Una nuova vita nella città degli Angeli

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Una nuova vita nella città degli Angeli
Maria José Grandsard
UNA NUOVA VITA NELLA CITTA’ DEGLI ANGELI
Ho amici e famiglia a Parigi e a Londra, però mi sento particolarmente bene a Venezia
che mi ha accolta otto anni fa e la mia anima è qui.
Sono arrivata in questa città per badare una casa, un cane e una barca. Ero una signora
franco-londinese, insegnante di letteratura straniera in pensione. Come l’eroina del
romanzo di Sally Vickers Miss Garnett’s Angel avevo deciso di passare qualche settimana
nel posto che consideravo il più bello al mondo per imparare l’italiano, non per morire
però come Miss Garnett alla fine del romanzo, anzi, per cominciare una nuova vita.
Comunque a mia insaputa questo romanzo (che mi aveva regalato un amico italiano a
Londra prima della mia partenza) aveva stimolato la mia ricerca di angeli a Venezia.
Non avrei mai immaginato quanto accogliente potesse essere questa città per me e
senz’altro, la cosa più importante fu apprendere l’italiano. Ho avuto la grande fortuna di
trovare un corso d’italiano per stranieri simpatico, efficiente, ed economico. Per godere al
massimo del mio soggiorno un imperativo era imparare la lingua, ed è quello che ho
provato a fare con grande diligenza, andando alle lezioni regolarmente.
Nello stesso tempo, poco a poco ho scoperto la ricchezza culturale della città e la sua
generosità, con la possibilità di approfittare di tutte le conferenze, presentazioni, concerti,
visite guidate generalmente totalmente gratuite! Quasi ogni giorno potevo scegliere tra la
presentazione di un libro alla Mondadori, un corso di storia veneta all’Ateneo Veneto
oppure un concerto a palazzo Vendramin Calerghi.
Conoscere la lingua era particolarmente importante, non meno però, in una città d’acqua
come Venezia, d’imparare a vogare. Questa è stata un’altra forma d’integrazione che mi
ha aiutato a capirla meglio. Che piacere e sentimento di orgoglio la prima volta che ho
vogato da Sant’Alvise a Murano e viceversa con un sandalo!
Nel frattempo continuavo con grande entusiasmo la scoperta attiva della città. Nata nei
campi desolati di barbabietole nel Nord della Francia, sin da giovane avevo voluto
scappare via e avevo avuto l’opportunità di scoprire i piaceri di abitare in città
culturalmente vive ed emozionanti come Oxford e Londra.
È difficile descrivere la mia gioia nell’abitare una piccola casa a Cannaregio. Anche
entrare nei giardini segreti è stato un modo per conoscere questo posto magico. Sono
partita immediatamente alla ricerca dei tesori accessibili a tutti, ma sconosciuti, della città
e ho avuto la fortuna di fare rapidamente degli amici, che sono stati insieme anche guide
e angeli custodi. Un incontro molto importante è stato quello con Wigwam, associazione
di giardini storici di Venezia. Con loro ho scoperto tanti luoghi meravigliosi e nascosti
alla maggioranza delle persone e grazie a loro ho incontrato tutta una rete di appassionati
di giardini e della città. Ho partecipato a molte manifestazioni e siccome avevo
cominciato le mie ricerche sugli angeli a Venezia, dopo la proposta di tenere una
conferenza su quelli di San Marco, le mie ricerche sono divenute più sistematiche.
Miracolosamente tante porte si sono aperte per me!
Ogni scoperta, ogni esperienza mi portava ad un altro incontro, mi spingeva in un’altra
direzione! Una parola inglese sintetizza bene questo concetto: serendipity. Perché ho
cominciato a cercare e ricercare angeli nella città? A contatto con l’immensa ricchezza
culturale diffusa nella città e totalmente nuova per me, avevo deciso più o meno
consapevolmente di fare una scelta, ho cominciato a percorrerla dappertutto, cercando la
presenza misconosciuta degli angeli della fede nelle facciate esterne, nelle sculture e nei
quadri nelle chiese, nei palazzi e nei musei, e degli angeli della vita quotidiana e delle
tradizioni nelle vetrine dei negozi e nei graffiti!
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Armata della mia nuova macchina fotografica digitale ho cominciato a scattare fotografie
di queste creature alate che popolavano gli edifici, le chiese, gli ospedali, i palazzi, i muri, i
canali, le barche…
A tutt’oggi ho fotografato centinaia di angeli e in molti casi ho trovato informazioni sulla
loro storia, cercando nei libri, nelle biblioteche, nelle librerie o nei giornali, in
pubblicazioni di ogni tipo. Per esempio ne ho contati almeno cinquanta soltanto nella
chiesa poco conosciuta e trascurata di San Marziale! Forse i veneziani ci sono abituati e
non li vedono più. Io ne scorgo di nuovi ogni giorno quando passeggio per la città.
Quanti sanno che se ne nasconde uno molto curioso a due passi dalla chiesa di San
Marco vicino alla polizia municipale? E’ un angelo di pietra, probabilmente caduto da una
chiesa, che abbraccia un elefante! Quanti hanno notato le due teste di putti con ali che
sembrano sostenere tutta la chiesa della Salute?
Non è per caso che un sindaco filosofo della città abbia scritto un libro intitolato:
L’Angelo necessario. Tra i titoli che ricordo Attenzione, angeli caduti! o Dove cadono gli angeli.
Avevo già notato che tante opere scritte su Venezia e ambientate nella città come il
romanzo di Sally Vickers, L’Angelo di Miss Garnett, facevano riferimento agli angeli: le
poesie di Robert Browning, Il Ponte dell’Angelo, quelle di J.Brodskij, Strofe veneziane, i
romanzi di H. James, Le ali della Colomba. Trovavo allusioni e richiami anche nel cinema
girato a Venezia, come nel film Canale degli angeli, Morte a Venezia, Eva e molti altri. La
novella seconda del Decamerone di Giovanni Boccaccio ambientata a Venezia ha due
protagonisti, Il Frate Alberto e… l’Arcangelo Gabriele! La Casa del Cinema di Venezia
ne ha una bella versione cinematografica.
Uno studio sulla presenza degli angeli nella chiesa di San Marco in un’affollata
presentazione che ho fatto nel famoso ristorante dell’Angelo mi ha incoraggiata a seguire
ricerche più approfondite nelle biblioteche della città.
Ma tutti questi libri e film mi avevano aperto un’altra porta: studiare gli stranieri che
hanno soggiornato e lavorato, scritto, composto, dipinto, girato a Venezia, una città che
ha ispirato tanti artisti nella sua storia, dalla nascita alla caduta della Repubblica e dopo.
E’ nata così l’idea di condurre un corso su Venezia nella letteratura, il cinema e la musica in
una scuola per adulti, presentando di volta in volta autori di diversa nazionalità.
Quest’anno ho scelto gli spagnoli, l’anno scorso abbiamo trattato i russi e prima ancora i
francesi, tedeschi, inglesi, americani. Il corso combina la lettura e la scoperta della città.
Per esempio uno dei primi spagnoli ad arrivare a Venezia nel cinquecento fu Ignacio di
Loyola, in attesa di partire per Gerusalemme. Il monastero dove soggiornò si trovava alla
Giudecca quasi nello stesso punto dove è stato costruito più tardi il Molino Stucky.
Quindi il nostro gruppo di lettura è andato a leggere le memorie di Ignacio di Loyola,
Racconto del pellegrino, nell’elegante e bel bar del Molino Stucky e ne abbiamo approfittato
con i corsisti per parlare di un altro spagnolo famoso che lavorava nei pressi, Mariano
Fortuny. In questo modo scopriamo luoghi storici e scritti meno conosciuti.
La lettura sugli ambasciatori stranieri a Venezia fino alla caduta della Repubblica ci ha
fatto scoprire i tesori più e meno conosciuti di Palazzo Labia, di palazzo Sceriman, oggi
sede della regione Veneto e di molti altri. L’Associazione Wigwam ci aveva aperto le
porte del famoso giardino sul rio Marin di palazzo Soranzo-Cappello che ha ispirato Il
carteggio Aspern di Henry James: è lì che abbiamo cominciato le nostre letture qualche
anno fa. L’anno prossimo ci torneremo per leggere qualche brano del Fuoco di
d’Annunzio, visto che arriviamo finalmente agli scrittori italiani non veneziani che hanno
soggiornato nella città lagunare. Durante i sei anni scorsi abbiamo avuto l’opportunità di
leggere le lettere mandate da A. Chekov dall’Hotel Bauer a sua sorella, al Danieli abbiamo
ritrovato G.Sand e Alfred de Musset e poi la scrittrice francese nel suo nido di amore con
Pagello, suo amante veneziano nel Palazzo Minelli. Abbiamo letto L’Altana ou la vie
vénitienne di Henri de Regnier nel giardino del palazzo Venier e abbiamo visitato la camera
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di Caikovskij nell’Hotel Londra... e naturalmente una ricerca seria di scrittori famosi non
è completa senza una visita all’Hotel des Bains e il suo giardino per parlare di Thomas
Mann e Visconti. Abbiamo visitato il ghetto due volte per leggere brani del Mercante di
Venezia di William Shakespeare e per parlare della storia dei marrani spagnoli. Abbiamo
visto il cimitero al Lido e anche il cimitero di San Michele per salutare le tombe di
Stravinskij, Diaghilev, J.Brodskij, per recitarne le poesie. Abbiamo seguito per tutto un
anno le tracce di E.Hemingway quando scriveva Aldilà del fiume e degli alberi, il suo
capolavoro scritto a Venezia. Quindi siamo passati all’Harry’s bar, alla locanda Cipriani e
al Palazzo Gritti per leggere brani del romanzo e prendere l’aperitivo e godere di questi
posti magici!
Conoscere Venezia e i veneziani, una priorità, continuando però a frequentare tanti
stranieri con cui confrontarmi e approfondire di volta in volta aspetti differenti. Durante
questi anni trascorsi in città ho avuto anche l’opportunità di fare ricerche per un
giornalista inglese, Anthony Holden, mentre scriveva la biografia di Lorenzo da Ponte nel
2007 o articoli per qualche giornalista del Figaro per il supplemento dedicato a Venezia.
L’anno scorso radio Vanessa mi ha chiesto di fare un’intervista. Quante cose diverse ho
avuto l’opportunità di fare!
Però non è tutto perfetto in questa città e sono molto preoccupata per il suo futuro. Amo
Venezia profondamente e penso che tutti questi angeli che dovrebbero proteggere la città
dimentichino a volte il loro ruolo abbandonandola ad un destino di declino.
Personalmente cosa posso fare? Partecipare ad associazioni ambientaliste e in difesa della
città, denunciare e informare i miei amici stranieri, per rendere tutti più consapevoli?
Come la fenice Venezia rinascerà dalle sue ceneri?
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