Piano di salute Saluzzo
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Piano di salute Saluzzo
8. Conclusioni In conclusione il Profilo di Salute del Distretto di Saluzzo consegna ai sindaci del Distretto un’analisi dei problemi che è ben rappresentata dallo schema della figura 7. La maggioranza dei tavoli ha identificato sotto il cappello “disagio psichico” un problema di carattere psico-sociale che tocca i diversi status sociali e le differenti età della popolazione, con ricadute maggiori sulle fasce deboli della popolazione (poveri, minori, disabili) e sembra interessare trasversalmente i territori, dalla pianura alle valli alpine. La salute mentale assume dunque particolare ed emergente rilevanza generando differenti problematiche sia per le conseguenze sul suicidio, sia per la frequenza, per la sofferenza percepita e per le ricadute sull’assistenza sia sociale che sanitaria. Si tratta di un problema che rimanda ad aspetti di identità e capacità di inclusione della comunità locale, che non può trovare risposte in singoli “servizi” o “prestazioni” (sanitarie e sociali), ma che dovrà interpellare le azioni di decisori politici, operatori e cittadini competenti che già intervengono su questo territorio. La situazione di crisi economica in cui versa anche il territorio, l'isolamento domestico che deriva dalla perdita del posto di lavoro, della propria identità, del proprio ruolo all'interno della famiglia aggravano di fatto una situazione generale già critica. Questi problemi si presentano con particolare accanimento nelle popolazioni di montagna, più vulnerabili dal punto di vista culturale, economico, sociale e dell’infrastruttura del territorio. E’ chiaro che dal punto di vista degli esiti di salute risultino più gravi i problemi che compromettono la sopravvivenza dei giovani e degli adulti, come gli infortuni da incidenti stradali e le conseguenze dell’abuso acuto e cronico di alcool che sono tuttavia riconducibili, almeno in parte, allo stato di salute mentale, a fenomeni di ansia e depressione che coinvolgono la popolazione locale e che sono maggiormente accentuati in tempo di crisi. Infine sono stati individuati anche problemi di eccessi di morbosità cronica e di mortalità della popolazione adulta anziana ed anziana, correlabili alla prevenzione sugli stili di vita, all’accessibilità e qualità dell’assistenza. Particolare rilevanza assume il tema Montagna, dove le problematiche emergenti sono aggravate dalla condizione di isolamento e di difficoltà di accesso ai servizi. Da sottolineare come emerga la necessità (in particolare da alcuni tavoli, Ambiente e Montagna – Trasporti Montagna – Urbanistica) di una maggiore valorizzazione delle risorse socio-culturali presenti sul territorio, anche alla luce di un impegno ancora presente a lavorare per la propria comunità. I problemi emersi rimandano alla responsabilità di diversi tipi di politiche, alcune alla portata delle responsabilità amministrative locali. In particolare la consultazione dei cittadini competenti ha condotto i presenti a suggerire a chi ha delle responsabilità pubbliche i seguenti tipi di azioni: 1. Indicazioni di priorità alla programmazione territoriale di settore che abbia già un centro di responsabilità riconosciuto. Il profilo epidemiologico offre numerosi suggerimenti di priorità: - la programmazione socio assistenziale, attraverso il Piano di Zona, dovrebbe considerare la particolare priorità data ai problemi psicosociali, di salute mentale e di problemi di alcool per giovani ed adulti; - la programmazione sanitaria, attraverso il Piano Attuativo, dovrebbe dimostrare di sapere affrontare gli eccessi di morbosità e mortalità correlati all’assistenza ed alla diagnosi precoce. In particolare si rileva la necessità di non scoprire ulteriormente i territori montani organizzando i medici di famiglia in unità di cure primarie in grado di fornire una assistenza di prossimità e di favorire l’accesso dei pt. ai servizi di base; - le agenzie formative (servizi comunali alla persona, scuola, associazioni, parrocchie…) dovrebbero affiancare gli organi preposti alla tutela della salute svolgendo un’opera di acculturazione che porta a considerare la salute come il frutto di azioni orientate al bene in molteplici campi (dal ciclo dell’acqua alla raccolta dei rifiuti, al tipo di mobilità, alle relazioni sociali…); a misurarsi con i temi della bioetica; ad accedere ai servizi sanitari in modo consapevole; - gli enti cui compete la programmazione territoriale dovrebbero considerare che il più volte richiamato disagio psico sociale ha a che fare con situazioni di solitudine, di scarsa socialità, di paura di fronte alle conseguenze del cambiamento del sistema produttivo. Dovrebbero consegnare alle comunità spazi di socialità, strutture e servizi in grado di favorire l’aggregazione e sostenere nuove forme di produttività. 2. Piani di azione per problemi prioritari che non siano ancora oggetto di specifiche responsabilità istituzionali di programmazione territoriale. Si può pensare di arrivare all' istituzionalizzazione di tavoli di lavoro permanenti intersettoriali e interistituzionali su progetti ad hoc; è il caso di priorità come: - gli interventi di promozione di stili di vita sani tra i giovani; - gli interventi di prevenzione dell’incidentalità; - interventi di sostegno al singolo individuo a fronte di situazioni che si prospettano con le nuove frontiere raggiunte dalla medicina e che hanno attinenza con le problematiche del testamento biologico. L'esperienza già maturata e consolidata negli anni del Piano Locale Giovani e del Piano Locale Dipendenze (area distrettuale), nonché dalle unità di cure palliative, può essere un valido aiuto per affrontare in rete le problematiche prioritarie che sono emerse e per una più incisiva azione congiunta. 3. Ricerca su problemi e determinanti (infrastrutture, accessibilità ai servizi, promozione risorse locali, cooperazione transfrontaliera) che sono alla base di situazioni quali la particolare vulnerabilità della montagna e delle risorse di comunità. 4. Piani di formazione dei funzionari e dei cittadini competenti sulla conoscenza dell’impatto sulla salute delle scelte amministrative e di sviluppo di livello locale (Salute in Tutte le Politiche) in modo che si creino nuovi indicatori per un aggiornamento costante del profilo di salute nei prossimi anni rendendolo più approfondito ed aderente alla realtà che cambia. *** IL PROCESSO PEPS COME PERCORSO CONDIVISO Il Profilo di Salute, inteso non solo come un “documento” ma soprattutto come un “processo” che coinvolge i soggetti operanti ai vari livelli territoriali, secondo le indicazioni fornite dal Piano Socio-Sanitario Regionale, aumenta la conoscenza dei bisogni ma anche delle risorse essendo la comunità soggetto portatore di bisogni ma anche di soluzioni. Il processo messo in atto fino ad ora sui PePS offre inoltre alcuni suggerimenti rispetto al metodo di lavoro da seguire nello sviluppo del Piano di Salute da parte dei diversi attori presenti sul territorio: - la necessità di rinnovare le capacità di lettura dei bisogni del territorio andando al di là dei “target” di specifica competenza (es. dai minori a rischio, alle trasformazioni familiari in atto), tenendo in particolare considerazione aspetti relativi all’ambiente, alla comunità di riferimento ed ai cambiamenti in atto (es. impatto della crisi e dell’immigrazione). - l’importanza di affiancare agli obiettivi specifici del servizio/ambito di intervento (es. prevenzione dell’abuso di alcool), le ricadute positive che tali interventi possono/devono avere in termini di rinforzo delle capacità (individuali e collettive) di affrontare il problema. - l’importanza di individuare, coinvolgere e valorizzare nelle diverse fasi del processo (dalla lettura del territorio, alla realizzazione e valutazione degli interventi) le risorse presenti, quale presupposto essenziale per garantire la continuità e la sostenibilità delle azioni stesse. Rimarchiamo con convinzione l’importanza di un percorso condiviso, che ci ha permesso di andare oltre gli stereotipi e le visioni ospedalocentriche della salute per aprirsi alle dinamiche di una società in profonda trasformazione. Il “pensiero” e la “condivisone”, supportati dalla raccolta delle informazioni, sono gli strumenti di lavoro da affiancare alla gestione tecnica ed economicistica della sanità al fine di produrre salute. Rammentando il monito del filosofo greco Eraclito il quale diceva: “Se non t’aspetti l’inaspettato, non conoscerai mai la verità” non dobbiamo perdere il piacere e la gioia del viaggio caratterizzato dalla dinamicità e dalla volontà di cercare risposte anche dove non si volge abitualmente lo sguardo. SVILUPPO DELLA COMUNITA’: azione congiunta di Amministrazioni Locali CMS-ASL attraverso percorsi di progettazione partecipata, di collaborazione e problem solving CRESCITA DELLE PERSONE: sviluppo delle competenze relazionali e psicosociali, creazione di alleanze tra operatori attenti al benessere collettivo e alla qualità della convivenza FARE INSIEME: favorire il dialogo costruttivo e sinergico tra i vari tavoli di lavoro