ALTE VIE - Cai Bologna
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ALTE VIE - Cai Bologna
Tariffa R.O.C.: Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB - Bologna. Quota di abbonamento della pubblicazione euro 1,00 corrisposta dai destinatari con il rinnovo all’Associazione per l’anno in corso. SulMonte CAI - SEZIONE “MARIO FANTIN” BOLOGNA - NOTIZIARIO AI SOCI ALTE VIE sENTIERI CHE UNISCONO ALTA VIA DEI PARCHI il progetto, le tappe IN NORVEGIA scialpinismo nel Grande Nord n° 2/2012 SUL MONTE Notiziario ai soci n. 2/2012 Club Alpino Italiano Sez. Mario Fantin, Bologna Direttore Responsabile Luca Calzolari In redazione via Cesare Battisti, 11/a tel. 051 234856 Ezio Albertazzi Stefania Caputo Clara Cassanelli Stefano Chiorri Lorenza Rossi Eva Trombetti Elena Vincenzi COMUNICAZIONI AI SOCI CONVENZIONE CON IL CUSB Il Presidente ha recentemente firmato una convenzione con il Centro Universitario Sportivo di Bologna per consentire agli studenti universitari tesserati CUS di partecipare alle nostre attività ed ai nostri corsi a tariffe agevolate. La convenzione, con reciproca utilità, consente ai soci CAI di utilizzare la palestra di arrampicata del CUS a tariffe agevolate, oltre a metterla gratuitamente a disposizione dei nostri corsi per due giornate all’anno. Il testo completo della convenzione è consultabile sul sito della Sezione o in Segreteria. UN CORSO CAI PER STUDENTI DI GEOLOGIA Progetto grafico e impaginazione Clara Cassanelli Elena Vincenzi Foto di copertina: Antonella Lizzani Per articoli, foto, segnalazioni: [email protected] Stampa Grafiche A&B Via del Paleotto 9/a - Bologna [email protected] Tel. 051 471666 Registrazione c/o Tribunale di Bologna n° 4227 del 1972 CLUB ALPINO ITALIANO Sezione Mario Fantin - Bologna Via Cesare Battisti, 11/a tel/fax: 051 234856 e-mail: [email protected] www.caibo.it Segreteria tel/fax: 051 234856 Martedì ore 9-13 Mercoledì, Giovedì, Venerdì ore 16-19 Chiuso in redazione il 20/7/2012 La nostra Sezione, su richiesta della facoltà di Geologia dell’Università di Bologna, ha tenuto nel maggio scorso un corso di base ad 80 studenti del II e IV anno di geologia. Il corso era finalizzato a trasmettere gli elementi fondamentali per una frequentazione della montagna consapevole e quanto più possibile sicura a chi dovrà, per scelta professionale, lavorare in ambienti naturali non protetti, anche al di fuori dei sentieri segnalati. Il corso si è articolato in tre incontri: in un primo in aula si è parlato di pericoli, difficoltà, valutazione dell’ambiente e delle capacità proprie e dei compagni; un secondo si è tenuto a Badolo per insegnare le manovre di base (sicura e auto sicura, nodi, materiale minimo, allestimento di una corda fissa, discesa in corda doppia, risalita su autobloccanti. Tecnica di movimento); un terzo, sul contrafforte pliocenico, sugli aspetti escursionistici (orientamento, percezione dell’ambiente naturale, il movimento, il gruppo). Il corso si è chiuso con la soddisfazione degli studenti e dei professori di geologia. Tutti gli studenti che hanno partecipato al corso si sono iscritti al CAI ed hanno manifestato soddisfazione per aver potuto imparare un po’ della nostra “arte” in un clima di collaborazione e reciproca stima. Alcuni di loro hanno poi continuato a partecipare alle nostre attività. Un ringraziamento a Ernesto Crescenzi, Giorgio Ghedini e a tutti gli istruttori e gli accompagnatori delle nostre scuole di Alpinismo ed Escursionismo che, come al solito, si sono prodigati per far riuscire il corso senza chiedere altra ricompensa che il piacere di trasmettere le loro conoscenze e la passione per la montagna. IL CAI A RACE FOR THE CURE 2012 Partecipa con la nostra sezione a Race for the Cure, tre giorni di salute, sport e benessere per sostenere la lotta ai tumori del seno che culminano con la celebre corsa di domenica 30 settembre ai Giardini Marherita. Per informazioni contatta la segreteria. Visita anche il sito nazionale: www.raceforthecure.it PUNTI RINNOVO TESSERA ANNUALE Con l’Emilia-Romagna che vuole rinascere La nostra storia, la nostra cultura non potevano vederci assenti dal moto di solidarietà alle popolazioni del triangolo Ferrara-Modena-Bologna e dei vicini territori di Mantova, Rovigo e Reggio Emilia, colpite dal terremoto. Sappiamo essere presenti nei momenti duri, ultimi l’Abruzzo e la Liguria. Da qui viene il piano di raccolta di fondi promosso dal CAI Emilia-Romagna per concorrere – in sintonia con la Regione - alla ricostruzione o ad attività sociali che la sostengano: un piano deciso dopo il 20 maggio e reso drammaticamente urgente dopo i danni ancor più gravi che si sono registrati nei giorni successivi. Quest’anno la vita del CAI si intreccia più volte con l’Emilia-Romagna. La nostra Assemblea Nazionale si teneva a Porretta Terme quel 20 maggio in cui i Delegati furono svegliati dal primo terribile sisma e toccò al Presidente Generale Martini comunicare le tristi notizie trasmesse dagli uomini del Soccorso Alpino, già operativi sui luoghi del disastro. Altri volontari sono poi accorsi ancor più numerosi nelle successive, tragiche ore. A settembre un secondo evento, per fortuna più felice, ci ritroverà in Emilia-Romagna per la XIV Settimana Nazionale dell’Escursionismo, che coinciderà con l’inaugurazione dell’Alta Via dei Parchi. E’ un sentiero che dal versante tirrenico al versante adriatico unisce la Liguria alle Marche, attraversando due Parchi nazionali (“Appennino Tosco-Emiliano” e “Foreste Casentinesi”), 14 Parchi regionali e numerose Aree protette e si pone come un percorso di grande interesse naturalistico e storico al quale - su mandato della Regione- hanno lavorato le nostre Sezioni, sia in fase di progettazione che di realizzazione. Una generosa e massiccia partecipazione può contribuire ad essere d’aiuto per le Sezioni stesse. Attivarci solidalmente, dunque, non ce lo impone solo la nostra cultura, ma anche una attiva presenza dei nostri Soci nei territori colpiti. Delle 19 Sezioni emiliano-romagnole ben 17 hanno sede nella pianura padana fra Appennino e Dolomiti, così come con quelle confinanti del Lombardo e del Veneto: Modena, Carpi e Ferrara sono state tra le più provate. Il radicamento del CAI in questi luoghi è antico; da esso in origine aderirono alla Sezione di Torino quei Soci che negli anni successivi costituirono le prime Sezioni emiliane, iniziando una storia che oggi ci richiama ad un dovere: quello di essere protagonisti del grande sforzo comune che la gente dovrà fare per rialzarsi. Il terremoto ha distrutto preziosi centri storici costruiti dagli Estensi e dai Gonzaga ed anche tante moderne imprese, industriali e agricole, indispensabili alla competitività dell’economia italiana. E’ da queste che si dovrà ripartire per fondare la ripresa su basi solide. La nostra sottoscrizione vuol farcene partecipi. Dalle Sezioni, dagli Organi Tecnici e da tutta la grande Famiglia del CAI sono certo che non mancherà una generosa risposta, nonostante il peso della crisi economica e sociale che vive il Paese.” Chi oggi dà domani potrà ricevere”: questo sa chi vive di volontariato e conosce da sempre il valore della solidarietà. Paolo Borciani (Presidente del CAI Gruppo Regionale dell’Emilia Romagna) Chiunque può aderire inviando il proprio contributo volontario sull’apposito conto aperto presso Unicredit con IBAN IT 20 O 02008 12834 000100354743 intestato alla Delegazione Regionale CAI Emilia-Romagna, inserendo la causale “Pro Popolazioni Terremotate Emilia Romagna”. IN QUESTO NUMERO primo piano 5 In ALTA VIA: IL SENTIERO CHE UNISCE a cura di Clara Cassanelli 11 Libri&Co LETTO PER VOI 12 Diario di viaggio NORGE2012 Fabrizio Mercatelli la foto 15 Dietro CORNO ALLE SCALE 17 Marino e Katia, Sergio Gardini (PARETE EST) Marco Albertini di sezione 16 Vita Un anno di esperienza della Scuola di Escursionismo Sergio Gardini Ricordi ORFEO E PAOLO 18 CAI in città IL TREKKING URBANO Staff Trekking Urbano Bologna 19 Un passo dopo l’altro DAL CORNO D’AFRICA AL CORNO ALLE SCALE Marco Tamarri Tempi di crisi ed economia nei Parchi In Italia il turismo natura è sempre più dinamico e non più un settore di nicchia. Lo confermano i dati riportati nel IX Rapporto Ecotur sul turismo verde. Nel 2012 infatti questo segmento della filiera turistica ha raggiunto il valore record di 11 miliardi. I segmenti più rappresentativi del turismo natura si sono dimostrati i Parchi e le riserve con una quota di mercato superiore al 35%, seguiti dalla montagna (23%), dal turismo rurale (18%). Tra i Parchi più richiesti il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, seguito dal Parco del Gran Paradiso, dalle Cinque Terre, dallo Stelvio. Le ragioni di una crescita così sorprendente ed in controtendenza ripsetto al dato europeo, sono legate alla forte identità del prodotto ed al suo rapporto con il territorio, dove resta il 90% del fatturato, e che fa sì che venga costruito un rapporto solido con gli abitanti e con i turisti che, a causa anche della forte crisi, scelgono sempre di più di dedicarsi alle vacanze a chilometro zero. I dati economici, infine, dimostrano come sia strategica la realizzazione di sinergie tra territori di pregio come Parchi di Mare e d’Appennino; un’Area Vasta, che dalle Cinque Terre arriva al crinale dell’Appennino passando per i territori del Parco Vara Magra e Montemarcello fino alle Alpi Apuane scelta dai turisti amanti della natura e premiata soprattutto dai villeggianti stranieri. Rischio siccità: arrivano le Snowmaps BOLZANO Questa estate si annuncia torrida fin dai primi giorni, nonostante le abbondanti nevicate che hanno bloccato Bologna in inverno, sulle montagne ha nevicato poco e ora cercando il fresco in quota si vedono fiumi, bacini e torrenti a bassa portata. SnowMaps è il nome del software realizzato da Mountain-eering, una società di ingegneria spinoff dell’Università di Trento per conoscere con precisione la quantità di neve in quota, permettendo di accertare con più precisione quanta acqua si potrà utilizzare in primavera, aiutando così le centrali idroelettriche della zona e la gestione dei bacini di raccolta delle acque per uso agricolo e idrico. Sarà anche possibile monitorare il rischio siccità e incendi conoscendo quali zone potrebbero esserne più soggette a causa della mancanza di neve o di acqua. Concorso Internazionale Fotografia d’alta quota BRESSANONE (BZ) Il primo luglio si è aperto il “National Geographic Photo Contest 2012 by Ims e Kiku”. L’International Mountain Summit 2012 insieme al National Geographic Germania organizza un nuovo concorso internazionale dedicato alla fotografia in alta quota: dall’1 luglio al 31 agosto potete inviare i vostri scatti più belli e vincere ricchi premi. Il tema delle foto è il modo in cui le montagne sono plasmate dalla natura, dagli esseri umani, dagli animali e anche dalla cultura. Si possono inviare le proprie foto dal primo luglio fino a fine agosto 2012 tramite il sito dell’IMS www.ims.bz. Tutte le informazioni relative all’Ims o al National Geographic Photo Contest 2012 by Ims and Kiku sono disponibili sul sito www.ims.bz oppure su www.nationalgeographic.de. VOLONTASSOCIATE a Bologna Per l'ottavo anno consecutivo Volontassociate, la festa del Volontariato e dell’Associazionismo bolognese riunisce le associazioni per incontrare i cittadini di Bologna, e farsi conoscere, coinvolgendoli nella festa e nella solidarietà con stand, giochi, mostre, spettacoli, proiezioni, laboratori creativi e tante altre attività che faranno divertire grandi e piccini. La grande festa provinciale del Volontariato e dell’Associazionismo locale di Bologna si terrà domenica 23 settembre presso i Giardini Margherita con numerose iniziative in programma. Anche quest'anno il CAI di Bologna parteciperà alla festa, con l'allestimento di uno spazio espositivo sulla montagna, materiali informativi e programmi per le uscite 2012-13 e una serie di pannelli illustrativi delle attività della sezione. In occasione dell'evento il Cai bolognese proporrà una camminata sui colli, in collaborazione con Trekking Italia (partenza ore 9 dai giardini Margherita e ritorno ore 12,30). L’occasione è preziosa per presentare il CAI alla città e per contattare nuove persone interessate alla montagna. Si invitano i soci a partecipare alla festa ed alla camminata e a dare la loro disponibilità in segreteria per alternarsi allo stand. foto Monica Palazzini FLASH SUL MONTE Nei pressi di Passo Compione Alta via: il sentiero che unisce L ’Alta Via dei Parchi è un progetto del Servizio Parchi e Risorse forestali della Regione EmiliaRomagna, nato con l’obiettivo di valorizzare il sistema dei parchi di crinale, rafforzando le sinergie tra tutela dell’ambiente e valorizzazione del territorio, garantendo un adeguato orientamento dei visitatori per la fruizione del patrimonio ambientale e culturale limitrofo al percorso. Prevede la realizzazione di un itinerario di trekking lungo la dorsale appenninica che collega le Aree protette presenti dal Passo della Cisa, in provincia di Parma, sino a La Verna, in provincia di Forlì Cesena per poi raggiungere l’Eremo sul Monte Carpegna nel Parco del Sasso Simone e Simoncello. Due i parchi nazionali coinvolti: Appennino Tosco-Emiliano e Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campagna; cinque i parchi regionali: Alto Appennino Modenese, Valli del Cedra e del Parma, Corno alle Scale, Laghi di Suviana e Brasimone, Vena del Gesso Romagnola; un parco interregionale: Sasso Simone e Simoncello. L’itinerario individuato è di 500 km, suddivisibile in 27 tappe che terminano in località fornite di strutture ricettive, e si connette con l’Alta Via dei Monti Liguri al Passo della Cisa, con la Via Francigena a Berceto e con la Via Romea Peregrinorum al Passo di Serra. Un importante anello della filiera turistica regionale, per la componente estremamente attrattiva e innovativa nella costruzione di pacchetti turistici, che favorisce la destagionalizzazione, sia utilizzando l’offerta ricettiva esistente, sia stimolando la creazione di nuove strutture e di nuovi servizi per il turismo escursionistico. CORSI 2012 SETTEMBRE SENTIERI ATTREZZATI E VIE FERRATE Direttore del corso: AE-EEA Mauro Pini [email protected] Parte il 3 settembre prossimo alle 20,30 il corso rivolto a chi desidera frequentare la montagna anche lungo percorsi attrezzati e vie ferrate, apprendendo tecniche e comportamenti che garantiscono la progressione in sicurezza. Il Corso si articola in uscite pratiche in ambiente nei mesi da Settembre a Ottobre alternate a lezioni teoriche che si svolgeranno presso la sede sociale del CAI Bologna. Quota d’iscrizione: euro 120,00 Orari segreteria: Mercoledì, Giovedì, Venerdì, 16- 19 Tel. 051234856. Le 27 tappe 1. Berceto (808 m) Lago Santo parmense (1508 m) 2. Lago Santo parmense (1508 m) Prato Spilla (1350 m) 3. Prato Spilla (1350 m) Passo del Cerreto (1261 m) 4. Passo del Cerreto (1261m) Passo Pradarena (1579 m) 5. Passo Pradarena (1579 m) Lama Lite (Rif. Battisti, 1761 m) 6. Lama Lite (Rif. Battisti, 1761 m) San Pellegrino in Ale (1524 m) 7. San Pellegrino in Alpe (1524 m) Lago Santo modenese (1502 m) 8. Lago Santo modenese (1502 m) Abetone (La Consuma, 1340 m) 9. Abetone (La Consuma, 1340 m) Lago Scaffaiolo (1754 m) 10. Lago Scaffaiolo (1754 m) Rif. Monte cavallo (1280 m) 11. Rif. M.te cavallo (1280 m) Poranceto (890 m) 12. Poranceto (890 m) Boccadirio (719 m) 13. Boccadirio (719 m) Cà di Barba (Montefreddi, 1030 m) 14. Cà di Barba (Montefreddi, 1030 m) Le Selve (490 m) 15. Le Selve (490 m) Tossignano (255 m) 16. Tossignano (255 m) Carnè (370 m) 17. Carnè (370 m) Marradi (328 m) 18. Marradi (328 m) Lago di Ponte (627 m) 19. Lago di Ponte (627 m) San Benedetto in Alpe (500 m) 20. San Benedetto in Alpe (500 m) Castagno d’Andrea (727 m) 21. Castagno d’Andrea (727 m) Campigna (1070 m) 22. Campigna (1070) Camaldoli (815 m) 23. Camaldoli (815 m) Badia Prataglia (Il Carbonile, 970 m) 24. Badia Prataglia (Il Carbonile, 970 m) La Verna (1218 m) 25. La Verna (1218 m) Rifugio Biancaneve al Fumaiolo (1349 m) 26. Rifugio Biancaneve al Fumaiolo (1349 m) Bascio (624 m) 27. Bascio (624 m) Eremo Madonna del Faggio (1266 m) L’Alta Via segue per due terzi del suo percorso lo spartiacque dell’Appennino settentrionale fra Emilia-Romagna e Toscana attraverso ambienti naturali di rara bellezza. Le parti superiori del crinale emiliano mostrano un evidente modellamento glaciale e sono ricche di laghetti, di immense praterie e di brughiere a mirtillo. Più in basso il bosco si stende compatto su entrambi i versanti; il faggio domina quasi ovunque sopra gli 800 metri, ma non mancano le abetaie; le Foreste Casentinesi conservano alcune delle più belle formazioni boschive italiane, compresa la primordiale foresta mista di Sasso Fratino. Nella media montagna la vegetazione spontanea sta rapidamente riconquistando i terreni un tempo lavorati. Nelle colline romagnole spicca il singolare microcosmo della Vena del Gesso, con ambienti molto diversi: il più suggestivo è senz’altro quello rupestre delle falesie meridionali. Se nell’alto Appennino le condizioni climatiche hanno consentito la sopravvivenza di piante ed animali relitti dell’ere glaciali, qui prosperano invece specie mediterranee adattate all’aridità e all’insolazione estrema. Ed infine si passa attraverso il gradevole paesaggio collinare del Montefeltro, interrotto dai grandi massi calcarei del Sasso Simone e Simoncello e del Monte ALTAVIA Antonella Lizzani Una catena di ambienti diversi Monte Gennaio Carpegna dove si estendono boschi, prati e ambienti rurali punteggiati da castelli, rocche e borghi storici. I grandi predatori come l’aquila e il lupo e nella Vena del Gesso, il gufo reale, sono i dominatori incontrastati di questi territori. Riserva di Sasso Fratino (www.agraria.org) Parco delle Foreste casentinesi (www.agraria.org) Il gufo reale nel Parco del Gesso della vena romagnola IL DUOMO DI BERCETO: L’ALTA VIA INCROCIA LA FRANCIGENA La prima tappa dell’Alta Via è lunga e impegnativa ma offre una grande varietà ambientale, spaziando dal paesaggio agrario del medio Appennino fino alle aspre cime del crinale. Si parte da un luogo calcato dai passi di innumerevoli pellegrini: il duomo di San Moderanno di Berceto, ultimo avamposto abitato prima del Monte Bardone (l’odierno Passo della Cisa) per chi percorreva la via Francigena medievale in direzione di Roma. I pellegrini in viaggio sulla Via Francigena, dopo aver risalito la Valle del Taro, potevano concedersi a Berceto il meritato riposo e, voltandosi indietro al percorso già intrapreso, recuperare nuove energie per valicare l’Appennino e scendere verso un mare non più così distante. solitudini selvatiche e del clima ostile del Monte Bardone, l’odierno Passo della Cisa temuto dai pellegrini romei. La nostra cavalcata attraverso l’Appennino settentrionale non può perciò che prendere le mosse da questo luogo consacrato da tempo immemorabile al camminare. E comincia con un prodigio che ebbe come protagonista Moderanno, vescovo della città bretone di Rennes all’inizio dell’VIII secolo. Lo scenario storico è quello dell’alto Medioevo, con gran parte dell’Italia centro-settentrionale compresa nel regno Il tempio è uno dei più importanti edifici sacri dell’Appennino settentrionale e, nonostante i rifacimenti, conserva ancora l’impianto romanico e numerosi dettagli della costruzione del XIII secolo, oltre ad una sobria solennità che pare esagerata in un borgo appenninico che oggi ha poco più di duemila abitanti. In realtà il duomo fu una tappa importante nella geografia medievale del sacro: il borgo fu infatti per secoli l’ultima “mansio” sul versante padano della Via Francigena, avamposto di fede e di civiltà prima delle dei Longobardi da poco convertiti al Cristianesimo. Durante il cammino Moderanno sostò a Reims dove riuscì ad ottenere qualche reliquia di San Remigio, il convertitore dei Franchi lì sepolto, portandole con sé verso Roma. La numerosa comitiva di servi e chierici raggiunse senza inconvenienti l’odierna Berceto dove, nel prepararsi a trascorrere la notte, le sacre reliquie furono appese al ramo di una grande quercia; ma la mattina dopo, nei preparativi per la partenza, furono dimenticate sull’albero. Giunto quasi al passo, Moderanno si accorse delle reliquie mancanti e mandò indietro il diacono Vulfato a recuperarle. Questi però ritornò a mani vuote, ma anche con un racconto portentoso: non appena aveva tentanto di afferrare il sacro involto, il ramo dove stava sospeso si era sollevato fuori dalla portata del suo braccio. Dopo aver ascoltato in silenzio, il vescovo ritornò sui suoi passi e provò anch’egli a prendere le reliquie, ma con lo stesso risultato: l’albero, sollevando i rami, gliele sottrasse. La cosa andò avanti fino a che Moderanno non celebrò messa nel vicino monastero dedicato a Sant’Abbondio, con l’impegno di lasciare le reliquie in quel luogo che non volevano abbandonare: e soltanto allora i rami si abbassarono. Il re longobardo Liutprando, venuto a conoscenza della vicenda, assegnò il monastero di Berceto a Moderanno, che vi rimase fino alla morte offrendo ospitalità e conforto spirituale a pellegrini e viandanti. Fantastica storia densa di temi medievali: il sant’uomo, il pellegrinaggio, le reliquie, l’albero sacro, la volontà divina che si manifesta attraverso eventi soprannaturali. Testo estratto da “Alta Via dei Parchi. Un lungo cammino nell’Appennino settentrionale” (l’uscita è prevista per il prossimo settembre) UN LIBRO A METà TRA REPORTAGE E GUIDA A settembre verrà presentata la guida “Alta Via dei Parchi. Un lungo cammino nell’Appennino settentrionale”, che raccoglie un reportage narrativo e fotografico insieme a un ricco e dettagliato apparato tecnico e approfondimenti storico-ambientali. I due autori, Mario Vianelli e Sandro Bassi, percorrono a piedi tutto il tragitto raccontandone le bellezze: circhi glaciali, praterie d’alta quota, laghi, faggete e castagneti da frutto, limpidi torrenti, rupi vulcaniche, falesie di gesso e calanchi. Nella seconda metà del volume invece un dettagliato apparato tecnico fornisce indicazioni utili a chi voglia incamminarsi: alle informazioni pratiche con le caratteristiche dell’itinerario e le possibilità di accesso con mezzi pubblici, seguono le 27 schede descrittive delle tappe, documentate dalle carte topografiche con l’indicazione dell’itinerario e dei principali collegamenti con le località più prossime al crinale appenninico; seguono poi le informazioni sulle strutture (rifugi, ostelli, alberghi, agriturismi, ecc.) individuate come posti tappa ed infine 8 schede descrittive, una per ogni Parco attraversato. SETTIMANA DELL’ESCURSIONISMO e MEETING NAZIONALE DEI SENTIERI: un binomio vincente quest’anno tutto emiliano-romagnolo foto Antonella Lizzani Quest’anno l’appuntamento con settimana dedicata al camminare in montagna è organizzata dal Gruppo Regionale CAI dell’Emilia-Romagna. Dall’8 al 16 settembre, un nutrito programma di escursioni giornaliere e trekking itineranti accompagnati, per una montagna amica e aperta a tutti, tra natura, cultura e buona cucina. Lago Scaffaiolo I PERCORSI PER MOUNTAIN BIKE Da alcune edizioni la Settimana Nazionale dell’Escursionismo si è arricchita di eventi legati ad una disciplina nuova per il CAI: il cicloescursionismo o, per dirla in termini più espliciti, l’escursionismo in mountain-bike, un attrezzo che si va ad aggiungere a tutti quelli già in uso agli escursionisti per permettere agli appassionati della scoperta della montagna di poterla vivere in modo sempre nuovo e diverso, ma sempre nel solco dello spirito che ci accomuna quali soci del Club. L’edizione 2012 della SNE che si tiene nella nostra regione non poteva essere da meno e nel programma trovano spazio due cicloescursioni e un interessante reportage di viaggio. A Berceto (PR), domenica 9/9, si scopriranno i borghi di Piergiorgio Rivara antichi e nascosti di Corchia e Valbona, in mezzo a castagneti secolari, miniere e ricordi di lotte partigiane. Il percorso richiede buone capacità di guida (MC+/BC). A Pievepelago (MO), sabato 15/9, un panoramico giro ci porterà a riscoprire un tratto della storica Via Vandelli, incontrare tracce di popolazioni Celtiche e il famoso ponte della Fola sullo Scoltenna risalente all’anno 1028. L’escursione rappresenta l’occasione per il secondo raduno regionale CAI di cicloescursionismo (difficoltà MC/MC). Sempre a Pievepelago, venerdi 14/9, Bernardo Moranduzzo presenterà la sua straordinaria avventura in bicicletta “Dalla nebbia alle nuvole”, il racconto di un viaggio di un anno dall’Emilia al Tibet. Verso il Passo dello Strofinatoio Un programma denso e articolato: sei trekking previsto a Pievepelago dal 14 al 16 settembre e itineranti (con durata da 2 a 6 giorni) e 16 il XIV Convegno nazionale della sentieristica (in escursioni giornaliere. Un’occasione unica per tre sessioni). conoscere angoli di intensa bellezza e forte carica Per Il Club Alpino Italiano divulgare la Cultura simbolica, immersi nell’avvolgente atmosfera della Montagna è parte integrante dell’impegno della natura Appenninica. alla sua tutela – ricorda Umberto Martini, Ogni escursione è accompagnata Presidente Generale Club Alpino da Guide Escursionistiche CAI. Italiano – e la Settimana Nazionale Per Il Club Alpino Italiano L’occasione della settimana dell’Escursionismo è forse il divulgare la Cultura della nazionale di escursionismo migliore dei modi per avvicinare Montagna è parte integrante coincide anche con a paesi e montagne, invitando dell’impegno alla sua tutela l’inaugurazione del tracciato a scoprire, passo dopo passo, la “l’Alta Via dei Parchi” che collega trama naturalistica e culturale di due parchi nazionali, cinque parchi regionali e luoghi, paesaggi e storie dell’uomo”. un parco interregionale sul crinale appenninico. La cerimonia di apertura della XIV SNE, si terrà Il tracciato è frutto di un progetto voluto dalla l’8 settembre a Lizzano in Belvedere. Regione Emilia-Romagna ed è stato realizzato con il contributo del CAI. Sono a disposizione pacchetti completi che includono vitto, Contestualmente alla SNE 2012 si svolgernno la alloggio ed escursione. Per ogni informazione ulteriore e per i dettagli del programma è attivo il website di riferimento settima edizione dell’Appennino CinemaFestival, http://sne.caiemiliaromagna.org Lago di Bargetana Laghi di Sillara XII GIORNATA DEI SENTIERI L’ALTRA VIA DEI COLLI Un nuovo sentiero Cai sale sui colli bolognesi. È il 904 che parte da Via Vallescura e s’inerpica fino alla chiesetta di San Michele di Gaibola. Una passeggiata di 90 minuti, con 220 mt di dislivello, che conduce lontano dai rumori cittadini, passando per il Bosco di Ingegneria, Villa Aldini, l’Eremo di Ronzano, attraverso lo stesso (o quasi) sentiero che per due secoli (dal 1443) i bolognesi hanno ripercorso per ricordare la vittoria contro le truppe viscontee di Jacopo del Verme. 1000 ore di lavoro che hanno coinvolto le associazioni della Consulta dell’Escursionismo di Bologna, ed in prima linea la Sezione bolognese del CAI, con il compito più arduo fra tutti di confrontarsi, e mediare, con tutti gli altri soggetti presenti in collina: comune, proprietari, cooperative, agricoltori. Ma lo sforzo non sarà stato vano se la frequentazione dei sentieri in collina potrà contribuire alla sua difesa e valorizzazione attraverso il presidio del territorio, che vorrà dire anche manutenzione e pulizia del sentiero e del sottobosco limitrofo. LE ORIGINI DEL SENTIERO Dopo la vittoria, il 14 agosto 1443, di Annibale Bentivoglio sui Visconti, i bolognesi stabilirono di compiere ogni anno una solenne “cavalcata” al santuario della Madonna del Monte, situato dove oggi sorge Villa Aldini. Per oltre due secoli la processione seguì un sinuoso percorso sulle pendici del colle, per la disagevole via della Mela, sostituita nel 1660 dall’odierna via dell’Osservanza (la discesa avveniva per via Vallescura, con rientro in città da porta Saragozza). Il paziente lavoro della Consulta per l’Escursionismo ha riaperto parte dell’antico percorso, prolungandolo sino alla chiesa di San Michele di Gaibola, a pochi passi da un notevole affioramento gessoso. SALVAGUARDIA DELLE AREE PROTETTE E LEGGE QUADRO 394 Mentre si vanno ultimando i lavori per l’apertura dell’Alta Via dei Parchi, i Gruppi e le Associazioni per la salvaguardia dell’Ambiente, prendono posizione sulle proposte di modifica della Legge Quadro 394 sulle aree protette. Riportiamo di seguito l’opinione espressa dal gruppo Ambiente e Natura della sezione CAI Bologna (Operatori Tutela Ambiente Montano OTAM e Operatori Naturalistici e Culturali ONC) La Legge Quadro 394 del 1991 sulle aree protette obiettivo per proteggere ciò che ama: le montagne è stata strategica per attuare misure di protezione intese come terre alte. Non possiamo permettere che ambientale e valorizzazione storica e paesaggistica logiche miopi distruggano in poco tempo equilibri ispirate a legislazioni europee, superando logiche creati in centinaia di anni. Per questo motivo il CAI campanilistiche nella costituzione di parchi di dorsale chiede che tutte le competenze maturate in 20 anni appenninica. Dopo 20 anni pensiamo che si sarebbe di questa legge quadro vengano gestite ed attuate potuto fare di più per la conservazione e tutela favorendo strumenti di circolazione delle idee e di di aree particolarmente vulnerabili e in parallelo aggregazione tra tutte le forze istituzionali, di ricerca integrare le esigenze delle popolazioni locali con e di volontariato . le tradizionali attività agro-silvo-pastorali. Gli Enti LA POSIZIONE DELLE ALTRE ASSOCIAZIONI Parco non sono quasi mai riusciti a possedere tutti Associazione 394 nata esclusivamente per tutelare la LQ 394, gli organi governativi (Presidente, Direttore Consiglio in occasione dell’Anno internazionale dell’energia sostenibile per direttivo) impossibilitati così a sviluppare appieno i tutti (2012), ha redatto un documento tecnico sulla produzione programmi di ricerca, sviluppo e pianificazione. Le di energie rinnovabili nelle aree protette. Si sottolinea che le aree modifiche alla LQ 394 prevedono un accorpamento protette devono avere come obiettivo primario la salvaguardia di ed una diversa composizione degli organi di gestione flora e fauna, quindi la valutazione della realizzazione di impianti deve essere a ciò subordinata. Gli Enti locali devono essere messi dei parchi. L’obiettivo è soprattutto di risparmio nelle condizioni di mantenere questa priorità; in particolare si economico e si dovrà vigilare affinché, forti della crisi richiede che vengano evitate compensazioni economiche per il economica generale, non si pretenda di cancellare nulla osta alla realizzazione degli impianti. decenni di studi, di equilibri pazientemente creati Club Arc Alpin, pone l’attenzione sull’importanza di salvaguardare per fare spazio a speculazioni sotto le spoglie di le zone contigue alle aree protette e avere riguardo per le zone revisione della spesa. Il CAI persegue questo che sono candidate a diventare aree protette. Libri&Co. Per le vostre segnalazioni inviate una mail all’indirizzo: [email protected]. APPENNINO CINEMA FESTIVAL In carbonaia ad apprendere gli antichi mestieri In stretta collaborazione con il CAI Emilia Romagna, giunge alla settima edizione l’Appennino CinemaFestival, un’iniziativa culturale che si svolge nel cuore dell’Appennino Tosco Emiliano e che quest’anno si inserisce nelle attività della Settimana Nazionale dell’Escursionismo. Scopo del Festival è divulgare la cultura della montagna attraverso incontri, confronti, conferenze ed escursioni. Per le escursioni naturalistiche ci si avvarrà dell’esperienza del dott. Mauro Ferri e del Dott. Paolo Filetto, attività che ha visto sempre una folta partecipazione. Ci si potrà poi cimentare nella classica costruzione di una carbonaia didattica con l’annesso villaggio del carbonaio guidati da uno dei vecchi maestri del mestiere. Si coglierà l’occasione anche per la presentazione di mostre SONDRIO FESTIVAL MOSTRA INTERNAZIONALE DEI DOCUMENTARI SUI PARCHI Sondrio dal 1 al 7 ottobre 2012 Nato nel 1987, il Festival seleziona documentari naturalistici di alto livello scientifico e cinematografico tra la produzione mondiale di eccellenza. La sezione principale è dedicata ai parchi naturali, facendone un evento unico nel suo genere a livello internazionale. La altre sezioni riguardano ambiente, attività umane e sviluppo sostenibile. Mario Panizza, ospite delle passate Tutte le proiezioni si svolgono in edizioni dell’Appennino Cinema Festival presenza degli autori, di sera, e replicate il giorno successivo in orari fotografiche naturalistiche e più adatti per famiglie e scolaresche. storiche come quelle di A. Fornari e Scopo principale è infatti la diffusione C. Grenzi. Matteo Carletti illustrerà della cultura ambientalista attraverso il suo libro ‘L’alto crinale del l’educazione dei più giovani. I Frignano e della Garfagnana’. documentari selezionati concorrono al primo premio “Città di Sondrio” Appennino Cinema Festival (cinquemila euro), al premio “Parco dal 14 al 16 settembre 2012 a Nazionale dello Stelvio” (tremila euro) Pievepelago, presso il rifugio alpino Tullio Marchetti, Lago Santo e, per i documentari girati all’interno Modenese. dell’Unione Europea, al premio www.appenninocinemafestival.it “Regione Lombardia” (tremila euro). LIBRI DI MONTAGNA, E NON SOLO Antonella Lizzani Il potente incanto della Terra del Fuoco «Quando ero ragazzo Ultimo confine del mondo era uno dei miei libri preferiti. Avevo sempre desiderato seguire le orme di Lucas Bridges». Così dichiara Bruce Chatwin nel suo In Patagonia. Scritto nel 1947, il libro di Bridges racconta l’arrivo e la vita della sua famiglia nella Terra del Fuoco. Dalla fine dell’Ottocento alla metà del secolo successivo, i Bridges incrociano e Monte Pardo e Lago di Bargetana 10 accompagnano la trasformazione di questa terra mutevole e affascinante, allora ancora tutta dei fuegini. Il racconto, in cui la vera protagonista è la comunione profonda tra uomini e natura, nel senso più ampio e insieme più concreto, da voce a popolazioni formidabili oggi scomparse (gli ona e gli yaghan), a cercatori, avventurieri in fuga, gauchos, scienziati, missionari. La semplice cronaca di quegli anni, incredibilmente dettagliata ed emozionante, tenera e crudele, si trasforma nella narrazione di un’avventura straordinaria in una natura vergine e mobile, ai piedi di montagne impervie e di ghiacciai capaci di diventare ospitali per chi sa compiere i giusti passi. Al confine ultimo delle cose il cammino si fa conoscenza, il quotidiano diventa incanto. E. Lucas Bridges Ultimo confine del mondo Viaggio nella Terra del Fuoco Einaudi, 2009 Euro 24,00 11 Dione Gilmour autrice del film documentario Dalla cenere alla vita, Premio Città di Sondrio 2011 Prosegue il progetto “L’Italia dei LA RETE DEIl’adeguamento SENTIERI CAI sentieri” per ai nuovi standard di segnaletica di tutti i sentieri curati dal CAI (oltre 60 mila km). Una mostra - a cura del Gruppo Lavoro Sentieri - ne documenta lo “stato di avanzamento lavori”, regione per regione. In Emilia Romagna sono 3.294 i sentieri già segnati, per uno sviluppo della rete di circa 6.500 Km. IL PROGETTO IN CORSO PER ADEGUARE GRADUALMENTE I SENTIERI CURATI DAL CAI AI NUOVI STANDARD DI SEGNALETICA (INIZIATO NEL 1990 CON IL SENTIERO ITALIA ED ESTESO A TUTTA LA RETE NEL 1996) STA PROSEGUENDO PRESSOCHÉ OVUNQUE LUNGO IL SISTEMA DEI SENTIERI CAI CHE SI SVILUPPA ATTUALMENTE PER OLTRE 60MILA CHILOMETRI. A livello generale il CAI ha consolidato il suo ruolo di riferimento e di consulenza in questo campo e in diverse regioni il CAI ne è stato direttamente coinvolto e spesso da protagonista. Variegate sono le situazioni delle diverse regioni italiane non solo dal punto di vista della segnaletica e dello stato dei sentieri sul territorio, ma anche per le normative di settore. Oltre 10 regioni hanno legiferato o regolamentato in materia e, ad eccezione della Valle d’Aosta che anche in questo campo ribadisce la sua autonomia e la Liguria dove sopravvivono due leggi fra loro contraddittorie, quasi tutte le regioni applicano pressoché ovunque la “linea CAI”. Ben 60 sono infatti le convenzioni in atto fra CAI e Enti Pubblici (Regioni, Province, Comunità Montane, Comuni, ecc.) per la gestione dei sentieri. Significativo il protocollo d’intesa stipulato tra CAI e Federparchi per l’adozione di criteri condivisi nella realizzazione della segnaletica nelle aree protette. Questa mostra, realizzata grazie alle informazioni fornite dai vari organi periferici del CAI, tenta di rappresentare l’Italia dei Sentieri per la quale lavorano con passione ed impegno migliaia di soci CAI. NORGE2012 di Gianluca Mercatelli Prologo Aeroporto di Bologna, 31 marzo, check in. Ma cosa sono quelle lunghe sacche avvolte nel nastro adesivo che scorrono sui rulli ? E quello zaino da dove spunta una pala che ha un casco appeso a un moschettone? Non mi era mai capitato di salire in aereo con l’Arva... ma lo avrò spento ? Per me la “gita” comincia adesso... Tromso - Norvegia Dopo una notte passata a Oslo, giusto in tempo per un Kebab e un giro nella zona di Aker Brygge, il lato occidentale del porto, atterriamo tra montagne innevate a Tromso, splendida cittadina oltre il Circolo Polare Artico. Il tempo di organizzarci con auto e campeggio e partiamo. Sono le 16 (sì, le 4 del pomeriggio...) quando iniziamo la prima salita norvegese. Arrivato in cima, tolgo le pelli e mi guardo attorno. La luce è quella del Grande Nord, non si può spiegare, bisogna essere là, bisogna vederla, bisogna ascoltarla... Il fiordo è sempre davanti ai miei occhi, il mare calmissimo diventa un lago mentre scendo curvando tra le rade betulle. a Svolvaer verso le otto di sera (con sosta per una gita pomeridiana) e ci sistemiano nelle nostre due Rorbu (le antiche abitazioni dei pescatori). Dopo cena usciamo a fare due passi. Sta ancora nevicando, le case con le ampie vetrate sono tutte illuminate, dentro non si vede nessuno (stanno già dormendo, ma è tale la voglia di luce...). Saliamo su una collinetta dove la statua di Re Oystein domina con lo sguardo il paese sotto di noi, silenzioso, circondato dal mare e avvolto dalla neve... noi siamo dentro a una favola... Nei due giorni successivi, neve e sole, sole e neve si alternano a distanza di pochi minuti, ma la magia delle Lofoten è proprio questa. Che il Malus sia una sicurezza per ciò che riguarda lo scialpinismo lo sapevo, ma che fosse anche un abile cuoco è una scoperta. La cambusa e i fornelli sono il suo territorio e anche qui si muove “a vista e udito” con ottimi risultati. Solo la chiusura anticipata di tutti i negozi e i market per le festività Pasquali ci crea qualche problema. Siamo a Henningsvaer, un bellissimo paesino delle Lofoten quando Orazio, che di cognome fa Pescatore si avvicina a due pescatori (veri...) appena entrati in porto. Chiediamo di comprare qualche pesce ma i due fishermen non vogliono, nel senso che non vogliono soldi e ci regalano due enormi merluzzi; generosità norvegese! Dalle Lofoten prendiamo l’Hurtigruten, il traghetto dei fiordi, che ci riporta dopo una notte di navigazione tra fiordi e isolotti a Finnsnes. Isole Lofoten Dopo tre giorni di sole, splendide sciate nella polvere e aurore boreali nelle notti ci trasferiamo, mentre sta nevicando, alle isole Lofoten. Arriviamo a Kabelvag, splendido paesino vicino Gianluca Mercatelli Lyngen Alpen Gli ultimi giorni li trascorriamo a Svensby, nelle Lyngen Alpen, due giornate fantastiche! Partiamo al mattino, ad orari umani (dimenticatevi le levatacce delle nostre scialpinistiche), lungo la strada vediamo alcune renne che cercano i primi germogli scavando sotto la neve in riva al mare. Saliamo, un mare immobile dietro, cime innevate e lunghi ghiacciai davanti. Le pelli scivolano silenziose lungo la salita, una dietro l’altra, accompagnate da tracce piú larghe e rumorose. Sono quelle delle ciaspole della Marina. Mari sale in silenzio, con una lunga tavola da snow messa di traverso nello zaino, sarà la nostra “croce di vetta” per tutta la vacanza. La fatica in salita è tanta ma in discesa cambia tutto, i nostri sci tracciano esse ordinate nella polvere, interrotte solo dalle “curvone” dello snow... ma si sa, questi tavolari son cosí. Chi non si accontenta cerca altre cime nel pomeriggio, chi si accontenta si rilassa gustandosi il paesaggio. 12 13 Se fortunato incontra tre alci che tranquillamente attraversano la strada per poi scomparire nelle betulle. Meglio di così? Manca solo una bella nuotata... in mare, nel fiordo naturalmente. è usanza tra gli scandinavi dopo una bella sauna buttarsi nelle acque gelide, ma noi non siamo norvegesi e non abbiamo la sauna. Sono ormai le cinque di pomeriggio quando un gruppo di cinque “folli” scialpinisti, camminando sulla neve in ciabattine e asciugamano arrivano sulla spiaggia, fanno un bel respiro e si buttano in acqua! La temperatura esterna è di poco inferiore allo zero, quella interna si può immaginare... alcune belle bracciate e poi la risalita. Il mitico Tony, il più “anziano” del gruppo, nuota nel fiordo a delfino, come se fosse in una piscina riscaldata...lui è un vero vichingo. DIETRO LA FOTO CORNO ALLE SCALE (PARETE EST) Parco Regionale del Corno alle Scale – Escursione estiva lungo il sentiero CAI 119 “G. Ruffo” che, dal ponte sul Rio Casellino nei pressi del Rifugio Segavecchia, conduce, dopo oltre 1000 m di dislivello, ai 1945 m di Punta Margherita, la vetta più alta delle tre che costituiscono il massiccio del Corno alle Scale. Il sentiero, nel tratto finale al di fuori del bosco, sale lungo la linea di massima pendenza, offendo vedute spettacolari sull’alta valle del torrente Silla. Tromso – Aeroporto, 10 aprile Io e Claudio ci gustiamo l’ultimo Polsen (l’hotdog scandinavo) insieme agli altri indimenticabili “compagni di viaggio” (un caro saluto a Mari, Paola, Vale, Giorgio, Graz, Malus, Max, Orazio e Tony) mentre aspettiamo l’aereo che ci riporterà in Italia. La vacanza è ormai finita, ma a questa magica Norvegia che mi ha incantato prometto di fare ritorno… “Il paradiso è sotto i nostri piedi e sopra le nostre teste.” Henry D. Thoreau Il percorso è - per il dislivello - uno tra i più impegnativi dell’intero Appennino Dati di scatto CANON EOS 5D Mark II settentrionale. La foto vuole trasmettere proprio il senso di “verticalità” della salita, OBIETTIVO CANON EF 24-105 mm f/4 che viene esaltata dai massi di macigno in primo piano, anch’essi tendenti verso L IS USM Diaframma: f/10 l’alto per raggiungere la croce di Punta Sofia, dove lo sguardo si sofferma dopo aver Tempo di scatto: 1/125 s percorso dal basso verso l’alto tutto il fotogramma. Il blu così intenso e profondo Sensibilità: 250 ISO esposizione: - 2/3 del cielo è stato ottenuto utilizzando il filtro polarizzatore; ciò ha permesso anche di Compensazione Lunghezza focale: 24 mm saturare il verde della vegetazione e aumentare la nitidezza del paesaggio, già alta Bilanciamento del bianco: sole Scatto a mano libera grazie al diaframma chiuso a f/10. No flash 14 15 In sezione Ricordo di Orfeo Gatti Un anno di esperienza della Scuola di Escursionismo Sezionale Le parole giuste L’acqua e il vento La sanità delle prime cose – Il lavoro umano sull’elemento Liquido – la natura che conduce Strati di rocce su strati - il vento La nuvola – il lontano ammonimento Del fiume nella valle – E la rovina del contrafforte – la frana La vittoria dell’elemento – il vento Che scherza nella valle. Su la lunghissima valle che sale in scale La casetta di sasso sul faticoso verde: La bianca immagine dell’elemento. Dino Campana: I canti orfici – Salgo (nello spazio, fuori del tempo), p. 42, ed. Garzanti Il nostro Statuto è chiaro: divulgare la conoscenza della montagna e della natura ... Ed eccoci qua a proporre soprattutto corsi base di escursionismo: già, perchè in un periodo storico dominato dal “virtuale”, succede sovente anche nei paesi di montagna di trovare persone, ma soprattutto ragazzi che non sono mai stati in ambiente (su sentieri, nel bosco, voglio dire) e allora credo che proprio dai fondamentali si debba iniziare. Proporre conoscenza dell’ambiente selvatico: il nostro terreno di gioco. Dare consapevolezza che, giocando con la giusta misura, si può stare bene e divertirsi anche in quei luoghi meravigliosi, vicini a casa. La nostra Provincia è, per posizione geografica, una sorta di crocevia, luogo dove da sempre la gente transita, si incontra, si ferma e lascia tracce e questi segni noi possiamo scoprire ad ogni angolo di sentiero e la vita vegetale ed animale e il cielo che cambia ... Essere consapevoli significa rendersi conto e rendersi conto significa essere appagati, attenti e perciò sicuri. Questo è ciò che cerchiamo di dare iniziando proprio dai corsi base che da qualche anno proponiamo, con successo, anche in montagna (Monte San Pietro, Loghetto, Sasso Marconi, Loiano, Vado, Marzabotto). Ho avuto la fortuna di condurre i corsi di Vado e Marzabotto: da tempo non trovavo persone (soprattutto giovani) tanto interessate. E poi gli incontri per i Direttori di gita frequentati a fasi alterne, purtroppo: oggi la voglia di fare tutto ci porta, a volte, a non approfondire nulla. L’andare in ambiente, in montagna in particolare, richiede frequentazione che dà poi percezione, conoscenza, consapevolezza e chi pensa ad accompagnare è meglio improvvisi poco! Il rischio non lo si può di certo eliminare del tutto, ma ridurre alla giusta misura sì! E poi le uscite con i ragazzi della Facoltà di Geologia e poi i corsi avanzati, neve, sentieri attrezzati e ferrate ... Proprio da queste nuove leve (corsi periferici) è nata l’idea di una maglietta tecnica (che è reperibile in Sezione) e di ritorno dalle Foreste Casentinesi (ultima uscita del corso in rifugio autogestito) da parte di Davide questo brano di Dino Campana: Orfeo ha contribuito alle attività del CAI con assiduità ai tempi del presidente Farina, del quale era amico. Per le doti di grande umanità di Orfeo, i suoi amici vorrebbero ricordarlo a tutti i soci CAI come esempio di uno dei diversi modi di “andare in montagna” e di vivere l’associazionismo, non inferiore rispetto ad altri più noti e pubblicizzati. Caro Orfeo … e così ci hai lasciati… quasi in punta di piedi, alla tua maniera, dignitosissima. Hai saputo in vita regalarci momenti alti e piacevoli, grazie alla tua allegria, alla tua saggezza, alla tua professionalità. Ci hai portato per mano su fra le alte montagne che hai sempre amato e che hai fatto amare anche a noi. Hai saputo essere l’elemento aggregante di gruppi escursionistici del CAI, del Dopolavoro Ferroviario , del Treno Trekking e di “quelli del mercoledì”. Insieme a te siamo stati al rifugio del Montanaro, al Duca degli Abruzzi, a Capanno Tassoni, ecc. Il cuore però l’avevi lasciato nella terra del Vizzero e Pracchia dove avevi vissuto e lavorato e dove avevi lasciato i ricordi più cari. Ti ho conosciuto troppo tardi, quando i tuoi passi sull’erta si andavano facendo sempre più pesanti. Il tuo spirito no, quello era sempre pronto, vigile, esperto. Sapevi essere te stesso in compagnia e dietro… un buon bicchiere di vino. Allora la tua voce si faceva alta e tonante, trascinandoci nell’entusiasmo. Grazie per la tua saggezza, che distribuivi a piene mani a tutti, alla tua generosità, al tuo altruismo e alla tua voglia di vivere. Io mi sento orgoglioso e mi commuovo pensando di aver conosciuto un così grande uomo. Grazie a nome mio e, ne sono certo, di tutti gli altri amici e compagni che hanno avuto il piacere e l’onore di conoscerti. Scuole Manzolini al Teso, maggio 2012 L’esperienza continua accompagnando i ragazzi delle scuole, facendo escursioni, soprattutto quelle personali dove, in massima serenità, noi possiamo metterci in discussione e provare anche a sbagliare: sempre nella giusta misura intendo! Per accumulare conoscenza, per poi metterla a disposizione. Sergio Gardini Direttore Scuola Sezionale di Escursionismo Paolo Martini: modello dell’escursionismo curioso, discreto, umile. Di quelli che sanno bene che, quando si è in gruppo, mettersi al servizio degli altri è cosa ovvia: dai e prendi Di quelli che trovi sempre quando c’è bisogno Di quelli che sanno che il mondo si cambia un passo alla volta e ogni giorno fa qualcosa Di quelli che sanno che intanto cambiamo anche noi Ho avuto la fortuna di condividere cammino e vita sociale con Te (le vernici, i pennelli, il riordino delle attrezzature del gruppo) Com’era Tuo stile te ne sei andato in silenzio. Ai Prati di Mugnano Marino e Katia La nuova maglietta tecnica Un abbraccio, Sergio I geologi al Monte Adone, maggio 2012 16 17 DAL CORNO D’AFRICA AL CORNO ALLE SCALE In cammino e in ascolto sul nostro Appennino Appuntamento a ottobre con le proposte sorpendenti del programma bolognese Novità intriganti e misteriose e conferme di successo compongono il programma bolognese degli oltre trenta percorsi che nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 ottobre animeranno l’edizione 2012 di Trekking urbano, la manifestazione nazionale che anche quest’anno vede l’adesione del Comune di Bologna con l’organizzazione curata dal settore Turismo. Due giornate intense di proposte: una in più rispetto alla manifestazione nazionale, che per tutte le città aderenti ha lanciato il tema Storie comuni di uomini e donne non comuni e che Bologna declinerà con specifici percorsi Artiste, beate e assassine: storie minori di donne bolognesi; Eroi per caso: quando i bolognesi salvano sé stessi e la città; Mercato Navile: persone e mondi fra cronaca e storia. Novità rilevante di questa edizione petroniana sono anche i percorsi guidati esclusivamente in inglese e spagnolo. Una offerta unica per i turisti stranieri e in particolare per gli spagnoli cui saranno svelati per la prima volta i luoghi dove è stata marcata ‘La presenza spagnola a Bologna’ (dalla Chiesa di San Domenico dove è sepolto il santo spagnolo San Domingo de Guzmán fino al cortile del Collegio di Spagna) mentre per coloro cui l’italiano risulta ancora un po’ ostico, ecco i percorsi sui luoghi più caratteristici della città illustrati in lingua inglese. Le sorprese quest’anno sono molteplici anche per gli italiani: da ‘I luoghi della Bologna esoterica’ fino alle strade della ‘Bologna noir’ che solo il trekking urbano di quest’anno vi farà respirare. E ancora: Bologna tra le acque e rifugi antiaerei; gli scaloni monumentali di Bologna; storia, segreti e leggende della Bologna delle acque fino all’incursione nei luoghi degli ‘anni 80’. Non mancano i trekking nell’Appennino (Castel del Rio, Monte Adone, Monghidoro) e due percorsi attorno a Zola Predosa. Come da tradizione, protagonista di alcune uscite è la Consulta dell’Escursionismo, con il rinnovato impegno della nostra sezione. La rassegna L’Eco della Musica, con la direzione artistica di Carlo Maver, è giunta alla sua terza edizione. Coinvolge interpreti di fama internazionale per raccontare e valorizzare la bellezza delle nostre emergenze naturali. Si tratta di un Festival che propone ai turisti di raggiungere a piedi i rifugi del nostro Appennino accompagnati da guide, per poi assistere a concerti pensati per valorizzare questi paesaggi nel più assoluto rispetto della natura e dell’ambiente circostante. Il programma è stato concepito anche con una forte valenza turistica, in tutti i week end è infatti stato possibile pernottare e gustare i prodotti tipici della montagna bolognese. Ritengo interessante accendere il riflettore su questo progetto perchè mi sembra che rappresenti in modo assolutamente corretto il rapporto che deve esistere tra il piacere del cammino, la possibilità di conoscere la nostra montagna, il coinvolgimento di artisti che presentano la loro ricerca mettendola al servizio di un territorio, adattandosi alle sue caratteristiche ambientali e naturali. Per cercare di suggerire il fascino di questi appuntamenti provo a raccontare brevemente cosa è andato in scena nell’appuntamento del 7 e 8 luglio. Siamo partiti, rigorosamente a piedi, dal Cavone per inoltrarci nel meraviglioso sentiero che porta al Cavone alto, in quella che viene chiamata anche la Valle del silenzio ai piedi del maestoso Corno. Tutto il breve tragitto è stato caratterizzato da un reading dello scrittore Alessandro Riccioni che in diverse soste ha letto, accompagnato dal sax di Marco Tamarri di Mauro Manzoni, un testo affascinante ed emozionante dedicato ai faggi. Intorno al grande masso collocato nella sommità della valle si sono radunate oltre 100 persone che in religioso silenzio, terminata la performance di Riccioni e Manzoni, si sono incamminate verso la Porticciola e da qui in vetta al Corno per arrivare al Lago Scaffaiolo. Nel rifugio in serata è stato presentato, attraverso un reading musicale, “Timira” - romanzo meticcio di Wu Ming 2 e Antar Mohammed. All’alba abbiamo assistito allo splendido concerto di Abou Diarra, cantante e musicista africano, continuando ad evocare lo slogan che ci siamo dati per questo appuntamento dell’Eco della Musica: Dal Corno d’Africa al Corno alle Scale. Infine nel pomeriggio, di fronte ad un pubblico numerosissimo, è andato in scena il divertente e spassoso concerto del quartetto Saxofollia. Il tutto nell’assoluto rispetto delle nostre montagne, con l’intento e la capacità di promuoverle e farle conoscere, offrendo al progetto dell’Alta Via uno straordinario programma divulgativo e promozionale come è la rassegna L’Eco della Musica. UN PASSO DOPO L’ALTRO Antonella Lizzani Percorsi da un minimo di 1 ora e 30’ fino a un massimo di 6 ore. A Bologna e dintorni. 27 e 28 ottobre. Tutto il programma su www.bolognawelcome.it Info: [email protected] 18 19 OUTLET SALEWA outLEt CAStEL GuELFo Via del Commercio, 2/C Loc. Poggio Piccolo FERRARA 40023 Castel Guelfo di Bologna (BO) MODENA Tel.: +39 0542 488 003 BOLOGNA [email protected] USCITA CASTEL S. PIETRO TERME SALEWA RAVENNA IMOLA A14 FORLI CESENA 20 orario di apertura: lu 14.00 - 20.00 ma-ve 10.00 - 20.00 sa-do 10.00 -20.30