un angelo come papà - Parrocchia Depressa
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un angelo come papà - Parrocchia Depressa
Parrocchia Sant’Antonio di Padova – DEPRESSA (Le) Giornalino di collegamento N° 80 Marzo 2010 Giornalino stampato in proprio Avvenimenti Magistero Iniziative Il forum Un Angelo come Papà La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo. Scelta dell’8x1000 “Oratorio CUP 2010 - Uno Sport per la Vita” LAVATEVI, PURIFICATEVI, TOGLIETE DALLA MIA VISTA IL MALE DELLE VOSTRE AZIONI E’ l’invito del profeta a lavarsi, purificarsi, togliere il male. Cosa possono significare per noi queste raccomandazioni? Possiamo accoglierle nella nostra vita religiosa, sociale e comunitaria, oppure sono parole gettate al vento senza senso e significato? Prima di tutto queste sono parole non di uomini ma parole di Dio, parole che aiutato l’uomo ad incontrarlo, amarlo e per questo diventano importanti nella vita. Noi non finiremo mai di imparare dalla parola di Dio, anzi in questo tempo di quaresima la lettura quotidiana (Is 1,16) riconoscere ciò che inquina la nostra della Bibbia dovrebbe essere come un vita. I padri della Chiesa impegno costante e forte per e nelle immaginavano il cuore dell’uomo famiglie. come una fontana. Se è pura, il cielo Lavarsi da che? Oggi più che ieri non si riflette in essa, come nel cuore abbiamo problema nel lavarci, nelle puro si riflettono i pensieri divini. nostre case, grazie a Dio, l’acqua è alla Togliere il male, vuol dire portata di tutti, ci laviamo estirparlo, allontanarlo dal bene, il regolarmente, ci profumiamo, insomma male produce sempre male e non vi è curiamo bene il nostro corpo. Cosa può rimedio se non con il bene. Toglierlo significare il monito del profeta? E’ un vuol dire sapere prima di tutto dov’è lavarsi interiore, intimo, dove nessuno il male, come si genera e poi avere la ti vede e ti controlla, è lavare ciò che è forza di estirparlo, sradicarlo proprio sporco, macchiato, sudicio. come fa l’agricoltore: nei campi Purificarsi è rendere puri il nostro toglie l’erba cattiva dalla radice essa cuore, capire che se il cuore è inquinato sfrutta il terreno e danneggia il buon da pensieri, parole, opere, con il tempo grano. anche noi saremo inquinati, sporchi, Tempo di quaresima, allora, è il infetti. Perciò l’atto del purificarsi periodo della nostra vita a cui Dio ci richiede un grande coraggio nel chiama all’interiorità, al suo ascolto, Continua a pag. 2 UN ANGELO COME PAPÀ Gli ho chiesto: «Che cos'è un papà per te?». Ha risposto senza esitare: «Un papà protegge, spiega, fa le coccole». «E una mamma?». Non ha esitato neanche questa volta: «Una mamma è la stessa cosa, ma al femminile». Cari Padri, fate i padri magari non perfetti, a mezzo servizio, non importa. Non perdetevi l'incredibile bellezza di crescere il bambino che avete messo al mondo", parola di Barak Obama, presidente degli Stati Uniti e dunque "first daddy", d'America. Che confessa alle sue Malia e Sasha: «Sono stato un padre imperfetto, so di aver fatto molti errori. Ho perso il conto di tutte le volte in cui le esigenze di lavoro mi hanno tenuto lontano dalle mie responsabilità di padre»". Qualunque uomo può diventare "padre", ma ci vuole un'enorme carica d'amore per diventare un "papà" e non bastano certo nove mesi per formare un buon papà. Quando s'impara qualcosa di nuovo, che sia pilotare un aereo o giocare a golf, si comincia dagli errori e da essi si impara. E certamente imparare a pilotare un aereo è molto più facile che imparare a essere un buon padre. Il paragone migliore per caratterizzare la figura del padre è quello dell'angelo custode. Nella preghiera, che tutti conosciamo, sono sintetizzati i compiti principali di un buon papà: “Angelo di Dio che sei il mio custode illumina, custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato dalla Continua a pag. 2 Pagina 2 Parrocchia Sant’Antonio di Padova – DEPRESSA (Le) LAVATEVI, PURIFICATEVI,TOGLIETE DALLA MIA VISTA IL MALE DELLE VOSTRE AZIONI (Is 1,16) di don Flavio Ferraro Continua da pag. 1 alla preghiera e alle opere di carità. Il digiuno che noi cristiani pratichiamo è materiale e morale, digiunare fa bene è una buona medicina per il corpo ma anche per ri-scoprire Dio, il digiuno, poi, ci porta ad essere più forti contro lo spirito del male come Gesù che dopo aver digiunato quaranta giorni nel deserto fu pronto per la grande battaglia con Satana, vincendo. L’uomo ha bisogno di tempi di digiuno interiore ed esteriore per essere libero di amare Dio con il cuore puro. Il digiuno come mezzo per chiamare Dio a combattere a fianco perché il cristiano diventi forte nella lotta contro il peccato… Per fare questo, però, abbiamo bisogno di disciplina che non significa punizione, al contrario disciplina viene da discere significa imparare, ma vuol dire anche prendere, accettare, imparare da Dio, prendere la sua mano onnipotente e salvifica, accettare l’insegnamento di vita, la disciplina spirituale ci fa grandi ci rende maturi e saggi nella vita. La quaresima, allora, non è il tempo delle formalità al contrario diventa tempo di impegno serio e di abbandono nelle mani di Dio. La comunità di Depressa ha bisogno di ricuperare tutto questo, ha bisogno di gente che senta la bruttezza del male, delle sue opere, dell’odio, dell’egoismo personale, sociale, economico, politico. Depressa ha bisogno di uomini e donne nuovi, liberi dai legacci e dai compromessi con il male, forti contro la tentazione del possedere, onesti e virtuosi nella vita sociale. A ciascuno l’impegno di camminare con speranza, fiducia, incontro a Cristo Signore, il Risorto, con Lui canteremo nella notte di Pasqua, la nostra gioia e il riuscito impegno quaresimale certi che è Lui che: “sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l'innocenza ai peccatori, la UN ANGELO COME PAPÀ di Bruno Ferrero Continua da pag. 1 pietà celeste. Amen”. Illumina. È significativa l'espres-sione «dare alla luce» per indicare la nascita. Vale per entrambi i genitori. Ma quasi istintivamente il padre si assume il compito di "guida", di colui che cammina davanti per indicare la strada nella giungla della realtà. Intimamente sa di non potersi esimere: anche la moglie si aspetta che sia lui ad avere le idee chiare su quello che si deve fare, a prendere decisioni, a non tentennare. Un gruppo di padri cristiani di varie razze e orientamenti lo ha sintetizzato così: «Basta scuse: diventa quell'uomo che Dio ti ha destinato a essere". Fare il padre costringe a tirare fuori il meglio di sé. Nessun uomo potrà mai capire il significato della vita, il significato del mondo, il significato di qualsiasi cosa, finché non avrà un figlio da amare. Ho sorpreso una conversazione tra due amici al bar. Uno dice: «Quando ero piccolo, di notte, mio padre mi lasciava sempre la luce accesa sul comodino". L’altro risponde: «Mio padre era la luce». Un buon padre è una persona "luminosa". Quando il buon Dio decise di creare il padre, cominciò con una struttura piuttosto alta e robusta. Allora un angelo che era li vicino gli chiese: "Ma che razza di padre è questo? Se i bambini li farai alti come un soldo di cacio, perché hai fatto il padre così grande? Non potrà giocare con le biglie senza mettersi in ginocchio, rimboccare le coperte al suo bambino senza chinarsi e nemmeno baciarlo senza quasi piegarsi in due!". Dio sorrise e rispose: "È vero, ma se lo faccio piccolo come un bambino, i bambini non avranno nessuno su cui alzare lo sguardo". Che lo voglia o no, un padre è sempre un modello, qualcuno su cui alzare lo sguardo, come a un faro nella notte che indica la rotta sicura. Illuminare significa togliere le zone d'ombra, essere chiari e trasparenti, spiegare il senso degli avvenimenti e della vita con onestà e verità, soprattutto non dare falsa testimonianza. • Custodisci. Il padre, per il bambino, è innanzitutto l'amorevole compagno della madre. Il legame affettivo che unisce i genitori è per qualsiasi bambino una base di valore immenso, un punto d'appoggio fondamentale e una condizione che garantisce una forte stabilità emotiva e un grande senso di sicurezza. Il padre è colui che sta vicino, ama, sorregge, aiuta, si prende cura. Insomma, è colui che c'è, è presente, sa ascoltare la fragilità, comprendere e perdonare gli errori. In un mondo come questo i figli devono soprattutto essere difesi dal bombardamento di una società che intende solo sgretolare, che non sa più proporre identità positive, che riduce la felicità al rapido consumo di cose e persone. • Reggi. Un padre deve avere sempre il coraggio di incoraggiare, cioè "donare cuore" ai figli. Un padre insegna a risolvere i problemi e, nei momenti difficili, è come il muro per l'edera, qualcuno a cui appoggiarsi, qualcuno che sostiene nel compito di scoprire e realizzare le proprie qualità, qualcuno che aiuta a rendere possibili i sogni, che crede nella possibilità di trasformare se stessi e il mondo. Il compito del padre è quello di "iniziare" alla vita e soprattutto insegnare ai figli come reggere le ferite e le perdite che essa provocherà. • Governa. Un padre è dotato di un'autorità naturale e deve esercitarla in accordo con la madre. La famiglia ha bisogno di una guida consapevole e attiva, che è indispensabile soprattutto per un sano sviluppo dei bambini. È terribile il vuoto distruttivo che si genera quando i genitori evitano di esercitare qualsiasi tipo di responsabilità e di potere. Un padre deve imparare a reggere musi, sguardi delusi, scenate e proteste filiali, accogliendo tutto con affetto tranquillo, ma senza venir meno alle proprie responsabilità. Ripetendo spesso la motivazione fondamentale della "disciplina" familiare: «lo ti amo e perciò impedirò con tutte le forze che tu sbagli». Parrocchia Sant’Antonio di Padova – DEPRESSA (Le) Pagina 3 La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo (cfr Rm 3,21-22) Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la quaresima Cari fratelli e sorelle, ogni anno, in occasione della Quaresima, la Chiesa ci invita a una sincera revisione della nostra vita alla luce degli insegnamenti evangelici. Quest’anno vorrei proporvi alcune riflessioni sul vasto tema della giustizia, partendo dall’affermazione paolina: La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo (cfr Rm 3,21-22). Giustizia: suum” “dare cuique Mi soffermo in primo luogo sul significato del termine “giustizia”, che nel linguaggio comune implica “dare a ciascuno il suo - dare cuique suum”, secondo la nota espressione di Ulpiano, giurista romano del III secolo. In realtà, però, tale classica definizione non precisa in che cosa consista quel “suo” da assicurare a ciascuno. Ciò di cui l’uomo ha più bisogno non può essergli garantito per legge. Per godere di un’esistenza in pienezza, gli è necessario qualcosa di più intimo che può essergli accordato solo gratuitamente: potremmo dire che l’uomo vive di quell’amore che solo Dio può comunicargli avendolo creato a sua immagine e somiglianza. Sono certamente utili e necessari i beni materiali – del resto Gesù stesso si è preoccupato di guarire i malati, di sfamare le folle che lo seguivano e di certo condanna l’indifferenza che anche oggi costringe centinaia di milioni di essere umani alla morte per mancanza di cibo, di acqua e di medicine -, ma la giustizia “distributiva” non rende all’essere umano tutto il “suo” che gli è dovuto. Come e più del pane, egli ha infatti bisogno di Dio. Nota sant’Agostino: se “la giustizia è la virtù che distribuisce a ciascuno il suo... non è giustizia dell’uomo quella che sottrae l’uomo al vero Dio” (De civitate Dei, XIX, 21). Da dove viene l’ingiustizia? L’evangelista Marco riporta le seguenti parole di Gesù, che si inseriscono nel dibattito di allora circa ciò che è puro e ciò che è impuro: “Non c'è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro... Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male” (Mc 7,14-15.20-21). Al di là della questione immediata relativa al cibo, possiamo scorgere nella reazione dei farisei una tentazione permanente dell’uomo: quella di individuare l’origine del male in una causa esteriore. Molte delle moderne ideologie hanno, a ben vedere, questo presupposto: poiché l’ingiustizia viene “da fuori”, affinché regni la giustizia è sufficiente rimuovere le cause esteriori che ne impediscono l’attuazione. Questo modo di pensare - ammonisce Gesù - è ingenuo e miope. L’ingiustizia, frutto del male, non ha radici esclusivamente esterne; ha origine nel cuore umano, dove si trovano i germi di una misteriosa connivenza col male. Lo riconosce amaramente il Salmista: “Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre” (Sal 51,7). Sì, l’uomo è reso fragile da una spinta profonda, che lo mortifica nella capacità di entrare in comunione con l’altro. Aperto per natura al libero flusso della condivisione, avverte dentro di sé una strana forza di gravità che lo porta a ripiegarsi su se stesso, ad affermarsi sopra e contro gli altri: è l’egoismo, conseguenza della colpa originale. Adamo ed Eva, sedotti dalla menzogna di Satana, afferrando il misterioso frutto contro il comando divino, hanno sostituito alla logica del confidare nell’Amore quella del sospetto e della competizione; alla logica del ricevere, dell’attendere fiducioso dall’Altro, quella ansiosa dell’afferrare e del fare da sé (cfr Gen 3,1-6), sperimentando come risultato un senso di inquietudine e di incertezza. Come può l’uomo liberarsi da questa spinta egoistica e aprirsi all’amore? Giustizia e Sedaqah Nel cuore della saggezza di Continua a pag. 4 Parrocchia Sant’Antonio di Padova – DEPRESSA (Le) Pagina 4 La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo Santo Padre Benedetto XVI Continua da pag. 3 Israele troviamo un legame profondo tra fede nel Dio che “solleva dalla polvere il debole” (Sal 113,7) e giustizia verso il prossimo. La parola stessa con cui in ebraico si indica la virtù della giustizia, sedaqah, ben lo esprime. Sedaqah infatti significa, da una parte, accettazione piena della volontà del Dio di Israele; dall’altra, equità nei confronti del prossimo (cfr Es 20,12-17), in modo speciale del povero, del forestiero, dell’orfano e della vedova (cfr Dt 10,18-19). Ma i due significati sono legati, perché il dare al povero, per l’israelita, non è altro che il contraccambio dovuto a Dio, che ha avuto pietà della miseria del suo popolo. Non a caso il dono delle tavole della Legge a Mosè, sul monte Sinai, avviene dopo il passaggio del Mar Rosso. L’ascolto della Legge, cioè, presuppone la fede nel Dio che per primo ha ‘ascoltato il lamento’ del suo popolo ed è “sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto” (cfr Es 3,8). Dio è attento al grido del misero e in risposta chiede di essere ascoltato: chiede giustizia verso il povero (cfr Sir 4,4-5.8-9), il forestiero (cfr Es 22,20), lo schiavo (cfr Dt 15,12-18). Per entrare nella giustizia è pertanto necessario uscire da quell’illusione di autosufficienza, da quello stato profondo di chiusura, che è l’origine stessa dell’ingiustizia. Occorre, in altre parole, un “esodo” più profondo di quello che Dio ha operato con Mosè, una liberazione del cuore, che la sola parola della Legge è impotente a realizzare. C’è dunque per l’uomo speranza di giustizia? Cristo, giustizia di Dio L’annuncio cristiano risponde positivamente alla sete di giustizia dell’uomo, come afferma l’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani: “Ora invece, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio... per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù. E’ lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue” (3,21-25). Quale è dunque la giustizia di Cristo? E’ anzitutto la giustizia che viene dalla grazia, dove non è l’uomo che ripara, guarisce se stesso e gli altri. Il fatto che l’“espiazione” avvenga nel “sangue” di Gesù significa che non sono i sacrifici dell’uomo a liberarlo dal peso delle colpe, ma il gesto dell’amore di Dio che si apre fino all’estremo, fino a far passare in sé “la m aled izione” che sp ett a all’uomo, per trasmettergli in cambio la “benedizione” che spetta a Dio (cfr Gal 3,13-14). Ma ciò solleva subito un’obiezione: quale giustizia vi è là dove il giusto muore per il colpevole e il colpevole riceve in cambio la benedizione che spetta al giusto? Ciascuno non viene così a ricevere il contrario del “suo”? In realtà, qui si dischiude la giustizia divina, profondamente diversa da quella umana. Dio ha pagato per noi nel suo Figlio il prezzo del riscatto, un prezzo davvero esorbitante. Di fronte alla giustizia della Croce l’uomo si può ribellare, perché essa mette in evidenza che l’uomo non è un essere autarchico, ma ha bisogno di un Altro per essere pienamente se stesso. Convertirsi a Cristo, credere al Vangelo, significa in fondo proprio questo: uscire d a l l ’ i l l u s i o n e dell’autosufficienza per scoprire e accettare la propria indigenza - indigenza degli altri e di Dio, esigenza del suo perdono e della sua amicizia. Si capisce allora come la fede sia tutt’altro che un fatto naturale, comodo, ovvio: occorre umiltà per accettare di aver bisogno che un Altro mi liberi del “mio”, per darmi gratuitamente il “suo”. Ciò avviene particolarmente nei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Grazie all’azione di Cristo, noi possiamo entrare nella giustizia “più grande”, che è quella dell’amore (cfr Rm 13,8-10), la giustizia di chi si sente in ogni caso sempre più debitore che creditore, perché ha ricevuto più di quanto si possa aspettare. Proprio forte di questa esperienza, il cristiano è spinto a contribuire a formare società giuste, dove tutti ricevono il necessario per vivere secondo la propria dignità di uomini e dove la giustizia è vivificata dall’amore. Cari fratelli e sorelle, la Parrocchia Sant’Antonio di Padova – DEPRESSA (Le) Pagina 5 Questa pagina è dedicata a tutti coloro che hanno voglia di comunicare qualcosa per far crescere il nostro paese. Pagina a politica e di promozione del territorio! “ORATORIO CUP 2010- UNO SPORT PER LA VITA” di Cesare Sparascio Tra gli strumenti educativi per i cristiana sull‘uomo e sulla riuscita giovani lo sport riveste un ruolo società, molto importante consentirne e lo illumina torneo e dipendente sia dalla figura per valorizza anche l‘esperienza degli allenatori che da sviluppo, del gioco del divertimento e quella degli arbitri. Gli favorendo allo stesso tempo la dello socializzazione che del attraverso sport. I protagonisti allenatori il dell‘Oratorio Cup - sono i guidare accettando un gruppo di di gioco, il Centro Sportivo Italiano ragazzi, che devono gustare il ragazzi si fanno carico di - Comitato di Lecce promuove piacere del gioco in uno un impegno importante: un torneo di calcio a 5 rivolto ai spirito di piena condivisione dovranno ragazzi con età compresa tra gli con i compagni L’esperienza, educare cercare non a di vincere 8 ed i 18 anni. L‘Oratorio Cup - però, insegna che la buona sull‘altro, ma a dare li Uno Sport per la Vita è una manifestazione organizzata dal Csi (Centro Sportivo Italiano), rivolto agli oratori ed alle parrocchie. Oggi più che mai si sente l‘esigenza di recuperare il valore etico e ludico dello sport in generale particolare. e del Le calcio in immagini di violenza tra i giocatori e gli spettatori durante le gara, le irregolarità sul campo di gioco, il chiasso fatto dai media e così via, rendono “spettacolo“ in permesso: ciò lo sport cui che uno tutto è conta veramente è il risultato, non il gioco, e tutto lecito pur di raggiungerlo. Non vogliamo che i ragazzi abbiano solo questa immagine distorta dello sport, ma di ritrovare e vivere la verità Pagina 6 Parrocchia Sant’Antonio di Padova – DEPRESSA (Le) Scelta dell’8x1000 Come più volte scritto, ribadito e detto il nostro bellissimo Oratorio “Giovanni Paolo II” è stato costruito oltre che con i nostri sacrifici, anche con il contributo della CEI preso dai fondi dell’8x1000. Anche noi possiamo contribuire ad alimentare questo f o n d o , semplicemente apponendo una firma. A breve riceveremo dal datore di lavoro, d a l l ’ I n p s , dall’Inpdap, ecc. il modello CUD 2010 relativo ai redditi percepiti durante l’anno appena concluso, cioè il 2009. Apponendo la nostra firma nel riquadro indicato con il punto Uno diciamo semplicemente, allo Stato di versare alla Chiesa Cattolica, una parte dell’Irpef che ha incassato. Non è una tassa in più. Lo stesso vale per il punto Due, diciamo semplicemente, allo Stato di versare ad una associazione di volontariato, ecc... una parte dell’Irpef che ha incassato. Anche questa non è una tassa in più. Come Parrocchia segnaliamo l’Associazione Opera della Carità con P.IVA da inserire nel riquadro come indicato. Si conclude apponendo la firma al punto Tre. Ricordiamo che potete rivolgervi in parrocchia per ogni dubbio o informazione o compilazione. Il modello può essere consegnato ad un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) o ai professionisti abilitati. www.parrocchiadepressa.it Hai mai visitato il nostro sito parrocchiale? Non ancora? Che cosa aspetti? Numerosi utenti di internet visitano ogni giorno il nostro bel sito. Puoi trovate tutto ci che ti occorre per ricerche storiche sul paese, per tenerti aggiornato sulle attività della parrocchia. Lun 22 Appuntamenti del mese di Marzo Ven 5 Primo Venerdì del Mese Adorazione Eucaristica tutto il giorno Astinenza Confessioni a Sant’Eufemia Mar 23 19,30 CONFESSIONI COMUNITARIE Depressa Mer 24 17,15 Adorazione Eucaristica Comunitaria, Via Crucis e Santa Confessioni in Chiesa Madre Messa 20,30 Incontro con i giovanissimi di A.C. Gio 25 Solennità dell’Annunciazione del Signore Ven 26 Sab 6 16,45 Via Crucis in chiesa 20,30 Incontro con i giovani Dom 7 III Domenica di Quaresima 18,30 Incontro Azione Cattolica giovani e adulti Sab 27 16,00 Via crucis itinerante dei ragazzi e genitori 20,30 Incontro con i giovani Dom 28 Dom. Palme e della Passione del Signore Mar 9 20,00 Scuola della PAROLA 10,00 Benedizione delle Palme presso la Croce e 10,30 Santa Messa Gio 11 20,00 Adorazione Eucaristica Sacerdotale nella Chiesa Madre di Tricase Ven 12 Lun 29 Lunedì Santo Mar 30 Martedì Santo 20,00 Scuola della Parola 16,45 Via Crucis in chiesa Sab 13 16,00 Via crucis itinerante dei ragazzi e genitori 20,30 Incontro con i giovani Dom 14 IV Domenica di Quaresima Raccolta delle offerte per il progetto TOBIA 15,00 Ritiro spirituale “Oasi S. Francesco e S. Chiara” 18,30 Incontro con Ass. “il sollievo” sala S. Veneranda Mer 31 18,30 Santa Messa Crismale in Cattedrale a Ugento con Benedizione degli oli: Sacro Crisma, Infermi, Catecumeni Gio 1 Giovedì Santo 18,30 Santa Messa della Cena del Signore con la lavanda dei piedi e la distribuzione del pane 22,00 Adorazione Eucaristica animata dai giovani Inizio dell’adorazione TUTTA LA NOTTE Ven 2 Mar 16 Venerdì Santo—Digiuno e Astinenza In mattina: Adorazione dei ragazzi Triduo in onore di San Giuseppe 20,00 Scuola della Parola Mer 17 08,00 Ufficio delle letture delle Lodi Mattutine 14,45 Preghiera a Gesù Crocifisso 19,00 Celebrazione delle Passione del Signore Triduo in onore di San Giuseppe Gio 18 20,00 Via Crucis per le strade del paese Sab 3 Triduo in onore di San Giuseppe Ven 19 Mercoledì Santo—Confessioni in Mattinata San Giuseppe sposo di Maria Festa del Papà 16,45 Via Crucis in chiesa Sab 20 Sabato Santo—Continua la vener. della Croce 08,00 Ufficio delle letture delle Lodi Mattutine 22,30 Solenne Veglia Pasquale Dom 4 DOMENICA DI RISURREZIONE 7,30 Santa Messa 10,30 Santa Messa 16,00 Via crucis itinerante dei ragazzi e genitori Incontro con i giovani Dom 21 V Domenica di Quaresima 18,00 Santa Messa presieduta dal Sua Ecc.za L. Martella Hanno ricevuto il Sacramento del Battesimo nell’anno 2009 De Iaco Andrea di Antonio e Schirinzi Maria Cristina 25 gennaio 2009 Martella Edoardo di Salvatore e Accogli Giuseppa 14 giugno 2009 Longo Riccardo di Antonio e Longo Nadia 21 giugno 2009 Scarcella Elisa di Domenico e Ianni Rosita 5 luglio 2009 Hanno ricevuto il Sacramento del Matrimonio Rizzo Giuseppe e Martella Maria Emanuela PREGHIERA PER LA QUARESIMA Signore e Sovrano della mia vita, non mi lasciare in balìa dello spirito dell’ozio, della leggerezza, della superbia e della loquacità. Concedi invece al tuo servo spirito di prudenza, Parata Camilla di Antonio e Cacciatore Sandra 5 luglio 2009 di umiltà, di pazienza e di carità. Martella Emanuele di Salvatore e Morciano Natalina 19 luglio 2009 Sì, Sovrano e Signore, fa’ che io veda le mie colpe e non condanni il mio fratello, poiché tu sei Zampetta Anita di Fabio e Martella Bernadetta 19 luglio 2009 Battista Stefano di Igor Francesco e Ruggeri Stefania 9 settembre 2009 Ianni Noemi di Giorgio e Peluso Maria Antonietta 9 settembre 2009 Longo Federico di Santana e Marciano Silvana 13 settembre 2009 Martella Chiara di Alessandro e Alberini Concettina 27 settembre 2009 Di Carpegna Gabrielli Falconieri Filippo di Antonio e Winspeare Clara Maria 22 novembre 2009 Amodio Simone di Angelo e Specchio Anna Maria 6 dicembre 2009 benedetto nei secoli dei secoli. Amen! S.Efrem il Siro Sono tornati nella Casa del Padre nell’anno 2009 Turco Rosa Rizzo Giuseppina Scarcella Santo Guida Donata Ciardo Cosimo De Iaco Cosimo Longo Maria Cosima Antonia Longo Maria Antonia Rizzo Viola Accogli Eliseo Rizzello Antonio Martella Maria Gioconda Longo Maria Immacolata Maggio Giuseppe CARNEVALE IN ORATORIO 4 febbraio 2009 13 febbraio 2009 22 marzo 2009 25 marzo 2009 14 aprile 2009 19 maggio 2009 6 giugno 2009 7 giugno 2009 29 luglio 2009 4 agosto 2009 14 agosto 2009 4 novembre 2009 26 novembre 2009 13 dicembre 2009