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L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 27 APRILE 2014
Le storie
Bergamo senza confini
L’iniziativa
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza
confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della Comunità Bergamasca. Per chi lo desidera è possibile ricevere
gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].
«Con stringhe e codici di siti Internet
ho realizzato il mio sogno australiano»
DI FABIANA TINAGLIA
Programmatore informatico per Mtv e Bergamo On Line,
a 28 anni Giovanni Ferron è partito per Perth insieme alla sua ragazza.
«Con un minivan ho girato tutto il Paese in cerca di lavoro
Pulivo le camere negli hotel o facevo il “runner” nei ristoranti
È lì che ho capito che avevo voglia di smanettare in Rete»
pirito libero e voglia di
avventura. E allora ba­
sta un minivan per gi­
rare l’Australia. Lo ha
pensato Giovanni Fer­
ron che 5 anni fa ha comprato
un biglietto di sola andata per
Perth. E si è dato un tempo: un
anno per scoprire un mondo
lontano, migliorare l’inglese,
ma soprattutto imparare ad ar­
rangiarsi. Non così semplice in
questa epoca di «bamboccio­
ni», lui poi abituato a vivere con
una famiglia ricolma d’affetto
condito da brasato e polenta
tutte le domeniche a pranzo. E
così, con la fidanzata di sempre,
Laura Tronchi, Giovanni saluta
Arcene e parte. Ma quell’anno
è diventato un tempo indeter­
minato, perchè lui, adesso, è
cittadino australiano a tutti gli
effetti, mentre programma siti
web per un’azienda di comuni­
cazione di Melbourne, gioca a
ping pong tra una stringa di
codice e l’altra, fa gran giri in
bicicletta e si gode il clima mite
della «città più europea del­
l’Australia».
Uno smanettone, Giovanni, in
gergo giovanile si dice così: a 21
anni, ancora iscritto a Informa­
tica a Milano, ha iniziato a lavo­
rare per l’allora neonata «Ber­
gamo On Line», passando poco
dopo a Milano per Mtv.
Un’esperienza importante, che
lo rende più cosmopolita, men­
tre va a spasso per l’Europa con
lo zaino in spalla e si sente
pronto a un viaggio più lungo:
«A 28 anni sono partito con un
visto di un anno, il “Working
holiday”, che permette di lavo­
rare e visitare il Paese: era per­
fetto per me e Laura». Ma non
tutto è stato così semplice come
può sembrare: «Il nostro ingle­
se non era sufficiente neppure
per servire ai tavoli di un pub.
La gente era gentile, i datori di
lavoro disponibili ma noi non
abbastanza preparati. In più
era bassa stagione e le offerte
di lavoro scarseggiavano. Con
base in un ostello di Perth, e
senza alcun contatto italiano,
abbiamo cercato per un mese
una qualsiasi attività, anche la
più modesta, ma non c’erano
aperture».
Giovanni, però, non è uno che
si lascia abbattere facilmente:
«No, proprio no, e poi un anno
era ancora lungo, tutto da vive­
S
La scheda
Giovanni Ferron
33 ANNI,PROGRAMMATORE
DI SITI INTERNET
Nato a:
Treviglio/Arcene
Vive a:
Melbourne
Cosa mi è stato utile
dell’essere bergamasco:
La tenacia e la dedizione al
proprio lavoro
I ricordi:
Le serate in Città Alta, i
bagni nel Serio, le sciate
sulle montagne orobiche e
le sagre con i casoncelli
d’estate.
re. Così abbiamo comprato un
minivan dove poter anche dor­
mire e abbiamo raggiunto
Darwin».
Qui il lavoro si trova: «La matti­
na pulivamo le camere di un
hotel e la sera in un ristorante
facevamo i “runner”: dalla cu­
cina passavamo i piatti pronti
al cameriere di sala». Niente
contatti con il pubblico: «Sem­
pre a causa del nostro inglese
troppo scolastico – spiega –.
Non sono stati giorni facili: era­
vamo stanchi e con pochi soldi
ma dopo un mese di risparmi e
di vesciche ai piedi siamo ripar­
titi». Attraversato il deserto ar­
rivano a Melbourne: «E qui sco­
priamo la vera Australia e tro­
viamo la stabilità: mi mancava
il lavoro di programmatore.
Mentre rifacevo i letti nelle
stanze di albergo e vedevo quei
piatti di spaghetti che tutto
sembravano fuorché cibo ita­
liano mi sono deciso: dovevo
provare a cercare la mia vera
strada». E in una settimana
Giovanni ce la fa: «Metto un
annuncio in un sito di cerco­la­
voro e finisco alla “Dmj Radio”,
stazione radiofonica nazionale:
Bergamo senza confini è un progetto de
Mtv nel curriculum mi ha av­
vantaggiato e da lì la strada è
stata in discesa». Mentre Laura
studia e si forma come grafica
e illustratrice, Giovanni acqui­
sisce il visto di lavoro tempora­
neo e testa nuove esperienze:
«Vado a lavorare per Camp Au­
stralia, programmo database
per l’organizzazione per il pre
e post scuola dei bambini, atti­
vità incentivate dallo Stato au­
straliano per sostenere le fami­
glie con figli».
È questa l’azienda che «sponso­
rizza» la residenza del berga­
masco: «Passo i test d’inglese
e lo Stato riconosce, su indica­
zione del mio datore di lavoro,
la mia utilità professionale per
la nazione. Da qui acquisisco
anche garanzie sanitarie e ac­
cedo a fondi di studio». Mentre
nel weekend scopre una città
che lo fa innamorare: «Il clima
mite, la sua organizzazione,
l’alta qualità della vita, senza
frenesia, con un’organizzazio­
ne efficiente e un arricchimen­
to culturale. Qui natura e storia
vanno a braccetto». E non se la
dimentica più l’emozione pro­
vata appena sbarcato a Perth:
«Quella infinita estensione di
natura». Ma ogni tanto si volta
indietro, soprattutto adesso
che la sua vita sta affrontando
un nuovo step. Laura è tornata
in Europa, Giovanni sta traslo­
cando in un appartamento che
condividerà con altri tre ragaz­
zi australiani e sta lavorando in
una nuova azienda: «The Ro­
yals, un’agenzia di comunica­
zione molto moderna e dinami­
ca: a 33 anni sono il più vecchio,
roba da non crederci se si pensa
all’Italia…» dice lui che in
Skype ti fa un gran sorriso, con
il suo piercing al sopracciglio,
la t­shirt e i bermuda: «Qui
guardo il cielo blu e sono sere­
no: al lavoro l’atmosfera è frien­
dly (amichevole, ndr), abbiamo
il tavolo da ping pong, lavoria­
mo con ottimi risultati, ma nes­
suno controlla le pause caffè.
La birra è gratis, posso andare
in ufficio in infradito, e la sera
bastano due chiacchiere al pub
sotto un cielo stellato per sen­
tirsi felici». Ad Arcene e alla
nebbia non ci pensa: «Con
Skype vedo e parlo con la mia
famiglia, che mi manca. Mia
madre inizia ogni conversazio­
ne con la solita domanda: quan­
in collaborazione con
«Mi mancano gli amici, la famiglia, le sagre con i casoncelli
ma a Melbourne non rimpiango certo la nebbia della Bassa».
Grazie all’impiego fisso è diventato cittadino a tutti gli effetti.
Ora è in un’agenzia di comunicazione: «Vado in ufficio con le infradito,
gioco a ping pong con i colleghi durante le pause e la mia creatività
è un punto di forza, non certo un limite»
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Giovanni Ferron, 33 anni, da Arcene a Melbourne in Australia
1.Giovanni Ferron nel suo viaggio in Australia: è partito dandosi 12 mesi per trovare un lavoro e ce l’ha
fatta; 2. Il minivan con cui ha girato in lungo e in largo il Paese: per un periodo di tempo è stato la sua
casa; 3. Oggi è programmatore di siti Internet per una azienda di comunicazione, «The Royals»
do torni? Ma Melbourne è la
mia vita, qui ho trovato il giusto
equilibrio anche se ripenso ai
tuffi nel Serio, le sciate con gli
amici, le sagre d’estate a man­
giar casoncelli». In Australia
però ha un lavoro stimolante e
ben pagato, l’indipendenza, il
sogno che si è realizzato. Tra
una stringa di programmazione
e l’altra, lui continua a smanet­
tare, testare nuove tecnologie,
inventarsi nuovi siti che mette
online sul suo sito gvnn.it. «La
tecnologia mi ha portato qui e
mi ha reso quello che sono. Da
ragazzetto esuberante a Berga­
mo On Line ora sono sicura­
mente più consapevole, più re­
sponsabile, ma quella vena di
pazzia non me la scrollo di dos­
so». Quello spirito libero che lo
lascia senza fiato davanti ai
grandi spazi dell’Australia. E
l’inglese adesso come va? «Ora
mi dimentico le parole in italia­
no». E poi ride: «Però il berga­
masco no, quello me lo ricordo
alla perfezione». n
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