benchmark dac1

Transcript

benchmark dac1
Live concert
di
Alfio Morelli e Douglas Cole
La produzione
Cristiano De André
De André Canta De André
A dieci anni dalla scomparsa di
Fabrizio, è partita una produzione
che gli rende omaggio nel modo
più personale ed accorato... non
solo per il fatto che al timone
troviamo lo stesso figlio Cristiano,
ma anche perché la produzione
stessa può quasi intendersi come
una riunione di famiglia... la
ripresa di quel tour estivo del ’98
improvvisamente interrotto.
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C
ristiano De André è un artista ed un musicista di merito, che si regge benissimo sulle proprie gambe e
che di farina del proprio sacco ne ha in abbondanza.
Essere figlio d’arte, e particolarmente nel caso in cui
il genitore è praticamente un’istituzione nazionale, richiede
più fegato di quanto serve ad altri artisti. Detto questo, per
la natura della produzione stessa, è naturale che la maggior
parte dell’attenzione di tutti sia diretta verso il materiale e
non verso l’interprete. Si spera però che tutti quelli che hanno fruito di questi concerti e che ascoltano il disco relativo
ricordino che tutto ciò è stato possibile solo per il talento ed
il cuore di Cristiano.
Detto ciò, parliamo del tour. Partito in versione estiva nel
2009, e forse un po’ sottotono, “De André Canta De André”
sta facendo il giro ed il ri-giro della Penisola. È cresciuto
nella versione invernale, diventando capace di riempire non
solo i teatri più grandi, ma anche i palasport.
Con arrangiamenti nuovi dei brani di Fabrizio, realizzati a
quattro mani da Cristiano e dal noto tastierista/produttore
Luciano Luisi, e con la scenografia di Pepi Morgia (un altro
timbro dell’autenticità De André), è un concerto davvero
interessante che siamo riusciti ad incrociare al PalaDozza di
Bologna il 18 febbraio. Per coincidenza del destino, il giorno di quello che sarebbe stato il settantesimo compleanno
di Fabrizio De André.
A spiegarci l’idea di questo tour è Bruno Sconocchia di Ph.D
Management.
“La società Ph.D – ci racconta Bruno – è nata nel giugno del
1984 e, guarda caso, proprio seguendo il tour di Fabrizio
De André Crêuza de mä, per cui sono molto fiero di essere
ancora oggi con De André. Oggi sarebbe stato il settantesimo compleanno di Fabrizio, così è una giornata importante,
anche se nello spettacolo non viene fatto niente di particolare. Lo spettacolo è già un omaggio, anche perché intorno
ad esso si riunisce tutta la vecchia famiglia, da Riccio a Pepi
a tutti gli altri...
“Io ho iniziato questo lavoro – continua Bruno – all’inizio
degli anni ‘80 con Fabrizio De André, ed ho lavorato con lui
fino all’ultimo tour. Così, quando è nato questo De André
canta De André, mi è piaciuta l’idea di coinvolgere ancora
tutti i vecchi amici e ricreare questo vecchio gruppo. Siamo
tutti qui perché fondamentalmente facciamo una cosa che
ci piace, ma siamo anche tutti emotivamente e sentimentalmente legati a questo spettacolo”.
Anche la PFM ha cavalcato l’onda “De André”... cosa ne
pensi?
È uno spettacolo che fanno da parecchio tempo, e fanno
bene: anche loro sono un pezzo della storia di Fabrizio,
ed io non ho nulla da dire. Credo che loro ripercorrano in
modo molto corretto gli arrangiamenti fatti in quel periodo
per quei concerti e quelle registrazioni. Purtroppo, l’unica
cosa mancante in quello spettacolo è la voce di Fabrizio.
Qui abbiamo voluto fare un’altra cosa, con arrangiamenti
nuovi e moderni delle canzoni, e con una voce, una presenza ed un modo di interagire con il pubblico molto simili a
quelli del padre.
E com’è stato recepito un omaggio con brani riarrangiati?
Devo dire che quando mi hanno detto che stavano riarrangiando parecchi dei pezzi mi è venuto un sudore freddo,
perché questi brani sono monumenti della canzone italiana... Oggi rimettere le mani su questi pezzi, senza Fabrizio,
è abbastanza pericoloso. Devo però dire – e non lo dico da
produttore, ma da fan di Fabrizio – che hanno fatto un lavoro strepitoso.
La produzione è cominciata un po’ in sordina, ma è cresciuta pian piano...
Lo spettacolo è stato recepito molto bene dal pubblico: devo
dire che la miglior promozione che abbiamo fatto per questo tour è stata il tour stesso. Stiamo tornado su piazze in
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cui eravamo già stati, da Bologna
a Milano, poi Verona, Torino,
Firenze, Roma... e probabilmente ritorneremo in questi luoghi
in estate. Credo che chi vede lo
spettacolo rimanga veramente
colpito, infatti parecchi tornando
a vederlo più volte.
Passiamo a Luca Gnudi, direttore
di produzione, per avere un po’ di
informazioni sulla parte gestionale della tournée.
In questa tournée di cosa ti devi
occupare?
Essendo una produzione non
grandissima, in realtà il ruolo di
direttore di produzione si mischia a quello di tour manager.
Diciamo che io e Filippo Raspanti
ci alterniamo, anche se Filippo fa
un po’ più da personal assistant
all’artista. Io mi occupo di tutta la
produzione in loco perché tengo
i contatti con i promoter locali.
Come in tutte le produzioni medio-piccole, c’è questa parte un
po’ artigianale che va seguita col
cuore.
2
1: Giovanni “Riccio” Colucci
(a sx) di M.M.S., e Bruno
Sconocchia di Ph.D.
2: Il direttore di produzione
Luca Gnudi.
www.soundlite.it
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Live concert
3: Davide Colucci, di Milano Music Service.
3
Ci sono otto tecnici, ma quanti
siete in totale?
Siamo diciotto persone, contando
dall’autista ai musicisti. Direi che
è uno spettacolo che si monta benissimo, in versione estiva come in
invernale. Per queste date al chiuso è molto rivestito e cucito bene
mentre l’estivo è stato più nudo e
spartano.
Abbiamo solo un bilico, oltre al
mezzo dei ragazzi. Siamo partiti
inizialmente con una motrice, poi
ci siamo abbastanza velocemente
allargati ad un bilico.
La produzione è concepita per i
teatri o per i palazzetti?
La tournée si adatta al teatro o
al palasport. È progettata a tavolino per essere adattata a spazi
capaci di contenere fino a 5000
persone. Le feste di piazza sono
state volutamente evitate, proprio per mantenere l’immagine
del tour allineata alla classe che
merita, così i palasport rappresentano il massimo delle concessioni.
Abbiamo derogato a questa “regola”, eventualmente, in alcune
situazioni estive, però su piazze in situazioni particolari ed
eventi culturali, non le piazze delle baraonde o per la sagra
della salsiccia.
Finora è stato un bel calendario e stiamo facendo dei bei
pienoni.
La tournée è seguita, per quanto riguarda il management,
dalla Ph.D, oltre ad un altro ufficio che si occupa, invece, di
tutto ciò che riguarda la promozione del disco, registrato interamente live durante la tournée, e venduto anche ai concerti. Anche il merchandising è gestito tutto “in famiglia”:
una gestione un po’ artigianale, come ho già accennato.
E sembra che questa cosa funzioni...
La tournée è partita un po’ in sordina, ma è cresciuta molto
bene. Questo è merito di Bruno Sconocchia che ci ha messo
un sacco d’impegno, ma soprattutto cuore e affetto. Di conseguenza, anche tutta la squadra lavora con il cuore, e questo sta dando dei bei risultati. Anche Cristiano è entrato con
una certa sicurezza nella situazione, grazie alla squadra che
si sta occupando della produzione. Il grande Luciano Luisi, il
tastierista, sta dando davvero tutto se stesso: lo spettacolo è
anche un po’ la sua creatura. Abbiamo fatto l’estiva, poi c’è
stato un breve break, poi è iniziata l’invernale che si è fermata un po’ in corrispondenza delle vacanze natalizie, ed
ora sta ricominciando. Faremo una parte d’estiva nel 2010,
un po’ modificata con alcuni pezzi nuovi.
Cristiano ha partecipato a vari programmi televisivi, perciò
sono state mosse alcune pedine importanti per la promozione del disco e del tour.
Il service
Il service audio e luci che segue il tour è Milano Music Service, e anche questo rapporto è una tradizione di famiglia. Sul
posto c’è Giovanni “Riccio” Colucci, storico fonico di De André. Lo salutiamo e, dopo due chiacchiere, ci dirige verso il
responsabile in tour per M.M.S., cioè il figlio Davide Colucci,
per avere un po’ di informazioni sulla parte tecnica della
produzione.
Quali sono le peculiarità di questa produzione?
Siamo partiti con un po’ di cose da risolvere, soprattutto
abbiamo dovuto incastrare le idee di Cristiano con quelle
di Sconocchia. È venuta fuori questa sorte di nave: infatti,
vista dal centro, la scenografia vuole dare l’idea di una nave
che salpa per un viaggio, questo viaggio, questa tournée in
giro per l’Italia.
Le cose sono state molto più facili perché Bruno ha sempre
avuto con mio padre un rapporto che supera quello che può
essere un mero rapporto di lavoro, quindi qualsiasi tipo di
problema o mal di testa è stato risolto in un batter d’occhio
e questa nave, una volta partita, non si è più fermata.
Io mi trovo molto bene in questo viaggio perché ho vissuto anche l’esperienza con Fabrizio quando ero veramente
ragazzino: ero uno dei mille, mentre adesso mi trovo a
parlare direttamente con l’artista e a portare avanti aspetti sostanziali con lui, con Filippo (suo assistente personale)
o con Gnudi.
Con quanto materiale state girando?
Abbiamo un bilico ben stipato, perché muovere due bilici
avrebbe comportato maggiori spese. Devo dire che siamo riusciti a far stare tutto in uno senza mettere il portapacchi...
eravamo veramente al punto di dover decidere cosa prendere e cosa lasciare. Con questo assetto siamo abbastanza
tranquilli e riusciamo ad entrare ed uscire abbastanza velocemente da ogni location.
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Live concert
Le luci
Il disegno luci e la scenografia
sono a firma di Pepi Morgia che,
come tanti altri coinvolti in questa produzione, ha lavorato tanti
anni con Fabrizio De André.
A colpo d’occhio, il parco luci è
molto spartano e molto teatrale.
Il palco è confinato con una serie
di teli bianchi trapezoidali, pochi i
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motorizzati e qualche barra di ACL dietro i musicisti. Ma che
il programma sia comunque non del tutto teatrale viene in
parte rivelato dalla presenza di una discreta quantità di
blinder sulle colonne dei truss verticali e sul truss anteriore.
Chiediamo qualche delucidazione a Massimiliano Camporeale,
il datore luci.
“Pepi ha fatto il disegno – ci racconta Massimiliano – ed io
ho fatto le memorie; poi lui è passato a controllare ed ho
corretto quello che non andava bene. Adesso abbiamo inserito dei pezzi nuovi, che ancora Pepi non è riuscito a vedere,
ma sono sicuro che la mia programmazione sia in linea con
le sue indicazioni.
Come si è evoluta la scenografia durante il tour?
Il disegno era partito solo con la struttura e senza le vele.
Ma era davvero troppo scarno, così è stato deciso di includere almeno le vele per poter avere un po’ di scenografia.
Dapprima quattro vele, poi otto, così è stata creata questa
cosa un po’ teatrale.
Abbiamo aggiunto degli ACL e per l’invernale abbiamo tirato via qualche lucina dal palco ed abbiamo appeso una bella
americana per fare i frontali.
Cosa state usando in particolare?
Il disegno è basato principalmente sui giochi di controluce
e sulle scenografie. Ci sono otto Coemar CycLite LED a terra
che fanno solo da controluce diffuso su tutta la band. A volte li proiettiamo sulle vele per dare un po’ di colore. Poi ci
sono sei Coemar iWash 575 a terra, dietro i CycLite, che vengono quasi sempre puntati verso la scenografia. Ci sono tre
accensioni ACL, quindi sei barre, una a terra e due messe in
verticale attaccate ai truss, e sei DWE da quattro lampade.
Abbiamo anche dei 2000 W che fanno i tagli ed i controluce
sui musicisti. In ogni torre c’è un ParLED per colorare i truss,
a cui si aggiungono quattro iSpot 575 a terra che usiamo
per la scenografia, per gli effetti di controluce e per i disegni dietro l’artista. Infine, sul truss anteriore abbiamo altri
quattro iWash 575, un iSpot 575 e dei blinder.
Con questo riusciamo avere un effetto molto rock e molto
teatrale allo stesso tempo. Gli arrangiamenti sono spesso
molto rock, mentre altri brani richiedono un’impronta più
teatrale, così serviva questa flessibilità.
In regia?
Lavoro con una Compulite Sparktop 4D. Bastano due linee
per questo spettacolo, non c’è molto materiale. I motorizzati sono solo 14, ed il resto è composto da canali di incandescenze.
“È molto divertente – aggiunge Massimiliano – non pensavo che mi sarei divertito così tanto a fare con questi pochi
proiettori delle scene comunque veramente carine. Penso
che per il materiale che abbiamo facciamo veramente un
buon lavoro”.
L’audio
Se l’impianto luci non è completamente “teatrale”, l’impianto audio non lo è per niente. È composto da due array
di Electro‑Voice XLC, dieci elementi per lato, supportato
da quattro sub per lato, con appoggiati sopra quattro elementi XLD per lato. Due Meyer UPA1 per lato, appoggiate
agli estremi del fronte palco, puntano verso l’interno come
frontfill. Nelle regie di sala e di palco troviamo dei PM5D
gemellati.
Per la band il monitoraggio è invisibile, ma non mancano
due sidefill SPX, costruiti dalla M.M.S. Al centro del palco,
invece, c’è una specie di roccaforte intorno alla postazione
di Cristiano, fortificata da quattro wedge, un pianoforte digitale ed una varietà di strumenti a corde acustici che farebbe venire la bava ad un collezionista.
Abbiamo messo all’angolo Giancarlo Pierozzi, fonico FoH, e
Vincenzo “Cina” Cinone, fonico di palco, per chiedere un po’
d’informazioni sulla gestione dell’audio dello spettacolo.
Giancarlo ci spiega: “È un setup abbastanza da manuale;
sono 48 ingressi, tutto suonato dal vivo, pochissime sequenze. Il microfonaggio è proprio classico: Shure Beta 52 e
SM91 nella cassa, Beta 98 sui Tom, due SM57 per il rullante,
Akg C 414 come overhead e ancora Shure SM81 sul charleston e sul ride. Ci sono un SM57 ed un C 414 sull’ampli della
chitarra, e c’è un Akg D12 sull’ampli del basso. Ci sono due
SM58 per le voci del chitarrista e del tastierista e tre Beta 87
per Cristiano.
“Ognuno degli strumenti acustici – continua Giancarlo –
viene ripreso con il suo trasduttore interno ed entra in un
canale di DI. Il chitarrista usa una chitarra Maton che ha un
bellissimo sistema di preamplificazione. Tutto il resto entra
in DI: sembrano tanti canali ma sono solo in quattro sul palco. Tutto è splittato in analogico con un Klark Teknik che
invia poi il segnale ai due banchi”.
“Così – aggiunge Vincenzo – abbiamo il controllo separato
dei guadagni in ingresso. Questo è fondamentale. Abbiamo proposto di splittare in digitale, ma con la situazione
di questo palco non era possibile condividere una singola
impostazione di guadagno”.
“Poi – spiega Giancarlo – era un ulteriore impedimento,
perché durante l’estate abbiamo fatto le registrazioni per il
disco del tour. Se avessimo fatto lo split digitale, avremmo
occupato gli slot del banco che erano invece necessari per
registrare”.
Che preamplificatori state usando?
Ci risponde subito Vincenzo: Io sto usando i Brunetti sulla voce
di Cristiano.
Giancarlo aggiunge: Io ne ho già
cambiati tre, strada facendo, e
sono sul quarto. Sono partito con
il Focusrite, che non ho trovato
adatto a Cristiano, poi sono passato al Manley Vox Box, che mi piace
un sacco, ma l’unità che avevo io
aveva qualche problema. Poi sono
andato all’SSL e da lì sono passato all’Avalon 737 che sto usando
adesso. Sto aspettando un po’ di
roba da Tonelux che ho comperato in America ma che ancora non
mi è arrivata.
Giancarlo, stai usando qualche
outboard particolare?
Per l’effettistica ho tutto materiale normalissimo: TC Electronic
M3000, Lexicon PCM91, un PCM70
ed adesso un MX200. Uso un rack
di processori che sono più o meno
standard.
Poi tra il banco e l’impianto cosa
succede?
L’unica cosa un po’ particolare che
succede è che io esco dal banco in
AES/EBU, poi passo per un convertitore DA esterno e poi ad un
compressore per il main. Ho preferito usare la conversione di un
convertitore Benchmark DAC1 rispetto alla conversione del banco.
Poi faccio passare il mix attraverso
il compressore Cranesong e da lì
vado ai processori per l’impianto.
6
4: Da sinistra: il fonico di sala Giancarlo
Pierozzi, il direttore generale della Texim
Pierfranco Galeone ed il fonico di palco
Vincenzo “Cina” Cinone.
5: Massimiliano Camporeale, datore luci.
6: Il tastierista ed arrangiatore Luciano Luisi.
Live concert
Con questo tipo di musica e con
tutto quel volume dei wedge
dell’artista, non serviva una fila
di frontfill?
I frontfill ci sono, sono quei due
Meyer UPA che abbiamo messo
lateralmente. Ti spiego: quando
siamo in posti come questo, dove
ci sono quattro metri tra il palco
e le prime file, utilizziamo le due
UPA così, lateralmente e puntate
dentro. Quando invece le prime
file sono a ridosso del palco, chi
sta davanti al centro sente solo i
monitor di Cristiano, (che non è
un mix ideale per il concerto) così
sdraiamo i frontfill a terra davanti
ai monitor. Quando c’è un po’ di
spazio, però, come qui, mi aiuta
con il suono avere le UPA ai lati.
Mi aiuta ad avere un bel pacchetto preciso lì davanti. Poi abbiamo
delle XLD appoggiate.
Tu, Cina, hai un lavoro abbastanza difficile, direi, con l’artista
appiccicato nel mezzo del palco
con sette od otto strumenti acustici, due wedge davanti, due
dietro e due side...
All’inizio eravamo partiti in IEM,
anche perché avevamo anche i
click e i musicisti si dovevano agganciare ai click. Poi Cristiano non
si è trovato bene... aveva bisogno
del movimento dell’aria e di vive-
re il suono. Ha fatto l’estivo in IEM e poi per l’autunnale
siamo passati ad un sistema di monitor tradizionale, con
quattro wedge e dei sidefill solo per lui.
Il resto della band è in cuffia. Il batterista ha il suo mixerino
a 16 canali su cui abbiamo splittato i vari canali come il click
e le tre chitarre di Cristiano. Il chitarrista usa un IEM 300G2
della Sennheiser mentre il bassista ed il tastierista hanno un
setup doppio: quando sono nelle loro postazioni dietro, utilizzano le cuffie amplificate con dei Behringer PowerPlay,
poi quando fanno i brani davanti usano gli IEM, con un semplice sdoppio della mandata.
Prima, anche Cristiano usava questo setup, ed il palco era
praticamente silenzioso. Ora, invece, c’è un bel volume. In
realtà, ci aiutava molto avere anche lui con gli IEM, a livello di pulizia dei suoni e, ovviamente, con i rientri, perché i
volumi sono molto elevati, anche se non si direbbe. In posti
meno riverberanti con i monitor che usa adesso si lavora
meglio, ma qui possiamo solo sperare di fare il soldout e che
tutti arrivino con delle grosse e pesanti maglie addosso.
Lo show
Lo spettacolo è incantevole dal punto di vista musicale. Gli
arrangiamenti nuovi fatti da Cristiano volano in alto, ma
non alienano il pubblico, gran parte del quale è presente
per motivi di nostalgia. La seconda generazione De André
ha un atteggiamento molto intimo con il pubblico, e dai
monologhi e dai racconti di momenti condivisi col padre, lo
spettatore ha quasi l’impressione (voluta, penso) che anche
Cristiano sia parte del pubblico... un fan come loro. Quando
suona, invece, si trasforma e non lascia dubbi su chi sta conducendo il concerto.
Il suono generalmente è molto buono, notevolmente meglio di quanto ci si possa aspettare al PalaDozza. Di repliche,
ormai, ne hanno già fatte tante e forse sono riusciti a domare un po’ l’impianto (o, meglio, il monitoraggio) anche
in sale così riverberanti.
La scenografia si dimostra molto versatile, e senza dubbio
una nota di merito va a Pepi Morgia ed ai ragazzi di M.M.S.
per la capacità di fare
moltissimo con veraPersonale e Aziende
mente poco materiaManagement
Ph.D.
le, e senza rivolgersi
Bruno Sconocchia
neanche a tecnologie
Michele Torpedine
Programmazione Tiziana Sconocchia
rivoluzionarie. I tanti
Amministrazione Viviana Albertini
momenti di controluUfficio Stampa Letizia D’Amato
ce sull’artista si diffeLa Band
renziano molto uno
Tastiere
Luciano Luisi
dall’altro, e dimostraChitarre
Osvaldo Di Dio
no uno studio molto
Basso
Davide Pezzin
Batteria
Davide De Vito
intenso dell’utilizzo
Personale in tour
di quello che c’è a disposizione, mentre le
“vele” dietro offrono
un canvas molto malleabile per l’utilizzo
dei pochi proiettori
intelligenti incorporati nel design.
In definitiva è una
serata davvero molto gradevole in cui,
comunque, la musica prevale sulla nostalgia.
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Tour manager
Luca Gnudi
Ass. all’artista
Filippo Raspanti
Regia
Pepi Morgia
Fonico di sala
Giancarlo Pierozzi
Fonico di palco Vincenzo “Cina” Cinone
Datore luci
Massimiliano Camporeale
Service audio/luci Milano Music Service
Responsabile
Giovanni “Riccio” Colucci
Resp. MMS in tourDavide Colucci
P.A.
Alessandro Sbruzzi
Backliner
Massimiliano Dalle Molle
Emilio Simeone
Alessio Martino
Tecnici Luce
Daniel Bossi
Emanele Caini

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