2. Caratteristiche generali del territorio - Provincia di Forlì
Transcript
2. Caratteristiche generali del territorio - Provincia di Forlì
P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO 2. Caratteristiche generali del territorio 2.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE La Provincia di Forlì-Cesena, nata nel 1992 dalla scissione della Provincia di Forlì nelle due province di Forlì-Cesena e di Rimini, confina a nord con la Provincia di Ravenna, ad ovest con quella di Firenze, a sud-ovest con quella di Arezzo, a sud-est con quella di Pesaro, ad est con quella di Rimini ed a nord-est con il Mare Adriatico. La superficie della Provincia di Forlì-Cesena è pari a 2.376,81 kmq. ed è ripartita in due comprensori, facenti capo rispettivamente a Forlì e Cesena. Il Comprensorio di Forlì comprende i Comuni di Bertinoro, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Civitella di Romagna, Dovadola, Forlì, Forlimpopoli, Galeata, Meldola, Modigliana, Portico e San Benedetto, Predappio, Premilcuore, Rocca San Casciano, Santa Sofia e Tredozio. Il Comprensorio di Cesena è costituito dai Comuni di Bagno di Romagna, Borghi, Cesena, Cesenatico, Gambettola, Gatteo, Longiano, Mercato Saraceno, Montiano, Roncofreddo, San Mauro Pascoli, Sarsina, Savignano sul Rubicone, Sogliano al Rubicone e Verghereto. 23 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.1 Il sistema orografico della Provincia si impernia sul crinale appenninico, che si sviluppa da nord-ovest a sud-est ed interessa il territorio della Provincia per circa 38 Km, fra il Monte Falco (1658 m.) ed il Monte Fumaiolo (1407 m.). Questa linea di cresta corre nei primi 5 chilometri fra il Muraglione e le pendici del Falterona a circa 1000 m., poi presenta altitudini generalmente più elevate (1300-1500 m.), salvo che in corrispondenza del Passo del Muraglione e del Passo della Calla, in corrispondenza delle estremità delle valli del Montone e del Ronco; del Passo Tre Faggi nella valle del Rabbi; dei Passi dei Mandrioli e di Montecoronaro in prossimità di due diramazioni del fiume Savio. Dalla linea di cresta avanzano verso nord-est i maggiori contrafforti montani e collinari, che costituiscono gli spartiacque dei bacini del Montone, del Rabbi, del Ronco e del Savio. Essi partono tutti da altezze superiori ai 1000 m. s.l.m. e digradano, più o meno regolarmente, verso la pianura. Nelle aree collinari, specie in quelle ad est di Cesena, il rilievo si articola dando luogo agli spartiacque minori del Pisciatello, del Rubicone e dell’Uso. 24 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Il territorio della Provincia di Forlì-Cesena è compreso tra gli 0 m. (livello marino) e i 1658 m. del Monte Falco. Il 29% della sua superficie appartiene alla pianura (0-100 m.); il 43% alla collina (100-600) ed il 27% alla montagna (oltre 600 m.); l’altitudine media ponderata è di 388 m. 2.2 USO DEL SUOLO Estratto da: Provincia di Forlì-Cesena (2005) - Servizio Pianificazione territoriale Piano territoriale di coordinamento provinciale - Quadro Conoscitivo C.4 Il territorio rurale C.4.3 La caratterizzazione del suolo C.4.3.3 L’uso del suolo Il Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP), redatto dal Servizio Pianificazione Territoriale della Provincia, fornisce alla Tav. 3 “Carta Forestale e dell’Uso del Suolo” della matrice paesistico-ambientale lo stato attuale dell’utilizzo dei suoli, del quale si fornisce una lettura di sintesi, mettendone in evidenza le principali componenti: • componente insediativa ed infrastrutturale (territorio urbanizzato e pianificato – infrastrutture); • sistema forestale e boschivo; • praterie-brughiere - prati stabili; • sistema delle aree agricole: (colture specializzate - seminativi - insediamenti zootecnici. Tali tematismi sono rappresentati alla Tavola - Sintesi dell’Uso del Suolo di seguito riportata. 25 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.2 Carta dell’uso del suolo (Fonte P.T.C.P.) 26 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO La carta di sintesi dell’uso dei suoli mette in evidenza come il massimo sfruttamento agronomico riguardi i territori di pianura e di prima collina, mentre la restante parte del territorio è fondamentalmente caratterizzata da soprassuoli boschivi, interrotti da aree a prevalente uso seminativo e da prati-pascoli. La componente forestale e boschiva costituisce in modo quasi assoluto l’utilizzazione della fascia di crinale; nella media collina si ha una maggiore frammentazione della copertura forestale a favore di un utilizzo a seminativo e a prato-pascolo. La parte collinare invece risulta per lo più utilizzata a seminativo, con scarsa presenza di sistema boschivo. Il sistema di pianura e prima collina risultano quelli effettivamente caratterizzati dalla componente produttiva agricola, con particolare riferimento a colture specializzate. Il grado di infrastrutturazione risulta particolarmente elevato nella parte pianeggiante, lungo tutto il corridoio infrastrutturale della via Emilia, ove si determina la massima pressione insediativa ed infrastrutturale del territorio provinciale, intorno al nucleo delle due città Forlì-Cesena, ai tre centri del Rubicone ed al sistema lineare turistico costiero. L’asse della Via Emilia, ricomprendente l’asse stradale e ferroviario e, per taluni tratti anche quello autostradale (Forlì, Cesena, Gatteo, San Mauro Pascoli), comporta un livello di infrastrutturazione tale da inglobare ampia parte del territorio extraurbano, in forte relazione col sistema insediativo, e connotando le aree agricole limitrofe con una caratterizzazione periurbana, pur essendo elevato il grado di fertilità di detti suoli. In particolare la carta evidenzia gli areali delle “colture specializzate” localizzate a corona intorno ai due centri principali, e lungo tutta la fascia della prima collina, cui va riconosciuta una forte vocazione frutti-viticola. A conferma di quanto già evidenziato nelle carte regionali, relative alle caratteristiche dei suoli, si può notare come le zone a nord della via Emilia (Villafranca in misura minore – Santa Maria Nuova – la zona del retroterra costiero) siano fondamentalmente destinate ad un utilizzo seminativo, date le caratteristiche pedologiche dei suoli sopra evidenziate. La tavola mostra anche la componente dovuta all’attività zootecnica, quale forma di uso del suolo. Tale componente risulta incidere in modo più intenso sulla zona di pianura e prima collina, lungo i fondovalle, e nella zona montana a cavallo con il limite della zona di crinale. La zootecnia avrà una specifica successiva trattazione. 27 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO 2.3 DISTRIBUZIONE DEMOGRAFICA Estratto da: Provincia di Forlì-Cesena (2005) - Servizio Pianificazione territoriale – Piano territoriale di coordinamento provinciale - Quadro Conoscitivo A.1 Il sistema demografico e occupazionale A.1.1 Analisi degli andamenti demografici più significativi della Provincia. 2.3.1 Movimento anagrafico della popolazione residente Si illustrano a seguito alcuni degli intervalli demografici più significativi della Provincia riferiti all’arco temporale massimo 1951-2000 ed all’anno 2003. Cinquantennio 1951-2000: Le serie storiche dei censimenti della popolazione mostrano come la popolazione – dal 1951 ad oggi - sia aumentata complessivamente del 9,84%. Interessante è rapportare il fenomeno alla suddivisione per zone altimetriche: negli anni intercorrenti dal 1991 ad oggi il peso relativo della popolazione residente in pianura è passato dal 60% nel 1951 a circa l’80% nell’anno 2000, con una percentuale di popolazione residente in montagna del solo 4%, contro l’8,5% registrato nel 1951. In particolare il ventennio 1951-1971 risulta significativo per l’addensarsi in maniera sempre più marcata della popolazione provinciale nei due principali poli urbani. Nello stesso periodo hanno accresciuto il loro peso insediativo nello scenario provinciale anche i comuni situati ad est di Cesena al confine con la provincia di Rimini (Cesenatico, Gatteo, San Mauro Pascoli e Savignano sul Rubicone). Un progressivo incremento percentuale di popolazione, rispetto al totale provinciale, anche se di lieve entità, è stato rilevato anche per i comuni di ambito forlivese, dove la popolazione è passata da una percentuale di 48,65% sul totale provinciale (1951) al 50,7% del 1991. Decennio 1991-2000: Passando ad esaminare gli andamenti della popolazione nell’ultimo decennio, dal 1991 al 2000, si rileva che la popolazione complessiva è aumentata del 2,3% circa. In particolare si registra – nel decennio considerato - un costante decremento della popolazione residente nei comuni della montagna e della collina con i principali decrementi percentuali registrati a: Verghereto (-11,51); Portico e San Benedetto (-9,83); Tredozio (-8,67); Premilcuore (-5,78); Sarsina (-3,66). I comuni che segnano il maggior incremento di popolazione nel periodo 91-2000 appartengono alla pianura e collina cesenate e sono: San Mauro Pascoli (+16,87%); Longiano (+16,34); Gatteo (+14,63); Borghi (+13,89); Roncofreddo (+13,04). I comuni della pianura forlivese – Bertinoro, Forlì, Forlimpopoli - registrano invece un andamento disomogeneo, con una variazione in diminuzione a Forlì di –1,56% ed un lieve 28 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO aumento a Forlimpopoli di +0,45%; mentre a Bertinoro si registra un picco di +7,93%, in allineamento con il comune di Castrocaro Terme – appartenente all’aggregazione territoriale della collina forlivese. Concludendo, dalla sintesi dei dati di movimento anagrafico relativi al decennio, è evidente una forte tendenza alla diminuzione per tutti i comuni del comprensorio forlivese, in particolare per quelli in territorio montano. Tale diminuzione, rapportata ai movimenti migratori tra comuni, analizzati ai capitoli successivi, risulta provocata anche dalla migrazione nei due comuni satelliti di Castrocaro Terme e di Bertinoro. Diversamente nel comprensorio cesenate, se si escludono i forti decrementi registrati nel decennio in area montana/collinare a Verghereto, Sarsina ed a Bagno di Romagna, si riscontra un costante progressivo aumento della popolazione, con picchi nei comuni costieri ed a confine con la provincia di Rimini (San Mauro, Longiano, Borghi, Gatteo). Nel decennio considerato il movimento anagrafico dei due capoluoghi risulta in lieve diminuzione per Forlì (-0,20%) ed in sensibile aumento per Cesena (+4,73%). Da segnalare che la popolazione aumenta in modo significativo e numericamente superiore nel comprensorio cesenate, piuttosto che in quello forlivese. Anno 2003: La popolazione totale definitiva della Provincia a fine anno 2003 è pari a 366.831 abitanti, di cui 175.517 residenti nel comprensorio di Forlì e 191.314 in quello di Cesena. I dati concernenti il movimento anagrafico per l’anno 2003 dimostrano che la popolazione provinciale è in crescita (+1.26%). Si accentua rispetto agli anni precedenti il divario fra la dinamica più sostenuta del comprensorio cesenate, il cui tasso di crescita nel 2003 ha toccato il valore + 1.54% e quella più contenuta del comprensorio forlivese (+0.96%). Analogamente si accentua la differenza, ormai strutturale, nella dinamica delle zone altimetriche: da un lato l’espansione demografica della pianura (+1.35%) e della collina(+1.24%); dall’altro la contrazione della montagna (-0.55%). Un’immediata percezione dell’andamento demografico in serie storica della Provincia si ha attraverso il grafico sottoriportato: 29 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO 360000 356629 355000 350000 349092 348647 1981 1991 345000 340000 334581 335000 330000 326766 324696 325000 320000 1951 1961 1971 2000 Figura 2.3 Andamento della popolazione residente anni 1951-2000. Fonte ISTAT (Censimento della popolazione anni 1951-61-71-81-91); CCIAA anni 95-2000. 2.3.2 Composizione del nucleo familiare Alla fine dell’anno 2003 le famiglie residenti in Provincia erano 147.945. Non accenna ad arrestarsi la diminuzione del numero medio di componenti per famiglia: negli ultimi quindici anni si è registrata una costante flessione: dai 2,71 componenti per nucleo familiare del 1989 si è scesi ai 2,53 del 2002 e ai 2,48 del 2003. 2.3.3 Concentrazione e densità demografica Dall’analisi della concentrazione della popolazione [(popolazione residente nel singolo comune/ totale popolazione provinciale) x 100] all’anno 2003 risulta evidente l’effetto di attrazione insediativa storicamente esercitato dalla Via Emilia. La maggior parte della popolazione risulta infatti concentrata nei due capoluoghi provinciali - attestati appunto lungo la Via Emilia - di Forlì (30% rispetto al totale provinciale) e di Cesena (25%). L’area prospiciente la Via Emilia è inoltre caratterizzata da quello che può definirsi un “sistema urbano diffuso”, caratterizzato dalla presenza di numerose frazioni e nuclei abitati di consistente peso demografico. Una rilevante concentrazione – seppure molto inferiore al valore dei due capoluoghi interessa anche la zona pedecollinare, immediatamente antistante l’asse viario in 30 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO argomento, con i centri urbani di Savignano, Meldola, Bertinoro, Castrocaro, Longiano e Modigliana. Valori particolarmente elevati si riscontrano anche nei comuni costieri di Cesenatico, San Mauro Pascoli e Gatteo, e nei comuni di pianura di Forlimpopoli e Gambettola. In area collinare e montana, invece, i centri abitati, in genere ubicati lungo il fondovalle, hanno consistenza medio-piccola. Di questi i centri che presenta una più elevata concentrazione sono: Mercato Saraceno, Bagno di Romagna, Predappio, Modigliana e Santa Sofia. La densità demografica provinciale (= popolazione residente nella provincia /superficie territoriale kmq) a fine 2003, relativa all’intera Provincia, la cui superficie complessiva è pari a 2.376,80 kmq, è pari a 154 abitanti per kmq., con punte di concentrazione molto elevate in alcuni comuni di pianura come Gambettola (1242 abitanti per kmq.); Savignano sul Rubicone (669); San Mauro Pascoli (581); Cesenatico (501). I valori più bassi si riscontrano nella montagna forlivese e cesenate ed in alcuni comuni collinari: Premilcuore (9 abitanti per kmq.); Portico e San Benedetto (14), Verghereto (17), Tredozio (21), Bagno di Romagna (26), Santa Sofia (28), Civitella di Romagna e Sogliano al Rubicone (32),Sarsina (37), e Galeata (39). Nel comprensorio di Forlì la densità media è di 139 abitanti per kmq.; mentre in quello di Cesena è di 171 abitanti per kmq.. La densità demografica risulta fortemente differenziata a seconda delle varie zone altimetriche: - in montagna è pari a 21 abitanti per kmq.; - in collina è pari a 56 abitanti per kmq.; - in pianura è pari a 427 abitanti per kmq.. 2.4 INSEDIAMENTI PRODUTTIVI 2.4.1 La specializzazione economica Estratto da: Provincia di Forlì-Cesena (2005) - Servizio Pianificazione territoriale Piano territoriale di coordinamento provinciale - Quadro Conoscitivo A.2 Il sistema produttivo. A.2.3 La specializzazione economica La distribuzione delle unità locali nei settori della produzione evidenzia la composizione della base produttiva provinciale e rappresenta una prima caratterizzazione del sistema 31 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO delle attività economiche dei territori analizzati sia per quanto riguarda i Comuni che per le aggregazioni territoriali di volta in volta considerate (ambiti forlivese e cesenate, pianura/collina/montagna, comunità montane, aggregazioni comunali significative). Si rileva come a livello provinciale, escludendo l’agricoltura che presenta caratteristiche strutturali da considerarsi a parte, il settore con più unità locali al 2000 sia il commercio, con un’incidenza del 24,6% rispetto al totale, seguito dai servizi (20,05%) e dall’industria (13,07)%. Considerando, invece, il numero di addetti si rileva la maggior incidenza dell’industria, che impiega il 34,3% degli addetti, del commercio (21,9%) e dei servizi (20,4%). Tale distribuzione si diversifica in modo sostanziale nell’ambito montano dove a fronte di una presenza decisamente inferiore di commercio (22,29% delle unità locali e 15,9% degli addetti), servizi (14,39% delle unità locali e 16% degli addetti) e industria (12,81% delle unità locali e 31,8% degli addetti) si può notare una forte incidenza del turismo con il 9,09% delle unità locali, contro il 4,56% rappresentato dal settore in collina e il 4,89% in pianura. In termini di addetti nell’ambito montano il turismo assorbe il 10,1% degli addetti, mentre in collina il 4,1% e in pianura solo il 4,0%. L’ambito collinare si caratterizza per un forte incidenza di industria (14,23% delle unità locali e 46,3% degli addetti) e costruzioni (13,14% sia delle unità locali e 13,7% degli addetti), mentre gli altri settori, salvo l’agricoltura, rappresentano tutti un’incidenza inferiore rispetto alla media provinciale, sia in termini di addetti che in termini di unità locali. La pianura rappresenta un andamento analogo a quello provinciale. Va tenuto, peraltro, presente che le unità locali dell’ambito della pianura rappresentano l’80% del totale provinciale, quelle della collina il 16% del totale, quelle della montagna il 4%. 40,00 35,00 agricoltura 30,00 industria 25,00 costruzioni 20,00 commercio turismo 15,00 servizi 10,00 imp.n.c. 5,00 0,00 PROVINCIA Montagna Collina Pianura Figura 2.4 – Incidenza percentuale dei settori della produzione negli ambiti territoriali – Unità locali al 2000 32 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Il settore del commercio è fortemente prevalente in tutte le realtà comunali, come già evidenziato rispetto agli ambiti territoriali e al totale provinciale. In termini di unità locali si evidenzia un maggiore incidenza del settore delle costruzioni in comuni come Castrocaro, Civitella di Romagna, Galeata, Gambettola, Longiano, Montiano, Meldola e Predappio, mentre il settore industriale caratterizza realtà comunali come Bertinoro Galeata, Portico-San Benedetto, Predappio, Rocca San Casciano, San Mauro, Tredozio, Verghereto. In termini di addetti il settore industriale assorbe la maggioranza degli addetti in quasi tutte le realtà comunali. Fanno eccezione Cesena, Cesenatico e Savignano al Rubicone, dove prevale il commercio, Montiano e Premilcuore dove prevale l’agricoltura. Figura 2.5 – Incidenza percentuale dei settori della produzione negli ambiti territoriali – Addetti al 2000 50,0 45,0 40,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 agricoltura industria costruzioni commercio turismo servizi n.c. Provincia Montagna Collina Pianura Considerando la variazione delle unità locali nei settori di produzione, nel periodo 19952000, si evidenzia che a fronte di una crescita complessiva delle unità locali a livello provinciale (+8,67%) si ha una minima crescita dei settori del turismo e dell’industria, un leggero calo del commercio e una forte crescita dei settori delle costruzioni e dei servizi. 33 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.6 – Andamento dei settori della produzione nel periodo 1995-00 – Unità locali Provincia - Andamento dei settori della produzione nel periodo 1995/2000 (unità locali) 12000 10000 industria 8000 costruzioni 6000 commercio 4000 turismo servizi 2000 0 1995 1996 1997 1998 1999 2000 La variazione, nello stesso periodo, del numero di addetti per ciascun settore della produzione evidenzia una crescita minima di servizi e industria, mentre sono in calo tutti gli altri settori. Figura 2.7 – Andamento dei settori della produzione nel periodo 1995-00 – Addetti 40000 35000 30000 industria 25000 costruzioni 20000 commercio turismo 15000 servizi 10000 5000 0 1995 1996 1997 1998 1999 2000 34 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO 2.4.2 I sistemi produttivi locali della Provincia di Forlì-Cesena Estratto da: Provincia di Forlì-Cesena (2005) - Servizio Pianificazione territoriale Piano territoriale di coordinamento provinciale - Quadro Conoscitivo A.2 Il sistema produttivo. A.2.7.4. I sistemi produttivi locali L’individuazione sul territorio dei sistemi di specializzazione produttiva, delle aziende importanti e lo studio di alcune caratteristiche come il tipo di produzione, il numero di addetti, il fatturato annuo, la localizzazione all’interno di un determinato sistema, concorrono a delineare il quadro economico di alcune importanti realtà locali. Settore Agroindustriale: il territorio cesenate rappresenta in questo settore una delle realtà nazionali più avanzate. L’avicoltura, ad esempio, è diventata un sistema integrato, in cui grandi gruppi controllano l’intero processo, dal mangime all’allevamento ed alla trasformazione delle carni. Più recentemente è nata l’industria della trasformazione e della surgelazione, con la messa a punto di innovativi sistemi di refrigerazione. Un altro settore sviluppato dalle imprese locali riguarda la messa a punto di impianti ad altissima tecnologia per la trasformazione, la conservazione, la selezione, il confezionamento, la prezzatura e l’etichettatura automatiche dei prodotti alimentari; collateralmente si sono sviluppate anche aziende di materiali per il packaging, con forte attenzione al riciclaggio e all’impatto ambientale. Un settore in forte sviluppo e altamente innovativo è quello legato alle biotecnologie e alla sperimentazione biologica. Un comparto legato a questo settore, caratterizzato da un forte sviluppo, riguarda la logistica ed in particolare il frigotrasporto (nella Provincia vi è la più alta concentrazione italiana di aziende leader del settore). Il settore autotrasporto infine si è consolidato in un parco di oltre tremila mezzi collegati da satelliti e sofisticati sistemi di telecomunicazione. Oggi la Romagna è sede di un grande gruppo di portata internazionale dell’Industria saccarifera che ha sedi anche nel Sud Italia e produce una media di 266.000 tonnellate di zucchero all’anno; il gruppo gestisce un terzo della produzione italiana, raccogliendo sul nostro territorio il prodotto di oltre 16.000 agricoltori. Tale produzione comporta inoltre un forte indotto, che va dalla chimica ai trasporti, alle imprese meccaniche, elettroniche, informatiche ed a quelle che si occupano di opere civili. Inoltre i moltiplicatori di sementi da bietole da zucchero, ma anche di sementi orticole in generale, esprimono nella nostra zona un’indiscussa leadership che si articola in singole realtà aziendali, che richiamano attenzione da tutta Europa, forti di oltre 3000 produttori. 35 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Vitivinicolo: il territorio romagnolo è vocato alla produzione di vini tipici DOC quali: Sangiovese, Trebbiano, Cagnina, Pagadebit ed Albana, primo bianco italiano ad ottenere la DOCG. Forlì registra una produzione di uva al 2000 pari a 62.067 q.li (9% Sup.Doc/Sau) seguita da Bertinoro con 28.882 q.li (17% Sup doc./Sau), Castrocaro -Terra del sole con 19.809 q.li (15% Sup doc./Sau), Meldola (8% Sup doc./Sau) e Predappio (10% Sup doc./Sau) con rispettivamente 17.126 q.li e 14.340 q.li di produzione annua. Informatica: anche per questo settore il primo stimolo alla creazione di aziende sul territorio è venuto dall’agroindustria, per le esigenze legate all’informatizzazione della gestione aziendale e dei robot che muovono gli articolati sistemi delle macchine per la lavorazione della frutta. Metalmeccanica e impianti: la produzione di macchine e apparecchiature meccaniche e la produzione di elementi in metallo, costituiscono il settore maggiormente presente sul territorio provinciale. Si tratta di un settore molto composito, in cui convivono imprese produttrici di macchinari per l’agroalimentare, di macchine per l’edilizia, per il fitness, di biciclette e di componenti elettromeccaniche. Molto articolata è anche la rete di subfornitura specializzata, che comprende fonderie, tornerie, produttori di stampi, imprese di carpenteria e lavorazione della lamiera. Il territorio maggiormente caratterizzato da questo comparto produttivo è il forlivese e la pianura di Bertinoro, che insieme raggiungono la percentuale di addetti metalmeccanici del 48,75% rispetto al totale provinciale nel settore. Calzature: il distretto calzaturiero di S. Mauro Pascoli è trainato da alcune grandi aziende di calzature di qualità con marchi d’alta moda che esportano in tutto il mondo. Tale distretto si compone soprattutto di attività sussidiarie, specializzate nella produzione di semilavorati quali tacchi, suole, fondi ecc. nonché tomaifici, tagliatori e studi di modelleria. Oltre 120 le aziende presenti (su un tessuto manifatturiero di 283 unità) con circa 2500 addetti ed una produzione annuale di circa 15 milioni di paia di scarpe, 10 dei quali per il mercato estero. Mobile Imbottito: questo sistema produttivo caratterizza il comprensorio forlivese, ed è costituito principalmente da piccole aziende produttrici di sedute e divani imbottiti, nonché 36 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO di mobili e arredamenti. Il comparto, come nel caso del settore calzaturiero, si compone soprattutto di attività legate all’indotto, come produttori di telai, produttori di materiali per imbottitura, etc. In sintesi l’elaborazione evidenzia che sul territorio provinciale i Sistemi Produttivi Locali sono: Settore manifatturiero Forlì e Bertinoro – nel settore metalmeccanico Forlì, Castrocaro, Predappio, Premilcuore e Meldola – nel settore legno e mobili S. Mauro Pascoli, Savignano sul R., Gatteo – nel settore calzature Settore agroindustriale L’intero Territorio cesenate – per la filiera agroindustriale Cesena – settore ortofrutticolo (lavorazione e conservazione) Bertinoro – settore degli imballaggi in plastica e carta Longiano e Gatteo – per il comparto dei mangimifici e avicolo Forlì, Bertinoro, Castrocaro T. del Sole, Meldola e Predappio – settore vitivinicolo Specializzazioni produttive locali legate ad aziende leader Cesena – settore avicolo (Gruppo AMADORI) S. Sofia - settore avicolo (Pollo del Campo) Modigliana – settore della lavorazione del legno (ALPI legno) Forlimpopoli – zuccherificio (Gruppo SFIR) 37 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO 2.5 AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO 2.5.1 Le aziende agricole della Provincia di Forlì-Cesena Estratto da: Provincia di Forlì-Cesena (2005) - Servizio Pianificazione territoriale Piano territoriale di coordinamento provinciale - Quadro Conoscitivo C.4.1 Il territorio rurale C.4.4.1 Le aziende agricole della provincia di Forlì-Cesena, C.4.4.2 La superficie agricola totale, C.4.4.2.2 La superficie agricola utilizzata (SAU), C.4.4.5 Utilizzazione dei terreni All’ottobre 2000 si contano, nella Provincia, quasi 15.000 (14.968) aziende agricole. La maggiore concentrazione di aziende è in pianura (10.230 unità) e diventa progressivamente più rada verso la collina e la montagna. In sostanza la pianura assorbe in netta prevalenza (68,3%) la quantità di aziende presenti sul territorio. Il 26% è presente nei comuni di collina, il 6% in quelli di montagna. I dati mostrano una prevalenza numerica di aziende nel comprensorio cesenate: 8.411 aziende contro le 6.557 del forlivese. Le 14968 aziende della Provincia riguardano una superficie territoriale di ha 154.007,27. Ad esse corrisponde una superficie totale media per azienda di 10,42 ha considerata sull’intero territorio provinciale. Tale dato subisce significative variazioni se lo si analizza nelle diverse aggregazioni territoriali: la superficie totale media in montagna è di 33,72 ha, in collina di 18,69 ha, in pianura si riduce a 5,33 ha. Si denuncia inoltre una maggiore estensione dell’azienda nel territorio forlivese con 12,55 ha contro 8,76 ha del cesenate. La superficie agricola utilizzata (SAU) costituisce uno degli elementi essenziali di valutazione della struttura aziendale, in quanto quella effettivamente destinata ad un uso produttivo del suolo e quindi indicatore consolidato di monitoraggio degli andamenti del comparto agricolo. Attualmente la SAU nella Provincia di Forlì Cesena risulta essere complessivamente di 98.462,04 ha pari ad una media provinciale per azienda di 6,62 ha. La principale ripartizione per fasce altimetriche mette in evidenza una fondamentale differenza tra le varie fasce. La pianura, infatti, occupa il 46% della SAU totale provinciale, la collina il 40%, la montagna il 14 %. Le diverse aggregazioni territoriali dimostrano vistose differenze della SAU media nelle diverse fasce altimetriche ed una differenza anche tra gli ambiti forlivese e cesenate: i dati, infatti, indicano i seguenti valori: 16,36 ha in montagna, 10,69 ha in collina, 4,30 ha in pianura. Il comprensorio forlivese si attesta complessivamente intorno ai 7,67 ha, mentre quello cesenate sui 5,69 ha. 38 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO La Tabella seguente riporta i valori provinciali relativi all’incidenza percentuale delle diverse forme di utilizzazione sulla superficie totale o SAU aziendale e sul totale delle aziende. Tabella 2.1 – Incidenza delle diverse forme di utilizzazione dei terreni Tipologia di utilizzazione terreni Seminativi Legnose agrarie Prati permanenti e pascoli Orti famigliari Boschi Superficie Agricola non utilizzata Altra superficie costituisce un altro 7 Incidenza superficie (valore provinciale) 61,39 % SAU 22,98 % SAU 15,30 % SAU 0,33 % SAU 21,34 % ST 6,52 % ST 7,04 % ST Incidenza n. aziende sul totale delle aziende - (valore provinciale) 75,36% 64,71% 10,91% 44,61% 29,21% 16,90% 79,28% Fonte dati: V° Censimento dell’Agricoltura 2000 - elaborazioni: Servizio Pianificazione Territoriale Come si può osservare il tipo di utilizzazione prevalente, sia in termini di superficie che di aziende è quello dei seminativi che riguarda il 61,39% della SAU e il 75,36% delle aziende. Al secondo posto c’è quello delle legnose agrarie in cui si può notare come, a fronte di superficie incidente per il 22,98% sulla SAU, vi si dedica il 64,71% delle aziende, evidenziando quindi, in proporzione una maggior densità aziendale in tale tipologia colturale, rispetto a quella dei seminativi. Il prato-pascolo riveste una quota pari al 15,30%, della SAU e riguarda prevalentemente le aziende collinari-montane. Il bosco, invece occupa una superficie pari al 21,34% della SAU. 2.5.2 Il comparto zootecnico Estratto da: Provincia di Forlì-Cesena (2005) - Servizio Pianificazione territoriale Piano territoriale di coordinamento provinciale - Quadro Conoscitivo C.4.1 Il territorio rurale C.4.4.8.1 La consistenza del patrimonio zootecnico provinciale Figura 2.x sintetizza i dati indicanti la consistenza zootecnica della Provincia di Forlì – Cesena secondo varie fonti. Pur non essendo sempre confrontabile il dato relativo alle distinte tipologie di animali allevati, tuttavia si perviene ad una consistenza zootecnica complessiva pressoché omogenea. Come già detto, da tutte le fonti informative si può stimare la consistenza zootecnica (a meno del ripetersi del ciclo produttivo annuo) in un numero di capi compreso tra i 18 ed i 20 milioni con valori, nelle diverse tipologie, che pur diversi, sono sufficientemente vicini 39 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO per descrivere e definire sostanzialmente l’incidenza e la dimensione dello specifico comparto. Il comparto avicolo e quello suinicolo costituiscono i settori dominanti della zootecnia provinciale. Se si analizzano le stime del patrimonio zootecnico (S.P.A.) nelle tre annate 1999-20002001-2002, si registra una situazione stazionaria nel settore bovino, una contrazione in quello suinicolo ed in quello equino. Si registra invece un forte innalzamento nella produzione delle carni avicunicole. Attraverso la serie storica dei dati del censimento dell’agricoltura si può valutare la variazione della consistenza zootecnica in un arco di tempo maggiore (2000 – 1990 – 1982). Si registra una situazione profondamente mutata: la diminuzione nella consistenza del patrimonio bovino, suino, ovi-caprino ed equino è particolarmente significativa; al contrario si legge un forte aumento dell’avicoltura, i cui valori sono quelli che effettivamente innalzano il complessivo numero di capi. Una maggiore stabilità risulta dagli altri settori. Mentre il trend relativo al n. capi come si è visto è complessivamente positivo, non altrettanto accade per il numero di aziende che mostra tendenza opposta, con forte numero in riduzione. Tale rapporto indica una maggior specializzazione ed intensività dell’azienda zootecnica. Tabella 2.2 – Consistenza del patrimonio zootecnico – Confronto tra le diverse fonti TIPOLOGIA DI ALLEVAMENTO Bovini Suini Ovini -Caprini Equini Conigli Avicoli Tot. n. animali CONFRONTO DELLE DIVERSE FONTI DATI Censimento S.P.A. stime Agg. 2002 CCIAA 2000 Agg. 2002 2000 2000 21.473 24.890 24.995 24.577 24.696 154.402 159.770 148.780 140.974 124.527 25.515 1.629 40.340 2.871 41.020 2.430 381.750 1.960.000 2.080.000 18.025.204 18.609.973 56.301.300 58.489.171 60.752.280 63.04.9505 S.I.T. (Arpa) 28.299 185.210 8.637 1.303 Agg. 2004 25.963 196.641 28.172 3.078 26.862 - 19.175 1.284 343.800 343.150 212.273 228.968 18.330.840 22.578.206 18.871.441 61.969.691 17.681.244 18.928.992 19.107.896 19.579.927 Note: la somma relativa ai dati S.P.A. considera i cicli produttivi. La somma dovrebbe essere depurata da circa 40milioni di capi corrispondenti al ripetersi dei cicli di produzione Nel totale è compresa anche la voce "altro" corrispondente a circa 812.026 capi, in quanto tale classificazione non trova una corrispondente voce nelle categorie individuate dalle altre tre fonti 40 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Tabella 2.3 – Andamento della consistenza zootecnica secondo la serie storica del censimento dell’Agricoltura Tipologia Bovini - Bufalini Suini Ovini - Caprini Equini Conigli Avicoli Totale provinciale ALLEVAMENTI - confronto anni 1982 - 1990 – 2000 Numero aziende numero capi 2000 1990 1982 2000 1990 739 821 249 440 3.280 6.545 - 1.477 1.959 290 459 5.555 8.197 - 2.810 21.822 28.493 4.845 154.917 169.544 447 26.323 27.570 363 1.655 1.891 8.875 382,381 123.460 10.908 18.076.391 15.129.104 18.523.979 15.480.062 Fonte dati: ISTAT V° Censimento Agricoltura 2000 - Elaborazioni: Servizio Pianificazione Territoriale 41 1982 42.290 151.718 29.557 1.353 181.955 5.332.053 5.738.926 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO 2.6 SISTEMA INFRASTRUTTURALE 2.6.1 Il sistema di trasporto ferroviario Estratto da: Provincia di Forlì-Cesena (2005) - Servizio Pianificazione territoriale Piano territoriale di coordinamento provinciale - Quadro Conoscitivo C.3 Il sistema delle infrastrutture per la mobilità. C.3.3 Il sistema di trasporto ferroviario La rete ferroviaria che attraversa il territorio provinciale è costituita da linee e tratte di interesse nazionale e regionale, con uno sviluppo di circa cinquanta km. La maglia disegnata sul territorio dalle linee di infrastrutturazione ferroviaria risulta efficacemente rappresentata da una forma geometrica triangolare, avente ai vertici le stazioni di Faenza, Ravenna e Rimini. Le linee principali che attraversano la nostra Provincia sono: la linea Bologna – Rimini con le stazioni di Forlì, Forlimpopoli-Bertinoro, Cesena, Gambettola, Savignano Sul Rubicone e la linea Rimini – Ravenna, con le Stazioni di Gatteo Mare e Cesenatico. La linea Rimini – Bologna è, a tutti gli effetti, un importante elemento costitutivo del corridoio infrastrutturale della Via Emilia, che si presenta quindi come plurimodale con importanti potenzialità. Tale linea è a doppio binario ed è elettrificata. La Linea RavennaRimini invece è a un binario unico. Le due stazioni di Forlì e di Cesena sono le uniche ad avere nella Provincia fermate per treni a lunga percorrenza (Intercity, Interregionali) con un totale di 64 treni/giorno per la stazione di Forlì e di 63 treni/giorno per la stazione di Cesena (giorni lavorativi). Si rileva un trend positivo di utilizzazione del servizio di trasporto ferroviario nelle stazioni della Provincia, ancora poco sfruttato rispetto alle potenzialità offerte. Quali indicatori del servizio di utilizzazione del trasporto pubblico si sono utilizzati il numero dei fruitori delle linee diviso per i km di linea ferroviaria. L’indicatore (passeggeri/km) che si può notare dal riassunto sotto riportato supera di poco i 100 passeggeri/km.: - Tratta Bologna Rimini Passeggeri/km 222,45. - Tratta Ravenna Rimini Passeggeri/km 117,27. 42 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Attualmente i volumi di merci transitanti nello scalo merci di Forlì sono riassunti nella Tabella 2.4 sotto riportata. Tabella 2.4 Volumi di merci transitanti nello scalo merci di Forlì Scalo Merci di Forlì N. Carri Anno 2000 Tonnellate anno 2000 N. Carri Anno 2002 Tonnellate Anno 2002 Spedizioni 2.002 18.702 3.319 31.435 Arrivi 3.525 142.966 4.560 229.137 Totale 5.527 161.668 7.879 260.572 Le principali categorie di merci trasportate su ferro prevalentemente in arrivo sono: prodotti siderurgici (laminati a caldo e a freddo), inerti (ghiaia, selce, pietra frantumata) e rifiuti ospedalieri destinati all’incenerimento. I prodotti in partenza sono principalmente elettrodomestici, in maggior parte destinati ai paesi europei. Le politiche di sviluppo del trasporto ferroviario merci nella nostra Provincia sono connesse alla disponibilità di spazi infrastrutturali idonei all’operatività. Al riguardo, si precisa che l’attuale gestore dell’infrastruttura ferroviaria (R.F.I.) ha in corso la progettazione definitiva del nuovo scalo merci della Romagna, localizzato a Villa Selva (al confine tra i Comuni di Forlì e Forlimpopoli). La realizzazione di tale struttura consentirebbe una logistica idonea alle aspettative di sviluppo degli operatori e degli enti locali. Il nuovo scalo merci in fase di progettazione dovrebbe assorbire un traffico annuo di circa 100.000 tonnellate. Si rileva un trend positivo di utilizzazione del servizio trasporto ferroviario merci nello scalo di Forlì; trend positivo che dovrebbe ulteriormente incrementarsi con l’attivazione del nuovo scalo merci in fase avanzata di progettazione. Quale indicatore del servizio di utilizzazione del trasporto merci su ferro si è utilizzato il numero delle tonnellate transitanti nello scalo merci di Forlì per i km di linea ferroviaria. L’indicatore (tonnellate merci/km) ricavato è pari a 1995. 43 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO 2.6.2 Il sistema delle infrastrutture viarie Estratto da: Amministrazione provinciale di Forlì-Cesena e Antares (2004). Conferenza provinciale per le strategie ed il governo del territorio - Documento di preparazione ai lavori del tavolo tematico sulle infrastrutture e la mobilità – Cap. 3 e 4 La rete stradale regionale si estende per 23.051 km. La provincia di Forlì-Cesena è quinta in regione in termini di estensione con 2.346 Km e quarta in termini di densità stradale (km ogni 1000 abitanti) con 6,6 km, contro una media regionale del 5,8. La rete provinciale è costruita essenzialmente da tre livelli: un livello nazionale (strade che attraversano la provincia ma a percorrenza transregionale o nazionale); un livello provinciale (strade di fondovalle e strade di collegamento del “corridoio Emilia”); un terzo livello, rappresentato dalle strade locali. La rete infrastrutturale provinciale di Forlì-Cesena è un “sistema a competenze multiple”, che coinvolge l'ANAS, per le strade rimaste di competenza dell’ente; l'Amministrazione Provinciale, per le arterie provinciali e quelle trasferite dall’ANAS e le Amministrazioni comunali, per quanto riguarda le strade prettamente locali. 44 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.8 Sistema delle reti di trasporto della Provincia di Forlì-Cesena 45 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Volendo sintetizzare il sistema delle reti di trasporto a livello provinciale si individuano: 1. il corridoio intermodale "Emilia"; 2. la S.G.C. E 45; 3. la strada statale n.16 "Adriatica"; 4. la s.s. 67 "Tosco-Romagnola"; 5. il sistema delle strade di fondovalle; 6. Il sistema di collegamento tra il corridoio Emilia e l'Adriatica; 7. il sistema di collegamento intervallivo; 8. strade locali. Il corridoio intermodale "Emilia" E' costituito: - dall'autostrada A-14; - dalla strada statale 9 "Via Emilia"; - dalla linea ferroviaria Bologna-Rimini, parallela alla via Emilia; Il corridoio intermodale “Emilia” attraversa il territorio da Est a Ovest e raccoglie la maggioranza del traffico provinciale convergendo su di esso molte strade di carattere secondario. Le strade che costituiscono il corridoio sono tutte di competenza ANAS. La S.G.C.E- 45 Il suo percorso si snoda da Orte a Ravenna e attraversa il territorio provinciale da Sud a Nord lungo la valle del Savio, connettendosi con la A-14 al casello di Cesena Nord (di recente realizzazione). In particolare attraversa i comuni di: Mercato Saraceno, Sarsina, Bagno di Romagna, Verghereto. La E45 rappresenta un importante asse di collegamento con il territorio: basti ricordare che sono ben 16 gli svincoli che la caratterizzano nel tratto provinciale. Anche questa strada è rimasta di competenza dell’ANAS. Il ruolo strategico di questa arteria è legato anche alla futura realizzazione della E-55, un collegamento, probabilmente a pedaggio, che renderà più rapidi i trasporti da Ravenna a Venezia, che attualmente transitano sulla S.S. 309 “Romea”. La strada statale n.16 "Adriatica" Interessa il territorio provinciale per circa 9 km, lungo il percorso adriatico. Allo stato attuale tale arteria è a 4 corsie, ma presenta comunque un elevato tasso di pericolosità legato allo stato di manutenzione e alla ristrettezza delle carreggiate. La strada statale n.67 "Tosco-Romagnola" 46 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Collega Ravenna a Livorno e attraversa il territorio di Forlì-Cesena da sud-est fino a Forlì, immettendosi sulla S.S.9 “via Emilia” presso il capoluogo forlivese. I comuni interessati da tale strada sono: Portico, Rocca San Casciano, Dovadola, Castrocaro Terra del Sole e Forlì. Strade di fondovalle Attraversano il territorio provinciale collegando il crinale appenninico con la pianura ed hanno quindi un ruolo strategico in relazione agli obiettivi che l’Amministrazione Provinciale si è posta in termini di collegamento complessivo di tutte le parti del territorio, in particolare tra la pianura e le zone collinari e montuose. Sistema di collegamento "corridoio Emilia" - "Adriatica" E' costituito da una serie di strade che mettono in collegamento i centri della via Emilia con la costa adriatica. Considerando le strade che compongono questo sistema, le competenze di intervento sono ripartite fra ANAS e Amministrazione Provinciale. Il sistema di collegamento intervallivo E' costituito da un insieme di strade finalizzato a mettere in collegamento tra loro alcuni itinerari di fondovalle. Queste strade sono tutte di competenza dell'Amministrazione Provinciale. 2.6.3 Il sistema di trasporto pubblico Estratto da Provincia di Forlì-Cesena (2005) Servizio Pianificazione territoriale – Piano territoriale di coordinamento provinciale - Quadro Conoscitivo C.3 Il sistema delle infrastrutture per la mobilità. C.3.2 Il sistema di trasporto pubblico A.T.R. Agenzia per la Mobilità gestisce i trasporti pubblici urbani nelle tre città di: Forlì, Cesena e (solo dal 2000) Cesenatico. L’utilizzazione delle 14 linee urbane di Forlì è stata pari a 3.742.898 nel 2000, a 3.520.069 nel 1999 e a 3.435.308 nel 1998. L’utilizzazione delle 13 linee urbane di Cesena è stata pari a 3.304.150 nel 2000, pari a 3.344.179 nel 1999 e pari a 3.012.882 nel 1998. L’utilizzazione delle 4 linee urbane di Cesenatico è stata pari a 2000 passeggeri al giorno nell’anno 2000. Si può notare, dai dati sopracitati, che all’interno del territorio urbano di Forlì c’è stato un costante aumento nell’utilizzazione del servizio trasporto pubblico; lo stesso si nota a Cesena se si esclude la leggera inflessione nell’anno 2000. 47 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Lo stesso trend di utilizzazione del servizio trasporti pubblici si evince anche nelle linee extraurbane. Da notare che queste ultime sono frequentate per lo più da studenti e pendolari. Tale caratterizzazione dell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico si nota anche negli orari delle corse effettuate concentrate, per lo più, nelle fasce orarie coincidenti con le aperture e le chiusure di scuole ed uffici pubblici. Nell’anno 2000 si è rilevata l’utilizzazione del servizio di trasporto in crescita rispetto agli anni immediatamente precedenti, ma ancora poco sfruttata rispetto alle potenzialità offerte. Quale indicatore del servizio di utilizzazione del trasporto pubblico si è utilizzato il numero dei fruitori delle linee diviso per i km percorsi di ogni linea. L’indicatore (passeggeri/km) sotto riportato supera l’unità nel caso di percorsi urbani, mentre risulta molto inferiore nelle linee extraurbane. - Linee Urbane di Forlì Passeggeri/km =1.50. - Linee Urbane di Cesena Passeggeri/km =1.92. - Linee Urbane di Cesenatico Passeggeri/km =1.07. - Linee Extraurbane ATR Passeggeri/km =0.97. 2.6.4 La viabilità ciclopedonale Estratto da: Provincia di Forlì-Cesena (2005) Servizio Pianificazione territoriale – Piano territoriale di coordinamento provinciale - Quadro Conoscitivo C.3 Il sistema delle infrastrutture per la mobilità. C.3.1.7 La viabilità ciclopedonale Le piste ciclabili evidenziate all’interno del PTCP sono quelle dei comuni di Cesena, Forlì, Castrocaro Terme, Meldola, Forlimpopoli, San Mauro Pascoli, Savignano, Roncofreddo e Tredozio. Sono in stato di progettazione alcune Piste ciclabili lungo le strade provinciali, quali le S.P. 2 e la S.P. 138, che collegano rispettivamente Forlì a Cervia e Cesena a Cervia. Attualmente, negli ultimi PRG e loro varianti urbanistiche in fase di istruttoria, particolare attenzione è stata rivolta alla viabilità ciclo pedonale. In alcuni casi è stato proposto all’Amministrazione Comunale l’inserimento di uno standard qualitativo pari a 2 ml di pista ciclabile per abitante. Nel panorama provinciale le piste ciclabili sono ancora abbastanza rare, se si considera che queste ultime potrebbero essere una risposta adeguata ed un supporto alla mobilità 48 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO nei centri urbani, associata a politiche di incentivazione dell’utilizzo del servizio di trasporto pubblico. Nei comuni ove sono state sistematicamente previste le piste ciclabili risulta che per ogni abitante residente lo standard attuale è il seguente, riportato in Tabella 2.5. Tabella 2.5 – Dati comunali sulle piste ciclabili Comune Cesena Forlì Catrocaro Terme ml piste ciclabili esistenti 16.500 0,18 ml piste ciclabili di Progetto 27.244 45.900 0,42 73.800 ml/Abitante ml/Abitante Totale ml/Ab 0,30 0,48 0,67 1,09 900 0,17 0,17 Meldola 3.300 0,35 0,35 Forlimpopoli 1.000 0,08 0,08 Gambettola 8.000 0,86 S. Mauro Pascoli 2.000 0,21 16.600 1,77 1,98 Savignano Roncofreddo 4.400 34.700 0,30 12,31 32.000 2,22 2,52 12,31 600 0,45 0,45 0,86 Tredozio 2.6.5 Il trasporto aereo Estratto da: Provincia di Forlì-Cesena (2005) - Servizio Pianificazione territoriale Piano territoriale di coordinamento provinciale - Quadro Conoscitivo C.3 Il sistema delle infrastrutture per la mobilità. C.3.4 Il trasporto aereo Nella Regione Emilia - Romagna 4 capoluoghi su 9 sono dotati di aeroporto, ma ognuno di questi ha un’importanza a livello regionale, nazionale ed internazionale molto diversa, per caratteristiche sia dimensionali sia qualitative. L’Aeroporto L. Ridolfi di Forlì, considerando il numero di passeggeri ed il numero di collegamenti internazionali (Tabella C.3.4.1) risulta nella regione terzo per importanza, dopo Bologna e Rimini. Tabella 2.6 – N. passeggeri e collegamenti internazionali degli aeroporti della Regione Emilia - Romagna Aeroporto Bologna Passeggeri in N. collegamenti Passeggeri in volo volo al 2001 (1) internazionali per trasporto al 2002 passeggeri 3.370.000 71 Forlì (2) 69.019 13 Parma 61.000 1 Rimini 240.000 33 145.180 NOTA: (1) Per Parma e Rimini la stima al 2001 è relativa al Prit 1998 NOTA: (2) Fonte SEAF S.p.A. 49 Anno 2001 Trasporto merci Anno 2002 Trasporto merci 1.635 2.404 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO 2.7 AREE PARTICOLARMENTE SENSIBILI ALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO (ECOSISTEMI VULNERABILI, SPECIE ANIMALI E VEGETALI PROTETTE, BENI AMBIENTALI) Una analisi delle aree sensibili nella provincia di Forlì-Cesena si basa sui fattori popolazione sensibile e vegetazione sensibile, lasciando alla fase successiva la valutazione nel dettaglio di specie protette e beni culturali che deve essere fatta in una scala di dettaglio (1:10.000; 1:25.000). Tutte la carte hanno indice di sensibilità che varia tra 0 e 1, ove 1 è la massima sensibilità: Nella Prima carta è valutata la sensibilità della popolazione, crescente in base alla densità demografica e alla presenza di siti sensibili (asili, scuole, case di riposo) e molto sensibili (ospedali e centri di cura). 50 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Fig. 2.9 Carta della sensibilità della popolazione all’inquinamento atmosferico 51 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Nella seconda carta sono valutate le sensibilità delle specie e associazioni di vegetazione presenti in base agli effetti che possono avere ossidi di azoto e polveri sulla funzionalità della vegetazione. Fig. 2.10 Carta della sensibilità delle specie e associazione di vegetazione all’inquinamento atmosferico 52 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Nella terza carta sono presentati i valori di sensibilità dei beni ambientali (parchi, aree protette, siti della rete natura 2000). Fig. 2.11 Carta della sensibilità dei beni ambientali all’inquinamento atmosferico 53 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO 2.8 INQUADRAMENTO METEOCLIMATICO La Provincia di Forlì-Cesena può essere suddivisa in cinque zone dalle diverse caratteristiche climatiche: - pianura costiera; - pianura interna; - pianura pedecollinare; - zona collinare e valliva; - zona montana. Durante l’inverno, dominato da vaste aree anticicloniche comuni a tutto il nord Italia, si determinano condizioni di inversione termica che talvolta perdurano anche nelle ore centrali del giorno, a cui si associano valori elevati di umidità relativa, che portano a formazione di nebbia. Nel periodo estivo sono frequenti le condizioni meteorologiche di tempo stabile, intervallate a periodi di tempo perturbato caratterizzati da un’intensa attività temporalesca. Nei periodi di transizione autunnali e primaverili abbiamo la presenza di masse d’aria provenienti da est che causano l’instaurarsi di tempo perturbato con precipitazioni irregolari. Lo strato limite planetario (anche chiamato semplicemente PBL – Planetary boundary layer) è lo strato dell’atmosfera a più stretto contatto con il suolo, all’interno del quale avvengono i processi dispersivi degli inquinanti emessi dalle diverse sorgenti. E’ quindi fondamentale caratterizzare tale strato dal punto di vista fisico, per poter simulare i processi che governano la diffusione degli inquinanti e fornire indicazioni sulla qualità dell’aria. All’interno del PBL, le principali forze in gioco sono: - le caratteristiche del terreno; - l’attrito con il suolo; - il trasferimento di calore da e verso il suolo; - l’emissione di grandi masse di inquinanti naturali o di natura antropica. Il vento (intensità e direzione) e la turbolenza costituiscono le grandezze in grado di governare i moti dei gas all’interno del PBL. Se da un lato le velocità del vento e la sua 54 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO direzione sono facilmente misurabili disponendo di strumentazione adatta, dall’altro la turbolenza è influenzata da diversi parametri di origine meccanica e termica. L’attrito dell’aria sul terreno e la presenza di ostacoli (alberi, edifici) generano turbolenza perturbando il flusso del vento (turbolenza meccanica). Durante il giorno, il sole riscalda la superficie terrestre e la differenza di calore fra la superficie e l’aria circostante si manifesta mediante la formazione di flussi d’aria turbolenti e ascensionali. Lo spostamento di correnti calde verso l’alto provoca conseguentemente la formazione di correnti fredde verso il basso. Nel 1961, Pasquill propose un sistema di classificazione dell’atmosfera, in base alla sua stabilità (meno stabilità corrisponde alla prevalenza di flussi turbolenti) definendo sei classi di stabilità (da A, molto stabile a F, instabile). La metodologia ottimale per definire la stabilità atmosferica prevederebbe un elevato numero di misurazioni nei diversi strati atmosferici. In mancanza di queste informazioni, Pasquill propose di utilizzare i dati raccolti a livello del suolo per definire le classi di stabilità. Le tabelle seguenti mostrano le relazioni fra le variabili meteorologiche coinvolte e le classi di stabilità. 55 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.12 Un’altra grandezza utilizzata per descrivere la stabilità atmosferica è la lunghezza di Monin-Obukov, definita come il rapporto tra il contributo alla turbolenza di natura meccanica e il contributo di natura convettiva. In condizioni instabili la lunghezza di MoninObukov è negativa, in condizioni stabili è positiva. L’alternanza giorno e notte genera lo strato limite descritto nella figura seguente. 56 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.13 I flussi convettivi iniziano a influenzare lo strato limite circa mezz’ora dopo il sorgere del sole e raggiungono il loro massimo nel tardo pomeriggio. Circa mezz’ora prima del tramonto, le forze convettive cessano e lo stato diventa sostanzialmente neutro ed influenzato uniformemente dalle stesse forze. Con il tramonto e durante la notte, lo strato basso diventa stabile a causa del raffreddamento della superficie terrestre che cede calore all’atmosfera sovrastante, formando così lo strato limite notturno (Nocturnal Boundary Layer – NBL); si ha inversione termica, la temperatura aumenta all’aumentare dell’altitudine. A causa della scarsa turbolenza notturna difficilmente gli inquinanti si disperdono; è questo il fenomeno che causa il gran numero di lamentele da parte della popolazione in relazione alla presenza di odori molesti, soprattutto durante il periodo notturno. Occorre tuttavia sottolineare che il calore accumulato negli edifici, e in generale nelle aree urbane, genera il cosiddetto fenomeno “isola di calore”, grazie al quale nelle ore notturne all’interno delle città (“cupola termica”) si mantengono condizioni di lieve turbolenza. Da un lato la turbolenza notturna permette un rimescolamento degli inquinanti, ma dall’altro, in presenza di insediamenti industriali nelle vicinanze, la cupola di calore intercetta e cattura per fumigazione gli effluenti industriali che possono così persistere sulla città molto più a lungo del solito. Di seguito sono rappresentate le principali variabili meteorologiche nelle diverse stagioni dell’anno 2003. Le altezze di rimescolamento, basse in inverno e molto maggiori in estate, contribuiscono al tipico accumulo urbano di polveri e ossidi di azoto nelle città nella stagione invernale. Le direzioni e l’intensità del vento modificano la dispersione degli inquinanti (elevate velocità del vento tendono a favorire la dispersione degli inquinanti immessi vicino al livello del suolo). La piovosità è legata alla copertura nuvolosa e influisce sulla deposizione e la rimozione umida degli inquinanti. Il perdurare di giornate serene 57 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO impedisce la rimozione mediante deposizione umida soprattutto delle particelle fini sospese. Le temperature e l’irraggiamento governano i meccanismi fotochimici, che sono alla base della formazione di alcuni inquinanti secondari (ozono). Le basse temperature invernali, associate a condizioni di inversione termica, contribuiscono al confinamento degli inquinanti vicino alla superficie. I modelli di dispersione, come ADMS-URBAN utilizzato in questo studio, tengono in considerazione questi aspetti, nel determinare le modalità di dispersione e le diverse concentrazioni degli inquinanti emessi dai vari fattori di pressione. La complessità dello studio di tante variabili ha come conseguenza la necessità di operare alcune approssimazioni. Di queste, forse la più significativa è quella che prevede l’utilizzo di un unico set di variabili meteorologiche per ogni simulazione eseguita. Il set scelto, seppur significativo all’interno del dominio, non potrà mai rappresentare l’intera complessità del territorio in esame, né approssimare con sufficiente realismo, la particolare condizione dell’isola di calore urbano. Le mappe scelte sono riferite alle ore 2.00 della notte (massima stabilità) e alle ore 14.00 del giorno (massima instabilità) nelle diverse stagioni. I dati sono forniti dal Servizio Idro Meteorologico di ARPAER e sono rielaborati con preprocessore meteorologico CALMET. Tale processore sfrutta i dati della rete meteorologica presente per generare una griglia continua di dati con passo di 5 km, in modo da avere una distribuzione dei dati su tutto il territorio regionale. Altezza di rimescolamento Notevole è la variazione delle altezze di rimescolamento nel corso dell’anno e del giorno. In generale le altezze più elevate (2500 metri) si osservano nel periodo estivo, durante il quale si osserva anche la maggior variazione fra la notte e il giorno. La parte orientale della Provincia è caratterizzata da altezze più basse rispetto alla parte occidentale, indipendentemente dalla stagione. 58 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.14 Altezza di rimescolamento (m) – Primavera 2003 Figura 2.15 Altezza di rimescolamento (m) – Estate 2003 59 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.16 Altezza di rimescolamento (m) – Autunno 2003 Figura 2.17 Altezza di rimescolamento (m) – Inverno 2003 60 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO La mappa seguente mostra le zone con le massime altezze di rimescolamento in tutta la Regione fra gli anni 1995 e 2002. Nella Provincia di Forlì-Cesena sono bene evidenti le tre fasce corrispondenti alla differente altimetria del territorio. Figura 2.18 61 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Intensità e direzione del vento – Il vento proviene prevalentemente dall’entroterra nel corso della notte (brezza di terra) e dal mare durante il giorno (brezza di mare). Le intensità, comunque moderate, si mantengono quasi sempre al di sotto dei 5 metri/s e sono maggiori durante il giorno e nel periodo estivo. Figura 2.19- Direzioni prevalenti e velocità del vento (m/s) – Primavera 2003 62 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.20 Direzioni prevalenti e velocità del vento (m/s) – Estate 2003 Figura 2.21 Direzioni prevalenti e velocità del vento (m/s) – Autunno 2003 63 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.22 Direzioni prevalenti e velocità del vento (m/s) – Inverno 2003 64 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO La mappa seguente mostra l’intensità media del vento sulla base dei dati raccolti fra il 1995 e il 2002 in tutta la Regione. I venti più intensi sono in zone costiere, anche se le velocità medie si mantengono basse su tutto il territorio. Figura 2.23 65 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Precipitazioni – I periodi di maggior precipitazione si mantengono nel corso degli anni concentrati nella primavera e nell’autunno, alternati a mesi di scarse precipitazioni nelle rimanenti due stagioni. Di seguito sono mostrati i grafici della piovosità 2002 e 2003 nelle stazioni della Provincia di Forlì-Cesena che hanno registrato tale dato in entrambi gli anni. Si riporta anche la localizzazione geografica delle stazioni. Stazione Comune Longitudine (°) Latitudine (°) Alt. Slm Campigna Santa Sofia 11.70 43.52 1068 San Benedetto In Alpe Verghereto Portico e San Benedetto Verghereto 11.68 43.98 503 12.01 43.78 812 Bagno di Romagna Cesena Bagno di Romagna Cesena 11.96 43.83 495 12.15 44.08 44 Cesenatico Cesenatico 12.38 44.21 4 Tabella 2.7 66 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.24 Figura 2.25 67 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.26 Figura 2.27 68 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.28 Figura 2.29 69 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Temperatura – Le temperature medie del 2002 sono risultate leggermente inferiori a quelle del 2003, ma sostanzialmente l’andamento stagionale della temperatura resta costante. Di seguito sono mostrate le temperature nelle cinque stazioni della Provincia di Forlì-Cesena che le hanno misurate nel 2002 e nel 2003. Si riporta anche la localizzazione geografica delle stesse. Stazione Comune Longitudine (°) Latitudine (°) Alt. Slm Quarto Sarsina 12.10 43.89 250 Martorano Cesena 12.27 44.17 25 Forli' Forli' 12.05 44.21 27 Cervia Cesena 12.30 44.22 6 Cesena 12.27 44.09 118 Carpineta Tabella 2.8 Figura 2.30 70 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.31 Figura 2.32 71 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.33 Figura 2.34 72 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Stabilità – Le frequenti condizioni di stabilità, omogenee su tutta la Provincia, portano a numerose giornate in cui la dispersione degli inquinanti è poco favorevole. Figura 2.35 - Primavera – Percentuali di condizioni instabili Figura 2.36 - Estate - Percentuali di condizioni instabili 73 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO Figura 2.37 - Autunno - Percentuali di condizioni instabili Figura 2.38 - Inverno - Percentuali di condizioni instabili 74 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO La mappa seguente mostra le zone con le condizioni di elevata stabilità in tutta la Regione fra gli anni 1995 e 2002. Nella Provincia di Forlì-Cesena sono bene evidenti le tre fasce corrispondenti alla differente altimetria del territorio. Comunque, praticamente su tutto il territorio, oltre il 30% dei dati risulta caratterizzato da elevate condizioni di stabilità. Figura 2.39 75 P.G.Q.A. – Provincia di Forlì-Cesena - QUADRO CONOSCITIVO 76