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SECOLO D’ITALIA
MARTEDÌ 17 APRILE 2007
DS, RISO AMARO SULLA SVOLTA
MA ORA NEL MIRINO C’È PRODI
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DA CUORE ALL’UNITÀ, DALL’ADDIO AL PCI AL VARO DEL PD: IERI SATIRA VELENOSA, OGGI BUONISTA
Nella settimana del congresso
che archivierà la Quercia,
il quotidiano diessino dà alle
stampe un inserto che ironizza
sul matrimonio con la Margherita.
Ma dietro quelle punzecchiature
c’è l’esigenza di non farsi male...
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per chiudere malinconicamente proprio con
l’avvento del nemico Berlusconi, a metà degli
anni Novanta. Superato dalla realtà, direbbero a sinistra, annichilito overdose di satira
disinvoltamente capitalizzata dal Cavaliere
in voti, sosterrebbero nel centrodestra.
Sarà per tutti questi motivi, ma oggi nel
riguardare le pagine della rivista di Michele
Serra non si può fare a meno di gridare
all’occasione persa, anche se a dirlo è la parte politica avversa e che spesso finiva nel
mirino di quegli sberleffi. Oggi che però la
stella goliardica e irriverente di Dario Fo, al
quale è stata sottratta la polpetta berlusconiana, brilla sempre meno, oggi che prendere di mira Prodi fa ridere di meno perché lui,
da solo, fa sorridere di più, un inserto come
quello pubblicato dall’Unità arriva a fagiolo
per regalare una boccata di ossigeno ai
disincantati di sinistra, ma allo stesso tempo
◆ Luca Maurelli
ROMA. Il barista: «Caffè e carisma, prego,
dove li porto?». L’usciere di Botteghe Oscure:
«Occhetto, terza porta a destra...». Era il ’91, a
quei tempi c’era da prendere per il Cuore l’uomo che aveva messo in soffitta il vecchio Pci,
il grigio Achille che iniettava entusiasmo nei
Il titolo di “Cuore”, nel febbraio 1991. A destra la copertina del nuovo foglio di satira, “Emme”
polsi della sinistra con la potenza di una dose
di camomilla. E satira fu, velenosa, implacamente, ovviamente, troppo esplicito, troppo
bile, amara, al punto che il baffuto teorico del- nell’amarezza delle occasioni perdute.
politico, eppure così maledettamente calzanla svolta pidiessina solcò la storia della siniEcco che allora, nel ’91, quando il Pci si
te anche oggi, alla vigilia del salto nel vuoto
stra tra frizzi e lazzi, fino alla batosta subita scioglieva per dare vita al Pds, Altan su Cuodel Pd. Stavolta, con Prodi al posto di Occhetda Berlusconi, per poi esserne emarginato. re disegnava il volto di un post-comunista rasto, quel titolo meriterebbe perfino l’apertura
Oggi, alla vigilia della liquidazione dei Ds, segnato allo strappo di Occhetto: «Non capidi un giornale politico, figuriamoci di un
quella satira di sinistra che si ritrova a far sco se come nuovo partito siamo venuti a
foglio satirico...
sorridere i suoi sulle grandi svolte epocali riempire un vuoto o se è un vuoto che ci sta
Perché oggi la satira di sinistra fa sempre
della sinistra, torna a pungere, alla vigilia riempiendo a noi». Oggi l’Unità, invece,
sorridere ma forse fa meno male rispetto al
dell’ultimo congresso dei Ds, con un inserto immagina così questo dialogo surreale ma
passato. E qualche motivo c’è. Sarà perché su
dell’Unità, Emme, zeppo di vignette, com- giocato sulle stesse corde della confusione
Il male, rivista fondata da Pino Zac, Giancarmenti caustici e scenari surreali che esorciz- politica e sentimentale: «Noi siamo democraQuando Serra titolava
lo Fusco, Vauro Senesi, Cinzia Leone e altri
zano, oggi come allora, la paura del salto nel tici e loro sono popolari», dice uno. E l’altro:
“Partito nuovo, basta che
nel settembre del 1978, e pubblicata fino al
buio di un nuovo progetto.
non si parli di politica”,
marzo 1982, era il primo esperimento dissa«Finiamola con la Quercia e con la bicicletcrante nel buio quarantennale delle Botteghe
ta», c’è scritto sulla prima pagina di Emme,
demoliva la credibilità del Pds
Nel ’91 il bersaglio
Oscure intrise di ideologia e povere di ironia.
con il Prof che guida una moto scapicollanera Occhetto, stavolta il Prof.
Sarà perché su Tango, inserto umoristico deldosi. «Con il Partito democratico avrò un
Ma dalle vignette emerge
l’Unità ideato dal vignettista Sergio Staino, mostra tutti i suoi limiti strutturali: la necesmotore», pensa nel fumetto mentre un titolo a
pubblicato dal 1986 al 1988 a cadenza settima- sità di sparare sul manovratore e non sul
tutta pagina cita Vasco Rossi e invoca “un
la stessa paura del vuoto
nale, il bersaglio principale di spiriti spesso motore – Prodi da sfottere, Fassino da bacpartito spericolato”. E giù una parodia di
più anarchici che comunisti (Altan, Ellekap- chettare, il premier da dare in pasto all’irocanzone dedicata al camomillo-Romano, l’Ocpa e Andrea Pazienza, autori come David nia della strada e il segretario dei Ds da conchetto di oggi, l’Achille emarginato di domaRiondino, Michele Serra, Daniele Luttazzi, segnare alla tenerezza dei cuori rossi con
ni: «Voglio un partito maleducato/di quei «Ma se noi non siamo popolari e loro non
Francesco Guccini e Gino e Michele) era un qualche immaginetta caricaturale – suona
partiti fatti così/voglio un partito che se ne sono democratici siamo fottuti». Ma c’è anche
Partito comunista italiano monoblocco, come un esercizio di leggerezza più che di
frega/che se ne frega del Polo sì/voglio un l’omino che cerca disperatamente una baninviolabile, indifferente agli sfottò. Sarà per- approfondimento. A Firenze Emme sarà un
partito che non è mai tardi/di quelli che non diera all’interno di un cassettone: «Vorrei
ché anche Cuore, fondato nel 1989 sulle ceneri ottimo antidoto contro gli sbadigli della
manifestare ma non ricordo più qual è il
dormi mai...».
di Tango, dopo essere diventato un settima- maratona congressuale, ma il primo a sorriFa sorridere l’invito a un Partito democra- nostro ultimo simbolo...». Ed ancora, due vecnale indipendente (4 febbraio 1991) fino a toc- derne sarà Fassino, ironico, democratico e,
tico “sveglio”, “esagerato”, “come Steve chietti che s’interrogano amaramente: «A
care le140mila copie a settimana, ha finito soprattutto, sensibile al solletico.
McQueen”, ma fa sorridere soprattutto per- che cosa serve un altro nuovo partito?». «A
ché su quella prima pagina firmata da Staino darci gli strumenti per capire quanto siamo
c’è l’immagine del Professore che impenna fessi...».
Insomma, oggi come nel ’91, lo stesso riso
su una moto: proprio lui, l’uomo della conservazione, equilibrismo, dei fari spenti, del- amaro, la stessa satira ben fatta, intelligente,
BERTINOTTI LEGGE IL TESTO AZZURRO DA FIORELLO, MA NON SE NE ACCORGE
coraggiosa, ma anche lo stesla sopravvivenza politica a tutti i
so disperato bisogno di riemcosti, della bicicletta, della noia.
pire un vuoto. La stessa satiPer carità, non che le sferzate
ra, solo un po’ meno velenoironiche sul Pd non prendano di
sa, che colpisce al mento ma
mira anche Piero Fassino,
non al cuore: oggi sui fogli di
anch’egli disegnato depresso e
◆ Roberto Milana Berlusconi presidente del Milan? «Buosinistra si tratteggia il perafflitto dalla sua stessa mozione,
no, a condizione che faccia solo il presicorso nuovo infarcendolo di
alle prese con uno sciroppo ritalia, per essere liberi, per fare e per cre- dente del Milan». L’euro? «Sì, purché ci
riflessioni pungenti della
costituente prima ancora che la
scere...» Dice qualcosa? A Fausto Berti- siano anche alti salari». Rivera politico?
base, quella che vive nelle
sua creatura veda la luce o stinotti evidentemente no. Altrimenti non «Sì». La Juve in B? «Siiii...». Porta a porvignette e nelle sezioni, ma
racchiato come l’uomo-molla nel
sarebbe caduto nel trappolone tesogli ieri ta? «Sì». Berlusconi come statista? «No».
molto meno nelle stanze che
tentativo di trattenere i suoi
in diretta su Viva Radio 2, la trasmissione L’ora di religione? «Delle religioni».
decidono, a freddo, le fusioni
iscritti al momento della fuga.
condotta da Fiorello e Marco Baldini. A Matrimoni gay? «Sì». Quando Fiorello
con altri partiti. Satira agroLe punzecchiature ci sono per
sua insaputa, i conduttori lo hanno con- chiede dei fischi alla Sapienza, Bertinotti
dolce, satira da esclusi, da
tutti, sul supplemento dell’Uvinto a declamare con la sua inconfondi- si fa serio: «Sì, intanto erano pochi... Poi,
rassegnati a non incidere sul
nità, anche per Rutelli, Mussi,
bile erre arrotata, il testo dell’inno di For- dato che sono una fenomenologia come
dibattito, satira cattiva ma
Angius: ma la copertina è per
za Italia, togliendo la parola “forza” e gli applausi, se uno si becca gli uni si becbuonista, che sfotte ma non
lui, il Prof che per sopravvivere
facendogli credere che si trattasse di ca anche gli altri». I benefit ai parlamenfrega nessuno.
sta costringendo un pezzo di
un’antica poesia intitolata “Italia”. Quan- tari? «Sì, purché legati alla funzione che
Vincino, 1991
Ieri, invece, bastava l’imsinistra a morire democristiano
do glielo hanno dettio, Bertinotti non è svolgono». Il tatuaggio di Che Guevara?
riuscito a nascondere la sorpresa. Uno «No». Il Grande Fratello? «No». Cofferati?
magine di un uomo che camminava con la
come lui.
scherzo che è già stato messo in rete, «Sì, ma...». Fede sul satellite? «Sì».
Oggi la satira prodotta dai mille turbamen- testa rivolta indietro per emettere una senInfine, Fiorello ha deciso di assegnare,
diventanto subito ascoltatissimo dal
ti dei diessini che si preparano a vivere la set- tenza con una foto e una didascalia al cianuinsieme a Bertinotti, la “Coppa Marx“ al
popolo del web.
timana più angosciante degli ultimi anni, con ro: “Il Pci che fa un passo avanti”.
A dire il vero, il subcomandante Fau- personaggio più comunista, proponendo
Sarà per questo che l’esperimento dei fogli
la celebrazione del congresso di Firenze che
sto, preda della sindrome mediatica, un di volta in volta due nomi tra cui scegliedeterminerà la svolta verso il Partito demo- satirici che davvero muovevano i voti e i conpo’ se l’è cercata. In abito blu con camicia re, fino alla sfida tra i due finalisti, risulcratico, somiglia per tanti aspetti a quegli sensi a sinistra, da Il Male a Tango, fino a
bianca e cravatta color carta da zucchero, tati, nella classifica stilata da Bertinotti
esercizi di sberleffo dei primi anni Novanta, Cuore, resterà forse irripetibile. Perché quel
il presidente della Camera, è stato sotto- (che includeva anche il Papa), Valeria
quando i vignettisti colpivano con successo titolone che inserto diretto da Michele Serra,
posto da Fiorello all’intervista a risposta Marini e Veronica Lario. La palma della
soprattutto in quella zona grigia segnata dal- nel febbraio del ’91, sparava in prima pagina
obbligata “sì o no”. Putin? «No». Ancelot- «più comunista» è andata alla moglie del
l’incertezza sul futuro, ai confini di quel sen- – «Un grande partito! Occhetto: siamo d’acti? «Sì». Cinesi? «Sì, perchè sono tanti». Cavaliere. Se Bertinotti canta l’inno di
so di vuoto che l’ennesima ripartenza post- cordo su tutto, basta che non si parli di politiEnzo Biagi in televisione? «Lo rispetto». Forza Italia, ci può stare anche questo...
qualcosa infondeva ai militanti, tra le pieghe ca» – oggi non troverebbe ospitalità su un
di quell’emozione del nuovo che si diluiva supplemento del quotidiano diessino. Giusta-
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FAUSTO SCOPRÌ L’INNO DI FORZA ITALIA
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