un angelo come papà - Parrocchia Depressa

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un angelo come papà - Parrocchia Depressa
Parrocchia Sant’Antonio di Padova – DEPRESSA (Le)
Giornalino di collegamento N° 80
Marzo 2010
Giornalino stampato in proprio
Avvenimenti
Magistero
Iniziative
Il forum
Un Angelo come Papà
La giustizia di Dio si è
manifestata per mezzo
della fede in Cristo.
Scelta dell’8x1000
“Oratorio CUP 2010 - Uno
Sport per la Vita”
LAVATEVI, PURIFICATEVI,
TOGLIETE DALLA MIA VISTA
IL MALE DELLE VOSTRE AZIONI
E’ l’invito del profeta a lavarsi,
purificarsi, togliere il male. Cosa
possono significare per noi queste
raccomandazioni?
Possiamo
accoglierle nella nostra vita religiosa,
sociale e comunitaria, oppure sono
parole gettate al vento senza senso e
significato?
Prima di tutto queste sono parole
non di uomini ma parole di Dio,
parole che aiutato l’uomo ad
incontrarlo, amarlo e per questo
diventano importanti nella vita. Noi
non finiremo mai di imparare dalla
parola di Dio, anzi in questo tempo di
quaresima la lettura quotidiana
(Is 1,16)
riconoscere ciò che inquina la nostra
della Bibbia dovrebbe essere come un vita.
I
padri
della
Chiesa
impegno costante e forte per e nelle immaginavano il cuore dell’uomo
famiglie.
come una fontana. Se è pura, il cielo
Lavarsi da che? Oggi più che ieri non si riflette in essa, come nel cuore
abbiamo problema nel lavarci, nelle puro si riflettono i pensieri divini.
nostre case, grazie a Dio, l’acqua è alla Togliere il male, vuol dire
portata
di
tutti,
ci
laviamo estirparlo, allontanarlo dal bene, il
regolarmente, ci profumiamo, insomma male produce sempre male e non vi è
curiamo bene il nostro corpo. Cosa può rimedio se non con il bene. Toglierlo
significare il monito del profeta? E’ un vuol dire sapere prima di tutto dov’è
lavarsi interiore, intimo, dove nessuno il male, come si genera e poi avere la
ti vede e ti controlla, è lavare ciò che è forza di estirparlo, sradicarlo proprio
sporco, macchiato, sudicio.
come fa l’agricoltore: nei campi
Purificarsi è rendere puri il nostro toglie l’erba cattiva dalla radice essa
cuore, capire che se il cuore è inquinato sfrutta il terreno e danneggia il buon
da pensieri, parole, opere, con il tempo grano.
anche noi saremo inquinati, sporchi, Tempo di quaresima, allora, è il
infetti. Perciò l’atto del purificarsi periodo della nostra vita a cui Dio ci
richiede un grande coraggio nel chiama all’interiorità, al suo ascolto,
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UN ANGELO COME PAPÀ
Gli ho chiesto: «Che cos'è un papà
per te?». Ha risposto senza esitare:
«Un papà protegge, spiega, fa le
coccole». «E una mamma?». Non ha
esitato neanche questa volta: «Una
mamma è la stessa cosa, ma al
femminile».
Cari Padri, fate i padri magari non
perfetti, a mezzo servizio, non importa.
Non perdetevi l'incredibile bellezza di
crescere il bambino che avete messo al
mondo", parola di Barak Obama,
presidente degli Stati Uniti e dunque
"first daddy", d'America. Che confessa
alle sue Malia e Sasha: «Sono stato un
padre imperfetto, so di aver fatto molti
errori. Ho perso il conto di tutte le
volte in cui le esigenze di lavoro mi
hanno tenuto lontano dalle mie
responsabilità di padre»". Qualunque
uomo può diventare "padre", ma ci
vuole un'enorme carica d'amore per
diventare un "papà" e non bastano
certo nove mesi per formare un buon
papà. Quando s'impara qualcosa di
nuovo, che sia pilotare un aereo o
giocare a golf, si comincia dagli errori e
da essi si impara. E certamente
imparare a pilotare un aereo è molto
più facile che imparare a essere un
buon padre. Il paragone migliore per
caratterizzare la figura del padre è
quello dell'angelo custode. Nella
preghiera, che tutti conosciamo, sono
sintetizzati i compiti principali di un
buon papà: “Angelo di Dio che sei il mio
custode illumina, custodisci, reggi e
governa me che ti fui affidato dalla
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Parrocchia Sant’Antonio di Padova – DEPRESSA (Le)
LAVATEVI, PURIFICATEVI,TOGLIETE DALLA MIA VISTA IL MALE DELLE VOSTRE AZIONI (Is 1,16) di don Flavio Ferraro
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alla preghiera e alle opere di carità.
Il
digiuno
che
noi
cristiani
pratichiamo è materiale e morale,
digiunare fa bene è una buona
medicina per il corpo ma anche per
ri-scoprire Dio, il digiuno, poi, ci
porta ad essere più forti contro lo
spirito del male come Gesù che dopo
aver digiunato quaranta giorni nel
deserto fu pronto per la grande
battaglia con Satana, vincendo.
L’uomo ha bisogno di tempi di
digiuno interiore ed esteriore per
essere libero di amare Dio con il
cuore puro. Il digiuno come mezzo
per chiamare Dio a combattere a
fianco perché il cristiano diventi forte
nella lotta contro il peccato…
Per fare questo, però, abbiamo
bisogno di disciplina che non
significa punizione, al contrario
disciplina viene da discere significa
imparare, ma vuol dire anche
prendere, accettare, imparare da
Dio,
prendere
la
sua
mano
onnipotente e salvifica, accettare
l’insegnamento di vita, la disciplina
spirituale ci fa grandi ci rende
maturi e saggi nella vita.
La quaresima, allora, non è il tempo
delle formalità al contrario diventa
tempo di impegno serio e di
abbandono nelle mani di Dio.
La comunità di Depressa ha bisogno
di ricuperare tutto questo, ha
bisogno di gente che senta la
bruttezza del male, delle sue opere,
dell’odio, dell’egoismo personale,
sociale,
economico,
politico.
Depressa ha bisogno di uomini e
donne nuovi, liberi dai legacci e dai
compromessi con il male, forti contro
la tentazione del possedere, onesti e
virtuosi nella vita sociale.
A ciascuno l’impegno di camminare
con speranza, fiducia, incontro a
Cristo Signore, il Risorto, con Lui
canteremo nella notte di Pasqua, la
nostra gioia e il riuscito impegno
quaresimale certi che è Lui che:
“sconfigge il male, lava le colpe,
restituisce l'innocenza ai peccatori, la
UN ANGELO COME PAPÀ di Bruno Ferrero
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pietà celeste. Amen”.
Illumina. È significativa l'espres-sione
«dare alla luce» per indicare la nascita.
Vale per entrambi i genitori. Ma quasi
istintivamente il padre si assume il
compito di "guida", di colui che
cammina davanti per indicare la
strada nella giungla della realtà.
Intimamente sa di non potersi esimere:
anche la moglie si aspetta che sia lui
ad avere le idee chiare su quello che si
deve fare, a prendere decisioni, a non
tentennare. Un gruppo di padri
cristiani di varie razze e orientamenti
lo ha sintetizzato così: «Basta scuse:
diventa quell'uomo che Dio ti ha
destinato a essere". Fare il padre
costringe a tirare fuori il meglio di sé.
Nessun uomo potrà mai capire il
significato della vita, il significato del
mondo, il significato di qualsiasi cosa,
finché non avrà un figlio da amare. Ho
sorpreso una conversazione tra due
amici al bar. Uno dice: «Quando ero
piccolo, di notte, mio padre mi lasciava
sempre la luce accesa sul comodino".
L’altro risponde: «Mio padre era la
luce». Un buon padre è una persona
"luminosa". Quando il buon Dio decise
di creare il padre, cominciò con una
struttura piuttosto alta e robusta.
Allora un angelo che era li vicino gli
chiese: "Ma che razza di padre è
questo? Se i bambini li farai alti come
un soldo di cacio, perché hai fatto il
padre così grande? Non potrà giocare
con le biglie senza mettersi in
ginocchio, rimboccare le coperte al suo
bambino senza chinarsi e nemmeno
baciarlo senza quasi piegarsi in due!".
Dio sorrise e rispose: "È vero, ma se lo
faccio piccolo come un bambino, i
bambini non avranno nessuno su cui
alzare lo sguardo". Che lo voglia o no,
un padre è sempre un modello,
qualcuno su cui alzare lo sguardo,
come a un faro nella notte che indica la
rotta sicura. Illuminare significa
togliere le zone d'ombra, essere chiari e
trasparenti, spiegare il senso degli
avvenimenti e della vita con onestà e
verità, soprattutto non dare falsa
testimonianza.
• Custodisci. Il padre, per il bambino,
è innanzitutto l'amorevole compagno
della madre. Il legame affettivo che
unisce i genitori è per qualsiasi
bambino una base di valore immenso,
un punto d'appoggio fondamentale e
una condizione che garantisce una
forte stabilità emotiva e un grande
senso di sicurezza. Il padre è colui che
sta vicino, ama, sorregge, aiuta, si
prende cura. Insomma, è colui che c'è, è
presente, sa ascoltare la fragilità,
comprendere e perdonare gli errori. In
un mondo come questo i figli devono
soprattutto
essere
difesi
dal
bombardamento di una società che
intende solo sgretolare, che non sa più
proporre identità positive, che riduce la
felicità al rapido consumo di cose e
persone.
• Reggi. Un padre deve avere sempre
il coraggio di incoraggiare, cioè
"donare cuore" ai figli. Un padre
insegna a risolvere i problemi e, nei
momenti difficili, è come il muro per
l'edera, qualcuno a cui appoggiarsi,
qualcuno che sostiene nel compito di
scoprire e realizzare le proprie qualità,
qualcuno che aiuta a rendere possibili i
sogni, che crede nella possibilità di
trasformare se stessi e il mondo. Il
compito del padre è quello di "iniziare"
alla vita e soprattutto insegnare ai figli
come reggere le ferite e le perdite che
essa provocherà.
• Governa. Un padre è dotato di
un'autorità naturale e deve esercitarla
in accordo con la madre. La famiglia ha
bisogno di una guida consapevole e
attiva, che è indispensabile soprattutto
per un sano sviluppo dei bambini. È
terribile il vuoto distruttivo che si
genera quando i genitori evitano di
esercitare
qualsiasi
tipo
di
responsabilità e di potere. Un padre
deve imparare a reggere musi, sguardi
delusi, scenate e proteste filiali,
accogliendo tutto con affetto tranquillo,
ma senza venir meno alle proprie
responsabilità. Ripetendo spesso la
motivazione
fondamentale
della
"disciplina" familiare: «lo ti amo e
perciò impedirò con tutte le forze che
tu sbagli».
Parrocchia Sant’Antonio di Padova – DEPRESSA (Le)
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La giustizia di Dio si è manifestata
per mezzo della fede in Cristo
(cfr Rm 3,21-22)
Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la quaresima
Cari fratelli e sorelle,
ogni anno, in occasione della
Quaresima, la Chiesa ci invita a
una sincera revisione della
nostra vita alla luce degli
insegnamenti evangelici.
Quest’anno vorrei proporvi
alcune riflessioni sul vasto tema
della giustizia, partendo
dall’affermazione paolina: La
giustizia di Dio si è manifestata
per mezzo della fede in Cristo
(cfr Rm 3,21-22).
Giustizia:
suum”
“dare
cuique
Mi soffermo in primo luogo sul
significato del termine
“giustizia”, che nel linguaggio
comune implica “dare a
ciascuno il suo - dare cuique
suum”, secondo la nota
espressione di Ulpiano, giurista
romano del III secolo. In realtà,
però, tale classica definizione
non precisa in che cosa consista
quel “suo” da assicurare a
ciascuno. Ciò di cui l’uomo ha
più bisogno non può essergli
garantito per legge. Per godere
di un’esistenza in pienezza, gli è
necessario qualcosa di più
intimo che può essergli
accordato solo gratuitamente:
potremmo dire che l’uomo vive
di quell’amore che solo Dio può
comunicargli avendolo creato a
sua immagine e somiglianza.
Sono certamente utili e
necessari i beni materiali – del
resto Gesù stesso si è
preoccupato di guarire i malati,
di sfamare le folle che lo
seguivano e di certo condanna
l’indifferenza che anche oggi
costringe centinaia di milioni di
essere umani alla morte per
mancanza di cibo, di acqua e di
medicine -, ma la giustizia
“distributiva” non rende
all’essere umano tutto il “suo”
che gli è dovuto. Come e più del
pane, egli ha infatti bisogno di
Dio. Nota sant’Agostino: se “la
giustizia è la virtù che
distribuisce a ciascuno il suo...
non è giustizia dell’uomo quella
che sottrae l’uomo al vero
Dio” (De civitate Dei, XIX, 21).
Da dove viene l’ingiustizia?
L’evangelista Marco riporta le
seguenti parole di Gesù, che si
inseriscono nel dibattito di
allora circa ciò che è puro e ciò
che è impuro: “Non c'è nulla
fuori dell’uomo che, entrando in
lui, possa renderlo impuro. Ma
sono le cose che escono
dall’uomo a renderlo impuro...
Ciò che esce dall’uomo è quello
che rende impuro l’uomo. Dal di
dentro infatti, cioè dal cuore
degli uomini, escono i propositi
di male” (Mc 7,14-15.20-21). Al
di là della questione immediata
relativa al cibo, possiamo
scorgere nella reazione dei
farisei una tentazione
permanente dell’uomo: quella di
individuare l’origine del male in
una causa esteriore. Molte delle
moderne ideologie hanno, a ben
vedere, questo presupposto:
poiché l’ingiustizia viene “da
fuori”, affinché regni la giustizia
è sufficiente rimuovere le cause
esteriori che ne impediscono
l’attuazione. Questo modo di
pensare - ammonisce Gesù - è
ingenuo e miope. L’ingiustizia,
frutto del male, non ha radici
esclusivamente esterne; ha
origine nel cuore umano, dove si
trovano i germi di una
misteriosa connivenza col male.
Lo riconosce amaramente il
Salmista: “Ecco, nella colpa io
sono nato, nel peccato mi ha
concepito mia madre” (Sal
51,7). Sì, l’uomo è reso fragile
da una spinta profonda, che lo
mortifica nella capacità di
entrare in comunione con
l’altro. Aperto per natura al
libero flusso della condivisione,
avverte dentro di sé una strana
forza di gravità che lo porta a
ripiegarsi su se stesso, ad
affermarsi sopra e contro gli
altri: è l’egoismo, conseguenza
della colpa originale. Adamo ed
Eva, sedotti dalla menzogna di
Satana, afferrando il misterioso
frutto contro il comando divino,
hanno sostituito alla logica del
confidare nell’Amore quella del
sospetto e della competizione;
alla logica del ricevere,
dell’attendere
fiducioso
dall’Altro, quella ansiosa
dell’afferrare e del fare da sé
(cfr Gen 3,1-6), sperimentando
come risultato un senso di
inquietudine e di incertezza.
Come può l’uomo liberarsi da
questa spinta egoistica e aprirsi
all’amore?
Giustizia e Sedaqah
Nel cuore della saggezza di
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Parrocchia Sant’Antonio di Padova – DEPRESSA (Le)
Pagina 4
La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo
Santo Padre Benedetto XVI
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Israele troviamo un legame
profondo tra fede nel Dio che
“solleva dalla polvere il
debole” (Sal 113,7) e giustizia
verso il prossimo. La parola
stessa con cui in ebraico si
indica la virtù della giustizia,
sedaqah, ben lo esprime.
Sedaqah infatti significa, da
una parte, accettazione piena
della volontà del Dio di Israele;
dall’altra, equità nei confronti
del prossimo (cfr Es 20,12-17),
in modo speciale del povero, del
forestiero, dell’orfano e della
vedova (cfr Dt 10,18-19). Ma i
due significati sono legati,
perché il dare al povero, per
l’israelita, non è altro che il
contraccambio dovuto a Dio, che
ha avuto pietà della miseria del
suo popolo. Non a caso il dono
delle tavole della Legge a Mosè,
sul monte Sinai, avviene dopo il
passaggio del Mar Rosso.
L’ascolto della Legge, cioè,
presuppone la fede nel Dio che
per primo ha ‘ascoltato il
lamento’ del suo popolo ed è
“sceso per liberarlo dal potere
dell’Egitto” (cfr Es 3,8). Dio è
attento al grido del misero e in
risposta chiede di essere
ascoltato: chiede giustizia verso
il povero (cfr Sir 4,4-5.8-9), il
forestiero (cfr Es 22,20), lo
schiavo (cfr Dt 15,12-18). Per
entrare nella giustizia è
pertanto necessario uscire da
quell’illusione di autosufficienza, da quello stato
profondo di chiusura, che è
l’origine stessa dell’ingiustizia.
Occorre, in altre parole, un
“esodo” più profondo di quello
che Dio ha operato con Mosè,
una liberazione del cuore, che la
sola parola della Legge è
impotente a realizzare. C’è
dunque per l’uomo speranza di
giustizia?
Cristo, giustizia di Dio
L’annuncio cristiano risponde
positivamente alla sete di
giustizia dell’uomo, come
afferma l’apostolo Paolo nella
Lettera ai Romani: “Ora invece,
indipendentemente dalla Legge,
si è manifestata la giustizia di
Dio... per mezzo della fede in
Gesù Cristo, per tutti quelli che
credono. Infatti non c’è
differenza, perché tutti hanno
peccato e sono privi della gloria
di Dio, ma sono giustificati
gratuitamente per la sua
grazia, per mezzo della
redenzione che è in Cristo Gesù.
E’ lui che Dio ha stabilito
apertamente come strumento di
espiazione, per mezzo della
fede, nel suo sangue” (3,21-25).
Quale è dunque la giustizia di
Cristo? E’ anzitutto la giustizia
che viene dalla grazia, dove non
è l’uomo che ripara, guarisce se
stesso e gli altri. Il fatto che
l’“espiazione” avvenga nel
“sangue” di Gesù significa che
non sono i sacrifici dell’uomo a
liberarlo dal peso delle colpe,
ma il gesto dell’amore di Dio
che si apre fino all’estremo, fino
a far passare in sé “la
m aled izione” che sp ett a
all’uomo, per trasmettergli in
cambio la “benedizione” che
spetta a Dio (cfr Gal 3,13-14).
Ma ciò solleva subito
un’obiezione: quale giustizia vi
è là dove il giusto muore per il
colpevole e il colpevole riceve in
cambio la benedizione che
spetta al giusto? Ciascuno non
viene così a ricevere il contrario
del “suo”? In realtà, qui si
dischiude la giustizia divina,
profondamente diversa da
quella umana. Dio ha pagato
per noi nel suo Figlio il prezzo
del riscatto, un prezzo davvero
esorbitante. Di fronte alla
giustizia della Croce l’uomo si
può ribellare, perché essa mette
in evidenza che l’uomo non è un
essere autarchico, ma ha
bisogno di un Altro per essere
pienamente
se
stesso.
Convertirsi a Cristo, credere al
Vangelo, significa in fondo
proprio
questo:
uscire
d a l l ’ i l l u s i o n e
dell’autosufficienza per scoprire
e accettare la propria indigenza
- indigenza degli altri e di Dio,
esigenza del suo perdono e della
sua amicizia.
Si capisce allora come la fede
sia tutt’altro che un fatto
naturale, comodo, ovvio: occorre
umiltà per accettare di aver
bisogno che un Altro mi liberi
del
“mio”,
per
darmi
gratuitamente il “suo”. Ciò
avviene particolarmente nei
sacramenti della Penitenza e
dell’Eucaristia.
Grazie
all’azione di Cristo, noi
possiamo entrare nella giustizia
“più grande”, che è quella
dell’amore (cfr Rm 13,8-10), la
giustizia di chi si sente in ogni
caso sempre più debitore che
creditore, perché ha ricevuto
più di quanto si possa
aspettare.
Proprio forte di questa
esperienza, il cristiano è spinto
a contribuire a formare società
giuste, dove tutti ricevono il
necessario per vivere secondo la
propria dignità di uomini e dove
la giustizia è vivificata
dall’amore.
Cari
fratelli
e
sorelle,
la
Parrocchia Sant’Antonio di Padova – DEPRESSA
(Le)
Pagina 5
Questa pagina è dedicata a tutti coloro che hanno voglia di
comunicare qualcosa per far crescere il nostro paese. Pagina
a politica e di promozione del territorio!
“ORATORIO CUP 2010- UNO SPORT PER LA VITA”
di Cesare Sparascio
Tra gli strumenti educativi per i cristiana sull‘uomo e sulla riuscita
giovani lo sport riveste un ruolo società,
molto
importante
consentirne
e
lo
illumina
torneo
e dipendente sia dalla figura
per valorizza anche l‘esperienza degli
allenatori
che
da
sviluppo, del gioco del divertimento e quella degli arbitri. Gli
favorendo allo stesso tempo la dello
socializzazione
che
del
attraverso
sport.
I
protagonisti allenatori
il dell‘Oratorio Cup - sono i guidare
accettando
un
gruppo
di
di
gioco, il Centro Sportivo Italiano ragazzi, che devono gustare il ragazzi si fanno carico di
- Comitato di Lecce promuove piacere
del
gioco
in
uno un impegno importante:
un torneo di calcio a 5 rivolto ai spirito di piena condivisione dovranno
ragazzi con età compresa tra gli con i compagni L’esperienza, educare
cercare
non
a
di
vincere
8 ed i 18 anni. L‘Oratorio Cup - però, insegna che la buona sull‘altro, ma a dare li
Uno Sport per la Vita è una
manifestazione organizzata dal
Csi (Centro Sportivo Italiano),
rivolto
agli
oratori
ed
alle
parrocchie.
Oggi più che mai si sente
l‘esigenza di recuperare il valore
etico e ludico dello sport in
generale
particolare.
e
del
Le
calcio
in
immagini
di
violenza tra i giocatori e gli
spettatori durante le gara, le
irregolarità sul campo di gioco, il
chiasso fatto dai media e così
via,
rendono
“spettacolo“
in
permesso:
ciò
lo
sport
cui
che
uno
tutto
è
conta
veramente è il risultato, non il
gioco, e tutto lecito pur di
raggiungerlo. Non vogliamo che
i ragazzi abbiano solo questa
immagine distorta dello sport,
ma di ritrovare e vivere la verità
Pagina 6
Parrocchia Sant’Antonio di Padova – DEPRESSA (Le)
Scelta dell’8x1000
Come
più
volte
scritto, ribadito e
detto
il
nostro
bellissimo Oratorio
“Giovanni Paolo II” è
stato costruito oltre
che con i nostri
sacrifici, anche con il
contributo della CEI
preso
dai
fondi
dell’8x1000.
Anche noi possiamo
contribuire
ad
alimentare
questo
f o n d o ,
semplicemente
apponendo
una
firma.
A breve riceveremo
dal datore di lavoro,
d a l l ’ I n p s ,
dall’Inpdap, ecc. il
modello CUD 2010
relativo ai redditi
percepiti
durante
l’anno
appena
concluso,
cioè
il
2009.
Apponendo la nostra
firma nel riquadro
indicato con il punto
Uno
diciamo
semplicemente, allo
Stato di versare alla
Chiesa
Cattolica,
una parte dell’Irpef che ha incassato. Non è una tassa in più. Lo stesso vale per il punto
Due, diciamo semplicemente, allo Stato di versare ad una associazione di volontariato, ecc...
una parte dell’Irpef che ha incassato. Anche questa non è una tassa in più. Come
Parrocchia segnaliamo l’Associazione Opera della Carità con P.IVA da inserire nel
riquadro come indicato. Si conclude apponendo la firma al punto Tre.
Ricordiamo che potete rivolgervi in parrocchia per ogni dubbio o informazione o
compilazione. Il modello può essere consegnato ad un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) o ai
professionisti abilitati.
www.parrocchiadepressa.it
Hai mai visitato il nostro sito parrocchiale?
Non ancora?
Che cosa aspetti?
Numerosi utenti di internet visitano ogni giorno il nostro bel sito.
Puoi trovate tutto ci che ti occorre per ricerche storiche sul paese,
per tenerti aggiornato sulle attività della parrocchia.
Lun 22
Appuntamenti del mese di Marzo
Ven 5
Primo Venerdì del Mese
Adorazione Eucaristica tutto il giorno
Astinenza
Confessioni a Sant’Eufemia
Mar 23
19,30 CONFESSIONI COMUNITARIE Depressa
Mer 24
17,15 Adorazione Eucaristica Comunitaria, Via Crucis e Santa
Confessioni in Chiesa Madre
Messa
20,30 Incontro con i giovanissimi di A.C.
Gio 25
Solennità dell’Annunciazione del Signore
Ven 26
Sab 6
16,45 Via Crucis in chiesa
20,30 Incontro con i giovani
Dom 7
III Domenica di Quaresima
18,30 Incontro Azione Cattolica giovani e adulti
Sab 27
16,00 Via crucis itinerante dei ragazzi e genitori
20,30 Incontro con i giovani
Dom 28 Dom. Palme e della Passione del Signore
Mar 9
20,00 Scuola della PAROLA
10,00 Benedizione delle Palme presso la Croce e
10,30 Santa Messa
Gio 11
20,00 Adorazione Eucaristica Sacerdotale nella Chiesa
Madre di Tricase
Ven 12
Lun 29
Lunedì Santo
Mar 30
Martedì Santo
20,00 Scuola della Parola
16,45 Via Crucis in chiesa
Sab 13
16,00 Via crucis itinerante dei ragazzi e genitori
20,30 Incontro con i giovani
Dom 14 IV Domenica di Quaresima
Raccolta delle offerte per il progetto TOBIA
15,00 Ritiro spirituale “Oasi S. Francesco e S. Chiara”
18,30 Incontro con Ass. “il sollievo” sala S. Veneranda
Mer 31
18,30 Santa Messa Crismale in Cattedrale a Ugento
con Benedizione degli oli: Sacro Crisma, Infermi,
Catecumeni
Gio 1
Giovedì Santo
18,30 Santa Messa della Cena del Signore con la
lavanda dei piedi e la distribuzione del pane
22,00 Adorazione Eucaristica animata dai giovani
Inizio dell’adorazione TUTTA LA NOTTE
Ven 2
Mar 16
Venerdì Santo—Digiuno e Astinenza
In mattina: Adorazione dei ragazzi
Triduo in onore di San Giuseppe
20,00 Scuola della Parola
Mer 17
08,00 Ufficio delle letture delle Lodi Mattutine
14,45 Preghiera a Gesù Crocifisso
19,00 Celebrazione delle Passione del Signore
Triduo in onore di San Giuseppe
Gio 18
20,00 Via Crucis per le strade del paese
Sab 3
Triduo in onore di San Giuseppe
Ven 19
Mercoledì Santo—Confessioni in Mattinata
San Giuseppe sposo di Maria
Festa del Papà
16,45 Via Crucis in chiesa
Sab 20
Sabato Santo—Continua la vener. della Croce
08,00 Ufficio delle letture delle Lodi Mattutine
22,30 Solenne Veglia Pasquale
Dom 4
DOMENICA DI RISURREZIONE
7,30 Santa Messa
10,30 Santa Messa
16,00 Via crucis itinerante dei ragazzi e genitori
Incontro con i giovani
Dom 21 V Domenica di Quaresima
18,00 Santa Messa presieduta dal Sua Ecc.za L.
Martella
Hanno ricevuto il Sacramento del Battesimo
nell’anno 2009
De Iaco Andrea di Antonio e Schirinzi Maria Cristina
25 gennaio 2009
Martella Edoardo di Salvatore e Accogli Giuseppa
14 giugno 2009
Longo Riccardo di Antonio e Longo Nadia
21 giugno 2009
Scarcella Elisa di Domenico e Ianni Rosita
5 luglio 2009
Hanno ricevuto il Sacramento del Matrimonio
Rizzo Giuseppe e Martella Maria Emanuela
PREGHIERA PER LA QUARESIMA
Signore e Sovrano della mia vita, non mi lasciare
in balìa dello spirito dell’ozio, della leggerezza,
della superbia e della loquacità.
Concedi invece al tuo servo spirito di prudenza,
Parata Camilla di Antonio e Cacciatore Sandra
5 luglio 2009
di umiltà, di pazienza e di carità.
Martella Emanuele di Salvatore e Morciano Natalina
19 luglio 2009
Sì, Sovrano e Signore, fa’ che io veda le mie
colpe e non condanni il mio fratello, poiché tu sei
Zampetta Anita di Fabio e Martella Bernadetta
19 luglio 2009
Battista Stefano di Igor Francesco e Ruggeri Stefania
9 settembre 2009
Ianni Noemi di Giorgio e Peluso Maria Antonietta
9 settembre 2009
Longo Federico di Santana e Marciano Silvana
13 settembre 2009
Martella Chiara di Alessandro e Alberini Concettina
27 settembre 2009
Di Carpegna Gabrielli Falconieri Filippo di Antonio e
Winspeare Clara Maria
22 novembre 2009
Amodio Simone di Angelo e Specchio Anna Maria
6 dicembre 2009
benedetto nei secoli dei secoli. Amen!
S.Efrem il Siro
Sono tornati nella Casa del Padre
nell’anno 2009
Turco Rosa
Rizzo Giuseppina
Scarcella Santo
Guida Donata
Ciardo Cosimo
De Iaco Cosimo
Longo Maria Cosima Antonia
Longo Maria Antonia
Rizzo Viola
Accogli Eliseo
Rizzello Antonio
Martella Maria Gioconda
Longo Maria Immacolata
Maggio Giuseppe
CARNEVALE IN ORATORIO
4 febbraio 2009
13 febbraio 2009
22 marzo 2009
25 marzo 2009
14 aprile 2009
19 maggio 2009
6 giugno 2009
7 giugno 2009
29 luglio 2009
4 agosto 2009
14 agosto 2009
4 novembre 2009
26 novembre 2009
13 dicembre 2009