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Testimoni d’impresa Testimoni d’impresa Sommario 1 - INTRODUZIONE ............................................................................................... pag. 3 2 - UNINDUSTRIA TREVISO ................................................................................. pag. 5 3 - F.U.T. - FORMAZIONE UNINDUSTRIA TREVISO ........................................... pag. 7 4 - CCIAA - LA CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO ED AGRICOLTURA DI TREVISO .......................................................................... pag. 10 5 - IL CONTESTO .................................................................................................. pag. 11 6 - IMPRESE SENZA CONFINI ............................................................................. pag. 20 7 - IL MERCATO DEL LAVORO IN VENETO ........................................................ pag. 22 8 - IL RAPPORTO EXCELSIOR............................................................................. pag. 24 9 - A CACCIA DI INFORMAZIONI ED OPPORTUNITÀ......................................... pag. 28 10 - I FABBISOGNI PROFESSIONALI .................................................................. pag. 38 11 - RIFORMA MORATTI....................................................................................... pag. 44 12 - ISTRUZIONE E LAVORO ............................................................................... pag. 47 13 - COSA VUOL DIRE LAVORARE IN AZIENDA ................................................ pag. 53 14 - IL PRIMO INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO ................................ pag. 55 15 - LO STAGE ...................................................................................................... pag. 58 16 - LA LEGGE BIAGI ............................................................................................ pag. 61 A cura di FORMAZIONE UNINDUSTRIA TREVISO - Servizio Scuola Università Stage Si ringrazia la Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Treviso per il contributo alla realizzazione del progetto. Un sentito ringraziamento all’Istituto Statale d’Arte Bruno Munari di Vittorio Veneto, ed in particolare a Luca Stella, per le illustrazioni. E’ consentita la riproduzione parziale o integrale delle informazioni pubblicate purchè sia citata la fonte. Si prega di segnalare eventuali inesattezze al Servizio Scuola Università Stage di Unindustria Treviso - Tel. 0422 916468 - Fax 0422 618711 - e-mail: [email protected] 2 3 Testimoni d’impresa 1 - INTRODUZIONE 1 - INTRODUZIONE 1 - INTRODUZIONE Testimoni d’impresa Molte iniziative, promosse ed incentivate anche dall’Unione Europea, hanno sot- serie di indicazioni pertinenti. Così l’orientamento, da azione specifica di supporto presente esclusivamente in alcuni particolari passaggi e fasi di transizione, diventa azione trasversale e continua durante l’intero arco della vita. In tale rinnovata concezione che vede la persona centrale nell’intero processo è importante potenziare le competenze orientative dell’individuo, affinché possa scegliere in modo attivo ed efficace il proprio percorso formativo - professionale. tolineato la rilevanza e la necessità di investire sull’orientamento, al fine di pro- In tal senso è evidente che orientare diventa un’azione molto più complessa e muovere l’occupazione e la qualificazione della forza lavoro, consentendo all’individuo di rispondere ai mutamenti economici e sociali. continua che deve focalizzare i propri interventi sulla persona puntando a favorire, da un lato, la conoscenza di sé e dei propri interessi e, dall’altro, del mondo Crescono le iniziative, nazionali e locali, sono sempre più diffusi materiali a carat- del lavoro e delle professioni. tere informativo, banche dati, guide alla scelta scolastica, formativa, universitaria e professionale. Orientare significa porre l’individuo in grado di prendere coscienza di sé, della realtà occupazionale, sociale ed economica e del proprio bagaglio cognitivo per Tale crescita trova la sua giustificazione anche nelle continue e pressanti richie- poter progredire nelle scelte in maniera efficace. L’orientamento va assumendo un ruolo sempre più strategico nel contesto delle politiche attive e del lavoro, nel nostro Paese come in tutti i paesi avanzati. E’, infatti, considerato momento cruciale e contributo essenziale sia per una puntuale definizione dei sistemi formativi che per lo stesso sviluppo occupazionale. ste di un mercato in continua evoluzione che richiede nuove competenze per potersi adattare efficacemente alle professionalità che di continuo mutano. Di orientamento si occupano la scuola, le università, i centri per l’impiego, le associazioni di volontariato, le associazioni di categoria. Ma ci sono migliaia di giovani che sono costretti a scegliere senza disporre delle informazioni necessarie. Le imprese italiane denunciano una notevole difficoltà di reperimento delle figure professionali necessarie - soprattutto per gli aspetti qualitativi - per essere competitive nei mercati globali. Se la didattica orientativa è compito degli insegnanti, l’informazione ed il counseling presuppongono un’effettiva partnership tra scuola, impresa, agenzie formative e specialisti dell’orientamento. Il presente lavoro ha l’obiettivo di supportare coloro che - imprenditori e collaboratori d’impresa - sensibili ai temi dell’orientamento, si rendano disponibili a dialogare con i giovani, le famiglie e la scuola, per trasmettere la cultura del lavoro e d’impresa. E’ stato realizzato un kit di strumenti di comunicazione - dispensa, cd-rom, lucidi - ad uso dei “Testimoni d’impresa” che intendano fornire informazioni anche sul mercato del lavoro, sulle dinamiche occupazionali e le modalità di scelta di percorsi. La dispensa, in particolare, può essere utlilizzata a supporto ed integrazione delle slides illustrate. In questo modo si possono mettere gli studenti e le famiglie in condizione di disporre delle informazioni necessarie per le loro scelte. Una strategia efficace di orientamento deve trovare il giusto equilibrio tra le vocazioni personali degli studenti, i percorsi formativi esistenti e le prospettive di lavoro. Non è facile valutare le attitudini e le propensioni individuali per proiettarle nel futuro e nemmeno scegliere la facoltà universitaria o il corso di formazione professionale. Ai giovani in molti casi non viene offerta la possibilità di conoscere i trend del mercato del lavoro e gli sbocchi professionali più promettenti; è quindi importante realizzare forti sinergie con gli enti locali, le scuole, gli atenei, per poter offrire una 4 5 Testimoni d’impresa 2 - UNINDUSTRIA TREVISO 2 - UNINDUSTRIA TREVISO L’Unione degli Industriali della Provincia di Treviso è l’Associazione di rappresentanza delle imprese industriali e del terziario della provincia trevigiana. Fondata nel 1945, Unindustria Treviso è ora tra le maggiori Associazioni italiane per numero di imprese associate, più di 2.500, e aderisce al Sistema Confindustria. I compiti istituzionali di Unindustria Treviso si articolano in due direzioni fondamentali: Attività di rappresentanza Unindustria Treviso, in coordinamento con la Federazione degli Industriali del Veneto e - a livello nazionale - con Confindustria, concorre a tutelare le imprese industriali associate sostenendo le ragioni della libera impresa, del lavoro, dei legittimi interessi e delle aspettative del mondo industriale. L’Unione ha il mandato di rappresentare le proprie associate nei rapporti con qualsiasi Autorità, Amministrazione Pubblica o Ente, nonché con le Organizzazioni sindacali, economiche, pubbliche, sociali e culturali, oltre che con l’opinione pubblica. 2 - UNINDUSTRIA TREVISO Testimoni d’impresa In particolare i servizi dell’ Area Scuola, Università e Stage di Unindustria Treviso operano per creare opportunità concrete di collaborazione tra il mondo dell’education e quello del lavoro. L’Area Scuola, Università e Stage agisce attraverso diverse linee di intervento tra le quali vale la pena evidenziare la diffusione della conoscenza dell’impresa e dei fabbisogni professionali nelle Scuole e nelle Università e il supporto a studenti, famiglie, docenti, operatori dell’orientamento nelle scelte scolastico formative. Predispone materiali informativi, agevola le imprese nella conoscenza dell’offerta scolastica e universitaria, diffonde il corretto utilizzo dei tirocini - attraverso il servizio alle Aziende in convenzione con Veneto Lavoro - e attiva i Protocolli d’Intesa per gli stage con alcuni Atenei. L’Area Scuola, Università e Stage è partner nella sperimentazione dell’Alternanza Scuola - Lavoro e in corsi IFTS (Istruzione Formazione Tecnico Superiore), collabora con i corsi di Laurea in Disegno Industriale e Ingegneria Informatica con sede a Treviso e partecipa al progetto Campus Azione Impresa (www.campus.tvtecnologia.it). L’Area offre una puntuale informazione sull’offerta scolastica e universitaria, sui progetti di orientamento e di professionalizzazione, realizza la testata giornalistica “Lavorincorso” - rivista e portale internet www.lavorincorso.info - entrambi rivolti ai giovani. Servizi e consulenza www.unindustria.treviso.it Unindustria mette a disposizione degli Associati un’offerta di servizi mirata alle esigenze delle imprese industriali nelle diverse aree di organizzazione dell’azienda: • Disciplina del lavoro e relazioni con i sindacati dei lavoratori; • Diritto d’impresa; • Legislazione ambientale e sicurezza nei luoghi di lavoro; • Credito agevolazioni e finanza; • Fisco e legislazione tributaria; • Formazione e scuola; • Internazionalizzazione ed export; • Certificazione, qualità, prodotto, sistema aziendale; • Programmi per l’innovazione tecnologica; • Pianificazione urbanistica ed infrastrutturale; • Information & Communication Technology. 6 7 Testimoni d’impresa 3 - F.U.T. - FORMAZIONE UNINDUSTRIA TREVISO 3 - F.U.T. - FORMAZIONE UNINDUSTRIA TREVISO Formazione Unindustria Treviso S.c.a.r.l è stata costituita nel 1991 e ha come scopo lo sviluppo della formazione riferita ad ogni ambito aziendale per potenziare le competenze professionali di operatori aziendali, manager e titolari di azien- 3 - F.U.T. - FORMAZIONE UNINDUSTRIA TREVISO Testimoni d’impresa Area Giovani • Gestione degli obblighi formativi previsti dall’apprendistato; • Gestione dei corsi, finanziati dal Fondo Sociale Europeo, rivolti a inoccupati / disoccupati. da. Risorse umane - amministrazione - commerciale L’offerta di Formazione Unindustria Treviso è mirata per i seguenti settori azien• Organizzazione / Risorse Umane e Comunicazione; dali: • Progettazione e gestione di interventi formativi finanziati per dipendenti o giovani disoccupati; • Corsi aziendali; • Amministrazione / Finanza / Controllo - Commerciale / Marketing - Estero - Fiscale / Legale; • Individuazione di sviluppo di carriera e crescita professionale di singole figure nelle diverse aree aziendali; • Organizzazione / Risorse Umane - Commerciale / Marketing; • Amministrazione / Finanza / Controllo - Fiscale / Legale - Estero; • Information & Communication Technology/e-learning; • Produzione / Logistica / Tecnica; • Qualità / Sicurezza / Ambiente; • Mercato del lavoro. Progettazione e gestione interventi formativi finanziati: • Progettazione di interventi formativi che utilizzano linee di finanziamento nazionali o comunitari e/o che rispondono agli obblighi formativi previsti dall’apprendistato; Information & communication Technology e e-learning • Office - Cad; • Corsi di formazione a distanza e community - www.e-formazione.tv; • Test Center ECDL - Patente Europea del Computer e relativi corsi; • Adeguamento alle disposizioni sulla Privacy e Check up aziendali sul livello di adempimento della normativa. Produzione e tecnica • Consulenza sulle linee di finanziamento nazionali e comunitarie; • Omologazione dei procedimenti di saldatura; • Assistenza alle aziende per l’ottenimento e la gestione di finanziamenti per • Tempi e metodi - Logistica - Acquisti; la formazione del personale; • Interventi formativi per le Pari Opportunità - Legge 125/91; • Progetti trasnazionali, Equal e in partenariato con strutture del Sistema Confindustria; • Fondimpresa. 8 • Fondirigenti. • Patentini per la conduzione di generatori di vapore, per l’automazione industriale e per l’uso di gas tossici; • Corsi per conduttori di carrelli elevatori, gru, carroponti e mezzi semoventi; • Marcatura CE di macchine ed impianti, fascicoli tecnici, analisi dei rischi, manuali di uso e manutenzione. 9 Testimoni d’impresa 3 - F.U.T. - FORMAZIONE UNINDUSTRIA TREVISO Qualità, sicurezza, ambiente • Corsi per Responsabili e Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione - D.Lgs. n. 626/94 e n. 195/03; • Corsi e attività di assistenza per il settore edile - D.Lgs. n. 494/96; • Assistenza in materia di Sicurezza, Igiene sul Lavoro e gestione dei bandi INAIL; Testimoni d’impresa 4 - CCIAA - LA CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO ED AGRICOLTURA DI TREVISO Le Camere di Commercio Industria, Artigianato ed Agricoltura sono enti autonomi funzionali di diritto pubblico che svolgono nella circoscrizione territoriale di competenza funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese, curandone lo sviluppo nell’ambito delle economie locali. • Collaborazioni con Enti/Organismi pubblici e privati su specifiche tematiche per l’aspetto formativo e assistenziale; Sono istituzioni aperte, vicine alle attività economiche del territorio, di cui interpretano voci e valori. Collegate in rete come sistema sia in Italia che all’estero, integrate con altri orga- • Check up aziendali sul livello di adempimento della normativa; nismi ed istituzioni, sostenute dalla collaborazione delle Associazioni imprendi- • Sistema di Gestione Sicurezza e Salute negli ambienti di Lavoro, LAVORO SICURO - www.lavorosicuro.tv - Sportello di assistenza a distanza per le toriali, le Camere di Commercio costituiscono per le imprese la porta di accesso alla Pubblica amministrazione. aziende che intendono adottare il Sistema. Area mercato del lavoro • Unimpiego Confindustria; • Ricerca e selezione di figure professionali; • Progetti di mobilità. www.formazione.unindustria.it 10 4 - CCIAA La Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Treviso è un Ente Pubblico autonomo che opera per favorire lo sviluppo dell’economia provinciale. E’ un compito istituzionale che svolge anche in sinergia con gli Enti Pubblici locali e regionali, con lo Stato Italiano e l’Unione Europea. Si propone come Centro di aggregazione di interessi imprenditoriali distinti ma uniti dal comune progetto di realizzare un sistema di incentivi e benefici funzionale all’intera comunità economica territoriale. www.tv.camcom.it 11 Testimoni d’impresa 5 - IL CONTESTO 5 - IL CONTESTO La ‘grande trasformazione’ 5 - IL CONTESTO Testimoni d’impresa Il benchmarking europeo della formazione Il divario competitivo tra l’Italia e gli altri paesi dell’Unione Europea è particolarmente grave nel campo della formazione. Solo il 43% della popolazione adulta Il sistema produttivo del Nord - Est vive da alcuni anni una fase di ‘grande trasfor- ha un diploma di scuola secondaria, contro il 64% della Francia e l’83% della mazione’ che sta modificando il panorama economico del nostro territorio. Germania. Il divario nel numero dei laureati (Tabella 1) è contenuto per il livello Le grandi trasformazioni politiche, sociali, economiche e tecnologiche che hanno più elevato (10%, contro rispettivamente il 12% e il 13%), mentre è fortissimo se segnato gli ultimi anni ci consegnano un mondo nel quale nulla è più uguale a prima e dove tutto funziona sulla base di “regole” impensabili solo pochi anni fa. si comprende anche il livello breve (12% contro 34% e 22%), ed è schiacciante nei confronti dei paesi extraeuropei. A Treviso e in Italia, come in ogni altro Paese, devono quindi essere ridefiniti con urgenza gli strumenti interpretativi, la cultura e i saperi indispensabili per vivere e operare in presenza di un cambio epocale come quello che stiamo vivendo. Tabella 1 – Livelli di istruzione della popolazione fra 25 e 64 anni (2001) Diplomati Laureati Di cui laurea lunga Trasformarci con consapevolezza e con coraggio rappresenta esattamente ciò Francia 64 34 12 che ancora una volta siamo chiamati a fare. Germania 83 22 13 E’ un indispensabile percorso di adeguamento all’apertura dei mercati fondato, Italia 43 12 10 prima di tutto, sulla crescita delle produzioni di maggior valore. Spagna 40 36 17 Nel futuro, infatti, ciò che conterà per la vita di molte piccole industrie sarà l’ap- Regno Unito 63 29 18 partenenza a una filiera in grado di competere nel mercato mondiale. Canada 82 51 20 Se la filiera si muove per diventare internazionale al traino delle imprese leader, Giappone 83 48 19 tutte le aziende che la compongono, anche quelle destinate a restare nelle retro- Stati Uniti 88 39 28 In questa fase non dobbiamo smarrire la consapevolezza di chi siamo. vie, ne beneficeranno in modo diretto o indiretto. Fonte: elaborazione Confindustria su dato Ocse, 2003 In altri termini, sono i sistemi locali e le loro filiere che devono essere in grado di competere nel mondo. Unindustria Treviso ha scelto di darsi tre orientamenti di fondo per guidare questa trasformazione, anche attraverso il progetto “Fare impresa in un mondo che cambia“. Occorre riconoscere che in dieci anni (dal 1991 al 2001) l’Italia ha compiuto sul piano della scolarizzazione significativi passi avanti (Tabella 2). Nelle fasce di popolazione adulta, che risente della tardiva estensione dell’obbligo scolastico fino a 14 anni (attivata per i nati nel 1952 che nel 1991 avevano 39 anni), la • il primo, è la certezza che l’industria continuerà ad essere il motore dello sviluppo locale; • il secondo, è la centralità del capitale umano e dunque la necessità di investire sul sapere, sulle nuove competenze e, soprattutto, sui giovani; • il terzo, è il ruolo dell’innovazione in ogni sua forma, vale a dire la forza e la volontà di guardare avanti con l’obiettivo di essere i primi. percentuale di diplomati è cresciuta di 15 punti, e i laureati sono raddoppiati, nonostante l’incidenza ancora ridotta dei diplomi universitari (oggi lauree triennali). Ciò nonostante la distanza dai paesi più avanzati resta molto alta, e il recupero sta avvenendo per le generazioni più giovani: nel 2001 la percentuale di diplomati sulla corrispondente classe di età (diciannove anni) ha superato il 70%. L’elemento potenzialmente più innovatore della Legge n. 53 potrebbe essere lo Allo stesso tempo è importante che ci si debba impegnare per mantenere qui il sviluppo di un sistema di formazione post secondaria non universitario, che nel grande patrimonio di professionalità produttiva e di creatività che ha fatto grande 2001 vedeva in Italia solo il 3,7% di diplomati, contro il 15% della Germania e il la nostra industria. 5,8% della Spagna. 12 13 Testimoni d’impresa 5 - IL CONTESTO Tabella 2 – Evoluzione dei livelli di istruzione della popolazione fra 25 e 64 anni dal 1991 al 1998 1991 1998 Diplomati Laureati Diplomati Laureati 50 80 28 22 65 76 83 15 22 6 10 16 40 36 64 83 43 40 63 80 88 34 22 12 36 29 51 39 5 - IL CONTESTO Testimoni d’impresa Per sostenere i giovani nella scoperta e nella costruzione della propria identità, occorre perseguire obiettivi educativi che favoriscano: • la dimensione storica (collocare se stessi non solo nell’immediato ma in una prospettiva temporale nella quale bisogna mettere a frutto tutto ciò che ci ha insegnato il passato); Francia Germania Italia Spagna Regno Unito Canada Stati Uniti Fonte: elaborazione Confindustria su dato Ocse, 1993, 2000 Le competenze Nella competizione globale sono privilegiati coloro che riescono a mettere a punto sistemi educativi, formativi, di ricerca e sviluppo che consentano una qualificata formazione e un adeguato aggiornamento del capitale umano di un Paese. I nuovi poveri sono i cittadini senza competenze, o quelli le cui competenze (di base e specialistiche) non hanno avuto una manutenzione adeguata e sono diventate obsolete. I sistemi educativi e formativi devono preoccuparsi dell’implementazione delle competenze, attraverso sistemi di formazione continua che debbono vedere il sistema formativo partner dell’impresa. La preparazione al lavoro, che costituisce una componente fondamentale dell’attività umana e della autorealizzazione delle persone, non può essere isolata dalla formazione. Progettare una scuola per la società della conoscenza significa identificare gli obiettivi fondamentali del processo educativo, che schematicamente possono essere riassunti così: a) interiorizzazione delle regole della democrazia e del pluralismo: tolleranza e democrazia sono la condizione base per la crescita e il funzionamento di sistemi sociali complessi; b) capacità di concepire un progetto di vita fondato su una identità culturale e professionale: è necessaria la massima personalizzazione della formazione, in termini di stili di vita, di interessi e di attitudini professionali fondamentali; c) capacità di iniziativa, di relazione e di comunicazione: nei sistemi sociali complessi l’affermazione dei valori e degli interessi è affidata all’iniziativa individuale e di gruppo e alla gestione delle relazioni e delle comunicazioni. 14 • l’aspetto euristico (essere curiosi, attenti e reattivi rispetto al mondo esterno ed essere desiderosi di esplorarlo); • la fiducia in se stessi (occorre aiutare i giovani ad autovalutarsi, ad avere più fiducia in se stessi, a non rinunciare ai propri obiettivi di fronte alle prime avversità, ad accettare i cambiamenti nella loro portata positiva, assumendosi i rischi che ogni scelta comporta); • la formazione permanente (abituare i giovani all’idea che non si smette mai di imparare nella vita). Il rapido evolversi delle conoscenze e delle tecnologie esige che la scuola fornisca una buona preparazione di base e, soprattutto, una elevata capacita’ di adattamento. La competenza di base non è costituita solo dai saperi critici e dalle capacità di apprendimento, ma anche dall’attitudine a rendere operative le conoscenze acquisite. La cultura di base è umanistica, scientifica e tecnologica. L’evoluzione delle tecnologie e dei processi produttivi rende indispensabile l’acquisizione sui banchi di scuola della attitudine a rendere operative le conoscenze. La professionalità è passata dal campo dell’addestramento pratico al campo della conoscenza sperimentale di tipo scientifico e tecnologico. La cultura dell’impresa e del lavoro interagiscono sempre più con la scuola. Le imprese non chiedono alla scuola di fornire loro “prodotti su misura”. Ogni studente che esce da una scuola con il diploma non potrà mai soddisfare le mutevoli esigenze di specializzazione tipiche di un mercato del lavoro in continua evoluzione. L’impresa chiede alla scuola di fornire ai giovani una preparazione solida e polivalente e di sviluppare quelle capacità critiche che stanno alla base di ogni personalità libera. Le imprese chiedono alla scuola di sviluppare nei giovani: • conoscenze linguistiche e logico-matematiche; • padronanza dell’inglese e degli strumenti informatici; • capacità relazionali; • capacita diagnostiche; • capacità decisionali; 15 Testimoni d’impresa 5 - IL CONTESTO • capacità di analisi e di sintesi delle situazioni; • capacità di risolvere i problemi; • capacità di adattarsi a nuove esperienze; • capacità di comunicare chiaramente. Fonte: Rapporto Education Confindustria 2003 Il capitale umano 5 - IL CONTESTO Testimoni d’impresa Il presente e il futuro: l’innovazione e la creatività Per un sistema produttivo come quello italiano e trevigiano, cosi fortemente caratterizzato da imprese di piccole dimensioni, è difficile pensare di auto-produrre innovazioni significative in campi che richiedono massicci investimenti a lentissimo ritorno. Invece, valorizzando al massimo un’attitudine che è alla base del nostro successo industriale, è più facile immaginarci come creativi utilizzatori di strumenti e idee derivanti dall’industria science-based. In ambito locale il confronto con la dimensione mondiale e, soprattutto, l’emer- Ci si riferisce alla capacità di mettere a punto innovazioni d’uso, scaturite dall’ela- gente piattaforma industriale cinese, richiedono, in molti casi, il superamento di borazione di conoscenze di base che migliorano i prodotti tradizionali arricchen- un modello di impresa che fa parte della nostra cultura e che fino a ieri ci ha ga- doli di inedite prestazioni. Si tratta, a ben vedere, della via praticata da tempo da rantito il successo. alcune migliaia di medie imprese italiane che hanno saputo, nei settori più diver- Tutto ciò significa una sola cosa: la fabbrica, per avere futuro, deve diventare si, ma comunque ‘maturi’, conquistare e consolidare vere e proprie leadership industria investendo negli uomini e nella conoscenza che essi producono e pro- mondiali. pagano. La creatività richiesta in questa fase al nostro capitalismo, spesso personale, fa- Diventare industria significa che l’organizzazione non è solo la proiezione del miliare e territoriale è una creatività sistematica nutrita da una solida connessione saper fare dell’imprenditore, ma il frutto di un’adeguata dotazione di conoscenze con il mondo, poiché la dimensione locale, che pure dev’essere reinterpretata apportate da risorse umane di qualità. e valorizzata come punto di forza, non garantisce più una relazione diretta con E’ una priorità per le aziende e lo è, evidentemente, per la comunità di riferimento. le nuove conoscenze di base. Dunque, la creatività non è quella estemporanea Tra la fine del 2005 ed oggi in provincia di Treviso hanno preso avvio importanti delle “personalità creative” o della fortuna di trovare cose importanti che non si iniziative, come ad esempio l’avvio del corso di laurea in design della moda, che stanno cercando. si aggiunge a quello già consolidato in design industriale. Le caratteristiche distintive della creatività imprenditoriale citate prima sono so- Sono inoltre importanti i programmi dei corsi di laurea universitari ormai attivi da stanzialmente tre. anni in Commercio Estero, Diritto internazionale e interpretariato, oltre al Progetto La prima è la capacità di accedere efficacemente e rapidamente alle conoscenze di Formazione per imprenditori e manager che Unindustria Treviso con Veneto altrui, disponendo del capitale relazionale e intellettuale appropriato per il loro Banca ha realizzato lo scorso anno e ripeterà quest’anno per offrire una risposta trasferimento e la loro interpretazione (absorptive capacity). adeguata alla domanda di conoscenza che gli imprenditori e i loro collaboratori La seconda è la capacità di realizzare innovazioni di uso originali aderendo ai esprimono in maniera sempre più esplicita. bisogni o ai desideri latenti (e spesso invisibili) dei clienti, in base ad una forte Vi è poi un importante progetto avviato con Fondazione Cassamarca e Università relazione ed empatia col loro vissuto. di Venezia che vede Treviso ospitare il primo master italiano per studenti cinesi La terza è la capacità di moltiplicare il valore dell’innovazione d’uso realizzata, che al termine potranno diventare ‘ambasciatori’ delle nostre aziende e del nostro inserendola in un circuito di industrializzazione e di divisione del lavoro a rete, territorio nel loro Paese. rinnovando in tal modo le nostre realtà distrettuali. Oltre a quanto sopra detto, esiste anche la quotidiana attività di orientamento e presenza nelle scuole, la realizzazione degli stage e tutte le iniziative che favo- Il contesto Veneto riscono la relazione, che deve divenire sempre più stretta e strategica, tra scuola Il Nord Est sta profondamente cambiando; si passa da un contesto degli anni di e impresa. crescita economica tumultuosa ad un nuovo millennio di normalità. Gli indicatori economici si sono allineati al resto dell’Italia e dell’Europa. 16 17 Testimoni d’impresa 5 - IL CONTESTO 5 - IL CONTESTO Testimoni d’impresa Il declino demografico continua a prosciugare le giovani forze locali destinate al relazioni. lavoro. In assenza di migrazioni, fra meno di vent’anni, le persone di età compre- Attualmente le specificità dell’economia locale, i punti forti che caratterizzano la sa tra i 20 ed i 49 anni diminuiranno di circa 1 milione e non saranno in grado di realtà produttiva, toccano gli aspetti dell’industrializzazione, dell’imprenditorializ- sostituire le generazioni che li hanno preceduti. zazione, del territorio, del mercato del lavoro, dell’internazionalizzazione. La struttura della popolazione vedrà un incremento significativo della componente anziana, e di persone e famiglie provenienti da altri Paesi. Imprenditoria diffusa L’impatto sulla società e sull’economia di una simile grande trasformazione de- Un’impresa attiva ogni nove abitanti e una posizione imprenditoriale (di titolare, v’essere governato con lungimiranza. socio o amministratore) ogni sei abitanti, agricoltura inclusa. Il futuro riserva, pertanto, un Nord Est caratterizzato da una popolazione dove gli Ci troviamo di fronte ad una situazione di imprenditoria diffusa, che si spiega con anziani sono molti ed avranno un ruolo potenzialmente significativo. ragioni di tipo storico e socioculturale che rimandano sia alla famiglia mezzadrie, L’istruzione delle giovani generazioni sta crescendo progressivamente realizzan- sia alla diffusione per gemmazione dell’impresa attraverso dipendenti che si sono do così una vera e propria rincorsa ai titoli di studio. messi in proprio divenendo imprenditori. Il futuro della popolazione del Nord Est è composto da persone con titoli di studio Il Trevigiano è ancor oggi un ambito imprenditoriale che predilige uno stile di con- elevati, segnati da percorsi di formazione prolungati, da una crescente apertura duzione familiare: infatti - escludendo l’agricoltura - le imprese individuali sono il all’utilizzo delle nuove tecnologie. Dunque, con aspettative aumentate nei con- 57% del totale, mentre le forme societarie più evolute, come le società di capitale, fronti del lavoro e della qualità della vita. rappresentano il 15% (in crescita). La crescita economica passa attraverso una maggiore produttività, sia per i setto- Un segno di cambiamento profondo - anche se solo agli inizi - è dato dalla pre- ri tradizionali che per il terziario. Il contributo alla costruzione del valore aggiunto senza di imprenditori stranieri, pari al 4,5% del totale. Si tratta di circa 5 mila proviene dal settore dei servizi, più che da quello industriale in senso stretto; ma persone, che pongono Treviso al tredicesimo posto in Italia. Ci riferiamo ad im- anche quest’ultimo sembra orientare diversamente dal passato le proprie strate- prenditori provenienti dalla vecchia emigrazione trevigiana, ma sono in crescita gie, intraprendendo la strada di una maggiore intensività. evidente anche i “veri” imprenditori stranieri, specie extracomunitari, provenienti La stessa diffusione delle nuove tecnologie nei distretti industriali conosce un perlopiù dall’Est europeo, dall’Africa centrale e dal Maghreb, vale a dire, le aree ulteriore ampliamento. che maggiormente generano le spinte migratorie verso il Trevigiano. Il Nord Est del mondo produttivo ha imboccato la strada dell’investimento nelle tecnologie, di una maggiore intensività del lavoro, di uno sviluppo dimensionale. Per ragioni storiche è presente una fitta rete soprattutto di piccole e medie im- Inoltre le imprese di successo guardano oltre, investendo nella formazione pro- prese così quantificate: il 43% degli occupati si trova in aziende con 1-9 addetti, fessionale, nell’innovazione di processo e di prodotto. mentre il 31% degli occupati lavora in ditte con 10-49 addetti, i rimanenti in im- Il contesto economico provinciale prese dai 50 addetti in su. La dinamica socio economica della provincia di Treviso ha avuto - dal dopo- Questa prevalenza di piccole dimensioni non significa marginalità o inconsistenza guerra ad oggi - almeno tre momenti di svolta importanti che l’hanno trasformata economica. Piuttosto, quasi tutte le imprese presenti (97%) lavorano in un’ottica profondamente. distrettuale, che permette alle piccole imprese di essere “grandi” agendo come Il primo, negli anni Sessanta, lancia l’industrializzazione del territorio; il secondo un network produttivo con una articolata divisione del lavoro interna, accanto ov- si ha negli anni Ottanta, quando il “successo” dell’area appare evidente e rende viamente ad imprese davvero grandi i cui nomi sono diffusi nel mondo. il Trevigiano un territorio forte dello sviluppo nazionale ed europeo. Il terzo è Ma sono pure conosciuti - e sono divenuti anche dei case study - i distretti in- quello in corso e consiste nel passaggio da un tipo di sviluppo spontaneistico ed dustriali e le aree specializzate che compongono la geoeconomia provinciale: estensivo ad uno intensivo che mette a regime l’investimento in conoscenze e dall’Inox Valley nel Coneglianese alla tegola di Possagno, al mobile dell’Opi- 18 19 Testimoni d’impresa 5 - IL CONTESTO tergino-Mottense, senza dimenticare il più noto caso dello sport system di 6 - IMPRESE SENZA CONFINI Testimoni d’impresa 6 - IMPRESE SENZA CONFINI Montebelluna-Asolo. Internazionalizzazione e delocalizzazione. Due strategie aziendali di cui oggi si La provincia di Treviso vive attualmente un momento di grande trasformazione sente spesso parlare. Ma cosa significano esattamente? E in cosa differiscono del suo tradizionale modello di sviluppo e questo comporta e comporterà inevita- tra loro? bili ripercussioni a livello economico e sociale. La sfida al cambiamento potrà essere vinta a condizione che si realizzi un’ampia Questi due termini sono ormai assorti a lessico corrente sia nelle pagine dei gior- convergenza mirata a progettare il futuro, investire in ricerca e formazione, mi- di trasformazione che sta interessando l’economia della nostra regione e pure di gliorare le infrastrutture. E’ stata evidenziata la necessità: tutto il Paese. • di incrementare la ricerca nelle imprese e nelle Università al fine di introdurre nuovi prodotti e processi produttivi; • di orientare all’innovazione i lavoratori; nali che nei dibattiti istituzionali ed illustrano, insieme ad altri elementi, il processo Ciò nonostante, non sempre la differenza che intercorre tra i due concetti è chiara. Per alcuni, in particolare per i non addetti ai lavori, si tratterebbe di due sinonimi: non c’è nulla, o quasi, di più falso. Di qui l’esigenza di sgombrare il campo dagli errori e delinearne con chiarezza il contenuto. I processi di delocalizzazione ebbero inizio nei primi anni ’90, in seguito al crollo • che operi un ceto imprenditoriale aperto, dinamico e aggressivo sui mercati; del Muro di Berlino e all’apertura dei mercati dell’Europa centro-orientale. Un • che i mass-media offrano un’informazione più seria e professionale; numero consistente di imprenditori della nostra area riscontrò che in quei luoghi • che si persegua l’obiettivo di un’ulteriore crescita economica ma ricordando che questa non è tutto. era possibile godere di condizioni particolarmente vantaggiose in termini di costi della manodopera e delle materie prime e iniziò così il trasferimento di alcune parti del processo produttivo oltre i confini nazionali. La delocalizzazione, quindi, Fonte: indagine “La classe trevigiana di fronte alle grandi trasformazioni economiche e sociali” del febbraio 2005 - realizzata da Astra/Demoskopea per Unindustria Treviso, CGIL, CISL e UIL di Treviso nasce da esigenze di mero contenimento dei costi di produzione e si configura quale strategia utile a restituire fiato alle imprese del luogo, alle prese con una burocrazia sempre più opprimente e l’incremento del costo della manodopera. La meta privilegiata dei processi sin qui descritti fu la Romania, al punto che oggi si contano in quel Paese oltre 10 mila aziende a capitale italiano, delle quali una buona fetta è stata costituita da operatori originari del Nord Est (6.000 sono quelle “venete”). Il concetto di internazionalizzazione è, invece, di più recente introduzione. Per internazionalizzazione, infatti, si intende una riorganizzazione a 360 gradi e su scala internazionale delle attività di un’impresa. Di conseguenza, tale processo comprende una gamma piuttosto ampia di strategie, che include il ricorso a fornitori stranieri, l’export di beni, l’apertura di stabilimenti all’estero ecc. La differenza sostanziale rispetto alla delocalizzazione, poi, consiste nel fatto che le azioni intraprese dalla singola azienda non rispondono alla sola esigenza di contenere i costi di produzione ma, al contrario, acquistano una dimensione strategica e quasi “aggressiva”. L’apertura, ad esempio, di una fabbrica all’estero non è cosa di poco conto e sarebbe priva di senso se non fosse ricollegata all’esigenza di presidiare un mercato presso il quale è disponibile, già oggi e ancor più in futuro, 20 21 Testimoni d’impresa 6 - IMPRESE SENZA CONFINI una domanda crescente dei beni prodotti dalla singola azienda. 7 - IL MERCATO DEL LAVORO IN VENETO Testimoni d’impresa 7 - IL MERCATO DEL LAVORO IN VENETO I processi di internazionalizzazione, già in corso, sono destinati ad accelerare ulteriormente per effetto delle dinamiche innescate dalla globalizzazione dei mercati. Qualsiasi impresa che intenda recitare un ruolo di primo piano non può La dinamica del prodotto interno lordo regionale negli ultimi anni è risultata mo- esimersi da un confronto su scala mondiale con i propri concorrenti e tale con- Nonostante la dinamica demografica non certo brillante, la popolazione continua fronto si gioca in primo luogo sulla capacità di presidiare i mercati emergenti, sia mediante un’efficiente rete commerciale che - talvolta - mediante una presenza a crescere. produttiva in loco. Di qui l’interesse crescente che si registra per taluni Paesi, aziende agricole, sono aumentate. Questo trend positivo si accompagna a tra- quali la Cina, l’India, la Russia o il Brasile, che appaiono sempre più una sorta di “Eldorado” dell’economia planetaria. sformazioni rilevanti della struttura produttiva: diminuzione delle imprese manu- Le regioni del Nord Est, sotto questo profilo, godono di una buona posizione di berghiero-ristorazione e dei servizi alle imprese e alle persone. partenza. Secondo un’indagine condotta dalla Fondazione Nord Est per Il Sole 24 Ore, il 46,8% delle imprese dell’area intrattiene rapporti con l’estero, contro una La dinamica occupazionale risulta sostanzialmente positiva con tenuta del lavoro media nazionale pari al 35,5%. E’ la conferma della apertura ai mercati interna- partita IVA, ecc.) mentre a livello settoriale vi è l’espansione delle costruzioni, la zionali che di norma viene riconosciuta al nostro sistema economico e produttivo. Ciò detto, la strategia di internazionalizzazione più diffusa è rappresentata dalla vendita di beni e servizi all’estero (43%), la più semplice e meno onerosa, ma è degno di nota pure il dato che attiene al ricorso a fornitori stranieri (28,7%). Per chiudere, sgombriamo il campo da un altro luogo comune. Quello secondo cui l’internazionalizzazione è destinata ad impoverire il tessuto economico locale. Tra le imprese nordestine interpellate, infatti, solo il 4,3% ha dichiarato di aver crescita stagionale dell’agricoltura e la sostanziale stabilità del terziario. aperto una struttura produttiva all’estero e da tale scelta mai - o quasi - è discesa la chiusura degli stabilimenti presenti qui in Italia. Fonte: Lavorincorso n.16 marzo 2006 - Federico Ferraro, ricercatore Fondazione Nord Est desta. Quanto alla dinamica dell’imprenditorialità veneta, le imprese attive, escluse le fatturiere, crescita delle imprese del settore costruzioni, terziario, commercio, al- dipendente a fronte di una leggera crescita di quello indipendente ( co.co.pro., I dati disponibili evidenziano un arresto della componente femminile. Sulla base delle indagini Istat, emerge una modestissima crescita occupazionale ascrivibile anche alla regolarizzazione degli immigrati avvenuta nel biennio 2002/2003. Quanto all’evoluzione nella composizione delle assunzioni, le indagini statistiche evidenziano che: • la quota di assunzioni a tempo indeterminato risulta in contrazione, con una continua espansione del lavoro interinale, contratti a termine e apprendistato; • nella composizione per età emerge la contrazione delle assunzioni destinate ai giovani under 29 anni; • di grande rilievo risulta l’incremento delle assunzioni part-time (passate dall11% del 2000 al 18% del 2004; tra queste ben il 30% interessano le donne); • più del 20% delle assunzioni è indirizzata a lavoratori extracomunitari: metà di questi sono cittadini dell’ Est Europa; • quanto alle dinamiche settoriali vi è una contrazione in valore assoluto di assunzioni nel manifatturiero mentre sono in crescita il commercio, alberghiero - ristorazione e servizi alla persona. Gli evidenziati segnali di difficoltà del mercato del lavoro - ed i connessi cambiamenti - emergono dai dati relativi alle politiche del lavoro. Nel 2004 la cassa integrazione guadagni è cresciuta di quasi il 30% in più rispetto al 2003, soprattutto 22 23 Testimoni d’impresa 7 - IL MERCATO DEL LAVORO IN VENETO nei settori tessile e meccanico. 8 - IL RAPPORTO EXCELSIOR Testimoni d’impresa 8 - IL RAPPORTO EXCELSIOR In questo quadro economico ed occupazionale emerge l’importanza strategica Excelsior 2005 della sinergia tra mondo delle imprese, associazioni di rappresentanza, regioni, mondo dell’istruzione ed enti di formazione, per saper orientare e costruire un Il progetto Excelsior, elaborato da Unioncamere, fornisce dati ed informazioni cir- percorso formativo in grado di recepire i fabbisogni professionali per poterli con- ca i fabbisogni professionali espressi dalle imprese a livello provinciale, regionale ciliare con l’attuale ed il futuro sistema produttivo. e nazionale. Il Mercato del Lavoro locale L’Universo considerato è quello delle imprese private iscritte al registro camerale con almeno un dipendente alla data del 31/12/2001; l’indagine è stata effettuata Il mercato del lavoro locale presenta un irrilevante tasso di disoccupazione ed un elevato tasso di attività; ciò concretizza in realtà una consistente carenza di ma- tra i mesi di novembre 2004 ed aprile 2005, rilevando gli occupati al 31/12/2004. nodopera, causata - sul lato dell’offerta - da una denatalità che rimane fortemente deficitaria rispetto alle esigenze di un mercato del lavoro dinamico. Questo spiega la rapidissima crescita del fenomeno migratorio che ha portato Nelle assunzioni previste nel 2005 per livello di istruzione, la quota rivolta a diplo- negli anni nella nostra provincia circa 70 mila immigrati. Si tratta di una presenza che raggruppa un caleidoscopio di circa 136 nazionalità. La maggior parte dei lavoratori immigrati sono occupati nella meccanica, nella edilizia e nel legno. Ormai una buona percentuale delle assunzioni complessive, numero che sale notevolmente in certi Comuni più industrializzati, si rivolge all’offerta di extracomunitari che, sempre più, diventano una componente fondamentale per il funzionamento dell’economia locale: ciò farà sì che - tra vent’anni - una persona su sei, nel Nordest, sarà immigrata o figlia di immigrati. la seguente: mati-laureati è al 40%. La distribuzione della domanda di lavoro prevista per il 2005, risulta nel Nord Est • quasi il 40% della domanda prevista è rivolto a diplomati (33,0%) o laureati (6,7%); in Italia la richiesta di laureati costituisce un insieme pari a all’8,8% del totale mentre la richiesta di diplomati è pari al 33,6%; • continua ad essere di rilievo nel Nordest la richiesta di lavoratori con istruzione o qualifica professionale: si tratta del 23,5% del totale, contro una media nazionale del 20,1%; • Per il restante 36,9% (37,5% in Italia) invece risulta sufficiente, come titolo di studio, quello dell’obbligo. Questa articolazione della domanda di lavoro per titolo di studio richiesto è una della concause del mismatch occupazionale osservato nel Nordest. La natura del tessuto produttivo locale determina quote ancora assai significative di domanda di lavoro: • scarsamente qualificata; • per la quale si richiedono prevalentemente capacità non acquisibili nei canali dell’istruzione formale ma, piuttosto, acquisibili direttamente nel luogo di lavoro. E’ importante evidenziare come le ultime due rilevazioni (del 2004 e del 2005) abbiano messo in evidenza segnali positivi di inversione di tendenza, con un rafforzamento della quota di domanda rivolta a diplomati e laureati: secondo le 24 25 Testimoni d’impresa 8 - IL RAPPORTO EXCELSIOR 8 - IL RAPPORTO EXCELSIOR Testimoni d’impresa previsioni del 2003 tale quota non raggiungeva nel Nord Est il 30%, mentre una commerciali. Quanto al vertice, il luogo dove per antonomasia si insediano le quota del 48% era indirizzata alla manodopera poco istruita (con solo titolo del- figure dirigenziali, la sua ampiezza è ancora abbastanza contenuta. Ad esempio, l’obbligo); nel 2005 le quote sono state, rispettivamente, 39,7% e 36,9%. il numero di assunzioni di manager e direttori si limita a sole 220 unità. Le cose non mutano se ci spostiamo un po’ più in basso nella gerarchia: le cosiddette Fabbisogni professionali delle imprese in provincia di Treviso - anno 2005 (in valori assoluti) Servizi Industria Totale professioni intellettuali e ad alta specializzazione raccolgono un modesto 4,3% del totale dei fabbisogni professionali espressi dalle imprese locali. Nessun titolo Qualifica professionale Istruzione professionale o tecnica Diploma scuo- Laurea la superiore 1.720 2.190 3.910 370 320 690 750 950 1.700 1.700 1.610 3.310 530 260 790 Fonte: Sistema Informativo Excelsior - Unioncamere Tutto questo non può che riflettersi anche sul titolo di studio che le imprese del Veneto richiedono ai neo-assunti. Oltre la metà delle preferenze, infatti, si concentra su persone che dispongono della sola licenza media o hanno concluso il proprio percorso scolastico in corrispondenza del conseguimento di una qualifica professionale. Il 34,4% della domanda, poi, si concentra su diplomati, mentre i laureati raccolgono un ben più modesto 7,2%. Questi dati illustrano, in modo assai efficace e diretto, una situazione di mancato incontro tra i fabbisogni professionali Fabbisogni professionali delle imprese in provincia di Treviso – anno 2005 (in percentuale) Totale espressi dalle imprese, da un lato, e l’offerta disponibile in loco, dall’altro. Le attuali esigenze delle aziende, infatti, non danno ancora adeguata soddisfazione ai Nessun titolo Qualifica professionale Istruzione professionale o tecnica Diploma scuo- Laurea la superiore 37,6 6,7 16,3 31,8 massicci investimenti in istruzione sostenuti dai giovani e dalle loro famiglie. Un ulteriore elemento di difficoltà è costituito pure dalla poca spendibilità nel mondo 7,6 Fonte: Sistema Informativo Excelsior - Unioncamere del lavoro di parte delle nozioni apprese sui banchi di scuola. In molti casi, infatti, le imprese lamentano la mancata disponibilità, presso i neo-assunti, di alcune importanti competenze di base, un deficit che allunga i tempi di inserimento in Quali sono le figure professionali più “gettonate” presso le imprese della nostra regione? azienda e rende poi indispensabile la frequenza a corsi di formazione ad hoc. Ciò nonostante, la situazione non è poi così drammatica come potrebbe sembra- Una risposta a questa domanda è offerta dall’annuale indagine condotta dal re dalla sola lettura dei numeri. La trasformazione, ancora in essere, del sistema Ministero del Lavoro in collaborazione con Unioncamere. Il progetto Excelsior imprenditoriale della nostra regione ha, infatti, un immediato riflesso pure sui consente di tastare in modo affidabile il polso degli andamenti del mercato del fabbisogni professionali, che tendono a mutare nel tempo e a orientarsi, seppur lavoro sull’intero territorio nazionale. Le preferenze delle imprese venete, almeno per l’anno in corso, si concentrano principalmente su operai specializzati e addetti alla vendita. I primi, infatti, inclusi pure i conduttori di impianti, rappresentano il 35,8% delle assunzioni previste nel 2005: una fetta importante del totale e, al tempo stesso, una conferma della forte impronta industriale che ancora contraddistingue la nostra regione. E’ consisten- lentamente, in linea con le attese dei teenager e dei loro colleghi più “maturi”. In soli due anni, infatti, la quota di manodopera poco istruita, cioè con il solo titolo dell’obbligo, è scesa dal 48 al 40%, mentre è cresciuta la percentuale di neo-assunti più istruiti. Le dinamiche della globalizzazione impongono alle imprese un radicale ripensa- te (20,3%), poi, anche il fabbisogno di personale da impiegare in ambito commer- mento della propria organizzazione interna e pure della propria specializzazione. ciale, in particolare nella vendita di prodotti e servizi alle famiglie. Di qui l’esigenza di poter contare, in modo sempre più massiccio, su saperi nuovi, La piramide delle professioni richieste ha quindi, almeno per il momento, una su abilità e capacità innovative, nonché su una sempre maggiore disponibilità base piuttosto ampia, composta da tecnici, personale qualificato e non, agenti all’apprendimento e alla flessibilità. 26 27 Testimoni d’impresa 8 - IL RAPPORTO EXCELSIOR Assunzioni previste nel 2005 per livello di istruzione e classi di età. Veneto Valore assoluto % sul totale Laurea Diploma superiore di cui: spec. post diploma necessario Formazione professionale di cui: istruzione profess. (3-4 anni) qualifica profess.(regionale) Scuola dell’obbligo / nessun titolo richiesto 4.280 20.320 2.860 13.090 8.880 4.210 21.350 7,2 34,4 4,8 22,2 15,0 7,1 36,2 Sino a 29 anni 30 anni e oltre Non rilevante 25.090 12.940 21.000 42,5 21,9 35,6 Totale 59.040 100 Fonte: elaborazione OPEN - Fondazione Nord Est su dati Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2004 (da Lavorincorso, n. 15 - dicembre 2005 - Federico Ferraro, Ricercatore Fondazione Nord Est) 9 - A CACCIA DI INFORMAZIONI ED OPPORTUNITÀ Testimoni d’impresa 9 - A CACCIA DI INFORMAZIONI ED OPPORTUNITÀ L’informazione nel processo di orientamento può essere definita come una condizione di base per una scelta motivata e consapevole. E’ importante far riflettere i giovani sull’utilità di disporre di informazioni precise e pertinenti, per valutare le diverse alternative e prendere una decisione. Scegliere richiede di mettere in relazione riflessioni personali ed informazioni. La scelta di un percorso o di uno specifico inserimento professionale è sempre un punto di equilibrio tra gli interessi/risorse personali e le caratteristiche/vincoli dell’ambiente socio-economico. Quando e perché fare una ricerca di informazioni L’informazione è una risorsa da usare in diversi momenti, in modo trasversale durante tutto il processo di scelta, prima di iniziare un percorso, ma anche durante il percorso stesso per trovare una conferma o meno delle proprie ipotesi progettuali o per cambiare, ripensando alle proprie scelte. La ricerca di informazioni serve per: • verificare la fattibilità di ipotesi fatte nella costruzione del progetto e nella realizzazione del piano d’azione; • verificare le cose che già si conoscono; • allargare i propri orizzonti. Da una recente indagine realizzata nell’ambito del progetto Excelsior (novembre 2005) è emerso che le imprese nella ricerca del personale hanno raddoppiato il ricorso ai quotidiani, alla stampa specializzata, alle agenzie e alle società di selezione. Inoltre, però, i dati evidenziano che il peso delle conoscenze e delle segnalazioni continua ad avere il primato: le risorse umane si cercano ancora con il tam tam ed il passaparola. In generale le aziende preferiscono anche costruire al proprio interno delle banche dati con i nominativi dei candidati all’assunzione. 28 29 Testimoni d’impresa 9 - A CACCIA DI INFORMAZIONI ED OPPORTUNITÀ Indirizzi vari: 9 - A CACCIA DI INFORMAZIONI ED OPPORTUNITÀ Centro per l’impiego di CASTELFRANCO VENETO A titolo di esempio, ecco alcuni indirizzi per reperire informazioni su opportunità Via Verdi, 3 di formazione e lavoro offerti dalla nostra Regione e in particolare dalla provincia Tel. 0423 495305 | Fax 0423 495305 di Treviso: E-mail: [email protected] Formazione Unindustria Treviso Centro per l’impiego di CONEGLIANO Via Libertà 4, Carità di Villorba (TV) Via Maggiore Piovesana, 13 Tel. 0422 916499 | Fax 0422 618711 Tel. 0438 22675 | Fax 0438 411055 E-mail: [email protected] E-mail: [email protected] Unimpiego Confindustria Centro per l’impiego di MONTEBELLUNA Via Libertà 4, Carità di Villorba (TV) Via Vivaldi, 8 Tel. 0422 916497 | Fax 0422 612899 Tel. 0423 22091| Fax 0423 301943 E-mail: [email protected] E-mail: [email protected] Regione Veneto Direzione Regionale Lavoro Servizio formazione continua, orientamento e progetti speciali Via Torino 105, Mestre (VE) Numero verde 800 998300 Ufficio Relazioni con il Pubblico Via Tezzone, 2 TREVISO Tel. 0422 657575 | Fax 0422 657574 E-mail: [email protected] Centro per l’impiego di ODERZO Via Murialdo, 5 Tel. 0422 710666 | Fax 0422 712169 E-mail: [email protected] Centro per l’impiego di VITTORIO VENETO Piazza del Popolo, 16 Tel. 0438 53552 | Fax 0438 940503 E-mail: [email protected] Centro per l’impiego di TREVISO Centro per l’impiego di PIEVE DI SOLIGO Viale della Repubblica, 193 Piazza Vittorio Emanuele II, 1 Tel. 0422 694411 | Fax 0422 69446 Tel. 0438 82002 | Fax 0438 82002 E-mail: [email protected] E-mail: [email protected] Centro per l’impiego di TREVISO Informagiovani di TREVISO Viale della Repubblica, 193 Piazza Duomo, 19 Tel. 0422 694411 | Fax 0422 69446 Tel. 0422 658540 | Fax 0422 658411 E-mail: [email protected] E-mail: [email protected] 30 Testimoni d’impresa 31 Testimoni d’impresa 9 - A CACCIA DI INFORMAZIONI ED OPPORTUNITÀ 9 - A CACCIA DI INFORMAZIONI ED OPPORTUNITÀ Centro Giovani di TREVISO Informagiovani di VITTORIO VENETO Piazza Duomo, 23 Piazza del Popolo, 16 Tel. 0422 658540 | Fax 0422 658411 Tel. 0438 940371 | Fax 0438 940371 E-mail: [email protected] E-mail: [email protected] Informagiovani di PREGANZIOL Università Cà Foscari di VENEZIA Via Gramsci, 2/E Servizio Orientamento Tel. 0423 633388 | Fax 0423 633388 G.B. Giustinian, Dorsoduro, 1453 E-mail: [email protected] Call center 041 2347575 Testimoni d’impresa E-mail: [email protected] Informagiovani di RIESE PIO X Via G. Sarto, 31 Tel. 0423 483344 E-mail: [email protected] I.U.A.V. VENEZIA Ufficio Orientamento Tolentini - Santa Croce, 191 Tel. 041 2571821 Informagiovani di SAN PIETRO DI FELETTO Viale della Libertà, 27 Tel. 0438 486117 E-mail: [email protected] Informagiovani di SILEA Via S. d’Acquisto, 5 Tel. 0422 360831 | Fax 0422 360831 E-mail: [email protected] Università di PADOVA Servizio Orientamento Palazzo Storione - Riviera Tito Livio, 6 Tel. 049 8273311 E-mail: [email protected] VENEZIA: ESU - C.U.OR.I. Dorsoduro, 3861 - Palazzo dei pompieri Biblioteca di SPRESIANO Tel. 041 5241647 Via Dante Alighieri, 76 E-mail: [email protected] | www.cuoriesu.it Tel. 0422 881240 | Fax 0422 881240 E-mail: [email protected] PADOVA: ESU Via San Francesco, 122 Informagiovani di VEDELAGO Tel. 049 8235674 Via Monsignor Mattara, 9 E-mail: [email protected] | www.esu.pd.it Tel. 0423 400101 | Fax 0423 400101 VERONA: ESU Biblioteca di VILLORBA Via dell’artigliere, 9 Via Centa, 90 Tel. 045 8052811 Tel. 0422 928154 | Fax 0422 928154 E-mail: [email protected] | www.esu.vr.it 32 33 Testimoni d’impresa 9 - A CACCIA DI INFORMAZIONI ED OPPORTUNITÀ Linkoteca Internet offre utili strumenti per orientarsi sia all’interno del mondo universitario 9 - A CACCIA DI INFORMAZIONI ED OPPORTUNITÀ Testimoni d’impresa www.istruzioneveneto.it Portale dell’ufficio scolastico regionale per il Veneto. che alla ricerca di opportunità formative e di lavoro. www.fondazionenordest.net www.istruzione.it Il sito del Centro Studi Ricerche e Progetti del Triveneto, sostenuto dalle È il sito del Ministero dell’Università e della Ricerca. Offre numerose informa- Associazioni degli Industriali e dalle Camere di Commercio. Interessanti ed ag- zioni sul sistema universitario curando anche l’aspetto legislativo. Nella sezione giornate pubblicazioni su temi di attualità. dedicata all’università è messo a disposizione un archivio on line con le sedi e le facoltà universitarie. www.welfare.gov.it Sito del Ministero del lavoro che evidenzia opportunità, informazioni e approfon- www.lavorincorso.info dimenti del mondo del lavoro. E’ uno spazio costantemente aggiornato ed in continua espansione: dalle novità che stanno cambiando la scuola ai corsi che si tengono nel territorio Veneto, dal- www.studenti.it le informazioni sul mercato del lavoro a suggerimenti pre trovare lavoro. E’ il portale degli studenti che, con un linguaggio informale e diretto, offre una panoramica aggiornata del mondo universitario e delle offerte di lavoro. www.regione.veneto.it/Servizi+alla+Persona/Formazione+e+Lavoro Sito ufficiale della Regione Veneto. Alla sezione “servizi alla persona” fornisce indicazioni sui corsi di formazione professionale e sul mercato del lavoro. www.unindustria.treviso.it Portale dell’associazione degli industriali della provincia di Treviso. www.formazione.unindustria.it www.europa.eu.int Attraverso questo sito, dell’Unione Europea, è possibile accedere ad informazioni su iniziative e politiche comunitarie e alle pagine degli organi dell’U.E. www.impresando.it Portale per gli aspiranti imprenditori. Portale dell’ente di formazione degli industriali della provincia di Treviso. www.isfol.it www.unimpiego.it Contiene informazioni, normative e dati sul mondo della formazione, il mercato Unimpiego – servizio di ricerca e selezione del personale - portale sorto dall’ini- del lavoro e le professioni e presenta il repertorio delle professioni diviso per ziativa di una serie di associazioni degli industriali aderenti a Confindustria. settori. www.tv.camcom.it www.quipo.it/orientanet Portale della Camera di Commercio di Treviso. Guida on line ai percorsi di formazione universitaria; fornisce informazioni sul sistema universitario, su com’è organizzato e sui servizi erogati. Presenta un pano- www.venetolavoro.it rama completo delle università italiane e fornisce indicazioni su come effettuare E’ disponibile il rapporto annuale del mercato del lavoro, che fotografa la situazio- la scelta dei propri studi. Interessanti i link agli altri siti italiani che si occupano di ne occupazionale della Regione Veneto. formazione e di orientamento. 34 35 Testimoni d’impresa 9 - A CACCIA DI INFORMAZIONI ED OPPORTUNITÀ 9 - A CACCIA DI INFORMAZIONI ED OPPORTUNITÀ www.campusweb.it www.bur.it/sezioni/mappa.php Home page dell’omonima rivista mensile, la prima in Italia ad occuparsi in modo Sito con le istruzioni per immatricolarsi all’Università. Testimoni d’impresa approfondito del mondo universitario in tutti i suoi aspetti. Rispecchia i contenuti del prodotto cartaceo. Offre anche forum, bacheche, informazioni sul tempo libe- www2.regione.veneto.it/cicerone/cic_graf/index_g.htm ro e numerosi link di interesse. La banca dati dell’offerta universitaria degli Atenei del Veneto. www.aiuto.net Un sito per ottenere informazioni e consulenza di orientamento su ricerca di lavoro, professioni, lavoro autonomo e dipendente, scuola, formazione, università. www.fortes.it www.univenetorienta.it L’orientamento all’offerta universitaria degli Atenei veneti. www.universitaelavoro.it Dove trovare Borse di Studio, come partecipare al progetto comunitario Erasmus per la mobilità degli studenti, e opportunità professionali. Fortes è una Associazione che ha come obiettivo prevalente quello di progettare e coordinare percorsi di orientamento, istruzione e formazione permanente a fa- www.ricercafuturo.rm.cnr.it vore di singoli, scuole, enti locali, associazioni, cooperative ed imprese. Per conoscere meglio il mondo della ricerca scientifica. www.trevisosystem-online.com www.altamatematica.it | www.lnf.infn.it/lnfadmin/job/borse.html Trevisosystem-Online raccoglie migliaia d’informazioni, dati statistici, proiezioni e www.informagiovani.it/ricerca.htm | www.enea.it trend di sviluppo dell’economia locale. Dove trovare le Borse di studio disponibili per gli studenti universitari. www.cuoriesu.it www.jobonline.it Sito dell’Ente al diritto allo studio della provincia di Venezia. Sito dedicato a job opportunities. www.esu.pd.it www.europa.eu.int/comm/education/index_en.html Sito dell’Ente al diritto allo studio della provincia di Padova. www.esu.vr.it Sito dell’Ente al diritto allo studio della provincia di Verona. www.almalaurea.it Dove trovare alcune opportunità formative promosse dall’Unione Europea. www.regione.veneto.it/Servizi+alla+Persona/Formazione+e+Lavoro/ Formazione/FormSuperiore.htm Opportunità formative di Formazione superiore in Regione Veneto. www.regione.veneto.it/Servizi+alla+Persona/Formazione+e+Lavoro/ Sito degli Atenei italiani in cui è pubblicata l’indagine annuale sulla condizione Fondo+Sociale+Europeo.htm occupazionale dei laureati e i relativi profili laureati. I Corsi di fomazione del Fondo Sociale Europeo (F.S.E.) in Veneto. www.offf.miur.it | http://sito.cineca.it/strutture/struttura.html www.jobtel.it Siti in cui è disponibile la banca dati dell’offerta universitaria in Italia, con tutte le Il portale dedicato a orientamento formazione e lavoro delle Camere di facoltà e i corsi di laurea attivati. Commercio. 36 37 Testimoni d’impresa 9 - A CACCIA DI INFORMAZIONI ED OPPORTUNITÀ www.welfare.gov.it/EuropaLavoro/Cittadini/default.htm 10 - I FABBISOGNI PROFESSIONALI Testimoni d’impresa 10 - I FABBISOGNI PROFESSIONALI Il portale dedicato a orientamento formazione e lavoro del Ministero del Lavoro. I fabbisogni professionali rappresentano un tema di difficile analisi; ciò che defiwww.perlavoro.it/link_utili/ordini_professionali.htm nisce un “fabbisogno professionale” non è facilmente circoscrivibile. Questi sono Alcuni dei principali siti di associazioni professionali e ordini professionali. delineabili attraverso un insieme di categorie che concorrono a definirlo (sapere, saper fare, saper essere, conoscenze, competenze); devono poi essere collocati www.cartateneo.it all’interno di un determinato contesto culturale specifico, calati su un territorio e Sito di informazione ed orientamento con sezioni ben strutturate su alloggi, ricer- nei sistemi di lavoro locali. ca del lavoro ed affissione annunci. Interessante anche il servizio orientamento all’Università. I fabbisogni professionali di un’impresa non si soddisfano con la semplice ricerca di una figura professionale che abbia le competenze scientifiche richieste per www.e-loft.it Il “sito europeo degli studenti” cerca di creare le condizioni per fare incontrare gli coprire una determinata mansione. studenti sul Web, in grandi loft situati nelle maggiori città d’Europa. cità personali tali da poter soddisfare le esigenze dell’impresa in un determinato Oltre ad una adeguata formazione si cercano abilità pratiche, esperienza e capasettore, contesto territoriale e in una precisa fase economica. www.esn.it Sito ufficiale della rete italiana di associazioni universitarie facenti parte dell’Erasmus Student Network International, nata per promuovere la mobilità studentesca. Un servizio di informazione e sostegno fornito volontariamente da studenti e diretto a studenti che partono o che arrivano con una borsa di studio proveniente dai progetti Socrates ed Erasmus. Spesso la difficoltà di un’azienda a trovare la figura professionale “giusta” sta in diversi fattori: • inadeguatezza del sistema formativo; • scarso collegamento tra scuola e lavoro; • difficoltà nell’individuare i fabbisogni professionali presenti e futuri; • capacità del sistema scolastico nel definire percorsi formativi in grado di preparare futuri lavoratori rispondendo alle esigenze del sistema produttivo. Proprio per il fatto che il Veneto è caratterizzato da elevati tassi di attività e di occupazione e da un tasso di disoccupazione in calo, il tema del reperimento delle professionalità necessarie alle imprese diventa sempre più preoccupante. A fronte della difficoltà da parte delle imprese a reperire lavoratori, vi sono giovani (sempre più istruiti) che hanno difficoltà a collocarsi all’interno del sistema produttivo locale. Gli strumenti utilizzati dalle imprese per trovare figure professionali coerenti con le loro necessità sono diversi. Il primo posto è sempre quello delle conoscenze personali, seguito poi dalla richiesta alle agenzie interinali, alle scuole e ai centri di formazione professionale, oltre che - specialmente nel caso di ricerca di lavoratori già formati - nelle imprese concorrenti. 38 39 Testimoni d’impresa 10 - I FABBISOGNI PROFESSIONALI Rispetto ai bisogni di diversi livelli professionali, le imprese venete trovano carenze sotto vari aspetti: mancanza di esperienza ed insufficienti capacità personali (saper essere, saper relazionarsi, saper lavorare in gruppo). 10 - I FABBISOGNI PROFESSIONALI Testimoni d’impresa Che cosa si cerca? Buona autonomia, capacità di rapportarsi con gli altri (colleghi, collaboratori e “esterni”), capacità di lavorare in gruppo, forte capacità di adattamento, flessibi- Il problema principale avvertito dagli imprenditori veneti è quello della non aderenza lità. della formazione alla necessità delle imprese e alla mancanza di poli di eccellenza. Proprio la formazione non adeguata fa sì che spesso siano le stesse aziende ad Oltre alla mancanza di tempestività dei centri di formazione professionale, scuole ed università, a cogliere le esigenze del mercato vi è lo scarso - e a volte nullo - collegamento con le imprese. operare una formazione interna dopo l’assunzione. La difficoltà diventa ancor maggiore quando le imprese devono prevedere la richiesta di figure professionali per il futuro; infatti le piccole e medie imprese soli- L’idea che gli imprenditori veneti hanno delle scuole superiori e dell’università presenti nella nostra Regione è positiva per quanto riguarda i contenuti della formazione e la qualità dell’offerta formativa, mentre diventa negativa nei temi del collegamento tamente ragionano sulle esigenze del presente e solo le grandi (da 100 unità in su) si preoccupano di definire quali saranno le esigenze dal punto di vista delle con le imprese e la tempestività nel cogliere le esigenze del mercato. Quindi, pur nuove competenze da integrare nell’impresa. riconoscendo a queste un ruolo molto importante per la creazione di competenze Per colmare il gap che separa il sistema formativo dal mondo del lavoro, è neces- di tipo scientifico, notano una carenza dal punto di vista del trasferire nella pratica le saria un’integrazione tra mondo della scuola e le aziende. Questo può avvenire in conoscenze acquisite durante il corso di studi (saper fare). La stessa idea cambia per i Centri di Formazione Professionale (C.F.P.): a fronte di minori capacità nel formare competenze di tipo scientifico, il mondo delle imprese venete riconosce ai C.F.P. la capacità di trasmettere abilità tecniche di cui le imprese vari modi, come ad esempio attraverso lo stage - strumento utile sia allo studente o inoccupato che all’azienda - una maggiore formazione a livello pratico, un’attenta analisi delle figure professionali emergenti. necessitano, pur essendoci difficoltà legate alle attrezzature impiegate nelle ore di laboratorio, spesso vecchie ed obsolete. Ecco qualche esempio di valutazione delle competenze in base alla figure pro- Rispetto alla capacità delle imprese di “capire” quali sono le reali necessità dei propri bisogni professionali (che poi sono i fabbisogni formativi offerti dal mondo dell’istru- fessionali: zione e trasformati in fabbisogni professionali dall’impresa) è avvertita la difficoltà di determinare le figure e le competenze necessarie dal punto di vista professionale nel Dirigenti/quadri lungo periodo. • risolvere i problemi; I fabbisogni professionali delle imprese trovano soddisfazione quando si arriva all’in- • saper prendere decisioni; serimento in azienda di una figura professionale che corrisponda, in modo puntuale, alle esigenze imprenditoriali sotto il profilo della formazione, dell’esperienza, delle abilità e delle caratteristiche personali di comportamento e di adattamento alla cultu- • saper cogliere il cambiamento; • elaborare strategie; ra d’impresa. Un ruolo strategico in questo ambito può essere giocato, e come tale viene riconosciuto, dalle associazioni di categoria quale anello di congiunzione fra i propri rappresentati e le istituzioni dedite alla formazione in primis, a fronte anche della competenza esclusiva conferitale dal titolo V della Costituzione, la Regione. 40 • capacità di leadership; • capacità di lavorare in gruppo; • capacità di mediazione e adattamento. 41 Testimoni d’impresa 10 - I FABBISOGNI PROFESSIONALI Impiegati • formazione coerente con l’impiego da svolgere; • preparazione teorica (informatica + lingue); 10 - I FABBISOGNI PROFESSIONALI Testimoni d’impresa Fabbisogni professionali futuri: In un contesto in continua evoluzione e con una grande concorrenza a livello internazionale, oltre al trasferimento di parte di produzione all’estero non è più sufficiente il solo forte legame col territorio, la creatività dei singoli, una certa • saper risolvere i problemi; flessibilità. • capacità relazionale; E’ necessario individuare quali saranno, in futuro, le competenze necessarie alle • autonomia; imprese. La formazione è uno degli strumenti più validi per stimolare una crescita ed un mi- • capacità di lavorare in gruppo; glioramento continuo dell’impresa sul piano della qualità e dell’efficienza. Inoltre • flessibilità; rapportarsi con i propri concorrenti sul mercato garantisce, all’impresa che la • adattamento. pratica e la sostiene, una maggiore competitività in termini di efficienza, capacità di soddisfare le richieste, qualità del prodotto. Tecnici • formazione coerente con la posizione occupata all’interno dell’azienda; Oltre alla rilevazione dei fabbisogni professionali, è necessario anche: • orientamento professionale: per far diminuire il gap tra domanda ed offerta • saper fare; di lavoro è necessaria indirizzarsi a genitori, famiglie, alunni, imprese, enti • saper risolvere problemi pratici; di formazione; • conoscenza di strumenti informatici; • formazione continua; • capacità personali. • politica industriale. Operai specializzati • ottima capacità uso di macchinari; • conoscenza specifica degli strumenti; Il mercato del lavoro Veneto è caratterizzato da: • mancanza di alcune mansioni e professionalità fondamentali per il tessuto produttivo; • difficoltà di incontro qualitativo tra domanda e offerta a causa di una ridotta • abilità nel risolvere problemi legati alla produzione; • capacità relazionali e di lavorare in gruppo; • flessibilità; • capacità di adattamento. Operai generici presenza nel territorio della professionalità ricercata; • mancanza della formazione necessaria alla professionalità ricercata; • e quindi ... le scelte formative e l’investimento in istruzione dei giovani e delle famiglie sono finalizzati alla spendibilità nel mercato del lavoro? Il sistema formativo fa acquisire capacità e conoscenze utili e spendibili? • buona abilità nella pratica; Sapere ------------------------conoscenze di base • capacità di adattamento; • capacità di lavorare in gruppo. 42 Saper fare--------------------competenze specifiche Saper essere ----------------abilità personali 43 Testimoni d’impresa 10 - I FABBISOGNI PROFESSIONALI Diplomati 64 83 43 40 63 82 83 88 Laureati 34 22 12 36 29 51 48 39 Testimoni d’impresa 11 - RIFORMA MORATTI I titoli di studio della forza lavoro (1993 - 2002) Francia Germania Italia Spagna Regno Unito Canada Giappone Stati Uniti 11 - RIFORMA MORATTI Di cui laurea lunga 12 13 10 17 18 20 19 28 Fonte: Fondazione Nord Est su fonte Istat, Università e Lavoro 2004/2005 Quanto è utile saper usare il PC e conoscere le lingue? Il computer è ormai uno strumento indispensabile per chi lavora. Lo dimostra il fatto che su 100 laureati, 92 lo utilizzano per lavoro almeno una volta al mese e ben 85 lo usano giornalmente. La quota di utilizzatori quotidiani è ancora più elevata per i laureati del gruppo ingegneria (97%) ed economico-statistico (96%). Il PC viene utilizzato soprattutto per scrivere (83%), inserire dati (70%), spedire posta elettronica (64%) e navigare su internet (63%). Utilizzo delle lingue straniere Su 100 laureati, 64 leggono almeno una volta al mese in una lingua straniera per motivi di lavoro, 30 lo fanno quotidianamente. Tali valori scendono a 48 (una volta al mese) e 18 (ogni giorno) su 100 laureati se si considerano quanti scrivono e parlano in lingua straniera. Fonte: M.I.U.R. 44 45 Testimoni d’impresa 11 - RIFORMA MORATTI 11 - RIFORMA MORATTI Testimoni d’impresa generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istru- della loro professionalità. L’Alternanza non è un obbligo ma un’opportunità che valorizza il carattere forma- zione e formazione professionale”, c.d. Riforma Moratti, supera la divisione tra tivo dell’esperienza pratica per rispondere ai bisogni individuali di formazione e obbligo scolastico e obbligo formativo, riassumendo entrambi nel concetto di: ai diversi stili cognitivi. La legge delega n. 53 del 2003 “Delega al governo per la definizione delle norme diritto e dovere all’istruzione e alla formazione per almeno 12 anni, o comunque sino al raggiungimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età. In estrema sintesi la Riforma riguardo la scuola superiore si caratterizza per: • licei (classico, scientifico, artistico, linguistico, economico, tecnologico, musicale e coreutico, delle scienze umane) con durata di 5 anni (2 bienni + un quinto anno). I licei artistico, economico, tecnologico si articolano in indirizzi. • istruzione - formazione professionale (percorsi di studio di competenza regionale; lo Stato, d’intesa con le regioni, stabilisce gli standard minimi di qualità che tutti i percorsi formativi devono possedere) con durata triennale (si concludono con un titolo di qualifica professionale) o almeno quadriennale (titolo di diploma professionale). E’ prevista la possibilità di passare da un percorso liceale all’altro, di cambiare indirizzo all’interno dello stesso percorso e di passare dai percorsi liceali a quelli dell’istruzione e formazione professionale e viceversa con il supporto di apposite iniziative didattiche realizzate dalle istituzioni del sistema educativo di istruzione e formazione. Le opzioni successive al secondo ciclo sono: • università (corsi di laurea triennale, laurea specialistica, master, alta formazione artistica, musicale e coreutica); • formazione professionale superiore; • sistema produttivo; • mondo del lavoro. Inoltre è prevista una nuova modalità di apprendimento tramite l’Alternanza Scuola Lavoro, che costituisce una vera e propria combinazione di preparazione scolastica e di esperienze assistite sul posto di lavoro, predisposte con la collaborazione del mondo dell’Impresa, che ha l’obiettivo di mettere in grado gli studenti di acquisire attitudini, conoscenze ed abilità per l’inserimento e lo sviluppo 46 47 Testimoni d’impresa 12 - ISTRUZIONE E LAVORO 12 - ISTRUZIONE E LAVORO 12 - ISTRUZIONE E LAVORO Testimoni d’impresa Qual è la situazione lavorativa dei laureati negli altri Paesi? Maggiore è l’investimento in istruzione, migliori sono le opportunità di trovare Siamo di fronte ad una profonda trasformazione sociale: • un numero crescente di giovani (soprattutto donne) vuole lavorare; lavoro. Questo fatto è vero ovunque, in Italia come all’estero. Eppure i vantaggi per i giovani italiani sono in molti casi inferiori a quelli degli altri • questa volontà di entrare nel mondo del lavoro è tanto maggiore quanto è più alto il titolo di studio posseduto; • al crescere del livello di istruzione si attenuano in parte le differenze di genere e tra le diverse aree del Paese dal punto di vista delle performance sul mercato del lavoro. Paesi sviluppati. I giovani laureati del Regno Unito e degli Stati Uniti hanno tassi di disoccupazione molto bassi (rispettivamente il 3,1% ed il 3,6% per i giovani tra i 25 ed i 29 anni). Sono buone le prospettive anche per i 25-29enni tedeschi (solo il 4,4% è disoccupato). Rispetto agli inizi degli anni ’90 il tasso di attivita’ dei 20-34enni è leggermente aumentato, tanto che se nel 1993 68 giovani su 100 lavoravano o cercavano un’occupazione, nel 2003 i giovani “attivi” sono diventati 70. L’aumento dei livelli di attività è stato registrato in tutte le aree del Paese, ma le differenze restano ancora notevoli: al Nord partecipano al mercato del lavoro circa 80 giovani su 100, nel Mezzogiorno meno di 60. Tasso di attività: rapporto tra le forze lavoro (chi lavora + chi cerca un’occupazione attivamente) e la popolazione totale. Regno Unito Stati Uniti Germania Belgio Francia Portogallo Spagna Italia Diploma di scuola media superiore Titolo universitario 20-24ENNI 8,5 10,4 8,6 14,7 16,9 8,8 19,7 24,9 25-29ENNI 3,1 3,6 4,4 6,4 9,0 6,7 16,0 19,5 30-34ENNI 2,4 2,7 3,4 3,7 5,8 4,7 8,5 8,4 Fonte: OCSE Confronti internazionali - Tasso di disoccupazione per titolo di studio, classe di età e Paese. Anno 2002 A chi cerca lavoro, conviene proseguire gli studi dopo il diploma? Studiare rende. Questa affermazione è confermata dall’andamento del tasso di disoccupazione, che diminuisce all’aumentare del titolo di studio. Considerando il periodo immediatamente successivo alla conclusione degli studi, infatti, risulta disoccupato oltre il 34% dei 15-19enni con la licenza di scuola media, il 25% dei 20-24enni diplomati di scuola secondaria e soltanto il 20% dei Diplomati e laureati: quanti trovano lavoro? Con un titolo di studio elevato, si riesce a trovare lavoro più facilmente. Lo confermano i risultati delle 3 indagini che l’Istat conduce periodicamente sulla condizione occupazionale dei giovani in possesso di diploma di scuola superiore, di diploma universitario e di laurea, a tre anni dal conseguimento del titolo. Guardando all’ultimo dato disponibile (2001 per laureati e diplomati di scuola laureati di età compresa tra 25 e 29 anni. superiore, 2002 per i diplomati universitari), hanno un lavoro continuativo il 75% Per i laureati 30-34enni la disoccupazione scende al 9%. dei diplomati universitari, il 63% dei laureati e 42% dei diplomati di scuola superiore. Tasso di disoccupazione: rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro (chi lavora + chi cerca un’occupazione). 48 Dunque diploma universitaria e laurea mostrano una resa migliore rispetto al diploma di scuola superiore. 49 Testimoni d’impresa 12 - ISTRUZIONE E LAVORO Quanti arrivano al traguardo della laurea? 12 - ISTRUZIONE E LAVORO Testimoni d’impresa • Le facoltà più “vivibili” sono: Il tasso di successo nei corsi di laurea lunghi è basso: su 100 immatricolati sol- • chimica industriale (3 studenti per docente); tanto 53 riescono a laurearsi. In particolare, il tasso è decisamente contenuto per • medicina (10 studenti per docente). i gruppi di corsi di laurea geo-biologico, giuridico e politico-sociale (rispettivamente 41% per il primo e 42% per i successivi). Alcuni percorsi universitari sono pieni di ostacoli: • il 20% degli studenti abbandona gli studi al I anno; Tasso di successo nel conseguimento della laurea: rapporto tra i laureati per gruppo di corsi di laurea, e gli immatricolati 6 anni prima. • il 36% è fuori corso; • il 69% si laurea oltre i termini previsti dall’ordinamento italiano; • l’età media di arrivo alla laurea è di 26,5 anni. I numeri dell’Università in Italia: Su 100 ragazzi che superano l’esame di maturità, circa 73 si iscrivono all’Università. Ogni anno, quindi, si immatricolano circa 350 mila giovani. Per conseguire la laurea si impiegano in media 7,6 anni e meno di 1/5 dei laureati ottiene il massimo della votazione (110 e lode). A tre anni dal conseguimento del titolo oltre la metà dei laureati svolge un lavoro continuativo (iniziato dopo la laurea). Gli studenti totali sono oltre 1 milione 740 mila (il 56% donne; l’1,8% stranieri) Il guadagno mensile medio netto di chi lavora in modo continuativo (a tempo pie- Di questi studenti, circa 767 mila sono iscritti alle nuove lauree triennali. no) è di poco superiore ai 1.190 euro. Sulla base di un’indagine condotta dalla Fondazione Nord Est nel 2005, negli Gli studenti dei corsi del gruppo scientifico impiegano in media 7,4 anni per lau- ultimi 5 anni il numero di laureati negli atenei del Nord Est è cresciuto del 64% rearsi; il 22,4% si laurea con 110 e lode. A tre anni dal conseguimento del titolo (tendenza nazionale 56%). il 74,9% svolge un lavoro continuativo ed il 48,3% degli occupati ha un impiego Nelle Università del Nord Est il maggior numero di laureati esce dalle facoltà per il quale era richiesta la laurea. Il guadagno mensile medio netto di chi lavora di Economia (14%), Medicina e Chirurgia (13%), Ingegneria (11%), Lettere e Filosofia (10%), Scienze della Formazione (9%). E’ una graduatoria sostanzialmente diversa da quella nazionale, a parte il primo posto stabilmente attribuito ad Economia; infatti in Italia è più alta la percentuale in modo continuativo (a tempo pieno) è di poco superiore ai 1.245 euro. Gli anni impiegati per conseguire la laurea nei corsi del gruppo chimico-farmaceutico sono in media 7,3; il 16,6 % si laurea con 110 e lode. Il 78% dei laureati svolge, a tre anni dal conseguimento del titolo, un lavoro continuativo ed il 75,8% di neo ingegneri (13%), laureati in medicina (11%), mentre i laureati in giuri- degli occupati ha un impiego per il quale era richiesta la laurea. È di poco supe- sprudenza sono in percentuale quasi 3 volte superiori al Nord Est (13% contro il riore ai 1.220 euro il guadagno mensile medio netto di chi lavora in modo conti- 5%). nuativo e a tempo pieno. Sono 98 le sedi universitarie nel nostro paese: 77 pubbliche e 21 private. Gli studenti dei corsi del gruppo geo-biologico impiegano in media 7,6 anni per lau- Le facoltà più affollate sono: rearsi; il 29,1% si laurea con 110 e lode. Sono il 57,9% quelli che a tre anni dal con- • sociologia (109 studenti per docente); • scienze motorie (84 studenti per docenti). 50 seguimento del titolo svolgono un lavoro continuativo ed il 61,9% degli occupati ha un impiego per il quale era necessaria la laurea. In media il guadagno mensile netto di chi lavora in modo continuativo (a tempo pieno) è di poco inferiore ai 1.115 euro. 51 Testimoni d’impresa 12 - ISTRUZIONE E LAVORO 12 - ISTRUZIONE E LAVORO Testimoni d’impresa Gli studenti del gruppo medico, che impiegano in media 8,3 anni a concludere gi rea, un lavoro continuativo ed il 23,3% degli occupati ha un impiego per il quale studi, nel 40,2% dei casi si laureano con 110 e lode. Trovano un lavoro continua- era richiesta la laurea. È di poco inferiore ai 1.155 euro il guadagno mensile medio netto di chi lavora in modo continuativo a tempo pieno. tivo entro tre anni dalla laurea solo il 17,6% (ma il 76,9% dichiara di non cercare un’occupazione). Il 93,8% degli occupati ha un impiego per il quale era richiesta la laurea. Il guadagno mensile medio netto di chi lavora in modo continuativo (a tempo pieno) è di poco superiore ai 1.660 euro. Gli studenti del gruppo giuridico impiegano in media 7,5 anni per laurearsi; il 9,7% si laurea con 110 e lode. A tre anni dal conseguimento del titolo, il 47,6% dei laureati svolge un lavoro continuativo ed il 58,8% degli occupati ha un impie- Si impiegano in media 8 anni per laurearsi nei corsi del gruppo ingegneria, ottenendo nel 13% dei casi 110 e lode. L’88,3% dei laureati svolge, a tre anni dal go per il quale era necessaria la laurea. Il guadagno mensile medio netto di chi lavora in modo continuativo (a tempo pieno) è di poco inferiore ai 1.030 euro. conseguimento del titolo, un lavoro continuativo ed il 52,9% degli occupati ha un guadagno mensile medio netto di chi lavora in modo continuativo (a tempo pie- Per laurearsi nei corsi de gruppo letterario si impiegano in media 7,5 anni con il 41,7% di laureati con 110 e lode. A tre anni dal conseguimento del titolo il 56,2% no). dei laureati lavora continuativamente ed il 45,9% degli occupati ha un lavoro per Sono in media 9,2 gli anni impiegati per laurearsi nel corsi del gruppo architet- il quale era richiesta la laurea. Il guadagno mensile medio netto di chi lavora in modo continuativo (a tempo pieno) è di poco superiore ai 1.030 euro. impiego per la quale era richiesta la laurea. È di poco superiore ai 1.350 euro il tura, ottenendo nel 15,5% dei casi 110 e lode. A tre anni dal conseguimento del titolo, il 70,1% dei laureati svolge un lavoro continuativo e l’81,2% degli occupati ha un impiego per il quale era necessaria la laurea. Il guadagno mensile medio netto di chi lavora in modo continuativo a tempo pieno è di poco superiore ai 1.150 euro. Gli studenti dei corsi del gruppo agrario impiegano in media 8,2 anni per laurearsi; il 20,9% si laurea con 110 e lode. Sono il 68,5% quelli che a tre anni dal conseguimento del titolo svolgono un lavoro continuativo, mentre il 62,5% degli occupati ha un impiego per il quale era necessaria la laurea. In media il guadagno mensile netto di chi lavora in modo continuativo (a tempo pieno) è di poco inferiore ai 1.150 euro. Nei corsi del gruppo economico-statistico si impiegano in media 7,2 anni per conseguire la laurea che nell’11,4% dei casi si ottiene con 110 e lode. A tre anni dal conseguimento del titolo il 72,4% dei laureati svolge un lavoro continuativo ed il 23,7% degli occupati ha un impiego per la quale era richiesta la laurea. Il guadagno mensile medio netto di chi lavora in modo continuativo (a tempo pieno) è di poco superiore ai 1.245 euro. Gli studenti del gruppo linguistico impiegano in media 7,7 anni per laurearsi con il 26,6% di laureati con 110 e lode. Il 62,7% svolge, a tre anni dal conseguimento del titolo, un lavoro continuativo ed il 29,5% degli occupati ha un impiego per il quale era richiesta la laurea. È di poco superiore ai 1.025 euro il guadagno mensile medio netto di chi lavora in modo continuativo e a tempo pieno. Per laurearsi nel gruppo insegnamento occorrono 7,7 anni con il 31,3% di laureati con 110 e lode. Sono il 50,5% quelli che a tre anni dal conseguimento del titolo svolgono un lavoro continuativo mentre il 26,1% degli occupati ha un impiego per il quale era necessaria la laurea. In media il guadagno mensile netto di chi lavora in modo continuativo (a tempo pieno) è di poco inferiore ai 1.015 euro. Gli studenti del gruppo psicologico impiegano in media 7 anni per laurearsi con il 15,6% di laureati con 110 e lode. A tre anni dal conseguimento del titolo il 62,4% dei laureati svolge un lavoro continuativo ed il 49,7% degli occupati ha un impiego per il quale era richiesta la laurea. Il guadagno mensile medio netto di chi lavora in modo continuativo (a tempo pieno) è intorno ai 1.095 euro. Fonte: Istat 2004/2005 Per laurearsi nei corsi del gruppo politico-sociale si impiegano in media 7,1 anni con il 14,8% di laureati con 110 e lode. Il 63,1% svolge, a tre anni dalla lau- 52 53 Testimoni d’impresa 13 - COSA VUOL DIRE LAVORARE IN AZIENDA 13 - COSA VUOL DIRE LAVORARE IN AZIENDA Il contesto compettivo 13 - COSA VUOL DIRE LAVORARE IN AZIENDA Testimoni d’impresa sempre di più elementi quali il lavoro di gruppo, la flessibilità e la collaborazione tra imprese, ed il singolo lavoratore deve saper diventare sempre più autonomo e deve sapere valorizzare le proprie conoscenze, assumendo la mentalità di un libero professionista. Gli obiettivi di sopravvivenza e di successo E’ significativo al riguardo l’andamento del mercato dell’informatica. Da settore chiuso dove operavano pochi grandi concorrenti, l’informatica è oggi un settore dove competono migliaia di imprese in un mercato complesso in cui interagiscono molti fattori, ciascuno con ritmi di crescita e regole di comportamento distintivi. Le competenze delle nuove imprese Le competenze possedute da un’impresa derivano dalla somma delle competenze dei singoli lavoratori e rappresentano il vero patrimonio dell’azienda che si può definire più precisamente con un termine inglese: know-how. Nelle aziende di oggi le competenze sono determinanti proprio come la qualità dei prodotti. Per questo motivo l’intera organizzazione del lavoro sta incorporando 54 Le aziende dovranno Integrare gli OBIETTIVI da raggiungere con le RISORSE professionali disponibili. La soluzione non può essere definita un modo standard: la strada per raggiungere quest’integrazione deve essere ricercata continuamente, a seconda dei cambiamenti turbolenti e imprevedibili dell’ambiente lavorativo. Le aziende dovranno trovare risposte a domande del tipo: • quali sono le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati? • quali sono i comportamenti organizzativi che tutta l’Azienda deve adottare? • quali sono le capacità manageriali che deve possedere la dirigenza per indirizzare le risorse al raggiungimento degli obiettivi? 55 Testimoni d’impresa 14 - IL PRIMO INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO 14 - IL PRIMO INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO 14 - IL PRIMO INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO Testimoni d’impresa Comunicazione Saper collaborare e, quindi, saper spiegare agli altri le nostre richieste, è fonda- Per inserirsi e crescere nel modo migliore in azienda è importante capire che cosa si aspetta l’azienda. Le capacità-chiave che bisogna saper dimostrare di possedere sono: • una buona preparazione tecnica e culturale in grado di predisporre all’apprendimento delle mansioni specifiche; mentale sia nell’organizzazione del lavoro interna che nei rapporti con i clienti. La capacità di comunicazione è fondamentale per muoversi a proprio agio in un ambiente di lavoro in cui le relazioni con i colleghi e con gli altri settori possono risultare determinanti. Nell’era di Internet la comunicazione non significa solo saper ‘parlare’ ma anche • la capacità di adattamento al contesto aziendale ed il rispetto delle regole di comportamento richieste dal proprio ruolo. Di seguito elenchiamo alcune tra le principali abilità utili per una positiva integrazione nel nuovo posto di lavoro: saper utilizzare tutti gli strumenti di dialogo che l’informatizzazione ci offre: dall’eMail all’utilizzo di programmi per la visualizzazione grafica. Flessibilità Non ci sono risposte semplici, chiare e prevedibili; spesso, ancor prima della ri- Rispetto delle regole del gioco sposta è difficile individuare il problema. Il saper rispettare le regole è uno dei requisiti più importanti per chi vuole inserirsi Non sempre verranno fornite istruzioni precise e univoche; sta nelle capacità in- in azienda con successo. dividuali comprendere quali siano le reali esigenze dei clienti ed essere in grado L’impresa, per quanto flessibile e moderna, si regge su un’organizzazione costituita da un insieme di regole, strutture, ruoli, procedure e meccanismi che regolano il comportamento dei dipendenti. Capacità di orientarsi in azienda L’azienda non è la scuola o l’università: non ci sono i professori a cui rivolgersi! di soddisfarle. Affrontare la complessità vuol dire essere flessibili, saper ascoltare e mettersi in discussione. Creatività e innovatività Bisogna cercare le informazioni utili un po’ ovunque, parlando con i colleghi ed Riuscire a cogliere al volo le situazioni e le possibili conseguenze di una decisio- ingegnandosi a cercare le soluzioni per risolvere i problemi quotidiani. ne, anticipando le opportunità ed i costi che ogni azione può avere in uno specifico contesto. Pragmatismo La gestione aziendale è un groviglio di aspetti umanistici e tecnici che si confondono di continuo. Non si vive di teoria ma di pratica: l’importante è risolvere il Oggi il segreto dell’innovazione più che nel sapere inventare sta nel sapersi adattare, nel sapere analizzare adeguatamente la situazione facendo emergere i particolari senza dimenticare la visione d’insieme. problema concreto, non importa secondo quale teoria o sapere. Lavoro di gruppo Lavorare in team richiede una collaborazione tra più persone, ognuna con re- Tensione verso un miglioramento personale La qualità dei prodotti è uno degli elementi fondamentali per avere successo sul sponsabilità e competenze diverse. mercato. Per realizzare prodotti di qualità, le aziende hanno bisogno di persone Questo può voler dire capacità di farsi capire da chi ha una cultura ed un gergo competenti, affidabili, tenaci, che sappiano capire le esigenze del consumatore/ differenti. cliente e siano a passo con i tempi, adattandosi all’ambiente che li circonda. 56 57 Testimoni d’impresa 14 - IL PRIMO INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO Etica L’etica ha un ruolo crescente nel rapporto tra azienda e mondo che la circonda. Sul posto di lavoro si è chiamati a condividere e rispettare determinati valori in modo da instaurare un rapporto di fiducia con i datori di lavoro e con i colleghi. Su questa condivisione di base si fonda la collaborazione con gli altri e le possibilità di entrare in modo positivo e propositivo nel gruppo di lavoro già consolidato. E’ difficile essere veramente attenti alla qualità del proprio lavoro se non si ha un rapporto positivo, e in qualche misura affettivo, con l’azienda per cui si lavora. 15 - LO STAGE Testimoni d’impresa 15 - LO STAGE Lo stage, o tirocinio formativo e di orientamento, è un periodo di inserimento in azienda da parte di chi ha terminato il proprio ciclo di studi, oppure lo sta terminando, al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro nell’ambito dei processi formativi e di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro. Un’esperienza in azienda è utile in quanto, oltre ad applicare quello che si sta imparando a scuola, offre la possibilità di avere un primo approccio col mondo del lavoro. Lo stage ha inoltre una valenza orientativa: non essendo lo stagista alle dipendenze dell’azienda, può serenamente misurare le proprie attitudini. Con lo stage l’Azienda è riconosciuta come “luogo formativo”, luogo in cui formare e trasferire conoscenze. Essa può: • Valutare le potenzialità del tirocinante; • Conoscere quali sono le competenze e capacità sviluppate dai sistemi di istruzione e formazione; • Far svolgere un progetto pratico e formativo allo stagista; • Collaborare con la scuola / ente / università. L’ultima rilevazione del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere, conclusa nei primi mesi del 2005, ha preso in esame i tirocini ospitati dalle imprese con dipendenti nel 2004, subito dopo il varo di una norma specifica, inclusa nella c.d. “Tecno-Tremonti” (D.L. 30 settembre 2003, n. 269), che ha introdotto per le aziende la possibilità di detassare dal reddito d’impresa l’ammontare delle spese sostenute per gli stage aziendali destinati a studenti di corsi d’istruzione secondaria o universitaria, ovvero a laureati e diplomati per i quali non sia trascorso più di un anno dal termine del relativo corso di studio. Nel corso del 2004 oltre 118mila aziende hanno ospitato stage, pari al 9,9% delle imprese con dipendenti. La percentuale delle imprese che hanno ospitato stage presenta un andamento crescente al crescere della dimensione aziendale: dal 7% nelle micro-imprese (da 1 a 9 dipendenti), al 14,4% nelle imprese da 10 a 49 dipendenti, al 31,6% in quelle da 50 a 249, fino a raggiungere il 65,2% nelle grandi imprese (250 dipendenti ed oltre). 58 59 Testimoni d’impresa 15 - LO STAGE 15 - LO STAGE Testimoni d’impresa Dal punto di vista settoriale quest’anno,contrariamente a quanto rilevato precedentemente, emergono alcuni elementi di differenziazione a livello aggregato tra Per quanto riguarda la durata dei tirocini attivati, si rileva un’importante inversione servizi (10,8%) ed industria (8,6%) che, viceversa, erano nel 2002 e nel 2003 praticamente con gli stessi valori. di tendenza rispetto al passato: mentre nel 2003 quelli di durata uguale o superiore ad un mese erano poco più di un terzo del totale, mentre nei rimanenti casi A livello di singoli settori, invece, il quadro rilevato per il 2002 ed il 2003 continua si trattava di stage di breve durata (meno di un mese), nel 2004 le proporzioni si a confermare la maggiore propensione di alcuni ambiti produttivi, ma con qualche significativa variazione. ribaltano: il 64,5 riguarda i tirocini di durata superiore, mentre i brevi scendono al 35,5%. Per il 2004 si riscontrano percentuali significatamene superiori alle medie, nell’or- Fonte: Unioncamere - Ministero del lavoro - Sistema Informativo Excelsior, 2005 dine per: produzione e distribuzione di energia, gas ed acqua (30,8%), industrie petrolchimiche (26,1%), credito, assicurazione e servizi finanziari (20,4%), sanità e servizi sanitari privati (19,5%), informatica e telecomunicazioni (17,4%), servizi avanzati alle imprese (17,3%), industrie elettriche, elettroniche , ottiche e medicali (16,4%), industrie della carta, stampa ed editoria (16,1%), istruzione e servizi formativi privati (15,2%), industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto (14,3%), alberghi, ristoranti e servizi turistici (14,1%), e studi professionali (12,9%). La percentuale di “imprese formatrici” scende progressivamente passando dal nord est (11,8%) al nord ovest (10,6%), al Centro (10,2%) e al Mezzogiorno (7,2%). In quest’ultima area del Paese, quindi, si riscontra un “tasso di accoglienza” nettamente inferiore rispetto al nord est, dove la propensione delle imprese ad ospitare stagisti è la più alta in assoluto. Tutte le regioni del Sud ed Isole, si collocano al di sotto della media nazionale, mentre il primato positivo assoluto spetta quest’anno al Trentino Alto Adige con il 12,9%, seguito dal Veneto con il 12%, Friuli Venezia Giulia ed Umbria (11,9%), Marche (11,8%), Piemonte e Valle d’Aosta (11,7%), Emilia Romagna (1,2%), Liguria (10,3%), Lombardia (10,2%), Lazio e Toscana (9,6%). Le punte più basse riguardano invece il Sud e le Isole, con le minime in Calabria (6%), Campania (6,5%), Sicilia (7%), Basilicata (7,2%) e Sardegna (7,3%). Più vicine alla media nazionale sono Molise, Abruzzo e Puglia (tra 8 e 9%). Le 118 mila “imprese formatrici” hanno ospitato, nel complesso, quasi 218 mila tirocini, in media 1,8 per ciascuna unità produttiva, lasciando praticamente invariata la situazione rilevata nel 2003. In linea con le tendenze emerse in passato, circa due terzi dei tirocini si concentrano nei servizi (quasi 143 mila) e, in particolare, nel settore alberghi, ristoranti e turistici (33 mila, pari ad oltre il 15%). 60 61 Testimoni d’impresa 16 - LA LEGGE BIAGI 16 - LA LEGGE BIAGI 16 - LA LEGGE BIAGI Il lavoro subordinato: La legge 14 febbraio 2003 n.30 (c.d. legge Biagi) ha delegato il Governo ad adot- • Il part-time; tare i provvedimenti legislativi per la riforma del mercato del lavoro; in base a tale • Il contratto a tempo determinato; delega, è stato emanato il decreto legislativo 10 settembre 2003 n. 276. • Il lavoro ripartito; Il provvedimento ha inteso riformare la disciplina dei servizi pubblici e privati per l’impiego, le disposizioni concernenti i contratti a contenuto formativo, la disciplina del lavoro a tempo parziale, introdurre nuove tipologie di contratti di lavoro e Testimoni d’impresa • Il lavoro a chiamata; • Il lavoro occasionale accessorio. predisporre norme in materia di certificazione dei contratti stessi. Lavoro di “chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell’impresa prestanLa riforma Biagi vuole aumentare in tempi brevi il numero delle persone che lavorano regolarmente. Lo sviluppo economico si deve infatti accompagnare a una più elevata capacità do il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell’imprenditore” (art. 2094 c.c.). Per distinguere il rapporto di lavoro subordinato da quello autonomo la giurisprudenza ha individuato alcuni criteri, il principale dei quali è il vincolo di soggezione al potere organizzativo, direttivo e disciplinare del di produrre posti di lavoro aggiuntivi. datore di lavoro. Ci sono poi dei criteri sussidiari ritenuti idonei ad accertare in via Le regole attuali hanno in parte la responsabilità di avere fatto dell’Italia il paese presuntiva gli elementi essenziali della subordinazione. con il più basso tasso di occupazione regolare d’Europa. Tra questi occorre ricordare il rischio d’impresa che grava sul datore di lavoro, la forma della retribuzione, l’orario di lavoro prestabilito, la continuità temporale La riforma Biagi vuole occupare in particolare più giovani nel Mezzogiorno, e più della prestazione donne e più anziani nell’intero paese. Questo obiettivo si realizza con un mercato del lavoro trasparente nel quale viene Il part-time tempestivamente considerata la condizione di ogni persona in età di lavoro, e con Il lavoro a tempo parziale (part-time) si caratterizza per un orario, stabilito dal un sistema di servizi pubblici e privati che - in rete tra di loro - accompagnano e contratto individuale di lavoro, inferiore all’orario di lavoro normale settimanale facilitano l’incontro tra coloro che cercano lavoro e coloro che cercano lavoratori. (full-time). Il rapporto a tempo parziale può essere: La riforma Biagi ha lo scopo di promuovere un lavoro regolare e non precario e • orizzontale quando la riduzione d’orario è riferita al normale orario giornalie- di fornire tutele effettive. ro (ad esempio, anziché lavorare per 8 ore al giorno per 5 giorni la settima- Regole più moderne e più europee vogliono favorire il reciproco adattamento fra na, si lavora 4 ore al giorno per 5 giorni alla settimana); le esigenze dei lavoratori e quelle delle imprese, con particolare riguardo all’ora- • verticale quando la riduzione dell’orario è concentrata in determinati periodi rio di lavoro. della settimana, del mese o nell’anno (ad esempio, si lavora 8 ore al giorno Le regole tradizionali hanno nei fatti prodotto tanti lavori insicuri, e il fenomeno per 3 giorni la settimana); abnorme delle collaborazioni coordinate e continuative. • misto quando il rapporto di lavoro a tempo parziale è articolato combinando le modalità orizzontale e verticale. Di seguito si riportano alcune tipologie contrattuali introdotte o ridefinite dalla Riforma Biagi, di lavoro subordinato, subordinato a contenuto formativo ed auto- Caratteristiche: nomi. E’ un contratto di lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato. 62 63 Testimoni d’impresa 16 - LA LEGGE BIAGI 16 - LA LEGGE BIAGI Testimoni d’impresa Deve essere stipulato in forma scritta e deve contenere puntuale indicazione La proroga va tenuta distinta dall’ipotesi in cui il rapporto prosegua “di fatto” dopo della durata della prestazione lavorativa e dell’orario di lavoro, con riferimento al la scadenza del termine originario. giorno, alla settimana, al mese e all’anno. In tal caso, infatti, pur non essendo prevista l’automatica e immediata trasformazione a tempo indeterminato del contratto, il datore di lavoro è tenuto a cor- Trattamento economico e normativo: rispondere al lavoratore una maggiorazione della retribuzione per ogni giorno di Il lavoratore part-time non deve essere discriminato rispetto al lavoratore a tempo continuazione del rapporto pari al: pieno per quanto riguarda il trattamento economico e normativo: • ha diritto alla stessa retribuzione oraria del lavoratore a tempo pieno, anche • 20% fino al decimo giorno successivo alla scadenza originaria (o a quella del rapporto prorogato); se la retribuzione, l’importo dei trattamenti economici per malattia, infortunio • 40% per ciascun giorno ulteriore, fino ad un massimo di 20 giorni (se si sta e maternità vengono calcolati in maniera proporzionale al numero di ore la- proseguendo un contratto di durata inferiore ai 6 mesi) ovvero fino ad un vorate, salvo che i contratti collettivi non stabiliscano che il calcolo avvenga massimo di 30 giorni (se la prosecuzione interessa un contratto di durata pari o superiore ai 6 mesi). in maniera più che proporzionale; • ha diritto allo stesso trattamento normativo dei lavoratori assunti a tempo pieno, salvo il riproporzionamento in ragione della ridotta entità della presta- Qualora il rapporto prosegua oltre il ventesimo ovvero il trentesimo giorno (rispet- zione lavorativa per quanto attiene alla durata del periodo di ferie annuali, tivamente per l’ipotesi di durata del contratto inferiore ovvero pari o superiore ai 6 mesi), il contratto si considera a tempo indeterminato rispettivamente dal ventunesimo ovvero dal trentunesimo giorno. nonché ai trattamenti economici per maternità, malattia e infortunio ecc. Contratto a tempo determinato E’ un contratto caratterizzato dalla temporaneità della prestazione. L’apposizione di un termine deve risultare da atto scritto e dev’essere giustificata da ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo; se il termine non è giustificato da queste ragioni la sua apposizione diventa priva di qualsiasi effetto. E’ possibile prorogare il rapporto a termine per una sola volta alle seguenti condizioni: • acquisendo il consenso del lavoratore; • in presenza di “ragioni oggettive”; • la proroga si riferisca alla stessa attività lavorativa per la quale il contratto a termine è stato inizialmente stipulato. La disciplina in materia di proroga prevede inoltre due limiti temporali: 1. la proroga è ammessa solo per i contratti a tempo determinato che hanno una durata iniziale inferiore ai tre anni; 2. la durata complessiva del rapporto (originario più eventuale proroga) non può mai superare i tre anni. 64 La riassunzione a termine dello stesso lavoratore è consentita purché tra il contratto precedente e il successivo intercorra un intervallo di tempo di almeno 10 o 20 giorni a seconda che il contratto precedente abbia avuto una durata pari o inferiore a 6 mesi ovvero superiore a 6 mesi. Il nuovo contratto si considera a tempo indeterminato qualora la riassunzione a termine avvenga senza il rispetto degli indicati intervalli di tempo. Qualora invece si tratti di due assunzioni successive a termine, nel senso che la seconda assunzione avvenga senza soluzione di continuità (senza intervallo cioè) rispetto alla scadenza della prima, il rapporto si trasforma a tempo indeterminato sin dalla data di stipulazione del primo contratto. Il lavoro ripartito (job sharing) Il lavoro ripartito (anche chiamato job sharing) è un rapporto di lavoro dipendente in cui due lavoratori si impegnano ad occupare un posto di lavoro, gestendo l’orario in base alle proprie esigenze. Entrambi sono direttamente e personalmente responsabili dell’adempimento dell’obbligazione, per cui se uno dei due non può temporaneamente lavorare, l’altro lavoratore si deve far carico dell’intera prestazione La retribuzione e tutti i diritti legati (ferie, contributi previdenziali, liquidazione) vengono suddivisi tra i due lavoratori in rapporto proporzionale delle ore di lavoro 65 Testimoni d’impresa 16 - LA LEGGE BIAGI 16 - LA LEGGE BIAGI Testimoni d’impresa effettivamente svolte. bilità, relativo preavviso, trattamento economico e normativo per la prestazione Questa forma contrattuale ha l’obiettivo di conciliare i tempi di lavoro e di vita, eseguita, ammontare dell’eventuale indennità di disponibilità, tempi e modalità di attraverso nuove opportunità di bilanciamento tra le esigenze di flessibilità delle pagamento, forma e modalità della richiesta del datore, modalità di rilevazione imprese e le esigenze dei lavoratori. della prestazione, eventuali misure di sicurezza specifiche. Applicazione: Non è possibile ricorrere al lavoro intermittente nei seguenti casi: Il contratto di lavoro ripartito può essere stipulato da tutti i lavoratori e da tutti i datori di lavoro del settore privato. Caratteristiche: • sostituzione di lavoratori in sciopero; • se si è fatto ricorso nei sei mesi precedenti a una procedura di licenziamen- Il contratto di lavoro ripartito, a fini probatori, deve avere forma scritta e contenere to collettivo, ovvero se è in corso una sospensione o riduzione d’orario con le seguenti indicazioni: cassa integrazione (questo divieto è derogabile da un accordo sindacale) • la misura percentuale e la collocazione temporale del lavoro giornaliero, settimanale, mensile o annuale che si prevede venga svolto da ciascuno dei per le stesse unità produttive e/o mansioni cui si riferisce il contratto di lavoro intermittente. due lavoratori, secondo gli accordi intercorsi e ferma restando la possibilità per gli stessi lavoratori di determinare, in qualsiasi momento, la sostituzione Retribuzione: tra di loro o la modifica consensuale della distribuzione dell’orario di lavoro Al lavoratore intermittente deve essere garantito un trattamento economico pari (che deve essere comunicato preventivamente al datore con cadenza al- a quello spettante ai lavoratori di pari livello e mansione, seppur riproporzionato meno settimanale, al fine di certificare le assenze); in base all’attività realmente svolta. Per i periodi di inattività, e solo nel caso in cui • il luogo di lavoro, nonché il trattamento economico e normativo spettante a ciascun lavoratore; il lavoratore si sia obbligato a rispondere immediatamente alla chiamata, spetta un’indennità mensile, divisibile per quote orarie. È stabilita dai contratti collettivi, nel rispetto dei limiti minimi fissati con decreto ministeriale, e non spetta nel • le eventuali misure di sicurezza specifiche per l’attività lavorativa svolta. Il rapporto di lavoro può essere stipulato a termine o a tempo indeterminato. Per quanto riguarda il trattamento economico, vige il principio di parità di trattamento rispetto ai lavoratori di pari livello e mansione. Il trattamento è comunque riproporzionato in base alla prestazione lavorativa effettivamente eseguita. periodo di malattia oppure di altra causa che renda impossibile la risposta alla chiamata. Il rifiuto di rispondere alla chiamata senza giustificato motivo può comportare la risoluzione del rapporto, la restituzione della quota di indennità di disponibilità riferita al periodo successivo all’ingiustificato rifiuto, e il risarcimento del danno la cui misura è predeterminata nei contratti collettivi o, in mancanza, nel contratto di Il lavoro a chiamata o intermittente E’ un contratto di lavoro mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione del datore di lavoro, che ne può utilizzare la prestazione all’occorrenza, per svolgere prestazioni di carattere discontinuo o intermittente. Caratteristiche: Il contratto di lavoro intermittente (c.d. job on call) può essere stipulato a tempo lavoro. I contributi relativi all’indennità di disponibilità devono essere versati per il loro effettivo ammontare in deroga alla normativa in materia di minimale contributivo.Nel caso di lavoro intermittente per predeterminati periodi della settimana, del mese o dell’anno l’indennità è corrisposta solo in caso di effettiva chiamata. Il lavoro occasionale accessorio determinato o indeterminato. Le prestazioni di lavoro accessorio sono attività lavorative di natura occasionale. Deve avere la forma scritta e deve contenere l’indicazione di una serie di elemen- Il contratto di lavoro occasionale accessorio ha la finalità di favorire l’inserimento ti (che devono conformarsi a quanto sarà contenuto nei contratti collettivi) quali: lavorativo di fasce deboli del mercato del lavoro, aumentando le possibilità di durata, ipotesi che ne consentono la stipulazione, luogo, modalità della disponi- lavoro presso le famiglie e gli enti senza fine di lucro. 66 67 Testimoni d’impresa 16 - LA LEGGE BIAGI Questo contratto è rivolto a: • disoccupati da oltre un anno; • casalinghe, studenti, pensionati; 16 - LA LEGGE BIAGI Testimoni d’impresa centri autorizzati per riceverne il relativo corrispettivo. Tale compenso è esente da qualsiasi imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupazione o in occupazione del prestatore di lavoro. Chi è interessato a svolgere prestazioni di lavoro accessorio deve comunicare la • disabili e soggetti in comunità di recupero; propria disponibilità ai soggetti accreditati o ai Servizi per l’impiego i quali invie- • lavoratori extracomunitari con regolare permesso di soggiorno, nei sei mesi successivi alla perdita del lavoro. ranno, a spese dell’interessato, una tessera magnetica personalizzata. Il lavoro autonomo occasionale. Datori di lavoro: Il Dlgs 276/2003 non indica espressamente i soggetti a favore dei quali può es- Le prestazioni occasionali, a differenza di quelle di tipo accessorio, sono presta- sere prestata l’attività, ma, sulla base di quanto stabilito dalla legge 30/2003, si lo di subordinazione e con il carattere dell’occasionalità. può ritenere che questi siano: Al prestatore occasionale non è richiesta né l’iscrizione ad albi né l’apertura di • famiglie; • enti senza fine di lucro; • soggetti non imprenditori o, se imprenditori, al di fuori dell’esercizio della propria attività. zioni lavorative di natura autonoma, svolte a favore di un soggetto senza il vinco- una partita IVA, ed il suo corrispettivo è assoggettato a ritenuta d’acconto. A partire dal 1 gennaio 2004 è scattata per gli esercenti attività di lavoro occasionale l’obbligo di iscrizione nella gestione separata dei collaboratori se il reddito annuo derivante da tale attività è superiore ai 5.000 euro. Il lavoro subordinato a contenuto formativo Settori e attività: • piccoli lavori domestici a carattere straordinario, compresa l’assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con handicap; • insegnamento privato supplementare; • piccoli lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione di edifici e monumenti; • L’apprendistato; • Il contratto di inserimento. L’apprendistato L’apprendistato è un contratto a contenuto formativo in cui il datore di lavoro oltre • realizzazione di manifestazioni sociali, sportive, culturali o caritatevoli; a retribuire l’attività svolta garantisce all’apprendista la formazione necessaria • collaborazione con enti pubblici e associazioni di volontariato per lo svolgimento di lavori di solidarietà o di emergenza, come quelli dovuti a calamità o eventi naturali improvvisi. per il conseguimento di una qualifica professionale. La legge individua tre tipologie di contratto, con finalità diverse: • apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e forma- Caratteristiche: La forma del contratto è libera. Il rapporto di lavoro occasionale, con più datori di lavoro, non può superare i trenta giorni di durata nel corso dell’anno solare e i 5 mila euro annui per lavoratore. È prevista una particolare procedura per il pagamento del corrispettivo: i lavoratori sono retribuiti attraverso la consegna di “buoni lavoro”, acquistati in precedenza dai datori di lavoro presso le rivendite autorizzate. Una volta effettuata l’attività e ricevuti i buoni, il lavoratore dovrà presentarli ai 68 zione, che consente di conseguire una qualifica professionale e favorire l’entrata nel mondo del lavoro dei più giovani; è previsto quale percorso alternativo alla formazione scolastica; • apprendistato professionalizzante, che consente di ottenere una qualifica attraverso una formazione sul lavoro e un apprendimento tecnico - professionale; • apprendistato per l’acquisizione di un diploma o per percorsi di alta forma- 69 Testimoni d’impresa 16 - LA LEGGE BIAGI zione, che consente di conseguire un titolo di studio di livello secondario, universitario o di alta formazione e per la specializzazione tecnica superiore. 16 - LA LEGGE BIAGI Testimoni d’impresa Il contratto di Inserimento Il contratto di inserimento, che sostituisce il contratto di formazione e lavoro (CFL) nel settore privato, è diretto a realizzare, mediante un progetto individuale Destinatari: • apprendistato per il diritto - dovere di formazione: giovani e adolescenti che di adattamento delle competenze professionali del lavoratore ad un determinato contesto lavorativo, l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro di de- abbiano compiuto 15 anni (prevalentemente la fascia d’età tra i 15 e i 18 terminate categorie di persone. anni non compiuti); La finalità di questo istituto contrattuale è l’acquisizione di professionalità con- • apprendistato professionalizzante e apprendistato per l’acquisizione di un creta, calibrata in una specifica realtà d’impresa, nella prospettiva della futura, diploma o per percorsi di alta formazione: giovani tra i 18 e i 29 anni e di- eventuale stabilizzazione del rapporto di lavoro. ciassettenni in possesso di una qualifica professionale. In contratto di inserimento è un nuovo contratto nel quale la formazione perde la sua natura caratterizzante a favore del collocamento o ricollocamento nel merca- Durata: • l’apprendistato per il diritto-dovere di formazione ha una durata massima di 3 anni, determinata in base alla qualifica da conseguire, al titolo di studio, ai crediti professionali e formativi acquisiti, nonché al bilancio delle competenze realizzato dai servizi pubblici per l’impiego o dai soggetti privati accreditati; • l’apprendistato professionalizzante può durare da 2 a 6 anni, in base a quanto stabilito dalla contrattazione collettiva. È possibile sommare i periodi di apprendistato svolti nell’ambito del diritto-dovere di istruzione e formazione con quelli dell’apprendistato professionalizzante; • la durata dell’apprendistato per l’acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione deve essere stabilita, per i soli profili che riguardano la formazione, dalle Regioni in accordo con le parti sociali e le istituzioni formative coinvolte. Caratteristiche: Il contratto di apprendistato deve avere forma scritta e indicare la prestazione alla quale è adibito l’apprendista, il suo piano formativo e la qualifica che conseguirà to del lavoro di soggetti con particolare difficoltà d’inserimento. Per quanto attiene agli aspetti formativi, non espressamente previsti dalla norma, va evidenziato che l’Accordo interconfederale 11 febbraio 2004 - in carenza di specifica disciplina ad opera della contrattazione collettiva - stabilisce che il progetto debba prevedere una formazione teorica non inferiore a 16 ore ripartita fra disciplina del rapporto di lavoro, organizzazione aziendale, prevenzione antinfortunistica. Si può applicare a: • persone di età compresa tra 18 e 29 anni; • disoccupati di lunga durata tra 29 e 32 anni; • lavoratori con più di 50 anni privi del posto di lavoro; • lavoratori che intendono riprendere un’attività e che non hanno lavorato per almeno due anni; • donne di qualsiasi età che risiedono in aree geografiche in cui il tasso di occupazione femminile sia inferiore almeno del 20% di quello maschile (oppure quello di disoccupazione superiore del 10%); • persone riconosciute affette da un grave handicap fisico, mentale o psichico. al termine del rapporto di lavoro. La qualifica professionale conseguita attraverso uno qualsiasi dei tre contratti di apprendistato costituisce credito formativo per Il contratto di inserimento può avere una durata variabile da 9 a 18 mesi, fino a 36 il proseguimento nei percorsi di istruzione e formazione professionale. Il datore mesi per gli assunti con grave handicap fisico, mentale o psichico. di lavoro non può recedere dal contratto in assenza di una giusta causa o di un Non può essere rinnovato tra le stesse parti (ma si può stipulare un nuovo con- giustificato motivo; può però chiudere il rapporto di lavoro al termine del periodo tratto di inserimento con un diverso datore di lavoro) e le eventuali proroghe de- di apprendistato. vono comunque aversi nei limiti stabiliti (18 o 36 mesi). 70 71 Testimoni d’impresa 16 - LA LEGGE BIAGI Caratteristiche: Il contratto di inserimento deve avere forma scritta e contenere l’indicazione precisa del progetto individuale di inserimento. L’assunzione con contratto di inserimento è subordinata alla definizione, col consenso del lavoratore, di un progetto individuale di inserimento, che dovrà contenere: 16 - LA LEGGE BIAGI Testimoni d’impresa • atleti che svolgono prestazioni sportive in regime di autonomia, anche in forma di collaborazione coordinata e continuativa; • collaborazioni coordinate e continuative di tipo occasionale “minima”, ovvero di durata non superiore a 30 giorni con un unico committente, e per un compenso annuo non superiore a 5.000 euro con lo stesso committente; • rapporti di collaborazione con la pubblica amministrazione; • la qualificazione al conseguimento della quale è preordinato il progetto di inserimento/reinserimento oggetto del contratto; • durata e modalità della formazione. • rapporti e attività di collaborazione coordinata e continuativa comunque resi e utilizzati a fini istituzionali in favore di associazioni e società sportive dilettantistiche affiliate alle federazioni sportive nazionali e agli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano). Il lavoro autonomo: • Il contratto di lavoro a progetto; Caratteristiche: Il contratto di lavoro a progetto deve essere redatto in forma scritta e deve indicare, a fini della prova, i seguenti elementi: • L’appalto; • Il socio lavoratore di cooperative. Il contratto di lavoro a progetto Il contratto di lavoro a progetto è un contratto di collaborazione coordinata e con- • durata della prestazione di lavoro: può essere determinata o determinabile in quanto il rapporto dura finché non sia stato realizzato il progetto, il programma o la fase di lavoro; • individuazione e descrizione del contenuto caratterizzante del progetto o programma di lavoro, o fase di esso; tinuativa caratterizzato dal fatto di: • essere riconducibile a uno o più progetti specifici o programmi di lavoro o • corrispettivo e criteri per la sua determinazione, tempi e modalità di pagamento, disciplina dei rimborsi spese; fasi di esso; • essere gestito autonomamente dal collaboratore in funzione del risultato, nel • forme di coordinamento tra lavoratore a progetto e committente sull’esecuzione (anche temporale) della prestazione lavorativa. rispetto del coordinamento con l’organizzazione del committente e indipendentemente dal tempo impiegato per l’esecuzione dell’attività lavorativa. Il contratto termina quando il progetto, il programma o la fase vengono realizzati. Non vi è l’esigenza di stipulare il contratto di lavoro a progetto nel caso di rapporti Trattamento economico e normativo: Il compenso deve essere proporzionato alla quantità e qualità del lavoro eseguito e deve tenere conto dei compensi normalmente corrisposti per analoghe prestazioni di lavoro autonomo nel luogo di esecuzione del contratto. Il Dlgs 276/2003 prevede una maggior tutela, rispetto alle collaborazioni coordinate e continuative, del lavoratore in caso di malattia, infortunio e gravidanza: di collaborazione instaurati con: • agenti e rappresentanti di commercio; • coloro che esercitano professioni intellettuali per le quali è necessaria l’iscrizione a specifici albi professionali (già esistenti al 24 ottobre 2003); • componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società; • partecipanti a collegi e commissioni (inclusi gli organismi di natura tecnica); • pensionati al raggiungimento del 65° anno di età; 72 • la malattia e l’infortunio del lavoratore comportano solo la sospensione del rapporto che però non è prorogato e cessa alla scadenza indicata nel contratto o alla fine del progetto, programma o fase di lavoro. Il committente può 73 Testimoni d’impresa 16 - LA LEGGE BIAGI comunque recedere se la sospensione si protrae per un periodo superiore a un sesto della durata stabilita nel contratto (quando determinata) ovvero superiore a 30 giorni per i contratti di durata determinabile; • la gravidanza comporta la sospensione del rapporto e la proroga dello stesso per 180 giorni. L’appalto È un contratto con il quale un soggetto (committente) incarica un imprenditore (appaltatore) di compiere un’opera o un servizio a fronte di un corrispettivo in 16 - LA LEGGE BIAGI Testimoni d’impresa Il socio lavoratore di cooperative Il rapporto associativo nasce con l’adesione del socio alla cooperativa. Il socio ha diritti e doveri specifici: • concorre alla gestione dell’impresa partecipando alla formazione degli organi sociali e alla definizione della struttura di direzione e conduzione dell’impresa; • partecipa alla elaborazione di programmi di sviluppo e alle decisioni concernenti le scelte strategiche, nonché alla realizzazione dei processi produttivi dell’azienda; denaro. • contribuisce alla formazione del capitale sociale e partecipa al rischio d’impresa, ai risultati economici ed alle decisioni sulla loro destinazione; L’imprenditore (appaltatore), per compiere l’opera o il servizio commissionati, • mette a disposizione della cooperativa le proprie capacità professionali. deve: • organizzare i mezzi necessari (dirige i lavoratori alle proprie dipendenze senza che il committente possa interferire nelle modalità concrete di svolgimento del lavoro stesso); • assumere il rischio d’impresa (rispondere del risultato finale davanti al committente). Rapporto di lavoro: Quando il socio presta il proprio lavoro per la cooperativa instaura un vero e proprio rapporto di lavoro che può essere prestato tanto in forma subordinata quanto in forma autonoma o in qualsiasi altra forma, compresi i rapporti di collaborazione coordinata non occasionale. Le regole relative al lavoro dei soci vengono definite da un regolamento che le cooperative hanno l’obbligo di redigere e di depositare presso la Direzione Provinciale del lavoro territorialmente competente. Gli elementi che distinguono il contratto d’appalto dalla somministrazione sono l’organizzazione dei mezzi necessari e l’assunzione dei rischi d’impresa. Caratteristiche: Dal rapporto di lavoro derivano diritti e doveri legati allo specifico contratto di lavoro stipulato con la cooperativa. Tuttavia, in mancanza dell’adozione del regolamento interno le cooperative non potranno inquadrare i soci con un rapporto diverso da quello subordinato. L’appalto, salvo diverse previsioni dei contratti collettivi nazionali, è caratterizzato dall’assunzione di una obbligazione solidale tra il committente e l’appaltatore: ciò significa che i lavoratori dipendenti dell’appaltatore possono rivolgersi, entro un anno dalla fine del contratto di appalto, al committente per riscuotere i crediti da lavoro (retribuzione, contributi etc) nel caso in cui il loro datore di lavoro non li abbia pagati. La legge Biagi ha espressamente stabilito che non costituisce trasferimento d’azienda o di ramo della stessa l’ipotesi in cui un nuovo appaltatore subentri al contratto di appalto e assuma i lavoratori già impiegati nell’appalto stesso. 74 75 Testimoni d’impresa 76 APPUNTI APPUNTI Testimoni d’impresa 77 www.unindustria.treviso.it www.formazione.unindustria.it con il contributo di www.tv.camcom.it FORMAZIONE UNINDUSTRIA TREVISO Sede operativa: Via Libertà, 4 31050 Carità di Villorba (TV) Tel. 0422 916468 / 478 | Fax 0422 618711 E-mail: [email protected]