le dinamiche della ricchezza in tempi di crisi
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le dinamiche della ricchezza in tempi di crisi
0030.primopiano1_213_0030.primopiano1_213.qxd 14/03/13 10.33 Pagina 9 In primo piano economia & management 2 - 2013 manini - musile tanzi LE DINAMICHE DELLA RICCHEZZA IN TEMPI DI CRISI Capgemini Paola Musile Tanzi SDA Professor di Intermediazione Finanziaria e Assicurazioni e professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari dell’Università degli Studi di Perugia [email protected] IL NUMERO DI COLORO CHE DISPONGONO DI OLTRE UN MILIONE DI DOLLARI DI ASSET CONTINUA AD AUMENTARE A LIVELLO MONDIALE, ANCHE SE A RITMI RIDOTTI MENTRE LA LORO RICCHEZZA PRESENTA LIEVI SEGNALI DI EROSIONE, COMPRENSIBILI ALLA LUCE DELLA CRESCITA RALLENTATA E DELL’AUMENTATA VOLATILITÀ DEI MERCATI. DI QUESTO SCENARIO DEVONO TENERE CONTO GLI OPERATORI SPECIALIZZATI NEL WEALTH MANAGEMENT. OGGI, LA MAGGIORE FLESSIBILITÀ DEI RICAVI, L’APPESANTIMENTO DELLA STRUTTURA DEI COSTI, L’AUMENTO DEGLI INVESTIMENTI PER PRESIDIARE I RISCHI SI TRADUCONO PER GLI INTERMEDIARI IN UNA REDDITIVITÀ PIÙ CONTENUTA. IL BUSINESS DEL WEALTH MANAGEMENT SI TROVA AD AFFRONTARE SFIDE IMPORTANTI. CIÒ IMPLICA L’ATTENTA E CONTINUA REVISIONE DEI PROCESSI AZIENDALI E DEI MODELLI ORGANIZZATIVI ADOTTATI. 9 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Roberto Manini 0030.primopiano1_213_0030.primopiano1_213.qxd 14/03/13 10.33 Pagina 10 In primo piano economia & management 2 - 2013 in primo piano manini - musile tanzi π π π PREMESSA Quanti sono i cosiddetti ricchi a livello mondiale? Quanto è ampia la parte di ricchezza in capo a questo fortunato segmento? Ogni anno dal 1997 ad oggi le dinamiche nel settore degli High Net Worth Individuals (HNWI) ovvero degli individui o dei nuclei familiari con oltre un milione di dollari di asset liquidi sono fotografate e analizzate dal World Wealth Report di Capgemini, nel 2011 in joint con Royal Bank of Canada. Secondo l’ultimo rapporto, il segmento degli HNWI cresce leggermente (+0,8% rispetto al 2010), ma il loro livello di ricchezza complessivo presenta un leggero segnale di riduzione (-1,7% rispetto all’anno precedente). Sul calo di ricchezza degli HNWI ha influito la crisi, ma come ha impattato sulle loro scelte di investimento? L’orientamento degli investitori è stato quello di modificare i propri portafogli nel tentativo di proteggere il capitale, in particolare le scelte si sono orientate alla liquidità e su investimenti obbligazionari in paesi percepiti come sicuri. A fronte di queste dinamiche, come reagiscono gli operatori del wealth management, specializzati nell’offerta di servizi agli HNWI? Secondo gli operatori che hanno partecipato alla realizzazione del rapporto, il tentativo è quello di ampliare la presenza sul mercato, contenendo i costi di struttura ovvero di accrescere la scalabilità dei modelli di business. Di seguito si analizzano, in primo luogo, i trend che interessano a livello internazionale il segmento degli HNWI, in secondo luogo i driver della ricchezza in questi anni di crisi e, infine, la reazione da parte degli operatori specializzati nel wealth management. π π π COME SI MUOVE LA RICCHEZZA? A livello mondiale il segmento degli HNWI cresce dal 2004 ad oggi in termini di numerosità e di ricchezza posseduta, sebbene anche su questo segmento si riflettano le dinamiche della crisi (tabella 1). Nel 2011 il segmento si amplia leggermente in termini di numerosità, ma con i tassi di crescita di un mercato maturo (+0,8% rispetto al 2011), mentre si contrae in termini di ricchezza (-1,7% rispetto al 2010), un calo decisamente meno consistente di quello sopportato durante la crisi del 2008 (anno in cui il decremento di ricchezza fu del -19,4% rispetto al 2007). I dati si riferiscono a 71 paesi, che rappresentano oltre il 98% del Gross Domestic Product (GDP) mondiale e il 99% della capitalizzazione delle borse mondiali. © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI tabella 1 evoluzione della ricchezza e del numero di hnwi 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Ricchezza finanziaria (1) 30,7 33,3 37,2 40,7 32,8 39,0 42,7 42,0 Numero di HNWI (2) 8,2 8,7 9,5 10,1 8,6 10,0 10,9 11,0 (1) usd trillions; (2) milioni fonte: capgemini, anni vari La crescita della popolazione è attribuibile in larga parte al segmento degli HNWI che si colloca nella fascia tra 1 e 5 milioni di dollari investibili e che rappresenta circa il 90% del totale degli HNWI. Invece, nel 2011 la popolazione degli ultra-HNWI (soggetti con 10 0030.primopiano1_213_0030.primopiano1_213.qxd 14/03/13 10.33 Pagina 11 le dinamiche della ricchezza in tempi di crisi economia & management 2 - 2013 figura 1 in primo piano numero di hnwi per area geografica (in milioni), 2007-2011 CAGR 2007-2011: 2,1% Numero di individui HNWI nel mondo (milioni) 12 Totale 10,1 Totale 8,6 Totale 10,0 0,1 0,4 0,4 3,1 % Variazione totale popolazione HNWI 2010-2011 Totale 10,9 Totale 11,0 0,1 0,4 0,5 0,1 0,5 0,5 3,1 3,2 0,1 0,4 0,5 0,1 0,4 0,4 9 manini - musile tanzi πGlobale 0,8% πAfrica 3,9% πMedio Oriente 2,7% πAmerica Latina 5,4% 3,0 πEuropa 1,1% πNord America -1,1% 2,6 6 πAsia Pacifico 3,4 3,4 3,0 3,3 3,4 2009 2010 2011 1,6% 3,1 3,3 2,7 3 2,8 0 2,4 2007 2008 fonte: capgemini lorenz curve analysis, 2012 figura 2 ricchezza finanziaria degli hnwi per area geografica (usd trillions), 2007-2011 CAGR 2007-2011: 0,8% 50 Totale 40,7 Totale 32,8 Totale 39,0 % Variazione della ricchezza totale HNWI 2010-2011 Totale 42,7 1,2 1,0 0,8 1,7 1,5 1,7 7,3 6,2 0,8 10,7 -1,7% πAfrica -2,0% 1,1 πMedio Oriente 0,7% 1,7 πAmerica Latina -2,9% 7,1 πEuropa πAsia Pacifico 5,8 -1,1% πNord America -1,1% 6,7 1,4 30 πGlobale 10,2 10,1 10,8 10,7 10,7 11,6 11,4 2009 2010 2011 -2,3% 9,5 8,3 20 9,5 9,7 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Ricchezza globale (USD Trillions) 40 Totale 42,0 7,4 10 11,7 9,1 0 2007 2008 fonte: capgemini lorenz curve analysis, 2012 11 0030.primopiano1_213_0030.primopiano1_213.qxd 14/03/13 10.33 Pagina 12 In primo piano economia & management 2 - 2013 in primo piano manini - musile tanzi oltre 30 milioni di dollari in asset finanziari) diminuisce del 2,5% e la loro ricchezza complessiva del 4,2%. Appena al disotto di questo segmento, ma oltre la soglia dei 5 milioni di dollari di patrimonio finanziario, si colloca il segmento dei “mid-tier millionaires”, la somma di questi due segmenti pesa per il 9,7% in termini numerici, ma per il 56,9% in termini di ricchezza finanziaria. Un segnale forte del livello di concentrazione della ricchezza esistente a livello mondiale. Interessante è osservare la redistribuzione della ricchezza, avvenuta a livello geografico, dopo la crisi. La situazione rappresentata nelle figure 1 e 2 conferma la crescita dell’area Asia-Pacifico, che nel corso degli ultimi cinque anni in termini numerici eguaglia il Nord America e diventa il bacino di HNWI più ampio al mondo. In termini di ricchezza la più grande area geografica è ancora il Nord America, seguito a distanza ravvicinata dall’area asiatica. Data la congiuntura economica e l’impatto delle recenti crisi, non stupisce il sorpasso dell’area asiatica sull’Europa in terza posizione nello scenario internazionale. L’area latino-americana, seppure ancora molto contenuta numericamente, accresce nei cinque anni rilevanza dimensionale, nonostante il lieve rallentamento nel 2011. Ragionando invece di singoli paesi, in luogo di aree geografiche, la classifica che emerge è quella illustrata nella figura 3, nella quale l’Italia compare in decima posizione a livello internazionale per dimensione della popolazione di HNWI, invariata rispetto al 2010. I primi tre paesi presenti in classifica, ovvero Stati Uniti, Giappone e Germania, L’Italia è caratterizzata da una quota di ricchezza finanziaria netta in capo alle famiglie elevata rispetto all’area euro figura 3 numerosità di hnwi per paesi -1,2% Numeri HNWI (k) © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI 3,0% 5,2% 3,6% -6,9% -1,3% 6,2% -1,5% La Corea del Sud ha sostituito l’India, che ha subito un calo significativo della popolazione HNWI nel 2011. L’India era entrata per la prima volta nel 2010 nella classifica dei top 12. 951 924 562 535 454 441 404 396 United States Japan Germany China United Kingdom France 1 2 3 4 5 6 π 2010 π 2011 fonte: word wealth report, capgemini-rbc 2012 12 -0,9% 1.739 1.822 1.000 Posizione nel 2010 1,9% 3.104 3.068 2.000 0 -2,9% 53,3% della popolazione complessiva HNWI (53,1 nel 2010) 4.000 3.000 4,8% 282 280 252 243 193 180 Canada Switzerland Australia 7 8 9 170 168 165 155 147 144 Italy Brasil South Korea 10 11 13 0030.primopiano1_213_0030.primopiano1_213.qxd 14/03/13 10.33 Pagina 13 le dinamiche della ricchezza in tempi di crisi economia & management 2 - 2013 in primo piano manini - musile tanzi concentrano il 53% della ricchezza detenuta dagli HNWI a livello mondiale. In questo elenco nel 2011 la Corea del Sud 2007 2010 2011 prende il posto dell’India Italia 2,76 2,56 2,38 e si colloca in tredicesiFrancia 2,06 2,07 1,96 ma posizione. Germania 1,81 1,85 1,80 Il posizionamento dell’Italia tra i paesi con il Spagna 1,44 1,16 1,11 maggior numero di HNWI Area dell’Euro 2,08 1,99 1,92 conferma la situazione Regno Unito 2,89 2,85 2,75 presentata da Banca d’ItaStati Uniti 3,50 3,12 3,01 lia nella sua ultima Relazione Annuale (tabella 2) Giappone 3,71 3,69 --di paese caratterizzato da una quota di ricchezza fifonte: banca d’italia, relazione annuale, maggio 2012 nanziaria netta in capo alle famiglie elevata rispetto all’area euro. Tale situazione è monitorata nell’ambito di un’indagine statistica sui bilanci delle famiglie italiane: “La concentrazione della ricchezza finanziaria è aumentata durante la crisi: la quota di attività finanziarie posseduta dal 10 per cento delle famiglie più ricche è salita, tra il 2008 e il 2010, dal 44 al 47 per cento. Più del 60 per cento del totale delle attività finanziarie è detenuto da nuclei con un capofamiglia di età superiore a 55 anni, mentre ha continuato a ridursi la quota posseduta da quelli con capofamiglia di età inferiore a 35 anni (meno del 4 per cento nel 2010, oltre dieci punti percentuali più bassa di quanto osservato nella prima metà degli anni novanta)” (Banca d’Italia 2012). In sintesi, in Italia poche e anziane famiglie controllano una quota elevata di ricchezza. tabella 2 ricchezza finanziaria netta in rapporto al reddito disponibile (consistenze a fine periodo) π π π QUALI SONO I DRIVER CHE HANNO IMPATTATO 13 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI SULLA RICCHEZZA? La leggera contrazione della ricchezza complessiva del segmento nel 2011 non sorprende dato l’andamento dello scenario internazionale: la crescita mondiale contenuta, l’elevata volatilità dei mercati, in larga parte legata all’incertezza sull’area euro, l’esperienza di scarsi rendimenti sul fronte equity e immobiliare sono fattori che contribuiscono a orientare le preferenze degli investitori verso investimenti in liquidità e obbligazionari. Ω A livello internazionale, la crescita mondiale del GDP nel 2011 è stata del 2,7%, con andamenti molto differenziati nelle diverse aree geografiche. La figura 4 mostra l’andamento del GDP nelle diverse aree geografiche negli ultimi tre anni: il rallentamento della crescita nel 2011 è significativo rispetto al 2010, pur in assenza di segnali di recessione nelle diverse aree geografiche, come invece era accaduto nel 2009. Rilevante è il gap di crescita nel 2011 tra le aree geografiche. In particolare, colpisce il confronto tra il tasso di crescita dell’Europa occidentale, 1,7%, se paragonato con quello segnato in altre aree geografiche, come l’area asiatica, che registra una crescita del 6,5%, sebbene in rallentamento rispetto al 2010 o quella della stes- 0030.primopiano1_213_0030.primopiano1_213.qxd 14/03/13 10.33 Pagina 14 In primo piano economia & management 2 - 2013 figura 4 in primo piano manini - musile tanzi tasso di crescita del gross domestic product (gdp) mondiale e per aree geografiche 2009-2011 Tasso di crescita (%) 12 8,3 6,5 6 6,0 5,2 4,1 4,3 4,1 4,5 3,7 3,1 2,7 3,8 3,4 3,0 2,2 1,8 1,5 1,7 0 -1,6 -2,0 -2,3 -3,4 (6) Mondo Asia-Pacifico (ex. Japan) America Latina Medio Oriente e Nord Africa Africa Sub-sahariana -4,2 Nord America Europa Occidentale -5,7 Europa Orientale π 2009 π 2010 π 2011 fonte: capgemini analysis 2012; economist intelligence unit, march 2012 figura 5 previsioni sul tasso di crescita del gross domestic product (gdp) mondiale e per aree geografiche 2012-2013 Previsione crescita 2012-2013 (basis points) 70 70 80 70 60 80 20 100 8 6,8 6,1 6 Tasso di crescita (%) 5,2 4,4 4 4,2 4,2 3,5 3,6 3,3 2,9 2 2,5 2,2 1,9 2,1 0,8 0 Mondo Asia-Pacifico (ex. Japan) Africa Sub-sahariana Medio Oriente e Nord Africa America Latina Europa Orientale Nord America -0,2 Europa Occidentale (2) π 2012f π 2013f © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI fonte: capgemini analysis 2012; economist intelligence unit, may 2012; global economic prospects, may 2012; the world bank, may 2012 sa Europa dell’Est in crescita del 3,8%. Le prospettive, evidenziate nella figura 5, sono di rallentamento ulteriore della crescita nel 2012: è infatti previsto un tasso di crescita del GDP mondiale del 2,2% a fronte di una lenta ripresa nel 2013. Ω Le scelte di investimento degli HNWI sono state condizionate dall’elevata volatilità dei mercati, su cui ha pesato nel 2011 l’incertezza derivante dall’area euro (figura 6). Nonostante le misure adottate in Europa per contenere la crisi legata al rischio sovrano, in funzione dell’alto livello di debito presente nel bilancio di alcuni paesi europei (figura 7), la volatilità non risulta contenuta nel 2012 e si configura uno scenario nel quale gli investitori dovranno convivere con alti tassi di volatilità dei mercati. Questa attesa nel 2011 ha indotto gli investitori a ricercare asset class di investi- 14 0030.primopiano1_213_0030.primopiano1_213.qxd 14/03/13 10.33 Pagina 15 le dinamiche della ricchezza in tempi di crisi economia & management 2 - 2013 figura 6 in primo piano volatilità giornaliera del dow jones world index (gennaio 1997- gennaio 2012) Crisi finanziaria globale 2008-09 Volatilità giornaliera dell’indice DJ 3 2 1 manini - musile tanzi 11 Settembre 2001 Crisi finanziaria Russia Crisi del debito Asia 0 Jan-97 Crisi del debito sovrano Eurozona Scoppio bolla tecnologica Jan-00 Jan-03 Jan-06 Jan-09 Jan-12 fonte: word wealth report, capgemini-rbc 2012 debito pubblico totale e deficit di bilancio pubblico in percentuale del gdp, selezione di paesi, 2011 Debito Pubbl./PIL Deficit di bilancio/PIL Giappone 229,8% -10,1% -9,9% Singapore 100,8% 7,3% 120,1% -3,9% India 68,1% -8,7% Grecia 160,8% -9,2% Thailandia 41,7% -1,9% -3,4% Spagna 68,5% -8,5% Nuova Zelanda 37,0% -6,5% 34,7% -2,1% Belgio 98,5% -4,2% Sud Corea 34,1% 2,3% Perù 21,6% 1,9% Francia 86,3% -5,3% Cina 25,8% -1,2% Cile 9,9% 1,2% Germania 81,5% -1,0% Indonesia 25,0% -1,6% UK 75,1% -8,7% Australia 22,9% -4,3% Svizzera 48,6% -0,4% Arabia Saudita 7,5% 15,2% Debito Pubbl./PIL Deficit di bilancio/PIL EUROPA Debito Pubbl./PIL Deficit di bilancio/PIL USA 98,5% -9,6% Portogallo 106,8% -4,0% Canada 85,0% -4,5% Irlanda 105% Brasile 66,2% -2,6% Italia Argentina 44,2% -3,3% Messico 43,8% Colombia AMERICHE RESTO DEL MONDO fonte: capgemini analysis 2012; international monetary fund (imf), may 2012 mento percepite sicure, come la liquidità e gli investimenti in obbligazioni, emesse da emittenti contraddistinti da basso rischio. Ω L’andamento del mercato azionario nel 2011 segnala una contrazione consistente pari a -18,7% a livello mondiale e riflette l’andamento negativo delle diverse aree geografiche, Europa, Asia-Pacifico e America. La pesante decrescita si registra dopo un periodo di ripresa dal 2008 al 2010 (+29,1%) e dopo la brusca caduta del 2008, -48,3% rispetto al 2007 (figura 8). Osservando la serie storica prolungata dei dati re- 15 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI figura 7 0030.primopiano1_213_0030.primopiano1_213.qxd 14/03/13 10.33 Pagina 16 In primo piano economia & management 2 - 2013 in primo piano manini - musile tanzi lativi al mercato azionario statunitense dal 1930 al 2012, si evidenzia il consistente accorciamento dei cicli di rialzo e di ribasso, che di recente si realizzano nell’arco di quattro anni, rispetto alle durate più che decennali registrate nel passato (figura 9). La combinazione di maggiore volatilità dei mercati e di performance deludente nel corso del 2011 ha contribuito a ridurre la preferenza degli HNWI per l’investimento azionario. I Treasury Bills, emessi negli Stati Uniti (il Dow Jones CBOT Treasury Index è cresciuto del 12,2% nel 2011) e l’oro hanno beneficiato di una domanda consistente alla ricerca di sicurezza, mentre il mercato immobiliare ha registrato una domanda debole, associata a prezzi bassi. figura 8 capitalizzazione del mercato azionario per aree geografiche 2004-2011 (usd trillions) CAGR 2004-2007 18,4% Capitalizzazione mercato azionario (USD Trillions) 80 Crescita 2007-2008 -48,3% CAGR 2008-2010 29,1% Crescita 2010-2011 -18,7% Regione Crescita Indice di capit. benchmark mercato crescita 2010-2011 2010-2011 Emea (27,1%) (14,5%) APAC (19,9%) (17,3%) Americhe (12,0%) (2,9%) 61,5 60 53,0 51,2 19,3 46,5 42,2 13,0 13,0 π Asia-Pacifico π Americhe 15,6 12,0 9,4 14,6 9,3 7,5 11,1 31,8 17,9 11,5 20 π Europa/Medio Oriente/Africa 16,6 37,3 40 43,1 15,3 12,5 8,5 0 18,2 19,9 2004 2005 24,3 22,7 22,2 18,9 19,5 13,9 2006 2007 2008 2009 2010 2011 fonte: capgemini analysis 2012; world federation of exchanges, gennaio 2012 figura 9 cicli storici di rialzo e di ribasso del mercato azionario statunitense, indice djia, 1930-2012 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Dow Jones Industrial Average 16,000 Bear Market 20 Years 12,000 Bull Market 17 Years Bull Market 18 Years 8,000 Shortened boom/bust cycles 4,000 0 1930 1935 1940 1945 1950 1955 fonte: word wealth report, capgemini-rbc 2012 16 Bear Market 16 Years Bull Market Bear 4 Years Market 4 Years 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 0030.primopiano1_213_0030.primopiano1_213.qxd 14/03/13 10.34 Pagina 17 le dinamiche della ricchezza in tempi di crisi economia & management 2 - 2013 in primo piano manini - musile tanzi π π π WEALTH MANAGEMENT: LA RICERCA DELLA SCALABILITÀ La struttura dei ricavi nel private banking è sottoposta alle pressioni di una crescente competizione che riduce i margini 17 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI DEI MODELLI DI BUSINESS PER RAGGIUNGERE LA STABILITÀ A fronte di queste modifiche, come reagiscono gli operatori nel settore wealth management, specializzati nell’offerta di servizi agli HNWI? Le soluzioni adottate differiscono in funzione del DNA dei diversi operatori e dei differenti modelli di business adottati, ma il comune impegno è quello di accrescere la dimensione del proprio mercato, cercando di contenere i costi. Il livello di attrattività del comparto è alto, in quanto potenzialmente in grado di generare ricavi stabili, in presenza di un contenuto assorbimento di capitale, aspetto che diventa particolarmente intrigante alla luce dell’evoluzione normativa contenuta nell’impianto di Basilea 3. Nel settore è però elevato anche il livello di competitività; sul mercato si confrontano, infatti, operatori con modelli di business molto eterogenei tra loro: l’arena competitiva è popolata da piccole realtà “indipendenti” locali, operatori di matrice bancaria e non domestici, global e niche player internazionali. A questo proposito, è utile richiamare il fatto che il concetto di modello di business, nella sua accezione più ampia, indica “the way the company operate”, ovvero è la risultante delle scelte compiute dal management e delle corrispettive conseguenze (Zott, Amit, Massa 2010). Le scelte vanno a concretizzarsi nel posizionamento strategico e nell’architettura complessiva dei processi aziendali (Dossi, Musile Tanzi 2012). I modelli di business sono dunque fortemente influenzati dal DNA, dalla vocazione dell’impresa stessa, aspetti dai quali non si può prescindere e che comportano la forte contestualizzazione aziendale e locale delle tendenze rilevabili a livello settoriale internazionale. Negli ultimi decenni il cambiamento sui modelli di business nel settore è stato così consistente da richiedere un vero e proprio “cambio di pelle” e di lessico. Negli anni sessanta, quando le grandi commercial bank americane entrarono nell’area di business del private banking, sfidando il monopolio delle banche svizzere, furono attratte da alcune specificità settoriali: ricavi elevati e stabili, caratterizzati da una struttura di costi contenuta e da basso rischio. Nello scenario attuale il contesto è profondamente cambiato. Ω La struttura dei ricavi è sottoposta alle pressioni di una crescente competizione che riduce i margini. L’attività di private banking è ancora percepita dalla clientela come un servizio a elevato valore aggiunto e il prezzo non è la variabile competitiva più rilevante nella scelta del servizio, ma il mercato è ormai in grado di confrontare tra loro le offerte provenienti da più operatori. Inoltre, l’elemento di stabilità dei ricavi permane nella misura in cui il servizio si basa su management fee o di advisory, si riduce notevolmente se l’attività contiene una componente significativa di servizi di amministrazione o di negoziazione, ma anche gli operatori maggiormente orientati al risparmio gestito, in fasi recessive del mercato, possono subire pesanti ripercussioni, legate al clima di sfiducia da parte degli investitori. La stabilizzazione dei ricavi è meglio perseguita diversificando le fonti di origine delle commissioni, con particolare attenzione a quelle aree di attività che prevedono, per loro natura, rapporti contrattuali di lungo termine, come la pianificazione assicurativo-previdenziale e quella successoria, in una logica di ge- 0030.primopiano1_213_0030.primopiano1_213.qxd 14/03/13 10.34 Pagina 18 In primo piano © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI economia & management 2 - 2013 in primo piano manini - musile tanzi stione della ricchezza complessiva ovvero di wealth management. Mentre, però, sul fronte assicurativo l’effetto della diversificazione è visibile nel bilancio di alcuni operatori, attraverso un aumento delle voci di ricavo, la pianificazione successoria spesso risulta essere un servizio aggiuntivo, apprezzato dal cliente ma che non necessariamente si esplicita in commissioni dirette per l’intermediario. Ω La struttura dei costi nel frattempo si è notevolmente appesantita nel corso degli anni, fino a diventare un elemento di debolezza per alcune realtà. Il cost-to-income a livello di settore evidenziato nel World Wealth Report a livello internazionale nel 2011 è pari a 79,8%, in crescita dal 63,7% del 2007. Il dato medio del cost-to-income è il segnale che alcune strutture hanno raggiunto livelli molto prossimi alla non-sostenibilità. Considerata questa situazione, ci si può attendere che la sua riduzione rientri tra gli obiettivi perseguiti prioritariamente dal settore. A questo proposito è utile riflettere sul fatto che in alcuni casi l’adozione di logiche di open architecture non ha contribuito a rendere più flessibile la struttura dei costi; in compenso, tale effetto è stato raggiunto sul fronte dei ricavi. Ω La pressione sui ricavi, a fronte di strutture dei costi notevolmente appesantite, evidenzia un livello di rischio di business elevato, ovvero il rischio che la marginalità si riduca a tal punto da non consentire la copertura dei costi. Inoltre, sul fronte dei rischi aziendali, il quadro regolamentare impone di identificare, di monitorare e di gestire il rischio operativo in capo all’operatore e di controllare il rischio di compliance, cui si è esposti. Se infatti è ancora vero che nell’attività di private banking / wealth management la banca o la società non prendono posizione in termini di rischi di mercato / di credito (se non è attiva sul fronte finanziamenti), è altrettanto vero che sopportano un alto rischio operativo, connesso all’adeguatezza del proprio sistema informativo e dei controlli, alla correttezza dei processi aziendali, alla correttezza e alla professionalità dei propri dipendenti. A fronte del rischio operativo occorre allocare capitale, una risorsa scarsa nel settore bancario, e l’investimento sul fronte del presidio dei rischi operativi deve aumentare, se l’intermediario adotta logiche di architettura aperta, esternalizzando presso fornitori terzi attività core, come la gestione dei portafogli dei clienti. Inoltre, occorre attivare processi in grado di intercettare a tutti i livelli le potenziali fonti di rischio di compliance, onde evitare che il loro mancato rispetto si traduca in sanzioni penali e perdite economiche e di reputazione per l’intermediario. Quest’ultimo è un aspetto particolarmente delicato poiché, da un lato, si opera in contropartita con clientela di elevato standing, dall’altro i volumi delle operazioni effettuate nel settore possono essere rilevanti, perciò occorre prestare la massima attenzione all’origine dei flussi. Nel settore, dunque, gli investimenti in tecnologia, in supporti informativi e in formazione del personale sono consistenti, al fine di contribuire a controllare il livello dei rischi operativi e di compliance sopportati. Alcuni modelli di business ereditati dal passato non sono stati in grado di rispondere alle mutate esigenze del settore, per la mancanza di flessibilità e per l’incapacità di sostenere la crescita e la complessità del business, mantenendo elevato il livello di redditività e di soddisfazione dei clienti e dei professionisti che li interfacciano. La fotografia che emerge nel World Wealth Report di Capgemini-RBC è quella di un business che si pone come obiettivo la crescita del proprio mercato, tenendo fortemente sotto controllo i costi. La scalabilità del business è un obiettivo arduo da raggiunge- 18 0030.primopiano1_213_0030.primopiano1_213.qxd 14/03/13 10.34 Pagina 19 le dinamiche della ricchezza in tempi di crisi economia & management 2 - 2013 in primo piano manini - musile tanzi re; a questo proposito alcune best practice adottate nel settore sono volte a: Ω ottimizzare i processi attraverso l’automazione; Ω utilizzare team di specialisti di prodotto a livello di sede centrale, capaci di supportare la rete di advisor; Ω adottare efficaci modelli di segmentazione degli HNWI; Ω mantenere il principio guida della scalabilità anche nel valutare eventuali operazioni di acquisizioni esterne. L’obiettivo di rivedere il modello di business, peraltro, non può prescindere dall’identificazione delle eredità del passato, dal DNA dell’operatore e dalle sue core competencies e dalle tecnologie che è in grado di mettere in campo. π π π CONCLUSIONI Il segmento di coloro che dispongono di oltre un milione di dollari di asset a livello mondiale, i cosiddetti High Net Worth Individuals, continua a crescere, anche se a ritmi ridotti e la loro ricchezza presenta lievi segnali di erosione, comprensibili alla luce della crescita rallentata a livello mondiale, dell’aumentata volatilità dei mercati e delle deludenti performance dei mercati azionari che inducono questi investitori a comportamenti particolarmente prudenti. Di questo scenario devono tenere conto gli operatori specializzati nel wealth management, che in molti casi si sono rafforzati nel settore durante gli anni di crescita sostenuta. Oggi, la maggiore flessibilità dei ricavi, fortemente sotto pressione, l’appesantimento della struttura dei costi, l’aumento degli investimenti per presidiare i rischi si traducono per gli intermediari in una redditività più contenuta. Il business del wealth management si trova ad affrontare sfide importanti, legate all’incremento della regolamentazione, alla diminuita profittabilità e all’accresciuta volatilità dei mercati. Ciò implica l’attenta e continua revisione dei processi aziendali e dei modelli organizzativi adottati. Il conseguimento di una redditività soddisfacente in quest’area di business passa attraverso la capacità di ampliare il mercato di riferimento, contenendo i costi, disegnando modelli flessibili e fondati sul principio della scalabilità del business, nel rispetto della propria storia aziendale che contribuisce a formare il DNA di ciascun operatore. π AIPB (2011), Lo scenario macroeconomico e i patrimoni italiani. Il mercato del private banking, Report 2011. 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