Prevenzione della dispersione solastica"Il mio successo...è stato

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Prevenzione della dispersione solastica"Il mio successo...è stato
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Dipartimento per l'Istruzione
Direzione Generale per gli Affari Internazionali
dell'istruzione Scolastica
Ufficio V
Unione Europea
Fondo Sociale Europeo
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
2000-2006
Programmazione 2000-2006
Obiettivo 1 (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia)
1999 IT 05 1 PO 013
Presentazione
logie e opportunità operative, ma soprattutto per stimolarle a svolgere un
ruolo propositivo di prevenzione e di
contrasto alla dispersione e al disagio
scolastico in tutto il territorio in cui si
trovano inserite. Si tratta di affermare
un modo di “essere scuola” diverso che
per il passato: non più limitato all’interno
del proprio edificio, al curricolo ufficiale
e allo studio settoriale di comparti di
conoscenza, ma aperto alla sperimentazione di nuovi orizzonti, allargato al
territorio in una prospettiva di relazioni
e scambi che porta alla nascita e al
funzionamento di reti tra scuole e fra
altri soggetti interessati alla ricerca
culturale e al risanamento sociale. La
valorizzazione di forme culturali di diversa
origine e caratura, il
perseguimento di linee di sviluppo intrecciate tra studio e
lavoro, l’incontro tra
ricerche a vocazione
ambientale e visione
planetaria dei problemi, l’integrazione
tra attività libere e creative e gli approfondimenti e le applicazioni rigorose di
regole e discipline, sono tutti aspetti di
questa nuova soggettività che il Centro
risorse sollecita e favorisce.
La Misura 3 del PON Scuola ha come
obiettivo l’attuazione di azioni di prevenzione e recupero della dispersione
scolastica e di riduzione della marginalità
sociale. Essa mira a recuperare all’istruzione tutti i soggetti in difficoltà, scolarizzati e non scolarizzati, riconoscendone
i bisogni e gli interessi, valorizzandone
le risorse intellettuali, relazionali ed
operative, promuovendone le capacità
ai fini di una migliore integrazione socioculturale e dell’occupabilità. I progetti
realizzati con tale Misura vengono finanziati con il Fondo Sociale Europeo.
La Misura 3 comprende:
-
l’Azione 3.1
“Prevenzione della
dispersione scolastica di alunni della
scuola di base nelle
aree a massimo rischio di esclusione
culturale e sociale”;
-
l’Azione 3.2
“Interventi per la
prevenzione ed il recupero della
dispersione scolastica degli alunni
della scuola secondaria superiore e
per il rientro dei drop out”;
- l’Azione 3.2 b “ Interventi contro
la dispersione scolastica e il disagio
sociale da realizzarsi presso i Centri
risorse contro la dispersione
scolastica”.
Gli scenari che si prospettano hanno
peraltro, come loro condizione esistenziale, la piena affermazione dell’autonomia scolastica intesa nel suo significato
più alto, come strumento tecnicogiuridico che mentre esalta la competenza professionale e lo spirito d’iniziativa dei singoli, utilizza la libertà amministrativa, didattica e funzionale in modo
responsabile, per ottenere i risultati
previsti al più alto livello possibile. Al
centro di tutto questo sistema non può
non esserci la risorsa umana: vale a
dire il protagonismo consapevole di tutti
coloro che partecipano alla rete, dagli
insegnanti ai genitori, dai dirigenti agli
amministratori pubblici, dal personale
non docente delle scuola ai vari operatori
del privato sociale. Si tratta di una
L’opuscolo raccoglie alcune esperienze
realizzate all’interno della Misura 3.2b,
considerata la più complessa, ma anche
l’esperienza più incisiva nella lotta contro
la dispersione scolastica.Essa viene
realizzata presso i centri risorse contro
la dispersione scolastica e il disagio
sociale istituiti con il Fondo Europeo
per lo Sviluppo Regionale.
I centri risorse nascono non solo per
dare alle scuole delle zone economicamente e socialmente svantaggiate (nei
centri urbani come nelle zone di montagna e nelle piccole isole), un aiuto
materiale in attrezzature, servizi, tecno-
3
soggettività responsabilmente orientata,
che parte perciò da una presa di coscienza nuova sul ruolo e i compiti che
ci attendono.
fidenza verso un nuovo modo di operare, in rete, fuori dagli schemi rassicuranti
dell’assetto scolastico. Il mondo intorno
a noi non si cambia dall’oggi al domani,
ma la chiarificazione dentro di noi è
possibile. E la docente che “dopo trenta
anni di onorato servizio” si sente stanca,
demotivata, fuori posto (“non ci si trovava più”), messa in condizione di esprimere una propria originalità di ricerca,
coinvolta in modo positivo si sente
cambiata. Analogo il percorso del dirigente che conclude la sua relazione
con “a proposito… anch’io lo rifarei” .
I materiali che qui si presentano, sono
costituiti da alcune relazioni inviate dai
Centri risorse e contengono le considerazioni che fanno i soggetti ivi operanti,
dopo il primo periodo di attività. La loro
lettura ci consente di cogliere alcuni
segnali forti, da non sottovalutare.
Non tutto è ovviamente pacifico e
scontato e/o giustamente indirizzato al
risultato atteso. Ma emergono già alcune
consapevolezze di fondo che possono
tracciare o almeno prefigurare linee di
sviluppo assolutamente importanti.
Pensiamo, per un terzo esempio, agli
utenti. Agli allievi giovani che, scoprendo
di riuscire ed essere apprezzati in attività
che non sapevano di poter affrontare
(cantare, parlare l’inglese), si fanno
ricchi del piacere di stare in un luogo
accogliente come è diventata la scuola,
- quella scuola che li aveva, fin lì, resi
diffidenti e ostili. O pensiamo agli adulti
che sentono riapparire interessi ormai
dimenticati, vivendo un’esperienza nuova, al di fuori della routine quotidiana,
sicché possono trasmettere ai figli la
“voglia di istruzione” che essi stessi
hanno or ora sperimentato.
Pensiamo, per esempio, al rapporto
con il territorio, o come si legge in una
relazione di un Centro pugliese, alla
individuazione e al funzionamento di
una “coppia” virtuosa: la scuola e la
strada. C’è la consapevolezza del vantaggio che si ha se si mettono insieme
in modo produttivo, la capacità che ha
la scuola di progettare, organizzare
mettere a disposizione e usare attrezzature e strutture tarate sulla formazione, e la fantasia, la creatività, l’entusiasmo, il modo diverso di pensare e di
vivere che ha la strada. “Poche volte
s’era vista”, dicono a Cagliari, “una
scuola così viva e trafficata”. Qui è la
svolta del futuro. Non più una frontiera
fra scuola e territorio, l’un contro l’altro
armati; ma un apprezzamento reciproco
per contributi naturalmente diversi. Il
confine diventa la porta di accesso e di
uscita, il luogo dell’incontro e dello
scambio che produce un reciproco accrescimento. Perfino un’istituzione totale, tradizionalmente esclusa dal consorzio civile, come è un istituto di pena,
può diventare una risorsa (come è
successo per una scuola a Catanzaro).
Ecco, tutto questo, e altro ancora sulla
stessa lunghezza di discorso, può sembrare poca cosa. Certo, non è ancora
il rinnovamento della scuola e della
società che tutti auspichiamo, ma è il
primo passo, la presa di coscienza delle
nuove possibilità che le attività dei
progetti europei offrono. È la consapevolezza che il successo di queste iniziative dipende in buona parte da noi, dal
nostro modo di stare dentro i rapporti
sociali, dal nostro modo di essere. Un
buon viatico per l’affermazione piena
e convinta di una cittadinanza alla ricerca di libertà e democrazia.
Pensiamo, per un altro esempio, ai
docenti e ai dirigenti scolastici. Non si
sono trovati davanti a un compito facile.
Oltre alle difficoltà oggettive, dell’ambiente degradato (vedi Scampia), c’è
anche l’insicurezza soggettiva e la dif-
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Istituto Comprensivo “ABATE GIOACCHINO”
CELICO (CS)
Azione 3 . 2 . b
“IRIDE”
Andare indietro nel tempo per recuperare il passato in prospettiva di un
futuro diverso e migliore è stato il
percorso che il Progetto Iride, dal 15
aprile al 24 giugno 2004, ha compiuto
alla ricerca di forti radici a cui ancorare
solidi valori umani e sociali. E con
occhi colmi di fascino e di attese giovani non più studenti, ragazzi difficilmente studenti e genitori disorientati
porto di uno psicologo e di una pedagogista, si sono soffermati sui temi
dello svantaggio, della difficoltà di
relazione con l'adulto, del rischio di
devianza e di emarginazione culturale,
riuscendo ad entrare con maggiore
consapevolezza nelle dinamiche presenti all'interno dei gruppi giovanili e
a conoscere i processi educativi riferiti
alle situazioni ambientali. La stesura
di un decalogo, dal titolo “La fatica di
essere genitori”, ha concluso le trenta
ore di questa prima fase di lavoro, ma
il successivo inserimento nei diversi
moduli in cui erano impegnati i propri
figli ha qualificato in modo innovativo
la loro partecipazione, poiché le esperienze vissute insieme hanno consentito un coinvolgimento anche emotivo,
molti steccati sono stati abbattuti e
diversi reciproci pregiudizi e diffidenze
sono stati superati. Essi hanno seguito,
ascoltato, consigliato con interesse
ed entusiasmo e il riscoprire il gusto
di lavorare la calda materia del legno,
austero ma duttile nelle sapienti mani
di artigiani, depositari di un'arte antica
e rinnovata in idee al passo con le
moderne esigenze, ha unito in una
fattiva collaborazione un gruppo di
giovani/adulti, eterogeneo per età e
per sesso, ma affine per interesse e
volontà in un contesto ambientale (la
piccola ed isolata contrada silana di
Lagarò) marginale rispetto ai più fortunati centri urbani. La riscoperta dei
suoni del passato e il rinnovare le
usanze canore pre-silane, che nei
hanno guardato l'apparire di un arcobaleno i cui colori significavano possibilità di partecipazione, di solidarietà,
di legalità, di ambiente, di cultura, di
formazione, di lavoro per un domani
di riscatto e di speranza.
Si sono aperti, così, scenari nuovi e
interessanti per rimotivare allo studio
ragazzi a rischio di dispersione scolastica, per riavvicinare al sistema di
istruzione giovani drop-out e per
fornire ai genitori delle chiavi di lettura
più adeguate per seguire il percorso
di formazione dei loro figli. Il modulo
“Genitori in cammino” ha visto, infatti,
coinvolti venti genitori che, con l’ap-
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secoli hanno accompagnato i vari
momenti della vita quotidiana e le
ricorrenze religiose, hanno appassionato anche i più giovani, che, trovando
nei genitori una insospettata memoria
storica, hanno vissuto momenti di
socializzazione nello stare insieme,
nel confrontarsi, nel sostenersi a vicenda e riuscire ad esprimere sul
palcoscenico la loro carica di vitalità
attraverso balli, canti e parole emersi
dalle melodie di una cultura apparentemente marginale ed emarginata.
Nel recupero, nella riappropriazione
e nell'affermazione di un'identità culturale fortemente legata al proprio
territorio gli studenti dell’Istituto d’Arte
di San Giovanni in Fiore hanno tratto
una fertile fonte d'ispirazione per la
realizzazione di particolari decorazioni
pittoriche su rame e di monili richiamanti le "figure" dell'abate Gioacchino,
riuscendo ad essere protagonisti attivi
di una progettualità stimolante e creativa al di fuori degli angusti banchi
scolastici. Nella prospettiva di non
essere schiacciati da una globalizzazione che annulla nella massificazione
risorse e tipicità locali, i ragazzi
dell'Istituto Tecnico Agrario Statale
"Tommasi" di Cosenza hanno scommesso sulla possibilità di essere un
domani imprenditori in quei settori
tarati sulle caratterizzazioni del territorio, quali la conservazione e la trasformazione dei prodotti agroalimentari. Nell'attenzione e
nell'impegno evidenziati durante gli
stage in aziende agricole, c'è stato
tutto il desiderio di realizzare quanto
di positivo inespresso albergava nelle
menti di ragazzi la cui volontà final-
mente si esplicitava in azioni concrete.
Un buon viatico per guardare con
più fiducia al proprio futuro! Un futuro
che gli studenti dell'Istituto Tecnico
Commerciale statale "G. Pezzullo" di
Cosenza hanno sperimentato simulando processi di commercializzazione
on-line. La conoscenza sul campo di
gestione del magazzino, di marketing
aziendale e di contabilità ha stimolato
nei ragazzi un processo di emulazione
che li ha portati a prospettare iniziative
imprenditoriali specifiche nel settore.
La ricaduta del progetto in tutte le
classi dei diversi segmenti scolastici,
infine, non solo ha arricchito l'offerta
formativa, ma ha dato l'opportunità
di sperimentare percorsi didattici più
dinamici ed operativi, aprendo al sorriso e alla speranza i cuori di ragazzi,
di giovani e di adulti idealmente uniti
nell'unica cordata che dall’Iride si
ammanta di luce e colori.
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Istituto Comprensivo “B. MINEO”
FAVIGNANA (TR)
Azione 3 . 2 . b
ISLANDS
Il Progetto elaborato da questa scuola ha tenuto conto di tre sostanziali
criticità:
go, apprendimento di “qualcosa”,che
servirà.
Il Progetto dunque, dopo la
sua elaborazione, è stato lanciato
secondo la normativa suggerita e con
il nostro entusiasmo. Pubblicizzazione
attraverso i media, bei manifesti inviati
nei luoghi caldi di 3 province ( Trapani,
Palermo, Agrigento) e sparsi nel territorio delle 3 isole; presentazione
multimediale alla popolazione e Amministrazioni locali di Comune, Provincia, scuole e C.S.A. di Trapani.
1.nella scuola dell’obbligo, elementare e media delle isole minori non
vi sono casi – se non sporadici –
di dispersione o abbandono.Vi sono però numerosi casi di disagio,
alcuni di devianza, e molti di insuccesso. Questi ultimi riscontrabili nelle seguenti criticità:
2. il tasso di abbandoni e le ripetenze
nella fascia della secondaria superiore – che si frequenta come pendolari sulla terraferma – è alto,
alta è quindi la percentuale di
drop out senza titolo di studio professionalizzante.
In un gradevole pomeriggio: molti
consensi dagli ospiti venuti dalla terraferma (tanti); Amministrazione rappresentata solo da un Assessore P.I.
ad interim, giovani drop out assenti,
popolazione che poteva essere più
numerosa.
3. i genitori, adulti ex alunni, abitanti
un territorio privo di risorse culturali, sono per lo più incapaci di “
governare”un rapporto, un dialogo
fra loro stessi e con i figli.
Il Progetto quindi, costituito da 4
moduli per allievi e 1 per genitori, ha
puntato al coinvolgimento, condiviso
e luminoso, di giovani e adulti “
dispersi” in attività che potessero
ricuperarli: a interessi di livello più
alto e profondo; alla consapevolezza
di sé e delle proprie capacità; alla
necessità di reciproca comprensione;
alla evidenza delle vere problematiche
che investono ogni tipo di rapporto.
Reperimento esperti: I bandi sono
stati diffusi con molta cura, le risposte
poche (l’isola), ben valutate e sistemate in graduatoria. I tutor interni,
con i loro curricula, sono stati scelti.
Le riunioni preliminari, le iscrizioni,
il calendario, tutto è stato svolto,
puntualizzato e il materiale di base
predisposto e distribuito.
I moduli:
La centralità del “luogo
scuola” doveva modificare in positivo
il concetto che adulti e giovani avevano
dello stesso: parcheggio,noioso obbli-
World Voice: attività ludicoinformatico-operative sulla lingua inglese: solo alunni interni. Un buon
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risultato in competenze; lavoro collaborativi.
- Il giardino di Caliban: prototipo
di ripristino di un antico processo
agricolo nelle cave di tufo dismesse:
Allievi interni, a rischio, con buona
percentuale di recupero e molto
interesse.Richiesta la prosecuzione.
- Il filo di Arianna: modulo sullo
studi e recupero di beni culturaliadozione di un sito “ la grotta del
pozzo”. Allievi interni. Alto interesse
nelle attività e ricerche previste. Si
vuole la continuazione.
- Forma, movimento, suono: solo
allievi interni. Alto il recupero di
corporeità e di abilità scenografiche
e musicali. Si vuole la continuazione.
- Documentiamoci- genitori. Molto
più di 20 le iscrizioni richieste di
proseguire. Il modulo ha aperto
molte finestre nel mondo dei giovani
genitori locali, ha fatto loro acquisire
abilità nell’uso di strumenti ma
soprattutto li ha guidati alla scoperta
di se stessi bambini, ragazzi, figli e
oggi parte di una comunità che deve
affrontare ogni giorno stessi problemi
e stesse sconfitte.
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Istituto Comprensivo
ORGOSOLO (NU)
Azione 3 . 2 b
Una scuola anche per me
Il progetto, avviato dall’Istituto Comprensivo di Orgosolo il 15 settembre
2003, era articolato in cinque moduli
di 50 ore ciascuno ed uno di sensibilizzazione per i genitori
Istruzione gli interventi mirati contro
la dispersione scolastica con corsi: di
teatro, pittura muralistica, informatica,
equitazione per gli alunni della scuola,
ambiente per gli adulti, e un modulo
specifico per i genitori dei giovani
protagonisti delle lezioni extrascolastiche.
I moduli, finalizzati al raggiungimento di determinati obiettivi, con
attività pertinenti agli interessi e bisogni dei ragazzi, degli adulti e dei
genitori, privilegiavano: attività di
ascolto e produzione per migliorare
il livello delle competenze conoscitive,
comunicative, espressive, manipolative e relazionali.
Sono ventisei gli alunni delle prime
tre classi delle elementari protagonisti
del laboratorio teatrale, altri 24 quelli
del corso di informatica, 19 sono i
ragazzi delle medie a lezione di murales e altri 24 quelli impegnati ad
apprendere i segreti dell’equitazione.
Preliminarmente all’avvio delle specifiche attività si è proceduto al Bilancio delle Competenze che ha consentito, attraverso le specifiche azioni,
di delineare il curricolo personale
dell’allievo
Doposcuola con sorpresa, però: al
rientro dei figli, mamma e babbo
devono uscire di casa per frequentare
le lezioni riservate ai genitori. Orgosolo
investe sui giovani, trasformando i
finanziamenti del Pon in una cambiale
avvallata dalla volontà di ridare centralità ai paesi dell’interno dove lo
spopolamento rischia di lacerare definitivamente un tessuto sociale già
debole.
Il seguente articolo apparso sul
quotidiano locale: “L’Unione Sarda”
in data 25 novembre 2003, redatto
dal giornalista Michele Tatti, dà merito
del lavoro compiuto.
ORGOSOLO:Patto tra scuola e Comune: a lezione anche i genitori
Le iniziative originali soprattutto
nella risposta degli interessati, assumono un particolare valore alla luce
dell’entusiasmo che coinvolge anche
gli adulti. Se infatti, gli allievi dei vari
laboratori sono impegnati due volte
alla settimana, i loro genitori frequentano le lezioni di un apposito modulo
mirato alla nascita di una associazione
di educatori che avrà il compito di
promuovere e sostenere anche in
futuro la formazione delle famiglie.
Cento ragazzi frequentano i corsi
contro la dispersione
Le iniziative previste dal PON coinvolgono anche gli adulti
“Il Piano Operativo Nazionale è uno
strumento che interviene su più
settori”.
A Orgosolo risultano particolarmente
efficaci nel settore della Pubblica
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“ PON Scuola” vuol dire però anche puntare sull’inaspettato entusiasmo
di chi da tempo ha finito gli studi: visto il numero delle domande, si è dovuto
stilare una graduatoria per selezionare i 26 partecipanti al corso di ambiente
(20 ore) e archeologia (30 ore) riservato agli ultraventenni”
A conclusione del progetto è stata fatta una riflessione sul percorso
seguito e sui risultati conseguiti. Sicuramente le attività svolte hanno
consentito di:
- affrontare in maniera nuova le difficoltà che normalmente si incontrano nelle
classi
- che gli insegnanti e gli alunni acquisissero una maggiore consapevolezza delle
varie strategie di insegnamento-apprendimento
- che gli stessi sperimentassero metodologie di lavoro più efficaci e coinvolgenti.
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Istituto Comprensivo SANTADI
(CAGLIARI)
Azione 3 . 2 . b
“ A SCUOLA OLTRE LA SCUOLA”
“Dopo la prima lezione mia sorella è
tornata a casa contentissima e ha raccontato entusiasta quanto aveva fatto
e d e i n u o v i a m i c i c h e a v e va
incontrato…Allora ho cominciato a pensare che doveva essere bello: ritrovarci
tutti assieme e collaborare per realizzare
qualcosa che poi, orgogliosi, avremmo
mostrato agli altri…Quindi ho deciso di
fare anch’ io parte del gruppo”
Questa è la storia di un’avventura quella del progetto “A scuola oltre la
scuola “ - che il neo-nato Centro Risorse
“A.L.C.E.” dell’I.C. di Santadi, ha proposto al territorio, grazie al PONSCUOLA, Una sfida accolta e giocata
con qualche paura, con qualche caduta,
ma sempre con entusiasmo, da quanti
- allievi genitori, docenti, EE.LL. – si
sono trovati uniti da un comune desiderio: vivere la scuola come ambiente
di accoglienza, conoscenza, relazione.
Il progetto articolato in sei laboratori
extrascolastici, negli spazi attrezzati del
Centro Risorse e in quelli messi a disposizione dai partner della rete, ha
dapprima incuriosito: poche volte si
era vista una scuola così viva e trafficata
. Poi alla curiosità è subentrata la consapevolezza che qualcosa di speciale
stava accadendo.
Che dire degli allievi di "Tornare a
scuola tra gusti e aromi" che si scoprono
imprenditori, capaci di trasformare
semplici materie prime in profumati
saponi e candele e, perché no, gustosi
sciroppi, etichettati, prezzati e venduti,
con ricettario accluso, in una mostra
mercato il cui ricavato, per volontà dei
produttori, è stato devoluto in beneficenza?
Come non restare stupiti di fronte ai
ragazzi di "SURVIVE AND RAP IN ENGLISH" che, in un inglese finalmente
da “suff.”, mettono in scena un minimusical inedito, pensato e prodotto
interamente da loro?
E se questo lasciato ancora un po’ di
fiato, ecco il gruppo di "Tra un dritto e
un rovescio": nessuno filo di lana o
sferruzzamento – a quello hanno pensato i genitori di “Orditi e trame” - ma
adolescenti che del tennis fanno motivo
per affermarsi cameramen e cronisti
sportivi .
Ci sono anche i grafici e i pubblicitari
in erba di " Un logo e uno slogan per
A.L.C.E.” che, pensati una serie di idee
grafiche e motti per il Centro Risorse,
li sottopongono al voto di tutti gli studenti e dei prescelti, hanno il logo e lo
slogan del Centro che ora troneggia
sui vari gadget.
Al palato pensano i ragazzi di “A scuola
oltre la scuola tra cucina e tradizione”
che, sperimentate ben 30 ricette anche
della tradizione gastronomica locale oggi raccolte in un ricettario illustrato
trilingue (italiano-sardo-inglese) a disposizione nella biblioteca del Centro
- curano una singolare e appetitosa
degustazione finale.
SSSS…andiamo a vedere cosa ordiscono e tramano i genitori nel loro laboratorio di tessitura. Meraviglia! Cuscini,
centrini, tappeti pronti per la mostra
finale e per abbellire il Centro Risorse.
Se torniamo in biblioteca troviamo
anche un loro manuale che documenta
e spiega la preparazione delle lane, dei
filati, del telaio, le tecniche e le procedure di lavorazione tradizionali.
Guardando ancora meglio tra gli scaffali, troviamo anche un austero tomo
realizzato dagli insegnanti: sono i materiali del corso di formazione dei docenti sull’orientamento e il bilancio delle
competenze. Anche se per loro non è
una novità, sono tornati “a scuola oltre
la scuola” per diventare un po’ più bravi
a sostenere i ragazzi nella crescita e
nella graduale costruzione di un loro
progetto di vita.
Prima credevo di non cantare bene e
di non saper parlare bene l’inglese,
invece ora, con l’aiuto degli insegnanti,
ci ho creduto.(un’alunna)
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Istituto Professionale per
l'Industria e l'Artigianato "SANNINO"
PONTICELLI NAPOLI
Azione 3 . 2 . b
S C U O L A E T E R R I T O R IO
DAL GIARDINO AL P C
Non sembra vero! I due progetti a
cui abbiamo lavorato per due anni,
sin dalla prima lettura dell’avviso di
presentazione, si sono conclusi. L’IPIA
di Ponticelli, a cui ne è stato affidato
il coordinamento in quanto sede di
Centro Risorse, ha sempre progettato
e realizzato interventi che hanno
richiesto soluzioni innovative e sforzi
organizzativi per rispondere alle molteplici esigenze di un’utenza difficile
e di un territorio caratterizzato da
problematiche sociali complesse. Questa volta, per numero di soggetti
coinvolti, risorse impiegate e per
l’attuazione di un ampio piano di
comunicazione, bisogna dire che, a
costo di apparire enfatici, lo sforzo
richiesto dalle modalità del percorso
progettuale della misura 3.2b è stato
davvero titanico.
La formula dell’intervento ha visto
il coinvolgimento di risorse umane,
strutture e mezzi poche volte sperimentato in precedenza e ha richiesto
un coordinamento che allo stesso
tempo è stato ferreo nel disciplinare
le procedure e comunque flessibile
nel governare il processo informativo
e didattico.
A conclusione di entrambi i progetti
abbiamo tirato un sospiro di sollievo,
un sollievo colmo di soddisfazione
per i risultati raggiunti.
I due interventi messi in campo
hanno visto operare in rete, con diversi ruoli e funzioni, 10 scuole di
diverso ordine e grado; hanno coinvolto nelle azioni formative circa 400
allievi compresi in una fascia di età
dai 15 ai 19 anni; hanno informato
e sensibilizzato alle problematiche
dei propri figli e della scuola ben 120
genitori. Inoltre, per lo svolgimento
complessivo di 1600 ore di attività
sono stati individuati nell’ambito delle
12
scuole attuatrici 40 docenti con funzione di tutor e sono stati stipulati
oltre 80 convenzioni di incarico con
esperti esterni all’amministrazione.
La dimensione dell’intervento, che
per i due progetti ha registrato un
investimento di oltre 294.000 euro,
ha impegnato tutti gli istituti coinvolti,
e soprattutto le scuole elementari
quasi sempre escluse dai circuiti dei
finanziamenti FSE, in una vera e
propria gara a promuovere tutte le
iniziative che fossero in grado di
rimuovere presso le categorie di giovani più deboli quei sedimentati comportamenti che minano il successo
scolastico e favoriscono atteggiamenti
che alimentano la diffusa illegalità
del territorio.
Attraverso una metodologia didattica
comune che ha privilegiato il fare si
è riusciti in molti casi a motivare gli
allievi, soprattutto laddove la prevenzione alla dispersione si è attuata
attraverso percorsi strutturati come
vere e proprie attività preprofessionali, propedeutiche all’inserimento nel mondo del lavoro. Questi
stessi allievi hanno manifestato il loro
gradimento per questa prassi didattica
non convenzionale in maniera convincente. Opinioni come quelle espresse
dagli allievi dei due moduli Produzione
pasta svolti in entrambi i progetti,
per i quali: “È stato divertente preparare i vari tipi di pasta fresca ..... il
corso è stato interessante e piacevole,
abbiamo imparato tante cose utili ”
sono state registrate un pò per tutti
i moduli, anche per quelli rivolti ai
genitori degli allievi in cui, come rivela
la signora Giuseppina: “Sono ritornata
bambina! Ho fatto questo corso perché mio marito mi ha spinto ad impegnarmi per cercare di imparare
qualcosa. Devo dire che è stato
proprio così! Vorrei riprovarci”.
Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri
Brindisi
Azione 3 . 2 b
Tra ricerca e innovazione:
il successo formativo 3.2b
La sperimentazione di percorsi formativi
di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica ha trovato, nella misura 3.2b,
l’ottimale sostegno alla ricerca e alla innovazione didattico-metodologica nelle dimensioni strutturale, laboratoriale, reticolare, interistituzionale.
La sistemica attività di ricerca-azione
delle scuole di ogni ordine e grado su temi
di interesse ambientale, sociale, culturale,
vocazionale ha prodotto energia positiva
tra allievi/docenti/esperti/genitori, documentata da alti indici di motivata partecipazione, riequilibrio ed avanzamento degli
apprendimenti, sviluppo vocazionale, sano
senso di appartenenza alla comunità scolastica.
In un ciclico e graduale percorso evolutivo:dalla osservazione delle risorse del
territorio e delle dinamiche di sviluppo
nell’ambiente protetto serra –microcosmo
di educazione ambientale e nucleo della
ricercazione- alla dimostrazione degli indici
di qualità bionutrizionale della produzione
agroalimentare tipica.
Un percorso dinamico, dunque, finalizzato
alla formazione- nell’accezione di sviluppo
integrato -di competenze metodologiche
di studio, vocazionali rispetto agli indirizzi
scolastici e al territorio, trasversali di
comportamento organizzativo reticolare
ed etico rapporto con le risorse dell’ambiente.
La Scuola come Centro Risorse si configura, nella “formula 3.2b”, come sede di
aggregazione culturale giovanile per la
promozione di pari opportunità formative,
(ri)orientamento vocazionale allo studio
e al lavoro, integrazione con il territorio.
Con modalità di project working e peer
counselling -attività di consulenza tra i
poli della rete- le risorse allocate su ciascun
modulo progettuale hanno sviluppato
competenze di specializzazione interfunzionale al servizio della qualità globale del
progetto di formazione 3.2b.
Un congegno complesso, finanche sofisticato, di comprovata efficacia educativa
per la qualità prodotta/percepita di integrazione delle attività di formazione docente e sensibilizzazione genitoriale, di
orientamento e bilancio delle competenze
del target giovanile, di sviluppo degli
apprendimenti in un meccanismo reticolare
di ricercazione e scelte strategiche di
insegnamento/apprendimento cooperativo.
Nel delicato equilibrio tra competizione
e collaborazione, “best practice” il polo
modulare: “La serra multimediale” selezionata e riconosciuta come esperienza
significativa di didattica dell’ambiente
nell’ambito del 47° convegno nazionale
AIGG (Associazione Italiana Insegnanti di
Geografia) Università di Padova.
Obiettivo ambiente: questo il campo di
indagine di 7 scuole tra elementari, medie
e superiori della provincia di Brindisi,
impegnate con le istituzioni locali nella
esplorazione/educazione/valorizzazione
delle risorse ambientali del territorio nelle
diversificate dimensioni dell’apprendimento
informatico-tecnologico, vocazionale, interculturale, scientifico-nutrizionale.
Unitaria la metodologia: laboratoriale,
innovativa, altamente significativa.
Univoco il consenso ed il successo formativo per alto indice di:
- soddisfazione utenza Centro Risorse
Polivalente I.P.S.S.A.R. BR;
- integrazione tra sistema scolastico
l o c a l e e fo r m a t i vo i s t i t u z i o n a l e ;
- quadro organizzativo di cooperazione
efficiente e condivisa dalla partnership;
sviluppo risorse vocazionali di apprendimento individualizzato e cooperativo.
13
Istituto Professionale di Stato per i Servizi
Commerciali, Turistici e della Pubblicità -“Raffaele Gorjux”
BARI
Azione 3.2b
Progetto “…per essere insieme…”
Vogliamo raccontarvi la storia di una
coppia, quella della scuola e della strada
che si sono conosciute nel Centro Risorse
del Gorjux a Bari e che oggi vivono per
lavorare insieme, con gli altri e per gli
altri, su un’idea comune, che è il benessere dei ragazzi e delle famiglie.
Queste, un bel giorno di due
anni fa, sedute davanti al
P r o g e tt o “ … p e r e s s e r e
insieme…”, si sono guardate
ed hanno capito che avevano
qualcosa in comune: galeotto
il progetto dal titolo così ben
augurante.
Sta di fatto che da quel momento la
misura 3.2b, i moduli formativi e di sensibilizzazione, la lotta alla dispersione
scolastica ed al disagio sociale, il recupero
dei drop-out e l’apertura alle differenze
sono diventate occasioni per incontrarsi
e aprirsi, per farsi conoscere e conoscere.
E’ così la scuola ha messo a disposizione
tutto quello che ha, la sua capacità di
progettare e organizzare, le sue strutture
… e anche i suoi soldi; la strada le ha
regalato il suo entusiasmo, la sua fantasia,
la creatività, un modo diverso di pensare
e di vivere, anche se in questa storia il
punto fermo rimane.
A Bari il Centro Risorse del Gorjux sta
accogliendo bambine, ragazzi e adolescenti provenienti da fasce svantaggiate,
dalle periferie a rischio, da gruppi etnici
minoritari e da famiglie distratte.
L’amicizia ha anche aumentato le occasioni di incontro con gli/le altri/e e, quella,
che era una Rete di partner, sta diventando sempre più un gruppo di relazioni,
una comitiva che si incontra e ognuno
presenta i suoi amici: anche noi stiamo
conoscendo tanti nuovi amici e amiche,
belle e brutti, sicuramente simpatici e
interessanti per parlarci e lavorare.
La strada ci ha presentato i Centri Fa-
14
miglia Territoriali ed i Centri Educativi
Aggregativi, ed ancora tante associazioni
e cooperative sociali e poi gli operatori
della Fondazione Giovanni Paolo II di Bari
che con i suoi “ragazzi” (così li chiamano
tutti, perché sono giovani e, ancor più si
mescolano ai giovani per i loro … “stili”)
sta operando con la scuola
per il recupero delle periferie
e per l’apertura di questa al
territorio.
L’amicizia ha potuto sperimentare nuove modalità
operative con attività laboratoriali e di gruppo che
sviluppano la creatività delle ragazze e
dei ragazzi e che convogliano la loro
vivacità fisica e intellettiva nella partecipazione alle attività ludiche, sportive,
teatrali, artistiche e di professionalizzazione.
E nell’aggregazione sociale si sta trovando la chiave per sbloccare tante situazioni
negative e “rompere” la condizione di
isolamento fisico e psicologico di tanti
adolescenti e adulti/e che, invece, con le
opportunità del Centro Risorse, si confrontano, rileggono il proprio vissuto,
condividono attività e decisioni e sviluppano la propria autostima ed il senso di
fiducia verso gli altri, le istituzioni, la
scuola e la strada .
Sono state tante le attività svolte, belle,
coinvolgenti e stimolanti anche per gli
operatori e un clima di fiducia e di collaborazione ha pervaso per la prima volta
adulti, genitori e famiglie che ormai si
sentono coinvolti come attori nei processi
di cambiamento sociale.
E’ importante adesso che la storia di
questa bella coppia sia conosciuta e sostenuta nella collaborazione e nella fiducia.
Noi lo stiamo facendo…!
Istituto Professionale di Stato per i Servizi
Commerciali, Turistici e della Pubblicità -“Raffaele Gorjux”
BARI
Azione 3.2b
Progetto “comune…mente”
l’esperienza genitoriale.
La scuola aperta al territorio rappresenta ormai da anni una richiesta
esplicita da parte di molti, non soltanto
a causa di una sempre più consapevole
aspettativa nell’aderenza al mandato
istituzionale - che non è esclusivamente
formativo ed educativo ma anche volto
alla migliore socializzazione - ma forse
soprattutto per la costruzione, nel
tempo, di una connessione sempre
più pregnante tra territorio, istituzioni
e cittadinanza.
Quest’ultimo target è stato particolarmente curato sotto il profilo della
ricerca di occasioni, scenari, calendari
e sistemi di comunicazione più confacenti alle esigenze di una utenza adulta, coinvolta in concomitanza col periodo estivo.
La ragionevole difficoltà di partecipare
da parte di persone impegnate nel
lavoro ha indotto gli organizzatori a
sviluppare un programma, intenso ed
intensivo, che ha fatto della residenzialità, al contempo, una soluzione
pratica ed un valore aggiunto.
Un “Centro Risorse” risponde in maniera più strutturata e strategica di
altri a tale richiesta, proprio per combattere la dispersione scolastica e la
frammentazione sociale.
E’ appena il caso di sottolineare la
grande dimensione dell’impatto emotivo, a conclusione di quest’ultima
esperienza più ancora che delle altre,
per il pieno apprezzamento da parte
dei partecipanti dell’importante occasione offertagli.
Il Centro Risorse dell’Istituto Professionale “Gorjux” di Bari si è impegnato
negli anni a raggiungere standard di
grande funzionalità, ispirandosi ai moderni criteri di efficacia ed efficienza:
per le dotazioni strumentali d’avanguardia, le tante postazioni informatiche, le simulazioni di impresa, i laboratori di immagine, la costruzione di
siti web e tante altre iniziative di cui
la dirigenza si è fatta promotrice, per
consentire alla scuola, ad alunni ed
insegnanti di sentirsi a pieno titolo
nell’alveo della dimensione europea.
Altre attività si sono svolte a scuola
e presso alcuni centri di presenza nei
quartieri (per esempio sono stati coinvolti i Centri per le famiglie Territoriali
di San Paolo e di Japigia, promossi dal
piano cittadino per l’infanzia e l’adolescenza, L. 285/97) e per strada.
Partner del Centro in questa impresa
è stata la Fondazione Giovanni Paolo
II che ha messo a disposizione i propri
esperti e che sperimenta da molti anni
pratiche di inclusione scolastica e sociale, per l’appunto, dentro e fuori
della scuola, presso centri aggregativi
e nella politica di prossimità, con interventi educativi di strada in una
concezione efficace di integrazione e
di azione sistemica.
Nella sua attività, il Centro Risorse,
con il Progetto “comune…mente”, negli
ultimi due anni ha previsto interventi
formativi e di sensibilizzazione caratterizzati dalla sperimentazione di pratiche innovative per la socializzazione
ed il pre-orientamento professionale
rivolto a ragazzi in età scolare di tutte
le età, a giovani adulti ed a genitori,
per i quali, tra l’altro, sono stati predisposti step formativi di sostegno al-
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Istituto Professionale per i Servizi
Commerciali e Turistici “MIANO”
NAPOLI
Azione 3.2b
“I GIOVANI LA FAMIGLIA, LA SCUOLA: AUTENTICHE RISORSE DEL CENTRO”
L’IPSSCT “MIANO” di Napoli, già
“Centro Risorse contro la dispersione
scolastica e la frammentazione sociale”,
nell’anno scolastico 2003-2004 ha gestito il progetto PON Misura 3 Azione
3.2b “I GIOVANI LA FAMIGLIA, LA
SCUOLA: AUTENTICHE RISORSE DEL
CENTRO” per i sottoindicati moduli
formativi:
1. Multimedialità attiva
2. Office productions
3. Project work
4. Front office turistico
5.Azienda editoriale simulata
6. Laboratorio teatrale
7. Laboratorio Musicale
8.Laboratorio espressione corporea
9. Natrural..mente..sport
10. Laboratorio di giardinaggio
registrando il coinvolgimento degli
alunni delle scuole del quartiere e di
60 genitori impegnati nei seguenti
moduli:
1.
sensibilizzazione
2.
orientamento
3.
scuola e mondo del lavoro
L’utilizzo delle tecnologie del Centro
Risorse ha permesso a tutti i partecipanti di sperimentare opportunità formative, ricreative e socializzanti finalizzate a migliorare le proprie attitudini
orientate a crearsi un progetto di vita.
Questo bisogno è stato particolarmente avvertito nel territorio di riferimento
purtroppo difettoso di luoghi di socializzazione, di aggregazione e di orientamento.
Significativa è risultata la partecipazione dei genitori al progetto che hanno
rinvenuto nell’istituto gestore un luogo
di notevole accoglienza che ha visto
rafforzato il loro senso di appartenenza
con il desiderio di continuare un’esperienza pienamente gratificante.
L’articolazione del progetto ha consentito a docenti, alunni, genitori appartenenti a istituti di diversi ordine e
grado, una positiva occasione di conoscenza e di approfondimenti utili, nella
prospettiva di una continuità didattica
e metodologica indispensabile per un
efficace ed efficiente rendimento scolastico.
Aspetto notevole, altresì, del progetto
è risultato il modello di integrazione
territoriale tra gli operatori e i fruitori
dell’esperienza.
16
Istituto Professioale per i Servizi
Commerciali, Turistici e Pubblicità
“S. Pertini" - CROTONE
Azione 3 . 2 . b
SUN SHINE
Il progetto ha come campo di azione
una città, che vive da molti anni, una
situazione di crisi economica e sociale,
caratterizzata da un alto livello di
disoccupazione, assenza o quasi, di
attività imprenditoriali, carenza di
strutture, scarsa informazione sulle
potenzialità presenti nel territorio,
alta criminalità.
In tale contesto prevalgono condizionamenti culturali, schemi rigidi,
scarsa originalità, resistenza al cambiamento, atteggiamenti che sono
alla base del disagio.
La scuola , impegnata nell’obiettivo
di incidere sullo sviluppo del territorio,
ha avuto la opportunità di tracciare
attraverso il Centro Risorse, linee di
intervento più forti.
L’approccio di rete ha aperto un
tavolo di concertazione orientato a
costruire un Patto Formativo Territoriale tra soggetti istituzionali, politici
ed economici, attori responsabili dello
sviluppo.
Il progetto prevede tempi lunghi
di realizzazione e si va sviluppando,
in itinere, attraverso azioni
rivolte agli
alunni e ai
genitori per
a f fe r m a r e i
principi e la
cultura della
legalità, della
responsabilità,
della trasparenza e delle
pari opportunità.
La Misura 3
. 2. b ha rappresentato
una tappa significativa del processo in quanto ha
offerto nuove opportunità di mediazione educativa volta a sollecitare,
attraverso occasioni apparentemente
ludiche, forme di impegno civile e
sociale.
Lo sportello informativo, le cooperative, i murales, la lavorazione della
ceramica, la fotografia, il nuoto, la
danza, l’informatica, le arti marziali
hanno consentito di avvicinare giovani
ed adulti verso un quadro di valori
che possono rappresentare sul territorio, una occasione di riscatto sociale.
17
Istituto Professionale
per l'Industria e L'Artigianato " E. FERMI"
CATANIA
Azione 3 . 2 . b
“Un Centro Risorse per vivere la scuola”
E’ “PRIMAVERA” PER I GIOVANI CATANESI
“Per star bene con se stessi nella scuola
e nella società pensando al futuro”
“Un Centro Risorse per vivere la
Scuola”, titolo del progetto contro la
dispersione scolastica cofinanziato dal
Fondo Sociale Europeo, ha avuto uno
straordinario successo di partecipazione
e di risultati all’IPSIA “Enrico Fermi” di
Catania.
Il Centro Risorse “Primavera” ha impegnato una rete di scuole per contrastare
disagio e dispersione, accogliendo giovani e adulti provenienti da zone deprivate per fare acquisire loro crediti da
spendere nel mondo del lavoro o per il
rientro nella formazione professionale.
Questi i numeri dell’esaltante esperienza
che ha visto l’IPSIA “Enrico Fermi” come
scuola capofila di 7 istituti in rete: a
frequentare il corso sono stati 151 alunni, 1 drop-out, 57 genitori e 8 docenti;
90,07% è la percentuale di alunni promossi. Sono stati impegnati 18 docenti
e 26 esperti, formati in un corso propedeutico alla didattica di 10 moduli di 50
ore ciascuno destinati alla formazione
degli alunni e 3 moduli rivolti ai genitori.
E, ancora, 6 amministrativi, 1 tecnico,
3 collaboratori scolastici, e 2 baby-sitter.
Tutto questo è stato il Centro Risorse
“Primavera” di Catania. Il progetto,
nonostante lo scetticismo iniziale, ha
riscosso i consensi e il plauso di tutti.
Si preparava il partneriato del Centro
Risorse quando un funzionario del Comune esordiva dicendo “In queste cose,
io non ci credo; vedremo cosa concluderete!”. Più ottimista, invece, un capitano d’industria che nella lettera d’intenti
affermava di “ammirare chi si adopera
per promuovere innovazione nella scuola
del sud”. E’ stata, dunque, una sfida
che il “Fermi” di Catania ha voluto raccogliere e di cui, alla luce dei lusinghieri
risultati conseguiti, è legittimamente
fiero. I laboratori del Centro “Primavera”
hanno accolto giovani provenienti dalle
scuole in rete, da Comunità e associazioni, genitori che hanno usufruito di
un Baby parking dove i figli sono stati
intrattenuti da baby-sitter.
E’ stata un’esperienza straordinaria
vissuta in una scuola nuova, in cui i
genitori si sono confrontati con i docenti
senza barriere e formalità e dove i veri
protagonisti sono stati comunque e solo
i ragazzi, ai quali sono stati certificati i
crediti e rilasciato un Portfolio di Competenze. E’ stato bello vederli usare le
telecamere e fare interviste, lavorare
nelle aiuole e nella serra; impegnati
nella spremitura degli agrumi imbottigliandone il succo e nella depurazione
di acque reflue; giocare a basket; esercitarsi nella lingua inglese e nello scoprire
sane modalità nutrizionali; scattare foto
per poi svilupparle e stamparle; fare
musica con le percussioni e teatro recitando Shakespeare. Ragazzi difficili, che
studiavano poco, ribelli e insopportabili
in aula, che nel pomeriggio sembravano
subire una metamorfosi: erano diversi,
gioiosi, fieri di ciò che facevano. La
ragazza che ha interpretato il ruolo di
“Giulietta” è felice: “Che bello – affermaadesso so scandire le parole, io che
‘mangiavo’ metà di quello che dicevo”.
Anche Fabio, sedicenne diversamente
abile, chiede: “Potrò partecipare ancora
se rifate il teatro?”. Concetta, casalinga
mamma di Mario che frequenta la 3°
media in una scuola della rete, s’informa
e dice: “Voglio rifare lo sport per i genitori. Non è che si scorda di farmelo
sapere?”. Anche i docenti e gli esperti
si informano e qualcuno chiede: “Hai
notizie, pensi che lo rifaremo?”
La referente del Centro “Primavera ,
vulcanica e instancabile” rassicura tutti
che l’esperienza presto avrà un seguito.
18
Istituto Professionale
per l'Industria e l'Artigianato “G. MARCONI”
COSENZA
Azione 3.2 b
“Scuola: luogo nuovo per crescere”
” IL TEMPO RITROVATO
Si può vivere senza sogni? Quanti sono
i sogni non realizzati o neppure espressi,
nella vita di ciascuno? Ma se un sogno è
condiviso ... allora è già realtà! Questo e
tanti altri sono i temi di cui si è discusso
nell’incontro, che si è tenuto nell’aula magna
dell’I.P.S.I.A. “G. Marconi” di Cosenza,
come momento conclusivo delle attività di
sensibilizzazione rivolte ai genitori, svolte
nell’ambito del progetto “Scuola: luogo
nuovo per crescere”. L’atmosfera è stata
quella delle grandi occasioni, ma tutto si
è svolto con semplicità: fiori, bambini,
hostess improvvisate, corsisti, tutor, esperti
e, alle spalle, l’organizzazione di una scuola
che si è finalmente aperta al territorio. I
temi affrontati sono stati la dispersione
scolastica e il disagio di tanti ragazzi d’oggi
e di ieri, rivisti con gli occhi di persone
adulte, genitori che hanno cercato di
pensare al futuro come ad un progetto in
corso d’opera per la vita.
Questo articolato progetto ha visto
coinvolti in molteplici attività formative,
anche, tanti giovani, alunni dell’IPSIA o
d’altri istituti che hanno accolto gli stimoli
per un modo diverso di fare scuola,
utilizzando l’attrezzato Centro risorse
(laboratorio multimediale, fotografico,
musicale, attrezzature sportive, ecc.), come
spazio aperto per abbracciare le tante
realtà presenti nella scuola e nel territorio.
Allontanandosi dalle forme classiche della
didattica, tutte le attività formative sono
state sviluppate attraverso “percorsi a
progetto” in cui si è rivelata essenziale la
de-strutturazione del processo
d’apprendimento, proponendone forme più
dinamiche e aperte. Si è avviata un’attività
di ricerca che ha stimolato l’interazione
continua tra le parti e favorito la
partecipazione.
I fiumi di Cosenza, ad esempio, hanno
fornito lo spunto per far intraprendere ai
ragazzi un percorso d’approfondimento
interdisciplinare. Partendo da una situazione
semplice “il fiume come acqua che scorre”,
si è avviata una forma concreta di studio.
I fiumi sono diventati, così, luoghi carichi
di storia, di habitat naturali, di rilevanze
spaziali.
Poi “i sogni di quindici ragazzi che in 50
ore sono diventati un mosaico pieno di
visioni e colori”, come un meraviglioso
mosaico dell’esistenza, i cui tasselli
rappresentano l’espressione creativa di
ognuno. Dai sogni di ciascun ragazzo è
venuto fuori non solo un meraviglioso gioco
di forme e colori, ibrido tra mosaico e
dipinto, ma anche la rappresentazione di
storie di sirene e miti, in cui ognuno ha
inserito un po’ della propria storia e
dell’esperienza quotidiana.
E ancora, lo spettacolo “Un uomo così,
uno come G.G.”, con testi e musiche di
Giorgio Gaber, ha messo in scena un
percorso tematico-musicale aperto alla
storia politica, economica e sociale del
nostro paese. Dare Giorgio Gaber in mano
e in bocca ai ragazzi è stata una vera
scommessa, come portare il suo autentico
anticonformismo e la sua sana irriverenza
“fin nelle midolla dei giovani”. Lo spettacolo
è stato, anche, caratterizzato dall’attività
sinergica di vari gruppi, che hanno prodotto
un CD-ROM/DVD contenente i testi delle
canzoni, le fotografie, i filmati e quanto
necessario per offrire il supporto
multimediale allo spettacolo.
Infine, insieme a queste, molte altre
attività sono state realizzate, concretizzando
un progetto con chi progetti non ne aveva
o non ne aveva ancora.
19
Istituto di Istruzione Superiore “N. Miraglia”
Lauria (PZ)
Azione 3.2b
Virtual discography 2003
Virtual discography 2003 . Questa
scuola scrive il rock
La musica come antidoto al disagio
giovanile: è questo il senso del percorso
formativo “Virtual discography 2003”
promosso dall’I.S.I.S.”Miraglia” di Lauria.
La manifestazione musicale tenutasi nell’ottobre scorso nella palestra dell’ istituto
superiore di via Cerse dello Speziale non
è stato altro che il momento conclusivo
di un intenso lavoro di preparazione che
ha coinvolto sei scuole in rete del territorio.
All’attività, tesa ad intervenire contro il
disagio sociale, utilizzando gli ambienti
del Centro Risorse dell’Istituto, hanno
preso parte più di duecento studenti ed
una sessantina di genitori, che sono riusciti
a ricreare a scuola il complesso mondo
della discografia, tanto da confezionare
un prodotto musicale, da presentare graficamente e da diffondere sul mercato.
Composto da dieci moduli destinati agli
studenti e da tre riservati ai loro genitori,
“Virtual discography”, percorrendo il fascinoso mondo della musica, ha proposto
materie inconsuete, ma comunque raccordabili con i contenuti curricolari.
“Rimotivare i ragazzi allo studio per
garantire ad ognuno il pieno successo
formativo è possibile se si riescono ad
individuare le strategie più adatte per
penetrare nella sensibilità delle giovani
generazioni, spesso accusate di essere
incapaci di interessarsi davvero del loro
futuro” ha dichiarato il dirigente dell’I.S.I.S.
“Miraglia” intervenuto al termine dello
spettacolo. Come a dire: dove non riescono a giungere le ordinarie lezioni mattutine
riescono talora più incisivamente ad arrivare le attività laboratoriali che sfruttano
“a pieno ritmo” gli ambienti del Centro
Risorse della scuola. Tra quelli più apprezzati dai giovani vi sono soprattutto la
moderna aula multimediale e l’attrezzato
laboratorio musicale dove sono stati creati
i brani inediti presentati live durante
l’affollata manifestazione che ha idealmente inaugurato questo anno scolastico. Le
parole scritte dai giovani della net generation, passando dalla negatività dell’esistenza all’amore, dalla guerra al pacifismo,
esplicitano le emozioni nascoste di un
universo in evoluzione. I testi sono stati
arrangiati a volte seguendo la linea del
pop melodico, a volte puntando sui graffi
del rock o sulle cadenze del rap. Spesso
alle note si accompagnano clip accattivanti, frutto del lavoro dei partecipanti
al modulo “Produzione video”. Sotto la
guida esperta di abili professionisti del
mondo delle sette note e della multimedialità, sono nati una dozzina di trascinanti
motivi. Tutte le composizioni, espressione
dell’inaspettata creatività di tanti Mogol
- Battisti in erba, sono state accompagnate
dal vivo da giovani strumentisti frequentanti le scuole di un’area del Sud della
Basilicata, che offre davvero poco, sul
piano ricreativo e lavorativo, ai suoi residenti.
I ragazzi hanno dimostrato di essere
molto più a proprio agio con le percussioni, con le tastiere o con la videocamera
anziché con i meno amati libri di scuola.
Ma usare strategie didattiche alternative
per recuperare i giovani allo studio è la
finalità di fondo del P. O. N. Misura 3
Azione 3.2b, finanziato dall’Unione Europea e gestito dal MIUR, grazie al quale è
stato possibile progettare ed attivare i
tredici moduli, di cinquanta ore ciascuno,
di una casa discografica che da virtuale
è sembrata divenire magicamente reale.
20
Istituto di Istruzione Superiore “ Isabella Morra”
MATERA
Azione 3.2b
“ COMMUNITY CARE: UNA RETE TERRITORIALE PER LA PREVENZIONE
DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA E DEL DISAGIO GIOVANILE”
moduli, di 50 ore ciascuno, coprogettati e cogestiti dal Centro, dalle Scuole
della rete ( ITIS - IPSAR – ITCG –
n° 3 Scuole Medie- IV Circolo didattico), dai Servizi Sociali del Comune di
Matera, dal Centro territoriale per
l’Impiego – Amm.ne provinciale -e
dalle Associazioni di seguito indicate:
Oltre il disagio…il sole
L’Istituto Professionale per i Servizi
Sociali “ Isabella MORRA” è sede di
un Centro Risorse per la prevenzione
della dispersione scolastica e la promozione del successo formativo.
Il Centro “ Arcobaleno” si configura
per il territorio fulcro di un servizio
integrato di rete: non è organizzato
come mero luogo di svolgimento di
- DUMBO : associazione ONLUS di
n° 80 famiglie con figli affetti da grave
handicap
attività formative, ludico-ricreative,
bensì come volano della sinergia tra
Associazioni, EE.LL., Agenzie formative
e Scuole partners della rete.
- SOLIDARTE ONLUS InCentro: associazione “ cui sta a cuore il futuro
dei giovani”
- ASSOCIAZIONE ATLETICA AMATORI: associazione sportiva no- profit
Il Centro Risorse ha realizzato nel
periodo marzo-ottobre 2004 il progetto
“ COMMUNITY CARE”, articolato in 10
- AGEFORMA : Agenzia Provinciale
21
per l’Orientamento e la Formazione
professionale s.p.a.
- COOP. PIUMIDIA
formazione
agenzia di
- LA CITTA’ ESSENZIALE : Consorzio
di n° 13 cooperative sociali per
l’assistenza ai minori e agli anziani
I percorsi formativi, seguiti da 209
ragazzi, dagli 8 ai 18 anni , segnalati
dalle scuole, dai Servizi Sociali del
Comune , dalle comunità di recupero
del territorio sono stati i seguenti:
“ Educazione all’uso del PC
per lo studio, il lavoro ed il tempo
libero”
-
“L’Inglese sul palcoscenico”
-
“ La mia ipermedia città”
“ Produzione di musica
elettronica”
-
“ Informa…polis”
“ Laboratorio sperimentale del
pollice verde”
“ La danza : strumento di
educazione”
-
“ Pratica motorio – sportiva”
“ Conosci te stesso e prova a
scegliere”
-
“Recupero dello svantaggio”
“ E’ stata un’esperienza fantastica !
“, sostengono R. e A., di 13 anni, che
hanno seguito il percorso - La danza
: strumento di educazione -“Danza,
musica, movimento,giravolte, capriole
senza appoggi: tutto è servito a
migliorare il nostro corpo, e non solo.
Il tutor del corso ci costringeva a
scrivere il diario di bordo, a raccontare
ciò che avevamo imparato; poi,
all’inizio di ogni lezione, facevamo un
circle time e,a turno, dovevamo
descrivere gli esercizi della volta
22
precedente.”
M. sostiene che a lei è servito parlare
davanti a tutti, ha superato la
timidezza. R. ammette che ha
imparato a seguire il ritmo, a muoversi
calcolando le distanze e sentendo la
forza nei muscoli, e poi, continua, “
Non so come dire, non è stata solo
ginnastica, abbiamo parlato tanto, ci
siamo confrontati, ho capito che anche
i ragazzi prepotenti e bulli, poi, non
sono male, basta capirsi. ”
Il progetto Community Care ha
sensibilizzato e formato 59 genitori
degli allievi dei moduli sui problemi
dell’adolescenza e delle relazioni tra
figli e genitori ,fra scuola e famiglia.
Sono stati organizzati tre gruppi di
lavoro composti, rispettivamente, di
20 genitori e condotti da un counselor
esperto in relazione di aiuto e da un
facilitatore della comunicazione.
“ Finalmente si pensa ai genitori! –
dice una signora – Non è facile essere
la madre di un adolescente ribelle e
polemico che non accetta le regole,
che odia la scuola. Ero disperata e
pensavo di essere una madre
incapace. Ora,dopo 50 ore di
formazione almeno riesco ad ascoltare
mio figlio e a cogliere i suoi segnali
di disagio. Mi sento più sicura e non
provo più paura, perché so come
c o m p o r t a r m i c o n m i o f i g l i o.”
I dieci percorsi del progetto hanno
previsto il Bilancio delle competenze
degli allievi, operato da un gruppo di
esperti, attraverso colloqui, tests,
attività di osservazione e di rilevazione.
Per ciascun utente, quindi, è stato
prodotto il Dossier di bilancio e la
Certificazione delle conoscenze e delle
competenze conseguite (modello
ISFOL) che, consegnato alle scuole
frequentate, sarà inserito nel portfolio
di ciascuno.
Istituto Onnicomprensivo Istruzione Secondaria
PANTELLERIA (TP)
Azione 3 . 2 . b
“CERCHIAMOCI E TROVIAMOCI”
Il progetto dell’Istituto D'Istruzione
Superiore “V. Almanza” di Pantelleria
ha avuto inizio ben due anni fa, quando si è cominciato a pensare ai giovani
panteschi, a intervistarli, a chiedere
loro e a chiedersi che cosa si potesse
fare, in vista di una possibilità di
studio “alternativa”, una possibilità
di studio che fosse diversa da quella
canonica ed organizzata della mattina,
che non comportasse obblighi, né
compiti, né voti, ecc, ecc.
Il primo impatto è stato con i giovani
che frequentavano l’Istituto solo perché i genitori li obbligavano, ma erano
pronti ad abbandonare, non appena
le difficoltà da superare fossero state
riconosciute, anche dai genitori,
insormontabili…
Gli incontri con questi alunni hanno
determinato il cosiddetto
“passaparola”: la maggior parte dei
ragazzi che negli anni precedenti
aveva abbandonato la scuola è stata
convinta a venire a parlare con la
referente, giusto per “sapere”, per
capire che cosa avesse loro da proporre la prof. .
Vivaci, molto vivaci gli incontri: tanto,
si sa, è una prof., vorrà che noi si
torni a scuola, perché è giusto così,
perché un pezzo di carta fa sempre
comodo, ecc, ecc.
Trovarsi a discutere con una prof.
sicuramente, ma che gli proponeva
ben altro dalle lezioni di italiano e
poi scienza e poi tutto il resto, li ha
inizialmente un po’ sconcertati, in un
secondo tempo li ha incuriositi, infine
li ha convinti…
Ecco che i corsi di teatro, di ceramica, di educazione motoria, di
agricoltura hanno avuto frequenze
altissime, costanti e prolungate nel
tempo, interesse e curiosità vivacissime, discussioni guidate e mirate,
anche alla comprensione del perché
è così tanto sbagliato abbandonare
la scuola, senza avere altre alternative
che un lavoro sottopagato e non
riconosciuto, come cameriere o manovale, nel migliore dei casi o, nel
peggiore, non avere nessun tipo di
lavoro.
I moduli sono stati avviati, rispettando i tempi e i percorsi programmati, c’è stata una generale e diffusa
soddisfazione, continue richieste di
reiterare l’esperienza, perché molto
apprezzata da tutti.
Infine, è stato anche molto soddisfacente l’esperienza con i genitori:
il modulo “La terra dei nostri padri e
dei nostri figli” è stato seguito con
partecipazione, curiosità ed attenzione, e non perché fossero pagati,
bensì perché gli argomenti presentati
sono apparsi intriganti e coinvolgenti.
23
Istituto Tecnico Commerciale “Bachelet”
Copertino (LE)
Azione 3.2b
“ La scuola nella rete: interventi integrati contro la dispersione”
L’anno scolastico 2003/04 ha visto l’ITC
“Bachelet” di Copertino (Lecce) impegnato
nella realizzazione del Progetto “ La scuola
nella rete: interventi integrati contro la
dispersione”, un progetto di notevole entità
(dieci moduli formativi e tre si sensibilizzazione) che ha coinvolto numerosi alunni
e genitori delle scuole del territorio collegate in rete con l’ITC, sede del Centro
Risorse contro la dispersione e la frammentazione sociale.
Le attività realizzate durante i percorsi
sono state molteplici: teatro, sport, sicurezza, ambiente, fotografia, restauro,
simulazione aziendale, legalità. Tutte però
hanno avuto lo scopo di rendere più coinvolgente l’apprendimento e più attraente
la scuola.
”Il primo giorno mi è sembrato davvero
bello, con il professore abbiamo subito
fatto amicizia, era molto simpatico …..da
quel giorno andavo molto volentieri a
scuola …ero tanto felice di svolgere questo
progetto teatrale, con la mia amica M.
Chiara ci divertivamo tanto”. “Questa
esperienza mi è piaciuta molto, è stata
utile perché ho allargato le mie conoscenze, ho imparato nuovi argomenti e ne ho
approfondito vecchi con metodi semplici
e divertenti.” Sono alcune delle testimonianze dei ragazzi che hanno partecipato
ai percorsi.
La ricaduta è stata quindi estremamente
positiva ed ha ripagato tutto lo sforzo
compiuto dalla scuola, dando un senso
al lavoro e all’impegno profuso da tutte
le componenti impegnate nel progetto
che hanno visto realizzate le proprie
aspirazioni di dare nuove opportunità a
ragazzi a rischio.
Il progetto ha coinvolto anche i genitori
degli alunni che sono tornati sui banchi
di scuola per frequentare i moduli di sensibilizzazione. E’ stata questa un’esperienza
interessante che ha rafforzato i rapporti
tra scuola e famiglia, favorendo l’autoanalisi, il confronto, la presa di coscienza
delle proprie difficoltà, ma anche lo sviluppo e il potenziamento delle competenze
genitoriali. Le testimonianze di alcuni
genitori possono far comprendere in modo
più efficace il significato e il valore che
tale esperienza ha avuto per coloro che
hanno avuto la possibilità di viverla.
“Sinceramente all’inizio non volevo, non
avevo capito bene di cosa si trattasse e
poi tornare sui banchi di scuola dopo quasi
40 anni mi metteva un po’ di timore. In
seguito mi sono talmente interessata e
appassionata…” “ Quei giorni che dovevo
frequentare il corso li aspettavo con piacere, avevo la sensazione che dentro di
me si apriva un grande vortice, un senso
di liberazione, non so come altro lo posso
descrivere, mi aiutava a stare molto bene;
penso che mi sentivo così perché ho avuto
modo di esternare quello che avevo dentro
sia attraverso il dialogo e la scrittura”.
La realizzazione del progetto è stata
quindi un’esperienza che ha dato molto
alla Comunità Scolastica e al territorio di
Copertino in termini di crescita culturale
e umana perché il coinvolgimento di tanti
attori legati in una rete ha favorito la
circolazione di idee, conoscenze, competenze e il rafforzamento di rapporti tra
diversi Enti ed Istituzioni tesi alla realizzazione di un bene comune: lo sviluppo di
una generazione in grado di affrontare e
superare i disagi che la società sempre
più difficile e complessa di oggi presenta.
La scuola perciò può davvero diventare
luogo privilegiato dell’accoglienza, in cui
i soggetti siano attori e protagonisti del
loro apprendimento ed in cui trovi adeguata valorizzazione l’acquisizione di competenze decisionali, autoorientative e di
relazione: elementi fondamentali per facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo
del lavoro.
24
Istituto Tecnico Commerciale “L. STURZO”
BAGHERIA (PA)
Azione 3.2b
”Percorsi di valorizzazione delle risorse umane e del territorio”
L’ITC Luigi Sturzo di Bagheria in provincia di Palermo agisce in un contesto
socio-economico difficile che origina
dispersione scolastica e disagio giovanile.
La piaga della criminalità organizzata
trova nell’attività quotidiana della Scuola,
le giuste contrarie per fare sì che i
giovani possano liberarsi dalla cultura
dell’antistato e dei disvalori.
Questa sensibilità nel cercare di aggredire il problema della dispersione scolastica che comunque ha origini diverse
e complesse, riferite anche alle questioni
negative della condizione giovanile, ha
trovato un’espressione positiva ed operativa nel PON e nella misura di riferimento che è la 3.2b.
L’evoluzione del fenomeno della dispersione ha fatto sì che fosse più difficile
gestire il problema stesso nella sua
complessità anche da parte della scuola.
La scuola si trova nella condizione di
essere baluardo nei confronti del male
che corrode essa stessa e le impedisce
di essere protagonista della crescita
civile del paese. Ricerca ed azione strettamente congiunte dunque possono
essere la risposta possibile laddove sia
chiaro per tutti, docenti in primo luogo,
che fenomeni quali la bocciatura, le
ripetenze, le disabilità ad apprendere,
costituiscono materia da contrastare e
problematica di cui farsi carico assolutamente
Ecco perché è stato positivo che il
nostro istituto sia sede del Centro Risorse
polivalente contro la dispersione scolastica “Aquilone” ed abbia concentrato
nella sua giurisdizione beni ed attrezzature idonee per accrescere lo “star bene”
a Scuola dei giovani. Ci si è subito resi
conto che i veri progressi nella lotta
contro la dispersione non possono registrarsi senza la collaborazione attiva dei
genitori e degli operatori sociali che
agiscono nel territorio. E’ sembrato utile
che gli adulti-genitori potessero trarre
vantaggio dalla scuola ricevendo cultura,
formazione e competenze per avvicinare
di più genitori e figli, per coinvolgerli in
un percorso comune che veda nella
cultura e nella educazione uno strumento
di liberazione dal disagio.
In questa ottica e con questi fini importante è stato considerare l’utilizzazione dei beni acquistati con le risorse dei
fondi strutturali.
I diversi beni e le attrezzature disponibili per attuare una positiva strategia
intesa a mantenere nel circuito formativo i giovani in difficoltà, si sono effettivamente rivelati efficaci, soprattutto
quelli destinati per la loro natura ad
acuire e coltivare la voglia dei giovani
di stare insieme e di socializzare con i
loro coetanei le motivazioni profonde
della loro difficoltà. Lo sport e la musica
si sono naturalmente dimostrate particolarmente adatte a rigenerare l’attitudine dei giovani all’impegno ed alla
socialità.
25
Istituto Tecnico Commerciale “Einaudi”
Catanzaro
Azione 3 . 2 . b
Pit-stop: rifornirsi per ripartire
L’Istituo Einaudi è ubicato nel quartiere
a rischio di Gagliano, con il 30% di
disoccupati giovani e problemi di devianza sociale,che esplodono in forme di
illegalità o in crisi di sfiducia nelle istituzioni e nella società,e con il 20% di
dispersione scolastica.Il disagio giovanile
si legge anche nel numero di suicidi, 30
giovani fra i 16-30 anni,registrati in città
negli ultimi 4 anni. L’arretratezza economico-sociale di Gagliano sconta un secolare isolamento,dovuto anche alla sua
posizione geografica su un costone oltre
il torrente Fiumarella,da cui prende il
nome la rete di scuole che hanno realizzato con l’IPM, il Centro di Solidarietà
Calabrese, il CTP e l’A.ge il progetto
della 3.2b. L’ operatività della Rete ha
incontrato non pochi ostacoli come la
diffidenza iniziale dei soggetti in Rete,
la difficoltà nel reperire docenti disponibili
ad impegnarsi “oltre” il normale orario
di servizio a causa di una visione ancora
tradizionalista del proprio ruolo professionale.Superati gli snodi critici,il gruppo
progettuale ha rielaborato una mappa
dei bisogni in cui è emersa la necessità
di approfondire tematiche strettamente
legate agli interessi dei giovani ,la necessità di un approccio formativo diverso
da quello tradizionale,la necessità di un
coinvolgimento operativo dei genitori,
la necessità di integrare le attività indirizzate agli alunni e alle alunne delle
scuole in rete con il Centro risorse, con
le attività curricolari previste nei Pof.
Il gruppo progettuale si è posto al
lavoro ed ha elaborato il progetto Pitstop articolato in 14 moduli, di cui 1
rivolto ai docenti,10 agli alunni a rischio,3
ai genitori per l’acquisizione di competenze relazionali.
La misura, nella sua interezza, ha
permesso al Centro Risorse, un inter-
vento formativo che ha interessato tutti
i soggetti costitutivi della nostra società,
coinvolgendoci in prima persona e facendo emergere vissuti sommersi che
oggi ci preme raccontare.Sono storie di
problemi, storie di disagi, storie di persone: persone coinvolte o no, persone
convinte o da convincere; storie di
alunni persi che continuano a gravitare
nei cortili delle scuole, lo sguardo arrogante che nasconde la paura, il motorino
rombante che copre il silenzio dei loro
cuori, il vuoto delle loro menti affollate
di incertezze e di falsi valori; storie
strane o banali, storie a lieto fine o
storie perse, storie di docenti motivati,
storie di docenti scettici o delusi, storie
di genitori, distratti, impauriti, a volte
presuntuosi, storie come quella di F. C.
F.C. appartengono a quella fascia sociale medio-alta registrata in modo sempre più significativo nel nostro bacino
d’utenza. Cultura universitaria, attività
professionale prestigiosa e ben remunerata, molto impegnati nel settore lavorativo, poco presenti in casa e sostituiti
da figure alternative (baby sitter, tata,
). La loro figliola presentava un disagio
sociale che si esplicitava con irrequietezza, mancanza di concentrazione,
apprendimento lento o quasi nullo. Si è
26
iscritta al corso dapprima, C. perché il
marito era impegnato professionalmente
ma anche perché giudicava dentro di
sé, banali o poco interessanti gli incontri
attivati; in seguito F. si è convinto ad
assistere nei giorni in cui veniva a
prendere la moglie. Pian piano è stato
coinvolto nei dibattiti a tal punto da
interagire con gli altri genitori in modo
propositivo. Il confronto ha convinto la
giovane coppia che i problemi dello loro
figliola erano collegati ad una mancanza
di vicinanza e presenza del loro ruolo
genitoriale e così i due giovani hanno
cercato di dedicare più tempo alla
famiglia, e la figliola ha cominciato a
modificare alcuni atteggiamenti ,specie
quelli relativi all’aggressività e, pian
piano, è rientrata nel circuito scolastico
con buoni risultati.
Storie come quella di B., uno dei
ragazzi ristretti nell’Istituto di pena
minorile partner esterno dell’Itc L.
Einaudi. B. ha diciotto anni, da due è
chiuso in Istituto: il delitto commesso
è uno dei più gravi. B. non parla ma
guarda gli altri con un sorriso beffardo,
non lavora nel gruppo ma frequenta le
lezioni e su un foglio, un giorno, disegna
una rosa per la moglie-bambina. Lui
impara a manipolare la carta e su di
essa incide le proprie emozioni: la rabbia
che cova dentro di sé per un’ ingiustizia
che crede di subire, la solitudine di
giornate vissute lontano dal suo mondo
arcaico e violento, il sarcasmo amaro
di chi non crede in valori che non ha
mai conosciuto. Vengono create le
Maschere di cartapesta ognuna delle
quali sintetizza e rappresenta uno stato
d’animo e che, raccolte in un pannello,
vanto e orgoglio di questo ragazzo,
raccontano la sua storia , la sua crescita
emotiva e intellettiva, l'’inizio dello
sgretolamento di quel muro di cemento
che è al posto dell'’anima. Non ci
illudiamo che il disagio sociale di B.
sia stato rimosso ma sappiamo che ha
chiesto l’autorizzazione a frequentare
il secondo anno IGEA presso l’ITC
Einaudi, mentre un altro del gruppo ha
prodotto domanda per sostenere esami
d’idoneità al secondo anno di scuola
superiore. Storie di docenti impegnati,
storie di docenti timorosi, storie di
docenti che si riscoprono diversi, storie
di docenti come L.
Loredana è una docente appartenente
a un’istituzione scolastica in rete con
l’ITC Einaudi. Ha partecipato agli incontri
del gruppo di progetto solo nella parte
conclusiva della fase progettuale in
sostituzione di una sua collega che si
era defilata. Loredana non ha esperienza
di progetti Pon, L. è insicura e timorosa
di sbagliare , sempre. L., però, legge
tutta la documentazione del progetto,
la studia, propone percorsi intelligenti
che le permettono di consolidare alcune
sue fragilità caratteriali e nello stesso
tempo di scoprire a se stessa le sue
potenzialità. L., su indicazione del
dirigente scolastico della scuola di
appartenenza, è proposta come tutor
per un modulo dell’area della
sensibilizzazione. L. rifiuta, non si sente
all’altezza, non sa come operare, teme
il confronto con i genitori che non sono
persone facili da approcciare. La
convinciamo ad accettare l’incarico che
svolge con scrupolosa puntualità,
diventando un punto fermo del modulo,
un prezioso aiuto per gli esperti, un
punto di riferimento validamente
operativo per i corsisti.
Storia di una docente, referente
coordinatore, che dopo trenta anni “di
onorato servizio” era ormai stanca della
scuola e “non ci si ritrovava più”: troppo
diverse le generazioni da educare, forse
troppo lontane da una idea un pò
c r i s t a l l i z z a t a d e l l a p r o fe s s i o n e
d’insegnante. Ma la consapevolezza di
dover cercare percorsi diversi, la gioia
di vedere questi percorsi dare buoni
frutti l’hanno spinta a perseverare in
questo impegno con grande
convinzione.
27
Istituto Tecnico Commerciale “A. GALLO”
Aversa(CE)
Azione 3.2b
FILO DI ARIANNA
L’IMPORTANZA DI UN’ESPERIENZA
Nato dalla volontà di docenti, dirigenti,
genitori e allievi di innovare la scuola
per ridarle centralità e importanza in
ambito socio-educativo, ed in partico-
lare nella lotta alla dispersione, il Filo
di Arianna, progetto PON della misura
3.2b, ha raggiunto pienamente lo scopo, affrontando il difficile tema in modo
verticale e sistemico, per la varietà dei
destinatari, le tematiche trattate, l’approccio con la realtà locale.
Già il titolo, che metaforicamente
richiama il famoso mito greco, è indicativo del viaggio che si è voluto compiere, un viaggio attraverso tutto l’arco
scolastico, dall’infanzia all’adolescenza
passando attraverso la formazione degli
adulti (genitori e docenti).
Qual è stato il coinvolgimento di allievi,docenti, genitori, dirigenti,in un progetto così vasto e così complesso contro
la dispersione?
Cosa si è capaci di progettare e mettere in campo per contribuire al miglioramento del tessuto sociale del proprio
territorio?
L’agro aversano, epicentro di gravi
situazioni ambientali, nonchè roccaforte
della camorra è davvero solo questo?
Preparazione del terreno
La risposta corale è stata quella di un
secco “no”.
Insieme, facendo sistema, si può guardare fiduciosi verso il futuro.
E’ quello che in particolare il Centro
Risorse “Gallo” ha cercato di fare.
Il progetto in sintesi
PARTNER:
Enti locali:
Comune di Aversa,
28
Comune di Carinaro,
Comune di Gricignano,
Comune di Teverola,
Associazione Culturale “CALEPIO
XXI” di Carinaro
strillone on line (giornalismo)
M o d u l o
f o r m a t i v o
n°..10Titolo.......Informatica avanzata
(informatica)
Modulo di sensibilizzazione
n°.13Titolo..www.famiglia-scuola.it
(comunicazione).
I NUMERI
Il progetto ha avuto il seguente
svolgimento :
10 moduli formativi rivolti agli allievi
di 50h+16 di bilancio competenze,
3 moduli di sensibilizzazione di 60h
cadauno rivolti ai genitori,
2 moduli destinati alla formazione dei
docenti.
attività/moduli realizzati:
RIPARTIZIONE DEI MODULI
V Circolo Didattico di Aversa
Modulo formativo n°.1.Titolo:
Navigo…….nella mia città (informatica)
Modulo di sensibilizzazione
n°....11.TITOLO:Tuteliamo i diritti
dell’infanzia (Area giuridica)
S.M.S“Pascoli” di Gricignano
d’Aversa.
Modulo formativo n°...2 Titolo... “DARE
FORMA ALLO SPAZIO”( Ed Tecnica)
Modulo
n°.5TITOLO: Volare tra le
note (Ed Musicale)
S.M.S “Petrarca” di Carinaro,
M o d u l o
f o r m a t i v o
n°....3.Titolo......”Teatrando… si impara”
(Italiano)
Modulo
formativo
n°..6Titolo..”Art…insieme “Cantiere
Scuola” (ed artistica)
S.M.S “Ungaretti” di Teverola,
Modulo formativo n°...4Titolo.....Aula
…Verde (scienze)
Modulo di sensibilizzazione
n°.12.Titolo:Cattivi modelli: Quale
Famiglia ? (sulla relazionalità)
I.T.C. “A. Gallo” di Aversa
Modulo formativo n°...7.Titolo
SCUOLA E AZIENDA (ec.aziendale)
Modulo formativo n° 8 Titolo La
Semaine Parisienne (lingua francese)
Modulo formativo n°..9 Titolo. Gallo
Alunni coinvolti 200
Genitori
61
Docenti formati 30
Risorse umane utilizzate
13 tutor
20 esperti esterni
dirigenti e personale ata delle
scuole in rete
Un progetto complesso
Il progetto della misura 3.2b, il filo di
Arianna è stato estremamente
complesso nella progettazione, nella
realizzazione e nella sistemazione finale
del prodotto.
- I risultati sono stati importanti,
sicuramente un’accresciuta motivazione
verso lo studio da parte degli allievi e
maggiore duttilità nel lasciarsi
coinvolgere in attività educative;
- Consolidamento della capacità
progettuale delle scuole della rete che
hanno saputo monitorare e
documentare i percorsi fatti;
- Una trasformazione straordinaria del
contesto scolastico, soprattutto quello
del Centro Risorse.
Esaltante quello che il filo di Arianna
è stato capace di fare, in particolare
nella scuola superiore, riottosa alle
innovazioni, dove ancora molti docenti
sono ancorati a modi di fare antiquati.
Inizialmente l’atteggiamento dei
docenti non coinvolti è stato di
diffidenza, se non di ostilità, ma dalla
critica e dal contrasto si è pervenuti
ormai ad una certezza “la scuola è
sistema”.
Questa, la verità incontrovertibile dalla
quale ripartire per arginare e contrastare
la dispersione scolastica.
29
Istituto Tecnico Industriale Statale “G. FERRARIS”
Napoli
Azione 3.2.b
SCUOLAPERTA - Occasioni di crescita e di sviluppo per il territorio
Il quartiere di Scampia,con i suoi
44.000 abitanti (ufficialmente censiti)
e i suoi 75.000 (effettivamente
residenti), insiste in un territorio a
nord di Napoli che fa da cuscinetto
dal 1982 (anno di completamento del
complesso edilizio “le Vele”) ad oggi.
La fenomenologia caratterizzante
Scampia , ovviamente, non è unica
tra il capoluogo e la provincia
napoletana , quella stessa provincia
che, proprio a causa di tale
insediamento dopo il terremoto dell’80,
presenta fenomeni di conurbazione
con il territorio metropolitano. Lo
sviluppo disordinato dell’area in esame
ha portato il quartiere alla ribalta della
cronaca per fenomeni di
microcriminalità, illegalità,
emarginazione e disgregazione sociale,
al punto da costituire una “dolorosa
spina nel fianco” di tutte le
amministrazioni che si sono succedute
nel panorama nazionale, ma è sicuramente simile a quella del quartiere
Zen a Palermo, Archi a Reggio Calabria, Librino a Catania; Tor Bella Monaca a Roma o, per estensione, a tutti
quei quartieri che, nati per effetto
della Legge 167 sull’edilizia economica
e popolare, hanno finito col diventare
quartieri dormitorio. Scampia è quasi
privo di strutture in grado di costituire
sicuro centro di riferimento e di aggregazione sociale per la popolazione
residente e, soprattutto, per una fascia
di giovani a rischio di dispersione
30
scolastica il cui unico sbocco è il lavoro
nero, o quello illegale o, quello che
è peggio, andare ad ingrossare le file
della camorra che trae linfa da questa
situazione di estremo disagio. Significativa anche la percentuale di
residenti provvisti di titolo di studio
che risulta essere del 74,5% contro
il 79,9% del capoluogo. Uno scarto
che diventa ancora più allarmante se
andiamo a confrontare la percentuale
dei diplomati (10% contro il 17,8 del
capoluogo) e quella dei laureati che
non raggiungono l’1% della popolazione. Altrettanto significativo anche
il numero di residenti privi di titolo di
titolo di studio 13,9% contro il 10,8%
di Napoli”. Il tasso di scolarità nella
scuola dell'obbligo, per quanto superiore a quello di Napoli, è comunque
inferiore ai valori medi nazionali e del
Mezzogiorno, altrettanto problematica
la situazione nella scuola media superiore.
Elevatissima la disoccupazione giovanile: c'è chi nelle proprie stime si
spinge oltre i dati ufficiali fino ad
ipotizzare una disoccupazione giovanile intorno al 67%; frequenti abbandoni scolastici, scarsa acculturazione,
forte incidenza della microcriminalità,
carenza di una cultura del lavoro:
questi sono i segni di un malessere
sociale profondo e di lunga durata
che va ben oltre i limiti territoriali del
quartiere e che investe l’intero territorio napoletano e il suo hinterland.
A Scampia il distacco tra l’istituzione
Scuola ed il territorio rischia di divenire
una frattura difficilmente saldabile,
in taluni casi l'istituzione appare lontana dalle esigenze e dai bisogni
dell’utenza, “un corpo estraneo” all’interno di un quartiere incapace di
interagire con gli abitanti, con le
associazioni, con le strutture.
Se quanto esposto rappresenta il
“punto debole” del sistema , è pur
vero che in questi ultimi anni le scuole
che operano nel territorio hanno
svolto un’azione di “supplenza” nel
tentativo di ridurre la distanza tra il
“paese reale” degli emarginati e quello
“legale”
dell’istituzione.
Di qui la necessità di un'azione che
tenesse ben presente questa realtà.
Il progetto del nostro centro risorse
è stato ideato, e poi articolato, ponendo come finalità generale la rimotivazione allo studio e la ri-affezione
alla “scuola” come luogo dove trovare
una sicura crescita educativa e formativa. L’iniziativa ha messo in piedi
azioni ed interventi finalizzati a promuovere uno spazio educativo di
socializzazione, di valorizzazione delle
potenzialità e di protagonismo degli
allievi, degli educatori e delle famiglie.
I destinatari sono stati gli allievi a
rischio di dispersione delle scuole
secondarie di primo e secondo grado
dei quartieri Scampia, Piscinola, Secondigliano, i Giovani drop out del
territorio ed adulti con necessità di
riconversione e/o a rischio di esclusione, i Genitori degli allievi coinvolti
nell'azione progettuale, i Docenti,
operatori scolastici, operatori dei servizi sociali e dei servizi per
l'impiego.Come suscitare allora
“quell’Interesse” alle attività che dietro
la facciata e il titolo accattivante
nascondevano obiettivi formativi ed
educativi e miravano al rientro nella
vita scolastica attiva? La risposta
vincente è stata nella scelta di metodologie non consuete e nell’utilizzo
di strumenti e apparecchiature tecnologicamente nuove, ma prima di tutto
nell’individuazione, grazie ad una
attenta analisi dei bisogni e degli
interessi, di moduli progettuali veramente interessanti per l’utenza
“problematica”.
31
Istituto Tecnico Industriale "ETTORE MAJORANA"
RAGUSA
Azione 3.2B
“ORIENtamento del TErritorio”
Il progetto, con i tanti moduli e le
varietà dei temi, ha offerto uno strumento educativo nuovo e vivace ed
ha permesso di coinvolgere gli studenti
meno portati verso la vita scolastica.
Particolare curiosità ed attenzione
ha suscitato nei partecipanti (20 allievi
circa) il modulo sulla “Conoscenza e
oggetto di esame nella fase iniziale
del lavoro.
Agli incontri in aula, mirati a creare
interesse negli allievi, sono seguite le
lezioni in situazione presso alcuni siti
locali.
Il territorio Ragusano è oggi famoso,
innanzitutto, per la ricostruzione suc-
valorizzazione del patrimonio artistico
e culturale”.
Il territorio degli Iblei, innalzato ad
Eden già da Pindaro, questo “museo
a cielo aperto” che riesce a raccontarsi
attraverso i suoi insediamenti rupestri
sicani e siculi, le sue necropoli greche
e romane, i resti bizantini, i monumenti
arabi, normanni e borbonici, è stato
cessiva alla “ILIADE FUNESTA”, il catastrofico terremoto del 1693.
Sui resti dei vecchi insediamenti rasi
al suolo, di solito situati su crinali e
vallate, furono edificate, nel diciottesimo secolo, città ricche di palazzi
signorili, monasteri e chiese secondo
lo stile dell’epoca: il barocco.
E’, quello degli Iblei, un barocco
32
sobrio ed elegante, omogeneo nel suo
bel colore avorio rosato, delicato nei
suoi capitelli e nella sua sinuosa plasticità tanto che l’UNESCO ha decretato
che divenisse, con le sue opere d’arte,
“Patrimonio dell’Umanità”.
I centri elevati a tale dignità hanno
affascinato viaggiatori come Goethe,
incisori come Houel, poeti e scrittori
come Quasimodo, Vittorini, La Pira e
Bufalino ma sono riusciti a captare,
anche, l’attenzione e l’interesse dei
ragazzi del modulo.
Armati di macchine fotografiche,
videocamere e taccuini, i giovani
reporters hanno visitato sia i
monumenti più rappresentativi di
Modica, Ragusa Ibla, Scicli, come, pure,
viuzze che profumano di basilico, cortili
odorosi di gelsomini, chiesette adorne
di violacciocche, che, con il loro fascino
discreto, trasformano in presepe
quartieri resi vivi da vecchine sedute
all’angolo del loro crocicchio, da tendine
palpitanti, da gabbiette col canarino
attaccate agli stipiti, da gatti miagolanti
e da gradini che, con la loro
consunzione, sembrano raccontare la
storia di tante vite.
I ragazzi hanno colto queste
sfumature e ne sono rimasti
affascinati.E quante domande alle
nonnine dai visi rugosi e dai capelli
argentati…..!
Il timore, quando viene avviato un
modulo, è quello che si verifichi, durante
il suo svolgimento, un abbandono
massiccio da parte degli iscritti.
Questo non è accaduto ……….anzi!
L’entusiasmo è stato tale che non solo
ha permesso di realizzare, su CD e su
carta, un interessante prodotto finito
ricco di notizie e didascalie rielaborate
nella fase conclusiva ma, addirittura,
di diventare protagonisti: alcuni studenti
si sono improvvisati, guide dei loro
familiari e ….. con successo (così è
stato riferito dai genitori!).
Ancora oggi, incontrando o il Tutor o
l’Esperto che li ha seguiti in questo
percorso i corsisti domandano:
“….quando incominciamo con un altro
lavoro? ….è stato proprio bello, altro
che studiare sui libri, seduti per ore
dietro un banco!”.
Nella fase iniziale temi ed argomenti
della attività sono stati condivisi con
gli insegnanti curricolari ai quali, alla
fine del percorso, sono stati comunicati
i risultati raggiunti da ciascuno
studente.
Il livello di socializzazione e
collaborazione fra i partecipanti,
soprattutto nella fase finale, è apparso
buono e altrettanto positivo il grado di
conoscenze raggiunto, così come
attestato dagli Esperti che hanno curato
il bilancio delle competenze.
Ad ogni allievo a modulo ultimato è
stato consegnato, alla presenza dei
compagni di classe, un CD con il lavoro
realizzato ed un diploma di
partecipazione corredato di
certificazione relativa al suddetto
bilancio.
Che gratificazione! Quanta emozione!
Qualcuno aveva
rossi……………….
33
gli
occhi
Istituto Tecnico Industriale "ETTORE MAJORANA"
RAGUSA
Azione 3.2B
“ORIENtamento del TErritorio”
Quando sei chiamato a descrivere
sinteticamente l’esperienza vissuta di
un progetto come questo, potresti
parlare a lungo, come peraltro già
fatto nei seminari di promozione e
agli atti dei fascicoli ti danno un metro
esatto con cui misurare gradimento,
esperienza, competenze acquisite. Ti
danno anche la consapevolezza di
avere dato agli “allievi fuori corso”
sostegno, di difficoltà incontrate, di
potenziali azioni di miglioramento, di
corsi di formazione, bilancio delle
competenze e di quanto altro. In questa sede si ritiene più opportuno descrivere l’esperienza vissuta con il
linguaggio semplice, e a volte sgrammaticato, dei veri protagonisti del
Progetto: gli allievi. I brevi racconti
(genitori) la possibilità, attraverso la
frequenza del modulo, di riscoprire
interessi ormai dimenticati, di vivere
un’esperienza nuova ed al di fuori
della routine, di rafforzare il dialogo
con i figli circa “l’utilità” e la “voglia”
di istruzione ed a prevenire così, già
a partire dal nucleo familiare inteso
come “scuola”, il disagio giovanile. I
34
brevi racconti, oltre a mettere in
evidenza pregi e difetti dei moduli
formativi e dei soggetti coinvolti in
qualità di Esperti e Tutor, hanno
comunque un unico denominatore
comune: terminano tutti con “ è
un’esperienza che rifarei”.
Pertanto partendo dalla
considerazione fatta da uno dei Tutor
d’Aula inizia il “nostro racconto”
affinché diventi patrimonio ed
elemento di riflessione per tutti coloro
che ogni giorno si trovano a
confrontarsi con la logistica e, a volte,
con le difficoltà di espletamento dei
Progetti.
“In questo corso ho avuto la
possibilità di una crescita personale
grazie al contributo dei corsisti, alle
loro emozioni, i loro sentimenti e la
ricchezza
che
ognuno,
individualmente, porta dentro di sé.
Identifico il gruppo con l’immagine
di una piccola goccia di olio che
lentamente si allarga ed espande……”.
“Ogni incontro una scoperta,
un’emozione, un argomento da cui
trarre spunto per riflettere e fare delle
c o n s i d e ra z i o n i . Va l u t a r e e
comprendere, far proprie delle nuove
esperienze. Un aiuto molto valido per
capire l’orizzonte delle conoscenze e
del sapere”
“Durante questo corso ho
sperimentato a guardarmi dentro e
a provare delle sensazioni che non
avrei pensato di provare”
35
“….. ho scoperto aspetti del mio
mondo interiore e ho risolto con
successo difficoltà che vivevo……”
“Voglio essere sincera: ho iniziato
questo corso per curiosità e forse
anche per diversivo…..ebbene è stata
un’esperienza unica. L’Esperto ed il
Tutor sono stati bravissimi e mi hanno
condotto a vivere un episodio della
mia vita che penso rimarrà per lungo
tempo nei miei pensieri”
“Dopo questo corso ho capito che
senza pace nel mondo non avremmo
potuto fare questo corso”
“Durante questo corso fatto a
scuola, ho imparato molte cose nuove
che prima non conoscevo. Nonostante
tutto ho capito anche come è
composto il mondo del lavoro”
“Questo progetto, oltre ad essere
stato divertente, è stato molto
importante, e soprattutto sarà molto
importante per il futuro”
A proposito……”anch’io lo rifarei”.
Istituto Tecnico Industriale “VERONA TRENTO “
Messina
Azione 3.2b
“ La conquista del successo nel rispetto della legalità “
Rispetto degli altri nella diversità,
solidarietà, libertà, onestà, mediazione
e negoziazione tra i propri bisogni e
quelli degli altri, rispetto delle regole
ma anche consapevolezza della possibilità di cambiarle con gli strumenti adeguati, sono i valori che stanno alla base
di qualunque civile convivenza e che
l’Istituto Tecnico Industriale “Verona
Trento” si propone di raggiungere coerentemente con le finalità formative.
Infatti, di fronte alle continue trasformazioni e innovazioni della società e ad
una famiglia che non sempre sembra
in grado di costituire un’efficace barriera
nei confronti della “ invasività negativa”,
la Scuola deve orientare e formare il
giovane affinché acquisisca non solo un
corredo cognitivo, che gli permetta un
continuo sviluppo culturale e professionale, ma anche atteggiamenti e com-
portamenti positivi circa i valori della
società democratica e gli impegni che
dovrà assolvere come cittadino.
Il progetto,finalizzato a consolidare
la cultura della legalità, intesa come
valore primario e strumento di crescita
civile, economica e democratica di tutti
i settori sociali, è stato realizzato dalle
scuole della rete “Colapesce”, di cui l’ITI
“Verona Trento” è capofila, attraverso
percorsi di tipo ecologico - ambientale,
tecnologico, attività laboratoriali, attività
musicali e sportive.
L’intervento di formazione e sensibilizzazione ha visto coinvolti giovani allievi
appartenenti a scuole di ogni ordine e
grado e genitori degli allievi a rischio di
dispersione ed ha avuto lo scopo di
creare un clima di collaborazione fra le
varie realtà scolastiche , di potenziare
36
la capacità di rapportarsi con gli altri ,
di vivere la Scuola come ambiente che
sollecita l’insorgere del rispetto e della
responsabilità.
I percorsi ecologici - ambientali, sono
stati realizzati attraverso attività di
ricerca e documentazione sul campo
che ha reso i ragazzi coscienti del fatto
che il non rispetto delle regole ha
apportato danni a persone e cose, con
conseguente disagi e costi per l’umanità.
I percorsi tecnologici , miranti non
solo alla conoscenza delle nuove
tecnologie della comunicazione ma alla
sensibilizzazione dei problemi derivanti
dal rapporto genitori – figli, hanno
offerto l’occasione per superare il gap
culturale -temporale che spesso divide
i genitori dai propri figli in periodi di
sviluppo fisico e mentale molto difficili,
quali quelli della pre-adolescenza e
dell’adolescenza.
I percorsi laboratoriali ( teatro,
lavorazione della creta, attività creative,
attività di produzione linguistica e
comunicativa….) hanno permesso lo
37
sviluppo di capacità, abilità,
comportamenti che interessano
armonicamente le dimensioni della
personalità, traducibili in un
comportamento conoscitivo attraverso
cui interagire intelligentemente con gli
altri.
Le attività musicali e sportive,
attraverso giochi liberi, con semplici
strumenti musicali ed attrezzi ginnici
strutturati, hanno permesso ai venti
alunni della scuola elementare di
realizzare figurazioni ritmiche di una
fiaba che sviluppa il tema della legalità.
Tutto ciò ha voluto dare significato e
valore al sapere come diritto della
persona, come condizione di
cittadinanza sociale in un’epoca
dominata dalla tecnologia e
dall’informazione, come acquisizione di
una cultura che renda liberi perché
capaci di pensiero e di azioni, come
finalità condivisa da famiglie, studenti,
docenti e società civile.
Liceo Classico “VIRGILIO”
VICO DEL GARGANO (FG)
Azione 3 . 2 . b
“L’ARTE DEL COMUNICARE”
Non solo libri a scuola
Il Liceo “Virgilio” di Vico del Gargano
non è solo Italiano, Greco, Storia,
Matematica… Svolge con successo attività integrative per migliorare l’offerta
formativa della scuola. In particolare,
come Centro Risorse contro la Dispersione Scolastica ed il Disagio Giovanile,
nel 2004 ha realizzato il progetto “L’arte
del comunicare” che prevedeva cinque
moduli per gli alunni ed uno di sensibilizzazione per i genitori.Cosa ne
pensano i protagonisti?
L’esperto esterno per la danza
“Tutti gli alunni partecipanti al corso
hanno profuso impegno entusiastico nelle
attività. I risultati: grande socializzazione
e collaborazione, buon coordinamento
dei movimenti, atteggiamento positivo
nei confronti del lavoro scolastico”.
Un alunno del II liceo scientifico - corso
di cinematografia
“Grazie alla competenza dell’esperto
esterno e dei tutor, abbiamo vissuto,
insieme ai ragazzi più piccoli della Scuola
Media, tutte le fasi relative alla realizzazione di un cortometraggio: ideazione e
scrittura della sceneggiatura, costituzione
dello staff tecnico, scelta e preparazione
degli attori, supporto alla regia e alla
produzione, contatti con Enti, montaggio
delle riprese. Alla fine è stata realizzata
una originale fiction “folkamorosa” legata
alla festa di San Valentino, patrono di
Vico. È stata un’esperienza bellissima che
mi ha fatto apprezzare di più la scuola e
che rifarei con entusiasmo nonostante mi
sia costata sacrificio poichè abito in un
altro comune ed i collegamenti pubblici
sono scarsi: mangerei altri cento panini!”.
Il tutor corso di cinematografia
“la realizzazione della fiction ha appassionato tutti i partecipanti delle scuole
del paese. Sono stati conseguiti più obiettivi: coinvolgimento del tessuto sociale
nelle attività della scuola, conoscenza dei
valori socio-culturali, ricaduta positiva
sul lavoro scolastico, nuovo approccio
metodologico nelle ore di attività
38
curriculare”
l’alunna del IV ginnasio –attività teatrale
“Abbiamo scoperto che attraverso il teatro
si possono studiare meglio anche l’italiano, la storia, l’arte. Siamo stati aiutati a
farlo dai nostri docenti e dall’esperto
teatrale, attore e regista. Andare in scena
davanti a autorità politiche e della scuola
durante la Mostra nazionale del Cinema
e del Teatro classico, è stata un’emozione
indimenticabile.”
Un alunno del II Liceo scientifico corso di informatica
“Durante il corso abbiamo imparato ad
usare il computer. Abbiamo fornito anche
un servizio utile elaborando grafici per il
monitoraggio degli alunni disabili che il
nostro Liceo svolge in quanto Scuola Polo
per l’integrazione”.
Genitori del modulo di sensibilizzazione:
“Anch’io provengo da questo Liceo e sono
rimasto stupito per i grandi cambiamenti
che ho potuto notare nei linguaggi, metodologie, strumentazioni. Il corso ha
avvicinato noi genitori al nuovo mondo
scolastico, al linguaggio dei ragazzi, e
anche noi ci siamo trovati a nostro agio
come alunni. Adesso capisco perché i miei
figli parlano delle attività pomeridiane e
non tanto di quelle curriculari”
“Sì, è vero; forse perché costituiscono
un modo diverso di stare a scuola: non ci
sono voti, i ragazzi non devono competere
e hanno rapporti diversi con i docenti.
Per questo risultano interessanti e formative.”
“Finalmente la scuola ha cominciato a
spendere bene i suoi soldi!”
Scuola Media ”DANTE”
LATERZA (TA)
Azione 3.2b
"Adolescenza, la fatica di crescere fra opportunità e rischi"
Il Pon ha fatto scuola, partendo
dagli ultimi
Un acronimo (ab)usato, per un’esperienza nuova (l’aggettivo a seguire è
voluto). “Pon” sta per Piano operativo
nazionale. L’estensione completa poco
aggiunge, però, alla versione ridotta. E,
crediamo, neanche incuriosisce più di
tanto la sigla che (non) si svela. “Pon”
è parola autonoma. Tanto da fare scuola.
Soprattutto a scuola. Ancora di più alla
“media”, dove pure altri acronimi sintetizzano altri piani (il Pof su tutti), forse
con maggiore fortuna semantica. Ma
dove le Misure e le Azioni, che del Pon
sono le coordinate, appartenevano, fino
a qualche anno fa, ad altri contenitori
lessicali.
Alla “Dante-Michelangelo” di Laterza,
due plessi e 29 classi in Provincia di
Taranto, ad esempio, il Pon Misura 3
Azione 3.2b ha dilatato gli spazi scolastici,
li ha “aperti”, li ha condivisi con il territorio. Di più: ha fatto territorio, ribaltando
lo stereotipo che tende a separare, magari per esaltare, saltuariamente, spesso
in modo effimero, la necessità (e il dovere) di integrare. La scuola è territorio,
insomma. A Laterza, paese sospeso tra
la premurgia e il mare: lo Jonio), sul
fenomeno della dispersione scolastica e
del disagio sociale, sintomo e causa di
un stesso problema (l’emarginazione),
il Pon ha intersecato bisogni e servizi,
“mancanze” e risorse. Intorno all’«Adolescenza, la fatica di crescere fra
opportunità e rischi», il progetto della
scuola media laertina ha annodato gli
invisibili fili delle relazioni territoriali. Ha
messo le scuole e l’ente locale in rete,
innanzitutto: la Dante (Centro risorse),
i due Circoli didattici, il liceo scientifico
“G.B. Vico”, il Comune. Non senza problemi iniziali. Nella consapevolezza, però,
della necessità di fare “sistema”, di co-
niugare il formale (gli accordi, le convenzioni, gli adempimenti organizzativi) con
l’informale (la passione e la professionalità di operatori e docenti), sintesi massima del vivere in relazione: nel rispetto
delle regole e nella condivisione delle
emozioni. E delle opportunità.
Cinque moduli più uno, oltre cento gli
“allievi” frequentanti: fra di loro sedici
adulti, genitori impegnati nel modulo
della “Sensibilizzazione”. Un’esperienza
del tutto inedita, quest’ultima, vissuta
in aula (dialoghi, introspezioni, giochi di
ruolo), in laboratorio (di informatica) e
al cinema (Io non ho paura, di Gabriele
Salvatores), a volte in presenza (programmata) degli allievi-figli. Anche confidando: «Mi trovo bene con gli altri,
socializzo con tutti, ma non riesco mai
a parlare di me» scrive Grazia, mamma
e giovane nonna «a tempo pieno». Prospettici i cambiamenti “culturali” attesi,
tangibili gli elaborati prodotti. I ragazzi
e le ragazze, tra stupore e gioia, hanno
prodotto acquasantiere e vasi nel laboratorio ceramica, hanno rispettato esposizione e profondità di campo in quello
di fotografia (hanno disegnato con la
luce, ritoccando a china le loro stampe
in camera oscura), hanno prodotto ipertesti nel modulo di informatica. Hanno
fatto giochi d’ombra e teatro, costruendo
maschere, strumenti e scenari, imparando la difficile arte della finzione. Hanno
percepito, da protagonisti, il senso e
l’armonia della leggerezza, galleggiando
(e poi nuotando) in piscina. Hanno provato a raccontarsi. Come Endri: «Ho
vissuto in Albania, con mia madre e i
genitori di mia madre. Mia madre ha
cominciato a lavorare con gli inglesi, poi
ha incominciato a viaggiare, e io con lei.
Poi siamo venuti in Italia, e ora mi ritrovo
qui a scrivere il mio romanzo».
39
Istituto Professionale per
l'Industria e l'Artigianato "SANNINO"
PONTICELLI NAPOLI
Azione 3 . 2 . b
S C U O L A E T E R R I T O R IO
DAL GIARDINO AL P C
Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri
Brindisi
Azione 3.2b
Tra ricerca e innovazione:
il successo formativo 3.2b
40
Lista dei Centri Risorse
Mis. 4 Az. 4.1
Regioni Ob. 1
41
Lista dei Centri Risorse
Mis. 4 Az. 4.1
Regioni Ob. 1
42
Lista dei Centri Risorse
Mis. 4 Az. 4.1
Regioni Ob. 1
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Lista dei Centri Risorse
Mis. 4 Az. 4.1
Regioni Ob. 1
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Lista dei Centri Risorse
Mis. 4 Az. 4.1
Regioni Ob. 1
45
NOTE
46
NOTE
47
NOTE
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Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Dipartimento per l'Istruzione
Direzione Generale per gli Affari Internazionali
dell'istruzione Scolastica
Ufficio V
Unione Europea
Fondo Sociale Europeo
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
2000-2006