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P R I M O P I A N O
OMEOPATIA
Le terapie non convenzionali
sono preziosi alleati
dell’attività fisica
contro i principali traumi
Un binomio
DI ELENA BOTTAZZI, FARMACISTA
I
nnumerevoli e ormai consolidati
sono gli effetti positivi apportati dall’attività fisica: protezione cardiovascolare, mantenimento del peso corporeo ideale, rinforzo delle articolazioni e
controllo ormonale, fino al ritardo dell’invecchiamento e agli ottimi benefici
sul piano psicologico.
Tuttavia, si deve tener presente anche
l’altra faccia della medaglia, ovvero i potenziali pericoli in agguato, caratterizzati
per lo più da lesioni all’apparato muscolo-scheletrico. Tutto ciò non riguarda solo
i professionisti, ma anche e soprattutto i
dilettanti o i praticanti occasionali, che,
proprio perché non sempre correttamente informati sui rischi, possono incorrere
in episodi spiacevoli o addirittura vacanze rovinate, a cui poi il farmacista o il medico devono saper porre rimedio. A questo proposito, entrano in gioco a pieno titolo i medicinali omeopatici, preziosi alleati, che offrono un ampio ventaglio di
possibilità di cura e guarigione. Sull’argomento, spesso poco approfondito ma
molto attuale, Boiron ha di recente organizzato un incontro, con l’intervento di
Bruno Brigo, specializzato in Medicina
interna, terapia fisica e riabilitazione e
grande esperto di omeopatia, autore di
numerose pubblicazioni in merito, e la
partecipazione straordinaria della pluripremiata campionessa mondiale e olimpica di canoa, Josefa Idem, utilizzatrice
da tempo dei rimedi non convenzionali.
PRIMA E DOPO L’ATTIVITÀ
È importante innanzitutto ricordare che,
a differenza di molti farmaci usati in allopatia, l’assunzione dei medicinali omeopatici per via orale non comporta fotosensibilizzazione, aspetto rilevante per
chi pratica attività all’aria aperta. Essi so-
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no anche privi di sostanze dopanti. In fase preparativa, il rimedio consigliato è Arnica montana, definita, «dal latino, panacea lapsorum, ovvero panacea dei traumi, impiegata quindi in tutte le fasi dell’attività», afferma Bruno Brigo. Essa possiede, infatti, «un tropismo elettivo per il
tessuto muscolare», continua l’esperto,
«riducendo così contrattura e tensione
dolorosa». La sua azione si esplica però
anche a livello del microcircolo, risultando utile durante l’allenamento, in quanto agisce sulle parti esposte a traumatismi o a sovraccarichi da sforzi muscolari. Va quindi assunta in diluizione 7 CH,
5 granuli prima e dopo attività intensa,
per cicli di circa venti giorni. Può essere
associata a integratori a base di magnesio, taurina e vitamina B6. Tra le tante
proprietà possedute dal magnesio, vi è
P R I M O P I A N O
vincente
l’incremento della capacità di resistenza, la facilitazione della trasmissione di
impulsi nervosi ottimizzando la prestazione muscolare, e ancora la riduzione
dell’acido lattico. «Se assunto come glicerofosfato, inoltre, non causa i comuni problemi intestinali derivanti dallo
stimolo della peristalsi», puntualizza
Brigo. Il magnesio è mantenuto nell’organismo grazie alla taurina, che svolge
un’attività a esso complementare e, a
sua volta, viene sintetizzata per mezzo
della vitamina B6. Ecco quindi spiegata la necessaria assunzione concomitante di questi tre elementi.
Al termine dell’attività sportiva, per ridurre l’affaticamento muscolare, oltre ad arnica 9 CH 5 granuli per 4 volte al giorno,
è suggerita l’assunzione di altri due rimedi. Il primo, China, 9 CH, 5 granuli fino a 3 volte al dì, «è indicato soprattutto
in caso di sudorazione profusa e perdita
di liquidi», afferma Brigo. Il secondo,
Hematite, ossia ossido ferrico, «che in
realtà è un litoterapico, diffuso nella tradizione cinese, minerale ricco di ferro, in
forma altamente biodisponibile all’assorbimento», precisa l’esperto. «Migliora infatti l’ossigenazione dei tessuti, correggendo l’anemia e aumentando il livello energetico». Va assunta la diluizione 8 DH, 2 fiale al giorno, per cicli di tre
mesi. In caso invece d’indolenzimento
muscolare a seguito di uno sforzo eccessivo e di un’intensa attività sportiva, è
consigliabile applicare localmente un
gel o una crema all’arnica.
CRAMPI, CONTUSIONI, DISTORSIONI
Soprattutto per gli appassionati di jogging, tennis, ciclismo e calcio, il rischio
di crampi, distorsioni e contusioni è
sempre dietro l’angolo.
Anche in questa circostanza è indicata
Arnica montana 7CH, sia per crampi sia
per distorsioni, nel primo caso con posologia di 5 granuli prima, e ogni ora durante lo sforzo, fino al miglioramento, va-
levole pure per gli altri due rimedi associati, ovvero Cuprum metallicum 7CH, e Sarcolacticum
acidum 9CH. In caso di distorsioni invece entra in campo un altro binomio vincente, costituito da Bryonia 5 CH e Ledum Palustre 5CH, che assieme ad arnica vanno assunti in 5 granuli ogni 2
ore, diradando poi in base al miglioramento. Per il trattamento delle contusioni è consigliato un gel o una crema a base di arnica, che permette di alleviare rapidamente il dolore, oltre a prevenire la
formazione di ematomi e accelerarne il
riassorbimento. È importante applicare
prima possibile uno strato sottile, ripetendo l’impiego due-tre volte al giorno
e/o a seconda della necessità. La zona
cutanea interessata non deve però presentare abrasioni o ferite aperte.
Se dopo un trauma, la parte colpita risulta edematosa, bluastra e dolente, è
opportuno optare per Arnica montana 5
CH, 5 granuli ogni 2 ore, alternandola a
China 5 CH, alla medesima posologia,
diradando poi l’assunzione con il miglioramento della sintomatologia dolorosa.
ALTRI DISTURBI
L’Upper back sindrome, ovvero la Sindrome della parte alta del tronco superiore, è un evento particolarmente spiacevole che non riguarda solo gli sportivi, ma anche tutte quelle attività professionali in cui vi è ripetitività di movimenti a carico degli arti superiori, determinando così tensione dolorosa localizzata nella parte alta del tronco posteriore.
In questi casi si può intervenire con Magnesia phosphorica 7 CH, 5 granuli
mattino e sera. Gli sport che prevedono
una sollecitazione meccanica ripetuta
della cute dei piedi, come per esempio il
walking o i sopracitati jogging e calcio,
possono provocare la formazione di fastidiose callosità. Antimonium crudum
5 CH, 5 granuli, due volte al dì, è d’aiuto.
O M E O P AT I A
«In aggiunta»,
consiglia Brigo,
«è opportuno
utilizzare una
crema a base
di Calendula
officinalis
T.M. in soluzione glicerica, applicata localmente, oppure, nelle forme
estese, impregnare direttamente una
garza con la tintura madre, e ricorrere
al bendaggio occlusivo durante il riposo notturno».
Infine, qualche consiglio per il trattamento del cosiddetto “gomito del tennista”, meglio definito epicondilite, disturbo molto comune che può colpire
gli amanti della racchetta, ma anche
chi pratica nuoto, scherma o canoa. Oltre all’applicazione di gel o crema a base di arnica 2/3 volte al dì sulla zona interessata, e a 5 granuli 3 volte al giorno
dello stesso principio attivo, in diluizione 7 CH, va aggiunta una uguale posologia di Kali bichromicum 7 CH, per almeno due settimane.
LA CURA DOLCE
«Il mio avvicinamento definitivo all’omeopatia è avvenuto nel 2000. Prima
delle olimpiadi, avevo assunto antibiotici
per 37 giorni a causa di una forte bronchite ed ero davvero debilitata. Fortunatamente, ho incontrato un medico
omeopata che mi ha prescritto una cura
mirata, dopo la quale sono stata bene
per anni». È la testimonianza della campionessa Josefa Idem, intervenuta all’incontro. Quando avverte che qualcosa
non va a livello fisico, afferma infatti di
fermarsi subito e di intervenire «in maniera dolce, perché ho imparato che l’omeopatia stimola le risposte specifiche
dell’organismo», continua la campionessa. «Vedo che molti atleti tendono a
ignorare i segnali del corpo e della mente, allenandosi finché non ce la fanno
più, per poi dover ricorrere a rimedi drastici. Io credo invece che tutto ciò che ci
capita debba essere visto come un alleato, perché ci dà un segnale». Con alle spalle 35 anni di carriera, costellati da
soli tre infortuni seri, Josefa Idem è a
pieno titolo esempio dell’efficacia dei rimedi omeopatici in ambito sportivo.
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