A che punto siamo con l`armonizzazione dell`IVA nell

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A che punto siamo con l`armonizzazione dell`IVA nell
Università
Ca’ Foscari
di Venezia
Dipartimento di Scienze economiche
S. Giobbe – Cannaregio 873
30121 Venezia
A che punto siamo con l’armonizzazione
dell’IVA nell’Unione Europea?
Dino Rizzi – Davide Beggio
Dipartimento di Scienze economiche
Università Cà Foscari di Venezia
Maggio 1999
Una sintesi di questo lavoro è stata pubblicata su:
Il Gazzettino – 14 luglio 1999 – pagina 12 –- ECONOMIA
“Europa unita, ma non nell’IVA
Un processo in atto da oltre dieci anni e non ancora concluso”
Nell’ultimo decennio si è assistito ad un consolidamento del processo di coordinamento
e cooperazione fiscale tra i Paesi membri dell’Unione europea. I maggiori sforzi per una vera e
propria armonizzazione tra le legislazioni si sono avuti nel campo delle imposte indirette, in
particolare per l’imposta sul valore aggiunto.
Già nel 1987 con il Piano Cockfield la Commissione Europea aveva proposto un nuovo
regime comunitario per l’Iva prevedendo l’applicazione di due sole aliquote, una normale tra il
14 e il 20 per cento e una ridotta (da applicare a determinati beni e servizi di rilevanza sociale)
tra il 4 e il 9 per cento. Il Documento Scrivener del 1989, ribadendo l’intenzione di uniformare
le aliquote Iva degli Stati membri, confermava la forcella del 4-9 per cento per l’aliquota
ridotta ma prevedeva per l’aliquota normale solo un limite inferiore (14-15 per cento). Solo nel
1992, con la direttiva n. 77/92, si è arrivati ad un accordo tra gli Stati ed è stato adottato, a
partire dal 1993, un nuovo regime Iva (che è comunque transitorio) fissando solo limiti
inferiori, pari al 15 per le aliquote normali e al 5 per cento per le aliquote ridotte. La stessa
direttiva individua inoltre 17 categorie di beni e servizi per i quali è possibile applicare
l’aliquota ridotta.
1
Lo stato delle legislazioni dei Paesi europei può essere valutato osservando le aliquote
normali e ridotte per l’Iva in vigore al 1 gennaio 1998 (dal documento VAT Rates Applied in
the Member States of the European Community, DG XXI/148/98). Si possono notare (v.
tabella) ancora forti differenziazioni tra i vari Paesi membri, con l’aliquota normale che va dal
15% di Lussemburgo e Germania al 25% di Svezia e Danimarca, e con aliquote ridotte e
super-ridotte (al di sotto del minimo armonizzato) che variano dall’1% del Belgio al 17% della
Finlandia.
Un’analisi più approfondita essere effettuata considerando come e quanto gli Stati
membri seguano le direttive europee in materia di aliquote ridotte, e cioè se applicano o meno
aliquote minime del 5 per cento esattamente ai beni e ai servizi previsti dalla normativa
comunitaria. Le discrepanze possono essere di vario tipo: un Paese può applicare aliquote
ridotte inferiori al minimo armonizzato, oppure aliquote ridotte a beni per i quali non è prevista
la riduzione o, infine, l’aliquota normale a beni per i quali invece è prevista l’aliquota ridotta.
A partire dalle aliquote applicate dai Paesi membri abbiamo costruito un indice di
incoerenza per le aliquote ridotte dell’Iva, assegnando ad ogni categoria un punteggio pari a
zero in caso di totale concordanza con la direttiva comunitaria e un punteggio pari a 1 o a 2 in
caso di parziale o totale discordanza. Le esenzioni e le aliquote pari a zero sono state
considerate come totali discordanze, in quanto non previste a regime dalla Commissione.
L’indice evidenzia come Danimarca, Lussemburgo e Regno Unito abbiano un sistema di
aliquote ridotte totalmente incoerente con quello previsto nella direttiva comunitaria, in quanto
nessuna delle 17 categorie di beni e servizi viene tassata con un’aliquota ridotta del 5%. I Paesi
del Nord-Europa sembrano essere i più “disubbidienti”, mentre quelli del Sud, in particolare
Grecia (12%) e Portogallo (32%), rispettano in modo abbastanza soddisfacente i limiti stabiliti.
L’Italia occupa il settimo posto della graduatoria, con un punteggio molto vicino alla media tra
tutti gli Stati. Occorre però evidenziare che le discrepanze per l’Italia sono dovute all’aliquota
del 4%, che è comunque molto vicina al 5% minimo stabilito.
Considerando le aliquota dell’Iva applicate a tutti i beni e servizi, invece, abbiamo
calcolato un indice di distanza dalle aliquote minime previste. L’indice è stato ottenuto
sommando le differenze (positive o negative) tra le aliquote adottate da ciascun Paese e le
aliquote minime fissate dalla direttiva. La distanza media delle aliquote dei 15 Stati membri dai
valori minimi è pari a 5,82 punti percentuali, con un minimo di 2,93 punti percentuali per la
Spagna ad un massimo di 11,84 per la Danimarca. Anche in questo caso i Paesi del NordEuropa risultano i più distanti dai minimi, mentre l’Italia con 6,12 si colloca in piena media
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europea. I Paesi con l’indice di distanza più elevato, ovviamente, sono quelli che applicano
aliquote normali più elevate e/o sono più incoerenti nell’applicazione delle aliquote ridotte.
Da queste considerazioni emerge chiaramente come la situazione delle aliquote Iva
esistente in Europa sia tutt’altro che armonizzata. E’ da notare che un eventuale aumento del
grado di armonizzazione dell’Iva nell’UE non dovrebbe comportare grandi cambiamenti per il
nostro Paese se, come è plausibile supporre, si tenderà a restringere il campo di variazione
delle aliquote armonizzate attorno alla media europea.
Tabella 1 - Aliquote Iva negli Stati membri al 1 gennaio 1998 (in percentuale)
Aliquota
Aliquota
Aliquota
“Super-ridotta” Ridotta
Normale
1 Danimarca
25
2 Svezia
6 - 12
25
3 Finlandia
8 - 17
22
4 Belgio
1
6 - 12
21
5 Irlanda
3,3
12,5
21
6 Francia
2,1
5,5
20,6
7 Austria
10 - 12
20
8 Italia
4
10
20
9 Grecia
4
8
18
10 Paesi Bassi
6
17,5
11 Regno Unito
5
17,5
12 Portogallo
5 - 12
17
13 Spagna
4-7
16
14 Germania
7
15
15 Lussemburgo
3
6 - 12
15
Aliquote minime armonizzate
5
15
3
Tabella 2 - Indice di incoerenza delle aliquote ridotte Iva
Paesi
Punteggio Indice (%)
1
Danimarca
34
100
2
Regno Unito
34
100
3
Lussemburgo
34
100
4
Svezia
24
71
5
Finlandia
24
71
6
Irlanda
23
68
Media
20,4
60,1
7
Italia
20
59
8
Olanda
18
53
9
Austria
17
50
10 Germania
17
50
11 Francia
16
47
12 Spagna
16
47
13 Belgio
14
41
14 Portogallo
11
32
15 Grecia
4
12
Tabella 3 - Indice di distanza dalle aliquote minime Iva
Paesi
Indice (%)
1
Danimarca
11,84
2
Svezia
9,91
3
Finlandia
7,72
4
Irlanda
6,39
5
Austria
6,38
6
Regno Unito
6,15
7
Italia
6,12
5,82
Media
8
Francia
5,62
9
Belgio
5,60
10 Lussemburgo
3,98
11 Germania
3,80
12 Portogallo
3,73
13 Grecia
3,64
14 Olanda
3,54
15 Spagna
2,93
4