ALTE VIE - Cai Bologna

Transcript

ALTE VIE - Cai Bologna
Tariffa R.O.C.: Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB - Bologna.
Quota di abbonamento della pubblicazione euro 1,00 corrisposta dai destinatari con il rinnovo all’Associazione per l’anno in corso.
SulMonte
CAI - SEZIONE “MARIO FANTIN” BOLOGNA - NOTIZIARIO AI SOCI
ALTE VIE
sENTIERI
CHE UNISCONO
ALTA VIA DEI PARCHI
il progetto,
le tappe
IN NORVEGIA
scialpinismo
nel Grande Nord
n° 2/2012
SUL MONTE
Notiziario ai soci n. 2/2012
Club Alpino Italiano
Sez. Mario Fantin, Bologna
Direttore Responsabile
Luca Calzolari
In redazione
via Cesare Battisti, 11/a
tel. 051 234856
Ezio Albertazzi
Stefania Caputo
Clara Cassanelli
Stefano Chiorri
Lorenza Rossi
Eva Trombetti
Elena Vincenzi
COMUNICAZIONI AI SOCI
CONVENZIONE CON IL CUSB
Il Presidente ha recentemente firmato una convenzione con
il Centro Universitario Sportivo di Bologna per consentire agli
studenti universitari tesserati CUS di partecipare alle nostre
attività ed ai nostri corsi a tariffe agevolate. La convenzione,
con reciproca utilità, consente ai soci CAI di utilizzare la palestra
di arrampicata del CUS a tariffe agevolate, oltre a metterla
gratuitamente a disposizione dei nostri corsi per due giornate
all’anno. Il testo completo della convenzione è consultabile sul
sito della Sezione o in Segreteria.
UN CORSO CAI PER STUDENTI DI GEOLOGIA
Progetto grafico e impaginazione
Clara Cassanelli
Elena Vincenzi
Foto di copertina:
Antonella Lizzani
Per articoli, foto, segnalazioni:
[email protected]
Stampa
Grafiche A&B
Via del Paleotto 9/a - Bologna
[email protected]
Tel. 051 471666
Registrazione
c/o Tribunale di Bologna
n° 4227 del 1972
CLUB ALPINO ITALIANO
Sezione Mario Fantin - Bologna
Via Cesare Battisti, 11/a
tel/fax: 051 234856
e-mail: [email protected]
www.caibo.it
Segreteria
tel/fax: 051 234856
Martedì ore 9-13
Mercoledì, Giovedì,
Venerdì
ore 16-19
Chiuso in redazione
il 20/7/2012
La nostra Sezione, su richiesta della facoltà di Geologia
dell’Università di Bologna, ha tenuto nel maggio scorso un
corso di base ad 80 studenti del II e IV anno di geologia. Il
corso era finalizzato a trasmettere gli elementi fondamentali per
una frequentazione della montagna consapevole e quanto più
possibile sicura a chi dovrà, per scelta professionale, lavorare
in ambienti naturali non protetti, anche al di fuori dei sentieri
segnalati. Il corso si è articolato in tre incontri: in un primo in
aula si è parlato di pericoli, difficoltà, valutazione dell’ambiente
e delle capacità proprie e dei compagni; un secondo si è
tenuto a Badolo per insegnare le manovre di base (sicura e
auto sicura, nodi, materiale minimo, allestimento di una corda
fissa, discesa in corda doppia, risalita su autobloccanti. Tecnica
di movimento); un terzo, sul contrafforte pliocenico, sugli
aspetti escursionistici (orientamento, percezione dell’ambiente
naturale, il movimento, il gruppo). Il corso si è chiuso con la
soddisfazione degli studenti e dei professori di geologia. Tutti gli
studenti che hanno partecipato al corso si sono iscritti al CAI ed
hanno manifestato soddisfazione per aver potuto imparare un
po’ della nostra “arte” in un clima di collaborazione e reciproca
stima. Alcuni di loro hanno poi continuato a partecipare alle
nostre attività.
Un ringraziamento a Ernesto Crescenzi, Giorgio Ghedini e a
tutti gli istruttori e gli accompagnatori delle nostre scuole di
Alpinismo ed Escursionismo che, come al solito, si sono prodigati
per far riuscire il corso senza chiedere altra ricompensa che il
piacere di trasmettere le loro conoscenze e la passione per la
montagna.
IL CAI A RACE FOR THE CURE 2012
Partecipa con la nostra sezione a Race for the Cure, tre giorni di
salute, sport e benessere per sostenere la lotta ai tumori del seno
che culminano con la celebre corsa di domenica 30 settembre
ai Giardini Marherita. Per informazioni contatta la segreteria.
Visita anche il sito nazionale: www.raceforthecure.it
PUNTI RINNOVO TESSERA ANNUALE
Con l’Emilia-Romagna che vuole rinascere
La nostra storia, la nostra cultura non potevano vederci assenti dal moto di solidarietà alle popolazioni
del triangolo Ferrara-Modena-Bologna e dei vicini territori di Mantova, Rovigo e Reggio Emilia, colpite
dal terremoto. Sappiamo essere presenti nei momenti duri, ultimi l’Abruzzo e la Liguria. Da qui viene il
piano di raccolta di fondi promosso dal CAI Emilia-Romagna per concorrere – in sintonia con la Regione
- alla ricostruzione o ad attività sociali che la sostengano: un piano deciso dopo il 20 maggio e reso
drammaticamente urgente dopo i danni ancor più gravi che si sono registrati nei giorni successivi.
Quest’anno la vita del CAI si intreccia più volte con l’Emilia-Romagna. La nostra Assemblea Nazionale si
teneva a Porretta Terme quel 20 maggio in cui i Delegati furono svegliati dal primo terribile sisma e toccò
al Presidente Generale Martini comunicare le tristi notizie trasmesse dagli uomini del Soccorso Alpino,
già operativi sui luoghi del disastro. Altri volontari sono poi accorsi ancor più numerosi nelle successive,
tragiche ore. A settembre un secondo evento, per fortuna più felice, ci ritroverà in Emilia-Romagna per la
XIV Settimana Nazionale dell’Escursionismo, che coinciderà con l’inaugurazione dell’Alta Via dei Parchi. E’
un sentiero che dal versante tirrenico al versante adriatico unisce la Liguria alle Marche, attraversando due
Parchi nazionali (“Appennino Tosco-Emiliano” e “Foreste Casentinesi”), 14 Parchi regionali e numerose
Aree protette e si pone come un percorso di grande interesse naturalistico e storico al quale - su mandato
della Regione- hanno lavorato le nostre Sezioni, sia in fase di progettazione che di realizzazione. Una
generosa e massiccia partecipazione può contribuire ad essere d’aiuto per le Sezioni stesse.
Attivarci solidalmente, dunque, non ce lo impone solo la nostra cultura, ma anche una attiva presenza
dei nostri Soci nei territori colpiti. Delle 19 Sezioni emiliano-romagnole ben 17 hanno sede nella pianura
padana fra Appennino e Dolomiti, così come con quelle confinanti del Lombardo e del Veneto: Modena,
Carpi e Ferrara sono state tra le più provate. Il radicamento del CAI in questi luoghi è antico; da esso in
origine aderirono alla Sezione di Torino quei Soci che negli anni successivi costituirono le prime Sezioni
emiliane, iniziando una storia che oggi ci richiama ad un dovere: quello di essere protagonisti del grande
sforzo comune che la gente dovrà fare per rialzarsi. Il terremoto ha distrutto preziosi centri storici costruiti
dagli Estensi e dai Gonzaga ed anche tante moderne imprese, industriali e agricole, indispensabili alla
competitività dell’economia italiana. E’ da queste che si dovrà ripartire per fondare la ripresa su basi
solide. La nostra sottoscrizione vuol farcene partecipi. Dalle Sezioni, dagli Organi Tecnici e da tutta la
grande Famiglia del CAI sono certo che non mancherà una generosa risposta, nonostante il peso della
crisi economica e sociale che vive il Paese.” Chi oggi dà domani potrà ricevere”: questo sa chi vive di
volontariato e conosce da sempre il valore della solidarietà.
Paolo Borciani (Presidente del CAI Gruppo Regionale dell’Emilia Romagna)
Chiunque può aderire inviando il proprio contributo volontario sull’apposito conto aperto presso
Unicredit con IBAN IT 20 O 02008 12834 000100354743 intestato alla Delegazione Regionale CAI
Emilia-Romagna, inserendo la causale “Pro Popolazioni Terremotate Emilia Romagna”.
IN QUESTO NUMERO
primo piano
5 In
ALTA VIA: IL SENTIERO
CHE UNISCE
a cura di Clara Cassanelli
11
Libri&Co
LETTO PER VOI
12
Diario di viaggio
NORGE2012
Fabrizio Mercatelli
la foto
15 Dietro
CORNO ALLE SCALE
17
Marino e Katia,
Sergio Gardini
(PARETE EST)
Marco Albertini
di sezione
16 Vita
Un anno di esperienza
della Scuola di
Escursionismo
Sergio Gardini
Ricordi
ORFEO E PAOLO
18
CAI in città
IL TREKKING URBANO
Staff Trekking Urbano Bologna
19
Un passo dopo l’altro
DAL CORNO D’AFRICA AL
CORNO ALLE SCALE
Marco Tamarri
Tempi di crisi ed economia nei Parchi
In Italia il turismo natura è sempre più dinamico e non più un settore di nicchia. Lo confermano i dati riportati
nel IX Rapporto Ecotur sul turismo verde. Nel 2012 infatti questo segmento della filiera turistica ha raggiunto
il valore record di 11 miliardi. I segmenti più rappresentativi del turismo natura si sono dimostrati i Parchi e
le riserve con una quota di mercato superiore al 35%, seguiti dalla montagna (23%), dal turismo rurale (18%).
Tra i Parchi più richiesti il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, seguito dal Parco del Gran Paradiso, dalle
Cinque Terre, dallo Stelvio.
Le ragioni di una crescita così sorprendente ed in controtendenza ripsetto al dato europeo, sono legate
alla forte identità del prodotto ed al suo rapporto con il territorio, dove resta il 90% del fatturato, e che fa
sì che venga costruito un rapporto solido con gli abitanti e con i turisti che, a causa anche della forte crisi, scelgono sempre di più
di dedicarsi alle vacanze a chilometro zero. I dati economici, infine, dimostrano come sia strategica la realizzazione di sinergie tra
territori di pregio come Parchi di Mare e d’Appennino; un’Area Vasta, che dalle Cinque Terre arriva al crinale dell’Appennino passando
per i territori del Parco Vara Magra e Montemarcello fino alle Alpi Apuane scelta dai turisti amanti della natura e premiata soprattutto
dai villeggianti stranieri.
Rischio siccità: arrivano le Snowmaps BOLZANO Questa estate si annuncia torrida fin dai primi
giorni, nonostante le abbondanti nevicate che hanno bloccato
Bologna in inverno, sulle montagne ha nevicato poco e ora
cercando il fresco in quota si vedono fiumi, bacini e torrenti
a bassa portata. SnowMaps è il nome del software realizzato
da Mountain-eering, una società di ingegneria spinoff
dell’Università di Trento per conoscere con precisione la quantità
di neve in quota, permettendo di accertare con più precisione
quanta acqua si potrà utilizzare in primavera, aiutando così
le centrali idroelettriche della zona e la gestione dei bacini
di raccolta delle acque per uso agricolo e idrico. Sarà anche
possibile monitorare il rischio siccità e incendi conoscendo quali
zone potrebbero esserne più soggette a causa della mancanza di
neve o di acqua.
Concorso Internazionale Fotografia d’alta quota
BRESSANONE (BZ) Il primo luglio si è aperto il “National Geographic Photo
Contest 2012 by Ims e Kiku”. L’International Mountain Summit 2012 insieme al
National Geographic Germania organizza un nuovo concorso internazionale dedicato
alla fotografia in alta quota: dall’1 luglio al 31 agosto potete inviare i vostri scatti
più belli e vincere ricchi premi. Il tema delle foto è il modo in cui le montagne sono
plasmate dalla natura, dagli esseri umani, dagli animali e anche dalla cultura. Si
possono inviare le proprie foto dal primo luglio fino a fine agosto 2012 tramite il sito
dell’IMS www.ims.bz. Tutte le informazioni relative all’Ims o al National Geographic
Photo Contest 2012 by Ims and Kiku sono disponibili sul sito www.ims.bz oppure
su www.nationalgeographic.de.
VOLONTASSOCIATE a Bologna
Per l'ottavo anno consecutivo Volontassociate, la festa del
Volontariato e dell’Associazionismo bolognese riunisce le
associazioni per incontrare i cittadini di Bologna, e farsi
conoscere, coinvolgendoli nella festa e nella solidarietà
con stand, giochi, mostre, spettacoli, proiezioni, laboratori
creativi e tante altre attività che faranno divertire grandi
e piccini.
La grande festa provinciale del Volontariato e dell’Associazionismo
locale di Bologna si terrà domenica 23 settembre presso i Giardini
Margherita con numerose iniziative in programma.
Anche quest'anno il CAI di Bologna parteciperà alla festa, con
l'allestimento di uno spazio espositivo sulla montagna, materiali
informativi e programmi per le uscite 2012-13 e una serie di
pannelli illustrativi delle attività della sezione. In occasione
dell'evento il Cai bolognese proporrà una camminata sui colli,
in collaborazione con Trekking Italia (partenza ore 9 dai giardini
Margherita e ritorno ore 12,30).
L’occasione è preziosa per presentare il CAI alla città e per
contattare nuove persone interessate alla montagna.
Si invitano i soci a partecipare alla festa ed alla
camminata e a dare la loro disponibilità in segreteria
per alternarsi allo stand.
foto Monica Palazzini
FLASH SUL MONTE
Nei pressi di Passo Compione
Alta via: il sentiero che unisce
L
’Alta Via dei Parchi è un progetto del Servizio
Parchi e Risorse forestali della Regione EmiliaRomagna, nato con l’obiettivo di valorizzare
il sistema dei parchi di crinale, rafforzando le
sinergie tra tutela dell’ambiente e valorizzazione
del territorio, garantendo un adeguato
orientamento dei visitatori per la fruizione del
patrimonio ambientale e culturale limitrofo al
percorso. Prevede la realizzazione di un itinerario
di trekking lungo la dorsale appenninica che
collega le Aree protette presenti dal Passo della
Cisa, in provincia di Parma, sino a La Verna, in
provincia di Forlì Cesena per poi raggiungere
l’Eremo sul Monte Carpegna nel Parco del Sasso
Simone e Simoncello. Due i parchi nazionali
coinvolti: Appennino Tosco-Emiliano e Foreste
Casentinesi, Monte Falterona e Campagna;
cinque i parchi regionali: Alto Appennino
Modenese, Valli del Cedra e del Parma, Corno
alle Scale, Laghi di Suviana e Brasimone, Vena del
Gesso Romagnola; un parco interregionale: Sasso
Simone e Simoncello. L’itinerario individuato è di
500 km, suddivisibile in 27 tappe che terminano
in località fornite di strutture ricettive, e si
connette con l’Alta Via dei Monti Liguri al Passo
della Cisa, con la Via Francigena a Berceto e con
la Via Romea Peregrinorum al Passo di Serra.
Un importante anello della filiera turistica
regionale, per la componente estremamente
attrattiva e innovativa nella costruzione di pacchetti
turistici, che favorisce la destagionalizzazione,
sia utilizzando l’offerta ricettiva esistente, sia
stimolando la creazione di nuove strutture e di
nuovi servizi per il turismo escursionistico.
CORSI 2012 SETTEMBRE
SENTIERI ATTREZZATI E VIE FERRATE
Direttore del corso: AE-EEA Mauro Pini
[email protected]
Parte il 3 settembre prossimo alle 20,30 il corso rivolto a
chi desidera frequentare la montagna anche lungo percorsi
attrezzati e vie ferrate, apprendendo tecniche e comportamenti
che garantiscono la progressione in sicurezza.
Il Corso si articola in uscite pratiche in ambiente nei mesi
da Settembre a Ottobre alternate a lezioni teoriche che si
svolgeranno presso la sede sociale del CAI Bologna.
Quota d’iscrizione: euro 120,00
Orari segreteria: Mercoledì, Giovedì, Venerdì, 16- 19
Tel. 051234856.
Le 27 tappe
1. Berceto (808 m)
Lago Santo parmense
(1508 m)
2. Lago Santo parmense
(1508 m) Prato Spilla
(1350 m)
3. Prato Spilla (1350
m) Passo del Cerreto
(1261 m)
4. Passo del Cerreto
(1261m) Passo
Pradarena (1579 m)
5. Passo Pradarena
(1579 m) Lama Lite
(Rif. Battisti, 1761 m)
6. Lama Lite (Rif.
Battisti, 1761 m)
San Pellegrino in Ale
(1524 m)
7. San Pellegrino in
Alpe (1524 m) Lago
Santo modenese
(1502 m)
8. Lago Santo
modenese (1502 m)
Abetone (La Consuma,
1340 m)
9. Abetone (La
Consuma, 1340 m) Lago
Scaffaiolo (1754 m)
10. Lago Scaffaiolo
(1754 m) Rif. Monte
cavallo (1280 m)
11. Rif. M.te cavallo
(1280 m) Poranceto
(890 m)
12. Poranceto (890 m)
Boccadirio (719 m)
13. Boccadirio (719
m) Cà di Barba
(Montefreddi, 1030 m)
14. Cà di Barba
(Montefreddi, 1030 m)
Le Selve (490 m)
15. Le Selve (490 m)
Tossignano (255 m)
16. Tossignano (255 m)
Carnè (370 m)
17. Carnè (370 m)
Marradi (328 m)
18. Marradi (328 m)
Lago di Ponte (627 m)
19. Lago di Ponte (627
m) San Benedetto in
Alpe (500 m)
20. San Benedetto in
Alpe (500 m) Castagno
d’Andrea (727 m)
21. Castagno d’Andrea
(727 m) Campigna
(1070 m)
22. Campigna (1070)
Camaldoli (815 m)
23. Camaldoli (815 m)
Badia Prataglia (Il Carbonile, 970 m)
24. Badia Prataglia (Il Carbonile, 970 m) La Verna (1218 m)
25. La Verna (1218 m) Rifugio Biancaneve al Fumaiolo (1349 m)
26. Rifugio Biancaneve al Fumaiolo (1349 m) Bascio (624 m)
27. Bascio (624 m) Eremo Madonna del Faggio (1266 m)
L’Alta Via segue per due terzi del suo percorso
lo spartiacque dell’Appennino settentrionale fra
Emilia-Romagna e Toscana attraverso ambienti
naturali di rara bellezza. Le parti superiori
del crinale emiliano mostrano un evidente
modellamento glaciale e sono ricche di laghetti,
di immense praterie e di brughiere a mirtillo. Più
in basso il bosco si stende compatto su entrambi
i versanti; il faggio domina quasi ovunque sopra
gli 800 metri, ma non mancano le abetaie; le
Foreste Casentinesi conservano alcune delle più
belle formazioni boschive italiane, compresa la
primordiale foresta mista di Sasso Fratino. Nella
media montagna la vegetazione spontanea
sta rapidamente riconquistando i terreni un
tempo lavorati. Nelle colline romagnole spicca
il singolare microcosmo della Vena del Gesso,
con ambienti molto diversi: il più suggestivo è
senz’altro quello rupestre delle falesie meridionali.
Se nell’alto Appennino le condizioni climatiche
hanno consentito la sopravvivenza di piante ed
animali relitti dell’ere glaciali, qui prosperano
invece specie mediterranee adattate all’aridità
e all’insolazione estrema. Ed infine si passa
attraverso il gradevole paesaggio collinare del
Montefeltro, interrotto dai grandi massi calcarei
del Sasso Simone e Simoncello e del Monte
ALTAVIA
Antonella Lizzani
Una catena di ambienti diversi
Monte Gennaio
Carpegna dove si estendono boschi, prati e ambienti rurali
punteggiati da castelli, rocche e borghi storici.
I grandi predatori come l’aquila e il lupo e nella Vena del
Gesso, il gufo reale, sono i dominatori incontrastati di
questi territori.
Riserva di Sasso Fratino (www.agraria.org)
Parco delle Foreste casentinesi (www.agraria.org)
Il gufo reale nel Parco del Gesso della vena romagnola
IL DUOMO DI BERCETO: L’ALTA VIA INCROCIA LA FRANCIGENA
La prima tappa dell’Alta Via è lunga e impegnativa ma offre
una grande varietà ambientale, spaziando dal paesaggio
agrario del medio Appennino fino alle aspre cime del
crinale.
Si parte da un luogo calcato dai passi di innumerevoli
pellegrini: il duomo di San Moderanno di Berceto, ultimo
avamposto abitato prima del Monte Bardone (l’odierno
Passo della Cisa) per chi percorreva la via Francigena
medievale in direzione di Roma.
I pellegrini in viaggio sulla Via Francigena, dopo aver risalito
la Valle del Taro, potevano concedersi a Berceto il meritato
riposo e, voltandosi indietro al percorso già intrapreso,
recuperare nuove energie per valicare l’Appennino e
scendere verso un mare non più così distante.
solitudini selvatiche e del clima ostile del Monte Bardone,
l’odierno Passo della Cisa temuto dai pellegrini romei. La
nostra cavalcata attraverso l’Appennino settentrionale non
può perciò che prendere le mosse da questo luogo consacrato
da tempo immemorabile al camminare. E comincia con un
prodigio che ebbe come protagonista Moderanno, vescovo
della città bretone di Rennes all’inizio dell’VIII secolo.
Lo scenario storico è quello dell’alto Medioevo, con gran
parte dell’Italia centro-settentrionale compresa nel regno
Il tempio è uno dei più importanti edifici sacri dell’Appennino
settentrionale e, nonostante i rifacimenti, conserva ancora
l’impianto romanico e numerosi dettagli della costruzione
del XIII secolo, oltre ad una sobria solennità che pare
esagerata in un borgo appenninico che oggi ha poco più
di duemila abitanti. In realtà il duomo fu una tappa
importante nella geografia medievale del sacro: il borgo fu
infatti per secoli l’ultima “mansio” sul versante padano della
Via Francigena, avamposto di fede e di civiltà prima delle
dei Longobardi da poco convertiti al Cristianesimo. Durante il cammino
Moderanno sostò a Reims dove riuscì ad ottenere qualche reliquia di
San Remigio, il convertitore dei Franchi lì sepolto, portandole con sé
verso Roma. La numerosa comitiva di servi e chierici raggiunse senza
inconvenienti l’odierna Berceto dove, nel prepararsi a trascorrere la
notte, le sacre reliquie furono appese al ramo di una grande quercia;
ma la mattina dopo, nei preparativi per la partenza, furono dimenticate
sull’albero. Giunto quasi al passo, Moderanno si accorse delle reliquie
mancanti e mandò indietro il diacono Vulfato a recuperarle. Questi però
ritornò a mani vuote, ma anche con un racconto portentoso: non appena
aveva tentanto di afferrare il sacro involto, il ramo dove stava sospeso
si era sollevato fuori dalla portata del suo braccio. Dopo aver ascoltato
in silenzio, il vescovo ritornò sui suoi passi e provò anch’egli a prendere
le reliquie, ma con lo stesso risultato: l’albero, sollevando i rami, gliele
sottrasse. La cosa andò avanti fino a che Moderanno non celebrò messa
nel vicino monastero dedicato a Sant’Abbondio, con l’impegno di lasciare
le reliquie in quel luogo che non volevano abbandonare: e soltanto
allora i rami si abbassarono. Il re longobardo Liutprando, venuto a
conoscenza della vicenda, assegnò il monastero di Berceto a Moderanno,
che vi rimase fino alla morte offrendo ospitalità e conforto spirituale
a pellegrini e viandanti. Fantastica storia densa di temi medievali: il
sant’uomo, il pellegrinaggio, le reliquie, l’albero sacro, la volontà divina
che si manifesta attraverso eventi soprannaturali.
Testo estratto da “Alta Via dei Parchi. Un lungo cammino nell’Appennino
settentrionale” (l’uscita è prevista per il prossimo settembre)
UN LIBRO A METà TRA REPORTAGE E GUIDA
A settembre verrà presentata la guida “Alta Via
dei Parchi. Un lungo cammino nell’Appennino
settentrionale”, che raccoglie un reportage
narrativo e fotografico insieme a un ricco e
dettagliato apparato tecnico e approfondimenti
storico-ambientali. I due autori, Mario Vianelli
e Sandro Bassi, percorrono a piedi tutto il
tragitto raccontandone le bellezze: circhi
glaciali, praterie d’alta quota, laghi, faggete
e castagneti da frutto, limpidi torrenti, rupi
vulcaniche, falesie di gesso e calanchi. Nella
seconda metà del volume invece un dettagliato
apparato tecnico fornisce indicazioni utili a
chi voglia incamminarsi: alle informazioni
pratiche con le caratteristiche dell’itinerario e
le possibilità di accesso con mezzi pubblici,
seguono le 27 schede descrittive delle tappe,
documentate dalle carte topografiche con
l’indicazione dell’itinerario e dei principali
collegamenti con le località più prossime
al crinale appenninico; seguono poi le
informazioni sulle strutture (rifugi, ostelli,
alberghi, agriturismi, ecc.) individuate come
posti tappa ed infine 8 schede descrittive, una
per ogni Parco attraversato.
SETTIMANA DELL’ESCURSIONISMO e
MEETING NAZIONALE DEI SENTIERI:
un binomio vincente quest’anno
tutto emiliano-romagnolo
foto Antonella Lizzani
Quest’anno l’appuntamento con settimana dedicata al camminare in montagna è organizzata dal Gruppo
Regionale CAI dell’Emilia-Romagna. Dall’8 al 16 settembre, un nutrito programma di escursioni giornaliere e
trekking itineranti accompagnati, per una montagna amica e aperta a tutti, tra natura, cultura e buona cucina.
Lago Scaffaiolo
I PERCORSI PER MOUNTAIN BIKE
Da alcune edizioni la Settimana Nazionale dell’Escursionismo
si è arricchita di eventi legati ad una disciplina nuova per
il CAI: il cicloescursionismo o, per dirla in termini più
espliciti, l’escursionismo in mountain-bike, un attrezzo
che si va ad aggiungere a tutti quelli già in uso agli
escursionisti per permettere agli appassionati della
scoperta della montagna di poterla vivere in modo sempre
nuovo e diverso, ma sempre nel solco dello spirito che ci
accomuna quali soci del Club.
L’edizione 2012 della SNE che si tiene nella nostra regione
non poteva essere da meno e nel programma trovano
spazio due cicloescursioni e un interessante reportage di
viaggio.
A Berceto (PR), domenica 9/9, si scopriranno i borghi
di Piergiorgio Rivara
antichi e nascosti di Corchia e Valbona, in mezzo a
castagneti secolari, miniere e ricordi di lotte partigiane.
Il percorso richiede buone capacità di guida (MC+/BC).
A Pievepelago (MO), sabato 15/9, un panoramico giro ci
porterà a riscoprire un tratto della storica Via Vandelli,
incontrare tracce di popolazioni Celtiche e il famoso
ponte della Fola sullo Scoltenna risalente all’anno 1028.
L’escursione rappresenta l’occasione per il secondo raduno
regionale CAI di cicloescursionismo (difficoltà MC/MC).
Sempre a Pievepelago, venerdi 14/9, Bernardo Moranduzzo
presenterà la sua straordinaria avventura in bicicletta
“Dalla nebbia alle nuvole”, il racconto di un viaggio di un
anno dall’Emilia al Tibet.
Verso il Passo dello Strofinatoio
Un programma denso e articolato: sei trekking previsto a Pievepelago dal 14 al 16 settembre e
itineranti (con durata da 2 a 6 giorni) e 16 il XIV Convegno nazionale della sentieristica (in
escursioni giornaliere. Un’occasione unica per tre sessioni).
conoscere angoli di intensa bellezza e forte carica Per Il Club Alpino Italiano divulgare la Cultura
simbolica, immersi nell’avvolgente atmosfera della Montagna è parte integrante dell’impegno
della natura Appenninica.
alla sua tutela – ricorda Umberto Martini,
Ogni escursione è accompagnata
Presidente Generale Club Alpino
da Guide Escursionistiche CAI.
Italiano – e la Settimana Nazionale
Per Il Club Alpino Italiano
L’occasione
della
settimana
dell’Escursionismo è forse il
divulgare la Cultura della
nazionale
di
escursionismo
migliore dei modi per avvicinare
Montagna è parte integrante
coincide
anche
con
a paesi e montagne, invitando
dell’impegno alla sua tutela
l’inaugurazione del tracciato
a scoprire, passo dopo passo, la
“l’Alta Via dei Parchi” che collega
trama naturalistica e culturale di
due parchi nazionali, cinque parchi regionali e luoghi, paesaggi e storie dell’uomo”.
un parco interregionale sul crinale appenninico. La cerimonia di apertura della XIV SNE, si terrà
Il tracciato è frutto di un progetto voluto dalla l’8 settembre a Lizzano in Belvedere.
Regione Emilia-Romagna ed è stato realizzato
con il contributo del CAI.
Sono a disposizione pacchetti completi che includono vitto,
Contestualmente alla SNE 2012 si svolgernno la alloggio ed escursione. Per ogni informazione ulteriore e per i
dettagli del programma è attivo il website di riferimento
settima edizione dell’Appennino CinemaFestival, http://sne.caiemiliaromagna.org
Lago di Bargetana
Laghi di Sillara
XII GIORNATA DEI SENTIERI
L’ALTRA VIA DEI COLLI
Un nuovo sentiero Cai sale sui colli bolognesi. È il
904 che parte da Via Vallescura e s’inerpica fino
alla chiesetta di San Michele di Gaibola.
Una passeggiata di 90 minuti, con 220 mt
di dislivello, che conduce lontano dai rumori
cittadini, passando per il Bosco di Ingegneria,
Villa Aldini, l’Eremo di Ronzano, attraverso lo
stesso (o quasi) sentiero che per due secoli (dal
1443) i bolognesi hanno ripercorso per ricordare
la vittoria contro le truppe viscontee di Jacopo del
Verme. 1000 ore di lavoro che hanno coinvolto
le associazioni della Consulta dell’Escursionismo
di Bologna, ed in prima linea la Sezione
bolognese del CAI, con il compito più arduo fra
tutti di confrontarsi, e mediare, con tutti gli altri
soggetti presenti in collina: comune, proprietari,
cooperative, agricoltori.
Ma lo sforzo non sarà stato vano se la
frequentazione dei sentieri in collina potrà
contribuire alla sua difesa e valorizzazione
attraverso il presidio del territorio, che vorrà dire
anche manutenzione e pulizia del sentiero e del
sottobosco limitrofo.
LE ORIGINI DEL SENTIERO
Dopo la vittoria, il 14 agosto 1443, di Annibale
Bentivoglio sui Visconti, i bolognesi stabilirono
di compiere ogni anno una solenne “cavalcata”
al santuario della Madonna del Monte, situato dove oggi sorge Villa Aldini. Per oltre due
secoli la processione seguì un sinuoso percorso
sulle pendici del colle, per la disagevole via
della Mela, sostituita nel 1660 dall’odierna
via dell’Osservanza (la discesa avveniva per
via Vallescura, con rientro in città da porta
Saragozza). Il paziente lavoro della Consulta
per l’Escursionismo ha riaperto parte dell’antico
percorso, prolungandolo sino alla chiesa di San
Michele di Gaibola, a pochi passi da un notevole affioramento gessoso.
SALVAGUARDIA DELLE AREE PROTETTE E LEGGE QUADRO 394
Mentre si vanno ultimando i lavori per l’apertura dell’Alta Via dei Parchi, i Gruppi e le Associazioni per la
salvaguardia dell’Ambiente, prendono posizione sulle proposte di modifica della Legge Quadro 394 sulle aree
protette. Riportiamo di seguito l’opinione espressa dal gruppo Ambiente e Natura della sezione CAI Bologna
(Operatori Tutela Ambiente Montano OTAM e Operatori Naturalistici e Culturali ONC)
La Legge Quadro 394 del 1991 sulle aree protette obiettivo per proteggere ciò che ama: le montagne
è stata strategica per attuare misure di protezione intese come terre alte. Non possiamo permettere che
ambientale e valorizzazione storica e paesaggistica logiche miopi distruggano in poco tempo equilibri
ispirate a legislazioni europee, superando logiche creati in centinaia di anni. Per questo motivo il CAI
campanilistiche nella costituzione di parchi di dorsale chiede che tutte le competenze maturate in 20 anni
appenninica. Dopo 20 anni pensiamo che si sarebbe di questa legge quadro vengano gestite ed attuate
potuto fare di più per la conservazione e tutela favorendo strumenti di circolazione delle idee e di
di aree particolarmente vulnerabili e in parallelo aggregazione tra tutte le forze istituzionali, di ricerca
integrare le esigenze delle popolazioni locali con e di volontariato .
le tradizionali attività agro-silvo-pastorali. Gli Enti
LA POSIZIONE DELLE ALTRE ASSOCIAZIONI
Parco non sono quasi mai riusciti a possedere tutti
Associazione 394 nata esclusivamente per tutelare la LQ 394,
gli organi governativi (Presidente, Direttore Consiglio in occasione dell’Anno internazionale dell’energia sostenibile per
direttivo) impossibilitati così a sviluppare appieno i tutti (2012), ha redatto un documento tecnico sulla produzione
programmi di ricerca, sviluppo e pianificazione. Le di energie rinnovabili nelle aree protette. Si sottolinea che le aree
modifiche alla LQ 394 prevedono un accorpamento protette devono avere come obiettivo primario la salvaguardia di
ed una diversa composizione degli organi di gestione flora e fauna, quindi la valutazione della realizzazione di impianti
deve essere a ciò subordinata. Gli Enti locali devono essere messi
dei parchi. L’obiettivo è soprattutto di risparmio
nelle condizioni di mantenere questa priorità; in particolare si
economico e si dovrà vigilare affinché, forti della crisi richiede che vengano evitate compensazioni economiche per il
economica generale, non si pretenda di cancellare nulla osta alla realizzazione degli impianti.
decenni di studi, di equilibri pazientemente creati Club Arc Alpin, pone l’attenzione sull’importanza di salvaguardare
per fare spazio a speculazioni sotto le spoglie di le zone contigue alle aree protette e avere riguardo per le zone
revisione della spesa. Il CAI persegue questo che sono candidate a diventare aree protette.
Libri&Co.
Per le vostre segnalazioni inviate una mail all’indirizzo: [email protected].
APPENNINO CINEMA FESTIVAL
In carbonaia ad apprendere gli antichi mestieri
In stretta collaborazione con il
CAI Emilia Romagna, giunge alla
settima edizione l’Appennino
CinemaFestival, un’iniziativa
culturale che si svolge nel cuore
dell’Appennino Tosco Emiliano e
che quest’anno si inserisce nelle
attività della Settimana Nazionale
dell’Escursionismo. Scopo del
Festival è divulgare la cultura della
montagna attraverso incontri,
confronti, conferenze ed escursioni.
Per le escursioni naturalistiche ci
si avvarrà dell’esperienza del dott.
Mauro Ferri e del Dott. Paolo
Filetto, attività che ha visto sempre
una folta partecipazione. Ci si
potrà poi cimentare nella classica
costruzione di una carbonaia
didattica con l’annesso villaggio
del carbonaio guidati da uno
dei vecchi maestri del mestiere.
Si coglierà l’occasione anche
per la presentazione di mostre
SONDRIO FESTIVAL
MOSTRA INTERNAZIONALE DEI
DOCUMENTARI SUI PARCHI
Sondrio dal 1 al 7 ottobre 2012
Nato nel 1987, il Festival seleziona
documentari naturalistici di alto livello
scientifico e cinematografico tra la
produzione mondiale di eccellenza. La
sezione principale è dedicata ai parchi
naturali, facendone un evento unico
nel suo genere a livello internazionale.
La altre sezioni riguardano ambiente,
attività umane e sviluppo sostenibile.
Mario Panizza, ospite delle passate
Tutte le proiezioni si svolgono in
edizioni dell’Appennino Cinema Festival presenza degli autori, di sera, e
replicate il giorno successivo in orari
fotografiche naturalistiche e
più adatti per famiglie e scolaresche.
storiche come quelle di A. Fornari e
Scopo principale è infatti la diffusione
C. Grenzi. Matteo Carletti illustrerà
della cultura ambientalista attraverso
il suo libro ‘L’alto crinale del
l’educazione dei più giovani. I
Frignano e della Garfagnana’.
documentari selezionati concorrono
al primo premio “Città di Sondrio”
Appennino Cinema Festival
(cinquemila euro), al premio “Parco
dal 14 al 16 settembre 2012 a
Nazionale dello Stelvio” (tremila euro)
Pievepelago, presso il rifugio
alpino Tullio Marchetti, Lago Santo e, per i documentari girati all’interno
Modenese.
dell’Unione Europea, al premio
www.appenninocinemafestival.it “Regione Lombardia” (tremila euro).
LIBRI DI MONTAGNA, E NON SOLO
Antonella Lizzani
Il potente incanto della Terra del Fuoco
«Quando ero ragazzo Ultimo
confine del mondo era uno
dei miei libri preferiti. Avevo
sempre desiderato seguire le
orme di Lucas Bridges». Così
dichiara Bruce Chatwin nel suo
In Patagonia. Scritto nel 1947, il
libro di Bridges racconta l’arrivo
e la vita della sua famiglia nella
Terra del Fuoco. Dalla fine
dell’Ottocento alla metà del secolo
successivo, i Bridges incrociano e
Monte Pardo e Lago di Bargetana
10
accompagnano la trasformazione
di questa terra mutevole e
affascinante, allora ancora
tutta dei fuegini. Il racconto,
in cui la vera protagonista è la
comunione profonda tra uomini
e natura, nel senso più ampio e
insieme più concreto, da voce
a popolazioni formidabili oggi
scomparse (gli ona e gli yaghan),
a cercatori, avventurieri in fuga,
gauchos, scienziati, missionari. La
semplice cronaca di quegli anni,
incredibilmente dettagliata ed
emozionante, tenera e crudele,
si trasforma nella narrazione di
un’avventura straordinaria in
una natura vergine e mobile, ai
piedi di montagne impervie e
di ghiacciai capaci di diventare
ospitali per chi sa compiere i giusti
passi. Al confine ultimo delle cose
il cammino si fa conoscenza, il
quotidiano diventa incanto.
E. Lucas Bridges
Ultimo confine del mondo
Viaggio nella Terra del Fuoco
Einaudi, 2009
Euro 24,00
11
Dione Gilmour autrice del film
documentario Dalla cenere alla vita,
Premio Città di Sondrio 2011
Prosegue il progetto
“L’Italia dei
LA RETE
DEIl’adeguamento
SENTIERI CAI
sentieri” per
ai nuovi
standard di segnaletica di tutti i
sentieri curati dal CAI (oltre 60 mila
km). Una mostra - a cura del Gruppo
Lavoro Sentieri - ne documenta lo
“stato di avanzamento lavori”, regione
per regione. In Emilia Romagna sono
3.294 i sentieri già segnati, per uno
sviluppo della rete di circa 6.500 Km.
IL PROGETTO IN CORSO PER ADEGUARE GRADUALMENTE I SENTIERI
CURATI DAL CAI AI NUOVI STANDARD DI SEGNALETICA (INIZIATO NEL 1990
CON IL SENTIERO ITALIA ED ESTESO A TUTTA LA RETE NEL 1996) STA
PROSEGUENDO PRESSOCHÉ OVUNQUE LUNGO IL SISTEMA DEI SENTIERI
CAI CHE SI SVILUPPA ATTUALMENTE PER OLTRE 60MILA CHILOMETRI.
A livello generale il CAI ha consolidato il suo ruolo di riferimento e di
consulenza in questo campo e in diverse regioni il CAI ne è stato direttamente
coinvolto e spesso da protagonista. Variegate sono le situazioni delle diverse
regioni italiane non solo dal punto di vista della segnaletica e dello stato
dei sentieri sul territorio, ma anche per le normative di settore. Oltre 10
regioni hanno legiferato o regolamentato in materia e, ad
eccezione della Valle d’Aosta che anche in questo campo
ribadisce la sua autonomia e la Liguria dove sopravvivono
due leggi fra loro contraddittorie, quasi tutte le regioni
applicano pressoché ovunque la “linea CAI”. Ben 60 sono
infatti le convenzioni in atto fra CAI e Enti Pubblici (Regioni,
Province, Comunità Montane, Comuni, ecc.) per la gestione
dei sentieri. Significativo il protocollo d’intesa stipulato tra
CAI e Federparchi per l’adozione di criteri condivisi nella
realizzazione della segnaletica nelle aree protette. Questa
mostra, realizzata grazie alle informazioni fornite dai vari
organi periferici del CAI, tenta di rappresentare l’Italia dei
Sentieri per la quale lavorano con passione ed impegno
migliaia di soci CAI.
NORGE2012
di Gianluca Mercatelli
Prologo
Aeroporto di Bologna, 31 marzo, check in. Ma cosa sono quelle lunghe sacche avvolte nel nastro
adesivo che scorrono sui rulli ? E quello zaino da dove spunta una pala che ha un casco appeso a un
moschettone? Non mi era mai capitato di salire in aereo con l’Arva... ma lo avrò spento ?
Per me la “gita” comincia adesso...
Tromso - Norvegia
Dopo una notte passata a Oslo, giusto in tempo per un Kebab e un giro nella zona di Aker Brygge,
il lato occidentale del porto, atterriamo tra montagne innevate a Tromso, splendida cittadina oltre il
Circolo Polare Artico. Il tempo di organizzarci con
auto e campeggio e partiamo. Sono le 16 (sì, le
4 del pomeriggio...) quando iniziamo la prima
salita norvegese. Arrivato in cima, tolgo le pelli e
mi guardo attorno. La luce è quella del Grande
Nord, non si può spiegare, bisogna essere là,
bisogna vederla, bisogna ascoltarla... Il fiordo è
sempre davanti ai miei occhi, il mare calmissimo
diventa un lago mentre scendo curvando tra le
rade betulle.
a Svolvaer verso le otto di sera (con sosta per una
gita pomeridiana) e ci sistemiano nelle nostre
due Rorbu (le antiche abitazioni dei pescatori).
Dopo cena usciamo a fare due passi. Sta ancora
nevicando, le case con le ampie vetrate sono tutte
illuminate, dentro non si vede nessuno (stanno
già dormendo, ma è tale la voglia di luce...).
Saliamo su una collinetta dove la statua di Re
Oystein domina con lo sguardo il paese sotto
di noi, silenzioso, circondato dal mare e avvolto
dalla neve... noi siamo dentro a una favola... Nei
due giorni successivi, neve e sole, sole e neve
si alternano a distanza di pochi minuti, ma la
magia delle Lofoten è proprio questa.
Che il Malus sia una sicurezza per ciò che riguarda
lo scialpinismo lo sapevo, ma che fosse anche
un abile cuoco è una scoperta. La cambusa
e i fornelli sono il suo territorio e anche qui si
muove “a vista e udito” con ottimi risultati. Solo
la chiusura anticipata di tutti i negozi e i market
per le festività Pasquali ci crea qualche problema.
Siamo a Henningsvaer, un bellissimo paesino
delle Lofoten quando Orazio, che di cognome
fa Pescatore si avvicina a due pescatori (veri...)
appena entrati in porto. Chiediamo di comprare
qualche pesce ma i due fishermen non vogliono,
nel senso che non vogliono soldi e ci regalano
due enormi merluzzi; generosità norvegese!
Dalle Lofoten prendiamo l’Hurtigruten, il
traghetto dei fiordi, che ci riporta dopo una notte
di navigazione tra fiordi e isolotti a Finnsnes.
Isole Lofoten
Dopo tre giorni di sole, splendide sciate nella
polvere e aurore boreali nelle notti ci trasferiamo,
mentre sta nevicando, alle isole Lofoten.
Arriviamo a Kabelvag, splendido paesino vicino
Gianluca Mercatelli
Lyngen Alpen
Gli ultimi giorni li trascorriamo a Svensby, nelle
Lyngen Alpen, due giornate fantastiche! Partiamo
al mattino, ad orari umani (dimenticatevi le
levatacce delle nostre scialpinistiche), lungo la
strada vediamo alcune renne che cercano i primi
germogli scavando sotto la neve in riva al mare.
Saliamo, un mare immobile dietro, cime innevate
e lunghi ghiacciai davanti. Le pelli scivolano
silenziose lungo la salita, una dietro l’altra,
accompagnate da tracce piú larghe e rumorose.
Sono quelle delle ciaspole della Marina. Mari sale
in silenzio, con una lunga tavola da snow messa
di traverso nello zaino, sarà la nostra “croce di
vetta” per tutta la vacanza. La fatica in salita
è tanta ma in discesa cambia tutto, i nostri sci
tracciano esse ordinate nella polvere, interrotte
solo dalle “curvone” dello snow... ma si sa, questi
tavolari son cosí. Chi non si accontenta cerca
altre cime nel pomeriggio, chi si accontenta si
rilassa gustandosi il paesaggio.
12
13
Se fortunato incontra tre alci che tranquillamente
attraversano la strada per poi scomparire nelle
betulle. Meglio di così? Manca solo una bella
nuotata... in mare, nel fiordo naturalmente. è
usanza tra gli scandinavi dopo una bella sauna
buttarsi nelle acque gelide, ma noi non siamo
norvegesi e non abbiamo la sauna. Sono ormai
le cinque di pomeriggio quando un gruppo di
cinque “folli” scialpinisti, camminando sulla
neve in ciabattine e asciugamano arrivano sulla
spiaggia, fanno un bel respiro e si buttano in
acqua! La temperatura esterna è di poco inferiore
allo zero, quella interna si può immaginare...
alcune belle bracciate e poi la risalita. Il mitico
Tony, il più “anziano” del gruppo, nuota nel
fiordo a delfino, come se fosse in una piscina
riscaldata...lui è un vero vichingo.
DIETRO LA FOTO
CORNO ALLE SCALE (PARETE EST)
Parco Regionale del Corno alle Scale – Escursione estiva lungo il sentiero CAI 119 “G.
Ruffo” che, dal ponte sul Rio Casellino nei pressi del Rifugio Segavecchia, conduce, dopo
oltre 1000 m di dislivello, ai 1945 m di Punta Margherita, la vetta più alta delle tre che
costituiscono il massiccio del Corno alle Scale. Il sentiero, nel tratto finale al di fuori del
bosco, sale lungo la linea di massima pendenza, offendo vedute spettacolari sull’alta
valle del torrente Silla.
Tromso – Aeroporto, 10 aprile
Io e Claudio ci gustiamo l’ultimo Polsen (l’hotdog scandinavo) insieme agli altri indimenticabili
“compagni di viaggio” (un caro saluto a Mari,
Paola, Vale, Giorgio, Graz, Malus, Max, Orazio e
Tony) mentre aspettiamo l’aereo che ci riporterà
in Italia.
La vacanza è ormai finita, ma a questa magica
Norvegia che mi ha incantato prometto di fare
ritorno…
“Il paradiso è sotto i nostri piedi e sopra le nostre
teste.”
Henry D. Thoreau
Il percorso è - per il dislivello - uno tra i più impegnativi dell’intero Appennino Dati di scatto
CANON EOS 5D Mark II
settentrionale. La foto vuole trasmettere proprio il senso di “verticalità” della salita, OBIETTIVO CANON EF 24-105 mm f/4
che viene esaltata dai massi di macigno in primo piano, anch’essi tendenti verso L IS USM
Diaframma: f/10
l’alto per raggiungere la croce di Punta Sofia, dove lo sguardo si sofferma dopo aver Tempo di scatto: 1/125 s
percorso dal basso verso l’alto tutto il fotogramma. Il blu così intenso e profondo Sensibilità: 250 ISO
esposizione: - 2/3
del cielo è stato ottenuto utilizzando il filtro polarizzatore; ciò ha permesso anche di Compensazione
Lunghezza focale: 24 mm
saturare il verde della vegetazione e aumentare la nitidezza del paesaggio, già alta Bilanciamento del bianco: sole
Scatto a mano libera
grazie al diaframma chiuso a f/10.
No flash
14
15
In sezione
Ricordo di Orfeo Gatti
Un anno di esperienza
della Scuola di Escursionismo Sezionale
Le parole giuste
L’acqua e il vento
La sanità delle prime cose –
Il lavoro umano sull’elemento
Liquido – la natura che conduce
Strati di rocce su strati - il vento
La nuvola – il lontano ammonimento
Del fiume nella valle –
E la rovina del contrafforte – la frana
La vittoria dell’elemento – il vento
Che scherza nella valle.
Su la lunghissima valle che sale in scale
La casetta di sasso sul faticoso verde:
La bianca immagine dell’elemento.
Dino Campana: I canti orfici – Salgo (nello spazio,
fuori del tempo), p. 42, ed. Garzanti
Il nostro Statuto è chiaro: divulgare la conoscenza
della montagna e della natura ...
Ed eccoci qua a proporre soprattutto corsi base di
escursionismo: già, perchè in un periodo storico
dominato dal “virtuale”, succede sovente anche nei
paesi di montagna di trovare persone, ma soprattutto
ragazzi che non sono mai stati in ambiente (su
sentieri, nel bosco, voglio dire) e allora credo che
proprio dai fondamentali si debba iniziare.
Proporre conoscenza dell’ambiente selvatico: il nostro
terreno di gioco.
Dare consapevolezza che, giocando con la giusta
misura, si può stare bene e divertirsi anche in quei
luoghi meravigliosi, vicini a casa.
La nostra Provincia è, per posizione geografica, una
sorta di crocevia, luogo dove da sempre la gente
transita, si incontra, si ferma e lascia tracce e
questi segni noi possiamo scoprire ad ogni angolo
di sentiero e la vita vegetale ed animale e il cielo
che cambia ... Essere consapevoli significa rendersi
conto e rendersi conto significa essere appagati,
attenti e perciò sicuri. Questo è ciò che cerchiamo di
dare iniziando proprio dai corsi base che da qualche
anno proponiamo, con successo, anche in montagna
(Monte San Pietro, Loghetto, Sasso Marconi, Loiano,
Vado, Marzabotto).
Ho avuto la fortuna di condurre i corsi di Vado
e Marzabotto: da tempo non trovavo persone
(soprattutto giovani) tanto interessate. E poi gli
incontri per i Direttori di gita frequentati a fasi
alterne, purtroppo: oggi la voglia di fare tutto ci
porta, a volte, a non approfondire nulla.
L’andare in ambiente, in montagna in particolare,
richiede frequentazione che dà poi percezione,
conoscenza, consapevolezza e chi pensa ad
accompagnare è meglio improvvisi poco! Il rischio
non lo si può di certo eliminare del tutto, ma ridurre
alla giusta misura sì!
E poi le uscite con i ragazzi della Facoltà di Geologia
e poi i corsi avanzati, neve, sentieri attrezzati e
ferrate ...
Proprio da queste nuove leve (corsi periferici) è nata
l’idea di una maglietta tecnica (che è reperibile in
Sezione) e di ritorno dalle Foreste Casentinesi (ultima
uscita del corso in rifugio autogestito) da parte di
Davide questo brano di Dino Campana:
Orfeo ha contribuito alle attività del CAI con
assiduità ai tempi del presidente Farina, del
quale era amico. Per le doti di grande umanità
di Orfeo, i suoi amici vorrebbero ricordarlo a
tutti i soci CAI come esempio di uno dei diversi
modi di “andare in montagna” e di vivere
l’associazionismo, non inferiore rispetto ad altri
più noti e pubblicizzati.
Caro Orfeo
… e così ci hai lasciati… quasi in punta di piedi,
alla tua maniera, dignitosissima. Hai saputo in vita
regalarci momenti alti e piacevoli, grazie alla tua
allegria, alla tua saggezza, alla tua professionalità.
Ci hai portato per mano su fra le alte montagne che
hai sempre amato e che hai fatto amare anche a noi.
Hai saputo essere l’elemento aggregante di gruppi
escursionistici del CAI, del Dopolavoro Ferroviario ,
del Treno Trekking e di “quelli del mercoledì”. Insieme
a te siamo stati al rifugio del Montanaro, al Duca
degli Abruzzi, a Capanno Tassoni, ecc. Il cuore però
l’avevi lasciato nella terra del Vizzero e Pracchia dove
avevi vissuto e lavorato e dove avevi lasciato i ricordi
più cari.
Ti ho conosciuto troppo tardi, quando i tuoi passi
sull’erta si andavano facendo sempre più pesanti.
Il tuo spirito no, quello era sempre pronto, vigile,
esperto. Sapevi essere te stesso in compagnia
e dietro… un buon bicchiere di vino. Allora la
tua voce si faceva alta e tonante, trascinandoci
nell’entusiasmo.
Grazie per la tua saggezza, che distribuivi a piene
mani a tutti, alla tua generosità, al tuo altruismo e
alla tua voglia di vivere.
Io mi sento orgoglioso e mi commuovo pensando di
aver conosciuto un così grande uomo.
Grazie a nome mio e, ne sono certo, di tutti gli altri
amici e compagni che hanno avuto il piacere e l’onore
di conoscerti.
Scuole Manzolini al Teso, maggio 2012
L’esperienza continua accompagnando i ragazzi
delle scuole, facendo escursioni, soprattutto quelle
personali dove, in massima serenità, noi possiamo
metterci in discussione e provare anche a sbagliare:
sempre nella giusta misura intendo! Per accumulare
conoscenza, per poi metterla a disposizione.
Sergio Gardini
Direttore Scuola Sezionale di Escursionismo
Paolo Martini: modello dell’escursionismo
curioso, discreto, umile.
Di quelli che sanno bene che, quando si è in
gruppo, mettersi al servizio degli altri è cosa
ovvia: dai e prendi
Di quelli che trovi sempre quando c’è
bisogno
Di quelli che sanno che il mondo si cambia un
passo alla volta e ogni giorno fa qualcosa
Di quelli che sanno che intanto cambiamo
anche noi
Ho avuto la fortuna di condividere cammino
e vita sociale con Te (le vernici, i pennelli, il
riordino delle attrezzature del gruppo)
Com’era Tuo stile te ne sei andato in
silenzio.
Ai Prati di Mugnano
Marino e Katia
La nuova maglietta tecnica
Un abbraccio,
Sergio
I geologi al Monte Adone, maggio 2012
16
17
DAL CORNO D’AFRICA AL CORNO ALLE SCALE
In cammino e in ascolto sul nostro Appennino
Appuntamento a ottobre
con le proposte sorpendenti
del programma bolognese
Novità intriganti e misteriose e conferme di successo compongono il programma bolognese degli oltre trenta percorsi
che nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 ottobre animeranno l’edizione 2012 di Trekking urbano, la manifestazione
nazionale che anche quest’anno vede l’adesione del Comune di Bologna con l’organizzazione curata dal settore Turismo.
Due giornate intense di proposte: una in più rispetto alla manifestazione nazionale, che per tutte le città aderenti ha lanciato
il tema Storie comuni di uomini e donne non comuni e che Bologna declinerà con specifici percorsi Artiste, beate e assassine:
storie minori di donne bolognesi; Eroi per caso: quando i bolognesi salvano sé stessi e la città; Mercato Navile: persone e
mondi fra cronaca e storia.
Novità rilevante di questa edizione petroniana sono anche i percorsi guidati esclusivamente in inglese e spagnolo.
Una offerta unica per i turisti stranieri e in particolare per gli spagnoli cui saranno svelati per la prima volta i luoghi dove è
stata marcata ‘La presenza spagnola a Bologna’ (dalla Chiesa di San Domenico dove è sepolto il santo spagnolo San Domingo
de Guzmán fino al cortile del Collegio di Spagna) mentre per coloro cui l’italiano risulta ancora un po’ ostico, ecco i percorsi
sui luoghi più caratteristici della città illustrati in lingua inglese.
Le sorprese quest’anno sono molteplici anche per gli italiani: da ‘I luoghi della Bologna esoterica’ fino alle strade della
‘Bologna noir’ che solo il trekking urbano di quest’anno vi farà respirare. E ancora: Bologna tra le acque e rifugi antiaerei;
gli scaloni monumentali di Bologna; storia, segreti e leggende della Bologna delle acque fino all’incursione nei luoghi degli
‘anni 80’. Non mancano i trekking nell’Appennino (Castel del Rio, Monte Adone, Monghidoro) e due percorsi attorno a Zola
Predosa. Come da tradizione, protagonista di alcune uscite è la Consulta dell’Escursionismo, con il rinnovato impegno della
nostra sezione.
La rassegna L’Eco della Musica, con la direzione artistica di Carlo Maver, è giunta
alla sua terza edizione. Coinvolge interpreti di fama internazionale per raccontare e
valorizzare la bellezza delle nostre emergenze naturali. Si tratta di un Festival che
propone ai turisti di raggiungere a piedi i rifugi del nostro Appennino accompagnati
da guide, per poi assistere a concerti pensati per valorizzare questi paesaggi nel
più assoluto rispetto della natura e dell’ambiente circostante. Il programma è stato
concepito anche con una forte valenza turistica, in tutti i week end è infatti stato
possibile pernottare e gustare i prodotti tipici della montagna bolognese.
Ritengo interessante accendere il riflettore su questo progetto perchè mi sembra che
rappresenti in modo assolutamente corretto il rapporto che deve esistere tra il piacere
del cammino, la possibilità di conoscere la nostra montagna, il coinvolgimento di
artisti che presentano la loro ricerca mettendola al servizio di un territorio, adattandosi
alle sue caratteristiche ambientali e naturali.
Per cercare di suggerire il fascino di questi appuntamenti provo a raccontare
brevemente cosa è andato in scena nell’appuntamento del 7 e 8 luglio.
Siamo partiti, rigorosamente a piedi, dal Cavone per inoltrarci nel meraviglioso sentiero
che porta al Cavone alto, in quella che viene chiamata anche la Valle del silenzio ai
piedi del maestoso Corno. Tutto il breve tragitto è stato caratterizzato da un reading
dello scrittore Alessandro Riccioni che in diverse soste ha letto, accompagnato dal sax
di Marco Tamarri
di Mauro Manzoni, un testo affascinante ed emozionante dedicato ai faggi. Intorno al
grande masso collocato nella sommità della valle si sono radunate oltre 100 persone che in religioso silenzio, terminata
la performance di Riccioni e Manzoni, si sono incamminate verso la Porticciola e da qui in vetta al Corno per arrivare al
Lago Scaffaiolo. Nel rifugio in serata è stato presentato, attraverso un reading musicale, “Timira” - romanzo meticcio di
Wu Ming 2 e Antar Mohammed. All’alba abbiamo assistito allo splendido concerto di Abou Diarra, cantante e musicista
africano, continuando ad evocare lo slogan che ci siamo dati per questo appuntamento dell’Eco della Musica: Dal Corno
d’Africa al Corno alle Scale. Infine nel pomeriggio, di fronte ad un pubblico numerosissimo, è andato in scena il divertente
e spassoso concerto del quartetto Saxofollia. Il tutto nell’assoluto rispetto delle nostre montagne, con l’intento e la
capacità di promuoverle e farle conoscere, offrendo al progetto dell’Alta Via uno straordinario programma divulgativo e
promozionale come è la rassegna L’Eco della Musica.
UN PASSO
DOPO
L’ALTRO
Antonella Lizzani
Percorsi da un minimo di 1 ora e 30’ fino a un massimo di 6 ore.
A Bologna e dintorni. 27 e 28 ottobre.
Tutto il programma su www.bolognawelcome.it
Info: [email protected]
18
19
OUTLET
SALEWA outLEt CAStEL GuELFo
Via del Commercio, 2/C Loc. Poggio Piccolo
FERRARA
40023 Castel Guelfo di Bologna (BO)
MODENA
Tel.: +39 0542 488 003
BOLOGNA
[email protected]
USCITA CASTEL
S. PIETRO TERME
SALEWA
RAVENNA
IMOLA
A14
FORLI
CESENA
20
orario di apertura:
lu 14.00 - 20.00
ma-ve 10.00 - 20.00
sa-do 10.00 -20.30