L`istitutoGuarinoalcollasso C`èilpienoneepocospazio

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L`istitutoGuarinoalcollasso C`èilpienoneepocospazio
32 Provincia
L'ARENA
Sabato 23 Ottobre 2010
SAN BONIFACIO. Ancorauna volta all’iniziodell’anno lascuolaha ricevuto l’invitodellaProvinciaacontenereleiscrizioni
L’istituto Guarinoalcollasso
C’è ilpienonee pocospazio
Trentaclassi per661studenti
Genitoriricevutiaicolloqui
neiripostigli senza privacy
Disagiperdocentie impiegati
Chiara Turozzi
Trenta classi per 661 studenti,
genitori ricevuti dai professori in uno sgabuzzino che è anche infermeria, aula magna
che è anche biblioteca e biblioteca che è anche sala docenti.
Ecco la situazione dell’istituto
Guarino Veronese di San Bonifacio, dove alunni insegnanti
impiegati e dirigenti sono «stipati, è il termine appropriato», puntualizza il preside
Francesco Provenzale. Ogni
anno, sistematicamente, il
Guarino riceve dalla Provincia
il bollino rosso per contenere
le iscrizioni.
«Per assicurarci altro spazio
abbiamo dovuto rinunciare all’aula assegnata al laboratorio
linguistico, regalando le apparecchiature a un’altra scuola», puntualizza la vicepreside
Silvana Tebaldi. «Gli insegnanti sono costretti a ricevere i genitori nei ripostigli le cui
pareti non raggiungono il soffitto e pertanto non garantiscono la opportuna privacy».
Uno di questi, mostra la vicepreside, è munito di lettino:
funziona anche come inferme-
ria. Il corridoio a sinistra dell’ingresso è strozzato dagli armadi zeppi di una parte dell’archivio, quasi tutti i fascicoli
dalla fondazione della scuola
nel 1952, chiusi a chiave ma effettivamente alla portata di
tutti. Assolutamente vietato
accedervi e dunque trasferirli
in una più comoda versione informatica. «O riserviamo gli
uffici al personale o dentro ci
ammassiamo gli armadi», assicura Lorena Cuccato, direttore dei servizi generali e amministrativi. E lungo il corridoio
sono situati per l’appunto gli
uffici. Il direttore Cuccato ne
illustra la disposizione. Uno
stesso ristretto locale, con sgabuzzino, ospita gli addetti alla
contabilità e agli affari generali, frequentato assiduamente
perché questi ultimi gestiscono relazioni con il pubblico e
viaggi di istruzione. L’ufficio
del personale e quello di didattica alloggiano ciascuno due
impiegati e un assistente tecnico, uno qualificato per informatica e l’altro per chimica e
fisica. «Non siamo in grado di
fornire agli assistenti tecnici
una stanza adeguata alle loro
competenze: esigerebbero per-
Glistudenti all’istitutoGuarino sonoormai stipaticomesardine FOTO AMATO
lomeno una superficie per effettuare eventuali riparazioni», sostiene la Cuccato.
La biblioteca è anche sala insegnanti e perciò una buona porzione di aula magna è occupata da scaffali e libri. E dal momento che può contenere solo
un centinaio di persone, l’assemblea d’istituto si svolge al
cinema Cristallo, con la relativa spesa per l’affitto.
«Mancano parcheggi, ma soprattutto spazi adeguati alle
esigenze dei ragazzi disabili»,
afferma il preside Provenzale,
«che sono in aumento e necessiterebbero di un’aula apposita in cui trascorrere alcune ore
della mattinata». E meno male che sette prime sono ospita-
te dall’istituto Dal Cero, anche
se questo comporta vincoli
precisi agli orari, inconvenienti per lo spostamento dei professori da una sede all’altra,
complicazioni nel controllo
degli studenti durante l’attesa.
Un giro per le aule, alcune delle quali destinate addirittura a
classi con 30-31 alunni. «Non
c’è lo spazio per fare le opportune valutazioni: o si mette
mano all’edilizia o la riforma
non ha alcun senso», denuncia esasperata la professoressa Maria Teresa Murari. I pochi metri quadri della II D una
volta costituivano un bagno, è
evidente dalle due finestre lunghe e sottili che illuminano po-
co. Le difficoltà cominciano
già all’inizio degli anni Novanta, quando sono aumentati gli
studenti dei vari indirizzi.
«Ora che abbiamo Liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane», spiega il
preside Provenzale, «il numero delle iscrizioni è in continua crescita e rispetto all’anno scorso abbiamo una sezione nuova. In questa struttura
confluiscono studenti della
vallata e dell’est veronese»,
continua Provenzale, «e noi intendiamo dare risposte efficaci alle esigenze del territorio,
continuando a proporre una
scuola che lavora come si deve
e produce davvero cultura». f
© RIPRODUZIONERISERVATA
L’EVENTO. Domani l’inaugurazionedell’opera
«Scacchi scalzi»
lascultura di Mabe
arrivaaVilla Gritti
Lascultrice Marina Bertagnin
prestailmanufattoal Comune
La giunta comunale ha deciso
di accettare il prestito, per un
anno, di un’opera d’arte della
scultrice concittadina Mabe
(Marina Bertagnin).
La singolare offerta è dell’industriale Renato Mascotto,
che ha appena acquistato l’ultima opera dell’artista, una
scultura che sarà presentata
per la prima volta domani a
Villa Gritti, alle 17, nel corso
dell’evento culturale patrocinato dal Comune. L’opera è intitolata «Scacchi Scalzi» ed è
stata realizzata in onore della
casata dei conti San Bonifacio.
Sarà illustrata dall’architetto
Irnerio De Marchi, presidente
dei Ricercatori Storici. L’evento di domani è la replica, su
pressione dei moltissimi rimasti esclusi, di quello del 3 ottobre, quando oltre 300 appassionati d’arte, fatto inusitato
per una mostra, hanno letteralmente occupato i pur ampi
spazi di Villa Gritti, dove erano esposte le ultime opere di
Mabe e dove si sono succedute
le varie performances ad esse
collegate (mimo, letture, proiezione di cortometraggio, interventi di critici e di esperti di
profumi). A conferma dell’eccezionalità dell’evento, domani il sindaco Antonio Casu e
l’assessore alla Cultura, Lodovico Guariso interverranno a
Villa Gritti , anche per la conse-
RONCÀ. Prima edizioneconla«Cangrande»
L’artista MarinaBertagnin
gna ufficiale degli Scacchi Scalzi, scultura che sarà poi collocata in un adeguato spazio del
palazzo municipale.
Mabe è un’artista particolare. Dalla ditta Bormioli le sono
arrivate gratis 100 boccette
per il «profumo del silenzio»
da lei creato. E persino al Louvre di Parigi è inoltre esposta
una sua statua che traduce il
silenzio. Marina Bertagnin ha
38 anni e 3 figli, è scultrice-pittrice-grafica (ma anche scrittrice e poeta) ispira tutte le sue
opere a una filosofia che ha come filo conduttore il silenzio,
un concetto che traduce non
solo nella sue statue che «parlano» di silenzio, ma anche i
suoi gioielli-scultura. f G.B.
COLOGNOLA
Fungodel paneinpalio
alpremiodi poesia
Unacena
peraiutare
imalati
Confraterniteenogastronomiche dicancro
declamanoliricheaTerrossa
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A Terrossa di Roncà all’azienda agricola Sandro de Bruno,
domani a partire dalle 10 ci sarà la prima edizione del premio di poesia «Fungo del pane», promosso dalla confraternita enogastronomica «Cangrande» di Verona e ispirato
dal cuoco e anfitrione di sapori e cultura Giorgio Gioco che
mette in palio la scultura in
bronzo raffigurante il fungo
del pane. «Si tratta di un premio assegnato alle migliori
composizioni scritte da confraternite enogastronomiche»,
spiega Luigi Porcù, Gran maestro e presidente del sodalizio
affiliato alla Federazione italiana circoli enogastronomici,
come anche al Ceuco (Conseil
Européen des Confréries), l’organismo che la rappresenta in
Europa.
«Com’è nello statuto dell’associazione, siamo attenti a rivalutare il meglio che la tradizione ci ha tramandato a livello locale e nazionale, puntando alla riscoperta della nostra
cucina», aggiunge il Gran maestro, «ma anche a organizzare viaggi e gite che uniscano
elementi culturali alle scoperte gastronomiche di cui tutti i
membri sono grandi appassionati e l’occasione di domenica
prossima rientra in questo. Infatti il concorso di poesia su tema gastronomico si affiancherà anche al gemellaggio con la
“Confraternita del Pan mojo”
che ha sede proprio a Roncà e
sarà occasione per stringere
nuove amicizie e aprirci alla
scoperta di vecchi e nuovi sapori».
Il concorso e il pranzo di gemellaggio saranno preceduti
da una visita all’azienda agricola Sandro de Bruno, condotta da Sandro Tasoniero e Marina Ferraretto su oltre 12 ettari
di vigneto che producono circa 180 mila bottiglie di vino a
denominazione di origine controllata come Durello, Soave,
Monti Lessini e Garda. Il prodotto è ricavato da uve cresciute su terreni vulcanici alle pendici del Monte Calvarina, fra i
150 e i 600 metri di altitudine.
L’invidiata posizione dei vigneti garantisce un’ottima insolazione per la maturazione dell’uva e le condizioni climatiche del luogo danno sorprendenti risultati qualitativi al
prodotto. I soci delle confraternite enogastronomiche che saranno presenti non mancheranno di magnificare con il gusto e la competenza che li caratterizza le migliori qualità
dei prodotti offerti in degustazione. Un esperto di Durello
accompagnerà
all’assaggio
del vino delle colline dei Lessini orientali e ogni confraternita avrà modo di illustrare la
propria storia.f V.Z.
per far riscoprire a chi soffre,
la primavera della vita, fatta di
speranza nel tentativo di sconfiggere il cancro. Lo propone,
proprio l’associazione «Il sorriso di Beatrice» onlus con
l’iniziativa «Dai gusto alla vita!», rivolta a tutti. Impegnata
da mesi in attività a sostegno
delle persone affette da un cancro e delle loro famiglie, l’associazione propone oggi alle 20,
una cena solidale nella baita
degli alpini, in via Nobile a Villaggio di Colognola, per raccogliere fondi da destinare interamente agli scopi del gruppo.
In meno di un anno dalla sua
fondazione, voluta dal presidente Rino Davoli in ricordo
della moglie Beatrice Bevilacqua, deceduta lo scorso anno
per un cancro, l’associazione,
sostenuta da figli, familiari,
amici e simpatizzanti della giovane donna colognolese, ha
già raggiunto alcuni significativi obiettivi che si era proposta. Ha, infatti, trovato nell’equipe medica e infermieristica del reparto oncologia dell’ospedale «Sacro Cuore» di
Negrar, disponibilità ad attuare un piano di sostegno psicologico ai malati di tumore e alle loro famiglie. Inoltre ha stipulato una convenzione con la
Uil di Verona per garantire
maggiore assistenza ai malati
oncologici. Informazioni al
3406418572. f M.R.
© RIPRODUZIONERISERVATA
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