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Sagra 2016 Parrocchia S.S. Faustino e Giovita Modena 149 via Giardini, 231 - 41124 Modena - tel. 059 350.266 - fax 059 29.22.625 www.parrocchiasanfaustino.it - [email protected] 30 settembre - 9 ottobre 2016 Il 5 ottobre la nostra parrocchia celebra i 50 anni dalla dedicazione della Chiesa. Dieci giorni di festa con un programma ricco di appuntamenti liturgici e di momenti conviviali Comunità in cammino CHIESA DEI SAN TI FAUSTINO E GIOVITA - MO DENA ANNIVERSARI O DELLA DEDICA ZIONE COME PIETRE VIVE SIETE COSTRUITI ANCHE VOI COME EDIFICIO SPIRITUALE N el 50° anniversario della dedicazione della Chiesa è doveroso fare memoria del grande dono che è stato per questo territorio la nostra parrocchia, luogo in cui si genera vita e speranza, con il desiderio e la gioia di vivere insieme la fede. Non credo di sbagliarmi nel dire che il segreto della nostra comunità, così ricca di doni e di frutti, non solo in questi cinquanta anni, ma in tutta la sua storia, è riassunto in queste parole dell’apostolo Pietro: Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo” (1 Pt 2,4-5). Davvero i mattoni della nostra Chiesa hanno visto tante pietre vive edificare questa casa, tanti volti rivolti a Cristo, tanti cuori camminare insieme, tan- te sofferenze condivise, tanti figli rinati alla fede e tanti cari accompagnati alla pace. Sotto la guida dei parroci che si sono avvicendati in questi anni, la comunità ha cercato di riscoprire e di testimoniare le ricchezze dei dono di Dio fra le donne e gli uomini di queste generazioni e di questa terra, consapevole che il Vangelo conserva intatta la sua forza di salvezza e lo Spirito del Signore è tuttora attivo ed efficace in mezzo a noi. Sul tabernacolo della nostra Chiesa, forse in pochi lo sanno, oltre all’immagine bronzea del Cristo Risorto si trova la scritta: “Mortuus sum et resurrexi et adhuc tecum sum” (“Sono segue in terza pagina » Da don Aldo a don Maurizio i parroci che si sono succeduti 69 Don Aldo Luppi, 1953-19 7-2014 Don Alberto Zironi, 200 pani, 1969-2007 Don Corrado Mauro Cam , dal 2014 Don Maurizio Trevisan 2 La Sagra della Beata Vergine del Rosario Mezzo secolo di vita comunitaria Il popolo di Dio in cammino nel tempo Dal 30 settembre al 9 ottobre, 10 giorni di appuntamenti per la grande festa 50 anni insieme Il programma della Sagra PREPARAZIONE SPIRITUALE ...E PER DIVERTIRCI INSIEME... Venerdì 30 settembre Sabato 1 ottobre Ore 21 In chiesa, veglia di preghiera comunitaria di inizio Sagra Sabato 1 ottobre Ore 21 In Chiesa, Concerto a Maria, Mutinae Plectri e Federica Doniselli (soprano) Domenica 2 ottobre Cena con gnocco e tigelle Domenica 2 ottobre Dalle 11 Aperitivo della Sagra Dalle 19 Cena con gnocco e tigelle Ore 21 Spettacolo dei giovani della parrocchia in chiesa Celebrazioni eucaristiche ore 8.30; 10; 11.30. La Messa delle ore 19 non verrà celebrata. Alle 18 adorazione e vespri nella cappella dell’Oratorio Martedì 4 ottobre Lunedì 3 ottobre Mercoledì 5 ottobre Ore 19 In Chiesa, Messa missionaria Mercoledì 5 ottobre Ore 19 Santa Messa nel giorno della Dedicazione della Chiesa con la presenza dei sacerdoti, religiosi e religiose originari della Parrocchia o che hanno prestato servizio a san Faustino Sabato 8 ottobre Ore 10-12.30 e 15.30-18 confessioni per giovani e adulti Ore 18 Santo Rosario Ore 18.30 Primi vespri della Festa della Beata Vergine del Rosario Ore 19 Celebrazione eucaristica Domenica 9 ottobre GIORNO DELLA FESTA Celebrazioni eucaristiche ore 8.30; 10; 11.30; 19. Alla Messa delle 11,30 solenne celebrazione del 50° presieduta dal nostro Arcivescovo, don Erio Castellucci, con la consacrazione delle Corone della statua della Madonna Ore 17 Santo Rosario Ore 17.45 Partenza della processione con l’immagine della Beata Vergine del Rosario per le vie Giardini, Pace, Guarini, Bianchi Ferrari, Barbanti, Buonarroti, Giardini. Al termine della processione esposizione del Santissimo Sacramento, adorazione e solenne benedizione eucaristica Mercoledì 12 ottobre Alle 19 Santa Messa di inizio anno pastoralecatechistico, con la presenza dei ragazzi, dei giovani e delle loro famiglie e il mandato ai catechisti (dei ragazzi, dei giovani e degli adulti), agli educatori dei gruppi giovanili, ai capi scout e agli allenatori sportivi Ore 18,30 “Corri Sanfa”, corsa podistica non competitiva Cena su prenotazione aperta a tutti, insieme ai sacerdoti, religiosi e religiose originari della parrocchia o che hanno prestato servizio a san Faustino Giovedì 6 ottobre Ore 20,30 Grande pinnacolo della sagra in palestra Venerdì 7 ottobre Serata giovani: aperitivo e intrattenimento Sabato 8 ottobre Concerto della banda di Roccamalatina Dalle 19 Cena con primi, gnocco e tigelle Domenica 9 ottobre Vendita torte (consegna dei dolci da vendere il sabato 8 dalle 18 alle 20 nel sottochiesa o la domenica mattina) Ore 12,30 Pranzo comunitario in palestra con la presenza del nostro Vescovo (necessaria la prenotazione) Dalle 19 Cena con primi, gnocco e tigelle, Gruppi musicali Ore 22,30 Estrazione numeri vincenti della Grande Lotteria Per tutta la durata della sagra saranno aperti la Pesca, la Ruota della Fortuna, il Vintage e tanti altri stand oltre ai giochi per bambini Un grazie sentito a coloro che vorranno mettersi a disposizione per l’allestimento e lo svolgimento della Sagra e a quanti contribuiranno con le loro offerte 3 P Le riflessioni del diacono Remo Feverati prendono spunto dalla ricorrenza che la nostra parrocchia celebra quest’anno opolo di Dio: parola da noi poco usata, eppure significativa per capire cos’è la Chiesa di cui quest’anno celebriamo i 50 anni di dedicazione. Occorre partire da lontano. Dio fin dalle origini del mondo, nel suo disegno di salvezza, ha un grande e ricco progetto: convocare nella Chiesa coloro che credono in Cristo. La Chiesa diviene così segno e strumento dell’unione intima con Dio e dell’unità di tutto il genere umano. È il Concilio Vaticano II che ha chiarito questo: la Chiesa procede da Dio che è Santo; noi siamo uniti in modo indissolubile a Gesù Cristo; è Lui il capo, il personaggio più importante nella Chiesa; essa è illuminata dallo Spirito Santo che la purifica, la trasforma, la rinnova, con la guida di un pastore. Questa convocazione si realizza concretamente nella Chiesa locale, nella parrocchia, laddove risuona la Parola, vengono celebrati i sacramenti e viene esercitata la carità. Essa è chiamata di Dio a fare comunione con Lui e tra gli uomini, non solo per amicizia, ma in compartecipazione all’unico Corpo di Cristo che è l’Eucarestia, che tiene uniti profondamente i cristiani, è relazione di persone; da ciò deriva tutto il resto. Popolo: insieme di uomini, donne, giovani, bambini che formano una comunità, una famiglia di famiglie, come dovrebbe essere la parrocchia. La Chiesa dunque non è solo un edificio pur bello ed accogliente, non è un’istituzione cui andare “quando me la sento o ne ho voglia”. Non è proprietà del parroco, guida e buon pastore, è casa di tutti. L’aspetto comunitario è fondamentale perché la fede non va vissuta solo in privato ma con responsabilità insieme con fratelli e sorelle che si aiutano in fraternità e relazione. Si supera così il detto: “Cristo sì, chiesa no”. “Io con la Chiesa non c’entro, prego per conto mio”. Non c’è cristiano senza Chiesa. La Chiesa è composta di peccatori, ma Cristo è presente, ci ama, ci chiama ad uscire da noi stessi, per essere testimoni di Lui nella famiglia, nel mondo. In comunità ci si deve sentire accolti e quindi partecipi dei servizi necessari, a seconda delle proprie capacità, dei propri doni. Tutti dovremmo cogliere la necessità di “essere parte”, sentire l’appartenenza e quindi proporci per un servizio anche semplice, di aiuto gratuito, di disponibilità di tempo - vedi le opere di misericordia - senza pensare che ci sono altri che già operano od occupano il posto. Certo devono essere conosciuti i bisogni e gli spazi di collaborazione in modo che uomini, donne, giovani capaci possano farsi avanti.. In cammino. In questi anni tante sono le persone che si sono succedute, a cominciare da parroci e da sacerdoti, diaconi e altri che hanno svolto il ministero e sono vissuti in mezzo a noi; per questi ringraziamo il Signore per il bene che hanno compiuto; tanti coloro che hanno svolto per decenni con spirito di gratuità servizi liturgici, di carità, di catechesi, di manutenzione, di sorveglianza; i loro nomi - per coloro che sono andati alla casa del Padre, sono scritti nei cieli, per coloro ancora viventi è prenotato il premio - compaiono in apposite edizioni fotografiche di libri sulla parrocchia. Alcuni amici aspettano la sostituzione; altri si sono allontanati per i motivi più vari, c’è chi è ritornato; nuove famiglie sono subentrate, spesso di fede diversa, badanti di varie nazionalità hanno occupato appartamenti vuoti, che ora sono adibiti anche ad uffici, a locali di passaggio, a dimore secondarie o saltuarie. La parrocchia è frequentata anche da persone provenienti da altre zone, che la scelgono per motivi affettivi, d’amicizia, come ci sono pure famiglie che preferiscono frequentare altre comunità. La Chiesa di oggi cambia? Si aggiorna? Non nel deposito e nelle verità di fede, che non le appartengono perché sono rivelate, ma nella modalità di presentazione dell’annuncio la Chiesa di oggi è chiamata, secondo lo spirito dei recenti documenti sinodali ed esortazioni apostoliche (ad esempio Amoris Laetitia), ad una conversione dalla prima pagina morto e sono risorto e sono ancora e sempre con te”). Egli si è impegnato a stare con noi, ce lo ha promesso e ha mantenuto la sua parola, ma desidera vederci in costante tensione verso di Lui, rivolti al suo amore come pietre vive edificate su di Lui. Oggi, più che mai, la grande speranza, la sola capace di dare vita, nasce dal Vangelo e riposa nella Chiesa. A noi è affidato questo compito, consapevoli che l’autentica comunione non nasce da noi, ma è un dono di Dio a cui dobbiamo rispondere con la nostra vita e di cui dobbiamo oggi e sempre rendere grazie. Questo è il nostro impegno, la nostra promessa, e Dio che ha iniziato in noi la sua opera, con il suo Spirito la porti a compimento. d. Maurizio Trevisan pastorale che preveda l’esercizio di una maternità - la Chiesa è madre - capace di riscoprire le viscere materne della misericordia (papa Francesco). La Chiesa di domani, missionaria, in uscita, decentrata in piccole comunità, non sarà un’istituzione di massa, ma avrà a cuore la vita interiore di ogni credente, il suo cammino spirituale fondato su un rapporto personale con Gesù Cristo, alimentato dall’ascolto della Parola (lettura del Vangelo nelle case) e vissuto in comunione con i fratelli. La devozione alla Vergine Maria, Regina del santo Rosario, madre esemplare e vera credente, che caratterizza sempre le nostre “sagre parrocchiali”, ci rafforzi in una fede autentica e misericordiosa e ci porti ad incontrare veramente Cristo. (a cura di Remo, diacono) 4 Lectio Divina e Catechismo P erché questa lettura? - è una nuova forma di evangelizzazione della “Chiesa in uscita”; il gruppo è segno di presenza di credenti nel territorio; - è occasione per riscoprire la Parola di Dio, approfondire la propria fede, pregarla insieme ad altri fratelli, sorelle; - oggi abbiamo bisogno di entrare in relazione con Dio, Padre misericordioso; ciò richiede familiarità con il Vangelo; - ci raduniamo nella casa, scuola di vita, dove la vita nasce, cresce, si celebra: Dio è presente: è luogo d’incontro, di relazione tra i membri della famiglia, gli amici, le persone del condominio, da invitare; Come avviene? Il metodo da usare è quello della “Lectio divina”, che comprende: lettura, meditazione, preghiera, contemplazione; - si legge il Vangelo: si deve pertanto avere il testo in mano: è lettura, più che ascolto; - con l’aiuto dello Spirito Santo e la guida di animatori della comunità; così si valorizzano i laici, ministri, diaconi, lettori per una reale corresponsabilità nella Chiesa e nel mondo; - è importante che i parteci- La lettura delle Scritture nelle case Il Vangelo approfondito Una bella occasione da non perdere per aumentare la conoscenza della Parola di Dio panti si lascino coinvolgere con interventi, testimonianze, interrogativi; perché tutti siamo chiamati ad evangelizzarci gli uni gli altri; - efficacia della Parola per la vita; ci rinnova, ci converte, ci libera, trasforma la nostra vita, provocando un cambiamento interiore dei nostri pensieri e progetti; la fede deve essere vissuta nella vita concreta, in famiglia, sul lavoro, in società, con opere concrete di misericordia materiali e spirituali; - più che disponibilità di tempo (una volta al mese circa?, da stabilire) occorre umiltà, lasciarsi coinvolgere ed amare, avere desiderio di luce, di amore; - non è una lezione astratta, né storica, ma un’esperienza spirituale di vita concreta che deve poi realizzarsi nella vita in opere di carità, di servizio, La chiusura dell’anno catechistico Un arrivederci più che un addio N ella settimana dal 16 al 20 maggio 2016 si è concluso l’anno catechistico con in iniziative che hanno coinvolto tutti i ragazzi dei vari gruppi, le catechiste e a volte anche i genitori. Si sono fatti giochi che hanno visto insieme ragazzi delle Nell’anno Giubilare medie aiutare e accompagnare i bambini delle elementari e genitori che hanno preparato merende o hanno partecipato a pizzate o a momenti conviviali. Anche la recita del rosario, tutti insieme, ha aiutato a salutare l’anno catechistico trascorso modalità, gli aiuti, i percorsi per farlo: i gruppi del Vangelo nelle case sono uno di questi. Lasciati guidare. “L’ho già letta, so già”. E’ la tentazione: la Bibbia è sempre nuova, perché è Dio che parla attraverso la parola umana; non deve essere data per scontata non presumere di conoscerla già anche se si è letta più volte. “Ci sono parti complesse e disorientanti”. Non cedere, lasciati aiutare, troverai anche picchi elevati che conquistano per la loro bellezza. Non ti scoraggiare: è un progetto di crescita graduale: “La scrittura cresce a forza di essere letta” (S. Gregorio Magno); la comprensione sia delle cose che delle parole cresce con la guida e l’assistenza dello Spirito Santo; con l’abitudine a leggere e pregare il Vangelo, sorge il gusto della Parola, ci si lascia affascinare da Gesù. “Si può cadere in interpretazioni sbagliate”. Bisogna fare attenzione ad evitare il letteralismo, la lettura fondamentalista: ciascuno è reso capace dallo Spirito, se cerca il dialogo con Dio ed impara ad entrare in relazione vitale con la persona di Gesù Cristo. in famiglia, nel lavoro, nella società;. Hanno detto “Lectio divina: dovrebbe essere fatta come abitudine dai gruppi e dovrebbe essere rinnovata come proposta per tutti i fedeli” (card. C.M. Martini). “L’ignoranza della Scrittura è ignoranza di Cristo” (S.Girolamo). Com’è il nostro rapporto con la Parola di Dio? E’ un rapporto formale, scontato? Entra nel nostro cuore, lo cambia? “Signore, fa che non i la tua parola, che è viva: fa che entri nel nostro cuore” (Papa Francesco). In una mano la Bibbia, nell’altra il giornale. Obiezioni, difficoltà Si dice: “La Bibbia è difficile, faccio fatica a capire, non c’è tempo, non so come fare!”. Oggi chi vuole avvicinarsi al testo biblico, trova le (a cura di Remo Feverati) e il cammino fatto insieme a compagni e ad amici. È stato veramente bello vedere il cielo riempirsi di palloncini ai quali venivano affidati pensieri, preghiere o ricordi importanti per gli autori. Tutti, comunque, si sono dati appuntamento al prossimo anno catechistico, pronti a cominciare un nuovo cammino accompagnati da Gesù, nostro compagno di strada! Una riflessione sul santo di Assisi San Francesco e la Misericordia Spunti di P. Massimo dalla chiesa di Sant’Antonio di Padova a Terni, dove presta servizio C arissimi, il Signore vi dia pace! Tutti sappiamo come il tema della misericordia sta caratterizzando in modo significativo il pontificato di papa Francesco. Ma il santo da cui il papa ha preso il nome, in quali termini parlava della misericordia e come la visse? Proviamo a farne sintesi di un breve tratto. Prima di morire, nel dettare il suo Testamento, San Francesco così si espresse: «Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo». (F.F.110) Egli incontra una realtà che gli è data, davanti alla quale conosceva solo la fuga a causa del suo “essere nei peccati”, mentre nella fede impara ad accoglierla, ad “usare misericordia”. Quella persona ferita, quel lebbroso, diventa per San Francesco segno nel quale il mistero di Dio lo raggiunge. Da qui il Santo di Assisi inizia il suo cammino, in cui riconosce il perdono di Dio per i propri peccati ed impara ad essere misericordioso. Questo sguardo determinerà san Francesco in tutti i suoi rapporti. Sappiamo come la misericordia è il “dono del cuore al misero”, cioè l’entrata radicale nella sua situazione, per condividere dal di dentro la condizione di fragilità di colui che si incontra. Nell’abbraccio solidale e di condivisione con la fragilità dei lebbrosi, San Francesco non ha voluto trasformare la loro condizione, ma innanzitutto ha deciso di entrare con umiltà e pazienza nella loro povertà. La misericordia donata alla fragilità dei lebbrosi ha costituito la via alla verità con se stesso, lo strumento per una accettazione paziente ed umile della propria fragilità e si trasforma in via per una vita nuova e finalmente soddisfatta... «E tornando via da essi, quello che mi sembrava amaro si trasformò in dolcezza dell’anima e del corpo» (F.F.110). L’incontro di misericordia avuto con essi non ha cambiato la loro condizione, l’abbraccio dato dal giovane a quella povertà non ha prodotto un superamento sociale ed economico della fragilità e povertà di quei reietti: il fare misericordia non aveva come intenzione, nè ha prodotto come frutti, una trasformazione effettiva della situazione emarginata e sostanzialmente ingiusta vissuta da quei miseri... e in ogni caso non è questo l’elemento essenziale ricordato da Francesco... Ciò che invece si impresse indelebilmente nel suo cuore fu la trasformazione avvenuta sulla sua persona: l’incontro misericordioso con la fragilità degli altri aveva pro- 5 dotto una novità assoluta sulla sua fragilità umana, regalandogli una reale conversione del modo di sentire e vivere la propria esistenza. Francesco d’Assisi impara a guardare l’altro con il perdono di Dio negli occhi e nel cuore: la possibilità di “avere occhi di misericordia” è legata da Francesco ad un processo nel quale si deve prima diventare come l’altro, entrare nel suo stato minore, ascoltare i suoi sentimenti, e così poter, infine, assumere gli atteggiamenti più adeguati alla situazione e agire in suo favore. Pur restando la diversità/differenza tra il sano e il malato, tra il ministro e il peccatore, un agire guidato veramente dalla misericordia, cioé dal cuore donato al misero, è possibile solo se si compie un viaggio di spoliazione verso il basso, ossia un processo di sostituzione, dove il “ricco” prende il posto del “povero”, il sano diventa come il malato, il virtuoso come il peccatore. La misericordia è possibile, sembrerebbe dire San Francesco, solo nella condivisione della necessità. Solo allora sgorgheranno sentimenti adeguati, guidati dall’umiltà e dalla pazienza. La fragilità accolta rende il cuore dell’uomo misericordioso, cioé tenero e capace di relazioni nuove e rinnovanti. La misericordia per San Francesco, inoltre non è solo la prova del suo essere un vero “servo di Dio”, ripieno di un amore autentico di Dio, di una vita piena vissuta nella logica del vangelo, ma è anche forza per rinnovare il mondo e guarirlo dalle sue ferite. Gli occhi di misericordia proposti da San Francesco non rappresentano semplicemente uno sforzo personale mirante a ottenere meriti legati alla pazienza e all’umiltà nelle avversità; essi sono l’unica possibilità di [ Riflessioni ] [ Riflessioni ] guarire quelle ferite morali dei suoi frati... degli uomini. Solo tramite quegli occhi egli potrà entrare in dialogo con le difficoltà dell’altro. La tenerezza nei confronti delle fragilità non è una forma di connivenza, ma l’unica possibilità di tendere la mano per sostenere e favorire il desiderio di guarigione. Per San Francesco è infatti sicuro: solo in questa condivisione di vicinanza l’altro potrà mostrare le sue ferite e lasciarsi aiutare. Gli occhi ripieni di misericordia, infatti mostreranno al fratello gli occhi di misericordia del Padre celeste, di colui che unico accoglie e perdona le nostre fragilità. La misericordia non è quindi un generico modo di sentire, ma introduce una nuova mentalità di stare nel mondo. Francesco d’Assisi ha preso consapevolezza lungo il suo cammino di essere un peccatore perdonato, divenendo segno della misericordia di Dio: ha sperimentato così la misericordia divina e l’elezione di Dio ad essere segno della sua grazia. Questo richiama alla mente il moto scelto, non a caso, da Papa Francesco, in riferimento all’incontro tra Gesù e Matteo: «Miserando atque eligendo», guardandolo con misericordia lo scelse. Questo è il mistero della misericordia che confonde il mondo nella sua presunzione. Ancora oggi, dopo 800 anni San Francesco, attraverso la sua esperienza di Misericordia, ci interroga sulla nostra capacità di avere occhi e cuore misericordiosi. Augurando ad ognuno di voi di sperimentare l’Amore del Padre delle Misericordie, vi abbraccio e lodo Dio per questi 50 anni di Grazia che ha voluto donare alla comunità di San Faustino e Giovita. Buona Festa! Sempre vicino a voi, con bene. Vi benedico. P. Massimo Travascio (ofm) 6 Volley: la serata commemorativa dei 50 anni e l’Invicta Day La società sportiva ha ricordato i 50 anni di vita a San Faustino Invicta: una festa lunga mezzo secolo Alla cena celebrativa hanno partecipato tanti nomi del volley modenese che hanno iniziato la loro attività in parrocchia L’ anno sportivo 2015-2016 è stato quello del 50° anno di attività della nostra società sportiva. L’Invicta è stata fondata infatti nel 1966 all’interno della Parrocchia di San Faustino (non è un caso se quest’anno si festeggiano anche i 50 anni della costruzione della nuova chiesa parrocchiale…) da alcuni dirigenti animati dal cappellano don Dino Zanasi: è infatti anche la più longeva società nell’ambito della Fipav modenese, infatti il suo codice di affiliazione è il più vecchio a livello provinciale... In questi 50 anni sono passati dall’Invicta tanti atleti, tecnici e dirigenti. Impossibile non citare tra i tanti conosciuti anche a livello nazionale: Giorgio Barani in- dimenticato presidente ed ex presidente CSI, Sandra Vezzelli atleta nazionale, Giovanni Guidetti attuale allenatore della nazionale femminile olandese, Marco Gazzotti allenatore anche in serie A, Ettore Guidetti allenatore pure lui come il papà Gianpaolo e lo zio Adriano, l’ex allenatore della nazionale femminile Massimo Barbolini e tanti altri... Ma al di là di tutto crediamo che il segreto di una società sportiva come l’Invicta sia il legame indissolubile che la lega fin dalle sue origini alla comunità parrocchiale di San Faustino, fin dai tempi dell’indimenticabile don Mauro Campani, poi con don Alberto Zironi, e ora con don Maurizio Trevisan, tutti parroci che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno alla società attraverso le scelte del consiglio pastorale parrocchiale; da sottolineare pure una concreta integrazione col territorio, in un prezio- so lavoro di educazione dei giovani attraverso lo sport in parrocchia. I festeggiamenti per questo importante traguardo sono culminati con una grande e apprezzatissima cena organizzata dalla parrocchia sabato 16 aprile proprio nella palestra “Barani”. Una serata indimenticabile arricchita dalla proiezione di immagini che hanno scandito i momenti più significativi della storia dei 50 anni della società e ricordato avvenimenti e personaggi che ne hanno fatto la storia. Una memorabile serata che ha permesso a tanti atleti, dirigenti e tecnici del passato e del presente di ritrovarsi tutti insieme di nuovo a “Sanfa”; presenti tra gli altri l’assessore allo sport del Comune di Modena Giulio Guerzoni, il presidente provinciale della FIPAV Luigi Tondelli e il referente del CONI Andrea Dondi. Animatore della serata Antoine di TRC che ha poi trasmesso un reso- Ma c’è ancora posto per chi volesse partecipare Ricominciati tutti gli allenamenti Ricordiamo che l’attività di pallavolo è già ripresa in palestra, con la possibilità di inserirsi nei gruppi agonistici sia maschili che femminili di tutte le fasce d’età, oltre all’attività di avviamento alla pallavolo e minivolley per i più piccoli. Informazioni direttamente in palestra tutti i giorni nelle ore pomeridiane. Un ringraziamento infine a quanti in occasione delle dichiarazioni dei redditi hanno scelto di attribuire il 5x1000 all’Invicta: un gesto di grande valore per sostenere lo sport in parrocchia. Grazie!! conto televisivo della serata. Il 15 maggio poi, in occasione del tradizionale Invicta Day, autorità dello sport e delle istituzioni civili hanno partecipato alla S.Messa animata dagli atleti e successivamente a una significativa manifestazione all’interno della palestra, consegnandoci targhe ricordo dei 50 anni di attività sportiva, occasione per ricordare anche Acli, da sempre al servizio della gente l’importanza della figura di Giorgio Barani, il Presidente a cui non a caso è stata intitolata la nostra palestra. Proprio nell’anno del 50° anniversario di attività non potevano mancare anche importanti risultati sul campo: imbattute e promosse in seconda divisione le ragazze di Loris Stanzani; dopo la disputa dei playoff con un’emozionante vittoria a Faenza le ragazze di Mauro Morini hanno conquistato meritatamente la promozione in serie D, categoria che mancava all’Invicta da ben 38 anni! Playoff di serie D invece solo sfiorati dalla formazione maschile del tandem Colucci-Baraldi. Come poi non citare il gruppo del Misto coordinato da Michele Barbolini, una realtà ormai consolidata nella nostra società. Ma al di là dei risultati sportivi, ancora più importante è vedere ancora una volta un gran numero di ragazzine e ragazzini delle squadre giovanili correre e giocare a pallavolo nella storica palestra all’ombra della chiesa di San Faustino… Claudio Andreoli L’anniversario del Circolo Domus I 60 anni delle Acli in parrocchia Una presenza significativa sul territorio I l 2016 è un anno di anniversari importanti per la nostra comunità! Accanto al 50esimo di edificazione dell’attuale chiesa parrocchiale, ricorre infatti anche il 60esimo anniversario del circolo ACLI Domus. Un cammino quasi in parallelo, quello fra parrocchia e circolo, con tanti momenti condivisi e tante “storie” vissute insieme. È importante anche ricordare che lo scorso anno le ACLI nazionali hanno celebrato il loro 70-esimo anniversario, culminato con l’udienza a Roma con il Papa. In quella occasione il Santo Padre ha esortato gli aclisti ad impegnarsi “per i poveri e per coloro che vivono situazioni di grande difficoltà per il lavoro”, riferendosi esplicitamente alle finalità proprie delle ACLI. Quale migliore occasione di un anniversario per riflettere sulle ragioni alla base di un’associazione, così come di un circolo, di una parrocchia; per noi cristiani questo significa recuperare la parola di Cristo ed [ Invicta ] [ Acli ] La festa dei 50 anni Da sinistra e dall’alto Don Dino Zanasi; due momenti della cena; don Maurizio con Claudio Andreoli, Giulio Guerzoni, Assessore allo Sport del Comune di Modena, Luigi Tondelli, Presidente provinciale Fipav e Andrea Dondi, Referente Coni; don Giancarlo Suffritti; il gruppo giovani di servizio ai tavoli; l’arbitro Sacerdoti e Lione; Gianpaolo Guidetti, ex allenatore di Serie A; Sandra Vezzelli e Giovanna Goldoni Invicta Day Le premiazioni delle squadre ispirarvi la nostra azione, quando ci occupiamo del prossimo. Gli anniversari servono anche per ricordare le persone. Nel caso specifico del circolo Domus, le persone che lavorano ed hanno lavorato per il circolo nel corso di questi sei decenni. In particolare con la presidenza di Lino Selmi il circolo ha avuto quelli che si possono definire gli “anni d’oro”, anni durante i quali le esperienze dell’associazione e delle persone non rimanevano “all’ombra del campanile”, ma erano presenti in tutti gli ambiti dove un contributo fosse necessario, senza risparmiarsi. In questo l’amico Lino era un esempio autentico e concreto. Sia la parrocchia che il circolo sono state presenze significative nel territorio, sono state un riferimento non solo per chi partecipava assiduamente a Messe ed incontri ma per chiunque fosse identificabile come il nostro prossimo. Ed oggi? Le esigenze, le richieste, le difficoltà non sono diminuite, semmai quella che è diminuita 7 è la disponibilità a dedicarsi agli altri. Impegni vari tendono a riempire le nostre giornate, lasciandoci poco spazio da dedicare agli altri. Per rispondere alle sfide moderne il volontariato è cambiato ed in taluni ambiti è diventato più strutturato: per esempio i vari servizi che le ACLI svolgono a Modena, come in tutta Italia, sono organizzati secondo modalità professionali. Tuttavia la presenza dei volontari continua ad essere fondamentale, anche per sviluppare nuove idee e cercare di correggere quello che non funziona. Basti pensare al tema del lavoro ed alle tante persone in cerca di una occupazione dignitosa. È doveroso sia offrire la propria solidarietà che fornire strumenti adeguati al problema: formazione professionale, valutazione critica delle leggi, sostegno ai giovani, ecc. Un volontariato quindi capace di operare su piani diversi, tra loro complementari, che si sviluppano dalla Dottrina sociale della Chiesa per attualizzarla nel mondo contemporaneo. Gli anniversari infine sono da vivere guardando al futuro. Quanto è stato fatto è importante, anche negli sbagli compiuti, ed è sempre un punto di partenza per rinnovare le nostre azioni. Massimo Tonelli La Giornata Mondiale della Gioventù Domenica 7 agosto 2016 SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE 1957 POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. FONDATO NEL POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA www.nostrotem po.net - seguici su Anno LIX n° 30 • euro 1.20 I giovani in Polonia per l’incontro col Santo Padre S ono le 5 del mattino di martedì 19 luglio, una decina di pullman davanti alla Motorizzazione Civile attendono l’arrivo di 386 pellegrini della diocesi di Modena, un clima caotico e agitato accompagna la partenza verso l’ignoto. Alcuni di noi sono già stati ad altre GMG, ma questa, come tutte, sarà diversa dalle altre. La prima tappa del nostro pellegrinaggio è in Austria. Il vescovo Erio ci accompagnerà dal primo all’ultimo giorno, è una presenza che ci riempie di gioia. Celebriamo la Messa nella cattedrale di Klagenfurt, poi, nel tardo pomeriggio, arriviamo a Vienna, dove pernotteremo in una scuola fuori città. Prima di cena c’è tempo per una rapida visita della capitale asburgica, ci dirigiamo verso la piazza dove si trova la cattedrale di Santo Stefano, si sente in lontananza un rumore disordinato di voci e musica che, mano a mano che ci avviciniamo, si trasforma in un suono ritmato di trombe e tamburelli: sono gli spagnoli, che festeggiano così l’inizio di un’avventura stupenda che si chiama GMG. Non sono soli, ma circondati da tante altre bandiere dai colori più vari. Riconosciamo ragazzi francesi, tedeschi, portoghesi e anche qualche americano. L’indomani la partenza è di buon mattino, ci aspetta un’altra giornata di viaggio per raggiungere il luogo dove soggiorneremo la prima settimana: Breslavia. La città si trova nel sud-ovest della Polonia, non molto lontana da Cracovia, e ospita tanti giovani come noi nell’ambito della “settimana nelle diocesi”, ovvero il periodo di gemellaggio tra le diocesi estere e quel- il giorno della sofferenza, il giorno in cui lasciare da Ricolmi di Mise parte il sorriso per toccaricordia re con mano il dramma dell’odio. Alla mattina ci rechiamo sul monte Kalwaria (Calvario), dove si trova un santuario omonimo, lì celebriamo la S. Messa insieme all’Arcivescovo e ai pellegrigenere e cetrioli… tanti cetrio- ni di Modena appena arrivati dall’Italia che partecipano solo li! La GMG vera e propria co- alla seconda settimana, a semincia lunedì 25 luglio. Dopo guire ci fermiamo a riflettere aver salutato le nostre famiglie insieme per prepararci a quepartiamo da Breslavia verso sta esperienza, che invece di Cracovia. Facciamo una breve darci delle risposte, crea altre sosta per la Messa e il pranzo domande e aumenta la nostra a Wadowice, paese natale di sete di ricerca. È qui che inconSan Giovanni Paolo II. È im- triamo un altro santo, Massipressionante vedere quanto miliano Kolbe, che proprio in i polacchi siano affezionati a questo campo si offrì di essere questo Papa, ma d’altra parte, ucciso per salvare un padre di famiglia. chi non lo è? La seconda settimana alloggia- I giorni successivi vedono un mo nella scuola di un paesino copione che si ripete di GMG di montagna (Skawa) distante in GMG: la festa degli italiaqualche decina di chilometri ni –ormai un appuntamento da Cracovia, anche qui l’ac- fisso e tradizionale- si svolge coglienza è entusiasmante e all’ombra del moderno santuacoinvolge tutti: dal parroco che rio della Divina Misericordia, cuoce le salsicce insieme coi proprio accanto a quello alpompieri alla banda che suo- trettanto moderno dedicato a na per noi, dai ballerini di un papa Wojtyla. Qui celebriamo gruppo folk che saltellano con la Messa insieme al cardinal i costumi tradizionali del luogo Bagnasco e, a seguire, festegai giovani volontari che ci gui- giamo con un concerto e una video-chiamata del Papa. dano nei balli di gruppo. Martedì è il giorno di Aushwitz, Giovedì accogliamo papa Francesco al parco di Blonia, in centro città, e a seguire facciamo un giretto rilassante per il centro di Cracovia. Venerdì ci spostiamo in un altro paese di montagna, Zakopane, che i polacchi chiamano “la Cortina della Polonia” … e non hanno tutti i torti. Il paesaggio è da cartolina tra monti verdeggianti, laghi e ruscelli. È il luogo scelto per la Via Crucis guidata dal vescovo Erio. Sabato 30 comincia l’ultima parte del nostro viaggio. Di buon mattino partiamo alla GMG, che adrenalina! Due settimane di incontri, riflession e, festa, i giovani pellegrin i modenesi dalla Giornat preghiera, dialogo: sono tornati più ricchi Wroclaw e a Cracovi a Mondiale della a - Da pagina 2 a Gioventù celebrata 12 a Pausa estiva per Nostro Una trentina i giovani di san Faustino che hanno preso parte all’incontro mondiale le polacche. Breslavia è famosa per la sua modernità e per gli gnomi che popolano il centro storico, si dice che siano comparsi come protesta satirica nei confronti del potere comunista agli inizi degli anni ottanta… La parola chiave di questa prima settimana è ACCOGLIENZA. Le famiglie polacche che ci hanno ospitato sono state davvero fantastiche, non ci hanno mai fatto mancare nulla e io stesso mi sono molto meravigliato per la disponibilità che hanno dimostrato. Confesso di essermi chiesto più volte “ma noi avremmo fatto lo stesso?”. Durante questo periodo non sono mancate le catechesi tenute dai sacerdoti, momenti di preghiera e di veglia animati dai ragazzi polacchi, concerti e feste, spettacoli unici nel loro Campeggi estivi GIORNALE LOCALE 8 Tempo che torna la prima settimana di settembre [ Gite parrocchiali ] 9 Papa Francesco ci esorta a cambiare il mondo Campo Famiglie Guai a piegarsi alle comodità San Giacomo in Valle Aurina (BZ) 7 - 14 agosto Anche le nostre grida si sono sommate al boato della moltitudine di giovani nel Campus Misericordiae, come sincera e schietta risposta ad un papa che ci richiede di comprometterci, di rivalutare le nostre certezze, di alzarci dal divano per vivere da protagonisti la nostra vita. Proprio i giovani, infatti, sottolinea il pontefice, rischiano di vivere la paralisi dovuta all’associazione di comodità e felicità. E invece Gesù desidera incontrarci personalmente, entrare nelle nostre vite per toccare ancora una volta, quotidianamente, il cuore dell’uomo. Cristo non si accontenta di un cenno stanco del capo, ma ci invita a scendere dal sicomoro ancora oggi per accoglierlo nello straniero, nell’affamato, nel povero. Infatti, soltanto una vita vissuta appieno nella gioia e nella fraternità di un abbraccio misericordioso è in volta del Campus Misericordiae, il luogo dove tutti i pellegrini giunti in Polonia si riuniscono per pregare con il Papa e celebrare la solenne Messa finale. Per ovvi motivi il campus è parecchio fuori città, ci vogliono diverse ore con i mezzi pubblici e poi a piedi per raggiungerlo, ma ne vale la pena. Come ci ha suggerito don Stefano, capogruppo della diocesi di Modena, il senso di quest’ultima esperienza è quello di riunirci, vegliare insieme e meditare in attesa dell’alba di resurrezione, l’alba della domenica. È molto suggestivo grado di colmare quella sete di Dio che caratterizza l’uomo e ci permette di lasciare un’impronta decisa del nostro passaggio sulla Terra. Di fronte al dolore e all’apparente silenzio di Dio negli orrori dei campi di concentramento e negli strazi delle guerre presenti ancora oggi e dei frequenti episodi di terrorismo, le uniche possibilità sono una preghiera elevata in modo corale dall’assemblea della Chiesa e una vita spesa nella testimonianza dell’amore misericordioso del Padre che unisce, crea ponti umani piuttosto che muri. Un messaggio di pace che ha commosso molti di noi giovani presenti e ci ha permesso di recuperare quella fiducia nel prossimo e nella possibilità di cambiare questo mondo. Non siamo fatti per vegetare e vivere da riserve, ma per essere protagonisti della nostra vita, per sognare alto, decidere personalmente il nostro futuro in un’ottica di pace e di accoglienza. Le cose si possono cambiare, gridiamolo insieme. Dio benedica i nostri sogni. dormire sotto le stelle, per tutta la notte un andirivieni continuo non può fare altro che conciliare un sonno prezioso che manca ormai da parecchi giorni. La mattina della domenica è davvero il risveglio gioioso della Chiesa, un risveglio rigenerante che ci dà la carica per tornare a casa. Perché la gioia del Tabor non può rimanere sul monte, ma va portata a valle e condivisa con chi ci sta aspettando. Prossimo appuntamento: Panama2019 Dziekuje bardzo (grazie mille) Giornate vissute in piena armonia S i é svolto dal 7 al 14 agosto presso la pensione Gruberhof a San Giacomo in valle Aurina il campo autogestito delle famiglie, che ha visto la partecipazione di 12 famiglie quasi tutte della parrocchia. Lo spirito di servizio che ha da subito contraddistinto i partecipanti ha favorito la creazione di un clima di collaborazione e condivisione che ha caratterizzato il trascorrere delle giornate che si sono alternate tra gite e momenti formativi e sono state scandite da momenti di preghiera e dalla messa quotidiana. Nei giorni più belli si sono svolte tre grandi gite che hanno coinvolto tutto il gruppo, compreso il piccolo Giacomo di tre mesi (la nostra mascotte), nel corso della quali i più temerari, al seguito dell’irrefrenabile don Maurizio e dell’ironman Stafano Grassi, si sono spinti fino alle alte vette oltre i tremila metri, mente il resto del gruppo gustava la bellezza è la pace dei laghetti alpini oltre alla freschezza di una buona birra e di una fetta di torta presso un bel rifugio di montagna. Nelle due giornate formative il don ci ha aiutato a riflettere sul nostro essere coppia cristiana e sull’importanza di rinnovarsi ogni giorno nell’amore reciproco attingendo alla forza del Sacramento che abbiamo celebrato. E così tra le partite di pinnacolo, ping-pong e bigliardino dei tornei magistralmente organizzati da Alberto, le sfide ai giochi di società e le mangiate di funghi la vacanza é veramente volata lasciandoci un bel ricordo e la voglia di ripetere l’esperienza. Appuntamento per tutti quindi per il campo famiglie della prossima estate!!! [ Campi ragazzi ] Pietro Garuti 10 Campeggi estivi 11 Passo Cereda (TN) 18 - 25 giugno Campo di Gioia L’ immancabile tema del campo di gioia di quest’anno certo non poteva che essere la Misericordia Divina, l’amore del Padre che sempre ci abbraccia, data la ricorrenza del Giubileo Straordinario della Misericordia. Quest’anno noi animatori abbiamo avuto la possibilità di partecipare all’esperienza educativa non solo per quanto riguarda l’animazione, ma anche da un punto di vista più profondo, nelle catechesi a gruppi. Assieme alle catechiste abbiamo reso il trasmettere la Parola divina quanto più interattivo e vivace possibile, focalizzandoci allo stesso tempo sullo scindere con chiarezza quei momenti di istruzione, dal giocare e divertirsi, che comunque non sono mancati. Ogni giorno una nuova opera di misericordia spirituale e una beatitudine, comparivano su striscioni nella Cappella dell’hotel Colonia Feltrina dove risiedevamo ed entrava così nel campo una nuova strada per raggiungere il Padre, tutta da scoprire. Ai bambini è stato quindi facile capire come in questo momento speciale della storia della Chiesa, non solo il Papa, ma Gesù in persona chiedesse loro di comportarsi gli uni verso gli altri come fratelli. Fra le occasioni ricreative e i magnifici paesaggi di Passo Cereda, si imparava a vivere in comunità, a prendersi cura dei più piccoli e ad essere grati verso chi ti aiuta, a riconoscere i propri difetti e a perdonare sempre, per cercare di diventare miseri- Catechesi e divertimento cordiosi come il Padre. Anche lo svago nel campo quest’anno ha avuto un tema, affiancandosi parallelamente alle catechesi, i giochi sono stati tutti adattati ad uno scenario in stile Star Wars. Come cominciava l’animazione, ogni bambino diventava un “apprendista Jedi”, in missione con Yoda, Luke Skywalker e Obi Wan per distruggere la morte nera ed ottenere “La Forza”, immagine dello Spirito Santo. Certo nelle menti di tutti i partecipanti al campo, quest’esperienza rimarrà impressa, legata ai tanti bellissimi momenti vissuti insieme. A rendere più forte la memoria, sono gli oggetti concreti portati a casa, fra cui il porta-listini colorato con le opere di Misericordia, il fedele compagno di ogni giorno e il mantello della Misericordia, che, in quanto tale, ci avvolge e protegge tutti gli istanti della nostra vita. Guardandoli ci ricorderemo che esperienze di questo tipo cominciano veramente quando finiscono, per continuare a casa. Il campo di gioia: il risveglio della Misericordia Quando mi hanno chiesto se ero disponibile a partecipare come medico e come catechista al campo di gioia ho detto subito di sì, già l’anno scorso me l’avevano proposto e, non avendo potuto, mi era rimasta la curiosità di provare. Mio marito già da tempo esprimeva il desiderio di fare qualcosa per gli altri e quindi ne abbiamo parlato con i nostri bambini (Emma e Matteo) e abbiamo deciso di provare una vacanza diversa, di metterci a servizio come famiglia, chiedendo ai nostri piccoli di condividere la mamma e il papà con altri bimbi. L’accoglienza del “team” del campo di gioia è stata meravigliosa fin dai primi incontri organizzativi: Paola, Antonio, Cristina, Lino, Renata, Giuliana, Tiberio, Livia, Don Maurizio e i giovani ci hanno preparato ad affrontare questa sfida. Con una valigia di farmaci, la Bibbia, le scarpe comode e tutta la buona volontà (tanto di più sapevamo di non poter dare!) siamo partiti. Quello che abbiamo sperimenSamuele Benatti tato è stato incredibile. Abbia- mo veramente compreso cosa voglia dire ricevere cento volte quello che dai! Emiliano è stato assegnato alle cucine dove ha avuto modo di conoscere persone fantastiche ed instancabili come Stefano, Francesca, Patrizia, Tania, Marina e Michele che hanno reso piacevole anche la fatica delle lunghe ore spese in cucina. Sotto la guida esperta di Francesca e Patrizia ha passato una settimana ad apprendere le arti della buona tavola, cucinando centinaia di hamburger e preparando pentoloni enormi di pasta o valanghe di panini da recapitare su un qualche pascolo. In questa settimana abbiamo camminato tanto Emiliano prevalentemente su e giù tra cucina e refettorio, io con i bimbi e i giovani verso la vetta di qualche montagna, ma soprattutto abbiamo percorso un sentiero di misericordia e di beatitudine. Già perchè il tema di quest’anno era proprio quello della Misericordia che i nostri bambini hanno risvegliato, sentito ed esercitato, diventando Cavalieri della Gioia e della Misericordia e scoprendo come essere Beati, cioè felici. Hanno sperimentato [ Campo di Gioia ] l’abbraccio misericordioso del Padre e ricevuto un mantello colorato a ricordare che sempre nella loro vita potranno trovare quella Misericordia, quell’Amore. Ecco la meraviglia, ecco le grandi cose che il Signore fa per noi: ci chiama e ci accompagna in esperienze che sembrano semplici, ma che nascondono la chiave della felicità. Abbiamo conosciuto la bellezza del creato attraverso lunghe passeggiate (il Don è un instancabile camminatore!) su montagne maestose che ci avvicinavano al Padre, siamo stati una piccola comunità di fratelli raccolta nella cappella della nostra casa o all’aperto, nel fitto del bosco, durante la Messa. Abbiamo conosciuto la purezza nella spontaneità e nei sorrisi dei bambini, la gioia della condivisione, la speranza di un mondo migliore vedendo l’impegno, la maturità, la pazienza, l’umiltà di questi giovani che hanno dedicato il loro tempo e le loro energie ai nostri ragazzi. Abbiamo imparato che la Misericordia passa attraverso la Parola di Dio letta e condivisa insieme, attraverso un canto uniti attorno al fuoco, attraverso una carezza e una coccola a chi non si sentiva bene o aveva un po’ di nostalgia, attraverso la semplicità di un piatto di pasta, l’allegria di un gioco, la delicatezza di una “fata dentina” (Paola sei super!) che non dimenticava nessun bimbo, attraverso il servizio verso gli altri. E abbiamo davvero ricevuto la Gioia: un sorriso in cambio di un cerotto, vedere 77 piccoli affamati soddisfatti e felici, sentirci una squadra in cui tutti servono e nessuno viene lasciato indietro, il dono della presenza dello Spirito sulla nostra piccola comunità e sul nostro pastore, la Grazia di sentirsi uno, tanti nuovi amici e 77 “figli” che abbiamo visto diventare veri Cavalieri della Gioia. La nostra esperienza si riassume così: il Campo di Gioia non è solo una vacanza è un immenso dono. Francesca e Emiliano A me è piaciuto il Campo di Gioia perché abbiamo vissuto momenti di riflessione e di preghiera insieme. Ci siamo anche molto divertiti perché ogni giorno affrontavamo avventure diverse: il giorno in cui era stato organizzato il gioco notturno, i ragazzi più grandi hanno impersonato i personaggi di “Guerre Stellari” e noi bimbi più piccoli siamo riusciti a sconfiggere il “cattivo” Darth Vader! Oltre ai giochi fatti tutti insieme, ho anche apprezzato il cibo preparato dalle cuoche, che erano le mamme di alcuni bambini che molto gentilmente ci hanno dedicato il Campo Cresima loro tempo e la loro bravura! Mi sono divertita molto! Carlotta Spinella (5a elementare) Era la prima volta che andavamo al Campo di Gioia e ci è piaciuto moltissimo. Le passeggiate e il torneo di calcetto sono stati fantastici. Grazie a don Maurizio, alle catechiste, ai cuochi bravissimi e agli animatori. L’anno prossimo torneremo di sicuro. Giacomo e Tommaso (2a elementare) Cimoncino (MO) 8 - 11 settembre I cinque sensi in allegria! P er prepararci al meglio alla Cresima noi ragazzi abbiamo partecipato ad un breve campeggio di 4 giorni, dove abbiamo imparato l’importanza della condivisione e del lavoro di squadra. Quello su cui abbiamo riflettuto sono stati i cinque sensi; per capire meglio questo tema gli animatori e le catechiste ci hanno organizzato diverse attività. Durante questo campeggio ci siamo divertiti molto, abbiamo giocato, scherzato e pregato. Ringraziamo le catechiste. gli animatori, don Tommaso e don Maurizio: ora siamo pronti a ricevere la Cresima! Questo campo cresima é stato molto bello e divertente, abbiamo fatto molte attività con gli educatori che, pazientemente, ci hanno aiutato a vivere momenti indimenticabili. Le catechiste ci hanno corretto negli errori per migliorarci e prepararci alla Cresima. Abbia- mo pregato molto, aiutato ad apparecchiare, sparecchiare, lavare i piatti e pulire le camere. Sono stati comunque momenti faticosi, ma molto piacevoli. Prima di partire avevamo avuto molti dubbi, sul fatto che il campo fosse noioso, ma non era come pensavamo! Bellissimo! Da rifare! [ Cresima ] 12 Campeggi estivi Campo Giovani S e me lo aveste chiesto anche solo il giorno prima di partire vi avrei detto che no, non ci volevo andare in campeggio, e si ne ero del tutto sicura. Chiedetemelo dopo una settimana, chiedetemi se ne è valsa la pena: si, sono contenta di esserci andata, e no, non me ne pentirei mai; probabilmente avrei voluto starci ancora una settimana. Perché coi campeggi è sempre così, parti svogliato e poi non vuoi più tornare a casa. I primi tre giorni sembrano non passare mai, ma il giorno dopo devi già tornare a Modena. Quello che più ti manca sono sempre gli amici, quelli che ti accompagnano sempre nel tuo viaggio, non ti lasciano mai solo, ti guidano nelle scelte della tua vita, da cui ti fai guidare per non imboccare mai la strada sbagliata. Perché gli uomini hanno un inclinazione al bene, anche se non lo sanno e a volte hanno solo bisogno di qualcuno che glielo ricordi. Era proprio ciò di cui avevo bisogno io quando sono partita, con il broncio, circondata solo dagli amici più stretti che già avevo. Inutile dire che le nuove amicizie si fanno sempre in campeggio e che alcune dureranno per sempre, altre magari solo il mese successivo alla vacanza. Quello che più si sente mancare quando si torna a casa è il solito brusio di Il pellegrinaggio sottofondo durante i pasti, quello veramente ti fa sentire solo e mentre sei lì che fissi i tuoi genitori negli occhi e gli chiedi se ti passano l’insalata ripensi alle risate, le camminate, i paesaggi mozzafiato, la fatica, la gioia, la tristezza, le prediche di Don Maurizio, le sgridate degli educatori, le notti spese a cercare un modo per uscire dalle camere senza farsi scoprire, gli scarponi che fanno male, i panini alla fine di una camminata, le stelle, apparecchiare, sparecchiare, il freddo della notte e il caldo della mattina dopo. È in questo momento che anche se per poco ti sorprendi a riflettere su quelle attività che non pensavi ti saresti ricordato così bene, rifletti velocemente nella tua testa, cosa che probabilmente non hai fatto quando eri là perché la tua amica ti lanciava palline di carta, o faceva delle facce buffe, richiamando la tua attenzione. E allora ti sembrano chiare le parole del Don che prima non comprendevi, capisci che l’uomo ha veramente un inclinazione al bene, che la tua vita è fatta di abitudini, perché le abitudini danno sicurezza e a tutti piace essere sicuri, ma avere delle buone abitudini dipende dalla tua volontà, e soprattutto che noi non siamo mai soli, ma ci si salva in comunità, Una settimana in visita in un paese ricco di tradizioni Lorenzago di Cadore (BL) 31 luglio - 6 agosto Sorrisi contagiosi c’è Dio, e tutte le persone che ci stanno accanto, che Lui ci ha messo accanto solo per noi, Dio non è un egoista, ti da ciò di cui hai bisogno e non ti chiede più di quello che puoi dare. Quindi ti tornano alla memoria di nuovo i tuoi amici, una loro battuta sciocca, un loro abbraccio, il loro modo di sorriderti, i gusti che avete in comune, la volta che avete saltato le lodi e poi avete fatto la colazione in ritardo, la volta che volevate prendere un rosario dalla statua di Maria ma c’era un ragno enorme e quindi l’avete lasciato lì, quando avete guardato le stelle, quando vi siete spaventati e abbracciati al gioco notturno e quando tornati in città vi siete salutati con un semplice “ciao”. È proprio con questi pensieri che nasce un sorriso luminoso sul tuo viso ed inizi a raccontare ai tuoi genitori tutte le gioie e le emozioni che solo un campeggio di San Faustino sa donarti. Claudia Parenti Il campeggio ogni anno è una così bella esperienza; si fanno nuove amicizie, si esplorano le montagne circostanti e ci sono momenti di riflessione che ci aiutano ad essere più vicini a Dio. Quest’anno noi giovani delle parrocchie di S. Faustino e S. Giovanni Bosco abbiamo passato una settimana al castello di Lorenzago di Cadore, un luogo molto suggestivo e immerso nella natura. Fortunatamente per noi questa volta le giornate non sono state particolarmente soleggiate e siamo riusciti a schivarci, con il disappunto di Don Maurizio, le sue interminabili camminate. Il tema del campeggio era la crescita; infatti dopo ogni riflessione di gruppo, guidata dagli educatori, dovevamo scrivere i nostri pensieri su un post-it a forma di foglia, che veniva attaccata ad un ramoscello spoglio, che l’ultima sera abbiamo notato essere diventato rigoglioso e colorato simbolo della nostra crescita interiore. Insomma, la settimana è proprio passata tra i giochi divertenti, due camminate molto faticose ma ripagate dalla vista mozzafiato e da quel momento in cui, dopo aver scalato il monte, assumi la posa di potere con le mani sui fianchi, osservi il paesaggio che si mostra sotto di te e tutto sembra perfetto, quel momento in cui capisci che Dio esiste davvero, un Dio che ti ama, ti ha donato questo meraviglioso mondo da ammirare e degli amici con cui poterlo fare, e poi ancora i dissing brucianti, Giovanni Guerrieri che ti urla nelle orecchie, i piatti da lavare, le discussioni e la serata film che si rivela essere l’attesissimo gioco al buio (che regala sempre emozioni). Torneremo sicuramente l’anno prossimo per creare altri momenti da ricordare per sempre. Le vostre affezionatissime, 13 Marta Cavazza e Claudia Parenti Russia, fascino ortodosso Guidati da don Maurizio alla consueta gita nella terra degli zar È martedì 12 luglio. Alle 5,00 si parte. Io e Beppe siamo gli ultimi a salire sul pullman e capiamo subito che parroco e parrocchiani fanno sul serio, una squadra con un obiettivo preciso, scoprire la Russia. Modena - Bologna, Bologna Vienna, Vienna - Mosca, grazie ai mezzi del mondo d’oggi al pomeriggio siamo già a Mosca, pronti a salire e scendere dalla metropolitana, tra le più profonde e belle del mondo. Non ci sembra di essere in Metrò, ma in un museo in cui lampadari, vetrate in stile liberty, mosaici, statue in bronzo raccontano la storia della Russia e di una popolazione seria e composta che va e viene, sale e scende da un treno all’altro. Anche noi viviamo questa emozione. Mosca è una città di 18 milioni di abitanti che attraverso i suoi monumenti racconta la sua storia e le sue tradizioni: percepiamo con intensità la sua forte volontà di farsi conoscere. Fulcro del viaggio è la Chiesa Ortodossa. Mai avrei immaginato di visitare tante chiese e tanti monasteri, che trasudano della fede del popolo russo. È la prima volta che mi assale il dubbio: ma allora ci sono chiese bellissime anche fuori dall’Italia? Le icone: non sappiamo più dove volgere lo sguardo, tante sono [ Campo Giovani ] [ La gita ] campagna che pare ogni russo possegga, la campagna dell’Anello d’Oro, un luogo magico di cui l’espressione più ricca è certamente il Monastero di San Sergio, il Vaticano della religione russa. Il nostro viaggio si conclude con la visita di San Pietroburgo ed in particolare dell’Ermitage, uno dei musei più grandi del mondo, dove possiamo ammirare il famoso quadro del “Padre Misericordioso” dipinto da Rembrandt e la più grande collezione di Matisse (ben quaranta opere). San Pietroburgo, in poche parole, è il famoso colore verde menta dei palazzi, i ponti levatoi, l’eleganza dei canali ed il mar Baltico, il camino acceso del nostro Hotel ed il bicchierino di vodka bevuto in compagnia di chi ci sta. La conclusione è trionfale, con le fontane d’oro della residenza estiva di Pietro il grande. E così gustando la nostra ultima insalata russa, l’ultima zuppa, salutiamo Marina, la nostra guida da 30 e lode e partiamo per Modena. Sicuramente abbiamo qualcosa in più nella nostra mente e nel nostro cuore e siamo contenti di avere colto una bella opportunità di crescita, grati alla Parrocchia che ce l’ha proposta e pronti a salire, puntuali, sul prossimo pullman. le immagini che troviamo, tutte belle e colorate che rivelano sguardi di santi accoglienti. Altro aspetto delle chiese ortodosse: le cupole. Lo sapevate che richiamano la forma della candela, come preghiera incessante rivolta a Dio; che il loro colore oro è dedicato a Cristo; che quando ce ne sono tre si vuole richiamare la Santa Trinità; cinque significa Cristo affiancato ai 4 evangelisti, sette i Sacramenti? Ma la Russia è anche la Piazza Rossa (rossa significa bella) e il Cremlino, siamo increduli d’esserci. È vastissima, con lo sfondo di San Basilio e le sue cupole tutte colorate, da sembrare finte. Mosca è anche traffico di veicoli, ma noi troviamo il modo di sfruttare anche il tempo passato in pullman, interrogando don Maurizio sulla religione ortodossa... e sono felice di scoprire che gli ortodossi sono nostri fratelli cristiani. Non posso raccontare tutto, però devo ricordare la cucina russa, con la famosa insalata e le zuppe, la dacia, casetta di Paola 14 Campi estivi Scout Reparto Orione Campi estivi Scout Saviore dell’Adamello (BS) 24 luglio - 5 agosto Nella natura incontaminata I l campo estivo del Reparto Orione si è svolto tra fine luglio e inizio agosto alle pendici dell’Adamello, vicino al paese di Valle, in provincia di Brescia. Il luogo ha stupito tutti per la sua bellezza, infatti il prato in cui abbiamo costruito il campo era davvero un luogo meraviglioso, con accanto un bellissimo torrente nel quale abbiamo spesso fatto il bagno. Nel corso delle due settimane le attività sono state tante, i ragazzi hanno dimostrato grande autonomia e responsabilità, infatti molte delle attività sono state pensate e messe in pratica da loro con l’aiuto e la supervisione dei Capi. Durante i primi giorni sono state realizzate le sopraelevate (costruzioni di pali in legno su cui vengono montate le tende) e gli angoli di squadriglia. Durante la seconda settimana il Reparto al completo è partito per una camminata di due giorni durante la quale abbiamo raggiunto il Rifugio Stella Alpina, al principio della Val Salarno, una tra le tante valli che circondano il massiccio dell’Adamello. L’obiettivo comune e la fatica guito verso altre due destinazioni: il rifugio Prudenzini, a ben 2200 mt di altitudine, e la Malga di Bos, vicino all’omonimo lago glaciale, altre due bellissime esperienze di cammino insieme che hanno permesso ai ragazzi più grandi di unirsi e vedere luoghi bellissimi. Questo campo estivo è stato un concentrato di esperienze, giochi, attività, a stretto contatto con una natura bellissima e affascinante che ci offre l’alta montagna, nella quale i ragazzi hanno scoperto di essere capaci di fare tante cose che magari non avrebbero mai pensato, in cui hanno messo tutte le loro energie per partecipare al meglio. È stata un occasione di crescita meravigliosa ed entusiasmante, dalla quale ognuno di noi, capi e ragazzi, è tornato arricchito e con tanta voglia di mettersi in gioco in futuro. del cammino insieme ci hanno unito molto, i ragazzi hanno imparato ad affrontare le difficoltà col sorriso e sostenendosi a vicenda, e l’esperienza di dormire in rifugi costruiti da noi è stata molto avventurosa. Il giorno successivo i più piccoli del gruppo sono tornati al campo e i grandi hanno prose- Cecilia 15 Branco della Rupe Loc. Neviano de’ Rossi, Fornovo di Taro (PR) 25 - 31 luglio 2016 Le nostre magiche VdB! Anche quest’anno il Branco della Rupe ha vissuto l’esperienza delle VdB (Vacanze di Branco). Dal 25 al 31 luglio, infatti, la casa che lo ha ospitato si è trasformata nella celeberrima Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts! Esatto, quella di Harry Potter! Tuttavia, nonostante ci fossero proprio il vicepreside Harry Potter in persona, la professoressa di pozioni Ginny Weasley ed il Ministro della Magia Hermione Granger a tutelare il quotidiano svolgimento delle lezioni di magia e dei tornei, questo non è bastato a tenere Barius Grey (un pericolosissimo criminale evaso dalla prigione di Azkaban) lontano dalla scuola! Solo grazie ad un ottimo lavoro di squadra si è riusciti, poi, a capire che questo criminale altro non era che un innocente incastrato anni prima e condannato ingiustamente alla reclusione. Certi della sua bontà, con questo nuovo amico i lupetti hanno allora smascherato gli intrighi della professoressa Mortianna, un fantasma del castello inizialmente molto simpatico ma che in seguito si è rivelato in tutta la sua malvagia natura (era stata lei ad incastrare il buon Barius!). Il Branco della Rupe ha dovuto, quindi, affrontare sfide assai difficili, scontrarsi faccia a faccia con l’inganno, l’astuzia ed il male, ma è stato perfettamente in grado di saperlo riconoscere, e di sconfiggerlo attraverso la giustizia, la verità ed il bene, aiutandosi gli uni gli altri. I nostri lupetti hanno potuto vivere delle importanti esperienze di vita che hanno portato loro ad essere dei maghi e delle streghe più grandi e consapevoli ognuno del proprio magico potenziale da mettere al servizio degli altri, e dopo questa incredibile avventura, portando con sé tutta la magia che hanno imparato a controllare ed utilizzare ad Hogwarts e tutti i profondi legami di amicizia che si sono formati in questa settimana, sono carichi per ricominciare al meglio un nuovo anno di caccia! » Momenti di vita in Chiesa » Battesimi 22 maggio 2016 » Prima Comunione 8 maggio 2016 Parco Nazionale della Majella (Abruzzo) 2 - 7 agosto Clan Torres La strada è fatica. La fatica è crescita “L a route di Clan è strada. Lo scopo della strada è staccare dalla realtà e dalla vita frenetica, entrando nelle vesti scout per conoscere i propri limiti ed unirci”. Questo è quanto scritto nella Carta di Clan riguardo il cammino, parte essenziale della route svoltasi in Abruzzo, nel parco naturale della Majella, a inizio agosto. Il percorso, seppur ad altitudini non troppo elevate, ci ha permesso di vedere paesaggi incredibili, come, per esempio, gli eremi. Nei giorni di cammino due ragazze hanno preso la partenza. Inoltre, i luoghi che abbiamo avuto occasione di vedere sono molto vicini alle zone terremotate. Per quanto riguarda la Carta di Clan, si tratta del documento fondativo della comunità, abbracciato da ciascun membro e firmato ufficialmente in conclusione alla route estiva. Comunità, fede, servizio, partenza, stile e scelta politica sono i punti che la costituiscono, e sono stati scritti, con grande impegno da parte di ciascuno, durante tutta la durata dell’anno, cercando di trovare una linea comune in grado di rispecchiare ogni individuo del gruppo. Quanto scritto è stato sperimentato durante la route, in particolare per quanto riguarda l’esperienza comunitaria. Siamo rimasti pieni di soddisfazione sotto ogni punto di vista, in particolare modo quello comunitario. A destra gli alunni e il personale docente e non docente della scuola parrocchiale San Faustino dell’anno scolastico 2015-2016 » Scuola maggio 2016 » Battesimi 12 giugno 2016 [ Campi Scout ] [ Scout/Chiesa ] Fratel Bigio 16 Attività Per i ragazzi del catechismo e loro genitori presenza dei ragazzi, dei giovani e delle loro famiglie e il mandato ai catechisti (dei iniziale in chiesa. Sabato 1 ottobre alle ore ragazzi, dei giovani e degli svolte prima, verranno postici- 15 prove dei bambini per lo adulti), agli educatori dei pate dopo la conclusione della spettacolo della domenica 2 gruppi giovanili, ai capi scout e agli allenatori sportivi. sagra. Tutti i bambini e le loro alla sera. famiglie sono invitati a vive- Domenica 2 ottobre alle Mercoledì 19 ottobre alle re insieme questo momento ore 21 spettacolo in chiesa ore 21 in chiesa incontro dei importante, consultando gli per tutti. genitori delle classi 3°, 4° 5° appuntamenti che sono scritti Mercoledì 12 ottobre alle elementare, 1° e 2° media con sul bollettino parrocchiale. Ri- ore 19 S.Messa di inizio anno don Maurizio ed iscrizione cordiamo in particolare: pastorale-catechistico, con la dei bambini al catechismo. Tanti incontri e uno spettacolo Q uest’anno la sagra parrocchiale durerà dieci giorni per avere la possibilità di festeggiare al meglio il cinquantesimo anniversario della Dedicazione della nostra bella Chiesa parrocchiale. Per questo alcune attività, che venivano normalmente Venerdi 30 settembre alle ore 21 incontro di preghiera Un Presepe per Natale I nostri amici presepisti Giuseppe (nella foto) e Giorgio, stanno allestendo (hanno lavorato per tutta l’estate!) ed ultimando un artistico e grande presepe che sarà collocato per Natale nella nostra Chiesa parrocchiale. Grazie e buon lavoro! A Messa con la Scuola Come ogni anno, il nostro istituto scolastico “San Faustino” inizia il proprio percorso formativo con una messa celebrata da don Maurizio. L’appuntamento è per giovedì 29 settembre alle ore 19. Sarà un momento di incontro tra bimbi, genitori, personale della scuola e comunità. Pinnacolo, si gioca in palestra! Giovedì 6 ottobre alle 20,30 tradizionale torneo di pinnacolo mensile. In occasione della sagra, questo torneo si svolgerà nella palestra parrocchiale. I premi per i vincitori sono 2 weekend per 2 persone. E poi prosciutti e prodotti alimentari per le altre coppie classificate. Al termine, gnocco fritto e salume per tutti. Iscrizioni in ufficio parrocchiale o telefonando allo 059 350266 le mattine dei giorni feriali, chiamando o via sms al 392 2998804, via mail scrivendo a [email protected]. Per conoscere le date e i premi dei prossimi tornei, è attivo il sito www.parrocchiasanfaustino.it. Seguici anche su Facebook: Pinnacolo San Faustino. In crociera con la Lotteria Dai primi di luglio e per tutto il periodo che si conclude il giorno della sagra compreso, sono in vendita i biglietti della Grande Lotteria. Si possono trovare sul sagrato della Chiesa la domenica mattina e in ufficio parrocchiale tutti giorni dalle 9,30 alle 11,30. Il biglietto costa 2 euro e comprende tanti buoni sconto da utilizzare nei 29 esercizi convezionati. Ricco il montepremi: il primo premio è una crociera di una settimana per due persone, il secondo uno smartphone iPhone, il terzo una cruiser bike. Complessivamente i premi sono trenta. L’estrazione dei numeri vincenti avverrà domenica 9 ottobre alle 22,30 a conclusione della sagra. Tutte le fasi dell’estrazione saranno proiettate su maxischermo, ma se non riesci a partecipare puoi seguire in diretta l’estrazione su Facebook. Per informazioni è possibile visitare il sito www.parrocchiasanfaustino.it e cliccare su Lotteria. Dal giorno successivo l’estrazione sarà anche consultabile l’elenco dei numeri vincenti, che sarà esposto anche nella bacheca di fianco all’ufficio parrocchiale. [ Varie ]