N. 19 - Coldiretti Macerata

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N. 19 - Coldiretti Macerata
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16 Maggio
NEL 2013 “INVASIONE” CIBO STRANIERO NELLE MARCHE (+11%),
ARRIVA STOP A SEGRETO SU IMPORTAZIONI
Con il valore degli acquisti di prodotti agroalimentari stranieri che nelle Marche hanno visto un
incremento dell’11 per cento nel 2013, arriva finalmente lo stop al segreto sulle importazioni. A
sottolinearlo è la Coldiretti regionale, dopo che il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha
annunciato l’intenzione di rendere pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti
dall’estero, anche per combattere inganni e sofisticazioni. A richiederlo era stato il presidente
della Coldiretti nazionale, Roberto Moncalvo, dopo la grande manifestazione di dicembre al
Brennero a sostegno della trasparenza nel made in Italy. Finora, infatti, una complessa normativa
doganale ha impedito l’accessibilità dei dati sulle imprese che importano cibo dall’estero e lo
rivendono come made in Italy all’insaputa dei consumatori, e ciò nonostante non ci fossero
significative ragioni legate alla tutela della riservatezza. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat,
lo scorso anno nelle Marche sono arrivati prodotti per 430 milioni di euro, con quelli ittici (pesci e
molluschi conservati, congelati, ecc.) in testa alla classifica con un aumento dell’ 11 per cento
rispetto al 2012, seguiti da latte e formaggi che hanno visto un vero e proprio boom del 34 per
cento, anche qui destinati ad essere commercializzati come prodotti del territorio. I due terzi del
cibo straniero vengono dai paesi europei (+10 per cento), ma crescono gli arrivi anche dall’Asia
(+19 per cento) e dagli Stati Uniti (+19 per cento). La provincia dove arriva più cibo straniero è
quella di Ancona, davanti a Pesaro Urbino e Ascoli Piceno. “In un momento difficile per la nostra
economia lo stop al segreto sui flussi commerciali, con l’indicazione delle aziende che importano
materie prime dall’estero, è un primo passo importante nella direzione di una maggiore tutela del
lavoro delle imprese agricole e della garanzie di scelta per i consumatori – sottolinea il presidente
di Coldiretti Marche, Tommaso Di Sante -. Ora occorre compiere quello successivo, con l’obbligo
di indicare in etichetta l’origine per tutti gli alimenti in commercio”.
NELLE MARCHE CRESCONO ANCORA I BOSCHI, MA CALA LA
PRODUZIONE DI LEGNA
Un terzo della regione ricoperto da foreste, serve politica di gestione per
ridurre rischio alluvioni e import dall’estero e creare filiere locali
e opportunità di lavoro
Un terzo delle Marche è oggi ricoperto da boschi, con la superficie forestale che cresce ancora
attestandosi a quota 311mila ettari su 937mila totali, ma paradossalmente cala la produzione di
legna, con il settore sempre più dipendente dall'estero. Ad affermarlo è un’analisi della Coldiretti
sui dati del Terzo inventario nazionale, realizzato dal Corpo Forestale dello Stato, con le stime per
il 2015. Nonostante la superficie sia raddoppiata rispetto a cinquant’anni fa, il potenziale
economico dei nostri boschi rimane però ancora inespresso e l’offerta di legname risulta
insufficiente rispetto alla domanda, tanto che si stima che il 70 per cento del prodotto utilizzato
dalle industrie di lavorazione provenga dall’estero. Tutto ciò mentre negli ultimi dieci anni la
produzione di legna nelle Marche è diminuita del 14 per cento, scendendo a 150mila metri cubi.
“Sono oggi necessarie scelte di gestione economica e politica delle risorse forestali per sostenere
lo sviluppo di filiere capaci di garantire l’approvvigionamento di materie prime locali – sottolinea il
presidente di Coldiretti Marche, Tommaso Di Sante -, creando nuove opportunità di lavoro e
favorendo al contempo la crescita socio-economica delle aree interne, a rischio spopolamento, e
la stessa fruibilità turistica delle nostre foreste”. Ma una migliore cura dei boschi è oggi
indispensabile anche per contenere il problema del dissesto idrogeologico. Le conseguenze
devastanti dei fenomeni climatici, come l’alluvione che ha colpito il Senigalliese, sono spesso
aggravate “a monte” dall’assenza di una politica forestale e di gestione del reticolo idrografico,
con grandi quantità di legno e alberi che spesso vengono rinvenuti intorno ai punti critici dei fiumi.
Un primo passo in questa direzione, sottolinea Coldiretti, è venuto dalla recente revisione della
legge forestale regionale ma occorre che questo sia sostenuto anche a livello di risorse,
utilizzando la prossima programmazione del Piano di sviluppo rurale per promuovere alcuni
strumenti fondamentali come i piani di gestione e lo sviluppo di filiere locali.
VINO: USA IN TESTA A CONSUMI PER PRIMA VOLTA IN STORIA
Rivoluzione nel mondo del vino, l’Italia è il primo fornitore d’oltreoceano
Per la prima volta nella storia gli Stati Uniti si sono classificati come i maggior consumatori di vino
al mondo mettendo a segno nel 2013 uno storico sorpasso nei confronti della Francia che si
posiziona davanti all’Italia. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati
dell’Organizzazione mondiale del Vino e della Vite (OIV) che ha evidenziato peraltro un calo
generalizzato dell'uno per cento dei consumi mondiali in quantità che sono scesi a 238,7 milioni
di ettolitri.
Il settore enologico su vasta scala si è sviluppato negli Usa appena dal 1970 e nonostante si sia
verificata una vera esplosione della coltivazione in pochi decenni, a causa di una produzione di
22 milioni di ettolitri di vino, gli Stati Uniti nel 2013 hanno importato 10,9 milioni di ettolitri di vino
dei quali ben 2,9 milioni di ettolitri dall’Italia che - sottolinea la Coldiretti - è stata il primo fornitore
mondiale davanti alla Francia che ne ha esportato però meno della metà (11,6 milioni di ettolitri).
Il profondo cambiamento è stato determinato – sostiene la Coldiretti - da un lato dall’aumento
dello 0,5 per cento dei consumi negli Usa che hanno raggiunto 29,1 milioni di ettolitri e dall’altro
dal calo del 7 per cento dei consumi in Francia (28,2 milioni di ettolitri) e del 4 in Italia (21,8 milioni
di ettolitri). Sorprendente nel contesto europeo è anche - continua la Coldiretti - l’aumento del 2
per cento della Germania che si colloca al quarto posto con 20,3 milioni di ettolitri mentre si
ridimensiona per la prima volta con un calo del 4 per cento il consumo in Cina che si posiziona
comunque al quinto posto con 16,8 milioni di ettolitri.
Si è dunque verificata – sottolinea la Coldiretti - una vera rivoluzione del mondo del vino a partire
dall’Italia dove nel 2013 i consumi sono scesi al minimo dall’Unità d’Italia per effetto del
cambiamento dello stile di vita ma anche ella crisi. Gli italiani hanno detto addio - precisa la
Coldiretti - a quasi un bicchiere di vino su quattro negli ultimi dieci anni e se la media di consumo
è di 37 litri a persona, solo il 21 per cento degli italiani beve vino tutti i giorni e addirittura quasi la
metà non lo beve mai. Si beve meno, ma si beve meglio con la produzione nazionale che puo’
contare su una offerta di 73 etichette Docg, 332 Doc e 118 Igt.
Il risultato è che la quantità di vino Made in Italy consumato in Italia è risultata addirittura inferiore
di quella bevuta fuori dei confini nazionali con l’Italia - sottolinea la Coldiretti – che si classifica
come primo esportatore mondiale. Secondo l’Organizzazione mondiale del Vino e della Vite (OIV)
infatti l’Italia nel 2013 è anche il primo produttore mondiale di vino con 44,9 milioni di ettolitri
davanti alla Spagna che con 44,7 milioni di ettolitri sorpassa la Francia ferma a 42 milioni di
ettolitri, con la produzione mondiale che è salita del 9,4 per cento a 278,6 milioni di ettolitri.
“Nonostante il settore del vino abbia affrontato una grave crisi dei consumi interni ha saputo
creare reddito e occupazione in Italia perché ha saputo puntare sulla qualità, sulla distintività e sul
legame con il territorio creando le condizioni per una valorizzazione sul mercato nazionale ed
estero dove è diventato simbolo del Made in Italy”, ha affermato il presidente della Coldiretti
Roberto Moncalvo.
AMBIENTE: CRESCE FORESTA IN ITALIA MA +25% IMPORT LEGNA
Con la crisi e l’elevato prezzo dei combustibili in Italia sono tornate le stufe e si sono riaccesi
i camini, con un aumento record del 25 per cento delle importazioni di legna da ardere nel 2013
rispetto all’anno precedente. E’ quanto rileva la Coldiretti in occasione della conferenza stampa
del Corpo forestale dello Stato sul tema “Evoluzione delle foreste italiane in un Paese che
cambia” nell’evidenziare che il nostro Paese, con l'importazione di ben 3,8 miliardi di chili di legna
da ardere nel corso di tutto il 2013, è diventato il primo importatore mondiale di legna da ardere.
Una dimostrazione evidente del ritorno di forme di riscaldamento che sembravano dimenticate
dovuto - precisa la Coldiretti - al crescente interesse verso una forma di energia che è diventata
competitiva dal punto di vista economico oltre ad essere piu’ sostenibile dal punto di vista
ambientale. Una tendenza dovuta - sostiene la Coldiretti – in parte alla riapertura dei camini nelle
vecchie case ed alla costruzione di nuovi ma anche ad una forte domanda di tecnologie piu’
innovative nel comparto delle stufe a legna, delle caldaie e pellets dove l’industria italiana
soddisfa oltre il 90 per cento delle domanda sul mercato interno mentre destina quasi un terzo
della produzione nazionale alle esportazioni.
“Appare quindi evidente l’importanza di rilanciare la gestione dei boschi che, oltre alle valenze
territoriali, sociali e paesaggistiche, potrebbe contribuire in modo decisivo anche al
raggiungimento degli obiettivi del piano d’azione nazionale, fornendo biomassa ottenuta con
metodi sostenibili sia nella produzione che nel taglio” ha affermato il presidente della
Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare la nuova stima della superficie forestale di quasi 11
milioni di ettari, con un aumento di oltre 600 mila ettari rispetto a 9 anni fa evidenziata dal Corpo
Forestale dello Stato.
Il potenziale economico dei boschi italiani rimane ancora inespresso e il mercato del legno mostra
una crescente dipendenza dall’estero perché l’offerta nazionale di legname risulta insufficiente
anche a soddisfare la domanda delle industrie di trasformazione che - ha ricordato Moncalvo sono dipendenti dall’estero per oltre il 70 % del materiale legnoso utilizzato. Servono scelte di
gestione economica delle risorse forestali, che devono contemporaneamente riuscire a garantire
– ha precisato il presidente della Coldiretti - l’approvvigionamento di materie prime e prodotti
forestali per le filiere industriali, lo sviluppo socio-economico delle popolazioni locali, la
conservazione degli ecosistemi e il loro stato di salute e non ultima, anche la loro fruibilità
turistica.
Eppure vale la pena riflettere sul fatto che - ha concluso Moncalvo - oltre l’86,6% della superficie
forestale nazionale è sottoposta a forme di vincolo idrogeologico, ma solo il 15,7% dei boschi
italiani (1,3 milioni di ettari) è sottoposto a una pianificazione di dettaglio, strumento fondamentale
per garantire l’offerta di servizi ecosistemici in equilibrio con quella di prodotti commerciali come il
legname ad uso industriale e la legna da ardere.
INFLAZIONE: PER FRUTTA E VERDURA CALO PREZZI MAGGIORE (-6%)
Con un calo dei prezzi del 6 per cento è la frutta e verdura a far segnare il maggior crollo delle
quotazioni rispetto allo scorso anno per effetto dell’ andamento stagionale anomalo, ma anche
della crisi nei consumi. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati Istat sull’andamento
dell’inflazione che mostra deboli segni di ripresa ad aprile 2014. Una tendenza alla quale sottolinea la Coldiretti - ha contribuito l’effetto di Pasqua e dei ponti primaverili con 15 milioni di
italiani in vacanza e aumento record dell’1,7 per cento dei prezzi nei trasporti, il piu’ alto di tutte le
componenti. A conferma di una sostanziale sobrietà sulle tavole della Pasqua degli italiani,
l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari - sottolinea la Coldiretti - è stato pari allo 0,5 per cento,
meno della media generale. In particolare, rispetto allo scorso anno - conclude la Coldiretti diminuiscono del 2,1 per cento i prezzi del pesce fresco di mare di pescata mentre aumentano
del 2,3 per cento le quotazioni della carne ovina e caprina, che sono prodotti tipici della Pasqua.
CRISI: RECORD ECOTURISMO A 12 MLD, BOOM PARCHI E RISERVE
In Toscana nasce l'agriturismo estremo, dall' altalena nel vuoto allo sleeping
tree
Cresce il turismo ecologico nei parchi, nelle oasi, nelle riserve e nelle aree verdi e raggiunge in
Italia il record storico di sempre a 12 miliardi con un progressivo aumento del fatturato ma
anche delle presenze negli anni della crisi, in controtendenza rispetto alle vacanze tradizionali. E’
quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che i week end di primavera confermano le previsioni
positive di aumento per il 2014, in occasione della Festa Nazionale delle Riserve Naturali dello
Stato promossa dal Corpo Forestale che si svolge quest’anno nel corso della giornata del turismo
rurale con il “Terranostra day” in Toscana che è la meta piu’ ricercata dagli amanti della vacanza
nel verde. La primavera e - sottolinea la Coldiretti - è la stagione privilegiata per la vacanza
ecologica perché consente di assistere allo spettacolo unico del risveglio della natura che
riguarda piante, fiori e uccelli migratori
L'Italia puo’ contare su ben 871 i parchi e aree protette presenti che coprono ben il 10 per cento
del territorio nazionale. A spingere un numero maggiore di turisti verso la natura secondo Ecotur
sono prevalentemente - precisa la Coldiretti - la voglia di fare attivita' sportive come trekking,
mountain bike, birdwatching, sci, equitazione, climbing (47%) e il relax (20%), ma anche
l'enogastronomia (15%) e la riscoperta delle tradizioni (10%). La vacanza verde è infatti spesso
abbinata all’enogastronomia locale grazie alla presenza in Italia della piu’ grande varieta' di
percorsi turistici legati all'enogastronomia con oltre a piu' di ventimila agriturismi, 1200 mercati
degli agricoltori di Campagna Amica “aperti al pubblico” per acquistare prodotti enogastronomici.
Il Belpaese - secondo la Coldiretti - detiene la leadership europea nella produzione biologica e
nell'offerta di prodotti tipici con ben 262 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario
e 4698 specialita' tradizionali censite dalle regioni. Un patrimonio particolarmente apprezzato dai
turisti italiani ma anche stranieri che in misura crescente cominciano a scoprire la vacanza natura
in Italia.
Per la prima volta nel 2013 l'incidenza di turisti stranieri ha raggiunto il 40,2% del totale nel
turismo natura nei parchi, nelle oasi e nelle riserve (era il 38% l'anno precedente), e questo
genera un incremento del giro d'affari, in quanto un turista straniero spende mediamente 100 euro
al giorno a fronte dei 65 di un turista italiano, secondo Ecotur. Una tendenza che - continua la
Coldiretti - interessa anche le aziende agrituristiche che in alcune regioni come la Toscana hanno
addirittura visto il numero di ospiti stranieri superare quello degli italiani.
Una capacità di attrazione dovuta anche alle opportunità “estreme” offerte dall’agriturismo che in
Italia puo’ contare su un crescente di strutture diversificate. L’ agriturismo Poggio alle Ville, Via di
Mucciano, Mugello, Firenze offre ad esempio la possibilità di dormire “appesi” su un albero con
vista sulla natura e quella di dondolarsi con l’altalena nel vuoto ma in altre strutture della
Toscana si puo’ anche sentire l’ebbrezza di scoccare frecce a 1300 metri di altezza come Robin
Hood o effettuare escursioni a bordo di “trattori panoramici”, fare un tour tra stalle per vedere dal
vivo come si lavorano le carni suine o la cinta senese, passeggiare nel bosco, fare corsi di pittura,
cucina ed equitazione, ma anche le piu’ classiche degustazioni di prodotti aziendali e le visite in
cantina.
Il numero degli agriturismi in Italia negli ultimi dieci anni è aumentato del 57 per cento ed ha
raggiunto la cifra record di 20474, il piu’ alto di sempre. Il maggior numero di aziende si trova in
Toscana (4185) ed in Trentino (2996) ma nel tempo la diffusione è diventata capillare su tutto il
territorio nazionale anche se il 47 per cento - sottolinea la Coldiretti - si trovano al nord, il 34 per
cento nel centro e il 19 per cento nel mezzogiorno. Anche l’offerta di servizi è sempre piu’
diversificata con 16906 strutture che offrono l’alloggio in 217946 posti letto e 8363 piazzole di
sosta per l’agricampeggio. La vera rivoluzione è pero’ legata al fatto che - conclude la Coldiretti l’agriturismo non è piu’ solo mangiare con le aziende autorizzate alla ristorazione (10144) che
sono state sorpassate in numero da quelle che offrono anche altri servizi salite a ben 11982 con
attività come l’escursionismo (3324), la mountain bike (2785), i corsi di cucina, orto, cucito o altro
(2009), l’equitazione (1489), il trekking (1821), le fattorie didattiche per i piu’ piccoli (1251) e le
osservazioni naturalistiche (932) che sono in rapida espansione.
PIL: NEL TRIMESTRE GIU’ PER CROLLO CONSUMI, -5% PASTA
A trascinare verso il basso il prodotto interno lordo (PIL) è il crollo dei consumi che prosegue
all’inizio del 2014 ed è stato pari ad oltre il 2 per cento per gli acquisti alimentari con punte, in
valore, del 4 per cento per la verdura e del 5 per cento per la pasta, che rappresentano
componenti di base della dieta delle famiglie secondo l’Ismea. E’ quanto afferma la Coldiretti nel
commentare i dati Istat sull’andamento del Pil nel primo trimestre del 2014 nell’evidenziare che
l’unico segnale positivo è, nonostante tutto, l’aumento congiunturale dell’agricoltura. A causa della
crisi, i consumi alimentari degli italiani sono scesi sui valori minimi dagli anni ottanta con la spesa
alimentare per abitante che era sempre stata tendenzialmente in crescita dal dopoguerra, fino a
raggiungere l’importo massimo nel 2006 per poi crollare da allora, progressivamente ed in misura
crescente ogni anno, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat sui consumi finali delle
famiglie a valori concatenati. Una leggera inversione di tendenza positiva è attesa per il 2014
perché - conclude la Coldiretti - sarà proprio la spesa alimentare, che rappresenta la seconda
voce dei budget familiari, a beneficiare maggiormente del bonus di 80 euro al mese per alcune
categorie di lavoratori dipendenti, disoccupati e cassintegrati che destinano una quota rilevante
del proprio reddito all’acquisto del cibo.
AGRICOLTURA: MONCALVO (COLDIRETTI) INCONTRA MINISTRO
MARTINA
Una delegazione guidata dal Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha incontrato il Ministro
delle Politiche Agricole Maurizio Martina per discutere delle proposte contenute nel piano
"#campolibero" e delle modalità di applicazione della Politica Agricola Comune (Pac) 2014-2020
in Italia, che saranno al centro del maxi appuntamento della Coldiretti a Milano il prossimo 21
maggio a Fiera Milano Congressi – MICO - dalle ore 9,30 con diecimila agricoltori, al quale il
Ministro sarà gradito ospite.
Mercoledì 21 Maggio dalle ore 9,30
Milano - MICO - Fiera Milano Congressi
L’EUROPA NEL PIATTO DEGLI ITALIANI
“ANTICIPANDO EXPO” AL MAXI APPUNTAMENTO COLDIRETTI
Non solo controllo dei conti ed Euro, l’Unione Europea con scelte che riguardano salute,
ambiente e consumi condiziona anche la vita quotidiana degli italiani a partire dalla tavola. Dal via
libera ad allucinanti novità nel piatto ai vincoli che fanno scomparire cibi e ricette tipiche della
tradizione nazionale senza dimenticare le alchimie negli ingredienti che hanno snaturato anche gli
alimenti più comuni e le contraddizioni che impediscono la massima trasparenza
nell’informazione ai consumatori e limitano addirittura la libertà di scelta di singoli cittadini o di
interi Paesi.
Anche di questo si parlerà al maxi appuntamento della Coldiretti a Milano il prossimo 21 maggio
a Fiera Milano City dalle ore 9,30 ed accesso per i giornalisti al Gate 12 in via Bartolomeo
Colleoni, con l’intervento del Presidente nazionale Roberto Moncalvo insieme a diecimila
agricoltori dalle diverse regioni per la prima vera prova di anticipo dell’EXPO 2015 per
numero di agricoltori presenti ed esperienze innovative mostrate, con numerosi ospiti, dal
Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ai Governatori di diverse regioni, dal
Commissario Generale di sezione per il Padiglione Italia Expo 2015 Diana Bracco
al procuratore Giancarlo Caselli presidente del comitato scientifico dell’”Osservatorio sulla
criminalità nell’agroalimentare” e molti altri rappresentanti del mondo economico, istituzionale,
della cultura e dello spettacolo.
Sarà aperta l’esposizione “Con trucchi ed inganni l'Unione Europea apparecchia le tavole
degli italiani" con tutti i casi concreti e paradossali di una Europa ancora troppo lontana dagli
interessi dei cittadini, come dimostra l’Indagine elaborata da Ixe’ che sarà presentata
nell’occasione, che le elezioni, il prossimo semestre di presidenza italiana e l’EXPO dovranno
contribuire a cambiare.
L’agricoltura è il settore più integrato e piu’ direttamente coinvolto nel contesto europeo ed ha
contribuito in modo determinante alla realizzazione dell’Unione che nonostante i limiti non è
riuscita a frenare esperienze imprenditoriali uniche ed innovative in grado di generare
lavoro e reddito. "L’agricoltura che ama l’Italia" che sarà raccontata e rappresentata dal vivo con
esempi concreti nell’ambito dell’open space “Anticipando EXPO”.
IL PUNTO COLDIRETTI
Il giornale on line per le imprese del sistema agroalimentare
Per essere costantemente aggiornati su economia e settori produttivi, fisco, ambiente,
lavoro, credito, energia, previdenza, formazione, qualità, innovazione e ricerca, scadenze,
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