vii° - allegati selezionati

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vii° - allegati selezionati
VII° - ALLEGATI SELEZIONATI
11. ALLEGATI
11.1 Dal Manuale di Interpretazione degli Habitat - MATTM - Habitat e Specie in
Basilicata –
11.2 Selezione Indicatori
11.3 Matrice “Strumenti di Gestione Territoriale”
Sistema Costiero in Erosione
1
11.1
Dal Manuale Italiano di Interpretazione degli Habitat
della Direttiva 92/43/CEE
(Presentazione del MATTM mese di Aprile 2009)
DISTRIBBUZIONE DEGLI HABITAT IN
BASILICATA
2
11: Acque Marine e Ambienti a Marea
3
1110: Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina
Sandbanks which are slightly covered by sea water all the time
Banchi di sabbia colonizzati da Cymodocea nodosa
presso Marina di Ragusa (Sicilia meridionale),
Marcello Catra
Codice CORINE Biotopes
11.22 - Sublittoral soft seabeds
11.33 - Mediterranean Cymodocea and Zostera beds
11.125 - Shoals
Codice EUNIS
A5 - Sublittoral sediment
A5.1 - Sublittoral coarse sediment
A5.2 - Sublittoral sand
A5.4 - Sublittoral mixed sediments
A5.5 - Sublittoral macrophyte-dominated sediment
Codice Barcellona Convention UNEP(OCA) / MED WG.143/5 (Hyères
experts report, 1998)
“Biocenosis of fine sands in very shallow waters (III. 2. 1.) with facies with Lentidium mediterraneum (III. 2. 1.
1.)”, “Biocenosis of well sorted fine sands (III. 2. 2.) with associations with Cymodocea nodosa on well sorted
fine sands (III. 2. 2. 1.) and with Holophila stipulacea (III. 2. 2. 2), the latter considered determinant habitat in
C. B.”, “Biocenosis of coarse sands and fine gravels mixed by the waves (III. 3. 1.) with association with
rhodolithes (III. 3. 1. 1), considered determinant habitat in the C. B.”, “Biocenosis of coarse sands and fine
gravels under the influence of bottom currents (also found in the Circalittoral) (III. 3. 2.). It is possible to find a
facies and an association which are determinant habitats for C. B.: the maërl facies (= Association with
Lithothamnion corallioides and Phymatoliton calcareum), also found as facies of the biocenosis of coastal
detritic (III. 3. 2. 1), and the association with rhodolithes (III. 3. 2. 2.)”, “Biocenosis of infralittoral pebbles (III. 4.
1.) with facies with Gouania wildenowi (III. 4. 1. 1.), small teleostean which lives among pebbles.”
Biocenosi più rilevanti (e/o segnate con asterisco facies e associazioni considerate prioritarie nelle
SDF/ASPIM):
III. 2. FINE SANDS WITH MORE OR LESS MUD
SABBIE FINI PIU’ O MENO INFANGATE
4
III. 2. 1. Biocenosis of fine sands in very shallow waters
Biocenosi delle sabbie fini a bassa profondità
III. 2. 1. 1. Facies with Lentidium mediterraneum
Facies a Lentidium mediterraneum
III. 2. 2. Biocenosis of well sorted fine sands
Biocenosi delle sabbie fini ben calibrate
III. 2. 2. 1.Association with Cymodocea nodosa on well sorted fine sands /
Associazione a Cymodocea nodosa
v III. 2. 2. 2.Association with Halophila stipulacea
Associazione a Halophila stipulacea
III. 2. 3. Biocenosis of superficial muddy sands in sheltered waters
Biocenosi delle sabbie fangose superficiali in ambiente riperato (mode calme svmc)
III. 2. 3. 1.Facies with Callianassa tyrrhena and Kellia corbuloides
Facies a Callianassa tyrrhena e Kellia corbuloides
III. 2. 3. 2.Facies with fresh water resurgences with Cerastoderma glaucum and
Cyathura carinata / Facies con sorgenti di acqua dolce a Cerastoderma glaucum e Cyathura carinata
v III. 2. 3. 3. Facies with Loripes lacteus, Tapes spp. / Facies a Loripes lacteus, Tapes spp.
III. 2. 3. 4. Association with Cymodocea nodosa on superficial muddy sands in
sheltered waters / Associazione a Cymodocea nodosa su sabbie infangate superficiali in acque riparate
v III. 2. 3. 5. Association with Zostera noltii on superficial muddy sands in
sheltered waters / Associazione a Zostera noltii su sabbie infangate superficiali in acque riparate.
III. 2. 3. 6. Association with Caulerpa prolifera on superficial muddy sands in
sheltered waters / Associazione a Caulerpa prolifera su sabbie
infangate superficiali in acque riparate.
v III. 2. 3. 7. Facies of hydrothermal oozes with Cyclope neritea and nematodes /
Facies degli sgocciolii idrotermali a Cyclope neritea e nematodi
III. 3. COARSE SANDS WITH MORE OR LESS MUD
SABBIE GROSSOLANE PIU’ O MENO INFANGATE
III. 3. 1. Biocenosis of coarse sands and fine gravels mixed by the waves
v III. 3. 1. 1. Association with rhodolithes / Associazione a rodoliti
III. 3. 2. Biocenosis of coarse sands and fine gravels under the influence of bottom currents (also found in the
Circalittoral) / Biocenosi delle sabbie e ghiaie fini sotto l’influenza di correnti di fondo (si può riscontrare anche
nel Circalitorale)
v III. 3. 2. 1. Maërl facies (= Association with Lithothamnion corallioides and Phymatolithon calcareum) (can
also be found as facies of the biocenosis of coastal detritic). / Facies del maërl (Associazione a Lithothamnion
corallioides e Phymatolithon calcareum; può essere riscontrato anche come facies del detritico costiero).
v III. 3. 2. 2. Association with rhodolithes / Associazione a rodoliti
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
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Descrizione generale dell’habitat
Sandbanks are elevated, elongated, rounded or irregular topographic features, permanently submerged and
predominantly surrounded by deeper water. They consist mainly of sandy sediments, but larger grain sizes,
including boulders and cobbles, or smaller grain sizes including mud may also be present on a sandbank.
Banks where sandy sediments occur in a layer over hard substrata are classed as sandbanks if the associated
biota are dependent on the sand rather than on the underlying hard substrata.
“Slightly covered by sea water all the time” means that above a sandbank the water depth is seldom more than
20 m below chart datum. Sandbanks can, however, extend beneath 20 m below chart datum. It can, therefore,
be appropriate to include in designations such areas where they are part of the feature and host its biological
assemblages.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Banchi di sabbia dell’infralitorale permanentemente sommersi da acque il cui livello raramente supera i 20 m.
Si tratta di fondali sabbiosi sommersi, in genere circondati da acque più profonde, che possono comprendere
anche sedimenti di granulometria più fine (fanghi) o più grossolana (ghiaie). Possono formare il
prolungamento sottomarino di coste sabbiose o essere ancorate a substrati rocciosi distanti dalla costa.
Comprende banchi di sabbia privi di vegetazione, o con vegetazione sparsa o ben rappresentata, in relazione
alla natura dei sedimenti e alla velocità delle correnti marine.
Questo habitat nel Mediterraneo comprende tutti i substrati mobili più o meno sabbiosi sia dell’infralitorale sia
del circalitorale non necessariamente con morfologia dei banchi sommersi.
Nelle acque marine italiane si ritrovano tutte le biocenosi (con le facies e le associazioni) elencate sopra dai
documenti correlati alla Convenzione di Barcellona.
Sottotipi e varianti (compilare se necessario)
Questo habitat è molto eterogeneo e può presentare una serie di varianti in relazione alla granulometria dei
sedimenti e alla presenza o meno di fanerogame marine :
Variante I - Banchi o fondali di sabbia permanentemente sommersi da acque marine privi di
vegetazione vascolare
Variante II - Banchi o fondali di fanghi o fanghi sabbiosi permanentemente sommersi da acque marine
privi di vegetazione vascolare
Variante III - Banchi o fondali di sabbia o di sabbia fangosa permanentemente sommersi da acque
marine con vegetazione dello Zosterion marinae
Banchi di sabbie fangose o di fanghi localizzati nelle zone con minore idrodinamismo delle correnti marine
interessate da una vegetazione a fanerogame marine tipiche di acque calme e poco profonde. In questo
sottotipo si localizza lo Zosteretum marinae in condioni si scarsa ossigenazione e con apporti di acqua dolce
che mantengono la salinità tra il 22 e il 37‰ o il Nanozosteretum noltii che predilige ambienti con acque più
calme di tipo lagunare
Variante IV – Banchi o fondali di sabbia permanentemente sommersi da acque marine con vegetazione
del Zosterion marinae.
Banchi di sabbia permanentemente sommersi nelle acque fino a circa 35 metri di profondità, spesso in zone
riparate da scogliere o da banchi di Posidonia, con vegetazione rizofitica monospecifica (Cymodoceetum
nodosae) di Cymodocea nodosa, talora associata con altre fanerogame marine come Halophila stipulacea o
con alghe quali Caulerpa prolifera. Si localizza su sabbie con prevalenza di elementi fini.
Variante V – Banchi o fondali di sabbia permanentemente sommersi da acque marine con vegetazione
del Lithophyllion stictaeformis.
Le comunità vegetali danno origine a “letti a Rodoliti” (rhodolith beds) o “fondi a Maërl” di natura organogena,
cioè ad habitat intermedi tra le biocenosi organogene di fondo duro o roccioso (es. Biocenosi del Coralligeno)
e le biocenosi dei fondi molli con sabbie grossolane e ghiaie. I loro popolamenti sono inseriti sia nella
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Biocenosi dei Fondi Detritici Costieri (DC) del Circalitorale, sia nella Biocenosi delle Sabbie Grossolane e
Ghiaie Fini sotto l’influenza delle Correnti di Fondo (SGCF) del Circalitorale e dell’Infralitorale, descritte nel
Manuale del Benthos del 1964. Queste formazioni organogene costruiscono un habitat, articolato in numerosi
microhabitat, che condiziona lo sviluppo di una ricca biodiversità (oltre 400 specie di animali e oltre 100 di
vegetali) sia di substrato duro, sia di substrato molle, oltre che di specie demolitrici, fossorie e interstiziali. Il
termine Maërl deriva da una parola bretone che indica un accumulo di forme ramificate di Corallinales, prive di
apparente nucleo. Il termine Rodolite, più usato nella letteratura anglosassone, ha invece un’accezione più
generale, che comprende sia i noduli veri e propri, sia il Maërl. L’equivalente termine francese per indicare le
piccole Rodoliti nucleate è “prâlines”, a causa della loro somiglianza con i noti dolciumi. In letteratura questo
habitat è indicato anche con la denominazione di “facies a Melobesie libere”, oggi si usa il termine più
appropriato di “facies ad alghe calcaree libere”.
Combinazione fisionomica di riferimento
Le piante vascolari possono essere assenti o rappresentate nel Mediterraneo da Cymodocea nodosa, Zostera
marina e Nanozostera noltii (= Zostera noltii), chiazze sparse di Posidonia oceanica e la specie aliena
Halophila stipulacea. Tra le alghe si rinvengono specie con forme egagropile e bentopleustofite dei generi
Gracilaria, Gracilariopsis, Polysiphonia, Rytiphlaea, Cladophora, Chaetomorpha e varie Corallinaceae sia
libere (Rodoliti) sia epifite.
Riferimento sintassonomico
La vegetazione a fanerogame marine è riferibile alla seguenti associazioni:
Zosteretum marinae (Van Goor 1921) Harmsen 1936 si insedia nella terza variante in condizioni di scarsa
ossigenazione con apporti di acqua dolce che mantengono la salinità tra il 22 e il 37‰.
Nanozosteretum noltii Harmsen 1936 si insedia in ambienti con acque più calme di tipo lagunare.
Cymodoceetum nodosae Giaccone e Pignatti 1967 si afferma su sedimenti sabbiosi con prevalenza di
elementi fini scarsamente ossigenati.
CLASSE: ZOSTERETEA MARINAE Pignatti 1953
Ordine: Zosteretalia Bèguinot 1941
All. Zosterion marinae Christiansen 1934
Ass.: Posidonietum oceanicae (Funk 1927) Molinier 1958
Ass: Cymodoceetum nodosae Giaccone e Pignatti 1967
Ass. Zosteretum marinae (Van Goor 1921) Harmsen 1936
Ass. Nanozosteretum noltii Harmsen 1936
Aggruppamento ad Halophila stipulacea Giaccone 1968
Vegetazione a rizofite algali su sabbie e fango nell'Infralitorale e nel Circalitorale.
Classe Caulerpetea Giaccone e Di Martino 1997
Ordine Caulerpetalia Giaccone e Di Martino 1997
Alleanza Caulerpion Giaccone e Di Martino 1997
Ass. Caulerpetum racemosae Giaccone e Di Martino 1995
Ass. Caulerpetum taxifoliae mexicanae Giaccone e Di Martino 1995
Ass. Caulerpetum scalpelliformis Mayoub 1976 emend Giaccone e Di Martino 1995
Ass. Caulerpetum taxifoliae taxifoliae Di Martino e Giaccone 1997
Ass. Caulerpetum proliferae Di Martino e Giaccone 1997
Classe: LITHOPHYLLETEA Giaccone 1965 emend. Giaccone 1994
Ordine: Lithophylletalia Giaccone 1965
All.: Lithophyllion stictaeformis Giaccone 1965
Ass.: Phymatholitho-Lithothamnietum corallioidis Giaccone 1965
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Dinamiche e contatti
Le praterie a Cymodocea nodosa possono trovarsi in contatto catenale con varie fitocenosi fotofile
dell’infralitorale rientranti nei Cystoseiretea. Esse inoltre rappresentano uno stadio nella serie dinamica
dell’habitat 1120* “Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae)” con il quale contrale quindi rapporti seriali.
L’habitat 1110 è talora in contatto con l’1140 “Distese fangose o sabbiose emergenti durante la bassa marea”
che occupa le superfici regolarmente emerse durante la bassa marea e in profondità con l’habitat 1170
“Scogliere”, quando le formazioni ad alghe calcaree libere (letti a Rodoliti) evolvono verso il Coralligeno di
Piattaforma della classe Lithophylletea.
Può anche essere una parte componente dell’habitat 1130 “Estuari” e 1160 “Grandi isole e baie poco
profonde”.
Specie alloctone
Halophila stipulacea, specie aliene del genere Caulerpa.
Distribuzione dell’habitat in Italia
CM, EM, FR, LG, VN, SC, SR, LZ, TS, BS, CL, PG.
Note
I tratti dei banchi di sabbia che emergono regolarmente durante la bassa marea sono da riferire all’habitat
1140 “Distese fangose o sabbiose emergenti durante la bassa marea”.
Riferimenti Bibliografici
AA.VV., 2007. Guidelines for the establishment of the Natura 2000 network in the marine environment.
Application
of
the
Habitats
and
Birds
Directives
(ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/marine/docs/marine_guidelines_it.pdf)
BELLAN-SANTINI D., BELLAN G., BITAR G., HARMELIN J.G., PERGENT G., 2002. Handbook for
interpreting types of marine habitat for the national inventories of natural sites of conservation interest. UNEP
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BELLAN-SANTINI D., LACAZE J.C., POIZAT C., (1994). Les biocénoses marines et littorales de
Méditerranée, sinthèse, menaces et perspectives. Collection Patrmoines Naturels. 19 : 1-246. Museum
National d’Histoire Natirelle. Paris.
BIANCHI C.N., PEIRANO A., 1995. Atlante delle fanerogame marine della Liguria. Posidonia
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CORMACI M., FURNARI G., GIACCONE G., 2003. Macrofitobenthos. In: Gambi M. C. e Dappiano M. (Eds) Manuale di metodologie di campionamento e studio del benthos marino mediterraneo. Biologia Marina
Mediterranea, 10 (Suppl.): Cap. 7: 233-262.
DAUVIN J.C., BELLAN G., BELLAN-SANTONI D., 2008. The need for clear and comparable terminology in
benthic ecology. Aquatic Conserv: Mar. Freshw. Ecosyst. 18: Part. I: Ecological concepts: 432-445; Part. II
Application of the European Directives: 446-456.
DIVIACCO G., COPPO S., 2006. Atlante degli habitat marini della Liguria. Descrizione e cartografia delle
praterie di Posidonia oceanica e dei principali popolamenti marini costieri - 205 p + cartografia + 1 CD-Rom.
Regione Liguria, Edizioni Grafiche Amadeo, Imperia.
GAMBI M.C. , DAPPIANO M. (Eds.), (2003). Manuale di metodologie di campionamento e studio del benthos
marino Mediterraneo. Biol. Mar. Mediterr., 10 (Suppl. 1): 1-638.
GIACCONE G., 1987. Praterie sommerse. In Raniero E. (ed.) Mare Nostrum. Ed. Enrico Raniero. Firenze.
GIACCONE G., ALONGI G., COSSU A., DI GERONIMO R., SERIO D., 1993.. La vegetazione marina
bentonica del Mediterraneo: I. Sopralitorale e mesolitorale. Proposte di aggiornamento. Boll. Accad. Gioenia
Sci. Nat. Catania, 26 (341): 145-172.
8
GIACCONE G., ALONGI G., PIZZUTO F., COSSU A., 1994.. La vegetazione marina bentonica fotofila del
Mediterraneo: II. Infralitorale e Circalitorale. Proposte di aggiornamento. Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat.
Catania, 27: 111-157.
GIACCONE G., ALONGI G., PIZZUTO F., COSSU A., 1994.. La vegetazione marina bentonica sciafila del
Mediterraneo: III. Infralitorale e Circalitorale. Proposte di aggiornamento. Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat.
Catania, 27: 201-227.
GIACCONE G., DI MARTINO V., 2002. Past, present and future of vegetational diversity and assemblages on
Mediterranean Sea. Proceedings of the first mediterraneam Symposium on marine Vegetation. Ed.
UNEP/RAC/SPA. Tunis: 34-59.
TRIVISANI A., CIFARELLI R., FASCETTI S., 2009. Metaponto dopo le mareggiate. Quaderni del Parco,14.
Parco della Murgia Materana: 1-30.
Riferimenti Bibliografici online
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http://eunis.eea.europa.eu/habitats-factsheet.jsp?idHabitat=10003
http://www.dipbot.unict.it/vegetazio_marina/index.html
http://www.jncc.gov.uk/ProtectedSites/SACselection/habitat.asp?FeatureIntCode=H1110
http://natura2000.environnement.gouv.fr/habitats/cahiers2.html
http://www.npws.ie/en/Marine/MarineHabitats/Sandbanks/
http://www.bfn.de/0316_typ1110+M5054de7a952.html
http://www.helcom.fi/environment2/biodiv/endangered/Biotopes/en_GB/Sandbanks/
http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm#habitats_1
http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/indice/gisweb.html
Nomi dei compilatori con e.mail
Giovanni Spampinato ([email protected]), Giuseppe Giaccone ([email protected]), Giuseppina Alongi
([email protected]), Giulio Relini ([email protected])
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11: Acque marine e ambienti a marea
1120*: Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae)
Posidonia beds (Posidonion oceanicae)
Prateria a Posidonia oceanica presso Acitrezza
(Sicilia orientale), Marcello Catra
Codice CORINE Biotopes
11.34 [Posidonia] beds
Codice EUNIS
A5.535 : [Posidonia] beds
A5.5351 : Ecomorphosis of striped [Posidonia oceanica] meadows
A5.5352 : Ecomorphosis of "barrier-reef" [Posidonia oceanica] meadow
A5.5353 : Facies of dead "mattes" of [Posidonia oceanica] without much epiflora
A5.5354 : Association with [Caulerpa prolifera] on [Posidonia] beds
Codice Barcellona Convention UNEP(OCA) / MED WG.143/5 (Hyères experts report, 1998)
Biocenosi più rilevanti (e/o segnate con asterisco facies e associazioni considerate prioritarie nelle
SDF/ASPIM):
III. 5. POSIDONIA OCEANICA MEADOWS
PRATERIA A POSIDONIA OCEANICA
v III. 5. 1. Posidonia oceanica meadows (= Association with Posidonia oceanica)
Prateria a Posidonia oceanica (= Associazione a Posidonia oceanica )
v III. 5. 1. 1. Ecomorphosis of striped meadows
Ecomorfosi di praterie a bande
v III. 5. 1. 2. Ecomorphosis of “barrier-reef” meadows
Ecomorfosi di praterie a barriera
III. 5. 1. 3. Facies of dead “mattes” of Posidonia oceanica without much epiflora / Facies dei rizomi morti
(mattes mortes) di Posidonia oceanica
III. 5. 1. 4. Association with Caulerpa prolifera / Associazione a Caulerpa prolifera
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
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Descrizione generale dell’habitat
Beds of Posidonia oceanica (Linnaeus) Delile characteristic of the infralittoral zone of the Mediterranean
(depth: ranging from a few dozen centimetres to 30 - 40 metres). On hard or soft substrate, these beds
constitute one of the main climax communities. They can withstand relatively large variations in temperature
and water movement, but are sensitive to desalination, generally requiring a salinity of between 36 and 39‰.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Praterie sommerse di Posidonia oceanica caratteristiche del piano infralitorale del Mar Mediterraneo, dove si
insediano su substrati mobili (sabbie) o più limitatamente rocciosi con acque ben ossigenate profonde da
pochi centimetri fino a 40 m. Posidonia oceanica tollera variazioni relativamente ampie di temperatura,
irradianza e idrodinamismo, ma è molto sensibile agli apporti di acque dolci, all’inquinamento, all’ancoraggio di
natanti, alla posa di cavi sottomarini, all’invasione di specie rizofitiche aliene e all’alterazione del regime
sedimentario. Apporti massivi o depauperamenti sostanziali del sedimento e prolungati bassi regimi di luce,
derivanti soprattutto da cause antropiche, possono provocare una regressione di queste praterie.
Le praterie marine a Posidonia costituiscono uno degli habitat più importanti del Mediterraneo, e assumono un
ruolo fondamentale nell’ecosistema marino per quanto riguarda la produzione primaria, la biodiversità,
l’equilibrio della dinamica di sedimentazione. Generalmente richiedono salinità compresa tra 36 e 39‰. Esse
rappresentano un ottimo indicatore della qualità dell'ambiente marino nel suo complesso.
Sottotipi e varianti (compilare se necessario)
Combinazione fisionomica di riferimento
Angiosperme: Posidonia oceanica
Le alghe associate a Posidonia sono di tipo fotofilo se si impiantano sulle foglie come Hydrolithon farinosum,
Pneophyllum fragile, Myrionema orbiculare, Giraudia sphacelarioides, Cladosiphon cylindricus,C. irregularis,
Miriactula gracilis, Chondria mairei, Spermothamnion flabellatum; mentre sono di tipo sciafilo se associate ai
rizomi come Peyssonnelia squamaria, Osmundaria volubilis e Flabellia petiolata.
Riferimento sintassonomico
La vegetazione a Posidonia oceanica è stata riferita alla associazione monospecifica Posidonietum oceanicae
(Funk 1927) Molinier 1958. La vegetazione algale fotofila associata alle foglie di Posidonia è riferita al
Myrionemo-Giraudietum sphacelarioidis Van der Ben 1971, mentre quella sciafila associata ai rizomi è
riferibile al Flabellio-Peyssonnelietum squamariae Molinier 1958. L’associazione a Caulerpa prolifera è riferita
al Caulerpetum proliferae Di Martino & Giaccone 1997.
CLASSE: ZOSTERETEA MARINAE Pignatti 1953
Ordine: Zosteretalia Bèguinot 1941
All. Zosterion marinae Christiansen 1934
Ass.: Posidonietum oceanicae (Funk 1927) Molinier 1958
CLASSE: CYSTOSEIRETEA Giaccone 1965
Ordine: Cystoseiretalia Molinier 1958 emend. Giaccone 1994
All. Cystoseirion crinitae Molinier 1958
Ass. Myrionemo-Giraudietum sphacelarioidis Van der Ben 1971
(nel Posidonietum oceanicae Molinier 1958)
Classe Caulerpetea Giaccone & Di Martino 1997
Ordine Caulerpetalia Giaccone & Di Martino 1997
Alleanza Caulerpion Giaccone & Di Martino 1997
Ass. Caulerpetum racemosae Giaccone & Di Martino 1995
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Ass. Caulerpetum taxifoliae mexicanae Giaccone & Di Martino 1995
Ass. Caulerpetum taxifoliae taxifoliae Di Martino & Giaccone 1997
Ass. Caulerpetum proliferae Di Martino & Giaccone 1997
Classe Lithophylletea Giaccone 1965 emend. Giaccone 1994
Ordine: Rhodymenietalia Boudouresque 1971 emend. Giaccone 1994
All.: Peyssonnelion squamariae Augier & Boudouresque 1975 emend. Giaccone 1994
Ass.: Flabellio-Peyssonnelietum squamariae Molinier 1958
Dinamiche e contatti
Le praterie sottomarine a Posidonia oceanica del Posidonietum oceanicae costituiscono una formazione
climax bentonica endemica del Mediterraneo. Nel piano infralitorale le praterie a Posidonia oceanica si trovano
in contatto con le fitocenosi fotofile dell’ordine Cystoserietalia Cystoserietalia e dell’ordine Caulerpetalia e con
quelle sciafile dell’ordine Rhodymenietalia.
Tra gli stadi di successione dinamica si ipotizza che il Cymodoceetum nodosae costituisca lo stadio iniziale
della serie dinamica progressiva. Fanno parte della serie dinamica regressiva oltre al Cymodoceetum nodosae
il Thanato-Posidonietum oceanicae, il Nanozosteretum noltii noltii ed il Caulerpetum proliferae.
Specie alloctone
Caulerpa prolifera, Caulerpa taxifolia e, soprattutto Caulerpa racemosa, alghe verdi esotiche invasive, si
stanno diffondendo nel Mediterraneo entrando in competizione anche con Posidonia oceanica. . Tra le specie
vascolari aliene Halophila stipulacea vive associata anche con Posidonia oceanica anche se non sembra
entrare in competizione con essa.
Distribuzione dell’habitat in Italia
SR, SC, CL, BS, CM, PG, LZ, TS, LG, FR.
Note
Riferimenti Bibliografici
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territorio e del mare. Museo Naturale di Storia Naturale.AA.VV., 1993. Proceeding of the first International
conferencs on the mediterranean coastal enviroment MEDCOAT 93, Antalya, Turkey. Ozhan Ed. 1: 1-622; 2:
623-1264.
AA.VV., 1993 – Proceeding of the first International conferencs on the mediterranean coastal enviroment
MEDCOAT 93, Antalya, Turkey. Ozhan Ed. 1: 1-622; 2: 623-1264.
AGNESI S., CASSESE M.L., MO L., TUNESI L., 2008 – Sites of community importance for Posidonia
oceanica: tools for conservation in Italy, Biol. Mar. Mediterr.15 (1): 298-299.
BIANCHI C.N., PEIRANO A., 1995. Atlante delle fanerogame marine della Liguria. Posidonia oceanica e
Cymodocea nodosa. ENEA, La Spezia. 146 pp.
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BOUDOURESQUE C.-F. et JEUDY DE GRISSAC A., (eds) 1983 – International workshop on Posidonia
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www.ramoge.org
Nomi dei compilatori con e.mail
Giovanni Spampinato ([email protected]), Giuseppe Giaccone ([email protected]), Giuseppina Alongi
([email protected]), Giulio Relini ([email protected])
13
11: Acque marine e ambienti a marea
1130: Estuari
Estuaries
Codice CORINE Biotopes
13.2 - Estuaries
Codice EUNIS
X01 - Estuaries
Codice Barcellona Convention UNEP(OCA) / MED WG.143/5 (Hyères experts report, 1998)
Assemblages as in habitats 1110-1140 along the zones from supralittoral (I.), mediolittoral (II.) until infralittoral
(III.) on Mud and Sands.
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea, Continentale
Descrizione generale dell’habitat
Downstream part of a river valley, subject to the tide and extending from the limit of brackish waters. River
estuaries are coastal inlets where, unlike 'large shallow inlets and bays' there is generally a substantial
freshwater influence. The mixing of freshwater and sea water and the reduced current flows in the shelter of
the estuary lead to deposition of fine sediments, often forming extensive intertidal sand and mud flats. Where
the tidal currents are faster than flood tides, most sediments deposit to form a delta at the mouth of the
estuary.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Tratto terminale di fiume che sfocia in mare, influenzato dall'azione delle maree ed estendesi sino al limite
delle acque salmastre. La commistione di acque dolci e acque marine ed il ridotto flusso delle acque del fiume
determina la formazione di sedimenti fini, sabbiosi o fangosi, che spesso danno luogo ad ampie aree intertidali
quali cordoni o isolotti presso le foci. In relazione alla velocità delle correnti marine e della corrente di marea i
sedimenti si depositano a formare un delta alla foce dell'estuario.
Gli estuari sono habitat complessi che contraggono rapporti con altre tipologie di habitat quali: 1140 “ Distese
fangose o sabbiose emergenti durante la bassa marea” e 1110 “Banchi di sabbia a debole copertura
permanente di acqua marina”.
Essi sono caratterizzati da un gradiente di salinità che va dalle acque dolci del fiume a quelle prettamente
saline del mare aperto. L’apporto di sedimenti da parte del fiume e la loro sedimentazione influenzata dalle
correnti marine e dalle correnti di marea determinano il formarsi di aree intertidali, talora molto estese,
percorse da canali facenti parte della zona subtidale.
La vegetazione vascolare negli estuari è molto eterogenea o assente in relazione alla natura dei sedimenti,
alla frequenza, durata e ampiezza delle maree. Essa può essere rappresentata da vegetazioni marine a
Zostera marina o Nanozostera noltii, da vegetazione delle lagune salmastre a Ruppia maritimae, o da
vegetazione alofila a Salicornia o a Spartina.
Combinazione fisionomica di riferimento
La flora vascolare può essere assente oppure presente ed essere rappresentata da: Nanozostera noltii
(=Zostera noltii), Zostera marina, Ruppia maritima, Spartina maritima, Sarcocornia perennis. Tra le specie
algali sono presenti specie del genere Ulva.
14
Riferimento sintassonomico
La vegetazione vascolare talora presente negli estuari può essere rappresentata da vegetazioni prettamente
marine, quali il Nanozosteretum noltii Harmsen 1936 o lo Zosteretum marinae (Van Goor 1921) Harmsen
1936, da vegetazione delle lagune salmastre, quali le associazioni del Ruppion maritimae Br.-Bl. ex Westhoff
in Bennema, Sissingh & Westhoff 1943, o da vegetazione alofila a Salicornie dei Sarcocornietea fruticosae
Br.-Bl. & Tüxen ex A. & O. Bolòs 1950 o a Spartinia dello Spartinion maritimae Conard ex Beeftink & Géhu
1973.
CLASSE: ZOSTERETEA MARINAE Pignatti 1953
Ordine: Zosteretalia Bèguinot 1941
All. Zosterion marinae Christiansen 1934
Ass. Zosteretum marinae (Van Goor 1921) Harmsen 1936
Ass. Nanozosteretum noltii Harmsen 1936
Dinamiche e contatti
Questo habitat prende contatti catenali verso la costa con le comunità più prettamente terresti quali gli habitat
alofitici annuali: 1210 “Vegetazione annua delle linee di deposito marine” e 1310 “Vegetazione pioniera a
salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose” e quelli ad alofite perenni quali l’habitat 1320
“Prati di Spartina (Spartinion maritimae)” e l’habitat 1420 “Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termoatlantici (Sarcocornietea fruticosae)”.
L’habitat 1130 può inoltre prendere contatti catenali con i boschi ripali comprendenti altri habitat come 92A0
"Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba", 91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus
excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae).
Distribuzione dell’habitat in Italia
FR, VN, EM, ML, LZ, CM, SC, LG, SR, CL, BS.
Note
Le foci dei fiumi sono spesso profondamente modificate da interventi antropici che possono alterare
significativamente questo habitat, va inoltre considerato che le acque dei fiumi presentano spesso un notevole
carico di sostanze inquinati e di nutrienti.
Riferimenti Bibliografici
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Habitat dei SIC e delle ZPS dell’Emilia-Romagna". Regione Emilia Romagna. Direzione Generale Ambiente,
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http://www.bfn.de/0316_typ1130+M5054de7a952.html
http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm#habitats_1
http://www.helcom.fi/environment2/biodiv/endangered/Biotopes/en_GB/Estuaries/
http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/indice/gisweb.html
Nomi dei compilatori con e.mail
Giovanni Spampinato ([email protected]), Giuseppe Giaccone ([email protected]), Giuseppina Alongi
([email protected]), Giulio Relini ([email protected])
11: Acque marine e ambienti a marea
1140: Distese fangose o sabbiose emergenti durante la bassa marea
Mudflats and sandflats not covered by seawater at low tide
Codice CORINE Biotopes
14 - Mud flats and sand flats
Codice EUNIS
A2.2 - Littoral sand and muddy sand
Codice Barcellona Convention UNEP(OCA) / MED WG.143/5 (Hyères experts report, 1998)
Biocenosi più rilevanti (e/o segnate con asterisco facies e associazioni considerate prioritarie nelle
SDF/ASPIM):
II. 1. MUDS, SANDY MUDS AND SANDS / FANGHI, FANGHI SABBIOSI E SABBIE
II. 1. 1. Biocenosis of muddy sands and muds
Biocenosi delle sabbie fangose e fanghi (delle lagune e degli estuari)
II. 1. 1. 1. Association with halophytes
Associazioni ad alofite
v II. 1. 1. 2. Facies of saltworks
Facies delle saline
II. 2. SANDS / SABBIE
II. 2. 1. Biocenosis of mediolittoral sands
Biocenosi delle sabbie mesolitorali
II. 2. 1. 1. Facies with Ophelia bicornis
16
Facies a Ophelia bicornis
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea e Continentale
Descrizione generale dell’habitat
Sands and muds of the coasts of the oceans, their connected seas and associated lagoons, not covered by
sea water at low tide, devoid of vascular plants, usually coated by blue algae and diatoms. They are of
particular importance as feeding grounds for wildfowl and waders. The diverse intertidal communities of
invertebrates and algae that occupy them can be used to define subdivisions of 11.27, eelgrass communities
that may be exposed for a few hours in the course of every tide have been listed under 11.3, brackish water
vegetation of permanent pools by use of those of 11.4.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Sabbie e fanghi delle coste degli oceani dei mari e delle relative lagune, emerse durante la bassa marea,
normalmente prive di vegetazione con piante vascolari, di solito ricoperte da alghe azzurre e diatomee.
Questo habitat è di particolare importanza per l’alimentazione dell’avifauna e in particolare per quella
migratrice.
Sottotipi e varianti
Le diverse comunità intertidali di invertebrati e alghe presenti possono essere utilizzati per definire delle
suddivisioni di questo habitat. In particolare la presenza di vegetazione a Zostera, che può restare emersa per
poche ore durante la bassa marea, permette di definire una particolare variante (codice CORINE 11.3) di
questo habitat.
Combinazione fisionomica di riferimento
Le piante vascolari sono normalmente assenti, solo in particolari condizioni è possibile osservare la presenza
di praterie marine a Zostera marina o a Nanozostera noltii (=Zostera noltii).
Riferimento sintassonomico
Eventuali vegetazioni a fenerogame marine sono riferibili allo Nanozosteretum noltii Harmsen 1936 o allo
Zosteretum marinae (Van Goor 1921) Harmsen 1936.
CLASSE: ZOSTERETEA MARINAE Pignatti 1953
Ordine: Zosteretalia Bèguinot 1941
All. Zosterion marinae Christiansen 1934
Ass. Zosteretum marinae (Van Goor 1921) Harmsen 1936
Ass. Nanozosteretum noltii Harmsen
La prersenza dell’Habitat in Basilicata è da verificare.
17
11: Acque marine e ambienti a marea
1170: Scogliere
Reefs
Scogliere marine nei fondali dell'Isola di Salina
(Arcipelago delle Eolie), Marcello Catra
Scogliere nei fondali di Stazzo (Sicilia orientale),
Marcello Catra
Codice CORINE Biotopes
11.24 – Fondi marini rocciosi sublitorali e “foreste” di kelp
11.25 – Concrezioni sublitorali organogeniche
Codice EUNIS
A1 : Littoral rock and other hard substrata
A3 : Infralittoral rock and other hard substrata
A4 : Circalittoral rock and other hard substrata
Codice Barcellona Convention UNEP(OCA) / MED WG.143/5 (Hyères experts report, 1998)
“Biocenosis of supralittoral rock (I.4.1.)”, “Biocenosis of the upper mediolittoral rock (II.4.1.)”, “Biocenosis of the
lower mediolittoral rock (II.4.2.)”, “Biocenosis of infralittoral algae (III.6.1.)”, “Coralligenous (IV.3.1.)”,
“Biocenosis of shelf-edge rock (IV.3.3 )”, “Biocenosis of deep sea corals present in the Mediterranean bathyal
(V.3.1.)”.
Biocenosi più rilevanti (e/o con facies e associazioni considerate prioritarie nelle SDF/ASPIM):
18
I.4.1. – Biocenosi delle rocce sopralitorali
II.4.1. – Biocenosi della roccia mediolitorale superiore
II.4.1.3. – Associazione a Nemalion helminthoides e Rissoella verruculosa
II.4.2. – Biocenosi della roccia mediolitorale inferiore
II.4.2.1. – Associazione a Lithophyllum byssoides
II.4.2.7. – Associazione a Fucus virsoides
II.4.2.8. – Concrezioni a Neogoniolithon brassica-florida
II.4.2.10. – Pozze e lagune talora associate a Vermeti (enclave infralitorale)
II.4.3. – Grotte mediolitorali
II.4.3.1. – Associazione a Phymatolithon lenormandii e a Hildenbrandia rubra
Nell’ambito di III.6.1. - Biocenosi delle alghe infralitorali - sono meritevoli di protezione:
III.6.1.2. – Associazione a Cystoseira amentacea (var. amentacea,stricta, spicata)
III.6.1.3. – Facies a Vermeti
III. 6.1.10. – Associazione a Cystoseira tamariscifolia e a Saccorhiza polyschides
III.6.1.14. – Facies a Cladocora caespitosa
III.6.1.15. – Associazione a Cystoseira brachycarpa
III.6.1.16. – Associazione a Cystoseira crinita
III.6.1.17. – Associazione a Cystoseira crinitophylla
III.6.1.18. – Associazione a Cystoseira sauvageauana
III.6.1.19. – Associazione a Cystoseira spinosa
III.6.1.20. – Associazione a Sargassum vulgare
III.6.1.25. – Associazione a Cystoseira compressa
III.6.1.35. – Facies ed associazioni della Biocenosi del Coralligeno (in enclave)
IV.3.1. – Biocenosi del coralligeno
IV.3.1.1. – Associazione a Cystoseira zosteroides
IV.3.1.2. – Associazione a Cystoseira usneoides
IV.3.1.3. – Associazione a Cystoseira dubia
IV.3.1.4. – Associazione a Cystoseira corniculata
IV.3.1.5. – Associazione a Sargassum spp. (indigene)
IV.3.1.8. – Associazione a Laminaria ochroleuca
IV.3.1.9. – Associazione a Rodriguezella strafforelloi
IV.3.1.10. – Facies a Eunicella cavolinii
IV.3.1.11. – Facies a Eunicella singularis
IV.3.1.12. – Facies a Lophogorgia sarmentosa
IV.3.1.13. – Facies a Paramuricea clavata
IV.3.1.15. – Piattaforme coralligene
IV.3.2. – Grotte semioscure (anche in enclave nei piani superiori)
IV.3.2.2. – Facies a Corallium rubrum
IV.3.3. Biocenosi della roccia del largo
V.3.1. Biocenosi dei Coralli profondi
Habitat associati/Associated habitats:
Le Scogliere possono trovarsi associate con i seguenti habitat: 1230, 1240, 1250, 1110, 8830 o possono
essere componenti degli habitat: 1130, 1160.
Reefs can be found in association with “vegetated sea cliffs” (habitats 1230, 1240 and 1250) ”sandbanks
which are covered by sea water all the time” (1110) and “sea caves” (habitat 8830). Reefs may also be a
component part of habitat 1130 “estuaries” and habitat 1160 “large shallow inlets and bays”.
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
19
Descrizione generale dell’habitat
Reefs can be either biogenic concretions or of geogenic origin. They are hard compact substrata on
solid and soft bottoms, which arise from the sea floor in the sublittoral and littoral zone. Reefs may
support a zonation of benthic communities of algae and animal species as well as concretions and
corallogenic
concretions.
Clarifications:
- “Hard compact substrata” are: rocks (including soft rock, e.g. chalk), boulders and cobbles
(generally
>64
mm
in
diameter).
- “Biogenic concretions” are defined as: concretions, encrustations, corallogenic concretions and
bivalve mussel beds originating from dead or living animals, i.e. biogenic hard bottoms which
supply
habitats
for
epibiotic
species.
“Geogenic
origin”
means:
reefs
formed
by
non
biogenic
substrata.
- “Arise from the sea floor" means: the reef is topographically distinct from the surrounding seafloor.
- “Sublittoral and littoral zone” means: the reefs may extend from the sublittoral uninterrupted into
the intertidal (littoral) zone or may only occur in the sublittoral zone, including deep water
areas
such
as
the
bathyal.
- Such hard substrata that are covered by a thin and mobile veneer of sediment are classed as reefs if
the associated biota are dependent on the hard substratum rather than the overlying sediment.
- Where an uninterrupted zonation of sublittoral and littoral communities exist, the integrity of the
ecological
unit
should
be
respected
in
the
selection
of
sites.
- A variety of subtidal topographic features are included in this habitat complex such as:
Hydrothermal vent habitats, sea mounts, vertical rock walls, horizontal ledges, overhangs,
pinnacles, gullies, ridges, sloping or flat bed rock, broken rock and boulder and cobble fields.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Le scogliere possono essere concrezioni di origine biogenica o geogenica. Sono substrati duri e compatti
(rocce e sassi con diametro generalmente superiore a 64 mm) su fondi solidi e morbidi, che emergono dal
fondo marino nella zona sublitoranea e litoranea. Le scogliere possono ospitare una zonazione di comunità
bentoniche di alghe e specie animali nonché concrezioni e concrezioni corallogeniche.
Le scogliere di orgine biogenica sono concrezioni e incrostazioni prodotte da organismi diversi (alghe a tallo
calcificato, coralli, bivalvi, policheti...). Le scogliere di origine geogenica sono formate da substrati non
biogenici che si innalzano dal fondo marino e sono topograficamente distinti da questo. In questo habitat sono
inclusi elementi topografici diversi quali bocche idrotermiche, monti marini, pareti rocciose verticali, scogli
sommersi orizzontali, sporgenze, pinnacoli, canaloni, dorsali, pendenze o rocce piatte, rocce fratturate e
distese di sassi e ciottoli.
L’habitat si estende dalla zona sublitorale a quella circalitorale.
Le scogliere biogeniche mediolitorali sono le piattaforme calcaree edificate dalle Corallinacee Lithophyllum
byssoides, Neogoniolithon brassica-florida, Lithopyllum (Titanoderma) trochanter, Tenarea tortuosa, da sole o
in associazione con organismi animali.
Nell’infra- e circalitorale del Mediterraneo le scogliere biogeniche edificate dalle Biocenosi del Coralligeno, il
cui concrezionamento, per quanto riguarda la componente algale, è opera di alghe incrostanti quali Halimeda
tuna, Lithophyllum stictaeforme, Mesophyllum lichenoides, Mesophyllum alternans, Spongites fruticulosus,
Peyssonnelia polymorpha, Peyssonnelia rosa-marina.
Gli organismi animali costruttori di scogliere biogeniche sono Policheti (ad e Sabellaria alveolata) Policheti
Serpulidi e molluschi bivalvi (e.g. Modiolus sp., Mytilus sp. e Ostriche).
Il Vermetide Dendropoma petraeum forma piattaforme calcaree da solo o in associazione con alghe rosse dei
generi Lithophyllum/Phymatolithon, Spongites/Neogoniolithon. Ricordiamo altre formazioni: quelle a Filigrana
implexa, le comunità con Gorgonie “holoaxonia”: Facies a Gorgonie (“foreste” di Paramuricea clavata e
Eunicella singularis), facies miste con Gorgonie (Eunicella spp, P. clavata, E. paraplexauroides, Leptogorgia
20
spp), Facies con Isidella elongata e Callogorgia verticillata; Facies con Gorgonie “scleroaxonia” (Corallium
rubrum); Comunità a Madreporari: Scogliere a Cladocora caespitosa, facies a Astroides calycularis; comunità
(banchi) a Dendrophyllia ramea e Dendrophyllia cornigera ; comunità (banchi) a Coralli bianchi : Madrepora
oculata
e
Lophelia
pertusa
e
Policheti
(soltanto
Sabellaria
alveolata).
Le scogliere ospitano associazioni algali che non partecipano alla costruzione delle stesse:
Associazioni a Cystoseira, Sargassum, Fucus, Laminaria miste ad altre alghe (rosse: Ceramiales, Gelidiales,
Gigartinales, Rhodymeniales, etc., brune: Chordariales, Dictyotales, Ectocarpales, Spacelariales, etc. e verdi:
Bryopsidales, Cladophorales, Dasycladales, Ulvales, etc.).
Animali fissati a queste scogliere ma che non partecipano alla loro formazione sono: Cirripedi, Idroidi
(Eudendrium, Halecium, Aglaophenia, etc.), Briozoi, Ascidie, Spugne, Gorgonie e Policheti. Diverse specie
bentoniche mobili di Crostacei e di Pesci possono rinvenirsi su queste formazioni.
Sottotipi e varianti (compilare se necessario)
Combinazione fisionomica di riferimento
Alghe che costruiscono scogliere biogeniche:
Piattaforme mediolitorali a Corallinaceae (Lithophyllum byssoides, Neogoniolithon brassica-florida, Lithopyllum
(Titanoderma) trochanter, Tenarea tortuosa);
Biocenosi del Coralligeno nell’Infralitorale e nel Circalitorale (Halimeda tuna, Lithophyllum stictaeforme,
Mesophyllum lichenoides, Mesophyllum alternans, Spongites fruticulosus, Peyssonnelia polymorpha,
Peyssonnelia rosa-marina).
Alghe presenti sulle scogliere che non contribuiscono alla loro edificazione:
Specie dei generi Cystoseira, Sargassum, Fucus, Laminaria miste ad altre alghe (rosse: Ceramiales,
Gelidiales, Gigartinales, Rhodymenials, etc.), (brune:Chordariales, Dictyotales, Ectocarpales, Spacelariales,
etc.), (verdi: Bryopsidales, Cladophorales, Dasycladales, Ulvales, etc.).
Riferimento sintassonomico
La vegetazione marina delle scogliere è molto diversificata in realazione a fattori quali la profondità e la
disponibilità di luce. In particolare nel sopralitorale e mesolitorale si rinvengono diverse associazioni dei
substrati rocciosi e/o duri della classe Entophysalidetea Giaccone 1993. Nell’Infralitorale e Circalitorale sono
rinvenibili su fondi rocciosi e/o duri le fitocenosi fotofile dei Cystoseiretea Giaccone 1965 o quelle sciafile dei
Lithophylletea Giaccone 1965 emend. Giaccone 1994. Infine sui fondi rocciosi e/o duri di ambienti alterati sono
presenti le fitocenosi degli Ulvetalia Molinier 1958.
Sopralitorale e Mesolitorale. Vegetazione su fondi rocciosi e/o duri.
CLASSE: ENTOPHYSALIDETEA Giaccone 1993.
Ordine: Entophysalidetalia deustae Ercegovic 1932.
All. Entophysalidion deustae Ercegovic 1932.
1Ass. Entophysalidetum deustae Berner 1931.
ORDINE: BANGIETALIA FUSCOPURPUREAE Giaccone 1993.
All. Bangion fuscopurpureae Giaccone 1993.
2 Ass. Bangietum fuscopurpureae Giaccone 1993.
3 Ass. Porphyretum leucostictae Boudouresque 1971
4 Ass. Nemalio-Rissoelletum verruculosae Boudouresque 1971
5 Ass. Polysiphonio-Lithophylletum papillosi Marino, Di Martino e Giaccone 1999
ORDINE: RALFSIETALIA VERRUCOSAE Giaccone 1993.
All. Ralfsion verrucosae Giaccone 1993.
6 Ass. Lithophylletum byssoidis Giaccone 1993.
21
Subass. Lithophylletosum trochanteris Marino, Di Martino, Giaccone 1999
7 Ass. Ceramio-Corallinetum elongatae Pignatti 1962
8 Ass. Fucetum virsoidis Pignatti 1962
Subass. Catenelletosum caespitosae Battelli 2005
9 Ass. Phymatolithetum lenormandii Giaccone 1993.
10 Ass. Ulvetum compressae (Berner 1931) Giaccone 1993
Infralitorale e Circalitorale. Vegetazione fotofila e/o di strato elevato su fondi rocciosi e/o duri.
CLASSE: CYSTOSEIRETEA Giaccone 1965
Ordine: Cystoseiretalia Molinier 1958 emend. Giaccone 1994
All. Cystoseirion crinitae Molinier 1958
1 Ass. Cystoseiretum strictae Molinier 1958
Subass. Cystoseiretosum tamariscifoliae Giaccone 1972
2 Ass. Dasycladetum vermicularis Mayhoub 1976
3 Ass. Sargassetum vulgaris Mayhoub 1976
4 Ass. Cystoseiretum crinitae Molinier 1958
Subass. Alsidietosum helmintochortonis Molinier 1958
Subass. Cystoseiretosum compressae Molinier 1958
Subass. Stypocauletosum scoparii Boudouresque 1971
Subass. Halopitetosum incurva Boudouresque 1971
Subass. Gelidietosum spinosi hystricis Marino, Di Martino e Giaccone 1999
5 Ass. Cystoseiretum barbatae Pignatti 1962
6 Ass. Trichosoletum myurae Mayhoub 1976
7 Ass. Herposiphonio-Corallinetum elongatae Ballesteros 1988
8 Ass. Cystoseiretum sauvageauanae Giaccone 1994.
9 Ass. Chaetomorpho-Valonietum aegagropilae Giaccone 1974.
10 Ass. Gracilariopsetum longissimae Giaccone 1974.
11 Ass. Cladophoro-Rytiphloeetum tinctoriae Giaccone 1994.
12 Ass. Myrionemo-Giraudietum sphacelarioidis Van der Ben 1971
(anche nel Posidonietum oceanicae Molinier 1958)
13 Ass Microdictyetum tenuii Giaccone & Di Martino 1995
(anche nel Caulerpetum racemosae Giaccone & Di Martino 1995)
14 Ass Laurencietum microcladiae Giaccone & Di Martino1995
(anche nel Caulerpetum taxifoliae mexicanae Giaccone & Di Martino 1995)
15 Ass Acrothamnietum preissii Di Martino & Giaccone1997
(anche nel Caulerpetum taxifoliae taxifoliae Di Martino & Giaccone 1997 e nel Caulerpetum proliferae
Giaccone & Di Martino 1997)
All. Sargassion hornschuchii Giaccone 1973
16 Ass. Cystoseiretum spinosae Giaccone 1973
17 Ass. Cystoseiretum zosteroidis Giaccone 1973
Subass. Laminarietosum rodriguezii Giaccone 1973
18 Ass. Cystoseiretum usneoidis Giaccone 1972
Subass. Laminarietosum ochroleucae Giaccone 1994.
19 Ass. Cystoseiretum dubiae Furnari, Cormaci, Scammacca & Battiato 1977
Aggruppamento a Cystoseira corniculata Giaccone 1968.
Vegetazione di ambienti alterati su fondi rocciosi e/o duri.
Ordine: Ulvetalia Molinier 1958
All. Ulvion laetevirentis Berner 1931
20 Ass. Ulvetum laetevirentis Berner 1931
21 Ass. Pterocladiello-Ulvetum laetevirentis Molinier 1958
22
22 Ass. Dictyopteretum polypodiodis Berner 1931
23 Ass. Ceramietum rubri Berner 1931
24 Ass. Corallinetum officinalis Berner 1931
Infralitorale e Circalitorale. Vegetazione sciafila e/o di sottostrato su fondi rocciosi e/o duri e su
substrato clastico.
Classe: LITHOPHYLLETEA Giaccone 1965 emend. Giaccone 1994
Ordine: Rhodymenietalia Boudouresque 1971 emend. Giaccone 1994
All.: Schotterion nicaeensis Boudouresque & Cinelli 1971 emend. Giaccone 1994
1 Ass.: Schotteretum nicaeensis Berner 1931
2 Ass.: Rhodymenietum ardissonei Pignatti 1962
3 Ass.: Pterothamnio-Compsothamnietum thuyoidis Boudouresque, Belsher & Marcot-Coqueugniot 1977
All.: Peyssonnelion squamariae Augier & Boudouresque 1975 emend. Giaccone 1994
4 Ass.: Flabellio-Peyssonnelietum squamariae Molinier 1958
Subass.: Osmundarietosum volubilis Serio & Pizzuto 1992
5 Ass.: Halymenietum floresiae Giaccone & Pignatti 1967
6 Ass.: Rhodymenio-Codietum vermilarae Ballesteros 1989
Ordine: Lithophylletalia Giaccone 1965
All.: Lithophyllion stictaeformis Giaccone 1965
7 Ass.: Lithophyllo-Halimedetum tunae Giaccone 1965
8 Ass.: Rodriguezelletum strafforelloi Augier & Boudouresque 1975
Dinamiche e contatti
Le associazioni di substrato duro (Scogliere) di alghe molli e calcaree dei piani del sistema fitale del
Mediterraneo possono trovarsi in contatto catenale con varie fitocenosi ad Angiosperme marine della Classe
Zosteretea marinae Pignatti 1953 e ad alghe sifonali del genere Caulerpa della classe Caulerpetea Giaccone
e Di Martino 1997.
L’habitat 1170 è talora in contatto con l’habitat 1110 “Banchi di sabbia a debole copertura permanente di
acqua marina” che occupa le superfici della Biocenosi del Detrico Costiero e della Biocenosi delle Sabbie Fini
ben Calibrate con associazioni a Rodoliti che possono formare estesi letti con alghe calcareee ed evolvere
verso scogliere biogeniche (Coralligeno di Piattaforma). L’habitat 1170 inoltre talora è in contatto con l’habitat
8330 “Grotte marine sommerse o semisommerse” sia nella parte più esterna delle grotte emerse o
semisommerse nei piani superiori sia negli ambienti circalitorali semioscuri.
Specie alloctone
Specie algali aliene: Lophocladia lallemandii, Caulerpa taxifolia, Caulerpa racemosa v. cylindracea,
Acrothamnion preissii, Womersleyella setacea, Sargassum muticum, Laminaria japonica.
Distribuzione dell’habitat in Italia
CM, FR, LG, VN, SC, SR, LZ, TS, BS, CL, MR, PG.
Note
Le associazioni ad Angiosperme marine e a Caulerpe dell’infralitorale sono da riferire, anche se si affermano
su roccia più o meno coperta da sedimenti, agli habitat 1120* “Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae)”
e/o 1110 “Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina”. I letti a Rodoliti del Circalitorale e
le associazioni a Rodoliti dell’Infralitorale sono da riferire all’habitat 1110 anche se le profondità vanno oltre i
20-30 metri indicate nella descrizione di questo habitat al di fuori del Mediterraneo e anche quando vi sono
soltanto fondi mobili non organizzati in banchi.
23
L’edificazione delle scogliere biogeniche, sia superficiali che di profondità, richiede tempi lunghissimi. Queste
formazioni hanno pertanto notevole importanza scientifica e paesaggistica. Le formazioni superficiali, in
particolare, sono soggette a molti fattori di disturbo quali il calpestamento, l’attracco delle barche da turismo,
l’inquinamento delle acque superficiali e richiedono specifiche misure di gestione e conservazione. Va tenuto
conto delle segnalazioni di queste formazioni sulle coste italiane per la designazione di siti d’importanza
comunitaria ai sensi della direttiva Habitat.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Giovanni Spampinato [email protected], Giuseppe Giaccone [email protected], Giuseppina Alongi
[email protected], Giulio Relini [email protected]
25
12: Scogliere Marittime e Spiagge Ghiaiose
26
12: Scogliere marittime e spiagge ghiaiose
1210: Vegetazione annua delle linee di deposito
marine
Annual vegetation of drift lines
Formazione a Cakile maritima in località Sacca di
Bellocchio (Emilia Romagna), E. Biondi
Codice CORINE Biotopes
17.2 - Shingle beach drift lines
Codice EUNIS
B1.12 - Comunità di erbe annuali delle spiagge sabbiose dell’Europa centro-occidentale
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Formations of annuals or representatives of annuals and perennials, occupying accumulations of drift
material and gravel rich in nitrogenous organic matter (Cakiletea maritimae p.).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Formazioni erbacee, annuali (vegetazione terofitica-alonitrofila) che colonizzano le spiagge sabbiose e con
ciottoli sottili, in prossimità della battigia dove il materiale organico portato dalle onde si accumula e si
decompone creando un substrato ricco di sali marini e di sostanza organica in decomposizione. L’habitat è
diffuso lungo tutti i litorali sedimentari italiani e del Mediterraneo dove si sviluppa in contatto con la zona
afitoica, in quanto periodicamente raggiunta dalle onde, e, verso l’entroterra, con le formazioni psammofile
perenni.
Combinazione fisionomica di riferimento
Cakile maritima subsp. maritima, Salsola kali, S. soda, Euphorbia peplis, Polygonum maritimum, Matthiola
sinuata, M. tricuspidata, Atriplex latifolia, A. tatarica var. tornabeni, Raphanus raphanistrum ssp. maritimus,
Glaucium flavum.
Frequente in questa vegetazione è la presenza di giovani individui di Elymus farctus (= Elytrigia juncea,
Agropyron junceum) o di Sporobolus arenarius a causa del contatto catenale con la vegetazione delle dune
embrionali mentre altre specie psammofile perenni degli stessi ambienti vi si possono solo occasionalmente
rinvenire: Euphorbia paralias, Medicago marina, Otanthus maritimus, Eryngium maritimum.
27
Riferimento sintassonomico
Le formazioni erbacee terofitiche colonizzanti le spiagge sabbiose ricche di detriti organici sono spesso
riconducibili all’associazione Salsolo kali–Cakiletum maritimae Costa e Manzanet 1981 nom. mut. propos. in
Rivas-Martínez et al. 2002, essendo la più diffusa in Italia e nel resto del Mediterraneo, oltre che ad altre
associazioni dell’alleanza Euphorbion peplis Tx 1950. Questo habitat è inoltre caratterizzato da cenosi
appartenenti all’alleanza Thero-Atriplicion Pignatti 1953. Entrambe queste alleanze sono annoverate
nell’ordine Euphorbietalia peplis Tx 1950, classe: Cakiletea maritimae Tüxen & Preising ex Br.-Bl. & Tüxen
1952.
Dinamiche e contatti
E’ un habitat pioniero che rappresenta la prima fase di colonizzazione da parte della vegetazione superiore
fanerogamica nella dinamica di costruzione delle dune costiere. Prende quindi contatto da un lato, con le
comunità dunali delle formazioni embrionali riconducibili all’habitat 2110 "Dune embrionali mobili" e dall'altro
lato con la zona afitoica, periodicamente raggiunta dalle onde.
Specie alloctone
Xanthium italicum (esotica dubbia), Cenchrus incertus, C. longispinus.
Distribuzione dell’habitat in Italia
PG, SR, SC, VN, EM, FR, CM, LG, TS, ML, LZ, CL, AB, BS, MR.
Note
La regione del Friuli Venezia Giulia annovera nell’habitat 1210 anche l’habitat col biotopo identificato dal
codice CORINE 15.56 – “Linee di deposito delle paludi salmastre mediterranee” in cui sono riconoscibili, a
livello sintassonomico, differenziazioni fra le linee di deposito su suoli argilloso-limosi in ambito lagunare
(Thero-Suaedion splendentis).
In base alla revisione di S. Rilke (1999, Bibliotheca botanica 149), Salsola kali è specie diffusa lungo le coste
altlantiche e rarissima nel Mediterraneo (probabilm. solo come specie introdotta), dove viene sostituita da
Salsola tragus.
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Riferimenti Bibliografici online
Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected])
12: Scogliere marittime e spiagge ghiaiose
31
1240: Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici
Vegetated sea cliffs of the Mediterranean coasts with endemic Limonium spp.
Codice CORINE Biotopes
18.22 - Mediterraneo-Pontic sea-cliff communities
Codice EUNIS
B3.3 - Habitat rocciosi (scogliere, spiagge ed isolette) con vegetazione alofila
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Vegetated cliffs and rocky shores of the Mediterranean, of the Mediterraneo-temperate eastern Atlantic
(south-western Iberia) and of the Black Sea. Crithmo-Limonietalia
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Scogliere e coste rocciose del Mediterraneo ricoperte, seppure in forma discontinua, da vegetazione con
specie alo-rupicole. Si tratta di piante per lo più casmofitiche, casmocomofite e comofitiche che hanno la
capacità di vivere nelle fessure delle rocce e di sopportare il contatto diretto con l’acqua marina e l’areosol
marino. Sono questi importanti fattori limitanti per le specie vegetali per cui le piante, che possono colonizzare
l’ambiente roccioso costiero, sono altamente specializzate. In rilievo la specie Crithmum maritimum e le specie
endemiche e microendemiche del genere Limonium sp. pl., rese sito-specifiche da particolari meccanismi di
riproduzione asessuata (apomissia) e dalla bassa dispersione dei propaguli.
Sottotipi e varianti (compilare se necessario)
Combinazione fisionomica di riferimento
Crithmum maritimum, Limonium sp.pl., Crucianella rupestris, Erodium corsicum, Spergularia macrorhiza,
Asteriscus maritimus. Altre specie occupano nicchie ecologiche che caratterizzano la variazioni
morfologiche delle coste rocciose: Daucus gingidium, D. siculus, D. carota ssp. maritimus, Lotus cytisoides,
Reichardia picroides var. maritima, Plantago macrorrhiza, Frankenia laevis, F. hirsuta, Allium commutatum, A.
ampeloprasum, Helichrysum litoreum, H. pseudolitoreum, H. rupestre var. rupestre, H. rupestre var. messerii,
Seseli bocconii ssp. praecox, Brassica insularis, Centaurea cineraria ssp. cineraria, C. cineraria ssp. circaea,
C. diomedea, Senecio bicolor, S. cineraria, Anthyllis barba-jovis, Catapodium balearicum, Bellium crassifolium,
Brassica tyrrhena, Hyoseris taurina, Silene martinolii, Cephalaria mediterranea, Centaurea filiformis ssp.
ferulacea, C. f. ssp. filiformis, Dianthus sardous.
Riferimento sintassonomico
Si tratta di comunità riferibili alle alleanze Crithmo-Staticion Molinier 1934, Crucianellion rupestris Brullo &
Furnari 1988, Erodio corsici-Limonion articulati Gamisans & Muracciole ex Géhu & Biondi 1994 (ordine
Crithmo-Staticetalia Molinier 1934) e Anthyllidion barbae-jovis Brullo & De Marco 1989 (ordine Senecetalia
cinerariae Biondi 2007) appartenenti, tutte, alla classe Crithmo-Staticetea Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre
1952. L’habitat è inoltre rappresentato da formazioni annoverate nell’alleanza Helichrysion litorei Biondi 2007
dell’ordine Helichrysetalia italici Biondi & Géhu in Géhu & Biondi 1994, classe Helichryso-Crucianelletea
(Sissingh 1974) Géhu, Rivas-Martinez & Tüxen in Géhu 1975 em. Géhu & Biondi 1994.
Dinamiche e contatti
32
L'habita è interessato dalla presenza di fitocenosi pioniere, durevoli, altamente specializzate che non
presentano per lo più comunità di sostituzione. Sono possibili contatti catenali con l’habitat 1170 “Scogliere”,
mentre, verso l’interno, l’habitat entra in contatto con i pratelli terofitici dell’habitat 6220 “Percorsi substeppici di
graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”, con le formazioni a Helichrysum sp.pl. con euforbie
basse (habitat 5320 “Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere”), con la vegetazione ad arbusti spinosi
delle phryganas degli habitat 5420 “Phrygane di Sarcopoterium spinosum” e 5430 “Phrygane endemiche
dell'Euphorbio-Verbascion”; con le macchie mediterranee caratterizzanti gli habitat 2250* “Dune costiere con
Juniperus spp.”, 5210 “Matorral arborescenti di Juniperus sp.pl.” e 5330 “Arbusteti termo-mediterranei e presteppici”, e con le cenosi di sostituzione di queste dell’habitat 2260 “Dune con vegetazione di sclerofille dei
Cisto-Lavenduletalia”. In alcuni casi la morfologia delle falesie permette l’insediamento su limitati ripiani di
formazioni igrofile temporanee della classe Isöeto-Nanojuncetea (habitat 3170* “Stagni temporanei
mediterranei”) e talora il trasporto eolico della sabbia che viene accumulata contro le coste rocciose determina
il contatto tra la successione dunale e quella delle falesie marittime per cui l’habitat può prendere contatto
anche con la classe della vegetazione delle dune della classe Ammophiletea e delle formazioni più stabili della
cosiddetta duna grigia della classe Helichryso-Crucianelletea, ordine Crucianelletalia rispettivamente
dell’habitat 2120 “Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)” e
2210 “Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae”.
Specie alloctone
Carpobrotus acinaciformis, Agave americana, Opuntia ficus-indica, Drosanthemum hispidum, Aptenia
cordifolia, Aeonium arboreum.
Distribuzione dell’habitat in Italia
LG, TS, LZ, MR, AB, CM, PG, BS, CL, SR, SC.
Note
Le formazioni camefitiche della Sardegna settentrionale ad Euphorbia pithyusa non rientrano in questo habitat
ma nel 5320.
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Riferimenti Bibliografici online
Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected])
35
13: Paludi e Pascoli
Inondati Atlantici e Continentali
36
13: Paludi e pascoli inondati atlantici e continentali
1310: Vegetazione annua pioniera a Salicornia e altre specie delle zone
fangose e sabbiose
Salicornia and other annuals colonizing mud and sand
Codice CORINE Biotopes
15.11 - Glasswort swards
15.12 - Mediterranean halo-nitrophilous pioneer communities
15.13 - Atlantic sea-pearlwort communities
15.14 - Central Eurasian crypsoid communities
15.56 - Mediterranean saltmarsh driftlines
Codice EUNIS
A2.6513 –Comunità pioniere di Salicornia sp. delle paludi salse
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Formations composed mostly or predominantly of annuals, in particular Chenopodiaceae of the genus
Salicornia or grasses, colonising periodically inundated muds and sands of marine or interior salt marshes.
Thero-Salicornietea, Frankenietea pulverulentae, Saginetea maritimae.
Subtypes:
15.11 - Glasswort swards (Thero-Salicornietalia): annual glasswort (Salicornia spp., Microcnemum
coralloides), seablite (Suaeda maritima), or sometimes salwort (Salsola spp.) formations colonising periodically
inundated muds of coastal saltmarshes and inland salt-basins.
15.12 - Mediterranean halo-nitrophilous pioneer communities (Frankenion pulverulentae): formations of halonitrophilous annuals (Frankenia pulverulenta, Suaeda splendens, Salsola soda, Cressa cretica, Parapholis
incurva, P. strigosa, Hordeum marinum, Sphenopus divaricatus) colonising salt muds of the Mediterranean
region, susceptible to temporary inundation and extreme drying;
15.13 - Atlantic sea-pearlwort communities (Saginion maritimae): formations of annual pioneers occupying
sands subject to variable salinity and humidity, on the coasts, in dune systems and saltmarshes. They are
usually limited to small areas and best developed in the zone of contact between dune and saltmarsh.
15.14 - Central Eurasian crypsoid communities : Sparse solonchak formations of annual grasses of genus
Crypsis (Heleochloa) colonizing drying muds of humid depressions of the salt steppes and saltmarshes (15.A)
of Eurasia, from Pannonia to the Far East.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Formazioni composte prevalentemente da specie vegetali annuali alofile (soprattutto Chenopodiaceae del
genere Salicornia) che colonizzano distese fangose delle paludi salmastre, dando origine a praterie che
possono occupare ampi spazi pianeggianti e inondati o svilupparsi nelle radure delle vegetazioni alofile
perenni appartenenti ai generi Sarcocornia, Arthrocnemum e Halocnemum. In Italia appartengono a questo
habitat anche le cenosi mediterranee di ambienti di deposito presenti lungo le spiagge e ai margini delle paludi
salmastre costituite da comunità alonitrofile di Suaeda, Kochia, Atriplex e Salsola soda definite dal codice
CORINE 15.56.
37
Sottotipi e varianti
Sottotipo 15.11 – Comunità alonitrofile effimere che si sviluppano in primavera su suoli sabbioso-limosi,
mediamente salati, soggetti a inondazioni temporanee e al completo disseccamento in estate;
Sottotipo 15.12 – Comunità alonitrofile di Frankenia (Frankenion pulverulentae). Cenosi marcatamente
alonitrofile di terofite pioniere che si sviluppano fra l’estate e l’autunno su substrati fangosi, salati e inondati per
buona parte dell’anno;
Sottotipo 15.13 – Cenosi a sagina marittima del Saginion maritimae, su sabbie soggette a salinità e umidità
variabile, in particolare nelle zone di contatto tra la duna e la palude salmastra;
Sottotipo 15.14 – Comunità eurasiatiche di Crypsis;
Combinazione fisionomica di riferimento
15.11: Salicornia sp.pl., Microcnemum coralloides, Suaeda maritima, Salicornia patula, S. emerici S.
dolichostachya, *S. veneta (endemica nord-adriatica di interesse comunitario) Suaeda vera, Puccinellia
festuciformis ssp. festuciformis, P. borreri, Halopeplis amplexicaulis.
15.12: Frankenia pulverulenta, Salsola soda, Cressa cretica, Parapholis incurva, P. strigosa, Hordeum
marinum, Sphenopus divaricatus; Spergularia salina, Polypogon monspeliensis, P. subspathaceus, P.
maritimus, Bupleurum semicompositum, Juncus hybridus, Mesembryanthemum nodosum Catapodium
balearicum, C. pauciflorum, Bellis annua, Senecio leucanthemifolius, Centaurium spicatum, Silene sedoides,
Hymenolobus procumbens, Evax pigmaea, E. rotundata, Nananthea perpusilla.
15.13: Sagina maritima, S. nodosa, Trifolium scabrum, Plantago bellardii, Senecio leucanthemifolius,
Hypochoeris glabra, Cochlearia danica, Centaurium vulgare, Bromus ferronii (= B. molliformis).
15.14: Crypsis aculeata, Spergularia media, Spergularia marina, Salicornia sp.pl., Chenopodium sp.pl.,
Atriplex sp.pl. .
15.56: Suaeda maritima, S. splendens, Bassia hirsuta, Salsola soda, Atriplex latifolia, A. rosea.
Riferimento sintassonomico
Il sottotipo 15.11 è riferibile alla classe Thero-Suaedetea Rivas-Martínez 1972 [Thero-Salicornietea Tüxen in
Tüxen & Oberdorfer ex Géhu & Géhu-Franck 1984 nom. cons. propos.] ed in particolare: alle alleanze
Salicornion patulae Géhu & Géhu-Franck 1984 e Microcnemion coralloidis Rivas-Martínez 1984. Alla stessa
classe di vegetazione appartengono le comunità alonitrofile dell'alleanza Thero-Suaedion Br.-Bl. in Br.-Bl.,
Roussine & Nègre 1952 associate al codice CORINE 15.56.
Gli altri sottotipi vengono riferiti tutti alla classe Saginetea maritimae Westhoff, Van Leeuwen & Adriani 1962
ed in dettaglio all’alleanza Frankenion pulverulentae Rivas-Martínez ex Castroviejo & Porta 1976 (ordine
Frankenietalia pulverulentae Rivas-Martínez ex Castroviejo & Porta 1976) per quanto riguarda le formazioni
del sottotipo 15.12, al Saginion maritimae Westhoff, Van Leeuwen & Adriani 1962 (ordine Saginetalia
maritimae Westhoff, Van Leeuwen & Adriani 1962) per le formazioni del sottotipo 15.13 e all’alleanza
Crypsidion aculeatae Pignatti 1954 (ordine Crypsidetalia aculeatae Vicherek 1973) che descrive il sottotipo
15.14.
Secondo Brullo (1988) il Saginion maritimae è prettamente atlantico (con poche stazioni nell'Alto Adriatico),
mentre nel Mediterraneo ci sono Limonion avei Brullo 1988 (fortemente xerico) e Frankenion pulverulentae
Rivas-Martínez ex Castroviejo & Porta 1976 (meno xerico).
Dinamiche e contatti
La vegetazione che caratterizza questo habitat costituisce comunità durevoli che si trovano generalmente in
contatto catenale con le formazioni alofile a suffrutici della classe Sarcocornietea fruticosae dell'habitat 1420
"Praterie e fruticeti mediterranee e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosi)" o, dove il disturbo altera la
microtopografia creando condizioni di minore salinità, con le formazioni ad emicriptofite inquadrate nell’ordine
Juncetalia maritimi dell'habitat 1410 "Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)". La vegetazione
38
dell'habitat costituisce micromosaici e quindi entra in contatto catenale con la vegetazione delle falesie (1240
"Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici") e talora anche con quella
delle formazioni dunali riferite all'habitat 2110 "Dune mobili embrionali".
Specie alloctone
Cotula coronopifolia
Distribuzione dell’habitat in Italia
PG, VN, SR, SC, EM, BS, FR, TS, LZ, CM, ML, MR, AB, CL, LG.
Note
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Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected]), Guarino Riccardo
([email protected]), Brullo Salvatore ([email protected])
40
14: Paludi e Pascoli
Inondati Mediterranei e Termo - Atlantici
41
14: Paludi e pascoli inondati mediterranei e termo-atlantici
1410: Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
Mediterranean salt meadows (Juncetalia maritimi)
Codice CORINE Biotopes
15.51 - Mediterranean tall rush saltmarshes
15.52 - Mediterranean short rush, sedge, barley and clover
15.53 - Mediterranean halo-psammophile meadows
15.55 - Mediterranean saltmarsh grass swards
15.57 - Mediterranean saltmarsh couch-wormwood stands
15.58 - Mediterranean fine-leaved rush beds
Codice EUNIS
A2.6 - Paludi salse e canneti alofili littoranei
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Various Mediterranean and western Pontic (Black Sea) communities of the Juncetalia maritimi. The different
associations are described under point 2) with their characteristic plant species.
Sub-types:
15.51 - tall rush saltmarshes dominated by Juncus maritimus and/or J. acutus
15.52 - short rush, sedge and clover saltmarshes (Juncion maritimi) and humid meadows behind the littoral,
rich in annual plant species and in Fabacea (Trifolion squamosi)
15.53 - mediterranean halo-psammophile meadows (Plantaginion crassifoliae)
15.54 - Iberian salt meadows (Puccinellion fasciculatae)
15.55 - halophilous marshes along the coast and the coastal lagoons (Puccinellion festuciformis)
15.57 - humid halophilous moors with the shrubby stratum dominated by Artemisia coerulescens (AgropyroArtemision coerulescentis).
Cyprus subtypes14 - Halophytic vegetation periodically inundated by saline or bracking water
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Comunità mediterranee di piante alofile e subalofile ascrivibili all’ordine Juncetalia maritimi, che riuniscono
formazioni costiere e subcostiere con aspetto di prateria generalmente dominata da giunchi o altre specie
igrofile. Tali comunità si sviluppano in zone umide retrodunali, su substrati con percentuali di sabbia medioalte, inondate da acque salmastre per periodi medio-lunghi. Procedendo dal mare verso l’interno, J. maritimus
tende a formare cenosi quasi pure in consociazioni con Arthrocnemum sp.pl., Sarcocornia perennis e
Limonium serotinum, cui seguono comunità dominate da J. acutus. In Italia l'habitat è caratterizzato anche da
formazioni di praterie alofile a Juncus subulatus riferibili al codice CORINE 15.58.
L’habitat è distribuito lungo le coste basse del Mediterraneo e in Italia è presente in varie stazioni: in quasi
tutte le regioni che si affacciano sul mare.
Sottotipi e varianti
15.51 - Comunità dominate da alti giunchi quali Juncus maritimus o J. acutus in zone umide salmastre.
15.52 – Praterie dominate da piccoli giunchi e carici: Juncus gerardii, Carex divisa, C. exstensa.
42
15.53 - Prati alo-psammofili mediterranei (Plantaginion crassifoliae).
15.55 – Paludi alofile distribuite lungo le coste e le lagune costiere (Puccinellion festuciformis)
15.57 - Vegetazione di orlo dei bacini salmastri dominata da Artemisia caerulescens (Agropyro-Artemision
caerulescentis).
Combinazione fisionomica di riferimento
15.51 - Juncus maritimus, J. acutus, J. subulatus, Carex extensa, C. distachya, Aster tripolium, Plantago
cornuti, Samolus valerandi, Spartina versicolor, Trifolium pannonicum, Inula crithmoides (=Limbarda
crithmoides), Atriplex prostrata, Scirpus maritimus, Limonium narbonense, Puccinellia palustris;
15.52 - Hordeum nodosum, H. maritimum, Trifolium squamosum, T. michelianum, Alopecurus
bulbosus, Carex divisa, Ranunculus ophioglossifolius, *Linum maritimum, Juncus gerardi, Limonium
narbonense;
15.53 - Plantago crassifolia, Schoenus nigricans, Blackstonia imperfoliata, Centaurium tenuiflorum,
Orchis coriophora ssp. fragans;
15.55 - Puccinellia festuciformis ssp. festuciformis;
15.57 - Artemisia coerulescens, Aeluropus litoralis, Juncus acutus, Plantago crassiflolia, P. cornuti,
Centaurium tenuiflorum, Limonium narbonense, L. densissimum, Agropyron elongatum, A. pungens, Inula
crithmoides.
15.58 - Juncus subulatus e occasionalmente Athrocnemum macrostachyum. Il contatto con l’acqua meno
ricca di sali crea la condizione per lo sviluppo di una formazione in cui J. subulatus si compenetra con Scirpus
matiritimus.
Riferimento sintassonomico
I sottotipi 15.51 e 15.52 vengono descritti dalle associazioni appartenenti all’alleanza Juncion maritimi Br.-Bl.
ex Horvatic 1934. Della stessa alleanza è l’associazione Juncetum subulati Caniglia et al. 1984, che in Italia
caratterizza le formazioni di praterie alofile definite dal codice CORINE 15.58.
Il sottotipo 15.53 dei prati alo-psammofili mediterranei viene riferito all’alleanza Plantaginion crassifoliae Br.-Bl.
in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952 mentre, per quanto riguarda il sottotipo vegetazione di orlo dei bacini
salmastri, definito dal codice 15.57, il riferimento è all’alleanza Elytrigio athericae-Artemision coerulescentis
(Pignatti 1953) Géhu & Scoppola 1984 in Gehù et al. 1984.
Tutte le alleanze relative ai diversi sottotipi dell’habitat sono incluse nell’ordine Juncetalia maritimi Br.-Bl. ex
Horvatic 1934, classe Juncetea maritimi Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952.
Dinamiche e contatti
Vegetazioni azonali stabili.
Contatto con altre comunità alofile quali i pratelli effimeri del Frankenion pulvurulentae e le cenosi dominate da
specie annuali del genere Salicornia dell’habitat 1310 “Vegetazione annua pioniera a Salicornia e altre specie
delle zone fangose e sabbiose” e di quelle perenni dell’habitat 1420 “Praterie e fruticeti mediterranee e termoatlantici (Sarcocornetea fruticosi)” oltre che con quelle afferenti all’habitat 1150 “Lagune costiere”. Negli ambiti
pascolati si ha spesso il contatto con prati-pascolo della classe Molinio-Arrhenatheretea. Rispetto alle
comunità del retroduna si possono avere contatti con gli arbusteti mediterranei a Juniperus sp. pl. dell’habitat
2250* “Dune costiere con Juniperus spp.” anche nelle forme di degradazione dominate da camefite
suffruticose; il contatto può essere inoltre con le comunità a Quercus ilex del retroduna (habitat 9340 “Foreste
a Quercus ilex e Q. rotundifolia”) o con quelle proprie degli ambiti retrodunali con falda affiorante dominate da
Fraxinus oxycarpa e Alnus glutinosa dell’habitat 91F0 “Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur,
Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)”.
Distribuzione dell’habitat in Italia
PG, EM, SR, VN, SC, TS, FR, BS, ML, LZ, CL, LG, MR, AB.
43
Note
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Vegetazione ad Halocnemum strobilaceum nella E.
Biondi
Suffruticeti succulenti su suoli salati e sullo sfondo
il Carso goriziano (Monfalcone, GO), Francescato
C.
Codice CORINE Biotopes
15.6 - Mediterraneo-Nemoral saltmarsh scrubs
Codice EUNIS
A2.5 - Habitat littoranei influenzati dagli spruzzi di acqua marina
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
47
Perennial vegetation of marine saline muds (schorre) mainly composed of scrub, essentially with a
Mediterranean-Atlantic distribution (Salicornia, Limonium vulgare, Suaeda and Atriplex communities) and
belonging to the Sarcocornetea fruticosi class.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Vegetazione ad alofite perenni costituita principalmente da camefite e nanofanerofite succulente dei generi
Sarcocornia e Arthrocnemum, a distribuzione essenzialmente mediterraneo-atlantica e inclusa nella classe
Sarcocornietea fruticosi. Formano comunità paucispecifiche, su suoli inondati, di tipo argilloso, da ipersalini a
mesosalini, soggetti anche a lunghi periodi di disseccamento. Rappresentano ambienti tipici per la
nidificazione di molte specie di uccelli.
Combinazione fisionomica di riferimento
Sarcocornia perennis, S. alpini (= S. perennis var. deflexa), S. fruticosa, Arthrocnemum macrostachyum
(= A. glaucum), Halocnemum strobilaceum, Limoniastrum monopetalum.
Altre specie: Halimione portulacoides, Inula crithmoides, Suaeda vera, Limonium virgatum, L.
narbonensis, L. ferulaceum, L. bellidifolium, Aeluropus litoralis, Aster tripolium, Artemisia gallica, Atriplex
portulacoides, Triglochin barrelieri.
Riferimento sintassonomico
La vegetazione alofila perenne del 1420 è riferibile alla classe Salicornietea fruticosae Br.-Bl. & Tüxen ex A. &
O. Bolòs 1950, [Sarcocornietea fruticosae Br.-Bl. & Tüxen ex A. & O. Bolòs 1950 nom. mut. propos. RivasMartinez et al. 2002], ed in dettaglio alle alleanze Salicornion fruticosae Br.-Bl. 1933, Arthrocnemion
macrostachyi Rivas-Martínez 1980 (ordine Salicornietalia fruticosae Br.-Bl. 1933), e Limoniastrion monopetali
Pignatti 1953 e Triglochino barrelieri-Limonion glomerati Biondi, Diana, Farris & Filigheddu 2001 (ordine
Limonietalia Br.-Bl. & O. Bolòs 1958).
Dinamiche e contatti
Queste cenosi sono in contatto seriale con le comunità a salicornie annuali dell’habitat 1310 “Vegetazione
annua pioniera a Salicornia e altre specie delle zone fangose e sabbiose” e catenale con le praterie
emicriptofitiche dell’ordine Juncetalia maritimi dell’habitat 1410 “Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia
maritimi)” e con le praterie a Spartina maritima dell’habitat 1320 “Prati di Spartina (Spartinion maritimae)”.
Distribuzione dell’habitat in Italia
VN, SR, SC, PG, TS, EM, FR, BS, LZ, CL, MR, ML, AB.
Note
L’habitat comprende tutte le tipologie di vegetazione alofila indicata nel CORINE Biotops con il codice 15.6
“Saltmarsh scrubs della classe Arthrocnemetea fruticosi”: In generale tutti i sottotipi presenti in Italia in base
alla classificazione corine sono rari e da considerare in pericolo di estinzione per la frammentazione grave
degli habitat dovuta alle attività antropiche ed in generale alle bonifiche e alle alterazioni imposte sui sistemi
costieri e retrodunali. Tra le fitocenosi afferenti all’habitat ve ne sono alcune estremamente rare e localizzate
delle quali si possono contare poche stazioni in Italia. Si tratta delle formazioni ad Halocnemum strobilaceum
(Codice CORINE: 15.617) e delle formazioni a Limoniastrum monopetalum (Codice CORINE: 15.63). Del
primo tipo di formazione si contano 4 stazioni: Stagno di S. Gilla (presso Cagliari); Sacca di Bellocchio
(Provincia di Ravenna); Foce dell’Ombrone (provincia di Grosseto) e poche altre nella Sicilia occidentale
(Saline di Trapani, Isola Grande dello Stagnone).
Per quanto riguarda le cenosi a Limoniastrum monopetalum queste sono presenti in poche o pochissime
stazioni delle seguenti regioni: Calabria, Sicilia e Sardegna.
48
Per tali motivi si ritiene che l’habitat in Italia venga considerato come prioritario o, in alternativa, che si indichi
come prioritari almeno i sottotipi indicati con le specifiche corine corrispondenti e citate.
Confusione con: habitat 1510* "Steppe salate mediterranee (Limonietalia)".
Devono essere ricondotte all'habitat 1420, in accordo con Alessandrini e Tosetti (2001), molte segnalazioni
presenti nei formulari dei Siti Natura 2000 del litorale e attribuite in prima battuta al codice 1510* "Steppe
salate mediterranee (Limonietalia)". Il manuale europeo di interpretazione degli habitat indica infatti con il
codice 1510 ambienti caratterizzati da suoli permeati, ma non inondati da acque salate. Il 1420 è invece il
codice che meglio descrive le situazioni più diffuse soggette ad inondazioni, adattandosi pressoché alla
perfezione anche dal punto di vista sintassonomico, trattandosi sempre di salicornieti perenni. Tali formazioni,
peraltro, danno spesso luogo a mosaici con aggruppamenti di alofile di bassa taglia riconducibili all'habitat
1410.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected])
51
14: Paludi e pascoli inondati mediterranei e termo-atlantici
1430 : Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano-Salsoletea)
Halo-nitrophilous scrubs (Pegano-Salsoletea)
Aspetti dell'habitat 1430 "Praterie e fruticeti
alonitrofili (Pegano-Salsoletea)" caratterizzati da
Salsola oppositifolia nei pressi di Agira in Sicilia.,
Giovanni Spampinato
Codice CORINE Biotopes
15.72 Mediterranean halo-nitrophilous scrubs
Codice EUNIS
F6.82 Mediterranean halo-nitrophilous scrubs
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Halo-nitrophilous scrubs (matorrals) belonging to the Pegano-Salsoletea class, typical of dry soils
under arid climates, sometimes including taller, denser bushes.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
52
Vegetazione arbustiva a nanofanerofite e camefite alo-nirofile spesso succulente, appartenente alla classe
Pegano-Salsoletea. Questo habitat si localizzata su suoli aridi, in genere salsi, in territori a bioclima
mediterraneo particolarmente caldo e arido di tipo termo mediterraneo secco o semiarido.
Combinazione fisionomica di riferimento
Lycium intricatum, Lycium europaeum, Capparis ovata, Salsola vermiculata, Salsola oppositifolia,
Salsola agrigentina, Salsola vermiculata, Suaeda pruinosa, Suaeda vera (=S. fruticosa), Suaeda pelagica,
Atriplex halimus, Camphorosma monspeliaca, Limonium opulentum, Artemisia arborescens. Moricandia
arvensis, Anagyris foetida, Asparagus stipularsi, Artemisia campestris subsp. variabilis
Riferimento sintassonomico
La vegetazione alo-nitrofila dei Pegano-Salsoletea Br.-Bl. & O. Bolòs 1958, classe che inquadra gli arbusteti
nitrofili o subnitrofili di suoli salsi e aridi di aree a bioclima termomediterraneo arido o secco, è stata oggetto in
Italia di pochi studi fitosociologici tra i quali sono da citare quelli di Brullo et al. (1980, 1986) e di Bondi (1988).
Le associazioni dei Pegano-Salsoletea Br.-Bl. & O. Bolòs 1958 si localizzano in ambienti costieri come i tratti
sommitali delle falesie prospicienti il mare o suoli più rialzati nelle zone salmastre retrodunali, ma anche in
aree dell’interno soprattutto in zone argillose quali le aree calanchive. Nel complesso le associazioni citate in
letteratura per l’Italia sono riferite a due diverse alleanze: il Salsolo vermiculatae-Peganion harmalae Br.-Bl. &
O. Bolòs 1954 che inquadra gli aspetti alo-nitrofili localizzati su suoli argillosi in ambienti a bioclima termo
mediterraneo secco e l’ Artemision arborescentis Géhu & Biondi 1986 che invece riunisce gli aspetti di
vegetazione arbustiva nitrofila alotollerante delle coste mediterranee a bioclima termo o talora meso
mediterraneo secco-sub umido che si insedia su substrati meno ricchi nella componente argillosa.
Dinamiche e contatti
Le fitocenosi dei Pegano-Salsoletea hanno in genere il significato di formazioni secondarie nell’ambito di varie
serie regressive dell’ Oleo-Ceratonion.
In particolari contesti edafici come le aree calanchive o le falesie del litorale assumono il significato di stadi
durevoli.
Nelle zone salmastre costiere l’habitat prende contatti catenali con le cenosi dei Sarcocornetea fruticosae
riferite all’habitat 1420 “Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi)” che
occupano le superfici leggermente più depresse saltuariamente inondate. Più raramente in contatti sono
anche con le cenosi dello Juncetalia maritimi riferibili all'habitat 1410 "Pascoli inondati mediterranei" e con
alcuni aspetti del Limonietalia dell'habitat 1510 "Steppe salate mediterranee" e con i cespuglieti a dominanza
di tamerici presenti in ambito costiero riferiti all'habitat 92D0 "Gallerie e forteti ripari meridionali (NerioTamaricetea e Securinegion tinctoriae)".
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
SC, SR, CL, BS, ML, TS, PG, AB
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Nomi dei compilatori con e.mail
Giovanni Spampinato [email protected]
55
15: Steppe Interne Alofile e Gipsofile
56
15: Steppe interne alofile e gipsofile
1510*: Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
Mediterranean salt steppes (Limonietalia)
Codice CORINE Biotopes
15.8 - Mediterranean salt steppes
Codice EUNIS
E6.1 - Mediterranean inland salt steppes
E6.11 - Mediterranean [Limonium] salt steppes
E6.12 - Mediterranean [Lygeum spartum] salt steppes
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Associations rich in perennial, rosette-forming (Limonium spp.) or esparto grass (Lygeum spartum), occupying,
along Mediterranean coasts and on the fringes of Iberian salt basins, soils temporarily permeated (though not
inundated) by saline water and subject to extreme summer drying, with formation of salt efflorescence.
Characteristic syntaxa are Limonietalia, Arthrocnemetalia, Thero-Salicornietalia and Saginetalia maritimae.
- The following syntaxa correspond to regional varieties of this habitat type; Arthrocnemetalia: Suaedion
braunblanquetii (continental Iberian peninsula), Arthrocnemion glauci. Limonietalia: Limonion catalaunicoviciosoi (Aragon), Lygeo-Limonion furfuracei (SE Iberian peninsula), Lygeo-Lepidion cardamines (Castilla-LaMancha). Thero-Salicornietalia: Microcnemion coralloidis (continental Iberian peninsula), Salicornion patulae.
Saginetalia maritimae: Frankenion pulverulentae, Thero-Suaedion.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
In Italia a questo habitat sono da riferire le praterie alofile caratterizzate da specie erbacee perenni
appartenenti soprattutto al genere Limonium, talora anche da Lygeum spartum, presenti nelle aree costiere, ai
margini di depressioni salmastre litoranee, a volte in posizione retrodunale o più raramente dell’interno, come
nelle zone salse della Sicilia centrale o della Sardegna meridionale dove si rinviene in bacini salsi endoreici.
Le praterie alofile riferite a questo habitat si localizzano su suoli salati a tessitura prevalentemente argillosa
talora argilloso-limosa o sabbiosa, temporaneamente umidi, ma normalmente non sommersi se non
occasionalmente. Risentono fortemente della falda di acque salse e in estate sono interessati da una forte
essiccazione con formazione di efflorescenze saline.
L’habitat, a distribuzione mediterranea - termo atlantica, si rinviene in ambienti marcatamente aridi a bioclima
mediterraneo pluvistagionale oceanico termomediterraneo e più raramente mesomediteraneo.
Combinazione fisionomica di riferimento
Halopeplis amplexicaulis, Lygeum spartum, Salicornia patula, Limonium sp. pl.
Il genere Limonium è molto ricco di specie endemiche si tratta spesso di agamospecie molto localizzate. Le
specie di questo genere presenti nell’habitat 1510 sono Limonium ferulaceum (L.) Chaz., L. glomeratum
(Tauch) Erben, Limonium etruscum Arrig. & Rizzotto, L. pulviniforme Arrigoni & Diana, L. narbonense Miller, L.
oristanum A. Mayer, L. virgatum (Willd.) Fourr., L. pseudoleatum Arrigoni & Diana, L. tenuifolium (Bert. ex
Moris) Erben, L. lilybaeum Brullo, L. intermedium (Guss.) Brullo, L. densiflorum (Guss.) Kuntze, L. halophilum
(Guss.) Litard. L. dubium (Guss.) Litard.
57
Riferimento sintassonomico
In Italia le praterie alofile perenni riferite a questo habitat sono note soprattutto per la Sardegna, dove sono
state descritte diverse associazioni inquadrate nel Triglochino barrelieri-Limonion glomerati Biondi, Diana,
Farris, Filigheddu 2001, e per la Sicilia con alcune associazioni inquadrate nel Limoniastrion monopetali Br.-Bl.
& O. Bolòs 1958 e nell’ Inulion crithmoidis Brullo & Furnari 1988. Tutte e tre queste alleanze sono state
inquadrate nei Limonietalia Br.-Bl. & O. Bolòs 1958 ordine della classe Sarcocornietea fruticosae Br.-Bl. &
R.Tx. ex A. & O. Bolòs 1950.
Dinamiche e contatti
Questo habitat riunisce fitocenosi che in conseguenza delle peculiari condizioni edafiche hanno il significato di
una vegetazione permanente.
Ai margini dei pantani e delle depressioni salmastre costiere le comunità riferite all’habitat 1510 prendono
contatti catenali con le cenosi del Sarcocornion fruticosae riferibili all’habitat 1420 “Praterie e fruticeti alofili
mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi)” o con quelle dello Juncion maritimi riferibili all’habitat
1410 “Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)” collocandosi in posizione più rialzata rispetto a
questi habitat che sono in genere sistematicamente inondati.
All’interno delle cenosi perenni dell’habitat 1510 sono talora presenti piccole radure leggermente più depresse
occupate dalle cenosi alofile terofitiche del Franckenion pulverulentae o del Saginion maritimae riferibili
all’habitat 1310 “Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose”.
Quando le cenosi dell’habitat 1510 sono collocate nelle depressioni retrodunali possono prendere
contatto catenale, verso il lato interno della duna, con le cenosi del Crucianellion maritimae,
appartenenti all’habitat 2210 “Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae”.
Distribuzione dell’habitat in Italia
SC, SR, TS, BS, ML, la presenza di questo habitat è dubbia per CL, PG, LZ, EM, VN, FR.
Note
Per varie regioni italiane l’habitat 1510 è stato riportato per confusione con altri habitat affini. Molte di queste
segnalazioni vanno infatti da riferite all'habitat 1420 “Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici
(Sarcocornetea fruticosi)”, trattandosi di salicornieti perenni inondati almeno per un breve periodo. In senso
stretto la presenza di questo habitat è da escludere per le regioni italiane non appartenenti al macrobioclima
mediterraneo, come evidenziato da Poldini et al. (2006) e da Bassi et al. (2007), per il Friuli Venezia Giulia e
l’Emilia Romagna rispettivamente.
Le formazioni annuali con le quali talora questo habitat può compenetrarsi vanno riferite all’habitat 1310
“Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose” che, come enunciato
dal manuale di interpretazione, nel Mediterraneo è presente con il sottotipo 15.12 “Comunità alo-nitrofile
pioniere (Frankenion pulverulentae)”.
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m
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Nomi dei compilatori con e.mail
Giovanni Spampinato [email protected]
59
21: Dune Marittime
delle Coste Atlantiche, del Mare del Nord e del Baltico
60
21: Dune marittime delle coste atlantiche, del Mare del Nord e del Baltico
2110: Dune embrionali mobili
Embryonic shifting dunes
Vegetazione delle dune embrionali: in evidenza
Agropyron junceum ssp. mediterraneum e
Calystegia soldanella, E. Biondi
Sporobolus arenarius colonizza le porzioni basali
delle dune embrionali, E. Biondi
Successione dunale a livello dell'agropireto
stabilizzato dalla bianca popolazione di Othantus
maritimus in località Capo Bianco (Sicilia), E.
Biondi
61
Codice CORINE Biotopes
16.2112 - Mediterranean embryonic dunes
Codice EUNIS
B1.3 - Dune costiere mobili
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Formations of the coast representing the first stages of dune construction, constituted by ripples or raised
sand surfaces of the upper beach or by a seaward fringe at the foot of the tall dunes.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
L’habitat in Italia si trova lungo le coste basse, sabbiose e risulta spesso sporadico e frammentario, a causa
dell’antropizzazione sia legata alla gestione del sistema dunale a scopi balneari che per la realizzazione di
infrastrutture portuali e urbane. L’habitat è determinato dalle piante psammofile perenni, di tipo geofitico ed
emicriptofitico che danno origine alla costituzione dei primi cumuli sabbiosi: “dune embrionali”. La specie
maggiormente edificatrice è Agropyron junceum ssp. mediterraneum (= Elymus farctus ssp. farctus; = Elytrigia
juncea), graminacea rizomatosa che riesce ad accrescere il proprio rizoma sia in direzione orizzontale che
verticale costituendo così, insieme alle radici, un fitto reticolo che ingloba le particelle sabbiose.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Agropireti mediterranei su duna ad Agropyron junceum ssp. mediterraneum (16.2112) con: Sporobolus
pungens (= S. arenarius; più recentemente indicato come S. virginicus), Euphorbia peplis, Otanthus
maritimus, Medicago marina, Anthemis maritima, A. tomentosa, Eryngium maritimum, Echinophora
spinosa, Calystegia soldanella, Cyperus capitatus, Polygonum maritimum, Silene corsica, Rouya polygama,
Lotus creticus, Lotus cytisoides ssp. conradiae, Solidago litoralis, Centaurea subciliata, Spartina juncea.
Riferimento sintassonomico
La vegetazione costituente le dune embrionali è riconducibile alle associazioni Sporoboletum arenarii (Arénes
1924) Géhu & Biondi 1994, Sporobolo arenarii-Agropyretum juncei (Br.-Bl. 1933) Géhu, Rivas-Martinez et R.
Tx. 1972 in Géhu et al. 1984, Echinophoro spinosae-Elymetum farcti Géhu 1987, Sileno corsicae-Elytrigetum
junceae Bartolo et al. 1992, Pancratietum angustifolii Brullo & Siracusa 1996 dell’alleanza Ammophilion
australis Br.-Bl. 1921 corr. Rivas-Martínez, Costa & Izco in Rivas-Martínez, Lousã, T.E. Díaz, FernándezGonzález & J.C. Costa 1990 (ordine Ammophiletalia australis Br.-Bl. 1933, classe Ammophiletea Br.-Bl. &
Tüxen ex Westhoff, Dijk & Passchier 1946).
Dinamiche e contatti
L’habitat è determinato dalle comunità pioniere di copertura più o meno elevata. I venti forti e le burrasche
determinano instabilità della vegetazione che viene sostituita parzialmente da terofite provenienti dalla
vegetazione che colonizza la prima parte della spiaggia (classe Cakiletea maritimae) dell’habitat 1210
62
“Vegetazione annua delle linee di deposito marine”. Vegetazione terofitica si rinviene anche, in condizioni
normali, a mosaico con quella perenne dell’habitat 2230 “Dune con prati dei Malcolmietalia”.
L’habitat ha inoltre contatti catenali con la vegetazione alonitrofila, già indicata, dell’habitat 1210 verso il mare
e con la vegetazione delle dune bianche dell’habitat 2120 “Dune mobili del cordone litorale con presenza di
Ammophila arenaria (dune bianche)”.
Specie alloctone
Xanthium italicum (la cui presenza è indice di un elevato contenuto in sostanze nutritive nelle sabbie),
Cenchrus incertus, Ambrosia coronopifolia, Carpobrotus acinaciformis, C. edulis, Oenothera sp.pl., Acacia
saligna, Agave fourcroydes, A. americana, A. ferox.
Distribuzione dell’habitat in Italia
SC, EM, SR, PG, VN, CM, TS, AB, LZ, CL, LG, MR, BS, ML, FR.
Note
Questo habitat è stato inserito nel macrogruppo che include le dune marine delle coste atlantiche, del Mar del
Nord e del Baltico. Tale collocazione compromette fortemente la conservazione delle coste mediterranee che,
al contrario di quelle del Nord Europa, sono fortemente danneggiate dall’uso antropico e i cui habitat
andrebbero per tanto considerati tutti come prioritari.
L' associazione Cypero mucronati-Agropyretum juncei Br.-Bl. 1933 è stata considerata da Mayer (1995) e
Brullo et al. (2001) sinonimo anteriore di Echinophoro spinosae-Elymetum farcti. Quest’associazione è stata
infatti validamente pubblicata secondo il Codice internazionale di nomenclatura sintassonomica (Weber et al.,
2000) da Braun-Blanquet (1933), in base ad un rilievo sintetico ottenuto da 20 rilievi fitosociologici effettuati
sulla costa della Languedoc. Nella stessa pubblicazione Braun-Blanquet indica la presenza di tale
associazione in diversi paesi mediterranei e atlantici. Géhu (1986) e Biondi & Bagella (2005) riconoscono a
questa associazione un significato essenzialmente geografico e fisionomico, definendola come corrispondente
ad un gruppo di associazioni o a una sottoalleanza di vegetazione di dune embrionali raggruppante un
insieme di associazioni che, nell’ambito del bacino del Mediterraneo, sarebbero tra loro geosinvicarianti.
Cypero mucronati-Agropyretum juncei sarebbe quindi da considerare come un nome ambiguo per cui, in
accordo con tal e interpretazione, si ritiene di poter mantenere il nome Echinophoro spinosae-Elymetum farcti.
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Monitoring and Assessment, vol. 140: p. 99-107 (DOI 10.1007/s10661-007-9851-7)
Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected])
66
21: Dune marittime delle coste atlantiche, del Mare del Nord e del Baltico
2120: Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria
(dune bianche)
Shifting dunes along the shoreline with Ammophila arenaria (white dunes)
L'ammofileto nella duna bianca della Riserva
Naturale Statale di Sacca di Bellocchio (EmiliaRomagna), E. Biondi
L' Echinophora spinosa si rinviene sia a livello delle
dune embrionali che delle dune bianche, E. Biondi
Pancratium maritimum specie tipica delle dune
mobili, E. Biondi
Codice CORINE Biotopes
67
16.2122 – Mediterranean white dunes
Codice EUNIS
B1.3 - Dune costiere mobili
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Mobile dunes forming the seaward cordon or cordons of dune systems of the coasts (16.2121, 16.2122 and
16.2123). Ammophilion arenariae, Zygophyllion fontanesii.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
L’habitat individua le dune costiere più interne ed elevate, definite come dune mobili o bianche, colonizzate da
Ammophila arenaria subsp. australis (16.2122) alla quale si aggiungono numerose altre specie psammofile.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Ammophila arenaria ssp. australis (=Ammophila arenaria ssp. arundinacea), Echinophora spinosa,
Anthemis maritima, Eryngium maritimum, Euphorbia paralias, Medicago marina, Cyperus capitatus,
Lotus cytisoides, L. cytisoides ssp. conradiae, L. creticus, Pancratium maritimum, Solidago littoralis, Stachys
maritima, Spartina juncea, Silene corsica, Otanthus maritimus.
Riferimento sintassonomico
In Italia, l’habitat viene riferito essenzialmente alle associazioni: Echinophoro spinosae-Ammophiletum
australis (Br.-Bl. 1933) Géhu, Rivas-Martinez & R. Tx. 1972 in Géhu et al. 1984 e Sileno corsicaeAmmophiletum arundinaceae Bartolo, Brullo, De Marco, Dinelli, Signorello & Spampinato 1992 corr. Géhu
1996, inquadrate nell’alleanza Ammophilion australis Br.-Bl. 1921 corr. Rivas-Martínez, Costa & Izco in RivasMartínez, Lousã, T.E. Díaz, Fernández-González & J.C. Costa 1990, ordine Ammophiletalia Br.-Bl. 1933,
classe Ammophiletea Br.-Bl. et Tx. ex Westhoff, Dijk & Passchier 1946.
Dinamiche e contatti
Questo habitat prende contatto catenale con le formazioni delle dune embrionali ad Elymus farctus
dell’habitat 2110 “Dune mobili embrionali” e con quelle dei settori maggiormente stabilizzati a Crucianella
maritima dell’habitat 2210 “Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae”. Talora la vegetazione delle
dune mobili può prendere contatto direttamente con le formazioni a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa e/o
J. turbinata dell’habitat 2250* “Dune costiere con Juniperus spp.” o direttamente con la vegetazione di
macchia a Quercus ilex o altre specie arboree (habitat 9340 “Foreste a Quercus ilex e Q. rotundifolia”). Nelle
radure della vegetazione perenne si rinvengono formazioni terofitiche dell’ordine Malcolmietalia ramosissimae
dell’habitat 2230 “Dune con prati dei Malcolmietalia”.
Specie alloctone
68
Cenchrus incertus, Carpobrotus acinaciformis, C. edulis, Ambrosia coronopifolia, A. tenuifolia, Yucca gloriosa,
Agave americana, Amorpha fruticosa, Oenothera sp.pl., Acacia saligna, A horrida, Agave fourcroydes, A.
americana, A. ferox.
Distribuzione dell’habitat in Italia
SC, SR, PG, EM, BS, ML, VN, FR, CL, LZ, TS, AB, CM, LG, MR.
Note
Questo habitat è stato inserito nel macro gruppo che include le dune marine delle coste atlantiche, del Mar del
Nord e del Baltico. Tale collocazione compromette fortemente la conservazione delle coste mediterranee che,
al contrario di quelle del Nord Europa, sono fortemente danneggiate dall’uso antropico i cui habitat andrebbero
per tanto considerati tutti come prioritari.
Secondo Brullo & Guarino il nome corretto di Echinophoro spinosae-Ammophiletum australis (Br.-Bl. 1933)
Géhu, Rivas-Martinez et R. Tx. 1972 in Géhu et al. è Medicagini marinae-Ammophiletum australis Br.-Bl.
1921, come evidenziato da Riv.-Mart. et al. 2001-2002, Itinera Geobot. e da Brullo et al. 2001
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Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected])
71
21: Dune marittime delle coste atlantiche, del Mare del Nord e del Baltico
2190: Depressioni umide interdunari
Humid dune slacks
Codice CORINE Biotopes
16.32 - Dune-slack pioneer swards
16.35 - Dune-slack reedbeds, sedgebeds and canebeds
Codice EUNIS
B1.81 - Comunità pioniere degli acquitrini interdunali
B1.84 - Canneti, tifeti e cariceti interdunali
Regione biogeografica di appartenenza
Descrizione generale dell’habitat
Humid depressions of dunal systems. Humid dune-slacks are extremely rich and specialised habitats very
threatened by the lowering of water tables.
Sub-types :
16.31 - Dune-slack pools (Charetum tomentosae, Elodeetum canadense, Hippuridetum vulgaris, Hottonietum
palustris, Potametum pectinati): fresh-water aquatic communities (cf. 22.4) of permanent dune-slack water
bodies.
16.32 - Dune-slack pioneer swards (Juncenion bufonii p.: Gentiano-Erythraeetum littoralis, HydrocotyloBaldellion): pioneer formations of humid sands and dune pool fringes, on soils with low salinity.
16.33 - Dune-slack fens: calcareous and, occasionally, acidic fen formations (cf. 54.2, 54.4, in particular 54.21,
54.2H, 54.49), often invaded by creeping willow, occupying the wettest parts of dune-slacks.
16.34 - Dune-slack grasslands: humid grasslands and rushbeds (see 37.31, 37.4) of dune-slacks, also often
with creeping willows (Salix rosmarinifolia, S. arenaria).
16.35 - Dune-slack reedbeds, sedgebeds and canebeds: reedbeds, tall-sedge communities and canebeds (cf.
53.1, 53.2, 53.3) of dune-slacks.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Si tratta di depressioni interdunali in cui si accumulano modeste quantità di acqua dolce nelle coste atlantiche.
L'habitat non è presente in Italia.
Sottotipi e varianti
Nessun sottotipo indicato nel manuale EUR27 è presente in Italia.
Combinazione fisionomica di riferimento
Riferimento sintassonomico
Specie alloctone
72
Distribuzione dell’habitat in Italia
L'habitat è stato segnalato per le seguenti regioni: VN, FR, EM, BS, LZ, SC, TS, ML, CL, AB
Note
L’habitat 2190 viene inserito nella macrocategoria delle dune dei sistemi dell’Europa atlantica e settentrionale
e come tale viene dal manuale anche definita la sua composizione tipologica. I sottotipi elencati fanno stretto
riferimento a formazioni vegetazionali non presenti in Italia. La possibile confusione è dovuta
all'interpretazione del sottotipo 16.32 che va risolta facendo esplicito riferimento a quanto riportato nel
Manuale Corine in quale lega tale sottotipo alla suballeanza Juncenion bufonii, indicata però pro parte e con
esplicito riferimento all'associazione Gentiano-Erythraeetum littoralis.Tale associazione non è presente in Italia
solo in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia viene indicata (Conti et al., 2005) Centaurium littorale ssp. littorale la
quale però si rinviene in un contesto vegetazionale completamente diverso da riferire all' habitat 6420 "Praterie
umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion". Nelle altre regioni non esiste nessun
riferimento esplicito, nemmeno a livello tassonomico, che possa giustificare la presenza dell'habitat. Le
segnalazioni erronemamente effettuate vanno quindi per la maggior parte riferite oltre che al già citato habitat
6420 anche agli habitat 3120 "Acque oligotrofe e bassissimo contenuto minerale su terreni generalmente
sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes spp.", 3130 "Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe,
con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanijuncetea" 3150 "Laghi eutrofici naturali con
vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition" e 3170* "Stagni temporanei mediterranei", 3140 "Acque
oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.",
La stessa interpretazione dell'habitat, come atlantico e nord europeo, viene data anche dai colleghi francesi
che propongono con punti interrogativi l’habitat 2190 nell'area mediterranea nel senso che alcune associazioni
o sintaxa di livello superiore possono essere presenti anche nell’area mediterranea ma in contesti
decisamente diversi mentre indicano chiaramente l'habitat su gran parte della costa atlantica.
Riferimenti Bibliografici
Riferimenti Bibliografici online
Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo
Diana Galdenzi ([email protected])
Biondi
([email protected])
73
22: Dune Marittime
delle Coste Mediterranee
74
22: Dune marittime delle coste mediterranee
2210: Dune fisse del litorale (Crucianellion maritimae)
Crucianellion maritimae fixed beach dunes
Un aspetto del Crucianellion maritimae sulle
dune presso la foce del Liscia nella Sardegna
settentrionale, con Armeria pungens ed
Helichrysum italicum ssp. microphyllum, E.
Biondi
Codice CORINE Biotopes
16.223 - Ibero-Mediterranean grey dunes
Codice EUNIS
B1.4 - Comunità erbacee delle dune costiere stabili
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Fixed dunes of the western and central Mediterranean, of the Adriatic, of the Ionian Sea and North Africa with
Crucianella maritima, Pancratium maritimum.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Si tratta di vegetazione camefitica e suffruticosa rappresentata dalle garighe primarie che si sviluppano sul
versante interno delle dune mobili con sabbie più stabili e compatte.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Crucianella maritima, Pancratium maritimum, Pycnocomon rutifolium, Helichrysum stoechas, H. italicum,
H. microphyllum subsp. tyrrhenicum (endemismo sardo-corso-balearico), Ephedra distachya, Schrophularia
ramosissima, Armeria pungens, Seseli tortuosum, Anchusa crispa, Rouya polygama, Ononis ramosissima,
Astragalus thermensis, Linaria cossonii, Silene velutina, Anchusa crispa ssp. maritima.
Riferimento sintassonomico
75
Come precisato dalla definizione generale, l’habitat viene riferito a formazioni camefitiche del Crucianellion
maritimae Rivas-Goday & Rivas-Martinez 1958 (ordine Helichryso-Crucianelletalia maritimae Géhu, RivasMartinez & R. Tüxen 1973 in Géhu 1975, classe Helichryso-Crucianelletea maritimae Géhu, Rivas-Martinez &
R. Tüxen 1973 em. Siss 1974).
In generale le numerose associazioni riferite all’alleanza caratterizzante questo habitat sono molto spesso
endemo-vicarianti. Particolarmente ricca di associazioni riferibili al Crucianellion maritimae è la Sardegna.
Dinamiche e contatti
Questo habitat si trova in contatto verso mare con le comunità ad Ammophila arenaria dell'habitat 2120 "Dune
mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)" e, laddove queste risultino
particolarmente frammentarie, con le comunità a Elymus farctus dell'habitat 2110 "Dune mobili embrionali".
Verso l’interno il contatto è con comunità di specie annuali dei Malcolmietalia (habitat 2230 "Dune con prati dei
Malcolmietalia") e con le macchie a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa o J. turbinata dell'habitat 2250*
"Dune costiere con Juniperus spp." di cui spesso occupa le radure. Alle formazioni del Crucianellion maritimae
si possono collegare comunità briofitiche ascrivibili all'associazione Tortello- Bryetum torquescentis Lo Giudice
1988.
Specie alloctone
Carpobrotus acinaciformis che spesso diventa dominante e quasi esclusiva costituendo densi tappeti che
sottraggono spazio vitale alle specie autoctone.
Acacia saligna, A. horrida, Eucaliptus sp. pl., Agave americana e Yucca gloriosa solo occasionalmente
Distribuzione dell’habitat in Italia
SR, SC, PG, TS, CL, CM, LZ, BS, ML.
Note
In Italia l’habitat è molto localizzato ed in regressione, probabilmente a causa dell’erosione costiera che
diminuisce la possibilità di evoluzione dunale riducendo la presenza di siti idonei a questo tipo di habitat che
necessita di dune stabili e ben sviluppate. Anche lo sfruttamento turistico delle coste incide negativamente
sull’habitat. Data l’estrema rarità dell’habitat nel territorio italiano si consiglia di proporlo come prioritario.
Questo habitat è presente solo nella Regione Biogeografica Mediterranea.
Si tende ad identificare l'habitat con la presenza di Crucianella maritima per cui è necessario precisare che
l'assenza di questa specie non esclude di per sè la presenza dell'habitat.
Per la Basilicata l'habitat risulta di dubbia presenza per le profonde trasformazioni ambientali che hanno
interessato il litorale negli ultimi decenni (rimboschimenti, insediamenti turistici, erosione).
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Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected])
78
22: Dune marittime delle coste mediterranee
2230: Dune con prati dei Malcolmietalia
Malcolmietalia dune grasslands
Lepturus incurvus alla Sacca di Bellocchio nella
vegetazione annuale dei Malcolmietalia, E. Biondi
Codice CORINE Biotopes
16.228 - Mediterraneo-Atlantic dune malcolmia communities
Codice EUNIS
B1.4 - Comunità erbacee delle dune costiere stabili
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Associations with many small annuals and often abundant ephemeral spring bloom, with Malcolmia lacera, M.
ramosissima, Evax astericiflora, E. lusitanica, Anthyllis hamosa, Linaria pedunculata, of deep sands in dry
interdunal depressions of the coasts. They are dunal representatives of 35.4.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Vegetazione prevalentemente annuale, a prevalente fenologia tardo-invernale primaverile dei
substrati sabbiosi, da debolmente a fortemente nitrofila, situata nelle radure della vegetazione perenne
appartenenti alle classi Ammophiletea ed Helichryso-Crucianelletea. Risente dell’evoluzione del sistema
dunale in rapporto all’azione dei venti e al passaggio degli animali e delle persone. L’habitat è distribuito sulle
coste sabbiose con macrobioclima sia mediterraneo sia temperato. In Italia è diffuso con diverse associazioni,
individuate lungo tutte le coste.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Malcolmia ramosissima, Maresia nana, Evax astericiflora, E. pygmaea, Ononis variegata, O. cristata, O.
striata, O. diffusa, Pseudorlaya pumila, Silene nummica (endemica sarda), S. beguinotii (endemica sarda), S.
colorata ssp. canescens, S. nicaensis, S. gallica, S. ramosissima, S. sericea, S. arghireica, Linaria flava
subsp. sardoa (endemica di sardo-corsa), Brassica tournefortii, Leopoldia gussonei*, Hormuzakia aggregata,
79
Lotus halophilus, Coronilla repandada, Anchusa littorea, Senecio transiens, S.coronopifolius, Cutandia
maritima, C. divaricata, Phleum graecum, P. arenarium, P. sardoum, Matthiola tricuspidata, Corynephorus
fasciculatus, Corrigiola telephifolia, Medicago littoralis, Polycarpon diphyllum, Lagurus ovatus, Bromus
gussonei, Chamaemelum mixtum, Vulpia membranacea, Alkanna tinctoria, Echium sabulicola ssp. sabulicola,
Polycarpon tetraphyllum ssp. diphyllum, P. alsinifolium, Thesium humile, Lupinus angustifolius, Aetheorhiza
bulbosa.
Riferimento sintassonomico
I pratelli terofitici ed effimeri dell’habitat 2230 appartengono, come precisato dalla definizione stessa, all’ordine
dei Malcolmietalia Rivas Goday, 1958 (classe Helianthemetea guttatae (Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre
1952) Rivas Goday & Rivas-Martínez 1963 nom. mut. propos. in Rivas-Martínez et al. 2002), ed in particolare
sono riconducibili a tre alleanze: Alkanno-Maresion nanae Rivas Goday ex Rivas Goday & Rivas-Martinez
1963 corr. Diez-Garretas Asensi & Rivas-Martínez 2001, Laguro ovati-Vulpion membranaceae Géhu & Biondi
1994 e Maresion nanae-Ononidetum variegatae Géhu, Biondi, Géhu-Franck & Arnold-Apostolides 1986.
Dinamiche e contatti
Queste cenosi possono trovarsi a mosaico con diverse comunità della duna: occupano infatti gli spazi che si
vengono a formare nell’ambito delle comunità perenni, dall’ammofileto dell’habitat 2120 “Dune mobili del
cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria ("dune bianche")” al crucianelleto dell’habitat 2210 “Dune
fisse del litorale del Crucianellion maritimae”, alla macchia a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa (habitat
2250* “Dune costiere con Juniperus spp.”). In seguito ad azioni di disturbo, sia naturali che di origine
antropica, tendono a ricoprire superfici anche estese.
Specie alloctone
Carpobrotus acinaciformis
Distribuzione dell’habitat in Italia
SR, PG, SC, BS, EM, CL, TS, ML, VN, LZ, AB, CM, MR.
Note
Rivas-Martinez et al. (2002) hanno proposto in seno alla classe Helianthemetea guttatae un nuovo ordine
Cutandietalia maritimae a cui apparterrebbero tutti i sintaxa presenti in Italia sin’ora ascritti nell'ordine
Malcomietalia (Diez-Garretas et al., 2003).
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Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected])
82
22: Dune marittime delle coste mediterranee
2240: Dune con prati dei Brachypodietalia e vegetazione annua
Brachypodietalia dune grasslands with annuals
Codice CORINE Biotopes
16.229 - Dune Mediterranean xeric grasslands
Codice EUNIS
B1.4 - Comunità erbacee delle dune costiere stabili
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Dunal formations of 6220 - Pseudo-steppe with grasses and annuals of the Thero-Brachypodietea: Meso- and
thermo-Mediterranean xerophile, mostly open, short-grass perennial grasslands rich in therophytes;
therophyte communities of oligotrophic soils on base-rich, often calcareous substrates.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Comunità vegetali annuali effimere delle dune, a sviluppo primaverile, che si localizzano nelle radure della
macchia e della vegetazione erbacea perenne sviluppate sulle sabbie che derivano dalla degradazione dei
substrati basici. Questa vegetazione occupa una posizione ecologica simile a quella descritta per l'habitat
2230 "Dune con prati dei Malcolmietalia", inserendosi però nella parte della duna occupata dalle formazioni
maggiormente stabilizzate sia erbacee che legnose. La vegetazione corrisponde agli aspetti su duna, indicati
per le formazioni a pseudosteppa (habitat 6220 "Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei TheroBrachypodietea") alle quali si aggiungono specie della classe Helianthemetea guttatae.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Brachypodium distachyum, Aira elegans, Lotus angustissimus, Moenchia mantica, Cynosurus polybracteatus,
Anagallis parviflora, Tuberaria guttata, Galium divaricatum, Briza maxima, Andryala integrifolia, Lagurus
ovatus, Ornithopus compressus, Rumex bucephalophorus, Plantago lagopus, P. bellardii, P. albicans,
Anchusa hybrida.
Riferimento sintassonomico
Secondo le più recenti revisioni sintassonomiche le comunità a dominanza di terofite non nitrofile sono
inquadrate nella classe Helianthemetea guttatae (Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952) Rivas Goday &
Rivas-Martínez 1963 nom. mut. propos. in Rivas-Martínez et al. 2002, ordine Helianthemetalia guttatae Br.-Bl.
in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940, alleanza Helianthemion guttatae Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940.
Sempre nell’ambito della stessa classe, l’habitat è definito anche da formazioni dell’alleanza Trachynion
distachyae Rivas-Martinez 1978, ordine Trachynietalia distachyae Rivas-Martínez 1978.
Un tipo particolare di pseudosteppa è rappresentato da vaste distese sabbiose con una vegetazione a
Plantago albicans che rappresenta una fase del consolidamento delle sabbie litoranee, preparando il suolo
alla colonizzazione delle specie della gariga. Tale tipo di vegetazione sembra doversi inquadrare
83
nell'associazione Anchuso hybridae-Plantaginetum albicantis Corbetta & Pirone 1989 (Corbetta et al., 1989)
della classe Thero-Brachypodietea Br.-Bl.1947.
Dinamiche e contatti
Queste cenosi possono trovarsi a mosaico con diverse comunità della duna: occupano infatti gli spazi che si
vengono a formare nell’ambito di comunità arbustive, in particolare della gariga (Helychriso stoechadisCistetum eriocephali), e della macchia a dominanza di ginepro o di Erica multiflora (Asparago acutifoliiJuniperetum macrocarpae; Phyllireo angustifoliae-Ericetum multiflorae). Relazioni catenali, legate a variazioni
nel tasso di umidità edafica, esistono anche con la vegetazione effimera delle pozze umide dell’Isoëtion.
Specie alloctone
Acacia saligna, Agave americana, Carpobrotus acinaciformis, Erigeron canadensis, E. sumatrensis, Xanthium
orientale ssp. italicum, Xanthium spinosum.
Distribuzione dell’habitat in Italia
MR, SR, BS, TS, LZ, ML, SC, AB, CM, PG, CL.
Note
L'habitat si differenzia, per la condizione ecologica, dall'habitat 2230 principalmente e come carattere
maggiormente evoluto, in quanto si sviluppa su substrato prevalentemente di tipo calcareo.
Secondo Farris et al. (2007), nella Sardegna settentrionale, le comunità, precedentemente attribuite a
quest'habitat, andrebbero interpretate come habitat 2230.
L'habitat 2240 non è esclusivamente legato alle dune attuali e recenti ma si può rinvenire anche sulle
paleodune.
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Riferimenti Bibliografici online
Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected])
85
22: Dune marittime delle coste mediterranee
2250*: Dune costiere con Juniperus spp.
Coastal dunes with Juniperus spp.
Un aspetto della vagetazione a ginepro coccolone
(Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa) sulle dune
di Torre Guaceto (Brindisi), E. Biondi
Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa di Porto
sa Ruxi (Villasimius, Sarrabus), G. Bacchetta
Codice CORINE Biotopes
16.27 - Dune juniper thickets and woods e 64.613 - Juniperus phoenicea ssp. turbinata woodland.
Codice EUNIS
B1.63 - Comunità arbustive di Juniperus sp. su dune costiere
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Juniper formations [Juniperus turbinata ssp. turbinata (=J. lycia, J. phoenicea ssp. lycia), J. macrocarpa, J.
navicularis (=J. transtagana, J. oxycedrus ssp. transtagana), J. communis] of Mediterranean and thermoAtlantic coastal dune slacks and slopes (Juniperion lyciae). Juniperus communis formations of calcareous
86
dunes. This habitat type includes the communities of J. communis from the calcareous dunes of Jutland and
the communities of J. phoenicea ssp. lycia in Rièges woods in the Camargue.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
L’habitat è eterogeno dal punto di vista vegetazionale, in quanto racchiude più tipi di vegetazione legnosa
dominata da ginepri e da altre sclerofille mediterranee, riconducibili a diverse associazioni.
La vulnerabilità è da imputare, in generale, allo sfruttamento turistico, comportante alterazioni della micro
morfologia dunale, e all’urbanizzazione delle coste sabbiose. È distribuito lungo le coste sabbiose del
Mediterraneo e in Italia è presente solo nelle regioni mediterranea e temperata. Nella prima prevalgono le
formazioni a Juniperus macrocarpa, talora con J. turbinata. Nel macrobioclima temperato si rinvengono rare
formazioni a J. communis.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa, J. phoenicea ssp. turbinata, J. communis, Asparagus acutifolius,
Pistacia lentiscus, Phillyrea angustifolia, P. media, P. media var. rodriguezii, Myrtus communis, Smilax aspera,
Rubia peregrina, R. peregrina subsp. requienii, Prasium majus, Rhamnus alaternus, Lonicera implexa,
Chamaerops humilis, Clematis cirrhosa, C. flammula, Ephedra fragilis, E. distachya, Ruscus aculeatus,
Anthyllis barba-jovis, Quercus calliprinos, Dianthus morisianus.
Riferimento sintassonomico
Nell’area bioclimatica mediterranea si rinvengono ginepreti a prevalenza di Juniperus oxycedrus ssp.
macrocarpa, talvolta con Juniperus phoenicea ssp. turbinata. Quando i due ginepri convivono si assiste ad
una prevalenza o esclusiva presenza di Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa nel versante a mare della duna,
mentre l’altro tende a prevalere su quello continentale. La transizione verso i territori costieri a macrobioclima
temperato è segnata nel Tirreno settentrionale, dall’associazione Spartio juncei-Juniperetum macrocarpae
Vagge & Biondi 1999, mentre nell’area nord-adriatica si rinviene l’associazione Junipero-Hippophaetum
fluviatilis Géhu & Scoppola in Géhu et al. 1984 che si installa sul versante continentale dei cordoni dunali o
nelle depressioni interdunali più distanti dal mare.
Sempre nell’area nord-adriatica va segnalata la presenza dell’associazione endemica Viburno lantanaePhillyreetum angustifoliae Gamper, Filesi, Buffa & Sburlino 2008, alla cui fisionomia Juniperus communis
spesso contribuisce in maniera significativa.
Le formazioni a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa e Juniperus phoenicea ssp. turbinata vengono riferite
all’alleanza Juniperion turbinatae Rivas-Martinez (1975) 1987 (ordine Pistacio-Rhamnetalia alaterni RivasMartinez 1975, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. (1936) 1947), mentre l’associazione Junipero-Hippophaetum
fluviatilis, è inclusa nell’alleanza Pruno-Rubion ulmifolii O. Bolos 1954 (ordine Prunetalia spinosae R. Tx. 1952,
classe Rhamno-Prunetea Riv.-God. & Borja Carbonell 1961).
Formazioni con Juniperus communis e Hippophae rhamnoides ssp. fluviatilis si possono rinvenire anche lungo
i corsi dei fiumi dell’Italia settentrionale (Biondi et al., 1997) dove partecipano però alla costituzione di
associazioni diverse inquadrabili nell’habitat 3240 “Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix
elaeagnos”.
In Friuli Venezia Giulia (Poldini et al., 2006) gli arbusti che colonizzano le sabbie dissalate, consolidate e con
sostanza organica delle dune fossili (“dune brune") ormai indipendenti dall’azione marina appartengono al
Berberidion Br.-Bl. 1950. Sono formazioni discontinue dominate da diversi arbusti sia di conifere (Juniperus
communis ssp communis) sia di sclerofille (Phillyrea angustifolia) sia di latifoglie (Crataegus monogyna,
Berberis vulgaris ssp. vulgaris, Viburnum lantana).
Dinamiche e contatti
87
La macchia a ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa) nella porzione più avanzata della
duna stabile è in contatto catenale con la vegetazione psammofila perenne della classe Ammophiletea ed in
particolare con la vegetazione ad Ammophila arenaria dell’habitat 2120 “Dune mobili del cordone litorale con
presenza di Ammophila arenaria ("dune bianche") e con il crucianelleto (habitat 2210 “Dune fisse del litorale
del Crucianellion maritimae). Nelle radure della vegetazione psammofila è possibile rinvenire le comunità
terofitiche riferibili all’ordine Malcolmietalia (Habitat 2230 “Dune con prati dei Malcolmietalia”). Nell’interduna i
contatti catenali possono interessare anche la vegetazione effimera della classe Isöeto-nanojuncetea (3170*
“Stagni temporanei mediterranei”), macchie e boschi della classe Quercetea ilicis (9340 “Foreste di Quercus
ilex e Quercus rotundifolia”).
L'habitat può avere contatti catenali anche con le pinete costiere su sabbia (Habitat 2270* “Dune con foreste di
Pinus pinea e/o Pinus pinaster”). Contatti seriali si stabiliscono, in seguito ad incendio o altre forme di
degradazione della macchia a ginepro coccolone o turbinato, con garighe a Cistus sp.pl. ed Helichrysum sp.
pl., Helianthemum sp. pl. o talora ad Halimium halimifolium, riferibili all’habitat 2260 “Dune con vegetazione di
sclerofille dei Cisto-Lavenduletalia”.
Specie alloctone
Austrocylindropuntia subulata, Carpobrotus acinaciformis, C. edulis, Opuntia ficus-indica, Agave sp. pl.,
Acacia saligna, A. horrida, Eucaliptus sp. pl.
Distribuzione dell’habitat in Italia
SR, PG, BS, TS, SC, VN, LZ, CM, CL, EM, FR, ML.
Note
Vengono considerate le comunità strettamente legate alle dune sabbiose, le altre rientrano nell’habitat 5330
(Arbusteti termo-mediterranei e pre-steppici).
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Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected])
91
22: Dune marittime delle coste mediterranee
2270*: Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster
Wooded dunes with Pinus pinea and/or Pinus pinaster
Un aspetto della duna di Feniglia rimboschita con
pino domestico in cui si evidenziano le specie della
macchia mediterranea che colonizzano il
rimboschimento (Toscana), E. Biondi
Codice CORINE Biotopes
16.29 x 42.8
16.29 - Wooded dunes
42.8 - Mediterranean pine woods
Codice EUNIS
B1.7 - Boschi delle dune costiere
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Coastal dunes colonised by Mediterranean and Atlantic thermophilous pines, corresponding to the substitution
facies or in some stations climax formations of evergreen oak of artificial origin (Quercetalia ilicis or CeratonioRhamnetalia).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Dune costiere colonizzate da specie di pino termofile mediterranee (Pinus halepensis, P. pinea, P. pinaster).
Si tratta di formazioni raramente naturali, più spesso favorite dall’uomo o rimboschimenti. Occupano il settore
dunale più interno e stabile del sistema dunale. L’habitat è distribuito sulle coste sabbiose del Mediterraneo in
condizioni macrobioclimatiche principalmente termo e meso-mediterranee ed in misura minore, temperate
nella variante sub-mediterranea. Le poche pinete ritenute naturali si rinvengono in Sardegna dove le
formazioni a Pinus halepensis sono presenti nel Golfo di Porto Pino, a Porto Pineddu, nella parte sudoccidentale dell’isola, mentre quelle a P. pinea si rinvengono nella località di Portixeddu-Buggerru.
La maggior parte delle pinete, anche quelle di interesse storico, sono state quindi costruite dall’uomo in
epoche diverse e talora hanno assunto un notevole valore ecosistemico. Si deve per contro rilevare che a
volte alcune pinete di rimboschimento hanno invece provocato l’alterazione della duna, soprattutto quando
92
sono state impiantate molto avanti nel sistema dunale occupando la posizione del Crucianellion (habitat 2210
“Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae”) o quella delle formazioni a Juniperus dell’habitat 2250*
“Dune costiere con Juniperus spp.”.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Pinus pinea, P. pinaster, P. halepensis, Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa, J. phoenicea ssp.
turbinata, Asparagus acutifolius, Pistacia lentiscus, Phillyrea angustifolia, Arbutus unedo, Rhamnus alaternus,
Daphne gnidium, Osyris alba, Rubia peregrina, Smilax aspera, Clematis flammula, C. cirrhosa, Gennaria
diphylla, Dianthus morisianus, Quercus calliprinos, Calicotome villosa.
Riferimento sintassonomico
L’habitat prioritario delle pinete su dune viene riferito principalmente all’ordine Pistacio-Rhamnetalia alterni
Riv.-Mart. 1975 (classe Quercetea ilicis Br.-Bl. (1936) 1974) ed in dettaglio alle due alleanze Oleo-Ceratonion
siliquae Br.-Bl. 1936 em. Rivas-martinez 1975 e Juniperion turbinatae Rivas-Martinez (1975) 1987.
Dinamiche e contatti
La presenza di pinete naturali lungo le coste italiane risulta estremamente rara e sembrano attualmente
rinvenirsi solo nel settore sud-occidentale della Sardegna. La collocazione sindinamica di queste reliquie
vegetazionali riveste quindi un particolare interesse.
A parte pochissime eccezioni dunque, le pinete costiere dunali sono il prodotto dell’attività di rimboschimento
eseguita in varie epoche. La posizione nella quale tale attività si è espletata è principalmente quella
dell’interduna, a livello del Crucianellion o dello sviluppo della vegetazione forestale data nel Mediterraneo da
formazioni diverse a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa e talvolta anche a Juniperus turbinata. Il
collegamento sindinamico tra queste formazioni artificiali e la vegetazione naturale avviene quindi con la serie
delle successioni psammofile verso il mare e con quelle forestali verso l’entroterra.
In Sardegna i contatti catenali dell'habitat si hanno con i boschi del Rusco aculeati-Quercetum calliprini e con
le formazioni del Pistacio-Juniperetum macrocarpae (habitat 2250* “Dune costiere con Juniperus spp.”).
Secondariamente possono aversi contatti con l' Oleo-Juniperetum turbinatae (habitat 5210 “Matorral
arborescenti di Juniperus spp.”) o con il Galio scabri-Quercetum suberis (habitat 9330 “Foreste di Quercus
suber”).
In macrobioclima temperato, nell’arco Nord-Adriatico, i rimboschimenti sono stati eseguiti nella fascia con
potenzialità extrazonali per il Quercion ilicis, il collegamento verso l’entroterra avviene con boschi di
caducifoglie dell’ordine Quercetalia pubescenti-petraeae e verso il mare con le successioni psammofile di
quest’area biogeografica. Tali successioni risultano però gravemente variate e ridotte dall’azione antropica
oltre che da fattori di origine naturale come ad esempio l’erosione marina che in alcuni casi ha determinato
l’asportazione totale del tratto di litorale sabbioso antistante la collocazione della pineta.
La cessazione del taglio degli arbusti all’interno della pineta e delle attività pastorali, in molte zone porta ad
uno sviluppo notevole delle specie autoctone che impediscono la riproduzione dei pini e quindi l’avvio di un
processo di sostituzione. Di queste condizioni di dinamismo e di potenzialità si dovrà ovviamente tener conto
nella gestione delle pinete litoranee non autoctone.
Specie alloctone
Acacia cyanophylla, A. horrida, Eucalyptus camaldulensis, E. globulus, spesso impiantate nelle pinete di
rimboschimento.
Distribuzione dell’habitat in Italia
SR, PG, TS, VN, EM, LZ, CM, FR, LG, AB, BS, ML, MR.
93
Note
Probabile confusione con: 9540 "Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici". La distinzione avviene sulla
base del substrato che, in questo habitat prioritario, è caratterizzato da suolo sabbioso paleodunale con
elementi arbustivi ed erbacei delle dune interne consolidate.
L’habitat “Dune con foreste di Pinus pinea e/o P. pinaster” è sicuramente uno dei pù problematici per gli
aspetti di tutela. Rimboschimenti con prevalenza di pino d’Aleppo e di pino domestico, si rinvengono
praticamente lungo tutte le coste basse sabbiose della penisola italiana e su gran parte di quelle sarde. Si
deve necessariamente riconoscere che in termini ecologici e di protezione degli habitat costieri questi tipi di
vegetazione determinati dall’azione umana, non hanno sempre avuto un effetto positivo. Infatti spesso la
realizzazione di questi ha accelerato i processi erosivi piuttosto che rallentarli. Pertanto si ritiene che la
conservazione vada rivolta alle situazioni che si possono considerare autoctone e a quelle artificiali il cui
impianto è stato effettuato prevalentemente nell’area di potenzialità per le formazioni forestali della classe
Quercetalia ilicis. Vanno escluse invece le azioni di tutela per tutti quegli impianti che sono stati realizzati
inopportunamente in posizione più avanzata a livello dei segmenti dunali con potenzialità per formazioni
tipicamente psammofile.
Riferimenti Bibliografici
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Riferimenti Bibliografici online
Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected])
95
31: Acque Stagnanti
96
31: Acque stagnanti
3140: Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.
Hard oligo-mesotrophic waters with benthic vegetation of Chara spp.
Codice CORINE Biotopes
(22.12 or 22.15) x 22.44
Codice EUNIS
C1.14, C1.25
Regione biogeografica di appartenenza
ALP, CONT, MED
Descrizione generale dell’habitat
Lakes and pools with waters fairly rich in dissolved bases (pH often 6-7) (21.12) or with mostly blue to
greenish, very clear, waters poor (to moderate) in nutrients, base-rich (pH often >7.5) (21.15). The bottom of
these unpolluted water bodies are covered with charophyte, Chara and Nitella, algal carpets. In the Boreal
region this habitat type includes small calcareous-rich oligo-mesotrophic gyttja pools with dense Chara
(dominating species is C. strigosa) carpets, often surrounded by various eutrophic fens and pine bogs.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
L’habitat include distese d’acqua dolce di varie dimensioni e profondità, grandi laghi come piccole raccolte
d'acqua a carattere permanente o temporaneo, site in pianura come in montagna, nelle quali le Caroficee
costituiscono popolazioni esclusive, più raramente mescolate con fanerogame. Le acque sono generalmente
oligomesotrofiche, calcaree, povere di fosfati (ai quali le Caroficee sono in genere molto sensibili). Le
Caroficee tendono a formare praterie dense sulle rive come in profondità, le specie di maggiori dimensioni
occupando le parti più profonde e quelle più piccole le fasce presso le rive.
Sottotipi e varianti
In Italia, l'habitat si ritiene molto diffuso anche se al momento poco segnalato. Si riportano di seguito le
condizioni diverse nelle quali si può rinvenire.
1. Nei laghi, le specie costituenti queste praterie appartengono prevalentemente al genere Chara. Il genere
Nitella è presente con poche specie (N. hyalina, N. tenuissima) in quanto le altre specie del genere richiedono
acque più acide. Nell’habitat è spesso presente anche Nitellopsis obtusa. Nelle acque più profonde [fino a 1012 m (-20 m)] possono osservarsi vegetazioni costituite da Chara tomentosa, Ch. globularis, Ch. intermedia,
Ch. hispida e Nitellopsis obtusa. A minore profondità si aggiunge Ch. aspera, (che può formare densi tappeti
monospecifici tra 1 e pochi metri di profondità) e Nitella hyalina.
2. Vegetazioni a Caracee possono riscontrarsi, oltre che nei laghi, anche in biotopi poco profondi (stagni,
pozze, canali, fontanili, prati paludosi, ecc.) con acque basiche o neutre, poco o non inquinate da fosfati. In
questi biotopi, la vegetazione a Caroficee scompare generalmente con lo sviluppo estivo della vegetazione
fanerogamica oppure va ad occupare lo strato inferiore libero, essendo le Caroficee poco competitive.
3. Negli stagni con acque alcaline meso-eutrofe o eutrofe che si prosciugano precocemente (aprile-maggio),
possono comparire, accanto a specie del genere Chara, anche specie del genere invernale/primaverile
Tolypella che costituiscono, nel loro insieme, l’associazione Chareto-Tolypelletum glomeratae, presente anche
in acque salmastre poco profonde del litorale.
4. Particolare interesse presentano i biotopi poco profondi (0,2 m-1,5 m) con acque limpide, lievemente acide
fino a debolmente alcaline (pH 6-7,5), che accolgono vegetazioni di Caroficee appartenenti al genere Nitella
97
(Nitelletalia flexilis). Tra queste ricordiamo la vegetazione a N. capillaris che si installa in acque oligotrofiche
acide o neutre, su fondo argilloso-melmoso. N. capillaris è specie che fruttifica precocemente in pianura
(marzo-aprile).
5. Meritano trattazione distinta i biotopi alcalino-salmastri del litorale (lagune e stagni costieri) che ospitano,
ancora oggi, perlomeno nell’Italia meridionale, una flora a Caroficee originale e ricca di specie rare o esclusive
di acque salmastre (Chara canescens, Ch. galioides, Tolypella hispanica, T. nidifica, Lamprothamnium
papulosum). Questi ambienti sono quelli che hanno subìto, nel Novecento, le modificazioni più profonde ai fini
della valorizzazione agricola e turistica del territorio. Si tratta di corpi d’acqua temporanei di debole profondità
(10-30 cm) (piccole lagune e stagni più o meno isolati dal mare, pozzanghere, fossati e canali inondati
temporaneamente, rive di stagni permanenti) che spesso si prosciugano precocemente (aprile). Il pH varia da
7 a 8 e la salinità è bassa (2-10g/l). Le Caroficee formano in questi ambienti vegetazioni miste di Chara e
Tolypella (Chareto-Tolypelletum hispanicae) composte da Tolypella hispanica, T. glomerata, T. nidifica, Chara
aspera, Ch. galioides e Ch. vulgaris oppure vegetazioni esclusive di T. hispanica (Tolypelletum hispanicae).
Combinazione fisionomica di riferimento
1. Chara tomentosa, Ch. globularis, Ch. intermedia, Ch. hispida, Ch. aspera, Nitella hyalina, N. tenuissima,
Nitellopsis obtusa
2. Chara sp.pl., Nitella sp.pl.
3. Chara sp.pl., Tolypella sp.pl.
4. Nitella sp. pl.
5. Chara canescens, Ch. galioides, Ch. aspera, Ch. vulgaris, Tolypella hispanica, T. glomerata, T. nidifica,
Lamprothamnium papulosum
Specie di interesse conservazionistico: Lychnothamnus barbatus, Chara pelosiana, Chara canescens, Nitella
capillaris, Tolypella nidifica, Lamprothamnium papulosum.
Riferimento sintassonomico
1, 3. Charetalia hispidae Sauer ex Krausch 1964, Charion fragilis Krausch 1964 em. Doll 1989
2. Charetalia hispidae Sauer ex Krausch 1964, Charion vulgaris (Krause et Lang 1977) Krause 1981
4. Nitelletalia flexilis Krause 1969
5. Charetalia hispidae Sauer ex Krausch 1964, Charion canescentis Krausch 1964
Dinamiche e contatti
Sono comunità dotate di una notevole stabilità per periodi medio-lunghi. La dinamica è spesso condizionata
dalla variazione del tenore di nutrienti delle acque (innesco di fenomeni di eutrofia, intorbidamento ed
affermazione di comunità di macrofite acquatiche e palustri e/o microalghe più tolleranti) o dall’invasione della
vegetazione idrofitica/elofitica circostante. La dinamica non sembra invece condizionata dall’esistenza di
periodi limitati di prosciugamento stagionale dei corpi idrici interessati.
In contatto con canneti di Phragmites australis, cenosi a Cladium mariscus (7210 "Paludi calcaree con
Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae"), paludi alcaline a Schoenus ferrugineus (7230 "Paludi
alcaline"), cenosi a carici, giunchi ed eriofori, arbusteti a Salix cinerea, comunità dei Potametea (3150 "Laghi
eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion e dell'Hydrocharition") in acque più profonde, dei
Phragmitetea in prossimità delle sponde e dell'habitat 3130 "Acque stagnanti da oligotrofe a mesotrofe con
vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea" delle depressioni umide.
Le specie e associazioni di acque salmastre sono in contatto con l’habitat 1150 (Lagune costiere).
Distribuzione dell’habitat in Italia
PM, LM, TR, FR, LG, EM, TS, UM, LZ, AB, PG, BS, CL, SC, VN, MR.
In Italia, l'habitat merita di essere censito in maniera più approfondita nei diversi ambienti in cui è
potenzialmente rinvenibile o è stato rinvenuto in passato.
98
1. I laghi italiani nei quali sono state finora segnalate praterie a Caroficee sono una trentina, un numero
probabilmente molto inferiore a quello dei laghi che ospitano queste formazioni anche se si tiene conto della
regressione che esse hanno subito ovunque, negli ultimi decenni, a causa dell’eutrofizzazione, delle
modificazioni del pH, dell’intorbidamento e delle variazioni del livello delle acque. Dati recenti sullo stato di
salute di queste praterie si hanno solo per pochi laghi del Lazio (Bolsena, Vico, Bracciano) e della Lombardia,
la cui vegetazione sommersa è attualmente in corso d’indagine. Cartografie di praterie a Caroficee rinvenute
in tre piccoli laghi alpini del Veneto sono state recentemente realizzate (Lasen & Scariot, 2007).
2. Diverse le segnalazioni di tali stazioni in Italia ma quasi tutte anteriori al 1965.
4. Nitella capillaris, un tempo ampiamente diffusa nell’emisfero settentrionale, è considerata oggi estinta in
Gran Bretagna (Bryant & Stewart 2003) e rara in Europa centrale (Krause, 1997). In Italia, le ultime
segnalazioni di N. capillaris risalgono agli anni 1960. Sono relative a piccole formazioni pure (M. Sibillini, 1300
m) (Pedrotti 1969) o miste a Cloroficee filamentose (Agro Pontino, Lazio) e a Chara globularis e fanerogame
aquatiche (Nuphar luteum, Hottonia palustris, Alisma plantago, Callitriche spp.), lungo le sponde del F.
Tagliamento (Corillion & Guerlesquin, 1963).
5. Ambedue i tipi di vegetazioni a Tolypella furono riscontrati, negli anni ’60, in Puglia, in paludi litorali in corso
di prosciugamento dei Golfi di Taranto (Salina Grande) e di Manfredonia (Torre di Rivola) e del Promontorio
del Gargano (Laguna di Varano). Queste vegetazioni furono ritenute tra le più ricche osservate negli ambienti
alcalino-salmastri d’Europa (Corillion & Guerlesquin, 1963). Non si hanno notizie sulla sopravivenza o meno di
queste vegetazioni nei siti di segnalazione.
Un’altra menzione va fatta per Tolypella nidifica, specie drasticamente ridotta nel Mar Baltico (Krause, 1997),
per la quale furono descritte, nella primavera del 1963, una vegetazione di strato inferiore nei Fragmiteti e
Cariceti inondati del Lago di Burano (Toscana) e delle Valli di Comacchio (Emilia Romagna) e una
popolazione associata a Salicornia sp. in canali salmastri in corso di prosciugamento tra Savio e Ravenna
(Romagna) (Corillion & Guerlesquin, 1963). Anche in questo caso, non si hanno notizie sulla persistenza o
meno di queste popolazioni.
Una nuova stazione a Tolypella hispanica è stata recentemente rinvenuta in Sicilia (Damino, 2004) e nuove
stazioni a Lamprothamnium papulosum - specie anche questa esclusivamente salmastra, che forma
popolazioni precoci, dense e pure - sono state rinvenute in Sicilia (Damino, 2004) e nel Veneto (Curiel,
comunicazione personale). Aggruppamenti a L. papulosum furono segnalati, nel 1970, nel Lago di Varano
(Corbetta, 1970).
Stazioni a Caroficee sono state recentemente rinvenute in Emilia-Romagna, in diverse aree protette regionali
e in quelle del versante romagnolo del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e
Campigna (Speranza & Sirotti, inedito) e sono state cartografate. I dati cartografici sono consultabili sul sito
http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/indice/gisweb.html
Il prosciugamento e l’eutrofizzazione delle acque hanno causato, in tutta Europa, una regressione delle
comunità a Caroficee. Molte stazioni del passato, in Italia come altrove in Europa, sono andate perdute.
Nuove stazioni sono probabilmente comparse in acque di nuova formazione (acque di riempimento di scavi
recenti, stagni artificiali di pesca, prati paludosi di territori sorgentiferi, ecc.), le Caroficee essendo,
nell’insieme, organismi capaci di diffondersi e compensare le perdite di precedenti stazioni. In Liguria, le rare
stazioni moderne verificate sono di origine artificiale (anche se almeno in un caso si tratta di antichissimi scavi
su grandi lastroni di pietra) (Mariotti, 2008) e meritano segnalazione in questo manuale per il ruolo che le
acque artificiali svolgono nella conservazione di specie sensibili all'inquinamento dei bacini naurali.
Note
Le notizie relative alla distribuzione dell’habitat sul territorio sono attualmente molto carenti. Vanno, in
particolare, ricercati gli insediamenti attuali delle specie più vulnerabili. Tra queste, ricordiamo Lychnothamnus
barbatus (un tempo abbondante nel Lago superiore di Mantova) e Chara pelosiana (= Ch. baueri f. pelosiana),
specie critica di particolare interesse rinvenuta in risaie e valli di S. Anna (prov. di Modena).
99
Particolare interesse potrà avere la realizzazione di una cartografia che dia informazioni relative alla presenza
di praterie a Caroficee estese nei laghi italiani e alla segnalazione di biotopi di particolare valore per le
caratteristiche della vegetazione a Caroficee in essi insediata.
Riferimenti Bibliografici
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Alessandrini A., Tosetti T., 2001 - Habitat dell'Emilia-Romagna. Manuale per il riconoscimento secondo il
metodo europeo "CORINE biotopes". Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, Bologna.
Bassi S. (ed.), 2007 - Gli habitat di interesse comunitario segnalati in Emilia-Romagna. Appendice alla carta
degli Habitat, dei SIC e delle ZPS dell'Emilia-Romagna. Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale
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Riferimenti Bibliografici online
http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/indice/gisweb.html
Nomi dei compilatori con e.mail
Nadia Abdelahad ([email protected])
31: Acque stagnanti
3150: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition
Natural euthrophic lakes with Magnopotamion or Hydrocharition-type vegetation
100
Nuphar lutea al Lago di Piediluco (TR), R.
Venanzoni
Codice CORINE Biotopes
22.13
x
22.13
22.41
Free-floating
22.421
Large
(22.41
vegetation
pondweed
22.422
Small
pondweed
22.431 - Floating broad-leaved carpets - Nymphaeion albae
Eutrophic
Lemnion
bed
communities
or
minoris
-
22.421)
waters
(Hydrocharition)
Magnopotamion
Parvopotamion
Codice EUNIS
C1.3 - Permanent eutrophic lakes, ponds and pools
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina (Alp, App), Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Lakes and ponds with mostly dirty grey to blue-green, more or less turbid, waters, particularly rich
in dissolved bases (pH usually > 7), with free-floating surface communities of the Hydrocharition
or, in deep, open waters, with associations of large pondweeds (Magnopotamion).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Habitat lacustri, palustri e di acque stagnanti eutrofiche ricche di basi con vegetazione dulciacquicola idrofitica
azonale, sommersa o natante, flottante o radicante, ad ampia distribuzione, riferibile alle classi Lemnetea e
Potametea.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Le comunità idrofitiche sono spesso paucispecifiche e vedono la forte dominanza di 1-2 specie,
accompagnate da poche sporadiche compagne. Tra le entità indicate nel Manuale EUR/27, possono essere
ricordate per l’Italia: Lemna spp., Spirodela spp., Wolffia spp., Hydrocharis morsus-ranae, Utricularia
australis, U. vulgaris, Potamogeton lucens, P. praelongus, P. perfoliatus, Azolla spp., Riccia spp.,
Ricciocarpus spp., #Aldrovanda vesiculosa, Stratiotes aloides (va aggiunto però che quest'ultima specie
ha valore diagnostico solo nei casi in cui la sua presenza sia certamente autoctona).
A queste possono essere aggiunte Salvinia natans, Potamogeton alpinus, P. berchtoldii, P. coloratus, P.
101
crispus, P. filiformis, P. gramineus, P. natans, P. nodosus, P. pectinatus, P. pusillus, P. trichoides, Persicaria
amphibia, Trapa natans, Nymphoides peltata, Nuphar lutea, Nymphaea alba, Ceratophyllum demersum, C.
submersum, Myriophyllum spicatum, M. verticillatum, Najas marina, N. minor, Hippuris vulgaris, Hottonia
palustris, Vallisneria spiralis, Zannichellia palustris, Z. obtusifolia.
Riferimento sintassonomico
L’Habitat 3150 viene riferito alle classi Lemnetea Tüxen ex O. Bolòs & Masclans 1955 e Potametea Klika in
Klika & Novák 1941. In particolare, si fa riferimento alle alleanze di seguito riportate, per ciascuna delle quali si
fornisce anche una breve definizione. Per la classe Potametea Klika in Klika & Novák 1941: Potamion
pectinati (Koch 1926) Libbert 1931 che include la vegetazione radicante sommersa generalmente con organi
fiorali emergenti (CORINE Biotopes: 22.421, 22.422); Nymphaeion albae Oberdorfer 1957 che include la
vegetazione radicante natante (CORINE Biotopes: 22.431); Zannichellion pedicellatae Schaminée, Lanjouw &
Schipper 1990 em. Pott 1992 che include la vegetazione radicante completamente sommersa (CORINE
Biotopes: 22.422); Ceratophyllion demersi Den Hartog & Segal ex Passarge 1996 che include la vegetazione
bentopleustofitica (CORINE Biotopes: 22.414); Utricularion vulgaris Den Hartog & Segal 1964 che include la
vegetazione mesopleustofitica di media taglia (CORINE Biotopes: 22.414). Per la classe Lemnetea Tüxen ex
O. Bolòs & Masclans 1955: Lemnion trisulcae Den Hartog & Segal ex Tüxen & Schwabe in Tüxen 1974 che
include la vegetazione mesopleustofitica di piccola taglia (CORINE Biotopes: 22.411); Lemno minorisHydrocharition morsus-ranae Rivas-Martínez, Fernández-González & Loidi 1999 (= Hydrocharition morsusranae Passarge 1996) che include la vegetazione acropleustofitica di media taglia (CORINE Biotopes:
22.412); Lemnion minoris Tüxen ex O. Bolòs & Masclans 1955 che include la vegetazione acropleustofitica di
piccola
taglia
(CORINE
Biotopes:
22.411,
22.415).
Le alleanze Ranunculion fluitantis Neuhäusl 1959 e Ranunculion aquatilis Passarge 1964 (= CallitrichoBatrachion Den Hartog & Segal 1964, CORINE Biotopes 22.432) (entrambe della classe Potametea) vanno
invece riferite all’Habitat 3260 ‘Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e
Callitricho-Batrachion’.
I termini acro-, meso- e bento-pleustofitica si riferiscono alla vegetazione idrofitica flottante che si sviluppa
rispettivamente sulla superficie, tra la superficie ed il fondo, o sul fondo dei corpi d’acqua (in quest’ultimo caso
con eventuale possibilità di radicare), secondo Rivas-Martínez (2005) e Peinado Lorca et al. (2008).
Dinamiche e contatti
La vegetazione idrofitica riferibile all’Habitat 3150 si sviluppa in specchi d’acqua di dimensione variabile, talora
anche nelle chiarie dei magnocariceti o all’interno delle radure di comunità elofitiche a dominanza di
Phragmites australis, Typha spp., Schoenoplectus spp. ecc., con le quali instaura contatti di tipo catenale.
Ciascuna di queste comunità rappresenta una permaserie ed in linea di massima non è soggetta a fenomeni
dinamico-successionali a meno che non vengano alterate le condizioni ambientali ed il regime idrico. Una forte
minaccia di scomparsa per questi sistemi di acqua dolce deriva proprio dai fenomeni di interrimento provocati
dall’accumulo di sedimento sui fondali (o dall’alterazione artificiale del regime idrico), che se particolarmente
accentuati possono provocare l’irreversibile alterazione dell’habitat e l’insediarsi di altre tipologie vegetazionali.
Specie alloctone
Elodea canadensis, Lemna minuta, Eichornia crassipes, Lemna aequinoctialis, Myriophyllum aquaticum
Distribuzione dell’habitat in Italia
AB, BS, CL, CM, EM, FR, LZ, LG, LM, ML, PM, PG, SR, SC, TS, TR, UM, VL, VN; MR
Note
Non sembrano esserci motivazioni di ordine ecologico o conservazionistico per limitare l’Habitat 3150 alle
tipologie vegetazionali inquadrabili nelle alleanze Hydrocharition e Magnopotamion; esso viene pertanto
ampliato includendovi per intero le classi Potametea (escl. Ranunculion fluitantis e Ranunculion aquatilis) e
102
Lemnetea, ampliando quindi il riferimento anche alle tipologie CORINE 22.422 (Small pondweed communities
- Parvopotamion) e 22.431 (Floating broad-leaved carpets - Nymphaeion albae).
È possibile la confusione con l’Habitat 3260: infatti, alcune delle specie qui menzionate (ad es. Myriophyllum
spp., Zannichellia palustris, Potamogeton spp.,) sono riportate nel Manuale EUR/27 anche a proposito
dell’Habitat 3260 ‘Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e CallitrichoBatrachion’; tuttavia il 3260 si riferisce ad habitat di acque fluenti mentre il 3150 è legato ad acque ferme
(anche in corpi idrici di estensione lineare, come canali e fossi inondati, purché con acque stagnanti). Questa
importante distinzione ecologica consente un appropriato riferimento all’Habitat più opportuno.
L'Habitat non risulta segnalato nelle Marche, regione in cui queste tipologie di vegetazione sono comunque
presenti, sebbene talora in modo molto frammentario.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Daniela Gigante - [email protected]
110
31: Acque stagnanti
3170*: Stagni temporanei mediterranei
Mediterranean temporary ponds
Cicendia filiformis, specie che caratterizza gli
aspetti tardo-primaverili degli stagni temporanei
mediterranei (Ferretto, Perugia), D. Gigante
Pozza temporanea colonizzata da Callitriche brutia
a Ferretto (PG), D. Gigante
111
Serapias cordigera, rara orchidea legata ai sistemi
di stagni temporanei mediterranei (Ferretto, PG), D.
Gigante
Vaschette su calcare (cupular pools) con
vegetazione a dominanza di Tillaea vaillantii Willd.,
in Salento meridionale (LE), P. Ernandes
112
Comunità primaverile a Eurhynchium striatum e
Isoëtes subinermis su 'waterlogged soils', in
Salento meridionale (BR), P. Ernandes
Vaschetta su calcare con fioritura di Bellis annua in
Puglia (LE), P. Ernandes
Esempio di vegetazione su waterlogged soils
riferibile all'associazione Serapio-Isoëtetum histricis
a Ferretto (PG), D. Gigante
113
Solenopsis laurentia, piccola campanulacea tipica
degli aspetti primaverili legati agli stagni
temporanei mediterranei, D. Gigante
Codice CORINE Biotopes
22.34
Southern
amphibious
communities
22.32 - Northern dwarf annual amphibious swards - Cyperetalia fusci (Nanocyperetalia) p.p.
Isoëtalia
Codice EUNIS
C3.4 - Species-poor beds of low-growing water-fringing or amphibious vegetation
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina (Alp), Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Very shallow temporary ponds (a few centimetres deep) which exist only in winter or late spring, with a
flora mainly composed of Mediterranean therophytic and geophytic species belonging to the
alliances Isoëtion, Nanocyperion flavescentis, Preslion cervinae, Agrostion salmanticae, Heleochloion and
Lythrion tribracteati.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Vegetazione anfibia Mediterranea, prevalentemente terofitica e geofitica di piccola taglia, a fenologia
prevalentemente tardo-invernale/primaverile, legata ai sistemi di stagni temporanei con acque poco profonde,
con distribuzione nelle aree costiere, subcostiere e talora interne dell’Italia peninsulare e insulare, dei Piani
Bioclimatici Submeso-, Meso- e Termo-Mediterraneo, riferibile alle alleanze: Isoëtion, Preslion cervinae,
Agrostion salmanticae, Nanocyperion, Verbenion supinae (= Heleochloion) e Lythrion tribracteati, Cicendion
e/o Cicendio-Solenopsion.
114
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Tra quelle elencate nel Manuale EUR/27 sono specie guida dell’Habitat per l’Italia, talora dominanti: Agrostis
pourretii, Centaurium spicatum, Chaetopogon fasciculatus, Cicendia filiformis, Crypsis aculeata, C.
alopecuroides, C. schoenoides, Cyperus flavescens, C. fuscus, C. michelianus, Damasonium alisma,
Elatine macropoda, Eryngium corniculatum, Exaculum pusillum, Fimbristylis bisumbellata,
Gnaphalium uliginosum, Illecebrum verticillatum, Isoëtes duriei, I. histrix, #I. malinverniana, I. velata,
Juncus bufonius, J. capitatus, J. pygmaeus, J. tenageja, Lythrum tribracteatum, #Marsilea strigosa,
Ranunculus lateriflorus, Serapias lingua, S. vomeracea, S. neglecta. Sono anche frequenti Centaurium
maritimum, C. pulchellum, Corrigiola littoralis, Gaudinia fragilis, Hypericum humifusum, Isolepis cernua, I.
setacea, Juncus foliosus, Lotus conimbricensis, Lythrum hyssopifolia, L. thymifolia, Mentha pulegium,
Myosotis caespitosa, Peplis portula, Radiola linoides, Ranunculus muricatus, R. sardous, Riccia spp.
Altre specie di notevole rilevanza conservazionistica sono: Airopsis tenella, Anagallis arvensis subsp.
parviflora, Antinoria insularis, Cressa cretica, Damasonium polyspermum, Eryngium barrelieri, Heliotropium
supinum, Isoëtes subinermis, Juncus hybridus, Lythrum borysthenicum, Myosurus minimus, Nananthea
perpusilla, Oenanthe globulosa, Pilularia minuta, Polypogon subspathaceus, Ranunculus revelierei, Romulea
ramiflora, Serapias cordigera, Solenopsis laurentia, Tillaea vaillanti, Trifolium ornithopodioides, Veronica
anagalloides.
Riferimento sintassonomico
L’Habitat 3170 è riferibile alle alleanze: Isoëtion Br.-Bl. 1936, Preslion cervinae Br.-Bl. ex Moor 1937,
Agrostion salmanticae Rivas Goday 1958, Cicendion (Rivas Goday in Rivas Goday & Borja 1961) Br.-Bl. 1967
(incl. Cicendio-Solenopsion laurentiae Brullo & Minissale 1998) dell’ordine Isoëtetalia Br.-Bl. 1936, ed alle
alleanze Nanocyperion Koch ex Libbert 1933, Verbenion supinae Slavnic 1951 (= Heleochloion Br.-Bl. in Br.Bl., Roussine & Nègre 1952) e Lythrion tribracteati Rivas Goday & Rivas-Martínez ex Rivas Goday 1970
dell’ordine Nanocyperetalia fusci Klika 1935.
Dinamiche e contatti
La vegetazione effimera mediterranea riferibile all’Habitat 3170* rappresenta un caso particolare dell’Habitat
3120, al quale si rimanda per una descrizione generale dei contatti dinamici e catenali. Nei siti costieri è
possibile la compenetrazione con le cenosi della classe Saginetea maritimae (Habitat 1310). Per quanto
riguarda il contesto vegetazionale alla scala di paesaggio, i collegamenti catenali coinvolgono la vegetazione
forestale a dominanza di Quercus ilex (9340), Q. suber (6310, 9320, 9330), Q. cerris e Q. frainetto (91M0).
Frequenti le situazioni di mosaico all’interno delle piccole radure umide degli ‘Arbusteti submediterranei e
temperati’, dei ‘Matorral arborescenti mediterranei’ e delle ‘Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche’
riferibili rispettivamente agli Habitat dei gruppi 51, 52 e 53 (per le tipologie che si rinvengono in Italia). Nei
contesti climatici ad affinità subatlantica, prevalentemente nell’Italia centrale tirrenica, è possibile il contatto
con la vegetazione di brughiera a dominanza di Calluna vulgaris delle ‘Lande secche europee’ dell’Habitat
4030.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
AB, CL, CM, EM, LZ, LG, LM, ML, PG, SR, SC, TS, UM, BS (Fascetti, in verbis)
Note
L’Habitat 3170* rappresenta un caso particolare del 3120 ‘Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale
su terreni generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoëtes spp.’, distinguibile da quest'ultimo
soprattuto per l’esigua profondità dell'acqua (pochi cm) e la temporaneità della sommersione: le pozze
tendono infatti a disseccare precocemente, già nel tardo-inverno o in primavera.
115
Il Manuale EUR/27 fa riferimento al codice CORINE Biotopes 22.34 (ordine Isoëtetalia); nella descrizione
dell’Habitat menziona anche le alleanze Nanocyperion flavescentis, Heleochloion e Lythrion tribracteati che
fanno parte dell’ordine Nanocyperetalia: esse afferiscono al codice CORINE 22.32 che va quindi incluso.
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Daniela Gigante - [email protected]
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32: Acque Correnti
120
32: Acque correnti – tratti di corsi d'acqua a dinamica naturale o seminaturale (letti minori, medi e maggiori) in
cui la qualità dell'acqua non presenta alterazioni significative
3250: Fiumi mediterranei a flusso permanente con Glaucium flavum
Constantly flowing Mediterranean rivers with Glaucium flavum
La Fiumara Anendolea nella Calabria meridionale
sui cui terrazzi si localizza la vegetazione glareicola
ad Helichrysum italicum riferita all'hatitat 3250
"Fiumi mediterramei a flusso permanente con
Glaucium flavum", Giovanni Spampinato
Codice CORINE Biotopes
24.225 - Mediterranean river gravel communities
32.4A1 - Helichrysum, Santolina, Phagnalon garrigues
Codice EUNIS
C3.553 - Sponde ghiaiose di fiumi mediterranei
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea, Continentale
Descrizione generale dell’habitat
121
Communities colonising gravel deposits of rivers with a Mediterranean, summer-low, flow regime, with
formations of the Glaucion flavi.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Comunità erbacee pioniere su alvei ghiaiosi o ciottolosi poco consolidati di impronta submediterranea con
formazioni del Glaucion flavi. Le stazioni si caratterizzano per l’alternanza di fasi di inondazione e di aridità
estiva marcata.
In Italia l’habitat comprende anche le formazioni a dominanza di camefite degli alvei ghiaiosi dei corsi d'acqua
intermittenti del Mediterraneo centrale (che corrispondono al codice Corine Biotopes 32.4A1) presenti in
particolare in Toscana, Calabria, Sicilia settentrionale e Sardegna. In queste regioni la natura friabile delle
rocce ed il particolare regime pluviometrico determinano ingenti trasporti solidi da parte dei corsi d'acqua che
hanno in genere regimi torrentizi. Si formano così corsi d’acqua con ampi greti ciottolosi (braided) denominati
in Calabria e Sicilia "Fiumare". Questi greti ciottolosi, interessati solo eccezionalmente dalle piene del corso
d'acqua, costituiscono degli ambienti permanentemente pionieri, la cui vegetazione è caratterizzata da specie
del genere Helichrysum (H. italicum, H. stoechas), Santolina (S. insularis, S. etrusca), Artemisia (A.
campestris, A. variabilis), ecc..
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Glaucium flavum, Myricaria germanica, Erucastrum nasturtiifolium, Oenothera biennis, Scrophularia
canina, Chenopodium botrys, Melilotus albus.
Le formazioni camefitiche dei corsi d’acqua intermittenti mediterranei sono caratterizzate da: Helichrysum
italicum, H. stoechas, Santolina insularis (endemica della Sardegna), Santolina etrusca (endemica di Toscana,
Lazio e Umbria), Satureja montana, Lotus commutatus, Scrophularia canina ssp. bicolor, Euphorbia rigida,
Artemisia variabilis, A. campestris, A. alba, Epilobium dodonei, Dittrichia viscosa, Seseli tortuosum, Galium
corrudifolium, Dorycnium hirsutum, Astragalus onobrychis, Asperula purpurea, Botriochloa ischaemon,
Andryala integrifolia, Oenothera stucchii.
Riferimento sintassonomico
Le cenosi attribuite a questo habitat appartengono all’alleanza Glaucion flavi Br.-Bl. ex Tchou 1948 (ordine
Epilobietalia Moor 1958, classe Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl. 1948).
Le associazioni appartenenti alle formazioni camefitiche a Helichrysum sp. pl. e Santolina sp. pl. sono
inquadrabili anche nell’alleanza Euphorbion rigidae Brullo & Spampinato 1990 (ordine ScrophularioHelichrysetalia Brullo 1984, classe Scrophulario-Helichrysetea Brullo, Scelsi & Spampinato 1998),
nell’alleanza Xerobromion (Br.-Bl. & Moor 1938) Moravec et al. 1967 (ordine Artemisio alba-Brometalia erecti
Br.-Bl. 1936, classe Festuca-Brometea Br.-Bl. & R. Tx. 1943 ex Klika & Hadac 1944) o nell’alleanza Artemisio
albae-Saturejion montanae Allegrezza, Biondi, Formica & Balzelli 1997 (ordine Rosmarinetalia officinalis Br.Bl. Ex Molinier 1934, classe Rosmarinetea officinalis Rivas-Martinez, Diaz, Prieto, Loidi & Penas 1991).
Dinamiche e contatti
Nei corsi d'acqua dell'Italia centro settentrionale in assenza di forti perturbazioni l’habitat evolve lentamente
verso le formazioni a Salix eleagnos (3240 “Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos”).
Contatti catenali si osservano con la vegetazione terofitica dell’habitat 3270 “Fiumi con argini melmosi con
vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.” e con i boschi ripiarali dell’habitat 92A0 “Foreste a
galleria di Salix alba e Populus alba”.
Nell'Italia meridionale e isole la vegetazione glareicola ad Helichrysum italicum si localizza nel tratto medio e
terminale dei corsi d’acqua intermittenti dove prende normalmente contatto catenale con la vegetazione alto
arbustiva ad oleandro e tamerici riferibile all'habitat 92D0 “Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio122
Tamaricetea e Securinegion tinctoriae)” o con la vegetazione terofitica dei greti asciutti in estate e inondati in
inverno (habitat 3270 “Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.”).
La vegetazione ad Helichrysum italicum forma spesso un mosaico con i pratelli terofitici silicicoli dei
Tuberarietea guttatae.
Distribuzione dell’habitat in Italia
CM, EM, SR, PM, LG, AB, ML, TS, SC, CL, BS.
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Edoardo Biondi ([email protected]), Liliana Zivkovic ([email protected])
124
32: Acque correnti - tratti di corsi d'acqua a dinamica naturale o seminaturale (letti minori, medi e maggiori) in
cui la qualità dell'acqua non presenta alterazioni significative
3260 : Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion
fluitantis e Callitricho- Batrachion.
Water courses of plain to montane levels with the Ranunculion fluitantis and Callitricho-Batrachion
vegetation
Formazioni a Nasturtium officinalis sulle rive
dell'Esino (Marche), Edoardo Biondi
Codice CORINE Biotopes
24.4 - Euhydrophytic river vegetation
22.432 - Shallow-water floating communities
Codice EUNIS
C1.242 - Comunità galleggianti di Ranunculus subgenus Batrachium in acque poco profonde
C2.1 - Sorgenti, fontanili e geyser
C2.2 - Corsi d’acqua permanenti a carattere torrentizio (ruscelli e torrenti), non influenzati dalle maree
C2.3 - Corsi d’acqua permanenti a carattere potamale (fiumi a lento decorso), non influenzati dalle maree
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Mediterranea, Alpina
Descrizione generale dell’habitat
Water courses of plain to montane levels, with submerged or floating vegetation of the Ranunculion fluitantis
and Callitricho-Batrachion (low water level during summer) or aquatic mosses.
This habitat is sometimes associated with Butomus umbellatus bank communities. It is important to take this
point into account in the process of site selection.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Questo habitat include i corsi d’acqua, dalla pianura alla fascia montana, caratterizzati da vegetazione
erbacea perenne paucispecifica formata da macrofite acquatiche a sviluppo prevalentemente subacqueo con
apparati fiorali generalmente emersi del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion e muschi acquatici.
Nella vegetazione esposta a corrente più veloce (Ranunculion fluitantis) gli apparati fogliari rimangono del
125
tutto sommersi mentre in condizioni reofile meno spinte una parte delle foglie è portata a livello della superficie
dell’acqua (Callitricho-Batrachion).
Questo habitat, di alto valore naturalistico ed elevata vulnerabilità, è spesso associato alle comunità a
Butomus umbellatus; è importante tenere conto di tale aspetto nell’individuazione dell’habitat.
La disponibilità di luce è una fattore critico e perciò questa vegetazione non si insedia in corsi d'acqua
ombreggiati dalla vegetazione esterna e dove la limpidezza dell’acqua è limitata dal trasporto torbido.
Combinazione fisionomica di riferimento
Ranunculus trichophyllus, R. fluitans, R. peltatus, R. penicillatus, R. aquatilis, R. circinatus (Padania,
Puglia e Sicilia), R. muricatus, R. rionii (Lago di Garda), R. baudotii, Zannichellia palustris, Z. obtusifolia,
Potamogeton spp. (tra cui P. schweinfurthii, presente in Italia solo in Sardegna), Myriophyllum spp.,
Callitriche spp., Isoëtes malinverniana# (endemica padana), Sium erectum, Fontinalis antipyretica,
Alopecurus aequalis, Butomus umbellatus, Glyceria maxima, G. fluitans, Groenlandia densa, Hottonia
palustris, Baldellia ranunculoides, Utricularia minor, Ceratophyllum submersum, Hippuris vulgaris, Najas
minor, Sagittaria sagittifolia, Vallisneria spiralis, Nuphar luteum, Ceratophyllum demersum, Cardamine amara,
Veronica anagallis-aquatica, Nasturtium officinale, Sparganium erectum, Apium nodiflorum, Scapania
undulata.
Riferimento sintassonomico
Le cenosi acquatiche attribuite a questo habitat rientrano nell’alleanza Ranunculion fluitantis Neuhäusl 1959 e
nell’alleanza Ranunculion aquatilis Passarge 1964 (syn. Callitricho-Batrachion Den Hartog & Segal 1964)
dell’ordine Potametalia Koch 1926 (classe Potametea Klika in Klika & Novák 1941). Il nome dell’alleanza
Callitricho-Batrachion (segnalata nel nome dell’habitat e sinonimo del Ranunculion aquatilis) deriva dai generi
Callitriche e Batrachium. Quest’ultimo è in realtà un subgenere ritenuto attualmente mal differenziabile dal
genere Ranunculus, pertanto nell’elenco floristico riportato nella scheda non è indicato.
Dinamiche e contatti
Vegetazione azonale stabile. Se il regime idrologico del corso d’acqua risulta costante, la vegetazione viene
controllata nella sua espansione ed evoluzione dall’azione stessa della corrente. Ove venga meno l’influsso
della corrente possono subentrare fitocenosi elofitiche della classe Phragmiti-Magnocaricetea e, soprattutto in
corrispondenza delle zone marginali dei corsi d’acqua, ove la corrente risulta molto rallentata o addirittura
annullata, si può realizzare una commistione con alcuni elementi del Potamion e di Lemnetea minoris che
esprimono una transizione verso la vegetazione di acque stagnanti (habitat 3150 “Laghi eutrofici naturali con
vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition”). Viceversa, un aumento molto sensibile della corrente può
ridurre la capacità delle macrofite di radicare sul fondale ciottoloso e in continuo movimento.
Specie alloctone
Elodea canadensis, Hydrocotyle ranunculoides, Myriophyllum aquaticum, Heteranthera reniformis.
Distribuzione dell’habitat in Italia
VN, SC, AB, UM, LZ, NL, EM, FR, PM, LM, LG, TS, TR, MR, CL, BS, CM.
Note
126
Alcune delle specie dell’habitat 3260 (ad es. Potamogeton spp.) possono rientrare anche nel 3150 “Laghi
eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition”; tuttavia tra i due habitat c’è
un’importante distinzione ecologica in quanto il 3150 è legato ad acque ferme mentre il 3260 si riferisce ad
acque fluenti.
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Riferimenti Bibliografici online
Nomi dei compilatori con e.mail
Liliana Zivkovic ([email protected]),
([email protected])
Edoardo
Biondi
([email protected]),
Cesare
Lasen
128
32: Acque correnti - tratti di corsi d'acqua a dinamica naturale o seminaturale (letti minori, medi e maggiori) in
cui la qualità dell'acqua non presenta alterazioni significative
3280 : Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell’alleanza
Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba.
Constantly flowing Mediterranean rivers with Paspalo-Agrostidion species and hanging curtains of Salix
and Populus alba.
Codice CORINE Biotopes
24.53 - Mediterranean river mud communities
Codice EUNIS
E5.4 - Megaforbieti mesofili e bordure di felci, su suolo umido
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea, Continentale, Alpina
Descrizione generale dell’habitat
Nitrophilous annual and perennial grass and sedge formations of the alluvial banks of large Mediterranean
rivers, with Paspalum paspaloides, P. vaginatum, Polypogon viridis (= Agrostis semiverticillata), Cyperus
fuscus, and hanging curtains of Salix spp. and Populus alba.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Vegetazione igro-nitrofila paucispecifica presente lungo i corsi d’acqua mediterranei a flusso permanente, su
suoli permanentemente umidi e temporaneamente inondati. E’ un pascolo perenne denso, prostrato, quasi
monospecifico dominato da graminacee rizomatose del genere Paspalum, al cui interno possono svilupparsi
alcune piante come Cynodon dactylon e Polypogon viridis. Colonizza i depositi fluviali con granulometria fine
(limosa), molto umidi e sommersi durante la maggior parte dell’anno, ricchi di materiale organico proveniente
dalle acque eutrofiche.
Sottotipi e varianti
Frase diagnostica degli eventuali sottotipi, preceduta dal corrispondente codice numerico di riferimento (codice
Corine Biotops) come indicato nel Manuale d’interpretazione EUR/27. Per eventuali sottotipi non presenti nel
Manuale, inserire un numero romano progressivo dopo il codice dell’habitat. Eventuali nuovi sottotipi
individuati per l’Italia devono avere una valenza prevalentemente biogeografica e, quando possibile,
129
corrispondere ad una tipologia Corine Biotopes. È utile indicare eventuali varianti di carattere ecologico e
floristico.
Combinazione fisionomica di riferimento
Paspalum paspaloides (= P.distichum), P. vaginatum, (presente in Sardegna, Toscana e Liguria),
Polypogon viridis (= Agrostis semiverticillata), Lotus tenuis, Saponaria officinalis, Elymus repens,
Ranunculus repens, Rumex sp. pl., Cynodon dactylon, Cyperus fuscus, Salix sp. pl., Populus alba, P.
nigra.
Riferimento sintassonomico
Le cenosi di questo habitat rientrano nell’alleanza Paspalo-Agrostion verticillati Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine &
Nègre 1952, sinonimo del Paspalo-Polypogonion viridis Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952 nom. mut.
(art. 45), (ordine Paspalo-Heleochloetalia Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952, classe MolinioArrhenatheretea Tüxen 1937). Si ricordano le associazioni Paspalo paspaloidis-Polypogonetum viridis Br.-Bl.
in Br.-Bl., Gajewski, Wraber & Walas e Loto tenuis-Paspaletum paspaloidis Biondi, Casavecchia & Radetic
2002.
Dinamiche e contatti
Le praterie igrofile a Paspalum paspaloides occupano gli spazi potenzialmente colonizzabili dai boschi
planiziali riferibili agli habitat 91E0* “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion,
Alnion incanae, Salicion albae)”, 92A0 “Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba”, 91B0 “Frassineti
termofili a Fraxinus angustifolia” e 91F0 “Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e
Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)”.
L’habitat è in contatto catenale con la vegetazione idrofitica dei corsi d’acqua (3130 “Acque stagnanti, da
oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea”, 3140 “Acque
oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.”, 3150 “Laghi eutrofici naturali con
vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition”, 3170 “Stagni temporanei mediterranei”, 3260 “Fiumi delle
pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion”), con la vegetazione
erbacea del Bidention e Chenopodion rubri (3270 “Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion
rubri p.p. e Bidention p.p.”), con la vegetazione di megaforbie igrofile dell’habitat 6430 “Bordure planiziali,
montane e alpine di megaforbie idrofile “ e con i saliceti ripariali arbustivi dell'habitat 3240 “Fiumi alpini con
vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos”.
Specie alloctone
Paspalum paspaloides (= P.distichum), P. vaginatum, P. dilatatum, Xanthium italicum, Echinochloa colona,
Bidens frondosa, Datura ferox, D. innoxia.
130
Distribuzione dell’habitat in Italia
PG, AB, ML, SC, LZ, TS, MR, BS, CL, LG, EM, CM
Sono indicate le sigle delle regioni in cui l'habitat risulta segnalato in base alla banca dati del Ministero. Sono
evidenziate in rosso le regioni che non compaiono nella banca dati del Ministero, ma per le quali la presenza
dell'habitat è ritenuta certa dai compilatori o dai revisori della scheda; in verde le regioni che non compaiono
nella banca dati del Ministero, ma per le quali la presenza dell'habitat è ritenuta possibile/probabile dai
compilatori o dai revisori della scheda; in blu le regioni, già presenti nella banca dati del Ministero, per le quali
la presenza dell'habitat è da escludere. (Sigle delle regioni italiane: AB= Abruzzo, BS= Basilicata, CL=
Calabria, CM= Campania, EM= Emilia-Romagna, FR= Friuli Venezia Giulia, LG= Liguria, LM= Lombardia, LZ=
Lazio, ML= Molise, MR= Marche, PG=Puglia, PM= Piemonte, SC= Sicilia, SR= Sardegna, TR= Trentino-Alto
Adige, TS= Toscana, UM= Umbria, VL= Valle d'Aosta, VN= Veneto)
Note
La descrizione dell’habitat 3280 nel manuale europeo di interpretazione degli habitat rileva l’eterogeneità della
vegetazione e caratterizza questo tipo di habitat costituito da un complesso di diverse comunità vegetali
collegate catenalmente tra loro lungo i corsi d’acqua. L’habitat si distingue dal successivo 3290 “Fiumi
mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion” semplicemente per l’intermittenza del flusso
idrico che determina una riduzione delle tipologie vegetazionali in quanto la vegetazione che permette di
individuare i due habitat è esattamente la stessa mentre possono variare i rapporti catenali con microambienti
occupati dalla vegetazione della Potametea presenti nell’habitat 3290.
In Italia è stata descritta anche un’associazione di ambiente salmastro, l’ Inulo crithmoidis-Paspaletum vaginati
Filigheddu, Farris & Biondi 2000, riferibile all’habitat 1410 “Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)”
e segnalata in una zona lagunare nei pressi di Oristano (Sardegna) (Filigheddu et al., 2000).
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40: Lande e Arbusteti Temperati
134
40: Lande e arbusteti temperati
4060: Lande alpine e boreali
Alpine and Boreal heaths
Brughiera basa a Vaccinium-Loiseleuria sul Monte
Pore (Dolomiti, BL), Cesare Lasen
Codice CORINE Biotopes 31.4
31.41 - Dwarf azalea and Vaccinium heaths
31.42 - Alpenrose heaths
31.43 - Dwarf juniper scrub
31.44 - Empetrum-Vaccinium heaths
31.47 - Bearberry heaths
31.48 - Hairy alpenrose heaths
31.491 - High montane Dryas mats
31.4A - Apennine Vaccinium heaths
31.4B - High mountain greenweed heaths
Codice EUNIS
F2.21 - Alpide dwarf ericoid wind heaths
F2.22 - Alpide acidocline [Rhododendron] heaths
F2.23 - Southern Palaearctic mountain dwarf [Juniperus] scrub
F2.24 - Alpigenic high mountain [Empetrum - Vaccinium] heaths
F2.27 - Alpide [Arctostaphylos uva-ursi] and [Arctostaphylos alpinus] heaths
F2.28 - Alpide [Rhododendron hirsutum] - [Erica] heaths
F2.29 - [Dryas octopetala] mats
F2.2A - Alpide high mountain dwarf [Vaccinium] heaths
F2.2B - Alpide high mountain [Genista] and [Chamaecytisus] heaths
Regione biogeografica di appartenenza
Alpina, Continentale, Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Small, dwarf or prostrate shrub formations of the alpine and sub-alpine zones of the mountains of Eurasia
dominated by ericaceous species, Dryas octopetala, dwarf junipers, brooms or greenweeds; Dryas heaths of
the British Isles and Scandinavia.
Sub-types:
135
31.41 - Alpide dwarf ericoid wind heaths. Loiseleurio-Vaccinion.
Very low, single-stratum, carpets of trailing azalea, Loiseleuria procumbens, prostate Vaccinium spp. or other
prostate ericoid shrublets, accompanied by lichen, of high windswept, mostly snowfree, localities in the alpine
belt of the high mountains of the Alpine system.
31.42 - Acidocline alpenrose heaths. Rhododendro-Vaccinion.
Rhododendron spp.-dominated heaths of acid podsols in the Alps, the Pyrenees, the Dinarids, the
Carpathians, the Balkan Range, the Pontic Range, the Caucasus and the Himalayan system, often with
Vaccinium spp., sometimes with dwarf pines.
31.43 - Mountain dwarf juniper scrub. Juniperion nanae, Pino-Juniperion sabinae p., Pino-Cytision purgantis p.
Usually dense formations of prostrate junipers of the higher levels of southern Palaearctic mountains.
31.44 - High mountain Empetrum-Vaccinium heaths. Empetro-Vaccinietum uliginosi.
Dwarf heaths dominated by Empetrum hermaphroditum, Vaccinium uliginosum, with Arctostaphylos alpina,
Vaccinium myrtillus, Vaccinium vitis-idaea and lycopodes (Huperzia selago, Diphasiastrum alpinum), mosses
(Barbilophozia lycopodioides, Hylocomium splendens, Pleurozium schreberi, Rhythidiadelphus triquetrus) and
lichens (Cetraria islandica, Cladonia arbuscula, Cladonia rangiferina, Cladonia stellaris, Cladonia gracilis,
Peltigera aphthosa) of the sub-alpine belt of the Alps, the Carpathians, the Pyrenees, the Central Massif, the
Jura, the Northern Apennines, characteristic of relatively windswept, snow-free stations, in frost-exposure
situations that are, however, less extreme than those prevailing where communities of 31.41 dominate. Unlike
the formations of 31.41, those of 31.44 are clearly two-layered.
31.45 - Boreo-alpine heaths
Alpine heaths of the highlands and islands of Scotland, alpine and lowland boreal heaths of Iceland, alpine
heaths of boreal mountains, in particular of the mountains of Scandinavia, of the Urals, of the mountains of
Siberia, alpine heaths of Far Eastern mountains at, or just south of, the limits of the boreal zone, with
Juniperus nana, Loiseleuria procumbens, Empetrum hermaphroditum, Arctostaphylos uva-ursi, Arctostaphylos
alpina and elements of Alpine flora.
31.46 - Bruckenthalia heaths: only outside the European Union.
31.47 - Alpide bearberry heaths. Mugo-Rhodoretum hirsuti p., Juniperion nanae p., i.a.
Mats of Arctostaphylos uva-ursi or Arctostaphylos alpina of the alpine, sub-alpine and locally, montane, belts
of the Alps, the Pyrenees, the northern and central Apennines, the Dinarids, the Carpathians, the Balkan
Range, the Rhodopides (south to the Slavianka-Orvilos, the Menikion, the Pangeon, the Falakron and the
Rhodopi), the Moeso-Macedonian mountains (including Athos), the Pelagonides (south to the Greek
Macedonian border ranges Tzena, Pinovon and Kajmakchalan) and Olympus, in the Thessalian mountains,
mostly on calcareous substrates.
31.48 - Hairy alpenrose-erica heaths. Mugo-Rhodoretum hirsuti p.
Forest substitution heaths, treeline fringe formations and alpine heaths or mats of calcareous soils in the Alps
and the Dinarides, with Rhododendron hirsutum, Rhododendron intermedium, Rhodothamnus chamaecistus
and Erica herbacea, often accompanied by Clematis alpina, Daphne striata, Daphne mezereum, Globularia
cordifolia, Arctostaphylos uva-ursi. Rhododendron hirsutum and, mostly in the Austrian Alps, Erica herbacea
are the most frequent dominants; other shrubs can locally play that role. Arctostaphylos spp.-dominated facies
have, however, been included in 31.47.
31.49 - Mountain avens mats
Dwarf heaths formed by mats of the woody Dryas octopetala in high Palaearctic mountains, in boreal regions
and in isolated Atlantic coastal outposts.
31.4A - High mountain dwarf bilberry heaths
Vaccinium-dominated dwarf heaths of the sub-alpine belt of southern mountains, in particular, of the northern
and central Apennines, the Balkan Range, the Helenides, the Pontic Range and the Caucasus, with Vaccinium
myrtillus, Vaccinium uliginosum s.l., Vaccinium vitis-idaea and, locally, Empetrum nigrum. They are richer in
grassland species than the communities of 31.44 and often take the appearance of alpine grassland with
136
dwarf shrubs. Vaccinium myrtillus also plays a much more dominant role, in lieu of Vaccinium uliginosum and
Empetrum hermaphroditum.
31.4B - High mountain greenweed heaths
Low Genista spp. or Chamaecytisus spp. heaths of the sub-alpine, low alpine or montane belts of high
southern nemoral mountains, in particular of the southern Alps, the Apennines, the Dinarides, the southern
Carpathians, the Balkan Range, the Moeso-Macedonian mountains, the Pelagonides, the northern Pindus, the
Rhodopides, the Thessalian mountains.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Formazioni di arbusti bassi, nani o prostrati delle fasce alpina, subalpina e montana dei rilievi montuosi
eurasiatici, dominate in particolare da ericacee e/o ginepro nano.
In Italia è presente sulle Alpi e sull’Appennino. Si sviluppa normalmente nella fascia altitudinale compresa fra il
limite della foresta e le praterie primarie d’altitudine ma, in situazioni particolari, si riscontra anche a quote più
basse.
Questo habitat, sulle Alpi, è certamente tra i più diffusi e ben rappresentati poiché include sia i rodorovaccinieti acidofili (Rhododendron ferrugineum, Vaccinium sp.) che i rodoreti basifili (Rhododendron hirsutum,
Rhodothamnus chamaecistus), i tappeti di azalea nana (Loiseleuria procumbens), le formazioni a ginepro
nano (Juniperus communis subsp. alpina), quelle a ginestra stellata (Genista radiata), ad uva ursina
(Arctostaphylos uva-ursi) dei crinali ventosi e, infine, quelle a camedrio alpino (Dryas octopetala), qualora non
ricondotte all’habitat 6170 “Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine”).
Scendendo lungo l’Appennino molte di queste comunità (es. rodoreti e vaccinieti) scompaiono e nella porzione
più meridionale è possibile rilevare soprattutto i ginepreti a Juniperus communis subsp. alpina e a Juniperus
hemisphaerica, che vengono inclusi in questo habitat
Le numerose cenosi che confluiscono in questo tipo svolgono un ruolo essenziale sia per l'impronta che
conferiscono al paesaggio vegetale, sia per il ruolo di protezione dei suoli e dei versanti.
Sottotipi e varianti (compilare se necessario)
31.41: formazioni camefitiche acidofile alpine che colonizzano le creste e i crinali montuosi caratterizzati da
breve permanenza della copertura nevosa e secchezza del suolo, entrambi dovuti all’effetto dei venti costanti.
Sono dominate dall’azalea nana (Loiseleuria procumbens) e si possono distinguere aspetti più xerici, con molti
licheni, e altri più umidi, in cui si rileva anche Carex curvula. A volte entrano nel corteggio floristico, molto
povero, i mirtilli in forma prostrata. In tal senso, nelle alpi sudoccidentali Vacccinium uliginosum subsp.
microphyllum in alcuni casi sostituisce completamente Loiseleuria procumbens costituendo, quindi, una
variante alternativa.
31.42: formazioni arbustive che si sviluppano nella fascia subalpina su suoli acidi mediamente evoluti da
mesici a xerici. Sono dominate da diverse specie di ericacee, la più frequente delle quali è Rhododendron
ferrugineum, seguita dai mirtilli (Vaccinium sp.pl.). Questi arbusteti costituiscono la fascia climatofila nel piano
subalpino dei rilievi acidi. Spesso appaiono come stadi di incespugliamento dei pascoli abbandonati. Sono
ricorrenti tre aspetti in particolare: quello mesico su suoli profondi ad innevamento prolungato dominato da
Rhododendron ferrugineum, quello più aridofilo, su versanti a breve innevamento, con Pinus mugo e quello
con Calluna vulgaris.
31.43: arbusteti dominati nettamente da Juniperus communis subsp. alpina che si sviluppano nel piano
subalpino su versanti meridionali in cui la copertura nevosa non è molto prolungata, su suoli anche superficiali
e sassosi. Il ginepro nano sopporta sia un notevole disseccamento estivo ma anche una pesante coltre di
neve invernale. In alcuni casi è accompagnato da Arctostaphylos uva-ursi e, in particolari condizioni di umidità
atmosferica, Calluna vulgaris.
31.44: fitocenosi basso arbustive presenti oltre il limite della vegetazione arborea, su versanti acclivi o su
forme convesse del rilievo, su suoli poco profondi e ricchi in scheletro; Empetrum hermaphroditum, muschi e
137
licheni dominano lo strato vegetale inferiore mentre quello più elevato è caratterizzato da Vaccinium
uliginosum subsp. microphyllum ed emicriptofite scapose e rosulate.
31.47: cespuglieti contorti, dominati da Arctostaphylos alpina o A. uva-ursi, presenti nelle fasce alpina,
subalpina e, localmente, montana, delle Alpi e dell’Appennino centrale e settentrionale.
31.48: formazioni di piccoli arbusti (Erica carnea o Rhododendron hirsutum) dei piani montano, subalpino ed
alpino su substrati carbonatici piuttosto primitivi. Costituiscono i mantelli di pinete, mughete e faggete e
possono colonizzare i pascoli abbandonati. L’aspetto a Erica carnea è tipico del piano montano e
subalpino, quello a Rhododendron hirsutum è più mesofilo.
31.491: vegetazioni “a spalliera” dominate da Dryas octopetala che si sviluppano nel piano alpino su substrati
carbonatici estremamente primitivi e poco consolidati. Il camedrio alpino è in grado di stabilizzare porzioni di
ghiaioni e penetrare nelle fessure delle rocce.
31.4A: arbusteti bassi dominati da mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) della fascia montana superiore e
subalpina dell’Appennino centro-settentrionale, su versanti poco acclivi e su forme concave del rilievo, dove la
neve permane lungamente;
31. 4B: comunità a dominanza di ginestra stellata (Genista radiata) dei piani montano e subalpino su substrati
carbonatici e suoli piuttosto primitivi. Costituiscono spesso mantelli di boschi di latifoglie mesofile e
colonizzano i pascoli abbandonati.
Combinazione fisionomica di riferimento
31.41: Loiseleuria procumbens, Carex curvula subsp. curvula, Arctostaphylos alpina, Primula minima,
Vaccinium uliginosum subsp. microphyllum, licheni (Cetraria islandica, Thamnolia vermicularis)
31.42: Rhododendron ferrugineum, Vaccinium myrtillus, V. uliginosum subsp. microphyllum, V. vitis-idaea,
Alnus viridis, Astrantia minor, Avenella flexuosa, Calluna vulgaris, Gentiana burseri subsp. villarsii, Homogyne
alpina, Huperzia selago, Hypericum richeri, Juniperus communis subsp. alpina, Listera cordata, Lonicera
coerulea, Luzula lutea subsp. lutea, Luzula luzuloides subsp. rubella, Luzula sieberi, Pinus mugo, Poa chaixii,
Pyrola minor, Solidago virgaurea subsp. minuta, Willemetia stipitata subsp. stipitata.
31.43: Juniperus communis subsp. alpina, J. sabina, J. hemisphaerica, Arctostaphylos uva-ursi, Allium
victorialis, Brachypodium genuense, Calluna vulgaris, Cotoneaster integerrimus, C. nebrodensis, Daphne
oleoides, Geranium rivulare, Globularia meridionalis, Helianthemum nummularium subsp. grandiflorum,
Helictotrichon parlatorei, Laserpitium halleri, Pulsatilla alpina, Rhamnus alpina subsp. fallax, Rosa pendulina,
Senecio abrotanifolius, Senecio doronicum, Sesleria juncifolia subsp. juncifolia, Viola thomasiana.
31.44: Empetrum hermaphroditum, Vaccinium uliginosum subsp. microphyllum, Huperzia selago,
Mnium marginatum, Cladonia sp. pl.
31.47: Arctostaphylos alpina, A. uva-ursi, Anthyllis montana subsp. atropurpurea, Brachypodium genuense,
Cytisus spinescens, Helianthemum nummularium subsp. glabrum, H. oelandicum subsp. incanum, Juniperus
communis subsp. alpina, Sesleria nitida.
31.491: Dryas octopetala subsp. octopetala, Anthyllis vulneraria subsp. alpestris, Carex firma
31.4A: Vaccinium myrtillus, Vaccinium uliginosum subsp. microphyllum, Hypericum richeri, Antennaria
dioica, Avenella flexuosa, Bistorta vivipara, Calluna vulgaris, Gentiana lutea, Juniperus communis subsp.
alpina, Potentilla erecta, Rhododendron ferrugineum, Soldanella alpina, Solidago virgaurea, muschi
(Polytrichum juniperinum), licheni (Cetraria islandica e Peltigera rufescens)
31.4B: Genista radiata, Brachypodium genuense, Carex macrolepis, Centaurea triumfetti subsp. aligera,
Daphne oleoides, Helianthemum nummularium subsp. glabrum, Rosa pendulina, Sesleria apennina, Erica
carnea, Chamaecytisus purpureus, Polygala chamaebuxus, Arctostaphylos uva-ursi, Sesleria varia, Carex
sempervirens, C. humilis. In questo habitat, come indicato, sono frequenti i licopodi (Huperzia selago,
Lycopodium annotinum, Diphasiatrum alpinum), muschi (Hylocomium splendens, Rhythidiadelphus triquetrus,
Hylocomium schreberi, Polytrichum juniperinum e Mnium marginatum) e licheni (Cetraria sp.pl., Peltigera
rufescens, Cladonia sp.pl.).
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31.48: Rhododendron hirsutum, Rhodothamnus chamaecistus, Erica carnea subsp. carnea,
Arctostaphylos uva-ursi, Cytisus emeriflorus, Genista radiata.
Riferimento sintassonomico
Tutte le comunità sono definite fisionomicamente dalle specie dominanti indicate per i vari sottotipi.
L’inquadramento sintassonomico è piuttosto complesso visto il numero elevato di aspetti cenologici differenti
che è possibile rilevare in Italia (Alpi, Appennino settentrionale, centrale e meridionale).
In generale, comunque, le comunità suddette vengono ricondotte essenzialmente alle seguenti alleanze:
Loiseleurio-Vaccinion Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny 1926, Rhododendro-Vaccinion (Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny 1926)
Br.-Bl. 1948, Juniperion nanae Br.-Bl. 1939 (Vaccinio-Piceetea Br.-Bl. in Br.-Bl. et al. 1939), Ericion carneae
Rubel ex Grabherr, Greimler et Mucina 1993 (Erico-Pinetea Horvat 1959), Daphno oleoidis-Juniperion alpinae
Stanisci 1997 (Junipero-Pinetea Rivas-Martinez 1965 nom. inv. prop. 2002), Berberidion vulgaris Br.-Bl. 1950
(Rhamno-Prunetea spinosae Rivas Goday et Borja Carbonell 1961) e Geranion sanguinei Tx. ex Muller 1961
(Trifolio-Geranietea Th. Muller 1961).
Dinamiche e contatti
Dinamica:
Molte delle formazioni indicate rappresentano l’espressione climacica della fascia subalpina superiore e,
pertanto, in assenza di perturbazioni, sono destinate a non subire modificazioni. In alcuni casi sono formazioni
pioniere favorite dalla persistenza di fattori limitanti (crinali ventosi, versanti ripidi, innevamento prolungato,
acidità del suolo, aridità, ecc.).
Si tratta di un habitat che è stato fortemente contratto per favorire il pascolo, originando praterie che, se
abbandonate, vengono ricolonizzate spontaneamente, seppure con velocità variabile.
In termini sindinamici: al di sopra del limite del bosco, l’evoluzione di queste formazioni è molto limitata, salvo
la colonizzazione in ambiente alpino di alberi sparsi, mentre per alcune, più tipiche della fascia montana,
potrebbe manifestarsi in tempi più o meno lunghi una evoluzione verso le formazioni forestali, essenzialmente
di conifere sulle Alpi e di faggio sull’Appennino.
La gran parte delle specie erbacee presenti in queste comunità sono caratteristiche delle praterie circostanti, a
dimostrazione di un collegamento dinamico. Ma l’intervallo di tempo necessario per il recupero delle praterie di
sostituzione, una volta abbandonate dal pascolo, soprattutto quelle dei vaccinieti, è probabilmente piuttosto
lungo in quanto le graminacee che dominano queste associazioni prative, fortemente competitive e dotate di
robusti apparati radicali, rendono difficile l’insediamento delle comunità legnose.
Contatti:
A seconda dell’aspetto considerato e delle particolari condizioni stazionali, possono formarsi complessi
mosaici o contatti (seriali o catenali) con praterie (curvuleti, firmeti, festuceti, elineti, seslerieti, nardeti,
brachipodieti, brometi), saliceti nani delle vallette nivali, rupi casmofitiche, formazioni glareicole, mughete,
alneti di ontano verde, pinete di pino nero, pinete di pino silvestre, lariceti, cembreti, abetine, peccete, faggete
e perfino con gli ostrieti del Cytisantho-Ostryetum.
In particolare le formazioni a Genista radiata dei versanti meridionali dell'arco alpino, in espansione a seguito
dell'abbandono dei prati e dei pascoli, sono a contatto sia con formazioni di seslerio-brometo (6210 e 6170),
che con le mughete basifile (4070).
Molte di queste comunità sono riferibili ad habitat di interesse comunitario.
Distribuzione dell’habitat in Italia
PM, VD, LG, LM, TR, VN, FR, EM, TS, UM, MR, LZ, AB, ML, BS, CL.
Frequente in tutto l’arco alpino, mentre è frammentato e ridotto in termini di estensione e di tipologie
scendendo lungo l’Appennino, dove soprattutto i vaccinieti diventano sempre più rari, mentre i ginepreti
prostrati sono piuttosto frequenti sui rilievi carbonatici.
139
Note
Secondo alcuni Autori, gli stadi a netta dominanza di Dryas octopetala, in particolare quelli su substrati
calcareo-dolomitici, vanno riferiti all’habitat 6170 "Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine".
Con riferimento alle pinete a pino mugo, si riconducono a questo habitat solo quelle su substrato silicatico
mentre quelle su substrato carbonatico, ma su suolo decarbonatato, vengono riferite all’habitat 4070
"Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum (Mugo-Rhododendretum hirsuti)".
I ginepreti a Juniperus hemisphaerica e a J. sabina vengono inclusi in questo habitat in quanto contenuti in un
sottotipo del codice 31.43.
I genisteti a Genista radiata indicati per Appennino umbro-marchigiano e marchigiano costituiscono per lo più
orli eliofili nell'ambito della classe Trifolio-Geranietea. L'ulteriore evoluzione verso cenosi più mature attraverso
l'ingresso di specie della Rhamno-Prunetea risulta spesso bloccata per le particolari condizioni
geomorfologiche ed edafiche che si realizzano nei settori sommitali dei rilievi calcarei dove tali cenosi si
rinvengono. L'associazione Centaureo triumfetti-Genistetum radiatae indicata per il Massiccio del Monte
Cucco pertanto rappresenta l'aspetto più maturo della serie durevole della ginestra stellata.
In assenza di un habitat specifico per le alnete di ontano verde (Alnetum viridis s.l.), quelle miste a rododendro
ferrugineo possono essere riferite a questo habitat. Laddove prevalgano i salici, si può utilizzare l'habitat 4080
"Boscaglie subartiche di Salix spp.".
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Tomaselli M., Rossi G., Manzini M.L., Del Prete C., 2002. Carta della vegetazione 1:15.000 del Parco
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http://www.regione.piemonte.it/habiweb/ricercaSic.do
http://www.regione.piemonte.it/habiweb/ricercaAmbienti.do
http://www.regione.emilia-romagna.it/natura2000/indice/gisweb.html
Nomi dei compilatori con e.mail
Carlo Blasi ([email protected]) Riccardo Copiz ([email protected])
142
40: Lande e arbusteti temperati
4090: Lande oro-mediterranee endemiche a ginestre spinose
Endemic oro-Mediterranean heaths with gorse
Codice CORINE Biotopes
31.7
31.75 - Cyrno-Sardian hedgehog-heaths
31.76 - Mount Etna hedgehog-heaths
31.77 - Madonie and Apennine hedgehog-heaths
31.7E - Astragalus sempervirens hedgehog-heaths
Codice EUNIS
F7.45 - Cyrno-Sardinian hedgehog-heaths
F7.46 - Mount Etna hedgehog-heaths
F7.47 - Madonie and Apennine hedgehog-heaths
F7.4E - [Astragalus sempervirens] hedgehog-heaths
Regione biogeografica di appartenenza
Alpina, Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Primary cushion heaths of the high, dry mountains of the Mediterranean and Irano-Turanian regions, with low,
cushion-forming, often spiny shrubs, such as Acantholimon, Astragalus, Erinacea, Vella, Bupleurum,
Ptilotrichum, Genista, Echinospartum, Anthyllis and various composites and labiates; secondary, zoogenic
cushion heaths of the same regions, either downslope extensions of the high-altitude formations, and
dominated by the same species, or specifically montane or steppic, often Genista-dominated in the
Mediterranean region. Excluded are cushion-heaths of thermo-Mediterranean lowlands (33) and of deserts
and semideserts (7).
Sub-types:
31.71 - Pyrenean hedgehog-heaths. Junipero-Genistetum horridae.
Echinospartum horridum formations of dry slopes of the supra-Mediterranean zone of the southern Pyrenees;
accompanying the dense, spiny cushions are Juniperus hemisphaerica, Buxus sempervirens, Ononis
fruticosa, Arctostaphylos uva-ursi ssp. crassifolia and Pinus sylvestris.
31.72 - Cordilleran hedgehog-heaths. Cytiso oromediterranei-Echinospartetum barnadesii, Echinosparto
pulviniformis-Cytisetum oromediterranei, Teucrii salviastri-Echinospartetum pulviniformis, Genisto hystricisEchinospartetum lusitanici
Formations of the Cordillera Central and adjacent areas dominated by diverse forms of Echinospartum.
31.73 - Nevadan hedgehog-heaths. Erinacetalia p., Lavandulo-Genistion boissieri p.
Highly developed hedgehog formations of the Sierra Nevada with Erinacea anthyllis, Vella spinosa, Astragalus
sempervirens ssp. nevadensis, A. granatensis ssp. granatensis (A. boissieri), Ptilotrichum spinosum,
Bupleurum spinosum, Genista baetica. Associated dwarf suffrutescent formations of high slopes and crests.
31.74 - Franco-Iberian hedgehog-heaths
Oro-Mediterranean and montane hedgehog-heaths of other Iberian ranges and of southern France.
31.75 - Cyrno-Sardian hedgehog-heaths. Carici-Genistetalia (Carlinetalia macrocephalae)
Expanses of small, compact bushes with Astragalus sirinicus ssp. genargenteus, Rosa seraphini, Anthyllis
hermanniae, Thymus herba-barona, Cerastium boissieri, Genista salzmannii, G. corsica, Berberis aetnensis,
Prunus prostrata and Daphne oleoides, of Sardinian and Corsican mountains.
143
31.76 - Mount Etna hedgehog-heaths. Astragaletum siculi
Lava-colonising formations with cushions of Astragalus granatensis ssp. siculus, Berberis aetnensis,
Juniperus hemisphaerica, Genista aetnensis, Adenocarpus bivonae, Viola aethnensis.
31.77 - Madonie and Apennine hedgehog-heaths
Hedgehog-heaths formed by Astragalus spp. or Genista spp., of the mountains of the southern Italian
peninsula and Sicily, except Etna.
31.78 - Helleno-Balkanic sylvatic Astragalus hedgehog-heaths
Hedgehog-heaths occupying situations peripheral to the main range of the alti- and oro-Mediterranean
hedgehog-heath communities of high Hellenic mountains (31.79 and 31.7A), mostly dominated by Astragalus
angustifolius, characteristic, in particular, of zoogenous clearings within the forest belt of southern Greek
mountains and of regions of irradiation of Mediterranean communities within the hills and mountains of the
Moesian zone.
31.79 - Hellenic oro-Mediterranean hedgehog-heaths. Daphno-Festucetea: Eryngio-Bromion p.
Hedgehog-heaths developed on relatively humus-rich rendziniform soils at or above treeline, in the 1700-2200
m altitudinal range of high Greek mountains; hedgehog-heath facies of associated grasslands; similar,
impoverished formations descending into the forest belts of the same mountains, with the exception of those of
the Peloponnese, where they are replaced by distinctive formations, listed under 31.78.
31.7A - Hellenic alti-Mediterranean hedgehog-heaths. Daphno-Festucetea: Astragalo-Seslerion
Shrubby formations of the high mountains of the Peloponnese, of the southern mainland Greek mountains and
of the Thessalian Olympus system, colonising the altitudinal range immediately above that occupied by the
communities of 31.79, as well as stony slopes with shallow soil, loose screes and humus-deficient soils within
the main 1700-2200 m range of these communities. Included are true spiny hedgehog-heaths, cushiony
formations of dwarf suffrutescents and bush-dominated facies of stripped grasslands. Astragalus
angustifolius, Acantholimon androsaceum, Astragalus lacteus, Convolvulus cochlearis, Rindera graeca, Aster
alpinus, Globularia stygia, Minuartia stellata, Erysimum pusillum, Thymus teucrioides, Alyssum kionae,
Paronychia kapela, Thymus hirsutus, Anthyllis aurea, Achillea ageratifolia, Sideritis scardica, Linum flavum,
Thymus boissieri, Sesleria caerulans are characteristic.
31.7B - Cretan hedgehog-heaths. Saturejetea spinosae
Hedgehog-heaths of high mountains of Crete, in the 1500-2500 m altitudinal range, with Astragalus creticus
ssp. creticus, A. angustifolius, Acantholimon androsaceum, Atraphaxis billardieri, Berberis cretica,
Chamaecytisus creticus, Daphne oleoides, Prunus prostrata, Euphorbia acanthothamnos, Verbascum
spinosum, Sideritis syriaca, Satureja spinosa, Asperula idaea, Rhamnus prunifolius, Pimpinella tragium,
Acinos alpinus.
31.7C - Aegean summital hedgehog-heaths
Isolated, endemic-rich, mostly summital hedgehog-heaths of calcareous mountains of Aegean islands and
Mount Athos.
31.7D - Southern Hellenic Genista acanthoclada hedgehog-heaths
Formations dominated by hemispherical shrubs of Genista acanthoclada of the middle levels (about 800 1200 m) of mountains and plateaux of the Peloponnese.
31.7E - Astragalus sempervirens hedgehog-heaths
Astragalus sempervirens ssp. sempervirens, ssp. muticus, ssp. cephalonicus formations of the southern Alps,
the eastern Pyrenees, Iberia, the Apennines and Greece, transitional between the alpine and sub-alpine
heaths of 31.4 and the true Mediterranean hedgehog-heaths of 31.7.
31.7F - Canarian cushion-heaths. Spartocytision nubigeni
Open formations dominated by broom-like plants of the montane zone (above 1900 m) of the Canary Islands,
with many endemic species.
144
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Formazioni xerofile nanofanerofitiche e camefitiche submontane e montane dominate, in particolare, da
leguminose spinose arbustive o suffruticose con habitus a pulvino (Astragalus, Genista, ecc.). Tipiche delle
vette e dei crinali ventosi dei rilievi montuosi costieri mediterranei con substrato roccioso affiorante e suoli
primitivi, ma anche di montagne più interne caratterizzate da un clima temperato. Possono essere primarie o
di origine secondaria e mantenute dal pascolo.
Sottotipi e varianti
31.75
I - Garighe a Genista salzmannii sviluppate su substrati granitici del M. Limbara (Sardegna) in esposizioni
assolate e ventose al di sopra dei 900 m s.l.m.
II - Formazioni secondarie dominate da Genista pichisermolliana sviluppate su graniti e scisti, derivate dalla
degradazione della lecceta e dei querceti caducifogli della fascia supramediterranea del Gennargentu,
Altopiano di Bitti-Alà dei Sardi, Supramonte di Orgosolo (Sardegna).
III - Formazioni di arbusti emisferici a dominanza di Astragalus genargenteus dei versanti nord-occidentali,
freddi e ventosi, del Gennargentu (Sardegna).
IV - Garighe acidofile a Genista desoleana sviluppate in aree ventose comprese tra i 700 e i 1200 m s.l.m.
della catena del Marghine-Goceano e massicci del Montiferru e di M. Traessu (Sardegna).
V - Garighe calcicole a Genista toluensis, supramediterranee, sviluppate tra i 700 e i 1200 m s.l.m. su M. Tului
e M. Albo (Sardegna).
VI - Vegetazione pioniera discontinua degli affioramenti rocciosi neutro-basici (ofiolitiferi) interessati da suoli
superficiali o litosuoli xerici, nella fascia collinare(-submontana) della Liguria orientale. La xericità dei substrati
e la morfologia dei rilievi determinano la distribuzione anche in ambiti caratterizzati da un bioclima temperato
umido. Dominano le camefite e le nanofanerofite, soprattutto mediterranee ed endemiche.
VII - Garighe sommitali a dominanza di Genista desoleana, arbusto pulvinato, spinoso, endemico di Sardegna,
Liguria orientale e Isola d’Elba. In quest’ultima sono tipiche delle zone alte e scoperte del M. Capanne (Elba).
Presentano molte similitudini fisionomico-strutturali con le succitate formazioni a G. desoleana e Euphorbia
spinosa subsp. ligustica della Liguria orientale, con quelle corse attribuite all’Helichryso italici-Genistetum
salzmannii Gamisans 1977, nonché con quelle sarde attribuite al Violo limbarae-Genistetum salzmanni
Valsecchi 1994 all’Armerio sardoe-Genistetum desoleanae Valsecchi 1994 e all’Helichryso microphylliGenistetum salzmannii Biondi 2000. Queste similitudini, parziali in termini floristici possono giustificare
l’inquadramento delle comunità dell’Elba e della Liguria in questo sottotipo inizialmente indicato solo per le
comunità sardo-corse. Le cenosi del Monte Capanne possono essere considerate peculiari per l’alto numero
di endemismi locali e per la marginalità rispetto a quelle sardo-corse.
31.76
Formazioni ad Astragalus siculus sviluppate sulle lave del M. Etna (Sicilia) nella fascia compresa tra 1800 e
2450 m s.l.m.
31.77
I - Vegetazione pioniera a dominanza di Astragalus nebrodensis presente tra 1200 e 1800 m s.l.m. sulla
catena delle Madonie (Sicilia).
II - Garighe secondarie dominate da Genista cupanii sviluppate tra 1100 e 1700 m s.l.m. sulla catena delle
Madonie (Sicilia).
III - Formazioni spinose di arbusti emisferici a dominanza di Genista michelii sviluppate su substrati calcarei in
stazioni ventose comprese tra 500 e 680 m s.l.m. del Massiccio del Gargano (Puglia).
IV – Formazioni ad arbusti nani spinosi a dominanza di Astragalus parnassi ssp. calabricus e Cytisus
spinescens dell’altopiano della Sila, su substrati granitici, poveri di suolo tra i 1000 e i 1700 m di quota.
V – pascoli camefitici su calcare a dominanza di Genista sericea collocati in posizione sommitale (1000-1500
m) in stazioni puntiformi dell'entroterra lucano tirrenico.
31.7E
145
Nel Lazio, in Umbria e in Molise vengono riferite a questo habitat le rarissime comunità camefiticoemicriptofitiche dominate da Astragalus sempervirens subsp. sempervirens a mosaico con le praterie montane
(seslerieti).
Combinazione fisionomica di riferimento
31.75
I - Genista salzmannii, Armeria sardoa subsp. sardoa, Helichrysum microphyllum subsp. thyrrenicum,
Thymus catharinae, Viola corsica subsp. limbarae
II - Helichrysum microphyllum subsp. thyrrenicum, Genista pichi-sermolliana, Armeria sardoa subsp.
genargentea, Bunium corydalinum, Carlina macrocephala, Cerastium boissierianum, Dianthus arrostii, Festuca
morisiana subsp. morisiana, Poa balbisii, Santolina insularis
III - Astragalus genargenteus, Armeria sardoa subsp. genargentea, Ruta lamarmorae, Thymus catharinae
IV - Genista desoleana, Anthyllis hermanniae subsp. ichnusae, Armeria sardoa subsp. sardoa, Silene
nodulosa, Thymus catharinae
V - Genista toluensis, Acinos sardous, Anthillis hermanniae subsp. ichnusae, Cerastium supramontanum,
Dianthus sardous, Helianthemum croceum, Sesleria barbaricina, Teucrium marum
VI - Genista desoleana, Euphorbia spinosa subsp. ligustica, Thymus vulgaris, Satureja montana, Festuca
robustifolia
VII - Genista desoleana, Festuca gamisansii subsp. aethaliae, Viola corsica subsp. ilvensis, Helichrysum
italicum, Brachypodium retusum.
31.76
Astragalus siculus, Cuscuta kotschyi
31.77
I - Astragalus nebrodensis, Dianthus siculus
II - Genista cupanii, Allium cupanii
III - Chamaecytisus spinescens, Genista michelii, Satureja cuneifolia
IV – Astragalus parnassi subsp. calabricus, Cytisus spinescens, Armeria brutia, Centaurea sarfattiana
V – Genista sericea, Chamaecytisus spinescens
31.7E
Astragalus sempervirens subsp. sempervirens, A. sirinicus, Anthyllis montana, Anthemis cretica, Carex
humilis, Dianthus sylvestris subsp. longicaulis, Helianthemum oelandicum subsp. alpestre, Linum viscosum,
Leucanthemum heterophyllum, L. tridactylites, Sesleria nitida, S. italica, S. juncifolia subsp. juncifolia, Thymus
longicaulis, T. striatus.
Riferimento sintassonomico
Sono attribuite a questo habitat le seguenti associazioni:
31.75
Violo limbarae-Genistetum salzmanni Valsecchi 1994 (I), Helichryso microphylli-Genistetum salzmannii Biondi
2000 (II) e Astragaletum genargentei Pign. S. & Nimis in Pignatti E. & S., Nimis & Avanzini 1980 (III)
dell’alleanza Anthyllion hermanniae Klein 1972, Armerio sardoae-Genistetum desoleanae Valsecchi 1994 (IV)
dell’alleanza Teucrion mari Gamisans & Muracciole 1984 e Helichryso italici-Genistetum desoleanae Fanelli &
Tescarollo 2005 (VI) dell’alleanza Calicotomo villosae-Genistion tyrrhenae Biondi (1997) 2000 (Lavanduletalia
stoechadis Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 em. Riv.-Mart. 1968, Cisto ladaniferi-Lavanduletea
stoechadis Br.-Bl. in Br.-Bl., Mol. & Wag. 1940); Euphorbio ligusticae-Genistetum desoleanae Nowak 1987
corr. Vagge 1997 (V) dell’alleanza Alyssion bertolonii Pignatti E. & Pignatti S. 1977 (incl. Euphorbion ligusticae
Nowak 1987) (Rosmarinetalia officinalis Br.-Bl. ex Molinier 1934, Rosmarinetea officinalis Rivas-Martinez,
Diaz, Prieto, Loidi & Penas 1991).
31.76
146
Astragaletum siculi (Frei 1940) Poli 1965 (Rumici aetnensis-Astragalion siculi 1965, Lavanduletalia stoechadis
Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 em. Riv.-Mart. 1968, Cisto ladaniferi-Lavanduletea stoechadis Br.-Bl.
in Br.-Bl., Mol. & Wag. 1940).
31.77
Astragaletum nebrodensis Pignatti & Nimis 1980 (I) e Genistetum cupanii Pignatti S. & Nimis in Pignatti E. &
S., Nimis & Avanzini 1980 (II) dell’alleanza Cerastio tomentosi-Astragalion nebrodensis Pignatti & Nimis in
Pignatti et al. ex Brullo 1983 (Erysimo bonanniani-Jurinetalia bocconei Brullo 1983, Rosmarinetea officinalis
Rivas-Martinez, Diaz, Prieto, Loidi & Penas 1991); Chamaecytiso spinescentis-Genistetum michelii De Faveri
& Nimis ex Biondi 1997 (III) dell’alleanza Cisto cretici-Ericion manipuliflorae Horvatic 1958 (Cisto creticiEricetalia manipuliflorae Horvatic 1958, Cisto cretici-Micromerietea julianae Oberdorfer 1954); Astragaletum
calabrici Giacomini & Gentile ex Brullo, Gangale & Uzunov 2004 e Plantagini serpentinae-Chamaecytisetum
spinescentis Brullo, Gangale & Uzunov 2004 (IV) dell’alleanza Rumici aetnensis-Astragalion siculi 1965
(Lavanduletalia stoechadis Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 em. Riv.-Mart. 1968, Cisto ladaniferiLavanduletea stoechadis Br.-Bl. in Br.-Bl., Mol. & Wag. 1940); l'aspetto a Genista sericea (V) è ascrivibile
all'alleanza Phleo ambigui-Bromion erecti Biondi & Blasi ex Biondi, Ballelli, Allegrezza, Zuccarello
1995 (Brometalia erecti Br.-Bl. 1936, Festuco-Brometea Br.-Bl. & Tx. 1943 ex Klika e Hadac 1944).
31.7E
Astragalo sempervirentis-Seslerietum nitidae Biondi & Ballelli 1995 dell’alleanza Phleo ambigui-Bromion erecti
Biondi & Blasi ex Biondi, Ballelli, Allegrezza & Zuccarello 1995 (Brometalia erecti Br.-Bl. 1936, FestucoBrometea Br.-Bl. & Tx. 1943 ex Klika e Hadac 1944) e alcuni aspetti inclusi nell’alleanza Seslerion apenninae
Furnari ex Bazzichelli et Furnari 1979 (Seslerietalia tenuifoliae Horvat 1930, Kobresio myosuroidis-Seslerietea
caeruleae Br.-Bl. 1948 nom. mut. Rivas-Martinez, Diaz, Fernandez-Gonzales, Izco, Loidi, Lousa & Penas
2002).
Secondo alcuni autori, le comunità calabro-sicule andrebbero riferite ad una classe autonoma, endemica,
denominata Rumici-Astragaletea siculi Pignatti et Nimis 1980. Parimenti, quelle sarde andrebbero riferite alla
classe Carici-Genistetea lobelii (Klein 1972) Pignatti et Nimis 1980 (= Carlinetea macrocephalae Gamisans
1977), syntaxon a distribuzione sardo-corsa.
Dinamiche e contatti
Dinamica
Queste formazioni rientrano, in Sardegna, Isola d’Elba e Liguria, prevalentemente nelle serie del leccio
(Saniculo europaeae-Quercetum ilicis, Galio scabri-Quercetum ilicis, Aceri-Quercetum ilicis) o, solo in
Sadegna, nella serie del Glechomo sardoae-Quercetum congestae, dell’Ornithogalo pyrenaici-Quercetum
ichnusae o dei ginepreti supra(oro)temperati del Thymo-Juniperetum nanae. In molti casi lo stadio intermedio
tra gariga e lecceta è dominato da Erica arborea. L’evoluzione del suolo implica, infatti, un’acidificazione dello
stesso che consente l’evoluzione verso le macchie ad erica. Generalmente si tratta, però, di stadi durevoli
visto il tipo di stazione in cui vegetano.
Sui rilievi appenninici le comunità sono dinamicamente collegate ai ginepreti a Juniperus communis, ai boschi
di cerro mesofili (Listero ovatae-Quercetum cerridis) e alle faggete (Dactylorhizo fuchsii-Fagetum sylvaticae e
Prenantho purpureae-Fagetum sylvaticae).
Gli astragaleti della Sila sono dinamicamente collegati alle pinete a Pinus laricio ed alle faggete.
Contatti
Oltre alle comunità legate dinamicamente, come boschi di leccio, boschi caducifogli (a roverella s.l., cerro o
faggio), macchie ad erica arborea, ginepreti a ginepro comune, praterie emicriptofitiche e pratelli terofitici, può
essere presente un contatto catenale con frammenti di vegetazione rupicola e di vegetazione glareicola.
Molte di queste comunità sono riferibili ad habitat di interesse comunitario.
Specie alloctone
147
Distribuzione dell’habitat in Italia
LG, TS, UM, MR, LZ, AB, ML, CM, BS, CL, SC, SR.
Note
Data la rarità e l'importanza a livello biogeografico si segnala che Genista michelii è presente con elevati valori
di copertura sui settori sommitali dei rilievi dell'Appennino marchigiano dove si inserisce nel seslerieto
dell'associazione Carici humulis-Seslerietum apenninae Biondi et al. 1989 costituendo la subassociazione
genistetosum michelii Allegrezza et al. 1997.
Riferimenti Bibliografici
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Repertorio Naturalistico Toscano:
148
http://web.rete.toscana.it/renato/principale.htm
Nomi dei compilatori con e.mail
Carlo Blasi ([email protected])
Riccardo Copiz ([email protected])
149
51: Arbusteti
Submediterranei e Temperati
150
51: Arbusteti submediterranei e temperati
5110: Formazioni stabili xerotermofile a Buxus sempervirens sui pendii
rocciosi (Berberidion p.p.)
Stable xerothermophilous formations with Buxus sempervirens on rock slopes (Berberidion p.)
Codice CORINE Biotopes
31.82 - Box thickets; 32.64 - Supra-mediterranean Box scrub
Codice EUNIS
F3.12 - Cespuglieti di Buxus sempervirens; F6.64 - Cespuglieti supra-mediterranei di Buxus sempervirens
Regione biogeografica di appartenenza
CONT ALP MED
Descrizione generale dell’habitat
Stable xerothermophilous and calcicolous scrubs dominated by Buxus sempervirens, of hill and montane
levels. These formations correspond to xerothermophilous Buxus thickets with their fringe associations of the
Geranion sanguinei alliance on calcareous or siliceous substratum. They also constitute the natural woodland
edge
of
calcareous
dry
forests
rich
with
Buxus.
In the euro-siberian region, the more open formations are rich in submediterranean plant species.
Syntaxa:
Berberidion
p.p.,
Amelanchiero-Buxion.
Succession phase of calcareous grasslands toward mixed deciduous forests, for example with Quercus
pubescens or continental pine forests with Pinus sylvestris (the word "stable" concerns those formations which
are practically at climax stage, but on very superficial soils where natural succession towards forest can not
take
place).
These communities are associated with calcareous grasslands, mixed oak or Quercus pubescens groves,
beech groves rich in orchid species or with Pinus nigra and Pinus leucodermis (e.g. in Greece).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Formazioni arbustive, più o meno aperte, dominate da Buxus sempervirens. Sono riconducibili all’habitat
cenosi di pseudomacchia, di mantello, di gariga e di boscaglia in cui il bosso, sempre dominante, può essere
accompagnato
da
altri
arbusti.
Queste cenosi si insediano prevalentemente su substrati calcarei (in Liguria su affioramenti ultramafici o
basaltici), su pendi aridi e pietrosi, spesso in ambiti quasi rupestri, nei piani collinare e montano.
Sottotipi e varianti (compilare se necessario)
Combinazione fisionomica di riferimento
Buxus sempervirens, Prunus spinosa, Cotinus coggygria¹, Juniperus oxycedrus¹, Osyris alba¹,
Chamaecytisus spinescens (= Cytisus spinescens)¹, Prunus mahaleb, Cornus mas, Crataegus monogyna,
Berberis vulgaris, Amelanchier ovalis, Ligustrum vulgare, Viburnum lantana, Cytisus sessilifolius¹,
Satureja montana¹, Juniperus oxycedrus¹, Juniperus communis¹, Teucrium montanum, Quercus ilex, Pistacia
terebinthus¹, Coronilla emerus (= Emerus majus)¹. Sono riportate con “¹” quelle legate maggiormente alle
cenosi dell’Italia centrale.
151
Riferimento sintassonomico
Le diverse comunità dominate dal bosso legate a questo habitat sono state riferite a diversi syntaxa.
Gli arbusteti e i mantelli sono inquadrati nell'ordine Prunetalia spinosae Tx. 1952, nelle alleanze Berberidion
vulgaris Br.-Bl. 1950 (fra cui il Cotino-Amelanchieretum ovalis buxetosum sempervirentis Minghetti 1996
segnalato per il Trentino) e Cytision sessilifolii Biondi et al. 1988 (ne sono esempi i syntaxa Chamaecytiso
spinescentis-Juniperetum oxycedri Pirone e Cutini 2001 buxetosum sempervirentis Pirone e Cutini 2001 e
Junipero oxycedri-Cotinetum coggygriae Biondi et al. 1988 buxetosum sempervirentis Biondi et al. 1988).
Le garighe dei substrati calcarei delle conche intermontane dell'Appennino abruzzese (inquadrate nella
sottoassociazione buxetosum sempervirentis Pirone e Tammaro 1997 dell'Osyrido albae-Cistetum cretici
Pirone e Tammaro 1997) sono riferite all'alleanza Cisto cretici-Ericion manipuliflorae Horvatic 1958 (= Cytiso
spinescentis-Satureion montanae Pirone e Tammaro 1997 p.p., Cisto cretici-Ericetalia manipuliflorae Horvatic
1958,
Cisto
cretici-Micromerietea
julianae
Oberdorfer
1954).
L'habitat include anche le peculiari cenosi a Buxus sempervirens dell'Appennino ligure, che si sviluppano su
ofioliti o su suoli che derivano da rocce basaltiche, descritte come Euphorbio ligusticae-Genistetum
desoleanae Nowak 1987 corr. Vagge 1997 buxetosum sempervirentis Mariotti 1992 e inquadrate nell'alleanza
Alyssion bertolonii Pignatti 1977 (incl. Euphorbion ligusticae Novak 1987; Rosmarinetalia officinalis Br.-Bl. ex
Molinier 1934, Rosmarinetea officinalis Rivas-Martínez et al. 1991). L'aspetto tipico dell'associazione viene,
invece, riferito all'habitat 4090 "Lande oro-mediterranee endemiche a ginestre spinose".
Dinamiche e contatti
Le cenosi a bosso riconducibili a questo habitat sono dinamicamente legate alle praterie xeriche dei substrati
calcarei (xerobrometi dell’habitat 6210 "Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su
substrato calcareo"), con cui spesso si presentano a mosaico e, quando l’evoluzione verso stadi più maturi è
possibile, a diverse cenosi di orlo, di mantello e di tipo forestale, quali:
querceti xerofili a Quercus pubescens della suballeanza Cytiso sessilifolii-Quercenion pubescentis Ubaldi
1995 in cui spesso il bosso partecipa alla costituzione del sottobosco e del mantello come ad esempio il Cytiso
sessilifolii-Quercetum pubescentis Blasi e Avena 1982 buxetosum sempervirentis Pirone, Corbetta, Ciaschetti,
Frattaroli et Burri 2001 che si collega dinamicamente alle formazioni arbustive del Chamaecytiso spinescentisJuniperetum oxycedri buxetosum sempervirentis Pirone e Cutini 2001 e alle garighe dell'Osyrido albaeCistetum cretici buxetosum sempervirentis Pirone e Tammaro 1997;
cenosi a Ostrya carpinifolia della suballeanza Laburno anagyroidis-Ostryenion carpinifoliae (Ubaldi 1995) Blasi
et al. 2004, come lo Scutellario-Ostryetum carpinifoliae Pedrotti et al. ex Pedrotti et al. 1980 buxetosum
sempervirentis Allegrezza et al. 1997, legato alle stazioni rupestri dell’Appennino umbro-marchigiano,
dinamicamente correlato ai mantelli dello Junipero oxycedri-Cotinetum coggygriae buxetosum Biondi et al.
1988;
leccete
miste
del
Fraxino
orni-Quercion
ilicis
Biondi
et
al.
2003.
Per quanto riguarda le formazioni liguri queste spesso si presentano a mosaico con i ginestreti a Genista
desoleana (habitat 4090 "Lande oro-mediterranee endemiche a ginestre spinose") e con le pinete a pino
marittimo riferibili all’habitat 9540 "Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici".
I contatti catenali più frequenti si hanno con l’habitat delle rupi calcaree (8210 "Pareti rocciose calcaree con
vegetazione casmofitica") e con le formazioni dell’Alysso-Sedion albi Oberd. & Th. Mueller 1961 (habitat 6110*
"Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi").
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
AB – BS? – LG – LZ – MR – PM – SC – TR – TS – UM.
152
In Italia l’habitat ha una distribuzione molto frammentaria e spesso puntiforme. In Trentino è dubbia l'origine
naturale dell'unica comunità segnalata, mentre in Umbria la presenza è da confermare.
In Sicilia l'habitat è stato inserito per errore in quanto Buxus sempervirens non è presente allo stato
spontaneo.
Note
La descrizione dell’habitat data dal Manuale Internazionale indica formazioni “stabili”; in realtà gli aspetti a
bosso descritti nelle varie regioni italiane possono essere considerate stabili solo in determinati contesti
geomorfologici ed edafici limitanti (condizioni rupicole, suoli superficiali, posizione di cresta) o per fattori
inerenti le attività umane.
In Toscana l'habitat è indicato in Val di Merse e lungo il fosso Lanzo, in stazioni con caratteristiche ambientali
particolari, caratterizzate da microclima umido dovuto alla vicinanza di sorgenti termali o alla presenza di un
corso d’acqua o ancora al fenomeno dell’inversione termica.
L’alleanza Amelanchiero-Buxion O. de Bolòs et Romo1989 (cui successivamente è stato assegnato il rango di
suballeanza, Amelanchiero-Buxenion (O. de Bolòs et Romo) Soriano & Sebastià 1990) citata dal Manuale
internazionale è un syntaxon a distribuzione iberica, non presente in Italia.
Per la Sicilia è stata indicata la presenza dell’habitat in diverse stazioni ma, non essendo presente nella
regione Buxus sempervirens allo stato spontaneo, non è possibile considerare valide le segnalazioni.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Carlo
Blasi
Eva Del Vico - [email protected]
-
[email protected]
154
51: Arbusteti submediterranei e temperati
5130: Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli
Juniperus communis formations on heaths or calcareous grasslands
Codice CORINE Biotopes
31.881 - Juniper
downs
31.882 - Juniper heaths
Codice EUNIS
F3.16 - Cespuglieti di Juniperus communis
Regione biogeografica di appartenenza
CONT ALP MED
Descrizione generale dell’habitat
Formations with Juniperus communis of plain to montane levels. They mainly correspond to phytodynamic
succession
of
the
following
types
of
vegetation:
a) generally, mesophilous or xerophilous calcareous and nutrient poor grasslands, grazed or let lie fallow, of
the
Festuco-Brometea
and
Elyno-Seslerietea.
b) more rarely, heathlands of the Calluno vulgaris-Ulicetea minoris (31.2).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Arbusteti più o meno radi dominati da Juniperus communis. Sono generalmente cenosi arbustive aperte, che
includono sia gli ambiti di prateria in cui il ginepro comune forma piccoli nuclei che gli ambiti in cui il ginepro,
spesso accompagnato da altre specie arbustive (fra cui Rosa sp. pl., Crataegus monogyna, Prunus spinosa),
forma nuclei più ampi. Si tratta di cenosi secondarie che colonizzano praterie pascolate e prato-pascoli ora in
abbandono.
Sono diffusi nella fascia collinare e montana, prevalentemente su substrati carbonatici, ma anche di natura
diversa, in condizioni da xerofile a mesoxerofile. L’habitat è presente in tutta l’Italia settentrionale e centrale;
nella regione alpina è poco comune mentre è frequente nell’area appenninica.
Sottotipi e varianti
155
Sono
distinguibili
due
sottotipi:
31.881. Formazioni a Juniperus communis che si sviluppano su substrati calcarei in praterie xerofile o
mesofile essenzialmente riconducibili alla Festuco-Brometea Br.-Bl. et Tx. ex Br.-Bl. 1949.
31.882. Formazioni a Juniperus communis che si sviluppano in ambiti di brughiera riferibili alle classi CallunoUlicetea Br.-Bl. & Tx. ex Klika & Hadac 1944 o Nardo-Callunetea Oberdorfer 1979.
Combinazione fisionomica di riferimento
Juniperus communis, Crataegus monogyna, Prunus spinosa, Berberis vulgaris e diverse specie del genere
Rosa (fra cui Rosa pouzinii, Rosa corymbifera,Rosa spinosissima, Rosa canina s.s., Rosa squarrosa) e del
genere
Rubus.
Inoltre, per la Sardegna sono da aggiungere Cornus sanguinea, Pyracantha coccinea, Borago morisiana,
Thymelaea tartonraira.
Nel sottotipo 31.881, sono frequenti le specie riconducibili alla classe Festuco-Brometea come, ad esempio,
Artemisia alba, Bromus erectus, Brachypodium rupestre, Dianthus carthusianorum, Galium lucidum, Stachys
recta,
Teucrium
chamaedrys.
Nel sottotipo 31.882 Calluna vulgaris, Danthonia decumbens, Deschampsia flexuosa, Genista germanica,
G. tinctoria, Nardus stricta, Vaccinum myrtillus.
Fra le specie di interesse conservazionistico rilevabili in questo habitat sono da segnalare le numerose specie
di Orchidaceae, soprattutto legate ai lembi di prateria. Per la Toscana e le Marche è di particolare rilevanza la
presenza nell’habitat di Arceuthobium oxycedri.
Riferimento sintassonomico
L’habitat 5130 può essere interpretato come un mosaico di comunità erbacee e arbustive riconducibili a
syntaxa differenti. Su substrati calcarei (31.881) i diversi tipi di praterie su cui si insediano i nuclei di Juniperus
communis possono essere inquadrate essenzialmente nella classe Festuco-Brometea Br.-Bl. et Tx. ex Br.-Bl.
1949, mentre le porzioni arbustate più chiuse possono essere riferite all’ordine Prunetalia spinosae Tx. 1952 e
alle alleanze Berberidion vulgaris Br.-Bl ex Tx 1952 o Cytision sessilifolii Biondi et al. 1988; su substrati più
acidi, in ambiti di brughiera, le comunità attribuite al sottotipo 31.882 sono state riferite alla classe CallunoUlicetea Br.-Bl. & Tx. ex Klika & Hadac 1944 o, nel caso delle comunità piemontesi che si insediano su suoli
derivati da ofioliti o paleosuoli, alla classe Nardo-Callunetea Oberdorfer 1979.
Dinamiche e contatti
L’habitat costituisce uno stadio secondario legato all’abbandono o alla diminuzione delle pratiche gestionali
che si origina in seguito alla ricolonizzazione di praterie precedentemente pascolate o, più raramente, falciate
o
coltivate,
da
parte
del
ginepro
comune.
156
Il sottotipo 31.881 è dinamicamente legato alle comunità erbacee della Festuco-Brometea Br.-Bl. et Tx. ex Br.Bl. 1949 riconducibili all’habitat 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su
substrato calcareo” e, in Friuli, 62A0 "Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale
(Scorzoneretalia villosae)" con le quali forma spesso dei mosaici seriali. In assenza di interventi può evolvere
verso diverse formazioni forestali di latifoglie (querceti, ostrieti e faggete). Spesso, in questi contesti, può
essere in contatto con le formazioni dell’Alysso-Sedion albi Oberd. & Th. Mueller 1961 (habitat 6110*
”Formazioni
erbose
calcicole
rupicole
o
basofile
dell’Alysso-Sedion
albi”).
Negli ambiti più continentali del settore alpino (Valle d'Aosta, Piemonte, Trentino Alto-Adige e Veneto) può
evolvere verso pinete di pino silvestre e peccete. Diffuso nella fascia montana e submontana del settore
prealpino in siti in cui la vegetazione potenziale è la faggeta. Negli stadi arbustivi prenemorali le comunità di
questo
habitat
sono
ricche
di
entità
degli
orli
boschivi
(Geranion
sanguinei).
In Piemonte il sottotipo 31.882 può mostrare una rinnovazione di betulla e talvolta di pino silvestre e la
tendenza ad evolvere verso una vegetazione potenziale costituita da querceti di farnia o rovere. In Friuli
questo sottotipo stabilisce rapporti dinamici con i boschi a Betula pendula, Populus tremula e Pteridium
aquilinum, nonchè con calluneti a Chamaecytisus hirsutus (= Cytisus hirsutus) riferibili all'habitat 4030 "Lande
secche
europee".
Inoltre, sono da segnalare i contatti con le formazioni a Nardus stricta riconducibili all’habitat 6230 “Formazioni
erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane (e delle zone submontane
dell’Europa
continentale)”.
Limitatamente alla Sardegna le comunità riferite a questo habitat risultano in contatto catenale con i boschi
mesofili del Cyclamino repandi-Ostryetum carpinifoliae e con le leccete del Saniculo europeae-Quercetum
ilicis.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
AB – BS – CL – CM – EM – FR – LG – LM – LZ – ML – MR – PM –SR – TR – TS – UM – VL – VN.
Note
Il sottotipo 31.881 si sovrappone, almeno parzialmente, all’habitat 6210 “Formazioni erbose secche
seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo” quando questo è riferito a pascoli con radi
cespugli di Juniperus communis, mentre il 31.882, in Liguria, può sovrapporsi con l’habitat 4030 “lande secche
europee”.
Gli aspetti caratterizzati da Juniperus communis subsp. alpina, propri di quote più elevate, vanno riferiti
all'habitat 4060 "Lande alpine e boreali".
157
Gli aspetti in cui sono prevalenti specie del genere Rosa meriterebbero di essere considerate come variante
ecologica o sottotipo a parte.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Carlo Blasi - [email protected]
Eva Del Vico - [email protected]
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52: Matorral Arborescenti Mediterranei
160
52: Matorral arborescenti mediterranei
5210: Matorral arborescenti di Juniperus spp.
Arborescent matorral with Juniperus spp.
Oleo-Juniperetum turbinatae a Capo Malfatano
(Teulada, Sulcis), G. Bacchetta
Codice CORINE Biotopes
32.131 - Juniperus oxycedrus arborescent matorral
32.132 - Juniperus phoenicea arborescent matorral
Codice EUNIS
F5.131 - Boscaglie di Juniperus oxycedrus
F5.132 - Boscaglie di Juniperus phoenicea
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Mediterranean and sub-Mediterranean evergreen sclerophyllous scrub organized around arborescent junipers.
Mixed dominance can be indicated by combination of codes.
Sub-types:
32.131 - Juniperus oxycedrus arborescent matorral. Arborescent matorral dominated by Juniperus oxycedrus
s.l.
32.132 - Juniperus phoenicea arborescent matorral. Arborescent matorral dominated by Juniperus phoenicea
s.l..
32.133 - Juniperus excelsa and J. foetidissima arborescent matorrals. Arborescent matorrals of Greece,
Anatolia and the Near East, dominated by Juniperus excelsa or J. foetidissima.
32.134 - Juniperus communis arborescent matorral. Mediterranean formations dominated by Juniperus
communis.
32.135 - Juniperus drupacea arborescent matorral. Formations derived from 42.A5, limited to the Peloponnese
and Asia Minor.
32.136 - Juniperus thurifera arborescent matorral. Formations derived from 42.A2.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
161
Macchie di sclerofille sempreverdi mediterranee e submediterranee organizzate attorno a ginepri arborescenti.
Sono costituite da specie arbustive che danno luogo a formazioni per lo più impenetrabili.
Tali formazioni possono essere interpretate sia come stadi dinamici delle formazioni forestali (matorral
secondario), sia come tappe mature in equilibrio con le condizioni edafiche particolarmente limitanti che non
consentono l’evoluzione verso le formazioni forestali (matorral primario). L’habitat è tipico dei substrati calcarei
e si ritrova prevalentemente in aree ripide e rocciose del piano termomediterraneo.
Sottotipi e varianti (compilare se necessario)
32.131 a Juniperus oxycedrus s.l., scarsamente diffuso in quanto, come specifica il nome dell’habitat, J.
oxycedrus deve assumere portamento arboreo.
32.132 a J. phoenicea s.l. Di questa specie sono note due sottospecie: J. phoenicea ssp. phoenicea, dei
settori occidentali dell’areale della specie, generalmente situata sulle parti più elevate delle montagne
mediterranee e maccaronesiche, e J. phoenicea ssp. turbinata delle aree costiere del Mediterraneo
occidentale e centrale. La diversa distribuzione ecologica e corologica dei due ginepri, determina
differenze sostanziali nella composizione floristica delle comunità a cui partecipano, nonostante corrispondano
entrambe allo stesso sottotipo di habitat.
Combinazione fisionomica di riferimento
Juniperus oxycedrus, J. phoenicea, Pistacia lentiscus, Rhamnus alaternus, Phillyrea latifolia, Myrtus
communis, Lonicera implexa, Prasium majus, Smilax aspera, Rubia peregrina, Olea europaea var. sylvestris,
Clematis flammula, C. cirrhosa, Euphorbia dendroides, Daphne gnidium, Chamaerops humilis, Helichrysum
stoechas, Arisarum vulgare, Vincetoxicum hirundinaria, Brachypodium ramosum.
Riferimento sintassonomico
Le formazioni caratterizzanti i matorral arborescenti a ginepro sono riferibili essenzialmente alle alleanze
Juniperion turbinatae Rivas-Martinez 1975 corr. 1987 e Oleo-Ceratonion Br.-Bl. ex Guinochet & Drouineau
1944 em. Rivas-Martínez 1975, entrambe incluse nell’ordine Pistacio-Rhamnetalia alaterni Rivas-Martinez
1975, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. (1936) 1947, in cui lo strato arboreo è costituito dalle specie Juniperus
oxycedrus (per il sottotipo 13.131) e Juniperus phoenicea ssp. turbinata (per il sottotipo 13.132).
L'associazione Carici himilis-Juniperetum oxycedri Chiarucci, Foggi & Selvi 1999, con presenza consistente di
sclerofille sempreverdi è stata inserita nell'alleanza Quercion ilicis.
Dinamiche e contatti
La formazione caratterizzante il matorral arborescente a Juniperus phonicea ssp. turbinata è riferibile alle
associazione Oleo-Juniperetum turbinatae (Sardegna, Lazio, Campania) e Chameropo-Juniperetum
turbinatae (Sicilia) che nelle località con bioclima termomediterraneo tendono a costituire lo stadio maturo
della serie del “ginepro fenicio” su substrati carbonatici mentre nelle zone con bioclima mesomediterraneo si
presentano come serie edafoxerofila o stadio bloccato su emergenze rocciose. Tali associazioni di solito
prendono contatti di tipo catenale con le associazioni delle serie della lecceta.
L’associazione Erico-Juniperetum turbinatae si rinviene invece su substrati granitici, mentre l'Euphorbio
characias-Juniperetum turbinatae si sviluppa sulle scisti della Sardegna settentrionale-occidentale.
Inoltre i matorral arborescenti di Juniperus sp. pl. sono dinamicamente collegati con altri habitat con cui
spesso sono in “mosaico”: con il 5330 "Arbusteti termo-mediterranei e pre-steppici"; 5320 "Formazioni basse
di euforbie vicino alle scogliere" (Euphorbion pithyusae), con le praterie del 6220 "Percorsi substeppici di
graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea" (Phlomido lychnitidis-Brachypodion retusi), con le
foreste di sclerofille mediterranee del 9340 "Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia" e del 9320
"Foreste di Olea e Ceratonia".
Altri habitat associati sono il 9560* “Foreste endemiche di Juniperus spp.”. Queste foreste sono formazioni di
altitudine media dominate da Juniperus sp. pl.. I matorral arborescenti di Juniperus sp. pl. sono generalmente
162
associati in campo con questo habitat, dal momento che derivano da loro, come per i ginepri fenici del
Piemonte che si accompagnano ai turiferi.
In Toscana formazioni arborescenti a J. oxycedrus ssp. oxycedrus trovano le condizioni ottimali sugli
affioramenti di serpentini. Dal punto di vista dinamico rappresentano uno stadio di passaggio fra le garighe
dell’Armerio-Alyssetum bertolonii s.l. e i boschi, che possono essere a dominanza di sclerofille sempreverdi o
di latifoglie decidue, in relazione alle caratteristiche climatiche delle stazioni.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
SR, AB, UM, TS, PG, ML, LZ, MR, EM, SC, BS, LG, CL, CM.
Note
In Italia l'habitat è sicuramente presente con i sottotipi 32.132 e 32.136 (escludendo le formazioni a Juniperus
thurifera che vengono incluse nell’habitat prioritario 9560*).
Confusione con:
- il sottotipo 32.131 - Juniperus oxycedrus arborescent matorral, può essere confuso con formazioni arbustive
a J. oxycedrus ssp. rufescens del quale non esiste la collocazione in habitat in base alla Direttiva;
- il sottotipo 32.134 a J. communis, considerato sensu strictu, è stato segnalato nel nostro territorio, ma si
ritiene un errore in quanto il sottotipo, in Italia, non è presente come matorral arborescente. Tali formazioni
sono quindi da attribuire all’habitat 5130 “Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli”;
- il sottotipo 32.136 – Juniperus thurifera arborescent matorral, non viene riconosciuto per le stazioni italiane a
J. thurifera in quanto considerate nell’Habitat prioritario 9560* “Foreste endemiche a Juniperus spp.”, in
accordo con quanto proposto per il versante francese delle Alpi Marittime.
Il sottotipo 32.131 a Juniperus oxycedrus s.l è stato indicato anche nelle zone interne dell’Appennino dove
secondo la nostra interpretazione non andrebbe inserito.
Il sottotipo 32.134 a J. communis secondo M. G. Mariotti sarebbe comunque presente in Italia, nell'Appennino
orientale a quota relativamente bassa, in clima submediterraneo.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Diana Galdenzi ([email protected])
165
52: Matorral arborescenti mediterranei
5230*: Matorral arborescenti di Laurus nobilis
Arborescent matorral with Laurus nobilis
Bosco a galleria dominato da alloro arboreo presso
Osilo (SS), G. Filibeck
Bosco dominato da alloro arboreo su scarpate
travertinose presso Palidoro (RM), G. Filibeck
Codice CORINE Biotopes
32.18 Laurel matorral
Codice EUNIS
F5.18
Regione biogeografica di appartenenza
CONT MED
Descrizione generale dell’habitat
Humid arborescent matorral with tall laurel (Laurus nobilis).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
166
Boschi e macchie alte in cui l'alloro (Laurus nobilis L.) arboreo o arborescente domina lo strato superiore della
cenosi. Negli esempi migliori, gli alberi di alloro raggiungono almeno 15 m di altezza, con diametri a petto
d'uomo di 35 cm e oltre.
Sono comunità ad estensione quasi sempre estensione molto ridotta: infatti, l'alloro diviene dominante solo
laddove particolarità topografiche o edafiche mitigano sia l'aridità estiva sia le gelate invernali, rendendo
questa specie competitiva tanto nei confronti delle sclerofille sempreverdi quanto delle latifoglie decidue.
Questo può avvenire sia nel piano bioclimatico mesomediterraneo, sia - più raramente - nel piano
mesotemperato. I substrati litologici sono molto variabili (calcari, graniti, basalti, piroclastiti, alluvioni, ecc.).
La fisionomia e la composizione floristica sono piuttosto variabili. Si possono individuare almeno tre aspetti:
lembi lineari di foresta di alloro "a galleria", in forre e vallecole collocate in un contesto macrobioclimatico e
biogeografico schiettamente mediterraneo, a fisionomia dominata da specie sempreverdi (variante più
frequente e caratteristica); lembi lineari di foresta di alloro "a galleria" in forre e vallecole (o lembi più ampi su
scarpate umide), in contesti di transizione fra la regione mediterranea e quella temperata, con fisionomia ricca
di specie decidue; lembi di bosco planiziare a locale dominanza di alloro arboreo, generalmente legati a
situazioni micro-topografiche di transizione fra gli ambiti più depressi e quelli leggermente rilevati nell'ambito
della morfologia di pianura.
Combinazione fisionomica di riferimento
Dominanti: Laurus nobilis, Quercus ilex, Q. virgiliana, Carpinus betulus, Celtis australis, Ostrya carpinifolia,
Fraxinus ornus,Ulmus minor, Populus alba.
Frequenti: Cyclamen repandum, Ficus carica, Hedera helix, Ruscus aculeatus, Smilax aspera. Asplenium
onopteris, Tamus communis, Acer campestre, Anemone apennina, Arum italicum, Melica uniflora, Vitis
vinifera ssp. sylvestris.
Riferimento sintassonomico
La sintassonomia di queste comunità è complessa, anche a causa della variabilità floristica e delle piccole
dimensioni delle cenosi; sono state descritte per l'Italia numerose associazioni, attribuite a diversi syntaxa di
ordine superiore, e manca per ora una revisione complessiva. Nella maggior parte dei casi, comunque, il
corteggio floristico appartiene chiaramente ai Quercetalia ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em. Riv-Mart. 1975, e
in particolare è generalmente riconducibile all'alleanza Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi et al. 2003; in alcuni
casi il riferimento può essere alla suballeanza Lauro nobilis-Quercenion pubescentis Ubaldi 1995 (alleanza
Carpinion orientalis Horvat 1958, ordine Quercetalia pubescenti-petraeae (Klika 1933) corr. Blasi et al. 2004,
classe Querco-Fagetea Br.-Bl. et Vlieger in Vlieger 1937), mentre le comunità planiziali mostrano affinità per il
Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 (ordine Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948).
Dinamiche e contatti
I boschi di alloro costituiscono presumibilmente una forma di vegetazione matura (a controllo edafico o
microclimatico). Gli stadi di degradazione o ricostituzione sono poco noti, ma negli ambienti di forra si tratta
per lo più di cespuglieti a prevalenza di Rubus ulmifolius e Ulmus minor, riferibili alla sottoalleanza PrunoRubenion ulmifolii Arnaiz & Loidi 1983 del Pruno-Rubion ulmifolii Bolòs 1954 (ordine Prunetalia spinosae
Tuexen 1952) .
I possibili contatti catenali sono molto diversificati a causa delle numerosissime situazioni in cui possono
collocarsi i laureti: leccete di versante (9340 "Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia"), boschi decidui
submediterranei (habitat 91M0 "Foreste pannonico balcaniche a dominanza di quercia cerro-quercia sessile" e
91AA "Boschi orientali di quercia bianca") e relativi stadi seriali, formazioni igrofile ripariali o planiziali degli
habitat 91E0 "Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior", 92A0 "Foreste a galleria di Salix alba
e Populus alba", 91F0 "Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor,
Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia" e 91B0 "Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia".
167
Specie alloctone
In ambiti degradati è segnalata la presenza di Robinia pseudacacia.
Distribuzione dell’habitat in Italia
TS, LZ, UM, AB, BS, CL, SC, SR, CM, MR
In aggiunta alle segnalazioni all'interno dei SIC e ZPS, sono note altre stazioni con boschi dominati da alloro
arboreo e pertanto da riferire a questo habitat, alcune molto rappresentative e ben conservate, fra cui
ricordiamo ad esempio: la Tenuta di Coltano (PI), in ambiente planiziale; Monte Argentario (GR), lungo
vallecole in lecceta; le forre e vallecole di quasi tutto il comprensorio dei M.ti della Tolfa e dei M.ti Ceriti (RM);
le scarpate travertinose presso Palidoro (RM); le forre presso Osilo (SS). Recentemente segnalato anche per
le Marche.
Viceversa, alcune delle segnalazioni all’interno dei siti sembrano essere state originate da un'interpretazione
troppo estensiva dell'habitat (specialmente nell’ambito della regione Sicilia: ad es. ITA020007, ITA020012,
ITA020014, ITA020048; in alcuni casi anche nella Penisola, ad es. IT6020026), riferendosi a comunità dove
l'alloro non domina lo strato più alto e che quindi non corrispondono alla diagnosi né dell’Habitat 5230 né
dell’Habitat 5310 (cfr. anche la nota alla scheda dell'habitat 5310 in questo volume). Lo stesso vale per
numerose segnalazioni al di fuori dei SIC, come quelle per il Lago di Garda, dove l'alloro, pur abbondante in
alcune comunità forestali, vi è confinato allo strato arbustivo (ed è di indigenato controverso).
Note
Alcune specie elencate dal Manuale di Interpretazione, legate ad aspetti termofili di macchia sclerofillica, sono
estranee alla composizione floristica tipica di queste comunità in Italia.
Confusione: l’Habitat 5230 richiede la presenza di alloro dominante nello strato arboreo. Inoltre, è stato spesso
confuso con l’Habitat 5310 (Boscaglia fitta di Laurus nobilis), a causa del fatto che la distinzione è mal definita
nel Manuale: il primo va riferito però a boschi e macchie alte dominati da alloro arboreo, il secondo a macchie
di bassa statura dominate da alloro arbustivo. Si veda, per maggiori dettagli, la nota all'Habitat 5310.
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Laga (Abruzzo, Italia). Fitosociologia, 37 (2): 65-86.
Riferimenti Bibliografici online
Nomi dei compilatori con e.mail
Goffredo Filibeck [email protected]
169
53: Boscaglie
Termo - Mediterranee e Pre - Steppiche
170
53: Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche
5320: Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere
Low formations of Euphorbia close to cliffs
Codice CORINE Biotopes
32.217 Coastal Helichrysum garrigues
Codice EUNIS
F5.512 Garighe costiere ad Helichrysum sp.
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Low formations of Helichrysum (H. italicum ssp. microphyllum, H. italicum ssp. italicum) with spurges
(Euphorbia pithyusa, i.a.), Pistacia lentiscus, Camphorosma monspeliaca, Artemisia densiflora or Thymelaea
passerina, T. hirsuta, T. tartonraira in the immediate vicinity of sea cliffs, forming the transition between cliff
vegetation or clifftop phryganas and thermo-Mediterranean scrub.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Garighe litorali subalofile a dominanza di camefite che si sviluppano su litosuoli in una fascia compresa tre le
falesie direttamente esposte all’azione del mare e le comunità arbustive della macchia mediterranea,con
possibili espansioni verso l'interno. Queste cenosi sono presenti lungo la costa tirrenica, dalla Liguria alla
Sicilia, in Sardegna settentrionale ed in corrispondenza del promontorio del Gargano, su litosuoli di varia
natura. La loro distribuzione geografica è quindi prevalentemente tirrenica del resto le comunità incluse in
questo habitat sono caratterizzate da diverse specie ad areale mediterraneo-occidentale.
In termini bioclimatici l’ambito di pertinenza di queste garighe, in accordo con Rivas-Martìnez et al. (1999 e
2002), è il macrobioclima mediterraneo ed in particolare il bioclima pluvistagionale-oceanico; il termotipo è
quello termomediterraneo e l’ombrotipo è quello secco inferiore (Biondi & Bagella, 2005; Foggi et al., 2006).
Sottotipi e varianti (compilare se necessario)
L’habitat comprende due varianti differenti per dominanza fisionomica, inquadramento sintassonomico e
distribuzione geografica:
ƒ
comunità caratterizzate dalla presenza di Euphorbia pithyusa, una camefita suffruticosa presente in
Liguria, Toscana, Sicilia e Sardegna e Artemisia densiflora un endemita sardo-corso con areale
ristretto alle coste in corrispondenza delle Bocche di Bonifacio. Comunità a dominanza di queste
171
specie ad oggi sono segnalate solo per la Sardegna settentrionale (Biondi et al., 2001; Farris et al.
2007).
ƒ
cenosi nettamente dominate da specie del genere Helichrysum. In particolare si distinguono comunità
dominate da Helichrysum litoreum, e comunità dominate da Helichrysum italicum subsp. italicum. Le
prime sono presenti sulle coste dell'Arcipelago Toscano, del Circeo, delle Isole Ponziane, della
Penisola Sorrentina, a Capri, Ischia e alle Isole Eolie; le seconde sono limitate al promontorio del
Gargano e alle Isole Tremiti. Tra le cenosi in cui la fisionomia è determinata da specie del genere
Helichrysum alcune sono caratterizzate dalla dominanza di Anthyllis barba jovis, una specie ad areale
mediterraneo-occidentale con gravitazione prevalentemente tirrenica. Sono comunità molto prossime
alla linea di costa ma che risultano sempre più interne rispetto alle cenosi spiccatamente alofile a
Crithmum maritimum e Limonium sp.pl.; tali comunità presentano una diffusione discontinua e limitata
sulle coste tirreniche toscane, laziali, campane e siciliane, ristretta al Gargano e Isole Tremiti per
quanto riguarda il Mar Adriatico. Per quanto riguarda la Sicilia in questo habitat possano essere inclusi
anche aspetti di vegetazione a camefite subalofile a dominanza di Helichrysum rupestre (diffuso lungo
le coste della Sicilia occidentale), Helichrysum siculum (coste meridionali della Sicilia) e di altre entità
presenti nelle Egadi (H. rupestre var. messerii).
Combinazione fisionomica di riferimento
Le specie dominanti sono Helichrysum italicum (Liguria e Puglia); Helichrysum litoreum (Lazio, Toscana,
Puglia); Euphorbia pythusa (Sardegna); Anthyllis barba jovis (Toscana, Campania e Puglia); Thymelaea
hirsuta (Liguria). In particolare le comunità a dominanza di Thymelaea hirsuta sono estremamente localizzate
presso le falesie calcaree di Bergereggi-Capo Vado e non sono state inquadrate dal punto di vista
sintassonomico.
Nelle comunità caratterizzate dalla presenza di Anthyllis barba-jovis sono frequenti anche Dianthus sylvestris
subsp. longicaulis e Matthiola incana; specie che caratterizzano l’alleanza che comprende queste comunità, si
tratta di specie che riescono a svilupparsi su litosuoli e hanno la massima diffusione nel mediterraneo
occidentale (Brullo & De Marco 1989). La fisionomia invece è caratterizzata dalla presenza di Helichrysum
litoreum, abbondante soprattutto nelle comunità tirreniche: costa e isole della toscana (Foggi et al., 2006),
costa e isole campane, isole ponziane; mentre alle Isole Tremiti questa specie è meno abbondante ed è
caratteristica la presenza del Fiordaliso delle Tremiti (Centaurea diomedea), endemita esclusivo di questo
arcipelago. Sulle coste siciliane l’Anthyllis barba-jovis è presente solo in una località della costa settentrionale
(Castel di Tusa) in cui sono segnalate delle comunità caratterizzate dalla presenza di un’altra endemita
esclusiva di Sicilia, Calabria e Basilicata, Erucastrum virgatum (Brullo & Minissale 1997).
Per quanto riguarda le comunità con Euphorbia pithyusa e quelle in cui è presente Artemisia densiflora,
entrambe sono caratterizzate dall’abbondanza, oltre che di queste due specie, di Helichrysum italicum
172
subsp. microphyllum (Biondi 1992; Biondi et al., 2001), piuttosto frequente soprattutto negli aspetti più
evoluti risulta Thymelaea hirsuta, e Astragalus terraccianoi. Inoltre in queste comunità sono presenti diverse
entità endemiche tra cui Centaurea horrida specie prioritaria inclusa nell’Allegato II della Direttiva 43/92/CEE
“Habitat”.
Riferimento sintassonomico
Le cenosi ascrivibili a questo habitat sono in parte riferibili all’ordine Helichrysetalia italici Biondi & Géhu 1994
della classe Helichryso staechadis-Crucianelletea maritimae (Géhu, Rivas-Martìnez, R. Tüxen 1973 in Bon &
Géhu 1973) Sissingh 1974 em. Géhu & Biondi 1994. In particolare le comunità a Euphorbia pythusa e
Artemisia densiflora nell’alleanza Euphorbion pythusae Biondi & Géhu 1974, mentre le garighe a dominanza di
specie del genere Helichrysum nell’alleanza Helichrysion litorei Biondi 2007. Le garighe a dominanza di
Anthyllis barba-jovis invece sono inquadrate nell’alleanza Antyllidion barba-jovis Brullo & De Marco 1989,
dell’ordine Senecetalia cinerariae Biondi 2007.
Dinamiche e contatti
Queste comunità occupano una fascia compresa tra le cenosi fortemente alofile delle falesie a dominanza di
Crithmum maritimum e specie del genere Limonium (habitat 1240 – Scogliere con vegetazione delle coste
mediterranee con Limonium spp. endemici) e le comunità arbustive della macchia mediterranea.
Si tratta di comunità primarie che possono espandersi verso l’interno a causa di eventi di disturbo a carico
delle comunità di macchia ma in generale hanno carattere primario.
Specie alloctone
L’ambito di pertinenza di questo habitat può essere oggetto di una rapida diffusione del fico degli ottentotti
(Carpobrotus edulis, C. acinaciformis).
Distribuzione dell’habitat in Italia
LG, TS, MR, LZ, CM, BS, PG, CL, SR, SC.
Note
Riferimenti Bibliografici
Bibliografia generale manuale
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Lavori che riguardano la macrocategoria (Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche)
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173
Bartolo G., Brullo S., Signorello P., 1992. La classe Crithmo-Limonietea nella Penisola Italiana. Coll. Phytosoc.
19: 55-81
Biondi E., Vagge I. & Mossa L., 2000. On the phytosociological importance of Anthyllis barba-jovis L.. Coll.
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Biondi E., 2007. Thoughts on the ecology and syntaxonomy of some vegetation typologies of the
Mediterranean coast. Fitosociologia 44 (1): 3-10.
Farris E., Pisanu S., Secchi Z., Bagella M., Urbani M., Filigheddu R., 2007. Gli habitat terrestri costieri e litorali
della Sardegna settentrionale: verifica della loro attribuzione sintassonomica ai sensi della Direttiva 43/92/CEE
“Habitat”. Fitosociologia, 44 (1): 165-180.
Lavori che riguardano questo specifico habitat
Brullo S., Minissale P., 1997. Su alcune associazioni dell’alleanza Anthyllidion barba-jovis del Mediterraneo
occidentale. Fitosociologia, 32: 161-170.
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Dip. Biol. Veg. Univ. Firenze.133 Arrigoni P.V., Di Tommaso P.L., 1997 - La vegetazione del Monte Argentario (Toscana meridionale).
Parlatorea, 2: 5-38.
Arrigoni P.V. e Di Tommaso P.L., 1991 - La vegetazione delle montagne calcaree della Sardegna centroorientale. Boll. Soc. Sarda Sci. Nat., 28: 201-31.
Arrigoni P.V., Di Tommaso P.L., 1981 - Carta della vegetazione dell'isola di Giannutri (Prov. di Grosseto).
CNR, AQ/1/130, Coll. Progr. Fin. Promozione Qualità Ambiente, Roma.
Barbagallo C., Brullo S. & Signorello P., 1983 - Note fitosociologiche sulla vegetazione delle Isole Eolie. Boll.
Acc.Gioenia Sci.Nat. 16: 7-16.
Barbagallo C., Brullo S., Guglielmo A., 1979 – Lineamenti della vegetazione di Monte Cofano (Sicilia
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Barbagallo C., Brullo S., Guglielmo A., 1980 – Carta della vegetazione di Monte Cofano – Sicilia. – Collana del
Progr. Finalizzato “Promoz. Sulla Qualità dell’Ambiente”, s. AQ/1/39: 43-52. C.N.R. Roma.
Bartolo G., Brullo S., Marcenò C., 1982 – La vegetazione costiera della Sicilia sud-orientale. Contributo alla
interpretazione delle fasce di vegetazione delle coste mediterranee. – C.N.R., P.F. Promozione Qualità
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Biondi E., Baggella S., 2005. Vegetazione e paesaggio vegetale dell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna
nord-orientale). Fitosociologia, 42 (2) suppl.1: 3-99.
Biondi E., Filigheddu R., Farris E., 2001. Il paesaggio vegetale della Nurra. Fitosociologia, 38 (2) suppl. 2: 3105.Brullo S. & Marcenò C., 1983 - Osservazioni fitosociologiche sull'isola di Marettimo (Arcipelago delle
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Caneva G., Cancellieri L., 2007. Il paesaggio vegetale della Costa di Amalfi. Gangemi Editore. Roma (ISBN
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Foggi B., Cartei L., Pignotti L., Signorini M.A., Viciani D., Dell’Olmo L., Menicagli E., 2006. Il paesaggio
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Gianguzzi L., La Mantia A., 2008 – Contributo alla conoscenza della vegetazione e del paesaggio vegetale
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vegetazione, scala 1:20.000) – Fitosociologia 45 (1) suppl. 1: 1-55.
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Gargano. Inf. Bot. Ital., 37 (2): 1272-1273.
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biodiversità vegetale della Provincia di Palermo – Quad. Bot. Ambientale Appl., 9 (1998): 3-160.
Riferimenti Bibliografici online
Sito internet Repertorio Naturalistico Toscano: http://web.rete.toscana.it/renato/principale.htm
Nomi dei compilatori con e.mail
Carlo Blasi ([email protected])
Sabina Burrascano ([email protected])
175
53: Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche
5330: Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici
Thermo-Mediterranean and pre-desert scrub
Codice CORINE Biotopes
32.22 Tree-spurge formations, 32.23 Diss-dominated garrigues, 32.24 Palmetto brush, 32.25 Pre-desert
scrub, 32.26 Thermo-Mediterranean broom fields (retamares).
Codice EUNIS
F5.5 Arbusteti xero-termofili dell’area mediterranea.
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Scrub formations characteristic of the thermo-Mediterranean zone. Included here are those formations, for the
most part indifferent to the siliceous or calcareous nature of the substrate, that reach their greatest extension
or optimal development in the thermo-Mediterranean zone. Also included are the numerous, strongly
characterised, thermophile formations endemic to the south of the Iberian peninsula, mostly thermoMediterranean but sometimes meso-Mediterranean; in their great local diversity they are a western
counterpart of, and sometimes approach in appearance, the mostly eastern Mediterranean phryganas, which,
however, on account of their strong structural singularity, are listed separately under 33.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Arbusteti caratteristici delle zone a termotipo termo-mediterraneo. Si tratta di cenosi piuttosto discontinue la
cui fisionomia è determinata sia da specie legnose (Euphorbia dendroides, Chamaerops humilis, Olea
europaea, Genista ephedroides, Genista tyrrhena, Genista cilentina, Genista gasparrini, Cytisus aeolicus,
Coronilla valentina) che erbacee perenni (Ampelodesmos mautitanicus sottotipo 32.23).
In Italia questo habitat è presente negli ambiti caratterizzati da un termotipo termomediterraneo, ma
soprattutto laddove rappresentato da cenosi a dominanza di Ampelodesmos mauritanicus può penetrare in
ambito mesomediterraneo.
Cenosi ascrivibili a questo habitat sono presenti dalla Liguria alla Calabria e nelle isole maggiori, lungo le
coste rocciose. In particolare sono presenti lungo le coste liguri, sulle coste della Sardegna settentrionale,
della Toscana meridionale e delle isole dell’Arcipelago Toscano, lungo le coste del Lazio meridionale e della
176
Campania, a Maratea, sulle coste calabre sia tirreniche che ioniche, con una particolare diffusione nella zona
più meridionale della regione.
Per quanto riguarda le coste adriatiche comunità di arbusteti termomediterranei sono presenti dal Salento al
Conero, in particolare lungo i litorali rocciosi salentini, garganici, alle isole Tremiti ed in corrispondenza del
Monte Conero.
In Sicilia e Sardegna tutti i sottotipi si rinvengono anche nell’interno ricalcando la distribuzione del termotipo
termomediterraneo. Mentre nell’Italia peninsulare, specialmente nelle regioni meridionali, nelle zone interne
sono presenti solo cenosi del sottotipo dominato da Ampelodesmos mauritanicus, la cui distribuzione è
ampiamente influenzata dal fuoco.
Sottotipi e varianti
32.22 - Cenosi a dominanza di Euphorbia dendroides
Euphorbia dendroides è una specie mediterranea con baricentro di diffusione negli arcipelaghi atlantici
prossimi alle coste europee e nord-africane (Macaronesia), la cui penetrazione nel bacino del Mediterraneo
risale all’epoca tardo terziaria. Si tratta di una specie termofila che predilige stazioni soleggiate e risulta
altamente competitiva su falesie e versanti acclivi e rocciosi indipendentemente dalla natura del substrato, è
infatti adattata a condizioni di spiccata aridità, essendo una specie estivante, ossia che perde le foglie nella
stagione estiva, caratterizzata dalla maggior aridità in ambito mediterraneo.
Gli ambiti di pertinenza di queste comunità sono substrati rocciosi compatti e, come rilevato nel caso delle
comunità liguri e laziali i muretti di delimitazione dei terrazzamenti abbandonati. La fisionomia è quella di un
arbusteto più o meno alto a seconda delle condizioni ambientali e delle specie che accompagnano l’euforbia
arborea.
Arbusteti ad Euphorbia dendroides si rinvengono dalla Liguria alla Calabria e nelle isole maggiori, lungo le
coste rocciose. In particolare sono presenti in maniera frammentaria lungo le coste liguri, sulle coste della
Sardegna settentrionale, della Toscana meridionale e delle isole dell’Arcipelago Toscano, lungo le coste del
Lazio meridionale, in corrispondenza della penisola sorrentina e della costiera amalfitana, a Maratea, sulle
coste calabre sia tirreniche che ioniche, con una particolare diffusione nella zona più meridionale della
regione.
Solo in Sicilia e Sardegna meridionale queste cenosi si rinvengono anche nell’interno ricalcando la
distribuzione del termotipo termomediterraneo. In particolare in Sicilia questo termotipo, oltre ad interessare
un’ampia fascia lungo la costa, penetra nell’interno in particolare nella provincia di Trapani, di Agrigento e
Caltanissetta e nella provincia di Catania a sud dell’Etna fino ad interessare la provincia di Enna.
177
Per quanto riguarda le coste adriatiche comunità a Euphorbia dendroides sono presenti dal Salento al Conero,
in particolare lungo i litorali rocciosi salentini, garganici, alle isole Tremiti ed in corrispondenza del Monte
Conero.
32.23 – Garighe dominate da Ampelodesmos mauritanicus
L’ampelodesmo, o tagliamani, è una grande graminacea che forma cespi molto densi di foglie lunghe fino a un
metro. Questa specie ha un areale di tipo mediterraneo-occidentale. Per quanto riguarda l’Italia, la specie è
maggiormente diffusa sul versante tirrenico della penisola, dalla Liguria alla Calabria aumentando
progressivamente la sua abbondanza e diffusione; sul versante adriatico invece è limitata al Monte Conero e
al Promontorio del Gargano ed in piccoli lembi sulle falesie arenaceo-conglomeratiche della costa abruzzese.
Ampelodesmos mauritanicus è presente anche in Sardegna ed in Sicilia, dove è estremamente diffusa ad
eccezione dell’area etnea.
Grazie alla rapidità di ripresa dopo il fuoco, la diffusione di questa specie è molto ampia, essa costituisce infatti
praterie secondarie che sostituiscono diverse tipologie vegetazionali laddove gli incendi siano molto frequenti.
L’ambito di pertinenza di queste comunità sono le aree a termotipo termo- o mesomediterraneo, su substrati di
varia natura, l’ampelodesmo è infatti una specie indifferente al substrato ma predilige suoli compatti, poco
areati, ricchi in argilla e generalmente profondi, infatti si insedia su pendii rocciosi anche scoscesi ma dove
siano presenti accumuli di suolo, come ad esempio nei terrazzamenti abbandonati.
La fisionomia è quella di una prateria alta e piuttosto discontinua, dove l’ampelodesmo è accompagnato da
camefite o arbusti sempreverdi della macchia mediterranea, da diverse lianose e da numerose specie annuali.
Comunità ad Ampelodesmos mauritanicus ascrivibili a questo sottotipo sono diffuse in Liguria, in Toscana
sono presenti sul litorale della Maremma, sul promontorio dell’Argentario e all’Isola d’Elba; in Umbria al Lago
di Corbara, sulle colline premartane.
Per quanto riguarda Lazio, Campania e Calabria, oltre alle zone costiere, si rinvengono comunità ad
ampelodesmo sui versanti dei rilievi subappenninici e man mano che ci si sposta verso sud anche sui rilievi
appenninici. In Sicilia questo tipo di comunità si rinvengono fino alle parti più interne della regione.
32.24 – Cenosi dominante da palma nana
La palma nana ha areale di tipo stenomediterraneo-occidentale ed in Italia è poco diffusa, infatti è localizzata
in alcune località dei litorali ligure, toscano, laziale e calabresi; mentre è piuttosto comune in Sicilia e
Sardegna.
Le comunità in cui è presente questa specie hanno carattere primario essendo prettamente rupicole, infatti si
sviluppano sulle cenge e nelle fessure delle rupi litorali subalofile. Per quanto riguarda le coste della penisola
la palma nana (Chamaerops humilis) costituisce delle cenosi discontinue insieme ad altre specie della
macchia in cui spesso non è nettamente dominante.
178
In Sardegna la palma nana è determinante nella fisionomia di alcune comunità ad olivastro e Juniperus
phoenicea, oltre a comunità arbustive con Pistacia lentiscus e talora con Myrtus communis. Queste comunità
forestali e arbustive sono rinvenute sull’isola di S. Antioco, nel Sinis e nella Nurra lungo la costa occidentale.
Sulla costa orientale le comunità a palma nana sono più sporadiche, caratterizzando il paesaggio vegetale
solo in Baronia presso Orosei.
In Sicilia comunità nettamente dominate da Chamaerops humilis sono presenti con aspetti impoveriti sul
Monte Pellegrino ma hanno la migliore espressione all’estremità occidentale della regione, nella costa tra
Trapani e Termini Imerese. Nella stessa zona in situazioni meno rupicole la palma nana è associata a
Quercus calliprinos, con habitus arbustivo; all’estremità sud-orientale la palma nana è presente in comunità
dominate da Sarcopterium spinosum e Thymus capitatus; le due tipologie vegetazionali appena descritte sono
molto interessanti in termini biogeografici, essendo la quercia di Palestina ed il Sarcopterium spinosum entità
ad areale mediterraneo orientale.
32.25 – Comprende le comunità marcatamente termo-xerofile dei territori più aridi del Mediterraneo
occidentale. In Italia questo tipo di cenosi sono limitate alle Isole del canale di Sicilia (Egadi, Pelagie e
Pantelleria). Si tratta di comunità dominate da Euphorbia dendroides e caratterizzate dalla presenza di
Periploca angustifolia, hanno carattere primario, in quanto si insediano su substrato roccioso comnpatto di
varia natura, sia a ridosso della costa che più internamente.
32.26 – Genisteti termomediterranei
Cenosi litorali che si sviluppano su substrati rupestri o semirupestri, caratterizzate da termotipo
termomediterraneo, a dominanza di diverse specie del genere Genista. Il genere Cytisus presenta quale unica
specie italiana tipica di ambiti a termotipo termomediterraneo Cytisus aeolicus, la cui distribuzione è limitata
alle isole di Stromboli, Alicudi e Vulcano, ma costituisce un’unica vera e propria comunità solo in una località di
Stromboli.
Il genere Genista risulta piuttosto critico, in particolare proprio la sezione ephedrospartum, in cui sono incluse
alcune ginestre degli ambiti termomediterranei, è stata oggetto di una revisione che ha previsto la descrizione
di nuove entità i cui campioni erano prima inclusi nella specie Genista ephedroides. In particolare in questa
sezione vengono oggi incluse, oltre a Genista ephedroides, Genista gasparrini, Genista tyrrhena, Genista
cilentina e Genista demarcoi. La prima è limitata alla Sardegna, la seconda alla Sicilia (limitatamente a Monte
Gallo, presso Palermo), Genista tyrrhena è presente alle Isole Eolie e in quelle dell’Arcipelago Toscano,
Genista cilentina è presente sulla costa campana compresa tra Marina di Asceae Marina di Pisciotta, Genista
demarcoi è localizzata in Sicilia, presso Isnello (Madonie).
Oltre alle ginestre di questa sezione costituisce comunità ascrivibili a questo habitat la Genista cinerea
presente sulle coste liguri.
179
Le garighe dominate da queste ginestre si sviluppano su pendii caratterizzati da substrato di origine vulcanica
anche non strettamente costieri (Genista tyrrhena alle Isole Eolie ed Isole Ponziane, spesso su terrazzamenti
abbandonati); o su substrato detritico in formazioni di tipo calanchivo in Cilento; su pendii rocciosi strettamente
costieri si collocano invece le cenosi a dominanza di Genista ephedroides; Genista gasparrini e Genista
demarcoi costituiscono entrambe delle garighe subrupicole.
Combinazione fisionomica di riferimento
Nelle comunità del sottotipo 32.22 Euphorbia dendroides è in genere accompagnata dall’olivastro (Olea
europaea) e da altre specie della macchia mediterranea (Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Prasium majus,
Rhamnus alaternus, ecc.) che possono risultare più o meno importanti nel determinare la fisionomia anche a
seconda del grado di maturità delle comunità. Risultano molto frequenti, a seconda del contesto biogeografico,
Clematis flammula, Viburnum tinus, Cneorum tricoccon in Liguria, Juniperus oxycedrus, Emerus majus (=
Coronilla emerus), Colutea arborescens sulle coste adriatiche, e Chamaerops humilis e Clematis cirrhosa sulle
coste tirreniche peninsulari e sarde. In Sardegna, assumono un ruolo rilevante anche Asparagus albus e
Hyparrhenia hirta, mentre in Liguria ed in Toscana, così come negli isolotti a largo di Positano, queste cenosi
sono caratterizzate anche dalla presenza di Anthyllis barba-jovis.
Gli arbusteti ad Euphorbia dendroides sono caratterizzati dalla presenza di specie del genere Teucrium. In
particolare Teucrium flavum è presente lungo le coste di tutte le regioni italiane, Teucrium fruticans è limitato a
quelle delle regioni tirreniche e alle isole maggiori, mentre Teucrium marum si rinviene solo in Toscana e
Sardegna. Rilevante è la presenza di Brassica incana nelle comunità laziali, specie subendemica delle coste
italiane
Nelle cenosi del sottotipo 32.23 accompagnano l’ampelodesmo (Ampelodesmos mauritanicus) numerose
specie della macchia mediterranea (Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Smilax aspera, Asparagus
acutifolius); diverse nanofanerofite Cistus salvifolius, Cistus incanus e Coronilla valentina; e camefite
mediterranee, quali Micromeria graeca e Argyrolobium zanonii subsp. zanonii diverse specie del genere
Fumana, Gypsophia arrostii nelle comunità siciliane e calabresi. Tra le specie erbacee sono frequenti diverse
emicriptofite come Bituminaria bituminosa, Pulicaria odora e Elaeoselinum asclepium; mentre le specie
annuali più diffuse negli ampelodesmeti sono Brachypodium retusum, Briza maxima, Cynosurus echinatus,
Linum strictum, Hippocrepis ciliata. Numerose sono anche le specie lianose, quali Smilax aspera, Asparagus
acutifolius, Lonicera implexa, Tamus communis.
Le comunità a Chamaerops humilis sono caratterizzate dalla codominanza con diverse specie della macchia
mediterranea (Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Rhamnus alaternus, Juniperus oxycedrus) o da Euphorbia
dendroides. Nelle comunità sarde spesso la palma nana è accompagnata da Olea europea e Juniperus
phoenicea.
180
Gli arbusteti a Euphorbia dendroides e Periploca angustifolia sono caratterizzate oltre che dalle specie della
macchia già menzionate per gli altri sottotipi, anche da Asparagus stipularis, entità limitata per l’Italia a Sicilia e
Sardegna.
Le comunità del sottotipo 32.26 sono caratterizzate oltre che dalle specie del genere Genista che risultano
dominanti, da Calicotome villosa, Ampelodesmos mauritanicus, Myrtus communis per quanto riguarda il
Cilento; da Helichrysum italicum, Cistus salvifolius e Rosmarinus officinalis le cenosi sarde a Genista
ephedroides; da Erica multiflora, Erica arborea e Lavandula stoechas le comunità delle Isole Ponziane,
mentre alle Isole Eolie i popolamenti a Genista thyrrena sono quasi puri.
Riferimento sintassonomico
Per quanto riguarda gli arbusteti a dominanza di Euphorbia dendroides le comunità adriatiche rispetto a quelle
rinvenute sulle coste tirreniche, ioniche e delle isole maggiori presentano differenze floristiche legate al
contesto biogeografico che le differenziano a livello di associazione (Géhu & Biondi 1997) ma mantengono
notevoli affinità sia composizionali che fisionomiche e sono quindi tutte riferibili allo stesso gruppo di
associazioni (Oleo-Euphorbieta dendroidis Géhu & Biondi 1997 dell’alleanza Oleo-Ceratonion siliquae Br.-Bl.
1936, ordine Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni Rivas Martinez 1975, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. 1947).
La stessa alleanza è quella di riferimento per le comunità dominate o codominate da Chamaerops humilis.
Per quanto riguarda invece le praterie ad Ampelodemos mauritanicus, queste rientrano nella classe LygeoStipetea Riv.-Mart. 1978 che include le praterie mediterranee termofile dominate da grosse graminacee
cespitose ed in particolare nell’ordine Hyparrenietalia Riv.-Mart. 1978. Per quanto riguarda l’inquadramento a
livello di alleanza per le comunità siciliane è stata descritta l’alleanza Avenulo-Ampelodesmion mauritanici
Minissale 1994, tuttavia le specie proposte da questi autori come caratteristiche sono state rinvenute nelle
comunità peninsulari solo per quanto riguarda la Calabria, mentre per le altre regioni in genere viene riportata
l’associazione di riferimento che viene inquadrata però solo a livello di ordine.
Il sottotipo 32.25 è riferito, come riportato nella descrizione del manuale europeo di interpretazione degli
habitat, all’alleanza Periplocion angustifoliae Rivas Martinez 1975 dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia Rivas
Martinez 1975.
Le cenosi a dominanza di specie del genere Genista sono inquadrate nella Classe Cisto Lavanduletea Br.Bl.in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 e nell’ordine Lavanduletalia Br.-Bl.in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 em.
Rivas Martinez 1968 . In particolare sono riferite all’alleanza Calicotomo villosae-Genistion tyrrhenae Biondi
1997 le cenosi delle isole tirreniche e del Cilento; sono incluse nell’alleanza Teucrion mari Gamisans &
Muracciole 1984 le cenosi della Sardegna; mentre le comunità a Genista cinerea rilevate in Liguria sono
incluse nell’alleanza Lavandulo angustifoliae-Genistion cinereae Barbero, Loisel & Quézel 1972 dell’ordine
Ononodetalia striatae Br.-Bl. 1950 (Classe Festuco-Brometea Br.-Bl. & Tüxen ex Br.-Bl. 1949).
181
Dinamiche e contatti
Gli arbusteti a Euphorbia dendroides possono avere carattere primario laddove le condizioni stazionali non
permettano l’evoluzione della vegetazione verso forme più complesse; tuttavia spesso queste cenosi
rappresentano stadi di sostituzione di comunità di macchia alta a Juniperus oxycedrus, J. phoenicea (habitat
5210 – Matorral arborescenti di Juniperus spp.), a Olea europaea (habitat 9320 - Foreste di Olea e Ceratonia)
o a mirto e lentisco. Invece se disturbate possono essere sostituite da garighe a cisti o a elicrisi, a Phagnalon
spp., Genista corsica o Thymelea hirsuta e Thymus capitatum in Sardegna (habitat 5320 - Formazioni basse
di euforbie vicino alle scogliere).
I contatti catenali che interessano le comunità ascrivibili ai sottotipi 32.22, 32.24, 32.25 e 32.26 sono per
quanto riguarda la fascia più prossima alla linea di costa con comunità casmofitiche alofile (habitat 1240 –
Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici) o garighe subalofile (habitat
5320 - Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere). Internamente invece il contatto è con l’OleoEuphorbietum dendroidis prende contatto, nelle aree interne, con le formazioni perenni dell’Hyparrhenion
hirtae (habitat 6220* – Percorsi substeppici di graminacee piante annue dei Thero-Brachypodietea), con alcuni
aspetti riferibili alla vegetazione casmofitica (habitat 8210 - Pareti rocciose calcaree con vegetazione
casmofitica) e con le garighe nanofanerofitiche a dominanza di Rosmarinus officinalis e Cistus sp. pl., con le
garighe a Cistus sp. pl., anche con le pinete a Pinus halepensis (habitat 9540 – Pinete mediterranee di pini
mesogeni endemici) e con la macchia a dominanza di sclerofille sempreverdi o boschi di leccio (habitat 9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia), con cui queste comunità sono spesso anche in contatto
seriale.
Le comunità ad Ampelodesmos mauritanicus sono praterie secondarie che sostituiscono comunità di macchia
mediterranea, boschi di leccio e nelle regioni più meridionali anche boschi a dominanza di roverella. A fronte di
eventi di disturbo che eliminino gli accumuli di suolo su cui si insedia l’ampelodesmo, questo può essere
sostituito da comunità a dominanza di Hyparrhenia hirta o da praterie a dominanza di terofite (habitat 6220 –
Percorsi substeppici di graminaceee piante annue dei Thero-Brachypodietea). Nei settori più interni le
comunità arbustive che ricolonizzano l’ampelodesmeto possono essere quasi del tutto prive di specie della
macchia mediterranea essendo costituite principalmente da Spartium junceum.
Le comunità a dominanza di ginestre della sezione ephedrospartum sono stadi di sostituzione dei boschi di
leccio (habitat 9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia) e se disturbate vengono sostituite da
garighe a cisti (Cistus salvifolius, C. incanus e C. monspeliensis) o da ampelodesmeti del sottotipo 32.23.
Sono invece in contatto catenale spesso con gli arbusteti a Euphorbia dendroides ascrivibili al sottotipo 32.22.
Quindi attualmente esistono vaste superfici interessate dalla presenza di ginestreti senescenti, nei quali sono
attive le dinamiche di recupero dei ginepreti.
182
Trattandosi in ognuno dei sottotipi analizzati di comunità caratterizzate da una certa discontinuità sono
frequenti dei pattern a mosaico in cui gli arbusteti mediterranei si alternano a comunità erbacee dominate da
emicriptofite o da terofite (habitat 6220– Percorsi substeppici di graminaceee piante annue dei TheroBrachypodietea).
Specie alloctone
Opuntia spp., Agave spp., Carpobrotus spp., Pinus spp., Eucalyptus spp., Acacia spp.
Distribuzione dell’habitat in Italia
LG, TS, UM, MR, LZ, CM, BS, PG, CL, SC, SR.
Riferimenti Bibliografici
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Riferimenti Bibliografici online
Nomi dei compilatori con e.mail
Carlo Blasi ([email protected])
Sabina Burrascano ([email protected])
185
61: Formazioni Erbose Naturali
186
61: Formazioni erbose naturali
6170: Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine
Alpine and subalpine calcareous grasslands
Firmeto - Crode dei Longerin (Comelico - BL),
Cesare Lasen
Seslerieto (Dolomiti d'Ampezzo - BL), Cesare
Lasen
187
Zolle pioniere a Festuca calva: AvenastroFestucetum calvae (Val Resia, UD), Francescato
C.
Praterie alpine a zolle discontinue: Gentiano
terglouensis-Caricetum firmae (Gruppo M. Canin,
UD), Francescato C.
Codice CORINE Biotopes
36.12 - Boreo-Alpic calcareous snow-patch communities
36.41 - Closed calciphile alpine grasslands
36.42 - Wind edge naked-rush swards
36.43 - Calciphilous stepped and garland grasslands
36.38 - Oro-Apennine closed grasslands
Codice EUNIS
E4.4 (Praterie calcicole alpine e sub-alpine)
Regione biogeografica di appartenenza
Alpina, Mediterranea, Continentale
Descrizione generale dell’habitat
188
Alpine and subalpine grasslands of base-rich soils, with Dryas octopetala, Gentiana nivalis, Gentiana
campestris, Alchemilla hoppeana, Alchemilla conjuncta, Alchemilla flabellata, Anthyllis vulneraria, Astragalus
alpinus, Aster alpinus, Draba aizoides, Globularia nudicaulis, Helianthemum nummularium ssp. grandiflorum,
Helianthemum oelandicum ssp. alpestre, Pulsatilla alpina ssp. alpina, Phyteuma orbiculare, Astrantia major,
Polygala alpestris (36.41 to 36.43) of mountain ranges such as the Alps, Pyrenees, Carpathians and
Scandinavia. Also included are the grasslands of the subalpine (oro-Mediterranean) and alpine levels of the
highest mountains of Corsica (36.37), and the Mesophile, closed, short turfs of the subalpine and alpine levels
of the southern and central Apennines, developed locally above treeline, on calcareous substrates (36.38).
Can also include associated snowpatch communities (e.g. Arabidion coeruleae).
Sub-types :
36.41 - Closed calciphile alpine grasslands
Mesophile, mostly closed, vigorous, often grazed or mowed, grasslands on deep soils of the subalpine and
lower alpine levels of the Alps, the Pyrenees, the mountains of the Balkan peninsula, and, locally, of the
Apennines and the Jura.
36.42 - Wind edge naked-rush swards
Meso-xerophile, relatively closed and unsculptured swards of Kobresia myosuroides (Elyna myosuroides)
forming on deep, fine soils of protruding ridges and edges exposed to strong winds in the alpine and nival
levels of the Alps, the Carpathians, the Pyrenees, the Cantabrian Mountains, Scandinavian mountains and,
very locally, the Abruzzi and the mountains of the Balkan peninsula, with Oxytropis jacquinii (Oxytropis
montana), Oxytropis pyrenaica, Oxytropis carinthiaca, Oxytropis foucaudii, Oxytropis halleri, Antennaria
carpatica, Dryas octopetala, Draba carinthiaca, Draba siliquosa, Draba fladnizensis, Draba aizoides, Gentiana
tenella, Erigeron uniflorus, Dianthus glacialis, Dianthus monspessulanus ssp. sternbergii, Potentilla nivea,
Saussurea alpina, Geranium argenteum, Sesleria sphaerocephala, Carex atrata, Carex brevicollis, Carex
foetida, Carex capillaris, Carex nigra, Carex curvula ssp. rosae and Carex rupestris.
Scandinavian Kobresia grasslands with Carex ruprestis are included.
36.43 - Calciphilous stepped and garland grasslands
Xero-thermophile, open, sculptured, stepped or garland grasslands of the Alps, the Carpathians, the
Pyrenees, the mountains of the Balkan peninsula and the Mediterranean mountains, with very local outposts in
the Jura.
36.44 - Alpine heavy metal communities: included in habitat 6130 'Calaminarian grasslands (Violetalia
calaminariae)',
36.37 - Oro-Corsican grasslands
Grasslands of the subalpine (oro-Mediterranean) and alpine levels of the highest mountains of Corsica.
36.38 - Oro-Apennine closed grasslands
Mesophile, closed, short turfs of the subalpine and alpine levels of the southern and central Apennines,
developed locally above treeline, on calcareous substrates.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Praterie alpine e subalpine, talvolta anche discontinue, comprese le stazioni a prolungato innevamento,
(vallette nivali, dell'Arabidion caeruleae) delle Alpi e delle aree centrali e meridionali degli Appennini e
sviluppate, di norma, sopra il limite del bosco, su suoli derivanti da matrice carbonatica (o non povera di basi).
Talvolta anche sotto il limite della foresta nel piano altimontano e nelle forre umide prealpine (seslerieti di
forra) eccezionalmente anche a 300-500 m di quota.
Sottotipi e varianti
I sottotipi citati dal manuale, comprendono:
36.12 - Vallette nivali calcaree (Arabidion caeruleae)
36.41- Praterie alpine e subalpine chiuse, mesofile, calcifile delle Alpi e degli Appennini. Corrispondono a
seslerieti evoluti e cariceti.
189
36.42
-
Creste
ventose,
meso-xerofile.
Corrispondono
agli
"elineti".
36.43- Praterie xerofile aperte, a festoni. Seslerieti aridofili delle Alpi e degli Appennini
36.44 - Comunità alpine dei suoli con metalli pesanti (Violetalia calaminariae), in Italia relegate a siti molto
localizzati (es. Cave del Predil, all’estremità nordorientale, ma non mancheranno altri siti nelle Alpi centrooccidentali). Tali situazioni vanno riferite a 6130.
36.38 - Praterie mesofile chiuse delle alte montagne dell'Appennino centro-meridionale del piano subalpino su
substrati calcarei.
Combinazione fisionomica di riferimento
Dryas octopetala, Gentiana nivalis, G. campestris, G. dinarica, G. bavarica Alchemilla flabellata,
Anthyllis vulneraria ssp. alpestris, Aster alpinus, Draba aizoides, Globularia nudicaulis, Helianthemum
nummularium ssp. grandiflorum, Pulsatilla alpina ssp. alpina, P. alpina ssp. millefoliata, Phyteuma
orbiculare, Polygala alpestris, Homogyne discolor, Helictotrichon sedenense, Agrostis alpina, Sesleria
caerulea.
Sottotipi
36.12 (Arabidion caeruleae). Salix retusa, S. reticulata, Gnaphalium hoppeanum, Saxifraga androsacea,
Potentilla brauneana, Carex parviflora, Arabis caerulea, Ranunculus alpestris;
36.41 (Caricion ferrugineae). Carex ferruginea, Carex tendae, Festuca norica, Traunsteinera globosa,
Anemone narcissiflora, Campanula scheuchzeri, Scorzonera aristata, Astrantia major, Festuca melanopsis,
Festuca nigrescens, Lotus alpinus, Senecio doronicum, Trifolium pratense ssp. nivale, Trifolium thalii, Trifolium
badium, Trollius europaeus, Knautia longifolia, Senecio doronicum, Dianthus superbus ssp. alpestris, Carex
capillaris,
Calamagrostis
varia;
36.42 (Oxytropido-Elynion) Elyna myosuroides, Antennaria carpatica, Astragalus alpinus, Astragalus
australis, Astragalus frigidus, Carex curvula subsp. rosae, C. atrata, C. foetida, C. capillaris, C. firma, C.
nigra, C. rupestris, Chamorchis alpina, Oxytropis lapponica, O. montana (agg.), O. halleri, Draba siliquosa,
D. fladnizensis, D. aizoides, Dianthus glacialis, D. sternbergii, Dryas cotopetala, Erigeron uniflorus,
Potentilla nivea, Primula minima, Erigeron epiroticus, Potentilla crantzii, Lloydia serotina, Gentiana nivalis,
Gentiana tenella, Silene acaulis ssp. caenisia, Minuartia verna ssp. verna, Saussurea alpina, Geranium
argenteum, Sesleria sphaerocephala;
36.43 (Seslerion albicantis, Caricion firmae, Caricion austroalpinae,Ononidion cenisiae, Avenion
sempervirentis). Dryas octopetala, Sesleria caerulea, Achillea clavennae, Gentiana clusii, Nigritella rubra,
Nigritella caenisia, Nigritella corneliana, Oxytropis campestris, Oxytropis montana agg., Pedicularis elongata,
Pedicularis rosea (incl. ssp. allionii), Pedicularis comosa, Pedicularis gyroflexa, Pedicularis rostrato-capitata,
Ranunculus hybridus, Viola calcarata, Anemone baldensis, Anthyllis alpestris, Armeria alpina, Aster alpinus,
Aster bellidiastrum, Callianthemum coriandrifolium , Carex atrata, Carex sempervirens, Carex firma, Crepis
alpestris, Draba aizoides, Festuca pumila, Gentiana lutea, Gentiana utriculosa, Gentiana verna, Gentianella
anisodonta, Gentianella pilosa, Globularia cordifolia, Hedysarum hedysaroides, Helianthemum
nummularium ssp. grandiflorum, Hieracium villosum, Hippocrepis comosa, Horminum pyrenaicum, Juncus
monanthos, Laserpitium peucedanoides, Leontopodium alpinum, Leucanthemum heterophyllum, Phyteuma
orbiculare, Polygala alpestris, Potentilla crantzii, Pulsatilla alpina ssp. alpina, Ranunculus montanus agg.,
Scabiosa lucida, Soldanella alpina, Veronica aphylla.
Per le alleanze delle Alpi sudoccidentali (Avenion montanae, ecc.) Helictotrichon sedenense, Helictotrichon
parlatorei, H. sempervirens, H. setaceum, Festuca dimorpha, Iberis sempervirens, Festuca violacea, Plantago
alpina, Hedysarum brigantiacum.
Per l’alleanza Caricion firmae: Carex firma, Carex mucronata, Carex rupestris, Crepis kerneri, Gentiana
terglouensis, Helianthemum alpestre, Helianthemum oelandicum ssp. alpestre, Salix serpillifolia, Sesleria
sphaerocephala, Silene acaulis.
190
Per l’alleanza appenninica Seslerion apenninae: Festuca macrathera, Androsace villosa ssp. villosa var.
australis, Anthyllis montana ssp. atropurpurea, Pedicularis elegans, Carum heldreichii, Leontopodium alpinum
ssp. nivale, Carex kitaibeliana, Paronichya kapela, Ranunculus oreophilus, Euphrasia salisburgensis,
Gnaphalium hoppeanum ssp. magellense, Saxifraga oppositifolia ssp. speciosa, Anthyllis vulneraria ssp.
weldeniana, Carex kitaibeliana ssp. kitaibeliana, Edraianthus graminifolius ssp. graminifolius, Trinia
dalechampii, Dianthus sylvestris ssp. longicaulis, Helianthemum oelandicum ssp. incanum, Globularia
meridionalis, Carex humilis, Astragalus sempervirens, Gentiana dinarica, Thesium parnassi, Sesleria juncifolia,
Sesleria calabrica, Gentianella crispata, Festuca bosniaca, Festuca laevigata ssp. crassifolia.
36.38 (Ranunculo pollinensis-Nardion strictae): Ranunculus pollinensis, Ajuga tenorii, Potentilla rigoana,
Plantago atrata, Taraxacum apenninum, Luzula italica, Crocus albiflorus, Poa violacea, Festuca nigrescens
ssp. microphylla.
Riferimento sintassonomico
Il sottotipo 36.41 è riferibile all’alleanza Caricion ferrugineae G. Br.-Bl. & J. Br.-Bl. 1931 dell’ordine
Seslerietalia caeruleae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny 1926, classe Elyno-Seslerietea Br.-Bl. 1948 (= FestucoSeslerietea Barbero & Bonin 1969). Include anche Trifolio thalii-Festucetum puccinellii Tomaselli et al. 2000,
distribuita sulle Alpi Apuane e sull'Appennino tosco emiliano, su arenarie, marmi, calcari e diaspri.
Il sottotipo 36.42 è riconducibile all’alleanza Oxytropido-Elynion Br.-Bl. (1948) 1949 dell’ordine Elynetalia
myosuroidis Oberdorfer 1957 della classe Carici rupestris-Kobresietea bellardii Ohba 1974.
Le alleanze esclusive delle alpi sud-occidentali sono:
- Avenion sempervirentis Barbero 1968 (= Avenion montanae Barbero 1968 p.p.) afferisce dell’ordine
Seslerietalia caeruleae Br.-Bl. in Br.-Bl. & H. Jenny 1926, classe Elyno-Seslerietea Br.-Bl. 1948 (= FestucoSeslerietea Barbero & Bonin 1969).
- Ononidion cenisiae Barbero 1972 (che Theurillat et al., 1995 sinonimizzano con Avenion sempervirentis) è
da inquadrare nell’ordine Ononidetalia striatae Br.-Bl. 1952 della classe Festuco valesiacae-Brometea erecti
Br.-Bl. & Tüxen ex Br.-Bl. 1949 (l’ordine Ononidetalia striatae è fatto afferire da Theurillat et al. 1995, alla
classe Elyno-Seslerietea Br.-Bl. 1948).
Il sottotipo 36.43 è riferibile, nella penisola, all’alleanza Seslerion apenninae Furnari 1966 ordine Seslerietalia
tenuifoliae Horvat 1930 classe Elyno-Seslerietea Br.-Bl. 1948 (= Festuco-Seslerietea Barbero & Bonin
1969). Nelle Alpi Apuane sono da segnalare peculiari praterie primarie descritte a livello di associazione come
Seslerio tenuifoliae-Caricetum sempervirentis Barbero et Bono 1973 (Seslerion apenninae) ed inquadrabili
all'interno del sottotipo 36.43. Nell'Appennino centrale del Seslerion apenninae si riconosce la suballeanza
Leontopodio-Elynenion Blasi et Di Pietro in Blasi, Di Pietro, Fortini et Catonica 2003 comprendente solo le
comunità del piano alpino (sopra i 2350 m) e quindi: gli elineti, le comunità a Carex rupestris, i seslerieti
a Sesleria juncifolia del piano alpino e alcune tipologie di festuceti a Festuca violacea subsp. italica mentre il
Seslerenion apenninae comprende i festuceti e i seslerieti del Piano subalpino (Seslerietum apenninae, ecc.).
Sul Pollino e sul Sirino (ma in particolare sul Pollino) oltre alle praterie del Ranunculo-Nardion sono presenti
anche seslerieti appartenenti al Seslerion apenninae. Sul Pollino i seslerieti non sono a dominanza di Sesleria
juncifolia ma dell'endemica Sesleria calabrica.
Il sottotipo 36.38 è riferibile all’alleanza Ranunculo pollinensis-Nardion strictae Bonin 1972, dell’ordine
Nardetalia strictae Oberdorfer ex Preising 1949, della classe Nardetea strictae Rivas-Goday ex Rivas-Goday &
Rivas-Martinez 1963.
Le vallette nivali richiamate nell’habitat (36.12) presentano una vegetazione appartenente all’alleanza
Arabidion caeruleae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny 1926 dell’ordine Salicetalia herbaceae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny
1926 della classe Salicetea herbaceae Br.-Bl. 1948. Altri autori prefersicono riferire l'Arabidion all'ordine
Arabidetalia caeruleae Rübel ex Nordhagen 1936 della classe Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl. 1948. Le
associazioni più diffuse sono, per le Alpi, Salicetum retuso-reticulatae Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny 1926 e, per gli
Appennini, Armerio majellensis-Salicetum herbaceae Biondi, Allegrezza, Ballelli & Taffetani 2000 e Carici
kitaibeilianae-Salicetum retusae Biondi, Ballelli, Allegrezza, Taffetani, Frattaroli, Guitian & Zuccarello 1999.
191
Per le Alpi si riconoscono le seguenti alleanze: Seslerion albicantis Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny 1926 (ordine
Seslerietalia coeruleae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny 1926, classe Seslerietea albicantis Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny
1926) Seslerion coeruleae e Caricion austroalpinae Sutter 1962 [ordine Seslerietalia coeruleae Br.-Bl. in Br.Bl. & Jenny 1926, classe Elyno-Seslerietea Br.-Bl. 1948 (= Festuco-Seslerietea Barbero & Bonin 1969)].
Anche Caricion firmae Gams 1936 (del medesimo ordine Seslerietalia), il cui riferimento Corine è 36.433, va
incluso in questo sottotipo.
Dinamiche e contatti
Si tratta di un habitat assai articolato che include numerose comunità, a contatto sia di tipo seriale che
catenale. Da situazioni assai primitive (mosaici con 8120 “Ghiaioni calcarei e scisto-calcarei montani e alpini
(Thlaspietea rotundifolii)” e 8210 “Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica”) si passa
progressivamente verso cenosi più acidificate, al punto che nel sottotipo del Caricion ferrugineae, in alcuni
casi, il limite con 6150 “Formazioni erbose boreo-alpine silicicole “ non è sempre ben definibile. Le diverse
comunità afferenti a questo tipo di habitat sono spesso in contatto topografico con mughete (4070 "Boscaglie
di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum -Mugo-Rhododendretum hirsuti-") e detriti di falda (appunto, 8120).
Sotto il limite potenziale della foresta, l’evoluzione post abbandono determina la scomparsa delle comunità del
6170 “Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine” (seslerieti e firmeti) a favore di consorzi arbustivi ad
ericacee (da ricondurre all’habitat 4060 “Lande alpine e boreali” sia per aspetti basifili che per brughiere
acidofile).
Ovunque, sotto il limite della vegetazione arbustiva, la presenza di pino mugo, rododendri, ontano verde, altri
arbusti, oltre a plantule di Larix, Picea e Pinus cembra, testimonia una dinamica evolutiva facilmente
interpretabile e condizionata sia dai fattori morfologici che dai livelli di utilizzazione. Le situazioni più
complesse sono, peraltro, non quelle primitive, ma quelle più evolute in cui, per motivi di substrato, o di suoli
più profondi, l’acidificazione superficiale è avanzata. In assenza di fattori limitanti lo sviluppo, gli arbusti e le
altre specie legnose colonizzano i siti originando, nella situazione attuale, appunto, mosaici intricati. Nelle
stazioni fresche, a lungo innevamento, o con apporto naturale di sostanze organiche, i passaggi e le
compenetrazioni con comunità di Adenostylion (es. Peucedanetum ostruthii), codice 6430 “Bordure planiziali,
montane e alpine di megaforbie idrofile”, sono relativamente diffuse.
Le cenosi del Seslerion apenninae diffuse dal piano montano a quello alpino dei rilievi dell'Appenino centrale
sui settori sottoposti a frequenti fenomeni di crioturbazione sono per lo più edafoxerofile e a carattere
durevole. Localmente, nel piano subalpino, nelle condizioni geomorfologiche favorevoli, il seslerieto a Sesleria
apennina contrae rapporti dinamici con i ginepreti dell'alleanza Daphno oleoidis-Juniperion alpinae Stanisci
1997. Segnalati, inoltre, contatti con gli arbusteti a pino mugo dell’Epipactido atropurpureae-Pinion mugo
Stanisci 1997.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
VN, PM, AB, TR, FR, LM, MR, LZ, VL, LG, EM, UM, TS, ML, CL, BS
Note
Le comunità alpine dei suoli con metalli pesanti (Violetalia calaminariae), in Italia relegate a siti molto
localizzati (es. Cave del Predil, all’estremità nordorientale e Liguria su serpentiniti) vanno riferite all’habitat
6130 “Formazioni erbose calaminari dei Violetalia calaminariae”
La tradizionale attività di pascolamento fa sì che nei seslerieti a dominanza di Sesleria caerulea entrino specie
dell’alleanza Poion alpinae; queste cenosi vanno comunque riferite all’Habitat 6170, dato l’elevato valore
floristico e paesaggistico che tali praterie assumono. Gli stessi elineti di alta quota, frequentati da popolazioni
di camosci o stambecchi, ad esempio, risultano arricchiti in componenti di Poion alpinae.
192
Anche i veri e propri pascoli pingui di Poion alpinae sono stati spesso ottenuti da comunità di questo Habitat,
mentre la fienagione, un tempo diffusa su tutto l’arco alpino, soprattutto a carico dei tipi più mesofili, è ormai
quasi ovunque in disuso.
Nelle località termofile della fascia altimontana, può verificarsi la sovrapposizione con cenosi di 6210
“Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (FestucoBrometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)” e talora con i nardeti dell’habitat *6230 “Formazioni erbose a
Nardus”, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane (e delle zone submontane dell'Europa
continentale)”. Infine, nell'Italia nordorientale, soprattutto in Friuli- Venezia Giulia, l'habitat 62A0 ("Formazioni
erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneretalia villosae) raggiunge la fascia
altimontana a contatto dei seslerieti.
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62: Formazioni Erbose Secche
Seminaturali e Facies Coperte da Cespugli
198
62: Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli
6210(*): Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da
cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda
fioritura di orchidee)
Semi-natural dry grasslands and scrubland facies on calcareous substrates (Festuco-Brometalia)
(*important orchid sites)
Prato-pascolo sul Monte Rogedano (Fabriano)
dell'alleanza Phleo ambigui-Bromion erecti, E.
Biondi
Brometo
mesofilo
dell'alleanza
Polygalo
mediterraneae-Bromenion erecti al Montaccio
(PG), D. Gigante
199
Crepis lacera, specie tipica dei brometi appenninici
su calcare, D. Gigante
Centaurea triumfetti, specie tipica delle praterie
secondarie dell'ordine Brometalia erecti, D. Gigante
200
Brometo xerofilo su calcare dell'associazione
Asperulo purpureae-Brometum erecti colonizzato
da ginepro rosso (M. Serano, PG), D. Gigante
Orchis ustulata, piccola orchidea comune nelle
praterie secondarie dell'ordine Brometalia erecti, D.
Gigante
201
Orchis sambucina, specie non rara di orchidea che
dà origine a ricche fioriture nelle praterie
secondarie dell'ordine Brometalia erecti, D. Gigante
Orchis papilionacea, orchidea frequente nelle
praterie secondarie dell'ordine Brometalia erecti, D.
202
Gigante
Un aspetto della fioritura delle praterie dell'alleanza
Phleo ambigui-Bromion erecti: in primo piano
Orchis mascula., E. Biondi
Codice CORINE Biotopes
Da
34.31
a
34.34.
34.31
Sub-continental
steppic
grasslands
(Festucetalia
valesiacae)
34.32
Sub-Atlantic
semi-dry
calcareous
grasslands
(Mesobromion)
34.33
Sub-Atlantic
very
dry
calcareous
grasslands
(Xerobromion)
34.34 - Central European calcaro-siliceous grasslands (Koelerio-Phleion phleoidis)Sono evidenziati in
grassetto i codici già indicati nel Manuale EUR/27.
Codice EUNIS
E1.2 - Perennial calcareous grassland and basic steppes
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina (Alp, App), Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Dry to semi-dry calcareous grasslands of the Festuco-Brometea. This habitat is formed on the one hand
by steppic or subcontinental grasslands (Festucetalia valesiacae), and, on the other, by the grasslands of
more oceanic and sub-Mediterranean regions (Brometalia erecti); in the latter case, a distinction is made
between primary Xerobromion grasslands and secondary (semi-natural) Mesobromion grasslands with
Bromus erectus; the latter are characterised by their rich orchid flora. Abandonment results in thermophile
scrub with an intermediate stage of thermophile fringe vegetation (Trifolio-Geranietea). Important orchid sites
should be interpreted as sites that are important on the basis of one or more of the following three criteria:
(a) the site hosts a rich suite of orchid species (b) the site hosts an important population of at least one orchid
species considered not very common on the national territory (c) the site hosts one or several orchid species
considered to be rare, very rare or exceptional on the national territory.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Praterie polispecifiche perenni a dominanza di graminacee emicriptofitiche, generalmente secondarie, da aride
a semimesofile, diffuse prevalentemente nel Settore Appenninico ma presenti anche nella Provincia Alpina,
dei Piani bioclimatici Submeso-, Meso-, Supra-Temperato, riferibili alla classe Festuco-Brometea, talora
interessate da una ricca presenza di specie di Orchideaceae ed in tal caso considerate prioritarie (*). Per
quanto riguarda l’Italia appenninica, si tratta di comunità endemiche, da xerofile a semimesofile,
prevalentemente emicriptofitiche ma con una possibile componente camefitica, sviluppate su substrati di varia
203
natura. Per individuare il carattere prioritario deve essere soddisfatto almeno uno dei seguenti criteri:
(a) il sito ospita un ricco contingente di specie di orchidee; (b) il sito ospita un’importante popolazione di
almeno una specie di orchidee ritenuta non molto comune a livello nazionale;
(c) ) il sito ospita una o più specie di orchidee ritenute rare, molto rare o di eccezionale rarità a livello
nazionale.
Combinazione fisionomica di riferimento
La specie fisionomizzante è quasi sempre Bromus erectus, ma talora il ruolo è condiviso da altre entità come
Brachypodium rupestre. Tra le specie frequenti, già citate nel Manuale EUR/27, possono essere ricordate per
l’Italia: Anthyllis vulneraria, Arabis hirsuta, Campanula glomerata, Carex caryophyllea, Carlina vulgaris,
Centaurea scabiosa, Dianthus carthusianorum, Eryngium campestre, Koeleria pyramidata, Leontodon
hispidus, Medicago sativa subsp. falcata, Polygala comosa, Primula veris, Sanguisorba minor,
Scabiosa columbaria, Veronica prostrata, V. teucrium, Fumana procumbens, Globularia elongata,
Hippocrepis comosa. Tra le orchidee, le più frequenti sono Anacamptis pyramidalis, Dactylorhiza sambucina,
#Himantoglossum adriaticum, Ophrys apifera , O. bertolonii, O. fuciflora, O. fusca, O. insectifera, O.
sphegodes, Orchis mascula, O. militaris, O. morio, O. pauciflora, O. provincialis, O. purpurea, O. simia, O.
tridentata, O. ustulata. Possono inoltre essere menzionate: Narcissus poëticus, Trifolium montanum subsp.
rupestre, T. ochroleucum, Potentilla rigoana, P. incana, Filipendula vulgaris, Ranunculus breyninus (= R.
oreophilus), R. apenninus, Allium sphaerocephalon, Armeria canescens, Knautia purpurea, Salvia pratensis,
Centaurea triumfetti, Inula montana, Leucanthemum eterophyllum, Senecio scopolii, Tragapogon pratensis, T.
samaritani, Helianthemum apenninum, Festuca robustifolia, Eryngium amethystinum, Polygala flavescens,
Trinia dalechampii, #Jonopsidium savianum, #Serratula lycopifolia, Luzula campestris. Per gli aspetti
appenninici su calcare (all. Phleo ambigui-Bromion erecti) sono specie guida: Phleum ambiguum, Carex
macrolepis, Crepis lacera, Avenula praetutiana, Sesleria nitida, Erysimum pseudorhaeticum, Festuca
circummediterranea, Centaurea ambigua, C. deusta, Seseli viarum, Gentianella columnae, Laserpitium siler
subsp. siculum (= L. garganicum), Achillea tenorii, Rhinanthus personatus, Festuca inops, Cytisus spinescens
(= Chamaecytisus spinescens), Stipa dasyvaginata subsp. apenninicola, Viola eugeniae; per gli aspetti
appenninici su substrato di altra natura (suball. Polygalo mediterraneae-Bromenion erecti), si possono
ricordare: Polygala nicaeensis subsp. mediterranea, Centaurea jacea subsp. gaudini (= C. bracteata),
Dorycnium herbaceum, Asperula purpurea, Brachypodium rupestre, Carlina acanthifolia subsp. acanthifolia (=
C. utzka sensu Pignatti). Per gli aspetti alpini si possono citare: Carex flacca, Gentiana cruciata, Onobrychis
viciifolia, Ranunculus bulbosus, Potentilla neumanniana, Galium verum, Pimpinella saxifraga, Thymus
pulegioides (all. Mesobromiom erecti); Trinia glauca, Argyrolobium zanonii, Inula montana, Odontites lutea,
Lactuca perennis, Carex hallerana, Fumana ericoides (all. Xerobromiom erecti); Crocus versicolor, Knautia
purpurea (all. Festuco amethystinae-Bromion erecti); Chrysopogon gryllus, Heteropogon contortus (=
Andropogon contortus), Cleistogenes serotina (all. Diplachnion serotinae).
Riferimento sintassonomico
L’Habitat 6210 per il territorio italiano viene prevalentemente riferito all’ordine Brometalia erecti Br.-Bl. 1936.
I brometi appenninici presentano una complessa articolazione sintassonomica, recentemente oggetto di
revisione (Biondi et al., 2005), di seguito riportata. Le praterie appenniniche dei substrati calcarei, dei Piani
Submesomediterraneo, Meso- e Supra-Temperato, vengono riferite all’alleanza endemica appenninica Phleo
ambigui-Bromion erecti Biondi & Blasi ex Biondi et al. 1995, distribuita lungo la catena Appenninica e
distinguibile in 3 suballeanze principali: Phleo ambigui-Bromenion erecti Biondi et al. 2005 con optimum nei
Piani Submesomediterraneo e Mesotemperato, Brachypodenion genuensis Biondi et al. 1995 con optimum nel
Piano Supratemperato e Sideridenion italicae Biondi et al. 1995 corr. Biondi et al. 2005 con optimum nel Piano
Subsupramediterraneo. Le praterie appenniniche da mesofile a xerofile dei substrati non calcarei
(prevalentemente marnosi, argillosi o arenacei), con optimum nei Piani Mesotemperato e
Submesomediterraneo (ma presenti anche nel P. Supratemperato), vengono invece riferite alla suballeanza
204
endemica appenninica Polygalo mediterraneae-Bromenion erecti Biondi et al. 2005 (alleanza Bromion erecti
Koch 1926). Per quanto riguarda la Sicilia, a questo habitat è sicuramente riferibile l'associazione Lino
punctati-Seslerietum nitidae Pignatti & Nimis 1980 em. Brullo 1983 della sopracitata suballeanza Sideridenion
italicae, rinvenuta sulle Madonie. Per i brometi alpini sono riconosciute le alleanze Bromion erecti Koch 1926
(= Mesobromion erecti Br.-Bl & Moor 1938), inclusa la suballeanza Seslerio caeruleae-Mesobromenion erecti
Oberdorfer 1957, per gli aspetti mesofili; Xerobromion erecti (Br.-Bl & Moor 1938) Moravec in Holub et al. 1967
per gli aspetti xerofili; Festuco amethystinae-Bromion erecti Barbero & Loisel 1972 per gli aspetti xerofili delle
Alpi liguri. In questo habitat vanno inoltre inserite le praterie subcontinentali dell'ordine Festucetalia valesiacae
(34.31), per gli aspetti riguardanti le alleanze Cirsio-Brachypodion pinnati Hadac & Klika in Klika & Hadac 1944
e Diplachnion serotinae Br.-Bl. 1961.
Dinamiche e contatti
Le praterie dell’Habitat 6210, tranne alcuni sporadici casi, sono habitat tipicamente secondari, il cui
mantenimento è subordinato alle attività di sfalcio o di pascolamento del bestiame, garantite dalla persistenza
delle tradizionali attività agro-pastorali. In assenza di tale sistema di gestione, i naturali processi dinamici della
vegetazione favoriscono l’insediamento nelle praterie di specie di orlo ed arbustive e lo sviluppo di comunità
riferibili rispettivamente alle classi Trifolio-Geranietea sanguinei e Rhamno-Prunetea spinosae; quest’ultima
può talora essere rappresentata dalle ‘Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli’ dell’Habitat
5130. All’interno delle piccole radure e discontinuità del cotico erboso, soprattutto negli ambienti più aridi,
rupestri e poveri di suolo, è possibile la presenza delle cenosi effimere della classe Helianthemetea guttati
riferibili all’Habitat 6220* ‘Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea’ o
anche delle comunità xerofile a dominanza di specie del genere Sedum, riferibili all’Habitat 6110 ‘Formazioni
erbose rupicole calcicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi’. Può verificarsi anche lo sviluppo di situazioni di
mosaico con aspetti marcatamente xerofili a dominanza di camefite riferibili agli habitat delle garighe e nanogarighe appenniniche submediterranee (classi Rosmarinetea officinalis, Cisto-Micromerietea).
Dal punto di vista del paesaggio vegetale, i brometi sono tipicamente inseriti nel contesto delle formazioni
forestali caducifoglie collinari e montane a dominanza di Fagus sylvatica (Habitat 9110 ‘Faggeti del LuzuloFagetum’, 9120 ‘Faggeti acidofili atlantici con sottobosco di Ilex e a volte di Taxus’, 9130 ‘Faggeti
dell'Asperulo-Fagetum’, 9140 ‘Faggeti subalpini dell'Europa Centrale con Acer e Rumex arifolius’, 9150
‘Faggeti calcicoli dell'Europa Centrale del Cephalanthero-Fagion, 91K0 ‘Faggete illiriche dell’AremonioFagion’, 9210* ‘Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex’, 9220 ‘Faggeti degli Appennini con Abies alba e
faggeti con Abies nebrodensis’) o di Ostrya carpinifolia, di Quercus pubescens (Habitat 91AA ‘Boschi orientali
di roverella’), di Quercus cerris (Habitat 91M0 ‘Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere’) o di castagno
(9260 ‘Foreste di Castanea sativa’).
Distribuzione dell’habitat in Italia
AB, BS, CL, CM, EM, LZ, LG, LM, MR, ML, PM, PG, TS, TR, UM, VL, VN, SC
Note
L’ordine Festuco-Brometalia indicato nel nome ufficiale dell’Habitat non corrisponde in realtà ad alcun
syntaxon fitosociologico attualmente in uso; data l’inclusione da parte del Manuale EUR/27 anche dell’ordine
Festucetalia valesiacae è evidente che, nel rispetto degli intenti originari, il riferimento dev’essere alla classe
Festuco-Brometea Br.-Bl. et Tx. ex Br.-Bl. 1949. Viene ampliato il riferimento al substrato, che non è
esclusivamente calcareo. Le praterie dell’alleanza Festucion valesiacae (ordine Festucetalia valesiacae CORINE: 34.31 - Sub-continental steppic grasslands) trovano opportuna collocazione nell’Habitat 6240
‘Formazioni erbose sub-pannoniche’, mentre in questo si inquadrano le cenosi delle alleanze CirsioBrachypodion pinnati e Diplachnion serotinae. Le formazioni dell’ordine Scorzoneretalia villosae Horvatic 1973
[= Scorzonero-Chrysopogonetalia Horvatic et Horvat (1956) 1958] vanno riferite all’Habitat 62A0 ‘Praterie
aride orientali submediterranee (Scorzoneretalia villosae)’, sia per quanto riguarda i territori nord-orientali che
quelli sud-orientali della penisola italiana. Si sottolinea che l’Habitat 6210 viene considerato prioritario (*) solo
205
quando si verifica una notevole presenza di orchidee, fenomeno che alle altitudini più elevate è meno
frequente. Sono riconducibili all'Habitat 6210 i pratelli xerici di colonizzazione dei greti fluviali in contesto
alpino, rarissimi e in via di scomparsa, ricchi di elementi della classe Festuco-Brometea e talvolta ricchi di
orchidee.
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Daniela Gigante - [email protected] Alberto Selvaggi - [email protected]
211
63: Boschi di Sclerofille
Utilizzati come Terreni di Pascolo (dehesas)
212
63: Boschi di sclerofille utilizzati come terreni di pascolo (dehesas)
6310: Dehesas con Quercus spp. sempreverde
Dehesas with evergreen Quercus spp.
Pascoli arborati a sughera (Lula, Nuorese), G.
Bacchetta
Codice CORINE Biotopes
32.11 x 91.2
32.11 - Evergreen oak matorral
91.2 - Dehesa
Codice EUNIS
E7.3 - Praterie alberate iberiche (“dehesa”)
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
A characteristic landscape of the Iberian peninsula in which crops, pasture land or Meso-Mediterranean
arborescent matorral, in juxtaposition or rotation, are shaded by a fairly closed to very open canopy of native
evergreen oaks (Quercus suber, Q.ilex, Q.rotundifolia, Q.coccifera). It is an important habitat of raptors,
including the threatened Iberian endemic eagle (Aquila adalberti), of the crane (Grus grus), of large insects
and their predators and of the endangered felid (*Lynx pardinus).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Pascoli alberati a dominanza di querce sempreverdi (Quercus suber, Q.ilex, Q.coccifera), indifferenti al
substrato, da termomediterraneo inferiore secco inferiore a supramediterraneo inferiore umido superiore. Sono
presenti maggiormente nella subregione biogeografica Mediterranea occidentale, quindi in Italia
maggiormente, ma non esclusivamente, nel versante tirrenico, isole incluse. Si tratta comunque di un habitat
seminaturale, mantenuto dalle attività agro-zootecniche, in particolare l’allevamento brado ovi-caprino, bovino
e suino.
Sottotipi e varianti
213
Combinazione fisionomica di riferimento
Quercus suber, Q. ilex ssp. ilex, Q. coccifera e specie della classe Poetea bulbosae: Trifolium
subterraneum, T. nigrescens, T, micranthum, T. tormentosum, T. bocconei, Ranunculus paludosus, R.
bullatum, Parentucellia latifolia , Ornithopus compressus, Moenchia erecta, Morisia monanthos (endemica
sarda), Poa bulbosa.
Riferimento sintassonomico
Si tratta di un habitat a forte determinismo antropico, dove non sempre è possibile pervenire ad un
inquadramento sintassonomico delle cenosi presenti. I pascoli alberati derivano infatti dal diradamento di
preesistenti comunità forestali a dominanza di querce sempreverdi. In Italia queste sono riferite quasi sempre
all’alleanza centro-mediterranea Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi, Casavecchia & Gigante 2003, che include
tutti i boschi a dominanza di leccio e sughera in bioclima Mediterraneo Pluvistagionale Oceanico (ordine
Quercetalia ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em. Rivas-Martìnez 1975, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O.
Bolòs 1950). Fanno eccezione i pascoli alberati a quercia spinosa, inclusi nell’alleanza Juniperion turbinatae
Rivas-Martìnez 1975 corr. 1987 (ordine Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni Rivas Martìnez 1975, classe
Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950). Le comunità erbacee sono costituite da specie pabulari,
mentre il corteggio floristico nemorale è solitamente scomparso. Nel Mediterraneo occidentale le comunità
pascolive ovine sono inquadrate nell’alleanza Trifolio subterranei-Periballion Rivas Goday 1964 (ordine
Poetalia bulbosae Rivas Goday & Rivas-Martínez in Rivas Goday & Ladero 1970, classe Poetea bulbosae
Rivas Goday & Rivas-Martínez in Rivas-Martínez 1978), rinvenuta anche in Sardegna dove queste praterie
sono state attribuite alla associazione Poo bulbosae -Trifolietum subterranei Rivas Goday 1964) Rivas Goday
& Ladero 1970 della quale in Sardegna è stata descritta la subassociazione trifolietosum igrescentis Ladero,
Biondi & Mossa 1992. Nel caso di pascoli lavorati, concimati o nitrificati da sovrapascolamento, si assiste ad
un cambio della composizione floristica, per cui le comunità erbacee sono inquadrabili nell’alleanza Echio
plantaginei-Galactition tomentosae O. Bolòs & Molinier 1969, ordine Thero-Brometalia (Rivas Goday & RivasMartínez ex Esteve 1973) O. Bolòs 1975 della classe Stellarietea mediae Tüxen, Lohmeyer & Preising ex von
Rochow 1951.
Dinamiche e contatti
Le dinamiche naturali tendono alla ricostituzione delle comunità forestali sempreverdi. L’uso intensivo invece,
impedendo la rinnovazione delle specie forestali, può portare alla perdita dell’habitat a dehesa e alla
costituzione di pascoli aperti, privi della componente arborea. I contatti seriali sono prevalentemente con le
comunità camefitiche e arbustive mediterranee che occuperebbero vaste aree se cessasse il pascolo e
riattiverebbero le dinamiche della successione secondaria. Si tratta di garighe acidofile della classe CistoLavanduletea Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 e calcicole della classe Rosmarinetea officinalis RivasMartínez, Fernández-González, Loidi, Lousã & Penas 2001. Gli arbusteti sono inquadrabili invece nelle
alleanze Oleo-Ceratonion siliquae Br.-Bl. ex Guinochet & Drouineau 1944 em. Rivas-Martìnez 1975 (9320
"Foreste di Olea e Ceratonia") ed Ericion arboreae (Rivas-Martìnez ex Rivas-Martìnez, Costa & Izco 1986)
Rivas-Martìnez 1987 della classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950 (ordine Pistacio lentisciRhamnetalia alaterni Rivas Martìnez 1975), nell’alleanza Telinion monspessulano-linifoliae Rivas-Martínez,
Fernández-González, Loidi, Lousã & Penas 2001 della classe Cytisetea scopario-striati Rivas-Martínez 1975
(ordine Cytiso villosi-Telinetalia monspessulanae Rivas-Martínez, Fernández-González, Loidi, Lousã & Penas
2001), e infine nell’alleanza Pruno-Rubion ulmifolii O. Bolòs 1954 della classe Rhamno-Prunetea Rivas-Goday
& Borja ex Tüxen 1962 (ordine Prunetalia spinosae Tüxen 1952).
In Liguria quando vengono a cessare pascolo, incendio e/o diboscamento, si ha uno sviluppo di macchie alte
e forteti più o meno densi che precedono il bosco di sughera o di leccio riferibili ai codici 9330 o 9340. Inoltre
dove l’habitat 6310 non ha caratteri tipici per l’assenza di una gestione estensiva e omogenea delle attività
agropastorali idonee al suo mantenimento, si osservano continui contatti seriali fra piccole tessere erbacee,
arbustive o arborescenti. In qualche caso l’habitat può avere il ruolo di mantello con specie prenemorali
214
insediate su formazioni erbacee appartenenti a 6210 o 6220 oppure può rappresentare un antico orlo di
formazioni boschive di leccio o di sughera o di altre formazioni arboree dense mediterranee.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
SR, BS, SC, LG, TS, LZ, CM, PG.
Note
Si tratta di un tipico habitat a forte determinismo antropico, per il quale è essenziale prevedere forme di
gestione adeguate alla sua conservazione. La cessazione delle pratiche agro-pastorali porterebbe da un lato
alla ricostituzione delle comunità forestali, dall’altra l’intensificazione delle attività zootecniche condurrebbe alla
costituzione di pascoli aperti. È quindi necessario prevedere intensità d’uso moderata, compatibile con la
conservazione dell’habitat.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Emmanuele Farris ([email protected])
215
62: Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli
6220*: Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei TheroBrachypodietea
Pseudo-steppe with grasses and annuals of the Thero-Brachypodietea
Formazioni xerofile a dominanza di Hyparrhenia
hirta su arenaria, sulle colline a sud del Lago
Trasimeno (PG), D. Gigante
Aspetto di vegetazione a dominanza di Poa
bulbosa sul M. Petano (PG), D. Gigante
216
Vegetazione terofitica mediterranea della classe
Tuberarietea guttatae a dominanza di Vulpia
fasciculata all'Isola Polvese (PG), D. Gigante
Trifolium cherleri, specie che dà origine a fitocenosi
annuali xero-termofile della classe Tuberarietea
guttatae, D. Gigante
Codice CORINE Biotopes
34.5 - Mediterranean xeric grasslands (Thero-Brachypodietea)
Codice EUNIS
E1.3 - Mediterranean xeric grassland
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina (Alp, App), Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Meso- and thermo-Mediterranean xerophile, mostly open, short-grass annual grasslands rich in
therophytes; therophyte communities of oligotrophic soils on base-rich, often calcareous substrates.
Perennial communities - Thero-Brachypodietea, Thero-Brachypodietalia: Thero-Brachypodion. Poetea
bulbosae: Astragalo-Poion bulbosae (basiphile), Trifolio-Periballion (silicolous). Annual communities Tuberarietea guttatae Br.-Bl. 1952 em. Rivas-Martínez 1978, Trachynietalia distachyae Rivas-Martínez 1978:
Trachynion distachyae (calciphile), Sedo-Ctenopsion (gypsophile), Omphalodion commutatae (dolomitic and
silico-basiphile).
217
In France a distinction can be made between: (a) annual herbaceous vegetation of dry, initial, low-nitrogen
soils ranging from neutro-basic to calcareous: Stipo capensis-Brachypodietea distachyae (Br-Bl. 47) Brullo 85;
(b) vegetation of more or less closed grasslands on deep, nitrocline and xerocline soil: Brachypodietalia
phoenicoidis
(Br-Bl.
31)
Molinier
34.
In Italy this habitat mainly exists in the South and on the islands (Thero-Brachypodietea, Poetea bulbosae,
Lygeo-Stipetea).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Praterie xerofile e discontinue di piccola taglia a dominanza di graminacee, su substrati di varia natura, spesso
calcarei e ricchi di basi, talora soggetti ad erosione, con aspetti perenni (riferibili alle classi Poetea bulbosae e
Lygeo-Stipetea, con l’esclusione delle praterie ad Ampelodesmos mauritanicus che vanno riferite all’Habitat
5330 ‘Arbusteti termo-mediterranei e pre-steppici’, sottotipo 32.23) che ospitano al loro interno aspetti annuali
(Helianthemetea guttati), dei Piani Bioclimatici Termo-, Meso-, Supra- e Submeso-Mediterraneo, con
distribuzione prevalente nei settori costieri e subcostieri dell’Italia peninsulare e delle isole, occasionalmente
rinvenibili nei territori interni in corrispondenza di condizioni edafiche e microclimatiche particolari.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Per quanto riguarda gli aspetti perenni, possono svolgere il ruolo di dominanti specie quali Lygeum spartum,
Brachypodium retusum, Hyparrenia hirta, accompagnate da Bituminaria bituminosa, Avenula bromoides,
Convolvulus althaeoides, Ruta angustifolia, Stipa offneri, Dactylis hispanica, Asphodelus ramosus. In
presenza di calpestio legato alla presenza del bestiame si sviluppano le comunità a dominanza di Poa
bulbosa, ove si rinvengono con frequenza Trisetaria aurea, Trifolium subterraneum, Astragalus sesameus,
Arenaria leptoclados, Morisia monanthos. Gli aspetti annuali possono essere dominati da Brachypodium
distachyum (= Trachynia distachya), Hypochaeris achyrophorus, Stipa capensis, Tuberaria guttata, Briza
maxima, Trifolium scabrum, Trifolium cherleri, Saxifraga trydactylites; sono inoltre specie frequenti Ammoides
pusilla, Cerastium semidecandrum, Linum strictum, Galium parisiense, Ononis ornithopodioides, Coronilla
scorpioides, Euphorbia exigua, Lotus ornithopodioides, Ornithopus compressus, Trifolium striatum, T. arvense,
T. glomeratum, T. lucanicum, Hippocrepis biflora, Polygala monspeliaca.
Riferimento sintassonomico
I diversi aspetti dell’Habitat 6220* per il territorio italiano possono essere riferiti alle seguenti classi: LygeoStipetea Rivas-Martínez 1978 per gli aspetti perenni termofili, Poetea bulbosae Rivas Goday & Rivas-Martínez
in Rivas-Martínez 1978 per gli aspetti perenni subnitrofili ed Helianthemetea guttati (Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine
& Nègre 1952) Rivas Goday & Rivas-Martínez 1963 em. Rivas-Martínez 1978 per gli aspetti annuali. Nella
prima classe vengono incluse le alleanze: Polygonion tenoreani Brullo, De Marco & Signorello 1990, TheroBrachypodion ramosi Br.-Bl. 1925, Stipion tenacissimae Rivas-Martínez 1978 e Moricandio-Lygeion sparti
Brullo, De Marco & Signorello 1990 dell’ordine Lygeo-Stipetalia Br.-Bl. et O. Bolòs 1958; Hyparrhenion hirtae
Br.-Bl., P. Silva & Rozeira 1956 (incl. Aristido caerulescentis-Hyparrhenion hirtae Brullo et al. 1997 e SaturejoHyparrhenion O. Bolòs 1962) ascritta all’ordine Hyparrhenietalia hirtae Rivas-Martínez 1978. La seconda
classe è rappresentata dalle tre alleanze Trifolio subterranei-Periballion Rivas Goday 1964, Poo bulbosaeAstragalion sesamei Rivas Goday & Ladero 1970, Plantaginion serrariae Galán, Morales & Vicente 2000, tutte
incluse nell’ordine Poetalia bulbosae Rivas Goday & Rivas-Martínez in Rivas Goday & Ladero 1970. Infine gli
aspetti annuali trovano collocazione nella terza classe che comprende le alleanze Hypochoeridion achyrophori
Biondi et Guerra 2008 (ascritta all’ordine Trachynietalia distachyae Rivas-Martínez 1978), Trachynion
distachyae Rivas-Martínez 1978, Helianthemion guttati Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 e TheroAirion Tüxen & Oberdorfer 1958 em. Rivas-Martínez 1978 (dell’ordine Helianthemetalia guttati Br.-Bl. in Br.-Bl.,
Molinier & Wagner 1940).
Dinamiche e contatti
218
La vegetazione delle praterie xerofile mediterranee si insedia di frequente in corrispondenza di aree di
erosione o comunque dove la continuità dei suoli sia interrotta, tipicamente all’interno delle radure della
vegetazione perenne, sia essa quella delle garighe e nano-garighe appenniniche submediterranee delle classi
Rosmarinetea officinalis e Cisto-Micromerietea; quella degli ‘Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici’
riferibili all’Habitat 5330; quella delle ‘Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavenduletalia’ riferibili
all’Habitat 2260; quella delle ‘Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato
calcareo’ della classe Festuco-Brometea, riferibili all’Habitat 6210; o ancora quella delle ‘Formazioni erbose
rupicole calcicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi’ riferibile all’Habitat 6110, nonché quella delle praterie con
Ampelodesmos mauritanicus riferibili all’Habitat 5330 ‘Arbusteti termo-mediterranei e pre-steppici’.
Può rappresentare stadi iniziali (pionieri) di colonizzazione di neosuperfici costituite ad esempio da
affioramenti rocciosi di varia natura litologica, così come aspetti di degradazione più o meno avanzata al
termine di processi regressivi legati al sovrapascolamento o a ripetuti fenomeni di incendio. Quando le
condizioni ambientali favoriscono i processi di sviluppo sia del suolo che della vegetazione, in assenza di
perturbazioni, le comunità riferibili all’Habitat 6220* possono essere invase da specie perenni arbustive
legnose che tendono a soppiantare la vegetazione erbacea, dando luogo a successioni verso cenosi perenni
più evolute. Può verificarsi in questi casi il passaggio ad altre tipologie di Habitat, quali gli ‘Arbusteti
submediterranei e temperati’, i ‘Matorral arborescenti mediterranei’ e le ‘Boscaglie termo-mediterranee e presteppiche’ riferibili rispettivamente agli Habitat dei gruppi 51, 52 e 53 (per le tipologie che si rinvengono in
Italia).
Dal punto di vista del paesaggio vegetale, queste formazioni si collocano generalmente all’interno di serie di
vegetazione che presentano come tappa matura le pinete mediterranee dell'Habitat 2270 'Dune con foreste di
Pinus pinea e/o Pinus pinaster'; la foresta sempreverde dell’Habitat 9340 ‘Foreste di Quercus ilex e Quercus
rotundifolia’ o il bosco misto a dominanza di caducifoglie collinari termofile, quali Quercus pubescens, Q.
virgiliana, Q. dalechampi, riferibile all’Habitat 91AA ‘Boschi orientali di roverella’, meno frequentemente Q.
cerris (Habitat 91M0 ‘Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere’).
Distribuzione dell’habitat in Italia
AB, BS, CL, CM, EM, LZ, LG, MR, ML, PG, SR, SC, TS, UM, PM
Note
L’Habitat 6220* nella sua formulazione originaria lascia spazio ad interpretazioni molto ampie e non sempre
strettamente riconducibili a situazioni di rilevanza conservazionistica. La descrizione riportata nel Manuale
EUR/27 risulta molto carente, ma allo stesso tempo ricca di indicazioni sintassonomiche che fanno riferimento
a tipologie di vegetazione molto diverse le une dalle altre per ecologia, struttura, fisionomia e composizione
floristica, in alcuni casi di grande pregio naturalistico ma più spesso banali e ad ampia diffusione nell’Italia
mediterranea. Non si può evitare di sottolineare come molte di queste fitocenosi siano in realtà espressione di
condizioni di degrado ambientale e spesso frutto di un uso del suolo intensivo e ad elevato impatto. La loro
conservazione è solo in alcuni casi meritevole di specifici interventi; tali casi andrebbero valorizzati e trattati in
modo appropriato.
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Daniela Gigante - [email protected]
223
62: Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli
62A0: Formazioni erbose secche della regione submediterranea
orientale (Scorzoneratalia villosae)
Eastern sub-mediterranean dry grasslands (Scorzoneretalia villosae)
Facies mesofila a Cirsium pannonicum (Colli
Asolani - TV), Cesare Lasen
Vegro nei Colli Euganei (PD) con Melica ciliata,
Cesare Lasen
Codice CORINE Biotopes
34.75 - Eastern sub-Mediterranean dry grasslands
224
Codice EUNIS
E1.55 (Praterie aride sub-mediterranee orientali)
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Xeric grasslands of the sub-Mediterranean zones of Trieste, Istria and the Balkan peninsula, where they
coexist with steppic grasslands of the Festucetalia valesiacae (6210), developing in areas of lesser
continentality than the latter and incorporating a greater Mediterranean element. Includes the following
communities; - Carici humilis-Centaureetum rupestris, Genisto holopetalae-Caricetum mucronatae,
Chrysopogono-Centaureetum cristatae, Danthonio- Scorzoneretum villosae & Cleistogeno – Festucetum
rupicolae.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Praterie xeriche submediterranee ad impronta balcanica dell'ordine Scorzoneretalia villosae (= ScorzoneroChrysopogonetalia). L'habitat si rinviene nell'Italia nord-orientale (dal Friuli orientale, lungo il bordo meridionale
delle Alpi e loro avanterra, fino alla Lombardia orientale) e sud-orientale (Molise, Puglia e Basilicata).
Combinazione fisionomica di riferimento
Achillea nobilis, A. virescens, Aira elegantissima, Alyssum diffusum, Arctostaphylos uva-ursi, Asperula
purpurea, Brassica glabrescens, Bromus erectus, B. condensatus, Bupleurum ranunculoides, Carex
humilis, Centaurea cristata, Centaurea dichroantha, Centaurea rupestris, Centaurea triumfetti adscendens,
Chrysopogon gryllus, Crepis chondrilloides, Cytisus pseudoprocumbens, Dianthus garganicus, D. tergestinus,
Euphorbia fragifera, Euphorbia kerneri, Euphorbia triflora, Euphrasia illyrica, Euphrasia marchesettii#,
Ferulago galbanifera, Festuca rupicola, Genista holopetala#, G. januensis, G. sericea, G. sylvestris,
Gentiana tergestina, Gentiana lutea#, Gentiana clusii, Globularia punctata, Himantoglossum adriaticum#,
Hypochoeris maculata, Hippocrepis glauca, Iris cengialti, I. pseudopumila, Jurinea mollis, Leucanthemum
liburnicum, L. platylepis, Linum trigynum, L. tommasinii, Lomelosia graminifolia, Matthiola valesiaca, Melica
transsylvanica, Molinia arundinacea, Muscari tenuiflorum, Onobrychys arenaria, Onosma dalmatica, Ophrys
sphegodes, Plantago argentea, P. holosteum, Polygala nicaeensis carniolica, Potentilla pusilla, P.
tommasiniana, Pulsatilla montana, Rhinanthus pampaninii, Satureja subspicata liburnica, S. montana subsp.
variegata, Scorzonera villosa (incl. ssp. columnae), Senecio scopolii, Seseli gouanii, S. tommasinii, Sesleria
juncifolia, Sideritis italica, Stipa austroitalica#, S. eriocaulis, S. oligotricha, Trifolium ochroleucon, Trinia
glauca, Thapsia garganica, Acinos suaveolens, Salvia argentea, Cytisus spinescens, Euphorbia barrelieri,
Teucrium capitatum, Eryngium amethystinum, Euphorbia spinosa, Koeleria lobata (Koeleria splendens),
Thymus spinulosus, Stipa veneta, Silene x pseudotites.
Riferimento sintassonomico
Nell'habitat rientrano tutte le comunità ascrivibili all'ordine Scorzoneretalia villosae Horvatic 1973 (=
Scorzonero-Chrysopogonetalia Horvatic et Horvat (1956) 1958) che sono ben più di quelle delle comunità
indicate nelle associazioni elencate nel manuale europeo, sia per le aree sud-orientali, che per quelle nordorientali, diffuse oltre che nella zona triestina anche lungo il bordo meridionale delle Alpi e loro avanterra, fino
al Lago di Garda, estendensosi, quindi, dal Friuli Venezia Giulia al Veneto e al Trentino meridionale. A titolo
esemplificativo, nel citato manuale del Friuli Venezia Giulia, sono attribuite a questo codice le comunità
afferenti alle alleanze Scorzonerion villosae Horvatic 1963 e Saturejion subspicatae (Horvat 1962) Horvatic
1973. Della prima fanno parte le seguenti suballeanze: Centaurenion dichroanthae (Pignatti 1953) Poldini &
Feoli Chiapella in Feoli Chiapella & Poldini 1993, Hypochoeridenion maculatae (Horvatic 1973) Poldini & Feoli
225
Chiapella in Feoli Chiapella & Poldini 1993. Della seconda alleanza fanno parte le suballeanze: Saturejienion
subspicatae e Centaurenion dichroanthae (Pignatti 1953) Poldini & Feoli Chiapella in Feoli Chiapella & Poldini
1993.
Nell'Italia sud-orientale quest'ordine di vegetazione è rappresentato dall'alleanza Hippocrepido glaucae-Stipion
austroitalicae Forte & Terzi 2005.
Dinamiche e contatti
Nell'area nord-orientale, le situazioni primitive e gli orli rupestri possono essere considerati stabili o
lungamente durevoli. Tutte le situazioni dei suoli evoluti sono di carattere secondario e possono essere
mantenute solo assicurando sfalci o pascolo non intensivo. In assenza di utilizzazioni l’incespugliamento
(Cotinus coggygria, Corylus avellana, Juniperus communis, Prunus spinosa, Rubus sp., ecc.) è assai rapido
soprattutto da parte dei cotineti. Le praterie più termofile e a più accentuato carattere submediterraneo portano
alla formazione di estesi scotaneti; su suoli più maturi si arriva a estese formazioni di ginepri (5130
“Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli”); qualora aumenti ulteriormente il livello trofico
dei suoli si possono formare i corileti preceduti da premantelli a Prunus spinosa. I contatti catenali dipendono
dai processi di incarsimento di diversa intensità e da particolari morfotipi carsici quali doline, campi solcati,
carreggiati carsici, ecc. per cui i contatti possono essere con cenosi dell’Alysso-Sedion albi (6110), con
ghiaioni illirico-mediterranei (Silenion marginatae = Peltarion alliaceae) e con pareti verticalizzate con
microserie afferenti al Centaureo-Campanulion (comunità caratteristiche delle pietraie carsiche nordadriatiche
per le quali sarebbe opportuno proporre un codice nuovo). In ambiente più mediterraneo anche con le garighe
a Salvia officinalis e con pratelli aridi pionieri. Sul litorale sabbioso nord-adriatico un’associazione endemica a
Stipa veneta e Chrysopogon gryllus di Saturejion subspicatae (Teucrio capitati-Chrysopogonetum grylli
Sburlino, Buffa, Filesi et Gamper 2008) è in contatto seriale con la lecceta extrazonale.
Sulle alluvioni torrentizie con Salicion eleagni, con magredi più evoluti, pinete a pino nero, ghiaioni
dell’Achnatheretum calamagrostidis. Per effetto di concimazioni, i termini più evoluti, possono evolvere verso
gli arrenatereti. I tipi prealpini più interni possono trovarsi a contatto di faggete termofile. Per l'Italia sudorientale l'habitat entra in contatto dinamico, costituendo la cenosi di sostituzione, con leccete mesofile
dell'associazione Ciclamino hederifolii-Quercetum ilicis (habitat 9340 "Foreste di Quercus ilex e Q.
rotundifolia"), con querceti caducifogli a Quercus virgiliana e/o Quercus dalechampii delle associazioni
Cyclamino hederifolii-Quercetum virgilianae e Stipo bromoidis-Quercetum dalechampii (habitat 91AA* "Boschi
orientali di quercia bianca"), con formazioni a Quercus trojana delle associazioni Teucrio siculi-Quercetum
trojanae ed Euphorbio apii-Quercetum trojanae (habitat 9250 "Querceti a Quercus trojana) e con gli altri
aspetti degradativi delle relative le serie di vegetazione. Tra questi le formazioni terofitiche della classe
Tuberarietea guttatae dell'alleanza appenninica Hypochoerion achyrophori nella suball. Ononidenion
ornithopoides riferibili all'habitat 6220 "Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei TheroBrachypodietea".
Specie alloctone
Per i tipi che si sviluppano in ambienti di greto, Buddleja davidii, Reynoutria sp., Amorpha fruticosa e molte
specie erbacee (soprattutto composite quali Aster, Solidago, ecc.). Senecio inaequidens e Centaurea stoebe
sono spesso invasive in stazioni con pietrosità affiorante o con ghiaia, mentre Erigeron annuus è frequente in
stazioni con suoli più evoluti. Per ambienti termofili e localizzati in prossimità dei fiumi il rischio di invasione da
parte di entità esotiche resta molto elevato.
Distribuzione dell’habitat in Italia
FR, VN, TR, LM, PG, BS, ML.
Note
Prima che venisse approvato questo codice, utile per identificare stazioni illirico-submediterranee dell’Italia
nordorientale e adriatica, le cenosi venivano riferite a 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies
226
coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)”. Si rileva che,
di norma, le comunità afferenti a questo habitat sono ben più ricche di orchidee, specie rare ed endemismi
(rispetto alle praterie centroeuropee del codice 6210) e meriterebbero, pertanto, di essere considerate
prioritarie. L'indicazione, in EUR27, di Euphrasia marchesettii quale specie guida dell'habitat va considerata un
probabile refuso, trattandosi di specie carattersitica di ambienti umidi e torbosi, non aridi e steppici. Nel
Manuale d’interpretazione EUR/27 questo habitat non è riportato come prioritario. Nell’Italia meridionaleorientale le comunità ad esso riferibili rientrano in un’alleanza endemica (Hippocrepido glaucae-Stipion
austroitalicae) floristicamente ed ecologicamente ben differenziata che raggruppa praterie xeriche della classe
Festuco-Brometea con accentuati caratteri di mediterraneità che, pur presentando affinità con quelle
transadriatiche o nordadriatiche, da queste differiscono sia per un proprio contingente endemico e sia per la
presenza di specie che qui paiono trovare il loro optimum sinecologico. Per questa peculiarità, ma anche
perché in ampie aree soprattutto dell’Alta Murgia queste praterie rischiano di scomparire o comunque di
essere fortemente ridotte (si veda la nota problematica dello “spietramento” della Murgia), si ritiene che
sarebbe opportuno per l’Italia meridionale-orientale di proporre questo habitat come prioritario, ossia di
individuare un sottotipo di questo habitat a valore prioritario.
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Livio
Poldini
([email protected]),
Edoardo
Biondi
227
64: Praterie Umide Seminaturali
con Piante Erbacee Alte
228
64: Praterie umide seminaturali con piante erbacee alte
6420: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del
Molinio-Holoschoenion
Mediterranean tall humid herb grasslands of the Molinio-Holoschoenion
Codice CORINE Biotopes
37.4 (Mediterranean tall humid grasslands)
Codice EUNIS
E3.1 (Prati igrofili mediterranei)
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea, Continentale, Alpina
Descrizione generale dell’habitat
Mediterranean humid grasslands of tall grasses and rushes, widespread in the entire Mediterranean basin,
extending along the coasts of the Black Sea, in particular in dunal systems.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Giuncheti mediterranei e altre formazioni erbacee igrofile, di taglia elevata, del Molinio-Holoschoenion,
prevalentemente ubicate presso le coste in sistemi dunali, su suoli sabbioso-argillosi, ma talvolta presenti
anche in ambienti umidi interni capaci di tollerare fasi temporanee di aridità.
Combinazione fisionomica di riferimento
Scirpus holoschoenus (Holoschoenus vulgaris), Holoschoenus romanus, Agrostis stolonifera, Galium
debile, Molinia caerulea, M. arundinacea, Briza minor, Melica cupanii, Cyperus longus ssp. longus, C.
longus ssp. badius, Erianthus ravennae,Trifolium resupinatum, Schoenus nigricans, Carex mairii,
Juncus maritimus, J. acutus, J. litoralis, Asteriscus aquaticus, Hypericum tomentosum, H. tetrapterum,
Inula viscosa, Oenanthe pimpinelloides, O. lachenalii, Eupatorium cannabinum, Prunella vulgaris,
Pulicaria dysenterica, Tetragonolobus maritimus, Orchis laxiflora, O. palustris, Succisa pratensis,
Silaum silaus, Sanguisorba officinalis, Serratula tinctoria, Genista tinctoria, Cirsium monspessulanum,
Senecio doria, Dorycnium rectum, Erica terminalis, Imperata cylindrica, Festuca arundinacea,
229
Calamagrostis epigejos, Epipactis palustris, Sonchus maritimus, Ipomoea sagittata, Allium suaveolens.
Riferimento sintassonomico
L'habitat viene riferito all’alleanza Molinio-Holoschoenion vulgaris Br.-Bl. ex Tchou 1948 dell'ordine
Holoschoenetalia vulgaris Br.-Bl. ex Tchou 1948 della classe Molinio-Arrhenatheretea Tx. 1937.
Dinamiche e contatti
Rapporti seriali: il pascolamento, in particolare di bovini ed equini, favorisce la persistenza di queste
formazioni a giunchi nel tempo. In assenza di attività agro-pastorali si verifica l'invasione da parte di specie
igrofile arbustive (salici ecc.) che conduce allo sviluppo di boscaglie e boschi a dominanza di frassino
meridionale degli habitat 91B0 "Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia", 91F0 "Foreste miste riparie di
grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia
(Ulmenion minoris)". Sulle coste nordadriatiche, le condizioni subalofile in cui si sviluppano queste comunità,
le rendono relativamente stabili.
I contatti catenali sono vari e si possono considerare, fra gli altri, diversi aspetti di vegetazione elofitica e
palustre quali canneti e cariceti; frequente è il mosaico con pozze effimere degli habitat 3120, "Acque
oligotrofe a bassissimo contenuto minerale su terreni generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con
Isoetes spp.", 3170* "Stagni temporanei mediterranei" e 3130, "Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe,
con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea" e con giuncheti alofili dell'habitat
1410 "Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)". A contatto con queste comunità, nelle aree più
asciutte, possono svilupparsi praterie subnitrofile a dominanza di Agrostis stolonifera riferibili all'ordine
Plantaginetalia majoris Tx. et Preis. in Tx. 1950.
In Toscana, ad esempio, questo habitat include junceti retrodunali in rapporti catenali con Caricetum elatae
Koch, Cladietum marisci (Allorge) Zobrist, Phragmitetum communis e Alno-Fraxinetum oxycarpae. Nelle zone
umide retrodunali del settore jonico il contatto catenale è con le cenosi del Plantaginion crassifoliae (Juncetalia
maritimae). Sulle coste nordadriatiche, inoltre, si rilevano contatti con gli elementi della lecceta extrazonale e
con comunità di Ruppietea e di Juncetalia maritimi.
Distribuzione dell’habitat in Italia
SC, TS, PG, VN, EM, UM, LG, CL, AB, MR, LZ, BS, FR, SR, CM, ML.
Note
Confusione con: l'habitat è stato confuso con il 2190 "Depressioni umide interdunali" che si rinviene solo nei
sistemi dunali atlantici e quindi non è presente in Italia. Ne consegue che le citate segnalazioni dell'habitat
2190 vanno in parte riferite al 6420.
Le specie in comune con l'habitat 6410 “Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi
(Molinion caeruleae)” sono da considerare come penetrazioni in questo habitat di tipo mediterraneo.
230
Di particolare interesse fitogeografico sono le praterie termo-igrofile e sublitoranee a Imperata cylindrica
segnalate in Lazio e derivanti da abbandono agricolo a seguito della distruzione dei boschi di farnia.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Cesare Lasen [email protected]
Giovanni Sburlino [email protected]
Edoardo Biondi [email protected]
Daniela Gigante [email protected]
Simona Casavecchia [email protected]
Diana Galdenzi [email protected]
233
65: Formazioni Erbose Mesofile
234
65: Formazioni erbose mesofile
6510: Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus
pratensis, Sanguisorba officinalis)
Lowland hay meadows (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis)
Arrenatereto - Valpiana (Limana - BL), Alberto
Scariot
Arrenatereto - Celarda (Feltre - BL), Alberto Scariot
Codice CORINE Biotopes
38.2 (Lowland and collinar hay meadows)
Codice EUNIS
E2.2 (Prati da sfalcio a bassa e media altitudine)
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea, Continentale, Alpina
Descrizione generale dell’habitat
235
Species-rich hay meadows on lightly to moderately fertilised soils of the plain to submontane levels, belonging
to the Arrhenatherion and the Brachypodio-Centaureion nemoralis alliances. These extensive grasslands are
rich in flowers and are not cut before the grasses flower and then only one or two times per year.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Prati da mesici a pingui, regolarmente falciati e concimati in modo non intensivo, floristicamente ricchi,
distribuiti dalla pianura alla fascia montana inferiore, riferibili all’alleanza Arrhenatherion. Si includono
anche prato-pascoli con affine composizione floristica. In Sicilia tali formazioni che presentano caratteristiche
floristiche diverse pur avendo lo stesso significato ecologico, vengono riferite all’alleanza Plantaginion cupanii.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Arrhenatherum elatius, Trisetum flavescens, Pimpinella major, Centaurea jacea, Crepis biennis,
Knautia arvensis, Tragopogon pratensis, Daucus carota, Leucanthemum vulgare, Alopecurus
pratensis, Sanguisorba officinalis, Campanula patula, Leontodon hispidus, Linum bienne, Oenanthe
pimpinelloides, Malva moschata, Serapias cordigera.
Leontodon autumnalis, Colchicum autumnale, Dactylis glomerata, Poa pratensis, Avenula pubescens,
Filipendula vulgaris, Holcus lanatus, Myosotis sylvatica, Phleum pratense, Rumex acetosa, Achillea millefolium
agg., Anthoxanthum odoratum, Bromus hordeaceus, Carduus carduelis, Centaurea nigrescens subsp.
nigrescens (= subsp. vochinensis), Galium mollugo, Lathyrus pratensis, Leucanthemum ircutianum, Lolium
perenne, Lotus corniculatus, Lychnis flos-cuculi (transizione con 6410), Pastinaca sativa, Picris hieracioides,
Poa trivialis, P. sylvicola, Ranunculus bulbosus, Rhinanthus alectorolophus, R. freynii, Taraxacum officinale
agg., Trifolium pratense, Trifolium repens, Vicia sepium, Cynosurus cristatus, Salvia pratensis, Plantago
lanceolata, Ranunculus acris, Galium verum, Galium album, Prunella vulgaris, Silene vulgaris subsp.
vulgaris, Heracleum sphondylium.
Riferimento sintassonomico
Le praterie afferenti a questo codice rientrano nella classe Molinio-Arrhenatheretea R. Tx. 1937 em. R. Tx.
1970, ordine Arrhenatheretalia R. Tx. 1931 e comprendono la maggioranza delle associazioni dell'alleanza
Arrhenatherion elatioris Koch 1926, restando escluse quelle a carattere marcatamente sinantropico.
In ambito peninsulare gli arrenatereti sono estremamente rari e scarsi o assenti risultano i dati di letteratura
disponibili. Rivestono quindi un certo interesse le due associazioni descritte per le Marche, il Festuco
circummediterraneae-Arrhenatheretum elatioris Allegrezza 2003 per il piano montano della dorsale del M. San
Vicino (Appennino centrale) e Pastinaco urentis-Arrhenatheretum elatioris Biondi & Allegrezza 1996 per il
settore collinare sublitoraneo submediterraneo anconetano entrambe inquadrate nell'alleanza Arrhenatherion
elatioris.
Si riferiscono all'habitat anche le formazioni appartenenti all'alleanza Ranunculion velutini Pedrotti 1976
(ordine Trifolio-Hordeetalia Horvatic 1963, classe Molinio-Arrhenatheretea Tuxen 1937).
In Sicilia si tratta prevalentemente di aspetti ascritti all’ordine Cirsietalia vallis-demonis Brullo & Grillo 1978
(classe Molinio-Arrhenatheretea Tuxen 1937) ed all’alleanza Plantaginion cupanii Brullo & Grillo 1978.
Dinamiche e contatti
Si tratta di tipi di vegetazione che si possono mantenere esclusivamente attraverso interventi di sfalcio
essendo, infatti, la vegetazione potenziale rappresentata da formazioni arboree. Anche la concimazione è
decisiva. In sua assenza, pur assicurando regolari falciature, si svilupperebbero, secondo le caratteristiche dei
diversi siti, altri tipi di prateria, soprattutto mesoxerofila (6210 “ Formazioni erbose secche seminaturali e facies
coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia)”), o xerofila (62A0 "Formazioni erbose secche
della regione submediterranea orientale -Scorzoneretalia villosae-". PIù raramente anche i molinieti (6410
236
“Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae)”) favoriti dall'assenza di
drenaggi (a volte anche indiretti), o i nardeti collinari-montani (6230 “Formazioni erbose a Nardus, ricche di
specie, su substrato siliceo delle zone montane (e delle zone submontane dell'Europa continentale)”) Il loro
abbandono conduce, spesso anche rapidamente, a fasi di incespugliamento, spesso precedute da altri
consorzi erbacei. Facies ad Avenula pubescens dominanti, ad esempio, sono già sintomatiche, mentre il
brachipodieto (a Brachypodium rupestre) rappresenta uno stadio di transizione prenemorale. La presenza di
alcuni elementi di Cynosurion potrebbe dipendere dalla gestione, a volte variabile anche nel breve periodo. La
comunità matura dipenderà molto dal contesto biogeografico di quel territorio. Nelle Alpi sudorientali, ad
esempio, gli arrenatereti gravitano nella fascia di competenza dei boschi di querce e carpino bianco (91L0
"querceti di rovere illirici -Erythronio-Carpinion"-) o delle faggete termofile (91K0 "Foreste illiriche di Fagus
sylvatica -Aremonio-Fagion"-. I contatti catenali sono anch’essi assai variabili, e possono interessare comunità
idro-igrofile, sia erbacee che legnose, e sinantropico-ruderali.
Specie alloctone
In pianura e a fondovalle l’ingresso di specie alloctone è assai più probabile che sui versanti montani. Nei prati
ad agricoltura tradizionale è raro notare ingressi pericolosi o significativi. Tra le specie che più di altre, anche
in aree poco disturbate, sono entrate spesso nel corredo floristico di base si segnala Erigeron annuus. In
alcune aree umide è segnalata Carex vulpinoidea. Nelle aree marginali, sulle piste tratturabili, al margine delle
strade o presso le concimaie, ovviamente, la probabilità è molto maggiore ed anche il numero delle specie che
possono penetrare è rilevante.
Distribuzione dell’habitat in Italia
SC, CM, PM, EM, LG, AB, VN, LM, TR, FR, VL, BS, CL, MR, LZ, ML, UM.
Note
La differenza rispetto a 6520 “Praterie montane da fieno”, è di norma ben riconoscibile, anche se non
mancano arrenatereti di quota superiore, con facies a Geranium sylvaticum e Carduus carduelis, che
segnalano aspetti di transizione. La sola presenza di Arrhenatherum dovrebbe indurre a riferire la cenosi
rilevata a questo codice, mentre Trisetum flavescens è specie largamente diffusa anche negli arrenatereti.
Poiché le specie guida indicate dal manuale EUR27 possono generare qualche confusione, per il nostro
territorio, resta valida l’indicazione fitosociologica di base tra Arrhenatherion (6510) e Poo-Trisetetalia (6520).
Se il titolo, nella sua brevità, risulta chiaro, la scelta delle due specie indicatrici potrebbe rappresentare, per la
realtà italiana, una complicazione fuorviante. Alopecurus pratensis, infatti, predilige prati a concimazione
piuttosto spinta. Sanguisorba officinalis, rarità a parte, non è legata solo ai fondovalle. In Alto Adige, ad
esempio, caratterizza prati montani, anche a quote superiori ai 2000 metri e, oltre tutto, gravita in consorzi di
Molinietalia.
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239
72: Paludi Basse Calcaree
240
72: Paludi basse calcaree
7210*: Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion
davallianae
Calcareous fens with Cladium mariscus and species of the Caricion davallianae
Codice CORINE Biotopes
53.3 - Fen-sedge beds (Cladietum marisci i.a)
Codice EUNIS
D5.2
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina (Alp), Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Cladium mariscus beds of the emergent-plant zones of lakes, fallow lands or succession stage of
extensively farmed wet meadows in contact with the vegetation of the Caricion davallianae or other
Phragmition species [Cladietum marisci (Allorge 1922) Zobrist 1935].
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Formazioni emergenti azonali a dominanza di Cladium mariscus, con distribuzione prevalente nella Regione
Bioclimatica Temperata ma presenti anche nei territori a Bioclima Mediterraneo, generalmente sviluppate
lungo le sponde di aree lacustri e palustri, spesso in contatto con la vegetazione delle alleanze Caricion
davallianae o Phragmition.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
L'entità dominante è Cladium mariscus che tende ad originare cenosi molto povere di specie, talora
monospecifiche. Tra le entità di interesse conservazionistico possono essere ricordate #Kostelezkia
pentacarpos e Thelypteris palustris. Negli aspetti mediterranei sono presenti Sonchus maritimus e Juncus
maritimus.
Riferimento sintassonomico
Tutta la vegetazione a dominanza di Cladium mariscus viene inquadrata all’interno della classe PhragmitoMagnocaricetea Klika in Klika e Novak 1941, ma in ordini e alleanze diversi in base alle differenti
caratteristiche ecologiche delle stazioni di sviluppo.
I cladieti dei climi temperati, riferiti all'associazione Mariscetum serrati Zobrist 1935, sono inclusi da alcuni
Autori nell’alleanza Phragmition communis Koch 1926 e da altri nell' alleanza Caricion elatae Koch 1926. Ciò è
dovuto all’affinità floristica che questa associazione può presentare sia con la vegetazione dei magnocariceti
che con quella dei canneti, a seconda delle caratteristiche stazionali e della posizione che generalmente
occupano: tipicamente interposta fra le alleanze Magnocaricion e Phragmition, oppure, in molti laghi
continentali e montano-appenninici, a formare aggallati sul fronte del canneto (es. L. di Piediluco, Laghi di
Monticchio, ecc.).
Nel bioclima mediterraneo prevalgono gli aspetti subalofili, presenti nelle lagune retrodunali o anche in alcune
paludi in corrispondenza delle foci di fiumi. Essi sono riferiti a due associazioni: una, a carattere molto ampio
241
(in senso geogragfico), è Soncho-Cladietum marisci (Br.-Bl. et O. Bolós 1957) Cirujano 1980 della suballeanza
Caricenion rostratae (Balatova-Tulackova 1963) Oberdorfer et al. 1967, alleanza Magnocaricion elatae Koch
1926, ordine Magnocaricetalia Pignatti 1954; gli Autori Bartolo et al. (1982) utilizzano la medesima
associazione per descrivere i cladieti della Sicilia, collocandola però nell’alleanza Phragmition. La seconda
associazione è Junco maritimi-Cladietum marisci Géhu et Biondi 1989, dell'alleanza Scirpion compacti Dahl et
Hadac 1941 corr. Rivas-Martínez et al. 1980 e dell'ordine Scirpetalia compacti Hejny in Holub et al. 1967 corr.
Rivas-Martínez et al. 1980, segnalata per i laghi Alimini (Puglia).
Dinamiche e contatti
L’associazione Mariscetum serrati fa sempre parte di serie edafoigrofile, che si sviluppano in ambienti umidi
(paludi e rive di laghi). Ad esempio, per il Lago di Loppio (Trentino) è stata descritta la Serie alpina
edafoigrofila del salice cenerognolo (Pedrotti e Gafta, 1992) con la seguente articolazione: arbusteto a Salix
cinerea (Salicetum cinereae Zol. 1931); canneto su torba (Thelypteridi-Phragmitetum Kuiper 1957); cariceto a
Carex elata (Caricetum elatae W. Koch 1926); marisceto (Mariscetum serrati). A partire da Mariscetum serrati
si può anche innescare una fase di inarbustimento che come termine maturo ha il bosco paludoso di ontano
nero
(Alnion
glutinosae,
sottotipo
“Ontanete
paludose”
dell’Habitat
91E0).
In altri casi l'evoluzione del cladieto porta allo sviluppo di boschi igrofili a frassino ossifillo attribuibili
all’associazione Cladio-Fraxinetum oxycarpae Piccoli et al. 1983; questa serie può essere un riferimento per i
cladieti dulciacquicoli dell'italia mediterranea, quali quelli presenti a Torre Fantine e Burano.
Analogamente, si può pensare ad una diversa serie per i cladieti oligo-alini di Portonovo (Marche) e della
Sicilia attribuiti all’associazione Soncho maritimi-Cladietum marisci e ai cladieti ancora più alofili dei Laghi
Alimini (Junco maritimi-Cladietum marisci), che sono stati messi in relazione con l’associazione forestale
Junco-Fraxinetum
oxycarpae
I.
&
V.
Karpati
1961.
Nella Valle del Fiume Cassibile, il cladieto appartiene alla serie del platano orientale con l’associazione
Platano-Salicetum
pedicellatae
Barbagallo
et
al.
1979.
I cladieti possono svilupparsi anche in contatto con la vegetazione a carici riferibile all’alleanza Caricion
davallianae (Habitat 7230 ‘Torbiere basse alcaline’) o con altre tipologie di vegetazione elofitica (Phragmition)
o a grandi carici (Magnocaricion).
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
EM, FR, LZ, LG, LM, MR, PM, SC, TS, TR, UM, VL, VN, AB, PG, BS, CL
Note
La frase diagnostica che identifica l’Habitat 7210 comprende due tipi di vegetazione molto differenti fra di loro
e precisamente la vegetazione elofitica a Cladium mariscus, che appartiene alla classe PhragmitoMagnocaricetea Klika in Klika & Novák 1941, e i prati umidi a Carex davalliana, che appartengono alla classe
Scheuchzerio-Caricetea fuscae R. Tüxen 1937. Questi ultimi trovano più opportuna collocazione nell’Habitat
7230 'Torbiere basse alcaline". Si tratta, infatti, di tipi molto diversi di vegetazione, sia per quanto riguarda la
composizione floristica che l’ecologia; essi necessitano di essere trattati separatamente.
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http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm
Nomi dei compilatori con e.mail
Roberto Venanzoni - [email protected]
246
72: Paludi basse calcaree
7220*: Sorgenti pietrificanti con formazione di tufi (Cratoneurion)
Petrifying springs with tufa formation (Cratoneurion)
Formazione travertinosa, Michael Luth
Palustriella commutata, Michael Luth
Codice CORINE Biotopes
54.12 - Hard water spring
Codice EUNIS
C2.1 - Sorgenti, fontanili e geyser
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina, Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Hard water springs with active formation of travertine or tufa. These formations are found in such diverse
environments as forests or open countryside. They are generally small (point or linear formations) and
dominated by bryophytes (Cratoneurion commutati).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
247
Comunità a prevalenza di briofite che si sviluppano in prossimità di sorgenti e pareti stillicidiose che danno
origine alla formazione di travertini o tufi per deposito di carbonato di calcio sulle fronde. Si tratta quindi di
formazioni vegetali spiccatamente igro-idrofile, attribuite all’alleanza Cratoneurion commutati che prediligono
pareti, rupi, muri normalmente in posizioni ombrose, prevalentemente calcarei, ma che possono svilupparsi
anche su vulcaniti, scisti, tufi, ecc. Questa vegetazione che presenta un'ampia diffusione nell'Europa
meridionale, è costituita da diverse associazioni che in Italia esprimono una notevole variabilità, a seconda
della latitudine delle stazioni.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Le specie caratteristiche delle associazioni del Cratoneurion sono: Palustriella commutata (syn.: Cratoneuron
commutatum), Palustriella commutata var. falcata, Didymodon tophaceus, Hymenostylium recurvirostrum,
Gymnostomum calcareum, Pellia endiviifolia, Pellia epiphylla, Southbya tophacea, Bryum pallens,
Orthothecium rufescens.
Può essere aggiunta anche la presenza significativa di alcune piante superiori quali Tofieldia calyculata,
Pinguicula vulgaris, Parnassia aplustris, Saxfraga aizoides
Riferimento sintassonomico
Cl.: Montio-Cardaminetea Br.-Bl. et Tx ex Klika et Had. 1944 Ord.: Montio-Cardaminetalia Pawl. 1928 All.:
Cratoneurion commutati W. Koch 1928 Ass.: Cratoneuretum filicinocommutati Aichinger 1933, Cratoneuretum
falcati Gams 1927, Aggr. a Eucladium verticillatum, Aggr. a Gymnostomum recurvirostre.
Dinamiche e contatti
Le associazioni del Cratoneurion commutati sono considerabili come comunità durevoli che risentono però
molto delle variazioni idriche stagionali. In presenza di un maggiore apporto idrico le comunità del
Cratoneurion vengono sostituite dalle associazioni idrofile dei Platyphypnidio-Fontinaletea antipyreticae.
Queste prendono rapporti catenali con le comunità della classe Adiantetea (nuovo habitat da proporre).
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
AB, VN, SC, EM, CM, FR, CL, MR, LZ, VL, LM, PM, TR, BS, TS, UM, LG, SR
Note
Riferimenti Bibliografici
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http://www2.minambiente.it/Sito//settori_azione/scn/docs/qh/qh9_torbiere3.pdf
http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm
Nomi dei compilatori con e.mail
Michele Aleffi [email protected]
Giovanni Spampinato ([email protected])
249
81: Ghiaioni
250
81: Ghiaioni
8120: Ghiaioni calcarei e scisto-calcarei montani e alpini
(Thlaspietea rotundifolii)
Calcareous and calcshist screes of the montane to alpine levels (Thlaspietea rotundifolii)
Papaveretum rhaetici (Dolomiti di Sesto - BZ),
Cesare Lasen
251
Ghiaioni subalpini a Papaver rhaeticum
(Papaveretum rhaetici) con Saxifraga sedoides
(Alpi Carniche, UD), Danelutto A.
Alyssetum ovirensis in Busa delle Vette (Parco
Nazionale Dolomiti Bellunesi), Cesare Lasen
Codice CORINE Biotopes
61.2 (Alpine calcareous screes)
Codice EUNIS
H2.4 (Macereti montani mesotermici calcarei ed ultra-basici)
Regione biogeografica di appartenenza
252
Alpina, Mediterranea, Continentale
Descrizione generale dell’habitat
Calcshist, calcareous, or marl screes of the montane to alpine levels under cold climates, with the associations
respectively of Drabion hoppeanae, Thlaspion rotundifolii, Petasition paradoxi.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Ghiaioni mobili calcescistici, calcarei e marnosi dal piano montano all'alpino con comunità erbacee pioniere
perenni delle alleanze Drabion hoppeanae (detriti criofili di calcescisti o di rocce di diversa natura dei piani
alpino e nivale), Thlaspion rotundifolii (detriti mesoxerofili dei calcari compatti a elementi medi, a elementi fini e
dei calcescisti e rocce ultrabasiche dal piano subalpino a alpino), Festucion dimorphae (= Linario-Festucion
dimorphae) e Petasition paradoxi (= Gymnocarpion robertiani) (detriti mesoigrofili di calcari a elementi fini o di
diversa pezzatura e dei calcescisti), Dryopteridion submontanae (= Arabidenion alpinae) (detriti calcarei o
ultrabasici a blocchi).
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
61.21 Drabion hoppeanae (detriti di calcescisti). Draba hoppeana, Artemisia genipi, Campanula cenisia,
Saxifraga biflora, Herniaria alpina, Trisetum spicatum subsp. ovatopaniculatum, Doronicum glaciale,
Draba dolomitica, Galium megalospermum, Saxifraga biflora, Psilathera ovata, Trisetum spicatum, Pritzelago
brevicaulis.
61.22 Thlaspion rotundifolii (detriti calcarei). Thlaspi rotundifolium, Hutchinsia alpina, Papaver rhaeticum,
Berardia subacaulis, Viola cenisia, Arabis alpina, Acinos alpinus, Saxifraga moschata, Rumex
scutatus, Galium anisophyllon, Ligusticum ferulaceum, Crepis pygmaea subsp. pygmaea, Isatis apennina
(= I. allionii), Iberis aurosica, Viola pinnata, Brassica repanda subsp. repanda (61.23), Saussurea alpina
subsp. depressa, Valeriana rotundifolia, Silene vulgaris subsp. prostrata.
61.23 Petasition paradoxi (detriti marnosi). Petasites paradoxus, Gypsophila repens, Valeriana montana,
Leontodon hyoseroides e in Appennino: Polystichum lonchitis, Cystopteris alpina, Arenaria bertoloni,
Leontodon montanus, Athamanta cretensis, Poa cenisia, Ranunculus parnassifolius, Ranunculus seguieri,
Trisetum distichophyllum, Achillea atrata, Tussilago farfara, Brassica repanda.
Festucion dimorphae: Festuca dimorpha, Cerastium tomentosum, Ranunculus brevifolius, Leontodon
montanus ssp. melanothricus, Papaver julicum, Galium magellense, Thlaspi stylosum, Isatis allionii, Matthiola
italica, Iberis saxatilis, Robertia taraxacoides, Heracleum sphondylium ssp. orsinii, Drypis spinosa ssp.
spinosa, Viola magellensis, Linaria alpina, Crepis pygmaea ssp. pygmaea, Linaria purpurea.
Senza preferenze decise per le singole alleanze:
Adenostyles glabra, Festuca pulchella subsp. jurana, Saxifraga sedoides, Alyssum ovirense, Androsace
hausmannii, Aquilegia einseleana, Cerastium carinthiacum, Minuartia austriaca, Moehringia muscosa,
Ranunculus alpestris, Rhizobotrya alpina, Thlaspi minimum, Valeriana supina, Viola dubyana, Achillea
oxyloba, Arabis vochinensis, Biscutella laevigata, Calamagrostis varia, Campanula caespitosa, Campanula
cochleariifolia, Cerastium uniflorum, Comastoma tenellum, Doronicum grandiflorum, Dryopteris villarii, Festuca
alpina, Gentiana orbicularis, Gentiana terglouensis, Gymnocarpium robertianum, Linaria alpina, Moehringia
ciliata, Poa minor, Pritzelago alpina, Saxifraga aizoides, Saxifraga crustata, Saxifraga facchinii, Saxifraga
oppositifolia, Sedum atratum, Silene pusilla, Silene vulgaris subsp. glareosa, Valeriana saxatilis, Viola biflora,
Cerastium latifolium, Allium narcissiflorum, Campanula alpestris, Leucanthemum coronopifolium, L.
ceratophylloides, Galeopsis reuteri, Saxifraga aphylla, Linaria tonzigii, Silene elisabethae, Galium montis-
253
arerae, Moehringia concarenae, Festuca laxa, Trisetum argenteum, Crepis terglouensis, Euphrasia
tricuspidata, Galium margaritaceum, Papaver ernesti-mayeri, Papaver kerneri.
Riferimento sintassonomico
La vegetazione dei detriti di falda è compresa nella classe Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny
1926. Afferenti all'habitat 8120 sono le comunità dell'ordine Drabetalia hoppeanae Zollitsch 1968 (con
l'alleanza Drabion hoppeanae Zollitsch 1968) e tra quelle di Thlaspietalia rotundifolii Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny
1926, tutte quelle di Thlaspion rotundifolii Jenny-Lips 1930 e la maggior parte di quelle di Petasition paradoxi
Zollitsch ex Lippert 1966. Per ambedue queste alleanze sono state descritte numerose associazioni.
Dell'alleanza Festucion dimorphae Bonin 1969 (= Linario-Festucion dimorphae Avena & Bruno 1975), dei
ghiaioni mobili dalle Alpi marittime agli Appennini dal piano montano all'alpino, sono state descritte le due
suballeanze Thlaspienion stylosi Avena e Bruno 1975 (piano alpino) e Linario-Festucenion dimorphae Avena e
Bruno 1975 (piani subalpino e montano). Le associazioni descritte per l'Appennino sono: Isatido-Thlaspietum
stylosi Migliaccio 1970 corr. Feoli Chiapella l983, Galio magellensis-Festucetum dimorphae Feoli Chiapella
1983, Arabido alpinae-Cerastietum thomasii Biondi, Allegrezza, Ballelli &Taffetani 2000, Astero bellidiastriSaxifragetum aizoidis Biondi, Ballelli, Allegrezza,Taffetani, Frattaroli, Guitian & Zuccarello 1999, SaxifragoPapaveretum julici Feoli Chiapella & Feoli 1977, Drypido-Festucetum dimorphae Bonin l978, Cymbalarietum
pallidae Bazzichelli & Furnari 1979, Ranunculo seguieri-Adonidetum distortae Di Pietro, Pelino, Stanisci &
Blasi 2008
Per le Alpi Apuane e l'Appennino tosco-emiliano è stata descritta la suballeanza endemica Aquilegienion
bertolonii con le associazioni Heracleo-Valerianetum montanae Tomaselli 1994, Arenarietum bertolonii
Credaro & Pirola 1975 e Saxifrago-Leontodonetum hyoseroidis Tomaselli 1994.
In Appennino centrale è inoltre presente l'associazione Arenario bertoloni-Cystopteridetum alpinae Biondi et
al. 1999 dell'alleanza Petasition paradoxi Zollitsch ex Lippert 1966 dell'ordine Polystichetalia lonchitis RivasMartinez, TE. Diaz, F. Prieto, Loidi & Penas 1984.
Dinamiche e contatti
Per i detriti carbonatici vale, in linea generale, quanto già riferito a proposito di 8110 “Ghiaioni silicei dei piani
montano fino a nivale (Androsacetalia alpinae e Galeopsietalia ladani)”. Fenomeni ricorrenti di ringiovanimento
dei suoli mantengono a lungo queste comunità pioniere, determinando solo, di volta in volta, modifiche spaziali
che si compensano. I contatti catenali più frequenti (micromosaici) sono verso comunità erbacee di 6170
“Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine” (firmeti e seslerieti) o arbustive (junipero-rodoreti -4060
“Lande alpine e boreali", mughete 4070 “Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum (MugoRhododendretum hirsuti)”, saliceti 4080 “Boscaglie subartiche di Salix spp.”, soprattutto Salicetum
waldsteinianae nell’area dolomitica), più raramente con nuclei arborei di larice e/o abete rosso. Frequenti
anche i contatti spaziali con cenosi subnivali di Arabidetalia caeruleae, spesso in mosaico e poco
cartografabili. La tradizione del pascolamento, e la frequentazione degli ungulati selvatici, inducono sovente lo
sviluppo di nuclei di Rumicion alpini e di Adenostylion nelle falde detritiche in via di parziale consolidamento.
Da richiamare, inoltre, i contatti e le transizioni tra comunità di Petasition paradoxi e quelle dei greti torrentizi
(Salicion eleagni ed Epilobietalia fleischeri). Contatti, non sempre facili da discriminare nella fascia montana,
interessano comunità di Stipion calamagrostis che sono riferite all’habitat 8130 “Ghiaioni del Mediterraneo
occidentale e termofili”.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
TR, VN, PM, VL, FR, AB, LM, ML, LZ, TS, MR, BS, CL
254
Note
Nelle Alpi i ghiaioni grossolani montano-subalpini ricchi di felci (e pertanto non termofili) sono inquadrati in
associazioni di Petasition paradoxi e, quindi, vanno qui riferiti, non a 8130 "Ghiaioni del Mediterraneo
occidentale e termofili" (Dryopteridetum villarii, Cystopteridetum montanae, Polystichetum lonchitis,
Moehringio-Gymnocarpietum
robertiani,
ecc.).
La possibile confusione può riguardare 8130 “Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili “ (con evidente
sovrapposizione nella fascia montana di transizione). Alle quote più elevate una comunità di 8120 (AndrosaciDrabion) può essere frammista a 8210 “Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica”. I greti torrentizi,
infine, possono rappresentare l’occasione per dirimere l’attribuzione tra cenosi di 3220 “Fiumi alpini con
vegetazione riparia erbacea “ e/o di 8120, da risolvere sulla base della composizione floristica e delle specie
guida.
Per i ghiaioni del piano alpino dell'Appennino centrale sarebbe opportuno proporre un Habitat di tipo prioritario.
Le comunità alpine afferenti a questo habitat ospitano spesso specie endemiche o rarità di rilevante interesse
biogeografico.
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Doc. Phytosoc., n.s., 11: 381-400.
256
Nomi dei compilatori con e.mail
Cesare Lasen ([email protected])
Alberto Selvaggi ([email protected])
Livio Poldini ([email protected])
Edoardo Biondi ([email protected])
Daniela Gigante ([email protected])
Simona Casavecchia ([email protected])
257
81: Ghiaioni
8130: Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili
Western Mediterranean and thermophilous scree
Ghiaione termofilo con Festuca spectabilis (Arsiè BL), Alberto Scariot
Codice CORINE Biotopes
61.3 (Western Mediterranean and thermophilous screes)
Codice EUNIS
H2.5 (Macereti xerotermici silicei), H2.6 (Macereti xerotermici calcarei ed ultra-basici)
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea, Continentale, Alpina
Descrizione generale dell’habitat
Screes of warm exposures in the Alps and the Pyrenees, of calcareous substrates in the Pyrenees, of
Mediterranean mountains, hills and lowlands and, locally, of warm, sunny middle European upland or lowland
sites. The vegetation belongs to the Androsacetalia alpinae p., Thlaspietalia rotundifolii p., Stipetalia
calamagrostis and Polystichetalia lonchitis orders.
Sub-types :
61.31 - Peri-Alpine thermophilous screes. Stipion calamagrostidis, Leontodontion hyoseroidis.
Mostly coarse, unstabilized, sunny calcareous screes of the montane and sub-alpine levels of the Alps and of
the uplands and lowlands of western and central middle Europe.
61.32 - Provençal screes. Pimpinello-Gouffeion.
Screes of Mediterranean southern France, with Gouffeia arenarioides, Ptychotis heterophylla, Linaria supina,
Centranthus ruber, Crucianella latifolia. 61.33 - Pyreneo-Alpine thermo-siliceous screes. Senecion
leucophyllae, Taraxacion pyrenaici.
Siliceous screes of warm slopes of the sub-alpine level of the Alps and of the alpine and subalpine levels of
the Pyrenees, usually composed largely of big stones or boulders, with Senecio leucophyllus, Taraxacum
pyrenaicum, Galeopsis pyrenaica, Xatartia scabra, Armeria alpina. 61.34 - Pyrenean calcareous screes.
Iberidion spathulatae.
258
Calcareous screes of the Pyrenees. 61.35 - Oro-Cantabrian calcareous screes. Linarion filicaulis, Saxifragion
praetermissae. Basiphile screes of the Cordillera Cantabrica.
61.36 - Oro-Cantabrian siliceous screes. Linarion filicaulis p., Linario-Senecion carpetani p.
Siliceous screes of the Cordillera Cantabrica; floristically rich formations of the "dark" screes of the Cordillera
are related to those of 61.351, though somewhat intermediate towards 61.38; other more species-poor ones,
characterised by Trisetum hispidum and Rumex suffruticosus, belong to the latter.
61.37 - Iberian fern screes. Dryopteridion oreadis, Dryopteridion submontanae.
Fern-dominated chaotic, boulder fields of siliceous and calcareous Iberian mountains.
61.38 - Carpetano-Iberian siliceous screes. Linario-Senecion carpetani.
Screes of the Cordillera Central, the Iberian Range, the Leonese mountains, with Linaria saxatilis, L. alpina,
Digitalis purpurea var. carpetana, Senecio pyrenaicus ssp. carpetanus, Rumex suffruticosus, Santolina
oblongifolia, Conopodium butinioides, Reseda gredensis.
61.39 - Nevadan siliceous screes. Holcion caespitosae.
Siliceous screes of the high levels of the Sierra Nevada, very rich in endemics.
61.3A - Southern Iberian calcareous screes. Platycapno-Iberidion granatensis, Scrophularion sciaphilae
Screes of the calcareous Baetic mountains of southern and south-eastern Iberia.
61.3B - Central Mediterranean screes
Screes of the Italian peninsula and of the large Mediterranean islands.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Ghiaioni, pietraie e suoli detritici ad esposizione calda delle Alpi e degli Appennini con vegetazione termofila
degli ordini Androsacetalia alpinae p., Thlaspietalia rotundifolii p., Stipetalia calamagrostis e Polystichetalia
lonchitis p.
Sottotipi e varianti
61.31. Ghiaioni termofili perialpini. Stipion calamagrostidis, Leontodontion hyoseroidis.
Ghiaioni calcarei e dei calcescisti soleggiati, instabili e abbastanza grossolani, montano-subalpini delle Alpi.
Ghiaioni dell'Italia peninsulare e delle grandi isole mediterranee. 61.3B. Ghiaioni del Mediterraneo centrale.
Combinazione fisionomica di riferimento
61.31 (perialpini). Achnatherum calamagrostis, Galeopsis angustifolia, Gymnocarpium robertianum,
Leontodon hyoseroides, Linaria supina, Globularia cordifolia, Athamanta vestina, Teucrium montanum,
Scrophularia juratensis, Calamintha nepeta, Epilobium dodonaei, Asplenium fissum, Festuca spectabilis,
Aethionema saxatile.
61.3B: Achnatherum calamagrostis, Scrophularia canina, S. juratensis, Laserpitium gallicum, Epilobium
dodonaei, Linaria supina, Ononis rotundifolia, Rumex scutatus, Teucrium montanum, Alyssum bertolonii,
Minuartia laricifolia ssp. ophiolitica, Centranthus angustifolius, Ptychotis saxifraga, Galeopsis reuteri, Teucrium
lucidum, Linaria purpurea, Ptilostemon niveum, Arenaria grandiflora, Senecio candidus, Scutellaria rubicunda,
Scrophularia bicolor, Lactuca viminea, Senecio siculus, Arrhenatherum nebrodense, Melica cupani, Brassica
montana, Campanula cochleariifolia, Woodsia alpina, Campanula sabatia*, Rumex scutatus subsp.
glaucescens, Anchusa formosa, Anchusa capellii, Dryopteris pallida, Calamintha sandaliotica, Helichrysum
saxatile subsp. morisianum, Delphinium pictum.
Riferimento sintassonomico
Per le Alpi: Stipion calamagrostis Jenny in Br.-Bl- et ali 1952 (Stipetalia calamagrostis Oberd. et Seibert in
Oberd. 1977, classe Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl. 1948) e Silenion marginatae Lakusic 1966 (Thlaspietalia)
delle pietraie carsiche nordadriatiche.
Per gli Appennini: dell'alleanza Stipion calamagrostis Jenny in Br.-Bl., Roussine et Négre 1952 (ordine
Stipetalia calamagrostis Oberd. et Seibert in Oberd. 1977, classe Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl. in Br.-Bl. e
259
Jenny 1926) sono state descritte le associazioni: Stipetum calamagrostis Br.-Bl. et Gams 1927, Rumicetum
scutati Kuhn 1937.
Per le Alpi Apuane è stata descritta la suballeanza endemica Aquilegenion bertolonii Tomaselli 1994
dell'alleanza Linario-Festucion dimorphae Avena & Bruno 1975.
Per la Sicilia si fa riferimento all'alleanza Linarion purpureae Brullo 1984 e all'associazione ArenarioRumicetum scutati Raimondo 1980,
Nell'Appennino settentrionale si rinviene l'associazione Cryptogrammo-Dryopteridetum oreaidis Riv.Mart. in
Riv-Mart. et Costa 1970 corr. Riv.-Mart. et ali 1991 dell'alleanza Dryopteridion oreaidis Riv.-Mart. 1977 corr.
Riv.-Mart. et ali 1991, ordine Androsacetalia alpinae Br.-Bl. in Br.-Bl- et Jenny 1926.
Dinamiche e contatti
Le formazioni vegetali che colonizzano i ghiaioni costituiscono stadi dinamici bloccati.
Rapporti catenali: con la vegetazione dell'habitat 8210 "Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica",
con le praterie secondarie dell'habitat 6210 "Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da
cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia)".
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
SC, AB, MR, CM, EM, BS, TS, UM, LZ, LM, LG, CL, PM, SR.
Note
La possibile confusione è con l'habitat 8160* "Ghiaioni dell'Europa centrale calcarei di collina e montagna"
che, però, riguarda aspetti di ghiaioni del centro Europa come viene specificato nel Corine biotope di
riferimento (61.313) e pertanto non è presente nel territorio italiano.
Le comunità riferibili all'alleanza Alyssion bertolonii Pignatti 1977 della classe Rosmarinetea officinalis Riv.Mart. et ali 1991 non si considerano attribuibili all'habitat 8130 in quanto si sviluppano su substrati rocciosi
consolidati e non mobili.
Riferimenti Bibliografici
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TOMASELLI M., ROSSI G., MANZINI M.L., DEL PRETE C., 2002. Carta della vegetazione del Parco
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Brullo S., 1984 - Contributo alla conoscenza della vegetazione delle Madonie (Sicilia settentrionale).
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Brullo S., Scelsi F. & Spampinato G. 1998 - Considerazioni sintassonomiche sulla sulla vegetazione perenne
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Foggi B., Gennai M., Gervasoni D., Ferretti G., Rosi C., Viciani D. & Venturi E., 2007. La carta della
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Di Fazio L., Foggi B. & Lombardi L. 2004. Le piante degli ambienti rupestri delle Alpi Apuane. Ed. Tssinari,
Firenze.
Nomi dei compilatori con e.mail
Cesare Lasen ([email protected])
Alberto Selvaggi ([email protected])
Edoardo Biondi ([email protected])
Simona Casavecchia ([email protected])
Diana Galdenzi ([email protected])
Daniela Gigante ([email protected])
261
82: Pareti Rocciose
con Vegetazione Casmofitica
262
82: Pareti rocciose con vegetazione casmofitica
8210: Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica
Calcareous rocky slopes with chasmophytic vegetation
Campanula morettiana e Physoplexis comosa
(Dolomiti d'Ampezzo - BL), Cesare Lasen
263
Campanula garganica, specie endemica, rupicola
delle pareti calcaree del Gargano e delle Isole
Tremiti, N. Biscotti
Campanula
tanfanii
specie
endemica
dell'Appennino calcareo centromeridionale, in
località Gola della Rossa , E. Biondi
264
Campanyla zoysii, specie caratteristica di Potentillo
clusianae-Campanuletum zoysii (Potentillenion
caulescentis), Val Resia (UD), Francescato C.
Spiraea decumbens, specie caratteristica di
Spiraeo-Potentilletum caulescentis (Physoplexido
comosae-Potentillenion caulescentis), Prealpi
Carniche (UD), Francescato C.
Campanula raineri (Val
carbonatiche), C. Andreis
Clegna,
Prealpi
265
Lomelosia crenata ssp. dallaportae (Gargano), N.
Biscotti
Inula verbascifolia, specie endemica del Gargano,
N. Biscotti
Codice CORINE Biotopes
62.1 - Vegetated calcareous inland cliffs
266
Codice EUNIS
H3.2 - Rupi basiche o ultra-basiche
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Vegetation of fissures of limestone cliffs, in the mediterranean region and in the euro-siberian plain to alpine
levels, belonging essentially to the Potentilletalia caulescentis and Asplenietalia glandulosi orders. Two levels
may be identified: a) thermo- and meso-Mediterranean (Onosmetalia frutescentis) with Campanula versicolor,
C. rupestris, Inula attica, I. mixta, Odontites luskii; b) montane and oro-Mediterranean (Potentilletalia
speciosae, including Silenion aurticulatae, Galion degenii and Ramondion nathaliae). This habitat type
presents a great regional diversity, with many endemic plant species (indicated under point 2).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Comunità casmofitiche delle rocce carbonatiche, dal livello del mare nelle regioni mediterranee a quello
cacuminale nell’arco alpino.
Sottotipi e varianti
EUR27 individua i seguenti sottotipi:
62.13. Comunità rupicole liguro-appenniniche (Saxifragion lingulatae)
62.14. Comunità dell'Italia meridionale (Dianthion rupicolae)
62.15 e 62.1B. Comunità eurosibiriche e supra- ed oro-mediterranee (Potentilletalia caulescentis). In tale
ambito si riconoscono le seguenti varianti: - comunità sciafile; -comunità xerofile; -comunità microterme della
fascia alpina; -comunità dell'Italia centrale e meridionale (Saxifragion australis).
Va incluso qui anche:
62.1114. Comunità rupicole delle coste orientali dell'Adriatico settentrionale (Golfo di Trieste) talvolta esposte
anche a moderato aerosol alino (Centaureo-Campanulion)
Combinazione fisionomica di riferimento
- 62.11 comunità ovest-mediterranee (Asplenion petrarchae) (= Asplenion glandulosi): Asplenium
petrarchae, Asplenium trichomanes ssp. pachyrachis, Cheilanthes acrostica, Melica minuta;
- 62.13 comunità liguro-appenniniche (Saxifragion lingulatae Rioux & Quézel 1949): Saxifraga lingulata ssp.
lingulata, Moehringia sedifolia, Asperula hexaphylla, Micromeria marginata, Campanula macrorrhiza, Primula
marginata, P. allionii, Phyteuma cordatum, Ballota frutescens, Potentilla saxifraga, Silene campanula,
Phyteuma charmelii, Globularia incanescens, Leontodon anomalus, Silene saxifraga;
- 62.14 comunità dell’Italia meridionale (Dianthion rupicolae): Dianthus rupicola, Antirrhinum siculum,
Cymbalaria pubescens, Scabiosa limonifolia, Micromeria fruticosa, Inula verbascifolia ssp. verbascifolia,
Centaurea subtilis, Phagnalon rupestre ssp. illyricum, Phagnalon saxatile, Phagnalon rupestre s.l., Athamanta
sicula, Pimpinella tragium, Aurinia sinuata, Sesleria juncifolia ssp. juncifolia, Euphorbia spinosa ssp. spinosa,
Teucrium flavum ssp. flavum, Rhamnus saxatilis ssp. infectoria, Rhamnus saxatilis s.l.; Asperulion garganicae:
Campanula garganica subsp. garganica, Lomelosia crenata ssp. dallaportae, Aubretia columnae ssp.
italica, Asperula garganica, Leontodon apulus, Dianthus garganicus; Campanulion versicoloris-Dianthion
japigici/Campanulion versicoloris: Dianthus japigicus, Scrophularia lucida, Aurinia leucadea, Centaurea
japygica, C. leucadea, C. tenacissima, C. nobilis, C. brulla; Caro multiflori-Aurinion megalocarpae:
Campanula versicolor, Melica transsilvanica ssp. transsilvanica, Aurunia saxatilis ssp. megaslocarpa,
267
Carum multifolrum ssp. multiflorum, Scrophularia lucida, Silene fruticosa, Athamanta sicula, Brassica sp.
pl., Dianthus arrostii, Iberis semperflorens, Convolvolus cneorum, Helichysum pendiulum, Centaurea sp. pl.,
Galium aetnicum, Hypochoeris laevigata, Anthemis cupaniana, Anthyllis vulneraria ssp. busambarensis,
Scabiosa cretica, Campanula fragilis, Brassica incana, Brassica rupestris, Lithodora rosmarinifolia, Iberis
semperflorens;
- 62.15 e 62.1B. Limitatamente all’Italia centro meridionale e Sicilia (Saxifragion australis): Achillea
mucronulata, Campanula tanfanii, Edraianthus siculus, Potentilla caulescens, Potentilla caulescens ssp.
nebrodensis, Saxifraga australis (= Saxifraga callosa ssp. callosa), Trisetum bertoloni (= Trisetaria villosa);
Da 62.16 a 62.1A (comunità illirico-greco-balcaniche). In Italia sono presenti: 62.1114 (Triestin karst cliffs)
Centaureo-Campanulion: Centaurea kartschiana, Campanula pyramidalis, Asplenium lepidum, Euphorbia
fragifera, Micromeria thymifolia (=Satureja thymifolia), Moehringia tommasinii, Teucrium flavum, Euphorbia
wulfenii, Sesleria juncifolia;
62.15 e 62.1B: Potentilla caulescens, Arabis bellidifolia ssp. stellulata, Bupleurum petraeum, Campanula
carnica, Carex mucronata, Globularia repens, Paederota bonarota, Primula marginata, Rhamnus pumilus,
Saxifraga crustata, Silene saxifraga, Helianthemum lunulatum, Saxifraga cochlearis, Moehringia lebrunii, M.
sedoides, Androsace pubescens, Saxifraga valdensis#, Cystopteris fragilis, Cystopteris alpina, Asplenium
viride, A. trichomanes, Silene pusilla, Carex brachystachys, Dryopteris villarii, Alyssum argenteum,
Cheilanthes marantae, Alyssoides utriculata, Campanula bertolae;
Altre specie: Asplenium viride, Carex brachystachys, Cystopteris fragilis, Minuartia rupestris, Potentilla
caulescens, Potentilla nitida, Valeriana elongata, Androsace hausmannii, Androsace helvetica, Asplenium
seelosii, Campanula carnica, Campanula morettiana, Campanula petraea, Campanula raineri, Campanula
elatinoides, Cystopteris alpina, Daphne petraea, Daphne reichsteinii, Draba tomentosa, Gypsophila papillosa,
Hieracium humile, Jovibarba arenaria, Minuartia cherlerioides, Moehringia bavarica, Moehringia glaucovirens,
Paederota bonarota, Paederota lutea, Physoplexis comosa, Primula recubariensis, Primula spectabilis,
Primula tyrolensis, Saxifraga arachnoidea, Saxifraga burseriana, Saxifraga facchinii, Saxifraga petraea,
Saxifraga presolanensis, Saxifraga squarrosa, Saxifraga tombeanensis, Silene veselskyi, Woodsia pulchella,
Aquilegia thalictrifolia, Arabis bellidifolia, Artemisia nitida, Asplenium ceterach, Asplenium ruta-muraria,
Asplenium trichomanes, Bupleurum petraeum, Carex mucronata, Cystopteris montana, Erinus alpinus,
Festuca alpina, Festuca stenantha, Hieracium amplexicaule, Hypericum coris, Kernera saxatilis, Phyteuma
sieberi, Primula auricula, Primula glaucescens, Rhamnus pumilus, Rhodothamnus chamaecistus, Saxifraga
caesia, Saxifraga crustata, Saxifraga hostii ssp. rhaetica, Saxifraga paniculata, Sedum dasyphyllum, Sedum
hispanicum, Silene elisabethae, Silene saxifraga, Telekia speciosissima, Thalictrum foetidum, Valeriana
saliunca, Valeriana saxatilis, Hypericum coris, Alyssum ligusticum, Saxifraga diapensioides, Daphne alpina
ssp. alpina, Paronychia kapela ssp. serpyillifolia, Silene calabra, Centaurea pentadactyli, Allium pentadactyli,
Crepis aspromontana, Erucastrum virgatum, Dianthus vulturius ssp. aspromontanus, Dianthus vulturius ssp.
vulturius, Dianthus brutius ssp. pentadactyli, Jasione sphaerocephala, Portenschlagiella ramosissima,
Ptilostemon gnaphaloides, Primula palinuri, Seseli polyphyllus, Senecio gibbosus, Senecio cineraria, Dianthus
longicaulis, Dianthus longicaulis, Athamanta sicula, Centaurea aspromontana, Centaurea scillae, Centaurea
ionicae.
Riferimento sintassonomico
L'habitat vine individuato nell'ambito delle comunità della classe Asplenietea trichomanis (Br.-Bl. in Meier et
Br-Bl. 1934) Oberd. 1977 ed in particolare nei seguenti livelli sintassonomici:
ordine Onosmetalia frutescentis Quezel 1964 con l'alleanza Campanulion versicoloris Quezel 1964; ordine
Potentilletalia caulescentis Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny 1926 con le alleanze Saxifragion australis Biondi & Ballelli
ex Brullo 1983, Saxifragion lingulatae Rioux & Quézel 1949, Cystopteridion Richard 1972 e Potentillion
caulescentis Br.-Bl. et Jenny 1926; ordine Asplenietalia glandulosi Br.-Bl. in Meier et Br.-Bl. 1934 con le
alleanze Dianthion rupicolae Brullo & Marcenò 1979 e Centaureion pentadactylis Brullo, Scelsi & Spampinato
2001.
268
Ordine Centaureo-Campanuletalia Trinajstic 1980, alleanza Centaureo-Campanulion Horvatic 1934.
Asperulion garganicae Bianco, Brullo, E. & S. Pignatti 1988 (esclusiva del Gargano - Puglia); Campanulion
versicoloris Quezel 1964 (esclusiva del Salento e delle Murge - Puglia); Caro multiflori-Aurinion megalocarpae
Terzi & D'Amico 2008 (esclusiva della Basilicata e della Puglia)
Per la Sardegna è stato descritto l'ordine Arenario bertoloni-Phagnaletalia sordidae Arrigoni e Di Tommaso
1991 con l'alleanza Centaureo-Micromerion cordatae Arrigoni e Di Tommaso 1991 a cui vanno riferite le
associazioni Laserpitio garganicae-Asperuletum pumilae Arrigoni e Di Tommaso 1991, HelichrysoCephalarietum mediterraneae Arrigoni e Di Tommaso 1991, Possono rientrare nell'habitat anche le comunità
riferibili all'alleanza Polypodion serrati Br.-Bl. in Br.-Bl. Roussine et Négre 1952 (classe AnomodontoPolypodietea cambrici Riv.-Mart. 1975, ordine Anomodonto-Polypodietalia O. Bolòs et Vives in O. Bolos
1957).
Dinamiche e contatti
Le comunità casmofitiche, espressione azonale, sono pioniere, ma hanno scarsissima probabilità evolutiva. A
volte, invece, ai fini operativi di rilevamento cartografico, sono mascherate all’interno di aree boscate o
arbustate con le quali sono in contatto. La gamma di possibilità è troppo ampia per meritare di essere
esemplificata. Non mancano, inoltre, specialmente a quote elevate, contatti e difficoltà di discriminazione con
situazioni primitive di 6170 “Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine” (es. Caricetum firmae
potentilletosum nitidae) e con la vegetazione dei detriti dell’habitat 8120 “Ghiaioni calcarei e scisto-calcarei
montani e alpini (Thlaspietea rotundifolii)”. Più raramente, a quote più basse, si verificano contatti con
comunità dei prati arido-rupestri riferibili agli habitat 62A0 “Formazioni erbose secche della regione
submediterranea orientale (Scorzoneretalia villosae)” e 6110* “Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile
dell'Alysso-Sedion albi”.
Specie alloctone
Aeonium arboreum, Opuntia ficus-indica.
Distribuzione dell’habitat in Italia
PG, VN, AB, TN, CM, SC, SR, PM, FR, LM, MR, VL, TS, LG, CL, UM, EM, BS, ML.
Note
Le comunità casmofile basifile, su uno spettro ecologico e fitogeografico assai ampio, non hanno probabilità di
essere erroneamente attribuite a codici diversi da 8210.
Per il Piemonte si propone di includere entro questo habitat l’associazione Campanulo –Alyssoidetum
utriculatae Montacchini et al. 1982, descritta per la Val di Susa e riferita ad ambienti rocciosi ofiolitici e
attribuita al Potentillion caulescentis . EUNIS specifica che in questo habitat vanno incluse le rocce basiche e
ultrabasiche e dunque anche ofioliti e serpentiniti.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Lasen Cesare ([email protected])
Alberto Selvaggi ([email protected])
Livio Poldini ([email protected])
Edoardo Biondi ([email protected])
Daniela Gigante ([email protected])
Simona Casavecchia ([email protected])
Diana Galdenzi ([email protected])
273
82: Pareti rocciose con vegetazione casmofitica
8240*: Pavimenti calcarei
Limestone pavements
Piani glacio-carsici - Tonde de Cianderou (Dolomiti
d'Ampezzo - BL), Alberto Scariot
Codice CORINE Biotopes
62.3 - Pavements
Codice EUNIS
H3.5 - Falde rocciose superficiali e pavimentazioni calcaree naturali, prive o quasi di vegetazione
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Regular blocks of limestone known as "clints" with loose flags separated by a network of vertical fissures
known as "grykes" or "shattered pavements", containing more loose limestone rubble. The rock surface is
almost devoid of overlying soils (considerably less than 50% cover) except for some patches of shallow
skeletal or loessic soils, although more extensive areas of deeper soil occasionally occur; sometimes there is
encroachment of peat. This morphology offers a variety of microclimates allowing the establishment of
complex vegetation consisting of a mosaic of different communities. The fissures provide a cold humid
microclimate where shade-tolerant vascular plants such as Geranium robertianum and Ceterach officinale
occur, as well as formations of herbaceous species typical of calcareous woodland; the small pockets of soil
are occupied by communities of Mesobromion (e.g. Seslerio-Mesobromenion); heath and scrub also occur
(e.g. Corylo-Fraxinetum). Apart from areas of species rich scrub (generally Prunetalia spinosae), the
ecosystem is maintained by grazing in some regions; this, combined with severe winds, means that isolated
shrubs can only survive in prostrate growth form (e.g. Dryas octopetala); at the margins of ungrazed sites
Geranium sanguineum occurs.
In Sweden, limestone blocks are larger and cracks are smaller. The species composition reflects a more
continental, dryer and cooler climate. The pavements are mostly exposed with scattered cushions of
bryophytes, more seldom covered by a thin layer of soil. The surface is covered by Sedum album, Cerastium
274
pumilum, C. semidecandrum, lichens (Aspicilia calcarea, Thamnolia vermicularis, Verrucaria nigrescens) and
bryophytes (Tortella tortuosa, Grimmia pulvinata). The vegetation in the cracks contains Gymnocarpium
robertianum, Asplenium ruta-muraria, A. trichomanes ssp. quadrivalens and, occasionally, bushes of Prunus
spinosa, Fraxinus excelsior, Cotoneaster spp., Rosa spp.
Some sites in Ireland host an open Taxus-Juniperus scrub of major interest; certain arctic alpine species such
as Gentiana verna and Dryas octopetala are characteristic and in The Burren, these species occur with
Atlantic-Mediterranean species such as Neotinea maculata.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Superfici calcaree suborizzontali con vegetazione rada, spesso con muschi e licheni, che si estendono dalle
creste dei massicci e delle piattaforme calcareo-dolomitiche esposte ad avanzati processi di carsificazione, dal
bioclima alpino a quello collinare.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Essendo un habitat a determinismo geomorfologico, le specie indicatrici comprendono entità tipiche di contesti
bioclimatici differenti e che di regola caratterizzano altri tipi di habitat.
Dryas octopetala, Salix retusa, Salix serpillifolia, Dryopteris villarii, Adenostyles glabra, Globularia cordifolia,
Rhamnus pumilus, Sesleria caerulea, Erica carnea, Carex firma, Cystopteris fragilis, Festuca pumila, Aconitum
tauricum, Polystichum lonchitis, Sempervivum dolomiticum, Sesleria sphaerocephala, Asplenium ruta-muraria,
Asplenium viride, Erica carnea, Juniperus nana, Potentilla caulescens, Rhododendron hirsutum, Rosa
pendulina, Sesleria caerulea, Valeriana tripteris, Viola biflora. Helianthemum alpestre, Globularia repens,
Petrocallis pyrenaica, Silene acaulis cenisia, Leontopodium alpinum, Primula marginata, Silene saxifraga,
Draba aizoides, Asplenium fissum, Linaria alpina, Linaria supina, Hieracium lanatum, Anthyllis montana,
Gypsophila repens, Allium narcissiflorum, Athamanta cretensis, Saxifraga caesia, Saxifraga lingulata,
Saxifraga biflora, Saxifraga androsacea, Saxifraga adscendens, Papaver rhaeticum, Cerastium alpinum,
Cerastium latifolium, Ranunculus alpestris, Leucanthemopsis alpina, Delphinium dubium, Carex rupestris,
Carex mucronata, Kernera saxatilis, Salix reticulata, Salix hastata, Lloydia serotina, Anemone baldensis,
Luzula spicata, Gentiana ligustica, Danthonia alpina, Physoplexis comosa, Biscutella laevigata, Primula
auricula, Calluna vulgaris, Genista germanica, Koeleria macrantha, Campanula raineri, Allium insubricum,
Telekia speciosissima, Silene pusilla.
Altre specie più termofile: Cotinus coggygria, Daphne alpina, Bromus erectus ssp. condensatus,
Calamagrostis varia, Carex humilis, Cotoneaster tomentosus, Amelanchier ovalis, Arctostaphylos uva-ursi,
Scabiosa graminifolia, Euphrasia tricuspidata, Frangula rupestris, Fraxinus ornus, Geranium macrorrhizum,
Geranium robertianum, Gymnocarpium robertianum, Iris cengialti, Ostrya carpinifolia, Pinus sylvestris, Prunus
mahaleb, Rhamnus saxatilis.
Importanti sono la componente briofitica e quella lichenica e, nella fascia collinare-submontana, le specie
caratteristiche
di
Alysso-Sedion
albi.
Riferimento sintassonomico
Habitat a prevalente determinismo geomorfologico che può interessare molteplici classi di vegetazione.
Dinamiche e contatti
275
Per le caratteristiche morfologiche tipiche questo habitat è sostanzialmente stabile. In ogni caso, secondo
l’orizzonte altitudinale e le condizioni climatiche, i contatti con altri tipi di habitat possono essere molteplici.
Particolarmente frequenti quelli con habitat casmofitici (8210 "Pareti rocciose calcaree con vegetazione
casmofitica"), con le praterie alpine discontinue dell'habitat 6170 "Formazioni erbose calcicole alpine e
subalpine" e con l'habitat 6110* "Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi".
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
AB, TR, VL, LZ, VN, FR, TS, BS, LG, PM, EM, CL, LM.
Note
A livello di varianti si potrebbero considerare una situazione termofila, fino alla fascia montana, ed una
glaciocarsica, caratteristica degli orizzonti subalpino e alpino-subnivale, date le rilevanti differenze nella
vegetazione colonizzatrice.
La prima corrisponderebbe agli orizzonti collinari-montani, e può includere anche fanerofite. I frammenti di
vegetazione interessano componenti di Festuco-Brometea, Trifolio-Geranietea, Rhamno-Prunetea e QuercoFagetea, oltre a comunità brio-pteridofitiche dello Ctenidion mollusci Stefureac 1941 (Tortulo-Homalothecietea
sericei), che costituiscono microassociazioni crittogamiche. La seconda, più importante e diffusa in ambiente
alpino microtermo, corrisponde ai cosiddetti “Piani glacio-carsici” in cui il mosaico vegetazionale include
componenti di Seslerietalia, Adenostylion, Cystopteridion e anche Salicetea herbaceae.
In aspetto tipico non sono ipotizzabili confusioni, soprattutto nella fascia termofila. In alta quota, in ambienti
subnivali e carsici, si potrebbero, di volta in volta, secondo le dimensioni del fenomeno, utilizzare codici
specifici quali 6170 "Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine", o 8120 "Ghiaioni calcarei e scistocalcarei montani e alpini (Thlaspietea rotundifolii)".
Nell’area carsica litoranea (FVG) si osservano degli interessanti e ricorrenti complessi vegetazionali
(microgeosigmeti) dati da cenosi dell’Alysso-Sedion (6110 “Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile
dell’Alysso-Sedion albi”) e da arbusteti litoxerofili (Frangulo-Prunetum mahaleb) espressione di questo habitat
8240 “Pavimenti calcarei”.
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276
Nomi dei compilatori con e.mail
Cesare Lasen ([email protected])
Livio Poldini ([email protected])
Mauro Giorgio Mariotti ([email protected])
277
83: Altri Habitat Rocciosi
278
83: Altri habitat rocciosi
8310 : Grotte non ancora sfruttate a livello turistico
Caves not open to the public
Codice CORINE Biotopes
65 - Caves
Codice EUNIS
H1 - Terrestrial underground caves, cave systems, passages and waterbodies.
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea, Continentale, Alpina.
Descrizione generale dell’habitat
Caves not open to the public, including their water bodies and streams, hosting specialised or high specie
endemic species, or that are of paramount importance for the conservation of Annex II species (e.g. bats,
amphibians).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Grotte non aperte alla fruizione turistica, comprensive di eventuali corpi idrici sotterranei, che ospitano specie
altamente specializzate, rare, spesso strettamente endemiche, e che sono di primaria importanza nella
conservazione di specie animali dell’ Allegato II quali pipistrelli e anfibi.
I vegetali fotosintetici si rinvengono solo all’imboccatura delle grotte e sono rappresentati da alcune piante
vascolari, briofite e da alghe.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
All'ingresso delle grotte possono rinvenirsi poche piante vascolari sciafile, si tratta soprattutto di pteridofite
quali Asplenium trichomanes, Phyllitis scolopendrium, Athyrium filix-foemina, Cystopteris fragilis, Polystichum
aculeatum, Dryopteris filix-mas, Polypodium cambricum, P. vulgare, P. interjectum, ma anche di Angiosperme
come Centranthus amazonum, Sedum fragrans e S. alsinefolium.
Tra le briofite che spesso formano densi tappeti all’imboccatura delle grotte si possono citare Isopterygium
depressum, Neckera crispa, Plagiochila asplenioides fo. cavernarum, Anomodon viticulosus, Thamnium
alopecurum e Thuidium tamariscinum
Le patine di alghe che possono insediarsi fin dove la luminosità si riduce a 1/2000, sono costituite da Alghe
Azzurre con i generi, Aphanocapsa, Chrococcus, Gleocapsa, Oscillatoria, Scytonema, e da Alghe Verdi con i
generi Chlorella, Hormidium e Pleurococcus.
Frequentemente tutte le specie vegetali sono presenti con particolari forme cavernicole sterili.
Riferimento sintassonomico
La vegetazione brio-pteridofitica presente all’imboccatura delle grotte è stata riferita a varie associazioni. In
Sicilia è talora presente il Thamnobryo alopecuri-Phyllitidetum scolopendrii Brullo, Privitera & Puglisi 1992,
associazione del Adiantion capilli-veneris Br.-Bl. ex Horvatic 1934. Per le grotte del Carso triestino Poldini
279
(1989) riporta alcune associazioni del Cystopteridion (Nordhag. 1936) J.L. Rich. 1972, quali l’AsplenioCystopteridetum fragilis Oberd. (1936) 1949 e Phyllitido-Plagiochiletum cavernarum Tomazic 1946.
Dinamiche e contatti
In assenza di perturbazioni ambientali, sia naturali (variazioni nel regime idrico), sia antropiche, l’habitat è
stabile nel tempo ed è caratterizzato da una notevole costanza dei fattori ecologici nel lungo periodo. Esso
rappresenta un ambiente di rifugio per una fauna cavernicola, spesso strettamente endemica, di notevole
interesse biogeografico.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
AB, BS, CL, CM, EM, FR, LG, LM, LZ, ML, MR, PG, PM, SC, SR, TR, TS, UM, VL, VN.
Note
Questo habitat assume notevole importanza soprattutto per la conservazione di una fauna cavernicola
caratterizzata da animali molto specializzati e spesso strettamente endemici. Si tratta di una fauna costituita
soprattutto da invertebrati esclusivi delle grotte e dei corpi idrici sotterranei come i coleotteri appartenenti alle
famiglie Bathysciinae e Trechinae i crostacei (Isopoda, Amphipoda, Syncarida, Copepoda) e i molluschi
acquatici della famiglia Hydrobiidae. Le grotte costituiscono spesso i luoghi di rifugio durante il letargo
invernale per varie specie di vertebrati dell’allegato II. Più specie possono utilizzare a tal fine la stessa grotta.
Le grotte sono importanti habitat per i chirotteri, esse ospitano inoltre anfibi molto rari come Proteus anginus e
diverse specie del genere Speleomantes.
Per la ricerca di questo habitat si consiglia la consultazione dei catasti speleologici regionali e il catasto delle
grotte nazionale.
Riferimenti Bibliografici
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Nomi dei compilatori con e.mail
Giovanni Spampinato [email protected]
281
83: Altri habitat rocciosi
8320 : Campi di lava e cavità naturali
Fields of lava and natural excavations
Fumarole dell'habitat 8320 "Campi di lava e cavità
naturali" a Pantelleria, Giovanni Spampinato
Colata laviva del 2002 presso Piano Provenzana
sull'Etna riferibile all'habitat 8320 "Campi di lava e
cavità naturali", Giovanni Spampinato
Codice CORINE Biotopes
66 - Volcanic features
66.2 - Etna summital communities
66.3 - Barren lava fields
66.4 - Volcanic ash and lapilli fields
66.5 - Lava tubes
66.6 - Fumaroles
Codice EUNIS
H6.1 - Active volcanic features
H6.11 - Italian fumaroles
H6.12 -: Sicilian fumaroles
H6.13 - Pantelleria fumaroles
282
H6.2 - Inactive recent volcanic features
H6.22 - Etna summital communities
H6.24 - Barren lava fields and flows
H6.25 - Volcanic ash and lapilli fields
H1.4 - Lava tubes
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Sites and products of recent volcanic activity harbouring distinct biological communities.
Sub-types :
66.1 - Teide violet community. Violetea cheiranthifoliae. Very open formation of the summit of the Teide
volcano of Tenerife, above (2700) 3000 metres, with Viola cheiranthifolia and a few individuals of Silene
nocteolens and Argyranthemum teneriffae.
66.2 - Etna summital communities. Communities of Mount Etna, above the limit of hedgehog heaths.
66.3 - Barren lava fields. Almost bare lava formations of other volcanoes, and of lower altitudes on Etna and
Teide, colonised by, besides communities related to ones covered in other sections, lichens (e.g. Stereocaulon
vesuvianum) and invertebrates.
66.4 - Volcanic ash and lapilli fields
66.5 - Lava tubes. Caves formed by hollow basaltic tubes resulting from the cooling of the surface of lava flows
whose molten interior continued to flow. The very large tube created by the volcano La Corona of Lanzarote
harbours unique communities of invertebrates, in particular, the decapode crustacean Munidopsis polymorpha,
endemic to that locality, and several crustaceans of the genus Speleonectes.
66.6 - Fumaroles
Orifices in volcanic areas through which escape hot gases and vapours. Their very extreme environment is
colonised by paucispecific but highly distinct communities.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Ambienti originati da attività vulcaniche recenti che ospitano biocenosi differenziate in relazione alle
caratteristiche ecologiche evidenziate nella articolazione in sottotipi. Le biocenosi presenti in questo habitat
sono di tipo pioniero, paucispecifiche, caratterizzate spesso da specie endemiche in relazione alle peculiarità
del substrato e all’isolamento geografico degli ambienti vulcanici. Sui substrati lavici di nuova formazione i
processi pedogenetici portano alla formazione di suoli ricchi in nutrienti con una notevole permeabilità ed
aridità edafica che condiziona la vita delle comunità biologiche.
Sottotipi e varianti
In Italia l’habitat 8320 è presente i seguenti sottotipi:
66.2 - Comunità sommitali dell’Etna
Comunità del Monte Etna, poste nella fascia alto montana al di sopra del limite della vegetazione arbustiva
pulvinata ad Astragalus siculus, tra i 2500 m e la zona dei crateri sommitali. Queste comunità sono
caratterizzate da poche specie pioniere, quasi tutte endemiche, quali Rumex aetnensis, Senecio aetnensis,
Anthemis aetnensis. Si tratta di una fitocenosi con scarso grado di copertura localizzate su sabbie vulcaniche
incoerenti riferibile al Senecioni aetnensis-Anthemidetum aetnensis Frei 1940 (Frei, 1940; Poli, 1965; Brullo et
al., 2005).
66.3 - Campi lavici recenti privi o con rada vegetazione vascolare
283
Campi lavici di recente formazione posti anche a bassa quota caratterizzati da una vegetazione pioniera
crittogamica a briofite e licheni come ad esempio Stereocaulon vesuvianum, Grimmia sp. pl. Le piante
vascolari sono assenti o sporadicamente rappresentate.
66.4 – Campi di ceneri e lapilli vulcanici
Depositi piroclastici incoerenti di sabbie, ponice e ceneri vulcaniche prodotti dalle attività esplosive dei vulcani.
Possono presentarsi prive di vegetazione o colonizzate da una vegetazione pioniera terofitica effimera molto
specializzata.
66.5 – Grotte da scorrimento lavico
Grotte basaltiche derivanti dal raffreddamento superficiale delle colate laviche che continuano a scorrere
all’interno di gallerie prodotte dallo scorrimento delle lave fluide. Sono diffuse soprattutto sull’Etna in relazione
alla tipologia di eruzione che caratterizza questo vulcano.
66.6* – Fumarole. (proposto come prioritario)
Spaccature del terreno in aree vulcaniche attraverso le quali sono emessi gas caldi e vapori.
Si tratta di ambienti estremi colonizzati da comunità paucispecifiche caratterizzate da specie molto
specializzate. L’imboccatura delle fumarole è colonizzata da una successione di microfitocenosi dove giocano
un ruolo importate alcune briofite, come Campylopus pilifer subsp. vaporarius, Calymperes erosum,
Rhynchostegium strongylense e poche altre piante vascolari come Radiola linoides e Cyperus polystachyus.
Questo sottotipo, in relazione alla sua rarità, all’interesse naturalistico, alle minacce rappresentate
dalla frequentazione turistica e dall’uso a fini termale delle fumarole, si propone che venga
considerato prioritario.
Combinazione fisionomica di riferimento
In relazione a sottotipo le specie caratterizzanti questo habitat sono:
66.2 - Comunità sommitali dell’Etna
Piante vascolari: Anthemis aetnensis, Rumex aetnensis, Senecio aetnensis, Anthemis aetnensis e
Hypochoeris robertia
66.3 - Campi lavici recenti privi o con rada vegetazione vascolare
Licheni: Stereocaulon vesuvianum, Neofuscelia pull., Xanthoparmelia conspersa, Lecidea fuscoatra; . Briofite:
Grimmia laevigata, Grimmia trichophylla, G. ovalis, G. montana, Coscinodon cribrosus, Racomitrium
lanuginosum.
66.4 – Campi di ceneri e lapilli vulcanici:
Piante vascolari: Scleranthus aetnensis, Rumex scutatus, Artemisia campestris subsp. variabilis, Scrophularia
canina subsp. bicolor, Glaucium flavum, Silene vulgaris subsp. tenoreana,
66.5 – Grotte da scorrimento lavico
Briofite (alcune presenti anche con forme cavernicole): Thamnobryum alopecurum, Plasteurhynchium
striatulum, Isopterygiopsis pulchella, Rhynchostegiella tenella, Fissidens gracilifolius, Epipterygium tozeri,
Amphidium mougeotii, Timmia bavarica.
* 66.6 – Fumarole:
Piante vascolari: Radiola linoides, Kichxia cirrhosa, Cyperus polystachyus. Briofite: Calymperes erosum,
Campylopus pilifer subsp. vaporiarius, Rhynchostegium strongylense, Trematodon longicollis, Isopterygium
tenerum.
Riferimento sintassonomico
L’habitat 8320 inquadra aspetti vegetazionali molto differenziati accumunati dal fatto che si localizzano in
ambienti originati di recente dalla attività vulcanica. In relazione al sottotipo sono qui di seguito elencati i
sintaxa di riferimento.
66.2 - Comunità sommitali dell’ Etna
284
La fascia alto montana superiore è caratterizzata da una vegetazione a basso grado di copertura riferita la
Senecioni aetnensis-Anthemidetum aetnensis Frei 1940, associazione del Rumici-Astragalion siculi Poli 1965.
66.3 - Campi lavici recenti privi o con rada vegetazione vascolare.
La colonizzazione iniziale delle lave dell’Etna e del Vesuvio e svolta da cenosi a netta dominanza di
Stereocaulon vesuvianum riferite ad uno specifico aggruppamento del Parmelion conspersae Hadač 1944 et.
al. Successivamente sui campi lavici si insedia una vegetazione briofitica epilitica più o meno acidofila di
pertinenza della classe Grimmietea alpestris Hadač & Vondracek in Ježek & Vondràček 1962 e nello stadio
più maturo rientrante nella classe Ceratodonto purpurei-Polytrichetea piliferi Mohan 1978.
66.4 – Campi di ceneri e lapilli vulcanici
Vi si rinvengono spesso radi pratelli terofitici silicicoli come sull’Etna, dove nelle fascia alto-montana è
presente un tipico aggruppamento vegetale a Scleranthus aetnensis, rientrante nella classe Tuberarietea
guttatae (Br.-Bl. in Br.-Bl. et al. 1952) Rivas Goday & Rivas Martinez 1963.
66.5 – Grotte da scorrimento lavico
In questo tipo di ambiente si possono riscontrare alcune fitocenosi crittogamiche fortemente mesofile e
marcatamente sciafile di pertinenza delle classi fitosociologiche Ctenidietea mollusci Hübschmann ex Grcić
1980 e Cladonio digitatae-Lepidozietea reptantis Ježek & Vondràček 1962.
66.6* – Fumarole:
Alle imboccature delle fumarole presenti nel Mediterraneo si crea un ambiente microclimatico caldo e umido di
tipo tropicale che ospita comunità briofitiche riferite alla classe Campylopodetea vaporarii Brullo, Privitera &
Puglisi ex Brullo, Privitera & Puglisi 2006.
Dinamiche e contatti
In relazione alla sotto tipologia le relazioni dinamiche e i contatti catenali sono molto variabili.
66.2 - Comunità sommitali dell’ Etna
Nella fascia oromediterranea superiore che sull’Etna si estende tra 2400-2500 e 2900-3000 m la vegetazione
tipica di questo habitat del Senecioni aetnensis-Anthemidetum aetnensis costituisce una formazione stabile di
tipo climacico (Poli, 1965; Pignatti et al., 1980, Brfullo et al., 2005). A quote più basse, questo habitat compone
talra un mosaico con la vegetazione pulvinata dell’ Astragaletum siculi e rappresenta uno stadio nella serie
dinamica di colonizzazione dei substrati incoerenti che evolve verso la vegetazione tale associazione (Poli,
1965, Mercurio & Spampinato 2008).
66.3 - Campi lavici recenti privi o con rada vegetazione vascolare
La fase iniziale nella colonizzazione delle superfici laviche è sostenuta dai liche e in particolare dall’agg. A
Stereocaulon vesuvianum, seguono le comunità brifitiche, rappresentate nel piano basale e collinare dal
Grimmietum commutatae-campestris, sostituita in altitudine dalle associazioni Coscinodontetum cribrosi,
Grimmietum ovatae e Grimmietum montanae. Queste ultime associazioni rappresentano il primo stadio della
serie dinamica relativa alla colonizzazione briofitica delle lave di quota, che si evolve verso uno stadio più
maturo rappresentato dall’associazione terri-sassicola Racomitrietum lanuginosi.
66.5 – Grotte da scorrimento lavico
L’ambiente è conservativo e, quindi, non si può evidenziare una serie dinamica. Nelle grotte di bassa quota è
presente l’associazione Rhynchostegielletum algirianae, mentre nella zona subliminare di diverse grotte poste
a quote elevate si rinviene Pohlio crudae-Amphidietum mougeotii, e sporadicamente Rhabdoweisietum
fugacis e Pohlietum crudae subass. timmietosum bavaricae.
66.6* – Fumarole
Anche questo tipo di habitat è conservativo e le relazioni che intercorrono tra i diversi aspetti briovegetazionali
riscontrati sono di tipo catenale. L’associazione più comune, strettamente legata alla bocche fumaroliche, è
Campylopodetum vaporarii, briocenosi più o meno fotofila, igrofila e marcatamente termofila. In condizioni di
spiccata sciafilia si rinviene Calymperetum erosi, presente solo a Pantelleria. In condizioni di minore igrofilia si
riscontra, invece, Isopterygio teneri-Cyperetum polystachyi, presente solo ad Ischia. Attorno alle sorgenti
285
gassose in Toscana e Lazio è presente una variante di vegetazione geotermale acidofila paucispecifica con
Agrostis canina ssp. monteluccii o A. castellana.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
SC, BS, CM, LZ, TS
Note
L’habitat è presente per le zone vulcaniche del territorio italiano.
Come veidenziato precedentemete si propone come prioritari o l'abitat nella sua variante 66.6* "Fumarole" in
considerazione della sua rarità, dell'interesse naturalistico e delle minacce rappresentate dalla frequentazione
turistica e dall’uso a fini termali delle fumarole.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Giovanni Spampinato [email protected]
Marta Puglisi ([email protected])
83: Altri habitat rocciosi
8330 : Grotte marine sommerse o semisommerse
Submerged or partially submerged sea caves
287
Codice CORINE Biotopes
11.26 - Undersea caves
Codice EUNIS
A1.4 -Features of littoral rock
A1.44 - Communities of littoral caves and overhangs
A3.7 -Features of infralittoral rock
A4.7 -Features of circalittoral rock
A4.71 - Communities of circalittoral caves and overhangs
Codice Barcellona Convention UNEP(OCA) / MED WG.143/5 (Hyères experts report, 1998)
Biocenosi più rilevanti (e/o segnate con asterisco facies e associazioni considerate prioritarie nelle
SDF/ASPIM):
II. 4. 3. Biocenosis of the Mediolittoral caves / Biocenosi delle Grotte Mediolitorali
v II. 4. 3. 1. Association with Phymatolithon lenormandii and Hildenbrandia rubra / Associazione a
Phymatolithon lenormandii e Hildenbrandia rubra
v IV.3. 2. Semi-dark caves (also in enclave in upper stages)
Grotte semi-oscure (anche in enclave negli strati superiori)
IV. 3. 2. 1.Facies with Parazoanthus axinellae
Facies a Parazoanthus axinellae
v IV. 3. 2. 2.Facies with Corallium rubrum
Facies a Corallium rubrum
IV. 3. 2. 3. Facies with Leptopsammia pruvoti
Facies a Leptopsammia pruvoti
v V. 3. 2. Caves and ducts in total darkness (in eclave in the upper stages)
Grotte e anfratti a oscurità totale [biocenosi presenti in isole di popolamento (enclave) anche nei piani
superiori]
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Caves situated under the sea or opened to it, at least at high tide, including partially submerged sea caves.
Their bottom and sides harbour communities of marine invertebrates and algae.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Grotte marine situate sotto il livello del mare o lungo la linea di costa e aperte almeno durante l’alta marea,
incluse le grotte parzialmente sommerse.
Le grotte sommerse o semisommerse possono variare notevolmente nelle dimensioni e nelle caratteristiche
ecologiche. I fondali e le pareti di queste grotte ospitano una ricca e diversificata comunità di invertebrati
marini e di alghe sciafile. Queste ultime sono presenti principalmente alla imboccatura delle grotte.
La biocenosi superficiale è ubicata nelle grotte marine situate sotto il livello del mare o lungo la linea di costa e
inondate dall’acqua almeno durante l’alta marea.
288
Il popolamento tipico della biocenosi si trova in corrispondenza di grotte mediolitorali. Hildenbrandia rubra e
Phymatolithon lenormandii sono le specie algali presenti e caratterizzanti. Sembra che l’abbondanza di H.
rubra sia condizionata più dal grado di umidità che dall’ombra stessa. In certe fessure può prosperare anche la
rodoficea Catenella caespitosa, frequente in Adriatico e sulle coste occidentali italiane.
La facies a Corallium rubrum è l’aspetto più diffuso della biocenosi delle grotte sommerse e semi-oscure. Il
popolamento più denso si trova principalmente sulla volta delle grotte e al di fuori di queste nella parte più
bassa degli strapiombi. Questa facies ancora si può trovare in ambienti del circalitorale inferiore (Biocenosi
della Roccia del Largo) o forse anche di transizione al batiale sino a profondità di circa 350m su superfici di
fondi rocciosi. Facies della biocenosi si possono trovare in grotte sommerse ubicate sia nell’infralitorale sia nel
circalitorale. In questa ubicazione l’imboccatura è ricca di alghe calcaree (Corallinacee e Peissonneliacee) e
non calcaree ( Palmophyllum crassum, Halimeda tuna, Flabellia petiolata Peyssonnelia sp.pl. non calcaree,
ecc.).
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
La componete algale di questo habitat è rappresentata da specie sciafile, a tallo calcificato e non, a
portamento frondoso nella parte più prossima all’imboccatura e a portamento incrostante nella parte più
interna. La ricchezza specifica e i valori di ricoprimento si riducono drasticamente procedendo verso l’interno
delle cavità fino ad azzerarsi.
I taxa dominanti e più diffusi sono: Palmophhyllum crassum, Phymatolithon lenormandii, Hildenbrandia rubra,
Crouoriela armorica, Peyssonnelia sp. pl., Neogoniolithon brassica-florida, Lithophyllum stictaeforme,
Halimeda tuna, Flabellia petiolata ecc.
Riferimento sintassonomico
La vegetazione algale non è specifica dell’ambiente delle grotte marine ma tipica di ambienti sciafili del
circalitorale rinvenibili anche nelle grotte localizzate comunemente nel mediolitorale e nell’infralitorale. Sono
presenti varie associazioni riconducibili alle classi Entophysalidetea Giaccone 1993 per le grotte
semissommerse e Lithophylletea Giaccone 1965 emend. Giaccone 1994 per le grotte permanentemente
sommerse ubicate nel sistema fitale del dominio bentonico del Mediterraneo.
CLASSE: ENTOPHYSALIDETEA Giaccone 1993.
ORDINE: RALFSIETALIA VERRUCOSAE Giaccone 1993.
All. Ralfsion verrucosae Giaccone 1993.
Ass. Phymatolithetum lenormandii Giaccone 1993.
Subass. Catenelletosum caespitosae Battelli 2005
Classe: LITHOPHYLLETEA Giaccone 1965 emend. Giaccone 1994
Ordine: Rhodymenietalia Boudouresque 1971 emend. Giaccone 1994
All.: Schotterion nicaeensis Boudouresque & Cinelli 1971 emend. Giaccone 1994
Ass.: Schotteretum nicaeensis Berner 1931
Ass.: Rhodymenietum ardissonei Pignatti 1962
All.: Peyssonnelion squamariae Augier & Boudouresque 1975 emend. Giaccone1994
Ass.: Flabellio-Peyssonnelietum squamariae Molinier 1958
ORdine: Lithophylletalia Giaccone 1965
All.: Lithophyllion stictaeformis Giaccone 1965
Ass.: Lithophyllo-Halimedetum tunae Giaccone 1965
Ass.: Rodriguezelletum strafforelloi Augier & Boudouresque 1975
289
Dinamiche e contatti
Le grotte sono habitat conservativi caratterizzati da biocenosi stabili nel tempo.
Questo habitat ha contatti catenali con l’habitat 1170 “Scogliere” ed in particolare con gli ambienti sciafili
sviluppati su pareti, strapiombi e sulle rocce del circalitorale inferiore e del batiale superiore.
Le grotte marine sono caratterizzate nella parte esterna dell’imboccatura da comunità di alghe frondose e più
internamente da comunità di alghe incrostanti che competono per lo spazio con Madreporari (Astroides
calycularis ) e con Spugne.
Specie alloctone
Womersleylla setacea, Acrothamnion preissii.
Distribuzione dell’habitat in Italia
LG, TS, SR, SC, CL, CM, PG, FR, LZ, BS, MR.
Note
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http://www.dipbot.unict.it/vegetazio_marina/index.html
Nomi dei compilatori con e.mail
Giovanni Spampinato [email protected]
Giuseppe Giaccone [email protected]
Giuseppina Alongi [email protected]
Giulio Relini [email protected]
291
91: Foreste dell'Europa Temperata
292
91: Foreste dell'Europa temperata
9180*: Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion
Tilio-Acerion forests of slopes, screes and ravines
Tilia platyphyllos, Simona Casavecchia
Boschi di forra di tiglio e alloro nella Foresta Umbra
(Gargano), Edoardo Biondi
Codice CORINE Biotopes
41.4 Mixed ravine and slope forests
41.41 Ravine ash-sycamore forests
41.43 Alpine and peri-Alpine slope forests
41.45 Thermophilous Alpine and peri-Alpine mixed lime forests
Codice EUNIS
G1.A4 Boschi di forra e di versante
G1.A43 Foreste di versante peri-alpine di Fraxinus sp. e Acer pseudoplatanus
G1.A45 Foreste termofile miste della regione alpina e peri-alpina, con Tilia sp. dominante
G1.A5 - Boschi con Tilia sp. dominante
G1.A51 - Boschi di Tilia sp. dell’Europa centro-occidentale
G1.A52 - Boschi sub-boreali di Tilia sp.
G1.A53 - Boschi di Tilia sp. dell’Europa orientale
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina, Mediterranea
293
Descrizione generale dell’habitat
Mixed forests of secondary species (Acer pseudoplatanus, Fraxinus excelsior, Ulmus glabra, Tilia cordata) of
coarse scree, abrupt rocky slopes or coarse colluvions of slopes, particularly on calcareous, but also on
siliceous, substrates (Tilio-Acerion Klika 55). A distinction can be made between one grouping which is typical
of cool and humid environments (hygroscopic and shade tolerant forests), generally dominated by the
sycamore maple (Acer pseudoplatanus) - sub-alliance Lunario-Acerenion, and another which is typical of dry,
warm screes (xerothermophile forests), generally dominated by limes (Tilia cordata, T. platyphyllos) - suballiance Tilio-Acerenion. The habitat types belonging to the Carpinion should not be included here.
Slight changes in the conditions of the substrate (especially "consolidated" substrate) or humidity produce a
transition towards beech forests (Cephalanthero-Fagenion, Luzulo-Fagenion) or towards thermophile oak
forests.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Boschi misti di caducifoglie mesofile che si sviluppano lungo gli impluvi e nelle forre umide con abbondante
rocciosità superficiale e talvolta con abbondanti muschi, nel piano bioclimatico supratemperato e penetrazioni
in quello mesotemperato. Frequenti lungo i versanti alpini, specialmente esterni e prealpini, si rinvengono
sporadicamente anche in Appennino con aspetti floristicamente impoveriti. Si distinguono tre prevalenti
tipologie boschive diverse per caratteristiche ecologiche e biogeografiche:
1) aceri frassineti mesofili degli ambienti più freschi, corrispondenti ai codici corine biotopes 41.41 (per gli
Appennini e per le Alpi) e 41.43 (per le Alpi) riferibili alle suballeanze Lunario-Acerenion, Lamio orvalaeAcerenion e Ostryo-Tilienion;
2) aceri-tiglieti più termofili dei precedenti, situati nei versanti protetti e quindi più caldi, corrispondenti al codice
corine biotope 41.45 e alla suballeanza Tilio-Acerenion (Tilienion platyphylli).
3) boschi meso-igrofili di forra endemici dell’Italia meridionale caratterizzati dalla presenza di specie ad areale
mediterraneo (Ostrya carpinifolia, Festuca exaltata, Cyclamen hederifolium, Asplenium onopteris) e a specie
endemiche dell’Italia meridionale (Acer obtusatum ssp. neapolitanum) riferibili alle alleanze: Lauro nobilisTilion platyphylli (Italia meridionale, rinvenuta per ora in Puglia al Gargano) e Tilio-Ostryon (Calabria e Sicilia).
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Acer pseudoplatanus, A. campestre, A. lobelii, A. obtusatum, A. obtusatum ssp. neapolitanum, A.
opulifolium, A. platanoides, Fraxinus excelsior, Tilia cordata, T. platyphyllos, Actaea spicata, Alnus
glutinosa, Aruncus dioicus, Carpinus betulus, Corylus avellana, Euonymus latifolius, Festuca exaltata,
Fraxinus ornus, Lunaria rediviva, Ostrya carpinifolia, Phyllitis scolopendrium, Polystichum aculeatum, P.
braunii, P. setiferum, Helleborus viridis, Prunus avium, Populus tremula, Quercus robur, Sesleria varia,
Staphylea pinnata, Taxus baccata, Ulmus glabra, Anthriscus nitida, Philadelphus coronarius, Dentaria
pentaphyllos, Galanthus reginae-olgae ssp. reginae-olgae, Asperula taurina, Campanula latifolia, Cardamine
pentaphyllos, Galeopsis speciosa
Riferimento sintassonomico
I boschi dell’habitat 9180* vengono tutti riferiti alla classe Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937.
Per l’Italia settentrionale e centrale l’ordine e l’alleanza di riferimento sono Fagetalia sylvaticae Pawlowski in
Pawlowski, Sokolowski & Wallisch 1928 e Tilio platyphylli-Acerion pseudoplatani Klika 1955. Per l'Italia
settentrionale le suballeanze di riferimento sono: Lunario-Acerenion pseudoplatani (Moor 1973) Th. Müller
1992, Lamio orvalae-Acerenion pseudoplatani Marinček 1990 e Tilienion platyphylli (Moor 1073) T. Müller
1992. I boschi dell’Appennino centro-settentrionale vengono riferiti alla suballeanza Ostryo carpinifoliaeTilienion platyphylli Košir, Čarni & Di Pietro 2008 mentre per l’Italia meridionale l’alleanza di riferimento è
294
Lauro nobilis-Tilion platyphylli Biondi, Casavecchia & Biscotti 2008. Sempre per l’Italia meridionale, infine, i
boschi di forra del piano mesotemperato submediterraneo a contatto con le leccete vengono attribuiti all’ordine
Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 e all’alleanza Tilio-Ostryon Brullo, Scelsi & Spampinato 2001.
Dinamiche e contatti
Rapporti seriali: l’habitat occupa stazioni con morfologia e microclima peculiari pertanto non presenta
comunità di sostituzioni sempre note. Localmente, nell'Appennino centrale, gli acereti del Tilio-Acerion
dell'associazione Aceretum obtusati-pseudoplatani Biondi et al. 2002 subass. aconitetosum neapolitani
Allegrezza 2003 si pongono in collegamento dinamico con la vegetazione di megaforbie dell'associazione
Ranunculo lanuginosi-Aconitetum neapolitani Allegrezza 2003 (Habitat 6430 "Bordure planiziali, montane e
alpine di megaforbie idrofile").
Rapporti catenali: in Appennino i boschi di tiglio sono in rapporto catenale con le faggete sia microterme sia
termofile delle suballeanze Cardamino kitaibelii-Fagenion (Aremonio-Fagion) e Geranio versicoloris-Fagion del
piano bioclimatico supratemperato ascritte all’habitat 9210* “Apennine beech forests with Taxus and Ilex” e
9220* “Apennine beech forests with Abies alba and beech forests with Abies nebrodensis”. Non è raro
ritrovare boschi mesofili ad aceri e tigli nel piano bioclimatico mesotemperato in contatto con boschi misti di
cerro e carpino bianco dell’alleanza Erythronio-Carpinion riferibili all’habitat 91L0 “Querceti di rovere illirici
(Erythronio-Carpinion)” e di orno-ostrieti (alleanza Carpinion orientalis). Possono trovarsi in contatto, o ospitare
al loro interno, con habitat rocciosi riferibili all’8210 “Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica”.
Nell’Italia settentrionale e sulle Alpi i boschi riferibili all’habitat 9180 sono in contatto con i boschi di querce o di
rovere e castagno degli habitat 9260 “Boschi di Castanea sativa”e 9160 “Querceti di farnia o rovere
subatlantici e dell’Europa centrale del Carpinion betuli” e con i boschi di carpino bianco dell’alleanza
Erythronio-Carpinion dell’habitat 91L0 “Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion)" per quanto riguarda gli
aspetti più termofili, con faggete ed abieti-faggete degli habitat 9130 “Faggeti dell’Asperulo-Fagetum”, 9150
“Faggeti calcicoli dell’Europa centrale del Cephalanthero-Fagion” e 91K0 “Foreste illiriche di Fagus sylvatica
(Aremonio-Fagion)” per quanto attiene invece agli aspetti più mesofili. Talvolta l’habitat è inoltre in contatto
spaziale con ontanete di ontano bianco dell’habitat 91E0* “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus
excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)” e con praterie di fondovalle dell’habitat 6510 “Praterie
magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis)”.
Specie alloctone
Robinia pseudoacacia, conifere di impianto
Distribuzione dell’habitat in Italia
VN, TS, LM, TR, EM, FR, BS, AB, PG, CL, PM, VL, LZ, SC, MR, ML, CM
Note
La Direttiva fa riferimento alla suballeanza Lunario-Acerenion che ha una distribuzione europeo-centrale e
presente anche in Italia, sulla catena alpina, e alla suballeanza Tilio-Acerenion. Occorre pertanto aggiungere i
riferimenti alle altre suballeanze presenti in Italia: Lamio orvalae-Acerenion a distribuzione illirica e presente
nel Friuli-Venezia Giulia, la suballeanza Tilienion platyphylli per le Alpi centro-occidentali e la suballeanza
appennino-balcanica Ostryo carpinifoliae-Tilienion, presente lungo la catena appenninica fino al matese in
base alle attuali conoscenze e alle alleanze endemiche dell’Italia meridionale Tilio-Ostryon e Lauro nobilisTilion.
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001.htm
http://web.rete.toscana.it/renato/benvenuto.htm
http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm
Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Simona Casavecchia ([email protected])
297
91: Foreste dell'Europa temperata
91AA*: Boschi orientali di quercia bianca
Eastern white oak woods
Un aspetto di un querceto termofilo a Quercus
virgiliana nella dorsale marchigiana dell'Appennino,
E. Biondi
Bosco di Quercus virgiliana subcostiero, Simona
Casavecchia
Codice CORINE Biotopes
41.7371 Thracian white oak-oriental hornbeam woods
41.7372 Moesian white oak woods
41.731 Northern Italian white oak woods
41.732 Southern Italian and Sicilian Quercus pubescens woods
41.72 Cyrno-Sardian white oak woods
Codice EUNIS
G1.71 (Boschi di Quercus pubescens e comunità correlate del Bacino mediterraneo occidentale);
G1.72 (Boschi sardo-corsi di Quercus pubescens)
G1.73 (Boschi di Quercus pubescens e comunità affini del Bacino mediterraneo orientale);
G1.74 Boschi supramediterranei italo-illirici di Quercus sp. ed Ostrya carpinifolia
Regione biogeografica di appartenenza
298
Continentale e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Azonal white-oak dominated woods with a submediterranean flora, occupying thermic oases within the subcontinental Quercion frainetto and Carpinion illyricum zones
Includes the subtypes:
41.7371 Thracian white oak-oriental hornbeam woods Quercus pubescens - Quercus virgiliana woods of the
Black Sea plains and hills of Turkey in Europe, and of the northern Thracian plain of southern and
southeastern Bulgaria, where they are represented by mostly insular patches, particularly in the middle Maritsa
and Tundja hills, the eastern and northern Rhodope foothills. The oaks are accompanied by Carpinus
orientalis, Fraxinus ornus, Acer campestre or Tilia tomentosa and by sub-Mediterranean floral elements.
41.7372 Moesian white oak woods Thermophilous, sub-Mediterranean Quercus pubescens and Quercus
virgiliana woods of the southern Dinarides, the Balkan Range, and neighbouring regions including south
eastern and southern Romania.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Boschi mediterranei e submediterranei adriatici e tirrenici (area del Carpinion orientalis e del Teucrio siculiQuercion cerris ) a dominanza di Quercus virgiliana, Q. dalechampii, Q. pubescens e Fraxinus ornus,
indifferenti edafici, termofili e spesso in posizione edafo-xerofila tipici della penisola italiana ma con affinità con
quelli balcanici, con distribuzione prevalente nelle aree costiere, subcostiere e preappenniniche. Si rinvengono
anche nelle conche infraappenniniche. L’habitat è distribuito in tutta la penisola italiana, dalle regioni
settentrionali (41.731) a quelle meridionali, compresa la Sicilia dove si arricchisce di specie a distribuzione
meridionale quali Quercus virgiliana, Q. congesta, Q. leptobalana, Q. amplifolia ecc. (41.732) e alla Sardegna
(41.72) con Quercus virgiliana, Q. congesta, Q. ichnusae.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Quercus pubescens, Q. dalechampii, Q. ichnusae, Q. virgiliana, Fraxinus ornus, Carpinus orientalis, C.
betulus, Ostrya carpinifolia, Coronilla emerus, Anthericum ramosum, Asparagus acutifolius, Cornus
sanguinea, Crataegus monogyna, Dictamnus albus, Geranium sanguineum, Epipactis helleborinae, Hedera
helix, Ligustrum vulgare, Rosa sempervirens, Rubia peregrina, Smilax aspera, Viola alba subsp. dehnhardtii.
Riferimento sintassonomico
I boschi appartenenti all’habitat 91AA vengono inquadrati nelle suballeanze Lauro nobilis-Quercenion
pubescentis Ubaldi 1995, Cytiso sessilifolii-Quercenion pubescentis Ubaldi 1995, Campanulo mediaeOstryenion carpinifoliae Ubaldi 1995 dell’alleanza Carpinion orientalis Horvat 1958 e nelle suballeanze PinoQuercenion congestae Blasi, Di Pietro & Filesi 2004 e Quercenion virgilianae Blasi, Di Pietro & Filesi 2004
dell’alleanza Pino calabricae-Quercion congestae Brullo, Scelsi, Siracusa & Spampinato 1999 (ordine
Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933, classe Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937).
Alla prima suballeanza vengono riferiti i querceti termofili delle aree costiere e subcostiere dell’Italia centromeridionale attribuiti alle associazioni Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis Biondi 1986, Cyclamino
hederifolii-Quercetum virgilianae Biondi et al. 2004, Stipo bromoidis-Quercetum dalechampii Biondi et al.
2004; all’alleanza Cytiso sessilifolii-Quercenion pubescentis che raggruppa i boschi termofili di roverella delle
aree appenniniche interne intramontane dell’Appennino centrale (Marche, Umbria e Abruzzo) fanno capo le
associazioni Peucedano cervariae-Quercetum pubescentis Ubaldi 1988 ex Ubaldi 1995, Cytiso-Quercetum
pubescentis Blasi et al. 1982, Stellario holostae-Quercetum pubescentis Biondi e Vagge 2004, Knautio
purpureae-Quercetum pubescentis Ubaldi, Zanotti & Puppi 1993 e Cytiso hirsuti-Quercetum pubescentis
299
Biondi et al. 2008. All’alleanza Campanulo mediae-Ostryenion carpinifoliae, infine, vengono riferiti i boschi
dell’associazione Orno-Quercetum pubescentis Barbero e Bono 1970 delle aree collinari e submontane delle
Alpi Marittime, le Alpi Apuane e l’Appennino ligure-piemontese.
Alla suballeanza Pino-Quercenion congestae vengono attribuiti i boschi acidofili e subacidofili di Quercus
congesta della Sicilia e dell’Aspromonte delle associazioni Agropyro panormitani-Quercetum congestae Brullo,
Scelsi, Siracusa & Spampinato 1999, Festuco heterophyllae-Quercetum congestae Brullo & Marcenò 1985,
Quercetum leptobalanae Brullo & Marcenò 1985, Arabido turritae-Quercetum congestae Brullo & Marcenò
1985, Vicio elegantis-Quercetum congestae Brullo & Marcenò 1985, Quercetum gussonei Brullo & Marcenò
1985, Erico arboreae-Quercetum congestae Brullo, Scelsi, Spampinato 2001 mentre alla suballeanza
Quercenion virgilianae vengono ascritti i querceti termofili e moderatamente basifili della Sicilia e della
penisola meridionale delle associazioni Sorbo torminalis-Quercetum virgilianae Brullo, Minissale, Signorello &
Spampinato 1996, Celtido australis-Quercetum virgilianae Brullo & Marcenò 1985, Mespilo germanicaeQuercetum virgilianae Brullo & Marcenò 1985, Erico arboreae-Quercetum virgilianae Brullo & Marcenò 1985,
Lauro nobilis-Quercetum virgilianae Brullo, Costanzo & Tomaselli 2001, Aceri monspessulani-Quercetum
virgilianae Brullo, Scelsi & Spampinato 2001, Oleo-Quercetum virgilianae Brullo 1984, Irido collinaeQuercetum virgilianae Biondi et al. 2004. Da ultimo alla suballeanza Paeonio morisii-Quercenion ichnusae
Bacchetta et al., 2004, propria del subsettore Sardo-Corso, sono state attribuite le associazioni: Ornithogalo
pyrenaici-Quercetum ichnusa Bacchetta et al. 2004 e Glechomo sardoae-Quercetum congestae Bacchetta et
al. 2004.
Tutte le a associazioni siciliane e calabresi citate quando si parla della suballeanze Pino-Quercenion
congestae e Quercenion virgilianae andrebbero ascritte, secondo Brullo, Scelsi & Spampinato (2001), alla
classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950, in quanto il loro corteggio floristico è fortemente
caratterizzato in tal senso, visto che in tali contesti il contingente dei Quercetalia pubescenti-petraeae e dei
Querco-Fagetea è del tutto irrilevante. Queste formazioni sono state infatti ascritte a due alleanze, Quercion
ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em. Riv.-Mart. 1975 ed Erico-Quercion ilicis Brullo et al. 1977, rispettivamente
basifila e acidofila dei Quercetalia ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em. Riv.-Mart. 1975.
Dinamiche e contatti
Rapporti seriali: in rapporto dinamico con i querceti si sviluppano cenosi arbustive dell’alleanza Cytision
sessilifolii (ass. di riferimento: Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii) e praterie della classe Festuco-Brometea
riferibili all’habitat 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato
calcareo (Festuco-Brometalia) (*notevole fioritura di orchidee) e all'habitat 62A0 “Formazioni erbose secche
della regione submediterranea orientale (Scorzoneretalia villosae)” sia per l'Italia meridionale-orientale (Puglia)
sia per l'Italia settentrionale-orientale.
Rapporti catenali: i contatti catenali possono essere con le leccete (habitat 9340 “Foreste di Quercus ilex e
Quercus rotundifolia”), con ostrieti o cerrete delle suballeanze Lauro-Quercenion e Laburno-Ostryenion o con
boschi dell’alleanza Teucrio siculi-Quercion riferibili all’habitat 91M0 “Foreste pannonico balcaniche di quercia
cerro-quercia sessile”.
Specie alloctone
Ailanthus altissima, Pinus halepensis, Robinia pseudoacacia
Distribuzione dell’habitat in Italia
ML, AB, BS, CL, CM, EM, LG, LZ, MR, PG, SC, SR, TS, UM, VN, LM
Note
Confusione con: a causa della specie dominante e strutturante (Quercus pubescens) l’habitat può essere
confuso con il 91H0* “Boschi pannonici di Quercus pubescens” a cui sono stati attribuiti erroneamente la
maggior parte dei querceti italiani a Quercus pubescens. In realtà tale habitat è da escludere per la penisola
300
italiana per ragioni sia biogeografiche sia floristiche mentre può localmente essere presente nelle vallate
alpine interne dove si registrano condizioni di accentuata continentalità.
A questo habitat vanno infatti riferiti tutti i boschi di Quercus pubescens s.l. prealpini, appenninici,
subappenninici, costieri e sub costieri della penisola italiana mentre sono da escludere i querceti termofili delle
vallate interne alpine orientali (Trentino Alto-Adige nella Val Venosta, Friuli Venezi-Giulia e forse anche
Lombardia) e occidentali (Liguria) che vanno invece riferiti all’habitat 91H0*.
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http://web.rete.toscana.it/renato/benvenuto.htm
Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Simona Casavecchia ([email protected])
303
91: Foreste dell'Europa temperata
91B0: Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia
Thermophilous Fraxinus angustifolia woods
Codice CORINE Biotopes
41.86 Thermophilous ash woods
44.635 Italian ash galleries
Codice EUNIS
G1.7C6 - Boschi termofili non alluvionali di Fraxinus angustifolia e F. ornus
G1.33 (Boschi ripariali mediterranei a Fraxinus angustifolia dominante),
G1.35 - Foreste fluviali mediterraneo-pontiche a Fraxinus angustifolia
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Non-alluvial, non-ravine formations dominated by Fraxinus angustifolia, often mixed with Quercus pubescens
or Q. pyrenaica.
Sub-types :
41.861 - Sicilian narrow-leaved ash woods
Fraxinus angustifolia woods of western Sicily.
41.862 - Iberian narrow-leaved ash woods
Fraxinus angustifolia woods of the Iberian peninsula.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Boschi mesomediterranei o submediterranei termofili ripariali a dominanza di Fraxinus oxycarpa. Si sviluppano
su suoli umidi nei tratti terminali dei fiumi e presso la foce.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Fraxinus angustifolia ssp. oxycarpa F. angustifolia ssp. angustifolia, Ulmus minor, Laurus nobilis, Alnus
glutinosa, Crataegus monogyna, Cornus sanguinea, Rubus spp., Humulus lupulus, Rumex sanguineus, Urtica
dioica, Carex pendula, C. remota, C. riparia, C. otrubae, Lycopus europaeus, Iris foetidisssima, I.
pseudacorus, Ranunculus ficaria, Lythrum salicaria, Lysimachia vulgaris.
Riferimento sintassonomico
I boschi termofili di Fraxinus oxycarpa vengono riferiti in Italia all'associazione Rubio peregrinae-Fraxinetum
oxycarpae Biondi & Allegrezza 2004 attribuita all’alleanza Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 (Ordine
Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948, classe Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937).
Il bosco dell’associazione Rubio peregrinae-Fraxinetum oxycarpae può rinvenirsi sia lungo i versanti in
corrispondenza di fossi o piccoli corsi d’acqua, sia nei tratti pianeggianti del corso d’acqua e presso la foce.
In Toscana sono presenti cenosi miste di Fraxinus oxycarpa e Quercus cerris (Q. pubescens assente o
sporadica), riferibili a questo habitat. Tali formazioni sono situate su versanti a debole inclinazione o in stazioni
subplaniziarie, con presenza di vene idriche superficiali. La ricchezza floristica è notevole in quanto
304
partecipano al popolamento sia elementi termo-sciafili che mesoigrofili e mesofili. Per queste cenosi è stata
utilizzata l'associazione Fraxino oxycarpae-Quercetum cerridis (Scoppola et Filesi 1995) Foggi, Selvi et Viciani
2000
Dinamiche e contatti
I boschi a frassino meridionale possono essere in contatto catenale con i boschi ripariali a pioppi e salici degli
habitat 91E0* “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae,
Salicion albae)” e 92A0 “Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba” e con boschi più termofili della classe
Querco-Fagetea tra i quali i querceti dell’habitat 91AA* “Boschi orientali di quercia bianca” e Quercetea ilicis e
con l'habitat 91F0 "Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus
excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)".
I rapporti dinamici sono stati studiati in particolar modo per l’associazione Rubio peregrinae-Fraxinetum
oxycarpae nella pianura alluvionale del Fiume Musone nelle Marche centrali (Biondi et al., 2002)e in un tratto
della falesia a sud del Monte Conero (Biondi et al., 2005 in press). Nel primo caso si è osservato che le
formazioni preboschive sono rappresentate da aggruppamenti a Ulmus minor, il mantello del bosco e le
formazioni arbustive di recupero sono dominate dal Rubus ulmifolius e attribuite all’associazione Clematido
vitalbae-Rubetum ulmifolii Poldini 1980 mentre la vegetazione di post coltura è rappresentata
dall’associazione Senecio erucifolii-Inuletum viscosae Biondi & Allegrezza 1996 nella subassociazione
lotetosum tenuis Biondi et al. 2002 e in situazioni di minor umidità dall’associazione Loto tenuis-Agropyretum
repentis Biondi et al. 1997 mentre la vegetazione infestante le colture, infine, viene riferita all’associazione
Alchemillo arvensis-Matricarietum chamomillae (Tx. 1937) Pign. 1953.
Il frassineto che si sviluppa in corrispondenza di micromorfologie impluvianti della formazione della
Formazione della Scaglia Cinerea lungo il tratto di falesia del versante meridionale del Monte Conero,
attribuito anch’esso all’associazione Rubio peregrinae-Fraxinetum oxycarpae presenta un mantello
dell’associazione Lonicero etruscae-Cornetum sanguineae Biondi et al. 2002 che nelle aree a maggior stabilità
idrogeologica tende ad invadere aree più ampie con la variante ad Arundo pliniana mentre nelle aree soggette
a minor stabilità si sviluppano formazioni dense monospecifiche a canna del Reno dell’associazione
Arundinetum plinianae Biondi et al. 1989 e nelle aree di recente distacco delle frane si sviluppa l’associazione
Dauco carotae-Tussilaginetum farfarae Biondi et al. 1989.
Specie alloctone
Robinia pseudoacacia, Tamarix sp.pl., Ailathus altissima, Amorpha fruticosa, Phytolacca dioica.
Distribuzione dell’habitat in Italia
BS, SC, TS, LZ, ML, MR, AB, PG
Note
Confusione con: il Manuale EUR27 specifica che nell’habitat non devono essere compresi i boschi alluvionali
né quelli di forra. Nell’Italia peninsulare, tuttavia, i boschi termofili di frassino meridionale si rinvengono
prevalentemente in zone costiere o subcostiere, quasi sempre in prossimità della foce dei fiumi o lungo il loro
corso come formazioni ripariali o comunque in zone alluvionali con falda freatica alta che provoca
l’inondamento dei terreni. Ciò può generare confusioni con l’habitat 91F0 “Foreste miste riparie di grandi fiumi
a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)”
al quale vanno riferiti i frassineti alluvionali che si impaludano per buona parte dell’anno, con l’habitat 91E0*
“Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)” che
non include i frassineti a frassino meridionale e con l’habitat 92A0 “Foreste a galleria di Salix alba e Populus
alba” a cui vanno invece riferiti i boschi ripariali che si sviluppano lungo le sponde e strettamente collegati alla
dinamica fluviale.
305
L'associazione Carici remotae-Fraxinetum oxycarpae, ampiamente distribuita in Italia, prevalentemente lungo
il versante adriatico (Pedrotti, 1984), individua boschi ripariali dal livello del mare fino a 600-700 m e boschi
alluvionali quando si sviluppa in posizione retrodunale o interdunale. Entrambi le tipologie rientrano pertanto
nell’habitat 91F0 "Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus
excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)".
Problema tassonomico: non viene specificata se si tratti solo della subspecie nominale (angustifolia Vahl) che
ha una distribuzione mediterraneo occidentale e che in Italia, secondo Conti et al., è presente solo in Sicilia o
anche della subspecie oxycarpa (Willd.) Franco & Rocha Afonso che ha una distribuzione mediterraneo
orientale (from NE Spain eastwards).
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Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Simona Casavecchia
307
91: Foreste dell'Europa temperata
91F0: Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus
laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia
(Ulmenion minoris)
Riparian mixed forests of Quercus robur, Ulmus laevis and Ulmus minor, Fraxinus excelsior or Fraxinus
angustifolia, along the great rivers (Ulmenion minoris)
Bosco paludoso a frassino ossifillo e Leucojum
aestivum (Sablici, GO), Francescato C.
Codice CORINE Biotopes
44.4 (Mixed oak-elm-ash forests of great rivers)
44.42 Residual medio-european fluvial forest
44.431 (Illyrian ash-oak-alder forests)
44.44 (Po oak-ash-alder forests)
44.513 Western Mediterranean alder galleries (Alno-Fraxinetum oxycarpae)
44.634 Tyrrhenian ash-alder galleries (Alno-Fraxinetum angustifoliae p.)
44.635 Italian ash galleries (Carici-Fraxinetum angustifoliae)
Codice EUNIS
G1.223 Foreste fluviali di Quercus sp., Alnus sp. e/o Fraxinus angustifolia del sud-est-Europa G1.224 Foreste
fluviali di Quercus sp., Alnus sp. e Fraxinus excelsior della Val Padana (nord-Italia) G1.3 Boschi e foreste
ripariali mediterranee di Populus sp., Fraxinus sp., Ulmus sp. ed affini
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina e Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Forests of hardwood trees of the major part of the river bed, liable to flooding during regular rising of water
level or, of low areas liable to flooding following the raising of the water table. These forests develop on recent
alluvial deposits. The soil may be well drained between inondations or remain wet. Following the hydric
regime, the woody dominated species belong to Fraxinus, Ulmus or Quercus genus. The undergrowth is well
developed.
308
These forests form mosaics with pioneer or stable forests of soft wood trees, in low areas of the river bed; they
may develop also from alluvial forests of hard wood trees. This habitat type often occurs in conjunction with
alder-ash woodlands (44.3).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Boschi alluvionali e ripariali misti meso-igrofili che si sviluppano lungo le rive dei grandi fiumi nei tratti mediocollinare e finale che, in occasione delle piene maggiori, sono soggetti a inondazione. In alcuni casi possono
svilupparsi anche in aree depresse svincolati dalla dinamica fluviale. Si sviluppano su substrati alluvionali
limoso-sabbiosi fini. Per il loro regime idrico sono dipendenti dal livello della falda freatica. Rappresentano il
limite esterno del "territorio di pertinenza fluviale".
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Quercus robur, Ulmus minor, Fraxinus angustifolia, F. excelsior, Populus nigra, P. canescens, P.
tremula, Alnus glutinosa, Prunus padus, Humulus lupulus, Vitis vinifera ssp. sylvestris, Ulmus laevis,
Ribes rubrum, Ulmus glabra, Sambucus nigra, Aristolochia clematitis, Salix cinalis, Urtica dioica,cinerea,
Parietaria of Hedera helix, Tamus communis, Typhoides arudinacea, Asparagus tenuifolius, Aristolochia
pallida, Polygonatum multiflorum, Phalaris arundinacea, Corydalis cava, Gagea lutea, Equisetum hyemale,
Hemerocallis lilio-asphodelus, Viburnum opulus, Leucojum aestivum, Rubus caesius, Cornus sanguinea,
Circaea lutetiana.
Riferimento sintassonomico
In Italia l’habitat viene individuato da alcune associazioni riferibili alle alleanze Populion albae, Alno-Quercion
roboris e Alnion incanae Pawlowski in Pawlowski et Wallisch 1928.
All’alleanza Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 (ordine Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948, classe
Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937) appartengono le associazioni: Carici remotae-Fraxinetum
oxycarpae Pedrotti 1970 corr. Pedrotti 1992, Alno glutinosae-Fraxinetum oxycarpae (Br.-Bl. 1935) Tchou
1945, Aro italici-Ulmetum minoris Rivas-Martínez ex Lòpez 1976, Allio triquetri-Ulmetum minoris Filigheddu,
Farris, Bagella, Biondi 1999, Periploco graecae-Ulmetum minoris Vagge et Biondi 1999 e Fraxino oxycarpaePopuletum canescentis Fascetti 2004. Della prima che, come si è detto a proposito dell’habitat 91B0, descrive,
sia frassineti ripariali sia alluvionali, vengono riferiti all’habitat in oggetto solamente gli aspetti di bosco
alluvionale che si sviluppano in aree depresse retrodunali o presso la foce dei fiumi e che tendono ad
impaludarsi. La seconda associazione si riferisce ad alneti con frassino o frassineti con ontano che si
sviluppano presso le foci dei fiumi, in ambiente ripariale. L’associazione Fraxino oxycarpae-Populetum
canescentis si rinviene in Basilicata lungo l’Arco jonico alla foce dei principali fiumi lucani.
Oltre alle associazioni dell’alleanza Populion albae, l’habitat 91F0 annovera le seguenti associazioni attribuite
all’alleanza Alno-Quercion roboris Horvat 1950: Leucojo aestivi-Fraxinetum oxycarpae Glavač 1959, Fraxino
oxycarpae-Ulmetum minoris ass. prov, Fraxino angustifoliae-Quercetum roboris Gellini, Pedrotti, Venanzoni
1986, Veronico scutellatae-Quercetum roboris Stanisci, Presti & Blasi 1998.
All’alleanza Alnion incanae Pawlowski in Pawlowski et Wallisch 1928 (suballeanza Ulmenion minoris Oberd.
1953) vengono riferite le associazione Polygonato multiflori-Quercetum roboris Sartori 1985 e QuercoUlmetum minoris Issler 1924 descritte per la pianura del Fiume Po.
Dinamiche e contatti
309
Rapporti catenali: possono essere in contatto catenale con i boschi ripariali a pioppi e salici e con le ontanete
degli Habitat 91E0* “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae,
Salicion albae)” e 92A0 “Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba”, con boschi più termofili della classe
Querco-Fagetea tra i quali i querceti dell’habitat 91AA* “Boschi orientali di quercia bianca” e Quercetea ilicis,
con boschi mesofili dell’habitat 91L0 “Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion)”, con formazioni igrofile
della classe Phragmiti-Magnocaricetea e con praterie mesophile degli habitat 6510 “Praterie magre da fieno a
bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis) e 6420 “Praterie umide mediterranee con
piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion”. Data la vicinanza al corso d’acqua possono inoltre avere
rapporti catenali con la vegetazione di acqua stagnante degli habitat 3140 “Acque oligomesotrofiche calcaree
con vegetazione bentica di Chara spp.” e 3150 “Laghi eutrofici naturali con vegetazione del tipo
Magnopotamion e Hydrocharition”.
Rapporti seriali: sono formazioni stabili che possono evolvere da cariceti anfibi per interramento.
Specie alloctone
Robinia pseudoacacia, Amorpha fruticosa, Phytolacca dioica, Prunus serotina, Ailanthus altissima, Solidago
gigantea
Distribuzione dell’habitat in Italia
TS, LM, EM, VN, AB, BS, PG, PM, FR, SC, LZ, CL, LG
Note
Confusione con: all’habitat sono stati talvolta riferiti boschi di salici, pioppi o ontaneti che vanno invece attribuiti
agli habitat 91E0* e 92A0. Anche l’habitat 9160 “Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell’Europa centrale
del Carpinion betuli” può essere confuso con il 91F0 il quale però, a differenza del primo, occupa sempre una
posizione strettamente planiziale.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Simona Casavecchia ([email protected])
314
91: Foreste dell'Europa temperata
91M0: Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere
Pannonian-Balkanic turkey oak-sessile oak forests
Aspetto invernale del bosco a dominanza di
farnetto (Malo florentinae-Quercetum frainetto) a
Collestrada (PG), D. Gigante
Malus florentina, specie NE Mediterranea
(transadriatica) tipica dell'associazione Malo
florentinae-Quercetum frainetto, D. Gigante
315
Aspetto invernale della cerreta dell'associazione
Erico arboreae-Quercetum cerridis, Montegabbione
(TR), D. Gigante
Codice CORINE Biotopes
41.76
Balkanic
thermophilous
oak
woods
41.75 - Southern Quercus cerris-Q. frainetto woods (Melitto-Quercion frainetto)
Codice EUNIS
G1.7
Thermophilous
G1.75 - South-eastern sub-thermophilous [Quercus] woods
(Quercion
deciduous
frainetto)
woodland
Regione biogeografica di appartenenza
Pannonica, Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Sub-continental thermo-xerophile Quercus cerris, Q. petraea or Q. frainetto and related deciduous oaks,
locally of Q. pedunculiflora or Q. virgiliana forests of the Pannonic hills and plains of western and southern
Romania, northern Balcanic hilly regions and of the supra-Mediterranean level of continental north east
Greece, and of supra-Mediterranean Anatolia and in lower mountains with the continental Acer tataricum.
Distributed generally between 250 and 600 (800) m above sea level and developed on varied substrates:
limestones, andesites, basalt, loess, clay, sand, etc., on slightly acidic, usually deep brown soils.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Boschi decidui a dominanza di cerro (Quercus cerris), farnetto (Q. frainetto) o rovere (Q. petraea),
tendenzialmente silicicoli e subacidofili, da termofili a mesofili, pluristratificati, dei settori centrali e meridionali
della penisola italiana, con distribuzione prevalente nei territori interni e subcostieri del versante tirrenico, nei
Piani bioclimatici Supramediterraneo, Submesomediterraneo e Mesotemperato; è possibile evidenziare una
variante Appenninica.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Le specie dominanti e fisionomizzanti sono generalmente il cerro (Quercus cerris), il farnetto (Q. frainetto)
e/o la rovere (Q. petraea). Delle entità indicate nel Manuale EUR/27, sono specie frequenti e talora
caratterizzanti per questo Habitat in Italia: Quercus dalechampii, Q. virgiliana, Carpinus orientalis,
Fraxinus ornus, Ligustrum vulgare, Euonymus europaeus, Festuca heterophylla, Poa nemoralis,
Potentilla micrantha, Campanula persicifolia, Vicia cassubica, Achillea nobilis, Silene nutans, Silene
viridiflora, Hieracium racemosum, H. sabaudum, Lathyrus niger, Veratrum nigrum, Peucedanum
oreoselinum, Helleborus odorus, Luzula forsteri, Carex praecox, Melittis melissophyllum, Glechoma
hirsuta, Geum urbanum, Genista tinctoria, Buglossoides purpurocaerulea, Calluna vulgaris,
Nectaroscordum
siculum
(=
Allium
siculum).
Di grande rilevanza biogeografica risultano Teucrium siculum, Echinops siculus, Digitalis micrantha,
Ptilostemon strictum, Quercus crenata, Mespilus germanica, Malus florentina, Lathyrus jordanii, L. digitatus,
Echinops sphaerocephalus subsp. albidus, Euphorbia corallioides, Helleborus bocconei subsp. siculus,
Heptaptera angustifolia, Centaurea centaurium, Arum apulum.
316
Riferimento sintassonomico
Per il territorio italiano, le cenosi forestali dell’Habitat 91M0 possono essere riferite all’alleanza endemica
peninsulare Teucrio siculi-Quercion cerridis Ubaldi 1988, con le due suballeanze Teucrio siculi-Quercenion
cerridis Blasi, Di Pietro & Filesi 2004 e Ptilostemo stricti-Quercenion cerridis Bonin et Gamisan 1977 (classe
Querco-Fagetea Br.-Bl. et Vlieger in Vlieger 1937, ordine Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933).
Dinamiche e contatti
In contatto dinamico con le cerrete e le cerrete con rovere dell’alleanza Teucrio siculi-Quercion cerridis si
sviluppano cenosi arbustive di sostituzione riferibili alle suballeanze Pruno-Rubenion ulmifolii e
Sarothamnenion scoparii; in contesti più caldi possono originarsi formazioni termofile dell’ordine PistacioRhamnetalia o dell’alleanza Ericion arboreae. Anche i boschi a dominanza di farnetto presentano come tappe
di sostituzione arbusteti generalmente riferibili alle suballeanze Pruno-Rubenion ulmifolii e Sarothamnenion
scoparii; possono essere presenti, nelle situazioni più calde ed aride, aspetti a dominanza di cisto rosso o
bianco
della
classe
Rosmarinetea
officinalis.
Le praterie secondarie collegate a questi aspetti di vegetazione possono essere rappresentate dalle
‘Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (FestucoBrometalia)’ dell’Habitat 6210 (*), spesso arricchite dalla presenza di elementi acidofili. Nel caso delle
formazioni a dominanza di farnetto, le cenosi erbacee di sostituzione vanno ascritte all’alleanza Cynosurion
cristati, benché siano molto scarsi i casi osservabili data l’elevata intensità di utilizzo antropico
(prevalentemente agricolo) dei territori di pertinenza di queste serie di vegetazione. In alcuni casi, su suoli più
marcatamente acidi, possono svilupparsi aspetti di brughiera a Calluna vulgaris riferibili all’Habitat 4030
‘Lande
secche
europee’.
Dal punto di vista geosinfitosociologico, le formazioni più termofile possono entrare in contatto con le foreste
sempreverdi dell’Habitat 9340 ‘Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia’, mentre quelle mesofile
possono sviluppare contatti catenali con le cenosi di impluvio a Carpinus betulus dell’Habitat 91L0 ‘Foreste
illiriche di quercia e carpino bianco (Erythronio-Carpinion)’.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
ML; UM, TS, LZ, CM, CL, BS, PG, SC; LG.
Note
Sulla base dei più recenti aggiornamenti nel settore fitosociologico, l’Habitat 91M0 risulta idoneo a
rappresentare le cerrete termo-acidofile ed i boschi a dominanza di farnetto con distribuzione italica
peninsulare centro-meridionale riferibili all’alleanza Teucrio siculi-Quercion cerridis Ubaldi (1988) 1990. La
maggioranza delle specie indicate nel Manuale EUR/27 sono buone caratteristiche o differenziali di tale
alleanza (Gigante et al., 2007). A tale proposito, si veda la recente revisione proposta da Blasi et al. (2004) ed
i numerosi lavori sulla vegetazione forestale dell’Italia peninsulare che a tali syntaxa fanno riferimento. La
profonda affinità biogeografica tra l’Italia peninsulare e la Penisola Balcanica è stata ampiamente sottolineata
anche a proposito di altre tipologie vegetazionali (Biondi et al., 2002a).
Per la regione Umbria, è già stato segnalato nei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000 (2007)
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Nomi dei compilatori con e.mail
Daniela Gigante - [email protected]
321
92:Foreste Mediterranee Caducifoglie
322
92:Foreste mediterranee caducifoglie
9210*: Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex
Apennine beech forests with Taxus and Ilex
Gargano, faggeta di Foresta Umbra, Edoardo
Biondi
Faggeta d'alto fusto del Parco Nazionale del Gran
Sasso-Monti della Laga, Simona Casavecchia
Faggeta rupestre microterma dell'Associazione
Luzulo siculae-Fagetum sylvaticae (Molise), E.
Biondi
Codice CORINE Biotopes
41.1742 Maritime Alps neutrophile beech forests
323
41.1744 Northern Apennine neutrophile beech forests
41. 18 Southern Italian beech forests (Geranio versicoloris-Fagion)
41.181 Gargano beech forest
41.182 Campano-Lucanian beech forests
41.183 Pollino beech forests
41.184 Sila beech forests
41.185 Aspromonte beech forests
41.186 Northern Sicilian beech forests
41.187 Etna beech forests
Codice EUNIS
G1.6 Boschi e foreste di Fagus sp.
G1.67 - Boschi e foreste termofile di Fagus sylvatica delle pendici alpine meridionali e delle montagne ovestmediterranee
G1.68 - Boschi e foreste di Fagus sylvatica del sud Italia (a sud del 42° N)
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina, Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Thermophilous beech forests, highly fragmented and harbouring many endemics, with Taxus baccata and Ilex
aquifolium (Geranio nodosi-Fagion, Geranio striati-Fagion).
This habitat type includes: Monte Gargano Foresta Umbra, rich in Taxus baccata (41.181); silicicolous beech
forests of the Aspromonte range of Calabria with Taxus baccata, Populus tremula, Sorbus aucuparia and
Betula pendula (41.185); Relict beech forests of the Madonie, Nebrodi and, very locally, the monti Peloritani,
with Ilex aquifolium, Daphne laureola, Crataegus monogyna and Prunus spinosa (41.186).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Faggete termofile con tasso e con agrifoglio nello strato alto-arbustivo e arbustivo del piano bioclimatico
supratemperato ed ingressioni nel mesotemperato superiore, sia su substrati calcarei sia silicei o marnosi
distribuite lungo tutta la catena Appenninica e parte delle Alpi Marittime riferite alle alleanze Geranio nodosiFagion (=Aremonio-Fagion suball. Cardamino kitaibelii-Fagenion) e Geranio striati-Fagion. Sono
generalmente ricche floristicamente, con partecipazione di specie arboree, arbustive ed erbacee mesofile dei
piani bioclimatici sottostanti, prevalentemente elementi sud-est europei (appenninico-balcanici), sud-europei e
mediterranei (Geranio striati-Fagion).
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Fagus sylvatica, Ilex aquifolium, Taxus baccata, Abies alba, Acer platanoides, A. pseudoplatanus Actaea
spicata, Anemone apennina, A. nemorosa, A. ranunculoides, Aremonia agrimonioides, Cardamine bulbifera,
C. trifolia, C. kitaibelii, C. chelidonia, Cephalanthera damasonium, Corydalis cava, C. solida, C. pumila,
Daphne mezereum, Doronicum columnae, D. orientale, Euphorbia amygdaloides, Galanthus nivalis, Galium
odoratum, Lathyrus venetus, L. vernus, Melica uniflora, Mycelis muralis, Polystichum aculeatum, Potentilla
micrantha, Ranunculus lanuginosus, Rubus hirtus, Sanicula europaea, Scilla bifolia, Viola reichembachiana, V.
riviniana, V. odorata, Athyrium filix-femina, Dryopteris filix-mas, Convallaria majalis, Gagea lutea, Oxalis
acetosella, Paris quadrifolia, Rumex arifolius, Polygonatum multiflorum;
324
Specie di pregio: Polygonatum odoratum, Ruscus hypoglossum, Thelypteris limbosperma, Aruncus dioicus,
Epipactis helleborine, E. microphylla, E. meridionalis, E. muelleri, Neottia nidus-avis, Cephalanthera longifolia,
C. rubra, Paeonia mascula, Aquilegia vulgaris, Symphytum gussonei.
Riferimento sintassonomico
Le faggete dell’habitat 9210 si inquadrano nella suballeanza endemica nord-centro appenninica Cardamino
kitaibelii-Fagenion sylvaticae Biondi, Casavecchia, Pinzi, Allegrezza & Baldoni 2002 corrispondente all'alleanza Geranio
nodosi-Fagion Gentile 1974 (alleanza Aremonio-Fagion sylvaticae (Horvat 1938) Torok, Podani & Borhidi 1989,
ordine Fagetalia sylvaticae Pawl. in Pawl. et al. 1928, classe Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger
1937) e nell’alleanza endemica italiana meridionale Geranio striati-Fagion Gentile 1970 che include la
suballeanza termofila delle quote inferiori Doronico orientalis-Fagenion sylvaticae (Ubaldi, Zanotti, Puppi,
Speranza & Corbetta ex Ubaldi 1995) Di Pietro, Izco & Blasi 2004 e la suballeanza microterma delle quote
superiori Lamio flexuosi-Fagenion sylvaticae Gentile 1970.
Dinamiche e contatti
Rapporti seriali: l’habitat presenta come cenosi secondarie di sostituzione diverse tipologie di arbusteti
dell’alleanza Berberidion vulgaris, in particolare, quando si tratta di ginepreti a ginepro comune, riferibili
all’habitat 5130 “Formazioni a Juniperus communis”. Altre cenosi di sostituzione sono rappresentate dagli orli
forestali della classe Trifolio-Geranietea (alleanza Trifolion medii) e praterie mesofile dell’habitat prioritario
6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (FestucoBrometalia) con notevole fioritura di orchidee”.
Rapporti catenali: l’habitat è in contatto spaziale con diverse tipologie boschive tra le quali: boschi mesofili di
forra dell’habitat prioritario 9180 “Foreste del Tilio-Acerion”, con le faggete dell’habitat 9220 “Faggeti degli
Appennini Abies alba e faggeti con Abies nebrodensis”, con boschi di castagno dell’habitat 9260 “Foreste di
Castanea sativa”, con boschi misti di carpino nero della suballeanza Laburno-Ostryenion e con boschi di cerro
dell’alleanza Teucrio siculi-Quercion cerris dell’habitat 91M0 “Foreste pannonico-balcaniche di quercia cerroquercia sessile”, con i boschi mesofili di carpino bianco e di rovere dell’habitat 91L0 “Querceti di rovere illirici
(Erythronio-Carpinion)” e nell’Italia meridionale con le leccete dell’habitat 9340 “Foreste di Quercus ilex e di
Quercus rotundifolia”. Può inoltre essere in rapporto catenale con le formazioni dei ghiaioni dell’habitat 8130
“Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili”, con la vegetazione litofila dell’habitat 8210 “Pareti rocciose
calcaree con vegetazione casmofitica”, con praterie a Nardus stricta dell’habitat 6230* “Formazioni erbose a
Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane (e delle zone submontane dell’Europa
continentale)” e con le formazioni arbustive prostrate della fascia alpina e subalpina dell'habitat 4060 "Lande
alpine e boreali" e dell'habitat 4070 "Boscaglie di Pinus mugo e di Rhododendron hirsutum (MugoRhododondretum hirsuti)".
Specie alloctone
Pinus sp. pl. e numerose conifere di impianto, anche esotiche
Distribuzione dell’habitat in Italia
AB, CM, SC, ML, BS, PG, LZ, CL, MR, UM, TS, EM, PM, LG
Note
Confusione con: le faggete appenniniche centro-settentrionale vanno attribuite all’habitat 9210 e non all’habitat
91K0 “Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion)” a cui vanno riferite solo le faggete dei settori
nord-orientali. All’habitat 9150 “Faggeti calcicoli dell’Europa centrale del Cephalanthero-Fagion” vanno infine
attribuite le faggete termofile delle Alpi, Prealpi e della Padania e pertanto l’habitat non riguarda le faggete
dell’Appennino.
325
Alcune regioni (es. Emilia-Romagna e Lazio) nei loro manuali regionali di interpretazione degli habitat fanno
presente che nella composizione delle faggete attribuite al 9210, il tasso e l’agrifoglio sono molto sporadici ma
che tuttavia, poiché le faggete vengono inquadrate nell’alleanza Geranio nodosi-Fagion, a cui il manuale fa
esplicito riferimento, viene utilizzato questo habitat ugualmente. Si ritiene che tutte le faggete appenniniche
possano rientrare in questo habitat anche se il tasso e l’agrifoglio sono presenti solo localmente, spesso a
causa della gestione forestale che nel corso degli anni ha pesantemente sfavorito le due specie.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Simona Casavecchia ([email protected]),
Alberto Selvaggi ([email protected])
328
92: Foreste mediterranee caducifoglie
9220*: Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies
nebrodensis
Apennine beech forests with Abies alba and beech forests with Abies nebrodensis
Boschi misti di Fagus sylvatica e Abies alba subsp.
apennina in Aspromonte (Calabria meridionale),
Giovanni Spampinato
Codice CORINE Biotopes
41.171 - Alpino-Apennine acidophilous beech forests
41.174 - Alpino-Apennine neutrophile beech forests
41.175 - Sub-Mediterranean calcicolous beech forests
41.18 - Southern Italian beech forests
42.1A - Relict Nebrodi Fir Stands
Codice EUNIS
G1.671 : Alpino-Apennine acidophilous beech forests
G1.674 : Alpino-Apennine neutrophile beech forests
G1.675 : Sub-Mediterranean calcicolous beech forests
G1.68 - Southern Italian [Fagus] forests
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea, Continentale.
Descrizione generale dell’habitat
Boschi misti di faggio con abete bianco presenti sull’Appennino, riferibili ad associazioni che rientrano
nell'ambito dell’alleanza Aremonio-Fagion sylvaticae, suball. Cardamino kitaibelii-Fagenion sylvaticae. (=
Geranio nodosi-Fagion) o nell'alleaza Geranio striati-Fagion e vegetazione forestale ad Abies nebrodensis
presente in Sicilia sui monti delle Madonie.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
I boschi misti di faggio e abete bianco hanno una distribuzione piuttosto frammentata lungo la catena
appenninica accantonandosi sui principali rilievi montuosi dall’Appennino tosco-emiliano all’Aspromonte, in
329
aree a macrobioclima temperato con termotipo supratemperato, più raramente mesotemperato. Essi ospitano
alcune specie vascolari endemiche, lo stesso abete bianco è rappresentato dalla particolare sottospecie
endemica Abies alba subsp. apennina, per lo meno nell'Appennino meridionale. In questi boschi è inoltre
ricco il contingente di specie orofile, da considerarsi come relitti di una flora orofila terziaria che dopo le
glaciazioni non è stato in grado di espandersi verso nord e che è rimasto accantonato su queste montagne.
Studi palinologici svolti sui sedimenti di aree lacustri e torbiere dell’Appennino hanno evidenziato che in
passato l’abete bianco aveva una maggiore diffusione. La recente contrazione dell’areale è da imputare
probabilmente anche all’impatto delle attività antropiche sulla vegetazione forestale.
Le formazione relittuale di abete dei Nebrodi, presenti sui monti delle Madonie in Sicilia, presentano invece
caratteristiche completam,ente diverse, pur essendo state inserite nello stesso habitat. La popolazione attuale
di Abies nebrodensis è costituita da 30 individui adulti, di cui 24 sessualmente maturi, e da 80 giovani piantine
che ne rappresentanono la rinnovazione naturale, distribuiti discontinuamente in una piccola area delle
Madonie tra 1360 e 1690 m. La popolazione si localizza in un'area a bioclima da supra ad oro mediterraneo su
suoli poco evoluti originati da Quarzareniti in un area interessata da ricorrenti fenomeni di nebbie.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
9220* I
Fagus sylvatica, Abies alba, Abies alba subsp. apennina, Acer platanides, A. pseudoplatanus, A. lobelii,
Allium pendulinum, Anemone apennina, Aremonia agrimonioides, Cardamine chelidonia, Cardamine
battagliae, Epipactis meridionalis, Geranium versicolor, Ilex aquifolium, Ranunculus brutius, Ranunculus
lanuginosus var. umbrosus, Sorbus aucuparia subsp. praemorsa, Asyneuma trichocalycinum (=Campanula
trichocalycina), Calamintha grandiflora, Luzula sicula, Moehringia trinervia, Neottia nidus-avis, Epipogium
aphyllum, Epipactis microphylla, Pulmonaria apennina.
9220* II
Abies nebrodensis*, Genista cupani, Juniperus hemisphaerica, Rosa heckeliana, Rosa sicula, Sorbus graeca,
Silene sicula.
Riferimento sintassonomico
I boschi misti di faggio e abete sono stati di solito riferiti a varianti o sub associazioni di diverse associazioni di
faggeta inquadrate nel Geranio versicoloris-Fagion Gentile 1970 (Appennino meridionale) o nel Geranio
nodosi-Fagion Gentile 1974 (Appennino centrale e settentrionale), alleanze dei Fagetalia sylvaticae Pawl.
1928.
La formazione relittuale di abete dei Nebrodi presente sulle Madonie, trattandosi di un aspetto vegetazionale
nel quali il faggio gioca un ruolo secondario con struttura aperta e strato arbustivo di ginepro emisferico è stato
ascritta da Brullo et al. (2001) ad una specifica associazione: lo Junipero hemisphaericae-Abietetum
nebrodensis Brullo & Giusso in Brullo et al. 2001 inquadrata nei Pino-Juniperetea Rivas-Martínez 1964.
Dinamiche e contatti
I boschi misti di faggio e abete bianco assumono un duplice significato: ecologico e silvocolturale. Nelle
particolari situazioni stazionali che determinano una minore evoluzione del suolo a causa di un rallentamento
o blocco dei processi pedogenetici, come sui versanti molto acclivi, la minore competitiva del faggio favorisce
l’affermarsi dell’abete bianco e la strutturazione di fitocenosi miste, spesso riferite in letteratura a specifiche
sub associazioni o varianti. In questo contesto i boschi misti di faggio e abete traggono rapporti catenali con i
boschi puri di faggio insediati su suoli più profondi.
I boschi misti di faggio e abete sono però anche il risultato di passate utilizzazioni silvocolturali. Il taglio raso
della faggeta praticato in passato soprattutto per la produzione di carbone, crea ambienti luminosi dove si
rinnova più facilmente l’abete bianco appenninico grazie al suo temperamento di specie più eliofila.
330
Successivamente, nel bosco a prevalenza di abete formatosi, le condizioni prettamente sciafile favoriscono la
rinnovazione del faggio che costituisce un strato arbustivo più o meno denso. La successiva utilizzazione
silvocolturale dell’abete bianco rilascia il novellame di faggio che ricostituisce il bosco in condizione di netta
dominanza. In relazione al momento del ciclo silvocolturale si osserveranno quindi situazioni di codominanza o
di dominanza di una delle due specie sull’altra (Mercurio & Spampinato 2006) che considerando i turni di
utilizzazione possono protrarsi anche per 80 a 120 anni.
I contatti seriali che tragono queste habitat contrae sono quanto mai diversificati in relazione alla specificità
della serie dinamica della faggeta. Nei territori di natura silicea della Calabria (Sila, Serre e Aspromonte) le
formazioni forestali di questo habitat sono collegate dinamicamente con i cespuglieti dei Cytisetea striatoscopari. Nei versanti più acclivi su suoli interessati da fenomeni di erosione si insediano formazioni di piccoli
arbusti e piante erbacee (pelouses échorchées) dei Rumici-Astragaletea (Barbagallo et al, 1982; Brullo et al.
2001).
Per l'Appennino centrale Bonin (1978) evidenza collegamenti per i substati carbonatici soprattutto con i dei
Festuco-Brometea. In Abruzzo l’abete bianco si colloca spesso nella fascia più elevata della faggeta e prende
contatti catenali in basso con le faggete a tasso o con le cerrete.
Per il Molise Abbate (1990) collega dinamicamente i boschi di abete e faggio ai mantelli preforestali dei
Prunetalia spinosae e alle praterie mesofile del Bromion erecti. Nell’Appennino lucano centro settentrionale
l’abete bianco entra a far parte della serie dinamica del Physospermo verticillati-Quercetum cerridis abietiFagetum sylvaticae e del Aceri lobelii-Fagetum abietosum albae (Aita et al 1978,1984). La degradazione di
questi boschi conduce alla formazione di cespuglieti dei Prunetalia spinosae e a pascoli del Cynosurion
cristati.
Sul Pollino l’abete bianco si colloca principalmente nel Doronico columnae-Fagetum e prende contatti seriali
con i cespuglieti a Juniperus communis e i pascoli xerofili del Saturejo montanae-Brometum erecti, i contatti
catenali sono con le faggete tipo dell’associazione poste più in basso e con le faggete microterme del
Ranunculo brutii-Fagetum sylvaticae collocate a maggiore altitudine.
9220* I
Il popolamento relittuale di Abies nebrodensis prende contatto catenale con i boschi di faggio del Geranio
versicoloris-Fagion e contatti seriali con i cespuglieti pulvinati dei Rumici-Astragaletea.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
SC, Cl, BS, CM, PG, ML, AB, MR, UM, TS, EM.
Note
L'habitat è stato definito in forma molto eterogenea mediante l’accorpamento della formazione relittuale ad
abete dei Nebrodi con le formazioni miste di faggio e abete bianco dell’Appennino.
La definizione dell'habitat 9220 "Faggete degli Appennini con Abies alba e faggete ad Abies nebrodensis"
presente nel manuale di interpretazione è controversa in quanto questo habitat si sovrappone in parte con
l’habitat 9210 "Faggeti degli Appennini di Taxus e Ilex", appare poco chiara anche la distribuzione geografica
dell'habitat ed i sintaxa fitosociologici a cui va riferito. In questa sede si propone di limitare l’habitat 9220 solo
alle faggete con abete presenti sulla dorsale appenninica, mentre le faggete macroterme con agrifoglio o tasso
sono da riferire all’habitat 9210. Le faggete siciliane sono quindi da considerare di pertinenza dell’habitat 9210
ad eccezione del limitato lembo di vegetazione forestale delle Madonie dove si rinviene Abies nebrodensis.
Sono inoltre da considerare di pertinenza dell’habitat in oggetto anche le faggete macroterme di bassa quota
ad agrifoglio qualora vi sia una significativa presenza di abete bianco, come avviene per esempio sulle Serre
Calabre, e i boschi di transizione in cui l’abete bianco si consocia oltre che con il faggio anche con il cerro,
come avviene ad esempio sull’Appennino lucano centro settentrionale.
331
Vanno esclusi da questo habitat gli impianti artificiali recenti di abete bianco che sono stati realizzati nelle zone
montane di tutto l’Appennino, mentre vanno inclusi quelli antichi e storici che hanno assunto aspetti
naturaliformi per la capacità di rinnovazione dell’abete bianco.
I boschi a dominanza di abete bianco dell’Appennino meridionale vanno invece riferiti all’habitat 9510*
“Foreste sud-appenniniche di Abies alba”.
Il sottotipo 9220* II riferito alla formazione relittuale di abete dei Nebrodi dei monti Madonie in Sicilia per una
maggiore congruenza fitogeografica ed ecologica andrebbe inserito nell’habitat 9510* “Foreste sudappenniniche di Abies alba”.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Giovanni Spampinato [email protected]
Edoardo Biondi [email protected]
333
Foreste mediterranee caducifoglie
9250: Querceti a Quercus trojana
Quercus trojana woods
Quercus trojana, Simona Casavecchia
Bosco residuale di Quercus trojana nelle Murge
brindisine, Edoardo Biondi
Codice CORINE Biotopes
41.78 Macedonian-oak woodland
41.782 Quercus trojana woods of Puglia
Codice EUNIS
G1.78 - Boschi di Quercus trojana
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Supra-Mediterranean, and occasionally meso-Mediterranean woods dominated by the semideciduous
Quercus trojana or its allies (Quercetum trojanae)
Sub-types :
41.781 - Helleno-Balkanic Trojan oak woods
334
Usually low formations dominated by Quercus trojana, often with junipers or maples, of Macedonia, Thrace
and Thessaly, north to Herzegovina, Montenegro, Albania and the Vardar valley of Paeonia.
41.782 - Apulian Trojan oak woods Relict woods, sometimes of considerable height, of Quercus trojana and Q.
pubescens, often with an admixture of Q. ilex and its associated vegetation (Murge: e.g. bosco delle Pianelle,
foresta Gaglione).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Sottotipo 41.782 Boschi da mesoxerofili a termofili neutro-subacidofili, puri o misti a Quercus trojana e
Quercus virgiliana talora con presenza di Carpinus orientalis. Sono presenti come lembi residuali sui ripiani
della Murgia materana e laertina e nelle Murge sud-orientali nel piano bioclimatico mesomediterraneo inferiore
su suoli del tipo delle terre rosse mediterranee. In alcune aree si rinvengono esempi di fragneti piuttosto estesi
e ben conservati (es. bosco delle Pianelle, Gravina di Laterza, foresta Gaglione).
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Quercus trojana, Quercus virgiliana, Acer monspessulanum, Fraxinus ornus, Carpinus orientalis, Rosa
sempervirens, Smilax aspera, Clematis flammula, Cyclamen hederifolium, Teucrium siculum, Stachys
officinalis, Oenanthe pimpinelloides, Rubia peregrina var. longifolia, Potentilla detommasii, Euphorbia apios,
Viola alba ssp. dehnhardtii
Specie di pregio: Arum apulum, Paeonia mascula
Riferimento sintassonomico
I boschi di Quercus trojana vengono inquadrati in due distinte associazioni: una più mesofila (Teucrio siculiQuercetum trojanae Biondi, Casavecchia, Guerra, Medagli, Beccarisi & Zuccarello 2004) nell’ambito
dell’alleanza Carpinion orientalis Horvat 1958 e della suballaeanza Lauro nobilis-Quercenion pubescentis
(Ubaldi 1988) Ubaldi 1995 (ordine Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933, classe Querco-Fagetea Br.-Bl.
& Vlieger in Vlieger 1937) a cui vengono attribuiti i boschi alla cui composizione partecipano specie
caducifoglie e specie del corteggio dei boschi decidui, e un’altra più termofila (Euphorbio apii-Quercetum
trojanae Bianco, Brullo, Minissale, Signorello & Spampinato 1998) attribuita all’alleanza dei boschi
sempreverdi di leccio Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi, Casavecchia & Gigante 2003 (ordine Quercetalia
ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950).
Dinamiche e contatti
I rapporti seriali sono stati indagati per l’associazione Teucrio siculi-Quercetum trojanae (Biondi & Guerra,
2008). Gli stadi di sostituzione del bosco sono rappresentate da formazioni arbustive dominate da Crataegus
monogyna e Rubus ulmifolius con Rosa sempervirens dell’associazione Roso sempervirentis-Rubetum
ulmifolii Blasi, Di Pietro e Fortini 2000; questa si collega l’orlo sciafilo della classe Trifolio-Geranietea. Nelle
esposizioni più soleggiate il bosco è in rapporto seriale con il mantello basso termofilo dell’associazione
Asparago acutifolii-Osyridetum albae Allegrezza, Biondi, Formica e Ballelli 1997. La prateria di sostituzione è
rappresentata dall’associazione mesoxerofila Cardopatio corymbosi-Brometum erecti Biondi e Guerra 2008
dell’habitat 62A0 “Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneretalia
villosae).
I fragneti termofili dell’associazione Euphorbio apii-Quercetum trojanae sono in rapporto dinamico con la
macchia a Pistacia lentiscus e Olea europaea var. sylvestris dell’associazione Coronillo emeroidis-Pistacietum
lentisci Biondi e Guerra 2008 e con garighe a cisti che si sviluppano nelle aree percorse dal fuoco.
Rapporti catenali: i boschi di Quercus trojana sono in contatto catenale con le leccete dell’habitat 9340
“Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia”.
335
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
PG, BS
Note
L’habitat presenta in Italia due varianti ecologiche: una termofila con l’associazione Euphorbio apii-Quercetum
trojanae e una più mesofila corrispondente all’associazione Teucrio siculi-Quercetum trojanae.
Per la Basilicata non è stata segnala la presenza dell’habitat che tuttavia è presente nei territori della Murgia
materana.
Riferimenti Bibliografici
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Riferimenti Bibliografici online
Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Simona Casavecchia ([email protected])
336
92: Foreste mediterranee caducifoglie
9260: Boschi di Castanea sativa
Castanea sativa woods
Gargano, Castanea sativa, Edoardo Biondi
Codice CORINE Biotopes
41.9 Chestnut woods
Codice EUNIS
G1.7D - Boschi e foreste di Castanea sativa (comprese le colture da frutto ormai naturalizzate). Per l’Italia
sono inoltre validi i seguenti sottotipi:
G1.7D4 - Foreste illiriche di Castanea sativa
G1.7D5 - Boschi di Castanea sativa di Alpi meridionali insubriche ed Alpi Liguri
G1.7D6 - Boschi collinari italo-siculi di Castanea sativa
G1.7D7 - Boschi sardo-corsi di Castanea sativa
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina, Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Supra-Mediterranean and sub-Mediterranean Castanea sativa-dominated forests and old established
plantations with semi-natural undergrowth.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Boschi acidofili ed oligotrofici dominati da castagno. L’habitat include i boschi misti con abbondante castagno
e i castagneti d’impianto (da frutto e da legno) con sottobosco caratterizzato da una certa naturalità (sono
quindi esclusi gli impianti da frutto produttivi in attualità d'uso che coincidono con il codice Corine 83.12 impianti da frutto Chestnut groves e come tali privi di un sottobosco naturale caratteristico) dei piani
bioclimatici mesotemperato (o anche submediterraneo) e supratemperato su substrati da neutri ad acidi (ricchi
in silice e silicati), profondi e freschi e talvolta su suoli di matrice carbonatica e decarbonatati per effetto delle
precipitazioni. Si rinvengono sia lungo la catena alpina e prealpina sia lungo l’Appennino.
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
337
Castanea sativa, Quercus petraea, Q. cerris, Q. pubescens, Tilia cordata, Vaccinium myrtillus Acer
obtusatum, A. campestre, A. pseudoplatanus, Betula pendula, Carpinus betulus, Corylus avellana, Fagus
sylvatica, Frangula alnus, Fraxinus excelsior, F. ornus, Ostrya carpinifolia, Populus tremula, Prunus avium,
Sorbus aria, Sorbus torminalis, Rubus hirtus, Anemone nemorosa, Anemone trifolia subsp. brevidentata,
Aruncus dioicus, Avenella exuosa, Calamagrostis arundinacea, Carex digitata, Carex pilulifera, Dactylorhiza
maculata, Dentaria bulbifera, Deschampsia flexuosa, Dryopteris affinis, Epimedium alpinum, Erythronium
dens-canis, Galanthus nivalis, Genista germanica, G. pilosa, Helleborus bocconei, Lamium orvala, Lilium
bulbiferum ssp. croceum, Listera ovata, Luzula forsteri, L. nivea, L. sylvatica, Luzula luzuloides, L.
pedemontana, Hieracium racemosum, H. sabaudum, Iris graminea, Lathyrus linifolius (= L. montanus), L.
niger, Melampyrum pratense, Melica uniflora, Molinia arundinacea, Omphalodes verna, Oxalis acetosella,
Physospermum cornubiense, Phyteuma betonicifolium, Platanthera chlorantha, Polygonatum multiflorum,
Polygonatum odoratum, Pteridium aquilinum, Ruscus aculatus, Salvia glutinosa, Sambucus nigra, Solidago
virgaurea, Symphytum tuberosum, Teucrium scorodonia, Trifolium ochroleucon, Vinca minor, Viola
reichenbachiana, V. riviniana, Pulmonaria apennina, Lathyrus jordanii, Brachypodium sylvaticum, Oenanthe
pimpinelloides, Physospermum verticillatum, Sanicula europaea, Doronicum orientale, Cytisus scoparius,
Calluna vulgaris, Hieracium sylvaticum ssp. tenuiflorum, Vincetoxicum hirundinaria;
Specie di pregio: Blechnum spicant, Campanula cervicaria, Carpesium cernuum, Dactylorhiza romana,
Diphasiastrum tristachyum, Epipactis microphylla, Hymenophyllum tunbrigense, Lastrea limbosperma, Listera
cordata, Limodorum abortivum, Orchis pallens, O. provincialis, O. insularis, Osmunda regalis, Pteris cretica
Riferimento sintassonomico
I boschi a dominanza di Castanea sativa derivano fondamentalmente da impianti produttivi che, abbandonati,
si sono velocemente rinaturalizzati per l’ingresso di specie arboree, arbustive ed erbacee tipiche dei boschi
naturali che i castagneti hanno sostituito per intervento antropico. In tutta Italia, sono state descritte numerose
associazioni vegetali afferenti a diversi syntaxa di ordine superiore. Si fa riferimento pertanto all’ordine
Fagetalia sylvaticae Pawl. in Pawl. et al. 1928 (classe Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937) e alle
alleanze Erythronio dentis-canis-Carpinion betuli (Horvat 1958) Marincek in Wallnöfer, Mucina & Grass 1993
(suballeanza Pulmonario apenninae-Carpinenion betuli Biondi, Casavecchia, Pinzi, Allegrezza & Baldoni
2002) e Carpinion betuli Issler 1931 per i castagneti del piano bioclimatico supratemperato, all’ordine
Quercetalia roboris Tüxen 1931 e all’alleanza Quercion robori-petraeae Br.-Bl. 1937 per i castagneti più
acidofili del piano bioclimatico mesotemperato, all’ordine Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 per i
castagneti del piano mesotemperato con le alleanze Teucrio siculi-Quercion cerridis Ubaldi (1988) 1995 em.
Scoppola & Filesi 1995 per l’Italia centro-occidentale e meridionale, Erythronio dens-canis-Quercion petraeae
Ubaldi (1988) 1990 per l’Appennino settentrionale marnoso-arenaceo e l’alleanza Carpinion orientalis Horvat
1958 con la suballeanza mesofila Laburno-Ostryon (Ubaldi 1981) Poldini 1990 per i castagneti neutrofili.
Dinamiche e contatti
Rapporti seriali: i castagneti rappresentano quasi sempre formazioni di sostituzione di diverse tipologie
boschive. In particolare occupano le aree di potenzialità per boschi di cerro dell’habitat 91M0 “Foreste
pannonico-balcaniche di quercia cerro-quercia sessile”, carpineti e querco-carpineti degli habitat 91L0
“Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion)” e 9190 “Vecchi querceti acidofili delle pianure sabbiose con
Quercus robur”, acero-frassineti nel piano bioclimatico mesotemperato di faggete degli habitat 91K0 “Foreste
illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion)” e 9210 “Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex” in quello
supratemperato. Pertanto le formazioni arbustive ed erbacee di sostituzione sono quelle appartenenti alle
serie dei boschi potenziali.
Rapporti catenali: nel piano mesotemperato l’habitat è in rapporto catenale con le faggete degli habitat 9210*
“Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex”, 91K0 “Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion)”, 9110
“Faggeti del Luzulo-Fagetum” e 9120 “Faggeti acidofili atlantici con sottobosco di Ilex e a volte di Taxus
(Quercion robori-petraeae o Ilici-Fagenion)” e gli aspetti di sostituzione di queste, con boschi di carpino nero o
338
di roverella dell’habitat 91AA “Boschi orientali di quercia bianca” , con i boschi di forra dell’habitat 9180
“Foreste di versanti, ghiaioni, e valloni del Tilio-Acerion” e con boschi ripariali degli habitat 91E0 “Foreste
alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)” e 92A0
“Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba”.
Specie alloctone
Robinia pseudacacia, Spiraea japonica
Distribuzione dell’habitat in Italia
CM, TS, LG, VN, PM, EM, LZ, SC, MR UM, AB, LM, CL, BS, PG, ML, TR, SR, VL, ML, FR
Note
Benché largamente favorito dall'azione antropica, è stata confermata la presenza di nuclei autoctoni nelle aree
collinari e prealpine a substrato silicatico. In ogni caso, il contributo paesaggistico e di biodiversità (frequenti gli
stadi ricchi di geofite) resta più che apprezzabile.
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001.htm http://web.rete.toscana.it/renato/benvenuto.htm
http://www.regione.fvg.it/ambiente/manuale/home.htm
Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi ([email protected]), Simona Casavecchia ([email protected])
341
92: Foreste mediterranee caducifoglie
9280: Boschi di Quercus frainetto
Quercus frainetto woods
Codice CORINE Biotopes
41.1B - Beech forests with Hungarian oak (Quercion frainetto)
Codice EUNIS
G1.6 - English name: Beech woodland; Scientific name: Fagus woodland
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Fagus sylvatica or Fagus moesiaca forests, more thermophile than those of 41.19 and 41.1A, occurring in
the transition zone between the supra-Mediterranean and montane levels, characterised by the presence of
numerous species of the Quercion frainetto.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Sottotipi e varianti
Combinazione fisionomica di riferimento
Riferimento sintassonomico
Dinamiche e contatti
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
BS, CL, LZ, PG, TS, UM. Non presente in Italia.
Note
Il nome utilizzato nel Manuale EUR/27 per l’Habitat 9280 (Boschi di Quercus frainetto) ha dato origine ad una
errata interpretazione; l’Habitat si riferisce in realtà a faggete con farnetto e non a boschi di farnetto. Questo
appare chiaramente nel riferimento alla tipologia 41.1B del Corine Biotopes, corrispondente a ‘Beech forests
with Hungarian oak’. Anche la classificazione EUNIS (Habitat Classification Revised, 2004) inserisce l’Habitat
9280
all’interno
del
contesto
delle
faggete
(Cod.
G1.6).
Il Corine Biotopes caratterizza queste foreste dal punto di vista climatico come segue: ‘More thermophile
forests of the transition zone between the supra-Mediterranean and montane levels’; si tratta quindi di un
contesto di transizione, al passaggio tra Piano Supra-Mediterraneo e Piano Supra-Temperato (contatto
climatico riportato anche nella descrizione generale del Manuale EUR/27). Tale situazione climatica potrebbe
forse essere ipotizzabile per le foreste mesofile di farnetto della Calabria che si sviluppano alle quote più
elevate della penisola (fino a 1100 m s.l.m.) in contesti climatici Supramediterranei (ma al confine inferiore e
non superiore); tuttavia, secondo quanto riportato in Scelsi e Spampinato (1996) tali foreste, da loro
inquadrate nell’associazione Cytiso-Quercetum frainetto, presentano al loro interno diverse specie differenziali
termofile della classe Quercetea ilicis e si interpongono ‘tra le formazioni forestali a Quercus cerris e quelle a
342
Q. virgiliana o a Q. ilex’. Viene rimarcato dagli Autori il contesto bioclimatico al limite tra Supra- e MesoMediterraneo (l’aridità estiva è sempre prolungata per 2 o 3 mesi anche alle quote più elevate), e si precisa
come la fascia altitudinale superiore sia occupata dalle cerrete dell’associazione Lathyro digitati-Quercetum
cerridis.
Sulla base di queste considerazioni, si può escludere il contatto tra le cenosi a farnetto e le faggete in
territorio italiano. Tenuto conto del fatto che i boschi di farnetto italiani afferiscono all’alleanza Teucrio siculiQuercion cerridis, e che la maggioranza delle specie indicate nel Manuale EUR/27 (2007) per l’Habitat 91M0
sono buone caratteristiche o differenziali di tale alleanza, si ritiene che i boschi di farnetto della penisola
italiana
trovino
collocazione
più
appropriata
proprio
nell’Habitat
91M0.
Si propone quindi l’abbandono dell’Habitat 9280 in favore dell'Habitat 91M0 'Foreste Pannonico-Balcaniche di
cerro e rovere'. Nei Piani di Gestione dell’Umbria (2007) è già stato abbandonato in favore dell'Habitat 91M0
'Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere'.
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Riferimenti Bibliografici online
Nomi dei compilatori con e.mail
Daniela Gigante - [email protected]
344
92: Foreste mediterranee caducifoglie
92A0 : Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba
Salix alba and Populus alba galleries
Codice CORINE Biotopes
44.141 - Mediterranean white willow galleries
44.613 - Cyrno-Sardian poplar galleries
44.614 - Italian poplar galleries
Codice EUNIS
G1.112 - Boscaglie ripariali mediterranee di Salix sp. ad alto Fusto
G1.31 - Foreste ripariali mediterranee a Populus alba e Populus nigra dominanti
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea, Continentale, Alpina
Descrizione generale dell’habitat
Riparian forests of the Mediterranean basin dominated by Salix alba, Salix fragilis or their relatives (44.141).
Mediterranean and Central Eurasian multi-layered riverine forests with Populus spp., Ulmus spp., Salix spp.,
Alnus spp., Acer spp., Tamarix spp., Juglans regia, Quercus robur, Fraxinus angustifolia. Tall poplars, Populus
alba, are usually dominant in height; they may be absent or sparse in some associations which are then
dominated by species of the genera listed above (44.6).
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Boschi ripariali a dominanza di Salix spp. e Populus spp. presenti lungo i corsi d’acqua del bacino del
Mediterraneo, attribuibili alle alleanze Populion albae e Salicion albae. Sono diffusi sia nel piano bioclimatico
mesomediterraneo che in quello termomediterraneo oltre che nel macrobioclima temperato, nella variante
submediterranea.
Sottotipi e varianti
Sottotipo 44.141 – Saliceti ripariali mediterranei
Saliceti mediterranei (Salix alba, S. oropotamica) che si sviluppano su suolo sabbioso e periodicamente
inondato dalle piene ordinarie del fiume. A causa di queste considerazioni il suolo è quasi mancante di uno
strato di humus, essendo bloccata l’evoluzione pedogenetica dalle nuove deposizioni di alluvioni.
Sottotipo 44.6 – Pioppeti riparali mediterranei (Populion albae)
Formazioni a dominanza di Populus alba e Populus nigra che occupano i terrazzi alluvionali posti ad un livello
più elevato rispetto alle cenosi del sottotipo precedente, soprattutto dei corsi d’acqua a regime torrentizio nel
macrobioclima mediterraneo ed in quello temperato nella variante submediterranea.
Combinazione fisionomica di riferimento
Salix alba, S. oropotamica (endemismo aspromontano), Populus alba, P. nigra, P. tremula P. canescens,
Rubus ulmifolius, Rubia peregrina, Iris foetidissima, Arum italicum, Sambucus nigra, Clematis vitalba, C.
viticella, Galium mollugo, Humulus lupulus, Melissa officinalis subsp. altissima, Ranunculus repens, R. ficaria,
R. ficaria subsp. ficariiformis, Symphytum bulbosum, S. tuberosum, Tamus communis, Hedera helix, Laurus
nobilis, Vitis riparia, V. vinifera s.l., Fraxinus oxycarpa, Rosa sempervirens, Cardamine amporitana, Euonymus
345
europaeus, Ranunculus lanuginosus, Ranunculus repens, Thalictrum lucidum, Aegopodium podagraria,
Calystegia sepium, Brachypodium sylvaticum, Salix arrigonii e Hypericum hircinum.
Riferimento sintassonomico
I saliceti ripariali rientrano nell’alleanza Salicion albae Soó 1930 (ordine Salicetalia purpureae Moor 1958),
mentre i boschi di pioppo nell’alleanza Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 (ordine Populetalia albae Br.-Bl.
ex Tchou 1948). Entrambi gli ordini sono inclusi nella classe Salici purpureae-Populetea nigrae Rivas-Martínez
& Cantó ex Rivas-Martínez , Báscones, T.E. Díaz, Fernández-González & Loidi, classis nova (addenda).
Dinamiche e contatti
I boschi ripariali sono per loro natura formazioni azonali e lungamente durevoli essendo condizionati dal livello
della falda e dagli episodi ciclici di morbida e di magra. Generalmente sono cenosi stabili fino a quando non
mutano le condizioni idrologiche delle stazioni sulle quali si sviluppano; in caso di allagamenti più frequenti con
permanenze durature di acqua affiorante, tendono a regredire verso formazioni erbacee; in caso di
allagamenti sempre meno frequenti, tendono ad evolvere verso cenosi mesofile più stabili.
Verso l’interno dell’alveo i saliceti arborei si rinvengono frequentemente a contatto con la vegetazione pioniera
di salici arbustivi (habitat 3240 “Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos”), con le
comunità idrofile di alte erbe (habitat 6430 “Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile”) e in
genere con la vegetazione di greto dei corsi d’acqua corrente (trattata nei tipi 3250 “Fiumi mediterranei a
flusso permanente con Glaucium flavum”, 3260 “Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del
Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion”, 3270 “Fiumi con argini melmosi con vegetazione del
Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.”, 3280 “Fiumi mediterranei a flusso permanente con il PaspaloAgrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba” e 3290 “Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il
Paspalo-Agrostidion”). Lungo le sponde lacustri o nei tratti fluviali, dove minore è la velocità della corrente, i
contatti catenali si esprimono con la vegetazione di tipo palustre trattata nei tipi 3120 “Acque oligotrofe a
bassissimo contenuto minerale su terreni generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes
spp.”, 3130 “Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli
Isoeto-Nanojuncetea”, 3140 “Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.”, 3150
“Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition", 3160 “Laghi e stagni distrofici
naturali” e 3170 “Stagni temporanei mediterranei”.
I saliceti ed i pioppeti sono in collegamento catenale tra loro, occupando zone ecologicamente diverse: i
saliceti si localizzano sui terrazzi più bassi raggiunti periodicamente dalle piene ordinarie del fiume, mentre i
pioppeti colonizzano i terrazzi superiori e più esterni rispetto all’alveo del fiume, raggiunti sporadicamente dalle
piene straordinarie. I boschi dell’habitat 92A0 possono entrare in contatto catenale con le ontanete riparali
dell’habitat 91E0* “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae,
Salicion albae)”, con i boschi igro-termofili a Fraxinus oxycarpa (habitat 91B0 " Frassineti termofili a Fraxinus
angustifolia") e con le foreste miste riparie a Quercus robur dell'habitat 91F0 “Foreste miste riparie di grandi
fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion
minoris)”.
Specie alloctone
Le cenosi ripariali sono frequentemente invase da numerose specie alloctone, tra cui si ricordano in particolar
modo Robinia pseudoacacia, Ailanthus altissima, Acer negundo, Amorpha fruticosa, Buddleja davidii,
Helianthus tuberosus, Solidago gigantea, Parthenocissus quinquefolia, P. tricuspidata, Lonicera japonica,
Phytolacca americana .
Distribuzione dell’habitat in Italia
PG, EM, SC, CL, CM, AB, VN, SR, TS, ML, UM, MR, LZ, FR, LG, LM, BS.
346
Note
Questo habitat si differenzia dai saliceti arbustivi (habitat 3240) prevalentemente per quanto riguarda la
struttura ed anche la composizione floristica. Si differenzia inoltre dalle analoghe formazioni a Salix alba
dell’Italia settentrionale (habitat 91E0*) per la presenza di specie tipicamente mediterranee e la mancanza di
altre specie a distribuzione più settentrionale come Fraxinus excelsior.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Liliana Zivkovic ([email protected]), Edoardo Biondi ([email protected])
349
92: Foreste mediterranee caducifoglie
92D0: Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio-Tamaricetea e
Securinegion tinctoriae)
Southern riparian galleries and thickets (Nerio-Tamaricetea and Securinegion tinctoriae)
Cespuglieti a tamerici e oleandro dell'Habitat 92D0
"Gallerie e forteti ripari meridionali (NerioTamaricetea e Securinegion tinctoriae) " lungo la
Fiumara Melito in Calabria. In basso a destra si
osserva la vegetazione glareicola ad Helichrysum
italicum, Giovanni Spampinato
Codice CORINE Biotopes
44.81 - Oleander, chaste tree and tamarisk galleries
Codice EUNIS
F9.31 - [Nerium oleander], [Vitex agnus-castus] and [Tamarix] galleries
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Tamarisk, oleander, and chaste tree galleries and thickets and similar low ligneous formations of permanent or
temporary streams and wetlands of the thermo-Mediterranean zone and south-western Iberia, and of the most
hygromorphic locations within the Saharo-Mediterranean and Saharo-Sindian zones. Includes formations of
Tamarix smyrnensis (syn. Tamarix ramossissima) of stream sides and coastal localities of the Pontic and
Steppic regions of western Eurasia.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Cespuglieti ripali a struttura alto-arbustiva caratterizzati da tamerici (Tamarix gallica, T. africana, T.
canariensis, ecc.) Nerium oleander e Vitex agnus-castus, localizzati lungo i corsi d’acqua a regime torrentizio
o talora permanenti ma con notevoli variazioni della portata e limitatamente ai terrazzi alluvionali inondati
occasionalmente e asciutti per gran parte dell’anno. Sono presenti lungo i corsi d’acqua che scorrono in
territori a bioclima mediterraneo particolarmente caldo e arido di tipo termomediterraneo o, più limitatamente,
mesomediterraneo, insediandosi su suoli alluvionali di varia natura ma poco evoluti.
350
Sottotipi e varianti
In questo habitat è possibile distinguere una serie di varianti in relazione alla specie che assume un ruolo
dominante.
I variante – Cespuglieti ripali a oleandro
(Codice CORINE Biotopes: 41.811 - Oleander Galleries)
Cespuglieti ripali a dominanza di oleandro (Nerium oleander) presenti lungo i corsi d’acqua intermittenti su
alluvioni ciottolose o ghiaiose, in territori con bioclima mediterraneo di tipo termomediterraneo o, più
raramente, mesomediteraneo. In Calabria e Sicilia questi corsi d’acqua assumono una peculiare fisionomia
per la presenza di ampi greti ciottolosi asciutti e sono indicati con il termine di “fiumara”. L’habitat si rinviene
anche lungo corsi d’acqua permanenti con forti variazioni stagionali della portata, limitatamente ai terrazzi
alluvionali più elevati con minore disponibilità idrica.
II variante – Cespuglieti ripali ad agnocasto
(Codice CORINE Biotopes: 41.812 - Caste tree thickets)
Cespuglieti a dominanza di agnocasto (Vitex agnus-castus) al quale si associa normalmente Tamarix gallica e
Tamarix africana, presenti lungo i tratti terminali dei corsi d’acqua della fascia termomediterranea e in aree
umide del litorale su suoli alluvionali subsalsi a tessitura a limosa.
III variante – Cespuglieti ripali a tamerici
(Codice CORINE Biotopes: 41.813 - Tamarisk thickets)
Cespuglieti a dominanza di tamerici (Tamarix africana, T. gallica, T. canariensis) presenti lungo i corsi d’acqua
intermittenti o permanenti con forti variazioni della portata, ma anche in aree umide costiere presenti sempre
in territori a bioclima termomediterraneo e più raramente mesomediterraneo. Si insediano su suoli alluvionali
spesso
subsalsi
a
tessitura
da
ghiaiosa
a
limosa.
Combinazione fisionomica di riferimento
Nerium oleander, Vitex agnus-castus, Tamarix gallica, T. africana, T. arborea, T. canariensis, Rubus
ulmifolius, Dittrichia viscosa, Spartium junceum, Erianthus ravennae.
Riferimento sintassonomico
I cespuglieti ripali a oleandro e tamerici rientrano nella classe Nerio-Tamaricetea Br.-Bl. & O. Bolòs 1957. In
particolare la prima variante di questo habitat riunisce associazioni del Rubo-Nerion oleandri O. Bolòs 1985
come il Rubo ulmifolii-Nerietum olendri O. Bolòs 1957 e lo Spartio-Nerietum oleandri Brullo & Spampinato
1990.
Le altre due varianti riuniscono associazioni del Tamaricion africanae Br.-Bl-O. Bolòs 1958 quali: Tamaricetum
gallicae Br.-Bl. & O. Bolòs 1957, Ulmo-Viticetum agni-casti Brullo & Spampinato 1997, Tamarici africanaeViticetum agni-casti Brullo & Spampinato 1997 e Tamaricetum africano-arboreae Brullo & Sciandrello 2006.
Per la Campania Corbetta et al. (2004) descrivono una particolare sub associazione del Tamarici africanaeViticetum agni-casti indicata come pistacietosum lentisci Corbetta, Pirone, Frattaroli & Ciaschetti 2004
Dinamiche e contatti
Le boscaglie ripali a tamerici e oleandro costituiscono delle formazioni edafoclimatofile legate alla dinamica
fluviale di corsi d’acqua a regime torrentizio o alle aree palustri costiere interessate dal prosciugamento estivo.
Si tratta di formazioni durevoli bloccate nella loro evoluzione dinamica da specifici condizionamenti edafici. In
particolare lungo i corsi d’acqua intermittenti, l’habitat ha contatti catenali con le formazioni glareicole ad
Helichrysum italicum, localizzate sui terrazzi alluvionali più frequentemente interessati dalle piene invernali., Il
disturbo antropico, legato al pascolo e all’incendio, determina la distruzione dei questo habitat che viene
351
sostituito dalle praterie steppiche subnitrofile del Bromo-Oryzopsion o dai pascoli aridi subnitrofili dei
Brometalia-rubenti tectori.
Specie alloctone
La presenza in questo habitat di specie esotiche quali Ricinus communis, Amorpha fruticosa o Nicotiana
glauca è significativa nei tratti dei corsi d’acqua dove questo habitat è soggetto a forte disturbo antropico.
Distribuzione dell’habitat in Italia
SC, SR, CL, CM, BS, TS
Note
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http://www.icn.pt/psrn2000/caract_habitat.htm
Nomi dei compilatori con e.mail
Giovanni Spampinato [email protected]
353
93: Foreste Sclerofille Mediterranee
354
93: Foreste sclerofille mediterranee
9320: Foreste di Olea e Ceratonia
Olea and Ceratonia forests
Codice CORINE Biotopes
45.1 - Olive-carob forests
45.11 - Wild olive woodland
45.12 - Carob woodland
Codice EUNIS
G2.41 - Wild [Olea europaea] woodland
G2.42 - [Ceratonia siliqua] woodland
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Thermo-Mediterranean or thermo-Canarian woodland dominated by arborescent Olea europaea ssp.
sylvestris, Ceratonia siliqua, Pistacia lentiscus, Myrtus communis or, in the Canary Islands, by Olea europaea
ssp. cerasiformis and Pistacia atlantica. Most formations will be listed as arborescent matorral (35.12), but a
few stands may have a sufficiently tall, closed canopy to qualify for this unit.
Sub-types :
45.11 - Wild olive woodland
Olea europaea ssp. sylvestris - dominated formations. A climax olive forest, with Ceratonia siliqua and
Pistacia lentiscus exists on the north flank of Djebel Ichkeul in northern Tunisia. Elsewhere, the communities
most resembling olive forest are found in southern Andalusia (Tamo communis-Oleetum sylvestris: extinct?),
in Menorca (Prasio majoris-Oleetum sylvestris), Sardinia, Sicily, Calabria, Crete.
45.12 - Carob woodland
Ceratonia siliqua - dominated formations, often with Olea europaea ssp. sylvestris and Pistacia lentiscus. The
most developed examples, some truly forest-like, are to be found in Tunisia, on the slopes of the Djebel, where
they constitute carob-dominated facies of the wild olive woodlands (45.11), in Mallorca (Cneoro tricocciCeratonietum siliquae), in eastern Sardinia, in south-eastern Sicily, in Puglia, in Crete.
45.13 - Canarian olive woodland
Olea europaea ssp. cerasiformis and Pistacia atlantica formations of the Canary Islands.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Formazioni arborescenti termo-mediterranee dominate da Olea europaea var. sylvestris e Ceratonia siliqua
alle quali si associano diverse altre specie di sclerofille semprverdi. Si tratta di microboschi, spesso molto
frammentati e localizzati, presenti su vari tipi di substrati in ambienti a macrobioclima mediterraneo
limitatamente alla fascia termomediterranea con penetrazioni marginali in quella mesomediterranea.
Sottotipi e varianti
355
In Italia questo habitat è presente soprattutto con il sottotipo: 45.11 – Boschi di olivastro, e in minor misura con
il sottotipo 45.12 – Boschi di carrubbo.
Il notevole impatto antropico che ha interessato la fascia costiera dell’Italia meridionale e della Sicilia ha quasi
sicuramente distrutto queste formazioni sulle quali, a parte la Sardegna, non si hanno riferimenti bibliografici
aggiornati.
Combinazione fisionomica di riferimento
Olea europaea subsp. sylvestris, Ceratonia siliqua, Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Rhamnus
alaternus, Asparagus acutifolius, A. albus, Phillyrea angustifolia, Prasium majus, Lonicera implexa, Euphorbia
dendroides, Chamaerops humilis, Carex distachya, Cyclamen repandum, Aristolochia tyrrhena, Asplenium
onopteris, Arum pictum.
Riferimento sintassonomico
I boschi ad olivastro presenti nella fascia costiera della Sardegna sono stati riferiti da Bacchetta et al. (2003) in
parte ad associazioni del Quercion ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em. Rivas-Martinez 1975, come il Cyclamino
repandi-Oleetum sylvestris Bacchetta et al. 2003 presente su substrati litologici di natura acida soprattutto
vulcanica intrusiva e metamorfica della Sardegna meridionale e Myrto communis-Oleetum sylvestris Bacchetta
et al. 2003 presente sui substrati granitici del complesso plutonico della Sardegna nord-orientale. Altre
formazioni sono state invece incluse nell’Oleo-Ceratonion siliquae Br.-Bl. ex Guinochet & Drouineau 1944 em.
Rivas-Martínez 1975 come l’Asparago acutifolii-Oleetum sylvestris Bacchetta et al. 2003 presente sui calcarei
Oligo-Miocenici della Sardegna settentrionale e l’Asparago albi-Oleetum sylvestris Bacchetta et al. 2003
localizzato sui substrati trachitici Oligo-Miocenici della Sardegna nordoccidentale.
Dinamiche e contatti
I microboschi di olivastro hanno in genere il significato di formazioni climatofile o edafo-climatofile. Essi
contraggono rapporti dinamici con le formazioni di macchia bassa dell’habitat 5320 “Arbusteti termomediterranei e pre-desertici “ e con le formazioni erbacee annuali dell’habitat 6220 “Percorsi substeppici di
graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”. Questi aspetti, con i quali le formazioni ad olivastro
possono formare dei mosaici, ne ripresentano spesso gli aspetti di degradazione.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
CM, SR, SC, CL, BS, PG.
Nel comprensorio nazionale la loro distribuzione gravita essenzialmente lungo la fascia costiera del versante
tirrenico meridionale e le isole, registrando presenza sporadica in Puglia.
Note
Si ritiene che in alcune regioni come la Basilicata e la Campania l'habitat sia stato segnalato per errore per
confusione con l'habitat 5330 "Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici".
Riferimenti Bibliografici
356
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Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi [email protected]
Giovanni Spampinato [email protected]
357
93: Foreste sclerofille mediterranee
9340: Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia
Quercus ilex and Quercus rotundifolia forests
Lecceta submediterranea della costiera triestina:
Ostryo-Quercetum ilicis var. a Cyclamen
purpurascens (Duino, TS), Francescato C.
La lecceta di S. Leonardo all'Isola Polvese del L.
Trasimeno (PG) riferibile all'associazione Rusco
aculeati-Quercetum ilicis, D. Gigante
358
Cyclamen repandum, importante elemento
differenziale delle leccete del Mediterraneo centroorientale (alleanza Fraxino orni-Quercion ilicis), D.
Gigante
Codice CORINE Biotopes
45.3 - Meso- and supra-Mediterranean holm-oak forests (Quercion ilicis)
Codice EUNIS
G2.1 - English name: Mediterranean evergreen oak woodland; Scientific name: Mediterranean evergreen
Quercus woodland
Regione biogeografica di appartenenza
Continentale, Alpina (Alp, App), Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Forests dominated by Quercus ilex or Q. rotundifolia, often, but not necessarily, calcicolous.
Sub-types:
45.31
Meso-Mediterranean
holm-oak
forests
Rich meso-Mediterranean formations, penetrating locally, mostly in ravines, into the thermo- Mediterranean
zone. They are often degraded to arborescent matorral (32.11), and some of the types listed below no longer
exist in the fully developed forest state relevant to category 45; they have nevertheless been included, both to
provide appropriate codes for use in 32.11, and because restoration may be possible.
45.32
Supra-Mediterranean
holm-oak
forests
Formations of the supra-Mediterranean levels, often mixed with deciduous oaks, Acer spp. or Ostrya
carpinifolia.
45.33
Aquitanian
holm-oak
woodland
Isolated Quercus ilex-dominated stands occurring as a facies of dunal pine-holm oak forests.
45.34
Quercus
rotundifolia
woodland
Iberian forest communities formed by Q. rotundifolia. Generally, even in mature state, less tall,
less luxuriant and drier than the fully developed forests that can be constituted by the closely
related Q. ilex, they are, moreover, most often degraded into open woodland or even arborescent
matorral. Species characteristic of the undergrowth are Arbutus unedo, Phillyrea angustifolia,
Rhamnus alaternus, Pistacia terebinthus, Rubia peregrina, Jasminum fruticans, Smilax aspera,
Lonicera etrusca, L. implexa.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Boschi dei Piani Termo-, Meso-, Supra- e Submeso-Mediterraneo (ed occasionalmente
Subsupramediterraneo e Mesotemperato) a dominanza di leccio (Quercus ilex), da calcicoli a silicicoli, da
rupicoli o psammofili a mesofili, generalmente pluristratificati, con ampia distribuzione nella penisola italiana
sia nei territori costieri e subcostieri che nelle aree interne appenniniche e prealpine; sono inclusi anche gli
aspetti di macchia alta, se suscettibili di recupero. Per il territorio italiano vengono riconosciuti i sottotipi 45.31
e 45.32.
Sottotipi e varianti
I sottotipi già individuati dal Manuale EUR/27 possono essere articolati per il territorio italiano come segue:
45.31. Leccete termofile prevalenti nei Piani bioclimatici Termo- e Meso-Mediterraneo (occasionalmente
anche nel Piano Submediterraneo), da calcicole a silicicole, da rupicole a mesofile, dell’Italia costiera e
subcostiera.
359
45.32. Leccete mesofile prevalenti nei Piani bioclimatici Supra- e Submeso-Mediterranei (occasionalmente
anche nei Piani Subsupramediterraneo e Mesotemperato), da calcicole a silicicole, da rupicole a mesofile, dei
territori collinari interni, sia peninsulari che insulari, e, marginalmente, delle aree prealpine. Il Sottotipo 45.32
riferisce principalmente agli aspetti di transizione tra le classi Quercetea ilicis e Querco-Fagetea che si
sviluppano prevalentemente lungo la catena appenninica e, in minor misura, nei territori interni di Sicilia e
Sardegna e sulle pendici più calde delle aree insubrica e prealpina ove assumono carattere relittuale.
Combinazione fisionomica di riferimento
Tra le specie indicate nel Manuale Europeo solo Quercus ilex è presente in Italia. Lo strato arboreo di queste
cenosi forestali è generalmente dominato in modo netto dal leccio, spesso accompagnato da Fraxinus ornus;
nel Sottotipo 45.31 sono frequenti altre specie sempreverdi, come Laurus nobilis, o semidecidue quali
Quercus dalechampii, Q. virgiliana, Q. suber; nel Sottotipo 45.32 possono essere presenti specie caducifoglie
quali
Ostrya
carpinifolia,
Quercus
cerris,
Celtis
australis,
Cercis
siliquastrum.
Tra gli arbusti sono generalmente frequenti Arbutus unedo, Phillyrea angustifolia, P. latifolia, Rhamnus
alaternus, Pistacia terebinthus, Viburnum tinus, Erica arborea; tra le liane Rubia peregrina, Smilax aspera,
Lonicera implexa. Lo strato erbaceo è generalmente molto povero; tra le specie caratterizzanti si possono
ricordare Cyclamen hederifolium, C. repandum, Festuca exaltata, Limodorum abortivum.
La lecceta extrazonale endemica del litorale sabbioso nord-adriatico si differenzia per l’originale commistione
di elementi mesofili a gravitazione eurasiatica (quali ad es. Crataegus monogyna, Ligustrum vulgare, Cornus
sanguinea) e di altri a carattere mediterraneo (Rubia peregrina, Asparagus acutifolius, Smilax aspera).
Per le leccete del Settore Sardo sono indicate come specie differenziali Arum pictum subsp. pictum,
Helleborus lividus subsp. corsicus, Digitalis purpurea var. gyspergerae, Quercus ichnusae, Paeonia corsica.
Riferimento sintassonomico
Le leccete della penisola italiana sono distribuite nelle Province biogeografiche Italo-Tirrenica, AppenninoBalcanica e Adriatica e svolgono un ruolo di cerniera tra l’area tirrenica ad occidente e quella adriatica ad
oriente; sulla base delle più recenti revisioni sintassonomiche esse vengono riferite all’alleanza mediterranea
centro-orientale Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi, Casavecchia & Gigante 2003 (ordine Quercetalia ilicis Br.Bl. ex Molinier 1934 em. Rivas-Martínez 1975, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950),
all’interno della quale vengono riconosciuti due principali gruppi ecologici, uno termofilo e l’altro mesofilo. Le
cenosi a dominanza di leccio distribuite nei territori peninsulari e siciliani afferiscono alla suballeanza Fraxino
orni-Quercenion ilicis Biondi, Casavecchia & Gigante 2003 mentre per quanto riguarda il Settore Sardo, il
riferimento è alla suballeanza Clematido cirrhosae-Quercenion ilicis Bacchetta, Bagella, Biondi, Filigheddu,
Farris & Mossa 2004. Sono riferibili a questo habitat anche gli aspetti inquadrati da vari Autori nelle alleanze
Quercion ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em. Rivas-Martínez 1975 ed Erico-Quercion ilicis Brullo, Di Martino &
Marcenò 1977.
Dinamiche e contatti
Le leccete del Sottotipo 45.31, presenti nell’Italia peninsulare costiera ed insulare, costituiscono generalmente
la vegetazione climatofila (testa di serie) nell’ambito del Piano bioclimatico meso-mediterraneo e, in diversi
casi, in quello termo-mediterraneo, su substrati di varia natura. Le tappe dinamiche di sostituzione possono
coinvolgere le fitocenosi arbustive riferibili agli Habitat 2250 ‘Dune costiere con Juniperus spp.’ e 5210
‘Matorral arborescenti di Juniperus spp.’, gli arbusteti e le macchie dell’alleanza Ericion arboreae, le garighe
dell’Habitat 2260 ‘Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavenduletalia’ e quelle della classe
Rosmarinetea, i ‘Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea’ dell’Habitat
6220*. I contatti catenali coinvolgono altre formazioni forestali e preforestali quali le pinete dell’Habitat 2270
‘Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster’ o dell’Habitat 9540 ‘Pinete mediterranee di pini mesogeni
endemici’, le ‘Dehesas con Quercus spp. sempreverde’ dell’Habitat 6310, i querceti mediterranei dell’Habitat
91AA ‘Boschi orientali di roverella’, i ‘Querceti a Quercus trojana’ dell’Habitat 9250, le ‘Foreste di Olea e
Ceratonia’ dell’Habitat 9320, le ‘Foreste di Quercus suber’ dell’Habitat 9330, le ‘Foreste di Quercus
360
macrolepis’ dell’Habitat 9350, i ‘Matorral arborescenti di Laurus nobilis’ dell’Habitat 5230, la ‘Boscaglia fitta di
Laurus nobilis’ dell’Habitat 5310, i ‘Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia’ dell’Habitat 91B0, le ‘Foreste
miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus
angustifolia’ dell’Habitat 91F0, le ‘Foreste di Platanus orientalis e Liquidambar orientalis’ dell’Habitat 92C0.
Le leccete del Sottotipo 45.32 rappresentano prevalentemente (ma non solo) aspetti edafo-xerofili in contesti
caratterizzati dalla potenzialità per la foresta di caducifoglie, o comunque esprimono condizioni edafiche e
topoclimatiche particolari. Le tappe dinamiche di sostituzione sono spesso riferibili ad arbusteti della classe
Rhamno-Prunetea (in parte riconducibile all’Habitat 5130 ‘Formazioni a Juniperus communis su lande o prati
calcicoli’), a garighe della classe Rosmarinetea, a ‘Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell’AlyssoSedion albi’ dell’Habitat 6110, a ‘Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea’
dell’Habitat 6220*. I contatti catenali coinvolgono generalmente altre formazioni forestali decidue o miste
riferibili alla classe Querco-Fagetea, quali ad esempio i querceti mediterranei dell’Habitat 91AA ‘Boschi
orientali di roverella’, le ‘Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere’ dell’Habitat 91M0, i ‘Faggeti degli
Appennini con Taxus e Ilex’ dell’Habitat 9210, i ‘Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggeti con Abies
nebrodensis’ dell’Habitat 9220, le ‘Foreste di Castanea sativa’ dell’Habitat 9260.
Distribuzione dell’habitat in Italia
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Nomi dei compilatori con e.mail
Daniela Gigante - [email protected]
370
93: Foreste sclerofille mediterranee
9380: Foreste di Ilex aquifolium
Forests of Ilex aquifolium
Codice CORINE Biotopes
45.8 - Western Palaearctic holly woods
Codice EUNIS
G2.6 - [Ilex aquifolium] woods
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Communities dominated by arborescent Ilex aquifolium, relict of various forests with a field layer rich in Ilex
and sometimes with Taxus (42.A7), of the supra-Mediterranean level on various substrates. These woods
correspond to the senescence stage of a forest with a undergrowth with Taxus and Ilex (belonging among
others to the Ilici-Quercetum ilicis), after the fading of the tree layer. They generally form patches inside or
outside forests.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Comunità alto-arbustive o arborescenti a dominanza di agrifoglio (Ilex aquifolium). Si tratta di formazioni
relittuali, talora associate al tasso (Taxus baccata) che si localizzano nel piano supramediteraneo su vari tipi di
substrati prediligendo quelli silicicoli, in condizioni bioclimatiche di tipo supramediterraneo o supratemperato
caratterizzate da una notevole oceanicità. Queste comunità si possono originare da vari tipi di foreste
caratterizzate dalla presenza dell’agrifoglio nel sottobosco dove lo strato arboreo è stato distrutto. L’ habitat
può inoltre rappresentare una fase di senescenza di queste formazioni forestali con agrifoglio in seguito a
declino dello strato arboreo dominante.
Sottotipi e varianti (compilare se necessario)
In relazione alla cenosi forestali in cui si localizza l’agrifoglio questo habitat mostra una certa variabilità ed è
possibile distinguere alcune varianti:
I - Boschi di Ilex aquifolium e Quercus ilex
II - Boschi di Ilex aquifolium e Quercus pubescens s.l.
III - Boschi di Ilex aquifolium e Quercus cerris
IV - Boschi di Ilex aquifolium e Fagus sylvatica
Combinazione fisionomica di riferimento
Ilex aquifolium, Taxus baccata, Melittis albida, Silene sicula, Thalictrum calabricum, Euphorbia
amygdaloides subsp. arbuscula, Doronicum orientale, Symphytum gussonei, Geranium versicolor, Paeonia
corsica, Hieracium oliastrae, Aquilegia nugorensis, Polystichum setiferum, Helleborus lividus ssp. corsicus,
371
Teucrium scorodonia, Sanicula europaea, Ornithogalum pyrenaicum, Digitalis purpurea var. gyspergerae,
Quercus ichnusae, Epipactis helleborine, Ostrya carpinifolia, Cyclamen repandum.
Riferimento sintassonomico
La vegetazione ad Ilex aquifolium della Sicilia è stata analizzata da Maniscalco & Raimondo (2003) che
evidenziano come questa specie si localizza sui sistemi montuosi della parte settentrionale dell’isola in
condizioni climatiche prettamente oceaniche all’interno di varie fitocenosi acidofile della fascia montana
rientranti nei Querco-Fagetea Br.-Bl. et Vlieger in Vlieger 1937 e più raramente nei Quercetea ilicis Br.-Bl. ex
A. & O. Bolòs 1950, limitatamente a stazioni etero topiche. In particolare i boschetti ad Ilex aquifolium si
rinvengono nelle seguenti associazioni: Geranio versoloris-Quercetum ilicis Maniscalco & Raimondo 2003,
Arrhenathero-Quercetum cerridis Brullo, Minissale & Spampinato 1996, Ilici-Taxetum baccatae Brullo,
Minissale & Spampinato 1996, Anemono apenninnae-Fagetum (Gentile 1969) Brullo 1984, Ilici-Quercetum
austrothyrrenicae Brullo & Marcenò in Brullo 1984, Teucrio siculi-Quercetum ilicis Gentile 1969 em. Brullo &
Marcenò 1985 polystichetosum Bartolo, Brullo, Minissale & Spampinato 2001, oltr che in vari altri
aggruppamenti forestali.
Anche per Sardegna Bacchetta et al. (2004a, 2004b, 2004c) evidenziano come Ilex aquifolium è presente
all’interno di differenti fitocenosi forestali, rinvenendosi sia nei querceti sempreverdi dei Quercetalia ilicis Br.Bl. ex Molinier 1934 del Saniculo europaeae-Quercetum ilis Bacchetta, Bagella, Biondi, Farris, Filigheddu &
Mossa 2004 e del Galio scabri-Quercetum ilicis Gamisans (1977) 1986, sia nei boschi dei Quercetalia
pubescenti-petraeae Klika 1933 quali gli ostrieti del Cyclamino repandi-Ostryetum carpinifoliae Bacchetta,
Biondi, Farris, Filigheddu & Mossa 2004 ed i querceti decidui dell’Ornithogalo pyrenaici-Quercetum icnusae
Bacchetta, Biondi, Farris, Filigheddu & Mossa 2004 e del Glechomo sardoae-Quercetum congestae
Bacchetta, Biondi, Farris, Filigheddu & Mossa 2004.
In Basilicata e Calabria Ilex aquifolium si rinviene soprattutto nelle faggete macroterme dell’ Anemono
apeninninae-Fagetum (Gentile 1969) Brullo 1984 divenendo particolarmente abbondante nelle aree con
maggiore oceanicità del clima, dove può permanere dopo il taglio della faggeta e originare fitti popolamenti
con individui arborei. Più sporadicamente l'habitat si localizza anche nella fascia delle cerrete.
Dinamiche e contatti
I boschetti di agrifoglio si rinvengono in varie serie di vegetazione dove instaurano differenti in contatti seriali e
catenali. In generale la degradazione delle cenosi forestali con agrifoglio conduce alla formazione dei
cespuglieti dei Crataego-Prunetea e ai pascoli dei Molinio-Arrhenatheretea.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
SR, SC, CL, BS, LZ.
Note
Riferimenti Bibliografici
Riferimenti Bibliografici online
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Nomi dei compilatori con e.mail
Edoardo Biondi [email protected]
Giovanni Spampinato [email protected]
373
95: Foreste di Conifere
delle Montagne Mediterranee e Macaronesiche
374
95: Foreste di conifere delle montagne mediterranee e macaronesiche
9510*: Foreste sud-appenniniche di Abies alba
Southern Apennine Abies alba
Abetine del Monotropo-Abietetum apenninae
riferibili all'habitat 9510 "Foreste sud appenniniche
di Abies alba" nella Calabria meridionale., Giovanni
Spampinato
Abies alba subsp. apennina, entità meridionale
dell'abete bianco., Giovanni Spampinato
375
In primo piano l'abetina degli "Abeti soprani" e più
in alto la faggeta microterma (Molise), E. Biondi
Codice CORINE Biotopes
42.15 Southern Apennine silver fir forests
Codice EUNIS
G3.15 - Southern Apennine [Abies alba] forests
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea, Continentale
Descrizione generale dell’habitat
Relict Abies alba woods associated with the beech forests of the Geranio versicolori-Fagion.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Boschi relittuali di abete bianco (Abies alba) localizzati in aree montane dell’Appennino meridionale, all’interno
della fascia potenzialmente occupata dalle faggete del Geranio versicolori-Fagion, con penetrazioni in quello
centrale, nell'ambitodell’alleanza Aremonio-Fagion sylvaticae, suball. Cardamino kitaibelii-Fagenion sylvaticae.
Sottotipi e varianti (compilare se necessario)
Combinazione fisionomica di riferimento
Abies alba, Abies alba subsp. apennina, Juniperus hemisphaerica, Monotropa hypopitis, Orthilia secunda,
Cirsium erisithales, Oxalis acetosella, Veronica urticifolia, Daphne mezereum.
Riferimento sintassonomico
I boschi di Abete bianco della Calabria sono stati ascritti a due distinte associazioni. La prima associazione
vegetale è rappresentata dallo Junipero hemisphaericae-Abietetum apenninae Brullo, Scelsi & Spampinato
2001, localizzata su dossi, costoni rocciosi e su versanti acclivi, a quote comprese tra 1400-1800; si tratta di
una abetina con strato arboreo aperto e strato arbustivo denso caratterizzato da Juniperus hemisphaerica
inquadrata nei Pino-Juniperetea Rivas-Martinez 1964. La seconda associazione è rappresentata dal
Monotropo-Abietetum apenninae Brullo, Scelsi & Spampinato 2001 localizzata su versanti molto scoscesi
esposti prevalentemente a settentrione, presenta uno strato arboreo più denso e un corteggio floristico più
ricco di specie nemorali ed è inquadrata nel Geranio versicoloris-Fagion sylvaticae Gentile 1970.
Le abetine del Molise sono state riferite al Pulmonario apenninae-Abietetum albae Allegrezza & Biondi 2008,
associazione dell'alleanza Geranio versicoloris-Fagion sylvaticae mentre quelle dell’Abruzzo sono state
inquadrate nell'associazione Cirsio erisithalis-Abietetum albae Biondi et al. 2008, dell’alleanza AremonioFagion sylvaticae (Horvat 1938) Torok, Podani & Borhidi 1989, suball. Cardamino kitaibelii-Fagenion
sylvaticae Biondi, Casavecchia, Pinzi, Allegrezza & Baldoni 2002.
Dinamiche e contatti
L’abete bianco nell’Appennino meridionale si rinviene con un ruolo dominante solo in alcune formazioni
forestali, a carattere relittuale, molto localizzate, di limitata estensione che hanno in genere un significato
edafoclimacico. Le abetine localizzate su creste e dossi dello Junipero hemisphaericae-Abietetum apenninae
traggono rapporti seriali con i pascoli camefitici dei Rumici-Astragaletea siculi. Le abetine del Monotropo-
376
Abietetum apenninae sono in contatto catenale con le faggete microterme del Ranunculo brutii-Fagetum
sylvaticae Bonin 1967 (= Asyneumo trichocalycinae-Fagetum Gentile 1969).
Nel Molise le abetine del Pulmonario apenninae-Abietetum albae hanno rapporti catenali con le faggete del
Luzulo siculae-Fagetum sylvaticae e con le cerrete del Aremonio agrimonioides-Quercetum cerridis, in
entrambe queste associazioni l’abete da origine a specifiche subassociazioni.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
CL, CM, BS, ML, AB.
Note
Per alcune popolazioni di abete bianco dell’Appennino, in passato è stata individuata , in base a caratteristiche
ecologiche e morfologiche, una varietà distinta da quella alpina che è stata recente riconosciuta
come sottospecie: Abies alba subsp. apennina (Giacobbe, 1950; Brullo et al. 2001).
Confusione: l’abete bianco nell’Appennino meridionale si rinviene con un ruolo subordinato anche all’interno di
boschi di faggio, dove talora caratterizza determinate sub associazioni. Queste formazioni miste rientrano
nell’habitat “9220 - Faggeti degli Appennini di Abies alba e Abies nebrodensis”.
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Nomi dei compilatori con e.mail
Giovanni Spampinato [email protected]
Edoardo Biondi [email protected]
377
95: Foreste di conifere delle montagne mediterranee e macaronesiche
9540: Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici
Mediterranean pine forests with endemic Mesogean pines
Pinete a Pinus halepensis nei pressi di M. Renna
nella Sicilia meridionale riferibili all'habitat 9540
"Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici",
Giovanni Spampinato
Pinete a Pinus pinaster subsp. hamiltoni a
Pantelleria riferibili all'habitat 9540 "Pinete
mediterranee di pini mesogeni endemici", Giovanni
Spampinato
Codice CORINE Biotopes
42.8 Mediterranean pine woods
Codice EUNIS
G3.7 - Lowland to montane mediterranean [Pinus] woodland (excluding [Pinus nigra])
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea, Continentale
378
Descrizione generale dell’habitat
Mediterranean and thermo-Atlantic woods of thermophilous pines, mostly appearing as substitution or
paraclimactic stages of forests of the Quercetalia ilicis or Ceratonio-Rhamnetalia. Longestablished plantations
of these pines, within their natural area of occurrence, and with an undergrowth basically similar to that of
paraclimactic formations, are included.
Sub-types (sono riportati solo quelli presenti in Italia):
42.82 - Mesogean pine forests. Forests of Pinus pinaster ssp. pinaster (=Pinus mesogeensis) of the western
Mediterranean, mostly in siliceous meso-Mediterranean, upper meso-Mediterranean and supra-Mediterranean
situations of Spain, Corsica, south-eastern France, north-western Italy, Sardinia and Pantelleria.
42.823 - Franco-Italian mesogean pine forests. Pinus pinaster forests of siliceous lower meso-Mediterranean
areas of Provence, of marls and limestones of the upper meso-Mediterranean level of the Maritime Alps and
the Ligurian Alps, and of mostly siliceous or clayey soils of the hills of Liguria and Tuscany.
42.825 - Sardinian mesogean pine forests. Pinus pinaster formations on granitic substrates of northern
Sardinia, with Arbutus unedo, Quercus ilex, Rosmarinus officinalis, Erica arborea, Genista corsica, Lavandula
stoechas, Rubia peregrina, Calicotome spinosa, Pistacia lentiscus, Teucrium marum.
42.826 - Pantellerian mesogean pine forests. Pinus pinaster woods of Pantelleria.
42.83 - Stone pine forests. Mediterranean forests and old naturalised plantations of Pinus pinea. Old
introductions in many areas often makes the distinction between self sown forests and long-established
formations of artificial origin difficult. These are thus included here, while recent, obviously artificial groves are
not.
42.835 - Sardinian stone pine forests. Pinus pinea formations of Sardinia.
42.836 - Sicilian stone pine forests. Pinus pinea formations of the Monti Peloritani, north-western Sicily, of
probable native origin.
42.837 - Peninsular Italian stone pine forests. Large, ancient, Pinus pinea plantations of the Tyrennian, and
locally, Adriatic coasts of the Italian peninsula, in Liguria, Toscany, Latium, Campania, Emilia-Romana
(Ravenna) and Friuli-Venezia Giulia (Grado).
42.84 - Aleppo pine forests
Woods of Pinus halepensis, a frequent colonist of thermo- and calcicolous meso-Mediterranean
scrubs. The distinction between spontaneous forests and long-established formations of
artificial origin is often difficult. The latter are thus included here, while recent, obviously
artificial groves are not.
42.84 - Aleppo pine forests. Woods of Pinus halepensis, a frequent colonist of thermo- and calcicolous mesoMediterranean scrubs. The distinction between spontaneous forests and long-established formations of
artificial origin is often difficult. The latter are thus included here, while recent, obviously artificial groves are
not.
42.843 - Provenço-Ligurian Aleppo pine forests
42.845 - Sardinian Aleppo pine woods. Pinus halepensis formations of Sardinia, where certainly native woods
occur on Isola di San Pietro and the Sulcis coast of Iglesiente.
42.846 - Sicilian Aleppo pine woods. Pinus halepensis formations of Sicily and peripheral islands (Egadi,
Lampedusa, Pantelleria).
42.847 - Peninsular Italian Aleppo pine forests. Pinus halepensis formations of the Italian peninsula; extensive,
probably at least partially native ones are individualised in the subdivisions below.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Pinete mediterranee e termo-atlantiche a pini termofili mediterranei: Pinus pinaster, P. pinea, P. halepensis,
Pinus brutia, localizzate in territori a macrobioclima mediterraneo limitatamente ai termotipi termo e
mesomediterraneo. Presentano in genere una struttura aperta che consente la rinnovazione delle specie di
pino e la presenza di un denso strato arbustivo costituito da specie sclerofille sempreverdi. Talora
379
costituiscono delle formazioni di sostituzione dei boschi dei Quercetalia ilicis o delle macchie mediterranee dei
Pistacio-Rhamnetalia alaterni. Rientrano in questo habitat gli impianti artificiali realizzati da molto tempo che si
sono stabilizzati e inseriti in un contesto di vegetazione naturale (vedi nota).
Sottotipi e varianti (compilare se necessario)
In relazione alla specie di pino che caratterizza la fitocenosi e alla distribuzione sono distinti vari sottotipi, quelli
presenti in Italia sono i seguenti:
42.823 – Pinete di Pinus pinaster dell’Italia nord-occidentale e della Francia Meridionale.
(Cod. Eunis: G3.723 - Franco-Italian mesogean pine forests)
Si insediano su suoli silicei nella fascia mesomediterranea della Provenza, su marne e calcari della fascia
mesomediterrana delle Alpi liguri e delle Alpi marittime e su suoli argillosi o silicei delle colline della Liguria e
della Toscana.
42.825 – Pinete di Pinus pinaster della Sardegna.
Cod. Eunis: G3.725 - Sardinian mesogean pine forests
Si insediamo su substrati granitici della Sardegna settentrionale.
42.826 - Pinete di Pinus pinaster di Pantelleria.
Cod. Eunis: G3.726 - Pantellerian mesogean pine forests
Sono diffuse sui substrati vulcanici dell’Isola e sono caratterizzati dalla presenza da Pinus pinaster subsp.
hamiltonii.
42.835 - Pinete di Pinus pinea della Sardegna
Cod. Eunis: G3.735: Sardinian stone pine forests
42.836 - Pinete di Pinus pinea della Sicilia.
Cod. Eunis: - G3.736 : Sicilian stone pine forests
Si rinvengono su substrati di natura silicea limitatamente ad alcuni sistemi montuosi della parte nord-orientale
dell’isola (M. Peloritani, M. Erei e Madonie).
42.837 - Pinete di Pinus pinea della Penisola Italiana.
Si tratta di vecchi impianti naturalizzati, realizzati nella fascia costiera tirrenica (Liguria, Toscana, Lazio) e
adriatica (Emilia Romagna e Friuli)
42.843 – Pinete a Pinus halepensis della Liguria e della Provenza
Cod. Eunis: G3.743 - Provenço-Ligurian [Pinus halepensis] forests
42.845 – Pinete a Pinus halepensis della Sardegna
Cod. Eunis: G3.745 - Sardinian [Pinus halepensis] woods
42.846 - Pinete a Pinus halepensis della Sicilia
Cod. Eunis: G3.746 : Sicilian [Pinus halepensis] woods
42.847 - Pinete a Pinus halepensis della Penisola Italiana
Cod. Eunis: G3.747 : Italic [Pinus halepensis] forests
Sono presenti in Puglia (Gargano, Taranto, Isole Tremiti), Basilicata (Metaponto), Umbria, Campania e
Calabria settentrionale.
Combinazione fisionomica di riferimento
Pinus pinaster, Pinus pinea, Pinus halepensis, Genista aspataloides, Euphorbia ligustica, Cistus crispus,
Cistus creticus, Pinus pinaster subsp. hamiltoni, Juniperus oxycedrus, Plantago albicans.
Riferimento sintassonomico
Le pinete a pino marittimo (Pinus pinaster) si insediano su substrati di natura silicea o comunque su suoli
acidi; presentano uno strato arbustivo di specie sempreverdi tra le quali predominano specie indicatrici di tali
condizioni edafiche quali Erica arborea ed Arbutus unedo. Nella Penisola Italiana sono presenti in Liguria e
Toscana, dove sono distribuite dalla fascia mesomediterranea a quella sub mediterranea fino a 700 m di
quota. In Liguria sui serpentini è localizzato l’Euphorbio ligusticae-Pinetum pinastri Furrer & Hofmann 1960
380
(Pignatti, 1998). Altre pinete naturali a Pinus pinaster si rinvengono a Pantelleria dove la specie è presente
con la sottospecie Pinus pinaster ssp. hamiltoni che sono state riferite al Genisto aspalathoidis-Pinetum
hamiltonii (Brullo et al., 1977; Gianguzzi 1999a, 1999b). Altre pinete a Pinus pinaster si rinvengono nella
Sardegna settentrionale sui monti della Gallura.
Le pinete a Pinus pinea sono autoctone probabilmente solo nella Sicilia nord-orientale come è evidenziato da
resi fossili, altrove si tratta verosimilmente di vecchie introduzione che si sono inserite nel contesto della
vegetazione naturale. In Sicilia queste pinete si localizzano su substrati di natura silicea all’interno delle fasce
bioclimatiche termo e mesomediterranea e sono state riferite a due distinte associazioni: il Cisto crispi-Pinetum
pineae Bartolo, Brullo & Pulvirenti 1994, localizzato sui monti Peloritani (Bartolo et al. 1994) ed il Cisto creticiPinetum pineae Brullo, Minissale, Siracusa, Scelsi & Spampinato 2002 presente sugli Erei e sulle Madonie
(Brullo et al. 2002).
Le pinete a Pinus halepensis sono, tra le pinete mediterranee, quelle più diffuse, e si rinvengono soprattutto
nell’Italia meridionale e nelle Isole (Agostini 1964, 1967). Esse sono state oggetto di numerosi studi
fitosociologici e sono state riferite a diverse associazioni qui di seguito citate. Il Thymo-Pinetum halepensis De
Marco & Caneva 1985 si localizza nella fascia termomediterranea su substrati marnosi, viene riportato per la
Puglia (Taranto) e la Sicilia meridionale, con varie subassociazioni (De Marco & Caneva, 1985; Bartolo et al.,
1986; Biondi et al., 2004). Il Pistacio lentisci-Pinetum halepensis De Marco & Caneva 1985 si localizza su
substrati calcarei nella fascia termo-mesomediterrana, è riportato per Cilento, Gargano, Isole Tremiti,
Sardegna sud-occidentale, Pantelleria e Calabria nord-orientale (Corbetta et al., 2004; De Marco & Caneva,
1985; Bartolo et al., 1986; Gianguzzi 1999a, 1999b; Spampinato 1990). L’Erico-Pinetum halepensis De Marco
& Caneva 1985 si localizza su substrati di natura silicea all’interno della fascia bioclimatica mesomediterranea,
viene riportato per la Calabria nord-orientale, la Sardegna sud-occidentale (Isola di San Pietro) e le Isole Eolie
(De Marco & Caneva, 1985; Bartolo et al., 1986; Spampinato, 1990). Il Plantago albicantis-Pinetum halepensis
Bartolo, Brullo, Minissale & Spampinato 1986 si localizza su substrati sabbiosi del litorale presso Taranto
(Bartolo et al., 1986; Biondi et al., 2004). Lo Junipero oxycedri-Pinetum halepensis Vagge 2000 è stato
descritto da Vagge (2000) per le coste rocciose di natura calcarea della Liguria in aree a bioclima
mesomediterraneo. Il Cyclamino hederifoliae-Pinetum halepensis è stato descritto per le gravine pugliesi dove
si localizza su substrati calcarei in aree a bioclima termomediterraneo secco con penetrazioni nella fascia
mesomediterranea subumida (Biondi et al., 2004). Il Coronillo emeroidis-Pinetum halepensis Biondi,
Casavecchia, Guerra, Medagli, Beccarisi & Zuccarello 2004 è stato descritto per le Marche ma è presente
anche in Abruzzo (Allegrezza et al., 2006; Pirone, 1985) dove costituisce una formazione meso-xerofila
localizzata in aree costiere con bioclima mesomediterraneo su areniti più o meno consolidate. In Umbria il pino
d’Aleppo si rinviene all’interno delle leccete termofile miste su calcare del Fraxino orni-Quercetum ilicis
Horvatic (1956) 1958 pinetosum halepensis Horvatic 1958 (Biondi et al., 2002).
Dinamiche e contatti
Le pinete mediterranee hanno in genere un ruolo edafoclimatofilo, localizzandosi in specifiche condizioni
ambientali dove la pedogenesi è bloccata, su suoli poveri in nutrienti e poco evoluti. Grazie alle capacità
colonizzatrici dei pini mediterranei possono rappresentare in aree con suoli erosi o degradati uno stadio
all’interno della sedie dinamica che porta verso formazione forestali sempreverdi. I contatti catenali e seriali
sono dunque con le formazioni forestali dei Quercetea ilicis. Le pinete a Pinus pinaster hanno contatti catenali
con le leccete del Viburno-Quercetum ilicis, mentre quelle su ofioliti dell' Euphorbio ligusticae-Pinetum pinastri
si pongono in un contesto di vegetazione temperata e possono rappresentare uno stadio durevole o evolvere
verso i querceti a Quercus petraea.
Le pinete a Pinus pinea della Sicilia, nelle aree a pedogenesi bloccata, rappresentano uno stadio durevole che
prende contatto con le garighe acidofile dei Cisto-Micromerietea o dei Cisto-Lavanduletea. In altri contesti
possono rappresentare uno stadio della serie dinamica dei querceti del Erico-Quercetum virgiliane.
Più articolata è la posizione sindinamica delle pinete a Pinus halepensis in relazione alla diversificata
vegetazione che originano. Le formazioni più termofile riferite al Thymo-Pinetum halepensis, rappresentano
381
delle formazioni edafoclimatofile durevoli e hanno normali contatti seriali con le garighe dei CistoMicromerietea e dei Rosmarinetea officinalis. Le altre tipologie di pinete a pino d’Aleppo possono
rappresentare degli stadi durevoli o transitori. Esse contraggono rapporti sindinamici con le formazioni di
macchia dell’Oleo-Ceratonion e più in generale rientrano nelle serie dinamiche di leccete termofile basifile del
Fraxino orni-Quercion ilicis.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
SR, SC, CL, BS, PG, CM, TS, LG, MR, UM.
Note
Le pinete costiere naturali o di vecchio impianto su dune del litorale a Pinus pinea, P. halepensis e/o P
pinaster sono da riferire all’habitat 2270* Wooded dunes with Pinus pinea and/or Pinus pinaster.
Riferimenti Bibliografici
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Nomi dei compilatori con e.mail
Giovanni Spampinato [email protected]
383
95: Foreste di conifere delle montagne mediterranee e macaronesiche
95A0 : Pinete oromediteranee di altitudine
High oro-Mediterranean pine forests
Il pino loricato (Pinus leucodermis Ant.) sul sistema
montuoso del Pollino, Giovanni Spampinato
Codice CORINE Biotopes
42.7 - High oro-Mediterranean pine forests
Codice EUNIS
G3.61 - White-barked pine (Pinus leucodermis) forests
Regione biogeografica di appartenenza
Mediterranea
Descrizione generale dell’habitat
Balkan endemic forests of Pinus heldreichii or Pinus peuce, restricted to the southern Balkans, Northern
Greece and Southern Italy. Accompaning species are Picea abies, Pinus sylvestris, Pinus mugo with
understory including Juniperus sibirica, Vaccinium myrtillus, Calamagrostis arundinacea, Brachypodium
pinnatum, Luzula luzuloides, Luzula sylvatica, Geranium macrorhizum.
Subtypes :
42.71 White-barked pine forests Local treeline formations of Pinus heldreichii restricted to the southern
Balkans, northern Greece and southern Italy, usually open and with an undergrowth formed by stripped
grasslands on dry, often stony or rocky soils.
42.72 Macedonian pine woods Pinus peuce formations (Pinion peucis), restricted to the subalpine zone of the
high mountains of the Balkan peninsula south to extreme northern Greece (Voras, Varnous, Rhodope).
384
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Pinete di Pinus heldreichii o Pinus peuce, dei Balcani meridionali e nord della Grecia. Pinete mediterraneomontane e oromediteranee relittuali di Pinus leucodermis ( = Pinus heldreichii var. leucodermis) dell' Italia
meridionale.
Queste pinete hanno una struttura aperta con uno strato arboreo diradato e uno strato arbustivo caratterizzato
da specie del genere Juniperus (J. hemispherica, J. alpina, subsp. nana). Esse spesso formano un mosaico
con le praterie di altitudine a Sesleria e/o Brumus gr. erectus. Si rinvengono su substrati calcareo-dolomitici,
su suoli in genere poco evoluti con roccia affiorante e sono localizzati al limite della vegetazione forestale o su
costoni rocciosi all’interno della vegetazione forestale a latifoglie decidue mesofila, comunque in aree che
beneficiano di fenomeni di nebbie ricorrenti.
Sottotipi e varianti
L’habitat presente in Italia può essere riferito ad un particolare variante che viene proposta come prioritaria.
42.71 I variante - Pinete di pino loricato (Pinus heldreichii o Pinus leucodermis) dei Balcani meridionali e della
Grecia settentrionale. G3.612 : Pindus white-barked pine forests
Codice Eunnis: da G3.613 a G3.616
42.71 II* variante - Pinete di pino loricato (Pinus leucodermis = Pinus heldreichii var. leucodermis) dell’Italia
meridionale (Pollino, Latronico, M. Alpi, Monti di Orsomarso, Monti della Montea).
Codice Corine 42711 - Italian white-barked pine forests.
Codice Eunnis: G3-611 - Italian white-barked pine forests.
Combinazione fisionomica di riferimento
Pinus heldreichii, Pinus leucodermis (=Pinus heldreichii var. leucodermis), Juniperus alpina subsp. nana,
Juniperus hemishaerica, Daphne oleoides, Berberis vulgaris subsp. aetnesis, Sorbus graeca, Cotoneaster
nebrodensis.
Riferimento sintassonomico
Le formazioni forestali a Pinus leucodermis presenti sull’Appennino meridionale sono state riferite a due
distinte associazioni vegetali entrambe inquadrate nel Daphno oleoidis-Iuniperion alpinae Stanisci 1997. Le
formazioni alto montane poste a quote più elevate, al limite della vegetazione della faggeta, tra 1800 e 2100 m
sono state riferite al Pino leucodermis-Juniperetum alpinae Stanisci 1997, mentre quelle montane, poste tra
1000 m e 1600, all’interno delle formazioni forestali dei Querco-Fagetea, sono state riferite da al Sorbo
graecae-Pinetum leucodermis Maiorca & Spampinato 1999.
Dinamiche e contatti
Le pinete di pino loricato in Italia meridionale sono localizzate sul gruppo del Pollino e in alcuni sistemi
montuosi attigui (Monte Alpi, Monti di Orsomarso, Monti della Montea, ecc.) sempre su substrati di natura
calcareo-dolomitica a quote comprese tra 1000 e 2100 (Avolio, 1984, 1996; Pennacchini & Bonin, 1975, Bonin
1978). Quelle localizzate nelle aree alto-montane al limite superiore delle faggete fino a circa 2000 m
costituiscono un particolare formazione climatofila riferita da Stanisci (1997) al Pino leucodermis-Juniperetum
alpinae. In questo conteso le pinete a pino loricato prendono contatto con le praterie di altitudine del CariciSeslerietum nitidae Bonin 1978 e con aggruppamenti a Festuca bosniaca.
Nella fascia delle faggete tra 1000 m e 1600 m le pinete a pino loricato costituiscono un particolare
edafoclimax, localizzato sui costoni e sulle creste rocciose, riferito Maiorca & Spampinato (1999) al Sorbo
graecae-Pinetum leucodermis. Queste pinete sono in stretta connessione con le praterie orofile del Seslerio
385
nitidae-Brometum erecti Bruno 1968 subass. seslerietosum apenninae Bruno 1968, che ne rappresentano uno
stadio di degradazione all’interno della serie dinamica. Sulle rupi strapiombanti le pinete del Sorbo graecaePinetum leucodermis prendono contatto catenale con la vegetazione casmofila ascrivibile al Campanulo
fragilis-Potentilletum nebrodensis Maiorca & Spampinato 1999, mentre sulle superfici meno acclivi, dove
possono svolgersi i processi pedogenetici prendono contatto con le faggete del Ranunculo brutii-Fagetum
Bonin 1967 a quote superiori ai 1400-1500 m e con quelle dell’ Anemono apenninae-Fagetum (Gentile 1969)
Brullo 1984 a quote più basse.
Specie alloctone
Distribuzione dell’habitat in Italia
BS, CL
Note
1) Per questo habitat si propone di distinguere dal sottotipo della Penisola Balcanica una variante dell’Italia
meridionale che per la rarità e per la forte contrazione subita nel recente passato viene proposta come
prioritaria. Già nel manuale CORINE Biotopes tali habitat vengono distinti e questa classificazione è stata fatta
propria anche dal sistema EUNIS.
2) La posizione sistematica di Pinus leucodermis è controversa, per alcuni autori va considerata una specie
autonoma (Pinus leucodermis Antoine) per altri è semplicemente una varietà di Pinus heldreichii (Pinus
heldreichii H.Christ var. leucodermis (Antoine) Markgr. ex Fitschen); altri autori infine pongono le due entità in
sinonimia. Differenze morfologiche, seppur minime consentono di distinguere queste due entità.
Le pinete a pino mugo dell’Appennino centrale vanno riferiti all’habitat 4070 “Boscaglie di Pinus mugo e
Rhododendron hirsutum (Mugo-Rhododendretum hirsuti)”.
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386
Riferimenti Bibliografici online
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Nomi dei compilatori con e.mail
Giovanni Spampinato [email protected]
387
VII° - ALLEGATI SELEZIONATI
11. ALLEGATI
11.2 Selezione Indicatori
388
QUADRO DEGLI INDICATORI
PER LA RACCOLTA DEI DATI AMBIENTALI RELATIVI AI PIANI DI GESTIONE
NELLE AREE SICDELLA REGIONE BASILICATA
CON RIFERIMENTO ALLO SCHEMA DPSIR (DRIVING FORCES, PRESSIONI, STATO, IMPATTI E RISPOSTA).
A CURA DI ENEA
In conformità al modello DPSIR l'informazione ambientale viene acquisita attraverso l’identificazione di:
•
Determinanti: fattori sottesi e connessi al trend di sviluppo e che influenzano le condizioni ambientali.
Sono util per individuare le relazioni esistenti tra i fattori responsabili delle pressioni e le pressioni
stesse, per aiutare i decisori nell'identificare le fonti di esternalità negative su cui intervenire per ridurre
le problematiche ambientali. Essi comprendono le attività antropiche che hanno relazioni con le
tematiche ambientali, quali l’urbanizzazione, la popolazione, l’agricoltura, l’industria, il turismo e così
via;
•
Pressioni: sono le variabili che possono essere responsabili del degrado ambientale. Servono per
individuare
•
e quantificare le cause che comportano cambiamenti nello stato ambientale. Ogni determinante può
esercitare
•
pressioni diverse sull’ambiente.
•
Stato: attraverso opportuni indicatori, definisce le condizioni in cui versa l'ambiente naturale e sociale
all'istante considerato e permette di valutare il grado di compromissione dell'ambiente stesso;
•
Impatti: la loro determinazione rende esplicite le relazioni causa-effetto tra pressioni e stato
•
dell’ambiente.
•
Risposte: racchiudono gli sforzi operativi compiuti dalla società (politici, decisori, pianificatori, etc.)
per migliorare la qualità di vita e dell'ambiente. Esse possono essere indirizzate a migliorare lo stato
dell’ambiente, ad esempio attraverso opere di riqualificazione ambientale o di bonifiche, ma possono
anche incidere sulle pressioni, mirando a ridurne l’entità.
389
TEMI
sottocategoria
OBIETTIVO
I N D I C A T O R I
D(Determinanti) P
Biodiversità
(tendenze e
cambiamenti)
(B)
Componente
Valutare lo stato e B.D.1
Superficie
Flora/vegetazione le tendenze
urbanizzata
evolutive della
biodiversità sui
territori di studio.
Oggetto di analisi
sono specie,
habitat ed
ecosistemi
S (Stato)
(Pressione)
B.P.1
incremento
della superficie
urbanizzata
B.P.2
Consumo
habitat
di
B.P.3 Densità
delle
infrastrutture di
comunicazione
entro il sic
I (Impatto)
R (Risposta)
B.S.1
B.I.1 perdita di
B.R.1 tipo e
Condizione e
trend di alcune
specie vegetali
indicatrici (da
identificare in
campo per ogni
sito)
B.S.2 Diversità
paesistica per
la aree
protette
biodiversità per
distruzione ed
alterazione di
habitat
superficie degli
habitat della
direttiva habitat
B.I.2
alterazione di
popolazioni
sensibili
B.R.2
Finanziamento
delle aree
naturali protette
B.P.4 Grado di
frammentazione
da
urbanizzazione
ed infrastrutture
B.P.5
specie
aliene divenute
infestanti
B.P.6
introduzione di
semi e piante
per usi forestali
e di mitigazione
Componente
Non di nostra pertinenza
390
Fauna
Paesaggio
(P)
Valutare il grado
di conservazione
dei vari paesaggi
naturali/culturali
…
P.P.1
P.S.1
Adiacenza
detrattori
ambientali:
cave
discariche
a
CLASS
AREA (CA)
…
P.S.2 NUMBER
/
OF
P.P.2
P.S.3
Pressione
sull'habitat
dovuta
alle
attività di tipo
agricolo
P.S.4
P.P.3
PATCHES
(NUMP)
PATCH
(MPS)
MEAN
SIZE
SHANNON'S
DIVERSITY INDEX
(SDI)
PRESSIONE
ANTROPICA
SULL’AREA SIC
P.P.4
PRESSIONE
SULL'HABITAT
DOVUTA
ALLE
ATTIVITÀ DI TIPO
TURISTICO
P.P.5 NUMERO E
SUPERFICIE DEGLI
ELEMENTI
DI
DEGRADO
Agricoltura
Valutare le interferenze
(A)
dell’attività agricola sul
patrimonio naturale e la
…
… Non di nostra pertinenza
…
validità delle politiche
agricole sulla salvaguardia
della biodiversità
Foreste
Valutare lo stato e le
…
391
(F)
tendenze evolutive delle
foreste in quanto indicatori
primari di
… Non di nostra pertinenza
…
…
stabilità/instabilità
ecologica del territorio
Desertificazione
(D)
Valutare lo stato e
le tendenze
evolutive dei
principali processi
di desertificazione
D.S.1..Indice
ESAS
392
SCHEMA INDICATORI BIODIVERSITA’
DRIVING FORCES
RISPOSTE
B.R.1 tipo e superficie
degli habitat della
direttiva habitat
B.R.2 Finanziamento delle
aree
naturali protette
B.D.1 Superficie
urbanizzata
PRESSIONI
STATO
B.P.2 Consumo di habitat
B.S.1 Condizione e trend
di alcune specie vegetali
indicatrici (da identificare
in campo per ogni sito)
B.P.3
Densità delle
infrastrutture
di
comunicazione entro il sic
B.S.2 Diversità paesistica
per la aree
protette
B.P.1 incremento della
superficie urbanizzata
B.P.4
Grado
frammentazione
urbanizzazione
infrastrutture
di
da
ed
B.P.5
specie
aliene
divenute infestanti
IMPATTI
B.I.1 perdita di
biodiversità per
distruzione ed alterazione
di habitat
B.I.2 alterazione di
popolazioni sensibili
B.P.6 introduzione di semi
e piante per usi forestali e
di mitigazione
393
SCHEMA INDICATORI PAESAGGIO
DRIVING FORCES
RISPOSTE
Integrare con indicatori di
agricoltura, foreste…..
Integrare con indicatori di
agricoltura, foreste…..
PRESSIONI
P.P.1
Adiacenza
a
detrattori ambientali: cave
/ discariche
P.P.2
Pressione
sull'habitat dovuta alle
attività di tipo agricolo
P.P.3 PRESSIONE ANTROPICA
SULL’AREA SIC
P.P.4
SULL'HABITAT
PRESSIONE
DOVUTA ALLE
ATTIVITÀ DI TIPO TURISTICO
P.P.5 NUMERO
E SUPERFICIE
DEGLI ELEMENTI DI DEGRADO
STATO
P.S.1 CLASS AREA (CA)
P.S.2 NUMBER
(NUMP)
OF
PATCHES
IMPATTI
Integrare con indicatori di
agricoltura, foreste…..
P.S.3 MEAN PATCH SIZE
(MPS)
P.S.4 SHANNON'S DIVERSITY
INDEX (SDI)
394
SCHEMA INDICATORI DESERTIFICAZIONE
DRIVING FORCES
RISPOSTE
Programmazione
Regionale
…PSR
Integrare con indicatori di
agricoltura, foreste…..
Integrare con indicatori di
agricoltura,
foreste…..altro
PRESSIONI
STATO
USO DEL SUOLOÆ
Integrare con indicatori di
agricoltura,
foreste…..ALTRO
D.S.1..Indice ESAS
USO DELL’ACQUAÆ
Integrare con indicatori di
agricoltura,
foreste…..ALTRO
Indice di Qualità del Clima
(Climate Quality Index,
CQI),
USO DELLE RISORSE
NATURALIÆ Integrare
con indicatori di
agricoltura,
foreste…..ALTRO
Indice di Qualità del Suolo
(Soil Quality Index, SQI)
Indice di Qualità della
Vegetazione (Vegetation
Quality Index, VQI)
Indice di Qualità della
Gestione del Territorio
(Management Quality
Index, MQI).
IMPATTI
Degrado del ESAS
Degrado della SQI
Degrado della VQI
Degrado della CQI
Degrado della MQI
395
DESCRIZIONE DEGLI INDICATORI E METODI DI MISURA
INCREMENTO
DELLA SUPERFICIE
URBANIZZATA
URBANIZZATA
DELL'HABITAT
CONSUMO
Biodiversità
B.P.3
SUPERFICIE
Biodiversità
B.P.2
Descrizione
Obiettivo
Metodi di misura
DELL’INDICATORE
Biodivers
ità
B.P.1
NOME
Biodivers
ità
B.D.1
TEMA
Cod
id.
indic
atore
DENSITÀ
DI
HABITAT
DELLE
INFRASTRUTTURE
DI COMUNICAZIONE
ENTRO L'HABITAT
Unità
di
misura
Possibile
rappresentazi
one
Sorgente
dei dati
Analisi,
rappresentazione e
distribuzione delle
superfici urbanizzate
Verificare il livello di
antropizzazione del
territorio
Misure da dati
esistenti
%
Tabella,
grafico,
mappa
Corine
landcover
Considera la
variazione della
superficie urbanizzata
all’interno del sic o
nella bufferzone
Considera la
variazione della
superficie degli habitat
e la riduzione in
relazione alla presenza
antropica
Si valutano i
chilometri di ferrovie e
strade suddivise per le
diverse tipologie.
Verificare le variazioni
da pressione da
urbanizzazione
Misure da dati
esistenti
%
Tabella,
grafico,
mappa
Corine
landcover
Verificare velocità ed
entità della riduzione
degli habitat
Variazione di superfici
ha
ha
Diagrammi
Dati di campo
e foto
interpretazion
e da serie
storica
L'indicatore considera
la pressione generata
dalla presenza di
infrastrutture di
comunicazione sul
territorio delle AP
Si contano i Km delle
diverse infrastrutture
di comunicazione
rispetto alla superficie
delle AP.
N° km
Istogramma in
pila riportante
in ascissa
l'aggregato
territoriale di
interesse e in
ordinata i Km
di strade
scomposti
nelle 5
categorie
(comunali,
provinciali…).
Uffici
cartografici
regionali,
396
B.P.4
Biodiversità
B.P.5
Biodivers
ità
SPECIE
ALIENE
DIVENUTE
INFESTANTI
B.P.6
Biodiversità
INTRODUZIONE DI
SEMI E PIANTE PER
USI FORESTALI E DI
MITIGAZIONE
Paesaggio
P.P.2
Paesaggi
o
P.P.1
GRADO
DI
FRAMMENTAZIONE
DA
URBANIZZAZIONE E
INFRASTRUTTURE
ADIACENZA
A
DETRATTORI
AMBIENTALI: CAVE
/ DISCARICHE
PRESSIONE
SULL'HABITAT
DOVUTA
ALLE
ATTIVITÀ DI TIPO
AGRICOLO
Indicatore deputato
alla verifica della
continuità all’interno
del Sic e nella buffer
zone, in relazione alle
reti viarie,
l’urbanizzazione, le
infrastrutture
Indicatore deputato
all’analisi della
distribuzione ed
invasività delle specie
alloctone
Conoscere la quantità
e la provenienza di
semi e piante evitando
inquinamento
genetico e la
diffusione di piante
non
autoctone durante
"interventi di recupero
ambientale" (post
incendi e comunque a
seguito di calamità o
forti stress
ambientali).
Indicatore che stima la
vicinanza a detrattori
ambientali
Indicatore di
pressione di
specifiche attività
economiche legate
all’agricoltura
Verificare il grado di
frammentazione del
sistema ambientale
Utilizzo del corine
landcover (ove
disponibile il Corine
biotopes)
numer
o
Mappe e
diagrammi
Corione
landcover,
corine
biotopes
Verificare la presenza
e abbondanza delle
specie aliene e la
relazione con lo stato
di salute degli habitat
Controllo delle
quantità di specie
prodotte e loro relativo
commercio al fine di
verificare la capacità
produttiva di specie
autoctone ed
eventualmente
incrementare la
produzione ed il
controllo di qualità,
con relativa
certificazione.
Analisi di campo e
valutazioni qualiquantitative.
Distribuzione spaziale
e mappatura
Rapporto tra sementi
richieste per interventi
di riforestazione e
quantità prodotte dai
centri del CF o da
centri autorizzati.
Numer
o/para
metro
Diagrammi,
mappe
Analisi di
campo
kg e
n.di
individ
ui
Grafica.
Centri
lavorazione
semi del
C.F.S. ;
Azienda
Regionale
Forestale;
Associazione
Nazionale
Aziende
Regionali
delle Foreste.
Verificare in termini
quali-quantitativi la
distanza del detrattore
dall’area sic e/o
bufferzone
Si vuole ottenere una
stima generale della
pressione delle attività
agricole nel sic e nella
buffer zone
Distanza in km
Km
Grafico,
mappa
Dati di campo,
dati regionali
Elaborazione
numerica a partire da
dati esistenti
numer
o
Grafici e/o
mappe in caso
di possibilità
di
georeferenzia
zione dei dati.
ISTAT,
Regioni,
Corine
landcover.
397
PRESSIONE
Paesaggio
P.P.4
Paesaggio
P.P.3
PRESSIONE
SULL'HABITAT
ANTROPICA
SULL’AREA SIC
DOVUTA
ALLE
ATTIVITÀ DI TIPO
TURISTICO
Indicatore generale
che stima la pressione
antropica sulle aree
protette generata
dall'urbanizzazione, il
popolamento e
dalle attività
economiche.
Indicatore ricavato
dalla somma di
indicatori specialistici:
Pressione da attività
economiche sulle aree
protette, Pressione
da popolamento sulle
aree protette,
Pressione da
urbanizzazione sulle
aree protette.
Si utilizzano i dati
ricavati dagli
indicatori: Pressione
da attività economiche
sulle aree protette,
Pressione da
popolamento
sulle aree protette,
Pressione da
urbanizzazione sulle
aree protette.
Kmq,
numer
o
Istogrammi,
mappe
ISTAT,
Regioni
Indicatore generale di
pressione turistica che
considera sia la
pressione derivante
dalle presenze
turistiche sia quella
derivante dalle
infrastrutture ad uso
turistico all'interno
delle AP.
Si vuole ottenere una
stima generale della
pressione turistica
all'interno dei comuni
delle AP.
Elaborazione
numerica a partire da
dati esistenti derivati
da indicatori
specialistici.
numer
o
Grafici e/o
mappe in caso
di possibilità
di
georeferenzia
zione dei dati.
ISTAT,
Regioni, APT
regionali e
provinciali.
398
Gli elementi di
degrado sono
generalmente elementi
eterogenei rispetto ad
un determinato
paesaggio, per natura,
tipologia,
scala, forma, texture,
ecc. E' evidente che il
loro numero e la
superficie
percentualmente
occupata da essi ha
un riflesso
importante sulla
qualità visiva del
paesaggio. E' in senso
lato un modo semplice
per misurare
l'eterogeneità.
Definire la qualità
visiva del paesaggio
attraverso
l'assenza/presenza di
elementi detrattori.
Si può
percentualizzare l'area
occupata dagli
elementi di degrado,
tenendo conto della
loro altezza, che può
essere
ribaltata considerando
l'area occupata
conseguente.
numer
o, ha
Cartografia
tematica,
tabelle e
istogrammi
CTR e
indagini
dirette
CONDIZIONE E
Questo indicatore
mette in evidenza la
dinamica delle
popolazioni di specie
indicatrici presenti nel
sito.
Fornire il quadro di
salute delle
popolazioni che
hanno un particolare
valore di
bioindicazione
N di specie indicatrici
Oppure, densità delle
popolazioni, Oppure
Distribuzione delle
popolazioni
Numer
o/para
metro
Tabella,
rapporto
grafico,
mappe
dati di campo,
Si intende la diversità
all'interno dell’area
(sensu Shannon)
riferita al numero di
tipi di uso del suolo
affini rilevati da
CORINE.
Quantificare la
diversità paesistica
sul territorio
Elaborazione di
coperture di CORINE
Landcover.
N°
numerica
Corine
landcover
(mappe di
vegetazione/h
abitat redatte
dal piano)
Biodiversità
B.S.2
NUMERO
Biodiversità
B.S.1
Paesaggio
P.P.5
E
SUPERFICIE DEGLI
ELEMENTI
DI
DEGRADO
TREND DI ALCUNE
SPECIE VEGETALI
INDICATRICI (DA
IDENTIFICARE IN
CAMPO PER OGNI
SITO)
DIVERSITÀ
PAESISTICA PER
LA AREE
PROTETTE
399
Quantificare le classi
di uso del suolo nel
sic e nella bufferzone
Somma delle aree di
tutte le patch
appartenenti ad una
determinata classe di
uso del suolo
N°
Tabelle,
mappe
NUMBER OF
PATCHES (NUMP)
Questo indice mette in
evidenza la
frammentazione delle
singole classi
all’interno del sic
Verificare il livello id
frammentazione delle
singole classi
Numero di patch
appartenenti ad una
stessa classe o
numero di patch totali
presenti nel paesaggio
N°
Tabelle,
mappe
MEAN PATCH SIZE
(MPS)
è un indicatore della
grana del paesaggio e
quindi della
frammentazione
Verificare il livello id
frammentazione delle
singole classi
Area media delle patch
di una determinata
classe o di tutte le
patch del paesaggio
ha
Tabelle,
mappe
Paesaggio
P.S.4
Questo indice
quantifica le classi di
uso del suolo nel sito
Paesaggio
P.S.3
CLASS AREA (CA)
Paesaggio
P.S.2
Paesaggio
P.S.1
SHANNON'S
DIVERSITY INDEX
(SDI)
Lo SDI misura la
diversità presente nel
paesaggio in base al
numero di classi
presenti e alla
superficie relativa
occupata da ogni
classe. L’indice di
Shannon, può variare
tra zero e l’infinito,
aumenta al crescere
del numero dei tipi di
elementi e/o quando le
classi tendono ad
occupare superfici
simili
Misura la diversità in
termini paesaggistici
Indice di Shannon
N°
Tabelle,
mappe
Corine
landcover
(mappe di
vegetazione/h
abitat redatte
dal piano)
Corine
landcover
(mappe di
vegetazione/h
abitat redatte
dal piano)
Corine
landcover
(mappe di
vegetazione/h
abitat redatte
dal piano)
Corine
landcover
(mappe di
vegetazione/h
abitat redatte
dal piano)
400
PERDITA DI
Biodiver
sità
B.I.2
INDICE ESAS
Biodiversità
B.I.1
Desertificazione
D.S.1..
BIODIVERSITÀ PER
DISTRUZIONE ED
ALTERAZIONE DI
HABITAT
ALTERAZIONE DI
POPOLAZIONI
SENSIBILI
Verifica della
vulnerabilità
ambientale mediante
un set di indici che
compongono l’indice
ESAS (l’Indice di
Qualità del Suolo (Soil
Quality Index, SQI),
L’Indice di Qualità del
Clima (Climate Quality
Index, CQI), l’Indice di
Qualità della
Vegetazione
(Vegetation Quality
Index, VQI), l’Indice di
Qualità della Gestione
del Territorio
(Management Quality
Index, MQI).
Verifica della
stabilità/vulnerabilità
dell’area e del
complesso di
fenomeni di degrado
espressi col termine di
desertificazione
Ha la funzione di
mettere in evidenza
l’eventuale evoluzione
soprattutto in termini
di estensione di
particolari habitat di
riferimento.
Monitorare
l’evoluzione di
eventuali situazioni
critiche che
minacciano la
presenza di habitat
importanti per la
conservazione della
natura
Monitorare set di
indicatori ambientali
molto sensibili
Modifica dell’entità e
della stabilità delle
popolazioni sensibili
al cambiamento
ESAI = (SQI * CQI * VQI
* MQI)1/4
SQI = (Roccia madre *
Tessitura * Pietrosità *
Profondità del suolo *
Drenaggio *
Pendenza)1/6
CQI = (Precipitazioni
annue
*Aridità*Esposizione
dei versanti)1/3
VQI = (Rischio
d’incendio *
Protezione
dall’erosione *
Resistenza alla siccità
* Copertura vegetale)
¼
MQI = (Intensità d’uso
del suolo * Politiche di
protezione) ½
Valutazione delle
differenze nel tempo
relative all’estensione
di particolari habitat
Valutazione delle
differenze nel tempo in
termini quantitativi
num
mappa
Sa dati
esistenti
N° ha
mappe
N°
oppure
ha
Diagrammi ,
mappe
Mappatura
con
campagne a
terra e verifica
da serie
storica di
immagini
aereofografich
e
Da dati di
campo
401
Biodivers
ità
B.R.5
Biodiversità
B.R.4
TIPO E SUPERFICIE
DEGLI
HABITAT DELLA
DIRETTIVA
HABITAT
FINANZIAMENTO
DELLE AREE
NATURALI
PROTETTE
Mappa e descrizione
degli habitat naturali
presenti in direttiva
Habita sul territorio in
esame
Visualizzare le
potenzialità del
territorio rispetto alla
possibilità di garantire
la conservazione e la
valorizzazione degli
aspetti naturalistici.
Censimento sulla base
dell’allegato I della
dierettiva habitat
N° ha
Tabelle,
mappe
Dati a terra e
fotointerpreta
zione
Finanziamento
dedicato all’are a in
esame
Valutare che
percentuale del
bilancio dello Stato è
dedicato all’ area
Verifica del Bilancio
dello Stato e delle
Regioni.
euro
Grafico
Ministero
ambiente,
Regione
Basilicata,
Province
402
VII° - ALLEGATI SELEZIONATI
11. ALLEGATI
11.3 Matrice “Strumenti di Gestione Territoriale”
403
RETE NAT2000 DI BASILICATA - MISURE DI TUTELA E DI CONSERVAZIONE - LIVELLI DI REGOLAMANTAZIONE CODIC
E DEL
SITO
LIMITI
AMMINISTRATIVI
PIANO URBANIST.
COMUNALE
IT9210
105
PARCO R. delle
DOLOMITI LUCANE
PCV PietrapertosaCastelmezzano
IT9220
130
PARCO R. delle
DOLOMITI LUCANE
PCVAccetturaCalciano-Oliveto L.
IT9220
030
PARCO R. delle
DOLOMITI LUCANE
PCVAccetturaPietrapert.Cirigliano
PARCO R. delle
IT9220
CHIESE RUPESTRI
135
IT9210
C.di Laurenzana
005
IT9210
142
C.di Pignola
IT9210
C.Atella Rionero Melfi
140
IT9210
300
PARCO NAZIONALE
DEL POLLINO
IT9220
C.di Matera
144
Miglionico-Grottole
IT9210 C. di Atella - Melfi 210
Rionero
IT9210
C. Picerno - Potenza
215
Grassano
IT9220 C.di
Grottole Garaguso 260
PIANO PIANO DEL
PARCO
PAESIS
TICO NAZIONALE
PIANO DEL
PARCO
REGIONAL
E
PIANO FORESTALE
DI ASSESTAMENTO
RISERVA NATUR.
REGIONALE
P.F.A. di Pietrapertosa
Region
ale
P.F.A. di Pietrapertosa
Monte
Croccia
Non Redatto P.F.A. di Pietrapertosa
VIGENTE
PCV Matera Montescaglioso
Abetina di Laurenzana
PCV
PCV
RISERVA
NATUR.
STATALE
Region
ale
Lago Pantano
Grotticelle
PCV
Non Redatto
PCV di Francavilla
sul Sinni
P.F.A. di Francavilla
sul Sinni
PCV
Region
ale
Lago Piccolo di
Monticchio
P.F.A. di Picerno
404
Calciano
IT9210
020
IT9210
240
IT9210
205
IT9210
115
IT9210
180
C.di Tricarico-AlbanoTolve
C.di Calvello Marsiconuovo
C.Calvello MarsicoV.
Marsiconuovo.
C.di Abriola - Sasso
Castalda
C.di Viggiano Marsicovetere
IT9210
143
C.Spinoso GrumentoMontemurro
P.F.A. di Tricarico
P.F.A. di Calvello
P.F.A. Sasso di
Castalda
Region
ale
C.S.Martino-AlianoGallicchio Missanello Roccanova-Armento
IT9210 C.di S.ChiricoRaparo 195
Castelsaraceno
IT9210
220
IT9210
200
IT9210
165
IT9210
185
IT9210
075
IT9210
145
P.F.A. di S.Chirico
Raparo
Region
ale
C. Lagonegro Rivello
Nemoli - Lauria
P.F.A.di LagonegroRivello
Lago Laudemio
C.di C.SaracenoLatronico-Lauria
C.di LauriaCastelluccio Sup.
PARCO NAZIONALE
DEL POLLINO
PARCO NAZIONALE
DEL POLLINO
IT9210
C.di Muro Lucano
190
P.V.C:Terranova del
P. San Severino
Francavilla sul Sinni
PVC.di ViggianelloSan Severino L.FardellaChiaromonte
Region
ale
Non Redatto
P.F.A.di San Severino
Lucano - Francavilla
sul Sinni - Viggianello
PCV
405
IT9210
010
IT9210
035
IT9210
170
IT9210
110
IT9210
025
IT9210
045
IT9210
265
IT9210
015
IT9210
160
IT9210
155
IT9210
040
IT9210
141
IT9210
120
IT9210
245
IT9210
250
IT9220
090
IT9220
255
IT9220
085
IT9220
095
IT9220
C.di Ruoti
Region
ale
C.di Pignola
P.F.A. di Pignola
C.di Viggiano
C.di Moliterno
P.F.A. di Noepoli
C.di Noepoli
P.F.A. di Rivello
C.di Rivello
Region
ale
C.di Trecchina
C.di Maratea
C.di Maratea
C.di Maratea
PARCO NAZIONALE
DEL POLLINO
C.di Lauria
Non Redatto
PCV di San.Severino
Lucanno
PCV
Non Redatto
PARCO NAZIONALE
DEL POLLINO
C.di Bernalda
PCV di Terranova del
Pollino
PCV
Region
ale
Metaponto
C.di Ferrandina Pomarico
C.di Bernalda - Pisticci
C.di Pisticci Scanzano Ionico
C.di Policoro-
406
Scanzano Ionico
080
IT9220 C.di Policoro055
Ritondella
Bosco Pantano
407
DIRETTIVA
92/43/CE
CODICE DEL
SITO
SUPERF.HA
IT921005
321,603
ALLEG.
ALLEGATO I
II
ALLEG.IV
TIPO DI
%
HABITAT
S/T.H.
9210*
70
3
2
9220*
30
9210*
40%
112,07
9220*
60%
3
2
IT9210015
214,699
1240
5212
5331
8310
70
10
10
10
5
1
IT9210020
1731,595
9280
100
2
2
IT9210025
284,351
9280
100
2
1
IT9210035
555,463
9210*
9180*
9220*
80
15
5
2
2
IT9210040
1210,901
9210*
9180*
80
20
4
8
IT9210045
363,686
9210*
6310
80
20
3
2
IT9210070
272,638
9210*
9220*
70
30
2
1
IT9210075
2.413,95
9210*
9180*
9220*
80
10
10
5
5
IT9210010
408
1.312,52
6310
9340
6220*
6210*
15
10
10
5
2
1
235,018
9210*
9180*
90
10
2
4
745,277
9210*
9220*
9180*
6210*
80
10
5
5
3
3
IT9210120
68,366
8214
6210*
5210
80
10
10
2
1
IT9210140
323,475
91B0
30
3
2
IT9210141
79
3140
80
IT9210142
137,806
3150
3280
6420
80
10
10
2
2
IT9210143
1.994,98
3150
80
2
1
IT9210145
968,831
9210*
9220*
9180*
6210*
8214
50
30
10
5
5
4
8
IT9210155
524,772
5330
9320
1120*
20
20
10
3
1
IT9210105
IT9210110
IT9210115
409
6220*
1240
5210
6310
10
10
10
10
292,85
5330
1120*
9320
1240
5210
6310
8310
25
20
15
15
10
10
5
2
1
1.561,08
9210*
8210
6210*
6310
9540
8130
40
30
10
10
10
5
2
4
589
9210*
9260
9220*
9180*
80
10
5
5
2
4
788,233
9220*
9210*
9180*
6210*
60
10
10
10
3
2
IT9210185
1.074,39
9210*
8214
6210*
9540
50
20
10
10
2
4
IT9210190
1.130,79
9210*
6210*
30
10
2
4
IT9210160
IT9210165
IT9210170
IT9210180
410
8310
9180*
10
5
2.020,50
9210*
6210*
40
20
2
4
2.630,60
9210*
8130
6210*
8240*
40
20
5
5
2
4
1.589,86
9210*
6210*
40
20
3
5
1.881,68
9210*
9260
3150
9180*
8320
6420
7220*
40
30
5
5
3
2
1
2
5
IT9210215
800,238
9210*
6210*
9180*
9220*
70
10
10
10
2
2
IT9210220
5.361,33
6310
100
4
1
IT9210240
1.634,63
9210*
6210*
9180*
9220*
70
15
10
5
3
2
IT9210245
457,598
9540
9210*
6210*
40
30
20
2
1
IT9210195
IT9210200
IT9210205
IT9210210
411
8210
10
IT9210250
148,186
6210*
9380
70
30
3
5
IT9210265
891,129
9340
6310
40
30
2
2
IT9220030
514,458
9210*
9180*
95
5
4
1
856,755
91F0
2250*
1410
2120
5230*
6310
50
10
10
10
5
5
2
3
651,584
2250*
2230
2120
2190
1410
1310
30
20
20
10
10
10
4
2
IT9220085
496,413
2120
1310
2250*
1420
1410
2190
2240
30
25
20
10
5
5
5
3
2
IT9220090
472,547
2250*
2190
1310
1410
20
20
15
10
3
2
IT9220055
IT9220080
412
1420
2120
2130*
2220
2240
10
10
5
5
5
429,137
1310
1410
2190
2240
2250*
2120
1420
30
25
20
10
5
5
5
2
2
IT9220130
4.249,29
91B0
9340
6310
9210*
60
15
15
10
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4
IT9220135
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6310
10
5
3
IT9220144
2.122,49
3150
80
3
2
IT9220255
671,561
6220*
100
3
2
IT9220260
779,475
6220*
3280
70
30
3
2
IT9220095
413