Numero 12 Anno XVIII - ER Imprese

Transcript

Numero 12 Anno XVIII - ER Imprese
E C O N O M I A
E M I L I A - R O M A G N A
Scenari
Crescono
le reti di impresa
in Emilia-Romagna
FONDI EUROPEI,
RISULTATI E PROSPETTIVE
Primato nazionale sulla certificazione di spesa
e, soprattutto, risultati importanti su ricerca,
start up, green economy, qualificazione ambientale.
Così l'Emilia-Romagna si prepara alla sfida
della nuova programmazione
Prosegue, intanto, la consultazione su ioPartecipo
Terremoto
Di nuovo in piedi,
le imprese ripartono
Innovazione
Grisù, la nuova Factory
made in Ferrara
Export
La formazione che serve
per fare affari in Cina
Ricerca
La Rete Alta
Tecnologia viaggia
a gonfie vele
EDITORIALE
La priorità è far ripartire
il mercato del lavoro
di Carlo Alberto Roncarati*
I giovani devono essere i protagonisti
di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e compatibile
* Presidente
Unioncamere Emilia-Romagna
all’economia europea arrivano timidi segnali di ripresa, ma la crescita del Pil
dell’Eurozona non si estende
ancora all’Italia che resta in recessione ed evidenzia dati negativi sul versante occupazionale. Difficile prevedere quando possa determinarsi
un’inversione di tendenza.
Tra le fasce sociali più a rischio i giovani, le donne, i lavoratori più anziani. Per i soggetti colpiti dalle crisi
aziendali lo strumento principale a
cui si è finora fatto ricorso è la cassa
integrazione in deroga, che però
limitandosi a prolungare un limbo di
inattività sussidiata risulta spesso
inadeguata.
Oltre agli elevati tassi di disoccupazione e di inattività, emerge l’aumento dei cosiddetti “neet”: ragazzi e
ragazze che non vanno più a scuola
e non cercano lavoro.
Il Governo ha assunto i primi provvedimenti, ma ancora molto resta da
fare. Nel “decreto lavoro” approvato dal Parlamento un punto centrale
è costituito dagli sgravi contributivi
alle imprese che assumono disoccupati sotto i 29 anni: pare esserci interesse, ma l’efficacia è da verificare.
L’esperienza di altri Paesi segnala che
la via maestra per aiutare questi giovani senza esperienza né qualifiche
passa per le politiche di formazione e
i servizi per l’impiego. Per questo è
importante sfruttare il programma
“garanzia per i giovani”, cofinanziato dalla Ue a partire dal 2014 e
incentrato proprio sulla transizione
scuola-lavoro.
Un nuovo modello di crescita sostenibile non può prescindere dai giovani, per i quali aggiungere i livelli di
occupazione medi europei è un
obiettivo che possiamo e dobbiamo
porci. Molte le strade da percorrere:
semplificare la riforma dell’apprendistato; ridare slancio ai servizi per
l’impiego attraverso una regia unita-
D
ria a livello nazionale che veda coinvolti a livello periferico diversi attori,
tra i quali le Camere di commercio.
Utilizzando i dati del sistema
Excelsior (realizzato in collaborazione con il Ministero competente) e del
Registro delle imprese, le Camere
dell’Emilia-Romagna sono da tempo
impegnate a contribuire al raccordo
tra offerta proveniente dal mercato
del lavoro e domanda di professionalità espressa dalle imprese.
Per far sì che la ripresa porti nuovo
lavoro, occorrono politiche capaci di
rianimare i comparti occupazionali
più colpiti dalla crisi: non solo l’industria delle costruzioni e le piccole e
medie imprese del manifatturiero,
ma anche i servizi.
Riguardo all’imprenditorialità, appare necessaria l’istituzione di
una rete di assistenza
alla nascita di nuove
imprese, articolata in
servizi omogenei ovunque, che incoraggino
l’innovazione, prevedano un accesso facilitato al credito o a fonti
alternative di finanziamento.
L’Emilia-Romagna si presta ad esperienze di questo tipo, dopo che dal
2001 la Regione ha avviato un percorso che ha portato a rinnovare le
strutture e le piattaforme informative e soprattutto i servizi offerti,
aggiungendo a quelli amministrativi
nuovi strumenti di orientamento e
accompagnamento al lavoro. E’
stata potenziata la formazione per gli
adulti, che in periodi di crisi va considerata uno strumento suscettibile
di determinare ricadute positive in
termini occupazionali, al pari dei
progetti di alternanza scuola-lavoro
sui quali il sistema camerale ha
maturato importanti esperienze,
inquadrate nel Protocollo di collaborazione tra l’Unione Regionale e
l’Assessorato regionale guidato da
Patrizio Bianchi.
Vi sono dunque le condizioni per
confermare la nostra regione come
un laboratorio per sperimentare
nuove forme di collaborazione e inediti percorsi di crescita – quantitativa
e qualitativa – dell’occupazione che
siano in grado di valorizzare appieno
il “capitale umano” disponibile
Occorrono
politiche capaci
di rianimare
industria delle pmi
e dei servizi
1
SOMMARIO
1
EDITORIALE
La priorità è far partire
il mercato del lavoro
DI
Mensile dell’Unione regionale
delle Camere di commercio
dell’Emilia-Romagna
Anno XVIII - n. 12
CARLO ALBERTO RONCARATI
4
IN BREVE
6
VANNO&VENGONO
10 PRIMO PIANO
Fondi Ue, il primato
dell’Emilia-Romagna
Direttore responsabile
DI
GIOVANNA CHIARINI
Andrea Zanlari
Coordinamento editoriale
Via Ciamician 4, 40127 Bologna
Concessionaria per la pubblicità
Labanti e Nanni
Resp. Sabrina Nanni
Cell. 338/2902445
Fax 051/969155
Galeati Industrie Grafiche S.r.l.
Via Selice, 187/189
40026 Imola (Bologna)
Tel. 0542/646711 - Fax 0542/646706
e-mail: [email protected]
www. galeati.it
Il sistema agro-alimentare
dell’Emilia-Romagna
ENRICO VINCENZI
ANTONIO ZANOTTI
riaprono i termini
DI
MARIA BALDINI
20 TERREMOTO
Di nuovo in piedi,
le imprese ripartono
DI
NATASCIA RONCHETTI
22 SCENARI
Crescono
le reti di impresa
DI
ELENA TURRINI
24 La meccanica artigiana
si mette in rete
DI
GIUSEPPE SANGIORGI
RICCARDO BELOTTI
50 Non c’è crisi
per il Gruppo Fiorini
DI
ANNA MARIA CONOCI
52 ENERGIA
Oil & Gas
record di visite all’OMC
DI FEDERICA
VANDINI
48 SPECIALE ENERGIA
Efficienza energetica,
leva competitiva
55 FLASH EUROPA
grazie all’Europa
32 PROGETTI
Finanza per l’innovazione,
il marketplace è on line
DI
NATASCIA RONCHETTI
34 INDAGINE
Imprenditoria straniera,
crescita in frenata
DI
MICHELA TURRA
38 INNOVAZIONE
Grisù, la nuova Factory
made in Ferrara
DI
MARGHERITA STELLA
40 EXPORT
La formazione che serve
per fare affari in Cina
DI
FOTONOTIZIA
Natalino Gigante
al vertice
Una lunga esperienza nel
mondo associativo per
Natalino Gigante, nuovo
presidente della Camera di
commercio di Ravenna che è
stato eletto nella riunione di
insediamento del Consiglio
camerale, profondamente
rinnovato (ben 9 presenze
femminili). Gigante, dopo
10 anni come vicepresidente
dell’ente camerale, succede
a Gian Franco Bessi.
GIUSEPPE SANGIORGI
44 TURISMO
Dall’acqua termale,
il benessere è per tutti
Autorizzazione
del Tribunale di Bologna
n° 6285 del 27 aprile 1994
DI
26 Esempi virtuosi di rete
in terra estense
Chiuso in redazione il 30 Agosto 2013
QUADERNI&DOCUMENTI
16 Ripartire più forti,
DI
DI
GIUSEPPE SANGIORGI
GIOVANNA CHIARINI
[email protected]
Stampa
DI
dei bandi regionali
DI
MEC3, gli ingredienti
del successo
Sette tappe per scoprire
gli imprenditori del futuro
14 Start up, i risultati
Progetto grafico e impaginazione
Contesto Comunicazione S.r.l.
via Zucconi, 90
41100 Modena
Tel. 059-34.63.18
Fax 059-29.29.842
e.mail: [email protected]
NATASCIA RONCHETTI
48 AZIENDE
30 EVENTI
DI
19 Fondo energia,
Foto Voli società cooperativa
DI
Romano Prodi a salutare
Bessi presidente uscente
Coordinamento redazionale
Segreteria di redazione
c/o Unioncamere
viale Aldo Moro, 62
40127 Bologna
Tel. 051-637.70.26
Fax 051-637.70.50
e.mail: [email protected]
La Rete Alta Tecnologia
viaggia a gonfie vele
31 CAMERE
Roberto Franchini (vicedirettore)
Ugo Girardi
Morena Diazzi
Contesto Comunicazione srl
Giuseppe Sangiorgi
28 RICERCA
DI
GABRIELE FERRARI
MICHELA TURRA
47 Un secolo di ospitalità
a cinque stelle
DI
MILENA SALA
3
IN BREVE
Ferrara
Alla Camera di Ravenna assegnati 57 riconoscimenti
Centoventuno
riconoscimenti
all’impresa
Cultura e impresa
per l’ottavo premio Teodorico
L
C
on l’edizione 2013, la Camera
di Commercio di Ferrara ha
riproposto un tradizionale appuntamento, che si rinnova dal
1950: sono stati consegnati
121 riconoscimenti, di cui 33
alla “Fedeltà al Lavoro” e 82
al “Progresso Economico”.
Questi ultimi riguardanti l’artigianato (15 riconoscimenti),
l’agricoltura (24), il commercio (25), l’industria (1), i servizi (17) e 6 premi speciali attribuiti
dalla Giunta camerale a lavoratori
e imprenditori. Fra le imprese premiate, la Cooperativa di Serravalle
che opera nel settore dell’arte, turismo e spettacolo dal 1904 e la
Cooperativa Casa del Popolo di
Gambulaga attiva nel comparto
agricolo da 103 anni. Fra i premi
speciali, la storica Trattoria Pizzeria
la Pace di San Carlo che in tempi
rapidissimi, come la mitica Araba
Fenice, grazie alla volontà ed alla
capacità imprenditoriale del proprio titolare, ha riavviato rapidamente l'attività: una volontà più
forte del terremoto.
LOGISTICA
LA FERCOM
CRESCE
ALL’INTERPORTO
Parlano i numeri per il
nuovo centro logistico di
Fercam all’Interporto di
Bologna: 38mila metri quadri di superficie (15mila di
magazzini logistici e 7mila
di ribalta, cui si aggiungono
1.000 metri quadri destinati a uffici e alle attività
amministrative), 16,5 milioni di curo d’investimento e
86 lavoratori. L’impianto è
stato inaugurato alla presenza dell’amministratore
delegato dell’azienda altoa4
a Giornata dell’Economia è stata
occasione, alla Camera di commercio di Ravenna, per la consegna
dei 57 riconoscimenti ad imprese di
ogni categoria relativi al trentunesimo Concorso Fedeltà al lavoro Progresso economico, ed alle onorificenze attribuite per la settima edizione del Premio Teodorico assegnato a
tre personalità: i ravennati Arnaldo
Benini e Gianfranco Magnani, il faentino Roberto Resta.
Piacenza
Uno stimolo dai giovani
L
e studentesse Monica Dragoni e Francesca Tiberto
che si sono laureate in scienze e tecnologie alimentari con il massimo dei voti all’Università Cattolica di
Piacenza hanno ricevuto i premi di laurea dedicati a Luigi
Gatti e alla moglie Laura Guarracino. Gatti, socio fondatore della Cattolica e presidente per 22 anni della
Camera di Commercio piacentina, fu un uomo attento
alle nuove generazioni, che aiutò a dare slancio al polo
universitario che gli conferì la laurea honoris causa in
scienze agrarie nel 1994. A lui, autentico “maestro di
umanità” hanno dedicato un libro appena pubblicato
Paolo e Lucia Labati.
tesina, Thomas Baurngartner, del presidente dell’Interporto di Bologna, Alessandro Ricci, dell'assessore
alle infrastrutture e mobilità
della Regione Emilia-Romagna, Alfredo Peri e di quello alle attività produttive
della Provincia di Bologna,
Graziano Prantoni. Fercam,
operatore logistico a gestione familiare è una delle
aziende leader nel settore
dei trasporti e della logistica
a 360° in Italia ed Europa
con elevate competenze
specialistiche.
Arnaldo Benini, è stato professore,
docente di neurochirurgia vertebromidollare, all’Università di Zurigo e
primario della clinica neurochirurgica
della Fondazione Schulhtess. Alle
grandi capacità professionali associa
la capacità e sensibilità di conciliare
gli interessi scientifici nel campo delle
neuroscienze e umanistici in ambito
filosofico e sociologico. Ha curato l’edizione italiana di due testi di Karl. R.
Popper e ha pubblicato saggi sul giovane Benedetto Croce, su Thomas
Mann, su Jakob Wassermann
Gianfranco Magnani è presidente del
CdA di Rosetti Marino Spa, azienda
di livello internazionale. E’ stato tra i
promotori di O.M.C. - Offshore
Mediterranean Conference.
Roberto Resta, è titolare della Resta
srl, leader nel settore delle macchine
automatiche per la produzione di
materassi, trapunte e imbottiti. Ha
dato impulso alla vita associativa di
Confapi Ravenna (ora Confimi
Impresa), dando vita, sotto la sua presidenza, a numerose iniziative e progetti. Costante il suo impegno a favore dello sviluppo della cultura tecnica.
CERTIFICAZIONE
CERAMICA
KIWA E CERMET
BASI PER UN
FUTURO COMUNE
RONDINEGROUP
SI ALLEA
A SERAMIKSAN
I soci fondatori di CERMET
(Regione Emilia Romagna,
Unindustria Bologna, Confindustria Emilia-Romagna
e CNA Emilia Romagna)
hanno dato l’ok per l’acquisto e il controllo dell’organismo di certificazione italiano da parte del gruppo
olandese Kiwa. L’accordo
prevede, importanti garanzie occupazionali per le
risorse umane di CERMET
che, all’interno di Kiwa,
proseguirà ed accelererà il
suo processo di crescita,
anche in ambito internazionale, soprattutto in Corea
del Sud ed India. Kiwa
(160 milioni di euro di fatturato 2012) e CERMET,
(15 milioni), entrambi attivi
nel settore TIC (testing,
inspection, certification),
ma in segmenti di mercato
differenti, collaboreranno
per potenziare i servizi ed
offrire al mercato soluzioni
innovative a maggiore
valore aggiunto, in modo
complementare e sinergico.
L’azienda ceramica Rondinegroup apre il capitale
sociale a Seramiksan,
gruppo turco leader nella
produzione di piastrelle e
sanitari. L’accordo prevede una compagine societaria paritetica al 50%
della famiglia di Lauro
Giacobazzi (presidente ed
a.d. di Rondine) e
Seramiksan che ha acquisito le azioni di Progressio
SGR S.p.A, fondo di
Private Equity entrato
Piatto Estense
Bologna
I vini Doc
del Bosco Eliceo
per il 2013
Al “Marconi”
il premio
per l’innovazione
I
l consolidato progetto Piatto
Estense, voluto dalla Camera
di Commercio di Ferrara, e realizzato in collaborazione con
l’Istituto “Dosso Dossi” e le
associazioni territoriali di categoria, promuove anche quest’anno agricoltura, enogastronomia
e artigianato locali. L’iniziativa,
giunta alla nona edizione, ha
visto all’opera l’estro e la professionalità degli studenti del
“Dosso Dossi” (in particolare,
al termine di selezione, il prototipo di Dimitri Malisani) per la
realizzazione di un piatto artistico in ceramica graffita dedicato
ai vini Doc del Bosco Eliceo una
delle 17 Perle ferraresi, e precisamente la viticoltura che si è
identificata nei secoli con il
Vitigno Uva d’Oro. Per il
Piatto, protagonista della Settimana Estense, a fine settembre,
la Camera di commercio di
Ferrara ha sostenuto e incentivato, attraverso contributi, l’acquisto da parte dei ristoratori e
delle imprese della provincia.
nella compagine sociale
nel 2006.
Tra i punti dell’intesa, una
reciproca completa autonomia gestionale, operativa e commerciale per
Rondine e Seramiksan,
anche se molte appaiono
le possibili sinergie sul versante della distribuzione
su diversi mercati di sbocco, ricerca e sviluppo di
nuovi prodotti, creazione
di nuove opportunità di
business sui mercati internazionali.
Premio Matilde di Canossa
L’eccellenza del Lambrusco
in vetrina
N
ella cornice della “Sala degli Specchi” del teatro “Romolo
Valli” di Reggio Emilia, si sono svolte le premiazioni della
quarta edizione del concorso enologico “Terre di LambruscoMatilde di Canossa”. La rassegna, che promuove in Italia e
all’estero, le diverse tipologie dei migliori vini Lambruschi è
sostenuta dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia con il
patrocinio del Ministero delle politiche agricole alimentari e
forestali, della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di
Reggio Emilia, del Comune di Quattro Castella, delle Camere
di Commercio di Mantova, Modena e Parma e dell'Enoteca
Regionale dell'Emilia Romagna, e la collaborazione
dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani e dell'Associazione
Italiana Sommeliers. Le aziende in gara erano 66 (+50% rispetto al 2012), i campioni di vino ammessi 217 (nel 2012 furono
174), tra cui 90 sono stati selezionati e insigniti del Premio.
Assieme al presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini,
alla senatrice Leana Pignedoli (vicepresidente della
Commissione Agricoltura Senato) e all’assessore regionale
all’agricoltura Tiberio Rabboni, la giornalista e conduttrice televisiva Tessa Gelisio ha presentato i vini premiati ed inseriti nella
prestigiosa Guida “Terre di Lambrusco 2013” con i migliori
lambruschi di 41 aziende produttrici delle province di Reggio
Emilia, Parma, Modena e Mantova.
L’
Aeroporto di Bologna ha vinto il
“Premio Nazionale per l’Innovazione 2013”, promosso dal
Governo Italiano per aziende, università, amministrazioni pubbliche,
enti o persone fisiche che contribuiscono alla competitività del sistema
Paese. L’aeroporto “Guglielmo Marconi” è stato scelto per la progettazione, lo sviluppo e la sperimentazione della nuova macchina “Logiscan”, un sistema che, in modo
completamente automatico e
secondo procedure self, permette il
controllo della carta d’imbarco del
passeggero, la verifica di dimensioni
e peso del bagaglio a mano e la
gestione dell’eventuale eccedenza
rilevata, sulla base delle indicazioni
specifiche della singola compagnia
aerea. Il “Logiscan”, realizzato e brevettato in collaborazione con il gruppo
Logital, sarà utilizzato con 9
macchine su tutti i varchi di
accesso alla sala imbarchi. Il
nuovo sistema consentirà il
controllo di tutti i bagagli a mano ed
una riduzione dei tempi di attesa.
MULTINAZIONALI
AGRICOLTURA
INVER
A STELLE
E STRISCE
E’ NATO IL PARCO
DELLE API E DEL
MIELE DI CONAPI
Il colosso americano di
Minneapolis Valspar Corporation - tra i leader
mondiali nelle vernici per
l'industria e il retail punta sull’Italia per creare
un polo di sviluppo per
tutta l’Europa scegliendo
il gruppo Inver, storica
azienda di Minerbio. La
quotata statunitense (4
miliardi di dollari di fatturato e 9.500 dipendenti
in 25 Paesi) ha acquisito il
100% del colorificio bolo-
gnese, (secondo posto in
Europa) che dopo 80 anni
di guida familiare ha
deciso di cedere la proprietà per un ulteriore
sviluppo.
Nel 2012, Inver, tra le cinque aziende in Europa nel
settore dei prodotti vernicianti ha raggiunto 6o
milioni di fatturato (per il
60% export europeo), ha
600 dipendenti trai due
stabilimenti in Italia e tre
in Europa.
È nato il Parco delle Api e
del Miele, sulle colline
bolognesi. A Monterenzio
accanto alla sede di
Conapi, l’impresa cooperativa di oltre 600 apicoltori
più rappresentativa a livello
europeo, il Parco guida i
visitatori, dai più piccoli ai
più grandi, in un percorso
interattivo di scoperta e
approfondimento di un
universo a molti ancora
sconosciuto. Al progetto ha
partecipato il Ministero
delle Politiche Agricole
Alimentari e Forestali, che
attraverso i finanziamenti
previsti dalla Legge n.313
del 2004 disciplina dell’apicoltura”, ha contribuito alla
realizzazione del parco.
Prenotazioni, e-mail:[email protected].
5
VANNO E VENGONO
AGROALIMENTARE
CONFIDI
Pari resta al Caar, Scaramagli per
Confagricoltura Ferrara
Rodeghiero rimane in sella,
Bollettinari per Cofiter
Il ferrarese Roberto Cera rimane alla
presidenza di Finaf, l’associazione
internazionale di Organizzazioni di
produttori ortofrutticoli. A Elisa
Macchi la direzione del Cso Ferrara.
Tre amministratori per il Centro
Agroalimentare di Rimini: presidente
e a.d. Mirco Pari (nominato dal
Comune), consiglieri Ugo Ravanelli
(privati) e Barbara Cazzullo (restante
Roberto Cera parte pubblica).
Confagricoltura Ferrara ha eletto
presidente Pier Carlo Scaramagli
(numero uno della Fondazione
Navarra) al posto dell’uscente Nicola
Gherardi. Alla guida dei giovani di
Confagricoltura regionale, va Raffaele Maria Maiorano.
Valentina Bosco, reggiana, è la
nuova delegata regionale di
Coldiretti Giovani Impresa.
Alessandro Scala prende il posto di
Valentina Bosco Giovanni Pasquali alla direzione di
Coldiretti Reggio Emilia.
L’associazione agrituristica Terranostra (Coldiretti), ha
confermato il piacentino Carlo Pontini (presidente),
Roberto Lodi e Loris Naldoni (vice).
Laura Magistrali è la nuova responsabile di Donne
Impresa Coldiretti Piacenza.
Due nuovi presidenti per le Strade dei Vini e dei Sapori:
alle Colline di Scandiano e Canossa scelto Luigi Benassi
(vice Anna Brevini); a Ferrara, Sante Baldini.
L’associazione allevatori Piacenza (Apa) ha scelto Fabio
Minardi come presidente e Riccardo Bollati vice.
Il Centro servizi per l’agroalimentare Parma dà fiducia a
Renato Mondi presidente e Polidoro Scarica vice.
Antonio Tirelli subentra a Carlo Calestani
alla presidenza di Unionfidi (Upi).
Agrifidi Uno Emilia-Romagna conferma il
presidente Alberto Rodeghiero, affiancato dai vice Domenico Cappelli e Alessandro Svegli Compagnoni.
Enrico Postacchini ha lasciato la guida di
Cofiter, il confidi del terziario dell’EmiliaRomagna a Stefano Bollettinari. Marco
Amelio è stato nominato vicepresidente.
Stefano
Bollettinari
CONFIMI
Mascolo ai Giovani Apmi Mo
Consenergy chiama Aresu
Nuovo vertice per il Gruppo giovani
Imprenditori di Apmi-Confimi Modena
(GGI): Antonio Mascolo (presidente),
Raffaele Cimino e Davide Malagoli
(vice).
Cambio della guardia per Consenergy,
consorzio per l’energia di Confimi
Impresa Ravenna, che ha un nuovo
presidente, Giampiero Aresu.
CONSORZI
Ancora Alai al Parmigiano Reggiano
Bucchi in Romagna
Terzo mandato per il reggiano Giuseppe Alai alla presidenza del
Consorzio del Parmigiano-Reggiano, affiancato alla vicepresidenza dal modenese Adolfo Filippini (vicario), dal mantovano
Pietro Maria Gattoni e dalla parmigiana Monica Venturini.
Giuseppe Alai
Nuovi vertici per il Consorzio Romagna Alimentare: Primo
Bucchi succede ad Elena Verna come presidente, mentre Paolo
Scarpellini a Morena Baiocchi quale vice.
Doppia conferma alla presidenza per Antonio Grossetti al Consorzio di Tutela salumi
Dop piacentini e Roberto Belli al Consorzio Salumi Tipici. Nominati anche i due vicepresidenti, rispettivamente, Francesco Muselli e Giuseppe Michelazzi.
6
Stefano
Rossetti
CREDITO
Patuelli saldo a Ravenna.
Rossetti per Unipol
Antonio Patuelli, è stato confermato
al vertice del gruppo Cassa di
Risparmio di Ravenna il cui direttore generale Nicola Sbrizzi è stato
chiamato alla guida del Cse,
Consorzio Servizi Bancari. Nel
Gruppo Bper: Alberto Cilloni resta
al timone di EmilRo Factor, mentre
Francesco Serantoni è il presidente
della Banca Popolare di Ravenna.
Alla guida del Credito Cooperativo
ravennate e imolese, rimangono il
presidente Secondo Ricci ed il vice
Raffaele Gordini. Il ravennate
Stefano Rossetti è il nuovo direttore
generale di Unipol Banca. In Banca
Monte Parma Bruno Bossina succede come direttore a Carlo Berselli
che ha guidato l’istituto in Intesa
Sanpaolo.
IMPRESE ROSA
Novità per i Comitati
a Rimini e Ferrara
Rinnovati due Comitati per la promozione dell’Imprenditoria Femminile insediati nelle Camere di commercio. A Rimini sono stati eletti la
presidente Valeria Piccari, la vice
Rossella Pincelli e le consigliere
Mariateresa Colombo, Lia Fabbri,
Roberta Frontali, Barbara Garagnani, Renata Mantovani, Graziana
Montanari, Simona Pagliarani e
Monica Saielli. A Ferrara, la presidente è Gisella Ferri nel direttivo
composto anche da Chiara Bertelli,
Paola Bertelli, Bianca Maria Giovannini, Maria Giberti, Milena Grassi,
Barbara Lambertini, Caterina Paparella, Maria Chiara Trombetta.
Valeria
Piccari
INDUSTRIA
Domenico
Scarpellini
FIERE
A Forlì, arriva Nannini.
A Rimini terza conferma per Cagnoni
Pier Antonio Nannini, vice presidente uscente della Fiera di Forlì subentra al vertice a Giorgio Grazioso.
Rimini Fiere rinnova la fiducia al
presidente Lorenzo Cagnoni al vertice del nuovo Cda.
Non cambia la governance di Cesena
Fiera guidata dal presidente Domenico Scarpellini e dal vice Roberto
Sanulli.
FONDAZIONI
Cambio alle Fiere di Reggio Emilia:
Paolo Lusenti succede alla presidenza
a Lisa Ferrarini che rimane nel consiglio di amministrazione con il vicepresidente Riccardo Simonini e
Giancarlo Attolini.
La carica di consigliere di Bologna
Fiere in quota Unindustria passa dal
presidente Alberto Vacchi al vicepresidente Daniele Salati Chiodini.
Roberto
Pinza
“Grandi firme” Sibani a Bologna,
Pinza a Forlì, Manfredi a Vignola
A Fabio Roversi Monaco, nominato al vertice di Banca Imi
(Intesa San Paolo), subentra come presidente della
Fondazione Carisbo Leone Sibani. Il vice è Gianfranco
Ragonesi. Roberto Pinza è succeduto a Pier Giuseppe
Dolcini alla presidenza della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Vicepresidente,
Monica Fantini. Pinza è stato chiamato poi nella Presidenza dell’Acri (Associazione
Fondazioni e Casse di Risparmio).
Valerio Massimo Manfredi raccoglie il testimone da Giovanni Zanasi alla testa della
Fondazione Cassa di Risparmio di Vignola. Con lui, il vice Giuseppe Pesci. Nella
Fondazione Carim, accanto al confermato presidente Massimo Pasquinelli, entrano
nuovi consiglieri tra cui il vice Leonardo Cagnoli.
Nuovo mandato per Maurizio Roi alla presidenza della Fondazione Banca del Monte
e Cassa di Risparmio di Lugo. Massimo Melandri (vicario) e Maria Farolfi sono i vice.
COMMERCIO E TURISMO
Roberto Manzoni
Enrico Postacchini
Maggioli al vertice a Rimini,
Gismondi ai giovani di Ravenna
Fabio Storchi, reggiano, è il nuovo
presidente di Federmeccanica di
Confindustria.
Paolo Maggioli è il nuovo numero
uno del consiglio direttivo di
Confindustria Rimini di cui fanno
parte anche il past president Maurizio
Focchi, Simone Badioli e Alessandro
Pettinari (vice presidenti), Paolo
Cesari, Linda Gemmani, Alberto Ioli,
Bruno Morandi, Roberto Paturni, Paolo Maggioli
Bruno Tani, ed i presidenti Ulisse
Pesaresi (Ance Rimini), Alessandro Formica (Gruppo
giovani imprenditori) e Remo Ticchi (Piccola industria).
Ance Ferrara conferma Paolo Martinelli ed i vice
Leonardo Sarti e Ted Tomasi.
Fabio Toni succede a Raffaele Rossi ai Costruttori Edili
di Unindustria Forlì-Cesena.
Aldo Buttini subentra a Enrico Schilke al timone dei
costruttori Edili dell’Unione parmense industriali.
Stefano Gismondi raccoglie da
Giovanni Poggiali il testimone alla
guida dei Giovani imprenditori di
Confindustria Ravenna.
Cariche di Unindustria Reggio Emilia:
al Gruppo Gomma Materie Plastiche
conferma per il presidente Tiziano
Ognibene, nuovi i vice Gianluca Melli
e Ivano Giuseppe Parmigiani; al Cis,
scuola per la gestione di impresa,
Maria Licia Ferrarini prende il posto
di Cristina Strozzi.
Stefano Gismondi
TRASPORTI
Bis per Manzoni e
Postacchini, novità Tedeschi
Tucci alla guida del “Fellini”
Al “Marconi” dirige Ventola
Roberto Manzoni, confermato presidente di Confesercenti Emilia Romagna e della provincia di Ravenna, è
entrato nella Giunta di Confesercenti nazionale. A
Confesercenti Cesena, resta presidente Graziano Gozi.
Mandato bis per Enrico Postacchini alla guida della giunta esecutiva di Ascom Bologna. Alessandro Tedeschi
subentra a Chiara Zerbini come presidente del Gruppo
Giovani di Confcommercio Ascom di Bologna. Vice è
Matteo Maria Elmi.
Massimo Malpighi è il nuovo presidente di Ascom
Modena. La ravennate Claudia Fabbri diventa responsabile nazionale del Gruppo Donne Fimaa Confcommercio.
Il bolognese Andrea Afragoli è il nuovo presidente di
Federottica.
Nel cda di Apt Servizi Emilia-Romagna, al posto di
Andrea Babbi chiamato alla direzione generale dell’Enit,
è arrivato Pietro Fantini.
Nuovo corso per l’aeroporto di Rimini. Alla presidenza di Aeradria andrà Maurizio Tucci (nominato da Camera di commercio), che prende il posto
di Massimo Masini. Nel cda anche la vice Maria
Cristina Pesaresi (indicata da Regione), Riccardo
Fabbri (Provincia di Rimini), Ascanio Martelli
(Banca Carim) e John Mazza (Repubblica di San
Marino). Nazareno Ventola è stato scelto come
nuovo direttore dell’Aeroporto di Bologna.
Lino Fantini, storico
direttore del Consorzio
di trasporti romagnolo
Coerbus, ha lasciato l’incarico a Maurizio Castagnoli.
Nazareno Ventola
7
VANNO E VENGONO
Valerio
Veronesi
ARTIGIANATO
Giancarlo Cremonesi
a destra,
Leonardo Simonelli Santi
CAMERE
Cna sceglie Veronesi, Burioli,
Venturi, Dallari, Tagliani e Moretti
InfoCamere sceglie Cremonesi.
Simonelli va alle Cciee
Raffica di novità per le presidenze
provinciali della CNA. A Bologna, a
Tiziano Girotti subentra Valerio
Veronesi.
A Modena, Umberto Venturi prende
il posto di Luigi Mai. A Ravenna,
Pierpaolo Burioli succede a Mauro
Cassani.
A Reggio Emilia, Nunzio Dallari è il
nuovo numero uno.
Pierpaolo Burioli Svolta “rosa” a Ferrara dove Vittorio
Mangolini ha ceduto la carica di presidente a Irene Tagliani. A Rimini,
Fabrizio Moretti è succeduto a
Renato Ioli.
Conferme a Forlì-Cesena, Parma e
Piacenza per i numeri uno Gualtiero
Ghirardi, Enzo Cortesi e Dario
Costantini.
A livello regionale restano alle presidenze regionali Catia Guerrini (Cna
Alimentare), Benedetta Rasponi
Irene Tagliani (Cna Impresa Donna) e Laura Grilli
(Cna Unione Benessere e Sanità)
mentre a Cna Federmoda il carpigiano Marco Gasparini
succede a Luigi Tamburini.
Alla presidenza di InfoCamere, Giancarlo Cremonesi succede a Alessandro Barberis; consiglieri Ferruccio
Dardanello, Guido Bolatto, Maurizio Pirazzini e Giada Grandi. Leonardo Simonelli Santi avvicenda Augusto Strianese al vertice di Assocamerestero, l’associazione delle Camere
di Commercio italiane all’estero.
Il vicepresidente della Camera di
commercio di Bologna Sergio Prati è
il nuovo numero uno del centro di
formazione manageriale e gestione di
impresa (CTC).
UNIVERSITÀ E CULTURA
Nuovi rettori
a Modena-Reggio e Parma
Due nuovi rettori in altrettanti atenei. Angelo Oreste
Andrisano raccoglierà il testimone da Aldo Tommasi
all’Università di Modena e Reggio Emilia, mentre Loris
Borghi succederà a Gino Ferretti all’Università di Parma.
Giovanni Fiorentini resta presidente del Consorzio
Ferrara Ricerche.
Gerardo Bombonato è stato confermato presidente
dell’Ordine Giornalisti Emilia-Romagna.
Continuità per Casa Artusi, il centro
enogastronomico di Forlimpopoli dove
il Comune (socio di maggioranza), ha
confermato il presidente Giordano
Conti, Laila Tentoni e Sara Fusco.
Indicati dagli altri soci Mario Riciputi
(Provincia di Forlì-Cesena) e Maria
Grazia Silvestrini (Fondazione Cassa dei
Risparmi di Forlì). Maurizio Ceci è
subentrato a Giampaolo Mora all’Associazione Musei del Cibo della Provincia
Giordano Conti di Parma.
8
Annalisa Raduano (Camera di
Forlì-Cesena) entra network dei giovani Consiglieri delle Camere di
Commercio.
Aride Missiroli è il primo presidente
della Consulta delle Professioni istituita presso la Camera di Commercio di Forlì-Cesena.
La Borsa Merci di Modena ha confermato il presidente Gaetano Guiducci ed i consiglieri Stefano Bellei,
Romolo Campagnoli e Roberto
Antognarelli (supplente).
ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI
La ceramica sceglie Borelli, Goldoni ancora a Unacoma
Plebiscito per Vittorio Borelli succeduto a Franco
Manfredini alla presidenza di Confindustria Ceramica. Massimo Goldoni, modenese, è stato confermato presidente di FederUnacoma (associazione
dell’industria italiana delle macchine e attrezzature
per l’agricoltura). Roberto Kerkoc ha preso il posto
di Gaetano Maccaferri come presidente del
Consorzio Bolognese Energia Galvani (Cbeg Scrl,
che riunisce imprese aderenti a Unindustria e
Legacoop). Il vice è Sandro Bottazzi.
Vittorio Borelli Il reggiano Ivan Malavasi presidente nazionale di
Cna, è il nuovo portavoce di Rete Imprese Italia.
Massimo Coccia, riminese, presidente di Confcooperative Emilia Romagna è
il nuovo coordinatore del Tavolo Regionale dell’Imprenditoria (TRI).
La reggiana Lisa Ferrarini è stata confermata al vertice di Assica (produttori
carni).
ENTI
COOPERAZIONE
Romagna Acque a Bernabè,
Cosenza per il Corecom
Coop Italia nomina Pedroni
Nasi cresce in Cir
La forlivese Ariana Bocchini cede il
timone di Romagna Acque al riminese Tonino Bernabè. Al vertice della
multi utility emiliana Aimag, restano
il presidente Mirco Arletti e il vice
Maurizio Chiarini (ad di Hera).
Finanziaria Bologna metropolitana
conferma presidente Renato Baioni.
Giovanna Cosenza prende il posto di
Gianluca Gardini alla presidenza del
Corecom Emilia-Romagna (emanazione locale dell’Agcom).
Al vertice di Coop Italia, il colosso
della distribuzione delle cooperative,
a prendere il testimone di Vincenzo
Tassinari arriva il reggiano Marco
Pedroni. Chiara Nasi subentra ad
Ivan Lusetti alla guida del gruppo
cooperativo reggiano Cir food.
Chiara
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di Giovanna Chiarini
PRIMO PIANO
Intanto, prosegue la consultazione on line in vista della programmazione 2014-2020
Fondi Ue, il primato
dell’Emilia-Romagna
L’Emilia-Romagna si appresta a chiudere con successo
il Por Fesr 2007-2013 e ha
avviato i lavori per la stesura della nuova programmazione,
attraverso un percorso partecipato
che coinvolge il mondo produttivo e
l’intera comunità regionale nella
costruzione del Programma 20142020.
È giunto infatti alla fase
conclusiva il Programma operativo regionale
del Fondo europeo di
sviluppo regionale (Por
Fesr) 2007-2013, il
vasto piano che mette in
atto nel nostro territorio
la politica di coesione
dell’Unione europea,
sostenendo l’avvicinamento dell’Emilia-Romagna agli
obiettivi europei di crescita della
spesa in ricerca e sviluppo, di creazione della società della conoscenza e
di sviluppo sostenibile. Tutto questo
grazie a 347 milioni di euro di risor-
L’
Al 31 maggio 2013,
oltre 207 milioni
di spesa certificata.
Importanti risultati
sul fronte ‘dopo-sisma’
10
se, divenuti 383 milioni dopo la decisione della Commissione europea del
19 giugno di rimodulare il piano
finanziario con l’incremento delle
risorse provenienti dal Contributo di
solidarietà per affrontare le emergenze successive al sisma. A pochi mesi
dal traguardo, la Regione fa il punto
sugli obiettivi raggiunti e si prepara
alla stesura condivisa delle linee dei
futuri programmi operativi.
Esaminando il lavoro svolto, il dato
principale è che l’Emilia-Romagna
risulta la prima regione italiana
nell’avanzamento della certificazione
di spesa Fesr al 31 dicembre 2012.
Spesa certificata che, al 31 maggio,
ha raggiunto i 207,1 milioni di euro,
pari al 59,7% del totale Por, mentre
gli impegni di risorse alla fine del
secondo bimestre 2013 sono pari a
382,6 milioni di euro, con un avanzamento degli impegni di risorse che
è cresciuto costantemente negli ultimi sei anni: 2,8 milioni di euro nel
2008; 91,8 milioni nel 2009; 268,6
milioni nel 2010; 300,5 milioni nel
2012. L’obiettivo di spesa annuale
per il 2013 risultava così già superato alla fine di maggio, con la realizzazione di un surplus di oltre 4,8
milioni di euro.
Dati che confermano il primo posto
della regione nella capacità di utilizzo dei fondi europei (sia Por Fesr che
Por Fse), certificato dal Rapporto
annuale del dipartimento per lo
Sviluppo e la Coesione economica,
pubblicato dal Ministero dello Sviluppo economico, che pone l’EmiliaRomagna in testa alla classifica delle
Regioni italiane, comprese le
Regioni a Statuto speciale e le due
Province autonome di Trento e
Bolzano.
Sono cinque gli assi in cui è stato
declinato il programma realizzato in
questi ultimi sette anni, uno per ogni
ambito di intervento. Per l’Asse I,
ricerca industriale e trasferimento
tecnologico, il contributo totale è
stato di 114,3 milioni di euro con
pagamenti certificati pari al 75%.
Per lo sviluppo innovativo delle
>>
imprese (Asse II) il contributo totale
è di 69,6 milioni di euro, con pagamenti certificati pari al 42,42%.
L’Asse III è dedicato alla qualificazione energetico-ambientale e allo sviluppo sostenibile, per i quali il contributo è stato di 79,5 milioni, con il
37,54% di pagamenti certificati.
L’Asse IV riguarda invece la valorizzazione e la qualificazione del patrimonio ambientale e culturale; qui i
contributi ammontano a 69,6 milioni, con pagamenti certificati pari al
68,95%. Infine l’assistenza tecnica,
per garantire la realizzazione del
Programma, è il tema dell’Asse V: a
queste attività sono rivolti 13,9
milioni di euro, tutti certificati.
Per la Regione, che già nelle precedenti rilevazioni figurava nelle prime
posizioni, a livello nazionale, per
capacità di utilizzo dei fondi Ue, questi dati sono un ulteriore biglietto da
visita per Roma e Bruxelles, che in
questi mesi si stanno confrontando
sulla nuova programmazione dei
fondi. L’Emilia-Romagna è pronta a
rivendicare un ruolo ancora più attivo nella definizione delle priorità
d’intervento e dei meccanismi di
gestione, a partire dalle nuove regole
comunitarie che impongono concentrazione delle risorse su un numero
limitato di priorità e stringenti meccanismi di valutazione dell’impatto
reale delle misure su occupazione e
crescita.
POR PER FARE
Costruiamo insieme il programma 2014-2020
Finanza per lo sviluppo
el percorso di ripensamento dei meccanismi di funzionamento delle politiche
pubbliche, la finanza gioca un ruolo propulsivo di importanza cruciale. Muovendo da questo presupposto, la Regione Emilia-Romagna
ha organizzato l’incontro “Finanza per lo sviluppo”, che si è tenuto il 16 luglio a Bologna
quale ulteriore tappa di “POR PER FARE”, il
percorso di consultazione con la comunità
regionale sulla nuova programmazione dei
fondi Fesr 2014-2020.
Punto di partenza, il tema del credito alle
imprese, un problema sempre più pressante
anche in Emilia-Romagna a causa della scarsa
patrimonializzazione delle aziende, da un lato,
e dei vincoli di Basilea a cui sono sottoposte le
banche stesse, dall’altro. Da qui l’esigenza di
elaborare una riflessione, con tutti gli
stakeholder, sulle opportunità offerte dalla
nuova programmazione dei fondi europei,
per promuovere la crescita del sistema economico e produttivo, partendo dall’andamento
e dalle prospettive degli investimenti e del credito a livello regionale e nazionale e allargando l’orizzonte al ruolo dei consorzi fidi e delle
aggregazioni tra banche e imprese, con l’obiettivo di mettere in campo modalità, anche
innovative e in linea con le best practice
comunitarie, di gestione e suddivisione del
rischio.
N
Una questione a cui la dimensione regionale
non può dare risposte risolutive e di sistema,
pur potendo operare per allargare la platea
delle imprese che investono se assistite da
garanzia, ma anche per favorire le imprese
nella fase iniziale del loro sviluppo, quando
l’accesso al credito è più difficoltoso.
Puntando con forza su strumenti – sostegno
allo start up e allo sviluppo delle imprese,
fondi rotativi di finanza agevolata, ecc – già
testati con successo durante la programmazione 2007-2013.
Un ruolo decisivo, in questo senso, lo avranno i nuovi indirizzi Ue, dalle nuove regole sul
cumulo tra strumenti finanziari e politica degli
aiuti, a una standardizzazione dei linguaggi
con cui si “scrivono” i fondi, con procedure
affini a quelle che regoleranno i nuovi fondi
strutturali. Infine, il tema della semplificazione, con la Commissione impegnata a definire
una vera e propria “cassetta degli attrezzi” a
cui attingere per individuare modalità comuni, e innovative, sotto il profilo della condivisione dei rischi e della definizione di nuovi
sistemi di garanzia.
Diversi gli spunti di discussione proposti, coordinati da giornalisti di Radio 24, dalle garanzie
richieste alle imprese – e agli stessi istituti bancari – alle principali problematiche che le pmi
incontrano nell’accesso al credito, fino alle
possibili strategie per risolvere il paradosso
tassi-crisi e al ruolo virtuoso dei fondi europei
come stimolo agli investimenti produttivi.
Partecipa al forum su ioPartecipo+ (http://partecipazione.regione.emilia-romagna.it/iopartecipo/programma-operativo-regionale-fesr-20142020/finanza-per-lo-sviluppo/forum), organizzato in collaborazione con Radio 24, e contribuisci alla consultazione pubblica
Dopo l’incontro di apertura del 15 maggio, il percorso di ascolto e confronto con la comunità regionale sulla nuova programmazione dei fondi comunitari Fesr e Fse è proseguito il
24 giugno e il 4 luglio, con due incontri sul tema Ricerca e Innovazione – Smart
Specialisation Strategy e con il convegno dedicato alla finanza per lo sviluppo, il 16 luglio.
Prossimi appuntamenti dedicati alla green economy (17 settembre) e
valorizzazione del territorio (3 ottobre), che si accompagneranno all’attivazione di ulteriori “piazze” di discussione sulla piattaforma ioPartecipo+.
In ottobre è previsto l’evento conclusivo del percorso, preliminare alla
stesura definitiva dei nuovi Programmi operativi da sottoporre, entro
l’anno, al vaglio della Commissione europea.
Info e calendario aggiornato degli incontri sul sito
Por Fesr: http://fesr.regione.emilia-romagna.it/pagine/2014-2020/por_per_fare
11
PRIMO PIANO
“Molte delle questioni che pone
l’Europa – ha sottolineato l’assessore
regionale alle Attività produttive
Gian Carlo Muzzarelli – fanno già
parte integrante delle nostre politiche: dalla strategia Europa 20-20,
scritta nel Piano energetico, all’impegno su ricerca, innovazione, cluster
tecnologici, recepito dal nuovo
Programma attività produttive. E,
nonostante la capacità di utilizzo
delle risorse comunitarie certificata
dal Mise, fondata sull’integrazione
delle politiche regionali e sull’efficienza della macchina amministrativa,
resta anche in Emilia-Romagna l’urgenza di trovare soluzioni convincenti e di breve periodo a quelle che sono
le priorità delle priorità, cioè il lavoro
e la finanza per l’impresa”. Con l’obiettivo – dopo un 2012 segnato
dalla recessione e dalle conseguenze
devastanti del sisma – di agganciare
la ripresa già nel 2013, proprio partendo dall’impatto concreto dei fondi
strutturali sullo sviluppo e la crescita
della comunità regionale.
In questo quadro si inserisce il percorso partecipato POR PER FARE,
intrapreso dalla Regione, un progetto
di ascolto e confronto con imprese,
enti, ricercatori, associazioni di categoria sulla programmazione dei prossimi sette anni, inaugurato con l’evento del 15 maggio “Obiettivo crescita e occupazione. L’EmiliaRomagna verso la programmazione
12
2014-2020”, seguito da altri appuntamenti – in programma fino a ottobre – di volta in volta dedicati a differenti tematiche strategiche per il
futuro del territorio, per dare a tutti
gli stakeholder la possibilità di contribuirne attivamente alla definizione
dei nuovi Programmi operativi.
Ricerca e innovazione, finanza e sviluppo, green economy e sostenibilità,
qualità e valorizzazione del territorio:
questi i temi chiave del confronto
sulle strategie per la migliore attuazione dei Fondi, per una crescita
intelligente, sostenibile e inclusiva in
Emilia-Romagna. Obiettivo degli
incontri è mettere a fuoco, con l’ausilio di approfondimenti scientifici e
con i contributi di docenti, esperti e
rappresentanti istituzionali, i vari
aspetti in gioco e consentire quindi
all’intera comunità regionale di confrontarsi e partecipare attivamente ai
principali temi di discussione.
Ma il percorso di ascolto non è fatto
solo di incontri. Il lato più innovativo
dell’iniziativa è quello on line e consiste nell’attivazione – sulla piattaforma regionale ioPartecipo+ del portale ER Partecipazione – di diverse
piazze virtuali di discussione sui temi
cruciali della futura programmazione. Iscrivendosi e aderendo alle
discussioni in rete, l’utente ha l’opportunità di contribuire offrendo le
proprie valutazioni e collaborando
attivamente alla definizione della
strategia regionale. Ad esempio,
facendo proposte su come dovrebbero essere investiti i fondi europei per
occupazione e crescita, oppure indicando quali priorità dovrebbero guidare gli interventi per l’innovazione.
Con questa filosofia, è stata dapprima aperta una piazza dedicata a
“Ricerca, innovazione, Smart specialisation strategy”, rivolta ad associazioni, aziende ed enti, con otto gruppi di discussione e oltre 100 partecipanti, che resterà operativa fino al 31
ottobre. Ha accolto invece più di 150
partecipanti l’incontro pubblico preliminare all’apertura della seconda
“piazza” di POR PER FARE,
“Finanza per lo sviluppo” (vedi box,
N.d.R), inaugurata il 7 agosto da un
post a cura della giornalista di Radio
24 Valeria De Rosa, dedicato al tema
delle garanzie, prendendo spunto da
alcune esperienze significative, come
quella del fondatore della Diesel,
Renzo Rosso, che si è messo in gioco
in prima persona per consentire l’accesso al credito agevolato ai suoi fornitori, e quella di Gucci, già protagonista di un esperimento simile. Il
forum su questi temi, arricchito di
ulteriori post, resterà attivo fino al 15
ottobre 2013. Completano la piattaforma di consultazione sondaggi,
documenti e news aggiornate sul percorso che sta portando – a livello
regionale, nazionale ed europeo – alla
definizione del nuovo Programma
>>
L’EVENTO
A Casa Ferrari (Modena) il Comitato di Sorveglianza
Programmazione 2007-2013, risultati e prospettive
C
on oltre 207 milioni di euro di spesa
certificata al 31 maggio 2013,
l’Emilia-Romagna si è confermata, tra le
Regioni e Province autonome italiane, la
prima per capacità di utilizzo dei fondi
comunitari Por Fesr. Questo uno degli
indicatori più significativi dell’efficacia dell’attuale fase di programmazione 20072013 dei fondi Fesr, presentato a Modena
alla fine di giugno in occasione del semestrale Comitato di Sorveglianza ospitato
presso Casa Ferrari, la struttura dedicata al
grande pilota e costruttore modenese
inaugurata l’anno scorso proprio grazie al
cofinanziamento europeo. Tra i risultati
più importanti dei primi sei mesi del 2013,
esposti dall’Autorità di Gestione del
Programma, un posto di primo piano va
alle misure per il “dopo-sisma”.
A cominciare dal bando per il sostegno
alla localizzazione delle imprese che, nelle
tre diverse “call” – l’ultima delle quali
chiusa a febbraio – ha finanziato 919 progetti per un totale di investimenti di 23
milioni di euro, di cui 10,9 in quota Fesr,
mentre la misura per l’allestimento di aree
pubbliche per la delocalizzazione anche
temporanea delle attività produttive ha
finanziato 19 aree al 100% della spesa,
per un totale di 1,3 milioni di euro. Quindi
il bando per il sostegno agli investimenti
nell’area del cratere – 1.200 domande
presentate tra febbraio e maggio e investimenti attivabili per 390 milioni di euro –
e una nuova manifestazione d’interesse
per gli enti locali destinata al sostegno di
progetti di promozione e valorizzazione
dei territori colpiti (servizi a pag. 21, NdR).
“Questi dati – sottolinea l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo
Muzzarelli – evidenziano la voglia delle
imprese di mettersi in gioco, anche nelle
aree già impegnate nella difficile fase della
ricostruzione. Questo ci impone di lavorare per un’alleanza del buonsenso, della
responsabilità, della legalità e della giustizia. Dopo settembre, quando saranno
approvati i regolamenti per la nuova
Programmazione dei fondi comunitari
2014-2020, l’Europa dovrà ripartire più
unita per assicurare prosperità, sostegno
alle imprese e al lavoro”.
A tali misure, attivate in seguito all’integrazione di risorse del Por Fesr decisa
dopo i gravi eventi sismici di maggio
2012, si affiancano i risultati sulla programmazione “ordinaria”. Sul fronte
ricerca e innovazione, il 2013 ha visto
un’accelerazione importante nell’accreditamento di nuovi laboratori nell’ambito
della Rete alta tecnologia – complessivamente 89, tra accreditati e direttamente
finanziati dal Programma – nonché dei
contratti firmati tra gli stessi laboratori
della Rete e le imprese, che hanno superato a giugno la soglia dei 100 milioni di
euro. Proseguita anche l’azione di sostegno alle start up, con un nuovo bando per
il sostegno all’avvio di nuove imprese
innovative – chiuso al 31 dicembre 2012,
che ha finanziato 35 progetti, per 3 milioni di euro concessi a fronte di 5,2 milioni di
investimenti – e tramite l’ulteriore potenziamento di EmiliaRomagnaStartUp, la
rete che riunisce tutti i soggetti che, in
Emilia-Romagna, sostengono la creazione
d’impresa innovativa. Un nuovo bando
per il sostegno alle start up innovative è
previsto a settembre (servizi a pag. 14,
NdR).
Quindi l’energia: si è chiusa ad aprile, con
59 progetti finanziati e investimenti attesi
per 13,8 milioni di euro, la prima call per
aderire al nuovo fondo di finanza agevo-
lata per il finanziamento della green economy. Tra i benefici ambientali attesi dai
progetti – la maggior parte dei quali concentrati sul miglioramento dell’efficienza
energetica e sullo sviluppo di fonti di energia rinnovabile – il risparmio annuo di
6.600 tonnellate equivalenti di petrolio e
di ben 21.200 tonnellate di CO2. Già
aperta, fino a esaurimento risorse, la
nuova call per le imprese (servizi a pag.
19, NdR).
Anche sul capitolo “valorizzazione del
patrimonio ambientale e culturale” la
prima parte del 2013 ha visto la conclusione di nuovi importanti progetti (servizi
a pag. 18, NdR), tra i quali il nuovo
Ecomuseo della Civiltà palustre – nell’ambito del progetto per la Valorizzazione di
percorsi e stazioni strategiche del Parco
del Delta del Po – che è stato inaugurato
il 12 maggio scorso alla presenza di oltre
mille persone e di rappresentanti di
Regione ed Enti locali (a.z)
13
di Giovanna Chiarini
PRIMO PIANO
Punto di forza, l’innovatività e l’originalità delle proposte. Resta l’ostacolo dei business plan
Start up, i risultati
dei bandi regionali
n efficace strumento per le
realtà in possesso di validi
progetti imprenditoriali. Ma
anche la prova del nove che
ha fatto emergere la fragilità di
numerosi progetti ancora immaturi
dal punto di vista del business plan,
probabilmente l’ostacolo più importante in fase di start up. Si può riassumere così la valutazione dei risultati ottenuti
dai bandi di sostegno
allo start up d’impresa
attivati nell’ambito del
Por Fesr 2007-2013,
oggetto di un’indagine
dei Servizi di valutazione indipendente del
Programma (Nomisma,
Ecoter e Sign Network).
U
Più efficaci le misure
molto “selettive”.
Meglio la manifattura
dell’Ict, da potenziare
il supporto informativo
L’indagine si è concentrata sull’efficacia di tre bandi, portati a termine
negli scorsi tre anni, rispetto agli
obiettivi della programmazione
europea. Due di questi riguardavano
il “Sostegno allo start-up di nuove
imprese innovative” (Asse I) e si
rivolgevano a iniziative imprenditoriali basate sulla valorizzazione economica dei risultati della ricerca e lo
sviluppo di prodotti e servizi basati
su nuove tecnologie; il primo si è
chiuso il 22 giugno 2010 con 26
progetti finanziati per 2 milioni e
81mila euro di contributi concessi, il
secondo il 31 dicembre 2012 con 35
progetti finanziati per circa 2 milioni e 980mila euro concessi. L’altro
bando riguardava il “Sostegno a
progetti e servizi per la creazione di
reti di imprese, per l’innovazione
tecnologica e organizzativa nelle
pmi” (Asse II) rivolto a nuove
imprese anche innovative e volto a
favorire nuova occupazione imprenditoriale di giovani e donne, chiuso
il 31 dicembre 2011 con 120 progetti finanziati e la concessione di 10
milioni e 825mila euro di contributi.
FOCUS
Per il bando Por Fesr “innovazione-reti” stanziati altri 15 milioni.
Al via il 2 settembre il nuovo bando Por Fesr per le start up innovative
Innovazione, start up e reti d’imprese
D
alle risorse per i progetti innovativi delle
imprese ai finanziamenti per le start up,
dagli interventi per la competitività alle iniziative
specifiche per le aree del sisma. Queste alcune
delle misure per il rilancio dell’economia regionale presentate dalla Regione Emilia-Romagna
il 22 agosto scorso.
Tra gli interventi più importanti spicca lo scorrimento della graduatoria del bando Por Fesr
“innovazione-reti”, pubblicato nel 2012 e che
aveva visto ben 1.264 domande da parte delle
imprese. Alle 399 domande già finanziate con
circa 29 milioni di euro, si aggiungono così ulteriori 192 domande ammesse e agevolate, per
14,9 milioni di euro, portando a oltre 44 milioni
di euro il totale del contributo concesso. “Si è
trattato di una scelta precisa – ha sottolineato
l’assessore regionale alle Attività produttive,
Gian Carlo Muzzarelli – quella cioè di sostenere
le imprese che hanno scelto di mettersi in gioco
14
e di continuare a innovare e produrre in questo
territorio, puntando sull’innovazione e sul capitale umano”.
Della misura – che dovrebbe portare, secondo le
stime, alla creazione di alcune centinaia di posti
di lavoro – beneficerà l’intero territorio regionale, con una distribuzione dei progetti agevolati
su tutte le province dell’Emilia-Romagna. Sono
invece 38, nell’ambito dello stesso bando, le
imprese agevolate nell’area del “cratere”, per
2,96 milioni di euro di contributi. “Il sistema
regionale – ha sottolineato ancora Muzzarelli –
sta cercando di reggere l’urto delle difficoltà e la
Regione Emilia-Romagna vuole continuare a
sostenere quelle imprese serie che credono nel
valore del lavoro, proprio con misure come queste. Il tema della piccola e media impresa, tessuto profondo dell’economia regionale, continuerà a essere al centro delle nostre strategie”.
In coerenza con questi obiettivi, è stato inoltre
approvato il nuovo bando “Sostegno allo startup di nuove imprese innovative 2013”,
anch’esso finanziato da risorse Por Fesr.
Destinato a imprese innovative costituite dopo il
1° gennaio 2011, può finanziare progetti per un
valore minimo di 75mila fino a un valore massimo di 100mila euro. Il bando – aperto fino al 31
gennaio 2014 – si rivolge alle start up che basano la propria attività sullo sfruttamento di un
brevetto, hanno stipulato accordi di collaborazione scientifica con la rete Alta tecnologia e/o
nella cui compagine societaria figurano enti di
ricerca, investitori istituzionali (venture capital) o
partner industriali; o, ancora, sono state selezionate nell’ambito di altre iniziative regionali di
sostegno all’autoimprenditorialità innovativa
(Spinner, ecc). Criteri analoghi, dunque, a quelli
previsti dal precedente bando 2012, che si era
concluso con l’assegnazione di circa 3 milioni di
euro a 35 start up emiliano-romagnole (a.z)
Dall’indagine emerge che i progetti
di start up sostenuti hanno effettivamente contribuito al sistema regionale della ricerca e dell’innovazione.
Tuttavia, le imprese escluse evidenziavano forti deficit di qualità progettuale specialmente in termini di
innovatività, e il business plan è
spesso risultato carente nell’identificazione dei mercati di riferimento e
nella credibilità degli sviluppi, debolezza che ha riguardato anche diversi progetti approvati, che hanno
necessitato di successivi aggiustamenti.
Le due tipologie di bando inoltre
hanno avuto esiti differenti. Ad
esempio è limitato il numero dei
progetti ammessi a contributo per i
bandi dell’Asse I. Una garanzia di
efficacia e di selezione di progetti di
buona qualità, ma anche un campanello d’allarme che, secondo l’indagine, deve indurre a creare maggiori
momenti di informazione e diffusione per facilitare l’avvicinamento del
settore produttivo alle opportunità
offerte dal sistema regionale.
Significativa risulta la partecipazione del settore manifatturiero che,
rispecchiando la buona strutturazione esistente a livello territoriale, ha
presentato progetti di elevata qualità. Nonostante la vocazione del
settore allo sviluppo dell’innovazione attraverso l’Ict, margini di miglioramento sono invece auspicati per le
imprese di servizi di informazione e
comunicazione, per le quali è esiguo
il numero di progetti approvati
rispetto alle proposte presentate.
Al contrario, il bando Asse II ha
suscitato interesse in una popolazione molto ampia, portando al finanziamento di un elevato numero di
progetti. Positiva anche la forte presenza giovanile e femminile tra i
beneficiari, mentre la modalità a
sportello, con pubblicazione mensile
dell’elenco di imprese ammesse, ha
dato ai partecipanti il tempo di formulare, migliorare e adeguare il proprio business plan. Per il futuro, l’indagine propone però requisiti più
stringenti, tra i criteri di ammissibilità, per la valutazione dell’innovatività del progetto. Da sottolineare
invece per la sua efficacia – e dunque
da replicare – la messa a punto da
parte della Regione di un set completo di strumenti di supporto, tra
cui assistenza, applicazioni informatiche, manuali e linee guida, per
favorire la stesura di progetti davvero focalizzati sugli obiettivi di qualità richiesti dagli standard europei
PRIMO PIANO
di Augusto Zanotti
I risultati delle misure per il dopo-sisma dopo la “riprogrammazione” del Por Fesr
Ripartire più forti,
grazie all’Europa
li eventi sismici di maggio
2012 hanno portato a un
aggiustamento delle strategie di intervento del Por Fesr
in Emilia-Romagna. Le principali
novità del 2013 nell’attuazione del
programma riguardano infatti progetti nelle aree colpite dal terremoto, con l’obiettivo di mantenere il
livello di competitività
del territorio attraverso
una serie di interventi
anticipati con risorse
proprie. Due i livelli
d’azione intrapresi: da
un lato fronteggiare l’emergenza stimolando
la ripresa economica e
la riappropriazione del
territorio urbano da
parte della popolazione
(Asse IV), dall’altro il sostegno agli
investimenti produttivi delle imprese garantendo competitività e innovazione (Asse II).
In primo luogo le risorse sono state
destinate all’allestimento di 19 aree
per l’insediamento delle attività economiche nei comuni terremotati
delle province di Bologna (Crevalcore), Ferrara (Cento, Bondeno),
Reggio Emilia (Reggiolo), Modena
(Concordia, Novi, Finale, Carpi,
San Prospero, San Possidonio) per
un investimento complessivo di 1,3
milioni di euro. L’obiettivo è restituire alle comunità colpite spazi di
vita, non solo economica, ma anche
sociale e culturale. Allo scopo di
sostenere la localizzazione delle
imprese nelle aree colpite sono state
lanciate tre diverse call per l’assegnazione di contributi fino all’80%
delle spese. Sono 919 le domande
delle imprese ammesse al finanziamento, con un contributo concesso
di 10,9 milioni di euro. A questo si
aggiunge una serie di azioni di promozione del patrimonio ambientale
e culturale nell’area interessata, con
G
Localizzazione
delle imprese, 919
progetti finanziati.
Oltre 1.200 domande
per investimenti
Maurizio Melucci
assessore regionale
al Turismo
e Commercio
al centro,
azienda del comparto
biomedicale
16
una manifestazione d’interesse –
pubblicata tra maggio e giugno
2013 – finalizzata alla definizione e
all’individuazione dei progetti da
finanziare.
Sul fronte del sostegno agli investimenti produttivi, le imprese hanno
potuto beneficiare di un apposito
bando che si è chiuso alla fine di
maggio: obiettivo della misura, che
dispone di un plafond di 15 milioni
di euro, è la riqualificazione e l’espansione della capacità produttiva
delle piccole e medie imprese, incentivando gli investimenti e i processi
di innovazione tecnologica e organizzativa, sostenendo così la ripresa
e lo sviluppo del tessuto produttivo.
Sono state 1.209 le domande perve-
nute per un totale di investimenti
previsti di 388,9 milioni e la richiesta complessiva di 133,7 milioni di
euro di contributi. Il 39% delle
domande riguardano investimenti
in innovazione e ammodernamento
tecnologico dei prodotti o processi
produttivi, il 28% ampliamenti
della capacità produttiva, il 20%
nuove localizzazioni produttive e il
13% la riqualificazione degli spazi
dedicati alla produzione o alla commercializzazione. Infine risorse del
Por Fesr per la ripresa e lo sviluppo
delle aree colpite dal sisma sono
destinate alla creazione di tecnopoli
per la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico. Due le ipotesi
di utilizzo su cui si sta lavorando.
>>
La prima riguarda la creazione di
un laboratorio a supporto delle
principali attività industriali dell’area interessata, in particolare per il
settore biomedicale, nel contesto
del tecnopolo di Modena. La seconda, un’estensione dei programmi di
ricerca dei laboratori che operano
nel settore delle costruzioni, materiali edili e tecnologie del costruire e
dell’abitare, finalizzata allo sviluppo di ricerche mirate per il miglioramento sismico
IL PUNTO
Melucci: “Raggiunto l’obiettivo di sostenere le imprese e,
allo stesso tempo, mantenere l’identità di queste comunità”
Taglio del nastro per “Concordia Nuova”
rande festa a Concordia sulla Secchia
per l’inaugurazione, sabato 6 luglio, dell’area commerciale “Concordia Nuova”.
Situata nell’ex Parco Fiera, l’area è stata realizzata grazie alla misura Por Fesr per l’allestimento di aree, anche temporanee, destinate
alla localizzazione produttiva delle imprese
(Asse IV, Attività IV.3.2).
Realizzata in un’area di 5.600 metri quadrati
– dove hanno trovato spazio negozi ed esercenti del centro storico – l’area “Concordia
Nuova” è situata fra via Martiri della Libertà
e via Pederzoli. Qui si sono insediate quelle
attività economiche e commerciali che, su
libera iniziativa degli stessi commercianti,
sono state oggetto di delocalizzazione temporanea per l’impossibilità di proseguire l’attività nelle tradizionali sedi, inagibili a causa
del sisma.
L’obiettivo perseguito è quello di concentrare
le attività e dare loro un’identità e quella
sinergia tipica dei rapporti commerciali del
centro storico. Proprio per questo la progettazione ha previsto la realizzazione di corsie
pedonali pavimentate e una piazzetta per
favorire il passeggio e gli scambi commerciali. Inaugurata alla presenza di centinaia di
concordiesi, l’area ha visto da subito protagonisti i commercianti che hanno messo a
disposizione offerte speciali, punti di ristoro e
degustazione, e ogni altra iniziativa utile per
sottolineare la “ripartenza”.
Ad intervenire al taglio del nastro dell’area
commerciale sono stati il presidente
dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Palma Costi, l’assessore alle Politiche per
l’economia locale della Provincia di Modena,
Daniela Sirotti Mattioli, l’assessore agli
Interventi economici del Comune di Concordia, Susanna Golinelli, e il primo cittadino,
Carlo Marchini. “Tutte queste imprese – ha
sottolineato la presidente Costi, presente a
Concordia anche per l’inaugurazione, avvenuta nella stessa giornata, della nuova sede
dell’azienda biomedicale Tecnoline – capaci
in nemmeno dodici mesi di riprendere appieno l’attività in strutture addirittura migliori di
quelle precedenti, il tutto senza praticamente
interrompere mai la produzione, sono la
G
dimostrazione più chiara della forza, del
coraggio e della volontà di ricominciare degli
emiliani”.
La realizzazione dell’area Concordia Nuova è
stata interamente finanziata con fondi Fesr e
della Regione Emilia-Romagna, per un investimento complessivo pari a 380mila euro.
Dopo la nuova area commerciale è stato il
turno, dell’inaugurazione del nuovo municipio, collocato nell’area posta di fronte alle
nuove scuole e progettato con soluzioni tecnologicamente avanzate dal punto di vista
sia degli standard antisismici sia dei criteri
energetici.
Sono diverse le aree temporanee realizzate o
in corso di realizzazione nel Modenese, il territorio più duramente colpito dagli eventi
sismici di maggio 2012. Accanto alle aree
“pubbliche”, finanziate dal Programma Fesr
– oltre a Concordia, San Possidonio, Novi di
Modena, Finale Emilia – spiccano le “localizzazioni collettive temporanee private”. A
cominciare dal centro “Il Borgo della
Mirandola”, aperto già alla fine del 2012
con 30 imprese localizzate tra attività commerciali e di ristorazione, servizi, uffici.
Sempre a Mirandola, “Il Centro in Galleria”,
anch’esso inaugurato nel 2012.
Quindi San Felice sul Panaro (con “Ricommerciamo”) e Cavezzo, altre città simbolo,
allo stesso tempo, della devastazione del
sisma, prima, e della voglia di un’intera
comunità di ricominciare, partendo dalla rivitalizzazione delle attività commerciali del
centro storico oramai inagibile. Proprio a
Cavezzo è stata di recente inaugurata l’area
“Cavezzo 5.9”, un progetto nato dalla determinazione di 12 imprese unite in consorzio e
che ospita, attualmente, una ventina di attività commerciali. Presente al taglio del
nastro, l’assessore regionale al Turismo e
Commercio Maurizio Melucci, che ha ricordato i risultati importanti ottenuti con la
parallela misura per il sostegno alla localizzazione produttiva delle imprese e, più in generale, “per aver raggiunto l’obiettivo che era
quello di non creare città fantasma, ma di
mantenere l’identità delle comunità in attesa
di ripristinare i centri storici” (a.z)
17
PRIMO PIANO
IL FOCUS
Ecco alcuni progetti realizzati grazie ai finanziamenti europei
Dalla Motor Valley al Parco del Delta
per un turismo sostenibile e di qualità
ccanto ai primi risultati delle misure
per il dopo-sisma, attivate sull’Asse
IV del Programma Fesr all’indomani del
sisma – e poi integrate con la misura Asse
II per il sostegno agli investimenti – la
prima parte del 2013 ha visto un nuovo
impulso anche sul fronte della “normale”
programmazione. Crescono, di conseguenza, i progetti di valorizzazione del
patrimonio ambientale e culturale finanziati dal Programma Fesr e già conclusi –
in toto o per singoli stralci – e pienamente fruibili alla fine di giugno 2013.
Fiore all’occhiello dei risultati della programmazione regionale in questo ambito
– che vede 38 macro-progetti finanziati,
per oltre 40 milioni di euro di risorse investite – è la realizzazione del Museo Casa
Natale Enzo Ferrari, inaugurato a
Modena nel marzo del 2012. Costruita
intorno alla casa (anch’essa accuratamente restaurata) dove nel 1898 nacque
il padre della Ferrari, la nuova galleria
espositiva è un edificio futuristico e tecnologicamente all’avanguardia di 5mila
metri quadrati, pensato per raccontare la
storia, la passione e i luoghi che hanno
creato il mito di un’auto conosciuta e
sognata in tutto il mondo, ma anche per
raccontare la vocazione motoristica del
territorio. Il museo è stato realizzato con
un investimento di 2,23 milioni di euro, di
cui un milione finanziato dal Por.
Sono stati portati a termine a primavera
A
18
2012 anche gli interventi di valorizzazione
della Delizia Estense di Mesola, nel
Ferrarese. In tutto 1,45 milioni di euro, di
cui oltre un milione da risorse Por. Il progetto ha permesso di realizzare tre
ambienti nell’ambito del sistema museale
ed espositivo del Castello, con un centro
di educazione ambientale dedicato al
Boscone della Mesola e al territorio, compresi Sacca e porto di Goro, e l’allestimento del Museo del Cervo, mentre il Castello
è stato restaurato e riportato al suo splendore originario.
Diversi anche gli interventi in Romagna, a
partire dal progetto nel Parco regionale
della Vena del Gesso, contraddistinto
dalla dorsale di solfato di calcio che affiora per una ventina di chilometri tra le province di Bologna e Ravenna, caratterizzandone il paesaggio e influenzandone il
clima. Casola Valsenio, Riolo Terme e
Brisighella sono i comuni interessati da
progetti del valore di 1,9 milioni di euro,
di cui 1,3 finanziati dal Por, programmati
per far conoscere e valorizzare la ricchezza naturale e storica di questi luoghi. Nel
corso del 2012 sono stati inaugurati il
centro servizi per la fruizione del parco e
del centro storico di Riolo Terme, il nuovo
parco Pertini, il percorso naturalistico del
circuito Corolla delle ginestre e il nuovo
centro didattico sulle specie vegetali al
Giardino delle Erbe a Casola.
Passi avanti sono stati compiuti anche tra
la pineta di Classe e le saline di Cervia,
dove la realizzazione di percorsi naturalistico-ambientali rafforzano l’attrattività
delle stazioni ravennati del Parco del
Delta del Po, potenziandone lo sviluppo
turistico sostenibile e di alta qualità cultuale e ambientale. Il nuovo centro visite
Idrovora della Bevanella è attivo da
marzo 2012, e sono stati ultimati gli
approdi per canoisti e il percorso ciclopedonale “Antiche linee di costa, antichi
porti e torri di guardia”. A Cervia è pronto anche il percorso che collega le saline
al mare, oggetto di un intervento di
riqualificazione nell’ambito del progetto
“Cervia città del sale”, che prevede il
ripristino dei percorsi storici tra le saline, la
zona dei Magazzini del Sale e della Torre
San Michele, nel cuore del centro storico
di Cervia e nel perimetro del Parco del
delta del Po, e il Porto Canale di Cervia
fino allo sbocco a mare. Ma il risultato più
recente è stata l’inaugurazione, lo scorso
maggio, dell’Ecomuseo della Civiltà palustre a Bagnacavallo (Ravenna) che raccoglie oltre 2.500 manufatti conservati
negli anni dall’associazione Civiltà delle
erbe palustri, con percorsi interattivi e
multimediali sulle lavorazioni palustri, e
l’etnoparco Villanova delle capanne che
accoglie ricostruzioni del tradizionale
capanno romagnolo, per secoli utilizzato
come dispensa, laboratorio, ricovero
attrezzi (g.c)
PRIMO PIANO
di Maria Baldini
Durante la prima call presentati 59 progetti, per investimenti che sfiorano i 14 milioni
Fondo energia,
riaprono i termini
en 59 progetti presentati dalle
imprese, che attiveranno
investimenti per quasi 14
milioni di euro e consentiranno di risparmiare oltre 6.600 tonnellate equivalenti di petrolio, evitando
l’emissione in atmosfera di circa
21.200 tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Questi alcuni numeri
del Fondo rotativo di finanza agevolata per la green economy, i cui termini sono riaperti dallo scorso 8
luglio.
Finanziati con 5,5 milioni di euro di
risorse pubbliche provenienti dal
Programma Fesr – più ulteriori 8,2
milioni erogati dagli istituti di credito
– i progetti presentati, dall’importo
medio pari a 233mila euro, hanno
riguardato in particolare le misure
per il miglioramento dell’efficienza
energetica delle imprese, lo sviluppo
delle fonti rinnovabili e la creazione
di beni e servizi destinati a tali finalità. Un solo progetto ha riguardato
la creazione di reti condivise per la
produzione e/o l’autoconsumo di
energia da fonti rinnovabili, mentre
per la tipologia relativa allo sviluppo
di reti intelligenti non è pervenuto
alcun progetto. Preponderanti, in
assoluto, gli investimenti per la realizzazione di impianti fotovoltaici – pari
a circa il 25% del totale – e per l’efficientamento energetico dell’impresa
(circa un progetto su cinque). I territori che hanno espresso il maggior
numero di progetti sono, nell’ordine,
la provincia di Bologna (17),
Ravenna (12) e Reggio Emilia (10).
“La quantità e la qualità dei progetti
presentati – osserva l’assessore regionale alle Attività produttive, Gian
Carlo Muzzarelli – sottolinea la
voglia delle imprese di investire, mettendosi in gioco anche in questa difficilissima fase economica. Da anni la
Regione Emilia-Romagna ha individuato nella green economy la chiave
di volta per una crescita intelligente,
B
sostenibile, inclusiva. In questo senso,
il ‘fondo energia’ rappresenta un
importante banco di prova sia per la
capacità delle politiche pubbliche di
dare risposte, con strumenti finanziari innovativi, al problema del credito
per le imprese, sia per le imprese stesse, che stanno dimostrando la propria capacità di guardare oltre la crisi
e di investire sul futuro”.
Un risultato importante anche per il
soggetto gestore del fondo, la ATI
formata dai maggiori consorzi fidi
regionali, Unifidi e Fidindustria: “Il
successo ottenuto dalla prima fase di
apertura dei termini – sottolinea
Nicola Gobbi, responsabile area
Mercato di Unifidi Emilia-Romagna
– è il risultato dell’impegno corale da
parte dei Consorzi e della Regione
Emilia-Romagna, per vincere una
comune scommessa: investire sul
futuro delle pmi emiliano-romagnole
offrendo risposte, innovative ed efficaci, al problema della stretta creditizia”.
Finanziato dal Programma Fesr con
9,5 milioni di euro a valere sull’Asse
III (“Qualificazione energeticoambientale e sviluppo sostenibile), il
fondo dispone di un plafond iniziale
di risorse pari a 24
milioni di euro e concede finanziamenti agevolati con provvista mista,
della durata massima di
4 anni, nella misura
minima di 75mila euro e
nella misura massima di
300mila euro per progetto. Il 40% del totale
del finanziamento è a
valere su risorse Por
Fesr, il restante 60% su risorse di
provvista privata, messe a disposizione dagli istituti di credito. Il risultato,
un tasso effettivo praticato alle
imprese di poco superiore – ai valori
attuali di Euribor – ai 3 punti percentuali.
Possono fare ricorso al “fondo
energia” le piccole e medie imprese
operanti – in base alla classificazione delle attività economiche
ATECO 2007 – nei settori dell’industria, dell’artigianato e dei servizi alla persona aventi localizzazione
produttiva in Emilia-Romagna.
Informazioni e modulistica per le
domande di finanziamento sul sito
www.fondoenergia.eu
La misura attiva fino al
29 novembre, dispone
di un plafond iniziale
pari a 24 milioni,
di cui 9,5 dal Por Fesr
Gian Carlo Muzzarelli (Attività produttive)
“La quantità e la qualità dei progetti presentati
sottolinea la voglia delle imprese di investire anche
in questa difficilissima fase economica, cogliendo
le opportunità della green economy, chiave di volta
per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”
19
TERREMOTO
di Natascia Ronchetti
Palmieri di San Prospero, Bgb di Carpi e Gibiesse di Mirabello: nuovi stabilimenti
Di nuovo in piedi,
le imprese ripartono
San Prospero, in provincia di
Modena, per il Salumificio
Palmieri, oltre cento anni alle
spalle, la paura si è definitivamente dissolta in uno scintillante
giorno di festa, quello dell’inaugurazione del nuovo stabilimento, 25mila
metri quadrati, dei quali 13mila
coperti. Una nuova fabbrica - al
posto del perimetro pericolante rimasto in piedi
tra le macerie, dopo oltre
un anno dal terremoto
che ha piegato l’Emilia –
che per questa storica
stirpe imprenditoriale
del modenese è come un
monumento all’orgoglio, alla voglia di ricominciare, alla volontà di
buttarsi alle spalle la
devastazione e il senso immanente
della fine che ogni sisma disastroso
porta con sé.
“Per prima cosa pensi ai tuoi famigliari, ai tuoi dipendenti. E quando
sai che sono tutti vivi arriva il sollievo ma poi, subito, ti confronti con il
vuoto della perdita della speranza”,
dice il presidente Massimo Palmieri.
Percorsi uguali. Come uguali sono
stati tempra e coraggio. Il Salumificio
Palmieri è una delle tante aziende – la
stragrande maggioranza, quasi il
100% - che sono riuscite a ripartire
dopo il terremoto dello scorso maggio. In questo caso con un investimento da 12 milioni. Grossa sfida per
una impresa che prima delle scosse
fatturava 20 milioni di euro e 15 se li
è portati via il sisma: il conto dei
danni. Ma ha saputo vincere dubbi e
timori grazie alla propria storia – è
stata fondata agli inizi del Novecento
-, alle fondamenta robuste, alla solidità finanziaria, alla solidarietà dei
tanti – “Quella degli altri imprenditori, quella delle istituzioni, a partire
dalla Regione, e poi quella delle maestranze – prosegue Palmieri – per poi
A
Storie così
si rincorrono
in Emilia tra la
Bassa modenese
ed il Ferrarese
20
trovare una sponda anche negli istituti di credito”.
“Il piano finanziario per riprendere
l’attività – spiega il direttore generale
Paolo Arcangeli – si è basato sulla
solidità dell’azienda prima del terremoto”. Adesso lo storico Palmieri ha
ricominciato a produrre e ha grandi
progetti. Seimila tonnellate all’anno
di insaccati e aceto balsamico, l’incremento delle esportazioni, oggi al
10%, un piano di assunzioni, per
sostenere il programma di rilancio.
Ora i dipendenti sono 55 ma venti
stagionali saranno a breve assunti a
tempo pieno. “E, secondo i nostri
piani, a regime arriveremo a 70
addetti”, aggiunge Arcangeli.
Di storie così l’Emilia del dopo terremoto è davvero piena. Si rincorrono
tra la Bassa modenese – una delle
aree più colpite – e il Ferrarese. Tra
San Felice sul Panaro e Mirabello.
Tra industrie e divisioni di multinazionali, tra piccole e medie imprese,
aziende artigiane. Tra il distretto biomedicale di Mirandola, uno dei più
importanti d’Europa, e quello della
maglieria e dell’abbigliamento di
Carpi. A San Felice sul Panaro la
Bgp, settore metalmeccanico, dopo
aver visto spazzare via tutta la sua
storia - il capannone crollato, i macchinari sepolti - ha riaperto con uno
stabilimento nuovo di zecca, proprio
nel 40esimo anniversario della sua
nascita. “Mai per un attimo – racconta Giampaolo Palazzi, uno dei
soci – abbiamo pensato di mollare”.
Si sono rimboccati le macchine, come
tanti hanno allestito tensostrutture
per non interrompere la produzione.
E poi trasferito lì le macchine, lavorato senza sosta, mai un attimo di
pausa.
La stessa determinazione ha guidato
Michele Gamberini, il patron della
Gibiesse di Mirabello, serramenti in
pvc. Quando il terremoto gli rase al
suolo il capannone (1,5 milioni di
danni), pensò che la sua vita fosse
stata azzerata. Ha ricostruito, senza
mai interrompere l’attività. Persino
quando tutto sembrava remare contro, e lui, per non arrendersi, aveva
affisso un cartello: “Siamo aperti”.
Ha resistito, tenacemente. Ha declinato le offerte che gli sono arrivate
dalla Svizzera, dal Canton Ticino,
dall’Austria: tutti pronti a offrirgli
condizioni allettanti, a partire da una
fiscalità vantaggiosa, per delocalizzare. Ma lui ha puntato i piedi.
“Abbiamo reagito”, dice. I soldi dell’assicurazione se ne sono andati
nella prima fase della ricostruzione,
lui ha ipotecato il nuovo capannone
per ottenere un mutuo, attende la
cosiddetta cambiale Errani, il risarcimento a fondo perduto dei danni
subiti, e allora costruirà anche gli
uffici, che adesso mancano. Sempre a
Mirabello, il luogo dove vuole stare.
Vicende come quella della Gibiesse,
della Bgp, del Salumificio Palmieri,
raccontano solo alcune delle tante
rinascite di una regione colpita da
quello che è stato definito il primo
terremoto industriale. Un sisma che
ha, sì, distrutto case, scuole, danneggiato ospedali, palazzi municipali,
palestre. Ma che aveva anche messo
in ginocchio un’area tra le più industrializzate del Paese, ad altissima
densità produttiva, capace di generare una ricchezza che sfiora i 20 miliardi, di esportare per 12. Nei soli 33
comuni del cratere operano quasi
48mila unità produttive, si arriva a
66mila se si prendono in considerazione anche le aziende collocate nei
57 comuni interessati dal terremoto.
Tutte imprese le cui vite si intrecciano
saldamente e indissolubilmente con le
IL FOCUS
Dalla Regione nuovi bandi per ricerca e investimenti
Le misure per sostenere la ripresa
T
erremoto, la Regione continua a sostenere la ripresa. Tra le misure emerge in
primo luogo l’invito a presentare manifestazione di interesse per la creazione di un tecnopolo nelle aree del sisma, a Mirandola
(Mo). Le domande debbono essere presentate entro il 15 ottobre 2013 da parte dei
soggetti che intendano svolgere attività di
ricerca anche col supporto di altri soggetti
sostenitori o finanziatori. Il cofinanziamento
regionale è concesso nella misura massima
del 90% delle spese ammissibili, e le risorse
a disposizione sono pari a 4 milioni di euro.
È stata varata la concessione e liquidazione
di contributi per la rimozione di carenze
strutturali finalizzate alla prosecuzione dell’attività produttiva (bando Inail prima finestra): 114 le concessioni e liquidazioni per
4,1 milioni di euro di contributi. In corso di
definizione una seconda finestra del bando.
Nuova ordinanza commissariale per la rimozione carenze strutturali e miglioramento
sismico, con apertura dei termini dal 10 settembre 2013, con procedura a sportello. È
vite dei loro capostipiti, degli imprenditori che le hanno create, delle famiglie e dei dipendenti che li hanno
seguiti e sostenuti. Aziende che spesso, per i territori in cui sono insediate, per le popolazioni che li abitano,
costituiscono punti di riferimento.
Storici, geografici. Di identità, soprattutto.
Certo, ancora c’è molto da fare di
fronte alle conseguenze di un terremoto che al solo sistema produttivo
ha provocato danni per oltre 5 miliardi. Un nodo si è sciolto con l’azzeramento del patto di stabilità per i
Comuni interessati dal sisma.
Provvedimento arrivato grazie all’intesa tra Governo e Regione.
Riguarderà tutto il 2013 e permette
alle amministrazioni locali di iniettare risorse nel territorio per la ricostruzione, sblocca i pagamenti alle
aziende che eseguono i lavori. Grazie
anche all’allentamento dei vincoli a
favore delle Province interessate i
Comuni del cratere potranno dispor-
stata emessa, infine, una nuova ordinanza,
la n. 97/2013, sui criteri e le modalità per
l’accesso a finanziamenti agevolati per il
pagamento di tributi, contributi previdenziali e assistenziali, premi per l’assicurazione
obbligatoria per i danneggiati economici.
In ambito agricolo sono disponibili 30 milioni di euro per sostenere l’ammodernamento
delle aziende nei territori colpiti dal sisma
(scadenza bando il 15 ottobre). Le domande dovranno essere presentate alle Province
di competenza. L’ammontare del contributo, in conto capitale, varia dal 30% al 45%
della spesa ammessa a seconda della tipologia dell’investimento e del richiedente,
imprenditore ordinario o azienda con giovane titolare. In caso di investimenti nel settore energetico da fonti rinnovabili il contributo è pari al 40% per l’utilizzo di biomasse
vegetali e al 20% per impianti fotovoltaici.
Avranno priorità le aziende rette da giovani
imprenditori e quelle che presentano progetti di investimento con creazione di posti
di lavoro
re ora di una capacità di spesa di 50
milioni di euro.
“Una sostanziale boccata d’ossigeno
alle zone colpite”, dice Simonetta
Saliera, vicepresidente e assessore al
Bilancio della Regione. “Per il secondo anno consecutivo – prosegue siamo riusciti ad evitare il rischio che
i vincoli del patto di stabilità nazionale potessero pesare sulle comunità
impegnate nell’attività di ricostruzione”. I 50 milioni si sommeranno a
una potenzialità di spesa di ulteriori 9
milioni, grazie ad un allentamento
straordinario dei vincoli alla finanza
locale disposti dalla Regione nelle
scorse settimane. Cosa che consente
ora ai Comuni terremotati di utilizzare anche le risorse provenienti dalle
donazioni di privati. A beneficiare
dell’azzeramento saranno le amministrazioni locali delle provincie di
Bologna (quasi 17 milioni di euro),
Ferrara (7,6 milioni), Modena (circa
13,4) e Reggio Emilia (più di 12,3
milioni)
21
SCENARI
L’Emilia-Romagna, con 150 casi e 600 aziende coinvolte, è tra le regioni più attive
di Elena Turrini
Crescono
le reti di impresa
ultima nata in EmiliaRomagna ruota attorno al
Grana Padano e va ad
ingrossare le fila delle reti di
impresa, arrivate a circa 150 in
regione per un totale di 600 imprese
coinvolte, secondo dati raccolti da
Assoretipmi. “I dati sono approssimativi, si riferiscono alle ultime statistiche InfoCamere ma il
mondo delle reti di
impresa è in continua
evoluzione – spiega il
presidente dell’associazione Eugenio Ferrari –
ad oggi si contano circa
770 reti a livello nazionale per un totale di
4000 mila imprese coinvolte”. L’Emilia-Romagna è tra le regioni più
attive nella nascita di reti di impresa
assieme a Lombardia e Toscana.
Sono soprattutto le piccole e medie
imprese ad aggregarsi, perchè così
facendo assumono la massa critica
necessaria per essere più forti sia sul
L’
Tra gli esempi
più recenti, la rete
tra i produttori
piacentini
di Grana Padano
mercato interno che sui mercati internazionali.
La conquista di nuovi spazi esteri è
l’obiettivo che ha spinto i produttori
piacentini di Grana Padano a creare
una rete, sostenuta da Coldiretti
Piacenza. Negli ultimi anni l’export
del Grana Padano è passato da poco
più di 350mila forme a 1.330.000 e
Piacenza, unica provincia emilianoromagnola a produrlo, fa la parte del
leone con l’11% della produzione
nazionale. “Con questa rete di
imprese – spiega il direttore di
Coldiretti Piacenza Massimo Albano
– vogliamo promuovere il Grana
IL PUNTO
Il bando regionale rivolto ai progetti internazionali delle Pmi
In rete per andare oltreconfine
C
hiude il 27 settembre il bando della
Regione Emilia-Romagna (attività
4.2 del Programma regionale attività
produttive 2012-2015) per sostenere
progetti di internazionalizzazione delle
reti formate da piccole e medie imprese.
Ogni rete può presentare un solo progetto, focalizzato su un unico Paese di
destinazione delle azioni di promozione
o su paesi appartenenti ad aree economiche fortemente integrate tra loro dal
punto di vista commerciale e produttivo.
22
Ogni impresa può partecipare a un solo
progetto. L’agevolazione prevista nel
bando consiste in un contributo fino ad
una misura massima corrispondente al
50% della spesa ammissibile. Saranno
esclusi i progetti con spesa ritenuta
ammissibile dalla Regione inferiore a cinquanta mila euro. Il contributo concedibile non potrà, in ogni caso, superare
l’importo di 150 mila euro per progetto,
e di 50 mila per ogni singola impresa
partecipante.
Padano piacentino sui mercati internazionali per migliorarne la diffusione e soprattutto per valorizzare il territorio”.
La rete si costituirà a breve, il progetto è stato presentato a fine luglio:
sarà “uno strumento flessibile che
consentirà anche ai piccoli caseifici
della nostra provincia di uscire dai
confini locali e dai meccanismi che
spesso portano ad avere prezzi non
remunerativi. Inoltre – aggiunge
Albano – attraverso questo prodotto
certificato, si intende combattere il
fenomeno della contraffazione smascherando i tanti falsi grana che ci
sono sui mercati”.
Dall’agroalimentare alla meccanica,
altro settore d’eccellenza regionale
nel quale fioriscono le reti di impresa. Prima dell’estate a Bologna è stata
presentata Autebo (Automation
Technologies Bologna), rete della
subfornitura meccanica e meccatronica nata dall’aggregazione di undici
aziende, sette delle quali con sede nel
Bolognese e operanti nella stessa filiera. La rete è decollata con il supporto di Unindustria Bologna e raggiunge complessivamente 80 dipendenti e
un fatturato di 13 milioni di euro. Ai
clienti offre il vantaggio di avere un
unico interlocutore per la subfornitura unendo flessibilità e competenza.
“Le reti di impresa cambiano il concetto di filiera - spiega Ferrari - nei
distretti esistono filiere ‘lunghe’: ogni
impresa lavora per conto suo e la
realizzazione del prodotto finito deve
aspettare i tempi dei vari passaggi.
Nella rete questi passaggi sono accelerati, per questo si parla di filiera
corta: le aziende sono concentrate
sullo stesso progetto, hanno un
piano comune per l’ottenimento
dello stesso risultato”.
Ciò non significa per le imprese che
aderiscono alla rete perdere la propria autonomia. “Niente impedisce a
un’impresa di entrare in una rete,
perchè ognuna continua a mantenere
il suo core business ma compartecipa
assieme a un progetto che integra le
singole competenze”. Questo equilibrio tra individualità e collaborazione si mantiene se ogni impresa della
rete rispetta doveri e diritti: gli aderenti devono sottoscrivere un contratto di rete, come quello di Autebo,
nel quale si impegnano a far crescere,
sia individualmente che insieme, la
competitività della rete.
Il contratto contiene un codice etico
e di condotta che regola diritti e
doveri che ogni società della rete
assume nei confronti degli interlocutori con cui interagisce. Dal 2009,
quando è nata la normativa sulle
reti, il contratto ha subito revisioni e
implementazioni, segno che questa
forma imprenditoriale è ancora
tutta da regolare. Nel giugno scorso
è stato raggiunto un importante traguardo: l’Agenzia delle entrate ha
riconosciuto alla rete la soggettività
giuridica e tributaria, quindi la partita iva. Una norma molto attesa,
perchè consente alla rete di avere più
credibilità sui mercati come soggetto
unico. Altri passi avanti si stanno
compiendo nella formazione: Assoretipmi, in collaborazione con la
fondazione universitaria Marco
Biagi di Modena, ha ideato il corso
di formazione per manager di rete in
modalità e-learning, formazione a
distanza per agevolare i destinatari
del corso, imprenditori e liberi professionisti
Sotto,
Alberto Nicolini
coordinatore
di Terre Mosse
I PROGETTI
A Natale la prima confezione di prodotti distribuita con il marchio
Terre Mosse
40 aziende unite per ricominciare
D
al terremoto di maggio 2012 sono
nate nuove strategie imprenditoriali
nei territori colpiti, dove le aziende hanno
dovuto ripensare la propria organizzazione e
assetto produttivo per far fronte all’enorme
difficoltà. Vivere assieme lo stesso dramma
ha avvicinato le aziende, creando uno spirito di collaborazione che ha dato vita, tra
l’altro, alla rete di impresa Terre Mosse.
Nata nell’ottobre del 2012, a sei mesi dal
sisma che ha distrutto decine
di capannoni, Terre Mosse
conta una quarantina di
aziende nell’area colpita,
appartenenti ai più svariati
settori, dalla meccanica all’agroalimentare, dalle energie
alternative all’abbigliamento
e di varie dimensioni, dalle
micro imprese ad aziende
con 300 dipendenti. L’unica
condizione richiesta da Terre
Mosse, spiega il coordinatore
Alberto Nicolini che è anche presidente di
Radio Pico, una delle aziende della rete è
“aver subito un danno significativo dal terremoto”.
La rete nasce, infatti, con un obiettivo ben
preciso: “L’idea è stata fin da subito quella
di realizzare un marchio che identifica il
valore delle aziende le quali, nonostante i
danni subiti dal terremoto, sono riuscite a
rimanere sul mercato”. È la storia di tutte le
imprese che fanno parte di Terre Mosse. È la
storia, ad esempio, della Menù di Medolla,
una delle aziende più grandi del territorio
(oltre 200 dipendenti) e specializzata in pro-
dotti alimentari per la ristorazione: la mattina del 29 maggio 2012 il terremoto ha
squarciato lo stabilimento, dopo tre mesi il
titolare Rodolfo Barbieri aveva già ricostruito un primo capannone.
“Anche noi abbiamo subito danni ingenti
dal terremoto - spiega Nicolini - la sede di
Radio Pico era nel palazzo più alto di
Mirandola, il direzione La Torre. La mattina
del 29 maggio è successo di tutto, si aprivano crepe nelle pareti, gli scaffali crollavano. Abbiamo
continuato a lavorare, prima
sotto un gazebo poi per sei
mesi nei container e poi
siamo riusciti a rientrare nel
palazzo”. Tutte le aziende di
Terre Mosse hanno vissuto
esperienze simili e hanno
deciso di unirsi in una rete,
‘anomala’ rispetto alle altre
perchè comprende aziende
di diversi settori.
Il primo progetto realizzato riguarda una
confezione di prodotti a marchio Terre
Mosse che verrà distribuita nel periodo
natalizio. Contiene prodotti delle aziende
della rete, dai salumi di Mec Palmieri di San
Prospero alla farina del Molino Ariani di San
Felice, dai braccialetti dell’azienda di accessori Astarte al cd dei Rio, gruppo musicale
‘amico’ di Radio Pico che ha inciso il singolo ‘Insieme’ dedicato alla rete di impresa.
“La confezione Terre Mosse verrà distribuita attraverso i canali aziendali, come regalo
natalizio, e in alcuni supermercati della
grande distribuzione” spiega Nicolini
23
SCENARI
di Giuseppe Sangiorgi
A Cesena è nata un’aggregazione tra aziende guidata da giovani
La meccanica artigiana
si mette in rete
dee chiare ed obiettivi determinati per la rete di imprese
Co.N.Eng, costituita a Cesena da
tre aziende del settore meccanica:
Meccanica 2000, Mancini MecService e Meccanica di precisione
cesenate (Mpc) di cui sono titolari
Alex Mancini, Mario Picone e Loris
Siboni, Stefano Soldati. Uomini di
azienda che sono punti
di forza del Gruppo giovani imprenditori Confartigianato (Alex Mancini è il presidente) che
hanno deciso di ottimizzare investimenti e forniture, per puntare con
decisione su nuovi mercati esteri.
Meccanica 2000, costituita nel 1995, ha sede
di proprietà a Torre del Moro ed è
specializzata nella realizzazione di
prototipi, piccole e medie serie di
particolari di precisione in materiali
ferrosi, acciai inox, titanio, alluminio
e materie plastiche. Mancini Mec
Service opera nella tornitura, foratura, fresatura e alesatura a controllo
numerico è un esempio felice di
ricambio generazionale con l' inserimento aziendale di Alex e Marcello,
figli del fondatore Stefano. Mpc,
Meccanica di precisione cesenate, è
specializzata nelle lavorazioni meccaniche di precisione.
“Grazie a questa rete – evidenzia
Alex Mancini – potremo acquisire
maggiori commesse visto che le
nostre lavorazioni si integreranno e
potranno dare risposte a un’ampia
gamma di richieste. In questo modo
diventiamo più competitivi e si aprono opportunità più marcate. Il
nostro progetto – prosegue Soldati –
nasce dalla volontà di realtà con
esperienza ventennale che vogliono
affrontare nuove sfide consapevoli
che la vera opportunità nel mercato
attuale, sempre più esigente, possa
I
Gli obiettivi,
ottimizzare
gli investimenti
e puntare
ai mercati esteri
Gli imprenditori
della nuova rete
e al centro
il presidente
camerale
Zambianchi
24
essere l’unione del know how e delle
eccellenze aziendali. Gli obiettivi
sono quelli di ottenere visibilità e
ottimizzare lotti di produzione per
mercati esteri e nazionali potenziando la forza lavoro con l’unione strutturale delle aziende in rete”.
Una mèta di destinazione precisa per
Co.N.Eg è la Germania. “Il nostro
obiettivo è conquistare il mercato
tedesco e ci muoveremo nelle prossime fiere specializzate teutoniche.
Partiamo – precisa Alex Mancini –
da una base di qualità dei prodotti
alta, e sfrutteremo un nostro punto
di forza quale è la flessibilità”. Altro
elemento vincente per Mario Picone
è “la specializzazione nella realizzazione di prototipi, piccole e medie
serie di particolari di precisione, tornitura, foratura e fresatura, controllo numerico e lavorazioni meccaniche di precisione”. Le tre aziende neo
costituite in rete, in controcorrente,
si stanno espandendo, sia sul piano
degli investimenti sia su quello del
lavoro. “Il personale ha un’età
media sui trent’anni e ammonta in
totale a 50 unità – aggiunge Loris
Siboni – a breve assumeremo altri
addetti”.
A far partire questa esperienza innovativa di rete di imprese è stato il
contributo decisivo della Camera di
commercio di Forlì-Cesena. “Nella
nostra provincia sono nate 26 reti
d’impresa. La Camera assicura contributi per queste operazioni, convinta che in un territorio come il nostro,
col 93,7% di piccole e medie impre-
se, sia la strada del futuro – sottolinea il presidente Alberto Zambianchi
– La rete di impresa aiuta a essere più
credibili con le banche e consente di
ottenere sgravi fiscali. È uno strumento che favorisce l’innovazione e
la competitività, una maggiore efficienza organizzativa, e permette di
aumentare il numero delle imprese
che puntano all’estero”.
La cooperazione tra imprese in
forma aggregata viene considerata
dall’Ente Camerale la chiave strategica per superare il deficit competitivo legato ad assetti dimensionali e
strutturali ridotti, tipici dell’imprenditorialità del territorio. La Camera
di commercio di Forlì-Cesena sta
portando avanti un percorso di
accompagnamento alla costruzione
di reti d’impresa nell’ambito del progetto di Unioncamere regionale con
il supporto scientifico di Universitas
Mercatorum e grazie alla collaborazione con le Associazioni di categoria.
Per la rete Co.N.Eng, Confartigianato è partner sul territorio. “Confartigianato – rimarca il segretario
Stefano Bernacci – sostiene le imprese per affrontare il cambiamento e
renderle competitive. Le reti d’impresa sono uno strumento in cui si
coniugano innovazione, creatività,
gioco di squadra, requisiti ideali
anche per vincere la sfida della internazionalizzazione, e presidiare il difficile mercato interno. Esperienze di
avanguardia delle imprese eccellenti
che fungono da battistrada”
SCENARI
di Gabriele Ferrari
Arianna aggrega 8 aziende attive nella ricostruzione. Deste punta su giovani e hi-tech
Esempi virtuosi di rete
in terra estense
n filo di Arianna per trovare
il bandolo della ricostruzione e ripartire. Un filo che
unisce a Ferrara ben otto
piccole imprese associate a Unindustria, attive tutte nel settore delle
costruzioni. Una rete d’impresa
nata, dopo il sisma del maggio
2012, attorno all’esperienza di
un’altra rete d’impresa
– Deste – che ‘si limitava’ ad aggregarne tre.
Esperienze importanti
con un obiettivo tutt’altro che modesto: far
fronte alla crisi del settore più colpito dalla
recessione e dare risposte sul fronte, appunto,
della ricostruzione post
sisma.
“La nostra associazione – spiega il
presidente di Unindustria Riccardo
Fava – è in prima linea nel promuovere le reti d’impresa. Si tratta,
infatti, di uno strumento che,
garantendo la loro indipendenza,
ben interpreta lo spirito con cui
sono nate le nostre piccole imprese,
consentendo loro di superare però
alcuni dei limiti dimensionali che ne
frenano le potenzialità. È, così, una
delle strade che può consentire a
tante aziende di agganciare innovazione e internazionalizzazione, due
delle strade da cui passerà inevitabilmente la ripresa”.
Secondo l’Ufficio studi della
Camera di commercio a novembre
2012 nel territorio di Ferrara i casi
erano complessivamente solo 8 reti
con 23 imprese, ma la realtà è in
rapido mutamento. Una delle prime
reti decollate – alla fine di aprile
2012, proprio alla vigilia del sisma
– è Deste, formata dalle società Tubi
Costruzioni, Echosid Ingegneria e
Impianti e Delta Engineering
Services. Il fatto che la ricetta funzioni non è una speranza, ma una
U
Con il contratto di rete
imprese autonome
collaborano
per operare su nuovi
segmenti di mercato
Le imprenditrici
di Arianna
e in alto,
il coordinatore
di Deste,
Paolo Panizza
Le due reti d’impresa
sono nate grazie
alla collaborazione
di Unindustria Ferrara
nell’ambito
del progetto
di Unioncamere
regionale
con il supporto
scientifico
di Universitas
Mercatorum
26
certezza testimoniata dai fatti, addirittura da nuove assunzioni, davvero rare in questo settore e di questi
tempi.
Nel gennaio scorso, infatti, Deste ha
assunto cinque neolaureati, messi
ad affiancare l’organico delle imprese già esistenti per sviluppare progetti di ricerca in chiave sostenibile,
contribuendo al cammino di sviluppo imprenditoriale e innovativo
della rete, in cui le giovani generazioni hanno un ruolo decisivo. I giovani laureati con meno di 30 anni
impiegati da Deste sono infatti dieci
(in maggioranza donne), in un’organizzazione complessiva di circa 40
persone tra impiegati e soci collaboratori attiva nella gestione delle
risorse e nello sviluppo di tecnologie
innovative.
A caratterizzare il modo di operare
di Deste è lo scouting di tecnologie
specifiche nel campo della gestione
delle acque e dell’energia rinnovabile, ma anche lo sviluppo di prototi-
pi attraverso l’accesso ai Bandi di
finanziamento regionali, la formazione sul project management e l’investimento su figure di business
manager per risultati commerciali
tangibili sul breve periodo. Due le
linee di ricerca strategiche. Una,
Deste Panel, punta allo sviluppo di
componenti edili sostenibili, con
caratteristiche di isolamento termoacustico e l’alloggiamento di strati
tecnologici con diverse geometrie,
come celle fotovoltaiche di ultima
generazione. Il sistema permetterebbe, nel caso di utilizzo di celle fotovoltaiche, un aumento di efficienza
delle stesse stimata del 15-20%
rispetto ai sistemi tradizionali.
Il secondo progetto mira allo sviluppo di tecnologie nel campo della
depurazione dei reflui acquosi da
scarichi civili e ospedalieri che possono contenere microinquinanti
emergenti. Tra le tecnologie disponibili per poter rimuovere in maniera selettiva tali sostanze vi sono i bio
reattori a membrana, sistemi che
utilizzano membrane speciali che
selettivamente rimuovono le molecole complesse, che nei sistemi di
depurazione tradizionali rimarrebbero nel corpo idrico. Deste ha iniziato l’attività di ricerca abbinando
l’esperienza pratica impiantistica di
Echosid - che ha già realizzato un
impianto con questa tecnologia alla sperimentazione di membrane e
materiali per membrane che ottimizzano il processo di rimozione.
Tra le tecnologie innovative proposte da Deste c’è anche Biocat+.
Sviluppata in Inghilterra, è rivolta
agli impianti di biogas e permette di
aumentare l’efficienza di produzione del biogas da processi di digestione anaerobica, stabilizzando al
contempo la produzione di digestato e limitando la formazione di
odori sgradevoli. Tra le problematiche da affrontare oggi ci sono ovviamente tutte quelle relative alla ricostruzione post-terremoto nell’ambito delle quali Deste è impegnata
nella ricerca di soluzioni tecnologiche di sicurezza sismica, affiancante
a quelle di efficienza energetica e di
sostenibilità ambientale.
Ma proprio qui, e grazie anche all’esperienza di Deste, è nata Arianna,
rete che coinvolge otto piccole
imprese ferraresi, tutte diversamente
operanti nel settore dell’edilizia:
quattro sono imprese edili vere e
proprie, due sono studi di ingegneria, una si occupa di impiantistica e
una di consulenza aziendale e assistenza nella gestione delle pratiche e
della rendicontazione. Il contratto è
stato firmato in febbraio di fronte al
notaio e l’aggregazione, il cui iter
costitutivo è stato seguito proprio da
Unindustria Ferrara, è pronta a mettersi all’opera e fornire appoggio in
tutti i passaggi necessari per rimettere in piedi case, imprese, Enti.
Ma vediamo meglio nel dettaglio le
imprese che hanno aderito a questa
aggregazione, tre delle quali erano
già in Deste. Archliving è una società
di ingegneria e architettura per l’edilizia residenziale, commerciale e
industriale. Lo studio di progettazione è specializzato in innovazione
energetica e tecnologica in campo
edilizio e punta in particolare sulle
abitazioni ecologiche ed ecocompatibili. Delta Engineering Services è
una società di ingegneria e consulenza strategica di Gaibanella, dove ha
sede anche Tubi Costruzioni, azienda fondata negli anni Trenta che realizza costruzioni edili civili, stradali,
industriali, depurazioni e trattamento acque in genere, costruzioni
idrauliche e fognarie.
Echosid Ingegneria e impianti progetta, costruisce e installa apparecchiature industriali, energetiche ed
ecologiche, opere civili e stradali, in
particolare per il trattamento, la
distribuzione e il collettamento delle
acque e per la produzione di energia
da fonti rinnovabili. Storica azienda
del territorio, Esse costruzioni si è
sviluppata negli anni Cinquanta e
oggi tratta sia costruzioni civili e
industriali di nuova realizzazione,
sia recupero, ristrutturazione e
manutenzione dell’esistente. Si occupa inoltre della realizzazione e del
montaggio di impianti industriali.
Altra impresa che ha scelto di mettersi in rete è la Nuova Costruzioni
Generali, che opera nelle costruzioni a 360 gradi e nella ristrutturazione edile di edifici civili, residenziali e
industriali. Si concentra invece sulle
attività di consulenza aziendale la
Phorma Mentis, che ha sede a
Cento e fornisce servizi relativi alle
opportunità di finanziamento pubblico per aziende, assistenza alla
gestione delle pratiche e della rendicontazione, assistenza tecnica per la
partecipazione a progetti europei
per enti pubblici e aziende private.
Fondata di recente, la Scai di
Voghiera è attiva nell’ambito dei
lavori stradali, movimento terra,
opere in cemento armato e della
realizzazione di urbanizzazioni primarie e secondarie. Fornisce quindi
opere di costruzione, manutenzione,
ristrutturazione di immobili civili,
industriali e commerciali, ma si
occupa anche di rifiuti non pericolosi, servizi, sgombero neve, forniture
di materiali inerti.
La rete sarà disponibile per i seguenti servizi: sopralluoghi e studi di fattibilità, preventivi e progetti integrati, recupero e messa in sicurezza,
gestione delle pratiche di rimborso,
rispetto dei principi di sostenibilità
ambientale e utilizzo di energie rinnovabili. Verrà garantita così l’esecuzione dei lavori dall’inizio alla
fine, offrendo anche una maggiore
sicurezza ai clienti. Tutto questo è
possibile grazie alla nuova forza
proveniente dall’aggregazione.
“Il vantaggio di un’aggregazione di
rete – spiega Paolo Panizza che,
dopo aver svolto l’apposito corso di
alta specializzazione in questo
ambito, ha assunto il ruolo di
manager di rete per entrambe queste realtà – è duplice: da un lato le
imprese restano autonome, continuando a lavorare ognuna per il
proprio mercato, dall’altro collaborano per operare su un ulteriore segmento di mercato che da sole non
avrebbero mai raggiunto”
27
RICERCA
di Natascia Ronchetti
Raggiunta e superata la quota di 100 milioni di euro di contratti con le imprese
La Rete Alta Tecnologia
viaggia a gonfie vele
e richieste sono arrivate anche
da aziende di altre regioni.
Conferma non solo della
voglia di ricerca delle imprese,
che nonostante la crisi continuano a
investire in innovazione, ma anche
della reputazione nazionale di cui
gode la Rete ad Alta tecnologia
dell’Emilia-Romagna, quell’insieme
di laboratori e centri,
riuniti attorno ai 10
Tecnopoli, da Piacenza a
Rimini, in cui il mondo
accademico e il mondo
della ricerca dialogano e
si confrontano con il
mondo produttivo.
La Rete oggi viaggia a
gonfie vele. Tanto da
aver raggiunto e superato la quota di 100 milioni di euro di contratti con le imprese
per progetti di ricerca e trasferimento tecnologico. “Adesso il nostro
obiettivo è quello di rafforzare ulteriormente la rete – spiega l’assessore
regionale alle Attività produttive,
L
Sono 1302
i contratti di ricerca,
136 i prototipi,
6 le innovazioni
brevettate
Giancarlo Muzzarelli – per dare
valore aggiunto alle aziende. Questa
è solo la prima tappa di un lungo percorso, i tecnopoli per noi sono il riferimento strategico per garantire il
passaggio delle competenze e creare
un circuito tra aziende, università e
laboratori di ricerca che assicuri un
aumento delle intelligenze”.
In un Paese dove l’investimento in
ricerca e innovazione non ha ancora
raggiunto l’obiettivo del superamento del 2% del Pil, l’Emilia-Romagna
a grandi passi si muove verso gli
obiettivi fissati a Lisbona dell’Europa. Con tanto di impegno della
Regione ad aumentare le risorse
destinate a sostenere ricerca e innovazione nel piano strategico 20142020. Nel frattempo Aster, vale a
dire la società consortile tra Regione,
università, Cnr ed Enea, Unioncamere Emilia-Romagna e associazioni di
categoria che coordina e promuove
la Rete ad Alta tecnologia, mette
insieme grandi numeri.
Fino ad ora i contratti di ricerca sti-
pulati con le imprese sono stati
1.302, con un importo che ha
appunto raggiunto i 103mila euro.
Un’attività che ha permesso di realizzare ben 136 prototipi e di brevettare 6 innovazioni, particolarmente
intensa in due settori, quello della
meccanica e dei materiali e quello
dell’energia e dell’ambiente: il primo
con un totale di 400 contratti per
oltre 20 milioni di euro, il secondo
con 139 contratti per un importo
complessivo vicino ai 23 milioni.
Sono sei infatti le piattaforme della
Rete ad Alta tecnologia. A meccanica
e materiali ed energia e ambiente si
aggiungono quella dell’agroalimentare, quella delle costruzioni, dell’Ict e
del design, delle scienze della vita.
Tutte piattaforme di ricerca dislocate
nei tecnopoli sulla base delle vocazioni produttive dei vari territori.
Rilevante il fatto che ben il 43% delle
imprese hanno stipulato il contratto
con i laboratori senza finanziamenti
pubblici, a testimonianza di come il
sistema produttivo continui a sfidare
IL FOCUS
Francesco Paolo
Ausiello, responsabile
dei Servizi strategici
della Rete
ad Alta Tecnologia
Bando regionale per progetti sul biogas e i rischi per il Parmigiano Reggiano
1,6 milioni per la ricerca in agricoltura
S
ostegno alla ricerca anche nel settore agricolo. La
Regione ha stanziato, grazie a un nuovo bando,
risorse per 1,6 milioni, grazie a un bando dell’assessorato regionale all’Agricoltura. I progetti di ricerca messi a
punto riguardano l’uso di mais per alimentare gli impianti a biogas, in relazione al rischio, per il prodotto finale,
della produzione di batteri capaci di gonfiare le forme di
Parmigiano Reggiano, o alla presenza di micotossine
pericolose per l’alimentazione umana. Altri importanti
filoni di indagine che potranno essere finanziati riguardano tecniche agronomiche innovative che, riducendo
l’utilizzo di acqua per irrigare e di azoto per concimare i
campi, permettano di contenere anche, a parità di rese
28
produttive, l’impatto ambientale delle coltivazioni. O
anche nuove modalità di allevamento più attente al
benessere animale e alla qualità dell’alimentazione. “A
scopo cautelativo la Regione ha già provveduto a vietare lo spargimento di digestato proveniente da impianti
alimentati a mais nelle zone vocate alla produzione di
Parmigiano Reggiano – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – tuttavia il tema è di particolare importanza e merita ulteriori approfondimenti, vista
la rilevanza della produzione interessata. E’ un esempio
tra i tanti di come sia sempre più importante investire
nella ricerca per un’agricoltura moderna e di qualità,
amica dell’ambiente”
IL PROGETTO
Dedicato alle Scienze della vita, rilancerà il distretto biomedicale
Un Tecnopolo a Mirandola
entro la fine del 2014
la crisi, in una situazione economica
difficile, mantenendo alto il profilo
degli investimenti sulla ricerca, considerato uno dei principali fattori di
competitività sul mercato globale. Le
imprese che si sono avvalse invece del
contributo pubblico hanno trovato
un interlocutore privilegiato proprio
nella Regione. Arriva da viale Aldo
Moro, infatti, il 65% della quota di
finanziamento della pubblica amministrazione.
Alla Rete si sono rivolte piccole,
medie e grandi imprese. “L’importo
medio dei contratti – spiega
Francesco Paolo Ausiello, responsabile dei Servizi strategici della Rete
ad Alta Tecnologia – per le grandi
aziende si aggira intorno ai 70mila
euro. Il 15% del fatturato è stato
generato da contratti con piccole e
medie imprese provenienti da altre
regioni, in nove casi abbiamo superato la quota del milione di euro”.
L’attività ha anche permesso di inserire nei Tecnopoli 67 ricercatori, con
ricadute positive anche sul fronte
el cuore delle terre terremotate, a
Mirandola, dove si trova uno dei più
importanti distretti biomedicali d’Europa, è in
arrivo un nuovo Tecnopolo dedicato alle
Scienze della vita. La sua costituzione è prevista entro il 2014. “Abbiamo già dato il via ad
una serie di incontri per capire l'adesione al
progetto e la partecipazione che le imprese
vorranno garantire – conferma l’assessore
regionale alle Attività Produttive Gian Carlo
N
dell’occupazione. Il bilancio di Aster
permette anche di sfatare un mito. E
cioè che solo le grandi aziende siano
davvero attente a tenere alta la guardia sulla ricerca. Basti dire che la
maggioranza delle imprese che
hanno stipulato contratti, vale a dire
quasi il 54% del totale, sono di piccole o medie dimensioni.
Dal 2009 la crescita del fatturato
non ha mai subito battute d’arresto.
Ha continuato ad aumentare senza
interruzioni anche negli anni più
pesanti della recessione. Le province
Muzzarelli - l'idea sta coinvolgendo numerose aziende e gli imprenditori sono entusiasti”.
ll progetto si inserisce nell’ambito della ricostruzione complessiva delle zone colpite dal
sisma. Il nuovo Tecnopolo è candidato a
diventare, per chi opera con le multinazionali
o per le stesse multinazionali presenti nel
distretto, un motivo in più per puntare sul cluster modenese. Già individuate anche le aree
più idonee alla realizzazione
della regione che generano la quota
maggiore di fatturato sono quelle di
Bologna (quasi il 26%) e quelle di
Modena (22,7%), seguite da Parma
e Reggio Emilia. Veri e propri centri
per l’innovazione e trasferimento tecnologico, i laboratori della Rete
dell’Emilia Romagna oggi occupano
circa 1600 ricercatori. Dal 2010 sul
ponte di comando della Rete sono
salite anche le imprese, entrate a fare
parte dei comitati di coordinamento
delle sei piattaforme tematiche. In
tutto sono 37 le aziende coinvolte.
Tra queste grandi nomi del sistema
produttivo regionale, nei vari settori,
dalle costruzioni all’alimentare per
arrivare al farmaceutico. Barilla,
Parmalat, Conserve Italia. Ma anche
Unieco, Sacmi, Marazzi Group,
Technogym, Ima. Dalla ceramica
alla meccanica, dall’agroalimentare
alle grandi opere infrastrutturali.
Risorsa fondamentale per lo sviluppo delle imprese emiliano romagnole, i tecnopoli riflettono le caratteristiche e le tradizioni produttive dei
vari territori della regione. Così a
Bologna, nel Tecnopolo che ha sede
nel quartiere generale del Cnr, troviamo oltre alla meccanica e ai materiali la piattaforma dedicata ad energia e ambiente, mentre in quello realizzato nella ex Manifattura Tabacchi alle costruzioni si affiancano
anche le scienze della vita, l’Ict e il
design
29
A fianco:
l’assessore
Giancarlo Muzzarelli
illustra i risultati
della Rete
di Giuseppe Sangiorgi
EVENTI
Successo per il ciclo d’incontri ‘Imprenditore 2.0’ dedicato ai casi d’eccellenza del territorio
Sette tappe per scoprire
gli imprenditori del futuro
a fatto tappa in sette città
dell’Emilia Romagna il ciclo
di incontri “Imprenditore
2.0 – Le Grandi Intuizioni
Imprenditoriali”, iniziativa che il
quotidiano Il Resto del Carlino,
Confcommercio, UniCredit e lbm
hanno organizzato con l’obiettivo di
identificare nel tessuto produttivo
locale quei tratti di
innovazione necessari
al rilancio dell’economia dei territori.
Un tributo all’eccellenza dell’imprenditoria
locale, ma anche un
momento di confronto,
realizzato attraverso
tavole rotonde a tema
che hanno coinvolto i
principali attori dell’economia delle province emilianoromagnole: dalle istituzioni alle
aziende di rilievo, dalle banche alle
associazioni di categoria. Momenti
di incontro e di scambio di percezioni e di idee, di riflessione sulle principali tematiche in cui i protagonisti
sono stati quegli imprenditori del
Made in Italy capaci di reagire con
creatività alle difficoltà causate
dall’attuale congiuntura economica:
a ogni tappa è stata così identificata
un’azienda che si è distinta per capacità di innovare grazie a fantasia e a
precise competenze tecnologiche. A
H
Un’iniziativa
organizzata da
Il Resto del Carlino,
Confcommercio,
UniCredit e Ibm
30
questi “capitani coraggiosi” è stato
assegnato il premio “Imprenditore
2.0 - Dal borgo al mondo”.
C’è chi, a Imola, ha inventato la batteria del futuro, al litio e ultraleggera, e chi, a Modena, ha virato tutto
sul design, creando una audio station per iPod e iPhone costruita con
i pezzi più affascinanti e sinuosi dei
bolidi della “motor valley”. A
Faenza è stata ideata una stampante
3d multifunzionale. Ancora, il camping accessibile e a basso impatto
ambientale nel ferrarese; i servizi
dedicati alla distribuzione ad alto
valore aggiunto e a basso costo nel
reggiano; i software ravennati per
sviluppare il commercio elettronico
e quelli bolognesi dedicati al settore
moda e capaci di integrare vendite
on-line e processi off-line.
Le sette aziende premiate sono significativo esempi di quella creatività
che, insieme con le nuove tecnologie,
può essere la chiave giusta per riavviare l’economia regionale. Così la
cooperativa Cheapservice di Reggio
Emilia, che si occupa di servizi di
gestione per centri commerciali ed
attività commerciali, è stata scelta
dalla giuria perché, con un modello
innovativo di servizi alle imprese
della distribuzione, presenta caratteristiche distintive e un buon potenziale di mercato.
Mantica Srl di Bologna ha sviluppa-
to una Suite di software dedicata
alle PMI del settore moda. Ha guadagnato il premio per aver portato il
commercio elettronico e l’integrazione con i processi aziendali a portata di “mouse” delle piccole imprese. Le innovative batterie al litio per
automobili e in generale per i trasporti sono valse alla Elsa Solution
Srl, di Imola il premio Imprenditore
2.0. La microimpresa faentina
Wasproject ha visti riconosciuti i
propri risultati in ricerca e sviluppo,
ottenuti in collaborazione con un
gruppo di studenti di design, per
aver realizzato una stampante 3D
multifunzionale e a basso costo.
A Modena, capitale della Motor
Valley, musica e motori mai sono
stati più vicini come nella sound station per iPod e iPhone ideata dalla
Ixoost: negli affascinanti intrecci di
marmitte e pistoni, rigorosamente
veri, si nasconde un sistema di
amplificazione per ascoltare la musica digitale senza cuffie. La Frostlab
Gate di Bagnacavallo (Ravenna) ha
sviluppato un innovativo software
per il commercio elettronico,
EShopManager, che consente una
perfetta integrazione con diverse
piattaforme di on line activities. È
stata l’idea di fondo che esiste la possibilità di un turismo accessibile a
tutti e a basso impatto ambientale a
convincere la giuria del valore
dell’Holiday Village Florenz, di Lido
degli Scacchi (Ferrara).
“L’innovazione – sottolinea Luca
Lorenzi, Deputy Regional Manager
Centro Nord di UniCredit – è un
tema sempre più determinante per lo
sviluppo del Paese e costituisce
un’opportunità su cui è necessario
investire. Con prodotti dedicati e iniziative mirate ci impegniamo a dare
supporto a realtà concretamente
innovative, capaci di creare sviluppo
e di portare oltre confine le eccellenze del Made in Italy”
Quaderni&documenti
IL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE
DELL’EMILIA-ROMAGNA
RAPPORTO 2012
L’
Il volume “Il sistema agroalimentare
dell’Emilia-Romagna - Rapporto 2012”
edito da Maggioli, inserito nella collana
Emilia-Romagna Economia,
è frutto del ventesimo anno
di collaborazione tra l’Assessorato
Regionale Agricoltura e l’Unione
Regionale delle Camere di Commercio.
E’ realizzato dall’Istituto di Economia
Agro-alimentare dell’Università
Cattolica di Piacenza, diretta dal professor Renato Pieri e dall’Osservatorio
Agroindustriale della Regione, coordinato dal professor Roberto Fanfani
dell’Università di Bologna.
Sotto, la prima presentazione a Bologna.
L’assessore regionale
all’agricoltura Tiberio Rabboni
annata agraria 2012 si è chiusa
con un aumento del 3,4%
della produzione lorda vendibile
(Plv), pari a un valore di 4 miliardi
450 milioni di euro, confermando,
nonostante due eventi straordinari come il sisma e la siccità estiva, l’
andamento positivo in atto ormai
da alcuni anni. Non altrettanto
bene però è andata per i redditi
aziendali che a causa dell’aumento dei costi di produzione anche
nel 2012 sono stati in flessione,
con una diminuzione netta del
2%. Bene l’andamento dell’export (+4%), mentre il lavoro
dipendente cresce del 24%, riconducibile alla maggiore attrattività
che in tempi di crisi può avere il
lavoro agricolo. I lavoratori autonomi sono in calo del 10% a conferma di un generale invecchiamento dell’imprenditoria agricola.
E’ quanto emerge dalla ventesima
edizione del Rapporto agroalimentare, promosso da Regione e
Unioncamere Emilia-Romagna,
che è stato presentato in un doppio appuntamento, a Bologna e a
Mirandola, scelta quest’ultima
non casuale, a poco più di un
anno dal sisma.
Il rapporto 2012 contiene un capitolo nuovo, un’analisi del settore
agroalimentare nelle aree colpite
dal terremoto. I danni provocati
dal sisma al settore agricolo e
agroindustriale sono stati quantificati in circa 2,3 miliardi di euro, ma
più che la produzione agricola
hanno interessato i caseifici e i
magazzini di stagionatura; le cantine e le acetaie, le strutture per la
lavorazione e la conservazione
dell’ortofrutta e dei cereali.
Consistenti anche i danni a macchine, attrezzature e scorte. La
provincia più colpita è stata quella
di Modena con oltre il 91% dei
danni totali.
Le produzioni Il vino è ha messo a
segno un aumento della Plv addirittura del 40%, un risultato questo reso possibile da una riduzione
delle quantità più contenuta del
previsto e da un ottimo andamento delle quotazioni. Il vino d’altra
parte costituisce anche una delle
voci più importanti dell’export
agroalimentare dell’Emilia-Romagna con un aumento di quasi il
15%. Bene anche la frutta (+
26% le pesche e +34% le ciliegie)
e il comparto delle carni (+6,5% le
bovine, +6% le avicunicole). Tra i
cereali in forte crescita in particolare grano tenero e orzo (rispettivamente +39 e +36%) mentre tra le
colture che più hanno risentito
della siccità estiva vi sono mais (30%) , soia e girasole (entrambe
con una riduzione della Plv del
40%). Negativo l’andamento del
pomodoro da industria (-20,5%).
Una riduzione intorno al 7,5% ha
interessato il comparto lattiero –
caseario.
Anche in Emilia-Romagna il turismo in campagna è sempre più
apprezzato. Nel 2012 infatti il
numero degli agriturismi è cresciuto del 2% per un totale di 1.042
aziende, con un aumento delle
presenze del 4,5%. Bene anche il
biologico che tiene attestandosi su
un +1,3% rispetto all’anno precedente. Il numero delle aziende bio,
considerando anche quelle miste e
in conversione, è di 2.759, cui
vanno aggiunte 902 aziende di
trasformazione per un totale di
3.661 operatori.
L’andamento per provincia “Pesa”
di più in termini di Plv è la provincia di Ferrara con un valore di 619
milioni di euro. Seguono ForlìCesena (617 milioni) e Modena
(600 milioni). Per il comparto biologico Forlì-Cesena si conferma la
provincia più “verde” per numero
di operatori bio (672) e di aziende
agricole bio, ben 545.
Il credito agrario Nel 2012 è stato
è pari a circa 5.533 milioni di euro
(+0,9% rispetto al 2011) rappresenta il 12,6% del totale nazionale e il 3,1% del credito regionale
totale (Italia 2,3%). Di tale credito,
1.411 milioni di euro si riferiscono
alla componente di durata inferiore a 1 anno, 694 milioni di euro
alla durata intermedia compresa
fra 1 e 5 anni, infine, 3.427 milioni di euro a più di 5 anni; questa
tipologia a lungo termine è prevalente in tutte le province, avvicinandosi al 62% (Italia 65%).
I
Quaderni&documenti
Sintesi Rapporto 2012*
(*) a cura di Stefano Boccaletti
La presentazione dei dati provinciali
del rapporto a Mirandola
II
1. Economia mondiale
e mercati agro-alimentari
I segnali di miglioramento dei
mercati mondiali nella seconda
metà del 2012 hanno consentito
una leggera ripresa della crescita
complessiva fino al 3,0%-3,2%
(la forbice dipende dalla diverse
valutazioni di World Bank, WB, e
International Monetary Fund,
IMF), inferiore rispetto all’anno
precedente.
Nelle economie emergenti e nei
paesi in via di sviluppo il tasso di
crescita si attesta in media al
5,1%, mentre rimane difficile la
situazione delle economie avanzate, che crescono mediamente solo
dell’1,3%, e tra queste, in particolare,
delle
economie
dell’Eurozona, che presentano
addirittura un segno negativo (0,4%).
Nel 2013 l’economia mondiale
dovrebbe invertire la tendenza,
aumentando del 3,4%- 3,5%, e
proseguire, seppur lentamente, il
suo rafforzamento nell’anno successivo, fino a raggiungere una
crescita annua del 3,9%-4,1%.
Nei paesi dell’Eurozona si prevede
però una crescita praticamente
nulla (tra -0,1% e 0,2%, anche se
altre previsioni spaziano tra -0,9%
e +0,3%)), con un ritorno chiaro
al segno positivo soltanto nel
2014.
Anche nel 2012 una delle principali preoccupazioni per i mercati
agro-alimentari rimane la volatilità dei prezzi che hanno cominciato il loro declino dopo un sostanziale periodo di stabilità tra la fine
del 2011 e l’inizio dell’estate
2012.
Gli esperti di FAO e OECD indicano un rallentamento nel trend crescente della produzione agricola
dal 2012 al 2021, 1,7% annuo
contro il 2,6% medio calcolato sui
10 anni precedenti. Data la fissità
dei principali fattori di produzione,
l’aumento dell’offerta potrà avvenire essenzialmente grazie ad un
aumento della produttività.
2. Le politiche comunitarie
e nazionali
L’economia dell’Unione Europea
segna un passaggio negativo con
il PIL che cala dello 0,6% nell’area
Euro e dello 0,3% nell’UE-27.
L’occupazione mostra nuovamente segnali negativi registrando un 0,7% nell’area Euro e un -0,4%
nell’UE-27, mentre nel 2011 era
aumentata anche se leggermente
(+0,3%) in entrambe le aree.
Il bilancio dell’UE per il periodo
2014-2020 è in forte ristrutturazione. Aumentano leggermente a
oltre 450 miliardi (+1%) le spese
per le politiche di coesione e per la
competitività (smart and inclusive
growth, secondo la nuova denominazione data dalle strategie per
Europa 2020), ma al suo interno si
riducono fortemente le spese per
le politiche regionali e di coesione
a 325 miliardi (-8,4%) e aumentano considerevolmente quelle per
la competitività e il lavoro, che salgono a 125 milioni (+37%). La
riduzione più consistente nella
nuova proposta di bilancio
dell’Unione si concentra sulle
spese del capitolo per lo Sviluppo
Sostenibile e le risorse naturali,
ridotte a 373 miliardi (-11,3%) e
che sono costituite per la stragrande maggioranza dalle spese per la
PAC.
Continua l’iter di revisione della
PAC. Una delle principali novità
riguarda la parte preponderante
dei finanziamenti del primo pilastro e dell’intera PAC, i pagamenti diretti, che vengono suddivisi in
due parti: la componente di base,
rivolti a sostenere il reddito degli
agricoltori e che prendono in considerazione anche il rispetto di
alcune norme agro-ambientali
(cross-compliance), e il così detto
“greening”, collegata all’adozione
di pratiche ambientali e che devono rappresentare almeno il 30%
del totale dei pagamenti diretti.
L’imposizione di un tetto ai pagamenti diretti, “cupping”, riguarda
solo i pagamenti diretti di base e le
proposte
iniziali
della
Commissione ipotizzano diversi
scaglioni.
Lo scenario nazionale, nel 2012 è
stato segnato dal dibattito sulla
riforma della PAC per il periodo
2014-2020. Tre sono i temi ritenuti penalizzanti per l’Italia: la
convergenza verso uno stesso
Quaderni&documenti
livello di aiuti fra i Paesi Europei; il
greening (di cui si richiede un forte
ridimensionamento e maggiore
flessibilità); il principio di obbligatorietà e la definizione di agricoltore attivo, nonché i limiti al loro
sostegno.
Anche nel 2012 è stato concreto il
rischio di disimpegno automatico
e la conseguente restituzione a
Bruxelles dei Fondi per lo Sviluppo
Rurale assegnati per l'attuazione
di interventi per aziende agricole
ed aree rurali. L'Italia ha però raggiunto gli obiettivi di spesa necessari ad evitare tale disimpegno,
quasi un miliardo di euro di aiuti,
in particolare per le regioni del
Sud. Inoltre, a seguito del terremoto del maggio 2012, sono state
destinate maggiori risorse alle
Regioni impegnate nella ricostruzione, in particolare all’EmiliaRomagna e, in misura minore, a
Veneto e Lombardia.
L’annosa questione delle quote
latte ha visto l’Italia, per il terzo
anno consecutivo, non incorrere
nell’imputazione del prelievo supplementare.
Il 2012 è stato caratterizzato da
diversi provvedimenti legislativi
che hanno riguardato a vari livelli il
settore agricolo. Il Decreto Salva
Italia (del dicembre 2011, L.
214/2011), tra i vari interventi, ha
introdotto l’IMU, rifinanziato
l’Agea per 40 milioni di euro,
aumentato i contributi previdenziali per i lavoratori della terra e
soppresso alcuni Enti. Il Decreto
Semplificazione (L. 4 aprile 2012,
n. 35) prevede una serie di norme
per semplificare ed accelerare i
provvedimenti amministrativi al
fine di acquisire le informazioni
relative ai beneficiari di aiuti della
PAC.
3. Produzione e redditività
del settore agricolo
Nel 2012 i redditi agricoli
dell’Unione Europea, misurati
come valore aggiunto al costo dei
fattori per unità di lavoro, hanno
proseguito il trend positivo già evidenziato nel 2010 e nel 2011,
manifestando però una crescita
inferiore rispetto agli anni precedenti (+1%) (tabella 3.1). Si regi-
stra un incremento dei redditi in
16 Paesi Membri e una contrazione in 11 Paesi. L’Italia, dopo una
crescita notevole nel 2011
(+11,5%), si mantiene stabile con
un +0,3% di variazione.
L’aumento dei redditi agricoli nel
2012 è dovuto sia all’incremento
dello stesso in termini reali
(+0,5%), che ad una riduzione di
uguale entità degli occupati in
agricoltura. Nel 2012 si evidenziano risultati positivi, rispetto al
2011, anche per i consumi intermedi (+1,6%) e per la produzione
agricola, aumentata in termini
reali dell’1,8%, grazie soprattutto
alla crescita consistente della produzione animale (+3,8%); la produzione vegetale contribuisce
invece in modo meno rilevante
(+0,5%). Gli incrementi in valore
delle produzioni vegetali e animali
sono determinati, ma con inten-
sità differenti, dalla crescita dei
prezzi (+6,3% e +3,9% rispettivamente) e dalla riduzione delle
quantità prodotte (-5,4% e 0,2%). Anche i consumi intermedi dei mezzi impiegati in agricoltura registrano un aumento in termini reali dell’1,6%, dovuto all’andamento positivo dei prezzi
(+3,2%).
Nel 2012 la produzione agricola
italiana si attesta a circa 50,5
miliardi di euro a prezzi base e al
netto delle attività secondarie,
continuando ad aumentare rispetto all’anno precedente (+1,8%),
ma ad un tasso inferiore di quello
fatto registrare nel 2011 (+8%).
Tale incremento si deve alla forte
crescita dei prezzi. Il valore
aggiunto nella branca agricoltura
a prezzi correnti, con 26,4 miliardi
nel 2012, aumenta dello 0,8%
rispetto al 2011, mentre a prezzi
Tabella 3.1 - Redditi agricoli nell’UE nel 2012/2011
Paesi
Reddito pro capite (%)
2011/10
2012/11
Belgio
-22,5
30,0
Danimarca
20,1
5,2
Germania
14,7
12,1
Grecia
-5,3
-2,0
Spagna
-0,4
2,4
Francia
-2,7
4,2
Irlanda
30,1
-10,1
Italia
11,5
0,3
Lussemburgo
25,2
3,7
Olanda
-8,2
14,9
Austria
12,1
-10,2
Portogallo
-10,7
9,3
Finlandia
-9,6
3,3
Svezia
2,1
3,1
Regno Unito
4,0
-6,6
Repubblica Ceca
23,4
-1,4
Polonia
14,2
-0,3
Estonia
19,4
9,1
Lituania
4,2
13,6
Lettonia
12,3
8,8
Slovacchia
25,3
-5,3
Ungheria
41,8
-15,7
Slovenia
7,0
-15,1
Malta
-21,2
-9,0
Cipro
1,4
1,7
Romania
43,7
-16,4
Bulgaria
23,2
8,7
UE-27
6,5
1,0
Fonte: Eurostat, "Economic Accounts for Agriculture" (dati aggiornati per il
2012 al 12/12/2012) e "Newsrelease" n.179 del 12/12/2012.
concatenati subisce una flessione
del 4,4%, evidenziando un rialzo
dei prezzi dei consumi intermedi
correnti del 2,9%. Rispetto al
2011, registrano rilevanti aumenti
in valore gli allevamenti zootecnici
(+ 5,7%), le coltivazioni legnose
(+3,6) e le attività dei servizi connessi (+5,6%), mentre calano
decisamente le erbacee (-4,3%) e
le foraggere (-6,7%). Tutte le produzioni si riducono in quantità,
con valori particolarmente rilevanti per legnose e foraggere.
L’annata 2012, nonostante il terremoto e la siccità, ha visto un’ulteriore incremento della produzione lorda vendibile dell’EmiliaRomagna (+3,4%), risultando pari
a circa 4.450 milioni di euro e confermando il trend positivo del
2011 (+1,8%) e del 2010 e
(+11,1%), anche se l’andamento
dei redditi agricoli non è stato
altrettanto positivo per gli aumenti spesso consistenti dei costi di
produzione. I diversi comparti presentano comunque andamenti
diversificati (figura 3.2). La PLV
delle coltivazioni vegetali registra
un incremento del 3,2%, dovuto
soprattutto ai buoni risultati delle
produzioni frutticole (+6%), in
particolare delle drupacee, e al
momento particolarmente favorevole della produzione di vino i cui
valori produttivi, grazie alla ripresa
delle quotazioni, sono aumentati
del 40%. Tutti gli altri comparti
manifestano, invece, una flessione
della PLV. In generale i cereali calano del 2%, ma con grandi differenze tra le singole produzioni:
l’aumento dei prezzi ha provocato
forti incrementi per frumento e
orzo, mentre il mais, il sorgo e, in
particolare il risone, hanno fortemente risentito del calo delle
superfici investite e delle rese unitarie, con riduzione dei ricavi di
oltre il 30%. Il comparto delle
patate e ortaggi diminuisce del
2%, a causa soprattutto dell’andamento negativo del pomodoro
da industria (-20%), ma sono le
piante industriale a presentare il
bilancio maggiormente negativo
(-7,6%), dovuto alla forte contrazione dei raccolti di soia e girasole
(con flessioni superiori al 40%),
III
Quaderni&documenti
mentre la barbabietola da zucchero cresce del 14%. In generale i
ricavi delle produzioni zootecniche
aumentano, rispetto al 2011, di
quasi il 4%, anche se i redditi agricoli non seguono un andamento
altrettanto favorevole, scontando
l’aumento dei costi di alimentazione. Crescono in particolare le PLV
delle carni bovine (+6,5%), delle
carni avicunicole (+6%) e soprattutto delle uova. Il settore lattierocaseario, invece, a causa della
riduzione dei prezzi di oltre l’8%
sia del latte per uso alimentare,
che di quello destinato alla trasformazione per il ParmigianoReggiano, subisce una flessione
dei ricavi del 7,4%.
4. Le produzioni vegetali
Nel corso del 2012, le produzioni
vegetali hanno fatto registrare una
aumento della PLV del 2,7%
rispetto all’anno precedente. A
questo positivo risultato ha contribuito senz’altro il comparto vitivinicolo, con un aumento consistente dei prezzi medi dell’uva trasformata, tant’è che la produzione
lorda vendibile del vino rappresen-
ta, da sola, un decimo del valore
delle produzioni agricole.
Si riduce la superficie investita a
frutta, con prezzi elevati per talune
varietà, mentre il mercato delle
orticole presenta una PLV negativa, dovuta a diversi fattori come la
riduzione di superficie investita, le
scarse produzioni ed i prezzi non
sempre lineari ed omogenei.
Positive le quotazioni per frumento tenero, orzo, mais e sorgo,
mentre le produzioni industriali
segnano un trend negativo sia in
termini di superficie investita che
di rese medie; i prezzi hanno mantenuto delle buone quotazioni
unitarie.
5. Le produzioni zootecniche
Il 2012 ha rappresentato per la
PPB zootecnica emiliano-romagnola un anno in frenata, con un
+4,2% in valore tutt’altro che
disprezzabile, ma registrato dopo
due anni di forte crescita nei quali
era aumentata di oltre l’8% all’anno. Il comparto che aveva “tirato”
di più nel 2010 era stato quello del
latte bovino, e la sua fase positiva
aveva avuto un riflesso, benché
Figura 3.2 - Variazioni % (2012 su 2011) dei quantitativi e dei valori produttivi
dei diversi settori agricoli in Emilia-Romagna
Fonte: Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Agricoltura, Economia ittica, Attività faunistico-venatorie
IV
attenuato, anche nel 2011, mentre nel 2012 esso è tra quelli in
maggiore regresso: perde oltre il
7%, interamente imputabile alla
riduzione dei prezzi, mentre le
quantità mostrano un contenuto
aumento. In calo sia nelle quantità
che nei valori unitari è invece il
comparto ovicaprino, che dimostra di conoscere nella regione una
profonda
crisi
strutturale.
L’avicoltura, che aveva avuto un
2011 esitante, poiché il buon
andamento dei prezzi si era
accompagnato ad un calo quantitativo di pari entità, presenta invece un buon bilancio nell’anno
appena passato: le quantità prodotte sono tornate a livelli assai
vicini a quelli del 2010, e ciò è
avvenuto senza che il valor medio
ne risentisse, anzi questo è migliorato di poco meno dell’1%. I due
comparti carnei maggiori hanno
entrambe presentato valori medi
in crescita in presenza di un
regresso quantitativo; questo è
stato decisamente importante per
la suinicoltura, cosicché il bilancio
in valore è solo modestamente
positivo, mentre al contrario la
riduzione della produzione di
carne bovina in quantità è stata
molto inferiore all’aumento medio
dei prezzi, cosicché il valore generato dal comparto è aumentato di
oltre il 6%. Un andamento esplosivo è infine quello che ha caratterizzato la PPB del comparto delle
uova: ci aveva abituato negli anni
recenti a crescite contemporanee
delle quantità e dei prezzi medi,
ma questi ultimi sono aumentati
nel 2012 di poco meno del 40%,
mentre anche la quantità prodotta
segnava un progresso a due cifre.
6. Il credito e l’impiego dei fattori
produttivi
La consistenza del credito agrario
a fine settembre 2012 è simile
rispetto a quella in essere 12 mesi
prima, infatti aumenta solo dello
0,9%, in particolare il primo trimestre dell’anno si caratterizza per
una variazione di segno negativo.
Con riferimento alla durata delle
operazioni, la componente di
breve periodo si riduce (-2,5%),
più pesantemente si riduce la con-
Quaderni&documenti
sistenza riferita alla componente
di medio periodo (-7,9%); solo la
consistenza del credito agrario di
durata superiore ai cinque anni si
caratterizza per una crescita (+
4,5%), ma è anche vero che nei
successivi trimestri, a partire da
fine settembre 2011 per arrivare a
fine settembre 2012, tale credito
cresce con sempre minore intensità. Una nota positiva è che la
consistenza del credito agrario in
sofferenza aumenta di un valore
molto basso rispetto a 12 mesi
prima ( + 0,8%).
Per quanto riguarda il mercato
fondiario, l’investimento in terreni agricoli, nonostante le incertezze che caratterizzano l’economia, continua ad essere sostenuto da positivi tassi medi annui di
crescita e dal rafforzamento del
ruolo del terreno quale bene rifugio. Nel corso del 2012 si è osservata in regione una ridotta attività di compravendita, con prezzi
dei terreni collocati sugli stessi
livelli dell’anno precedente.
Gli investimenti in macchine agricole hanno evidenziato un consistente calo, con le trattrici che
hanno segnato il peggior risultato storico e le mietitrebbiatrici che
si sono assestate sui bassi valori
già osservati nelle analisi precedenti.
Per quanto riguarda il lavoro,
l’occupazione agricola ha fatto
osservare un lieve aumento, per
effetto della riduzione dei lavoratori autonomi e l’aumento dei
dipendenti, con una crescita della
componente maschile (tabella
6.10). Parimenti, pur continuando ad aumentare la presenza
degli immigrati, cala l’incidenza
degli stranieri sul totale del lavoro
dipendente.
7. L’industria alimentare
La regione Emilia-Romagna,
secondo Unioncamere, presenta
per il 2012 una contrazione
della produzione dell’industria
manifatturiera pari al 4,0%, risultato che scaturisce dal costante
andamento negativo iniziato nel
terzo trimestre 2011, annullando
così il parziale recupero sulle perdite del 2009 faticosamente costrui-
to durante gli anni 2010 e 2011.
La crescita regionale nel 2012, a
valori concatenati all’anno base
(2005), è stata pari a +1,6% circa
4 volte quella realizzata dall’intero
Paese. Analizzando l’andamento
dell’industria alimentare regionale scopriamo che la fase di contrazione avviata nel primo trimestre
2008 e proseguita fino ai primi tre
mesi del 2012 (-3,2%) è stata
interrotta dall’intervallo leggermente positivo rappresentato dai
sei trimestri compresi tra la metà
del 2010 e la fine del 2011.
Osservando la ripartizione delle
imprese in riferimento alla forma
giuridica rileviamo che la maggiormente rappresentate, con
quote relative molto simili, sono le
società di persone (35,3%) e
quelle individuali (34,3%), le
società di capitale rappresentano il
24,0%, il restante 6,4%, ovvero
le altre forme societarie, è rappresentato per oltre due terzi del
numero complessivo dalla cooperazione lattiero casearia.
La localizzazione geografica delle
imprese dell’industria alimentare
emiliana attribuisce diversi primati:
se ci riferiamo alle imprese alimentari, la provincia di Parma, con
1.064 ragioni sociali, quota il
22,4% del totale regionale,
seguono Modena (17,7%),
Reggio Emilia (13,2%) e Bologna
(12,9%); quattro provincie rap-
Tabella 3.4 - Evoluzione dei principali indicatori economici in un gruppo di aziende agricole
dell'Emilia-Romagna (dati medi per azienda - euro)
Descrizione
ELEMENTI ECONOMICO-GESTIONALI
1. RICAVI
di cui premio unico disaccoppiato
2. COSTI INTERMEDI
fertilizzanti
sementi
antiparassitari e diserbanti
alimentazione animale
noleggi e trasporti
materie prime energetiche
altri
3. VALORE AGGIUNTO LORDO
Ammortamenti
4. VALORE AGGIUNTO NETTO
Imposte
Remunerazione del lavoro e oneri contributivi
oneri soc. familiari
salari ed oneri extra-familiari
5. REDDITO OPERATIVO
Oneri finanziari
Affitti
6. REDDITO NETTO
ELEMENTI STRUTTURALI
ULUT (n°)
ULUF (n°)
SAT (Ha)
SAU (Ha)
UGB (n°)
INDICI DI REDDITIVITA'
Valore aggiunto netto per ULUT
Reddito netto per ULUF
del 12/12/2012.
2011
2012
98.295
5.898
44.822
2.594
1.664
5.577
11.383
1.401
7.264
14.938
53.473
10.001
43.473
1.314
12.003
4.112
7.891
30.156
777
2.385
26.994
98.772
4.967
44.135
2.655
1.785
5.010
10.518
1.516
7.483
15.169
54.637
10.900
43.737
1.847
12.656
4.056
8.601
29.234
714
2.078
26.442
12/11
(Var.%)
0,5
-15,8
-1,5
2,3
7,2
-10,2
-7,6
8,2
3,0
1,5
2,2
9,0
0,6
40,5
5,4
-1,4
9,0
-3,1
-8,0
-12,9
-2,0
1,92
1,59
25,69
20,23
11,66
1,89
1,53
27,76
22,00
12,07
-1,9
-3,6
8,0
8,8
3,6
22.612
17.023
23.193
17.298
2,6
1,6
Fonte: Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Agricoltura, Economia Ittica, Attività Faunistico-Venatorie.
V
Quaderni&documenti
presentano circa i due terzi
(66,1%) delle imprese della
Regione.
8. Gli scambi con l’estero
Nel 2012 le importazioni agro-alimentari regionali aumentano del
4,9%, contro il 3,9% delle esportazioni, raggiungendo rispettivamente i 6.359 ed i 5.088 milioni di
euro. Il saldo con l’estero per l’agro-alimentare, quindi, resta
negativo e in valore assoluto risulta in forte crescita: -1.271 milioni
di euro a fronte dei -1.161 milioni
di euro dell’anno prima e dei -760
milioni del 2010. In soli 3 anni, il
deficit agro-alimentare in valore
assoluto è più che raddoppiato
(+131,1%).
A livello nazionale, invece, sempre
nel 2012 si rileva una crescita a
prezzi correnti leggermente più
accentuata delle esportazioni
agro-alimentari (+4,5%) e una
flessione delle importazioni (2,6%).
Nel 2012, inoltre, in EmiliaRomagna risulta negativo e in
netto peggioramento il saldo
commerciale con l’estero dei prodotti del settore agricolo (da -659
milioni del 2011 a -766 milioni nel
2012), mentre per quelli dell’industria alimentare e delle bevande il
saldo, sempre negativo, evidenzia
una sostanziale stagnazione (-504
milioni contro -503 del 2011)
(tabella 8.2a).
Con riferimento ai prodotti del
La platea alla
presentazione a Bologna
VI
settore primario, il saldo regionale
risulta strutturalmente negativo
soprattutto a causa delle forti
importazioni di cereali, semi e frutti oleosi e animali vivi. Passando al
lato delle esportazioni, la voce di
gran lunga più importante tra i
prodotti del settore primario è
quella rappresentata dalla frutta
fresca.
Con riferimento ai prodotti dell’industria alimentare e delle bevande, invece, vi sono 5 aggregati di
prodotti che presentano un forte
deficit commerciale, e altri 6 che
generano un forte surplus. Tra i
primi, in ordine decrescente di
importanza, si trovano: carni fresche e congelate (con un saldo
regionale di -804 milioni di euro),
pesce lavorato e conservato (-612
milioni di euro), mangimi (-505
milioni), oli e grassi (-402 milioni)
e zucchero e prodotti dolciari (374 milioni). Gli aggregati di prodotti che presentano i più importanti saldo positivi, invece, sono:
carni preparate (cioè i salumi, con
un saldo pari a +511 milioni nel
2012), derivati dei cereali (cioè
pasta e prodotti da forno, con un
saldo pari a +455 milioni), l’aggregato altri prodotti alimentari trasformati, che include, tra l’altro,
aceto, caffè torrefatto, estratti di
carne, zuppe e salse (+389 milioni), ortaggi trasformati (+ 299
milioni, con le conserve di pomodoro e i pelati che presentano
esportazioni in aumento del
+4,6% in valore), prodotti lattiero-caseari (+212 milioni).
9. La distribuzione alimentare al
dettaglio
La profonda crisi che attanaglia
l’economia italiana è ben rappresentata dai dati relativi alle vendite al dettaglio: il piccolo dettaglio
alimentare vive una situazione di
grande sofferenza, con vendite in
forte riduzione nel 2012 (-5,3%),
ed anche la distribuzione moderna
registra un calo preoccupante,
seppure più contenuto (-2%).
Questa situazione non sembra
comunque aver scoraggiato gli
investimenti delle grandi imprese
distributive. Infatti, sulla base dei
dati Nielsen, aggiornati a luglio
2012, l’Emilia Romagna si conferma come una delle realtà distributive leader a livello nazionale: i dati
relativi alla densità dei punti vendita moderni evidenziano come la
superficie di tutte le tipologie
abbia ormai superato i 270 mq
ogni 1000 abitanti, di cui ben 206
mq fanno riferimento ai due formati principali (super e ipermercati).
10. I consumi alimentari
Il riacutizzarsi della perdurante e
profonda crisi economica nel
2012 (con una riduzione del 2,4%
nel PIL reale) ha riportato il potere
d’acquisto delle famiglie italiane ai
livelli del 2009. Il quadro della
spesa delle famiglie, secondo i dati
Quaderni&documenti
di contabilità nazionale, è ancora
più negativo, con una riduzione
dei consumi reali del 4,3%, che va
a sommarsi al -1,7% del 2011.
Per quanto riguarda l’EmiliaRomagna, la spesa delle famiglie
emiliano-romagnole si è ridotta di
115 euro al mese rispetto al 2010
(in contrasto con i -30 euro della
ripartizione Nord-orientale e dell’aumento di 35 euro medio
nazionale), una diminuzione diluita in tutte le voci di spesa, eccetto
la spesa per consumi alimentari e
bevande che è invece aumentata
di 13 euro al mese per famiglia
(459 euro al mese nel 2011).
Rispetto alla composizione media
della spesa delle famiglie, gli emiliano-romagnoli spendono meno
in alimentari e bevande (16,6%
della spesa totale rispetto al
19,2% nazionale) e leggermente
di più in trasporti (15% contro
14,2% nazionale).
Considerando i consumi alimentari in Emilia-Romagna, la carne
rappresenta circa il 24% della
spesa nominale, seguita per
importanza da patate, frutta e
ortaggi (18,3%) e da pane e
cereali (16,8%).
11. Le politiche regionali
per il settore
Proseguono le difficoltà del bilancio regionale, già evidenziate a
partire dal 2010 a causa delle
manovre finanziarie nazionali,
determinando nel 2012 una riduzione di oltre 30 milioni di euro
delle risorse disponibili per il settore agricolo, che passa dai quasi 86
milioni del 2011 ai 55 milioni di
euro del 2012, con una previsione
per il 2013 di un calo di altri 7
milioni di euro.
Nel corso del 2012 si è ulteriormente consolidata l’azione della
Regione Emilia-Romagna per
migliorare le strategie organizzative delle filiere agro-alimentari,
supportata anche dalle indicazioni
presenti nella riforma della PAC e
tanto più necessaria in una situazione di bilancio che prevede una
riduzione dei meccanismi di
garanzia di mercato e del premio
unico. Attraverso la nuova proposta di OCM, è stata estesa a tutti i
settori produttivi la possibilità di
utilizzare gli strumenti che permettono di realizzare il modello di
agricoltura contrattualizzata (OP,
OI, accordi e contratti); tale
modello è stato anticipato per il
settore lattiero-caseario con l’approvazione
del
cosiddetto
“Pacchetto latte” del Reg. (CE) n.
261/2012. Le aziende agrituristiche confermano i risultati positivi
degli anni precedenti, evidenziando una crescita costante e soddisfacente. Nel 2012 il numero degli
agriturismi regionali attivi registra
un aumento, rispetto al 2011, del
2%, attestandosi sulle 1.042
aziende. Nel 2012 è proseguita la
drastica contrazione delle risorse
regionali destinate, attraverso la
L.R. 28/98, ai servizi di sviluppo
nel settore agro-alimentare (46%), passando dai 5 milioni di
euro del 2011 a quasi 2,7 milioni
di euro.
Il Regolamento UE n. 1151/2012
ha rinnovato, nel corso del 2012,
le disposizioni comunitarie sui
regimi di qualità dei prodotti agricoli ed alimentari, fissando, all’interno del cosiddetto “Pacchetto
Qualità”, le norme relative all’approvazione e alla gestione delle
Indicazioni Geografiche, istituendo la nuova indicazione facoltativa di qualità “Prodotto di montagna”. L’attenzione è ora rivolta
alla fase di approvazione della
nuova PAC e la Regione EmiliaRomagna, in relazione all’importanza delle sue produzioni di qualità, continua nello sforzo di inci-
dere sulle normative di orientamento alla tutela e alla valorizzazione delle politiche sulla qualità.
Per quanto riguarda l’agricoltura
biologica, il 2012, ha visto l’impegno delle Autorità Competenti
e degli Organismi di Controllo
per fronteggiare le azioni fraudolente ed assicurare il ripristino
della legalità. Come già attuato
in Regione Emilia-Romagna, il
D.M. n. 2049 del 01/02/2012 ha
disposto l’informatizzazione della
notifica di attività con metodo
biologico per tutte le regioni italiane.
Il numero complessivo degli operatori biologici attivi al 31 dicembre 2011 in Emilia-Romagna è
pari a 3.661, dei quali 2.759 svolgono attività agricola primaria;
l’incremento del numero totale di
operatori rispetto al 2010 è pari
all’1,3%.
La produzione integrata, nel corso
del 2012, ha visto importanti
novità quali l’approvazione dei
disciplinari per i prodotti ittici vallivi e per l’olio extravergine di oliva,
oltre alla revisione del disciplinare
del pane. Le superfici direttamente interessate da impegni agroambientali finanziati, hanno superato gli 88.000 ettari distribuite su
un totale di oltre 5.700 aziende.
La valorizzazione di tali produzioni attraverso il marchio collettivo
“QC” (Qualità Controllata), nel
2012, coinvolge 146 concessionari singoli o associati, in particolare
nel settore delle produzioni ortofrutticole e funghi.
VII
Quaderni&documenti
Carlo Alberto Roncarati,
presidente Unioncamere
Emilia-Romagna
Nel corso del 2012, continua la
realizzazione dei progetti di orientamento dei consumi ed educazione alimentare, per aumentare
le conoscenze e rafforzare la fiducia dei consumatori.
12. Gli interventi a favore
dell’agricoltura regionale
Nel 2012 gli aiuti destinati al sostegno e allo sviluppo dell’agricoltura
regionale nel quadro degli interventi dell’Unione Europea si sono
attestati attorno ai 550 milioni di
euro, rispetto ai 559 dello scorso
anno (-1,6%) e ai 672 milioni del
2010. I finanziamenti in quota
Unione Europea ammontano a
473 milioni di euro. La lieve riduzione è stata determinata dalla
contrazione degli interventi connessi alla conclusione di alcuni
dispositivi di regolazione dei mercati; sono rimasti sostanzialmente
invariati, invece, nel loro complesso, gli interventi relativi allo
Sviluppo Rurale, mentre sono leggermente aumentati gli aiuti diretti al reddito attivati attraverso la
domanda unica.
Il “primo” pilastro della PAC si
conferma ancora una volta come
il principale finanziamento all’agricoltura regionale, con il Premio
unico che supera i 317 milioni di
euro, pari al 58% del totale dell’aiuto pubblico.
Lo Sviluppo Rurale (il cosiddetto
“secondo” pilastro) conferma
nella sostanza i valori di intervento
dello scorso anno e, con 137,5
milioni di euro, rappresenta il 25%
degli interventi UE in regione.
VIII
13. Attività e progetti
del sistema camerale per la filiera
agro-alimentare
Diversi sono i versanti sui quali le
Camere di commercio e la loro
Unione regionale sono impegnate
a supporto della filiera agro-alimentare dell’Emilia-Romagna,
nell’ambito delle tradizionali attività di monitoraggio delle economie locali. La collaborazione con
l’Assessorato regionale all’Agricoltura per le attività dell’Osservatorio agro-alimentare rientra in questo filone. Nel 2012 sono state
realizzate14 linee di attività, che
hanno coinvolto 444 presenze
aziendali, 168 operatori e giornalisti esteri e 15 studenti di Scuole
alberghiere di altri Paesi. Tra le iniziative portate a termine, le missioni in entrata di buyer e operatori esteri in occasione di
“Vinitaly” a Verona e di Cibus a
Parma, abbinate ad incontri con
aziende dell’Emilia-Romagna, la
partecipazione con uno stand collettivo alla manifestazione fieristica “S.I.AL. Brazil” (San Paolo del
Brasile), le attività promo-commerciali presso le catene alberghiere “Scandic” in Svezia e
“Melìa White House” a Londra,
una missione commerciale in
Messico ed il proseguimento di
alcune attività di co-marketing
inerenti ai prodotti enogastronomici regionali d’eccellenza con la
catena austriaca WEIN & CO.
Nel 2012 è proseguito l’impegno
del sistema camerale per la valorizzazione sul mercato interno dei
prodotti tipici e di qualità e per stimolare l’offerta turistica del territorio di qualità attraverso il marchio
“Ospitalità Italiana”, con il supporto tecnico di Isnart. Confermato l’impegno delle Camere di commercio a supporto delle Strade dei
Vini e dei Sapori.
Nel 2012, transazioni della borsa
merci telematica per oltre 513
milioni di euro, con un incremento del 5,6 per cento rispetto a
poco più di 486 milioni di euro
risultati nel 2011, malgrado la difficile congiuntura economica
interna e internazionale. Le operazioni registrate sono risultate
13.584 nel 2012 e hanno fatto
segnare una flessione del 29,5 per
cento. Quella dei cereali e delle
coltivazioni industriali costituisce la
categoria merceologica oggetto
principale delle contrattazioni in
termini di valore, che ha generato
il 69,9 per cento del valore degli
scambi, per un controvalore complessivo di quasi 359 milioni di
euro, con un aumento del 14,8
per cento rispetto all’anno precedente.
14. Il settore agro-alimentare
nelle aree colpite dal terremoto
In Emilia-Romagna l’area colpita è
di 3.104,6 kmq, pari a quasi il
14% della superficie totale regionale e dove si rileva il 92% circa
dei danni totali stimati, mentre
molto più limitate sono le aree
interessate in Lombardia (8%) e
nel Veneto (0,4%).
Per quanto riguarda il settore
agricolo, nelle zone del terremoto sono state censite, nel 2010,
quasi 14 mila aziende agricole
(18,7% delle aziende agricole
regionali) con oltre 1.200 allevamenti (10% del totale), mentre la
Superficie Agricola Utilizzata
interessata è circa 230 mila ettari, che corrispondono a oltre il
20% della SAU regionale. Le
persone attive nelle aziende agricole, familiari e non familiari,
superano le 40 mila unità, sempre nel 2010, con oltre 3,5 milioni di giornate lavorative (equiparate a 8 ore giornaliere). Inoltre,
all’interno dell’area del terremoto, oltre 7 mila addetti sono
impiegati nell’industria della trasformazione alimentare.
Con riferimento al Parmigiano
Reggiano, i danni subiti dai caseifici della zona del terremoto
ammontano a oltre 100 milioni di
euro, con 37 caseifici e quasi 500
allevamenti colpiti, circa 600 mila
forme danneggiate, di cui 100
mila distrutte e avviate alla fusione), attuati attraverso il
Consorzio di tutela; dall’altro l’analisi ha approfondito l’attivazione e l’attuazione delle Misure del
PSR, in particolare la 126, riportando gli esiti del primo e del
secondo bando per l’assegnazione dei finanziamenti.
CAMERE
Romano Prodi al commiato
di Gianfranco Bessi
n’analisi della situazione economica internazionale messa
a confronto con la situazione
dell’Unione europea all’interno della quale si muove l’Italia.
Quindi, alcune proposte per rilanciare il sistema economico.
Il professor Romano Prodi è stato
ospite della Camera di commercio di
Ravenna in occasione del saluto alle
forze economiche del presidente
Gianfranco Bessi, giunto al termine
del secondo mandato alla guida
dell’Ente camerale e, quindi, non più
rieleggibile.
In platea le autorità civili, militari e
religiose della provincia, numerosi
imprenditori e rappresentanti del
mondo associativo.
Il presidente Bessi ha tracciato un
bilancio dell’attività della Camera di
commercio in questi dieci anni, in cui
si è ispirato alla “strada tracciata da
predecessori come Luciano Cavalcoli
e Pietro Baccarini”. Una particolare
sottolineatura alla crescita dell’Offhsore Mediterranean Conference, rassegna internazionale dedicata all’estrazione di idrocarburi, che proprio
nel 2013, a 20 anni dalla nascita, ha
raggiunto obiettivi di assoluto rilievo.
Poi gli interventi contro la crisi, il
U
sostegno ai Confidi e l’intervento
verso il mondo bancario per il credito alle imprese. Non sono mancati gli
apprezzamenti al personale dell’ente
camerale, per l’impegno con il quale
ha affrontato lo snellimento dell’apparato burocratico e l’avvio di nuovi
servizi, come quello della conciliazione.
L’analisi del professor Prodi è partita
dalla situazione economica internazionale che vede la Cina come il vero
‘motore’ della crescita mondiale, con
tassi di sviluppo inavvicinabili. Gli
Usa perdono terreno, ma restano
sempre in positivo con uno sviluppo
del 2-3% annuo. Inoltre, si affacciano nuovi Paesi: l’India è una certezza,
con la Cina e cresce l’Africa.
“L’Europa si è scoperta punto debole
del mondo per l’incapacità di gestire
la crisi in maniera unitaria”. Così,
mentre gli Usa immettevano 800
miliardi di dollari per fronteggiare la
crisi e la Cina oltre 500 (ma con un
costo della vita ben più basso di quello americano), ha rilevato Prodi, “in
Europa non si è trovato l’accordo per
30 miliardi da dare alla Grecia”.
Prodi auspica un nuovo asse SpagnaFrancia-Italia per contrastare l’egemonia tedesca in Europa.
L’Italia per agganciare la ripresa
deve fare leggi che favoriscano la
fusione tra imprese “perché oggi in
Italia non c’è più grande industria e
questo è un forte handicap nel confronto competitivo internazionale”.
Prodi chiede di tagliare la burocrazia
e i tempi per il rilascio delle autorizzazioni per nuovi investimenti
imprenditoriali “altrimenti le multinazionali
andranno
in
altri
Paesi”. Cita il porto di
Ravenna, “l’unico in
Italia ad avere aree di
espansione a ridosso
delle banchine”. In
chiusura, ricorda l’amicizia “ormai secolare –
dice sorridendo – con
Bessi”. È tempo di omaggi. Cinque
anni fa, quando Prodi venne in
Camera di commercio come
Presidente del Consiglio, ricevette da
Bessi una ceramica rappresentante
una piccola bicicletta, in onore alla
passione ciclistica del Professore.
Questa volta Prodi riceve un
mahjong, visti i sempre più frequenti viaggi in Cina con delegazioni economiche e per insegnare all’università
di Enrico Vincenzi
Alla Camera di Ravenna per il saluto alle forze economiche del presidente uscente
L’analisi sulla
situazione economica
internazionale
e le prospettive
di ripresa
31
di Natascia Ronchetti
PROGETTI
FinancER è la piattaforma di Aster per far incontrare imprese innovative e finanziatori
Finanza per l’innovazione,
il marketplace è on line
acilitare l’accesso al credito
delle imprese innovative. Ma
anche costruire un modello di
valutazione del rating di una
azienda che vada oltre il tradizionale algoritmo che viene applicato
dalle banche. Una sfida che Aster ha
lanciato con il marketplace della
finanza, una piattaforma sul web
che è un luogo di
incontro tra start up e
imprese strutturate in
cerca di finanziamenti e
banche, consorzi fidi,
fondi di investimento.
“Un progetto pilota
unico in Italia – spiega
il direttore di Aster
Paolo Bonaretti – che
conviene sia alle imprese sia agli istituti di credito, perché consente di migliorare
anche i progetti imprenditoriali”.
FinancER, questo il nome della piattaforma, è diventato operativo in
giugno, dopo una fase di gestazione
durata un anno e partita da una
idea della stessa Aster – la società
F
Il progetto pilota,
unico in Italia,
punta a favorire
l’accesso
al credito
32
consortile costituita da Regione,
Università, centri di ricerca, associazioni di categoria e Unioncamere –
condivisa con gli istituti di credito e
con le imprese. “Avevamo notato
l’incomunicabilità tra il sistema
finanziario e del credito e il sistema
produttivo – prosegue Bonaretti –
ma quando una impresa nasce e si
sviluppa ha bisogni complessi ai
quali non sempre si riesce a dare
risposte efficaci”.
Lo scenario in cui il marketplace
muove i primi passi è, in EmiliaRomagna come nel resto del Paese,
caratterizzato da una forte stretta
creditizia. In base al monitoraggio
di Banca d’Italia nel solo mese di
marzo 2013 il valore dei prestiti
accordati alle imprese dalle banche
lungo la via Emilia è crollato del
2,3%, erodendo il vantaggio che la
regione manteneva su questo versante rispetto alla media italiana. A
soffrire di più è il manifatturiero
verso il quale i prestiti sono diminuiti quasi del 6%. Ma hanno perso
terreno anche le imprese che opera-
no nel settore delle costruzioni
(meno 2,2%) e dei servizi (meno
2,8%).
A farne le spese sono soprattutto le
piccole e medie aziende, nei confronti delle quali la concessione di prestiti è diminuita del 4,1%. Ma non
sfuggono a questa dinamica nemmeno le grandi imprese, per le quali la
contrazione ha raggiunto quasi il
2%. Le cause sono ormai note. Da
un lato c’è la recessione che ha indebolito fortemente le aziende con un
basso livello di capitalizzazione e ha
bruscamente raffreddato la voglia di
investimenti: le imprese, insomma,
stanno alla finestra, in attesa di una
ripresa dell’economia. Dall’altro
lato c’è un irrigidimento delle banche, che devono fare i conti con un
tasso di anomalie, tra crediti incagliati e sofferenze vere e proprie, che
ha raggiunto il 22% e che le ha rese
sempre più guardinghe e selettive.
Una prudenza dovuta anche all’entrata in vigore dell’accordo di
Basilea 3 che impone agli istituti di
credito di aumentare il livello di
patrimonializzazione, per scongiurare il rischio di crack.
Segnali forti di un rapporto tra banche e imprese che è entrato in una
condizione di forte tensione, con un
abbassamento generale del livello di
qualità dei prestiti. Gli impieghi
diminuiscono. E quando anche il
prestito viene concesso, per le imprese il denaro costa di più. Una soluzione arriva appunto da FinanceER.
L’idea alla base della piattaforma è
semplice. La start up o l’impresa
strutturata a caccia di finanziatori,
tra banche e fondi di investimento,
presentano il loro progetto di crescita e sviluppo e lo sottopongono
all’esame dei potenziali investitori.
Che a loro volta possono suggerire
miglioramenti. Il report che conclude la fase di valutazione del rating
dell’impresa diventa per l’impresa
stessa un biglietto da visita da presentare al finanziatore. Con un
paletto, però. “L’impresa, nuova o
vecchia che sia – spiega Donata
Folesani, responsabile Finanza innovativa di Aster – deve avere un alto
contenuto di innovazione. Il nostro
obiettivo è quello di attrarre sempre
più investitori e capitali in EmiliaRomagna”.
Per ora della piattaforma, oltre ai
Consorzi Fidi, fanno parte grandi
gruppi bancari come Intesa
Sanpaolo e Unicredit. Tra gli investitori anche il Fondo Ingenium della
Regione, fondo di venture capital
con il quale la Regione stessa investe
in una idea imprenditoriale, accompagnando per alcuni anni lo sviluppo dei neoimprenditori. Tra i partner dell’operazione, infine, anche le
piccole banche del circuito del credito cooperativo. Negli ultimi 5 anni
l’Emilia-Romagna ha tenuto a battesimo 258 start up. Di queste 108
sono iscritte nel registro delle
Camere di Commercio come imprese innovative, secondo quanto
disposto dalla legge con il decreto
Sviluppo. Il segno che la voglia di
fare impresa in Emilia-Romagna
non manca proprio, soprattutto in
settori come quello dell’Ict e del web
e in generale del settore dei servizi ad
alto valore aggiunto, come quelli per
lo sviluppo di nuovi materiali o di
impianti da energie rinnovabili. Non
mancano i servizi per il controllo
della qualità alimentare richiesti dall’industria di trasformazione. “Ma il
vero problema – prosegue Folesani –
resta quello che la concessione di
credito è vincolata al rilascio di
garanzie di tipo personale, come le
ipoteche sugli immobili”.
Alla ricerca di investitori – ad esempio – è una giovanissima start up di
Bologna, Kopjra. Ha messo a punto
un sistema che permette il monitoraggio nella rete della proprietà
intellettuale e con il quale ha già
vinto due premi. Costituita da cinque giovani – un esperto di diritto,
un ingegnere, due informatici e un
designer – oggi si prepara a fare il
proprio debutto nella piattaforma
per individuare possibili investitori e
per ottenere consigli su come migliorare idea imprenditoriale e business
plan. “Fino a questo momento –
spiega Tommaso Grotto, uno dei
cinque neoimprenditori, tutti giovanissimi – ci siamo sempre autofinanziati. Nei prossimi mesi, superata la
fase pilota, entreremo nella piattaforma di FinanceER. Abbiamo
bisogno di capire anche quale
potrebbe essere la migliore linea di
business. Per questo non ci aspettiamo solo un ritorno economico ma
anche suggerimenti per migliorare il
servizio che proponiamo e il business plan che abbiamo messo a
punto”
I DATI
I numeri di Ingenium, il fondo regionale di capitale di rischio per chi vuole innovare
3,6 milioni investiti per far crescere le start up
F
ino ad ora le risorse investite ammontano a oltre
3,6 milioni, dei quali il 50% di dotazione regionale. Tutto per sostenere la crescita di start up, con un
fondo di capitale di rischio. Questo grazie a Ingenium,
con il quale la Regione supporta le imprese innovative
insieme all’olandese Zernike Meta Ventures, partner al
50% dopo essersi aggiudicata la gara indetta dall’ente di viale Aldo Moro. Il fondo opera in prevalenza in
settori ad alta tecnologia, diventando di fatto socio
investitore a tempo determinato di una azienda che
vuole crescere. Con una dotazione complessiva di 14
milioni di euro, dei quali la metà conferiti dalla
Regione, si prepara ora a nuovi investimenti. Nel
primo semestre di quest’anno sono state, infatti, sottoposte al Comitato consultivo ulteriori tre proposte
di partecipazione che hanno superato la fase della due
diligence da parte del gestore olandese. Il via libera a
queste tre operazioni richiede risorse per oltre 4,8
milioni di euro, con un investimento complessivo di
1,2 milioni di euro. Le tre società operano nel settore
dell’Ict, della produzione e commercializzazione di
strumenti che consentono l’applicazione della lotta
biologica nelle città e nel settore della fabbricazione di
apparecchi elettromedicali
33
Paolo Bonaretti,
direttore di Aster
INDAGINE
di Michela Turra
Le aziende in mano a stranieri in regione sono il 9,9%, in gran parte ditte individuali
Imprenditoria straniera,
crescita in frenata
limentari, ristoranti e pizzerie, money transfert e internet point, negozi di abbigliamento, imprese di costruzioni, pulizia, trasporti. In EmiliaRomagna il mondo del lavoro è il
lavoro del mondo. Che la crisi non
risparmia: nonostante le imprese
straniere siano sempre di più in
regione, 41.764 quelle
attive al 30 giugno
2013, il 9,9 per cento
del totale, la loro crescita (in un anno di 1024
unità, + 2,5 per cento),
è frenata dalle difficoltà. Peggio se la passano le autoctone, che
nello stesso periodo
sono calate dell’1,7 per
cento (- 6631), un po’
di più rispetto al -1,4 per cento
nazionale, dove le straniere sono
aumentate maggiormente (+3,3 per
cento) raggiungendo nel complesso
quasi le 445 mila unità. Ma il nostro
9,9 per cento di straniere supera la
percentuale italiana dell’8,6 per
cento. Questo fotografano i dati del Registro
delle imprese delle
Camere di commercio
di fonte InfoCamere
elaborati
da
Unioncamere. Nona
per velocità di aumento, ma sesta nella hit
parade delle imprese
straniere (prima la
Toscana, con Prato e i
suoi tanti cinesi, ultima la Basilicata
col solo 3,2 per cento delle attività
produttive), la nostra regione deve la
sua buona posizione in classifica al
numero elevato di stranieri che vi
risiedono, 488.489 a fine 2012, l’11,
2 per cento rispetto al 7,4 nazionale
(dati Istat). Cresce l’immigrazione
dall’estero, cala la disponibilità degli
italiani a impegnarsi in determinati
A
Quest’anno
le imprese straniere
sono a +2,5%,
quelle autoctone
sono calate dell’1,7%
Ugo Margini,
presidente
di Confcommercio
Regionale
34
settori (costruzioni, tessile...), ed
ecco che gli immigrati si riversano
nei comparti lasciati vuoti. Con spirito di iniziativa e capacità di accettare il rischio, si lanciano a costituire
soprattutto ditte individuali (l’84,7
per cento delle straniere oggi attive
hanno questa forma, e delle ultime
nate ben 649 ), ma tentano anche
strutture più impegnative come le
società di capitale, mentre sono in
netto calo le cooperative e i consorzi. Gli ambiti più gettonati sono
quello delle costruzioni, dove le
imprese straniere rappresentano il
23,2 per cento del totale (ma la crisi
dell’edilizia le ha viste calare in un
anno di 109 unità), delle confezioni
e
delle
telecomunicazioni.
All’interno della sezione “attività,
noleggio, agenzie di viaggio, servizi
di supporto alle imprese” (14,5 per
cento di imprese straniere), sono
proprio le telecomunicazioni a fare
la parte del leone (40,1 per cento),
mentre non è da poco la quota di
imprese di pulizie (20,9 per cento).
Nell’alloggio e la ristorazione gli
stranieri sono aumentati di 331
unità, ma è nel commercio che si è
avuto l’incremento maggiore ( + 4,4
per cento, pari a 435 attività).
Ancora: il 9,9 per cento di imprese
straniere manifatturiere – pari alla
media regionale - ne vede il 36,9 per
cento impegnate nelle confezioni, il
25,2 per cento nella pelle e il 16,9
per cento nel tessile.
Cinesi quasi un po’ ovunque, maghrebini, albanesi ed Est europei nelle
costruzioni, pakistani e del
Bangladesh negli alimentari come
nelle comunicazioni, le città e i paesi
emiliano-romagnoli fervono dunque
di vita lavorativa non italiana, e la
previsione è che di qui al 2050 l’espansione continuerà incessante.
“La sensibile incidenza delle imprese
straniere nella nostra regione – commenta la situazione il presidente di
Confcommercio regionale, Ugo
Margini – è strettamente collegata al
progressivo incremento della popolazione straniera, che supera ormai
>>
in Emilia-Romagna l’11% della
popolazione totale. La composizione del tessuto imprenditoriale non fa
che riflettere l’evoluzione in corso
nel tessuto sociale del nostro Paese,
che in Emilia-Romagna trova particolare slancio in considerazione
delle politiche inclusive regionali. La
particolare concentrazione dell’incremento di imprese straniere nel
commercio e nel turismo deve farci
riflettere sull’attrattività che questi
settori continuano ad esercitare,
sotto il profilo occupazionale, anche
in questo momento di grande criticità del panorama economico generale. Al tempo stesso – conclude
Margini - occorre monitorare con
attenzione questo fenomeno, per
continuare a garantire e tutelare la
qualità e la professionalità che sono
il tratto distintivo del commercio e
del turismo regionali, intercettando
e valorizzando le nuove imprese,
anche straniere, che si affacciano
con coraggio sul mercato”.
“Sul trend in aumento delle imprese
straniere – afferma il direttore regionale di Confesercenti, Stefano
Bollettinari – bisognerebbe verificare
il dato qualitativo, assicurarsi che le
gestioni avvengano nel rispetto della
legalità. Noi abbiamo combattuto la
liberalizzazione degli orari: ci sono
strutture che possono reggere aperture infinite, ma secondo quali
modalità? Per tutelare le piccole
imprese, quelle che soffrono di più,
stiamo contrastando il commercio
abusivo sui litorali e tutto ciò che è
concorrenza sleale, ma ci stiamo
anche occupando del livello troppo
elevato degli affitti, che restano precrisi, troppo alti a fronte del continuo calo di redditività, determinando spesso la chiusura delle attività:
abbiamo presentato una proposta di
affitti concordati, che consentano
agli operatori di non perdere entrate.
La situazione è certo pesante, con i
consumi in flessione dalla metà del
2008, ma la questione, più che
distinguere tra italiani e stranieri –
molti dei quali nostri associati – è
applicare sanzioni a chi deroga dalla
legge. E in primo luogo occorrerebbero interventi di rilancio dell’economia da parte dello Stato, con
abbassamento della pressione fiscale
e aiuti allo start up d’impresa”.
FOCUS
I mille volti dell’impresa etnica a Bologna
Un’offerta sempre più ampia
e prezzi accessibili
avoratori e determinati, con le idee
chiare. Qualunque attività mandino
avanti, gli stranieri che hanno scelto
l’Emilia-Romagna sembrano dimostrare
che costanza e volontà sono la ricetta
del successo. O della sopravvivenza.
La franco-senegalese Laurence Djionne
vende borse, tessuti, cappelli, maschere, gioielli: un commercio multietnico.
La sua boutique di via Belle Arti, African
design, è un angolo di Africa ma anche
d’Italia, con oggetti di artigianato provenienti da Senegal, Mali, Baourkina
Fasu, Nigeria, Sud Africa, e oreficeria
tutta italiana. Trait d’union, la qualità.
Per accontentare una clientela di nicchia, che disdegna i prodotti omologati,
ricerca merce particolare, raffinata ed
esclusiva. Contro la crisi, fattasi sentire
pesantemente nel 2010, diversifica l’offerta, “cercando cose meno costose
anche se non dozzinali, perché la gente
spende meno, in regali – pensierini”.
“In questo periodo difficile – dice la
commerciante - artista, che disegna
monili e li fa realizzare dagli orafi - la
difficoltà maggiore è non avere accesso
al credito, ma scatta tra noi operatori
del mercato una solidarietà, con molti
artigiani che offrono merce in conto
vendita. Facciamo quello che non fanno
le banche”.
Accanto a lei un camerunense, Hugues
Atangana, rivela di muoversi in un
campo apparentemente meno toccato
dalla crisi: il mondo del pallone.
Procuratore di calcio, lavora trasversalmente in tutto il mondo e in EmiliaRomagna ha piazzato due o tre giocatori. “All’estero la comproprietà dei calciatori non esiste – dice - qui la sensazione di affanno è forte e i soldi sono
pochi”.
E’ l’impegno la credenziale numero uno
che assicura la tenuta sul mercato, sembrano dire le storie di alcuni imprenditori e commercianti stranieri operanti nel
territorio regionale. Syed Qasim Abbas,
L
Syed Qasim Abbas,
vicepresidente
del Consiglio
di cittadini
stranieri e apolidi
della Provincia
di Bologna
pakistano e vicepresidente del Consiglio
di cittadini stranieri e apolidi della
Provincia di Bologna, ha una kebaberia
a Calderara di Reno e lavora anche nei
festivi. Baig Zariat, stessa nazionalità,
ogni notte si alza alle tre per andare a
comprare la frutta e la verdura che
vende, insieme a moglie e figlio, nel
negozio di via Saragozza, “acquistato
anni fa con un finanziamento chiesto a
una banca”.
Nella Chinatown bolognese di via
Ferrarese nessuno stacca la spina nemmeno per pochi minuti dal lavoro: "Non
posso parlare, devo lavorare" allarga le
braccia un giovanissimo sarto mostrando che è impegnato con una macchina
da cucire. Poco lontano il parrucchiere
Massimo – il nome d’origine i cinesi
tendono a mutarlo in uno italiano, più
facile da memorizzare - è intento a pettinare una delle tante signore che vengono a farsi i capelli da lui, il quale, dato
il buon andamento degli affari, ha già
aperto un’altra attività. Con buona
pace dei vicini parrucchieri e barbieri
italiani, che ribadiscono: “La nostra filosofia è solo la cura dei capelli, viene da
noi chi ci conosce e ci apprezza per
questo” M.T.
35
INDAGINE
Marco Granelli
presidente
di Confartigianato
Emilia-Romagna
Maria Francesca Picchio, responsabile di Cna world, interpreta quanto
emerge dalla seconda edizione dell’
indagine
qualitativa
Imprese
Artigiane Straniere promossa da Cna
e Confartigianato, realizzata in base
al progetto promozionale presente
nell’articolo 13 della legge regionale
9/2/2010, e fatta al telefono su 384
soggetti: “Le imprese
straniere in regione
aumentano e le autoctone calano perché da
parte degli stranieri c’è
la predisposizione a fare
lavori per gli italiani
non più appetibili: nelle
costruzioni, nella meccanica, nel tessile – commenta l’esperta – la
ricerca ci serve a capire
come muoverci in presenza di questi
nuovi colleghi, dalle cui risposte
risulta interesse nei confronti dell’artigianato e attitudine al lavoro autonomo. La scelta alla base della localizzazione di un’attività sul nostro
territorio dipende per la maggioranza di loro dal fatto che vi risiedono
familiari o amici, mentre le motivazioni che li hanno spinti a mettersi in
proprio sono la forte disoccupazione che c’è nel loro Paese d’origine, la
difficoltà di trovare lavoro da dipendenti qui e la voglia di riscatto dalla
povertà”.
“Direi che l’attuale congiuntura economica di grave crisi ha colpito tutti
gli imprenditori – dice dal canto suo
il presidente di Confartigianato
Emilia-Romagna Marco Granelli senza distinzione di cittadinanza, ma
semmai di settori merceologici o di
servizi, picchiando duro soprattutto
sull’edilizia, sulla meccanica e sui servizi alla persona”. Ben 41 mila aziende su un totale di 455 mila imprese
in regione sono gestite da imprenditori stranieri di origine extra-comunitaria e ne costituiscono quindi il 9
per cento. Fra queste, poco meno di
20 mila sono iscritte all’Albo artigiani, costituendo il 60 per cento del
complesso delle imprese regionali
con titolari stranieri: segno questo
che il mondo artigiano è in grado
ancora di attrarre ed offrire opportunità di lavoro. “Fra i maggiori fattori di criticità per le imprese nell’ultimo periodo – aggiunge Granelli –
l’indagine annovera, e ne conveniamo senza riserve, la ricerca di clienti
e l’accesso al credito. E’ sintomatico
il fatto che gli imprenditori intervistati abbiano attestato che la loro
diversa nazionalità non ha avuto
peso reale nel determinare od aggravare tali aspetti. La crisi ha indotto
penuria nelle commesse per tutti e le
banche per concedere crediti guardano soprattutto al tipo di attività svolta, volendo, ora più che mai, garanzie reali spesso a livelli ingiustificati.
Quanto alle aziende che riescono a
mantenere prezzi bassi non adempiendo agli obblighi di legge, siano
essi contributivi, contrattuali, salariali o relativi alle dotazioni strumentali e alla sicurezza sul lavoro, stiamo
parlando di comportamenti che
devono essere sanzionati. Non spetta
ad una associazione far rispettare le
leggi sul lavoro – aggiunge Granelli –
ma agli organi competenti. Come
Confartigianato siamo al fianco delle
aziende prima che queste regole vengano stilate, esaminandole per loro
insieme alle istituzioni preposte”.
Nonostante la difficoltà del momento, qualche opportunità non manca.
Renata Coluccia, responsabile dei
progetti speciali del nuovo Cescot
Emilia-Romagna, spiega che la
Regione ha promosso un percorso di
formazione rivolto a giovani sotto i
trentaquattro anni, denominato
“Percorsi di accompagnamento”,
utile a creare un’impresa, e a questo
solo pochi stranieri hanno aderito
(l’1-2% dei partecipanti). Si chiude
però il 31 ottobre un bando della
Regione che, in base al piano straordinario per l’occupazione dei giovani
(dgr 1355), ha destinato un milione
di euro a fare formazione per diventare imprenditori. Porte aperte a
tutti, italiani e stranieri
A lato, sarto cinese al lavoro
In alto parrucchiere cinese
36
INNOVAZIONE
di Margherita Stella
Gli spazi, ricavati dall’ex Caserma dei VVFF, ospiteranno imprese creative
Grisù, la nuova Factory
made in Ferrara
Lo Spazio Grisù è uno spazio
vivo un luogo in cui può
accadere qualcosa e, grazie a
questa dinamicità che lo contraddistingue, sta muovendo i suoi
primi enormi passi, con l’intenzione di andare avanti senza sosta.”
Così Fabrizio Casetti, presidente
dell’Associazione Grisù di Ferrara,
descrive la “nuova factory della cultura e della
creatività” dell’EmiliaRomagna, un progetto
di riutilizzo innovativo
di uno spazio dismesso
dal 2004 (l’ex Caserma
dei Vigili del Fuoco di
via Poledrelli) di ben
4000 metri quadrati.
Lo scopo è creare un
luogo di incontro tra
impresa e creatività, sfruttando al
meglio le risorse e le energie che il
territorio offre, ma anche dare vita a
una realtà in grado di ospitare talenti stranieri, mettendoli in relazione
con artisti italiani e locali. Il tutto
nell’ottica di un incontro costruttivo
tra i vari soggetti coinvolti, per pen-
“
Già sei le aziende
selezionate
durante la prima
“chiamata alle arti”.
Altre 43 candidat
38
sare a nuovi linguaggi, rinnovare,
fare arte e cultura in modo innovativo, con uno sguardo sempre attento
alla riqualificazione urbana e sociale
del quartiere che ospita la sede dello
Spazio Grisù.
Le prime sei imprese creative sono
state annunciate durante la Prima
Giornata Universale della Rinascita,
la “chiamata alle arti” sul finire dell’anno scorso: nel giorno del solstizio
d’inverno, a cui, fin dai tempi antichi, è stata attribuita la connotazione
di “fine del mondo”, si sono riunite
insieme e si sono messe al lavoro per
sistemare i propri spazi e iniziare le
attività. Questa data simbolica è
stata scelta per il suo significato di
trasformazione e di nuovo inizio:
una rinascita che è stata chiamata
“Rebirth-day”. Successivamente, a
fine febbraio, il numero di imprese è
salito a 15.
Il progetto Grisù, che nasce come
vero e proprio modello di sviluppo
territoriale e che prevede anche la
nascita di posti di lavoro, offre alle
aziende numerose agevolazioni. Esse,
infatti, non dovranno sostenere spese
di affitto e avranno diritto a diverse
facilitazioni economiche per la
gestione delle attività di ufficio e per
le spese ordinarie (dall’elettricista,
all’imbianchino, al muratore). Senza
contare che l’Associazione favorirà la
ristrutturazione degli spazi, la promozione e l’integrazione delle varie
attività, nonché l’internazionalizzazione del progetto e la ricerca di
finanziamenti.
Le aziende coinvolte ad oggi sono:
Innova, Kappalab, Opus Incertum
Lab, Spaziografia, Dorotea, Unbeldì,
Formarci, ArchLiving, Daniela Ghesini, WormA, Basa Cicli, MobiliDinamici, Obst, TryeCo 2.0 e Less
(Laboratory of Essential Strategies).
I loro nomi derivano da un’attenta
selezione secondo criteri di eccellenza e innovazione tra le oltre cinquanta realtà culturali e creative che
hanno presentato la domanda di
ammissione per entrare a far parte
dello Spazio Grisù.
Realtà molto diverse, alcune giovani,
altre con già una propria storia alle
spalle, ma tutte desiderose di confrontarsi e collaborare tra loro per
rendere Grisù un luogo di interazione
vivo e dinamico. Si va dalla più nota
casa editrice di fumetti italiana al
nascente giornale culturale on-line,
dai pluripremiati designer di imbarcazioni elettriche all’architettura di
tendenza, da un innovativo laboratorio di edilizia sostenibile alla prototipazione 3D all’ultramoderno design
di mobili in ferro e vetro.
Ma non è tutto. Come spiega
Fabrizio Casetti “la selezione continua. Dopo aver valutato in modo
approfondito le domande pervenute
si è tenuta l’ultima tranche selettiva,
rivolta a tutte le realtà internazionali, che sono state chiamate per creare
un vero e proprio ponte culturale
con la città di Ferrara”. Il 21 marzo
l’ex Caserma dei pompieri ha ospitato la Festa di Primavera, una gran-
dissima occasione, culturale e sociale, di incontro che è coincisa con l’iniziativa “Studi aperti”, organizzata
dall’Ordine degli Architetti di Ferrara, in cui gli studi hanno presentato
al pubblico le loro ultime realizzazioni e i progetti più innovativi. Casetti
assicura: “Lo Spazio Grisù avrà
modo di sorprendere tutti e il nostro
impegno come Associazione Grisù,
sarà totale per far sì che ciò avvenga
costantemente”.
Un importante sostegno proviene
dalla Banca di Romagna. Il direttore
Francesco Pinoni spiega: “il comune
fattore che unisce due realtà apparentemente diverse come l’Associazione
Grisù e Banca di Romagna è la convinzione che esista una ricchezza che
non viene catalogata solo con indicatori economici. Pensiamo che impedire alla creatività e alle nuove interpretazioni artistiche di trovare luoghi
di espressione e di diffusione nel il territorio sia un impoverimento per
tutti. Il progetto ci ha colpito perché
si basa su una nuova concezione della
condivisione culturale: in tempi in cui
le risorse economiche a disposizione
sono sostanzialmente azzerate, in
particolar modo da parte delle
Istituzioni, la forza di nuove idee deve
poter emergere”. La Banca di
Romagna partecipa come partner
attivo e non come semplice sostenitore, condividendo eventi.
Oltre a Casetti, tra le promotrici di
Grisù c’è Maria Livia Brunelli della
MLB Gallery di Ferrara, che ha portato alla fiera di Basilea alcuni artisti
ferraresi invitandoli a riflettere sul
tema della crisi dell’Europa attuale.
Anche il presidente della Camera di
commercio Carlo Alberto Roncarati
appoggia il progetto: “Ho accolto
con molto favore l’iniziativa, coraggiosa e lungimirante, promossa da
Fabrizio e Maria Livia, perché rappresenta un atto di coraggio e di
fiducia. Le difficili contingenze economiche impongono adeguata capacità di reazione. Particolarmente ai
giovani che difficilmente oggi trovano sbocco alle loro aspirazioni e che,
invece, nell’insieme, rappresentano il
capitale più prezioso sul quale investire. Le giovani imprese di Grisù
dimostrano coraggio e gusto della
sfida. Un atteggiamento positivo che
lascia ben sperare per il loro futuro
economico e professionale e per il
contributo che sapranno offrire alla
crescita nostra comunità”
Lo Spazio Grisù è stato protagonista
del programma “Report” di Milena Gabanelli,
come esempio di una nuova politica culturale
contro la crisi e portavoce di una idea
di cultura attiva
FOCUS
3D e realtà aumentata applicati alla tutela dei beni culturali
TryeCo 2.0, l’anima artigiana sposa la tecnologia
ra le imprese selezionate spicca TryeCo
2.0 Srl, esempio di imprenditoria giovanile che non ha interrotto la propria crescita e
che anzi prevede un ulteriore avanzamento
nel 2013. “TryeCo 2.0 nasce nel gennaio
2011 e può definirsi una “creative maker
farm” dove l'anima artigiana tradizionale
incontra la tecnologie - spiega uno dei titolari, Matteo Fabbri - Lo staff seleziona nuove
metodologie e tecnologie per trasferirle da
campi d'applicazione specifici a settori “d'uso
comune”. Seguendo questa filosofia abbiamo utilizzato laser scanner 3D e prototipazione rapida, nati per il settore petrolifero e
industriale, nel campo della tutela dei Beni
Culturali; la “realtà aumentata” del settore
aereonautico, proposta come nuovo media
per la promozione di luoghi e prodotti; infine
le tecniche di modellazione e animazione 3D,
T
celebri nel settore videogame, per la realizzazione di guide interattive per l'assemblaggio
di sistemi complessi”. Il core business si rivolge alle attività culturali, musei, turismo ed
enti di promozione, poi a gruppi industriali
che producono macchine complesse o infrastrutture, in ultimo al settore alimentare,
verso aziende che puntino sulla qualità del
prodotto e sulla massima tracciabilità (esempi: alimenti per celiaci o per intolleranze,
totalmente biologici). “Il punto di forza della
nostra idea imprenditoriale – aggiunge Fabbri
- è la capacità di trasferire a clienti e settori
che normalmente non li userebbero processi
altamente innovativi e tecnologici. Grazie ad
una formazione legata all'architettura conosciamo bene il valore che il progetto Grisù
ricopre per il tessuto urbano e le possibilità
che ci saranno in futuro se tutto lo stabile
recuperato diventerà punto di aggregazione
per la città. Tryeco ha creduto nel valore dell'operazione. Uno dei principali vantaggi
infatti è la possibilità di confrontarsi nello
stesso "spazio" con tante altre aziende di
settori diversi, ma molto legate alla creatività.
Da questa "coabitazione" potranno nascere
interessanti collaborazioni per lo sviluppo di
nuovi business. L’ingresso della società in una
farm atipica come Grisù – conclude Fabbri ha generato un grande interesse mediatico
con un aumento della visibilità del nostro
lavoro, anche in ambienti distanti”
39
EXPORT
di Giuseppe Sangiorgi
La Regione Emilia-Romagna è capofila del progetto Guangdong Italy Traineeship
La formazione che serve
per fare affari in Cina
ino a poco tempo fa, la Cina
rappresentava soprattutto una
piattaforma di produzione,
approvvigionamento
ed
esportazione. Oggi è sempre più rilevante quale fonte di investimenti
diretti esteri e per il fatto che vi risiede una popolazione dinamica ed
imprenditoriale che rappresenta un
quinto del pianeta ed ha
la possibilità di studiare, viaggiare, investire e
lavorare all’estero.
Cambia quindi la
dimensione dell’approccio al gigante asiatico,
che continua a correre:
secondo il Rapporto
Annuale della Fondazione Italia Cina elaborato dal suo Centro
Studi per l’Impresa (CeSIF), l’economia cinese crescerà nel 2013 intorno
F
Secondo le stime
del CeSif
l’economia cinese
nel 2013
crescerà del 7,5%
al 7,5% manifestando la sua solidità.
Pur tra le difficoltà che si possono
incontrare nell’affrontare aspetti tecnici e organizzativi in un mercato
complesso, si possono cogliere
numerose opportunità di business in
Cina.
Una opzione strategica per rafforzare
i rapporti economici e porre in essere
le condizioni per lo sviluppo di forme
stabili di collaborazione, è rappresentata dall’impegno di rinsaldare le relazioni istituzionali e le esperienze di
scambio economico, scientifico e tecnologico.
È il caso del percorso di collaborazione avviato con la Provincia cinese del
Guandong dalla Regione EmiliaRomagna, capofila del progetto GIT
“Guangdong Italy Traineeship”.
L’iniziativa è stata promossa nell’ambito del programma Ministero Affari
Esteri-Regioni-Cina -una piattaforma
LA SCHEDA
La maggiore economia provinciale del Paese anche per l’export
Nel Guangdong l’11% del Pil cinese
C
on una superficie di 179.757 kmq, la
Provincia del Guangdong, è situata nella
zona sudorientale della Repubblica Popolare
Cinese e confina con le regioni amministrative speciali (S.A.R.) di Hong Kong e Macao.
Alla fine del 2012 contava circa 105,9 milioni
di abitanti. E’ stata tra le prime province a sperimentare le politiche di riforma ed apertura
inaugurate alla fine degli anni ‘70. La
Provincia spita tre delle prime quattro zone
economiche speciali istituite in quel periodo:
Shenzhen, Shantou e Zhuhai. Il Guangdong –
che si è affermato per primo come una delle
principali aree produttive della Cina - ha sviluppato un ampio e strutturato settore industriale, fortemente orientato all’export e ricco
anche di piccole medie imprese.
40
Dal 1989 la più grande economia provinciale
della Cina per popolazione, Pil e commercio
con l’estero: nel 2012 rappresentava circa
l’11% del Pil della Repubblica popolare, il
10,8% delle vendite al dettaglio, il 28% dell’export totale ed il 22,5% dell’import. L’anno
passato, il Guangdong ha attratto il 16,7%
degli gli investimenti diretti esteri che affluiscono in Cina. Le imprese a partecipazione
estera contribuiscono al 59,4% delle esportazioni ed al 56,2% delle importazioni.
Insieme alle aree di Pechino-Tianjin e della
Grande Shanghai, la Provincia del
Guangdong è una delle sedi principali dove
sono insediate le imprese italiane.
Per informazioni sul IV Rapporto Annuale sulla
Cina consultare il sito www.italychina.org
di dialogo e coordinamento per lo
sviluppo di forme di partenariato- e
realizzata da Regione EmiliaRomagna e Fondazione Italia-Cina.
L’obiettivo è di rafforzare le relazioni
istituzionali ed i rapporti economici,
tra la Provincia del Guangdong e cinque regioni partner italiane attraverso
azioni di formazione e di traineeship
rivolti a manager e imprenditori.
Oltre a Emilia-Romagna, sono state
coinvolte anche Campania, Liguria,
Marche, Puglia. Imprenditori e
manager di ventidue piccole e medie
imprese italiane e cinesi hanno partecipato a reciproci periodi di scambio
e ospitalità.
“Il prerequisito per avviare proficue
relazioni commerciali con la Cina è la
costruzione di rapporti di fiducia. –
dice Cesare Romiti, presidente della
Fondazione Italia Cina - Questo progetto innovativo consente di favorire
la conoscenza reciproca tra imprese,
persone e culture e porrà le basi per
forti legami nel medio e lungo termine, tra i due Paesi, le Province, e
>>
Regioni partner, le imprese e le filiere
coinvolte”.
A seguito del progetto, sono stati firmati otto accordi di sviluppo del partenariato commerciale, tra imprese
italiane e cinesi. Fra queste l’emiliana
Algotex e la cantonese Ruizhou
Technology nel settore meccanica
allargata. Altre società stanno negoziando accordi di trasferimento e
scambio tecnologico, intese commerciali e di investimento.
“L’originalità del progetto – sottolinea
Gian Carlo Muzzarelli, assessore alle
Attività produttive della Regione
Emilia-Romagna - risiede nel fatto
che per la prima volta rappresentanti
di imprese italiane sono stati ospitati,
hanno dialogato e lavorato insieme
alle loro controparti cinesi. È un’iniziativa pilota incisiva che intendiamo
estendere e verticalizzare per vari settori ed aprire alla collaborazione con
le altre Regioni italiane”.
Il Guangdong può rappresentare una
piattaforma di produzione chiave per
i mercati cinese e - in virtù della sua
posizione - dell’Asia sudorientale ed
Hong Kong, che godono di una crescente integrazione con il Paese del
Dragone.
Costruzioni, ambiente, alimentare,
meccanica avanzata, salute, management della cultura, turismo sono le
filiere interessate dal progetto GIT che
è stato al centro del percorso formativo gratuito per le imprese intitolato
“Doing business around the world”,
inserito nell’ambito del programma
BRICST-PLUS, promosso dalla
Regione Emilia-Romagna e dedicato
ai Paesi e settori target delle attività
programmate per il biennio 20132015. Giornate di formazione corporate, check up aziendali, incontri individuali sono stati rivolti alle Pmi per
aiutarle ad individuare opportunità di
affari. Il cuore dell’iniziativa è stato il
focus riservato alla Cina con due
momenti di approfondimento con
importanti Province. Il vicegovernatore del Guangdong, Lin Shaouchun e
Patrizio Bianchi, assessore regionale a
scuola, università, ricerca e formazione (nella foto) hanno illustrato i risultati finora conseguiti nel corso del
forum “Italia-Guangdong: sinergie
per il rilancio economico”.
In un workshop, organizzato da
Confindustria Emilia-Romagna, sono
state analizzate le opportunità del settore biomedicale e dei dispositivi
medici nello Zhejiang (56 milioni di
abitanti), provincia della Cina orientale costiera, una delle aree più ricche,
dinamiche e produttive (6,9% del Pil
cinese), con cui la Regione ha sottoscritto un accordo di collaborazione
per lo sviluppo delle relazioni economiche e tecnologiche. Uno dei settori
chiave può essere la prevenzione e la
LA MISSIONE
Dall’Emilia-Romagna per promuovere il lusso-soft
Dieci ‘piccole’ del settore moda
in mostra al Waow Plaza
C
ercare partner commerciali interessati
alla importazione del prodotto moda
emiliano-romagnolo e vestire i cinesi con
creazioni made in Italy. Questo l’obiettivo di
10 piccole imprese emiliano-romagnole che
per cinque giorni, a fine luglio, hanno esposto le proprie collezioni in una showroom
temporanea allestita ad Hangzhou nell’enorme e nuovo shopping mall Waow Plaza,
che il gruppo cinese Wahaha ha aperto nella
metropoli a due ore da Shanghai.
“L’idea di questa missione– spiega Isabella
Angiuli responsabile dell’Ufficio Internazionalizzazione di CNA Emilia-Romagna – è
nata in giugno quando, nella nostra sede, un
gruppo di imprese ha incontrato una delegazione cinese in Italia alla scoperta del lusso a
costo accessibili. Un ambito nel quale le
nostre aziende primeggiano perché in grado
di creare prodotti di qualità, difficilmente
replicabili, ricercati da quella fascia di popolazione cinese attenta alla qualità, ma oggi
costretta a rivolgersi solo ai grandi marchi”.
Le piccole e medie imprese emiliano-romagnole possono invece proporre un lusso-soft
di alta qualità a prezzi ragionevoli.
Donne da Sogno, Vanity, Startex,
SoloDonne, Dama Pelletterie, Grazialliani,
Philo, Rub&Dub, Max Lallini, Gianfranco
Pini: sono pochi i marchi noti tra le aziende
protagoniste della missione “un segnale –
osserva Angiuli – di come il nostro sistema
imprenditoriale sia fatto proprio da artigiani vivaci e proattivi che non si fermano
davanti alla crisi del mercato interno e cercano di cogliere tutte le opportunità che si
presentano all’estero”. Conferma Tamara
Gualandi della ditta Donne da sogno: “La
sfida è superare le difficoltà commerciali
che impediscono a realtà piccole e poco
strutturate di vendere direttamente in una
area, come la Cina, considerata impossibile
per chi non ha la forza dei grandi numeri
CNA Federmoda Emilia-Romagna si è proposta come soggetto facilitatore nella relazione tra le imprese ed il gruppo Wahaha e
questo ha consentito di realizzare, nell’arco
di un mese, la missione imprenditoriale, i
cui primi riscontri sono positivi: sono stati
già firmati ordinativi”
41
EXPORT
cura della salute che il Governo cinese ha posto tra le priorità: la domanda di prodotti e servizi nella filiera è
destinata ad aumentare sensibilmente
come dimostra il raddoppio del giro
di affari in cinque anni.
Il più recente tassello per consolidare
le relazioni bilaterali ed i forti legami
esistenti con la Cina è stata la firma di
una dichiarazione di intenti da parte
del presidente della Regione EmiliaRomagna, Vasco Errani e della vicepresidente del Guangdong, Zhao
Yufang in occasione della visita di
una delegazione cinese guidata da Hu
Chunhua, membro del Politbureau
del Pcc (nella foto a
pag. 41 con
Errani).
Il documento siglato tra le due realtà
territoriali– che prelude alla sottoscrizione di una formale intesa – è indirizzato a sviluppare i sistemi economici, universitari e formativi attraverso una collaborazione di lungo periodo che porterà a creare le condizioni
per realizzare congiuntamente progetti di educazione, ricerca e business
in grado di coinvolgere gli imprenditori, i ricercatori e gli studenti.
Alla luce del successo delle iniziative
pilota già realizzate assieme (programmi di formazione in cooperazione tra Dipartimento delle risorse
umane e la Previdenza sociale della
Provincia del Guangdong con
l’Università di Ferrara, progetto di
management per dirigenti delle Pmi
tra l’Italia e Guangdong, percorsi
sulla green economy “Renewal”),
l’obiettivo è quindi ad ampliare ulteriormente la partnership.
Particolare attenzione sarà dedicata
all’identificazione di una piattaforma
di collaborazione istituzionale,
imprenditoriale e tecnico-scientifica
sui temi delle green technologies,
della gestione delle acque e delle
bonifiche.
Regione Emilia-Romagna e Provincia Guangdong, nella dichiarazione
di intenti hanno confermato l’interesse a “individuare iniziative comuni
per la partecipazione congiunta a
Expo Milano 2015 attraverso l’organizzazione di conferenze internazionali e incontri fra esperti, la movimentazione di turisti, il confronto fra
imprese”, condividendo l’obiettivo di
“ampliare ed approfondire la cooperazione economica, scientifica e culturale”
IL PROGETTO
Il mercato delle imbarcazioni in Cina raggiungerà i 10 miliardi di dollari entro il 2020
Nautica, strategie per agganciare il boom
a nautica emiliano-romagnola guarda
alla Cina e cerca di intercettarne l’impetuosa crescita del mercato delle imbarcazioni che si stima raggiungerà i 10
miliardi di dollari entro il 2020. Per aiutare
le imprese a trovare spazi e commesse è
nato il progetto “Rafforzamento della
filiera nautica emiliano-romagnola in
Cina” realizzato dall’Azienda Speciale
SIDI-Eurosportello della Camera di commercio di Ravenna, co-finanziato da sistema camerale regionale, Unioncamere
Emilia-Romagna e Regione.
I primi risultati sono confortanti come è
emerso al termine della missione in EmiliaRomagna di operatori cinesi che è iniziata
a Ravenna con l’incontro di istituzioni e
associazioni di categoria, è proseguita con
la visita del porto turistico Marinara e di
aziende del settore e si è conclusa con un
convegno a Bologna. Nella sede di
Unioncamere, gli imprenditori cinesi,
hanno confermato la firma di alcuni con-
L
42
tratti per l’acquisto di imbarcazioni, accessori e sistemi di automazione da alcune
delle imprese visitate.
Nel “Paese del Dragone” la nautica sta
vivendo un trend positivo grazie alla politica del Governo volta ad incoraggiare lo
sviluppo dell’industria di settore anche a
fini di promozione turistica, a riorganizzare la normativa sulla navigazione di mari e
acque interne, a costruire nuove marine
ed aprire yacht club riqualificando aree
per un turismo d’élite, favorito da maggiore potere di acquisto e disponibilità di
tempo libero di una fascia crescente di
popolazione. Ci sono quindi possibilità di
partnership lungo tutta la filiera per i prodotti di qualità e di raffinata progettazione e design come quelli italiani.
“Questo è un esempio di progetto integrato di collaborazione tra le istituzioni per
accompagnare le aziende sui mercati
emergenti – ha sostenuto Ugo Girardi,
segretario generale di Unioncamere
Emilia-Romagna – Ci sono possibilità di
sviluppo legate anche a forme di aggregazione e di rete che possono essere la
formula giusta per realtà di piccola-media
dimensione come quelle italiane”. La visita della delegazione cinese è stata l’ultima
fase del progetto che in un anno ha coinvolto più di 20 aziende regionali della
nautica. “Le attività realizzate sono state
diverse – ha aggiunto Giovanni Casadei
Monti, direttore dell’Eurosportello secondo un preciso percorso temporale
utile a favorire concrete opportunità di
business. All’analisi del mercato nautico
cinese svolta attraverso seminari di presentazione e incontri personalizzati sono
seguiti un’azione esplorativa di scouting
ed una missione imprenditoriale in Cina al
fine di comprendere le richieste e necessità degli operatori asiatici. Infine, l’incoming e la conclusione del progetto.
Abbiamo contribuito a tracciare una strada che potrà essere ancora seguita”
Con un click
l’impresa
va all’estero
Alla scoperta di nuovi mercati e opportunità di business senza muoversi dall’azienda grazie alla moderna tecnologia.
È quanto offre il progetto “L’internazionalizzazione a portata di click”,
ideato da Unioncamere Emilia-Romagna e Ministero degli Affari Esteri.
Attraverso il web, gratuitamente, le imprese possono confrontarsi in diretta con
buyer, associazioni di categoria, importatori locali di Paesi emergenti in forte crescita ed interessati ad operare con l’Italia.
Dopo i primi due appuntamenti dedicati ad Indonesia e Corea del Sud con collegamenti alle capitali Jakarta e Seoul, nei prossimi mesi, attraverso il nuovo
strumento “business oriented”, le imprese potranno andare alla scoperta di
Angola (Luanda, ottobre), Filippine (Manila, novembre), Sud Africa (Pretoria,
dicembre), Paesi selezionati per questo primo ciclo di webinar.
Grazie alla modalità seminario on line, è possibile acquisire informazioni su
potenzialità del mercato e settori economici, canali di distribuzione, concorrenza, tariffe, normativa doganale, inoltre, intervenire in chat e formulare domande
per ottenere immediate risposte dagli interlocutori stranieri.
È prevista anche la possibilità di realizzare incontri B2B virtuali.
Informazioni ed iscrizioni www.infomercatiesteri.it/webinar.php
TURISMO
di Michela Turra
Le Terme dell’Emilia-Romagna in festa per la “Notte Celeste” tra spettacoli ed eventi
Dall’acqua termale,
il benessere è per tutti
a Notte Celeste, appena prima
l’inizio d’estate, il 15 giugno,
per festeggiare il benessere termale in Emilia-Romagna.
Trattamenti per il corpo e pacchetti
soggiorno all inclusive offerti nei
centri emiliano-romagnoli aperti per
l’occasione, tra concerti, feste, degustazioni, balli a bordo piscina, fiaccolate, scenografie luminose, animazione, il
tutto in contemporanea.
Per dire, con i fatti, che
chi pensa che le Terme
siano cosa d’altri tempi,
vagamente sorpassata e
per gente in là con gli
anni, si sbaglia e non di
poco.
La Notte Celeste, arrivata alla seconda edizione dopo il successo della prima (50
mila i partecipanti ai tantissimi eventi ospitati nei 23 centri termali e nelle
18 località della regione), ideata e
organizzata dall’Unione di Prodotto
Regionale Terme, Salute e Benessere
in collaborazione con Apt Servizi e
con il Coter (Consorzio Termale
Emilia Romagna), è un evento unico
L
Il Consorzio regionale
aziende termali
riunisce 21 strutture
che accolgono
320mila clienti l’anno
A destra,
Lino Gilioli,
presidente del Coter
44
in Italia. “La Notte Celeste esalta la
capacità di messa a sistema delle
risorse, tipico dell’Emilia Romagna”
dice Maurizio Melucci, assessore
regionale al turismo, mentre Iglis
Bellavista, presidente dell’Unione di
Prodotto Terme, Salute e Benessere
dell’Emilia Romagna, sottolinea
come l’evento abbia raggiunto la
dimensione multimediale, con l’attenzione dei social network, il racconto di emozioni e la pubblicazione
di foto in rete, su Instagram.
Le aperture straordinarie sono un
tuffo, fino a tarda notte, nell’allegria
e nella bellezza, con proposte a prezzi speciali e momenti particolarissimi: dai concerti d’arpa di Salsomaggiore, agli sbandieratori di Tabiano
Bagni, alla movida col dj a bordo
piscina a Monterenzio, al concerto tributo a Lucio Dalla di Porretta.
Tutto questo per dimostrare che le
Terme, di origine etrusca e sviluppate ampiamente dai Romani, in
Emilia-Romagna sono un patrimonio irrinunciabile, che ha saputo
imboccare la strada della modernizzazione.
“La Notte Celeste serve a far capire
che le terme sono un luogo per persone di ogni età” osserva Lino
Gilioli, presidente del Coter. Il
Consorzio delle aziende termali
dell’Emilia-Romagna raggruppa 21
strutture, per un afflusso – riferisce il
presidente – di 320mila clienti all’anno, la metà dei quali emiliano-romagnoli, la restante parte proveniente
da altre regioni d’Italia. Una clientela
costituita al 40 per cento da clienti
che soggiornano, e al 60 da pendolari, al cinquanta per cento fatta di
over sessanta, ma dove c’è anche un
12 per cento di bambini, natural-
mente accompagnati da genitori o
nonni, graditi consumatori extra.
Il fatturato diretto delle aziende - illustra ancora Gilioli - è stato nell’ultimo anno di 95 milioni di euro, per un
indotto pari a 750 milioni di euro, tra
soggiorni in albergo e consumo che
ne è derivato. Un volano per l’economia e anche per l’occupazione
(soprattutto femminile), considerato
che nelle strutture lavorano 1.500
persone a tempo indeterminato e
10.000 a tempo determinato – i
cosiddetti stagionali – in un arco di
tempo che ormai va da metà febbraio
fino a fine anno. Naturalmente la
crisi non ha risparmiato il settore:
“Il 2012 ha seguito per noi la tendenza dell’economia, le nostre attività hanno fatto registrare un calo del
9–10 per cento – precisa il presidente
– con un’accentuazione della clientela di prossimità rispetto a quella di
tipo turistico. È chiaro che, in un
periodo in cui calano le spese destinate alla salute, tutto ciò che non è
emergenza passa in secondo piano e
la villeggiatura termale, classicamente di dieci-dodici giorni, non può non
risentirne”.
Località termali per tutti i gusti, spesso associate a una vacanza marina o
montana, le strutture offrono trattamenti variegati, eccellenze le cure per
le prime vie respiratorie e la riabilitazione, uno dei settori emergenti,
essendo le acque dense termali di
gran giovamento ad artrosi e reumatismi. “Le terapie in atto presso le
nostre realtà, più che guarire, abbassano le punte di dolore ed evitano le
infiammazioni – aggiunge il presidente Gilioli – il sistema sanitario nazionale, cui oggi costiamo l’1 per mille
della spesa, dovrebbe concepire il settore come un presidio di prevenzione
e cura della salute, conseguentemente
bisognoso di risorse appropriate. Un
bambino può essere liberato dal
catarro con trattamenti naturali alle
Terme con un esborso per lo Stato di
pochi euro rispetto piuttosto che con
farmaci per la sanità ben più onerosi.
Le ricerche di farmaco-economia
fatte dimostrano poi che le cure termali hanno effetti importanti, oltre
che sul benessere, sulla produttività
di chi ne usufruisce, a tutto vantaggio
della collettività”.
Se il termalismo come lo si intendeva
anche solo dieci anni fa non esiste
più, e rispetto al vecchio concetto di
meta turistica, le Terme si sono trasformate piuttosto in un servizio territoriale ai residenti, il fenomeno, a
parere del presidente del Coter, resta
comunque sociale e culturale oltre
che sanitario e “bisognerebbe pensarlo come un made in Italy da valorizzare”. Ma la previsione per il futuro
è positiva: “Ora che la vacanza sta
andando sempre più verso una for-
mula benessere, per le Terme dovrebbero aprirsi nuovi spazi”.
Alle Terme di Riolo, 12 ettari di
parco secolare e ben 144 anni di età,
il responsabile dei servizi generali
Gianmarco Lanzoni, anche assessore
comunale al turismo, conferma che
“si viene con la mutua, ma non si
aggiunge nulla, c’è scarsa propensione all’acquisto, tiene la riabilitazione
motoria e perde l’estetica”. Ma l’attuale 7-8 per cento in meno a livello
IL CASO
L’ampia offerta del Mare Termale Bolognese
Tradizioni secolari e wellness
nel circuito della salute
ochi associano il capoluogo emilianoromagnolo all'offerta termale. Invece
le Terme, risalenti all'imperatore Augusto,
a Bologna hanno una tradizione secolare.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del
Novecento c’erano le terme di Corticella,
a cui seguirono quelle di Casaglia. Oggi ci
sono le Terme San Luca, in via Agucchi,
le Terme Felsinee, alla Barca, e le Terme
San Petronio, in via Irnerio (uniche nel
centro di una città in Italia), dove l'acqua
arriva con una condotta di cinque chilometri e passa nel vecchio tracciato dei
canali della seta.
A questo Mare termale bolognese, un
vero e proprio circuito della salute, dove
è possibile effettuare anche visite mediche in ambulatori convenzionati col sistema sanitario nazionale o meno, vanno
aggiunte, in provincia, le Terme
Acquabios a Minerbio e il Villaggio della
Salute a Monterenzio, contenente le
Terme dell'Agriturismo aperte tutto l'anno. Un complesso vastissimo, quest'ultimo, situato nella valle del Sillaro, con l'albergo e i casali ad ospitare chi d'estate
vuole sguazzare dentro Acquapark: venti
piscine, tra quelle termali, per acquagym
e ogni altra sorta di attrattive, dagli
acquascivoli a laghi benessere.
"Come Mare Termale Bolognese - dice la
dottoressa Francesca Monti, della direzione organizzativa - sviluppiamo molte
attività differenti, dalla riabilitazione termale al fitness, dalla diagnostica per
P
immagini al turismo salutistico: tutte queste iniziative sono collegate dall'attenzione al tema della salute e del benessere
della persona, in particolar modo per
quanto riguarda la prevenzione. Anche le
aperture serali delle Notti azzurre, che
offriamo regolarmente da più di due anni
in tutti i centri, vanno in questa direzione". Un modo di proporsi in linea coi
tempi, nella convinzione che "il wellness
è la chiave del welfare". La curiosità è
che, su Bologna, le Terme stanno attirando anche i primi stranieri: complici i voli
Ryanair, si sta affacciando un inedito turismo termale proveniente dall'Est, in particolare dalla Russia, Paese dove la cultura del termalismo – ce lo racconta bene
certa letteratura cinematografica – è sicuramente ben consolidata
45
TURISMO
Marco Conti,
direttore sanitario
delle Terme
di Castrocaro
Sotto, le Terme
di Riolo
di affari non va, nello stabilimento, a
discapito della qualità del servizio,
che non è in discussione e si fonda
anche sulla cortesia degli operatori,
soggetti ogni anno a corsi di formazione, per essere in grado di dare
qualcosa ai clienti anche sul piano
“artigianale e umano”.
“Con chi si mette a nudo per 12 giorni per fare un fango deve scattare un
feeling, il cliente va indirizzato a scoprire le specialità enogastronomiche,
le bellezze del territorio”. Che,
immerso com’è nel verde, non lontano dal passo della Sambuca, a Riolo
indiscutibilmente ne presenta molte,
a partire dall’emergenza geologica
del Parco regionale della vena del
gesso, 16 chilometri di argilla in lunghezza risalente a 7 milioni di anni fa,
con le acque solfuree così benefiche
per la salute e i “buldur” (in dialetto),
vulcanetti che eruttano in continuazione. Il paese, con la scuola alberghiera e il campo da golf, ha fatto
tesoro della presenza delle Terme, che
accolgono circa 16.000 clienti all’anno, la maggioranza emiliano-romagnoli, ma anche da Puglie, Marche,
Veneto, quasi tutti (86 per cento)
mutuati. Per loro, accanto alla parte
benessere (sauna, bagno turco...) e a
quella curativa (otorinolaringoiatria,
riabilitazione motoria...) con le acque
salsobromoiodiche, funziona anche
un moderno centro di medicina naturale condotto dal professor Erus
46
Sangiorgi che studia le intolleranze
alimentari e propone tra l’altro bagni
di fieno.
Marco Conti, direttore sanitario delle
Terme di Castrocaro, spiega che da
diciassette anni esiste una collaborazione tra la struttura e l’ospedale di
Forlì, sinergia che rende possibili soggiorni di pazienti in entrambe le
realtà. Allo stabilimento termale
romagnolo sono in aumento le persone che si recano a riabilitarsi, da sportivi che hanno necessità di tornare in
campo dopo un trauma, a ciclisti
amatoriali che vogliono essere curati.
Modernissime apparecchiature per
laserterapia, tecarterapia (campi elettromagnetici), onda d’urto (fisioterapia ideale per le tendiniti calcifiche),
idrochinesiterapia si affiancano alla
possibilità di fare fangoterapia, fitness in palestra e cure tradizionali.
“Da noi in Romagna la sensibilità nei
confronti della prevenzione e di un
corretto stile di vita è in aumento –
dice il dottor Conti – Del resto nella
Conferenza Stato–Regioni del 2009,
le Terme vengono indicate come
luogo dove fare riabilitazione ma
anche praticare corretti stili di vita.
La popolazione deve essere sensibilizzata in tal senso e noi promuoviamo
incontri a questo scopo”.
C’è chi, dalle cure termali, trae proprio questo insegnamento: “Lo scorso anno a luglio – racconta il dottor
Ippolito Perozzi, bolognese – mi sono
recato dodici giorni a fare le cure
Monticelli e sono rimasto positivamente colpito dal ritorno a ritmi quotidiani sani, che la convulsa vita contemporanea ci ha portato a dimenticare”. Sempre nel parmense, accanto
alle terme di collina di Monticelli,
brilla una località termale di grande
richiamo, Salsomaggiore. Qui la cura
termale si sposa a una affascinante
villeggiatura tra il liberty e il circostante paesaggio preappenninico: in
particolare i poteri delle acque salsobromoiodiche favoriscono terapie
per gli apparati reumatico, circolatorio e ginecologico.
Le vicine e gemelle Terme di Tabiano,
dove le acque sono solfuree, indicate
per cure delle prime vie respiratorie,
contano più presenze di anziani e
bambini rispetto alle molte femminili
che affollano a Salsomaggiore il
magnifico Centro benessere Berzieri e
gli altri stabilimenti. Ma la cittadina
già sede di trasmissioni quali Miss
Italia e Veline non vuole essere solo
capitale della bellezza: ha realizzato
così, ad esempio, una convenzione
con la Federazione Italiana ciclismo
che ha portato alle Terme numerosi
sportivi ed eventi a scopo di cura e
promozione.
Ciascuna delle realtà termali emiliano-romagnole – da Porretta a Punta
Marina, da Salvarola a Castel San
Pietro, da Cervarezza a Riccione,
Grand Hotel della Fratta (Bertinoro),
a Brisighella, da Cervia a Bagno di
Romagna, ed anche a Rimini (perché
le terme ci sono pure lì!) – ha proposte particolari e variegate, tutte all’insegna di salute e benessere. Tutte da
scoprire. Anche perché, come riferisce Gianmarco Lanzoni, “una ricerca
Eurisko del 2012 ha generato molte
sorprese, evidenziando che il 50%
degli intervistati non era a conoscenza della copertura mutualistica delle
cure termali per molte patologie”
TURISMO
Il Grand Hotel Majestic è ritenuto tra i migliori al mondo. Un volume ne celebra la storia
l Grand Hotel Majestic, già
Baglioni, l’unico hotel 5 stelle
lusso di Bologna, ha compiuto un
secolo. L’anniversario fotografa
cent’anni di grandi cambiamenti. Sul
tappeto rosso della hall sono passati i
più importanti personaggi dello spettacolo, della politica, della cultura,
teste coronate e premi Nobel.
Classificato dalla rivista americana
Travel & Leisure tra i migliori 500
alberghi del mondo (al 1° posto in
Italia ed in Europa, in 30esima posizione nella classifica T+L 500:
World’s Best Hotels 2010), il Grand
Hotel Majestic, già Baglioni, è uno
storico edificio risalente al XVIII
secolo, considerato uno degli esempi
più illustri di edilizia rinascimentale,
realizzato su progetto dell’architetto
Alfonso Torreggiani.
L’attuale aspetto è frutto di una rilettura architettonica che ha ripristinato
le strutture originarie del Torreggiani
e valorizzato nuovi spazi, dando rilievo alla vista ottagonale della Torre di
Palazzo Fava le cui sale, con i famosi
affreschi di Agostino, Annibale e
I
Ludovico Carracci, sono una “meraviglia da museo” della pittura del
Cinquecento.
Dalla belle époque ai giorni nostri
l’albergo ha saputo cogliere le emozioni e le occasioni dei tempi: con la
ferrovia che portava gente a farsi fare
un abito su misura in giornata nella
via più esclusiva e, oggi, con i turisti
che usufruiscono dell’alta velocità, di
un moderno aeroporto, tra i primi in
Italia per collegamenti nazionali ed
internazionali.
“Con questo spirito - spiega il direttore dell’hotel Tiberio Biondi - abbiamo organizzato la sera dei festeggiamenti. Ci piace pensare a questa celebrazione non come un punto di arrivo, ma come un punto di partenza,
pronti ad accogliere e vincere le
nuove sfide”.
Un prezioso volume curato da
Giancarlo Roversi con contributi di
vari autori, ripercorre la storia
dell’hotel, dall’apertura (15 febbraio 1912) fino alla fine del 2012,
con riferimenti all’architettura, ai
restauri, agli ospiti, alle vicende
della famiglia Baglioni, che già dalla
metà del Seicento si occupava di
hôtellerie. La prefazione è del cavaliere del lavoro Mario Bandiera,
artefice del salvataggio e della rinascita dell’albergo alla fine degli anni
’70, quando la progettata riconversione ad usi abitativi e commerciali
dell’antico edificio ne aveva messo a
rischio il futuro.
Per celebrare l’importante anniversario, non è mancata la raffinata cucina
legata all’enogastronomia del territorio che si può gustare negli ambienti
del ristorante dell’albergo,"I Carrac-
di Milena Sala
Un secolo di ospitalità
a cinque stelle
ci", magnifico salone del XV secolo.
Con il sottofondo della musica del
pianista Teo Ciavarella, il menù elaborato dall’executive chef Giacomo
Galeazzi ha proposto 20 piatti ispirati ai gusti dei grandi personaggi ospiti dell’albergo immortalati nella
mostra fotografica “Celebrities since
1912”, un racconto per “sguardi” di
grande fascino.
Si andava dalle lasagne
verdi in onore della principessa Diana, ai bignè
farciti con spuma di
mortadella e tartufo
scorzone come piacevano a Pavarotti. Dai
fagottini di bresaola alla
robiola con funghi
crudi e noci per celebrare Ava Gardner, ai gamberi in pastella profumata allo zenzero per Clark Gable e altri piatti
ancora che furono apprezzati da
Frank Sinatra, William Holden,
Sting, Elton John, Sophia Loren,
Paul McCartney, Liza Minelli e altri
illustri ospiti.
«Il Centenario - dice Franco Vanetti,
direttore generale di Duetorri Hotels
Spa, la società che gestisce, tra gli
altri, il Grand Hotel - è stata una festa
della città e il messaggio che lanciamo è una sfida al futuro: siamo sicuri che Bologna e il suo albergo più
rappresentativo sapranno rispondere
con determinazione e successo”
Tra gli ospiti più
celebri anche
Ava Gardner,
Clark Gable, Sinatra
e Sophia Loren
La copertina del volume curato
da Giancarlo Roversi con contributi
di vari autori, ripercorre la storia
dell’hotel, dall’apertura (15 febbraio 1912)
fino alla fine del 2012
A destra, la Suite
47
AZIENDE
di Riccardo Belotti
Continua la crescita a livello internazionale dell’azienda di San Clemente (RN)
MEC3, gli ingredienti
del successo
stata annoverata tra le società
più dinamiche nel vecchio
continente da Enterpreneurs
for Growth, associazione
europea sponsorizzata da aziende
come Microsoft e KPMG, rientrando
così nella classifica Europe’s 500,
unica azienda a rappresentare l’ingredientistica alimentare; ed è la prima
realtà nel suo settore ad
aver ottenuto, nel 1997,
la certificazione del proprio sistema qualità
secondo le norme ISO
9000, rilasciata da TuV
CERT Suddeutschland.
Tutto questo senza tradire le proprie radici: lo
stabilimento produttivo
di
San
Clemente
(Rimini), su una superficie di oltre 18.000 metri quadrati,
dove tutto ha avuto inizio.
MEC3 oggi è la prima azienda italiana nel mondo nella produzione di
ingredienti per gelato artigianale e
pasticceria, creata grazie al lavoro,
alla passione, all’intuito di Giordano
Emendatori, un imprenditore che si è
È
La prima azienda
italiana nel mondo
nella produzione
di ingredienti
per gelato artigianale
Fasi di produzione
MEC3
48
costruito dal nulla, partendo dal
mestiere di cameriere, dopo aver frequentato l’Istituto alberghiero
‘Severo Savioli’ di Riccione. Un
mestiere che gli ha consentito di girare il mondo per alcuni anni, imparando diverse lingue. Ha dato poi
sfogo alla sua innata capacità di
costruire positive relazioni con le persone iniziando una carriera di commerciale in aziende storiche del settore gelateria artigianale.
Da lì nel 1984 la decisione di capitalizzare l’esperienza commerciale mettendosi in proprio, e iniziando la produzione di ingredienti per gelaterie da
sempre focalizzate sulla ricerca dell’eccellenza e della qualità oltre che
del servizio al cliente. Un passo che
l’ha portato, in 30 anni, a diventare
azienda leader nel settore, anche
attraverso costanti investimenti, circa
due milioni di euro ogni anno, in
ricerca e sviluppo finalizzati all’ideazione di prodotti e servizi innovativi.
“La MEC3 sta vivendo una produzione di successo che non avremmo
mai immaginato di riuscire a rag-
giungere – racconta Giordano
Emendatori – Questo gruppo di persone entusiaste ci ha ormai abituato a
successi imprevedibili per cui se mi
viene chiesto come immagino l’azienda nel prossimo futuro, non posso
che rispondere che tutto è possibile…
di certo continueremo a lavorare
ricercando ogni singolo cliente
dall’Equatore al Polo Nord e dalla
California all’Estremo Oriente”.
Senza muoversi da Rimini: “Noi
siamo molto innamorati del nostro
territorio – continua il presidente di
MEC3 – e tutte le volte che ci hanno
ammaliato con offerte di siti produttivi altamente convenienti, abbiamo
sempre rinunciato dando la precedenza al piacere di lavorare con la
nostra gente”.
Oggi in azienda lavorano anche i figli
di Emendatori, ad assicurare la continuità famigliare nella gestione dell’attività. Elena riveste il ruolo di direttore della pianificazione e programmazione della produzione e opera trasversalmente in tutta la ‘supply chain’
(catena di distribuzione) aziendale.
Gian Maria, invece, è direttore commerciale. Oggi MEC3 investe il 2%
del suo fatturato annualmente in
ricerca e sviluppo. In questo settore
nascono tutte le innovazioni: dai prodotti per target specifici, ad esempio
gelati dietetici, a prodotti che rivoluzionano il settore, come la Nocciola-
che può definirsi come la “Carta
Costituzionale” dell’Impresa, una
carta dei diritti e doveri morali che
definisce la responsabilità etico-sociale di ogni partecipante all’organizzazione imprenditoriale e che permette
di gestire efficacemente le relazioni
dell’impresa con i suoi portatori di
interesse
Là-Là, realizzata con Nocciola
Piemonte I.G.P. MEC3 è anche l’unica realtà del settore ad essere dotata
di un laboratorio di analisi sensoriale: trenta panelist istruiti supervisionano costantemente lo sviluppo di
ogni singolo progetto. Prodotto
distintivo è Cookies®, il gelatobiscotto creato nel 2001 e che ben
presto ha trasformato il mondo della
gelateria, diventando il primo gusto
cream & crunch di sempre.
“Le chiavi di successo sono diverse:
l’innovazione in un prodotto quasi
‘commodity’ come l’ingrediente per il
gelato artigianale – spiega Maurizio
Raggi, in MEC3 dal 1996 prima
come direttore vendite poi dal 2010
come direttore generale – ma anche
la continua attenzione nel fornire al
cliente la certezza di aver acquistato
un prodotto selezionato, controllato,
garantito con processi produttivi trasparenti. A questo aggiungiamo una
grande attenzione a una proposta
commerciale che abbia sempre come
parola d’ordina Etica e Qualità, una
profonda e costante educazione di
tutti i dipendenti al rispetto verso il
cliente, l’aver cavalcato l’internazionalizzazione di un prodotto made in
Italy che sta conquistando il mondo
diffondendosi in oltre 120 Paesi”.
Puntando sui giovani, considerati
una risorsa importantissima e valorizzati anche in ruoli chiave. L’età
media dei dipendenti (quasi 300) è
infatti di 30 anni, per un indotto che
coinvolge oltre 500 famiglie.
Ma se il gelato è la grande passione di
MEC3, non è di certo l’unica. Attiva
nel campo della Responsabilità
Sociale d’Impresa, l’azienda ha creato
un marchio per comunicare la filosofia etica dell’azienda. Interpretando
in modo personale questo pensiero,
ha elaborato una ricetta molto semplice: al profitto e alla visione d’impresa ha unito, in ‘dosi’ uguali, l’attenzione verso l’essere umano e verso
l’ambiente che lo circonda. Così è
nato Respect, che significa avvicinare
valori apparentemente lontani come
l’Etica e il Profitto, e scoprire che
stanno così bene insieme da essere
inscindibili.
La Social choice di MEC3 si esplicita
in iniziative solidali, culturali, di
sostegno allo sport; in collaborazioni
scientifiche, nel dare fiducia e opportunità ai giovani; nell’impegno
‘green’, nell’attenzione alle risorse
umane e alla comunicazione. Dal
mese di marzo 2012 MEC3 ha adottato un preciso Codice Etico, ossia
uno strumento di gestione aziendale
Giordano
Emendatori
in alto,
La sede MEC3
IL CASO
Le imprese di produzione, gelaterie e pasticcerie ambulanti sono 1594
Gelato, un mercato senza crisi
on l’estate esplode la voglia di gelato,
che sembra non sentire la crisi. Infatti in
Emilia-Romagna, secondo dati di Unioncamere regionale riferiti a giugno 2013, le
imprese attive tra produzione di gelati, gelaterie e pasticcerie ambulanti sono 1594.
Il gelato è un prodotto che non ha età: lo
apprezzano le famiglie, che lo comprano e lo
portano a casa e ne vanno ghiotti i 20–
40enni. Lo si compra, in particolare, dalle 16
alle 18 e dalle 21 alle 23. Il weekend registra
un’impennata delle vendite. La spesa per un
cono o una coppetta è in media di circa 2.50
euro. I consumatori si orientano sempre di
più verso alimenti sani, nutrienti, gustosi
come il gelato artigianale che è anche sinonimo di ricerca. Si avvale, infatti, oltre che della
bravura dei maestri gelatieri, dell’ampia offerta di prodotti agricoli e delle tipicità del territorio, delle tradizioni gastronomiche, degli usi
e costumi locali. Una ricchezza ed una vivacità che, oltre a dare lavoro a più di 6000
addetti, stimola gli investimenti nel settore,
C
dalle macchine da banco per gelato soft o
creme agli arredi e attrezzature per i locali.
Il gelato artigianale rappresenta un’eccellenza in termini di qualità e sicurezza alimentare che anche il Parlamento europeo ha deciso di tutelare. Lo scorso 24 marzo si è svolta
la prima Giornata europea del gelato artigianale.
A scandire l'evento, promosso da Artglace
(la confederazione a cui aderiscono Spagna,
Francia, Germania, Austria, Portogallo,
Repubblica Ceca, Olanda, e naturalmente
Italia) sono stati i 12 sapori scelti per originali creazioni ed un gusto speciale celebrativo,
un fior di latte variegato al cioccolato con
mandorle pralinate chiamato “Fantasia
d’Europa”.
In Europa, il settore contribuisce all’impiego
di circa 300.000 lavoratori in circa 50.000
gelaterie. Il consumo di gelato si sta progressivamente destagionalizzando, tanto da
creare un fatturato di centinaia di milioni di
euro esteso durante tutto l'anno (gs)
49
di Anna Maria Conoci
AZIENDE
Non si arresta la fase positiva dell’azienda di Forlì, leader europeo di sistemi idronici
Non c’è crisi
per il Gruppo Fiorini
n’importante riorganizzazione societaria, nuove partecipazioni e acquisizioni, una
nuova sede e il raddoppio
della superficie produttiva. Sono
alcuni degli step che hanno contraddistinto il percorso di sviluppo del
Gruppo Fiorini, primo produttore in
Europa di sistemi idronici per
impianti di riscaldamento e condizionamento e azienda di riferimento nel settore
dello scambio termico,
delle energie rinnovabili, del solare termico,
del solare fotovoltaico
ibrido e dei sistemi geotermici a bassa entalpia. Risultati importanti cui si affiancano
quelli raggiunti grazie al piano di
sviluppo internazionale del gruppo
che si è intensificato e consolidato
negli ultimi anni.
“Il gruppo – spiega il direttore commerciale Maurizio Fabbri – si è reso
protagonista di un percorso di crescita virtuoso sostenuto, fra gli altri,
anche dai progetti di espansione
oltre frontiera. La politica d’internazionalizzazione intrapresa è stata
premiante sia in termini quantitativi
- oggi i mercati esteri costituiscono il
25 % del fatturato - sia per quanto
riguarda il profilo qualitativo delle
commesse realizzate. Operiamo storicamente in alcuni mercati europei
e del nord dell’Europa, Francia,
Germania, Austria, Russia, direttamente o mediante la rete di distributori fidelizzati. In alcune aree strategiche, quale ad esempio quella di
lingua tedesca, abbiamo rafforzato
la nostra presenza con l’apertura di
una nuova filiale in Austria”.
Il gruppo esprime una vocazione
internazionale, ma mantiene solide
radici produttive nel territorio: “Per
scelta – spiega Fabbri – l’approccio a
U
Tra i fattori di crescita
la forte espansione
oltre frontiera.
Nell’export il 25%
del fatturato
50
nuovi mercati è sempre ispirato da
progetti
di
lungo
periodo.
Riteniamo fondamentale investire
sulla base di prospettive di lungo
periodo, le sole che possono esprimere un valore concreto, sia al Paese
in cui operiamo sia per la nostra
azienda e contestualmente per il
nostro territorio. È importante, al di
là di questa fase congiunturale che
può indurre ad accelerare l’approccio a mercati esteri, esprimere progettualità puntando su iniziative
continuative”.
E per fare tutto ciò le radici sono fondamentali: “Noi operiamo, esportando prodotti ad alta tecnologia e soluzioni innovative – ammette il direttore commerciale – ma riteniamo
imprescindibile mantenere nel nostro
paese gli investimenti produttivi. Solo
così i risultati in termini di crescita
possono avere un riflesso positivo
anche in termini occupazionali”. In
questa chiave l’internazionalizzazione diviene anche un veicolo di sviluppo interno. “L’intensificata attività
internazionale del gruppo, ha concorso, insieme con altre scelte d’investimento, a dare nuovo impulso alla
crescita e all’occupazione, oggi sono
150 i dipendenti di cui 120 nello stabilimento forlivese e gli altri nelle sedi
produttive di Treviso, Bolzano e
Verona”.
“Coerentemente con la scelta di
investire sul nostro territorio, abbiamo realizzato la nuova sede aziendale di Forlì che ha una superficie
produttiva doppia rispetto alla precedente. Dagli 8.000 mq siamo passati agli attuali 16.000, cui si affiancano i 2.000 mq degli uffici – racconta Fabbri - Il miglioramento
delle performance e il potenziamento della capacità produttiva che ne
Nella foto a sx. ing. Antonio Fabbri
a.d. Gruppo Fiorini
e a dx ing. Maurizio Fabbri
direttore commerciale del Gruppo
Sotto, l'interno del nuovo stabilimento
di Via Zampeschi a Forlì
sono derivati, ci renderanno in prospettiva più competitivi anche in
nuovi mercati”.
All’orizzonte per il gruppo iniziano
ad intravedersi commesse importanti. Alcuni dei lavori più prestigiosi
sono stati realizzati ultimamente in
Medio Oriente, in particolare in
Arabia Saudita e negli Emirati
Arabi. “I nostri gruppi di pompaggio/Pump skid – spiega Fabbri –
saranno presto operativi all’interno
del più grande stabilimento al
mondo per la produzione di alluminio, a Ras Al Khair’ Smelter. Un sito
produttivo – del valore di circa 4
miliardi di dollari di investimento in grado di produrre 740. 000 tonnellate di alluminio l’anno. Per uno
dei più grandi impianti per il trattamento del gas HABSHAN 5 ad Abu
Dhabi, abbiamo realizzato una serie
di kit idronici specificatamente progettati”.
Prodotti ad alta tecnologia e soluzioni innovative, hanno conferito al
gruppo il ruolo di partner di riferimento per i più importanti gruppi
internazionali in tutti i principali settori produttivi. Quali sono i programmi e da quali Paesi ci si attendono i segnali più positivi?
“Innanzitutto – spiega il direttore
commerciale – contiamo di consolidare la nostra leadership nei Paesi
nei quali siamo presenti da tempo,
ad esempio in Russia. Negli ultimi
mesi abbiamo riscontrato segnali di
forte interesse e registrato tassi di
crescita piuttosto interessanti, in
alcuni casi più del 50%, da parte dei
Paesi dell’ex Unione Sovietica, dell’area balcanica ed Est Europea e,
non ultimi, i Paesi Arabi e Nord africani, primo fra tutti il Marocco”.
I prodotti che trainano la crescita? È
presto detto: “La rinnovata politica
energetica di molti di questi Paesi –
racconta Fabbri – implica grande
attenzione nei confronti delle fonti
di energia rinnovabile. In questo
contesto i nostri sistemi integrati per
l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile ad alta efficienza costituiscono
le soluzioni attese da parte di soggetti pubblici e aziende private. In
generale riscontriamo un forte interesse nei confronti dell’intera
gamma dei nostri prodotti e delle
soluzioni. Vorrei evidenziare che
riscontriamo un interesse più generale nei confronti della nostra azienda. Vi è una forte attenzione da
parte di tutti gli interlocutori a individuare aziende qualificate in grado
di sostenere mercati, spesso in forte
crescita, che richiedono partner
capaci di garantire alta qualità dei
prodotti e servizi costanti e continui
nel tempo. Per questo è fondamentale il patrimonio di competenze che
abbiamo costruito negli anni e sui
cui continuiamo a investire mediante progetti d’innovazione e formazione continua”
I DATI
Protagonisti da 34 anni
Specialisti
del settore
idrotermosanitario
L’
azienda è nata nel 1979, per iniziativa
dell’Ingegner Antonio Fabbri – a.d. del
Gruppo - con la produzione e l’installazione d’impianti solari termici, che si è estesa fin da subito,
l’attività alla produzione di nuovi componenti e
prodotti quali scambiatori di calore a piastre progettati per ogni tipo d’installazione civile e industriale, fino soluzioni complete per impianti di
riscaldamento e condizionamento.
Oggi Fiorini Industries detiene una posizione di
leadership europea nel settore idrotermosanitario
in virtù delle soluzioni e dei sistemi integrati per la
realizzazione d’impianti di riscaldamento, condizionamento e per la produzione di acqua calda
sanitaria ad alta tecnologia, basati sull’utilizzo di
diverse tipologie di energia, tradizionali o da fonti
rinnovabili, quale solare termico, solare fotovoltaico ibrido e geotermico a bassa entalpia.
In particolare, detiene la leadership di mercato
quale primo produttore in Europa di “sistemi
idronici” destinati alle maggiori aziende europee
produttrici di macchine per il condizionamento e
riscaldamento e una leadership tecnologica nel
segmento di prodotti idrotermosanitari per la produzione di acqua calda sanitaria e per il condizionamento, (scambiatori di calore a piastre, serbatoi, bollitori, moduli idrici, gruppi di scambio termico, pompe di calore ad alta efficienza)
Oggi il gruppo, grazie a un percorso di costante
crescita e sviluppo, è costituito da alcune aziende
e opera con diversi marchi: Fiorini Industries, My
Clima (pompe di calore geotermiche), EbneR
Energietechnik (sistemi solari termici), Abc (serbatoi in pressione collaudati per applicazioni industriali), Ttt (scambiatori di calore ad uso industriale), Euroverniciatura (verniciatura industriale), che
presidiano con successo i rispettivi ambiti di attività
51
ENERGIA
di Federica Vandini
Sono raddoppiati in dieci anni gli espositori all’Offshore Mediterrean Conference
Oil & Gas
record di visite all’OMC
Italia è uno dei Paesi più
dipendenti dall’estero per la
copertura della propria
domanda di energia, con
un divario di 30 punti percentuali
rispetto alla media dell’Unione
Europea: 83% contro 53%. Eppure
nel Belpaese petrolio e gas metano
non mancano: escludendo i grandi
produttori del Mare
del Nord (Norvegia e
Gran Bretagna) siamo
primi in Europa per
riserve di petrolio e
quarti per il gas metano. Proprio con la
Norvegia fu replicata
l’iniziativa di successo
del forum, momento di
confronto organizzato
dalla Camera di commercio di Ravenna e dal Roca
(Ravenna Offshore Contractors
Association) nell’ambito di OMC,
l’Offshore Mediterranean Conference.
In Norvegia affonda infatti le sue origini la fiera dell’oil&gas mondiale
che si tiene ogni due anni nella città
bizantina: era il 1990 quando alcuni
imprenditori ravennati del settore
visitarono l’Offshore Northern Seas
(ONS) di Stavanger, pensando che la
replica di una iniziativa analoga in
Italia avrebbe costituito un utile
momento di confronto e scambio
tecnologico, a livello internazionale,
tra gli operatori del settore. Due anni
e mezzo dopo vedeva la luce la prima
edizione di OMC, inaugurata nel
marzo 1993 con 55 stand in rappresentanza di 196 aziende, alcune
migliaia di visitatori, 40 relazioni e
oltre 300 delegati. Da allora i numeri sono stati in continua crescita, al
punto che l’undicesima edizione ha
segnato un nuovo record con oltre
13 mila visitatori, il 30% in più
rispetto al 2011 (l’evento è biennale),
e quasi 600 espositori, raddoppiati
L’
Si è svolta a Ravenna
l’undicesima edizione
dell’evento biennale,
crocevia per operatori
da tutto il mondo
52
nell’arco di un decennio, provenienti
da trenta Paesi. Anche gli spazi espositivi hanno registrato il “sold out”,
tanto da riempire perfino i corridoi,
per un totale di 21 mila metri quadrati di spazi, il 15% in più rispetto
al 2011.
“Numeri che confermano - ha affermato il presidente di OMC, Innocenzo Titone - come l’evento sia ormai
diventato un importante crocevia per
gli operatori del settore oil&gas”
Alla manifestazione hanno partecipato rappresentanti di paesi produttori non solo del Mare Nostrum
(Algeria, Egitto, Libia), ma anche
dell’Africa sub sahariana (Congo,
Angola Mozambico) e del Medio
Oriente (Qatar, Iraq) e di tutte le
maggiori Oil Company europee, del
Nord Africa e del Medio Oriente
(Eni, Edison, Total, Shell, Sonatrach,
Egpc, Egas, Noc, Crosco, Ina, Qatar
Petroleum).
Accanto alla sezione espositiva, nel
programma delle conferenze è spic-
cato l’intervento dell’amministratore
delegato di Eni, Paolo Scaroni, che
ha dato il via a una serie di convegni
tecnici molto partecipati dagli addetti ai lavori. Se due anni fa era stata
l’edizione ‘verde’ con un focus sulle
tecnologie green, in questa occasione
si è dato spazio agli studenti. Il tema
affrontato è stato quello del cambiamento – fin dal titolo “Charting a
course in a changing sea” ossia
“tracciare una rotta in un mare che
cambia” - declinato in molti aspetti:
tecnologico, ambientale, scientifico e
commerciale. “In questo mare turbolento, l’industria petrolifera deve
tracciare o individuare nuove rotte ha aggiunto Titone – ricordando che
in questi ultimi anni il settore energetico è stato fortemente condizionato
da diversi fattori: la crisi finanziaria
mondiale, la persistente instabilità
geopolitica nel Nord Africa, e non
solo, la volatilità dei prezzi, in particolare del mercato del gas. Per assicurare l’energia necessaria al pro-
gresso economico occorrono significativi investimenti, lo sviluppo di tecnologie sempre più sofisticate ma
anche e soprattutto, il dovere di assicurare la tutela delle persone e la protezione dell’ambiente in cui si opera”.
Per il presidente di Nomisma
Energia, Davide Tabarelli “E’ bello
vedere che a Ravenna, il terzo distretto petrolifero in Europa, vi sia così
tanta attività imprenditoriale che
vende bene all’estero grazie ai suoi
alti livelli di sicurezza e tecnologia.
Sono circa cinquemila gli addetti del
settore Oil&Gas a Ravenna, e continuano ad aumentare: è uno dei pochi
settori in Italia in crescita. Dall’Omc
è arrivato l’ennesimo segnale di una
volontà di dialogare: sono stati infatti messi a disposizione tutti i dati sull’attività, sia da parte delle imprese
sia del Ministero dello Sviluppo
Economico”.
All’Omc sono infatti stati presentati
da 22 Paesi ben 120 “paper”, tra i
quali è stato premiato quello di
Alberto Maliardi (Eni). Il riconoscimento “Giovane talento” è andato
alla ventinovenne algerina Assia
Guenifi (Sonatrach). Importante
anche il focus sui giovani, con la
novità dello “Student Contest”, concorso organizzato dalla Spe Europe
(Society of Petroleum Engineers) con
la partecipazione di studenti europei,
laureandi o dottorandi, provenienti
IL PROGETTO
Alla Student Arena incontri tra giovani e aziende dell’Oil & Gas
Ricerca di nuove e stimolanti opportunità
ltre 400 studenti universitari, provenienti dal Politecnico di Torino, dagli atenei di
Bologna, Pisa, Chieti e L’Aquila sono arrivati a
Ravenna per partecipare alla Student Arena.
L’iniziativa, lanciata nel 2009, ha visto i ragazzi incontrare aziende come Total, Schlumberger, Edison, Halliburton e Saipem (Eni) per
scoprire quali opportunità di lavoro e di carriera esistono nel settore dell’Oil & Gas.
Inoltre, per la prima volta, l’Offshore
Mediterranean Conference ha ospitato lo
Student Contest, un concorso organizzato
dalla SPE Europe (Society of Petroleum
Engineers) al quale hanno partecipato undici
studenti provenienti da tutta Europa (Austria,
O
da diverse università e politecnici
d’Europa, che hanno presentato le
proprie ricerche a una platea di esperti del settore. Successo anche per la
“Student Arena”, spazio di incontro
tra studenti universitari e aziende in
cui sono state presentate le opportunità di lavoro e carriera nel settore
dell’Oil&Gas, che segna un’importante controtendenza nella congiuntura economica.
“Il settore dell’offshore si è sviluppato a Ravenna sulla scia dell’attività di
estrazione di gas che l’Eni ha avviato
nel dopoguerra in Adriatico e che
prosegue tuttora. Da allora le nostre
imprese sono cresciute – ha ricordato
il presidente uscente della Camera di
commercio, Gianfranco Bessi - sono
diventate competitor internazionali e
operano sui principali mercati”. Oggi
le aziende ravennati si muovono
infatti alla ricerca di nuovi mercati
mondiali, come il Mozambico, ma è
alta l’attenzione sul mercato interno:
“Nel mese di ottobre 2012, il
Governo Monti aveva messo a punto
la Strategia Energetica Nazionale
(Sen), il cui iter è stato interrotto con
la fine anticipata della legislatura.
Romania, ma anche Norvegia e Croazia) che
hanno presentato le loro ricerche davanti a
esperti del settore.
Lukas Mosser, dall’Austria, ha vinto il primo
premio per la categoria “studenti triennali” e
Vijay Mulchardari, dalla Germania, quello per
gli “studenti specialistici”. A entrambi è andato un assegno di 360 dollari e la possibilità di
partecipare al concorso internazionale per la
“migliore ricerca” in programma a ottobre a
New Orleans. Primo classificato per la categoria “dottorandi” è Lu Dinh Vi del
Politecnico di Torino che si è aggiudicato un
assegno di 600 dollari e la partecipazione al
concorso di New Orleans (cs)
Auspico che il percorso sia ripreso
presto, perché le ricadute in termini
di indotto industriale, occupazione,
fiscalità e risparmio sulla bolletta
energetica derivanti da un rilancio
delle estrazioni di petrolio e gas in
Italia sarebbero molto rilevanti”.
L’attenzione è forte sul tema dell’efficienza energetica che rappresenta la
nuova sfida dell’industria mondiale
ed è al centro della strategia dell’UE
che ne fa elemento base per il raggiungimento degli obiettivi della
politica delineati nella Direttiva
2012/27/UE: riduzione del costo dell’energia, dell’impatto ambientale,
della dipendenza dalle importazioni
e accelerazione dello sviluppo delle
economie locali.
Su questo tema l’organizzazione di
Omc sta preparando un appuntamento
internazionale,
REM
(Renewable Energy Mediterranean
Conference&Exhibition) che nelle
giornate del 26 e 27 marzo 2014 riunirà a Ravenna autorità governative, professionisti del settore, organizzazioni di ricerca e rappresentanti del mondo politico, per confrontarsi sulle best practices in materia
53
molluscobalena.it
Liberiamo l’energia
BONU
120 eu S*
ro
powerenergia.eu
*Per le imprese che sottoscriveranno il contratto di fornitura di energia elettrica con Power Energia soc.coop. richiedendo il bonus, verranno applicati 10€ al mese di sconto per i primi 12 mesi di fornitura.
L’iniziativa è valida per tutti i contratti di fornitura di energia elettrica sottoscritti entro il 30 settembre 2013 e deve esserne richiesta l’attivazione al momento della sottoscrizione del contratto.
SPECIALE ENERGIA
Inserto redazionale
EfÄcienza energetica,
leva competitiva per lo sviluppo
Imprese specializzate in soluzioni per la fornitura di energia e nella riduzione dei consumi
R
isparmio ed efficientamento, massimizzazione economica
dei risultati sono obiettivi a cui le imprese devono orientarsi per rimanere competitive a fronte di costi delle forniture di
energia sempre più pesanti soprattutto in questa fase di congiuntura delicata. L’efficienza è quindi lo strumento per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità della produzione di energia e la strada da seguire per ottenere i migliori benefici nella
riduzione dei costi. Anche in Emilia-Romagna, per rispondere
alle dinamiche del mercato dell’energia, qualificate aziende e
professionisti sono in grado di fornire le migliori soluzioni tecniche per contribuire alla creazione di una mentalità imprenditoriale “green smart” e soprattutto all’attuazione di misure di
efficienza, di strumenti in grado di quantificarla e di ridurre i
tempi di ritorno degli investimenti effettuati
Power energia: continua la crescita
La nuova formula per pensare l’utenza business di energia e gas
N
on si arresta l’ascesa di Power Energia, la cooperativa di
utenza promossa da Confcooperative. Nel 2012, ha fornito
energia elettrica a 288 utenti (di cui 240 soci), aumentati del 25
per cento rispetto all’anno precedente. In crescita anche i siti produttivi, del 29 per cento, per una fornitura complessiva di energia elettrica cresciuta del 48 per cento e con l’obiettivo di superare i 100 milioni di kilowattora nel 2013 (ndr obiettivo ormai già
raggiunto con le contrattualizzazioni già sottoscritte ad oggi). Nel
2012 il fatturato è aumentato del 35 per cento rispetto all’anno
precedente, sfiorando i 9 milioni di euro, con la previsione di raggiungere quota 18 milioni di euro a fine 2013. “Anche nel 2012
quindi – sottolinea il presidente di Power Energia, Cristian
Golinelli – la cooperativa ha consolidato il proprio trend costante
di sviluppo conquistando nuovi soci (erano 31 nel 2007, primo
anno di attività) grazie ai prezzi vantaggiosi e al servizio di assistenza post vendita personalizzato, plus decisamente importanti
soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale”. Questo
andamento è proseguito anche nei primi mesi del 2013; a giugno, infatti, i soci hanno superato quota 460. L’ottima performance del 2012 ha permesso di distribuire un ristorno di 30 mila
euro ai soci in fornitura. “La maggior parte delle utenze a cui forniamo energia elettrica – prosegue Golinelli – sono imprese
di varie dimensioni ed operanti sull’intero territorio nazionale in tutti i settori, dall’agricoltura all’industria, dal terziario avanzato ai servizi socio-sanitari”. Tra gli elementi distintivi e vincenti di Power Energia c’è senza dubbio la
forma cooperativa della società. Il modello cooperativo di utenza è infatti lo strumento più adeguato per cogliere e gestire tutte le opportunità nate con la liberalizzazione del mercato dell’energia ponendosi contemporaneamente dalla parte di chi consuma e di chi provvede alla fornitura. Fornitura che, oltre all’energia elettrica, dal
Cristian Golinelli. presidente di Power Energia
2012 comprende anche il gas con prezzi decisamente competitivi sul mercato. “Chi acquista energia elettrica
e metano in cooperativa spende meno –
afferma Golinelli – L’anno scorso il risparmio dei soci, rispetto al prezzo del mercato nazionale, è sempre stato superiore al 5 per cento, al netto del ristorno. I prezzi competitivi, il contratto ‘cumulato’ (un'esclusiva della cooperativa per
favorire le imprese che fanno rete) e il servizio
personalizzato e diretto al socio – conclude
Golinelli – sono solo alcuni dei servizi forniti da Power
Energia che hanno contribuito fortemente alla crescita
della società e rappresentano una chiara dimostrazione di come
la nostra cooperativa sia ormai diventata un punto di riferimento
importante a livello nazionale, e non solo per il mondo cooperativo”.
55
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SPECIALE ENERGIA
Inserto redazionale
Così curiamo il caro energia
Dal 2000 il Consorzio C.U.RA. acquista energia elettrica all’ingrosso per conto delle imprese clienti.
Attraverso il Consorzio, le imprese ottengono sensibili risparmi sulle bollette di elettricità e gas,
senza spese di migrazione, né di impianti.
I
l costo della bolletta energetica è una delle voci più pesanti nei
bilanci delle attività industriali. Soprattutto in presenza di linee
produttive ad elevata automazione, la bolletta di elettricità e gas
arriva a cifre importanti. Non a caso, le imprese che fanno un uso
consistente di energia vengono dette ‘energivore’, proprio per
specificare questa peculiarità. Con la liberalizzazione del mercato
dell’energia e per far fronte alla progressiva crescita del costo del
greggio e dei combustibili fossili e dunque della bolletta energetica, e al fine di massimizzare il risparmio economico delle imprese industriali, nel 2000 nasce, promosso da Confindustria
Ravenna, il Consorzio C.U.RA. (Consorzio Utilities Ravenna).
Il vantaggio di acquistare energia all’origine
Scopo del Consorzio è quello di acquistare energia direttamente da chi la produce, per ottenere prezzi di vantaggio per le
aziende. Il meccanismo adottato è semplice e trasparente. Se
una singola azienda ha scarsa capacità contrattuale nei confronti dei fornitori di energia, consorziandosi con altre imprese,
questa capacità assume un’altra dimensione e il prezzo dell’energia può essere contrattato a costi ridotti. Inoltre, la gestione
delle forniture di energia è l’unico “core business” di C.U.RA.;
ciò permette ad ogni impresa cliente di avere a disposizione una
struttura tecnico commerciale a tempo pieno e un ufficio acquisti condiviso. Questo fa il Consorzio C.U.RA: applica in pratica
il concetto delle economie di scala in chiave energetica e si pone
sul mercato come un ‘grossista’, accorciando la filiera produttore-consumatore. Ad oggi C.U.RA. acquista energia all’ingrosso per oltre 700 punti di prelievo, erogando quasi 2 miliardi di
Kwh, con notevoli margini di competitività rispetto ai fornitori
tradizionali. Altro vantaggio offerto dal Consorzio è quello di
operare senza scopo di lucro. Infatti, dall’acquisto di energia
C.U.RA. non ricava margini di guadagno, ma trattiene un ridottissimo contributo per le spese operative della struttura e del
servizio.
Consulenza gratuita alle imprese
Prima di aderire, le imprese interessate ad approvvigionarsi attraverso il Consorzio, potranno avvalersi di una consulenza preventiva per valutare un conto di previsione sul risparmio effettivo che
l’azienda può ottenere secondo il proprio fabbisogno di elettricità
e gas. Non ci sono passaggi tecnici, né spese di migrazione e
impiantistiche, in quanto l’approvvigionamento di energia utilizza la rete di distribuzione già esistente. In tredici anni di attività
C.U.RA ha allargato il proprio orizzonte al territorio regionale e
nazionale, tenendo saldi i principi e gli obiettivi su cui è stata fondata: affiancare le imprese nella gestione degli approvvigionamenti di energia elettrica e gas
Consorzio Utilities Ravenna Scrl
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57
SPECIALE TECNOLOGIA E SVILUPPO
Inserto redazionale
IM.TECH: la soluzione per la sicurezza
Assistenza a 360 gradi per le problematiche dei luoghi di lavoro e l'ambiente
I
M.TECH è una società di servizi fondata nel 1989 dall’ingegner Giuseppe Sermasi e cresciuta attraverso vari passaggi nel
tempo fino a diventare una struttura consolidata formata da
professionisti specializzati nelle discipline dell’ambiente, della
sicurezza, della salute nei luoghi di lavoro e della progettazione
dei sistemi di gestione aziendale.
Im.Tech s’impegna nell’affrontare le criticità ed a trovare le
soluzioni più idonee a singoli casi, con attenzione all’ambiente
e al rispetto della persona. Assiste i clienti nei rapporti con: Asl,
Arpa, Vigili del fuoco, Inail, Procura, Ministeri, Regioni. Primario
è l’impegno nel miglioramento della qualità dell’ambiente professionale, finalizzato alla riduzione dei rischi d’incidenti e d’inquinamento, alla crescita e allo sviluppo del modello organizzativo di lavoro. Principi fondanti della società sono la dinamicità
e l’efficienza nel trovare soluzioni economicamente sostenibili
adatte alla specifica realtà aziendale.
Im.Tech, che ha sede a Bologna e dispone di una unità locale
ad Imola, opera su tutto il territorio nazionale ed annovera tra i
propri clienti enti pubblici e privati, dai grandi gruppi multinazionali fino alle importanti piccole realtà territoriali, tipiche del
contesto economico in cui è inserita.
Im.Tech offre ai propri clienti assistenza e consulenza in specifici settori.
Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
in questo ambito dispone di strumenti e competenze per l’organizzazione e la gestione della sicurezza intesa come insieme
di soluzioni tecniche, impiantistiche e procedurali, al fine di prevenire e fronteggiare eventi accidentali e naturali (dolosi e/o
colposi), che possono danneggiare persone fisiche e risorse
aziendali. A questo riguardo, può ricoprire, con propri tecnici,
l’incarico di responsabile del servizio di prevenzione e protezione esterno; si occupa di sicurezza e coordinamento nei cantieri
temporanei o mobili, di assistenza sulla normativa Reach e fornisce consulenza alle aziende a rischio di incidente rilevante.
Ambiente
Gestisce problematiche relative ad aria, acqua, suolo, rifiuti,
inquinamento acustico, impianti IPPC ed amianto. E’ in grado
di effettuare studi e valutazioni d’impatto ambientale, con
applicazione di modellistica previsionale. Offre consulenza alla
normativa ADR: trasporto merci pericolose, assunzione dell’incarico di consulente per la sicurezza dei trasporti
Qualità
Assiste le aziende in materia di certificazione dei Sistemi di
Gestione Aziendale, proponendo impianti efficaci e procedure
per il monitoraggio ed il controllo delle attività aziendali
(Sicurezza, Ambiente e Qualità). Propone anche servizi finalizzati alla marcatura CE, certificazione di prodotto e gestione delle
matrici ambientali.
Prevenzione incendi
È in grado di accompagnare il cliente nell'espletamento di tutte
58
le pratiche previste dal D.P.R. 151/2011 (Progetto, SCIA,
Asseverazioni, Certificazioni, Collaudi, Rinnovi, Perizie,
Deroghe, ecc.). Dispone di tecnici in grado di sviulppare progetti secondo l'approccio prestazionale, ossia secondo le metoldologie della "Fire Safety Engineering" che spesso permette di
trovare soluzioni alternative, ed economicamente vantaggiose,
ai vincoli dei disposti normativi per tutte le tipologie di attività
(civili ed industriali) soggette ai controlli di prevenzione incendi
da parte dei Vigili del Fuoco.
Formazione
Oltre a costituire un obbligo di legge, l’informazione e la formazione dei lavoratori (ex artt. 36 e 37 D.Lgs. 81/08), rientrano fra
le principali misure generali di tutela volte a garantire la salute e
sicurezza dei lavoratori. Im.Tech è in grado di erogare una vasta
gamma di corsi per i lavoratori, ma anche per datori di lavoro,
dirigenti, responsabili ed addetti del servizio di prevenzione e
protezione, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, preposti alla lotta antincendio e primo soccorso, delegati allo svolgimento di incarichi speciali (attrezzature di lavoro, Pes-Pav, ecc.).
Rilievi strumentali
Dispone di tecnici qualificati e della strumentazione necessaria
per i campionamenti e le misurazioni nei luoghi di lavoro.
Anche con la collaborazione di laboratori accreditati, effettua
rilievi di amianto, agenti chimici e fisici, cancerogeni, biologici,
illuminotecnica, microclima e monitoraggi ambientali indoor e
outdoor.
Servizi di progettazione
Im.Tech mette a disposizione servizi di progettazione per impianti (elettrici, idrotermosanitari e di climatizzazione, tecnologici
industriali, antincendio), verifiche strutturali, piani di viabilità,
emergenza, segnaletica, evacuazione ed esodo, luoghi di lavoro,
insonorizzazione, macchine e sistemi di sicurezza e prevenzione,
recipienti in pressione, perizie tecniche ed estimative
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ECOBUSINESS COOPERATION EVENT 2013:
INCONTRI D’AFFARI A ECOMONDO 7 - 8 NOVEMBRE - RIMINI
Unioncamere Emilia-Romagna, in collaborazione con Aster,
Camera di commercio di Ravenna e le altre Camere di commercio della regione, organizza, assieme ad altri partner italiani e esteri della rete Enterprise Europe Network, la quinta
edizione di “ Ecobusiness cooperation event “, due giornate
d’incontri bilaterali tra imprese, centri di ricerca e università
provenienti da tutto il mondo, finalizzati a promuovere
opportunità di cooperazione commerciale e di trasferimento
tecnologico a livello internazionale.
L’evento si svolgerà a Rimini giovedì 7 e venerdì 8 novembre,
in occasione di ECOMONDO 2013 – fiera Internazionale del
recupero di materia e di energia e dello sviluppo sostenibile.
Ecomondo è la manifestazione fieristica di riferimento in Italia
in tema di gestione e valorizzazione del rifiuto e per tutte le
filiere connesse all´industria dell´ambiente. Durante l’edizione
2012 è stata registrata la presenza di oltre 85.000 visitatori e
1.200 espositori. Sono stati, inoltre, organizzati 150 eventi
tra i quali la terza edizione di Ecobusiness Cooperation Event
che ha consentito la realizzazione di oltre 400 incontri bilaterali. I partecipanti ad Ecobusiness Cooperation Event 2013
avranno l’opportunità, attraverso la realizzazione di incontri
d’affari pre-organizzati, di trovare potenziali partner commerciali e tecnologici internazionali e di incontrare università
e centri di ricerca d’eccellenza per discutere nuove idee progettuali e l’eventuale partecipazione a bandi comunitari.
I settori di riferimento dell’evento sono: tecnologie ambientali, mobilità sostenibile, gestione dei rifiuti, bio-edilizia, trat-
Notizie
dall’Unione Europea
AGENDA DIGITALE: 77 MILIONI DI
EURO PER RAFFORZARE LE PMI DEL
SETTORE AD ALTA TECNOLOGIA
La Commissione europea ha stanziato 77
milioni di euro per un’iniziativa innovativa a
favore del settore manifatturiero, per aiutare
le piccole e medie imprese (PMI) del settore
ad alta tecnologia nello sfruttamento delle
tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), al fine di aumentare il proprio
giro d’affari. L’iniziativa “I4MS” aiuterà 200
PMI in tutta Europa, impegnate a ridurre i
rischi connessi all’uso di tecnologie avanzate tuttora in fase embrionale o a cercare di
attraversare la linea di confine che separa lo
sviluppo di un prototipo innovativo da un prodotto di successo sul mercato. Nei prossimi
tre anni essa prevede lo svolgimento di oltre
150 esperimenti di innovazione. L’iniziativa
si rivolge a fornitori e utenti di soluzioni TCI e
si articola sulle innovazioni in quattro settori:
tamento e depurazione di aria e acqua, eco-design e materiali ecocompatibili, energie rinnovabili e bioenergie.
La partecipazione agli incontri è gratuita, previa registrazione
e compilazione del profilo aziendale (in lingua inglese) entro
il 21 ottobre 2013, sul sito:
www.b2match.eu/ecomondo2013.
Il profilo sarà pubblicato su apposito catalogo on-line.
L’agenda individuale degli incontri, sarà definita in base agli
interlocutori prescelti sul catalogo online e alle preferenze di
orario, espresse dai partecipanti al momento della compilazione del profilo.
Per informazione e assistenza nella procedura di registrazione e selezione degli appuntamenti:
Unioncamere Emilia-Romagna
Stefano Lenzi /Laura Bertella
Tel: 051 63 77 037/ 045
E-mail: [email protected]; [email protected]
Web-site: http://www.ucer.camcom.it
Altri dettagli sono disponibili nel sito dedicato all’evento:
www.b2match.eu/ecomondo2013
soluzioni robotiche avanzate, servizi di simulazione ad elevata performance basati sulla
nuvola, infrastrutture intelligenti che utilizzano sensori e applicazioni laser innovative. Le
PMI in tutta Europa beneficeranno dell’iniziativa in tre modi: sostegno finanziario diretto per migliorare i loro prodotti o processi
manifatturieri; acquisizione di nuove tecnologie e conoscenze; accesso a nuovi mercati
e partner al di fuori del proprio ecosistema
locale. Gli esperimenti verranno realizzati
con l’aiuto di reti paneuropee di centri di
competenza, che assicureranno le competenze e il sostegno necessario alla creazione di partenariati transfrontalieri. Le PMI
potranno candidarsi per i finanziamenti tramite i “Bandi per esperimenti” che verranno
lanciati in tali centri nel 2014 e nel 2015.
Rif.: http://cordis.europa.eu/fp7/ict/computing/
home-i4ms_en.html
LA CROAZIA È MEMBRO DELL’UE
Dal 1° luglio 2013 la Croazia è diventata ufficialmente il 28° Stato membro dell’Unione
europea, e il croato è la ventiquattresima lin-
gua ufficiale. Per quel che concerne la liberalizzazione dell’accesso al lavoro subordinato per i cittadini croati, l’Italia ha deciso un
rinvio di di due anni.
Rif http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO13-593_en.htm
Recepimento
del diritto comunitario
LA CORTE DI GIUSTIZIA CONDANNA
L’ITALIA PER INADEMPIENZE RELATIVE
ALLA PARITÀ DI TRATTAMENTO
DEI DISABILI IN MATERIA
DI OCCUPAZIONE
L’Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia per non aver recepito appieno la direttiva del 2000 sulla parità di trattamento in
materia di occupazione e di condizioni di
lavoro in quanto l’impiego delle persone
disabili è spesso lasciato alla discrezionalità di
leggi approvate dalle autorità locali o di
accordi fra queste ultime e i datori di lavoro.
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FLASH EUROPA
A causa di questo cattivo recepimento della
norma europea non tutti i disabili vengano
trattati uniformemente sul territorio italiano
per quanto concerne il loro inserimento professionale. La sentenza è stata emessa a
seguito di una procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea nei confronti
dell’Italia, che si è chiusa col deferimento del
nostro Paese alla Corte di giustizia. Secondo
la legislazione UE, gli Stati membri devono
adottare misure che obblighino i datori di
lavoro a permettere ai disabili di poter concorrere senza essere discriminati all’ottenimento di un lavoro per cui siano qualificati,
di svolgerlo, di avere una formazione e di
poter ambire a promozioni. La Corte, dopo
aver esaminato le disposizioni italiane per
l’inserimento professionale dei disabili, ha
ritenuto che le normative italiane siano
insufficienti a garantire un’effettiva parità di
trattamento. L’Italia dovrà dare in tempi
brevi esecuzione alla sentenza per evitare
sanzioni pecuniarie.
Rif.: http://europa.eu/rapid/press-release_CJE-1382_en.htm
Unioncamere Emilia-Romagna
www.rer.camcom.it/flash_europa
Finanziamenti
alle imprese
La Banca europea per gli investimenti (BEI) e
il Gruppo Intesa Sanpaolo hanno definito sei
accordi per finanziamenti a medio-lungo
termine, destinati a imprese italiane, per un
importo complessivo pari a 661 milioni di
euro. L’iniziativa è volta a rafforzare ulteriormente il supporto offerto al settore produttivo italiano, a mitigare gli effetti della crisi
finanziaria e a contribuire all’avvio del processo di ripresa. All’interno del plafond di
661 milioni di euro complessivi messi a
disposizione dalla BEI sono stati individuati
sei settori d’intervento. Oltre ai finanziamenti per le PMI, parte delle linee saranno
messe a disposizione delle attività sociali e
del terzo settore tramite Banca Prossima,
parte a investimenti delle aziende per i programmi nel comparto delle energie rinnovabili, alcune linee saranno destinate al finanziamento delle Reti di imprese. Sedici milioni
di euro saranno utilizzati per la prima volta il
social housing in Italia. Si tratta di un presti-
to, destinato alla concessione di un finanziamento ad un fondo comune di investimento
immobiliare di tipo chiuso, riservato a investitori qualificati, che ha in corso di realizzazione, la costruzione di 408 unità abitative di
edilizia residenziale sociale situate nel
Comune di Parma. Al sostegno delle PMI
italiane saranno destinati 400 milioni di
euro. In generale, oggetto dei prestiti saranno sia nuovi progetti sia quelli in corso non
ancora ultimati. Per quanto riguarda le PMI,
i progetti non potranno superare l’importo
di 25 milioni di euro con durata massima di
quindici anni. Gli interventi sono destinati a
aziende attive in tutti i settori produttivi:
agricoltura, artigianato, industria, commercio, turismo e servizi e potranno riguardare
l’acquisto, la costruzione, l’ampliamento e la
ristrutturazione di fabbricati; l’acquisto d’impianti, attrezzature, automezzi o macchinari;
le spese, gli oneri accessori e le immobilizzazioni immateriali collegate ai progetti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazione; la necessità permanente di capitale circolante legata all’attività operativa. Sono
esclusi i progetti di puro investimento finanziario/immobiliare.
Rif.: http://europa.eu/rapid/press-release_BEI-13101_en.htm
Camera di commercio di Bologna
Piazza Costituzione, 8 - 40125 Bologna
Tel. 051 6093287 - Fax 051 6093211
E-mail: [email protected]
Camera di commercio di Parma
Via Verdi, 2 - 43121 Parma
Tel. 0521 210241 - Fax 0521 233507
E-mail: [email protected]
Camera di commercio di Ferrara
Largo Castello,6 - 44121 Ferrara
Tel. 0532 783812 - Fax 0532 205100
E-mail: [email protected]
Camera di commercio di Piacenza
Piazza Cavalli, 35 - 29121 Piacenza
Tel. 0523 386255 - Fax 0523 334367
E-mail: [email protected]
Camera di commercio di Forlì-Cesena
Corso della Repubblica, 5 - 47121 Forlì
Tel. 0543 713524 - Fax 0543 713502
E-mail: uffi[email protected]
Camera di commercio di Reggio Emilia
Piazza Vittoria, 3 - 42121 Reggio Emilia
Tel. 0522 796236/301 - Fax 0522 046453
E-mail: [email protected]
PROMEC - CCIAA di Modena
Via Ganaceto, 134 - 41121 Modena
Tel. 059 208270 - Fax 059 218520
E-mail: [email protected]
Camera di commercio di Rimini
Via Sigismondo, 28 - 47921 Rimini
Tel. 0541 363752 - Fax 0541 363747
E-mail: [email protected]
BEI:61 MILIONI DI EURO
PER LE PMI, LE ENERGIE RINNOVABILI
E IL SOCIAL HOUSING
CONTATTI
Unioncamere Emilia-Romagna
Viale Aldo Moro, 62 - 40127 Bologna
Tel. 051 6377011 - Fax 051 6377050
E-mail: [email protected]
SIDI Eurosportello - CCIAA di Ravenna
Viale L.C. Farini, 14 - 48121 Ravenna
Tel. 0544 481443 - Fax 0544 218731
E-mail: [email protected]
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