a cacata. Viene sottoposta la foto numero 4: A.D.R.: Non riconosco la persona effigiata nella foto. L’ufficio dà atto che la foto numero 4 ritrae CANTIELLO Vincenzo, nato a Casal di Principe (CE) il 04.05.1954 detto doichland. A.D.R.: Conosco bene il doichland ma non mi sembra lui nella foto. Io e lui siamo stati detenuti insieme presso il carcere di Santa Maria C.V. negli anni ‘97/98. Sono a conoscenza che lui ha sposato una figlia di NATALE Giuseppe, detto Peppiniello. So essere stato uomo che per conto degli SCHIAVONE ha curato i rapporti con il gruppo dei Maddalonesi per gli affari illeciti del clan. So che negli ultimi tempi, in carcere, è stato un po’ messo da parte in quanto gli SCHIAVONE gli rimproveravano che, proprio nella vicenda dello zuccherificio dei PASSARELLI, aveva fatto delle dichiarazioni contro il clan SCHIAVONE. Mi ricordo che CORVINO Rodolfo mi disse che lui era stato un infame in quanto, con le sue dichiarazioni, aveva confermato la tesi accusatoria nei confronti del clan degli SCHIAVONE. …omissis… CANTIELLO Vincenzo, soprannominato ‘o doich, è stato detenuto presso il carcere di Santa Maria C.V. dal 12.02.1996 al 26.02.1998; il collaboratore ha trascorso, presso lo stesso carcere, i periodi 66 compresi tra il 19.01.1996 e il 04.04.1996, nonché quello compreso tra il 18.01.1997 e il 12.05.1998; in tali periodi ha potuto incontrare CANTONE RAFFAELE. Quando il collaboratore parla dell’intermediazione con i maddalonesi per la vicenda riguardante lo zuccherificio dei PASSARELLI si è già detto che il riferimento è vicenda dell’estorsione all’Alvi Spa, vicenda nell’ambito della quale CANTONE Francesco attribuisce – correttamente – un ruolo anche al CANTIELLO (che, come detto, per tale delitto è stato arrestato il 27.12.2006 e poi condannato in via definitiva). La circostanza del risentimento da parte del clan dei Casalesi, dovuto alle dichiarazioni del doich capaci di danneggiare il clan Schiavone, è da inquadrarsi nel contenuto dell’interrogatorio reso da CANTIELLO Vincenzo al P.M. Dr. Giovanni CONZO della Procura di napoli- Direzione Distrettuale Antimafia, dopo il suo arresto per l’estorsione all’Alvi Spa, dichiarazioni che effettivamente sono state utilizzate quale ulteriore elemento di prova per la contestazione dello stesso delitto a PASSARELLI Franco e Biagio, con la successiva ordinanza di custodia cautelare del 09.03.2009 L’interrogatorio del CANTONE prosegue con ulteriori riconoscimenti fotografici: DALL’INTERROGATORIO DI CANTONE FRANCESCO DEL 29 MAGGIO 2012: …omissis… Viene sottoposta la foto numero 6: A.D.R.: Riconosco FARINA Antonio, capo clan di Maddaloni a cui ho fatto riferimento precedentemente. So che lui, attualmente, è collaboratore di giustizia. L’ufficio dà atto che la foto numero 6 ritrae FARINA Antonio, nato a Maddaloni (CE) il 25.07.1962; …omissis… Viene sottoposta la foto numero 12: A.D.R.: E’ CORVINO Rodolfo, affiliato al clan SCHIAVONE. Lui ha fatto da tramite tra la famiglia PASSARELLI, per conto degli SCHIAVONE, e il gruppo di FARINA a Maddaloni. Questa cosa l’ha svolta già da molti anni. Infatti, nel corso della detenzione comune nel carcere di Santa Maria C.V. nel reparto Tamigi, già negli anni ’98 si parlava di ciò, durante la detenzione anche di FARINA e DE MATTEO Angelo, anche loro detenuti presso lo stesso carcere di santa Maria C.V., reparto Tamigi. Il suo intento era quello di entrare a Maddaloni, cioè di acquisire il controllo della città di Maddaloni, per combattere ed andare contro la famiglia BELFORTE che riteneva essere responsabile della morte del padre. L’ufficio dà atto che la foto numero 12 ritrae CORVINO Rodolfo, nato a Caserta il 23.04.1971; …omissis… Viene sottoposta la foto numero 18: A.D.R.: Riconosco nella foto Nicola SCHIAVONE, figlio di Francesco SCHIAVONE Sandokan, reggente del clan fino al suo arresto. L’ufficio dà atto che la foto numero 18 ritrae SCHIAVONE Nicola, nato a Loreto (AN) l’11.04.1979; Viene sottoposta la foto numero 19: A.D.R.: Riconosco Mario CATERINO, detto á botta, persona di fiducia di Francesco SCHIAVONE detto Sandokan. Lui aveva i rapporti con tutti e quindi anche con la famiglia PASSARELLI per conto del clan SCHIAVONE. 67 L’ufficio dà atto che la foto numero 19 ritrae CATERINO Mario, nato a Casal di Principe (CE) il 14.06.1957; …omissis… LUCARIELLO Orlando è un altro affiliato di spicco del clan dei Casalesi, legato in particolar modo alle famiglie SCHIAVONE e RUSSO. Dalla fine del 2011 collabora con la giustizia e, come CANTONE Francesco, anche lui ha militato nelle fila dell’organizzazione casalese sin dalla fine degli anni ’80, vivendo in prima persona l’evoluzione subita dal clan nella seconda metà degli anni ’90 e quella che ha caratterizzato gli anni 2000 sino ai giorni nostri, partecipando e/o apprendendo di gravissimi delitti commessi dall’organizzazione criminale. In tale ambito si collocano le sue dichiarazioni, utili sia per ricostruire gli assetti delle organizzazioni criminali operanti in Provincia di Caserta, sia per far luce su importanti e gravissimi episodi delittuosi rimasti ancora insoluti. Specificamente sentito sui rapporti tenuti dall’organizzazione mafiosa casalese e la famiglia PASSARELLI, LUCARIELLO nell’interrogatorio del 30.05.2012 ha dichiarato: DALL’INTERROGATORIO DI LUCARIELLO ORLANDO DEL 30 MAGGIO 2012: …omissis… A.D.R.: Sono affiliato al clan dei casalesi dal 1988/89. Sono stato affiliato al clan dei casalesi da Enzo DE FALCO, detto ‘o fuggiasco e sin da quell’epoca sino a quando poi ho iniziato a collaborare ho fatto parte del clan dei casalesi. In tale contesto, sin dagli anni 89/90 sono stato sempre a conoscenza dei rapporti che erano esistenti tra la famiglia PASSARELLI e il clan dei casalesi. Quando parlo della famiglia PASSARELLI mi riferisco essenzialmente a Dante PASSARELLI, il titolare dello zuccherificio IPAM. I rapporti con il clan dei casalesi, da parte di Dante PASSARELLI, erano direttamente curati da Francesco SCHIAVONE detto Sandokan. L’importanza di tali rapporti e del ruolo che lo stesso dante PASSARELLI aveva, era dimostrata dalla circostanza che la famiglia PASSARELLI fosse ‘intoccabile’ e soprattutto Dante parlava e si rapportava solo ed esclusivamente con Francesco SCHIAVONE. A.D.R.: Quando dico che PASSARELLI aveva rapporti solo con Francesco SCHIAVONE intendo che PASSARELLI era un ‘socio occulto’ di Francesco SCHIAVONE, nel senso che investiva e riciclava i soldi direttamente della famiglia SCHIAVONE. In particolare, durante al mia militanza nel gruppo di Enzo DE FALCO, posso riferire che spesso con lo stesso DE FALCO e con gli altri uomini del gruppo, commentavamo della vicinanza tra PASSARELLI Dante e SCHIAVONE Francesco e del fatto che lui fosse un imprenditore direttamente riconducibile a Francesco SCHIAVONE, tanto da renderlo intoccabile, nel senso che nessun’attività estorsiva poteva essere compiuta nei suoi confronti né potevano essere pretese somme a titolo di partecipazione agli utili anche quando lo stesso veniva a svolgere attività commerciali nelle zone di nostra competenza. In particolare, io ero capo-zona di Gricignano d’Aversa, Orta di Atella e paesi limitrofi, in quel periodo, e non ho potuto mai operare nei confronti di PASSARELLI Dante proprio perché era direttamente riconducibile a Francesco SCHIAVONE. Voglio dire che queste cose le ho apprese direttamente durante la mia militanza nel clan dei casalesi, fazione DE FALCO, in quanto spesso noi, nelle riunioni operative, facevamo il rendiconto dei soggetti a noi ‘vicini’ nonché degli 68 imprenditori che erano ‘vicini’ alle altre fazioni del clan dei casalesi. Così come noi avevamo degli imprenditori nostri referenti, che in questo momento non ricordo, così la fazione SCHIAVONE aveva i suoi tra i quali, un ruolo importante aveva la famiglia PASSARELLI. Allo stesso modo, così come ho già riferito in altri interrogatori, altro imprenditore intoccabile – in quanto vicino alla famiglia SCHIAVONE – era COPPOLA. A.D.R.: Quando dopo la morte di Enzo DE FALCO vi è stata la scissione all’interno del clan dei casalesi e io sono passato alla fazione SCHIAVONE, gruppo RUSSO, direttamente da Giuseppe RUSSO, mio referente di zona, ho avuto conferma dello stretto legame tra Dante PASSARELLI e Francesco SCHIAVONE detto Sandokan. In particolare, Giuseppe RUSSO mi confermò che Dante PASSARELLI riciclava i soldi direttamente di Sandokan Francesco SCHIAVONE, circostanza che lo rendeva ‘intoccabile’; in quelle occasioni, Giuseppe RUSSO mi ribadì che, qualora avessimo avuto rapporti commerciali con la famiglia PASSARELLI, nelle zone di nostra competenza, non avremmo potuto pretendere alcun versamento di somme di denaro in quanto Dante PASSARELLI, proprio in virtù di tale ruolo, era protetto direttamente da Francesco SCHIAVONE. A.D.R.: Sia da DE FALCO prima, poi dallo stesso Giuseppe RUSSO e anche da Vincenzo ZAGARIA, ho appreso che nello zuccherificio IPAM di cui era titolare Dante PASSARELLI, erano stati investiti soldi propri della famiglia SCHIAVONE e quindi Sandokan aveva un interesse economico diretto nello zuccherificio; era praticamente ‘socio occulto’ dello zuccherificio IPAM. A.D.R.: Sono a conoscenza che proprio in virtù del ruolo che PASSARELLI aveva all’interno del clan dei casalesi, come colui che investiva i soldi provento delle attività illecite e anche della famiglia SCHIAVONE, altri beni intestati a Dante PASSARELLI erano stati acquistati direttamente con tali soldi e che vi erano altre attività economiche e commerciali della famiglia PASSARELLI che erano riconducibili direttamente al Francesco SCHIAVONE. A.D.R. Non sono in grado di indicare specificatamente quali siano i beni o le attività commerciali, oltre allo zuccherificio IPAM intestate a Dante PASSARELLI nelle quali vi erano dirette partecipazioni della famiglia SHCHIAVONE anche perché, così come ho già riferito precedentemente, Dante PASSARELLI aveva rapporti diretti con Francesco SCHIAVONE e quindi queste cose non venivano rese note a noi del clan. A.D.R.: Ricordo inoltre che negli anni 89/90/91, almeno fino alla morte di Enzo DE FALCO che è avvenuta nel marzo del 91, nella ‘cassa comune’ del clan dei casalesi confluivano una serie di assegni postdatati che ci venivano consegnati dagli imprenditori nel corso della nostra attività estorsive, relative soprattutto a cantieri e attività commerciali. Questi assegni venivano cambiati da una serie di imprenditori a noi vicini tra i quali vi era anche Dante PASSARELLI; nel caso in cui bisognasse consegnare a Dante PASSARELLI gli assegni da cambiare, proprio in virtù del rapporto che aveva con Francesco SCHIAVONE, noi del gruppo DE FALCO non potevamo rivolgerci direttamente a Dante PASSARELLI ma dovevamo consegnare gli assegni a SCHIAVONE Francesco detto Sandokan che poi provvedeva direttamente a consegnarli a Dante PASSARELLI e poi lui li versava nella ‘cassa comune’ del clan. Per tale ragione, ricordo che altro ruolo di PASSARELLI era proprio questo, di cambiare gli assegni. Nell’ambito del rapporto con la famiglia SCHIAVONE, ricordo anche che PASSARELLI aveva intestata una barca di cui no conosco le dimensioni, pur avendola vista, che era ormeggiata al porticciolo di Pinetamare, che veniva utilizzata da Walterino SCHIAVONE, fratello di Francesco Sandokan. Io sono stato invitato ad andare sulla barca ma, siccome non so nuotare, ho sempre rifiutato. 69 A.D.R.: Questa cosa della barca mi è stata detta direttamente da Giuseppe RUSSO, che eraamico intimo di Walterino. Io direttamente ho visto Walterino uscire con la barca intestata a Dante PASSARELLI. …omissis… A.D.R.: Non sono in grado di riferire che cosa poi sia accaduto della barca, anche perché, negli anni successivi, vi sono stati numerosi provvedimenti giudiziari che ci hanno riguardato, tra i quali soprattutto Spartacus 1, e quindi eravamo impregnati in altre cose più importanti che interessarci della barca di Walterino. …omissis… Sin qui, le dichiarazioni del collaboratore, inerenti alle storiche e stabili cointeressenze patrimoniali di PASSARELLI Dante con SCHIAVONE Francesco, alla pratica del cambio assegni quale tecnica di monetizzazione dei proventi estorsivi, da parte dell’organizzazione, nonché al possesso, da parte di SCHIAVONE Walter, di una barca intestata ai PASSARELLI, ripropongono già riferite da altri collaboratori e oggetto di riscontro da parte della Pg opernate a cui si è già fatto riferimento in precedenza. Proseguendo oltre, nel corso dello stesso interrogatorio il LUCARIELLO ha dichiarato: DALL’INTERROGATORIO DI LUCARIELLO ORLANDO DEL 30 MAGGIO 2012: …omissis… A.D.R.: Io non ho notizie dirette della morte di Dante PASSARELLI. Ufficialmente lui è morto per cause naturali, o comunque senza che vi sia la responsabilità di terzi ma, se devo dare una mia opinione personale, anche per gli sviluppi successivi nei rapporti tra la famiglia SCHIAVONE e la famiglia PASSARELLI, io penso che nella morte di Dante PASSARELLI siano coinvolti anche i figli, i quali, a differenza del padre che voleva uscirsene dal clan dopo Spartacus 1 e dopo i numerosi sequestri subiti, o comunque voleva allentare i rapporti con la famiglia SCHIAVONE, avevano intenzione invece di continuare e proseguire con lo stretto legame con la famiglia SCHIAVONE e per tale ragione avevano bisogno di liberarsi del padre. Dico ciò perché sono a conoscenza, proprio per il ruolo che io ho rivestito all’interno del clan SCHIAVONE, che, dopo la morte di Dante PASSARELLI, i figli, in particolare il primo figlio di Dante PASSARELLI, ha preso il posto del padre nel rapporto con la famiglia SCHIAVONE. Così come ho precedentemente riferito, i PASSARELLI erano titolari di una serie di beni ed attività commerciali nelle quali erano soci occulti la famiglia SCHIAVONE, in particolare Francesco SCHIAVONE e i suoi più diretti familiari e pertanto, dopo la morte di Dante PASSARELLI, i rapporti economici sono strati curati dai soggetti che erano allora liberi e posti al vertice del clan dei casalesi, tra i quali prima Sebastiano PANARO, Nicolino PANARO e Mario CATERINO detto á botta Vincenzo SCHIAVONE detto PETILLO, e i figli di Dante PASSARELLI. …omissis… Ciò che qui rileva è la conoscenza, da parte del LUCARIELLO, della prosecuzione dei rapporti patrimoniali tra le due famiglie dopo la morte di Dante, a cura dei figli di quest’ultimo, in particolar modo del primo figlio, ovvero sia PASSARELLI Biagio, e di coloro che, nel tempo, hanno gestito la cassa del clan dei Casalesi su diretto mandato di SCHIAVONE Francesco detto Sandokan: PANARO Sebastiano e Nicola, CATERINO Mario e SCHIAVONE Vincenzo detto ‘o petillo, personaggi concordemente inquadrati in tale ruolo sia dagli altri collaboratori di giustizia che, sul 70 punto, hanno reso dichiarazioni, sia attraverso numerosi provvedimenti giudiziari adottati dall’ A.G. nel tempo. Proseguendo con la ricostruzione dei rapporti tra le famiglie PASSARELLI e SCHIAVONE, le dichiarazioni rese dal LUCARIELLO risultano coerenti con quanto già emerso nel corso di indagine: DALL’INTERROGATORIO DI LUCARIELLO ORLANDO DEL 30 MAGGIO 2012: …omissis… Successivamente, quando il clan dei casalesi è stato retto direttamente da Nicola SCHIAVONE, figlio di Francesco, è lui che ha allacciato direttamente i contatti con la famiglia PASSARELLI, in particolare col primo figlio di Dante. Questa affermazione trova conferma nei grossi interessi economici che il clan dei casalesi aveva con la famiglia PASSARELLI la quale era intestataria di numerosi beni ed attività, tra cui anche terreni e beni mobili che erano effettivamente di proprietà della famiglia SCHIAVONE. Soprattutto dopo che la famiglia SCHIAVONE ha acquistato sempre più potere all’interno delle diverse fazioni del clan dei casalesi, soprattutto dopo che gran parte del gruppo DE FALCO era passato nella fazione SCHIAVONE e che dopo l’arresto di cicciotto mezzanotte il gruppo BIDOGNETTI aveva perso parte del suo potere sul territorio, anche a seguito del passaggio del gruppo di CANTIELLO Salvatore, detto carusiello, all’interno della fazione SCHIAVONE, anche l’importanza della famiglia PASSARELLI all’interno del clan è aumentata, proprio perché titolare di numerosi beni ed attività proprie della famiglia SCHIAVONE. A.D.R.: un’ulteriore conferma dello stretto legame tra la famiglia SCHIAVONE e la famiglia PASSARELLI e di come tale legame abbia agevolato l’attività economica dei PASSARELLI è rappresentato da una circostanza che io stesso ho potuto verificare quando il clan dei casalesi, famiglia SCHIAVONE, era retto da Sebastiano PANARO detto camardone. In particolare, mi ricordo che in quel periodo i PASSARELLI, che svolgevano anche attività di distribuzione di generi alimentari nella provincia di Caserta, ebbero problemi nell’alto casertano. Quando parlo di alto casertano intendo la zona di Maddaloni e paesi limitrofi. In particolare vi furono dei contrasti legati all’attività di distribuzione dei generi alimentari con il gruppo capeggiato da FARINA Antonio e da D’ALBENZIO che allora capeggiavano la ‘zona’ di Maddaloni e paesi limitrofi. Per elidere tali contrasti, mi ricordo che lo stesso camardone mi disse che la famigalia SCHIAVONE aveva fatto intervenire Vincenzo SCHIAVONE detto petillo per fare da intermediario con il gruppo FARINA o D’ALBENZIO, in ogni caso con quelli che comandavano in quelle zone. Grazie all’intervento del clan dei casalesi, fazione SCHIAVONE, i PASSARELLI potettero svolgere la loro attività di distribuzione alimentare anche in quelle zone senza avere più fastidi od ostacoli dai grupi criminali egemoni anche nell’alto casertano. A.D.R.: Queste cose di cui sto parlando si sono verificate negli anni 97/98 nel periodo in cui io e Sebastiano PANARO, detto camardone, eravamo latitanti per il processo Spartacus. In quel periodo, proprio grazie alla famiglia SCHIAVONE, i PASSARELLI potevano svolgere la loro attività di distribuzione di generi alimentari in tutta la provincia di Caserta e anche fuori dalla stessa senza avere fastidi. …omissis… 71 In relazione a quantio riferito dal collaboratore di giustizia la Pg operante ha effettivamente accertato che: - LUCARIELLO Orlando risulta esser stato latitante dal 05.12.1995 al 29.05.2000, in quanto resosi irreperibile il giorno dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere numero 3615/R/93 RGNR e numero 4458/95 R GIP emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Napoli il 29.11.1995 (Spartacus 1). - PANARO Sebastiano è stato latitante una prima volta a seguito dell’emissione della citata ordinanza Spartacus 1, dal 05.12.1995 al 24.05.1997; scarcerato in data 19.08.1999, è stato nuovamente latitante dall’11.09.1999 al 09.02.2000. - D’ALBENZIO Clemente, nato a Maddaloni (CE) il 04.12.1955, esponente di vertice del clan Maddalonese, nel periodo di interesse risulta esser stato libero dal 16.10.1997 al 29.10.1999 e poi, ancora, dal 16.11.1999 al 12.12.2005. - SCHIAVONE Vincenzo detto ‘o petillo, nato a Casal di Principe (CE) il 19.03.1978, risulta esser stato libero dal 15.07.1997 al 15.08.2000. - FARINA Antonio, collaboratore di giustizia, il 24.01.1997 viene assegnato alla casa di lavoro di Modena e, fino alla liberazione del 25.05.2000, fruisce di lunghi periodi di licenza (quindi di libertà), dal 07.06.1999 al 20.10.1999, dal 24.12.1999 al 03.01.2000, e poi ininterrottamente dal 10.01.2000. - Gli ultimi mesi del 1999 e quelli iniziali del 2000 sono quelli in cui tutti i soggetti erano liberi ed è proprio all’inizio del 2000 che FARINA Antonio colloca l’origine della vicenda estorsiva ai danni dell’Alvi Spa, vicenda che va dunque identificata nei contrasti avuti col gruppo di Maddaloni da parte dei PASSARELLI nella distribuzione dei generi alimentari (per la collocazione temporale della genesi dell’estorsione all’Alvi Spa, cfr dichiarazioni rese sul punto da FARINA Antonio nell’ambito del processo numero 1160/10 RG, udienze del 20.12.2011 e del 17.01.2012). Dopo le ultime precisazioni sull’attualità dei rapporti tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE, il collaboratore conclude il proprio interrogatorio con il riconoscimento fotografico di alcuni personaggi: DALL’INTERROGATORIO DI LUCARIELLO ORLANDO DEL 30 MAGGIO 2012: …omissis… A.D.R.: La protezione della famiglia SCHIAVONE nei confronti della famiglia PASSARELLI, continua sicuramente anche oggi perché, essendo la famiglia PASSARELLI socia di fatto della famiglia SCHIAVONE, il clan dei casalesi, fazione SCHIAVONE, proteggerà sempre i PASSARELLI perché titolari di interessi economici comuni e quindi, proteggendo gli interessi economici della famiglia PASSARELLI, gli SCHIAVONE proteggono direttamente i propri interessi economici. A.D.R.: Così come ho già detto, al momento della mia sottoposizione al regime del 41 bis, nel 2008, giorno dal quale non sono stato più informato delle vicende del clan, i rapporti tra la famiglia SCHIAVONE e la famiglia PASSARELLI, erano mantenuti direttamente da Nicola SCHIAVONE che si rapportava con i figli di dante PASSARELLI, soprattutto con il primo di cui però non sono a conoscenza del nome. 72 A.D.R.: Io ho conosciuto direttamente Dante PASSARELLI ma non ho mai conosciuto personalmente nessuno dei figli. A questo punto, l’Ufficio sottopone a LUCARIELLO Orlando il fascicolo fotografico composto da numero 32 effigi a colori, con legenda a parte, contraddistinto dal numero 336/5-40 del 23.05.2012, predisposto dai CC Comando Provinciale Nucleo Investigativo di Caserta, che viene acquisito in copia originale al presente verbale di interrogatorio e ne diviene parte integrante. …omissis… Viene sottoposta la foto numero 7: A.D.R.: Non conosco la persona effigiata nella foto. L’ufficio dà atto che la foto numero 7 ritrae PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe (CE) il 21.10.1963; A.D.R.: Ho capito dal nome che è un altro figlio di PASSARELLI ma così come ho detto precedentemente, io ho conosciuto di persona solo il padre, mentre non ho mai conosciuto i figli. …omissis… Viene sottoposta la foto numero 12: A.D.R.: Riconosco nella foto CORVINO Rodolfo, affiliato al gruppo SCHIAVONE. Lui operava in stretta collaborazione con Vincenzo SCHIAVONE detto ‘o petillo. Era incaricato di effettuare prevalentemente estorsioni per conto del clan. A.D.R.: Non sono a conoscenza di eventuali rapporti tra Rodolfo CORVINO e la famiglia PASSARELLI. Posso dire che lui prendeva ordini direttamente da Sebastiano PANARO camardone. L’ufficio dà atto che la foto numero 12 ritrae CORVINO Rodolfo, nato a Caserta il 23.04.1971; …omissis… Viene sottoposta la foto numero 18: A.D.R.: Riconosco nella foto Nicola SCHIAVONE, figlio di Francesco Sandokan, di cui ho parlato nel corso di questo verbale di interrogatorio, quale reggente del gruppo SCHIAVONE. L’ufficio dà atto che la foto numero 18 ritrae SCHIAVONE Nicola, nato a Loreto (AN) l’11.04.1979; Viene sottoposta la foto numero 19: A.D.R.: Riconosco nella foto CATERINO Mario detto á botta di cui ho parlato nel presente verbale. Lui era alle dirette dipendenze di SCHIAVONE Francesco Sandokan e aveva fra i vari compiti quello di essere il ‘cassiere’ del gruppo, cioè dell’intero clan dei Casalesi. Lui partecipava anche alle spartizioni con il gruppo di Cicciotto Mezzanotte. Ha sempre avuto un ruolo di vertice all’interno del clan…omissis… L’ufficio dà atto che la foto numero 19 ritrae CATERINO Mario, nato a Casal di Principe (CE) il 14.06.1957; …omissis… Viene sottoposta la foto numero 24: A.D.R.: Riconosco nella foto Nicolino PANARO, di cui ho parlato nel presente verbale di interrogatorio ed anche in altri verbali. Lui è un nipote di Francesco SCHIAVONE Sandokan e per un periodo è stato reggente del gruppo SCHIAVONE sempre per conto di Francesco SHCIAVONE. L’ufficio dà atto che la foto numero 24 ritrae PANARO Nicola, nato a Casal di Principe il 12.09.1968; …omissis… 73 DIANA Tammaro, ritenuto affiliato al clan dei Casalesi, detenuto dal 15.11.2010 al 18.04.2012, decide di collaborare con la giustizia il 20.09.2011. Le sue dichiarazioni trovano sin da subito importanti riscontri in attività di indagine, in particolare il collaboratore indica all’organo di P.G. delegato per il sopralluogo, i luoghi ove erano occultate micidiali armi da guerra clandestine e un cospicuo munizionamento riconducibili al clan dei Casalesi, armi che venivano recuperate e sottoposte a sequestro. Nel corso della propria collaborazione ha reso importanti dichiarazioni, utili a far luce su numerosi gravi delitti, ad alcuni dei quali DIANA Tammaro ha dichiarato anche di aver preso parte. Ciò che maggiormente rileva per l’odierna imputazione a carico dei fratelli PASSARELLI, è la combinazione dello status di imprenditore dI DIANA Tammaro con quello di affiliato al clan dei casalesi. Dal 2003 e sino al suo arresto, egli è stato alle dipendenze della TOP MARKET Srl, con sede in Villa Literno via Porchiera numero 6, società gestrice di supermercati facente capo ai genitori del collaboratore, DIANA Antonio e DONGIACOMO Maria. Insieme al padre e al fratello DIANA Francesco Paolo, è socio della GIOLÌ Srl, con sede in Villa Literno via Porchiera numero 6, c.s. di euro 1.200.000, avente come oggetto sociale la gestione di una media struttura di vendita al dettaglio alimentare (le quote della società sono attualmente sottoposte a sequestro preventivo nell’ambito del procedimento penale numero 42975/05 RGNR). Il diretto inserimento dI DIANA Tammaro nel mondo imprenditoriale del territorio governato dall’organizzazione criminale casalese, rende le sue dichiarazioni particolarmente indicative nella parte in cui descrive i sistemi di riciclaggio dei capitali illeciti del clan. Inoltre, trattandosi di un settore commerciale specifico, quello della distribuzione di generi alimentari, la circostanza diventa ancor più indicativa per l’odierna vicenda. DIANA Tammaro è stato interrogato sui rapporti tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE il 31.05.2012 e ha così riferito: DALL’INTERROGATORIO DI DIANA TAMMARO DEL 31 MAGGIO 2012: …omissis… A.D.R.: Posso riferire che mio padre, mi ha sempre raccontato che negli anni ’80, non posso dire con precisione quando anche perché io ero piccolo e queste cose le ho sapute da mio padre successivamente, lui svolgeva attività di distribuzione alimentare nella provincia di Caserta, in particolare nell’agro aversano e nei comuni di Castel Volturno, Villa Literno, Licola e altri. Nell’ambito di tale attività, il concorrente più pericoloso, anche perché la sua era concorrenza sleale, era la famiglia PASSARELLI, la quale godeva nell’attività di distribuzione di generi alimentari, dell’appoggio del clan dei Casalesi. In particolare, mio padre mi diceva che, ogni qualvolta vi erano forniture da parte della famiglia PASSARELLI, non si poteva entrare in concorrenza e quindi lui evitava di contattare gli esercizi commerciali riforniti da Dante PASSARELLI per evitare di essere rimproverato dai ‘casalesi’ che gli ricordavano che Dantuccio doveva avere l’esclusiva. …omissis… Effettivamente, DIANA Antonio è piccolo imprenditore, quale coltivatore diretto, dal 1969, la TOP MARKET Srl risulta esser stata costituita il 03.07.1986 ed è quindi coeva alla PASSARELLI Dante & figli Srl costituita, come si è detto, nel Dicembre del 1984. Se si tiene conto, infine, che il 74 collaboratore è nato il 27.06.1976, effettivamente in quegli anni egli era piccolo, come da lui dichiarato. Proseguendo oltre, il DIANA ha riferito: DALL’INTERROGATORIO DI DIANA TAMMARO DEL 31 MAGGIO 2012: …omissis… A.D.R.: Già all’inizio degli anni ’90, mio padre, nella gestione dei nostri supermercati, era obbligato dai ‘casalesi’ a ritirare lo zucchero presso i PASSARELLI, ricordo che all’epoca lo zuccherificio si chiamava IPAM. Lo stesso accadeva anche con altri prodotti che noi vendevamo nei supermercati, quali ad esempio le carni, che il clan dei casalesi, fazione TAVOLETTA, ci imponeva di acquistare presso la ditta che faceva capo al cognato di TAVOLETTA Pasquale, UCCIERO Fortunato e il fratello Adolfo. Poi, anche quando io sono entrato alla gestione dei supermercati, a metà degli anni ’90, ho potuto verificare di persona che, effettivamente, lo zuccherò veniva ritirato presso lo zuccherificio IPAM, sempre per obbligo imposto dal clan dei casalesi. In seguito, ricordo, che il marchio IPAM diventò KERO’, intorno al 2003, che faceva capo sempre ai PASSARELLI. In particolare, Franco PASSARELLI, figlio di Dante, quando siamo diventati ‘SISA’ e quando, quindi, non potevamo più scegliere noi il distributore dello zucchero ma dovevamo affidarci direttamente alla SISA, la quale ci dava la possibilità di scegliere tra una serie di rifornitori, siccome il PASSARELLI aveva ottenuto di rifornire direttamente la SISA, egli inviava dei propri collaboratori, tra i quali i ricordo sicuramente un soggetto a nome Giovanni, di cui non ricordo il cognome ma che sarei in grado di riconoscere sicuramente qualora mi fosse mostrato in foto e che so che attualmente abita a Pinetamare, e un altro di cui non ricordo il nome, che abita sempre a Pinetamare e che sarei in grado di riconoscere anche lui se visto in fotografia, i quali dovevano controllare se nei diversi punti vendita della SISA, tra cui anche i nostri, vi fossero stati in vendita i prodotti del marchio KERO’, che in quell’epoca non produceva solo zucchero ma anche altri generi alimentari. Le volte in cui i collaboratori di Franco PASSARELLI – che in realtà si sono alternati fra loro – verificavano l’assenza negli scaffali dei prodotti a marchio KERO’, seppure mai con minacce dirette mi facevano capire, con tono intimidatorio, che non era giusto non avere prodotti di quella marca perché altrimenti Francuccio (cioè Franco PASSARELLI) si sarebbe arrabbiato facendomi capire le conseguenze negative a cui potevo andare incontro. Io capivo quando si riferiva a Francuccio, che dietro di lui c’era il clan dei casalesi in quanto, dai racconti di mio padre, ero ben consapevole che nelle ditte di PASSARELLI vi fossero gli interessi del clan dei casalesi, in particolare direttamente della fazione facente capo alla famiglia SCHIAVONE. …omissis… L’esistenza di emissari dei PASSARELLI che controllavano che nella zona di competenza criminale del clan dei Casalesi fossero distribuiti unicamente prodotti a marchio IPAM e poi KERÒ, è stata dimostrata anche attraverso l’individuazione di società di rappresentanza, formalmente costituite, nel cui ambito erano regolarmente inseriti anche criminali riconducibili allo stesso clan (CANTIELLO Vincenzo, detto il doich, quale socio della soc. coop. di produzione e lavoro Euro Rappresentanze a r.l.). Il Giovanni specificamente indicato da DIANA Tammaro quale collaboratore dei PASSARELLI, è verosimilmente CERULLO Giovanni, il quale è stato alle dipendenze della Commerciale Europea 75 Spa, ha collaborato in altre imprese gestite dalle società dei PASSARELLI ed abita, effettivamente, in Pinetamare di Castel Volturno (CE). L’insegna SISA nei supermercati della TOP MARKET Srl è facilmente collocabile dal punto di vista cronologico attraverso gli accertamenti svolti dalla Pg operante presso le Banche dati delle Forze di Polizia. La società dei DIANA, infatti, è tuttora socia della Fondazione S.I.S.A. Spa detenendo 30 azioni ordinarie di 500 euro ciascuna, il cui acquisto, alla banca dati degli atti del Registro, risale al 28.01.2000. La circostanza è compatibile con l’inizio dell’attività della Commerciale Europea – Società per Azioni con marchio Kerò, la quale viene costituita il 17.06.1998 ed iscritta alla Camera di Commercio di Caserta il 23.06.1999, nel cui oggetto sociale originario figura, tra l’altro, l’istituzione di stabilimenti organizzati per l’attività industriale di impacchettamento e lavorazione di prodotti alimentari in genere mentre, sempre in origine (riferimento del 20.03.2000), l’attività esercitata nella sede operativa è indicata come commercio all’ingrosso di tutti i prodotti alimentari, comunque preparati e conservati, compresi il latte ed i suoi derivati, bevande liquori e surgelati. Inoltre, è ormai pacifico il dato che, per quanto l’attività principale sia quella dell’impacchettamento dello zucchero, la Commerciale Europea distribuisca anche altri prodotti alimentari oltre allo zucchero. Risulta, inoltre, che la SISA sia cliente della Commerciale Europea Spa, come accertato attraverso l’amministrazione giudiziaria della società. DALL’INTERROGATORIO DI DIANA TAMMARO DEL 31 MAGGIO 2012: …omissis… Di ciò ho avuto conferma anche quando, nel corso della mia detenzione presso il carcere di santa Maria C.V., dal 26/8 al 14/9 del 2011, sono stato allocato nella stessa cella al Reparto Tevere, piano II, con MONTELLA Ciro detto ‘ninuccio barbone’, appartenente al clan SCHIAVONE. Colloquiando con MONTELLA Ciro lui mi ha confidato che il clan degli SCHIAVONE aveva diretti interessi nelle aziende dei PASSARELLI, tanto da imporre a tutti gli agricoltori di Casal di Principe, Villa Literno e altri comuni viciniori, di consegnare le barbabietole da zucchero alla famiglia PASSARELLI nel deposito sito lungo la strada che da Casal di Principe porta a Villa Literno. Stessa cosa avveniva anche per la coltivazione di grano destinato alla produzione di farina, sempre da parte dei PASSARELLI. A.D.R.: io ho conosciuto anche il fratello Davide PASSARELLI ma con lui non ho mai parlato della gestione dello zuccherificio. Voglio precisare, comunque, che nemmeno con Franco PASSARELLI io ho mai parlato di tali imposizioni dello zucchero perché, così come ho detto, questa situazione si era già cristallizzata quando io ho iniziato ad occuparmi della gestione dei supermercati perché l’accordo era già stato fatto con mio padre. A.D.R.: Altri soggetti che operavano in stretta collaborazione economica con i PASSARELLI, in quanto si occupavano prevalentemente del trasporto dei prodotti dei PASSARELLI, era la famiglia FONTANA Michele e Giovanni, di Villa Literno. …omissis… Da accertamenti svolti alla banca dati del DAP e presso l’Ufficio di P.G. della Polizia Penitenziaria presso la Casa Circondariale di Santa Maria C.V., emerge che DIANA Tammaro è stato 76 effettivamente detenuto presso il carcere di Santa Mara C.V., Reparto Tevere, 2° piano, stanza 17, unitamente a MONTELLA Ciro, nato a Napoli l’1.06.1947. Anche la circostanza relativa alla collaborazione di FONTANA Michele, titolare di azienda di autotrasporto di merci, trova pieno riscontro, come dimostrano alcune telefonate intercettate a carico di PASSARELLI Franco nell’ambito del procedimento penale numero 27526/06 RGNR e utilizzate nel procedimento penale numero 26877/10 RGNR. DALL’INTERROGATORIO DI DIANA TAMMARO DEL 31 MAGGIO 2012: …omissis… A.D.R.: Io sapevo per come mi era stato raccontato da mio padre e anche da altri componenti del clan nel periodo in cui vi ho fatto parte anche io, tra cui VARGAS Domenico, che nelle attività dei PASSARELLI vi erano interessi economici della famiglia SCHIAVONE ma non so, perché non mi è stato mai specificato, in che cosa consistessero tali interessi e la natura dei rapporti tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE. Posso poi riferire, per averlo sentito sempre da VARGAS Domenico, che interessi degli SCHIAVONE e dei PASSARELLI vi erano anche nella squadra di calcio del Casal di Principe, Albanova; queste cose Domenico le sapeva in quanto aveva sponsorizzato un suo amico, Moggio Luigi, per farlo giocare nell’Albanova. Io so che lui è stato tesserato per due o tre anni nella squadra dell’Albanova. A.D.R.: Allo stato non sono in grado di riferire altro sulla famiglia PASSARELLI. …omissis… VARGAS Domenico citato dal collaboratore si identifica in VARGAS Domenico detto Mimmo, nato a Napoli il 12.01.1970, domiciliato in Pinetamare di Castel Volturno, affiliato al clan dei Casalesi gruppo Bidognetti e cugino di VARGAS Pasquale Giovanni e VARGAS Roberto, elementi di spicco della fazione Schiavone dello stesso clan, oggi collaboratori di giustizia Le cointeressenze della famiglia PASSARELLI nella società sportiva Albanova Calcio sono già oggetto di trattazione in precedenza L’interrogatorio di DIANA Tammaro si conclude con il riconoscimento fotografico dei soggetti citati dal collaboratore: DALL’INTERROGATORIO DI DIANA TAMMARO DEL 31 MAGGIO 2012: …omissis… A questo punto, l’Ufficio sottopone a DIANA Tammaro il fascicolo fotografico composto da numero 32 effigi a colori, con legenda a parte, contraddistinto dal numero 336/5-40 del 23.05.2012, predisposto dai CC Comando Provinciale Nucleo Investigativo di Caserta, che viene acquisito in copia originale al presente verbale di interrogatorio e ne diviene parte integrante. …omissis… Viene sottoposta la foto numero 2: A.D.R.: Riconosco nella foto Franco PASSARELLI, figlio di Dante, di cui ho parlato precedentemente. L’ufficio dà atto che la foto numero 2 ritrae PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe (CE) il 24.05.1965. …omissis… Viene sottoposta la foto numero 7: 77 A.D.R.: Riconosco Biagio PASSARELLI, altro figlio di Dante. Si occupava della gestione delle attività commerciali della famiglia PASSARELLI, unitamente al fratello Franco e agli altri. Da lui ho comperato dei carrelli per la spesa quando aprirono un supermercato ‘Pick Up’ sulla strada Villa Literno - Casale L’ufficio dà atto che la foto numero 7 ritrae PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe (CE) il 21.10.1963; …omissis… Viene sottoposta la foto numero 10: A.D.R.: Riconosco nella foto Gianluca PASSARELLI, fratello di Franco e Biagio. Anche lui era coinvolto nella gestione delle attività economiche della famiglia PASSARELLI anche se aveva un ruolo sicuramente subordinato rispetto ai due fratelli maggiori, Franco e Biagio. L’ufficio dà atto che la foto numero 10 ritrae PASSARELLI Gianluca, nato a Caserta il 27.12.1971; …omissis… Viene sottoposta la foto numero 13: A.D.R.: E’ Davide PASSARELLI, altro fratello di Biagio e Franco. Anche lui era coinvolto, con i fratelli, nelle attività di famiglia ma, come il fratello Gianluca, aveva un ruolo sicuramente secondario e subordinato rispetto a quello dei fratelli maggiori. L’ufficio dà atto che la foto numero 13 ritrae PASSARELLI Davide, nato a Napoli il 03.02.1977; …omissis… Viene sottoposta la foto numero 17: A.D.R.: Non conosco la persona effigiata nella foto. L’ufficio dà atto che la foto numero 17 ritrae CANTELLI Susanna, nata a Santa Maria Capua Vetere (CE) il 22.02.1976; A.D.R.: Ora che mi dite il nome e vedo meglio la foto, anche se nella foto non è sicuramente venuta bene, è la moglie di Franco PASSARELLI. Non ho mai avuto a che fare con lei se non per questioni relative a cose personali. So che lei faceva parte della società KERO’, per quanto mi disse quel Giovanni collaboratore di Franco PASSARELLI di cui ho parlato in precedenza. Giovanni mi disse che Franco PASSARELLI aveva intestato a lei la società KERO’ proprio perché sapeva che c’erano indagini in corso nei suoi confronti e poi le stessa aveva partecipato alla gestione della società nel periodo in cui Franco PASSARELLI per la prima volta fu arrestato intorno al 2005/2006. Viene sottoposta la foto numero 18: A.D.R.: E’ Nicola SCHIAVONE, figlio di Francesco SCHIAVONE Sandokan di cui ho già parlato compiutamente in altri interrogatori. L’ufficio dà atto che la foto numero 18 ritrae SCHIAVONE Nicola, nato a Loreto (AN) l’11.04.1979; …omissis… Viene sottoposta la foto numero 24: A.D.R.: Riconosco PANARO Nicolino, uno dei capi della fazione SCHIAVONE del clan dei casalesi. Me ne ha parlato VITOLO Massimo, in carcere, durante la comune detenzione a Benevento, come uno dei mandanti dei numerosi omicidi di cui ho già riferito in precedenti interrogatori. 78 L’ufficio dà atto che la foto numero 24 ritrae PANARO Nicola, nato a Casal di Principe il 12.09.1968; …omissis… A.D.R.: Voglio dire che, tra le persone che mi sono state mostrate in foto, non vi sono i due collaboratori di Franco PASSARELLI di cui ho parlato precedentemente. …omissis… La disamina delle dichiarazioni dei cdg, unite alle risultanze delle indagini compendiate nei procedimenti sopra richiamati (la estorsione alla Alvi che vede i Passarelli imputati e la estorsione posta in essere da Setola Giuseppe che vede i Passarelli come vittime) evidenzia una cointeressenza di natura patrimoniale della famiglia Schiavone alle imprese Passarelli che pone queste ultime, rispetto al clan dei casalesi in posizione privilegiata. La protezione dalle estorsioni (Vargas, Laiso, Iovine, Guerra, Cantone, Lucariello, Diana), la capacità di imporsi sul territorio in regime di monopolio (Diana, Vargas), il cambio assegni (Vargas, Cantone, Lucariello), la messa a disposizione di locali per le riunioni (Vargas, e riscontri di P.G.), sono tutte condotte che agevolano e rafforzano il clan, sotto molteplici profili. Ma soprattutto i cdg. riferiscono come le imprese Pasarelli servivano per “ripulire” i soldi del clan, e quelli specifici della famiglia Schiavone che ne è a capo (Vargas, Guerra, Cantone). A riscontro di ciò nella informativa della DIA del 3.11.2009 e del 23.2.2010, sono compendiate le indagini conseguenti ad una segnalazione da parte della UIF di un’ operazione sospetta consistente in un versamento in contante di Euro 200.000,00 sul conto corrente 4493 intestato alla CANTELLI Susanna, moglie di PASSARELLI Franco, versamento effettuato proprio dal marito. Ebbene, come risulta dall’ annotazione della DIA che ha sviluppato le indagini successive alla segnalazione UIF, la CANTELLI ha poi effettuato un bonifico di pari importo proprio in favore della COMMERCIALE EUROPEA SPA. Tale operazione, descritta nella nota del 3.11.2009 della DIA di Roma, conferma la riconducibilità al PASSARELLI Franco della COMMERCIALE EUROPEA SPA (tanto che la somma versata dal PASSARELLI viene poi girata alla società), ma al tempo stesso comprova come la società venga utilizzata per “pulire” soldi contanti la cui provenienza, alla luce delle dichiarazioni dei cdg., non può che essere il clan dei casalesi. Analoga operazione sospetta viene effettuata su un conto corrente formalmente intestato a PASSARELLI Davide (fratello di Franco); si tratta del conto n. 4668 dal quale in data 23.7.2008 risulta effettuata altra operazione sospetta (cfr., annotazione della DIA del 23.2.2010). In tale data, infatti, risulta che il PASSARELLI Davide ha bonificato per Euro 200.000,00 il conto della COMMERCIALE EUROPEA SPA utilizzando allo scopo una disponibilità determinata da un versamento in contanti sul proprio conto effettuato dallo stesso PASSARELLI Davide nella stessa data del 23.7.2008. Da rilevarsi che Davide Passarelli non risulta avere nella Commerciale Europea alcuna partecipazione o ruolo che possa giustificare tale versamento. Tali operazioni, oggetto di segnalazione all’ UIF come operazioni sospette, confermano che nonostante la intestazione formale delle quote la Commerciale Europea s.p.a. è impresa gestita dai fratelli Passatelli (del resto ciò risulta sia da quanto si dirà a proposito dei rapporti tra Ipam e Commerciale Europea s.p.a.); dall’ altro che ancora attualmente la suddetta società viene usata per reimpiegare e ripulire capitali di illecita provenienza. 79 Induce in tal senso la considerazione del carattere anomalo dei versamenti in contanti di importi altamente significativi e poi girati alla società COMMERCIALE EUROPEA. L’ illecita provenienza, che come la Suprema Corte di Cassazione insegna può essere anche dedotta in via logica, si ricava dalla anomalia dell’ operazione (duplice, come detto) nonché dal fatto che trattasi di operazioni del tutto sproporzionate ai leciti redditi della famiglia PASSARELLI (cfr. schede sulla situazione reddituale dei Passarelli). Ma ulteriori, ed inequivoci riscontri alla quantità di denaro contante confluito nelle casse della Commerciale Europea s.p.a. si desumono dalla relazione interna del 29.7.2010 redatta dal dott. P.L. Bevilacqua, uno degli amministratori giudiziari nominati a seguito di sequestro preventivo. 80 81 La relazione prosegue con Appunti e note del professionista in cui si esamina la normativa vigente in materia di strumenti finanziari e relativi obblighi dei professionisti e degli investitori, per poi concludere come segue: 82 Anche in tal caso modalità diverse di finanziamento della società che hanno consentito l’ introito di ingenti somme di denaro contante in dispregio alla normativa antiriciclaggio. Si rileva che un’ altra modalità privilegiata di ripulitura dei proventi dell’ attività illecita sono gli investimenti immobiliari: si richiamano sul punto le dichiarazioni di Vargas sul reinvestimento dei proventi illeciti della famiglia Schiavone in beni immobili ed i relativi riscontri, nonché, a comprova oggettiva, l’ ingente patrimonio immobiliare facente capo alla famiglia Passarelli ed alle imprese dalla stessa gestite riportato analiticamente infra in sede di valutazione della richiesta di misura cautelare reale. Appare assolutamente significativo, a parere di chi scrive che a delineare il rapporto tra la famiglia Passarelli (Dante prima, Franco e Biagio ora) e la famiglia Schiavone (Francesco e Walter prima, Nicola ora) i cdg. esaminati parlino di prestanome, socio occulto, socio di fatto, ma soprattutto, con linguaggio atecnico ma icastico, riferiscono che le imprese Passarelli e la famiglia Schiavone sono la “stessa cosa”. Una espressione che evidenzia come nelle imprese dei Passarelli e nel loro patrimonio immobiliare vi sono i soldi degli Schiavone; soldi che costituiscono il provento delle attività illecite poste in essere all’ interno, anzi al vertice, del clan dei casalesi, visto che non risultano accertate attività lecite quali fonte di reddito degli Schiavone. Ebbene, accertate tali condotte poste in essere indifferentemente da Franco e Biagio Passarelli, si tratta ora di attribuire alle stesse una qualificazione giuridica, e di valutarne la rilevanza ai fini penali. Si richiamano in primo luogo le pagg. 208-221 della richiesta dei PP.MM. sulla esistenza ed ambito di operatività del clan dei casalesi. Appare quindi opportuno riportare i principi sanciti dalla Suprema Corte sulla specifica figura dell’ imprenditore “colluso” e sulla linea di demarcazione rispetto all’ imprenditore “vittima” (Cass. Pen, Sez I, n. 84/99): 5. - La soluzione accolta nell'ordinanza impugnata non può essere condivisa in quanto poggia su una ratio decidendi che rappresenta il frutto di vistosi vizi logici e di indubbie violazioni delle regole legali in tema di valutazione degli elementi probatori. In primo luogo, deve sottolinearsi che corrisponde ad una inaccettabile astrazione generalizzante il modello sociologico di comportamento adottato come parametro dal tribunale del riesame, ad avviso del quale nelle zone dell'Italia meridionale dominate da organizza ioni di stampo mafioso gli imprenditori sono costretti a venire a patti con i gruppi criminali, trovandosi nella ineluttabile necessità di accettare richieste di tipo estorsivo. La tesi assume come postulato un dato di natura socio-economica e criminale non sussumibile nella categoria delle regole di comportamento e delle massime di esperienza. La tesi, infatti, è sprovvista di approfondita verifica e non è collaudata da un 83 rigoroso vaglio delle concrete e peculiari connotazioni della vicenda che forma oggetto del processo, con riferimento particolare ai contatti, alle trattative, agli accordi, alle "riunioni preventive" con gli esponenti politici e amministrativi e con i gruppi camorristici, che hanno preceduto l'aggiudicazione dell'appalto dei lavori dell'asta valliva dei Regi Lagni e che hanno accompagnato l'esecuzione degli stessi. Solo una siffatta indagine, conformata al doveroso rigore argomentativo e saldamente ancorata agli specifici fatti da valutare, avrebbe potuto giustificare la conclusione accolta nell'ordinanza impugnata, nella quale, invece, la tesi del rapporto di tipo estorsivo tra camorra e imprenditori, con questi ultimi in costante posizione di non resistibile coartazione, poggia su ambigue formule definitorie (come quella della "contiguità soggiacente"), che si risolvono, in definitiva, in una indiscriminata giustificazione della illegalità diffusa e nella configurazione di una causa di non punibilità, non prevista dall'ordinamento, costituita dalla "non esigibilità" delle condotte conformi alle prescrizioni della legge. In proposito deve sottolinearsi che se è vero che in talune zone le organizzazioni criminali di stampo mafioso controllano, direttamente o indirettamente, le attività economiche, è non di meno certo che, nella valutazione dei rapporti tra mafia e imprenditori che operano in quei territori, l'indagine del giudice non può fondarsi su aprioristici ed astratti stereotipi socio- criminali, la cui applicazione conduce a generalizzate criminalizzazioni o, viceversa, al riconoscimento di vaste aree di impunità, entrambe altrettanto ingiustificate perché svincolate da un effettivo e serio vaglio delle variabili e contingenti peculiarità delle singole fattispecie. Si tratta di un'indagine indubbiamente delicata e complessa, nella quale al prudente apprezzamento del giudice è affidato il difficile compito di individuare la fluida linea di confine tra lecito e illecito e di distinguere le situazioni nelle quali l'imprenditore è complice delle organizzazioni criminali da quelle nelle quali egli è la vittima, il soggetto passivo delle attività delinquenziali. Un simile metodo di valutazione degli elementi di prova è stato sostanzialmente pretermesso dal tribunale del riesame, il quale - nell'ottica impostagli dall'art. 273 c.p.p. anziché far ricorso a formule astratte, avrebbe dovuto chiedersi se, alla stregua delle risultanze processuali, possa o non realmente considerarsi come vittima di estorsioni l'imprenditore che, nell'attivarsi per l'acquisizione dell'appalto di un opera pubblica di rilevantissimo valore, abbia contemporaneamente instaurato rapporti col ceto politico-amministrativo e con organizzazioni camorristiche, coi primi per assicurarsi l'aggiudicazione del contratto e con le seconde per rimuovere preventivamente gli ostacoli all'esecuzione dei lavori, accollandosi un programmato costo concordato sulla base di una sorta di "accordo di non conflittualità" e di "patto di protezione". Nel caso in cui al quesito dovesse darsi risposta negativa, riconoscendo che in tale ipotesi non esiste una condizione di ineluttabile coartazione, l'ulteriore passaggio logico-giuridico dell'indagine demandata al giudice di merito è costituito dalla identificazione delle categorie penalistiche nelle quali deve essere inquadrata la condotta di un tale imprenditore, dovendo stabilirsi - in stretta correlazione con la specifica situazione probatoria e con l'effettivo contributo apportato al rafforzamento dell'associazione camorristica - quale sia la qualificazione giuridica più appropriata e, in particolare, se il fatto debba ricondursi nell'art. 416 bis c.p., nella forma della 84 partecipazione o, piuttosto, del concorso esterno, in riferimento alla diversa posizione assunta rispetto all'attività dell'associazione stessa, nel senso che laddove dovessero accertarsi la compenetrazione e l'inquadramento nella struttura dell'organismo criminale dovrà ritenersi senz'altro sussistere la condotta tipica del delitto associativo (consistente, appunto, nella partecipazione), mentre, in mancanza di tale inserimento, dovrà considerarsi configurabile il concorso da parte dell'"extraneus" ai sensi dell'art. 110 c.p., qualora dovesse riscontrarsi l'esistenza di un suo contributo consapevolmente e volontariamente prestato per il mantenimento e per il consolidamento dell'organizzazione mafiosa (cfr. Cass., Sez. Un., 5 ottobre 1994, Demitry; Cass., Sez. Un., 27 settembre 1995, Mannino). Ancora in tal senso la Suprema Corte nella pronuncia n. 6929/01 che si riporta in parte: Infine non giova asserire che il comportamento tenuto non sarebbe stato espressione di libera scelta. Il principio di inesigibilità di una diversa condotta, nel nostro sistema, può trovare collocazione e spazio unicamente nell'ambito delle cause di esclusione della punibilità, oggettiva o soggettiva, espressamente codificate, perché le condizioni ed i limiti di applicazione delle norme penali sono posti dalle norme stesse. (Cass. 31-5-93 n. 00973 RV. 194384; Cass. 3-5-96 n. 04441 RV. 204423). Con riguardo a cooperazione richiesta dai soci di un sodalizio di stampo mafioso ad un estraneo, e precipuamente per ciò che attiene a pretesa di svolgimento di attività imprenditoriale in comune, deve escludersi la ricorrenza dell'esimente dello stato di necessità per colui che accolga la proposta, al contempo giovando all'associazione e traendo, esso medesimo, benefici in termini di protezione e di finanziamento: invero l'imprenditore potrebbe sottrarsi ad eventuale atteggiamento di imposizione ricorrendo all'autorità e d'altro canto si profila una sua adesione interessata e non certo determinata dalla necessità di cui all'art. 54 c.p. Sulla scorta di tali principi appare evidente come le condotte accertate in capo agli indagati e la loro “disponibilità” nei confronti del clan dei casalesi,e specificamente della famiglia Schiavone, non può essere scriminata in nome di una “non esigibilità” non prevista dal nostro ordinamento, ma va valutata in termini di concorso esterno nella associazione camorristica. Invero, la decisione dell’ imprenditore di agevolare le attività del clan, non è mai una costrizione fisica e/o morale, ma il frutto di una scelta libera e consapevole. E nel caso di specie non è revocabile in dubbio che a fronte di condotte di “ripulitura” dei proventi delle attività illecite, di rapporti societari con affiliati (Cass. 6929/2000) e del cambio assegni, gli indagati hanno ottenuto l’ indubbio vantaggio consistito nella protezione dalle estorsioni e nel monopolio sul territorio nella vendita e distribuzione dello zucchero, sì da creare quel rapporto sinallagmatico con vantaggi per entrambi i contraenti, fondante la contestazione del concorso esterno (Cass. 46552/05; 39042/08; 30534/10). Ne consegue che deve ritenersi sussistente un grave quadro indiziario del reato così come contestato nei confronti di entrambi gli indagati, fondante la emissione di ordinanza di custodia in carcere. CAPO B) IL FURTO DELLO ZUCCHERO SEQUESTRATO 85 Si riportano le indagini compendiate nella richiesta dei PP.MM:: “Le indagini svolte dalla Pg hanno evidenziato, invece, un’ulteriore condotta delittuosa posta in essere da CANTELLI Susanna, AMMALIATO Giuseppe, ESPOSITO Antonio, ERRICO Giuseppe e PELLEGRINO Pietro, tutti in atti generalizzati,, in relazione al reato di furto aggravato. Tali comportamenti rivelano l’incondizionata volontà, da parte dei componenti della famiglia PASSARELLI, di perseguire i propri intenti criminali ad ogni costo. Gli accertamenti della P. G operante hanno evidenziato in primo luogo un’esposto anonimo del 30 giugno 2010 ESPOSTO ANONIMO DEL 30 GIUGNO 2010:20 “Sono un onesto cittadino che crede nello Stato, ma avendo un po’ di paura per ritorsioni voglio restare nell’anonimato visto che il titolare di quanto sto per segnalarvi appartiene al tanto rinomato clan dei Casalesi e oggi attualmente detenuto (appartenente al clan dei Casalesi a cui in un operazione chiamata Nemesi hanno sequestrato 700 ml di euro). Si tratta di Franco Passarelli titolare dell’impianto di raffinazione e impaccamento zucchero situata a Pignataro Maggiore si chiama Commerciale Europea. L’impianto in oggetto risulta essere intestato alla moglie Susanna Cantelli. Fino a qualche tempo fa lavoravo in questa azienda non assunto regolarmente finche mi hanno mandato via senza scrupoli e non potendo protestare visto l’individuo con cui si aveva a che fare. Ma non sono l’unico che si trova e tuttora si trova in questa situazione. Infatti a fine giugno o inizio luglio dell’anno scorso (2009) dopo un controllo effettuato dalle forze dell’ordine hanno rilevato cinque persone che lavoravano irregolarmente multando l’azienda, alcuni in seguito sono stati assunti part – time a quattro ore giornaliere nonostante tuttora oggi lavorano nove ore giornaliere e sono: PAESANO Umberto, CYSSE Ibrayma (ragazzo di colore). Mentre altri che non sono in regola sono: CORBO Giusppe, MENALE Nicola, DELLA MARTORA Rosario, BOVENZI Gabriele (guardiano) OLIVA Antonio (guardiano), Luigi PAONE (aiuto magazziniere). Queste persone come me sono sottopagate ricattate continuamente. Infine da controlli ASL di Capua che vengono effettuati raramente e stranamente si chiude un occhio anzi due per la sporcizia che vi è in questo stabilimento che tratta un prodotto alimentare dove vi sono topi, scarafaggi, polvere ovunque, gigantesche ragnatele ovunque, escrementi di topi sui sacchi da 50 kg vuoti sacconi big di zucchero aperti ricoperti di polvere bianca, perché lo stabilimento è sprovvisto di impianto di areazione. Infine dove immagazzinano lo zucchero che va nei silos tramite una stanza dove loro chiamano la buca che è il posto più sporco da far vomitare ci sono i tombini delle fogne che puzzano da far schifo, ci sono le fogne sprovviste di tombini e ricoperte con un semplice foglio di plastica, guardando dietro questa famosa buca ci sono delle scale che portano sotto la buca dove sembra una discarica di scorie puzzolenti a causa dello zucchero che è diventato acido. Vi informo che l’intero perimetro esterno è provvisto di telecamere e appena si vede un’auto che si avvicina al cancello l’impiegata all’entrata con un pulsante suona una sirena interna all’azienda e gli operai non in regola si allontanano. Solo quando viene l’ASL restano tutti al loro posto. Purtroppo 20 Esposto del 30 Giugno 2010, in originale, comprensivo di busta da lettera di colore giallo e affrancatura – All. 1 all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011 86 nessuno ha il coraggio di parlare per paura visto che il titolare era amico di Giuseppe Setola e di tanto in tanto veniva nell’azienda. Spero che il suo impegno contro l’illegalità tenga presente anche questa lettera anonima. Mi congratulo con lei e i suoi uomini per il vostro eccellente impegno contro la criminalità organizzata … grazie … penso che un controllo dei NAS sarebbe idoneo. Il nominativo sulla busta è un nome di fantasia. La camorra grazie al vostro impegno continuo finirà e si spera presto. Nell’indicare il sequestro effettuato a carico di Franco Passarelli, di 700 ml di euro, l’anonimo esponente non può che riferirsi all’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, emessa dalla Sezione MP del Tribunale di Santa Maria C.V.ed eseguita nel mese di Aprile del 2010. Tale misura ha avuto ad oggetto i beni che furono nella disponibilità di PASSARELLI Dante, poi trasferiti agli eredi per successione mortis causa. L’esposto difatti, risale al 30 Giugno 2010, dunque non potrebbe in alcun modo riferirsi al sequestro preventivo d’urgenza emesso il 14 Luglio 2010. Lo scritto anonimo, nel suo complesso, fa riferimento a fatti che riguardano, sostanzialmente, la Commerciale Europea S.p.a, indicata dall’esponente come l’azienda di PASSARELLI Franco; la società però, non figura tra i beni colpiti dalla citata misura di prevenzione, né, come si è detto, era già stata sequestrata nel periodo in cui l’esposto veniva compilato ed inviato alle autorità. Ciononostante, l’anonimo esponente, con involontaria naturalezza, indica la Commerciale Europea S.p.A. come cespite di primaria importanza della famiglia PASSARELLI, a significare, in definitiva, come tale società, ancor prima di essere sottoposta a sequestro, fosse già considerata come naturale sostituta di quelle che avevano caratterizzato per anni l’impero economico costruito da PASSARELLI Dante. L’episodio citato come il “controllo effettuato dalle forze dell’ordine nel 2009” trova riscontro nella verifica operata il 16.09.2009, presso la sede della Commerciale Europea S.p.a. di Pignataro Maggiore, dai Carabinieri del N.O.E. e della Stazione CC di Pignataro Maggiore. La vicenda si è conclusa con il deferimento in stato di libertà di CANTELLI Susanna per violazioni di leggi in materia di smaltimento dei rifiuti ed altro. E’ intervenuta successivamente la relazione/denuncia stilata dagli amministratori giudiziari relativamente ai fatti da loro accertati in data 7 Ottobre 2010. Il documento è stato consegnato alla Pg operante– per la successiva trasmissione alla competente A.G. – il 14 Ottobre 2010. Per comodità di esposizione, verrà riportato integralmente il contenuto della relazione, integrandolo – quando necessario – dagli elementi di riscontri acquisiti dalla Pg operante: DALLA RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI GIUDIZIARI, ALLEGATA AL VERBALE DI RICEZIONE DI DENUNCIA 21 SPORTA DA BEVILACQUA P.L. E ZICCARDI S. DEL 14.10.2010: …omissis… 21 Verbale di ricezione di denuncia sporta presso questi Uffici da BEVILACQUA P.L. e da ZICCARDI Salvatore il 14.10.2010 e relativi allegati – All. 2 all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011 87 OGGETTO: procedimento n. 26877/2010 RG.N.R. e decreti di sequestro ai sensi dell’art. 321 cpp e 12 sexies L. 356/92 in danno di Passarelli Franco, Passarelli Biagio, Passarelli Gianluca, Passarelli Davide, Cantelli Susanna, Natale Clelia e delle società a loro ricondubili, quali l’Immobiliare Bellavista S.r.l., la Centro Sud Commerciale S.r.l., la Sottosuono S.r.l., l’Immobiliare DA.PA. S.r.l. e la Commerciale Europea S.p.A. Esposto denuncia in merito al sopralluogo effettuato in data 7 ottobre 2010 presso la sede della Commerciale Europea S.p.A” in Pignataro Maggiore (Ce). I sottoscritti dott. Pietro Luca Bevilacqua e dott. Salvatore Ziccardi, nominati amministratori giudiziari dei beni sequestrati con i decreti di cui all’oggetto, in riferimento al sequestro della totalità delle quote e del patrimonio aziendale della Commerciale Europea S.p.A., fanno presente quanto segue: in data 7 ottobre 2010 si sono recati, senza preventivo appuntamento, presso la sede operativa della società in oggetto al fine di verificare, dopo il ricevimento di una lettera anonima pervenuta a fine settembre, se i contenuti della stessa corrispondessero alla verità e per controllare l’effettivo svolgimento dell’attività. La lettera “anonima” informava gli scriventi che la sig.ra Cantelli Susanna, legale rappresentante della “Commerciale Europea S.p.A.(LETTERALMENTE” ci obbliga a fare 9 ore lavorative al giorno senza retribuirle e fa lavorare in nero un ragazzo al interno del magazzino e un certo luigi paone, ha tre dipendenti assunti patime e li fa lavorare 9 ore senza retribuzione, l’azienda e sporca da tutte le parti c’è polvere e ragnatele, non vengono rispettate le misure di sicurezza il peso dei prodotti che confezioniamo e sempre inferiore a quello che dovrebbe essere, portando un utile a fine anno non certo per lei ..omissis. Purtroppo devo rimanere anonimo perché ho paura di ritorsioni. …omissis… Preliminarmente va detto che la lettera anonima a cui fanno riferimento gli amministratori giudiziari nella loro relazione/denuncia, dalla quale avrebbe avuto origine l’iniziativa di procedere al controllo della Commerciale Europea eseguito il 07.10.2010, è un documento che gli amministratori stessi hanno formalmente consegnato ai CC Comando Provinciale di Caserta in data 30.09.2010, in occasione delle dichiarazioni rese alla Pg operante sul ruolo svolto da VASSALLO Carmine quale esattore dei canoni di locazione degli immobili di proprietà della Immobiliare Bellavista, società sequestrata in virtù del più volte citato decreto del 14 Luglio 2010. ANCORA, DALLA RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI GIUDIZIARI: …omissis… Giunti sul luogo alle ore 10,30 constatavamo l’assenza della sig.ra Cantelli Susanna, in quanto in visita presso l’istituto penitenziario dove è detenuto il marito Passarelli Franco. Immediatamente verificavamo quale dei lavoratori dipendenti, regolarmente assunti, fosse presente; oltre a questi constatavamo la presenza di tale Paone Luigi, nato a Caserta il 4 giugno 1984. A tal proposito chiedevamo al sig. Passarelli Biagio, cugino dell’omonimo figlio di Dante Passarelli nonché responsabile del magazzino, quali fossero i motivi della presenza del predetto Paone: a tale domanda il sig. Passarelli Biagio rispondeva che si trattava di un suo amico e che non svolgeva affatto alcuna mansione per conto della “Commerciale Europea S.p.A.”. Preso in disparte il sig. 88 Paone Luigi confessava agli amministratori giudiziari di essere, invece, dipendente “a nero” dal settembre 2009 della società in oggetto, svolgendo mansioni di factotum, percependo uno stipendio di euro 800,00 al mese, che gli veniva periodicamente consegnato da Biagio Passarelli. In merito a tale colloquio è bene precisare che il sig. Paone Luigi risulta essere il figlio di tale “Evelina De Biase”, dipendente della filiale di Cancello ed Arnone del Monte dei Paschi di Siena, istituto di credito presso il quale la Commerciale Europea, gli eredi Passarelli, nonché altre società facenti capo alla stessa famiglia, intrattengono rapporti di conto corrente da diversi anni. Al momento delle affermazioni fatte dal sig. Paone Luigi erano presenti anche il sig. Stellato Sergio ed il sig. Paesano Umberto, dipendenti della società in oggetto. Preso in disparte uno dei dipendenti, il quale ha chiesto di restare anonimo, lo stesso ha dichiarato che: - la sig.ra Cantelli pretende che i dipendenti lavorino anche oltre le otto ore giornaliere, indipendentemente dal contratto di lavoro; - lo zucchero “imbustato” ha un peso inferiore rispetto a quello indicato; i camion in uscita hanno sempre un peso inferiore rispetto al reale. La differenza di zucchero viene probabilmente rivenduta senza fattura. Alla domanda su come fosse possibile “ingannare” la bilancia elettronica che pesa il camion in uscita, ha risposto che in più di un’occasione, a turno, i dipendenti si siedono sul carico di zucchero; - ha, infine, riferito che Biagio Passarelli, responsabile del magazzino, tratta malissimo i suoi colleghi, dimostrando nella realtà di essere l’uomo di fiducia della Cantelli Susanna. Gli scriventi, durante il loro accesso hanno raccolto le dichiarazioni dei dipendenti in merito al numero di ore effettivamente lavorato, indipendentemente dal contratto firmato; in merito a tale criticità si rileva quanto segue: Stellato Sergio: contratto per otto ore giornaliere, ma lavora anche 9/10 ore. Paesano Umberto: contratto per quattro ore, ma lavora per 9/10 ore; alcune volte gli viene pagato lo straordinario. Della Marcore: contratto per otto ore, ma lavora anche 9/10 ore. Parente Giuseppe: contratto per otto ore, ma lavora anche 9/10 ore. Cisse Fode Ibrahima: contratto per quattro ore, ma lavora per 9/10 ore. Seihon Foboure Bourema: contratto per otto ore, ma lavora per 9/10. Manuela Biondi: contratto per quattro ore; non ha dichiarato il numero reale di ore lavorate. Rufino Maria Rosaria: contratto per otto ore; sta in maternità. Tra gli assenti si segnalano: Bovenzi Gabriele, Ovilio Antonio, entrambi guardiani e Ammaliato Giuseppe, il cui contratto pare essere stato fatto dalla Cantelli Susanna nel mese di agosto/settembre 2010, senza alcuna preventiva autorizzazione della procedura. …omissis… Conviene procedere con ordine, facendo riferimento ai prospetti riepilogativi relativi ai dipendenti della Commerciale Europea S.p.a., dal 2002 al 2010: 1. PAONE Luigi, sopra generalizzato, risulta effettivamente nei quadri dipendenti della Commerciale Europea per il solo 2009, mentre il controllo operato dagli amministratori giudiziari risale al 7 Ottobre 2010. 2. STELLATO Sergio figura quale dipendente della Commerciale Europea dal 2007 al 2010. 89 3. PAESANO Umberto risulta nei quadri dipendenti della Commerciale Europea negli anni 2009 e 2010. 4. La persona indicata nella relazione come Della Marcore si identifica, con ogni probabilità in DELLA MARTORA Armando, il quale risulta nei quadri dipendenti della Commerciale Europea dal 2007 al 2010 e, in precedenza, in quelli dell’I.P.A.M. 5. PARENTE Giuseppe risulta nei quadri dipendenti della Commerciale dal 2007 al 2010. 6. CISSE FODE Ibrahima risulta alle dipendenze della Commerciale Europea dal 2009 al 2010. 7. BIONDI Manuela risulta alle dipendenze della Commerciale Europea dal 2009 al 2010. 8. SEIHON Faboure Boureima risulta alle dipendenze della Commerciale Europea dal 2007 al 2010, ed era stata, anni addietro, alle dipendenze dell’I.P.A.M. 9. RUFINO Maria Rosaria risulta alle dipendenze della Commerciale Europea dal 2007 al 2010, ed era stata, anni addietro, alle dipendenze dell’I.P.A.M. 10. BOVENZI Gabriele, nato a Santa Maria C.V. il 05.02.1985, risulta esser stato assunto dalla Commerciale Europea S.p.a. in data 02.08.2010; 11. OVILIO Antonio, nato a Capua il 05.12.1956, risulta esser stato assunto dalla Commerciale Europea il 02.08.2010; 12. AMMALIATO Giuseppe è colui che da più tempo, ininterrottamente, risulta dipendente della Commerciale Europea. Dal 2002 al 2005, infatti, prima che la Commerciale Europea divenisse erede commerciale dell’I.P.A.M., AMMALIATO Giuseppe risulta l’unico dipendente della Commerciale Europea. Lo è tuttora, come risulta dall’accertamento del Giugno 2010. Il magazziniere PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe il 16.03.1977 – cugino omonimo dell’indagato PASSARELLI Biagio, fu Dante, nato a Casal di Principe il 21.10.1963 – risulta essere stato regolarmente assunto dalla Commerciale Europea nel 2007; in precedenza aveva svolto mansioni di operaio presso l’I.P.A.M., circostanza dimostrata anche dalle indagini tecniche svolte nell’ambito del procedimento penale in oggetto22. Il brano della relazione degli amministratori giudiziari appena esaminato introduce un argomento particolarmente importante e rilevante sotto il profilo probatorio: la vendita di zucchero non fatturato, sottratto dunque al controllo dell’amministrazione giudiziaria, da parte dei proprietari dell’azienda. Gli amministratori giudiziari, nel tentativo di tutelarne l’incolumità, non hanno inteso rivelare l’identità del dipendente dal quale dichiarano di aver appreso tale ultima circostanza, ma poi hanno riportato, nel corpo della loro relazione, importanti notizie ricevute dal magazziniere Biagio PASSARELLI: ANCORA, DALLA RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI GIUDIZIARI: …omissis… Preso in disparte il sig. Biagio Passarelli, lo stesso ha dichiarato: - che più volte aveva espresso, alla d.ssa CANTELLI e al dr. ESPOSITO, la propria volontà di incontrare il dr. BEVILACQUA per chiarire un episodio verificatosi il 14.07.2010, e che gli era stato sempre risposto che non era opportuno e che avrebbero pensato a tutto loro; - che in sede di esecuzione del sequestro, avvenuto il 14 luglio 2010, ha confermato che durante le operazioni di accesso occultava, su richiesta della Cantelli, una serie di assegni postdatati, celati 22 Cioè a dire il procedimento penale numero 26877/2010 RGNR 90 nella cassaforte a muro presente negli uffici della stessa. Tale circostanza, sorta già il giorno del sequestro, era stata già confermata dalla Cantelli presso gli uffici del dott. Pietro Luca Bevilacqua. - lo stesso Passarelli ha dichiarato che qualunque attività “illecita” svolta era frutto, esclusivamente, di ordini diretti impartiti dalla Cantelli; nello specifico veniva chiesta l’origine dei soldi contanti per pagare i lavoratori “a nero”: il Passarelli dichiarava che la Cantelli gli consegnava le buste chiuse, contenenti il denaro contante, con l’indicazione scritta dei destinatari. - alla domanda come sia possibile far uscire lo zucchero “a nero”, il sig. Passarelli ha dichiarato che solo e soltanto se riceveva tale ordine dalla Cantelli, adottava il comportamento già chiarito dal precedente dipendente, ossia facendo risultare sul documento di trasporto un peso dello zucchero maggiore rispetto al reale. Alla successiva domanda su come faccia l’azienda a far uscire carichi di merce “a nero”, il Passarelli dichiarava che di tale operatività non se ne occupava personalmente, in quanto il suo ruolo finiva con la consegna di una bolletta al trasportatore, il quale sarebbe dovuto passare in amministrazione per “trasformarlo” in documento di trasporto e/o eventuale fattura. Dichiarava, inoltre, che tale mansione era espletata dal sig. Ammaliato Giuseppe e che l’ideatore di qualsiasi “artifizio” contabile è il dott. Antonio Esposito, consulente fiscale di gran parte delle società facenti capo alla famiglia Cantelli/Passarelli. Ha infine affermato che: Giuseppe Ammaliato è una persona di fiducia in amministrazione sia della Cantelli che del dott. Antonio Esposito e che dopo un periodo “a nero” è stato assunto “direttamente” dalla predetta amministratrice. A questo punto gli amministratori ammonivano il Passarelli sulle conseguenze del suo comportamento e delle sue dichiarazioni, anche se, come già detto precedentemente, lui “obbediva” agli ordini diretti della Cantelli. …omissis… Si può già dire che, quanto dichiarato dal PASSARELLI agli amministratori giudiziari, così come riportato nella relazione, il 06.11.2010 è stato riferito, dallo stesso soggetto, anche alla Pg operante; sul punto però si tornerà più avanti, esaminando in maniera completa le dichiarazioni spontanee rese da PASSARELLI Biagio. Qui è sufficiente evidenziare come PASSARELLI abbia rimarcato agli amministratori il proprio ruolo di mero “esecutore di ordini” impartiti da CANTELLI Susanna, di come invece, ogni “artifizio” relativo alla fatturazione irregolare della merce in uscita, potesse avvenire per opera della CANTELLI grazie al contributo essenziale di AMMALIATO Giuseppe ed ESPOSITO Antonio. La disamina della relazione stilata dagli amministratori giudiziari in riferimento al controllo operato il 7 Ottobre 2010 si conclude come segue: ANCORA, DALLA RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI GIUDIZIARI: …omissis… Dopo aver ascoltato i dipendenti presenti nel magazzino della “KERO’”, giungeva la sig.ra Cantelli, la quale chiedeva i motivi della nostra visita improvvisa. Gli amministratori domandavano alla predetta quale fosse il ruolo del sig. Paone Luigi; a tale richiesta la sig.ra Cantelli, dopo un attimo di titubanza, confermava che lo stesso è dipendente “a nero” della Commerciale Europea e che, contrariamente a quanto dallo stesso dichiarato, il suo stipendio era pari ad euro 500,00 mensili e non euro 800,00. Gli scriventi hanno richiesto, inoltre, chiarimenti in merito al pagamento “in nero” di Russomando (direttore commerciale), di Paone Luigi e di ben altri tre lavoratori a nero, per un totale stimato pari a circa euro 80.000,00 annui; la Cantelli ha dichiarato che le somme a nero potevano anche provenire dai propri conti personali e che non era tenuta a darci tali spiegazioni. 91 Infine gli scriventi hanno sentito la sig.ra Manuela Biondi, addetta amministrativa, alla quale veniva richiesto di dichiarare se partecipasse direttamente o indirettamente ad illeciti amministrativi, quali la mancata o inesatta fatturazione, ricordandole che in caso affermativo ne sarebbe stata direttamente responsabile. Senza confermare quanto richiesto dagli amministratori giudiziari, con le lacrime agli occhi, dichiarava che, stando così le cose, sarebbe stato, per lei, opportuno dimettersi. Tanto si comunica per le opportune valutazioni, restando a disposizione della S.V. per eventuali ulteriori chiarimenti. …omissis… Oltre ad evidenti irregolarità, riscontrate con riferimento ad alcune assunzioni operate arbitrariamente da CANTELLI Susanna, il brano della relazione conferma quanto dichiarato agli amministratori giudiziari dall’impiegata amministrativa BIONDI Manuela, in particolare la sussistenza di anomale procedure di vendita di zucchero, evidentemente sottratto alla ordinaria gestione aziendale. Non errori o noncuranze estemporanee, ma situazioni ricorrenti ed approvate coscientemente dagli uffici amministrativi, tanto da indurre l’impiegata BIONDIa preferire le dimissioni piuttosto che assicurare il proprio personale impegno per una maggiore attenzione nelle operazioni contabili future. In questa particolare fase dell’indagine viene ad innestarsi il contenuto dell’esposto pervenuto al Comandante Provinciale dei Carabinieri di Caserta il 23 Luglio 2010, il cui riscontro, come si diceva, consente di procedere al deferimento dei soggetti indicati in rubrica. Occorre però fare alcune premesse. L’autore dell’esposto, anche in questo caso, non è stato identificato. La minuziosa conoscenza di alcuni particolari, attinenti alla gestione ordinaria delle attività economiche svolte dalla Commerciale Europea, induce a ritenere che il soggetto sia un dipendente della stessa; con i dati di cui si è in possesso però, non è possibile addivenirne all’individuazione. Lo scritto è stato recapitato alla Pg operante il 23 Luglio 2010 e riferisce, essenzialmente, una circostanza specifica, verificatasi il 19 Luglio 2010, vale a dire qualche giorno dopo l’esecuzione del decreto di sequestro preventivo emesso con procedura d’urgenza ed eseguito il 14 Luglio 2010. Nell’esposto vengono illustrate, circostanziandole con dati di fatto inequivocabili (ad esempio il rilevamento del numero di targa degli automezzi utilizzati), le fasi che hanno portato alla sottrazione di un ingente quantitativo di zucchero sfuggito, in qualche modo, all’inventario operato a seguito del sequestro del 14 Luglio 2010. ESPOSTO ANONIMO DEL 23 LUGLIO 201023: “Voglio fare le congratulazioni per l’operazione svolta Mercoledì 14 luglio con il sequestro dei beni alla camorra e in particolare la Commerciale Europea più nota come kerò. Dall’operazione svolta è stato sequestrato l’intero stabile e tutto ciò che era in magazzino, l’unico handicap è che non è stato fatto un inventario di quello che era stato sottoposto a sequestro e così i familiari dei titolari e i suoi fedelissimi hanno fatto man bassa di quello che potevano vendere in nero senza fatturare. Hanno Cercato di vendere ciò che non si vede dai video che sono in rete infatti dove ci sono i sacchi di zucchero di 50 kg che si vede l’agente che rompe il sacco al fianco di 23 Esposto in originale con relativa busta – All. 3 all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011 92 questi sono scomparse 29 pedane di sacchi di 25 kg di 1000 kg cad. marchio kerò che sono stati tagliati per produrre altri sacchi di 25 kg senza marca da poter vendere tranquillamente, precisamente hanno caricato 25 pedane di sacchi da 50 kg colore marrone senza marca di 1200 kg cad. e 16 pedane di 25 kg. di 1000 kg cad. sacchi bianchi senza marca. Li hanno caricati il giorno 19-07-10 alle ore 17:30 su due camion targa DC 581 TS e l’altro CN 918 MG. Io credo che in questi giorni dovrebbe insediarsi l’amministratore delegato dallo Stato il cui dovrebbe ben riguardarsi dal sig BIAGIO PASSARELLI (cugino del titolare) Giuseppe Ammaliato (colui che fa gli ordini) l’Avv. Russomondo (colui che ha la clientela che acquista zucchero e sicuramente faranno di tutto per togliere tutta la clientela all’azienda per dirottarla altrove ad altri zuccherifici a cui si faranno fare lo zucchero per poterlo vendere ai loro clienti) Mariarosaria Rufino (già lavorava all’ipam e di imbrogli ne ha fatti tanti), e infine il commercialista Antonio ESPOSITO un grande truffare che ha sempre dato una mano all’azienda per i suoi traffici. Preferisco rimanere nell’anonimato perché ho paura per la mia vita e dei miei familiari e poi perché voglio continuare a svolgere il mio lavoro in tranquillità visto che un altro dipendente ha sempre contestato i titolari ed è stato oggetto di continue vessazioni quotidianamente per fargli dare le dimissioni. Lei che è una grande persona faccia che questa lettera sia una confidenza tra lei e uno sconosciuto e non ne parli con nessuno faccia la sua indagine perché sempre che i giornalisti avessero fatto foto e riprese ovunque e penso che da queste si dovrebbe individuare l’ammanco che è stato sottratto. Un altro consiglio sarebbe quello che ogni sera l’amministratore insieme ai suoi uomini mettesse i sigilli a tutte le porte perché da esperienza vissuta in precedenza la notte entravano nei capannoni dell’ipam sequestrato anni fa e rubavano interi sacconi di zucchero big da 1200 kg. Spero che il mio piccolo contributo alla lotta alla camorra serva a qualcosa. Grazie infinitamente a lei e i suoi uomini che ogni giorno assicurano queste persone alla giustizia. …omissis… Anche in questo caso, conviene procedere seguendo l’ordine cronologico con cui sono stati man mano acquisiti gli elementi di riscontro al contenuto dell’esposto24. I VEICOLI CITATI NELL’ESPOSTO. I primi accertamenti sono stati svolti alla banca dati del P.R.A., al fine di individuare la corrispondenza dei due numeri di targa citati nello scritto anonimo (DC581TS e CN918MG); si tratta effettivamente di automezzi destinati all’autotrazione per trasporto di cose, intestati alla società SBS LEASING, con sede in Napoli, e locati dalla società ERRITRANS srl, partita I.V.A. numero 01013440621, con sede in Benevento Piazza Piano di Corte, 22. Tale società, originariamente intestata a IELE Vanda, in atti generalizzata, è attualmente in regime di liquidazione a cura di ERRICO Giuseppe, nato a Benevento il 02.10.1956. Quest’ultimo, a sua volta, è il titolare della società ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L. di Maddaloni, con sede operativa in San Marco Evangelista (CE), S.S. 265 Km. 26+800, società che, tra l’altro, risulta avere materialmente in uso i due automezzi citati nell’esposto. GLI ACCERTAMENTI SVOLTI PRESSO LA ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L. CIRCA L’IMPIEGO DEI DUE AUTOCARRI. 24 In proposito, si allega l’annotazione di polizia giudiziaria redatta dai militari che hanno operato i primi accertamenti – All. 4 all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011 93 Individuata l’azienda utilizzatrice dei due autocarri citati nell’esposto, la Pg operante prendeva contatti, presso la sede operativa della ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L., con l’amministratore, identificato in ERRICO Giuseppe, sopra generalizzato. Superati i primi momenti di reticenza, l’ERRICO ammetteva di avere la disponibilità dei due mezzi e, con riferimento all’impiego degli stessi relativamente al giorno 19.07.2010 (giorno della sottrazione dello zucchero), riferiva che l’autocarro targato DC581TS aveva effettivamente effettuato alcune consegne per conto della società Commerciale Europea di Pignataro Maggiore; non ricordava con precisione, invece, l’impiego del mezzo targato CN918MG. In proposito, per fornire informazioni più precise circa l’impiego dei due autocarri nella specifica circostanza, l’ERRICO convocava nel proprio ufficio il magazziniere, sig. RAZZANO, a cui è devoluta, tra le altre, la mansione di compilare una scheda – prestampata e ad esclusivo uso interno – nel quale sono annotati a penna i mezzi in uscita, l’autista, il fattorino (eventuale) nonché la zona di impiego. Dalla consultazione della scheda relativa al giorno 19.07.2010, avvenuta alla presenza dei Carabinieri di Caserta e dell’ERRICO, emergeva – alla quinta riga – che il mezzo targato DC581TS (indicato sinteticamente con la dicitura VOLVO 581), condotto dall’autista PELLEGRINO Pietro, aveva svolto la seguente attività: “1 CONS. NAPOLI POI RITIRO KERO POM.” (i motivi dell’impiego sono indicati nella corrispondente colonna ZONA della scheda prestampata). Nella stessa scheda, all’ottava riga, venivano rilevate due comunicazioni collegate tra loro: la prima riguardava l’impiego di un autocarro (indicato sinteticamente come VOLVO 580), condotto da ERRICO G. (colonna Autista) avente il seguente impiego: “ROMA SCAMBIO CON FARINA POM.” Appena più in basso, nella stessa riga, veniva rilevato l’impiego dell’automezzo indicato sinteticamente come Scania Rosso (corrispondente all’autocarro targato CN918MG), condotto da ERRICO G., destinato al seguente impiego: “RITIRO KERO’ POM.”25 A quel punto, ERRICO Giuseppe rammentava di aver proceduto in prima persona, il 19 Luglio 2010, allo scambio di mezzi in località Roma con un altro autista, ma continuava a non ricordare altri particolari relativi al successivo impiego del mezzo da lui prelevato a seguito dello scambio. Agitato in maniera evidente per l’interesse mostrato dai Carabinieri alla particolare circostanza, chiedeva aiuto alla propria figlia, ERRICO Antonella, in atti generalizzata, collaboratrice amministrativa dell’azienda, al fine di fornire spiegazioni in merito alla circostanza. Ne derivava una serie di goffi tentativi di depistaggio, finalizzati a dimostrare un impiego lecito dei mezzi presso la Commerciale Europea, con riferimento alla circostanza del 19 Luglio 201026; paradossalmente, tutti gli sforzi compiuti, in 25 Si riporta, in proposito, la Scheda riepilogativa compilata dalla Errytrans Logistica S.r.l. per il 19.07.2010 – All. 5 all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011. 26 Ad esempio, come si rileva leggendo l’annotazione di P.G. in allegato 4, ERRICO Giuseppe ed Antonella tentavano, in un primo momento, di attribuire l’impiego dei mezzi, per il giorno 19.07.2010, alla procrastinazione di un viaggio che doveva essere effettuato il 16 Luglio 2010, sempre in favore della Commerciale Europea. L’affermazione è stata vanificata dal riscontro operato sia sulle fatture che sul registro di rientro dei mezzi, accertamento che ha dimostrato come il 16 Luglio 2010, il carico seguito dalla ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L. presso la Commerciale Europea fosse stato regolarmente effettuato e concluso con la consegna della merce al committente. 94 tal senso, dagli ERRICO venivano sistematicamente vanificati sul nascere dal contenuto dei registri ufficiali della ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L. In realtà, ciò che emergeva, in maniera incontrovertibile, era la circostanza che ERRICO Giuseppe e PELLEGRINO Pietro, a bordo dei due autocarri (gli stessi citati nell’esposto), il pomeriggio del 19 Luglio 2010 avevano proceduto al ritiro di merce presso la Kerò – Commerciale Europea S.p.a. di Pignataro Maggiore. ERRICO Giuseppe e PELLEGRINO Pietro venivano quindi invitati dalla Pg operante in Caserma i per ufficializzare le proprie rispettive deposizioni in merito alla circostanza in esame; nel contempo, ERRICO Giuseppe veniva invitato dai CC di Caserta a reperire tutta la documentazione utile a sostenere quanto aveva dichiarato in quella occasione. GLI ACCERTAMENTI SVOLTI PRESSO LA COMMERCIALE EUROPEA CIRCA L’IMPIANTO DI VIDEOSORVEGLIANZA I locali della Commerciale Europea S.p.a. di Pignataro Maggiore sono serviti da un impianto di video-sorveglianza gestito dalla società CAMPUS di Bari che, in ossequio alle ultime disposizioni di legge in materia di tutela della privacy, provvede alla cancellazione dei dati una volta trascorse ventiquattro ore dalla registrazione. In ogni caso, la visione in diretta delle immagini registrate dalle telecamere che inquadrano il magazzino dell’azienda da parte dei CC del Comando Provinciale di Caserta ha consentito di riscontrare l’effettiva sussistenza di “zone d’ombra”, sulle quali cioè è possibile agire senza essere ripresi dalle telecamere. Naturalmente, la possibilità di operare in tal senso è tanto più concreta per chi conosce il sistema di videosorveglianza ed è al corrente, perciò, dei punti specifici dove le riprese delle telecamere non arrivano. Per ciò che qui rileva, l’attività svolta dalla P.G.operante riscontra positivamente, anche in questo caso, quanto asserito, in proposito, dall’anonimo esponente. LE SOMMARIE INFORMAZIONI RESE DA ERRICO GIUSEPPE E PELLEGRINO PIETRO. Il 6 Agosto 2010 la Pg operante ha proceduto all’escussione a sommarie informazioni ERRICO Giuseppe, nella duplice veste di amministratore della ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L. e di conduttore, il 19 Luglio 2010, del mezzo targato CN918MG, e PELLEGRINO Pietro, conduttore nella medesima circostanza, del mezzo targato DC581TS. In buona sostanza, entrambi hanno confermato di essersi recati, nel pomeriggio del 19 Luglio 2010, presso il deposito della Commerciale Europea di Pignataro Maggiore, a bordo dei due autocarri sopra citati. Il dato è pienamente aderente al contenuto dell’esposto. Il motivo della loro presenza alla Commerciale Europea, nella circostanza, viene concordemente indicato da entrambi gli escussi, nel consueto ritiro di merce, con contestuale resa delle pedane vuote, prassi che verrà spiegata nella stessa identica maniera anche dal magazziniere, PASSARELLI Biagio, nel corso delle spontanee dichiarazioni rese a questi Uffici a distanza di circa tre mesi. Entrambi gli escussi hanno altresì dichiarato che in tale circostanza, pur notando la presenza di merce già pronta nei bancali, non procedettero ad alcun carico, per motivi che non gli fu dato sapere, ma scaricarono – sempre a loro dire – solo delle pedane vuote (contrariamente alla prassi 95 che gli stessi escussi avevano già spiegato, cioè quella di procedere al carico di un certo numero di bancali/pedane cariche di merce, previa resa dello stesso numero di pedane vuote). Entrambi i soggetti hanno ammesso l’anomalia della circostanza rispetto al loro rapporto di impiego di routine, quali vettori per la consegna di merce ai clienti della Commerciale Europea, ma non sono stati in grado di spiegarla. Soprattutto, non hanno fatto il benché minimo cenno ad un’eventuale reazione di protesta o alla richiesta di spiegazioni, verso i proprietari della società, per l’inutile richiesta di intervento di ben due autocarri della ERRYTRANS, rientrati “a vuoto” presso la loro sede con il danno che ne derivava in termini di spese e costi. A corredo di quanto asserito dai due escussi, al fine di sostenere la tesi secondo cui i due autocarri erano stati impiegati, nella circostanza in esame, per la semplice resa di pedane vuote, ERRICO Giuseppe produceva, in sede di escussione, due ricevute di consegna, controfirmate dalla direzione della Commerciale Europea. Vale la pena di ricordare che, nonostante l’impegno profuso dall’ERRICO e dalla figlia Antonella, nel corso del controllo operato dalla Pg operante presso la sede della ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L. il 28 Luglio 2010, erano emersi diversi possibili scenari costruiti dagli ERRICO per dare una spiegazione plausibile circa l’impiego dei due articolati, ma nessun riferimento era stato fatto alla mera consegna di pedane vuote in favore della Kerò; eppure, le due ricevute di consegna prodotte dall’ERRICO in questi Uffici, recando data 19.07.2010 dovevano già essere in possesso dell’amministrazione della ERRYTRANS il giorno del controllo (cioè il 28 Luglio 2010). In realtà, come si vedrà analizzando le spontanee dichiarazioni rese dal magazziniere della Commerciale Europea, PASSARELLI Biagio, le ricevute di resa delle pedane vuote, pur recando falsamente data 19.07.2010, sono state certamente compilate, e consegnate in copia alla Commerciale Europea, in epoca successiva. Stando a quanto spontaneamente dichiarato da PASSARELLI Biagio, copie di quei documenti sono rimaste in suo possesso dopo averle ricevute, tempo dopo, personalmente dall’ERRICO. Sulla circostanza si tornerà più avanti. Per una più completa esposizione, si riporta integralmente il contenuto dei verbali di sommarie informazioni redatti a carico di ERRICO Giuseppe, titolare della ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L., e di PELLEGRINO Pietro, autista del secondo camion citato nell’esposto: Sommarie informazioni rese il 6 Agosto 2010 da ERRICO Giuseppe:27 …omissis… Sono l’amministratore della società ERRYTRANS srl, con sede in Maddaloni Via Napoli, 105 e sede operativa in San Marco Evangelista SS265 KM 26,800. Sono nella piena disponibilità dei veicoli targati DC581TS e CN918MG, i quali sono rispettivamente il primo VOLVO MOTRICE ed il secondo SCANIA Articolato. I mezzi sono utilizzati per trasporto merci conto terzi. A.D.R. Effettuo da qualche mese trasporti per conto della società COMMERCIALE EUROPEA con sede in Pignataro Maggiore. I trasporti vengono commissionati direttamente dalla società che quando hanno da effettuare delle consegne ci chiamano e la mia società preleva il materiale che successivamente viene depositato nei nostri magazzini in San Marco Evangelista, per poi essere consegnato ai vari commercianti finali. Solitamente trasportiamo generi alimentari, in prevalenza zucchero.-----------// 27 Verbale di sommarie informazioni rese da ERRICO Giuseppe il 6 Agosto 2010 – All. 6 96 A.D.R. Solitamente quando io o uno dei miei dipendenti si porta presso la sede della commerciale Europea, per caricare la merce, questa è già pronta sui bancali, ma può capitare di attendere perchè deve essere ancora “bancalizzata”. Una volta caricata la merce sui camion, ci vengono forniti dei documenti da parte dei dipendenti e poi in amministrazione vengono emesse le bolle di accompagnamento.--// …omissis… La prassi commerciale che regola i rapporti tra la ERRYTRANS LOGISTICA Sr.l. e la Commerciale Europea S.p.a., così come descritta da ERRICO Giuseppe, troverà ulteriore conferma nelle dichiarazioni rese dal magazziniere PASSARELLI Biagio. ERRICO Giuseppe continua ricostruendo la giornata del 19 Luglio 2010: …omissis… A.D.R. In data 19.07.2010, mi sono portato in Roma, per effettuare uno scambio di mezzi con un altro autista. Successivamente mi sono portato presso il mio deposito ed ho preso un altro mezzo Scania targato CN918MG e, siccome vi era da fare un carico alla Commerciale Europea, decisi di andare personalmente alla società. Mi ricordo che arrivai verso le 16-17 del pomeriggio e nella circostanza scaricai anche dei bancali. Ricordo inoltro che, anche l’altro mio dipendente sig. PELLEGRINO Pietro, era di strada ed aveva sul camion alcune pedane da scaricare proprio alla commerciale Europea e ci siamo trovati contemporaneamente alla società. …omissis… Ciò che ERRICO vorrebbe far passare come una casualità (cioè la sua concomitante presenza, presso la Commerciale Europea, con l’autista PELLEGRINO Pietro), si rivelerà essere un ordine ben preciso che era stato impartito all’autista PELLEGRINO dalla propria azienda, come si evince dalle dichiarazioni rese sul punto proprio dal secondo autista. ERRICO Giuseppe ha altresì consegnato ai CC di Caserta copia del cronotachigrafo 28 del mezzo targato CN918MG, da lui condotto il giorno 19 Luglio 2010. L’escusso ha precisato che la pausa tra le ore 17.00 circa e le ore 18.00 circa, rilevabile dal “dischetto”, dell’autotreno corrispondeva alla sosta effettuata presso la Commerciale Europea. Si tratta dunque di una sosta durata circa un’ora. Poi, nel proseguire l’esposizione dei fatti ha dichiarato: …omissis… A.D.R. Posso dire che, come sempre erano presenti diversi bancali, già pronti, ma non mi furono fatti caricare.---// A.D.R. Non era mai capitata una cosa del genere, ad oggi è accaduto il giorno 19.07.2010 e questa settimana, ma non ricordo il giorno preciso che un mio camion con autista si è portato presso la sede della Commerciale Europea per caricare, ma è tornato vuoto.--A.D.R. Anche l’altro mio autista con l’altro mezzo, scaricò dei bancali EPAL vuoti, senza caricare nulla.----// A questo punto della verbalizzazione, ERRICO Giuseppe ha consegnato ai CC di Caserta copia di due ricevute di versamento di “bancali” vuoti, una relativa a 100 pedane, l’altra relativa a 150 pedane, controfirmate per ricevuta con timbro della “Commerciale Europea S.p.a. – Ricezione 28 Copia del cronotachigrafo dell’autocarro targato CN918MG del giorno 19.07.2010 – All. 7 all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011 97 Merce”. Sebbene i due documenti rechino data 19 Luglio 2010, si ha ragione di ritenere che gli stessi, in realtà, siano stati redatti dopo il controllo operato dalla Pg operante presso la sede della Errytrans Logistica S.r.l. del 28 Luglio 2010, e ciò essenzialmente alla luce di due circostanze: a. in primo luogo emerge che, nonostante l’intervento di ERRICO Antonella – responsabile amministrativo della Errytrans – nel ricercare, durante il controllo dei Carabinieri, documentazione che servisse a giustificare l’impiego dei due autoarticolati il giorno 19 Luglio 2010, le due ricevute non furono trovate in quella circostanza, né fu fatto il benché minimo riferimento alla loro esistenza.Eppure, né emergevano agli atti le due ricevute di consegna delle pedane vuote, né gli ERRICO ne indicavano l’esistenza, ancorché verbalmente. E’ evidente che la circostanza è stata falsamente attestata in un momento successivo al controllo; b. la conferma definitiva che le due ricevute di consegna delle pedane vuote siano state falsamente compilate, solo dopo il controllo presso la sede del vettore Errytrans, emerge dalle dichiarazioni rese dal magazziniere PASSARELLI Biagio, il 6 Novembre 2010. Questi infatti, nel confermare la circostanza di aver proceduto, il 19 Luglio 2010, ad un carico di zucchero su due camion della Errytrans, ha anche dichiarato di aver ricevuto, una “quindicina di giorno dopo”, un’insolita visita da parte di ERRICO Giuseppe, il quale, nella circostanza, gli avrebbe consegnato copia delle due ricevute in questione, documenti che il PASSARELLI ha dichiarato di aver trattenuto per sé, vista la stranezza della circostanza. I “quindici giorni dopo” a cui approssimativamente fa riferimento il PASSARELLI, a decorrere dalla sottrazione dello zucchero avvenuta il 19 Luglio 2010, coincidono con i primi giorni del mese di Agosto, cioè col periodo preciso in cui ERRICO Giuseppe e PELLEGRINO Pietro venivano invitati daLLA Pg operante per essere sentiti a sommarie informazioni. L’esposizione dei fatti da parte dell’ERRICO è apparsa ai verbalizzanti evidentemente costruita; è stata comunque mostrata, all’escusso, la copia della Scheda Riepilogativa del 19 Luglio 2010 che egli stesso aveva consegnato ai Carabinieri di Caserta durante il controllo del 28 Luglio 2010, visionando la quale, nel prosieguo del verbale, l’ERRICO ha aggiunto: …omissis… la scheda è ad uso esclusivo dell’organizzazione del mio ufficio e del lavoro che svolgo e tengo a precisare che non ha nessun valore legale. La stessa però nella data del 19.07.2010, riporta esattamente quanto da me riferito sopra che, alla riga cinque è inserito VOLVO 581 (Riferito al mezzo DC581TS) PELLEGRINO che nel pomeriggio si doveva portare alla KERO’. Alla riga otto sono riportati VOLVO 580 con il quale personalmente mi sono portato a Roma per effettuare uno scambio di mezzi ed alla stessa riga vi è riportato SCANIA Rosso (riferito al mezzo targato CN918MG) ritiro KERO’.---// A.D.R. Sul mezzo targato DC581TS, è installato il nuovo sistema di controllo cronotachigrafo digitale, i cui dati sono scaricati presso una società ogni sei mesi e conservati.----// A.D.R. I due mezzi di cui mi si chiede, non possiedono nessun sistema di antifurto satellitare.----// A.D.R. Posso ribadire che per i trasporti effettuati nel mese di luglio corrente anno, sono solo ed esclusivamente quelli per i quali vi ho fornito i documenti di trasporto.--// A.D.R. Non ho altro da aggiungere nè modificare a quanto sopra detto.----// …omissis… 98 Dello stesso tenore e, fondamentalmente concordi le une con le altre – eccezion fatta per la “casualità” attribuita dall’ERRICO alla concomitante presenza dei due autotreni della propria azienda presso la sede Commerciale Europea, nella circostanza del 19 Luglio 2010 – sono le dichiarazioni rese alla Pg operante il 6 Agosto 2010, da PELLEGRINO Pietro: Sommarie informazioni rese il 6 Agosto 2010 da PELLEGRINO Pietro:29 …omissis… Sono un autista e lavoro per conto della società ERRYTRANS srl, con sede operativa in San Marco Evangelista SS265 KM 26,800. Lavoro per il sig. ERRICO Giuseppe, titolare della società, da circa 19 anni. Non sono assegnatario individuale di un veicolo, ma cambio i vari mezzi che sono a disposizione della società, soprattutto in relazione al tipo di trasporto e di consegna che bisogna effettuare----// A dirmi quale mezzo debbo prendere, solitamente è il magazziniere della società sig. RAZZANO Andrea, il quale tra i suoi compiti vi è quello di annotare i mezzi con i quali usciamo, su di un foglio, sul quale vengono annotati anche i luoghi dove ci dobbiamo portare. Si dà atto che al sig. PELLEGRINO viene mostrato un foglio contraddistinto in alto a destra dal numero 1, lo stesso dopo averlo visionato riferisce quanto segue: E’ questo il foglio che compila il sig. RAZZANO, infatti è il foglio relativo al giorno 19.07.2010 ed alla riga uno e cinque, è riportato il mio nome, con a fianco segnato i luoghi nei quali mi sono portato. A.D.R. Alla riga cinque, nei luoghi dove mi dovevo portare, è indicato consegna a Napoli e ritiro KERO’ Pomeriggio.30…omissis… Trattandosi di uno degli autisti che da più tempo è alle dipendenze dell’ERRICO, è sembrato normale che il PELLEGRINO sapesse illustrare, in maniera dettagliata e coerente, i criteri riguardanti l’impiego degli autisti e dei mezzi da parte del proprio datore di lavoro; ciò ha fatto anche con riferimento alla giornata del 19 Luglio 2010, aggiungendo quanto segue: …omissis… Nella circostanza del giorno 19.07.2010, la mattina sono uscito con un mezzo ed il pomeriggio ho effettuato i trasporti con il veicolo VOLVO targato DC581TS.---// A.D.R. Il giorno 19.07.2010, nel pomeriggio, avevo avuto incarico dalla mia società e precisamente come solito avviene dal sig. RAZZANO, di portarmi presso la sede della KERO’, in Pignataro Maggiore, scaricare delle pedane e successivamente effettuare un carico di merce.----// …omissis… Si ricorderà come, sul punto, ERRICO Giuseppe aveva dichiarato che il PELLEGRINO …era di strada ed aveva sul camion alcune pedane da scaricare proprio alla commerciale Europea e ci siamo trovati contemporaneamente alla società… La discrasia tra le due versioni è palese; del resto, sembra naturale che l’impegno e l’attenzione dell’ERRICO e del PELLEGRINO, nel rendere alla Polizia Giudiziaria una medesima versione “coerente” su come si fossero svolti i fatti del 19 Luglio 2010, fossero rivolti non tanto a ciò che era successo prima di arrivare alla Commerciale Europea (e 29 Verbale di sommarie informazioni rese da PELLEGRINO Pietro il 6 Agosto 2010 – All. 8 all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011. 30 Si tratta della scheda riepilogativa in allegato di cui si è detto. 99 da qui le due differenti versioni), bensì a ciò che era avvenuto all’interno dell’azienda, punto sul quale il PELLEGRINO prosegue riportando fedelmente la stessa versione resa dall’ERRICO: …omissis… Infatti il pomeriggio del 19, verso le 16,30-16,40, ero nei magazzini della KERO’ ed una volta che i dipendenti della ditta ebbero effettuato lo scarico delle pedane, ho atteso che caricassero il camion, ma dopo circa mezz’ora-quaranta minuti di attesa, mi dissero che potevo andare via, perchè non vi era nulla da caricare.---// Nella circostanza ricordo che ad attendere con me, vi era anche il titolare della mia ditta sig. ERRICO Giuseppe, il quale era arrivato circa cinque minuti dopo di me, anche lui per scaricare delle pedane, infatti i dipendenti della KERO’ parlarono proprio con lui e gli dissero che potevamo andare via.----// A.D.R. Presso la società KERO’, ho lasciato 100 bancali, non ricordo quanti ne ha scaricati il sig. ERRICO.----// A.D.R. Quando scarichiamo le pedane vuote, la mia ditta mi dà un foglio che io successivamente faccio firmare alla società presso la quale effettuo la consegna.----------// …omissis… Si comprende facilmente come il foglio a cui si è genericamente riferito il PELLEGRINO sia, in realtà, una delle due ricevute di resa delle pedane vuote di cui aveva parlato l’ERRICO e che aveva, nella stessa circostanza prodotto in questi Uffici. PELLEGRINO Pietro ha altresì riepilogato le fasi relative al rientro “a vuoto” dei due autotreni presso la sede dell’azienda: …omissis… A.D.R. Il giorno 19.07.2010, come in altre circostanze, nel magazzino della KERO’ vi era della merce già pronta sui bancali, ma noi non caricammo nulla.---// A.D.R. Nel momento in cui eravamo presenti noi nel pomeriggio del 19.07.2010, non vi erano altri mezzi pronti a caricare, non sono in grado di dire se prima o dopo di noi, erano arrivati altri camion.----// A.D.R. Il giorno 19.07.2010, dopo che sono andato via dalla KERO’ sono ritornato al deposito, unitamente al sig. ERRICO Giuseppe, che viaggiava sul veicolo Scania Rosso di cui al momento non ricordo il numero di targa.-----// A.D.R. Non mi è stato mai chiesto nè dalla mia azienda, nè da altre società per le quali la mia azienda lavora, di effettuare trasporti senza documenti di viaggio.---// A.D.R. Solitamente, quando vado a caricare il camion presso la KERO’, vi è sempre il responsabile, credo si chiami Biagio, il quale chiama altri dipendenti per il carico e poi mi consegna dei fogli, che consegno in amministrazione e successivamente mi viene rilasciato il documento di trasporto, oppure fatture.--/ A.D.R. Mi vengono date le fatture, poichè spesso capita che quando vado a consegnare la merce, mi pagano anche il corrispettivo.----// …omissis… Tale ultima affermazione ricalca in maniera precisa la prassi seguita presso la Commerciale Europea in occasione del carico di merce sui mezzi dei vettori, circostanza che verrà illustrata nei minimi particolari ai CC del Comando Provinciale di Caserta, anche dal magazziniere 100 PASSARELLI Biagio, personaggio al quale, peraltro, fa esplicito riferimento anche l’escusso PELLEGRINO Pietro, il quale conclude la propria testimonianza come segue: …omissis… A.D.R. Il mezzo che guidavo ha in dotazione il nuovo cronotachigrafo digitale che registra gli spostamenti, ha in dotazione il TELEPASS, ma non ha in dotazione nessun tipo di antifurto satellitare.--// A.D.R. Per quanto riguarda i dati relativi al giorno 19.07.2010 registrati nel cronotachigrafo digitale, non sono a conoscenza se gli stessi possono essere rilevati, in quanto in data 03.08.2010, ho denunciato lo smarrimento del microcip della carta del conducente avente nr.00000077521000, rilasciatami il 05.01.2007, di cui lascio copia della relativa denuncia.---// A.D.R. L’apparecchio cronotachigrafo, all’interno del veicolo targato DC581TS, al momento credo sia funzionante, se utilizzato con un’altra carta del conducente.-----// A.D.R. Non ho altro da aggiungere, nè modificare a quanto sopra detto.-----// …omissis… Ulteriori perplessità su come in realtà si siano svolti i fatti del 19 Luglio 2010 vengono provocate dall’improvviso smarrimento della “carta conducente”, relativa al sistema del cronotachigrafo elettronico, da parte dell’autista PELLEGRINO, evento che, guarda caso, risulta essersi verificato il 3 Agosto 2010, cioè dopo qualche giorno dall’accertamento compiuto presso la sede della Errytrans Logistica. LE SPONTANEE DICHIARAZIONI PASSARELLI BIAGIO. RESE DAL MAGAZZINIERE DELLA COMMERCIALE EUROPEA S.P.A., PASSARELLI Biagio, in atti generalizzato, magazziniere della Commerciale Europea, dopo aver cercato ed ottenuto un contatto telefonico con la Pg operante che si stava occupando del sequestro preventivo sui beni della famiglia PASSARELLI, si è presentato spontaneamente presso la Caserma dei CC di Caserta il 6 Novembre 2010 ed ha reso dichiarazioni che, per un verso riscontrano obiettivamente il contenuto dell’esposto in trattazione e dall’altro fanno emergere la complicità dei due autotrasportatori nella sottrazione dell’ingente quantitativo di zucchero perpetrato presso la Commerciale Europea il 19 Luglio 2010. Dunque, ERRICO Giuseppe e PELLEGRINO Pietro hanno deliberatamente mentito alla Pg operante, rendendo false dichiarazioni il 6 Agosto 2010 e producendo documentazione falsa, attestante la mera consegna di pedane in favore della Commerciale Europea, anziché ammettere, senza peraltro incorrere in alcuna sanzione, di aver proceduto al carico dello zucchero. Le dichiarazioni rese da PASSARELLI Biagio chiariscono, inoltre, il contenuto della parte finale dell’esposto del 23 Luglio 2010, tratteggiando il ruolo svolto da personaggi quali AMMALIATO Giuseppe ed ESPOSITO Antonio, indicati – sia nell’esposto che dal PASSARELLI – quali complici fedeli di CANTELLI Susanna, co-artefici della realizzazione di tutti gli illeciti compiuti in seno alla gestione della Commerciale Europea. Il contenuto del verbale in cui sono state raccolte le dichiarazioni del magazziniere è chiaro e non necessita di particolari argomentazioni o approfondimenti, ragion per cui, di seguito, verrà riportato integralmente. 101 Va esaminato, intanto, un dato che ha certamente influito sull’elemento psicologico della condotta tenuta dai soggetti indagati nell’ambito del procedimento penale in oggetto e dalle persone che ad essi risultano in qualche modo vicini (compreso il magazziniere PASSARELLI Biagio); il dato è il seguente: dalla data in cui è stato inviato il secondo esposto in trattazione (quindi 23 Luglio 2010) ad oggi, gli elementi acquisiti e posti a sostegno del sequestro operato dalla Scrivente D.D.A. a carico della Commerciale Europea, nonché di tutti gli altri beni costituenti l’impero economico acquisito illecitamente della famiglia PASSARELLI, hanno sempre superato positivamente – e ripetutamente – il vaglio del G.I.P. e della Sezione Riesame del Tribunale di Napoli; tali elementi, pur sottoponendosi a ripetute riproposizioni del provvedimento di sequestro adottato in via d’urgenza dalla S.V., poiché venuto più volte a decadere per motivi meramente formali rilevati, di volta in volta, dalla Sezione Riesame, nel merito non sono mai stati messi in discussione né dal G.I.P. né dalla Sezione Riesame del Tribunale di Napoli. Spontanee dichiarazioni rese il 6 Novembre 2010 da PASSARELLI Biagio – magazziniere:31 …omissis… “”Voglio premettere che sono, da circa un anno e mezzo, il magazziniere della Commerciale Europea S.p.a., con sede in Pignataro Maggiore. In precedenza avevo lavorato, come operaio di carico e scarico merci, anche per l’I.P.A.M. di Villa Literno; preciso, infatti, di essere cugino di primo grado dei fratelli PASSARELLI Biagio, Franco, Davide e Gianluca, titolari di quest’ultima azienda.—// Nonostante il rapporto di parentela con PASSARELLI Franco e CANTELLI Susanna, il mio impiego alla Commerciale Europea è quello di operaio: non ho potere decisionale su alcuna circostanza, nonostante il ruolo di fiducia che mi viene accordato facendo il magazziniere. Da quando l’azienda di Pignataro Maggiore è stata sottoposta a sequestro, nel Luglio scorso, ho cercato di avere dei contatti diretti con gli amministratori giudiziari in quanto, così come eravamo stati invitati a fare noi dipendenti, ritenevo opportuno segnalare le varie circostanze che caratterizzano il mio lavoro quotidiano. Tali contatti sono riuscito ad averli solo negli ultimi tempi, in particolare col dr. BEVILACQUA, in quanto precedentemente, avendone chiesto la possibilità a CANTELLI Susanna e ad ESPOSITO Antonio, mi era stato detto che non era necessaria in quanto era tutto a posto. Al dr. BEVILACQUA, nel corso di alcune conversazioni avute di recente, ho spiegato determinate situazioni che si erano verificate i primi giorni dopo il sequestro del Luglio 2010, circostanze nelle quali mi ero ritrovato senza sapere di tenere dei comportamento anomali. Al Dr. BEVILACQUA ritenni di dover spiegare, nei dettagli, anche il ciclo della mia attività, cosa che, in questa sede, ripeto anche adesso a voi:--// Come responsabile del magazzino ho un computer con una stampante; a tale stampante giungono gli ordini che mi invia l’amministrazione, relativi alla merce che devo produrre, far confezionare e poi caricare sui mezzi di trasporti del vettore che viene indicato nello stesso ordine. Ricevuto l’ordine interno, contatto il vettore; a questo proposito vi dico l’azienda si rivolge a vettori differenti a seconda della zona dove deve essere scaricato lo zucchero; ad esempio, per le province di Napoli e Caserta l’azienda si rivolge alla ditta ERRYTRANS di Maddaloni, per le province di Avellino e Benevento alla ditta Trasporti Castaldo di Napoli, ecc. Una volta contattato il vettore, prendo appuntamento per il giorno successivo al fine di procedere al carico. Nel frattempo, mi reco 31 Verbale di spontanee dichiarazioni rese dal magazziniere PASSARELLI Biagio il 6 Novembre 2010 – All. 9 all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011. 102 ai locali di produzione, ordinando la merce che mi occorre al fine di evadere la richiesta inviatami dall’amministrazione. Per produzione intendo dire l’impacchettamento dello zucchero e la sua sistemazione sui bancali. Il giorno dopo, quando si presenta il vettore, prima vengono scaricate dal camion le pedane vuote, dato che vige il sistema “vuoto a rendere”. Poi, il camion scarico, passa su una pesa elettronica, il cui risultato viene visualizzato su un apparecchio elettronico che ho io nel mio ufficio, e poi stampato su un cartellino. Dopo aver rilevato la pesa di ingresso, faccio caricare il camion con lo zucchero che era stato ordinato, e lo rimando alla pesa elettronica. In base al dato rilevato precedentemente a camion vuoto, calcolo il peso dello zucchero che è stato caricato. Al vettore consegno la richiesta dell’ordine inviatami il giorno prima dall’amministrazione, nella quale annoto anche il peso dello zucchero caricato. Tale documento viene consegnato in originale all’autista mentre la fotocopia viene trattenuta dal sottoscritto. Che io sappia, l’autista si reca, poi, nell’ufficio fatturazione; consegna all’impiegata dell’azienda l’ordine di richiesta con il rilevamento del peso e l’impiegata emette la fattura o un documento di trasporto al fine di procedere alla consegna della merce in favore del cliente che l’aveva originariamente ordinata. La mattina del giorno seguente, con le copie di tutte le richieste che ho evaso il giorno prima, mi reco presso l’ufficio fatturazione ove mi fanno una stampa del resoconto della fatturazione del giorno prima; io controllo che vi sia corrispondenza con quello che ho caricato e poi consegno tutti i documenti all’impiegato dell’ufficio il quale, poi, mi risulta che consegna il tutto alla d.ssa CANTELLI, la quale procede a fare ulteriori riscontri e all’archiviazione delle fatture o dei documenti di trasporto. Naturalmente, potete ben capire che, per quello mi riguarda, il lavoro finisce nel momento in cui ho riscontrato che ciò che ho caricato sui camion il giorno prima è quanto risulta sui documenti dell’ufficio fatture; poi, se tali documenti non rientrano nella contabilità ufficiale dell’azienda, a me non è dato saperlo. In termini più chiari, se la merce che io carico sui camion – in maniera regolare, perché ho una richiesta di ordine da parte dell’amministrazione – non viene poi realmente fatturata, dal punto di vista fiscale, io questo non potrò mai saperlo. Ad esempio, ricordo adesso, che i primi giorno dopo il sequestro della Commerciale Europea, accadde che la d.ssa CANTELLI e AMMALIATO Giuseppe – quest’ultimo è colui che gestisce tutta la gestione informatica dell’azienda, compreso il programma di fatturazione e giacenza merci – si recarono in magazzino e mi diedero verbalmente un ordine di produzione; tale ordine consisteva nell’impacchettare dei sacchi di zucchero da 25 kg cadauno da inserire in circa venti – venticinque pedane complete da 10 quintali cadauna, da consegnare all’ERRYTRANS di Maddaloni. Pensai che, dato che c’era stato il sequestro pochi giorni prima, i programmi erano stati bloccati e quindi l’ordine mi doveva esser dato in quel modo, in attesa che al mio computer potessero collegarsi gli amministratori giudiziari. Tale mia convinzione venne avvalorata dalla presenza di Peppe AMMALIATO che, come vi ho detto, si occupa proprio dei programmi di gestione informatica del’azienda. Dovete tener anche presente che fino ad allora, dal giorno del sequestro, non erano stati fatti altri carichi. Poiché faccio questo lavoro da tanti anni per i miei cugini, al fine di farlo funzionare al meglio ed avere i miei riscontri quotidianamente, chiesi alla CANTELLI e ad ESPOSITO Antonio di poter parlare con gli amministratori giudiziari affinché fosse ripristinato quanto prima il collegamento al mio computer, così da poter ricevere gli ordini regolarmente e poter fare i miei riscontri il giorno dopo; in caso contrario, infatti, gli ordini non potevano che essere solo verbali, come era accaduto quel giorno con la ERRYTRANS. Non ricordo di preciso quale fosse il giorno, rammento soltanto che era uno dei primissimi giorni dopo il sequestro ed era di pomeriggio. Adempii all’ordine datomi dalla CANTELLI e feci caricare un 103 bilico ed una motrice – quest’ultima senza rimorchio – della ERRYTRANS, il primo mezzo ricordo era condotto proprio dal titolare dell’azienda di trasporti; altra stranezza che notai in quella circostanza fu che il carico venne fatto senza il solito sistema di “vuoto a rendere” e di riscontro di peso come vi ho sopra spiegato. Circa una quindicina di giorni dopo, il titolare della ERRYTRANS, tale Giuseppe ERRICO, mi consegnò dei buoni relativi allo scarico di alcune pedane che, presumo, si riferissero a quella circostanza; tali buoni ce l’ho ancora io conservati nel mio cassetto ma, sinceramente, non ho ancora capito il motivo per cui mi siano stati dati, in quanto le pedane a cui fa riferimento il foglio non mi sono mai state realmente consegnate. Voglio precisare che al dr. BEVILACQUA ho spiegato nel dettaglio come funziona la mia attività lavorativa ma, del carico che vi ho qui illustrato fatto alla ERRYTRANS, non ricordo se gliene abbia parlato nel dettaglio o meno. Ricordo, invece, di avergli riferito come nell’ambito dell’azienda, il mio lavoro non mi consente margini di gestione o di iniziativa e che quindi, tutto ciò che dipende dal magazzino è preventivamente ordinato e successivamente riscontrato dall’amministrazione; questa cosa la ribadisco a voi per evitare che, determinate circostanze anomale che possano in qualche modo coinvolgere il magazzino della Commerciale Europea, possano ritorcersi contro la mia persona. Del resto, il mio è uno stipendio da operaio quindi nemmeno vorrei avere responsabilità che non mi competono e non mi vengono retribuite. Al Dr. BEVILACQUA, oltre ad altre circostanze (come, ad esempio, lo spostamento di alcuni assegni al quale ho proceduto su ordine della D.ssa CANTELLI il giorno del sequestro) ho evidenziato che i documenti ufficiali relativi alle vendite sono emessi dall’amministrazione, indipendentemente da ciò che io rilevo sull’ordine che mi viene inviato e che, in ogni caso, i sistemi informatici sono gestiti direttamente dal sig. Giuseppe AMMALIATO.--// Ripeto che la mia iniziativa di oggi è legata al fatto che, essendo solo un operaio, esecutore di ordini, potrei non essere a conoscenza di tutto ciò che ruota intorno alla mia mansione ma, vi ribadisco, non è stata mai mia diretta intenzione oppormi all’operato dell’Autorità Giudiziaria e dell’Amministrazione giudiziaria che sta operando sull’azienda per cui lavoro.--// Per il resto, non ritengo aver null’altro da dire.--// …omissis… Il magazziniere PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe il 16.03.1977, successivamente alle dichiarazioni spontanee rese alla Pg operante, è deceduto per cause naturali. LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE Il ruolo fiduciario svolto da AMMALIATO Giuseppe e dal commercialista ESPOSITO Antonio, nella gestione degli affari della Commerciale Europea e di altre imprese della famiglia PASSARELLI, è evidenziato anche dal contenuto di telefonate intercettate nel corso delle indagini tecniche svolte, alla fine del 2006, nell’ambito del procedimento penale numero 27526/06 RGNR della S.V. sulle seguenti utenze: - utenza cellulare numero 393-9702558, in uso a CANTELLI Susanna, intercettata in esecuzione al decreto numero 27526/06 RGNR e numero 3837/06 RR del 09.11.2006, dal 09.11.2006 al 18.12.2006; - utenza cellulare numero 329-0116050, in uso a PASSARELLI Franco, intercettata in esecuzione al decreto numero 27526/06 RGNR e numero 3979/06 RR del 17.11.2006, dal 17.11.2006 al 26.12.2006.” 104 Si richiamano, per il contenuto di tali intercettazioni, le pagg. 117-133 della richiesta dei PP.MM.; qui basta solo segnalare che nessuna di esse è riferibile specificamente all’ episodio contestato al capo B) ma certamente le stesse comprovano il rapporto assolutamente fiduciario riposto da Franco Passarelli e Cantelli Susanna nei confronti del commercialista, Esposito Antonio e di Ammaliato Giuseppe. Il complesso di tali elementi, ed in particolar modo le dichiarazioni del magazziniere Biagio Passarelli (deceduto nelle more e dunque pienamente utilizzabili anche in dibattimento), e gli esiti delle indagini disposte sulla scorta dell’esposto anonimo del 23.7.2010 (in particolare gli accertamenti presso la ditta Errytrans logistica s.r.l.) configurano un grave quadro indiziario del furto pluriaggravato contestato a carico della Cantelli e dell’ Ammaliato, che diedero al magazziniere l’ ordine verbale di impacchettare lo zucchero e prepararlo per il trasporto. Ma, ritiene chi scrive, anche a carico dell’ Errico Giuseppe. Depone in tal senso il comportamento assunto dallo stesso al momento del primo controllo in azienda. Il comportamento reticente assunto dallo stesso ed i tentativi di depistaggio non troverebbero infatti alcuna spiegazione logica ove costui fosse stato in buona fede al momento del carico della merce e dunque non avesse nulla da nascondere agli inquirenti in sede di controllo. Ciò unito alla anomalia evidenziata dal magazziniere, che in occasione di quel carico segnala che non vi fu la procedura standard del sistema di “vuoto a rendere” e di riscontro del peso induce a ritenere che l’ Errico fosse perfettamente consapevole, ab initio, della illiceità di quel prelievo, e dunque abbia consapevolmente partecipato alla condotta sottrattiva. Viceversa, nei confronti del Pellegrino, altro autotrasportatore, sentito per la prima volta in data 6.8.2010, la mera anomalia nella procedura seguita al momento di carico, non è da sola sufficiente a fondare la emissione di misura cautelare. Invero, la sua scelta di rendere dichiarazioni non veritiere alla P.G., unitamente all’ incredibile coincidenza dello smarrimento della “carta conducente” il 3.8.2010 integra senz’ altro il reato di favoreggiamento, ma è pienamente compatibile con una conoscenza acquisita successivamente (e specificamente dopo il primo controllo a carico dell’ Errico e la convocazione in caserma) della illiceità del trasporto del 19.7.2010, unitamente alla richiesta, da parte del suo datore di lavoro, di rendere dichiarazioni compiacenti. Del pari non emergono gravi indizi della partecipazione allo specifico reato di furto a carico del commercialista. Le conversazioni che lo vedono coinvolto e le stesse dichiarazioni del magazziniere Biagio Passarelli evidenziano una interpretazione “disinvolta” del suo ruolo di consulente ma non certo un suo specifico coinvolgimento nell’episodio di furto contestato al capo B). Sussiste certamente l’ aggravante dell’art. 7, legge 203/91 sotto due profili; invero, da un lato il timore dei soggetti coinvolti nella vicenda (dichiarazioni del magazziniere Biagio Passarelli ed esposto anonimo) dimostra in concreto come gli autori del reato abbiano agito avvalendosi delle condizioni di assoggettamento ed omertà derivante dalla notoria contiguità con il clan dei casalesi; dall’altro il furto di zucchero serviva per sottrarre beni alla amministrazione giudiziaria e consentire di recuperare una parte del patrimonio sottoposto a sequestro a fini di lucro dei Passarelli (e dunque della famiglia Schiavone). Deve pertanto concludersi che sussistono a carico di CANTELLI Susanna, AMMALIATO Giuseppe, ed ERRICO Giuseppe, i gravi indizi di colpevolezza in relazione al reato di furto aggravato di circa 2,5 tonnellate di zucchero, illecitamente sottratto all’amministrazione giudiziaria 105 della Commerciale Europea, in Pignataro Maggiore, il 19 Luglio 2010. Non sussiste invece un grave quadro indiziario nei confronti di Pellegrino Pietro ed Esposito Antonio. Le esigenze cautelari Quanto alle esigenze cautelari, la natura dei reati contestati determina la operatività delle presunzioni di cui all’art. 275, comma 3, c.p.p. Operatività che in ordine ai reati commessi avvalendosi delle condizioni di cui all’ art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare le associazioni camorristiche è stata a più riprese confermata, in tutta la sua portata dalla Corte Costituzionale (pronunce n. 265/2010, 164/2011, 231/11 ). Deve tuttavia rilevarsi come nel caso di specie, al di là delle presunzioni di legge, la sussistenza delle esigenze cautelari di cui alle lett. a) e c) risultano comprovate in atti. In primo luogo, lo spessore criminale dei fratelli Passarelli, il loro legame con la famiglia Schiavone rende concreto il pericolo che i soggetti che hanno reso dichiarazioni vengano avvicinati perché ritrattino. Inoltre la vicenda del furto aggravato dimostra la loro capacità di inquinare il quadro probatorio, con dichiarzioni compiacenti, documenti realizzati ad hoc, etc. Quanto al pericolo di reiterazione di reati, la storia della famiglia Passarelli, il lunghissimo arco temporale in cui prima il padre poi i figli si sono prestati a ripulire e gestire le risorse finanziarie della famiglia Schiavone rende più che concreto il pericolo di reiterazione di gravi reati, anche della stessa specie, per cui si procede. A conferma di una personalità trasgressiva i casellari giudiziari dei Passarelli. Quanto agli indagati accusati del reato contestato al capo b) deve solo osservarsi che la gravità del reato si desume dalle modalità del fatto, dal quantitativo di zucchero sottratto, dalla pluralità di elementi emersi in atti (soprattutto dalle relazioni degli amministratori giudiziari) che inducono a ritenere che lungi dall’essere stata una condotta isolata sia solo la spia di una gestione delle imprese truffaldina e volta a pregiudicare la amministrazione giudiziaria. La personalità trasgressiva dell’ Errico emerge dal nutrito casellario giudiziario; la Cantelli e l’ Ammaliato sono incensurati, ma la loro condotta in dispregio della amministrazione giudiziaria dimostra l’ assoluta indifferenza ai precetti penali ed alle autorità preposte al loro rispetto. La custodia in carcere è certamente l’ unica misura idonea; emerge in atti come gli indagati non solo non abbiano alcun rispetto dei precetti penali e delle autorità preposte alla loro osservanza ma piuttosto abbiano un proprio codice di valori antitetico a quello dell’ ordinamento dello Stato in cui vivono. Gli stessi mostrano infatti una percezione della “legalità” che esclude in radice l’ idoneità di misure diverse da quella inframuraria, nelle quali la efficacia ed effettività delle misure è inscindibilmente connessa al rispetto rigoroso, rimesso all’ indagato, delle prescrizioni dell’autorità che ne determinano il contenuto. La attualità delle esigenze cautelari è di immediata evidenza ove si pensi che la condotta è tuttora perdurante; non incide su tale attualità la esistenza di altri titoli cautelari custodiali e reali, perché chi scrive non ha alcuna possibilità di controllo sugli stessi. 106 Ne consegue che non solo non sussistono elementi concreti idonei a vincere la presunzione legale posta dall’art. 275, comma 3°, c.p.p., ma anzi le circostanze dei singoli fatti contestati denotano la sussistenza in concreto delle esigenze cautelari previste dall’art. 274 a) e c) c.p.p. La misura inframuraria è certamente proporzionale alla gravità dei fatti contestatu ed alle pene per esso previste. Non sussistono le condizioni per la concessione della sospensione condizionale della pena. La misura cautelare reale ex artt. 321 c.p.p.. Prima di esaminare la sussistenza dei presupposti per la emissione del decreto di sequestro occorre riportare gli accertamenti di P.G. sulla operazione che ha coinvolto la I.P.A.M. e la Commerciale Europea s.p.a. e cioè il progressivo ‘svuotamento’ della I.P.A.M. in favore della Commerciale Europea s.p.a. In tal senso depongono alcune telefonate intercettate nel corso delle indagini svolte dalla Pg operante nel 2006 (riportate alle pagg. 53-80 del decreto di sequestro preventivo del 13.7.2010), le intercettazioni ambientali dei colloqui del detenuto Franco Passarelli con la cugina, Silvana Zaccariello (cfr. in particolare alle ore 11.40, pag. 57-58) in cui si evince il timore che gli inquirenti comprendano il collegamento tra la I.P.A.M. e La Commerciale Europea s.p.a. Assolutamente rilevante poi la seguente TELEFONATA REGISTRATA AL PROGRESSIVO NUMERO 385 DEL BROGLIACCIO D’ASCOLTO RELATIVO ALL’INTERCETTAZIONE TELEFONICA SULL’UTENZA CELLULARE NUMERO 329-0116050 IN USO A PASSARELLI FRANCO, IL 22.11.2006, ORE 16.40 – IN USCITA VERSO L’UTENZA CELLULARE NUMERO 393-9570464 IN USO AD ESPOSITO ANTONIO. TRASCRIZIONE ALL. 12 (all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011) LEGENDA: F: PASSARELLI Franco A: ESPOSITO Antonio. A: Pronto F: Antonio A: oh ! Franco F: ma che si é fatto oggi là ? A: che si e fatto, si é raccolto ... incomprensibile ... F: come ? A: Ancora devo mangiare, ancora devo mangiare ... e si é fatto Franco eeeh .... metteranno per iscritto ognuno i loro pareri e poi si vede cosa si vuole fare, il Camillo ha un tesi, Peppe BOSCO ne ha un'altra, alla fine ... F: embé come si vuole fare ? A: Eh ! Non lo so, vediamo i due pareri e decideremo sopra i due pareri F: e prendiamo un terzo parere, vediamo ad un'altro pure, è che cosi alla fine diciamo sono due eee non lo so ... A: Franco, il terzo parere a chi devo chiamare io ? F: eee ... A: a dove lo vado a prendere ? F: eee,Sergio DELLA VOLPE, anche se, non lo so, diciamolo a Sergio DELLA VOLPE ... 107 A: Franco, ma DELLA VOLPE, ma quello neanche ci , se uno lo chiama, neanche ci risponde al telefono F: ma quando mai, io ci sto in contatto, mo ci siamo sentiti chi l' ha detto che non ci risponde al telefono, non l'ho ancora incontrato, tiene ancora le pratiche mie ... A: mmmh ! F: Chi l'ha detto, perché ? Scusa, Sergio é un amico ... aaah ! Tiene ...le pratiche mi sta facendo, ci sentiamo, tutto a posto, che ci " azzecca " A: va bene Franco, ma ci stanno due, due aziendalisti, a quel punto tu vuoi chiedere pure il terzo, cioé... F: non lo so, vediamo qua ... A: secondo me ... incomprensibile ... facciamo solo casino così F: ma per capire un parere, diciamo scusa, se due dicono come diciamo noi, che ne so ...eeeh A: eeh! Va bene Franco, ma là ... sono tutte altre cose, non sono cose da parlare a telefono ... io ho un parere che ho manifestato chiaramente che é quello là di non collegare le due aziende ... il mio é molto chiaro come parere ... secondo loro stanno già collegate, può essere pure vero questo però non ... ma ... F: mi sono "sfastidiato " proprio ... è un poco ... …omissis… Si tratta di elementi che oltre a delineare il rapporto tra le due società confermano la gestione di fatto della società in capo ai fratelli Passarelli. A riscontro inequivoco della operazione che ha condotto allo svuotamento dell’ IPAM in favore della Commerciale Europea, gli accertamenti finalizzati all’accertamento comparativo dei volumi d’affari e del personale dipendente delle due società. DAL DECRETO DI SEQUESTRO EX ART. 321 CPP NUMERO 26877/2010 DEL 13.07.2010: …omissis… La successiva parte dell’informativa dei Carabinieri di Caserta, numero 336/5-20, del 12 Luglio 2010, riepiloga gli elementi che evidenziano l’evoluzione societaria e patrimoniale dell’I.P.A.M. e della Commerciale Europea, aziende entrambe impegnate nell’impacchettamento a livello industriale e nella distribuzione all’ingrosso di zucchero, emblema del dominio patrimoniale della famiglia PASSARELLI. Tali elementi sono riepilogati in schemi, opportunamente riscontrati e commentati dalla P.G. operante nella specifica parte dell’informativa, che di seguito integralmente di riporta: Dall’informativa dei CC di Caserta numero 336/5-20 del 12.07.2010 – Pag. 43 Prima di procedere al commento delle telefonate intercettate da questo Comando nel Novembre del 2006, nell’ambito del procedimento penale numero 27526/06 RGNR di codesta A.G., utili a dimostrare la tesi investigativa secondo cui l’attuale gestione della Commerciale Europea di Pignataro Maggiore rappresenti, oggi, la naturale prosecuzione dell’attività gestita, negli anni passati, dall’I.P.A.M. di PASSARELLI Dante, nonché di come la stessa Commerciale Europea, pur formalmente di proprietà di CANTELLI Susanna e di NATALE Clelia, faccia in realtà capo ai fratelli PASSARELLI Franco, Biagio, Gianluca e Davide, si ritiene opportuno fare un breve 108 screening di alcune delle informazioni che è possibile evincere dalle visure camerali delle principali società gestite dalla famiglia PASSARELLI, cioè l’IPAM e la Commerciale Europea. A questo proposito è opportuno evidenziare che, sebbene l’emblema della prosecuzione criminale/patrimoniale della famiglia PASSARELLI – da Dante ai figli – sia, in via principale, caratterizzato dal binomio IPAM – COMMERCIALE EUROPEA, essendo la produzione, l’impacchettamento e la distribuzione all’ingrosso dello zucchero l’attività che, per antonomasia, contraddistingue l’impero economico creato da Dante PASSARELLI e proseguito dai figli, occorre tener presente che, soprattutto dopo il 1995 (anno in cui PASSARELLI Dante fu arrestato e fu formalmente considerato un affiliato al clan dei Casalesi), la famiglia PASSARELLI ha visto proliferare, in rapida successione, la nascita di numerose imprese, legate più o meno direttamente ai figli di Dante, imprese che, nel tempo, hanno acquisito patrimoni, riversandoli, talvolta, in nuove aziende intestate direttamente agli eredi di Dante PASSARELLI o alle mogli di questi ultimi. L’obiettivo della presente indagine è quello di dimostrare che le varie situazioni patrimoniali, “rilevanti” o “dormienti”, attualmente riconducibili ai fratelli PASSARELLI, rappresentino – in ogni caso – il frutto del reimpiego, diretto o mediato, dei capitali illeciti acquisiti da Dante PASSARELLI quale affiliato al clan dei Casalesi, costituendo dunque un dominio aziendale e patrimoniale da colpire con misura cautelare reale che valuti l’intero suo complesso. Come dimostra l’evoluzione societaria della I.P.A.M., ma soprattutto il contenuto delle vicende penali che si rilevano a carico di Dante PASSARELLI e dei figli – vicende che saranno analiticamente riepilogate nel successivo paragrafo, riguardante le “imputazioni di cui all’art. 648 bis” – non è difficile immaginare l’attuabilità di un piano secondo il quale, all’eventuale sequestro di un’azienda, attualmente ad alta redditività, segua una serie di operazioni illecite, poste in essere dai fratelli PASSARELLI, in grado di determinare, gradualmente, l’annientamento produttivo dell’azienda sequestrata e il contestuale potenziamento – apparentemente incomprensibile ed ingiustificato – di una delle società “dormienti” intestate agli stessi soggetti, che, data la scarsa consistenza reddituale o patrimoniale, si troverebbe esclusa dal novero dei beni da colpire con un attuale sequestro. Detto questo, si riportano, di seguito, le notizie più significative – per ciò che rileva in questa sede – che si evincono dalle visure camerali delle due aziende: COMMERCIALE EUROPEA S.P.A. La Commerciale Europea – Società per Azioni viene costituita il 17.06.1998 ed iscritta alla Camera di Commercio di Caserta il 23.06.1999. Ad origine, nei primi anni di vita dell’azienda, nell’assetto societario figura anche CANTELLI Raffaele, fratello di Susanna, il quale poi scomparirà non appena la Commerciale Europea, di fatto, assumerà proporzioni aziendali più pie. Nell’oggetto sociale originario dell’azienda figura, tra l’altro, l’istituzione di stabilimenti organizzati per l’attività industriale di impacchettamento e lavorazione di prodotti alimentari in genere mentre, sempre in origine (rif. 20.03.2000), l’attività esercitata nella sede operativa è indicata come commercio all’ingrosso di tutti i prodotti alimentari, comunque preparati e conservati, compresi il latte ed i suoi derivati, bevande liquori e surgelati. Oggi, l’attività è esercitata nella sede legale – Pignataro Maggiore – e, nella visura camerale si legge: Attività esercitata nella sede legale: Commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi senza deposito. 109 Commercio all’ingrosso di tutti i prodotti alimentari, comunque preparati e conservati compresi il latte e i suoi derivati, bevande liquori e surgelati Dal 28.09.2007 attività industriale di impacchettamento e distribuzione di zucchero Nella storia delle comunicazioni, particolare attenzione meritano le seguenti: il 10.12.2000 viene deliberato e versato il capitale sociale di 50.000.000 di lire (poi divenuto 25.000,00 euro); il 23.10.2001, PASSARELLI Davide, con atto redatto dal Notaio Giovanni LUPOLI di Aversa, cede le proprie quote di proprietà della Commerciale Europea (all’epoca pari a 5.000.000 di lire sul capitale sociale complessivo di 50 milioni di lire) a NATALE Clelia, in oggetto generalizzata. il 20.07.2004 PASSARELLI Davide cessa dalla qualifica di preposto nell’assetto della società. il 07.10.2004 viene deliberata dall’assemblea dei soci la variazione in aumento del capitale sociale: da euro 25.500,00, a 100.000,00 euro; il 18.05.2005 la società apre una propria unità locale in Villa Literno, via Provinciale AversaVilla Literno numero 299: a tale indirizzo corrisponde la sede storica dello zuccherificio IPAM. L’unità locale cesserà il 19.05.2007, vale a dire pochi mesi prima che l’azienda assumerà ufficialmente, quale attività prevalente svolta presso la sede (che nel frattempo, dal Novembre del 2006 è divenuta Pignataro Maggiore), quella di impacchettamento e distribuzione di zucchero; il 14.11.2006 l’azienda si trasferisce, ufficialmente, in Pignataro Maggiore e, di fatto, inizia ad operare autonomamente nell’impacchettamento e nella distribuzione dello zucchero; il 28.09.2007 l’azienda assume, quale attività prevalente della sede, l’attività industriale di impacchettamento e distribuzione zucchero; il 30.07.2008 si procede contestualmente, tra l’altro, alla variazione della forma giuridica (da S.r.l. a S.p.A.) ed alla variazione in aumento del capitale sociale, che diventa di 500.000,00 euro, ripartito in un pacchetto azionario di cui, il 90% è intestato a CANTELLI Susanna, il rimanente 10% a NATALE Clelia, in oggetto generalizzate. I.P.A.M. INDUSTRIA PRODOTTI ALIMENTARI ED AFFINI MERIDIONALE La I.P.A.M. - Industria Prodotti Alimentari ed Affini Meridionale viene costituita il 20.02.1989 ed iscritta alla Camera di Commercio di Caserta il 19.02.1996. Con atto dell’11.01.2005 è stato disposto lo scioglimento e la liquidazione della società. L’11.05.2005, a tal proposito, l’impresa è stata iscritta presso la Camera di Commercio di Roma e cancellata dagli uffici di Caserta il 06.06.2005. In ogni caso, come si evince dall’ultima dichiarazione del 13.03.2009, il capitale sociale complessivo di euro 335.697,96 è suddiviso in quattro parti uguali, del valore di euro 83.924,94 appartenenti, ciascuna, ai fratelli PASSARELLI Franco, Biagio, Davide e Gianluca, tutti in oggetto generalizzati. L’inizio dell’attività è datato al 22.03.1990, con attività esercitata nella sede legale, di impacchettamento di zuccheri e prodotti alimentari, in Villa Literno, via Provinciale Aversa – Villa Literno 299. Nella storia delle comunicazioni della visura camerale della società, quelle che sembrano maggiormente rilevare, in questa sede, sono le seguenti: 110 dal 04.08.1999 al 17.01.2001, PASSARELLI Gianluca è stato amministratore unico della società; precedentemente, sin dall’anno 1991, lo era stato PASSARELLI Franco, in oggetto generalizzato. dall’11.01.2005 al 07.03.2005, PASSARELLI Franco, in oggetto generalizzato, ha ricevuto formalmente la nomina di liquidatore della società; Gli accertamenti svolti presso la Camera di Commercio permettono, da soli, di cogliere il punto di contatto tra le due aziende, con riferimento al mese di Maggio del 2005, cioè quando ha luogo l’apertura dell’unità locale della Commerciale Europea nella storica sede legale della I.P.A.M. di Villa Literno, cui seguirà il trasferimento nel nuovo impianto di Pignataro Maggiore e la variazione (nel settembre del 2007) dell’attività specifica svolta nella sede legale dell’azienda (l’impacchettamento e la distribuzione dello zucchero). Il dato si rivela ancor più convincente alla luce del risultato degli accertamenti compiuti sui redditi delle due aziende e sulla situazione dei dipendenti facenti capo a ciascuna di esse negli anni a cavallo del 2005, il quale, unito all’esito delle intercettazioni telefoniche effettuate sulle utenze in uso a PASSARELLI Franco e CANTELLI Susanna proprio nel 2006, fuga ogni dubbio sulla reale continuità della Commerciale Europea rispetto all’I.P.A.M. Procedendo per ordine, si riportano i quadri, anno per anno, dei redditi dichiarati dalla IPAM e dalla Commerciale Europea: ANNO 1995 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 1995 760 DICHIARAZIONI I.V.A. Volume d’affari £ 58.073.321.000 Totale acquisti £ 58.819.990.000 £ 782.019.000 Redditi Commerciale Europea S.p.A. REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO L’azienda non esisteva ancora DICHIARAZIONI I.V.A. ANNO 1996 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO DICHIARAZIONI I.V.A. Volume d’affari £ 69.117.808.000 Totale acquisti £ 61.469.660.000 1996 Redditi Commerciale Europea S.p.A. REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO L’azienda non esisteva ancora DICHIARAZIONI I.V.A. ANNO 1997 111 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO dichiarazione 1997 760 liquidabile Redditi Commerciale Europea S.p.A. REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO L’azienda non esisteva ancora DICHIARAZIONI I.V.A. non Volume d’affari £ 69.949.111.000 Totale acquisti £ 68.398.112.000 DICHIARAZIONI I.V.A. ANNO 1998 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 1998 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Volume d’affari £ 65.514.153.000 Totale acquisti £ 63.776.243.000 Zero Redditi Commerciale Europea S.p.A. REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO L’azienda non esisteva ancora DICHIARAZIONI I.V.A. ANNO 1999 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 1999 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Volume d’affari £ 45.501.237.000 Totale acquisti £ 44.387.393.000 £ 3.960.000 Redditi Commerciale Europea S.p.A. REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 1999 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. IVA a credito £ 120.000 Iva da versare ZERO £ -706 ANNO 2000 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2000 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Volume d’affari £ 45.086.964.000 Totale acquisti £ 43.379.151.000 £ – 74.997.000 Redditi Commerciale Europea S.p.A. 112 ANNO 2000 MODELLO REDDITO DICHIARATO U60 £ 10.138.000 DICHIARAZIONI I.V.A. Operazioni attive £ 3.140.569.000 Operazioni passive £ 3.134.255.000 ANNO 2001 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2001 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Volume d’affari £ 45.587.205.000 Totale acquisti £ 53.063.841.000 £ – 121.550.000 Redditi Commerciale Europea S.p.A. REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2001 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Operazioni attive £ 3.913.206.000 Operazioni passive £ 4.106.622.000 £ 201.517.000 ANNO 2002 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2002 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Volume d’affari € 23.734.409 Totale acquisti € 23.099.144 € 299.735 Redditi Commerciale Europea S.p.A. REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2002 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Operazioni attive € 1.700.944 Operazioni passive € 1.586.364 € 72.753 ANNO 2003 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2003 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Volume d’affari € 21.914.208 Totale acquisti € 19.326.200 € 127.866 Redditi Commerciale Europea S.p.A. REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2003 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Operazioni attive € 2.960.967 Operazioni passive € 3.887.612 € 53.665 113 ANNO 2004 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2004 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Volume d’affari € 10.135.156 Totale acquisti € 9.186.635 € - 402.071 Redditi Commerciale Europea S.p.A. REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2004 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Operazioni attive € 6.720.697 Operazioni passive € 11.669.351 € 180.486 ANNO 2005 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2005 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Volume d’affari € 1.251.395 Totale acquisti € 909.900 € - 336.499 Redditi Commerciale Europea S.p.A. REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2005 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Operazioni attive € 14.400.814 Operazioni passive € 26.591.775 € 535.316 ANNO 2006 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2006 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Volume d’affari € 153.501 Totale acquisti € 5.519 € - 240.076 Redditi Commerciale Europea S.p.A. REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2006 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Operazioni attive € 18.355.869 Operazioni passive € 27.902.811 € 261.965 ANNO 2007 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO DICHIARAZIONI I.V.A. 114 2007 U60 Volume d’affari € 87.837 Totale acquisti € 5.519 Zero Redditi Commerciale Europea S.p.A. REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2007 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Operazioni attive € 22.309.257 Operazioni passive € 23.168.106 € 257.704 ANNO 2008 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2008 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Volume d’affari € 26.081 Totale acquisti € 101.639 € 11.674 Redditi Commerciale Europea S.p.A. REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2008 U60 DICHIARAZIONI I.V.A. Volume d’affari € 17.552.430 Totale acquisti € 16.718.082 € - 100.774 ANNO 2009 Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2009 DICHIARAZIONI I.V.A. Operazioni attive € 27.081 Operazioni passive € 20.635 NON DISPONIBILE Redditi Commerciale Europea S.p.A. REDDITO ANNO MODELLO DICHIARATO 2009 DICHIARAZIONI I.V.A. Operazioni attive € 17.758.050 Operazioni passive € 16.747.612 NON DISPONIBILE I dati – soprattutto quelli relativi alle operazioni censite ai fini delle dichiarazioni sull’IVA (ultima colonna), che testimoniano il reale volume d’affari delle due aziende – segnano una evidente, fortissima ascesa della produzione della Commerciale Europea S.p.a. nell’anno 2005, quando, cioè, l’azienda inizia ad operare presso la sede storica di Villa Literno dell’IPAM. Contemporaneamente, la stessa I.P.A.M. registra una fortissima battuta d’arresto di produzione e reddito (Si consideri che i dati relativi al reddito, spesso sono falsati dagli acquisiti che vengono portati in ammortamento). 115 Altra “spia” di notevole valore probatorio, a sostegno della tesi investigativa formulata alla S.V. con la presente richiesta, è l’esito dell’accertamento svolto da questo Comando presso gli uffici dell’I.N.P.S. di Caserta, avente ad oggetto la situazione delle “risorse umane” delle due aziende. In questo caso, i dati verranno di seguito riepilogati in due colonne, poste l’una di fianco all’altra, ed indicanti, anno per anno, per gli ultimi anni, la situazione del personale alle dipendenze dell’IPAM e quello regolarmente assunto dalla Commerciale Europea, nella cui colonna verranno sottolineati ed evidenziati i nominativi che, dall’una azienda sono transitati nell’altra: ANNO 2002 DIPENDENTI IPAM 1. DELLA MARTORA Armando 2. DELLA MARTORA Carlo 3. DELLA MARTORA Mario 4. DI CRISTOFARO Gennaro 5. GALOPPO Ida 6. MENALE Francesco 7. ORONOS Salvatore 8. ORSI Rocco 9. PALERMO Clemente 10. PASSARELLI Biagio 11. PASSARELLI Davide 12. PASSARELLI Franco 13. PUCA Antimo 14. RESTINA Generoso 15. RUFINO Maria Rosaria 16. RUGGIERI Massimo 17. SANGO Nassoura 18. SEIHON Faboure Boureima 19. SPOSATO Maria Fiorella 20. SZUBA Janusz Wojciech 21. TURCO Nunzio ANNO 2003 DIPENDENTI IPAM 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. DELLA MARTORA Armando DELLA MARTORA Carlo DELLA MARTORA Mario DI CRISTOFARO Gennaro GALOPPO Ida MENALE Francesco ORONOS Salvatore DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA 1. AMMALIATO Giuseppe DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA 1. AMMALIATO Giuseppe 116 8. ORSI Rocco 9. PASSARELLI Biagio 10. PASSARELLI Davide 11. PASSARELLI Franco 12. PETRICCIONE Eugenio 13. PUCA Antimo 14. RESTINA Generoso 15. RUFINO Maria Rosaria 16. RUGGIERI Massimo 17. SANGO Nassoura 18. SEIHON Faboure Boureima 19. SPOSATO Maria Fiorella 20. SZUBA Janusz Wojciech 21. TURCO Nunzio 22. VEROLINO Giuseppe ANNO 2004 DIPENDENTI IPAM 1. DELLA MARTORA Armando 2. DELLA MARTORA Carlo 3. DELLA MARTORA Mario 4. DI CRISTOFARO Gennaro 5. GALOPPO Ida 6. LASCO Pietro 7. MENALE Francesco 8. ORONOS Salvatore 9. PASSARELLI Davide 10. PASSARELLI Franco 11. PETRICCIONE Eugenio 12. PISANI Pasquale 13. PUCA Antimo 14. RESTINA Generoso 15. RUGGIERI Massimo 16. RUSSO Paola 17. SCOGNAMIGLIO Egidio 18. SPOSATO Maria Fiorella 19. SZUBA Janusz Wojciech 20. TURCO Nunzio 21. VEROLINO Giuseppe ANNO 2005 DIPENDENTI IPAM DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA 1. AMMALIATO Giuseppe DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA 1. DELLA MARTORA Armando 1. AMMALIATO Giuseppe 117 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. DELLA MARTORA Carlo DELLA MARTORA Mario DI CRISTOFARO Gennaro GALOPPO Ida LASCO Pietro MENALE Francesco ORONOS Salvatore PASSARELLI Franco (per quattro settimane) 10. PETRICCIONE Eugenio 11. PISANI Pasquale 12. PUCA Antimo 13. RUGGIERI Massimo 14. RUSSO Paola 15. SCOGNAMIGLIO Egidio 16. SEIHON Faboure Boureima 17. SPOSATO Maria Fiorella 18. VEROLINO Giuseppe 2. PASSARELLI Franco (per ventiquattro settimane) ANNO 2006 DIPENDENTI IPAM (Fino ad Ottobre 2006) 1. DELLA MARTORA Armando 2. DELLA MARTORA Mario (per quaranta settimane) 3. GALOPPO Ida 4. SPOSATO Maria Fiorella DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA 1. 2. 3. 4. 5. ANNO 2007 DIPENDENTI IPAM AMMALIATO Giuseppe DELLA MARTORA Mario MENALE Nicola PASSARELLI Franco PUCA Antimo DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA Dal mese di Ottobre del 2006, sino ad oggi, l’I.P.A.M. non risulta avere dipendenti. 118 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. AMMALIATO Giuseppe DELLA MARTORA Armando DELLA MARTORA Mario FATTORE Michele MAGLIOCCA Rosa MENALE Nicola PARENTE Giuseppe PASSARELLI Franco PUCA Antimo 10. RUFINO Maria Rosaria 11. SEIHON Faboure Boureima 12. SIMIOLI Sara 13. STELLATO Sergio 14. ZACCARIELLO Giuseppe ANNO 2008 DIPENDENTI IPAM DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA 1. AMMALIATO Giuseppe 2. CERULLO Giovanni 3. DELLA MARTORA Armando 4. DELLA MARTORA Mario 5. FATTORE Michele 6. MAGLIOCCA Rosa 7. MENALE Nicola 8. PARENTE Giuseppe 9. PASSARELLI Biagio 10. PASSARELLI Franco 11. PUCA Antimo 12. RUFINO Maria Rosaria 13. RUSSOMANDO Renato 14. SEIHON Faboure Boureima 15. STELLATO Sergio 16. ZACCARIELLO Giuseppe Dal mese di Ottobre del 2006, sino ad oggi, l’I.P.A.M. non risulta avere dipendenti. ANNO 2009 DIPENDENTI IPAM DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA Dal mese di Ottobre del 2006, sino ad oggi, l’I.P.A.M. non risulta avere dipendenti. 119 1. BIONDI Manuela 2. CERULLO Giovanni 3. CISSE Fode Ibrahima 4. DELLA MARTORA Armando 5. FATTORE Michele 6. MENALE Nicola 7. PAESANO Umberto 8. PAONE Luigi 9. PARENTE Giuseppe 10. PASSARELLI Biagio 11. PASSARELLI Franco 12. RUFINO Maria Rosaria 13. RUSSOMANDO Renato 14. SEIHON Faboure Boureima 15. STELLATO Sergio 16. ZABAVA Claudiu Alexandru ANNO 2010 (dati disponibili all’atto dell’accertamento – Giugno 2010) DIPENDENTI IPAM DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA Dal mese di Ottobre del 2006, sino ad oggi, l’I.P.A.M. non risulta avere dipendenti. 1. BIONDI Manuela 2. CISSE Fode Ibrahima 3. DELLA MARTORA Armando 4. PAESANO Umberto 5. PARENTE Giuseppe 6. PASSARELLI Biagio 7. PASSARELLI Franco 8. RUFINO Maria Rosaria 9. RUSSOMANDO Renato 10. SEIHON Faboure Boureima 11. STELLATO Sergio I prospetti danno luogo alle seguenti considerazioni: 1. L’I.P.A.M., in liquidazione dal Maggio del 2005, non registra a suo carico rapporti di lavoro dipendente con chicchessia a partire dal mese di Ottobre del 2006; nello stesso periodo, la Commerciale Europea inizia ad assumere personale, avendo avuto alle dipendenze – sino a quel momento – una sola persona (AMMALIATO Giuseppe); la Commerciale Europea formalizzerà il proprio impegno nello specifico settore dell’attività industriale di impacchettamento e della distribuzione dello zucchero il 28 Settembre 2007, ma le telefonate intercettate a carico di PASSARELLI Franco e di CANTELLI Susanna, delle quali, di seguito, ne verranno commentate alcune a titolo di esempio, rivelano che il materiale inizio di tale specifica attività è sicuramente precedente al mese di Ottobre/Novembre 2006. Si è visto, infatti, che la Commerciale Europea trasferisce la propria sede a Pignataro Maggiore nel mese di Novembre 2006, sede operativa dello stabilimento con insegna Kerò. 2. Scorrendo l’elenco dei dipendenti delle due aziende, emerge in maniera evidente come gran parte dei dipendenti della I.P.A.M. siano stati assunti dalla Commerciale Europea contemporaneamente alla cessazione del loro rapporto di lavoro con la I.P.A.M. medesima; il dato peraltro, riscontra alcune delle telefonate intercettate da questo comando alla fine del 2006, che di seguito verranno riportate. ___________________________________________________ Il dato che emerge dal complesso degli accertamenti svolti dalla P.G. è eloquente ed evidenzia il progressivo annientamento della produzione della redditività della I.P.A.M. in costanza di un progressivo aumento di produzione, reddito, risorse – anche umane, come testimonia il passaggio dei dipendenti dall’una all’altra azienda – della Commerciale Europea. Dato che viene avvalorato anche dall’esito di alcune importanti intercettazioni telefoniche disposte nell’ambito del procedimento penale numero 27526/06 RGNR nei mesi di Novembre e Dicembre del 2006, intercettazioni svolte dai Carabinieri di Caserta e riepilogate nella parte successiva della loro informativa numero 336/5-20 del 12 Luglio 2010, che di seguito si riporta integralmente: 120 …omissis… Tali dati vanno letti alla luce della circostanza che gli introiti della IPAM, partendo da quello del 1997 proseguono pressoché sugli stessi livelli in costanza di amministrazione giudiziaria sino al 2005, cioè al primo anno dopo il dissequestro dovuto alla morte di PASSARELLI Dante, anno in cui si registra l’ingente abbattimento delle attività della IPAM. Parallelamente, quelle della Commerciale Europea Spa si mantengono, nello stesso periodo, su di un livello nettamente inferiore rispetto a quello dell’IPAM, impennandosi solo nel 2005. Ed infatti la IPAM in amministrazione giudiziaria continua a generare un volume d’affari pari a circa 23 milioni di euro per ben sette anni, sino al 2004 ultimo anno di amministrazione giudiziaria; poi, nel 2005, il volume d’affari è pari a poco più di un milione e duecentomila euro e scende ancora nel periodo successivo, cioè quando PASSARELLI Franco, già ri-nominato amministratore della società, viene nominato liquidatore della I.P.A.M. Ne consegue che la messa in liquidazione della I.P.A.M. e la concentrazione nella Commerciale Europea di ingenti risorse finanziarie (cfr. versamenti in contanti e poi prestito obbligazionario) e lavorative (passaggio dei molteplici dipendenti) rispondono non certo a logiche imprenditoriali (che resterebbero incomprensibili) ma alla volontà di chiudere una società ormai etichettata come “impresa mafiosa” continuando di fatto la sua attività nell’ ambito di una società completamente nuova, quale la Commerciale Europea s.p.a. Si spiega in tal senso anche la scelta degli strumenti civilistici adottati. Invero, di fatto sono transitati nella Commerciale Europea soldi, dipendenti, contratti legati alla medesima attività; operazione che sotto un profilo civilistico poteva avvenire nelle forme della cessione di azienda, o della trasformazione di società. Ebbene entrambe le operazioni avrebbero tuttavia palesato la continuità tra le imprese e ciò era proprio quello che i Passarelli volevano evitare (cfr. conversazione intercettata tra Franco Passarelli ed il commercialista Esposito Antonio il 22.11.2006). Così, hanno utilizzato la Commerciale Europea s.p.a., costituita nel 1999 con oggetto sociale analogo, ma di fatto con una operativà ben più limitata fino al 2005, anno in cui, recuperata la disponibilità della I.P.A.M. s.r.l. hanno “trasportato” le risorse alla Commerciale Europea, che di fatto ne ha preso il posto ed hanno posto in liquidazione la I.P.A.M. Ciò a confermare come la sostanziale continuità tra la IPAM e la Commerciale Europea consenta di definire la seconda “impresa mafiosa” come già era qualificabile la prima, fermo restando che le condotte accertate anche dopo i 2005, (soprattutto gli ingenti versamenti di contante da parte dei soci e gli investimenti immobiliari) fondano la convinzione che la Commerciale Europea sia “impresa mafiosa” indipendentemente dal legame con la I.P.A.M. Seguono gli accertamenti patrimoniali in apposita scheda patrimoniale, redatta dai CC. per i nuclei familiari dei germani PASSARELLI Biagio e Franco, nella quali vengono evidenziati i seguenti elementi: esatta composizione dei rispettivi nuclei familiari come emerso dai rilevamenti effettuati presso l’anagrafe dei comuni di residenza; cointeressenze inattività economiche, come risultanti dalle interrogazioni alle banche dati PUNTOFISCO (Anagrafe Tributaria) e TELEMACO (Camera di Commercio dell’Industria e dell’Artigianato); 121 redditi risultanti dalle dichiarazioni presentate da tutte le persone fisiche, facenti parte dei due nuclei familiari, e dalle persone giuridiche nelle quelle esse sono risultate avere cointeressenze . Tali informazioni sono state acquisti dalla predetta banca data PUNTOFISCO, che rende disponibili i dati a decorrere dal 1994; le compravendite di beni immobili, con indicazione dei valori riportati nei relativi atti di registro e non di quelli effettivamente corrisposti (abitualmente superiori rispetto a quelli riportati negli atti). I dati relativi alle compravendite sono stati attinti dalle conservatorie dei Registri Immobiliari di tutte le province italiane attraverso l’applicativo SISTER. I dati così acquisiti sono stati incrociati con quelli presenti in Anagrafe Tributaria alla voce Registro; Dalle indagini esperite in ordine ai cespiti mobiliari ed immobiliari nella titolarità – diretta ed indiretta – degli indagati e dei loro nuclei familiari, è stata provata la disponibilità di beni da parte dei soggetti esaminati del tutto sproporzionata rispetto ad i redditi dichiarati. Questa circostanza è tale da rendere immediatamente attivabile la procedura ablativa di cui all’art. 12 sexies D.L.1992/306. Invero, i presupposti richiesti dalla normativa di riferimento per consentire un provvedimento ablativo, interinale o definitivo, dei beni che costituiscono il patrimonio di soggetti indiziati di avere commesso delitti, comuni o di criminalità organizzata o di coloro che ad essi si siano interposti per evitare il possibile impossessamento da parte dello Stato sono in primo luogo il fumus commissi delicti per una delle fattispecie elencate nella medesima disposizione normativa, che deve ritenersi sussistente, alla luce del grave quadro indiaziario ritenuto a carico degli indagati Biagio e Franco Passarelli. Quindi potranno essere sottoposti a sequestro preventivo anche quei beni, presenti nel patrimonio degli indagati, che non siano in alcun rapporto di pertinenzialità con la condotta illecita contestata. Invero, il requisito della cd. pertinenzialità dei beni ad una condotta illecita, sussistente, sia pur in forma attenuata nella diversa materia delle misure di prevenzione antimafia patrimoniali, come osservato pacificamente non è richiesto in sede di applicazione del sequestro e della confisca regolamentati dall’art. 12 sexies l. 356/1992. Ulteriore requisito è la sproporzione la sproporzione tra i beni effettivamente in possesso del condannato ed il valore del suo reddito. La sproporzione sussiste ogniqualvolta vi sia un incongruo squilibrio tra i beni posseduti ed il reddito dichiarato o l’attività economica esercitata. Detta sproporzione va accertata in relazione al reddito dichiarato ai fini delle imposte o alla propria attività economica e va valutata in chiave dinamica, ossia deve essere parametrata al momento in cui le attività o i beni furono acquisiti dal condannato. Merita di essere osservato che la confiscabilità dei singoli beni, derivante da una situazione di pericolosità presente, non è certo esclusa per il fatto che i beni siano stati acquisiti in data anteriore o successiva al reato per cui si è proceduto o che il loro valore superi il provento del delitto per cui è intervenuta condanna. Tale conclusione deriva, evidentemente, come corollario necessario, dall’affermazione originaria in relazione all’indifferenza rispetto al cd. «nesso» di pertinenzialità. Se tale requisito non integra l’istituto di cui all’art. 12 sexies d.l. 306/1992, saranno sequestrabili anche i beni acquisiti al patrimonio prima della condotta attualmente pericolosa. 122 Ulteriore presupposto del provvedimento ablatorio ai sensi dell’art. 12 sexies cit., è rappresentato dalla mancanza di giustificazione della provenienza. Si tratta – a ben vedere – di un aspetto in negativo del requisito della sproporzione, nel senso che tanto più è sproporzionato il complesso dei beni considerati, rispetto agli indicatori economici rappresentati dalla dichiarazione dei redditi e dall’attività apparente del soggetto, maggiore sarà l’onere di giustificazione da parte del condannato. Va innanzitutto osservato che l’onere di provare la giustificazione grava sul soggetto colpito dal provvedimento ablatorio e non sull’organo proponente. Più precisamente per «giustificazione» della ricchezza, da un punto di vista giuridico-economico s’intenderà la prova positiva in ordine alla liceità della provenienza dei beni o delle utilità, non essendo sufficiente una prova negativa della non provenienza dal reato per cui si è stati condannati. E così, per esempio, per gli acquisti che hanno un titolo negoziale occorrerà un'esauriente spiegazione in termini economici (e non semplicemente giuridico-formali) di una derivazione del bene da attività consentite dall'ordinamento, che sarà valutata secondo il principio del libero convincimento. La Suprema Corte, a Sezioni Unite , ha sintetizzato con chiarezza quali siano i presupposti di un sequestro ai sensi degli artt. 321 c. p. e 12 sexies l. 356/1992: «Le condizioni necessarie e sufficienti per disporre il sequestro preventivo di beni confiscabili a norma dell'art. 12 -sexies, commi 1 e 2, d.l. 8 giugno 1992 n. 306, convertito con modificazioni nella legge 7 agosto 1992 n. 356 (modifiche urgenti al nuovo codice di procedura penale e provvedimenti di contrasto alla criminalità mafiosa), consisto no, quanto al "fumus commissi delicti", nell' astratta configurabilità, nel fatto attribuito all'indagato e in relazione alle concrete circostanze indicate dal P.M., di una delle ipotesi criminose previste dalle norme citate, senza che rilevino né la sussis tenza degli indizi di colpevolezza, né la loro gravità e, quanto al "periculum in mora", coincidendo quest'ultimo con la confiscabilità del bene, nella presenza di seri indizi di esistenza delle medesime condizioni che legittimano la confisca , sia per ciò che riguarda la sproporzione del valore dei beni rispetto al reddito o alle attività economiche del soggetto, sia per ciò che attiene alla mancata giustificazione della lecita provenienza dei beni stessi ». Così sotto un primo profilo, quello del cosiddetto fumus commissi delicti , il giudice dovrà verificare se nel fatto attribuito all'indagato, in relazione alle concrete circostanze indicate dal Pubblico Ministero, sia astrattamente configurabile una delle ipotesi criminose previste dalla norma citata, ment re alcuna indagine dovrà essere effettuata in ordine alla sussistenza del diverso quadro cautelare necessario per l’applicazione di una misura restrittiva della libertà personale. Si tratta, a ben vedere, semplicemente di una piana applicazione di principi assai noti in materia di misure cautelari reali. Sotto il profilo del periculum in mora, coincidendo tale estremo con la confiscabilità del bene, il giudice della cautela, al pari di quello del merito, non può esimersi dal vagliare gli stessi aspetti che legittimano la definitiva confisca, 123 sia per quanto riguarda la sproporzione dei valori, sia per quanto riguarda la mancata giustificazione della lecita provenienza. Con l'esplicita avvertenza - tuttavia - che, in sede cautelare, dovrà essere apprezzata dal Giudice la semplice presenza di seri indizi della sussistenza di queste condizioni, delle quali la piena prova è riservata, ovviamente, alla successiva fase di merito. Più esplicitamente, insomma, – in sede di sequestro – secondo l’indirizzo della Suprema Corte di Cassazione, anche la sussistenza dei requisiti di sproporzione e di mancanza di giustificazione non deve essere pienamente provata: tali presupposti del sequestro saranno invece valutati secondo il paradigma, del tutto peculiare a questa mater ia, dei seri indizi . Il provvedimento ablatorio, interinale o definitivo, deve essere emesso, per esplicita indicazione legislativa, su tutti i beni dell’indagato, anche se intestati a stretti congiunti. Al riguardo va immediatamente precisato che la norma prevede la necessità e non la semplice facoltà («è sempre ordinata la confisca») dell’acquisizione al patrimonio dello Stato dei beni di cui il condannato … «anche per interposta persona fisica o giuridica, risulta essere titolare o aver la disponibilità a qualsiasi titolo …». La Suprema Corte ha osservato sul punto che sussiste – a carico del titolare apparente di beni - una presunzione di illecita accumulazione patrimoniale, in forza della quale è sufficiente per il pubblico ministero dimostrare che il titolare apparente, che può essere persona diversa dall’indagato, come ad esempio il coniuge, non svolga un’attività tale da procurargli il bene, per invertire l’onere della prova ed imporre, di conseguenza, alla parte di dimostrare da quale reddito legittimo proviene l’acquisto, oltre che la veritiera appartenenza del bene medesimo. Analogo orientamento, del resto, la Corte persegue nell’analoga materia della confisca patrimoniale antimafia, osservando che l'art. 2-ter l. n. 575 del 1965 autorizza il sequestro e la confisca dei beni di cui la persona sottoposta a procedimento di prevenzione (di cui all'art. 3 L. 27 dicembre 1956, n. 1423) risulta poter disporre direttamente od indirettamente e fra questi rientrano per presunzione di legge, sia pure relativa, i beni del coniuge, dei figli e degli altri conviventi. Secondo la Corte, difatti, il legislatore presuppone (in senso tecnico, ossia opera una presunzione iuris tantum) che l'indiziato di appartenere ad associazioni di tipo mafioso faccia in modo che i beni illecitamente ottenuti appaiano formalmente nella disponibilità giuridica delle persone di maggior fiducia, come i conviventi, sui quali grava pertanto l'onere di dimostrare l'esclusiva disponibilità del bene per sottrarlo alla confisca. La nuova normativa introdotta dall’art. 10 bis della l. 24 luglio 2008, n. 115, sebbene abbia una portata sostanzialmente estensiva dell’implicito dettato di cui all’art. 12 sexies cit., appare in ogni caso rilevante nell’ambito del procedimento. Si tratta di una conferma legislativa autorevole in ordine alla valenza sanzionatoria della disciplina dettata in relazione alla confisca dei beni riconducibili a soggetti indiziati di appartenere alla criminalità organizzata o di aver commesso i delitti di cui all’elenco del medesimo art. 12 sexies cit. La norma, infatti, chiarisce che potranno essere certamente colpiti dal sequestro beni pacificamente diversi da quelli ottenuti attraverso la commissione del delitto in contestazione, purché in valore equivalente all’arricchimento che la condotta punita ha determinato nell’indagato. Ovviamente tale valutazione è assai più semplice in relazione a delitti non di durata e con un arricchimento diretto (ad esempio prezzo della corruzione), ma – vista la portata dell’art. 12 sexies cit. e la sua ispirazione, rivolta pacificamente al contrasto in 124 ordine all’arricchimento illecito da parte di soggetti condannati per delitti di criminalità organizzata - appare evidente che dovrà essere considerato dal giudice anche in via equitativa l’effetto indotto dall’affiliazione o dal concorso esterno quale elemento di arricchimento dell’indagato. Ebbene, nell’ambito del procedimento, tale effetto si presenta paradigmatico proprio in relazione alla posizione dei Passarelli, ai quali si contesta di aver creato un impero patrimoniale impiegando i proventi delle illecite attività del clan. In particolare i beni che di seguito verranno elencati sono stati destinati a commettere il reato oggetto di imputazione a carico di PASSARELLI Franco e PASSARELLI Biagio e inoltre sono il prezzo, il prodotto e/o il profitto del reato di cui agli artt. 110, 416 bis c.p. , o più specificatamente ne costituiscono l’impiego e che pertanto sono soggetti a confisca obbligatoria ai sensi dell’art. 416 bis comma 7 c.p. Occorre specificare che è accoglibile la richiesta di sequestro preventivo ex art. 240 c.p., in relazione all’art. 416 bis comma 7 c.p. riguardante gli interi beni relativi alle compagini societarie sopra indicate in quanto, gli stessi, pur intestati in quota agli altri componenti il nucleo familiare, non oggetto di richiesta di misura cautelare personale, sono in realtà gestiti dagli stessi indagati Passarelli Franco e Passarelli Biagio. Inoltre è emerso in atti come il patrimonio delle imprese Passarelli, quale che sia la loro forma individuale o societaria, è incrementato dai soldi provenienti dalle attività illecite e ciò vale in modo particolare per gli immobili, che costituiscono una forma preferita di reinvestimento dei soldi del clan. Correttamente non è stata avanzata richiesta di sequestro per i beni pervenuti agli indagati ed alle rispettive consorti a titolo ereditario alla luce del principio sancito dalla Suprema Corte secondo cui è ostativo alla confisca ex art. 12 sexies l. 356/92 l’ accertamento della lecita provenienza di un bene (Cass. 25846/12). Si riporta, infine, la scheda patrimoniale riepilogativa dei cespiti e dei redditi riconducibili a PASSARELLI Biagio e Franco nonché quelli imputabili alle società ed alle imprese in cui risultano inseriti: 1. SITUAZIONE DI FAMIGLIA: PASSARELLI Franco nato a Casal di Principe il 24.05.1965 Codice Fiscale PSSFNC65E24B872C CANTELLI Susanna nata a Santa Maria Capua Vetere il 22.02.1976 (consorte Moglie: di Passarelli Franco) Codice Fiscale CNTSNN76B62I234M …… residenti anagraficamente a Castel Volturno viale Delle Mimose Torre Or 1, Interessato: PASSARELLI Biagio nato a Casal di Principe il 21.10.1963, residente Interessato: anagraficamente a Casal di Principe via Del Pozzo n. 2. Codice Fiscale PSSBGI63R21B872N PENTA Raffaella (consorte di Passarelli Biagio) nata a Napoli il 3.9.1974, Moglie: residente anagraficamente a Portici Corso Garibaldi 169/pal Alcione Codice Fiscale PNTRFL74P43F839Y …… di fatto domiciliati in Portici (NA) C.so Garibaldi n. 169 pal. Alcione 125 2. COINTERESSENZE: a. I.P.A.M. b. IMMOBILIARE BELLAVISTA S.R.L 25 % 25 % 25 % PASSARELLI Franco PASSARELLI Biagio PASSARELLI Davide c. s.r.l. DITTA PASSARELLI DANTE & FIGLI 25 % PASSARELLI Gianluca a. CENTRO SUD COMMERCIALE SRL 50 % 50 % PASSARELLI Biagio PASSARELLI Gianluca a. COMMERCIALE EUROPEA S.P.A. 50 % 50 % CANTELLI Susanna NATALE Clelia a. PENTA DISTRIBUZIONI S.A.S. DI Penta 10 % Vittorio PENTA Raffaella PENTA Vittorio 90 % b. D D S SRL Ragione sociale Oggetto sociale Nr. iscriz. REA Data iscriz. REA Liquidatore Socio Socio Socio Socio Ragione sociale Oggetto sociale Nr. iscriz. REA Data iscriz. REA I.P.A.M. – Industria Prodotti Alimentari ed Affini Meridionale srl in Liquidazione Sede: Roma via Boezio 6 codice fiscale 01813960612 Esercizio di stabilimenti organizzati per l’attività di impacchettamento di prodotto alimentari in genere, e lavorazione degli stessi. ecc. RM - 1099155 € 335.696,96 Capitale Sociale 11.05.2005 Quota in € Percent. CASSELLA Aristide Nato a Napoli il 11.07.1960, ivi residente Via Santa Maria Cappella Vecchia. 6. Nominato con atto del 13.07.2005 83.924,49 25 % PASSARELLI Franco 83.924,49 25 % PASSARELLI Biagio PASSARELLI Davide 83.924,49 25 % PASSARELLI Gianluca 83.924,49 25 % IMMOBILIARE BELLAVISTA S.R.L Sede: Villa Literno via Aversa n. 267 codice fiscale 00639060631 Attività edilizia in genere CE-113977 Capitale Sociale 19.02.1996 126 € 46.800,00 Quota in € Percent. Ammin. Unico Socio Socio Socio Socio Ragione sociale Oggetto sociale Nr. iscriz. REA Data iscriz. REA Ammin. Unico Socio Ragione sociale Oggetto sociale Nr. iscriz. REA Data iscriz. REA Ammin. Unico Socio Ragione sociale Oggetto sociale Nr. iscriz. REA Data iscriz. REA Socio accom.tario Socio accom.dante Socio Accom.dante Socio Accom.dante MOSCATO Luigi nato a Benevento il 26.06.1981, residente a Santa Maria a Vico (CE) via Appia 513 cf. MSCLGU81H26A783R 11.700 25% PASSARELLI Biagio 11.700 25% CANTELLI Susanna PASSARELLI Davide 11.700 25% PASSARELLI Gianluca 11.700 25% CENTRO SUD COMMERCIALE SRL Sede: Villa Literno via Aversa n. 267 codice fiscale 01698270616 Produzione e commercio prodotti alimenti in genere CE-117836 € 12.000,00 Capitale Sociale 19.02.1996 Quota in € 6.000 PASSARELLI Biagio PASSARELLI Gianluca 6.000 Percent. 50% 50% COMMERCIALE EUROPEA S.P.A. Sede: Pignataro Maggiore via SS 7 Appia zona ASI codice fiscale 02494300615 Produzione e commercio di prodotti alimentari in genere CE-180985 € 500.000 Capitale Sociale 23.06.1999 Quota in € 450.000 CANTELLI Susanna NATALE Clelia c.f. NTLCLL77S41B963F 50.000 Percent. 90% 10% DITTA PASSARELLI DANTE & FIGLI s.r.l. Sede: Villa Literno via Aversa n. 267 Cod. Fisc. 01465000618 Commercio all’ingrosso ed al dettaglio di prodotti alimentari ecc. CE-107620 € 46.800,00 Capitale Sociale 04.01.1985 Quota in € 11.700 PASSARELLI Biagio 11.700 PASSARELLI Franco PASSARELLI Gianluca 11.700 PASSARELLI Davide 11.700 DICHIARATA IN FALLIMENTO CON ATTO DEL 16.01.2004 127 ed affini. Percent. 25 % 25 % 25 % 25 % PENTA DISTRIBUZIONI S.A.S. DI PENTA VITTORIO Ragione sociale Sede legale: Portici (NA) via Gianturco 36 cap 80055 Codice fiscale: 06124560639 Oggetto sociale Commercio all’ingrosso di prodotti alimentari ed altro Nr. iscriz. REA NA-475770 £ 20.000.000 Capitale Sociale Data iscriz. REA 13.08.1990 Quota in £ Percent. PENTA Vittorio nato a Como il 14.12.1955 socio accomandatario residente Portici (NA) via Poli 33/35 18.000.000 90 % Codice fiscale: PNTVTR55T14C933B PENTA Raffaella nata a Napoli il Socio accomandante 03.09.1974 residente a Portici via Poli 33/35 2.000.000 10 % Codice fiscale: PNTRFL74P43F839Y il Tribunale di Napoli con modello cf del 28.04.2008, pervenuto in data 16.05.2008 ns. prot. n.20825, ha comunicato la chiusura del fallimento aperto con sentenza n.639/1996 del 28.08.1996, nei confronti della società Penta Distribuzioni s.a.s. di Penta Vittorio, esteso al socio accomandatario Penta Vittorio e con sentenza di estensione del 04.02.1999 fu esteso al socio Penta Raffaella nata a Napoli il 03.09.1974, avvenuta per riparto --- curatore fallimentare dott. D'Urso Lucio con studio in Napoli Corso Umberto i n.381. D D S SRL Ragione sociale Sede legale: Pomigliano D'Arco (NA) via Vesuviana 10 Codice fiscale: 06500040636 - Partita IVA 02841991215 Oggetto sociale Intermediari del commercio di prodotti alimentari, bevande e tabacco Nr. iscriz. REA NA-499681 £ 80.000.000 Capitale Sociale Data iscriz. REA 16.07.1992 Quota in € Percent. PENTA Raffaella nata a Napoli il Ammin. Unico 03.09.1974 Cf: PNTRFL74P43F839Y il Tribunale di Napoli con modello cf del 28.04.2008, pervenuto in data 16.05.2008 ns. prot. n.20825, ha comunicato la chiusura del fallimento aperto con sentenza n.639/1996 del 28.08.1996, nei confronti della società Penta Distribuzioni s.a.s. di Penta Vittorio, esteso al socio accomandatario Penta Vittorio e con sentenza di estensione del 04.02.1999 fu esteso al socio Penta Raffaella nata a Napoli il 03.09.1974, avvenuta per riparto --- curatore fallimentare dott. D'Urso Lucio con studio in Napoli Corso Umberto i n.381. 3. REDDITI DICHIARATI: a. PASSARELLI Franco risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni: Anno Mod. Reddito Dichiarazioni I.V.A. in € Provenienza 1995 101 £ 784.000 /// 1996 101 £ 720.000 /// I.P.A.M. 1997 770 £ 8.172.000 /// 128 1999 Unico £ 238.000 /// 2000 Unico £ 55.917.000 /// 2001 Unico £ 64.932.000 /// 2002 Unico € 34.784 /// 2003 77S € 35.910 /// 2004 Unico € 38.604 /// 2005 Unico € 21.559 /// 2006 Unico € 47.537 /// 2007 Unico € 52.239 /// 2008 Unico € 334.505 /// 2009 Unico 16.173 /// 2010 770 315 /// per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni. /// I.P.A.M Commerciale Europea b. CANTELLI Susanna risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni: Anno Mod. Reddito Dichiarazioni I.V.A. in € Provenienza 1998 Unico £ 3.573.000 /// /// 1999 Unico £ 4.285.000 /// /// 2000 Unico £ 4.285.000 /// /// 2001 Unico £ 29.439.000 /// /// 2002 Unico € 42.566 /// 2003 Unico € 24.867 /// 2004 Unico € 28.283 /// 2005 Unico € 33.993 /// 2006 Unico € 34.083 /// Commerciale Europea 2007 Unico € 40.543 /// 2008 Unico € 34.180 /// 2009 Unico 49.395 /// 2010 Unico 33.043 /// per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni. c. PASSARELLI Biagio risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni: Anno Mod. Reddito Dichiarazioni I.V.A. in € Provenienza 1997 Unico Zero /// /// 1998 Unico Zero /// /// 1999 Unico Zero /// /// 2000 Unico £ 145.000 /// 2001 Unico £ 58.208.000 /// Lavoro dipendente Med.Com. srl 2002 Unico € 32.283 /// 2003 Unico € 12.376 /// 2004 Unico € 33.011 /// Lavoro dipendente e 2005 Unico € 35.631 /// fabbricati I.P.A.M. 2006 Unico € 36.784 /// 129 2007 Unico € 2.223 /// 2008 Unico € 2.223 /// 2009 Unico € 2.223 /// 2010 Unico € 2.223 /// per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni. Redditi da fabbricati d. PENTA Raffaella risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni: Anno Mod. Reddito in € Dichiarazioni I.V.A. in € Provenienza 1996 101 2.189,77 /// N.D. 02963200619 MED. 2004 770 12.751 /// S.R.L. + INPS 2005 770 19.110 /// 02963200619 MED. 2006 770 19.690 /// S.R.L 2007 770 10.404 /// 2009 770 4.696 /// INPS 2010 770 1.382 /// per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni. e. I.P.A.M. srl risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni: Anno Mod Reddito Dichiarazioni I.V.A. Volume d’affari £ 58.073.321.000 1995 760 £ 782.019.000 Totale acquisti £ 58.819.990.000 Volume d’affari £ 69.117.808.000 1996 nd nd Totale acquisti £ 61.469.660.000 dichiarazione non Volume d’affari £ 69.949.111.000 1997 760 liquidabile Totale acquisti £ 68.398.112.000 Volume d’affari £ 65.514.153.000 1998 U60 Zero Totale acquisti £ 63.776.243.000 Volume d’affari £ 45.501.237.000 1999 U60 £ 3.960.000 Totale acquisti £ 44.387.393.000 Volume d’affari £ 45.086.964.000 2000 U60 £ –74.997.000 Totale acquisti £ 43.379.151.000 Volume d’affari £ 45.587.205.000 2001 U60 £ –121.550.000 Totale acquisti £ 53.063.841.000 Volume d’affari € 23.734.409 2002 U60 € 299.735 Totale acquisti € 23.099.144 Volume d’affari € 21.914.208 2003 U60 € 127.866 Totale acquisti € 19.326.200 Volume d’affari € 10.135.156 2004 U60 € -402.071 Totale acquisti € 9.186.635 Volume d’affari € 1.251.395 2005 U60 € -336.499 Totale acquisti € 909.900 2006 U60 € -240.076 Volume d’affari € 153.501 130 COM COM Totale acquisti € 5.519 Volume d’affari € 87.837 2007 U60 Zero Totale acquisti € 5.519 Volume d’affari € 26.081 2008 U60 € 11.674 Totale acquisti € 101.639 Volume d'affari € 27.081 2009 U60 € 412.893 totale acquisti € 22.386 2010 U60 € 72.813 /// 2011 U60 € 72.111 /// per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni. f. IMMOBILIARE BELLAVISTA srl risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni: Anno Mod Reddito Dichiarazioni I.V.A. Volume d’affari £ 304.777.000 1995 760 £ 62.426.000 Totale acquisti £ 93.570.000 Volume d’affari £ 357.595.000 1996 nd nd Totale acquisti £ 127.941.000 Dichiarazione non Volume d’affari £ 313.008.000 1997 U60 liquidabile Totale acquisti £ 144.930.000 1998 U60 £ 76.742.000 Nulla IVA a credito £ 70.279.000 1999 U60 £ 92.615.000 IVA da versare zero Volume d’affari £ 325.238.000 2000 U60 £ 143.922.000 Totale acquisti £ 109.971.000 Volume d’affari £ 339.855.000 2001 U60 £ 138.084.000 Totale acquisti £ 177.243.000 Operazioni attive € 278.589 2002 U60 € 85.317 Operazioni passive € 53.351 Operazioni attive € 321.422 2003 U60 € 62.220 Operazioni passive € 78.286 Operazioni attive € 312.639 2004 U60 € 154.365 Operazioni passive € 74.181 Operazioni attive € 219.430 2005 U60 € 213.448 Operazioni passive € 13.203 Volume d’affari € 233.100 2006 U60 € 228.492 Totale acquisti € 91.469 Volume d’affari € 237.420 2007 U60 € 378.661 Totale acquisti € 62.631 Volume d’affari € 334.070 2008 U60 € 402.031 Totale acquisti € 123.747 Volume d'affari € 523.046 2009 U60 € 374.396 Totale acquisti € 45.404 2010 U60 € 459.804 Volume d'affari € 413.480 131 Totale acquisti € 152.370 2011 DATI INESISTENTI per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni. g. CENTRO SUD COMMERCIALE srl risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni: Anno Mod Reddito Dichiarazioni I.V.A. Volume d’affari ZERO 1995 760 £ 4.000.000 Totale acquisti ZERO Volume d’affari ZERO 1996 NON DISPONIBILE Totale acquisti ZERO Dichiarazione non Volume d’affari ZERO 1997 U60 liquidabile Totale acquisti ZERO 1998 U60 £ –600.000 Nulla 1999 U60 £ –600.000 Nulla 2000 U60 £ -600.000 Nulla 2001 U60 £ –1.345.000 Nulla Operazioni attive ZERO 2002 NON DISPONIBILE Operazioni passive pari a € 610,00 Volume d’affari ZERO 2003 U60 € -1.117 Totale acquisti ZERO Volume d’affari ZERO 2004 U60 Zero Totale acquisti ZERO Operazioni attive € 75.943 2005 U60 Zero Operazioni passive € 70.559 Volume d’affari € 38.762 2006 U60 Zero Totale acquisti € 34.394 Operazioni attive ZERO 2007 U60 € - 432 Operazioni passive ZERO Volume d’affari € 1.234.746 2008 U60 € 128.869 Totale acquisti € 1.243.528 volume d'affari € 1.267.736 2009 U60 52.333 totale acquisti € 1.248.418 volume d'affari € 1.069.591 2010 U60 42.117 totale acquisti € 871.873 volume d'affari € 324 2011 U60 -252.889 totale acquisti € 10.144 per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni. h. COMMERCIALE EUROPEA srl risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni: Anno Mod Reddito Dichiarazioni I.V.A. IVA a credito £ 120.000 1999 U60 £ -706 Iva da versare ZERO 2000 U60 £ 10.138.000 Operazioni attive £ 3.140.569.000 132 2001 U60 £ 201.517.000 2002 U60 € 72.753 2003 U60 € 53.665 2004 U60 € 180.486 2005 U60 € 535.316 2006 U60 € 261.965 2007 U60 € 257.704 2008 U60 € -100.774 2009 U60 -109.126 Operazioni passive £ 3.134.255.000 Operazioni attive £ 3.913.206.000 Operazioni passive £ 4.106.622.000 Operazioni attive € 1.700.944 Operazioni passive € 1.586.364 Operazioni attive € 2.960.967 Operazioni passive € 3.887.612 Operazioni attive € 6.720.697 Operazioni passive € 11.669.351 Operazioni attive € 14.400.814 Operazioni passive € 26.591.775 Operazioni attive € 18.355.869 Operazioni passive € 27.902.811 Operazioni attive € 22.309.257 Operazioni passive € 23.168.106 Volume d’affari € 17.552.430 Totale acquisti € 16.718.082 volume d'affari € 17.790.725 totale acquisti € 16.907.178 /// 2010 U60 -421.672 2011 Dati inesistenti per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni. i. PASSARELLI DANTE & FIGLI srl risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni: Anno Mod Reddito Dichiarazioni I.V.A. Volume d’affari £ 23.972.327.000 1995 760 £ –1.549.320.000 Totale acquisti £ 22.583.881.000 Volume d’affari £ 23.293.463.000 1996 NON DISPONIBILE Totale acquisti £ 19.147.627.000 Dichiarazione non Volume d’affari £ 29.350.519.000 1997 760 liquidabile Totale acquisti £ 3.312.568.000 Volume d’affari £ 34.550.351.000 1998 U60 £ 27.050.000 Totale acquisti £ 30.158.785 IVA da versare ZERO 1999 U60 £ 49.606.000 IVA a credito £ 383.332.000 Volume d’affari £ 32.185.347.000 2000 U60 £ 1.350.967.000 Operazioni passive £ 27.548.984.000 Operazioni attive £ 21.965.200.000 2001 U60 £ 718.816.000 Operazioni passive £ 18.987.017.000 Operazioni attive € 6.648.001 2002 U60 € -648.527 Operazioni passive € 6.441.199 Operazioni attive € 3.485.737 2003 U60 € -1.106.946 Operazioni passive € 2.006.812 133 Volume d’affari € 906.261 Totale acquisti € 297.043 Volume d’affari € 45.500 Totale acquisti € 2.068 Volume d’affari ZERO Totale acquisti € 22.154 Volume d’affari € 100 Totale acquisti € 31.838 € -302.458 2004 U60 2005 NON DISPONIBILE 2006 NON DISPONIBILE 2007 NON DISPONIBILE 2008 volume d'affari € 1.100 totale acquisti € 13.457 2010 IVA //////// totale acquisti € 6.334 per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni. 2009 4. //////// BENI IMMOBILI: a. PASSARELLI Franco risulta intestatario dei seguenti immobili: Nel comune di Villa Literno (CE) quota di 1/18 del magazzino di mq. 1500, distinto in catasto al f. 14, p.lla 330, sub. 1; quota di 1/18 dell’appartamento di vani 12, distinto in catasto al f. 14, p.lla 330, sub. 2 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 12, distinto in catasto al f. 14, p.lla 330, sub. 3 quota di 1/18 del magazzino di mq. 700, distinto in catasto al f. 14, p.lla 804, senza sub quota di 1/18 del magazzino di mq. 1430, distinto in catasto al f. 14, p.lla 325, senza sub.; quota di 1/18 del magazzino di mq. 1182, distinto in catasto al f. 14, p.lla 5146, sub. 4; quota di 1/18 del terreno di are 32.24, distinto in catasto al foglio 27, particella 84; quota di 1/18 del terreno di are 27.68, distinto in catasto al foglio 27, particella 5114; quota di 1/27 del fabbricato commerciale di mq. 600, distinto in catasto al foglio 14, particella 5146, sub. 2; quota di 1/27 del fabbricato uso uffici di vani 10,5, distinto in catasto al foglio 14, particella 5146, sub. 3; Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 10176 Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 5044 17.02.2006 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Casagiove (CE) quota di 1/18 dell’appartamento di vani 7, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 19 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 7, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 20 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 7, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 32 quota di 1/18 del magazzini di mq. 332, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 42; quota di 1/18 del magazzini di mq. 91, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 43; 134 quota di 1/18 del magazzini di mq. 124, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 45; quota di 1/18 dell’autorimessa di mq. 17, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 50 quota di 1/18 dell’autorimessa di mq. 19, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 60 quota di 1/18 del locale commerciale di mq. 121, in catasto f. 6, p.lla 5194, sub. 84; quota di 1/18 del locale commerciale di mq. 136, in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 85; Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 10176 Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 5044 17.02.2006 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Sessa Aurunca (CE) quota di 1/18 del terreno di are 10.73, distinto in catasto al foglio 223, particella 8; quota di 1/18 del terreno di are 17.20, distinto in catasto al foglio 223, particella 94; quota di 1/18 del terreno di are 10.70, distinto in catasto al foglio 223, particella 96; quota di 1/18 del terreno di are 10.71, distinto in catasto al foglio 223, particella 97; quota di 1/18 del terreno di are 10.69, distinto in catasto al foglio 223, particella 98; quota di 1/18 del terreno di are 10.70, distinto in catasto al foglio 223, particella 99; quota di 1/18 dell’appartamento di vani 6.5, distinto in catasto al foglio 223, particella 344, sub. 1 e particella 345 (graffate); quota di 1/9 del terreno di are 10.68, distinto in catasto al foglio 223, particella 95; Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 10176 Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 5044 17.02.2006 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Caiazzo (CE) quota di 1/18 del terreno di are 01.61, distinto in catasto al foglio 28, particella 1; quota di 1/18 del terreno di are 91.41, distinto in catasto al foglio 28, particella 2; quota di 1/18 del terreno di are 35.02, distinto in catasto al foglio 28, particella 3; quota di 1/18 del terreno di are 16.67, distinto in catasto al foglio 28, particella 4; quota di 1/18 del terreno di Ha 1.54.86, distinto in catasto al foglio 28, particella 5; quota di 1/18 del terreno di are 58.86, distinto in catasto al foglio 28, particella 6; Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 10176 Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 5044 17.02.2006 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Castelvolturno (CE) quota di 1/18 del terreno di are 08.50, distinto in catasto al foglio 19, particella 49; quota di 1/18 del terreno di are 14.05, distinto in catasto al foglio 19, particella 287; 135 quota di 1/18 del terreno di are 06.28, distinto in catasto al foglio 27, particella 1065; quota di 1/18 del terreno di are 04.85, distinto in catasto al foglio 27, particella 1066; quota di 1/18 del terreno di are 04.65, distinto in catasto al foglio 27, particella 1068; quota di 1/18 dell’appartamento di vani 3.5, distinto in catasto al f. 36, p.lla 9, sub. 4; quota di 1/18 del magazzino di mq. 106, distinto in catasto al f. 34, p.lla 666, sub. 1; quota di 1/18 dell’appartamento di vani 5, distinto in catasto al f. 34, p.lla 666, sub. 2 quota di 1/9 del negozio di mq. 229, in catasto al f. 41, particella 5129 (ex 20), sub. 1; quota di 1/9 dell’abitazione di vani 3,5, in catasto al foglio 41, p.lla 5129 (ex 20), sub. 2 quota di 1/9 dell’abitazione di vani 4,5, in catasto al f. 41, p.lla 5129 (ex 20), sub. 3; quota di 1/9 dell’abitazione di vani 3, in catasto al foglio 41, p.lla 5129 (ex 20), sub. 4; quota di 1/9 dell’abitazione di vani 3,5, in catasto al f. 41, p.lla 5129 (ex 20), sub. 5; quota di 1/36 dell’abitazione di vani 6,5, distinto in catasto al foglio 41, p.lla 6, sub. 3; quota di 1/36 dell’abitazione di vani 6,5, distinto in catasto al foglio 41, p.lla 6, sub. 4; Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 10176 Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 5044 17.02.2006 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Casal di Principe (CE) quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al foglio 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 1; quota di 2/27 del magazzino di mq. 16, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 2 quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 3; quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 4; quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 5; quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 6; Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 10176 Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 5044 17.02.2006 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Mondragone (CE) quota di 1/9 del terreno di are 5.65, distinto in catasto al foglio 56, particella 5036; quota di 1/9 del terreno di are 14.45, distinto in catasto al foglio 56, particella 5037; Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 10176 Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 5044 17.02.2006 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Pomigliano d’Arco (NA) quota di 1/9 dell’appartamento di vani 5, sito alla via Leonardo da Vinci n. 37 piano 4 interno 15, distinto in catasto al foglio 4 particella 609 Sub 17; 136 quota di 1/9 dell’appartamento di vani 5, sito alla via Leonardo da Vinci n. 37 piano 4 interno 15, distinto in catasto al foglio 4 particella 609 Sub 18; Beni avuti per successione per causa di morte con atto del 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 94296 Presentazione n. 83 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 44937 15.12.2006 Conservatoria di Napoli 2 Nel comune di Castelvolturno (CE) appartamento di vani 5,5, sito alla Via SS Domitiana piano 2, distinto in catasto al foglio 47 particella 154 sub. 3. Bene acquistato in data 05.01.2001 per l’importo dichiarato di € 29.954 da NAPOLITANO Michele nato ad Acerra il 28.11.1941+1. Nota di trascrizione Registro generale n. 2848 Rogante Notaio Iodice Presentazione n. 20 del Registro particolare n. 2321 Giovandomenico da 02.02.2001 Castelvolturno Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Il cespite in data 02.08.2002 è stato donato al di lui figlio minore PASSARELLI Dante nato a Napoli il 06.11.1999 Nota di trascrizione Registro generale n. 24326 Presentazione n. 103 del Rogante Notaio Lupoli Registro particolare n. 19179 06.08.2002 Giovanni da Aversa Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere b. CANTELLI Susanna (consorte di PASSARELLI Franco), risulta intestataria dei seguenti beni: Nel comune di Castelvolturno (CE) appartamento di vani 5, sito al viale Francesco Cilea piano T, distinto in catasto al foglio 47 particella 68 sub. 1; appartamento di vani 5, sito sulla Domitiana Pinetamare piano 1, distinto in catasto al foglio 47 particella 68 sub. 2. Beni acquistati con atto del 27.12.2002 per l’importo dichiarato di € 27.200 da PUZONE Nadia nata a Napoli il 25.01.1950+1 Nota di trascrizione Registro generale n. 662 Presentazione n. 103 del Rogante Notaio Orsi Raffaele Registro particolare n. 585 08.01.2003 da S. Maria C.V. Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Il cespite in data 27.12.2002 è stato assoggettato ad ipoteca volontaria per garanzia a concessione di mutuo erogato dalla Adalya Banca Immobiliare S.p.A. per l’importo di € 230.000. Nota di iscrizione Registro generale n. 663 Presentazione n. 144 del Rogante Notaio Orsi Raffaele Registro particolare n. 57 08.01.2003 da S. Maria C:V: 137 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere c. PASSARELLI Biagio risulta intestatario dei seguenti beni: Nel comune di Villa Literno (CE) quota di 1/18 del magazzino di mq. 1500, distinto in catasto al f. 14, p.lla 330, sub. 1; quota di 1/18 dell’appartamento di vani 12, distinto in catasto al f. 14, p.lla 330, sub. 2 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 12, distinto in catasto al f. 14, p.lla 330, sub. 3 quota di 1/18 del magazzino di mq. 700, distinto in catasto al f. 14, p.lla 804, senza sub quota di 1/18 del magazzino di mq. 1430, distinto in catasto al f. 14, p.lla 325, senza sub.; quota di 1/18 del magazzino di mq. 1182, distinto in catasto al f. 14, p.lla 5146, sub. 4; quota di 1/18 del terreno di are 32.24, distinto in catasto al foglio 27, particella 84; quota di 1/18 del terreno di are 27.68, distinto in catasto al foglio 27, particella 5114; quota di 1/27 del fabbricato commerciale di mq. 600, distinto in catasto al foglio 14, particella 5146, sub. 2; quota di 1/27 del fabbricato uso uffici di vani 10,5, distinto in catasto al foglio 14, particella 5146, sub. 3; Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 10176 Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 5044 17.02.2006 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Casagiove (CE) quota di 1/18 dell’appartamento di vani 7, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 19 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 7, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 20 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 7, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 32 quota di 1/18 del magazzini di mq. 332, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 42; quota di 1/18 del magazzini di mq. 91, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 43; quota di 1/18 del magazzini di mq. 124, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 45; quota di 1/18 dell’autorimessa di mq. 17, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 50 quota di 1/18 dell’autorimessa di mq. 19, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 60 quota di 1/18 del locale commerciale di mq. 121, in catasto f. 6, p.lla 5194, sub. 84; quota di 1/18 del locale commerciale di mq. 136, in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 85; Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 10176 Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 5044 17.02.2006 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Sessa Aurunca (CE) quota di 1/18 del terreno di are 10.73, distinto in catasto al foglio 223, particella 8; quota di 1/18 del terreno di are 17.20, distinto in catasto al foglio 223, particella 94; quota di 1/18 del terreno di are 10.70, distinto in catasto al foglio 223, particella 96; 138 quota di 1/18 del terreno di are 10.71, distinto in catasto al foglio 223, particella 97; quota di 1/18 del terreno di are 10.69, distinto in catasto al foglio 223, particella 98; quota di 1/18 del terreno di are 10.70, distinto in catasto al foglio 223, particella 99; quota di 1/18 dell’appartamento di vani 6.5, distinto in catasto al foglio 223, particella 344, sub. 1 e particella 345 (graffate); quota di 1/9 del terreno di are 10.68, distinto in catasto al foglio 223, particella 95; Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 10176 Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 5044 17.02.2006 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Caiazzo (CE) quota di 1/18 del terreno di are 01.61, distinto in catasto al foglio 28, particella 1; quota di 1/18 del terreno di are 91.41, distinto in catasto al foglio 28, particella 2; quota di 1/18 del terreno di are 35.02, distinto in catasto al foglio 28, particella 3; quota di 1/18 del terreno di are 16.67, distinto in catasto al foglio 28, particella 4; quota di 1/18 del terreno di Ha 1.54.86, distinto in catasto al foglio 28, particella 5; quota di 1/18 del terreno di are 58.86, distinto in catasto al foglio 28, particella 6; Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 10176 Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 5044 17.02.2006 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Castelvolturno (CE) quota di 1/18 del terreno di are 08.50, distinto in catasto al foglio 19, particella 49; quota di 1/18 del terreno di are 14.05, distinto in catasto al foglio 19, particella 287; quota di 1/18 del terreno di are 06.28, distinto in catasto al foglio 27, particella 1065; quota di 1/18 del terreno di are 04.85, distinto in catasto al foglio 27, particella 1066; quota di 1/18 del terreno di are 04.65, distinto in catasto al foglio 27, particella 1068; quota di 1/18 dell’appartamento di vani 3.5, distinto in catasto al f. 36, p.lla 9, sub. 4; quota di 1/18 del magazzino di mq. 106, distinto in catasto al f. 34, p.lla 666, sub. 1; quota di 1/18 dell’appartamento di vani 5, distinto in catasto al f. 34, p.lla 666, sub. 2 quota di 1/9 del negozio di mq. 229, in catasto al f. 41, particella 5129 (ex 20), sub. 1; quota di 1/9 dell’abitazione di vani 3,5, in catasto al f. 41, p.lla 5129 (ex 20), sub. 2 quota di 1/9 dell’abitazione di vani 4,5 in catasto al f. 41, p.lla 5129 (ex 20), sub. 3; quota di 1/9 dell’abitazione di vani 3, in catasto al f. 41, particella 5129 (ex 20), sub. 4; quota di 1/9 dell’abitazione di vani 3,5 in catasto al f. 41, p.lla 5129 (ex 20), sub. 5; quota di 1/36 dell’abitazione di vani 6,5, distinto in catasto al foglio 41, p.lla 6, sub. 3; quota di 1/36 dell’abitazione di vani 6,5, distinto in catasto al foglio 41, p.lla 6, sub. 4; Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 10176 Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa 139 Registro particolare n. 5044 17.02.2006 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Casal di Principe (CE) quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 1; quota di 2/27 del magazzino di mq. 16, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 2 quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 3; quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 4; quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 5; quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 6; Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 10176 Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 5044 17.02.2006 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Mondragone (CE) quota di 1/9 del terreno di are 5.65, distinto in catasto al foglio 56, particella 5036; quota di 1/9 del terreno di are 14.45, distinto in catasto al foglio 56, particella 5037; Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 10176 Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 5044 17.02.2006 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Pomigliano d’Arco (NA) quota di 1/9 dell’appartamento di vani 5, sito alla via Leonardo da Vinci n. 37 piano 4 interno 15, distinto in catasto al foglio 4 particella 609 Sub 17; quota di 1/9 dell’appartamento di vani 5, sito alla via Leonardo da Vinci n. 37 piano 4 interno 15, distinto in catasto al foglio 4 particella 609 Sub 18; Beni avuti per successione per causa di morte con atto del 03.11.2004 Nota di trascrizione Registro generale n. 94296 Presentazione n. 83 del Ufficio Registro Aversa Registro particolare n. 44937 15.12.2006 Conservatoria di Napoli 2 d. PENTA Raffaella risulta intestataria dei seguenti beni:. Nel comune di Diamante (CS) quota di 2/90 dell’appartamento di vani 5, sito alla Contrada Monaca snc, distinto in catasto al foglio 10, particella 813, sub. 2; quota di 2/90 dell’autorimessa di mq. 37, sita alla Contrada Monaca snc, distinta in catasto al foglio 10, particella 812, sub. 18; 140 quota di 2/90 dell’appartamento, sito alla Contrada Monaca snc, distinto in catasto al foglio 10, particella 809, sub. 14; Beni avuti per successione per causa di morte con atto del 05.08.2008 Nota di trascrizione Registro generale n. 36961 Presentazione n. 117 del Ufficio Registro Napoli 3 Registro particolare n. 26185 19.11.2009 Conservatoria di Cosenza Le restanti quote sono intestate agli aventi causa nell’asse ereditario Nel comune di Portici (NA) quota di 2/90 dell’appartamento di vani 7, sito alla via E. Gianturco n.36, distinto in catasto al foglio 7, particella 271, sub. 7; quota di 2/90 dell’autorimessa di mq. 11, sito alla via E. Gianturco n.36, distinto in catasto al foglio 7, particella 271, sub. 11; Beni avuti per successione per causa di morte con atto del 05.08.2008 Nota di trascrizione Registro generale n. 70277 Presentazione n. 149 del Ufficio Registro Napoli 3 Registro particolare n. 50603 02.12.2009 Conservatoria di Napoli 2 Le restanti quote sono intestate agli aventi causa nell’asse ereditario e. I.P.A.M. srl risulta intestataria dei seguenti beni: Nel comune di Cancello ed Arnone (CE) terreno di Ha 1.01.92 sito alla località Bonito, in catasto al foglio 42, particella 241; terreno di Ha 1.65.24 sito alla località Bonito, in catasto al foglio 42, particella 243; Beni acquistati il 08.03.1995 per l’importo dichiarato di £ 63.500.000 da CORVINO Ambrogio, nato a Napoli il 4.12.1958+1 Nota di trascrizione Registro generale n. 5687 Presentazione del Rogante Notaio Lupoli Registro particolare n. 4594 14.03.1995 Giovanni da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Santa Maria La Fossa (CE) Complesso agricolo “La Balzana” terreno di are 00.30, distinto in catasto al f. 3, particella 92; terreno di are 45.82, distinto in catasto al f. 11, particella 21; terreno di Ha 24.79.60, distinto in catasto al f. 11, p.lla 26; terreno di are 32.15, distinto in catasto al f. 11, particella 28; terreno di Ha 31.38.77, distinto in catasto al f. 12, p.lla 13; terreno di Ha 7.27.57, distinto in catasto al f. 12, particella 16; terreno di Ha 2.23.65, distinto in catasto al f. 12, particella 18; terreno di Ha 11.09.20, distinto in catasto al f. 12, p.lla 20; terreno di Ha 8.06.04, distinto in catasto al f. 12, particella 52; 141 terreno di are 13.83, distinto in catasto al f. 12, particella 55; terreno di Ha 3.20.57, distinto in catasto al f. 12, particella 82; terreno di are 58.26, distinto in catasto al f. 12, particella 85; terreno di Ha 56.05.33, distinto in catasto al f. 12, p.lla 88; terreno di are 56.56, distinto in catasto al f. 12, particella 91; terreno di are 45.86, distinto in catasto al f. 13, particella 3; terreno di are 41.35, distinto in catasto al f. 13, particella 4; terreno di Ha 10.84.00, distinto in catasto al f. 13, p.lla 15; terreno di are 28.86, distinto in catasto al f. 13, particella 138; terreno di are 32.87, distinto in catasto al f. 13, particella 141; terreno di Ha 6.39.98, distinto in catasto al f. 13, p.lla 144; terreno di are 00.55, distinto in catasto al f. 16, particella 38; terreno di Ha 17.55.00, distinto in catasto al f. 16, p.lla 39; terreno di are 49.04, distinto in catasto al f. 16, particella 40; terreno di are 01.19, distinto in catasto al f. 16, particella 49; terreno di are 76.60, distinto in catasto al f. 20, particella 9; terreno di Ha 13.08.30, distinto in catasto al f. 20, p.lla 10; terreno di Ha 2.77.20, distinto in catasto al f. 13, particella 147 attualmente distinta con le seguenti particelle:- 5014 di Ha 2.17.84; - 5009 di are 1.10; -- 5015 di are 59.36; terreno di are 1.10, distinto in catasto al foglio 13, particella 5008 ex particella 8 (dell’estensione di are 7.90) appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 1; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 2; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 3; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 4; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 5; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 6; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 7; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 8; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 9; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 10; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 11; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 12; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 13; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 14; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 15; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 16; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 17; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 18; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 19; appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 20; fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al f. 12, particella 5001 sub 21; fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al f. 12, particella 5001 sub 22; fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al f. 12, particella 5001 sub 23; 142 fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al f. 12, particella 5001 sub 24; fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al f. 12, particella 5001 sub 25; fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al f. 12, particella 5001 sub 26; fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al f. 12, particella 5001 sub 27; fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 5002 senza sub; Beni acquistati il 03.11.1995 per l’importo dichiarato di £ 6.300.000.000 da 01036360632 SEBI S.p.A. in liquidazione. Nota di trascrizione Registro generale n. 24989 Presentazione del Rogante Notaio Santangelo Registro particolare n. 20605 25.11.1995 Sabatino Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Beni confiscati in ragione dei 2/3 dal Tribunale di S. Maria C.V. – Corte di Assise II Sez. depositata il 15.06.2006 con sentenza n. 13/2005 emessa nell’ambito del p.p. 9/98 R.G. C.Ass. riuniti i n. 8/98, 14/98, 6/99, 475/98, 11/99, 17/02, 2/03, 21/03, 4/04, 13/04, 17/04, 5/05, 16/05, 2/05, 17/05, 24/05 mod.16. La Corte di Assise di Appello di Napoli II Sez. con p. n. 44/07 Reg.Gen. e n. 53/10 Sentenze dell’11.10.2010, confermava la sentenza di I grado dichiarando inammissibile l’appello per PASSARELLI Dante (defunto) ed intestatario dei sopraelencati beni. Nota di trascrizione Registro generale n. 17362 Presentazione n. 87 del Tribunale di S. Maria C.V. Registro particolare n. 3049 12.05.2011 Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Villa Literno (CE) terreno di are 10.80, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 246; Beni acquistati il 30.04.1991 per l’importo dichiarato di £ 38.880.000 da GALOPPO Raffaele, nato a San Cipriano d’Aversa il 12.01.1958+1 Nota di trascrizione Registro generale n. 12937 Presentazione del Rogante Notaio Lupoli Registro particolare n. 11306 17.05.1991 Giovanni da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere opificio sito alla strada provinciale Aversa – Villa Literno piano T, distinto in catasto al foglio 14, particella 38 sub 1; Bene edificato su terreno distinto in catasto al foglio 14 particella 38 di are 71.42 alienato dalla società Immobiliare Bellavista SRL in data 02.08.1989 Nota di trascrizione Registro generale n. 17735 Presentazione del Rogante Notaio Lupoli Registro particolare n. 14592 02.08.1919 Giovanni da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere 143 Tutti i beni sopra descritti sono stati sottoposti a sequestro MP in data 08.04.2010 con provvedimento n. 96/2009 R.G.M.P. e n. 8/2010 R.Decr. emesso dalla Seconda Sezione Penale del Tribunale di S.Maria C.V. in data 25.03.2010. f. IMMOBILIARE BELLAVISTA s.r.l., risulta intestataria dei seguenti beni: Nel comune di Casal di Principe (CE) terreno di are 35.54, distinto in catasto al foglio 15, p.lla 437; Bene acquistato il 27.07.1992 per l’importo dichiarato di £ 10.000.000 da SCHIAVONE Saverio Paolo, nato a Casal di Principe il 16.01.1954 L’immobile: in data 28.11.1995 è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93 r.e. 5438/95 in data 21.05.1996 è stato colpito da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal Tribunale di Santa Maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del procedimento penale n. 124/95 M.P. Nota di trascrizione Registro generale n. 21108 Presentazione del Rogante Notaio Lupoli Registro particolare n. 17729 04.08.1992 Giovanni da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere terreno di Ha 1.80.00, distinto in catasto al f. 12, p.lla 251; Bene acquistato il 10.03.1995 per l’importo dichiarato di £ 65.000.000 da FERRARO Luigi, nato a Casal di Principe il 14.07.1931+2 Il cespite è stato originato dalla particella 127, successivamente frazionata nelle particelle dalla 246 alla 263 ed attualmente riaccorpate nella particella 251. L’immobile contraddistinto al foglio 12 particella 251 in data 09.06.2004 è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dalla II Sezione della Corte di Assise di Santa Maria C.V. nell’ambito del procedimento penale n. 9/98 Nota di trascrizione Registro generale n. 5916 Presentazione del Rogante Notaio Lupoli Registro particolare n. 4804 20.03.1995 Giovanni da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere terreno di are 03.83, sito alla località Iardino, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 182; Bene acquistato il 14.01.1993 per l’importo dichiarato di £ 11.000.000 da G.E.T. di CARANO Elena & C. snc, p.iva 01803040615 Nota di trascrizione Registro generale n. 2175 Presentazione del Rogante Notaio Lupoli Registro particolare n. 1893 27.01.1993 Giovanni da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere L’immobile: 144 in data 28.11.1995 è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93r e 5438/95 in data 21.05.1996 è stato colpito da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del procedimento penale n. 124/95 M.P. Sul lotto di terreno è stato edificato il seguente fabbricato: appartamento di vani 4, sito alla via Circumvallazione 1, P-1, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 5028, sub. 4; appartamento di vani 4, sito alla via Circumvallazione 1, P-1, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 5028, sub. 5; appartamento di vani 6.5, sito alla via Circumvallazione 1, P-2, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 5028, sub. 6; negozio di mq. 144, sito alla via Circumvallazione 1, P-T, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 5028, sub. 8; deposito di mq. 134, sito alla via Circumvallazione 1, P-T, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 5028, sub. 9; I suddetti immobili, in data 09.06.2004 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dalla II Sezione della Corte di Assise di Santa Maria C.V. nell’ambito del procedimento penale n. 9/98 Nel comune di Castel Volturno (CE) terreno di Ha 1.03.69, distinto in catasto al foglio 42, p.lla 46; terreno di are 45.19, distinto in catasto al foglio 42, p.lla 47; terreno di are 91.26, distinto in catasto0 al foglio 42, p.lla 105; Bene acquistato il 31.07.1973 terreno di are 07.26, sito loc. Parco della Selva, distinto in catasto al f. 49, p.lla 558; terreno di are 07.00, sito loc. Parco della Selva, distinto in catasto al f. 49, p.lla 559; Beni acquistati il 20.02.1989 per l’importo dichiarato di £ 72.050.000 da RESTUCCI Amerigo nato a Napoli il 12.05.1924. Nota di trascrizione Registro generale n.5 666 Presentazione del Rogante Notaio Giovanni Registro particolare n. 4661 08.01.1989 Lupoli da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Gli immobili: in data 28.11.1995 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93r e 5438/95 in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del procedimento penale n. 124/95 M.P. 145 terreno di are 14.39, distinto in catasto al foglio 48, p.lla 1383; Bene acquistato il 02.06.1993 per l’importo dichiarato di £ 114.120.000 da FINCH Salvatore nato a Napoli il 24.07.1947. Nota di trascrizione Registro generale n. 14025 Presentazione del Rogante Notaio Lupoli Registro particolare n. 11329 16.06.1993 Giovanni da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere L’immobile: in data 28.11.1995 è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93r e 5438/95 in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del procedimento penale n. 124/95 M.P. Appartamento di vani 4.5, PT, int. 3, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 3; Appartamento di vani 5, PT, int. 4, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 4; Appartamento di vani 5, PT, int. 5, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 5; Appartamento di vani 5, PT, int. 6, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 6; Appartamento di vani 6, P1, int. 7, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 7; Appartamento di vani 5, P1, int. 9, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 9; Appartamento di vani 4.5, P1, int. 10, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 10; Appartamento di vani 6, P2, int. 11, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 11; Appartamento di vani 5, P2, int. 12, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 12; Appartamento di vani 5, P2, int. 13, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 13; Appartamento di vani 4.5, P3, int. 15, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 15; Appartamento di vani 6, PT, int. 16, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 16; Appartamento di vani 5, P3, int. 17, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 17; Appartamento di vani 5, P3, int. 18, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 18; Bene acquistato il 07.09.1988 per l’importo dichiarato di £ 186.000.000 da MARINIELLO Vincenzo, nato a San Cipriano d’Aversa il 30.06.1939+2. Nota di trascrizione Registro generale n. 20186 Presentazione del Rogante Notaio Lupoli Registro particolare n. 16951 19.09.1988 Giovanni da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Gli immobili: in data 28.11.1995 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93r e 5438/95 in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del procedimento penale n. 124/95 M.P. Appartamento di vani 5, P-1, int. 8, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 8; 146 Bene acquistato il 21.12.1990 per l’importo dichiarato di £ 20.000.000 da MARINIELLO Vincenzo, nato a San Cipriano d’Aversa il 30.06.1939+3. Nota di trascrizione Registro generale n. 2267 Presentazione del Rogante Notaio Lupoli Registro particolare n. 2120 17.01.1991 Giovanni da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere L’immobile: in data 28.11.1995 è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93r e 5438/95 in data 21.05.1996 è stato colpito da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del procedimento penale n. 124/95 M.P. Quota di ½ dell’Appartamento di vani 6.5, P T-1, in catasto al f 41, plla 6, sub 3 Quota di ½ dell’Appartamento di vani 6.5, P T-1, istinto in catasto al f 41, plla 6, sub 4 Bene acquistato il 22.06.1987 per l’importo dichiarato di £ 16.600.000 da GAGLIARDI Ignazio, nato a Casal di Principe il 16.02.1948+1. Nota di trascrizione Registro generale n. 13108 Presentazione del Rogante Notaio Lupoli Registro particolare n. 11018 22.06.1987 Giovanni da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere La restante quota di ½ è intestata a PASSARELLI Dante nato a Casal di Principe il 02.12.1937, padre dell’interessato. Gli immobili: in data 28.11.1995 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93r e 5438/95 in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del procedimento penale n. 124/95 M.P. Appartamento di vani 5.5, sito alla Località Coppola di Pinetamare Viale della Mimose Torre 11/1, P-2, int. 7, distinto in catasto al foglio 47, particella 154, sub. 4; Bene acquistato il 17.04.1986 per l’importo dichiarato di £ 30.000.000 REMAGGIO Arturo, nato a Napoli il 17.10.1942. Nota di trascrizione Registro generale n. 7553 Presentazione del Rogante Notaio Pasquale Registro particolare n. 6480 17.04.1986 Liotti da Caserta Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere L’immobile in data 09.06.2004 è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dalla II Sezione della Corte di Assise di Santa Maria C.V. nell’ambito del procedimento penale n. 9/98 147 n. 24 posti auto scoperti, ciascuno di mq. 11, siti alla Via Udine 2 P.co Selva del Falco, distinti in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 51 (ex sub. dal 3 al 26); appartamento di vani 6,5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 1, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 27; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 2, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 28; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 3, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 29; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 4, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 30; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 5, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 31; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 6, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 32; appartamento di vani 6.5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 7, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 33; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 8, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 34; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 9, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 35; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 10, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 36; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 11, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 37; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 12, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 38; appartamento di vani 6.5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 13, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 39; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 14, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 40; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 15, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 41; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 16, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 42; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 17, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 43; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 18, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 44; appartamento di vani 6.5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 19, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 45; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 20, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 46; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 21, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 47; 148 appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 22, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 48; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 23, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 49; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 24, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 50; Bene acquistato il 20.12.1989 per l’importo dichiarato di £ 400.000.000 da RESTUCCI Amerigo, nato a Napoli il 12.05.1924. Nota di trascrizione Registro generale n. 28656 Presentazione del Rogante Notaio Lupoli Registro particolare n. 23129 20.12.1989 Giovanni da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Gli immobili: in data 28.11.1995 sono state colpite da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93r e 5438/95 in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del procedimento penale n. 124/95 M.P. terreno di are 6.99, sito alla località Selva del Falco, in catasto al f. 49, p.lla 512; Bene acquistato il 31.07.2006 per l’importo dichiarato di € 14.000 da DI CRISCIO Lorenzo nato a Marano di Napoli il 06.11.1942+1. Nota di trascrizione Registro generale n. 48170 Presentazione n. 139 del Rogante Notaio Lupoli Registro particolare n. 23443 04.08.2006 Giovanni da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Nel comune di Santa Maria Capua Vetere (CE) autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 3, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 3; autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 4; autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 5; autorimessa di mq. 11, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 7, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 6; autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 8, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 7; autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 8; autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 10, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 9; 149 autorimessa di mq. 27, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 10; autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 12, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 11; autorimessa di mq. 19, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 13, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 12; autorimessa di mq. 20, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 13; autorimessa di mq. 21, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 5, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 14; autorimessa di mq. 20, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 4, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 15; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 2, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 16; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 1, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 17; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 4, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 18; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 3, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 19; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 6, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 20; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 5, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 21; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 8, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 22; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 7, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 23; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 10, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 24; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 9, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 25; Appartamento di vani 5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 12, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 26; Appartamento di vani 5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 11, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 27; autorimessa di mq. 20, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 3, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 29; autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 30; autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 31; autorimessa di mq. 24, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 34; 150 autorimessa di mq. 24, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 10, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 35; autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 36; autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 38; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 5, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 39; autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 4, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 40; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 1, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 41; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 2, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 42; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 3, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 43; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 4, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 44; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 5, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 45; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 6, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 46; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 9, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 49; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 10, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 50; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 11, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 51; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 12, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 52; Appartamento di vani 5.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P7, int. 13, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 53; autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 57; autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 58; autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 7, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 59; autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 8, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 60; autorimessa di mq. 23, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 61; autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 63; 151 autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 12, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 64; autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 65; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 1, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 68; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 2, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 69; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 6, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 73; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 7, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 74; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 8, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 75; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 9, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 76; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 11, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 78; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 12, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 79; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 113; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 114; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 3, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 115; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 5, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 117; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 118; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 7, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 119; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 8, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 120; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 121; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 10, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 122; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 123; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 12, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 124; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 13, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 125; 152 autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 14, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 126; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 15, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 127; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 16, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 128; Bene acquistato il 26.02.1993 per l’importo dichiarato di £ 4.582.908.000 da Quadrifoglio srl c.f. 03687370639. Nota di trascrizione Registro generale n. 5628 Presentazione del Rogante Notaio Giovanni Registro particolare n. 4605 12.03.1993 Lupoli da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Gli immobili: in data 28.11.1995 sono state colpite da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93r e 5438/95. In data 29.03.2004 la Corte di Assise di Santa Maria C.V. ha disposto il dissequestro dei seguenti immobili: foglio 14 perticella 5789 sub. 16, 17, 18, 19, 20, 21 e 23. In data 10.12.2004 il Tribunale di Santa Maria C.V. ha disposto il dissequestro dei seguenti immobili: foglio 14 perticella 5789 sub. 22, 24, 25, 26, 27, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 49, 50, 51, 52, 53, 54, 31, 30, 29, 40, 39, 38, 34, 35, 36 e 37. in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del procedimento penale n. 124/95 M.P. L’immobile contraddistinto al foglio 14 particella 5789 sub. 108 in data 09.06.2004 è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dalla II Sezione della Corte di Assise di Santa Maria C.V. nell’ambito del procedimento penale n. 9/98 Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 72; autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 66; Bene acquistato il 17.06.1994 per l’importo dichiarato di £ 155.000.000 da SANTORO Giuliano, nato a Santa Maria C.V. il 3.8.1957+1. Nota di trascrizione Registro generale n. 18022 Presentazione del Rogante Notaio Giovanni Registro particolare n. 15062 29.06.1994 Lupoli da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Gli immobili in data 28.11.1995 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93r e 5438/95 Nel comune di Villa Literno (CE) 153 terreno di are 06.10, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 245; Bene acquistato il 07.10.1992 per l’importo dichiarato di £ 34.160.000 da SANTORO Anna, nata a Trentola Ducenta il 02.11.1934. Nota di trascrizione Registro generale n. 26853 Presentazione del Rogante Notaio Giovanni Registro particolare n. 22762 17.10.1992 Lupoli da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere terreno di are 37.07, sito alla località Masseria Arsa, distinto in catasto al f. 26, p.lla 15; Bene acquistato il 04.03.1993 per l’importo dichiarato di £ 74.000.000 da LETIZIA Domenico, nato a Casal di Principe l’11.08.1946+2. Nota di trascrizione Registro generale n.6090 Presentazione del Rogante Notaio Giovanni Registro particolare n. 4970 17.03.1993 Lupoli da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere terreno di are 74.57, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 232; Bene acquistato il 12.04.1994 per l’importo dichiarato di £ 372.850.000 da GRAZIANO Maria, nata a Trentola Ducenta il 27.11.1929+1. Nota di trascrizione Registro generale n. 11839 Presentazione del Rogante Notaio Giovanni Registro particolare n. 9982 29.04.1994 Lupoli da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Gli immobili contraddistinti al foglio 26 particella 15 - foglio 14 particella 232 e 245 – foglio 12 particelle 5003 e 5006 in data 28.11.1995 sono state colpite da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93r e 5438/95 Gli immobili contraddistinti al foglio 14 particelle 245, 235, 5003, 5006 e 232 – foglio 26 particella 15 in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione nell’ambito del procedimento penale n. 124/95 M.P. terreno di are 06.74, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 235 ; Bene acquistato il 23.02.1993 per l’importo dichiarato di £ 43.810.000 MOLITIERNO Silvia, nata a Villa Literno il 02.07.1968+3. Nota di trascrizione Registro generale n. 5428 Presentazione del Rogante Notaio Giovanni Registro particolare n. 4461 10.03.1993 Lupoli da Capua Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Sul fondo è stato edificato un fabbricato identificato in catasto al foglio 14 particella 5146 intestato in quote agli eredi PASSARELLI L’immobile è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93r e 5438/95 154 Nel comune di Lusciano (CE) terreno, distinto in catasto al foglio 2, p.lla 1637 sulla quale sorge il seguente immobile di 4 piani fuori terra con piano interrato: Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-1, int. 3, in catasto con il sub. 3; Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-1, int. 4, in catasto con il sub. 4; Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-1, int. 5, in catasto con il sub. 5; Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-2, int. 6, in catasto con il sub. 6; Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-2, int. 7, in catasto con il sub. 7; Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-2, int. 8, in catasto con il sub. 8; Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-3, int. 9, in catasto con il sub. 9; Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-3, int. 10, in catasto al sub. 10; Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-T, int. 12, in catasto al sub. 12; Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-T, int. 13, in catasto al sub. 13; Ufficio di vani 2, sito alla via De Gasperi, P-T, int. 14, in catasto con il sub. 14; Ufficio di vani 2, sito alla via De Gasperi, P-T, int. 15, distinto in catasto al sub. 15; Locale di deposito di mq. 265, distinto in catasto con il sub. 27 Bene acquistato il 03.03.1989 per l’importo dichiarato di £ 250.000.000 da IOVINE Antonio, nato a S. Cipriano d’Aversa il 16.11.1922. Nota di trascrizione Registro generale n. 5234 Presentazione del Rogante Notaio Domenico Registro particolare n. 4287 3.3.1989 Farinaro da Casal di Principe Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere Gli immobili contraddistinti al foglio 2 particelle 1637 dal sub. 1 al sub. 11 in data 28.11.1995 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93r e 5438/95 Gli immobili contraddistinti al foglio 2 particelle 1637 dal sub. 1 al sub. 11 in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal Tribunale di Santa Maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del procedimento penale n. 124/95 M.P. In data 17.12.2004 il Tribunale di S. Maria C.V. ha disposto il dissequestro dei seguenti immobili: foglio 2 particella 1637 sub. dal 3 al 15 e sub. 27. L’immobile contraddistinto al foglio 2 particella 1637 in data 09.06.2004 è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dalla II Sezione della Corte di Assise di Santa Maria C.V. nell’ambito del procedimento penale n. 9/98 Tutti i beni sopra descritti sono stati inoltre sottoposti a sequestro MP in data 08.04.2010 con provvedimento n. 96/2009 R.G.M.P. e n. 8/2010 R.Decr. emesso dalla Seconda Sezione Penale del Tribunale di S.Maria C.V. in data 25.03.2010. g. Commerciale Europea S.p.A. risulta intestataria dei seguenti beni: Nel comune di Pignataro Maggiore (CE) 155 fabbricato rurale di are 11.48, distinto in catasto al f. 15 p.lla 29; quota di 88/100 del terreno di are 14.04, distinto in catasto al foglio 15 particella 5189; terreno di are 43.30, distinto in catasto al foglio 15 particella 5008 sito alla località Quaranta Moggia o Campopiano; terreno di are 86.35, distinto in catasto al foglio 15 particella 5186 sito alla località Quaranta Moggia o Campopiano; terreno di are 4.78, distinto in catasto al foglio 15 particella 5023 sito alla località Quaranta Moggia o Campopiano; terreno di Ha. 01.30.26, distinto in catasto al foglio 15 particella 5187 sito alla località Quaranta Moggia o Campopiano; Beni acquistati il 12.05.2003 per l’importo dichiarato di € 380.571 da GALDIERO Gennaro, nato a Villaricca il 9.7.1934+3 Nota di trascrizione Registro generale n. 14716 Presentazione n. 57 del Rogante Notaio Savio Registro particolare n. 11185 23.05.2003 Maurizio da Maddaloni Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere I suddetti beni in data 08.10.2004 sono stati sottoposti ad ipoteca volontaria per concessione a garanzia di mutuo dell’importo di € 1.500.000 da restituire in 19 rate semestrali dell’importo di € 78.947,36 salvo l’ultima di € 78.947,52 oltre agli interessi, erogato dalla Banca Nazionale del Lavoro Nota di iscrizione Registro generale n. 49099 Presentazione n. 72 del Rogante Notaio Savio Registro particolare n. 8344 13.10.2004 Maurizio da Maddaloni Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere opificio, sito alla sulla SS Appia Zona ASI piano T_1, S1, distinto in catasto al foglio 15 particella 5246 senza sub. Opificio realizzato sui terreni distinti con le particelle 5008, 5023, 5186 5187, accorpati tutti nella particella catastale 5246 terreno di Ha. 1.18.31, distinto in catasto al foglio 15 particella 5208; Bene risultante dal frazionamento delle particella 5187 sopra riportata I suddetti beni ed il fabbricato rurale di cui alla particella 29, in data 25.05.2007 sono stati sottoposti ad ipoteca volontaria per concessione a garanzia di finanziamento dell’importo di € 800.000 da restituire in 19 rate semestrali dell’importo di € 42.1058,26 salvo l’ultima di € 42.105,32 oltre agli interessi, erogato dalla Banca Nazionale del Lavoro Nota di iscrizione Registro generale n. 34513 Presentazione n. 35 del Rogante Notaio DI NOCERA Registro particolare n. 12161 31.05.2007 Pietro da Castelvolturno Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere h. CENTRO SUD COMMERCIALE s.r.l. NON risulta intestataria di beni immobili. i. DITTA PASSARELLI DANTE & FIGLI s.r.l. NON risulta intestataria di beni immobili. 156 j. PENTA DISTRIBUZIONI S.A.S. di Penta Vittorio NON risulta intestataria di beni immobili k. D D S SRL NON risulta intestataria di beni immobili. 5. VEICOLI INTESTATI: a. PASSARELLI Franco NON risulta intestatario di veicoli; b. CANTELLI Susanna NON risulta intestataria di veicoli; c. PASSARELLI Biagio risulta intestatario dei seguenti veicoli: Valore dichiarato al momento dell’acquisto Modello Autovettura Mercedes E 250 d targata BA553XC immatricolata nel € 32.278,56 1998 ed intestata nel 1999. Autovettura Mercedes ML320 cdi targata DK753ST, immatricolata nel € 10.833,33 2007 ed intestata nel 2012 d. PENTA RAFFAELLA NON risulta intestataria di veicoli; e. I.P.A.M. NON risulta intestatario di veicoli; Valore dichiarato al momento dell’acquisto Modello Autocarro Fiat targato LI488002 immatricolato nell’anno 1992 ed € 5.061,28 intestato nell’anno 1997. f. IMMOBILIARE BELLAVISTA S.R.L NON risulta intestataria di veicoli; g. CENTRO SUD COMMERCIALE SRL risulta intestataria dei seguenti veicoli: Valore dichiarato al Modello momento dell’acquisto Autocarro Fiat Ducato 2.8jtd targato BZ378MB immatricolato € 10.500 nell’anno 2002 ed intestato nell’anno 2009. Autocarro Iveco 59E12 targato BE796BK immatricolato nel 1998 ed € 11.400 intestato nel 2010 h. COMMERCIALE EUROPEA S.P.A. risulta intestataria dei seguenti veicoli: Modello Valore dichiarato al 157 momento dell’acquisto Autovettura Smart ForFour 1.5 tdi targata CY093BH immatricolata ed intestata nell’anno 2005. Autovettura Porsche 911 3.8 targata DC648LA immatricolata ed intestata nell’anno 2006. Autocarro Iveco 2.8td targato BS809ZN immatricolato nell’anno 2001ed intestato nell’anno 2008. Autovettura VW Golf 2.0 tdi targata EG110CT, immatricolata nel 2011 ed intestata nel 2012 € 17.827,01 € 89.500 € 8.676 € 14.000 i. PASSARELLI Dante & Figli srl risulta intestataria di veicoli; Valore dichiarato al momento dell’acquisto Modello Autocarro Fiat Ducato targato FIK71777 immatricolato nel 1990 ed € 1549,37 intestata nell’anno 1995. Autovettura Mercedes 250 D targata NAW37855, immatricolata ed € 18375,87 intestata nel 1994 Le rimanenti persone fisiche e giuridiche non risultano intestatarie di veicoli P.Q.M. Applica a: PASSARELLI FRANCO e PASSARELLI BIAGIO la misura della custodia cautelare in carcere in ordine al reato contestato al capo A); CANTELLI SUSANNA, AMMALIATO GIUSEPPE ED ERRICO GIUSEPPE, la misura della custodia cautelare in carcere in ordine al reato contestato al capo B). Rigetta per il resto la richiesta. Differisce il diritto degli indagati a conferire con i difensori all’ esito dell’ interrogatorio di garanzia, disponendo altresì che gli indagati siano detenuti con modalità tali da tenerli separati ed impedire i contatti tra di loro. a. Dispone il sequestro preventivo dei seguenti beni: PASSARELLI Franco: Quota del 25 % nella società I.P.A.M. – Industria Prodotti Alimentari ed Affini Meridionale S.R.L in Liquidazione Sede: Roma via Boezio 6 cf 01813960612 Quota del 25 % nella società IMMOBILIARE BELLAVISTA S.R.L Sede: Villa Literno via Aversa n. 267 codice fiscale 00639060631 Quota del 25 % nella società DITTA PASSARELLI DANTE & FIGLI s.r.l. Sede: Villa Literno via Aversa n. 267 Cod. Fisc. 01465000618 Nel comune di Castelvolturno (CE) 158 appartamento di vani 5,5, sito alla Via SS Domitiana piano 2, distinto in catasto al foglio 47 particella 154 sub. 3. b. CANTELLI Susanna: Quota del 90 % nella società COMMERCIALE EUROPEA S.p.A. Sede: Pignataro Maggiore via SS 7 Appia zona ASI codice fiscale 02494300615 Nel comune di Castelvolturno (CE) appartamento di vani 5, sito al viale Francesco Cilea piano T, distinto in catasto al foglio 47 particella 68 sub. 1; appartamento di vani 5, sito sulla Domitiana Pinetamare piano 1, distinto in catasto al foglio 47 particella 68 sub. 2. c. PASSARELLI Biagio: Quota del 25 % nella società I.P.A.M. – Industria Prodotti Alimentari ed Affini Meridionale s.r.l in Liquidazione Sede: Roma via Boezio 6 cf 01813960612 Quota del 25 % nella società IMMOBILIARE BELLAVISTA s.r.l Sede: Villa Literno via Aversa n. 267 cf: 00639060631 Quota del 50 % nella società CENTRO SUD COMMERCIALE srl Sede: Villa Literno via Aversa n. 267 codice fiscale 01698270616 Quota del 25 % nella società DITTA PASSARELLI DANTE & FIGLI s.r.l. Sede: Villa Literno via Aversa n. 267 Cod. Fisc. 01465000618 Autovettura Mercedes E 250 d targata BA553XC Autovettura Mercedes ML320 cdi targata DK753ST, d. I.P.A.M. srl: Nel comune di Cancello ed Arnone (CE) terreno di Ha 1.01.92 sito alla località Bonito, distinto in catasto al foglio 42, p.lla 241; terreno di Ha 1.65.24 alla località Bonito, distinto in catasto al foglio 42, particella 243; Nel comune di Santa Maria La Fossa (CE) Complesso agricolo “La Balzana” quota di 1/3 del terreno di are 00.30, distinto in catasto al f. 3, particella 92; quota di 1/3 del terreno di are 45.82, distinto in catasto al f. 11, particella 21; quota di 1/3 del terreno di Ha 24.79.60, distinto in catasto al f. 11, p.lla 26; quota di 1/3 del terreno di are 32.15, distinto in catasto al f. 11, particella 28; quota di 1/3 del terreno di Ha 31.38.77, distinto in catasto al f. 12, p.lla 13; quota di 1/3 del terreno di Ha 7.27.57, distinto in catasto al f. 12, particella 16; quota di 1/3 del terreno di Ha 2.23.65, distinto in catasto al f. 12, particella 18; quota di 1/3 del terreno di Ha 11.09.20, distinto in catasto al f. 12, p.lla 20; quota di 1/3 del terreno di Ha 8.06.04, distinto in catasto al f. 12, particella 52; quota di 1/3 del terreno di are 13.83, distinto in catasto al f. 12, particella 55; quota di 1/3 del terreno di Ha 3.20.57, distinto in catasto al f. 12, particella 82; quota di 1/3 del terreno di are 58.26, distinto in catasto al f. 12, particella 85; 159 quota di 1/3 del terreno di Ha 56.05.33, distinto in catasto al f. 12, p.lla 88; quota di 1/3 del terreno di are 56.56, distinto in catasto al f. 12, particella 91; quota di 1/3 del terreno di are 45.86, distinto in catasto al f. 13, particella 3; quota di 1/3 del terreno di are 41.35, distinto in catasto al f. 13, particella 4; quota di 1/3 del terreno di Ha 10.84.00, distinto in catasto al f. 13, p.lla 15; quota di 1/3 del terreno di are 28.86, distinto in catasto al f. 13, particella 138; quota di 1/3 del terreno di are 32.87, distinto in catasto al f. 13, particella 141; quota di 1/3 del terreno di Ha 6.39.98, distinto in catasto al f. 13, p.lla 144; quota di 1/3 del terreno di are 00.55, distinto in catasto al f. 16, particella 38; quota di 1/3 del terreno di Ha 17.55.00, distinto in catasto al f. 16, p.lla 39; quota di 1/3 del terreno di are 49.04, distinto in catasto al f. 16, particella 40; quota di 1/3 del terreno di are 01.19, distinto in catasto al f. 16, particella 49; quota di 1/3 del terreno di are 76.60, distinto in catasto al f. 20, particella 9; quota di 1/3 del terreno di Ha 13.08.30, distinto in catasto al f. 20, p.lla 10; quota di 1/3 del terreno di Ha 2.77.20, distinto in catasto al f. 13, particella 147 attualmente distinta con le seguenti particelle: 5014 di Ha 2.17.84; - 5009 di are 1.10; - 5015 di are 59.36; quota di 1/3 del terreno di are 1.10, in catasto al f. 13, p.lla 5008 ex p.lla 8 (dell’estensione di are 7.90) quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 1; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 2; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 3; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 4; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 5; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 6; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 7; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 8; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 9; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 10; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 11; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 12; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 13; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 14; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 15; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 16; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 17; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 18; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 19; quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 20; quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, in catasto al f. 12, p.lla 5001 sub 21; quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, in catasto al f. 12, p.lla 5001 sub 22; quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, in catasto al f. 12, p.lla 5001 sub 23; quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, in catasto al f. 12, p.lla 5001 sub 24; quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, in catasto al f. 12, p.lla 5001 sub 25; quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, in catasto al f. 12, p.lla 5001 sub 26; 160 quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, in catasto al f. 12, p.lla 5001 sub 27; quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, catasto al f. 12, p.lla 5002 senza sub; (Come sopra evidenziato la restante quota dei 2/3 è stata confiscata dal Tribunale di S. Maria C.V. – Corte di Assise II Sez. depositata il 15.06.2006 con sentenza n. 13/2005 emessa nell’ambito del p.p. 9/98 R.G. C.Ass. riuniti i n. 8/98, 14/98, 6/99, 475/98, 11/99, 17/02, 2/03, 21/03, 4/04, 13/04, 17/04, 5/05, 16/05, 2/05, 17/05, 24/05 mod.16). Nel comune di Villa Literno (CE) terreno di are 10.80, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 246; opificio sito alla strada provinciale Aversa – Villa Literno piano T, distinto in catasto al foglio 14, particella 38 sub 1; e. IMMOBILIARE BELLAVISTA s.r.l.: Nel comune di Casal di Principe (CE) terreno di are 35.54, distinto in catasto al foglio 15, p.lla 437; terreno di Ha 1.80.00, distinto in catasto al f. 12, p.lla 251; terreno di are 03.83, sito alla località Iardino, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 182; Sul lotto di terreno è stato edificato il seguente fabbricato: appartamento di vani 4, sito alla via Circumvallazione 1, P-1, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 5028, sub. 4; appartamento di vani 4, sito alla via Circumvallazione 1, P-1, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 5028, sub. 5; appartamento di vani 6.5, sito alla via Circumvallazione 1, P-2, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 5028, sub. 6; negozio di mq. 144, sito alla via Circumvallazione 1, P-T, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 5028, sub. 8; deposito di mq. 134, sito alla via Circumvallazione 1, P-T, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 5028, sub. 9; Nel comune di Castel Volturno (CE) terreno di Ha 1.03.69, distinto in catasto al foglio 42, p.lla 46; terreno di are 45.19, distinto in catasto al foglio 42, p.lla 47; terreno di are 91.26, distinto in catasto0 al foglio 42, p.lla 105; terreno di are 07.26, sito loc. Parco della Selva, in catasto al foglio 49, p.lla 558; terreno di are 07.00, sito loc. Parco della Selva, in catasto al foglio 49, p.lla 559; terreno di are 14.39, distinto in catasto al foglio 48, p.lla 1383; Appartamento di vani 4.5, PT, int. 3, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 3; Appartamento di vani 5, PT, int. 4, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 4; Appartamento di vani 5, PT, int. 5, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 5; Appartamento di vani 5, PT, int. 6, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 6; Appartamento di vani 6, P1, int. 7, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 7; Appartamento di vani 5, P1, int. 9, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 9; Appartamento di vani 4.5, P1, int. 10, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 10; Appartamento di vani 6, P2, int. 11, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 11; 161 Appartamento di vani 5, P2, int. 12, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 12; Appartamento di vani 5, P2, int. 13, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 13; Appartamento di vani 4.5, P3, int. 15, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 15; Appartamento di vani 6, PT, int. 16, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 16; Appartamento di vani 5, P3, int. 17, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 17; Appartamento di vani 5, P3, int. 18, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 18; Appartamento di vani 5, P-1, int. 8, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 8; Quota di ½ dell’Appartamento di vani 6.5, P T-1, in catasto al f 41, plla 6, sub 3 Quota di ½ dell’Appartamento di vani 6.5, P T-1, in catasto al f 41, plla 6, sub 4 Appartamento di vani 5.5, sito alla Località Coppola di Pinetamare Viale della Mimose Torre 11/1, P-2, int. 7, distinto in catasto al foglio 47, particella 154, sub. 4; n. 24 posti auto scoperti, ciascuno di mq. 11, siti alla Via Udine 2 P.co Selva del Falco, distinti in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 51 (ex sub. dal 3 al 26); appartamento di vani 6,5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 1, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 27; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 2, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 28; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 3, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 29; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 4, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 30; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 5, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 31; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 6, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 32; appartamento di vani 6.5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 7, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 33; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 8, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 34; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 9, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 35; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 10, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 36; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 11, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 37; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 12, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 38; appartamento di vani 6.5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 13, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 39; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 14, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 40; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 15, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 41; 162 appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 16, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 42; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 17, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 43; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 18, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 44; appartamento di vani 6.5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 19, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 45; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 20, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 46; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 21, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 47; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 22, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 48; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 23, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 49; appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 24, distinto in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 50; terreno di are 6.99, sito alla località Selva del Falco, in catasto al f. 49, p.lla 512; Nel comune di Santa Maria Capua Vetere (CE) autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 3, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 3; autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 4; autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 5; autorimessa di mq. 11, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 7, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 6; autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 8, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 7; autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 8; autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 10, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 9; autorimessa di mq. 27, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 10; autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 12, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 11; autorimessa di mq. 19, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 13, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 12; autorimessa di mq. 20, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 13; 163 autorimessa di mq. 21, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 5, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 14; autorimessa di mq. 20, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 4, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 15; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 2, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 16; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 1, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 17; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 4, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 18; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 3, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 19; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 6, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 20; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 5, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 21; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 8, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 22; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 7, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 23; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 10, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 24; Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 9, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 25; Appartamento di vani 5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 12, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 26; Appartamento di vani 5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 11, scala A, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 27; autorimessa di mq. 20, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 3, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 29; autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 30; autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 31; autorimessa di mq. 24, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 34; autorimessa di mq. 24, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 10, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 35; autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 36; autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 38; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 5, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 39; 164 autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 4, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 40; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 1, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 41; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 2, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 42; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 3, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 43; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 4, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 44; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 5, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 45; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 6, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 46; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 9, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 49; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 10, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 50; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 11, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 51; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 12, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 52; Appartamento di vani 5.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P7, int. 13, scala B, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 53; autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 57; autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 58; autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 7, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 59; autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 8, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 60; autorimessa di mq. 23, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 61; autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 63; autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 12, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 64; autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 65; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 1, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 68; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 2, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 69; 165 Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 6, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 73; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 7, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 74; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 8, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 75; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 9, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 76; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 11, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 78; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 12, scala C, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 79; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 113; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 114; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 3, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 115; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 5, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 117; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 118; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 7, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 119; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 8, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 120; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 121; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 10, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 122; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 123; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 12, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 124; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 13, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 125; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 14, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 126; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 15, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 127; autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 16, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 128; Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 72; 166 autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, distinto in catasto al foglio 14, particella 5789, sub. 66; Nel comune di Villa Literno (CE) terreno di are 06.10, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 245; terreno di are 37.07, sito alla località Masseria Arsa, distinto in catasto al f. 26, p.lla 15; terreno di are 74.57, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 232; terreno di are 06.74, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 235 ; Nel comune di Lusciano (CE) via De Gasperi terreno, distinto in catasto al foglio 2, p.lla 1637 sulla quale sorge il seguente immobile di 4 piani fuori terra con piano interrato: Appartamento di vani 5, sito alla, P-1, int. 3, in catasto con il sub. 3; Appartamento di vani 5, P-1, int. 4, in catasto con il sub. 4; Appartamento di vani 5, P-1, int. 5, in catasto con il sub. 5; Appartamento di vani 5, P-2, int. 6, in catasto con il sub. 6; Appartamento di vani 5, P-2, int. 7, in catasto con il sub. 7; Appartamento di vani 5, P-2, int. 8, in catasto con il sub. 8; Appartamento di vani 5, P-3, int. 9, in catasto con il sub. 9; Appartamento di vani 5, P-3, int. 10, in catasto al sub. 10; Appartamento di vani 5, P-T, int. 12, in catasto al sub. 12; Appartamento di vani 5, , P-T, int. 13, in catasto al sub. 13; Ufficio di vani 2, P-T, int. 14, in catasto con il sub. 14; Ufficio di vani 2, P-T, int. 15, distinto in catasto al sub. 15; Locale di deposito di mq. 265, distinto in catasto con il sub. 27 f. COMMERCIALE EUROPEA S.p.A.: Nel comune di Pignataro Maggiore (CE) fabbricato rurale di are 11.48, distinto in catasto al f. 15 p.lla 29; quota di 88/100 del terreno di are 14.04, distinto in catasto al foglio 15 particella 5189; terreno di are 43.30, distinto in catasto al foglio 15 particella 5008 sito alla località Quaranta Moggia o Campopiano; terreno di are 86.35, distinto in catasto al foglio 15 particella 5186 sito alla località Quaranta Moggia o Campopiano; terreno di are 4.78, distinto in catasto al foglio 15 particella 5023 sito alla località Quaranta Moggia o Campopiano; terreno di Ha. 01.30.26, distinto in catasto al foglio 15 particella 5187 sito alla località Quaranta Moggia o Campopiano; opificio, sito alla sulla SS Appia Zona ASI piano T_1, S1, distinto in catasto al foglio 15 particella 5246 senza sub. Opificio realizzato sui terreni distinti con le particelle 5008, 5023, 5186 5187, accorpati tutti nella particella catastale 5246 terreno di Ha. 1.18.31, distinto in catasto al foglio 15 particella 5208; Autovettura Smart ForFour 1.5 tdi targata CY093BH Autovettura Porsche 911 3.8 targata DC648LA 167 Autocarro Iveco 2.8td targato BS809ZN Autovettura VW Golf 2.0 tdi targata EG110CT g. CENTRO SUD COMMERCIALE srl Autocarro Fiat Ducato 2.8jtd targato BZ378MB Autocarro Iveco 59E12 targato BE796BK Dispone altresì il sequestro di tutti i beni e delle risorse finanziarie comunque nella disponibilità dei soggetti soprarichiamati e che dovessero rinvenirsi nella disponibilità degli indagati, nel corso dell’esecuzione del presente provvedimento sebbene non inseriti nello stesso. Nomina amministratori giudiziari i dott. P.L. Bevilaqua e S. Ziccardi. Manda la Cancelleria per gli adempimenti di competenza. Napoli, 7.3.2013 Il Giudice Federica Colucci 168