`Italy is back`, arriva il summit economico per gli interscambi tra Italia

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`Italy is back`, arriva il summit economico per gli interscambi tra Italia
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‘Italy is back’, arriva il summit economico
per gli interscambi tra Italia e Usa
18 novembre 2016 15:29
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Nicoletta Mantovani
Il saluto dell’assessore Mantovani: "Firenze una grande
opportunità per gli investitori stranieri"
Favorire l’interscambio tra Italia e Stati Uniti soprattutto per quanto riguarda l’apertura
verso il mercato americano da parte di imprese italiane e l’attrazione di investimenti
statunitensi in Italia. È questo l’obiettivo del summit che si è svolto stamani in Palazzo
Vecchio promosso da Italian Business and Investment Iniziative in collaborazione con
EY e American Chambre of Commerce in Italy.
L’assessore alla cooperazione e relazioni internazionali Nicoletta Mantovani ha
portato i saluti dell’Amministrazione sottolineando l’impegno dell’Amministrazione da
un lato per semplificare e velocizzare le procedure burocratiche e facilitare gli
investimenti stranieri in città, dall’altro per tutelare l’area Unesco e frenare l’ulteriore
urbanizzazione di aree non costruite con il piano strutturale a “volumi zero”.
L’assessore ha poi accennato al piano di investimenti immobiliari “Invest in Florence”
che sta riscontrando interesse e gradimento tra gli investitori stranieri. “Firenze e tutta
l’Italia rappresentano una grande opportunità per gli investitori – ha sottolineato
Mantovani – e sono contenta che questo prestigioso summit economico si tenga a
Firenze”.
Tornando all’incontro, si tratta del primo appuntamento italiano dell’incontro “Italy
Meets the Usa”, dopo le quattro edizioni tenutasi a New York che hanno contribuito a
rafforzare il dialogo tra i due paesi sui temi dell’interscambio e degli investimenti
cross-border.
Tra i relatori Donato Iacovone, Mediterranean Managing Partner di EY, che ha
sottolineato come “dopo anni di recessione, l’economia italiana sta manifestando
segnali positivi, soprattutto per quanto riguarda l’export, che rappresenta il 25% del
PIL con un valore di oltre 400 miliardi di euro. La fiducia nell’economia italiana sta
Per questo è necessario sviluppare un vero e proprio ecosistema dell’innovazione,
sostenuto dalle istituzioni, per restare al passo e cogliere a pieno tutte le potenzialità
offerte dalle rivoluzione digitale ”. Anche Fernando Napolitano, Ceo di Italian
Businnes & Investment Iniziative, ha ribadito che “il potenziale di attrattiva dell’Azienda
Italia agli occhi sia dei consumatori che degli investitori statunitensi si conferma in
crescita, ma va colmato il forte gap di conoscenza e comunicazione che ancora
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crescendo e deve potersi tradurre in un aumento degli investimenti esteri.
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divide i due paesi. Il lavoro fatto negli ultimi anni e che intendiamo sviluppare va in
questa direzione”.
Italy’s Back: EY presenta l’osservatorio sugli investimenti Italia/Usa
I mutevoli scenari in seguito all’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti, il ruolo
dell’Italia nel contesto internazionale, le opportunità generate dai nuovi paradigmi
dell’innovazione, le esperienze e le prospettive degli investitori italiani e americani. Di
tutto questo si è parlato oggi a Firenze durante “Italy is back. Opportunities and new
paradigm in doing business with the United States”, evento organizzato da Italian
Business and Investment Initiative in collaborazione con EY e American Chamber of
Nuovi speed check a Empoli, sono
utili?
Sì, sono un buon deterrente
Sì ma servono anche controlli delle
forze dell'ordine
No, quelle zone rimangono pericolose
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Commerce in Italy, primo appuntamento italiano del summit “Italy Meets the USA”,
dopo le quattro edizioni tenutesi a New York che hanno contribuito a rafforzare il
dialogo tra Italia e Stati Uniti sui temi dell’interscambio e degli investimenti crossborder.
Il punto sulla situazione macroeconomica italiana e sullo stato delle riforme nel nostro
Paese è stato illustrato da Donato Iacovone che ha presentato l’Osservatorio
realizzato da EY in collaborazione con Italian Business & Investmente Initiative e
American Chamber of Commerce in Italy.
L’Italia è un Paese con un grande potenziale per attrarre investimenti esteri: 8°
economia nel mondo, 3° in Europa, 1° Paese al mondo per facilità di commercio con
l’estero, una posizione strategica al centro del Mediterraneo con un ricco patrimonio
artistico, culturale e paesaggistico. Sebbene la crisi finanziaria abbia portato a un
deterioramento dei conti delle banche e alla crescita improvvisa dei crediti
problematici (NPL), il clima economico è in miglioramento, con la ripresa dei prestiti
per le imprese e le famiglie e un buon livello di ricchezza privata, soprattutto negli
investimenti immobiliari. L’export è in crescita e il percorso di riforme strutturali
avviato dal Governo, a cominciare dall’Agenda digitale e dal Piano Industria 4.0, può
contribuire a migliorare la fiducia nel nostro Paese e ad attrarre maggiormente gli
investitori esteri.
Nel contempo, sono numerosi i casi significativi di internazionalizzazione di aziende
italiane verso gli Stati Uniti. I margini di miglioramento sono ancora ampi e possono
essere
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Empoli Calcio Quote della
tredicesima di A, Fiorentina
favorita nel confronto con
colmati grazie a nuove opportunità, che potranno anche nascere dai nuovi scenari
aperti dalla Presidenza Trump, come le misure annunciate in campagna elettorale su
tasse e infrastrutture.
l’Empoli.
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Empoli Calcio Andrea Costa:
“Certe partite si presentano
“Dopo anni di recessione, l’economia italiana sta manifestando finalmente segnali
positivi, soprattutto per quanto riguarda l’export, che rappresenta il 25% del PIL con
da sole. Fiorentina grande
squadra, ma siamo pronti”
un valore di oltre 400 miliardi di euro” ha commentato Donato Iacovone,
Mediterranean Managing Partner di EY. “La crescita delle operazioni di M&A – che
hanno raggiunto nel 2015 oltre il 50% del valore totale dei deal di investitori stranieri –
è un altro segnale della vitalità del mercato e dell’attrattività del Sistema Paese.
La fiducia nell’economia italiana sta crescendo e deve potersi tradurre in un aumento
dimenticare iniziative fondamentali come l’Agenda Digitale e il Piano Industry 4.0.
Questa trasformazione è cruciale in un’ottica di recupero di competitività e di
attrattività per l’Italia nel contesto globale. E’ necessario sviluppare un vero e proprio
ecosistema dell’innovazione, sostenuto dalle Istituzioni, con investimenti a tutti i livelli,
infrastrutturale, formativo e culturale, per restare al passo e coglierne appieno tutte le
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degli investimenti esteri, grazie anche alle riforme in corso, che puntano a
semplificare pubblica amministrazione, giustizia, lavoro, fiscalità e trasporti, senza
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potenzialità offerte dalla rivoluzione digitale”.
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Animali Fantastici e dove
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“Il potenziale di attrattiva dell’Azienda Italia agli occhi sia dei consumatori che degli
investitori statunitensi si conferma in crescita grazie ai fermenti dell’innovazione
anche istituzionale in atto nel nostro Paese”, ha osservato Fernando Napolitano, Ceo
di Italian Business & Investmente Initiative “ma va colmato il forte gap di conoscenza e
comunicazione, anche semplicemente linguistica, che ancora divide i due Paesi.
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Ti amo Presidente
Il lavoro che abbiamo fatto negli ultimi cinque anni e che intendiamo sviluppare
esponenzialmente è andato in questa direzione. Sotto la regia di Italian Business &
Investment Initiative, negli ultimi cinque anni si sono sviluppati tre filoni di attività: il
programma “Best in cooperation”, in partnership con l’Ambasciata statunitense in
Italia, l’Istituto Fulbright, Invitalia e la Fondazione Crt, che ha portato ad 80 borse di
studio, la creazione di 37 imprese high tech in Italia con 330 nuovi posti di lavoro e
l’attrazione di 50 milioni di investimenti. Il nuovo bando Fulbright decorre nel mese in
corso. La futura scalabilità di questi risultati significa puntare, con il piano per il 2017,
a 50 borse di studio puntando a raggiungere al più presto il “tetto” delle 300 all’anno”.
“Il rapporto tra Stati Uniti e Italia è uno dei pilastri attorno a cui costruire la crescita
futura della nostra economia” ha affermato Stefano Venturi, Presidente AmCham Italy
“da sempre caratterizzata dal suo essere “export oriented”. Quello su cui si deve
assolutamente lavorare è la capacità del nostro Paese di attrarre Investimenti Diretti
Esteri, elemento cruciale per aumentare le nostre performance economiche, creare
nuovi posti di lavoro e concretizzare il grande potenziale inespresso dell’Italia. Questo
appuntamento” ha concluso Venturi “non è solo l’occasione per analizzare questi
temi, ma il luogo in cui studiare e proporre soluzioni per il breve e lungo termine,
implementando la logica del “fare sistema”, metodo con cui sono convinto sia
possibile raggiungere ambiziosi traguardi”.
L’Osservatorio, dopo un excursus sullo stato dell’arte delle principali riforme in atto in
Italia, si concentra sull’innovazione e sui nuovi paradigmi che la sostengono. Nello
European Innovation Scoreboard della UE, l’Italia è indicata come “innovatore
moderato” e occupa la 17° posizione, ma il gap con la performance della media UE
si è ridotto dal 22% del 2008 al 17% del 2015. Negli ultimi anni si è infatti sviluppato
un ecosistema locale favorevole all’innovazione, come dimostrano alcuni dati
significativi: nel 2015 il 2.3% del PIL è derivato da Ricerca e Sviluppo; tra il 2010 e il
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2016, sono state create 300.000 nuove start-up e raccolti 5.4 miliardi di € di capitali,
sono nati 16 clusters locali di start-up a livello locale e 52 incubatori in tutto il Paese.
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L’Osservatorio passa poi ad analizzare le relazioni tra l’Italia e gli Stati Uniti,
evidenziando un grande dinamismo a livello di scambi commerciali: nel 2015 l’Italia è
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stato il 10° più grande partner degli Stati Uniti, con il valore delle esportazioni pari a
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44 miliardi di dollari, + 4,6% rispetto
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al 2014, a riprova di come il “made in Italy” sia considerato e apprezzato oltre
Oceano. Dal focus sugli investimenti emerge come nel corso degli ultimi 12 anni, dal
2003 al 2015, gli investimenti degli Stati Uniti in Italia siano diminuiti del 2,6%,
passando da 23,1 miliardi di dollari nel 2003 a 22,5 miliardi nel 2015. Gli investimenti
italiani negli Stati Uniti hanno, invece, registrato un aumento significativo, passando
da 6.9 miliardi di dollari nel 2003 a 28.6 miliardi nel 2015 (fino 19% sul 2014), con un
incremento del 312,6% nel periodo considerato.
Nel corso dell’evento è stato inoltre anticipato il nuovo indice “Influence, Relevance &
Growth” che EY e Italian Business and Investment Initiative presenteranno il prossimo
14 febbraio 2017 nel tradizionale appuntamento di New York, utile per capire cosa
migliorare e dove intervenire per essere più attraente per gli investitori.
Nicoletta Mantovani, Assessore Cooperazione e Relazioni Internazionali del Comune
di Firenze, ha portato il saluto di benvenuto. Oltre a Donato Iacovone, Fernando
Napolitano e Stefano Venturi, sono intervenuti: Giuliano Amato, Presidente Onorario
di The Aspen Institute Italy, Franco Frattini, già Ministro degli Esteri e Presidente di
SIOI, Suzanne Berger, Professore di Scienze Politiche al MIT, Marta Dassù, Senior
Director European Affaires di The Aspen Institute, Ferruccio Ferragamo, Presidente
di Salvatore Ferragamo, Andrea Guerra, CEO di Eataly, Stefano Ricci, Presidente di
Stefano Ricci, Flavio Valeri, Chief Country Officer di Deutsche Bank, Maria
Francesca Carli, Managing Director di BDT & Company, Monica Mandelli, Managing
Director di KKR, New York, Guido Nola, Senior Country Officer di JP Morgan Italy,
Domenico Arcuri, CEO di Invitalia, Alessandro Decio, CEO di SACE, Sandro De
Poli, Country CEO Italy and Israel di GE Italy , Luciano Frattini, Presidente e CEO di
Medtronic Italia, Matteo del Fante, CEO di Terna, Maximo Ibarra, CEO di Wind Tre,
Massimiliano Magrini, Managing Partner di United Ventures, Marialina Marcucci,
Global Communication Director di Kedrion, Michael Nowlis, Asst Dean di Johnson
Graduate School of Management at Cornell University, Massimo Scaccabarozzi,
Presidente di Farmindustria, Fedele Confalonieri, Presidente di Mediaset.
Deutsche Bank, da M&A in Italia 170 miliardi in 3 anni
L’attività di fusioni e acquisizioni di aziende riguardante l’Italia ha registrato un volume
delle transazioni, negli ultimi 3 anni, pari a 170 miliardi di euro: è quanto emerge da
uno studio presentato oggi da Flavio Valeri, chief country officer di Deutsche Bank
Italia, all’evento ‘Italy is back’, organizzato da Italian Business and Investment Initiative
in collaborazione con Ey e American Chamber of Commerce in Italy. Le acquisizioni
effettuate nei confronti di società italiane hanno generato affari per 62 miliardi, mentre
le acquisizioni di società italiane da parte di soggetti stranieri valgono 24 miliardi; 57
miliardi è invece il volume di affari generato dalle transazioni fra controparti straniere
riguardanti società italiane. Fra i singoli paesi, la parte del leone sulle attività di M&A
la fanno gli Usa: negli ultimi tre anni hanno realizzato acquisizioni in Italia per 12
miliardi (il 19% del totale, contro il 20% della Cina), mentre l’Italia ha fatto acquisizioni
oltreoceano per 15 miliardi, il 63& del totale.
Deutsche Bank, Lombardia tra regioni forti in Europa
è lo scenario prospettato da Flavio Valeri, chief country officer di Deutsche Bank
Italia, intervenuto oggi all’evento ‘Italy is back’, organizzato a Firenze da Italian
Business and Investment Initiative in collaborazione con Ey e American Chamber of
Commerce in Italy. I due lander tedeschi infatti, secondo i dati di Deutsche Bank,
rappresentano il 31% dell’export tedesco, che nel 2015 ha sfiorato i 1.200 miliardi di
euro; la Lombardia pesa a sua volta per il 27% sul totale dei flussi italiani in uscita
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con la Lombardia, e arriva al sud della Germania, con Baden-Wurttenberg e Baviera:
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Si sta creando una zona manifatturiera europea esportatrice che parte dal nord Italia,
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(111 mld su 413 totali). Altrettanto significativa risulta la capacità esportativa di
Catalogna (64 mld, il 23% della Spagna) e Rodano-Alpi (49 mld, il 9% della Francia).
I flussi dall’Italia alla Germania e viceversa, ha spiegato Valeri, hanno una consistenza
simile: nel 2015 l’export italiano è stato pari a 51 mld, con la Germania primo mercato
di sbocco; l’export tedesco è stato pari a 58 mld, e l’Italia è il sesto mercato di
sbocco per la Germania.
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