DISTRIBUZIONE DI Fe, Mn, Ti, P, Cr, Zn, Cu, Pb NEI SUOLI
Transcript
DISTRIBUZIONE DI Fe, Mn, Ti, P, Cr, Zn, Cu, Pb NEI SUOLI
RENDICONTI Sociel4 /tallanCl (fj MlnerllllOO'lCI e Pttrololli<l. 31 (3): pp. 1315-1324 ComunlcUione pn... ntata alla Riunione della 8lMP In Rende-Cetraro (eo.tnu) ti 27-10-1982 DISTRIBUZIONE DI Fe, Mn, Ti, P, Cr, Zn, Cu, Pb NEI SUOLI DELLE VULCANITI LADINICHE DELLE ALPI VICENTINE Rapporti fra magmatismo medio-triassico e mineralizzazioni piombo-zincifere del Recoarese PIETRO FRIZZO, GIANCARLO RAMPAZZO Isl. di Mineralogia e Petrologia, Calledra di Giacimenti Minerari, C.so Garibllidi 37, 35100 Padova FABRIZIO DALLA RIVA Attualmente presso RIMIN S.p.a., Follonica (GR) RIASsumo. - Ndl'intenlo di contribuire alla s0luzione dd problema della metallogenesi dei giaci· menti piombo-zinciferi medio-triassici delle Alpi, abbiamo iniziato un'indagine sulla distribuzione di alcuni elemenli significativi nei suoli delle vulcanili ladiniche del Recoarese. L'analisi di un primo gruppo di elementi (Fe, 1o.1n, Ti, P, Cr, Zn, Pb, CuI india: - l'esistenuo di oorTdanoni geochimiche suoli-rocce madri solloliflOllte, in mtnunbi i cui, da tmori tteKenti di Fe, 11, Cu, Cr \-eno i termini più basici; - la preserua di anomalie locali e di un'estesa tona a forti lmori in Pb, Zn ± Cu dovuta a solfuri disseminali o a COJl«:ntruioni in filoni nelle vulcaniti o in ammassi al contatto fra queste e i calcari anisici; - la oorrispondenza fra artt anomale e zone di propilitiuazione e argillifica2ione delle vulcaniti. Solfo e metalli sono in relazione oon fluidi resi· duali della çristalliZZlUione di masse magmatiche profonde che hanno allraversato le vulcaniti determinandovi intense trasformazioni e la deposizione dei solfuri. ABSTUCT. - Aiming at solving the prob1em of the metallogenesis of the Middle TTiassic Pb-Zn deposits of the Alps, wc ~gan 110 investigation on Ihc: disnibulion of some significanl clements in the sails of the udinian volcanics of lhe Recoaro area. Analysis of an inilial group of clemenu indicates: - the existenc:e of geochemical ooTTelations betwccn sails .00 OOst rocks with, in both cases, incuasing FI:, Ti, Cu and Cr conlenlS towards more basic rock.s; - Icxal anomalies and a large area rich in Pb, Zn ±. Cu, due tO disseminated sulphides or vein concentratiOlls in tbc volcanics or in ma$$CS in contaet !xtween ~ .00 the Anisian limestond; - correspondence betwccn abnormal areas .nd zones of volcanic propylitUation and argilli. fication. Sulphur and mttals are relate<! lO tbc residual Iluids resulling from crystaUizalion of deep magmatic masses which crtl$$Cd Ihl: volcanics, givins rise lO intense If'llOsformations and sulphide deposition. l. PremeSl!B tell'area di Schio-Recoaro (Alpi Via=ntine) sono note numerose manifestazioni a solfuri di Zn, Pb, Fe (± Cu, Ag) in ammassi al contatto fra le vulcaniti ladiniche e le formazioni carbonatiche anisiche (Formazione a « Gracìlis », Calcare di Recoaro, Calcare di M. Spitz) e in filoni incassati nelle vulcanici stesse. A differenza di altre aree nelle Alpi meridionali, ove sono presenti ben più importanti giacimenti piombo.zinciferi mediotriassicì (Raibl, Salafoss3, Gorno), nella zona in oggetto è ben evidente lo stretto legame fra vulcanesimo e mineralizzazioni. L'esistenza di un legame genetico oltrecchè spaziaie fra le mineralizzazioni a solfuri misti e barite nelle por6riti e quelle al contatto con il cal· care di M. Spitz è stata suggerita da GIACOMELLI & OMENErro (1968). Per DI CoLBER.. TALOO (1967) sono interdipendenti il vulcanesimo e le mineralizzaz.ioni piombo-zineifere del Monte CivilUna. FRIZZO (1980) sottOlinea il fatto che le più imponanti mineralizzazioni della zona sono concenUate in una 1316 P. FRIZZO, G. RAMPAZZO, strella fascia orientata NE·SW estendentesi dal Treno al M. Civillina e ricorrono a con· tattO o entro vulcaniti quasi sempre profondamente deuterizzate. Nell'intento di meglio definire la particolare situazione della metallogenesi mediotriassica delle Alpi Vicentine e di portare qualche contributo alla soluzione della complessa problematica dei giacimenti piombo· zinciferi « alpini» delle Alpi Orientali, gli scriventi hanno iniziatO da alcuni anni un'indagine geochimica sui suoli delle vulcani ti bdiniche affioranti nelle Valli dell'Agna, del Leogra e del Posina. L'indagine sui suoli è stata preferita a quella sulle vulcaniti stesse in considerazione del fatto che queste sono spesso ricoperte da una potente coltre eluviale e, quando affiorano, sono per lo più intensamente alterate. Su di esse infatti agi· rono sia fenomeni di arricchimento in potas· sia, riconosciuti recentemente da DE VECCHI & DE ZANCHE (in corso di stampa) e attribuibili a un probabile processo di « gaseous tran5fer» in fase magmatica, sia estesi fenomeni di propilitizzazione e argillificazione. QuestO fatto rende spesso difficile il rinvenimentO di campioni utilizzabili per ricerche petrologiche. In particolare, l'analisi di Fe, Ti, Cr nei suoli argillosi è stata compiuta essenzialmente allo scopo di tentare una definizione petrologica delle originarie magmatiti, che in qualche caso sono completamente trasformate in prodotti illitico-montmorillonitici. In questa noia a carattere preliminare, si riferisce sinteticamente sui dati essenziali fi· nora emersi dall'indHgine geochimica che stiamo per estendere ad altri elementi, in particolare Ce, Nb, Y, Zr, Ni, Co, Ba, A" Cd. 2. Quadro geologico 2.1. Serie slraligra!ica pre/adinica L'area in oggeno fa parte della « Ellissoide di Recoaro» (BARBtERl et al., 1980) al cui nucleo affiora il basamento cristallino rappresentato essenzialmente da filladi. In discordanza sul basamento poggia la Forma:done del/e arenarie di Val Gardena (Permico inferiore e medio) cui fanno seguito la Formazione a Bel/erophon (Permico sup.; potente 10-80 m) e la Formazione di Werfen (Sei· f. DALLA RIVA tico; 100-200 m). Dopo l'imerposizione di una unilà di potenza decametrica a dolomie strati6cate talora cavernose e brecce intraformazionali (Dolomia del Serla Inf.?) si passa gradualmente alla « Formazione a Gracilis » (Anisico inf. e medio) potente 80-150 m e mmprendente marne siltitico-argillose, argilliti e lenti di gessi, calcari siltosi e marnosi nodulari. Segue quindi il Calcare di Recoaro (Pelsonico) rappresentato da una successione di potenza ettometrica di calcari e calcari marnosi strati6cati, con intercalazioni marnose di ambiente lagunare. A una fase regressiva, testimoniata dalla sottile unità del Conglomeralo del Tretlo (Pelsonico sup.? - Illirico?) con carattere di ambiente da continentale a lagunare, fanno seguito un livello di pochi metri di calcari Calcare a Sluria ») e quindi la bituminosi pianaforma del Calcare di M. Spitz (Illirico sup. - Fassanico inf.?) rappresentata da calcari massicci, con spessori variabili rapidamen. te da oltre 200 metri a qualche decina di metri. La presenza di ahi e bassi strutturali, responsabili delle repentine variazioni di potenza del Calcare di M. Spitz (EPTING et aL, 1976), comportò la sedimentazione eteropica della Formazione a Nodosus (Illirico sup. Fassanico) comprendente materiali vulcanodetritici strati6cati, calcari micritici, livelli di «pietra verde» e brecce grossolane ad elementi di rioliti e di Calcare di M. Spitz. Le imercalazioni vulcanoclastiche nella Formazione a Nodosus sono la testimonianza di un magmatismo attivo in aree vicine durante l'Anisico superiore (DE ZANCHE et alo, 1979). I depositi pelagici d'altofondo sono tagliati da una superficie di erosione subaerea sulla quale poggia, in netta discordanza, un conglomerato continentale (Breccia di Fongara). «( 2.2. Le vulcanili ladiniche Sulla Formazione a Nodosus, o sulla Breccia d; Fongara, poggiano i prodotti vulcanici legali all'attività eruniva locale di probabile età ladinica superiore. Un'età di 220 m.a. è Stata definita, su base radiometrica, da BORSI et al. (1969) per alcuni litotipi basici. Tale magmatismo sviluppalOsi in condizioni sia subaeree sia subvulcaniche ebbe inizialmente carattere da riolitico a dacitico, evolvendosi quindi verso prodotti latilico·latiandesitici e fino a basaltici (DE VECCHI et al., 1974). DISTRIBUZIONE DI FERRO, MAGNESIO, TITANIO, ETC. La potenza dei prodotti effusivi è variabile in relazione alla situazione paleogeografica esistente all'epoca degli eventi magmatici e a causa dei fenomeni erosivi sviluppati si fra il Ladinico superiore e il Carnico inferiore. Dove la sequenza vulcanica appare più completa si registrerebbero spessori massimi di 170 m per le vulcani ti acide e di circa 200 m per quelle basiche (BARBtERI et al., 1980). Successivi fenomeni erosivi determinarono la morfologia irregolare del substrato sul quale poggiano a luoghi i conglomerati poligenici con peliti varicolori e dolomie evaporitiche della Formazione di Raibl (Carnico) e altrove la Dolomia Principale (Carnico sup. - Norico). Nel complesso i prodotti vulcanici del Recoarese possono essere distinti (BARBIERI et al., 1982) in rioliti (Si0 2 > 68 %), daciti (SiO~ 62-68 %), latiandesiti-Iatiti (Si02 5362 %), basalti (Si0 2 < 53 %). Le rioliti (talora con caratteri ignimbritici) presentano fenocristalli di quarzo, plagioclasi sodici, sanidino, biotite, e una massa di fondo spesso devetrificata e ricca di K-fe!dspato monoclino. Le daciti hanno in genere strutture glomero-porfiriche e masse di fondo vetroso/tuidale con fenocristalli di plagioclasio, K.feldspato, biotite, anfibolo e talora pirosseno. Latiti e latiandes;ti, talora strettamente associate con termini basaltici, presentano struttura ipocristallina porfirica a fenocristalli di plagioclasio fortemente zonato. orto- e c1inopirosseno e talora anfibolo bruno. I basalti I.s. sono caratrerizzati da struttura ipocristallina porfirica a fenocristalli di piagioclasio labradoritico, pirosseni rombici e monoclini e, in qualche caso, olivina. Caratteristica comune ai diversi Iitotipi è la sostituzione a chiazze di plagioclasio da pane di K.feldspato. Le vulcaniti ladiniche del Recoarese sono considerate di serie andesitica ricca di p0tassio (BARBIERI et al., 1982): la variabilità ne! rapporto degli alcali viene messa in relazione con il già ricordato processo di «gaseous transfer» che ha modificato le originarie caratteristiche di questi prodotti magmatici il cui andamento generale risulterebbe comunque tipico di serie calcalcalina. Secondo gli stessi Autori si tratta di associazioni orogenetiche connesse con eventi compressivi e con una certa affinità di associazioni di margine continentale. 1317 3. Campionatura e melodi di analit'li La campionatura è stata effettuata prelevando il suolo alla profondità di circa 25 cm evitando le aree ove erano possibili sostanziali apporti detritici dalle formazioni vicine. Sono stati prelevati complessivamente 1085 campioni: di essi 645 sono stati raccolti secondo maglie di 200 m di lato nelle diverse aree di affioramento delle vulcaniti ladiniche fra la Val Posina e la Val dell'Agno. Gli altri 440 riguardano il settore orientale dell'ammasso subvulcanico del M. Guizza e la dorsale compresa fra la Val Livergon e la Valle dei Mercanti, zone di particolare interesse metallogenico; in queSTO caso i prelievi sono stati effettuati ogni lO m lungo profili distanti fra loro 150-200 m per metlere in evidenza sia le caratteristiche geochimiche dell'area sia la presenza e l'andamento di eventuali filoni a solfuri incassati in quelle vulcaniti. Tutti i campioni, preventivamente essiccati all'aria e setacciati (maglia da 1 mm), sono stati finemente macinati. L'analisi per Fe~03(tot), MnO, Zn, Cu, Cr, è stata effettuata in spettrofotometria di assorbimento atomico: Ti0 2 e P20:. sono stati determinati in calorimetria con il metodo di SHAPIRO & BRANNOCK (1962), e Pb in fluorescenza a Raggi X. Sui 645 campioni, raccolti secondo maglie di 200 m, sono stati dosati Fe, Mn, Ti, P, Cu, Zn, Cr; su quelli del M. Guizza e della Valle dei Mercanti Fe, Mn, Ti, P, Cu, Zn, Pb. 4. Dati geochimici I risultati dell'analisi chimica dei suoli ri/Iettono la petrologia alquanto complessa delle vulcani ti in oggetto, come già messo in evidenza nella canografia geologica e nei lavori più recenti (DE VECCHT et al., 1974; F" 36 « Schio» della Carta Geologica d'Italia; BARBIERI et aL, 1980 a; BARBIERI et aL, 1980 b). In considerazione della massa di dati (peraltro incompleti, mancando per ora la de· terminazione di imponanti elementi quali Zr, Y. Nb, Ce, etc. che consentirebbero migliori indicazioni del bedrock) è sembrato utile, anche se in via del tutto preliminare, operare una ripartizione dei campioni in cinque gruppi, caratterizzati da affinità geochimiche sufficientemente omogenee; 1318 P. FRIZZO, G. RAMPAZZO, F. DALLA RIVA TABELLA 1 Va/ori mediati delle analisi chimiche, distinti P" i gruppi o popolazioni geochimiche, registrati nelle singole zone di indagine C04'OO CNp"", .""" • ,o • " n n , n •, n ,, '" o '" " ,~ .• ~ • . ..", n' 0_. o ,, •• r. 2ol' """lO '.72 9.'0 O." 0 •• 0 O." •• 51 0.'9 0.07 6.01 0.15 0.56 o.~ ,.~ o.u 0.0' 0.01 3 .•' '0.03 " P,O.' O." ,. 13" "0 .. n ~ u " " " " ~ IO 101 l., '20 •• 126 233 0.15 O." L21 o. '6 8.6' 12."" 0.1' 0.16 0.26 0.20 O." Lll '.0' 1.1$ 10.<>8 16.20 0.1' 0." 0.27 0.36 0.'9 L16 5.16 '.13 0.11 0.0' l.05 o.., o.,. 11.26 0.1' '.00 O_IO ... •• 50 3.01 0.22 0.20 0.31 0.03 o.., 0.52 0.50 1.03 0.31 0.<7 0.32 0.3e 0.'2 IL29 o... O." 1. \. '.J9 0.00 0.6. "n ~ 0.0' L33 3.07 2.30 . .. .." '.6. 0.22 0.2' 0.'3 ..,. ,. Po- Po- Po- Po- '.3" 9.70 11.03 . ' .., " ,, • , " TIO," u. .ono " ,. .. ...'"" " n "'lI • 2 201 n CO<l'« GNPOQ " " ~. • o~ ~ " 30 "3 311 " . 13. .." " .." . .. .." .. "" no 306 ~ 06 10' o" 90 .03 ~ " " " '" , ~ •• >1 ~ P,O." O.~ 0.09 O." O.~ 0.03 L" 0.20 0.3' .00 0.16 0.'6 o.~ 5.'0 IL'O .... •• .. '" .... " .. ." 5.0• '.60 o TiO." U.lO 3 .•3 10.110 n _. 0.07 O.•• •. 10 3.21 o" Gruppo 1: comprende una popolazione piuttosto uniforme caratterizzata, a grandi linee, da Fe~03 5·6 % ca.; Ti02 0,6-1 % ca.; Cu 10-20 ppm e, di norma, Cr < 40 ppm e Zn> Cc. Gruppo 2: trattasi di ua popolazione eterogenea con caratteristiche intermedie fra quelle del gruppo 1 e quelle del gruppo 3, definite, nel complesso, da Fet03 6-8 % ca.; TiO t 0,90.1,30 % ca.; Cu 20-30 ppm; Cr < 100 ppm; Cr < Zn. Gruppo 3: è discretamente omogeneo comprendendo campioni ad elevati contenuti di Fe, Ti, Cr. Fe20J 9-11 %j Ti0 2 1,10-1,70 %j Cu> 30 ppmj Cf > 100 ppm e spesso Cr > Zn. Gruppo 4: popolazione poco numerosa (una quindicina di campioni), ma ben definita da alti contenuti di Fe, Ti, P, Cr (e Cu). Fe20J talora maggiore di 11 %j TiO t 2-5 %; P 20r, > 1%; Cr > Zn; Cu > 50 ppm. Gruppo 5: bassi contenuti in Fe, Ti, Cr caratterizzano questo gruppo ben rappresentatO soprattutto nel settore sud-occidentale dell'area in oggetto (fra Camposilvano di Vallarsa e S. Quirico). Fe20J 3,5-5 %; Ti02 0,5-0,7 %; Cu < 15 ppm; Zn e Cr, di norma bassi. Nella tabella 1 sono riportati i valori me- fo 2O/ , ,, " .... .. ,, , • •••• ,• ,o ,, ,• ,• "o '." , ,, • , .... • " ._..' 0.10 o .•• 0.1' 0.7. 0.39 0 .•3 O.l? 0.10 0.2' o ... L53 0.20 0.'1 0.13 0.'0 o." l.12 3.20 0.63 l. ' . 0.3' 0.15 0.21 0.0' 0.1. •• 3. 3 .•> l." .~ O.U 0.35 0.03 0.26 $.3' 0.13 1.1' 0.03 6.10 11.05 O." 0.31 0.27 .~ 0.2J 1.16 0.0' 0.26 '.10 0.12 o.e. 0.23 1.2. 0.2\ 10.33 0.1' 0.31 0.32 '-51 O." ,.~ " " . "• .." " ." '" " " , , .." ..." • .," . •" ...," " .. ., ...."" . .. ..... Po- Po- ..... Po- 0 .•2 0.20 L<7 O. ,. O.~ ,. ,. 0.10 0.3~ 0.23 n 33 12' lO> "" U6 >'l U n 26 le. l.' 3' ..o 53 XlO lO' 30 U. n o" , . lI3 36 1'1 '0 IO' 120 D&ll 62 .3. 101 '''~ " ddZ' .~ .•••• ..~ diati delle analisi, distinti per gruppi o per popolazioni geochimiche esistenti nelle singole zone di campionatura. Le diverse zone sono state così contraddistinte: A Monte Alba; P Posina; va Vallortigara; BC Baffclan·Cornetto; CAV Cavallaro; L Laghi; VA Velo d'Astico; U Sant'Ulderico; R San Roccoj CPG Campogrosso; MS Malga Siebe; PF Pian delle Fugazze; MP Malga Pércole; ACA Anghebe-Campo d'Avanti; R 1000 Recoaro Mille; SC Sengio Croce; FQ Fongara·S. Quirico; VC bassa Val di Creo me; CIV M. Civillina; G Monti Guizza e Faedo; VM dorsale fra Valle dei Mercanti e Val Livergon. II gruppo l comprende il 48 % circa dei campioni analizzati ed è costituito essenzialmente dai suoli dci principali ammassi sub· vulcanici (M. Alba, Posina, Vallonigara-Laghi, M. Guizza.Faedo). Ben definiti e con caratteristiche geochimiche altrettanto omogenee risultano il gruppo 3 (24 % ca. dei campioni) e il gruppo 4 (1,5 % ca.), diffusi «a zone», nelle aree del dominio l e in quelle del gruppo ibrido 2 (15 % ca.). II gruppo 5 (IO % ca.) caratterizzato da contenuti relativamente bassi di Fe, Ti, Zn, Cr, è più tipico dei settori meridionali e sudoccidentali, associandosi talora ad aree a popola- DISTRIBUZIONE - . ii~tl ", FERRO, MAGNESIO, TITANIO, ETC. 1319 nll" ili UUl --=J; Cilll ~ DI 2 ···,..··".·O;;i Q •• 3 4 5 1l1l.".1ITI :, o Reco;.ro .. ....... ""!.. Fig. 1. - Distinzione su base geochimica dei suoli delle vulcanici del Recoarese (Alpi Vicemine). Per la caratterizzazione dei .5 gruppi di suoli si veda il testo. A trallo orizzontale disconlinuo l'area del M. Guizza-Faedo (C) non campionata. zione mista (Sengio Croce, Fongara - S. Quirico, Valle dei Mercanti). Il gruppo ibrido 2 è diffuso essenzialmente entro una fascia ad andamento NE-SW estendentesi da Velo d'Astico a Fongara. Non sono stati considerati infine una cinquantina di campioni, molto poveri di Fe, Ti ed elementi minori, corrispondenti o a vulcaniti eccezionalmente acide oppure, più verosimilmente, a zone di commistione fra suoli di vulcaniti e suoli delle vicine formazioni sedimentarie. La definizione delle rocce madri sulla base del chimismo dei suoli appare piuttosto difficile in relazione soprattutto al ruolo giocatO da molteplici fattori, come agenti di concen- trazione e di Iisciviazione dei diversi elemen. ti; si ricordano, fra gli altri, i processi di propiliti-'zazione e argillificazione ~ idrotermali », il weathering, la pedogenesi, le influenze dovute alla vegetazione e alla morfologia del terreno, la possibilità di miscelamento fra suoli di diverse vulcaniti, oppure fra questi e: materiali provenienti da formazioni circostanti. Manca inoltre, per ora, la determinazione di altri elementi cosiddetti ~ immobili» che rappresentano dei buoni indicatOri delle originarie rocce magmatiche (PEARCE, 1976; FINLOW-BATES & STUMPFL, 1981; MOSSER, 1978). Secondo l'ultimo Autore in particolare, Cu e Zn conserverebbero nei suoli tenori pressochè uguali a quelli del- 1320 P. FRIZZO, G. RAMPAZZO, F. D.... LLA RIVA le rocce madri, mentre Cr e Pb varierebbero di poco, risultando talora lievemente impoveriti, altre volte un po' arricchiti. Comparendo i dati geochimici dei suoli con i caratteri geopetrologici delle vulcaniti, così come riferiti nella cartografia geologica (F" 36 «Schio.; DE VECCHI et aL, 1974; BARBIERt et al., 1980 b) si registra una bucr na corrispondenza fra l'ubicazione de//e riodaciti e docili degli ammassi subvulcanici e la diffusione dei suoli del gruppo 1. Confrontando i valori analitici medi (DE VECCHI, inedito) di una decina di rocce da riodacitiche a dacitiche provenienti dagli ammassi subvu1canici dei Monti Guizza e Faedo, M. Alba, Vallortigara e Baffelan·Cornetto, con quelli medi dei rispettivi suoli, si registra in questi ultimi un arricchimento di Fe totale (espresso come Fe:!Oa) di un fattore medio K 1,31 e di Ti0 2 (K 1,52). Da un analogo confronto effettuato fra valori medi di 7 rocce più basiche (Iatiti.latiandesitimonzoniti) delle zone del M. Civillina, S. Roc· co, Laghi e Baffelan-Cornetto, e i valori medi dei corrispondenti suoli (gruppo 3 e p.p. gruppo 2) sono stati notati arricchimenti nel. lo stesso senso, ma più smorzati (tabella 2 l. MnO e P:O:::. dimostrano un comportamen· to irregolare. Gli elementi minori non sono stati dererminati nelle rocce. Il Cr t: di nor· ma maggiore di Zn nei suoli del gruppo 3 e più spesso minore in quelli del gruppo 2. Nel complesso sembra esserci una corrispondenza fra: suoli dci gruppo 1 e riodaciti e daci ti; suoli del gruppo 3 e latiti e latiandesiti, monzoniti ± basaltiche; suoli del gruppo 2 e vu1caniti ibride con caratteri molto variabili ed intcrmedi fra quelli delle rioliti-riodaciti e i litotipi più basici. Non si può tuttavia escludere che si sia verificata commistione fra suoli di diverso tipo; suoli del gruppo 4 e particolari rocce da basiche a ultrabasiche (medio triassiche o terziarie?); suoli del gruppo 5 e rioliti e riodaciti. In6ne potrebbero forse corrispondere a tu6ti acide alcune decine di campioni di suoli diffusi in diverse aree e caratterizzati da scar· si contenuti di Fe, Ti, Cu, Zn, Cr. Quanto sopra rappresenta, allo stato attuale delle conoscenze, solo un'ipotesi di lavoro = = e confermerebbe J'inomogeneità petrologica degli ammassi del BafIelan-Cornetto (ZANETTIN, 1951, 1952) di Laghi e di Cavallaro (DE VECCHI et al., 1974), ma anche dell'AI. ba e, p.p. di quello di Vallortigara. Discrepanze si riscontrano rispetto alla Carta Geologica dell'Area di Recoaro (BARBIERI et al., 1980) soprattutto in corrispondenza delle aree della Valle dei Mercanti, di S. QuiricoFongara e Sengia-Croce, ave sono segnalate rioliti, riodaciti e daeiti, mentre la presenza di suoli ricchi di Fe, Ti, Cr e Cu sembrerebbe indicare anche lilotipi più basici (6g. l). AI contrario nell'arca di Recoaro 1000, mentre i suoli suggerirebbero la presenza abbastanza uniforme di litotipi a tendenza acida, la carta riporta anche una massa a latiti-Iatiandesiti. 5. Distribuzione degli elementi minori e anomalie in Zn, Pb, Cu La distribuzione degli elementi minori sot· tolinea la complessità dei prodotti magmatici. Prescindendo dalle aree anomale, si registra comunque un aumento dei tenori in Cu, Zn, Cr, passando dai suoli dei gruppi 1 e 5 (litatipi acidi?) ai suoli dei gruppi 2 e 3 (litotipi basici?). I termini «speciali IO del gruppo 4, ben distinguibili per i forti contenuti in Ti02 e P 20:::., sono caratterizzati anche dai mago giori contenuti in Cu e Cr mentre lo Zn ha un comportamento irregolare (tabella 3). Secondo MOSSER (1978) "ordine di grandezza dei tenori di numerosi elementi minori (fra i quali Cu, Zn, Cr, Pb) nei suoli t: sostanzialmente analogo a quello delle rispettive rocce magmatiche madri. Nonostante la complessità del vulcanesimo ladinico del Recoarese, e pur nei limiti del tipo di prospezione condona, si può affermare che i diversi gruppi di suoli sono contraddistinti dA spcttri abbastanza caratteri· stici di Cu, Zn, Cr. In particolare, un significativo aumento di Cu e Cr si identi6ca con il passaggio da suoli riferibili a vulcaniti a tendenza acida a quelli di vu!caniti più basiche. L'inomogeneità, anche a piccola scala, dei prodotti magmalici in oggetto, rende difficile la de6nizione dei valori di background (h) e di soglia (l) per Zn, Cu e Pb. Nella tabella 4 sono riportati alcuni valori ricavati con il metodo LEPELTIER (1969) per gli ammassi risultati più omogenei (Guizza e Pa- 1321 DISTRIBUZIONE DI FERRO, MAGNESIO, TlTANIO, ETC. . talll" .... Zn • .... eu OPb .• iA ...................• ... •• .....-.; Pf" tP ~""';!O~'<:;)"''\::l ...,,:':. ... M.~.. \ ... ... '\• . ~cP~"" ~~p ~:§l::/ < "".--~,.~~~.~-~':.o .~.-~." "~l '~~~iq~\ .. l-U1 . UI Roco.ro -;._~" <"9 " ,, o Schio ,, , ,, < • .- Fig. 2. - Anomalie in Zn, Pb. Cu rilevate nei suoli delle vulOiniti ladiniche del Rccoarese. Pb è $lato determinalO solo per le :wne G (M. Guizza.Faedo) e VM (Valle dei Men:anli). sina), per zone caratterizzate prevalentemente da suoli dei gruppi a «tendenza basica» (laghi, Sant'Uiderico, S. Rocco - Cavallaro Velo d'Astico) ed inoltre per gruppi di ammassi a composizione misra (M. Alba, Vallonigara, Posina, BafIelan-Cornetto). Sensibili appaiono gli incrementi dei valori di background e di soglia del Cu passando dai gruppi di suoli «acidi. a quelli .basici•. Per quanto concerne lo Zn si registra invece una diminuzione del background e un aumentO della soglia in virtù di una maggiore dispersione verso i valori più elevati nei gruppi a tendenza basica nei quali alti tenori di Zn si accompagnano frequentemente a forti contenuti in Cr. Per quanto riguarda il Cr appare partico- larmente significativo il valore di 100 ppm definito da una spezzata negativa dove i valori più elevati, che definiscono il tratto di linea a maggior pendenza, sono riferibili essenzialmente ai campioni del gruppo 3 (più frequenti nell'ammasso del BafIelan-Corneuo e, a zone, in quello del M. Alba). Nell'indicare le anomalie (6g. 2) sono stati considerati come valori di soglia 1c.=38 ppm e Iz.r, = 140 ppm per i suoli del gruppo l, tcu = 80 ppm e 11... = 200 ppm per j suoli dei gruppi 2 e 3. Per il piombo il valore di soglia I~ = 140 ppm è stato determinato solo per l'area del M. Guizza (suoli del gruppo l). Per la maggior parte si tratta di anomalie piccole e del tutto locali (M. Alba, Bafl'elan- 1322 P. FRIZZO, G. RAMPAZZO, F. DALLA RIVA TABELLA 2 Fattori d; arricchimento d; Fe e T; nei suoli rispe//o ,l bedrock. Mancano dati relativi agli elementi minori nelle rocce Fe 0 ( tot.)" 2 3 roccia , ~uolo , 11° 2" auolo rocc1a .uoH .. 1I10dacHl " dacH1 SuolI Il''-'PPO I ZoneA_VO_BC_G '" '" 4.20 5.50 1.31 0.50 0.76 1.52 " 8.34 9.60 1.15 0.91 1. 23 1.35 <O " <O l.,.tltl _ l&tlandnltl _ .... n~on1tl SuoH gruppo 3 e ~ grupvo 2 20ne CIV _ L _ SII _ 8C Cornetto, M. Guizza, Laghi, Sengio Croce) e corrispondono verosimilmente alla presenza di filoni piombo-zinciferi del tipo ben noto nelle vulcaniti del M. Guizza (FRIZZO, 1980). Molto estesa e caratterizzata da tenori al· quanto elevari (fino a 10.000 ppm di Zn e 8.000 ppm di Pb con massimo di 500 ppm di Cu) risulta l'anomalia che interessa prati· camente tutta la dorsale compresa fra la Val Livergon e la Valle dei Mercanti; secondo dari preliminari questa anomalia si ricol. lega a quelle registrate nell'area a est del M. Civillina. La distribuzione di Zn, Pb e Cu nella zona Valle dei Mercanti-Val Livergon appare complessa. Il trattamento dei dati secondo LEPELTIER (op. cic) dimostra infatti un andamento sinusoidale specie per le curve relative a Zn e Pb. Ciò è interpretabile, in prima analisi, con la presenza: a) di una minoranza di campioni non anomali (circa lO % del tOtale) caratterizzati da tenori in Pb < 150 ppm e Zn < 240 ppm; b) di una numerosa popolazione (70 % ca.) ad anomalie diffuse e riferibìJi a una mineralizzazione disseminata nelle vulcaniti, caratterizzata da valori di Pb compresi fra 150 e 1.500 ppm e di Zn compresi fra 240 e 2.150 ppm; c) di un 20 % di campioni a tenori molto elevari (Pb > 1.500 ppm e Zn > 2.150 ppm) relativi alla presenza di filoni a solfuri, orientari NE·SW, oppure alle masse mineralizzate si· tuate al contatto fra vulcaniti e Calcare di M. Spitz. Esiste una netta correlazione positiva fra Pb e Zn ed anche fra questi ultimi e Cu. ". '" La diffusione del rame si mantiene tuttavia sempre relativamente bassa in accordo con il carattere squisitamente piombo·zincifero delle manifestazioni merallifere triassiche delle Alpi Vicentine. 6. Considerazioni conclusive La prospezione sui suoli delle vulcaniti ladiniche del Recoarese ha 6nora evidenziato: a) l'esistenza di correlazioni geochimiche suoli·rocce madri sottolineate in entrambi i casi da renori crescenti di Fe, Ti, Cu, Cr verso i termini più basici; b) la presenza di piccole anomalie ben localizzate (probabili 610ncelli a solfuri) e di una più estesa zona, fra Valle Livergon e la Valle dei Mercanti, a forti tenori di Pb, Zn ± Cu riferibili in parte a concentrazioni TABELLA 3 Tenori medi di Cu, Zn, Pb, Cr, registrati per i diversi gruppi di suoli Gruppo .1'011 .. , • " " " '" .., " "Non dererrninati i çampioni del M. Guizza. ** Solo çampioni del M. Guizza. DISTRIBUZIONE DI FERRO, MAGNESIO, TITANIO, ETC. 1323 TABELLA 4 Valori di background (b) e di soglia (t) ricava/i con il me/odo LEPEL TIER (1969) CO<lle. ~ Cu , .- lO ( .. ruppo 1) p ( .. ruppO 1) A-VO-P_ec (,ruppi 1.2.3•• ) t.-U-S~-CA"'_"'A l ..ruppl 3.2.1) " " " p~ , " .. ~ 00 metallifere (filoni incassati nelle vulcaniti e ammassi al contatto con il Calcare di M. Spitz) ed in parte alla presenza di una mineralizzazione disseminata; c) il carattere essenzialmente piombozincifero delle anomalie; d) la diffusione dell'anomalia della Valle dei Mercanti - M. CiviIlina su aree caratterizzate da suoli di diversi gruppi, ma con maggiore uniformità in quelle a predominio dei suoli dei gruppi 2 e J; e) l'assenza pressochè generale di anomalie nelle aree a suoli del gruppo 5, ad eccezione di quella situata a ridosso del M. Castello, ove tunavia le anomalie presentano diffusione solo locale e sviluppo irregolare. Ad alti valori di Pb e Zn ( ± Cu) si accompagnano in genere forti concentrazioni di Ba. Tutte le anomalie ed in particolare modo quella più estesa della Valle dei Mercanti· M. Civillina risultano « sovraimposte » e corrispondono a zone nelle quali hanno agito più o meno profondamente fenomeni di trasformazione delle vulcaniti che, a luoghi, sano ridotte ad ammassi essenzialmente ilIiticomontmorillonitici. In analogia con il modello proposto da GARsaN & MITCHELL (1976), solfa e metalli sono riferibili a fluidi residuali della cristallizzazione di masse magmatiche più profonde nelle quali alcali, Cu, Zn, Pb possono essere notevolmente concentrati nella fase vapore ricca di cloro. La permeazione delle rocce eruuive e incassanti da parte di tali fluidi residuali determina, nel corso di una prima fase di alta temperatura, un'alterazione c0struttiva delle rocce attraversate (SHEPPARD, 1976) comportando neoformazioni di quarzo, K-feldspato, biotite ± solfuri. Una successiva fase idrotermale di composizione mista, dovuta allo sviluppo di sistemi convettivi che ~ .~ , .'" " " , '" ,~ ". ~ ,"-, M M ~ .~ , .. ,~ ,. ~ " .00 M M M M 00 .~ M M mescolano le soluzioni di derivazione magmatica con acque meleoriche o di altra origine, comporta invece «alterazioni disuutti· ve .. particolarmente efficaci nelle vulcani ti più permeabili (brecce: vulcaniche, zone a fratture di contrazione o dovute alla tettonica). L'alterazione distruttiva si esplica dapprima come alterazione di feldspati e minerali femici e sviluppo di sericite, epidoto e clorite (propilitizzazione), e può giungere fino all'argilli6cazione delle vulcaniti. Nella zona di transizione o di mescolamento fra il sistema idrotermale magmatico ed il sistema idrotermale di provenienza esterna si verifica nel contempo la precipitazione di pirite e solfuri controllata dai gradienti di temperatura, pH, di salinità, pressione, elc. (SHEPPARD, 1976). ' Esistono effettive analogie fra questo modello ed il quadro geopetrologico e metallogenico del Trias medio delle Alpi Vicentine. Le mineralizzazioni e le anomalie in Pb, Zo ± Cu del Recoarese sono infatti strettamente legate a prodotti magmatici di serie calcalcalina a tendenza andesitiC:1 e con caratteri di associazioni orogenetiche (BARBIERI et al., 1982) sulle quali hanno agito sia fenomeni di «alterazione costruttiva» che comportarono arricchimenti in potassio (DE VECCHI & DE ZANCHE, in corso di stampa) sia fenomeni d'« alterazione distruttiva» SOttOlineati da estesi processi di propilitizzazione e di argilli6cazione. Tanto le concentrazioni metallifere quanto le anomalie principali si situano ove più intensamente ha agito l'alterazione distruttiva. Ringraziamenti. - Gli AUlori 5OT1O riconoscenti Il Pro!. P. OMENETTO per l'incoraggiamento e le proficUI: discussioni e ai Profi. B. ZANETTIN, GP. DE VECCHI e Pc. }OBSTRJr.IBIZEl per gli utili consigli e 11 lenura critica del manoscrino. Lavoro eseguito nell'ambito dei programmi di ricetehe JGCP, Protect n. 6 e del ProgeIlO Finifuuto Geodinamica del CN.R.. 1324 P. FRIZZO, C. RAMPAZZO, F. DALLA RIVA BIBLIOGRAFIA G., DE VECOII Gp., DE ZANOIE V., ~1tETTO P. 6< SEJ)EA R. (1980 I) - Not~ illustrati~ dellll ClUtll G~ololica BAlBIEII DE ULLO E., FIlZZO P., dd/'areil di RteoaTO 1l11i1 sclllil l: 2ODOO. Mero. Se. Geo!., Padovl, 34, 2J-52. G., DE z.,."'OIE V., DI UUO E., MIETTO P... SEDEA R. (1980 b) - CilTta GroIolieil dell'aTeil di &coaro Illlil scll1i1 l: 20.000. Me-m. Se. Geol., Padova, 34. BAUIEl.l BAIBIUI G., DE VECCHI Gp., DE ZANCHE V., MIETTD P... SEllEA R. (1982) - Striltigril{ill e pelrologùl dtl magtnatismo triassieo nell'ilreil di Recoaro. (In Guida ll1/il geologiil dd Sudillpino ctlltro-orienla/d. Mem. Soc. GeoL h., 24, suppl. C. BoRSI S., FURARA G., PAGANELLI L. .. SIM80U G. (1969) - /sotopic ilge measurements 01 the Af. Mon· ~oni inlrutilie comp/ex. Miner. Pelrogr. Acca, 14, 171-183, Bologna. DE VECCHI GP... DE ZANCHE V.• Po/alSic enriehmen/ i1/ T,;atsie volca1/ics (in corso di slampa). DE VECCHI Gp., DE ZANCHE V ... SEDEA R. (1974) - OsUrlia~ioni preliminaTi sulle manilesta~ioni magmatiche Iriassiche 1/elle Prealpi ViU1//ine (area di Ruoaro-Schio-Posi1/fl). Boll. Soc. Geo!. Ic., Roma, 93, 397-409. DE ZANCHE V., MIETTO P ... SEDEA R. (1979) . &cCHlrO flrea. In R Assereto fl1/d G. Pisa fidd Symposium 071 TrialSie striltigraphy in Soutbnn Alps. Fidd Guide: Book, 32·39, Miboo. DI CoUUTAUlO D. (1967) - Giacimenti minm.ri. I. GilldmentoiolUl generllle e Vilcimenti di Pb 11/ (e A,). CEDAM, Padovl. EPTISG M., UNLAND W., ScH.'.UDT K. .. CllSToDOULlDES A. (1976) - Midd/e TrillSSic sedimtllts 01 sdrcted Te,ions in tM SoutMrn Alps (ltill,) and tbeir significanCl lor /HI1~leo,raphic ilJJd pIl1rostTUttUTIll evollilion. N. ]b. Geo!. Palionc. Abh., !Si, 1-30, Stuugan. FINI.OW·BATES T... STUMPFL E.F. (1981) - The behaviouT 01 sQ-CflUed immobile elements i1/ hidro- lermall, a/Ured rocks alSocialed with lIOU:iUlogenic subma,;ne exlnUaliVI ore deposilS. Minoralium Ikposita, 16, 319-328. FI.IZZO P. (1980) • ù minerflliwn.ioni ntI PermoTTw dtl/il ~onfl Scbio-ReCOilTo (Alpi Vite1/tine). L'In<!. Min., l, 9-17. GlI.I.so.'i' M.M.5... MITCHELL A.H.G. (1976) - Minera/izal.on al deS1Tu(/i~ platI boundaTilS: • briel review. In .Volcanic protesses in OTe lenesin. Institulion ol mining and met., 81·97. GIACO:'<IELLI F. .. OMENETTO P. (1969) - aSSerVii' :.ioni pTtIiminari sulle minerafiwn.ioni defliz ~ona di Sehio-ReCOtlro (Alpi Vitentin~). Alli e Mem. Ace Pat. SS.LL.AA., 82, 129·149, Padova. !.EPELTIEl C. (1969) • A simplified statislieill Ireillmenr 01 glochemical dala by graphica/ rappresen/a/ion. Econ. Gtol., 64, 538-550. MOSSER CH. (1978) - Le problème de la permflntnce d~s iliments en trace dans l'al/era/iatl ar· gileuse des roehes truplives et vo/eaniques. C.R. Acad. Se., Paris, 286, Serie D, 1187-1190. PEARCE }. (1976) • Sta/isliefll analysis 01 major demen/J pal/erns i1/ basaln }oom. Pc:trol., 17, 1443. SHAPIRO .. BRANNOCK (1%2) . Rapid a1/alysis 01 si/icall carbona!l and phospha/t rocks. U.5.G.5. Bull. 1144 A 25 A 27. S.M.F. (1976) • Identification 01 tbe SHEPPII.I.D oTigin 01 ore lorming solutions by tM use 01 slable isotopts. In Volcanic proclsses in Ore g~n~sis. Insl. Mining Me-I., London, 25-41. ZA:-UTtN B. (1950) - Sludi ,eologito-ptlro,rilfici sul/il ulione dtl &fftIiln - Cortllllo nelle Alpi Vicenline. l.Iero. Mus. Civ. Se. Nae. Vmma, 2, 67·98. z.,.:-"ETTIN B. (1951) - Sludio ptlrolTafico delill Tegiofle &ffdiln-CoTnello ntlle Alpi Vicrntine. Rln<!. Soc. Min. h., 7, 219·236. C.UTA GEOLOGICA D'ITALIA - Foglio J6 • Schio., alla scala I: 100.000. Serv. Geol. d'Italia, Roma, 1%8.