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Massimo Fagioli
Teoria della nascita
e castrazione
umana
Scrivere fantasia di sparizione fu la conoscenza
della nascita umana e generò:
pulsionefantasia e memoriafantasia.
Esse, come occhi, fanno vedere il senso invisibile
del racconto delle immagini oniriche.
E l’interpretazione dei sogni fu un linguaggio nuovo.
I libri di Massimo Fagioli
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Massimo Fagioli
Teoria della nascita
e castrazione umana
Prima edizione 2012
L’Asino d’oro edizioni
Nelle Nuove Edizioni Romane:
Prima edizione gennaio 1975
Seconda edizione maggio 1976
Terza edizione dicembre 1977
Quarta edizione luglio 1978
Quinta edizione novembre 1989
Sesta edizione dicembre 1995
Settima edizione febbraio 2003
Ottava edizione aprile 2005
Nona edizione maggio 2008
Copyright © Massimo Fagioli
L’Asino d’oro edizioni s.r.l.
Via Saturnia 14, 00183 Roma
www.lasinodoroedizioni.it
e-mail: [email protected]
ISBN 978:88:6443:003:4
ISBN ePub 978:88:6443:088:1
ISBN pdf 978:88:6443:089:8
Teoria della nascita
e castrazione umana
Le quattro situazioni
fondamentali
dell’essere umano
Il non essere dell’uomo.
Annullamento e paralisi
Il discorso sulla castrazione, sull’angoscia di castrazione,
sulla stessa dimensione umana di angoscia, si propone
come discorso fondamentale nel lavoro di visualizzazione
e comprensione della realtà non materiale dell’essere uma?
no. Quanto può essere compreso in questa breve e appa?
rentemente banale frase “realtà non materiale”, ovvero il
contenuto di questa breve frase, è intuibile come immenso
e infinito.
La possibilità dell’uomo di accedere alla sua realtà non
materiale, il procedere verso la verità ovvero il suo pren?
dere rapporto, mediante l’investimento sessuale, con il con?
tenuto del contenuto del contenuto del contenuto, dipende
dalla sua realtà non materiale: dipende dall’essere dell’uo?
mo per essere in rapporto mediante l’essere della realtà
non materiale dell’investimento sessuale.
Trappola infernale, labirintica, della realtà non materiale
che conosce la realtà non materiale. La speranza di una
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TEORIA DELLA NASCITA E CASTRAZIONE UMANA
“invenzione”, le ali di Dedalo, è l’unica realtà non materiale
che possa fermare il giro perpetuo della coazione a ripete?
re, della negazione della negazione. È una verità che l’uomo
fa la negazione della negazione nell’assurda, comicissima
dinamica di volere annullare l’ignoranza con l’ignoranza,
l’invidia con l’investimento negante l’invidia. Trottolino
superbo e furbetto l’uomo trova, nell’investimento razio?
nale di ciò che è, la spinta a girare su se stesso.
«Non esiste l’istinto di morte, l’invidia è desiderio e bra?
mosia, l’invidia deriva da pulsioni sadico?orali e sadico?
anali». La confusione in primo luogo, il caos, è la prima cosa
indispensabile, la condizione prima per l’esercizio del pote?
re violento. Potere astratto, non volgarmente sadico, anima
spirituale umana, esso spinge l’uomo alla paura, combatte
la certezza del ribelle, propone la santità della ragione,
nascondendo dietro di essa il fallo inanimato e inesistente
della conoscenza come negazione della negazione, cono?
scenza scientifica e obiettiva che vede e sa... ciò che non è.
È indubbiamente la preferenza dell’uomo per il dominio,
la sua difficoltà di pensare la convivenza umana come stare
insieme, la sua separazione dagli istinti, che rende difficile
la conoscenza, toglie all’uomo il piacere di scoprire la veri?
tà. Il sapere come realizzazione sessuale di investimento è
gioia del rapporto interumano, gioco sessuale. È realizza?
zione, in quanto comprende la totalità del soggetto cono?
scente che agisce, cioè è attivo nella prassi del rapporto.
L’uomo invece, preferisce la ragione cosciente. Preferisce
pensare dopo aver scisso il corpo dal pensiero, dopo aver
fatto, del pensiero, la fredda realizzazione dell’istinto di
morte. L’obiettività, la scientificità più o meno neutrale, il
mito della ragione cosciente fanno, del sapere, il dominio
dell’uomo sull’uomo, mascherando molto bene la violenza
che, nel momento in cui non è più sadismo manifesto, può
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LE QUATTRO SITUAZIONI FONDAMENTALI DELL’ESSERE UMANO
impazzire dilagando indisturbata. Di fronte all’investimen?
to annullante e negante, l’uomo non si ribella. Non vede la
violenza invisibile, resta paralizzato, ammirato, identificato
e, al più, cerca le cause del suo malessere e della sua impo?
tenza dove non sono.
Non riesce a realizzarsi sessuato, non riesce a realizzarsi
pensante e attivo. L’unico nemico che ha trovato è l’“aggres?
sività”, cioè la rabbia e il sadismo. Giusto, è un nemico, ma
è Anteo che ogni volta è invincibile perché trae la sua forza
dall’alleato nascosto, l’istinto di morte come annullamento
e negazione.
È importante afferrare ciò che è latente. Il contenuto del
contenuto. Il contenuto della identificazione è la negazione
di ciò che è, il contenuto della bramosia è la rabbia, il con?
tenuto dell’invidia è l’odio. I maggiori nemici dell’uomo
erano nascosti dietro ciò che era più manifesto.
Se il sadico può sottomettere l’uomo, la schiavitù del
corpo cui si impedisce il movimento impedisce all’uomo di
essere. Ma se è l’anaffettivo e l’invidioso, cioè il “sapiente”
a sottomettere l’uomo, l’uomo perde se stesso, impazzisce.
È soltanto il ritorno della rabbia, il riscatto dell’odio e
della rabbia dall’annullamento e dalla paralisi che l’istinto
di morte riesce a determinare nell’uomo, è la lotta contro
la sapienza furba che inizia il cammino della liberazione
umana. È quando l’uomo trova il coraggio di opporre una
prassi materiale di rifiuto e abbandona l’illusione e l’inge?
nuità di credere di poter fermare l’investimento di morte
con la “critica razionale”. Quando l’uomo realizza il rifiuto
che comprende la profanazione del sacro.
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TEORIA DELLA NASCITA E CASTRAZIONE UMANA
L’“aggressività”
La psicoanalisi si è lasciata sfuggire la possibilità di iniziare
una lotta contro la distruzione e la disumanizzazione del?
l’uomo, basata e accompagnata dalla speranza. Crudelmen?
te, potremmo dire che la psicoanalisi ha fatto finta di lotta?
re, come coloro che “discutono” con il dittatore furbo che è
felice di poter mostrare una farsa di libertà nel momento
in cui permette discussioni che non modificano nulla, pras?
si che sono capricci infantili che hanno la sola funzione di
dare al dittatore una medaglia in più, l’onore di essere
buono e tollerante.
La lotta contro l’“aggressività” è la manifestazione di pro?
testa dei preti, la critica gentile di colui che protesta dopo
aver chiesto il permesso alle autorità. La lotta contro la
dimensione di sadismo?masochismo è il riformismo più
illusorio, l’imbroglio più astuto, per perseguire il fine nasco?
sto di rinforzare la dittatura più ferrea dell’istinto di morte.
Pulsione di annullamento e invidia1 sono le dimensioni
latenti ben nascoste dietro l’“aggressività”. L’anima religiosa
umana si passivizza di fronte al non umano, di fronte allo
spirituale acorporeo e alla sapienza razionale.
Il rapporto interumano sessuale viene escluso dalla
coscienza e dalla ragione e, in verità, deve essere escluso
fintanto che è perversione sessuale. Fintanto che è appro?
priazione, identificazione, prostituzione. Fintanto che la
sessualità viene prostituita per l’acquisizione di altre cose
che non siano realizzazione del rapporto interumano.
La logica razionale può trionfare ed è inattaccabile fin?
tanto che la sessualità e il rapporto sessuale sono mastur?
bazione, separazione e isolamento per annullamento della
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Nella loro verità e non mistificate dal sadismo o dal desiderio.
LE QUATTRO SITUAZIONI FONDAMENTALI DELL’ESSERE UMANO
realtà, passività e inerzia. La coppia in rapporto sessuale è
nemica del gruppo e della società allorché il rapporto ses?
suale sia masochismo, reciproca introiezione o, al più,
regressione a un rapporto di bambino al seno. È logico e
razionale che venga controllata, dominata e regolata, impri?
gionata e annullata nel matrimonio sociale fatto di “diritti
e doveri” coniugali.
È incomprensibile che l’uomo non abbia realizzato che
sessualità come investimento sessuale è rapporto reale con
la realtà. È attività (e non aggressività), è rapporto con la
realtà dell’altro, rapporto vedente che esclude la violenza
e la perversione, e che, pertanto, rende inutile il dominio
del Superio e della ragione cosciente. Superio e ragione co?
sciente si identificano nel momento in cui si escluda, dal
rapporto interumano, la sessualità. E il Superio lo sappia?
mo, è figlio dell’istinto di morte che annulla, paralizza, con?
fonde e rende l’uomo stupido. La ragione cosciente rende
l’uomo stupido. E la psicoanalisi dice che bisogna rendere
cosciente l’inconscio.
È nascosta, molto latente, in questa dizione, l’intenzione
di sottomettere l’Io dell’inconscio mare calmo e dell’investi?
mento sessuale all’investimento di morte; sottomettere ad
un dominio non manifestamente sadico, ma sottilmente
paralizzante, la realtà inconscia dell’uomo, quella che ha
rapporto mediante l’istinto sessuale, mediante la pulsione
di investimento sessuale, che sorge da dentro, da tutto il
corpo.
La totalità umana toglie dal suo trono il cervello, organo
privilegiato, re per grazia divina; rende l’uomo totale in
quanto permette di rendere all’uomo, come realtà di esse?
re, anche le sue esperienze non cerebrali; rende all’uomo,
come esperienza, memoria?fantasia, la mano che prese il
suo tallone alla nascita. La totalità umana torna ad essere
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TEORIA DELLA NASCITA E CASTRAZIONE UMANA
una speranza allorché la psiche del bambino si faccia, non
solo e particolarmente per ciò che la madre dice e insegna
al bambino, ma anche quando e soprattutto essa si fa per il
gioco sessuale che tutto il corpo del bambino realizza con
tutto il corpo della madre.
Il dito alzato ad ammonire la madre di non sedurre il
bambino è quello dello scienziato che comanda con la ra?
gione che sa, a priori, che la madre è cieca e perversa e che
violenterebbe il bambino avviandolo sulla strada della per?
versione e della confusione nella propria identità. È quello
che sa, a priori, che la sessualità è incorporazione, canni?
balismo, violenza, e che non si è mai proposto di pensare
che la sessualità è gioco della pelle. Infatti non ha mai pen?
sato che il feto, nell’utero, possa avere un rapporto con la
pelle, con il liquido amniotico.
Il rifiuto è il burattino dispettoso e strafottente, blasfemo
e dissacrante che non crede a questa mente, che provoca il
fallo della ragione e il suo essere negazione della negazione.
Mister Hyde, molto cattivo, gira intorno al vecchio per poi
colpirlo crudelmente. Molto cattivo, esecrabile. Come Edi?
po. L’uccisione del padre e del seno è esecrabile. Ma tant’è!
Di fronte al figlio cattivo, pieno di rabbia e odio ci si chiede
talora se, per caso, quel padre, quel seno, non abbiano la
loro validità nella ragione, nella negazione della negazione.
La sostanza, il latte, lo sperma, il contenuto del contenuto,
l’investimento sessuale, forse, non c’è. Forse al figlio è man?
cata la possibilità di soddisfare il desiderio. Edipo è Edipo,
d’accordo, ma anche Laio non è forse Laio?
La causa e il concetto di causa è la scatola chiusa che
contiene il mistero che mettiamo al centro del nostro cir?
colo di sapienti pensatori. È una scatola cinese, scatola den?
tro scatola. La causa della causa della causa della causa. È
la storia, la storia dell’uomo. Le ali di Dedalo, l’insorgenza
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LE QUATTRO SITUAZIONI FONDAMENTALI DELL’ESSERE UMANO
interna, all’uomo, dell’investimento sessuale, è la speranza
di uscire dal labirinto.
All’erezione del figlio, al momento in cui l’uomo ha la sua
potenza sessuale, che si fa del padre, del vecchio storica?
mente finito, rispetto al divenire dell’uomo? Egli è, per un
concetto di necessario, non essere rispetto all’essere del fi?
glio. E se il padre usa violenza al figlio pretendendo che si
identifichi con lui, che rimanga nella rabbia e bramosia, nel?
l’odio e nell’invidia? Se lo vuole identificato e marionetta?
Mister Hyde può ucciderlo crudelmente. Esecrabile. Ma, mi
si dice, il padre è autoritario perché il figlio è parricida e in?
cestuoso, invidioso e bramoso, vuole uccidere il padre con
l’odio e impossessarsi della madre con rabbia. La causa del?
la causa della causa della causa.
La crisi del padre è la speranza
La proposizione che può essere formulata come crisi del
padre, ci appare come la speranza. Il padre che sia Cincin?
nato, che, finito il compito di aiutare il figlio a svilupparsi,
finita la lotta contro il non essere del figlio, contro la sua
impotenza, rinuncia al suo ruolo, fa sparire da sé la propria
situazione di essere di più del figlio e accetta di essere
uguale. Tornare ad essere fratello del figlio.
I balletti esibizionistici solitari dei “contributi scientifici”
di psicoanalisi intorno ai totem Freud, Klein, Jung, Adler
tendono invece ad aumentare la confusione e l’impotenza.
Giustamente, dal momento che c’è sempre il pericolo della
profanazione e della dissacrazione del totem. Pericolo
reale perché anche Edipo, vecchio, cieco e stanco, riesce a
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TEORIA DELLA NASCITA E CASTRAZIONE UMANA
profanare la sacralità del bosco dedicato alle Eumenidi.
Il burattinismo dell’uomo è un pericolo sempre presen?
te, la dissacrazione e il rifiuto minacciano la realtà costitui?
ta, il benessere, la “tranquillità”. La scienza, e in particolare
la scienza psicoanalitica, ha ben presente questo pericolo
e si adopera abilmente ad evitarlo. La disquisizione sulla
introiezione?incorporazione?identificazione?imitazione, il
caso clinico con il quale ci si può masturbare ad infinitum,
le disquisizioni sull’identificazione introiettiva e proiettiva
e frammentazioni varie, sono validissime nebbie fumogene
che coprono il balletto intorno ai feticci ed evitano che ven?
gano profanati. Cardini concettuali fondamentali usati per
la paralizzazione della psicoanalisi sono resi intoccabili dal?
l’esaltazione e dalla lode. «L’invidia è l’espressione sadico
orale e sadico anale di impulsi distruttivi». L’aureo libretto
è fondamentale per... non capire l’invidia2.
Il rifiuto di simile panzana è la premessa indispensabile
al capire. E non è la sola da rifiutare: la libertà di conside?
rare l’istinto di morte una opinione personale, la confusione
sul desiderio?avidità e sulla bramosia, sull’identificazione,
sulla concettualizzazione che la donna, identificandosi con
la madre odiata e abbandonata, va a desiderare (di strap?
pare!) il pene del padre, sono alcuni dei fondamenti su cui
poggia la confusione e la paralisi.
Il tutto, in fondo, è giusto se visto nella coerenza di una
logica latente e manifesta insieme. È la logica che altrove è
stata evidenziata come logica del potere violento3 e che si
basa su concetti non esplicitati ma agiti, che ruotano intor?
no l’uno all’altro fino a formare l’immagine immobile del
serpente che si morde la coda.
2
3
24
M. KLEIN, Invidia e gratitudine, Martinelli, Firenze 1969, p. 9.
Cfr. AA.VV., Il potere della psicoanalisi, Armando, Roma 1974.
LE QUATTRO SITUAZIONI FONDAMENTALI DELL’ESSERE UMANO
Apparentemente, è la logica della ragione cosciente, in
verità è la logica di ciò che è più inconscio nell’uomo, la lo?
gica dell’investimento di morte. È la logica dell’uomo che
riesce a paralizzare l’essere dell’inconscio mare calmo, l’es?
sere e il pensare per il rapporto e dopo il rapporto e riesce
a proporre un pensiero che deriva dall’annullamento e dal?
la negazione del rapporto interumano. Il pensare del non
essere dell’uomo fa il non essere dell’uomo.
Perno cardine di tutti i concetti è il realismo?pessimismo
per cui non si crede (perché non si vede) alla possibilità di
trasformazione dell’uomo. La psicoanalisi, viene detto, ha
il compito di «rendere cosciente l’inconscio» e di favorire
una «migliore gestione degli oggetti interni». Non si parla
mai di trasformazione interiore, di creatività interiore nella
sparizione di proprie situazioni interiori di rapporto. E si
aggiunge la beffa allo scorno, nel momento in cui si postula,
nel rendere cosciente l’inconscio, una migliore gestione di
oggetti interni, infiniti nel loro infinito formarsi allorché il
rapporto sia di identificazione e introiezione di “oggetti
buoni”. Il non?analista, il padre, irride l’analizzando, il figlio.
Il padre nell’essere padre, perché comandato ad essere
tale, gestisce l’identificazione proiettiva del figlio. Obbligato
ad essere pazzo, obbliga il figlio alla pazzia.
Se qualcuno gli grida, lo supplica, di non essere padre,
di essere se stesso e non l’irrealtà dell’identificazione pro?
iettiva che uccide il figlio, egli non ascolta. Egli non ha fatto
la scoperta geniale, non ha mai pensato di essere fratello
del figlio, simile con il suo simile. A?sessuato e castrato non
accetta il diverso4, il nuovo, ciò che prima inesistente è, poi,
diventato esistente. Non accetta la nascita. Come Freud.
4
Cfr. pp. 141 e ss. il capitolo La castrazione.
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TEORIA DELLA NASCITA E CASTRAZIONE UMANA
Il complesso edipico e il destino
dell’uomo
La psicoanalisi si centra sul complesso edipico. Odio per
il padre e amore per la madre. Freud ha visualizzato la situa?
zione umana tragica del complesso edipico dell’uomo. Egli
ha visualizzato la castrazione, ha detto che il problema car?
dine è l’angoscia di castrazione. Egli ci ha indicato il proble?
ma, ci ha detto che il problema è lì. Egli non ci ha dato la pos?
sibilità e i mezzi per risolverlo. Ci ha invece ingannato
affermando che il modo per superare il complesso edipico
è l’identificazione con il padre. Egli ha distrutto la donna
riservandole il destino dell’identificazione con la madre
odiata5. Egli ha confuso l’invidia del pene con il desiderio
distruggendo qualsiasi possibilità di soddisfazione del desi?
derio e con essa la possibilità di sviluppo della creatività,
sola dimensione che possa permettere all’uomo di separarsi
dalla dipendenza e dal rapporto sadomasochistico. Ci ha
indicato che la soluzione all’assassinio del padre e all’ince?
sto?bramosia è essere marionette governate dai fili del?
l’identificazione non proiettata o proiettata sulle autorità e
in primo luogo su lui stesso. Ha fatto di un rapporto di sape?
re un rapporto di dipendenza dall’autorità. Un rapporto di
dipendenza, dell’uomo, dalla ragione cosciente. Un rapporto
di dipendenza del cittadino dall’imperatore asburgico, dal
cosiddetto buon padre protettore, tale per grazia divina.
I discorsi psicoanalitici ufficiali e istituzionali obbedi?
scono a questa logica. È indispensabile che lo psicoanalista
5
Non concettualizzando che madre odiata è madre invidiata e con ciò alte?
rata. L’identificazione con la madre alterata è donna alterata, inanimata e
piena di odio e rabbia. Cfr. S. FREUD, Sommario di psicoanalisi, Editrice Univer?
sitaria, Firenze 1957, p. 81; Compendio di psicoanalisi, in Opere, vol. XI, Borin?
ghieri, Torino 1979, p. 620.
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LE QUATTRO SITUAZIONI FONDAMENTALI DELL’ESSERE UMANO
sia un tecnico, cioè una marionetta. Se diventasse burattino
sarebbe Mister Hyde invidioso e rabbioso. Non c’è possibi?
lità di risolvere l’invidia e la bramosia6, il che vale a dire che
non c’è possibilità di risolvere la castrazione.
È logico pertanto preferire marionette a burattini assas?
sini e incestuosi. La dipendenza da Freud, l’idealizzato, il
marionettismo nei suoi riguardi, nei riguardi del Freud isti?
tuzione, del Freud burattinaio sadico e invidioso, conduce
automaticamente la marionetta di Freud ad essere burat?
tinaio sadico e invidioso nei riguardi degli altri. Istintiva?
mente, buona parte della letteratura psicoanalitica tende
ad aumentare la confusione, a non far sapere. Bisogna esse?
re marionette.
L’uomo libero, colui che trova la forza vitale dentro di sé,
o, identificandosi, si lascia condizionare, o deve essere
escluso, relegato in un manicomio più o meno materializ?
zato. Va lasciato solo con la sua pazzia, con la sua rabbia,
con il suo odio; la corazza caratteriale che egli non è riusci?
to a formare sopra di sé viene concretizzata nella camicia
di forza e nelle mura del manicomio.
Non è cattiveria, potrebbero dire, è realtà: è che non c’è
speranza. Il matto è matto e resterà matto perché non ha la
capacità di secernere concrezioni intorno alla sua castra?
zione. Il sano è sano e resterà tanto più sano quanto più sarà
annullata, con l’uso sottile dell’istinto di morte, qualsiasi
sensazione di forza e possibilità personali7. Mettere confu?
6
Non sono state neppure concettualizzate!
È il pensiero latente della pratica della preselezione attuata dall’Istituzio?
ne psicoanalitica che si richiama a Freud. Esso comprende il pensiero del?
l’inutilità della terapia analitica che diventa «trasmissione di un codice cultu?
rale». Manca infatti il concetto di creatività interiore: sparizione di proprie
situazioni interiori di rapporto. Cfr. S. FREUD, Analysis terminable and interminable, Standard Edition, vol. XXIII, pp. 216?254; Analisi terminabile e interminabile, in Opere, vol. XI, Boringhieri, Torino 1979, pp. 495?535.
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TEORIA DELLA NASCITA E CASTRAZIONE UMANA
sione in chi vuol sapere, appannare gli occhi di chi vuol
vedere è indispensabile per la conservazione del patrimo?
nio psicoanalitico freudiano. Il cieco e l’impotente potranno
soltanto mettersi a manina di Freud o di chi per lui.
Non c’è speranza. Freud ha detto che l’uomo nell’utero
materno non ha rapporto con l’ambiente circostante. Il feto,
nell’utero, non ha oggetti8. Egli è inanimato. Egli nasce sen?
za inconscio mare calmo, cioè senza speranza. Può essere,
sopravvivere e salvarsi dalla pazzia soltanto se preso per
manina e se resta così tutta la vita: se forma il suo Io con
l’introiezione del seno cosiddetto buono. Quale Io? Quello
dell’identificazione, dell’anaffettività, della corazza carat?
teriale.
Fare un discorso non parziale, pensare, parlare e scrive?
re per raggiungere una dimensione di possibilità più glo?
bali di visione dell’essere umano è seguire la dimensione
umana della speranza e del rifiuto come investimento ses?
suale della realtà. Lo scetticismo e la disperazione sono figli
della superbia, dell’invidia e della cecità. È lo stesso scetti?
cismo che guarda le lotte politiche con la superiorità del?
l’intellettuale astratto che nasconde, senza riuscirci, l’alle?
anza inconscia con il potere religioso e paralizzante.
Cercare di evidenziare e orientarsi a considerare quat?
tro momenti fondamentali dell’essere umano, al contrario
della superbia, è legato alla speranza. È questa visione, che
non lascia negato o annullato nessun momento fondamen?
tale della vita umana, che può aumentare l’alone di inve?
stimento sessuale nel rapporto con la realtà umana, che ci
può permettere di affrontare, con speranza, l’anaffettività
e la castrazione fino a poter mirare al superamento del
8
Cfr. S. FREUD, Inibizione, sintomo e angoscia, Boringhieri, Torino 1951, p.
77; Opere, vol. X, Boringhieri, Torino 1978, p. 286.
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LE QUATTRO SITUAZIONI FONDAMENTALI DELL’ESSERE UMANO
desiderio di, per realizzarsi nel vedere e nell’investimento
sessuale.
Le quattro situazioni da considerare sono:
1.
2.
3.
4.
La nascita.
Lo svezzamento.
La visione dell’essere umano diverso.
La pubertà e, con essa, il superamento del complesso
edipico.
Esse hanno una dinamica fondamentale. La separazione.
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