Numero 12 Anno XVIII - ER Imprese
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Numero 12 Anno XVIII - ER Imprese
E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A Scenari Crescono le reti di impresa in Emilia-Romagna FONDI EUROPEI, RISULTATI E PROSPETTIVE Primato nazionale sulla certificazione di spesa e, soprattutto, risultati importanti su ricerca, start up, green economy, qualificazione ambientale. Così l'Emilia-Romagna si prepara alla sfida della nuova programmazione Prosegue, intanto, la consultazione su ioPartecipo Terremoto Di nuovo in piedi, le imprese ripartono Innovazione Grisù, la nuova Factory made in Ferrara Export La formazione che serve per fare affari in Cina Ricerca La Rete Alta Tecnologia viaggia a gonfie vele EDITORIALE La priorità è far ripartire il mercato del lavoro di Carlo Alberto Roncarati* I giovani devono essere i protagonisti di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e compatibile * Presidente Unioncamere Emilia-Romagna all’economia europea arrivano timidi segnali di ripresa, ma la crescita del Pil dell’Eurozona non si estende ancora all’Italia che resta in recessione ed evidenzia dati negativi sul versante occupazionale. Difficile prevedere quando possa determinarsi un’inversione di tendenza. Tra le fasce sociali più a rischio i giovani, le donne, i lavoratori più anziani. Per i soggetti colpiti dalle crisi aziendali lo strumento principale a cui si è finora fatto ricorso è la cassa integrazione in deroga, che però limitandosi a prolungare un limbo di inattività sussidiata risulta spesso inadeguata. Oltre agli elevati tassi di disoccupazione e di inattività, emerge l’aumento dei cosiddetti “neet”: ragazzi e ragazze che non vanno più a scuola e non cercano lavoro. Il Governo ha assunto i primi provvedimenti, ma ancora molto resta da fare. Nel “decreto lavoro” approvato dal Parlamento un punto centrale è costituito dagli sgravi contributivi alle imprese che assumono disoccupati sotto i 29 anni: pare esserci interesse, ma l’efficacia è da verificare. L’esperienza di altri Paesi segnala che la via maestra per aiutare questi giovani senza esperienza né qualifiche passa per le politiche di formazione e i servizi per l’impiego. Per questo è importante sfruttare il programma “garanzia per i giovani”, cofinanziato dalla Ue a partire dal 2014 e incentrato proprio sulla transizione scuola-lavoro. Un nuovo modello di crescita sostenibile non può prescindere dai giovani, per i quali aggiungere i livelli di occupazione medi europei è un obiettivo che possiamo e dobbiamo porci. Molte le strade da percorrere: semplificare la riforma dell’apprendistato; ridare slancio ai servizi per l’impiego attraverso una regia unita- D ria a livello nazionale che veda coinvolti a livello periferico diversi attori, tra i quali le Camere di commercio. Utilizzando i dati del sistema Excelsior (realizzato in collaborazione con il Ministero competente) e del Registro delle imprese, le Camere dell’Emilia-Romagna sono da tempo impegnate a contribuire al raccordo tra offerta proveniente dal mercato del lavoro e domanda di professionalità espressa dalle imprese. Per far sì che la ripresa porti nuovo lavoro, occorrono politiche capaci di rianimare i comparti occupazionali più colpiti dalla crisi: non solo l’industria delle costruzioni e le piccole e medie imprese del manifatturiero, ma anche i servizi. Riguardo all’imprenditorialità, appare necessaria l’istituzione di una rete di assistenza alla nascita di nuove imprese, articolata in servizi omogenei ovunque, che incoraggino l’innovazione, prevedano un accesso facilitato al credito o a fonti alternative di finanziamento. L’Emilia-Romagna si presta ad esperienze di questo tipo, dopo che dal 2001 la Regione ha avviato un percorso che ha portato a rinnovare le strutture e le piattaforme informative e soprattutto i servizi offerti, aggiungendo a quelli amministrativi nuovi strumenti di orientamento e accompagnamento al lavoro. E’ stata potenziata la formazione per gli adulti, che in periodi di crisi va considerata uno strumento suscettibile di determinare ricadute positive in termini occupazionali, al pari dei progetti di alternanza scuola-lavoro sui quali il sistema camerale ha maturato importanti esperienze, inquadrate nel Protocollo di collaborazione tra l’Unione Regionale e l’Assessorato regionale guidato da Patrizio Bianchi. Vi sono dunque le condizioni per confermare la nostra regione come un laboratorio per sperimentare nuove forme di collaborazione e inediti percorsi di crescita – quantitativa e qualitativa – dell’occupazione che siano in grado di valorizzare appieno il “capitale umano” disponibile Occorrono politiche capaci di rianimare industria delle pmi e dei servizi 1 SOMMARIO 1 EDITORIALE La priorità è far partire il mercato del lavoro DI Mensile dell’Unione regionale delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna Anno XVIII - n. 12 CARLO ALBERTO RONCARATI 4 IN BREVE 6 VANNO&VENGONO 10 PRIMO PIANO Fondi Ue, il primato dell’Emilia-Romagna Direttore responsabile DI GIOVANNA CHIARINI Andrea Zanlari Coordinamento editoriale Via Ciamician 4, 40127 Bologna Concessionaria per la pubblicità Labanti e Nanni Resp. Sabrina Nanni Cell. 338/2902445 Fax 051/969155 Galeati Industrie Grafiche S.r.l. Via Selice, 187/189 40026 Imola (Bologna) Tel. 0542/646711 - Fax 0542/646706 e-mail: [email protected] www. galeati.it Il sistema agro-alimentare dell’Emilia-Romagna ENRICO VINCENZI ANTONIO ZANOTTI riaprono i termini DI MARIA BALDINI 20 TERREMOTO Di nuovo in piedi, le imprese ripartono DI NATASCIA RONCHETTI 22 SCENARI Crescono le reti di impresa DI ELENA TURRINI 24 La meccanica artigiana si mette in rete DI GIUSEPPE SANGIORGI RICCARDO BELOTTI 50 Non c’è crisi per il Gruppo Fiorini DI ANNA MARIA CONOCI 52 ENERGIA Oil & Gas record di visite all’OMC DI FEDERICA VANDINI 48 SPECIALE ENERGIA Efficienza energetica, leva competitiva 55 FLASH EUROPA grazie all’Europa 32 PROGETTI Finanza per l’innovazione, il marketplace è on line DI NATASCIA RONCHETTI 34 INDAGINE Imprenditoria straniera, crescita in frenata DI MICHELA TURRA 38 INNOVAZIONE Grisù, la nuova Factory made in Ferrara DI MARGHERITA STELLA 40 EXPORT La formazione che serve per fare affari in Cina DI FOTONOTIZIA Natalino Gigante al vertice Una lunga esperienza nel mondo associativo per Natalino Gigante, nuovo presidente della Camera di commercio di Ravenna che è stato eletto nella riunione di insediamento del Consiglio camerale, profondamente rinnovato (ben 9 presenze femminili). Gigante, dopo 10 anni come vicepresidente dell’ente camerale, succede a Gian Franco Bessi. GIUSEPPE SANGIORGI 44 TURISMO Dall’acqua termale, il benessere è per tutti Autorizzazione del Tribunale di Bologna n° 6285 del 27 aprile 1994 DI 26 Esempi virtuosi di rete in terra estense Chiuso in redazione il 30 Agosto 2013 QUADERNI&DOCUMENTI 16 Ripartire più forti, DI DI GIUSEPPE SANGIORGI GIOVANNA CHIARINI [email protected] Stampa DI dei bandi regionali DI MEC3, gli ingredienti del successo Sette tappe per scoprire gli imprenditori del futuro 14 Start up, i risultati Progetto grafico e impaginazione Contesto Comunicazione S.r.l. via Zucconi, 90 41100 Modena Tel. 059-34.63.18 Fax 059-29.29.842 e.mail: [email protected] NATASCIA RONCHETTI 48 AZIENDE 30 EVENTI DI 19 Fondo energia, Foto Voli società cooperativa DI Romano Prodi a salutare Bessi presidente uscente Coordinamento redazionale Segreteria di redazione c/o Unioncamere viale Aldo Moro, 62 40127 Bologna Tel. 051-637.70.26 Fax 051-637.70.50 e.mail: [email protected] La Rete Alta Tecnologia viaggia a gonfie vele 31 CAMERE Roberto Franchini (vicedirettore) Ugo Girardi Morena Diazzi Contesto Comunicazione srl Giuseppe Sangiorgi 28 RICERCA DI GABRIELE FERRARI MICHELA TURRA 47 Un secolo di ospitalità a cinque stelle DI MILENA SALA 3 IN BREVE Ferrara Alla Camera di Ravenna assegnati 57 riconoscimenti Centoventuno riconoscimenti all’impresa Cultura e impresa per l’ottavo premio Teodorico L C on l’edizione 2013, la Camera di Commercio di Ferrara ha riproposto un tradizionale appuntamento, che si rinnova dal 1950: sono stati consegnati 121 riconoscimenti, di cui 33 alla “Fedeltà al Lavoro” e 82 al “Progresso Economico”. Questi ultimi riguardanti l’artigianato (15 riconoscimenti), l’agricoltura (24), il commercio (25), l’industria (1), i servizi (17) e 6 premi speciali attribuiti dalla Giunta camerale a lavoratori e imprenditori. Fra le imprese premiate, la Cooperativa di Serravalle che opera nel settore dell’arte, turismo e spettacolo dal 1904 e la Cooperativa Casa del Popolo di Gambulaga attiva nel comparto agricolo da 103 anni. Fra i premi speciali, la storica Trattoria Pizzeria la Pace di San Carlo che in tempi rapidissimi, come la mitica Araba Fenice, grazie alla volontà ed alla capacità imprenditoriale del proprio titolare, ha riavviato rapidamente l'attività: una volontà più forte del terremoto. LOGISTICA LA FERCOM CRESCE ALL’INTERPORTO Parlano i numeri per il nuovo centro logistico di Fercam all’Interporto di Bologna: 38mila metri quadri di superficie (15mila di magazzini logistici e 7mila di ribalta, cui si aggiungono 1.000 metri quadri destinati a uffici e alle attività amministrative), 16,5 milioni di curo d’investimento e 86 lavoratori. L’impianto è stato inaugurato alla presenza dell’amministratore delegato dell’azienda altoa4 a Giornata dell’Economia è stata occasione, alla Camera di commercio di Ravenna, per la consegna dei 57 riconoscimenti ad imprese di ogni categoria relativi al trentunesimo Concorso Fedeltà al lavoro Progresso economico, ed alle onorificenze attribuite per la settima edizione del Premio Teodorico assegnato a tre personalità: i ravennati Arnaldo Benini e Gianfranco Magnani, il faentino Roberto Resta. Piacenza Uno stimolo dai giovani L e studentesse Monica Dragoni e Francesca Tiberto che si sono laureate in scienze e tecnologie alimentari con il massimo dei voti all’Università Cattolica di Piacenza hanno ricevuto i premi di laurea dedicati a Luigi Gatti e alla moglie Laura Guarracino. Gatti, socio fondatore della Cattolica e presidente per 22 anni della Camera di Commercio piacentina, fu un uomo attento alle nuove generazioni, che aiutò a dare slancio al polo universitario che gli conferì la laurea honoris causa in scienze agrarie nel 1994. A lui, autentico “maestro di umanità” hanno dedicato un libro appena pubblicato Paolo e Lucia Labati. tesina, Thomas Baurngartner, del presidente dell’Interporto di Bologna, Alessandro Ricci, dell'assessore alle infrastrutture e mobilità della Regione Emilia-Romagna, Alfredo Peri e di quello alle attività produttive della Provincia di Bologna, Graziano Prantoni. Fercam, operatore logistico a gestione familiare è una delle aziende leader nel settore dei trasporti e della logistica a 360° in Italia ed Europa con elevate competenze specialistiche. Arnaldo Benini, è stato professore, docente di neurochirurgia vertebromidollare, all’Università di Zurigo e primario della clinica neurochirurgica della Fondazione Schulhtess. Alle grandi capacità professionali associa la capacità e sensibilità di conciliare gli interessi scientifici nel campo delle neuroscienze e umanistici in ambito filosofico e sociologico. Ha curato l’edizione italiana di due testi di Karl. R. Popper e ha pubblicato saggi sul giovane Benedetto Croce, su Thomas Mann, su Jakob Wassermann Gianfranco Magnani è presidente del CdA di Rosetti Marino Spa, azienda di livello internazionale. E’ stato tra i promotori di O.M.C. - Offshore Mediterranean Conference. Roberto Resta, è titolare della Resta srl, leader nel settore delle macchine automatiche per la produzione di materassi, trapunte e imbottiti. Ha dato impulso alla vita associativa di Confapi Ravenna (ora Confimi Impresa), dando vita, sotto la sua presidenza, a numerose iniziative e progetti. Costante il suo impegno a favore dello sviluppo della cultura tecnica. CERTIFICAZIONE CERAMICA KIWA E CERMET BASI PER UN FUTURO COMUNE RONDINEGROUP SI ALLEA A SERAMIKSAN I soci fondatori di CERMET (Regione Emilia Romagna, Unindustria Bologna, Confindustria Emilia-Romagna e CNA Emilia Romagna) hanno dato l’ok per l’acquisto e il controllo dell’organismo di certificazione italiano da parte del gruppo olandese Kiwa. L’accordo prevede, importanti garanzie occupazionali per le risorse umane di CERMET che, all’interno di Kiwa, proseguirà ed accelererà il suo processo di crescita, anche in ambito internazionale, soprattutto in Corea del Sud ed India. Kiwa (160 milioni di euro di fatturato 2012) e CERMET, (15 milioni), entrambi attivi nel settore TIC (testing, inspection, certification), ma in segmenti di mercato differenti, collaboreranno per potenziare i servizi ed offrire al mercato soluzioni innovative a maggiore valore aggiunto, in modo complementare e sinergico. L’azienda ceramica Rondinegroup apre il capitale sociale a Seramiksan, gruppo turco leader nella produzione di piastrelle e sanitari. L’accordo prevede una compagine societaria paritetica al 50% della famiglia di Lauro Giacobazzi (presidente ed a.d. di Rondine) e Seramiksan che ha acquisito le azioni di Progressio SGR S.p.A, fondo di Private Equity entrato Piatto Estense Bologna I vini Doc del Bosco Eliceo per il 2013 Al “Marconi” il premio per l’innovazione I l consolidato progetto Piatto Estense, voluto dalla Camera di Commercio di Ferrara, e realizzato in collaborazione con l’Istituto “Dosso Dossi” e le associazioni territoriali di categoria, promuove anche quest’anno agricoltura, enogastronomia e artigianato locali. L’iniziativa, giunta alla nona edizione, ha visto all’opera l’estro e la professionalità degli studenti del “Dosso Dossi” (in particolare, al termine di selezione, il prototipo di Dimitri Malisani) per la realizzazione di un piatto artistico in ceramica graffita dedicato ai vini Doc del Bosco Eliceo una delle 17 Perle ferraresi, e precisamente la viticoltura che si è identificata nei secoli con il Vitigno Uva d’Oro. Per il Piatto, protagonista della Settimana Estense, a fine settembre, la Camera di commercio di Ferrara ha sostenuto e incentivato, attraverso contributi, l’acquisto da parte dei ristoratori e delle imprese della provincia. nella compagine sociale nel 2006. Tra i punti dell’intesa, una reciproca completa autonomia gestionale, operativa e commerciale per Rondine e Seramiksan, anche se molte appaiono le possibili sinergie sul versante della distribuzione su diversi mercati di sbocco, ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, creazione di nuove opportunità di business sui mercati internazionali. Premio Matilde di Canossa L’eccellenza del Lambrusco in vetrina N ella cornice della “Sala degli Specchi” del teatro “Romolo Valli” di Reggio Emilia, si sono svolte le premiazioni della quarta edizione del concorso enologico “Terre di LambruscoMatilde di Canossa”. La rassegna, che promuove in Italia e all’estero, le diverse tipologie dei migliori vini Lambruschi è sostenuta dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia con il patrocinio del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Reggio Emilia, del Comune di Quattro Castella, delle Camere di Commercio di Mantova, Modena e Parma e dell'Enoteca Regionale dell'Emilia Romagna, e la collaborazione dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani e dell'Associazione Italiana Sommeliers. Le aziende in gara erano 66 (+50% rispetto al 2012), i campioni di vino ammessi 217 (nel 2012 furono 174), tra cui 90 sono stati selezionati e insigniti del Premio. Assieme al presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini, alla senatrice Leana Pignedoli (vicepresidente della Commissione Agricoltura Senato) e all’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, la giornalista e conduttrice televisiva Tessa Gelisio ha presentato i vini premiati ed inseriti nella prestigiosa Guida “Terre di Lambrusco 2013” con i migliori lambruschi di 41 aziende produttrici delle province di Reggio Emilia, Parma, Modena e Mantova. L’ Aeroporto di Bologna ha vinto il “Premio Nazionale per l’Innovazione 2013”, promosso dal Governo Italiano per aziende, università, amministrazioni pubbliche, enti o persone fisiche che contribuiscono alla competitività del sistema Paese. L’aeroporto “Guglielmo Marconi” è stato scelto per la progettazione, lo sviluppo e la sperimentazione della nuova macchina “Logiscan”, un sistema che, in modo completamente automatico e secondo procedure self, permette il controllo della carta d’imbarco del passeggero, la verifica di dimensioni e peso del bagaglio a mano e la gestione dell’eventuale eccedenza rilevata, sulla base delle indicazioni specifiche della singola compagnia aerea. Il “Logiscan”, realizzato e brevettato in collaborazione con il gruppo Logital, sarà utilizzato con 9 macchine su tutti i varchi di accesso alla sala imbarchi. Il nuovo sistema consentirà il controllo di tutti i bagagli a mano ed una riduzione dei tempi di attesa. MULTINAZIONALI AGRICOLTURA INVER A STELLE E STRISCE E’ NATO IL PARCO DELLE API E DEL MIELE DI CONAPI Il colosso americano di Minneapolis Valspar Corporation - tra i leader mondiali nelle vernici per l'industria e il retail punta sull’Italia per creare un polo di sviluppo per tutta l’Europa scegliendo il gruppo Inver, storica azienda di Minerbio. La quotata statunitense (4 miliardi di dollari di fatturato e 9.500 dipendenti in 25 Paesi) ha acquisito il 100% del colorificio bolo- gnese, (secondo posto in Europa) che dopo 80 anni di guida familiare ha deciso di cedere la proprietà per un ulteriore sviluppo. Nel 2012, Inver, tra le cinque aziende in Europa nel settore dei prodotti vernicianti ha raggiunto 6o milioni di fatturato (per il 60% export europeo), ha 600 dipendenti trai due stabilimenti in Italia e tre in Europa. È nato il Parco delle Api e del Miele, sulle colline bolognesi. A Monterenzio accanto alla sede di Conapi, l’impresa cooperativa di oltre 600 apicoltori più rappresentativa a livello europeo, il Parco guida i visitatori, dai più piccoli ai più grandi, in un percorso interattivo di scoperta e approfondimento di un universo a molti ancora sconosciuto. Al progetto ha partecipato il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che attraverso i finanziamenti previsti dalla Legge n.313 del 2004 disciplina dell’apicoltura”, ha contribuito alla realizzazione del parco. Prenotazioni, e-mail:[email protected]. 5 VANNO E VENGONO AGROALIMENTARE CONFIDI Pari resta al Caar, Scaramagli per Confagricoltura Ferrara Rodeghiero rimane in sella, Bollettinari per Cofiter Il ferrarese Roberto Cera rimane alla presidenza di Finaf, l’associazione internazionale di Organizzazioni di produttori ortofrutticoli. A Elisa Macchi la direzione del Cso Ferrara. Tre amministratori per il Centro Agroalimentare di Rimini: presidente e a.d. Mirco Pari (nominato dal Comune), consiglieri Ugo Ravanelli (privati) e Barbara Cazzullo (restante Roberto Cera parte pubblica). Confagricoltura Ferrara ha eletto presidente Pier Carlo Scaramagli (numero uno della Fondazione Navarra) al posto dell’uscente Nicola Gherardi. Alla guida dei giovani di Confagricoltura regionale, va Raffaele Maria Maiorano. Valentina Bosco, reggiana, è la nuova delegata regionale di Coldiretti Giovani Impresa. Alessandro Scala prende il posto di Valentina Bosco Giovanni Pasquali alla direzione di Coldiretti Reggio Emilia. L’associazione agrituristica Terranostra (Coldiretti), ha confermato il piacentino Carlo Pontini (presidente), Roberto Lodi e Loris Naldoni (vice). Laura Magistrali è la nuova responsabile di Donne Impresa Coldiretti Piacenza. Due nuovi presidenti per le Strade dei Vini e dei Sapori: alle Colline di Scandiano e Canossa scelto Luigi Benassi (vice Anna Brevini); a Ferrara, Sante Baldini. L’associazione allevatori Piacenza (Apa) ha scelto Fabio Minardi come presidente e Riccardo Bollati vice. Il Centro servizi per l’agroalimentare Parma dà fiducia a Renato Mondi presidente e Polidoro Scarica vice. Antonio Tirelli subentra a Carlo Calestani alla presidenza di Unionfidi (Upi). Agrifidi Uno Emilia-Romagna conferma il presidente Alberto Rodeghiero, affiancato dai vice Domenico Cappelli e Alessandro Svegli Compagnoni. Enrico Postacchini ha lasciato la guida di Cofiter, il confidi del terziario dell’EmiliaRomagna a Stefano Bollettinari. Marco Amelio è stato nominato vicepresidente. Stefano Bollettinari CONFIMI Mascolo ai Giovani Apmi Mo Consenergy chiama Aresu Nuovo vertice per il Gruppo giovani Imprenditori di Apmi-Confimi Modena (GGI): Antonio Mascolo (presidente), Raffaele Cimino e Davide Malagoli (vice). Cambio della guardia per Consenergy, consorzio per l’energia di Confimi Impresa Ravenna, che ha un nuovo presidente, Giampiero Aresu. CONSORZI Ancora Alai al Parmigiano Reggiano Bucchi in Romagna Terzo mandato per il reggiano Giuseppe Alai alla presidenza del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, affiancato alla vicepresidenza dal modenese Adolfo Filippini (vicario), dal mantovano Pietro Maria Gattoni e dalla parmigiana Monica Venturini. Giuseppe Alai Nuovi vertici per il Consorzio Romagna Alimentare: Primo Bucchi succede ad Elena Verna come presidente, mentre Paolo Scarpellini a Morena Baiocchi quale vice. Doppia conferma alla presidenza per Antonio Grossetti al Consorzio di Tutela salumi Dop piacentini e Roberto Belli al Consorzio Salumi Tipici. Nominati anche i due vicepresidenti, rispettivamente, Francesco Muselli e Giuseppe Michelazzi. 6 Stefano Rossetti CREDITO Patuelli saldo a Ravenna. Rossetti per Unipol Antonio Patuelli, è stato confermato al vertice del gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna il cui direttore generale Nicola Sbrizzi è stato chiamato alla guida del Cse, Consorzio Servizi Bancari. Nel Gruppo Bper: Alberto Cilloni resta al timone di EmilRo Factor, mentre Francesco Serantoni è il presidente della Banca Popolare di Ravenna. Alla guida del Credito Cooperativo ravennate e imolese, rimangono il presidente Secondo Ricci ed il vice Raffaele Gordini. Il ravennate Stefano Rossetti è il nuovo direttore generale di Unipol Banca. In Banca Monte Parma Bruno Bossina succede come direttore a Carlo Berselli che ha guidato l’istituto in Intesa Sanpaolo. IMPRESE ROSA Novità per i Comitati a Rimini e Ferrara Rinnovati due Comitati per la promozione dell’Imprenditoria Femminile insediati nelle Camere di commercio. A Rimini sono stati eletti la presidente Valeria Piccari, la vice Rossella Pincelli e le consigliere Mariateresa Colombo, Lia Fabbri, Roberta Frontali, Barbara Garagnani, Renata Mantovani, Graziana Montanari, Simona Pagliarani e Monica Saielli. A Ferrara, la presidente è Gisella Ferri nel direttivo composto anche da Chiara Bertelli, Paola Bertelli, Bianca Maria Giovannini, Maria Giberti, Milena Grassi, Barbara Lambertini, Caterina Paparella, Maria Chiara Trombetta. Valeria Piccari INDUSTRIA Domenico Scarpellini FIERE A Forlì, arriva Nannini. A Rimini terza conferma per Cagnoni Pier Antonio Nannini, vice presidente uscente della Fiera di Forlì subentra al vertice a Giorgio Grazioso. Rimini Fiere rinnova la fiducia al presidente Lorenzo Cagnoni al vertice del nuovo Cda. Non cambia la governance di Cesena Fiera guidata dal presidente Domenico Scarpellini e dal vice Roberto Sanulli. FONDAZIONI Cambio alle Fiere di Reggio Emilia: Paolo Lusenti succede alla presidenza a Lisa Ferrarini che rimane nel consiglio di amministrazione con il vicepresidente Riccardo Simonini e Giancarlo Attolini. La carica di consigliere di Bologna Fiere in quota Unindustria passa dal presidente Alberto Vacchi al vicepresidente Daniele Salati Chiodini. Roberto Pinza “Grandi firme” Sibani a Bologna, Pinza a Forlì, Manfredi a Vignola A Fabio Roversi Monaco, nominato al vertice di Banca Imi (Intesa San Paolo), subentra come presidente della Fondazione Carisbo Leone Sibani. Il vice è Gianfranco Ragonesi. Roberto Pinza è succeduto a Pier Giuseppe Dolcini alla presidenza della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Vicepresidente, Monica Fantini. Pinza è stato chiamato poi nella Presidenza dell’Acri (Associazione Fondazioni e Casse di Risparmio). Valerio Massimo Manfredi raccoglie il testimone da Giovanni Zanasi alla testa della Fondazione Cassa di Risparmio di Vignola. Con lui, il vice Giuseppe Pesci. Nella Fondazione Carim, accanto al confermato presidente Massimo Pasquinelli, entrano nuovi consiglieri tra cui il vice Leonardo Cagnoli. Nuovo mandato per Maurizio Roi alla presidenza della Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio di Lugo. Massimo Melandri (vicario) e Maria Farolfi sono i vice. COMMERCIO E TURISMO Roberto Manzoni Enrico Postacchini Maggioli al vertice a Rimini, Gismondi ai giovani di Ravenna Fabio Storchi, reggiano, è il nuovo presidente di Federmeccanica di Confindustria. Paolo Maggioli è il nuovo numero uno del consiglio direttivo di Confindustria Rimini di cui fanno parte anche il past president Maurizio Focchi, Simone Badioli e Alessandro Pettinari (vice presidenti), Paolo Cesari, Linda Gemmani, Alberto Ioli, Bruno Morandi, Roberto Paturni, Paolo Maggioli Bruno Tani, ed i presidenti Ulisse Pesaresi (Ance Rimini), Alessandro Formica (Gruppo giovani imprenditori) e Remo Ticchi (Piccola industria). Ance Ferrara conferma Paolo Martinelli ed i vice Leonardo Sarti e Ted Tomasi. Fabio Toni succede a Raffaele Rossi ai Costruttori Edili di Unindustria Forlì-Cesena. Aldo Buttini subentra a Enrico Schilke al timone dei costruttori Edili dell’Unione parmense industriali. Stefano Gismondi raccoglie da Giovanni Poggiali il testimone alla guida dei Giovani imprenditori di Confindustria Ravenna. Cariche di Unindustria Reggio Emilia: al Gruppo Gomma Materie Plastiche conferma per il presidente Tiziano Ognibene, nuovi i vice Gianluca Melli e Ivano Giuseppe Parmigiani; al Cis, scuola per la gestione di impresa, Maria Licia Ferrarini prende il posto di Cristina Strozzi. Stefano Gismondi TRASPORTI Bis per Manzoni e Postacchini, novità Tedeschi Tucci alla guida del “Fellini” Al “Marconi” dirige Ventola Roberto Manzoni, confermato presidente di Confesercenti Emilia Romagna e della provincia di Ravenna, è entrato nella Giunta di Confesercenti nazionale. A Confesercenti Cesena, resta presidente Graziano Gozi. Mandato bis per Enrico Postacchini alla guida della giunta esecutiva di Ascom Bologna. Alessandro Tedeschi subentra a Chiara Zerbini come presidente del Gruppo Giovani di Confcommercio Ascom di Bologna. Vice è Matteo Maria Elmi. Massimo Malpighi è il nuovo presidente di Ascom Modena. La ravennate Claudia Fabbri diventa responsabile nazionale del Gruppo Donne Fimaa Confcommercio. Il bolognese Andrea Afragoli è il nuovo presidente di Federottica. Nel cda di Apt Servizi Emilia-Romagna, al posto di Andrea Babbi chiamato alla direzione generale dell’Enit, è arrivato Pietro Fantini. Nuovo corso per l’aeroporto di Rimini. Alla presidenza di Aeradria andrà Maurizio Tucci (nominato da Camera di commercio), che prende il posto di Massimo Masini. Nel cda anche la vice Maria Cristina Pesaresi (indicata da Regione), Riccardo Fabbri (Provincia di Rimini), Ascanio Martelli (Banca Carim) e John Mazza (Repubblica di San Marino). Nazareno Ventola è stato scelto come nuovo direttore dell’Aeroporto di Bologna. Lino Fantini, storico direttore del Consorzio di trasporti romagnolo Coerbus, ha lasciato l’incarico a Maurizio Castagnoli. Nazareno Ventola 7 VANNO E VENGONO Valerio Veronesi ARTIGIANATO Giancarlo Cremonesi a destra, Leonardo Simonelli Santi CAMERE Cna sceglie Veronesi, Burioli, Venturi, Dallari, Tagliani e Moretti InfoCamere sceglie Cremonesi. Simonelli va alle Cciee Raffica di novità per le presidenze provinciali della CNA. A Bologna, a Tiziano Girotti subentra Valerio Veronesi. A Modena, Umberto Venturi prende il posto di Luigi Mai. A Ravenna, Pierpaolo Burioli succede a Mauro Cassani. A Reggio Emilia, Nunzio Dallari è il nuovo numero uno. Pierpaolo Burioli Svolta “rosa” a Ferrara dove Vittorio Mangolini ha ceduto la carica di presidente a Irene Tagliani. A Rimini, Fabrizio Moretti è succeduto a Renato Ioli. Conferme a Forlì-Cesena, Parma e Piacenza per i numeri uno Gualtiero Ghirardi, Enzo Cortesi e Dario Costantini. A livello regionale restano alle presidenze regionali Catia Guerrini (Cna Alimentare), Benedetta Rasponi Irene Tagliani (Cna Impresa Donna) e Laura Grilli (Cna Unione Benessere e Sanità) mentre a Cna Federmoda il carpigiano Marco Gasparini succede a Luigi Tamburini. Alla presidenza di InfoCamere, Giancarlo Cremonesi succede a Alessandro Barberis; consiglieri Ferruccio Dardanello, Guido Bolatto, Maurizio Pirazzini e Giada Grandi. Leonardo Simonelli Santi avvicenda Augusto Strianese al vertice di Assocamerestero, l’associazione delle Camere di Commercio italiane all’estero. Il vicepresidente della Camera di commercio di Bologna Sergio Prati è il nuovo numero uno del centro di formazione manageriale e gestione di impresa (CTC). UNIVERSITÀ E CULTURA Nuovi rettori a Modena-Reggio e Parma Due nuovi rettori in altrettanti atenei. Angelo Oreste Andrisano raccoglierà il testimone da Aldo Tommasi all’Università di Modena e Reggio Emilia, mentre Loris Borghi succederà a Gino Ferretti all’Università di Parma. Giovanni Fiorentini resta presidente del Consorzio Ferrara Ricerche. Gerardo Bombonato è stato confermato presidente dell’Ordine Giornalisti Emilia-Romagna. Continuità per Casa Artusi, il centro enogastronomico di Forlimpopoli dove il Comune (socio di maggioranza), ha confermato il presidente Giordano Conti, Laila Tentoni e Sara Fusco. Indicati dagli altri soci Mario Riciputi (Provincia di Forlì-Cesena) e Maria Grazia Silvestrini (Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì). Maurizio Ceci è subentrato a Giampaolo Mora all’Associazione Musei del Cibo della Provincia Giordano Conti di Parma. 8 Annalisa Raduano (Camera di Forlì-Cesena) entra network dei giovani Consiglieri delle Camere di Commercio. Aride Missiroli è il primo presidente della Consulta delle Professioni istituita presso la Camera di Commercio di Forlì-Cesena. La Borsa Merci di Modena ha confermato il presidente Gaetano Guiducci ed i consiglieri Stefano Bellei, Romolo Campagnoli e Roberto Antognarelli (supplente). ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI La ceramica sceglie Borelli, Goldoni ancora a Unacoma Plebiscito per Vittorio Borelli succeduto a Franco Manfredini alla presidenza di Confindustria Ceramica. Massimo Goldoni, modenese, è stato confermato presidente di FederUnacoma (associazione dell’industria italiana delle macchine e attrezzature per l’agricoltura). Roberto Kerkoc ha preso il posto di Gaetano Maccaferri come presidente del Consorzio Bolognese Energia Galvani (Cbeg Scrl, che riunisce imprese aderenti a Unindustria e Legacoop). Il vice è Sandro Bottazzi. Vittorio Borelli Il reggiano Ivan Malavasi presidente nazionale di Cna, è il nuovo portavoce di Rete Imprese Italia. Massimo Coccia, riminese, presidente di Confcooperative Emilia Romagna è il nuovo coordinatore del Tavolo Regionale dell’Imprenditoria (TRI). La reggiana Lisa Ferrarini è stata confermata al vertice di Assica (produttori carni). ENTI COOPERAZIONE Romagna Acque a Bernabè, Cosenza per il Corecom Coop Italia nomina Pedroni Nasi cresce in Cir La forlivese Ariana Bocchini cede il timone di Romagna Acque al riminese Tonino Bernabè. Al vertice della multi utility emiliana Aimag, restano il presidente Mirco Arletti e il vice Maurizio Chiarini (ad di Hera). Finanziaria Bologna metropolitana conferma presidente Renato Baioni. Giovanna Cosenza prende il posto di Gianluca Gardini alla presidenza del Corecom Emilia-Romagna (emanazione locale dell’Agcom). Al vertice di Coop Italia, il colosso della distribuzione delle cooperative, a prendere il testimone di Vincenzo Tassinari arriva il reggiano Marco Pedroni. Chiara Nasi subentra ad Ivan Lusetti alla guida del gruppo cooperativo reggiano Cir food. Chiara Nasi Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per tutte le condizioni contrattuali si rinvia ai fogli informativi disponibili presso ogni filiale della Banca e sul sito www.bpercard.it redfishadv.it BperCard Business è come un’amica fidata che sa custodire e curare con discrezione i tuoi affari. Affidabile e sicura, consente un’efficace gestione delle spese aziendali con vantaggi e servizi personalizzati. In versione Individuale, Aziendale o Corporate è la carta ideale per il tuo business. BperCard Business Individuale BperCard Business Aziendale B Servizio Clienti 800 440650 www.bpercard.it BperCard Corporate di Giovanna Chiarini PRIMO PIANO Intanto, prosegue la consultazione on line in vista della programmazione 2014-2020 Fondi Ue, il primato dell’Emilia-Romagna L’Emilia-Romagna si appresta a chiudere con successo il Por Fesr 2007-2013 e ha avviato i lavori per la stesura della nuova programmazione, attraverso un percorso partecipato che coinvolge il mondo produttivo e l’intera comunità regionale nella costruzione del Programma 20142020. È giunto infatti alla fase conclusiva il Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale (Por Fesr) 2007-2013, il vasto piano che mette in atto nel nostro territorio la politica di coesione dell’Unione europea, sostenendo l’avvicinamento dell’Emilia-Romagna agli obiettivi europei di crescita della spesa in ricerca e sviluppo, di creazione della società della conoscenza e di sviluppo sostenibile. Tutto questo grazie a 347 milioni di euro di risor- L’ Al 31 maggio 2013, oltre 207 milioni di spesa certificata. Importanti risultati sul fronte ‘dopo-sisma’ 10 se, divenuti 383 milioni dopo la decisione della Commissione europea del 19 giugno di rimodulare il piano finanziario con l’incremento delle risorse provenienti dal Contributo di solidarietà per affrontare le emergenze successive al sisma. A pochi mesi dal traguardo, la Regione fa il punto sugli obiettivi raggiunti e si prepara alla stesura condivisa delle linee dei futuri programmi operativi. Esaminando il lavoro svolto, il dato principale è che l’Emilia-Romagna risulta la prima regione italiana nell’avanzamento della certificazione di spesa Fesr al 31 dicembre 2012. Spesa certificata che, al 31 maggio, ha raggiunto i 207,1 milioni di euro, pari al 59,7% del totale Por, mentre gli impegni di risorse alla fine del secondo bimestre 2013 sono pari a 382,6 milioni di euro, con un avanzamento degli impegni di risorse che è cresciuto costantemente negli ultimi sei anni: 2,8 milioni di euro nel 2008; 91,8 milioni nel 2009; 268,6 milioni nel 2010; 300,5 milioni nel 2012. L’obiettivo di spesa annuale per il 2013 risultava così già superato alla fine di maggio, con la realizzazione di un surplus di oltre 4,8 milioni di euro. Dati che confermano il primo posto della regione nella capacità di utilizzo dei fondi europei (sia Por Fesr che Por Fse), certificato dal Rapporto annuale del dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica, pubblicato dal Ministero dello Sviluppo economico, che pone l’EmiliaRomagna in testa alla classifica delle Regioni italiane, comprese le Regioni a Statuto speciale e le due Province autonome di Trento e Bolzano. Sono cinque gli assi in cui è stato declinato il programma realizzato in questi ultimi sette anni, uno per ogni ambito di intervento. Per l’Asse I, ricerca industriale e trasferimento tecnologico, il contributo totale è stato di 114,3 milioni di euro con pagamenti certificati pari al 75%. Per lo sviluppo innovativo delle >> imprese (Asse II) il contributo totale è di 69,6 milioni di euro, con pagamenti certificati pari al 42,42%. L’Asse III è dedicato alla qualificazione energetico-ambientale e allo sviluppo sostenibile, per i quali il contributo è stato di 79,5 milioni, con il 37,54% di pagamenti certificati. L’Asse IV riguarda invece la valorizzazione e la qualificazione del patrimonio ambientale e culturale; qui i contributi ammontano a 69,6 milioni, con pagamenti certificati pari al 68,95%. Infine l’assistenza tecnica, per garantire la realizzazione del Programma, è il tema dell’Asse V: a queste attività sono rivolti 13,9 milioni di euro, tutti certificati. Per la Regione, che già nelle precedenti rilevazioni figurava nelle prime posizioni, a livello nazionale, per capacità di utilizzo dei fondi Ue, questi dati sono un ulteriore biglietto da visita per Roma e Bruxelles, che in questi mesi si stanno confrontando sulla nuova programmazione dei fondi. L’Emilia-Romagna è pronta a rivendicare un ruolo ancora più attivo nella definizione delle priorità d’intervento e dei meccanismi di gestione, a partire dalle nuove regole comunitarie che impongono concentrazione delle risorse su un numero limitato di priorità e stringenti meccanismi di valutazione dell’impatto reale delle misure su occupazione e crescita. POR PER FARE Costruiamo insieme il programma 2014-2020 Finanza per lo sviluppo el percorso di ripensamento dei meccanismi di funzionamento delle politiche pubbliche, la finanza gioca un ruolo propulsivo di importanza cruciale. Muovendo da questo presupposto, la Regione Emilia-Romagna ha organizzato l’incontro “Finanza per lo sviluppo”, che si è tenuto il 16 luglio a Bologna quale ulteriore tappa di “POR PER FARE”, il percorso di consultazione con la comunità regionale sulla nuova programmazione dei fondi Fesr 2014-2020. Punto di partenza, il tema del credito alle imprese, un problema sempre più pressante anche in Emilia-Romagna a causa della scarsa patrimonializzazione delle aziende, da un lato, e dei vincoli di Basilea a cui sono sottoposte le banche stesse, dall’altro. Da qui l’esigenza di elaborare una riflessione, con tutti gli stakeholder, sulle opportunità offerte dalla nuova programmazione dei fondi europei, per promuovere la crescita del sistema economico e produttivo, partendo dall’andamento e dalle prospettive degli investimenti e del credito a livello regionale e nazionale e allargando l’orizzonte al ruolo dei consorzi fidi e delle aggregazioni tra banche e imprese, con l’obiettivo di mettere in campo modalità, anche innovative e in linea con le best practice comunitarie, di gestione e suddivisione del rischio. N Una questione a cui la dimensione regionale non può dare risposte risolutive e di sistema, pur potendo operare per allargare la platea delle imprese che investono se assistite da garanzia, ma anche per favorire le imprese nella fase iniziale del loro sviluppo, quando l’accesso al credito è più difficoltoso. Puntando con forza su strumenti – sostegno allo start up e allo sviluppo delle imprese, fondi rotativi di finanza agevolata, ecc – già testati con successo durante la programmazione 2007-2013. Un ruolo decisivo, in questo senso, lo avranno i nuovi indirizzi Ue, dalle nuove regole sul cumulo tra strumenti finanziari e politica degli aiuti, a una standardizzazione dei linguaggi con cui si “scrivono” i fondi, con procedure affini a quelle che regoleranno i nuovi fondi strutturali. Infine, il tema della semplificazione, con la Commissione impegnata a definire una vera e propria “cassetta degli attrezzi” a cui attingere per individuare modalità comuni, e innovative, sotto il profilo della condivisione dei rischi e della definizione di nuovi sistemi di garanzia. Diversi gli spunti di discussione proposti, coordinati da giornalisti di Radio 24, dalle garanzie richieste alle imprese – e agli stessi istituti bancari – alle principali problematiche che le pmi incontrano nell’accesso al credito, fino alle possibili strategie per risolvere il paradosso tassi-crisi e al ruolo virtuoso dei fondi europei come stimolo agli investimenti produttivi. Partecipa al forum su ioPartecipo+ (http://partecipazione.regione.emilia-romagna.it/iopartecipo/programma-operativo-regionale-fesr-20142020/finanza-per-lo-sviluppo/forum), organizzato in collaborazione con Radio 24, e contribuisci alla consultazione pubblica Dopo l’incontro di apertura del 15 maggio, il percorso di ascolto e confronto con la comunità regionale sulla nuova programmazione dei fondi comunitari Fesr e Fse è proseguito il 24 giugno e il 4 luglio, con due incontri sul tema Ricerca e Innovazione – Smart Specialisation Strategy e con il convegno dedicato alla finanza per lo sviluppo, il 16 luglio. Prossimi appuntamenti dedicati alla green economy (17 settembre) e valorizzazione del territorio (3 ottobre), che si accompagneranno all’attivazione di ulteriori “piazze” di discussione sulla piattaforma ioPartecipo+. In ottobre è previsto l’evento conclusivo del percorso, preliminare alla stesura definitiva dei nuovi Programmi operativi da sottoporre, entro l’anno, al vaglio della Commissione europea. Info e calendario aggiornato degli incontri sul sito Por Fesr: http://fesr.regione.emilia-romagna.it/pagine/2014-2020/por_per_fare 11 PRIMO PIANO “Molte delle questioni che pone l’Europa – ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – fanno già parte integrante delle nostre politiche: dalla strategia Europa 20-20, scritta nel Piano energetico, all’impegno su ricerca, innovazione, cluster tecnologici, recepito dal nuovo Programma attività produttive. E, nonostante la capacità di utilizzo delle risorse comunitarie certificata dal Mise, fondata sull’integrazione delle politiche regionali e sull’efficienza della macchina amministrativa, resta anche in Emilia-Romagna l’urgenza di trovare soluzioni convincenti e di breve periodo a quelle che sono le priorità delle priorità, cioè il lavoro e la finanza per l’impresa”. Con l’obiettivo – dopo un 2012 segnato dalla recessione e dalle conseguenze devastanti del sisma – di agganciare la ripresa già nel 2013, proprio partendo dall’impatto concreto dei fondi strutturali sullo sviluppo e la crescita della comunità regionale. In questo quadro si inserisce il percorso partecipato POR PER FARE, intrapreso dalla Regione, un progetto di ascolto e confronto con imprese, enti, ricercatori, associazioni di categoria sulla programmazione dei prossimi sette anni, inaugurato con l’evento del 15 maggio “Obiettivo crescita e occupazione. L’EmiliaRomagna verso la programmazione 12 2014-2020”, seguito da altri appuntamenti – in programma fino a ottobre – di volta in volta dedicati a differenti tematiche strategiche per il futuro del territorio, per dare a tutti gli stakeholder la possibilità di contribuirne attivamente alla definizione dei nuovi Programmi operativi. Ricerca e innovazione, finanza e sviluppo, green economy e sostenibilità, qualità e valorizzazione del territorio: questi i temi chiave del confronto sulle strategie per la migliore attuazione dei Fondi, per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva in Emilia-Romagna. Obiettivo degli incontri è mettere a fuoco, con l’ausilio di approfondimenti scientifici e con i contributi di docenti, esperti e rappresentanti istituzionali, i vari aspetti in gioco e consentire quindi all’intera comunità regionale di confrontarsi e partecipare attivamente ai principali temi di discussione. Ma il percorso di ascolto non è fatto solo di incontri. Il lato più innovativo dell’iniziativa è quello on line e consiste nell’attivazione – sulla piattaforma regionale ioPartecipo+ del portale ER Partecipazione – di diverse piazze virtuali di discussione sui temi cruciali della futura programmazione. Iscrivendosi e aderendo alle discussioni in rete, l’utente ha l’opportunità di contribuire offrendo le proprie valutazioni e collaborando attivamente alla definizione della strategia regionale. Ad esempio, facendo proposte su come dovrebbero essere investiti i fondi europei per occupazione e crescita, oppure indicando quali priorità dovrebbero guidare gli interventi per l’innovazione. Con questa filosofia, è stata dapprima aperta una piazza dedicata a “Ricerca, innovazione, Smart specialisation strategy”, rivolta ad associazioni, aziende ed enti, con otto gruppi di discussione e oltre 100 partecipanti, che resterà operativa fino al 31 ottobre. Ha accolto invece più di 150 partecipanti l’incontro pubblico preliminare all’apertura della seconda “piazza” di POR PER FARE, “Finanza per lo sviluppo” (vedi box, N.d.R), inaugurata il 7 agosto da un post a cura della giornalista di Radio 24 Valeria De Rosa, dedicato al tema delle garanzie, prendendo spunto da alcune esperienze significative, come quella del fondatore della Diesel, Renzo Rosso, che si è messo in gioco in prima persona per consentire l’accesso al credito agevolato ai suoi fornitori, e quella di Gucci, già protagonista di un esperimento simile. Il forum su questi temi, arricchito di ulteriori post, resterà attivo fino al 15 ottobre 2013. Completano la piattaforma di consultazione sondaggi, documenti e news aggiornate sul percorso che sta portando – a livello regionale, nazionale ed europeo – alla definizione del nuovo Programma >> L’EVENTO A Casa Ferrari (Modena) il Comitato di Sorveglianza Programmazione 2007-2013, risultati e prospettive C on oltre 207 milioni di euro di spesa certificata al 31 maggio 2013, l’Emilia-Romagna si è confermata, tra le Regioni e Province autonome italiane, la prima per capacità di utilizzo dei fondi comunitari Por Fesr. Questo uno degli indicatori più significativi dell’efficacia dell’attuale fase di programmazione 20072013 dei fondi Fesr, presentato a Modena alla fine di giugno in occasione del semestrale Comitato di Sorveglianza ospitato presso Casa Ferrari, la struttura dedicata al grande pilota e costruttore modenese inaugurata l’anno scorso proprio grazie al cofinanziamento europeo. Tra i risultati più importanti dei primi sei mesi del 2013, esposti dall’Autorità di Gestione del Programma, un posto di primo piano va alle misure per il “dopo-sisma”. A cominciare dal bando per il sostegno alla localizzazione delle imprese che, nelle tre diverse “call” – l’ultima delle quali chiusa a febbraio – ha finanziato 919 progetti per un totale di investimenti di 23 milioni di euro, di cui 10,9 in quota Fesr, mentre la misura per l’allestimento di aree pubbliche per la delocalizzazione anche temporanea delle attività produttive ha finanziato 19 aree al 100% della spesa, per un totale di 1,3 milioni di euro. Quindi il bando per il sostegno agli investimenti nell’area del cratere – 1.200 domande presentate tra febbraio e maggio e investimenti attivabili per 390 milioni di euro – e una nuova manifestazione d’interesse per gli enti locali destinata al sostegno di progetti di promozione e valorizzazione dei territori colpiti (servizi a pag. 21, NdR). “Questi dati – sottolinea l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – evidenziano la voglia delle imprese di mettersi in gioco, anche nelle aree già impegnate nella difficile fase della ricostruzione. Questo ci impone di lavorare per un’alleanza del buonsenso, della responsabilità, della legalità e della giustizia. Dopo settembre, quando saranno approvati i regolamenti per la nuova Programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, l’Europa dovrà ripartire più unita per assicurare prosperità, sostegno alle imprese e al lavoro”. A tali misure, attivate in seguito all’integrazione di risorse del Por Fesr decisa dopo i gravi eventi sismici di maggio 2012, si affiancano i risultati sulla programmazione “ordinaria”. Sul fronte ricerca e innovazione, il 2013 ha visto un’accelerazione importante nell’accreditamento di nuovi laboratori nell’ambito della Rete alta tecnologia – complessivamente 89, tra accreditati e direttamente finanziati dal Programma – nonché dei contratti firmati tra gli stessi laboratori della Rete e le imprese, che hanno superato a giugno la soglia dei 100 milioni di euro. Proseguita anche l’azione di sostegno alle start up, con un nuovo bando per il sostegno all’avvio di nuove imprese innovative – chiuso al 31 dicembre 2012, che ha finanziato 35 progetti, per 3 milioni di euro concessi a fronte di 5,2 milioni di investimenti – e tramite l’ulteriore potenziamento di EmiliaRomagnaStartUp, la rete che riunisce tutti i soggetti che, in Emilia-Romagna, sostengono la creazione d’impresa innovativa. Un nuovo bando per il sostegno alle start up innovative è previsto a settembre (servizi a pag. 14, NdR). Quindi l’energia: si è chiusa ad aprile, con 59 progetti finanziati e investimenti attesi per 13,8 milioni di euro, la prima call per aderire al nuovo fondo di finanza agevo- lata per il finanziamento della green economy. Tra i benefici ambientali attesi dai progetti – la maggior parte dei quali concentrati sul miglioramento dell’efficienza energetica e sullo sviluppo di fonti di energia rinnovabile – il risparmio annuo di 6.600 tonnellate equivalenti di petrolio e di ben 21.200 tonnellate di CO2. Già aperta, fino a esaurimento risorse, la nuova call per le imprese (servizi a pag. 19, NdR). Anche sul capitolo “valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale” la prima parte del 2013 ha visto la conclusione di nuovi importanti progetti (servizi a pag. 18, NdR), tra i quali il nuovo Ecomuseo della Civiltà palustre – nell’ambito del progetto per la Valorizzazione di percorsi e stazioni strategiche del Parco del Delta del Po – che è stato inaugurato il 12 maggio scorso alla presenza di oltre mille persone e di rappresentanti di Regione ed Enti locali (a.z) 13 di Giovanna Chiarini PRIMO PIANO Punto di forza, l’innovatività e l’originalità delle proposte. Resta l’ostacolo dei business plan Start up, i risultati dei bandi regionali n efficace strumento per le realtà in possesso di validi progetti imprenditoriali. Ma anche la prova del nove che ha fatto emergere la fragilità di numerosi progetti ancora immaturi dal punto di vista del business plan, probabilmente l’ostacolo più importante in fase di start up. Si può riassumere così la valutazione dei risultati ottenuti dai bandi di sostegno allo start up d’impresa attivati nell’ambito del Por Fesr 2007-2013, oggetto di un’indagine dei Servizi di valutazione indipendente del Programma (Nomisma, Ecoter e Sign Network). U Più efficaci le misure molto “selettive”. Meglio la manifattura dell’Ict, da potenziare il supporto informativo L’indagine si è concentrata sull’efficacia di tre bandi, portati a termine negli scorsi tre anni, rispetto agli obiettivi della programmazione europea. Due di questi riguardavano il “Sostegno allo start-up di nuove imprese innovative” (Asse I) e si rivolgevano a iniziative imprenditoriali basate sulla valorizzazione economica dei risultati della ricerca e lo sviluppo di prodotti e servizi basati su nuove tecnologie; il primo si è chiuso il 22 giugno 2010 con 26 progetti finanziati per 2 milioni e 81mila euro di contributi concessi, il secondo il 31 dicembre 2012 con 35 progetti finanziati per circa 2 milioni e 980mila euro concessi. L’altro bando riguardava il “Sostegno a progetti e servizi per la creazione di reti di imprese, per l’innovazione tecnologica e organizzativa nelle pmi” (Asse II) rivolto a nuove imprese anche innovative e volto a favorire nuova occupazione imprenditoriale di giovani e donne, chiuso il 31 dicembre 2011 con 120 progetti finanziati e la concessione di 10 milioni e 825mila euro di contributi. FOCUS Per il bando Por Fesr “innovazione-reti” stanziati altri 15 milioni. Al via il 2 settembre il nuovo bando Por Fesr per le start up innovative Innovazione, start up e reti d’imprese D alle risorse per i progetti innovativi delle imprese ai finanziamenti per le start up, dagli interventi per la competitività alle iniziative specifiche per le aree del sisma. Queste alcune delle misure per il rilancio dell’economia regionale presentate dalla Regione Emilia-Romagna il 22 agosto scorso. Tra gli interventi più importanti spicca lo scorrimento della graduatoria del bando Por Fesr “innovazione-reti”, pubblicato nel 2012 e che aveva visto ben 1.264 domande da parte delle imprese. Alle 399 domande già finanziate con circa 29 milioni di euro, si aggiungono così ulteriori 192 domande ammesse e agevolate, per 14,9 milioni di euro, portando a oltre 44 milioni di euro il totale del contributo concesso. “Si è trattato di una scelta precisa – ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli – quella cioè di sostenere le imprese che hanno scelto di mettersi in gioco 14 e di continuare a innovare e produrre in questo territorio, puntando sull’innovazione e sul capitale umano”. Della misura – che dovrebbe portare, secondo le stime, alla creazione di alcune centinaia di posti di lavoro – beneficerà l’intero territorio regionale, con una distribuzione dei progetti agevolati su tutte le province dell’Emilia-Romagna. Sono invece 38, nell’ambito dello stesso bando, le imprese agevolate nell’area del “cratere”, per 2,96 milioni di euro di contributi. “Il sistema regionale – ha sottolineato ancora Muzzarelli – sta cercando di reggere l’urto delle difficoltà e la Regione Emilia-Romagna vuole continuare a sostenere quelle imprese serie che credono nel valore del lavoro, proprio con misure come queste. Il tema della piccola e media impresa, tessuto profondo dell’economia regionale, continuerà a essere al centro delle nostre strategie”. In coerenza con questi obiettivi, è stato inoltre approvato il nuovo bando “Sostegno allo startup di nuove imprese innovative 2013”, anch’esso finanziato da risorse Por Fesr. Destinato a imprese innovative costituite dopo il 1° gennaio 2011, può finanziare progetti per un valore minimo di 75mila fino a un valore massimo di 100mila euro. Il bando – aperto fino al 31 gennaio 2014 – si rivolge alle start up che basano la propria attività sullo sfruttamento di un brevetto, hanno stipulato accordi di collaborazione scientifica con la rete Alta tecnologia e/o nella cui compagine societaria figurano enti di ricerca, investitori istituzionali (venture capital) o partner industriali; o, ancora, sono state selezionate nell’ambito di altre iniziative regionali di sostegno all’autoimprenditorialità innovativa (Spinner, ecc). Criteri analoghi, dunque, a quelli previsti dal precedente bando 2012, che si era concluso con l’assegnazione di circa 3 milioni di euro a 35 start up emiliano-romagnole (a.z) Dall’indagine emerge che i progetti di start up sostenuti hanno effettivamente contribuito al sistema regionale della ricerca e dell’innovazione. Tuttavia, le imprese escluse evidenziavano forti deficit di qualità progettuale specialmente in termini di innovatività, e il business plan è spesso risultato carente nell’identificazione dei mercati di riferimento e nella credibilità degli sviluppi, debolezza che ha riguardato anche diversi progetti approvati, che hanno necessitato di successivi aggiustamenti. Le due tipologie di bando inoltre hanno avuto esiti differenti. Ad esempio è limitato il numero dei progetti ammessi a contributo per i bandi dell’Asse I. Una garanzia di efficacia e di selezione di progetti di buona qualità, ma anche un campanello d’allarme che, secondo l’indagine, deve indurre a creare maggiori momenti di informazione e diffusione per facilitare l’avvicinamento del settore produttivo alle opportunità offerte dal sistema regionale. Significativa risulta la partecipazione del settore manifatturiero che, rispecchiando la buona strutturazione esistente a livello territoriale, ha presentato progetti di elevata qualità. Nonostante la vocazione del settore allo sviluppo dell’innovazione attraverso l’Ict, margini di miglioramento sono invece auspicati per le imprese di servizi di informazione e comunicazione, per le quali è esiguo il numero di progetti approvati rispetto alle proposte presentate. Al contrario, il bando Asse II ha suscitato interesse in una popolazione molto ampia, portando al finanziamento di un elevato numero di progetti. Positiva anche la forte presenza giovanile e femminile tra i beneficiari, mentre la modalità a sportello, con pubblicazione mensile dell’elenco di imprese ammesse, ha dato ai partecipanti il tempo di formulare, migliorare e adeguare il proprio business plan. Per il futuro, l’indagine propone però requisiti più stringenti, tra i criteri di ammissibilità, per la valutazione dell’innovatività del progetto. Da sottolineare invece per la sua efficacia – e dunque da replicare – la messa a punto da parte della Regione di un set completo di strumenti di supporto, tra cui assistenza, applicazioni informatiche, manuali e linee guida, per favorire la stesura di progetti davvero focalizzati sugli obiettivi di qualità richiesti dagli standard europei PRIMO PIANO di Augusto Zanotti I risultati delle misure per il dopo-sisma dopo la “riprogrammazione” del Por Fesr Ripartire più forti, grazie all’Europa li eventi sismici di maggio 2012 hanno portato a un aggiustamento delle strategie di intervento del Por Fesr in Emilia-Romagna. Le principali novità del 2013 nell’attuazione del programma riguardano infatti progetti nelle aree colpite dal terremoto, con l’obiettivo di mantenere il livello di competitività del territorio attraverso una serie di interventi anticipati con risorse proprie. Due i livelli d’azione intrapresi: da un lato fronteggiare l’emergenza stimolando la ripresa economica e la riappropriazione del territorio urbano da parte della popolazione (Asse IV), dall’altro il sostegno agli investimenti produttivi delle imprese garantendo competitività e innovazione (Asse II). In primo luogo le risorse sono state destinate all’allestimento di 19 aree per l’insediamento delle attività economiche nei comuni terremotati delle province di Bologna (Crevalcore), Ferrara (Cento, Bondeno), Reggio Emilia (Reggiolo), Modena (Concordia, Novi, Finale, Carpi, San Prospero, San Possidonio) per un investimento complessivo di 1,3 milioni di euro. L’obiettivo è restituire alle comunità colpite spazi di vita, non solo economica, ma anche sociale e culturale. Allo scopo di sostenere la localizzazione delle imprese nelle aree colpite sono state lanciate tre diverse call per l’assegnazione di contributi fino all’80% delle spese. Sono 919 le domande delle imprese ammesse al finanziamento, con un contributo concesso di 10,9 milioni di euro. A questo si aggiunge una serie di azioni di promozione del patrimonio ambientale e culturale nell’area interessata, con G Localizzazione delle imprese, 919 progetti finanziati. Oltre 1.200 domande per investimenti Maurizio Melucci assessore regionale al Turismo e Commercio al centro, azienda del comparto biomedicale 16 una manifestazione d’interesse – pubblicata tra maggio e giugno 2013 – finalizzata alla definizione e all’individuazione dei progetti da finanziare. Sul fronte del sostegno agli investimenti produttivi, le imprese hanno potuto beneficiare di un apposito bando che si è chiuso alla fine di maggio: obiettivo della misura, che dispone di un plafond di 15 milioni di euro, è la riqualificazione e l’espansione della capacità produttiva delle piccole e medie imprese, incentivando gli investimenti e i processi di innovazione tecnologica e organizzativa, sostenendo così la ripresa e lo sviluppo del tessuto produttivo. Sono state 1.209 le domande perve- nute per un totale di investimenti previsti di 388,9 milioni e la richiesta complessiva di 133,7 milioni di euro di contributi. Il 39% delle domande riguardano investimenti in innovazione e ammodernamento tecnologico dei prodotti o processi produttivi, il 28% ampliamenti della capacità produttiva, il 20% nuove localizzazioni produttive e il 13% la riqualificazione degli spazi dedicati alla produzione o alla commercializzazione. Infine risorse del Por Fesr per la ripresa e lo sviluppo delle aree colpite dal sisma sono destinate alla creazione di tecnopoli per la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico. Due le ipotesi di utilizzo su cui si sta lavorando. >> La prima riguarda la creazione di un laboratorio a supporto delle principali attività industriali dell’area interessata, in particolare per il settore biomedicale, nel contesto del tecnopolo di Modena. La seconda, un’estensione dei programmi di ricerca dei laboratori che operano nel settore delle costruzioni, materiali edili e tecnologie del costruire e dell’abitare, finalizzata allo sviluppo di ricerche mirate per il miglioramento sismico IL PUNTO Melucci: “Raggiunto l’obiettivo di sostenere le imprese e, allo stesso tempo, mantenere l’identità di queste comunità” Taglio del nastro per “Concordia Nuova” rande festa a Concordia sulla Secchia per l’inaugurazione, sabato 6 luglio, dell’area commerciale “Concordia Nuova”. Situata nell’ex Parco Fiera, l’area è stata realizzata grazie alla misura Por Fesr per l’allestimento di aree, anche temporanee, destinate alla localizzazione produttiva delle imprese (Asse IV, Attività IV.3.2). Realizzata in un’area di 5.600 metri quadrati – dove hanno trovato spazio negozi ed esercenti del centro storico – l’area “Concordia Nuova” è situata fra via Martiri della Libertà e via Pederzoli. Qui si sono insediate quelle attività economiche e commerciali che, su libera iniziativa degli stessi commercianti, sono state oggetto di delocalizzazione temporanea per l’impossibilità di proseguire l’attività nelle tradizionali sedi, inagibili a causa del sisma. L’obiettivo perseguito è quello di concentrare le attività e dare loro un’identità e quella sinergia tipica dei rapporti commerciali del centro storico. Proprio per questo la progettazione ha previsto la realizzazione di corsie pedonali pavimentate e una piazzetta per favorire il passeggio e gli scambi commerciali. Inaugurata alla presenza di centinaia di concordiesi, l’area ha visto da subito protagonisti i commercianti che hanno messo a disposizione offerte speciali, punti di ristoro e degustazione, e ogni altra iniziativa utile per sottolineare la “ripartenza”. Ad intervenire al taglio del nastro dell’area commerciale sono stati il presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Palma Costi, l’assessore alle Politiche per l’economia locale della Provincia di Modena, Daniela Sirotti Mattioli, l’assessore agli Interventi economici del Comune di Concordia, Susanna Golinelli, e il primo cittadino, Carlo Marchini. “Tutte queste imprese – ha sottolineato la presidente Costi, presente a Concordia anche per l’inaugurazione, avvenuta nella stessa giornata, della nuova sede dell’azienda biomedicale Tecnoline – capaci in nemmeno dodici mesi di riprendere appieno l’attività in strutture addirittura migliori di quelle precedenti, il tutto senza praticamente interrompere mai la produzione, sono la G dimostrazione più chiara della forza, del coraggio e della volontà di ricominciare degli emiliani”. La realizzazione dell’area Concordia Nuova è stata interamente finanziata con fondi Fesr e della Regione Emilia-Romagna, per un investimento complessivo pari a 380mila euro. Dopo la nuova area commerciale è stato il turno, dell’inaugurazione del nuovo municipio, collocato nell’area posta di fronte alle nuove scuole e progettato con soluzioni tecnologicamente avanzate dal punto di vista sia degli standard antisismici sia dei criteri energetici. Sono diverse le aree temporanee realizzate o in corso di realizzazione nel Modenese, il territorio più duramente colpito dagli eventi sismici di maggio 2012. Accanto alle aree “pubbliche”, finanziate dal Programma Fesr – oltre a Concordia, San Possidonio, Novi di Modena, Finale Emilia – spiccano le “localizzazioni collettive temporanee private”. A cominciare dal centro “Il Borgo della Mirandola”, aperto già alla fine del 2012 con 30 imprese localizzate tra attività commerciali e di ristorazione, servizi, uffici. Sempre a Mirandola, “Il Centro in Galleria”, anch’esso inaugurato nel 2012. Quindi San Felice sul Panaro (con “Ricommerciamo”) e Cavezzo, altre città simbolo, allo stesso tempo, della devastazione del sisma, prima, e della voglia di un’intera comunità di ricominciare, partendo dalla rivitalizzazione delle attività commerciali del centro storico oramai inagibile. Proprio a Cavezzo è stata di recente inaugurata l’area “Cavezzo 5.9”, un progetto nato dalla determinazione di 12 imprese unite in consorzio e che ospita, attualmente, una ventina di attività commerciali. Presente al taglio del nastro, l’assessore regionale al Turismo e Commercio Maurizio Melucci, che ha ricordato i risultati importanti ottenuti con la parallela misura per il sostegno alla localizzazione produttiva delle imprese e, più in generale, “per aver raggiunto l’obiettivo che era quello di non creare città fantasma, ma di mantenere l’identità delle comunità in attesa di ripristinare i centri storici” (a.z) 17 PRIMO PIANO IL FOCUS Ecco alcuni progetti realizzati grazie ai finanziamenti europei Dalla Motor Valley al Parco del Delta per un turismo sostenibile e di qualità ccanto ai primi risultati delle misure per il dopo-sisma, attivate sull’Asse IV del Programma Fesr all’indomani del sisma – e poi integrate con la misura Asse II per il sostegno agli investimenti – la prima parte del 2013 ha visto un nuovo impulso anche sul fronte della “normale” programmazione. Crescono, di conseguenza, i progetti di valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale finanziati dal Programma Fesr e già conclusi – in toto o per singoli stralci – e pienamente fruibili alla fine di giugno 2013. Fiore all’occhiello dei risultati della programmazione regionale in questo ambito – che vede 38 macro-progetti finanziati, per oltre 40 milioni di euro di risorse investite – è la realizzazione del Museo Casa Natale Enzo Ferrari, inaugurato a Modena nel marzo del 2012. Costruita intorno alla casa (anch’essa accuratamente restaurata) dove nel 1898 nacque il padre della Ferrari, la nuova galleria espositiva è un edificio futuristico e tecnologicamente all’avanguardia di 5mila metri quadrati, pensato per raccontare la storia, la passione e i luoghi che hanno creato il mito di un’auto conosciuta e sognata in tutto il mondo, ma anche per raccontare la vocazione motoristica del territorio. Il museo è stato realizzato con un investimento di 2,23 milioni di euro, di cui un milione finanziato dal Por. Sono stati portati a termine a primavera A 18 2012 anche gli interventi di valorizzazione della Delizia Estense di Mesola, nel Ferrarese. In tutto 1,45 milioni di euro, di cui oltre un milione da risorse Por. Il progetto ha permesso di realizzare tre ambienti nell’ambito del sistema museale ed espositivo del Castello, con un centro di educazione ambientale dedicato al Boscone della Mesola e al territorio, compresi Sacca e porto di Goro, e l’allestimento del Museo del Cervo, mentre il Castello è stato restaurato e riportato al suo splendore originario. Diversi anche gli interventi in Romagna, a partire dal progetto nel Parco regionale della Vena del Gesso, contraddistinto dalla dorsale di solfato di calcio che affiora per una ventina di chilometri tra le province di Bologna e Ravenna, caratterizzandone il paesaggio e influenzandone il clima. Casola Valsenio, Riolo Terme e Brisighella sono i comuni interessati da progetti del valore di 1,9 milioni di euro, di cui 1,3 finanziati dal Por, programmati per far conoscere e valorizzare la ricchezza naturale e storica di questi luoghi. Nel corso del 2012 sono stati inaugurati il centro servizi per la fruizione del parco e del centro storico di Riolo Terme, il nuovo parco Pertini, il percorso naturalistico del circuito Corolla delle ginestre e il nuovo centro didattico sulle specie vegetali al Giardino delle Erbe a Casola. Passi avanti sono stati compiuti anche tra la pineta di Classe e le saline di Cervia, dove la realizzazione di percorsi naturalistico-ambientali rafforzano l’attrattività delle stazioni ravennati del Parco del Delta del Po, potenziandone lo sviluppo turistico sostenibile e di alta qualità cultuale e ambientale. Il nuovo centro visite Idrovora della Bevanella è attivo da marzo 2012, e sono stati ultimati gli approdi per canoisti e il percorso ciclopedonale “Antiche linee di costa, antichi porti e torri di guardia”. A Cervia è pronto anche il percorso che collega le saline al mare, oggetto di un intervento di riqualificazione nell’ambito del progetto “Cervia città del sale”, che prevede il ripristino dei percorsi storici tra le saline, la zona dei Magazzini del Sale e della Torre San Michele, nel cuore del centro storico di Cervia e nel perimetro del Parco del delta del Po, e il Porto Canale di Cervia fino allo sbocco a mare. Ma il risultato più recente è stata l’inaugurazione, lo scorso maggio, dell’Ecomuseo della Civiltà palustre a Bagnacavallo (Ravenna) che raccoglie oltre 2.500 manufatti conservati negli anni dall’associazione Civiltà delle erbe palustri, con percorsi interattivi e multimediali sulle lavorazioni palustri, e l’etnoparco Villanova delle capanne che accoglie ricostruzioni del tradizionale capanno romagnolo, per secoli utilizzato come dispensa, laboratorio, ricovero attrezzi (g.c) PRIMO PIANO di Maria Baldini Durante la prima call presentati 59 progetti, per investimenti che sfiorano i 14 milioni Fondo energia, riaprono i termini en 59 progetti presentati dalle imprese, che attiveranno investimenti per quasi 14 milioni di euro e consentiranno di risparmiare oltre 6.600 tonnellate equivalenti di petrolio, evitando l’emissione in atmosfera di circa 21.200 tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Questi alcuni numeri del Fondo rotativo di finanza agevolata per la green economy, i cui termini sono riaperti dallo scorso 8 luglio. Finanziati con 5,5 milioni di euro di risorse pubbliche provenienti dal Programma Fesr – più ulteriori 8,2 milioni erogati dagli istituti di credito – i progetti presentati, dall’importo medio pari a 233mila euro, hanno riguardato in particolare le misure per il miglioramento dell’efficienza energetica delle imprese, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e la creazione di beni e servizi destinati a tali finalità. Un solo progetto ha riguardato la creazione di reti condivise per la produzione e/o l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, mentre per la tipologia relativa allo sviluppo di reti intelligenti non è pervenuto alcun progetto. Preponderanti, in assoluto, gli investimenti per la realizzazione di impianti fotovoltaici – pari a circa il 25% del totale – e per l’efficientamento energetico dell’impresa (circa un progetto su cinque). I territori che hanno espresso il maggior numero di progetti sono, nell’ordine, la provincia di Bologna (17), Ravenna (12) e Reggio Emilia (10). “La quantità e la qualità dei progetti presentati – osserva l’assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli – sottolinea la voglia delle imprese di investire, mettendosi in gioco anche in questa difficilissima fase economica. Da anni la Regione Emilia-Romagna ha individuato nella green economy la chiave di volta per una crescita intelligente, B sostenibile, inclusiva. In questo senso, il ‘fondo energia’ rappresenta un importante banco di prova sia per la capacità delle politiche pubbliche di dare risposte, con strumenti finanziari innovativi, al problema del credito per le imprese, sia per le imprese stesse, che stanno dimostrando la propria capacità di guardare oltre la crisi e di investire sul futuro”. Un risultato importante anche per il soggetto gestore del fondo, la ATI formata dai maggiori consorzi fidi regionali, Unifidi e Fidindustria: “Il successo ottenuto dalla prima fase di apertura dei termini – sottolinea Nicola Gobbi, responsabile area Mercato di Unifidi Emilia-Romagna – è il risultato dell’impegno corale da parte dei Consorzi e della Regione Emilia-Romagna, per vincere una comune scommessa: investire sul futuro delle pmi emiliano-romagnole offrendo risposte, innovative ed efficaci, al problema della stretta creditizia”. Finanziato dal Programma Fesr con 9,5 milioni di euro a valere sull’Asse III (“Qualificazione energeticoambientale e sviluppo sostenibile), il fondo dispone di un plafond iniziale di risorse pari a 24 milioni di euro e concede finanziamenti agevolati con provvista mista, della durata massima di 4 anni, nella misura minima di 75mila euro e nella misura massima di 300mila euro per progetto. Il 40% del totale del finanziamento è a valere su risorse Por Fesr, il restante 60% su risorse di provvista privata, messe a disposizione dagli istituti di credito. Il risultato, un tasso effettivo praticato alle imprese di poco superiore – ai valori attuali di Euribor – ai 3 punti percentuali. Possono fare ricorso al “fondo energia” le piccole e medie imprese operanti – in base alla classificazione delle attività economiche ATECO 2007 – nei settori dell’industria, dell’artigianato e dei servizi alla persona aventi localizzazione produttiva in Emilia-Romagna. Informazioni e modulistica per le domande di finanziamento sul sito www.fondoenergia.eu La misura attiva fino al 29 novembre, dispone di un plafond iniziale pari a 24 milioni, di cui 9,5 dal Por Fesr Gian Carlo Muzzarelli (Attività produttive) “La quantità e la qualità dei progetti presentati sottolinea la voglia delle imprese di investire anche in questa difficilissima fase economica, cogliendo le opportunità della green economy, chiave di volta per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” 19 TERREMOTO di Natascia Ronchetti Palmieri di San Prospero, Bgb di Carpi e Gibiesse di Mirabello: nuovi stabilimenti Di nuovo in piedi, le imprese ripartono San Prospero, in provincia di Modena, per il Salumificio Palmieri, oltre cento anni alle spalle, la paura si è definitivamente dissolta in uno scintillante giorno di festa, quello dell’inaugurazione del nuovo stabilimento, 25mila metri quadrati, dei quali 13mila coperti. Una nuova fabbrica - al posto del perimetro pericolante rimasto in piedi tra le macerie, dopo oltre un anno dal terremoto che ha piegato l’Emilia – che per questa storica stirpe imprenditoriale del modenese è come un monumento all’orgoglio, alla voglia di ricominciare, alla volontà di buttarsi alle spalle la devastazione e il senso immanente della fine che ogni sisma disastroso porta con sé. “Per prima cosa pensi ai tuoi famigliari, ai tuoi dipendenti. E quando sai che sono tutti vivi arriva il sollievo ma poi, subito, ti confronti con il vuoto della perdita della speranza”, dice il presidente Massimo Palmieri. Percorsi uguali. Come uguali sono stati tempra e coraggio. Il Salumificio Palmieri è una delle tante aziende – la stragrande maggioranza, quasi il 100% - che sono riuscite a ripartire dopo il terremoto dello scorso maggio. In questo caso con un investimento da 12 milioni. Grossa sfida per una impresa che prima delle scosse fatturava 20 milioni di euro e 15 se li è portati via il sisma: il conto dei danni. Ma ha saputo vincere dubbi e timori grazie alla propria storia – è stata fondata agli inizi del Novecento -, alle fondamenta robuste, alla solidità finanziaria, alla solidarietà dei tanti – “Quella degli altri imprenditori, quella delle istituzioni, a partire dalla Regione, e poi quella delle maestranze – prosegue Palmieri – per poi A Storie così si rincorrono in Emilia tra la Bassa modenese ed il Ferrarese 20 trovare una sponda anche negli istituti di credito”. “Il piano finanziario per riprendere l’attività – spiega il direttore generale Paolo Arcangeli – si è basato sulla solidità dell’azienda prima del terremoto”. Adesso lo storico Palmieri ha ricominciato a produrre e ha grandi progetti. Seimila tonnellate all’anno di insaccati e aceto balsamico, l’incremento delle esportazioni, oggi al 10%, un piano di assunzioni, per sostenere il programma di rilancio. Ora i dipendenti sono 55 ma venti stagionali saranno a breve assunti a tempo pieno. “E, secondo i nostri piani, a regime arriveremo a 70 addetti”, aggiunge Arcangeli. Di storie così l’Emilia del dopo terremoto è davvero piena. Si rincorrono tra la Bassa modenese – una delle aree più colpite – e il Ferrarese. Tra San Felice sul Panaro e Mirabello. Tra industrie e divisioni di multinazionali, tra piccole e medie imprese, aziende artigiane. Tra il distretto biomedicale di Mirandola, uno dei più importanti d’Europa, e quello della maglieria e dell’abbigliamento di Carpi. A San Felice sul Panaro la Bgp, settore metalmeccanico, dopo aver visto spazzare via tutta la sua storia - il capannone crollato, i macchinari sepolti - ha riaperto con uno stabilimento nuovo di zecca, proprio nel 40esimo anniversario della sua nascita. “Mai per un attimo – racconta Giampaolo Palazzi, uno dei soci – abbiamo pensato di mollare”. Si sono rimboccati le macchine, come tanti hanno allestito tensostrutture per non interrompere la produzione. E poi trasferito lì le macchine, lavorato senza sosta, mai un attimo di pausa. La stessa determinazione ha guidato Michele Gamberini, il patron della Gibiesse di Mirabello, serramenti in pvc. Quando il terremoto gli rase al suolo il capannone (1,5 milioni di danni), pensò che la sua vita fosse stata azzerata. Ha ricostruito, senza mai interrompere l’attività. Persino quando tutto sembrava remare contro, e lui, per non arrendersi, aveva affisso un cartello: “Siamo aperti”. Ha resistito, tenacemente. Ha declinato le offerte che gli sono arrivate dalla Svizzera, dal Canton Ticino, dall’Austria: tutti pronti a offrirgli condizioni allettanti, a partire da una fiscalità vantaggiosa, per delocalizzare. Ma lui ha puntato i piedi. “Abbiamo reagito”, dice. I soldi dell’assicurazione se ne sono andati nella prima fase della ricostruzione, lui ha ipotecato il nuovo capannone per ottenere un mutuo, attende la cosiddetta cambiale Errani, il risarcimento a fondo perduto dei danni subiti, e allora costruirà anche gli uffici, che adesso mancano. Sempre a Mirabello, il luogo dove vuole stare. Vicende come quella della Gibiesse, della Bgp, del Salumificio Palmieri, raccontano solo alcune delle tante rinascite di una regione colpita da quello che è stato definito il primo terremoto industriale. Un sisma che ha, sì, distrutto case, scuole, danneggiato ospedali, palazzi municipali, palestre. Ma che aveva anche messo in ginocchio un’area tra le più industrializzate del Paese, ad altissima densità produttiva, capace di generare una ricchezza che sfiora i 20 miliardi, di esportare per 12. Nei soli 33 comuni del cratere operano quasi 48mila unità produttive, si arriva a 66mila se si prendono in considerazione anche le aziende collocate nei 57 comuni interessati dal terremoto. Tutte imprese le cui vite si intrecciano saldamente e indissolubilmente con le IL FOCUS Dalla Regione nuovi bandi per ricerca e investimenti Le misure per sostenere la ripresa T erremoto, la Regione continua a sostenere la ripresa. Tra le misure emerge in primo luogo l’invito a presentare manifestazione di interesse per la creazione di un tecnopolo nelle aree del sisma, a Mirandola (Mo). Le domande debbono essere presentate entro il 15 ottobre 2013 da parte dei soggetti che intendano svolgere attività di ricerca anche col supporto di altri soggetti sostenitori o finanziatori. Il cofinanziamento regionale è concesso nella misura massima del 90% delle spese ammissibili, e le risorse a disposizione sono pari a 4 milioni di euro. È stata varata la concessione e liquidazione di contributi per la rimozione di carenze strutturali finalizzate alla prosecuzione dell’attività produttiva (bando Inail prima finestra): 114 le concessioni e liquidazioni per 4,1 milioni di euro di contributi. In corso di definizione una seconda finestra del bando. Nuova ordinanza commissariale per la rimozione carenze strutturali e miglioramento sismico, con apertura dei termini dal 10 settembre 2013, con procedura a sportello. È vite dei loro capostipiti, degli imprenditori che le hanno create, delle famiglie e dei dipendenti che li hanno seguiti e sostenuti. Aziende che spesso, per i territori in cui sono insediate, per le popolazioni che li abitano, costituiscono punti di riferimento. Storici, geografici. Di identità, soprattutto. Certo, ancora c’è molto da fare di fronte alle conseguenze di un terremoto che al solo sistema produttivo ha provocato danni per oltre 5 miliardi. Un nodo si è sciolto con l’azzeramento del patto di stabilità per i Comuni interessati dal sisma. Provvedimento arrivato grazie all’intesa tra Governo e Regione. Riguarderà tutto il 2013 e permette alle amministrazioni locali di iniettare risorse nel territorio per la ricostruzione, sblocca i pagamenti alle aziende che eseguono i lavori. Grazie anche all’allentamento dei vincoli a favore delle Province interessate i Comuni del cratere potranno dispor- stata emessa, infine, una nuova ordinanza, la n. 97/2013, sui criteri e le modalità per l’accesso a finanziamenti agevolati per il pagamento di tributi, contributi previdenziali e assistenziali, premi per l’assicurazione obbligatoria per i danneggiati economici. In ambito agricolo sono disponibili 30 milioni di euro per sostenere l’ammodernamento delle aziende nei territori colpiti dal sisma (scadenza bando il 15 ottobre). Le domande dovranno essere presentate alle Province di competenza. L’ammontare del contributo, in conto capitale, varia dal 30% al 45% della spesa ammessa a seconda della tipologia dell’investimento e del richiedente, imprenditore ordinario o azienda con giovane titolare. In caso di investimenti nel settore energetico da fonti rinnovabili il contributo è pari al 40% per l’utilizzo di biomasse vegetali e al 20% per impianti fotovoltaici. Avranno priorità le aziende rette da giovani imprenditori e quelle che presentano progetti di investimento con creazione di posti di lavoro re ora di una capacità di spesa di 50 milioni di euro. “Una sostanziale boccata d’ossigeno alle zone colpite”, dice Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione. “Per il secondo anno consecutivo – prosegue siamo riusciti ad evitare il rischio che i vincoli del patto di stabilità nazionale potessero pesare sulle comunità impegnate nell’attività di ricostruzione”. I 50 milioni si sommeranno a una potenzialità di spesa di ulteriori 9 milioni, grazie ad un allentamento straordinario dei vincoli alla finanza locale disposti dalla Regione nelle scorse settimane. Cosa che consente ora ai Comuni terremotati di utilizzare anche le risorse provenienti dalle donazioni di privati. A beneficiare dell’azzeramento saranno le amministrazioni locali delle provincie di Bologna (quasi 17 milioni di euro), Ferrara (7,6 milioni), Modena (circa 13,4) e Reggio Emilia (più di 12,3 milioni) 21 SCENARI L’Emilia-Romagna, con 150 casi e 600 aziende coinvolte, è tra le regioni più attive di Elena Turrini Crescono le reti di impresa ultima nata in EmiliaRomagna ruota attorno al Grana Padano e va ad ingrossare le fila delle reti di impresa, arrivate a circa 150 in regione per un totale di 600 imprese coinvolte, secondo dati raccolti da Assoretipmi. “I dati sono approssimativi, si riferiscono alle ultime statistiche InfoCamere ma il mondo delle reti di impresa è in continua evoluzione – spiega il presidente dell’associazione Eugenio Ferrari – ad oggi si contano circa 770 reti a livello nazionale per un totale di 4000 mila imprese coinvolte”. L’Emilia-Romagna è tra le regioni più attive nella nascita di reti di impresa assieme a Lombardia e Toscana. Sono soprattutto le piccole e medie imprese ad aggregarsi, perchè così facendo assumono la massa critica necessaria per essere più forti sia sul L’ Tra gli esempi più recenti, la rete tra i produttori piacentini di Grana Padano mercato interno che sui mercati internazionali. La conquista di nuovi spazi esteri è l’obiettivo che ha spinto i produttori piacentini di Grana Padano a creare una rete, sostenuta da Coldiretti Piacenza. Negli ultimi anni l’export del Grana Padano è passato da poco più di 350mila forme a 1.330.000 e Piacenza, unica provincia emilianoromagnola a produrlo, fa la parte del leone con l’11% della produzione nazionale. “Con questa rete di imprese – spiega il direttore di Coldiretti Piacenza Massimo Albano – vogliamo promuovere il Grana IL PUNTO Il bando regionale rivolto ai progetti internazionali delle Pmi In rete per andare oltreconfine C hiude il 27 settembre il bando della Regione Emilia-Romagna (attività 4.2 del Programma regionale attività produttive 2012-2015) per sostenere progetti di internazionalizzazione delle reti formate da piccole e medie imprese. Ogni rete può presentare un solo progetto, focalizzato su un unico Paese di destinazione delle azioni di promozione o su paesi appartenenti ad aree economiche fortemente integrate tra loro dal punto di vista commerciale e produttivo. 22 Ogni impresa può partecipare a un solo progetto. L’agevolazione prevista nel bando consiste in un contributo fino ad una misura massima corrispondente al 50% della spesa ammissibile. Saranno esclusi i progetti con spesa ritenuta ammissibile dalla Regione inferiore a cinquanta mila euro. Il contributo concedibile non potrà, in ogni caso, superare l’importo di 150 mila euro per progetto, e di 50 mila per ogni singola impresa partecipante. Padano piacentino sui mercati internazionali per migliorarne la diffusione e soprattutto per valorizzare il territorio”. La rete si costituirà a breve, il progetto è stato presentato a fine luglio: sarà “uno strumento flessibile che consentirà anche ai piccoli caseifici della nostra provincia di uscire dai confini locali e dai meccanismi che spesso portano ad avere prezzi non remunerativi. Inoltre – aggiunge Albano – attraverso questo prodotto certificato, si intende combattere il fenomeno della contraffazione smascherando i tanti falsi grana che ci sono sui mercati”. Dall’agroalimentare alla meccanica, altro settore d’eccellenza regionale nel quale fioriscono le reti di impresa. Prima dell’estate a Bologna è stata presentata Autebo (Automation Technologies Bologna), rete della subfornitura meccanica e meccatronica nata dall’aggregazione di undici aziende, sette delle quali con sede nel Bolognese e operanti nella stessa filiera. La rete è decollata con il supporto di Unindustria Bologna e raggiunge complessivamente 80 dipendenti e un fatturato di 13 milioni di euro. Ai clienti offre il vantaggio di avere un unico interlocutore per la subfornitura unendo flessibilità e competenza. “Le reti di impresa cambiano il concetto di filiera - spiega Ferrari - nei distretti esistono filiere ‘lunghe’: ogni impresa lavora per conto suo e la realizzazione del prodotto finito deve aspettare i tempi dei vari passaggi. Nella rete questi passaggi sono accelerati, per questo si parla di filiera corta: le aziende sono concentrate sullo stesso progetto, hanno un piano comune per l’ottenimento dello stesso risultato”. Ciò non significa per le imprese che aderiscono alla rete perdere la propria autonomia. “Niente impedisce a un’impresa di entrare in una rete, perchè ognuna continua a mantenere il suo core business ma compartecipa assieme a un progetto che integra le singole competenze”. Questo equilibrio tra individualità e collaborazione si mantiene se ogni impresa della rete rispetta doveri e diritti: gli aderenti devono sottoscrivere un contratto di rete, come quello di Autebo, nel quale si impegnano a far crescere, sia individualmente che insieme, la competitività della rete. Il contratto contiene un codice etico e di condotta che regola diritti e doveri che ogni società della rete assume nei confronti degli interlocutori con cui interagisce. Dal 2009, quando è nata la normativa sulle reti, il contratto ha subito revisioni e implementazioni, segno che questa forma imprenditoriale è ancora tutta da regolare. Nel giugno scorso è stato raggiunto un importante traguardo: l’Agenzia delle entrate ha riconosciuto alla rete la soggettività giuridica e tributaria, quindi la partita iva. Una norma molto attesa, perchè consente alla rete di avere più credibilità sui mercati come soggetto unico. Altri passi avanti si stanno compiendo nella formazione: Assoretipmi, in collaborazione con la fondazione universitaria Marco Biagi di Modena, ha ideato il corso di formazione per manager di rete in modalità e-learning, formazione a distanza per agevolare i destinatari del corso, imprenditori e liberi professionisti Sotto, Alberto Nicolini coordinatore di Terre Mosse I PROGETTI A Natale la prima confezione di prodotti distribuita con il marchio Terre Mosse 40 aziende unite per ricominciare D al terremoto di maggio 2012 sono nate nuove strategie imprenditoriali nei territori colpiti, dove le aziende hanno dovuto ripensare la propria organizzazione e assetto produttivo per far fronte all’enorme difficoltà. Vivere assieme lo stesso dramma ha avvicinato le aziende, creando uno spirito di collaborazione che ha dato vita, tra l’altro, alla rete di impresa Terre Mosse. Nata nell’ottobre del 2012, a sei mesi dal sisma che ha distrutto decine di capannoni, Terre Mosse conta una quarantina di aziende nell’area colpita, appartenenti ai più svariati settori, dalla meccanica all’agroalimentare, dalle energie alternative all’abbigliamento e di varie dimensioni, dalle micro imprese ad aziende con 300 dipendenti. L’unica condizione richiesta da Terre Mosse, spiega il coordinatore Alberto Nicolini che è anche presidente di Radio Pico, una delle aziende della rete è “aver subito un danno significativo dal terremoto”. La rete nasce, infatti, con un obiettivo ben preciso: “L’idea è stata fin da subito quella di realizzare un marchio che identifica il valore delle aziende le quali, nonostante i danni subiti dal terremoto, sono riuscite a rimanere sul mercato”. È la storia di tutte le imprese che fanno parte di Terre Mosse. È la storia, ad esempio, della Menù di Medolla, una delle aziende più grandi del territorio (oltre 200 dipendenti) e specializzata in pro- dotti alimentari per la ristorazione: la mattina del 29 maggio 2012 il terremoto ha squarciato lo stabilimento, dopo tre mesi il titolare Rodolfo Barbieri aveva già ricostruito un primo capannone. “Anche noi abbiamo subito danni ingenti dal terremoto - spiega Nicolini - la sede di Radio Pico era nel palazzo più alto di Mirandola, il direzione La Torre. La mattina del 29 maggio è successo di tutto, si aprivano crepe nelle pareti, gli scaffali crollavano. Abbiamo continuato a lavorare, prima sotto un gazebo poi per sei mesi nei container e poi siamo riusciti a rientrare nel palazzo”. Tutte le aziende di Terre Mosse hanno vissuto esperienze simili e hanno deciso di unirsi in una rete, ‘anomala’ rispetto alle altre perchè comprende aziende di diversi settori. Il primo progetto realizzato riguarda una confezione di prodotti a marchio Terre Mosse che verrà distribuita nel periodo natalizio. Contiene prodotti delle aziende della rete, dai salumi di Mec Palmieri di San Prospero alla farina del Molino Ariani di San Felice, dai braccialetti dell’azienda di accessori Astarte al cd dei Rio, gruppo musicale ‘amico’ di Radio Pico che ha inciso il singolo ‘Insieme’ dedicato alla rete di impresa. “La confezione Terre Mosse verrà distribuita attraverso i canali aziendali, come regalo natalizio, e in alcuni supermercati della grande distribuzione” spiega Nicolini 23 SCENARI di Giuseppe Sangiorgi A Cesena è nata un’aggregazione tra aziende guidata da giovani La meccanica artigiana si mette in rete dee chiare ed obiettivi determinati per la rete di imprese Co.N.Eng, costituita a Cesena da tre aziende del settore meccanica: Meccanica 2000, Mancini MecService e Meccanica di precisione cesenate (Mpc) di cui sono titolari Alex Mancini, Mario Picone e Loris Siboni, Stefano Soldati. Uomini di azienda che sono punti di forza del Gruppo giovani imprenditori Confartigianato (Alex Mancini è il presidente) che hanno deciso di ottimizzare investimenti e forniture, per puntare con decisione su nuovi mercati esteri. Meccanica 2000, costituita nel 1995, ha sede di proprietà a Torre del Moro ed è specializzata nella realizzazione di prototipi, piccole e medie serie di particolari di precisione in materiali ferrosi, acciai inox, titanio, alluminio e materie plastiche. Mancini Mec Service opera nella tornitura, foratura, fresatura e alesatura a controllo numerico è un esempio felice di ricambio generazionale con l' inserimento aziendale di Alex e Marcello, figli del fondatore Stefano. Mpc, Meccanica di precisione cesenate, è specializzata nelle lavorazioni meccaniche di precisione. “Grazie a questa rete – evidenzia Alex Mancini – potremo acquisire maggiori commesse visto che le nostre lavorazioni si integreranno e potranno dare risposte a un’ampia gamma di richieste. In questo modo diventiamo più competitivi e si aprono opportunità più marcate. Il nostro progetto – prosegue Soldati – nasce dalla volontà di realtà con esperienza ventennale che vogliono affrontare nuove sfide consapevoli che la vera opportunità nel mercato attuale, sempre più esigente, possa I Gli obiettivi, ottimizzare gli investimenti e puntare ai mercati esteri Gli imprenditori della nuova rete e al centro il presidente camerale Zambianchi 24 essere l’unione del know how e delle eccellenze aziendali. Gli obiettivi sono quelli di ottenere visibilità e ottimizzare lotti di produzione per mercati esteri e nazionali potenziando la forza lavoro con l’unione strutturale delle aziende in rete”. Una mèta di destinazione precisa per Co.N.Eg è la Germania. “Il nostro obiettivo è conquistare il mercato tedesco e ci muoveremo nelle prossime fiere specializzate teutoniche. Partiamo – precisa Alex Mancini – da una base di qualità dei prodotti alta, e sfrutteremo un nostro punto di forza quale è la flessibilità”. Altro elemento vincente per Mario Picone è “la specializzazione nella realizzazione di prototipi, piccole e medie serie di particolari di precisione, tornitura, foratura e fresatura, controllo numerico e lavorazioni meccaniche di precisione”. Le tre aziende neo costituite in rete, in controcorrente, si stanno espandendo, sia sul piano degli investimenti sia su quello del lavoro. “Il personale ha un’età media sui trent’anni e ammonta in totale a 50 unità – aggiunge Loris Siboni – a breve assumeremo altri addetti”. A far partire questa esperienza innovativa di rete di imprese è stato il contributo decisivo della Camera di commercio di Forlì-Cesena. “Nella nostra provincia sono nate 26 reti d’impresa. La Camera assicura contributi per queste operazioni, convinta che in un territorio come il nostro, col 93,7% di piccole e medie impre- se, sia la strada del futuro – sottolinea il presidente Alberto Zambianchi – La rete di impresa aiuta a essere più credibili con le banche e consente di ottenere sgravi fiscali. È uno strumento che favorisce l’innovazione e la competitività, una maggiore efficienza organizzativa, e permette di aumentare il numero delle imprese che puntano all’estero”. La cooperazione tra imprese in forma aggregata viene considerata dall’Ente Camerale la chiave strategica per superare il deficit competitivo legato ad assetti dimensionali e strutturali ridotti, tipici dell’imprenditorialità del territorio. La Camera di commercio di Forlì-Cesena sta portando avanti un percorso di accompagnamento alla costruzione di reti d’impresa nell’ambito del progetto di Unioncamere regionale con il supporto scientifico di Universitas Mercatorum e grazie alla collaborazione con le Associazioni di categoria. Per la rete Co.N.Eng, Confartigianato è partner sul territorio. “Confartigianato – rimarca il segretario Stefano Bernacci – sostiene le imprese per affrontare il cambiamento e renderle competitive. Le reti d’impresa sono uno strumento in cui si coniugano innovazione, creatività, gioco di squadra, requisiti ideali anche per vincere la sfida della internazionalizzazione, e presidiare il difficile mercato interno. Esperienze di avanguardia delle imprese eccellenti che fungono da battistrada” SCENARI di Gabriele Ferrari Arianna aggrega 8 aziende attive nella ricostruzione. Deste punta su giovani e hi-tech Esempi virtuosi di rete in terra estense n filo di Arianna per trovare il bandolo della ricostruzione e ripartire. Un filo che unisce a Ferrara ben otto piccole imprese associate a Unindustria, attive tutte nel settore delle costruzioni. Una rete d’impresa nata, dopo il sisma del maggio 2012, attorno all’esperienza di un’altra rete d’impresa – Deste – che ‘si limitava’ ad aggregarne tre. Esperienze importanti con un obiettivo tutt’altro che modesto: far fronte alla crisi del settore più colpito dalla recessione e dare risposte sul fronte, appunto, della ricostruzione post sisma. “La nostra associazione – spiega il presidente di Unindustria Riccardo Fava – è in prima linea nel promuovere le reti d’impresa. Si tratta, infatti, di uno strumento che, garantendo la loro indipendenza, ben interpreta lo spirito con cui sono nate le nostre piccole imprese, consentendo loro di superare però alcuni dei limiti dimensionali che ne frenano le potenzialità. È, così, una delle strade che può consentire a tante aziende di agganciare innovazione e internazionalizzazione, due delle strade da cui passerà inevitabilmente la ripresa”. Secondo l’Ufficio studi della Camera di commercio a novembre 2012 nel territorio di Ferrara i casi erano complessivamente solo 8 reti con 23 imprese, ma la realtà è in rapido mutamento. Una delle prime reti decollate – alla fine di aprile 2012, proprio alla vigilia del sisma – è Deste, formata dalle società Tubi Costruzioni, Echosid Ingegneria e Impianti e Delta Engineering Services. Il fatto che la ricetta funzioni non è una speranza, ma una U Con il contratto di rete imprese autonome collaborano per operare su nuovi segmenti di mercato Le imprenditrici di Arianna e in alto, il coordinatore di Deste, Paolo Panizza Le due reti d’impresa sono nate grazie alla collaborazione di Unindustria Ferrara nell’ambito del progetto di Unioncamere regionale con il supporto scientifico di Universitas Mercatorum 26 certezza testimoniata dai fatti, addirittura da nuove assunzioni, davvero rare in questo settore e di questi tempi. Nel gennaio scorso, infatti, Deste ha assunto cinque neolaureati, messi ad affiancare l’organico delle imprese già esistenti per sviluppare progetti di ricerca in chiave sostenibile, contribuendo al cammino di sviluppo imprenditoriale e innovativo della rete, in cui le giovani generazioni hanno un ruolo decisivo. I giovani laureati con meno di 30 anni impiegati da Deste sono infatti dieci (in maggioranza donne), in un’organizzazione complessiva di circa 40 persone tra impiegati e soci collaboratori attiva nella gestione delle risorse e nello sviluppo di tecnologie innovative. A caratterizzare il modo di operare di Deste è lo scouting di tecnologie specifiche nel campo della gestione delle acque e dell’energia rinnovabile, ma anche lo sviluppo di prototi- pi attraverso l’accesso ai Bandi di finanziamento regionali, la formazione sul project management e l’investimento su figure di business manager per risultati commerciali tangibili sul breve periodo. Due le linee di ricerca strategiche. Una, Deste Panel, punta allo sviluppo di componenti edili sostenibili, con caratteristiche di isolamento termoacustico e l’alloggiamento di strati tecnologici con diverse geometrie, come celle fotovoltaiche di ultima generazione. Il sistema permetterebbe, nel caso di utilizzo di celle fotovoltaiche, un aumento di efficienza delle stesse stimata del 15-20% rispetto ai sistemi tradizionali. Il secondo progetto mira allo sviluppo di tecnologie nel campo della depurazione dei reflui acquosi da scarichi civili e ospedalieri che possono contenere microinquinanti emergenti. Tra le tecnologie disponibili per poter rimuovere in maniera selettiva tali sostanze vi sono i bio reattori a membrana, sistemi che utilizzano membrane speciali che selettivamente rimuovono le molecole complesse, che nei sistemi di depurazione tradizionali rimarrebbero nel corpo idrico. Deste ha iniziato l’attività di ricerca abbinando l’esperienza pratica impiantistica di Echosid - che ha già realizzato un impianto con questa tecnologia alla sperimentazione di membrane e materiali per membrane che ottimizzano il processo di rimozione. Tra le tecnologie innovative proposte da Deste c’è anche Biocat+. Sviluppata in Inghilterra, è rivolta agli impianti di biogas e permette di aumentare l’efficienza di produzione del biogas da processi di digestione anaerobica, stabilizzando al contempo la produzione di digestato e limitando la formazione di odori sgradevoli. Tra le problematiche da affrontare oggi ci sono ovviamente tutte quelle relative alla ricostruzione post-terremoto nell’ambito delle quali Deste è impegnata nella ricerca di soluzioni tecnologiche di sicurezza sismica, affiancante a quelle di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale. Ma proprio qui, e grazie anche all’esperienza di Deste, è nata Arianna, rete che coinvolge otto piccole imprese ferraresi, tutte diversamente operanti nel settore dell’edilizia: quattro sono imprese edili vere e proprie, due sono studi di ingegneria, una si occupa di impiantistica e una di consulenza aziendale e assistenza nella gestione delle pratiche e della rendicontazione. Il contratto è stato firmato in febbraio di fronte al notaio e l’aggregazione, il cui iter costitutivo è stato seguito proprio da Unindustria Ferrara, è pronta a mettersi all’opera e fornire appoggio in tutti i passaggi necessari per rimettere in piedi case, imprese, Enti. Ma vediamo meglio nel dettaglio le imprese che hanno aderito a questa aggregazione, tre delle quali erano già in Deste. Archliving è una società di ingegneria e architettura per l’edilizia residenziale, commerciale e industriale. Lo studio di progettazione è specializzato in innovazione energetica e tecnologica in campo edilizio e punta in particolare sulle abitazioni ecologiche ed ecocompatibili. Delta Engineering Services è una società di ingegneria e consulenza strategica di Gaibanella, dove ha sede anche Tubi Costruzioni, azienda fondata negli anni Trenta che realizza costruzioni edili civili, stradali, industriali, depurazioni e trattamento acque in genere, costruzioni idrauliche e fognarie. Echosid Ingegneria e impianti progetta, costruisce e installa apparecchiature industriali, energetiche ed ecologiche, opere civili e stradali, in particolare per il trattamento, la distribuzione e il collettamento delle acque e per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Storica azienda del territorio, Esse costruzioni si è sviluppata negli anni Cinquanta e oggi tratta sia costruzioni civili e industriali di nuova realizzazione, sia recupero, ristrutturazione e manutenzione dell’esistente. Si occupa inoltre della realizzazione e del montaggio di impianti industriali. Altra impresa che ha scelto di mettersi in rete è la Nuova Costruzioni Generali, che opera nelle costruzioni a 360 gradi e nella ristrutturazione edile di edifici civili, residenziali e industriali. Si concentra invece sulle attività di consulenza aziendale la Phorma Mentis, che ha sede a Cento e fornisce servizi relativi alle opportunità di finanziamento pubblico per aziende, assistenza alla gestione delle pratiche e della rendicontazione, assistenza tecnica per la partecipazione a progetti europei per enti pubblici e aziende private. Fondata di recente, la Scai di Voghiera è attiva nell’ambito dei lavori stradali, movimento terra, opere in cemento armato e della realizzazione di urbanizzazioni primarie e secondarie. Fornisce quindi opere di costruzione, manutenzione, ristrutturazione di immobili civili, industriali e commerciali, ma si occupa anche di rifiuti non pericolosi, servizi, sgombero neve, forniture di materiali inerti. La rete sarà disponibile per i seguenti servizi: sopralluoghi e studi di fattibilità, preventivi e progetti integrati, recupero e messa in sicurezza, gestione delle pratiche di rimborso, rispetto dei principi di sostenibilità ambientale e utilizzo di energie rinnovabili. Verrà garantita così l’esecuzione dei lavori dall’inizio alla fine, offrendo anche una maggiore sicurezza ai clienti. Tutto questo è possibile grazie alla nuova forza proveniente dall’aggregazione. “Il vantaggio di un’aggregazione di rete – spiega Paolo Panizza che, dopo aver svolto l’apposito corso di alta specializzazione in questo ambito, ha assunto il ruolo di manager di rete per entrambe queste realtà – è duplice: da un lato le imprese restano autonome, continuando a lavorare ognuna per il proprio mercato, dall’altro collaborano per operare su un ulteriore segmento di mercato che da sole non avrebbero mai raggiunto” 27 RICERCA di Natascia Ronchetti Raggiunta e superata la quota di 100 milioni di euro di contratti con le imprese La Rete Alta Tecnologia viaggia a gonfie vele e richieste sono arrivate anche da aziende di altre regioni. Conferma non solo della voglia di ricerca delle imprese, che nonostante la crisi continuano a investire in innovazione, ma anche della reputazione nazionale di cui gode la Rete ad Alta tecnologia dell’Emilia-Romagna, quell’insieme di laboratori e centri, riuniti attorno ai 10 Tecnopoli, da Piacenza a Rimini, in cui il mondo accademico e il mondo della ricerca dialogano e si confrontano con il mondo produttivo. La Rete oggi viaggia a gonfie vele. Tanto da aver raggiunto e superato la quota di 100 milioni di euro di contratti con le imprese per progetti di ricerca e trasferimento tecnologico. “Adesso il nostro obiettivo è quello di rafforzare ulteriormente la rete – spiega l’assessore regionale alle Attività produttive, L Sono 1302 i contratti di ricerca, 136 i prototipi, 6 le innovazioni brevettate Giancarlo Muzzarelli – per dare valore aggiunto alle aziende. Questa è solo la prima tappa di un lungo percorso, i tecnopoli per noi sono il riferimento strategico per garantire il passaggio delle competenze e creare un circuito tra aziende, università e laboratori di ricerca che assicuri un aumento delle intelligenze”. In un Paese dove l’investimento in ricerca e innovazione non ha ancora raggiunto l’obiettivo del superamento del 2% del Pil, l’Emilia-Romagna a grandi passi si muove verso gli obiettivi fissati a Lisbona dell’Europa. Con tanto di impegno della Regione ad aumentare le risorse destinate a sostenere ricerca e innovazione nel piano strategico 20142020. Nel frattempo Aster, vale a dire la società consortile tra Regione, università, Cnr ed Enea, Unioncamere Emilia-Romagna e associazioni di categoria che coordina e promuove la Rete ad Alta tecnologia, mette insieme grandi numeri. Fino ad ora i contratti di ricerca sti- pulati con le imprese sono stati 1.302, con un importo che ha appunto raggiunto i 103mila euro. Un’attività che ha permesso di realizzare ben 136 prototipi e di brevettare 6 innovazioni, particolarmente intensa in due settori, quello della meccanica e dei materiali e quello dell’energia e dell’ambiente: il primo con un totale di 400 contratti per oltre 20 milioni di euro, il secondo con 139 contratti per un importo complessivo vicino ai 23 milioni. Sono sei infatti le piattaforme della Rete ad Alta tecnologia. A meccanica e materiali ed energia e ambiente si aggiungono quella dell’agroalimentare, quella delle costruzioni, dell’Ict e del design, delle scienze della vita. Tutte piattaforme di ricerca dislocate nei tecnopoli sulla base delle vocazioni produttive dei vari territori. Rilevante il fatto che ben il 43% delle imprese hanno stipulato il contratto con i laboratori senza finanziamenti pubblici, a testimonianza di come il sistema produttivo continui a sfidare IL FOCUS Francesco Paolo Ausiello, responsabile dei Servizi strategici della Rete ad Alta Tecnologia Bando regionale per progetti sul biogas e i rischi per il Parmigiano Reggiano 1,6 milioni per la ricerca in agricoltura S ostegno alla ricerca anche nel settore agricolo. La Regione ha stanziato, grazie a un nuovo bando, risorse per 1,6 milioni, grazie a un bando dell’assessorato regionale all’Agricoltura. I progetti di ricerca messi a punto riguardano l’uso di mais per alimentare gli impianti a biogas, in relazione al rischio, per il prodotto finale, della produzione di batteri capaci di gonfiare le forme di Parmigiano Reggiano, o alla presenza di micotossine pericolose per l’alimentazione umana. Altri importanti filoni di indagine che potranno essere finanziati riguardano tecniche agronomiche innovative che, riducendo l’utilizzo di acqua per irrigare e di azoto per concimare i campi, permettano di contenere anche, a parità di rese 28 produttive, l’impatto ambientale delle coltivazioni. O anche nuove modalità di allevamento più attente al benessere animale e alla qualità dell’alimentazione. “A scopo cautelativo la Regione ha già provveduto a vietare lo spargimento di digestato proveniente da impianti alimentati a mais nelle zone vocate alla produzione di Parmigiano Reggiano – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – tuttavia il tema è di particolare importanza e merita ulteriori approfondimenti, vista la rilevanza della produzione interessata. E’ un esempio tra i tanti di come sia sempre più importante investire nella ricerca per un’agricoltura moderna e di qualità, amica dell’ambiente” IL PROGETTO Dedicato alle Scienze della vita, rilancerà il distretto biomedicale Un Tecnopolo a Mirandola entro la fine del 2014 la crisi, in una situazione economica difficile, mantenendo alto il profilo degli investimenti sulla ricerca, considerato uno dei principali fattori di competitività sul mercato globale. Le imprese che si sono avvalse invece del contributo pubblico hanno trovato un interlocutore privilegiato proprio nella Regione. Arriva da viale Aldo Moro, infatti, il 65% della quota di finanziamento della pubblica amministrazione. Alla Rete si sono rivolte piccole, medie e grandi imprese. “L’importo medio dei contratti – spiega Francesco Paolo Ausiello, responsabile dei Servizi strategici della Rete ad Alta Tecnologia – per le grandi aziende si aggira intorno ai 70mila euro. Il 15% del fatturato è stato generato da contratti con piccole e medie imprese provenienti da altre regioni, in nove casi abbiamo superato la quota del milione di euro”. L’attività ha anche permesso di inserire nei Tecnopoli 67 ricercatori, con ricadute positive anche sul fronte el cuore delle terre terremotate, a Mirandola, dove si trova uno dei più importanti distretti biomedicali d’Europa, è in arrivo un nuovo Tecnopolo dedicato alle Scienze della vita. La sua costituzione è prevista entro il 2014. “Abbiamo già dato il via ad una serie di incontri per capire l'adesione al progetto e la partecipazione che le imprese vorranno garantire – conferma l’assessore regionale alle Attività Produttive Gian Carlo N dell’occupazione. Il bilancio di Aster permette anche di sfatare un mito. E cioè che solo le grandi aziende siano davvero attente a tenere alta la guardia sulla ricerca. Basti dire che la maggioranza delle imprese che hanno stipulato contratti, vale a dire quasi il 54% del totale, sono di piccole o medie dimensioni. Dal 2009 la crescita del fatturato non ha mai subito battute d’arresto. Ha continuato ad aumentare senza interruzioni anche negli anni più pesanti della recessione. Le province Muzzarelli - l'idea sta coinvolgendo numerose aziende e gli imprenditori sono entusiasti”. ll progetto si inserisce nell’ambito della ricostruzione complessiva delle zone colpite dal sisma. Il nuovo Tecnopolo è candidato a diventare, per chi opera con le multinazionali o per le stesse multinazionali presenti nel distretto, un motivo in più per puntare sul cluster modenese. Già individuate anche le aree più idonee alla realizzazione della regione che generano la quota maggiore di fatturato sono quelle di Bologna (quasi il 26%) e quelle di Modena (22,7%), seguite da Parma e Reggio Emilia. Veri e propri centri per l’innovazione e trasferimento tecnologico, i laboratori della Rete dell’Emilia Romagna oggi occupano circa 1600 ricercatori. Dal 2010 sul ponte di comando della Rete sono salite anche le imprese, entrate a fare parte dei comitati di coordinamento delle sei piattaforme tematiche. In tutto sono 37 le aziende coinvolte. Tra queste grandi nomi del sistema produttivo regionale, nei vari settori, dalle costruzioni all’alimentare per arrivare al farmaceutico. Barilla, Parmalat, Conserve Italia. Ma anche Unieco, Sacmi, Marazzi Group, Technogym, Ima. Dalla ceramica alla meccanica, dall’agroalimentare alle grandi opere infrastrutturali. Risorsa fondamentale per lo sviluppo delle imprese emiliano romagnole, i tecnopoli riflettono le caratteristiche e le tradizioni produttive dei vari territori della regione. Così a Bologna, nel Tecnopolo che ha sede nel quartiere generale del Cnr, troviamo oltre alla meccanica e ai materiali la piattaforma dedicata ad energia e ambiente, mentre in quello realizzato nella ex Manifattura Tabacchi alle costruzioni si affiancano anche le scienze della vita, l’Ict e il design 29 A fianco: l’assessore Giancarlo Muzzarelli illustra i risultati della Rete di Giuseppe Sangiorgi EVENTI Successo per il ciclo d’incontri ‘Imprenditore 2.0’ dedicato ai casi d’eccellenza del territorio Sette tappe per scoprire gli imprenditori del futuro a fatto tappa in sette città dell’Emilia Romagna il ciclo di incontri “Imprenditore 2.0 – Le Grandi Intuizioni Imprenditoriali”, iniziativa che il quotidiano Il Resto del Carlino, Confcommercio, UniCredit e lbm hanno organizzato con l’obiettivo di identificare nel tessuto produttivo locale quei tratti di innovazione necessari al rilancio dell’economia dei territori. Un tributo all’eccellenza dell’imprenditoria locale, ma anche un momento di confronto, realizzato attraverso tavole rotonde a tema che hanno coinvolto i principali attori dell’economia delle province emilianoromagnole: dalle istituzioni alle aziende di rilievo, dalle banche alle associazioni di categoria. Momenti di incontro e di scambio di percezioni e di idee, di riflessione sulle principali tematiche in cui i protagonisti sono stati quegli imprenditori del Made in Italy capaci di reagire con creatività alle difficoltà causate dall’attuale congiuntura economica: a ogni tappa è stata così identificata un’azienda che si è distinta per capacità di innovare grazie a fantasia e a precise competenze tecnologiche. A H Un’iniziativa organizzata da Il Resto del Carlino, Confcommercio, UniCredit e Ibm 30 questi “capitani coraggiosi” è stato assegnato il premio “Imprenditore 2.0 - Dal borgo al mondo”. C’è chi, a Imola, ha inventato la batteria del futuro, al litio e ultraleggera, e chi, a Modena, ha virato tutto sul design, creando una audio station per iPod e iPhone costruita con i pezzi più affascinanti e sinuosi dei bolidi della “motor valley”. A Faenza è stata ideata una stampante 3d multifunzionale. Ancora, il camping accessibile e a basso impatto ambientale nel ferrarese; i servizi dedicati alla distribuzione ad alto valore aggiunto e a basso costo nel reggiano; i software ravennati per sviluppare il commercio elettronico e quelli bolognesi dedicati al settore moda e capaci di integrare vendite on-line e processi off-line. Le sette aziende premiate sono significativo esempi di quella creatività che, insieme con le nuove tecnologie, può essere la chiave giusta per riavviare l’economia regionale. Così la cooperativa Cheapservice di Reggio Emilia, che si occupa di servizi di gestione per centri commerciali ed attività commerciali, è stata scelta dalla giuria perché, con un modello innovativo di servizi alle imprese della distribuzione, presenta caratteristiche distintive e un buon potenziale di mercato. Mantica Srl di Bologna ha sviluppa- to una Suite di software dedicata alle PMI del settore moda. Ha guadagnato il premio per aver portato il commercio elettronico e l’integrazione con i processi aziendali a portata di “mouse” delle piccole imprese. Le innovative batterie al litio per automobili e in generale per i trasporti sono valse alla Elsa Solution Srl, di Imola il premio Imprenditore 2.0. La microimpresa faentina Wasproject ha visti riconosciuti i propri risultati in ricerca e sviluppo, ottenuti in collaborazione con un gruppo di studenti di design, per aver realizzato una stampante 3D multifunzionale e a basso costo. A Modena, capitale della Motor Valley, musica e motori mai sono stati più vicini come nella sound station per iPod e iPhone ideata dalla Ixoost: negli affascinanti intrecci di marmitte e pistoni, rigorosamente veri, si nasconde un sistema di amplificazione per ascoltare la musica digitale senza cuffie. La Frostlab Gate di Bagnacavallo (Ravenna) ha sviluppato un innovativo software per il commercio elettronico, EShopManager, che consente una perfetta integrazione con diverse piattaforme di on line activities. È stata l’idea di fondo che esiste la possibilità di un turismo accessibile a tutti e a basso impatto ambientale a convincere la giuria del valore dell’Holiday Village Florenz, di Lido degli Scacchi (Ferrara). “L’innovazione – sottolinea Luca Lorenzi, Deputy Regional Manager Centro Nord di UniCredit – è un tema sempre più determinante per lo sviluppo del Paese e costituisce un’opportunità su cui è necessario investire. Con prodotti dedicati e iniziative mirate ci impegniamo a dare supporto a realtà concretamente innovative, capaci di creare sviluppo e di portare oltre confine le eccellenze del Made in Italy” Quaderni&documenti IL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE DELL’EMILIA-ROMAGNA RAPPORTO 2012 L’ Il volume “Il sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna - Rapporto 2012” edito da Maggioli, inserito nella collana Emilia-Romagna Economia, è frutto del ventesimo anno di collaborazione tra l’Assessorato Regionale Agricoltura e l’Unione Regionale delle Camere di Commercio. E’ realizzato dall’Istituto di Economia Agro-alimentare dell’Università Cattolica di Piacenza, diretta dal professor Renato Pieri e dall’Osservatorio Agroindustriale della Regione, coordinato dal professor Roberto Fanfani dell’Università di Bologna. Sotto, la prima presentazione a Bologna. L’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni annata agraria 2012 si è chiusa con un aumento del 3,4% della produzione lorda vendibile (Plv), pari a un valore di 4 miliardi 450 milioni di euro, confermando, nonostante due eventi straordinari come il sisma e la siccità estiva, l’ andamento positivo in atto ormai da alcuni anni. Non altrettanto bene però è andata per i redditi aziendali che a causa dell’aumento dei costi di produzione anche nel 2012 sono stati in flessione, con una diminuzione netta del 2%. Bene l’andamento dell’export (+4%), mentre il lavoro dipendente cresce del 24%, riconducibile alla maggiore attrattività che in tempi di crisi può avere il lavoro agricolo. I lavoratori autonomi sono in calo del 10% a conferma di un generale invecchiamento dell’imprenditoria agricola. E’ quanto emerge dalla ventesima edizione del Rapporto agroalimentare, promosso da Regione e Unioncamere Emilia-Romagna, che è stato presentato in un doppio appuntamento, a Bologna e a Mirandola, scelta quest’ultima non casuale, a poco più di un anno dal sisma. Il rapporto 2012 contiene un capitolo nuovo, un’analisi del settore agroalimentare nelle aree colpite dal terremoto. I danni provocati dal sisma al settore agricolo e agroindustriale sono stati quantificati in circa 2,3 miliardi di euro, ma più che la produzione agricola hanno interessato i caseifici e i magazzini di stagionatura; le cantine e le acetaie, le strutture per la lavorazione e la conservazione dell’ortofrutta e dei cereali. Consistenti anche i danni a macchine, attrezzature e scorte. La provincia più colpita è stata quella di Modena con oltre il 91% dei danni totali. Le produzioni Il vino è ha messo a segno un aumento della Plv addirittura del 40%, un risultato questo reso possibile da una riduzione delle quantità più contenuta del previsto e da un ottimo andamento delle quotazioni. Il vino d’altra parte costituisce anche una delle voci più importanti dell’export agroalimentare dell’Emilia-Romagna con un aumento di quasi il 15%. Bene anche la frutta (+ 26% le pesche e +34% le ciliegie) e il comparto delle carni (+6,5% le bovine, +6% le avicunicole). Tra i cereali in forte crescita in particolare grano tenero e orzo (rispettivamente +39 e +36%) mentre tra le colture che più hanno risentito della siccità estiva vi sono mais (30%) , soia e girasole (entrambe con una riduzione della Plv del 40%). Negativo l’andamento del pomodoro da industria (-20,5%). Una riduzione intorno al 7,5% ha interessato il comparto lattiero – caseario. Anche in Emilia-Romagna il turismo in campagna è sempre più apprezzato. Nel 2012 infatti il numero degli agriturismi è cresciuto del 2% per un totale di 1.042 aziende, con un aumento delle presenze del 4,5%. Bene anche il biologico che tiene attestandosi su un +1,3% rispetto all’anno precedente. Il numero delle aziende bio, considerando anche quelle miste e in conversione, è di 2.759, cui vanno aggiunte 902 aziende di trasformazione per un totale di 3.661 operatori. L’andamento per provincia “Pesa” di più in termini di Plv è la provincia di Ferrara con un valore di 619 milioni di euro. Seguono ForlìCesena (617 milioni) e Modena (600 milioni). Per il comparto biologico Forlì-Cesena si conferma la provincia più “verde” per numero di operatori bio (672) e di aziende agricole bio, ben 545. Il credito agrario Nel 2012 è stato è pari a circa 5.533 milioni di euro (+0,9% rispetto al 2011) rappresenta il 12,6% del totale nazionale e il 3,1% del credito regionale totale (Italia 2,3%). Di tale credito, 1.411 milioni di euro si riferiscono alla componente di durata inferiore a 1 anno, 694 milioni di euro alla durata intermedia compresa fra 1 e 5 anni, infine, 3.427 milioni di euro a più di 5 anni; questa tipologia a lungo termine è prevalente in tutte le province, avvicinandosi al 62% (Italia 65%). I Quaderni&documenti Sintesi Rapporto 2012* (*) a cura di Stefano Boccaletti La presentazione dei dati provinciali del rapporto a Mirandola II 1. Economia mondiale e mercati agro-alimentari I segnali di miglioramento dei mercati mondiali nella seconda metà del 2012 hanno consentito una leggera ripresa della crescita complessiva fino al 3,0%-3,2% (la forbice dipende dalla diverse valutazioni di World Bank, WB, e International Monetary Fund, IMF), inferiore rispetto all’anno precedente. Nelle economie emergenti e nei paesi in via di sviluppo il tasso di crescita si attesta in media al 5,1%, mentre rimane difficile la situazione delle economie avanzate, che crescono mediamente solo dell’1,3%, e tra queste, in particolare, delle economie dell’Eurozona, che presentano addirittura un segno negativo (0,4%). Nel 2013 l’economia mondiale dovrebbe invertire la tendenza, aumentando del 3,4%- 3,5%, e proseguire, seppur lentamente, il suo rafforzamento nell’anno successivo, fino a raggiungere una crescita annua del 3,9%-4,1%. Nei paesi dell’Eurozona si prevede però una crescita praticamente nulla (tra -0,1% e 0,2%, anche se altre previsioni spaziano tra -0,9% e +0,3%)), con un ritorno chiaro al segno positivo soltanto nel 2014. Anche nel 2012 una delle principali preoccupazioni per i mercati agro-alimentari rimane la volatilità dei prezzi che hanno cominciato il loro declino dopo un sostanziale periodo di stabilità tra la fine del 2011 e l’inizio dell’estate 2012. Gli esperti di FAO e OECD indicano un rallentamento nel trend crescente della produzione agricola dal 2012 al 2021, 1,7% annuo contro il 2,6% medio calcolato sui 10 anni precedenti. Data la fissità dei principali fattori di produzione, l’aumento dell’offerta potrà avvenire essenzialmente grazie ad un aumento della produttività. 2. Le politiche comunitarie e nazionali L’economia dell’Unione Europea segna un passaggio negativo con il PIL che cala dello 0,6% nell’area Euro e dello 0,3% nell’UE-27. L’occupazione mostra nuovamente segnali negativi registrando un 0,7% nell’area Euro e un -0,4% nell’UE-27, mentre nel 2011 era aumentata anche se leggermente (+0,3%) in entrambe le aree. Il bilancio dell’UE per il periodo 2014-2020 è in forte ristrutturazione. Aumentano leggermente a oltre 450 miliardi (+1%) le spese per le politiche di coesione e per la competitività (smart and inclusive growth, secondo la nuova denominazione data dalle strategie per Europa 2020), ma al suo interno si riducono fortemente le spese per le politiche regionali e di coesione a 325 miliardi (-8,4%) e aumentano considerevolmente quelle per la competitività e il lavoro, che salgono a 125 milioni (+37%). La riduzione più consistente nella nuova proposta di bilancio dell’Unione si concentra sulle spese del capitolo per lo Sviluppo Sostenibile e le risorse naturali, ridotte a 373 miliardi (-11,3%) e che sono costituite per la stragrande maggioranza dalle spese per la PAC. Continua l’iter di revisione della PAC. Una delle principali novità riguarda la parte preponderante dei finanziamenti del primo pilastro e dell’intera PAC, i pagamenti diretti, che vengono suddivisi in due parti: la componente di base, rivolti a sostenere il reddito degli agricoltori e che prendono in considerazione anche il rispetto di alcune norme agro-ambientali (cross-compliance), e il così detto “greening”, collegata all’adozione di pratiche ambientali e che devono rappresentare almeno il 30% del totale dei pagamenti diretti. L’imposizione di un tetto ai pagamenti diretti, “cupping”, riguarda solo i pagamenti diretti di base e le proposte iniziali della Commissione ipotizzano diversi scaglioni. Lo scenario nazionale, nel 2012 è stato segnato dal dibattito sulla riforma della PAC per il periodo 2014-2020. Tre sono i temi ritenuti penalizzanti per l’Italia: la convergenza verso uno stesso Quaderni&documenti livello di aiuti fra i Paesi Europei; il greening (di cui si richiede un forte ridimensionamento e maggiore flessibilità); il principio di obbligatorietà e la definizione di agricoltore attivo, nonché i limiti al loro sostegno. Anche nel 2012 è stato concreto il rischio di disimpegno automatico e la conseguente restituzione a Bruxelles dei Fondi per lo Sviluppo Rurale assegnati per l'attuazione di interventi per aziende agricole ed aree rurali. L'Italia ha però raggiunto gli obiettivi di spesa necessari ad evitare tale disimpegno, quasi un miliardo di euro di aiuti, in particolare per le regioni del Sud. Inoltre, a seguito del terremoto del maggio 2012, sono state destinate maggiori risorse alle Regioni impegnate nella ricostruzione, in particolare all’EmiliaRomagna e, in misura minore, a Veneto e Lombardia. L’annosa questione delle quote latte ha visto l’Italia, per il terzo anno consecutivo, non incorrere nell’imputazione del prelievo supplementare. Il 2012 è stato caratterizzato da diversi provvedimenti legislativi che hanno riguardato a vari livelli il settore agricolo. Il Decreto Salva Italia (del dicembre 2011, L. 214/2011), tra i vari interventi, ha introdotto l’IMU, rifinanziato l’Agea per 40 milioni di euro, aumentato i contributi previdenziali per i lavoratori della terra e soppresso alcuni Enti. Il Decreto Semplificazione (L. 4 aprile 2012, n. 35) prevede una serie di norme per semplificare ed accelerare i provvedimenti amministrativi al fine di acquisire le informazioni relative ai beneficiari di aiuti della PAC. 3. Produzione e redditività del settore agricolo Nel 2012 i redditi agricoli dell’Unione Europea, misurati come valore aggiunto al costo dei fattori per unità di lavoro, hanno proseguito il trend positivo già evidenziato nel 2010 e nel 2011, manifestando però una crescita inferiore rispetto agli anni precedenti (+1%) (tabella 3.1). Si regi- stra un incremento dei redditi in 16 Paesi Membri e una contrazione in 11 Paesi. L’Italia, dopo una crescita notevole nel 2011 (+11,5%), si mantiene stabile con un +0,3% di variazione. L’aumento dei redditi agricoli nel 2012 è dovuto sia all’incremento dello stesso in termini reali (+0,5%), che ad una riduzione di uguale entità degli occupati in agricoltura. Nel 2012 si evidenziano risultati positivi, rispetto al 2011, anche per i consumi intermedi (+1,6%) e per la produzione agricola, aumentata in termini reali dell’1,8%, grazie soprattutto alla crescita consistente della produzione animale (+3,8%); la produzione vegetale contribuisce invece in modo meno rilevante (+0,5%). Gli incrementi in valore delle produzioni vegetali e animali sono determinati, ma con inten- sità differenti, dalla crescita dei prezzi (+6,3% e +3,9% rispettivamente) e dalla riduzione delle quantità prodotte (-5,4% e 0,2%). Anche i consumi intermedi dei mezzi impiegati in agricoltura registrano un aumento in termini reali dell’1,6%, dovuto all’andamento positivo dei prezzi (+3,2%). Nel 2012 la produzione agricola italiana si attesta a circa 50,5 miliardi di euro a prezzi base e al netto delle attività secondarie, continuando ad aumentare rispetto all’anno precedente (+1,8%), ma ad un tasso inferiore di quello fatto registrare nel 2011 (+8%). Tale incremento si deve alla forte crescita dei prezzi. Il valore aggiunto nella branca agricoltura a prezzi correnti, con 26,4 miliardi nel 2012, aumenta dello 0,8% rispetto al 2011, mentre a prezzi Tabella 3.1 - Redditi agricoli nell’UE nel 2012/2011 Paesi Reddito pro capite (%) 2011/10 2012/11 Belgio -22,5 30,0 Danimarca 20,1 5,2 Germania 14,7 12,1 Grecia -5,3 -2,0 Spagna -0,4 2,4 Francia -2,7 4,2 Irlanda 30,1 -10,1 Italia 11,5 0,3 Lussemburgo 25,2 3,7 Olanda -8,2 14,9 Austria 12,1 -10,2 Portogallo -10,7 9,3 Finlandia -9,6 3,3 Svezia 2,1 3,1 Regno Unito 4,0 -6,6 Repubblica Ceca 23,4 -1,4 Polonia 14,2 -0,3 Estonia 19,4 9,1 Lituania 4,2 13,6 Lettonia 12,3 8,8 Slovacchia 25,3 -5,3 Ungheria 41,8 -15,7 Slovenia 7,0 -15,1 Malta -21,2 -9,0 Cipro 1,4 1,7 Romania 43,7 -16,4 Bulgaria 23,2 8,7 UE-27 6,5 1,0 Fonte: Eurostat, "Economic Accounts for Agriculture" (dati aggiornati per il 2012 al 12/12/2012) e "Newsrelease" n.179 del 12/12/2012. concatenati subisce una flessione del 4,4%, evidenziando un rialzo dei prezzi dei consumi intermedi correnti del 2,9%. Rispetto al 2011, registrano rilevanti aumenti in valore gli allevamenti zootecnici (+ 5,7%), le coltivazioni legnose (+3,6) e le attività dei servizi connessi (+5,6%), mentre calano decisamente le erbacee (-4,3%) e le foraggere (-6,7%). Tutte le produzioni si riducono in quantità, con valori particolarmente rilevanti per legnose e foraggere. L’annata 2012, nonostante il terremoto e la siccità, ha visto un’ulteriore incremento della produzione lorda vendibile dell’EmiliaRomagna (+3,4%), risultando pari a circa 4.450 milioni di euro e confermando il trend positivo del 2011 (+1,8%) e del 2010 e (+11,1%), anche se l’andamento dei redditi agricoli non è stato altrettanto positivo per gli aumenti spesso consistenti dei costi di produzione. I diversi comparti presentano comunque andamenti diversificati (figura 3.2). La PLV delle coltivazioni vegetali registra un incremento del 3,2%, dovuto soprattutto ai buoni risultati delle produzioni frutticole (+6%), in particolare delle drupacee, e al momento particolarmente favorevole della produzione di vino i cui valori produttivi, grazie alla ripresa delle quotazioni, sono aumentati del 40%. Tutti gli altri comparti manifestano, invece, una flessione della PLV. In generale i cereali calano del 2%, ma con grandi differenze tra le singole produzioni: l’aumento dei prezzi ha provocato forti incrementi per frumento e orzo, mentre il mais, il sorgo e, in particolare il risone, hanno fortemente risentito del calo delle superfici investite e delle rese unitarie, con riduzione dei ricavi di oltre il 30%. Il comparto delle patate e ortaggi diminuisce del 2%, a causa soprattutto dell’andamento negativo del pomodoro da industria (-20%), ma sono le piante industriale a presentare il bilancio maggiormente negativo (-7,6%), dovuto alla forte contrazione dei raccolti di soia e girasole (con flessioni superiori al 40%), III Quaderni&documenti mentre la barbabietola da zucchero cresce del 14%. In generale i ricavi delle produzioni zootecniche aumentano, rispetto al 2011, di quasi il 4%, anche se i redditi agricoli non seguono un andamento altrettanto favorevole, scontando l’aumento dei costi di alimentazione. Crescono in particolare le PLV delle carni bovine (+6,5%), delle carni avicunicole (+6%) e soprattutto delle uova. Il settore lattierocaseario, invece, a causa della riduzione dei prezzi di oltre l’8% sia del latte per uso alimentare, che di quello destinato alla trasformazione per il ParmigianoReggiano, subisce una flessione dei ricavi del 7,4%. 4. Le produzioni vegetali Nel corso del 2012, le produzioni vegetali hanno fatto registrare una aumento della PLV del 2,7% rispetto all’anno precedente. A questo positivo risultato ha contribuito senz’altro il comparto vitivinicolo, con un aumento consistente dei prezzi medi dell’uva trasformata, tant’è che la produzione lorda vendibile del vino rappresen- ta, da sola, un decimo del valore delle produzioni agricole. Si riduce la superficie investita a frutta, con prezzi elevati per talune varietà, mentre il mercato delle orticole presenta una PLV negativa, dovuta a diversi fattori come la riduzione di superficie investita, le scarse produzioni ed i prezzi non sempre lineari ed omogenei. Positive le quotazioni per frumento tenero, orzo, mais e sorgo, mentre le produzioni industriali segnano un trend negativo sia in termini di superficie investita che di rese medie; i prezzi hanno mantenuto delle buone quotazioni unitarie. 5. Le produzioni zootecniche Il 2012 ha rappresentato per la PPB zootecnica emiliano-romagnola un anno in frenata, con un +4,2% in valore tutt’altro che disprezzabile, ma registrato dopo due anni di forte crescita nei quali era aumentata di oltre l’8% all’anno. Il comparto che aveva “tirato” di più nel 2010 era stato quello del latte bovino, e la sua fase positiva aveva avuto un riflesso, benché Figura 3.2 - Variazioni % (2012 su 2011) dei quantitativi e dei valori produttivi dei diversi settori agricoli in Emilia-Romagna Fonte: Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Agricoltura, Economia ittica, Attività faunistico-venatorie IV attenuato, anche nel 2011, mentre nel 2012 esso è tra quelli in maggiore regresso: perde oltre il 7%, interamente imputabile alla riduzione dei prezzi, mentre le quantità mostrano un contenuto aumento. In calo sia nelle quantità che nei valori unitari è invece il comparto ovicaprino, che dimostra di conoscere nella regione una profonda crisi strutturale. L’avicoltura, che aveva avuto un 2011 esitante, poiché il buon andamento dei prezzi si era accompagnato ad un calo quantitativo di pari entità, presenta invece un buon bilancio nell’anno appena passato: le quantità prodotte sono tornate a livelli assai vicini a quelli del 2010, e ciò è avvenuto senza che il valor medio ne risentisse, anzi questo è migliorato di poco meno dell’1%. I due comparti carnei maggiori hanno entrambe presentato valori medi in crescita in presenza di un regresso quantitativo; questo è stato decisamente importante per la suinicoltura, cosicché il bilancio in valore è solo modestamente positivo, mentre al contrario la riduzione della produzione di carne bovina in quantità è stata molto inferiore all’aumento medio dei prezzi, cosicché il valore generato dal comparto è aumentato di oltre il 6%. Un andamento esplosivo è infine quello che ha caratterizzato la PPB del comparto delle uova: ci aveva abituato negli anni recenti a crescite contemporanee delle quantità e dei prezzi medi, ma questi ultimi sono aumentati nel 2012 di poco meno del 40%, mentre anche la quantità prodotta segnava un progresso a due cifre. 6. Il credito e l’impiego dei fattori produttivi La consistenza del credito agrario a fine settembre 2012 è simile rispetto a quella in essere 12 mesi prima, infatti aumenta solo dello 0,9%, in particolare il primo trimestre dell’anno si caratterizza per una variazione di segno negativo. Con riferimento alla durata delle operazioni, la componente di breve periodo si riduce (-2,5%), più pesantemente si riduce la con- Quaderni&documenti sistenza riferita alla componente di medio periodo (-7,9%); solo la consistenza del credito agrario di durata superiore ai cinque anni si caratterizza per una crescita (+ 4,5%), ma è anche vero che nei successivi trimestri, a partire da fine settembre 2011 per arrivare a fine settembre 2012, tale credito cresce con sempre minore intensità. Una nota positiva è che la consistenza del credito agrario in sofferenza aumenta di un valore molto basso rispetto a 12 mesi prima ( + 0,8%). Per quanto riguarda il mercato fondiario, l’investimento in terreni agricoli, nonostante le incertezze che caratterizzano l’economia, continua ad essere sostenuto da positivi tassi medi annui di crescita e dal rafforzamento del ruolo del terreno quale bene rifugio. Nel corso del 2012 si è osservata in regione una ridotta attività di compravendita, con prezzi dei terreni collocati sugli stessi livelli dell’anno precedente. Gli investimenti in macchine agricole hanno evidenziato un consistente calo, con le trattrici che hanno segnato il peggior risultato storico e le mietitrebbiatrici che si sono assestate sui bassi valori già osservati nelle analisi precedenti. Per quanto riguarda il lavoro, l’occupazione agricola ha fatto osservare un lieve aumento, per effetto della riduzione dei lavoratori autonomi e l’aumento dei dipendenti, con una crescita della componente maschile (tabella 6.10). Parimenti, pur continuando ad aumentare la presenza degli immigrati, cala l’incidenza degli stranieri sul totale del lavoro dipendente. 7. L’industria alimentare La regione Emilia-Romagna, secondo Unioncamere, presenta per il 2012 una contrazione della produzione dell’industria manifatturiera pari al 4,0%, risultato che scaturisce dal costante andamento negativo iniziato nel terzo trimestre 2011, annullando così il parziale recupero sulle perdite del 2009 faticosamente costrui- to durante gli anni 2010 e 2011. La crescita regionale nel 2012, a valori concatenati all’anno base (2005), è stata pari a +1,6% circa 4 volte quella realizzata dall’intero Paese. Analizzando l’andamento dell’industria alimentare regionale scopriamo che la fase di contrazione avviata nel primo trimestre 2008 e proseguita fino ai primi tre mesi del 2012 (-3,2%) è stata interrotta dall’intervallo leggermente positivo rappresentato dai sei trimestri compresi tra la metà del 2010 e la fine del 2011. Osservando la ripartizione delle imprese in riferimento alla forma giuridica rileviamo che la maggiormente rappresentate, con quote relative molto simili, sono le società di persone (35,3%) e quelle individuali (34,3%), le società di capitale rappresentano il 24,0%, il restante 6,4%, ovvero le altre forme societarie, è rappresentato per oltre due terzi del numero complessivo dalla cooperazione lattiero casearia. La localizzazione geografica delle imprese dell’industria alimentare emiliana attribuisce diversi primati: se ci riferiamo alle imprese alimentari, la provincia di Parma, con 1.064 ragioni sociali, quota il 22,4% del totale regionale, seguono Modena (17,7%), Reggio Emilia (13,2%) e Bologna (12,9%); quattro provincie rap- Tabella 3.4 - Evoluzione dei principali indicatori economici in un gruppo di aziende agricole dell'Emilia-Romagna (dati medi per azienda - euro) Descrizione ELEMENTI ECONOMICO-GESTIONALI 1. RICAVI di cui premio unico disaccoppiato 2. COSTI INTERMEDI fertilizzanti sementi antiparassitari e diserbanti alimentazione animale noleggi e trasporti materie prime energetiche altri 3. VALORE AGGIUNTO LORDO Ammortamenti 4. VALORE AGGIUNTO NETTO Imposte Remunerazione del lavoro e oneri contributivi oneri soc. familiari salari ed oneri extra-familiari 5. REDDITO OPERATIVO Oneri finanziari Affitti 6. REDDITO NETTO ELEMENTI STRUTTURALI ULUT (n°) ULUF (n°) SAT (Ha) SAU (Ha) UGB (n°) INDICI DI REDDITIVITA' Valore aggiunto netto per ULUT Reddito netto per ULUF del 12/12/2012. 2011 2012 98.295 5.898 44.822 2.594 1.664 5.577 11.383 1.401 7.264 14.938 53.473 10.001 43.473 1.314 12.003 4.112 7.891 30.156 777 2.385 26.994 98.772 4.967 44.135 2.655 1.785 5.010 10.518 1.516 7.483 15.169 54.637 10.900 43.737 1.847 12.656 4.056 8.601 29.234 714 2.078 26.442 12/11 (Var.%) 0,5 -15,8 -1,5 2,3 7,2 -10,2 -7,6 8,2 3,0 1,5 2,2 9,0 0,6 40,5 5,4 -1,4 9,0 -3,1 -8,0 -12,9 -2,0 1,92 1,59 25,69 20,23 11,66 1,89 1,53 27,76 22,00 12,07 -1,9 -3,6 8,0 8,8 3,6 22.612 17.023 23.193 17.298 2,6 1,6 Fonte: Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Agricoltura, Economia Ittica, Attività Faunistico-Venatorie. V Quaderni&documenti presentano circa i due terzi (66,1%) delle imprese della Regione. 8. Gli scambi con l’estero Nel 2012 le importazioni agro-alimentari regionali aumentano del 4,9%, contro il 3,9% delle esportazioni, raggiungendo rispettivamente i 6.359 ed i 5.088 milioni di euro. Il saldo con l’estero per l’agro-alimentare, quindi, resta negativo e in valore assoluto risulta in forte crescita: -1.271 milioni di euro a fronte dei -1.161 milioni di euro dell’anno prima e dei -760 milioni del 2010. In soli 3 anni, il deficit agro-alimentare in valore assoluto è più che raddoppiato (+131,1%). A livello nazionale, invece, sempre nel 2012 si rileva una crescita a prezzi correnti leggermente più accentuata delle esportazioni agro-alimentari (+4,5%) e una flessione delle importazioni (2,6%). Nel 2012, inoltre, in EmiliaRomagna risulta negativo e in netto peggioramento il saldo commerciale con l’estero dei prodotti del settore agricolo (da -659 milioni del 2011 a -766 milioni nel 2012), mentre per quelli dell’industria alimentare e delle bevande il saldo, sempre negativo, evidenzia una sostanziale stagnazione (-504 milioni contro -503 del 2011) (tabella 8.2a). Con riferimento ai prodotti del La platea alla presentazione a Bologna VI settore primario, il saldo regionale risulta strutturalmente negativo soprattutto a causa delle forti importazioni di cereali, semi e frutti oleosi e animali vivi. Passando al lato delle esportazioni, la voce di gran lunga più importante tra i prodotti del settore primario è quella rappresentata dalla frutta fresca. Con riferimento ai prodotti dell’industria alimentare e delle bevande, invece, vi sono 5 aggregati di prodotti che presentano un forte deficit commerciale, e altri 6 che generano un forte surplus. Tra i primi, in ordine decrescente di importanza, si trovano: carni fresche e congelate (con un saldo regionale di -804 milioni di euro), pesce lavorato e conservato (-612 milioni di euro), mangimi (-505 milioni), oli e grassi (-402 milioni) e zucchero e prodotti dolciari (374 milioni). Gli aggregati di prodotti che presentano i più importanti saldo positivi, invece, sono: carni preparate (cioè i salumi, con un saldo pari a +511 milioni nel 2012), derivati dei cereali (cioè pasta e prodotti da forno, con un saldo pari a +455 milioni), l’aggregato altri prodotti alimentari trasformati, che include, tra l’altro, aceto, caffè torrefatto, estratti di carne, zuppe e salse (+389 milioni), ortaggi trasformati (+ 299 milioni, con le conserve di pomodoro e i pelati che presentano esportazioni in aumento del +4,6% in valore), prodotti lattiero-caseari (+212 milioni). 9. La distribuzione alimentare al dettaglio La profonda crisi che attanaglia l’economia italiana è ben rappresentata dai dati relativi alle vendite al dettaglio: il piccolo dettaglio alimentare vive una situazione di grande sofferenza, con vendite in forte riduzione nel 2012 (-5,3%), ed anche la distribuzione moderna registra un calo preoccupante, seppure più contenuto (-2%). Questa situazione non sembra comunque aver scoraggiato gli investimenti delle grandi imprese distributive. Infatti, sulla base dei dati Nielsen, aggiornati a luglio 2012, l’Emilia Romagna si conferma come una delle realtà distributive leader a livello nazionale: i dati relativi alla densità dei punti vendita moderni evidenziano come la superficie di tutte le tipologie abbia ormai superato i 270 mq ogni 1000 abitanti, di cui ben 206 mq fanno riferimento ai due formati principali (super e ipermercati). 10. I consumi alimentari Il riacutizzarsi della perdurante e profonda crisi economica nel 2012 (con una riduzione del 2,4% nel PIL reale) ha riportato il potere d’acquisto delle famiglie italiane ai livelli del 2009. Il quadro della spesa delle famiglie, secondo i dati Quaderni&documenti di contabilità nazionale, è ancora più negativo, con una riduzione dei consumi reali del 4,3%, che va a sommarsi al -1,7% del 2011. Per quanto riguarda l’EmiliaRomagna, la spesa delle famiglie emiliano-romagnole si è ridotta di 115 euro al mese rispetto al 2010 (in contrasto con i -30 euro della ripartizione Nord-orientale e dell’aumento di 35 euro medio nazionale), una diminuzione diluita in tutte le voci di spesa, eccetto la spesa per consumi alimentari e bevande che è invece aumentata di 13 euro al mese per famiglia (459 euro al mese nel 2011). Rispetto alla composizione media della spesa delle famiglie, gli emiliano-romagnoli spendono meno in alimentari e bevande (16,6% della spesa totale rispetto al 19,2% nazionale) e leggermente di più in trasporti (15% contro 14,2% nazionale). Considerando i consumi alimentari in Emilia-Romagna, la carne rappresenta circa il 24% della spesa nominale, seguita per importanza da patate, frutta e ortaggi (18,3%) e da pane e cereali (16,8%). 11. Le politiche regionali per il settore Proseguono le difficoltà del bilancio regionale, già evidenziate a partire dal 2010 a causa delle manovre finanziarie nazionali, determinando nel 2012 una riduzione di oltre 30 milioni di euro delle risorse disponibili per il settore agricolo, che passa dai quasi 86 milioni del 2011 ai 55 milioni di euro del 2012, con una previsione per il 2013 di un calo di altri 7 milioni di euro. Nel corso del 2012 si è ulteriormente consolidata l’azione della Regione Emilia-Romagna per migliorare le strategie organizzative delle filiere agro-alimentari, supportata anche dalle indicazioni presenti nella riforma della PAC e tanto più necessaria in una situazione di bilancio che prevede una riduzione dei meccanismi di garanzia di mercato e del premio unico. Attraverso la nuova proposta di OCM, è stata estesa a tutti i settori produttivi la possibilità di utilizzare gli strumenti che permettono di realizzare il modello di agricoltura contrattualizzata (OP, OI, accordi e contratti); tale modello è stato anticipato per il settore lattiero-caseario con l’approvazione del cosiddetto “Pacchetto latte” del Reg. (CE) n. 261/2012. Le aziende agrituristiche confermano i risultati positivi degli anni precedenti, evidenziando una crescita costante e soddisfacente. Nel 2012 il numero degli agriturismi regionali attivi registra un aumento, rispetto al 2011, del 2%, attestandosi sulle 1.042 aziende. Nel 2012 è proseguita la drastica contrazione delle risorse regionali destinate, attraverso la L.R. 28/98, ai servizi di sviluppo nel settore agro-alimentare (46%), passando dai 5 milioni di euro del 2011 a quasi 2,7 milioni di euro. Il Regolamento UE n. 1151/2012 ha rinnovato, nel corso del 2012, le disposizioni comunitarie sui regimi di qualità dei prodotti agricoli ed alimentari, fissando, all’interno del cosiddetto “Pacchetto Qualità”, le norme relative all’approvazione e alla gestione delle Indicazioni Geografiche, istituendo la nuova indicazione facoltativa di qualità “Prodotto di montagna”. L’attenzione è ora rivolta alla fase di approvazione della nuova PAC e la Regione EmiliaRomagna, in relazione all’importanza delle sue produzioni di qualità, continua nello sforzo di inci- dere sulle normative di orientamento alla tutela e alla valorizzazione delle politiche sulla qualità. Per quanto riguarda l’agricoltura biologica, il 2012, ha visto l’impegno delle Autorità Competenti e degli Organismi di Controllo per fronteggiare le azioni fraudolente ed assicurare il ripristino della legalità. Come già attuato in Regione Emilia-Romagna, il D.M. n. 2049 del 01/02/2012 ha disposto l’informatizzazione della notifica di attività con metodo biologico per tutte le regioni italiane. Il numero complessivo degli operatori biologici attivi al 31 dicembre 2011 in Emilia-Romagna è pari a 3.661, dei quali 2.759 svolgono attività agricola primaria; l’incremento del numero totale di operatori rispetto al 2010 è pari all’1,3%. La produzione integrata, nel corso del 2012, ha visto importanti novità quali l’approvazione dei disciplinari per i prodotti ittici vallivi e per l’olio extravergine di oliva, oltre alla revisione del disciplinare del pane. Le superfici direttamente interessate da impegni agroambientali finanziati, hanno superato gli 88.000 ettari distribuite su un totale di oltre 5.700 aziende. La valorizzazione di tali produzioni attraverso il marchio collettivo “QC” (Qualità Controllata), nel 2012, coinvolge 146 concessionari singoli o associati, in particolare nel settore delle produzioni ortofrutticole e funghi. VII Quaderni&documenti Carlo Alberto Roncarati, presidente Unioncamere Emilia-Romagna Nel corso del 2012, continua la realizzazione dei progetti di orientamento dei consumi ed educazione alimentare, per aumentare le conoscenze e rafforzare la fiducia dei consumatori. 12. Gli interventi a favore dell’agricoltura regionale Nel 2012 gli aiuti destinati al sostegno e allo sviluppo dell’agricoltura regionale nel quadro degli interventi dell’Unione Europea si sono attestati attorno ai 550 milioni di euro, rispetto ai 559 dello scorso anno (-1,6%) e ai 672 milioni del 2010. I finanziamenti in quota Unione Europea ammontano a 473 milioni di euro. La lieve riduzione è stata determinata dalla contrazione degli interventi connessi alla conclusione di alcuni dispositivi di regolazione dei mercati; sono rimasti sostanzialmente invariati, invece, nel loro complesso, gli interventi relativi allo Sviluppo Rurale, mentre sono leggermente aumentati gli aiuti diretti al reddito attivati attraverso la domanda unica. Il “primo” pilastro della PAC si conferma ancora una volta come il principale finanziamento all’agricoltura regionale, con il Premio unico che supera i 317 milioni di euro, pari al 58% del totale dell’aiuto pubblico. Lo Sviluppo Rurale (il cosiddetto “secondo” pilastro) conferma nella sostanza i valori di intervento dello scorso anno e, con 137,5 milioni di euro, rappresenta il 25% degli interventi UE in regione. VIII 13. Attività e progetti del sistema camerale per la filiera agro-alimentare Diversi sono i versanti sui quali le Camere di commercio e la loro Unione regionale sono impegnate a supporto della filiera agro-alimentare dell’Emilia-Romagna, nell’ambito delle tradizionali attività di monitoraggio delle economie locali. La collaborazione con l’Assessorato regionale all’Agricoltura per le attività dell’Osservatorio agro-alimentare rientra in questo filone. Nel 2012 sono state realizzate14 linee di attività, che hanno coinvolto 444 presenze aziendali, 168 operatori e giornalisti esteri e 15 studenti di Scuole alberghiere di altri Paesi. Tra le iniziative portate a termine, le missioni in entrata di buyer e operatori esteri in occasione di “Vinitaly” a Verona e di Cibus a Parma, abbinate ad incontri con aziende dell’Emilia-Romagna, la partecipazione con uno stand collettivo alla manifestazione fieristica “S.I.AL. Brazil” (San Paolo del Brasile), le attività promo-commerciali presso le catene alberghiere “Scandic” in Svezia e “Melìa White House” a Londra, una missione commerciale in Messico ed il proseguimento di alcune attività di co-marketing inerenti ai prodotti enogastronomici regionali d’eccellenza con la catena austriaca WEIN & CO. Nel 2012 è proseguito l’impegno del sistema camerale per la valorizzazione sul mercato interno dei prodotti tipici e di qualità e per stimolare l’offerta turistica del territorio di qualità attraverso il marchio “Ospitalità Italiana”, con il supporto tecnico di Isnart. Confermato l’impegno delle Camere di commercio a supporto delle Strade dei Vini e dei Sapori. Nel 2012, transazioni della borsa merci telematica per oltre 513 milioni di euro, con un incremento del 5,6 per cento rispetto a poco più di 486 milioni di euro risultati nel 2011, malgrado la difficile congiuntura economica interna e internazionale. Le operazioni registrate sono risultate 13.584 nel 2012 e hanno fatto segnare una flessione del 29,5 per cento. Quella dei cereali e delle coltivazioni industriali costituisce la categoria merceologica oggetto principale delle contrattazioni in termini di valore, che ha generato il 69,9 per cento del valore degli scambi, per un controvalore complessivo di quasi 359 milioni di euro, con un aumento del 14,8 per cento rispetto all’anno precedente. 14. Il settore agro-alimentare nelle aree colpite dal terremoto In Emilia-Romagna l’area colpita è di 3.104,6 kmq, pari a quasi il 14% della superficie totale regionale e dove si rileva il 92% circa dei danni totali stimati, mentre molto più limitate sono le aree interessate in Lombardia (8%) e nel Veneto (0,4%). Per quanto riguarda il settore agricolo, nelle zone del terremoto sono state censite, nel 2010, quasi 14 mila aziende agricole (18,7% delle aziende agricole regionali) con oltre 1.200 allevamenti (10% del totale), mentre la Superficie Agricola Utilizzata interessata è circa 230 mila ettari, che corrispondono a oltre il 20% della SAU regionale. Le persone attive nelle aziende agricole, familiari e non familiari, superano le 40 mila unità, sempre nel 2010, con oltre 3,5 milioni di giornate lavorative (equiparate a 8 ore giornaliere). Inoltre, all’interno dell’area del terremoto, oltre 7 mila addetti sono impiegati nell’industria della trasformazione alimentare. Con riferimento al Parmigiano Reggiano, i danni subiti dai caseifici della zona del terremoto ammontano a oltre 100 milioni di euro, con 37 caseifici e quasi 500 allevamenti colpiti, circa 600 mila forme danneggiate, di cui 100 mila distrutte e avviate alla fusione), attuati attraverso il Consorzio di tutela; dall’altro l’analisi ha approfondito l’attivazione e l’attuazione delle Misure del PSR, in particolare la 126, riportando gli esiti del primo e del secondo bando per l’assegnazione dei finanziamenti. CAMERE Romano Prodi al commiato di Gianfranco Bessi n’analisi della situazione economica internazionale messa a confronto con la situazione dell’Unione europea all’interno della quale si muove l’Italia. Quindi, alcune proposte per rilanciare il sistema economico. Il professor Romano Prodi è stato ospite della Camera di commercio di Ravenna in occasione del saluto alle forze economiche del presidente Gianfranco Bessi, giunto al termine del secondo mandato alla guida dell’Ente camerale e, quindi, non più rieleggibile. In platea le autorità civili, militari e religiose della provincia, numerosi imprenditori e rappresentanti del mondo associativo. Il presidente Bessi ha tracciato un bilancio dell’attività della Camera di commercio in questi dieci anni, in cui si è ispirato alla “strada tracciata da predecessori come Luciano Cavalcoli e Pietro Baccarini”. Una particolare sottolineatura alla crescita dell’Offhsore Mediterranean Conference, rassegna internazionale dedicata all’estrazione di idrocarburi, che proprio nel 2013, a 20 anni dalla nascita, ha raggiunto obiettivi di assoluto rilievo. Poi gli interventi contro la crisi, il U sostegno ai Confidi e l’intervento verso il mondo bancario per il credito alle imprese. Non sono mancati gli apprezzamenti al personale dell’ente camerale, per l’impegno con il quale ha affrontato lo snellimento dell’apparato burocratico e l’avvio di nuovi servizi, come quello della conciliazione. L’analisi del professor Prodi è partita dalla situazione economica internazionale che vede la Cina come il vero ‘motore’ della crescita mondiale, con tassi di sviluppo inavvicinabili. Gli Usa perdono terreno, ma restano sempre in positivo con uno sviluppo del 2-3% annuo. Inoltre, si affacciano nuovi Paesi: l’India è una certezza, con la Cina e cresce l’Africa. “L’Europa si è scoperta punto debole del mondo per l’incapacità di gestire la crisi in maniera unitaria”. Così, mentre gli Usa immettevano 800 miliardi di dollari per fronteggiare la crisi e la Cina oltre 500 (ma con un costo della vita ben più basso di quello americano), ha rilevato Prodi, “in Europa non si è trovato l’accordo per 30 miliardi da dare alla Grecia”. Prodi auspica un nuovo asse SpagnaFrancia-Italia per contrastare l’egemonia tedesca in Europa. L’Italia per agganciare la ripresa deve fare leggi che favoriscano la fusione tra imprese “perché oggi in Italia non c’è più grande industria e questo è un forte handicap nel confronto competitivo internazionale”. Prodi chiede di tagliare la burocrazia e i tempi per il rilascio delle autorizzazioni per nuovi investimenti imprenditoriali “altrimenti le multinazionali andranno in altri Paesi”. Cita il porto di Ravenna, “l’unico in Italia ad avere aree di espansione a ridosso delle banchine”. In chiusura, ricorda l’amicizia “ormai secolare – dice sorridendo – con Bessi”. È tempo di omaggi. Cinque anni fa, quando Prodi venne in Camera di commercio come Presidente del Consiglio, ricevette da Bessi una ceramica rappresentante una piccola bicicletta, in onore alla passione ciclistica del Professore. Questa volta Prodi riceve un mahjong, visti i sempre più frequenti viaggi in Cina con delegazioni economiche e per insegnare all’università di Enrico Vincenzi Alla Camera di Ravenna per il saluto alle forze economiche del presidente uscente L’analisi sulla situazione economica internazionale e le prospettive di ripresa 31 di Natascia Ronchetti PROGETTI FinancER è la piattaforma di Aster per far incontrare imprese innovative e finanziatori Finanza per l’innovazione, il marketplace è on line acilitare l’accesso al credito delle imprese innovative. Ma anche costruire un modello di valutazione del rating di una azienda che vada oltre il tradizionale algoritmo che viene applicato dalle banche. Una sfida che Aster ha lanciato con il marketplace della finanza, una piattaforma sul web che è un luogo di incontro tra start up e imprese strutturate in cerca di finanziamenti e banche, consorzi fidi, fondi di investimento. “Un progetto pilota unico in Italia – spiega il direttore di Aster Paolo Bonaretti – che conviene sia alle imprese sia agli istituti di credito, perché consente di migliorare anche i progetti imprenditoriali”. FinancER, questo il nome della piattaforma, è diventato operativo in giugno, dopo una fase di gestazione durata un anno e partita da una idea della stessa Aster – la società F Il progetto pilota, unico in Italia, punta a favorire l’accesso al credito 32 consortile costituita da Regione, Università, centri di ricerca, associazioni di categoria e Unioncamere – condivisa con gli istituti di credito e con le imprese. “Avevamo notato l’incomunicabilità tra il sistema finanziario e del credito e il sistema produttivo – prosegue Bonaretti – ma quando una impresa nasce e si sviluppa ha bisogni complessi ai quali non sempre si riesce a dare risposte efficaci”. Lo scenario in cui il marketplace muove i primi passi è, in EmiliaRomagna come nel resto del Paese, caratterizzato da una forte stretta creditizia. In base al monitoraggio di Banca d’Italia nel solo mese di marzo 2013 il valore dei prestiti accordati alle imprese dalle banche lungo la via Emilia è crollato del 2,3%, erodendo il vantaggio che la regione manteneva su questo versante rispetto alla media italiana. A soffrire di più è il manifatturiero verso il quale i prestiti sono diminuiti quasi del 6%. Ma hanno perso terreno anche le imprese che opera- no nel settore delle costruzioni (meno 2,2%) e dei servizi (meno 2,8%). A farne le spese sono soprattutto le piccole e medie aziende, nei confronti delle quali la concessione di prestiti è diminuita del 4,1%. Ma non sfuggono a questa dinamica nemmeno le grandi imprese, per le quali la contrazione ha raggiunto quasi il 2%. Le cause sono ormai note. Da un lato c’è la recessione che ha indebolito fortemente le aziende con un basso livello di capitalizzazione e ha bruscamente raffreddato la voglia di investimenti: le imprese, insomma, stanno alla finestra, in attesa di una ripresa dell’economia. Dall’altro lato c’è un irrigidimento delle banche, che devono fare i conti con un tasso di anomalie, tra crediti incagliati e sofferenze vere e proprie, che ha raggiunto il 22% e che le ha rese sempre più guardinghe e selettive. Una prudenza dovuta anche all’entrata in vigore dell’accordo di Basilea 3 che impone agli istituti di credito di aumentare il livello di patrimonializzazione, per scongiurare il rischio di crack. Segnali forti di un rapporto tra banche e imprese che è entrato in una condizione di forte tensione, con un abbassamento generale del livello di qualità dei prestiti. Gli impieghi diminuiscono. E quando anche il prestito viene concesso, per le imprese il denaro costa di più. Una soluzione arriva appunto da FinanceER. L’idea alla base della piattaforma è semplice. La start up o l’impresa strutturata a caccia di finanziatori, tra banche e fondi di investimento, presentano il loro progetto di crescita e sviluppo e lo sottopongono all’esame dei potenziali investitori. Che a loro volta possono suggerire miglioramenti. Il report che conclude la fase di valutazione del rating dell’impresa diventa per l’impresa stessa un biglietto da visita da presentare al finanziatore. Con un paletto, però. “L’impresa, nuova o vecchia che sia – spiega Donata Folesani, responsabile Finanza innovativa di Aster – deve avere un alto contenuto di innovazione. Il nostro obiettivo è quello di attrarre sempre più investitori e capitali in EmiliaRomagna”. Per ora della piattaforma, oltre ai Consorzi Fidi, fanno parte grandi gruppi bancari come Intesa Sanpaolo e Unicredit. Tra gli investitori anche il Fondo Ingenium della Regione, fondo di venture capital con il quale la Regione stessa investe in una idea imprenditoriale, accompagnando per alcuni anni lo sviluppo dei neoimprenditori. Tra i partner dell’operazione, infine, anche le piccole banche del circuito del credito cooperativo. Negli ultimi 5 anni l’Emilia-Romagna ha tenuto a battesimo 258 start up. Di queste 108 sono iscritte nel registro delle Camere di Commercio come imprese innovative, secondo quanto disposto dalla legge con il decreto Sviluppo. Il segno che la voglia di fare impresa in Emilia-Romagna non manca proprio, soprattutto in settori come quello dell’Ict e del web e in generale del settore dei servizi ad alto valore aggiunto, come quelli per lo sviluppo di nuovi materiali o di impianti da energie rinnovabili. Non mancano i servizi per il controllo della qualità alimentare richiesti dall’industria di trasformazione. “Ma il vero problema – prosegue Folesani – resta quello che la concessione di credito è vincolata al rilascio di garanzie di tipo personale, come le ipoteche sugli immobili”. Alla ricerca di investitori – ad esempio – è una giovanissima start up di Bologna, Kopjra. Ha messo a punto un sistema che permette il monitoraggio nella rete della proprietà intellettuale e con il quale ha già vinto due premi. Costituita da cinque giovani – un esperto di diritto, un ingegnere, due informatici e un designer – oggi si prepara a fare il proprio debutto nella piattaforma per individuare possibili investitori e per ottenere consigli su come migliorare idea imprenditoriale e business plan. “Fino a questo momento – spiega Tommaso Grotto, uno dei cinque neoimprenditori, tutti giovanissimi – ci siamo sempre autofinanziati. Nei prossimi mesi, superata la fase pilota, entreremo nella piattaforma di FinanceER. Abbiamo bisogno di capire anche quale potrebbe essere la migliore linea di business. Per questo non ci aspettiamo solo un ritorno economico ma anche suggerimenti per migliorare il servizio che proponiamo e il business plan che abbiamo messo a punto” I DATI I numeri di Ingenium, il fondo regionale di capitale di rischio per chi vuole innovare 3,6 milioni investiti per far crescere le start up F ino ad ora le risorse investite ammontano a oltre 3,6 milioni, dei quali il 50% di dotazione regionale. Tutto per sostenere la crescita di start up, con un fondo di capitale di rischio. Questo grazie a Ingenium, con il quale la Regione supporta le imprese innovative insieme all’olandese Zernike Meta Ventures, partner al 50% dopo essersi aggiudicata la gara indetta dall’ente di viale Aldo Moro. Il fondo opera in prevalenza in settori ad alta tecnologia, diventando di fatto socio investitore a tempo determinato di una azienda che vuole crescere. Con una dotazione complessiva di 14 milioni di euro, dei quali la metà conferiti dalla Regione, si prepara ora a nuovi investimenti. Nel primo semestre di quest’anno sono state, infatti, sottoposte al Comitato consultivo ulteriori tre proposte di partecipazione che hanno superato la fase della due diligence da parte del gestore olandese. Il via libera a queste tre operazioni richiede risorse per oltre 4,8 milioni di euro, con un investimento complessivo di 1,2 milioni di euro. Le tre società operano nel settore dell’Ict, della produzione e commercializzazione di strumenti che consentono l’applicazione della lotta biologica nelle città e nel settore della fabbricazione di apparecchi elettromedicali 33 Paolo Bonaretti, direttore di Aster INDAGINE di Michela Turra Le aziende in mano a stranieri in regione sono il 9,9%, in gran parte ditte individuali Imprenditoria straniera, crescita in frenata limentari, ristoranti e pizzerie, money transfert e internet point, negozi di abbigliamento, imprese di costruzioni, pulizia, trasporti. In EmiliaRomagna il mondo del lavoro è il lavoro del mondo. Che la crisi non risparmia: nonostante le imprese straniere siano sempre di più in regione, 41.764 quelle attive al 30 giugno 2013, il 9,9 per cento del totale, la loro crescita (in un anno di 1024 unità, + 2,5 per cento), è frenata dalle difficoltà. Peggio se la passano le autoctone, che nello stesso periodo sono calate dell’1,7 per cento (- 6631), un po’ di più rispetto al -1,4 per cento nazionale, dove le straniere sono aumentate maggiormente (+3,3 per cento) raggiungendo nel complesso quasi le 445 mila unità. Ma il nostro 9,9 per cento di straniere supera la percentuale italiana dell’8,6 per cento. Questo fotografano i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio di fonte InfoCamere elaborati da Unioncamere. Nona per velocità di aumento, ma sesta nella hit parade delle imprese straniere (prima la Toscana, con Prato e i suoi tanti cinesi, ultima la Basilicata col solo 3,2 per cento delle attività produttive), la nostra regione deve la sua buona posizione in classifica al numero elevato di stranieri che vi risiedono, 488.489 a fine 2012, l’11, 2 per cento rispetto al 7,4 nazionale (dati Istat). Cresce l’immigrazione dall’estero, cala la disponibilità degli italiani a impegnarsi in determinati A Quest’anno le imprese straniere sono a +2,5%, quelle autoctone sono calate dell’1,7% Ugo Margini, presidente di Confcommercio Regionale 34 settori (costruzioni, tessile...), ed ecco che gli immigrati si riversano nei comparti lasciati vuoti. Con spirito di iniziativa e capacità di accettare il rischio, si lanciano a costituire soprattutto ditte individuali (l’84,7 per cento delle straniere oggi attive hanno questa forma, e delle ultime nate ben 649 ), ma tentano anche strutture più impegnative come le società di capitale, mentre sono in netto calo le cooperative e i consorzi. Gli ambiti più gettonati sono quello delle costruzioni, dove le imprese straniere rappresentano il 23,2 per cento del totale (ma la crisi dell’edilizia le ha viste calare in un anno di 109 unità), delle confezioni e delle telecomunicazioni. All’interno della sezione “attività, noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese” (14,5 per cento di imprese straniere), sono proprio le telecomunicazioni a fare la parte del leone (40,1 per cento), mentre non è da poco la quota di imprese di pulizie (20,9 per cento). Nell’alloggio e la ristorazione gli stranieri sono aumentati di 331 unità, ma è nel commercio che si è avuto l’incremento maggiore ( + 4,4 per cento, pari a 435 attività). Ancora: il 9,9 per cento di imprese straniere manifatturiere – pari alla media regionale - ne vede il 36,9 per cento impegnate nelle confezioni, il 25,2 per cento nella pelle e il 16,9 per cento nel tessile. Cinesi quasi un po’ ovunque, maghrebini, albanesi ed Est europei nelle costruzioni, pakistani e del Bangladesh negli alimentari come nelle comunicazioni, le città e i paesi emiliano-romagnoli fervono dunque di vita lavorativa non italiana, e la previsione è che di qui al 2050 l’espansione continuerà incessante. “La sensibile incidenza delle imprese straniere nella nostra regione – commenta la situazione il presidente di Confcommercio regionale, Ugo Margini – è strettamente collegata al progressivo incremento della popolazione straniera, che supera ormai >> in Emilia-Romagna l’11% della popolazione totale. La composizione del tessuto imprenditoriale non fa che riflettere l’evoluzione in corso nel tessuto sociale del nostro Paese, che in Emilia-Romagna trova particolare slancio in considerazione delle politiche inclusive regionali. La particolare concentrazione dell’incremento di imprese straniere nel commercio e nel turismo deve farci riflettere sull’attrattività che questi settori continuano ad esercitare, sotto il profilo occupazionale, anche in questo momento di grande criticità del panorama economico generale. Al tempo stesso – conclude Margini - occorre monitorare con attenzione questo fenomeno, per continuare a garantire e tutelare la qualità e la professionalità che sono il tratto distintivo del commercio e del turismo regionali, intercettando e valorizzando le nuove imprese, anche straniere, che si affacciano con coraggio sul mercato”. “Sul trend in aumento delle imprese straniere – afferma il direttore regionale di Confesercenti, Stefano Bollettinari – bisognerebbe verificare il dato qualitativo, assicurarsi che le gestioni avvengano nel rispetto della legalità. Noi abbiamo combattuto la liberalizzazione degli orari: ci sono strutture che possono reggere aperture infinite, ma secondo quali modalità? Per tutelare le piccole imprese, quelle che soffrono di più, stiamo contrastando il commercio abusivo sui litorali e tutto ciò che è concorrenza sleale, ma ci stiamo anche occupando del livello troppo elevato degli affitti, che restano precrisi, troppo alti a fronte del continuo calo di redditività, determinando spesso la chiusura delle attività: abbiamo presentato una proposta di affitti concordati, che consentano agli operatori di non perdere entrate. La situazione è certo pesante, con i consumi in flessione dalla metà del 2008, ma la questione, più che distinguere tra italiani e stranieri – molti dei quali nostri associati – è applicare sanzioni a chi deroga dalla legge. E in primo luogo occorrerebbero interventi di rilancio dell’economia da parte dello Stato, con abbassamento della pressione fiscale e aiuti allo start up d’impresa”. FOCUS I mille volti dell’impresa etnica a Bologna Un’offerta sempre più ampia e prezzi accessibili avoratori e determinati, con le idee chiare. Qualunque attività mandino avanti, gli stranieri che hanno scelto l’Emilia-Romagna sembrano dimostrare che costanza e volontà sono la ricetta del successo. O della sopravvivenza. La franco-senegalese Laurence Djionne vende borse, tessuti, cappelli, maschere, gioielli: un commercio multietnico. La sua boutique di via Belle Arti, African design, è un angolo di Africa ma anche d’Italia, con oggetti di artigianato provenienti da Senegal, Mali, Baourkina Fasu, Nigeria, Sud Africa, e oreficeria tutta italiana. Trait d’union, la qualità. Per accontentare una clientela di nicchia, che disdegna i prodotti omologati, ricerca merce particolare, raffinata ed esclusiva. Contro la crisi, fattasi sentire pesantemente nel 2010, diversifica l’offerta, “cercando cose meno costose anche se non dozzinali, perché la gente spende meno, in regali – pensierini”. “In questo periodo difficile – dice la commerciante - artista, che disegna monili e li fa realizzare dagli orafi - la difficoltà maggiore è non avere accesso al credito, ma scatta tra noi operatori del mercato una solidarietà, con molti artigiani che offrono merce in conto vendita. Facciamo quello che non fanno le banche”. Accanto a lei un camerunense, Hugues Atangana, rivela di muoversi in un campo apparentemente meno toccato dalla crisi: il mondo del pallone. Procuratore di calcio, lavora trasversalmente in tutto il mondo e in EmiliaRomagna ha piazzato due o tre giocatori. “All’estero la comproprietà dei calciatori non esiste – dice - qui la sensazione di affanno è forte e i soldi sono pochi”. E’ l’impegno la credenziale numero uno che assicura la tenuta sul mercato, sembrano dire le storie di alcuni imprenditori e commercianti stranieri operanti nel territorio regionale. Syed Qasim Abbas, L Syed Qasim Abbas, vicepresidente del Consiglio di cittadini stranieri e apolidi della Provincia di Bologna pakistano e vicepresidente del Consiglio di cittadini stranieri e apolidi della Provincia di Bologna, ha una kebaberia a Calderara di Reno e lavora anche nei festivi. Baig Zariat, stessa nazionalità, ogni notte si alza alle tre per andare a comprare la frutta e la verdura che vende, insieme a moglie e figlio, nel negozio di via Saragozza, “acquistato anni fa con un finanziamento chiesto a una banca”. Nella Chinatown bolognese di via Ferrarese nessuno stacca la spina nemmeno per pochi minuti dal lavoro: "Non posso parlare, devo lavorare" allarga le braccia un giovanissimo sarto mostrando che è impegnato con una macchina da cucire. Poco lontano il parrucchiere Massimo – il nome d’origine i cinesi tendono a mutarlo in uno italiano, più facile da memorizzare - è intento a pettinare una delle tante signore che vengono a farsi i capelli da lui, il quale, dato il buon andamento degli affari, ha già aperto un’altra attività. Con buona pace dei vicini parrucchieri e barbieri italiani, che ribadiscono: “La nostra filosofia è solo la cura dei capelli, viene da noi chi ci conosce e ci apprezza per questo” M.T. 35 INDAGINE Marco Granelli presidente di Confartigianato Emilia-Romagna Maria Francesca Picchio, responsabile di Cna world, interpreta quanto emerge dalla seconda edizione dell’ indagine qualitativa Imprese Artigiane Straniere promossa da Cna e Confartigianato, realizzata in base al progetto promozionale presente nell’articolo 13 della legge regionale 9/2/2010, e fatta al telefono su 384 soggetti: “Le imprese straniere in regione aumentano e le autoctone calano perché da parte degli stranieri c’è la predisposizione a fare lavori per gli italiani non più appetibili: nelle costruzioni, nella meccanica, nel tessile – commenta l’esperta – la ricerca ci serve a capire come muoverci in presenza di questi nuovi colleghi, dalle cui risposte risulta interesse nei confronti dell’artigianato e attitudine al lavoro autonomo. La scelta alla base della localizzazione di un’attività sul nostro territorio dipende per la maggioranza di loro dal fatto che vi risiedono familiari o amici, mentre le motivazioni che li hanno spinti a mettersi in proprio sono la forte disoccupazione che c’è nel loro Paese d’origine, la difficoltà di trovare lavoro da dipendenti qui e la voglia di riscatto dalla povertà”. “Direi che l’attuale congiuntura economica di grave crisi ha colpito tutti gli imprenditori – dice dal canto suo il presidente di Confartigianato Emilia-Romagna Marco Granelli senza distinzione di cittadinanza, ma semmai di settori merceologici o di servizi, picchiando duro soprattutto sull’edilizia, sulla meccanica e sui servizi alla persona”. Ben 41 mila aziende su un totale di 455 mila imprese in regione sono gestite da imprenditori stranieri di origine extra-comunitaria e ne costituiscono quindi il 9 per cento. Fra queste, poco meno di 20 mila sono iscritte all’Albo artigiani, costituendo il 60 per cento del complesso delle imprese regionali con titolari stranieri: segno questo che il mondo artigiano è in grado ancora di attrarre ed offrire opportunità di lavoro. “Fra i maggiori fattori di criticità per le imprese nell’ultimo periodo – aggiunge Granelli – l’indagine annovera, e ne conveniamo senza riserve, la ricerca di clienti e l’accesso al credito. E’ sintomatico il fatto che gli imprenditori intervistati abbiano attestato che la loro diversa nazionalità non ha avuto peso reale nel determinare od aggravare tali aspetti. La crisi ha indotto penuria nelle commesse per tutti e le banche per concedere crediti guardano soprattutto al tipo di attività svolta, volendo, ora più che mai, garanzie reali spesso a livelli ingiustificati. Quanto alle aziende che riescono a mantenere prezzi bassi non adempiendo agli obblighi di legge, siano essi contributivi, contrattuali, salariali o relativi alle dotazioni strumentali e alla sicurezza sul lavoro, stiamo parlando di comportamenti che devono essere sanzionati. Non spetta ad una associazione far rispettare le leggi sul lavoro – aggiunge Granelli – ma agli organi competenti. Come Confartigianato siamo al fianco delle aziende prima che queste regole vengano stilate, esaminandole per loro insieme alle istituzioni preposte”. Nonostante la difficoltà del momento, qualche opportunità non manca. Renata Coluccia, responsabile dei progetti speciali del nuovo Cescot Emilia-Romagna, spiega che la Regione ha promosso un percorso di formazione rivolto a giovani sotto i trentaquattro anni, denominato “Percorsi di accompagnamento”, utile a creare un’impresa, e a questo solo pochi stranieri hanno aderito (l’1-2% dei partecipanti). Si chiude però il 31 ottobre un bando della Regione che, in base al piano straordinario per l’occupazione dei giovani (dgr 1355), ha destinato un milione di euro a fare formazione per diventare imprenditori. Porte aperte a tutti, italiani e stranieri A lato, sarto cinese al lavoro In alto parrucchiere cinese 36 INNOVAZIONE di Margherita Stella Gli spazi, ricavati dall’ex Caserma dei VVFF, ospiteranno imprese creative Grisù, la nuova Factory made in Ferrara Lo Spazio Grisù è uno spazio vivo un luogo in cui può accadere qualcosa e, grazie a questa dinamicità che lo contraddistingue, sta muovendo i suoi primi enormi passi, con l’intenzione di andare avanti senza sosta.” Così Fabrizio Casetti, presidente dell’Associazione Grisù di Ferrara, descrive la “nuova factory della cultura e della creatività” dell’EmiliaRomagna, un progetto di riutilizzo innovativo di uno spazio dismesso dal 2004 (l’ex Caserma dei Vigili del Fuoco di via Poledrelli) di ben 4000 metri quadrati. Lo scopo è creare un luogo di incontro tra impresa e creatività, sfruttando al meglio le risorse e le energie che il territorio offre, ma anche dare vita a una realtà in grado di ospitare talenti stranieri, mettendoli in relazione con artisti italiani e locali. Il tutto nell’ottica di un incontro costruttivo tra i vari soggetti coinvolti, per pen- “ Già sei le aziende selezionate durante la prima “chiamata alle arti”. Altre 43 candidat 38 sare a nuovi linguaggi, rinnovare, fare arte e cultura in modo innovativo, con uno sguardo sempre attento alla riqualificazione urbana e sociale del quartiere che ospita la sede dello Spazio Grisù. Le prime sei imprese creative sono state annunciate durante la Prima Giornata Universale della Rinascita, la “chiamata alle arti” sul finire dell’anno scorso: nel giorno del solstizio d’inverno, a cui, fin dai tempi antichi, è stata attribuita la connotazione di “fine del mondo”, si sono riunite insieme e si sono messe al lavoro per sistemare i propri spazi e iniziare le attività. Questa data simbolica è stata scelta per il suo significato di trasformazione e di nuovo inizio: una rinascita che è stata chiamata “Rebirth-day”. Successivamente, a fine febbraio, il numero di imprese è salito a 15. Il progetto Grisù, che nasce come vero e proprio modello di sviluppo territoriale e che prevede anche la nascita di posti di lavoro, offre alle aziende numerose agevolazioni. Esse, infatti, non dovranno sostenere spese di affitto e avranno diritto a diverse facilitazioni economiche per la gestione delle attività di ufficio e per le spese ordinarie (dall’elettricista, all’imbianchino, al muratore). Senza contare che l’Associazione favorirà la ristrutturazione degli spazi, la promozione e l’integrazione delle varie attività, nonché l’internazionalizzazione del progetto e la ricerca di finanziamenti. Le aziende coinvolte ad oggi sono: Innova, Kappalab, Opus Incertum Lab, Spaziografia, Dorotea, Unbeldì, Formarci, ArchLiving, Daniela Ghesini, WormA, Basa Cicli, MobiliDinamici, Obst, TryeCo 2.0 e Less (Laboratory of Essential Strategies). I loro nomi derivano da un’attenta selezione secondo criteri di eccellenza e innovazione tra le oltre cinquanta realtà culturali e creative che hanno presentato la domanda di ammissione per entrare a far parte dello Spazio Grisù. Realtà molto diverse, alcune giovani, altre con già una propria storia alle spalle, ma tutte desiderose di confrontarsi e collaborare tra loro per rendere Grisù un luogo di interazione vivo e dinamico. Si va dalla più nota casa editrice di fumetti italiana al nascente giornale culturale on-line, dai pluripremiati designer di imbarcazioni elettriche all’architettura di tendenza, da un innovativo laboratorio di edilizia sostenibile alla prototipazione 3D all’ultramoderno design di mobili in ferro e vetro. Ma non è tutto. Come spiega Fabrizio Casetti “la selezione continua. Dopo aver valutato in modo approfondito le domande pervenute si è tenuta l’ultima tranche selettiva, rivolta a tutte le realtà internazionali, che sono state chiamate per creare un vero e proprio ponte culturale con la città di Ferrara”. Il 21 marzo l’ex Caserma dei pompieri ha ospitato la Festa di Primavera, una gran- dissima occasione, culturale e sociale, di incontro che è coincisa con l’iniziativa “Studi aperti”, organizzata dall’Ordine degli Architetti di Ferrara, in cui gli studi hanno presentato al pubblico le loro ultime realizzazioni e i progetti più innovativi. Casetti assicura: “Lo Spazio Grisù avrà modo di sorprendere tutti e il nostro impegno come Associazione Grisù, sarà totale per far sì che ciò avvenga costantemente”. Un importante sostegno proviene dalla Banca di Romagna. Il direttore Francesco Pinoni spiega: “il comune fattore che unisce due realtà apparentemente diverse come l’Associazione Grisù e Banca di Romagna è la convinzione che esista una ricchezza che non viene catalogata solo con indicatori economici. Pensiamo che impedire alla creatività e alle nuove interpretazioni artistiche di trovare luoghi di espressione e di diffusione nel il territorio sia un impoverimento per tutti. Il progetto ci ha colpito perché si basa su una nuova concezione della condivisione culturale: in tempi in cui le risorse economiche a disposizione sono sostanzialmente azzerate, in particolar modo da parte delle Istituzioni, la forza di nuove idee deve poter emergere”. La Banca di Romagna partecipa come partner attivo e non come semplice sostenitore, condividendo eventi. Oltre a Casetti, tra le promotrici di Grisù c’è Maria Livia Brunelli della MLB Gallery di Ferrara, che ha portato alla fiera di Basilea alcuni artisti ferraresi invitandoli a riflettere sul tema della crisi dell’Europa attuale. Anche il presidente della Camera di commercio Carlo Alberto Roncarati appoggia il progetto: “Ho accolto con molto favore l’iniziativa, coraggiosa e lungimirante, promossa da Fabrizio e Maria Livia, perché rappresenta un atto di coraggio e di fiducia. Le difficili contingenze economiche impongono adeguata capacità di reazione. Particolarmente ai giovani che difficilmente oggi trovano sbocco alle loro aspirazioni e che, invece, nell’insieme, rappresentano il capitale più prezioso sul quale investire. Le giovani imprese di Grisù dimostrano coraggio e gusto della sfida. Un atteggiamento positivo che lascia ben sperare per il loro futuro economico e professionale e per il contributo che sapranno offrire alla crescita nostra comunità” Lo Spazio Grisù è stato protagonista del programma “Report” di Milena Gabanelli, come esempio di una nuova politica culturale contro la crisi e portavoce di una idea di cultura attiva FOCUS 3D e realtà aumentata applicati alla tutela dei beni culturali TryeCo 2.0, l’anima artigiana sposa la tecnologia ra le imprese selezionate spicca TryeCo 2.0 Srl, esempio di imprenditoria giovanile che non ha interrotto la propria crescita e che anzi prevede un ulteriore avanzamento nel 2013. “TryeCo 2.0 nasce nel gennaio 2011 e può definirsi una “creative maker farm” dove l'anima artigiana tradizionale incontra la tecnologie - spiega uno dei titolari, Matteo Fabbri - Lo staff seleziona nuove metodologie e tecnologie per trasferirle da campi d'applicazione specifici a settori “d'uso comune”. Seguendo questa filosofia abbiamo utilizzato laser scanner 3D e prototipazione rapida, nati per il settore petrolifero e industriale, nel campo della tutela dei Beni Culturali; la “realtà aumentata” del settore aereonautico, proposta come nuovo media per la promozione di luoghi e prodotti; infine le tecniche di modellazione e animazione 3D, T celebri nel settore videogame, per la realizzazione di guide interattive per l'assemblaggio di sistemi complessi”. Il core business si rivolge alle attività culturali, musei, turismo ed enti di promozione, poi a gruppi industriali che producono macchine complesse o infrastrutture, in ultimo al settore alimentare, verso aziende che puntino sulla qualità del prodotto e sulla massima tracciabilità (esempi: alimenti per celiaci o per intolleranze, totalmente biologici). “Il punto di forza della nostra idea imprenditoriale – aggiunge Fabbri - è la capacità di trasferire a clienti e settori che normalmente non li userebbero processi altamente innovativi e tecnologici. Grazie ad una formazione legata all'architettura conosciamo bene il valore che il progetto Grisù ricopre per il tessuto urbano e le possibilità che ci saranno in futuro se tutto lo stabile recuperato diventerà punto di aggregazione per la città. Tryeco ha creduto nel valore dell'operazione. Uno dei principali vantaggi infatti è la possibilità di confrontarsi nello stesso "spazio" con tante altre aziende di settori diversi, ma molto legate alla creatività. Da questa "coabitazione" potranno nascere interessanti collaborazioni per lo sviluppo di nuovi business. L’ingresso della società in una farm atipica come Grisù – conclude Fabbri ha generato un grande interesse mediatico con un aumento della visibilità del nostro lavoro, anche in ambienti distanti” 39 EXPORT di Giuseppe Sangiorgi La Regione Emilia-Romagna è capofila del progetto Guangdong Italy Traineeship La formazione che serve per fare affari in Cina ino a poco tempo fa, la Cina rappresentava soprattutto una piattaforma di produzione, approvvigionamento ed esportazione. Oggi è sempre più rilevante quale fonte di investimenti diretti esteri e per il fatto che vi risiede una popolazione dinamica ed imprenditoriale che rappresenta un quinto del pianeta ed ha la possibilità di studiare, viaggiare, investire e lavorare all’estero. Cambia quindi la dimensione dell’approccio al gigante asiatico, che continua a correre: secondo il Rapporto Annuale della Fondazione Italia Cina elaborato dal suo Centro Studi per l’Impresa (CeSIF), l’economia cinese crescerà nel 2013 intorno F Secondo le stime del CeSif l’economia cinese nel 2013 crescerà del 7,5% al 7,5% manifestando la sua solidità. Pur tra le difficoltà che si possono incontrare nell’affrontare aspetti tecnici e organizzativi in un mercato complesso, si possono cogliere numerose opportunità di business in Cina. Una opzione strategica per rafforzare i rapporti economici e porre in essere le condizioni per lo sviluppo di forme stabili di collaborazione, è rappresentata dall’impegno di rinsaldare le relazioni istituzionali e le esperienze di scambio economico, scientifico e tecnologico. È il caso del percorso di collaborazione avviato con la Provincia cinese del Guandong dalla Regione EmiliaRomagna, capofila del progetto GIT “Guangdong Italy Traineeship”. L’iniziativa è stata promossa nell’ambito del programma Ministero Affari Esteri-Regioni-Cina -una piattaforma LA SCHEDA La maggiore economia provinciale del Paese anche per l’export Nel Guangdong l’11% del Pil cinese C on una superficie di 179.757 kmq, la Provincia del Guangdong, è situata nella zona sudorientale della Repubblica Popolare Cinese e confina con le regioni amministrative speciali (S.A.R.) di Hong Kong e Macao. Alla fine del 2012 contava circa 105,9 milioni di abitanti. E’ stata tra le prime province a sperimentare le politiche di riforma ed apertura inaugurate alla fine degli anni ‘70. La Provincia spita tre delle prime quattro zone economiche speciali istituite in quel periodo: Shenzhen, Shantou e Zhuhai. Il Guangdong – che si è affermato per primo come una delle principali aree produttive della Cina - ha sviluppato un ampio e strutturato settore industriale, fortemente orientato all’export e ricco anche di piccole medie imprese. 40 Dal 1989 la più grande economia provinciale della Cina per popolazione, Pil e commercio con l’estero: nel 2012 rappresentava circa l’11% del Pil della Repubblica popolare, il 10,8% delle vendite al dettaglio, il 28% dell’export totale ed il 22,5% dell’import. L’anno passato, il Guangdong ha attratto il 16,7% degli gli investimenti diretti esteri che affluiscono in Cina. Le imprese a partecipazione estera contribuiscono al 59,4% delle esportazioni ed al 56,2% delle importazioni. Insieme alle aree di Pechino-Tianjin e della Grande Shanghai, la Provincia del Guangdong è una delle sedi principali dove sono insediate le imprese italiane. Per informazioni sul IV Rapporto Annuale sulla Cina consultare il sito www.italychina.org di dialogo e coordinamento per lo sviluppo di forme di partenariato- e realizzata da Regione EmiliaRomagna e Fondazione Italia-Cina. L’obiettivo è di rafforzare le relazioni istituzionali ed i rapporti economici, tra la Provincia del Guangdong e cinque regioni partner italiane attraverso azioni di formazione e di traineeship rivolti a manager e imprenditori. Oltre a Emilia-Romagna, sono state coinvolte anche Campania, Liguria, Marche, Puglia. Imprenditori e manager di ventidue piccole e medie imprese italiane e cinesi hanno partecipato a reciproci periodi di scambio e ospitalità. “Il prerequisito per avviare proficue relazioni commerciali con la Cina è la costruzione di rapporti di fiducia. – dice Cesare Romiti, presidente della Fondazione Italia Cina - Questo progetto innovativo consente di favorire la conoscenza reciproca tra imprese, persone e culture e porrà le basi per forti legami nel medio e lungo termine, tra i due Paesi, le Province, e >> Regioni partner, le imprese e le filiere coinvolte”. A seguito del progetto, sono stati firmati otto accordi di sviluppo del partenariato commerciale, tra imprese italiane e cinesi. Fra queste l’emiliana Algotex e la cantonese Ruizhou Technology nel settore meccanica allargata. Altre società stanno negoziando accordi di trasferimento e scambio tecnologico, intese commerciali e di investimento. “L’originalità del progetto – sottolinea Gian Carlo Muzzarelli, assessore alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna - risiede nel fatto che per la prima volta rappresentanti di imprese italiane sono stati ospitati, hanno dialogato e lavorato insieme alle loro controparti cinesi. È un’iniziativa pilota incisiva che intendiamo estendere e verticalizzare per vari settori ed aprire alla collaborazione con le altre Regioni italiane”. Il Guangdong può rappresentare una piattaforma di produzione chiave per i mercati cinese e - in virtù della sua posizione - dell’Asia sudorientale ed Hong Kong, che godono di una crescente integrazione con il Paese del Dragone. Costruzioni, ambiente, alimentare, meccanica avanzata, salute, management della cultura, turismo sono le filiere interessate dal progetto GIT che è stato al centro del percorso formativo gratuito per le imprese intitolato “Doing business around the world”, inserito nell’ambito del programma BRICST-PLUS, promosso dalla Regione Emilia-Romagna e dedicato ai Paesi e settori target delle attività programmate per il biennio 20132015. Giornate di formazione corporate, check up aziendali, incontri individuali sono stati rivolti alle Pmi per aiutarle ad individuare opportunità di affari. Il cuore dell’iniziativa è stato il focus riservato alla Cina con due momenti di approfondimento con importanti Province. Il vicegovernatore del Guangdong, Lin Shaouchun e Patrizio Bianchi, assessore regionale a scuola, università, ricerca e formazione (nella foto) hanno illustrato i risultati finora conseguiti nel corso del forum “Italia-Guangdong: sinergie per il rilancio economico”. In un workshop, organizzato da Confindustria Emilia-Romagna, sono state analizzate le opportunità del settore biomedicale e dei dispositivi medici nello Zhejiang (56 milioni di abitanti), provincia della Cina orientale costiera, una delle aree più ricche, dinamiche e produttive (6,9% del Pil cinese), con cui la Regione ha sottoscritto un accordo di collaborazione per lo sviluppo delle relazioni economiche e tecnologiche. Uno dei settori chiave può essere la prevenzione e la LA MISSIONE Dall’Emilia-Romagna per promuovere il lusso-soft Dieci ‘piccole’ del settore moda in mostra al Waow Plaza C ercare partner commerciali interessati alla importazione del prodotto moda emiliano-romagnolo e vestire i cinesi con creazioni made in Italy. Questo l’obiettivo di 10 piccole imprese emiliano-romagnole che per cinque giorni, a fine luglio, hanno esposto le proprie collezioni in una showroom temporanea allestita ad Hangzhou nell’enorme e nuovo shopping mall Waow Plaza, che il gruppo cinese Wahaha ha aperto nella metropoli a due ore da Shanghai. “L’idea di questa missione– spiega Isabella Angiuli responsabile dell’Ufficio Internazionalizzazione di CNA Emilia-Romagna – è nata in giugno quando, nella nostra sede, un gruppo di imprese ha incontrato una delegazione cinese in Italia alla scoperta del lusso a costo accessibili. Un ambito nel quale le nostre aziende primeggiano perché in grado di creare prodotti di qualità, difficilmente replicabili, ricercati da quella fascia di popolazione cinese attenta alla qualità, ma oggi costretta a rivolgersi solo ai grandi marchi”. Le piccole e medie imprese emiliano-romagnole possono invece proporre un lusso-soft di alta qualità a prezzi ragionevoli. Donne da Sogno, Vanity, Startex, SoloDonne, Dama Pelletterie, Grazialliani, Philo, Rub&Dub, Max Lallini, Gianfranco Pini: sono pochi i marchi noti tra le aziende protagoniste della missione “un segnale – osserva Angiuli – di come il nostro sistema imprenditoriale sia fatto proprio da artigiani vivaci e proattivi che non si fermano davanti alla crisi del mercato interno e cercano di cogliere tutte le opportunità che si presentano all’estero”. Conferma Tamara Gualandi della ditta Donne da sogno: “La sfida è superare le difficoltà commerciali che impediscono a realtà piccole e poco strutturate di vendere direttamente in una area, come la Cina, considerata impossibile per chi non ha la forza dei grandi numeri CNA Federmoda Emilia-Romagna si è proposta come soggetto facilitatore nella relazione tra le imprese ed il gruppo Wahaha e questo ha consentito di realizzare, nell’arco di un mese, la missione imprenditoriale, i cui primi riscontri sono positivi: sono stati già firmati ordinativi” 41 EXPORT cura della salute che il Governo cinese ha posto tra le priorità: la domanda di prodotti e servizi nella filiera è destinata ad aumentare sensibilmente come dimostra il raddoppio del giro di affari in cinque anni. Il più recente tassello per consolidare le relazioni bilaterali ed i forti legami esistenti con la Cina è stata la firma di una dichiarazione di intenti da parte del presidente della Regione EmiliaRomagna, Vasco Errani e della vicepresidente del Guangdong, Zhao Yufang in occasione della visita di una delegazione cinese guidata da Hu Chunhua, membro del Politbureau del Pcc (nella foto a pag. 41 con Errani). Il documento siglato tra le due realtà territoriali– che prelude alla sottoscrizione di una formale intesa – è indirizzato a sviluppare i sistemi economici, universitari e formativi attraverso una collaborazione di lungo periodo che porterà a creare le condizioni per realizzare congiuntamente progetti di educazione, ricerca e business in grado di coinvolgere gli imprenditori, i ricercatori e gli studenti. Alla luce del successo delle iniziative pilota già realizzate assieme (programmi di formazione in cooperazione tra Dipartimento delle risorse umane e la Previdenza sociale della Provincia del Guangdong con l’Università di Ferrara, progetto di management per dirigenti delle Pmi tra l’Italia e Guangdong, percorsi sulla green economy “Renewal”), l’obiettivo è quindi ad ampliare ulteriormente la partnership. Particolare attenzione sarà dedicata all’identificazione di una piattaforma di collaborazione istituzionale, imprenditoriale e tecnico-scientifica sui temi delle green technologies, della gestione delle acque e delle bonifiche. Regione Emilia-Romagna e Provincia Guangdong, nella dichiarazione di intenti hanno confermato l’interesse a “individuare iniziative comuni per la partecipazione congiunta a Expo Milano 2015 attraverso l’organizzazione di conferenze internazionali e incontri fra esperti, la movimentazione di turisti, il confronto fra imprese”, condividendo l’obiettivo di “ampliare ed approfondire la cooperazione economica, scientifica e culturale” IL PROGETTO Il mercato delle imbarcazioni in Cina raggiungerà i 10 miliardi di dollari entro il 2020 Nautica, strategie per agganciare il boom a nautica emiliano-romagnola guarda alla Cina e cerca di intercettarne l’impetuosa crescita del mercato delle imbarcazioni che si stima raggiungerà i 10 miliardi di dollari entro il 2020. Per aiutare le imprese a trovare spazi e commesse è nato il progetto “Rafforzamento della filiera nautica emiliano-romagnola in Cina” realizzato dall’Azienda Speciale SIDI-Eurosportello della Camera di commercio di Ravenna, co-finanziato da sistema camerale regionale, Unioncamere Emilia-Romagna e Regione. I primi risultati sono confortanti come è emerso al termine della missione in EmiliaRomagna di operatori cinesi che è iniziata a Ravenna con l’incontro di istituzioni e associazioni di categoria, è proseguita con la visita del porto turistico Marinara e di aziende del settore e si è conclusa con un convegno a Bologna. Nella sede di Unioncamere, gli imprenditori cinesi, hanno confermato la firma di alcuni con- L 42 tratti per l’acquisto di imbarcazioni, accessori e sistemi di automazione da alcune delle imprese visitate. Nel “Paese del Dragone” la nautica sta vivendo un trend positivo grazie alla politica del Governo volta ad incoraggiare lo sviluppo dell’industria di settore anche a fini di promozione turistica, a riorganizzare la normativa sulla navigazione di mari e acque interne, a costruire nuove marine ed aprire yacht club riqualificando aree per un turismo d’élite, favorito da maggiore potere di acquisto e disponibilità di tempo libero di una fascia crescente di popolazione. Ci sono quindi possibilità di partnership lungo tutta la filiera per i prodotti di qualità e di raffinata progettazione e design come quelli italiani. “Questo è un esempio di progetto integrato di collaborazione tra le istituzioni per accompagnare le aziende sui mercati emergenti – ha sostenuto Ugo Girardi, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna – Ci sono possibilità di sviluppo legate anche a forme di aggregazione e di rete che possono essere la formula giusta per realtà di piccola-media dimensione come quelle italiane”. La visita della delegazione cinese è stata l’ultima fase del progetto che in un anno ha coinvolto più di 20 aziende regionali della nautica. “Le attività realizzate sono state diverse – ha aggiunto Giovanni Casadei Monti, direttore dell’Eurosportello secondo un preciso percorso temporale utile a favorire concrete opportunità di business. All’analisi del mercato nautico cinese svolta attraverso seminari di presentazione e incontri personalizzati sono seguiti un’azione esplorativa di scouting ed una missione imprenditoriale in Cina al fine di comprendere le richieste e necessità degli operatori asiatici. Infine, l’incoming e la conclusione del progetto. Abbiamo contribuito a tracciare una strada che potrà essere ancora seguita” Con un click l’impresa va all’estero Alla scoperta di nuovi mercati e opportunità di business senza muoversi dall’azienda grazie alla moderna tecnologia. È quanto offre il progetto “L’internazionalizzazione a portata di click”, ideato da Unioncamere Emilia-Romagna e Ministero degli Affari Esteri. Attraverso il web, gratuitamente, le imprese possono confrontarsi in diretta con buyer, associazioni di categoria, importatori locali di Paesi emergenti in forte crescita ed interessati ad operare con l’Italia. Dopo i primi due appuntamenti dedicati ad Indonesia e Corea del Sud con collegamenti alle capitali Jakarta e Seoul, nei prossimi mesi, attraverso il nuovo strumento “business oriented”, le imprese potranno andare alla scoperta di Angola (Luanda, ottobre), Filippine (Manila, novembre), Sud Africa (Pretoria, dicembre), Paesi selezionati per questo primo ciclo di webinar. Grazie alla modalità seminario on line, è possibile acquisire informazioni su potenzialità del mercato e settori economici, canali di distribuzione, concorrenza, tariffe, normativa doganale, inoltre, intervenire in chat e formulare domande per ottenere immediate risposte dagli interlocutori stranieri. È prevista anche la possibilità di realizzare incontri B2B virtuali. Informazioni ed iscrizioni www.infomercatiesteri.it/webinar.php TURISMO di Michela Turra Le Terme dell’Emilia-Romagna in festa per la “Notte Celeste” tra spettacoli ed eventi Dall’acqua termale, il benessere è per tutti a Notte Celeste, appena prima l’inizio d’estate, il 15 giugno, per festeggiare il benessere termale in Emilia-Romagna. Trattamenti per il corpo e pacchetti soggiorno all inclusive offerti nei centri emiliano-romagnoli aperti per l’occasione, tra concerti, feste, degustazioni, balli a bordo piscina, fiaccolate, scenografie luminose, animazione, il tutto in contemporanea. Per dire, con i fatti, che chi pensa che le Terme siano cosa d’altri tempi, vagamente sorpassata e per gente in là con gli anni, si sbaglia e non di poco. La Notte Celeste, arrivata alla seconda edizione dopo il successo della prima (50 mila i partecipanti ai tantissimi eventi ospitati nei 23 centri termali e nelle 18 località della regione), ideata e organizzata dall’Unione di Prodotto Regionale Terme, Salute e Benessere in collaborazione con Apt Servizi e con il Coter (Consorzio Termale Emilia Romagna), è un evento unico L Il Consorzio regionale aziende termali riunisce 21 strutture che accolgono 320mila clienti l’anno A destra, Lino Gilioli, presidente del Coter 44 in Italia. “La Notte Celeste esalta la capacità di messa a sistema delle risorse, tipico dell’Emilia Romagna” dice Maurizio Melucci, assessore regionale al turismo, mentre Iglis Bellavista, presidente dell’Unione di Prodotto Terme, Salute e Benessere dell’Emilia Romagna, sottolinea come l’evento abbia raggiunto la dimensione multimediale, con l’attenzione dei social network, il racconto di emozioni e la pubblicazione di foto in rete, su Instagram. Le aperture straordinarie sono un tuffo, fino a tarda notte, nell’allegria e nella bellezza, con proposte a prezzi speciali e momenti particolarissimi: dai concerti d’arpa di Salsomaggiore, agli sbandieratori di Tabiano Bagni, alla movida col dj a bordo piscina a Monterenzio, al concerto tributo a Lucio Dalla di Porretta. Tutto questo per dimostrare che le Terme, di origine etrusca e sviluppate ampiamente dai Romani, in Emilia-Romagna sono un patrimonio irrinunciabile, che ha saputo imboccare la strada della modernizzazione. “La Notte Celeste serve a far capire che le terme sono un luogo per persone di ogni età” osserva Lino Gilioli, presidente del Coter. Il Consorzio delle aziende termali dell’Emilia-Romagna raggruppa 21 strutture, per un afflusso – riferisce il presidente – di 320mila clienti all’anno, la metà dei quali emiliano-romagnoli, la restante parte proveniente da altre regioni d’Italia. Una clientela costituita al 40 per cento da clienti che soggiornano, e al 60 da pendolari, al cinquanta per cento fatta di over sessanta, ma dove c’è anche un 12 per cento di bambini, natural- mente accompagnati da genitori o nonni, graditi consumatori extra. Il fatturato diretto delle aziende - illustra ancora Gilioli - è stato nell’ultimo anno di 95 milioni di euro, per un indotto pari a 750 milioni di euro, tra soggiorni in albergo e consumo che ne è derivato. Un volano per l’economia e anche per l’occupazione (soprattutto femminile), considerato che nelle strutture lavorano 1.500 persone a tempo indeterminato e 10.000 a tempo determinato – i cosiddetti stagionali – in un arco di tempo che ormai va da metà febbraio fino a fine anno. Naturalmente la crisi non ha risparmiato il settore: “Il 2012 ha seguito per noi la tendenza dell’economia, le nostre attività hanno fatto registrare un calo del 9–10 per cento – precisa il presidente – con un’accentuazione della clientela di prossimità rispetto a quella di tipo turistico. È chiaro che, in un periodo in cui calano le spese destinate alla salute, tutto ciò che non è emergenza passa in secondo piano e la villeggiatura termale, classicamente di dieci-dodici giorni, non può non risentirne”. Località termali per tutti i gusti, spesso associate a una vacanza marina o montana, le strutture offrono trattamenti variegati, eccellenze le cure per le prime vie respiratorie e la riabilitazione, uno dei settori emergenti, essendo le acque dense termali di gran giovamento ad artrosi e reumatismi. “Le terapie in atto presso le nostre realtà, più che guarire, abbassano le punte di dolore ed evitano le infiammazioni – aggiunge il presidente Gilioli – il sistema sanitario nazionale, cui oggi costiamo l’1 per mille della spesa, dovrebbe concepire il settore come un presidio di prevenzione e cura della salute, conseguentemente bisognoso di risorse appropriate. Un bambino può essere liberato dal catarro con trattamenti naturali alle Terme con un esborso per lo Stato di pochi euro rispetto piuttosto che con farmaci per la sanità ben più onerosi. Le ricerche di farmaco-economia fatte dimostrano poi che le cure termali hanno effetti importanti, oltre che sul benessere, sulla produttività di chi ne usufruisce, a tutto vantaggio della collettività”. Se il termalismo come lo si intendeva anche solo dieci anni fa non esiste più, e rispetto al vecchio concetto di meta turistica, le Terme si sono trasformate piuttosto in un servizio territoriale ai residenti, il fenomeno, a parere del presidente del Coter, resta comunque sociale e culturale oltre che sanitario e “bisognerebbe pensarlo come un made in Italy da valorizzare”. Ma la previsione per il futuro è positiva: “Ora che la vacanza sta andando sempre più verso una for- mula benessere, per le Terme dovrebbero aprirsi nuovi spazi”. Alle Terme di Riolo, 12 ettari di parco secolare e ben 144 anni di età, il responsabile dei servizi generali Gianmarco Lanzoni, anche assessore comunale al turismo, conferma che “si viene con la mutua, ma non si aggiunge nulla, c’è scarsa propensione all’acquisto, tiene la riabilitazione motoria e perde l’estetica”. Ma l’attuale 7-8 per cento in meno a livello IL CASO L’ampia offerta del Mare Termale Bolognese Tradizioni secolari e wellness nel circuito della salute ochi associano il capoluogo emilianoromagnolo all'offerta termale. Invece le Terme, risalenti all'imperatore Augusto, a Bologna hanno una tradizione secolare. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento c’erano le terme di Corticella, a cui seguirono quelle di Casaglia. Oggi ci sono le Terme San Luca, in via Agucchi, le Terme Felsinee, alla Barca, e le Terme San Petronio, in via Irnerio (uniche nel centro di una città in Italia), dove l'acqua arriva con una condotta di cinque chilometri e passa nel vecchio tracciato dei canali della seta. A questo Mare termale bolognese, un vero e proprio circuito della salute, dove è possibile effettuare anche visite mediche in ambulatori convenzionati col sistema sanitario nazionale o meno, vanno aggiunte, in provincia, le Terme Acquabios a Minerbio e il Villaggio della Salute a Monterenzio, contenente le Terme dell'Agriturismo aperte tutto l'anno. Un complesso vastissimo, quest'ultimo, situato nella valle del Sillaro, con l'albergo e i casali ad ospitare chi d'estate vuole sguazzare dentro Acquapark: venti piscine, tra quelle termali, per acquagym e ogni altra sorta di attrattive, dagli acquascivoli a laghi benessere. "Come Mare Termale Bolognese - dice la dottoressa Francesca Monti, della direzione organizzativa - sviluppiamo molte attività differenti, dalla riabilitazione termale al fitness, dalla diagnostica per P immagini al turismo salutistico: tutte queste iniziative sono collegate dall'attenzione al tema della salute e del benessere della persona, in particolar modo per quanto riguarda la prevenzione. Anche le aperture serali delle Notti azzurre, che offriamo regolarmente da più di due anni in tutti i centri, vanno in questa direzione". Un modo di proporsi in linea coi tempi, nella convinzione che "il wellness è la chiave del welfare". La curiosità è che, su Bologna, le Terme stanno attirando anche i primi stranieri: complici i voli Ryanair, si sta affacciando un inedito turismo termale proveniente dall'Est, in particolare dalla Russia, Paese dove la cultura del termalismo – ce lo racconta bene certa letteratura cinematografica – è sicuramente ben consolidata 45 TURISMO Marco Conti, direttore sanitario delle Terme di Castrocaro Sotto, le Terme di Riolo di affari non va, nello stabilimento, a discapito della qualità del servizio, che non è in discussione e si fonda anche sulla cortesia degli operatori, soggetti ogni anno a corsi di formazione, per essere in grado di dare qualcosa ai clienti anche sul piano “artigianale e umano”. “Con chi si mette a nudo per 12 giorni per fare un fango deve scattare un feeling, il cliente va indirizzato a scoprire le specialità enogastronomiche, le bellezze del territorio”. Che, immerso com’è nel verde, non lontano dal passo della Sambuca, a Riolo indiscutibilmente ne presenta molte, a partire dall’emergenza geologica del Parco regionale della vena del gesso, 16 chilometri di argilla in lunghezza risalente a 7 milioni di anni fa, con le acque solfuree così benefiche per la salute e i “buldur” (in dialetto), vulcanetti che eruttano in continuazione. Il paese, con la scuola alberghiera e il campo da golf, ha fatto tesoro della presenza delle Terme, che accolgono circa 16.000 clienti all’anno, la maggioranza emiliano-romagnoli, ma anche da Puglie, Marche, Veneto, quasi tutti (86 per cento) mutuati. Per loro, accanto alla parte benessere (sauna, bagno turco...) e a quella curativa (otorinolaringoiatria, riabilitazione motoria...) con le acque salsobromoiodiche, funziona anche un moderno centro di medicina naturale condotto dal professor Erus 46 Sangiorgi che studia le intolleranze alimentari e propone tra l’altro bagni di fieno. Marco Conti, direttore sanitario delle Terme di Castrocaro, spiega che da diciassette anni esiste una collaborazione tra la struttura e l’ospedale di Forlì, sinergia che rende possibili soggiorni di pazienti in entrambe le realtà. Allo stabilimento termale romagnolo sono in aumento le persone che si recano a riabilitarsi, da sportivi che hanno necessità di tornare in campo dopo un trauma, a ciclisti amatoriali che vogliono essere curati. Modernissime apparecchiature per laserterapia, tecarterapia (campi elettromagnetici), onda d’urto (fisioterapia ideale per le tendiniti calcifiche), idrochinesiterapia si affiancano alla possibilità di fare fangoterapia, fitness in palestra e cure tradizionali. “Da noi in Romagna la sensibilità nei confronti della prevenzione e di un corretto stile di vita è in aumento – dice il dottor Conti – Del resto nella Conferenza Stato–Regioni del 2009, le Terme vengono indicate come luogo dove fare riabilitazione ma anche praticare corretti stili di vita. La popolazione deve essere sensibilizzata in tal senso e noi promuoviamo incontri a questo scopo”. C’è chi, dalle cure termali, trae proprio questo insegnamento: “Lo scorso anno a luglio – racconta il dottor Ippolito Perozzi, bolognese – mi sono recato dodici giorni a fare le cure Monticelli e sono rimasto positivamente colpito dal ritorno a ritmi quotidiani sani, che la convulsa vita contemporanea ci ha portato a dimenticare”. Sempre nel parmense, accanto alle terme di collina di Monticelli, brilla una località termale di grande richiamo, Salsomaggiore. Qui la cura termale si sposa a una affascinante villeggiatura tra il liberty e il circostante paesaggio preappenninico: in particolare i poteri delle acque salsobromoiodiche favoriscono terapie per gli apparati reumatico, circolatorio e ginecologico. Le vicine e gemelle Terme di Tabiano, dove le acque sono solfuree, indicate per cure delle prime vie respiratorie, contano più presenze di anziani e bambini rispetto alle molte femminili che affollano a Salsomaggiore il magnifico Centro benessere Berzieri e gli altri stabilimenti. Ma la cittadina già sede di trasmissioni quali Miss Italia e Veline non vuole essere solo capitale della bellezza: ha realizzato così, ad esempio, una convenzione con la Federazione Italiana ciclismo che ha portato alle Terme numerosi sportivi ed eventi a scopo di cura e promozione. Ciascuna delle realtà termali emiliano-romagnole – da Porretta a Punta Marina, da Salvarola a Castel San Pietro, da Cervarezza a Riccione, Grand Hotel della Fratta (Bertinoro), a Brisighella, da Cervia a Bagno di Romagna, ed anche a Rimini (perché le terme ci sono pure lì!) – ha proposte particolari e variegate, tutte all’insegna di salute e benessere. Tutte da scoprire. Anche perché, come riferisce Gianmarco Lanzoni, “una ricerca Eurisko del 2012 ha generato molte sorprese, evidenziando che il 50% degli intervistati non era a conoscenza della copertura mutualistica delle cure termali per molte patologie” TURISMO Il Grand Hotel Majestic è ritenuto tra i migliori al mondo. Un volume ne celebra la storia l Grand Hotel Majestic, già Baglioni, l’unico hotel 5 stelle lusso di Bologna, ha compiuto un secolo. L’anniversario fotografa cent’anni di grandi cambiamenti. Sul tappeto rosso della hall sono passati i più importanti personaggi dello spettacolo, della politica, della cultura, teste coronate e premi Nobel. Classificato dalla rivista americana Travel & Leisure tra i migliori 500 alberghi del mondo (al 1° posto in Italia ed in Europa, in 30esima posizione nella classifica T+L 500: World’s Best Hotels 2010), il Grand Hotel Majestic, già Baglioni, è uno storico edificio risalente al XVIII secolo, considerato uno degli esempi più illustri di edilizia rinascimentale, realizzato su progetto dell’architetto Alfonso Torreggiani. L’attuale aspetto è frutto di una rilettura architettonica che ha ripristinato le strutture originarie del Torreggiani e valorizzato nuovi spazi, dando rilievo alla vista ottagonale della Torre di Palazzo Fava le cui sale, con i famosi affreschi di Agostino, Annibale e I Ludovico Carracci, sono una “meraviglia da museo” della pittura del Cinquecento. Dalla belle époque ai giorni nostri l’albergo ha saputo cogliere le emozioni e le occasioni dei tempi: con la ferrovia che portava gente a farsi fare un abito su misura in giornata nella via più esclusiva e, oggi, con i turisti che usufruiscono dell’alta velocità, di un moderno aeroporto, tra i primi in Italia per collegamenti nazionali ed internazionali. “Con questo spirito - spiega il direttore dell’hotel Tiberio Biondi - abbiamo organizzato la sera dei festeggiamenti. Ci piace pensare a questa celebrazione non come un punto di arrivo, ma come un punto di partenza, pronti ad accogliere e vincere le nuove sfide”. Un prezioso volume curato da Giancarlo Roversi con contributi di vari autori, ripercorre la storia dell’hotel, dall’apertura (15 febbraio 1912) fino alla fine del 2012, con riferimenti all’architettura, ai restauri, agli ospiti, alle vicende della famiglia Baglioni, che già dalla metà del Seicento si occupava di hôtellerie. La prefazione è del cavaliere del lavoro Mario Bandiera, artefice del salvataggio e della rinascita dell’albergo alla fine degli anni ’70, quando la progettata riconversione ad usi abitativi e commerciali dell’antico edificio ne aveva messo a rischio il futuro. Per celebrare l’importante anniversario, non è mancata la raffinata cucina legata all’enogastronomia del territorio che si può gustare negli ambienti del ristorante dell’albergo,"I Carrac- di Milena Sala Un secolo di ospitalità a cinque stelle ci", magnifico salone del XV secolo. Con il sottofondo della musica del pianista Teo Ciavarella, il menù elaborato dall’executive chef Giacomo Galeazzi ha proposto 20 piatti ispirati ai gusti dei grandi personaggi ospiti dell’albergo immortalati nella mostra fotografica “Celebrities since 1912”, un racconto per “sguardi” di grande fascino. Si andava dalle lasagne verdi in onore della principessa Diana, ai bignè farciti con spuma di mortadella e tartufo scorzone come piacevano a Pavarotti. Dai fagottini di bresaola alla robiola con funghi crudi e noci per celebrare Ava Gardner, ai gamberi in pastella profumata allo zenzero per Clark Gable e altri piatti ancora che furono apprezzati da Frank Sinatra, William Holden, Sting, Elton John, Sophia Loren, Paul McCartney, Liza Minelli e altri illustri ospiti. «Il Centenario - dice Franco Vanetti, direttore generale di Duetorri Hotels Spa, la società che gestisce, tra gli altri, il Grand Hotel - è stata una festa della città e il messaggio che lanciamo è una sfida al futuro: siamo sicuri che Bologna e il suo albergo più rappresentativo sapranno rispondere con determinazione e successo” Tra gli ospiti più celebri anche Ava Gardner, Clark Gable, Sinatra e Sophia Loren La copertina del volume curato da Giancarlo Roversi con contributi di vari autori, ripercorre la storia dell’hotel, dall’apertura (15 febbraio 1912) fino alla fine del 2012 A destra, la Suite 47 AZIENDE di Riccardo Belotti Continua la crescita a livello internazionale dell’azienda di San Clemente (RN) MEC3, gli ingredienti del successo stata annoverata tra le società più dinamiche nel vecchio continente da Enterpreneurs for Growth, associazione europea sponsorizzata da aziende come Microsoft e KPMG, rientrando così nella classifica Europe’s 500, unica azienda a rappresentare l’ingredientistica alimentare; ed è la prima realtà nel suo settore ad aver ottenuto, nel 1997, la certificazione del proprio sistema qualità secondo le norme ISO 9000, rilasciata da TuV CERT Suddeutschland. Tutto questo senza tradire le proprie radici: lo stabilimento produttivo di San Clemente (Rimini), su una superficie di oltre 18.000 metri quadrati, dove tutto ha avuto inizio. MEC3 oggi è la prima azienda italiana nel mondo nella produzione di ingredienti per gelato artigianale e pasticceria, creata grazie al lavoro, alla passione, all’intuito di Giordano Emendatori, un imprenditore che si è È La prima azienda italiana nel mondo nella produzione di ingredienti per gelato artigianale Fasi di produzione MEC3 48 costruito dal nulla, partendo dal mestiere di cameriere, dopo aver frequentato l’Istituto alberghiero ‘Severo Savioli’ di Riccione. Un mestiere che gli ha consentito di girare il mondo per alcuni anni, imparando diverse lingue. Ha dato poi sfogo alla sua innata capacità di costruire positive relazioni con le persone iniziando una carriera di commerciale in aziende storiche del settore gelateria artigianale. Da lì nel 1984 la decisione di capitalizzare l’esperienza commerciale mettendosi in proprio, e iniziando la produzione di ingredienti per gelaterie da sempre focalizzate sulla ricerca dell’eccellenza e della qualità oltre che del servizio al cliente. Un passo che l’ha portato, in 30 anni, a diventare azienda leader nel settore, anche attraverso costanti investimenti, circa due milioni di euro ogni anno, in ricerca e sviluppo finalizzati all’ideazione di prodotti e servizi innovativi. “La MEC3 sta vivendo una produzione di successo che non avremmo mai immaginato di riuscire a rag- giungere – racconta Giordano Emendatori – Questo gruppo di persone entusiaste ci ha ormai abituato a successi imprevedibili per cui se mi viene chiesto come immagino l’azienda nel prossimo futuro, non posso che rispondere che tutto è possibile… di certo continueremo a lavorare ricercando ogni singolo cliente dall’Equatore al Polo Nord e dalla California all’Estremo Oriente”. Senza muoversi da Rimini: “Noi siamo molto innamorati del nostro territorio – continua il presidente di MEC3 – e tutte le volte che ci hanno ammaliato con offerte di siti produttivi altamente convenienti, abbiamo sempre rinunciato dando la precedenza al piacere di lavorare con la nostra gente”. Oggi in azienda lavorano anche i figli di Emendatori, ad assicurare la continuità famigliare nella gestione dell’attività. Elena riveste il ruolo di direttore della pianificazione e programmazione della produzione e opera trasversalmente in tutta la ‘supply chain’ (catena di distribuzione) aziendale. Gian Maria, invece, è direttore commerciale. Oggi MEC3 investe il 2% del suo fatturato annualmente in ricerca e sviluppo. In questo settore nascono tutte le innovazioni: dai prodotti per target specifici, ad esempio gelati dietetici, a prodotti che rivoluzionano il settore, come la Nocciola- che può definirsi come la “Carta Costituzionale” dell’Impresa, una carta dei diritti e doveri morali che definisce la responsabilità etico-sociale di ogni partecipante all’organizzazione imprenditoriale e che permette di gestire efficacemente le relazioni dell’impresa con i suoi portatori di interesse Là-Là, realizzata con Nocciola Piemonte I.G.P. MEC3 è anche l’unica realtà del settore ad essere dotata di un laboratorio di analisi sensoriale: trenta panelist istruiti supervisionano costantemente lo sviluppo di ogni singolo progetto. Prodotto distintivo è Cookies®, il gelatobiscotto creato nel 2001 e che ben presto ha trasformato il mondo della gelateria, diventando il primo gusto cream & crunch di sempre. “Le chiavi di successo sono diverse: l’innovazione in un prodotto quasi ‘commodity’ come l’ingrediente per il gelato artigianale – spiega Maurizio Raggi, in MEC3 dal 1996 prima come direttore vendite poi dal 2010 come direttore generale – ma anche la continua attenzione nel fornire al cliente la certezza di aver acquistato un prodotto selezionato, controllato, garantito con processi produttivi trasparenti. A questo aggiungiamo una grande attenzione a una proposta commerciale che abbia sempre come parola d’ordina Etica e Qualità, una profonda e costante educazione di tutti i dipendenti al rispetto verso il cliente, l’aver cavalcato l’internazionalizzazione di un prodotto made in Italy che sta conquistando il mondo diffondendosi in oltre 120 Paesi”. Puntando sui giovani, considerati una risorsa importantissima e valorizzati anche in ruoli chiave. L’età media dei dipendenti (quasi 300) è infatti di 30 anni, per un indotto che coinvolge oltre 500 famiglie. Ma se il gelato è la grande passione di MEC3, non è di certo l’unica. Attiva nel campo della Responsabilità Sociale d’Impresa, l’azienda ha creato un marchio per comunicare la filosofia etica dell’azienda. Interpretando in modo personale questo pensiero, ha elaborato una ricetta molto semplice: al profitto e alla visione d’impresa ha unito, in ‘dosi’ uguali, l’attenzione verso l’essere umano e verso l’ambiente che lo circonda. Così è nato Respect, che significa avvicinare valori apparentemente lontani come l’Etica e il Profitto, e scoprire che stanno così bene insieme da essere inscindibili. La Social choice di MEC3 si esplicita in iniziative solidali, culturali, di sostegno allo sport; in collaborazioni scientifiche, nel dare fiducia e opportunità ai giovani; nell’impegno ‘green’, nell’attenzione alle risorse umane e alla comunicazione. Dal mese di marzo 2012 MEC3 ha adottato un preciso Codice Etico, ossia uno strumento di gestione aziendale Giordano Emendatori in alto, La sede MEC3 IL CASO Le imprese di produzione, gelaterie e pasticcerie ambulanti sono 1594 Gelato, un mercato senza crisi on l’estate esplode la voglia di gelato, che sembra non sentire la crisi. Infatti in Emilia-Romagna, secondo dati di Unioncamere regionale riferiti a giugno 2013, le imprese attive tra produzione di gelati, gelaterie e pasticcerie ambulanti sono 1594. Il gelato è un prodotto che non ha età: lo apprezzano le famiglie, che lo comprano e lo portano a casa e ne vanno ghiotti i 20– 40enni. Lo si compra, in particolare, dalle 16 alle 18 e dalle 21 alle 23. Il weekend registra un’impennata delle vendite. La spesa per un cono o una coppetta è in media di circa 2.50 euro. I consumatori si orientano sempre di più verso alimenti sani, nutrienti, gustosi come il gelato artigianale che è anche sinonimo di ricerca. Si avvale, infatti, oltre che della bravura dei maestri gelatieri, dell’ampia offerta di prodotti agricoli e delle tipicità del territorio, delle tradizioni gastronomiche, degli usi e costumi locali. Una ricchezza ed una vivacità che, oltre a dare lavoro a più di 6000 addetti, stimola gli investimenti nel settore, C dalle macchine da banco per gelato soft o creme agli arredi e attrezzature per i locali. Il gelato artigianale rappresenta un’eccellenza in termini di qualità e sicurezza alimentare che anche il Parlamento europeo ha deciso di tutelare. Lo scorso 24 marzo si è svolta la prima Giornata europea del gelato artigianale. A scandire l'evento, promosso da Artglace (la confederazione a cui aderiscono Spagna, Francia, Germania, Austria, Portogallo, Repubblica Ceca, Olanda, e naturalmente Italia) sono stati i 12 sapori scelti per originali creazioni ed un gusto speciale celebrativo, un fior di latte variegato al cioccolato con mandorle pralinate chiamato “Fantasia d’Europa”. In Europa, il settore contribuisce all’impiego di circa 300.000 lavoratori in circa 50.000 gelaterie. Il consumo di gelato si sta progressivamente destagionalizzando, tanto da creare un fatturato di centinaia di milioni di euro esteso durante tutto l'anno (gs) 49 di Anna Maria Conoci AZIENDE Non si arresta la fase positiva dell’azienda di Forlì, leader europeo di sistemi idronici Non c’è crisi per il Gruppo Fiorini n’importante riorganizzazione societaria, nuove partecipazioni e acquisizioni, una nuova sede e il raddoppio della superficie produttiva. Sono alcuni degli step che hanno contraddistinto il percorso di sviluppo del Gruppo Fiorini, primo produttore in Europa di sistemi idronici per impianti di riscaldamento e condizionamento e azienda di riferimento nel settore dello scambio termico, delle energie rinnovabili, del solare termico, del solare fotovoltaico ibrido e dei sistemi geotermici a bassa entalpia. Risultati importanti cui si affiancano quelli raggiunti grazie al piano di sviluppo internazionale del gruppo che si è intensificato e consolidato negli ultimi anni. “Il gruppo – spiega il direttore commerciale Maurizio Fabbri – si è reso protagonista di un percorso di crescita virtuoso sostenuto, fra gli altri, anche dai progetti di espansione oltre frontiera. La politica d’internazionalizzazione intrapresa è stata premiante sia in termini quantitativi - oggi i mercati esteri costituiscono il 25 % del fatturato - sia per quanto riguarda il profilo qualitativo delle commesse realizzate. Operiamo storicamente in alcuni mercati europei e del nord dell’Europa, Francia, Germania, Austria, Russia, direttamente o mediante la rete di distributori fidelizzati. In alcune aree strategiche, quale ad esempio quella di lingua tedesca, abbiamo rafforzato la nostra presenza con l’apertura di una nuova filiale in Austria”. Il gruppo esprime una vocazione internazionale, ma mantiene solide radici produttive nel territorio: “Per scelta – spiega Fabbri – l’approccio a U Tra i fattori di crescita la forte espansione oltre frontiera. Nell’export il 25% del fatturato 50 nuovi mercati è sempre ispirato da progetti di lungo periodo. Riteniamo fondamentale investire sulla base di prospettive di lungo periodo, le sole che possono esprimere un valore concreto, sia al Paese in cui operiamo sia per la nostra azienda e contestualmente per il nostro territorio. È importante, al di là di questa fase congiunturale che può indurre ad accelerare l’approccio a mercati esteri, esprimere progettualità puntando su iniziative continuative”. E per fare tutto ciò le radici sono fondamentali: “Noi operiamo, esportando prodotti ad alta tecnologia e soluzioni innovative – ammette il direttore commerciale – ma riteniamo imprescindibile mantenere nel nostro paese gli investimenti produttivi. Solo così i risultati in termini di crescita possono avere un riflesso positivo anche in termini occupazionali”. In questa chiave l’internazionalizzazione diviene anche un veicolo di sviluppo interno. “L’intensificata attività internazionale del gruppo, ha concorso, insieme con altre scelte d’investimento, a dare nuovo impulso alla crescita e all’occupazione, oggi sono 150 i dipendenti di cui 120 nello stabilimento forlivese e gli altri nelle sedi produttive di Treviso, Bolzano e Verona”. “Coerentemente con la scelta di investire sul nostro territorio, abbiamo realizzato la nuova sede aziendale di Forlì che ha una superficie produttiva doppia rispetto alla precedente. Dagli 8.000 mq siamo passati agli attuali 16.000, cui si affiancano i 2.000 mq degli uffici – racconta Fabbri - Il miglioramento delle performance e il potenziamento della capacità produttiva che ne Nella foto a sx. ing. Antonio Fabbri a.d. Gruppo Fiorini e a dx ing. Maurizio Fabbri direttore commerciale del Gruppo Sotto, l'interno del nuovo stabilimento di Via Zampeschi a Forlì sono derivati, ci renderanno in prospettiva più competitivi anche in nuovi mercati”. All’orizzonte per il gruppo iniziano ad intravedersi commesse importanti. Alcuni dei lavori più prestigiosi sono stati realizzati ultimamente in Medio Oriente, in particolare in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi. “I nostri gruppi di pompaggio/Pump skid – spiega Fabbri – saranno presto operativi all’interno del più grande stabilimento al mondo per la produzione di alluminio, a Ras Al Khair’ Smelter. Un sito produttivo – del valore di circa 4 miliardi di dollari di investimento in grado di produrre 740. 000 tonnellate di alluminio l’anno. Per uno dei più grandi impianti per il trattamento del gas HABSHAN 5 ad Abu Dhabi, abbiamo realizzato una serie di kit idronici specificatamente progettati”. Prodotti ad alta tecnologia e soluzioni innovative, hanno conferito al gruppo il ruolo di partner di riferimento per i più importanti gruppi internazionali in tutti i principali settori produttivi. Quali sono i programmi e da quali Paesi ci si attendono i segnali più positivi? “Innanzitutto – spiega il direttore commerciale – contiamo di consolidare la nostra leadership nei Paesi nei quali siamo presenti da tempo, ad esempio in Russia. Negli ultimi mesi abbiamo riscontrato segnali di forte interesse e registrato tassi di crescita piuttosto interessanti, in alcuni casi più del 50%, da parte dei Paesi dell’ex Unione Sovietica, dell’area balcanica ed Est Europea e, non ultimi, i Paesi Arabi e Nord africani, primo fra tutti il Marocco”. I prodotti che trainano la crescita? È presto detto: “La rinnovata politica energetica di molti di questi Paesi – racconta Fabbri – implica grande attenzione nei confronti delle fonti di energia rinnovabile. In questo contesto i nostri sistemi integrati per l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile ad alta efficienza costituiscono le soluzioni attese da parte di soggetti pubblici e aziende private. In generale riscontriamo un forte interesse nei confronti dell’intera gamma dei nostri prodotti e delle soluzioni. Vorrei evidenziare che riscontriamo un interesse più generale nei confronti della nostra azienda. Vi è una forte attenzione da parte di tutti gli interlocutori a individuare aziende qualificate in grado di sostenere mercati, spesso in forte crescita, che richiedono partner capaci di garantire alta qualità dei prodotti e servizi costanti e continui nel tempo. Per questo è fondamentale il patrimonio di competenze che abbiamo costruito negli anni e sui cui continuiamo a investire mediante progetti d’innovazione e formazione continua” I DATI Protagonisti da 34 anni Specialisti del settore idrotermosanitario L’ azienda è nata nel 1979, per iniziativa dell’Ingegner Antonio Fabbri – a.d. del Gruppo - con la produzione e l’installazione d’impianti solari termici, che si è estesa fin da subito, l’attività alla produzione di nuovi componenti e prodotti quali scambiatori di calore a piastre progettati per ogni tipo d’installazione civile e industriale, fino soluzioni complete per impianti di riscaldamento e condizionamento. Oggi Fiorini Industries detiene una posizione di leadership europea nel settore idrotermosanitario in virtù delle soluzioni e dei sistemi integrati per la realizzazione d’impianti di riscaldamento, condizionamento e per la produzione di acqua calda sanitaria ad alta tecnologia, basati sull’utilizzo di diverse tipologie di energia, tradizionali o da fonti rinnovabili, quale solare termico, solare fotovoltaico ibrido e geotermico a bassa entalpia. In particolare, detiene la leadership di mercato quale primo produttore in Europa di “sistemi idronici” destinati alle maggiori aziende europee produttrici di macchine per il condizionamento e riscaldamento e una leadership tecnologica nel segmento di prodotti idrotermosanitari per la produzione di acqua calda sanitaria e per il condizionamento, (scambiatori di calore a piastre, serbatoi, bollitori, moduli idrici, gruppi di scambio termico, pompe di calore ad alta efficienza) Oggi il gruppo, grazie a un percorso di costante crescita e sviluppo, è costituito da alcune aziende e opera con diversi marchi: Fiorini Industries, My Clima (pompe di calore geotermiche), EbneR Energietechnik (sistemi solari termici), Abc (serbatoi in pressione collaudati per applicazioni industriali), Ttt (scambiatori di calore ad uso industriale), Euroverniciatura (verniciatura industriale), che presidiano con successo i rispettivi ambiti di attività 51 ENERGIA di Federica Vandini Sono raddoppiati in dieci anni gli espositori all’Offshore Mediterrean Conference Oil & Gas record di visite all’OMC Italia è uno dei Paesi più dipendenti dall’estero per la copertura della propria domanda di energia, con un divario di 30 punti percentuali rispetto alla media dell’Unione Europea: 83% contro 53%. Eppure nel Belpaese petrolio e gas metano non mancano: escludendo i grandi produttori del Mare del Nord (Norvegia e Gran Bretagna) siamo primi in Europa per riserve di petrolio e quarti per il gas metano. Proprio con la Norvegia fu replicata l’iniziativa di successo del forum, momento di confronto organizzato dalla Camera di commercio di Ravenna e dal Roca (Ravenna Offshore Contractors Association) nell’ambito di OMC, l’Offshore Mediterranean Conference. In Norvegia affonda infatti le sue origini la fiera dell’oil&gas mondiale che si tiene ogni due anni nella città bizantina: era il 1990 quando alcuni imprenditori ravennati del settore visitarono l’Offshore Northern Seas (ONS) di Stavanger, pensando che la replica di una iniziativa analoga in Italia avrebbe costituito un utile momento di confronto e scambio tecnologico, a livello internazionale, tra gli operatori del settore. Due anni e mezzo dopo vedeva la luce la prima edizione di OMC, inaugurata nel marzo 1993 con 55 stand in rappresentanza di 196 aziende, alcune migliaia di visitatori, 40 relazioni e oltre 300 delegati. Da allora i numeri sono stati in continua crescita, al punto che l’undicesima edizione ha segnato un nuovo record con oltre 13 mila visitatori, il 30% in più rispetto al 2011 (l’evento è biennale), e quasi 600 espositori, raddoppiati L’ Si è svolta a Ravenna l’undicesima edizione dell’evento biennale, crocevia per operatori da tutto il mondo 52 nell’arco di un decennio, provenienti da trenta Paesi. Anche gli spazi espositivi hanno registrato il “sold out”, tanto da riempire perfino i corridoi, per un totale di 21 mila metri quadrati di spazi, il 15% in più rispetto al 2011. “Numeri che confermano - ha affermato il presidente di OMC, Innocenzo Titone - come l’evento sia ormai diventato un importante crocevia per gli operatori del settore oil&gas” Alla manifestazione hanno partecipato rappresentanti di paesi produttori non solo del Mare Nostrum (Algeria, Egitto, Libia), ma anche dell’Africa sub sahariana (Congo, Angola Mozambico) e del Medio Oriente (Qatar, Iraq) e di tutte le maggiori Oil Company europee, del Nord Africa e del Medio Oriente (Eni, Edison, Total, Shell, Sonatrach, Egpc, Egas, Noc, Crosco, Ina, Qatar Petroleum). Accanto alla sezione espositiva, nel programma delle conferenze è spic- cato l’intervento dell’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, che ha dato il via a una serie di convegni tecnici molto partecipati dagli addetti ai lavori. Se due anni fa era stata l’edizione ‘verde’ con un focus sulle tecnologie green, in questa occasione si è dato spazio agli studenti. Il tema affrontato è stato quello del cambiamento – fin dal titolo “Charting a course in a changing sea” ossia “tracciare una rotta in un mare che cambia” - declinato in molti aspetti: tecnologico, ambientale, scientifico e commerciale. “In questo mare turbolento, l’industria petrolifera deve tracciare o individuare nuove rotte ha aggiunto Titone – ricordando che in questi ultimi anni il settore energetico è stato fortemente condizionato da diversi fattori: la crisi finanziaria mondiale, la persistente instabilità geopolitica nel Nord Africa, e non solo, la volatilità dei prezzi, in particolare del mercato del gas. Per assicurare l’energia necessaria al pro- gresso economico occorrono significativi investimenti, lo sviluppo di tecnologie sempre più sofisticate ma anche e soprattutto, il dovere di assicurare la tutela delle persone e la protezione dell’ambiente in cui si opera”. Per il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli “E’ bello vedere che a Ravenna, il terzo distretto petrolifero in Europa, vi sia così tanta attività imprenditoriale che vende bene all’estero grazie ai suoi alti livelli di sicurezza e tecnologia. Sono circa cinquemila gli addetti del settore Oil&Gas a Ravenna, e continuano ad aumentare: è uno dei pochi settori in Italia in crescita. Dall’Omc è arrivato l’ennesimo segnale di una volontà di dialogare: sono stati infatti messi a disposizione tutti i dati sull’attività, sia da parte delle imprese sia del Ministero dello Sviluppo Economico”. All’Omc sono infatti stati presentati da 22 Paesi ben 120 “paper”, tra i quali è stato premiato quello di Alberto Maliardi (Eni). Il riconoscimento “Giovane talento” è andato alla ventinovenne algerina Assia Guenifi (Sonatrach). Importante anche il focus sui giovani, con la novità dello “Student Contest”, concorso organizzato dalla Spe Europe (Society of Petroleum Engineers) con la partecipazione di studenti europei, laureandi o dottorandi, provenienti IL PROGETTO Alla Student Arena incontri tra giovani e aziende dell’Oil & Gas Ricerca di nuove e stimolanti opportunità ltre 400 studenti universitari, provenienti dal Politecnico di Torino, dagli atenei di Bologna, Pisa, Chieti e L’Aquila sono arrivati a Ravenna per partecipare alla Student Arena. L’iniziativa, lanciata nel 2009, ha visto i ragazzi incontrare aziende come Total, Schlumberger, Edison, Halliburton e Saipem (Eni) per scoprire quali opportunità di lavoro e di carriera esistono nel settore dell’Oil & Gas. Inoltre, per la prima volta, l’Offshore Mediterranean Conference ha ospitato lo Student Contest, un concorso organizzato dalla SPE Europe (Society of Petroleum Engineers) al quale hanno partecipato undici studenti provenienti da tutta Europa (Austria, O da diverse università e politecnici d’Europa, che hanno presentato le proprie ricerche a una platea di esperti del settore. Successo anche per la “Student Arena”, spazio di incontro tra studenti universitari e aziende in cui sono state presentate le opportunità di lavoro e carriera nel settore dell’Oil&Gas, che segna un’importante controtendenza nella congiuntura economica. “Il settore dell’offshore si è sviluppato a Ravenna sulla scia dell’attività di estrazione di gas che l’Eni ha avviato nel dopoguerra in Adriatico e che prosegue tuttora. Da allora le nostre imprese sono cresciute – ha ricordato il presidente uscente della Camera di commercio, Gianfranco Bessi - sono diventate competitor internazionali e operano sui principali mercati”. Oggi le aziende ravennati si muovono infatti alla ricerca di nuovi mercati mondiali, come il Mozambico, ma è alta l’attenzione sul mercato interno: “Nel mese di ottobre 2012, il Governo Monti aveva messo a punto la Strategia Energetica Nazionale (Sen), il cui iter è stato interrotto con la fine anticipata della legislatura. Romania, ma anche Norvegia e Croazia) che hanno presentato le loro ricerche davanti a esperti del settore. Lukas Mosser, dall’Austria, ha vinto il primo premio per la categoria “studenti triennali” e Vijay Mulchardari, dalla Germania, quello per gli “studenti specialistici”. A entrambi è andato un assegno di 360 dollari e la possibilità di partecipare al concorso internazionale per la “migliore ricerca” in programma a ottobre a New Orleans. Primo classificato per la categoria “dottorandi” è Lu Dinh Vi del Politecnico di Torino che si è aggiudicato un assegno di 600 dollari e la partecipazione al concorso di New Orleans (cs) Auspico che il percorso sia ripreso presto, perché le ricadute in termini di indotto industriale, occupazione, fiscalità e risparmio sulla bolletta energetica derivanti da un rilancio delle estrazioni di petrolio e gas in Italia sarebbero molto rilevanti”. L’attenzione è forte sul tema dell’efficienza energetica che rappresenta la nuova sfida dell’industria mondiale ed è al centro della strategia dell’UE che ne fa elemento base per il raggiungimento degli obiettivi della politica delineati nella Direttiva 2012/27/UE: riduzione del costo dell’energia, dell’impatto ambientale, della dipendenza dalle importazioni e accelerazione dello sviluppo delle economie locali. Su questo tema l’organizzazione di Omc sta preparando un appuntamento internazionale, REM (Renewable Energy Mediterranean Conference&Exhibition) che nelle giornate del 26 e 27 marzo 2014 riunirà a Ravenna autorità governative, professionisti del settore, organizzazioni di ricerca e rappresentanti del mondo politico, per confrontarsi sulle best practices in materia 53 molluscobalena.it Liberiamo l’energia BONU 120 eu S* ro powerenergia.eu *Per le imprese che sottoscriveranno il contratto di fornitura di energia elettrica con Power Energia soc.coop. richiedendo il bonus, verranno applicati 10€ al mese di sconto per i primi 12 mesi di fornitura. L’iniziativa è valida per tutti i contratti di fornitura di energia elettrica sottoscritti entro il 30 settembre 2013 e deve esserne richiesta l’attivazione al momento della sottoscrizione del contratto. SPECIALE ENERGIA Inserto redazionale EfÄcienza energetica, leva competitiva per lo sviluppo Imprese specializzate in soluzioni per la fornitura di energia e nella riduzione dei consumi R isparmio ed efficientamento, massimizzazione economica dei risultati sono obiettivi a cui le imprese devono orientarsi per rimanere competitive a fronte di costi delle forniture di energia sempre più pesanti soprattutto in questa fase di congiuntura delicata. L’efficienza è quindi lo strumento per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità della produzione di energia e la strada da seguire per ottenere i migliori benefici nella riduzione dei costi. Anche in Emilia-Romagna, per rispondere alle dinamiche del mercato dell’energia, qualificate aziende e professionisti sono in grado di fornire le migliori soluzioni tecniche per contribuire alla creazione di una mentalità imprenditoriale “green smart” e soprattutto all’attuazione di misure di efficienza, di strumenti in grado di quantificarla e di ridurre i tempi di ritorno degli investimenti effettuati Power energia: continua la crescita La nuova formula per pensare l’utenza business di energia e gas N on si arresta l’ascesa di Power Energia, la cooperativa di utenza promossa da Confcooperative. Nel 2012, ha fornito energia elettrica a 288 utenti (di cui 240 soci), aumentati del 25 per cento rispetto all’anno precedente. In crescita anche i siti produttivi, del 29 per cento, per una fornitura complessiva di energia elettrica cresciuta del 48 per cento e con l’obiettivo di superare i 100 milioni di kilowattora nel 2013 (ndr obiettivo ormai già raggiunto con le contrattualizzazioni già sottoscritte ad oggi). Nel 2012 il fatturato è aumentato del 35 per cento rispetto all’anno precedente, sfiorando i 9 milioni di euro, con la previsione di raggiungere quota 18 milioni di euro a fine 2013. “Anche nel 2012 quindi – sottolinea il presidente di Power Energia, Cristian Golinelli – la cooperativa ha consolidato il proprio trend costante di sviluppo conquistando nuovi soci (erano 31 nel 2007, primo anno di attività) grazie ai prezzi vantaggiosi e al servizio di assistenza post vendita personalizzato, plus decisamente importanti soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale”. Questo andamento è proseguito anche nei primi mesi del 2013; a giugno, infatti, i soci hanno superato quota 460. L’ottima performance del 2012 ha permesso di distribuire un ristorno di 30 mila euro ai soci in fornitura. “La maggior parte delle utenze a cui forniamo energia elettrica – prosegue Golinelli – sono imprese di varie dimensioni ed operanti sull’intero territorio nazionale in tutti i settori, dall’agricoltura all’industria, dal terziario avanzato ai servizi socio-sanitari”. Tra gli elementi distintivi e vincenti di Power Energia c’è senza dubbio la forma cooperativa della società. Il modello cooperativo di utenza è infatti lo strumento più adeguato per cogliere e gestire tutte le opportunità nate con la liberalizzazione del mercato dell’energia ponendosi contemporaneamente dalla parte di chi consuma e di chi provvede alla fornitura. Fornitura che, oltre all’energia elettrica, dal Cristian Golinelli. presidente di Power Energia 2012 comprende anche il gas con prezzi decisamente competitivi sul mercato. “Chi acquista energia elettrica e metano in cooperativa spende meno – afferma Golinelli – L’anno scorso il risparmio dei soci, rispetto al prezzo del mercato nazionale, è sempre stato superiore al 5 per cento, al netto del ristorno. I prezzi competitivi, il contratto ‘cumulato’ (un'esclusiva della cooperativa per favorire le imprese che fanno rete) e il servizio personalizzato e diretto al socio – conclude Golinelli – sono solo alcuni dei servizi forniti da Power Energia che hanno contribuito fortemente alla crescita della società e rappresentano una chiara dimostrazione di come la nostra cooperativa sia ormai diventata un punto di riferimento importante a livello nazionale, e non solo per il mondo cooperativo”. 55 www.agenziaimage.com L’energia acquistala all’origine. C.U.RA offre a tutte le imprese prezzi altamente competitivi per la fornitura di energia elettrica e gas naturale. C.U.RA acquista all’ingrosso e rivende senza rincari, portandovi la fornitura ad un prezzo “alla produzione”, senza spese di attivazione e adattamento degli impianti: un risparmio assicurato che resta nel tempo! Da oggi, elettricità e gas trattateli con C.U.RA. per informazioni e contatti: www.curaenergy.it - [email protected] SPECIALE ENERGIA Inserto redazionale Così curiamo il caro energia Dal 2000 il Consorzio C.U.RA. acquista energia elettrica all’ingrosso per conto delle imprese clienti. Attraverso il Consorzio, le imprese ottengono sensibili risparmi sulle bollette di elettricità e gas, senza spese di migrazione, né di impianti. I l costo della bolletta energetica è una delle voci più pesanti nei bilanci delle attività industriali. Soprattutto in presenza di linee produttive ad elevata automazione, la bolletta di elettricità e gas arriva a cifre importanti. Non a caso, le imprese che fanno un uso consistente di energia vengono dette ‘energivore’, proprio per specificare questa peculiarità. Con la liberalizzazione del mercato dell’energia e per far fronte alla progressiva crescita del costo del greggio e dei combustibili fossili e dunque della bolletta energetica, e al fine di massimizzare il risparmio economico delle imprese industriali, nel 2000 nasce, promosso da Confindustria Ravenna, il Consorzio C.U.RA. (Consorzio Utilities Ravenna). Il vantaggio di acquistare energia all’origine Scopo del Consorzio è quello di acquistare energia direttamente da chi la produce, per ottenere prezzi di vantaggio per le aziende. Il meccanismo adottato è semplice e trasparente. Se una singola azienda ha scarsa capacità contrattuale nei confronti dei fornitori di energia, consorziandosi con altre imprese, questa capacità assume un’altra dimensione e il prezzo dell’energia può essere contrattato a costi ridotti. Inoltre, la gestione delle forniture di energia è l’unico “core business” di C.U.RA.; ciò permette ad ogni impresa cliente di avere a disposizione una struttura tecnico commerciale a tempo pieno e un ufficio acquisti condiviso. Questo fa il Consorzio C.U.RA: applica in pratica il concetto delle economie di scala in chiave energetica e si pone sul mercato come un ‘grossista’, accorciando la filiera produttore-consumatore. Ad oggi C.U.RA. acquista energia all’ingrosso per oltre 700 punti di prelievo, erogando quasi 2 miliardi di Kwh, con notevoli margini di competitività rispetto ai fornitori tradizionali. Altro vantaggio offerto dal Consorzio è quello di operare senza scopo di lucro. Infatti, dall’acquisto di energia C.U.RA. non ricava margini di guadagno, ma trattiene un ridottissimo contributo per le spese operative della struttura e del servizio. Consulenza gratuita alle imprese Prima di aderire, le imprese interessate ad approvvigionarsi attraverso il Consorzio, potranno avvalersi di una consulenza preventiva per valutare un conto di previsione sul risparmio effettivo che l’azienda può ottenere secondo il proprio fabbisogno di elettricità e gas. Non ci sono passaggi tecnici, né spese di migrazione e impiantistiche, in quanto l’approvvigionamento di energia utilizza la rete di distribuzione già esistente. In tredici anni di attività C.U.RA ha allargato il proprio orizzonte al territorio regionale e nazionale, tenendo saldi i principi e gli obiettivi su cui è stata fondata: affiancare le imprese nella gestione degli approvvigionamenti di energia elettrica e gas Consorzio Utilities Ravenna Scrl Via Granarolo, 175/3, 48018 Faenza Tel: 0546 646046 - Fax: 0546 646112 [email protected] www.curaenergy.it 57 SPECIALE TECNOLOGIA E SVILUPPO Inserto redazionale IM.TECH: la soluzione per la sicurezza Assistenza a 360 gradi per le problematiche dei luoghi di lavoro e l'ambiente I M.TECH è una società di servizi fondata nel 1989 dall’ingegner Giuseppe Sermasi e cresciuta attraverso vari passaggi nel tempo fino a diventare una struttura consolidata formata da professionisti specializzati nelle discipline dell’ambiente, della sicurezza, della salute nei luoghi di lavoro e della progettazione dei sistemi di gestione aziendale. Im.Tech s’impegna nell’affrontare le criticità ed a trovare le soluzioni più idonee a singoli casi, con attenzione all’ambiente e al rispetto della persona. Assiste i clienti nei rapporti con: Asl, Arpa, Vigili del fuoco, Inail, Procura, Ministeri, Regioni. Primario è l’impegno nel miglioramento della qualità dell’ambiente professionale, finalizzato alla riduzione dei rischi d’incidenti e d’inquinamento, alla crescita e allo sviluppo del modello organizzativo di lavoro. Principi fondanti della società sono la dinamicità e l’efficienza nel trovare soluzioni economicamente sostenibili adatte alla specifica realtà aziendale. Im.Tech, che ha sede a Bologna e dispone di una unità locale ad Imola, opera su tutto il territorio nazionale ed annovera tra i propri clienti enti pubblici e privati, dai grandi gruppi multinazionali fino alle importanti piccole realtà territoriali, tipiche del contesto economico in cui è inserita. Im.Tech offre ai propri clienti assistenza e consulenza in specifici settori. Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in questo ambito dispone di strumenti e competenze per l’organizzazione e la gestione della sicurezza intesa come insieme di soluzioni tecniche, impiantistiche e procedurali, al fine di prevenire e fronteggiare eventi accidentali e naturali (dolosi e/o colposi), che possono danneggiare persone fisiche e risorse aziendali. A questo riguardo, può ricoprire, con propri tecnici, l’incarico di responsabile del servizio di prevenzione e protezione esterno; si occupa di sicurezza e coordinamento nei cantieri temporanei o mobili, di assistenza sulla normativa Reach e fornisce consulenza alle aziende a rischio di incidente rilevante. Ambiente Gestisce problematiche relative ad aria, acqua, suolo, rifiuti, inquinamento acustico, impianti IPPC ed amianto. E’ in grado di effettuare studi e valutazioni d’impatto ambientale, con applicazione di modellistica previsionale. Offre consulenza alla normativa ADR: trasporto merci pericolose, assunzione dell’incarico di consulente per la sicurezza dei trasporti Qualità Assiste le aziende in materia di certificazione dei Sistemi di Gestione Aziendale, proponendo impianti efficaci e procedure per il monitoraggio ed il controllo delle attività aziendali (Sicurezza, Ambiente e Qualità). Propone anche servizi finalizzati alla marcatura CE, certificazione di prodotto e gestione delle matrici ambientali. Prevenzione incendi È in grado di accompagnare il cliente nell'espletamento di tutte 58 le pratiche previste dal D.P.R. 151/2011 (Progetto, SCIA, Asseverazioni, Certificazioni, Collaudi, Rinnovi, Perizie, Deroghe, ecc.). Dispone di tecnici in grado di sviulppare progetti secondo l'approccio prestazionale, ossia secondo le metoldologie della "Fire Safety Engineering" che spesso permette di trovare soluzioni alternative, ed economicamente vantaggiose, ai vincoli dei disposti normativi per tutte le tipologie di attività (civili ed industriali) soggette ai controlli di prevenzione incendi da parte dei Vigili del Fuoco. Formazione Oltre a costituire un obbligo di legge, l’informazione e la formazione dei lavoratori (ex artt. 36 e 37 D.Lgs. 81/08), rientrano fra le principali misure generali di tutela volte a garantire la salute e sicurezza dei lavoratori. Im.Tech è in grado di erogare una vasta gamma di corsi per i lavoratori, ma anche per datori di lavoro, dirigenti, responsabili ed addetti del servizio di prevenzione e protezione, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, preposti alla lotta antincendio e primo soccorso, delegati allo svolgimento di incarichi speciali (attrezzature di lavoro, Pes-Pav, ecc.). Rilievi strumentali Dispone di tecnici qualificati e della strumentazione necessaria per i campionamenti e le misurazioni nei luoghi di lavoro. Anche con la collaborazione di laboratori accreditati, effettua rilievi di amianto, agenti chimici e fisici, cancerogeni, biologici, illuminotecnica, microclima e monitoraggi ambientali indoor e outdoor. Servizi di progettazione Im.Tech mette a disposizione servizi di progettazione per impianti (elettrici, idrotermosanitari e di climatizzazione, tecnologici industriali, antincendio), verifiche strutturali, piani di viabilità, emergenza, segnaletica, evacuazione ed esodo, luoghi di lavoro, insonorizzazione, macchine e sistemi di sicurezza e prevenzione, recipienti in pressione, perizie tecniche ed estimative FLASH EUROPA Unioncamere Emilia-Romagna www.rer.camcom.it/flash_europa ECOBUSINESS COOPERATION EVENT 2013: INCONTRI D’AFFARI A ECOMONDO 7 - 8 NOVEMBRE - RIMINI Unioncamere Emilia-Romagna, in collaborazione con Aster, Camera di commercio di Ravenna e le altre Camere di commercio della regione, organizza, assieme ad altri partner italiani e esteri della rete Enterprise Europe Network, la quinta edizione di “ Ecobusiness cooperation event “, due giornate d’incontri bilaterali tra imprese, centri di ricerca e università provenienti da tutto il mondo, finalizzati a promuovere opportunità di cooperazione commerciale e di trasferimento tecnologico a livello internazionale. L’evento si svolgerà a Rimini giovedì 7 e venerdì 8 novembre, in occasione di ECOMONDO 2013 – fiera Internazionale del recupero di materia e di energia e dello sviluppo sostenibile. Ecomondo è la manifestazione fieristica di riferimento in Italia in tema di gestione e valorizzazione del rifiuto e per tutte le filiere connesse all´industria dell´ambiente. Durante l’edizione 2012 è stata registrata la presenza di oltre 85.000 visitatori e 1.200 espositori. Sono stati, inoltre, organizzati 150 eventi tra i quali la terza edizione di Ecobusiness Cooperation Event che ha consentito la realizzazione di oltre 400 incontri bilaterali. I partecipanti ad Ecobusiness Cooperation Event 2013 avranno l’opportunità, attraverso la realizzazione di incontri d’affari pre-organizzati, di trovare potenziali partner commerciali e tecnologici internazionali e di incontrare università e centri di ricerca d’eccellenza per discutere nuove idee progettuali e l’eventuale partecipazione a bandi comunitari. I settori di riferimento dell’evento sono: tecnologie ambientali, mobilità sostenibile, gestione dei rifiuti, bio-edilizia, trat- Notizie dall’Unione Europea AGENDA DIGITALE: 77 MILIONI DI EURO PER RAFFORZARE LE PMI DEL SETTORE AD ALTA TECNOLOGIA La Commissione europea ha stanziato 77 milioni di euro per un’iniziativa innovativa a favore del settore manifatturiero, per aiutare le piccole e medie imprese (PMI) del settore ad alta tecnologia nello sfruttamento delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), al fine di aumentare il proprio giro d’affari. L’iniziativa “I4MS” aiuterà 200 PMI in tutta Europa, impegnate a ridurre i rischi connessi all’uso di tecnologie avanzate tuttora in fase embrionale o a cercare di attraversare la linea di confine che separa lo sviluppo di un prototipo innovativo da un prodotto di successo sul mercato. Nei prossimi tre anni essa prevede lo svolgimento di oltre 150 esperimenti di innovazione. L’iniziativa si rivolge a fornitori e utenti di soluzioni TCI e si articola sulle innovazioni in quattro settori: tamento e depurazione di aria e acqua, eco-design e materiali ecocompatibili, energie rinnovabili e bioenergie. La partecipazione agli incontri è gratuita, previa registrazione e compilazione del profilo aziendale (in lingua inglese) entro il 21 ottobre 2013, sul sito: www.b2match.eu/ecomondo2013. Il profilo sarà pubblicato su apposito catalogo on-line. L’agenda individuale degli incontri, sarà definita in base agli interlocutori prescelti sul catalogo online e alle preferenze di orario, espresse dai partecipanti al momento della compilazione del profilo. Per informazione e assistenza nella procedura di registrazione e selezione degli appuntamenti: Unioncamere Emilia-Romagna Stefano Lenzi /Laura Bertella Tel: 051 63 77 037/ 045 E-mail: [email protected]; [email protected] Web-site: http://www.ucer.camcom.it Altri dettagli sono disponibili nel sito dedicato all’evento: www.b2match.eu/ecomondo2013 soluzioni robotiche avanzate, servizi di simulazione ad elevata performance basati sulla nuvola, infrastrutture intelligenti che utilizzano sensori e applicazioni laser innovative. Le PMI in tutta Europa beneficeranno dell’iniziativa in tre modi: sostegno finanziario diretto per migliorare i loro prodotti o processi manifatturieri; acquisizione di nuove tecnologie e conoscenze; accesso a nuovi mercati e partner al di fuori del proprio ecosistema locale. Gli esperimenti verranno realizzati con l’aiuto di reti paneuropee di centri di competenza, che assicureranno le competenze e il sostegno necessario alla creazione di partenariati transfrontalieri. Le PMI potranno candidarsi per i finanziamenti tramite i “Bandi per esperimenti” che verranno lanciati in tali centri nel 2014 e nel 2015. Rif.: http://cordis.europa.eu/fp7/ict/computing/ home-i4ms_en.html LA CROAZIA È MEMBRO DELL’UE Dal 1° luglio 2013 la Croazia è diventata ufficialmente il 28° Stato membro dell’Unione europea, e il croato è la ventiquattresima lin- gua ufficiale. Per quel che concerne la liberalizzazione dell’accesso al lavoro subordinato per i cittadini croati, l’Italia ha deciso un rinvio di di due anni. Rif http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO13-593_en.htm Recepimento del diritto comunitario LA CORTE DI GIUSTIZIA CONDANNA L’ITALIA PER INADEMPIENZE RELATIVE ALLA PARITÀ DI TRATTAMENTO DEI DISABILI IN MATERIA DI OCCUPAZIONE L’Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia per non aver recepito appieno la direttiva del 2000 sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro in quanto l’impiego delle persone disabili è spesso lasciato alla discrezionalità di leggi approvate dalle autorità locali o di accordi fra queste ultime e i datori di lavoro. 59 FLASH EUROPA A causa di questo cattivo recepimento della norma europea non tutti i disabili vengano trattati uniformemente sul territorio italiano per quanto concerne il loro inserimento professionale. La sentenza è stata emessa a seguito di una procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia, che si è chiusa col deferimento del nostro Paese alla Corte di giustizia. Secondo la legislazione UE, gli Stati membri devono adottare misure che obblighino i datori di lavoro a permettere ai disabili di poter concorrere senza essere discriminati all’ottenimento di un lavoro per cui siano qualificati, di svolgerlo, di avere una formazione e di poter ambire a promozioni. La Corte, dopo aver esaminato le disposizioni italiane per l’inserimento professionale dei disabili, ha ritenuto che le normative italiane siano insufficienti a garantire un’effettiva parità di trattamento. L’Italia dovrà dare in tempi brevi esecuzione alla sentenza per evitare sanzioni pecuniarie. Rif.: http://europa.eu/rapid/press-release_CJE-1382_en.htm Unioncamere Emilia-Romagna www.rer.camcom.it/flash_europa Finanziamenti alle imprese La Banca europea per gli investimenti (BEI) e il Gruppo Intesa Sanpaolo hanno definito sei accordi per finanziamenti a medio-lungo termine, destinati a imprese italiane, per un importo complessivo pari a 661 milioni di euro. L’iniziativa è volta a rafforzare ulteriormente il supporto offerto al settore produttivo italiano, a mitigare gli effetti della crisi finanziaria e a contribuire all’avvio del processo di ripresa. All’interno del plafond di 661 milioni di euro complessivi messi a disposizione dalla BEI sono stati individuati sei settori d’intervento. Oltre ai finanziamenti per le PMI, parte delle linee saranno messe a disposizione delle attività sociali e del terzo settore tramite Banca Prossima, parte a investimenti delle aziende per i programmi nel comparto delle energie rinnovabili, alcune linee saranno destinate al finanziamento delle Reti di imprese. Sedici milioni di euro saranno utilizzati per la prima volta il social housing in Italia. Si tratta di un presti- to, destinato alla concessione di un finanziamento ad un fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso, riservato a investitori qualificati, che ha in corso di realizzazione, la costruzione di 408 unità abitative di edilizia residenziale sociale situate nel Comune di Parma. Al sostegno delle PMI italiane saranno destinati 400 milioni di euro. In generale, oggetto dei prestiti saranno sia nuovi progetti sia quelli in corso non ancora ultimati. Per quanto riguarda le PMI, i progetti non potranno superare l’importo di 25 milioni di euro con durata massima di quindici anni. Gli interventi sono destinati a aziende attive in tutti i settori produttivi: agricoltura, artigianato, industria, commercio, turismo e servizi e potranno riguardare l’acquisto, la costruzione, l’ampliamento e la ristrutturazione di fabbricati; l’acquisto d’impianti, attrezzature, automezzi o macchinari; le spese, gli oneri accessori e le immobilizzazioni immateriali collegate ai progetti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazione; la necessità permanente di capitale circolante legata all’attività operativa. Sono esclusi i progetti di puro investimento finanziario/immobiliare. Rif.: http://europa.eu/rapid/press-release_BEI-13101_en.htm Camera di commercio di Bologna Piazza Costituzione, 8 - 40125 Bologna Tel. 051 6093287 - Fax 051 6093211 E-mail: [email protected] Camera di commercio di Parma Via Verdi, 2 - 43121 Parma Tel. 0521 210241 - Fax 0521 233507 E-mail: [email protected] Camera di commercio di Ferrara Largo Castello,6 - 44121 Ferrara Tel. 0532 783812 - Fax 0532 205100 E-mail: [email protected] Camera di commercio di Piacenza Piazza Cavalli, 35 - 29121 Piacenza Tel. 0523 386255 - Fax 0523 334367 E-mail: [email protected] Camera di commercio di Forlì-Cesena Corso della Repubblica, 5 - 47121 Forlì Tel. 0543 713524 - Fax 0543 713502 E-mail: uffi[email protected] Camera di commercio di Reggio Emilia Piazza Vittoria, 3 - 42121 Reggio Emilia Tel. 0522 796236/301 - Fax 0522 046453 E-mail: [email protected] PROMEC - CCIAA di Modena Via Ganaceto, 134 - 41121 Modena Tel. 059 208270 - Fax 059 218520 E-mail: [email protected] Camera di commercio di Rimini Via Sigismondo, 28 - 47921 Rimini Tel. 0541 363752 - Fax 0541 363747 E-mail: [email protected] BEI:61 MILIONI DI EURO PER LE PMI, LE ENERGIE RINNOVABILI E IL SOCIAL HOUSING CONTATTI Unioncamere Emilia-Romagna Viale Aldo Moro, 62 - 40127 Bologna Tel. 051 6377011 - Fax 051 6377050 E-mail: [email protected] SIDI Eurosportello - CCIAA di Ravenna Viale L.C. Farini, 14 - 48121 Ravenna Tel. 0544 481443 - Fax 0544 218731 E-mail: [email protected] 60 Messaggio pubblicitario con finalità promozionale Info su Volvocars.IT