Per i formati distributivi il futuro è “convenience” o
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Per i formati distributivi il futuro è “convenience” o
In primo piano Per i formati distributivi il futuro è “convenience” o “destination” a classificazione in base alla superficie di vendita - metodo ormai invalso nel definire i formati - riflette l’esigenza di partire da elementi oggettivi e facilmente misurabili - e soprattutto universalmente condivisibili - sui L 1. Cluster di superficie: uno dei pochi criteri oggettivi di classificazione 2. Nel non-food manca la cultura dei formati 22 Carrefour) e a specializzati come i megastore librari (la Feltrinelli Libri e Musica, Mondadori) o alcune insegne del fashion low cost come Zara e H&M. I destination store sono punti di vendita per i quali si è disposti a percorrere chilometri (non rileva se sono 5 o 50: il parametro logistico fondamentale è la necessità del mezzo privato e pubblico per raggiungere il pdv d’elezione), perché costituiscono (al di là dell’attrazione momentanea) il punto di riferimento e- sclusivo dell’offerta merceologica in quello specifico settore. Si differenziano in base alla location: urbana con netta prevalenza del centro (Zara, H&M, Feltrinelli per rimanere nel contesto italiano) o extraurbana (“out-of-town”) come Decathlon, Castorama, Ikea, e i centri commerciali sovracomunali (> 40.000 mq Gla). Nei destination store della categoria “out-of-town” si riscontra una maggiore uniformità di taglia perché prevalgono formati Posizionamento dei principali formati in base ai criteri della location NEIGHBOURHOOD ON-THE-MOVE FORMATI 1. Supermercati 2. Dettaglio tradizionale 3. Dettaglio specializzato/privative 4. Mercati/centri commerciali urbani FORMATI 1. Minimarket su autostrade 2. Retailing nelle stazioni ferroviarie 3. Mall/duty free shop FORMATI 1. Fast fashion retailer 2. Librerie e megastore 3. Grandi magazzini 4. Boutique e negozi monomarca FORMATI 1. Ipermercati e superstore 2. Big box, Gss/Mss 3. Shopping center e Foc DESTINATION STORE quali tracciare alberi e matrici tassonomiche più raffinate. In un momento storico, come l’attuale, caratterizzato dall’incertezza/fluidità di una parte dell’universo distributivo (ristrutturazioni, ridisegni di layout e punti di vendita, nuovi posizionamenti, nuove forme distributive) compensate da fenomeni di repechage di forme tradizionali di commercio, è necessario ripartire da definizioni che ruotino su due stipiti fondamentali: location e dimensione. Il grafico a fianco è composto da quattro quadranti nei quali sono raggruppati alcuni formati in base a un quadruplice parametro di posizionamento che fa riferimento al criterio della location nelle sue fondamentali declinazioni: i due quadranti in basso si riferiscono a format “out-of-town” e “on-the-move”, mentre quelli superiori a “neighbourhood” e “high street”. Secondo MARK UP, qualunque glossario o prontuario sulle tipologie di vendita nel retail alimentare e non-food non potrà prescindere dai criteri di classificazione fondati sul livello di attrazione e servizio (destination e convenience store) e sulla location (high street e out-oftown). Il massimo per un’insegna si verifica quando riesce a posizionarsi come “destination” e “convenience”, privilegio riservato in Italia solo ad alcune catene o tipologie specifiche del tradizionale (Esselunga, Lidl, Gruppo CONVENIENCE STORE Roberto Pacifico Fedeltà e innovazione dal punto di vista dei nuovi formati o dei nuovi concetti distributivi si registreranno nelle categorie “neighbourhood” e “high street”. I destination store tendono a concentrare grandi e medie superfici (Gss/Mss) e a presentarsi integrati in strutture più complesse (centri commerciali e retail park) Fonte: elaborazione dell’autore MARK UP luglio|agosto_2008 In primo piano Grocery retailing: gli 8 formati distributivi Specialisti non-food (classificazione dimensionale in base alla metratura - mq di vendita) Classe Mq Formati Piccole superfici Fino a 499 Boutique, negozi specializzati Nau, Puma, Bata, e monomarca, concept store, Ferrari store temporary store, factory store Medie superfici 500-2.000 Family store, fast fashion retailer, flagship store C&A e Oviesse, Zara, Upim, La Feltrinelli Libri e Musica, Etam-Parigi Grandi superfici > 2.000 Megastore, grandi magazzini, Gss, mercatoni Mondadori, Coin, Longoni Sport, Ikea Grandi ipermercati Ipermercati Superstore Supermercati di zona Supermercati di quartiere Supermercati di vicinato Superette Minimercati => 6.500 < 6.500 = > 2.500 1.500-2.499 800-1.499 400-799 399-200 Fino a 199 Esempi di insegne Fonte: Iri-Infoscan dimensionali grandi (>2.000 mq di vendita). Ben diversa è la configurazione nei convenience store, ambito nel quale si registra un’estrema variabilità di formati e tipologie: dal chiosco al supermercato, passando per i mercati all’aperto (fissi o ambulanti), fino ai market a libero servizio sulle stazioni di rifornimento carburante. SEGMENTAZIONE PER LOCATION: IL FOOD È PIÙ AVANTI Nel commercio alimentare al dettaglio di prodotti di largo consumo confezionati la segmentazione dei formati di ven- dita è un’attività che rasenta lo status di scienza. I principi di classificazione sono di natura dimensionale, favoriti dall’impareggiabile variabilità delle superfici comprese in un ventaglio i cui estremi vanno da circa 50 mq di un negozio tradizionale fino agli oltre 10.000 di un iper- e dell’attrazione GLOSSARIO HIGH STREET OUT-OF-TOWN Convenience store: in inglese “convenience” equivale all’italiano “comodità”. La categoria dei convenience store racchiude il più elevato numero di tipologie e formati nel commercio al dettaglio, accomunati dal concetto di vicinato e prossimità. È in questa categoria che si registreranno probabilmente le innovazioni più consistenti. Destination store. Punto di vendita per raggiungere il quale i consumatori sono disposti a percorrere diversi chilometri. È sinonimo di category killer. Per MARK UP il destination store è il punto di vendita che, in virtù di uno dei seguenti tre fattori (prezzo, profondità e ampiezza d’assortimento, attrazione), costituisce la meta obbligata e/o prediletta negli acquisti in uno specifico mondo merceologico: rientrano nella categoria “destination” i megastore multiprodotto come la Feltrinelli Libri & Musica nell’editoria libraria, Ikea e Mondo Convenienza nell’arredamento per la casa, Decathlon (o Longoni Sport) negli attrezzi e negli articoli sportivi. Format: riassume il posizionamento specifico di un’insegna/gruppo distributivo all’interno di una tipologia o di un formato di vendita. In altre parole, il format, a parità di perimetro, dimensioni e offerta merceologica, è la carta d’identità di un retailer verso il consumatore. Formato: nella distribuzione alimentare è una segmentazione della tipologia. Per esempio: il supermercato di quartiere (800-1.499 mq) è un formato all’interno della più ampia tipologia del supermercato (400 a 2.500 mq). High street (American English: main street): via a elevato traffico nel centro affaristico e commerciale di una città. L’high street identifica e connota il posizionamento-chiave di molti formati, in particolare dei fashion retailer, sia quelli di fascia media e alta sia le insegne del low cost (per esempio Topshop, Gap, Zara, H&M nella moda e, sul versante dell’abbigliamento “basic” e family, C&A, Oviesse, Upim). Topshop (come Gap) si definisce espressamente “high street retailer”. Neighbourhood: vicinato. In termini di “location” identifica tutto il commercio di quartiere e di zona, in vie anche ad alto traffico, ma non centrali. Per esempio i supermercati Esselunga in viale Zara e Standa in via Ripamonti a Milano rientrano in questa categoria, pur trovandosi affacciati su vie altamente trafficate, perché di collegamento tra out-of-town e centro, ma che tagliano quartieri periferici. On-the-move: letteralmente “in movimento”. Si riferisce alla fascia eterogenea di persone che transitano quotidianamente per aeroporti, stazioni ferroviarie, autostrade. È un vero e proprio canale, ed esistono ben pochi formati ad hoc. Tutto da sviluppare, almeno in Italia. Out-of-town: in riferimento a una specifica provincia o area metropolitana identifica il posizionamento urbanistico delle grandi e medie superfici specializzate (Gss/Mss), dei centri commerciali al dettaglio, dei factory outlet center, dei retail park. mercato. Siamo vicinissimi al vero nell’affermare che nessun altro settore vanta una varietà di formati paragonabile all’alimentare lato sensu (specializzato + mass market). Gruppo Selex (si veda anche MARK UP di giugno 2008, alle pagg. 134-135) classifica la sua rete di vendita in 8 tipologie (+1, aggiungendo i cash & carry), dagli ipermercati (superficie di vendita media 5.600 mq), a scendere nella scala dimensionale verso le superfici più piccole: drogherie specializzate (insegna: Schlecker, media 190 mq) e minimercati (98 mq); con accentuata segmentazione nella tipologia del supermercato, diviso fra super di vicinato (superficie di vendita media pari a 600 mq), di quartiere (1.200 mq medi) e integrato e/o di zona (1.730 mq). La dimensione, come principio di classificazione tipologica e di formati, è strategica per una serie di fattori di natura urbanistica e immobiliare, due parametri sempre più decisivi per pesare il valore di un formato. Definire i format in base alla classe dimensionale ha un’importanza strategica per chi deve programmare lo sviluppo distributivo a livello locale. La discriminante tra grande, media e piccola superficie, variabile nel tempo secondo le evoluzioni del mercato e gli orientamenti politici, ha un impatto decisivo sulla valutazione dei flussi, dei fatturati e degli impatti ambientali. Segue a pag. 24 luglio|agosto_2008 MARK UP 23 In primo piano A cura di Anna Bertolini CLASSIFICAZIONE IDENTITÀ RELAZIONE CON IL CLIENTE HIGH STREET L’idea di moda veloce si fonde con l’appeal dell’insegna diventando un unico elemento di attrattiva e di dialogo con il consumatore. Molto caratterizzanti anche le vetrine che certificano il valore dell’offerta nonché l’identità del brand Il format crea una sorta di dipendenza dovuta all’elevata rotazione delle collezioni. Un’offerta in movimento che coinvolge il consumatore tanto da visitare periodicamente il negozio. Lasciato libero di girare, il cliente acquisisce una padronanza dei luoghi e dei prodotti che lo porta a soggiornare senza fretta Punto di prossimità per risolvere i piccoli problemi quotidiani. Questo il leit motiv che guida questa tipologia di punto di vendita che si adatta al quartiere cittadino Fa breccia su un pubblico cittadino poco pratico di bricolage proponendogli delle soluzioni che rispondono alle esigenze di realtà abitative dei grandi centri città Rappresenta il meeting point di coloro che possiamo definire hard bricoleur, ovvero tutte quelle figure esperte alla ricerca di proposte e materiali professionali Sicurezza in primis. La certezza di trovare quello che serve con la garanzia di un prodotto professionale. Profondità e ampiezza di gamma suggellano la fiducia accordata Contribuendo ad ampliare il mondo del retail specializzato, questo format genera nuovi spunti creativi nei consumatori avvicinandoli al mondo del soft bricolage Proiettato verso un pubblico femminile, il format ha rivisto le categorie merceologiche e i layout espositivi al fine di rendere l'atmosfera dei pdv esperienziale Punta al design accessibile questo format, ritagliandosi in primis un alone di convenienza mixato a un’offerta allargata ai differenti stili. Un’offerta trasversale che piace agli italiani e che giustifica il proliferare di specialisti del mobile. Focus in ogni caso sul risparmio La libertà di scelta e di percorrenza ne decretano il successo anche se in alcuni casi la limitata presenza di personale può essere un minus per l’acquirente. L’ampia proposta di stili porta i clienti a identificarsi e a riconoscersi in ogni singola catena Roccaforte del sapere, questo format conserva ampiezza e profondità di assortimento delineando nel cliente un profilo di certezza e sicurezza Fiducia, che implica la sicurezza di trovare quello che si cerca, e complicità sono i driver che accompagnano il consumatore Nuova immagine della libreria. Ai libri si affiancano prodotti culturali diversi che spaziano dalla musica al cinema fino ai videogiochi, ma anche cartoleria e prodotti multimediali Rappresenta forti elementi di aggregazione grazie anche alla parte dedicata alla ristorazione nonché alle aree relax proposte dal format Fast fashion (sup. media 1.000 mq, centri urbani lungo le vie di maggior traffico pedonale) Bricolage NEIGHBOURHOOD (sup. media 1.000 mq, centro città) OUT-OF-TOWN (sup. media dai 5.000 ai 10.000 mq, aree periferiche collegate da importanti vie di comunicazione) DESTINATION STORE (Sup. media dai 3.000 mq ai 10.000 mq, di prossimità adiacenti a poli commerciali) Arredamento DESTINATION STORE (sup. media > 5.000 mq, aree periferiche collegate da importanti vie di comunicazione) Librerie NEIGHBOURHOOD (sup. media 500-800 mq, centro urbano, centro commerciale) DESTINATION STORE (sup. media 2.000 mq, centro città, centro storico) 24 MARK UP luglio|agosto_2008 In primo piano DISTINTIVITÀ APERTURA A NUOVI CLIENTI VALORIZZAZIONE DEL TEMPO PRESIDIO DEL TERRITORIO Essenzialità e funzionalità sono i tratti distintivi di questo format che fa leva principalmente su prodotti fashion a prezzi convenienti. La capacità di cogliere i trend in atto nell’abbigliamento e trasferirli nel più breve tempo possibile al consumatore lo rende uno dei maggiori attrattori nelle vie dello shopping La ridotta presenza di capi continuativi fa supporre una chiusura verso target diversi da quello core. Pur non essendo una struttura ingessata, dichiara, dunque, di non aprirsi a consumatori maturi proprio per le peculiarità intrinseche del format Il tempo è una componente fondamentale. Non viene risparmiato ma viene consumato velocemente già a partire dal riassortimento dei negozi. La sua riduzione è quindi un plus che viene percepito favorevolmente dai clienti che condividono tempi di frequenza elevati Presente nelle principali città italiane, soffre ancora di una ridotta distribuzione sul territorio italiano. L’aumento di aperture nei centri commerciali potrebbe ovviare a questa carenza L’essere vicini al cliente nelle location e nelle proposte fa assumere un’aura friendly che può legare a doppio nodo il consumatore. Una fiducia che difficilmente può spezzarsi L’inserimento di prodotti che esulano dal puro bricolage può portare a nuovi target, tanto più che la location di città può connotare il pdv alla stregua di un negozio per lo shopping Il format dalle dimensioni minori e con servizio di vicinato incontra le poche possibilità di spostamento di alcune tipologie di consumatori portandoli a guadagnare tempo Format dalle elevate potenzialità di crescita soprattutto se sviluppato attraverso il franchising. Qualche difficoltà proviene probabilmente dalla mancanza di spazi espositivi in città Questo format è ancora in grado di comunicare molto soprattutto nella riduzione dei costi riconducibili allo spazio di localizzazioni extraurbane Nonostante le veloci trasformazioni dei consumatori, questo format sembra aver consolidato la propria clientela tanto da non aspirare a nuova linfa L'organizzazione degli assortimenti secondo logiche didattiche aiutano nella ricerca dei prodotti e nella lettura del lineare. Questo denota un rispetto verso l’uso del tempo Ben distribuiti sulla penisola con una capillarità che simboleggia la forza di ciascuna singola catena. Una presenza che avalla anche il successo presso il consumatore L’agire sulla componente ludica. L’attenzione al contenuto di servizio oltre alla focalizzazione in ambiti estranei al bricolage lo rendono vicino a un pubblico non bricoleur Con l’impasse economica, potrebbe aumentare il numero di consumatori che, anziché rivolgersi ad artigiani, decidono di operare autonomamente nelle piccole riparazioni Layout colorati con ambientazioni ad hoc che ricreano le camere abitative, rassicurazione dell’atmosfera e ludicità delle proposte aumentano il tempo di permanenza La vicinanza a poli commerciali pone maggiormente l’accento sul tentativo di rendere questi format punto di riferimento dello shopping L’aver reso accessibile un prodotto come il mobile ha portato a un ammodernamento del sistema distributivo italiano di arredamento. Focus sui servizi: funzionali (baby club ecc.), diretti ai prodotti (trasporto, ambientazione ecc.), finanziari (soddisfatti o rimborsati ecc.) e di dialogo (numero verde ecc.) È l’ideazione del format stesso ad aver aperto la profilazione dei clienti a target di fascia bassa. La democratizzazione del mobile ha condotto a gruppi di popolazione prima non raggiungibili. In ogni caso vige una trasversalità La creazione di aree ludiche dove rilassarsi o pranzare nonché zone destinate ai visitatori più piccoli inducono il consumatore a restare nel punto di vendita perdendo quasi la cognizione del tempo. La visita si prolunga diventando così un momento di appagamento e distrazione, soprattutto nei giorni domenicali Forse lo sviluppo consta di una strategia di inseguimento tra le insegne. Lo si evince anche dalla comunicazione: nelle grandi aree urbane vige un battage pubblicitario con il quale le insegne cercano di “rubarsi” la piazza L’attrattiva proviene dall’offerta e dalla brand awareness dell’insegna. Probabilmente sconta la scarsa propensione alla lettura degli italiani L’introduzione nei centri commerciali potrebbe portare a incrementare il numero e la tipologia dei consumatori Il gusto e il culto dei libri porta i visitatori a perdere la cognizione del tempo. L’ambiente soft e rilassante completa la voglia di permanenza. Si assiste a uno spostamento dai centri storici in direzione dei nuovi luoghi del consumo e del passaggio (centri commerciali, stazioni, aeroporti ecc.) Con la volontà di acquisire i “non acquirenti” e fidelizzare i lettori deboli e occasionali, il format riflette un concetto distributivo integrato dal forte appeal Il format, declinando diversamente layout e ampiezza dell’assortimento, si dirige verso una categoria di non lettori che probabilmente fa fatica a varcare la soglia Questa forma evoluta invita evidentemente alla permanenza. L’area caffetteria lo definisce un luogo d’incontro e di scambio non solo culturale Per le caratteristiche del format, quest’ultimo trova la sua massima applicazione in grandi centri urbani luglio|agosto_2008 MARK UP 25 >> ■