La corona di avvento - Parrocchia S. Antonio Abate

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La corona di avvento - Parrocchia S. Antonio Abate
LA CORONA DELL’AVVENTO
La corona dell’Avvento fa ormai parte della nostra tradizione cattolica, tuttavia non se ne
conoscono le vere origini.
Sappiamo che le popolazioni germaniche pre-cristiane usavano ghirlande con candele
accese durante i freddi e bui giorni di dicembre come segno di speranza nel ritorno dei
giorni caldi e soleggiati della primavera.
In Scandinavia, durante l’inverno, venivano poste delle candele accese intorno ad una
ruota e si offrivano preghiere al dio della luce affinché girasse “la ruota della terra” verso
il sole allo scopo di allungare i giorni e ristabilire il caldo.
Nel medioevo i cristiani avevano adottato questa tradizione ed usavano le ghirlande con
le candele per prepararsi spiritualmente al Natale, come simbolo di Gesù Cristo “luce del
mondo” che disperde le tenebre del peccato e fa rifulgere la verità e l’amore di Dio.
Si dice comunque che ad ideare la corona dell'Avvento come simbolo dell’annuncio
dell’avvicinarsi del Natale, della nascita del Messia, fu il pastore protestante Johann
Hinrich Wichern.
La versione originale prevedeva la presenza di un maggior numero di candele, una per
ogni giorno di avvento.
Fu verso la metà del XIX secolo che per la prima volta una corona d’Avvento illuminò con
24 luci la sala oratoria del Rauhen Haus: le luci per le domeniche erano grandi e quelle
per i giorni feriali piccole.
Il Pastore Johan Hinrich Wichern verso il 1860 introdusse la corona d'Avvento anche
nell’orfanotrofio di Berlino: la corona fu qui sostituita da un candeliere a forma d'albero
probabilmente per mancanza di posto (naturalmente è più facile disporre 24 candele su
un alberello piuttosto che su una corona), ma questo tipo di realizzazione non si impose.
All'inizio la corona si diffuse principalmente nelle città protestanti della Germania del
Nord, soprattutto nei ritrovi ecclesiali, negli orfanotrofi, nelle scuole, poi si diffuse
sempre di più e conquistò un posto anche in quasi tutte le case private.
Successivamente la corona si rimpicciolì e si ridusse a 4 candele, una per ogni domenica
d'Avvento.
Nel resto d’Europa, benché si conoscesse già nei primi anni del 1900, questa tradizione
si diffuse nel 1920 e ci volle ancora un po’ di tempo perché conquistasse anche il sud che
era in gran parte cattolico; questa usanza si diffuse appieno dopo la seconda guerra
mondiale.
La corona dell'Avvento dunque scandisce le settimane che mancano al Natale, scandisce
l’attesa del Messia.
La Chiesa attende la venuta del suo Signore e vuole che non si spenga mai la fiaccola
dell’attesa. Anche Dio attende, anch’egli è entrato nel tempo dell’Avvento: Egli attende,
senza mai stancarsi, l’amore d’ogni uomo e quindi di ognuno di noi.
I vari elementi della corona d'Avvento hanno carattere simbolico.
La corona ha una forma circolare: fin dai tempi più antichi il cerchio rappresenta il segno
dell'eternità e al tempo stesso dell'unità; la sua forma circolare ricorda il ciclo delle
stagioni, la fedeltà di Dio verso l'uomo.
La corona, inoltre, è segno di regalità e di vittoria (basti ricordare che nella Roma Antica
i vincitori delle guerre e dei giochi venivano insigniti di corone di alloro) e annuncia che
il Bambino che si attende è il Re che vince le tenebre con la sua luce.
Per adornare la corona di Avvento sono stati utilizzati rami di pino, simbolo di vita
eterna e segno di speranza, perché Cristo che sta per venire al mondo sconfiggerà le
tenebre, il male e la morte. I rami ricordano anche l'entrata a Gerusalemme di Gesù, che
venne accolto con foglie verdi e salutato come Re e Messia.
Si possono utilizzare tutti i sempreverdi, che stanno anche a significare la continuità
della vita ed hanno un significato tradizionale che può essere adattato molto bene alla
nostra fede: l’alloro simboleggia la vittoria sulla persecuzione e sulla sofferenza; il pino,
l’agrifoglio e il tasso rappresentano l’immortalità; il cedro significa forza e guarigione;
l’agrifoglio inoltre ha uno speciale simbolismo cristiano, le foglie acuminate ci ricordano
la corona di spine (una leggenda inglese racconta di come la croce fosse fatta di
agrifoglio).
La forma della ghirlanda (un cerchio) simboleggia l’eternità e l’amore di Dio che non ha
nè inizio nè fine, dura in eterno, indica dunque l’immortalità dell’anima e la vita eterna
in Cristo.
Anche le pigne usate per decorare la corona simboleggiano la vita e la risurrezione.
La corona di Avvento può essere ornata con tessuti colorati rossi o viola: il rosso
simboleggia l'amore di Gesù, mentre il viola è segno di penitenza e conversione in attesa
della venuta del Messia. In questa corona c’è anche il verde, simbolo della speranza; il
bianco, simbolo della purezza ed il rosa che è il simbolo della gioia.
Le candele rappresentano le 4 settimane di avvento.
In più, tra la prima e la seconda candela, ne abbiamo una bianca, che accenderemo il
giorno dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
La sesta candela bianca posta al centro della corona simboleggia Cristo e verrà accesa la
vigilia di Natale, quando, alla fine della nostra attesa, verrà posto nel cestino, al centro di
tutto, il Bambino Gesù.
Accanto ad ogni candela, di settimana in settimana, verrà messo un simbolo ad indicare
il messaggio del Vangelo della domenica.
Il colore delle candele (tre viola, una rosa e due bianche) riflette i colori liturgici di
questo periodo.
Nella liturgia il colore viola indica penitenza, conversione, speranza, attesa e suffragio, si
usa nei tempi d’Avvento e di Quaresima.
La candela rosa viene accesa la terza domenica di Avvento, detta Gaudete, quando anche
il sacerdote indossa paramenti rosa; la domenica Gaudete è la domenica della gioia
perché i fedeli sono arrivati a metà dell’Avvento e il Natale è vicino.
Il bianco simboleggia la purezza del Bambino Gesù e della Sua Mamma.
Le quattro candele che accenderemo nelle 4 domeniche di Avvento hanno inoltre una
denominazione ed un significato peculiari.
La prima candela è detta "del Profeta", poiché ricorda il profeta Michea, che aveva
predetto che il Messia sarebbe nato a Betlemme e simboleggia la speranza.
La seconda candela è detta "di Betlemme", per ricordare la città in cui è nato il Messia, e
simboleggia la chiamata universale alla salvezza.
La terza candela è detta "dei pastori", i primi che videro ed adorarono il Messia e
simboleggia la gioia, da qui il colore rosa.
La quarta candela è detta "degli Angeli", i primi ad annunciare al mondo la nascita del
Messia e a vegliare sulla capanna dove è nato il Salvatore. Simboleggia l’amore.
Secondo un'altra tradizione assai diffusa le quattro candele rappresentano la Speranza,
la Pace, la Gioia e l'Amore. L'accensione di ciascuna candela indica la progressiva vittoria
della Luce sulle tenebre dovuta alla sempre più prossima venuta del Messia.
Concludiamo con una storia, associata alle quattro candele e alla luce:
"LE QUATTRO CANDELE"
Le quattro candele, bruciando, si consumavano lentamente.
Il luogo era talmente silenzioso,
che si poteva ascoltare la loro conversazione.
La prima diceva:
"IO SONO LA PACE,
ma gli uomini non mi vogliono:
penso proprio che non mi resti altro da fare
che spegnermi!"
Così fu e, a poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente.
La seconda disse:
"IO SONO LA FEDE,
purtroppo non servo a nulla.
Gli uomini non ne vogliono sapere di me,
non ha senso che io resti accesa".
Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.
Triste triste, la terza candela a sua volta disse:
"IO SONO L'AMORE,
non ho la forza per continuare a rimanere accesa.
Gli uomini non mi considerano
e non comprendono la mia importanza.
Troppe volte preferiscono odiare!"
E senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere.
...Un bimbo in quel momento entrò nella stanza
e vide le tre candele spente.
"Ma cosa fate! Voi dovete rimanere accese,
io ho paura del buio!"
E così dicendo scoppiò in lacrime.
Allora la quarta candela, impietositasi disse:
"Non temere, non piangere:
finché io sarò accesa, potremo sempre
riaccendere le altre tre candele:
IO SONO LA SPERANZA".
Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime,
il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre.
CHE NON SI SPENGA MAI LA SPERANZA
DENTRO IL NOSTRO CUORE...
...e che ciascuno di noi possa essere
lo strumento, come quel bimbo,
capace in ogni momento di riaccendere
con la sua Speranza,
la FEDE, la PACE e l'AMORE.
Questa storia è meravigliosa, tutti noi abbiamo bisogno di sentire storie così belle che ci
fanno riflettere e meditare, su dei valori che oggi purtroppo molte volte vengono
dimenticati.
Ognuno di noi si prepari ad aprire il proprio cuore per accogliere Gesù, nella pace, nella
fede e nell’amore. Non perdiamo la speranza perché Gesù è già qui tra noi, tutto ci dona e
con il suo grande amore si “DONA”per noi.
GRAZIE GESU’!!!