Versione pdf - Circolo Culturale La Torre

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Versione pdf - Circolo Culturale La Torre
L'innocenza di Zarathustra
Ottobre 2011 A cura di Marcello Veneziani
Ieri eravamo a festeggiare un compleanno in contumacia: eravamo a Sils Maria nella casa di Friedrich Nietzsche
a celebrare il suo compleanno, il 167esimo. Colpisce la piccola stanza dove soggiornava il profeta di Zarathustra.
La grandezza di un destino nel piccolo spazio di una camera. Il cielo in una stanzetta. Eravamo con il suo
principale medium, Sossio Giametta, traduttore dell'intera opera di Nietzsche che festeggiava a sua volta, con un
nascente premio Nietzsche a lui assegnato, le nozze d'oro con Zarathustra, cinquantanni di traduzioni e opere su
di lui. Eravamo con altri studiosi e appassionati, poi con Mina e Lisanna e il circolo La Torre di Chiavenna che ha
organizzato a Piuro il primo seminario su Nietzsche, dove il pensiero si calava nel paesaggio e si prolungava
nelle passeggiate nei luoghi nietzscheani dell'Engadina. Qui Nietzsche ritrovò Zarathustra che aveva incontrato
per la prima volta sul mar ligure camminando verso Zoagli, e qui, sul lago di Silvaplana, presso Surlej, su un
masso a forma di piramide ebbe in forma d'estasi l'illuminazione dell'Eterno Ritorno. Qui a Sils-Maria Nietzsche
visse solitario l'estate del suo pensiero per otto fertilissimi anni tra il 1881 e il 1888, prima che le tenebre
scendessero nella sua mente. E' bello vedere quel paesaggio con gli occhi di Nietzsche, vedere le cime della
Volontà di potenza e i tramonti dell'Amor Fati, le passeggiate di Zarathustra al mattino e al meriggio e gli Eterni
Ritorni del sole.
Come è lontano quel Nietzsche solitario di Sils-Maria dal Nietzsche tempestoso indicato come il mandante
filosofico di tanti orrori storici e altrettanti errori di pensiero della nostra epoca. Come è noto, Nietzsche fu prima
considerato il padre putativo del fascismo e del nazismo. Poi, più recentemente, del superuomo di massa e
perfino di borsa, dei rambo più spietati e dei macho palestrati, del delirio estetico e dionisiaco, tra sesso, fumo e
trasgressione. E fu considerato il Deicida per eccellenza, il filosofo della Morte di Dio e dell'avvento del nichilismo.
E non solo, videro in lui il distruttore di tutti i valori e il primo ispiratore della negazione della realtà e della verità
nel nome della superba volontà di potenza.
Per cominciare, Nietzsche non è il compendio del Novecento e dei suoi orrori. Il suo pensiero impolitico guarda
oltre l'abisso della storia e delle ideologie; e il Novecento, soprattutto nella prima metà, fu invece un secolo
versato interamente nella storia e nelle ideologie. Lui stesso disse che mi si comincerà a comprendere nel
Novecento ma mi si comprenderà appieno solo a partire dal terzo millennio. Il suo pensiero va oltre la storia e i
suoi scenari, la sua stessa idea di Grande Politica mira a oltrepassare la storia e l'umanità del suo tempo.
In secondo luogo, Nietzsche non uccide Dio ma ne descrive la morte nella nostra epoca. E anche del nichilismo
Nietzsche è sismografo ed è profeta, nel senso che lo vede e lo prevede; ma non lo invoca, semmai se ne fa una
ragione.
Pochi mesi fa Benedetto XVI ha indicato in Nietzsche il profeta dell'ateismo e del nichilismo, e del rifiuto superbo
dell'umiltà e dell'obbedienza; ma tornando in Germania il Papa ha poi detto che sono più vicini a Dio i non
credenti irrequieti, piuttosto che i credenti di routine. In questa luce, Nietzsche sarebbe più vicino a Dio rispetto ai
farisei e ai credenti spenti che seguono la fede per forza d'inerzia. E fu questa, del resto, l'idea di pensatori
cristiani come Max Scheler e Gustave Thibon, ma anche di Sciacca e Del Noce.
Quanto al superuomo di massa della nostra epoca, non so che legami pur vaghi ci possano essere tra
Zarathustra e Superman, tra Dioniso e Vasco Rossi o Jim Morrison, tra il filosofo dell'Amor fati o l'asceta
dell'Eterno Ritorno e i Rambo, i Palestrati, gli uomini di Borsa, o perfino Erika e Amanda Knox. Certo, la volontà di
potenza di Nietzsche non basta a spiegare la natura umana, accanto ad essa vibrano altre volontà anche
opposte: per esempio, la volontà di annientarsi, che poi Freud chiamerà istinto di morte, pulsione suicida; la
volontà di trascendersi in una dimensione superiore ed impersonale; la volontà di amare e perfino di annullarsi
nell'amare; e sotto tutte, la più umile e primaria volontà di vivere, che aveva descritto Schopenhauer che come
Nietzsche fu Biosofo più che filosofo. Pensatore della vita più che della logica.
Ma oggi Nietzsche è inchiodato soprattutto a una citazione, “Non esistono fatti ma interpretazioni” che vorrebbe
essere il riassunto cinico di un'epoca che nega la verità, la realtà, e insieme nega le regole, per affidarsi solo
all'arbitraria e soggettiva interpretazione personale. In realtà, Nietzsche in quel passo polemizzava con il
positivismo del suo tempo, con il feticismo assoluto dei fatti; intendeva negare che i fatti isolati dal contesto, dalle
cause e dai soggetti che li vivono, potessero da soli spiegare la realtà. Perfino San Tommaso, maestro di
metafisica e realismo, dice che la verità è il combaciare di intelletto e realtà, non basta la sola fisica dei fatti a
spiegare la vita, il mondo, le cose. Analogamente Nietzsche non invoca la distruzione dei valori ma la loro
trasvalutazione e aggiunge un'osservazione decisiva: in mancanza di valori tocca a noi essere valorosi, cioè di
caricarci sulle nostre spalle di tutto il peso della perdita di valori. Il mare, i monti, il pensiero di Nietzsche ondeggia
tra questi estremi. Non è la storia ad accogliere la sua solitudine, ma la natura, il ritmo del cosmo, la disperata
allegria dell'uomo che tramonta ed eternamente ritorna. L'innocenza tragica e giocosa di Zarathustra.