ACTA - Custodia di Terra Santa

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ACTA - Custodia di Terra Santa
ANNO L GENNAIO - DICEMBRE 2005 N. 1-2
A C T A
custodiÆ terrÆ
sanctÆ
IUSSU
REV.MI P. PETRI BAPTISTÆ PIZZABALLA OFM
CUSTODIS TERRÆ SANCTÆ
DIGESTA
Custodia di Terra Santa, Direzione degli Acta
San Salvatore
Pro manuscripto
Dalla Santa Sede
Congregazione per le Chiese Orientali:
Lettera ai Vescovi per la coletta del Venerdì Santo
Prot. 1/2005
Roma, Quaresima 2005
Eccellenza Reverendissima,
Desidero di nuovo rivolgermi a Lei in favore della Terra Santa che occupa nel
tempo odierno larghi spazi sui mezzi di comunicazione sociale, e nel cuore della
Chiesa intera, a causa della triste situazione che colpisce tutti i suoi abitanti. Questo Dicastero segue in particolare modo il dramma detta Comunità cristiana che sta
continuamente diminuendo per la mancanza di pace e di stabilità. Tale Comunità
e sempre più bisognosa di aiuto da parte di tutte le diocesi e di tutte le istituzioni
ecclesiastiche.
La Colletta del “Venerdì Santo”, come Ella ben sa, ha come scopo di promuovere,
nei fedeli cristiani l’amore per la Terra del Signore, perché la Chiesa vi sopravviva,
si senta amata e sostenuta dalla solidarietà di ogni cristiano, e continui a dare testimonianza di fede in Colui che in quella Terra è nato, ha predicato il Vangelo, è morto
ed è risorto.
Il Santo Padre Giovanni Paolo II manifesta costantemente la Sua paterna vicinanza
ai Cristiani della Terra Santa. Nell’Udienza ai partecipanti all’Assemblea della Riunione delle Opere in Aiuto alle Chiese Orientali (R.O.A.C.O.), il 24 giugno 2004, ha
sottolineato l’importanza di tale Colletta: “La comunione solidale, che unisce tutti i
credenti in Cristo, è la Colletta per la Terra Santa, tradizionalmente raccolta il Venerdì Santo in ogni parte del mondo. I miei venerati Predecessori hanno sempre raccomandato a tutte le Comunità cristiane la cura per la Chiesa madre di Gerusalemme.
Occorre perseverare, pregando intensamente per la pace dei Popoli che vivono nella
Terra di Gesù. Ai cristiani tanto provati da perdurante violenza e da numerosi altri
problemi che producono impoverimento economico, conflittualità sociale, avvilimento umano e culturale, non venga meno il sostegno dell’intera Chiesa cattolica.”
La Congregazione per le Chiese Orientati facendo eco alle parole di Sua Santità,
rinnova l’appello pro Terra Sancta, che ho avuto la gioia di visitare, personalmente, dal 13 al 19 aprile 2004. Mi sono fatto pellegrino a Gerusalemme, Betlemme e
nei Santuari della Galilea sostando in preghiera nei luoghi della nostra redenzione.
Ho incontrato la Gerarchia, il clero, i religiosi e i fedeli delle Chiese cattoliche ed
ortodosse che vi svolgono la loro missione. Nell’indimenticabile pellegrinaggio ho
avuto modo di “ricevere e dare speranza”, ed offrire un segno di fraterna vicinanza
ai nostri fratelli tanto provati dal conflitto che affligge l’intera regione. La pace nel
mondo passa per Gerusalemme “Città della Pace”, quella “Città Santa” e “Capitale
del monoteismo”, come la chiamò il Papa Paolo VI nella Nobis in animo del 25
marzo 1974. Per questo, spetta ad ogni cristiano di operare per quella pace desiderata, speciale dono di Dio che deve impegnare le nostre preghiere, i nostri sforzi e la
nostra solidarietà.
Mi onoro, infine, di esprimere a Lei e ai diretti Collaboratori il cordiale ringraziamento di Sua Santità, unitamente ai sentimenti della più viva riconoscenza mia e di
questa Congregazione, che vuole riassumere la gratitudine della Chiesa universale e
di quella porzione del Popolo di Dio che vive nella terra del Nostro Salvatore.
Con sensi di fraterno ossequio mi confermo
Suo dev.mo
+ Ignace Moussa Card. Daoud
Patriarca emerito di Antiochia dei Siri, Prefetto
+ Antonio Maria Vegliò
Segretario
Ringraziamento per il dono fatto dallo SBF
Segreteria di Stato
Prima Sezione - Affari Generali
N. 16.517
Dal Vaticano, 27 settembre 2005
Reverendo Padre Preside
Studium Biblicum Franciscanum
Facoltà di Scienze bibliche e Archeologia
Via Dolorosa - Flagellation Monastery
POB 19424 Jerusalem
------------------------------------------------Reverendo Padre,
nel corso dell’Udienza del Sommo Pontefice Benedetto XVI ai Partecipanti del
recente Congresso Internazionale indetto dalla Federazione Biblica Cattolica per il
XL anniversario della Dei Verbum, Ella, per il cortese tramite di Sua Eccellenza Rev.
ma Mons. Vincenzo Paglia, ha voluto farGli pervenire in dono un pregevole cofanetto decorato in madreperla, contenente una lucerna erodiana, un unguentario e una
lucerna bizantina.
Sua Santità ha accolto con compiacimento il gesto premuroso di ossequio e desidera farLe giungere l’espressione della Sua gratitudine per l’apprezzato omaggio,
insieme a vivi auspici affinché codesto Studium continui a fornire agli studiosi e ai
fedeli strumenti di conoscenza autentica, profonda e certa della Parola di Dio. Egli
invoca la protezione di Maria di Nazareth, Donna dell’ascolto, e di san Francesco
d’Assisi, che seguì sine glossa la via del Vangelo, ed è lieto di corrispondere all’atto
gentile inviando a Lei, ai Docenti e agli Alunni la Sua speciale Benedizione Apostolica, pegno di copiose grazie e dei doni dello Spirito del Signore.
Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio della Paternità Vostra Rev.da dev.mo nel Signore.
+ Leonardo Sandri
Sostituto
Dalla Curia Generalizia
La grazia delle origini:viii centenario
della fondazione dell’Ordine dei Frati Minori
Presentazione del Ministro Generale
Ai Frati Minori,
alle Sorelle Povere di Santa Chiara
alle altre Suore francescane contemplative
e a chi giunge questa lettera:
“salute e pace santa nel Signore” (2Lcus 1).
La grazia delle origini
Noi Frati Minori, poiché stanno per compiersi 800 anni della Fondazione del nostro Ordine con l’approvazione da parte di Innocenzo III della Regola di vita, ci
prepariamo a celebrare la grazia delle origini.
Secondo gli storiografi fu il 1209 l’anno in cui Francesco ottenne dal “signor papa”
l’approvazione del suo “progetto di vita”, o di ciò che poi verrà chiamata “Protoregola”. È lo stesso Francesco a dircelo nel Testamento: “E dopo che il Signore mi
dette dei fratelli, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo
mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. E io la feci scrivere
con poche parole e con semplicità, e il signor papa me la confermò” (Test 14-15).
Questa “forma di vita” andrà ampliandosi secondo le esigenze della Fraternità,
rimanendo il fondamento della Regola del 1221 e più tardi della Regola del 1223,
confermata da Onorio III; testi che, a distanza di molti secoli, continuano ad essere
riferimento essenziale per comprendere Francesco e comprendere noi stessi.
Mettiamoci in cammino
La celebrazione dell’VIII centenario della fondazione della nostra Fraternità ci
offre un’opportunità di grazia per ricordare con gratitudine il passato, vivere con
passione il presente e aprirci con fiducia al futuro (cf NMI 1b). Questo sarà il nostro
modo di celebrare La grazia delle origini. In tal modo, all’inizio del terzo millennio
noi Francescani desideriamo riaffermare la nostra ferma volontà di restare fedeli
al nostro carisma, “vivendo il Vangelo nella Chiesa, secondo la forma osservata e
proposta da san Francesco” (CCGG 1 §1), ricreandola però oggi alla luce delle sfide
della vita francescana.
Noi Frati Minori, accettando con gioia l’invito del “signor papa” Giovanni Paolo
II, con la celebrazione degli 800 anni della fondazione del nostro Ordine, voglia
mo, in primo luogo, aprirci alla gratitudine verso l’“Altissimo, onnipotente, bon
Signore” (Cant 19), il “Padre delle misericordie” (TestsC 2) per le “meraviglie” che
Dio ha realizzato attraverso i Frati che ci hanno preceduto, particolarmente per il
fratello Francesco, e per le “meraviglie” che il Signore, “Dio onnipotente, misericordioso Salvatore” (LodAl 7) continua a realizzare in e per i fratelli e le sorelle che
camminano decisamente sui sentieri della virtù (cf LErm 3). Siccome non vogliamo
né “possiamo accontentarci di magnificare le opere dei nostri antenati” - poiché “è
grande vergogna per noi, servi di Dio, che i santi hanno compiuto le opere e noi
vogliamo ricevere gloria e onore con il solo raccontarle” (Am 6), ma desideriamo
vivamente ispiraci ad esse per fare la parte che ci spetta nella nostra storia (cf Sdp 3)
– “riconosciamo l’urgenza di tornare all’essenziale della nostra esperienza di fede
e della nostra spiritualità per nutrire, mediante l’offerta liberatrice del Vangelo, il
nostro mondo diviso, disuguale e affamato di senso, così come fecero nel loro tempo
Francesco e Chiara di Assisi” (Sdp 2).
Durante la celebrazione del grande giubileo francescano, contemplando la storia
del nostro Ordine, noi Frati Minori, riconosciamo con gioia che abbiamo “una gloriosa storia da ricordare e da raccontare”. Convinti, tuttavia, come siamo della forza
e dell’attualità della “forma di vita” ispirata dall’Altissimo a Francesco, che è fondamentalmente una forma di vita evangelica, assumiamo con decisione la sfida di
continuare a costruire una grande storia. A tale scopo intendiamo con fervore rivolgere gli occhi al futuro, verso cui sentiamo che lo Spirito ci sospinge per continuare
a fare con noi grandi cose (cf VC 110). In questo modo vogliamo vivere la grazia
delle origini “non solo come memoria del passato, ma come profezia dell’avvenire”
(NMI 3).
Chiamati a “seguire più da vicino il Vangelo e le orme di nostro Signore Gesù
Cristo” (CCGG 5 §2), ci impegniamo a vivere questo giubileo in atteggiamento di
conversione. Per questo desideriamo fare memoria del nostro “proposito” (cf 2LAg
11), affinché, “con corsa veloce” e “con passo leggero” (cf 2LAg 12), possiamo, anche se in mezzo ad inevitabili fragilità, progredire con maggiore sicurezza “nella via
dei comandamenti del Signore” (cf 2LAg 15). Per questo motivo, nel prepararci con
gioia e rinnovato entusiasmo alla celebrazione della grazia delle origini, avvertiamo
con molta forza la chiamata a “non addomesticare le parole profetiche del Vangelo
per adattarle ad un comodo stile di vita” (Sdp 2), sentiamo “l’urgenza evangelica del
“nascere di nuovo”” (Sdp 2).
Chiamati ad esplorare “vie nuove per attuare il Vangelo” (VC 84), vogliamo vivere
questo giubileo in atteggiamento di discernimento per non essere immobili e ripetitivi, bensì, per essere fari generatori di speranza nella notte oscura che attraversa il
nostro mondo ferito e tante volte crocifisso. Siamo disponibili, pertanto, ad ascoltare
la voce del Signore negli eventi della storia e a scoprire la sua presenza in mezzo a
noi, nella convinzione che in tal modo rafforziamo i nostri passi nel cammino verso
il futuro e la nostra adesione al Vangelo (cf NMI 6). Leggere i segni dei tempi e interpretarli in modo conveniente ci permetterà di “essere noi stessi segni leggibili di vita
per un mondo assetato di “nuovi cieli e nuova terra”” (Is 65, 17; Ap 21,1) (Sdp 7).
Chiamati a riproporre con coraggio l’audacia, la creatività e la santità di Francesco
e a coltivare una fedeltà dinamica come risposta ai segni dei tempi emergenti nel
mondo di oggi (cf VC 37), ci proponiamo di tornare all’essenziale della nostra forma di vita, rileggendola e reincarnandola nell’odierna realtà culturale; desideriamo
rimanere fedeli al nostro carisma e allo stesso tempo tener presenti le esigenze del
mondo attuale, anticipando il futuro.
Che cosa dobbiamo fare, fratelli?
Carissimi Fratelli, nel prepararci alla celebrazione della grazia delle origini, è necessario domandarsi: “Che cosa dobbiamo fare, fratelli?” (At 2,37). Vi confesso che
è una domanda che mi pongo molte volte. Vedendo la situazione della Fraternità
universale, avverto che lo Spirito ci sta chiedendo di centrarci, concentrarci e decentrarci.
Centrarci in ciò che per noi deve essere tutto: “il bene, tutto il bene, il sommo
bene” (LodAl 4). Per questo motivo avere il cuore rivolto al Signore (cf Rnb 22,19)
deve essere la priorità delle priorità di ogni Frate Minore. Abbandonare ogni impedimento o mettere da parte ogni preoccupazione per poter servire, amare, onorare il
Signore Dio, con cuore puro e mente pura (cf Rnb 22,26), ecco la grande sfida di ogni
Frate Minore, di ogni seguace di Gesù.
Concentrarsi sull’essenziale allo scopo di evitare la frammentazione e la dispersione. È importante concentrarsi sulle Priorità che ci qualificano come una Fraternità-in-missione, che vive i valori essenziali del proprio carisma. Le Priorità non sono
opzioni marginali, ma conseguenza ed esigenza di una vita radicalmente evangelica
così come la propone san Francesco. Esse, in quanto tali, non sono valori marginali,
ma sono i pilastri della nostra fedeltà al Vangelo. Le Priorità sono la chiave di lettura
per vivere la nostra identità di Frati Minori e per comprendere le attese del mondo.
Decentrarsi per andare verso il mondo, il nostro chiostro, per testimoniare e proclamare che solo il Signore è onnipotente (cf LOrd 9), coscienti che non siamo stati
chiamati a vivere per noi stessi ma per gli altri, che le nostre Fraternità non sono per
se stesse ma per far conoscere il Regno di Dio. Chiarificata la nostra appartenenza al
Signore - centrarsi - e la nostra identità come Frati Minori - concentrarsi - è il momento di andare nel mondo intero per proclamare il Vangelo a tutte le creature, così
che tutti possano conoscere la grazia e l’amore che Dio Padre ha rivelato ed offerto
in Cristo Gesù (cf CCGG 83 §3). Questa è la nostra missione e la nostra ragion d’essere: far conoscere il Regno di Dio (cf Priorità 2003-2009, 4).
Centrarsi, concentrarsi, decentrarsi: tre movimenti essenziali per una vera rifondazione della nostra vita e missione, obiettivo ultimo del nostro VIII centenario.
Centrarsi, concentrarsi, decentrarsi: tre movimenti inseparabili. Centrarsi, concentrarsi, decentrarsi: tre movimenti che interrogano la nostra vita e missione e che ci
invitano a tornare all’essenziale del nostro carisma, senza dimenticare le chiamate
che ci vengono dalla storia.
Partendo da questa profonda convinzione, invito tutti i Frati ad entrare in questo
processo, senza aver fretta di vedere i risultati, poiché come dice un proverbio: “nessun seme arriva a vedere il proprio fiore”; però anche senza pause che paralizzano
un processo che risulta ineludibile se vogliamo un futuro per la nostra forma vitae,
ricordando quello che dice il Talmud: “non siete obbligati a completare la vostra
opera, ma non siete liberi di non iniziarla”. È questa una responsabilità che tutti, senza eccezione, dobbiamo assumere con coraggio e creatività, sentendoci “sentinella
del mattino” (cf Is 21, 11-12) e lavorando per costruire un futuro pieno di speranza,
con gli occhi sempre rivolti al Signore che continua ad assicurarci: “Ecco, io sono
con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).
Il progetto “la grazia delle origini”
Il progetto la grazia delle origini, elaborato ed approvato dal Definitorio generale
l’8 novembre 2004, precedentemente presentato ai Presidenti delle Conferenze per
una prima approvazione ed arricchito dai suggerimenti giunti da varie Entità dell’Ordine, intende marcare il cammino di tutto l’Ordine dei Frati Minori dal 2006,
anniversario della conversione di san Francesco, al 2009, anno in cui ricorderemo
l’VIII centenario dell’approvazione della “Protoregola”.
Il progetto la grazia delle origini vuole aiutare tutti i Frati a dare una risposta creativa ed adeguata alle sfide che ci vengono dalla Chiesa e dal mondo di oggi. Invito
tutti, particolarmente i Ministri e i Custodi, ad accoglierlo con simpatia e a metterlo
in pratica con fede e decisione.
Il progetto la grazia delle origini prevede un cammino in tre tappe: 2006, focalizzato sul discernimento; 2007, sul progetto di vita e 2008-2009, sulla celebrazione del
dono della vocazione. Ogni tappa sarà presentata più avanti con un sussidio di lavoro
e di approfondimento. Un momento del tutto particolare sarà la celebrazione del
Capitolo generale straordinario che si terrà, con la grazia di Dio, dal 15 settembre al
1° ottobre 2006 a Santa Maria degli Angeli, alla Porziuncola (Assisi). A Santa Maria
degli Angeli affidiamo il progetto la grazia delle origini, perché dia frutti abbondanti. San Francesco, nostro padre e fratello, ci accompagni in questo cammino.
Preghiera finale
Carissimi Fratelli e Sorelle, io, vostro servo minore in profonda comunione con il
Definitorio generale, vi prego e supplico caldamente, nella carità che è Dio (cf Gv
4,16) e con il desiderio di baciare i vostri piedi, che vi sentiate obbligati ad accogliere
e a mettere in opera queste proposte nate dalla riflessione e nella preghiera, per poter
meglio celebrare la grazia delle origini (cf 2Lf 87). “E tutti quelli e quelle che con
benevolenza le accoglieranno... li benedica il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo.
Amen” (1Lf 88).
Roma, 8 dicembre 2004,
Solennità dell’Immacolata Concezione,
Regina dell’Ordine dei Frati Minori
fra José Rodríguez Carballo, ofm
Ministro Generale
Progetto
L’Ordine dei Frati Minori si avvicina ormai a compiere 800 anni dalla sua fondazione.
Tutto è iniziato con la conversione evangelica di San Francesco, posta sotto il segno della gratuita iniziativa divina:
“Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così:
quando ero nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi, e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da
loro, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo. E
in seguito, stetti un poco e uscii dal secolo” (Test 1-3).
Questo accadde in un tempo non precisato ma collocabile una ventina d’anni prima della dettatura del Testamento, forse nel 1205. In ogni origine è già contenuta la
potenza di un’intuizione che nasce e si sviluppa, tra luci e ombre, slanci in avanti e
passi indietro. Qui possiamo già leggere tutta la grazia del futuro.
Dopo l’incontro con il lebbroso il Signore condusse Francesco a San Damiano,
dove il Crocifisso si rivolse a lui con le parole: “Francesco, va’ ripara la mia casa
che, come vedi, è tutta in rovina” (2Cel 10). Fu però alla Porziuncola che egli meglio
comprese la sua vocazione (cf 1Cel 22) e ricevette il dono dei fratelli (cf Test 14),
con i quali partì per le prime missioni. Il Poverello “con poche parole e con semplicità” fece allora scrivere la forma vitae che lo stesso Altissimo gli aveva rivelato e
che il “signor papa” gli confermò (cf Test 14-15). Così frate Francesco e la sua Fraternità ottennero da parte della Chiesa nel 1209 il riconoscimento del loro proposito
di vita.
Questa celebrazione può diventare un kairòs per l’intera Fraternità dell’Ordine e
per la Famiglia francescana. Un vero e proprio momento di grazia per favorire la
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“rifondazione” dell’Ordine stesso, in vista di nuovi inizi, di una nuova vita, e che
perciò è:
•
un’occasione propizia per tornare all’essenziale della nostra esperienza umana, cristiana e vocazionale francescana, ricominciando dai nostri valori carismatici;
•
un’ora provvidenziale “per nutrire, mediante l’offerta liberatrice del Vangelo, il nostro mondo diviso, disuguale e affamato di senso, così come fecero nel
loro tempo Francesco e Chiara d’Assisi” (Sdp 2), promuovendo la riconciliazione, la
giustizia e la pace;
•
un “tempo forte” nel cammino di crescita nella vita evangelica e nella sequela di Gesù Cristo (cf FP 38), nella fedeltà creativa (cf VC 37).
Per la grazia dell’Incarnazione riconosciamo la storia come luogo teologico, mistero del tempo nel quale celebriamo l’evento di Cristo Salvatore. Per questo, celebrare le origini della nostra Fraternità diventa un’opportunità perché la nostra vita
sia liberata e convertita. Siamo chiamati ad essere pellegrini e forestieri in questo
mondo, compagni di cammino di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, soprattutto dei piccoli e dei poveri, a qualunque razza, cultura, religione appartengano. Celebriamo allora l’origine della nostra forma vitae in condivisione sempre più piena
con tutti e in quest’ora della storia, segnata da cambiamenti radicali e dall’incertezza
del futuro.
Potremmo essere tentati di ripiegarci su noi stessi. Viviamo un tempo di passaggio
e di forte purificazione anche per la Vita consacrata. Un tempo dunque nel quale si
deve esercitare una fede umile e forte; nel quale non si può pretendere di trovare
risposte e di conteggiare i risultati dei nostri sforzi, mentre c’è bisogno di restare in
un cammino di dialogo con tutti e con ciascuno nella novità della vita.
Il cammino di preparazione diventa allora un itinerario nel quale rinnovare:
•
la grazia della nostra vocazione di Frati Minori, vissuta in questo “oggi”
della storia, nella scoperta del volto del lebbroso e di Gesù Cristo, Signore povero e
crocifisso;
•
la decisione audace e creativa di vivere oggi, personalmente e come fratelli,
la vita evangelica attraverso la sequela di Gesù, contenuta in quel “libro della vita e
midollo del Vangelo” che è la Regola, mentre tanti segni sembrano scoraggiarci;
•
lo stupore e la gratitudine per il dono della vocazione francescana, perché
possiamo restituirla al mondo, alla Chiesa e ai nostri fratelli con le parole e con la
vita, professandola di nuovo davanti al mondo e alla Chiesa, affidandoci con tutto il
cuore alla nostra Fraternità.
Ricchi di queste motivazioni non rischiamo così di celebrare noi stessi. Desideriamo vivere la memoria viva e provocante della nostra fondazione, la cui grazia
accogliamo anche in virtù della vita e della missione di tanti Frati Minori che da quel
1209 a oggi, hanno accolto e tradotto in fedeltà creativa quel “sogno” di Francesco
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d’Assisi: vivere il Vangelo nella Chiesa è possibile.
Noi, dopo otto secoli, accogliamo questo sogno perché, nella potenza dello Spirito,
possa assumere oggi un nuovo volto, animare i nostri passi, a volte stanchi, lasciare
un’impronta per il futuro della nostra vita di Fratelli contemplativi in missione.
Il Ministro generale e il suo Definitorio, consapevoli del loro servizio di “testimoniare con le parole e con la vita” a tutti i Frati l’attualità e la potenza del Vangelo
contenuta nella nostra forma vitae, affidano a ciascun Frate, alle Fraternità locali e
provinciali la proposta di un itinerario che nei diversi luoghi della nostra vita e missione ci faccia camminare idealmente insieme per:
Intraprendere il cammino
di discernimento necessario
per ri-fondare la nostra vita e missione
sugli elementi essenziali
della nostra “forma vitae”.
Le parole stesse di San Francesco ci indicano il cammino:
“A tutti i frati, ai quali debbo riverenza e grande amore, a frate ministro generale
della Religione dei frati minori, suo signore, e agli altri ministri generali che succederanno a lui, e a tutti i ministri e custodi e sacerdoti della stessa fraternità, umili in
Cristo, e a tutti i frati semplici e obbedienti, primi e ultimi, frate Francesco, uomo di
poco conto e fragile, vostro piccolo servo, augura salute in Colui che ci ha redenti e
ci ha lavati nel suo preziosissimo sangue.
Ascoltando il nome di lui, adoratelo […] e prestate orecchio alle mie parole. Inclinate l’orecchio del vostro cuore e obbedite alla voce del Figlio di Dio.
Osservate con tutto il vostro cuore i suoi precetti e adempite perfettamente i suoi
consigli.
Lodatelo poiché è buono ed esaltatelo nelle opere vostre, poiché per questo vi
mandò nel mondo intero, affinché rendiate testimonianza alla voce di lui con la parola e con le opere e facciate conoscere a tutti che non c’è nessuno Onnipotente
eccetto Lui.
Perseverate nella disciplina e nella santa obbedienza, e adempite con proposito
buono e fermo quelle cose che gli avete promesso. Il Signore Iddio si offre a noi
come a figli” (LOrd 2-11).
Con questi sentimenti, vi proponiamo alcune tracce per la preparazione all’VIII
Centenario della fondazione dell’Ordine, secondo le indicazioni del Documento del
Capitolo generale 2003, Il Signore ti dia pace, e delle Priorità per il sessennio 20032009.
Partiremo dunque nel 2006 per culminare nella celebrazione del 2009. Proponiamo appunto solo delle tracce, perché “dovunque sono e si troveranno i
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Frati” compiano questo cammino all’interno delle lingue, delle culture, dei popoli,
delle Chiese in cui vivono e operano, ricuperando anche la storia delle origini della
propria Entità.
Itinerario celebrativo
L’itinerario è articolato in tre tappe. Esse si propongono di accompagnarci verso
un tempo favorevole per:
•
l’ascolto, la conversione e il discernimento evangelico (anno 2006);
•
tradurre oggi, attraverso opere sante, la capacità di progettare la nostra vita
personale e fraterna secondo il Vangelo (anno 2007);
•
lo stupore e la gratitudine nel celebrare il grande dono della nostra vocazione, perché lo restituiamo attraverso le parole e la vita (anni 2008-2009).
Per ciascuna tappa si propone:
•
una parola chiave dal cammino di conversione di S. Francesco;
•
una meta verso cui andare;
•
alcuni mezzi suggeriti dal Documento del Capitolo generale, Il Signore ti
dia Pace, e dalla guida per l’approfondimento delle Priorità 2003-2009, Seguaci di
Cristo per un mondo fraterno, invitando le singole Entità a cercare altri mezzi significativi per la realtà locale;
•
dei gesti da porre pubblicamente davanti al Popolo di Dio, al quale dobbiamo la nostra risposta generosa e fedele alla grazia della vocazione e della missione,
che abbiamo ricevuto attraverso la conversione e la vita evangelica di Frate Francesco e dei suoi compagni e di tanti Frati nel corso di questi otto secoli.
Nei diversi passaggi dell’itinerario proposto si abbia cura di coinvolgere attivamente i membri della Famiglia francescana, grazie alla comune origine di vocazione
e missione.
Anno 2006
Ascoltiamo per cambiare vita!
“Signore che cosa vuoi che io faccia?”
L’ascolto, la conversione e il discernimento della volontà
del Signore per la nostra vita oggi
Dove andiamo?
•
Verso la riscoperta personale e condivisa nella Fraternità di “chi è” il Frate
Minore nella sua vita e missione, accogliendo la chiamata a rileggere la nostra identità agli inizi del terzo millennio, fedeli all’uomo e al Vangelo vissuto nella Chiesa,
secondo l’intuizione di Francesco.
•
Verso una rilettura del nostro essere Fraternità in missione, secondo lo spe13
cifico dei Frati Minori, accogliendo la chiamata ad andare “nel mondo intero” (LOrd
9), ad annunciare “agli uomini la pace e la penitenza” (1Cel 29) e a riscoprire il volto
del lebbroso e di Gesù Cristo, Signore povero e crocifisso.
Con quali mezzi?
•
Coltivare la dimensione dell’ascolto attraverso la lettura orante della Parola
di Dio secondo la tradizione francescana alla luce della vita degli uomini e delle
donne di oggi, attenti alla lettura e interpretazione dei segni dei tempi.
•
Curare la proposta e l’attuazione di periodi sabbatici, quali il moratorium:
ogni Frate abbia il “coraggio di fermarsi”. Le Province e le Conferenze, pertanto,
preparino un programma che offra ad ogni Frate la possibilità di ricuperare e di
riaffermare la grazia della vocazione, la sua relazione con Dio, con i fratelli, con il
mondo e il suo aggiornamento teologico e professionale.
•
Trovare in ogni Entità, dopo il Capitolo generale straordinario, le modalità
più opportune per una convocazione di tutti i Frati (es., Capitolo delle Stuoie), per
discernere i modi atti a migliorare la vita e la missione dei Frati dell’Entità stessa.
•
Il Ministro generale con il suo Definitorio, avvalendosi della collaborazione
delle Segreterie e degli Uffici di Curia, elabori dei sussidi che orientino il discernimento su “chi è” il Frate Minore in questo tempo e quale è la sua missione.
Con la forza dei gesti
•
Consegna del Crocifisso di San Damiano ad ogni Frate.
•
Concreti segni di condivisione, di minorità, di solidarietà e di restituzione ai
“lebbrosi” del nostro tempo anche attraverso una vita più sobria ed essenziale.
Anno 2007
Osiamo vivere il Vangelo!
“Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!
Si affretta allora, tutto pieno di gioia, a realizzare il salutare ammonimento;
non sopporta indugio alcuno a mettere in pratica fedelmente
quanto ha sentito” (1Cel 22)
Rinnovare la nostra vita personale e fraterna
secondo il Vangelo, nel contesto vitale
del nostro tempo.
Dove andiamo?
•
Verso la decisione audace e creativa di vivere oggi, personalmente e come
fratelli, il Vangelo e la Regola,“con semplicità e senza commento e di osservarli con
sante opere fino alla fine”; la vita evangelica attraverso la sequela di Gesù, contenuta
in quel “libro della vita e midollo del Vangelo” che è la Regola, mentre tanti segni
sembrano scoraggiarci.
14
•
Verso scelte concrete e profetiche in vista dell’elaborazione del Progetto
provinciale, del Progetto locale e del Progetto personale di vita e missione, alla luce
della lettura della realtà in cui viviamo, del Vangelo, della Regola, delle Costituzioni
e Statuti generali e delle Priorità dell’Ordine.
Con quali mezzi?
•
Incoraggiare i Capitoli provinciali e locali a compiere delle scelte concrete e
profetiche che liberino i Frati e le Entità dai diversi tipi di paure e dalle varie forme
di appropriazione per esprimere una fedeltà rinnovata al Vangelo e alla Regola.
•
Curare in ogni Entità l’elaborazione e la verifica del Progetto provinciale,
tenendo presenti le Priorità, per giungere alla “rifondazione”, nel senso di tornare
all’essenziale e al cuore della nostra vita e missione oggi.
•
Curare in ogni Fraternità locale l’elaborazione e la verifica del Progetto di
vita fraterna e che ogni Frate elabori il Progetto personale di vita.
•
Ri-assumere la Formazione permanente come scelta prioritaria in ogni Entità. Se ne curi particolarmente la specificità francescana, tanto a livello esperienziale
che teorico e in modo tale da “personalizzare” i valori del Progetto provinciale di
vita e missione.
Con la forza dei gesti
•
Consegna ad ogni Frate del Santo Vangelo e della Regola con le Costituzioni
generali.
•
Un impegno nuovo, comunitario e pubblico, orientato verso la solidarietà,
nuove forme di evangelizzazione, una nuova disponibilità per la missio ad gentes;
scelte concrete per la giustizia, la pace, l’integrità del creato; iniziative in favore del
dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale.
Anni 2008-2009
Restituiamo tutto al Signore
con le parole e la vita!
“Lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere
secondo la forma del santo Vangelo.
Ed io la feci scrivere con poche parole e con semplicità,
e il Signor Papa me la confermò” (Test 14-15)
Stupore e gratitudine nel celebrare
il dono della nostra vocazione
Dove andiamo?
•
Verso la celebrazione del dono della nostra vocazione.
•
Verso la restituzione, con le parole e con la vita, al mondo, alla Chiesa, ai
nostri fratelli del dono ricevuto, professando di nuovo la Regola e la vita dei Frati
Minori, affidandoci con tutto il cuore alla nostra Fraternità.
15
Con quali mezzi?
•
Curare in ogni Entità forme concrete di espropriazione e di restituzione dei
nostri beni ai poveri, che sono i nostri maestri e padroni.
•
Verificare in ogni Fraternità locale l’uso dei nostri spazi, anche in vista di
scelte di solidarietà e di condivisione.
•
Verificare l’uso che facciamo dei mezzi per l’evangelizzazione, tali che siano realmente consoni al nostro stato di minori (cf CCGG 109 §1).
•
Scegliere consapevolmente in ogni Entità la priorità dell’evangelizzazione,
più orientata in senso missionario.
•
Riprendere nel corso dell’anno da parte di ciascun Frate la formula della
Professione religiosa, perché diventi occasione di memoria grata del dono della vocazione, di revisione di vita e di rinnovato impegno.
Con la forza dei gesti
•
Celebrazione pubblica di azione di grazie al Padre delle misericordie, lodando l’Altissimo e bon Signore per il dono della vocazione cristiana e francescana
e per rinnovare in ciascuno la gioia dell’appartenenza a Colui che è tutta la nostra
ricchezza a sufficienza.
•
Rinnovazione della Professione religiosa davanti al Popolo di Dio: nelle
mani dei rispettivi Ministri provinciali nelle Entità e del Signor Papa in occasione
del Capitolo Generale del 2009.
Con lo sguardo al futuro
Cari Fratelli sparsi nel mondo per vivere con letizia in spirito di “penitenza”.
Vi consegniamo questa traccia, con la fiducia che sarà accolta veramente come
un’occasione favorevole per rifondare la vita evangelica della nostra Fraternità internazionale, per il bene del mondo, in comunione profonda con la Chiesa, animando
la speranza verso il futuro che lo Spirito prepara per noi tutti in quest’ora difficile
della storia.
La lasciamo a voi tutti con le parole di santa Chiara, la fedele custode della grazia
delle origini. La memoria dell’inizio della sua vocazione nel suo Testamento, ci spinga ad entrare in questo memoriale vivo del carisma che anche noi oggi continuiamo
a ricevere e di cui siamo responsabili per il futuro:
“Nel nome del Signore. Amen.
Tra gli altri doni, che ricevemmo ed ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore,
il Padre delle misericordie, per i quali dobbiamo maggiormente rendere grazie allo
stesso glorioso Padre, c’è la nostra vocazione: e quanto più essa è grande e perfetta,
tanto più a lui siamo obbligate. Perciò l’Apostolo dice: “Conosci la tua vocazione””
(Test 1-4).
16
Alcune attività in vista del centenario
Capitoli
•
Capitolo generale straordinario: 15 settembre-1° ottobre 2006 a S. Maria
degli Angeli.
•
Capitolo delle Stuoie per i giovani professi solenni dell’Ordine (2007).
Congressi
•
Congresso Internazionale su Giustizia e Pace e Integrità della Creazione
(2006).
•
Congresso Internazionale per i Moderatori di Formazione Permanente
(2007).
•
Congresso Internazionale storico: “L’Ordine dei Frati Minori: ieri ed oggi”.
•
Congressi continentali sull’evangelizzazione ad gentes.
Pubblicazioni
•
Nuova pubblicazione degli Scritti di San Francesco (Ed. Esser).
•
Pubblicazione della Regola nelle principali lingue parlate nell’Ordine.
•
Pubblicazione delle Costituzioni dell’Ordine dagli inizi fino ad oggi (testo
latino).
•
Pubblicazione dell’Enchiridion dei Documenti ufficiali dell’Ordine (dal
1966 a oggi).
•
Un numero straordinario di Archivum Franciscanum Historicum.
Ministro e Definitorio generale
Prot. 095067
Abbreviazioni
Sacra Scrittura
Ap
Apocalisse
At
Atti
Gv
Giovanni
Is
Isaia
Mt
Matteo
Scritti di San Francesco d’Assisi
Am
Ammonizioni
Cant
Cantico di frate sole
2Lcus Seconda lettera ai custodi
1Lf
Lettera ai fedeli (1ª redazione)
2Lf
Lettera ai fedeli (2ª redazione)
LodAl Lodi di Dio Altissimo
LOrd Lettera a tutto l’Ordine
17
Rnb
Regola non bollata
Test Testamento
Scritti di Santa Chiara d’Assisi
2LAg Lettera seconda alla beata Agnese di Boemia
LErm Lettera a Ermentrude di Bruges
TestsC Testamento
Altre abbreviazioni
CCGG Costituzioni generali dell’Ordine dei Frati Minori, Roma 2004.
1Cel
Vita prima di san Francesco di Assisi, Tommaso da Celano.
2Cel
Vita seconda di san Francesco di Assisi, Tommaso da Celano.
FP
La formazione permanente nell’Ordine dei Frati Minori, Roma 1995.
NMI
Giovanni Paolo II, Novo millennio ineunte, Lettera apostolica, 2001.
Sdp
Il Signore ti dia pace, Documento del Capitolo generale 2003, Roma 2003.
VC
Giovanni Paolo II, Vita consecrata, Esortazione apostolica, 1996.
Lettera per San Francesco
Ordo Fratrum Minorum 2005
Sollemnitas Sancti Francisci
O dilectissimi fratres, audite me, audite vocem patris vestri
La Fraternità segno per il mondo d’oggi
Cari Fratelli,
il Signore vi dia pace!
Ringraziamo Dio Padre perché, anche in occasione della Festa di san Francesco, si
rinnova l’opportunità per continuare il dialogo fraterno, cominciato con voi all’inizio del nostro servizio come Definitorio generale, e per esprimervi il nostro augurio,
perché su ciascuno di voi e sulla Fraternità universale siano sempre effuse con abbondanza le benedizioni del Signore.
Disponendoci ad ascoltare la voce del nostro padre e fratello Francesco, che sopra
ogni altra cosa desiderava vivere da figlio di Dio e fratello di tutti gli uomini, vogliamo condividere con voi il suo sogno più bello, che per ogni Frate Minore è al tempo
stesso vocazione e provocazione: manifestare la paternità amorosa di Dio e, quindi,
costruire una Fraternità universale. Il desiderio di fraternità è, infatti, proprio dello
spirito francescano e lo stesso Francesco volle che tale termine comparisse nella
denominazione del suo Ordine: «Voglio che questa fraternità sia chiamata Ordine
dei Frati Minori» (1Cel 38), per meglio esprimere la novità che il Signore gli aveva
ispirato. Anche l’ultimo Capitolo generale ci ha poi esortato a vivere la santità di Dio
18
nella nostra vita fraterna che, costituendo una priorità del nostro progetto di vita, è
insieme dono e compito, grazia e responsabilità verso i nostri Fratelli, tutti gli uomini
e tutte le creature. Vogliamo, dunque, condividere non tanto una riflessione teorica
ma le nostre esperienze, dove abbiamo visto il manifestarsi della fraternità nell’aiuto
reciproco e generoso tra le Province e il Definitorio generale, nell’animazione e nelle visite ai Fratelli, nell’accoglienza che ogni volta incontriamo. Per tutto questo vi
ringraziamo e diciamo: «Laudate e benedicite mi’ Signore, e rengraziate e serviateli
cum grande humilitate» (Cant).
1. In ascolto di frate Francesco
In questo giorno di festa vogliamo stringerci attorno al nostro padre san Francesco, desiderosi di ascoltare le sue parole, che ci parlano con amorosa semplicità e
profonda convinzione della sua vita, fattasi interamente dono per il Signore e sua
eredità per noi.
Francesco sa che il Signore è stato buono con lui e che la fraternità nasce dall’esperienza di un Dio che è relazione d’amore nella Trinità. In questo amore Francesco
scopre la paternità di Dio e si sente figlio; sperimenta di essere fratello di Gesù, il
Figlio amato dal Padre; vive questo amore che unisce nello Spirito Santo. L’amore
trinitario è dunque il modello che ispira la vita fraterna perché sia una vera famiglia
(cf Rnb 9,10-11; Rb 6, 8-9).
Per Francesco la fraternità è rivelazione di Dio; la via attraverso cui il Signore mostrò la sua volontà come progetto per una vita eminentemente evangelica. È il santo
Vangelo, infatti, che propone Gesù come fratello dell’umanità nel mistero della sua
Incarnazione e Passione (cf 2Lf 56), nella sua umiltà e povertà. Considerando così la
fraternità di Cristo tra noi, ci è rivelato il fondamento della vita evangelica.
2. Imparando ad essere fratelli
Quando ogni giorno ci guardiamo in questo specchio (cf 4LAg 15-16) per diventare fedeli a quel dono che il nostro padre san Francesco ci ha lasciato come rivelazione del Signore, la nostra condivisione si fa supplica di intercessione: «Salve, sancte
Pater, patriæ lux, forma Minorum, virtutis speculum…». Alla scuola di Francesco
impariamo che per sentirci fratelli di tutti dobbiamo avere prima un atteggiamento
filiale con Dio. La tenerezza e l’amore per i fratelli sono conseguenza della felicità
di avere Gesù per fratello e della consapevolezza che il Signore si dona e si fa presente nel fratello. Quindi, l’amore fraterno è infuso dallo Spirito Santo nel cuore per
servire e per obbedire spiritualmente al fratello, e, come ci insegna san Francesco,
per vivere la fraternità c’è bisogno di possedere lo Spirito del Signore e le sue sante
opere (cf Rb 10,10). Se siamo in grado di riconoscere con umiltà di aver bisogno di
imparare a vivere da fratelli, condividendo la vita e testimoniando insieme i valori
19
evangelici, allora la fraternità diventerà modello d’ogni famiglia umana, anzi di più,
si trasformerà in un luogo di incontro con Dio ed in una benedizione (cf 1Lf 6). La
fraternità, infatti, è il frutto che germoglia e fiorisce nella terra feconda dell’esperienza viva di un rapporto filiale col Padre e di un rapporto fraterno con Gesù Cristo.
Il singolare contributo di Francesco alla Chiesa e alla storia è la sua ingenua e incredibile utopia di una fraternità evangelica ed universale. È questa fraternità quella
che crea rapporti nuovi ed originali fra le persone e con tutto il creato e che diventa
testimonianza provocante per il nostro mondo. Lo sguardo fraterno ed innocente di
Francesco può però nascere in noi soltanto se riusciremo a liberarci dalla tentazione così forte del potere e del possedere, che sono delle vere sfide per la Fraternità.
Si tratta di sfide concrete che raccogliamo ogni giorno nell’esperienza delle nostre
visite fraterne, dalle relazioni dei Visitatori generali o negli incontri con i Ministri
provinciali, quando ci accorgiamo che stiamo distruggendo la fraternità:
• cercando prestigio, onori e comando, più che servire;
• anteponendo il nostro progetto e i nostri interessi a quelli della Fraternità;
• preferendo le identità di gruppo e le affinità etniche e culturali alla famiglia
spirituale;
• non condividendo tutto quello che siamo e abbiamo;
• essendo incapaci di riconoscere che abbiamo fatto del male e di chiedere
perdono o di offrirlo (cf Lmin 7-10).
Bisognerà chiedere ogni giorno al Signore che ci conceda l’umile fedeltà al dono
di essere fratelli. Se, infatti, non si guarda con occhi nuovi la realtà della persona,
non potrà nascere e mantenersi viva l’utopia della fraternità e la fede per cui l’altro,
al di là dei suoi sbagli e delle sue debolezze, può essere realmente mio fratello.
3. Illuminare il mondo con il segno della fraternità
Se la fraternità è parte fondamentale della nostra spiritualità dobbiamo vivere quello che il Capitolo generale ha chiamato “la santità fraterna” e le sue conseguenze.
Ci spinge su questa strada anche la consapevolezza che la fraternità è un nostro contributo all’evangelizzazione, perché essa diventa per se stessa il modo migliore di
evangelizzare: “la nostra forma di vita è il primo modo di evangelizzare” (Sdp 42).
Nella Chiesa, che si riscopre come comunione, la fraternità è un segno visibile che
siamo chiamati a custodire e manifestare.
Da tempo ormai usiamo l’espressione fraternità-in-missione che ha anche questo
significato: nella misura in cui siamo fraternità, siamo già anche “in missione”. La
fraternità non si costituisce prima della missione, ma proprio il nostro essere fraternità è la prima modalità della nostra missione. Ogni gesto di fraternità diventa così
un gesto missionario e, d’altra parte, sappiamo di non essere stati chiamati per noi
stessi, ma a diventare una fraternità per la salvezza del mondo.
20
«Le nostre Fraternità e i nostri posti di lavoro assumono la sfida etica di essere
segni che suscitano il desiderio di un altro cammino di convivenza e di relazione:
quello che conduce alla pienezza della vita mediante la via del dialogo». Questo abbiamo dichiarato nel Capitolo Generale 2003 (Sdp 31), ma occorre esaminare i nostri
comportamenti e verificare se abbiamo veramente assunto questa sfida etica, facendo
entrare il dialogo nelle nostre Case e nei nostri posti di lavoro.
Nessuna opera, per quanto sia importante, può esimersi da questa responsabilità.
Come siamo responsabili della continuazione di quelle opere in cui molti Frati hanno
speso le loro migliori energie apostoliche, così, nei confronti della Chiesa, siamo
responsabili di offrire sempre un segno della possibilità di vivere in fraternità. Ad
ogni forma di missione ed apostolato vogliamo perciò sempre associare il segno di
una fraternità vissuta. Anche in questo ambito desideriamo richiamare l’attenzione
su alcune sfide:
* privilegiare nelle scelte pastorali quelle che sono più in consonanza con la
nostra forma di vita;
* lasciarsi «sedurre dai chiostri dimenticati, dai chiostri inumani dove la bellezza
e la dignità della persona sono continuamente offuscate» (Sdp 37), vivendoli
all’interno di un progetto di vita fraterna che sia luce per il mondo;
* essere vicini alla gente, condividendo la nostra vita e missione con le sue gioie
e difficoltà;
• sottolineare il valore particolare della vita fraterna nei territori di missione ad
gentes, per annunciare al mondo l’amore capace di superare le divisioni di
razza, colore, tribù;
• avere come criterio nella ristrutturazione di presenze e opere quello di
mantenere viva un’autentica vita fraterna.
La crisi di fede e dell’etica del nostro tempo ci interroga sulla reale possibilità della
comunione. All’inizio della storia della Chiesa lo Spirito di Dio ha costituito un popolo nuovo prendendolo dalle genti e ha così offerto a tutto il mondo la possibilità di
vivere la comunione con Gesù. Lo stesso Spirito ci spinge oggi ad essere nel mondo
un segno della realtà di questa possibilità.
4. Conclusione
Nel maggio 1226 san Francesco scrive il piccolo Testamento di Siena. In esso il
suo sentimento di unità fraterna varca i confini dello spazio e del tempo: «benedico
tutti i miei frati che sono ora in questa Religione e quelli che vi entreranno sino alla
fine del mondo», e la sua prima preoccupazione è che i suoi frati vivano come fratelli: «sempre si amino tra loro come io li ho amati e li amo».
Con l’avvicinarsi della morte vediamo come a frate Francesco, che aveva rinunciato a tutto, rimanga un solo desiderio: essere più vicino ai suoi fratelli. Per questo il
21
suo biografo ci racconta che, poco prima di passare da questo mondo al Padre, si fece
leggere quel brano del Vangelo di Giovanni, di cui tanti passaggi aveva già inserito
nella Regola non Bollata. Le ultime parole di Francesco, come quelle di Gesù nell’Ultima Cena, sono per l’unità dei suoi Frati: «Padre santo, custodisci nel Nome tuo
coloro che mi hai dato, affinché siano una cosa sola come noi» (Rnb 22,45). È con
questo desiderio che vuole andare incontro a sorella morte che, qualche mese prima,
aveva cantato nel Cantico della fraternità universale: «Laudato si’, mi’ Signore, per
sora nostra Morte corporale» (Cant).
Quest’ultimo episodio della vita di Francesco - rimeditato quasi al termine dell’Anno dell’Eucaristia, mentre il Sinodo dei Vescovi è riunito a riflettere proprio su
questo grande mistero - ci ricorda che la fonte che sostiene e anima la nostra fraternità è il mistero di Cristo, che ha dato la sua vita perché noi diventassimo fratelli e
cercassimo di costruire ogni giorno legami, visibili e invisibili, di fraternità.
Alla fine di questo mese di ottobre 2005 il Definitorio generale si riunirà con
tutti i Maestri di noviziato del nostro Ordine ai piedi di Santa Maria degli
Angeli per dire con una parola forte e decisa la volontà di andare con spirito
rinnovato verso l’VIII Centenario del nostro Ordine. Lì invocheremo lo
Spirito di Dio perché ci renda ancora più profondamente segno di fraternità
per la salvezza del mondo.
La benedizione del nostro Serafico Padre ci accompagni in questo cammino.
I vostri fratelli del Definitorio generale:
Roma, 04 ottobre 2005
fra José Rodríguez Carballo ofm (Min. Gen.)
fra Francesco Bravi ofm (Vic. Gen.)
fra Amaral Bernardo Amaral ofm (Gen. Def.)
fra Ambrogio NguyenVanSi ofm (Gen. Def.)
fra Finian McGinn ofm (Gen. Def.)
fra Jakab Várnai ofm (Gen. Def.)
fra Vallecillo Martín Miguel J. ofm (Gen. Def.)
fra Mario Favretto ofm (Def. Gen.)
fra Sime Samac ofm (Gen. Def.)
fra Cabrera Herrera Luis Gerardo ofm (Gen. Def.)
fra Juan Ignacio Muro Aréchiga ofm (Gen. Def.)
fra Sandro Overend Rigillo ofm (Sec. Gen)
Prot. N. 096095
22
Decreto di chiusura delle case di Milano e Saida
Fra José Rodríguez Carballo
Tutius Ordinis Fratrum Minorum Minister Generalis
Et Humilis In Domino Servus
Decreto
Tenuta presente la comunicazione di Fr. Pierbattista Pizzaballa, OFM, Custode
della nostra Custodia di Terra Santa, in Palestina, del 28 dicembre 2004, in cui chiede, dopo aver consultato il Vescovo diocesano e ottenuto il consenso del suo Definitorio, la soppressione di una casa religiosa appartenente alla suddetta Custodia,
con il consenso del definitorio generale espresso nella Sessione definitoriale del
14 gennaio 2005, in forza di questo Decreto, a norma del Can. 616, § 1 del CIC. e
dell’art. 234 delle CC. GG.,
Sopprimiamo e di Fatto Dichiariamo Soppresse
le Case religiose:
Centro di Propaganda Stampa, sito a Milano, Italia
Convento dell’Annunciazione di Maria Santissima, sito a Saida, Libano
nonostante qualsiasi cosa in contrario.
Curia Generale dell’Ordine FratiMinori
Roma, 20 gennaio 2005
fra Sandro Overend Rigillo, ofm
Segretario Generale
fra José Rodriguez Carballo, ofm
Ministero Generale
Prot.: 095183
23
Decreto di chiusura della casa di Famagosta
Fra José Rodríguez Carballo
Tutius Ordinis Fratrum Minorum Minister Generalis
Et Humilis In Domino Servus
Decreto
Tenuta presente la richiesta, del 14 febbraio 2005, di Fr. Pierbattista Pizzaballa,
ofm, Custode di Terra Santa, in cui si chiede, consultato il Vescovo diocesano e ottenuto il Consenso del Definitorio custodiale, la soppressione di una Casa religiosa
appartenente alla suddetta Custodia,
con il consenso del Definitorio generale, espresso nella Sessione definitoriale del 4
marzo 2005, in forza di questa Decreto, a norma del Can. 616, 1 del CIC e dell’art.
234 delle CCGG,
Sopprimiamo e di Fatto Dichiariamo Soppresse
* La Casa religiosa San Antonio di Padova sita a Famagusta, Cipro.
nonostante qualsiasi cosa in contrario.
Curia Generale dell’Ordine Frati Minori
Roma, 4 febbraio 2005
fra Sandro Overend Rigillo, ofm
Segretario Generale
24
fra José Rodriguez Carballo, ofm
Ministero Generale
Prot. 095315
La Custodia, Conferenza a sé
T
Fra Iosephus Rodriguez Carballo
Totius Ordinis Fratrum Minorum Minister Generalis
et humilis in Domino Servus
Decreto
Con il presente decreto e l’autorità a noi concessa e con il consenso del
Definitorio generale,
ottenuto nel1a sessione del1’8 marzo 2005, tenuto conto della natura internazionale
della
Custodia di Terra Santa,
essendo questa presente in dodici nazioni, la dispensiamo dall’appartenere ad una
Conferenza
secondo quanto stabilito degli SS.GG. (art. 191, 3)
e la dichiariamo Conferenza “ad instar” riconoscendole tutti gli oneri e i diritti
propri di tale status.
Il presente Decreto entra in vigore dal giorno 17 marzo 2005.
Dato in Roma, nella Curia Generale dell’Ordine 17 marzo 2005.
fra Sandro Overend Rigillo ofm
Segretario Generale
fra José Rodriguez Carballo ofm
Ministro Generale
Prot. 095562
25
Capitolo delle Stuoie in Terra Santa
fra Pierbattista Pizzaballa ofm Custode di Terra Santa
Terra Santa Convent
P.O.B. 186
91001 Jerusalem Israel
Roma 13 maggio 2005
T
Il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori
Carissimo P. Custode: Il Signore ti dia Pace.
D’accordo con quanto abbiamo parlato, prima con te e in questi giorni con il Vicario Custodiale, con questa mia lettera vengo a te per chiederti di accogliere nella
Custodia, e più precisamente a Nazaret e poi a Gerusalemme, il III Capitolo delle
Stuoie dei nostri Frati “under ten” della Professione solenne. Il Capitolo, approvato
dal Definitorio generale, sarà celebrato dal 30 giugno (data di arrivo) al 9 luglio (data
di partenza) del 2007.
Il Definitorio generale ha nominato una Commissione internazionale per la preparazione delle tematiche e della metodologia. Ti prego di nominare una Commissione “in loco” da parte della Custodia per la preparazione logistica. Fr. Juan Ignacio
Muro, Definitore generale sarà il “link” tra il Definitorio e la Commissione internazionale e sarà anche in contatto con te per quanto riguarda il Capitolo.
Con sentimenti di gratitudine per quanto la Custodia fa a nome dell’Ordine nella
Terra di Gesù, ti saluta fraternamente.
fra José Rodríguez Carballo ofm
Ministro generale
26
Esclaustrazione
Fr. José Rodríguez Carballo
Totius Ordinis Fratrum Minorum Minister Generalis
et Humilis in Domino Servus
Decreto
Tenuto presente il voto di fra Pierbattista Pizzaballa, Custode della Nostra Minoritica Custodia Terra Santa, premesso il consenso del Definitorio Generale nella
Sessione definitoriale del giorno 12 maggio 2005, a Noi manifestato, in forza delle
facoltà di cui godiamo, a norma del can. 686, 1 del CIC, concediamo a
Fra Domingo Marcello Pugliese ofm
religioso professo di voti solenni, alunno della suddetta Provincia, per le gravi
cause presentate
l’indulto di esclaustrazione per un anno
se tanto durerà la necessità, fatto obbligo al Ministro della Provincia di vigilare
perché il predetto confratello osservi, per quanto possibile la nostra Regola e le Costituzioni Generali, custodisca fedelmente i voti e conduca una vita conforme alla
Professione.
Osservando ciò che deve osservarsi a norma del Diritto.
Curia Generalizia dell’Ordine dei Frati Minori
Roma, 18 maggio 2005
fra José Rodríguez Carballo ofm
Ministro Generale
fra Sandro Overend Rigillo ofm
Segretario Generale
27
Dal Patriarcato latino
Messaggio di Quaresima
Gerusalemme
Mercoledì delle Ceneri, 9 febbraio 2005
1. “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino” (Mt 4,17). Convertitevi dei vostri peccati, del male che è in voi, per diventare capaci di entrare nel regno dei Cieli,
per diventare capaci di vedere Dio, la sua provvidenza e il suo amore e cosi trovare la
vostra gioia nel compimento della sua volontà. Soltanto facendo così saprete pregare
come il Signore ci ha insegnato a fare: “Padre Nostro, che sei nei cieli, venga il Tuo
regno; sia fatta la Tua volontà”.
Digiunare, è sottoporre il corpo e la volontà ad un esercizio che ha per scopo di liberarsi da qualsiasi costrizione o vincolo, poiché la vita interna è un combattimento.
Conosciamo a questo riguardo l’esperienza di San Paolo: “Io so infatti che in me,
cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la
capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non
voglio [...] Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra
vedo un’altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo
della legge del peccato che è nelle mie membra. Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?”. (Rom 7, 18-19. 22-24). “Ti basta la mia
grazia” (2 Cor 12,9), gli dice il Signore. Egli lo dice anche a noi. Con il digiuno, e
con la grazia di Dio che non ci abbandona mai, vogliamo diventare persone libere,
capaci di vivere secondo lo spirito, e di fare il bene che vogliamo.
2. Il digiuno e l’elemosina sono collegati. Il digiuno per esercitare il corpo e l’anima a rinnovare le energie del bene. L’elemosina per riversare queste energie sul
prossimo che amiamo perché creato ad immagine di Dio. L’elemosina è dunque la
nostra comunione con ogni persona umana, soprattutto quella delusa, abbandonata
o sofferente, nella nostra società o nel mondo. La nostra quaresima (digiuno ed elemosina), in questi giorni, ci mette davanti a Dio e in comunione con le vittime dei
recenti terremoti e maremoti avvenuti nei due continenti dell’Asia e dell’Africa. Ci
pone in comunione con le vittime delle malattie incurabili, con le vittime delle ingiustizie imposte dall’uomo ai suoi fratelli e sorelle in nome dell’interesse nazionale, o
in nome della pura violenza come unica via per la pace. La nostra quaresima ci mette
in comunione con qualsiasi resistenza a qualsiasi oppressione, o occupazione, come
quella che ha luogo nella nostra Terra Santa, occupazione che profana e distrugge la
persona umana palestinese privandola della sua libertà e quella israeliana privandola
della sua sicurezza e delle energie di bene che ha in se stessa.
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3. Vediamo rivivere, in questi giorni, nella nostra vita quotidiana di conflitto e
d’occupazione nella nostra Terra Santa, un nuovo soffio di giustizia e di ragione.
Vediamo anche un nuovo sforzo della comunità internazionale. Ne rendiamo grazie
a Dio. Gli chiediamo di sostenere i capi nelle loro nuove visioni.
Il digiuno è richiesto anche per la vita politica. Un digiuno che sia, da quelli che
detengono il potere, una purificazione delle loro intenzioni e degli loro egoismi individuali o nazionali. Un digiuno che permetta ai capi di vedere e sapere che sono
delegati per servire e salvare, e che faccia loro capire che tutte le persone umane,
di tutti i popoli, sono ugualmente create e amate da Dio, che non sono divise in due
campi, le buone e le cattive, le forti e le deboli. Tutte prendono la loro dignità da Dio,
e sono chiamate alla stessa libertà e sicurezza.
4. Che il nostro digiuno sia una santificazione ed una purificazione delle nostre
anime, in modo da divenire i puri di cuori che vedono Dio, che lo vedono in ogni
fratello e sorella al di là di qualsiasi barriera religiosa, nazionale o geografica. Allora,
con tutti i nostri fratelli e sorelle nel mondo intero, sapremo pregare come il Signore
ci ha insegnato a fare: “Padre Nostro, che sei nei cieli, venga il Tuo regno; sia fatta
la Tua volontà”.
+ Michel Sabbah, Patriarca
Omelia del giorno di Pasqua
Omelia del Patriarca latino nella Basilica della Risurrezione
Domenica di Pasqua: 27 marzo 2005
Cristo è risuscitato e noi ci troviamo anche quest’anno con la gioia del mistero
della vita nuova data all’umanità. La morte è vinta. La morte è divenuta un cammino
verso la risurrezione. Cristo è veramente risorto.
1.Meditiamo un mistero di morte innanzitutto, di annientamento, di umiliazione
del Verbo di Dio, un mistero impensabile e inaccettabile per la ragione umana: “Pur
essendo di condizione divina, dice San Paolo nella sua lettera ai Filippesi, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio. Ma spogliò se stesso, assumendo
la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,6-8).
Il profeta Isaia aveva già parlato del servo sofferente: “Disprezzato e reietto dagli
uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire…e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato” (Is. 53,3-4). Aveva anche predetto che “molti si stupirono di lui tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto”. E alla vista del suo
annientamento molte genti sono rimaste stupefatte; i re davanti a lui si sono chiusi la
bocca, perché hanno visto un fatto mai ad essi raccontato (cf Is. 52, 14-15).
29
Questo mistero di morte è tuttavia accompagnato da un mistero d’amore: “Dio,
dice san Giovanni, ha tanto amato il mondo che ha dato il suo figlio perché chiunque
crede in Lui abbia la vita eterna” (Gv. 13,16). E Giovanni dice di Gesù, la vigilia
della sua passione: “Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine”
(Gv 13,1).
Ecco il cammino della Risurrezione, un impenetrabile mistero di morte e di amore.
Ecco le radici della nostra vita nuova: “Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio,
dice ancora San Paolo, è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del
peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato…” (Rm. 6,5). E perché “come
Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rm. 6,4)
2. La Risurrezione, avendo vinto la morte, è gioia per tutto, la nostra esistrenza.
Tuttavia, con questa gioia e con questo mistero, ci ritroviamo sempre oppressi dal
peso delle sofferenze di questa terra e di questa chiesa di Gerusalemme, e sotto il
peso delle difficoltà della presenza cristiana in questa terra.
Innanzitutto, il conflitto tra israeliani e palestinesi, con tutte le sue vittime, i morti, gli oppressi, gli oppressori, il muro di separazione che demolisce le proprietà e
l’avvenire delle persone e della pace, le città prigioni,… tutto questo è ormai una
storia antica, un male cronico. È vero che appare in questi giorni una nuova figura
palestinese, una nuova volontà decisa per la pace e contraria ad ogni ricorso alla
violenza, considerata fino ad oggi, un pretesto per non fare giustizia, per non aprire
gli occhi e vedere che si ha a che fare non solamente con un fenomeno di violenza,
ma con un popolo oppresso. Assistiamo forse, nella lunga storia di questo conflitto a
un momento di verità che svelerà le intenzioni di pace o di guerra. La questione che
si pone è ormai la seguente: si vuole permettere finalmente ad un popolo di oppressi,
i palestinesi, di vivere o se ne vuole semplicemente la morte e la scomparsa politica
dalla carta della Terra Santa
La gioia della Risurrezione che riempie il cuore dà nuovo coraggio al credente
per continuare a camminare malgrado il crescere della tragedia. Dio è presente nella
nostra storia, anche se è una tragedia. Noi viviamo il mistero della vita nuova. La
morte, in tutti i suoi aspetti, è via verso una vita nuova, per tutta questa terra e per
tutti i suoi abitanti.
3. Un secondo problema, che non può non essere visto, in questo giorno della Risurrezione, è quello della presenza cristiana in questa terra. Da un lato, nei Territori
Palestinesi, per via dell’instabilità politica e di tutto quanto essa comporta di difficoltà e sofferenze di ogni sorte, ci sono dei cristiani che decidono di lasciare il paese
rinunciando così alla loro vocazione di testimoni in questa terra. Da un altro lato, in
Israele, l’incidente che è successo a Maghar, alcune settimane fa, tra drusi e cristiani,
e che non é ancora risolto, ha svelato un punto debole nello strato della vita sociale
30
che minaccia la presenza cristiana e l’intero equilibrio della società. L’incidente di
Maghar ha dimostrato che la sicurezza per i cittadini non ebrei non è una priorità.
I cristiani si trovano senza difesa. Questo esige che dei dialoghi devono aprirsi con
tutti gli interessati, compreso lo Stato, per meglio capire verso quale avvenire i cristiani stanno andando in questa terra.
Qui a Gerusalemme, la stampa ha parlato di alienazioni di proprietà della Chiesa.
Questo ha provocato nuove paure per i cristiani, alla loro fede, alla loro libertà e
identità come persone umane. A questo proposito, noi affermiamo, prima di tutto la
necessità di mantenere a qualunque prezzo i rapporti fraterni tra le Chiese in questi
momenti difficili. Noi invitiamo ad una maggiore solidarietà. Ma insieme, tutte le
Chiese devono vedere che i cristiani vivono in questi giorni nella perplessità, una
collera e uno scoraggiamento di cui dobbiamo tenere conto. Tutti insieme, perché ci
va di mezzo l’avvenire di tutti i cristiani e della loro fede, noi abbiamo l’obbligo di
rispondere alla loro collera e alle loro aspirazioni come credenti e come cittadini.
4. Pasqua è un tempo di pace, di libertà, di vita nuova e d’amore. E questo significa
che tutti insieme, capi delle Chiese e fedeli, dobbiamo fare del nostro tempo e dei
nostri comportamenti un tempo di risurrezione, di pace, di libertà, di vita nuova e
di amore. È anche un tempo di pazienza, perché gli sforzi umani nel loro avanzare
verso il bene sono accompagnati da tanti sbagli e esitazioni. In tutti i tempi ed in ogni
circostanza noi proclamiamo la Risurrezione. Noi proclamiamo anche che la nostra
vita di cristiani è una vita con tutti, con tutta la società, una vita secondo il significato
profondo e la vocazione particolare della nostra Terra che ci spinge non solo a difendere una terra che sia la nostra dimora terrestre ma anche una terra che è la dimora
di Dio, la dimora che ha dei valori specifici che noi siamo chiamati a vivere per ritrovare la vera tranquillità e sicurezza, con l’equilibrio necessario dei rapporti tra le
comunità in una Gerusalemme che é dimora di Dio e e la nostra dimora terrestre.
La questione della nostra presenza cristiana inizia con una meditazione sul mistero
di Gesù Cristo, Verbo di Dio incarnato, fatto uomo per noi e per la nostra salvezza,
che ha sofferto, é morto, ed é risuscitato. Una meditazione profonda sul significato
del comandamento dell’amore, sorgente di perdono e di forza allo stesso tempo, e
non sorgente di debolezza, nei nostri comportamenti e rapporti con la società. In
questo modo potremo dare testimonianza della nuova speranza che ci è stata data,
secondo l’espressione di Pietro nella sua prima lettera: “Dio, nella sua grande misericordia ci ha rigenerati con la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza
nuova.” (1Pt 1,3). Con tutta la nostra società, nelle circostanze di conflitto e di squilibri sempre possibili nei nostri rapporti con essa, tendiamo a vivere, in noi stessi e
con gli altri, questa nuova speranza della Risurrezione.
Auguriamo la gioia della Risiurezione, auguriamo pace e giustizia alla nostra terra
e a tutti i suoi abitanti. Auguriamo pace a tutta la regione, alla Giordania nostro paese
31
e nostra diocesi. Alla Siria, al Libano e all’Iraq auguriamo pace e stabilità. Preghiamo che trovino tutti la retta strada per usare la libertà; preghiamo perché tutti i nostri
governi sappiano che sono servitori dei loro popoli, e loro guide verso la vera libertà
e la dignità umana.
A voi tutti, fratelli e sorelle, una buona e santa Pasqua. Amen
+ Michel Sabbah, Patriarca
Giubileo Sacerdotale di Sua Beatitudine mons. Michel Sabbah e del suo ausiliare S.E. Kamal Bathish
Lettera di auguri del Santo Padre
A Sua Beatitudine Michel Sabbah
Patriarca Latino di Gerusalemme
Come tutta la Chiesa gioirà fra breve della solennità dei santi Pietro e Paolo, così
Noi già fin d’ora ci rallegriamo, Beatitudine, per il prossimo felicissimo evento che
riguarda la tua vita. Pubblicamente e volentieri ci congratuliamo con Te per mezzo
di questa lettera.
Il prossimo 29 Giugno infatti, a Dio piacendo, si compirà il cinquantesimo anno
da quando Tu, fedele servitore del Patriarcato di Gerusalemme, sei stato rivestito del
sacerdozio di Cristo a Nazaret, tua città natale, dando così inizio ad un qualificato
lavoro di apostolato in favore della tua gente.
Tra le opere più conosciute della tua attività spicca certamente l’incarico di direttore generale delle scuole del Patriarcato, nonché di responsabile ecclesiastico dei
Movimenti Giovanili. Hanno ugualmente reso illustre il tuo servizio sacerdotale la
zelante cura pastorale della parrocchia di Cristo Re presso il Mizdar (Amman) e
l’incarico di rettore dell’Università Cattolica di Betlemme.
A tutti questi meriti della tua operosità si è poi aggiunta, come è evidente, la carica
pastorale di Patriarca di Gerusalemme per i fedeli di rito latino, carica ricevuta in S.
Pietro diciassette anni or sono, il giorno della festa dell’Epifania, dal Nostro Predecessore di venerata memoria Giovanni Paolo II.
È dunque l’intera attività fruttuosa ed encomiabile del tuo sacro ministero a meritare il Nostro ricordo e la fraterna celebrazione con Te e con tutto il Patriarcato in
questa felice occasione. Pertanto ci uniamo di cuore a tutti coloro che hanno sperimentato la Tua intensa opera per la Terra Santa, per la sua pace e riconciliazione.
Ci è noto inoltre che qui, presso la Sede Apostolica, rechi il tuo sapiente contributo in vari Consigli e ti interessi dei problemi umani della tua gente, di qualunque
confessione.
32
Troviamo quindi molti motivi per congratularci calorosamente con Te per l’inizio
del tuo sacerdozio, cinquant’anni or sono. Allo stesso tempo formuliamo voti di prosperità per la tua opera sacerdotale ed episcopale in avvenire, perché il dilettissimo
Patriarcato possa iniziare un periodo di rinnovamento e di nuova evangelizzazione.
Ti sarà di aiuto, Beatitudine, il Nostro fraterno saluto, le fervide congratulazioni in
questa ricorrenza della tua vita, la Nostra abbondante Benedizione che, come fossimo presenti, impartiamo a Te e a ciascuno dei Pastori e dei fedeli affidati al tuo zelo
pastorale.
Benedetto XVI
Dalla Città del Vaticano, 27 Maggio 2005, primo anno del Nostro Pontificato
Celebrazione in Patriarcato dei due Giubilei di Oro
Sabato 11 Giugno. Il Patriarca latino di Gerusalemme, Sua Beatitudine Michel
Sabbah, ha festeggiato i suoi cinquanta anni di sacerdozio, celebrando una solenne
Eucaristia nella chiesa concattedrale presso il Patriarcato Latino. Insieme al Patriarca anche il suo Vicario, mons. Kamal Bathish, ha festeggiato il suo giubileo sacerdotale.
Alla celebrazione erano presenti molte autorità cattoliche (anche di rito orientale)
tra cui il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa. Alla celebrazione hanno
assistito anche alcuni rappresentanti delle comunità protestanti. Alla solenne liturgia
hanno partecipato numerosi sacerdoti, mentre nella chiesa gremita di fedeli erano
presenti diverse autorità civili.
Prima dell’omelia mons. Gianfranco Gallone, segretario del Delegato Apostolico, ha dato lettura del messaggio di felicitazione del Santo Padre. L’animazione dei
canti è stata curata dal coro della Custodia di Terra Santa accompagnato dall’organo
suonato da fra Armando Pierucci.
Omelia tenuta da Sua Beatitudine durante la celebrazione
1. “Lodate il Signore perché è buono” (Sal 135/136, 1). “Loderò il Signore per tutta
la mia vita” (Sal 145/146, 2). Con il mio fratello vescovo monsignor Kamal Bathish,
lodiamo il Signore in questo giorno e lo ringraziamo per questa preghiera che ci
pone davanti a Lui e che ci unisce a voi tutti, fratelli e sorelle. Dopo cinquant’anni
di ministero sacerdotale, ringraziamo Dio per tutte le grazie che ci ha concesso nel
corso di questi cinquant’anni. Lo ringraziamo per ogni grazia che ha voluto elargire
attraverso il nostro ministero. Lo ringraziamo e gli chiediamo perdono per ogni colpa o manchevolezza nell’adempimento del ministero che ci ha affidato. Ringraziamo
il Santo Padre Benedetto XVI per il suo messaggio, per la sua benedizione e per
la sua preghiera che ci accompagna in questo giorno. Per lui preghiamo anche noi
33
perché il Signore sia il suo sostegno nella missione di pastore di tutta la Chiesa (Sal
93/94, 17).
2. Ringraziamo i capi delle Chiese in questa Città santa, cattolici, ortodossi, ortodossi orientali ed evangelici per la loro presenza oggi qui con noi, ed anche per
il cammino fraterno che ci hanno permesso di vivere insieme e che è stato per noi
di sostegno e di incoraggiamento nel difficile cammino del servizio in questa Terra
Santa. Rendiamo grazie al Signore per ogni dialogo interreligioso che è stato possibile e che ci ha riuniti in momenti di grazia, capi religiosi cristiani, musulmani ed
ebrei.
Ringrazio i signori Consoli Generali in questa Città santa, per il contributo molto
importante e il sostegno dato a questa Terra nel suo cammino verso la giustizia e la
pace.
Ringraziamo il nostro clero patriarcale, i vicari generali e i vescovi ausiliari, - ricordo in modo speciale S.E. mons. Jean-Baptiste Gourion che è ammalato e preghiamo Dio affinché lo sostenga con la sua grazia e il suo conforto -. Ringraziamo
i nostri sacerdoti, i membri e i pastori della comunità di espressione ebraica, tutti i
religiosi e le religiose, e in primo luogo la Custodia di Terra Santa. Ringraziamo tutti
i fedeli che insieme con noi portano il peso del ministero, le scuole, gli insegnanti e
le insegnanti, i catechisti, il Comitato pastorale cattolico, le opere sociali, le opere di
carità, in primo luogo le Caritas di Gerusalemme e di Giordania, e tutte le istituzioni
della Chiesa nazionali e internazionali.
Ringraziamo tutti i nostri parrocchiani e tutti coloro che serviamo per aver accolto
il nostro servizio. Ringraziamo coloro che si sono opposti al nostro ministero. La
loro opposizione ci ha aiutato a fare un esame di coscienza per meglio discernere la
volontà di Dio per noi e per loro.
Ringraziano infine i nostri parenti e tutti i nostri amici, per la loro amicizia e il loro
amore.
3. Cinquant’anni di sacerdozio sono l’occasione per dire grazie alle nostre parrocchie per la fede che le ha sorrette nel guidare i loro figli al sacerdozio. In effetti rendiamo grazie a Dio per le vocazioni sacerdotali tutt’ora numerose in molte
parrocchie. Chiediamo ad esse di perseverare nella fede e nella generosità, perché
la Chiesa e la società ne hanno bisogno. È pure l’occasione per dire una parola di
incoraggiamento alle parrocchie che non hanno ancora maturato frutti nel sacerdozio
o nella vita consacrata; perché siano consapevoli delle loro obbligazioni verso la
Chiesa e verso la società, bisognose di persone che si consacrino al servizio dei loro
fratelli e sorelle.
4. Nella nostra preghiera in occasione del Giubileo, pensiamo ai diversi campi del
nostro ministero: innanzi tutto al rinnovamento e alla crescita della nostra diocesi nella
fede. Nel 1993 abbiamo dato inizio al Sinodo insieme con le Chiese cattoliche di Terra
34
Santa. Abbiamo bisogno di continuare questo cammino. Il piano pastorale che ne è
stato il frutto ci fa da guida nella prossima tappa della nostra vita diocesana. Siamo
certamente inviati ai nostri fedeli ma anche a tutta la nostra società. Nessuno è per noi
estraneo. Ebrei, musulmani, drusi e ogni cristiano, tutti sono oggetto del nostro amore
e della nostra sollecitudine, come essi sono oggetto dell’amore di Dio.
Sappiano i nostri fratelli che sono credenti per se stessi e per tutta la società. Educare il fedele nella fede cristiana, formarlo alla preghiera, invitarlo a sostenere la sua
vita spirituale con le pratiche che nutrono la fede: i sacramenti, la messa domenicale,
le devozioni, il rosario, ecc. Tutto ciò diviene autentico se il fedele fa della sua preghiera un mezzo per essere più presente nella società. La sua preghiera deve essere
l’invito a impegnarsi in tutti i campi della vita pubblica. Il credente prega per tutti,
per i poveri, i ricchi, i forti e i deboli, per quelli che sono della sua religione e per
quelli che non sono della sua religione: infatti siamo inviati per fare della società,
attraverso la nostra preghiera e il nostro umile contributo, la casa di Dio in cui dimora la giustizia e l’amore. La preghiera non isola il fedele nella sua società, quale che
sia la sua fede e la sua visione del mondo. Al contrario, essa lo ripone al centro del
mondo, lo impegna in tutti i suoi drammi, le sue pene e le sue gioie.
5. Abbiamo bisogno di approfondire sempre più le due dimensioni della nostra
Chiesa di Gerusalemme: quella locale e quella universale. La dimensione locale è
costituita dalla nostra vita diocesana, dalle nostre preghiere, dalla nostra adorazione
e capacità di accogliere tutte le Chiese nei nostri Luoghi santi, che sono i luoghi
del loro pellegrinaggio. È per questo che la Chiesa di Gerusalemme ha pure una
dimensione mondiale: è per ogni cristiano il luogo delle sue radici, la Chiesa Madre
ove tutto ha avuto inizio. Da qui la sollecitudine di tutte le Chiese verso la nostra
Chiesa e la nostra Terra. Noi credenti che abitiamo i luoghi santi della nostra fede
dobbiamo meglio prendere coscienza della dimensione universale della nostra Chiesa. Parimenti tutti coloro che hanno scelto di accompagnare la nostra fede qui, sulla
Terra delle loro radici, religiosi, religiose, cercatori di Dio a Gerusalemme, devono
sempre meglio prendere consapevolezza della dimensione locale della nostra Chiesa, in modo che nessuno si senta straniero nella medesima casa di Dio e che tutti
diventiamo membri della “famiglia di Dio” (Ef 2,19).
È questa stessa apertura a tutta la realtà umana della nostra società che ci invita all’ecumenismo e al dialogo interreligioso. Perché in un ministero in Terra Santa, con
tredici Chiese e tre religioni, ogni preghiera innalzata da ogni fedele, da ogni sacerdote e vescovo deve portare davanti al Signore tutti i fedeli di tutte le Chiese e tutti i
credenti delle tre religioni: tutti figli di Dio, tutti partecipi della nostra preghiera.
6. Infine una vita cristiana in Terra Santa e il ministero del vescovo, del presbitero,
di ogni vita religiosa che deve portare nella sua preghiera e farsi carico del dramma
di questa Terra. Lungo i secoli, per la sua santità, Gerusalemme è stata posto di pas35
saggio di conquistatori, un luogo in cui si sono succeduti diversi poteri politici. Si
protrae da oltre un secolo l’attuale conflitto tra israeliani e palestinesi. E viviamo in
una terra ancora piena di paure, di oppressione, di odio e di morte. Il nostro compito
non è certo quello di mantenere la paura o di tacere di fronte all’oppressione, l’odio
e la morte. Né consiste nel chiudere gli occhi dinanzi alle complessità umane che
consentono la proliferazione della morte e dell’odio. Al contrario siamo inviati per
sostenere la vita e l’amore. Ed è per questo che leviamo la voce per difendere l’oppresso e per invitare l’oppressore a liberarsi della sua oppressione. E in ogni caso
invitiamo a vedere l’immagine di Dio in ogni persona umana, nell’una e nell’altra
parte del conflitto.
La riconciliazione è compito primario della Chiesa, così come l’appello a porre
fine a ogni oppressione e ingiustizia. “Dio ha affidato a noi il ministero della riconciliazione” (2 Cor 5,18) ci dice San Paolo. Porre fine all’umiliazione della persona
umana a opera della persona umana, mettere fine alla insicurezza e alla paura... Cinquant’anni di sacerdozio ci dicono anche questo. Pregare, levare la voce, agire con
tutta la buona volontà, per la sicurezza degli israeliani, per la fine dell’occupazione
dei palestinesi, per la vera libertà di tutti, perché cadano tutti i muri, per la liberazione
dei prigionieri, per la fine del dramma dei rifugiati, perché Gerusalemme possa ritrovare il suo status di Città santa, per la sincerità delle discussioni in corso, e perché i
due popoli in questa Terra e i credenti delle tre religioni possano godere della dignità
umana. Per tutto questo preghiamo nel giorno del nostro Giubileo sacerdotale.
7. Fratelli e sorelle, ci siamo riuniti per rendere grazie a Dio. Siamo riuniti per
rinfrancare le nostre forze e continuare la nostra marcia verso il Signore e il nostro
ministero per tutti e con voi tutti. Continuate a pregare per noi perché possiamo
rendere Dio più presente fra tutti gli uomini e le donne in questa Terra che ha scelto
come sua dimora. Amen.
+ Michel Sabbah, Patriarca
La morte di S.E. Mons Jean Baptiste Gourion osb
Avviso del decesso
« Je suis la résurrection et la vie »
Le Patriarche Latin Les Evêques auxiliaires et le clergé patriarcal de Jérusalem en
communion avec la communauté monastique Bénédictine Olivétaine à Abou-Gosh
et avec la communauté catholique d’expression hébraïque ont la douleur de vous
faire part du décès de leur frère et père S.E. Mgr Jean-Baptiste Gourion, OSB
Abbé et Évêque auxiliaire pour la Communauté Hébraïque endormi dans le Seigneur
à Jérusalem, le 23 juin 2005, dans la 71ème année de son age et la trente huitième de
son ordination sacerdotale et la deuxième de son Episcopat, la veille de la fête de la
36
nativité de Saint Jean-Baptiste.
Les funérailles auront lieu dans 1’église du monastère le mardi 28 juin 2005 à
16.00 heures.
Nous invitons tous nos fidèles à prier pour le repos de son âme.
Notre clergé diocésain est prié de célébrer les 10 messes requises à son intention.
R.I.P.
Lettera di condoglianza del Custode al Patriarca
Gerusalemme, sabato 25 giugno 2005,
Prot. B-0360/05
A Sua Beatitudine Rev.ma
Monsignor Michel Sabbah
Patriarca latino di Gerusalemme
------------------------------------Carissimo Patriarca,
è con affetto filiale che vengo ad esprimerle le mie condoglianze, insieme a quelle
di tutta la Custodia, per la morte di Padre Jean-Baptiste Gourion, OSB, Abate del
Monastero di “Santa Maria della Risurrezione” in Abu Gosh, Suo Ausiliare e Vicario
Patriarcale per i fedeli di espressione ebraica.
In questi due anni, in cui la sollecitudine della Chiesa - con un gesto profetico e
carico di speranza - ha affidato alle cure pastorali del Vescovo Gourion il piccolo
gregge di quanti si riconoscono - per nascita o vicissitudini personali - nel popolo
ebraico e nella sua tradizione, è cresciuto, si è consolidato e ha amato il Suo Pastore,
condividendone le sofferenze e pregando il Signore perché lo confortasse. Questa
esperienza è senza dubbio servita a fare di questa particolare comunità una “Chiesa”,
insieme ai presbiteri e ai religiosi che animano le Parrocchie e i Gruppi di espressione ebraica, e certamente ora - nel piangere il proprio Vescovo - sta imparando a
sentirlo vivo nel Signore.
Rispondendo alla nostra specifica vocazione di Custodi dei Luoghi Santi e quindi
solleciti e responsabili verso le persone - pietre vive delle comunità che abitano questa Terra Santa - la Custodia ha partecipato con gioia all’impegno del Patriarcato Latino, creando la Casa francescana di San Simeone e Anna, parrocchia “ebraica” che
in Gerusalemme ogni giorno raduna quanti pregano e celebrano nella Lingua cara al
Signore Gesù. Sono stato il primo “parroco” di San Simeone e Anna, e ora mi unisco
al lutto dei miei parrocchiani, certo che - anche loro come me - possono sempre con37
tare sul cuore paterno del Patriarca, che ama in ugual modo tutti i suoi figli.
Per i Parrocchiani di Gerusalemme, di Haifa, di Giaffa, di Beer Sheva, per i vari
Gruppi di espressione ebraica, per noi tutti che abbiamo lavorato con speranza a questa “chiesa” ancora così piccola, chiedo, caro Patriarca, la Sua benedizione.
Con i sentimenti della mia partecipazione affettuosa e filiale.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
Nomine in Patriarcato
Annuncio del Delegato Apostolico
Jérusalem, le 8 septembre 2005
Excellence,
Révérend Père,
Je suis heureux de vous informer qu’aujourd’hui, 8 septembre, à 12h00, heure de
Rome, le Saint-Siège annoncera la nomination de l’Archevêque Fouad Twal, Prélat
de Tunis, à Coadjuteur du Patriarcat latin de Jérusalem, et de Mgr Maroun Lahham
à Évêque - Prélat de Tunis.
Veuillez agréer, Excellence, Révérend Père, l’expression de mes salutations distinguées dans le Christ.
+ Pietro Sambi
Nonce et Délégué Apostolique
Mons. Fouad Boutros Twal
Il Vaticano ha annunziato che Mons. Fouad Boutros Twal, Arcivescovo di Tunisi,
è stato nominato Vescovo Coadiutore con diritto di successione a Sua Beatitudine
Mons. Michel Sabbah, Patriarca Latino di Gerusalemme. Mons. Fouad è nato a Madaba, Giordania, il 23 ottobre 1940. Nel 1959 iniziò i suo studi in preparazione al
sacerdozio. Fu ordinato sacerdote a Gerusalemme il 29 giugno 1966. Dopo la sua ordinazione era assistente del parroco prima a Ramallah (1966) e poi a Irbid, Giordania
(1967). Nel 1968 fu in Ankara e poi divenne vicario a Mahatta. Nel 1972 fu mandato
a Roma, dove studiò Diplomazia all’Università Lateranense. Nel 1974 fu chiamato
dalla Segreteria di Stato del Vaticano, e ricevette la Licenza in Diritto Canonico.
Durante lo stesso anno visitò la Terra Santa. In ottobre 1974 lavorò all’Accademia
Pontificia Ecclesiastica in Piazza della Minerva a Roma. Nel giugno 1975 difese la
sua testi dottorale riguardo ai Processi nel Diritto dei Beduini e nel Diritto Romano.
Finiti gli studi andò in Africa Centrale (1975) e nel 1976 fu nominato Chargé d’af38
faires alla Nunziatura Apostolica di Tegucigalpa, in Honduras. Nel 1977 ricevette la
nomina di Cappellano Onorario di Sua Santità. Nel 1982 passò nella Segreteria di
Stato in Vaticano, dove lavorò a favore dei paesi francofoni dell’Africa. Nel 1985
divenne Segretario di Mons. Moretti nel Cairo. La sua carriera diplomatica lo vide
trasferito alla Nunziatura Apostolica di Bonn nel 1988, e in quella di Lima, Perù, nel
1990. Il 12 maggio 1992 Mons. Fouad Boutros fu nominato Vescovo Prelato di Tunisi. Il 22 luglio 1992 fu ordinato Vescovo da Sua Beatitudine Mons. Michel Sabbah,
Patriarca Latino di Gerusalemme, nel Collegio dei Fratelli delle Scuole Cristiane in
Amman, Giordania. Nel 1995 fu promosso ad Arcivescovo di Tunisi. Visitò di nuovo
la Terra Santa nel marzo 2000, durante la visita pastorale di Papa Giovanni Paolo II.
I Frati Francescani della Custodia di Terra Santa congratulano Mons. Fouad Boutros
Twal per la sua nomina come Vescovo Coadiutore del Patriarca Latino di Gerusalemme, e auspicano un lavoro proficuo di collaborazione con lui e con la Chiesa
locale di Gerusalemme.
Mons. Maroun Elias Nimeh Lahham
Il Vaticano ha ufficialmente annunziato che Mons. Maroun Elias Nimeh Lahham,
Rettore del Seminario del Patriarcato Latino a Beit Jala, è stato nominato Arcivescovo di Tunisi. Mons. Maroun è nato ad Irbid, Giordania, il 20 luglio 1948. Studiò
filosofia (Baccalaureato nel 1968) e teologia (Baccalaureato nel 1972). Fu ordinato
sacerdote il 24 giugno 1972. Dopo la sua ordinazione continuò gli studi di Teologia
Pastorale, e ricevette il Dottorato nel 1992. Mons. Maroun era assistente del parroco
di Amman nel 1972-1975 e di quello di Fuhais (Giordania) nel 1975-1976. Fu poi
nominato parroco a Dubai (UAE) nel 1976-1979. Ritornò ad Amman, dove fu assistente del parroco nel 1979-1981 e poi divenne parroco di Madaba (Giordania) nel
1981-1988. A questo punto intraprese gli studi di Teologia Pastorale presso l’Università Pontificia Lateranense a Roma (1988-1992), dove prese il Dottorato. Nel 19921994 era Direttore Generale delle Scuole del Patriarcato Latino, e finalmente, dal
1994, è stato Rettore del Seminario del Patriarcato Latino a Beit Jala. Mons. Maroun
sarà il successore del Vescovo Fouad Boutros Twal, che ha retto la sede episcopale
di Tunisi dal 1992. I Frati Francescani della Custodia di Terra Santa congratulano
Mons. Maroun per la sua nomina come Arcivescovo di Tunisi e lo ricordano con
affetto come un buon amico e professore allo Studio Teologico Gerosolimitano della
Custodia a Gerusalemme. Lo ringraziano in modo particolare per la sua collaborazione con la Custodia nel campo della formazione dei candidati al sacerdozio.
39
Lettere di augurio della Custodia ai neo eletti
A Monsignor Fouad Boutros Twal
Prot. B-0564/05
Gerusalemme, lunedì 12 settembre 2005
S.E. Rev.ma
Monsignor Fouad Boutros Twal
Vescovo Coadiutore
Patriarcato latino di Gerusalemme
———————————————
Rev.mo Monsignore,
L’annuncio della Sua nomina a Vescovo Coadiutore di Sua Beatitudine Mons. Michel Sabbah, mi ha raggiunto in Spagna, e solo oggi posso manifestarle le mie congratulazioni e darle un cordiale benvenuto a Gerusalemme.
Si unisce a me tutta la famiglia Francescana che opera in Terra Santa, auspicando
un servizio ricco di soddisfazioni pastorali, nell’accoglienza attenta e generosa di
questo popolo, “piccolo resto” sofferente e bisognoso di paterne attenzioni, mentre
Le assicuriamo la nostra più ampia collaborazione.
Benvenuto, dunque, a Gerusalemme: Le auguro di cuore tutta la passione, la speranza, la pace e la gioia necessarie per il servizio impegnativo e fecondo che l’attende.
Con sentimenti di fraterna e filiale devozione.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
40
A Monsignor Maroun Elias Nimeh Lahham
Gerusalemme, lunedì 12 settembre 2005
Prot. B-0565/05
A Sua Ecc.za Rev.ma
Monsignor Maroun Elias Nimeh Lahham
Arcivescovo di Tunisi
Seminario – Beit Jala
——————————————Eccellenza! Carissimo Monsignore,
Sono tornato ora dalla Spagna, e quindi La prego di
scusarmi se le mie congratulazioni per la Sua nomina non sono state tempestive.
Auguri carissimi: unitamente a me tutta la fraternità Francescana Le porge i più
cordiali, sinceri auguri di buon apostolato nella Chiesa Tunisina, certi che la profusione di impegno, competenza, cordialità e affetto che qui l’hanno contraddistinta,
sono la base migliore e sicura per un ministero ricco di soddisfazioni pastorali.
Ancora vogliamo ringraziarLa per il servizio reso al nostro Seminario e ai Chierici
che hanno conosciuto la sua competenza e il suo cuore paterno durante la frequentazione dei Corsi di studio, così come nelle celebrazioni ai santuari di Betlemme e di
Gerusalemme.
La nostra riconoscenza e la nostra preghiera l’accompagnino.
Mabrouk: che “lo Spirito Santo irrompa dentro di Lei e Le dia il dono del sogno,
dell’ardimento, del coraggio, della novità, della fantasia!”.
Con ogni cordialità.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Bolla di nomina di S.E. Mons Fouad Twal
a vescovo coadiutore
Benoît
Évêque, Serviteur des serviteurs de Dieu
À notre vénérable frère, Fouad Twal, jusqu’à présent Archevêque du Siège de
Tunis, promu Coadjuteur du Patriarcat de Jérusalem pour les Latins, salut et Bénédiction Apostolique.
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Comme nous désirons de voir proclamer et vénérer jusqu’aux extrémités de la terre
Jésus-Christ, Sauveur du genre humain, né selon la chair de la Bienheureuse Vierge
Marie au sein du peuple Hébreux, par l’annonce de l’Évangile, pour apporter aux
hommes l’espérance du salut éternel,
Et comme par ailleurs Sa Béatitude Michel Sabbah, Patriarche de Jérusalem pour
les Latins, a exprimé le désir de lui accorder un Coadjuteur et comme nous avons
accueilli sa demande avec bienveillance, vu notre sollicitude pour le bien spirituel
de sa Communauté,
Nous avons vu, après mûre réflexion, que tu es apte à ce ministère, Vénérable
Frère, pour ta foi, ta prudence, ton zèle pastoral, ta fidélité dans le ministère et ton
amour déjà prouvé envers l’Eglise et le Vicaire du Christ, de même que par ton expérience de la charge épiscopale que tu as déjà exercée.
C’est pourquoi, après avoir entendu l’avis de la Congrégation pour les Églises
Orientales, Nous te nommons, en vertu de Notre Pouvoir Apostolique, Coadjuteur
du Patriarcat de Jérusalem pour les Latins, après t’avoir délié de ton Siège précédent.
Nous t’accordons par le fait même les droits et les pouvoirs requis par cette nouvelle charge, selon le droit, de même que Nous t’imposons les obligations correspondantes.
Tu devras informer de la présente nomination tant le Clergé que les fidèles de cette
communauté.
Pour l’accomplissement de cette grave responsabilité invoque l’aide de la Bienheureuse Vierge Marie Mère de Dieu et ne doutes jamais de la présence du Seigneur
Jésus à tes côtés, lequel, assis à la droite du Père, opère continuellement dans le
monde pour conduire les hommes à l’Eglise, et, par elle, les unir plus étroitement à
lui ; pour les rendre enfin participants de sa vie glorieuse en les nourrissant de son
Corps et de son Sang (Lumen Gentium, 48).
Donné à Rome, près Saint Pierre, le 8 septembre de l’année du Seigneur 2005, la
première de Notre Pontificat.
Benoît XVI
Lettera del Papa Benedetto xvi nel xl anniversario della Nostra Ætate
Al venerato fratello il Cardinale Walter Kasper
Presidente della Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo.
Sono trascorsi 40 anni da quando il mio predecessore Papa Paolo VI promulgò la
Dichiarazione del Concilio Vaticano II sulle relazioni della Chiesa con le religioni
42
non cristiane Nostra Ætate, che inaugurò una nuova era di rapporti con il popolo
ebraico e costituì la base per un sincero dialogo teologico.
Questo anniversario ci offre numerosi motivi per esprimere gratitudine a Dio Onnipotente per la testimonianza di tutti coloro che, nonostante una storia complessa e
spesso dolorosa, e in particolare dopo la tragica esperienza della Shoah, ispirata da
una ideologia razzista neo-pagana, hanno operato coraggiosamente per promuovere
la riconciliazione e una migliore comprensione fra Cristiani ed Ebrei. Nel gettare
le fondamenta di un rapporto rinnovato fra il Popolo ebraico e la Chiesa, la Nostra
Ætate ha sottolineato la necessità di superare i pregiudizi, le incomprensioni, l’indifferenza e il linguaggio ostile e sprezzante del passato.
La Dichiarazione è stata l’occasione per maggiore comprensione e maggiore rispetto reciproci, collaborazione e, spesso, amicizia fra Cattolici ed Ebrei. Li ha anche
sfidati a riconoscere le loro radici spirituali e ad apprezzare il loro ricco patrimonio
di fede nell’unico Dio, Creatore del cielo e della terra, che ha stabilito la sua Alleanza
con il Popolo Eletto, rivelato i suoi Comandamenti e insegnato la speranza in quelle
promesse messianiche che donano fiducia e conforto nelle difficoltà della vita. In
questo anniversario, ripensando a quattro decenni di contatti fecondi fra la Chiesa
e il Popolo ebraico, dobbiamo rinnovare il nostro impegno per l’opera che ancora
resta da compiere. A questo proposito, fin dai primi giorni del mio pontificato e in
particolare durante la mia recente visita alla Sinagoga di Colonia, ho espresso la mia
ferma determinazione a seguire le orme lasciate dal mio amato predecessore, il Papa
Giovanni Paolo II.
Il dialogo fra Ebrei e Cristiani deve continuare ad arricchire e a rafforzare i vincoli
di amicizia che si sono sviluppati, mentre la predicazione e la catechesi devono impegnarsi a garantire che i nostri rapporti reciproci si presentino alla luce dei principi
stabiliti dal Concilio. Guardando al futuro, esprimo la speranza che sia nel dialogo
teologico sia nella collaborazione e nei contatti quotidiani, i Cristiani e gli Ebrei offrano una testimonianza congiunta sempre più convincente dell’unico Dio e dei suoi
Comandamenti, della santità della vita, della promozione della dignità umana, dei
diritti della famiglia e della necessità di edificare un mondo di giustizia, riconciliazione e pace per le future generazioni.
In questo anniversario assicuro la mia preghiera per Lei, per i Membri della Commissione e per quanti sono impegnati nella promozione di maggior comprensione e
cooperazione fra Cristiani ed Ebrei secondo lo spirito della Nostra Ætate, invocando
su tutti di cuore le divine benedizioni di sapienza, gioia e pace.
Dal Vaticano, 26 ottobre 2005
Benedictus PP xvi
43
Messaggio di Natale 2005
Fratelli e Sorelle,
Felice e santa festa di Natale!
1. Il nostro messaggio è quello degli angeli il giorno di Natale: Non temete, ecco vi
annuncio una grande gioia. Vi è nato un Salvatore che è il Cristo Signore (Lc 2, 1011). Non temete nonostante tutte le difficoltà che viviamo e che possono ingenerare
paura e insicurezza. Anche Gesù ci dice: «Non sia turbato il vostro cuore e non abbia
timore» (Gv 14,27). Con la fede, con la luce e con la saggezza che la fede ispira,
possiamo fondare la nostra sicurezza e contribuire alla tranquillità generale di cui la
nostra società ha bisogno.
Il secondo messaggio di Natale è la gioia. L’angelo dice: Vi annuncio una grande
gioia: vi è nato un Salvatore che è il Cristo Signore. Che la gioia che proviene dalla
grazia di Dio ricolmi i vostri cuori, ne avete bisogno nelle sofferenze che patite. A
tutti i nostri fedeli, a tutti coloro che hanno paura, a coloro che tra i familiari contano un prigioniero o qualcuno sottoposto a torture, a coloro che hanno conosciuto
la morte, a tutti coloro che sono inclini a riempire di odio i loro cuori, noi diciamo:
Purificate i vostri cuori; e che la gioia di Natale rinnovi in voi tutta la vostra vita.
È questo il nostro messaggio per tutti i nostri fedeli e per tutti i nostri fratelli e
sorelle di questa Terra Santa; per tutti i palestinesi e per tutti gli israeliani: Dio vi ha
creati non per aver paura l’uno dell’altro o per ammazzarvi, ma per amarvi gli uni e
gli altri, per costruire e per collaborare insieme.
2. Ai nostri capi politici che con la loro politica possono decidere della vita o
della morte di parecchi in questa Terra Santa diciamo: Siate dei costruttori della
vita, non già della morte. Sappiate che le demolizioni, la morte e la lotta non hanno
portato, e non porteranno mai, che demolizioni, morte e la prosecuzione della lotta.
È tempo invece di cambiare strada e di prendere buone decisioni per giungere una
buona volta per tutte alla pace e alla giustizia. Ogni lentezza a risolvere, persistendo
le ingiustizie sotto ogni loro aspetto, il muro, le barriere, i prigionieri, gli assassini,
tutto ciò non fa che nutrire la violenza. Quando cesseranno le ingiustizie, causa della
violenza, cesserà la violenza e regnerà la sicurezza. Speriamo di poter cominciare
un nuovo periodo nel quale ogni violenza cesserà; da entrambe le parti, la israeliana
e la palestinese.
E ripetiamo: la sicurezza per gli israeliani vuol dire libertà e sovranità per i palestinesi. Due realtà interdipendenti e ineluttabili. Le mezze misure, la semilibertà o la
semisovranità non ci porteranno da nessuna parte, ma solo a ricadere in un interminabile ciclo di violenza e di insicurezza.
L’attuale posizione palestinese che consiste nel reclamare tutto i diritti attraverso
le vie della non violenza e della pace, dice che pace e giustizia sono possibili. Anche
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nella parte israeliana abbiamo visto e sentito dei nuovi segni e nuove espressioni.
Speriamo che indichino una nuova visione e una nuova decisione. Le difficoltà sono
numerose, ma è una volontà sincera che riduce ogni difficoltà e ne trova la soluzione. Se al contrario non c’è una sincera volontà, ogni difficoltà diviene un ostacolo
insormontabile.
La nostra Terra Santa è assetata di ritrovare la sua pace e la sua santità. Procurate
ai due popoli la vita, la sicurezza e la dignità che reclamano. Governare è dono e servizio, non l’occasione per occupare dei posti o per conseguire dei benefici. Bisogna
porre fine alle molteplici sofferenze che sono durate troppo in questa terra. Speriamo
adesso che i nostri capi dedichino tutto il tempo e tutte le loro energie per realizzare
quel che bisognava compiere da sempre: la pace e la giustizia per due popoli capaci
di vivere fianco a fianco in pace e come dei buoni vicini.
3. Fratelli e sorelle che vivete qui a Betlemme, vicinissimi alla Grotta; a voi e al
mondo intero, che in questi giorni volgete lo sguardo verso Betlemme, la città del
Principe della Pace: a voi tutti auguro un Natale di santità e di coraggio per mettere
da parte ogni paura e ogni violenza e per costruire la pace e la giustizia di cui noi
tutti abbiamo bisogno.
Felice e santa festa di Natale.
+ Michel Sabbah, Patriarca
Omelia alla Santa Messa di mezzanotte, Chiesa di Santa Caterina
Fratelli e sorelle, Signor Presidente Mahmoud Abbas,
1. Sia il benvenuto insieme con tutti i suoi collaboratori in questa venerabile basilica in questa notte santa. Per Lei, per i suoi sforzi per giungere alla pace, attraverso
le vie della pace, chiediamo a Dio di donarLe coraggio e perseveranza nella difficile
via intrapresa. E la ringraziamo per la sua scelta. Che è la migliore. A Lei, grazia e
pace!
Fratelli e sorelle,
2. Vi auguro una santa festa di Natale, piena della grazia e della vita divina che il
bambino nato a Betlemme è venuto a portarci. Natale significa l’entrata di Dio nella
storia umana: «Il Verbo di Dio si è fatto uomo ed è venuto ad abitare fra noi. È diventato l’Emmanuele, Dio con noi. Ha camminato sulla nostra terra ed è divenuto un
compagno di strada per ciascuno e per ciascuna di noi.
È il Verbo di Dio. È la pienezza dell’essere, Tutto è stato fatto per mezzo di lui e
senza di lui niente è stato fatto (Gv 1,3). Ed è l’invisibile: Dio nessuno l’ha mai visto, proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. Dalla sua
pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia (Gv 1,16-18). Natale è l’occa45
sione che si rinnova ogni anno, per meglio approfondire il mistero della presenza di
Dio fra noi, della nostra unione con lui, che il suo unico figlio ci ha fatto conoscere.
Natale ci ricorda che la nostra vita non può realizzarsi senza questa permanente relazione con la pienezza dell’essere e della divinità che ci si manifesta in questa notte
santa nel Bambino Gesù.
Pure nella gioia del Natale ci ricordiamo che Dio presente fra noi ha scelto come
sua dimora la nostra terra, una dimora umile, per vivere una vita offerta fino all’immolazione. Di natura divina, spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e
facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce (Fil 2, 6-7). Si è immolato
per darci la vita in abbondanza, e a tutti senza distinzioni; egli è venuto per l’umanità. Ogni creatura umana di qualsiasi razza, di ogni nazione e di qualsiasi credenza è
preziosa ai suoi occhi e per essa è venuto.
3. Il messaggio di Natale alla nostra Chiesa di Gerusalemme, quarant’anni dopo
il Concilio Vaticano II, è un messaggio di vita nuova, spirituale e religiosa, secondo
i molteplici documenti del Concilio ed i nuovi orizzonti che ci ha aperto. Una vita
nuova nel dialogo con le religioni con cui viviamo, l’Islam e l’Ebraismo. Ma innanzitutto è il rinnovamento di noi stessi, per meglio dialogare, meglio conoscere e farci
conoscere. Per meglio dialogare con tutte le nostre società, con le loro sofferenze e
le loro gioie. Perché il credente é quello che è sempre in uno stato di ascolto. D’una
parte ascolta, come dice il salmista, quello che dice Dio, nella Santa Scrittura o negli
eventi della nostra vita quotidiana, e dall’altra parte, ascolta le gioie, le sofferenze e
le grida di tutti i popoli e di tutte le persone.
Uno sforzo nuovo e perseverante perché possiamo trasformare la nostra vita in un
cammino permanente davanti a Dio per saper vedere sempre la volontà di Dio, la sua
provvidenza e il suo amore in tutti gli accadimenti della nostra vita.
In effetti parecchi si sono chiesti ancora quest’anno: come possiamo celebrare il
Natale e come possiamo stare allegri con il muro che si innalza dappertutto, costringendoci a vivere come in una prigione; con le nostre terre espropriate; con i nostri
giovani trascinati via nell’oscurità della notte e gettati nelle prigioni israeliane; con
i morti che cadono nelle varie città accanto a noi e le grida di vendetta che si innalzano; e in più con l’instabilità e l’insicurezza nella nostra stessa società? Con tutto
questo come possiamo celebrare, come possiamo accogliere la gioia del Natale?
Proprio per tutto questo, a motivo di questa realtà di morte, abbiamo bisogno della
grazia del Natale per trasformarla in realtà di vita. Così possiamo fronteggiarla e
rimanere vivi e credenti in Dio, che ci ama ed è giusto; possiamo avere il coraggio
di vedere in ogni creatura umana, quale che sia, l’immagine di Dio, con il quale fin
d’ora occorre cominciare a edificare in questa terra una vita nuova.
Quarant’anni dopo, il Concilio invita tutte le nostre Chiese di Gerusalemme a proseguire gli sforzi per l’unità e per un cammino comune, nonostante le complicate
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nostre situazioni; e le Chiese cattoliche a continuare il rinnovamento avviato con il
Sinodo, e alla luce del Piano pastorale che ne è stato il frutto.
4. Il messaggio di Natale nella situazione di conflitto che viviamo, due popoli e tre
religioni, è un messaggio che dice: Pace a tutti, nonostante tutte le differenze nazionali e religiose. Un messaggio che ci ripete come ogni uomo sia prezioso agli occhi
di Dio suo creatore e come il sangue sempre facilmente sparso in questi giorni in
questa terra, il sangue di persone umane, nei due campi, grida vendetta e arriva fino
alle orecchie dell’Altissimo.
Ci ricordiamo delle vittime del terrorismo in Giordania di qualche mese fa; di tutte
le vittime del conflitto qui, in questa Terra Santa; delle vittime in Libano e nell’Iraq
e in tutto il mondo, ma particolarmente nella nostra regione, la cui pace dipende da
quella di Gerusalemme, città di Dio e cuore dell’umanità. A tutti diciamo: Dio è
innanzitutto un Dio d’amore. È il padre di tutti, senza distinzioni di razza o di religione.
Ci ha creati tutti a sua immagine. Le barriere di razza, di religione, di nazionalità
le abbiamo create noi: con esse abbiamo limitato la nostra capacità di amare e di costruire insieme, abbiamo accresciuto le nostre capacità di morte. La dignità umana è
un valore fondamentale. La religione pure. E così pure la libertà, l’indipendenza e la
sovranità. Ma varie oppressioni o abusi e un falso concetto della sovranità trasformano tutto in cause di morte. Ma non per questo noi siamo stati creati. Non per questo
costruiamo dei paesi indipendenti e sovrani. Tutti i responsabili dei governi di questo
paese hanno l’obbligo di trovare il modo di non sacrificare la persona umana, la sua
vita o la sua dignità, in nome di esigenze di sicurezza.
5. Con Natale in questa notte santa prestiamo attenzione alla volontà israeliana
che ricerca la sicurezza con diverse azioni militari. Prestiamo attenzione alla volontà
palestinese che invoca la fine dell’occupazione e piena libertà. Natale dice a noi tutti
che pace, sicurezza e giustizia sono possibili.
Un nuovo orizzonte politico israeliano e palestinese sembra delinearsi sia pure con
difficoltà e molteplici esitazioni. Se i nostri capi hanno una volontà sincera e risoluta,
possono - se lo vogliono - fare di questo tempo che viviamo un momento di grazia
Con la cessazione completa di ogni violenza e di ogni vendetta; con la liberazione
dei detenuti politici; fermando per un istante il passato, per permettere a un avvenire
nuovo di aver inizio; per creare una terra nuova nella quale i nuovi cuori assicureranno la sicurezza degli israeliani meglio che i muri ed altre azioni militari; come pure,
per i palestinesi, la libertà e la fine dell’occupazione.
Ai capi dei nostri due popoli di questa terra santa, a voi autorità palestinesi qui
presenti, a voi capi d’Israele, Natale dice che le vie di questa terra santificata da Dio
sono vie di pace, fondata sulla giustizia e l’eguaglianza tra i due popoli, nessuno
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superiore all’altro, nessuno sottomesso all’altro. Due vie uguali in dignità, in diritti
e in doveri.
Non temere Gerusalemme, dice il Profeta, Dio è in mezzo a te (Sof 3,17). Ci auguriamo di vedere il giorno in cui nessuno abbia paura, nessuno rimane ricercato,
nessuno trionfi a spese dell’altro, nessuno escluda l’altro: perché Dio è nella città per
salvare e ristabilire la dignità di tutti; perché tutti, israeliani e palestinesi, siamo « sua
creatura e opera delle sue mani».
6. Fratelli e sorelle, per voi qui presenti e per tutti i nostri fedeli in tutta la nostra
diocesi in Palestina, Israele, Giordania e Cipro; per tutti gli abitanti di questa Terra
Santa ebrei, cristiani, musulmani e drusi; per i detenuti in carcere, tutti coloro che
soffrono e sono sacrificati nei diversi conflitti di questa regione; per tutti coloro che
pregano con noi nel mondo intero, per tutti chiediamo a Dio grazia e pace in abbondanza.
Buona e santa festa di Natale.
+ Michel Sabbah, Patriarca
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Dal Patriarcato Greco ortodosso
Comunicazione della destituzione del Patriarca Ireneos
Saturday, June 04, 2005
No. 365
Very Reverend
Fr. Giovanni Battistelli ofm, Custos of the Holy Land
of the order of Franciscans Jerusalem
------------------------------------------------------------------Very Reverend Fr. Giovanni,
I would like to inform you that the Pan-Orthodox Synod of Constantinople, 24th
May 2005, acknowledged the decision of our Holy Synod, 6th May 2005, about the
ceasing of our Patriarch Irineos 1st and that our Holy Synod in its session, 30th, May
2005, elected me unanimously as a Locum Tenens of the Throne of Jerusalem.
Looking forward for your cooperation, I remain with my best wishes,
Cornelios Metropolitan of Petra
Locum Tenens of the Greek Orthodox Patriarchate of Jerusalem
Jerusalem
Appello del Patriarcato per l’allontanamento
del già Patriarca Ireneos
Thursday, June 9, 2005
The Patriarchate of Jerusalem, the first and most ancient Christian institution in the
Holy Land, has been facing, over the last years, a series of challenges and difficulties, which culminated to the well-known recent crisis.
The Brotherhood of Holy Sepulcher took the painful decision that the only way
out of this crisis was the renunciation of Patriarch Irineos, considering his leadership and administration as extremely damaging for the Patriarchate. The Holy Synod
adopted, on May 6th 2005, by a majority of 2/3, the decision for his dismissal. The
reasons for the renunciation of the Patriarch by the Brotherhood are purely ecclesiastical and well explained in the Act of Renunciation signed by 80% of the members
of the Brotherhood.
49
The supreme body of Orthodoxy, i.e. the Synod of the Heads of the Orthodox
Churches, convened by the Ecumenical Patriarch in Istanbul on May 24th, recognized that the Holy Synod of the Patriarchate acted legally and according to the
rules of the canon law and the Church. The decision of the Synod is binding for all
the Orthodox Churches and Mgrs Irineos is no longer recognized as the Patriarch
of Jerusalem, his name being deleted from the Church Books. Any disrespect of the
above-mentioned decision by any Orthodox body or clergyman is a schismatic act
and bears consequences according to the rules of the Church. Following the decision
of the Pan-Orthodox Synod, the Synod of the Patriarchate elected on May 30th, a
Locum Tenant in order to lead the Patriarchate to elections for a new, ecclesiastically
recognized, Patriarch’s
However, this very clear ecclesiastical situation has been obscured by legalistic
arguments related to the recognition of the new reality in the Patriarchate by the
Israeli and Palestinian governments. Contrary to the Jordanian government, which
responded immediately and recognized the dismissal of Mgrs Irineos and the election of Locum Tenant, the Israeli and Palestinian governments have failed to do so,
until now.
It is true that, for historic reasons related to the 16-century-old tradition of the
Patriarchate, the election of a Patriarch and a Locum Tenant should be approved
by the local government/s. This relation between the State/s and the Patriarchate,
as the local Church, is an indication of mutual respect and trust and the recognition
by the government/s of the will of the Church. It was never meant to be a vehicle
for intervention, directly or indirectly, in the internal affairs of the Church, whose
independence and autonomy is respected and guaranteed according to the status quo
by the local government/s. No preconditions or legalistic formulas should be placed,
directly or indirectly, in the process of the recognition of the Head of the Church by
the government/s, leading the Patriarchate to a status of hostage, unable to fulfill
its mission and provide for its administration. No government should maintain an
ecclesiastically illegal situation, on any grounds. It should be understood that the
Patriarchate is not a corporation but a Church, governed by the rules of the Church.
We appeal to all the religious institution in the world and to all governments that
are interested in the safeguard and respect of the status quo in the Holy Land to support the Patriarchate of Jerusalem at this difficult moment in its long history, so as to
safeguard its independence, autonomy and unity, according to the status quo and the
rules of the Church.
Cornelios
Metropolitan of Petra
Locum Tenens
The Greek Orthodox Patriarchate of Jerusalem
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Theophilos, Nuovo Patriarca Greco di Gerusalemme
M Rev. Fr. Pierbattista Pizzaballa
Custos of the Holy Land
Jerusalem
------------------------------------------
Jerusalem, Friday, August 26, 2005
Dear Most Rev. Pizzaballa,
I have the honour to announce to you that the Holy Synod of our Greek Orthodox Patriarchate in its session on Monday, August 22nd, 2005, elected His Eminence
Archbishop of Tabor, Theophilos, Superior of the Holy Sepulchre, as the 141st Patriarch of Jerusalem.
Conveying to you our Beatitude’s will for a mutual Christian cooperation, I remain
with best wishes.
Cornelios
Metropolitan of Petra
Locum Tenens of the Greek Orthodox Patriarchate of Jerusalem
Il Sinodo greco-ortodosso nomina Teofilo nuovo Patriarca di Gerusalemme
Eletto all’unanimità il nuovo patriarca greco-ortodosso “aiuterà il patriarcato ad
affrontare e superare la crisi creata da Ireneos I”. Ancora sconosciuta la reazione di
Giordania ed Israele.
I 14 membri del Sinodo greco-ortodosso di Gerusalemme hanno eletto all’unanimità il vescovo Teofilo, 53 anni, come nuovo patriarca. Con la nomina egli diventa
Metropolita di Gerusalemme e prende il posto di Ireneos I che il Sinodo pan-ortodosso di Costantinopoli, guidato dal patriarca Bartolomeo I, aveva deposto dall’incarico il 24 maggio scorso. L’ex patriarca aveva tentato di invalidare la riunione del
Sinodo che avrebbe nominato il suo successore ma la Corte giudiziaria di Gerusalemme lo aveva fermato.
Il Metropolita Teofilo, di nazionalità greca, ha servito nella chiesa del Santo Sepolcro ed è stato rappresentante della chiesa greco-ortodossa a Mosca ed in Qatar.
Il segretario generale del Sinodo, l’arcivescovo Aristarchos, dice: “Il nostro sforzo
è stato quello di eleggere un patriarca in grado di ridare prestigio al patriarcato”.
“Ora - continua - ci sentiamo più forti nell’affrontare e superare la crisi e lo scandalo
creato da Ireneos I”. Osservatori di AsiaNews a Gerusalemme affermano che il voto
unanime a Teofilo mostra l’unità della comunità ortodossa nei confronti di Ireneos
I, che occupa ancora il palazzo del patriarcato e rifiuta di andarsene.
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Fra Atanasio, francescano di Terra Santa incaricato dello Statu Quo, ha dichiarato
ad AsiaNews che “mons. Teofilo è una personalità cordiale ed amica”. “Con lui continua - è assicurata una buona collaborazione fra cattolici ed ortodossi. In passato
Teofilo, grazie alla sua carica, ha molto collaborato per la manutenzione del Luogo
Santo”. Secondo varie leggi e consuetudini la nuova nomina deve essere approvata dai
governi di Palestina, Giordania ed Israele. Il primo ha già fatto sapere che “rispetterà
la decisione sinodale” mentre il governo giordano non ha ancora chiarito la propria
posizione. È noto infatti il dispiacere che provano i fedeli greco-ortodossi di nazionalità araba nell’avere solo leader religiosi di nazionalità greca.
Il governo israeliano non ha ancora riconosciuto neanche la deposizione di Ireneos
I effettuata dal Sinodo di Costantinopoli. Per il momento un funzionario ha fatto sapere che è stata istituita una commissione ministeriale con delega sulla questione.
AsiaNews, 22 agosto 2005
Auguri della Custodia
Prot. B-0488/05
Jerusalem, Wednesday 31st August 2005
His Beatitude Theophilos III
Greek Orthodox Patriarch of Jerusalem
---------------------------------------------Your Beatitude,
May the Lord give you Peace!
On behalf of the Franciscans of the Custody of the Holy Land, I extend to you
heartfelt congratulations on your election to the office and ministry of Greek Orthodox Patriarch of Jerusalem. Also on this happy occasion, I send my best wishes
to your Brotherhood and to all the Greek Orthodox faithful in the Church of Jerusalem.
May Almighty God, who sent His only Son to redeem the world and proclaim
God’s kingdom of grace and peace, grant you the blessing necessary to carry out the
important ministry with which you have been entrusted. In light of our relationship
in the holy places, we hope and pray to continue and expand our fraternal relationships with your Beatitude and your Brotherhood.
Yours in Christ,
Fr. Pierbattista Pizzaballa ofm
Custos of the Holy Land
Fr. Stéphane Milovitch ofm
General Secretary of the Holy Land
52
Risposta del Patriarca greco
Prot. 586
Jerusalem, Monday, September 12, 2005
Most Rev. Fr. Pierbattista Pizzaballa ofm
Custos of the Holy Land
Custodia of Terra Santa
Jerusalem
-------------------------------------------------Dear Rev. Fr. Pizzaballa,
We have received with great joy your kind wishes on the occasion of our election
as Patriarch of the Holy and Apostolic Throne of Jerusalem.
We express Our cordial thanks, and invoke upon you the grace and blessings of
Our Lord Jesus Christ, wishing you strength, health and success in your religious
responsibilities.
In a spirit of love and cooperation between Us and your Paternity, between Our
Patriarchate and the Brotherhood of the Franciscans, We hope and wish to continue
our fraternal relations for a worthy service on the Sacred Shrines of the Holy Land.
Yours In Christ,
Theophilos III
Patriarch of Jerusalem
53
Dalla Curia Custodiale
Lettera del Ministro Generale dopo il Capitolo Custodiale
Prot. N. 095083
Roma, 16 gennaio 2005
Fra Piebattista Pizzaballa ofm
San Salvatore
POB 186
91000 Gerusalemme – Israele
-----------------------------------Carissimo Fratello Pierbattista, Custode,
Il Signore ti dia Pace!
Dopo che il Definitorio generale ha esaminato e approvato la Relazione che Fr.
Stefano Ottenbreit ha inviato al Ministro generale al termine della Visita Canonica
alla Custodia di Terra Santa, desidero comunicarti quanto è emerso dalla nostra discussione, sperando che possa essere di aiuto per il cammino che tu e tutti i Fratelli
della Custodia state compiendo.
In primo luogo voglio ringraziare il Signore per la vostra presenza e per il prezioso
servizio che con amore e passione prestate, a nome della Chiesa e dell’Ordine, in tutti i Paesi in cui siete presenti e, in particolare, in quei luoghi santi dove si è compiuta
la storia della nostra salvezza. Le situazioni concrete, non sempre favorevoli, in cui
vi trovate a dover vivere ed operare rendono la vostra testimonianza ancora più preziosa e fanno della vostra stessa esperienza un modello per altre Entità dell’Ordine.
Realtà che la Chiesa e l’Ordine, infatti, oggi più che mai, considerano fondamentali,
come quella del dialogo ecumenico e interreligioso, dell’accoglienza dell’altro, nella
persona del povero da assistere o del pellegrino da ospitare, e della multiculturalità
sono il vostro quotidiano vissuto e diventano per noi tutti uno stimolo a credere nella
loro concreta possibilità di essere attuate, nonostante le fatiche e le sofferenze di cui
possono anche essere causa.
Tutto ciò fa della Custodia una realtà viva e vitale. Il serio impegno culturale e universitario, l’attenzione all’educazione dei giovani, le numerose e belle opere sociali
e di solidarietà, il prezioso servizio alle Chiese locali, la fitta rete di Commissariati
sparsi per il mondo sono la prova di questa grande ricchezza e della vostra passione
nel voler seguire le orme del Signore nostro Gesù Cristo, non solo custodendo i
luoghi che sono stati testimoni della sua presenza tra noi, ma diffondendo anche il
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messaggio d’amore che ci ha lasciato, cosi come san Francesco ci ha insegnato.
In questo senso credo che un grazie particolare e doveroso debba essere rivolto a
tutti quei Frati che, non più giovani, dopo aver speso la loro vita per il bene della
Custodia, ancora oggi non risparmiano le loro forze per servire i Fratelli là dove
l’obbedienza li ha chiamati.
Per tutto questo si deve rendere grazie a Dio, perché se avete motivo per far grata
memoria della vostra storia, potete e dovete anche guardare con fiducia al futuro,
che si apre ricco di opportunità per continuare ad essere una significativa presenza
evangelica nei Paesi in cui siete presenti. Certo, la particolare conformazione della
Custodia ne fa una realtà unica e allo stesso tempo una permanente sfida per i delicati
equilibri di cui vive. Credo, quindi, che per voi sia quanto mai urgente impegnarsi
in un serio cammino di Formazione permanente che coinvolga tutti e renda la vostra
testimonianza di Frati Minori ancor più luminosa.
È chiaro che il problema dell’invecchiamento e della rapida diminuzione del personale porterà necessariamente a fare delle scelte. È necessario perciò prepararsi per
viverle il più possibile con serenità, evitando lacerazioni e in uno spirito di condivisione. Per questo bisogna intensificare e dedicare tempo al dialogo e all’ascolto nelle
singole Fraternità, tra le Fraternità, tra il Governo della Custodia e i Frati. Senza
dover inventare cose nuove, si deve infondere nuova linfa e recuperare la fiducia in
quegli strumenti che la nostra tradizione e le nostre leggi già ci mettono a disposizione. Gli incontri fraterni e di formazione a livello custodiale, i capitoli locali, i ritiri
mensili, gli esercizi spirituali annuali, sono tutte occasioni perché i Frati possano
crescere insieme secondo un progetto comune, ma è necessario aver cura di questi
momenti e soprattutto formare i Guardiani perché possano svolgere il loro primo
servizio: essere animatori delle loro Fraternità.
Le distanze, i molti impegni e la loro diversità, non possono, poi, diventare una
giustificazione alla tentazione dell’individualismo e dell’isolamento, ma devono
spingere ad intensificare gli sforzi per qualificare la comunicazione a tutti i livelli,
sia nelle singole Fraternità che nella Custodia. Così il forte senso di appartenenza
dei Frati alla Custodia deve esprimersi anche nella disponibilità alla collaborazione,
al reciproco aiuto e ad affrontare per questo, quando necessario, anche dei sacrifici.
Se, infatti, non si accoglie questo progetto di condivisione e fraternità, essenziale
al nostro carisma e secondo la vita e Regola che abbiamo professato, difficilmente
si potrà essere ancora un segno profetico per la società in cui viviamo e la nostra
vita diventerà sempre più simile a quella del “mondo”. Si corre allora il pericolo
che invece dello Spinto di comunione regni lo spirito di divisione, in cui i gruppi si
formano per difendere interessi particolari e non in vista del bene comune. Diventa
difficile vivere la povertà evangelica, dal momento che il cuore è più attaccato alle
proprie cose e agli spazi, magari ormai vuoti, che al Signore. La preghiera viene, in55
fine, considerata un’attività superflua, o a cui riservare i ritagli di tempo, e il servizio
che ci è stato affidato un mestiere da assolvere.
Una Fraternità custodiale, invece, impegnata a vivere la riconciliazione e la pace,
sarà un segno luminoso in una terra che ha un grande bisogno di questi doni per
continuare a coltivare la speranza; una visione condivisa del significato della vostra
presenza non potrà, quindi, che portare ad una maggiore incisività della vostra delicata missione.
Vorrei, infine, esortarvi ad un generoso impegno nella formazione iniziale. Il Signore continua a farvi la grazia di Fratelli di diverse parti del mondo che desiderano
servire il Signore sulle orme di Francesco nella Custodia di Terra Santa. Oggi è più
che mai urgente operare un autentico discernimento. Proprio per la peculiarità e la
delicatezza delle realtà in cui siete presenti non si deve cedere alla facile tentazione
di avere Frati per occupare delle posizioni a discapito di un serio accompagnamento
personalizzato, che presti particolare attenzione alla dimensione di fede, alla vita
fraterna e alla maturazione umana dei candidati.
Ringraziandovi ancora per tutto il bene che fate, vi rinnovo la mia vicinanza e affido a te, caro Custode, e al tuo Definitorio queste brevi riflessioni, auguro di cuore a
tutti i Frati di essere sempre testimoni fedeli della splendida vocazione che hanno ricevuto, nell’ascolto accogliente della Parola e nella caritativa obbedienza ai fratelli.
Fraternamente.
fra Josè Rodríguez Carballo ofm
Ministro Generale
Uscita dal noviziato
Il giorno 3 gennaio, fra Tony Abdo ha deciso spontaneamente di lasciare il noviziato per ritornare a Betlemme, la sua città di origine. Le nostre preghiere lo accompagnano nella sua scelta di vita.
Professioni semplici
Il giorno 29 marzo, preso il nostro convento di Washington, fra Hugh O’Neil ha
emesso la sua prima professione solenne tra le mani di fra Romano Almagno ofm,
guardiano della Comunità.
Ordinazione diaconale
Il primo aprile 2004, nella Cattedrale di San Francesco - Aleppo, fra Rami Petraki,
è stao ordinato diacono con l’imposizione delle mani di Sua Ecclenza Mons.
Giuseppe Nazzaro ofm, Vicario Apostolico della Siria.
ofm
56
Ministeri istituiti
Il 31 maggio, durante la pellegrinazione presso il nostro santuario della Visitazione
(Ain Karem) il M.R.P. Vicario Custodiale ha istituito lettore i seguenti alunni del
seminario teologico:
Custodia di Terra Santa;
• fra Alessandro Coniglio
SS. Francesco e Giacomo in Messico;
• fra Roberto
Ibarra
Custodia di Terra Santa;
• fra Giovanni Battista
Miller
SS. Francesco e Giacomo in Messico.
• fra Carlos Alberto Ortíz
Ha inoltre istituito accolito i seguenti religiosi:
Custodia di Terra Santa;
• fra Zaher Aboud
Custodia di Terra Santa;
• fra Rami
Azakriyeh
Custodia di Terra Santa;
• fra Usama Bahbah
B. Junipero Serra, Messico;
• fra Alfonso
Estrada
SS. Francesco e Giacomo. Messico;
• fra Carlos
Hernández
Custodia di Terra Santa.
• fra Carlos Gabriel Molina
Ordinazioni sacerdotali
1. A San Salvatore, il 29 giugno, alle ore 10.00, per l’imposizione delle mani e
la preghiera consacratoria di S.B. il Patriarca latino verranno ordinati sacerdoti i
seguenti religiosi:
SS. Francesco e Giacomo in Messico;
• fra Eladio
Conchas
S. Francesco d’Assisi a Quito, Ecuador;
• fra Juan
Guayanay
San Francesco d’Assisi in Polonia;
• fra Gwidon
Kobiec B. Junipero Serra, Messico;
• fra Felipe de J.
Leyva A.
SS. Francesco e Giacomo in Messico;
• fra Diego
Madera
S. Francesco d’Assisi a Quito, Ecuador;
• fra Willian
Mora
S. Salvatore in Slovacchia.
• fra Bruno Peter
Vcela
2. Sabato 5 novembre, nella basilica di Nostra Signora di Bakhdida – Iraq, fra
Sebastiano Matti ofm, della Custodia di Terra Santa, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale secondo il rito siro antiocheno per l’imposizione delle mani e la preghiera
consacratoria di S.E. Mar Basilius Giorgio Mousa, vescovo diocesano siriaco di
Bakhdida Karakosh.
57
Vestizione
Il 31 agosto, presso il santuario di Ain Karem – San Giovanni, ha ricevuto l’abito
dal Rev.mo Padre Custode:
· Fra Sergey Loktionov, Nov. - Russo - da Pleshanovo, diocesi: San Clemente, di Leonid e Tamara Ulusnova, nato il 13.1.1974; v.: 31.8.2005
– dottore in medicina militare (spec. chirurgia).
Ordinazioni diaconali
Il 17 settembre, festa delle Stigmate di san Francesco, dalle mani di S.E. il Card.
Georges Cottier op hanno ricevuto il dono del diaconato i seguenti religiosi:
• fra Cesar
Román
SS. Francesco e Giacomo in Messico.
• fra Elder
De Souza
San Benedetto in Amazzonia - Brasile;
• fra Gabi
Kalak
Custodia di Terra Santa;
• fra Gustavo Acho Custodia di Terra Santa;
• fra Lawrence Coblavie Custodia di Terra Santa;
• fra Raimundo Mourão Di S. San Benedetto in Amazzonia - Brasile;
• fra Sergio
Martínez
SS. Francesco e Giacomo in Messico;
Professioni solenni
1. Il giorno 17 luglio, presso il Franciscan Monastery (Washington),
• fra Jacob M.
Smith
Custodia di Terra Santa;
in comunità a Washington, ha emesso la sua professione solenne.
2. Il 9 ottobre, alle ore 10.00, a San Salvatore, nelle mani del Rev.mo Custode di
Terra Santa, hanno emesso la Professione Solenne:
• fra Zaher Abboud
Custodia di Terra Santa;
• fra Rami
Asakriyeh
Custodia di Terra Santa;
• fra Shadi
Bader
Custodia di Terra Santa;
• fra Usama Bahbah
Custodia di Terra Santa;
• fra Jad
Sara
Custodia di Terra Santa.
3. Il 9 settembre, alle ore 10.00, ad Knaye (Siria), nelle mani di fra Filippo Mistrih
ofm, delegato del Custode di Terra Santa, hanno emesso la loro Professione Solenne:
• fra Salem
Younes
Custodia di Terra Santa.
• fra Bernardo
Lawand
Custodia di Terra Santa.
58
Ingresso in Postulandato
Il 20 settembre, hanno fatto ingresso ad Ain Karem presso la casa di postulandato
i seguenti giovani:
• Sig. Fabian Cantio
Statunitense
• Sig. Francesco Caré
Italiano
• Sig. Jean Choupin
Statunitense
• Sig. Ariel Dubé
Argentino
• Sig. Sergio Galdi
Italiano
Dal primo ottobre, nella casa di Harissa, entrano in primo anno di postulandato i
seguenti giovani:
• Sig. Joe Elias Abdo
Libano
• Sig. Luai Bsharat
Giordania
• Sig. Bassam Georges Nassar
Libano
• Sig. Jihad Maksoud Libano
• Sig. Elie Farah
Libano
Rinunce
1. Allo scadere dei voti temporanei, fra Charles Apple e fra Damien-Emmanuel
Bailey della comunità di Washington sono ritornati al secolo.
2. Il 3 ottobre, allo scadere dei suoi voti fra Fares Giorgio Ghalam è uscito dall’Ordine francescano. Gli auguriamo ogni bene nella sua nuova vita.
Decreto di espulsione di fra Georges Jallouf
Prot. B-0226/05
Gerusalemme, giovedì 21 aprile 2005
DICHIARAZIONE
-------------------------------------Oggi, 21 aprile 2005, nel Congresso Discretoriale radunato a San Salvatore, il
Custode di Terra Santa con il suo Discretorio dichiarano, ai sensi del can. 694 e di
CCGGOFM art. 258 che il R.P. Georges Jallouf ofm risulta ipso facto dimesso dall’Ordine dei Frati Minori per aver abbandonato la fede cattolica.
Si dà ordine a chi di dovere presso la Curia Custodiale di curare le notificazioni e
le informazioni richieste da CCGGOFM art. 258.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
59
Decreto di espulsione di fra Abdo Nader
Gerusalemme, venerdì 1 luglio 2005
Prot. B-0376/05
DICHIARAZIONE
------------------------------------------Oggi, 1 luglio 2005, nel Congresso Discretoriale radunato a San Salvatore, il Custode di Terra Santa con il suo Discretorio dichiarano, ai sensi del can. 694 e di CCGGOFM art. 258 che il R.P. Abdo Nader ofm risulta ipso facto dimesso dall’Ordine
dei Frati Minori per aver contratto matrimonio.
Si dà ordine a chi di dovere presso la Curia Custodiale di curare le notificazioni e
le informazioni richieste da CCGGOFM art. 258.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Ritorno in provincia
1. Dopo 30 anni di servizio presso la Grotta della Natività, fra Everardo (Justín)
Sanchez ofm della Provincia del santo Evangelo in Messico è tornato in patria.
2. Dopo 31 anni di servizio in Terra Santa come insigne guida di pellegrini e come
predicatore convinto, il 3 ottobre scorso fra Raimondo Oliva ofm, della Provincia
dell’Immacolata Concezione salernitano-lucana è tornato in Provincia. Risiede a
Nocera, la città in cui è nato, presso l’infermeria provinciale.
Cambiamento di provincia
1. Si informa che fra Giacobbe D’Angelo è stato definitivamente incardinato
nella Provincia siciliana.
2. Con la data del 19 ottobre:
60
*
fra Nicholas Ronalter ofm, Statunitense, nato il 26 dicembre 1946 a
Bristol – USA; professione temporanea: 17 settembre 1993; professione
solenne: 17 settembre 1997, è definitivamente incardinato nella Provincia
di Santa Barbara negli Stati Uniti;
*
fra Gonzalo Zervino ofm, Argentino, nato l’11 febbraio 1951 a Passo
de lo Libres – Argentina; professione temporanea: 19 febbraio 1977;
professione solenne: 29 febbraio 1980, sacerdozio: 27 febbraio 1981,
dalla Provincia di San Francisco Solano in Argentina è definitivamente
incardinato nella Custodia di Terra Santa.
Nuovi missionari
1. Con lettera del Ministro Generale, fra Pietro An ofm, della Provincia dei Santi
Martiri di Corea (Corea) e fra Jorje Roque Armijos Sigho ofm della Provincia di San
Francesco de Quito (Ecuador) entrano in Servizio in Custodia. Fra Pietro era già stato missionario dal 1994 al 2001 prestando il servizio di sacrestano al Cenacolo, alla
Flagellazione, a Betlemme e a Nazareth.
2. Per concessione del Ministro Generale, e con il permesso del proprio Provinciale, fra Samuel Fayez Fahim, già Ministro Provinciale della Provincia della Sacra
Famiglia (Egitto), verrà per un periodo di quattro anni a servizio della Custodia di
Terra Santa.
3. Con ubbidienza in data dell’11 giugno, fra Garett Edmunds ofm, della Provincia
di Santa Barbara (USA), nato il 16.10.1950, vestizione 2.9.1977, professione semplice 16.1.1979, professione solenne 11.1.1982, sacerdozio 11.09.1982, già missionario in Terra Santa durante l’anno del Grande Giubileo torna in missione tra di noi.
Ci rallegriamo del suo ritorno e lo ringraziamo per la sua generosità.
Con obbedienza del Ministro Generale, in data di settembre la Custodia accoglie i
seguenti religiosi:
4. Fra Teophilo (M. Vianney) Kim Sang-Won, Sac. - Coreano - da Muju, diocesi: Jeon Ju, di Ki Young e Ib Bun Kim, nato il 31.03.1967; v.: 12.01.1998; pt:
29.01.1999; ps: 16.01.2003; sac.: 25.06.2005; serv.: 18.07.2005 - S. Martiri Coreani:
Sud Corea.
5. Fra Abraham (Jerzy) Sobkowski, Sac. - Polacco - da Katowice, diocesi: Katowice, di Andrzej e Krystyna Kamienczyk, nato il 13.09.1975; v.: 1.09.1994; pt:
26.08.1995; ps: 17.10.1999; sac.: 29.06.2001; serv.: 01.08.2005 - Assunzione BMV:
Polonia.
6. Fra Raffaello Tonello, Sac. - Italiano - da Verona, diocesi: Verona, di Ugolino
e Maria Iseppi, nato il 17/7/1948; v.: 10/9/1988; pt: 3/9/1989; ps: 11/9/1993; sac.:
7/5/1994 - Serafica San Francesco di Assisi-Umbria: Italia.
Con obbedienza del Ministro Generale, in data al 2 dicembre, la Custodia accoglie:
7. Fra Stefano De Luca, Sac. - Italiano - da Putigano (BA), diocesi: Conversano-Monopoli, di Vincenzo e Maria Mastrosimini, nato il 12/8/1971; v.: 2/9/1990;
pt: 8/12/1991; ps: 28/1/1996; sac.: 13/9/1997; serv.: 2/12/2005; licenza in teologia
biblica, licenza in archeologia cristiana - S. Michele Arcangelo-Pugliese: Italia. Fra
Stefano risiede già come ospite presso la comunità di Cafarnao dove termina l’elaborazione della sua tesi sulla sinagoga.
61
Missionario all’estero
Dal 1 giugno, fra Carlos Jara ofm, alunno della Custodia di Terra Santa, pur rimanendo incardinato nella stessa, presta un servizio di tre anni presso la Custodia
di Cristo Re in Svizzera. Ha ricevuto l’ubbidienza presso la fraternità di Lugano
Loreto.
Nuovo Commissario
1. La Provincia australiana ci informa che fra Noel English ofm è stato eletto commissario di Terra Santa. Si prega di aggiornare i nuovi recapiti del Commissariato:
R.P. Noel English ofm
Commissariat of the Holy Land
47 Victoria St.
Waverley NSW, 2024 - Australia
Telefono:
+61. 2 9369.9300
Fax: +61. 2 9369.9322
E-mail:[email protected]
2. Oltre al commissario già elencato per l’Austria, si prega di notare il seguente
nome:
R.P. Florenz Graf ofm
Gilmstraße 1 - Postfach 11
6130 Schwaz - Austria
Telefono:
+43.5242
64460
Fax: +43.5242
64460-4
E-mail: [email protected]
3. Ci è giunta la notizia che, alla successione di fra Felipe de Jesús Navarro Romero ofm, commissario di Terra Santa a Guadalajara (Messico) è stato nominato fra
Maximiliano Magdaleno Muñoz ofm. Presentiamo al nostro confratello e collaboratore il nostro ringraziamento per aver accettato tale incarico.
4. Si prega di annotare il seguente cambiamento del Commissario in Irlanda:
Rev. Fr. Bernard Jones ofm
Commissariat of the Holy Land
Franciscan Friary
Lady Lane
Waterford - Ireland
Telefono:
+353. 51
87.42.62
Fax:
+353. 51
84.30.62
[email protected]
E-mail: 62
Agenda del Custode
5-6 gennaio
8-12 gennaio
8 gennaio
10 gennaio
11 gennaio
12 gennaio
13 gennaio
16-26 gennaio
26 gennaio
27-28 gennaio
30-31 gennaio
1 febbraio
3 febbraio
4 febbraio
6 febbraio
7-11 febbraio
16-18 febbraio
25 febbraio
1 marzo
3 marzo
6 marzo
7 marzo
8 marzo
9 marzo
10 marzo
14-18 marzo
15 marzo
17 marzo
19 marzo
20 marzo
22 marzo
24-27 marzo
28 marzo
Ingresso a Betlemme
Assemblea Ordinari Cattolici (Incontro con i vescovi anglofoni)
Incontro Commissione Custodiale per la Formazione
Incontro con il Seminario Metropolitano Romano
Incontro con Segreteria Evangelizzazione
Scambio di auguri alle Chiese Orientali
Gerusalemme, visita di cortesia Ministero Difesa
Ain Karem, Discretorio
Roma, Curia Generale: Convegno dei nuovi Ministri Provinciali e Custodi ofm
Roma (nel corso del Convegno), incontro con il Definitorio Generale:
valutazioni sullo stato attuale della Custodia.
Milano: presentazione presso il Pime del libro di Andrea Tornielli.
Milano: disbrigo di questioni amministrative e legali della Custodia
Brescia: incontro accompagnatori e animatori pellegrinaggi Italia
Rientro in sede
Incontro con Segreteria Luoghi Santi
Incontro con Commissione Status Quo
Incontro con Commissione Borse di Studio
Meditazione ad un gruppo ACLI: “Dolore dell’uomo, dolore di Dio”.
Visita fraterna a Buenos Aires - Montevideo.
Nazareth: Discretorio (Formazione)
Milano: audizione al processo Colla
Incontro con il Patriarca Greco Ortodosso
Presentazione del Libro di C. M. Martini all’Università Ebraica
Visita al Romitaggio – Getsemani
Visita all’Asilo degli anziani di Nazareth
AOCTS – Notre Dame
AOCTS – Notre Dame
Discretorio a San Salvatore
Partenza per l’Italia
Definitorio Generale – Curia Generale
Riunione del Consiglio della Formazione– Roma
Messa di San Giuseppe a Nazareth
Processione delle Palme, Incontro con la SegreteriaFP
Auguri al Sindaco e al Governatore di Gerico
Triduo Sacro - Pasqua
Emmaus
63
3 aprile
5-7 aprile
11 aprile
13-17 aprile
21 aprile
26-30 aprile
25-30 aprile
1 maggio
2-3 maggio
4-5 maggio
6-7 maggio
7 maggio
8-13 maggio
15 maggio
18-19 maggio
20 maggio
21 maggio
22-26 maggio
27-28 maggio
29 maggio
30-31 maggio
1-3 giugno
4-5 giugno
6-8 giugno
9 giugno
1-5 luglio
3 luglio
8 luglio
11 luglio
12 luglio
14 luglio
19 luglio
20-21 luglio
26-29 luglio
29 luglio
30 luglio
2 agosto
3 agosto
64
Professione semplice di sr. Claire Édith, clarisse
Harissa
Segreteria della Formazione Permanente
Croazia
Discretorio a Jaffa
Rodi
Rodi
Gerusalemme
Auguri agli orientali
Ascensione
Santa Croce
Inaugurazione mostra artistica a Nazareth
Washington
Pentecoste al Cenacolo
Discretorio al Monte Tabor
Consegna pagelle al TSC delle ragazze Betlemme
Consegna pagelle al TSC dei ragazzi di Gerusalemme
Firenze
San Marco di Lamis
Treviso
Milano
Palermo
Napoli
Roma
ritorno a Gerusalemme
Discretorio a Gerusalemme.
Pontificale a Getsemani
Consegna delle pagelle al Collegio Terra Santa di Nazareth
Latroun, festa di San Benedetto.
Alla Knesset, cerimonia per l’emissione di un francobollo israeliano
dedicato a Sua Santità Giovanni Paolo II.
Visita all’Ospedale di San Giuseppe
Pranzo in Infermeria
Visita a Nazareth e Galilea
Accoglienza della delegazione di Mondo X
Accoglienza del Nunzio Apostolico del Congo
Accoglienza dell’Arcivescovo di Granata
Visita in Galilea
Pranzo al Terra Santa College. Cena a San Giovanni in Deserto
4-5 agosto
6 agosto
10 agosto
14 agosto
15 agosto
17 agosto
21-25 agosto
27 agosto
29 agosto
31 agosto
1 settembre
3-5 settembre
7-12 settembre
13 settembre
14-15 settembre
17 settembre
18-24 settembre
25 settembre
29 settembre
2 ottobre
3-4 ottobre
5 ottobre
7 ottobre
9 ottobre
15 ottobre
19 ottobre
21-22 ottobre
27 ottobre
29 ottobre
31 ottobre
3-5 novembre
Visita in Galilea
Festa della Trasfigurazione, Monte Tabor
Conferenza sui Cristiani di TS al campus per i giovani Sionisti, in collaborazione con l’associazione Yahalom
Intervista a Notre Dame in diretta dal Brasile col titolo Dal Brasile in Germania via Terra Santa
Assunzione: Vespri al Getsemani
Conferenza sui Cristiani di Terra Santa al Campos per i giovani Sionisti in collaborazione con l’associazione Yahalom
Libano
ore 10.00 Messa alla Basilica dell’Annunciazione: ore 18.00 celebrazione del 50mo anniversario della Professione di Sr. Anna, delle suore di S. Anna
Pranzo a Betania
Ain Karem: Vestizione di fra Sergey Loktionov e pranzo
Presiede il Capitolo conventuale della comunità del SS. Sepolcro
Italia: professione dei novizi a Piedimonte
Spagna: Università di Murcia
Partecipa al ricevimento del Presidente della Repubblica Ceca, dal Presidente Katzav
Discretorio a San Salvatore
Ordinazione diaconale
Predica gli esercizi spirituali degli studenti sul Monte Tabor
Emmaus: San Cleofa, Messa Pontificale
Conferenza Nostra Ætate: 40 anni alle guide ebraiche.
Beit Jala: consacrazione episcopale di Mons. Lahham
San Salvatore: festa di San Francesco
San Salvatore: Apertura dell’anno accademico presieduta dal Nunzio (saranno presenti SBF - STJ - STSalesiani)
Incontro dei direttori delle scuole di Terra Santa
San Salvatore: professione solenne
Giaffa
Discretorio a Giaffa
a Washington
Vaticano: 40º anniversario della Nostra Ætate
Cafarnao: solenne celebrazione della chiusura dell’anno dedicato all’Eucaristia
Celebrazione della Tregua Olimpica
Incontro con i Guardiani e gli Economi di Giudea e di Galilea a Haifa Stella Maris
65
8novembre
50mo SOC del Cairo
10 novembre
Kyriat Yearim: Capitolo zonale dei frati di Giudea
13-15 novembre in Siria
17 novembre
Discretorio a Betlemme
21-25 novembre Formazione Permanente a San Salvatore
27 novembre
Nazareth: Beatificazione Charles de Foucault
5-7 dicembre
Incontro dei Superiori ed Economi dei Conventi della Custodia
9 dicembre
Monte delle Beatitudine: Capitolo zonale di Galilea
14 dicembre
Visita di Cortesia dell’Arcivescovo Etiopico
15 dicembre
Discretorio - durante la pausa riceve gli auguri natalizi dei militari israeliani
16-20 dicembre Siria – Libano
21 dicembre
Betlemme: Concerto per la vita e della Pace
22 dicembre
Gerusalemme: Concerto per la vita e della Pace
23-25 dicembre Feste natalizie
27 dicembre
Messa nell’Infermeria di San Salvatore, riceve gli Orientali per gli auguri natalizi
29 dicembre
Ricevimento dal Presidente Katzav, pranzo dal Nunzio, cena alla Flagellazione
31 dicembre
Visita alla Famiglia di fra Jack Karam
Durante il 2005, il Custode ha accolto 114 gruppi per un totale di 7144 pellegrini.
Movimento di personale
Discretorio del 13 gennaio 2005
Fra Gérard Bourdonneau, guardiano della comunità del Monte Tabor viene nominato cronista.
Fra Samir Narouz, viene eletto Vicario locale della comunità del Monte Tabor.
Fra Angelico Pilla, superiore della comunità di Tabgha viene nominato cronista.
Fra Mounzer Sikias, superiore del Collegio di Terra Santa (Roma) viene nominato
cronista.
Fra Romano Almagno, guardiano della comunità di Washington viene nominato
archivista locale.
Fra Antonio Rojek, rimanendo in comunità a San Salvatore, viene nominato in
servizio presso il Santo Sepolcro.
Fra Domingo Silva Damascena viene trasferito a Betfage (Le Palme) come addetto
al Santuario.
66
Discretorio del 21 Febbraio
Fra Benito Choque è nominato amministratore del convento di Montevideo;
fra Nerwan Baho è trasferito a Frascati (Provincia romana): studente di Teologia
presso la facoltà Antonianum;
fra Ricardo Bustos è nominato maestro di formazione di fra Salem Younes;
fra Justo Artaraz è nominato maestro di formazione di fra Jad Salem;
fra Domingo Da Silva è trasferito a Getsemani: addetto alla Grotta degli Apostoli;
fra Pacifico Giacchini è trasferito a Betfage - Le Palme (Gerusalemme): addetto al
Santuario;
fra Raimondo Girgis è nominato membro del cœtus formatorum di Harissa;
fra Ariel Tenti è trasferito a Santa Caterina (Betlemme): studente e addetto al Santuario;
fra Abraham Sokkowski è trasferito alla Flagellazione.
I seguenti professi solenni studenti di teologia presso lo STJ sono nominati nelle
seguenti comunità periferiche di Gerusalemme;
fra Gustavo Acho a San Giovanni (Ain Karem);
fra Felix Apaza al Santo Sepolcro (Gerusalemme);
fra Elder de Sousa a SS.mi Simeone e Anna (Gerusalemme);
fra Gabi Kalak al Cenacolo (Gerusalemme);
fra Sergio Martinez a San Giovanni (Ain Karem);
fra Raimondo Mourao al Cenacolo (Gerusalemme);
fra Cesar Roman a Getsemani (Gerusalemme).
Discretorio del 21 aprile
Fra Pierre Richa viene trasferito presso il Seminario di San Salvatore;
fra Beda An viene nominato Assistente spirituale dei pellegrini.
Discretorio del 19 maggio
Fra Pietro An, nuovo missionario, viene nominato sagrestano al Cenacolo.
Con effetto in settembre, seguono i trasferimenti dei seguenti professi semplici:
fra Agustín Pelayo: trasferito a San Giuseppe - Cairo (studente di Arabo);
fra Antonino Milazzo: trasferito a San Salvatore – seminario (in formazione);
fra Badie Elias: trasferito a Washington (studente di Inglese);
fra Haroutiun Samouian: trasferito a San Salvatore – seminario (in formazione);
fra Ibrahim Abu-Naffà: trasferito a San Salvatore – seminario (in formazione);
fra Ibrahim Haddad: trasferito a San Salvatore – seminario (in formazione);
67
fra Ivan Kelmer: trasferito a San Salvatore – seminario (in formazione);
fra Marcelo Cicchinelli: trasferito a San Salvatore – seminario (in formazione);
fra Nerwan Baho: trasferito a San Salvatore – seminario (in formazione);
fra Oscar Marzo: trasferito a Santi Simeone e Anna (studente di Ebraico);
fra Silvio De la Fuente: trasferito a San Salvatore – seminario (in formazione).
Discretorio dal 1 al 5 luglio
Fra Antonio Saliba: trasferito a Giaffa – Sant’Antonio (vicario parrocchiale);
fra Aquilino Castillo: trasferito a San Salvatore – seminario (in formazione);
fra Arturo Vasaturo: nominato Delegato della Custodia di Terra Santa presso l’Assemblea del Consiglio Francescano Internazionale di Evangelizzazione e Missione;
fra Giuseppe Incelli: trasferito a San Giuseppe - Beirut;
fra Gonzalo Zervino: nominato vicario locale, economo locale, Commissario di
Terra Santa a Buenos Aires;
fra Maximilian Wojciechowski: trasferito a Washington (addetto al negozio di oggetti religiosi, a disposizione del guardiano);
fra Peter Asante: trasferito a Nicosia – Santa Croce (vicario parrocchiale);
fra Rafael Tayem: trasferito a Betlemme (addetto al santuario, addetto alla parrocchia, vice corista);
fra Raimondo Girgis: nominato economo di Sant’Antonio – Harissa; nominato
membro del Consiglio regionale di Amministrazione per il Libano.
fra Samuel Fayez Fahim: nominato a Sant’Antonio – Harissa (superiore, maestro
dei postulanti, responsabile della casa di accoglienza per i gruppi);
fra Shadi Bader: trasferito in Delegazione di Terra Santa – Roma (studente PUA);
fra Tarciso Rondinelli: nominato in Delegazione di Terra Santa.
Discretorio del 14 e 15 settembre
fra Abraham Sobkowski: Flagellazione (studente SBF, incaricato per i depliant);
fra Antonio Rojek trasferito a Ain Karem (addetto al santuario);
fra Benito Choque trasferito al Monte Tabor (sacrestano, addetto al santuario);
fra Daniel Barrera Tiberiade (economo);
fra Elder de Souza trasferito al Getsemani (studente STJ);
fra Fadi Azar trasferito al commissariato di Washington (studente in formazione);
fra Francesco Shamieh trasferito a Betlemme (vicario parrocchiale);
fra Garett Edmunt: San Salvatore (assistente spirituale dei pellegrini, addetto alla
segreteria);
fra Gennaro de Robertis trasferito a San Salvatore (a disposizione del Padre Custode);
68
fra Guglielmo Rossi trasferito a Larnaca (vicario locale, vicario parrocchiale, cronista);
fra James Brabandt trasferito a Washington (addetto al santuario, confessore);
fra Jorge Armijos trasferito a Palermo (addetto alla chiesa, confessore);
fra Lucio Giron: Tiberiade (superiore, parroco, cronista);
fra Mariano Cordero: Buenos Aires (vice economo, vice commissario);
fra Martín Zavaletta trasferito a Limasol: (superiore, economo, parroco, studente
di greco);
fra Michael Sarquah trasferito a Betlemme (addetto al santuario, aiutante nella
Casa Nova);
fra Noel Muscat e fra Athanasius Macora sono nominati membro del Cœtus Formatorum di San Salvatore;
fra Peter Asante: Nicosia - Santa Croce (vicario locale, studente di greco, economo locale, cronista);
fra Rafaele Sube trasferito a San Giovanni del Deserto (vicario locale, addetto al
santuario, assistente spirituale dei pellegrini);
fra Raffaello Tonello nominato al Sepolcro (in servizio);
fra Teophilo Kim Sang-Won nominato alla Delegazione di Terra Santa (studente
di Italiano);
fra Victor Peña trasferito a Limasol (cronista, vicario parrocchiale, assistente
OFS)
fra Wojciech Boloz trasferito a Nazareth (addetto al santuario, confessore, studente di ebraico);
Discretorio di Terra Santa del 19 ottobre
Fra Pietro An dal Monte Sion a Cafarnao: addetto al santuario;
fra Christopher Coppock da Washington a Gerusalemme - Monte Sion: addetto al
santuario;
fra Michel Jarnoux da Betlemme al Commissariato di Palermo: addetto alla Chiesa, collettore;
fra Pierre Richa da San Salvatore a Betlemme – Santa Caterina; in formazione,
incaricato del Campo dei Pastori;
fra Franciszek Sulkowski da Nazareth a Betlemme: refettoriere, addetto al santuario;
fra Ibrahim Haddad è nominato sagrestano di San Salvatore e vice incaricato del
divano;
fra John Savage è nominato incaricato del divano di San Salvatore, addetto al Christian Information Center e al Pilgrims’ office;
fra Justo Artaraz è nominato maestro di formazione di fra Pierre Richa;
69
fra Wilhelm Fornal e fra Martín Zavaleta sono nominati membri del Consiglio
regionale di amministrazione per Cipro;
fra William Winkler viene eletto Discreto locale del Commissariato di Washington.
Discretorio di Terra Santa del 24 novembre 2005
fra Michael Sarquah ofm è nominato addetto al Campo dei Pastori.
fra John Muscat ofm, della provincia di San Paolo - Malta, volontario in Terra
Santa, è stato destinato a Nazareth: addetto al santuario, confessore.
Decisioni del Discretorio
Discretorio del 5 luglio
Beirut: Il Discretorio ha preso in esame alcune proposte di edificazione in un lotto
di terreno adiacente al terreno di nostra proprietà. Le diverse proposte sono interessanti, ma si invita la commissione regionale a studiare meglio il progetto perché sia
più consono al contesto edilizio del convento
Ghassanieh: Il Discretorio approva la richiesta di restauro della foresteria e invita
il superiore locale a presentare un progetto per la chiesa.
Rodi: Il Discretorio invita il superiore a procedere con il restauro del campanile
della Chiesa di San Francesco.
Latachia: Il Discretorio prende atto dei lavori che si stanno svolgendo a Lattachie;
dispone che il restauro della chiesa sia guidato da una commissione competente
Emmaus: Si autorizza l’acquisto di una nuova automobile.
San Salvatore. Il Discretorio valuta la richiesta del guardiano di rivedere l’impianto elettrico delle campane e le infiltrazioni d’acqua dal tetto che rovinano le
decorazioni della chiesa. Il Discretorio accetta.
San Salvatore. Si approva la proposta del Custode di realizzare un ascensore che
porti dall’infermeria al refettorio.
Discretorio del 14-15 settembre
Santuari: Il Discretorio approva la proposta di invitare sacerdoti, francescani, prevalentemente di lingua italiana e spagnola, per il servizio di confessore nei nostri
santuari per periodi limitati.
Santo Sepolcro: Il Discretorio approva la proposta di istituire turni per le confessioni al Santo Sepolcro per i sacerdoti francescani e non, residente a Gerusalemme.
Santo Sepolcro: Viene approvato all’unanimità il nuovo Regolamento del Santo
Sepolcro, ad experimentum.
70
Noviziato: Il Discretorio discute la possibilità di riaprire eventualmente il noviziato in Custodia e valuta le diverse disponibilità di luoghi e di persone.
Formazione permanente: Incontri programmati: si decide che ad ogni incontro
siano presenti almeno due membri del Discretorio.
Lavori in Custodia: Il Discretorio discute sulle modalità di esecuzione di alcuni
lavori delle nostre costruzioni e invita il Custode a procedere nelle verifiche necessarie.
Nazareth: Il Discretorio approva l’avvio della progettazione di un centro parrocchiale di Nazareth e incarica l’economato a procedere immediatamente.
Tiro: Si accetta la richiesta di fra Raimondo Girgis, incaricato di Tiro, per eseguire
alcuni piccoli lavori di manutenzione nella scuola e nella stanza del parroco.
Slenfe: Casa accoglienza gruppi: si permette di restaurare il tetto della chiesa per
evitare infiltrazioni di acqua.
San Salvatore. Fra Jerzy Kraj, guardiano, è incaricato di stendere un contratto con
la ditta AEI Perego per la manutenzione delle campane delle case della Custodia.
Beit Hanina: Il Discretorio approva in linea di principio il progetto di ristrutturazione del Centro parrocchiale, chiedendo allo stesso tempo alcune revisioni. Il
progetto dovrà essere finanziato da enti esterni.
Economato: Il Discretorio all’unanimità decide che venga affidato ad una società
contabile competente il controllo sui conti della Custodia.
Tiro e Deir Mimas: Il Discretorio è d’accordo per dare in comodato gratuito i due
luoghi ai cappuccini per 99 anni. Si permette loro di prendere Deir Mimas.
Sefforis: Si approva la proposta di convenzione tra l’istituto del Verbo Incarnato
e la Custodia.
Infermeria custodiale: Valutazione di un anno di collaborazione con l’ospedale
San Giuseppe.
Padre Benedikt Piter, monaco premonstratense, presterà per un anno servizio al
Santo Sepolcro dal primo ottobre 2005. Il Discretorio prende nota.
Il Discretorio approva l’assunzione di una giornalista di lingua francese che lavorerà per la rivista francese, per il sito Internet, come punto di riferimento per la
rivista italiana e le altre edizioni che ne fossero interessate.
Si ratifica la creazione di un ufficio che si occuperà della gestione delle case della
Custodia in città vecchia.
Discretorio del 19 ottobre
1. Resoconto dell’attività della curia
a. Visita del Vicario Custodiale a Cipro: cfr. pagine 8ss. Il Vicario legge una lunga
e interessante relazione sulla sua vista alle nostre comunità di Cipro. Dopo aver pre71
sentato la situazione del punto di vista generale, ha evidenziato il tipo di pastorale e
di attività di ogni singola comunità, evidenziando gli aspetti positivi e quelli problematici. Ci si è soffermati in particolare sul Collegio di Terra Santa e sulla necessità
di preparare nuovi frati per questa missione e sulla priorità dello studio della lingua
greca da parte dei giovani frati residenti a Cipro.
b. Visita del Custode in Siria: Il Custode ha potuto visitare tutte le comunità tranne
quella di Lattachia ma ha potuto vedere tutti i frati radunati per gli esercizi spirituali.
In particolare il Custode si è fermato nei villaggi dell’Oronte per capire la situazione
locale in vista di una decisione finale riguardo i lavori da compiersi. Ha poi valutato con tutti i religiosi alcuni punti in discussione da molto tempo, in particolare
la questione dell’ospedale al Raja’ ad Aleppo. Il Custode ha evidenziato come il
clima tra i frati sia positivo. Il Discretorio riguardo a Knaye, decide di procedere
in via definitiva secondo quanto già affermato in riunioni precedenti come pure del
governo precedente e cioè: si dia l’avvio ai lavori salvaguardando però la struttura
del conventino antico.
2. Affari economici
1.
La comunità di San Giuseppe al Cairo presenta la possibilità dell’acquisto di
una casa accanto al convento. Non si ritiene praticabile tale proposta.
2.
Il Terra Sancta College di Gerusalemme chiede un aumento del mensile. Si
accetta.
3.
Il parroco di Betlemme presenta la proposta di comprare l’immobile del
Sig. Shohmelian e relativo terreno in zona Karkafeh per edificare appartamenti per i
cristiani di Betlemme. Il Discretorio considera interessante la proposta e praticabile
l’impegno finanziario. Si chiede tuttavia all’economato di chiarire ulteriormente il
progetto e presentarlo a uno dei prossimi Discretori.
4.
L’economato, su richiesta della Comunità di Nazareth, ha presentato al Discretorio alcune proposte di soluzione riguardo al progressivo deterioramento della
Grotta dell’Incarnazione di Nazareth. Il Discretorio ovviamente ritiene che si debba
procedere senz’indugio ma solo dopo aver fatto tutti gli studi richiesti dalla particolarità del Luogo santo.
5.
Si discute della possibilità di chiudere con vetro insonorizzante l’oculus della basilica di Nazareth per consentire l’uso contemporaneo di entrambi i luoghi di
culto. Sono stati presentati alcuni progetti concreti. Il Discretorio considera interessante la proposta, ritenendo tuttavia che si debba studiare questa soluzione tenendo
presente anche i problemi di aerazione. Si invita l’economato a contattare esperti e
ditte competenti e presentare nuovamente il progetto al Discretorio.
6.
L’economato presenta la necessità di verificare alcuni elementi strutturali
del Memoriale di Cafarnao. Il Discretorio invita l’economo a procedere.
72
7.
Si acconsente alla revisione dei tetti della chiesa di Tiberiade.
8.
Dal momento che si ricevono continuamente proposte di acquisto di beni
immobili a Betlemme, il Discretorio, in linea di principio, dà le seguenti indicazioni:
la Custodia non può diventare il latifondista di Betlemme soddisfacendo a tutte le
richieste; per quanto possibile conviene difendere il nucleo cristiano, quindi comprare dove c’è una presenza cristiana e nel caso che il terreno sia in qualche modo
utilizzabile.
9.
Si valuta la proposta delle Suore Bianche di comprare un terreno adiacente
alla loro proprietà di Betlemme. Il Discretorio ritiene che il terreno non sia utile alla
Custodia perché non confina con nessuna delle nostre proprietà.
10. Le suore Hijas del Calvario chiedono un prestito alla Custodia per ingrandire il loro convento. Il Discretorio acconsente.
11. Su richiesta del Custode, un ingegnere ha fatto una supervisione di tutti lavori di costruzione effettuati o in corso. Sarà presentata una relazione. Appare subito
evidente che in alcuni settori i prezzi sono lievitati perché il materiale passa da troppi
intermediari.
3. Convenzioni
1.
Si accettano all’unanimità le modifiche proposte dalle suore Figlie di Sant’Anna riguardo alla convenzione tra i due enti sulla gestione dell’ospizio Saint
Francis di Nazareth e la Cappella del Tremore.
2.
Le monache agostiniane Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento
chiedono alla Custodia un luogo per poter insediarsi in Terra Santa. Il Discretorio
accoglie favorevolmente questa proposta, riservandosi tuttavia di valutare prima alcuni aspetti di carattere legale e canonico.
3.
Il Discretorio valuta l’ultima proposta dell’associazione Marie de Nazareth
riguardo alla nostra collaborazione per l’apertura di un loro centro a Nazareth e ribadisce le posizioni precedentemente assunte.
4. Varia
1.
Si approva ad experimentum il regolamento interno del Terra Sancta College di Gerusalemme.
2.
Si valuta un’ulteriore proposta per l’individuazione di locali per la Curia
custodiale.
3.
Si respinge l’idea di affittare una parte del Terra Sancta College al Consolato americano.
73
Discretorio del 24 novembre
1. Attività della Curia
Il Custode è stato in Egitto dove ha incontrato le nostre due comunità; i frati stanno
bene e vivono in santa armonia.
La chiesa di San Giuseppe è in buone condizioni, ma il convento ha bisogno di
ristrutturazione. Il Muski ha bisogno di essere risistemato e ripulito. Anche la biblioteca ha bisogno di essere risistemata e aggiornata. Nella riunione con il Custode si è
deciso di rivedere i criteri di prenotazione dei libri, che fino ad oggi passano in molti
casi attraverso i Commissari, e di stabilire un budget annuale per gli acquisti e gli
abbonamenti dal quale attingere direttamente per finanziare le attività del centro.
Si è discusso più volte insieme a tutti i frati circa il futuro della nostra presenza in
Egitto. La decisione potrà essere presa solo in accordo con la Curia Generale e la
Provincia egiziana.
Nell’incontro con il provinciale, fra Joseph Amin, si è espressa la volontà di collaborare tra le due entità sul piano pastorale. Fino al prossimo capitolo custodiale non
si prenderanno decisioni riguardo al futuro; nel frattempo, d’accordo con il Ministro
Generale, cercheremo di chiarire le varie prospettive.
Il problema di personale, sia a San Giuseppe che al Muski, è serio e da parte della
Custodia sarà necessario fare uno sforzo per rafforzare le due comunità.
Fra Jerzy Kraj è stato in Italia per fare il punto della situazione circa Casalotti:
un Istituto religioso sembra interessato a prendere in comodato il collegio e la parrocchia di Casalotti. Aveva anche mandato per preparare e definire le modalità per
l’apertura al Monte Tabor e poi ad Emmaus di una casa gestita da Mondo X. Dopo
aver visitato i loro centri di accoglienza e di gestione di importanti centri è stato preparato un breve pro memoria di proposte per il Discretorio.
2. Santuari
a. Si accetta che venga preparato un mosaico rappresentante papa Giovanni Paolo
II a Tabgha.
b. Dato che il Discretorio ha deciso che tutte le parrocchie di Terra Santa abbiano
il proprio centro parrocchiale, su richiesta del parroco, si autorizza che venga progettato un centro per Cana di Galilea.
c. Su richiesta del superiore di San Giovanni del Deserto si decide di recintare il
terreno della Custodia confinante con il moshav e di risistemare la stanza al secondo
piano dell’ingresso del convento.
d. Si decide che venga definitivamente chiuso il negozio di souvenirs presso il
Campo dei Pastori.
74
3. Formazione
a. Si delega fra Noel Muscat per organizzare vari raduni zonali per i professi solenni under 10.
b. Il Discretorio valuta il Capitolo zonale dei frati di Giudea a Qiriat Ye’arim. È
stata apprezzata da tutti i partecipanti la bontà dell’iniziativa: buona l’atmosfera. Si
apprezzano i discorsi franchi e trasparenti. È stata una bella convivenza. L’iniziativa
sarà da ripetere, ponendo attenzione a meglio organizzare gli incontri per consentire
la partecipazione di tutti.
c. Quatto sono gli studenti professi solenni in seminario: fra Zaher Abboud, fra
Rami Asakrieh, fra Usama Bahbah e fra Carlos Hernandez. Saranno destinati alle
rispettive fraternità all’inizio del secondo semestre.
4. Questioni economiche e legali
a. Si accorda un mensile al Promotore vocazionale custodiale.
b. Dal momento che la crisi dei pellegrinaggi sembra finita, molti conventi non
hanno più bisogno di mensile. A partire dal 1º gennaio 2006 il Discretorio decide di
abolire il budget della Visitazione, del Getsemani, del Santo Sepolcro (l’economato
pagherà i dipendenti del convento), del Cenacolo, di San Pietro - Tabgha e di abbassare il mensile di Betfage, di Betania, di Betlemme, di Cana e di Nazareth.
c. Si discute lungamente insieme all’Economo custodiale sulla preparazione del
budget 2006, concentrandosi soprattutto sulle spese straordinarie e gli investimenti
necessari per l’anno venturo. La discussione continuerà anche nella prossima seduta
del Discretorio, dove le singole voci saranno precisate meglio.
d. Si permette al Guardiano di Washington di valutare e poi eventualmente decidere sulla bontà di uno scambio di terreno tra il commissariato e un’associazione non
profit.
e. Si approva il sistema manageriale che ridefinisce i criteri di approvazione ed
esecuzione di tutti i nostri grandi lavori edilizi (Costruction Management Method),
che dovrà essere pubblicato entro le prossime settimane e reso noto a tutte le entità
della Custodia. È stata scelta, inoltre, una società che per tre anni s’incaricherà di seguire i lavori della Custodia in Giudea. Nei prossimi mesi verrà scelta anche un’altra
società per la Galilea.
f. Si valuta la proposta di rivedere il nuovo sistema legale della Custodia (avvocati
e procedure). Una decisione chiara e definitiva verrà presa quando l’argomento sarà
maturato.
g. Si studia e si elabora in via definitiva il progetto per la nuova curia custodiale.
75
Discretorio del 15 dicembre
Si anticipa il Discretorio di aprile di una settimana: si terrà quindi a San Salvatore
il 20 aprile, settimana in albis.
Fra Maurice Dignard è stato ricoverato in Canada a causa di un tumore polmonare. Le sue condizioni, pur serie, gli permetteranno tuttavia di rientrare a Beirut e di
proseguire la sua cura in Libano.
Fra Daniel Andrés è rientrato in Custodia, ma le sue condizioni non gli consentono
di riprendere il suo servizio in Casa Nova.
1. Attività della Curia
Il Custode ha incontrato il Ministro Generale. Tra gli argomenti discussi il Ministro ha ribadito il suo completo supporto per la convocazione del Congresso internazionale dei Commissari. Sarà lui, inoltre, ad inviare a tutto l’Ordine la lettera per la
richiesta di confessori nei nostri santuari.
2 . A ff a r i e c o n o m i c i
* Si accetta la richiesta della Commissione GPSC di un budget annuale.
* Un Discretorio dedicato all’attività scolastica della Custodia valuterà la creazione di un ufficio educativo centrale per tutte le scuole di Terra Santa. Si invita fra Halim Noujaim a presentare una documentazione sul tema. In quel contesto si elaborerà
anche un piano generale di ristrutturazione di tutte le nostre scuole e di creazione di
nuove, a cominciare da Nazareth.
* Su indicazione delle autorità egiziane, il Discretorio acconsente che vada ridipinta la facciata della chiesa di San Giuseppe - Cairo, a spese della comunità locale.
* Il Discretorio decide in via definitiva il trasferimento della tipografia fuori dai
locali di San Salvatore. In Città vecchia rimarrà un ufficio della FPP, per il contatto
con i clienti. Lo spostamento che sarà effettuato nei prossimi mesi, dovrà anche essere l’occasione per riorganizzare il settore pubblicazioni della Custodia.
3. Santuari
* Si discute sul corso di formazione per sagrestani e addetti ai santuari. Si incarica
il Vicario Custodiale, fra Artemio Vitores, di animarla.
* Si considera con positivo interesse la proposta della comunità Shalom di offrire
la propria disponibilità a collaborare in una nostra attività, facendo da supporto in un
servizio che già svolgiamo. Ci si orienta per il Santuario di Nazareth.
* Su richiesta della comunità di Tabgha, il Discretorio studia e decide la collocazione di mosaici nel santuario.
4. Convenzioni
Si discute nuovamente sulla nostra presenza al Monte Tabor e sul rapporto con le
Suore Mercedarie. Dopo aver constatato con la Superiora Generale l’impossibilità
a continuare la collaborazione, si decide con rammarico di preparare un adeguato
76
commiato dalle sorelle che, con esemplare sacrificio, hanno speso gran parte della
loro vita per quel luogo e per l’accoglienza dei pellegrini.
5. Formazione
Verifica dell’incontro di aggiornamento dei formatori della Custodia (Roma – Assisi).
All’incontro erano presenti tredici formatori in una buona atmosfera: fra Bruno
Varriano l’ha preparato bene e i relatori (uno psicologo e alcuni frati dell’Italia) erano ben preparati. È unanime l’esigenza di giungere alla preparazione di un programma formativo unitario. Tutti i formatori devono capire la necessità di lavorare assieme. Anche il Ministro Generale ha portato una parola di incoraggiamento durante la
liturgia. Fra Nicolas rileva che lo psicologo ha proposto elementi molto importanti.
Dopo le conferenze del mattino, seguivano i lavori di gruppo nel pomeriggio. C’è la
volontà di fare altri incontri in cui tutti i formatori siano presenti. Questo incontro ha
anche assunto la forma del pellegrinaggio: a Roma si è vissuto il lato umano della
formazione mentre ad Assisi quello francescano. C’era un buon clima di dialogo
nonostante alcune tensioni iniziali.
Verifica dell’incontro dei superiori – economi a Haifa.
Fra Jerzy informa che erano presenti 29 frati su un totale di 38. Lo psicologo ha
guidato bene i suoi corsi; l’Economo Generale ha iniziato con una presentazione tecnica e poi un’altra molto pratica. C’è stato un solo incontro di gruppo e i partecipanti
sono stati molto soddisfatti per cui auspicano che questa iniziativa si possa ripetere
ogni anno.
7. Costruzioni a Betfage
Fra Alberto Prodomo e l’ingegnere Hakim Assad presentano i lavori in corso nel
complesso di Betfage e aggiornano il Discretorio sul lavoro svolto, quello che rimane da svolgere, i tempi di consegna del complesso o parte di esso, i costi complessivi,
ecc.
Dopo avere constatato con piacere che i lavori proseguono celermente e che entro
il prossimo anno saranno tutti completati, si studiano insieme alcune proposte per la
consegna degli appartamenti.
8. Proseguimento dell’elaborazione e definizione del budget custodiale 2006
L’Economo custodiale fornisce i costi dei progetti (iniziati, già approvati o da approvare) in programmazione per il prossimo anno. Viene rielaborata più volte una
lista di progetti per il prossimo anno 2006.
Dopo avere deciso che non si deve rinunciare al principio di comprare terreni che
sono fondamentali per lo sviluppo cristiano di Terra Santa, si stabilisce definitivamente l’elenco di cosa dovrebbe essere fatto nel 2006 e cosa si dovrà rimandare nel
2007 e anni successivi.
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Al termine di una lunga discussione, si approva in via provvisoria il bilancio 2006,
rimandando a metà anno la verifica delle spese in corso. In via eccezionale si delibera che per il 2006 le spese siano sensibilmente più sostenute rispetto alla media degli
anni precedenti.
Medaglie Grato Animo
1. Su richiesta di fra Michel Jarnoux ofm, è stata concessa una medaglia a Mons.
Luigi Mangagnini, arciprete del duomo di Milano.
2. Su richiesta di fra Raimondo Oliva ofm, sono state concesse tre medaglie ai seguenti medici dell’Ospedale Generale di San Pietro, Via Cassia (Roma): Prof. Fabio
Ferri, Dott. Franco Pertosa e Prof. Damiano Bertucci.
3. Su richiesta di fra Georges Abou-Khazen e di fra Pasquale Castellana hanno
ricevuto la medaglia Grato Animo i seguenti parrocchiani di San Francesco (Aleppo):
il Sig. Jean Shadi, nipote di fra Felice e assiduo collaboratore della parrocchia,
il Dott. Sa’id Hadaya, dentista che serve i frati gratuitamente da 30 anni,
la Sig.ra Grazia Salmeh, da 50 anni catechista della parrocchia
il Sig. Abdallh Hajjar, benemerito.
4. Su richiesta di fra Claudio Bottini, è stata conferita al ragioniere Cesare Colombo di Cernusco sul Naviglio (Milano) l’onorificenza Grato animo che la Custodia è
solita attribuire ai suoi benefattori insigni.
5. Il signor Cesare Colombo si è distinto per la collaborazione prestata a diversi
livelli, economico e tecnico-assistenziale, allo SBF per oltre trenta anni consecutivi.
Inoltre per anni ha messo a disposizione la sua competenza e i suoi servizi in campo
bancario al Centro di Propaganda e Stampa di Terra Santa a Milano; si è anche distinto per la generosità con cui ripetutamente è venuto incontro a necessità particolari di
famiglie cristiane di Terra Santa segnalategli dalla Custodia o da altri confratelli.
Medaglia del Pellegrino
Il 1 febbraio, il M.R.P. Vicario Custodiale ha conferito la Medaglia del Pellegrino
a S.E. Rev.ma Mons. Piero Marini, Maestro delle celebrazioni Pontefici (cfr. pagina
22-23).
78
Appello ai Commissari
Gerusalemme, il 15 gennaio 2005
Prot. B-0022/05
Ai Padri Commissari di Terra Santa
Alle Guide turistiche dei Pellegrini
Loro sedi
----------------------------------------Pace e Bene!
Sono ormai passati più di quattro anni da quando ha avuto inizio la Seconda Intifada che ha causato una fortissima diminuzione del numero dei Pellegrini in Terra
Santa. Nessuno avrebbe mai immaginato che questa situazione sarebbe durata così a
lungo e che avrebbe portato conseguenze così gravi per l’economia di Betlemme.
In questi anni è stato sempre più difficile per i Pellegrini e per i Turisti attraversare il
check-point, che separa Gerusalemme da Betlemme, con la conseguenza negativa della difficoltà di sostare, per un periodo più o meno lungo, nella città dove è nato Gesù.
Tutto ciò, come è facilmente intuibile, è a scapito della Casa Nova di Betlemme,
che, malgrado le enormi difficoltà, non ha mai licenziato i propri dipendenti. Da
più di quattro anni, infatti, l’Economato Custodiale si è assunto il difficile onere di
pagare regolarmente lo stipendio, spesso unica fonte di sopravvivenza per i lavoranti
della Casa.
Da allora, le cose sono notevolmente cambiate e non è più un problema ora entrare
a Betlemme. Ciò nonostante, sono pochi coloro che si fermano. Solo in tempi recenti, in occasione del Santo Natale, Casa Nova ha registrato il tutto esaurito, anche se
non è mancata qualche altra sporadica occasione. Per il resto dell’anno essa è sempre
vuota o con scarsissime presenze significative. La maggior parte dei pellegrini si
ferma per qualche ora e lascia Betlemme prima del tramonto.
Da quanto detto, ci si rende perfettamente conto che Casa Nova sta morendo. Mancano i Pellegrini e ciò preoccupa molto.
Da qui scaturisce la necessità di sensibilizzare e incoraggiare i Commissari di Terra Santa, le Guide turistiche e tutti gli amici a non abbandonare Betlemme e a rivalutare la possibilità di sostare più a lungo nella Casa Nova. I figli dei dipendenti, i
Cristiani, la cui unica forma di sostentamento è il lavoro nella Casa hanno bisogno di
Pellegrini, di Turisti, di amici e si appellano alla sensibilità di ognuno.
È importante superare la paura e la barriera psicologica più che fisica: a Betlemme
si può sostare, pernottare e vivere. La presenza dei pellegrini aiuterà anche gli abitanti di Betlemme ad avere più fiducia nel futuro.
Confidando nella vostra collaborazione e nel vostro aiuto, vi saluto fraternamente.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
79
Visite medicali
Prot. B-0037/05
Gerusalemme, mercoledì 26 gennaio 2005
A tutti i frati che risiedono in Giudea
Loro Sede
-------------------------------------------Carissimi fratelli,
Da novembre, un’equipe di medici e infermieri dell’Ospedale di San Giuseppe
(Gerusalemme) collabora con l’infermeria custodiale di San Salvatore. Tuttavia,
questa infermeria non è solamente a servizio dei nostri confratelli anziani bensì di
tutti noi.
Per questo motivo, tutti i frati sono invitati ad effettuare una visita medica nei
seguenti orari:
Mercoledì dalle ore 16.00 fino alle ore 18.30
Venerdì dalle ore 13.00 fino alle ore 15.00
Sabato
dalle ore 9.30 fino alle ore 12.00
Invito tutti i Superiori ad organizzare tale visita dei confratelli della propria comunità.
Inoltre, ognuno potrà rivolgersi al medico di turno negli orari sopra indicati quanto
ne sentirà la necessità.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
80
Affari economici
Gerusalemme, mercoledì 2 febbraio 2005
Prot. B-0040/05
A tutti i superiori,
direttori di scuole, direttori di Casa Nova
Loro Sede
---------------------------------------------------------Carissimi confratelli,
Con la presente, comunico le date delle prossime sedute della Commissione Economica Custodiale (CEC):
* 10 febbraio 2005
* 03 marzo 2005
* 14 aprile 2005
* 12 maggio 2005
*23 giugno 2005
Questi incontri si svolgono una decina di giorni prima della seduta del Discretorio
mensile. Invito perciò tutti coloro che si rivolgono al Discretorio per una domanda
di natura economica a inviare un dossier in Segreteria Custodiale1 (e solamente in
essa) almeno una settimana prima della data fissata per l’incontro della CEC, la quale poi trasmetterà le sue valutazioni al Discretorio per le decisioni relative.
Esempio: per essere presa in considerazione dal Discretorio del 21 aprile, una richiesta di natura economica dovrà pervenire almeno una settimana prima del 14
aprile (ossia entro il 7 aprile).
Le domande vengono inviate dalla Segreteria alla CEC allo scadere di una settimana prima delle date indicate: ogni domanda che arriverà dopo verrà rinviata alla
seduta successiva.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
81
Residenze in Israele
Prot. B-0041/05
Gerusalemme, mercoledì 2 febbraio 20052
A tutti i religiosi francescani
che vivono in Terra Santa
--------------------------------Carissimi confratelli,
Il Signore vi dia la Sua pace!
Per 40 anni, fra Antoine Defauw è stato incaricato del rinnovo dei visti dei religiosi
che svolgono un apostolato in Terra Santa. Negli ultimi anni, il suo lavoro è stato
considerevolmente complicato dalla situazione politica del Paese.
Dopo il Capitolo custodiale, l’incarico dei passaporti è stato affidato a fra Apolinary Szwed ofm, il quale è affiancato dall’avvocato Khalil Doughbaje. Le autorità
competenti hanno assicurato la Custodia che, con un po’ di pazienza, tutti i visti richiesti saranno rilasciati. Dal 15 settembre 2004 ad oggi, abbiamo ricevuto 150 visti,
il ché è un segno di buona collaborazione.
All’inizio del loro incarico, si è dovuto ricostituire un file per ogni religioso: questo
è il motivo per cui vi ho mandato un nuovo formulario che, per la maggioranza avete
riempito senza fare difficoltà. Alcuni hanno detto che fra Antoni Defauw era già in
possesso di questi dati… Capirete comunque che non era facile ricavare dai bigliettini di fra Antoni le preziose informazioni che lui solo era in grado di decifrare.
Ora, con la presente vorrei ricordare a tutti quale è la procedura per il rinnovo dei
visti:
Un mese prima della scadenza della residenza, bisogna consegnare in segreteria custodiale
* il passaporto (la cui validità deve superare di sei mesi la durata del visto
richiesto);
* il foglietto compilato all’ingresso in Israele;
* una foto tessera (è vero che padre Defauw non la richiedeva, si tratta
di una nuova procedura del Ministero degli Interni: adesso la fotografia è indispensabile).
È vero che i cittadini di alcune nazioni riescono ad ottenere il visto anche senza
tutti i requisiti sopraelencati, ma vi prego di attenervi tutti e ciascuno a quanto richiesto per non complicare le pratiche del nostro avvocato dato che il numero dei suoi
appuntamenti al Ministero è limitato e bisogna tener conto che rimangono purtroppo
alcuni casi molto difficili su cui tutte le nostre forze vanno concentrate. Non ci pos82
siamo, quindi, permettere di complicare inutilmente o per capriccio, la procedura avviata per i visti. Un esempio: è doveroso rispettare la scadenza del passaporto: anche
stamattina mi è arrivato un passaporto scaduto il 31.12.2004. È una complicazione
inutile e dannosa!
Vi ringrazio per la collaborazione che - in fine dei conti - mira a facilitare della
vostra presenza in Terra Santa.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Archivio custodiale
Prot. B-0063/05
Gerusalemme, martedì 8 febbraio 2005
Ven.di Religiosi
Guardiani e Superiori
Custodia di Terra Santa
Loro Sedi
-----------------------Cari Confratelli,
È mio desiderio che il materiale di archivio dei conventi sia conservato in buono
stato e non vada perso.
Spesso nei conventi si trovavo documenti, detti non più vivi o attivi, nel senso che
non sono più utilizzati per le pratiche ordinarie. Penso che il loro luogo naturale in
cui essere conservati sia l’Archivio Storico della Custodia. Mi riferisco in particolare
a quei documenti che datano a oltre cinquanta anni.
A tale scopo ho dato disposizioni a fra Narciso Klimas, archivista della Custodia,
di passare in ogni singolo convento della Custodia (Terra Santa, ma anche Cipro,
Rodi, Paesi Arabi) a una data da concordare con ciascuno di voi, per rendersi conto
di quali documenti possono essere trasferiti a San Salvatore.
Nei casi in cui è bene che il convento conservi una copia dei documenti, l’archivista provvederà a inviare copia degli stessi.
Ringrazio fin d’ora per la collaborazione.
Fraternamente,
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
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Cappella dei Franchi
Prot. A-21/05
Gerusalemme 2 Marzo 2005
Rev. P. Superiore e comunità
Convento Santo Sepolcro
Gerusalemme
---------------------------------Fratelli carissimi,
il Signore vi dia pace!
Desidero informarvi sulla decisione presa riguardo all’uso della Cappella dei Franchi e approvata dal Discretorio, riunitosi a Nazareth nei giorni 16-18 febbraio u.s.
Dopo prolungata riflessione sono giunto alla conclusione che non sia appropriato,
dal punto di vista liturgico, esporre il SS.mo Sacramento in quella cappella, tenuto
conto che non vi è spesso il silenzio e il clima necessario per la preghiera. Oltre a
ciò, come tutti voi sapete, l’apertura di quella cappella crea non pochi problemi con
la comunità greco ortodossa.
L’iniziativa dell’adorazione continua è certamente splendida, ma penso che si debba attuare in altri luoghi più appropriati e silenziosi.
Con la presente, dunque, prego il Superiore della fraternità e tutte le parti interessate a fare in modo che da sabato 19 marzo, festa di S. Giuseppe e vigilia della
domenica delle Palme, cessi in maniera definitiva e senza eccezione l’esposizione
del SS.mo Sacramento nella Cappella dei Franchi.
Dallo stesso giorno, la Cappella inoltre sarà sotto la piena giurisdizione della comunità del Santo Sepolcro, che vi potrà celebrare liberamente ogni giorno, ma non
meno di una volta alla settimana, fatti salvi i diritti e i doveri sello Status Quo.
Vi ringrazio della collaborazione e vi auguro ogni bene.
Fraternamente
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
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Lettera del Custode
Prot. A-22/05
Gerusalemme, 11 marzo 2005
A tutti i Religiosi della Custodia
Loro Sedi
----------------------------------Fratelli carissimi,
il Signore vi dia pace!
Desideriamo informarvi del cammino compiuto dal Discretorio di Terra Santa in
questo ultimo periodo e condividere serenamente con voi alcune riflessioni sulla vita
della Custodia.
In questi mesi ho viaggiato molto, principalmente nelle diverse parti della Custodia, per incontrarvi e conoscere da vicino la vostra vita nel vostro ambiente. Anche
come Discretorio cerchiamo di muoverci e di incontrarvi nelle diverse realtà ed attività. Non sempre ovviamente è possibile arrivare a ciascuno ed avere per tutti il tempo necessario, ma cerchiamo di fare del nostro meglio per esservi vicini e solidali. A
parte i fratelli che si trovano in Egitto, dove spero di andare tra breve, ho incontrato
tutti almeno una volta.
La prima considerazione è un ringraziamento. Sentiamo di dover ringraziare tanti
fratelli “per il bene che il Signore dice ed opera in loro” (cfr Amm. XVII, FF 166).
Molti svolgono il proprio servizio per la Chiesa e la Terra Santa con passione e
spirito di sacrificio ammirevoli. Nonostante gli acciacchi dell’età e la scarsità di personale che ci limita, vi sono ovunque fratelli desiderosi di lavorare per la Custodia,
pieni di entusiasmo, con un forte spirito di appartenenza e con tanta voglia di fare.
Alcuni di noi sono stati chiamati ad operare in condizioni umanamente difficili, in
solitudine, in contesti sociali a volte addirittura ostili; eppure ciascuno continua il
proprio lavoro con serenità e senza paura. “Nessuno di noi infatti vive per se stesso,
e nessuno muore per sé stesso; perché, se viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore. Sia dunque che viviamo o che moriamo, siamo del
Signore” (Rom 14, 7-8). Si avverte in questi fratelli la loro consapevolezza di essere
e di vivere di fronte al Signore e la certezza della sua presenza.
Incontrando i pellegrini fa veramente piacere, inoltre, ricevere parole di ammirazione per l’esempio dato da tanti religiosi. Non di rado mi viene fatto notare che
con il loro sorriso e la loro accoglienza i francescani riescono a trasmettere a quanti
visitano i nostri santuari la grazia dei Luoghi Santi e l’amore a questa nostra terra,
patrimonio spirituale dei cristiani di tutto il mondo, e che la Chiesa con fiducia ci ha
consegnato.
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Con franchezza però bisogna anche lamentare che non sempre la voglia di fare e
lavorare in Custodia è accompagnata dal desiderio di condividere i propri sogni e le
proprie aspirazioni con la fraternità.
Se da un lato, cioè, vi è desiderio di fare qualcosa per questa terra, dall’altro facciamo fatica ad avere una visione di collaborazione e di condivisione dei nostri progetti.
Non è una novità. Molti in passato hanno già lamentato questa forma di individualismo, che ci spinge a considerare proprie le attività a cui siamo dedicati.
“Dobbiamo trovare la nostra identità in “ciò che i frati devono desiderare sopra
ogni cosa: avere lo Spirito del Signore e lasciarlo agire in noi” (Rb 10,8), e quindi
integrare il nostro “fare” in questa dimensione per superare più facilmente la tentazione molto comune di comprendere il nostro impegno pastorale come l’affermazione protagonistica di noi stessi, di diventare i “padri” delle nostre imprese” (Giacomo
Bini, L’Ordine oggi. Riflessioni e prospettive, Roma 2000).
In Custodia questo fenomeno si fa ancora più accentuato a causa delle distanze
enormi, delle divisioni politiche e geografiche e per l’estrema varietà dei nostri campi di lavoro. La scarsità di personale inoltre, che ci costringe talvolta a lasciare un
solo religioso in una attività, certamente non aiuta a creare la mentalità di condivisione e di collaborazione raccomandate dal Padre San Francesco, dalle leggi della
Chiesa e dell’Ordine. “La comunione di vita in Fraternità è un elemento essenziale
della nostra vocazione. Da quando il Signore diede dei fratelli a Francesco (cfr. 2Test
14), non possiamo considerarci autentici Frati minori senza una relazione di vera
comunione con gli altri fratelli. La comunione di vita in Fraternità è anche la nostra
prima forma di evangelizzazione” (Seguaci di Cristo per un mondo fraterno. Priorità 2003-2009).
Tempo fa è stato inviato a tutti un libretto (Il progetto comunitario. Cammino d’incontro e di comunione) proprio per stimolare a riflettere su questo fenomeno e cercare di far calare poco alla volta la convinzione che è la fraternità il soggetto del nostro
operare e a cui si deve fare riferimento nell’elaborazione dei nostri progetti.
Anche le nostre Segreterie Generali, ad esempio, e le diverse commissioni, salvo
qualche eccezione, stentano a muoversi a causa della mole di lavoro cui ciascuno è
sottoposto, ma anche per la difficoltà a preparare progetti ed iniziative insieme. Non
vogliamo che le Segreterie si radunino solo per presentare un qualche resoconto
al Custode e al Discretorio che pretendono di ricevere i rapporti sistematicamente.
Vorremmo invece che fossero le Segreterie a suggerire al Governo custodiale cosa
fare. In alcuni casi questo succede; ciò sta ad indicare che, se si vuole, non è poi così
difficile darsi da fare.
Questa difficoltà alla condivisione si manifesta anche nella vita delle comunità.
Se da un lato vi sono fraternità che con semplicità vivono e condividono le gioie e i
dolori della vita quotidiana, cominciando dalla preghiera, purtroppo vi sono anche
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fraternità dove lo stare insieme si riduce ad una semplice convivenza, in cui ciascuno
fa il suo lavoro, dove si mangia e si prega anche insieme, ma senza conoscersi, senza
il desiderio di conoscersi e purtroppo a volte anche senza amarsi.
Il riferimento non è tanto a quelle fraternità dove esistono normali e legittime
divergenze di vedute, umanamente comprensibili, che possono causare tensioni e
incomprensioni. In quelle comunità, se non altro, c’è uno scontro su visioni di vita e
cultura diverse, vi è insomma una passione. Il pensiero piuttosto va a quelle fraternità spente, dove sembra mancare la passione e dove forse si fa tutto quello che si deve
fare, nelle attività come nella preghiera comune, ma senza partecipazione. Accanto a
religiosi pieni di entusiasmo, ve ne sono altri demotivati e stanchi, nei quali sembra
affievolita la gioia del Vangelo. “Non hanno più vino” (Gv 2, 3).
“È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli
uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione” (2Cor 5, 19).
Eppure ci sono ancora alcuni fratelli che faticano a perdonare o a lasciarsi perdonare,
chiusi ad ogni confronto, in cui sembra che l’ultima parola sia il rancore e non la
riconciliazione, che stentano ad accettarsi e che a causa di ciò soffrono e sono fonte
di sofferenza.
In fondo a tutto ciò vi è un problema di fede, intesa come cammino continuo di
ricerca di Dio e approfondimento delle proprie convinzioni personali (cfr. Rom 14,
5). Non sempre nelle nostre case sussiste la consapevolezza e la percezione della
presenza di Dio nel nostro vivere. Dai nostri atteggiamenti e discorsi, insomma, non
traspare chiaramente che è Dio colui che illumina l’esistenza, che qualifica i rapporti
interpersonali, che sorregge nelle fatiche, che rende fertile la solitudine e dà un senso
alla nostra presenza qui, in questa Terra e in questa Chiesa. “La fede è fondamento
delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono” (Eb 11, 1). Quale speranza ci alimenta? Perché facciamo così fatica a vedere Dio nel nostro vivere?
Questo malessere si esprime presso alcuni in atteggiamenti continuamente critici
nei confronti della fraternità e dei superiori, nella difficoltà a vedere Dio nelle povertà di ciascuno di noi, nel capovolgimento delle priorità e degli interessi a scapito
della crescita spirituale, oppure nel dedicarsi esclusivamente ad attività esterne e non
legate alla fraternità. In altri si manifesta in atteggiamenti di apatia e disinteresse,
quando non di sfiducia, per ogni iniziativa e in generale per la nostra realtà. In altri
ancora nel dedicarsi esclusivamente alle diverse attività, mettendo in esse tutto il
proprio cuore.
Troppi fratelli, anche nella formazione iniziale, non hanno un accompagnatore spirituale, una persona cioè con cui confrontarsi alla luce della Parola di Dio. È francamente inammissibile.
Questo ovviamente vale innanzitutto per noi. Tuttavia anche ciascuno di voi è invitato a riflettere e a interrogarsi sulla qualità della nostra vita e della nostra preghiera.
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Ma nonostante tutto, siamo ancora fiduciosi che tutta la fraternità riesca a crescere
e a far crescere il Regno di Dio. “Non temere, uomo prediletto, pace a te, riprendi
forza, rinfrancati” (Dan 10, 19). Non disarmiamoci dunque e riprendiamo il cammino di fede con serenità, gioia ed impegno. La certezza dell’amore di Dio e della
sua misericordia ci renda capaci di amore e misericordia tra di noi e ci apra ad una
visione di fede della realtà di questa nostra Terra e del suo futuro.
Permetteteci ora di informarvi sulle recenti decisioni prese dal Discretorio in questi ultimi mesi.
Formazione
Ancora una volta la formazione iniziale e permanente è fonte di interesse del Discretorio e anche di preoccupazione. Certamente non si può pretendere che tutto
vada subito per il verso giusto, ma non siamo ancora del tutto soddisfatti. Con onestà
dobbiamo riconoscere che alcune scelte dovranno essere rivedute.
Come è già stato annunciato nel Congresso Capitolare e da una mia recente lettera,
i professi solenni di San Salvatore sono ora assegnati alle diverse comunità limitrofe
di Gerusalemme. Tutte le fraternità interessate hanno accolto con gioia questa decisione, attenuando in parte la nostra apprensione per questa scelta che, seppur considerata dovuta e voluta, come tutte le novità suscita anche trepidazione.
Il Segretario per la Formazione Iniziale sta lavorando bene e con competenza e
questo ci rende fiduciosi che poco alla volta si possa impostare adeguatamente il
cammino formativo.
Per quanto riguarda invece la formazione permanente, abbiamo deciso di cominciare ad organizzare incontri, conferenze e confronti secondo i diversi settori (superiori, economi, parroci, sagrestani, direttori di scuola, ecc.). Mi auguro che presto si
possano attuare queste iniziative.
Statuti della Custodia
La Commissione per la revisione degli Statuti della Custodia è già al lavoro. Presto
riceverete una lettera da parte della stessa Commissione per dare le indicazioni necessarie. Dovranno essere preparati anche gli ordinamenti che regoleranno le attività
dei Commissari di Terra Santa, che saranno poi presentati al Definitorio Generale,
per la loro ratifica.
Santuari
I pellegrini stanno tornando, grazie a Dio, per cui abbiamo pensato di rivedere
gli orari di alcuni santuari, come a Nazareth, che dal mese di aprile resterà aperto
continuamente per quindici ore quotidiane. Anche in altri santuari gli orari dovranno
essere riveduti e si dovranno trovare forme nuove di accoglienza e di animazione dei
Luoghi Santi.
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Stiamo cercando di sensibilizzare l’Ordine a preparare guide di Terra Santa. In
questo momento, infatti, sono pochissimi in Custodia i frati preparati a questo servizio che è essenziale per la nostra entità.
Abbiamo accettato di accogliere nel nostro santuario di Sephoris, da molti anni
rimasto vuoto, un gruppo di monaci appartenenti al ramo contemplativo dell’Istituto
Verbo Incarnato, che avranno cura del luogo e dell’accoglienza dei pellegrini e dei
cristiani del paese. Ci auguriamo che entro l’anno i monaci possano già entrare nel
sito.
Stiamo preparando anche un programma per l’accoglienza di volontari che ci aiuteranno nella vita dei santuari. Cercheremo anche di creare luoghi particolari, in
cui i volontari possano vivere senza interferire nella vita delle rispettive comunità
religiose.
Ridimensionamento
La grave mancanza di personale attuale e in prospettiva, ci costringe a fare delle
scelte dolorose che immagino susciteranno anche sofferenza e dolore in alcuni di
noi. Abbiamo già chiuso nei mesi scorsi la casa religiosa di Milano. Entro giugno
pensiamo di lasciare anche la casa di Montevideo. Nel Discretorio di Nazareth abbiamo anche votato e deciso di lasciare il complesso di Roma Casalotti. È stata,
quest’ultima, una scelta difficile e particolarmente sofferta. Immagino che i tanti
fratelli che sono passati da quel luogo o che hanno mosso i primi passi nella vita
francescana in quel convento o che hanno costruito anche materialmente quella casa,
siano dispiaciuti e forse anche irritati. Me ne rendo conto, ma restiamo convinti che
in questo momento sia una scelta obbligata. Non intendiamo comunque vendere il
complesso, bensì darlo in comodato per un tempo limitato.
Molti altri progetti sono ancora in cantiere, riguardo alla vita della Custodia e dell’Ordine. Non appena saranno più maturi ve ne renderemo partecipi. Spero che potremo presto coinvolgerci tutti maggiormente nell’elaborazione di progetti e iniziative in modo da sentirci tutti attivamente partecipi della vita della nostra fraternità.
Vi ringraziamo ancora una volta del vostro servizio e dedizione. Vi chiediamo
di perdonarci se qualche volta abbiamo ferito qualcuno di voi o se non siamo stati
sufficientemente attenti alle vostre necessità. Aiutateci ad animare la Fraternità con
suggerimenti, fraterne critiche e soprattutto con la preghiera.
A tutti voi giunga di vero cuore un fraterno augurio per una Felice Pasqua di Resurrezione.
Fraternamente
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
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Processioni dei Greci al Santo Sepolcro
Prot. A-31/05
Gerusalemme, 18 marzo 2005
Rev. P. Presidente della Comunità del Santo Sepolcro
e Confratelli
Santo Sepolcro
Gerusalemme - Israele
----------------------------------------------------------Cari Fratelli,
il Signore vi dia pace!
Come è noto, in occasione della nostra prossima domenica delle Palme, la comunità greco ortodossa celebrerà la prima domenica di Quaresima. Secondo lo Statu Quo,
i nostri fratelli greci avranno una solenne processione all’interno della Basilica. Da
diversi anni l’itinerario di questa processione (come pure quella della terza domenica
di Quaresima, il Venerdì Santo e l’Esaltazione della S. Croce) è all’origine di tensione tra noi e la comunità ortodossa.
Non riusciamo, cioè, venire ad un accordo con il Patriarcato Greco Ortodosso sul
percorso della loro solenne processione.
Alla luce di quanto è avvenuto nel settembre scorso ho ragioni per pensare che la
polizia sarà maggiormente presente e preparata. Penso e spero, inoltre, che questa
volta non dovrebbero esserci problemi.
Tuttavia, a scanso di equivoci e per evitare malintesi e malumori, desidero richiamarvi ad alcuni comportamenti da adottare in questi giorni e particolarmente domenica prossima.
Come nel passato, il principio che ci deve guidare tutti è quello della carità e del
rispetto, sempre ed in ogni caso. Certo sembra strano parlare di carità quando si chiede alla polizia di schierarsi, ma nonostante tutto cerchiamo almeno di non aggravare
inutilmente i rapporti tra noi.
Vi chiedo quindi di mantenere sempre un atteggiamento di carità verso i nostri
fratelli greci ortodossi e di cercare di evitare gesti o discorsi che possano apparire in
qualche modo provocatori. Il criterio che deve guidare tutti ed in particolare coloro
che hanno responsabilità è quello di evitare di dare l’impressione di “schieramento”
da parte nostra o di voler comunque in qualche modo provocare.
In particolare stabilisco che domenica prossima, 20 marzo 2005,
- la Cappella dei Franchi rimanga chiusa tutto il giorno;
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- per evitare inutili dimostrazioni di forza da parte nostra, durante la processione
dei greci non vi siano più di tre francescani in Basilica, e questi saranno: fra Athanasius Macora, incaricato dello Statu Quo, e il padre Superiore del Sepolcro e il primo
sagrestano, se lo vorranno. Prego tutti gli altri confratelli di rimanere in convento o
di uscire per tempo, ma assolutamente di non trovarsi in Basilica;
- prego il Superiore di preoccuparsi che altri confratelli di altre comunità non siano
nei paraggi;
- al fine di evitare scandali o eventuali scontri, prego il Superiore di fare in modo
- anche se mi rendo conto che è difficile - che i gruppi di pellegrini cattolici per
tutta la mattinata non si fermino in Basilica per celebrazioni, tranne il pontificale
del Patriarca, e non ve ne siano affatto per nessuna ragione durante il periodo della
processione;
- terminato il pontificale, nell’orario previsto dallo Statu Quo prego tutti di non
rimanere ma di lasciare la Basilica, se necessario anche evitando di fermarsi per i
soliti auguri e il rinfresco;
- per nessuna ragione e per nessun motivo, anche a costo di cedere il passo, è
concesso a qualsiasi religioso di alzare le mani contro chicchessia in Basilica o di
chiamare altri religiosi o laici di altre confessioni cristiane presenti in Basilica in
caso di scontro.
Tutte queste indicazioni sono valide anche per coloro che volessero filmare o fotografare la processione. Nessun religioso è autorizzato a riprendere in proprio la
processione.
Data la sensibilità dell’argomento, mi aspetto che queste indicazioni, approvate nel
Discretorio del 10 marzo scorso, siano osservate scrupolosamente.
Vi ringrazio della vostra disponibilità e ringrazio il Signore per il servizio prezioso
che state svolgendo con umiltà e serenità in questo luogo sacro.
Vi abbraccio fraternamente
Fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
Fra Stephane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Per conoscenza:
S. Ecc. Mons. Pietro Sambi, Nunzio e Delegato Apostolico
S. Beatitudine Mons. Michel Sabbah, Patriarca latino di Gerusalemme
Rev. P. Atanasio Macora ofm, Incaricato Statu Quo
Rev. P. Giorgio Kraj ofm, Guardiano San Salvatore
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Revisione degli Statuti Custodiali
Ai Presidenti delle Segreterie
Prot. B-0141/05
Gerusalemme, sabato 12 marzo 2005
RR. PP. Presidenti delle Segreterie:
Noel Muscat, Formazione e Studi
Arturo Vasaturo, Evangelizzazione
Abdel Masih F. Fahim, Amministrazione e Economia
Artemio Vítores, Luoghi Santi
--------------------------------------------------------------Carissimi confratelli,
il Capitolo custodiale, celebrato ad Amman dal 15 al 23 luglio 2004 con una Delibera ha incaricato il nuovo Governo della Custodia di istituire uno studio globale
degli Statuti della Custodia per mezzo di un’apposita Commissione in vista di opportune revisioni ed aggiornamenti da proporre al prossimo Capitolo.
Il Congresso discretoriale, radunatosi presso il Memoriale di San Paolo (Damasco)
in data 24 novembre 2004 ha proceduto alla nomina dei componenti di tale Commissione con l’incarico di preparare anche un ordinamento per il Commissari di Terra
Santa.
La Commissione, poi, nella sua prima riunione del 12 gennaio 2005 ha elaborato
il piano del lavoro della revisione degli Statuti Particolari e quegli Speciali della
Custodia che prevede, in primo luogo, la consultazione delle Segreterie, delle Fraternità e dei singoli religiosi della Custodia in vista delle proposte di revisione ed
aggiornamento dei detti Statuti.
Di conseguenza, con la presente, vi chiedo di convocare e tenere una riunione della
Segreteria a cui presiedete dedicata alla discussione ed elaborazione delle proposte
di revisione ed aggiornamento degli articoli degli Statuti Particolari e Speciali della
Custodia che riguardano il vostro settore. Tali proposte devono essere inviate nella Segreteria custodiale entro e non oltre il 31 maggio 2005. Esse devono essere
formulate in modo seguente: a) il testo attuale dell’articolo; b) il nuovo testo che si
propone; c) le motivazioni/ragioni della proposta.
Ringraziandovi per la vostra collaborazione, vi auguro ogni bene dal Signore
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
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Ai Commissari di Terra Santa
Prot. B-0142/05
Gerusalemme, sabato 12 marzo 2005
RR. PP. Commissari di Terra Santa
Loro Sedi
---------------------------------------Carissimi Fratelli,
il Capitolo custodiale, celebrato ad Amman dal 15 al 23 luglio 2004 con una Delibera ha incaricato il nuovo Governo della Custodia di istituire uno studio globale
degli Statuti della Custodia per mezzo di un’apposita Commissione in vista di opportune revisioni ed aggiornamenti da proporre al prossimo Capitolo.
Il Congresso discretoriale, radunatosi presso il Memoriale di San Paolo (Damasco)
in data 24 novembre 2004 ha proceduto alla nomina dei componenti di tale Commissione con l’incarico di preparare anche un ordinamento per il Commissari di Terra
Santa.
Tale ordinamento ha lo scopo di offrire il sussidio necessario per facilitare e rendere più fruttuoso il servizio che i Commissariati e i Commissari rendono alla Custodia
di Terra Santa.
Di conseguenza, con la presente, in vista della preparazione del detto ordinamento
vi chiedo di voler inviare le proposte che riguardano le vostre attività, tenendo presenti le disposizioni in merito contenute nelle Costituzioni Generali, artt.122 - 125,
negli Statuti Generali, artt. 69 - 73 e negli Statuti Speciali della Custodia di Terra
Santa, Cap. II, artt. 1 - 12 (pp. 61 - 63). Le proposte devono essere inviate nella Segreteria custodiale entro e non oltre il 31 maggio 2005.
Ringraziandovi per la vostra collaborazione, vi auguro ogni bene dal Signore
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
93
Ai Guardiani e Superiori
Prot. B-0143/05
Gerusalemme, sabato 12 marzo 2005
RR. PP. Guardiani e Superiori
Conventi di Terra Santa
Loro Sedi
------------------------------------Carissimi confratelli,
il Capitolo custodiale, celebrato ad Amman dal 15 al 23 luglio 2004 con una Delibera ha incaricato il nuovo Governo della Custodia di istituire uno studio globale
degli Statuti della Custodia per mezzo di un’apposita Commissione in vista di opportune revisioni ed aggiornamenti da proporre al prossimo Capitolo.
Il Congresso discretoriale, radunatosi presso il Memoriale di San Paolo (Damasco)
in data 24 novembre 2004 ha proceduto alla nomina dei componenti di tale Commissione con l’incarico di preparare anche un ordinamento per il Commissari di Terra
Santa.
La Commissione, poi, nella sua prima riunione del 12 gennaio 2005 ha elaborato
il piano del lavoro della revisione degli Statuti Particolari e quegli Speciali della
Custodia che prevede, in primo luogo, la consultazione delle Segreterie, delle Fraternità e dei singoli religiosi della Custodia in vista delle proposte di revisione ed
aggiornamento dei detti Statuti.
Di conseguenza, con la presente, chiedo a tutti i Guardiani – Superiori delle Case
della Custodia di Terra Santa di celebrare un Capitolo locale dedicato alla discussione ed elaborazione delle proposte di revisione ed aggiornamento degli Statuti Particolari e Speciali della Custodia. Tali proposte devono essere inviate nella Segreteria
custodiale entro e non oltre il 31 maggio 2005. Esse devono essere formulate in
modo seguente: a) il testo attuale dell’articolo; b) il nuovo testo che si propone; c) le
motivazioni/ragioni della proposta.
Inoltre, prego tutti i Guardiani - Superiori di informare tutti i religiosi delle proprie
Fraternità che ogni religioso può inviare individualmente le proposte che ritiene opportune, rispettando la data e il modo sopraindicati.
Ringraziandovi per la vostra collaborazione, vi auguro ogni bene dal Signore
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
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fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
Fotografie e Liturgie
Prot. B-0165/05
Gerusalemme, sabato 19 marzo 2005
festa di San Giuseppe e inizio della Settimana Santa
A tutti i Confratelli
Custodi dei Santuari in Terra Santa
----------------------------------------Carissimi confratelli,
La Pasqua del Signore ci riporta la grazia della risurrezione, ridonandoci nuova
gioia e fortezza. Al tempo stesso, la ripresa dei pellegrinaggi torna a motivare il nostro ruolo di Custodi dei Luoghi Santi.
Consapevoli di ciò, desidero richiamare la vostra attenzione sulla responsabilità
di ognuno di noi riguardo alla buona riuscita ora delle celebrazioni pasquali e, in
seguito, di ogni altro momento liturgico. Non si tratta di fare grandi cose, ma di partecipare con serietà e generosità.
La serietà ci consiglia di evitare di parlare, scherzare o addirittura fare da guida
a dei pellegrini durante le varie liturgie. La serietà ci impedisce anche di svolgere
compiti non attinenti al servizio liturgico che stiamo vivendo. Mi riferisco a riprese
cinematografiche o fotografiche.
Chiedo perciò che nessun frate, non legittimamente incaricato, prenda fotografie durante le liturgie.
Ciò non riguarda soltanto coloro che sono all’altare ma tutti i confratelli che, per
qualsiasi ragione, sono presenti alle celebrazioni.
La generosità, poi, richiede di partecipare con il massimo delle nostre possibilità.
Dirò con San Tommaso: Sit laus plena, sit iucunda, sit decora. La riforma liturgica
al Santo Sepolcro, felicemente attuata ormai nove anni fa, permette a tutti di seguire,
comprendere, partecipare, cantare. Tutti avvertiamo quanto avviene intorno a noi e
spesso siamo pronti a percepire le inesatezze nelle cerimonie o nel canto. Questo è
compito di spettatori, non di protagonisti.
Partecipiamo in prima persona, cari confratelli, alla liturgia pasquale, sicuri che
tanto più il servizio sarà decoroso e unanime, tanto più facilmente la grazia della
Pasqua penetrerà nel cuore dei fedeli.
Grato per la vostra dedizione quotidiana alla terra di Gesù Crocifisso e Risorto, vi
auguro di cuore Buona Pasqua.
Fraternamente.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
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Preparazione del Discretorio conclusivo del primo anno del triennio
Invito all’economo
Prot. B-0275/05
Gerusalemme, sabato 21 maggio 2005
Rev.do Padre
fra Abdel Masih Fayez Fahim, ofm
Economo Custodiale
Gerusalemme – Israele
----------------------------Carissimo fra Abdel Masih,
Con la presente, Le comunico che dal 1º al 5 luglio, a San Salvatore, il
Discretorio di Terra Santa procederà ad una valutazione complessiva dell’anno
passato. Le richiedo perciò di non prendere impegni i giorni 5 e 6 luglio dato che in
uno di questi giorni il Discretorio intende esaminare il rapporto economico 2004 che
Lei presenterà.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Invito del responsabile all’Ufficio tecnico Custodiale
Gerusalemme, sabato 21 maggio 2005
Prot. B-0279/05
Rev.do Padre
fra Alberto Prodomo, ofm
Ufficio tecnico Custodiale
Gerusalemme – Israele
----------------------------Carissimo fra Alberto,
Con la presente, Le comunico che dal 1º al 5 luglio, a San Salvatore, il Discretorio
di Terra Santa procederà ad una valutazione complessiva dell’anno passato.
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Abbiamo pensato che in questo contesto sarebbe opportuno che Lei presentasse
i lavori svolti in questo anno dall’Ufficio tecnico Custodiale e i lavori ancora in
corso; in particolare, desideriamo essere aggiornati dello stato dei lavori delle case
di Betfage. La invitiamo alla riunione del Discretorio del 2 luglio alle ore 17.00
nell’ufficio del Padre Custode.
La ringrazio in anticipo per la Sua disponibilità.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Invito alle segreterie
Prot. B-0302/05
Gerusalemme, sabato 21 maggio 2005
A tutti i membri della
Segreteria per la Formazione e gli Studi
Segreteria per l’Evangelizzazione
Segreteria per i Luoghi Santi
----------------------------Carissimi confratelli
Con la presente, vi comunico che dal 1º al 5 luglio, a San Salvatore, il Discretorio
di Terra Santa procederà ad una valutazione complessiva dell’anno passato.
Il sabato 2 luglio, il Discretorio intende incontrare tutte le Segreterie per
esaminare il lavoro da esse compiuto durante questo primo anno del triennio e il
programma per i prossimi anni.
Tutti i membri delle Segreterie sono tenuti a prendere parte a questi incontri che
si svolgeranno nel divano di San Salvatore approssimativamente nei seguenti orari:
8.30-10.00: Segreteria per la Formazione e gli Studi;
10.30-12.00: Segreteria per l’Evangelizzazione;
15.00-16.30: Segreteria per i Luoghi Santi.
Vi ringrazio in anticipo per la vostra disponibilità.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
97
Approvazione degli Statuti dell’Istituto Magnificat
Proemio Storico
L’Istituto Magnificat (IM) di Gerusalemme ha iniziato i suo servizio - per decisione
del Capitolo della Custodia Francescana di Terra Santa - nel giugno del 1995.
Al fine di dare valore giuridico ai suoi studi, fin dal 4 settembre 2003, l’IM è
convenzionato con il Conservatorio di Musica “A. Pedrollo” - Vicenza (Italia). La
convenzione è allegata al presente statuto.
Decreto di Erezione
Visto lo sviluppo dell’Istituto Magnificat nei dieci anni seguiti all’approvazione
del Capitolo Custodiale (cfr ACTS 40 (1995), 361. 373. 398. 401. 412) il Discretorio
di Terra Santa emette il decreto di erezione dell’Istituto Magnificat, ne approva il
presente Statuto, stabilisce con esso una convenzione e accoglie la convenzione con
il Conservatorio di Vicenza.
Titolo Primo: Natura e Fine
Art. 1
1. L’IM di Gerusalemme è una Scuola Musicale della Custodia di Terra Santa,
gestita da una cooperativa di persone che, ai sensi di questo Statuto, ottemperando
la normativa scolastica locale e internazionale, si adoperano al conseguimento dei
fini dell’IM.
2. L’IM esercita la sua attività didattica, seguendo i programmi dei Conservatori di
Musica vigenti in Italia.
3. In ragione della propria origine e dei comuni obiettivi, la Custodia Francescana
di Terra Santa e l’IM determinano una Convenzione, atta a favorire il conseguimento
dei fini specifici (la Convenzione è allegata al presente Statuto).
4. In caso di cessazione o estinzione dell’IM, la Custodia di Terra Santa dispone a
suo piacimento dei locali e del materiale didattico.
Art. 2 (Fine dell’IM)
1. In quanto centro accademico di studi musicali, l’IM persegue la finalità di:
a) promuovere lo studio professionale della musica;
b) formare gli studenti ad un livello di alta qualificazione nelle discipline
musicali, per prepararli convenientemente ad affrontare i loro compiti di
operatori musicali, in campo concertistico e didattico;
c) concorrere attivamente con la società del luogo e con i vari organismi
culturali e artistici, territoriali e internazionali, alla promozione della
pratica e della fruizione musicale.
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d) promuovere, nella quotidianità dello studio e con particolari iniziative,
il pacifico stare insieme di insegnanti, studenti, personale ausiliare e fruitori
musicali, senza discriminazione di lingua, paese, razza o religione.
2. Come centro di ricerca l’IM persegue:
a) lo conoscenza della musica in generale, con attenzione a quella delle
confessioni cristiane presenti in TS, come pure a quella tradizionale ebraica
e islamica.
b) lo studio del patrimonio folklorico musicale della regione;
c) l’avvicinamento delle tradizioni musicali ebraiche, cristiane e
islamiche in Medio Oriente.
Titolo Secondo: Organizzazione
Art. 3 (Organi)
1. Sono organi necessari dell’Istituzione:
a) il presidente;
b) il direttore;
c) il consiglio di amministrazione;
d) il consiglio accademico;
e) il collegio dei revisori;
f) il nucleo di valutazione;
g) il collegio dei professori;
h) la consulta degli studenti;
i) l’assemblea degli associati.
2. Gli organi di cui al comma 1, fatta eccezione per il collegio dei professori e
l’assemblea degli associati, durano in carica tre anni e possono essere confermati
consecutivamente una sola volta.
Art. 4 (Presidente)
1. Il presidente è rappresentante legale dell’istituzione, salvo quanto previsto
dall’articolo 5, comma 1. Convoca e presiede il consiglio di amministrazione, come
pure l’assemblea degli associati, e fissa l’ordine del giorno.
2. Il presidente è eletto dal Congresso Capitolare della Custodia di Terra Santa.
Il Consiglio Accademico dell’IM può presentare una terna di persone che abbiano
un’alta qualificazione manageriale e professionale, e abbiano dato la propria
disponibilità.
3. Il Consiglio Accademico effettua la presentazione di cui al comma 2 entro il termine
di sessanta giorni, decorso il quale, il P. Custode di Terra Santa procede direttamente
alla nomina, prescindendo dalla presentazione del Consiglio Accademico.
99
Art 5 (Direttore)
1. Il direttore è responsabile dell’andamento didattico, scientifico ed artistico
dell’istituzione e ne ha la rappresentanza legale in ordine alle collaborazioni e alle
attività per conto terzi che riguardano la didattica, la ricerca, le sperimentazioni e la
produzione. Convoca e presiede il consiglio accademico.
2. Il direttore è eletto dai docenti dell’istituzione, nonché dagli assistenti e dai
pianisti accompagnatori, tra i docenti, anche di altre istituzioni, in possesso di
particolari requisiti di comprovata professionalità. Tali requisiti sono stabiliti, con
riferimento all’esperienza professionale e di direzione acquisita anche in ambiti
multidisciplinari ed internazionali.
3. Il direttore è titolare dell’azione disciplinare nei confronti del personale docente
e degli studenti.
4. Il direttore, qualora lo richieda, è esonerato dagli obblighi didattici.
5. Al direttore è attribuita un’indennità di direzione a carico del bilancio
dell’istituzione.
Art. 6 (Consiglio di amministrazione)
1. Il Consiglio di amministrazione è composto da cinque componenti, fatto salvo
quanto previsto al comma 3.
2. Fanno parte del Consiglio di amministrazione:
a) il presidente;
b) il direttore;
c) un docente dell’istituzione, oltre al direttore, designato dal Consiglio
Accademico;
d) uno studente eletto dalla Consulta degli studenti;
e) un esperto di amministrazione, scelto fra personalità del mondo dell’arte
e della cultura, del sistema produttivo e sociale, delle professioni e degli enti
pubblici e privati.
3. Il Consiglio di Amministrazione è integrato di ulteriori componenti fino ad un
massimo di due, nominati dal Consiglio di Amministrazione stesso, su designazione di
enti, anche territoriali, fondazioni o organizzazioni culturali, artistiche o scientifiche
pubbliche o private, qualora i predetti soggetti contribuiscano al finanziamento o al
funzionamento dell’Istituzione, per una quota non inferiore al budget completo di
un mese.
4. I Consiglieri di cui al comma 2, lett e), e al comma 3, nominati successivamente
alla costituzione del consiglio, rimangono in carica fino alla scadenza dell’intero
organo.
5. Al Consiglio di Amministrazione il direttore amministrativo partecipa con
funzioni propositive e consultive.
100
6. Il Consiglio di Amministrazione, in attuazione delle linee di intervento e sviluppo
della didattica, della ricerca e della produzione definite dal Consiglio Accademico,
stabilisce gli obiettivi e i programmi della gestione amministrativa e promuove le
iniziative volte a potenziare le dotazioni finanziarie dell’istituzione. In particolare:
a) delibera, sentito il Consiglio Accademico, lo statuto ed i regolamenti
di gestione ed organizzazione;
b) definisce, in attuazione del piano di indirizzo di cui all’articolo
7, comma 3, lett. a), la programmazione della gestione economica
dell’istituzione;
c) approva il bilancio di previsione, le relative variazioni, e il rendiconto
consuntivo;
d) definisce, nei limiti della disponibilità di bilancio, e su proposta del
Consiglio accademico, l’organico del personale docente per le attività
didattiche e di ricerca, nonché del personale non docente (segretario,
bibliotecario, bidello);
e) vigila sulla conservazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare
e mobiliare dell’istituzione, tenuto conto delle esigenze didattiche,
scientifiche e di ricerca derivanti dal piano di indirizzo determinato dal
Consiglio Accademico.
7. Nelle deliberazioni del Consiglio di Amministrazione, in caso di parità di voti,
prevale il voto espresso dal Presidente.
Art. 7 (Consiglio Accademico)
1. Il Consiglio Accademico è composto da un numero dispari di componenti,
fino ad un massimo di sette, in rapporto alle dimensioni organizzative e finanziarie
dell’ente.
2. Fanno parte del Consiglio Accademico, oltre al direttore che lo presiede;
a) docenti dell’istituzione, in possesso di requisiti di comprovata
professionalità stabiliti dallo statuto, eletti dal corpo docente;
b) due studenti designati dalla Consulta degli studenti.
3. Il Consiglio Accademico:
a) determina il piano di indirizzo e la programmazione delle attività
didattiche, scientifiche, artistiche, editoriali e di ricerca, tenuto conto delle
disponibilità di bilancio relative all’esercizio finanziario di riferimento;
b) assicura il monitoraggio ed il controllo delle attività di cui alla lettera
a);
c) definisce le linee di intervento e di sviluppo della didattica, della ricerca
e della produzione;
101
d) delibera il regolamento didattico ed il regolamento degli studenti, sentita
la Consulta degli studenti;
e) esercita le competenze relative al reclutamento dei docenti, sulla base
dei loro titoli accademici e artistici;
f) designa un animatore delle pubblicazioni e delle iniziative artistiche
dell’IM;
g) accoglie o respinge la domanda dei candidati a sostenere l’esame di
diploma al Conservatorio di Vicenza;
h) esercita ogni altra funzione non espressamente demandata dal presente
statuto al Consiglio di Amministrazione.
Art 8 (Collegio dei revisori)
1. Il Consiglio dei revisori costituito con provvedimento del Presidente, è composto
da 3 membri nominati dal Discretorio di Terra Santa. I componenti devono essere
in possesso dei necessari requisiti professionali ed etici. Il collegio dei revisori
vigila sulla legittimità, regolarità e correttezza dell’azione amministrativa. Espleta
annualmente i controlli di regolarità amministrativa e contabile.
Art. 9 (Nucleo di valutazione)
1. Il Nucleo di valutazione, costituito con delibera del Consiglio di Amministrazione,
sentito il Consiglio Accademico, è formato da 3 componenti aventi competenze
differenziate a livello didattico, artistico o organizzativo, di cui due scelti fra esperti
esterni, anche stranieri, di comprovata qualificazione nel campo della valutazione.
2. Il Nucleo di valutazione verifica la rispondenza dei risultati agli obiettivi. In
particolare:
a) ha compiti di valutazione dei risultati dell’attività didattica e artistica
e del funzionamento complessivo dell’istituzione, verificando, anche
mediante analisi comparative dei costi e dei rendimenti, l’utilizzo ottimale
delle risorse;
b) redige una relazione annuale sulle attività e sul funzionamento
dell’istituzione. La relazione è trasmessa al P. Custode di Terra Santa, al
Presidente dell’IM;
c) acquisisce periodicamente, mantenendone l’anonimato, le opinioni
degli studenti sulle attività didattiche, dandone conto nella relazione
annuale di cui alla lett. b).
3. L’IM assicura ai nuclei di valutazione l’autonomia operativa, il diritto di accesso
ai dati ed alle informazioni necessarie, nonché la pubblicità e la diffusione degli atti
nel rispetto della normativa a tutela della riservatezza.
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Art. 10 (Collegio dei professori)
1. Il Collegio dei professori è composto dal direttore, che lo presiede, da tutti i docenti
in servizio presso l’istituzione, nonché dagli assistenti e dagli accompagnatori al
pianoforte. Esso svolge funzioni di supporto alle attività del consiglio accademico.
Art. 11 (La Consulta degli studenti)
1. La Consulta degli studenti è l’organismo di rappresentanza di tutti studenti
dell’IM; è eletta secondo le modalità definite da questo statuto (art. 23, 2) e dal
regolamento generale.
2. La Consulta degli studenti è costituita con decreto del Direttore.
3. La Consulta degli studenti esprime parere obbligatorio:
a) sul piano di sviluppo dell’ IM, deliberato dal Consiglio Accademico;
b) sul regolamento generale per la parte che concerne la didattica e i
servizi agli studenti;
c) sulle norme generali riguardanti le contribuzioni a carico degli studenti
e il diritto allo studio.
4. La Consulta degli Studenti può presentare, all’organo competente per le materie
di cui alle lettere b) e c) del comma precedente, richiesta di sospensione della delibera,
alla quale sarà data esecuzione solo se riapprovata dall’organo competente.
5. La consulta degli Studenti può indirizzare richieste e formulare proposte al
Consiglio Accademico e al Consiglio di Amministrazione con particolare riferimento
all’organizzazione didattica e dei servizi per gli studenti.
6. Sono inoltre compiti della Consulta degli Studenti:
a) designare ogni 3 anni due suoi rappresentanti al Consiglio Accademico
(art. 7, 2)
b) promuovere e curare rapporti nazionali e internazionali con le
rappresentanze studentesche di analoghi istituti o conservatori.
7. Il consiglio di amministrazione assicura i mezzi necessari allo svolgimento delle
funzioni della Consulta.
Art. 12 (L’Assemblea degli Associati)
L’assemblea degli associati è formata da tutti coloro che dall’esterno offrono
volontariamente un sostegno morale, economico, didattico, organizzativo o
d’informazione.
a) Gli associati vengono informati, almeno due volte all’anno, delle attività
dell’IM.
b) Sono previsti incontri regionali degli associati in occasione di concerti di
professori o studenti dell’IM, di eventi religiosi o artistici, organizzati a sostegno
dell’istituzione.
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c) Per decisioni di grande importanza il presidente invita gli associati a esprimere
il proprio parere.
Art. 13 (Uffici e organizzazione amministrativa)
1. Con apposito regolamento è disciplinata l’organizzazione degli uffici cui è
attribuita la gestione amministrativa e contabile dell’istituzione.
2. Alle strutture amministrative di cui al comma l è preposto un direttore
amministrativo, responsabile della gestione amministrativa, patrimoniale e contabile
dell’istituzione.
3. L’incarico di direttore amministrativo è attribuito, con delibera del Consiglio di
amministrazione, su proposta del Direttore, ad un dipendente dell’istituzione, ovvero
di altre pubbliche amministrazioni in posizione di comando, in possesso di laurea e
già appartenente all’area direttiva.
4. L’incarico di cui al comma 3 può essere altresì attribuito, avuto riguardo alle
dimensioni organizzative e finanziarie dell’ente, a personale dirigenziale.
Art. 14 (Regolamenti)
1. Per l’elaborazione del regolamento didattico e del regolamento di
amministrazione, finanza e contabilità l’IM può costituire, con deliberazione degli
organi di gestione, sentito il Collegio dei professori e la rappresentanza degli
studenti, appositi organismi composti da membri appartenenti alla stessa istituzione
e da esperti esterni.
2.
a) Il regolamento didattico è deliberato dal Consiglio accademico, integrato
con due rappresentanti degli studenti, sentiti il presidente e il collegio dei
professori;
b) il regolamento di amministrazione, finanza e contabilità è deliberato dal
consiglio di amministrazione, integrato con due rappresentanti degli studenti,
secondo uno schema vigente nella Custodia di TS.
Art.15 (Finanziamento)
1. In quanto ente autonomo, l’IM provvede a se stesso attraverso:
a) un contributo annuo degli studenti;
b) un contributo mensile della Custodia Francescana di Terra Santa, che
fornisce anche locali, elettricità, acqua;
c) concerti, pubblicazioni e iniziative artistiche;
d) donazioni di enti pubblici, fondazioni e privati.
2. Gli studenti, in difficoltà nel sostenere le spese degli studi musicali, possono
richiederne per scritto l’esonero, totale o parziale, documentando il proprio stato di
necessità.
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3. Ogni anno il Consiglio d’Amministrazione rende conto delle entrate e delle uscite
alla Custodia di TS, al Collegio dei professori e all’Assemblea degli Associati.
Titolo terzo: Docenti
Art. 16 (Ordine dei docenti)
1. I professori dell’IM si distinguono in stabili e non-stabili. Tra i professori stabili
sono annoverati gli ordinari e gli straordinari; tra i professori non-stabili, gli aggiunti,
gli incaricati, gli invitati e gli assistenti.
2. Professori ordinari sono coloro che, a titolo pieno e definitivo, sono assunti nel
corpo docente dell’IM; a questi seguono gli straordinari. Professori aggiunti sono
coloro che vengono ammessi all’ufficio di insegnare nell’IM a tempo pieno per
un triennio, in vista della loro promozione a professori stabili, se in possesso delle
condizioni e dei requisiti richiesti.
3. Incaricati sono quei professori che non possono diventare di ruolo, benché
muniti del regolare titolo accademico, per un qualche impedimento.
4. Invitati sono quei professori che sono chiamati da altri Conservatori, Università,
o Facoltà a tenere uno e più corsi.
5. Assistenti sono coloro che, essendo già in possesso del compimento medio
nella materia di insegnamento, di volta in volta ricevono il mandato di aiuto di un
professore stabile, o di un determinato gruppo di studenti.
Art. 17 (Cooptazione, nomina e promozione)
1. I professori aggiunti, gli assistenti, gli invitati e gli incaricati sono nominati dal
Presidente, sentito il parere del Consiglio accademico.
2. I professori straordinari e ordinari sono nominati dal Presidente, col voto
favorevole del Consiglio accademico.
3. Le condizioni per la promozione debbono essere valutate dal Consiglio
accademico.
Art. 18 (Diritti e doveri dei professori)
1. Compito primario dei professori dell’IM è quello della docenza e dell’attività
artistica.
2. Spetta al Consiglio accademico giudicare quali incombenze siano di fatto
incompatibili con la docenza, tenuto conto dei diversi gradi dei docenti.
3. I diritti e i doveri dei professori sono indicati da questo Statuto, dalle annesse
convenzioni e dalle vigenti leggi civili.
Art. 19 (Impedimento, sospensione e cessazione dall’ufficio)
Per tutto ciò che riguarda il riconoscimento degli impedimenti, la sospensione e la
cessazione dall’ufficio dei professori si fa riferimento alla normativa vigente nella
legislazione scolastica locale.
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Titolo quarto: Studenti
Art. 20 (Categorie di studenti)
All’IM possono iscriversi tutti coloro che, essendo nell’età prevista per ogni
strumento (cfr art. 24), superato un esame d’ammissione, ne facciano domanda.
Art. 21 (Condizioni per l’ammissione)
1. Gli esami di ammissione hanno luogo in un’unica sessione: quella autunnale.
I posti vacanti sono prestabiliti; anche per questo l’ammissione si riduce ad un
concorso. L’iscrizione è riservata ai migliori classificati. La domanda può farsi
per uno qualsiasi degli anni di corso; vagliato l’esito delle prove, la Commissione
esaminatrice può proporre al Direttore l’ammissione ad un diverso anno di corso;
in ogni caso lo studente entra in prova. Al termine del primo anno scolastico in
seguito ad un esame di conferma, la commissione esaminatrice stabilisce a quale
anno iscrivere il candidato.
2. La domanda va corredata con i seguenti documenti:
a) certificato di nascita;
b) attestato di sana costituzione fisica;
c) certificato di buona condotta rilasciato dalla scuola frequentata
normalmente dall’aspirante;
d) due foto formato tessera. Nella domanda occorre aggiungere altresì
l’indirizzo, telefono del candidato.
3. Con la conoscenza della lingua araba, è richiesta la conoscenza di un’altra
lingua: ebraico, inglese, francese, italiana, tedesco.
Art. 22 (Diritti e doveri degli studenti)
In quanto ai diritti e doveri, gli studenti dell’IM seguono la normativa della
legislazione scolastica locale, qualora non sia in contrasto con il presente Statuto.
Art. 23 (Partecipazione degli studenti ai Consigli)
1. Diritto e dovere degli studenti è di riunirsi periodicamente in assemblea per
esprimere i loro desiderata e favorire per la loro parte l’attività didattica dell’IM.
2. Gli studenti già in possesso della licenza di Solfeggio, all’inizio dell’anno
accademico sono convocati per eleggere, a norma di questi Statuti, i tre membri
della Consulta degli studenti.
Art. 24 (Età per l’ammissione all’IM)
1. Per gli strumenti, l’età minima è di 7 anni, massima 15 anni.
2. Per la Composizione, l’età minima è 12, massima 18.
3. Per il Canto, l’età minima è 16 anni per le donne, 18 per gli uomini; massima 25
per le donne, 26 per gli uomini.
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Art. 25 (Sospensione ed esclusione degli studenti)
1. Gli studenti, per motivi gravi, possono essere sospesi da certi diritti, o esserne
privati, o addirittura esclusi dall’IM a norma della locale legislazione scolastica.
2. Per delle assenze, ingiustificate e ripetute, il Consiglio accademico può decidere
l’espulsione degli studenti.
3. Se le assenze raggiungono il 15% delle lezioni, escludono l’accesso agli esami
di compimento.
4. Non è consentito ripetere una terza volta lo stesso anno di corso.
5. Prima del compimento inferiore è consentito ripetere un anno di corso.
6. Prima del compimento medio (o superiore, per i Cantanti) è possibile ripetere
un solo anno di corso.
7. Tra il compimento medio e il diploma non è consentita la ripetizione di nessun
anno.
8. L’allievo che non supera il compimento medio con almeno 80/100 non può
continuare i suoi studi all’IM.
Titolo quinto: Ordinamento degli Studi
Art. 26 (Metodo degli studi)
1. Il metodo che viene adottato nell’IM è primariamente volto a formare musicisti
capaci di svolgere quanto è richiesto in un serio servizio professionale in campo
strumentale, vocale, corale o compositivo, con particolare attenzione alla formazione
di insegnanti.
2. Sono presi in attenta considerazione gli allievi particolarmente dotati, capaci di
affrontare la carriera concertistica; ciò, tuttavia, senza obbligare gli altri a diventare
concertisti, chiedendo loro sforzi mnemonici cui fossero negati.
3. I docenti godono di una vera e giusta libertà didattica. Al tempo stesso devono
essere consapevoli di dover condurre i loro allievi al conseguimento dei titoli
accademici sulla base dei programmi stabiliti.
4. A parità di condizione vanno preferite le pubblicazioni didattiche preparate
dall’IM.
5. I docenti promuovano la conoscenza e la pratica del patrimonio musicale
locale.
Art. 27 (Materie d’insegnamento)
1. Composizione, Canto, Organo e Composizione Organistica, Musica Corale e
Direzione di Coro, Musica Didattica, Canto Gregoriano, Pianoforte, Violino.
2. Le materie complementari, da studiare obbligatoriamente, sono quelle previste
dai programmi dei Conservatori di Musica vigenti in Italia.
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3. È facoltà del Consiglio di Amministrazione, su proposta del Consiglio
Accademico, aprire l’insegnamento di altri strumenti musicali.
Art. 28 (Curricolo degli studi ai gradi)
1. Il curricolo degli studi nell’IM è ordinato sulla base dei Programmi dei
Conservatori di Musica Italiani.
2. a) L’anno scolastico inizia il primo settembre e termina il 30 giugno.
b) Gli esami hanno luogo al termine del primo e del secondo semestre,
in febbraio e in giugno. Gli esami di riparazione hanno luogo nella prima
settimana di settembre.
c) Gli esami di ammissione si svolgono nell’ultima settimana di agosto.
3. Per favorire una solida e armonica formazione degli allievi, l’insegnamento è
impartito mediante lezioni individuali (strumento, canto, composizione), o in piccoli
gruppi (solfeggio, storia della musica), master classes, saggi scolastici, concorsi e
rassegne a livello locale e internazionale; incontri con studenti e professori d’altre
scuole musicali locali o estere.
4. È raccomandata, e per due anni dopo la licenza di solfeggio obbligatoria, la
partecipazione al coro della Custodia Francescana di Terra Santa, o a cori polifonici,
il cui livello sia noto alla direzione dell’IM.
5. Gli allievi che, essendo determinati a dedicarsi alla professione di musicisti e
avendo ottenuto il parere favorevole del Consiglio Accademico, vogliono conseguire
un titolo legale, possono sostenere l’esame di diploma al Conservatorio Musicale
“A. Pedrollo” di Vicenza (Italia), secondo la Convenzione firmata il 22 luglio 2003,
successivamente perfezionata il 29 maggio 2005. Tale diploma ha per gli allievi
dell’IM un valore giuridico uguale a quello che ha per gli allievi italiani ed europei.
Gerusalemme, 10 giugno 2005
108
Convenzione fra la Custodia di Terra Santa (CTS)
e l’Istituto Magnificat (IM)
Prot. B-324/5
Gerusalemme, 10 giugno 2005
Proemio - La presente Convenzione tra la CTS e l’IM intende formalizzare
stabilmente la peculiare fisionomia dell’IM, onde assicurargli una lunga e serena
durata.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Alla CTS spetta la scelta della sede accademica dell’IM nell’ambito di
Gerusalemme. In caso di cessazione o estinzione dell’IM, la CTS dispone
a suo piacimento dei locali e del materiale didattico.
La CTS assicura all’IM un contributo mensile, fornisce con il locale,
l’elettricità e l’acqua (Art. 15, 1b), garantisce l’accesso dei professori e
degli studenti alla scuola e l’uso del salone “Immacolata” in occasione
di saggi scolastici, concerti, concorsi, insieme all’accesso del pubblico al
medesimo salone.
L’IM presenta annualmente il rendiconto della situazione economica e una
relazione sulle attività e sul funzionamento dell’IM (Art. 9, 2b).
La CTS sceglie di preferenza tra i professori e gli studenti dell’IM gli
organisti, i direttori di coro, i coristi e gl’insegnanti per le necessità dei
propri santuari, parrocchie, scuole.
Il Congresso Capitolare della CTS elegge il Presidente dell’IM, tenendo
in considerazione la terna di persone presentata dal Consiglio Accademico
(Art. 4, 2).
Quanto riguarda la nomina dei professori e l’accettazione degli studenti è
retto autonomamente dal presente Statuto. La CTS, attraverso il Presidente
o il Direttore, ha l’autorità di intervenire con suggerimenti, proposte,
correzioni.
La CTS offre borse di studio, sia pure chiedendo qualche servizio musicale,
a studenti bisognosi dell’IM che ne facciano richiesta.
(seguono le firme)
109
Auguri a fra Basilio Talatinian per la sua opera Il Vangelo di Maria
Gerusalemme, lunedì 27 giugno 2005
Prot. B-0365/05
Rev.do Padre
fra Basilio Talatinian, ofm
San Salvatore
Gerusalemme – Israele
---------------------------------Carissimo Padre
Ecco un bell’esempio di operosità per noi tutti! Grazie - caro
Padre - per averci offerto questa sua nuova fatica, che, soprattutto, ci dice della
volontà di continuare a lavorare con zelo e fantasia per la Custodia tutta: che il Suo
esempio sia ammirato e seguito da tutti i frati, anziani e giovani…
Penso che “Il Vangelo di Maria”, che già conosciamo per le anticipazioni fatte
sulla rivista della Terra Santa, possa e debba essere distribuito largamente ora che
è stato edito come libro; sarà quindi cura della Segreteria inviarlo a tutte le Persone
che Lei desidera, così come viene messo a disposizione di tutti i Confratelli qui a
San Salvatore.
La semplicità, la devozione, l’amore per Maria, madre del Salvatore, che Lei ci
testimonia e insegna, non hanno tanto bisogno di “un grande scrittore cristiano”,
quanto di un’umile, grande frate della Custodia di Terra Santa, al quale sono e siamo
tutti riconoscenti. Che il Signore Le dia serenità e salute per continuare a spronarci
a vivere sempre meglio la nostra vocazione, che non può prescindere da un sincero,
devoto, filiale amore verso la Vergine Maria.
Con ogni riconoscenza.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
110
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
Prossime date del Discretorio
Tutti i frati sono invitati a prendere nota sin da adesso le date degli incontri del
Discretorio di Terra Santa per l’anno 2005-2006.
• 1 - 5 luglio San Salvatore;
• 14 -15 settembre San Salvatore;
• mercoledì 19 ottobre Giaffa;
• 17 novembre
Betlemme;
• 15 dicembre
San Salvatore;
• 19 gennaio Akko;
Siria-Libano: 12-16 incontro zonale con i frati della zona
• 12-16 febbraio •22-23 marzo Nazareth;
•27 aprile Emmaus;
• 18 maggio Betania;
• 1-5 luglio San Salvatore.
Messaggio conclusivo del Discretorio di luglio
Prot. B-0396/05
Gerusalemme, mercoledì 6 luglio 2005
A tutti i religiosi della Custodia
------------------------------------Pace e bene a tutti i fratelli della Custodia di Terra Santa.
A un anno dalla conclusione del Capitolo Custodiale, il Discretorio si è riunito nel
convento di San Salvatore dal 1º al 6 Luglio 2005 per una verifica di questo primo
tempo di servizio, di governo e di animazione della fraternità custodiale. Ringraziamo il Signore per tutti i doni elargiti e i buoni propositi accolti e messi in pratica
in quest’anno. Abbiamo “visto e toccato” la sua amorevole presenza nei confratelli
impegnati nelle diverse opere di evangelizzazione sul vasto territorio della nostra
missione. Nonostante la scarsità del personale, grazie alla generosità e dedizione di
tutti noi, abbiamo potuto portare avanti il compito affidatoci dalla Chiesa.
Nel primo giorno del nostro lavoro abbiamo valutato la situazione di alcune fraternità, con particolare riferimento alle comunità formative e ad alcune situazioni
personali. Abbiamo inoltre proceduto alla valutazione e votazione per l’ammissione
dei nostri candidati alla professione solenne e agli ordini sacri. È doveroso ringraziare sempre il Signore che, nella sua Provvidenza, non cessa di inviare vocazioni al
servizio della Terra Santa.
111
Abbiamo dedicato attenzione alle due “novità” iniziate quest’anno: l’anno di apprendimento di lingua straniera per gli studenti, e l’inserimento dei professi solenni
nei conventi dell’area di Gerusalemme. Nonostante qualche dubbio, pensiamo che
queste esperienze siano positive.
Il secondo giorno è stato dedicato all’incontro con le Segreterie e con l’Ufficio
Tecnico Custodiale. È stata una giornata intensa e istruttiva.
A nome della Segreteria per la Formazione e gli Studi, fra Noel ha presentato il
quadro della situazione attuale, facendo una sintesi del lavoro svolto nello scorso
anno e le prospettive prossime. In particolare: ha richiamato la necessità di definire
meglio il ruolo del Segretario per la Formazione e gli Studi soprattutto in campo
accademico; ha evidenziato la necessità di curare ancora di più il contatto tra tutti i
formatori e la loro preparazione. In tal senso è stata programmata una settimana di
aggiornamento per tutti i nostri formatori a Roma tra i mesi di novembre e dicembre
prossimi, che permetterà a tutti - oltre che di informarsi - di conoscersi meglio e di
coordinare meglio tra loro le attività. È stato inoltre previsto un corso di formazione
francescana per gli studenti professi temporanei con opzione laicale.
Nel campo della formazione permanente sono stati organizzati per l’anno venturo
corsi e programmi per tutti i frati, divisi per settori di attività e aree geografiche (il
programma è già stato pubblicato).
La Segreteria per l’Evangelizzazione ha presentato il suo lavoro nel campo delle
parrocchie, delle scuole e del lavoro per la Giustizia, Pace e Salvaguardia del
Creato.
Per le parrocchie si è constatato innanzitutto che la mancanza di personale religioso e l’età di alcuni costringe parte delle nostre parrocchie ad una pastorale prevalentemente sacramentale. Da qui la necessità di un maggior coinvolgimento dei laici.
In particolare i parroci hanno pensato di individuare persone che, adeguatamente
preparate, possano in futuro dedicarsi alla catechesi e all’animazione giovanile nelle
nostre parrocchie. A Betlemme sta diventando sempre più critico il problema delle
ragazze che sposano ragazzi musulmani. Inoltre, le sette diventano sempre più forti e
numerose e ci sfidano a impostare meglio la nostra pastorale soprattutto con i giovani
e i lontani. Anche l’Ordine Francescano Secolare va rivitalizzato. Appaiono molti
movimenti ecclesiali nuovi che danno colore alle nostre comunità, ma che devono
essere seguiti, per evitare frammentazioni della comunità ecclesiale. È necessario
infine avere un censimento completo ed omogeneo in tutte le nostre parrocchie.
Per le scuole, senza ritornare su quanto già presentato nella riunione del Discretorio di aprile, si è preso coscienza per l’ennesima volta, della necessità di avere
una relazione esaustiva sullo stato delle nostre scuole dal punto di vista strutturale,
organizzativo e formativo. Tale documento, da presentarsi entro il mese di novembre
prossimo, dovrà essere la base per la discussione e la programmazione per il futuro
112
delle nostre scuole, che sono tuttora un centro di evangelizzazione e di educazione
fondamentale per la nostra missione. Non si tratta solo di adeguamento delle strutture fisiche, ma di un ripensamento del nostro ruolo nella scuola cattolica. Una struttura centrale di coordinamento aiuterà tutte le nostre scuole in campo amministrativo e
legale. Si dovrà pensare inoltre alla formazione del personale docente, non solo dal
punto di vista accademico, ma anche da quello religioso. Col tempo si deve arrivare
ad avere un rete di scuole che abbiano una stessa struttura amministrativa e formativa, con identità definita e significativa.
Abbiamo inoltre individuato alcuni religiosi da preparare in vista di un loro futuro
coinvolgimento della pastorale scolastica.
La commissione Iustitia et Pax, informa che si è impegnata molto per aiutare le
famiglie a migliorare il proprio livello di vita. Hanno avuto vari incontri per questo
problema; si evidenzia che i parroci sono molto impegnati e perciò non è facile
coinvolgerli. Hanno incontrato Palestinesi dei Territori; lavorano con i professori per
sensibilizzare i giovani.
Il dialogo interreligioso, invece, non è ancora stato affrontato dalla commissione.
Viviamo, tuttavia, in mezzo alle altre religioni per cui deve sentirsi sempre più necessario conoscerne la realtà.
Per l’Ufficio Tecnico Custodiale, fra Alberto fa una sintesi dei lavori compiuti
durante l’anno, con particolare riferimento alle costruzioni di Bethfage. Dopo avere
apprezzato il lavoro svolto finora tra enormi difficoltà, si è deciso di aumentare sensibilmente il budget previsto per terminare la costruzione entro il prossimo anno.
Per la Segreteria per i Luoghi Santi fra Artemio ci ha illustrato il lavoro compiuto
durante l’anno:
*
È praticamente terminata la preparazione dei depliants illustrativi di tutti
i nostri santuari, che dovranno ora essere tradotti nelle varie lingue.
*
Sono stati presentati i sussidi liturgici per le diverse celebrazioni liturgiche sui luoghi santi. Si sta inoltre studiando la struttura di alcune celebrazioni della settimana santa.
*
Si sta preparando una celebrazione a Cafarnao, in occasione della conclusione dell’anno eucaristico.
*
Entro il prossimo ottobre si dovrebbe concludere lo studio per la revisione del presbiterio di Santa Caterina a Betlemme.
*
Si sono esaminati i piani di costruzione della Chiesa dedicata alla Madre
di Dio, nel complesso del nostro Santuario della Grotta del Latte. I lavori
dovrebbero finire entro quest’anno.
*
Dovremmo ricevere prossimamente anche uno studio - piani e proposte per il santuario di Sefforis.
113
*
È ormai pronta la revisione degli orari e degli uffici per la comunità del
Santo Sepolcro.
*
Fra Eugenio ci ha presentato lo sviluppo del sito internet, che tutti abbiamo molto apprezzato, e i progetti per i prossimi anni.
*
Fra Armando, infine, ci ha illustrato il cammino della corale della Custodia e la situazione di alcuni organi.
Il terzo giorno è stato interamente dedicato alla valutazione della nostra situazione
economica. Il Commissario di Washington, coadiuvato da alcuni laici, ci ha illustrato in maniera esaustiva e profonda lo stato della nostra contabilità a Washington
in questi ultimi cinque anni. Siamo tutti rimasti molto colpiti per la professionalità
dello studio compiuto che ci ha finalmente chiarito una volta per tutte lo stato dei
nostri conti e tutti abbiamo approvato le proposte e raccomandazioni suggerite da fra
Romano in vista di una riorganizzazione della nostra struttura negli Stati Uniti.
Il giorno seguente, rimanendo sempre in tema di economia, abbiamo studiato il
rendiconto economico del 2004, presentato dal padre Economo. Una revisione delle amministrazioni economiche dei diversi settori ci ha portato a constatare che la
Provvidenza divina anche quest’anno non ci ha fatto mancare i mezzi necessari per
lo svolgimento di tutte le nostre opere e attività. La generosità di tanti benefattori,
tuttavia, richiede da ognuno di noi l’obbligo di non assumere un atteggiamento da
padroni, ma di essere onesti amministratori dei beni ricevuti. La regolarità della presentazione del resoconto economico annuale e la trasparenza siano per tutti, ognuno
nel suo campo, segno tangibile di questa consapevolezza. Abbiamo visto infatti che
non sempre alcune amministrazioni sono puntuali nella presentazione dei rapporti
economici.
Facendo infine una valutazione nostra e del nostro lavoro come Discretorio, è
emerso che dobbiamo per il prossimo anno cercare di essere più vicini alle fraternità
piccole. Il lavoro è sempre stato collegiale e sereno. Fare gli incontri nelle diverse
parti della Custodia è stata un’esperienza positiva che deve continuare, cercando
però di coinvolgere di più le fraternità nelle quali ci troveremo, avendo cura anche di
programmare momenti di preghiera insieme.
Abbiamo, infine, considerato molto importante elaborare un calendario di tutti gli
incontri e riunioni tanto del Discretorio come della Commissione Economica, come
delle Segreterie della Custodia. Alcune date sono ormai pubblicate (specie per la
formazione permanente: esercizi spirituali, capitolo delle stuoie, ecc.), ma è necessario avere un calendario completo. Ciò sarà utile non soltanto perché tutti possiamo
prendere coscienza dell’impegno di tutta la fraternità custodiale, ma anche perché
ogni interessato prenda nota delle date che lo coinvolgono in questo impegno. La
Segreteria, a breve, pubblicherà il calendario completo delle riunioni.
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A conclusione dell’impegnativo ma fruttuoso lavoro di verifica di fine anno, che
come motto ha avuto le parole: “Insieme per la Fraternità Custodiale”, possiamo
condividere con voi la gioia e la soddisfazione “di non aver lavorato invano”, come
dice san Paolo. Abbiamo seguito da vicino le fatiche e le gioie di tanti nostri fratelli, cercando di aiutare ognuno con la comprensione, il dialogo e la realizzazione,
quando ciò era possibile, delle richieste a noi pervenute. Ci rendiamo conto che non
sempre le nostre decisioni hanno soddisfatto le attese personali di tutti ma non è mai
mancata da parte dei confratelli la disponibilità e l’accoglienza in spirito di minorità
e di obbedienza.
A tutti i confratelli un caro augurio e buone vacanze!
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
DVD sulla Custodia
Prot. B-0410/05
Gerusalemme, lunedì 11 luglio 2005
A tutti i superiori di santuari francescani
-----------------------------------------------Carissimi confratelli,
Il Signore vi dia la sua pace!
Nella sua missione di fare conoscere ed amare la Terra Santa, la Custodia ha assunto l’impegno di realizzare un DVD che presenti a tutti i Luoghi santi della Redenzione. L’Antoniano di Bologna ha ricevuto da noi l’incarico di tale realizzazione.
Prego perciò tutti i responsabili di santuario di permettere e favorire le riprese cinematografiche che si svolgeranno dal 20 al 30 luglio nei vari luoghi a noi affidati. Dal
momento che si tratta di un progetto della Custodia, è ovvio che tali riprese saranno
del tutto gratuite. Il responsabile dell’operazione, fra Alessandro Caspoli ofm, sarà
presente durante le riprese e verrà accompagnato da fra Stefano De Luca ofm, ospite
presso il nostro convento di Cafarnao.
Fraternamente.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
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Breve Discorso tenuto nel complesso della Knesset in occasione della dedicazione di un francobollo
in memoria di Sua Santità Giovanni Paolo II
Gerusalemme, 12 luglio 2005
Signor Presidente della Knesset,
Signora Ministro,
Amici,
Mi è gradita l’occasione di manifestare il mio più vivo apprezzamento per questo
gesto di omaggio alla memoria del Papa Giovanni Paolo II, espresso con l’emissione
di un francobollo che ne esplicita una delle caratteristiche più evidenti: un Papa che
ha viaggiato per il Mondo, visitando Popoli e Chiese in ogni angolo della Terra. Questo suo ministero itinerante l’ha portato in Terra Santa, dal 20 al 26 marzo dell’anno
2000, anno del Grande Giubileo.
Tra le immagini di quel viaggio certamente è rimasta negli occhi e nel cuore di
tante persone, e specialmente negli occhi e nel cuore degli israeliani, la visita e la
preghiera che il santo Padre ha fatto al Muro del Pianto, luogo sacro per la religione
ebraica e per tutti gli ebrei.
“Migliaia di anni di storia ci stanno guardando dalla cima di questo monte santo e
dalle pietre dei resti di questo santo tempio, e la vedono qui”: questo fu l’inizio del
saluto che il Rabbino Michael Melkior rivolse al Papa quel giorno.
I passi del Papa si mossero dal Recinto Nobile verso il Muro Occidentale, santuario per eccellenza della Comunità ebraica. Qui recitò il Salmo 122 e si incamminò,
solo, verso il Muro. Qui giunto, lesse la preghiera da lui stesso composta e poi depose il foglio autografato in una fessura del Muro.
Il Papa ha pregato così: Dio dei nostri Padri,
Che hai scelto Abramo e la sua discendenza
Perché il tuo Nome fosse portato alle genti:
Noi siamo profondamente addolorati
Per il comportamento di quanti
Nel corso della storia
Hanno fatto soffrire questi tuoi figli,
E chiedendoti perdono
Vogliamo impegnarci
In un’autentica fraternità con il Popolo dell’Alleanza.
Per Cristo nostro Signore.
Le parole di benvenuto del Rabbino avevano manifestato felicità per la visita del
Papa “venuto in pace” ed avevano augurato “benedizione e pace mentre riparte”,
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concludendo “Possa Colui che crea la pace in Cielo creare la pace per noi e per tutta
Israele! Diciamo: Amen”.
Il popolo d’Israele ci ha insegnato l’importanza fondamentale della memoria, del
ricordare, del far nostro, ognuno sempre di nuovo, la memoria del passato, perché
questa memoria costruisca il nostro presente e informi il nostro futuro: voglio augurare che il gesto di dedicare al Papa un francobollo a memoria di una tappa così
significativa del suo pontificato e della storia della chiesa, sia e resti una memoria
condivisa, ebrei e cristiani, cittadini d’Israele e cittadini del mondo che si riconoscono nella fede della Chiesa, e costituisca un valido motivo di dialogo, sostenga e
rafforzi la volontà di conoscerci. Da questa memoria condivisa, dal dialogo, dalla
conoscenza reciproca, possa nascere, svilupparsi e crescere un comune impegno di
fraternità e di pace.
Da parte nostra voglio confermare questo desiderio, che voglio rendere esplicito
con le parole che il Papa pronunciò durante l’Incontro con la comunità ebraica nella
sinagoga di Roma:
La religione ebraica non ci è estrinseca, ma in un certo qual modo è intrinseca alla
nostra religione.
Abbiamo quindi verso di essa dei rapporti che non abbiamo con nessuna altra
religione.
Siete nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire, nostri fratelli
maggiori.
Proseguiremo certamente con vigore nel solco e nella tradizione che Sua Santità
Giovanni Paolo II ci ha lasciato nel corso del suo ministero.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
Ora santa a Getsemani
Prot. B-0495/05
Gerusalemme, martedì 30 agosto 2005
A tutti frati di Gerusalemme
--------------------------------Carissimi confratelli,
Mi è gradito farvi conoscere e raccomandare una bella iniziativa della parrocchia
latina di Gerusalemme che vuole coinvolgere sia i parrocchiani che i pellegrini.
Si tratta di un’Ora di preghiera e meditazione che si terrà nella basilica del Getsemani ogni mese.
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Il primo appuntamento è per venerdì 2 settembre 2005.
Il programma prevede:
ore 19.15 raduno a San Salvatore
ore 19.30 partenza per il Getsemani
ore 20.00 – 21.00 Ora santa
Ci auguriamo di cuore che quest’iniziativa proprio perché coinvolgerà tanti fedeli
laici locali e non, riesca a far sentire le nostre comunità francescane responsabili
nell’offrire una chiara testimonianza di preghiera.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Facultas confessiones excipiendi
Prot. B-0560/05
Gerusalemme, martedì 13 settembre 2005.
Rev.di Padri sacerdoti residenti in
Palestina, Israele, Giordania, Cipro
--------------------------------------------------Carissimi confratelli,
Dopo un anno di presenza in segreteria custodiale, ho l’impressione che molti dei
nostri confratelli sacerdoti assolvano invalidamente i loro penitenti durante la celebrazione del sacramento della Riconciliazione. Infatti, ogni sacerdote residente nella
diocesi patriarcale di Gerusalemme, per poter assolvere validamente deve avere oltre la potestà di ordine - anche la facoltà di esercitarla firmata da Sua Beatitudine
il Patriarca. Questa facoltà si ottiene e si rinnova solamente tramite la segreteria
custodiale ed è generalmente valida per cinque anni: si pregano quindi i confratelli
sacerdoti di controllare la data di scadenza della propria facoltà.
Hanno la facoltà di ricevere le confessioni in virtù della loro carica, e quindi senza
bisogno di facoltà, i soli parroci (e vice parroci). Tutti gli altri (direttori spirituali,
direttori di scuola, santuaristi, guide di pellegrini, docenti, superiori, economi, discreti di Terra Santa, segretari, Custode di Terra Santa!...) assolvono invalidamente
se non hanno la facoltà di assolvere. L’assoluzione risulta valida solamente qualora
il penitente si trovasse in pericolo di morte.
Vi ricordo i canoni del Codice di Diritto Canonico che contengono la legge della
Chiesa al riguardo. Tale legge obbliga anche i Francescani di Terra Santa:
118
Can. 966 - § 1. Per la valida assoluzione dei peccati si richiede che
il ministro, oltre alla potestà di ordine, abbia la facoltà di esercitarla sui
fedeli ai quali imparte l’assoluzione.
§ 2. Il sacerdote può essere dotato di questa facoltà o per
il diritto stesso o per concessione fatta dalla competente autorità a norma del
can. 969.
Can. 968 - § 1. In forza dell’ufficio, ciascuno per la sua circoscrizione, hanno facoltà di ricevere le confessioni l’Ordinario del luogo, il canonico
penitenziere, come pure il parroco e chi ne fa le veci.
Can. 969 - § 1. Solo l’Ordinario del Luogo è competente a conferire
a qualunque presbitero la facoltà di ricevere le confessioni di tutti i fedeli;
tuttavia i presbiteri che sono membri degli istituti religiosi non ne useranno
senza la licenza almeno presunta del proprio superiore.
Can 973 - La facoltà di ricevere abitualmente le confessioni sia concessa per iscritto.
Can 976 - Ogni sacerdote, anche se privo della facoltà di ricevere le
confessioni, assolve validamente e lecitamente tutti i penitenti che si trovano
in pericolo di morte, da qualsiasi censura e peccato, anche quando sia presente un sacerdote approvato.
Il parroco e chi ne fa le veci perde la facoltà di confessare che ha in forza dell’ufficio (can. 968, §1), quando cessa di essere parroco, se prima di essere parroco non
aveva il permesso di confessare (can. 975).
Chi ha la facoltà di ricevere abitualmente le confessioni per concessione dell’Ordinario del luogo nel quale ha domicilio, può esercitare la stessa facoltà ovunque
(can. 967 §2); ma questa facoltà cessa quando egli perde questo domicilio.
Visto e considerato quanto esposto sopra, prego tutti i sacerdoti che si sentono interpellati dal presente avviso di regolarizzare la loro situazione senza vergognarsi se
la loro facoltà fosse scaduta da tempo o andasse richiesta per la prima volta.
La segreteria custodiale tiene poi registrate le scadenze delle facoltà rinnovate.
Il presente avviso vale per i francescani incorporati oppure in servizio in Custodia,
ma anche per i sacerdoti studenti oppure volontari residenti in diocesi.
Coloro che risiedono a Buenos Aires, Cairo, Madrid, Rodi, Washington, Italia,
Libano, Siria, sono pregati di fare le pratiche presso l’Ordinario del luogo sul cui
territorio si trova la Casa a cui sono ascritti.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Prego i superiori di fare leggere la presente in refettorio.
NB: Questa lettera è stata sottoposta all’attenzione di fra Dobromir Jasztal ofm e
di fra Basilio Talatinian ofm.
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Infermeria custodiale
Prot. B-0606/05
Gerusalemme, martedì 20 settembre 2005
A tutti i frati di Giudea
----------------------------Carissimi confratelli,
Con la presente vi ricordo che il medico dell’infermeria è presente a San Salvatore
i seguenti giorni:
Mercoledì dalle ore 16.00 alle ore 18.00
Venerdì
dalle ore 13.00 alle ore 14.00
Sabato
dalle ore 9.30 alle ore 11.00
Ricordo anche che tutti i frati che vivono in Giudea sono pregati di fare una visita
medica presso l’infermeria
L’infermeria s’incarica inoltre di procurare a tutti i frati le medicine necessarie per
le loro cure.
In caso di necessità, un’infermiera è presente 24 ore su 24.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Pellegrinazione al Fiume Giordano
Gerusalemme, mercoledì, 21 settembre 2005
Prot. B- 650-05
RR.PP. Guardiani
RR.PP. Superiori Locali
RR.PP. Parroci
Loro sedi
-----------------------------Reverendo Padre,
il 27 Ottobre prossimo avrà luogo il tradizionale pellegrinaggio al fiume Giordano.
Tutti siamo invitati a partecipare.
Se Lei è nel servizio di Parroco, la invito a promuovere questa iniziativa anche
presso i suoi fedeli, così da poter organizzare almeno un pullman di partecipanti:
120
questa infatti è l’unica occasione che abbiamo per poter pregare sul luogo del “Battesimo del Signore”.
I Confratelli che intendono partecipare alla Pellegrinazione, se non si uniscono ai
gruppi parrocchiali, comunichino il proprio nome al P. Guardiano di S. Salvatore
entro e non oltre il giorno 20 corrente mese.
Programma del Pellegrinaggio
Ore 07.30: partenza da Porta Nuova a Gerusalemme per Gerico. Tutti i mezzi di
trasporto - sia quelli provenienti dalla Giudea che quelli provenienti dalla Galilea raggiungano direttamente l’entrata della zona militare vicina al fiume e parcheggino
nel piazzale da dove avrà inizio la processione.
Ore: 09.00: inizio della processione diretta al fiume.
Ore: 09.15: Solenne Concelebrazione presieduta dal M.R.P. Artemio Vitores ofm,
Vicario Custodiale.
Ore 10.30 c.a: Dopo la Messa, visita al Monte della Quarantena e del Monastero
greco-ortodosso. Al termine della visita, una breve sosta di raccoglimento e poi rientro a Gerusalemme con arrivo previsto per le ore 13.00.
Mi permetto inoltre di ricordare che:
1.
Le autorità civili e militari del luogo non gradiscono la presenza di auto private.
2.
I sacerdoti che desiderano concelebrare dovranno portare con sé il proprio
amitto, camice, cingolo e stola bianca e indossarli: il caldo della zona non giustifica
la concelebrazione con la sola stola sull’abito.
3.
Non essendovi pranzo a Gerico, i confratelli che desiderano pranzare a San
Salvatore sono pregati di comunicarlo in precedenza a fra Jerzy Kraj ofm, guardiano.
4.
Tutti dovranno avere con sé il proprio documento di identità, e gli autobus
dovranno portare il cartello con la scritta “Custodia di Terra Santa” che potrà essere
ritirato presso la Segreteria di Terra Santa.
Prego i Superiori e i Parroci di comunicare anche alla Segretaria Custodiale il numero dei partecipanti dalle rispettive fraternità e parrocchie, e il numero dei pullman
organizzati.
Per la migliore riuscita della Pellegrinazione si chiede a tutti precisione e puntualità, e di cercare di mantenere anzitutto il clima di pellegrinaggio e di preghiera che
la ricorrenza richiede.
Ringrazio per la Vostra collaborazione, a tutti rivolgo un fraterno saluto.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
121
Verifica dei lavori in corso
Gerusalemme, sabato 1 ottobre 2005
Prot. B-0632/05
A tutti i responsabili di attività della Custodia
Loro Sede
----------------------------Carissimi confratelli,
Il Signore vi dia la Sua pace!
Con la presente, vi informo che il Discretorio di Terra Santa, riunito il 15 settembre
c.a. a San Salvatore, ha approvato l’idea di procedere ad una verifica generale dei
lavori di costruzione in corso o terminati da poco, in Custodia. Con tale verifica il
Discretorio desidera avere un’idea chiara delle procedure adottate fino ad oggi. La
povertà che professiamo, infatti, e i tempi attuali esigono che ci sia sempre maggiore
chiarezza e trasparenza.
Vi comunico quindi che una società esterna sarà incaricata di compiere tutte le
verifiche necessarie.
Quando il personale di tale società, si presenterà, con o senza l’accompagnamento
dell’economo o di un membro del governo custodiale, vi prego di dargli tutta la collaborazione richiesta.
Fraternamente.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
122
Audit in Custodia
Gerusalemme, sabato 1 ottobre 2005
Prot. B-0631/05
A tutti i superiori e economi locali,
membri dei consigli economici regionali
direttori di scuola,
direttori di Casa Nova,
parroci
di Giudea- Galilea – Cipro – Rodi – Egitto – Giordania
al direttore della tipografia
Gerusalemme
-----------------------------------------------------------------Carissimi confratelli,
Il Signore vi dia la Sua pace!
Vi comunico che il Discretorio riunito il 15 settembre a San Salvatore ha deliberato
in via definitiva di assumere una società contabile con il compito di fare un audit generale dei conti della Custodia in Terra Santa, Egitto, Cipro e Rodi, come è già stato
fatto a Washington. Tale società studierà tutti i vari settori dell’economato (i diversi
conti bancari, gli introiti dei commissariati, le diverse gestioni, officine, costruzioni….) e anche le diverse attività sparse in ciascun territorio allo scopo di avere un
quadro chiaro della nostra situazione.
Con la presente dunque, vi informo che, a tempo debito, il personale di tale società
chiederà accesso ai vostri conti economici, i vostri conti bancari ecc; sarà munito
di tutte le autorizzazioni della Custodia e avrà carta di riconoscimento. Tutti gli interessati collaborino senza riserve; per qualsiasi problema possa sorgere, si faccia
riferimento alla segreteria custodiale o all’economato, a seconda dei casi.
Fraternamente.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
123
Collaborazione nelle confessioni al Santo Sepolcro
Gerusalemme, sabato 1 ottobre 2005
Prot. B-0636/05
Rev.di Padri
Sacerdoti francescani e non
residenti nelle case della Custodia
Gerusalemme – Israele
----------------------------Carissimi confratelli,
il Signore vi dia la sua pace!
Il Discretorio radunato a San Salvatore il 14 e 15 settembre c.a. ha preso in considerazione la necessità sempre più urgente di poter disporre di confessori presso la
basilica della Risurrezione. Per questa ragione, come primo passo abbiamo deciso di
stabilire un turno di confessori che aiuti la comunità presente in basilica con questo
prezioso servizio, in modo particolare dalle ore 6.30 alle ore 8.30 e dalle ore 15.30
alle ore 17.30.
Parteciperanno a questo turno tutti i sacerdoti residenti nelle nostre case di Gerusalemme e abilitati dal Patriarca all’esercizio della confessione.
Il Segretario custodiale contatterà tutte le comunità interessate per verificare la
disponibilità reale di sacerdoti francescani e non.
A tutti e a ciascuno auguro che questo ulteriore impegno non venga accolto come
un peso, quanto come la gioiosa opportunità di farsi portavoce della misericordia del
Signore, facendosi “infaticabili ripetitori delle sue dichiarazioni d’amore per l’uomo”.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
124
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
Ora Santa al Dominus Flevit
Gerusalemme, martedì 4 ottobre 2005
Prot. B-0644/05
A tutti frati di Gerusalemme
---------------------------------Carissimi confratelli,
l’iniziativa dell’Ora di preghiera e meditazione promossa dalla parrocchia latina
di Gerusalemme, iniziata a settembre, si terrà per il suo secondo appuntamento
giovedì 6 ottobre 2005
nella chiesa del Dominus Flevit.
Il programma prevede:
ore 17.45
raduno a San Salvatore
ore 18
partenza per il Dominus Flevit
ore 18.30 – 19.30
Ora santa
L’iniziativa, che è iniziata con una lodevole partecipazione di fedeli e pellegrini,
ci auguriamo possa sempre più coinvolgere anche i religiosi delle comunità francescane.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
125
Formazione Permanente
Gerusalemme, lunedì 9 novembre 2005
Prot. B-0751/05
A tutti i Guardiani, Superiori,
Presidenti, Economi locali
di Terra Santa
---------------------------------------Carissimi confratelli,
Il Signore vi dia la Sua pace!
Eccovi le nuove date per l’incontro di Formazione Permanente che, dal 5-7 novembre, era stato annullato a causa dell’indisposizione del Relatore.
Quasi tutti i convocati all’incontro erano iscritti e con la presente vi chiedo di annotare che
la sessione di Formazione Permanente per i Superiori e gli Economi
si terrà dal 5 al 7 dicembre ad Haifa
presso il convento Stella Maris.
I temi dell’incontro saranno:
«La conduzione del Capitolo e la leadership del Guardiano»
Relatore: Prof. don Antonio Arto, docente dell’Università Salesiana
«Povertà francescana e problemi economici nell’Ordine oggi»
Relatore: fra Giancarlo Lati ofm, Economo Generale
Programma:
Lunedì 5 Dicembre
• In mattinata: arrivo e sistemazione a Stella Maris, Haifa.
• Pranzo ore 13.00
• Introduzione e presentazione a cura del Custode.
• 1a Conferenza di don Antonio Arto: «La conduzione del Capitolo
locale».
• Vespri e Cena.
126
Martedì 6 Dicembre
Mattino:
• Messa con Lodi inserite - Colazione.
•2a Conferenza di don Antonio Arto: «La leadership del Guardiano».
• Intervallo.
• Lavori di gruppo.
• Pranzo.
Pomeriggio:
• Assemblea conclusiva
• Intervallo.
• 1a Conferenza di fra Giancarlo Lati: «I francecsani che vivono da poveri
nella realtà odierna»
• Vespri e Cena.
Mercoledì 7 Dicembre
Mattino:
• Messa con Lodi inserite - Colazione.
• Lavori di gruppo - Pranzo.
• Intervallo.
•2a Conferenza di fra Giancarlo Lati: «Come organizzare l’ufficio
dell’economato».
• Pranzo.
Pomeriggio:
• Assemblea conclusiva
• Conclusione sotto la presidenza del Custode, di don Antonio Arto e di
fra Giancarlo Lati.
• Vespri.
La presenza all’incontro delle persone elencate non è facoltativa, e va confermata
(o riconfermata) a stretto giro di posta a fra Ricardo Bustos ofm, guardiano della
Basilica di Nazareth. La quota di partecipazione è fissata a 30 dollari, o l’equivalente
in shequel.
Non ci sarà autobus per recarsi ad Haifa: ogni comunità è invitata mettersi in contatto con quelle più vicine per provvedere al meglio.
Certo che tutti e ciascuno avvertiamo l’importanza del ritrovarci insieme per formarci, riflettere e discutere sul ruolo che ricopriamo e le responsabilità che comporta, e nella speranza di trovarci tutti a Haifa, auguro di cuore:Pace e Bene.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
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-------------------------------------------Economo custodiale
1. fra Abdel Masih F. Fahim
Vice economo custodiale
2. fra Artemio Vitores
Guardiano: S. Caterina - Betlemme
3. fra Justo Artaraz
Guardiano, economo: Trasfigurazione - Tabor
4. fra Gérard Bourdonneau
Guardiano, economo: Ss. Annunziata - Nazaret
5. fra Ricardo M. Bustos
Guardiano: S. Giovanni Battista - Ain Karem
6. fra Fergus Clarke
Guardiano: Getsemani
7. fra Rafael Dorado
Guardiano, economo: Flagellazione
8. fra Dobromir Jasztal
Guardiano: S. Salvatore
9. fra Jerzy Kraj Superiore, economo: Le Palme - Betfage
10. fra Emilio Bárcena
Superiore, economo: S. Francesco - Acri
11. fra Quirico Calella
Superiore, economo: S. Nicodemo - Ramleh
12. fra Raffaele Caputo
Superiore: Visitazione - Ain Karem
13. fra Casimiro Frapporti Superiore: S. Pietro - Tiberiade
14. fra Lucio Giron Superiore, economo: Primo Miracolo - Cana
15. fra Simon P. Herro
Superiore, economo: Dominus Flevit
16. fra Hartwig Huckle
Superiore, economo: Terra Sancta College
17. fra Vincenzo Ianniello Superiore, economo: S. Lazzaro - Betania
18. fra Eugenio Kamar
Superiore, economo: S. Giovanni al Deserto
19. fra Sergio Olmedo Flores
Superiore: Primato di Pietro - Tabgha
20. fra Angelico Pilla
Superiore, economo: SS. Simeone e Anna
21. fra Apolinary Szwed
Superiore: Gerico
22. fra Feras Hejazin
Superiore, economo: S. Antonio - Giaffa
23. fra Arturo Vasaturo
Superiore, economo: Cafarnao
24. fra Jerome Vour-Dery
Superiore, economo: S. Cleofa - Emmaus
25. fra Franciszek Wiater
Superiore: S. Pietro - Giaffa
26. fra Eduardo Sanchez
Presidente, economo: Cenacolo
27. fra Raùl F. Dinamarca
Superiore: S. Sepolcro
28. fra Wladyslaw Brzezinski
Economo: Tabgha
29. fra Ammar Shahin
Economo: Tiberiade
30. fra Daniel Barrera
Economo: Visitazione
31. fra Francisco Fernandez
Economo: Gerico
32. fra Francisco Vigh
Economo: S Giovanni – Ain Karem
33. fra Johannes Simon
Economo: S. Sepolcro
34. fra John Bomah
Economo: San Salvatore
35. fra Luis Garcia
Economo: Getsemani
36. fra Michael Raum
Economo: S. Pietro - Giaffa
37. fra Narcyz Klimas
Economo: Santa Caterina - Betlemme
38. fra Severino Lubecki
128
Incontro dei sacrestani e responsabili di santuari
Gerusalemme, mercoledì 29 dicembre 2005
Prot. B-0839/05
A tutti i frati sacrestani
e responsabili di Santuario
Loro Sede – Israele
----------------------------Carissimi confratelli,
Il Signore vi dia la sua pace!
Il Discretorio radunato il 15 dicembre a San Salvatore ha deciso di
spostare l’incontro di
Formazione Permanente per i sacrestani e responsabili di santuario
previsto il 26 gennaio al
giovedì 23 febbraio ad Ain Karem - San Giovanni.
Il programma è il seguente:
08.45
Arrivo
09.00
Lodi
09.20
Introduzione del padre Custode
09.30
Conferenza di fra Artemio Vitores: “LaCustodiaFrancescanadiTerraSantaeiLuoghiSanti”
10.15
Intervallo
10.30
Conferenza di fra Raffaello Tonello: L’aspetto liturgico-pastorale del Santuario e l’accoglienza dei pellegrini. Elementi pratici
11.30
Eucaristia
12.30
Pranzo
14.00
Lavori in gruppi:
Gruppo A - fra Artemio Vitores e fra Rafael Dorado
Gruppo B - fra Raffaello Tonello
Gruppo C - fra Atanasio Macora per i sacrestani del Sepolcro e di Betlemme
129
15.30
16.00
17.00
Intervallo
Assemblea conclusiva presieduta dal padre Custode
Vespri
Va da sé che ogni sacerdote è invitato a portare il proprio camice e stola per la celebrazione Eucaristica. Tutti portino il libro per la Liturgia delle ore.
Vi prego di iscriversi presso la segreteria custodiale entro e mon oltre il 15 gennaio
2006. È chiesta una partecipazione di 15 dollari (oppure l’equivalente in shequel)
per ogni convocato.
Fiduciosi che una tale iniziativa possa essere occasione di un autentico rinnovo
nell’accoglienza dei pellegrini, auguro ad ognuno di voi una buona continuazione
delle festività natalizie ed un felice anno 2006.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Lista dei convocati: fra Abraham Sobkowski; fra Ammar Shahin; fra Andrew Ako
fra Antoni Rojek; fra Antonio D’Aniello; fra Benito Choque; fra Christopher Coppock; fra Daniel Barrera; fra Domingo Silva Damascena; fra Eugenio
Kamar; fra Fabian Adkins; fra Francisco Fernandez G.; fra Franciszek Wiater; fra
Gianfranco Cau; fra Gregory Giannoni; fra Ibrahim Al Haddah; fra Jad Sara; fra
John Bomah; fra Lawrence Bode; fra Leo Gonzalez; fra Matías López; fra Matthew
Milos; fra Pacifico Giachini; fra Peter Ashton; fra Pierre Richa; fra Pietro An; fra
Rafael Sube; fra Rafael Tayem; fra Roger Petras; fra Salem Younis; fra Serafino
Gomez; fra Simon Pietro Herro; fra Vincent Kwek; fra Wladyslaw Brzezinski.
hayford;
Copia: fra Raffaello Tonello; fra Artemio Vítores, fra Noel Muscat.
130
Lettera per i confessori presso la basilica della Risurrezione
Gerusalemme, venerdì, 30 dicembre 2005
Prot. B-0842/05
Rev.do Padre
fra Jerzy Kraj, ofm
fra Dobromir Jasztal, ofm
fra Vincenzo Ianniello, ofm
Gerusalemme – Israele
----------------------------Carissimi confratelli,
Il Signore vi dia la Sua pace!
Nella sua del primo ottobre 2005 (Prot. B-636-5), il Custode comunicava a tutti i
sacerdoti - francescani oppure nostri ospiti - che vivono anche solo temporaneamente a Gerusalemme, che il Discretorio ha preso in considerazione la necessità sempre
più urgente di poter disporre di confessori presso la Basilica della Risurrezione.
Con la presente ora vi informo che, oltre fra Beda An, confessore nominato, i superiori di San Salvatore, della Flagellazione, del Terra Sancta College, avranno l’incarico di provvedere che un sacerdote della loro comunità sia di turno nei seguenti
orari così distribuiti:
•
San Salvatore: ogni giorno dalle ore 6.30 alle ore 8.30;
•
Flagellazione: lunedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle ore 15.30 alle ore
17.30;
•
Terra Sancta College: martedì, giovedì e domenica dalle ore 15.30 alle ore
17.30.
Gli orari su indicati vogliono corrispondere:
•
alla visita mattutina che il pellegrino compie in forma privata prima di
effettuare la visita in gruppo negli altri santuari;
•
nel pomeriggio, al tempo durante la processione e/o le celebrazioni
eucaristiche dei gruppi presso i nostri altari.
È probabile che, in un primo tempo, i penitenti non siano molti: è tuttavia desiderio
del governo custodiale di offrire l’opportunità di trovare sempre, negli orari suddetti,
un sacerdote disponibile per chi vuole accostarsi al sacramento della riconciliazione.
Il sacerdote di servizio dovrà essere visibilmente presente presso il confessionale
dirimpetto all’altare di Santa Maria Maddalena e rivestire una stola viola sopra l’abi131
to (oppure sopra l’alba, se non è francescano). Vi prego anche di incoraggiare i sacerdoti incaricati del servizio sacramentale a rimanere in loco anche se dovessero mancare i penitenti. In questo caso, il sacerdote può approfittare del tempo leggendo o
pregando, ma sempre in posizione accogliente. Nella storia, i pellegrini che venivano
devotamente in pellegrinaggio presso la Tomba del Signore, dopo il loro ingresso e
la visita dei Luoghi, si confessavano in Basilica prima di partecipare all’Eucaristia.
Di fronte alle esigenze odierne, dobbiamo impegnarci, anche accettando la fatica che
questo comporta, per non rinunciare alle nostre tradizioni di accoglienza.
Ricordo che per poter svolgere il ministero della riconciliazione, è necessario che
il sacerdote sia abilitato all’esercizio della confessione (cfr. Prot. B-0560/05).
A tutti e a ciascuno auguro che questo ulteriore impegno non venga accolto solo
come un peso, quanto come la gioiosa opportunità di farsi portavoce della misericordia del Signore, “infaticabile ripetitore delle sue dichiarazioni d’amore per l’uomo”.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Copia: fra Ladislao Brzezinski, presidente del Santo Sepolcro; fra Beda An, confessore al Santo Sepolcro.
Relazione del Vicario Custodiale alle fraternità di Cipro:
23 - 29 settembre 2005
Per mandato del Discretorio di Terra Santa ho fatto la visita alle fraternità di Cipro.
Ho avuto occasione di parlare con tutti i frati - sono nove - di visitare tutti i conventi
e di farmi così un’idea delle diverse attività che svolgono i nostri confratelli. Contemporaneamente ho visitato le comunità di Suore che collaborano con i francescani
nelle loro missioni, specialmente le Francescane Missionarie del Sacro Cuore. Ho
parlato con il Sig. Benito Mantovani, rappresentate dei Latini presso il Parlamento
di Cipro e con alcuni fedeli. Sono stati incontri molto fraterni e ho trovato in tutti i
frati collaborazione totale.
Presento qui una sintesi della mia visita, convento per convento, mettendo
in risalto tre aspetti: la fraternità, le attività parrocchiali e apostoliche e la
situazione economica.
132
I. Larnaca
1. La fraternità
A Larnaca vivono due frati: fra Wilhelm Fornal, superiore e parroco, e fra Guglielmo Rossi, vice parroco. Ho trovato una buona collaborazione tra i due. Il P. Superiore è interessato al buon andamento della casa e alle attività apostoliche. Fra Guglielmo, nonostante i suoi 78 anni, si dà da fare tanto nelle attività parrocchiali come
nei lavori del convento. La sua conoscenza del greco aiuta molto nella pastorale.
2. Attività pastorali
Come succede in tutti i conventi dell’Isola non è facile mettere d’accordo le preoccupazioni e gli interessi delle diverse comunità animate dai nostri frati. Ciò vale in
modo speciale per l’uso della lingua greca nelle celebrazioni.
La fraternità serve pastoralmente ogni domenica una comunità cristiana che si aggira sui 500 - 600 fedeli divisi in latini-ciprioti di lingua greca (30 persone) e tutti
gli altri (filippini, dello Sri Lanka, indiani, ecc.) di lingua inglese. Ogni domenica si
celebrano 3 S. Messe: due in parrocchia (una in greco e un’altra in inglese); e una
Messa ad Aghia Napa per la comunità straniera (100 persone circa). Una volta al
mese il Superiore celebra una S. Messa a Pafos per i cristiani polacchi. Ogni giorno
vengono celebrate due Messe: una in italiano, all’Asilo dei vecchi, per le suore e
un’altra in inglese per il popolo. Il servizio alla comunità delle Suore giuseppine
(Messa due volte alla settimana) è per ora sospeso. Il martedì c’è la Messa in onore di
Sant’Antonio e il Mercoledì Messa, rosario etc. in onore della Madonna del Perpetuo
Soccorso, partecipate soprattutto dai fedeli locali.
Nella nostra parrocchia ci sono molti matrimoni (circa 70 all’anno), ma sono quasi
tutti stranieri. I Battesimi saranno 3 o 4 ogni anno.
Le suore, tanto le Francescane come le Suore di San Giuseppe dell’Apparizione,
collaborano con la parrocchia: le prime curando i paramenti sacri, le seconde animano il canto e fanno catechesi.
3. Situazione economica
La fraternità ha risorse sufficienti per la vita giornaliera e la manutenzione ordinaria della casa. Il convento è in buono stato. L’Asilo fornisce al convento l’acqua,
l’elettricità e il riscaldamento. Ci sono lavori straordinari da compiere: riparazione
dell’ingresso della Chiesa. Il Consiglio Economico di Cipro sta studiando il progetto
è da fare.
4. L’Asilo degli anziani
L’Asilo è proprietà della Custodia ed è diretto dalle Suore francescane. C’è buona
collaborazione fra le due istituzioni. Attualmente ci sono 34 anziani (e ci sono 4 stanze vuote). Ci lavorano 5 suore e 11 impiegati civili. Le suore rilevano un problema
133
di personale: alcune di loro sono anziane, e insistono sulla necessità di aumentare il
personale laico. È un problema da studiare.
La situazione economica dell’Asilo è positiva. Lavori da fare nell’Asilo: aggiustare il cortile, istallare panelli solari, ecc. Manca un preventivo.
II. Nicosia
A) Convento della Santa Croce
1. La fraternità
È composta da due frati: fra Umberto Barato, Superiore e Parroco, e fra Peter
Asante, Vicario parrocchiale ed economo. Fra Peter è a Nicosia da soli 4 mesi. Si
vede una buona intesa tra i due confratelli.
2. Attività pastorali
È impressionante il numero di cristiani (piuttosto cristiane) che assistono alle Messe della domenica in parrocchia. La chiesa è troppo piccola per accogliere a tutti,
specialmente nelle Messe festive delle ore 8 e 9.30.
Ogni domenica vengono celebrate 4 Messe, più la Messa del sabato sera. Nella
Messa delle ore 8.00 sono presenti circa 500 persone (specialmente filippine; c’erano
sì o no 10 uomini); alla Messa delle ore 9.30, c’erano circa 400 persone: anche qui
filippine o di altre nazioni come Sri Lanka, India, ecc. Alle Sante Messe delle 11.30 e
delle 18.30 (domenica e sabato) i fedeli hanno una composizione più varia, e ci sono,
oltre i fedeli latino-ciprioti e i maroniti, cristiani inglesi o di altre nazioni. Si può dire
che la parrocchia serve ogni domenica quasi 1.800 fedeli, la maggior parte dei quali
sono lavoratori stranieri; i cristiani locali stanno diminuendo molto. Tutte le Sante
Messe del sabato e della domenica vengono celebrate in inglese. La fraternità serve
anche una piccola comunità di inglesi (una ventina di cattolici) e turisti due volte al
mese a Kirinia.
Nel corso della settimana c’è la Messa per le Suore giuseppine al mattino, e al
pomeriggio la Messa parrocchiale. Martedì c’è la Messa in greco.
Ci sono anche parecchi matrimoni, soprattutto di stranieri. Le Suore Giuseppine
e quelle dello Sri Lanka aiutano nelle attività parrocchiali e nel catechismo. Per la
comunità dello Sri Lanka fra Umberto incaricherà un uomo per il catechismo e per
la preparazione al matrimonio (questi fedeli non parlano bene l’inglese).
Oltre a queste attività normali, fra Zaccheo serve una comunità di neo-catecumenali; c’è qualche gruppo pentecostale; presso le Suore giuseppine c’è un centro per gli
extracomunitari, dove vengono insegnati: cucito, lingue, l’uso del computer, ecc.
3. Situazione economica
Il convento di Nicosia sta molto bene e non ci sono lavori da fare. C’è da fare la134
vori nella parte posteriore del presbiterio, che è malandato. La situazione economica
è buona.
Il Cimitero di Nicosia è già recintato. In futuro si penserà a tracciare le strade, a
costruire una cappella, ecc. L’importante è la recinzione per salvare la proprietà.
Le proprietà della Custodia nella zona turca: la casa della Custodia è stata trasformata in un museo; la cappella di Xeros è distrutta: hanno fatto una strada.
B) Il Collegio di Terra Santa
Di tutte le attività che svolgono i frati a Cipro, quella del Collegio di Terra Santa è
forse la più difficile e complicata.
Il Collegio è una bella realtà: esiste dal 1646, cioè da ben 359 anni! L’edificio
attuale è del 1954: è ben conservato, anche se un po’ vecchiotto; avrebbe bisogno di
una mano di modernità. Il Collegio è una struttura imponente, ampio, luminoso, con
grandi spazi per lo sport.
Il numero di studenti continua a calare: per questo anno sono 420 (120 nell’asilo,
190 nella primaria, e 110 nella secondaria). Il numero di studenti della secondaria è
insufficiente per tener attiva la sezione. Le ragioni della diminuzione degli studenti
sono varie: alcuni studenti maroniti che frequentavano il Collegio, sono andati in
centri propri; il Governo ha creato asili gratuiti per i bambini, ecc.
Economicamente la mancanza di allievi nella secondaria, viene compensata con
le altre due. Ci sono difficoltà economiche giacché il Governo, che deve pagare una
parte delle rate scolastiche degli studenti cristiani, paga in ritardo (a novembre per il
corso precedente). Si riesce ad andare avanti grazie al rimanente che serve per pagare
gli stipendi dei mesi di luglio ed agosto. Ad ogni modo le tasse scolastiche del TS
College sono le più basse dei collegi privati di Cipro.
Il Discretorio deve discuttere seriamente il futuro del Collegio e della sua direzione
alla luce dei recenti problemi.
In quanto alle attività pastorali dei due confratelli, fra Zaccheo lavora, due volte
alla settimana, con la comunità neocatecumenale nella Chiesa di Nicosia, e, una volta al mese, va a Limassol per celebrare la Santa Messa ai polacchi. Si occupa anche
di altre attività come benedizione delle case, visita alle famiglie, ecc. Ogni domenica
celebra, in greco, la Santa Messa nel Collegio di Terra Santa. Fra Jesús è l’Economo
Regionale di Cipro.
III. Limasol
1. La fraternità
La fraternità è composta da tre frati: fra Martín Zavaleta, Superiore e Parroco, fra
Andrew Arhin, Vice – Parroco, e fra Victor Peña, collaboratore in parrocchia. Tra
loro ho trovato un buon ambiente fraterno e c’è collaborazione.
135
2. Attività pastorali
La fraternità celebra la Messa ogni giorno, alle ore 7.00, preso le Suore Francescane del Sacro Cuore (in italiano) e, alle ore 18.30, in Parrocchia, in inglese. Ogni
martedì, in onore di Sant’Antonio, e ogni venerdì, in onore del Sacro Cuore, c’è la
Santa Messa in greco alle 18.30. Inoltre il primo giovedì del mese c’è la santa Messa
al cimitero. Nelle domeniche e nei giorni festivi la fraternità celebra le seguenti S.
Messe: ore 8 (in inglese), ore 9.30 (in greco), ore 11 (in latino, con le letture e l’omelia in inglese), ore 18.30 (in inglese). Inoltre, la 1ª domenica del mese, alle ore 15.00,
c’è la Messa per i filippini (in inglese), la 2ª, sempre alle 15.00, per i fedeli dello Sri
Lanka, e la 4ª per gli indiani, sempre in inglese. Infine il 2º sabato del mese, alle ore
16.00, c’è la santa Messa per i polacchi, un centinaio di fedeli. Qualche volta c’è anche la Santa Messa per la comunità di lingua spagnola, che non è molto numerosa.
Secondo i calcoli dei nostri confratelli, alla Messa del sabato partecipano circa 130
fedeli, dei quali soltanto un 10% sarebbero locali; alla Messa delle ore 8.00 della
domenica 150 fedeli (soltanto un 3% locali); alle ore 9.30, che è in greco, soltanto
un 30% dei 120 fedeli sono locali; alle ore 11.00 ci sono circa 150 persone, e infine,
alle ore 18.30, i fedeli sono circa 200, quasi tutti stranieri.
Ci sono una cinquantina di matrimoni all’anno (quasi tutti stranieri), 12 battesimi
(tutti stranieri), 4 o 5 funerali (tutti locali).
Altre attività pastorali: Legio Mariæ e carismatici; viene seguito anche un gruppo
di “alcolisti anonimi”, ecc. Il Catechismo viene insegnato dalle Suore Francescane
Missionarie del Sacro Cuore (quest’anno fra Andrew farà la catechesi per la Cresima). Le stesse Suore organizzano la sacrestia e tengono in ordine i paramenti. L’animazione liturgica dei canti viene fatta dalle filippine, dalle suore, da una organista e
da una signora inglese.
3. Situazione economica
Per la vita di ogni giorno e per la manutenzione ordinaria della casa la fraternità
ha sufficienti mezzi economici. Il convento sta bene, anche se alcune stanze hanno
bisogno di sistemazione migliore, specialmente i bagni. Sono però necessari alcuni
lavori straordinari: sistemazione dell’esterno della Chiesa (zanzariere, finestre, pittura) e qualche riparazione all’interno.
IV. Alcune conclusioni
Dall’analisi dell’attuale situazione delle attività custodiali a Cipro, penso che sia
importante trarre alcune conclusioni pratiche. Le principali sono:
1. Il futuro della Custodia a Cipro e la lingua greca: Dei nove confratelli che
lavorano a Cipro, 4 hanno più di 65 anni (fra Víctor 66, fra Jesús 69, fra Umberto 75
e fra Guglielmo 78): c’è da pensare ad un ricambio generazionale.
136
Sono precisamente questi i quattro confratelli che parlano bene il greco; gli altri cinque lo conoscono in modo insufficiente e nessuno di loro è capace di tenere
un’omelia in questa lingua. Da qui la necessità di un maggiore studio e approfondimento del greco. C’è da pensare seriamente se non sia conveniente indirizzare allo
studio del greco qualche studente, fin dal Seminario, in vista della missione. Nello
studentato di San Salvatore alcuni studenti si stanno già preparando con lo studio del
greco.
2. La vita fraterna: Si vede un buon ambiente fraterno e non ci sono tensioni
gravi. Tuttavia i nostri confratelli si riuniscono raramente per la preghiera quotidiana (lodi, vespri e meditazione), per fare il ritiro spirituale, o per prendere parte
al Capitolo locale. Tanto a livello conventuale come a quello regionale manca una
cultura di condivisione dei valori, delle cose spirituali, ecc. Per questo è urgente la
programmazione annuale dei ritiri, dei capitoli locali, della formazione permanente
e delle riunioni del consiglio economico.
3. Le attività pastorali: Nelle celebrazioni del sabato sera e della domenica e
feste i nostri confratelli servono un numero di fedeli che si può calcolare intorno alle
3.000 persone. È un numero considerevole a livello delle nostre parrocchie, giacché
si tratta di presenze effettive e continue. Ci sono molte S. Messe e alcuni dei nostri
confratelli celebrano spesso tre Messe nei giorni di festa e qualche volta di più. È
quindi un impegno non indifferente, che esigerebbe la collaborazione di altri frati.
Di questi 3000 fedeli quasi l’80% sono lavoratori stranieri, che sono “di passaggio” ed è probabile che, con l’ingresso di Cipro nella Comunità Europea, in un futuro
prossimo dovranno lasciare il paese. Attualmente però stanno lì e non sanno il greco,
perciò le Sante Messe vengono celebrate soprattutto in inglese. Questa realtà, che è
in sé comprensibile (anche gli stranieri sono figli di Dio) sta creando due situazioni
difficili: 1) c’è un risentimento da parte della comunità locale (latini ed anche maroniti, che frequentano le nostre chiese), che si sente emarginata e si considera straniera nella propria patria e ignorata nei sui diritti linguistici; 2) gli stessi frati, vedendo
che l’inglese è la lingua predominante nelle celebrazioni, non trovano lo stimolo
necessario per studiare il greco come si deve.
Ora, secondo le statistiche, la comunità latino-cattolica diminuisce ed invecchia
pian piano ma inesorabilmente (lo si può vedere dal numero di battesimi e di matrimoni). Tuttavia si pensa che a Cipro ci debbono essere intorno a 850 fedeli latini,
concentrati soprattutto a Nicosia e a Limassol, senza contare quasi un migliaio di
latini (meglio, di latine), cioè di donne straniere sposate con ortodossi ciprioti. Come
attendere a questi cristiani locali che devono essere i primi destinatari della nostra
azione pastorale? Ecco alcune risposte possibili:
137
1. Pensiamo che, a Nicosia, si deve celebrare una Santa Messa in greco nei
giorni festivi;
2. Nelle Sante Messe alle quali partecipano più cristiani locali si dovrebbero
leggere le letture e fare magari una breve omelia in lingua greca;
3. Gli avvisi che vengono dati in chiesa devono essere dati sia in inglese che
in greco;
4. È necessario che i nostri parroci facciano un’inchiesta approfondita
per conoscere meglio la realtà concreta dei cristiani locali. I dati che
possiedono sono troppo vecchi. Ciò può essere fatto anche con la visita
alle famiglie, gli incontri con esse, la catechesi ai bambini e agli adulti,
ecc. Penso che questi campi non sono ancora esplorati.
4. Il Collegio di Terra Santa: È un tema da studiare a fondo. La nostra presenza a
Cipro dipende anche dal buon andamento del Collegio.
fra Artemio Vítores ofm
Vicario Custodiale
138
Statistiche custodiali
Le cifre sotto elencate si riferiscono esclusivamente ai religiosi incardinati in Custodia.
CURIA GENERALIS OFM
Via Santa Maria Mediatrice 25
00165 Roma - Italia
Fax: +39.06.68491364
eMail: [email protected]
RELATIO DE STATU PERSONALI ET LOCALI
die 31 Decembris
PROVINCIA/CUSTODIA AUT.
Entitatis Codex
Directio Postalis
2005
Custodia di Terra Santa
Natio Terra Sancta (Israel et Palæstina)
90
POB 186
91001 Jerusalem - Israel
Tel.1
Fax
Mob/Cel.
00972-26266595
00972-26284717
Tel.2
eMail:
www
00972-26266596
[email protected]
www.custodia.org
I . DE STATU PERSONALI
1. SOLLEMNITER PROFESSI:
a)
b)
c)
d)
d)
Cardinales
0
Archiepiscopi
Sacerdotes
Diaconi permanentes
Fratres cum optione clericali
Fratres laici
0
Episcopi
1
Summa Professorum Sollemnium
1
106
1
6
37
151
2. PROFESSI TEMPORARII:
a)
b)
c)
Fratres cum optione clericali
Fratres sine optione clericali
Fratres sine optione
Summa Professorum Temporariorium
Novitii
SUMMA TOTALIS OMNIUM FRATRUM CUM NOVITIIS
Postulantes
Tertiarii seu Oblati Perpetui
27
4
1
32
1
184
11
0
139
II.
INCREMENTUM ET DECREMENTUM PROVINCIAE/CUSTODIAE AUT.
1. ADMISSI (hoc anno)
a) ad novitiatum
b) ad professionem temporariam
c) ad professionem sollemnem:
• fratres laici
• fratres cum optione clericali
d) ad sacros ordines
• ad diaconatum permanentem
• ad presbyteratum
1
4
2
6
0
1
2. EXTRA CLAUSTRA COMMORANTES hoc anno gratiam obtinuerunt:
a) sacerdotes et diaconi
a) laici
1
Summa
3. EGRESSI (hoc anno):
a) novitii
b) professi temporarii
c) professi sollemnes:
• fratres laici
• fratres cum optione clericali
• diaconi permanentes
• sacerdotes saecularizati, qui hoc anno indultum obtinuerunt
• sacerdotes, qui dispensationem ad obligationibus status clericalis hoc
anno obtinuerunt vel de facto ministerium sac. reliquerunt
Summa Egressorum
1
1
3
0
0
0
0
2
6
4. DEFUNCTI:
a)
b)
c)
novitii
professi temporarii
professi sollemnes:
• fratres laici
• fratres cum optione clericali
• diaconi permanentes
• sacerdotes
• cardinales 0 archiepiscopi 0 episcopi 0
0
0
Summa Defunctorum
140
1
0
0
2
0
3
III.
DISTRIBUTIO FRATRUM PROVINCIAE/CUSTODIAE AUT. IUXTA RESIDENTIAM
1. In territorio Provinciae/Custodiae Aut.:
2. Extra territorium Provinciae/Custodiae Aut.:
a)
In Custodiis dependentibus
b)
In Fundationibus
c)
In aliis locis
164
0
0
20
184
SUMMA TOTALIS OMNIUM FRATRUM CUM NOVITIIS
IV.
NUMERUS DOMUUM, FRATRUM ET CANDIDATORUM PROVINCIAE/CUSTODIAE AUT. IN
DIVERSIS NATIONIBUS, UBI VIVUNT ET LABORANT. Die 31 DECEMBRIS 2004.
Episcopi
(C.A.E.)
Domus
Sacerdotes
Diaconi
permanentes
Professi non sacerdotes
Natio (Regio politica)
Cum
optione
clericali
Novitii
Postulantes
Sine
optione
Laici
a) In propria Natione
b) In aliis Nationibus
Argentina
Ægyptus
Iordania
Græcia
Hispania
Italia
Libanus
Syria
Fœd. Civ. Americ.
Septent.
Cyprus
Venetiola
Helvetia
32
1
2
2
2
1
4
6
11
1
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
48
2
5
2
2
0
13
3
12
14
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
20
0
1
0
0
0
5
3
0
4
22
2
2
0
0
0
8
0
0
8
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
5
0
0
0
0
0
0
0
6
0
0
4
0
0
0
0
0
3
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
Summa
66
1
106
1
33
42
1
1
10
SUMMA TOTALIS OMNIUM FRATRUM CUM NOVITIIS
184
141
V.
DE STATU LOCALI – DOMUS
1. DOMUS
a) In territorio Provinciae/Custodiae Aut.
b) Extra territorium Provinciae/Custodiae Aut.
Summa
23
0
23
Summa
Summa omnium Domorum
44
0
44
66
2. DOMUS FILIALES
a) In territorio Provinciae/Custodiae Aut.
b) Extra territorium Provinciae/Custodiae Aut.
VI.
NUMERUS PAROECIARUM ORDINI CONCREDITARUM
1. In territorio Provinciae/Custodiae Aut.
a) Apud Domos nostras
b) Extra Domos nostras
26
Summa
26
Summa
Summa totalis omnium Paroeciarum
0
0
0
26
2. Extra territorium Provinciae/Custodiae Aut.
a) Apud Domos nostras
b) Extra Domos nostras
VII.
a)
b)
c)
CURSUM INSTITUTIONALEM ET AD GRADOS ACADEMICOS
Alumni cursus Philosophiae
Alumni cursus Theologiae
Alumni ad Gradus Academicos
Frater Baptista Petrus Pizzaballa ofm
Minister Provincialis/Custos Custodiae
142
5
22
3
frater Stephanus Milovitch ofm
Secretarius
Pellegrinazioni liturgiche per l’Anno 2005
Gennaio
16 Dom.
Cana
Febbraio
23 Merc.
Dominus Flevit
Marzo
02 Merc.
09 Merc.
10 Giov.
16 Merc.
18 Ven.
19 Sab.
20 Dom.
21 Lun.
22 Mart.
23 Merc.
24 Giov.
24 Giov 25 Ven.
28 Lun.
Getsemani (Basilica) ‘ 16.00
Flagellazione
‘ 17.00
Betania
‘ 7.30
Lithostrotos
‘
17.00
Monte Calvario
‘
08.00
Nazaret
‘ 17.00
Betfage
‘ 14.30
V Stazione
‘ 06.00
Flagellazione
‘ 07.30
Getsemani (Basilica) ‘
07.30
S. Cenacolo
‘ 15.45 Getsemani (Basilica) ‘ 20.00
Via Dolorosa 10.30
Emmaus (Qubeibeh) ‘ 10.00
Aprile
04 Sab.
Nazaret
Maggio
05 Giov.
07 Sab.
15 Dom.
29 Dom. 31 Mer.
Monte Oliveto
‘
Grotta della S. Croce ‘ S. Cenacolo
‘ Convento al Cenacolo ‘ Visitazione
‘ 09.30
08.30
16.00
16.00
09.00
Giugno
24 Ven.
24 Ven.
Ain Karem
‘ S. Giovanni d’Acri ‘ 10.00 Messa stazionale
18.00 Messa solenne
ore
‘ ‘ 10.00 Pellegrinazione
16.00 Messa solenne
Messa solenne
Messa solenne
Messa solenne
Messa solenne
Messa solenne
Messa solenne
Processione
Messe
Messa solenne
Messa solenne
Pellegrinazione
Ora Santa
Via Crucis
Messa stazionale
10.00 Messa solenne
Messa solenne
Messa solenne
Pellegrinazione
Messa e Processione
Messa solenne
143
Jaffa
Tiberiade
‘
‘
Luglio
03 Dom.
16 Sab.
25 Lun.
26 Mar.
29 Ven.
Getsemani (Basilica)
Monte Carmelo Giaffa di Nazareth Seforis
Betania
‘
‘ ‘
‘ ‘
09.00
10.00
18.00
18.00 08.00
Messa stazionale
Messa solenne
Messa solenne
Messa solenne
Messa solenne
Agosto
06 Sab.
15 Lun.
24 Mer.
Monte Tabor
‘
Getsemani (Grotta) ‘
Getsemani (Basilica) ‘ Getsemani (Grotta e ‘ Sepolcro della Vergine) ‘ Cana (S. Bartolomeo)‘ 10.30
07.30
09.00
16.30
17.00
18.00
Messa stazionale
Messa parrocchiale
Messa solenne
Vespro
Pellegrinazione
Messa solenne
Settembre
03 Sab.
08 Giov.
14 Mer.
17 Sab.
25 Dom.
Monte Nebo
Basilica S. Anna
‘
Monte Calvario
‘
S. Giovanni d’Acri ‘ Emmaus (Qubeibeh) ‘ Messa solenne
09.00 Messa solenne
08.00 Messa solenne
18.00 Messa solenne
10.30 Messa stazionale
Ottobre
27 Giov.
Sacro Fiume Giordano ‘
09.00 Messa solenne
29
29
Mer.
Mer.
18.00 Messa stazionale
19.00 Messa solenne
Novembre
02 Mer. Cimiteri
(dopo la Messa delle 08.00)
Dicembre
getsemani (S. Stefano ‘ 26 Lun.
16.00 Pellegrinazione
144
Nuovo regolamento
per la comunità del Santo Sepolcro
Lettera di presentazione
Prot. B-0570/05
Gerusalemme, giovedì 15 settembre 2005
A tutti i religiosi della Custodia
Loro sedi
----------------------------Carissimi confratelli,
Allegato a questa lettera trovate il nuovo Regolamento per la Basilica della Risurrezione: vuole essere un primo passo sia verso una semplificazione delle norme che
regolano la vita di preghiera che si svolge nel Luogo più sacro di tutta la cristianità,
sia un approfondimento delle ragioni del nostro servizio di preghiera che ci rende
veri e credibili.
Sono molto felice di essermi impegnato in questa revisione e di potervela proporre: contento di averci messo mano, superando l’inciampo dell’onnipresente del “si
è sempre fatto così”, e di “tanto non serve a nulla”. Contento perché ho fiducia…
nella vostra fiducia in questo impegno e quindi spero di trovare pronta rispondenza
a quanto vado desiderando per il bene della Custodia e di tutti voi, ciascuno in particolare.
Vorrebbe, questa revisione, mettere uno spirito nuovo, o almeno portare aria fresca capace di rinnovare la nostra presenza al Calvario e al Santo Sepolcro, al fine
di riappropriarci delle ragioni vere e profonde del nostro essere francescani, cioè
seguaci di un Padre che ha vissuto profondamente il suo rapporto con Dio attraverso
la preghiera, e che proprio per questo è ancora così vivo e attuale.
«I chierici recitino il divino ufficio secondo il rito della santa Chiesa romana» (RB
3,2): l’Ordine francescano, che ha ricevuto dalla Santa Sede il mandato di custodire
i Luoghi Santi, è tenuto a custodire secondo il proprio particolare carisma anche la
basilica della Risurrezione, manifestando così la propria comunione con la Chiesa.
Il nostro impegno deve essere quello di conformarci a questo esplicito desiderio del
nostro serafico Padre, che vediamo confermato nelle parole del Concilio Ecumenico
Vaticano II:
«Dato che lo scopo dell’ufficio è la santificazione del giorno, la disposizione tradizionale delle ore sia riveduta, in modo che le ore, per quanto è possibile, corrispondano al tempo vero» (SC 88).
145
E ancora: «Per santificare veramente la giornata e per recitare le ore stesse con
frutto spirituale, nella recita delle ore si rispetti il tempo, che corrisponde più da
vicino al momento vero di ciascuna ora canonica» (SC 94).
Lo stesso aveva chiesto San Francesco ai suoi frati nella Regola pro eremitoriis:
«E sempre recitino la compieta del giorno, subito dopo il tramonto del sole… E all’ora giusta dicano prima… E dopo dicano sesta e nona e vespro a tempo dovuto»
(FF 137).
Non è difficile, non è impossibile… è bello, se teniamo conto che Francesco dice:
«Io, poi, prometto di osservare fedelmente tutto ciò come Dio mi darà la grazia, e
insegnerò ai frati che sono con me perché li osservino, nell’Ufficio e in tutto ciò che
la Regola stabilisce» (FF 228-229).
L’aggiornamento della preghiera della comunità, in conformità con la veritas horarum (SC 88), introduce alcune novità:
* la preghiera delle Lodi viene celebrata al sorgere del sole (al posto dell’Ora Terza) e non più di notte;
* la comunità, che continuerà a pregare l’intero cursus dell’Ufficio divino,
non perderà la recita dell’Ora Media e pregherà (sacerdoti e fratelli laici
insieme) l’Ora Sesta prima del pranzo;
* nei giorni di festa e solennità, la celebrazione pomeridiana dei Vespri e di
Compieta rimane invariata; nei giorni feriali e nelle domeniche, invece,
i Vespri sono celebrati più solennemente e non saranno più seguiti dalla
Compieta, che sarà recitata in privato;
* nella nuova configurazione dell’Ufficio notturno, è compresa una Commemoratio omnium che presenterà al Signore le intenzioni del Custode,
della Custodia, della Chiesa, della Terra Santa, ecc. Questa aggiunta, in
continuità con la riforma delle veglie di Quaresima già iniziata nel 1987,
riprende la liturgia gerosolimitana riferitaci dalla pellegrina Egeria (IE
24).
Questi cambiamenti non toccano l’essenza dello Statu Quo: capite bene che né si
può fare né si può venirne a patti unilateralmente. Quindi orari e modalità pratiche
devono rispettare questo stato di cose che, riflesso di una storia tormentata e complessa, solo la storia potrà appianare. L’obbedienza allo Statu Quo è il peso che si
deve portare, ma non può essere ne deve mai diventare la scusa per infiacchirsi sulle
difficoltà, o per cercare facili scappatoie.
Il radicamento in una preghiera fatta bene, con passione ed impegno, che riesca
a suscitare e trasmettere speranza e gioia, porterà certamente benefici alla fraternità
che opera nella Basilica della Risurrezione, ma anche a tutta la Custodia, e ci renderà disponibili ed aperti ad accogliere la revisione della Processione quotidiana che
verrà presentata prossimamente.
146
Questo Regolamento nasce dalla collaborazione volenterosa e attenta con la comunità della Basilica della Risurrezione, con la creatività musicale di fra Armando
Pierucci, con i consigli puntuali di fra Athanasius Macora, incaricato dello Statu
Quo, nonché di fra Enrique Bermejo e di tanti altri Confratelli che hanno dimostrato
sensibilità e attenzione per un problema che, lo sottolineo con piacere, è condiviso
da tutti.
Il Regolamento viene pubblicato ad experimentum fino all’Epifania 2006, e rivalutato dopo questa scadenza per assumere una forma definitiva.
Sono grato a tutti per la collaborazione a questo lavoro, e ringrazio tutti, uno per
uno, per la disponibilità, l’impegno, la passione con cui vorrete sostenere questo più
deciso radicamento nella preghiera, così importante per poter proseguire con rinnovata speranza verso i tanti compiti che ci attendono.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
Regolamento e orario per la comunità della Basilica della Risurrezione
Gerusalemme, giovedì 15 settembre 2005
Prot. B-0571/05
Proemio
Il Calvario e il Santo Sepolcro sono memoria di eventi costitutivi la storia della
Salvezza che qui si è compiuta. La Fraternità francescana che la Custodia incarica
a servirli, interpreta la specialissima venerazione di tutta la Chiesa per la Basilica
della Risurrezione che li incorpora. Il servizio dei Francescani deve evidenziare la
sacralità del luogo e testimoniarne la speciale presenza di Dio. Non è culto di pietre,
ma è atto di fede e quotidiana celebrazione della Passione, Morte e Risurrezione di
Cristo.
Non è pensabile il custodirne la santità al di fuori di un’ottica di preghiera e di contemplazione: questo è il grande compito della comunità che vive nella Basilica.
Senza nulla togliere agli impegni richiesti dallo Statu Quo, si tratta di ricuperare
l’intuizione e la verità di una grazia e di una vocazione particolare, dato che - secondo una prassi seguita da tempo immemorabile – tutti i Frati della Custodia devono
prestare il proprio servizio alla Basilica della Risurrezione.
147
Nessuno ci chiede di dare la vita per lo Statu Quo, ma – fedeli alla parola di san
Francesco che ci richiama che “il tempo della vita… si deve tutto e perfettamente
consacrare al culto divino” (FF. 2118) - dobbiamo rispondere alla finalità specifica
della Custodia, vivendo il carisma francescano di preghiera e di contemplazione:
sarà quindi possibile e doveroso impegnarsi seriamente per un servizio di lode al
Signore, pur tenendo conto dei limiti creati dalle contingenze storiche.
Se si rende necessaria la massima cura nell’osservare le prescrizioni dello Statu
Quo e del Regolamento perchè ogni negligenza si riflette sui rapporti con le altre
Comunità che operano in Basilica, e potrebbe anche causare la perdita di qualche
diritto, tuttavia il ricupero di quello che sta alla base del nostro servizio - cioè la
preghiera - porterebbe ad una novità di stile e di presenza che, facendo di questo
Luogo Santo il punto qualificante della Custodia, offrirebbe ai Pellegrini una chiara
testimonianza della Risurrezione.
La Fraternità che opera e prega in questa Basilica è esposta, infatti, allo sguardo
di tutti: Liturgie e paraliturgie svolte con decoro e devozione, oltre ad essere espressione del nostro amore a Dio, sono una testimonianza di fede molto importante, che
si riflette positivamente a favore della Chiesa e della Custodia: il contrario suscita
ordinariamente critiche e scandalo.
Da tutto questo nasce la necessità di una comunità chiamata a reinventarsi, a ridefinirsi davanti a Dio, per fedeltà a Lui, per rispetto a sé stessa, per servire il Luogo
con il Dolore, il Mistero e la Gioia che racchiude; nell’amore al Mondo, alla Chiesa,
alla Terra Santa, a san Francesco, alla Custodia... È necessario crederci, provare,
fidarsi… Non sarà facile, ma è doveroso e possibile.
Abito religioso
Fin dal secolo xiv i Frati Minori di san Francesco curano il santuario a nome della Chiesa Cattolica: per questo l’abito francescano è quello che viene riconosciuto
durante le Liturgie latine. Si raccomanda ai nostri religiosi di portare l’abito sia in
Basilica che in comunità.
Da qualche tempo alcuni sacerdoti non appartenenti al nostro Ordine aiutano la
Custodia a prestare questo servizio: essi dovranno prendere l’abito francescano
durante il loro servizio in Basilica. Durante gli atti comuni in convento potranno
portare l’abito francescano oppure l’abito talare o l’abito proprio del loro istituto
religioso. Non è opportuno che chi non è francescano esca dalla Basilica con l’abito
dei Minori.
I sacerdoti della Famiglia Francescana - Cappuccini, Convenutali, Terzo Ordine
Regolare, ecc… - portino il proprio abito (accettato dallo Statu Quo) manifestando
così l’armonia della Famiglia Francescana.
148
Orari1
Orario della Comunità per la Domenica:
23.00
23.40
Suono della campana della galleria
Ufficio vigiliare (Ufficio delle letture recto tono, con i cantici, il Vangelo, l’inno Te Deum, la commemoratio omnium, e la preghiera conclusiva)
circa 4.30 Suono della campana della galleria dopo la liturgia degli Armeni
5.00
Suono della campana grande
5.20
Suono della campana del Coro
5.30
Messa comunitaria cantata davanti all’Edicola
circa 6.15 Lodi mattutine recto tono (dopo la messa cantata)
9.55
Suono della campana della galleria
Ora Sesta pregata dall’intera comunità (frati laici e frati sacerdoti)
11.50
Pranzo
12.00
12.55
Suono della campana della galleria
15.40
Suono della campana del Coro
Vespri recto tono, con canto del Magnificat e del Pater Noster
15.45
15.55
Suono della campana della galleria e poi della campana grande
Processione quotidiana
16.05
Cena
45 minuti prima della chiusura della Basilica
Orario della Comunità per le feste e le solennità:
23.30
23.40
Suono della campana della galleria
Ufficio delle letture cantato, con i cantici, il Vangelo, l’inno Te Deum
con processione all’Edicola, la commemoratio omnium e la preghiera
conclusiva
circa 4.30 Suono della campana della galleria dopo la liturgia degli Armeni
6.00
Suono della campana grande
6.05
Suono della campana del Coro
6.10
Lodi mattutine recto tono
6.30
Messa comunitaria cantata davanti all’Edicola
9.55
Suono della campana della galleria
Ora Sesta pregata dall’intera comunità (frati laici e frati sacerdoti)
11.50
Pranzo
12.00
12.55
Suono della campana della galleria
149
Vespri cantati, a porte aperte, con processione all’Edicola al canto del
Magnificat
15.50
Suono della campana del Coro
15.55
Suono della campana della galleria e poi della campana grande
Compieta recto tono con canto del Nunc Dimittis e dell’Antifona ma15.55
riana
Processione quotidiana
16.05
Cena
45 minuti prima della chiusura della Basilica
13.00 Orario della Comunità per i giorni feriali:
23.30
23.40
Suono della campana della galleria
Ufficio delle letture recto tono. Segue la proclamazione del Vangelo del
giorno con un suo commento.
circa 4.30 Suono della campana della galleria dopo la liturgia degli Armeni
6.00
Suono della campana grande
6.10
Lodi mattutine recto tono
6.30
Messa comunitaria cantata davanti all’Edicola2
9.55
Suono della campana della galleria
Ora Sesta pregata dall’intera comunità (frati laici e frati sacerdoti)
11.50
12.00
Pranzo
12.55
Suono della campana della galleria
15.40
Suono della campana del Coro
Vespri recto tono, con canto del Magnificat e del Pater Noster
15.45
15.55
Suono della campana della galleria e poi della campana grande
Processione quotidiana
16.05
Cena
45 minuti prima della chiusura della Basilica
Orario di Chiusura della Basilica:
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
19.00
19.00
19.30
20.00
Orario delle Messe:
4.30
5.00
150
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
20.00
20.00
20.00
20.00
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
19.30
19.00
19.00
19.00
Il Primo Assistente celebra ogni giorno la Messa nell’Edicola della Risurrezione
Il Primo Accolito celebra ogni giorno la Messa nell’Edicola della Risurrezione
5.30
6.303
7.00
17.00
Il Secondo Assistente celebra ogni giorno la Messa al Calvario
NB: nei giorni d’Apertura, la Messa è alle ore 5.00
L’Ebdomadario canta la Messa ogni giorno nell’Edicola o al Calvario
tranne che nelle Solennità riservate al Presidente
NB: quando la Messa cantata nell’Edicola o al Calvario è alle ore 6.30,
si celebra una seconda Messa letta alle ore 7.15.
La domenica, il cerimoniere celebra la Messa nella cappella dell’Apparizione.
NB: negli altri giorni è libero di celebrarla nella cappella prima o dopo
la Messa cantata
Normalmente un gruppo di Pellegrini celebra la Messa nella cappella
dell’Apparizione; qualora non ci fosse nessun gruppo, il Presidente incarica un sacerdote della comunità di celebrare la Messa.
Servizi vari
Servizio dei sacerdoti:
Di regola ci sono sette sacerdoti di famiglia nella comunità che, come già affermato in precedenza, hanno l’incarico della preghiera liturgica, da offrire a Dio come
sacrificio di lode con amore e partecipazione.
Oltre ai confessori mandati dalla Custodia, ogni giorno un sacerdote secondo il
turno prestabilito, dovrà prestare servizio in Basilica rendendosi disponibile per il
sacramento della Riconciliazione, per le benedizioni, per ricevere le intenzioni di
Messa e per altri servizi di accoglienza ai pellegrini.
Servizio del Primo Sagrestano:
3.30
Servizio in sagrestia fino alla Messa comunitaria.
Va alla porta della Basilica per l’Apertura. Quando arriva il Portinario
musulmano con la chiave, il fratello Sagrestano gli porge la scaletta dal
finestrino che viene aperto così:
- il Sagrestano greco sgancia il finestrino dal lucchetto, quindi
- chi apre la porta della Basilica, apre anche il finestrino.
Mentre il Portinaio musulmano apre la porta, il fratello Sagrestano suona i campanelli della portineria delle altre Comunità, seguendo questo
ordine: campanello 1: dei latini; 2: dei Greci; 3: degli Armeni; 4: dei
Copti.
La Comunità che fa l’Apertura, suona prima il proprio campanello, seguito sempre da quello dei Latini.
151
4.00
Aperta la porta della Basilica, il fratello Sagrestano ritira la scaletta4
Sveglia il Primo Assistente di turno settimanale per la Messa delle ore
4.30 all’Edicola della Risurrezione. Può accadere che gli Armeni terminino la loro Liturgia notturna prima del tempo stabilito. In questo caso
il primo Sagrestano deve occupare subito l’Edicola.
Dopo la Messa cantata è libero dal servizio fino alle ore 9.30.
Suona la campanella della Galleria, appena terminata la Liturgia degli
Armeni.
Suona per la seconda volta la campana della Galleria e le tre grandi
campane quando esce la seconda Messa nell’Edicola, alle ore 5.00.
Nei giorni feriali - se non vi è Apertura - suona la campanella della
Galleria, ordinariamente verso le ore 4.30.
6.00
Suona la campana grande.
6.05
Suona la campana del Coro.
Dalle ore 9.30 fino a mezzogiorno: servizio di guardia5.
9.55
Suona la campanella della Galleria.
12.55
Suona la campanella della Galleria (seguito dal suono dei Greci e degli
Armeni). Quando ci sono i Vespri cantati, le comunità orientali suonano
dopo il ritorno della nostra incensazione nell’Edicola.
13.00
Assiste all’incensazione dei Greci, degli Armeni e dei Copti che si svolge secondo il seguente percorso: Edicola (dentro) - Le tre Marie - Pietra
dell’Unzione - Cappella di Adamo, dalla porta, senza entrare - Calvario
- Cappella degli Improperi - Invenzione della santa Croce - sant’Elena
- Cappella della divisione delle Vesti - Cappella di san Longino - Coro
dei Greci (Katholicon), senza entrarvi - Prigione di Cristo - Cappella
dell’Apparizione - santa Maria Maddalena - Cappella di san Giuseppe
d’Arimatea - Cappella dei Copti - Edicola (fuori). Quando l’ufficio è
cantato, l’incensazione si fa dopo la nostra processione del Magnificat
all’Edicola.
Dopo l’incensazione, tempo libero fino alle ore 15.45.
A suo tempo accenderà le candele dell’Altare maggiore, della Cappella
dell’Apparizione e di santa Maria Maddalena, per l’arrivo della processione.
Dal termine della Processione, rimane libero fino all’orario di chiusura
della Basilica.
NB: Quando un Sagrestano è in vacanza, il primo Sagrestano lo sostituisce dalle ore 9.30, e suonerà la campanella della Galleria alle ore
12.55.
152
Servizio del Secondo Sagrestano:
22.00
23.30
23.35
Il secondo Sagrestano entra in servizio il sabato alle ore 14.00.
Sistema le lampade e pulisce la cornice e il nostro quadro nel Santo
Sepolcro.
Suona la campanella della Galleria, dopo il suono della campanella dei
Greci. Il sabato, suonerà la nostra campanella alle ore 23.00, sempre
- però - dopo quella dei Greci.
Sveglia i Religiosi per l’Ufficio.
Assiste all’incensazione delle tre Comunità, stando fermo ai piedi dei
gradini della nostra Cappella, a sinistra di chi entra, e ponendo attenzione a che tutti incensino dal posto stabilito, e cioè:
- il diacono Greco entra fino a metà della nostra Cappella e si ferma
vicino al gradino dell’Altare del Ss.mo Sacramento;
- l’Armeno incensa la Colonna (col piede sinistro tocca la fascia di mosaico-marmo). Nelle solennità, gli Armeni sono due e entrano un tantino più dentro e fanno sempre mezzo giro;
- il Copto incensa la Colonna e non deve toccare la fascia di mosaicomarmo, anche quando sono in due ad incensare. Fanno sempre un giro
completo. Dopo l’incensazione del Copto inizia l’Ufficio delle letture
della comunità.
All’altare di santa Maria Maddalena, i Religiosi delle tre Comunità incensano l’Altare e il circolo del pavimento che ci sta davanti.
Nota Bene:
1. Quando l’Ufficio notturno è cantato, il secondo Sagrestano osserverà il seguente
orario: ore 23.15: sveglia i Religiosi; ore 23.25: suona la campanella del
Coro. Resterà in servizio fino al termine dell’Ufficio.
2. Incensazione della Tomba: il fratello sagrestano di servizio, deve fare attenzione
che l’Edicola sia libera; quindi, accendere i due piccoli ceri davanti
all’Edicola e le quattro candele del nostro quadro. Al suono dell’organo, deve prendere il candelabro (con candela accesa) dall’interno dell’Edicola e posarlo sulla Pietra dell’Angelo. Fatto questo, si fermerà sul
gradino del nostro Coro e porrà attenzione a che nessuno passi davanti
all’Edicola.
Finita l’incensazione, rimetterà il candelabro sulla pietra della Tomba.
Uscendo, lascia il posto al sagrestano Greco, e spegne i nostri piccoli
ceri.
153
3. Pulizia dell’Edicola: il servizio è regolato dai turni delle diverse Comunità che
operano in Basilica. Quando è di turno la Fraternità francescana, è compito del secondo Sacrestano (da venerdì notte fino a giovedì notte incluso):
- sistemare le lampade ad olio;
- pulire il pavimento dentro l’Edicola (Santo Sepolcro e Cappella dell’Angelo) fino a metà del nostro Coro;
- spolverare a dovere.
Servizio in Sagrestia. Quando è giorno di Apertura, entra in servizio alle
ore 5.00.
Lo stesso orario vale quando vi è affluenza di Pellegrini.
Al termine delle Messe al Calvario, coprirà gli Altari (della Crocifissione e della Madonna addolorata) alle ore 5.30.
Durante la Messa cantata è libero dal servizio. Al termine della nostra
Messa cantata, tutti i giorni deve spolverare e controllare che siano in
ordine: l’altare della Maddalena; il Santo Sepolcro (dentro, specialmente la nostra parte, quadro e candelabri); i nostri candelabri grandi e quelli piccoli; il Coro davanti all’Edicola; la Pietra dell’Unzione e l’angolo
dei nostri spegnitoi; la nostra parte del Calvario.
Deve porre attenzione che le candele del Santo Sepolcro e della Madonna al Calvario siano sempre accese.
Resta in servizio fino alle ore 9.30, quando sarà sostituito dal nostro
Dragomanno.
Dopo aver suonato la campanella della Galleria (ore 9.55), è libero dal
servizio fino alle ore 14.00.
15.40
Suona la campanella del Coro e porta in Cappella.
15.55
Suona la campanella della Galleria, quindi la grande campana.
Gli Armeni suonano i loro cimbali dopo la nostra campanella della Galleria.
NB: durante le solennità, si suonano tutte le campane.
Dopo la Processione, finisce il servizio.
Servizio del Terzo Sagrestano:
3.30
4.00
154
Entra in servizio assieme al primo Sagrestano
Servizio in Sagrestia: prepara gli altari del Calvario e resta di servizio in
Sagrestia.
Dopo aver partecipato alla Messa delle ore 4.30, aspetta il ritorno dalla
12.55
colazione del primo Sagrestano; quindi andrà a far colazione e tornerà
in Sagrestia.
Dopo la Messa cantata, è libero dal servizio fino alle ore 12.55.
Suona la campanella della Galleria, prima di quella dei Greci.
Assiste all’incensazione delle tre Comunità. Quindi è libero fino all’ora
della Processione.
Iniziata la Processione quotidiana, si recherà alla Grotta dell’Invenzione della santa Croce per preparare l’altare; lo stesso farà per il Calvario
e il Santo Sepolcro.
Dopo la Benedizione, è libero dal servizio, tuttavia, qualora si celebrassero delle Messe nella Cappella, dopo la Processione, resta in servizio
fino a che non siano terminate.
Quindi sarà libero.
Avvertenze:
1. Per le proprie vacanze, il fratello Sagrestano che ha finito il servizio di notte,
parte dopo la Messa cantata di Domenica e rientra prima del pranzo di Sabato.
2. Quando vi è Apertura, finita la nostra Messa cantata, il fratello Sagrestano di
servizio di notte aiuta il Primo Sagrestano a togliere i banchi, il tappeto del nostro
Coro, ecc.
3. Quando vi è Apertura, la pulizia si fa dopo la Liturgia dei Greci.
4. Il sacrestano francescano deve spazzare tutti i giorni la scala della Cappella dei
Franchi, fino all’ultimo gradino sotto, compresa la lastra di pietra in comune con i
Greci e che si trova ai piedi dell’ultimo gradino della scala.
5. Quando il fratello Sagrestano di guardia rileva che viene usurpato qualche diritto, deve subito avvertire il Presidente e il Primo Sagrestano.
6. Durante l’anno sono diverse le circostanze in cui il Primo Sagrestano e il fratello Sagrestano di servizio si devono alzare di notte, e precisamente: tutti i sabati di
Quaresima, la festa dell’Addolorata, le due feste della santa Croce (7 maggio e 14
settembre), la festa del Corpus Domini, Natale, ecc. Inoltre, per la Settimana santa
dei Greci, degli Armeni e dei Copti, e in tutte le altre circostanze che potessero capitare.
155
Vacanze:
I Religiosi della Comunità della Basilica della Risurrezione hanno una settimana
di vacanza al termine del proprio turno di servizio.
L’Ebdomadario uscente va in vacanza dopo la Messa cantata della Domenica e
rientra prima del pranzo del Sabato.
Il Padre Presidente ha una settimana di vacanza ogni cinque settimane.
I Sagrestani decidono il proprio turno di vacanze in accordo con il Primo Sagrestano.
Servizio del nostro Dragomanno:
Il servizio del Dragomanno si divide in due tempi: dalle ore 6.00 fino alle ore 10.30
e dalle ore 15.00 fino al termine della processione (o dell’ingresso di pellegrini). Il
suo compito è di vigilare che siano rispettate le norme dello Statu Quo, e che tutto sia
predisposto in modo che le nostre liturgie (processione, Messa cantata, celebrazioni
speciali) si svolgano con ordine e decoro.
NB: Ci sono alcune circostanze in cui il nostro Dragomanno presta un servizio più
lungo, come i sabati di Quaresima, la Settimana santa, l’ingresso dei pellegrini, ecc.
Raccomandazioni:
1. La preparazione degli spazi sacri e la loro manutenzione si svolgono sotto gli
occhi di tutti. Si raccomanda di tenere presente la sacralità del luogo e di osservare
la dovuta riverenza. È compito del primo sacrestano richiamare il dovere di questo
comportamento rispettoso a tutto il personale della basilica.
2. La cappella di santa Maria Maddalena fa parte integrante dei santuari della Basilica della Risurrezione. Il religioso di turno deve sentire la responsabilità di far
rispettare la sacralità che le è dovuta dando spazio e comodità a chi vuole fermarsi a
pregare soprattutto facendo mantenere un clima di silenzio.
Ufficio divino
Vespri cantati e Ufficio divino notturno:
Si raccomanda la puntuale ed esatta osservanza degli Uffici cantati nei giorni qui
di seguito specificati:
1. In tutte le feste elencate in Appendice come Sollemnitas si cantano:
a) i Primi Vespri con il canto del Magnificat e incensazione del Santo Sepolcro;
b) l’Ufficio divino notturno con il canto del Te Deum e incensazione del Santo
Sepolcro;
c) i Secondi Vespri con il canto del Magnificat e incensazione del Santo Sepolcro.
156
2. In tutte le feste menzionate nell’Appendice come Festum si cantano:
a) l’Ufficio divino notturno con il canto del Te Deum e incensazione del Santo
Sepolcro.
b) i Secondi Vespri con il canto del Magnificat e incensazione del Santo Sepolcro.
NB: Qualora - per mancanza di personale - non si cantassero i Vespri o l’Ufficio
divino notturno, si andrà sempre in processione cantando il Magnificat / Te Deum,
che non si devono mai omettere.
Alcune Solennità celebrate nella Basilica della Risurrezione
Solennità di santa Maria Maddalena (22 luglio):
Quando questa festa cade di Domenica, si celebrano due Messe:
- la prima nell’Edicola, alle ore 5.30
- la seconda all’altare della Santa, alle ore 7.00
Se la festa cade in un giorno feriale, si canta una sola Messa all’altare della Santa,
alle ore 7.00, e si consegna il Santo Sepolcro ai Greci alle ore 7.00.
Si cantano i due Vespri alle ore 13.00, e si canta l’Ufficio delle Letture alle ore
23.30, all’altare della Santa.
Solennità dell’Esaltazione della santa Croce (14 settembre):
Quando questa festa cade di Domenica, si celebrano due Messe:
- la prima nell’Edicola, alle ore 5.30
- la seconda al Calvario, alle ore 9.30, cioè dopo che sia terminata la Liturgia dei
Greci.
Se la festa cade in un giorno feriale, si canta una sola Messa al Calvario alle ore
8.00, e si consegna l’Edicola ai Greci alle ore 7.00.
Si canta l’Ufficio delle Letture alle ore 23.30, e i due Vespri alle ore 13.00, nella
Cappella dell’Apparizione.
Dopo l’Ufficio delle Letture, si va in processione (silenziosa) con la Reliquia della
santa Croce, al Calvario, passando dietro il Katholicon. Esposta la Reliquia, si celebra una Messa letta.
Rogazioni: Festa di san Marco (25 aprile) e i tre giorni prima dell’Ascensione:
Dopo la recita delle Lodi, si canta la Messa del giorno nel Santo Sepolcro. Al
termine, la Comunità si reca nella Cappella dell’Apparizione, da dove si forma la
processione, al canto delle Litanie. Si fanno processionalmente tre giri attorno all’Edicola; al terzo giro si va alla Pietra dell’Unzione, poi si torna all’Edicola e - senza entrarvi - si va a terminare la funzione nella Cappella.
157
Dopo la processione, si celebra una Messa letta nel Santo Sepolcro.
Se in un giorno delle Rogazioni capita l’Apertura, si canta la Messa nel Santo Sepolcro alle ore 5.30, e si consegna l’Edicola ai Greci alle ore 6.30. Dopo la Liturgia
dei Greci, verso le ore 9.30, si fa la processione, come sopra.
Qualora ci fosse un accordo con i Greci per ritardare la loro Liturgia, la processione si fa immediatamente dopo la Messa cantata, come nei giorni ordinari.
Ingresso dei Pellegrini:
È necessario promuovere e favorire questi ingressi. Le Guide sono pregate di incoraggiare e far comprendere, tramite il Capogruppo, che è bene iniziare il pellegrinaggio con un solenne atto di fede.
Ogni gruppo di pellegrini che sia composto da almeno venticinque persone, può
chiedere di fare un ingresso solenne nella Basilica della Risurrezione.
L’arrivo dei pellegrini all’entrata della Basilica va accolto con il suono di tutte le
campane. Alla Pietra dell’Unzione li attende il Presidente della comunità, e li benedice con l’Acqua santa. Quindi in processione, i Religiosi della Comunità con i
pellegrini, si recano all’Edicola del Santo Sepolcro, al canto del Te Deum.
Dopo la preghiera di conclusione, si può rivolgere una parola di benvenuto, augurando loro di far tesoro dei frutti spirituali che il pellegrinaggio in Terra Santa porta
ad ognuno.
L’orario più adatto per questi ingressi, ad eccezione della Domenica e a condizione
che non vi sia alcuna funzione delle altre Comunità, sarebbe alle ore 9.30; alle ore
11.00 e soprattutto alle ore 17.10.
Ingresso solenne di un Cardinale:
Se il Cardinale, al suo arrivo, si reca in Patriarcato, ivi si forma il corteo.
Il corteo viene preceduto dalle Comunità Religiose, accompagnate da Sua Beatitudine il Patriarca e dal Corpo Consolare cattolico di Gerusalemme; seguito - se vi
sono - dai pellegrini.
Alla porta della Basilica viene ricevuto dal Presidente della comunità.
Alla Pietra dell’Unzione, il Padre Custode gli dà il benvenuto a nome dei Francescani.
Arrivati all’Edicola, al canto del Te Deum, il Cardinale, il Patriarca e il Padre Custode entrano nella Tomba. Dopo l’Oremus, questi si reca alla sede, con il Patriarca
a destra e il Custode a sinistra.
Il Patriarca gli dà il benvenuto dinnanzi all’Edicola, e alla fine il Cardinale rivolge
il suo saluto ai presenti.
158
Osservazioni Generali
1. In questo Regolamento mancano tanti particolari che si devono osservare nelle
grandi solennità e feste speciali dell’anno. Saranno ricordati - volta per volta - dal
primo Sagrestano e, in sua assenza, dal nostro Dragomanno.
2. Nella cappella dell’Apparizione, se la Messa è letta, le porte potranno rimanere
aperte; se invece è cantata, le porte della cappella si devono chiudere.
3. Quando la Messa cantata è al Calvario, l’Edicola va consegnata ai Greci alle
ore 7.00.
4. Quando la Messa cantata è nel Santo Sepolcro, le Messe al Calvario possono
continuare fino alle ore 8.00.
5. Nelle Domeniche e nelle Feste dei Greci, la nostra ultima Messa (letta) al Calvario sarà alle ore 7.00.
6. Nei giorni di Apertura, durante la settimana, la Messa cantata nel Santo Sepolcro
è alle ore 5.30, e l’ultima Messa (letta) al Calvario è alle ore 5.00.
7. Se la Festa della santa Croce (7 Maggio) coincide con la Pasqua dei Greci, l’ingresso si fa nel pomeriggio della medesima Domenica di Pasqua, e il pontificale del
Padre Custode avrà luogo il giorno seguente (lunedì). Se coincide con la festa dell’Ascensione, l’ingresso si fa nel pomeriggio della medesima festa dell’Ascensione,
e il pontificale avrà luogo il giorno seguente (venerdì).
8. Per l’Apertura della Basilica, i Sagrestani delle tre comunità si mettono d’accordo - al momento della chiusura - su chi farà l’Apertura l’indomani.
9. L’Apertura è compito nostro tutti i sabati di Quaresima (alle ore 22.30). Durante
la vigilia, al canto del Benedictus si fa la processione intorno all’Edicola (un solo
giro), quindi il Celebrante entra nel Santo Sepolcro per l’incensazione, la processione termina nella Cappella dell’Apparizione dove la celebrazione si conclude.
10. Nei sabati di Quaresima, in cui non abbiamo ingresso solenne, la nostra processione quotidiana ha luogo alle ore 9.30, per permettere gli Ingressi solenni delle
altre Comunità.
Elenco delle feste
1. Elenco delle feste menzionate come Sollemnitas e che comportano il canto dei
due Vespri e l’Ufficio notturno:
1 Gennaio Santa Maria Madre di Dio
6 Gennaio Epifania del Signore
19 Marzo
San Giuseppe
25 Marzo
Annunciazione
7 Maggio
Invenzione della santa Croce6
“
I sette Dolori della Beata V. Maria7
“
Ascensione
159
“
Pentecoste
“
Ss.ma Trinità
Corpus Domini8
“
13 Giugno Sant’Antonio di Padova
… Giugno Sacro Cuore
24 Giugno San Giovanni Battista
29 Giugno Santi Pietro e Paolo
15 Luglio
Dedicazione della Basilica della Risurrezione
22 Luglio
Santa Maria Maddalena
15 Agosto Assunzione della Beata V. Maria
14 Settembre Esaltazione della santa Croce
4 Ottobre
San Francesco d’Assisi
1 Novembre Tutti i Santi
… NovembreCristo Re
8 Dicembre Immacolata Concezione
25 dicembre Santo Natale
2. Elenco delle feste menzionate come Festum e che comportano il canto dei Secondi Vespri e l’Ufficio notturno:
… Gennaio Battesimo di Gesù
2 Febbraio Presentazione al Tempio
25 Aprile
San Marco
3 Maggio
Santi Filippo e Giacomo
14 Maggio San Mattia
21 Maggio Sant’Elena
31 Maggio Visitazione
3 Luglio
San Tommaso
25 Luglio
San Giacomo
2 Agosto
Santa Maria degli Angeli - Porziuncola
6 Agosto
Trasfigurazione
24 Agosto San Bartolomeo
8 Settembre Natività della Vergine
17 Settembre Impressione Stimmate di san Francesco
21 Settembre San Matteo
18 Ottobre San Luca
28 Ottobre Santi Simone e Giuda
29 NovembreTutti i santi dell’Ordine Serafico
30 NovembreSant’Andrea
20 Dicembre Sacra Famiglia
27 Dicembre San Giovanni Apostolo
160
Nota Bene: Nei giorni in cui l’ufficio cantato (Festum) cade di domenica e che nel
calendario è indicato come nihil hoc anno, si celebra l’ufficio domenicale cantato
secondo le prescrizioni stabilite per le feste.
Fino al giorno dell’Epifania, il presente regolamento visto e approvato ad expedimentum dal Discretorio, in data 15 settembre 2005 entra in vigore con i primi vespri
della festa di san Francesco c.a.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Note:
1
Tutti gli orari indicati si riferiscono all’ora solare.
2
Nei giorni di Apertura, la Messa comunitaria si celebra alle ore 5.30
e le Lodi si recitano dopo la Messa come per le domeniche.
3
Questo orario è dovuto al perdurare dei restauri; l’antico era fissato
alle ore 7.00.
4
Ogni mese, il primo sacrestano dà un contributo alla famiglia Nuseibeh per l’apertura delle porte e altrettanti al portinaio musulmano. Inoltre,
a fine febbraio di ogni anno, si dà alla famiglia Nuseibeh un contributo per il
riscaldamento. Ad ogni Apertura particolare (sabato di quaresima…) si paga
un contributo.
5
Dato il perdurare dei restauri, la Basilica non chiude alle ore 11.30,
ma rimane aperta fino alla chiusura della sera. Sia per l’eventuale chiusura
delle ore 11.30, sia dopo la chiusura serale della Basilica, è compito del Sagrestano fare un giro d’ispezione – Calvario e Santo Sepolcro – per controllare che tutto sia in ordine.
6
La Comunità di san Salvatore canta i Primi Vespri e l’Ufficio notturno nella cappella dell’Invenzione della santa Croce. Dopo il pontificale
e la processione con la reliquia presieduta dal Rev.mo Padre Custode, si
fa l’incensazione dell’Edicola al canto del Magnificat. La Comunità della
Basilica della Risurrezione, alle ore 15.45, recita i Secondi Vespri.
7
La festa dei Sette Dolori della Vergine (il venerdì dopo la V Domenica di Quaresima) viene celebrata solennemente con Messa cantata al
Calvario dal Vicario Custodiale.
8
La Comunità di san Salvatore canta i Primi Vespri e l’Ufficio notturno davanti all’Edicola. Dopo il pontificale e la processione eucaristica
presieduta dal S.B. il Patriarca, si fa l’incensazione del Santo Sepolcro al
canto del Magnificat. La Comunità della Basilica della Risurrezione, alle ore
15.45, recita i Secondi Vespri.
161
Congresso internazionale dei Commissari
Richiesta di Confessori al Ministro Generale
e annuncio dell’Incontro dei Commissari (novembre 2006)
Gerusalemme, lunedì 7 novembre 2005
Prot. B-0734/05
Rev.mo Padre José Rodrìguez Carballo, ofm
Ministro Generale
Via Santa Maria Mediatrice, 25
00165 ROMA Italy
----------------------------Carissimo Padre,
Il Signore ti dia pace!
Siamo tutti chiamati a celebrare l’viii centenario di fondazione del nostro Ordine e
voglio esprimerti subito il mio più sincero ringraziamento per le tue lettere che, nelle
varie ricorrenze delle nostre Feste ci ricordano autorevolmente il nostro impegno di
celebrare questo importante traguardo rinnovando e radicando la nostra testimonianza, sottolineando ogni volta quello spirito di fraternità e di dialogo che tra noi e verso
tutti deve risplendere come caratteristica fondante del nostro essere frati minori.
Tra gli impegni che la Custodia di Terra Santa vorrebbe organizzare per solennizzare e rendere fecondo questo anniversario, sto pensando a un Convegno Internazionale di tutti i Commissari di Terra Santa, il cui progetto e finalità ti sottopongo nella
speranza che abbiano la tua approvazione, pronto ad accogliere ogni suggerimento
che riterrai opportuno, anche nei confronti della data che – orientativamente – sarebbe fissata dal 19 al 25 novembre 2006.
Questo vuole anche essere un affettuoso invito che ti rivolgo contando sull’anticipo
che forse può permetterti una visita a Gerusalemme che per noi sarebbe graditissima
e importante: la tua parola in un Incontro che si rinnova a cinquant’anni dall’unico
Convegno dedicato a tutti i Commissari, sono certo sarebbe una grazia per tutta la
Custodia! Conto anche sulla tua preghiera e sulla tua benedizione.
Sto pensando a questo Incontro Internazione perchè credo sia tempo di ripensare
al ruolo dei Commissari: una giusta attenzione ai segni dei tempi porta a considerare l’urgenza di rivedere questa importante figura alla luce dei nuovi bisogni che
premono sulla scena internazionale; soprattutto si dovrà tener conto del cammino
che l’Ordine ha fatto in questi cinquant’anni e quindi l’inserimento di questo Con162
vegno nel ripensamento generale che tutto l’Ordine è chiamato a fare e gli stessi tuoi
suggerimenti, mi sembra che costituiscano un terreno adatto perché questo Incontro
porti buoni frutti. Un lasso di tempo così lungo dal primo Convegno, l’urgenza di
rispondere alle sfide di un mondo che cambia molto velocemente, portano in primo
piano la necessità di comunicarci esperienze, confrontare progetti, concordare strategie. Avverto l’urgente necessità di un ripensamento che porti nuova vita e renda
efficace la comunicazione interna e l’intercomunicazione fra Commissari - Province
- Custodia - Chiesa Locale - Chiesa Universale: questi ponti vanno consolidati, resi
e mantenuti agibili, percorribili con serenità e fiducia.
La Custodia di Terra Santa sta sviluppando strategie di comunicazione che vogliono coinvolgere un sempre maggior numero di persone, creando sensibilità e suscitando responsabilità che, nel superamento degli schematismi imposti dall’informazione corrente, portino a concertare iniziative che davvero siano utili a questa Terra
che Dio ha scelto per comunicare con gli uomini. Dalla Sua Parola alle nostre parole,
nella speranza che conoscersi, calarsi nei panni gli uni degli altri, capire le difficoltà, rimuovere ostacoli, svecchiare procedure, tutto ci aiuti ad essere sempre più
radicalmente quello che dobbiamo essere. Per tutti questi motivi mi piace pensare
che questo Convegno Internazione dei Commissari di Terra Santa possa segnare una
tappa importante per l’oggi e il futuro della Custodia che, ospitando l’Incontro, offre
un luogo privilegiato per far conoscere la realtà della sua presenza a Gerusalemme
e in Israele-Palestina.
Si pensa di estendere l’invito a tutti i Presidenti delle Conferenze Francescane e/o
ai loro Rappresentanti: pensi che sia una buona idea? Naturalmente il Convegno
vedrà la partecipazione dei Rappresentanti della Congregazione delle Chiese Orientali.
Come procedere ora? Possiamo mandare le convocazioni? È meglio che la faccia
la Curia Generalizia? Attendo le tue indicazioni.
Approfitto di questa occasione per sottoporti un problema che si sta evidenziando
con sempre maggiore urgenza e per il quale ci è gradito il tuo paterno consiglio.
I pellegrinaggi stanno riprendendo, il flusso cominciato dallo scorso anno non ha
subito flessioni e pian piano va portando sempre più gente in tutti i Luoghi Santi.
Nel frattempo la Custodia ha fissato nuovi orari di apertura dei Santuari e approvato
ad experimentum il Regolamento per la Basilica della Risurrezione. Soprattutto a
Nazareth, al Getsemani e alla Basilica della Risurrezione è cresciuto l’impegno per
offrire ai pellegrini spazi per la preghiera e la riflessione, che vediamo ben accetti
e apprezzati: da questo, spesse volte nasce in loro, il desiderio di accostarsi (o riaccostarsi) al sacramento della Riconciliazione, nonostante siano pressati da orari e
itinerari da rispettare.
163
Abbiamo bisogno di Confessori perchè le nostre forze non bastano: bisogna tener
conto che i gruppi possono essere numerosi, che l’esempio di uno che chiede la
Confessione è normalmente seguito da altri; che il riaccostarsi al sacramento magari
dopo anni, richiede la dovuta attenzione, e il tempo necessario… Un frate, anche se
ha solo questo incarico, è assolutamente insufficiente.
Cosa fare: ci è nata l’idea di scrivere a tutti i Provinciali dell’Ordine e delle altre
Famiglie francescane per sottoporre a loro questa nostra necessità chiedendo sacerdoti francescani e non, religiosi e secolari, che siano disposti a stare con noi per un
periodo di tempo più o meno lungo (almeno un mese), a condizioni che vedremo
come concordare, per svolgere questo irrinunciabile ministero sacramentale. Ti sembra un’idea fattibile? Hai altro da suggerirci? Il problema c’è, e riguarda soprattutto
pellegrini italiani e spagnoli, ma non mancano gli altri…
Se sei d’accordo, come dobbiamo procedere concretamente? Chi scrive la lettera?
ecc…
Ti ringrazio per l’attenzione e ho speranza che tu voglia apprezzare quanto ho in
animo di fare e mi possa mandare tue proposte e suggerimenti. In unione di intenti,
di speranza e di preghiera…
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Risposta del Ministro Generale
Prot. 096251
Roma, 8 novembre 2005
Rev.mo Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
Terra Santa Convent
P.O.B.186
91001 Jerusalem – Israel
-------------------------------------Carissimo fra Pierbattista, Custode,
il Signore ti dia pace!
Prima di tutto grazie della tua lettera del 7 novembre 2005 (Prot. B-0734/05).
Sono veramente contento dell’idea di organizzare un Congresso Internazionale per
tutti i Commissari di Terra Santa. Anch’io sono convinto, infatti, che sia arrivato il
momento di ripensare la figura del Commissario alla luce dei nuovi bisogni, tenendo
164
conto del cammino dell’Ordine in questi ultimi anni. Per questo motivo, rispondendo
alla tua fraterna richiesta, do ben volentieri la mia approvazione per la celebrazione
di tale Convegno e fin da ora ti comunico che, con la grazia del Signore, penso di essere presente a tale evento, che considero importante per la Custodia e per l’Ordine.
Le date che proponi, dal 19 al 25 novembre 2006, vanno molto bene per me e per
quanto riguarda la convocazione credo sia meglio se la fa direttamente il Custode.
Certamente in essa, se lo credi opportuno, puoi fare riferimento sia alla mia approvazione che alla mia presenza.
Riguardo, poi, alla proposta di scrivere una lettera per chiedere l’aiuto di sacerdoti
confessori, ritengo si debba provare a cercare prima tra i nostri frati, senza escludere
gli altri, e, una volta vista la risposta dell’Ordine, valutare l’opportunità di scrivere
anche agli altri membri della Famiglia Francescana. Mi chiedi anche chi debba scrivere tale lettera. La lettera per i Ministri provinciali ofm forse sarebbe bene che la
scrivesse il Ministro generale, come era stato fatto per quella del giubileo del 2000,
sperando così di “toccare” un po’ di più il cuore dei frati. Cosa ne pensi? Aspetto una
tua gentile risposta.
Carissimo Pierbattista, approfitto di questa occasione per ringraziarti con tutto il
cuore per quanto tu e il tuo Discretorio state facendo per l’animazione della vita
della “perla delle missioni”. Sai quanto mi sta a cuore la Custodia di Terra Santa e ti
assicuro che farò quanto è nelle mie possibilità per far sì che la Custodia continui a
svolgere la sua missione con rinnovata “fedeltà creativa”.
fra José Rodríguez Carballo, ofm
Ministro Generale
Annuncio del convegno dei Commissari
a S.E. Mons Moussa Daoud
Gerusalemme, lunedì 7 novembre 2005
Prot. B-0736/05
Sua Eminenza Rev.ma
Cardinale Moussa Daoud
Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali
Città del Vaticano
----------------------------Eminenza Reverendissima,
Con la presente desidero informarLa che stiamo programmando, orientativamente
dal 19 al 25 novembre del prossimo anno, il Convegno di tutti i Commissari di Terra
Santa, che si terrà a Gerusalemme. Questo Incontro si svolge a quasi cinquant’anni
165
dal primo raduno internazione dei Commissari e viene a costituire, quindi, un evento
particolare cui diamo particolare importanza.
Scopo del Convegno, oltre allo scambio di esperienze senza alcun dubbio necessario e arricchente perché ci presenterà situazioni molto diversificate tra loro, è di
chiarire, definendolo al meglio, il ruolo del Commissario oggi, il supporto che è
chiamato a svolgere nei confronti della Terra Santa, la relazione con le Chiese Locali
e i problemi che riguardano specificamente la Colletta del Venerdì Santo.
Certo ci farebbe piacere che a questo Convegno partecipasse un Rappresentante
della Congregazione delle Chiese Orientali insieme al quale confrontarci, scambiare
opinioni, manifestare problemi, perché è importante che le concordanze che emergeranno, le strategie che verranno proposte, gli impegni che si assumeranno riflettano
anche i desideri della Congregazione che rappresenta in questa nostra Terra, l’autorevolezza della Chiesa.
Certi del Suo paterno interessamento, chiediamo un ricordo particolare nella preghiera e la Benedizione di questo nostro progetto.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
166
Formazione e Studi
L’Antonianum promosso ad Università Pontificia
Siamo felici di comunicare che il 26 gennaio 2005 il Pontificio Ateneo Antonianum, del quale la nostra Facoltà fa parte, con decreto della Congregazione dell’Educazione Cattolica (dei Seminari e degli Istituti di Studio) è stato promosso ad Università Pontificia.
Riportiamo la lettera con cui è stata comunicata la promozione al Ministro Generale dell’ordine dei Frati Minori e Gran Cancelliere dell’Università, fra José Rodríguez Carballo ofm.
Congregatio de Institutione Catholica
Roma, 18 gennaio 2005
Prot. 1611/2001
Reverendissimo Padre,
siamo lieti di significarLe che il Sommo Pontefice, con lettera N.
568.755 dell’Em.mo Cardinale Segretario di Stato, data 11 c.m.,
ha benevolmente concesso a cotesto Pontificio Ateneo Antonianum il titolo di Università Pontificia. Ciò a motivo del possesso
dei requisiti tradizionalmente richiesti e in considerazione dell’apprezzamento servizio di formazione accademica svolto da detto
Ateneo.
Nel comunicarLe quanto sopra, formuliamo a tutta la Comunità
Accademica le nostre felicitazioni e i nostri voti augurali e profittiamo volentieri della circostanza per rinnovarLe i sensi del nostro
distinto ossequio e confermarci della Paternità Vostra Reverendissima
dev.mi nel Signore
Zenon Card. Grocholewski, Prefetto
J. Michael Miller CSB, Segretario
Decreto di conferma dell’erezione canonica dello SBF
a Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia
Prot. 442/89
La Congregazione per l’Educazione Cattolica (dei Seminari e degli Istituti di Studio), tenuta presente la richiesta del Rev.mo Ministro Generale dell’Ordine dei Frati
Minori, Gran Cancelliere del Pontificio Ateneo Antonianum di Roma, legittimamen167
te presentata, con questo Decreto approva definitivamente l’erezione canonica della
Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia con sede nella città di Gerusalemme
(Studium Biblicum Franciscanum) dando alla medesima la facoltà di conferire il grado accademico di Baccalaureato di Sacra Teologia, nonché di Licenza e Dottorato in
Scienze Bibliche e in Archeologia, secondo la legge della Chiesa, osservati gli Statuti approvati da questa Congregazione ed osservato quanto a norma di Diritto è da
osservarsi, sanando con questo stesso Decreto il difetto di approvazione per il tempo
dal 5 settembre 2004 ad oggi, nonostante qualsiasi altra cosa in contrario.
Da Roma, dalla sede della stessa Congregazione, il 14 del mese di dicembre
2004.
Zenon Card. Grocholewski, Prefetto
J. Michael Miller CSB, Segretario
Studi in Custodia
Prot. B-0021/05
Rev.do Padre
fra Noel Muscat, ofm
Segretario per la Formazione e gli Studi
San Salvatore
Gerusalemme – Israele
---------------------------------------------Caro fra Noel,
Il Signore ti dia la Sua pace!
Desidero comunicarti ufficialmente la mia posizione riguardo agli studi dei nostri
candidati, confortata dal parere unanime del Discretorio di Terra Santa.
Nessun candidato alla vita francescana in Custodia verrà ammesso a frequentare gli studi filosofico - teologici in vista del sacerdozio, se non sarà già
in possesso di una qualsiasi maturità (letteraria, scientifica, tecnica…) riconosciuta o di un diploma equivalente. Chi non è in possesso di diploma, può tuttavia
studiare per ottenerlo.
Questa mia decisione è in conformità con le leggi della Chiesa.
Ti chiedo di prendere le misure necessarie in modo che tutti i formatori (in particolare i maestri dei postulanti e tutti i promotori vocazionali) siano messi al corrente
di questa mia decisione irrevocabile.
Per quanto riguarda coloro che, pur non in possesso del detto diploma hanno già
iniziato un cammino filosofico, si dovrà valutare caso per caso sotto la tua vigilanza
e il mio accordo.
168
Approfitto della presente per ricordare che nessun è ammesso al postulandato
senza mio esplicito consenso. Chi non accetterà queste disposizioni, non sarà ammesso al postulandato o lo dovrà lasciare.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
Corso di aggiornamento Biblico-Teologico
Dal 29 marzo al 1 aprile, lo Studium Biblicum Franciscanum organizza una serie
di conferenze sul tema:
L’Eucaristia: dottrina e culto
Martedì 29 marzo
9.00 “In Memoria”: profezia, evento, rito. Introduzione al tema del corso (Giovanni Bissoli)
10.00 In banchetto dell’Alleanza e il banchetto della Sapienza (Alviero Niccacci)
11.00 “Fate questo in memoria di me” (Lc 22,9; 1Cor 11,24) (L. Daniel Chrupcala)
Pomeriggio: Visita e celebrazione eucaristica alla Grotta del Getsemani
Mercoledì 30 marzo
9.00 “Riconoscere il corpo del Signore” (1Cor 11,29) (Cesare Marcheselli Casale)
10.00 “Il pane che discende dal cielo” (Gv 6,50) (Fédéric Manns)
11.00 Fondamentali indicazioni eucaristiche dai Padri della Chiesa (Gianni Sgreva)
Pomeriggio: Visita e celebrazione eucaristica al Monastero delle Clarisse
Giovedì 31 marzo
9.00 L’Eucaristia nell’arte cristiana antica (con proiezioni) (Eugenio Alliata)
10.00 Maria donna eucaristica (Lino Cignelli)
11.00 L’Eucaristia nel dialogo ecumenico (Frans Bouwen)
Conclusione (G. Claudio Bottini)
Pomeriggio: Visita e celebrazione eucaristica al Cenacolo
Venerdì 1 aprile
Escursione biblica: Emmaus (Motza, Abu Gosh, Amwas, el Qubeibeh)
(Virginio Ravanelli e Eugenio Alliata)
169
Il corso si tiene presso l’Aula Magna Bellarmino Bagatti dello Studium Biblicum
Franciscanum (Convento della Flagellazione – Via Dolorosa)
“Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale (Sap 18,15) discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sopra l’altare nelle mani del sacerdote. E
come ai santi apostoli si mostrò nella vera carne, così anche ora si mostra a noi nel
pane consacrato. E come essi con la vista del loro corpo vedevano soltanto la carne
di lui, ma, contemplandolo con occhi spirituali, credevano che egli era lo stesso Dio,
così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero.
E in tal modo il Signore è sempre con i suoi fedeli così come egli dice: “Ecco, io
sono con voi sino alla fine del mondo” (Mt 28,20)” (San Francesco d’Assisi, Amm.
1; FF 144-145).
Per informazioni rivolgersi a:
fra G. Claudio Bottini
Studium Biblicum Franciscanum
Flagellazione Monastery (Via Dolosa) P.O.B. 19424
91193 Jerusalem, Israel
Tel. +972.2.628.29.36 oppure 628.02.71; Fax: 626.45.19
E-mail: [email protected]
Accoglienza dei professi solenni nelle comunità
Prot. A-20/05
Rev. P. Guardiani e Superiori e Comunità
Getsemani, SS. Simeone ed Anna
S. Sepolcro, S. Giovanni in Montana,
S. Francesco ad Cœnaculum
Loro Sedi
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Gerusalemme 2 Marzo 2005
Fratelli carissimi,
il Signore vi dia pace!
Da qualche giorno sono stati trasferiti nelle vostre fraternità alcuni fratelli che
hanno da poco emesso la loro professione solenne. Essi sono ancora in preparazione
all’Ordine Sacro, ma ciò nonostante hanno già lasciato il seminario.
Nonostante nell’Ordine si tratti di una scelta da tempo già avviata, per la Custodia
è una novità. Permettetemi dunque di ricordare alcune indicazioni.
170
I ragazzi che sono ora con voi, anche se non hanno ancora finito i loro studi, non
sono da considerarsi seminaristi, ma confratelli in tutto e per tutto, con diritti attivi e
passivi nella vita di tutta la fraternità.
Con la professione solenne termina la formazione iniziale, per cui è bene che i frati
lascino il seminario e siano inseriti nelle fraternità, dove potranno sperimentare fin
da subito la gioia e la fatica del vivere insieme, in un contesto di normalità.
È ovvio che dovrete tenere presente, nella vita quotidiana, che devono avere il tempo per i loro studi. In alcuni casi dovrete anche rivedere l’orario e la vita di preghiera
della fraternità per permettere loro di recarsi a scuola in tempo.
In tutte le vostre fraternità, inoltre, voglio che si celebri quotidianamente l’ufficio (almeno lodi e vespri) oltre che la messa quotidiana. Laddove non è prevista
dall’orario comunitario la recita quotidiana dell’ufficio, voglio che venga istituita,
nonostante qualunque osservazione contraria da parte di chiunque. Per gli aspetti
tecnici ed economici ho già parlato con i superiori e i guardiani.
Immagino che all’inizio potranno esserci delle difficoltà, ma sono convinto che
questa esperienza sarà di giovamento e di stimolo anche per la vita delle vostre fraternità, che saranno arricchite dalla presenza di questi nostri giovani fratelli.
Rimango a vostra disposizione per eventuali chiarimenti e colgo questa occasione
per augurarvi un buon proseguimento di cammino verso la Pasqua.
Fraternamente
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Incontro dei segretari
per la formazione e gli studi a
Seoul
L’Ordine dei Frati Minori sta organizzando un incontro del Consiglio Internazionale dei Segretari per la Formazione e gli Studi a Seoul, nella Corea del Sud, dal 14
al 26 Febbraio 2005. Fra Noel Muscat, Segretario per la Formazione e gli Studi della
Custodia di Terra Santa, è stato invitato a partecipare.
Il tema dell’incontro è Il dialogo inter-religioso per la pace nella cultura Asiatica. La Provincia Francescana della Corea ha ospitato gentilmente i partecipanti con
lo stile tipico di delicatezza orientale. I relatori dell’incontro erano un monaco Buddista, un professore di filosofia Confuciana, e un professore di pensiero Islamico da
Singapore. Tutti hanno insistito sul fatto che il dialogo inter-religioso in un contesto
multiculturale e in un mondo globalizzato come quello in cui viviamo oggi non è più
un’opzione ma un obbligo se vogliamo lavorare in favore della pace tra le nazioni e
tra le religioni.
171
I partecipanti all’incontro hanno visitato un tempio Buddista e incontrato i monaci. I frati Coreani hanno offerto l’opportunità di visitare le varie case della provincia,
incluse le case di formazione. La Provincia francescana della Corea ha un totale di
160 frati, e molti di essi sono giovani. Un altro fattore interessante è che quasi la
metà dei frati sono di opzione laicale nella vita Francescana.
I frati hanno anche incontrato il Ministro Provinciale, fra Paul Ho, e tutti i candidati in formazione iniziale, inclusi 7 postulanti e 5 novizi, e i professi temporanei
e solenni.
La Provincia Coreana ha organizzato tutte le attività dal punto di vista logistico
e culturale, in un modo veramente professionale. I partecipanti potevano imparare
nuovi elementi riguardo alle culture Asiatiche, le religioni e le filosofie dell’Asia, e
potevano anche vederli nel contesto del dialogo per la pace nel mondo di oggi e nella
trasmissione dei valori Francescani in culture non-cristiane.
Il Segretario per la Formazione e Studi dell’Ordine, fra Massimo Fusarelli, ha
ringraziato tutti i partecipanti per la loro collaborazione e li ha incoraggiati a scrivere
una lettera a tutto l’Ordine nella quale spiegano il risultato positivo dell’incontro e il
suo impatto sui programmi formativi delle Provincie OFM.
fra Noel Muscat ofm
Segretario per la FS in Custodia
Conferenza del consiglio internazionale
per la formazione e gli studi
Seoul – Korea: 15 – 26 Febbraio 2005
Il Consiglio Internazionale per la Formazione e gli Studi del nostro Ordine si è radunato nel convento di San Francesco a Seoul, Korea per il suo incontro biennale. Il
tema scelto per quest’incontro è stato: “Il dialogo per la pace. Che formazione offrire
in un contesto multiculturale e multireligioso?” La Custodia è stata rappresentata
da fra Noel Muscat, Segretario per la Formazione e gli Studi, anche in qualità di
delegato della COMONA, proprio nei giorni prima della decisione del Definitorio
Generale di distaccare la Custodia di Terra Santa dall’appartenenza ad una delle
Conferenze dell’Ordine, per dare risalto al suo carattere internazionale. Nel futuro il
Segretario per la Formazione e gli Studi sarà membro di diritto del Consiglio Internazionale unicamente come rappresentante della Custodia.
L’incontro è iniziato con un’Eucaristia il giorno 15 Febbraio, presieduta da fra
Paolo Oh, Ministro Provinciale della Korea. La Provincia dei Martiri Koreani è una
delle più giovani dell’Ordine, con oltre 150 frati, e con grande vitalità apostolica e
missionaria. Immediatamente dopo la Messa il gruppo di 15 Segretari e altri frati
addetti ai lavori si è incontrato nel “Franciscan Educational Centre” che la Provincia
172
gestisce accanto al convento di Seoul. Fra Massimo Fusarelli, Segretario Generale
per la Formazione e gli Studi, ha introdotto l’incontro e letto una lettera mandata ai
partecipanti da parte del Ministro Generale fra José Rodríguez Carballo.
Fra Nicholas Shin, Segretario della Provincia Koreana, ha presentato la situazione
della evangelizzazione nella Chiesa e nella famiglia Francescana in Asia, come delle
diverse religioni principali presenti in questo immenso continente, che includono il
Buddismo, Confucianesimo, Hindu, Islam, e Cristianesimo nelle sue diverse espressioni cattoliche e riformate.
Il professore Hwang Jong Yeu ha poi presentato una conferenza sulla situazione
religiosa in Asia, dal punto di vista del contesto storico e geografico. Ha parlato in
modo particolare della spiritualità della differenza, in cui si può creare armonia tra
le varie religioni e culture. Come esempio di armonia nella differenza ha portato un
gruppo folkloristico Coreano che ha suonato diversi strumenti musicali tradizionali.
Il giorno 16 Febbraio era dedicato al tema del Buddismo. Al mattino ha parlato il
Venerabile Misan, un monaco Buddista, sul tema del Buddismo e il dialogo per la
pace, con l’aiuto della meditazione, sapienza e compassione, i tre capisaldi del Buddismo. Fra Sylvester Shim, un frate che vive nella casa di preghiera della Provincia,
ha portato la sua testimonianza dell’inserimento in una società Buddista, e dell’aiuto
di religioni e pratiche orientali, come lo Zen, nella meditazione cristiana. Nel pomeriggio il gruppo ha visitato un tempio Buddista a Seoul, dove ha parlato un monaco
Buddista degli Stati Uniti, che prima era cattolico e addirittura aspirante Gesuita. Il
gruppo si è poi diretto alla casa del Postulandato della Provincia Koreana, dove ha
celebrato i vespri ed è stato invitato a cena. I postulanti attualmente sono 7.
Il 17 Febbraio fra John of God Nguyen Phouc, dalla Provincia del Vietnam, ha
offerto una bella testimonianza sulla vita dei frati in Vietnam, in un contesto comunista. I frati stanno nel Vietnam da 75 anni, e sono riusciti a sopravvivere non
opponendosi al comunismo, ma offrendosi come collaboratori per aiutare i poveri, e
guadagnandosi non solo la simpatia dei dirigenti del governo, ma anche la possibilità
di ministrare spiritualmente i cristiani locali e compiere attività di evangelizzazione
nel contesto del loro lavoro nelle aziende statali agricole. I frati vivono in piccole
comunità disperse in mezzo alla gente, e appaiono in tutti i modi come poveri che
vivono tra i poveri. Al pomeriggio il professore Jang Won Seop ha tenuto una conferenza sullo sfondo morale del Confucianesimo nella cultura Koreana.
Il 18 Febbraio il gruppo è andato a Taejon City, due ore di viaggio nel centro della
penisola Koreana, dove la Provincia ha la casa del Noviziato. Qui il gruppo ha celebrato l’Eucaristia e ha incontrato i 5 novizi della Provincia durante il pranzo con
la fraternità. Di ritorno a Seoul, i congressisti si sono fermati nella casa di preghiera
della Provincia, in una zona montagnosa e molto bella, dove 5 frati vivono la forma
di vita che San Francesco ha scritto per gli eremi, naturalmente sempre in stile Koreano.
173
Il 19 Febbraio era la volta di un professore di sociologia all’Università di Singapore, Syed Farid Alatas, che ha parlato dell’Islam e il dialogo come via verso la
pace. Nella sua presentazione ha chiarito le idee riguardo allo stato presente della
religione Islamica in quello che riguarda le relazioni con il mondo occidentale e con
il Cristianesimo. Dopo di lui, fra Leo Suhardi, un frate Indonesiano, ha presentato
la sua testimonianza riguardo alle difficoltà che i Cristiani in Indonesia incontrano
nelle loro relazioni con i Musulmani. Si poteva vedere le due faccie della stessa medaglia, ascoltando il professore Alatas e fra Leo Suhardi. Il pomeriggio era dedicato
ad un’uscita culturale. I partecipanti sono andati al Chong Dong Theater, vicino al
convento, per una rappresentazione culturale con gruppi folkloristici Koreani, che
hanno suonato diversi strumenti musicali tradizionali, particolarmente strumenti a
corda e strumenti di percussione.
Domenica 20 Febbraio il gruppo ha concelebrato nella Messa parrocchiale alla
Cattedrale di Myong Dong di Seoul. Il resto della giornata, che era una giornata
bella, ma fredda, con una temperatura di -10 gradi Celsius, era dedicato alla visita
guidata dei palazzi reale e dei musei di cultura Koreana. La sera nel convento fu
proiettato un film sul Buddismo.
Il 21 Febbraio il gruppo ha iniziato la seconda settimana dei lavori dedicata al tema
del dialogo inter-religioso e inter-culturale nel contesto più vicino della formazione
nel nostro Ordine. Ogni Conferenza ha presentato la sua relazione sulla formazione,
sulle case di formazione, sui formatori e candidati. fra Noel ha parlato della situazione privilegiata e unica della Custodia di Terra Santa come l’entità più inter-culturale
dell’Ordine, che vive realmente in un ambiente multi-religioso. Il pomeriggio era
dedicato ai lavori in gruppo.
Il 22 Febbraio era la volta di fra Massimo Fusarelli di presentare la sua relazione
intitolata: “Per una vita religiosa Francescana capace di profezia nel nostro tempo: la
formazione nell’Ordine oggi tra realtà e prospettive, come viene vista dal Segretariato Generale per la Formazione e gli Studi”. Anche in questo giorno i gruppi si sono
radunati a lavorare al pomeriggio, per stendere una lettera-messaggio finale.
Il 23 Febbraio fra Gwenole Jeusset, membro della fraternità internazione di Istanbul, responsabile per il dialogo inter-religioso, ha parlato sulle fondamenta del dialogo in chiave Francescana e le chiavi per la formazione al dialogo. Fra Gwenole ha
una esperienza di oltre 40 anni di lavoro nel dialogo con l’Islam, e conosce molto
bene le fondamenta Francescane di questo dialogo, come vengono presentate dalle
Fonti Francescane. La sua relazione, molto ricca di contenuti, si concluse con 14
proposte per la formazione nel servizio del dialogo con l’Islam. Nel pomeriggio il
gruppo ha visitato un centro Confuciano a Sungkyunkwan, e poi è stato ospite della
casa di formazione per i Professi Temporanei, dove ha celebrato i vespri e ha cenato
con 11 professi temporanei.
174
Il 24 Febbraio fra Ruben Tierrablanca, guardiano della fraternità di Istanbul, ha
parlato di questa nuova iniziativa del nostro Ordine. La casa di Istabul, che prima era
un convento della pro vincia Toscana, con la chiesa di Santa Maria Draperis, molto
vicino all’ex-commissariato di Terra Santa a Istanbul, ha lo scopo di ospitare quattro
frati per il dialogo con le Chiese Greca-Ortodossa e Armena-Ortodossa, come pure
con i dirigenti della religione Islamica e della religione Ebraica, che vivono in Istanbul. Il resto della giornata è trascorso nella stesura della lettera-messaggio che deve
essere approvata dal Definitorio Generale e spedita a tutti i formatori dell’Ordine.
Il 25 Febbraio è stata fatta l’elezione del nuovo Comitato Esecutivo per il prossimo biennio. Sono risultati eletti il rappresentante della Conferenza Anglofona, della
Conferenza del Cono-Sur, e della Conferenza dell’Asia Orientale e Oceania, che
lavoreranno con fra Massimo Fusarelli e il Vice Segretario per la Formazione, fra
Alojzy Varot. È stata anche approvata la stesura definitiva della lettera-messaggio
da mandare ai formatori e ai Ministri e Custodi di tutte le entità dell’Ordine.
Il Congresso si concluse il giorno 26 Febbraio al mattino, con la celebrazione dell’Eucaristia presieduta da fra Massimo Fusarelli.
fra Noel Muscat ofm
Segretario Custodiale per la Formazione e gli Studi
Esercizi Spirituali Annuali
e incontri di Formazione Permanente
Durante la riunione che il Padre Custode ha avuto con il Consiglio per la Formazione Permanente l’11 aprile 2005, è stato deciso di fissare gli appuntamenti per gli
esercizi spirituali annuali e gli incontri di formazione permanente, in modo che tutti
possano prendere nota di questi appuntamenti in anticipo. Il programma che è stato
fissato è il seguente:
Esercizi Spirituali Annuali
1) Per i Frati in lingua inglese, dal 12 al 17 settembre 2005, al Monte Tabor [Predicatore P. Raphael Bonanno ofm – Coordinatore P. Athanasius Macora ofm].
2) Per gli Studenti, dal 18 al 24 settembre 2005, al Monte Tabor [Predicatore Rev.
mo Padre Custode - Coordinatore fra Nicolás Marquez ofm].
3) Per i Frati in lingua italiana, dal 10 al 15 ottobre 2005, al Monte Tabor [Predicatore P. Marcello Ghirlando ofm – Coordinatore P. Noel Muscat ofm].
4) Per i Frati in lingua italiana, dal 17 al 22 ottobre 2005, al Monte Tabor [Predicatore P. Marcello Ghirlando ofm – Coordinatore P. Noel Muscat ofm].
5) Per i Frati in Siria e Libano, dal 24 al 29 ottobre 2005 [Predicatore P. Marcello
Ghirlando ofm – Coordinatore P. Romualdo Fernandez ofm].
175
6) Per i Frati in lingua italiana, dal 6 all’11 febbraio 2006, ad Ain Karem [Predicatore non ancora confermato].
Capitoli zonali con il Discretorio
Il Discretorio incontrerà i frati nelle varie zone per discutere con loro temi attinenti
alla Custodia e al cammino formativo dell’Ordine verso il centenario del 2009.
1) Incontro con i Frati della Giudea, il 10 novembre 2005, a Qiryat Ye’arim.
2) Incontro con i Frati della Galilea, il 9 dicembre 2005, alle Beatitudini.
3) Incontro con i Frati di Cipro-Rodi, il 17-18 gennaio 2006.
4) Incontro con i Frati di Siria-Libano, il 12-16 febbraio 2006.
Incontri di Formazione Permanente per settori (questi appuntamenti sono
obbligatori)
Incontri per Guardiani ed Economi, animati dal Segretario Generale per la Formazione e gli Studi, dall’Economo Generale, e dal Prof. Mario Becciu, psicologo:
1) Per le regioni Giudea e Galilea, dal 3 al 5 novembre, a Haifa (Stella Maris).
2) Per Cipro-Rodi, dal 7 al 9 novembre, a Nicosia / Larnaca.
3) Per Siria-Libano, dal 12-16 febbraio 2006.
Incontri per Sacrestani e Assistenti Santuari, 26-27 gennaio 2006.
Incontri per Parroci e Direttori Scuole, 24-25 aprile 2006.
Giornate di Formazione Permanente
Sono stati invitati fra Jeusset Gwenolex ofm e fra Ruben Tierrablanca ofm, che
vivono nella Fraternità che l’Ordine ha aperto a Istanbul, e che parleranno del Dialogo inter-religioso e inter-culturale.
1) Per la regione Galilea, 21-22 novembre 2005, a Nazareth / Cafarnao.
2) Per la regione Giudea, 24-25 novembre 2005, a San Salvatore.
Chiediamo cortesemente di prendere nota con attenzione di questi impegni e segnarli nell’agenda. Per l’incontro dei Guardiani ed Economi a Haifa (3-5 novembre)
fra Riccardo Bustos ofm, coordinatore, chiede la conferma del numero dei partecipanti entro fine Maggio. Chiediamo a tutti gli interessati a dare la conferma della
loro partecipazione entro questo periodo, per telefono o email a fra Riccardo (Tel:
046572501 - Email: [email protected]) o a fra Noel (Tel: 026266670 / Email:
[email protected]).
176
Formazione permanente
Preambulo
Prot. B-0478/05
A tutti i frati della Custodia
Loro Sede
--------------------------------
Gerusalemme, lunedì 22 agosto 2005
Carissimi confratelli,
Il Signore vi dia la sua pace!
Nel numero di Frati della Corda di Maggio 2005, pagine 19-20, sono state pubblicate le date dei ritiri e degli incontri di Formazione Permanente per l’anno 20052006. La stessa lista era stata inviata alla casella postale Internet di tutti i frati che
hanno dato il loro indirizzo in Segreteria custodiale. Per la terza volta le stesse date
vengono riproposte alla vostra conoscenza allegate a questa lettera.
Tutto questo allo scopo di ricordare che la presenza ai ritiri e agli incontri è
obbligatoria. Inoltre, per decisione del Rev.mo Padre Custode, la quota di partecipazione alle giornate di Formazione Permanente è fissata in 15 dollari ed è a carico
dei rispettivi superiori (la quota va pagata in ogni caso, anche se il frate convocato
non sarà presente).
È necessario l’impegno di tutti e di ciascuno se vogliamo ottenere sostanziali cambiamenti verso il bene, verso un più autentico modo di vivere la nostra chiamata
francescana: questo sarà possibile aprendo con disponibilità il nostro cuore e la nostra mente a quanto ci viene offerto.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Programma
Esercizi Spirituali Annuali
1) 12 – 17 settembre: per tutti i frati Monte Tabor; Predicatore: fra Raphael Bonanno ofm - Coordinatore fra Athanasius Macora ofm (inglese);
2) 18 - 24 settembre: per gli Studenti e Professori al Monte Tabor; Predicatore:
Padre Custode - Coordinatore fra Nicolás Marquez ofm (italiano);
3) 5 - 7 ottobre: per i religiosi dell’Infermeria Custodiale; Predicatore: fra Noel
Muscat ofm (italiano);
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4) 10 - 15 ottobre: per tutti i Frati al Monte Tabor; Predicatore: fra Marcello Ghirlando ofm - Coordinatore fra Noel Muscat ofm (italiano);
5) 10 - 14 ottobre: per i Frati in Siria e Libano (Aleppo-Azizieh); Predicatore fra
Narcyz Klimas ofm - Coordinatore fra Filippo Mistrih ofm (italiano);
6) 17 - 22 ottobre: per tutti i Frati al Monte Tabor; Predicatore: fra Marcello Ghirlando ofm - Coordinatore fra Noel Muscat ofm (italiano);
7) 17 - 21 ottobre: per i Frati in Siria e Libano (Beirut-San Giuseppe); Predicatore
fra Narcyz Klimas ofm - Coordinatore fra Maurice Dignard ofm (italiano);
8) 6 - 11 febbraio: per tutti i Frati che non hanno frequentato nessun degli altri ritiri
ad Ain Karem; Predicatore non ancora confermato (italiano).
Capitoli zonali con il Discretorio
Gerusalemme, lunedì 19 settembre 2005
A tutti i religiosi di Terra Santa
------------------------------------Carissimi confratelli,
Come è già stato indicato, gli incontri zonali di formazione permanente hanno lo
scopo di essere un’occasione speciale di scambio e discussione su temi che toccano
da vicino la nostra vita francescana. Perciò vorrei ricordare a tutti i frati di prendere
nota di queste giornate, e ai guardiani di notificare al più presto le prenotazioni a fra
Ricardo Bustos ofm (per l’incontro con la Galilea) e alla Segreteria Custodiale (per
l’incontro della Giudea).
L’incontro con i Frati della Giudea è il 10 novembre 2005, a Qiryat Ye’arim
L’incontro con i Frati della Galilea è il 9 dicembre 2005, alle Beatitudini
L’incontro con i Frati di Siria-Libano, il 12-16 febbraio 2006.
Agli incontri sarà presente il Padre Custode con alcuni membri del Discretorio. Il
tema scelto è
La Grazia delle nostre origini e la nostra presenza in Terra Santa oggi.
Il programma comprenderà la preghiera delle Lodi (ore 9.00) seguita da un’introduzione del tema con l’intervento del Custode. Quindi ci divideremo in gruppi di
lavoro. Verso mezzogiorno ci sarà la Santa Messa, e poi il pranzo. Durante le ore
pomeridiane ci raduneremo in assemblea per la verifica del lavoro dei gruppi. L’incontro si concluderà con la preghiera dei Vespri nel tardo pomeriggio.
178
Speriamo di sentire tutti il dovere di partecipare attivamente a questo giorno di
verifica che è una degna preparazione all’8° centenario della fondazione dell’Ordine
secondo quello che ci ha indicato il Ministro Generale.
Il Signore vi dia la Sua pace!
Fraternamente.
fra Noel Muscat ofm
Moderatore per la Formazione Permanente
Lettera del Moderatore per la Formazione Permanente
San Salvatore, Gerusalemme, 1 Settembre 2004
Carissimi fratelli,
Il Segretariato Custodiale per la Formazione e gli Studi ha preparato dei moduli
con temi francescani per incontri di formazione permanente nelle fraternità. Lo scopo di questi moduli è quello di fornire il materiale necessario ai Guardiani, che può
essere utilizzato o durante i ritiri mensili oppure durante incontri o capitoli di revisione di vita, che potrebbero benissimo essere inseriti nel contesto del ritiro mensile,
per non sovraccaricare il programma della fraternità.
Presentiamo i primi quattro moduli, con il suggerimento di utilizzarne uno ogni
mese, iniziando da ottobre 2005 fino a gennaio 2006. Nel futuro saranno presentati
altri quattro moduli per il periodo febbraio – maggio 2006. Il primo modulo potrebbe
anche essere una buona preparazione per gli incontri di formazione permanente per
tutti i frati che si terranno a Qiryat Ye’arim il 10 novembre, per i frati della Giudea,
e alle Beatitudini il 9 dicembre, per i frati della Galilea.
I moduli richiederebbero una preparazione previa personale, con la lettura dei testi
indicati. Nella fraternità si potrebbe offrire un sunto della riflessione e poi cercare
di trarre delle riflessioni dalle domande proposte alla fine di ogni modulo. Speriamo
che il materiale possa essere di aiuto ai guardiani, e incoraggiare un incontro mensile, anche tra diverse fraternità più piccole.
Sarei anche grato di accogliere qualsiasi proposta o suggerimento in merito ai moduli, che cercherò di tenere presente nel formulare gli altri 4 moduli.
Grazie per la collaborazione,
fra Noel Muscat ofm
179
Relazione annuale del Segretario per la Formazione
e gli Studi al Discretorio della Custodia
2 luglio 2005
Vorrei innanzitutto ringraziare personalmente il Padre Custode per la fiducia che
mi ha dato in questo primo anno dell’adempimento del mio ufficio, e per il suo personale interessamento nel campo della formazione iniziale e permanente che è stata
la priorità assoluta tra i suoi molteplici impegni. Questo si vede dal fatto che egli
ha personalmente visitato tutte le case di formazione della Custodia, e ha proposto
incontri tra i formatori, ai quali ha partecipato quando ha potuto, come pure ha programmato incontri di formazione permanente per settori e per tutti i frati.
Apprezzo l’impegno del Custode e Discretorio nell’aprire nuovi orizzonti nel campo formativo. Mi riferisco specificamente alla possibilità data ai candidati di studiare
lingue, dedicando un congruo tempo per il loro approfondimento, e alla mentalità di
apertura nella scelta degli ambienti formativi tra la ricca gamma che la Custodia può
offrire in Medio Oriente, in Italia e negli Stati Uniti.
Questa relazione ha l’intenzione di toccare da vicino quello che ho sperimentato
nel mio lavoro come Segretario per la Formazione e gli Studi in questo anno.
«È compito del Segretario per la Formazione e gli Studi promuovere e coordinare,
alle dipendenze del Ministro Provinciale, tutta l’attività formativa nella Provincia. Il
suo ufficio sia precisato meglio negli Statuti particolari e peculiari» [SS.GG. Art. 78
§2]. La Ratio Formationis Franciscanæ precisa chiaramente i compiti del Segretario
per la Formazione e gli Studi nell’Appendice, al numero 2. Gli Statuti Particolari
della Custodia parlano del Segretario per la Formazione e gli Studi all’Art. 60. Gli
Statuti Speciali della Custodia ne parlano al Cap. IV, Art. 3-5.
Trovo un’intesa sostanziale tra la legislazione dell’Ordine e quella della Custodia
riguardo alle competenze del Segretario per la Formazione e gli Studi. Tuttavia, c’è
una lacuna che lascia spazio a molti equivoci e perplessità. Se gli Statuti Generali dicono che il Segretario per la Formazione e gli Studi «promuove e coordina tutta l’attività formativa nella Provincia», gli Statuti della Custodia non sono chiari riguardo
al suo ruolo nel campo degli studi, e non fanno nessun riferimento al suo rapporto
con le autorità accademiche. È più chiaro il ruolo del Maestro del Seminario Teologico riguardo agli studi, stando agli Statuti Speciali, Cap. IV, Art. 31, §2: «La ratio
studiorum propria del Seminario è di competenza del collegio dei Frati professori,
sotto la presidenza del Maestro nella sua qualità di Rettore del Seminario». Non è
per niente chiaro il ruolo specifico del Segretario per la Formazione e gli Studi in
questo campo. Personalmente mi sono trovato in difficoltà, non facendo parte del
corpo dei docenti. Ho dovuto chiedere di essere invitato alle riunioni del corpo dei
docenti dello STJ. Il 27 aprile 2005 il Decano della Facoltà mi ha risposto: «Tu sarai
180
invitato a prendervi parte come Segretario Custodiale per la Formazione e gli Studi.
In questa tua qualifica avrai diritto di prendere la parola per fare comunicazioni o
interventi riguardo al tuo ufficio». Personalmente sono ancora confuso su come devo
agire. In Custodia è chiaro l’ufficio del Segretario per la Formazione. Non so se si
potrà affermare la stessa cosa riguardo agli Studi.
Una difficoltà che incontro, pur consapevole del rispetto che sempre ho ricevuto
da parte di tutti, è il complesso meccanismo di burocrazia nella Custodia. Se da una
parte devo essere riconoscente al Custode per la facilità che mi da di esprimermi e discutere con lui, d’altra parte mi sento a disagio quando gli stessi argomenti prendono
un’altra direzione, quando si tratta di discuterli in Discretorio, o nel cœtus formatorum, o nel Consiglio dei Docenti. Mi rendo conto che lavoro «sotto le dipendenze»
dei miei superiori, ma sono arrivato al punto di dire ai frati che si aprono con me:
«Non ti posso promettere niente», se non addirittura che «sono impotente»!
Ho riscontrato un senso di sfiducia nell’apparato formativo della Custodia da parte
dei nostri formandi. Dicono che il programma di studio è sovraccarico, che non c’è
tempo materiale sufficiente per approfondire i contenuti, che c’è carenza di comunicazione e stima verso di loro da parte di qualche docente, che i molteplici impegni
per le celebrazioni nei santuari e nei conventi della Custodia non lasciano tempo
per la preghiera, per il ritiro mensile, per l’assimilazione dei contenuti di studio e,
soprattutto, per il riposo personale e fraterno a cui loro hanno diritto. Vivendo personalmente con loro, in qualità di vice-maestro, e in sostanziale accordo con il Maestro, ho potuto constatare che, in gran parte, queste lamentele sono giustificate.
Il mio compito di coordinare il lavoro di formazione include quello di mantenere
il contatto con tutti i formatori. Ci siamo riuniti due volte come Consiglio per la
Formazione e gli Studi. Personalmente ho visitato tutte le case di formazione, anche
più di una volta in vari casi. Posso dire che, nel caso della casa di Postulato ad Ain
Karem, le cose funzionano, ma il Maestro ha urgente bisogno di aiuto qualificato,
dato che deve coprire anche l’ufficio di Guardiano della casa. La casa di Postulato
di Harissa è un caso ben noto e spero che, al tempo della lettura di queste mie riflessioni, ci sarà già una soluzione concreta in vista. La casa di Washington presenta
problemi particolari: se da una parte offre un’opportunità formativa unica dal punto
di vista degli studi filosofici-teologici in lingua inglese, le cose non sono così chiare
dal punto di vista di personale formativo. Il seminario teologico di San Salvatore
presenta vari problemi, che posso elencare in questo ordine: bisogno di più intesa
e collaborazione tra il Guardiano e i responsabili per la formazione; bisogno di più
accompagnamento dei professi temporanei; bisogno di costituire un Cœtus formatorum che sia veramente vicino e che conosca i candidati non soltanto come studenti,
ma come frati in cammino formativo-francescano; bisogno di armonizzare di più le
richieste valide di servizio fatte pervenire da ogni parte con il nuovo indirizzo nel
181
programma formativo, che prevede gli studenti in altre case o in altri programmi di
studio; bisogno di curare il giusto equilibrio, pur senza distinzione, tra gli studenti
della Custodia e quelli ospiti di altre province, che presentano problemi particolari.
Insomma, bisogna convincersi che un programma rinnovato richiede una mentalità
rinnovata da parte di tutti, richiede di lasciar perdere le usanze che appesantiscono
una vita fraterna serena, richiede meno rigidità e più apertura, magari con il coraggio
di rischiare e sperimentare nuove iniziative formative.
Mi rendo conto del bisogno di provvedere un programma di formazione Francescana ai professi temporanei che non fanno opzione per lo stato clericale. Finora non
è mai stato fatto nulla per loro. Un passo positivo è quello di esigere che facciano lo
stesso cammino formativo con tutti gli altri professi temporanei di opzione clericale
fino alla professione solenne, nella stessa casa di formazione. Ma non basta mandarli
a seguire i corsi di teologia dello STJ come «uditori». Bisogna cercare il modo di
motivarli a seguire dei corsi di teologia adatti per loro, se esistono in Terra Santa. Da
parte mia, riterrei che ho molto da offrire a loro, e a tutti i frati che vogliono, riguardo
alla formazione Francescana. Io sono pronto ad organizzare per questi frati, su base
non accademica e nell’ambito del seminario teologico, un corso specifico di un anno
di formazione Francescana iniziando da novembre 2005, appena ritorno dal mio
mese di insegnamento a Canterbury.
Sinceramente ho l’impressione che, in qualche caso, si valuti un frate non su criteri
oggettivi, ma secondo «gusti» personali o «per sentito dire». Ritengo - come formatore - che ho il dovere di aprire tutte le vie possibili e non chiudere le porte. Se un
frate chiede di studiare in un’altra lingua che non sia l’italiano per motivi validi, non
vedo perché gli si debba dire di «no» perché qualche docente ha affermato che non
è stato capace di esprimersi bene in italiano quando studiava nello STJ. Ho sentito
varie lamentele di persone che sono state trascurate nel passato (senza nessun giudizio su chi era in causa), e che adesso devono ancora tirare le conseguenze. Sono
d’accordo che criteri nuovi, come un titolo valido di studio, siano da implementare
da adesso in poi per tutti i candidati che arrivano, ma non si può bloccare coloro che
già hanno iniziato il cammino. Magari si devono aiutare come meglio si può. Le
valutazioni date in Cœtus formatorum mi sono sembrate, qualche volta, mancanti
di una conoscenza profonda e amichevole della persona in questione. Sembra più
facile nasconderci dietro quello che altri hanno affermato nel passato, o astenerci
dal giudizio che incombe sulle nostre coscienze, con la scusa che «non conosciamo i
candidati», invece di rischiare sulla nostra pelle per riabilitare e aiutare i nostri candidati. Non è qui il caso di parlare di casi particolari. Chiedo soltanto ai responsabili
di scrollarsi di dosso quei pregiudizi che non sempre fanno giustizia alla verità delle
persone in causa. Se abbiamo accettato un frate tra di noi, se abbiamo avviato il suo
cammino formativo, adesso abbiamo l’obbligo di aiutarlo e motivarlo. Spero di non
182
essere ingiusto quando dico che ho l’impressione che, in Custodia, ogni tanto conta
molto un’«amicizia qualificata» per arrivare al traguardo.
Riconosco che il lavoro di formazione permanente esige un impegno a tempo pieno. Personalmente non sono per niente contento di quello che ho fatto fin ora. Mi
sembra troppo insufficiente. Da tante parti i frati mi chiedono di continuare a visitare
le fraternità per incontri formativi. Pur obbedendo al desiderio del Custode in Capitolo, che il nuovo Segretario per la Formazione e gli Studi deve essere una persona
«pronta a viaggiare», non riesco a muovermi più di tanto. Continuo a ribadire che
non sono d’accordo con quello che affermano gli Statuti Speciali della Custodia, al
Cap. IV, Art. 3: «È conveniente, in linea di massima, che l’incarico di Segretario
Custodiale per la Formazione e gli Studi e quello di Moderatore della Formazione Permanente siano conferiti alla stessa persona». Questo non si fa in altre entità
dell’Ordine che sono molto più piccole della Custodia, e non potrebbe essere l’optimum in questa situazione. Riconosco la mancanza di personale nella Custodia, sono
riconoscente per il grande aiuto che il Custode da’ personalmente nell’incentivare
la formazione permanente, e cercherò di fare del mio meglio, ma con la paura di
deludere molti!
Vorrei anche ringraziare i frati animatori delle vocazioni, che hanno dimostrato
un forte senso di collaborazione nella loro riunione ad Amman. In modo particolare
vorrei ringraziare fra Bruno Varriano per aver preso l’iniziativa di organizzare una
settimana di formazione per noi formatori a Roma, dal 28 novembre al 4 dicembre
2005.
Queste mie riflessioni hanno soltanto lo scopo di condividere quello che sento con
le persone che contano. Ritengo che la Custodia sia un ambiente ottimo per la formazione dei futuri frati e che può dare un servizio prezioso a tutto l’Ordine. Il nostro
dovere è quello di adeguare l’iter formativo il più possibile alle esigenze odierne
dell’Ordine e della Chiesa. Questo non significa lasciar cadere le sane tradizioni
della Custodia, ma capire che queste non devono mai prendere il sopravvento sulle
persone che Dio ci dona come fratelli in cammino. Significa essere coscienti che il
lavoro delicato alla formazione è un dovere che incombe su tutti noi, ma è un onere
più grande messo su coloro che ci lavorano in prima persona. La Custodia è ancora
carente di personale formativo, forse nel futuro la situazione si migliorerà. Nel frattempo si deve investire nelle risorse che ha. Altre Province sognano di avere le vocazioni che ha la Custodia. Dobbiamo stare attenti a non frustrare le vocazioni che il
Signore ci manda e di non scoraggiare coloro che, consapevoli delle loro limitazioni,
si sono offerti a lavorare come formatori.
fra Noel Muscat ofm
Segretario Custodiale per la Formazione e gli Studi
183
Formazione in Custodia
Cognome
Nome
Comunità
Attività
Sig. Fabian
Ain Karem
Sig. Jean
Ain Karem
Paese
Provincia
Postulanti
Cantio
USA
CTS
Caré
Sig. Francesco Ain Karem
Italia CTS
Dubé
Sig. Ariel
Ain Karem
Argentina CTS
Choupin
Galdi
Sig. Sergio
Ain Karem
USA Italia CTS
CTS
Bsharat Sig. Luai
Harissa
Giordania CTS
Assaf
Sig. Ziad
Harissa
2º filosofia
Libano CTS
Makari Sig. William
Harissa
2º filosofia
Libano CTS
Russia CTS
Amja
Krayem
Sig. Jack
Sig. Jihad
Harissa
Harissa
2º filosofia
2º filosofia
Siria Libano CTS
CTS
Novizio
Loktionov fra Sergey
Piedimonte
Religiosi in formazione
Abu Naffà fra Ibrahim
Kelmer
fra Ivan
San Salvatore studente di liceo Giordania
San Salvatore 1º filosofia - STJ Russo
CTS
CTS
Milazzo
fra Antonino
San Salvatore 1º filosofia - STJ Italia
CTS
Saad
fra Roger
San Salvatore 2º filosofia - STJ Libano CTS
Al -Banna fra Nerwan
San Salvatore 1º teologia - STJ Iraq
CTS
Castillo
San Salvatore 1º teologia - STJ Spagna
CTS
Samouian fra Haroutiun
Thomas
Azar
fra Carlos
fra Fadi
fra Aquilino
Cichinelli fra Marcelo
De La Fuentefra Silvio
Ortiz
184
fra Guillermo
San Salvatore 1º filosofia - STJ Siria San Salvatore 2º filosofia - STJ Argentina
Washington
1º teologia - WTUGiordania
San Salvatore 1º teologia - STJ Argentina
San Salvatore 1º teologia - STJ Argentina
San Salvatore 1º teologia - STJ Messico
CTS
CTS
CTS
CTS
CTS
Prov.
Tlaxalo
Valdez
Verdote
Coniglio
Ghraieb
fra José RodrigoSan Salvatore 1º teologia - STJ Messico
Prov.
fra José RefugioSan Salvatore 1º teologia - STJ Messico
Prov.
fra Alessandro San Salvatore2º teologia - STJ Italia
CTS
fra Andrew
San Salvatore 1º teologia - STJ Canada fra Abdo Khalil Napoli2º teologia Libano
CTS
CTS
Ibarra G. fra Roberto
San Salvatore2º teologia - STJ Messico
Prov.
Rukavina fra Vlado
San Salvatore2º teologia - STJ Croazia
Prov.
Estrada San Salvatore3º teologia - STJ Messico
Prov.
Hernandez fra Carlos
San Salvatore3º teologia - STJ Messico
Prov.
Al Haddad fra Ibrahim
San Salvatore uditore - STJ sagrestano,
vice incar. divanoGiordania
CTS
Miller
fra Giovanni B. San Salvatore2º teologia - STS USA
Yalda
fra Haitham
Gaston
fra DenysMaria Washington3º teologia - DHSUSA
fra Alfonso
Karakach fra Bahjat
Elias
fra Badie
Molina
fra Carlo
Marzo
Frascati2º teologia - PUAIraq Napoli3º teologia
Washington
fra Oscar Mario SS. Simeone
studente di inglese Israele
CTS
CTS
Libano
CTS
2º teologia - Paol.Libano
CTS
Washington
uditore - DHS
Richa
fra Pierre
Betlemme
Campo dei Pastori
fra John
CTS
USA
fra Francis Savage
CTS
CTS
San Salvatore fra Agustín G. Cairo
CTS
studente di ebraicoItalia
O’Neill
Pelayo
Siria
CTS
Argentina
studente di arabo Messico
CTS
CTS
San Salvatore uditore - STJ, incaricato divano, addetto
Christian Information Center e Pilgrims’ office
CTS
Professi solenni con opzione clericale
Hadshiti
fra Mario
Harissa Aboud
fra Zaher
San Salvatore3º teologia - STJ Israele
CTS
Bader
fra Shadi
Roma 3º teologia - PUAGiordania
CTS
Asakriyeh fra Rami
Bahbah
fra Usama
San Salvatore3º teologia - STJ Giordania
San Salvatore3º teologia - STJ Giordania
CTS
CTS
185
Coblavie
fra Lawrence
Roma 3º teologia - PUTGhana
Ortiz P.
fra Carlos
San Salvatore3º teologia - STJ Messico Prov.
Getsemani
4º teologia - STJ Brasile
Prov.
4º teologia - STJ Messico Prov.
Lawand
Acho
fra Bernardo
fra Gustavo
De Souza fra Elder
Harissa
3º teologia - Paol.Libano
Ain Karem
4º teologia - STJ Argentina Cenacolo
4º teologia - STJ Palestina
Kalak
fra Gabi
Mourão
fra Raimundo Cenacolo
Roman
fra Cesar
Ain Karem
Smith
fra Jacob M.
Washington
Martinez fra Sergio
Petraki
Shaluffi
fra Rami
fra Fadi
Ain Karem
Harissa
CTS
CTS
CTS
CTS
4º teologia - STJ Brasile Prov.
4º teologia - STJ Messico Prov.
4º teologia - Paol.Libano
San Salvatore
Israele
CTS
CTS
USA CTS
Roma
teol - PUA
Giordania
CTS
Roma
teol. sp. - PUA
Religiosi in formazione superiore
Sidawi
Sweetser
fra Ramzi fra Joannes Varriano F.fra Bruno
186
Roma
morale - ALF
USA
Italia
CTS
CTS
Incontri zonali di Frati
Incontro di formazione permanente per i frati della Giudea
Un gruppo di oltre novanta frati Francescani della Custodia di Terra Santa che
vivono in Giudea si sono incontrati Giovedì 10 novembre al Centro dei Ritiri Maria
Arca dell’Alleanza a Qiryat Ye’arim, per una giornata di formazione permanente.
L’iniziativa è di fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, insieme con il
suo Discretorio e con il Consiglio per la Formazione.
Gli incontri per frati che vivono nelle varie regioni della Custodia è considerata
una priorità, essendo la Custodia di Terra Santa sparsa in varie nazioni e regioni,
come Israele-Palestina (Galilea e Giudea), Giordania, Siria, Libano, Egitto, Cipro e
Rodi, Italia, USA e Argentina. La maggioranza dei Francescani della Custodia vivono in Giudea e Galilea.
Il tema dell’incontro era: La Grazia delle nostre Origini e la nostra presenza in
Terra Santa. L’Ordine dei Frati Minori ha pubblicato un documento in preparazione
all’ottavo centenario della sua fondazione, che sarà celebrato nel 2009. È desiderio
del Ministro Generale, fra José Rodríguez Carballo, che tutte le entità dell’Ordine
riflettano sulla grazia delle origini dell’esperienza francescana e programmino il futuro con speranza.
Il programma del giorno è iniziato con la celebrazione delle Lodi nella chiesa della
Vergine Maria Fœderis Arca, seguite da una presentazione fatta da P. Pizzaballa che
ha parlato della Custodia e del lavoro del governo Custodiale durante il primo anno e
mezzo del suo mandato. Poi ha presentato ai frati domande e sfide per il futuro. I frati
si sono divisi in sei gruppi di lavoro per discutere i temi proposti. A mezzogiorno
hanno celebrato l’Eucaristia e dopo hanno pranzato negli ambienti suggestivi della
Casa dei Ritiri diretta dalle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione. Dopo un breve
intervallo nei giardini della medesima, hanno ripreso i lavori con la presentazione
del frutto dei lavori dei gruppi, e con le domande e la discussione. Il Custode ha poi
concluso con una sintesi. I frati hanno espresso il desiderio che incontri simili siano
organizzati più frequentemente in futuro.
Alle 16.30 i frati hanno lasciato Qiryat Ye’arim, percorrendo la breve distanza giù
nella valle, dove si trova l’abbazia della Risurrezione di Abu Gosh, dove sono stati
invitati a partecipare ai Vespri cantati dalla comunità Benedettina di monaci e monache. Sono stati caldamente accolti dai monaci della Congregazione Benedettina del
Monte Oliveto, che li hanno guidati nella visita della chiesa crociata di Abu Gosh, e
che poi hanno cantato i Vespri in un’atmosfera di intenso raccoglimento.
Un incontro simile è programmato per i frati della Galilea sul Monte delle Beatitudini per Venerdì 9 Dicembre 2005.
187
Capitolo zonale dei frati di Galilea
9 dicembre. Una quarantina di frati provenienti dai conventi della Galilea (Nazareth, Cana, Tabor, Acri, Mujeidel, Tiberiade, Tabgha e Cafarnao), ma anche da
Betlemme, Gerusalemme ed Ain Karem, si sono radunati il 9 dicembre presso il
Santuario delle Beatitudini per il secondo Capitolo Zonale di quest’anno, coordinato
dalla Segreteria Custodiale della Formazione Permanente. Terminata la preghiera
liturgica di lode, il Rev.mo Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa ha
introdotto il tema dell’incontro: La grazia delle nostre origini e la presenza francescana in Terra Santa. In comunione di intenti con l’Ordine e il suo cammino di
rifondazione, intrapreso per celebrare l’Ottavo Centenario dei Frati Minori, il Custode ha precisato il senso del raduno: “ripensare la nostra presenza e identità in
Terra Santa”, “tracciarne il punto della situazione”, analizzandola “in vista di una
più incisiva ed efficace risposta al carisma francescano”. In fedeltà alla volontà di
San Francesco, secondo cui “la regola e la vita dei frati minori è osservare il santo
Vangelo” (RB I,2), il Custode ha quindi richiamato l’attenzione dei convenuti sui due
passi della Sacra Scrittura (Lc 3,15-18 e Col 2,6-8; 3,1-3) che hanno dato il tono al
suo discorso. Partendo dal primo ha sottolineato l’aspetto fondamentale delle “aspettative del popolo” nei riguardi del Battista, se fosse lui o no il Messia atteso. Prima
ancora di confrontarsi sui progetti, sulle strategie, sui programmi o sulle costruzioni
in cantiere, è opportuno che ciascuno si ponga in confronto con la persona di Gesù,
fondi il suo essere “su” e “intorno” alla persona di Gesù. Se l’Ordine e la Custodia
appare talora in crisi - ha detto - è perché non ci si interroga abbastanza su “chi è per
me Gesù”. Costituisce, Lui, “il punto di riferimento e il senso” dell’agire, “la base
della fede operosa”? “Si avverte o meno nelle nostre case questo senso di attesa”?
Centrandosi su Gesù Cristo, l’essenziale e il fondamento del nostro essere, gli inevitabili problemi possono essere ridimensionati perché osservati con giusta distanza e
con speranza. Il metodo preferenziale e il senso delle nostre strategie, quando sono
costruite su Cristo - ha continuato - diventano “perdono, riconciliazione, pazienza,
ottimismo”. Prendendo spunto dal secondo brano ha poi esortato a “camminare e rimanere saldi nella fede che è il Cristo”. Il Signore Gesù è al tempo stesso “il criterio,
il modo e la strada”, è “l’orizzonte entro il quale il nostro parlare e il nostro agire
devono muoversi”. In questa prospettiva di “fede, fiducia, abbandono” le strategie o
dinamiche cambiano perché guardano con ottimismo alla meta ultima. L’obiettivo è
costituito “dalle cose di lassù” non da “quelle della terra”.
Quindi il Custode è passato ad illustrare i quesiti di cinque temi concreti attorno ai
quali, divisi in altrettanti gruppi di studio, i religiosi hanno poi discusso. 1) Le sfide
contingenti: quali sono le nostre testimonianze o risposte a fronte della realtà difficile e mutevole in cui viviamo? Quanto, nonostante la sua plurisecolare presenza,
la Custodia è realmente inculturata qui? Ebrei e Musulmani ci considerano “facenti
188
parti del paesaggio” di questa terra? Come è possibile mantenere viva la peculiare
“vocazione internazionale”, come si aspetta la Chiesa dalla Custodia? Come si deve
improntare la nostra relazione con la Chiesa locale? L’internazionalità e universalità
della nostra missione è incompatibile con l’inculturazione? 2) La crisi di personale:
considerando la drastica riduzione del personale nell’ultimo cinquantennio e l’età
media dei frati molto alta - che hanno già indotto la Custodia verso un processo di
ridimensionamento delle presenze (Montevideo, Casalotti per l’estate del 2006, Tiro
e Deir Mimas) -, in che misura la realtà del volontariato può risolvere queste gravi
carenze in certi settori? 3) Strutture di assistenza: le complesse opere di assistenza
della Custodia se, e in quale portata “soffocano” la libertà evangelica? È possibile
passare dall’assistenza alla condivisione? Si è capaci di essere “con” i poveri e non
soltanto “per” i poveri? 4) Le risorse: data la provenienza dei fondi amministrati
(per cui sono stati pensati l’audit generale e il convegno dei Commissari a novembre
del 2006), come migliorare la “macchina economica” della Custodia perché risulti
trasparente e rispondente ad un budget sostenibile? 5) Temi concreti: quali proposte
concrete per il Mouski e San Giuseppe in Egitto? Cosa fare dell’orfanotrofio femminile di Gerusalemme? Quali prospettive per l’edificazione di una nuova scuola
a Beit Hanina? Può essere considerata un’integrazione dei due istituti, maschile e
femminile, (da unificare) della città vecchia?
In un’ora di tempo i singoli gruppi di studio si sono interrogati vivacemente sulle
piste offerte. Terminato il confronto, la Messa al Santuario ha contribuito a rinsaldare
i legami fraterni ed è stata nuovamente occasione di riflessione, attraverso l’omelia
tenuta dal Custode, presidente della celebrazione. Riflettendo sulla Parola di Dio che
la liturgia del giorno proponeva, ha esortato a “camminare per le vie del Signore”
dove “Egli ci guida” e “cammina con noi” (prima lettura). Ha invitato, quindi, a saper riconoscere le opere di Dio e di Gesù Cristo, Sapienza incarnata (Vangelo), ed ha
incoraggiato a lavorare fiduciosi in questa strada perché è il Signore, quando siamo
uniti a Lui, “che fa riuscire ogni nostra opera” (Salmo).
Dopo il pranzo comune, cinque portavoce hanno fatto la sintesi dei lavori di gruppo. Il Custode ha in seguito analizzato e commentato brevemente tutte le risposte
significative, rispondendo anche alle richieste di chiarimenti emersi dalla partecipata
assemblea. Con la preghiera del Vespro ed i saluti, il Capitolo è stato sciolto. Nelle
espressioni di tutti, si leggeva la soddisfazione per quest’iniziativa che, augurandosi
che non rimanga isolata, ha certamente contribuito a migliorare il senso della comune appartenenza dei frati alla Custodia.
189
Valutazioni
la nostra identità francescana
di fronte alle sfide che affrontiamo
Siamo chiamati a riflettere sulla nostra identità oggi in Terra Santa, tenendo presenti le nostre radici e guardando con fiducia al futuro. Quali sono le sfide che
affrontiamo oggi noi frati minori in Terra Santa? Di fronte alle mutate condizioni socio-politiche della regione, e sorretti dall’esempio di San Francesco quando venne
in Oriente, quale atteggiamento concreto dobbiamo prendere di fronte ai problemi
emergenti del fondamentalismo religioso, del dialogo inter-religioso, dell’impegno
ecumenico, e dell’inculturazione? Quale relazione possiamo costruire con la religione islamica, e quale atteggiamento assumere di fronte al fondamentalismo islamico? Sarebbe opportuno che nelle scuole della Custodia ci fosse una sezione in cui
cristiani e musulmani possano studiare insieme elementi di conoscenza reciproca
umana, culturale e religiosa? Quale atteggiamento assumere di fronte al mondo
ebraico, con le sue note positive ma anche con i suoi elementi fondamentalisti? Che
tipo di relazioni possiamo costruire con la società odierna in Israele? Possiamo
ridurre il dialogo ecumenico soltanto alle questioni che riguardano lo status quo dei
luoghi santi? Come sviluppare questo dialogo in modo tale che vada oltre la difesa
dei nostri interessi legittimi nell’ambito dello Statu quo? Siamo presenti in Terra
Santa da quasi 800 anni: riteniamo che ci siamo inculturati abbastanza in questo
ambiente? Come possiamo diventare più consci della realtà sociale e culturale in
cui viviamo?
Risposte del Gruppo 1 - Giudea
Tutti i membri del gruppo si sono espressi liberamente sul questionario proposto.
Gli interventi sono stati sostanzialmente convergenti su questi punti:
* Viviamo in un paese di forti conflitti sul piano sia sociale-politico che religiosoconfessionale. Di qui le tante sfide da fronteggiare.
* Non deve preoccuparci quello che sono e che fanno gli altri, ma quello che siamo
e che facciamo noi come cristiani e frati minori. A noi, che abbiamo ricevuto di più,
“sarà richiesto molto di più” (Lc 12,48).
* Non si deve essere pessimisti. Tante cose buone già si sono fatte e si fanno in
campo caritativo, pastorale, culturale, scolastico… bisogna però andare avanti e intensificare e qualificare le nostre relazioni sia con gli Ebrei e i Musulmani, sia con le
altre confessioni cristiane. Cerchiamo, in particolare, di valorizzare meglio tutte le
possibilità d’incontro con gli Ebrei che visitano i nostri santuari.
* Se vogliamo dare un valido contributo al miglioramento delle varie situazioni
190
in campo ecumenico e interreligioso, dobbiamo avere il coraggio di fare noi i primi
passi prendendo buone iniziative, da preparare con la preghiera e lo studio. Il governo della Custodia veda di guidare e aiutare le singole comunità in questa direzione.
Il nostro impegno è indelegabile.
* Urge educarsi al dialogo rispettoso e fecondo prima all’interno delle nostre fraternità, poi all’esterno con tutti gli altri, nessuno escluso. Come cristiani e francescani siamo fratelli universali, capaci di accogliere ‘tutti’ e ‘tutto’ (Gv 12, 32).
* Occorre qualificare sempre più la nostra identità di frati minori sulle orme del
padre San Francesco, il santo del “buon esempio” più che delle buone parole, e sulle
orme di Gesù stesso che prima “fece e poi insegnò” (At 1,1)
* La cosa più importante, oggi e sempre, è fare bene la propria parte, il proprio
dovere, a livello sia personale che comunitario. Così ha fatto e insegnato San Francesco (cfr. FF 804). I doveri, per noi adulti, vengono prima dei diritti. Sappiamo che
il dovere cristiano, non il diritto romano, ha salvato il mondo (cfr. Rm 12. 21).
Nei cantieri della creazione e della redenzione, noi uomini siamo gregari, non protagonisti. Il mondo lo salva Dio, anche se lui richiede la nostra collaborazione (cfr.
Sal 60, 30s). “Un giorno non ci sarà chiesto se abbiamo fatto l’unione delle Chiese,
ma se abbiamo pregato e lavorato per questa unione”, disse una volta papa Giovanni
XXIII, terziario francescano – a proposito dell’impegno della Chiesa cattolica in
campo ecumenico.
fra Lino Cignelli ofm
Risposte del Gruppo 2 - Giudea
Sfide per noi Frati Minori in Terra Santa sono:
• l’autenticità della nostra vita e il coinvolgimento (solidarietà concreta) nei differenti ambienti di vita;
• la carta geografico-politica in mutamento: la Custodia come tale deve far sentire
la propria voce creando e coltivando relazioni anche di natura politica con le diverse
parti;
• come cattolici e francescani possiamo / dobbiamo svolgere un ruolo “mediatore”
tra cristiani, musulmani ed ebrei/israeliani (esperienze recenti in Europa e in Estremo Oriente dimostrano che questo è un ruolo che tutti ci riconoscono e che altre
entità ecclesiastiche non potrebbero svolgere); educare alla pace e, ora che la Custodia è impegnata anche con gli ebreo-cattolici, dobbiamo lavorare per far incontrare
ebreo-cristiani e arabo-cristiani (specie i giovani);
• la conservazione della presenza cristiana in Terra Santa con mezzi tradizionali e
forme nuove (per es. una Lega contro la diffamazione del cristianesimo);
• tenere in conto le “ferite” che abbiamo ricevuto (a Nazaret per la tentata costru191
zione della moschea; a Betlemme per occupazione e assedio), ma guardare anche ai
fatti positivi (singoli ebrei e musulmani aperti e di buona volontà; guide turistiche
israeliane rispettose del cristianesimo e dei nostri santuari e persino informate sulla
nostra vita; lavoro con i musulmani nelle scuole);
• la Chiesa in Terra Santa è “piccolo gregge” (ripete spesso Mons. M. Sabbah): noi
dobbiamo aiutare i nostri cristiani a prenderne atto, sentirci parte di tale “piccolezza”
e far cessare la mentalità che pensa alla Custodia come alla “banca” di beneficenza
dei cristiani;
• avere un progetto “per venti anni” (!); manchiamo di progettazione e tutto o quasi
viene lasciato al singolo (parroco, direttore di scuola, direttore di Casa Nova, guida
dei pellegrini ecc.); cosa vogliamo fare e con quali persone? a Gerusalemme e a
Betlemme abbiamo responsabilità uniche (nessun altro ente ecclesiastico, nemmeno
il Patriarcato Latino, ha tale carico; in passato la Custodia ha fatto fronte alle sfide
procurando case e lavoro per i cristiani, oggi la sfida a Gerusalemme è la droga che
miete vittime tra i cristiani e a Betlemme, per la prima volta nella storia separata
violentemente da Gerusalemme, il “muro” sfida anche noi);
• la pastorale sulla costa mediterranea: diffusione vertiginosa (ne scrivono anche
i giornali in inglese e in ebraico) della “New Age”, dell’occultismo e persino della
stregoneria e i traumi delle persone da ambedue le parti ferite dalle guerre e dagli
attentati;
• come vivere il conflitto? come persone e singole comunità alcuni siamo a contatto con gli israeliani, altri con arabi, ma come Custodia (siamo comunità!) come
viviamo il conflitto che lacera i popoli delle nostre regioni?
• dialogo inter-cattolico: noi frati siamo “forti”, ma vi sono anche gli altri (istituti,
individui) piccoli ma presenti e attivi; come ci comportiamo con loro?
• quanto agli atteggiamenti con i musulmani, tornare all’esempio di S. Francesco
e alla Regola: dialogo della vita curando i rapporti a livello personale (ciò che abbiamo, persino i santuari, li dobbiamo a questa forma di relazione; coltivare rapporti
“personali / individuali” con persone di cultura e con i capi politici; anche di recente
questa forma di dialogo ci ha aiutato a uscire da situazioni difficili…);
• la presenza antica di circa 800 anni è un “miracolo”: dobbiamo conoscere e imparare dalla nostra storia; cosa e come hanno fatto lungo i secoli i frati per resistere
e lavorare per il bene di tutti?
• lavorare per superare pregiudizi personali; non usare troppo facilmente il termine
“fondamentalismo”;
• è vero che lo Stato di Israele ci ignora o considera e tratta come irrilevante la
nostra presenza, ma cosa facciamo perché cessi questa situazione? dobbiamo fare
qualcosa come Custodia per non sentirci e non farci considerare solo “ospiti”;
192
• per andare oltre lo Statu Quo la sfida è costituita dai Greci-ortodossi che ci considerano nemici e ci vorrebbero “fuori” dalla basilica della Natività a Betlemme e
del S. Sepolcro a Gerusalemme; cogliere il momento di difficoltà che il Patriarcato
greco-ortodosso attraversa per dialogare, trattare sulle cose che ci stanno a cuore e
impostare migliori relazioni.
fra Claudio G. Bottini ofm
Risposte del Gruppo 3 - Galilea
Il nostro atteggiamento principale deve essere quello della mitezza. Dobbiamo
ricevere i pellegrini con amabilità, con solo i cristiani, ma tutti allo stesso modo:
cristiani, ebrei e musulmani.
C’è, tra i frati, una certa diffidenza, quasi una paura ad affrontare il dialogo con le
altre culture con le quali viviamo.
Un grande problema è costituito dalle lingue: si viene da un tempo nel quale, nella
formazione dei frati, non si è data importanza al dovere di studiare il greco, l’ebraico
e l’arabo.
Si deve cercare di insegnare/imparare altri mezzi di relazione per i frati che non
riescono a parlare l’arabo o l’ebraico: si porta l’esempio di frati che sono ancora
adesso ricordati per la loro accogliente amabilità verso tutti e che, pur non sapendo
parlare lingue diverse dalla propria, si sono fatti e sono stati veri testimoni con la
propria vita.
Il compito di ricevere i pellegrini deve essere di tutti, anche dei guardiani e dei
sacerdoti; è una responsabilità che non va lasciata ai soli sacrestani.
A volte ci sono dei frati con tanti anni di vita conventuale che non incoraggiano,
anzi, creano diffidenza, non solo verso i fratelli ebrei e musulmani, ma anche verso i
cristiani. Parlano solo dei difetti, dei problemi dello Statu Quo, delle difficoltà... Non
hanno mai parole di incoraggiamento. Questo a volte succede verso gli stessi frati
nuovi o in formazione che invece andrebbero animati, a cui andrebbero fatto conoscere le cose belle, per interessarli e entusiasmarli a questa terra e a questi popoli.
Non è bene mettere subito un frate, appena arriva in servizio alla Custodia, a cantare in latino al Santo Sepolcro. Bisogna prima di tutto dargli l’opportunità di conoscere la realtà dei nostri Santuari e conventi.
fra Rafael Sube ofm
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La nostra risposta francescana di fronte alla crisi di personale
Insieme con tutto l’Ordine stiamo affrontando il grave problema della diminuzione del numero dei frati e del conseguente invecchiamento della Custodia. D’altra
parte siamo sempre più pressati dalle crescenti esigenze del lavoro pastorale. La
Custodia ha già dovuto fare delle scelte dolorose di ridimensionamento (es. chiudendo qualche convento). Riteniamo che questa sia l’unica soluzione del problema?
Abbiamo altre opzioni per far fronte a questa emergenza? Come possiamo trasformare una crisi di personale in una opportunità per il nostro futuro? Come gestire
la nostra internazionalità come Custodia oggi alla luce delle mutate condizioni in
cui ci troviamo, con meno frati che provengono dai paesi Europei tradizionalmente
cattolici? Come guardiamo all’opzione del volontariato e alla collaborazione dei
laici al nostro lavoro? Concretamente, come possiamo essere aperti a condividere
la nostra presenza con altri organismi ecclesiali, con altri istituti di vita consacrata,
con movimenti laicali?
Risposte del gruppo - Giudea
Premessa
La crisi vocazionale non riguarda solo la Custodia, ma la Chiesa e l’Ordine. Ne deriva che come già accade dobbiamo attenderci un numero sempre più decrescente di
religiosi che vengono a prestare il loro servizio in Custodia. Questa situazione deve
cominciare a farci entrare nella mentalità della semi auto sufficienza.
Circa cinquanta anni fa la Custodia contava 520 frati. Ora siamo scesi sotto la soglia dei 300. In qualche modo dobbiamo integrare il numero mancante.
Possibili soluzioni.
A1. Non dobbiamo chiuderci all’aiuto che ci viene dalle Province francescane.
Bisogna continuare a difendere l’idea che la Custodia è una provincia
particolare dell’Ordine. Il suo rinnovamento passa attraverso la riscoperta
delle origini francescane, ma anche dello studio e dell’approfondimento della
Sacra Scittura.
A2. È opportuno conservarne l’internazionalità, anche se oggi, forse, è più
significativo parlare di universalità. Internazionalità fa pensare a una struttura
legata alla mentalità di religiosi di particolari nazioni. Universalità non
significa che dobbiamo essere presenti ovunque, ma che bisogna cominciare
a fare riferimento alle esperienze positive che possono portare religiosi che
vengono da paesi di tradizione non latino-europea.
194
A3. Continuare ad accogliere vocazioni da ogni parte del mondo, Egitto compreso.
La clausola che ce lo impediva è venuta meno. In particolare è stato chiesto
perché si è smesso di accogliere vocazioni dall’Iraq.
A4. Chiedersi quali sono gli impedimenti per cui alcuni religiosi non riescono
ad integrarsi nella vita della Custodia. Secondo alcuni c’è ancora una certa
chiusura verso le vocazioni di cultura non europea e non c’è un sufficiente
apprezzamento delle loro capacità?
A5. Conclusa l’esperienza del postulandato a Casalotti, pur sapendo che non esiste
una comunità perfetta, bisogna accogliere i giovani in ambienti in cui si possa
fare esperienza di spiritualità, di spirito di orazione, di fraternità, di impegno,
di autenticità francescana.
A6. Oltre alla formazione culturale e alla conoscenza della liturgia dei santuari,
i nostri giovani siano messi a contatto con altre attività della Custodia quali
le parrocchie, le scuole, l’assistenza spirituale dei pellegrini e quanto altro fa
parte delle attività della Custodia.
A7. Avere maggior spirito di accoglienza per le nuove vocazioni o i nuovi missionari.
Alcuni vengono da esperienze, culture, società diverse: si sentono spaesati.
Istituire la figura di un religioso che li accolga e li inserisca nell’ambiente
sociale, storico, geografico e culturale. Si può indicare loro alcuni corsi presso
lo STJ e presso lo SBF; invogliarli alla partecipazione alle escursioni, alla
visita di mostre e musei per conoscere meglio la Terra Santa.
A8. Per invogliare religiosi a venire in Terra Santa fare opera di informazione
nelle Province inviando il fascicolo la Presenza francescana in Terra Santa
e pubblicizzando sulle pubblicazioni francescane gli indirizzi dei siti della
Custodia.
A9. Forti dell’esperienza dell’Anno 2000, cercare di avere informazioni
preventive dei religiosi che desiderano venire in Terra Santa, per conoscerne
la disponibilità e i campi in cui possono essere inseriti al meglio.
Tuttavia per la mancanza di vocazioni non possiamo pensare di poter coprire tutte
le nostre attività con la sola presenza dei religiosi. Come indicato dal Concilio è
urgente inserire nelle nostre attività le capacità e le esperienze dei laici, siano essi
impiegati o laici. La loro moralità deve essere sicura.
Tra di loro distinguiamo due tipi: quelli che, per spirito umanitario desiderano rendere un servizio, e quelli, desiderosi di un’esperienza religiosa, associano al lavoro
lo spirito di devozione.
B1. I collaboratori che desiderano semplicemente dare una mano possono essere
accolti in strutture a sé stanti di modo che possono organizzare il loro tempo
libero.
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B2. I secondi possono vivere con i primi e in casi particolari in ambienti in
rapporto più stretto con la fraternità pur rispettando la distinzione dei ruoli e
delle identità. Abbiamo già alcuni esempi pratici in Custodia: Monte Tabor,
Deserto di San Giovanni, Romitaggio del Getsemani, Terra Sancta College.
B3. Aiutare i collaboratori a conoscere l’ambiente sociale, culturale e sociale in
cui vivono, pur sapendo che per essi non si può ripetere l’esperienza dei nuovi
missionari.
B4. Aiutare i religiosi a comprendere che i collaboratori non sono domestici invitati
a sostituirci nel nostro lavoro. Essi collaborano con noi perché possiamo
dedicare il tempo in impegni urgenti della nostra vita religiosa.
B5. Anni addietro fu pubblicato una specie di regolamento che indicava gli
impegni della Custodia e dei volontari. È opportuno riprenderlo e aggiornarlo
alle nuove esigenze. È utile per la buona comprensione tra religiosi e laici nel
reciproco rispetto.
La collaborazione con altri Istituti religiosi ed Enti è vista in modo positivo. Non
c’è stato tempo di parlare di questo aspetto. È un problema che va affrontato seriamente. Sono state poste solo alcune domande.
C1. Gli enti sapranno rispettare la visione religiosa o almeno morale del nostro
impegno con i più poveri e i bisognosi in genere?
C2. In un tempo di crisi vocazionale come possono gli Istituti religiosi prestare il
loro tempo ad altri, in questo caso alla Custodia?
C3. Non c’è il rischio che questi ultimi con il tempo si sostituiscano a noi? Non
potrebbe essere che essi si rendano disponibili in un primo momento in
previsione di metterci da parte? (Dobbiamo avere il candore delle colombe e
la prudenza dei serpenti. Siamo in un tempo di crisi e dove c’è il cadavere là si
radunano gli avvoltoi. Sappiamo che alcuni hanno gli occhi su alcune attività
della Custodia).
C4. In tempo di crisi è necessario pensare seriamente al nostro ridimensionamento
sia di luoghi che di attività. Le scelte devono essere fatte anche in conformità
al nostro carisma e non solo per convenienza.
C5. Il religioso che si sente parte integrante della Custodia forse può essere
maggiormente ferito dal fatto compiuto, più che dalla necessaria separazione
da alcune attività e luoghi. È necessario preparare psicologicamente i religiosi
alle scelte che vanno fatte. Li aiuterà a non fare considerazioni errate.
fra Vincenzo Ianniello ofm
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Risposte del Gruppo 2 - Galilea
Il calo di vocazioni, l’età dei frati in servizio, hanno creato e creano sempre di più
il problema della diminuzione del numero dei frati. Non è solo un problema della
Custodia, ma dell’Ordine in genere. In Custodia questa situazione pesa molto, e si
sente sempre più forte l’esigenza di migliorare il livello della formazione e anche
quello della mancanza di buoni formatori.
Il problema richiede tempo per essere risolto, e il progetto formativo va pensato
per durare un certo tempo. Si rileva un’eccessiva mobilità della sede del noviziato
(province italiane, Egitto, Ain Karem...).
La figura del Formatore: si sottolinea la necessità di una buona preparazione. Il
Formatore per poter aiutare i giovani deve conoscere bene il tempo in cui viviamo, e
saper rispondere alla loro esigenza di conoscere il Signore e di avere un riferimento
esemplare e sicuro.
Si avverte la sofferenza che provocano la chiusura di Case antiche o importanti, o
in luoghi storici: c’è la necessità di analizzare bene se sia giusto o meno chiudere le
Case, e perché si è giunti alla chiusura. Questo potrebbe aiutarci forse a non chiudere
altri Conventi?
Il Signore ha dato alla Custodia il carattere dell’internazionalità: questa ricchezza
ci fa conoscere meglio la fraternità che lega tutti gli uomini, i frati in particolare. La
testimonianza personale e la sollecitudine per le vocazioni sono indispensabili e impegnano ogni frate, di qualunque Paese e Nazione, a farsene carico, nell’attenzione
alle diverse, particolari situazioni.
È stato infine affrontato il tema dei Volontari: queste persone ci aiutano a svolgere
il nostro servizio e quindi è importante accogliere e suscitare il volontariato. Ma si
è anche detto che:
1. Va curata la loro preparazione prima che vengano in Custodia: devono conoscere prima la realtà della Custodia, la realtà sociale di questi paesi, la fisionomia dei
santuari, dei conventi, delle scuole.
2. La conoscenza delle diverse lingue, o di una lingua particolare può essere di
aiuto nel luogo in cui verranno inseriti
3. Devono essere avvertiti dei compiti che li attendono: cosa c’è da fare, la disponibilità ad affrontare lavori diversi
4. La Custodia non deve diventare un refugium peccatorum: valutare l’età e lo
stato di salute del volontario
5. Proporre, far maturare, accompagnare il senso del servizio volontario anche
nelle comunità cristiane locali in Terra Santa.
fra Feras Hejazin ofm
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Le nostre strutture e la nostra libertà evangelica: assistenza o solidarietà?
La Custodia ha una rete molto complessa di strutture che gravano sulla nostra
responsabilità. Queste strutture sono state fondate anche come mezzi di assistenza,
per mantenere viva la presenza cristiana in Terra Santa? Pensiamo che le nostre
strutture qualche volta soffocano la nostra libertà evangelica? Pur mantenendo le
strutture che la Chiesa ci affida, come possiamo intraprendere nuove forme di presenza e di testimonianza francescana? Individuare e suggerire queste nuove forme.
La Custodia offre una testimonianza di assistenza verso i cristiani e i poveri. Tuttavia, questo può portare a non pensare alla nostra personale responsabilità di essere
solidali con i poveri e non soltanto assisterli. Come possiamo essere solidali in modo
concreto dal punto di vista fraterno e personale?
Risposte del gruppo - Giudea
Base di partenza della discussione è stata la presa di coscienza che santuari-parrocchie e scuole fanno un tutt’uno per l’identità stessa della Custodia: custodire i
santuari e insieme tenere viva la presenza dei fedeli cristiani intorno ai santuari.
Si sottolinea l’importanza delle scuole come mezzo di formazione dei giovani e
di dialogo interreligioso. Il modello storico resta ancora il Terra Sancta College di
Gerusalemme nel quale fino al 1948 studiarono cristiani, musulmani ed ebrei.
In tale contesto, si fa notare l’importanza della preparazione specifica del Frate
Direttore che, demandando ad altri compiti di natura disciplinare o amministrativa,
si specializzi nell’essere la guida spirituale della scuola non solo dei giovani cristiani
ma anche di quelli musulmani (un bridge!).
Ricordando lo sforzo economico che la Custodia sta facendo per esempio a Tripoli
in Libano, quello auspicabile di una nuova moderna scuola a Gerusalemme, e quello
di più attualità che sta succedendo a Gerico con la collaborazione dell’Autorità Palestinese e l’aiuto economico dell’UNDP (fondi messi a disposizione dalle nazioni
europee con l’approvazione dell’Autorità), si parla della creazione dell’Associazione
di Terra Santa già nata a Roma e in procinto di essere riconosciuta come ONG anche
dal Ministero degli Esteri d’Italia, come mezzo di raccolta fondi messi a disposizione dalle organizzazioni internazionali. La difficoltà nel preparare i progetti da
presentare e nella stesura dei rendiconti richiesti, renderà necessaria l’apertura di un
ufficio apposito: questo può costituire un mezzo di formazione per i frati, aiutandoli
ad imparare la programmazione e la gestione, anche economica, dei progetti - seppure piccoli -.
Officine di San Salvatore. Se ne ricorda la storia come mezzo di formazione professionale per i giovani della parrocchia, ma insieme anche come formazione religiosa: quasi tutti gli operai erano Terziari Francescani e partecipavano alla vita
198
della comunità del convento. Sarebbe meglio chiuderle tutte, salvando in parte la
tipografia per motivi pratici e di sicurezza al servizio del Governo della Custodia,
lasciando attivo anche l’ufficio tecnico per la manutenzione ordinaria dei Santuari e
dei Conventi.
La formazione professionale nelle nostre scuole potrebbe essere continuata e limitata a piccoli Workshop (due, tre persone!) per il restauro dei libri, di opere d’arte, di
oggetti in legno ecc. per i quali si potrebbero trovare facilmente sussidi economici
tramite l’Associazione di Terra Santa. Si sottolinea la positività, per Gerusalemme,
dell’Istituto Magnificat, opera della Custodia come luogo dove studiano giovani e
meno di tutte le comunità della città.
Case per i cristiani: un’opera meritoria sempre più necessaria. Per evitare ingiustizie nell’assegnazione degli appartamenti e il pericolo dell’assistenzialismo, si vede
la necessità di un ufficio per la gestione, con regole approvate dalla Custodia.
Volontari. Si è parlato del loro ruolo come collaboratori della famiglia francescana.
Orfanotrofio femminile: si suggerisce di trovare un’alternativa più consona ai
tempi.
Casanove. Per evitare di diventare concorrenti agli alberghi o pensioni esistenti, si
ricorda di ritrovare la funzionalità più consona alle origini di questa istituzione a favore dei pellegrini: con priorità ai gruppi parrocchiali meno abbienti, ai giovani ecc.,
dimostrando più generosità che normalmente verrà ricambiata a favore delle opere
della Custodia. Le Case Nove non sono un’istituzione per fare soldi, ma per l’accoglienza dei pellegrini (che vengono per pregare e perciò per stare più vicini fisicamente ai santuari) e per far conoscere la Custodia di Terra Santa e le sue attività.
Economia dei Conventi e delle Scuole (valido anche per le Parrocchie): come già
disposto negli Statuti, il surplus delle offerte va versato nel conto della Custodia per
una ridistribuzione più equa tra tutti. Si ricorda un’altra norma degli Statuti che, nei
nostri Santuari, si limita la vendita alla guida e alle cartoline del Santuario.
fra Michele Piccirillo ofm
Risposte del Gruppo - Galilea
La discussione del gruppo, abbastanza vivace e partecipata, ha preso in esame alcuni aspetti concreti, talora frutto dell’esperienza personale dei componenti. Anzitutto ci si è domandati cosa s’intende per strutture. È stato notato che qualche volta non
sono quelle assistenziali - visto che esse sono sorte proprio per rispondere a precise
esigenze di evangelizzazione -, ma le strutture “burocratiche”, ad esempio lo Statu
quo, a ledere la libertà evangelica. Sopravvive, a quanto pare, uno Statu quo non
scritto, creato e mantenuto da chi persegue scopi ed obiettivi personalistici a danno
della libertà evangelica della fraternità.
199
Le strutture reali gestite dalla Custodia, invece, secondo un’analisi proposta, tentano di rispondere fattivamente alle seguenti missioni: 1) accoglienza dei pellegrini,
per i quali sono stati sviluppati i santuari, sono nate le Casanove e istituite le guide
per i pellegrinaggi (da potenziare e specializzare perché carenti rispetto al passato);
2) servizio alla Chiesa locale e agli immigrati, con le parrocchie e le opere caritative,
sociali ed educative annesse; 3) sostegno ed incremento della vita dei cristiani locali,
essenzialmente con le scuole, ma anche con le iniziative di assistenza, come le case
per i cristiani meno abbienti, le borse di studio, ecc.; 4) mantenimento, a nome della
Chiesa, della presenza cristiana sul territorio, con l’acquisizione, la manutenzione
e lo sviluppo dei luoghi santi; 5) informazione, divulgazione e ricerca scientifica,
tramite il lavoro dello SBF e le pubblicazioni.
Tuttavia le istanze alle quali le strutture hanno risposto, e generalmente ancora
rispondono, variano con i tempi, richiedendo adeguamenti e aggiornamenti continui.
Come esempio concreto sono state portate le officine artigianali di san Salvatore
che hanno assolto ad un compito ormai storicamente concluso, come pure gli orfanotrofi. Riguardo alle Casanove, è stata anche sottolineata l’importanza di uno stile
di servizio francescano, che oggi potrebbe fare la differenza nel caratterizzarne la
conduzione. Infatti, se erano sorte quando non esistevano alberghi, oggi non possono
reggere il passo alla concorrenza, che è in grado di offrire un servizio più moderno e
migliore, che risponda alle esigenze dei pellegrini, che nella maggioranza sono poco
più che turisti.
Ci si è inoltre interrogati se certe strutture (Casanove, tipografia, edizioni, scuole)
rispondano o meno ai requisiti legali dello Stato (assicurazioni, norme di sicurezza,
ecc.) e se, data l’oggettiva carenza di personale specializzato, nel prossimo futuro
si sarà in grado di mantenerle. Per questo, sono state sollevate alcune perplessità
circa l’effettiva necessità di imbarcarsi nell’onerosa impresa di costruire la nuova
scuola a Beit Hanina. L’esperienza recente di chiusura di Casalotti (sono stati portati
anche i casi di investimento per il Palace Hotel e il Terra Santa College), rileva la
grande necessità di agire con molta lungimiranza, quando ci si accinge a compiere
nuove grandi opere. In particolare, con una progettazione a lungo termine, appare
necessario preparare professionalmente fin d’ora i frati che ne dovrebbero/potrebbero assumere la conduzione. Ciò vale anche per il servizio alberghiero, tipografico,
editoriale, amministrativo, e così via.
Resta assodata, comunque, come è stato anche rilevato, l’efficacia dell’azione
educativa offerta dalle scuole francescane. Esse al presente costituiscono un campo
privilegiato di evangelizzazione, una “prima linea” missionaria che, assieme alle
parrocchie, permette di essere presenti nel tessuto sociale, come “lievito nella massa”. Sono state in proposito riportate alcune esperienze positive, messe in atto dalle
scuole, che favoriscono l’amicizia, il dialogo e la condivisione tra i futuri cittadini
200
cristiani e musulmani. Perciò si guarda positivamente ai progetti di ammodernamento e potenziamento degli istituti già esistenti, come quello di Nazareth, di Gerico,
ecc.
Le parrocchie, dal canto loro, oltre che per l’accrescimento della fede, rappresentano un’indispensabile occasione di verifica dei reali bisogni di intervento caritativo. I
parroci che conoscono capillarmente le comunità cristiane locali e ne possono “tastare il polso”, potrebbero farsi carico di indicare i campi d’emergenza su cui impostare
progetti di intervento coordinati dalla Custodia.
L’offerta di un lavoro, invece del poco educativo e deresponsabilizzante sussidio
economico, costituisce, a parere dei più, una via molto concreta di solidarietà. Ancora più importante delle case, per mantenere viva la presenza cristiana in Terra Santa,
ci sembra prioritario coscientizzare le comunità ecclesiali locali sulle proprie radici e
sul comune patrimonio storico cristiano. Non di rado si assiste infatti a cristiani che
non conoscono non solo la storia e l’importanza dei Luoghi santi, ma addirittura la
loro esistenza. Il discorso si fa più grave quando qualche frate preposto ad un dato
luogo ne conosce solo superficialmente il valore. Si è anche detto che il servizio
di accoglienza nei santuari non può ridursi semplicemente alla presenza - quando
c’è - di un “abito francescano”. In questo senso, le cappellanie servite dalle grandi
comunità potrebbero paradossalmente essere intese come una “struttura” vincolante
della libertà evangelica, quando il frate incaricato “con la messa che dice a quattro
suore addormentate” - testualmente - “ritiene di aver assolto a tutto il suo compito
quotidiano”.
Qualche parere è stato espresso in merito al Muski e a San Giuseppe in Egitto.
Quello che sembra importante è continuare la presenza francescana, compito che
non necessariamente deve essere garantito dalla Custodia, ma potrebbe essere a carico dell’Ordine o della Provincia locale.
fra Stefano De Luca ofm
La gestione delle nostre risorse in confronto
con la nostra scelta di minorità e povertà
La Custodia deve gestire delle risorse a favore dei suoi molteplici impegni di natura religiosa, pastorale, culturale, sociale, e assistenziale. Attualmente siamo diventati più consapevoli che, anche nel campo economico, abbiamo la responsabilità di
essere più professionali ed efficienti per far fronte alle nuove esigenze della vita in
un mondo globalizzato. Come possiamo renderci più trasparenti nella gestione del
denaro e delle risorse comunitarie e personali? Come arrivare a stabilire un budget annuo entro il quale organizzare tutta la vita economica della Custodia? Come
essere più consapevoli della nostra responsabilità individuale nella gestione delle
risorse che riceviamo dai nostri benefattori?
201
Risposte del gruppo - Giudea
Tutti i componenti del Gruppo hanno valutato positivamente l’incontro, giacché
pensano che tali incontri servono a prendere coscienza della realtà della Custodia
e delle responsabilità di ogni frate. È come un “Capitolo delle stuoie”. Sono anche
importanti per arricchire il nostro essere famiglia e fraternità, dove i fratelli parlano
tra di loro, e non sono degli estranei. Ciò aiuterà molto la convivenza tra i frati che
vivono in uno stesso convento e tra i diversi conventi che compongono la Custodia.
Sul tema della nostra riflessione, cioè l’aspetto economico, ecco i suggerimenti del
gruppo:
1. Elementi generali
1. È importante la formazione sulla missione e attività della Custodia per conoscere bene la realtà, anche quella economica. Vediamo l’importanza e la necessità
delle commissioni economiche della Custodia come mezzo per riflettere insieme sui
problemi, ma devono funzionare.
2. La formazione deve incominciare nel seminario: è importante che gli studenti
riescano a dare ragione di quello che ricevono e come lo spendono, anche se è poco:
“Chi è fedele nel poco…”. È importante anche coinvolgere gli studenti nei piccoli o
grandi lavori che si fanno, oppure nei cambiamenti.
3. Conoscere bene la realtà dove viviamo (inculturazione): come vive la gente (per
questo abbiamo analizzato nel nostro gruppo il problema delle case per i poveri e in
concreto quello di Betlemme), le norme del paese, la diversa situazione dei conventi.
4. È anche importante la formazione dei frati alla povertà: quanto si deve spendere,
quali cose sono utili alla fraternità e quali possono essere superflue.
5. E, infine, importante, educare i frati al lavoro per capire meglio quanto costa la
vita.
2. Trasparenza
Affinché ci sia la trasparenza nei nostri conti e nella nostra attività economica, ci
sono alcuni punti che devono essere ben chiari:
- come si ricevono i soldi e a cosa servono?
- come sono spesi?
- la Provvidenza come artefice della beneficenza (è grazie agli aiuti che riceviamo
che diamo agli altri; non sono soldi nostri).
È fondamentale la trasparenza personale, se vogliamo essere trasparenti nei nostri
impegni fraterni: deve essere ben chiaro quello che si riceve e quello che si spende.
Se non siamo trasparenti non possiamo predicare né esigere ai nostri collaboratori
di essere anch’essi trasparenti.
202
3. Preventivo e controllo nei conventi
I frati devono avere come priorità ed esigenza la responsabilità di rendere conto (i
conti mensili, annuali, ecc.).
È importante nella fraternità chiarire bene il tema della corresponsabilità: chi decide e come si devono fare i lavori? Quali cose sono necessarie per il convento e quali
sono superflue?
Cosa fare quanto si supera di molto il preventivo?
Preventivo a livello custodiale
Il preventivo è molto legato alla situazione concreta: come farlo nelle circostanze
attuali (intifada) se non si sa bene quante saranno le entrate? Come quantificare i
tanti aiuti che riceviamo dalla Provvidenza divina?
Come linea generale si può presentare un preventivo della Custodia facendo una
media degli ultimi anni, sapendo però che la Custodia non è autonoma e che deve
ricorrere ad altri enti ecclesiali e/o politici per coprire tutte le necessità.
In ogni caso pensiamo che è necessaria molta trasparenza.
Noi pensiamo che il preventivo è essenzialmente un tema da specialisti; i frati e i
conventi dovrebbero studiare i problemi più concreti.
fra Artemio Vítores ofm
Risposte del Gruppo - Galilea
La discussione sugli argomenti proposti è stata molto libera e fraterna. La maggioranza dei partecipanti ha sottolineato che nessuno dei frati della Custodia è preparato
per gestire l’economia con criteri scientifici. Si è discusso dell’amministrazione economica sottolineando che bisogna essere chiari e trasparenti nella compilazione dei
resoconti che si devono consegnare ogni mese all’economato. Prima di parlare del
budget dei conventi occorre che la Custodia pratichi questo tipo di gestione e costruisca una mentalità che serva da esempio. I conventi sono normalmente impegnate
nelle spese ordinarie, per quelle straordinarie si chiede sempre l’autorizzazione della
Custodia.
Nella gestione individuale delle risorse bisogna sempre ricordarsi che abbiamo
professato la povertà per il Regno dei cieli. Essere frati minori e missionari in Terra
Santa obbliga tutti a vivere la propria vocazione in forma autentica.
fra Antoni Szlachta ofm
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Temi concreti indicati dal Custode che toccano la vita della Custodia
Nel suo discorso il Padre Custode ha parlato di alcuni temi attuali che ci offrono
una sfida per trovare delle risposte concrete per il futuro prossimo. Cerchiamo di
affrontarli, dando i nostri suggerimenti o proposte in merito.
Risposte del gruppo - Giudea
I temi concreti indicati dal Padre Custode che toccano la vita della Custodia sono
tre: la presenza della custodia in Egitto - l’orfanotrofio femminile - le due scuole che
si trovano nella città vecchia di Gerusalemme.
All’inizio dell’incontro di gruppo ci siamo presentati fraternamente a vicenda,
quindi fra Noel Muscat ha presentato i punti essenziali per la riflessione.
1. La questione della parrocchia di S. Giuseppe al Cairo e il convento del Muski
(Egitto).
Tutti noi sappiamo che la Curia Generalizia ha chiesto alla Custodia di consegnare la parrocchia di San Giuseppe del Cairo alla Provincia Egiziana della Sacra
Famiglia. Alcuni frati hanno descritto la loro esperienza positiva, vissuta in Egitto.
Dato che oggi abbiamo la facoltà di accogliere vocazioni dall’Egitto, alcuni frati
ritengono che la presenza della Custodia a San Giuseppe possa fare da tramite per la
promozione vocazionale mantenendo la struttura con l’aiuto dei frati d’Egitto. Altri
hanno posto l’accento sulla priorità della presenza francescana in Terre Santa, dato
la carenza di frati. Intanto, la parrocchia deve essere sostenuta da qualcuno, e non
può essere trascurata.
La struttura del convento-parrocchia del Muski è in uno stato mediocre e si trova
in un quartiere disgraziato. Abbiamo un grande patrimonio culturale che versa in
cattive condizioni e quindi deve essere rimesso nell’ordine dovuto. Una soluzione
sarebbe quella di puntare sulla buona volontà di qualche frate dotto che si faccia carico della biblioteca curandola e conservandola; e in grado di seguire chi è interessato
alla ricerca scientifica. Con l’aiuto di personale competente, si potrebbe rimettere in
vigore la biblioteca, certamente senza rinnegare quello che hanno fatto e fanno i frati
attuali. La collaborazione delle due entità francescane (Custodia e Egitto) è molto
importante, soprattutto se questo avviene con impegno e con una decisa responsabilità della missione affidataci dalla Chiesa.
2. L’orfanotrofio femminile di via di San Francesco.
La maggioranza è concorde per la chiusura dell’orfanotrofio: le bambine sono poche per una struttura così grande che risulta non essere in regola con le leggi sociali
del paese; le bambine sono di Betlemme e un giorno o l’altro dovranno trasferirsi
nei territori palestinesi. In alternativa, sembra più giusto esaminare la possibilità di
costituire una Casa Famiglia, per esempio nel West Bank, con criteri più moderni.
Proposte concrete per il riutilizzo dei locali: un centro di cura per i tossicodipendenti (è un’esigenza ricuperare la gioventù della città vecchia: sono i lebbrosi di
204
oggi); un centro parrocchiale di svago per i giovani; una casa per i volontari della
Custodia; un espansione per la Casa Nova...
3. Le scuole di Gerualemme.
Le due scuole che si trovano nella città vecchia di Gerusalemme, e il cui funzionamento non corrisponde alle attuali esigenze di formazione. Si dovrebbero migliorare
le strutture. Si valuta la proposta del Custode di costruire una scuola più grande a
Beth Hanina dato che in città cecchia, non c’è nessuna possibilità di espansione e di
adeguamento con quanto richiesto dalle leggi scolastiche vigenti in Israele. Tuttavia,
non sembra opportuno, per il momento, trasferire le scuole perché tutti gli alunni vivono dentro le mura. Inoltre, non si deve perdere la nostra presenza scolastica cristiana in città vecchia lasciando il monopolio ai musulmani. Non dobbiamo rinunciare
ad una presenza cristiana qualificata vicino ai santuari.
fra Haroutiun Simonian ofm
Risposte del Gruppo - Galilea
1) La nostra presenza in Egitto: la mancanza di personale a San Giuseppe e al
Mousky è un dato di fatto, e non si vede come si possa risolvere il problema a breve
scadenza.
Non si trovano frati disponibili per andare in Egitto: tra le varie ragioni si sottolinea la mentalità di chiusura, e l’isolamento in cui si trovano le due case rispetto al
resto della Custodia. È da lodare lo stile austero di vita dei frati, specialmente nel
caso del Centro del Mousky, come la loro dedizione completa alla ricerca scientifica,
all’aiuto degli studiosi, all’apostolato parrocchiale, e ad un regime di vita semplice e
povero. Ma trovare frati disposti a fare questo spontaneamente non è facile.
Se però è desiderio dell’Ordine di affidare San Giuseppe alla Provincia di Egitto, si
può lasciare là una sola fraternità della Custodia? I frati del Mousky si troverebbero
totalmente isolati. Tenere le due case sarebbe la soluzione migliore.
Una diversa soluzione potrebbe essere quella di chiedere alla Provincia di Egitto di
mandare alcuni frati per il lavoro pastorale, anche nella chiesa del Mousky. Questo è
importante per la sopravvivenza delle nostre fraternità.
Un’altra proposta è quella di offrire il Mousky all’Ordine come Centro internazionale di studio e dialogo per tutte le Chiese Cristiane d’Oriente. Questo significa che
la Custodia dovrebbe cedere il Mousky all’Ordine. Ma sarebbe pronto l’Ordine ad
assumere una tale responsabilità? Si potrebbe anche chiedere al governo dell’Ordine
di incoraggiare frati di altre province affinché vengano come studiosi e ricercatori
al Mousky, se davvero si ritiene che questo Centro sia importante per la presenza
francescana in Egitto. Non è giusto che la responsabilità del Mousky sia solo della
Custodia, senza un concreto interessamento dell’Ordine.
2) L’Orfanatrofio Femminile di Gerusalemme: La Custodia non ha personale specializzato per gestire istituzioni di natura assistenziale - sociale. Il gruppo è d’accordo che l’Orfanatrofio, come è adesso, non può durare.
205
Si ipotizzano proposte sull’uso degli edifici:
- lasciare l’edificio a disposizione delle Suore
- farne un Centro di animazione vocazionale della Custodia
- o un Centro per ritiri e accoglienza di gruppi giovanili
- o un Centro di dialogo inter-religioso (ma si è detto che c’è già Terra Santa College)
- o un Centro parrocchiale per San Salvatore…
3) Scuole di Gerusalemme: le scuole devono essere miste; non è più il tempo di
scuole separate per maschi e femmine.
Le scuole esistenti non hanno gli spazi necessari per attività e giochi, che fanno
parte integrale del curriculum scolastico.
La nostra presenza in Città vecchia è fondamentale. La presenza della scuola elementare è una garanzia perché le famiglie cristiane rimangano in città, anche se si
rilevva che i Latini in Gerusalemme vecchia sono pochi. La maggioranza delle famiglie si è spostata a Beit Hanina. Ma anche se si costruisce una scuola nuova a Beit
Hanina, la scuola elementare in Gerusalemme è da mantenere.
Il numero degli alunni è limitato: complessivamente le due scuole non hanno più di
600 alunni. Perciò si chiede: c’è una vera esigenza di costruire una nuova scuola dato
che altre congregazioni religiose già gestiscono scuole a Beit Hanina?
Tuttavia, c’è da dire che le nostre scuole offrono un servizio importante ai Cristiani. Sono scuole che costano meno di quelle degli altri religiosi, e sono principalmente orientate ad alunni che provengono da famiglie cristiane.
Un partecipante ribadisce che la Custodia non deve mai chiudere le scuole. Sono
il suo servizio più prezioso a favore dell’inculturazione e del dialogo con popoli e
religioni in questa terra.
Il gruppo ha anche discusso la scuola di Nazareth. La maggioranza delle scuole
della Custodia non sono qualificate dal punto di vista delle strutture e del personale.
La scuola non è soltanto orientata all’istruzione, ma verso tutte le attività didattiche.
Per questo motivo è importante che le scuole non facciano più parte dei nostri conventi, perché recano disturbo alla vita dei frati; spesse volte non sono sufficientemente ampie (ci vogliono locali per professori, ambienti per pasti, ecc). Ristrutturare
vecchi ambienti costa di più di costruirne di nuovi.
Si è proposto di creare un ufficio centrale per tutte le scuole della Custodia per
meglio coordinare il lavoro, e organizzare le spese.
Infine la Custodia dovrebbe utilizzare al più presto i terreni rimasti vuoti, e perciò
la costruzione di una nuova scuola, così come la costruzione di abitazione, è un servizio sociale altamente qualificato.
fra Noel Muscat ofm
206
Giubilei 2005
25 anni di Vita religiosa
Fra Jerzy Kraj30.09.1980
50 anni di Vita religiosa
Fra Fabian Adkins
Fra Aloysius Gonzaga Florio Fra Kieran Malone
Fra Taddaüs Rawert-Messing
60 anni di Vita religiosa
Fra Giorgio Colombini
70 anni di Vita religiosa
Fra Vianney Delalande Fra Nicola Gaeta Fra Pacifico Gori
Fra Simone Arnaldi
25 anni di sacerdozio
Fra Nello Casalini
Fra Maurice Dignard
Fra Jack Karam
50 anni di sacerdozio
Fra Lino Cignelli Fra Xavier Geiser
Fra Edward James Dillon
60 anni di sacerdozio
Fra Claudio Baratto
Fra Pasquale Castellana
Fra Anthony Foley
18.02.1955
16.08.1955
16.08.1955
12.09.1955
02.02.1945
18.09.1935
30.09.1935
17.09.1935
07.08.1935
21.12.1980
28.06.1980
28.06.1980
17.07.1955
09.06.1955
09.06.1955
29.06.1945
08.07.1945
08.07.1945
207
Giovanni Paolo II, in memoriam –
Benedetto XV
Patriarcato latino
Au clergé, aux religieuses et religieux de Terre Sainte, et à tous nos fidèles,
Suite à la dernière hospitalisation de Sa Sainteté le Pape Jean-Paul II, nous demandons à tous nos curés, religieux et religieuses, et fidèles de participer à la prière
de toute l’Eglise catholique en ces jours pour le Saint-Père et pour L’Église. La
messe du dimanche prochain, 3ème dimanche de carême, sera offerte en particulier à
cette intention. Nous sommes invités à vivre ce moment de communion avec toute
l’Eglise spécialement ici à Jérusalem, nous qui sommes proches des Lieux de la
Rédemption. Priez et faites prier à cette intention. Que la Vierge Marie guide notre
prière et jette son regard bienveillant sur notre Saint-Père le Pape Jean Paul II et sur
toute l’Eglise.
+ Michel Sabbah, Patriarche
Custodia di Terra Santa
Rivolgere il pensiero al Santo Padre è abitudine consolidata dei padri francescani
della Custodia di Terra Santa: la loro Via Crucis, che si celebra ogni venerdì dell’anno coinvolgendo i cristiani locali e i pellegrini, termina con le preghiere “secondo
le intenzioni del Papa”. Questa preghiera si fa più intensa nei momenti in cui la sua
salute preoccupa i cristiani e gli uomini di buona volontà di tutto il mondo. In preparazione alla Pasqua, oltre alla Via Crucis, agli ingressi solenni e alle veglie di preghiera del sabato sera nella Basilica del Santo Sepolcro, ci sono le pellegrinazioni,
momenti di preghiera e celebrazione Eucaristica che - nei vari Santuari dell’area di
Gerusalemme - costituiscono il qui di ogni tappa importante della passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Le riflessioni che accompagnano questo pellegrinare sono,
in quest’anno dedicato all’Eucaristia, particolarmente impregnate della parola del
Papa: a lui va la riconoscenza per averci voluto ricordare la meraviglia e lo stupore
che deve animarci davanti al Dono eucaristico. In questa Quaresima, cosi segnata dal
pensiero della sua sofferenza fisica, è gesto spontaneo e affettuoso che ogni pellegrinazione e celebrazione quaresimale termini con una preghiera per il Papa.
208
Preghiere speciali e gesti di amicizia interreligiosa
per il Santo Padre, autentico costruttore di ponti
Affetto e sollecitudine da parte di cristiani, ebrei e musulmani giungono al Santo
Padre dalla Terrasanta: lo ha detto all’Agenzia Fides fra Pierbattista Pizzaballa ofm,
guida della Custodia francescana di Terrasanta a Gerusalemme.
“I cristiani di Terrasanta - riferisce a Fides il padre Custode - sono uniti in questo
momento con tutta la Chiesa universale nella preghiera intensa per il Santo Padre,
perché il Signore lo conservi in salute e gli dia forza. In questa preghiera non vi sono
solo i fedeli cattolici, ma i cristiani di tutte le confessioni. Il Patriarca Greco Ortodosso di Gerusalemme Ireneos mi ha assicurato la preghiera della sua comunità, interessandosi delle condizioni del Santo Padre, e mostrando affetto e sollecitudine”.
Padre Pizzaballa racconta che ‘la comunità cattolica di Terrasanta in Quaresima
celebra il rito delle Peregrinazioni antica pratica di preghiera nei diversi luoghi della
Passione di Gesù. Quest’anno abbiamo dedicato questa esperienza alla preghiera per
la Chiesa e in particolare per il Papa. Siamo uniti a lui spiritualmente in questo tempo
di Quaresima”.
Nel colloquio con Fide il Custode sottolinea: In Terrasanta il Papa è considerato
da tutti come autentico costruttore di ponti uomo del dialogo e dell’incontro. Tutti
ricordano ancora con commozione il suo pellegrinaggio alle radici della fede, denso
di gesti significativi, di apertura verso tutti i credenti, testimonianza della sua volontà
di pace e riconciliazione per il conflitto di Terrasanta. Oggi la comunità ebraica e
quella islamica prestano molta attenzione e guardano con benevolenza alla figura del
Santo Padre. Ieri il rabbino David Rosen ha manifestato pubblicamente la sua simpatia e i migliori auspici per la salute del Papa. Anche la comunità islamica di Galilea
ha espresso ai cristiani del luogo solidarietà e vicinanza nella preghiera per il Papa.
Sono piccoli gesti di dialogo e amicizia che mostrano come Giovanni Paolo II, anche nella sua sofferenza, sia sempre un uomo che riesce a unire, a costruire ponti”.
(PA) Agenzia Fides 4/3/2005
San Salvatore prega per il Papa defunto
Gerusalemme - la città del mistero pasquale, dove il Figlio di Dio nella sua morte e
risurrezione ha redento il mondo e ogni uomo di tutti i tempi – prega e ringrazia Dio
per il lungo Pontificato di Karol Wojtyla, il papa Giovanni Paolo II.
Il 2 aprile 2005, la sera della vigilia della Domenica in albis, l’ottavo giorno della
Pasqua, il Santo Padre ha compiuto il suo “beato Transito”, è nato per il cielo ed è
entrato nella Pasqua eterna del Signore Risorto.
Dal campanile della chiesa parrocchiale di San Salvatore ad ogni ora, le campane
con il tocco da morto, invitavano tutti ad un silenzioso ossequio alla sua memoria.
209
L’immagine di Giovanni Paolo II con il nastro nero in segno di lutto è stata esposta
nella chiesa accanto all’immagine di Gesù Misericordioso. Il Papa infatti, dopo la
canonizzazione di santa Faustina Kowalska nel 2000, la mistica di Cracovia, ha istituito la seconda domenica di Pasqua come Domenica della Misericordia. La solenne
Eucaristia è stata presieduta dal Nunzio Apostolico, S.E. Pietro Sambi, che nella
omelia ha parlato della persona del Papa come un Apostolo di Amore e di Misericordia di Dio. Più di 30 sacerdoti hanno concelebrato la Santa Messa e un gruppo
numeroso di suore e fedeli hanno partecipato a questo sacramento memoriale della
morte e risurrezione del Signore Gesù. Tutti, con commozione e amore di figli, hanno salutato il Papa che ha tanto amato questa Terra Santa e i suoi abitanti che anelano
a una pace giusta e stabile.
La sua memoria sia in benedizione.
Elezione di Papa Benedetto XVI
Gerusalemme, martedì 19 aprile 2005
Prot. B-0210/05
A tutti i religiosi della Terra Santa
------------------------------------------
Carissimi Confratelli,
Habemus Papam!
Oggi, martedì 19 aprile 2005, la Chiesa esulta per l’elezione alla Cattedra di San
Pietro di Sua Eminenza Reverendissima Joseph Ratzinger che prende il nome di
Papa Benedetto XVI.
La nostra gioia di questo momento si unisce a quella di tutti i cristiani e di tutti gli
uomini di buona volontà e diventa ringraziamento a Dio, fattosi uomo in Gesù di
Nazareth, che oggi ci dona il 265 successore dell’Apostolo Pietro di Cafarnao a cui
ha affidato la Sua Chiesa.
Da questa Terra Santa eleviamo a Dio la nostra devota preghiera perché il neoeletto Pontefice possa condurre la barca della Chiesa nella docile accoglienza del
soffio dello Spirito.
Fraternamente.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
mo
210
Messa di azione di Grazie al Santo Sepolcro
Invito agli Ordinari Cattolici
Prot. B-0219/05
S.B. il Patriarca Michel Sabbah
Loro Eccellenze Reverendissime
Mons. Pietro Sambi, Delegato Apostolico,
Mons. Georges Haddad
Mons. Boutros Mouallem
Mons. Paul Nabil Sayyah
Mons. Sélim Sayegh
Mons. Kamal Bathish
Mons. Boulos Giacinto Marcuzzo
Mons. Jean-Baptiste Gourion, osb
Mons. Boutros Melki
Mons. Kevork Khazzoumian
Archimandrita Mtanios Haddad
M.R.P. Pierbattista Pizzaballa, ofm
R.P. Paul Collin
Loro Sedi
---------------------------------------------
Gerusalemme, mercoledì 19 aprile 2005
Eccellenza Reverendissima,
insieme a tutti cristiani partecipiamo alla gioia per l’elezione del Cardinale Joseph Ratzinger a Papa Benedetto XVI: il breve spazio di tempo che ci separa dalla
commozione per la morte di Papa Giovanni Paolo II, ci stimola a riprendere con
rinnovato impegno il cammino di testimonianza in questa Terra Santa.
La invito a voler prendere parte
alla Solenne Eucaristia di azione di grazie per il neo-eletto Pontefice
che sarà presieduta da S.B. Mons Michel Sabbah,
Patriarca latino di Gerusalemme
venerdì 22 aprile 2005, alle ore 10.30 nella basilica della Risurrezione.
Su richiesta imperativa delle Comunità orientali presenti al Santo Sepolcro e secondo lo Statu Quo, si può concelebrare rivestiti dei soli paramenti latini. Gli Ordinari sono perciò pregati di comunicare in segreteria custodiale se assisteranno alla
Santa Messa con i propri abiti talari oppure se desiderano concelebrare.
211
Ci si ritroverà direttamente al Santo Sepolcro alle ore 10.15 oppure in Patriarcato
Latino da dove inizierà, alle ore 10.15, la Solenne Processione verso il Santo
Sepolcro.
Fraternamente,
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Invito dei Patriarchi non cattolici
Prot. B-0211/05
His Beatitude Ireneos I
Greek Orthodox Patriarch, Greek Orthodox Patriarchate of Jerusalem.
----------------------------------------------------
Jerusalem, Wednesday, 20 April 2005
Prot. B-0212/05
His Beatitude
Archbishop Torkom Manoogian
Armenian Patriarch,
Armenian Patriarchate of Jerusalem
--------------------------------------------
Your Beatitude,
It is with great joy that we announce to Your Beatitude the election of His Eminence Joseph Ratzinger, Archbishop Emeritus of Munich and Freising, dean of the
College of Cardinals, as new Bishop of Rome, with the name of Benedictus XVI.
We firmly believe that His Holiness will follow the footsteps of His Predecessors,
who opened a new era in the Church, marked by their striving in favour of international justice and of the unity of the Christian Church. We are confident that he will
carry on the work already begun.
On the occasion of accession of His Holiness Benedictus XVI to the Papal See,
H.B. Mgr Michel Sabbah, Latin Patriarch of Jerusalem, will officiate at the Pontifical Mass in the Church of the Holy Sepulchre, on Friday, the 22 of April 2005 at
10.30 a.m.
This celebration will take place according to the Status Quo.
I take the opportunity to express to Your Beatitude our sincere respects and brotherly love in Christ.
Your Beatitude’s most respectfully
Fr. Pierbattista Pizzaballa ofm
Custos of the Holy Land
Fr. Stéphane Milovitch ofm
General Secretary of the Custody
nd
212
Avviso generale
Prot. B-0220/05
Gerusalemme, mercoledì 19 aprile 2005
A tutti i frati e fedeli delle nostre comunità
-------------------------------------------------Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
insieme a tutti cristiani partecipiamo alla gioia per l’elezione del Cardinale Joseph Ratzinger a Papa Benedetto XVI: il breve spazio di tempo che ci separa dalla
commozione per la morte di Papa Giovanni Paolo II, ci stimola a riprendere con
rinnovato impegno il cammino di testimonianza in questa Terra Santa.
* Tutti i fedeli sono invitati a partecipare alla Solenne Eucaristia di azione di grazie
per il neo-eletto Pontefice che sarà presieduta al Santo Sepolcro da S.B. Mons Michel
Sabbah, Patriarca latino di Gerusalemme venerdì 22 aprile 2005, alle ore 10.30.
* Inoltre, il Rev.mo Padre Custode e il parroco di Gerusalemme invitano le comunità religiose e i fedeli a partecipare alla Messa Solenne che verrà celebrata nella
Chiesa Parrocchiale di San Salvatore - domenica 24 aprile 2005 alle ore 9.00.
Fraternamente.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Celebrazione al Sepolcro
Venerdì 22 aprile, alle ore 10,30, la comunità cristiana di Gerusalemme si è riunita
al Santo Sepolcro attorno ai suoi Pastori per celebrare un’eucaristia di ringraziamento per l’elezione di papa Benedetto XVI. L’assemblea degli Ordinari di Terra Santa
era presente al completo con il Patriarca Latino, che ha presieduto la celebrazione, e
il Custode dei Luoghi Santi. Numerose delegazioni delle chiese ortodosse, armena,
siriana, copta, ed etiope hanno assistito alla liturgia. Così pure hanno partecipato i
consoli generali delle nazioni cristiane. Il Nunzio apostolico, Mons. Pietro Sambi,
pronunciando l’omelia ha ricordato quali sono le priorità del nuovo pontefice.
L’Ufficio liturgico della Custodia ha curato la pubblicazione di un libretto (come
aveva già fatto in occasione della messa in memoria del defunto papa Giovanni Paolo II) che conteneva le letture e i canti della messa in sette differenti lingue, favorendo così la partecipazione di ognuno.
Dio che nel suo disegno saggio ha edificato la sua Chiesa sulla roccia di Pietro
guarderà e sosterrà il Papa Benedetto nella sua missione di fondamento dell’unità
nella fede e della comunione nella carità.
213
Omelia della Celebrazione
Omelia di Sua Eccellenza Mons Pietro Sambi, Nunzio e Delegato Apostolico durante la messa di azione di grazie concelebrata al Santo Sepolcro per l’elezione di
S.S. Benedetto XVI il 22 aprile 2005.
“In the joy of the resurrected Lord, trustful of his permanent help, we go ahead,
sure that God will help. And Mary, his most beloved Mother, stands on our side”.
With these words the new Pope, His Holiness Benedict XVI, “a simple, humble
worker in God’s vineyard”, presented himself to the faithful of Rome, to the Church
and to humanity.
He added: “I am consoled by the fact that the Lord knows how to work and how to
act, even with insufficient tools. I especially trust in your prayers”.
For this, the Mother Church of Jerusalem is gathered this morning in prayer in
front of the empty tomb of the Risen Lord.
We thank God for giving his Church a new Pope: “Oh Lord, you are the eternal
shepherd who never leaves his flock untended, but leads it throughout time, under the
guidance of those whom you have chosen as vicars of your Son and made pastors”.
We invoke the Holy Spirit on him: “Give Him the Spirit of wisdom and understanding, the spirit of right judgment and courage, the spirit of knowledge and reverence.
Fill him with the spirit of wonder and awe in your presence”… look upon our Pope
Benedict, by you constituted successor of Peter and grant him to be before your
people a lasting and visible source and foundation of the unity both of faith and of
communion”.
Benedict XVI had always a great devotion and admiration for St. Benedict of Norcia, the father of monasticism in Europe and of the European Christian Civilization.
Speaking about him, sometime before becoming Pope, he said: “We need peoples,
whose intelligence is enlighten by the light of God and to whom God has open the
heart, so that their intelligence can speak to the intelligence of the others, and their
heart can open the heart of the others”.
The new Pope expressed his will to be in line with Pope John Paul II when saying:
“It seems I can feel his strong hand squeezing mine; I seem to see his smiling eyes
and listen to his words, addressed to me especially at this moment: Do not be afraid!
He leaves us a Church that is more courageous, free, younger. A Church that, according to this teaching and example, looks with serenity to the past and is not afraid
of the future!”
Since the first hours of his Pontificate, Benedict XVI made a strong profession of
faith in Jesus Christ: “It is to Christ in the first place that I renew my total and trustworthy adhesion: In te, Domine, speravi: non confundar in æternum”.
I have been thinking in these hours about what happened in the region of Caesarea
214
of Philippi two thousand years ago: I seem to hear the word of Peter: ‘You are Christ,
the Son of the living God,’ and the solemn affirmation of the Lord: ‘You are Peter
and on this rock I will build my Church…I will give you the keys of the kingdom of
heaven’.
“You are Christ! You are Peter! It seems I am living this very Gospel scene; I, the
Successor of Peter, repeat with trepidation the anxious words of the fisherman from
Galilee and I listen again with intimate emotion to the reassuring promise of the divine Master. If the weight of the responsibility that now lies on my poor shoulders is
enormous the divine power on which I can count is surely immeasurable: ‘You are
Peter and on this rock I will build my Church’ Electing me as the Bishop of Rome,
the Lord wanted me as his Vicar, he wished me to be the ‘rock’ upon which everyone
may rest with confidence. The Successor of Peter, repeat with trepidation the anxious
words of the fisherman from Galilee and I listen again with intimate emotion to the
reassuring promise of the divine Master enormous,. I ask him to make up for the
poverty of my strength, that I may be a courageous and faithful pastor of His flock,
always docile to the inspirations of His Spirit.
The new Pope will be guided in his mission by the teaching of the Council Vatican
II:
“I too as I start in the service that is proper to the Successor of Peter, wish to affirm with force my decided will to pursue the commitment to enact Vatican Council
II, in the wake of my predecessors and in faithful continuity with the millennia-old
tradition of the Church. Precisely this year is the 40 anniversary of the conclusion of
this conciliar assembly (December 8, 1965). With the passing of time, the conciliar
documents have not lost their timeliness; their teachings have shown themselves to
be especially pertinent to the new exigencies of the Church and the present globalized society”.
Benedict XVI considers particularly meaningful the fact that he has been elected
in the year dedicated to the Eucharist.
“How can I not see in this providential coincidence an element that must mark the
ministry to which I have been called? The Eucharist, the heart of Christian life and
the source of the evangelising mission of the Church, cannot but be the permanent
centre and the source of the petrine service entrusted to me.
The Eucharist makes the Risen Christ constantly present; Christ Who continues
to give Himself to us, calling us to participate in the banquet of His Body and His
Blood. From this full communion with Him comes every other element of the life of
the Church, in the first place the communion among the faithful, the commitment to
proclaim and give witness to the Gospel, the ardour of charity towards all, especially
towards the poor and the smallest.
th
215
In this year, therefore, the Solemnity of Corpus Christ must be celebrated in a particularly special way. The Eucharist will be at the centre, in August, of World Youth Day in Cologne and in October, of ordinary Assembly of the Synod of Bishops
which will take place on the theme “The Eucharist, Source and Summit of the Life
and Mission of the Church.” I ask everyone to intensify in coming months love and
devotion to the Eucharistic Jesus and to express in courageous and clear way the
real presence of the Lord, above all through the solemnity and the correctness of the
celebrations.
I ask this in a special way of priests, about whom I am thinking in this moment
with great affection. The priestly ministry was born in the Cenacle, together with the
Eucharist as my venerated predecessor John Paul II underlined so many times. ‘The
priestly life must have in a special way a ‘Eucharistic form ‘, he wrote in his last
Letter for Holy Thursday. The devout daily celebration of Holy Mass, the centre of
the life and mission of every priest, contributes to this end.
Nourished and sustained by the Eucharist, Catholics cannot but feel stimulated to
tend towards that full unity for which Christ hoped in the Cenacle. Peter’s Successor
knows that he must take on this supreme desire of the Divine Master in particularly special way. To Him, indeed, has been entrusted the duty of strengthening his
brethren.”
The reconstitution of the full and visible unity of all Christ’s followers is felt by the
new Pope as one of his most important duties:
“Thus, in full awareness and at the beginning of this ministry in the Church of
Rome that Peter bathed with his blood, the current Successor assumes as his primary
commitment that of working tirelessly towards the reconstitution of the full and
visible unity of all Christ’s followers. This is his ambition, this is his compelling
duty. He is aware that to do so, expressions of good feelings are not enough. Concrete gestures are required to penetrate souls and move consciences, encouraging
everyone to that interior conversion which is the basis for all progress on the road of
ecumenism.
Theological dialogue is necessary. A profound examination of the historical reasons behind past choices is also indispensable. But even more urgent is that ‘purification of memory’, which was so often evoked by John Paul II, and which alone can
dispose souls to welcome the full truth of Christ. It is before Him, supreme Judge of
all living things, that each of us must stand, in the awareness that one day we must
explain to Him what we did and what we did not do for the great good that is the full
and visible unity of all His disciples.
The current Successor of Peter feels himself to be personally implicated in this
question and disposed to do all in his power to promote the fundamental cause of
ecumenism. In the wake of his predecessors, he is fully determined to cultivate that
216
may seem appropriate to promote contact and agreement with representatives from
the various Churches and ecclesial communities. Indeed, on this occasion too, he
sends them his most cordial greetings in Christ, the one Lord of all.
The interreligious dialogue, the dialogue among different civilizations and the peace for humanity will be among the priorities of Benedict XVI: “I address myself
to everyone, even to those who follow other religions or who are simply seeking
an answer to the fundamental questions of life and have not yet found it. I address
everyone with simplicity and affection, to assure them that the Church wants to continue to build and open sincere dialogue with them, in a search for the true good of
mankind and of society.
From God I invoke unity and peace for the human family and declare the willingness of all Catholics to cooperate for true social development, one that respects the
dignity of all human beings.
I will make every effort and dedicate myself to pursuing the promising dialogue
that my predecessor began with various civilizations, because it is mutual understanding that gives rise to conditions for a better future for everyone.
And addressing the youth he said:
“I am particularly thinking of young people. To them, the privileged interlocutors
of John Paul II, I send an affectionate embrace in the hope, God willing, of meeting
them at Cologne on the occasion of the next World Youth day. With you, dear young
people, I will continue to maintain a dialogue, listening to your expectations in an
attempt to help you meet ever more profoundly the living, ever young Christ.
But the priority of priorities of Pope Benedict XVI is Jesus Christ, his blessed
Mother Mary, the Apostles, the Church and her mission on earth among mankind:
“The Church today must revive within herself an awareness of the task to present
the world again with the voice of the One Who said: ‘I am the light of the world; he
who follows me will not walk in darkness but will have the light of life’. In undertaking his ministry, the new Pope knows that his task is to bring the light of Christ to
shine before the men and women of today: not his own light but that of Christ.
“Like Peter, I too renew to Him my unconditional promise of faithfulness. He alone I intend to serve as I dedicate myself to the service of His Church.
“In support of this promise, I invoke the maternal intercession of Mary Most Holy,
in whose hands I place the present and the future of my person and of the Church.
May the Holy Apostles Peter and Paul, and all the saints, also intercede.
In the field of the Lord, in which John Paul II worked so eagerly, may Pope Benedict XVI and all of us with him, plant trees of unshakable faith and ardent charity,
under whose shade may rest today’s man who is confused and disoriented. May he
find again hope for life, salvation and peace.
+ Pietro Sambi
217
Messa di azione di grazie a San Salvatore
Domenica 24 Aprile, nello stesso giorno in cui a Roma in San Pietro si è tenuta la
Messa di insediamento del neoeletto Papa Benedetto XVI, la fraternità francescana
di Gerusalemme e la parrocchia latina di San Salvatore hanno voluto ringraziare il
Signore per il dono del nuovo Papa con la celebrazione di una solenne Eucaristia.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal Rev.mo Custode di Terra Santa,
P. Pierbattista Pizzaballa. Erano anche presenti il Parroco, il Vicario custodiale, il
Guardiano della fraternità di San Salvatore, il Decano della Flagellazione e altri sacerdoti convenuti per l’occasione.
Prima dell’omelia del Parroco, il Custode ha espresso un pensiero sul Vangelo
del giorno e sulla figura di Benedetto XVI che ha sempre sottolineato l’importanza
di ancorare la vita e l’opera di ogni uomo a Gesù Cristo, l’unico capace di rivelare
pienamente Dio e di dare senso alla vita dell’uomo.
Intenzione di Messa
Prot. B-0222/05
Gerusalemme, giovedì 21 aprile 2005
A tutti i Sacerdoti francescani della Custodia
-------------------------------------------------Carissimi confratelli,
Domenica 24 aprile, alle ore 10, il Papa Benedetto XVI presiederà l’Eucaristia di
solenne inizio del suo pontificato. Con la presente, invito tutti ad unirsi a lui nella
preghiera e chiedo che
in tutte le Chiese della Custodia, ad eccezione delle messe parrocchiali,
domenica 24 aprile 2005
ogni sacerdote celebri la Santa Messa
per le intenzioni del Santo Padre.
Chi ha iniziato un corso gregoriano celebrerà questa messa al termine del corso.
Queste messe andranno firmate nel registro Pro Benefactoribus con l’annotazione
Pro Papa Benedicto XVI.
Fraternamente.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
218
Auguri degli Ordinari di Terra Santa al neo eletto
No.: 4/20-1/05
Jérusalem, 21.4.2005
Très Saint-Père,
En mon nom propre et au nom de tous les membres de l’Assemblée des Ordinaires
Catholiques de Terre Sainte, je voudrais vous exprimer nos félicitations et nos vœux
les meilleurs pour votre élection comme Chef et Pasteur de l’Eglise. Sur les Lieux
Saints du mystère de la Rédemption, avec tous nos fidèles, nos prêtres, nos religieux
et religieuses, nous avons accompagné les derniers moments de notre Saint-Père le
Pape Jean-Paul II, ses funérailles, témoignage de foi pour l’Eglise et pour l’humanité, et le conclave qui s’est terminé par votre élection. Dans tous nos sanctuaires,
dans nos paroisses et nos maisons religieuses, nous continuerons à vous accompagner de nos prières afin que Dieu vous accorde les grâces nécessaires pour accomplir
la mission qu’il vous a confiée.
Priez pour nous aussi, Très Saint-Père. Dans cette terre nous sommes un petit troupeau, témoins de Jésus dans sa terre, et nous accompagnons de nos prières et de
notre vie quotidienne nos deux peuples, palestinien et israélien, dans leur conflit et
dans leur recherche encore difficile de la justice et de la paix. Pour cela particulièrement nous demandons votre prière et votre bénédiction, pour toute notre terre, pour
toute l’Eglise de Jérusalem, et pour tous nos diocèses en Jordanie, Palestine, Israël
et Chypre.
Veuillez agréer, Très Saint-Père, l’expression de notre filiale dévotion et de notre
foi en Jésus-Christ et en son successeur.
+ Michel Sabbah, Patriarche Latin de Jérusalem, Président
+ George Haddad, Administrateur Apostolique Grec-Melkite Catholique d’Akka
+ George El-Murr, Archevêque Grec- Melkite Catholique de Pétra et Philadelphie, Amman
+ Paul Sayyah, Archevêque Maronite de Haifa et Terre Sainte, Exarque Patriarcal Maronite
de Jérusalem, et Jordanie
+ Sélim Sayegh, Vicaire Patriarcal Latin pour la Jordanie
+ Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vicaire Patriarcal Latin pour Israël
+ Kamal Bathish, Vicaire Patriarcal Général Latin, Jérusalem
+ Kévork Khazoumian, Exarque Patriarcal Arménien Catholique de Jérusalem et Amman
+ Pierre Melki, Exarque Patriarcal Syrien-catholique de Jérusalem et Jordanie
+ Jean-Baptiste Gourion, Evêque Auxiliaire pour la Communauté d’Expression Hébraïque
P. Pierbattista Pizzaballa, OFM, Custode di Terre Sainte
Archimandrite Mtanios Haddad, Exarque Patriarcal Grec- Melkite Catholique de Jérusalem
P. Paul Collin, Exarque patriarcal chaldéen catholique
219
Auguri della Custodia al neo eletto
Prot. B-0245/05
Sua Santità
Benedetto XVI
00181 Città del Vaticano
-------------------------------
Gerusalemme, lunedì 2 maggio 2005
Santo Padre,
Mentre eleviamo a Dio il nostro grazie per l’elezione del nuovo Papa, ci permettiamo, Santo Padre, di esprimere a Lei personalmente la nostra affettuosa, filiale
devozione, il sincero augurio di “pace e bene”, l’assicurazione della nostra costante
preghiera per le Sue intenzioni e – come Ella ha chiesto – per sostenere il Suo Ministero a servizio e guida della Chiesa.
Grazie per questo nome che ci richiama anche al valore e significato della vita religiosa e ci ricorda l’importanza di attingere sempre e di nuovo alle fonti della nostra
vocazione, al cuore della quale sta la nostra presenza in questa Terra. Sappiamo e
crediamo che l’amore per la Terra Santa sta anche nel cuore del Papa, Vicario di Cristo e successore di Pietro. I loro passi hanno camminato per queste strade, e questi
Luoghi Santi ne conservano la memoria, diventando “sacramento” di rinnovamento
e di pace per tanti pellegrini.
È necessario amarla molto, questa Terra, per capirne le contraddizioni e la bellezza: per questo contiamo sul Suo cuore di Padre, sulla Sua sollecitudine di Capo degli
Apostoli. E desideriamo dirLe che l’aspettiamo a Gerusalemme, confidando che la
semplicità e l’umiltà del Pastore abbatta i muri e apra un orizzonte di giustizia e di
pace.
Benedica questa terra e ci benedica, caro Papa Benedetto. Con tutto il nostro affetto.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
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Risposta della Santa Sede alla lettera del Custode per gli auguri al Neo Papa
Segreteria di Stato
Prima Sezione. Affari Generali
Dal Vaticano, 16 giugno 2005
Reverendissimo Padre,
Sua Santità ha accolto con piacere la devota lettera del 2 maggio scorso, con la
quale Ella, unitamente al Reverendo fra Stéphane Milovitch, Gli ha indirizzato un
fervido messaggio di augurio.
Il Sommo Pontefice, il Quale è vicino con l’affetto e la preghiera a codesta Terra
tanto cara alla tradizione cristiana, ringrazia vivamente per il delicato pensiero e,
mentre affida al Signore Gesù, Re di pace, per intercessione della Vergine Maria, i
Luoghi Santi, incoraggia Lei e i Confratelli a proseguire nella feconda testimonianza
di adesione al Vangelo ed è lieto di inviare l’implorata e propiziatrice Benedizione
Apostolica, pegno di ogni desiderato bene, estendendola volentieri a quanti incontrano nel ministero pastorale.
Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinta stima
dev.mo nel Signore
Leonardo Sandri
Sostituto
221
Segreteria per i Luoghi Santi
Verbale della riunione
La Segreteria per i Luoghi Santi si è riunita il 1º Febbraio 2005, mercoledì, alle ore
16.00, nel Divano di San Salvatore. Hanno preso parte tutti i suoi membri, eccetto
fra Samir Narouz e fra Severino Lubecki, che erano assenti. Di nuovo, questa volta
sotto la presidenza del Rev.mo P. Custode, si è riunita il 3 febbraio 2005 nel divano
di San Salvatore, alle ore 10; soltanto fra Severino era assente. La prima riunione è
servita per preparare il materiale; nella seconda si sono prese alcune decisioni.
La riunione era stata indetta per analizzare alcune situazioni riguardanti i Santuari
e la Liturgia proposte dal P. Custode, su mandato del Discretorio di Terra Santa con
lettera del 16 gennaio. C’erano anche altre proposte presentate alla Segreteria. Lo
svolgimento dei lavori è stato il seguente:
1. Fra Enrique Bermejo legge la relazione che ha preparato sulla Liturgia
2. Fra Michele Piccirillo presenta una relazione sull’arte sacra. Presenta un
promemoria al P. Custode sulla nuova Cappella nella Grotta del Latte.
3. Proposta di cambiare l’altare maggiore di Santa Caterina. Viene letta una
lettera con le proposte di Mons. Marini. Si propone che fra Michele Piccirillo parli
con Mons. Crispino Valenziano. Fra Enrique Bermejo dovrà vedere le necessità
concrete della Chiesa e chiedere i piani a fra Justo Artaraz. Si insiste inoltre nel voler conoscere le reazioni di fra Alberto Prodomo, architetto del progetto attuale che
potrebbe presentare soluzioni diverse.
4. Cappella del Deserto di San Giovanni: le due icone proposte siano fatte su
tavola; si considera importante risistemare la cappella.
5. Crocifisso per la Custodia: fra Michele ha parlato con fra Massimo Pazzini.
La Segreteria, all’unanimità considera che il progetto non sia adatto per la Custodia.
6. Cappella dei Franchi: si parla dell’esposizione eucaristica che viene fatta
in detta Cappella. Però adesso, e per evitare che i Greci considerano un loro trionfo
l’interruzione di tutto ciò che viene fatto, si propone di limitare l’uso, almeno durante il tempo quaresimale.
7. Anno dell’Eucaristia e Custodia: si raccomanda la partecipazione al corso
di aggiornamento che avrà l’Eucaristia come tema centrale. Si vede con interesse di
fare una celebrazione a Cafarnao, Emmaus e al Cenacolo. Bisognerà programmarla.
E resta da studiare la celebrazione che si fa ogni giovedì al Getsemani.
222
8. Depliants di tutti i Santuari: si decide di incaricare i seguenti confratelli per
mandare avanti il progetto: fra Eugenio Alliata, per la parte storico-archeologica;
fra Enrique Bermejo, per la parte liturgica; fra Daniel Chrupcala, per la parte teologica; fra Abraham Sobkowski, per la parte grafica.
fra Artemio Vítores ofm
Presidente della Segreteria per i Luoghi Santi
Commissione di Arte Sacra - Attività 1998-2004
GALILEA
Seforis: Preparato il progetto di massima per il restauro della chiesa di Sant’Anna
e per la sistemazione ambientale dell’uliveto (Arch. Ravagnan, Istituto Veneto per i
Beni Culturali)
Nazareth: Eseguita la pulitura del Muro Nord della Chiesa crociata (collaborazione con l’Istituto Veneto per i Beni Culturali e la Custodia).
Tabor: Fatta rimuovere la croce fosforescente posta tra le rovine in occasione del
Giubileo... Contro la volontà della Commissione, era stata costruita la tettoia a nord
della basilica ed eseguito il restauro con cemento delle murature del monastero benedettino di epoca crociata.
Cafarnao: Per evitare mali maggiori, decisa la sistemazione della statua di San
Pietro opera dello scultore C. L. Madden tra le palme del piazzale a sud del convento,
in sostituzione della piazzola centrale nei pressi della sinagoga scelta dall’artista.
GIUDEA
Santo Sepolcro: - ripuliti i mosaici del Calvario (Scuola del Mosaico di Gerico sotto la direzione di Franco Sciorilli) ed eseguita la nuova sistemazione dell’illuminazione elettrica (non è stata tolta una lampadina fissata sul mosaico).
- si sta lavorando per eseguire una copia in marmo degli architravi crociati da donare alla Custodia... con l’intenzione, Comunità permettendo,
di riposizionarli sulle due porte.
Flagellazione: eseguito il leggio in bronzo della Cappella (Opera della scultore
Vincenzo Bianchi donata da P. Botte, Canada).
Getsemani: Grotta: 1. Restaurati gli affreschi crociati della volta 2. È pronto il
progetto per un’uscita di sicurezza nel giardino soprastante con bagnetto di emergenza (Arch. Osama Hamdan di Gerusalemme) già approvato dal Discretorio.
Basilica: 1. Restaurati i cervi in bronzo rubati e ritrovati (Scultore
Vincenzo Bianchi e Giovanni Venditti). Una benefattrice basca ha donato la somma
per l’esecuzione di nuovi cervi, in quanto non si trovano i modelli in gesso dei cervi
(opera dello scultore Duilio Cambellotti) di nuovo rubati nel febbraio del 2000 e
finora non ritrovati!
223
2. Il restauro dei mosaici della facciata della Basilica è in fase di finanziamento.
Giardino. Studio di progettazione per tutta la proprietà della Custodia.
Betania: I mosaici della basilica del V secolo oggi coperti dal lastricato sulla facciata della basilica in fase di progettazione per un’eventuale esposizione alla vista
dei visitatori.
Betfage: Il restauro degli affreschi medioevali inseriti in un progetto di cooperazione con Istituto Veneto per i Beni Culturali.
Betlemme: Si è cercato di trovare una soluzione al restauro del tetto della Basilica
finora senza risultato.
Il restauro degli affreschi medievali della Cappella di Sant’Elena è inserito in un
progetto di cooperazione con l’Istituto Veneto per i Beni Culturali.
L’intervento in opera al Campo dei Pastori non è stato fermato dalle Autorità,
malgrado gli appelli. Un intervento alla cupola per infiltrazione di acqua si è cambiato in un intervento sul pavimento e sull’altare, di cui è stato arbitrariamente cambiato
l’orientamento, senza la richiesta né l’approvazione di alcuno.
Fra Michele Piccirillo, incaricato dal Discretorio, ha seguito l’elaborazione progettuale della nuova cappella dedicata alla Madre di Dio (Theotokos) nel giardino
della Grotta del Latte (Progetto dono di fra Costantino Ruggeri e dell’architetta Luigi Leoni di Pavia). La nuova cappella è voluta come un prolungamento del santuario
al servizio dei pellegrini e della popolazione cristiana di Betlemme.
Ain Karim: Visitazione: In occasione del Giubileo sono state eseguite due opere
purtroppo mai completate a causa della situazione politica: la pittura acrilica sulla
parete di fondo della Chiesa Superiore (opera del pittore Antonio D’Acchille) e
l’edicola di Maria SS.ma della Bruma offerta dall’Arcidiocesi di Matera che per
prima ottenne dal Papa di celebrare la Festa della Visitazione.
Inoltre con il permesso del Discretorio è stata accettata la piccola Visitazione in
bronzo opera dello scultore Aloys Niesmann, dono di benefattori voluti restare anonimi.
San Giovanni: Partendo dall’esecuzione del Museo deciso
nell’accordo firmato tra la Santa Sede e la Spagna, con l’assenso del Console Generale e del Governo Spagnolo si è deciso di restaurare tutto il complesso, Chiesa
e annessi del convento (dove necessario). Dopo due anni di lavoro, si è giunti alla
scelta dello studio di architetti che eseguirà il rilievo accurato di tutto il complesso,
prima fase tecnica dell’intervento.
224
Restauri e mostre:
Da due anni funziona il piccolo laboratorio di restauro delle tele nel convento
di San Salvatore.
Due giovani hanno partecipato ad un corso di formazione a Roma per il restauro
dei libri cartacei nello stesso Istituto di Restauro degli Archivi di Stato che generosamente ha restaurato i codici della Custodia conservati nel Museo della Flagellazione,
e diversi documenti e libri dell’Archivio Custodiale e della Biblioteca Custodiale. I
responsabili dell’Istituto si sono detti pronti a venire a dare una mano per creare un
piccolo laboratorio di restauro di libri cartacei nella sede scelta, secondo un progetto
da anni pronto e presentato ai Superiori della Custodia.
In occasione delle diverse mostre alle quali sono stati prestati oggetti della Custodia, una delle priorità è stata la richiesta di restauro previo. In questo modo sono
state restaurate le sette pale dell’altare dei santi Pietro e Paolo di Frederich Pacher
conservate nel Museo della Flagellazione, e i codici della Custodia.
fra Michele Piccirillo ofm
Lavori fatti dalla Commissione liturgica e Ufficio liturgico della Custodia di Terra Santa dal 1984 fino al presente
In queste pagine si vuole far partecipe a tutti i frati di parte della relazione presentata alla Segreteria dei Luoghi Santi della Custodia di Terra Santa tenuta a San
Salvatore il primo gennaio 2005.
Non si tratta in ogni caso di una presentazione perfetta, ma provvisoria del lavoro
fatto nell’ambito liturgico dal 1984 fino al presente sotto la direzione di chi sottoscrive, prima come presidente della Commissione liturgica e adesso come responsabile
o direttore dell’Ufficio liturgico della Custodia di Terra Santa. Dal 1984 al presente
anno si è realizzato un continuo lavoro nell’adattamento delle celebrazioni alla mentalità e normativa del Concilio Vaticano II. A volte alcuni progetti o pubblicazioni di
libri sono stati interrotti per il sopravvento di alcuni avvenimenti. Il più significativo
è stato l’anno giubilare 2000 con la visita del Papa e molte celebrazioni da preparare.
La presentazione dei lavori segue l’ordine cronologico o tematico. Alle volte si
fa un commento.
In queste note non vengono segnalate altri lavori di carattere liturgico che hanno
animato o animano alcune celebrazioni, sia al Santo Sepolcro, sia a san Salvatore o
altri luoghi. Di alcune di esse era venuto a conoscenza l’ufficio liturgico e ha dato
il proprio parere. Penso ad esempio al lavoro musicale portato avanti da fra Emilio
Scheid relativo alla liturgia giornaliera del Santo Sepolcro. Tutte dimostrano l’interesse e amore che hanno per la liturgia i frati della Custodia di Terra Santa che in
225
ogni tempo della sua storia hanno voluto far risplendere il mistero di Cristo in questi
Luoghi Santi.
1984
— In Solemnitate Nativitatis Domini in Bethlehem, Custodia Terræ Sanctæ (Jerusalem 1984) 79 p., 13.08 x 21.
Con questo libro si inizia un nuovo stile nella pubblicazioni liturgiche della Custodia, giacché la finalità di questi strumenti è favorire la partecipazione dei fedeli,
perciò cominciamo a pubblicarlo in sette lingue, come tutti conoscete.
— Celebratio Vigiliæ. In Sollemnitate Ss.mi Corporis et Sanguinis Christi, Commissio Liturgica CTS ([Hierosolymis] 1987) 20 p., 14.02 x 20.08
1987
Vigiliæ Dominicalis Celebratio quæ in Basilica Resurrectionis Dominicæ a fratribus minoribus peragitur in Quadragesimæ et Palmarum Dominicis, Commissio
Liturgica Custodiæ Terræ Sanctæ (Jerusalem 1987) 99 p., 14.04 x 20.02 cm.
Vigilia in Dominica Paschæ Resurrectionis Domini. Celebratio in Basilica Resurrectionis Domini a Fratribus Minoribus peracta, Commissio Liturgica Terræ
Sanctæ, Off. Liturgicum CTS (Hierosolymis 25-III-1995), 28 p., 14 x 20.08 cm.
Tra le prime significative realizzazioni di riforma liturgica ci sono state le celebrazioni vigiliari di quaresima nel Luogo della Risurrezione, evidenziando in esse
l’aspetto della risurrezione e della speranza, com’è proprio della tradizione antica
e primigenia. Il centro è la proclamazione del Vangelo della Risurrezione. Questa
riforma è da collegarsi all’ulteriore riforma della Settimana Santa.
Il lavoro ha richiesto lo studio approfondito delle fonti della liturgia di Gerusalemme, partendo da quelle più antiche alle successive, specialmente della Custodia
di Terra Santa.
A questo studio sono seguite molte riunioni della Commissione Liturgica (con la
partecipazione del Padre Custode per quelle più decisive), che hanno stabilito i criteri di procedura, mentre contemporaneamente si sono consultati alcuni specialisti in
campo liturgico, sia attraverso la corrispondenza che approfittando dei miei viaggi
per ragioni di studio o di vacanze. I professori contattati sono i responsabili della
Congregazione del Culto, ma anche alcuni che lavoravano fuori dalla Congregazione, come gli specialisti in liturgia romana e in liturgie orientali quali don Tommaso
Federici, Miguel Arranz SJ, Burkhard Neunheuser, OSB.
Un esempio della diligenza nello svolgimento della riforma liturgica: l’11 marzo
1996 la Commissione Liturgica si riunì con il padre Custode. Fra Enrique rese conto
degli incontri romani con diversi liturgisti sulla redazione dei sussidi (realizzata dai
padri JM. Canals, claretiano alla Congregazione del Culto, e E. Bermejo, in base
226
alle proposte elaborate da fra E. Bermejo e basata sia sulle antiche fonti che sulla
tradizione liturgica di Gerusalemme).
Il risultato della riforma delle Vigilie e della Settimana santa è il ricupero di elementi della antica liturgia di Gerusalemme, il mantenimento della sana tradizione
della Custodia e l’attuazione della riforma del Concilio (Messale e libro della Liturgia delle Ore).
— Vigilantes cum Christo in hortu Gethsemani (Hora Sancta in feria V Maioris
Hebdomadæ), Commissio Liturgica CTS (pro manuscripto [Hierosolymis 1987]) 17
p., 15 x 20.08 cm.
Alla riforma delle Vigilie di quaresima bisogna abbinare quella dell’Ora Santa al
Getsemani il Giovedì Santo. Queste riforme hanno coinciso con il XVI anniversario
della morte del gran mistagogo san Cirillo, vescovo di Gerusalemme.
— Celebratio Vigiliæ. In Sollemnitate Ss.mi Corporis et Sanguinis Christi, Commisssio Liturgica CTS ([Hierosolymis] 1987) 20 p., 14.02 x 20.08
1990
Dedicatio Memorialis Sancti Petri. Capharnaum 29 VI 1990, Custodia Terræ
Sanctæ (Jerusalem 1990) 87 p., 14.02 x 21.
In occasione dell’inaugurazione del Memoriale di san Pietro si preparò il libro
della celebrazione, in appendice del quale si aggiunsero spiegazioni biblico-archeologiche del luogo.
1992
Celebratio Vigiliæ in festo Inventionis Sanctæ Crucis, Officium Liturgicum CTS
(Hierosolymis 7-V-1992) p. 19, 14.04 x 20.02.
1996
In Ascensione Domini Sollemnitas. Celebrationes ad Sanctuarium Ascensionis
D.N.J.C. in Monte Oliveti a Fratribus Minoribus Peracta, Commissio Liturgica Custodiæ Terræ Sanctæ - Officium Liturgicum CTS (Hierosolymis 16-V-1996) 62 p.,
14.03 x 20.02.
1997
Nel 1997 si inaugura la nuova celebrazione della Settimana Santa al Santo Sepolcro, o meglio Anastasis. Si tratta della celebrazione secondo il messale di Paolo VI,
anche se - per quanto riguarda l’orario - si è fatto quello che lo Status Quo permette.
Si elencano di seguito tutti i libri concernenti la Settimana Santa. In un primo
momento (1997), si è preparato il lezionario e il messale del Presidente e successivamente quelli dei concelebranti e fedeli, qui elencati:
— Celebrationes Hebdomadæ Sanctæ in S.to Sepulco D.N. Iesu Christi Ierosolymis. Officia, Custodia Terræ Sanctæ, Ierosolymis 1997. pp. 61, 20.08 x 29.00.
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— Dominica in Palmis de Passione Domini. Celebratio in Basilica Resurrectionis Domini Jerosolymis. Commissio Liturgica CTS - Officium Liturgicum (Hierosolymis 1998) 179, 14.05 x 22.06.
— Feria Quinta Hebdomadæ Sanctæ. Missa in Cena Domini in Basilica Resurrectionis Domini. Commissio Liturgica CTS – Officium Liturgicum 2-III-1999 (Hierosolymis 1999) 120, 14.05 x 22.06.
— Feria Sexta Hebdomadæ Sanctæ. Celebratio Passionis Domini in Basilica
Resurrectionis Domini. Commissio Liturgica CTS - Officium Liturgicum 10-III-1999
(Hierosolymis 1999) 121, 14.05 x 22.06.
— Dominica paschæ in Resurrectionis Domini. Ad Misma in die in Basilica Resurrectionis Domini. Jerosolymis. Custodia Térrea Sanctæ 2002, p. 20.
1999-2000 - Grande Giubileo della Redenzione
La celebrazione e le celebrazioni del Grande Giubileo della Redenzione dell’anno
2000 ci ha impegnati già dal 1999 e più ancora nel 2000 con la Pellegrinazione del
Papa. Come ha ricordato Mons Marini, Maestro delle Celebrazioni Pontificie, alla
Comunità di San Salvatore nella sua recente visita (30 gennaio 2005), uno dei migliori messali dell’Ufficio delle Celebrazioni Pontificie è quello realizzato con noi,
sopratutto per gli adattamenti ai Luoghi Santi. È il
— Jubilee Pilgrimage of His Holiness Pope John Paul II to the Holy Land. March 20-26, 2000. Liturgical celebrations of His Holiness Pope John Paul II, Cura et
studio Officii de Liturgicis Celebrationibus Summi Pontificis una cum Commissione
Liturgica Terræ Sanctæ,Typis Poliglotis Vaticanis 2000,
e, insieme a questa opera, i sussidi per i fedeli:
— Pilgrimage of His Holiness John Paul II to the Holy Land. Holy Mass Bethlehem – Nativity Square March 22, 2000 [stampato al Patriarcato con nostra collaborazione]
— Peregrinatio Ioannis Pauli II in Terram Sanctam. Missa in Sanctissimo Cenaculo die 23 martii 2000 [stampato e curato da noi]
— Pilgrimage of His Holiness John Paul II to the Holy Land. Holy Mass Mount
of Beatitudes March 24, 2000 [stampato al Patriarcato con nostra collaborazione]
— Ioannes Paulus II. Peregrinatio in Terram Sanctam. Missa in Basilica Annuntiationis Domini [die 25 martii 2000] [curato e stampato da noi]
— Ioannes Paulus II. Peregrinatio in Terram Sanctam. Missa in Basilica Resurrectionis Domini [die 26 martii 2000] [curato e stampato da noi]
Altri lavori nell’ambito del Giubileo:
— Veglia di preghiera per il passaggio all’anno 2000 “Gesù Cristo, Ieri, Oggi e nei
Secoli”. Getsemani (31 dicembre 1999), Gerusalemme 1999, p. 22, 14.8 x 21 cm.
228
In questo impegno relativo al Giubileo bisogna situare la nuova edizione del libro
di Natale del 1999:
— In Sollemnitate Nativitatis Domini in Bethlehem cum ritu apertionis Magni Iubilæi 2000, Custodia Terræ Sanctæ - Officium Liturgicum CTS (Hierosolymis XII
- 1999) Appendix: Cantica, Fratres Minores in Bethlehem. p. 138, 14.50 x 222.50.
— Grande Giubileo Anno 2000. Rito di chiusura. Betlemme 2 gennaio 2001,
Chiesa di Santa Caterina, Hierosolymis 2000, p. 30.
E nel 2003 il sussidio per la celebrazione d’inaugurazione della Porta della Pace da
parte del Patriarca e del Nostro Ministro Generale.
2001
Versus Psalmorum Responsorialium in Missa a Fratribus Minoribus Gloriosi Sepulcri canendi, Officium Liturgicum Custodiæ Terræ Sanctæ, Hierosolymis 13 VI
2001, p. 92.
2004
Tempus Quadragesimæ. Dominica I et V in Basilica Resurrectionis Domini Ierosolymis [2004 ad Missam], Custodia Terræ Sanctæ - Officium Liturgicum.
Tempus Quadragesimæ. Dominica II et IV in Basilica Resurrectionis Domini Ierosolymis [2004 ad Missam], Custodia Terræ Sanctæ - Officium Liturgicum.
Tempus Quadragesimæ. Dominica III in Basilica Resurrectionis Domini Ierosolymis [2004 ad Missam], Custodia Terræ Sanctæ [- Officium Liturgicum], p. 20.
Altre celebrazioni straordinarie
Tra le altre celebrazioni preparate dall’Ufficio della CTS si possono enumerare:
— Esercizi Spirituali del Definitorio Generale ofm. Terra Santa 11 – 19 2001,
2001, p. 16.
— Prayer For Christian Unity 2003 “We Have this Treasure in Clay Jars” (2
Cor 4:7) Monday, Jan. 20 - 5:00 p.m. St. Saviour’s Latin Parish Church, Ufficium
Liturgicum CTS, p. 10.
— XXVo di Sacerdozio: fr. Arturo V., fr. Enrique B.C., fr. Raffaele C., fr. Vincenzo
I., San Salvatore 26 – VI – 2003, p. 8.
— Celebrazione penitenziale. S. Salvatore – 5 aprile 2004
— Terra Sancta College Vespri e Benedizione presiede il P. Custode Fr. Pierbattista Pizzaballa, Ierusalem — 1 gennaio 2005, Ufficio Liturgico CTS, p. 16.
Messale francescano in arabo
Dopo alcune traduzioni del Messale in arabo il p. Custode, ora Mons Giuseppe
Nazzaro, tra l’anno 1991-1992 mi diede l’incarico di portare avanti l’edizione del
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Messale Francescano Arabo, cui avevano già lavorato i padri Abdel Masih, Jak Karam e Amjad Sabbara. Io chiesi la collaborazione di fra Nagib. Lavorammo in primo
luogo al calendario del messale, poi ai testi. I testi furono rivisti da Mons Sabbah del
Patriarcato latino, che tradusse anche alcuni formulari. Essendo il padre Joan Maria
Canals nella Congregazione del Culto, in breve tempo si arrivò all’approvazione e
alla stampa del Messale nella Franciscan Printing Press.
Sussidi per il Capitolo Custodiale
Elenco dei sussidi eseguiti per le celebrazioni liturgiche:
1986: Laudate Dominum. Capitolo custodiale 1986, CTS, Comm. Liturgica Capitolare, p. 17.
1992: Capitolo custodiale a S. Giovanni In Montana Ain Karem (Giugno 1992).
1995: Capitolo custodiale intermedio. Sussidio Liturgico. Convento di San Salvatore 25 Giugno - 8 Luglio, Gerusalemme, Hierosolymis 13-VI-1995, p. 44.
1998: Capitolo custodiale. Sussidio liturgico. Convento di San Salvatore 24 Giugno - 8 Luglio. Gerusalemme 1998, Officium Liturgicum Custodiæ Terræ Sanctæ
(Hierosolymis 13-VI-1998), p. 48.
2001: Capitolo Custodiale Intermedio. Sussidio liturgico. Convento della Visitazione (Suore del Rosario) 2 - 10 Luglio 2001. Amman, Officium Liturgicum Custodiæ Terræ Sanctæ, Hierosolymis 13-VI-2001, p. 43.
2004: Capitolo Custodiale. Profeti di Riconciliazione e di Pace. Sussidio liturgico. Convento della Visitazione (Suore del Rosario) 15 - 24 Luglio 2004. Amman,
Officium Liturgicum Custodiæ Terræ Sanctæ, p. 80. Questo libretto è il piú ricco di
tutti quelli dei capitoli, sia per i testi che per le celebrazioni arricchite anche nell’andamento del capitolo. È da notare la partecipazione del Ministro Generale fray José
Rodríguez Carballo.
Calendario Liturgico della Custodia di Terra Santa
Ogni anno il Calendarista custodiale, che coincide con il Responsabile dell’Ufficio
liturgico della CTS, elabora e pubblica il Calendario liturgico della Custodia di Terra
Santa.
Dopo un intervallo di tempo in cui il calendario veniva stampato nei tipi di Santa
Maria degli Angeli ad Assisi, si è ripreso a stamparlo (per l’anno 1991/92) nella
Franciscan Printing Press. Si è cercato di renderlo gradevole agli occhi dando risalto ai tempi liturgici e alle celebrazioni proprie della Custodia. Le illustrazioni di
quest’anno riguardano le chiese medioevali delle montagne intorno alle alture di
Trodos nell’isola di Cipro.
230
Diamo come esempio l’indicazione completa del Calendario:
Calendarium pro celebratione Missæ et Liturgiæ Horarum ad usum Fratrum Minorum Custodiæ Terræ Sanctæ (a fr. Henrico Bermejo Cabrera confectum) pro Anno
Liturgico 2004-2005 (A-I), Officium Liturgicum CTS, Hierosolymis 2004, 11 x 17,
pp. 230.
Il calendario delle pellegrinazioni ha acquisito una nuova utilità e veste tipografica.
Collaboratori
Bisogna dire che il lavoro è sempre stato fatto in effettiva, fraterna collaborazione.
È sempre rischioso - in questi casi - elencare i nomi. Vorrei comunque ricordare, dai
primi momenti, l’entusiasmo del padre Fernando Gavilán e la paziente collaborazione di fra Victor Peña per l’aspetto tecnico della stampa e della scrittura musicale.
Penso soprattutto alla prima edizione del libro di Betlemme e a quello delle Veglie:
per questi è stato di grande aiuto la collaborazione di fra José María Aguirre; e di
fra Tarcizio Colombotti per le Veglie di Quaresima e l’Ora Santa al Getsemani. Un
ricordo particolare va all’appena compianto fra Antoine Defauw per le composizioni
musicali per le Veglie.
Con l’ausilio delle nuove tecniche ci è venuta in aiuto la costante, paziente e intelligente collaborazione di fra Eugenio Alliata per la composizione di libri e sussidi:
è di sua creazione un font speciale per le composizioni musicali, di cui tutti (compreso fra Pierbattista Pizzaballa, ora custode) abbiamo potuto usufruire con arte ed
entusiasmo.
Sono da ringraziare inoltre coloro che hanno fatto parte della Commissione liturgica: padre Claudio Bottini, collaboratore permanente dell’Ufficio liturgico; fra Virginio Ravanelli; fra Artemio Vítores. Un ringraziamento particolare a fra Armando
Pierucci, sempre disposto a comporre delle musiche, mettere annotazioni ai testi,
correzioni, ecc.. P. Canals è stato indispensabile per la riforma della Settimana Santa
e per ogni contatto con la Congregazione del Culto. Grazie anche ai traduttori: i pp.
Lino Cignelli, Claudio Bottini, Basilio Talatinian, Athanasius Macora, Hartwig
Huckle, Gregor Geiger, John Luke Gregory, Joannes Sweeter, Paul Sylvestre,
Frédéric Manns e a Stéphane Milovitch che mi è stato vicino in alcuni lavori quali
i libretti per i fedeli nel Giubileo, e specialmente nell’elaborazione dei libretti dei
Vespri al Sepolcro, per quelli per Santa Caterina a Betlemme, e per la Pellegrinazione a Emmaus. La sua collaborazione è ora più vicina e qualificata, dopo gli studi
di specializzazione in scienza liturgica e l’approfondito studio della processione al
Santo Sepolcro, argomento della sua Tesi di laurea.
Voglio anche ringraziare le autorità della Custodia per la fiducia concessami nel
passato e nel presente: Ignazio Mancini, Carlo Cecchitelli, Giuseppe Nazzaro, Justo Artáraz, e Pierbattista Pizzaballa.
231
Ringraziamenti anche ai diversi Direttori della Tipografia della Custodia di Terra
Santa e collaboratori, che sempre ci sono venuti incontro, e anche a fra Stefano de
Luca per l’arte grafica, specialmente le copertine del Calendario.
Il lavoro continua
Il Discretorio di Terra Santa si è voluto occupare della liturgia dei Santuari della
liturgia della Custodia. Perciò seguendo le indicazioni ricevute - che in gran parte
coincidevano con il lavoro progettato dall’Ufficio liturgico - si continuano a preparare alcuni sussidi o a provvedere ad alcune riedizioni, come quella del libro di Natale,
i nuovi libri per l’Epifania a Betlemme, e per il Corpus Domini al Santo Sepolcro.
Si sta lavorando al Proprio della Custodia di Terra Santa, già in buona fase. Sarà di
grande utilità anche lo studio di fra Stéphane per la revisione della Processione del
Santo Sepolcro, per cui il Discretorio di Terra Santa ha dato disposizioni pertinenti.
In questi giorni stiamo utilizzando i nuovi sussidi per le pellegrinazioni, il ché
semplifica il loro svolgimento e si dimostrano di grande utilità per la partecipazione.
Sono in vista anche alcune celebrazioni particolari nel contesto dell’“Anno dell’Eucaristia”.
Come l’azione liturgica è vita e la vita è azione e contemplazione, continueremo
il nostro lavoro per contribuire all’attiva contemplazione del Mistero di Cristo nei
Luoghi Santi, luoghi per noi di redenzione in atto, perché le nostre celebrazioni li
rendono vivi e vivificanti.
fra Enrique Bermejo Cabrera ofm
Nuovo programma del santuario
della SS.ma Annunziata di Nazareth
(*) A partire del Lunedì 04 Aprile 2005, il Programma di questo Santuario, sarà il
seguente:
A. Orario di apertura e di chiusura
- S. Grotta: dalle ore 06:00 alle ore 21:00 (*)
- Basilica Superiore: dalle ore 08:00 alle ore 18:00 (*)
- Chiesa S. Giuseppe: dalle ore 07:00 alle ore 18:00 (**).
(*) Dal 01 Dicembre fino al 28 Febbraio, la Grotta si chiude alle ore 19:00, mentre
il resto del Santuario (Basilica Superiore e Chiesa di San Giuseppe) alle ore 18:00.
(**) Ogni giorno presso la Chiesa di San Giuseppe, alle ore 07:15 viene celebrata
la Messa parrocchiale, in lingua araba, eccetto il Mercoledì.
Dalle 18 alle 21, la Santa Grotta rimane aperta solo per la preghiera e non per le
visite.
232
B. Orario delle Sante Messe
I gruppi possono celebrare nei seguenti orari:
- Grotta:
Ore 07:00; 08:00; 09:00; 10:00; 11:00; 14:00; 15:00; 16:00 e 17:00.
- Basilica:
Ore
08:00; 09:00; 10:00; 11:00; 14:00; 15:00; 16:00 e 17:00.
- S. Giuseppe:Ore
08:00; 09:00; 10:00; 11:00; 14:00; 15:00; 16:00 e 17:00.
(*) Questi orari verranno rigorosamente rispettati, tenendo conto delle esigenze
proprie del Santuario, e si prega siano rispettati da tutti, senza eccezione. Le prenotazioni verranno fatte esclusivamente presso questo Santuario, e alle sole persone
incaricate per questo ufficio.
(**) Ogni Sabato e Domenica p.m. alle ore 17:00 (o 18:00) c’è la Messa parrocchiale in Grotta. Dopo le Ore 18:00 la sola S. Grotta resterà aperta per la preghiera
silenziosa fino alla chiusura del Santuario.
C. Programma speciale
- Ogni Giovedì dalle Ore 20:00 alle Ore 21:00: ci sarà Adorazione Eucaristica,
in Grotta. I gruppi che vorranno animarla potranno farne richiesta, dando spazio
anche ad altri possibili gruppi, pure di lingue diverse, che saranno presenti in quel
momento. (*).
- Ogni Sabato, alle Ore 20:30 ci sarà una Fiaccolata, dalla Chiesa di San Giuseppe
fino alla Basilica Superiore, animata dalla Fraternità francescana locale ed altri, con
la recita mariana del Rosario in lingue diverse.
(*) Durante quest’Anno Eucaristico, c’è un’iniziativa dall’Unione delle Religiose
di Terra Santa (URTS) per la Galilea le quali, ogni Venerdì a turno, animano l’Adorazione Eucaristica, dalle ore 17:00 alle ore 21:00 (dalle 18:00 alle ore 21:00, in
Quaresima), davanti alla Grotta dell’Annunciazione.
Questo Programma conserverà il suo carattere ad experimentum, sino alla fine
dell’Anno 2005.
Nazareth, 22 Febbraio 2005
fra Ricardo Bustos ofm
Guardiano
233
Verbale della riunione
Relazione al Discretorio di Terra Santa
Sabato, 2 Luglio 2005
Il Capitolo Custodiale del 2004, seguendo le indicazioni degli SS.GG. OFM, ha
trasformato le diverse commissioni della Custodia in Segreterie, riducendone il numero.
Tra queste c’è la Segreteria dei Luoghi Santi, che comprende i seguenti temi degli
Statuti Particolari e Speciali della Custodia: Santuari, Santuari retti dallo “Statu
Quo” (c’è una commissione ad hoc), Liturgia, Arte Sacra, Case Nove e, eventualmente Commissari di Terra Santa.
La Segreteria è formata dai seguenti religiosi: fra Artemio Vítores, presidente, fra
Eugenio Alliata, fra Enrique Bermejo, fra Rafael Dorado, fra Severino Lubecki,
fra Stéphane Milovitch, fra Samir Narouz, fra Michele Piccirillo e fra Armando
Pierucci si è riunita tre volte in questo anno:
* il 1º Febbraio 2005, mercoledì, alle ore 16.00, nel Divano di San Salvatore;
* il 3 febbraio 2005, sotto la presidenza del Rev.mo P. Custode, nel Divano
di San Salvatore, alle ore 10.00;
* il 17 Maggio 2005, alle ore 15.30, nel Divano di San Salvatore.
Presentiamo qui l’elenco dei temi trattati e le conclusioni più importanti alle quali
è arrivata la segreteria, con alcune indicazioni per il futuro:
1. Depliants illustrativi dei Santuari di Terra Santa
Stanno lavorando a questo progetto i seguenti religiosi: fra Abraham Sobkowski,
fra Lino Cignelli, fra Claudio Bottini e fra Eugenio Alliata.
Sono in progetto 20 depliants, dei quali 17 sono praticamente finiti (qualcuno è in
fase di stampa). La Segreteria, nell’ultima riunione ha approvato il lavoro fatto (era
stato invitato per l’occasione fra Abraham), e lo considera molto buono. La Custodia
si farà carico di tutte le spese di stampa.
Non è stato ancora chiarito bene: 1) dove mettere i depliants: dipenderà molto dai
Santuari; si pensa ad uno “espositore”. Si raccomanda un posto per le offerte. Si insiste molto sull’importanza e sulla necessità della diffusione del messaggio - biblico,
liturgico, storico-archeologico e francescano - di ogni santuario; 2) Le lingue nelle
quali saranno tradotti (per adesso c’è soltanto la versione italiana). È stato deciso
che, oltre l’italiano, siano tradotti nelle seguenti lingue: spagnolo, inglese, francese,
tedesco, polacco, portoghese, arabo ed ebraico. Non è chiaro se debbano essere tradotti anche in greco, coreano, russo e/o altre lingue.
234
2. La Liturgia nei nostri Santuari
Fra Enrique Bermejo presenta una sua relazione sul rinnovamento della Liturgia
nelle celebrazioni che si svolgono nei nostri Santuari. La relazione completa dei
lavori fatti dalla Commissione Liturgica e Ufficio Liturgico della Custodia di Terra
Santa, dal 1984 fino al 2004, è stata pubblicata su Frati della Corda (Marzo 2005,
10-15).
Sussidi fatti nel 2005:
- Dominus Flevit: Feria IV Hebdomadæ II Quadragesimæ. In Commemoratione
Fletus Domini, Officium Liturgicum CTS, Ierosolymis 2005, pag. 20.
- In Basilica Gethsemani: Feria IV Hebdomadæ III Quadragesimæ. In Commemoratione Agoniae Domini, Officium Liturgicum CTS, Ierosolymis 2005, pag. 24.
- Sanctuarium Flagellationis: Feria IV Hebdomadæ IV Quadragesimæ. In Commemoratione Flagellationis Domini, Officium Liturgicum CTS, Ierosolymis 2005,
pag. 24.
- Lithostrotos: Feria IV Hebdomadæ V Quadragesimæ. In Commemoratione Viæ Crucis, Custodia Terræ Sanctæ - Officium Liturgicum CTS, Ierosolymis 2005, pag. 24.
- Feria quinta Hebdomadæ Sanctæ ad Anastasis Locum: Adoratio coram Ss.mo
Sacramento: Officium comitatus Domini, Officium Liturgicum Custodiæ Terræ Sanctæ, Franciscan Printing Press, Hierosolymis 17 III 2005, pag. 47.
- Feria Sexta Hebdomadæ Sanctæ: Hora nona. Vigilia ad S. Sepulcrum Domini,
Officium Liturgicum CTS, Ierosolymis 2005, pag. 28
- Missa pro defuncto Ioanne Paulo Papa II in Basilica Resurrectionis Domini, Ierosolymis, 6 aprilis 2005, Officium Liturgicum Custodiæ Terræ Sanctæ, Ierosolymis
4 III 2005, pag. 48.
- Missa pro novo Papa electo Benedicto XVI in Basilica Resurrectionis Domini,
Ierosolymis 22 aprilis 2005, Officium Liturgicum Custodiæ Terræ Sanctæ, 20 IV
2005, pag. 42.
- Sanctissimi Corporis et Sanguinis Christi. Sollemnitas. Celebrationes in Basilica
Resurrectionis Domini Ierosolymis, Officium Liturgicum Custodiæ Terræ Sanctæ,
Franciscan Printing Press, Ierosolymis 15 V 2005, pag. 145.
A questi sussidi, bisogna aggiungerne altri fatti dalla Comunità di San Salvatore
oppure dal Seminario, necessari per il corretto svolgimento liturgico: festa di Sant’Antonio, di San Francesco, Ordinazioni, ecc.
Nelle nostre riunioni abbiamo trattato diversi temi, i più importanti sono i seguenti:
Libretti per le celebrazioni: è stato realizzato quello del Corpus Domini ed è a
buon punto quello dell’Epifania. Manca da completare quello dell’Invenzione della Santa Croce ed è in fase di studio l’Ufficio Divino che viene fatto al Mercoledì
Santo. È forse conveniente una migliore presentazione dei libretti che vengono usati
nelle sante Messe delle Domeniche di Quaresima al Santo Sepolcro.
235
Esistono i sussidi per le celebrazioni delle pellegrinazioni quaresimale - che sono
molto utili sia per lo svolgimento che per la partecipazione dei fedeli -, in concreto
(Dominus Flevit, Getsemani, Flagellazione e Lithostrotos). Si deve studiare e decidere se sia meglio - per quanto riguarda le pellegrinazioni - avere un libretto per
Santuario o un solo libretto per tutte le peregrinazioni.
b) Celebrazioni Liturgiche al Santo Sepolcro durante la Quaresima e la Settimana Santa: Per la Settimana Santa si è fatta una nuova edizione delle celebrazioni
pomeridiane del Giovedì Santo e del Venerdì Santo. Non abbiamo avuto problemi
di tempo per quanto riguarda l’ufficio del Venerdì, giacché è stato esclusa un’unità
della celebrazione dell’ufficio.
Uno dei problemi di questo anno è stato la concelebrazioni del Giovedì e Sabato
Santo, dato il grande numero di sacerdoti e la ristrettezza del luogo. È conveniente
preparare biglietti per la concelebrazione anche per il Sabato Santo? Bisogna inoltre
impedire che i concelebranti accedano alla celebrazione con le camere fotografiche.
Un altro problema c’è stato per la venerazione della Croce al Calvario: per mancanza di tempo e a causa del grande afflusso di gente, a molti fedeli è stata impedita la
venerazione della Croce; inoltre ci sono state difficoltà per la distribuzione della Comunione. Cosa fare? La venerazione della Croce è il momento più importante della
celebrazione del Venerdì Santo. Sarebbe possibile dare la Comunione ai fedeli nella
Cappella dopo la celebrazione, dando la Comunione solo ai ministri, frati e schola
cantorum? Bisogna distribuire anche biglietti per poter salire al Calvario?
c) Le omelie delle pellegrinazioni della Quaresima: devono trattare solo argomenti
direttamente in relazione con i testi della liturgia e il luogo, nel contesto del cammino quaresimale e del percorso verso i luoghi della morte e risurrezione del Signore.
d) Presidenza del Vescovo nelle Sante Messe delle Domeniche di Quaresima al
Santo Sepolcro: Per evitare che si incorra in irregolarità liturgiche, la Segreteria ha
deciso che si segua “il Cerimoniale dei Vescovi”. Fra Stéphane prenderà contatto
con il Patriarcato affinché tutto possa essere chiarito e risolto per la prossima Quaresima.
e) Anno dell’Eucaristia: Celebrazione a Cafarnao: È pronta una celebrazione che
mette al centro il discorso di Gesù a Cafarnao, Eucaristia “pane di vita”. La Segreteria decide che questa celebrazione avvenga come conclusione dell’Anno dell’Eucaristia (fine di ottobre o inizio di novembre 2005).
Lo schema della celebrazione tiene conto delle antiche liturgie di pellegrinazione
e di quelle della Custodia, senza la celebrazione dell’Eucaristia. All’inizio (saluto e
preghiera); seguono tre momenti sottolineati dalla proclamazione dell’intero discorso di Gesù così suddiviso:
1) Gv 6, 1-15: dà da mangiare a cinquemila e si ritira sula montagna;
2) Gv 6, 22-40: spiega alla folla: Io sono il pane della vita;
3) Gv 6, 41-59: spiegazione nella sinagoga: il sangue e il pane di vita eterna.
236
Alla proclamazione di ogni momento segue il canto di un salmo o un canto. Questi
tre momenti di proclamazione e lode ci conducono alla parte rituale consistente nella
preghiera del Signore, benedizione e distribuzione del Pane. Tutto si conclude con
una benedizione e un canto che intende introdurre un incontro festivo di fratellanza
e gioia, come estensione della celebrazione paraliturgica.
Per questo bisogna interpellare i parroci e alcuni animatori, come per esempio fra
Jack Karam, per l’animazione prima della celebrazione e alla conclusione, nonché
dei canti durante la celebrazione. La celebrazione va presentata all’inizio con una
monizione in diverse lingue. Anche il Vangelo va proclamato in diverse lingue con
la sola interruzione dei tre momenti.
e) Cappella dei Franchi: La Segreteria ha studiato la situazione della Cappella dei
Franchi, specie per ciò che si riferisce all’Esposizione Eucaristica. Ha considerato
che la Cappella non ha i requisiti richiesti per fare l’Esposizione Eucaristica, giacché
il luogo non è adatto (non è un luogo raccolto e non è sufficientemente ampio, deve
essere fatta per i fedeli e non per soddisfare la devozione personale (cf. CIC can.
942). Perciò ha raccomandato al Discretorio di Terra Santa che venga eliminata. Si
consiglia, però, per evitare che i greci lo considerino un loro trionfo, di limitarne
l’uso al tempo quaresimale, eliminando l’esposizione. Il Discretorio approva.
f) Animazione liturgica nel Santuario dell’Annunciazione a Nazareth: La missione
dei francescani, come rappresentati della Chiesa Cattolica in Terra Santa, non si limita soltanto alla conservazione dei Luoghi Santi, ma comprende anche, e soprattutto,
il far sì che i Luoghi della nostra salvezza manifestino la “grazia” che Dio ha concesso all’uomo di poter trovare Gesù, suo Figlio, e la sua Madre, nei Luoghi che sono
“memoria” della loro vita. È attraverso la liturgia che prendiamo parte alla “Grazia
dei Luoghi Santi”
Stiamo vivendo ecclesialmente un momento storico molto importante e crediamo
che possiamo leggere i segni dei tempi solo alla luce della preghiera. Essendo Nazareth uno dei luoghi privilegiati dell’incontro con Dio e con ogni uomo - “Qui il
Verbo si fece carne” -, la fraternità francescana di Nazareth, in stretto contatto con la
Segreteria dei Luoghi Santi, ha organizzato, a partire del mese di aprile 2005, diverse
celebrazioni speciali nella Basilica della Annunciazione, e cioè:
- Recita giornaliera dell’Angelus a mezzogiorno in Grotta, e del Santo Rosario.
- Adorazione Eucaristica in Grotta, ogni giovedì dalle 20:00 alle 21:00. Il primo
Giovedì del mese sarà animata da un gruppo di preghiera.
3. Musica sacra
Fra Armando Pierucci, direttore dell’Istituto Magnificat e organista di San Salvatore e del Santo Sepolcro, ha presentato due temi intorno alla musica religiosa in
Custodia:
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a) Coro della Custodia di Terra Santa: Il 17 settembre 2004 il Coro, sotto la direzione dei Maestri fra Armando Pierucci e Hannia Soudah Sabbara, ha iniziato
un nuovo periodo. È formato da 20 membri che, per la maggior parte, sono giovani
che hanno studiato musica per diversi anni all’Istituto Magnificat e altrove. Essi
dedicano cinque ore settimanali alle prove, sotto la direzione del Mº Hanni Soudah.
Un insegnante di canto, la Prof. Janet Angelozzi li ascolta personalmente e li segue
nell’insieme. Il P. Custode ha sempre incoraggiato il lavoro del Coro.
Il Coro è impegnato al servizio liturgico nelle principali feste, celebrate sotto la
responsabilità della Custodia di Terra Santa. Dall’esecuzione effettuata a Betlemme
per le feste di Natale, ai servizi Pasquali al Santo Sepolcro, sino al concerto in onore
della SS.ma Eucaristia (23.6.05), il coro ha compiuto un notevole cammino in crescendo, raggiungendo un livello artistico ammirevole.
La nuova uniforme sottolinea l’identità del Coro e la sua appartenenza alla Custodia di Terra Santa. Con il prossimo anno scolastico si apriranno nuove iscrizioni, in
modo da rinforzare soprattutto il settore delle voci maschili.
b) La cura del patrimonio organario: Nei mesi di febbraio-marzo 2005 Fra Lauro
Both è venuto dal Brasile e ha lavorato per la manutenzione del patrimonio organario
delle nostre chiese. La maggior parte del tempo è stata dedicata alla cura dell’organo
detto di “Santa Maria Maddalena” al Santo Sepolcro, dove ha installato un nuovo
motore, ha ripulito tutti i meccanismi, specialmente le canne. Ha effettuato inoltre
delle riparazioni agli organi di San Salvatore e di San Giovanni in Ain Karem.
Il patrimonio organario della Custodia, tuttavia, è così vasto che necessita una manutenzione continua. Basta ricordare gli organi delle nostre chiese di Nazareth, della
Visitazione, di San Giovanni… L’organo di San Salvatore, in particolare, i cui primi
componenti risalgono alla fine del 1800, richiede ormai o un restauro radicale, o una
coraggiosa sostituzione.
Anche gli organi Rieger di Betlemme e del Santo Sepolcro, per quanto nuovi, hanno bisogno di assistenza periodica. Quello del Santo Sepolcro, soprattutto, è soggetto
alla polvere dei muri e al fumo delle candele. Ogni anno andrebbe pulito.
Da segnalare l’organo per lo studio (8 registri, due tastiere e pedaliera) che il Commissario di Terra Santa di Werl, Germania, fra Werner Mertens, ha donato all’Istituto Magnificat. Tale organo, posto nel salone “Immacolata” del convento di San
Salvatore, sarà molto utile per lo studio, oltre che per l’accompagnamento delle esecuzioni corali di musica sacra.
4. I Santuari e l’Arte Sacra
Fra Michele Piccirillo, nella prima riunione della Segreteria, ha presentato un resoconto delle attività realizzate dall’antica “Commissione d’Arte Sacra” negli anni
1998 - 2004 (vedi Frati della Corda, Marzo 2005, 8-10). Tra le attività che abbiamo
studiato nei nostri incontri ci sono le seguenti:
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a) Cappella della Theotokos nella Grotta del Latte: fra M. Piccirillo, incaricato
dal Discretorio, ha seguito l’elaborazione progettuale della nuova cappella dedicata
alla Madre di Dio (Theotokos) nel giardino della Grotta del Latte (Progetto di Padre
Costantino Ruggeri e dell’Arch. Luigi Leoni di Pavia). La nuova cappella è voluta
come un prolungamento del santuario al servizio dei pellegrini e della popolazione
cristiana di Betlemme. I cristiani della Slovacchia, che aiutano nel finanziamento
della Cappella, hanno offerto anche un’icona della Madre di Dio. Inoltre per aiutare
i cristiani di Betlemme e per evitare i costi del trasporto e le lungaggini degli sdoganamenti, si è deciso di far fare i banchi con l’inginocchiatoio e le suppellettili in
legno (porte) in loco su progetto presentato da Padre Costantino. Penseranno loro a
coprire i costi. Praticamente si è scelto il legno da usare che verrà consegnato insieme al progetto a tre falegnami invitati ognuno a fare un prototipo (con trattamento
a cera, che verrà pagato) e a presentare un preventivo: il lavoro verrà affidato in un
secondo tempo.
Tutte le suppellettili liturgiche su progetto di Padre Costantino (altare, ambone,
calici, incensiere) verranno offerte da amici di Padre Costantino. Per quanto riguarda
la vetrata, verrà quantificata a parte. Se troveranno un benefattore, meglio.
b) Proposta di cambiamento dell’altare maggiore nella Chiesa di Santa Caterina
a Betlemme. Nella prima riunione, viene letta una lettera con le proposte di Mons.
Marini. Si propone che fra Michele Piccirillo parli con Mons. P. Marini e Mons. C.
Valenziano. Fra Enrique dovrà valutare le necessità concrete della chiesa e chiedere
i piani a fra Justo. Si insiste inoltre nel vedere le reazioni di fra Alberto Prodomo,
architetto dell’attuale progetto.
Fra Michele ha preso contatto con un architetto di sua fiducia, il quale ha presentato una bozza di progetto. Dopo ulteriore riflessione si è suggerito di allungare un po’
il piano alto in modo da farci stare tutti gli stalli in legno del coretto dei frati. Questo
nasconderebbe la scala di destra lasciando anche un passaggio tra l’organo e la cantoria posta a sinistra. Il presbiterio andrà spostato di un metro al di qua del pilastro
per dargli più visibilità e valore. Praticamente si guadagna una campata e mezza. Si
è suggerito di dare un carattere più monumentale al sedile del celebrante e dei concelebranti in modo da coprire in qualche maniera chi sta dietro a quota più alta (prima
erano i cantori, in futuro i frati o i concelebranti). Per una verifica di questa soluzione
e di questo problema, si pensa di fare delle simulazioni al computer in modo da dare
la possibilità a noi e alla commissione di verificarne la praticità.
c) Restauro della Chiesa di Seforis. È un progetto antico già approvato dal Discretorio di Terra Santa. L’Arch. Ravagnan, incaricato del progetto, ha presentato i piani
aggiornati per il restauro della chiesa. Gli si è chiesto di accelerare i tempi in modo
da presentare il progetto definitivo comprendente anche un’idea di sistemazione ambientale dell’area antistante in modo da dividere l’area della comunità a servizio
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del santuario dal percorso dei pellegrini che vogliono pregare in chiesa o vicino al
santuario e dei visitatori di semplice passaggio. Quanto prima si dovrebbe presentare
il preventivo economico.
d) Cappella del Deserto di San Giovanni: Il Superiore del Santuario presenta la
proposta di far dipingere due icone per la Cappella del Santuario da un frate cappuccino. La Segreteria accetta la proposta, ma insiste che le due icone siano dipinte su
tavola. A luglio verrà l’artista. La Segreteria considera inoltre importante risistemare
la Cappella.
e) Crocifisso per la Custodia: Da Bologna, tramite fra Massimo Pazzini, viene proposto un dono di un “crocifisso sindonico” da regalare alla Custodia. La Segreteria,
all’unanimità, considera che il progetto non sia adatto per la Custodia.
f) Ricupero del busto del Papa Paolo VI che era stato rubato a Betania: È stato
trovato nella bottega di un antiquario della Città Vecchia di Gerusalemme. È stato
ricuperato, anche se è un po’ danneggiato, col pagamento di 500 $. Attualmente è
nella stanza del Vicario Custodiale. È da rimettere in un luogo sicuro, per evitare che
sia di nuovo rubato.
5. Proposte di revisione ed aggiornamento degli articoli degli Statuti Particolari e Speciali della Custodia di Terra Santa
La Segreteria, seguendo le indicazioni del Discretorio di Terra Santa (cf. Lettera 12
marzo 2005), ha studiato i seguenti temi degli Statuti: Santuari, Statu Quo, Liturgia,
Arte Sacra, Case Nove e Commissari di Terra Santa. I risultati sono stati consegnati
alla Segreteria di Terra Santa per essere trasmessi alla Commissione designata ad
hoc.
fra Artemio Vítores ofm
Presidente della Segreteria dei Luoghi Santi
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Sorella Morte
Fra Eliás Soltés ofm
Il giorno 19 gennaio 2005, fra Eliás Soltés, della Provincia slovacca del Santissimo Salvatore è tornato alla casa del Padre. Il giovane confratello non è stato a
servizio della Terra Santa; ha studiato tre anni la teologia nel nostro seminario di
San Salvatore. Chi l’ha conosciuto a Gerusalemme è rimasto legato a lui per il suo
fascino spirituale. Era uno di quei frati che vivono la vocazione francescana con
semplicità e sono capaci di suscitare un’ammirazione affettuosa, appena venato da
un tocco di umorismo.
Qualcuno ricorda che pregava tutto slanciato verso il cielo. Altri ricordano le parole con cui scusava chi gli dava qualche pena: “Un po’ di ragione, ce l’ha”, diceva.
Un tipo così sarebbe stato capace, come Ginepra di portare un decotto caldo per far
tornare la voce al confratello che lo aveva sgridato.
Altri ricordano il suo slancio nell’aiutare gli altri. E questo sino alla fine; il male
lo minava da alcuni anni, ma egli continuava il suo lavoro. In Slovacchia lo avevano
nominato maestro dei giovani frati. Anche noi lo ricordiamo così: Maestro di vita
francescana.
fra Armando Pierucci ofm
Fra Pascal (Artin) Ciamician ofm
Aleppo (Siria) 25 gennaio 1925
† Damasco (Siria) 20 febbraio 2005
Custodia di Terra Santa
Appena sette mesi fa, fra Pascal aveva scritto quattro pagine, ricordando la storia
dei suoi giorni. Diceva: «Sono nato qui, ad Aleppo il 25 gennaio 1925 in una baracca
di rifugiati Armeni, espulsi dai Turchi dalla loro patria natale di Marash in Cilicia
(Turchia) dopo i massacri perpetrati da loro nel genocidio del popolo armeno negli
anni 1915-1916 e nel 1920-1922. Parte di questi Armeni, scampati ai massacri, spogliati di tutto, sono arrivati qui in Aleppo e si sono arrangiati sotto tende e poi nelle
baracche fatte di legno e tanache».
È l’inizio della vita di fra Pascal. Nel 1933, la sua famiglia si trasferì a Knaye
e accanto ai frati minori, germogliò la sua vocazione francescana. Ricordava quei
giorni quando, invitato nel 1984 a dire il suo parere su recenti documenti dell’Ordine, scriveva: «Ma è così semplice, la Parola del Vangelo, se si osserva sine glossa; e
la Regola del Serafico Padre, se si osserva con semplicità».
241
Gli impegni della sua vita sono tanti: coadiutore a Damasco dal 1949 al 1950;
Superiore e Parroco di Giser-el-Choughour e Iugzik (Ghassanieh) fino al 1954; Coadiutore a Lattachie fino al 1958; Direttore del Collegio di Terra Santa a Lattachie
fino al 1960; Coadiutore a Gerusalemme, Superiore e Parroco dei Latini del Ram
e Direttore della scuola. Anche il suo impegno nel rendersi utile è stato notevole.
Insieme all’Armeno e all’Italiano, parlava e scriveva il Turco, l’Arabo, il Francese,
l’Inglese oltre al Latino.
Nel 1964 aveva scritto in Armeno una vita illustrata di Sant’Antonio (128 pagine).
Aveva imparato a suonare per essere più valido in chiesa e nelle scuole.
Con tutto questo, era rimasto fedele al suo ideale di semplicità sia nel suo stile personale che nei suoi rapporti con i confratelli. Ricordava: «Il 3 luglio 1999, a Knaye
ho celebrato il mio cinquantesimo di sacerdozio, attorniato dall’affetto dei confratelli
della Siria, Libano e Giordania. Deo Gratias!» Al rendimento di grazie al Signore ci
uniamo tutti noi, confratelli di fra Pascal. Lo facciamo tanto più volentieri, perché
padre Ciamician è arrivato alla serenità della vecchiaia, alla gioia dell’affetto fraterno, nonostante la difficoltà degli inizi della sua vita e i numerosi inconvenienti della
sua salute». Un incidente d’auto del 1965 in cui, per lo sbandamento di un camion,
morirono tre persone, gli inflisse delle ferite che lo legarono agli ospedali per molto
tempo. Subì più di dieci interventi chirurgici. Il Deo Gratias di fra Pascal è una conquista, un vero inno di fedeltà e di semplicità.
Fra Pascal aveva 80 anni di età, 61 di professione, 56 di sacerdozio. Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi
partecipino a 3 sante messe e facciano 3 via Crucis. In ogni fraternità una santa
messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine detti suffragi affinché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre celeste,
memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 20 febbraio 2005
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
*Al Capitolo custodiale del 2001 fu presentata la richiesta di non rendere obbligatoria la
pratica della Via Crucis in suffragio dei confratelli defunti. Il Capitolo custodiale non accettò
la richiesta. Tuttavia delegò il P. Custode a poter esentare, in tutto o in parte, da questo pio
esercizio, quei religiosi che ne facessero richiesta.
Fra Augusto Donneschi ofm
Virle Treponti - Brescia (Italia) 11 agosto 1927
† (Gerusalemme) 13 marzo 2005
Custodia di Terra Santa
242
“Io sottoscritta Ventura Maria vedova Donneschi dichiaro di lasciare piena libertà
al figlio Francesco di seguire la sua vocazione missionaria per entrare nella Custodia
di Terra Santa”: con queste parole la mamma di fra Augusto ci affidava il figlio Francesco di 11 anni, come aveva già fatto con i figli più grandi, Emanuele e Pancrazio;
un altro figlio, Mario, l’aveva consegnato alla diocesi di Brescia.
All’inizio del noviziato, l’11 agosto 1943, il giovane prese il nome Augusto in
memoria del suo papà. Ma rimase Francesco nel cuore e nello stile di vita. Uomo
generoso e fedele, svolse gli incarichi affidatigli con generosa disponibilità. Appena
ordinato sacerdote, l’8 luglio 1951, fu assistente, insegnante e poi vice rettore nei
collegi serafici di Emmaus e di Roma. Più tardi, nel 1972, fu aiutante economo della
Delegazione di Terra Santa a Roma. Per alcuni mesi fu superiore alla Visitazione e,
dopo i dieci mesi di servizio al Santo Sepolcro, fu Vicario e Bibliotecario allo Studium Biblicum Francescanum della Flagellazione.
Quasi sempre il suo è stato un ruolo di sostegno, un servizio prezioso svolto nel
nascondimento: i lavori più umili e pesanti erano suoi. Si considerava il facchino
del convento. La pagina più gloriosa della Sua vita è quella scritta nei 15 anni vissuti all’infermeria di San Salvatore: una malattia sempre più paralizzante, diabete,
disturbi urinari e poi tumore al naso, e infine una pancreatite lo legarono alla Croce
del Signore.
Sarà difficile dimenticare questo confratello, ormai pellegrino dell’assoluto, quando camminava per il corridoio dell’Infermeria, tenendo alto il rosario.
La sofferenza, resa serena da una preghiera continua, lo ha guidato alla Pasqua
eterna. Nella domenica in cui Gesù ci dice: Io sono la Risurrezione e la Vita, fra
Augusto, povero Lazzaro qui in Terra, è stato portato alla Casa del Padre. La grande
famiglia Donneschi, tanto generosa con la Custodia di Terra Santa, si è ricomposta
nel regno dei cieli.
Fra Augusto aveva 78 anni di età, 61 di professione, 55 di sacerdozio. Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri
religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis*. In ogni fraternità una
santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine
detti suffragi, affinché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre
celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 14 marzo 2005
fra Stéphane Milovitch, ofm
Segretario di Terra Santa
*Al Capitolo custodiale del 2001 fu presentata la richiesta di non rendere obbligatoria la
pratica della Via Crucis in suffragio dei confratelli defunti. Il Capitolo custodiale non accettò
la richiesta. Tuttavia delegò il P. Custode a poter esentare, in tutto o in parte, da questo pio
esercizio, quei religiosi che ne facessero richiesta.
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Nel ricordo di un amico
“Augusto, ti saluto Cafarnao?” Augusto era da tempo ricoverato nell’infermeria di
San Salvatore e si era molto aggravato, tanto che riconosceva a stento i frati che lo
andavano a visitare. Quando sentì la mia voce e quando sentì menzionare Cafarnao,
mi strinse a lungo la mano, aprì gli occhi, e senza potermi dire una parola, mi fissò a
lungo. Era felice. La sua mano era una morsa come nei tempi antichi.
Ah, caro Augusto, come si era felici quando a Cafarnao tu, P. Virgilio Corbo ed io,
recitavamo quel versetto del salmo: “Mi hai dato la forza di un bufalo”. Quando poi
si arrivava a quell’altro passo: “Le mie lacrime nell’otre tuo raccogli” io avevo una
variante: “I miei sudatoni nell’otre tuo raccogli o Signore”.
Tutti e tre sudavamo abbondantemente mentre si lavorava sotto il sole implacabile
di Cafarnao, ma Augusto era una fontana romana. Con le sue sudate il buon Dio
avrebbe potuto riempire molte botti di quelle che P. Cigliano faceva venire per nave
da Napoli e che ancora si vedono in giro per i conventi. Augusto stava sempre ad
asciugarsi la testa pelata (la pera) e alla fine della giornata andava a ritirare dalle reti
metalliche tutti i fazzoletti e asciugamani che man mano spandeva al sole. Era un
rito e noi lo lasciavamo stare, anche se Cafarnao prendeva l’aspetto di un paesino
nella festa del Corpus Domini, quando le buone donne di un tempo appendevano alle
finestre le lenzuola per salutare il passaggio di Gesù. Anche Bagatti era felice nel
vedere quella fiera di fazzoletti al sole.
La sua voce era calibrata e intonata alla sua forza erculea. Quando dovemmo spostare dal fianco occidentale dell’insula sacra una gran quantità di pietroni della sinagoga rimasti lì dal tempo di Orfali, Virgilio usò il sistema antico romano dei rulli fatti
scorrere su due tubolari. Un giorno Augusto strillava più del solito mentre spingeva
quei massi, tanto da richiamare l’attenzione di un gentiluomo milanese che si accostò e, dopo essersi congratulato con noi, ci ricordò che nel secolo ventesimo esistono
anche i carrelli elevatori e che lui ce ne avrebbe mandato uno dall’Italia. E così fu.
Benedetti gli strilli di Augusto.
Dato che aveva una bella voce, quando era con noi alla Flagellazione, intonava lui
alcuni canti durante la messa. Gli piacevano quelli all’antica, come “Siam peccatori,
ma figli tuoi”. Tornati in sacrestia, io mi congratulavo con lui, ma un giorno gli dissi:
“Augusto, noi usiamo i canti del libretto “Nella Casa del Padre” e non conosciamo il
libretto che tu usi “Nella casa del nonno”. Lingua biforcuta, stuzzicavo a volte anche
fra Giuseppe Marra: “Zì Giusè, tu quando suoni l’armonium, non ci accompagni
ma ci trascini!”.
Augusto ci aiutava non poco nell’impastare il cemento e a trasportarlo con una
carriola nella balconata della sinagoga, dove Virgilio stava rialzando le spalle della
porta centrale. Per superare i tre gradini, avevamo messo una tavola e Augusto doveva prendere la rincorsa per farcela, ma – cosa strana per me – proprio di fronte
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a quella tavola esitava e doveva riprovarci due o tre volte. Una volta gli feci una
strillata, ma lui reagì: “Stammi a sentire, io ho soltanto due mani e un occhio solo”.
E mi raccontò come da chierico gli si ruppe una corda di una chitarra che lo colpì
all’occhio sinistro.
Il 17 aprile 1976 fu un giorno storico: Virgilio doveva posizionare il grosso lintello originario sui due pilastri che avevamo già costruito in cemento armato per
l’ingresso alla navata centrale della sinagoga. Usavamo due carrucole, io da un lato
e Augusto dall’altro, mentre Virgilio dirigeva i movimenti. Nel momento delicato di
adagiare dolcemente il lintello, Virgilio perse le staffe e ingiunse a noi due di scendere immediatamente dall’impalcatura. Lui solo manovrò l’una e l’altra carrucola,
perché Augusto non riusciva a vedere le mie mosse (per colpa di quel benedetto
occhio) e faceva sbilanciare il lintello e l’intera impalcatura.
Mi ci vorrebbe un libro per raccontare le nostre avventure di Cafarnao, caro Augusto. Di te ricordo la mitezza sconfinata e una sensibilità da mimosa. Una volta mi
confidasti che se poco poco il tuo papà ti rivolgeva un semplice sguardo severo, tu
piangevi per ore. La tua partenza dalla Flagellazione, dove per tanti anni lavorasti e
alla quale ti eri affezionato, fu per te traumatica e fu l’inizio della tua morte.
Di te conservo tante foto. La più cara è quella che ti scattai il 15 aprile 2001 mentre
eri all’infermeria di San Salvatore insieme al tuo caro fratello fra Emmanuele. Portavi al collo una corona del rosario ed eri raggiante.
Ti ho rivisto l’ultima volta il giorno 6 marzo 2005: ti ho salutato, ti ho chiamato
per nome, ti ho menzionato Cafarnao, ma tu non hai aperto gli occhi e sei rimasto
immobile nel tuo letto. Ho capito che era la fine e ho mormorato: “Augusto mio,
Augusto mio”.
fra Stanislao Loffreda ofm
Flagellazione 14 marzo 2005
Fra Quirino Stella ofm
Port Said (Egitto) 24 aprile 1920
† Cairo (Egitto) 22 marzo 2005
Provincia Romana di San Pietro e Paolo (Italia)
Cari Confratelli,
Oggi, un altro confratello ci ha lasciato: fra Quirino Stella. Di famiglia italiana,
era nato a Port Said (Egitto). A 15 anni era entrato nel convento di Bellegra come novizio della Provincia Romana di Santa Maria in Aracœli. Dopo l’ordinazione sacerdotale ricevuta nel 1943 a Cori (Latina), era stato vicario, vice parroco e guida delle
catacombe di San Sebastiano nel convento di San Sebastiano a Roma. Nel 1957 era
venuto in servizio alla Custodia di Terra Santa. Per lo più i suoi 48 anni di servizio
sono stati spesi come parroco nella chiesa di Santa Eugenia a Port Said.
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Con la nazionalizzazione del canale di Suez, la comunità latina si è andata sempre
più assottigliando fino a sparire. Con la creazione della nuova provincia della Santa
Famiglia in Egitto, fra Quirino, dopo averne fatto parte per un anno, è stato parroco
e superiore a Santa Caterina in Alessandria. Quando anche questa casa è passata alla
nuova entità della Santa Famiglia, è stato destinato al San Giuseppe (Cairo).
Questo scarno elenco di date è sufficiente per ricordare tante pagine degli ultimi
50 anni della Custodia e intuire i drammi, e la fedeltà di persone come fra Quirino,
che li hanno vissuti.
Il 25 luglio 1975 così scriveva al Custode la sorella di fra Quirino: Mio fratello è
assente dall’Italia da sette anni; la Mamma anziana desidera ardentemente rivederlo. Ha saputo che padre Quirino è esaurito e che ha avuto una trombosi all’occhio…
Ciò è dovuto sicuramente alle vicissitudini della guerra tra Israele e l’Egitto.
Da allora fra Quirino è vissuto altri 30 anni. Chi l’ha conosciuto ricorda la sua
modestia; i parrocchiani l’amavano per la sua gentilezza. Tutti noi siamo grati al Signore per padre Stella che, nel silenzio e nella fedeltà, ha vissuto le pagine ora liete,
ora drammatiche della Custodia francescana di Terra Santa in Egitto.
Fra Quirino aveva 85 anni di età, 69 di professione, 64 di sacerdozio e 48 di servizio. Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis*. In ogni
fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con
sollecitudine detti suffragi, affinché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche
a noi.
San Salvatore, 22 marzo 2005
fra Stéphane Milovitch, ofm
Segretario di Terra Santa
*Al Capitolo custodiale del 2001 fu presentata la richiesta di non rendere obbligatoria la
pratica della Via Crucis in suffragio dei confratelli defunti. Il Capitolo custodiale non accettò
la richiesta. Tuttavia delegò il P. Custode a poter esentare, in tutto o in parte, da questo pio
esercizio, quei religiosi che ne facessero richiesta.
Omelia del funerale
Le 21 juillet 1990, le Père Carlo Cecchitelli alors qu’il était Custode de Terre
Sainte écrivait au père Stella, âgé de 70 ans :
“Ti deve consolare il fatto che hai lavorato tanto, hai impiegato bene tanti
anni della tua vita ed ora non sei più giovane e quindi un po’ di riposo non ti fa
male”.
Quinze ans plus tard, le Seigneur rappelle chez lui, précisément le mardi 22 mars,
le père Stella pour un repos éternel après quelques jours de soin à l’hôpital italien
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et après être fortifié par les Sacrements que le Père Giuseppe Cruciani chapelain de
l’hôpital lui a administrés.
Qui était le Père Stella?
Nos archives nous rapportent que le Père Stella naquit le 24 avril 1920 à PortSaïd, suivit les études primaires entre l’école franciscaine de Terre Sainte à Port-Saïd
et celle de Subiaco en Italie, prit l’habit franciscain à l’âge de 15 ans le 15 août 1935
au couvent de Bellegra, où il émit sa première profession à l’âge de 16 ans le 16 août
1936, et y fut admis à la suite de sa Profession solennelle dans l’Ordre franciscain à
l’âge de 21 ans le 29 septembre 1941. Mais c’est au couvent franciscain de Cori que
notre frère fut ordonné prêtre le 12 juin 1943 à l’age de 23 ans le 12 giugno1943.
Nous le trouvons entre juin 1944 et 1953 comme guide ou Vicaire ou économe ou
Directeur aux catacombes de Saint Sébastien à Rome. Il revint en Egypte en 1953 et
fut nommé Supérieur et curé de Sainte Eugénie à Port Saïd. Quatre ans après, il demanda de passer en service à la Custodie franciscaine de Terre Sainte. Depuis 1953
jusqu’à 1993, il a toujours été à Sainte Eugénie à Port Saïd excepté les années de
1962 à 1968 qu’il a passés comme gardien et curé à Sainte Catherine à Alexandrie.
Après un an passé au sein de la vice-province franciscaine d’Egypte, il fait retour à
la Custodie de Terre Sainte qui l’a envoyé au couvent de Sainte Catherine à Alexandrie. Il y resta jusqu’au passage de Sainte Catherine à la vice-province égyptienne
en 1998.
Nous avons eu la joie de l’avoir eu parmi nous depuis le 3 novembre 1998, date de
sa première messe qu’il a célébrée sur l’autel de notre Paroisse.
Il est mort le 22 mars 2005 âgé de 85 ans dont 62 de sacerdoce. Il a passé presque
52 ans au service de l’Eglise latine en Egypte.
Durant toute sa vie, il a aimé l’Egypte, et l’Egypte l’a aimé.
Retraçons maintenant en grandes lignes la figure du Père Stella.
Fils dévoué de Port-Saïd: Sans aucun doute, la ville natale du Père Stella occupait une place considérable dans sa vie. Il y était attaché comme un bébé vis-à-vis
de sa mère. Pour cette raison, on peut facilement comprendre le sens de l’amertume
qu’il a éprouvée lorsqu’il a dû quitter le couvent et la Paroisse latine de Sainte Eugénie. Il y a trois années presque, il y accomplissait sa dernière visite. Il y allait en tant
que Président de l’Association de bienfaisance du Consulat d’Italie à Port-Saïd. Pour
les gens de la rue Ahmad Shawqi, où est située l’Eglise Sainte Eugénie, il n’était pas
‘abouna Stella’, mais plutôt “Baba Stella = papa Stella”, tellement il était très
proche d’eux. Les communautés religieuses dominicaines, du Bon Pasteur et franciscaines se rappellent encore de ces célébrations eucharistiques quotidiennes, passant
les servir une communauté après l’autre.
Zèle pastoral: Malgré son age avancé, le père Stella tenait à rendre visite à deux
familles qui sans doute le connaissaient depuis qu’il était à Port-Saïd: une habite à
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côté de Muhandessin et l’autre habite à Choubra. Il savait comment rendre moins
amères les circonstances de santé précaire dans lesquelles ces personnes vivaient.
Dans sa dernière visite à la famille de Muhandessin, à laquelle il tenait beaucoup,
il a administré les derniers Sacrements que cette dame port-saidienne a eu avant de
mourir. Ce zèle pastoral l’a accompagné durant toute sa vie comme curé. Encore, je
me rappelle de ces visites qu’il faisait aux familles de Sainte Catherine: C’était une
forme d’évangélisation à laquelle il tenait. Comment oublier aussi la correspondance
abondante qui le tenait en contact avec toutes les personnes qui l’ont connu et aimé.
Homme de prière et dévotion: Il tenait beaucoup à la vie de prière. Comment
ne pas nous rappeler de ses visites quotidiennes et fréquentes au Saint-Sacrement et
sa prière persévérante du Rosaire. Il était devenu presque inséparable de l’Eglise. Il
n’oubliait jamais que si le Seigneur l’avait choisi comme religieux c’était aussi pour
faire de lui une âme priante. Heureux sont ceux qui lui confiaient leurs prières. Ils
sont sûrs que leurs demandes étaient prises au sérieux.
Un autre détail concerne sa dévotion fixe vers les saints et saintes : Saint Antoine
chaque mardi, Saint Joseph les mercredi, Sainte Rita les jeudi, le Sang du Christ
chaque vendredi, et Sainte Vierge Marie les samedi.
Apôtre du confessionnal : Depuis son arrivée dans notre communauté paroissiale,
il aimait passer le temps au confessionnal. C’était son apostolat qui le distinguait. Il
y trouvait un espace pour y montrer la miséricorde du Seigneur. Il l’exerçait avec un
sens paternel et fraternel qu’il a su montrer à chaque pénitent. On allait se confesser
chez lui sûr de trouver en lui une incarnation de l’homme de Dieu qui sait accueillir
le pénitent avec “une charité qui excuse”, comme l’a bien précisé Saint Paul. Chose
bizarre: il était tellement doué qu’il savait comment attirer les jeunes pour qu’ils
fréquentent régulièrement ce sacrement vital. Et lorsqu’il ne pouvait pas comprendre
la langue du pénitent, il ne le négligeait pas. Il laissait le confessionnal et allait à la
recherche d’un confrère qui parle la même langue du pénitent.
Une mémoire historique : Avec la mort du père Stella, les Franciscains en Egypte ont perdu un témoin oculaire de l’apostolat franciscain lui-même. Il n’y a pas un
événement qui concerne la vie franciscaine en Egypte sans que le Père Stella nous
dévoile les vicissitudes de telle activité ou telle autre. Il était pour nous tous la mémoire historique vivante.
Un lecteur assidu : Le père Stella était avide de lectures. Il cherchait surtout les
livres de spiritualité et biographies de saints. Sans oublier qu’il était le premier qui
cherchait à lire non pas les journaux quotidiens, mais plutôt le journal de l’Eglise:
l’Osservatore Romano.
Aucune avidité d’argent : Dans la dernière période de sa vie, le Père Stella
devait acheter beaucoup de médicaments. La Providence lui fournissait à travers les
amis l’argent nécessaire pour les régler sans qu’il se sente lourd sur l’économie du
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couvent. Il pouvait aussi réclamer le remboursement en tant que membre de la communauté, chose qu’il n’a jamais faite.
En synthèse, nous pouvons affirmer que le Père Stella vivait autour de trois centres d’intérêt : spiritualité franciscaine, dévotion à Marie, et zèle pour les âmes au
confessionnal.
Au nom de la Custodie de Terre Sainte et de la Province Romaine, je remercie
tous ceux qui sont venus partager notre douleur pour la perte de notre frère le père
Stella. Et au nom du Père Stella lui-même, je tiens à exprimer sa reconnaissance et
la nôtre aux Sœurs Élisabettines de Saint Joseph, et particulièrement, à Sœur Piera,
pour avoir fait de son mieux avec zèle et amour pour le soigner. Que le Seigneur les
bénisse.
“Padre Stella, ti deve consolare il fatto che hai lavorato tanto, hai impiegato
bene tanti anni della tua vita ed ora non sei più giovane e quindi un po’ di riposo
non ti fa male”. Entra nel riposo eterno. Amen.
fra Mamdouh Chehab ofm
Delegato del Custode per l’Egitto
Fra Paolino Celli
Torriana (Italia) 19 novembre 1930
† Haifa (Israele) 31 marzo 2005
Provincia bolognese di Cristo Re (Italia)
Cari Confratelli,
Questa mattina, nell’ospedale italiano di Haifa, una lunga malattia ha concluso la
vita terrena di frate Paolino.
Era venuto in Terra Santa il 30 gennaio 1983 per un anno sabbatico. Ma poi aveva
desiderato rimanere nella Terra di Gesù. Alla richiesta sua e del padre Custode, fra
Ignazio Mancini, il Provinciale della Provincia di Cristo Re, fra Berardo Rossi, aveva risposto: Noi siamo lieti di dare servizio alla Terra Santa, nella certezza che nulla
di meglio la Provincia può fare e che il Signore sicuramente sostituirà con vocazioni
giovanili ogni religioso che viene messo a disposizione della Custodia.
Neanche un anno dopo, fra Pierbattista Pizzaballa indossava il saio francescano:
fra Paolino era il primo frate che il piccolo Pierbattista, di
otto anni aveva incontrato. Una volta tra noi, fra Paolino continuò quei servizi di
cuoco, sagrestano, assistente parrocchiale che aveva svolto in Emilia Romagna. In
Custodia portava l’esperienza accumulata negli anni precedenti, insieme all’amabile
arguzia e alla simpatia della gente di Romagna.
Fra Paolino da almeno sei anni aveva compreso di essere minato dal male, che lo
ha condotto al termine dei suoi giorni. Ma prima di chiudere gli occhi, accompagnato
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da fra Massimo Pazzini, ha chiesto di tornare nella sua Romagna, per salutare confratelli, familiari ed amici. Poi è tornato tra noi per consegnare frate corpo alla Terra
Santa. Tutto questo nel giro di un mese, il mese della sua Pasqua.
Ora a noi, fra Paolino consegna il ricordo della sua vita interiore e della sua disponibilità e l’esempio della sua pazienza nella malattia; il sorriso con cui è venuto
sempre incontro a tutti noi.
Che buon religioso e come sa apprezzare tutto! scriveva il caro padre Mancini a
padre Rossi. Ringraziamo vivamente il Signore e la sua Provincia di avercelo donato.
Fra Paolino aveva 75 anni di età, 58 di professione, 22 di servizio. Gli convengono
in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis*. In ogni fraternità una santa messa
sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine detti suffragi, affinché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre celeste, memori
che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 31 marzo 2005
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
*Al Capitolo custodiale del 2001 fu presentata la richiesta di non rendere obbligatoria la
pratica della Via Crucis in suffragio dei confratelli defunti. Il Capitolo custodiale non accettò
la richiesta. Tuttavia delegò il P. Custode a poter esentare, in tutto o in parte, da questo pio
esercizio, quei religiosi che ne facessero richiesta.
Testimonianza
Martedì 29 marzo. “Dopo la Santa Messa in Basilica, hanno dato 1’avviso che è
morto fra Paolino”. Sono le prime parole che mi vengono dette da suor Renita quando
rientro in convento dopo essere stato a celebrare la Santa Messa all’ospedale italiano. Nell’archivio della mia memoria ritrovo le ultime annotazioni che lo riguardano:
fra Paolino è rientrato in Italia per un breve periodo. Sta facendo la chemioterapia
per cercare di contrastare un cancro che però non vuol saperne di andarsene. Pur in
mezzo a tutta questa intima sofferenza, fra Paolino vuole andare a casa per salutare
ancora una volta, 1’ultima, i familiari e gli amici. Nell’archivio ritrovo altri fogli
con qualche appunto che cerco di trascrivere. Nei primi giorni di maggio dell’anno
2003 sono venuto qui a Nazareth per una settimana. I miei superiori avevano deciso
di mandarmi in Terra Santa e questo periodo mi sarebbe servito per incominciare ad
abituarmi al clima. La Provvidenza aveva anche organizzato le cose per farmi un
piccolo regalo: proprio in quella settimana cadeva il 15mo anniversario della mia
ordinazione sacerdotale e il fatto di celebrarlo a Nazareth mi dava un po’ il gusto
spirituale di sentirmi invitato dalla Sacra Famiglia a prendere un té. Per questo ogni
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giorno ho compiuto il pellegrinaggio dal convento alla basilica dell’Annunciazione.
La particolare situazione politica di quei giorni faceva si che i pellegrini e i turisti
non fossero molto numerosi e cosí nella chiesa inferiore, complice il silenzio, sperimentavo 1’intimità del mistero dell’Incarnazione. Cercavo di immaginarmi come
poteva essere la vita per Gesù, Giuseppe e Maria, ma poi lasciavo 1’immaginazione
e tornavo alla realtà: Gesù è presente nel SS. Sacramento e dove c’è lui, c’e anche
Maria e Giuseppe. II tè era ottimo: 1’acqua è quella presa dalla fonte che zampilla
per la vita eterna e 1’infuso è fatto con i doni dello Spirito Santo...
Fra Paolino 1’ho conosciuto durante quante visite. Ricopriva il ruolo di sacrestano,
ma forse gli si addiceva di più il titolo di maggiordomo. Aveva un’andatura claudicante perché una gamba era più lunga dell’altra, ma 1’anima si muoveva agilmente
e comunicava una serenità con radici profonde. Avrei trovato conferma a queste
intuizioni grazie alle parole del Padre Custode che, durante 1’omelia, ha raccontato
che fra Paolino desiderava essere sacerdote, ma che vi dovette rinunciare proprio a
causa di questo difetto fisico. Invece che lasciarsi infettare dall’amarezza, scoprí che
il Signore lo chiamava ad un servizio diverso e la testimonianza di Padre Pierbattista
è chiara: Per noi piccoli seminaristi fu come un padre. Questo stile 1’ho in qualche
modo gustato anch’io: il giorno prima di rientrare in Italia durante quella settimana
di maggio, andai a salutarlo e gli dissi che ci saremmo rivisti presto perché di lí a
poco (28 luglio) avrei risieduto nel nostro convento di Nazareth. Lui, raggiante, mi
rivolse queste parole: Venga, venga! L’aspettiamo. La Terra Santa a bisogno anche
di lei!. Da allora ci siamo incontrati tante altre volte e ci siamo scambiati le confidenze spirituali quali potrebbero farsi due pellegrini che viaggiano fra il cielo e la terra.
Mercoledì 30 marzo. Davanti alla morte, la tentazione e sempre quella di mettere
la parola fine a tutto. Ma è davvero tutto finito? Sembrerebbe di no. Infatti, terminata
la Santa Messa delle esequie è stato messo il coperchio alla bara e si e formato il
corteo funebre; proprio quando la salma e giunta presso il luogo dove mi trovavo per
dare un ultimo saluto e per recitare ancora una preghiera di suffragio, la processione
si è fermata e ho avuto come l’impressione di ascoltare fra Paolino sussurrarmi:
Venga, venga! L’aspettiamo. II Paradiso ha bisogno anche di lei! Ho sorriso della
mia immaginazione, ma certe volte, all’improvviso, sono assalito dal dubbio che non
si trattasse solo di un volo di fantasia e allora torno con la memoria al momento in
cui, salutando fra Paolino prima di tornare momentaneamente in Italia, lo rassicurai
del mio grande desiderio di voler dare soddisfazione al suo invito e gli dissi parole
semplici come se fossero una firma apposta ad un patto spirituale che non è venuto
meno con la sua morte: Certamente, fra Paolino. A presto!
padre Damiano, Padre di Betharram - Nazareth
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Fra Umberto (Alberto) Bertizzolo ofm
Enego (Italia) 21 ottobre 1908
† San Michele in Isola (Italia) 14 aprile 2005
Provincia di Sant’Antonio di Padova (Italia)
Cari Confratelli,
ci giunge notizia del decesso del nostro confratello fra Umberto. Riferiamo quanto
ci scrivono dalla Provincia.
Aveva 15 anni quando Alberto Bertizzolo chiese di essere accolto nel Probandato
Antoniano di Lonigo: “Vieni e seguimi. Intesi questa voce dal fondo del cuore che
mi chiamava, ed io non sapendo che cosa volesse dire aspettai ansioso qualche cosa
di più chiaro. Quando per caso scorgendo un frate intesi di nuovo questa voce che
mi ripeteva: segui quel figlio di San Francesco e così seguirai me. Ed eccomi qui...”
Compì l’anno di noviziato a San Pancrazio di Barbarano, dove emise anche la professione temporanea il 18 settembre 1928. II desiderio di seguire Cristo, per essere
tra i suoi amici, tra gli intimi con i quali Cristo spezza il pane, lo portò a consacrare
a Dio e ai fratelli la propria vita con la professione solenne che emise a San Bernardino il 18 ottobre 1931. Cinque anni dopo, il 30 agosto 1936, fu ordinato sacerdote
a San Francesco della Vigna.
La vocazione e il ministero condussero fra Umberto a testimoniare il vangelo e
l’amore di Cristo in varie parti del mondo. Terminati gli studi, partì missionario per
l’Abissinia e visse con un prete indigeno cattolico. Fu insegnante in una scuola da
lui fondata a Addis Abeba e, più volte riuscì ad ottenere indumenti, coperte e farina,
a favore dei suoi allievi che vivevano nell’indigenza. Impegnato poi nel servizio di
cappellano militare, trascorse alcuni anni in campo di prigionia in India e Inghilterra. Dopo questa esperienza di sofferenza visse per oltre trent’anni a servizio della
Custodia di Terra Santa, in Palestina (1947-1948 e 1977-1980), in Egitto (19481960 e 1970-1977) e a Cipro (1960-1970). Rientrato in Provincia dimorò a San Vito
al Tagliamento dal 1981 al 1983 e poi, per quasi vent’anni, svolse il suo ministero
a San Michele in Isola, dove seppe creare attorno a sè un clima di serenità e di
simpatia. In questi molteplici servizi dimostrò carattere forte e determinato, leale
e generoso, fedele e preciso. Il suo ministero di confessore e direttore spirituale fu
apprezzato e ricercato.
Fra Umberto si è nutrito del pane vivo e questo stesso pane vivo ha offerto nel suo
lungo ministero sacerdotale e attraverso il suo instancabile servizio ai fratelli.
La fiducia che accompagna la sua vita lo ha sostenuto in questi ultimi anni fino
all’incontro con sorel1a morte. Ora, a conclusione della sua lunga giornata, il Signore lo accoglie quale servo buono e fedele: “Se qualcuno ascolta la mia voce e mi
apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20). È sepolto a
Saccolongo.
252
Fra Umberto aveva 97 anni di età, 77 di professione, 69 di sacerdozio, 33 di servizio. Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote.
Gli altri religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis*. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine detti suffragi, affinché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del
Padre celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 23 aprile 2005
fra Stéphane Milovitch, ofm
Segretario di Terra Santa
*Al Capitolo custodiale del 2001 fu presentata la richiesta di non rendere obbligatoria la
pratica della Via Crucis in suffragio dei confratelli defunti. Il Capitolo custodiale non accettò
la richiesta. Tuttavia delegò il P. Custode a poter esentare, in tutto o in parte, da questo pio
esercizio, quei religiosi che ne facessero richiesta.
Signora Rosina Leone Pappalardo
† Biancavilla (Italia) 23 aprile 2005
Cari confratelli,
apprendiamo che in patria ha lasciato questo mondo per entrare nella Vita Eterna la
signora Rosina Leone Pappalardo, madre di fra Carmelo Pappalardo.
Mentre porgiamo al nostro confratello e ai suoi familiari le nostre fraterne condoglianze, eleviamo la nostra preghiera di suffragio.
In ogni Casa della Custodia di Terra Santa si celebri una Santa Messa per la defunta.
San Salvatore, 23 aprile 2005
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Fra Teofilo (Mario) Gori ofm
Agliana (Italia) 16 settembre 1920
† Bosco ai Frati (Italia) 16 maggio 2005
San Francesco Stimmatizzato (Italia)
Cari Confratelli,
Il 10 gennaio 1971, fra Teofilo Gori scriveva al padre Custode di Terra Santa
fra Ermino Roncari: “Riallacciandomi ad un desiderio che da molto tempo tenevo
entro me stesso, ho presentato al mio Provinciale la richiesta di poter far parte della
Custodia dei Luoghi Santi”. Fra Teofilo aveva allora 51 anni. Era nato, infatti, ad
Agliana, provincia di Pistoia, da Silvio ed Eugenia Mati il 16 settembre 1920, è
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battezzato con il nome Mario. Accolto al vicino Collegio Serafico di Giaccherino
(Pistoia), dove compì gli studi ginnasiali, vestì l’abito francescano al convento di
Fucecchio il 6 agosto 1937, prendendo il nome Teofilo. All’Istituto Superiore Santa
Chiara di Napoli frequentò un corso di Scienze Naturali, conseguendo il titolo di
Lettore Generale.
In Provincia aveva svolto diversi servizi: insegnante al Bosco dei Frati (19451946); Maestro di disciplina dei Chierici filosofi di Colleviti (1951-1954); Insegnante in detto studentato (1951-1968); insegnante al Collegio di Giaccherino (19641970). Nel capitolo provinciale del 1967 viene trasferito a Giaccherino con l’ufficio
di economo.
Il 1º giugno 1971, lo sbarco a Haifa, inizio per lui del periodo in Terra Santa; terra
dalla quale mai aveva distratto le sue aspirazioni e che lo zio, padre Alberto Gori,
poi Patriarca di Gerusalemme, gli aveva messo nel cuore e nella mente fin dalla
fanciullezza.
Dopo due mesi di servizio al Santo Sepolcro, fu scelto come superiore al convento della Flagellazione. Nel 1974 fu nominato segretario Custodiale. Il 2 agosto 1983
il neo Custode fra Ignazio Mancini, succeduto a padre Maurilio Sacchi, gli scriveva:
“Allora, tra giorni, Lei intende proprio lasciarci. Ci lascia dopo dodici anni di servizio. È mio dovere ringraziarLa con tutto il cuore per quanto ha dato alla Custodia
durante questi dodici anni. Mi congratulo per la tenacia nel lavoro, specialmente nei
giorni di punta, come quelli delle Congregazioni Capitolari e il periodo che le segue.
Mi congratulo anche per le virtù di saper tenere i segreti. Queste qualità sono proprie
di un segretario”.
“Sono sicuro”, aggiungeva padre Mancini, “che non dimenticherà gli anni trascorsi in Custodia e se, un giorno, le chiederanno di lavorare ancora per essa nel
Commissariato di Terra Santa, non esiti ad accettare”.
“È certo”, scrive fra Ottaviano Giovannetti, Commissario di Terra Santa in Toscana, nel comunicarci la morte di padre Gori, “che egli rientrò in Toscana con ammirazione e con tanto amore alla Terra Santa, felice di offrire ad ogni occasione le
migliori disponibilità. Dapprima fu scelto a Commissario e si trovò a collaborare con
un altro veterano di Terra Santa, fra Eugenio Tonini, nell’ospizio creato negli anni
Sessanta dal Commissario fra Berardo Vannucci, nel centro di Pistoia.
Fra Teofilo ha trascorso gi ultimi anni al Bosco ai Frati in Mugello. Qui svolgeva
il suo apostolato e lavorava anche fisicamente, coltivando la terra con un piccolo
trattore. Negli ultimi tempi, aveva pagato più di una volta l’abuso della fatica. Nello
spazio di un quarto d’ora - tanto fu il tempo durante il quale si era allontanato il confratello (da tempo vivevano in due) - lo ritrovò immobile per sempre, seduto sulla
sedia in cui l’aveva lasciato.
254
Esemplare nel rispetto dei tempi che l’orario riserva alla preghiera, sempre attento nel vivere dentro lo stile francescano e zelante nel farne conoscere i valori,
provvide al aggiungere il lavoro a beneficio della Casa”.
Fra Teofilo aveva 85 anni di età, 67 di professione, 62 di sacerdozio, 12 di servizio.
Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli
altri religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis*. In ogni fraternità
una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine
detti suffragi, affinché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre
celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 18 giugno 2005
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
*Al Capitolo custodiale del 2001 fu presentata la richiesta di non rendere obbligatoria la
pratica della Via Crucis in suffragio dei confratelli defunti. Il Capitolo custodiale non accettò
la richiesta. Tuttavia delegò il P. Custode a poter esentare, in tutto o in parte, da questo pio
esercizio, quei religiosi che ne facessero richiesta.
Fra Georges (Jean Daniel) Lugans ofm
Parigi (Francia) 7 giugno 1911
† Tarbes (Francia) 14 luglio 2005
Provincia francese del Beato Pacifico
Carissimi confratelli,
a 94 anni, fra Georges Lugans ha compiuto la sua ultima corsa per accedere ad uno
stato di più intensa partecipazione alla Risurrezione del Signore. Nato a Parigi nel
1911, inizia a 10 anni gli studi secondari al collegio serafico di Sant’Antonio di Brive la Gaillarde. Dal 1921 al 1927, conclude la parte iniziale del corso classico. A 16
anni, fa l’opzione per la vita francescana e il 12 agosto 1927 entra nel noviziato della
Provincia di Aquitania, presso il convento di Pau; emette la professione solenne il 15
agosto 1928. Giovane professo, conclude gli studi filosofico-teologici a Friburgo, a
Bézier e a Tolosa. Verrà ordinato sacerdote nel 1935 a soli 23 anni.
Tre saranno le tappe della sua vita presbiterale: 25 anni di insegnamento e di direzione al Collegio serafico di Brive; 21 anni a servizio della Terra Santa, a San
Salvatore e 24 anni come cappellano delle Clarisse di Lourdes; poi come residente
nella casa di riposo di Tarbes.
Al Collegio serafico, fra Georges insegnava ed esercitava alcune funzioni amministrative. Dopo aver trascorso alcuni periodi in Italia, Spagna e Germania, insegnò
anche lingue ai giovani del collegio. Tuttavia, fra Georges era un umanista e fu nell’insegnare la letteratura francese che si rivelò particolarmente brillante. Dal 1937
al 1945, è prefetto di disciplina; dal 1945 al 1954, da’ libero corso al suo carisma di
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leader divenendo rettore del collegio; dal 1948 al 1954 viene eletto Definitore della
Provincia. Fra Georges aveva orizzonti troppo larghi per rinchiudersi in una casa di
insegnamento: sogna di divenire missionario e, pur essendo affascinato dalla missione in Cina, poserà il suo sguardo sulla Terra Santa.
Durante i 21 anni in Terra Santa, dirigerà la rivista La Terre Sainte portandola ad
un livello eccezionale, facendone lo specchio della vita della Custodia. I vari settori
sono illustrati: storia, archeologia, studi biblici, pubblicazioni…; durante la sua direzione, la rivista passerà da 3.000 a 12.000 abbonati. Ha potuto realizzare questo tour
de force per il contatto diretto con i pellegrini, costantemente cercato. Fu una guida
appezzata. Ogni giorno, partecipava alla processione quotidiana al Santo Sepolcro,
che, nel rendere sempre più viva la sua devozione al Risorto gli permetteva di incontrare i gruppi di pellegrini francesi. I primi contatti si facevano dopo la processione.
Si creavano dei legami e fra Georges, rispondendo all’invito dei gruppi, non mancava mai di incontrarli dove alloggiavano. Venne eletto successivamente Discreto di
Terra Santa per la lingua francese, Vicario Custodiale e, nel 1980 Presidente Custodiale. Fra Georges era anche molto presente presso le comunità religiose francofone,
organizzando per le suore alcune gite verso i Luoghi santi. Siccome aveva trascorso
in Francia 25 anni con i giovani nel collegio serafico, a Gerusalemme prese l’abitudine di trascorrere le ricreazioni con i bambini dell’orfanotrofio e di condurli in
escursione. E così “fece di una pietra due colpi”: offriva divertimento ai bambini e,
d’altra parte ha potuto imparare rudimenti di arabo.
Per motivi di salute, dovrà rinunciare alla direzione della rivista e chiederà di ritornare in Provincia. Divenne cappellano delle Clarisse di Lourdes e affrontò questo
servizio in continuità con quanto aveva operato in Terra Santa, a motivo dei pellegrini che continuava ad incontrare. Il suo slancio comunicativo, la sua giovialità, e
il suo savoir faire in molti settori hanno trovato dalle Clarisse un ampio campo dove
ha continuato a servire.
Negli ultimi anni della sua vita, una cecità lo ha costretto a chiedere ospitalità in un
ricovero per anziani accudito dalle suore di Notre Dame des Douleurs. Finché poté,
ha sempre risposto alle lettere che gli venivano spedite, anche se la sua calligrafia era
sempre meno leggibile; tuttavia, di cuore, egli era sempre lucido. A mò di Patriarca il
quale, gioioso, entra nell’eternità, ci ha lasciato dall’alto dei suoi molti anni.
Fra Georges aveva 94 anni di età, 77 di professione, 70 di sacerdozio 21 di servizio.
Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli
altri religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis*. In ogni fraternità
una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine
detti suffragi, affinché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre
celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 18 luglio 2005
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*Al Capitolo custodiale del 2001 fu presentata la richiesta di non rendere obbligatoria la
pratica della Via Crucis in suffragio dei confratelli defunti. Il Capitolo custodiale non accettò
la richiesta. Tuttavia delegò il P. Custode a poter esentare, in tutto o in parte, da questo pio
esercizio, quei religiosi che ne facessero richiesta.
Fra Giuseppe Commonara ofm
Napoli (Italia) 3 aprile 1938
† Napoli (Italia) 11 agosto 2005
Provincia Napoletana del Sacro Cuore di Gesù (Italia)
Cari Confratelli
è tornato alla Casa del Padre fra Giuseppe Commonara: è deceduto alle 17,45 (ore
italiane) assistito dai familiari, nella casa della sorella a Napoli.
Fra Giuseppe ci ha lasciato in età relativamente giovane, ad appena 67 anni. Questo tuttavia non meraviglia chi l’ha conosciuto da molto tempo. Già negli anni ‘70,
appena trentenne, dovette sottoporsi ad analisi e cure per calcoli al fegato, poi ai reni;
la sua cartella clinica si è poi riempita di varie voci: diabete, angina pectoris, e infine
un tumore al fegato che ha chiuso la sua esistenza terrena.
Nonostante questo, un dinamismo costante e generoso ha caratterizzato la vita
sacerdotale del nostro confratello. Nei vari incarichi assegnatigli dall’obbedienza,
particolarmente come superiore e parroco a Larnaca e Limasol (Cipro), ha dato il
meglio di sé. Consapevole dei suoi limiti umani, si preparava con cura ai vari compiti da affrontare. Nel 1970 i Superiori gli concessero di perfezionare il suo inglese,
studiando per un trimestre a The Pitman School of English. Si fece molto apprezzare
per la sua puntualità. Il suo insegnante disse che era capace di esprimersi liberamente
e con capacità, svolgendo un ruolo di animatore nelle conversazioni. La cura per la
precisione, tuttavia, faceva sì che, quando predicava in inglese o in greco, scrivesse
sempre i suoi discorsi. Amante del decoro della liturgia e del tempio del Signore,
portò a termine importanti lavori, specialmente nella nostra chiesa di Santa Maria
delle Grazie a Larnaca. Fece restaurare gli harmonium e dotò la stessa chiesa di un
bell’organo, costruito da fra Delfín Fernandez.
Si prese cura dell’archivio e della biblioteca del convento di Larnaca, invitando fra
Metodio Brlek a mettere ordine nel cumulo di carte raccolte durante un centinaio
di anni.
Tuttavia, più che per le sue opere, ricordiamo con affetto e gratitudine fra Giuseppe
per la sua fedeltà alla vocazione francescana, per il senso di fraternità che ha saputo
sempre portare nelle famiglie religiose in cui è vissuto. La nota dominante del suo
carattere, scriveva nel 1962 il suo Padre Maestro al seminario teologico, fra Quintiliano Baccin, è la calma che lo tiene sempre uguale a se stesso. Questa normalità di
se stesso gli offre la possibilità di essere costante nelle sue manifestazioni e mette la
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volontà nello sforzo costante d’adeguare il proprio agire alle proprie convinzioni, le
quali mi sembrano forti e gli danno un aspetto di maturità buona. Comportamento
riservato; trovando comprensione, è aperto ed anche confidente. Nel suo ordine di
idee giuste e nel suo adeguato agire dimostra forte convinzione, il tutto illuminato
ed animato da buono spirito religioso ed informato di buono spirito di pietà. Sempre
servizievole; e ci s’accorge che lo è proprio per forte spirito sociale. Nel complesso
rende bene, ne sono contento e perciò lo stimo tra i più formati e lo colloco tra i
migliori.
Infine ricordiamo con gratitudine fra Giuseppe per come ha saputo convivere con
le sue diverse e numerose malattie che per tanti anni lo hanno tormentato. Egli ha
portato la sua croce con serena consapevolezza, con profonda dignità, per non fa
pesare sugli altri i propri disturbi.
Il Signore gli doni la pace dei giusti, la gloria di chi ha sofferto per il regno dei
cieli.
Fra Giuseppe aveva 67 anni di età, 48 di professione, 40 di sacerdozio e 40 di
servizio. Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis*. In ogni
fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine detti suffragi, affinché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del
Padre celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 11 agosto 2005
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
*Al Capitolo custodiale del 2001 fu presentata la richiesta di non rendere obbligatoria la
pratica della Via Crucis in suffragio dei confratelli defunti. Il Capitolo custodiale non accettò
la richiesta. Tuttavia delegò il P. Custode a poter esentare, in tutto o in parte, da questo pio
esercizio, quei religiosi che ne facessero richiesta.
Cronaca del funerale
Napoli, 16 agosto 2005. I funerali di fra Giuseppe Commonara sono stati celebrati
nella Parrocchia della Trasfigurazione a Succivo in forma molto solenne. Alle ore
15.00 la salma è stata trasferita in chiesa preceduta dal parroco e dai religiosi di Terra
Santa. Alle ore 16.00 la Messa solenne presieduta a nome del Vescovo di Aversa, dal
Vicario Generale della Diocesi il quale nell’omelia ha tenuto a mettere in risalto la
figura di fraGiuseppe soprattutto come colui che ha risposto alla chiamata ed è stato
buon Pastore. All’inizio della Santa Messa era stato letto il messaggio des Vescovo
inviato a fra Carlo Cecchitelli, Commissario di Terra Santa di Napoli e sono state
manifestate le condoglianze alla sorella e ai fratelli e familiari tutti di fra Giuseppe,
a nome del Custode e della Provincia Napoletana del Sacro Cuore di Gesù. Erano
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presenti, da parte della Custodia, fra Giovanni Battistelli, delegato di Terra Santa,
con fra Bruno e il postulante Sergio, fra Carlo Cecchitelli, commissario di Terra
Santa in Napoli con fra Salvatore De Siato, fra Umberto Baratto, delegato di Cipro
e fra Quirico Calella.
Fra Victor Pena è arrivato il giorno dopo per porgere le condoglianze ai familiari a
nome dei frati di Cipro. Da parte della Provincia Napoletana erano presenti il Vicario
Provinciale, il P. Giorgio Ascione definitore provinciale e compagno di studi di fra
Giuseppe, i frati di Torre Annunziata, quelli di Marcianise e alcuni chierici di Santa
Chiara tra i quali fra Abdo.
Durante la Santa Messa i canti sono stati eseguiti da due tenori accompagnati dall’organo e dall’orchestra. Il cognato di fra Giuseppe, tenore, ha voluto fare un ultimo
omaggio al defunto cantando Pietà di me Signore.
La chiesa era gremita di fedeli. Dopo la Santa Messa la salma è stata tumulata nel
cimitero di Succivo.
fra Carlo Cecchitelli ofm
Signor Piotr Rojek
† 9 agosto 2005 in Polonia
Cari confratelli,
apprendiamo che in patria ha lasciato questo mondo per entrare nella Vita Eterna il
signor Piotr Rojek, padre di fra Antoni.
Mentre porgiamo al nostro confratello e ai suoi familiari le nostre fraterne condoglianze, eleviamo la nostra preghiera di suffragio.
In ogni Casa della Custodia di Terra Santa si celebri una Santa Messa per il defunto.
San Salvatore, 9 agosto 2005
fra Jerzy Kraj ofm
per il segretario custodiale
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Fra Marco Adinolfi ofm
Angri (Italia) 10 giugno 1919
† Cava dei Tirreni (Italia) 29 agosto 2005
Provincia Salernitano-Lucana (Italia)
Cari Confratelli,
Sorella morte è giunta questa mattina nel convento san Francesco di Cava dei
Tirreni (Italia) per fra Marco Adinolfi. Lo ricordiamo seguendo il necrologio scritto
dalla sua Provincia.
Era nato ad Angri da Antonio e Anna Guerritore. Vestì l’abito di san Francesco a
Tramonti nel 1934 ed emise la prima professione l’anno seguente. Nel 1940 professò
solennemente e fu ordinato presbitero il 9 agosto 1942.
Fra Marco, destinato agli studi ma impedito a partire a causa della guerra ebbe brevi
esperienze nelle fraternità di Sarno (settembre 1943) e di Potenza-San Michele (gennaio 1944); raggiunse Roma solo nel settembre 1944 iscrivendosi all’Antonianum,
alla facoltà teologica (sezione Sacra Scrittura) ove conseguì la licenza nel giugno
1945, terminando i corsi nel giugno 1947. Nel febbraio 1948 si iscrive al Biblicum
ove consegue la licenza (1949) e lo stato di candidatus ad lauream (1950). Intanto,
in Provincia è lettore di Sacra Scrittura dall’anno scolastico 1949-1950 e lo sarà con
qualche interruzione semestrale, fino al 1962 negli studentati di Cava, Materdomini
e Nocera. Nel marzo 1958, all’Antonianum difese la tesi di laurea in teologia dogmatica; il 30 luglio 1962, il Ministro Generale, fra Agostino Sepinski, lo destinò all’insegnamento presso di Studium Biblicum Franciscanum della Flagellazione. Già
membro del comitato di redazione della Rivista Biblica, organo dell’Associazione
Biblica Italiana (dal 1961), fu nominato consultore della Pontificia Commissione per
la Neo Volgata. Nello stesso anno, entra nella Commissione Nazionale del Nuovo
Catechismo italiano.
Dal febbraio 1967 passò a Roma, all’Antonianum, docente di Sacra Scrittura ed
ottenne, in successione, la qualifica di professore straordinario (9 settembre 1967), di
ordinario (2 gennaio 1969) e di emerito (27 gennaio 1990). Terminato l’insegnamento, per limiti di età, il 27 giugno 1995, passò a servizio della Custodia come direttore
del Centro di Propaganda e Stampa di Terra Santa di Milano, ove ha lavorato fino
al rientro in Provincia nel settembre 2004.
Nel Congresso capitolare dell’agosto 2004 gli fu assegnata la residenza di Cava,
ove, ancora e sempre dedito alla ricerca biblica, ha potuto gustare l’impegno pastorale, ammirato per l’impressionante marea di popolo che partecipava alle celebrazioni
e alle iniziative nella chiesa conventuale; un bagno di fede semplice e popolare che,
nei lunghi anni dedicati allo studio e all’insegnamento, non aveva mai sperimentato.
Ne parlava sempre con stupore e ammirazione.
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Tra libri, saggi e articoli, fra Marco ha scritto circa 200 pubblicazioni: le ha raccolte l’amico fraterno mons. Enrico Galbiati (“Bio-Bibliografia di Marco Adinolfi”,
Antonianum LXXV, 2000, pp. 212-234) che vi ha individuato i percorsi di ricerca
(storia e storiografia, temi di cristologia, Maria di Nazareth, i dodici e san Paolo, il
sacerdozio comune, il femminismo nella Bibbia, Ellenismo e Bibbia) intorno ai quali
ha ruotato tutto il suo interesse di studioso. L’approccio allo studio della Bibbia ha
avuto, per fra Marco, una corsia preferenziale: da profondo conoscitore dei classici
greci e latini, nonché della Patristica, si è accostato ad essa da esperto umanista;
come nota mons. Galbiati “padre Marco che passeggia da gran signore negli ambienti intellettuali del mondo antico, non tralascia di rapportarsi ai problemi che assillano questo scorcio del secondo millennio” (ivi, p. 232). Nella sua vita fra Marco
è stato un professore e un ricercatore: i suoi studi non erano un fine ma il mezzo per
l’evangelizzazione della cultura e del suo contesto di vita. La promozione culturale
e cristiana dei laici, e in particolare quella biblica, auspicata dal Vaticano II, è stata
un chiodo fisso di fra Marco che si è sempre adoperato, in anticipo sul Concilio, a
realizzarla nelle associazioni ecclesiali affidategli.
Fra Marco è anche stato un animatore di gruppi biblici in tutta l’Italia (in particolare in Liguria, a Nava dal 1982 al 2004, e in Sicilia, presso le Missionarie del Vangelo,
un istituto secolare per la diffusione del Vangelo); di corsi biblici periodici (per le
Clarisse di Cortona e della Federazione della Toscana e Sardegna, nelle Province
francescane abruzzese e salernitano-lucana ecc.); di numerosi esercizi spirituali itineranti sulle strade del Vangelo e dei viaggi missionari di san Paolo, ove ogni pietra
o traccia del passato cristiano riviveva nelle sue illuminate parole e trovava l’appropriato riferimento biblico.
Queste note rendono solo parzialmente conto della seria e impegnata vita di fra
Marco, un frate minore esemplare e modello di un percorso personalizzato di vita
consacrata, quello culturale della scienza biblica, ma del tutto coerente, per lo stile di
vita, alla scelta vocazionale francescana.
Fra Marco aveva 86 anni di età, 70 di professione, 65 di sacerdozio, 15 di servizio.
Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli
altri religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis*. In ogni fraternità
una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine
detti suffragi, affinché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre
celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 29 agosto 2005
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
*Al Capitolo custodiale del 2001 fu presentata la richiesta di non rendere obbligatoria la
pratica della Via Crucis in suffragio dei confratelli defunti. Il Capitolo custodiale non accettò
la richiesta. Tuttavia delegò il P. Custode a poter esentare, in tutto o in parte, da questo pio
esercizio, quei religiosi che ne facessero richiesta.
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Fra John Hooper ofm
Stratford Londra (Inghilterra) 5 dicembre 1930
† Essex (Inghilterra) 20 settembre 2005
Provincia Immacolata Concezione BMV (Inghilterra)
Cari Confratelli,
ci giunge notizia del decesso di fra John, Commissario di Terra Santa in Inghilterra
e economo provinciale, residente nella Curia provinciale a Woodford Green presso
Londra. Egli entrò da giovane tra i Frati Minori della Provincia Immacolata Concezione in Inghilterra. Dopo gli studi umanistici, cominciò il noviziato il 19 settembre
1948. L’anno successivo, il 21 settembre, emise la professione semplice e il 21 settembre 1952 quella solenne. Fu ordinato sacerdote il 26 marzo del 1955.
Fu insegnante al collegio serafico a Buckingham per dieci anni, poi impegnato nel
ministero parrocchiale in vari conventi. È stato vicario due volte e guardiano una
volta. Per molti anni ha organizzato corsi di preparazione al matrimonio. Era confessore di Suore a Manchester e a Londra.
Quando fu trovato da Sorella Morte, fra John aveva 75 anni di età, 56 di professione, 50 di sacerdozio. È stato Commissario di Terra Santa per 9 anni.
Gli convengono in suffragio l’applicazione di 2 sante messe per ogni sacerdote.
Gli altri religiosi partecipino a 2 sante messe e facciano 2 Via Crucis*. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine detti suffragi, affinché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del
Padre celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, solennità di San Francesco, 4 ottobre 2005.
fra Stéphane Milovitch, ofm
Segretario di Terra Santa
*Al Capitolo custodiale del 2001 fu presentata la richiesta di non rendere obbligatoria la
pratica della Via Crucis in suffragio dei confratelli defunti. Il Capitolo custodiale non accettò
la richiesta. Tuttavia delegò il P. Custode a poter esentare, in tutto o in parte, da questo pio
esercizio, quei religiosi che ne facessero richiesta.
Fra Nicolás (Calixto Lamberto) Pérez Monroy ofm
Villa de Élvarez - Colima (Messico) 15 aprile 1926
† Guadalajara (Messico) 24 ottobre 2005
Provincia SS Francesco e Giacomo (Messico)
Cari Confratelli,
Ieri, nella fraternità Duns Scott de Guadalajara, mentre pranzava, un infarto del
miocardio si è portato via fra Nicolás in pochi momenti.
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Entrò in noviziato l’11 agosto 1942 e seguì il percorso classico fino agli ordini
sacri nel 1949. Prima di venire in Terra Santa, è stato direttore di vari collegi in Messico, nonché guardiano, definitore e economo provinciale. È anche stato Segretario
esecutivo per la Vita consacrata nella diocesi di Guadalajara.
Nel 1987, riceve l’ubbidienza del Ministro Generale per servire in Terra Santa.
Rimane due anni al Getsemani come assistente al Santuario, poi viene trasferito a
Tabgha, sempre per l’accoglienza dei pellegrini. Nel 1992, è destinato al collegio di
Buenos Aires.
Fra Nicolás aveva 79 anni di età, 62 di professione, 56 di sacerdozio, 5 di servizio.
Gli convengono in suffragio l’applicazione di 1 santa messa per ogni sacerdote.
Gli altri religiosi partecipino ad 1 santa messa e facciano 1 Via Crucis*. In ogni
fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine detti suffragi, affinché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del
Padre celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 25 ottobre 2005
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
*Al Capitolo custodiale del 2001 fu presentata la richiesta di non rendere obbligatoria la
pratica della Via Crucis in suffragio dei confratelli defunti. Il Capitolo custodiale non accettò
la richiesta. Tuttavia delegò il P. Custode a poter esentare, in tutto o in parte, da questo pio
esercizio, quei religiosi che ne facessero richiesta.
Fra Serafino (Gaspare) Tamburello ofm
Alcamo (Italia) 13 febbraio 1928
† Palermo (Italia) 25 ottobre 2005
Custodia di Terra Santa
Cari Confratelli,
Ieri sera, sorella morte ha visitato fra Serafino Tamburello, fratello collettore nel
Commissariato di Terra Santa di Palermo.
Fra Serafino era nato a Alcamo (Trapani) in Sicilia, il 13 febbraio 1928. Aveva
compiuto l’anno di noviziato a Emmaus, fra il 3 maggio 1958 e il 10 maggio 1959.
Dopo pochi mesi di servizio al Santo Sepolcro e a Gerico, nel novembre dello stesso
1959 tornò in Sicilia e, da allora, ha avuto sempre l’incarico di collettore nel nostro
Commissariato di Palermo.
“Data la sua discreta intelligenza”, aveva notato il suo maestro di noviziato, fra
Michele Ponziano, “la parola facile, lo spirito di preghiera che è molto sentito in
lui, e i suoi buoni e profondi sentimenti religiosi, nella colletta sapeva rivolgere con
successo parole efficaci ai fedeli. Qui in noviziato ha disimpegnato con soddisfa263
zione generale i vari uffici affidatigli: giardinetto dei fiori, cucina. In generale il suo
comportamento è modesto, religioso, ubbidiente”: fra Serafino aveva allora 32 anni.
Queste caratteristiche le conservò per tutto il resto della sua vita; anzi, lavorò su sé
stesso per renderle più evidenti.
I suoi confratelli di Palermo confermano, come già aveva scritto fra Michele Ponziano, la sua figura di buon frate francescano.
Fra Serafino ha amato tanto la Terra Santa, portando il suo generoso contributo di
fratello collettore. È andato di villaggio in villaggio, bussando di porta in porta: al
magico nome di Gerusalemme, le porte e i cuori si aprivano. Suo compagno di cammino era il Santo Rosario. Pregava continuamente la Vergine Maria, ricambiando
spiritualmente la carità dei benefattori.
Nei momenti di riposo, soprattutto in questi ultimi anni, quando poteva stare di più
in casa, coltivava il giardino per ornare la chiesa e il convento di fiori.
Con fra Serafino scompare una figura di fratello che tanta simpatia ha suscitato tra
il popolo per l’Ordine francescano e per la Terra Santa. Un fratello così, semplice,
amante del rosario e dei fiori, poteva essere chiamato in cielo soltanto in una festa
mariana: è spirato al tramonto della solennità di Maria Santissima, Regina della Palestina.
Fra Serafino aveva 77 anni di età e 46 di professione. Gli convengono in suffragio
l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino ad
3 sante messe e facciano 3 Via Crucis*. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine detti suffragi, affinché il
nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre celeste, memori che ciò
che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 26 ottobre 2005
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
*Al Capitolo custodiale del 2001 fu presentata la richiesta di non rendere obbligatoria la
pratica della Via Crucis in suffragio dei confratelli defunti. Il Capitolo custodiale non accettò
la richiesta. Tuttavia delegò il P. Custode a poter esentare, in tutto o in parte, da questo pio
esercizio, quei religiosi che ne facessero richiesta.
Ricordo di fra Alberto Farina, ofm un Artista in Terra Santa (1921-2005)
Vuole essere il ricordo di un amico e un doveroso ringraziamento ad un confratello
che dedicò parte della sua vita di religioso e di artista alla Terra Santa. I nostri erano
incontri occasionali mai però interrotti negli ultimi quaranta anni e sempre calorosi
e fraterni ispirati da una reciproca stima ed affetto, dopo il non breve periodo trascorso insieme nel convento di Betlemme, dove io ero studente e lui giovane artista
264
incaricato di restaurare le Grotte di San Girolamo sotto la Basilica della Natività nei
lontani 1963-1965. Ci rivedevamo a Firenze nel convento di Ognissanti dove lui
aveva il suo studio. Incontri propiziati dalla vicinanza della stazione ferroviaria di
Santa Maria Novella, dove depositavo il bagaglio e in pochi minuti ero da lui accolto
sempre con entusiasmo. Interrompeva il lavoro nel quale era impegnato per mettere
in moto la sua vecchia auto da trasporto e partire per le pieve intorno alla città per
mostrarmi i tesori d’arte cristiana nell’impareggiabile ambiente naturale e culturale
toscano che lui idolatrava.
L’ultima visita, qualche anno fa, nelle intenzioni doveva durare solo qualche momento, ma, come ogni volta, durò tutta la giornata per restare con lui e con padre
Bettazzi per quella che chiamai la ‘veglia di addio’. Mi disse che erano tristi perchè
quello sarebbe stato l’ultimo giorno della loro presenza nel convento, francescano
per quasi cinque secoli, dicendo addio all’Ultima Cena del Ghirlandaio, alla Madonna con Bambino donatelliana, alla Crocifissione giottesca in sacrestia, alla splendida
chiesa di Ognissanti sul Lungarno. Non avrebbe più avuto quelli che lui chiamava
‘gli spintoni nei fianchi’ degli artisti fiorentini.
Occasioni di lavoro mi hanno condotto in Sicilia per uno degli ultimi incontri con
lui a Messina nel convento di Santa Maria degli Angeli, dove era curato e coccolato
da padre Marcellino suo conterraneo di Gangi. Era intento a pitturare un quadro
alla Madonna commissionatogli dal giovane confratello sotto la protezione di una
gigantografia della Madonna dell’Annunciazione di Antonello da Messina, un siciliano verace, come lui diceva, convertito dai Fiorentini e dagli Olandesi. Questa
volta fui io ad accompagnarlo al Duomo che desiderava rivedere, approfittando della
gentilezza di don Valerio Chiovaro. Fu una lunga simpatica ora trascorsa insieme,
ritardata dal suo passo affaticato, a contemplare i marmi della facciata e lo splendido
mosaico dell’abside. Mi riportò alla memoria la sorpresa fattami a Firenze, quando
un tardo pomeriggio lo vide comparire nell’aula universitaria durante una conferenza, strascicando i piedi ma sempre volitivo e dagli occhi vivi. Aveva saputo della mia
presenza in città e, a piedi, faticosamente era giunto per salutarmi.
I ricordi mi riportano indietro a Betlemme, quando lui era una roccia di forza e di
irruenza volitiva ed io approfittavo delle pause dagli impegni per stare con lui nelle
Grotte di San Girolamo (con il tacito consenso di Padre Giusto, guardiano, evitando
i rimproveri di facciata di Padre Colombano, maestro) e dargli una mano a pulire o
a impastare la calce preparatoria per gli affreschi o la creta che poi egli modellava,
facendomi in qualche modo partecipe delle opere che oggi ancora decorano gli altari e le pareti della Grotta. Sono nati così gli affreschi del Sogno di San Giuseppe
e di Santa Paola e Sant’Eustochio, e le terracotte fatte cuocere a Gerusalemme nel
forno della Palestinian Pottery nei pressi del Consolato Americano: il busto di San
Girolamo con il volume della Bibbia posto nell’arcosolio della tomba tradizionale
265
nel ricordo della Roma lontana saccheggiata da Alarico (‘lacrimis lacrimas iungimus’), la Sacra Famiglia sistemata in una nicchietta delle scale che collegano la
chiesa di Santa Caterina con le Grotte e il busto di Sant’Antonio con il Bambino al
fondo del corridoio nei pressi della Grotta della Natività. I Crocifissi e i candelieri
degli altari, come pure il mosaico che decora l’altare nella Cappella di San Girolamo con Girolamo, Paolo, Eustochio e Eusebio di Vercelli, furono eseguiti in Italia,
dopo un tentativo fallito di fusione in bronzo di un piccolo Crocifisso in una bottega
artigiana di Betlemme nei pressi della Scuola Femminile di Terra Santa. Le lampade
in ferro da lui disegnate furono realizzate dal maestro ferraio Francis del convento
di San Salvatore a Gerusalemme. Restano anche diversi disegni preparatori a china
e a pastello e un affresco su tegola con Cristo Benedicente con keffiah eseguito per
saggiare la presa dell’affresco, oltre ad alcune tavolette in terracotta con la Madre di
Dio, l’Annunciazione e la Dormitio di cui fece dono ai suoi amici. Per il Seminario
eseguì un Cristo con le braccia alllargate ora nel convento della Flagellazione. Per
me, nei momenti di pausa dal lavoro, andò modellando un Crocifisso che non fu mai
terminato. Lo convinsi a farlo cuocere lo stesso dopo avergli rotto braccia e gambe,
in modo che risultasse un ‘non finito’ che io desideravo conservare.
Negli stessi anni, era in costruzione a Roma/Casalotti il complesso del Collegio
Serafico Internazionale di Terra Santa. A Padre Alberto fu chiesto di modellare in
creta diversi episodi della Vita di San Francesco ispirati dai Fioretti da porre nel
cortile antistante la chiesa parrochiale e altre tre pale una sempre in terracotta poste
all’interno del Collegio. In quell’occasione modellò anche una tavola con la Madonna e il Bambino a braccia spalancate ora a Gerusalemme nel convento della
Flagellazione.
Un’altra occasione di lavorare per la Terra Santa gliela diede padre Alfonso Calabrese invitandolo a collaborare alla decorazione e agli arredi della nuova Basilica dell’Annunciazione a Nazaret. Padre Alberto eseguì le vetrate in vetro cemento
ispirate alle Litanie Lauretane che decorano le feritoie che illuminano le scale delle
due torri in facciata che collegano la Chiesa Inferiore con quella Superiore. Inoltre
modellò il grande candeliere pasquale in bronzo con la Storia della Salvezza e eseguì
i cartoni preparatori per due mosaici con i santuari mariani d’Italia.
Di lui conservo, con il profondo senso dell’amicizia e del lavoro, alcuni schizzi di
disegni per l’altare e il tabernacolo della Basilica del Getsemani mai realizzati, tre
testine di Apostoli frammento in creta di una Ultima Cena, e una tavoletta in bronzo
con l’Annunciazione ispirata ad una icona; ma soprattutto la sua passione per l’arte
sacra che per lui, francescano restato siciliano anche a Firenze, doveva esprimere
con rude immediatezza la fede e il messaggio cristiano nella sua divorante esigenza
di novità e di bellezza.
266
Con particolare cura ho sempre conservato il disegno per la tavola in madreperla
eseguita da un bravo artigiano di Betlemme offerta dalla comunità francescana a
Papa Paolo VI pellegrino dopo la visita alla Basilica della Natività il 6 gennaio 1964.
Intorno alla Vergine in trono con Bambino si sviluppa una fascia con gli episodi più
significativi della storia biblica della cittadina: Davide, Rut la Moabita, l’Adorazione
dei Magi e dei Pastori, la Strage degli Innocenti, la Fuga in Egitto e i quattro Evangelisti negli angoli, con la scritta in latino: Paulo Sexto P.M. Bethlehem civitatem
David visenti Christiani gaudentes.
Quando mi fu detto che Papa Giovanni Paolo II avrebbe iniziato il suo viaggio
pellegrinaggio del Grande Giubileo con la visita di preghiera al Memoriale di Mosè
sul Monte Nebo e che sarebbe stato bene esporre una immagine della Vergine, non
ho avuto dubbi nel portare da Gerusalemme l’immagine in terracotta della Madonna
con Bambino modellata da padre Alberto, sicuro di ricambiare con quel piccolo gesto un amore che lui aveva avuto sempre vivo per la Terra Santa e i suoi santuari.
fra Michele Piccirillo ofm
Studium Biblicum Franciscanum
Signora Naima Abboud - Khoury
† Ghassanieh (Siria) 25 ottobre 2005
Riposi in Pace. Amen
Cari confratelli,
apprendiamo che in patria ha lasciato questo mondo per entrare nella Vita Eterna
la signora Naima Khoury, madre di fra Raffaele Khoury.
Preghiamo per lei nel ricordo del nostro confratello fra Raffaele già guardiano e
parroco di San Francesco ad Aleppo, che nella pace del Signore dal 18 gennaio 2003
ha ora ricevuto l’abbraccio della sua mamma.
In ogni Casa della Custodia di Terra Santa si celebri una Santa Messa per la defunta.
San Salvatore, 2 dicembre 2005.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
267
Cronaca custodiale
Inaugurazione del Terra Sancta College di Gerusalemme
Da ottobre 2004 una fraternità francescana stabile era tornata a vivere nel Terra
Sancta College di Gerusalemme, parzialmente rinnovato e ristrutturato dalla Custodia di Terra Santa.
A conclusione della solennità di Maria SS. Madre di Dio, sabato 1 gennaio 2005 la
Custodia di Terra Santa ha inaugurato ufficialmente il Terra Sancta College di Gerusalemme. La celebrazione ha avuto inizio nella Cappella con il battesimo amministrato da fra Abd el-Massih Fayez Fahim, Economo della Custodia di Terra Santa,
al piccolo Jamil figlio del signor Georges, collaboratore del Superiore della casa fra
Vincenzo Ianniello. Questi ha dato il benvenuto ad una numerosa rappresentanza di
Frati provenienti da differenti case della Custodia, alle religiose e agli amici invitati
alla celebrazione. Egli ha detto che il battesimo appena celebrato ricorda che uno
degli scopi del Terra Sancta College è quello di essere filiale della Parrocchia latina
di San Salvatore, oltre che sede del Centro Culturale della Custodia di Terra Santa.
Ha aggiunto che nella residenza, alla cui gestione collabora la comunità della Suore
Francescane dell’Immacolata, vive un gruppo di studenti iscritti allo Studium Biblicum Franciscanum e alcuni collaboratori della Custodia di Terra Santa.
È seguita la celebrazione dei Vespri presieduta dal Custode fra Pierbattista Pizzaballa che nella breve omelia ha commentato il messaggio dei Salmi della liturgia
e ha ringraziato tutti coloro - predecessori nell’ufficio di Custode, responsabili dell’Economato e maestranze - che hanno collaborato al recupero della proprietà e alla
ristrutturazione del complesso. Ha poi invitato a pregare il Signore perché illumini e
sostenga gli sforzi del governo della Custodia che cerca forme concrete e risorse per
dare al Terra Sancta College la fisionomia corrispondente alla sua posizione nella
città nuova di Gerusalemme.
In continuità con la celebrazione dei Vespri, l’assemblea cantando l’inno Ubi caritas et amor si è portata processionalmente all’ingresso del College dove ha avuto
luogo la preghiera di benedizione. Dopo la monizione vi è stata la proclamazione del
testo biblico di Rm 12,5-16 e di un brano della lettera di san Francesco a tutti i fedeli
(2Lf 9-10), seguita dall’orazione e dalla benedizione degli ambienti accompagnata
dal canto del Salmo 84. La conclusione è avvenuta nell’atrio esterno con la benedizione conclusiva e il canto del Salve Regina.
Grazie a un sussidio preparato dall’Ufficio Liturgico della Custodia tutti hanno potuto unirsi attivamente alla celebrazione animata dagli studenti del Seminario Francescano della Custodia.
fra G. Claudio Bottini ofm
268
Professione Solenne
Alle 6.30 a.m. del 3 gennaio, memoria del SS. Nome di Gesù, il Custode di Terra
Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, ha ricevuto la professione solenne di fra Felix
Apaza Guanto, della Provincia missionaria francescana di Sant’Antonio in Bolivia.
La professione ha avuto luogo all’interno della celebrazione eucaristica sul luogo
della Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo. Il Padre Custode nell’omelia ha
evidenziato la relazione delle letture con il tempo liturgico ed il luogo della celebrazione. Il Dio con noi, nato a Betlemme, risorto nel luogo in cui ci siamo riuniti per
renderGli grazie, chiama a seguirlo. Spetta al candidato, in ogni circostanza, rispondere a questa chiamata, nonostante i momenti di oscurità e incertezza, potendo fare
affidamento sulla luce e la forza della Resurrezione.
Vigilia dell’Epifania
Il Padre Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, ha inaugurato le feste
dell’Epifania facendo il suo ingresso solenne a Betlemme, venendo dal convento di
San Salvatore a Gerusalemme.
Alle 10.30 della mattina il Padre Custode, accompagnato dal P. Vicario, fra Artemio
Vitores, dai Discreti di Terra Santa e da una buona rappresentanza della Parrocchia,
sono usciti in carovana, preceduti dalla Polizia israeliana con direzione Betlemme,
preceduti da pioggia e vento. La comitiva ha fatto una prima sosta all’altezza del
monastero ortodosso di Sant’Elia. Lì il Padre Custode è sceso dall’auto per ricevere
il saluto del Governatore militare della zona di Betlemme, il signor Aviv, del Sindaco
di Beit Jala, il signor Raji Zidan, e di altre personalità. Davanti alla Tomba di Rachele attendevano il Custode il Sindaco di Beit Sahour, signor Fuad Kakaly, e il Vice
sindaco di Betlemme, signor Ziad El Bandak. Dopo i saluti di rito, si è proseguito
fino al luogo dove è situato l’Hotel Paradise. Qui, al posto della scorta di Israele, è
intervenuta quella dell’Autorità Palestinese, compresa la Polizia a cavallo. Passando per le vie di Betlemme, ricevuti i saluti dei cristiani della città, si è arrivati alla
piazza antistante la Basilica della Natività. Qui stavano aspettando il Governatore di
Betlemme, signor Zuheir Manasra, il Sindaco di Betlemme, signor Hanna Nasser,
i capi della Polizia e del distretto di Betlemme. Allo stesso modo stava in attesa il
Parroco, fra Amjad Sabbara, e i frati della comunità di Betlemme con gli altri venuti
da Gerusalemme.
I diversi gruppi di Scout allineati rallegravano i fastidi della temperatura invernale
con i loro strumenti a fiato e a percussione. Alle 11.37 l’arrivo del Custode è stato
annunciato dalle sirene delle macchine della Il nevischio che cominciava a cadere
dal cielo ha accelerato l’entrata del Padre Custode nella Basilica della Natività. Dopo
averla attraversata tra due file di frati, è entrato nel chiostro di San Girolamo dove è
stato ricevuto dal Guardiano del convento, fra Justo Artaraz, secondo la forma con269
sueta. Da qui ci si è diretti processionalmente nella Chiesa di Santa Caterina, dove
hanno concluso l’ingresso le preci rituali.
Alle due meno un quarto del pomeriggio, dopo il pranzo e un breve riposo, ci siamo nuovamente ritrovati nella Chiesa di Santa Caterina per celebrare i primi Vespri
della Solennità. Ha presieduto la celebrazione il Padre Custode, accompagnato dai
Discreti di Terra Santa, i frati di Betlemme e di Gerusalemme, altri religiosi e pellegrini. Al canto del Magnificat si è discesi nella Grotta della Natività per incensare il
luogo della Stella, il Presepe e l’Altare dei Magi. Tornando per la stessa strada si è
rientrati nella Chiesa di santa Caterina per concludere la celebrazione.
Alle 15.30 il Guardiano del Convento francescano ha presieduto la compieta e al
cantico evangelico si è scesi ancora nella grotta della Natività per incensare gli stessi
luoghi già incensati in precedenza dal Padre Custode durante i Vespri.
Nonostante fuori continuasse a piovere, il Padre Custode ha lasciato la sua stanza a
Betlemme per visitare le diverse istituzioni relazionate alla Custodia di Terra Santa:
gli scout, le Suore francescane elisabettine del Caritas Baby Hospital, l’Associazione Antoniana, la Casa di riposo per anziani, l’Azione Cattolica, le Suore del Cuore
Immacolato di Maria, anch’esse francescane, le Suore di San Giuseppe dell’Apparizione, che dirigono la Scuola femminile di Terra Santa, tra le quali ha potuto
incontrare anche le Figlie di Santa Maria dell’Hortus Conclusus. Infine ha salutato
le francescane Minime del Sacro Cuore che sono a servizio della comunità e del
santuario della Custodia a Betlemme. Il Padre Custode ha incoraggiato tutte queste
istituzioni a proseguire nelle loro opere apostoliche e sociali, e trovandoci nella festa
dei Re Magi, ha lasciato in ogni posto visitato un appropriato regalo.
Epifania
Dalla mezzanotte alle nove della mattina si sono celebrate messe in diverse lingue
all’Altare dei re Magi, nella Grotta della Natività. Solo c’è stata una interruzione
per permettere ai riti che ne hanno diritto le incensazioni. Nel Presepe si poteva
contemplare, fin dall’ultima processione del giorno, il Bambino Gesù in trono, che
benediceva con la mano destra, mentre con la sinistra sosteneva il mondo. I sacrestani e gli studenti francescani di Gerusalemme vigilavano la Grotta e aiutavano nel
servizio delle Messe. Durante la notte ha piovuto abbondantemente. Di giorno la
situazione era migliorata e si godeva di una splendida vista con l’orizzonte adorno
di sole e nubi. Alle 10 del mattino il Padre Custode ha presieduto la Messa solenne
nella Chiesa di Santa Caterina. È stata davvero una Messa di popolo. Riempivano la
Chiesa abitanti di Betlemme, religiosi ed anche gruppi di pellegrini. La Messa è stata
celebrata in arabo e latino. Il Padre Custode, esperto di lingua ebraica ha dimostrato
attenzione e apprezzamento per la popolazione araba pronunciando con somma cura
e destrezza i testi in lingua araba. Il Parroco di Betlemme, fra Amjad Sabbara, ha
270
tenuto l’omelia. Ha animato il canto liturgico la Corale di Terra Santa e i francescani dello studentato di Gerusalemme. All’organo il nostro Maestro di musica, fra
Armando Pierucci, che alla fine della Messa ha fatto esultare di gioia le canne e le
campane dell’organo e i cuori dei partecipanti. Alla Messa hanno preso parte anche
i Consoli accreditati e le autorità locali.
Terminata la funzione, le comunità ortodosse aspettavano in piazza gli ingressi
delle loro rispettive autorità. La più appariscente è stata quella del Patriarca greco
Ireneo I, che è arrivato poco più tardi delle 11.30. I Consoli, come di consueto in
questo giorno, sono stati invitati d’onore all’ora del pranzo. Erano le 12.30. C’è stato
un discreto spazio di tempo libero fino alle 4.00, ora dei secondi Vespri. La gente si
muoveva liberamente per Betlemme. In questo giorno sì che è stata una città viva!
Nella Basilica officiavano i greci, i siri, i copti e gli armeni. Tutti hanno seguito il
programma stabilito. Gli abissini sono usciti dalla loro piccola cappella, presso la
Grotta del Latte, e si sono diretti con canti e ritmi africani alla piazza della Natività
per divertirsi e divertire con i loro canti, ritmi e tamburi. Alle quattro del pomeriggio
fra Justo Artaraz, Guardiano della comunità locale, ha presieduto i Vespri solenni,
e di seguito il Padre Custode, la Processione solenne. La Chiesa era piena anche in
quest’occasione. In verità era un momento atteso e popolare per i canti, colori, movimenti, simboli.
Il Padre Custode portava tra le mani la rosa d’oro che S.S. Paolo VI offrì al Bambino Gesù il 6 di gennaio, giorno dell’Epifania, del 1964, in occasione del suo pellegrinaggio a questo santo luogo di Betlemme. Fu esattamente 41 anni fa’. In quel
giorno celebrò l’Eucaristia sull’Altare dei Magi.
La cronaca di quel giorno riporta: “Il Papa, come i tre Magi, aveva portato a
Betlemme oro (la rosa), incenso e mirra” [ACTS 9 (1964) 67]. Un altro dei simboli,
portato in processione dal Padre Segretario di Terra Santa, fra Stéphane Milovitch,
è stato un Ramo d’olivo d’oro che lo stesso Paolo VI aveva deposto sulla Tomba di
Nostro Signore Gesù Cristo. Glielo avevano donato gli infermi di Roma con questo
intendimento. Portato in quest’occasione ha voluto significare l’anelito di pace per la
Terra Santa e il mondo intero. Quindi la processione si è diretta alla Grotta della Natività. Qui il Diacono ha collocato sopra la Stella la Rosa e il Ramo d’olivo. Il Padre
Custode ha incensato simultaneamente Stella, Rosa e Ramo. Dopo l’incensazione,
il Custode ha restituito la Rosa al P. Guardiano e il Padre Segretario ha ripreso il
Ramo d’olivo. Così il Custode ha potuto incensare il Bambino nel Presepe e l’Altare
dei Magi. Allora il Diacono ha cantato il Vangelo dei Magi secondo San Matteo (2,
1-12): “Abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti ad adorarlo... Al vedere
la stella furono pieni di una grande gioia. Entrati nella casa videro il Bambino con
Maria sua madre, e prostrandosi lo adorarono: aprirono i loro scrigni e gli offrirono
in dono oro, incenso e mirra”. Dopo si è cantato l’inno O sola magnarum urbium
271
Maior Bethlem, e di seguito l’antifona Et apertis thesauris suis con l’orazione corrispondente. Allora il Padre Custode è disceso al luogo del Presepe, ha incensato il
Bambino dell’Epifania, lo ha preso tra le mani e cantando il Te Deum si è tornati
processionalmente alla Chiesa di Santa Caterina, girando per due volte il chiostro di
San Girolamo. Ordinariamente sono tre. Questa processione con il Bambino è una
delle più emozionanti, popolari e allegre. Piace tanto ai giovani come agli anziani e
ai bambini. I cristiani come i Magi si sono riempiti di gioia perché il Bambino Gesù
si offre a tutti e tutti si fanno un cuore solo col Divino Infante. Il canto che risuona di
più in quest’occasione è il Gloria in excelsis Deo, che viene ripetuto incessantemente. Rientrati di nuovo nella Chiesa di Santa Caterina si è concluso con le preci rituali
e la benedizione col Bambino, che si è dato da baciare ai frati e a tutti i fedeli.
Così si è conclusa la festa dell’Epifania cattolica, mentre prendeva avvio il Natale
dei fratelli ortodossi. In questo modo Betlemme si mantiene viva e speriamo che i
pellegrini, che si vedono ogni volta più numerosi diano animo a questa città, che ci
ha donato la salvezza del mondo. Così quest’anno abbiamo celebrato le feste natalizie: a gloria di Cristo, deposto nel Presepe di Betlemme e nel luogo della Resurrezione a Gerusalemme. Amen.
fra Enrique Bermejo Cabrera ofm
Settimana per l’unità dei Cristiani
Si ritrovano nella sagrestia di San Salvatore i rappresentanti delle diverse chiese
di Gerusalemme. Da sinistra a destra: l’arcivescovo siriano ortodosso, un vescovo
greco ortodosso, fra Ibrahim Faltas, parroco latino di San Salvatore, il vescovo siriano cattolico, un vescovo ausiliare di Gerusalemme, il vescovo melkita, un vescovo
copto, il vescovo luterano, un vescovo abissino.
Era presente inoltre un vescovo cattolico del Ruanda. Segue l’ingresso solenne
nella Chiesa. Il cero pasquale precede il corteo che si dirige verso il coro. Il crocifisso
di San Damiano che chiese a San Francesco di riparare la sua Chiesa era illuminato
all’ingresso del coro.
I frati di San Salvatore aiutano i partecipanti a pregare con i canti. Le letture della
Scrittura erano tratte dal libro della Genesi (28,10-17), dalla Prima ai Corinzi (3,123) e dal Vangelo di Matteo (7,24-27). Dopo la predica di fra Ibrahim e il canto del
Magnificat la cerimonia del lucernario con il canto del Lumen exhilarans (Phos hilaròn) termina la preghiera per l’unità dei cristiani.
L’incontro ecumenico più atteso è sempre quello del Cenacolo. La Chiesa Madre
di Gerusalemme non può dimenticare che è nata lì e che la preghiera del Signore è
che tutti siano uno. La celebrazione è stata guidata dai Padri Benedettini della Dormizione. Alla fine il vescovo greco-ortodosso è intervenuto ricordando l’incontro di
272
Paolo VI a Gerusalemme con i patriarchi Atenagora e Benedictos. Non si poteva
dimenticare che alla stessa ora ad Auschwitz si faceva la commemorazione del 60mo
della liberazione del campo di sterminio. Finì con una nota di speranza ricordando
che Cristo è risorto. Lo proclamò in arabo e in ebraico: Hamashiah qam.
Visita del Cerimoniere Pontificio in Terra Santa
S.E. Mons. Piero Marini è venuto in pellegrinaggio nei Luoghi Santi con coloro
che hanno l’ufficio in Vaticano di collaborare con lui nella preparazione delle celebrazioni liturgiche del Papa. Sono venuti anche i responsabili del canto durante le
celebrazioni pontificie.
Sono stati giorni di tranquillità, di riflessione e di preghiera. Hanno percorso i
Luoghi Santi e, come normali pellegrini, han lasciato che scendesse nel profondo del
loro animo il messaggio evangelico che ogni luogo possiede. In questa maniera han
potuto rivivere in poco tempo il messaggio globale dell’anno liturgico, che d’ordinario ci si presenta invece nel corso di 365 giorni.
Han passato le loro giornate in un ambiente fraterno al ritmo delle celebrazioni
liturgiche, preparate ed eseguite con cura, semplicità ed eleganza. Hanno mostrato
preoccupazione per le comunità cristiane di Terra Santa e hanno condiviso alcuni
momenti della vita dei Frati Francescani, che per incarico della santa Sede, custodiscono e animano i Santuari e attività annesse.
Si sono intrattenuti con i frati a Nazareth. Hanno visitato lo Studium Biblicum
Franciscanum di Gerusalemme e il Museo Archeologico dello stesso Studium. Hanno passato in veglia la notte tra il sabato e la domenica nella basilica del Santo Sepolcro aspettando l’ora della Risurrezione, all’alba, per celebrare l’Eucarestia nella
Tomba vuota con le risonanze proprie del Vangelo della Risurrezione.
La sera prima di partire, domenica 30 gennaio, han passato la serata con la comunità di S. Salvatore, nel convento centrale della Custodia di Terra Santa. Mons. Crispino Valenziano ha tenuto un colloquio con i frati intorno alla Costituzione conciliare
sulla liturgia Sacrosanctum Concilium. In seguito S.E. Mons. Piero Marini ha presieduto la celebrazione dei Vespri della Comunità, ai quali hanno partecipato anche
i suoi collaboratori. Poi tutti quanti si sono ritrovati per una cena festosa durante la
quale il Vicario della Custodia ha consegnato a Mons. Marini la Medaglia del Pellegrino. È stato questo un segno di particolare gratitudine e riconoscimento a ricordo
della preparazione e direzione delle celebrazioni che il Santo Padre, Giovanni Paolo
II, presiedette quattro anni fa, durante la celebrazione universale del Grande Giubileo della Redenzione dell’anno 2000.
fra Enrique Bermejo ofm
273
Inaspettata visita notturna al convento di Emmaus
Il 29 gennaio, all’una di notte, nel nostro convento sono entrati i ladri (tre persone). Uno di loro aveva in mano una grossa pistola. Quella notte eravamo solo due in
convento e quando ho sentito sbattere la porta in corridoio, sono uscito dalla camera
pensando che il mio confratello, fra Espedito, avesse bisogno di qualche cosa. In corridoio c’erano tre giovani mascherati, che uscivano da una delle camere e puntando
verso di me la pistola hanno gridato: Polizia!. Ho capito subito che avevamo a che
fare con dei ladri. Senza opporre alcuna resistenza mi sono lasciato immobilizzare
e introdurre nella mia camera, dove mi hanno legato alla poltrona e coperto il capo
con un abito. Poi uno di loro mi ha messo il coltello al collo e mi ha chiesto il denaro.
Non gli ho risposto e mi ha colpito in testa con la mano, mentre gli altri due perquisivano la camera, gettando in terra tutta la roba che c’era negli armadi. Non trovando
il denaro, mi hanno minacciato più volte, sempre tenendo il coltello accostato al mio
collo. Quando si sono accorti che nella camera di fronte abita un altro confratello (fra
Espedito Lisiecki) sono entrati da lui, ripetendo lo stesso che avevano fatto con me:
hanno tolto le lenzuola dal letto, svuotato l’armadio della biancheria, gettato tutta la
roba per terra: anche lui è stato legato (solo le mani) con la corda del suo abito.
Dalla mia camera hanno portato via circa 8000 shekel: a fra Espedito hanno rubato
circa 180 shekel in spiccioli. Abbiamo poi constatato che i ladri sono entrati in convento servendosi di una scala con la quale hanno raggiunto una finestra e rotto i vetri.
Secondo il nostro parere i ladri potevano avere tra i 25 e i 30 anni di età.
Abbiamo subito informato di questo brutto episodio il Segretario di Terra Santa, e
più tardi (dopo la Santa Messa) anche la Polizia di Biddu.
Questa triste avventura ci ricorda che dobbiamo essere sempre pronti a sacrificare
anche la vita nel servizio ai Santuari in Terra Santa.
fra Francesco Wiater ofm
Superiore di Emmaus
fra Espedito Lisiecki ofm
Giordania: escursione bagnata, escursione fortunata
Gli studenti francescani del seminario filosofico-teologico del convento di San Salvatore si sono recati in Giordania per un’escursione biblico-archeologica nei giorni
5-9 febbraio. Con questa gita si è concluso il periodo di esami del primo semestre
dello Studium Theologicum Jerosolymitanum.
Abbiamo attraversato la frontiera israelo-giordana al ponte Ash-Shaykh Husayn,
nei pressi di Bet-Shean, in Galilea: qui, dopo quasi tre ore di attesa per i controlli di
rito, abbiamo incontrato Mahmoud, un architetto giordano laureatosi in Italia, che
ci avrebbe fatto da guida nel nostro peregrinare lungo il Paese. A darci il benvenuto
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in terra giordana ci ha pensato una pioggia battente, a proteggerci dalla quale non
bastavano gli ombrelli, a causa del forte vento. «Sorella pioggia» ci avrebbe accompagnati per tutta la durata del viaggio, trasformandosi anche in neve il giorno
dell’escursione a Petra!
La prima tappa del nostro itinerario sono state le rovine di Pella, a pochi chilometri
dalla frontiera, città in cui si rifugiarono i primi cristiani in fuga da Gerusalemme, al
tempo dell’assedio di Tito nel 70 d.C. Le poche rovine di epoca bizantina ed araba
lasciano presagire l’importanza della città, ormai ridotta ad un piccolo villaggio. Ad
arricchire le già ottime spiegazioni della nostra guida, ci pensava il fra Eugenio Alliata, che ci ha accompagnati con la sua presenza discreta, ma vigile, di vero pastore,
lungo tutta la durata del viaggio.
Da Pella la comitiva si è diretta alle rovine della città di Jerash, uno splendido
esempio di architettura romana antica, con il suo meraviglioso teatro, la piazza ovale, il cardo con tutte le colonne rialzate, e i resti del tempio di Artemide e di diverse
chiese bizantine, ancora mosaicate.
La giornata seguente è stata dedicata alla visita dei Castelli del deserto: Qasr alHarrana, Qasair ‘Amra, con i suoi caratteristici affreschi, e Al-Azraq, imponente fortezza di epoca romana. La pioggia ci ha dato una tregua, ma il vento, non trovando
alcuna barriera nel deserto, ci ha sferzati con particolare violenza. Nel pomeriggio,
dopo un veloce spuntino a base di shawarma, abbiamo visitato la città di Amman,
con il suo teatro romano e l’antica acropoli, da cui si dominano i sette colli sui quali
la città è costruita. Ad ogni angolo trovavamo ad accoglierci il viso sorridente del Re
Abdallah, rappresentato in mille pose caratteristiche, vincolo di unità nella società
giordana, divisa tra beduini autoctoni e immigrati palestinesi.
La sera abbiamo celebrato la Santa Messa nel nostro Terra Santa College di Amman, dove abbiamo anche cenato. Ad accoglierci in maniera veramente fraterna sono
stati fra Rashid, fra Ibrahim e fra Nerwan, che ci hanno anche accompagnati a visitare le strutture della scuola, una delle istituzioni educative più stimate nella capitale
giordana.
Il giorno 7 febbraio è stata la volta delle rovine di Umm ar-Rasas, con i suoi splendidi mosaici, riscoperti grazie agli scavi effettuati dai nostri frati. Quindi ci siamo
recati alla città di Madaba, altrettanto famosa per i mosaici (in particolare la mappa
mosaicata della Terra Santa dal Libano all’Egitto), e finalmente al Monte Nebo, dove
la Custodia di Terra Santa ha eretto un memoriale a Mosè sui resti di antiche chiese
bizantine. Anche qui i mosaici l’hanno fatta da padroni. Le tante bellezze che abbiamo potuto ammirare, sono il frutto dell’impegno profuso in questi anni da «Abuna»
Piccirillo («un vero beduino!», come ci diceva la guida) per la promozione degli
scavi e dei restauri del grande patrimonio storico e artistico della Giordania.
Il giorno seguente ci siamo portati a Petra, giustamente celebre per i resti della città
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nabatea interamente scavata nella roccia. Nonostante il cielo plumbeo, le sfumature di
colore della «città rosa», come viene anche chiamata Petra, risaltavano magnifiche.
Il giorno 9 febbraio la nostra meta è stata Betania «al di là del Giordano», luogo
tradizionale del Battesimo di Gesù ad opera di Giovanni il Battista, esattamente sull’altra sponda del fiume rispetto al luogo della usuale peregrinazione francescana di
fine ottobre. Da qui siamo tornati alla frontiera, che avevamo attraversato il primo
giorno, per imboccare la via di Gerusalemme, dove siamo giunti in serata.
Così si è conclusa questa bellissima escursione, funestata solo dalla inclemenza
di un tempo sempre freddo e piovoso, non comune per un Paese prevalentemente
desertico, quale la Giordania. Credo che a tutti sia rimasta nel cuore un po’ di nostalgia per un Paese tanto accogliente e così ricco di testimonianze storiche e bibliche,
vera Terra Santa, che mi auguro Dio voglia benedire con il costante dono della Sua
Pace!
fra Alessandro Coniglio ofm
studente STJ
Giuseppe Pisanu, ministro degli interni in italia,
visita il Santo Sepolcro
In occasione del 60° anniversario della morte di Giovanni Palatucci, il 9 febbraio
2005, le Forze di Polizia d’Israele e d’Italia hanno fatto grandi celebrazioni. Giovanni Palatucci, pretore di Fiume, aiutato dallo zio Vescovo, salvò circa 5000 ebrei dal
genocidio nazista. Si rifiutò infatti di consegnare la lista degli ebrei, anzi falsificò dei
documenti pur di salvarli. Per questo fu internato a Dachau, dove morì l’8 febbraio
1945. Per la circostanza i complessi musicali della Polizia israeliana e italiana hanno
eseguito un concerto a Gerusalemme. Il Ministro degli Interni, On. Giuseppe Pisanu,
guidava la rappresentanza italiana. Al mattino il Ministro Pisanu e il seguito sono
stati accolti dal Custode di Terra Santa, P. Pierbattista Pizzaballa; poi, guidati da fra
Michele Piccirillo, hanno visitato il Santo Sepolcro, la Moschea di Omar e il Muro
del Pianto.
Riunione congiunta delle Conferenze Subsahariana
e comona
Dall’8 al 14 febbraio 2005 ha avuto luogo, al St. Francis House of Studies, Pretoria, Sud Africa, la riunione congiunta delle due conferenze dell’Africa: la subsahariana e la COMONA (Conferenza del Medio Oriente e Nord Africa).
All’incontro erano presenti tutti i rappresentanti della COMONA (per la Terra Santa, il Vicario Custodiale), la maggior parte della Conferenza Subsahariana (il Provinciale del Sud Africa, il Vicario della Provincia dello Zaire, il Vicario della Provincia
di Kenia, il Custode di Mozambico, il Custode di Zimbabwe, il Presidente della
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Fondazione del Congo-Brazzaville; tre non hanno potuto venire per ragioni politiche
o di salute), e alcuni membri della Curia Generale, con a capo fra Bernardo Amaral,
Definitore Generale per l’Africa.
Le riunioni delle Conferenze dello stesso Continente sono raccomandate dagli
SS.GG. 200.2, e in genere si fanno ogni due anni. Alcuni temi trattati:
1. Presentazione della realtà di ogni Entità: essendo molte, la presentazione ha
occupato tutta la mattinata del primo giorno. Tutti hanno ascoltato con interesse
l’esposizione sulla realtà della Custodia di Terra Santa.
2. I nuovi Statuti Generali e le Conferenze: Il Capitolo Generale dell’Ordine,
celebrato ad Assisi nel 2003, ha approvato i nuovi Statuti Generali OFM, che sono
obbligatori per l’Ordine a partire dall’8 dicembre 2004.
Una delle novità più importanti di questi Statuti è la nuova visione sulle Conferenze, nelle quali è diviso l’Ordine Francescano. Ad esse vengono dedicati 28 articoli
e si intende definire meglio la loro funzione in vista della “promozione dell’unità, il
coordinamento e la collaborazione nella vita e nella missione dell’Ordine” (SS.GG.
191-192). Gli Statuti definiscono che, per l’elezione o ristrutturazione di una Conferenza, sono necessari “almeno cinque membri” (SS.GG. 191,4).
Ora, uno dei temi più urgenti di questa riunione, oltre alla presentazione delle novità dell’Ordine sulle Conferenze, era la situazione nella quale si è venuto a trovare
la COMONA, la Conferenza per il Medio Oriente e Nord Africa, cioè la nostra.
Attualmente è composta di solo quattro Entità: la Custodia di Terra Santa, la Provincia dell’Egitto, la Federazione del Marocco e la Missione della Libia. Quindi non
può continuare come Conferenza indipendente (allo stesso modo succederà con la
Francia).
Anche se la decisione definitiva dell’Ordine verrà presa a marzo, con tutta probabilità la Custodia di Terra Santa sarà costituita in una entità indipendente, sotto
l’autorità del Ministro Generale; la Provincia di Egitto e la Federazione del Marocco
si integreranno nella Conferenza Subsahariana, che verrà chiamata Conferenza Africana.
Sarà questa l’ultima volta che la Custodia prende parte ufficialmente a queste riunioni. Bisognerà, tuttavia, trovare altri modi di relazione, giacché la condivisione di
esperienze è sempre arricchente per tutti.
3. Celebrazione del viiiº Centenario della Fondazione dell’Ordine: un alto tema
fondamentale dell’incontro è stato la presentazione del libretto La Grazia delle Origini fatta dal P. Amaral. Durante tutta la mattina del 9 febbraio, Mercoledì delle
Ceneri (dopo aver ricevuto le ceneri) abbiamo riflettuto sulla necessità della conversione di tutti i frati in preparazione al Centenario. Sono state proposte alcune idee,
e si è insistito molto sulla necessità di informazione tanto a livello provinciale che a
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livello locale come primo passo da compiere. L’Ordine invierà tra poco alle Province
alcuni sussidi per aiutare nelle celebrazioni.
4. Altri temi trattati: Mons. William Slattery, vescovo francescano del Sud Africa,
ci ha fatto una presentazione esauriente sulla Chiesa cattolica in questo Paese: storia
e attualità, difficoltà ed attese. Fra Daonal Mahoney, ofmcap. ha presentato un suo
progetto sul dialogo con i musulmani in Africa. Fra Nestor Schwerz, Segretario per
l’Evangelizzazione, ha presentato la situazione dell’evangelizzazione oggi: l’Ordine
è una fraternità in missione nel mondo; ha parlato di sfide, priorità, nuove strutture
di animazione nell’Evangelizzazione alla luce dei nuovi Statuti. Fra Robert Stewart,
della Provincia del Sud Africa ha presentato la situazione dell’Ordine nel Paese; e
infine, fra Giancarlo Lati, Economo generale dell’Ordine, dopo aver parlato a lungo
della situazione economica mondiale e della globalizzazione, con i suoi problemi e
le possibili risposte cristiane, è passato ad analizzare la relazione del francescano
con l’economia, centrandosi sul “fondo comune” come un mezzo di condivisione e
di trasparenza. Infine, ha esposto il cammino dell’Ordine sulla solidarietà fra tutte le
Province attraverso la Curia Generale.
5. Visita ai Centri Francescani del Sud Africa: Giovedì 9 febbraio e Domenica 13
sono stati dedicati alla visita dei centri francescani della Provincia.
Giovedì, dopo aver percorso in macchina le principali vie di Pretoria, siamo andati
verso la zona dell’aeroporto di Johannesburg per vedere il lavoro dei frati in un’area
tra le più difficili del Paese. Siamo nelle zone delle grandi miniere d’oro. Accanto a
luoghi di ricchezza incredibile esiste ancora la più grande povertà. Un frate francescano, fra Stam Brennan, aveva incominciato, in piena epoca di Apartheid, a dare
un po’ di dignità alle persone più svantaggiate a causa del colore, della povertà, della
mancanza di educazione e della discriminazione razziale. Così, dal 1966 fino ad
oggi, ha creato una scuola per adulti, un centro per studenti che non hanno potuto accedere all’esame di stato, una scuola di arti e mestieri, e un altro centro per preparare
maestri e professori. Ha creato anche un centro di accoglienza diurno per le persone
anziane bisognose; un centro per la cura degli alcolizzati e dei tossicodipendenti, un
centro per ammalati terminali di AIDS e nello stesso edificio un centro per i bambini
rimasti orfani e anche infermi di AIDS; un rifugio per donne e bambini, che hanno
subito abusi e maltrattamenti; e una clinica dove vengono distribuiti gratuitamente
i farmaci anti-retrovirali per gli ammalati di AIDS (si calcola che nel Sud Africa
vengono infettati ogni giorno 2000 persone per questa malattia). La cosa più impressionante è che questo nuovo San Francesco pian piano, senza l’aiuto governativo, è
riuscito a dare un senso alla vita di tanti poveri, anche nei momenti più drammatici,
compreso il momento ultimo della morte. Vedendo queste realtà diventa più forte
l’orgoglio di essere francescano.
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Domenica, 13 febbraio, abbiamo visitato le parrocchie dirette dai francescani. Ci
siamo fermati in quella di Sharpville, una città tristemente famosa per la brutale
repressione della polizia ad una manifestazione pacifica, nel 1960, nella quale morirono 70 manifestanti. Abbiamo concelebrato la Santa Messa, presieduta dal Provinciale del Sud Africa. Questo paese è molto religioso, sebbene la divisione dei
cristiani è qualcosa di incredibile (esistono 6.000 chiese e sette cristiane differenti!).
Domenica è essenzialmente un giorno di festa e tutta la gente lo celebra nella chiesa.
La S. Messa alla quale abbiamo partecipato, celebrata in una lingua africana con la
preghiera eucaristica in inglese, era la tipica messa africana, piena di buona musica
(tutti cantavano e bene!) e qualche ballo. Che ritmo! Tutti i partecipanti, piccoli e
grandi, uomini e donne, erano presi dalla celebrazione. Anche se la messa è durata
più di due ore e faceva caldo, nessuno aveva fretta di finire. Erano anche felici di
vedere tanti frati.
Dopo, siamo andati a un luogo di ritiro, chiamato La Verna, anche questo dei frati.
Un luogo molto bello, sulla riva di un grande fiume. Lì abbiamo mangiato. Dopo
pranzo ci aspettava “il piatto forte” della giornata: la visita a Soweto, simbolo dell’Apartheid e del disprezzo dell’essere umano. Sono sparite ormai le leggi razziste,
ma ancona è lontano il giorno nel quale arriverà la vera uguaglianza per tutti. Abbiamo visitato le suore Francescane Missionarie di Maria, che lavorano con migliaia
di persone, che vivono nelle baracche, dove soltanto regna la miseria. Anche loro,
come buone francescane, vogliono dare un po’ di dignità a tanti uomini e donne!
Ogni giorno, al mattino, a mezzogiorno, alla sera e qualche volta anche dopo
cena, le celebrazioni liturgiche – lunghe e sentite – segnavano il ritmo della nostra
giornata. La bellezza del Sud Africa in questo tempo estivo e il luogo dove eravamo,
un convento in mezzo ai campi, con grandi prati verdi, sono serviti per facilitare il
nostro lavoro. E la fraterna accoglienza dei frati della Provincia ci hanno fatto sentire
a casa nostra. Un ringraziamento speciale per tutti, specialmente per fra Hyacinth
Ennis, Commissario di Terra Santa nel Sud Africa che mi è stato sempre molto vicino
e col quale ho potuto visitare il Commissariato di Terra Santa.
fra Artemio Vítores ofm
Vicario Custodiale
Inaugurato il nuovo asilo infantile nella scuola di Nazareth
All’inizio di quest’anno scolastico, dopo alcune osservazioni giunte dal ministero
della pubblica istruzione, la scuola si è trovata nella necessità di ristrutturare il proprio asilo infantile. Per accedere ai locali dell’asilo, che si trovavano al primo piano,
i bambini dovevano salire una ventina di gradini, e il campo giochi era a più di cento
metri di distanza: questi inconvenienti non sono ammessi negli asili infantili di oggi
e quindi si doveva trovare un posto più adatto per i bambini, o chiudere l’asilo.
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Ho subito pensato di ricavare dal piano terra le aule per il nuovo asilo e presentato
il problema al Padre Custode e al Discretorio di Terra Santa. A metà novembre 2004,
ottenuti i necessari permessi, si sono iniziati i lavori che sono terminati a gennaio
2005. In meno di due mesi abbiamo avuto la disponibilità dei locali per un asilo completamente nuovo, con due aule molto spaziose, fornito di tutto il necessario secondo
le leggi del Paese. Lo spazio per il gioco è stato ricavato di fianco alle aule, accanto
a quello per i bambini delle elementari, separato da un recinto. È ben fornito di tutto
il necessario per il divertimento ed il gioco.
I bambini si sono subito dimostrati entusiasti di questa ristrutturazione, e hanno
mostrato la loro gioia tanto che non volevano più uscire dalle aule! I genitori si sono
uniti alla felicità dei loro piccoli affermando che è difficile trovare un asilo simile in
tutto il paese.
II 18 febbraio, con un rito di benedizione, l’asilo è stato inaugurato dal Padre
Custode che si trovava a Nazareth con il Discretorio di Terra Santa. Alla cerimonia
erano anche presenti - oltre a tutta la comunità francescana, i professori e le maestre
della scuola -,
- Atal Ashkar, la consigliera educativa del ministero per gli asili infantili;
- Abeer Baranse, la consigliera pedagogica per gli asili del Municipio di
Nazareth;
- il Signor Ragi Mansour, direttore del dipartimento dell’educazione del Municipio di Nazareth.
Nel salone della scuola c erano più di duecento persone e dopo il benvenuto e i
saluti presentati dalle due maestre, i bambini hanno eseguito alcuni balletti e canti,
che sono stati molto apprezzati dai genitori e da tutti i presenti. Si è poi scesi al piano terreno dove il Padre Custode ha benedetto le nuove aule dell’asilo e dove tutti,
alla vista della ristrutturazione fatta, hanno manifestato compiacimento e meraviglia
anche perché i lavori sono stati eseguiti in poco tempo. Non poteva mancare il rinfresco e il dolce per terminare questa festa di inaugurazione che si è conclusa fra i
complimenti di tutti i partecipanti.
fra Halim Noujaim ofm
direttore dell’asilo
Lavori a Cafarnao nell’inverno del 2005
Nei mesi di gennaio e febbraio del 2005, il nuovo superiore di Cafarnao abuna Jerome Vour Dery di Gana, coadiuvato da Stanislao Loffreda, ha bonificato un tratto
della spiaggia dal porto verso la selva per la lunghezza di 120 metri e l’ampiezza di
cinque.
Lo scopo principale (ma non unico) di questo lavoro è di preparare alcuni angoli
accoglienti e solitari da offrire a chi viene a Cafarnao, la città di Gesù, non soltanto
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per visitare ruderi sia pur venerandi, ma per raccogliersi in preghiera e meditazione
di fronte allo scenario incantevole del lago.
L’ammasso di pietre e rottami, sul fianco meridionale dell’orto del convento (1)
non esiste più e ha dato luogo ad un agevole percorso alberato (2) dove nella prossima
primavera verranno aggiunte altre piante e fiori e dove alcuni sedili permetteranno di
sedersi comodamente. Questo tratto di spiaggia è direttamente collegato verso est al
luogo dove già nel 1992 era stato allestito un luogo di preghiera (cf. pagina 2).
Nel tracciare le fondazioni in cemento armato per il nuovo muro, abbiamo potuto
costatare come già nel secolo scorso i bravi frati avevano costruito, proprio su questo
punto, un contromuro a secco per proteggere il muro meridionale dell’orto. Purtroppo la proverbiale violenza del lago in tempesta ha pian piano cancellato quasi del
tutto quel frangionda.
Il nuovo muro da noi costruito in pietra basaltica per due metri d’altezza (4) ha
richiesto un considerevole andirivieni di betoniere, perché esso non soltanto è raggiungibile dalle acque del lago, ma deve anche proteggere dalla furia delle onde i
vecchi muri di cinta che già in alcuni punti erano stati scardinati nel passato.
Con il mitico cingolato che il compianto Virgilio Canio Corbo comprò nel lontano
1986 e che ancora resiste sotto le mani notoriamente “inesperte” del sottoscritto settantatreenne, abbiamo livellato il terreno da bonificare, che poi abbiamo rialzato con
molte tonnellate di qurqar. Anche i fianchi del porto sono stati rivestiti in pietra per
mascherare i cementi che avevamo lasciato in vista nel 1973 e che ora sfiguravano
di fronte alla bella facciata in vista del nuovo muro che delimita la moderna “via
maris” di Cafarnao.
fra Stanislao Loffreda ofm
Cafarnao 1 marzo 2005
L’Eucaristia: dottrina
mento biblico-teologico
e culto. XXXI Corso di aggiornadello STB di Gerusalemme con la
preghiera e il cuore rivolti al Santo Padre
Con il pensiero e la preghiera per Papa Giovanni Paolo II nel pomeriggio di venerdì 1 aprile si è concluso nel santuario eucaristico di Emmaus il trentunesimo Corso di
aggiornamento biblico-teologico organizzato dallo Studio Biblico Francescano sul
tema “L’Eucaristia: dottrina e culto”. Vi hanno partecipato con assiduità e impegno
una sessantina di persone, in gran parte religiose che lavorano in Medio Oriente.
Il corso era iniziato martedì 29 marzo con tre lezioni tenute nella mattinata e la
celebrazione eucaristica vespertina al Getsemani preceduta dalla visita alle memorie cristiane del luogo. Nella riflessione introduttiva padre G. Bissoli ha illustrato i
temi biblici collegati all’espressione “in memoria”: profezia, evento, rito, mostrando
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come essi sono fondamentali per comprendere la realtà storica e misterica dell’Eucaristia. Padre A. Niccacci ha continuato con la presentazione del banchetto dell’Alleanza e del banchetto della Sapienza delineando due figure significative che trovano
il loro punto di arrivo e compimento mirabile nel sacrificio e nel banchetto di Gesù
di Nazareth. Il sacrificio e il banchetto della nuova Alleanza assumono le caratteristiche, da un lato del sacrificio del Servo, dall’altro del banchetto e dell’insegnamento della Sapienza. Padre D. Chrupcala, ricordata l’origine probabilmente liturgica
delle parole “Fate questo in memoria di me (Lc 22,19; 1Cor 11,24)”, ne ha mostrato
la portata storica e il significato teologico e sacramentale. Ha insistito sul contesto
formato dalla cena e dalla morte di Gesù. Per la comunità cristiana delle origini come
per quella di tutti i tempi “fare memoria” dei gesti e delle parole del Signore sul pane
e sul vino non consiste in una semplice ripetizione rituale. La celebrazione richiede
un’immersione personale e comunitaria nel rapporto dinamico con l’evento della
morte di Gesù.
Nella seconda serie di lezioni, il 30 marzo, don C. Marcheselli Casale ha approfondito la portata etica e spirituale dell’esortazione di Paolo a “riconoscere e discernere
il Corpo del Signore (1Cor 11,29)”. Bisogna che in ogni Eucaristia si torni al cuore
della celebrazione, la Pasqua del Signore, e ci si esamini per riconoscere Lui e la sua
comunità, e non cadere nel giudizio incombente sul mondo che non crede. Padre F.
Manns, riflettendo su “Il pane che discende dal cielo (Gv 6,50)” alla luce di temi anticotestamentari e di non pochi testi della letteratura giudaica antica, ha mostrato che
nel “discorso eucaristico” di Gesù nella sinagoga di Cafarnao trovano compimento
e pieno significato le tradizioni bibliche e le riletture giudaiche sulla Sapienza come
“nutrice”. Il pensiero della Chiesa dei primi secoli sull’Eucaristia è stato presentato
in una visione panoramica e ricca da padre G. Sgreva. Egli ha parlato di indicazioni
fondamentali e ha fatto risuonare la voce autorevole dei Padri: Ignazio di Antiochia
(spiritualità eucaristica), Origene (Parola e Mistero), Cipriano (ecclesiologia eucaristica), Ilario di Poitiers (Eucaristia e Incarnazione), Cirillo di Gerusalemme e Giovanni Crisostomo (realismo eucaristico), Ambrogio (realismo e tipologia), Agostino
(mistero eucaristico della Chiesa), Efrem (teologia simbolico-sacramentale).
Nel pomeriggio i partecipanti al Corso si sono recati al Monastero di Santa Chiara
sulla strada Gerusalemme - Betlemme per la celebrazione eucaristica con le clarisse.
Sostando presso la tomba di Suor Maria della Trinità, morta in concetto di santità nel
1942, è stata rievocata la sua esperienza spirituale eucaristica. Il racconto autobiografico della conversione e vocazione e i suoi appunti, frutto dell’ascolto della Voce
divina, che si trovano nel Colloquio interiore, ora riedito in nona edizione italiana,
testimoniano come Suor Maria fu misteriosamente “attratta” dall’Eucaristia e come
fu condotta ad offrirsi vittima di amore per imitare la “vita eucaristica” di Gesù.
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Il terzo giorno è iniziato con la lezione di padre Eugenio Alliata “L’Eucaristia
nell’arte cristiana antica”. Con la proiezione di immagini e grafici ha mostrato i
simboli eucaristici antichissimi del pesce e del banchetto espressi nelle iscrizioni di
Abercio di Gerapoli e Pettorio di Autun e nelle pitture delle Catacombe di San Callisto e di Priscilla a Roma. Poi, partendo dal testo del Canone romano, ha mostrato le
rappresentazioni bibliche dei sacrifici di Abele, Abramo, Melchisedec e dell’Ultima
Cena attraverso i mosaici di Santa Maria Maggiore a Roma e di San Vitale a Ravenna e le miniature dei codici. Ha concluso con le immagini di luoghi, spazi e oggetti
eucaristici: Doura Europos in Siria, Cirta in Africa, Aquileia in Italia, Martyrium e
Anàstasis di Gerusalemme, calici e patene di varia provenienza.
Padre Lino Cignelli ha parlato di “Maria donna eucaristica”, nuovo titolo mariano
dovuto alla genialità poetica e mistica di Giovanni Paolo II. Nel coniarlo il Santo
Padre si è basato sul dato biblico-tradizionale e ha valorizzato soprattutto la testimonianza dei Santi, “i grandi interpreti della vera pietà eucaristica” (Eccl. de Euch. 62).
Il titolo “donna eucaristica” applicato a Maria dice che la Madonna: è presente in
ogni Eucaristia, è mediatrice tra noi e il Cristo eucaristico, è modello di comunione
con lui. Il relatore ha illustrato questi tre punti sulla base del dato biblico-tradizionale, del Magistero ecclesiastico e della testimonianza esemplare dei Santi e delle
Sante di ieri e di oggi.
L’ultima lezione sul tema “Eucaristia e unità dei cristiani” l’ha tenuta padre F.
Bouwen. Partendo dalle affermazioni pontificie di Ecclesia de Eucharistia: “Eucaristia fonte e culmine di tutta l’evangelizzazione” e di Mane nobiscum Domine: “Eucaristia, fonte ed epifania di comunione” le ha approfondite nella prospettiva dell’ecclesiologia di comunione. Per questo ha richiamato i documenti scaturiti dal dialogo
ecumenico Battesimo, Eucaristia, Ministero (1982) e Direttorio ecumenico (1993),
nei quali si trovano espresse le dimensioni dell’Eucaristia importanti e indispensabili
per tutti i cristiani: rendimento di grazie al Padre; anamnesi o memoriale del Cristo;
invocazione dello Spirito; comunione dei fedeli; banchetto del Regno. Il relatore ha
affrontato anche la questione delicata della comunione e intercomunione mettendone in luce gli aspetti dolorosi e problematici. Ha concluso dicendo che per vivere
l’anno dell’Eucaristia bisogna ascoltare ciò che ha suggerito Papa Giovanni Paolo
II in Mane nobiscum Domine: non si tratta tanto di fare delle cose in più, ma di fare
bene l’essenziale (n. 29). Occorre vivere l’Eucaristia in tutte le dimensioni puntando
verso l’essenziale e verso quello che abbiamo in comune con gli altri cristiani, senza
rinunciare ad essere creativi in una prospettiva ecclesiale ed ecumenica.
Il Corso si è concluso con l’escursione “verso Emmaus” che ha portato i partecipanti in pellegrinaggio alle quattro località (Motza, Abu Ghosh, Latrun-Amwas, elQubeibeh) che nei secoli la tradizione cristiana ha collegato all’incontro del Risorto
con i due discepoli di Emmaus (Vangelo secondo Luca 24). L’escursione, guidata da
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padre V. Ravanelli, ha toccato anche altre località bibliche e ha avuto il punto culminante nella basilica di Emmaus el-Qubeibeh dove il Vicario della Custodia di Terra
Santa, padre Artemio Vítores, ha presieduto l’Eucaristia. Nell’omelia ha invitato a
sentirsi protagonisti del racconto evangelico di Emmaus, perché quanto accadde una
volta ai due fortunati discepoli, si ripete per ciascuno di noi e per tutta la Chiesa in
ogni celebrazione eucaristica.
Alla preghiera dei fedeli la preghiera spontanea è andata più volte a Papa Giovanni
Paolo II che della pagina evangelica di Emmaus ha fatto l’icona e il programma
dell’anno dedicato all’Eucaristia. Prima di lasciare il santuario verso il tramonto, il
francescano polacco padre Espedito Lisieski ci ha ricordato con commozione che nel
1963 ebbe la grazia di ricevere ad Emmaus l’allora Mons. Karol divenuto Pastore di
tutta la Chiesa.
fra Giovanni Claudio Bottini ofm
Inaugurazioni al Terra Santa College di Amman
Nuovi giardini per l’infanzia
Sabato 26 marzo c.a., Abed El Magid, Direttore delle Scuole private ad Amman,
ha inaugurato due nuove strutture per i bambini dell’asilo: un parco-giochi e il nuovo
“giardino di traffico”.
Cos’è un “giardino di traffico”? È un grande spazio attrezzato a percorso pratico
per imparare i segnali stradali, a muoversi bene nel traffico cittadino e sulle grandi
strade, fino ad imparare come si attraversa la strada per andare a scuola! Un insegnamento importante per i bambini, che è difficile impartire se non lo si traduce… in un
gioco, che lo mette in pratica.
Per l’occasione, i bambini hanno preparato ed eseguito dei bellissimi canti in diverse lingue, e hanno offerto lo spettacolo ai genitori e agli ospiti intervenuti.
Il Direttore, nel suo discorso inaugurale, ha elogiato il ruolo delle scuole private
cristiane in generale, e del nostro Collegio in particolare, sottolineando lo spirito di
generosità dei padri francescani.
IV Campionato di Basket Ball
Sotto il patrocinio della Principessa Alia El Faisal, si sono svolti i Campionati di
Basket Ball nella sala sportiva del nostro Collegio, con la partecipazione delle sei
squadre delle Scuole private tra le quali il Terra Santa College.
Il Campionato di quest’anno, il IV della serie, si è inaugurato - alla presenza della
Principessa - Sabato 9 aprile, alle ore 18, con una cerimonia durata un’ora di grande
festa, cui hanno partecipato le bande degli Scout e la Corale e ci sono stati giochi
coreografici culminati con l’accensione della fiaccola, come si conviene ad ogni importante manifestazione di campionato..
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Sabato 16 aprile si è giocata l’ultima partita, che ha visto in una disputatissima
finale, le squadre del New English School e del Terra Santa College: 56 a 54 il
risultato finale a favore della nostra Scuola! Potete immaginare la trepidazione e
l’entusiasmo per la vittoria?!
Animazione liturgica a Nazareth
Nazareth, 14 aprile 2005
Carissimi/e:
“Grazie a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo” (1 Cor 1,3)
Stiamo vivendo ecclesialmente un momento storico molto importante e crediamo
che possiamo leggere i segni dei tempi solo alla luce della preghiera.
Essendo Nazareth uno dei luoghi privilegiati dell’incontro con Dio e con ogni
uomo, vogliamo farvi partecipi di alcune iniziative di questo Santuario e cioè:
Recita giornaliera dell’Angelus a mezzogiorno in Grotta.
Adorazione Eucaristica in Grotta, ogni giovedì dalle 20:00 alle 21:00. Il primo
Giovedì del mese sarà animata da un gruppo di preghiera.
Fiaccolata mariana, ogni sabato, alle 20.30 con la recita del Rosario in diverse
lingue, partendo dalla Chiesa di San Giuseppe fino alla Grotta.
Questi momenti di preghiera avranno inizio con il mese di Maggio 2005.
Aspettiamo la vostra partecipazione e collaborazione per crescere sempre più nella
comunione fraterna.
Gruppo di Animazione Liturgica
Concerti in Terra Santa
Nella settimana dal 19 al 23 aprile 2005 fra Renato Beretta ofm, francescano di
Milano, è tornato in Terra Santa. Con il coro Cantica, i solisti Giovanna Donadini,
Raffaella Vianello, Andrea Giovannini e Antonio Marani, i pianisti Anna Brandolini, Mauro Bertoli insieme al M° Marco Berrini all’armonium, ha eseguito la Petite
Messe Solennelle di Gioacchino Rossini.
Patrocinata dall’Istituto Italiano di Cultura e dalla Custodia di Terra Santa, con
l’organizzazione di fra Quirico Calella, la tournée di padre Beretta ha fatto tappa a
Tel Aviv - Giaffa (santuario francescano di San Pietro), Acco (auditorium), Nazareth
(basilica dell’Annunciazione), Betlemme (chiesa di Santa Caterina) e Gerusalemme
(chiesa di San Salvatore).
Ogni volta Autorità religiose e civili, insieme a un numeroso pubblico hanno apprezzato l’esecuzione altamente professionale a e la musica che Rossini compose
quattro anni prima della morte per i frequentatori del suo salotto parigino.
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Con il suo scherzoso pudore Rossini chiamò Piccola questa Messa che musicalmente anticipa sonorità e ritmi che caratterizzeranno poi il primo novecento; e religiosamente esprime una piena adesione alla fede cattolica. Al termine della sua vita,
infatti, solo i temi religiosi furono capaci di far zampillare ancora pienamente la sua
sorgente creativa.
Il concerto finale di Gerusalemme era dedicato a S.S. Benedetto XVI. Al termine
gli esecutori hanno concesso un bis cantando la “Preghiera” dal Mosè. Il P. Custode, P. Pierbattista Pizzaballa, ringraziando gli artisti e il pubblico, ha fatto notare la
felice coincidenza: proprio quella notte della loro Pasqua, gli Israeliti ricordavano il
passaggio del Mar Rosso.
Incontro Commissione Ratio Formationis Custodiæ
Martedì 26 Aprile, nel Convento di San Pietro a Giaffa, si è tenuta la riunione della
Commissione per la revisione della Ratio Formationis Custodiæ. I membri della
Commissione sono fra Fergus Clarke, fra Nicolas Marquez Gutierrez, fra Noel
Muscat e fra Eduardo Sanchez Velez.
La Commissione programma di dividere i quattro le sezioni della RFC tra i suoi
membri, i quali lavoreranno individualmente nella sua revisione, e poi si incontreranno per valutare il lavoro.
Part 1 - L’Identità del Frate Minore in Terra Santa (Noel)
Part 2 - Principi Generali della Formazione Francescana (Eduardo)
Part 3 - Fraternità Formative, Formatori, Formazione Permanente, Vocazioni, Postulato, Noviziato, Professione Temporanea (Nicolas)
Part 4 - Aspetti specifici della Formazione, Formazione Teologica, Professionale, Ministeriale, Missionaria (Fergus)
Lo stile dovrebbe essere più descrittivo che accademico. Per evitare ripetizioni
della Ratio Formationis Franciscanæ dell’Ordine, si danno soltanto referenze. Nello
stesso tempo si cercherà di seguire la stessa struttura della RFF dell’Ordine riguardo
ai sottotitoli e paragrafi. In questa revisione si deve prestare particolare attenzione
alle sezioni nuove della RFF che non si trovano nella RFC (numeri 92-104 sull’accompagnamento).
Il risultato finale sarà probabilmente una versione della RFC, che sarà più concisa,
descrittiva e indicativa, e che non avrà stile legislativo (competenza degli Statuti
Particolari della Custodia sotto il titolo Formazione).
Il lavoro deve essere presentato durante la prossima riunione della Commissione, programmata per lunedì 12 dicembre 2005 (Gerusalemme-San Salvatore o Ain
Karem). Dopo si procederà ad ampliare le consultazioni tra altri collaboratori nel
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campo formativo e tra i candidati in formazione, prima di redigere il testo finale da
presentare al Custode e al Discretorio per l’approvazione.
fra Noel Muscat ofm
Segretario per la Formazione e gli Studi.
Commissione per la stesura della Ratio Studiorum Custodiæ
Durante l’ultima riunione del Consiglio per la Formazione e Studi, tenuta a Roma,
in Delegazione di Terra Santa il 17 marzo 2005, è stata proposta una Commissione
per la stesura della Ratio Studiorum Custodiæ, composta da fra G. Claudio Bottini,
fra Dobromir Jasztal e fra Noel Muscat. Il lavoro sulla Ratio Studiorum prevede un
testo che sia redatto sulla struttura della Ratio Studiorum dell’Ordine, con le particolarità che toccano gli studi in Custodia.
Inaugurazione della cappella di Cafarnao
1º maggio. Nel 1926 padre Antonio Gassi inaugurava il nuovo convento
francescano di Cafarnao, costruito in sostituzione della primitiva abitazione dei frati.
Essa era ubicata presso il fianco nord della monumentale Sinagoga che in quegli anni
padre Gaudenzio Orfali stava studiando e restaurando. Sin dall’inizio la cappella
conventuale, che serviva anche da chiesa per i pellegrini, fu istallata nel primo piano
del nuovo edificio, sul versante sud affacciato sul Lago di Gesù.
Lì essa rimase sempre. Una prima ridipintura delle pareti fu eseguita dal fra Pedro
Tomé nel 1968. In quell’occasione fu coperta la caratteristica decorazione a stelle
che interessava le volte a vela della sala. Nel 1970 fra Virgilio C. Corbo, illustre
direttore degli scavi di Cafarnao e superiore del convento dal 1969 al 1991, adeguò
la cappella alle normative liturgiche postconciliari, avanzando l’altare ad intarsi
marmorei originariamente fissato contro il muro.
Fra Pedro Bon, guardiano dal 1992 al 2004, aveva in animo di restaurare la
cappella che ormai mostrava i segni di tutti questi anni. Il sogno è stato realizzato
dall’attuale superiore fra Jerome Vour-Dery che ha incaricato dei lavori l’Ing. Assad
Hakim. Il sapiente restauro, eseguito con gusto e competenza dall’8 al 25 marzo
u.s., ha ripristinato la cappella nelle sue disposizioni essenziali. Preservando altare e
pavimento, ha dotato la mensa di un gradino più ampio sul quale è stata installata la
sede per il presidente e una panca per i concelebranti.
Uno zoccolo di legno massiccio corre lungo tutto il perimetro incorniciando le
nuove finestre a tenuta termica, due delle quali erano occultate dal vecchio armadio
a banco dei paramenti liturgici, ora sostituito da cassettiere e stipi a muro.
L’ingresso è stato impreziosito da una porta in legno massiccio istoriata da un oblò
a vetro soffiato policromo riproducente un motivo religioso. Un funzionale ambone,
che riprende nel materiale e nella sagoma la modanatura delle colonne di spigolo
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della zoccolatura, trova posto dinanzi al presbiterio. Il punto focale è naturalmente
il tabernacolo eucaristico, ora sistemato in un’apposita nicchia lignea nel muro di
fondo. Si tratta di un pregevole manufatto in ottone, rame e smalti dall’aspetto di una
chiesa cruciforme sormontata da cupola, donato al convento nel 1952 dall’Opera «de
las Tres Marías y de los Discípulos de S. Juan» della diocesi di Madrid. Lo si ricava
da una placchetta sulla cupola e dall’iscrizione dedicatoria incisa sui gradini della
fronte che recita: «Al corazón eucarístico de Jesús / Las Marías de los Sagrarios de
la Diócesis de Madrid / Abril 1952».
Con la solenne benedizione da parte del Rev.mo Custode di Terra Santa fra
Pierbattista Pizzaballa, nel corso della celebrazione eucaristica di domenica 1º
maggio u.s., la cappella ha ripreso ad essere il centro della vita liturgica dei frati che
vivono e lavorano a Cafarnao e delle suore Missionarie del Catechismo che offrono
il loro prezioso servizio al Santuario e al convento.
La cappella è anche a disposizione di selezionati gruppi di pellegrini che desiderano
un ambiente più riservato per le celebrazioni delle loro liturgie e dei loro ritiri. Per
questo sono stati aggiunti quattro nuovi banchi e si sta ideando l’esecuzione di un
affresco nella zona presbiterale. L’opera, che dovrebbe raffigurare un momento
del ministero galilaico di Gesù nella casa di Simon Pietro, sarà commissionata
all’apprezzatissimo artista Piero Casentini. Il maestro sarà ospite della Custodia dal
16 al 21 maggio p.v. e nel corso della sua visita ne progetterà la realizzazione.
Il Maestro Piero Casentini ospite in Terra Santa.
Chi, affascinato dal candore spirituale delle opere di Piero Casentini, tentasse di
figurarsi la sua personalità, avrebbe gioco facile. I soggetti agiografici e sacri proposti
dalle sue tavole, talora con vibranti grafismi trecenteschi, talaltre con equilibrate
materializzazioni che sottraggono alla luce l’evento, mostrano, senza velarla, la
spiritualità schietta e genuinamente francescana dell’autore.
Ad essa rimanda la sobrietà cromatica di ogni composizione dosata a contrasto tra il
microcosmo materico dalle tonalità fredde e l’universo soprannaturale dai caldi fasci
di luce che rimarcano e pervadono, fino a compenetrarlo, il mistero rappresentato.
Nelle tematiche sanfrancescane ed evangeliche, Casentini non rifugge la matericità.
Essa viene assunta, seppure ridotta all’essenza, come indispensabile luogo salvifico.
Essa è l’attimo del tempo redento. Essa è il presupposto dell’evento soprannaturale
colto dall’Autore con meravigliata contemplazione nel frangente del suo palesarsi.
Intersecazione del divino con l’umano, irradiazione dell’eterno nel finito, tale è, in
sintesi, il movimento teofanico impresso nella produzione del Maestro.
Nella medesima percezione estatica, sorprende l’armonia semplice e formale dei
corpi e la bellezza espressiva dei volti che lumeggiano, dalle pieghe del chiaroscuro,
quell’esperienza divina in divenire che interpella, coinvolgendolo, l’osservatore.
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Piero Casentini non ama raccontarsi o far parlare di sé. Volentieri cede la parola ai
suoi quadri, al linguaggio intimo e spirituale dei loro soggetti.
Nato a Roma nel 1963, qui si è formato artisticamente presso l’Accademia di Belle
Arti. Poco più che ventenne, realizza mostre personali a Collefermo, a Palermo
e a Valmontone e partecipa a collettive a Roma, Cannes e Nizza. Vince il premio
Sibelius dell’Accademia. Tra il 1990 e il 1991 partecipa alle rassegne europee di
Nantes e Stoccolma. Già dal 1983 gli viene commissionata la prima “Ultima Cena”
a Velletri. Qui comincia il suo ricco itinerario incentrato sulle tematiche agiografiche
e bibliche con particolare interesse per i temi del Vangelo. Realizza così interessanti
interventi in chiese ed edifici per le diocesi di Albano, Frosinone, Viterbo e Rieti. Nel
1991 affresca un intero ciclo di “Storie Francescane” per il convento di Valmontone
dove realizza anche una “Ultima Cena” (1997), la famosa “Via Crucis francescana”
(1996), un ciclo antoniano, le “Nozze di Cana”, “Gesù nel Tempio fra i Dottori” e la
“Teoria di angeli” sul presbiterio (2005). Pregevoli le “Ultime Cene ” dall’estetica
zeffirelliana, segnate da un’inesauribile ricerca di soluzioni teologiche innovative e
coinvolgenti, come quella nel refettorio di Greccio (1993) e nel Seminario di Albano.
Notevoli, inoltre, sono i cicli ad affresco e a tecnica mista su tavola dedicati a San
Francesco. Da ricordare in proposito il “San Francesco e la mensa dei poveri” di
Greccio (1993), il “San Francesco penitente” di Poggio Bustone (1998), le opere a
Sant’Antonio al Monte vicino Rieti (1994), le vetrate per la chiesa delle Clarisse ad
Albano Laziale (1999), il trittico col “Natale di Greccio” a Limiti di Greccio (2004),
l’imponente “Capitolo delle Stuoie” a Santa Maria degli Angeli - Assisi (2000) e
la Personale sul “Cantico delle Creature” di Assisi (2002) che ha riscosso ampio
consenso di pubblico e di critica decretandone la fama. Dal 16 al 21 maggio p.v.
Piero Casentini, accompagnato da p. Fabio Berti e da p. Giulio Nardecchia della
Provincia Romana dei Frati Minori, sarà ospite della Custodia di Terra Santa per
studiare la possibilità di realizzare due opere a Gerusalemme e a Cafarnao.
fra Stefano de Luca ofm
Ascensione a Gerusalemme
4 e 5 maggio. La solennità dell’Ascensione è festa di precetto nella diocesi di
Gerusalemme. Sono anche feste di precetto: la Natività, l’Epifania e l’Assunzione
della Vergine. Queste feste si celebrano nel loro proprio giorno. L’Ascensione cade
quaranta giorni dopo la Pasqua, secondo quanto indicano gli Atti degli Apostoli (At
1, 3) il giovedì della sesta settimana del tempo pasquale.
I frati francescani della Custodia di Terra Santa il mercoledì mattina 4 Maggio si
sono preoccupati di piantare le tende intorno all’edicola dell’Ascensione sul Monte
degli Olivi. Le nostre tende sono generalmente tre: una funge da sacrestia, l’altra per
il riposo dei frati e la terza per i laici che aiutano i frati, infine viene sistemato un
fornello a gas.
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Quest’anno le tende hanno quasi preso il volo a causa del forte vento che c’era all’ora
dell’Ingresso e dei Vespri (4.30 p.m.). Dopo una breve pausa c’è stata la compieta e
alle 11 della sera si è celebrata la Vigilia della festa. Il diacono nella parte finale della
celebrazione ha cantato il Vangelo prima del Te Deum. Dopo la mezzanotte si sono
succeduti diversi gruppi di sacerdoti e pellegrini nella celebrazione dell’eucaristia
fino alle 9.30 del mattino, quando è stata celebrata la Messa solenne, presieduta dal
Vicario Custodiale fra Artemio Vítores. Il servizio liturgico è stato invece assicurato
dagli studenti del Seminario filosofico-teologico di San Salvatore in Gerusalemme.
Sempre questi giovani frati hanno garantito la loro presenza anche durante le ore
notturne.
Così è stata celebrata l’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo al cielo nel
giorno del suo anniversario e nel luogo dove è avvenuta.
Al termine della Messa le tende sono state smontate. I Frati si preparano quindi
a celebrare, nella Basilica della Risurrezione, la festa del ritrovamento della Santa
Croce.
Secondo festival sportivo organizzato dal Segretariato
Generale per le Istituzioni Educative Cristiane
5 maggio. Il Segretariato Generale per le Istituzioni Educative Cristiane in Palestina
(che unisce, oltre ai cattolici, i greco-ortodossi, gli anglicani, i luterani, e i coptoortodossi) ha tenuto presso la scuola dei Frères a Beit Hanina il secondo Festival
Sportivo per gli allievi delle scuole cattoliche di Gerusalemme. Guidati dal motto
“il nostro incontro possa diventare come una lampada lucente in un luogo buio”,
che ricorda le parole del Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita in Terra Santa,
circa duemila partecipanti, includendo studenti, direttori delle Scuole, insegnanti,
genitori, Religiosi delle varie Chiese, e alcune personalità cristiane e islamiche, tra
le quali il Signor Amer Abu Shams, direttore del Ministero per la Gioventù e lo
Sport e il Signor Hactem Adbil Qader, membro del PLC, hanno dato vita a questo
importante incontro di gioventù.
II Festival coronava le attività sportive - foolball, pallacanestro, ping-pong - svolte
durante l’anno accademico 2004-5 nelle scuole maschili e femminili, promosse e
guidate da Direttori ed 1nsegnanti.
II Signor William Khoury ha aperto l’incontro dando il benvenuto e un
ringraziamento a tutti i partecipanti.
II tema del Festival e stato illustrato da fra Abdel Masih, direttore del Segretariato
e Amministratore, che ha anche ringraziato gli sponsor e tutti gli insegnanti.
II Dott. Bernard Sabella ha parlato ai genitori dell’importanza della partecipazione
alle attività scolastiche e sportive dei figli, sottolineando che la cultura e lo sport
contribuiscono a migliorare tutta la società.
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Infine, l’Archimandrita Mtanoss Haddad ha richiamato l’interesse dell’Assemblea
Cattolica dei Vescovi sull’importanza della collaborazione fra cristiani e musulmani
in Gerusalemme.
Diventare costruttori di Pace
6 Maggio. La “Holy Land Christian Ecumenical Foundation” (Fondazione
ecumenica dei cristiani in Terra Santa) ha organizzato una peculiare marcia per la
pace in Terra Santa. I bambini appartenenti alle diverse comunità cristiane si sono dati
l’appuntamento alle ore 9.00 al Monte degli Olivi, vicino al Luogo dell’Ascensione
del Signore Gesù e al santuario della preghiera universale di tutti i cristiani, il “Padre
nostro”.
La marcia fa parte del più vasto programma, “Viaggio a Gerusalemme: insieme
per la pace”, ideato e sponsorizzato dalle Chiese Cristiane, dalla Custodia di Terra
Santa, dalla Missione Pontificia per la Palestina e dalla “Caritas” di Gerusalemme.
Le delegazioni delle diverse parrocchie hanno aderito a quest’iniziativa dimostrando
il loro profondo legame con Gerusalemme, con i suoi santuari e la sua popolazione.
Gli organizzatori hanno preparato una bella e gioiosa festa con canti, musica,
striscioni e tanti palloncini colorati. Dalla cima del Monte degli Olivi, in processione
tutti i partecipanti sono discesi al santuario del Getsemani.
Dopo una breve preghiera e la venerazione della roccia dell’Agonia, davanti alla
basilica i ragazzi hanno fatto volare nel cielo azzurro una decina di colombe bianche,
simbolo della pace, e tantissimi palloncini, segno della speranza di un futuro felice,
costruito sul rispetto reciproco e la collaborazione di tutti gli abitanti della Terra
Santa. La visita nella basilica del Santo Sepolcro ha concluso la manifestazione dei
ragazzi cristiani per la pace che credono che solo il Signore Risorto può dare il cuore
nuovo capace di costruire i ponti.
fra Jerzy Kraj ofm
Invenzione della Santa Croce
6 e 7 maggio. Il giorno 6, ai primi vespri della festa del Ritrovamento (o Invenzione)
della Santa Croce, il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, è sceso,
accompagnato dai frati del convento del Santissimo Salvatore, al Santo Sepolcro per
celebrare come ogni anno la festa del Ritrovamento.
Durante la notte i medesimi frati sono ridiscesi nuovamente alla grotta del
Ritrovamento per celebrare la Vigilia della festa mezz’ora dopo la mezzanotte.
Alle 9.30 del mattino è stata celebrata la Messa solenne nello stesso posto. Al
termine della Messa ci si è recati processionalmente al luogo della Resurrezione, per
compiere tre giri attorno all’Edicola del Santo Sepolcro.
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Il Custode portava in mano la reliquia della Santa Croce incensata costantemente
da due turiferari, mentre due bambine spargevano fiori al suo passaggio.
Nella parte finale della processione si è compiuto un giro attorno alla Pietra
dell’Unzione, passando quindi sotto il Calvario, luogo dove la Croce ci ha donato la
Salvezza.
Poi la reliquia della Croce è stata posta sopra la Tomba del Signore dove è stata
incensata dal Custode. Nel dirgersi alla Tomba, il Custode aveva benedetto i fedeli
con la reliquia, benedizione che si è poi ripetuta al luogo dell’apparizione del Signore
a Santa Maria Magdalena e nella cappella dell’apparizione di Gesù a sua Madre.
La festa del Ritrovamento della Croce, soppressa nel calendario romano riformato
dal Concilio Vaticano II, continua comunque ad essere celebrata a Gerusalemme nel
luogo appunto del rinvenimento della Croce del Signore.
Un’altra festa molto antica è quella dell’Esaltazione della Santa Croce che
celebreremo il 14 Settembre e che è legata alla dedicazione degli edifici dell’Anastasis
e del Martyrium. Questa festa risale al IV secolo.
Incontro del Definitorio Generale con i Presidenti
delle Conferenze dell’Ordine
9 e 10 Maggio. Nella Curia Generale, ha avuto luogo l’Incontro del Definitorio
Generale, presieduto dal Rev.mo Padre José Rodríguez Carballo, Ministro Generale
dell’Ordine, con i presidenti delle Conferenze dell’Ordine. Anche se gli SS.GG. OFM
consigliano che questi Incontri abbiano luogo ogni due anni, è ormai una prassi farli
ogni anno, e più precisamente verso la metà di maggio.
All’Incontro erano presenti, oltre i membri del Governo dell’Ordine, i presidenti
delle 13 conferenze (eccetto il Presidente della Conferenza del Sudest asiatico,
assente per problemi di visto), nelle quali è diviso l’Ordine. La Custodia di Terra
Santa, come appare nel decreto dell’Istituzione, è rimasta ad Instar Conferentiæ,
sotto la diretta dipendenza del Ministro Generale, data la sua situazione speciale e la
sua estensione in 12 paesi. Il P. Artemio Vitores, Vicario Custodiale, ha rappresentato
la Custodia, al posto del P. Custode.
Il tema centrale dell’Incontro è stato l’economia, e più precisamente la collaborazione
delle Conferenze, e quindi delle Province, ai diversi progetti dell’Ordine portati
avanti dalla Curia Generale: 1) il fondo per la Formazione e gli Studi; 2) il fondo
Giubileo; 3) il fondo per l’Evangelizzazione; 4) il fondo per la ristrutturazione della
Curia Generale; 5) il fondo per gli aiuti alle vittime dello tsumani; 6) il fondo, di
recente creazione, di fraternità, che verrà utilizzato solo per i casi di emergenze
nell’Ordine.
Le due giornate intense di relazioni e dibattiti sono iniziate con l’Eucaristia alla 7.30
del mattino del 9 e con la conferenza del P. Ministro Generale: “Poveri e minori e,
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per questo, solidali”. Il Ministro ha insistito molto sulla “trasparenza e la solidarietà”
della Curia Generale e quindi sulla trasparenza e la solidarietà delle Province.
Sono stati analizzati i diversi progetti, i problemi del contributo delle Province,
secondo le “fasce” e altri temi importanti. L’ultimo aspetto trattato è stato l’viii
Centenario dell’Ordine, “La Grazia degli origini”: programmi e diverse proposte.
Tra queste la celebrazione, in Terra Santa, dal 1 all’8 luglio 2007, del Capitolo delle
Stuoie per religiosi con meno di 10 anni di Professione Solenne.
L’Incontro ha avuto termine con la Santa Messa solenne, presieduta dal Ministro
Generale, e la consegna ad ogni Presidente della Regola e del Documento di erezione
della rispettiva Conferenza.
fra Artemio Vitores, ofm
Vicario Custodiale
Visita del Custode a Washington
From Sunday [08 May] to Friday [13 May] the Custos, accompanied by Fr. Noel
Muscat, visited The Holy Land Commissary and Friary in Washington, DC. This
was the Custos’ second visit - having come to Washington last summer, for a threeday visit, shortly after his election.
The Custos and Fr. Noel arrived in the USA [at Dulles Airport- about I hour from
Washington] on Sunday afternoon [08 May], were met by Friars Sebastian LairdHammond [secretary to the Guardian/Commissary], Xavier Geiser and Fadi Azar
and taken to Washington. In the evening the Fraternity greeted the Custos and Fr.
Noel and then all had supper together.
Monday [09 May] was a day of rest. In the afternoon Fr. Custos toured some of the
property and met with Fr. Romano Stephen Almagno the Guardian/Commissary.
Tuesday [10 May] Fr. Custos presided at the community Mass and Fr. Noel
preached. The rest of the morning was devouted to a lengthy meeting, lasting until
mid-afternoon, with Griesmeyer and Associates [an accounting firm that has audited
our Good Friday Collection/Account]. In a multi-media presentation - to the Custos,
Frs. Romano and Sebastian - the financial and legal aspects of the Good Friday
Collection/Account were examined in detail. This collection - which comes to
Washington from the United States, Canada and England - is mainly [83%] from
USA sources. The Custos was strongly reminded that the collection and distribution
of money collected by religious entities in the USA must be absolutely in line with
the requirements of USA law [especially when the same money is transferred mainly
to the Middle East]. The rest of the day - late afternoon and evening - was used by the
Custos for conversations with friars whom he wished to speak with or who wished
to speak with him.
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Wednesday [11 May] Fr. Custos presided at the community Mass and Fr. Noel
preached. In the early morning Fr. Romano and the Custos inspected the Monastery
Church, which is badly in need of repair. A poor roofing job has resulted in water
entering and damaging the church walls. Results? Immediate action for the repair
of this serious situation..., which will cost a lot of money! The rest of the morning
was devouted to a 1 and 1/2 meeting with 3 members of the Friary’s new law firm
[Dickstein, Shapiro, Morin and Oshinsky]. Topics presented/discussed concerned
employees, insurance, property law etc. Then another 1 and 1/2 meeting, this time
with Mr. James Corrigan who is our Financial Advisory. The afternoon was, again,
devouted to meeting with friars. In the evening the Custos had a half-hour meeting
followed by dinner in the refectory with the President and 4 members of the Holy
Land Ecumenical Christian Foundation re our common projects both in the Holy
Land and in Washington.
Thursday [12 May]. After the usual morning Mass [presided by the Custos with
Fr. Noel as homilist] Fr. Custos attended part of the local Discretorium meeting and
then met with two members of the United States Conference of Catholic Bishops re
our Good Friday Collection and better collaboration with the USCCB [especially in
giving it printed materials on/about the Holy Land/Custody for distribution to/by US
Bishops]. Next, the Custos had lunch in the refectory and a meeting with Dr. Kirsten
Jensen who has been employed to assess the Monastery’s art/artifacts collection
and to set-up our archives. In the afternoon the Custos had a further meeting with
the Guardian/Commissary and then an informal supper-and-discussion with the
fraternity. The friars asked questions re the Custody, Middle East, formation etc. In
his remarks the Custos stressed:
• The unity of Washington with Jerusalem [this monastery is a filial house of
the Custody]
• The fact that this must be more and more an international fraternity [reflective
of the Custody]. And since Friar Fadi’s experience [see his letter in this issue]
has been so positive – the sending of other friars here on a regular basis.
• His wholehearted approval of all the changes enacted [changes which he, in
fact, instructed Fr. Romano to introduce].
• And his great pleasure at and affirmation of where and what this Fraternity is
today.
Friday [13 May] Fr. Custos departed for Jerusalem. Fr. Noel remained on for
another week mainly to work on formation issues. Upon his departure the Custos
promised another visit [probably in October] and then given our new association with
the USCCB, our lawyers etc., further visits of at least twice a year [during which he
hopes to be accompanied by at least one member of the Custodial Discretorium].
fra Romano Stephen Almagno ofm
Guardiano della Comunità e Commissario di Terra Santa
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Pentecoste
15 maggio. Come tutti gli anni e proseguendo la tradizione di Gerusalemme,
conservata dai francescani, è stata fatta la peregrinazione al luogo della Discesa dello
Spirito Santo. Alle quattro del pomeriggio è arrivato al Cenacolo, provenienti dal
convento di San Salvatore, il Custode accompagnato dai frati. Nel Cenacolo c’erano
già ad attenderlo molti fedeli, religiosi e pellegrini.
Come gli anni precedenti si sono cantati i Vespri, durante i quali è stato letto il testo
degli Atti degli Apostoli (2, 1-11) dove si narra della discesa dello Spirito Santo sotto
forma di lingue di fuoco, accompagnato da un vento impetuoso.
In questo modo è stato possibile celebrare l’avvenimento salvifico, che conclude il
tempo pasquale, nel suo luogo proprio. Da qui gli Apostoli sono partiti per annunciare
il messaggio evangelico a tutte le nazioni; da qui siamo partiti anche noi, confortati
dalla forza dello Spirito Santo per compiere la nostra missione quotidiana. Con
nostalgia abbiamo lasciato il luogo che è stato, e continuiamo a considerare, il nostro
primo convento francescano a Gerusalemme.
Visita della Signora Letizia Moratti
19 Maggio. In mattinata la Signora Letizia Moratti Ministro della Pubblica
Istruzione d’Italia che ha partecipato all’International Forum tenutosi in Giordania,
ha visitato il Memoriale di Mosè accompagnata dall’Ambasciatore d’Italia Gianfranco
Giorgolo e dal Consigliere Marco Canaparo dell’Ambasciata d’Italia a Amman.
Gli onori di casa sono stati fatti dal mosaicista Franco Sciorilli.
Visita della Signora Laura Bush al Memoriale di Mosè
20 maggio. La Signora Laura Bush, moglie del Presidente degli Stati Uniti, ha
scelto di visitare il Memoriale di Mosè sul Monte Nebo durante la visita ad alcune
nazioni del Vicino Oriente dedicata alla promozione della democrazia e della
condizione delle donne.
La Signora Bush è stata ricevuta all’ingresso del santuario da fra Michele Piccirillo e dai mosaicisti Franco Sciorilli e Antonio Vaccalluzzo impegnati nel restauro
dei mosaici di Khirbat al’Mukhayyat, Villaggio di Nebo. Il Padre Piccirillo, dopo
aver ricordato che il primo Direttore della Missione Archeologica Francescana nel
lontano 1933 è stato un americano, Padre Sylvester Saller, ha ringraziato la Signora
Bush per l’aiuto dato al Santuario affidato alla Custodia di Terra Santa e alla missione archeologica francescana dal Popolo Americano tramite i funzionari dell’USAID
dell’Ambasciata di Amman, in particolare per sistemare il nuovo ingresso e l’abitazione del custode, il tratto di muro di cinta in pietra già eseguito, l’arredamento della
Caffetteria al servizio dei pellegrini, e il dono di due gruppi elettrogeni, quando il
santuario non era ancora collegato alla rete elettrica nazionale.
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Lo stesso finanziamento aveva reso possibile anche la creazione del Parco Archeologico di Madaba con la Scuola del Mosaico, la copertura della Chiesa degli
Apostoli, la preparazione del progetto di Parco Archeologico di Umm al-Rasas-Kastron Mefaa, nonché la pubblicazione del volume The Mosaics of Jordan di Padre
Piccirillo. Questi lavori sono stati portati a termine in collaborazione tra lo Studium
Biblicum Franciscanum (in Giordania noto come Franciscan Archaeological Institute) e il Centro Americano o ACOR di Amman.
La Signora Bush si è detta felice di essere giunta sulla Montagna di Mosè, ha
ringraziato per il lavoro svolto dai Francescani, ricordando tra l’altro di aver letto recentemente un articolo sul giardino fiorito del Franciscan Monastery della Custodia
di Terra Santa in Washington non lontano dalla White House!
Visita del Patriarca Gregorio III al Memoriale di Mosè
20 maggio. La giornata già ricca di impegni si è conclusa nel pomeriggio con la
visita di Gregorio III, Patriarca della Chiesa Greco-Melchita Cattolica, e del suo
Sinodo accompagnati dai sacerdoti del Patriarcato e dalle loro famiglie. Il Patriarca
era in visita, per la prima volta, dei suoi fedeli delle parrocchie di Giordania.
È stata una visita particolarmente cordiale quella del Patriarca Gregorio - Lufti
Lahham - che per diversi anni è stato esarca patriarcale a Gerusalemme. Appena entrato in basilica il Patriarca ha intonato un inno in greco riferito alla Trasfigurazione,
la preghiera e il canto si sono ripetuti nei pressi del Presbiterio e della Memoria di
Mosè con la partecipazione di tutti i presenti. Al termine della preghiera il Patriarca,
che parla benissimo anche l’italiano, ha rivolto un breve discorso ai presenti ringraziando i Francescani di Terra Santa per l’opera meritoria al servizio dei Luoghi Santi
a nome della Chiesa Cattolica in Palestina, in Siria e qui in Giordania, con particolare attenzione agli archeologi dello Studium Biblicum Franciscanum che riportano
alla luce questi tesori della tradizione biblico-cristiana.
Dopo aver firmato il Libro d’Onore poggiato sulle spalle di Mons. George Murr,
vescovo di Philadelphia - Amman che si è auto-offerto a fare da leggio, il Patriarca
ha ricevuto in dono da padre Piccirillo il libro Chiese e Mosaici di Madaba tradotto
in arabo dall’allora parroco della principale parrocchia di Amman, Mons. Michel
Sabbah, ora Patriarca Latino di Gerusalemme, in collaborazione con Mons. George Saba e Anton Odeh, sacerdoti del Patriarcato. Il Patriarca con il suo numeroso
seguito ha poi proseguito verso la Valle del Giordano per visitare il Maghtas o Santuario del Battesimo riportato all’interesse delle Autorità civili ed ecclesiastiche di
Giordania in occasione del Grande Giubileo del 2000 grazie all’interessamento degli
archeologi della missione francescana sul Monte Nebo.
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Centenario della consacrazione del santuario della Condanna di gesù sulla
Via Dolorosa
Pubblicato a pagina 8, Osservatore Romano, domenica 12 giugno 2005.
21 maggio. Nei primi vespri della solennità della Santissima Trinità, con una concelebrazione eucaristica presieduta da mons. Gianfranco Gallone, Segretario della
Delegazione Apostolica, a Gerusalemme è stato commemorato il centenario della
consacrazione del santuario della Condanna di Gesù sulla Via Dolorosa.
Come ha ricordato all’inizio della celebrazione il Guardiano della Fraternità francescana della Flagellazione, fra Dobromir Jasztal, l’attuale edificio risale a cento
anni fa, ma esso fu costruito su una precedente chiesa datata al dodicesimo secolo.
L’attuale santuario tutto in pietra, aggraziato da cinque cupolette, è opera dell’architetto francescano fra Wendelin Hinterkeuser (1851-1921) della Custodia di Terra
Santa, al quale si devono anche altre costruzioni come le basiliche di San Giuseppe
a Nazareth e di Emmaus a el-Qubeibeh e i lavori di scavo e preservazione a Cafarnao.
Non vi è quasi pellegrino o turista che non sia attratto o incuriosito dalla Via Dolorosa, che presso questo santuario ha il suo suggestivo inizio, grazie ai resti del Litostrotos, il pavimento romano che ha la sua continuità nel santuario accanto dell’Ecce
Homo, custodito dalle Suore di nostra Signora di Sion. “Tante volte al giorno e nelle
lingue più diverse dalle nostre finestre - ha detto fra Dobromir - ascoltiamo preghiere
e canti di fratelli e sorelle di fede che commemorano la passione del Signore con le
prime stazioni della Via Crucis. La Liturgia eucaristica del vespro festivo vuole unirsi e fondersi con questo misterioso flusso di memoria orante”.
Presso questo santuario, affiancato da quello non meno suggestivo e antico che
commemora la Flagellazione di Gesù, la comunità accademica, composta da docenti
e studenti dello Studio Biblico Francescano, inserisce il proprio servizio alla Parola
di Dio e alla Chiesa nell’attività della Custodia di Terra Santa, voluta dalla Santa
Sede «per servire la Chiesa locale e per custodire, restaurare, proteggere i luoghi
santi cristiani»” (Paolo VI). Alla commemorazione si sono unite varie persone che
frequentano le liturgie celebrate dalla comunità francescana.
Consacrante dell’altare cento anni fa fu mons. Giocondo De Nittis (1838-1908),
Vescovo francescano di Castellaneta in Puglia che in quell’anno era pio pellegrino in
Terra Santa. Nel cartiglio inserito nella pietra sacra dell’altare e scritto di suo pugno,
il Vescovo dichiara di aver proceduto alla consacrazione il 21 maggio 1905 deponendo nella cappella le reliquie dei santi martiri Simplicio, Desiderio, Agatodoro e
Lucio.
Mons. Gallone si è detto anzitutto lieto della felice coincidenza per cui anche
lui, come il Vescovo consacrante, proviene dalla Puglia. Nella sua omelia, oltre a
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commentare i testi proposti dalla liturgia della parola per la solennità, ha illustrato il
significato dell’altare.
“L’altare – ha detto – ci ricorda Cristo, l’altare vivente della Chiesa: per mezzo di
Lui, Cristo, offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio. È il luogo dove si
realizzano i santi misteri, poiché è la mensa dove si celebra il memoriale perenne
della beata passione, s’innalza la lode perfetta e si raccoglie il frutto della nostra redenzione. Esso ci ricorda, anche, come deve essere la nostra vita cristiana. Ogni volta che partecipiamo all’Eucaristia, l’altare posto innanzi ai nostri occhi ci ricorda la
consacrazione ricevuta nel Battesimo. Infatti, al pari di noi, esso è stato asperso, esso
è stato unto, esso è stato rivestito. La mia vita di cristiano su di esso viene deposta
insieme al pane e al vino, affinché diventi comunione con Dio e con i fratelli. L’altare
ci ricorda in tutta la sua dimensione la vocazione che abbiamo ricevuto: quella della
glorificazione di Dio e della santificazione. Chiediamo al Signore che si realizzi in
noi ciò che l’altare rappresenta nella celebrazione!”.
fra Giovanni Claudio Bottini ofm
Studium Biblicum Franciscanum
Corpus Domini
25 e 26 Maggio. La celebrazione della festività del Corpo e del Sangue del Signore
si è tenuta nella Basilica del Santo Sepolcro con la dovuta solennità in questo anno
dedicato all’Eucaristia, il sacramento al centro della vita cristiana e della celebrazione della domenica, giorno del Signore.
Per facilitare la partecipazione dei fedeli e sottolineare l’anno eucaristico, l’Ufficio liturgico della Custodia di Terra Santa ha pubblicato un elegante libretto in sette
lingue, utile come sussidio per tutte le celebrazioni liturgiche in onore del Corpus
Domini.
Le celebrazioni hanno avuto inizio con i Vespri solenni celebrati davanti all’Anástasis o Edicola della Risurrezione, seguiti dalla processione quotidiana in forma
solenne presso i vari altari della Basilica, e si sono concluse con il canto di Compieta.
Nel cuore della notte, i frati Francescani della comunità di San Salvatore sono scesi
di nuovo in Basilica per celebrare l’Ufficio Vigilare.
Il giorno seguente, 26 Maggio, si celebrarono le Lodi mattutine, seguite dalla Messa solenne al termine della quale c’è stata la processione con il Santissimo Sacramento intorno all’Edicola della Risurrezione.
Dopo aver girato tre volte attorno all’Edicola, la processione ha reso omaggio al
Calvario ed è ritornata al luogo della Risurrezione dove il Santissimo Sacramento è
stato posto sulla Tomba del Signore Gesù Cristo.
Il Vescovo ha impartito la Benedizione con il Santissimo a tutti i fedeli presenti,
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ripetendola poi nella Cappella di Santa Maria Maddalena e nella cappella dell’Apparizione del Signore alla Vergine Maria, dove la solenne celebrazione si è conclusa.
Il Corpus Domini viene celebrato il Giovedì soltanto nella Basilica del Santo Sepolcro, per ragioni legate allo Status Quo. In tutte le altre chiese, la solennità viene celebrata la Domenica seguente, secondo il calendario della Diocesi di Gerusalemme.
Visitazione
31 maggio. La sera del 31 Maggio si è concluso il mese dedicato al culto di Maria,
la Madre del Signore.
Per l’occasione, la parrocchia latina di San Salvatore, in Gerusalemme, ha organizzato la tradizionale processione per le strade del quartiere cristiano della Città
Vecchia.
Era presente il Patriarca che per tutto il tempo della processione ha recato tra le
mani un’icona di Maria.
Sua Beatitudine ha impartito per tre volte la benedizione, prima nel cortile della
scuola dei Fratelli delle Scuole Cristiane, poi nella chiesa annessa al Patriarcato Latino e, infine, nel cortile maggiore del Convento di San Salvatore.
Ad accompagnare il Patriarca c’erano autorità religiose e civili. Era inoltre presente la comunità tutta di San Salvatore e i frati provenienti dai conventi limitrofi.
La processione, come ogni anno, ha registrato una grande partecipazione di
fedeli.
Dopo la processione della Domenica delle Palme questo circostanza religiosa è
quella che vede il più alto numero di Cristiani riuniti contemporaneamente a Gerusalemme.
Onorificenza
Giovedì 2 giugno. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del Ministro Segretario di Stato per gli Affari Esteri Gianfranco Fini, ha conferito
l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana a
fra Stanislao Loffreda, Professore emerito dello SBF.
Il prestigioso riconoscimento gli è stato consegnato dall’Ambasciatore d’Italia in
Israele Sandro De Bernardin il 2 giugno u.s. nella sede dell’Ambasciata italiana a
Tel Aviv durante il ricevimento per la festa nazionale italiana. Tra le motivazioni,
l’Ambasciatore ha ricordato gli alti meriti in campo religioso, scientifico e archeologico che contraddistinguono la pluriennale ricerca di padre Loffreda in diverse
località del Medio Oriente e particolarmente a Cafarnao dove egli lavora dal 1968.
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Visita di Papa Shenuda al Monte Nebo
Sabato 4 giugno. Papa Shenuda, Patriarca Copto ortodosso di Alessandria, è stato
in Giordania per una visita ai suoi fedeli e per la benedizione della prima pietra di
una nuova chiesa dedicata a Sant’Antonio il Grande che sarà costruita a Madaba per
i numerosi fedeli Copto Ortodossi. Qui ha voluto sostare sul Monte Nebo per visitare
il Memoriale di Mosè.
Accompagnato da otto Vescovi e da altrettanti sacerdoti è stato accolto al Nebo
da fra Michele Piccirillo, da fra Carmelo Pappalardo e da fra Ibrahim Sabbagh che
ha fatto da guida. Ad attendere il Papa era venuta da Ma’in anche tutta la comunità
dell’Annunciazione di Don Dossetti con numerosi cristiani Copti che vivono a Madaba.
Il Papa, dopo essersi tolto le scarpe, secondo l’uso copto, è entrato nel presbiterio
dove ha recitato il Pater insieme con tutti i presenti. Si è poi recato al Memoriale
di Mosè, nel Battistero, nella Cappella della Madonna e ha visitato il mosaico del
diaconicon-battistero sul lato nord della Basilica.
Dopo aver salutato i fedeli, è sceso al conventino, dove ha visitato la cappella di
San Michele e si è intrattenuto con i frati, firmando il libro d’onore. Il Papa, felice
della sua visita al santuario e al convento dei Frati Francescani, ringrazia per le attenzioni e “chiede al Signore che benedica la loro vita monastica con l’intercessione
della Vergine Maria, dell’Arcangelo San Michele, di Mosè Profeta e di tutti i Santi.
Amen. Papa Shenuda di Alessandria e Patriarca della Sede di Marco”.
Fra Michele gli ha offerto a nome dei Frati La Vita di San Francesco di fra Tommaso da Celano tradotta in arabo e pubblicata dalla Custodia di Terra Santa, la pubblicazione in arabo Madaba e le sue chiese e il volume per il centenario della Carta di
Madaba, entrambi della Collectio Maior dello Studium Biblicum Franciscanum.
Messa per l’Italia
Domenica 5 Giugno. Nella chiesa francescana di San Salvatore in Gerusalemme
è stata celebrata, secondo la tradizione, una Santa Messa in occasione della festa
nazionale della Repubblica Italiana del 2 Giugno scorso.
Si tratta di una tradizione relativa a quelle che un tempo venivano denominate le
“Potenze cattoliche”, come la Francia, la Spagna, il Belgio e, appunto, l’Italia. La
Messa è stata presieduta dal Vicario custodiale, fra Artemio Vìtores, mentre l’omelia
è stata tenuta da fra Arturo Vasaturo, Discreto custodiale per il gruppo italico.
Era presente il sig. Console, il dott. Nicola Manduzio, accompagnato da alcuni
suoi collaboratori. Il servizio liturgico è stato assicurato dai seminaristi francescani,
così come il canto, accompagnato dall’organo suonato sempre magistralmente da
fra Armando Pierucci. Al termine della solenne Celebrazione, conclusasi sulle note
dell’Inno di Mameli, c’è stato lo scambio degli auguri nel divano di San Salvatore.
300
Giubileo sacerdotale
June 5th. In an atmosphere of joy and thanksgiving Friar Xavier Geiser ofm and
Friar Edward Dillon ofm, celebrated the fiftieth anniversary of priesthood at the
Franciscan Monastery, in Washington, D.C. At 12:00 noon, the presence of friends,
relatives and the local community. Later, on June 17th they continued their celebration with another jubilee Mass at St. Bonaventure Church, in Paterson, New Jersey
with sixteen of their companion priests.
Both fathers were ordained together in the Franciscan Monastery on June 9th 1955.
Father Xavier as a member of the Custody went to serve in Cyprus. There served as
the Vicar-General for the Latin Patriarch for many years. Father Edward, as a member of Holy Name Province, volunteered to serve in the Custody in 1992, and was
Guardian of Gethsemane, Palestine. Now both of them are serving in the Commissariat of the Holy Land in Washington DC. We thank God for their service within the
Custody and for the example they have made for future vocations.
Visita di José María Aznar al Santo Sepolocro
7 de junio. D. José María Aznar, anterior Jefe del Gobierno de España, acompañado por el Sr. Cónsul General de España en Jerusalén y miembros de su séquito,
visitó, el Santo Sepulcro. Aunque el Sr. Aznar ya había estado otras veces - la última cuando era Presidente del Gobierno - quiso encontrar un hueco en su apretada
agenda para acercarse al corazón de la cristiandad, que son el Calvario y el Santo
Sepulcro.
El P. Artemio Vítores, Vicario de la Custodia Franciscana de Tierra Santa, acompañó a los ilustres visitantes desde la Puerta de Jafa hasta el Santo Sepulcro. Allí
los esperaba el Superior del Santuario junto con otros franciscanos españoles. El P.
Artemio explicó al grupo el significado teológico e histórico del Lugar Sagrado y
todos, como humildes peregrinos, rezaron un Padre Nuestro en la Tumba Vacía de
Cristo y una Ave María en el Calvario, ante el altar de la Virgen Dolorosa. Tenían en
su mente toda la geografía de España evangelizada por Santiago Apóstol confortado
por la misma Virgen del Pilar.
Muchos peregrinos españoles, que se encontraban en las inmediaciones del Santo
Sepulcro, y aún dentro, manifestaron su cariño al Sr. Aznar, queriéndose fotografiar
con él. Y lo mismo sucedió con un grupo muy numeroso de peregrinos puertorriqueños que se encontraban en la plaza del Sepulcro. Muchos palestinos saludaron
con afecto al Sr. Aznar a su paso por las calles de Jerusalén.
Del Santo Sepulcro se dirigió a Tel Aviv donde será investido doctor honoris
causa en la Universidad Bar Ilán de Israel.
301
Visita del Re Abdullah II bin al-Hussein di Giordania
al Memoriale di Mosè
Domenica 12 Giugno. Il Re Abdullah II di Giordania ha visitato il Santuario di
Mosè sul Monte Nebo e il conventino francescano. Una cortese improvvisata decisa
dal Re durante la sua visita alle famiglie della tribù dei Hamaideh che abitano la zona
a sud ovest di Madaba e alla popolazione della città capitale dell’omonimo governatorato che dista appena 7 km dal Monte Nebo.
Il Re è giunto verso le 15, accompagnato dal Principe Ali suo fratello e dal Capo
della Corte. È stato ricevuto da fra Michele e dal gruppo di esperti mosaicisti italiani e giordani della Madaba Mosaic School impegnati nel restauro dei mosaici del
Monte Nebo, nei pressi del monolito all’Amore tra i popoli innalzato in occasione
dell’Anno Giubilare del 2000, opera dello scultore Vincenzo Bianchi.
Durante la visita, il Re si è interessato ai bisogni più urgenti della montagna e del
santuario. Per quanto riguarda la montagna, si è detto disposto a dare istruzioni ai
ministeri competenti perché sia realizzato il Mount Nebo Archaeological Park deciso
da Re Hussein prima della sua morte prematura. Ha chiesto poi informazioni sul progetto della copertura della Basilica, del quale aveva già avuto notizia dalla recente
pubblicazione Un progetto di copertura per il Memoriale di Mosè a 70 anni dall’inizio dell’indagine archeologica sul Monte Nebo in Giordania, 1933-2003, dicendosi
particolarmente interessato e pronto ad aiutare finanziariamente il progetto.
Festa di Sant’Antonio
Il 13 giugno, memoria liturgica di Sant’Antonio di Padova, si è tenuta nella chiesa
di San Salvatore a Gerusalemme una solenne concelebrazione eucaristica in onore
del Santo, Patrono speciale della Custodia di Terra Santa.
Alla celebrazione, presenziata dal Vescovo ausiliare di Gerusalemme S.E. Mons.
Kamal Bathish in rappresentanza del Patriarca latino S.B. Mons. Michel Sabbah,
e presieduta dal Custode di Terra Santa P. Pierbattista Pizzaballa, sono intervenuti
anche diversi rappresentanti delle Chiese orientali di Gerusalemme. Concelebravano
l’Eucaristia, oltre a numerosi frati della Custodia venuti dai conventi vicini, anche
due Vescovi: l’animazione dei canti è stata assicurata dalla corale di San Salvatore.
Dopo la celebrazione religiosa c’è stato lo scambio degli auguri nel cortile dell’ex
Orfanotrofio a cui è seguita un’agape fraterna nel refettorio del convento. La giornata di festa si è conclusa con la recita del Vespro solenne e la venerazione della
reliquia del Santo.
302
Suspicious Cheese Lords
22 June. The Suspicious Cheese Lords’ program Tuesday night at the Franciscan
Monastery was tightly integrated, although the material spanned half a millennium,
two continents and a variety of folk and ecclesiastical styles.
The program, part of the Washington Early Music Festival, was titled “The Whole
Enchilada: Music of Spain and the New World,” and its sources ranged from the
highly cultured medieval court of King Alfonso X (“the Wise”) of Castile and Leon
(1221-84) to the 18th-century Franciscan missions in California — from medieval
legends about the Virgin Mary to a Magnificat poised between Renaissance and baroque styles.
The Cheese Lords, the resident choir at the Northeast Washington monastery, sang
with an ensemble precision and a sensitivity to the music’s varied styles as impressive as their imagination in programming. It was a cappella, except for the use of
drums in some of the livelier pieces.
The program opened with an example of Mozarabic chant, a form of plainsong
used by Christians in Spain during the centuries of Muslim domination, and went on
to sample Alfonso’s “Cantigas de Santa Maria,” a curious mingling of folklore and
ecclesiastical piety, and a Marian hymn from the Llibre Vermell, a manuscript from
the Catalan shrine of Montserrat.
Tomas Luis de Victoria was the greatest religious composer of the Spanish Renaissance, and he was represented by three selections, together with music by his
contemporaries and predecessors.
After intermission, the program moved to Latin America, where Spanish musical
culture had been vigorously transplanted, with selections sung in Spanish and in the
Aztec language. For those who think of early music as a European phenomenon, it
was a mind-expanding experience.
Joseph McLellan
Incontro ROACO: speranza e riconciliazione in terra santa
Giovedì 23 giugno. Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto settanta partecipanti
all’Assemblea annuale della R.O.A.C.O. (Riunione Opere Aiuto Chiese Orientali),
che in questi giorni hanno esaminato la situazione della Chiesa greco-cattolica in
Ucraina e la formazione dei sacerdoti, seminaristi e religiosi appartenenti alle Chiese
Orientali Cattoliche.
Papa Benedetto ha affermato che, di fronte all’imperante individualismo, “appare
ancor più necessario che i cristiani offrano la testimonianza di una solidarietà che
varchi ogni frontiera, per costruire un mondo all’interno del quale tutti si sentano accolti e rispettati. Coloro che portano a compimento questa missione in modo perso303
nale o comunitario diventano diffusori di amore autentico, amore che libera il cuore
e reca ovunque quella gioia ‘che nessuno potrà togliere’ perché viene dal Signore”.
Il Santo Padre ha ringraziato gli amici della R.O.A.C.O. per il loro aiuto “a favore
di fratelli in difficoltà e in particolare per gli sforzi che affrontate al fine di rendere
tangibile la carità che lega i cristiani di tradizione latina e quelli di tradizione orientale. Intensificare tali vincoli è rendere un servizio preziosissimo alla Chiesa universale. Continuate, pertanto, in questo ammirevole impegno ed anzi allargate ancora di
più le prospettive della vostra azione”.
Riguardo alla situazione della Chiesa greco-cattolica in Ucraina, “il cui sviluppo
continuo, dopo il triste inverno del regime comunista, è motivo di gioia e di speranza”, il Papa ha detto: “Sostenete il suo cammino ecclesiale e favorite tutto ciò che
giova alla riconciliazione e alla fraternità tra i cristiani dell’amata Ucraina”.
Il Papa ha inoltre ricordato che: “La presenza accanto alla Sede di Pietro di circa
cinquecento studenti orientali delle Chiese cattoliche costituisce un’opportunità da
valorizzare. Al tempo stesso, voi avvertite giustamente che occorre qualificare con
la massima cura le istituzioni formative operanti nelle stesse Chiese Orientali: accanto al sostegno materiale va pertanto incentivata l’azione formativa che, da una
parte approfondisca la genuina tradizione locale, tenendo in debito conto l’organico
progresso delle Chiese Orientali e, dall’altra, conduca a compimento l’autentico aggiornamento prospettato dal Concilio Vaticano II”.
Ribadendo che tutti i cristiani “hanno un debito indimenticabile” verso Gerusalemme e la Terra Santa, Papa Benedetto ha concluso il suo discorso affermando che:
“Alcuni segnali positivi, che ci giungono in questi ultimi mesi, rendono più salda la
speranza che non tardi ad avvicinarsi il giorno della riconciliazione tra le varie comunità operanti in Terra Santa; e per questo non cessiamo di pregare con fiducia”.
VIS 050623 (410)
Concerto in onore dell’anno eucaristico
Giovedì 23 Giugno. Presso la chiesa di San Salvatore in Gerusalemme, il Coro
della Custodia di Terra Santa ha tenuto un concerto in occasione dell’Anno Eucaristico. Durante il concerto sono stati eseguiti pezzi in latino come il Pange Lingua,
l’Adoramus Te, il Panis Angelicus, l’Ave Verum, l’Ubi Caritas, ma anche il Kyrie, il
Gloria, il Sanctus, il Pater Noster e l’Agnus Dei, questi ultimi eseguiti in arabo. A
condurre il coro era la sig.ra Hania Soudah Sabbara, all’organo fra Armando Pierucci, alle percussioni Johnny Amer, al flauto Raji Shubeita, mentre le soliste erano
Janet Inoue e Sandrine Amer. Il Coro della Custodia di Terra Santa è composto da:
suor Anna Erica Dell’Agnese, sr. Anne Elisabeth Laurent, Caroline Alsac, Doreen
Munayyer, Diana Kattan, Haig Vosgueritchian, Hani Kreitem, Iba’ Fatho, Janet
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Inoue, Marie-Noel Simon, Maureen Meo, Maureen Marroum, Noubar Voskerigian,
Pascale Boyadijan, Raffael Tayem, Sandrine Amer, Shoukri Meo, Tawfiq e Teddy
Abdallah e Ya’coub Ghazzawi. Il Coro della Custodia di Terra Santa, composto in
prevalenza da giovani che hanno studiato musica per diversi anni, rappresenta ormai
una realtà solida e stabile che canta sia in latino che in arabo in molte chiese di Terra
Santa nelle principali feste liturgiche (basti pensare al Natale a Betlemme e a tante
feste celebrate al Santo Sepolcro), ma anche in occasione di altri eventi particolari,
come il recente giubileo sacerdotale del patriarca Michel Sabbah.
Celebrazione di san Giovanni - Ain Karem
Il 24 Giugno, solennità della Natività di San Giovanni Battista, la fraternità francescana di Gerusalemme si è recata come ogni anno in pellegrinaggio ad Ain Karem
luogo tradizionale della nascita del “precursore del Signore” per la solenne celebrazione della Santa Messa. Ad Ain Karem i francescani custodiscono non solo il
luogo della nascita di Giovanni Battista, ma anche quello dell’incontro tra Maria ed
Elisabetta, la “Visitazione”, e un po’ più distante dall’abitato il luogo chiamato “San
Giovanni al Deserto”, luogo dove secondo la tradizione Giovanni si ritirava in solitaria preghiera. Interessante rilevare dai “Discorsi” si Sant’Agostino che “La Chiesa
festeggia la natività di Giovanni, attribuendole un particolare carattere sacro. Di nessun santo, infatti, noi celebriamo solennemente il giorno natalizio: celebriamo invece quello di Giovanni e quello di Cristo”. Inoltre bisogna ricordare che il 29 Agosto
si ricorda liturgicamente la “decollazione” dello stesso Giovanni Battista. La Santa
Messa del 24 è stata quindi presieduta dal P. Custode di Terra Santa, Pierbattista Pizzaballa. Nell’omelia il Custode ha messo in rilievo la personalità di Giovanni, un
uomo che per amore alla verità non è sceso a compromessi con niente e con nessuno.
L’insegnamento che ne possiamo ricavare è che anche noi siamo chiamati a fare
verità nella nostra vita e a proclamarla concretamente. Tutto questo però, soprattutto
nel contesto della Terra Santa, bisogna farlo con tanto amore e tanto rispetto per tutti.
Lo stesso Gesù Cristo poi deve essere il nostro parametro di riferimento per ogni nostra azione, chiedendoci sempre se quello che facciamo sia conforme e coerente con
quanto Lui ci insegna e con quanto Lui stesso rappresenta per noi. Alla Santa Messa
erano presenti numerosi sacerdoti e fedeli. Da sottolineare la tradizionale presenze
del Console di Spagna e della sua consorte, visto che da sempre il convento di San
Giovanni Battista in Ain Karem è particolarmente legato alla Corona Spagnola. Al
termine della celebrazione i frati si sono recati processionalmente nella cripta della
chiesa dove è stato proclamato il Vangelo della nascita di Giovanni.
305
Il cardinale Primate del Messico in Terra Santa
Domenica 26 giugno. Il Cardinale Norberto Rivera Carrera, Primate della Chiesa
Cattolica Messicana, nella sua visita in Terra Santa insieme ad altri otto vescovi messicani e degli Stati Uniti, è stato accolto nella Basilica del Santo Sepolcro, da fra Nicolás Márquez, Discreto Custodiale, che rappresentava fra Pierbattista Pizzaballa,
Custode di Terra Santa. Dopo l’Eucaristia presieduta dal Cardinale nella Cappella
dell’Apparizione di Gesù a Maria Santissima, fra Nicolás ha avuto l’opportunità di
parlare con gli illustri ospiti sulla nostra missione nella terra di Gesù, ha parlato di
alcuni nostri attuali progetti e di come la Custodia Francescana di Terra Santa continua giorno dopo giorno il suo instancabile lavoro non solo in beneficio dei cristiani
e dei luoghi santi della nostra Redenzione, ma anche nell’area dell’investigazione
scientifica e dell’ecumenismo, essendo fedele alla missione che la Santa Sede le ha
consegnato ormai sette secoli fa. Il Cardinale si è mostrato particolarmente gioioso
di pellegrinare nei Luoghi santi insieme ai suoi fratelli nell’episcopato e ha ringraziato la Custodia di Terra Santa per il suo costante impegno e il suo servizio costante
alla Chiesa Cattolica.
fra Agustín Guadalupe ofm
Esequie di Mons. Jean-Baptiste Gourion
Martedì 28 Giugno ad Abu Gosh, presso l’Abbazia benedettina olivetana di Santa
Maria della Resurrezione, si sono tenute le esequie di Mons. Jean-Baptiste Gourion
osb, Abate e Vescovo ausiliare di Gerusalemme per i cattolici di espressione ebraica
e fondatore della stessa abbazia.
La solenne celebrazione, in francese ed ebraico, è stata presieduta dal Patriarca
Latino di Gerusalemme Sua Beatitudine Michel Sabbah. Insieme al Patriarca hanno concelebrato il Card. Cottier e il Card. Martini, Mons. Sambi, Mons. Bathish,
Mons. Marcuzzo, Mons. Salim Sayegh, Mons. Melki, l’Abate di Monte Oliveto
Maggiore Mons. Tiribilli osb, l’Abate Benedict Lindemann osb dell’Hagia Sion e
l’Abate Paul Sauma dei Trappisti di Latroun. Ha presso parte alla concelebrazione il
Custode di Terra Santa, P. Pierbattista Pizzaballa, accompagnato da una rappresentanza della fraternità di San Salvatore di Gerusalemme. Hanno concelebrato inoltre
diverse decine di sacerdoti.
Alle esequie hanno partecipato non solo numerosi fedeli di espressione ebraica
di Gerusalemme, Beer Sheva, Tel Aviv, ma anche religiosi e religiose proveniente
da tutta la Terra Santa. Vista l’alta affluenza di fedeli all’esterno dell’Abbazia era
stato allestito un maxi-schermo per permettere una più agevole partecipazione alla
liturgia.
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L’omelia è stata tenuta in francese dal Card. Georges Cottier op, teologo ufficiale
del Santo Padre. Al termine della liturgia c’è stata la tumulazione delle spoglie mortali di Mons. Gourion all’interno dell’area della stessa Abbazia.
Visita del Presidente del Governo croato
Una delegazione del governo della Repubblica di Croazia ha visitato la Terra Santa
il 27 e 28 giugno 2005. La delegazione era composta dal Dott. Ivo Sanader, Presidente del Governo e Primo ministro, con la consorte prof. dott. Mirjana Sanader,
dal Vice-Primo ministro; dal Ministro della cultura, dal Ministro della scienza, educazione e sport, con l’assistenza dell’Ambasciatore della Repubblica di Croazia in
Israele sig. Ivan Del Vechio.
Accompagnati dai padri francescani Tomislav Vuk e Darko Tepert, connazionali,
la delegazione ha concluso la sua visita nella basilica del Santo Sepolcro dove il Vicario Custodiale fra Artemio Vítores ha offerto il benvenuto ufficiale della Custodia
di Terra Santa.
La prof. dott. Mirjana Sanader, che è archeologa di professione, ha visitato lo
Studium Biblicum Franciscanum mostrando di apprezzare particolarmente il Museo
archeologico e la splendida veduta su Gerusalemme che si gode dal terrazzo della
Flagellazione.
Ordinazioni sacerdotali
29 giugno 2005. Nella chiesa di San Salvatore a Gerusalemme si è svolta la cerimonia di ordinazione presbiterale di sette confratelli francescani che hanno terminato il loro ciclo di studi teologici nel seminario del medesimo convento. I neo-ordinati
presbiteri provengono da diverse province dell’Ordine francescano e da quattro diverse nazioni: Messico, Ecuador, Polonia e Slovacchia.
Alla cerimonia, presieduta dal Patriarca latino di Gerusalemme S.B. Mons. Michel
Sabbah, hanno preso parte, insieme ad un numeroso gruppo di concelebranti, il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, e il Definitore Generale dell’Ordine, fra Ignazio Murro, oltre a diversi confratelli provenienti dalle Province religiose
degli ordinandi.
Alla Santa Messa è seguito un rinfresco per lo scambio degli auguri e un festoso
pranzo, al quale hanno preso parte anche diversi parenti dei novelli sacerdoti.
Nel ringraziare il Signore perché non cessa di mandare operai nella sua messe,
auguriamo ai nostri confratelli un fruttuoso ministero e li accompagniamo con la
preghiera ora che torneranno nelle loro province.
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Fra Justín Sánchez ofm ritorna in Messico
30 giugno 2005. Sono passati 30 anni da quando fra Giustino Sánchez, un semplice e affabile fratello francescano, è giunto dal Messico a Betlemme, esattamente nel
1975. In tutti questi anni in cui ha svolto il compito di sacrestano della Grotta della
Natività, moltissime persone hanno avuto modo di conoscerlo. Sempre presente, nei
tempi tranquilli come in quelli agitati, era conosciuto per la sua moderazione e compiacenza. Così lo ricordano i suoi fratelli francescani, le guide e i pellegrini di Terra
Santa. A tutti fra Giustino ha lasciato un saluto e la sua preghiera.
Fra Giustino ritorna in Messico perché la sua salute non gli permette più di servire
i Luoghi Santi come avrebbe voluto. Senza dubbio gli rimarranno nel cuore le nenie
di Betlemme e gli occhi gli si illumineranno sempre di quella luce che dalla Grotta
oscura si estende a tutto il mondo: Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli
uomini amati dal Signore.
Il Discretorio della Custodia di Terra Santa
Dal 1 al 6 Luglio 2005 il Discretorio della Custodia di Terra Santa si è riunito nel
convento di San Salvatore per una verifica del primo anno di servizio di governo e
di animazione della fraternità custodiale impegnate nelle diverse opere di evangelizzazione nel vasto territorio della nostra missione. Questo tempo forte ha avuto come
motto le parole: Insieme per la Fraternità della Custodia. Nonostante la scarsità del
personale, grazie alla generosità e dedizione di tutti i Frati, si è potuto portare avanti
il compito affidato alla Custodia dalla Chiesa.
Per conoscere la complessa realtà delle attività della Custodia di Terra Santa sono
stati invitati al Discretorio i responsabili e i componenti delle tre segreterie custodiali: Segreteria per la Formazione e gli Studi, Segreteria per l’Evangelizzazione,
Segreteria per i Luoghi Santi come anche il responsabile del Ufficio Tecnico Custodiale. È stato valutato il loro lavoro, tenendo conto delle difficoltà, prospettive,
progetti. Prendendo in considerazione le priorità scelte dall’ultimo Capitolo il primo
argomento è stato dedicato alla formazione. Le difficoltà non mancano ma l’impegno da parte della Custodia in quest’ultimo anno è stato notevole. All’unanimità
è stato sottolineato che la formazione sia iniziale che permanente è il fondamento
della vita personale di “uomini di Chiesa” e del loro qualificato servizio nei santuari,
parrocchie, scuole, ecc.
Ascoltando i responsabili che animano questi campi di attività è apparsa la grande
ricchezza e varietà che offrono le strutture della nostra missione e l’enorme potenzialità di annuncio e di testimonianza del Vangelo in mezzo alle popolazioni in cui
sono immerse le fraternità custodiali. Riflettendo sulle nostre attività pastorali nelle
parrocchie, il Discretorio ha costatato la necessità di preparare e coinvolgere il per308
sonale ausiliare laico e di procurare le statistiche aggiornate. Dalla discussione sulle
scuole è emerso un bisogno urgente di potenziamento del personale e delle strutture
stesse. Infine, una revisione delle amministrazioni economiche dei diversi settori
ha portato alla constatazione che la Provvidenza divina anche in quest’anno non ha
fatto mancare i mezzi necessari per lo svolgimento di tutte le opere e attività della
Custodia di Terra Santa. La generosità di tanti benefattori richiede, però, da ognuno
l’obbligo di assumere atteggiamento non di padroni ma di onesti amministratori dei
beni ricevuti.
Festa del Preziosissimo Sangue di Gesù,
nel santuario del Getsemani
3 luglio 2005. Questa mattina alle ore 9.00 si è tenuta nella basilica del Getsemani
una solenne celebrazione pontificale presieduta dal P. Custode di Terra Santa, Pierbattista Pizzaballa, per commemorare la Festa del Preziosissimo Sangue, nel luogo
stesso in cui esso cadde a terra in gocce, durante la preghiera di Gesù nell’orto degli
Ulivi, la notte del Giovedì Santo.
Il Custode nella sua omelia ha sottolineato l’indole pasquale delle letture proclamate (Es 12, 21-28; Sal 115,12-18; Ap 7, 9-14; Mc 15,15-20) e ha messo in evidenza
l’immagine del sangue, che in esse ricorre: da quello che aveva segnato gli stipiti e
gli architravi delle porte degli Israeliti esuli in Egitto, a quello nel quale erano state
lavate le vesti dei redenti nell’Apocalisse. Si tratta sempre del sangue dell’Agnello
Gesù, prefigurato nell’Esodo e realmente versato nella Passione del Signore qui a
Gerusalemme, sangue della nuova ed eterna Alleanza tra Dio e l’umanità.
Alla Messa ha fatto seguito un rinfresco nel convento del Getsemani, a cui hanno
preso parte anche i fedeli, non molto numerosi in verità, che hanno partecipato alla
celebrazione.
Risultato del Tawjihi del Terra Sancta College di Amman
I risultati dei nostri studenti del Tawjihi (maturità) per l’anno 2004-2005 sono stati
eccezionali. Hanno ottenuto il quinto livello nel ramo scientifico tra le scuole private, e il primo livello nel ramo dell’information technology tra le scuole maschili
private e statali.
Motivo di grande gioia è il successo dello studente Yazid Sawalha che ha ottenuto
il quarto livello tra i primi dieci studenti di tutto il Paese.
Sono grato al Signore che benedice il nostro lavoro. Lo sentiamo anche nell’aumento degli studenti che sono passati da 852 quattro anni fa a 1007 per quest’anno
scolastico 2005-2006.
fra Rachid Mistrih ofm
direttore del collegio
309
Messa esequiale per mons. Richard Mathes, già direttore
del centro Notre Dame di Gerusalemme
Sabato 9 luglio. Si è tenuta, nella cappella del centro Notre Dame di Gerusalemme,
una messa esequiale per ricordare Mons. Richard Mathes, già Direttore del medesimo centro. La funzione, in lingua inglese, è stata presieduta dal Nunzio S.E. Mons.
Pietro Sambi e concelebrata, tra gli altri, dal Patriarca latino di Gerusalemme, S. B.
Mons. Michel Sabbah, e dal suo Vescovo Ausiliare, S. E. Mons. Kamal Bahtish.
Nell’omelia è stata ricordata la figura di Mons. Mathes, morto pochi giorni fa’ nella
sua Germania, che per più di venti anni ha diretto il centro Notre Dame, fino al 1999.
Uomo di grande carità e di grande fede, Mons. Mathes ha saputo farsi amare dai
dipendenti del centro come dalle tante persone che hanno beneficato del suo aiuto
e dai tanti pellegrini da lui accolti. Mons. Mathes era anche uomo di scienza e ha
mantenuto per diversi anni una cattedra di Antropologia alla Pontificia università
San Tommaso a Roma, meglio conosciuta come Angelicum.
A.C.
Presenza Brasiliana in Terra Santa
Canção Nova (Cantico nuovo) è arrivata in Terra Santa il 19 marzo 2005. Secondo
il fondatore, P. Jonás Abib, il principale obbiettivo della missione consiste nel divulgare e incentivare ogni cristiano a fare, almeno una volta nella vita, il pellegrinaggio
nei luoghi dove Gesù è vissuto: “Siamo una nuova comunità cattolica che si ispira al
documento Evangelii Nuntiandi del Papa Paolo VI, e il nostro obiettivo è quello di
portare il vangelo a ogni persona attraverso i mezzi di comunicazione”.
Il Sistema Canção Nova di Comunicazione - TV, radio e Internet - con sede a
Cachoeira Paulista - SP - Brasile, è mantenuto dalla fondazione Giovanni Paolo II
(ente senza scopi di lucro), che si autofinanzia attraverso le donazioni volontarie
degli utenti. A loro volta costoro formano un club denomitato Clube de Oyentes (per
più informazioni: www.cancaonova.com_o www.cancaonova.com/es). Mediante il
Sistema Canção Nova di Comunicazioni le attività della chiesa in Brasile vengono
diffuse universalmente, dal momento che esistono filiali negli Stati Uniti, in Portogallo, in Italia, in Francia e, ora, in Terra Santa. “Il nostro desiderio è quello di
diffondere in tutto il mondo la ricchezza e il mistero della Storia della Salvezza, che
si è fatta presente qui nella Terra Santa. Siamo convinti che Dio ci invita a fare una
bella esperienza spirituale e a meditare sulla sua vita pubblica, sulla sua passione e
sulla sua resurrezione”.
310
Gita dei novizi di Piedimonte Matese al convento di Napoli
16 luglio. La fraternità francescana di Terra Santa in Napoli ha ricevuto con grande
gioia, nella sua nuova sede di via Capodimonte 24, la visita di ben 15 novizi accompagnati dal P. Maestro provenienti dal Noviziato interprovinciale di Piedimonte
Matese (Caserta) dove sono ospitati per l’anno di prova in vista della Professione
Religiosa.
Questa visita ha non solo rallegrato i religiosi della fraternità, ma è stata anche
occasione di conoscenza perché il Vicario della casa - il M.R.P. Ignazio Mancini - ha
tenuto una interessante conferenza sui Luoghi Santi e sulla Custodia Francescana di
Terra Santa, intesi soprattutto come testimonianza evangelica.
L’esposizione è stata molto apprezzata dai novizi che, sollecitati, hanno vivamente
partecipato con domande ed osservazioni.
È stata quindi una giornata non solo di svago ma anche di apprendimento e di studio, a cui seguiranno certamente altri momenti di incontri.
La visita è stata organizzata da fra Carlo Cecchitelli, Guardiano e Commissario
della sede di Napoli, impegnato con volontà e dedizione alla diffusione della conoscenza della Terra Santa in particolar modo nei riguardi dei giovani futuri religiosi.
Festa di Santa Maria Maddalena al Santo Sepolcro
22 luglio. Davanti all’altare di Maria Maddalena, che si trova presso il Santo Sepolcro, alle ore 8, ha avuto luogo la Messa solenne per la festa di Maria di Magdala.
La Maddalena fu certamente, tra le donne che seguirono il Signore Gesù Cristo, una
delle più pie.
Il culto di questa santa conobbe una grande diffusione nella Chiesa occidentale
durante il XII sec. grazie all’Ordine dei Predicatori (Domenicani), i quali aggiunsero
Maria Maddalena al numero dei protettori dell’Ordine. I Domenicani, tanto dell’ordine maschile quanto femminile, la ricordano con il titolo di “Apostola degli Apostoli”. Come tale la ricorda anche la Liturgia Bizantina, mettendo sullo stesso piano la
missione della Maddalena - Annunciatrice della Risurrezione - con la missione degli
Apostoli. La peccatrice che ottenne il perdono dei suoi peccati per la sua perfetta
contrizione e il suo amore non è tuttavia la stessa donna che seguì costantemente il
Maestro dalla Galilea alla Giudea, fino ai piedi della croce e il cui amore Gesù premia il giorno della Risurrezione. Essa fu presente ai piedi della croce quando tutti gli
altri erano fuggiti, restò più a lungo a vegliare il Sepolcro e fu la prima ad arrivare al
Sepolcro all’alba del giorno successivo quando, incontrando nuovamente Gesù, riceve da lui il grande ministero di informare i suoi fratelli che il Signore era risorto.
311
La tradizione delle “Uova pasquali”.
I cristiani delle chiese orientali da secoli usano solennizzare le feste pasquali con
“uova pasquali” colorate, e si salutano proclamando che “Cristo è risorto!”. Le uova
rappresentano la vita nuova, cioè rappresentano Cristo che risorge dai morti. Da questo deriva la tradizione di colorare le uova di Pasqua. Una antica tradizione riporta
infatti che, dopo la morte e risurrezione di Gesù, Maria Maddalena ebbe occasione
di partecipare ad un banchetto offerto dall’imperatore Tiberio. Quando la santa lo
incontrò, tenendo un uovo in mano, lo salutò dicendo: “Cristo è risorto”. Tiberio la
derise rispondendole che la risurrezione di Gesù dai morti era impossibile allo stesso
modo che era impossibile che quell’uovo cambiasse di colore da bianco in rosso. Ma
per grazia di Dio, prima ancora che l’imperatore terminasse di parlare, l’uovo che la
Maddalena teneva in mano si cambiò effettivamente da bianco in rosso e così, confortata da questo miracolo, la Maddalena continuò con più forza a predicare a tutti gli
invitati della casa imperiale la Buona Novella della Risurrezione di Gesù.
Silvio De la Fuente ofm
Partenza degli ospiti del Cairo
Le 24 juillet dernier, le Père Jaume Pratt, diocésain espagnol, a quitté notre Paroisse et Couvent après quasi deux ans de séjour parmi nous.
Cette année, nous avons eu la joie d’accueillir dans notre couvent une dizaine
de prêtres venant de différents pays du monde pour apprendre la langue arabe. Il
s’agit du Père Henry Atume (Nigeria), Pasteur Joseph Diouf (Sénégal), P. Irénée
Ekiert (polonais), P. Bulus Luka (Nigeria), P. Jaume Pratt (Espagne), P. Christopher
Soosaipillai (Malaysie), P. Ambros Ukaonu (Nigeria), P. Nicolas Vandenbossche
(France), P. Ernest Lubuva (Tanzanie) et le P. Arul Mariadass (Malaysie).
A cette occasion, quelques-uns ont voulu laisser leur évaluation après avoir passé
une ou deux années parmi nous. Par exemple, le Père Ambros Ukaonu, missionnaire
Clarétien, du Nigéria, a écrit : « St Joseph’s house is a home away from home. Keep
it up. » Le Père Arul S. Mariadass ofm de la Malaysia précise « Accommodation is
good. The food is good. Very lovely place ». Le Père Christopher W. Soosaipillai,
diocésain, de la Malaysia registre dans son évaluation « Thank you so much for your
help and care. God continue to bless you and your community. Good to know every
one of you especially the late fr. Stella. May his soul rest in peace. Thank you and
sorry for every thing ». Le Père Jaume, diocésain espagnol, montre sa félicité en ces
termes : « He sido muy feliz en esta casa. Muchas gracias a todos : P. Mamdouh, P.
Antonio, P. Luigi, P. Luca, P. Stella, ja des del cielo, fr. Anselmo. Shukran Jazîlan. »
Finalement, le Père Henry Atuma, diocésain, du Nigéria, nous encourage avec ses
gentilles expressions : « You are a community worth living with because you are
kind, loving and sympathetic. You are dear to us and we regret we have to leave for
312
good but you are always in our hearts and we love you. We miss fr. Stella and pray
for his repose soul. ».
Notre communauté se prépare pour accueillir cinq étudiants l’année prochaine.
fra Mamdouh Chehab ofm
Guardiano di San Giuseppe - Cairo
Festa di san Giacomo apostolo a Giaffa di Nazareth
28 luglio 2005. In modo del tutto particolare Giaffa di Nazareth celebra ogni anno,
il 25 luglio, la festa di San Giacomo Apostolo a motivo della tradizione che vuole
l’apostolo originario del luogo.
Il Vangelo (Mt 4,21) ce lo presenta, con il fratello Giovanni e con il padre Zebedeo,
pescatore a Cafarnao. Nel corso dei secoli, tuttavia, in un primo tempo Shefaram
(Shefa Amr) e poi Giaffa di Nazareth (Yafa, Yafia) si sono riservate l’onore di aver
dato i natali all’apostolo patrono della Spagna. Sul punto più alto della vivace cittadina s’innalza una piccola cappella edificata nel 1886 con le offerte di benefattori
spagnoli. Un nutrito gruppo di cristiani locali, guidati dal loro pastore Abuna Louis
Hazboun, all’ombra di un grande albero ha celebrato una gioiosa Eucaristia insieme
ai francescani del convento dell’Annunciazione di Nazareth. Presiedeva il parroco
francescano di Nazareth, padre Maroun Younan. Preghiere e canti religiosi tradizionali in lingua araba hanno animato la celebrazione.
Al termine della Messa, si sono aperte le scatole dei dolci e i partecipanti si sono
scambiati auguri e felicitazioni. Non è tutto finito qui, tuttavia, dal momento che prima di lasciarsi tutti si sono dati di nuovo appuntamento per il giorno seguente, festa
dei Santi Gioacchino ed Anna, i genitori della Vergine Maria, nella vicina Sefforis,
da dove si crede appunto che questi provenissero. In Terra Santa i personaggi biblici
e altre tradizionali figure della nostra fede sono considerati familiari e come di casa
propria.
E.A.
Ringraziamento per l’accoglienza al romitaggio del Getsemani
Rev. P. Pierbattista Pizzaballa
Custode di Terra Santa
----------------------------------Reverendissimo Padre,
al mio rientro in Italia sento di dover testimoniare quanto ho ringraziato il Signore
per questo mese trascorso a Gerusalemme, in particolare per la conoscenza più viva
che ho avuto della Custodia della Terra Santa. Sono lieto di averLa conosciuta per313
sonalmente, dopo quanto avevo sentito (e non solo da Irene), e di aver riscontrato
ancora una volta lo spirito fraterno delle varie comunità che ho in qualche modo
sperimentato.
Vorrei soprattutto sottolineare l’accoglienza davvero cordiale della Comunità del
Getsemani e quanto abbia goduto dell’esperienza del Romitaggio. Mi è sembrata
un’istituzione che fa onore alla Custodia, non solo per l’occasione offerta a quanti
vogliono vivere tempi di preghiera intensa e prolungata nell’atmosfera di Gerusalemme, ma anche per i pellegrini “normali” invitati così ad interiorizzare le loro
rapide visite ai Santuari. L’assistenza premurosa e discreta di P. Giorgio e delle sue
volontarie garantisce l’atmosfera serena e fruttuosa del Ritiro.
Avrò presente volentieri nella mia preghiera Lei ed i suoi Frati della Custodia.
Con fraterno augurio.
Albiano d’Ivrea, 31 luglio 2005.
+ Luigi Bettazzi
Vescovo emerito di Ivrea
Da Gerusalemme a Hiroshima: scambio tra giovani palestinesi, israeliani e giapponesi. Un viaggio dal 29 luglio al 12 agosto 2005 all’interno della memoria, per 12 ragazzi israeliani e palestinesi, tra i 16 e i 19 anni che hanno avuto l’occasione di essere
presenti in Giappone a Hiroshima e Nagasaki durante i giorni della commemorazione del 60° anniversario della strage della bomba atomica.
La Custodia della Terra Santa, la Parrocchia San Salvatore di Gerusalemme, in
collaborazione con le realtà locali e l’Helping Children, un organizzazione non-profit giapponese, hanno realizzato il “progetto Educare alla Pace”: scambio tra giovani
israeliani, palestinesi e giapponesi, nato dall’ispirazione di fra Ibrahim Faltas, che
ha proposto questo incontro tra giovani dopo la sua visita a Hiroshima dell’anno
scorso. La proposta rientra negli itinerari educativi che la Custodia e la Parrocchia
San Salvatore di Gerusalemme, in collaborazione con tutte le realtà locali, intendono proporre ai più giovani, per far crescere tra loro nuovi semi di convivenza, nel
tentativo di abbattere gli ostacoli e i paletti che in questi anni di conflitto si sono
creati tra le due parti, israeliana e palestinese, bloccando il dialogo e la reciproca
conoscenza.
Il viaggio della Pace è durato due settimane scandito da quotidiani incontri, con
discussioni e proposte su nuove risoluzioni del conflitto. Far visita ai musei, come
segno di memoria e di riconciliazione, ha forse aiutato i ragazzi a riflettere sul significato vero della pace, lontani dalle proprie abitazioni, dalla propria terra; ha fatto
fare loro un’esperienza nuova, sul cammino della pace. Il nostro intento è di aiutare e
314
dimostrare, ai ragazzi, che i luoghi di guerra e della grande sofferenza possono finalmente rinascere come luoghi di dialogo e di condivisione autentica. Sperare contro
ogni possibile speranza: è ciò che i nostri ragazzi e i loro accompagnatori, guidati
da fra Ibrahim Faltas, hanno sperimentato e visto con i loro occhi: un popolo che
è rifiorito tra le ceneri della distruzione dell’atomica, un popolo che si è risollevato
e ha ricostruito un mondo nuovo per i propri figli e le generazioni future. I ragazzi
accomunati da questa esperienza hanno incominciato a guardarsi anche tra di loro
con uno sguardo nuovo: dove ogni differenza di razza, cultura e provenienza è stata
cancellata. La convivenza di questi giorni e il confronto con la quotidianità delle
abitudini e usi giapponesi, li hanno fatti sentire ancora più uniti e consapevoli di
provenire dalla stessa terra. Grande è stata l’amicizia che è fiorita tra i ragazzi, che si
sono aiutati vicendevolmente anche nello svolgere le pratiche doganali.
Il cammino che è stato intrapreso con questo scambio da’ il via ad un nuovo sentiero da percorrere: questi ragazzi sono il nostro futuro e tutti ci dobbiamo impegnare
a costruire simbolicamente un nuovo Parco della Pace, qui a Gerusalemme, come a
Hiroshima, fondato su quattro pilastri importanti e indispensabili, cioè verità, giustizia, libertà e carità. È sul fondamento di questi principi, che dobbiamo rimanere
uniti in un doveroso impegno comune spirituale, etico, nel campo dei diritti umani,
garantendo l’assistenza a tutte le persone bisognose di solidarietà per la pace e lo
sviluppo integrale dell’umanità.
Gerusalemme è come il centro e il simbolo dei tanti diversi valori religiosi, storici
ed etico culturali: sta a noi creare rapporti e dialoghi armoniosamente composti e
rispettati. Hiroshima, l’atomica, la violenza, insegna a tutti noi come il libero arbitrio
e l’errore dell’uomo possano tutto distruggere, ma anche come la mano di Dio fa fiorire il deserto, facendo sgorgare un torrente di perdono e di amore che può diventare,
con il nostro impegno, un fiume di pace.
Professioni religiose al Cairo
Le mardi 2 Août, le Très Révérend Père Joseph Amin ofm, a reçu les vœux solennels des trois jeunes Charles, Youssef (Wasfi), et Joseph au cours d’une célébration eucharistique que Sa Paternité a présidée dans notre église paroissiale après
autorisation sollicitée de la part du Curé auprès du Révérendissime Père Pierbattista
Pizzaballa, Custode de Terre Sainte, qui a accepté qu’une telle célébration ait lieu
dans notre église. Au cours des dix dernières années, celle-ci la deuxième fois que la
Province Franciscaine d’Égypte fait recours à notre église pour y recevoir les vœux
solennels de ses jeunes. Mabrouk !
fra Mamdouh Chehab ofm
Guardiano di San Giuseppe - Cairo
315
Inaugurata la cappella di Santa Maria degli Angeli
a Kfar Saideh-Ghassanieh
Finalmente si e avverato il mio sogno, e ora posso cantare con il Vecchio Simeone
il Nunc dimittis servum tuum Domine! Quello che avevo in mente da tanti anni, quel
feroce interesse che custodivo nel mio cuore, a cui mi sono dato anima e corpo, cercando sempre di fare quello che il Signore mi ispirava, si è avverato: nel cuore del
bosco di Kfar Saideh, a Ghassanieh è sorta la Cappella - gemella della Porziuncola
di Assisi - dedicata a Santa Maria degli Angeli.
Noi Francescani abbiamo in eredità un immenso patrimonio, il grandissimo dono
della misericordia di Dio, che tramite frate Francesco fu elargito a tutta la cristianità
da papa Onorio III: il Perdono di Assisi. Ora la Cappellina che lo ricorda e lo rinnova
per la nostra gente è sorta, povera e nuda, ed e stata inaugurata il 2 Agosto, nel giorno stesso del Perdono di Assisi da S.E. Monsignor Giuseppe Nazzaro ofm, Vicario
Apostolico della Siria, in occasione della Prima Marcia Francescana in Siria.
La Marcia è entrata così ad essere un elemento significativo nella giornata di inaugurazione della Cappella. Preparata e guidata da fra Firas e da fra Rami Petraki,
questa marcia che ha una tradizione antica, si è svolta per la prima volta in Siria e
naturalmente ne siamo tutti molto contenti. I partecipanti sono arrivati a Ghassanieh
la mattina del 30 Luglio, passando per la valle del fiume Bianco, camminando da
Knaye a Yacoubieh, con il nostro aiuto per i tratti più aspri e con un buon pranzo
(mansaf di riso e frikeh) offerto dal Mukhtar del paese. Alle 19, i giovani marciatori
hanno partecipato alla Santa Messa parrocchiale, con la presenza di fra Rashid, discreto di Terra Santa e rappresentate del Padre Custode, che ha tenuto l’omelia sul
mistero dell’Eucaristia nella vita di san Pasquale Baylon. Al termine della Messa,
fra Firas - animatore vocazionale della Siria e primo responsabile della Marcia - ha
consegnato a fra Rashid la medaglia ricordo di questa “prima” marcia siriana, e una
medaglia-ricordo è stata consegnata anche a fra Ibrahim.
Intanto tutti i preparativi per il 2 Agosto proseguivano e il giorno dell’inaugurazione sedici pulmini sono partiti dal piazzale del convento per accompagnare quelli
che non potevano andare a piedi a Kfar Saideh, dove era convenuta tanta gente da
Knaye e da Yacoubieh, con i rispettivi parroci. Noi frati abbiamo accompagnato
Mons. Vescovo. Alle ore 17.30 è iniziata la funzione con la benedizione della chiesa
e dell’altare e aspersione con l’acqua benedetta su tutta la gente convenuta.
Dopo la proclamazione del Santo Vangelo, fra Rashid - in rappresentanza del Padre Custode - dopo aver ringraziato il Vescovo per la sua presenza, ha rivolto parole
commoventi a fra Ibrahim per l’instancabile volontà con cui ha portato a termine i
lavori della Cappella, complimentandosi per la sua dedicazione a Santa Maria degli
Angeli. Ha quindi ringraziato quanti hanno lavorato per la buona riuscita della Marcia francescana, porgendo il suo saluto a conclusione della stessa.
316
Anch’io ho potuto dire qualche parola, e dopo aver salutato Monsignor Vescovo
e tutti i presenti, ho parlato come mi dettava il cuore. A tutti ho rivolto il saluto del
nostro Padre san Francesco: Pace e Bene! e poi ho raccontato di quanto ho pregato,
sofferto, convinto com’ero che questa cappella si doveva fare; ho difeso questa idea
ferocemente, sicuro di fare la volontà di Dio. Ho raccontato la storia ancora attuale
del lupo di Gubbio, e di come Francesco ha liberato quella città dalla paura. Anche
adesso ci sono di questi lupi, e ancora e sempre è la fede che ci aiuta a liberarci dalle
paure. I vertici, i meeting, non sono per niente efficaci per stabilire la pace tra gli
uomini. Per farlo bisognerebbe, come ha detto Giovanni Paolo II, “eliminare le armi
dalle nostre anime”. Era una passione ardente e una fede viva che mi tormentavano
al pensiero del Perdono d’Assisi! Perché non avere un luogo qui, nella nostra terra,
per vivere la promessa di Gesù e Maria, sua Madre, a Francesco: di accordare a chi
visita la chiesa di Santa Maria degli Angeli alla Porziuncola, la particolare indulgenza donata dalla misericordia del Signore? Il fine di Francesco era la salvezza del
maggior numero di anime, invitandole alla penitenza.
Questa Cappella è sorta con la generosità dei miei fratelli frati e io vedo il nome
di ognuno di loro nelle pietre con cui è costruita. E ho ringraziato loro e tutti con le
parole del Cantico di Francesco: Altissimo, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria et l’honore et onne benedictione - Laudato si’ mi’ Signore, cum tucte le
tue creature. Amen.
Al momento dell’offertorio, vennero portate all’altare una cesta di belle pesche e,
un’altra di grandi mele, dell’uva e delle prugne e una grande cesta di confetti: tutte
cose così belle a vedersi che in pochi minuti, a Messa finita, non ci si potè trattenere,
e buon appetito!
Prima della benedizione finale il Vescovo ha voluto ricordare un racconto tratto dai
Fioretti di San Francesco: il sogno di Frate Leone. Questo per ricordare a tutti che ci
si deve rivolgere con filiale fiducia alla Madonna, mediatrice tra gli uomini e il suo
Figlio Gesù. Erano le ore 19 quando è terminata la Celebrazione. E credo sia stata
una bella giornata per tutti: per i giovani della Marcia e per tutta la gente di questa
nostra terra che ora, qui, viene più fortemente richiamata al pentimento, a propositi
di vita buona, a lodare e ringraziare Dio per la sua grande Misericordia.
Deo gratias
fra Ibrahim Younes ofm
Superiore di Ghassanieh
317
La marcia francescana del 2005
Conversioni più che vocazioni, cosi è stata definita la marcia di questa anno, niente
di male perché sappiamo bene che senza una vera conversione non è possibile intraprendere un serio cammino vocazionale.
Siamo partiti da Mujedel, dal convento di san Gabriele, dopo una bella e fraterna
accoglienza, per visitare Giaffa di Nazareth, dove abbiamo inaugurato ufficialmente
la marcia con la celebrazione della Messa. Il giorno dopo siamo partiti per le strade
affollate di traffico e siamo arrivati alla casa della Madonna a Nazareth, e pieni di
gioia, di forza e di fede abbiamo potuto sconvolgere la pacifica città di Maria. La
mattina dopo, presto, verso le cinque! ci siamo mossi per andare verso il piccolo
villaggio di Seforis. Accolti generosamente delle Figlie di sant’Anna, abbiamo avuto
una densa giornata di incontri spirituali, e la sera abbiamo festeggiato il venticinquesimo di sacerdozio di fra Jack Karam ofm, il quale oltre ad accoglierci nel convento
di Mujedel, ha fatto il cammino della marcia con noi rifornendoci d’acqua ogni qualvolta ne abbiamo avuto bisogno. Il quarto giorno ci siamo incamminati verso Rane,
fermandoci prima nel convento di Cana, dove abbiamo avuto intensi momenti di
preghiera, e un buon rinfresco offertoci con tanto amore fraterno.
Nell’ultimo giorno di cammino ci siamo diretti verso il Monte Tabor. La strada
era piuttosto difficile e la salita della montagna era alquanto faticosa, ma la forza
dei giovani ha saputo superare tutte le difficoltà e siamo arrivati tutti sani e salvi alla
meta desiderata.
Durante i bei giorni della marcia abbiamo affrontato due temi: la preghiera, meditando sull’eucaristia centro della vita cristiana e, divisi in gruppi di lavoro abbiamo
discusso il tema dei setti peccati capitali. In questo modo abbiamo bevuto alla fontana della vita eterna durante la meditazione e la preghiera, e nello stesso tempo abbiamo imparato a vivere da veri cristiani, il ché è possibile lontano dai peccati. La cosa
più bella e sorprendente è stato il gesto di conversione che ha portato i 120 ragazzi,
nella penultima notte, a richiedere il sacramento della riconciliazione.
Così, rinfrancati dal perdono e pieni di speranza per una vita migliore siamo scesi
della montagna, e, dopo la festa dei saluti, ognuno è tornato alla propria casa.
In quest’occasione vorrei ringraziare tutti quelli che hanno partecipato alla riuscita
della marcia: studenti francescani e frati che generosamente hanno partecipato, i frati
che ci hanno accolto nei diversi conventi, le suore che ci hanno aiutato e accolto, i
sacerdoti che hanno confessato i ragazzi, le buone anime che hanno pregato per noi,
e tutti i laici volontari che hanno offerto con tanta generosità sia del loro denaro che
del loro tempo.
Ringraziamo il buon Dio che ci ha indirizzato sulla strada giusta dall’inizio alla
fine del cammino, e che ci ha protetto dal male con la sua sollecitudine paterna e per
l’intercessione di san Francesco.
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In seguito alla marcia avremo due incontri complementari: il primo in Avvento
come preparazione al Natale (si spera di poterlo fare a Betlemme); il secondo durante la Quaresima 2006. In questo modo seguiremo i ragazzi della marcia e li potremo
preparare per le feste più importanti.
È con la forza dello Spirito Santo che ci auguriamo di andare avanti, con l’intercessione di san Francesco che vogliamo lavorare, nella speranza di vedere i frutti del
nostro lavoro.
fra Marwan Di’des ofm
Animatore vocazionale custodiale
Chiusura della casa di Montevideo
La storia della nostra presenza a Montevideo inizia nell’anno1893 quando fra
Santiago de Módena dell’Ordine dei Frati Minori, vi giunse dal Commissariato di
Buenos Aires per raccogliere l’elemosina che la fede uruguaiana offriva ai Santi
Luoghi.
Mons. Mariano Soler ottenne poi tutti i permessi necessari per rendere il Commissariato di Montevideo indipendente da Buenos Aires e nel 1894 arrivò dalla Palestina fra Vicente Frusquet con l’incarico di Commissario di Terra Santa, ospitato
gentilmente da Mons. Soler, fino a che non si trovasse un luogo per iniziare la futura
opera di propaganda per i Luoghi Santi. La Provvidenza si manifestò nel 1896, quando la sig.ra Dolores R. de Gil donò un terreno per l’edificazione della chiesa e della
casa per i Padri Francescani.
La prima pietra dell’attuale Chiesa di Terra Santa fu posta il 26 febbraio 1899, ma
una Chiesa e una casa non si fanno con il solo patrimonio della povertà francescana!
però lo spirito di San Francesco - restauratore di chiese fin dai primi giorni della sua
conversione - animava gli iniziatori dell’opera. Dal 1899 al 1905 ci lavorò fra Salvador Aragonés (successore di fra Vicente Frusquet), e, dal 1905 fu la volta di fra Josè
Barber il quale con l’aiuto di benefattori, proseguì i lavori fino a quando la Chiesa
fu completata da fra Andrés Morató con la costruzione dell’organo.
I dintorni della nuova chiesa cominciarono a popolarsi e l’Arcivescovo di Montevideo suggerì a fra Josè Barber la convenienza e la necessità di elevare a parrocchia la
Chiesa Francescana: questo avvenne il 30 ottobre 1919, e la nuova parrocchia venne
titolata a Nuestra Señora de los Dolores. Fra Josè Barber ne fu il primo Parroco.
A cent’anni dall’inaugurazione solenne della presenza francescana in Uruguay,
con la carenza di vocazioni che costringono a far fronte alle priorità più urgenti, si
è giunti alla decisione di chiudere la casa di Montevideo. Queste decisioni sono dolorose e difficili, benché necessarie. Ma certo non è stato facile lasciare il convento
e la bella chiesa, in stile arabo-gotico, che può essere classificata tra le migliori del
Paese.
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La decisione, comunicata a febbraio del corrente anno, ha portato, dopo alcuni
mesi ad un accordo fra la Custodia di Terra Santa e l’arcivescovado di Montevideo
che hanno firmato un comodato per 49 anni. La notizia, resa pubblica, ha provocato
anche le proteste dei fedeli che hanno manifestato il proprio dispiacere al Padre Generale e al Padre Custode.
Lo scorso 11 agosto, festa della nostra Madre santa Chiara d’Assisi, durante la
solenne Eucaristia concelebrata e presieduta da S.E. Mons. Nicolás Cotugno sdb,
con la presenza di fra Benito José Choque ofm, amministratore conventuale, e di fra
Jorge Roque Armijos ofm, amministratore parrocchiale, si consegnava il convento,
la parrocchia e la cappella Maria Regina della Pace al clero secolare. Durante la
celebrazione ha presso possesso il nuovo parroco con il suo vicario parrocchiale.
Non sono mancate parole di ringraziamento, segni d’affetto e anche lacrime della
gente per il ritiro dei Francescani dall’Uruguay, che nel corso di questi cento anni
hanno accompagnato la storia della liberazione del Paese, e che furono gli educatori
del generale José Antigas, considerato padre della patria, il quale espresse la sua ammirazione e riconoscenza ai Padri aderendo, insieme ai suoi genitori, al Terz’Ordine
Francescano.
Giornata mondiale della Gioventù a Colonia
Giovani del mondo israeliano
10-21 agosto 2005. Un gruppo di otto giovani cristiani israeliani ha partecipato alla XX Giornata Mondiale della Gioventù: provenienti da Giaffa, Tel Aviv, Bat
Yam, Rishon LeZtion e da Gerusalemme, guidati da padre Apollinare. I giovani,
dopo la visita a Strasburgo, sono stati ospitati in Germania a Gernsbach e a Unkel, da
dove - per la Veglia di preghiera e la Messa con il Papa - hanno raggiunto la spianata
di Marienfeld a Colonia.
Le fotografie li ritraggono in gruppo davanti al Duomo di Colonia, nei momenti
di riposo e del pranzo, e nell’incontro con alcuni partecipanti palestinesi, anche loro
partiti da Gerusalemme. La festa delle bandiere (mascotte compresa!) esprime la
gioia del ritrovarsi insieme da ogni parte del mondo, nella fede comune, animati
dalla stessa speranza.
Il gruppetto israeliano ha sempre destato il curioso stupore di chi non sa che ci
sono ebrei di fede cristiana: essi sono membri della Qehillah, la comunità cattolica
di espressione ebraica, per i quali la Custodia si è impegnata con l’apertura della casa
titolata ai Santi Simeone ed Anna nella città nuova di Gerusalemme, dove - come a
Giaffa - si celebra la liturgia in ebraico.
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Giovani del mondo palestinese
10-22 agosto. Un gruppo di quasi 300 giovani arabo-cristiani dalla diocesi latina
di Gerusalemme ha partecipato alla XX GMG 2005 a Colonia. I partecipanti provenivano dalla Palestina, Israele e dalla Giordania. Da Gerusalemme hanno partecipato
38 giovani guidati da fra Gabi Kalak ofm, inoltre erano presenti fra Firas Hejazin
ofm della parrocchia di Gerico e fra Badia Elias ofm. I giovani sono partiti per la
Germania divisi in due gruppi. Gli Israeliani e i Gerosolimitani sono partiti da Tel
Aviv, i Palestinesi e i Giordani da Amman.
Un’accoglienza amichevole e generosa è stata organizzata nella zona di Ausburgo,
dopo una veloce visita a Monaco. I giovani sono rimasti presso le famiglie e le parrocchie per 5 giorni dal 10 agosto. Al termine c’è stata una Messa solenne e festival
nella città di Ausburgo. Dal 15 d’agosto si sono trasferiti a Neuss nelle vicinanze di
Colonia, dove li aspettava un alloggio in una scuola e dove hanno partecipato alla
catechesi in arabo fatta dai vescovi del Medio Oriente. Erano presenti il Patriarca
Michel Sabbah e il vescovo Giacinto Marcuzzo.
La visita alla Cattedrale, che conserva le reliquie dei re Magi è stata molto emozionante. Il luogo occupato dal gruppo a Marienfeld dove si svolgeva la veglia e la
Messa finale, era vicino all’altare anche se non al centro.
Per fortuna la notte è trascorsa senza pioggia, bastava il freddo e la rugiada! I
ragazzi sono tornati con molta allegria, arricchiti dall’esperienza di sentirsi parte di
una Chiesa giovane e molto più grande di quella minoranza cristiana che conoscono
in Terra Santa.
Un giovane del gruppo ha avuto il privilegio di stare a mensa col Santo Padre e una
ragazza faceva parte del forum e quindi è stata sia presso l’altare, sia sul battello col
quale il Papa ha percorso il Reno.
Attività parrocchiali estive a Gerusalemme
Anche quest’anno la parrocchia di Gerusalemme si è interessata a riempire il tempo libero dei bambini cristiani (Cattolici e non Cattolici), nelle lunghe vacanze scolastiche, facendo contemporaneamente due campi scuola: uno a Beit Hanina e uno
in Città vecchia.
I ragazzi nei due campi erano circa 300, dai quattro ai quattordici anni. I bambini
venivano ogni mattina sia al collegio di Terra Santa a San Salvatore sia al centro
parrocchiale di Beit Hanina, dove, oltre a giocare facevano anche scuola di catechismo ed altre attività educative. Inoltre ogni settimana hanno fatto una gita per andare
a nuotare e a divertirsi. E nell’ultima settimana il parroco ha celebrato una messa
solenne dove ha ricordato ai genitori l’importanza del loro ruolo educativo cristiano
in famiglia.
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A Beit Hanina quest’anno per la prima volta abbiamo cercato di fare un programma più intenso per i ragazzi di 14 anni che frequentano durante l’anno la scuola
domenicale. Sono andati ogni settimana a fare un pellegrinaggio: San Giovanni Ain
Karem, San Giovanni nel deserto, e San Pietro a Giaffa dove si sono fermati anche
una notte. Il motivo di questi pellegrinaggi era educare i ragazzi all’amore per la
Terra Santa e i luoghi dove si è realizzata la nostra salvezza.
Infine è doveroso ringraziare la buona gente che ci appoggia materialmente perché
possiamo portare avanti queste iniziative. Senza la solidarietà dei nostri benefattori
non saremmo stati capaci di realizzare quest’opera. È doveroso anche ringraziare i
nostri confratelli che ci hanno accolto con molta generosità e gioia nei loro conventi.
Germogli di pace Israeliani e Palestinesi insieme
Germogli di pace: non è il nome di una favola o di un romanzo, ma è il nome di un
progetto, che ha visto la luce grazie al Comune di Brescia in collaborazione con Don
Pierangelo Ferrari, Doni Ferrari, e fra Ibrahim Faltas. Non è la prima volta che
gli italiani, seguendo l’esempio del poverello d’Assisi che dice: “Signore fa di me
uno strumento di tua pace”, si sentono vicini ai popoli che soffrono l’afflizione della
guerra e cercano di aiutarli in tutti modi. Ed offrono ancora una volta agli israeliani
e ai palestinesi l’occasione di fare un’esperienza di convivenza e di condivisione
invitando, a loro spese, due gruppi scout (arabi e israeliani) in Italia.
Convinti che tra i giovani c’è sempre una via di dialogo e di amicizia, sperando di
poter realizzare qualcosa con loro, e che ciò che cominceranno a fare in Italia possa
avere una continuazione a Gerusalemme. Nella settimana tra il primo e il sette agosto, i ragazzi sono andati a fare un campeggio scout vicino a Brescia a Cler, a nord
del lago di Idro.
Gli scout italiani hanno messo subito Palestinesi e Israeliani a lavorare insieme,
anche nelle cose più semplici, come cucinare o preparare attività ricreative e formative. A dire il vero nonostante le difficoltà (gli arabi non parlavano ebraico, gli ebrei
non parlavano arabo, il maltempo che disturbava e gli italiani che parlavano poco
inglese), tutti si sono adattati in un modo sorprendente e sono stati capaci di superare
tutte queste difficoltà.
Cogliamo l’occasione per ringraziare gli scout italiani che si sono impegnati
fino alla fine per poter dare successo a questo progetto facendo anche dei grossi
sacrifici.
La seconda settimana, tra l’8 e il 16 Agosto, i giovani si sono trasferiti presso il
santuario della Madonna di Riosecco vicino a Capovalle. È stata una settimana di
verifica di questo progetto: i ragazzi sono rimasti separati dal mondo in un Santuario
fuori città, in due grandi dormitori, uno maschile e uno femminile (custoditi dai carabinieri e dalle guardie forestali 24 ore su 24!).
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I ragazzi sono tornati a casa con un germoglio di pace nel cuore, perché crediamo
che nonostante le difficoltà, questo incontro abbia lasciato un segno positivo in ciascuno di loro. La nostra speranza e preghiera è che questo germoglio trovi una terra
buona in cui possa crescere e moltiplicarsi in cento, mille germogli di pace. Sono
loro, questi giovani, il futuro dei nostri Paesi e solo loro potranno portare la pace
tanto desiderata, se saranno educati loro stessi alla pace.
Annuale peregrezione alla chiesa di Sant’Anna
Il giorno 8 settembre, festa liturgica della Natività della Beata Vergine Maria, si è
tenuta nella Chiesa di S. Anna a Gerusalemme la consueta peregrinazione dei frati
minori, per commemorare la Madre di Dio nel luogo tradizionale della sua nascita.
La Santa Messa, in lingua francese, è stata presieduta da fra Paul Sylvestre ofm e
concelebrata da diversi sacerdoti intervenuti per l’occasione, compresi i padroni di
casa, i Padri Bianchi. Secondo la consuetudine, è intervenuto anche il nuovo Console
generale di Francia S.E. Alain Rémy con la consorte.
Al termine della bella celebrazione è stato offerto un rinfresco ai fedeli presenti,
rappresentati soprattutto da religiose delle diverse congregazioni operanti in Terra
Santa.
Visita del Presidente M. Katzav a Nazareth
Il 9 Settembre, è venuto in visita ufficiale a Nazareth, il Presidente d’Israele, il Sig.
Moshè Katzav insieme alla sua consorte e un ristretto seguito di persone e ufficiali
militari. Alle ore 9.30 sono state convocate alcune personalità della città di Nazareth
e delle varie confessioni religiose, in attesa dell’arrivo del Sig. Presidente prevista
per le ore 10.00 presso l’Auditorium Frank Sinatra di Nazareth. Appena giunto, egli
ha salutato cordialmente le persone presenti in prima fila all’Auditorium. Dopo alcuni discorsi, tra cui quello del Sindaco della città, il Presidente Katzav ha presso la
parola per sottolineare la necessità di una convivenza pacifica nella Città che diede
origine al Cristianesimo. Alla fine gli è stato offerto un regalo da parte del Municipio
e immediatamente ha lasciato il luogo per recarsi primariamente alla Moschea cosiddetta la Bianca per poi far visita al Santuario della Ss.ma Annunziata. Qui è giunto
alle ore 12.00 ed è stato accolto dal Guardiano insieme ad un piccolo gruppo di frati,
tra cui fra Pedro Bon, che ha fatto da guida per tutto il percorso del Sig. Presidente,
insieme alla sua moglie e seguito. È entrato quindi dalla Basilica Superiore e da lì ha
guardato la Grotta dell’Incarnazione, facendo alcune domande pertinenti al luogo e
principalmente alla sua storia. Dopo è sceso in Grotta al momento in cui un gruppo
di pellegrini italiani (del Movimento del Cammino neocatecumenale) incominciavano a pregare e cantare. Dopo ha voluto visitare il piccolo Museo del Santuario
facendo continuamente delle domande con grande interesse. Alla fine si è congedato
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personalmente con ognuno dei frati presenti sul piazzale antistante alla Basilica superiore e ha cordialmente ringraziato per la visita.
Celebrazione santa messa a Bet-Safafa
Sabato 10 settembre alle ore 18 c’è stata la prima celebrazione di una Santa Messa, presieduta dal parroco fra Ibrahim Faltas, a Bet- Safafa, al centro ecumenico
Tantur. La comunità cristiana ha accolto l’invito e ha risposto con una presenza veramente numerosa (più di 250 persone, tra cui tantissimi bambini), tutte famiglie che
risiedono in questa zona e che provengono dalla Cisgiordania. Questa celebrazione
inaugura il nuovo anno pastorale per le famiglie cristiane di questo quartiere, che
ogni sabato, per tutto l’anno, si ritroveranno alle ore 17 per la catechesi, alle 18 la
celebrazione della Santa Messa e dalle 19 alle 20 per vivere momenti di condivisione
fraterna e di gioco per i più piccoli. La proposta della Parrocchia San Salvatore, rientra nel progetto pastorale di andare incontro anche alle famiglie cristiane che vivono
lontane dalla città vecchia, per renderle partecipi della vita della nostra Chiesa.
El Custodio de Tierra Santa en España
La primera visita del Custodio de Tierra Santa, Fr. Pierbattista Pizzaballa, a España ha sido motivada por la invitación de la Cofradía de la Santísima y Vera Cruz
de Caravaca para abrir los cultos del Quinario en honor de las Santa Cruz previo a
la fiesta de la Exaltación. Tuvo lugar los días 7 al 12 de septiembre y respondía a la
invitación que en el mes de marzo le habían hecho miembros de la Directiva de la
Cofradía, en una visita a Jerusalén, con el deseo de hermanar Caravaca con la Ciudad
Santa en la que “del madero santo nos viene la redención”.
La estancia en Caravaca los días 9 y 10 se atuvo a un apretado programa de visitas y agasajos por parte de los miembros de la Junta directiva de la Cofradía y de
las autoridades de la ciudad, además del acto religioso que motivaba la visita. El P.
Custodio y el P. Teodoro, que le acompañaba, fueron recibidos en el aeropuerto de
San Javier en unos flamantes Mercedes y tras una hora de viaje, visitaron con detenimiento el Museo y el grandioso santuario de la Santísima y Vera Cruz, en el que
destaca su fachada barroca y, sobre todo, la capilla en la que se guarda la cruz patriarcal-relicario con unas astillas del Lignum Crucis de Roma concedido a la ciudad
en los años 50 para compensar el robo sacrílego que tuvo lugar en el Santuario en
febrero de 1934. El Custodio pudo contemplar la venerable reliquia como privilegio
especial para lo que se rompieron los sellos del relicario. A continuación presidió
la solemne eucaristía, votiva de la Exaltación de la Santa Cruz, en la que sonaba a
familiar el Vexilla Regis, tantas veces escuchado en el Calvario, cantado por la coral
del santuario. Leyó la homilía en castellano reflexionando sobre la cruz signo de redención y camino para alcanzar la salvación. No faltó la referencia a la situación de
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cruz que viven los cristianos en Tierra Santa, pidiendo oraciones por la comunidad
cristiana y por los franciscanos para que sigan siendo fieles en la tarea encomendada
de custodiar los santos lugares. La Eucaristía fue retransmitida, por primera vez, por
Internet.
Una cena de hermandad con los sacerdotes de la ciudad y un nutrido grupo de
miembros de la cofradía, cerró la jornada antes de retirarnos a descansar en la residencia de las Hermanitas de los Ancianos Desamparados.
La jornada del sábado, día 10, comenzó con una Eucaristía en la capilla de la
Residencia. La coincidencia de que se encontrase en Caravaca la superiora general,
dio lugar a que, en el desayuno, se entablase un diálogo entre divertido y nostálgico
sobre la posibilidad de una presencia de religiosas de tan abnegada congregación en
Tierra Santa al frente de alguna de las obras sociales de la Custodia. La corporación
municipal recibió al ilustre visitante en el Ayuntamiento, donde el señor alcalde le
hizo entrega de una placa con el escudo de la ciudad. Se completó la mañana con un
recorrido por los monumentos religiosos más significativos y artísticos de la ciudad
(Compañía de Jesús, El Salvador, el convento de los tiempos de santa Teresa y san
Juan de la Cruz, abandonado recientemente por las carmelitas, museo de las fiestas
de la Cruz) y una visita fraterna y familiar a la comunidad de hermanas clarisas. Para
las doce del mediodía estaba convocada una rueda de prensa en la que el sacerdote
Diego Alcolea, residente en Jerusalén, hizo una semblanza del P. Custodio a los
medios. El Hermano Mayor de la Cofradía, Manuel F. Guerrero, expuso los tres
motivos de la rueda de prensa: agradecer la presencia del Custodio cuya presencia en
Caravaca impulsará los lazos de unión entre Caravaca y Jerusalén; dar a conocer el
proyecto de peregrinación de la Cofradía a Tierra Santa en el mes de marzo de 2006
y hacer entrega de un donativo de la Fundación Pía de la misma Cofradía para los
cristianos de Tierra Santa.
El P. Pierbattista tuvo palabras de agradecimiento por la ineffabile acogida que nos
habéis dado, por el donativo para los cristianos para quienes, recordó, la Custodia
lleva adelante una serie de obras sociales muy costosas. Agradeció también el proyecto de peregrinación: “os esperamos en Jerusalén. La peregrinación es muy necesaria para nosotros y para los cristianos, para sentir la cercanía de los hermanos”. Y
adelantó un ofrecimiento que estaban esperando todos en Caravaca, al menos en la
Real e Ilustre Cofradía de la Santísima y Vera Cruz: la posibilidad de traer un fragmento del Lignum Crucis que la Custodia tiene en Jerusalén “para promover aún
más el amor y veneración a la Santa Cruz y estrechar mucho más los lazos de unión
entre Jerusalén y Caravaca”.
“No sabe el padre el bien que nos ha hecho con esta promesa” fue el comentario
de todos los presentes en el acto, que aplaudieron con entusiasmo.“Fr. Perbattista
Pizzaballa, Custodio de los Santos Lugares, llenó ayer de alegría los corazones de
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los caravaqueños”, escribía al día siguiente el periódico LA VERDAD de Murcia,
al hacerse eco de este ofrecimiento.
La visita al paraje conocido como Las Fuentes del Marqués fue un relax de frescura antes del almuerzo. Un oasis de vegetación y abundancia de agua sorprendente en
tierras murcianas, siempre asociadas a la falta de agua y al clamor por los trasvases.
En el almuerzo de despedida, al que asistieron autoridades locales y numerosos
miembros de la Cofradía, hubo palabras de mutuo agradecimiento y entrega de obsequios: el más valioso, una reproducción del relicario de la Vera Cruz y el libro en
dos volúmenes sobre el Año Jubilar de 2003, obra de Pedro Ballester, capellán del
santuario, como primicia antes de la presentación que estaba prevista para el día 13.
Tras la despedida en la residencia de las Hermanitas, nos esperaba una visita a la
Universidad Católica San Antonio en Murcia capital y una larga entrevista con su
fundador y presidente Dn. José Luis Mendoza, quien ha invertido en la restauración
del arruinado monasterio jerónimo todas sus energías y fortuna por crear una Universidad no sólo católica sino evangelizadora. También la jornada terminó a altas
horas de la madrugada porque se completó con la participación en una Eucaristía
con las comunidades Neocatecumenales que abarrotaban la parroquia de los PP. Capuchinos.
Madrid y Burgos
Como el vuelo de Tel Aviv a Madrid lo pudo hacer el día 7, el P. Emérito Merino,
comisario de Tierra Santa, llevó el día 8 al P. Custodio a visitar Toledo, acompañado
de Fr. Aquilino Castillo, que se encontraba en Madrid de vacaciones. (El P. Teodoro
tenía la mañana comprometida con una conferencia-tertulia, precisamente sobre la
Custodia de Tierra Santa, en el Casino de Madrid. Este nombre no hace referencia a
las Vegas y sus centros de juego, sino al nombre antiguo de esas instituciones culturales y elitistas del siglo XIX. Una anécdota de cómo se las gastan: el P. Pedro Tomé
no pudo acudir porque carecía de traje y corbata, requisito imprescindible para entrar
en el lujoso y rancio o romántico edificio). Habíamos hecho gestiones para haber tenido un encuentro con el Cardenal Rouco Varela, pero ese mismo día se ausentaba
de Madrid. Por la tarde giró una breve visita al Centro Tierra Santa interesándose por
las actividades que se desarrollan en el mismo.
El domingo, día 11, tras el vuelo de Murcia a Madrid, habíamos pensado un viaje
a Burgos para hacer una visita de aliento al P. Daniel Andrés y felicitarle por los
avances en su recuperación. Pero, enterado de ello Dn. José María Portillo, planeó
que teníamos que detenernos en Lerma para que el P. Custodio presidiese la Eucaristía en la ermita de Manciles, en la romería de la advocación mariana de ese mismo
nombre. Había que complacerle a quien en todo se vuelca en favor de la Custodia,
de sus religiosos y la promoción de peregrinaciones. Manciles, escribiría el Diario
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de Burgos, “se ha convertido en el punto de arranque de la peregrinación de los burgaleses a Tierra Santa”. (Y así es, con la visita y Eucaristía de comienzo, aunque sea
a las dos de la madrugada).
El rato de la tarde pasado con el P. Daniel fue muy grato para todos: para el interesado, que dio muestras en varios momento de emoción no contenida; para quienes
le visitábamos, por ver los progresos en su estado de salud y para sus hermanas que
tanto empeño, dedicación y amor han puesto en todo ese lento proceso de recuperación. Rosi, Soco, Cristina y los otros hermanos merecen un profundo agradecimiento
por parte de la Custodia, como así se lo manifestó el P. Custodio.
El regreso a Madrid contó con las consecuencias del progreso. Casi dos horas más
de viaje por causa del retorno de tres días de vacación por la festividad local y el
puente, como si no hubiesen sido suficientes las vacaciones de julio o agosto. (Tres
noches de trasnochar, diríamos que tuvieron su compensación previa en la del día 8
en la que el P. Custodio “se fue temprano a la cama sin cenar”).
Otro madrugón el día 12, para tomar el vuelo de Iberia a las 8.30, ponía fin a la
estancia del P. Custodio en España de la que pudo llevarse, junto con los obsequios
y donativos, una imagen apretada de cortesía, afectos, simpatía e interés por Tierra
Santa en sus distintos aspectos: vida de los franciscanos y cristianos, situación política, anhelo por la paz, compromiso de oración. Y quizá también de la gran devoción
mariana en “la tierra de María”. En torno al 8 de septiembre es fiesta de múltiples
advocaciones marianas.
fra Teodoro López ofm
Esaltazione della Santa Croce
14 settembre 2005: La comunità che vive nel Convento della Basilica della Risurrezione anima e presiede alcune delle feste che si celebrano nella Basilica stessa.
Altre feste sono invece animate e presiedute dalla comunità che abita il Convento
centrale della Custodia, San Salvatore, che si trova nella parte più alta della città
Vecchia: da lì i frati in modo ufficiale, preceduti dai kawas e giungono processionalmente in Basilica.
La festa dell’Esaltazione della santa Croce è presieduta dalla comunità della Basilica, ma per la celebrazione della Messa solenne, scendono da San Salvatore, i frati
con il Vicario custodiale, fra Artemio Vítotres Gonzales, che presiederà l’Eucaristia.
È, per i pellegrini, uno spettacolo folcloristico vedere la fila lunga e ordinata di
frati che scende preceduta dai kawas che segnano il passo battendo rumorosamente
la mazza sulle pietre della strada: la processione entra solennemente in Basilica e si
dirige in sagrestia dove i frati indossano i paramenti. Il Vicario, recava la reliquia
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della santa Croce e chiudeva la fila dei frati che, dalla cappella dell’Apparizione
e poi davanti al Santo Sepolcro, si è diretta al Calvario. Qui lo spazio solitamente
occupato dai gruppi di pellegrini era, dalla parte dei Latini, ricoperto di tappeti e
preparato con posti a sedere per alcuni dei molti concelebranti e alcuni fedeli. Tanti
altri fedeli gremivano ogni spazio disponibile in piedi, sia dalla parte dei Latini che
dalla parte degli Ortodossi. Quest’anno la partecipazione è stata davvero grande,
quasi da Venerdì santo!
La reliquia è stata collocata sopra l’altare della Crocifissione e incensata all’inizio
della Messa. Dopo le letture bibliche, fra Artemio ha tenuto l’omelia sul significato
della Croce e sull’importanza che essa ha nella vita dei cristiani, con uno sguardo
particolare ai pellegrini e ai cristiani che vivono a Gerusalemme. La preghiera dei
fedeli, in tante lingue diverse, ha chiesto a Dio di far crescere la consapevolezza del
valore salvifico della Croce.
Tra i concelebranti anche un Vescovo, ausiliare della diocesi di Madrid. Il canto,
partecipato con molta commozione da tutti, dell’inno Vexilla Regis, ha accompagnato la lunghissima processione di frati e fedeli che dal Calvario si sono diretti alla
cappella dell’Apparizione, fermandosi all’altare di santa Maria Maddalena dove, deposta la Reliquia della Croce la si è incensata pregando secondo il rituale. I fedeli, in
fila silenziosa, sono passati a baciare la Croce, che il padre, coadiuvato da due frati,
porgeva all’adorazione.
Un rito, una festa, che fa gustare - specialmente ai pellegrini che in genere sostano
poco tempo in Basilica, - la gioia di partecipare ad una Messa solenne in onore della
Santa Croce e di scoprire che il Santo Sepolcro è... una bellissima Basilica dove si
prega, si celebra l’Eucaristia, si vive il mistero della Risurrezione del Signore!
Sette nuovi diaconi donati alla Chiesa
nella festa delle Stimmate di S. Francesco
17 settembre 2005. Nella ricorrenza della festa liturgica delle Stimmate del Serafico Padre San Francesco, molti fedeli insieme ai familiari degli Ordinandi, nella chiesa del convento di San Salvatore a Gerusalemme hanno partecipato all’ordinazione
di sette nuovi diaconi francescani.
La Santa Messa di ordinazione è stata presieduta da S. Em. il Card. Georges Cottier, teologo della Casa Pontificia, e concelebrata da circa 40 sacerdoti, tra i quali il
Rev.mo P. Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa ofm, e il suo Vicario,
fra Artemio Vitores ofm.
Il porporato nella sua omelia si è soffermato sul racconto dell’istituzione dei primi
sette diaconi della chiesa di Gerusalemme, quale è riportato al capitolo sesto degli
Atti degli Apostoli. Quindi ha invitato i neo-ordinati ad essere testimoni coerenti di
Cristo nella Chiesa di oggi.
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Dei sette nuovi diaconi, tre sono figli della Custodia francescana di Terra Santa (fra
Gustavo Acho, fra Lawrence Coblavie, fra Gabi Kalak) e quattro sono studenti dello
Studio teologico di San Salvatore, provenienti dal Messico (fra Sergio Martínez, fra
César Román) e dal Brasile (fra Elder De Sousa, fra Raimundo Mourão). Per rendere grazie al Signore per il dono dei novelli diaconi, alla celebrazione è seguito un
rinfresco nei locali del convento.
Ritiro spirituale del seminario
Dal 19 al 24 settembre 2005 si sono tenuti sul Monte Tabor gli annuali esercizi
spirituali per gli studenti francescani dello Studium Theologicum Jerosolymitanum
di Gerusalemme. Sempre il tempo degli esercizi è un tempo di grazia: quest’anno
però lo è stato a doppio titolo. Il predicatore è stato infatti lo stesso Custode di Terra
Santa, fra Pierbattista Pizzaballa. Il Custode ha voluto assumere questo impegno
per superare una visione troppo amministrativo-burocratica del ruolo che ricopre, e
proporsi come animatore spirituale della fraternità che è affidata alle sue cure.
Quest’anno è toccato agli studenti poter godere delle meditazioni di fra Pierbattista, ma il progetto è che progressivamente tutti i gruppi di frati che faranno gli
esercizi spirituali possano incontrare il padre Custode.
Per dare risalto all’eccezionalità dell’evento vogliamo condividere con chi fosse
interessato il contenuto di questi giorni di grazia, passati sul monte della Trasfigurazione.
Il filo conduttore delle diverse meditazioni e degli incontri di condivisione fraterna
che sono ad esse seguiti è stato: “Cercare il Volto del Signore”. Guida obbligata in
questo cammino di ricerca è stata la Sacra Scrittura, con l’ausilio della testimonianza
francescana contenuta nelle Fonti Francescane.
Il primo giorno (19-9) si è aperto con la lettura di Gv 14, 2-9, che ci ha ricordato
come non si possa incontrare il Volto di Dio se non nel Volto di Gesù di Nazareth.
Confrontando però questo brano con Gv 12, 20-26 si è visto come il desiderio di vedere Gesù comporti il seguirLo per la strada che Egli stesso ha percorso: la via della
Croce. Infatti al desiderio dei Greci di vedere Gesù, Egli stesso ha risposto, in modo
apparentemente paradossale, con l’immagine del chicco di grano che deve morire
per dare frutto: evidente riferimento al Suo destino di morte e risurrezione.
Vedere il Volto del Signore significa incontrarLo, fare esperienza di Lui, intrattenere una relazione. È significativo che la Scrittura, così rigorosa nel rifiuto di rappresentare Dio, usi con frequenza (circa 400 volte!) l’espressione “Volto del Signore”.
Questo dimostra che il rapporto col Signore non può essere qualcosa di astratto.
La lettura di alcuni Salmi (soprattutto il 17 e il 24) ci hanno aiutato a capire come
cercare il Volto significhi, al di là di un vago spiritualismo, vivere in un certo modo,
secondo la legge di Dio, ricercando concretamente la giustizia.
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Le domande che sono emerse alla fine sono state: è urgente ricercare il Volto di
Dio? quanto ci coinvolge vitalmente la ricerca del Volto del Signore? Come concretamente lo cerchiamo? Ci sono segni di stanchezza in questo nostro cammino di
ricerca? Non è infatti così scontato che, per il solo fatto che siamo religiosi, noi si sia
degli esperti di questa relazione con Dio. Mettere tutto in rapporto al Signore è un
problema di fede, da ravvivare ogni giorno.
Altri brani offerti alla nostra meditazione sono stati Es 33, 18-23, Dt 18, 15 e 34,
10, da mettere in relazione con At 7, 37. La rivelazione è aperta verso la contemplazione del Volto di Dio in Gesù Cristo. Mosè ha avuto una relazione speciale, unica,
da amico, con Dio, ma solo Gesù ha vissuto questa relazione da Figlio. La Gloria di
Dio rifulge sul Volto di Cristo, ci ammonisce Paolo (cf. 2Cor 4,6): vedere il Volto di
Dio è seguire Gesù nel suo Mistero pasquale di morte e risurrezione.
Il giorno seguente (20-9) è stato dedicato alla meditazione del Vangelo della Trasfigurazione nei tre sinottici. Per prima cosa si è cercato di contestualizzare l’episodio all’interno del Vangelo. Leggendo infatti Mt 16, 13-17,9 o Mc 8, 27-9, 10 o
Lc 9, 18-36, si vede come la Trasfigurazione sia preceduta dalla domanda di Gesù
ai discepoli circa la sua identità: quale è il Suo Volto?, potremmo dire seguendo il
filo delle meditazioni del giorno precedente. Quindi viene la confessione di Pietro
“Tu sei il Cristo” e l’annunzio della Passione: sulla scia di Gv 12, 20-26, già incontrato, Gesù ci dice che il Messia è il servo sofferente di Isaia, che la Rivelazione del
Cristo come Figlio di Dio e Messia è la Passione. All’opposizione di Pietro Gesù
risponde: “Mettiti dietro, Pietro” perché chi vuole capirmi deve seguirmi e seguirmi
sulla via della Croce. A questo punto gli evangelisti, guidati nello scrivere da un fine
catechetico più che storico, inseriscono l’episodio della Trasfigurazione. Sono stati
sottolineati alcuni elementi presenti nei racconti evangelici che potessero aiutare la
nostra meditazione:
• il tempo: 6 o 8 giorni dopo la confessione di Pietro, a indicare il legame tra i
due eventi e quasi la conferma autorevole del Padre della professione di fede del
Principe degli Apostoli;
• le persone: Pietro, Giacomo e Giovanni, gli stessi che saranno spettatori dell’agonia del Getsemani;
• il luogo: il monte, luogo privilegiato delle teofanie veterotestamentarie (il Sinai,
l’Oreb, il Carmelo…);
• il fatto: la luce, annuncio della risurrezione, Mosè ed Elia, segno della Legge e
dei Profeti, la nube, segno biblico legato alla Presenza di Dio e alla Sua manifestazione, il sonno dei discepoli, rimando a quello di Abramo in Gn 15, 12 nel
contesto di una teofania e della stipulazione dell’Alleanza e a quello dei discepoli al Getsemani.
Volendo sintetizzare questi dati si può dire che il brano della Trasfigurazione è una
330
teofania che rivela Gesù come Messia, Eletto, Figlio, che compie la Legge e i Profeti, ma sempre nel contesto del Mistero pasquale di Passione, Morte e Risurrezione.
Figura che spicca nei brani considerati è quella di Pietro, che è l’unico a parlare tanto nella confessione di fede, quanto nel rifiuto della croce preannunciata dal
Maestro e nella Trasfigurazione. È figura emblematica del discepolo che vede e non
vede, ha una visione superficiale di messianismo, riconosce la bellezza della Trasfigurazione ma vorrebbe fissarla nel tempo (“Facciamo tre tende”). Pietro rappresenta
la difficoltà di tutti noi a conciliare il Cristo glorioso e il Cristo paziente, la luce del
Tabor con la solitudine nella quale Gesù resta quando la luce svanisce (“…non videro più nessuno, se non Gesù solo”, cf. Mt 17, 8).
Il giorno 21-9 è stato dedicato alla meditazione delle tentazioni subite da Gesù nel
deserto, secondo il racconto di Mt 4, 1-11, e di Lc 4, 1-13. Anche qui il contesto è
importante. Prima delle tentazioni c’è il battesimo di Gesù e la sua rivelazione di Figlio di Dio, con in mezzo l’inserzione propria di Luca della genealogia di Gesù, che
si conclude di nuovo con l’affermazione della sua filiazione divina. A seguire invece
gli evangelisti riportano l’inizio del ministero pubblico di Gesù in Galilea.
Il riferimento alla filiazione divina di Gesù è evidente perché il Tentatore esordisce
proprio con l’ipotetica: “Se sei Figlio di Dio…”, frase che ricorre in altre tentazioni
che Gesù dovrà subire nel corso della sua vita: emblematico il caso della crocifissione (cf. Mt 27, 40). La tentazione è sempre la stessa, in fondo, e riguarda l’immagine
di Messia che Gesù è chiamato a rivelare. Ma vediamo le tre tentazioni più da vicino.
La tentazione delle pietre trasformate in pane è la tentazione nella quale sono caduti tutti i sitemi ideologici della storia, e da cui la stessa Chiesa non sempre è esente:
soddisfare i bisogni immediati degli uomini, rovesciando la scala dei valori secondo
come la vede Dio. La risposta di Gesù è: “Cercate prima il regno di Dio…” (Mt 6,
33). La fame è un problema importante, ancora più lo è la libertà, ma la sola cosa
essenziale è l’adorazione. L’adorazione, lo stare sulla Parola di Dio, ti dà la capacità
di mettere tutto nelle giuste proporzioni. Tutti i problemi si risolveranno se si aprono
gli occhi a Dio, se si mette Dio al primo posto, se si riconoscono i suoi diritti. Dio è il
Creatore, tu sei creatura, ecco ciò che non aveva voluto riconoscere il primo tentato,
Adamo, e ciò che il nuovo Adamo viene invece a ribadire.
Nella seconda tentazione il Diavolo vuole mettere alla prova la fiducia tra Gesù e
il Padre suo, fondata sul legame filiale. Se Gesù si fosse gettato giù dal pinnacolo del
Tempio sarebbe finito nella Geenna, la valle su cui affaccia il Tempio: nello Sheol
Gesù scenderà dopo la morte di croce, ma in obbedienza alla volontà del Padre, non
ora in atteggiamento di sfida verso Dio.
La tentazione del dominio del mondo, infine. Il Tentatore offre a Gesù la vittoria
sul mondo. È strano: il Messia non è venuto proprio per “vincere il mondo”(cf. Gv
331
16, 33)? Perché Gesù rifiuta? Perché il Diavolo chiede per sé quell’adorazione che è
riservata solo a Dio! Su un altro monte, in Mt 28, 16-18, Gesù dirà: “Mi è stato dato
ogni potere…”, ma questo potere gli è stato dato proprio perché ha scelto di seguire
fino in fondo la volontà di Dio e sul Calvario ha vinto definitivamente il Diavolo
nella piena sottomissione al Padre.
In sintesi possiamo dire che tutte le tentazioni si risolvono in una sola: a Gesù
viene chiesto di scegliere un altro tipo di messianismo, che eviti la Croce, che rifiuti
il progetto di Dio con la sofferenza che esso comporta, quale unica via per riportare
vittoria sul peccato del mondo. I due stili di messianismo si possono esemplificare
nel contrasto tra Gesù e Barabba nella Passione. Anche Barabba in aramaico significa Figlio del Padre, ma il suo messianismo è quello degli zeloti, che cercano una
liberazione immediata con la violenza e la guerra, mentre quello di Gesù lascia che
la violenza del mondo si scarichi su di Lui e sia redenta nella Sua morte di croce.
La domanda che nasce alla fine è: che concezione di Messia ho io? Chi è per me
il Figlio di Dio? Quale Volto di Dio io rifletto, e quale riflettiamo come fraternità?
Seguiamo, come singoli e come comunità, più Barabba o Gesù?
La meditazione seguente ha riguardato l’episodio del battesimo di Gesù, che ci ha
aiutato a riflettere sul senso del peccato e della Riconciliazione sacramentale nella
nostra vita.
Mt 3, Mc 1, 1-13, Lc 3, 1-22, sono i brani che abbiamo preso in considerazione.
Giovanni amministra un battesimo di conversione, dopo la confessione dei peccati,
nel segno dell’acqua. E Gesù va anche lui a mettersi in fila coi peccatori. Scende a
condividere la nostra condizione di peccato, è l’Agnello di Dio che si carica del peccato del mondo, ma questo scandalizza Giovanni, e forse non solo lui. È la solita difficoltà a riconoscere Gesù in croce, trattato da maledizione, come dice Paolo. Gesù
mangia con i peccatori, veramente è un dio che esce dagli schemi. Ciò che i farisei
di ogni tempo non riescono a capire è che non è il peccato che impedisce l’agire di
Dio. Anzi, è proprio nel peccato che Dio si rivela come misericordia. chi ha il senso
del peccato ha anche il senso di Dio. È invece dove c’è autosufficienza e pretesa
giustizia che l’intervento di Dio è bloccato (cf. Mt 21, 32 e Lc 7, 30).
Ma se abbiamo il senso del peccato, e quindi il senso di Dio, si vede concretamente
da quanto spesso mi confesso. Quale è la mia coscienza di essere salvato? Se non mi
sento redento vuol dire che ancora non ho incontrato il mio Redentore, non ho ancora
fatto esperienza del Signore. Noi agiamo da redenti, ci sentiamo salvati, liberati, o
siamo ancora alla ricerca di questa salvezza e liberazione? Siamo fraternità composte di persone redente e salvate?
L’ultima meditazione ha riguardato il tema del ringraziamento, partendo come
sempre dalla Parola di Dio: Lc 17, 11-19, l’episodio dei lebbrosi guariti, di cui uno
soltanto torna a rendere grazie. Il brano è inserito nel contesto del discorso escato332
logico di Gesù, delle esigenze del Regno di Dio che viene. Il contesto inoltre anticipa la Pasqua, perché Luca sottolinea che ci troviamo “durante il viaggio verso
Gerusalemme”. I protagonisti sono dei lebbrosi, degli esclusi, che si accostano a
Gesù chiamandolo Maestro (unica volta che questo titolo si trova in bocca a dei non
discepoli!). Tutti e dieci fanno un atto di fede e di obbedienza sulla parola di Gesù,
tutti e dieci sono guariti. Ma solo uno ritorna per lodare Dio (espressione tipicamente
lucana per sottolineare la glorificazione di Dio per le grandi opere che Egli compie,
cf. Lc 2, 20; 24, 53). È un samaritano, segno dell’universalità della salvezza portata
dal Cristo. Gesù si chiede dov’è la fede dei “suoi”, di quelli che avrebbero dovuto
accoglierLo. Il ringraziamento sembra sia più facile fuori della cerchia, perché si
ha ancora la capacità di stupirsi. Se la gratitudine è il segno della salvezza, allora la
lebbra in questo contesto può rappresentare il senso di malessere, la critica amara, la
sfiducia, la pigrizia, la stanchezza spirituale, la scontentezza: tutto ciò che si oppone
alla gratitudine. I nove che non tornano non riescono a vedere la salvezza operata
in loro. Gesù loda il lebbroso che ha “disobbedito” al suo invito di andare a Gerusalemme a presentarsi al sacerdote: la fede non consiste solo nell’obbedire a un ordine,
ma nell’essere capaci di ringraziare, di “tornare a Gesù” per dare gloria a Dio. I nove
hanno seguito la lettera, non lo spirito di quanto Gesù ha detto. I nove hanno cercato i
doni di Gesù (ancora Barabba e le sue risposte immediate!), non Gesù in se stesso.
Chiediamoci: viviamo abbastanza la dimensione della lode e della riconoscenza?
Perché è così difficile ringraziare? Forse perché bisogna riconoscersi debitori nei
confronti di doni che vengono da altri. La fede è ricevere e restituire, è avvertire che
tutto è grazia.
Di che cosa nella mia vita mi sento di ringraziare il Signore? Vivo la gratitudine a
Dio, alla Chiesa, all’Ordine, alla Custodia, ai superiori?
Francesco aveva grande fede e aveva grande il senso della gratitudine, della restituzione a Dio del dono ricevuto attraverso le opere, la vita, l’esempio (Cf. FF 49, 63
ss., 156-157, 390).
Gli esercizi si sono conclusi con una descrizione che il Custode ha voluto farci
dello stato della Custodia di Terra Santa dopo poco più di un anno del suo servizio
di Ministro.
Quindi, come frutto della conversione che ciascuno è chiamato a intraprendere al
termine degli esercizi spirituali, si è svolta una celebrazione penitenziale. L’augurio
è che ciascuno possa far risplendere nella propria vita il Volto del Signore, volto di
sofferenza assunta per amore, volto di gloria donata dal Padre in risposta alla nostra
conformità al Figlio suo, Crocifisso Risorto.
333
Ss. Cleofa e Simeone ad Emmaus-Qubeibeh
25 settembre. La fraternità francescana di Emmaus ha celebrato la solennità liturgica dei santi Cleofa e Simeone, i due discepoli che incontrarono il Signore risorto
sotto le sembianze del Pellegrino, mentre si allontanavano tristi da Gerusalemme
(cf. Lc 24, 13-33). Per l’occasione il Custode Pierbattista Pizzaballa ha presieduto
la concelebrazione eucaristica a cui hanno preso parte numerosi frati provenienti
dalla comunità e dallo studentato del convento di San Salvatore a Gerusalemme e
da altri conventi della Giudea. Nella sua omelia il Custode ha sottolineato il senso
che ha questa memoria per la Chiesa di oggi: tenere viva la speranza nel Signore
risorto, senza scandalizzarsi se la gloria della Resurrezione è il risultato della apparente sconfitta del Crocifisso. Dopo la celebrazione, nello spirito di ospitalità che ha
contraddistinto i due discepoli di Emmaus, la fraternità del Santuario francescano
ha invitato tutti i fedeli intervenuti a restare per condividere la gioia del pranzo,
magistralmente preparato dalle Suore Missionarie del Catechismo, in servizio nel
Santuario eucaristico.
Campeggio in Siria
Il campeggio dei nostri giovani esploratori del gruppo San Francesco nel nostro
terreno di Ma’arra Sidnaya, è stato il coronamento delle attività dell’anno. Come
pure abbiamo passato con il Terz’Ordine una giornata di ritiro in preparazione alla
festa di San Francesco.
Venerdì 30 Settembre, giornata di ritiro a Ma’arra con il Terz’Ordine. Abbiamo
seguito l’intero programma, terminando con il Transitus in arabo.
Il nostro sogno e la nostra preghiera al Signore perchè ci aiuti per mezzo dell’appoggio della Custodia di Terra Santa a realizzare un progetto per ospitare i nostri
gruppi per ritiri o campeggi.
fra Joseph Costantin ofm
Parroco di Bab Touma
Dalla Germania a Gerusalemme - un organo da studio
Era stato un sogno, quello di fra Delfin Fernandez, il confratello che per anni aveva retto l’officina organaria della Custodia di Terra Santa: vedeva lo sviluppo che
prendeva la Scuola di Musica della Custodia, l’Istituto Magnificat di Gerusalemme,
vedeva l’entusiasmo dei giovani Palestinesi che s’impegnavano nello studio della
musica, e diceva: Ci vorrebbe un piccolo organo per far studiare questi ragazzi!
Purtroppo l’età avanzata e poi la morte gli hanno impedito di vedere realizzato il suo
sogno.
334
Fra Werner Mertens, Commissario di Terra Santa per la provincia di S. Croce in
Sassonia (Germania), ha persuaso il Rettore di una cappella della diocesi di Osnabrück, a offrire all’Istituto Magnificat il piccolo organo della sua cappella che stava
per essere chiusa: una provvidenza per la nostra Scuola.
Si tratta, sì, di un piccolo organo a trasmissione meccanica, costruito nel 1965 dalla
ditta Walcker di Ludwigsburg (Germania): due tastiere e pedaliera, otto registri per
un totale di poco meno di 600 canne. Eppure, smontare lo strumento, imballarlo in
cinque enormi casse spedite via mare, non è stata impresa facile. Ma questi Tedeschi
sono precisi! e l’organo è arrivato al salone dell’Immacolata del convento di S. Salvatore a Gerusalemme, in perfetto ordine.
In una settimana i confratelli del Brasile, fra Lauro Both e fra Lidomar Baggio,
che già si trovavano qui per la manutenzione degli organi delle basiliche dell’Annunziata a Nazareth e del San Sepolcro, hanno ricomposto il fantastico puzzle sonoro
dell’organo Walcker.
Ora il salone dell’Immacolata è veramente una prestigiosa sala da concerto con il
pianoforte a coda Bechstein, il nuovo organo Walcher e poi, appena i piccoli allievi
del Magnificat ne saranno capaci, i 20 violini: tutti strumenti pazientemente raccolti
e generosamente donati da fra Werner Mertens.
Ordinazione Episcopale di S.E. Mons. Maroun Lahham
2 ottobre 2005. Nella chiesa del Seminario del Patriarcato latino di Gerusalemme
a Beit Jala, è avvenuta l’ordinazione episcopale di S.E. Mons. Maroun Lahham, già
rettore dello stesso Seminario.Alla celebrazione ha preso parte un gran numero di
fedeli, molti dei quali religiose e religiosi che operano nel territorio del Patriarcato
latino, provenienti oltre che dalla Giudea, anche dalla Galilea e dalla Giordania. La
Santa Messa è stata presieduta da S.B. il Patriarca latino di Gerusalemme, Mons.
Michel Sabbah, e concelebrata tra gli altri dal Nunzio Apostolico, S.E. Mons. Pietro
Sambi e dal Vescovo coadiutore di fresca nomina, S.E. Mons. Fouad Twal, già Arcivescovo di Tunisi, sede di cui diverrà Pastore Mons. Maroun. Per la Custodia di
Terra Santa era presente il Rev.mo P. Custode, Pierbattista Pizzaballa, e numerosi
frati della comunità e dello studentato di San Salvatore, legati da personale amicizia
al neo-ordinato Vescovo, per l’insegnamento da lui svolto nello Studium Theologicum del medesimo convento. La celebrazione è stata animata dai canti eseguiti dai
seminaristi del Patriarcato e da alcune manifestazioni di giubilo “fuori programma”
da parte dei fedeli presenti, nello stile di festa della popolazione araba di questa
terra. S.E. Mons. Maroun è stato colto da intensa commozione al momento dei ringraziamenti finali, in particolare quando ha ricordato la sua mamma, presente alla
celebrazione. Dopo la Santa Messa c’è stato lo scambio degli auguri con il novello
Vescovo nel cortile del Seminario, tra i balli dei fedeli e lo spettacolo pirotecnico
organizzato per l’occasione.
335
Festa di San Francesco a San Salvatore
“Rallegriamoci tutti nel Signore nella solennità del Serafico Padre san Francesco,
con noi gioiscono gli angeli e lodano in coro il Figlio di Dio”. Così suona l’antifona
d’ingresso della Messa che oggi si è celebrata nella chiesa di San Salvatore a Gerusalemme. E davvero una grande gioia sono stati questi ultimi due giorni per la fraternità francescana del convento di San Salvatore. Ieri, infatti si è tenuta la consueta
celebrazione del Transito del Serafico Padre san Francesco, preceduta dalla solenne
liturgia dei Primi Vespri. In essi inoltre 20 studenti dello Studentato francescano
del medesimo convento hanno rinnovato i propri voti religiosi. Il Custode di Terra
Santa, nell’omelia tenuta dopo la lettura breve dei Vespri, ha invitato i numerosi
fedeli presenti, ma in special modo i frati, a seguire l’esempio di san Francesco, nel
consegnarsi al Signore senza condizioni. Dopo la celebrazione si è tenuta la ormai
tradizionale festa dei Seminari di Gerusalemme. Hanno dato un saluto i tre responsabili dei Seminari stessi: fra Nicolas Marquez ofm, per lo Studentato francescano,
Don William Somali, per il Seminario del Patriarcato latino, e Don Francis Preston
sdb, per lo Studentato salesiano di Ratisbonne.
Questa mattina poi, nella chiesa di S. Salvatore, come già ricordato, si è tenuta la
solenne S. Messa in onore del Serafico Padre san Francesco. Quest’anno a presiederla è stato invitato un ospite d’eccezione: il neo-ordinato Vescovo, S.E. Mons. Maroun Lahham, già rettore del Seminario del Patriarcato e ora Vescovo di Tunisi. Altra
graditissima presenza è stata quella di S.E. Mons. Fouad Twal, da poco nominato
Vescovo coadiutore del Patriarca latino di Gerusalemme. Secondo la tradizione più
antica però l’omelia è stata tenuta da un Domenicano, fra Krzyzstof Sonek op, che
ha ricordato il vincolo di amicizia tra San Domenico e San Francesco e ha invitato
i presenti a essere testimoni della bellezza dell’amicizia tra gli uomini e con Cristo,
secondo l’esempio di Francesco d’Assisi.
A seguire la Santa Messa, la fraternità francescana di S. Salvatore ha offerto il
pranzo nel refettorio del convento. A condividere il clima di festa, tra le numerose
autorità intervenute, sia civili che religiose, spiccavano il Nunzio Apostolico, S.E.
Mons. Pietro Sambi, i Vescovi e i rappresentanti delle Chiese cattoliche di rito orientale di Gerusalemme, diversi Consoli generali e i Superiori di molti Istituti religiosi
maschili di Terra Santa.
La Custodia di Terra Santa inaugura un nuovo centro editoriale dedicato alla
Terra Santa
A Milano, in via Gherardini 5, ha aperto il 4 ottobre, memoria del Transito di
San Francesco, un nuovo Centro editoriale dedicato alla Terra Santa. Si tratta delle Edizioni Terra Santa, che hanno come scopo la pubblicazione delle riviste della
Custodia in Italia (Eco di Terrasanta, Terrasanta), la realizzazione di un portale
336
Internet sui Luoghi Santi e il Medio Oriente e l’organizzazione di eventi culturali. A
guidare questa nuova realtà editoriale è stato chiamato Giuseppe Caffulli, per anni
caporedattore della storica rivista del Pime Mondo e Missione, oltre che saggista e
collaboratore del quotidiano Avvenire.
Per informazioni: 0039 - 02.345.92.679; [email protected]
Le ragioni di una sfida: sulla Terra Santa, da un punto di vista editoriale, in Italia
c’è un grande vuoto. Ed è un paradosso: dei luoghi della rivelazione biblica e dell’incarnazione del Cristo si parla sui media solo - purtroppo - a proposito del conflitto tra
Israele e Palestina. Il patrimonio di spiritualità, storia e cultura che la Terra Santa racchiude rimane una prerogativa di pochi. Anche chi si incammina verso Gerusalemme
come pellegrino, nella maggior parte dei casi, ha un retroterra approssimativo dal
punto di vista sia contestuale sia biblico e culturale. Inoltre Gerusalemme è la città
santa anche per gli ebrei e i musulmani, il luogo delle origini per un’importantissima
fetta dell’umanità. Il fatto di essere crocevia della storia, la rende unica e irripetibile.
Ma ne esalta anche il valore simbolico: su Gerusalemme si ripercuotono le tensioni
del mondo (oggi con un inaudito carico di barbarie). A Gerusalemme possono essere trovate le ragioni e le vie della convivenza. Da un punto di vista ecclesiale - è
sempre utile ribadirlo - la Terra Santa è «il luogo da cui siamo stati generati». Di qui
l’importanza e la necessità di occuparci della situazione dei Luoghi Santi, della loro
custodia, delle relazioni tra le Chiese cristiane, della situazione di marginalità nella
quale si trovano oggi a vivere i cristiani di Terra Santa, dei rapporti con l’islam e
l’ebraismo. Da ultimo non possiamo chiudere gli occhi di fronte al contesto politico
e al conflitto tra israeliani e palestinesi. E alle conseguenze che questa situazione di
violenza e sangue ha sulla vita delle comunità cristiane e della Chiesa in Terra Santa.
C’è un costante invito da parte del Papa, dei vescovi e del leader delle Chiese cristiane in Terra Santa ai pellegrini, affinché non abbandonino i Luoghi santi e si facciano
sempre più prossimi alle comunità locali. La vicinanza e la preghiera dei fratelli di
tutti continenti, lo stimolo a camminare sulla strada della pace, hanno una ricaduta
anche sull’azione dei governi e sul cambiamento di mentalità dei popoli. Anche in
questo modo si può favorire una maturazione della società palestinese e un rinnovamento di quella israeliana, perché superino i pregiudizi e i muri e si incamminino
sulla strada della pace. Le sfide di un’iniziativa editoriale sulla Terra Santa non sono
poche, ma tutto sembra indicare che il momento è propizio. Le Edizioni Terra Santa
cercheranno di cogliere i “segni dei tempi” e si faranno promotrici di una rinnovata
attenzione verso i Luoghi Santi.
337
Premio all’Istituto Magnificat
Il 4 ottobre scorso il giovane palestinese Haig Vosgueritchian ha conseguito il
diploma in Pianoforte presso il Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza.
Haig Aram Vosgueritchian è nato a Gerusalemme il 15 novembre 1983. Ha compiuto gli studi normali nella Scuola Armena Tarkmanchase di Gerusalemme dove ha
conseguito la maturità nel 2000.
Ha iniziato gli studi musicali nel 1997 all’Istituto Magnificat, studiando Pianoforte
e Armonia con fra Armando Pierucci ofm, Solfeggio e Teoria Musicale con Adriana
Ponce, Storia della Musica con Hania Soudah Sabbara. Dopo aver superato il Compimento Inferiore di Pianoforte, ne ha continuato lo studio con il Maestro Ofer Shelley e ha iniziato lo studio di Organo e Composizione Organistica con fra Armando
Pierucci ofm, ottenendo il privilegio di svolgere dei servizi musicali nella basilica
del Santo Sepolcro e nella chiesa parrocchiale di S. Salvatore a Gerusalemme.
Al fine di imparare la lingua italiana ha trascorso due estati in Italia (1999, 2003),
così ha avuto anche l’opportunità di studiare con la pianista Vanessa Andrenelli e di
farsi ascoltare in qualche esecuzione su organi antichi di Scuola Veneta.
Nel 2000 Vosgueritchian ha vinto il primo premio della categoria “G” e il premio
della Fondazione “Qattan” di Ramallah nella seconda edizione del Concorso Pianistico “Carlo Tavasani” di Gerusalemme.
Grazie alla convenzione tra l’Istituto Magnificat e il Conservatorio Musicale “A.
Pedrollo” (22 luglio 2003), e al paziente lavoro condotto dall’attuale direttore, il
Maestro Paolo Troncon, Vosgueritchian ha potuto sostenere l’esame di diploma in
Pianoforte al Conservatorio di Vicenza il 4 ottobre u.s., come allievo interno dello
stesso Conservatorio Vicentino. Nei 40 giorni trascorsi in Italia prima dell’esame,
Haig ha studiato sotto la guida del celebre Maestro Riccardo Zarda ed è stato ospite
della Famiglia Noventa - De Rui di Treponti di Teolo (Padova).
Haig Vosgueritchian è il primo diplomato dell’Istituto Magnificat di Gerusalemme, che proprio quest’anno festeggia il decimo anno della sua esistenza.
Questa grande meta si è potuta ottenere grazie al generoso impegno di molte persone. A tutte esprimiamo la gratitudine della Custodia, dell’Istituto Magnificat e dei
suoi giovani allievi.
Messa di inaugurazione dell’anno accademico 2005-2006
5 ottobre 2005. Nella chiesa del convento di San Salvatore a Gerusalemme si è
tenuta una Santa Messa per inaugurare, con l’assistenza dello Spirito di Dio, il nuovo
anno accademico dello Studium Biblicum Franciscanum, nei suoi tre cicli, e dello
Studio Teologico Salesiano di Gerusalemme. La celebrazione è stata presieduta dal
Nunzio Apostolico, S.E. Mons. Pietro Sambi. Il presule nella sua omelia ha ricorda338
to la grazia che abbiamo di studiare nei luoghi che furono testimoni del passaggio
terreno di Gesù Cristo, nostra Via, Vita e Verità. Ha quindi esortato i professori e gli
studenti a contemplare il Cristo eucaristico, per essere fermento di unità e testimoni
della speranza nel Risorto, in questa Terra Santa dai grandi contrasti. Tra i molti concelebranti una menzione meritano le autorità accademiche (don Francis Preston, per
lo Studentato Salesiano, e fra G. Claudio Bottini ofm Decano dello Studio Biblico
Francescano) e il P. Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa All’offertorio
sono stati presentate all’altare alcune recenti pubblicazioni delle Istituzioni accademiche presenti, come frutto della preghiera, dello studio, dell’amore alla verità e
dell’impegno di dialogo che le contraddistinguono. Al termine della celebrazione è
stato offerto un rinfresco e poi tutti gli studenti si sono ritrovati per le consuete votazioni dei propri rappresentanti.
Dopo la celebrazione, nel cortile interno del convento, i partecipanti hanno condiviso un rinfresco cortesemente offerto dalla comunità di S. Salvatore. In seguito,
sotto la presidenza del Decano, gli studenti ordinari dei tre cicli della Facoltà (STJ e
SBF) si sono riuniti per la votazione del loro Rappresentante al Consiglio di Facoltà.
È risultato eletto fra Leonid Olikh. Nella stessa seduta gli studenti del primo ciclo
hanno votato come loro rappresentante fra Carlos Hernandez, e gli studenti del biennio filosofico hanno scelto fra Carlos Thomas.
Omelia del Nunzio apostolico
“Avrete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a
Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra”.
Iniziamo l’Anno Accademico con l’invocazione dello Spirito Santo. Ciascuno di
noi, conscio delle proprie debolezze, sente il bisogno di vivere l’esperienza della
Pentecoste, avvenuta a pochi passi da noi. “Avrete la forza dallo Spirito Santo”. La
forza di scoprire nelle Sacre Scritture il piano salvifico di Dio, la persona ed il volto
di Gesù Cristo, maestro, sacerdote e profeta, la sua missione redentrice, confidata
alla sua Chiesa per tutto il tempo e per tutti i luoghi. “Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera”. Sia che siamo docenti o alunni, abbiamo
bisogno di questo Maestro di luce interiore, che renda vita e via la verità rivelata.
San Girolamo, pochi giorni or sono, ci ha detto, basandosi sulla sua esperienza che
“ignorare le Scritture significa ignorare Gesù Cristo” e, poiché il Cristo è potenza di
Dio e sapienza di Dio, “colui che non conosce le Scritture, non conosce la potenza
di Dio, né la sua sapienza”.
Sant’Agostino, qualche giorno prima, ci ha istruiti: “Per monti d’Israele devono
intendersi le pagine delle Sacre Scritture. Lì pascolate, se volete pascolare con sicurezza. Tutto quello che ascolterete da quella fonte, gustatelo con piacere… Per non
andare errando nella nebbia, ascoltate la voce del Pastore. Radunatevi sui monti delle
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Sacre Scritture. Ivi troverete le delizie del vostro cuore, ivi non c’è nulla di velenoso,
nulla di dannoso: solo pascoli ubertosi”.
Vi è certamente una grazia di stato; ma specialmente qui in Terra Santa vi è anche
una grazia di luogo: quella di prepararsi al sacerdozio, camminando sui passi e nello
spirito del Buon Pastore; quella di studiare nella luce radiosa del nostro Rabbi, dove
Egli ha insegnato e dato l’esempio. “Nella tua luce, vedremo la luce”.
“Mi sarete testimoni a Gerusalemme”. Quale testimonianza a Gesù Cristo diamo
noi in Gerusalemme? Che immagine di lui si fanno gli ebrei ed i musulmani, vedendo noi suoi discepoli?
Dobbiamo dare certamente la testimonianza della nostra fede, che non può essere disgiunta dalla preghiera. Siamo alla chiusura dell’Anno dell’ Eucaristia ed all’apertura del Sinodo su “Eucaristia, fonte e culmine della vita e della missione della
Chiesa”. Ivi il Maestro è presente, parla ed opera. Qui a Gerusalemme, dove è stata
istituita, dobbiamo imparare in modo particolare a costruirci sull’Eucaristia, fonte e
culmine della nostra vita e della nostra missione.
La testimonianza dell’unità, rivivendo lo spirito della prima comunità cristiana:
“La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo ed un anima
sola”. La testimonianza dell’unità, nata dall’Eucaristia e dalla carità, è come la lettera credenziale perché il mondo creda nella missione di Cristo. “Come tu, Padre, sei
in me ed io in te, siano anch’essi in noi una sola cosa perché il mondo creda che tu
mi hai mandato”.
La testimonianza alla speranza che è in noi, che tanti attorno a noi hanno perduto
e di cui sono assetati.
Testimoni a Gerusalemme della risurrezione del Signore: la risurrezione fu proclamata con forza dagli Apostoli fino dalla mattina di Pentecoste. La Chiesa Madre
di Gerusalemme, nella sua storia difficile e tormentata, si è attaccata molto al Getsemani, alla Via Dolorosa ed al Calvario. Sono momenti fondamentali nella vita del
Salvatore e di ciascuno di noi, se li viviamo insieme con Lui.
+ Pietro Sambi
I monaci di Gerusalemme
Così sono chiamati nel Meridione d’Italia i nostri fratelli Collettori.
Da secoli i nostri fratelli del Commissariato Generale di Terra Santa in Napoli percorrono paesi e città questuando di casa in casa e raccogliendo l’obolo per i Luoghi
Santi tra gli iscritti all’Opera Pia di Terra Santa.
Nei tempi passati, quando le vocazioni erano fiorenti, erano molti i fratelli che si
dedicavano a questo prezioso Apostolato, ricoprendo tutto il territorio degli Abruzzi
- Molise - Campania - Puglie - Calabria e Basilicata.
340
Ora, purtroppo, i fratelli Collettori si sono ridotti solo a quattro, ma sono pur sempre molto desiderati e stimati e la loro presenza nelle case è molto gradita e ritenuta
una grande benedizione.
Quando arrivano nei paesi è grande festa e tutte le famiglie si onorano di ospitarli.
Quando per un motivo o per un altro ritardano c’è grande preoccupazione e tempestano di telefonate il Commissariato di Terra Santa.
Diverse figure di Monaci di Gerusalemme sono rimaste impresse nella mente e
nel cuore del popolino e ancora oggi sono ricordate per la loro semplicità, umiltà e
spirito di sacrificio.
A mo’ di esempio riportiamo un manifesto che annuncia la presenza del Monaco di
Gerusalemme in un paese del Salernitano.
fra Carlo Cecchitelli ofm
Cinque nuovi professi solenni della Custodia di Terra Santa
9 ottobre 2005. Nella chiesa parrocchiale dei Frati Minori di San Salvatore a Gerusalemme, cinque confratelli francescani hanno emesso i loro voti solenni di obbedienza, povertà e castità, nelle mani del Rev.mo P. Custode, Pierbattista Pizzaballa.
Alla celebrazione ha preso parte gran folla di fedeli, essendo due dei neo-professi solenni parrocchiani della medesima parrocchia latina gerosolimitana. I cinque
nuovi professi solenni provengono tutti dalla Terra Santa: fra Usama Bahbah e fra
Jad Sara da Gerusalemme, fra Zaher Aboud dalla Galilea, fra Rami Asakriyeh e fra
Shadi Bader dalla Giordania.
La Messa è stata celebrata in arabo, lingua madre di tutti i neo-professi, e in italiano, lingua ufficiale della Custodia francescana di Terra Santa. Alla celebrazione ha
fatto seguito un rinfresco nel salone dell’Immacolata, all’interno dello stesso convento di San Salvatore.
Festa della Vergine del Pilar:
festa nazionale di Spagna a Gerusalemme
Il 12 Ottobre è tradizionalmente festa della colonia spagnola che si riunisce nella
chiesa di San Salvatore per celebrare la propria festa nazionale, molto sentita e molto
partecipata. Erano presenti il Console generale Sig. Josè Maria Ferré, con la sua Signora, insieme ai membri del Consolato e della Cooperazione Internazione. Folta la
presenza delle comunità religiose femminili: Missionarie Figlie del Calvario, Francescane Missionarie di Maria, Figlie della Carità e suore dell’Istituzione Teresiana.
La Santa Messa, presieduta da fra Artemio Vítores, Vicario della Custodia di Terra
Santa, è stata concelebrata da una ventina di sacerdoti, animata dai canti dei numerosi frati francescani e di altri ordini, di madrelingua spagnola. Numerosi i fedeli
locali, e i giornalisti di varie agenzie.
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Nell’omelia, fra Artemio ha invitato a riflettere sull’eredità culturale cristiana della
Spagna, che risale all’età apostolica. A questo importante e fondamentale patrimonio
ha fatto riferimento per parlare della famiglia, sottolineando il dovere che i governanti devono manifestare verso questa importante e delicata cellula della società. La
famiglia, resa fragile dalla cultura corrente che ha poco rispetto per il valore della
vita, deve essere sostenuta e salvaguardata perché da essa provengono tutti quei valori positivi che rendono sana e salda la società.
Al termine della celebrazione Eucaristica la festa è proseguita nel salone del Convento, per il rinfresco di commiato, e l’arrivederci al prossimo anno.
Inaugurazione dei nuovi locali
della parrocchia di San Salvatore
Domenica 16 ottobre 2005. Sono stati inaugurati dal Padre Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, i nuovi locali parrocchiali, presente il Parroco fra Ibrahim Faltas e
tanti sacerdoti. Numerosa è stata la partecipazione dei parrocchiani durante la celebrazione della Santa Messa che è stata curata in tutti i particolari: dalla cantoria che
ha aiutato con il canto a renderci più partecipi alla preghiera, all’offertorio dove tutti
gli esponenti dei diversi gruppi parrocchiali erano presenti con i loro stendardi, alla
vivace presenza di tanti bambini che frequentano la catechesi della Domenica, alla
celebrazione eucaristica che ci ha riuniti tutti intorno alla mensa per farci sentire una
grande famiglia.
Durante l’omelia il Parroco ha ricordato l’impegno dei frati che da otto secoli vivono ed operano qui in Terra Santa, centrando prevalentemente il loro apostolato sulla
dimensione dell’uomo e nella crescita spirituale. La parrocchia di Gerusalemme,
vive e convive nella realtà e nel disagio che la città vecchia impone e, nonostante
siamo qui a combattere con i problemi della droga e degli alloggi, otto ragazzi appartenenti alla comunità di San Salvatore hanno fatto la scelta di diventare sacerdoti,
al servizio del Signore e dell’uomo. Ha esortato la comunità a rimanere unita e compatta, pronta nella preghiera e nella solidarietà per poter affrontare gli ostacoli e a
vincere le nuove sfide che si presentano.
Al termine della Messa la comunità in processione ha accompagnato il Padre Custode Pierbattista Pizzaballa e il parroco fra Ibrahim Faltas nei nuovi locali parrocchiali. Nel salone gremito di gente il Padre Custode durante la benedizione ha
espresso nella preghiera la gioia di questo momento significativo, di una aggregazione e partecipazione così sentita che apre nuovi orizzonti ai bisogni della parrocchia
per offrire una crescita sia umana che religiosa.
La ristrutturazione dei locali è stata completata in un breve lasso di tempo, grazie
alla collaborazione di tutti, per poter fornire adeguate strutture per l’inizio delle diverse attività parrocchiali e per offrire a tutta la comunità di San Salvatore un nuovo
punto d’incontro.
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La gioia e la soddisfazione dei parrocchiani di vedere realizzata questa opera per
loro, apre nei loro cuori la speranza e l’entusiasmo di poter collaborare e servire la
parrocchia nei progetti futuri. Al termine ai numerosi partecipanti è stato offerto un
gradito rinfresco nel nuovo salone parrocchiale.
Un incontro organizzato dalla Custodia di Terra Santa
18 ottobre 2005. In un clima di grande serenità e accoglienza si è svolto martedì
18 ottobre 2005, nei locali dell’Auditorium di Notre Dame, un incontro organizzato
dalla Custodia di Terra Santa, per perseguire il cammino di conoscenza e di dialogo
con la realtà musulmana di Gerusalemme. All’invito hanno risposto in molti con
grande disponibilità ed entusiasmo; erano presenti religiosi musulmani e cristiani,
ministri e membri del Parlamento, il rettore dell’università, e diversi giornalisti di
testate locali e straniere.
Dopo la presentazione di questo storico evento, fatta dal giornalista televisivo, fra
Pierbattista Pizzaballa ha dato il benvenuto a tutti con queste parole:
Cari ospiti,
Mi onora e provo un’immensa gioia nel darvi il benvenuto stasera, a tutti voi: religiosi musulmani e cristiani, ministri e membri del Parlamento Palestinese, consoli,
rettori dell’università e delle varie istituzioni, e infine persone laiche operanti nei
vari settori della società civile. Nonostante la differenza di religione e di prospettive,
oggi siamo qui riuniti da una realtà che s’impone su tutti noi e fa di noi fratelli: siamo
tutti Palestinesi, viviamo sulla stessa terra. Siamo Gerosolimitani, amiamo Al-Aqsa
e la Resurrezione, crediamo nel solo Dio, lo onoriamo e glorifichiamo, ciascuno
secondo il proprio Libro Sacro ed i propri profeti.
Non posso, stando qui stasera, non menzionare e rivivere la singolare esperienza
testimoniata dalle mura di questa magnifica sala. Mi riferisco allo storico incontro,
tra Sua Santità Papa Giovanni Paolo II, Fadilat Ashaikh Taysir Temimi e il Rabbino
Ebraico, figli delle tre religioni monoteistiche, figli d’Abramo… Parlando di comprensione e di accettazione, non intendo dire che una delle due parti deve abbandonare la propria fede o il proprio Libro, ma che ognuno di noi prenda coscienza che
la religione è per Dio, mentre la Patria è di tutti… È un invito dunque a comunicare
maggiormente tra noi puntando su tutto ciò che ci unisce in questa patria. Siamo tutti
credenti di Dio: Arabi, Palestinesi, Gerosolimitani, amiamo la Terra Santa, uniamo
le nostre forze, affinché il popolo musulmano e cristiano, possano vivere come Dio
li ha creati: con dignità, liberi di potere decidere in assoluta indipendenza.
Cari ospiti, noi frati francescani, seguiamo la via che il nostro fondatore San Francesco d’Assisi ci ha indicato: coltiviamo le buone relazioni tra le varie realtà reli343
giose, sulla via della riconciliazione e della pacifica convivenza, accettando l’altro
nonostante le differenze.Siamo consapevoli dell’importanza del nostro ruolo, come
mediatori di pace. La nostra istituzione religiosa è contestualmente coinvolta nella
costruzione della società palestinese, contribuendo al suo futuro tramite la preservazione della terra e della dignità d’ogni singolo uomo. La Custodia francescana lavora
da sempre nella cura dei luoghi Santi e dei pellegrini…
Cari ospiti, fin da quando siamo presenti in questa terra, abbiamo lavorato inserendoci nei bisogni sociali. Abbiamo aperto asili ed orfanotrofi, scuole ed istituti... aperte ai musulmani ed ai cristiani senza distinzione, educando all’amore per il fratello
e alla patria, seminando tra di loro la carità. Abbiamo insegnato a tanti palestinesi la
lavorazione manuale della madreperla e del legno d’ulivo. Questo tipo di artigianato,
ricopre un ruolo importante nel settore artigianale e turistico palestinese soprattutto
a Betlemme e Gerusalemme. Fin dall’inizio del secolo scorso e durante i lunghi
periodi di conflitto, ci siamo resi conto della necessità di preservare appezzamenti
terrieri ed abitazioni soprattutto a Gerusalemme. La Custodia francescana ha 391
abitazioni nella città vecchia e circa 150 appartamenti fuori le mura. Abbiamo in fase
di costruzione 72 appartamenti a Betfage. Queste case sono date in affitto, ma spesso
sono offerte alle famiglie più bisognose. La realizzazione di tutto è stata possibile
grazie all’aiuto di persone ed enti molto generosi e convinti del diritto dei palestinesi
di continuare a vivere liberamente e dignitosamente nella propria terra.
Cari ospiti... l’invito che rivolgo è di cominciare a lavorare insieme, di prenderci
per mano l’un l’altro, unendo le nostre forze, volgendo il nostro sguardo sul futuro
affinché il nostro domani sia luminoso e carico di speranze per i nostri figli, per i figli
di tutta la Terra Santa.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
Al termine di questo primo intervento è stato proiettato un filmato sulla vita di San
Francesco, dall’inizio della fondazione dell’ordine dei Francescani ad oggi, evidenziando il cammino e l’opera di evangelizzazione che i Francescani hanno percorso
lungo questi secoli in Terra Santa.
Si sono poi susseguiti i saluti di tutti gli esponenti religiosi musulmani, cominciando dal rappresentante del presidente Abu Mazen, all’Imam. Il messaggio bello che
è emerso da questi interventi è che tutti hanno lanciato un appello, una richiesta di
aiuto e di collaborazione a tutte le rappresentanze europee e americane per essere
sostenuti nel processo di pace, auspicando di intensificare il dialogo e il confronto per rendere sempre più serena la convivenza delle diverse religioni a Gerusalemme.
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Infine l’ultimo a prendere la parola è stato fra Ibrahim Faltas, Parroco di Gerusalemme e che ha ringraziato tutte le persone presenti, tutte le personalità che
sono intervenute con il proprio discorso ed ha esortato tutti all’amore reciproco, a
camminare insieme in un clima di collaborazione, senza distinzione alcuna di razza
o di religione, a guardare al cuore dell’uomo abbattendo ogni barriera ed ogni ostacolo per aprire un nuovo dialogo e una nuova conoscenza. Gerusalemme è il cuore
dell’umanità. Qui le tre grandi religioni s’incontrano ed è da qui che deve partire la
Pace. Se non c’è pace a Gerusalemme, non può esserci pace nel mondo.
Al termine tutti hanno partecipato ad una cena araba di “benvenuto” allestita
all’interno delle sale di Notre Dame
Ritiro spirituale a Harissa
17 - 21 Ottobre. Abbiamo divuto ritardare l’inzio del ritiro a causa delle difficoltà
per il visto in Libano di fra Narcys. Al mattino di lunedì 17 i Frati di Beirut, fra Maurice e fra Toufic con fra Narcys si recano alla Sureté ed ottengono un prolungamento
di 48 ore di soggiorno per fra Narcys, con la promessa di concedergli poi altre 48 ore
(in realtà gli concederanno due settimane!).
Così il primo giorno si è tenuto il primo incontro alle 12. Partecipavano al ritiro,
dal Libano, Beirut: fra Maurice Dignard e fra Toufic Bou Merhi; da Harissa fra Raimondo Girgis; dalla Siria, fra Bassam Zaza; e fra Giuseppe Costantin. Il Superiore
di Harissa aveva partecipato al ritiro in Aleppo.
Eccetto il primo giorno, si è osservato l’orario seguente:
al mattino Lodi e 1° incontro
12.00
S. Messa, ora Media, 2º incontro
13.00
Pranzo e riposo
16.303º incontro
19.30
Vespri e meditazione personale
Gli argomenti degli incontri
Negli incontri del primo tempo sono state presentate le figure dei quattro grandi
profeti: Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele, ricavandone messaggi pratici per noi
oggi, proposti da Gesù nel suo Vangelo.
Durante le Messe, sono stati proposti quattro personaggi legati alla Settimana Santa, o Passione di Cristo: Giuda, Erode, Giuseppe d’Arimatea con Nicodemo, San
Pietro.
Si sono trattati pure temi di Evangelizzazione.
Dopo la conferenza seguiva uno scambio di approfondimenti su alcuni punti.
Su proposta di fra Toufic si è celebrata la Messa fuori del convento: una volta al
Santuario della Madonna di Harissa, nella cappella del perdono, mercoledì 19 otto345
bre; giovedì 20 ottobre, invece siamo andati in pellegrinaggio alla sede vescovile di
Batroun, nell’interno del paese, a circa 20 km. dal mare e a 400 m. di altitudine in
una zona impervia, coperta di alberi. Il monastero, fondato da San Giovanni Maroun
nell’ottavo secolo, è stato la prima sede patriarcale dei maroniti. Percorrendo la strada stretta e sinuosa, si passa vicino al convento di Mar Nosrallah Hardini e Mar Tecla, santi libanesi e protettori del Libano. Siamo anche passati da un villaggio antico
di duemila anni prima di Cristo.
Terminata la Messa, il vescovo maronita ci ha gentilmente accolti nel salone. Fra
Maurice gli ha spiegato in francese chi eravamo, ed il vescovo a sua volta ci ha
raccontato la storia del primo Patriarca maronita San Hanna (Giovanni) Maroun e
della prima sede patriarcale, aggiungendo poi un episodio recente. A Foligno, Italia,
si conservano le reliquie di San Giovanni Marone, e lui, messosi in contatto con il
Vescovo di quella diocesi è arrivato ad un’intesa: il Vescovo avrebbe offerto alla
diocesi di Batrun, prima sede patriarcale, in occasione del Giubileo del duemila, una
reliquia, cioè parte del teschio, contenuta in un artistico busto.
Il Santuario non è molto frequentato, forse perché poco conosciuto dai Cristiani
maroniti e anche perché di difficile accesso.
Durante la Messa abbiamo pregato per il Libano, per il Medio Oriente, e per la
Custodia affinché sull’esempio di San Francesco, continui ad essere strumento di
dialogo e di pace nel Medio Oriente.
Il mercoledì, al Santuario della Madonna del Libano, a Harissa, si è invocata Maria
per la pace e la stabilità nel Libano, per la Chiesa e per la Custodia di Terra Santa.
A mezzogiorno di venerdì 21 ottobre, abbiamo concluso il ritiro con la Messa e la
meditazione sulla figura di San Pietro, chiamato da Cristo a seguirlo e a diventare
Pastore del gregge, nonostante il suo triplice rinnegamento. Lo stesso invito è rivolto
a noi oggi: seguire Cristo che con la sua grazia ci aiuta a proseguire il cammino nonostante le nostre debolezze.
Il pranzo fraterno e squisito, con tutta la comunità di Harissa, con studenti e postulanti, ha segnato la fine del ritiro. Fra Samuele ha ringraziato fra Narcys per averlo
predicato ai frati della Siria e a quelli del Libano, aiutandoli a riflettere sulla propria
vocazione, cioè seguire Cristo sulle orme di San Francesco, per proclamare il Vangelo della Riconciliazione e della Pace in questo Medio Oriente tanto tormentato ed
instabile.
fra Joseph Costantin ofm
Parroco di Bab Touma
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Peregrinazione al Fiume Giordano
27 ottobre. Si è svolta la tradizionale peregrinazione al fiume Giordano, per commemorare il Battesimo di Gesù per le mani di Giovanni Battista. L’ultimo giovedì
del mese di ottobre è l’unico giorno dell’anno in cui è possibile compiere questa
peregrinazione, essendo la zona sotto continua sorveglianza militare.
Grande è stato il concorso di fedeli cristiani, provenienti da tutte le parrocchie
francescane, tanto della Giudea come della Galilea, e la presenza dei frati minori
della Custodia di Terra Santa ha garantito l’animazione liturgica. Dopo la processione al canto del Lauda Ierusalem, si è celebrata a pochi passi dal fiume una solenne
Santa Messa, presieduta da fra Artemio Vítores, Vicario Custodiale, e concelebrata
dai numerosi sacerdoti intervenuti per l’occasione. Durante la celebrazione è stata
molto suggestiva la rinnovazione delle promesse battesimali, fatta nel luogo stesso
del Battesimo del Signore.
Alla fine della celebrazione eucaristica, dopo una breve sosta sulla riva del fiume
per bagnarsi con le sue acque, santificate dall’immersione in esse di Gesù, ci siamo
poi diretti a Gerico, al Monte della Quarantena, dove si ricorda la preghiera e il digiuno e la prova delle tentazioni vissute in quel luogo da Gesù.
Davanti all’ingresso del monastero greco ortodosso nella cui chiesa si conserva il
luogo tradizionale delle tentazioni di Gesù, è stato proclamato il Vangelo (Mt 4, 1-11)
in italiano, spagnolo ed inglese. Quindi ognuno è andato a pregare silenziosamente nel
santuario. Con l’offerta di una bibita fresca da parte dei monaci greco ortodossi si è
conclusa la significativa giornata di preghiera.
Cafarnao: Chiusura dell’anno eucaristico
29 Ottobre 2005. La Custodia di Terra Santa, in comunione con la Chiesa Cattolica, ha celebrato l’anno dell’Eucaristia, e nell’ambito della liturgia delle peregrinazioni che realizza lungo tutto l’anno, lo ha concluso con una celebrazione nel luogo
santo di Cafarnao, presso la Sinagoga dove il Signore pronunciò la sua rivelazione
sul Pane di Vita. Ego sum panis vitæ è stato il tema della celebrazione curata dall’Ufficio liturgico della Custodia di Terra Santa, che ha preparato un libretto in cinque
lingue, in collaborazione con le parrocchie di Nazareth, Cana di Galilea, la Comunità
francescana di Cafarnao e il Seminario francescano di Gerusalemme.
L’affluenza della gente è stata soddisfacente, non meno di cinquecento persone:
fedeli delle parrocchie di Nazareth, Cana, entrambe con i loro gruppi scout, Gerusalemme, Acri, francescani di diversi conventi e religiosi e religiose provenienti da
ogni parte si sono ritrovati per l’inizio fissato alle quattro del pomeriggio.
La celebrazione, presieduta dal Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa,
si è svolta in tre tempi e luoghi: la proclamazione dei brani del Vangelo sul Pane di
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Vita in diverse lingue; la processione intorno alla Sinagoga e lungo la via centrale
che attraversa le rovine e conduce al lago, e infine - ultima parte - sulla riva del mare.
I simboli che hanno accompagnato la celebrazione sono stati il libro dei Vangeli e il
cesto di pani, che sono stati posti convenientemente vicino all’ambone.
Presso la Sinagoga
Lo schema delle liturgie di Peregrinazione di cui parla Egeria ha ispirato la distribuzione dei passi evangelici, combinati con l’orazione, la lettura e la risposta
salmodica. Il Vangelo è stato proclamato in tre momenti: Gv 6, 1-15, Gesù dà da
mangiare a cinquemila persone e si ritira sul monte (inglese, italiano), seguito dal
salmo 22 (23) in arabo; Gv 6, 22-40, Gesù spiega alla moltitudine Io sono il Pane di
Vita (arabo), seguito dal salmo 77 (78) in latino; Gv 6, 41-59, Gesù parla nella Sinagoga del sangue e del pane di vita eterna (spagnolo, francese). Questa prima parte si
è conclusa con lo scambio di pace e con il canto del Padre Nostro.
Processione alla riva del mare
Si è poi formata una processione che si è diretta al lago, portando solennemente
il libro dei Vangeli e il cesto di pane e, come si usa nelle peregrinazioni, accompagnadosi con il canto che si è alzato in diverse lingue a cominciare da Tú has venido
a la orilla.
Sulla riva del mare di Galilea
Giunti di fronte al lago, l’Evangeliario è stato posto sopra l’altare: il Custode ha
preso la parola e brevemente spiegato il significato della celebrazione che si stava
compiendo. Il Parroco francescano di Nazareth, fra Maroun Younan, ha ripreso in
arabo le parole per i fedeli locali. Quindi il Custode ha benedetto i pani e, nella partecipazione commossa e lieta di tutti, li ha distribuiti ai presenti.
Nella gioia del canto, animato dalla corale della parrocchia di Nazareth e da fra
Jack Karam con la sua comunità di giovani, si è concluso questo significativo momento di preghiera, che ha voluto unire la Chiesa di Terra Santa con la Chiesa universale nel ricordare al mondo il valore e il significato che ha, nella vita della Chiesa
stessa, la Presenza viva del Signore nella sua Parola e nel Pane di Vita e Bevanda di
Salvezza.
Io sono il Pane di Vita. Chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non
avrà più sete. In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Questo è il pane disceso dal
cielo… chi mangia di questo pane vivrà in eterno. Questo ha detto Gesù insegnando
nella Sinagoga di Cafarnao (Gv 6,35-58).
fra Enrique Bermejo Cabrera ofm
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Qualche eco della Sessione delle Abbadesse del Medio
Oriente che si è tenuta a Gerusalemme nel Luglio 2005
Questi pochi giorni della sessione si sono svolti molto fraternamente
I nostri vescovi: Sua Beatitudine Mons. Michel Sabbah e Mons. Giacinto Marcuzzo
di Nazareth, il nostro Padre Custode Pierbattista Pizzaballa, ci hanno onorato della
loro presenza e ci hanno trasmesso la risposta della Chiesa alle nostre domande:
1. La Chiesa ha bisogno di una testimonianza radicale che deve irradiare dai nostri
monasteri.
2. Nella nostra Chiesa di Gerusalemme si avverte una mancanza di maturità nella
Fede per praticare i valori essenziali della Vita cristiana.
3. Necessità di una osmosi tra monasteri e la comunità cristiana - Testimoniare
dell’Essere.
4. Entrare nella cultura del Paese attraverso la lingua, la conoscenza del Paese: iniziare ad introdurre nella liturgia le lingue del paese (canti, letture) (due sorelle, così,
imparano l’ebraico, e la nostra sorella israeliana l’arabo).
6. È tutta la Chiesa Universale che, in effetti, deve prendersi cura effettivamente
dell’avvenire contemplativo universale della Chiesa Madre di Gerusalemme.
Progredire nell’Unità tra Cristiani: fino a quando non ci sarà unità, non ci saranno
vocazioni.
Riepilogando, noi abbiamo fatto un appello a tutte le comunità che sono sensibili
e capaci d’adattamento nell’ambiente culturale del medio-oriente cristiano, alla sequela del Cristo privilegiato in Terra Santa.
Visita dei Commissari di Terra Santa
di Lingua Italiana in Siria
21-28 ottobre 2005. I Commissari di lingua italiana in visita alla Siria, hanno seguito il programma dettagliato preparato per loro da fra Romualdo, e che richiamava
il loro interesse sugli aspetti spirituale, storico, archeologico e pastorale. A chiusura
del programma, era fissata la visita alla parrocchia di Bab Touma, con la celebrazione della Messa sull’altare dei Martiri.
Durante la cena noi abbiamo illustrato la vita e l’attività della Parrocchia, e loro ci
hanno dimostrato il proprio apprezzamento attraverso le parole del Commissario che
due anni fa era stato in Siria per rendere omaggio al Patrono della Provincia francescana svizzera. Infatti, fra Gottfried, Commissario della Svizzera, aveva descritto
le sue impressioni in un libro biografico sul Martire austriaco Engelbert Kolland,
Patrono della loro Provincia.
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Il Commissario, venuto in visita a Damasco nel 2002, per visitare i luoghi dove il
Martire era vissuto come parroco e missionario fino al momento del sacrificio supremo, ha scritto: “Padre Joseph ci ha mostrato la chiesa e la tomba dei martiri”, ma
giacché era rimasto altrettanto colpito dall’attaccamento dei fedeli alla Chiesa dice
anche: “È impressionante vedere quanti bambini e giovani partecipino alla Messa:
lettori e chierichetti, musicisti e cantori. Tutte le generazioni sono rappresentate,
dagli anziani fino alla famiglia con i figlioletti. Gli inni sacri, ritmati in lingua araba,
accomunano tutti. Fra Joseph è riuscito a coinvolgerci nella Messa comunitaria, nonostante ci mancassero le opportune conoscenze linguistiche. Alla fine, molti fedeli
sono rimasti all’interno del chiostro, intenti a conversare piacevolmente… erano
felici della nostra presenza e ci stringevano la mano parlandoci in francese oppure
in inglese. Per me è stato impressionante percepire che lo spirito di Padre Engelbert
vive ancora in questi luoghi. I semi di Abouna Malak hanno attecchito, sopravvivendo al fuoco e alla distruzione. Hanno germogliato e continuano a germogliare tra i
“frati della corda” e fra la gente che viene nella casa del Signore”.
Mi sono permesso di riferire questa testimonianza di fra Gottfried, perchè rende
omaggio ai nostri Martiri e a tutti i Frati della Custodia che si sono sacrificati per
conservare la fede nella Terra Santa, Terra di Palestina e di Israele, ma che comprende anche la Siria, il Libano la Giordania e l’Egitto.
Ho detto loro che se i Frati si trovano ancora a Damasco ed in particolare a BabTouma, il merito va ai Frati spagnoli che per tanti anni hanno servito questa parrocchia e questo convento dove venivano per lo studio della lingua araba. Basta
ricordare che dopo il massacro del 1860 tornarono a Bab-Touma ricostruendo chiesa
e convento. Si conserva negli archivi il registro dei battezzati e sposati che inizia dal
1862, due anni dopo la strage. Siamo ric onoscenti ai nostri predecessori per essere
stati fedeli alla loro missione di evangelizzare e servire i cristiani di queste regioni,
e certamente - come ha voluto sottolineare il Commissario svizzero - l’esempio, il
lavoro, la preghiera di questi Frati aiutano noi, oggi, nel nostro compito pastorale.
fra Joseph Costantin ofm
L’ambasciatore e l’ambasciatrice portoghesi
visitano Gerusalemme in compagnia dei Francescani
1 novembre. Hanno voluto la compagnia dei Francescani per visitare Gerusalemme
e i suoi Luoghi Santi l’ambasciatore portoghese in Israele S.E. il sig. Pedro Nuno
Bártolo e la moglie sig.a Maria da Gloria Osório de Melo Bártolo con i loro ospiti. Si sono interessati della situazione dei luoghi santi comuni alle tre grandi religioni
monoteistiche, e principalmente dell’ Haram ash-Sharif, che ospita il santuario musulmano dell’Aqsa ma che corrisponde ugualmente al Monte del Tempio ebraico e
cristiano. Hanno voluto ripercorrere la Via Dolorosa sui passi del Signore Gesù, che
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attraversò un giorno Gerusalemme portando la sua croce verso il Luogo del Cranio.
Proprio sul Golgota, a fianco dell’altare della Crocifissione, esiste un prezioso ricordo della loro Nazione: il venerabile busto della Mater Dolorosa, giunto da Lisbona
nel 1778 come regalo di Maria I di Portogallo.
S.E. il Cardinale Walter Kasper visita la Custodia di Terra Santa
3 Novembre. Sua Eminenza il Cardinale Walter Kasper, ha reso una gradita visita
di cortesia alla Custodia di Terra Santa, accolto dal Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, nel Convento di San Salvatore in Gerusalemme. Il Cardinale ha salutato i frati
convenuti per l’accoglienza, manifestando un sincero apprezzamento per la loro preziosa, secolare presenza che si esprime nell’opera di salvaguardia dei Luoghi Santi,
nell’apostolato, nella preghiera e nell’animazione dei pellegrinaggi.
Rispondendo all’indirizzo di saluto del Padre Custode, il Cardinale Kasper, ha rilevato che questa è Terra di confronto e di dialogo con le altre religioni e culture monoteistiche, non meno che Terra dell’ecumenismo e della testimonianza delle diverse
confessioni cristiane. Ha evidenziato poi l’importanza del dialogo ebraico-cristiano
e - sottolineando gli importanti, fondamentali passi già compiuti in questa direzione
- ha incoraggiato a guardare al futuro: l’approfondimento del dialogo e della conoscenza reciproca sono le solide basi di ogni buona e fraterna collaborazione, e quindi
di serenità e di pace, così necessarie in questa Regione. Un futuro impegnativo e
doveroso, che ha bisogno di studio, di simpatia, di speranza. L’incoraggiamento ci
viene anche da tanta parte dell’ebraismo che, in Israele, manifesta interesse e simpatia nei confronti della Chiesa cattolica.
Concerto in onore dei 10 anni dell’istituto Magnificat
6 novembre 2005. Nei locali del Salone dell’Immacolata del convento di San Salvatore a Gerusalemme, si è svolto un concerto di pianoforte per commemorare i
dieci anni di vita dell’Istituto Magnificat. Fra Armando Pierucci ofm, fondatore dell’Istituto, ha tenuto il saluto iniziale, nel quale ha ringraziato i benefattori e gli amici
del Magnificat, che hanno reso possibile, con il loro sostegno, la realizzazione di
questo progetto ormai decennale. Quindi si sono esibiti alcuni tra i più bravi studenti dell’Istituto stesso, suonando pezzi di Bach, Haydn, Mozart, Schubert, Chopin,
Liszt, Debussy, Moszkowski e Grieg, coprendo un arco di oltre tre secoli di espressione musicale. Un piacevole intermezzo è stato rappresentato dall’esecuzione di
due canti da parte dei ragazzi del Yasmin Choir, magistralmente diretto dalla sig.ra
Hania Soudah Sabbara.
Al termine hanno espresso le loro felicitazioni per l’anniversario il Vicario Custodiale, fra Artemio Vitores ofm, in rappresentanza del Custode di Terra Santa, e fra
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Romano Almagno, Commissario di Terra Santa a Washington, che ha generosamente offerto 10 borse di studio per contribuire al diffondersi della cultura musicale tra i
giovani meno abbienti di Gerusalemme.
Ingresso del nuovo Console Generale di Francia al Santo Sepolcro
Lunedì 7 Novembre. Il nuovo Console Generale di Francia, S.E. sig. Alain Rémi,
ha fatto il suo ingresso solenne nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
Secondo un’antichissima prassi, il Console, con il suo seguito, era atteso alla Porta
di Giaffa da una numerosa rappresentanza di Frati Minori, custodi dei Luoghi Santi,
che lo hanno accompagnato processionalmente fino all’ingresso della Basilica.
Qui il Console ha salutato i superiori della comunità greco-ortodossa e armena, che
condividono con i francescani l’animazione liturgica della Basilica della Resurrezione. Quindi, all’ingresso dell’edicola che racchiude il Sepolcro di Cristo, il Custode
di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, ha dato il benvenuto al nuovo Console,
ricordando il ruolo dei francescani proprio nell’accoglienza dei pellegrini cristiani
provenienti da ogni parte del mondo.
Dopo una breve risposta del sig. Console, che visita anche il Sepolcro, il corteo si
è diretto alla Chiesa di Sant’Anna, dove è stato cantato il Te Deum. A conclusione è
seguito un rinfresco.
Visita del Ministro del Turismo israeliano
7 novembre, il Sig. Abraham Hirchson, Ministro del Turismo israeliano, accompagnato dal Direttore generale del Turismo, Sig. Eli Cohen, ha visitato la sede della
Custodia di Terra Santa. Padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, e il
Sig. Ministro hanno osservato con soddisfazione come i pellegrinaggi in Terra Santa stiano riprendendo. È chiara l’importanza della cooperazione di tutti di fronte a
questa situazione. In maniera speciale è stata evidenziata la validità dell’iniziativa
attuata dal Ministero del Turismo israeliano e palestinese, insieme con la Custodia,
con la presentazione alla FITOUR di Madrid di un programma congiunto di pellegrinaggi in Terra Santa.
A questa riunione, tenuta alla fine di febbraio 2005, parteciparono il Ministro del
Turismo palestinese, il sig. Eli Cohen e fra Artemio Vítores, Vicario della Custodia
di Terra Santa. La Custodia ha insistito davanti al sig. Ministro nella richiesta che
i pellegrini possano recarsi liberamente e senza difficoltà alcuna a Betlemme, dal
momento che questa città, patria di David e di Gesù, è profondamente presente nel
cuore dell’intero mondo cristiano.
352
Visita del Custode di Terra Santa in Egitto
13 al 17 novembre 2005. Il Rev.mo padre Pierbattista Pizzaballa ofm, Custode di
Terra Santa, ha visitato per la sua prima volta le comunità francescane d’Egitto che
fanno parte della Custodia.
Domenica 13 novembre alle ore 12.45 è giunto all’aeroporto del Cairo, ricevuto
dal Guardiano, fra Mamdouh Chehab e ha pranzato con noi al convento di San Giuseppe.
Alle ore 18.30, fra Pierbattista ha presieduto la Santa Messa in arabo nella chiesa
di San Giuseppe; concelebravano i religiosi della comunità. Ha tenuto l’omelia in
italiano, e il Parroco l’ha tradotta in arabo per i presenti tra i quali c’erano una trentina di Religiose Francescane del C.I.M. Il servizio d’ordine era svolto dalle scouts.
Al termine della Santa Messa il Custode si è recato alla porta della chiesa, dove ha
salutato personalmente i fedeli.
Alla cena, sempre a San Giuseppe, erano presenti anche i confratelli del Muski.
Lunedì 14 novembre: la giornata è iniziato con la Celebrazione Eucaristica e la
preghiera dell’ufficio, per proseguire, alle ore 10, con la visita al Patriarca coptocattolico, il Cardinale Stefanos II Ghattas, nella sua residenza di Via Ibn Sandar,
Pont de Kubbeh.
Sua Beatitudine Stefanos II Ghattas, è nato il 16 gennaio del 1920 nel villaggio di
Sheikh Zein-Din, nei pressi di Tahta (Alto Egitto); ordinato sacerdote a Roma il 25
marzo 1944. Ha insegnato filosofia e teologia dogmatica nei seminari di Tahta e di
Tanta. Nel 1952 entra nella Congregazione dei Lazzaristi.
L’8 maggio 1967 il Sinodo copto-cattolico lo elegge vescovo di Tebe-Luxor. Il 24
febbraio 1984 è nominato Amministratore Apostolico del Patriarcato. In seguito alle
dimissioni del Patriarca Stefanos I Sidarus, per limite di età e motivi di salute, il 9
giugno 1986 il Sinodo lo sceglie all’unanimità come nuovo Patriarca per i copti-cattolici e prende il nome di Stefanos Ghattas II. Il 26-28 febbraio 2000, in occasione
del giubileo, accoglie il Papa Giovanni Paolo II a nome della gerarchia cattolica in
Egitto. Il 21 febbraio 2001 viene nominato Cardinale.
A fine mattinata il Custode visita il convento e la chiesa dell’Assunta, e quindi il
Centro Francescano di Studi Orientali Cristiani del Muski.
Alcune notizie sul Convento e sul Muski: La presenza francescana in questo
quartiere risale al 1632, quando il Custode di Terra Santa Paolo da Lodi, otteneva
dal Console di Venezia Giovanni Donato una dimora fissa al Cairo per i suoi frati.
Accanto alla loro residenza venne eretta pure una cappella. L’Ambasciata era situata presso il quartiere del Muski, famoso mercato del Cairo, oggi Via Bendaka (=dei
Veneziani). Il grande flusso di europei favorito da Muhammad Ali e successori, fece
del convento del Muski la parrocchia latina più grande del Cairo, con tre succursali:
San Giuseppe, Bulacco e Meadi, divenute più tardi parrocchie indipendenti.
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La parrocchia del Muski ebbe il suo più grande sviluppo nell’ultimo decennio
dell’Ottocento e i primi del Novecento, con un numero di fedeli che si aggirava sulle
20.000 anime, in maggioranza italiani, ma con buon numero di maltesi, austriaci,
slavi, francesi e orientali. La chiesa del Muski, cattedrale fin dal 1858, era punto
di riferimento di tutte queste nazionalità, come testimonia il ricco archivio parrocchiale le cui prime date risalgono al 1611. In quaresima, nei tempi della grande
parrocchia, si teneva il quaresimale in 5 lingue:italiano, maltese, francese, tedesco,
slavo. Molte attività parrocchiali si svolgevano attorno al Santuario della Madonna,
dichiarata nel 1939 Regina d’Egitto dal Cardinale Gustavo Testa.
Dopo la seconda guerra mondiale, in seguito alla rivoluzione egiziana del 1952
e soprattutto a causa della nazionalizzazione del Canale di Suez (1956) si assiste a
un grande esodo. La parrocchia è ridotta a poche famiglie. Per riattivare il grande
convento, la Custodia di Terra Santa fondò il Centro Francescano di Studi Orientali
Cristiani, che tutti conosciamo come il “Muski”.
Questo veniva inaugurato il 16 settembre 1954 dal Custode fra Giacinto Faccio,
in presenza del Primo Presidente della Repubblica Egiziana, Muhammad Naghib, il
Delegato Apostolico, il Vescovo Latino e varie personalità civili e religiose.
Gli obbiettivi del Centro sono principalmente due: continuare le ricerche sulla
storia di Terra Santa, sulla pista di Girolamo Golubovich; e incrementare gli studi
riguardanti le comunità cristiane del Medio Oriente, curando ricerche e pubblicazioni di studi. Il Muski dispone di una grande e preziosa biblioteca, con circa cinquantamila volumi, riviste e soprattutto manoscritti arabo- cristiani, e una preziosa
collezione di manoscritti islamici ancora non catalogati. Un tesoro da custodire
gelosamente.
Il Rev.mo Custode ha incontrato la comunità del Muski, composta da fra Vicenzo
Mistrih e fra Wadia Abu-lif. Erano presenti fra Mamdouh e fra Antonio. Con loro ha
preso in esame le tante necessità che si sono: la comunità e il Centro hanno bisogno
urgente di personale; il Centro ha chiesto fondi per riviste, libri e altro materiale per
la biblioteca; inoltre bisognerebbe digitare tutto il materiale esistente. Un’impresa
non facile. È necessario poi continuare i lavori edilizi per sistemare il resto del convento, restaurare il pianterreno della biblioteca: per questi lavori il Custode invita a
intendersi con l’amministrazione locale.
Accanto alla vita di studio e di ricerca, non bisogna dimenticare la gente del quartiere e i loro bisogni. Dobbiamo continuare ad aiutare i poveri con il lascito di fra
Ladislao.
La discussione è continuata poi con l’esame dell’idea di cambiare posto al Centro,
portandolo, per es. a San Giuseppe, dopo aver preparato le strutture. Una proposta
già avanzata da tempo, ma che non ha trovato riscontro fino ad oggi. Come neppure
si è avuta risposta alla domanda fatta tempo fa da qualcuno interessato al problema:
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la Custodia, l’Ordine Francescano vogliono questo Centro? Sono interessati al suo
avvenire? Solo loro possono assicurare la continuità di questo Centro.
Ora di pranzo: allegria con un po’ di vino di fra Vincenzo, quello buono, “daraga
ula” quello che solo a Yacubie (paese natale di fra Vincenzo) sanno fare! Tra gli invitati: la madre provinciale delle Suore francescane del C.I.M e Suor Emerenziana,
la superiora della casa di Clot-bey; non poteva mancare la sig.na Yvonne, erede delle
antiche glorie del Muski e di Darb Barabra.
Alle 5 del pomeriggio, il Rev.mo P. Custode ha tenuto un incontro con i religiosi
di San Giuseppe e del Muski. La Custodia come tutte le province dell’Ordine e tanti
altri Istituti, deve far fronte alla mancanza di personale. Quali strategie adottare?
Ogni regione della Custodia ha i suoi problemi.
Ore 20.00: Cena di gala in onore del Custode, preparata dal chief Adel. Tra i
principali invitati: il Patriarca Stefanos II e il suo segretario personale, il Nunzio
Apostolico Mons. Marco Dino Brogi e il segretario della Nunziatura, il Generale dei
Padri Trinitari con i religiosi presenti al Cairo, fra Joseph Amin, Provinciale dei francescani d’Egitto, il priore dei Padri Domenicani, il Guardiano di Ghiza con Abuna
Botros e Abuna Farid, suor Valeria, Provinciale delle Suore Francescane del C.I.M.
e suor Eleonora, la Superiora di Kasr el-Nil, suor Margherita, Delegata delle Suore
Elisabettine per l’Egitto e il Sudan, con alcune consorelle. Tra le autorità civili: S.E.
Antonio Badini, ambasciatore d’Italia, il contrammiraglio Tommaso Angelini, addetto alla difesa, con la consorte Carla, il sig. Marc Innaro, corrispondente della Rai
in Medio Oriente e Africa del Nord, con la consorte Emanuela.
A fine cena, il Custode ha ringraziato tutti i presenti. Il Nunzio ha ringraziato la
Custodia per il servizio pastorale e liturgico svolto dalla comunità francescana nella
chiesa di San Giuseppe. I presenti hanno fatto alcune domande al Custode sull’attuale
situazione dei Luoghi Santi. Ultimo saluto del Custode: vi aspetto a Gerusalemme.
Martedì 15 novembre: il Padre Custode, accompagnato da fra Antonio, si è recato a
Clot-Bey per celebrare la S. Messa nella cappella delle Suore Francescane del C.I.M.
In questa casa visse la loro fondatrice, la Beata Caterina Troiani, dal suo arrivo il
14 settembre 1859 fino alla morte (6 maggio 1887). Qui preparava le sue suore per
la futura missione, raccoglieva orfane e bambine trovatelle; alla porta di questa casa
venivano lasciati, in una cesta, i bambini indesiderati.
La cappella fu fatta costruire dalla Beata Caterina 140 anni or sono, con un contributo di 10.000 franchi della Custodia di Terra Santa, contributo sollecitato da una
lettera personale raccomandata del Papa Pio IX. (la ricorrenza della fondazione è
stata festeggiata il 14 settembre di quest’anno).
Dopo aver partecipato alla colazione insieme alla comunità, accompagnato dalla
madre Provinciale, Suor Valeria Briccoli, dalla Superiora locale e direttrice della
scuola suor Emerenziana, e dalla maestra delle novizie, Suor Francesca, il Custode
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ha visitato la casa, i lavori di restauro in corso, la scuola, il dispensario e la stanza
dove è morta la Madre Caterina.
Al ritorno, si è fatta la strada Clot-bey, quella che dalla stazione principale del Cairo, da Bab el-Hadid porta fino alla Cittadella, già residenza di Muhammad Ali. Ci si
è fermati dinanzi alla cattedrale di San Marco nel quartiere di Esbekie, già sede del
Patriarcato copto-ortodosso. In alcuni tratti della strada ancora si possono ammirare
resti di case di epoca ottocentesca, con i marciapiedi coperti con strutture esterne ad
archi. Erano appena passate le otto e la città cominciava a ridestarsi.
Al ritorno, nel cortile della chiesa, frate Anselmo attendeva il P. Custode per condurlo alla visita del cimitero latino di Terra Santa, Ain Sira, Vecchio Cairo, dove
sono sepolti i frati morti in Egitto.
Mancava qualche minuto alle dodici, quando si è attraversato il ponte 15 Maio
e si è scesi a Zamalek. Nella residenza della Nunziatura, situata sulla sponda sinistra
del Nilo, Mons. Marco Dino Brogi ha ricevuto il Custode. Nel loro colloquio privato,
il Nunzio ha ribadito ancora una volta la necessità di una presenza della Custodia di
Terra Santa in Egitto. I religiosi francescani presenti in Egitto, di entrambe le entità,
nel passato sono stati sempre legati da un comune ideale, quello di servire la Chiesa
e i fratelli. Devono continuare su questa strada. Il Nunzio ha elogiato i Francescani
di Terra Santa in Egitto per il loro impegno nel campo pastorale sociale e culturale.
E ha ringraziato la Custodia per la presenza e la testimonianza di questi religiosi. È
seguito il pranzo, al quale hanno partecipato il segretario del Nunzio e il Guardiano
di San Giuseppe.
Al pomeriggio, dopo un breve riposo, il Padre Custode ha fatto un giro di ispezione
e di controllo di tutta la casa, per rendersi conto dello stato del convento e dei lavori
che con una certa urgenza si dovrebbero fare, cominciando dalla cucina: “Sembra
che in questo convento non si siano mai fatti lavori di riparazione, di manutenzione”;
“Al contrario, da quando conosco San Giuseppe (e cioè dal 1973) è sempre stato un
cantiere aperto”, gli ha risposto fra Antonio, “alle volte per risparmiare, si fanno le
cose male…”.
Verso le cinque, in compagnia di fra Agostino Pelayo, ha preso la metropolitana,
come tutti i pendolari cairoti! e si è recato al Seminario di Ghiza. Qui ha incontrato il
Padre Provinciale, fra Joseph Amin, il Vicario Provinciale e Guardiano del Convento,
fra Kamal William, il vescovo emerito di Suhag, mons. Marco Hakim, e tutti gli altri
religiosi della comunità e gli studenti di teologia e di filosofia presenti nel Seminario
di Ghiza. Per quanto riguarda la preparazione degli studenti, il Custode ha sottolineato la necessità di collaborare alla loro formazione religiosa e teologica, favorendo
incontri ed esperienze da entrambi le parti.
Si è poi recato alla casa di accoglienza del Mukattam, dove era in corso un raduno
di tutti i religiosi francescani (17, tra sacerdoti e fratelli) con meno di dieci anni di
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professione religiosa. Il Custode si è intrattenuto con loro, partecipando alla preghiera e al pasto comune. Ringraziando per l’accoglienza, il Padre Custode ha detto
anche a loro: Vi aspetto a Gerusalemme. Il Provinciale ha risposto annunciando che
a maggio del prossimo anno ci sarà un pellegrinaggio in Terra Santa a cui parteciperanno religiosi della Vice-provincia.
Martedì 16 novembre: alle ore 6.30, fra Pierbattista, con il Guardiano, fra Mamdouh
e fra Antonio, si è recato alla Scuola delle Suore Francescane di Kasr el-Nil (di fianco al Museo egizio) e ha celebrato la Santa Messa nella grande cappella, usata sia
dalla Scuola che dalla comunità Questa cappellania è servita dai religiosi di famiglia
a San Giuseppe. Presente anche la Madre Provinciale con alcune suore della comunità di Clot-Bey.
Dopo la celebrazione eucaristica, si è scesi nel refettorio della comunità per la
colazione. La superiora a nome della comunità ha offerto un pregevole papiro, dipinto a mano con caratteri dorati. Quindi si è fatto un giro per conoscere la casa: Un
tempo c’erano qui 40 suore, oggi siamo appena otto, ci dice suor Teresina, che ha
oltrepassato gli ottanta anni, e ancora oggi continua a portare la comunione a persone
ammalate o invalide nel grande Cairo e perfino a Ghiza. Alcuni locali sono adibiti
per l’accoglienza delle studentesse, che vengono dall’Alto Egitto. Nel passato era
anche una casa di formazione, iuniorato e pre-noviziato.
Alle ore 8 suona la campanella della Scuola e dall’altoparlante invitano il Custode
a salire in tribuna. Le allieve hanno preparato una manifestazione (hafle) in onore del
Custode: musica, parata di scouts, discorso di benvenuto in italiano. Fra Pierbattista
ringrazia dicendo: “Vengo dalla Terra Santa e vi porto il saluto di tutte le bambine
palestinesi delle nostre scuole. A loro come a voi e a tutte le bambine del mondo
che vanno a scuola, dico: studiate, amate la vostra scuola, le suore che la dirigono,
i vostri professori. Tenetela pulita e bella. La scuola vi aiuterà a essere un domani
donne sagge e coraggiose. Vi darà l’istruzione necessaria per inserirvi nella società e
vi aiuterà a creare un mondo di pace e di giustizia”. Al discorso del Custode è seguito
l’inno nazionale e l’entrata nelle classi a suon di tamburi.
Alle 12 visita ai Domenicani dell’Abbasia e alla loro nuova biblioteca: si è incontrato il Direttore e analizzato con lui prospettive di collaborazione; pranzo e caffé
con la comunità e i loro ospiti.
I Domenicani sono presenti in Egitto dal 1928, quando fondarono al Cairo una
casa filiale all’École Biblique di Gerusalemme. A dirigere i lavori di costruzione
venne da Gerusalemme il padre Jaussen, professore à l’École Biblique. Nel 1932
arrivò le père Boulanger, il quale per un quarto di secolo si dedicò alla formazione
dei giovani e alla predicazione. Nel 1953 viene fondato l’Institut Dominicani d’Études Orientales (IDEO). Il convento, prima servito dalla provincia domenicana di
Francia, nel 1959 passa alla diretta dipendenza dell’Ordine e, dal 1984, fa parte del
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Vicariat Regional du Monde Arabe. In una parte del grande giardino viene costruito
un nuovo reparto per la biblioteca che porta il nome del padre Georges Anawat, fondatore dell’IDEO, e che è stata inaugurata nell’ottobre del 2002.
Ore 17.00: Incontro con i religiosi di San Giuseppe e del Muski: il P. Custode
ringrazia per l’accoglienza e fa un primo bilancio della visita. Ci dice:
- la prima cosa che ho constato è la buona armonia che regna nelle due comunità. Non ci sono problemi nei rapporti personali. Buona testimonianza nella chiesa
d’Egitto. Un elogio al Guardiano per il suo equilibrio nella direzione/amministrazione della casa;
- evitare ogni confronto tra le due entità francescane, ma trovare, studiare le possibilità, le modalità di una reciproca collaborazione.
Intesa col provinciale, non si parli di un passaggio fino al prossimo capitolo. Questa è stata una semplice visita di cortesia, per conoscervi personalmente. A Gennaio
inizierò la visita canonica per tutte le case della Custodia.
Ore 19.30: la Corale di San Giuseppe esegue in chiesa un mini-concerto in onore
del Custode, al termine del quale fra Pierbattista si congratula e ringrazia. Accorda
il permesso di recarsi a Ginevra per la domenica delle palme del 2007, dietro invito
della corale svizzera “I figli di Bach”.
Cena da Andrea, un ristorante del Mukattam: tra gli invitati, il Rev.do Padre Provinciale con il Vicario, la Superiora delle Suore Francescane e la direttrice della
scuola di Kasr el-Nil.
17 Novembre: Ore 6.00: Celebrazione della S. Messa nella cappella delle Suore Elisabettine (ex-orfanotrofio San Giuseppe). Oggi la famiglia francescana celebra la festa
di Santa Elisabetta, regina d’Ungheria e Patrona del Terzo Ordine Francescano.
L’Istituto delle Suore Terziare Francescane Elisabettine fu fondato a Padova, in
uno dei quartieri più poveri, nel 1828 dalla Beata Elisabetta Vendramini. Le Suore
Elisabettine sono venute in Egitto nel 1935. Lavorano nei dispensari, ospedali, asili
infantili, scuole. Nei villaggi dell’Alto Egitto lavorano per la promozione femminile,
con centri di taglio e cucito, recupero dell’artigianato locale con tessitura a mano.
Sono state aperte due comunità religiose nel Sudan. Due religiose lavorano nel lebbrosario governativo di Abu Za’bal. Nel 1995 hanno aperto un casa per la formazione delle postulanti nell’ex orfanotrofio di San Giuseppe, Cairo.
Dopo la lettura del vangelo, suor Ragià ha rinnovato la professione semplice, dinnanzi al Celebrante e alla Madre Delegata. Le altre suore presenti hanno rinnovato
le loro promesse religiose.
Al termine della Messa, dopo la colazione insieme alla comunità delle Elisabettine, il Custode è partito subito per l’aeroporto, accompagnato dal Guardiano di S.
Giuseppe.
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Celebrazione di alcuni anniversari di frati di Terra Santa
Domenica 13 novembre 2005, nella chiesa del convento di San Salvatore a Gerusalemme, si è tenuta una solenne concelebrazione eucaristica per rendere grazie
al Signore per diversi anniversari di alcuni confratelli francescani, che servono la
Terra Santa da molti anni. La Santa Messa è stata presieduta da fra Lino Cignelli,
insegnante dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, che festeggiava
50 anni di ordinazione sacerdotale compiuti il 17 luglio scorso. Al suo fianco, come
primo e secondo concelebrante, fra Antonio Foley e fra Claudio Baratto, che celebravano 60 anni di ministero presbiterale, compiuti rispettivamente l’8 luglio e il 29
giugno scorsi.
Tra i concelebranti si distinguevano fra Jack Karam, sacerdote da 25 anni e unico
dei festeggiati ad essere nativo della Terra Santa (Galilea), fra Jerzy Kraj, guardiano
del convento di San Salvatore, religioso francescano dal 30 settembre del 1980, e
quindi festeggiato per i 25 anni di vita religiosa, e fra Giorgio Colombini, religioso
francescano da 60 anni. Tra i fedeli che hanno assistito alla celebrazione eucaristica
erano presenti i festeggiati fra Nicola Gaeta, fra Pacifico Gori e fra Simone Arnaldi,
a ricordare i loro 70 anni di vita religiosa (compiuti rispettivamente il 30 settembre,
il 17 settembre e il 7 agosto scorsi).
Assenti per causa di forza maggiore altri due festeggiati, fra Vianney Delalande
(anch’egli al bel traguardo di 70 anni di vita religiosa, il 18 settembre scorso) e fra
Fabian Adkins (50 anni di vita religiosa il 18 febbraio scorso). Un posto d’onore in
presbiterio è stato riservato per un festeggiato eccezionale: fra Salvatore Comunale,
che ha compiuto il 14 novembre 100 anni di vita, e che serve la Custodia di Terra
Santa da più di 60 anni, di cui più di 40 spesi come collettore nel Commissariato di
Terra Santa di Napoli. Al termine della celebrazione eucaristica i festeggiati e gli
ospiti sono stati invitati nei locali della parrocchia francescana di San Salvatore ad
un rinfresco, a cui ha fatto seguito il pranzo con la fraternità del convento.
L’iniziativa è partita da fra Jerzy Kray, che ha pensato di riunire in un unico rendimento di grazie a Dio i diversi anniversari che cadevano nell’anno. In questo modo
si è potuto dare maggiore solennità agli avvenimenti, altrimenti a rischio di passare
sotto tono nelle fraternità più piccole, celebrandoli nel convento di San Salvatore, a
tutti caro e adatto per queste grandi celebrazioni.
Fra Salvatore Comunale ofm è stato festeggiato per il raggiungimento dei 100
anni: nato il 14 novembre 1905 a Orta di Atella, in provincia di Caserta, ha sempre
svolto il servizio di Collettore a Napoli, ma - anche se Italia - ha sempre vissuto per
la Terra Santa, ed è ora ospitato nell’infermeria di San Salvatore in Gerusalemme.
Famoso e conosciuto come Fra Pace e Bene, per il saluto francescano che amava
rivolgere a chiunque lo incontrasse, racconta ancora tanti episodi - degni dei Fio359
retti - legati a questo saluto, che Papa Benedetto XVI ha ricordato commentando
il Salmo 121. Il Papa, nella sua catechesi sul Salmo che è un Saluto alla Città santa
di Gerusalemme, ha detto: l’invocazione finale (vv 6-9) è tutta ritmata sulla parola
ebraica shalom, pace… anzi, nell’addio finale … si aggiunge alla pace il bene. Si ha,
così, in forma anticipata il saluto francescano: Pace e bene!”. Tutti abbiamo un po’
di anima francescana.”
Auguri, fra Salvatore! Con il tuo (nostro) saluto, che il Papa ci ricorda così affettuosamente.
Riunione del Presbiterio napolitano nel Commissariato di Terra Santa
Il terzo Decanato dell’Arcidiocesi di Napoli, comprendente dodici parrocchie, si
riunisce ogni terzo martedì del mese e, don Antonio Cannatelli, decano nonché
parroco di Santa Maria della Misericordia a Porta Grande, di cui facciamo parte, ha
chiesto di poter fare la riunione di novembre nel Commissariato Generale di Terra
Santa allo scopo di far conoscere ai parroci questa bella realtà e accrescere l’interesse per la terra di Gesù. La proposta è stata accolta ben volentieri dalla nostra
Comunità.
Così il 16 novembre 2005 l’incontro ha avuto inizio in cappella con la recita dell’Ora Media e il Commissario è stato pregato di tenere una breve meditazione.
Dalla cappella si è poi passati nella sala biblioteca dove i parroci hanno discusso
su varie problematiche pastorali.
A mezzogiorno si è recitato l’Angelus e quindi fra Bernardino Fiore o.f.m Conv.,
Vicario Episcopale per la prima zona Pastorale, ha chiuso la riunione ringraziando
la nostra Fraternità per l’accoglienza squisitamente francescana e chiedendo di poter
fare, sempre nel nostro Commissariato, una giornata di ritiro spirituale in preparazione al Natale per i presbiteri della prima zona pastorale comprendente tre decanati
e composta da 34 parrocchie di cui 6 affidate ad Istituti Religiosi.
Francescani dalla fraternità internazionale
di Istanbul parlano di dialogo inter-religioso
Fra Ruben Tierrablanca e Fra Gwenolé Jeusset sono stati invitati dal Segretariato
per la Formazione Permanente, nei giorni 21-25 novembre 2005, per una serie di
conferenze sul tema del dialogo inter-religioso.
I due Francescani fanno parte della Fraternità Internazionale Francescana di Istanbul. La fraternità, a aperta l’8 settembre 2003 e poi ufficialmente inaugurata dal
Ministro Generale fra José Rodríguez Carballo nel febbraio 2004, è composta da
quattro Frati Minori che vivono nel convento di Santa Maria Draperis. Il suo scopo
è quello di essere un ponte di incontro e di dialogo con le altre religioni presenti in
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Turchia, particolarmente la religione musulmana e quella ebraica; hanno anche molti
contatti ecumenici con le altre Chiese Cristiane, particolarmente con il Patriarcato
Greco Ortodosso e con la comunità Armena Ortodossa. I cristiani nella Repubblica
Turca sono una minoranza assoluta, e perciò l’incontro ecumenico è vitale per la
sua sopravvivenza. Fra Ruben e fra Gwenolé hanno parlato della loro esperienza in
Istanbul, come pure della chiamata francescana al dialogo inter-religioso, dell’esempio di San Francesco che incontrò il sultano Malik-al-Kamil a Damietta nel 1219, e
delle fondamenta bibliche del dialogo nel mistero dell’incarnazione.
Le conferenze si sono tenute a Nazareth, per la Galilea, e nel convento di San Salvatore a Gerusalemme, per i Francescani della Giudea.
Convegno dei formatori della Custodia
27 novembre-4 dicembre 2005. Un gruppo di Formatori e Promotori vocazionali
della Custodia si sono incontrati a Roma e ad Assisi per un Convegno coordinato ed
organizzato con impegno da fra Bruno Varriano, Promotore Vocazionale per l’Italia,
allo scopo di radunare insieme i Maestri di Formazione delle case di Gerusalemme,
Ain Karem, Harissa e Washington, e i Promotori Vocazionali di Israele-Palestina,
Giordania, Siria, Libano, Italia, USA e Argentina.
Fra G. Claudio Bottini, Decano della Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia
a Gerusalemme, è stato invitato e ha partecipato attivamente al Convegno, la prima
parte del quale si è tenuta a Roma, nella Pontificia Università Antonianum. Il tema:
Gli aspetti psicologici dell’accompagnamento vocazionale, è stato svolto dal Prof.
Dr. Mario Becciu, Direttore del Centro di Psicologia Preventiva di Roma.
Durante i tre giorni trascorsi a Roma i partecipanti erano alloggiati alla Delegazione di Terra Santa, cortesemente accolti da fra Giovanni Battistelli, Delegato del
Custode per l’Italia, e dai frati che risiedono in questa fraternità. Hanno celebrato diverse liturgie, particolarmente una Messa d’apertura nella Basilica di San Giovanni
in Laterano e un’altra Messa nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
La seconda parte del Convegno si è svolta ad Assisi, presso la Domus Pacis, dove
erano anche ospitati i partecipanti. Il tema Gli aspetti metodologici e francescani
dell’accompagnamento vocazionale, ha avuto come relatore fra Francesco Piloni,
Guardiano della Casa di Accoglienza della Provincia Serafica e Direttore del centro
di orientamento giovani (SOG).
Ad Assisi i partecipanti hanno vissuto intensi momenti di formazione e preghiera,
particolarmente durante la Messa celebrata da fra Massimo Reschiglian, Ministro
Provinciale della Provincia Serafica, presso la Basilica di Santa Chiara; durante la
Messa celebrata da fra José Rodriguez Carballo, Ministro Generale, presso il santuario di San Damiano; e durante la Messa celebrata nella cappella della Porziuncola
da fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa.
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Alla conclusione del Convegno i partecipanti hanno celebrato la Messa domenicale nella Basilica Inferiore di San Francesco in Assisi.Nella sua omelia, il Ministro
Generale ha parlato dei centri vitali nel cammino vocazionale dei nostri candidati,
cioè l’intelletto (aspetto intellettuale), il cuore (aspetto affettivo-volitivo), le mani
(aspetto produttivo) e i piedi (aspetto itinerante-evangelizzatore). Ha insistito sulla
qualità della formazione e sul bisogno che i formatori stessi si sentano responsabili
della loro auto-formazione.
Il Convegno è stato anche un’occasione di fare fraternità e conoscersi meglio. I
partecipanti sono stati accolti fraternamente a cena con i Novizi del Convento di San
Damiano e a pranzo con la comunità della Porziuncola.
Tutti si sono trovati d’accordo sull’importanza di questi incontri per una conoscenza reciproca sempre più profonda e particolarmente come strumento di formazione
per coloro che hanno la responsabilità di essere Maestri o Promotori Vocazionali.
Durante la verifica finale con il Padre Custode, si è deciso di ripetere quest’esperienza ogni anno, e impostarla su temi e programmi sempre più qualificati.
Santa Caterina a Betlemme
Sabato 26 novembre ha avuto luogo il solenne ingresso di fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, a Betlemme in occasione della festa di Santa Caterina
d’Alessandria, patrona della chiesa francescana presso la basilica della Natività. Il
corteo con il Padre Custode, il Vicario custodiale ed alcuni Discreti ha lasciato il
convento di San Salvatore a Gerusalemme alle 10.30. Sotto la scorta della polizia
israeliana la colonna delle autovetture ha percorso velocemente i pochi chilometri di
distanza tra Gerusalemme e Betlemme.
Alle porte della città natale di Gesù, presso il convento greco di Sant’Elia il padre
Custode è stato salutato dalle autorità militari israeliane del distretto di Betlemme,
dal Parroco di Beit Jala e dai rappresentanti dei cristiani di Betlemme. Questi ultimi
tradizionalmente salutavano il Padre Custode presso la tomba di Rachele, ma quest’anno, con la presenza del muro e il nuovo punto di controllo aperto pochi giorni
prima, la fermata in questo posto è stata abolita.
Poco dopo la tomba di Rachele la scorta militare israeliana ha lasciato posto alla
polizia palestinese che ha accompagnato il Padre Custode fino alla piazza centrale
di Betlemme. Dopo il saluto da parte dei francescani, dei rappresentanti delle chiese
ortodosse e delle autorità civili, il Custode, accompagnato dai canti in latino, ha
fatto l’ingresso solenne nella chiesa di Santa Caterina, passando per la basilica della
Natività.
Dopo la cerimonia di benvenuto ha tenuto un breve discorso in italiano tradotto in
arabo da fra Amjad, parroco di Betlemme. Fra Pierbattista ha ringraziato tutti per la
partecipazione a questo primo incontro che apre le solennità natalizie e ha augurato
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a tutti una serena e gioiosa preparazione al Santo Natale. Ha assicurato inoltre un
costante impegno della Custodia di Terra Santa e di tutti i cristiani del mondo per la
popolazione di Betlemme, concludendo: “non vi dimenticheremo mai... mai!”
Nelle prime ore pomeridiane il Padre Custode ha presieduto la celebrazione dei Vespri con la processione alla Grotta della Natività. Durante l’incensazione della stella
posta nel luogo della nascita del Salvatore, il sagrestano greco ortodosso, ha reagito
molto energicamente per una collocazione dei due candelabri di qualche centimetro
fuori della linea stabilita dallo Statu quo. Il pomeriggio in onore di Santa Caterina si
è concluso con la celebrazione dell’Ufficio delle Letture e la seconda incensazione
della Grotta, questa volta senza sgradevoli incidenti.
La domenica 27 novembre la principale Messa parrocchiale è stata presieduta dal
Custode che in modo solenne ha inaugurato il tempo di Avvento.
Le Autorità militari israeliane fanno gli auguri natalizi alla comunità francescana
15 dicembre. In anticipo sulle Rappresentanze che vengono in Custodia per gli
auguri natalizi, le Autorità militari israeliane incaricate delle zone occupate, sono
venute a porgere i propri auguri a fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa,
e a tutta la fraternità francescana. Il Generale Yousef Mishlev, governatore militare
dei territori occupati, i colonnelli Kamil e Avi Figel, insieme ad un gruppetto di
militari, si sono incontrati con il Padre Custode e con fra Artemio Vítores, vicario
custodiale, insieme ai membri dei Discretorio di Terra Santa, e a fra Ibrahim Faltas,
incaricato della Custodia per le relazioni con le Autorità Israeliane che ha introdotto
l’incontro. Il periodo natalizio favorisce e suscita questi incontri che costituiscono
momenti privilegiati per scambiare idee, presentare problemi, approfondire impegni
in un clima disteso e cordiale. Il Padre Custode, che si è espresso in lingua ebraica,
ha ringraziato per la collaborazione e l’accoglienza che hanno avuto le varie richieste dei francescani. Si è parlato specialmente della situazione di Betlemme e delle
difficoltà che pellegrini e altri incontrano al nuovo check point, e della necessità di
rendere più agevole il superamento della frontiera specialmente in questo periodo. Il
Governatore ha promesso che farà tutto il possibile perché pellegrini e cristiani locali possano celebrare il Natale a Betlemme senza difficoltà. La situazione del check
point di Betlemme che aveva causato allarme nei primi giorni di apertura, dopo un
breve periodo di assestamento, si è andata normalizzando ed è stato riconosciuto
l’impegno di facilitare il passaggio. I militari israeliani hanno augurato ai francescani, e attraverso loro, a tutti i cristiani, serene e felici feste natalizie. Un piccolo rinfresco ha concluso cordialmente l’incontro che conferma le parole di San Francesco
secondo le quali le buone relazioni con tutti sono cammino di convivenza e passi
verso la pace, quella pace che gli angeli hanno annunciato ai pastori di Betlemme,
come dono di Dio per tutti gli uomini.
363
Concerto di Natale al Cairo
17 décembre. En présence de son Excellence le Nonce Apostolique Brogi ofm,
notre chorale de Saint-Joseph (enfants et jeunes) a donné son concert de Noël pour
cette année 2005. Chaque année, la chorale présente un nouveau soliste. Cette foisci, c’est le tour de Madame Hanan, chargée aussi de la section un habit pour un frère
de la bienfaisance de la paroisse, et de la fillette Farah (4 ans).
Au cours de son dernier passage, le Père Custode Pierbattista Pizzaballa a publiquement apprécié, durant la célébration dominicale qu’il a présidé chez nous le 13
novembre 2005, l’exécution quasi-professionnelle de la chorale en disant textuellement que rares sont des chorales paroissiales de cette teneur.
La photo prise au dernier concert de Noël regroupe autour de Son Excellence
Mgr Brogi le frère Joseph Amin ofm, Provincial d’Égypte, l’actrice Elham Chahine,
Mlle Magdoline Michel, co-directrice de la chorale, le père Botros, directeur et
organiste, le Curé de la Paroisse et les membres de la Chorale. Qu’ils soient tous ici
remerciés !
I francescani invitano il Presidente dell’Autorità Palestinese alla Messa di Natale
15 dicembre. Come da tradizione, fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra
Santa, ha incontrato il Presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbàs - Abou
Mazzen, per invitarlo a partecipare alla solenne Messa della Natività, il 24 dicembre
a Betlemme, e a condividere con la fraternità francescana la cena di Natale. L’incontro ha avuto luogo a Ramallah, ed erano presenti, oltre al Signor Presidente, il
Primo Ministro Nabil Shaath, il Ministro degli Affari Esteri Nasser Al-Qudweh, e
Issa Qassisieh dell’ufficio del Presidente; da parte francescana, oltre il Padre Custode, c’erano fra Artemio Vítores, vicario custodiale, e fra Ibrahim Faltas, incaricato
della Custodia per le relazioni con l’Autorità Palestinese. L’incontro, che è durato
più di mezz’ora, è stato molto cordiale: il Padre Custode ha presentato brevemente
le attività sociali ed educative promosse dai francescani in favore dei palestinesi,
assicurando il Presidente che la Custodia ha nella mente e nel cuore la sollecitudine
per Betlemme, preziosa per tutto il mondo cristiano. Ha anche sottolineato i passi
compiuti presso le Autorità Israeliane in favore del passaggio dei pellegrini e di
quanti vogliono recarsi a Betlemme. Sono stati affrontati temi di comune interesse,
specialmente riguardanti il dialogo cristiano-musulmano, la carenza di abitazioni per
i cristiani e gli impegni della Custodia in tal senso, il grave problema della droga nella Città Vecchia di Gerusalemme, e il progetto francescano che prevede la creazione
di un centro per il ricupero dei tossicodipendenti che dovrebbe trovare ospitalità ad
Emmaus. Il Presidente Abou Mazzen, dopo essersi scusato per aver dovuto rimandare questo incontro fino ad oggi, a causa degli impegni per le prossime elezioni,
364
ha raccontato la propria soddisfazione per il suo incontro, in Vaticano, con Papa
Benedetto XVI, sottolineando la cordialità che gli è stata riservata; ha auspicato la
possibilità di una visita del Pontefice in Terra Santa. Nel clima sereno dell’incontro,
sono stati partecipati ricordi di gioventù, legati al Terra Sancta College, la scuola
francescana che fu anche luogo privilegiato di convivenza e dialogo fra le religioni.
Questi incontri proseguono idealmente l’esempio di San Francesco, Padre e Maestro
di rispetto, dialogo e fraternità con tutti gli uomini, che sono la base della presenza e
della missione francescana in Terra Santa.
Concerto di Natale a Gerusalemme
18 dicembre. Gli studenti del Magnificat, la Scuola di Musica della Custodia di
Terra Santa, hanno eseguito a Gerusalemme i più bei canti di Natale, di fronte alla
folla dei loro familiari e di numerosi partecipanti. È stato commuovente ascoltare
una schiera di 80 ragazzi, dai 4 ai 20 anni, intonare in tante lingue quelle melodie
che, udite per la prima volta dai pastori di Betlemme, sono rimaste nel cuore di tutti i
cristiani, anzi di tutte le persone di buona volontà. Non per nulla tanti piccoli musulmani cantavano insieme a cristiani di diverse confessioni.Particolarmente toccante è
stata la danza eseguita dal nuovo gruppo musicale dei piccolissimi. Si tenevano per
mano, seguendo i movimenti delle loro insegnanti, un’Ebrea e una Palestinese. Un
augurio, una speranza!
Conferenza stampa di S. B. Mons. Sabbah
21 dicembre. Sua Beatitudine Mons. Michel Sabbah ha tenuto la tradizionale conferenza stampa di Natale presso il Patriarcato Latino di Gerusalemme. Il Patriarca,
che aveva accanto il coadiutore Mons. B. Twal e gli ausiliari Mons. G. Marcuzzo
e K. Bathish, ha letto il testo del suo Messaggio di Natale in arabo e in inglese.
Ha poi risposto alle domande dei giornalisti, la maggior parte delle quali risultava
essere di carattere politico: “Lei pensa che le dichiarazioni delle autorità israeliane,
che assicurano un passaggio facilitato ai cristiani che si recheranno a Betlemme durante le feste, siano veritiere e realistiche?” e “Che cosa pensa della situazione di
Betlemme?”. Sua Beatitudine ha affermato che la situazione di Betlemme preoccupa il Patriarcato: “Betlemme, in seguito alla costruzione del muro, è diventata una
prigione a cielo aperto”, e ha continuato dicendo che questa situazione non genera
unicamente problemi dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista
sociale, a carico di una popolazione sottoposta a questo genere di pressione: “Se
Betlemme continuerà a rimanere una prigione la gente se ne andrà via”. È seguita una domanda sulle conseguenze di tale emigrazione e sulle sorti della comunità
cristiana locale in Terra Santa. Al corrispondente del Jerusalem Post che parlava di
persecuzione dei Musulmani nei confronti dei Cristiani, Mons. Sabbah ha risposto
365
che, come avviene in tutti i gruppi sociali, possono nascere dei conflitti tra le parti,
senza che per questo si debba parlare di una persecuzione organizzata o sistematica.
A coloro che si preoccupano per le relazioni che i cristiani palestinesi intrattengono
con i musulmani loro conterranei, il patriarca propone di lavorare anzitutto per ottenere la pace tra israeliani e palestinesi, ciò che favorirà alla fine la concordia tra tutti.
Mons. Sabbah si esprimeva correntemente in quattro lingue differenti, mentre l’atmosfera dell’incontro si manteneva distesa e alcune domande, a volte, addirittura si
prestavano al sorriso. Così, ad esempio, quella del corrispondente della CNN che ha
presentato l’opinione secondo la quale Gesù non sarebbe nato a Betlemme di Giudea
ma in quella di Galilea. Il Patriarca ha risposto di non averne mai sentito parlare. “E
se fosse stato proprio così?” insisteva il giornalista; “Finché non si prova che questa
è la realtà, i se a che cosa servono? Ma se anche Gesù fosse nato in Galilea questo
non cambierebbe niente per la nostra fede”. Un’altra domanda ha fatto sorridere il
Patriarca e quelli che stavano con lui: “Sarà questo il suo ultimo Natale come Patriarca?” “Se avete fatto bene il conto, questo non è il mio ultimo Natale, ma il penultimo.
In ogni caso non si sa mai quale sarà l’ultimo o il penultimo. Il buon Dio farà quello
che vorrà e così faranno le autorità.” In questo modo il Patriarca ha tagliato corto
riguardo alle voci secondo le quali la nomina di Mons. Twal a coadiutore, due anni
prima dei suoi 75 anni, avrebbe potuto accelerare il suo ritiro come capo della Chiesa
di Gerusalemme.
Concerto di Natale a Betlemme e a Gerusalemme
21 dicembre. La Conferenza delle Città Storiche del Mediterraneo ha coinvolto
molti Comuni, Province, Regioni e altri Enti italiani e, con la collaborazione della
Custodia di Terra Santa, ha riproposto il “Concerto per la Vita e la Pace” nella chiesa
francescana “Santa Caterina” della Natività a Betlemme.
L’iniziativa era cominciata timidamente nel 2001 per la volontà di Rino Maenza,
che aveva organizzato il primo concerto con un gruppo di archi e un soprano; il coro
era stato quello della Custodia di Terra Santa. Ora, alla quinta edizione, l’orchestra e
il coro sono stati quelli del Teatro Comunale di Bologna; mentre le voci soliste sono
state quelle della Palestinese Dima Bawab e dell’Israeliana Karin Shifrin. Direttore
e violino solista il M Shlomo Mintz.
Accolto dal Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, il formidabile
complesso ha eseguito musiche di W. A. Mozart. Vicini alla celebrazione del Natale
di N.S. Gesù Cristo, il Re del cielo, si è ricordato così anche il 250º anno della nascita
di Mozart (27 gennaio 1756), il re della musica.
Lo stesso concerto è stato eseguito a Gerusalemme il giorno seguente per tutte le
autorità religiose di Terra Santa. Era presente Uri Lupolianski, sindaco della città, e
una grande folla di Israeliani e residenti stranieri in Terra Santa.
366
Il 23 dicembre si eseguirà lo stesso concerto a Roma. Lo scopo dell’iniziativa è
quello di abbracciare, attraverso la musica, il popolo palestinese e quello israeliano,
insieme a tutti i cristiani del mondo. Il giorno di Natale il concerto viene trasmesso
in mondovisione dalla rete 3 della televisione italiana.
Natale a Betlemme
Anche quest’anno il Santo Natale è stato festeggiato con la solennità che gli è
dovuta nella città stessa in cui il Bambino divino è nato per noi più di duemila anni
fa’. Secondo il cerimoniale rigidamente fissato dallo Status Quo, che regge i santuari
condivisi dalle diverse confessioni cristiane in Terra Santa, le celebrazioni si sono
aperte con l’ingresso solenne di S.B. Mons. Michel Sabbah, Patriarca latino di Gerusalemme, nella Basilica della Natività di Betlemme. Intorno alle due pomeridiane,
sotto un cielo carico di pioggia, i frati francescani custodi del luogo santo hanno
atteso il Patriarca nella piazza antistante la secolare Basilica, alla porta della quale, il
Guardiano del convento francescano, fra Justo Artaraz lo ha accolto. Dopo l’ingresso, attraverso la Basilica della Natività, nella Chiesa di Santa Caterina il Patriarca ha
rivestito il piviale per presiedere la celebrazione dei solenni Primi Vespri di Natale. A
seguire si è svolta la Processione nella Grotta che ha sentito risuonare i primi vagiti
del Dio-bambino, processione che i frati minori svolgono quotidianamente, ma che
in occasione delle festività natalizie riveste particolare solennità. Il momento più
alto delle celebrazioni si è avuto però la notte, quando il Patriarca, affiancato da S.E.
Mons. Fuad Twal, suo Vescovo coadiutore, e da S.E. Mons. Kamal Bathish, Vescovo ausiliare per Gerusalemme, ha presieduto il canto dell’Ufficio delle Letture, a cui
ha fatto immediatamente seguito la Santa Messa di Natale. La lunga celebrazione
è stata conclusa da una nuova processione nella Santa Grotta, in cui è stata portata
una immagine del Santo Bambino: nel luogo stesso della Natività è stato cantato il
Vangelo secondo Luca che ricorda l’evento, mentre il Diacono, fra Cesar J. Roman,
mimava i gesti raccontati dall’Evangelista, avvolgendo il Bimbo in fasce sulla stella
d’argento, che ricorda il luogo della nascita, e deponendolo nella mangiatoia, oggi
adattata ad altare latino. La Santa Messa è stata animata dal canto della Corale di
Terra Santa, diretta dalla Sig.ra Hania Sabbara, e accompagnata all’organo a quattro
mani dalla pianista Sig.ra Margherita Guerra e da fra Armando Pierucci, che per
l’occasione ha composto una partitura per voce guida, assemblea e coro a 4 voci
miste per le parti fisse della Messa. Il servizio liturgico delle diverse celebrazioni e il
servizio d’ordine per il dignitoso svolgimento delle stesse sono stati assicurati dagli
studenti dello Studentato francescano di San Salvatore, giunti per l’occasione dalla
vicina Gerusalemme. Contemporaneamente diversi gruppi celebravano al Campo
dei Pastori la messa della Notte. La Comunità rumeno-cattolica ha poi celebrato
l’eucaristia nella stessa chiesa di santa Caterina verso le tre di notte. Il giorno di
367
Natale il Patriarca ha celebrato l’Eucaristia alla quale hanno partecipato soprattutto
i fedeli di Betlemme; poi si sono succedute celebrazioni in diverse lingue. Quindi
alle due del pomeriggio la Comunità francescana, come è abitudine in questo giorno,
ha pellegrinato al Campo dei Pastori dei Greci ortodossi e a quello francescano. La
partecipazione dei pellegrini è stata più grande degli anni scorsi, nonostante il freddo
e la pioggia. Si sono recati a Betlemme anche gli stranieri residenti a Giaffa.
Peregrinazione di Santo Stefano
Nel pomeriggio del 26 dicembre 2005, si è svolta la tradizionale peregrinazione
al luogo del martirio di Santo Stefano a Gerusalemme. I frati della Custodia francescana di Terra Santa si sono ritrovati insieme a numerosi pellegrini nella piccola
cappella di proprietà dei Greci ortodossi nella valle del Cedron, vicino al Getsemani,
per commemorare il martirio di Santo Stefano. Dopo un canto è stato proclamato il
brano degli Atti degli Apostoli che descrive la morte del Protomartire (At 6, 8-10;
7, 54-59). Fra Eugenio Alliata, professore dello Studium Biblicum Franciscanum
di Gerusalemme, ha quindi ricordato che il martirio di Stefano si commemora in
questo giorno in ricordo del rinvenimento delle reliquie del Santo proprio il 26 dicembre, secondo la tradizione trasmessaci dalla lettera del presbitero Luciano.Dopo
la preghiera dei fedeli e la benedizione finale, l’assemblea si è sciolta al canto del
Puer natus, invitata ad un’agape fraterna nel convento francescano del Getsemani,
poco distante.
368
Varia
Parole e Fatti
Abbiamo salutato tutti con gioiosa soddisfazione l’esito delle elezioni palestinesi
che hanno offerto al mondo la dimostrazione di un popolo che, benché sotto il peso
di un’occupazione tutt’altro che morbida, ha dimostrato che la strada del voto e della
nonviolenza è quella giusta per vedere riconosciuti i propri diritti. A quanto pare
il neo eletto presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen sta rispondendo alle
aspettative non solo a parole ma soprattutto coi fatti. C’è solo da attendere che anche
la controparte dimostri, e concretamente, di voltare pagina diventando parte attiva di
un processo che la vede parte in causa a cominciare dal rallentamento della pressione
militare nei Territori rimuovendo, per esempio, le centinaia di posti di blocco che impediscono la libertà di movimento da villaggio a villaggio, da famiglia a famiglia a
quella sfortunata popolazione civile, non solo, ma arrestando le continue aggressioni
ai volontari internazionali nel loro difficile ed encomiabile impegno umanitario da
parte dei coloni degli insediamenti. Sarebbe decisamente triste e deludente se Abu
Mazen venisse lasciato solo da tutti noi e dalla Comunità internazionale nel suo
sforzo di restituire libertà e dignità ad un popolo duramente provato da decenni di
occupazione.
A questo punto appare quanto mai opportuno richiamare alla nostra riflessione
quei problemi fondamentali di sempre e cioè i problemi dei diritti dell’uomo e della
pace di cui Giovanni Paolo II è lo strenuo sostenitore e difensore, problemi entrambi
assolutamente fondamentali per l’umanità. È chiaro che i due problemi sono interdipendenti. L’uno non può stare senza l’altro. Spesso lo si dimentica e dobbiamo rendercene conto. Non è un caso che i movimenti per i diritti dell’uomo e i movimenti
per la pace, che si vanno dovunque fortunatamente estendendo, si sono incontrati e
procedono di pari passo e, procedendo di pari passo, si rafforzano a vicenda. C’è chi
fa dell’ironia sull’uno e l’altro dei movimenti anche in casa nostra; eppure se alcuni
brevi ma significativi percorsi del famoso MURO di separazione sono stati modificati, lo si deve proprio anche e soprattutto alla forte pressione su Tel Aviv esercitata
dagli stessi movimenti israeliani per la pace e per i diritti umani.
Ricordo con viva commozione una delle varie manifestazioni per la pace cui ho
partecipato in Terra Santa. Alla manifestazione hanno preso parte molti giovani
e personaggi della cultura, giuristi, professori di università; c’erano le “Donne in
nero”, donne israeliane e palestinesi che avevano perso nel conflitto qualcuno dei
propri cari, perfino rabbini del movimento per i diritti umani, e poi gente comune
di entrambe le popolazioni. Il messaggio della manifestazione era preciso: “Il muro
divide e spezza il dialogo, il muro distrugge, il muro fa crescere odio e violenza e
allontana la pace”.
369
Occorre non stancarci di creare una mentalità di pace che si faccia cultura, risvegliando in ciascuno di noi esigenze di pacifica e serena convivenza a cominciare dall’ambiente in cui viviamo, educarci alla nonviolenza, in modo che diventi consapevolezza che quanto avviene attorno a noi, di bene o di male, non venga minimizzato
e magari soffocato dall’indifferenza o dal pregiudizio politico.
Vorrei chiudere questi spunti di riflessione riportando quanto ho trovato negli scritti di Doroty Soelle, teologa tedesca che ha consacrato la sua vita scrivendo e operando per la pace. Il testo qui riportato è stato offerto, assieme ad altri del medesimo
tema, alla personale e silenziosa riflessione comunitaria dei partecipanti alla “Tenda
dell’Incontro tra i Popoli”, installata dietro il Duomo di Milano il 21 settembre 2004.
L’interessante iniziativa di pace nello spirito di Assisi, alla quale ho avuto la gioia di
partecipare, è stata organizzata dai Frati Minori della Comunità di Sant’Angelo. Un
nobile esempio da imitare.
Quella sera, scriveva il giornalista Marco Garzonio del “Corriere della Sera”, dalle
17 alle 22, ci si è trovati sotto la grande tenda a rimanere lì, in silenzio e fare l’esperienza di cosa significa stare soli con se stessi, ascoltare ciò che sale dal di dentro in
pensieri, sensazioni; che effetto fa trovarsi accanto a un altro che non conosciamo,
che magari appartiene a una condizione, a una fede, a un popolo diverso, eppure sta
in quello spazio al pari di noi, gomito a gomito, con preoccupazioni simili e a desiderare le identiche cose semplici nostre: un po’ di giustizia, di rispetto, di sicurezza, di
amicizia, di affettività, che sembrano così lontane ai giorni nostri, ma che qualificano
l’esistenza.
Ed ecco cosa scrive Doroty Soelle. È una confessione di fede per gli operatori
di pace, oggi.
“Non credo al diritto del più forte, al linguaggio delle armi, alla potenza e prepotenza dei potenti. Voglio credere al diritto dell’uomo, alla mano aperta, alla forza
della dottrina della nonviolenza.
Non credo alla razza o alla ricchezza, ai privilegi, all’ordine stabilito, alla dottrina
della sicurezza. Voglio credere che tutti gli esseri umani sono esseri umani, che l’ordine della forza e dell’ingiustizia è un disordine.
Non credo di potermi disinteressare di ciò che accade vicino o lontano da qui.
Voglio credere che il mondo intero è la mia casa e il campo nel quale semino, e che
tutti mietono ciò che tutti hanno seminato.
Non credo di poter combattere altrove l’oppressione se tollero l’ingiustizia nel
mio Paese. Voglio credere che il diritto è uno, tanto qui che altrove, e che non sono
libero finché un solo essere umano e un solo popolo è schiavo e oppresso.
Non credo che la guerra e la fame siano inevitabili e la pace irraggiungibile e
impossibile. Voglio credere all’azione umile, all’amore a mani nude, alla pace sulla
terra.
370
Non credo che ogni sofferenza sia vana. Non credo che il sogno degli uomini
resterà sogno e che la morte sarà la fine.
Oso credere, invece, sempre e nonostante tutto, all’uomo nuovo.
Oso credere al sogno di Dio stesso: un cielo nuovo, una terra nuova dove abita la
giustizia”.
Che il sogno di Dio diventi realtà per tutti noi.
Cari Amici, la Quaresima è alle porte: ci provoca e ci interroga.
fra Marco Malagola ofm
La Shoah: uno dei principali drammi della storia umana che
ci riguarda ancora oggi. Nel 1998 la pubblicazione del documento vaticano Noi ricordiamo: una Riflessione sulla Shoah
“Il crimine che è diventato noto come la Shoah rimane un’indelebile macchia nella
storia del secolo che si sta concludendo” scriveva il Santo Padre Giovanni Paolo II il
12 marzo 1998, in una lettera al Cardinale Edward I. Cassidy, Presidente della Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo, per accompagnare la pubblicazione del documento “Noi ricordiamo: una Riflessione sulla Shoah”. In preparazione al
Grande Giubileo dell’anno 2000 ed all’inizio del terzo millennio dell’era cristiana,
il Papa invitava i figli e le figlie della Chiesa a purificare i cuori “attraverso il pentimento per gli errori e le infedeltà del passato”, e a “mettersi umilmente di fronte
a Dio e ad esaminarsi sulla responsabilità che anch’essi hanno per i mali del nostro
tempo”. La pubblicazione del documento poteva essere di aiuto “a guarire le ferite
delle incomprensioni ed ingiustizie del passato!” e poteva “abilitare la memoria a
svolgere il suo necessario ruolo nel processo di costruzione di un futuro nel quale
l’indicibile iniquità della Shoah non sia mai più possibile”.
Nel documento si ribadisce anzitutto il dovere della memoria “di un’indicibile tragedia, che non potrà mai essere dimenticata.... uno dei principali drammi della storia
di questo secolo, un fatto che ci riguarda ancora oggi.”
La Shoah “fu certamente la sofferenza peggiore di tutte” che il popolo ebraico ha
dovuto subire nella sua storia, e sono molti gli studi ancora oggi da compiere per
comprenderne le cause. Ma un simile evento chiama, in particolare i cristiani, ad
una riflessione molto seria: “il fatto che abbia avuto luogo in Europa, cioè in paesi di
lunga civilizzazione cristiana, pone la questione della relazione tra la persecuzione
nazista e gli atteggiamenti dei cristiani, lungo i secoli, nei confronti degli ebrei”. Da
qui il documento ripercorre la lunga e tormentata storia delle relazioni tra ebrei e
cristiani, partendo dagli albori del Cristianesimo fino al XX secolo.
Arrivando a parlare dell’antisemitismo nazista e della Shoah, si sottolinea la differenza tra antisemitismo, “basato su teorie contrarie al costante insegnamento della
371
Chiesa circa l’unità del genere umano e l’uguale dignità di tutte le razze e di tutti i
popoli”, e antigiudaismo, espressione di sentimenti di sospetto e di ostilità dei quali,
purtroppo, “anche dei cristiani sono stati colpevoli”. La Shoah fu opera di “un tipico
regime moderno neopagano”. “Il suo antisemitismo aveva le proprie radici fuori del
cristianesimo e, nel perseguire i propri scopi, non esitò ad opporsi alla Chiesa perseguitandone pure i membri. Ma ci si deve chiedere se la persecuzione del nazismo nei
confronti degli ebrei non sia stata facilitata dai pregiudizi antigiudaici presenti nelle
menti e nei cuori di alcuni cristiani. Il sentimento antigiudaico rese forse i cristiani
meno sensibili, o perfino indifferenti, alle persecuzioni lanciate contro gli ebrei dal
nazionalsocialismo quando raggiunse il potere?”
Nelle terre dove il nazismo intraprese la deportazione di massa, molti cristiani
offrirono assistenza ai perseguitati, e in particolare agli ebrei, fino a mettere a rischio
la propria vita. Come però Giovanni Paolo II ha riconosciuto, “accanto a tali coraggiosi uomini e donne, la resistenza spirituale e l’azione concreta di altri cristiani non
fu quella che ci si sarebbe potuto aspettare da discepoli di Cristo.”
Il documento si conclude ribadendo che “la Chiesa cattolica desidera esprimere il
suo profondo rammarico per le mancanze dei suoi figli e delle sue figlie in ogni epoca... La Chiesa si accosta con profondo rispetto e grande compassione all’esperienza
dello sterminio, la Shoah, sofferta dal popolo ebraico durante la seconda Guerra
Mondiale.” Nel contempo, guardando al futuro, si desidera “trasformare la consapevolezza dei peccati del passato in fermo impegno per un nuovo futuro nel quale
non ci sia più sentimento antigiudaico tra i cristiani e sentimento anticristiano tra gli
ebrei, ma piuttosto un rispetto reciproco condiviso”.
S.L. Agenzia Fides 27/1/2005
Vescovi e Terra Santa
“Lavoreremo per una giusta pace e per questo coinvolgeremo le nostre comunità
locali ed i nostri Paesi. Qui la pace è vitale per il mondo intero”. È il solenne impegno affermato dai Vescovi del Coordinamento episcopale per la Terra Santa, formato
da Vescovi europei ed americani, nel messaggio finale della loro riunione che si è
conclusa il 13 gennaio, a Gerusalemme. Il testo è stato presentato al Presidente di
Israele e al Presidente dell’Autorità palestinese, durante gli incontri che i Vescovi
hanno avuto con le autorità politiche della Terra Santa.
I Vescovi riaffermano con forza l’impegno della Chiesa cattolica per la pace in
Terra Santa: “Uniti ai cristiani di Terra Santa incoraggiamo tutti coloro che si impegnano per la giustizia e che ricercano la pace, sosteniamo tutti quei passi concreti
che possono permettere ai Palestinesi e agli Israeliani di vivere in questa Terra con
dignità, in due Stati, in sicurezza e uguaglianza”.
372
I Vescovi inoltre chiedono “la piena applicazione dell’Accordo fondamentale tra
Israele e Santa Sede e di quello tra Santa Sede e l’OLP senza ulteriori ritardi”.
Nel messaggio finale, i Vescovi europei e americani riaffermano “la loro vicinanza
alla Chiesa di Terra Santa per la particolare, unica, testimonianza che dà attraverso
il Patriarca, i pastori, i religiosi ed i laici, uomini e donne” ed il loro impegno “a sostenere la comunità cristiana che vive nella Terra dove Gesù è nato, morto, sepolto e
risorto. “In questo momento di speranza - conclude il messaggio - le nostre preghiere
sono per coloro che condividono questa Terra, israeliani, palestinesi, cristiani, ebrei,
musulmani, e perché si ponga fine alla violenza e all’ingiustizia e raggiungere così la
riconciliazione ed una pace durevole in questa Terra che chiamiamo Santa”.
L.M. Agenzia Fides 14/1/2005
Consilium Conferentiarum Episcoporum Europæ (CCEE)
A statement by the members of the Episcopal Coordination for the Holy Land
Jerusalem, 10 - 13 January 2005
In a gesture of fraternal solidarity with the Assembly of Catholic Ordinaries of the
Holy Land, and with the express approval and support of the Holy See, bishops from
Europe and North America have come once more this year to Jerusalem, Bethlehem
and Galilee this week to share in the life of the Local Churches in the Holy Land and
to strengthen their communion with the Mother Church of Jerusalem. The Episcopal
Coordination works to support the Local Church in its mission of justice, peace and
reconciliation. During these last few days we have visited the President of Israel and
the President of the Palestinian authority and have brought them both the following
message.
We come in the footsteps of two pilgrims to the Holy Land, Pope Paul VI and
Pope John Paul II.
We are completely united with the Christians of the Holy Land, as they affirm the
teaching of Pope Paul VI that peace is brought about through justice for all, and as
they stand resolutely with Pope John Paul II in his consistent rejection of any form
of violence as a road to peace.
We visit you at a time of great political potential. We know several of our native
countries have helped to shape the history of this Land. We are determined that the
issues which touch the lives and hopes of all in the Holy Land shall not be neglected.
On our return, we will use every opportunity to share with our own communities and
governments what we have learned from Palestinian and Israeli authorities and what
we have heard and seen in parishes, in Bethlehem’s wonderful university - whose
story is followed with great interest in many countries - and in schools and hospitals,
as well as in Galilee.
373
At this important moment, we seek to encourage and support all who strive for
justice and so pursue peace and those practical steps that will enable the Israeli and
Palestinian peoples to live in this Land with dignity, in two states, in security and
equity.
We affirm and stand with the Church in the Holy Land, with the Patriarch, the pastors, religious men and women and lay people, in their unique witness to the faith
we share with them. With the whole Church, we are committed to the survival and
vitality of the Christian community in this Land where Jesus was born, died, was
buried and rose again.
The importance of the Fundamental Agreement between Israel and the Holy See
and the Basic Agreement between the Holy See and the Palestinian Liberation Organization are clear to us and we urge their full enactment and implementation without
delay.
We will work for a just peace in this Land and seek to engage our local Churches
and countries in this task. The entire world has a stake in justice and peace here.
Peace here is vital for world peace.
At this hopeful moment our prayers are with all who share this Land; Israelis and
Palestinians, Christians, Jews and Muslims, that we will very soon see decisive action and courageous steps to bring an end to violence and injustice and accomplish
reconciliation and a just and lasting peace in the Land we all call Holy.
Jerusalem, Thursday 13 January 2005
+Patrick Kelly, Archbishop of Liverpool and Vice President, Catholic Bishops’ Conference
of England and Wales and Delegate, Council of European Bishops’ Conferences (CCEE)
+Brendan O’Brien, Archbishop of St John’s Newfoundland and President,
Canadian Bishops’ Conference
+William S. Skylstad, Bishop of Spokane and President, United States Catholic Conference
+Andre Lacrampe, Archbishop of Besançon, French Bishops’ Conference
+Joan Enric Vives, Bishop of Urgell and Co Prince of Andorra, Spanish Bishops’ Conference
+William Kenney, Auxiliary Bishop of Stockholm, Scandinavian Bishops’ Conference
and Delegate, Commission of the Bishops’ Conferences of the European Community
(ComECE)
+Pierre Burcher, Auxiliary Bishop of Lausanne, Swiss Bishops’ Conference
+Andreas Laun OSFS, Auxiliary Bishop of Salzburg, Austrian Bishops’ Conference
Mgr Piergiuseppe Vachelli, Undersecretary, Italian Bishops’ Conference
374
Pellegrinaggio in Terra Santa per celebrare i 60 anni delle Acli
Lettera di ringraziamento del direttore generale del Ministero del turismo
Giovedì 27 gennaio alle ore 12, presso la sede dell’Opera Romana Pellegrinaggi,
a Roma, in Via della Pigna 13, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del
pellegrinaggio in Terra Santa che le Acli si prestano a compiere per celebrare i 60
anni della loro associazione. Prevista per i primi di febbraio (da giovedì 3 a martedì
8) e organizzata con l’Opera Romana Pellegrinaggi, l’iniziativa, programmata anche
in occasione del 41° anniversario del pellegrinaggio di Paolo VI, porterà più di duecento aclisti provenienti da tutta Italia, con le loro famiglie, da Nazareth, patria, casa
e laboratorio di San Giuseppe lavoratore, a Gerusalemme, città tormentata dai conflitti, ma anche crocevia della pace e del dialogo tra le regioni abramitiche. Si tratta
di uno dei pellegrinaggi più massicci in Terra Santa realizzato negli ultimi tre anni, di
un evento destinato ad aprire la strada all’atteso ritorno in Terra Santa da parte delle
associazioni cattoliche, delle diocesi e di tutti i fedeli italiani. Interverranno alla conferenza stampa di presentazione Monsignor Liberio Andreatta, Direttore Generale
dell’O.R.P. e Luigi Bobba, Presidente nazionale delle Acli.
Agenzia Fides 26/1/2005
Ref. 2005-0002-134
January 30, 2005
P. Artemio Vítores
Vice-Custodian
Custodian of The Holy land
Jerusalem
----------------------------------Dear P. Artemio,
On behalf of the Israel Ministry of Tourism I would like to thank you for your immense assistance during the events of Fitur in Madrid this past week.
I have no doubt that your participation, both at the seminar for the Franciscan
Church leaders and the press conference for the Spanish media enriched by far the
content of the events.
You were very successful in transmitting to the local public that the cooperation
between the Palestinian Authority and ourselves is something that can be achieved,
and is in fact being implemented with the assistance of the Custodia and other related
Christian entities present in the Holy land.
375
Both our delegations were able to attest to the impact that your words had on the
Catholic leaders present at the seminar. Their positive reaction to your presentation
gives us the necessary tools to go forward with the plans of cooperation with our
neighbors.
For this I wish to thank you and hope that in the near future we may be able to see
here in Israel the results of this very successful partnership.
Sincerely yours,
Eli Cohen
Un’iniziativa lodevole e provocatoria
La Provincia dei Frati Minori di Puglia e Molise ha programmato, per il triennio
2003-2006, un’iniziativa lodevole e provocatoria insieme: un corso di Formazione
Permanente, mirante ad offrire ai suoi Frati in turnazione un Corso di due settimane
per ogni anno in Terra Santa, che abbracci la sfera spirituale, teologica e culturale del
francescanesimo, centrata tutta sulla figura e personalità di Cristo.
Il primo Corso (gennaio 2004) ha inteso approfondirne le origini dottrinali, attraverso una rilettura biblica e teologica di Cristo secondo la visione Cristocentrica di
Duns Scoto, per cui il tema é stato: Dalle Cristologie al Cristocentrismo. Le lezioni
sono state svolte parte in Galilea, in concomitanza con visite alla memoria della
presenza di Cristo nel territorio, e parte in Giudea, come completamento della stessa
memoria conclusiva a livello esistenziale di Cristo. Interessanti anche gli incontri
vivi con le Autorità religiose del territorio.
Il secondo corso, invece (gennaio 2005), ha enucleato sempre da Cristo il mistero
della Madre Immacolata dal tema: Da Cristo a Maria, mettendo in luce la meravigliosa intuizione di Duns Scoto che non si può parlare di Maria se non si parla
di Cristo. Le lezioni sono state saggiamente distribuite in un percorso peregrinante
a cominciare dalla Galilea, in alternanza a visite ed escursioni in siti archeologici
anche in Giordania (Madaba, Gerash e Monte Nebo) e terminato a Gerusalemme,
incontrando anche Autorità della Custodia e della Chiesa.
Il terzo corso, infine, (che si terrá nel gennaio 2006) approfondisce la geniale intuizione del Doctor Subtilis che considera la Chiesa come una “continuazione dell’Incarnazione”, onde il tema dal titolo: Da Cristo la Chiesa, attraverso una rilettura
biblica essenziale per evidenziarne i fondamenti, per continuare con una carrellata
storica dalle origini ad oggi attraverso le tappe più significative della teologia della
Chiesa, come espressione del Cristo continuativo nella storia. Le lezioni saranno
intrecciate alcune con il percorso dell’Esodo (Egitto e Giordania) e le altre come
sempre in Galilea e in Gerusalemme, arricchite da incontri con le Autorità religiose
del luogo.
376
Programmazione tecnica:
Centro Duns Scoto di Castellana Grotte (BA -I) e Studium Biblicum Franciscanum
di Gerusalemme;
Programmazione logistica:
Commissariato di Terra Santa di Castellana Grotte (BA-I) e Delegazione di Terra
Santa di Roma;
Programmazione archeologica:
Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Di ogni Corso vengono pubblicati gli Atti a cura del Centro Duns Scoto.
Violenza a Maghar
I fatti
Maghar è un grande paese - circa 19.000 persone - adagiato su una collina
a qualche chilometro da Nazareth, la cui popolazione è divisa in cristiani - la parte
bassa del paese, quasi 4000 persone, il 23% del totale - i musulmani, 19%, i drusi,
58%, nella parte alta del paese: un paese che dà l’impressione di operosità e di un
certo benessere e nel quale, domenica 30 gennaio 2005, sono stata ospite due giorni
in occasione di una festa di Battesimo. Questo ci aveva permesso di conoscere il
parroco, melchita, di salutare le Suore e di visitare il centro parrocchiale frequentato
settimanalmente da più di mille ragazzini cui fanno da animatori un nutrito gruppo
di giovani universitari.
Questo era Maghar, perché oggi, domenica 13 febbraio, il quartiere cristiano
ha subito una grave violenza ed è stato distrutto: ci siamo tornati per portare la nostra
solidarietà alle persone che abbiamo conosciuto. Questo è Maghar, abitato oggi da
non più di 500 cristiani, quasi tutti uomini, che questa sera, divisi in gruppi di dieci
persone vigileranno insieme ad ogni posto di blocco della polizia, per dissuadere i
drusi dall’invadere ancora una volta il loro quartiere.
Da venerdì 11 febbraio i drusi hanno invaso la parte cristiana e bruciato le
auto per le strade, le case, i negozi; con i sassi hanno rotto i vetri, anche della chiesa
e della casa delle Suore… La sera vedo la notizia al telegiornale: la gente continua
a tirare sassi nonostante la presenza di due auto della polizia. La distruzione che si
vede quando la telecamera si sposta è tale che quelle due auto con i poliziotti a bordo
sembrano proprio stonate. Sì, stanno dicendo che i drusi hanno attaccato i cristiani, non si sa perché; stanno dicendo che hanno incendiato le due farmacie, alcuni
negozi - intanto le immagini seguono il dettato - e alcune auto; stanno dicendo che
non è chiaro se questo finirà, e che è arrivata la polizia. È arrivata la polizia? Ma
perché, cosa aspettava ad arrivare? Se questa distruzione è cominciata da ieri perché
“sta arrivando” la polizia? Ci sono da proteggere bambini, donne, anziani, un intero
377
quartiere (quattromila persone) di uomini che lavorano per la prosperità delle proprie
famiglie e del proprio paese; ci sono da proteggere strade, case, auto, strumenti di lavoro…! Pensieri che accompagnano la notte, che si ritrovano al mattino dopo. Come
va a Maghar? Non è finita, stanno dicendo al notiziario del mattino. Il radiogiornale
parla dello sconcerto per il mancato intervento della polizia, impossibilitata ad arrivare sul posto perché i drusi hanno versato molto olio per la strada impedendo alle
auto di entrare in paese (Al mattino del 14 febbraio il notiziario dirà che la polizia
aveva l’ordine di non intervenire per non “schierarsi” da una parte o dall’altra).
Arriviamo a Nazareth, dove una quindicina di parenti fuggiti da Maghar sono
riuniti presso la famiglia di una figlia che abita qui. Raccontano. Cose allucinanti.
Soprattutto la solitudine in cui sono stati lasciati dalla polizia. I telefonini sono nelle
mani, nervose, degli uomini. Suonano spesso, ma è quasi solo per aggiungere cattive
notizie. Eppure ogni volta viene risposto con una velocità fulminea: attraverso il telefono si spera di sapere dove sono rifugiati i parenti dei quali non si sa più niente, se
la casa rimasta in paese è ancora ferita ma non distrutta dal fuoco, se il temerario che
è voluto tornare in paese a prendere alcune effetti personali ci sia riuscito e comunque stia salvo da qualche parte. È tutto un intrecciarsi di notizie, per aggiornare noi
su quanto successo da venerdì ad oggi e per aggiornarsi di quanto sta succedendo via
via. I cristiani sono fuggiti, sono stati cacciati, hanno dovuto lasciare il loro paese, le
loro case, le loro cose...
Andiamo a Maghar, per visitare le Suore, il parroco se riusciremo a vederlo… È un paese vuoto, già la prima periferia è vuota di persone e di auto, le finestre
delle case sono chiuse. La distruzione inizia in modo crescente a mano a mano che
ci avviciniamo alla chiesa: auto rovesciate, bruciate, negozi come caverne nere dai
quali esce ancora fumo, tante case hanno segni di incendio, alcune in modo molto
grave, per un fuoco che dal piano terreno è salito fino ai piani superiori, altre con il
segno di alcune stanze devastate. I negozi bruciati sono molti, quasi tutti, e da alcuni
esce ancora il fumo dell’incendio. Lo spettacolo è impressionante: ovunque sassi,
mattoni rotti, vetri, tanti vetri per la strada, e poi cose bruciate lasciate lì. È una cosa
terribile dover guardare questa distruzione: una casa non è solo un insieme ordinato
di mattoni: è vita, ricordi, progetti; un arnese di lavoro non è solo legno e ferro, ma
intelligenza, pane, futuro… Alla chiesa, che ha tutte le finestre rotte, incontriamo
un prete melchita con il parroco francescano di Cana. Anche a Cana, come in tutti
gli altri paesi qui vicino, hanno aperto le case per i cristiani che cercavano rifugio.
Anche alcuni beduini hanno offerto ospitalità.
Andiamo a salutare le suore e ci raggiungono alcuni giovani. Raccontano:
“Sono entrati in casa e davanti a tutti hanno rotto il computer, il televisore… poi sono
scesi e hanno incendiato le due auto sotto casa e si sono allontanati. Siamo corsi per
spegnere l’incendio, con i secchi, ma la polizia ci ha lanciato due bombe di gas lacri378
mogeni e siamo dovuti rientrare”. “Sono entrati in pasticceria, hanno rotto tutto, poi
si sono messi a mangiare dei dolci. Ridevano. I poliziotti mangiavano i dolci insieme
a loro e ridevano”. “Ho chiamato i pompieri. Ho telefonato fino a quando hanno
risposto, ma hanno detto che non avevano l’ordine di intervenire.” “Hanno bruciato
70 auto, questo è il conto di quelle bruciate, poi ci sono le altre.” “Non sono riusciti
a forzare una saracinesca, allora hanno fatto un buco nel muro e attraverso quello
hanno buttato dentro le torce accese.” “Qui di fronte un cristiano aveva un negozietto
piccolo. Si andava lì a fare la spesa per aiutarlo, anche se non sempre ha tutto quello
che si cerca. Hanno bruciato tutto. Non c’è più niente. Non sappiamo dove è la sua
famiglia. Lui è rimasto, ma è come morto”.
Mentre scendiamo le scale incontriamo il parroco: “Vado a mangiare qualche
cosa – ci dice in francese - sono stanco, scusatemi, ma sono tre giorni e due notti che
non chiudo occhio, non ho mai mangiato” e poi ci dice “Pregate per noi” salendo a
fatica le scale.
La luce dei fari fa brillare le schegge di vetro di cui sono ricoperte le strade.
Scendiamo piano lasciando alle spalle una città buia, morta.
Chi sono i Drusi? Sono una minoranza chiusa che in Israele e nei Paesi vicini
- Libano, Giordania, Siria - si schiera in ogni Stato con chi è al potere. Qui sono quasi
tutti nell’esercito, perché è la loro più grande risorsa, non avendo molte altre fonti di
reddito. Presi in blocco sono, quindi, poco scolarizzati, dato che si entra nell’esercito
a 18 anni. Il loro credo religioso deriva dall’Islam, dal quale accettano Maometto
come uno dei profeti; il loro fondatore arrivava dall’Egitto. Dei cristiani invidiano un
po’ tutto: il grado d’istruzione soprattutto (un arabo cristiano è generalmente molto
scolarizzato), l’intraprendenza negli affari, l’abilità nei lavori artigianali, ecc… Non
so quanto questi spieghi le cose, ma forse non c’è una spiegazione alla distruzione di
un intero quartiere che ospitava quattromila persone.
Irene Boscheti
Volontaria in segreteria custodiale
Visita del Discretorio di Terra Santa alla città di Maghar
Venerdì 18 febbraio 2005, il Rev.mo P. Custode, Pierbattista Pizzaballa, e tutto
il Discretorio di Terra Santa hanno fatto visita alla città di Maghar, per portare la
solidarietà di tutti i francescani di Terra Santa ai cristiani dopo i tragici avvenimenti
della settimana scorsa.
I nove membri del Discretorio di Terra Santa, accompagnati da Fra Badia Elias,
studente francescano nativo di Maghar, si sono recati alla casa parrocchiale per incontrarsi con il Parroco, P. Maher Aboud e le tre religiose Francescane Missionarie
di Maria che collaborano con lui nella parrocchia.
Il parroco, greco-cattolico, con parole emozionate, ha raccontato ai frati come i
379
cristiani e loro stessi hanno passato quei tre lunghissimi giorni, cioè l’11, il 12 e il
13 febbraio. Ha parlato della distruzione delle case, dell’intento di bruciare la stessa
chiesa, della distruzione delle macchine, della paura dei cristiani, dell’organizzazione quasi militare degli assalitori e della passività della polizia israeliana, anche se
adesso è presente in tutta la città. Ha sottolineato soprattutto la risposta cristiana dei
suoi fedeli, quasi martoriale, anche se, grazie a Dio, non c’è stata nessuna vittima.
Per finire, ha ringraziato ai francescani per la loro visita e per la solidarietà cristiana
e fraterna che avevano manifestato. I frati hanno fatto un giro per la città, contemplando con i propri occhi cosa può causare la barbarie che deriva dall’odio religioso.
Nostro confratello, fra Badia Elías, ancora con lacrime negli occhi, ha fatto vedere
alle autorità della Custodia Francescana di Terra Santa, la distruzione che i suoi familiari avevano subito.
Impegni quaresimali di alcune comunità
San Salvatore
La comunità di San Salvatore come tante altre fraternità della Custodia di Terra
Santa ha deciso di vivere il tempo forte della Quaresima 2005 con qualche segno
tangibile di conversione e devozione. Il Santo Padre, Giovanni Paolo II con la sua
enciclica Ecclesia de Eucharistia, la lettera Mane nobiscum Domine e l’indizione
dell’Anno dell’Eucaristia, il memoriale della morte e della risurrezione di Cristo
Gesù si è proposto di ridestare nella Chiesa “lo stupore eucaristico”. Seguendo le sue
indicazioni, la comunità ha fatto oggetto di riflessione e di concrete decisioni alcuni
suggerimenti per ravvivare la partecipazione alla celebrazione della Santa Messa e
alla devozione eucaristica.
Dalla Lettera Apostolica Mane nobiscum domine di Giovanni Paolo II:
«A voi, cari Confratelli nell’Episcopato, affido quest’Anno, sicuro che accoglierete il mio invito con tutto il vostro ardore apostolico.
Voi, sacerdoti, che ogni giorno ripetete le parole della consacrazione e siete testimoni e annunciatori del grande miracolo di amore che avviene tra le vostre mani,
lasciatevi interpellare dalla grazia di quest’Anno speciale, celebrando ogni giorno
la Santa Messa con la gioia ed il fervore della prima volta e sostando volentieri in
preghiera davanti al Tabernacolo.
Sia un Anno di grazia per voi, diaconi, che siete da vicino coinvolti nel ministero
della Parola e nel servizio dell’Altare. Anche voi, lettori, accoliti, ministri straordinari della comunione, abbiate coscienza viva del dono che vi viene fatto con i compiti a voi affidati in vista di una degna celebrazione dell’Eucaristia.
380
In particolare, mi rivolgo a voi, futuri sacerdoti: nella vita di Seminario cercate di
fare esperienza di quanto è dolce non solo partecipare ogni giorno alla Santa Messa,
ma anche indugiare a lungo nel dialogo con Gesù Eucaristia.
Voi, consacrati e consacrate, chiamati dalla vostra stessa consacrazione a una contemplazione più prolungata, ricordate che Gesù nel Tabernacolo vi aspetta accanto a
sé, per riversare nei vostri cuori quell’intima esperienza della sua amicizia che sola
può dare senso e pienezza alla vostra vita.
Voi tutti, fedeli, riscoprite il dono dell’Eucaristia come luce e forza per la vostra
vita quotidiana nel mondo, nell’esercizio delle rispettive professioni e a contatto con
le più diverse situazioni. Riscopritelo soprattutto per vivere pienamente la bellezza e
la missione della famiglia.» (n. 30)
Indicazioni pratiche approvate dal Capitolo Locale del 4 febbraio 2005
Liturgia delle Ore
* Fare molta attenzione a recitare l’Ufficio con calma e senza fretta
* Negli inni dell’Ora Sesta si recita: al Santo Spirito e alla lode di Dio
Celebrazione della Santa Messa
* Sacerdote: fare una breve omelia dopo la lettura del Vangelo (2-3 min.)
* Diacono: curare la preghiera dei fedeli e iniziare una delle tre formule di risposta
alla proclamazione: Mistero della fede
* Accolito: evitare fretta e distrazioni nel servizio all’altare
* Lettore: preparare bene la lettura e proclamarla con gioia
* Cantori: dimostrare la creatività nell’animazione della celebrazione
Il canto di comunione sia alternato con il canto di ringraziamento
* Gli altri: dare il massimo di se per una attiva partecipazione
Mettersi in piedi mentre si risponde: Il Signore riceva dalle tue mani
Rimanere in piedi prima di ricevere la Santa Comunione
* Osservare lo spirito di raccoglimento all’uscita dalla chiesa
Vespro solenne con l’esposizione del Santissimo Sacramento
* Durante il canto del Magnificat non si incensa il Santissimo ne l’altare
* Si omette il versetto “Panem de cælo praestitisti eis”. Si canta o recita: Oremus e
la preghiera: Deus qui nobis sub sacramento...
Segni penitenziali
* Disporre l’anima all’amorevole accompagnamento dei frati anziani
* Impegnarsi nella partecipazione attiva alle nostre pellegrinazioni
e liturgie ufficiali nella basilica del Santo Sepolcro
* I mercoledì e i venerdì non si serve vino e frutta a pranzo
381
Gesti tangibili di elemosina
* Si passerà ai poveri il ricavato del risparmio fatto con la rinuncia al vino e alla
frutta e la somma raccolta nel salvadanaio “Obolo della Vedova” che è a
disposizione in Segreteria custodiale
Nazareth
Carissimi Fratelli: Il Signore vi dia la sua Pace!
Innanzitutto, vi chiedo scuse per il ritardo nel fissare la data del Capitolo conventuale. Ci sono state alcune cose che hanno rallentato la marcia e quindi mi sono
trovato catapultato nel mese di Febbraio.
Abbiate ancora un po’ di pazienza! Sicuramente ci sono molte cose di cui possiamo parlare e, in certo modo pianificare insieme, ma “i tempi stringono” e dobbiamo
dare posto alle cose più urgenti che ci si presentano davanti…
Siamo alle porte della Quaresima, “un tempo ricco di grazie e di benedizioni” per
tutti i cristiani e, in modo molto speciale per chi -come noi- abbiamo la “grazia del
Luogo”, vivendo nella terra di Gesù di Nazareth.
Se la Quaresima è il tempo privilegiato per ritornare al Signore con tutto il cuore e
con tutta l’anima, allora possiamo dire che “siamo nel tempo giusto” per “rivolgere
lo sguardo” a Colui che può trasformare col suo Amore tutta la nostra esistenza. Certo, non è facile cambiare il nostro modo di pensare, di ragionare, di agire… di “fare
da me”…, ma ricordando “il dono della nostra vocazione” battesimale e religiosa,
con Pietro possiamo dire forte: Signore, abbiamo lasciato tutto per seguirti! “Siamo
pronti a prendere il largo e lasciarci dietro le spalle quella “riva” ormai conosciuta…
per seguirti dovunque Tu vada!”.
Detto questo, possiamo quindi sederci insieme e ri-vedere il nostro “progetto di
vita comunitario”, a partire della nostra personale esperienza di vita francescana.
Abbiamo molte cose che “ci separano” è vero, ma molte di più sicuramente “quelle
che ci uniscono”, sempre che ci lasciamo “animare dallo Spirito di Gesù”!
Qualche mese fa, il Discretorio custodiale, ci affidava la delicata custodia di questo
preziosissimo Santuario dell’Incarnazione del Signore e della Santa Famiglia di Nazareth. E confidandoci questo dono, possiamo dire che “si sono fidati di noi”: delle
nostre capacità, delle nostre risorse umane e spirituali, ma anche delle nostre naturali
debolezze e fragilità...
Ora, in certo qual modo, ci mette alla prova proponendoci di “allargare le frontiere” del Santuario, non solo in orari ma soprattutto con alcune attività che, in modo
stabile possono “lasciare un segno” in coloro che si accostano all’esperienza di fede
di Nazareth, siano essi “locali” o “visitanti”… Quindi, dovremo aprire il cuore con
generosa disponibilità, donando ciò che forse ci è di più prezioso, e cioè il nostro
382
tempo personale, al servizio di questo Santuario. Non voglio dire che non lo stiamo
facendo… ma proprio perché questo Luogo esige una maggiore prestazione da nostra parte, dobbiamo essere disposti a dare a Dio ciò che è di Dio e lasciare a Cesare
(le nostre cose personali) il rimanente…
Concretamente, vi propongo di creare almeno due momenti importanti durante la
settimana, da vivere insieme alle comunità religiose e parrocchiali di Nazareth, ma
anche ai gruppi di pellegrini (che grazie a Dio sembra stiano ritornando), che sono di
passaggio per questo Luogo benedetto dal Signore. Questi due appuntamenti potremo cominciarli subito o quasi subito, approfittando dell’iniziativa dell’Unione delle
Religiose locali, le quali a loro volta hanno invitato tutte le comunità di Nazareth a
sostare ogni Venerdì nella Santa Grotta, dalle ore 17:00 alle 21:00 (in Quaresima
dalle ore 18:00), con l’Adorazione Eucaristica. Dopo la Pasqua, noi potremo organizzare ogni Sabato una fiaccolata dal cortile di San Giuseppe fino alla Basilica
Superiore, con la recita mariana del Rosario in onore della Beata Vergine Maria, in
diverse lingue.
Potremo concludere il nostro incontro fraterno, con alcune altre proposte che potete esprimere sia a voce che per scritto, sia per quanto riguarda questo tema specifico
o altri di vostro interesse.
Vorrei ricordarvi che da martedì 15 Febbraio, ci sarà qui per 3 giorni il Discretorio
custodiale. In quest’occasione vorremo condividere la gioia del nostro confratello fra Fabian Adkins, che il prossimo 18.02 celebrerà il suo 50° Anniversario di
Professione religiosa; il giorno 17 ci uniremo a lui nella Messa di Ringraziamento,
presieduta dal P. Custode di Terra Santa, alle ore 11:00. Il giorno seguente cogliamo
l’occasione per accompagnare il nostro caro fra Halim, che riapre l’asilo-nido ristrutturato a nuovo. L’appuntamento è per le ore 10:00.
Ci rimane da fissare la data del nostro ritiro mensile, come preparazione alla Pasqua del Signore durante l’itinerario quaresimale. Ho pensato a fra Virginio Ravanelli perché ci guidi in questo “viaggio interiore”… soltanto che devo ancora “comprometterlo” formalmente…
Affidiamo il nostro cammino e le nostre “sante intenzioni” alle cure materne di
Maria, che sicuramente “ci insegnerà” ogni cosa, con la forza dello Spirito che la
rese feconda, quale Madre di Dio, proprio in questo Santissimo Luogo.
Buon cammino della Quaresima a tutti e a ciascuno di Voi.
Il nostro Capitolo conventuale lo celebreremo quindi, lunedì 07 Febbraio alle ore
18:00, nel Divano del convento.
Il Signore vi renda merito!
Aff.mo. nel Signore e sua Madre Benedetta,≈
fra Ricardo Bustos ofm
Guardiano
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Traslazione a Forio dei resti mortali di Mons. Onorato Carcaterra, Custode di Terra Santa
Forio d’Ischia ha accolto con giubilo le spoglie mortali di Mons. Onorato CarcaIn un pomeriggio luminoso un lungo corteo, partito da Monticchio, ha
attraversato il centro storico del paese tra due ali di folla commossa e festante. Un
figlio di questa terra, dopo 64 anni tornava tra la sua gente per trovarvi il riposo definitivo. Lo hanno accolto Autorità civili, militari e religiose; tra gli altri, oltre al Sindaco di Forio, dott. Franco Regine, e ad una rappresentante del Comune di Serrara
Fontana, c’erano il padre Provinciale di Napoli M.R.P. Luigi Ortaglio, il Commissario Generale di Terra Santa a Napoli, fra Carlo Cecchitelli, alcuni chierici della
Provincia e religiosi del Commissariato, esponenti di Ischia e di Forio. La salma è
stata portata a spalla per tutto il percorso, fino alla Chiesa di San. Francesco d’Assisi, dove, dopo la concelebrazione presieduta dal Vescovo di Ischia, Mons. Filippo
Strofaldi, e la commemorazione ufficiale da parte dello storico avv. Nino D’Ambra,
è stata tumulata nella Cappella del Santo Patrono d’Italia. La traslazione dal cimitero
di Frattamaggiore (NA) è avvenuta per iniziativa e a spese del Comune di Forio, che
da tempo aveva in animo di recuperare quello che resta di uno dei suoi figli migliori,
l’unico rimasto lontano finora per una serie di motivazioni - Giovanni Carcaterra, questo il suo nome anagrafico. Egli nacque a Forio l’1boso Febbraio del 1871 da una
modesta famiglia di contadini, abituata a vivere parcamente del lavoro dei campi;
giovanetto fu condotto a Gerusalemme, dove compì i suoi studi presso la Custodia di
Terra Santa, distinguendosi per capacità intellettive fuori dal comune.
Divenuto Sacerdote francescano, rimase a Gerusalemme come professore di materie letterarie prima e teologia poi, nello stesso collegio dove era stato alunno. Imparò
a parlare varie lingue europee ed orientali.
A Napoli ricoprì la carica di Commissario Generale di Terra Santa. Fu nominato
Custode di Terra Santa e dal Papa in persona ricevette particolari incarichi riguardanti la Custodia di Terra Santa. Ritornato in Italia per riferire al Papa, attese inutilmente
la convocazione. Gli arrivò invece la nomina a Vescovo di Ariano di Puglia, che egli
più tardi rifiutò. Il rifiuto di andare ad Ariano fu considerato dal Papa un’offesa e
perciò fu privato per quasi un anno della funzione episcopale. Gli fu restituita dal
successore di Pio X, Benedetto XV, che lo nominò Vescovo Titolare di Ipso. Passò il
resto della sua vita a Napoli presso il Commissariato di Terra Santa in Napoli e morì
nel convento di Grumo Nevano (NA) nel Marzo del 1940. Fu sepolto nella cappella
della famiglia Landolfo, a lui assai devota insieme a tante altre persone del paese,
che in tutti questi anni non hanno mai smesso di visitarne la tomba e implorarne la
protezione. Fierezza, lealtà, intelligenza acuta, generosità e apertura agli altri, senza
tuttavia cedere sui principi, sono elementi costitutivi del carattere del P. Onorato.
Sotto il profilo civile ed umano P. Onorato sintetizza virtù e vizi, pregi e difetti della
terra ofm.
384
gente soriana. Sotto il profilo morale e religioso egli rappresenta un punto di riferimento. Visse infatti a Napoli beneficando tutti in coerenza perfetta con il suo sacerdozio e il suo episcopato, facendosi nei fatti annunciatore del Vangelo nello spirito
Francescano d’Assisi.
Omelia pronunciata a Forio di Ischia, in occasione della traslazione corpo di
Mons. Carcaterra
Sul tema della fede e della fiducia è intessuta tutta la Parola di Dio di stasera.
Nella prima lettura il profeta Abacuc osa mettere sotto accusa Dio perché non interviene a ristabilire la giustizia tra gli uomini: “Perchè mi fai vedere l’iniquità e
resti spettatore dell’oppressione?”. Al lamento del profeta Dio risponde esortando ad
avere fiducia ed assicura: “...il giusto vivrà per la sua fede”. Dio si fa garante della
salvezza di chi continuerà ad aver fiducia in lui. La fede, dunque, ha la forza di dar
vita a chi crede (vita fisica, sopravvivenza alle violenze dei Caldei; vita spirituale,
vittoria sulla tentazione dell’infedeltà a Jahvèh). Il Vangelo si pone in continuità con
il messaggio del profeta Abacuc. Poco prima Gesù ha esortato gli Apostoli al distacco dei beni e ha presentato le esigenze del regno di Dio, per cui i Dodici si sono forse
sentiti scoraggiati e perciò invocano: “Aumenta la nostra fede!”. La risposta di Gesù
è inquietante. Se basta una fede grande come un granellino di senapa per sdradicare
un albero e trapiantarlo in mare, allora vuol dire che gli amici di Gesù non hanno
bisogno di un aumento di fede, ma hanno bisogno semplicemente di fede, perché
non ne hanno affatto. E noi come loro! Non è una questione di quantità di fede, ma
di qualità di fede. Spesso l’uomo s’illude di aver fede, ma non ne ha. Spesso l’uomo
chiama fede ciò che fede non è. Il granello di senapa vale non per la grandezza, ma
per l’intensa vitalità che porta dentro. L’immagine del granellino di senapa sembra
sottolineare anche che la fede è una realtà intima, che non ha nulla di appariscente,
non compie gesti spettacolari, non ricerca riconoscimenti, vive e si inserisce nella
quotidianità più ordinaria, ma ha in sè la forza di rendere straordinario tutto ciò che è
semplice/ordinario e permette di attuare la volontà di Dio nonostante tutto. In questo
senso la fede può compiere miracoli tutti i giorni. Con la parabola dell’agricoltore
Gesù spiega il vero senso della fede e dimostra come non sia facile possederla. La
parabola in sè offende la nostra sensibilità moderna, ma fa riferimento a un tempo in
cui non esistevano i contratti di lavoro e gli operai erano schiavi. Gesù non intende
pronunciarsi sull’aspetto morale della situazione descritta, bensì sulle caratteristiche
della fede. La fede non è una teoria, un elenco di verità da credere, né una questione di possesso, né di privilegio. La fede è una situazione da vivere, faticosamente,
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giorno per giorno. È cammino in salita, sempre diverso, da inventare. La fede non
spalanca davanti a noi un cammino agevole, di facilità, al riparo delle tempeste. La
fede, semplicemente, consente di camminare anche al buio, in mezzo alle difficoltà
di tutti, con l’unica sicurezza di una Presenza, di una mano che ci afferra, ma solo
dopo che abbiamo superato la bufera. La fede non è una scappatoia dalle responsabilità della vita; in genere noi preferiremmo una fede rassicurante, ma Gesù ci
chiama ad una fede che ci abitui al rischio. Anche San Francesco, siamo nel triduo di
preparazione alla sua festa, ha sperimentato la fatica della fede. Raccontano le Fonti
francescane che per due anni il padre San Francesco fu afflitto da una violentissima
tentazione, per cui si sottoponeva a dure penitenze per superarla, ma invano. Scrive il
Celano: “Un giorno, mentre pregava in Santa Maria della Porziuncola, udì in spirito
una voce: «Francesco, se avrai fede quanto un granello di senapa, dirai al monte che
si sposti ed esso si muoverà». Signore, rispose il Santo, qual’è il monte che io vorrei
trasferire? E la voce di nuovo: «Il monte è la tua tentazione». «O Signore, - rispose
il Santo in lacrime - avvenga a me come hai detto». Subito sparì ogni tentazione e si
sentì libero e del tutto sereno e nel più profondo del cuore” (FF 702).
Stasera, carissimi fratelli e sorelle di Forio, avete accolto con orgoglio il vostro
concittadino, figlio di S. Francesco e vescovo della Chiesa di Dio, mons. Onorato
Carcaterra, per custodirne per sempre le spoglie mortali. Giovanni Carcaterra
nacque qui, a Forio, da Vincenzo e Raffaela Capuano l’11 febbraio 1871. Conobbe il
francescanesimo attraverso la testimonianza dei buoni frati di questo convento e fin
dall’adolescenza si sentì attratto dall’ideale francescano. A 14 anni lasciò questa sua
bella terra natale per entrare nella Custodia di Terra Santa, una delle prime province
dell’Ordine dei Frati Minori, che per il passato ha avuto numerosi frati nativi proprio
di Forio. Era il 1885. Giovanni frequentò gli studi ginnasiali e liceali in Palestina, a
Betlemme, a Nazareth, a Gerusalemme. Nel 1894, a 23 anni, fu consacrato sacerdote
a Gerusalemme. Proseguì gli studi a Roma, specializzandosi in Teologia morale e
Diritto canonico, per cui insegnò tali discipline per qualche anno nel seminario della
Custodia di Terra Santa. Dotato di viva e fervida intelligenza, imparò a conoscere
tutte le lingue parlate nella Terra del Signore: il francese, lo spagnolo, l’inglese,
l’arabo e l’ebraico. Per 6 anni fu Commissario di Terra Santa a Napoli. Il 1 marzo
1912, a 41 anni fu eletto Custode di Terra Santa, ma solo il 16 gennaio del 1913 poté
entrare in Palestina, prendere possesso del suo prestigioso ufficio, rivestito di poteri
straordinari, essendo stato nominato anche Visitatore apostolico. A causa di contrasti
con la diplomazia spagnola, un mese dopo, il 18 febbraio 1913 padre Onorato tornò
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in Italia per incontrarsi con il papa Pio X sui problemi inerenti la situazione politica
della Palestina. Padre Onorato non riuscì ad incontrare il Pontefice per l’ostilità del
Segretario di Stato del tempo, il cardinale spagnolo Mery Del Val, anzi venne sostituito da un nuovo Custode, il padre Serafino Cimino da Capri. Il 13 marzo 1914 fu,
comunque, nominato vescovo di Ariano di Puglia e il 3 maggio dello stesso anno fu
consacrato vescovo a Roma, nella Basilica di San Antonio in via Merulana. Aveva
43 anni. Per una successiva incomprensione con la Santa Sede l’8 luglio 1914 rinunciò alla sede di Ariano. Il pontefice Pio X lo privò dell’ufficio episcopale; un anno
dopo, il 27 maggio 1915, papa Benedetto XIV lo reintegrò nell’ufficio episcopale,
nominandolo vescovo titolare di Ipso (Frigia). Mons. Onorato Carcaterra visse i
suoi 26 anni di episcopato a Napoli, presso il Commissariato di Terra Santa, conducendo una vita semplice, ispirata ai valori del francescanesimo, impegnato nella
predicazione e nel soccorso dei poveri. Dopo i burrascosi anni 1913-1915, mons.
Onorato Carcaterra imparò a rileggere la sua sofferta esperienza di frate minore e
vescovo con estrema serenità e spirito di riconciliazione. Padre Onorato Carcaterra
è stato un uomo che è vissuto di fede, diversamente non avrebbe potuto superare
esperienze così difficili, conservando la gioia di vivere la sua vocazione francescana
e sacerdotale. Il Signore non gli ha risparmiato prove pesanti e incomprensibili all’umana intelligenza. Lui, che aveva avuto in dono un’intelligenza così perspicace,
dovette saper accettare nella sua vita avvenimenti contrari ad ogni umana logica e
sapersi riconciliare con essi. Riuscì, così, a vivere una vita ordinaria - semplice e
straordinaria allo stesso tempo - grazie al suo abbandono in Dio, alla sua fiducia
riposta unicamente nel Signore. La sua vita è stata segnata dalla notte oscura, dal
buio, dalla fatica della fede e mons. Carcaterra ha saputo viverla, anche se avvolto
dalle tenebre, grazie alla presenza di Dio lungo il suo cammino. Egli chiudeva la sua
laboriosa giornata terrena nel nostro convento di Grumo Nevano, il 14 marzo 1940,
a 69 anni. La famiglia Landolfo con squisita generosità per 64 anni ne ha custodito
con amore le spoglie mortali.
Oggi a distanza di 119 anni da quando lasciò questo suo paese natale e questa
bella isola e a 64 anni dal suo pio transito, mons. Onorato Carcaterra ritorna nella
sua Forio. Quale il motivo di questo ritorno di P. Onorato nella sua terra natale? Una
questione di ordine pratico: dargli una sepoltura più bella e solenne? Una questione
di campanilismo isolano: poter indicare la tomba di un conterraneo che ha ricoperto
ruoli di grande prestigio, essendo stato Custode di Terra Santa (la prima missione
di San Francesco) o vescovo della Chiesa di Dio? Troppo poco e, permettetemi di
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dire, che in tal caso sarebbe del tutto inutile aver pensato a questa traslazione dei
resti mortali di mons. Onorato Carcaterra. Chi è per voi, carissimi Foriani, mons.
Carcaterra? Una gloria del passato? Un frammento della vostra storia migliore?
No, troppo poco. Mons. Onorato Carcaterra per voi deve essere essenzialmente e
soprattutto un testimone di fede, quella fede di cui ci ha parlato la Parola di Dio di
stasera. In un tempo in cui Dio sembra essere dimenticato, avete e abbiamo bisogno
di un profeta di Dio, cioè di qualcuno che ci parli di Dio e ci confermi che è bello
e necessario vivere di fede. Tale è mons. Carcaterra. Custodire da parte vostra,
carissimi Foriani, le sue spoglie mortali è un’ennesima occasione per essere anche
fisicamente più a contatto con un testimone di una fede non semplicemente rassicurante, ma di una fede pronta a rischiare. Mons. Carcaterra ha avuto il coraggio di
rischiare e ha pagato di persona, sperimentando incomprensione ed emarginazione
per la sua coraggiosa difesa della terra di Gesù e dei suoi santuari; non ha sprecato la
sua vita, ma l’ha vissuta intensamente fino all’ultimo giorno, sapendo trovare il senso della vita e comprendere il progetto di Dio su di lui anche quando è stato travolto
da eventi poco gratificanti.
Passare per questa chiesa di San Francesco, da stasera in poi, e pregare presso le
sue spoglie mortali aiuti tutti a riflettere sui doni della vita, della fede, dell’intelligenza, dell’operosità che il Signore ci offre e spesso non sappiamo valorizzare fino
in fondo. La bella testimonianza di fede di mons. Onorato Carcaterra ci contagi e
ci aiuti a fare un salto qualitativo nella nostra esistenza, anche nelle sue pieghe più
ordinarie.
fra Luigi Ortaglio ofm
Ministro Provinciale di Napoli,
Pasqua in Terra Santa: intervista al Custode
Pasqua in Terra Santa: culti, riti, lingue e liturgie tanto diverse trovano in questi
Luoghi la loro compiutezza. Ne è convinto il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista
Pizzaballa, che in un’intervista al Sir racconta come la prossima solennità della
Resurrezione di Cristo sarà vissuta nei luoghi che hanno visto Gesù Cristo vivente
e operante.
Si avvicina la Pasqua. Che significa celebrare i giorni della Passione e della Resurrezione negli stessi luoghi di Cristo?
“È un’emozione grande. La stessa liturgia è diversa e sottolinea qualcosa di particolare: quell’hic (qui) che risuona molto forte. Altro aspetto, bello anche se non
dobbiamo nascondere le difficoltà, è che anche le altre Chiese cristiane contempo388
raneamente pregano con noi. Tutti, ciascuno con le proprie preghiere e i propri riti,
pregano sugli stessi luoghi con una ‘sintonia’ di fede. Un assaggio di unità che si
realizza nell’incontrarsi in ciò che ci unisce. Si resta toccati dalla fede della gente
semplice e dalla bellezza della liturgia. Si avverte una grande forza”.
Cosa la differenzia dalla liturgia cui siamo soliti partecipare nelle nostre chiese?
“Abbiamo liturgie diverse per due ragioni. La prima è legata allo statu quo, una
legge che risale alla fine del Settecento che obbliga tutti a rispettare tempi e luoghi
secondo le abitudini di quel periodo. Ad esempio la Veglia pasquale viene celebrata
di sabato mattina, invece che sabato notte, la messa crismale e quella in Cena Domini, nel Giovedì Santo, vengono celebrate in un unico pontificale. Gli stessi testi sono
leggermente modificati e nell’ultima riforma che si è tentato di fare tenendo presente
lo statu quo è stata quella di recuperare la liturgia di Gerusalemme, con l’uso del
lezionario armeno, del IV secolo, laddove possibile. Ogni gesto che viene compiuto
nella liturgia ha una sua storia che deve essere rispettata e conosciuta”.
Questo è un tempo privilegiato in cui la Chiesa ‘cura’ in modo particolare la Terra
Santa e la Chiesa madre di Gerusalemme. Qual è lo scopo della Colletta pro Terra
Santa di Venerdì Santo e come viene utilizzata?
“Già san Paolo, nelle sue lettere, parla di collette per la Chiesa madre di Gerusalemme, la più piccola e la più povera. Dal momento che le radici della Chiesa sono lì,
Gerusalemme non appartiene alla chiesa locale ma a tutta la Chiesa che deve essere a
Gerusalemme. La colletta per i Luoghi Santi è una forma concreta di solidarietà e di
unità con la Chiesa madre. I fondi che vengono annualmente raccolti sono utilizzati
per il mantenimento delle opere delle differenti chiese di Gerusalemme e dei Luoghi
Santi, scuole, santuari, istituti di carità e di assistenza…”
Cosa possono insegnare i cristiani di Terra Santa, provati dalla violenza, a quelli
dell’Occidente, forse troppo affievoliti nella fede?
“La piccola minoranza dei cristiani, schiacciata da tutti, poco presa in considerazione e povera sotto tanti punti di vista, è aggrappata alla sua identità e alle sue radici
cristiane. È un modo per dire ‘noi ci siamo’ e ‘Gesù è qui con noi’. C’è una fierezza
che deve essere sottolineata…”
Un messaggio lanciato all’Occidente e nel momento in cui l’Europa non ritiene di
citare le proprie origini cristiane nel suo Trattato costituzionale…
“Essere cristiani in Terra Santa è difficile, nonostante ciò le comunità locali lo
riaffermano ogni giorno in modo anche nuovo”.
Che significa?
“Tra i nostri cristiani si sente sempre più spesso dire, specie tra i giovani, di non
volere solo ricevere dal mondo ma anche dare. Vogliamo essere educati a dare e
costruire da noi stessi il nostro futuro. Dobbiamo aiutarli nella riflessione di fede, a
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progettare il futuro in questa Terra. Lo scambio con altre esperienze di chiesa non
potrà che giovare. Questo è quello che chiedono alla Chiesa universale”.
Quest’anno la Pasqua si celebra in un clima di ottimismo per la ripresa del dialogo israelo-palestinese. Questo nuovo clima può influenzare i Paesi vicini (Libano,
Arabia, Siria, Iraq...) e ridare equilibrio all’ordine mondiale?
“È ancora presto. L’impressione è quella di trovarci davanti ad una nuova pagina
non solo per la Terra Santa ma di tutto il Medio Oriente. Gli avvenimenti del Libano,
fino a qualche anno fa erano impensabili. Qualcosa si sta muovendo in bene ed in
modo pacifico. Le autorità palestinesi hanno vietato agli Imam musulmani linguaggi
violenti. Sono atteggiamenti che se mantenuti porteranno frutto. La Chiesa è chiamata a pregare per questo”.
Il pellegrinaggio in Terra Santa è anche un gesto di sostegno ai cristiani locali.
Che significa farsi pellegrino e come tradurlo a chi vuole recarsi nei Luoghi Santi?
“Innanzitutto non c’è nessun timore per i pellegrini in Terra Santa. Tanti pellegrini
stanno tornando. Pellegrino in Terra Santa significa tornare al Vangelo. Leggere il
Vangelo qui scuote e suscita nuove domande di fede”.
A cura di Daniele Rocchi
Servizio Informazione Religiosa della Conferenza Episcopale Italiana
Colletta per la Terra Santa
Ai Reverendi Parroci e Sacerdoti
della Chiesa di Napoli
Carissimi,
Desidero di nuovo rivolgermi a voi in favore della Terra Santa che occupa nel tempo odierno larghi spazi sui mezzi di comunicazione sociale e nel cuore della Chiesa
intera, a causa della triste situazione che colpisce i suoi abitanti e dove le stesse
comunità cristiane costituiscono un anello importante e significativo dell’immensa
catena dei testimoni che ci collega storicamente ai primi discepoli di Cristo.
Se per delle ragioni puramente economiche queste comunità dovessero scomparire, i luoghi santi della cristianità diventerebbero semplicemente dei musei o come dei
corpi senz’anima. Perciò, il sostegno morale e spirituale dei fratelli cristiani di Terra
Santa, che anche a causa del conflitto israelo-palestinese versano oggi in gravissima
difficoltà e sono sempre più tentati di emigrare per sopravivere, è pertanto un’urgenza indilazionabile. Il Santo Padre Giovanni Paolo II manifesta costantemente la Sua
paterna vicinanza ai Cristiani della Terra Santa.
Nell’Udienza ai partecipanti all’Assemblea della “Riunione delle Opere in Aiuto
alle Chiese Orientali” (R.O.A.C.O), il 24 giugno 2004, ha sottolineato l’importanza
di tale Colletta: “La comunione solidale, che unisce tutti i credenti in Cristo, è la Col390
letta per la Terra Santa, tradizionalmente raccolta il Venerdì Santo in ogni parte del
mondo. I miei venerati Predecessori hanno sempre raccomandato a tutte le Comunità
cristiane la cura per la Chiesa madre di Gerusalemme. Occorre perseverare, pregando intensamente per la pace dei Popoli che vivono nella Terra di Gesù. Ai Cristiani
tanto provati da perdurante violenza e da numerosi altri problemi che producono impoverimento economico, conflittualità sociale, avvilimento umano e culturale, non
venga meno il sostegno dell’intera Chiesa cattolica”. In realtà, quanto si promuove
a favore della Terra Santa è un atto di squisita e doverosa fraternità, che esprime in
maniera reale che cos’è per tutti i cristiani la terra di Gesù.
La presenza cristiana in Terra Santa, sebbene sia quella di una piccola minoranza,
può, inoltre, giocare un ruolo importantissimo fra le due comunità in lotta. I cristiani
hanno in comune con i fratelli ebrei i valori biblici e con i musulmani la lingua araba.
Chi meglio di loro può costruire un ponte tra questi due mondi? Fino a quando la
carità dei cristiani resterà attiva lo scontro tra giudei e arabi sarà meno duro. Aiutare i
Cristiani è, allora, compiere un gesto dalle dimensioni interreligiose, al servizio della
pace costruita nella giustizia e nella reciproca riconciliazione. Non è vano ricordare
che la pace nel mondo passa per Gerusalemme Città della Pace, Città Santa e Capitale del monoteismo, come la chiamò il Papa Paolo VI.
Vi invito pertanto a promuovere con particolare impegno la Colletta per la Terra
Santa, trasferendola anche quest’anno da Venerdì al Giovedì Santo, giorno di maggiore affluenza alle celebrazioni liturgiche, in modo che più ampio sia il coinvolgimento dei fedeli nella preghiera e nella solidarietà per i cristiani della terra di Gesù.
Unito a tutti voi nella preghiera al Dio della pace, vi benedico di cuore.
+ Michele Card. Giordano
Vescovo di Napoli
Olocausto
Il 15 marzo, il Cardinale Jean-Louis Tauran, Archivista e Bibliotecario di Santa
Romana Chiesa, si è recato a Gerusalemme, per partecipare, quale Rappresentante
del Santo Padre, all’inaugurazione del Nuovo Museo della Storia dell’Olocausto,
presso il Mausoleo Yad Vashem. Il suo discorso, pronunciato nella giornata di ieri, è
stato reso pubblico questa mattina.
Il Cardinale Tauran ha assicurato i presenti della “vicinanza spirituale di Papa Giovanni Paolo II e della solidarietà della Chiesa Cattolica”. Giovanni Paolo II visitò
il Mausoleo di Yad Vashem il 23 marzo 2000, in occasione del suo Pellegrinaggio in
Terra Santa. Nello Yad Vashem, Memoriale della Shoà, sono custodite alcune urne
contenenti le ceneri delle vittime dei campi di sterminio.
“L’edificio che abbiamo appena inaugurato” - ha detto il Cardinale Tauran - “è
un monito, una testimonianza ed un appello per il mondo intero. Nel riconoscere
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l’immensità delle sofferenze subite dal popolo ebraico, noi ci troviamo di fronte all’obbligo di restare vigili, all’esigenza di rifiutare l’indifferenza ed il terribile vuoto
di un mondo senza Dio”.
Citando il Messaggio del Santo Padre del 15 gennaio 2005, in occasione della
celebrazione del 60° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, il Cardinale Tauran ha affermato: “Papa Giovanni Paolo II ripete
ancora una volta questa mattina a tutti quelli che sono disponibili all’ascolto che noi
ricordiamo ‘l’orrendo crimine perpetrato contro la nazione ebraica’, che fu l’Olocausto, “perché tutti si rendano conto che quelle vicende tenebrose devono essere per gli
uomini di oggi una chiamata alla responsabilità nel costruire la nostra storia”.
“La Chiesa Cattolica” - ha affermato il Cardinale Tauran - “rispettando l’unicità
dell’ebraismo e rimanendo legata nella fede alla sua eredità, insegna che non vi è
posto o ragione per l’odio contro gli Ebrei. Ciò è un peccato contro Dio e contro
l’umanità”.
VIS 050317 (320)
Terra Santa: la Pasqua della speranza
“Con la presenza di tanti pellegrini in questi giorni le nostre comunità locali tornano a respirare un’aria normale. E questo è un fatto molto importante, perché aiuta a
far rifiorire la vita” “Le ferite non si cancellano in un attimo. La pace ha bisogno di
tempo: troppi soffrono ancora”
Hanno percorso la loro Via Dolorosa per quattro lunghissimi anni. Ma questa mattina di Pasqua è diversa, per i cristiani di Terra Santa. Come duemila anni fa i segni
sono piccoli. E i fori dei chiodi sulla carne sono ancora ben visibili. Eppure c’è di
nuovo una vita che prova a rinascere intorno al sepolcro vuoto. È la Pasqua 2005 che
padre Pierbattista Pizzaballa, il Custode francescano di Terra Santa, ci racconta da
Gerusalemme.
Padre Pizzaballa, il mondo torna a guardare al Santo Sepolcro. Che cosa vi
trova accanto quest’anno?
“Pasqua è la festa della riconciliazione, la festa di Cristo Risorto, nostra speranza.
E in questi ultimi mesi qui siamo stati testimoni di tanti piccoli segni di speranza”.
Ad esempio?
“Un segno concreto, molto bello, proprio di questi giorni, è la maggiore presenza
di pellegrini qui a Gerusalemme. Può sembrare una cosa banale, invece è molto importante. È così che ritorna la vita in Terra Santa. Anche da un punto di vista economico è fondamentale per molte famiglie locali poter accogliere i pellegrini. È vero,
nei Territori, soprattutto in certe zone come Betlemme, la situazione è ancora molto
difficile. Però anche lì oggi ci sono più permessi, si respira un’atmosfera nuova. Dal
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punto di vista politico, poi, l’Autorità nazionale palestinese ha preso iniziative molto
importanti. E anche gli israeliani vedono come un motivo di speranza il fatto che si
sia tornati a una relativa calma. Sono tutti semi che danno coraggio. E ci permettono
di vivere questa Pasqua all’insegna di una speranza rinnovata”.
Ci saranno gesti particolari quest’anno a Gerusalemme?
“I gesti sono quelli di sempre, ma oggi diventano particolari. Penso, ad esempio,
alla processione della Domenica delle Palme: per anni è stata celebrata in tono minore. Domenica, invece, tutto è stato fatto con la solennità dei tempi d’oro. E così anche
gli altri momenti della Settimana Santa. Tutto questo, dopo tanto tempo, torna a dare
un’idea di normalità. E questo per noi è un fatto molto importante”.
Come ricorda oggi le celebrazioni degli anni passati? La Pasqua del 2002, ad
esempio, quando si respirava un clima tesissimo.
“Il significato della Pasqua è sempre lo stesso. E io credo che abbiano avuto una
grande forza anche le celebrazioni di quegli anni. Perché, soprattutto quando tutto
intorno a te sembra buio, oscuro, chiuso, la Pasqua ti apre e ti rende libero. Ti insegna
ad accentuare l’appartenenza a Cristo Risorto, che alla fine vince sempre”.
La speranza non chiude da sola le ferite: quali Vie Dolorose restano nella Gerusalemme di oggi?
“È vero, le ferite restano aperte e per sanarle davvero ci vorrà molto tempo. Dobbiamo comprendere che occorreranno generazioni, gente che non abbia conosciuto
la violenza e abbia una base solida di pace. Dunque le Vie Dolorose sono ancora
tante. Ho in mente soprattutto le famiglie che nei Territori vivono al di là del muro,
con poche prospettive di sviluppo economico: sono tagliate fuori dalla vita. Credo
che la loro oggi sia la principale Via Dolorosa in Terra Santa”.
Lei è Custode ormai da un anno: che cosa le è rimasto più impresso di questi
dodici mesi così densi di avvenimenti?
“Ho in mente tre aspetti. Innanzi tutto l’incontro con tantissimi frati che, anche in
condizioni umanamente difficili, operano con forte spirito di appartenenza e tanto
entusiasmo. Questo per me è stato un grande segno di incoraggiamento. Poi l’incontro con la comunità cristiana locale: penso in particolare a quella di Betlemme, che
ha sofferto tanto. Vederla così forte, motivata, convinta, e soprattutto così carica di
voglia di fare è stato molto bello. Personalmente ho sempre un po’ la paura che i nostri cristiani siano troppo abituati a ricevere; invece ho incontrato persone che hanno
voglia di progettare il loro futuro, indipendentemente dalla realtà politica attuale.
Infine, ed è il terzo aspetto, il grande interesse del mondo per la Terra Santa: ovunque
vado incontro gente molto attenta - a volte fin troppo appassionatamente - a quanto
avviene qui. Credo che siano tutte energie importanti da indirizzare e valorizzare al
meglio”.
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In questi giorni si è tornato a parlare anche dei confini definitivi di Gerusalemme. Quale futuro per la Città Santa?
“Il punto fondamentale è che va garantita indistintamente la libertà di culto e di accesso ai Luoghi Santi. Ma deve essere anche chiaro che Gerusalemme è una città con
un fortissimo valore simbolico per tutti. Quali che saranno le scelte politiche, se ne
dovrà tenere conto. Andranno trovate forme anche fantasiose per far sì che ciascuno
possa sentirsi davvero presente a Gerusalemme, rispettando però i diritti degli altri.
Certo, nessuno può accampare diritti esclusivi”.
Lei conosce molto bene la società israeliana: come giudica il travaglio che sta
accompagnando il percorso di avvicinamento al ritiro da Gaza?
“Stiamo parlando di una svolta storica: si tratta di un ritiro sostanziale, non di togliere uno o due insediamenti. È, dunque, una scelta di principio, che sta lacerando.
Tutto sommato credo che sia un momento positivo. E mi sembra che il mondo non lo
stia seguendo con abbastanza attenzione. Israele sta cambiando: ci si sta ponendo domande fondamentali che sicuramente segneranno il futuro, anche a livello politico.
Certo, poi ce ne dovranno essere altre. Ma questo è già l’inizio di un cammino che
porterà lontano. E in questo percorso non dobbiamo lasciare soli gli israeliani”.
Vedendo il Papa l’altra sera durante il collegamento con la Via crucis al Colosseo veniva in mente l’ostinazione con cui, cinque anni fa, saliva i gradini
stretti e ripidi del Calvario.
“Credo che quell’immagine esprima molto bene i due volti della sua sofferenza.
Da un lato c’è la vicenda umana, che lo costringe ogni giorno di più a sperimentare
il limite. Ma dall’altro c’è la sua forza interiore che riesce sempre a superare ogni
ostacolo, ad andare oltre. Salendo quelle scale allora e con questa sua presenza di
oggi, testimonia che la vera forza non viene da noi stessi, ma dal rapporto col Signore Risorto”.
Giorgio Bernardelli
I due grandi amori di Papa Wojtyla
“La grandezza è il segno che si addice a Wojtyla” affermava l’amico vaticanista
scrittore Domenico del Rio nel “Wojtyla, il nuovo Mosè”, mentre, con intuito profetico, nel “Karol il Grande” pubblicato postumo, il giornalista sottolineava di Giovanni Paolo II “la passione di rivelare al mondo ciò che di più grandioso può esserci
sulla terra: l’amore di Dio”.
Possiamo dire che tutta la vita di Papa Wojtyla è stata un canto di amore: per la
Chiesa, per l’umanità intera, per la sua amata nazione polacca, ma anche per la creazione e l’universo. Dicendo “universo” penso a Teilhard de Chardin che Giovanni
Paolo II cita in parecchi suoi scritti. Lo scienziato e teologo gesuita scriveva: “Oggi
un cristiano può dire al suo Dio che lo ama, non soltanto con tutto il corpo e con tutta
l’anima, ma con tutto l’universo!”
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Ho avuto il piacere di conoscere Giovanni Paolo II da Vescovo e da Cardinale
quando, arrivando a Roma dalla sua Polonia, non mancava di recarsi in Segreteria di
Stato per conferire con l’allora Sostituto Angelo Dell’Acqua di cui io ero segretario. Dell’Acqua aveva un debole per la Polonia e la Chiesa polacca. Era amico del
suo Primate, il cardinale Stefan Wyszynski. Ogni volta che il Cardinale giungeva a
Roma, normalmente in treno, il Sostituto Dell’Acqua non mancava mai di recarsi
personalmente alla stazione Termini per accogliere il Porporato. Era anche un gesto,
e quanto mai significativo, della speciale attenzione da parte della Segreteria di Stato
nei riguardi della Chiesa polacca in tempi difficili di regime comunista. L’arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla fu elevato alla porpora il 26 maggio 1967 assieme al
Sostituto Dell’Acqua. Tra i due l’amicizia si rinsaldò.
Ma fu a Bruxelles che io ebbi l’opportunità di conoscere meglio e più da vicino
Giovanni Paolo II. E fu durante la sua permanenza di qualche giorno nella sede della
Nunziatura dove io vi lavoravo come addetto di quella Rappresentanza pontificia. Il
Papa volle recarsi appositamente a Bruxelles i primi di giugno ‘95 per elevare agli
onori degli altari padre Damiano De Veuster, fiammingo, martire della carità e noto
come l’apostolo dei lebbrosi che spese la sua vita nell’assistere i malati di lebbra
nell’isola hawaiana di Molokai dove morì, lebbroso tra i lebbrosi, non ancora cinquantenne.
Rammento che la visita del Papa avvenne in un momento di vivace contestazione
da parte di intolleranti e insofferenti gruppuscoli del progressismo cattolico.
A Giovanni Paolo II si contestavano alcuni recenti documenti vaticani come il
netto divieto alle donne di accedere al sacerdozio, recenti provvedimenti disciplinari
giudicati eccessivamente severi come la rimozione di Mons. Jacques Gaillot dalla
sua diocesi di Evreux in Francia, il centralismo romano…
In Nunziatura non si celava la preoccupazione di eventuali gesti e spiacevoli reazioni lungo i percorsi che la papamobile avrebbe dovuto percorrere per recarsi ai
luoghi convenuti per lo svolgimento delle cerimonie e delle visite ufficiali di cortesia. In quell’occasione il Papa non perse la sua abituale serenità di spirito e, come
se nulla fosse, condusse e concluse la sua visita in Belgio tutta impostata in piena
dimensione pastorale.
Ciò che ci colpì maggiormente durante la sua breve permanenza in Nunziatura fu
l’intensità della sua pietà eucaristica, della sua preghiera, manifestazione di profonda e vissuta comunione con Dio. Impressionò il modo con cui si abbandonava alla
preghiera; si notò in lui un trasporto direi mistico che lo assorbiva completamente,
un atteggiamento raccolto e nello stesso tempo connaturale e spontaneo, espressione
di una preghiera convinta e gustata. Quanto succedeva attorno a lui sembrava non
toccarlo, non riguardarlo. Di primo mattino lo trovavamo assorto in preghiera nella
cappella della Nunziatura. Era edificante osservare da vicino il Pontefice avvolto in
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un’aura di intensissimo raccoglimento. Ancora si ricorda la veglia di preghiera svolta nella chiesa parrocchiale francescana di Chant d’Oiseau a due passi dalla Rappresentanza pontificia. Il Papa, inginocchiato, immerso in profonda preghiera, il volto
trasfigurato e assorto, il capo chino appoggiato a una mano e la corona nell’altra,
sembrava che non volesse alzarsi più. Sembrava che avesse occhi e anima per vedere Dio. Come Papa Giovanni XXIII, prima di ogni decisione importante ci pregava
sopra e a lungo. Più seria era la decisione da prendere, più prolungata si faceva la sua
preghiera. Nei due Papi si verificava perfettamente l’amorevole sintesi tra preghiera
e azione.
Un’altra cosa ci impressionò profondamente: la sua fortissima devozione mariana.
Lo vedevamo sempre con la corona del santo Rosario in mano, aveva sempre la corona in tasca. Maria è stata il grande amore di un’intera esistenza. Nel suo testamento
il Papa metterà in calce le parole Totus Tuus, un’invocazione mariana ripresa dalla
preghiera alla Madonna di San Luigi Grignon de Monfort nel suo “Trattato sulla vera
devozione a Maria”. I suoi biografi raccontano che quel libro il giovane Karol lo leggeva di notte, nelle pause di lavoro allo stabilimento chimico della Solvay. Quando
nel luglio 1958 venne nominato vescovo ausiliare di Cracovia il suo pensiero andò
immediatamente a quel Totus Tuus che volle accanto a una grande M mariana nel suo
stemma episcopale che lo accompagnò per quasi cinquant’anni. Perfino subito dopo
l’intervento di tracheotomia, non riuscendo a parlare scrisse significativamente su un
pezzetto di carta: “Ma io sono sempre Totus Tuus”.
Alla Madonna Giovanni Paolo II si è sempre affidato con grande semplicità, con
lo spontaneo trasporto di un bimbo per la madre, con l’affettuoso trasporto di un
innamorato senza cadere in espressioni infantili o sdolcinate. Sarà al canto del Salve
Regina ad accompagnare la modestissima bara che scenderà nel sepolcro, estremo
atto di affidamento a Maria del Papa del Totus Tuus. Si racconta che mentre i “sampietrini” lavoravano alla sistemazione della sepoltura, i cardinali e i vescovi presenti
recitavano i misteri gloriosi del Rosario. Quel Totus Tuus accompagnava il Papa per
sempre. Anche dopo la morte. Eucaristia e Maria: due grandi amori che Papa Wojtyla ha voluto trasmettere e testimoniare a noi che restiamo con l’Enciclica Ecclesia
de Eucharistia e la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariæ. Non poteva essere
diversamente.
Davanti al piccolo schermo ho rivissuto l’agonia straziante che fu di Giovanni
XXIII durata tre giorni, tra assopimenti e sprazzi di lucidità. Ho rivissuto quell’indimenticabile 3 giugno 1963, la visione di quella piazza gremita di gente in preghiera e
tutte quelle persone inginocchiate che guardavano verso la finestra del Papa morente
che rendevano omaggio a due grandi Pontefici che hanno avvicinato la gente e che
la gente ha amato.
396
Ora, con negli occhi e nel cuore l’edificante indimenticabile ricordo del Papa che
ci ha appena lasciati, siamo colmi di fiducia per il nuovo Pontefice ben sapendo che
il Signore, come ha provvidenzialmente inviato Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni
Paolo I e Giovanni Paolo II, ci dona Benedetto XVI, Joseph Ratzinger, uomo da
Lui preparato fin dall’eternità per condurre al largo la barca di Pietro.
fra Marco Malagola ofm
Il Pellegrinaggio in Terra Santa di Papa Giovanni Paolo II:
un ricordo commosso
L’anno del Grande Giubileo del 2000 resterà legato nel ricordo di questa terra divisa alle immagini del pellegrinaggio di Papa Giovanni Paolo II: in contemplazione
della Terra Promessa dall’alto del Monte Nebo, salutato dai Capi della Comunità
musulmana all’interno del Haram al-Sharif con sullo sfondo la Qubbat al-Sakhrah,
bianco e minuscolo nei pressi dei massi ciclopici del Muro Occidentale in un gesto
carico di attesa e di futuro, in preghiera nella Grotta della Natività a Betlemme e
nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, in un crescendo di incontri e di
emozioni con un chiaro messaggio di pace e di amicizia per tutti gli abitanti di questa
terra, Cristiani, Ebrei e Musulmani, un messaggio allargato al mondo che assisteva
via satellite ad un fatto straordinario.
Immagini commoventi nella loro semplicità rivoluzionaria per chi ha presente il
passato e il presente di inimicizie, incomprensioni, offese, scontri e molto sangue
versato tra le popolazioni di questa terra, legate dal patto di fede con il Dio di Abramo. Immagini che rimandano ad un altro momento tra i più significativi del pontificato di Papa Giovanni Paolo II, che resterà nella memoria del nostro secolo: l’incontro interconfessionale dei credenti in Dio svoltosi ad Assisi nella cornice dei luoghi
legati alla figura di Francesco di Assisi. Una giornata indimenticabile e storica.
Incontrarsi, accettarsi, conoscersi pregando insieme lo stesso Dio, per non essere
più di scandalo a chi giudica i credenti dalle loro opere più che dalle loro opinioni
teologiche... per non dare la possibilità di seminare ancora odio a chi cerca pretesti
per nascondersi dietro la fede in Dio per scopi inconfessati che nulla hanno a che
fare con la religione...
Quella lunga catena di abiti sacrali, dalle talari dei vescovi cristiani, al tallit ebraico, al sari giallo del Dalai Lama, alla galabiyah e al turbante dell’ulema musulmano,
a fare corona alla figura bianca del Papa, davanti alla piccola cappella della Porziuncola, quasi un omaggio al piccolo uomo (il Poverello di Assisi) che in tempi non
meno difficili dei nostri aveva capito il messaggio d’amore per tutti gli uomini e le
creature che viene dalla fede in Dio...
Dalla Porziuncola, il luogo più amato da Francesco di Assisi, affidato come una
preziosa eredità ai suoi figli e seguaci...il Poverello era partito per l’Egitto dove a
397
Damietta si confrontavano gli eserciti cristiani e musulmani. Dopo aver inutilmente
predicato pace nell’esercito cristiano, Francesco, in compagnia di frate Illuminato,
aveva attraversato le linee cristiane per recarsi a predicare lo stesso messaggio ai
nemici, come aveva letto nel Vangelo.
L’incontro di Francesco a Damietta con il nipote di Salah ed-Din al-Ayyubi (il
Saladino della nostra memoria storica vincitore della battaglia di Qarn al-Hattin nel
luglio del 1187) si inserisce in un percorso di pacificazione che possiamo leggere nei
consigli che il Sultano morente diede a suo figlio el-Malek al-Zaher governatore
di Aleppo: “Io ti raccomando a tutta la potenza di Dio, fonte di tutti i benefici. Fai la
volontà di Dio che ti addita la via della pace. Provvedi a non versare inutilmente il
sangue, poiché il sangue versato non s’assopisce mai più. Cerca di cattivarti la simpatia dei tuoi sudditi, tutela con saggezza gli interessi della comunità musulmana,
dal momento che Dio ed io stesso non ti abbiamo dato altro incarico che di assicurare
la felicità dei fedeli. Per ben governare, devi anche cattivarti la simpatia degli emiri
e dei ministri. Io sono diventato grande come mi vedi solo per aver conquistato il
cuore degli uomini con la mia bontà verso di loro. Non nutrire giammai sentimenti
ostili verso nessuno”.
Testamento che ha un parallelo in quanto scrisse Francesco nella Regola ai frati
che desideravano andare tra i Saraceni: “Qualsiasi frate che vorrà andare tra i Saraceni e altri infedeli, vada con il permesso del suo ministro e servo... I frati... possono
comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi. Un modo è che non facciano
liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani... L’altro modo è che, quando vedranno che piace al Signore,
annunzino la parola di Dio perché essi credano in Dio Onnipotente Padre, Figlio e
Spirito Santo, Creatore di tutte le cose e nel Figlio Redentore e Salvatore e siano
battezzati e si facciano cristiani...”.
Incontrarsi nel nome di Dio che è pace per conoscersi e diventare amici, come è
sempre succeduto in Terra Santa nella lunga storia di scontri ma anche di convivenza
pacifica tra Ebrei Cristiani e Musulmani, coscienti di condividere le stesse tradizioni
bibliche, e la fede in Allahu al-Akbar, il Dio Altissimo di Abramo. Prima di Francesco le fonti monastiche palestinesi ricordano con disarmante semplicità Santo Stefano del monastero di San Saba il quale, secondo il suo biografo Leonzio di Damasco,
“mostrava compassione e pietà non solo per i cristiani ma anche per i musulmani”,
superando con l’universalismo dell’amore cristiano le difficoltà e differenze imposte
dalla contingenza politica. Nella Vita di Giorgio di Koziba, il biografo fa dire al santo
monaco: “La reverenza è il fondamento di tutta la comunità dei santi. Infatti vi dico,
fratelli, che non c’è pagano, né ebreo, né samaritano che non sia amato e diletto da
Dio e dagli uomini, se è dotato di vera reverenza e mansuetudine, poiché in ogni
gente chi teme e riverisce Dio è a lui ben accetto”. È il sentimento di gratitudine e
398
di stima per l’Uomo di Dio che mi è stato espresso ieri dagli amici Musulmani della
Via Dolorosa (“Era un uomo buono che tanto ha fatto per il popolo palestinese!”) e
dagli amici Ebrei (“Un uomo che ha operato più degli altri per la riconciliazione!”)
che mi hanno contattato telefonicamente per esprimere le loro condoglianze per un
lutto di famiglia.
In Terra Santa noi Francescani ricorderemo Papa Giovanni Paolo II prima di tutto
per la lettera inviata al Ministro Generale il 30 Novembre 1992 per il 650 anniversario della bolla Gratias agimus di Papa Clemente VI con la quale i santuari ci furono
affidati. Dopo aver ricordato i diversi campi dell’opera assistenziale, pastorale, e culturale che la Custodia ha svolto nei secoli passati e continua a svolgere nel difficile
presente, il Papa ricorda la lettera precedente di Papa Pio XII per il 600 anniversario,
e le affettuose dichiarazioni di Paolo VI, che al ritorno del suo Pellegrinaggio nei
Luoghi Santi, testimoniò ‘grata ammirazione a quanti benemeriti figli di San Francesco nel corso dei sette secoli svolsero con tanta abnegazione prezioso e fecondo
servizio di fedele apostolato”.
“Sulla loro scia, desidero anch’io far pervenire agli zelanti Padri della Custodia di
Terra Santa e a tutto l’Ordine dei Frati Minori, la mia fervida esortazione a proseguire sul cammino aperto dai loro Confratelli con la stessa generosità e dedizione
evangeliche, dando alla Chiesa un esempio luminoso di fedeltà all’incarico ricevuto
e testimoniando ai fedeli del luogo, ed a quelli che vi si recano in devoto pellegrinaggio, amore e adesione a Cristo, Redentore dell’uomo”.
Una dedizione e attaccamento messi a dura a prova nella primavera del 2002 durante l’assedio della Basilica della Natività a Betlemme. I frati isolati nel loro convento tra i due contendenti in una faida sanguinosa che un diplomatico americano
ebbe il coraggio di chiamare “medieval siege!”, furono personalmente rincuorati e
incoraggiati dal Papa a resistere con appelli giornalieri al mondo che restano una
sintesi dell’insegnamento alla pace di Papa Giovanni Paolo II. Il Papa che proprio in
quell’anno nel messaggio del Decalogo di Assisi per la pace firmato al termine della
Giornata di Preghiera per la Pace nel mondo celebrata ad Assisi il 24 gennaio 2002
aveva ripetuto: “Non vi è pace senza giustizia; non vi è riconciliazione senza perdono reciproco... L’umanità deve scegliere tra l’amore e l’odio”, mettendo la giustizia
e l’amore a fondamento di tutto, esortando a imparare dal passato che la pace senza
giustizia e senza perdono non è una pace vera!
L’attacco dell’esercito israeliano a Betlemme iniziò il 29 marzo, Venerdì Santo. La
Via Crucis al Colosseo diede l’occasione al Papa di esprimere il suo grido di dolore
e di sgomento: “Pace a te Gerusalemme città amata dal Signore!”
Nel pomeriggio del 30, giornalisti e miliziani palestinesi e gente comune cercò
rifugio nel convento francescano e poi in basilica mettendosi sotto la protezione del
luogo santo e dei frati francescani e dei monaci ortodossi! Il messaggio del matti399
no di Pasqua divenne un appello accorato al mondo (Sembra che sia stata dichiarata guerra alla pace! titolò L’Osservatore Romano!): “Comunità cristiane di ogni
continente, chiedo a voi, con trepidazione e speranza, di testimoniare che Gesù è
veramente risorto e di operare perché la sua pace blocchi la drammatica spirale di
soprusi e uccisioni che insanguinano la Terra Santa, sprofondata ancora una volta
in questi ultimi giorni nell’orrore e nella disperazione. Ma la guerra nulla risolve,
arreca soltanto più vasta sofferenza e morte, né servono ritorsioni e rappresaglie. La
tragedia è davvero grande: nessuno può rimanere silenzioso e inerte, nessun responsabile politico o religioso! Alle denunce seguano atti di solidarietà, che aiutino tutti a
ritrovare il mutuo rispetto e il leale negoziato. In quella Terra Cristo è morto e risorto
e ha lasciato, come muta ma eloquente testimone la tomba vuota. Distruggendo in
se stesso l’inimicizia, muro di separazione tra gli uomini. Egli ha riconciliato tutti
per mezzo della Croce ed ora impegna noi, suoi discepoli, a rimuovere ogni causa di
odio e di vendetta”.
Concetti ripresi al momento del Regina Cœli di Lunedì di Pasqua: “Oggi vi invito
a pregare in modo particolare per gli abitanti di Betlemme, la città della nascita di
Gesù, la quale in questo momento sta vivendo ore difficili e si trova in grave pericolo. Giungono infatti notizie tristi e preoccupanti che hanno turbato l’atmosfera del
giorno di Pasqua, che dovrebbe essere festa di pace, di gioa e di vita. Con grande apprensione e dolore il Papa è vicino a questi fratelli e sorelle, come lo è anche la Chiesa intera che prega e lavora perché abbia presto fine un così doloroso calvario”.
Qualche giorno dopo: “Anche le ultime notizie provenienti da Gerusalemme mi
rattristano profondamente. La violenza, la morte e le rappresaglie non possono che
spingere ancora di più le popolazioni civili, siano esse palestinesi che israeliane,
verso la disperazione e l’odio. Possa un immediato cessate il fuoco insieme con un
rinnovato senso di umanità, nel rispetto della legge internazionale, far tacere le armi
e far sentire la voce della ragione! Per questo vi invito a unirvi nella preghiera”.
Nella domenica successiva, festa della Divina Misericordia: (La Chiesa è mobilitata per elevare una) “concorde supplica in un’ora tanto grave per tutta l’umanità.
Laddove falliscono le armi e le diplomazie il Cuore di Dio può cambiare i cuori degli
uomini, in particolare di quanti hanno la responsabilità e il potere di compiere i primi
passi necessari, anche se costosi, per avviare le parti in lotta verso accordi giusti e
dignitosi per tutti”.
Ricevendo in udienza i rappresentanti delle tre religioni monoteistiche: “Porgo un
cordiale benvenuto al gruppo che rappresenta i Responsabili religiosi delle tre religioni monoteistiche presenti in Terra Santa, che di recente si sono riuniti ad Alessandria... La nostra missione di uomini e donne religiosi ci spinge a pregare per la pace,
a proclamare la pace e a fare quanto è in nostro potere per contribuire alla fine di
questo massacro. Ribadisco la ferma determinazione della Chiesa cattolica ad opera400
re per una pace giusta. Che Dio onnipotente benedica i vostri sforzi per promuovere
la riconciliazione e la fiducia nell’amato popolo della Terra Santa.
Gli appelli diventano giornalieri. 7 Aprile: “Quando tutt’intorno domina la logica
spietata delle armi, solo Dio può condurre i cuori a pensieri di pace. Come dimenticare che Israeliani e Palestinesi, seguendo l’esempio di Abramo, credono nell’unico
Dio? A Lui che Gesù ci ha rivelato come unico Padre misericordioso, si leva oggi la
corale preghiera dei cristiani, i quali ripetono con San Francesco d’Assisi: Signore
fa di me uno strumento della tua pace. Il mio ricordo, in questo momento, va alle
Comunità dei Francescani, dei Greci Ortodossi, degli Armeni Ortodossi, che vivono
ore difficili nella Basilica della Natività. A tutti assicuro la mia costante preghiera”.
Il 16 aprile, durante un’udienza concessa al Patriarca Latino di Gerusalemme, il
Papa telefona direttamente ai frati. Lo racconta Mons. Michel Sabbah: “Visibilmente commosso, il Papa a un certo punto mi ha domandato di parlare al telefono con
fra Ibrahim Faltas, il portavoce dei frati presenti nella Natività. Io ho composto il
numero. Il Santo Padre lo ha salutato, gli ha chiesto informazioni, lo ha ringraziato
per il servizio che tutti i Francescani, come testimoni di pace, stanno facendo nella
Basilica e fatto loro coraggio”.
Il 21 Aprile parla ai fedeli di un Quotidiano Pellegrinaggio Spirituale che lo riporta
a Betlemme: “In particolare ogni giorno mi reco spiritualmente a Betlemme, nella
Basilica della Natività, là dove ho vissuto momenti indimenticabili nel corso del
mio pellegrinaggio giubilare. Da quasi venti giorni la Basilica e gli edifici annessi
sono teatro di scontri, di ricatti e di insopportabili scambi di accuse. Quel luogo, e
tutti i Luoghi Santi, siano prontamente restituiti alla preghiera e ai pellegrini, a Dio
e all’uomo. Maria Santissima ottenga per le parti in conflitto il coraggio della pace
e per la comunità internazionale la tenacia della solidarietà. Che Israeliani e Palestinesi possano imparare a vivere insieme e la Terra Santa torni finalmente ad essere la
Terra sacra e Terra di pace!” E questo fino al termine dell’occupazione e dell’assedio
il 10 Maggio seguente.
Il ricordo era per quei luoghi che aveva visitato da vescovo di Cracovia durante il
Concilio nel 1963 avendo come guida un Francescano di Terra Santa, e dove aveva
sostato e pregato durante il pellegrinaggio giubilare del 2000 in un clima di serenità
e di concordia che faceva presagire tempi migliori per tutti.
Ora che ci ha lasciato, più intenso si fa il ricordo del suo passaggio tra di noi qui in
Terra Santa durante quel pellegrinaggio iniziato sulla cima del Nebo in un pomeriggio di sole primaverile il 20 marzo del 2000.
“ Qui sulle alture del Monte Nebo do inizio a questa tappa del mio pellegrinaggio
giubilare -disse il Papa in basilica-. Penso alla grande figura di Mosè e all’Alleanza
che Dio fece con lui sul Monte Sinai. Do grazie a Dio per l’ineffabile dono di Gesù
Cristo che sigillò l’Alleanza con il suo sangue e portò la Legge a compimento. A lui
401
che è “l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine” (Ap 22, 13), io
dedico ogni passo di questo viaggio nella terra che fu la sua”.
Iniziava così quel viaggio da lungo tempo desiderato e che le contingenze politiche
di una regione instabile invitavano ogni volta a rimandare ad una data più propizia.
Una settimana di preghiera e di incontri con le Autorità politiche e religiose, e con i
fedeli delle diverse confessioni e religioni nel caleidoscopio di Gerusalemme e della
Terra Santa lasciando una profonda impressione in tutti. Una settimana da tregua di
Dio come nei tempi antichi, in un mondo diventato improvvisamente fraterno messi
da parte rancori e inimicizie.
Ad Amman ricevuto dalla giovane coppia reale da poco salita al trono, in Israele
dalle massime Autorità dello stato ebraico in un incontro caloroso, a Betlemme da
Arafat e Signora preceduto dall’ intervento letto nel campo dei rifugiati di Deheisheh
appena visitato: “Durante tutto il mio Pontificato mi sono sentito vicino al popolo
palestinese nella sua sofferenza. Siete stati privati di molte cose che rappresentano
necessità fondamentali della persona umana...”.
Per me, in particolare, quel viaggio è legato alla sua visita al Memoriale di Mosè
sul Monte Nebo, dove da decenni operiamo per ridare alla Chiesa e ai visitatori quel
luogo di preghiera e di grande suggestione di pace. Papa Giovanni Paolo II, al termine della sua visita di preghiera in basilica, è stato bravo a far diventare l’angolo della
montagna ai piedi del simbolo cristologico in ferro battuto con il serpente innalzato
sul legno, una icona del suo pellegrinaggio in Terra Santa.
Doveva essere una breve visita di preghiera, ‘non una visita archeologica’, aveva
insistito Padre Tucci nel primo incontro a Amman nel mese di dicembre. Ringrazio
la Provvidenza, se la visita, che fu di preghiera e di grande commozione e familiarità,
si protrasse per quasi due ore, con il fuori programma del messaggio al Padre Giacomo Bini Ministro Generale dei Frati Minori, e della visita archeologica alla basilica
con un Pellegrino di eccezione desideroso di sapere e di vedere, con le reazioni di
tutti i pellegrini.
Il Papa ascoltava le mie parole, man mano che procedevamo in basilica e reagiva
al ricordo della pellegrina Egeria salita sulla montagna nel quarto secolo, la quale,
grazie alla scoperta del suo itinerario nel 1884, aveva reso possibile l’identificazione delle rovine visibili sulla cima della montagna con il Memoriale di Mosè: “Sì,
sì, Egeria”, a sottolineare l’eccezionalità della testimonianza di una pellegrina, che
Bibbia alla mano aveva percorso infaticabile per tre anni le strade del Vicino Oriente
biblico, dall’Egitto al Sinai, alla Mesopotamia, al monte Nebo, muovendosi sempre
da Gerusalemme.
All’interno della basilica, mentre i bambini del coro del Terra Sancta College intonavano un canto di saluto, gli indicavo il nostro dono, che avrebbe portato con sè in
Vaticano, la copia in scala ridotta dell’iscrizione in mosaico della chiesa della Vergi402
ne a Madaba, traducendogli il testo greco: “Se vuoi guardare Maria Madre verginale
di Dio e il Cristo da lei generato re universale figlio unico dell’unico Dio, purifica
mente carne e opere. Possa tu purificare con le tue preghiere il popolo di Dio”.
Dopo una lunga pausa con il Papa inginocchiato, iniziava la breve cerimonia di
preghiera con la lettura di Deuteronomio 34, l’episodio della salita di Mosè sulla
montagna per contemplare la Terra Promessa al termine della vita e del suo peregrinare, al quale il santuario è dedicato, seguita dalle parole di ringraziamento del
Papa:
“In questo primo giorno, sono particolarmente felice di salutare lei, Padre Ministro Generale, e di rendere tributo alla magnifica testimonianza che i figli di San
Francesco danno in questa terra con il servizio fedele della Custodia nei luoghi santi
attraverso i secoli”.
Quando gli dissi che l’altare sulla testata orientale della navata meridionale era
indicato come la tomba di Mosè, ebbe la stessa reazione di Egeria, la pellegrina del
quarto secolo: “Ma se nella Bibbia è scritto che nessuno sa dove sia sepolto!”. Poi
mi chiese: “Ma Egeria era italiana?”. “No Santo Padre, veniva dalla Spagna, da Finis
Terræ in Galizia”. “Ah! Gallieca!”. Mostrandogli il battistero, gli dicevo che ancora
oggi i cristiani delle diverse confessioni di Giordania qui venivano a battezzare i loro
figli. Allora mi chiese se in chiesa si celebrava ancora, e se anche i Musulmani e gli
Ebrei vi venissero a pregare. Gli raccontai di Abu Odeh, il nostro vecchio guardiano,
al quale, durante i lavori di restauro della basilica, ricordavo l’ora della preghiera:
“Allora gli faceva da muezzino!”.
Al centro della chiesa, si erano riorganizzate le suore con i bambini per un prolungato e rinnovato saluto tra le proteste risentite di Padre Tucci. Il Papa stava per
dirigersi verso la porta, e Mons. Stanislao fu obbligato ad indicargli il passaggio tra
le colonne del lato nord che gli avrebbe dato la possibilità di visitare l’antico-diaconicon/battistero da noi scoperto nel 1976 con lo splendido mosaico pavimentale
eseguito nel 530 da tre mosaicisti arabi cristiani di Madaba.
Lì, davanti al mosaico, mi chiese dei Moabiti: “I Moabiti erano nemici di Israele?”.
Gli risposi facendo presente le origini moabite di Davide. Ebbe un attimo di sorpresa
al ricordo di Rut: “Ah Rut, Rut!”. E al ricordo dei cristiani della regione, che nell’antichità si consideravano eredi del mondo biblico, fossero Israeliti, Moabiti, Ammoniti o Edomiti radunati nell’unica Chiesa di Cristo/Davide che li aveva conquistati,
raggiungemmo l’esterno dirigendoci verso il simbolo cristologico. Sulla piattaforma
appositamente costruita, prima da solo, a contemplare il panorama biblico, poi, ad
un suo cenno, in mia compagnia: il Mar Morto, la foce del fiume Giordano, Gerusalemme (“ma che ora non si vede...questa mattina era uno splendore, Santità!”),
Gerico, il tracciato della strada percorsa dai pellegrini fino a Hesban... le steppe di
Moab... (“Steppe?”). Complice un microfono acceso posto davanti a noi, la conver403
sazione è diventata un happening a ricordo di un pomeriggio indimenticabile con il
Papa illuminato dal sole del tramonto che piantò simbolicamente un ulivo che sulla
montagna ancora ricorda il suo passaggio come augurio di pace per le popolazioni
della regione.
Un Papa sereno e felice di essere lassù alle porte della Terra Promessa, che ricordo
ospite per un momento di sosta nel nostro conventino, e che, aiutandosi con il bastone, dopo una pausa sulla porta per un’esitazione provocata dal mio preavviso di stare
attento al gradino sulla soglia, mi lasciò con un sorriso e una benedizione. Grazie,
Santità, e torni ancora!
fra Michele Piccirillo ofm
Studium Biblicum Franciscanum
Articolo pubblicato dedicandogli l’intera pagina 11 dell’Osservatore Romano del
7 aprile 2005
Internet
The recent death of the Holy Father John Paul II and the election of his successor
Benedict XVI have had a big impact on the internet all around the world. According
to Zenit.org, internet traffic has been very high for the Vatican website during most
of the past month of April. The same has been true for most catholic websites.
Christusrex.org, our web space provider for almost a decade, had a strong month
too. According to Alexa.com, which performed the statistical analysis shown here,
Christusrex.org ranked 12416, among the millions existing websites, on April 5th.
Following is an interesting string of mail which I had with Michael Olteanu, the
founder and manager of Christusrex.org, about this subject. It appears that we might
count on something like 5 millions different users!
fra Eugenio Alliata ofm
Statistiche
Wed, 4 May 2005
Dear Father Eugenio,
I just published the statistics for the month of April 2005. Due to the exceptional
events in the Vatican, the access numbers are the highest we have ever seen:
- 18.5 millions of file hits,
- 442 Gbytes of data transferred
- 1,064,000 unique client machine addresses. As far as judging our success, this is
the most important number, over a million unique users. Please keep in mind that this
number is usually multiplied by 4, due to the fact that the vast majority of the Internet
users are still using some form of dial up, with the same pool of IP addresses being
404
used multiple times by different users (they are dynamically assigned a new address
from their Internet Service Provider’s pool of IP addresses every time they dial in).
In the old days we used to multiply this number by 7, not we use a factor of 4.
This means that approximately 4 million different people accessed our machines.
Great, this is the good news!
Now for the bad news. I kept monitoring each server and they have been doing
well even at a peak of 81 HTTP requests per second. The router has been doing well
as well.
The T1 line has been running for extended periods of time in the 97-100% utilization
range and on several occasions it has been a bottleneck, impacting the user response
time. No wonder that I received complaints about the “servers being too slow” for
the first time in many years.
We’ll keep monitoring the line utilization and I fully expect it to gradually go down
to lower numbers. If the situation persists, we have a capacity problem that needs be
addressed in the next few months.
As Mother Theresa used to say: “Tutto quello che facciamo non è che una goccia
nell’oceano, però se non lo facciamo, quella goccia mancherà per sempre!” [We
sometimes feel that what we do is just a drop in the ocean, but the ocean would be
less because of that missing drop.]
May God have mercy on us all!
Michael Olteanu
Thu, 5 May 2005
About the number of the users, do we not have to take into account the function
performed by caches of local servers too?
fra Eugenio Alliata ofm
Thu, 5 May 2005
Dear Father Eugenio,
You are right, all local servers offer some kind of local caching. Depending on
the amount of Internet traffic and the amount of memory allocated to cache, the
average persistence of the cached pages varies between several seconds and several
days. They probably take care of about 10% of the total traffic (comparable to the
way caching works on our own servers, a shown on the very last line for SERVUS
statistics on the separate SERVUS page).
There is another facility called NAT (Network Address Translation) used on all
enterprise firewall machines, which protects the enterprise by not advertising the real
IP addresses of the enterprise machines, but translates them into another (class C)
address range. The way the bogus addresses are assigned is similar to the way Internet
405
Service Providers assign addresses to dial up machines out of a pool, therefore the
same bogus address (which is the address our server sees) is assigned to multiple
people over a period of a month (our reporting period).
Between the local cache and the NAT, I would conservatively add another million
users, so the total is at least 5 million different users.
Thank you!
Michael Olteanu
Una testimonianza di accoglienza in convento
Carissimi amici di Terra Santa,
Con questo passo del Vangelo descrivo un antipasto della mia esperienza. “Non ci
ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando
ci spiegava le Scritture?”
Non saprei come cominciare... rendo grazie a Dio per l’esperienza che ho fatto da
voi.
Ho rimandato la mia intenzione lo scrivervi perché desideravo far passare quel
tempo necessario affinché digerissi bene il tutto. Mi rendo conto che vorrei parlare
con tutti voi e dirvi un sincero grazie dal profondo del mio cuore con un forte
abbraccio per tutto... la vostra accoglienza è stata più che facilmente descrivibile.
Molto sono stato colpito dal luogo ma soprattutto da voi, dalla presenza dell’amore
tra voi... segno dell’amore di Dio. Mi avete dato la più bella testimonianza che
l’amore esiste e che non è un’illusione del mio cuore... non mi stancherei mai di
ringraziarvi per vari motivi.
Amo vedere che l’amore di Dio dimora in voi e tra voi e che il vostro cuore si rallegra
nelle difficoltà. L’amore è quella chiave che apre alla dolcezza della carità e voi ne
date verace testimonianza. Vi assicuro che il mio viaggio non è stato vano perché mi
ha dato e continua a darmi dentro quel soffio di gioia che mi fa sorridere al mondo...
grazie, per aver aperto a noi giovani la possibilità di vivere l’amore vicendevole, per
aver dato vigore alla speranza... di un mondo che ha bisogno d’amore.
Personalmente vi ho nel cuore come parte di vita che rafforza la mia via. Il cammino
della mia vita assume sempre nuove vie ma non distolgo lo sguardo dalla meta. Molto
rammarico mi prende nel non poter dire ad ognuno di voi di essere sempre forti e
tenaci nella vostra missione. Dal vostro esempio traggo carica per le mie decisioni,
determinazione nel voler amare come dice Padre Pio “senza riserva alcuna”. Non
voglio insegnare il credo agli apostoli, ma parlerei con voi dell’amore che prende
forma nei sorrisi vostri come anche negli sguardi, pur stanchi, di chi invoca il sincero
amore e vorrebbe urlarlo al mondo...
406
Mi trovo in imbarazzo a scrivere perché la gioia è tanta e le parole non rendono
giustizia a quel sentimento che per due settimane mi ha accompagnato. Non renderò
mai giusta forma e espressione a quel che vorrei dirvi, l’unica parola e grazie…
grazie a Dio per ogni vostro “Si”, il vostro Fiat all’amore di Dio rende viva la terra
arida del suolo che toccate così come rende pace a quegli occhi di chi crede in Dio
per mezzo vostro. Non è mai descrivibile la sensazione di gratitudine che esprimo
a nostro Signore per questo dono che mi ha fatto e so che sono solo al principio di
tutto... un dono che è insegnamento a donare ciò di cui tutti noi siamo portatori nel
cuore. Come mai potremmo rendere grazie a Dio per il dono della vita che ci rende
ogni giorno e tanto meno per la fiduciosa speranza dona Lui che sempre... sempre,
non viene meno?
Tutto il mondo vive 1’aridità della mancanza del Suo amore... voi siete il buon
giardiniere che porta acqua ai cuori secchi in un luogo che è terra insanguinata...
siete coltivatori d’amore... è vero se dico di avere un po’ di sana gelosia nel vedervi
invasi dall’amore divino ma nello stesso tempo vado fiero della croce di Cristo che
ci permette di amare, anche se imperfettamente, la vita.
Io non vengo da un mondo di rose e fiori, ma dal mondo che l’uomo invano cerca
di evitare… magari con altre religioni, terapie di psico-guarigioni, droghe... come
Francesco mi chiedo e chiedo a Dio: Signore che cosa vuoi che io faccia? Non
vi scrivo per lodare voi ma Dio che per mezzo vostro ama senza confine, senza
conoscere distinzione di religione, senza distinzione di nazionalità, di lingua, di
ceto... senza distinzione di... cuori.
Si rallegra l’anima mia sapendo che vivete la Sua pace, anche se in ognuno di
noi vive quel rapporto strettamente personale che rende unici, irripetibili e su tutto
amati... mi viene in mente quel passo biblico dove il buon Signore ci dice di quanto
siamo preziosi ai suoi occhi, di quanta stima ha di noi, di come ci ama di un amore
eterno...
Queste poche parole non sono per uno di voi, ma per tutti e desidererei tanto
ringraziare ancora una volta tutti voi, per la vostra disponibilità, tutti i frati che sono
in infermeria che tanto si sono preoccupati e ci hanno sorretto nelle loro preghiere.
Con ciò vi chiedo di pregare… so che è follia dirlo a voi ma è per dirlo prima di tutto
a me stesso, un mio auto-invito a prendere coscienza dell’importanza della preghiera
nella vita di un fedele. Grazie per la semplicità dimostrata nel vivere con poco e
nulla. Quel poco e nulla, riferito non tanto nell’aspetto fisico delle cose ma la pura
semplicità sorretta dalla sola fede del vostro cuore… dal desiderio d’amare oltre il
limite possibile.
La testimonianza di questa lettera ha un fine rivolto all’invito a continuare da parte
vostra nell’impegno di tenere aperte le porte di San Salvatore alla conoscenza per
noi in cerca di vocazione della Terra di nostro Signore Gesù! Lo Spirito Santo opera
407
sempre e non è restando fissi sugli ideali che si da vita ma questa è dinamica e come
lo Spirito si muove a pari passo della vita dell’uomo… tenere le porte aperte non
è solamente del vostro convento ma si parla del cuore francescano che non ha mai
smesso di battere in Terra Santa... grazie ai cristiani che hanno dato veramente tutto.
Voi siete il corpo mistico di Francesco poggiato sul petto di Gesù… il discepolo,
quello che amava…
Sono tornato a casa felice di avervi incontrati… grazie.
Pace e bene
Mario Riccifelli
Risposta del Custode
Prot. B-0263/05
Gerusalemme, sabato 7 maggio 2005
Gen.mo Sig. Mario Riccitelli
Via G. Marconi, 6
00031 Artena- Roma
----------------------------Carissimo Mario,
Grazie per la tua entusiastica lettera! Sono - naturalmente - contento che i Frati
ti/vi abbiano fatto una buona accoglienza: è un preciso dovere, e è sempre una gioia
poter accogliere dei giovani e vederli innamorati e renderli ancor più innamorati di
questa Terra cui siamo dedicati dalla nostra vocazione di Francescani di Terra Santa!
E grazie anche per il rilievo circa i Frati dell’Infermeria: è senza alcun dubbio una
gioia per loro sapersi ricordati dai pellegrini, oggetto del loro ricordo e delle loro
preghiere.
Ti auguro che l’entusiasmo e i buoni propositi che questo pellegrinaggio hanno
saputo ispirarti, si approfondiscano nel tuo cuore e ti portino a gustare sine glossa la
Buona Novella della gioia cristiana.
Con ogni augurio di pace e bene.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
408
Esperienza di fra Fadi Azar,
giovane studente di inglese a
Washington
Dear Brothers:
I write this in order to share with you the rich experience that, has been mine this
last year at our Custody’s Holy Land Monastery here in Washington. And I write in
the hope that other friars might think about having the same rich experience.
This has been my second experience living in a Holy Land Commissariat - my
first time was in Palermo - and both experiences have given me greater love of and
devotion for the Holy Land and our work - as 1 watched the friars in Palermo and
Washington pray, work and sacrifice for the Church in the Holy Land and the life and
work of the Custody.
I have to say that living here in Washington I never felt as if I were a stranger…
and this because the friars were kind and fraternal and generous by helping me to
learn English [as I frequented daily classes in one of the best language schools in
Washington]. The Washington friars showed me their country, culture and customs.
I, in turn, lived the Franciscan life, went to school and worked as sacristan [in the
beautiful church]. As sacristan I had the opportunity to introduce or re-introduce
some aspects of our Holy Land liturgical life and customs.
In school at the ILI [International Language Institute] I studied for 24 weeks with
students from all over the world. The instructors were excellent. And for the school,
teachers, students and the entire experience -- I am really grateful.
I was very impressed by my fellow students at ILI as I observed not only how hard
they studied... but especially how hard they worked [taking on any job, even manual
labor] so as to be able to pay for their education. From them I saw the value of
education through new eyes and I learned about their countries, customs, traditions,
hopes, dreams and projects to better their own countries. I, in turn, was able to share
with them something of our Franciscan life, and things about the Holy Land, Jordan,
and the situation in Palestine [which was unclear to them].
I am grateful to the Custos and Discretorium not only for giving me the chance to
study at ILI... but also and especially for the opportunity to live in a part of the Custody
which, before my coming here, was a reality only in photos and magazines.
But the main benefit of my Washington experience was and is a new, better, clearer
vision and understanding of our Franciscan life... summed up for me in the words
open to the spirit and itineranza.
fra Fadi Azar ofm
409
Benedetto XVI in Terra Santa?
Pope Benedict XVI urged countries that do not have diplomatic relations with
the Vatican to establish such ties, in a veiled reference to China, Saudi Arabia and
Vietnam, while urging the world to resist clashes among cultures.
Some of these countries “joined ceremonies marking the death of my predecessor
and my election to the throne of Peter,” he said in his first meeting with diplomats
accredited by the Vatican since Roman Catholic cardinals elected him last month.
“I appreciated those gestures and today want to express my gratitude and greet the
civil authorities of these countries and express my wish to see them represented at
the Apostolic See as soon as possible,” he added.
“I am also thinking of countries with which the Holy See does not have diplomatic
relations yet,” he said.
Benedict, who succeeded the late John Paul II last month, did not name any
countries but Vatican experts said he was referring to China and Vietnam.
Both countries sent messages to the Vatican after John Paul II’s death on April 2
although they did not send envoys to his funeral, unlike Saudi Arabia.
Benedict said he “particularly appreciated messages from these countries, notably
those with large Catholic communities.
“I would like to say how much these communities and the people to whom they
belong are dear to me and ensure them that they are in my prayers.”
Cardinal Pio Laghi, a retired Vatican diplomat, said although it was premature to
speak of a papal trip to communist China, he believed “the Vatican is working to
create the conditions for this trip.”
“The pope can decided to continue travelling, as did his predecessor, or concentrate
his diplomatic activity on certain key countries where John Paul II was unable to
go,” said Laghi on Telepace, a Vatican-linked Catholic television station.
John Paul II never visited China, Vietnam or Russia.
Laghi also said the Benedict XVI “has in mind a trip to the Holy Land.”
During his audience with the diplomatic corps Benedict XVI urged the world
to “overcome the temptation of clashes among cultures, ethnicities and different
worlds”.
“Altogether, joining our efforts, the Christian communities, state leaders, diplomats
and all people of good will are called upon to create a peaceful society,” the Germanborn pope said, speaking in French.
“To achieve this, all peoples have to draw from their spiritual and cultural heritage
the best values they have to go forward without fear of others, accepting to share
410
spiritual and material well-being for the benefit of all.”
Recalling his experience as a youth in Nazi Germany, he said, “I come from a
country where peace and brotherhood are dear to the hearts of all the inhabitants,
particularly those who, like me, have known the war and the separation among
brothers belonging to the same nation because of devastating and inhuman ideological
reasons.
“You can therefore understand that that I am particularly sensitive to dialogue
between all people to overcome all forms of conflict and tensions, and to make of our
earth an earth of peace and brotherhood,” he said.
Thu May 12. Vatican City (AFP) –VIS
Benedetto XVI Vescovo di Roma
Sabato pomeriggio 7 maggio Benedetto XVI ha dato inizio al suo ministero di
Vescovo di Roma prendendo possesso della “sua” cattedrale, la basilica di San
Giovanni in Laterano che si trova a due passi dalla nostra Delegazione di Terra
Santa. È stato un grande abbraccio del nuovo Vescovo di Roma con i suoi nuovi
diocesani.
Dopo il rito dell’insediamento ufficiale è seguita la solenne concelebrazione
eucaristica da lui presieduta. Calorosa è stata l’accoglienza delle migliaia di romani
convenuti in basilica che hanno salutato il Papa al suo passaggio. Molti hanno
seguito la solenne cerimonia nella piazza antistante la cattedrale dove erano collocati
i maxischermi mentre moltissimi, come il sottoscritto, hanno preferito seguire la
funzione dell’insediamento dal piccolo schermo.
Sulla cattedra di Vescovo di Roma Benedetto XVI ha lanciato un proclama su
come vede la sua missione di pontefice. “Il Papa - ha affermato testualmente - non
è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario: il ministero
del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola. Egli non
deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa
all’obbedienza verso la Parola di Dio di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di
annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo”. Papa Ratzinger ha fatto
immediatamente capire che non intende la carica papale come un esercizio solitario
del potere ma un compito svolto in collaborazione con i vescovi successori degli
apostoli. Applausi ha suscitato nella folla il suo richiamo alla posizione di Giovanni
Paolo II contro tutte le errate interpretazioni della libertà… “La libertà di uccidere
non è una vera libertà, - ha detto - ma una tirannide che riduce l’essere umano in
schiavitù”. Il Papa, ha poi aggiunto, “deve avere la consapevolezza di essere un
uomo fragile e debole - come sono fragili e deboli le sue forze - costantemente
bisognoso di purificazione e di conversione”.
411
Commovente è stata la finale del suo discorso carico di emozione e accolto con
entusiasmo dalla folla: “Cari Romani, adesso sono il vostro Vescovo. Grazie per
la vostra generosità, grazie per la vostra simpatia, grazie per la vostra pazienza!
In quanto cattolici, in qualche modo, tutti siamo anche romani. Con le parole del
salmo 87, un inno di lode a Sion, madre di tutti i popoli, cantava Israele e canta la
Chiesa: “Si dirà di Sion: L’uno e l’altro è nato in essa…” (v. 5). Ugualmente, anche
noi potremmo dire: in quanto cattolici, in qualche modo, siamo tutti nati a Roma.
Così voglio cercare, con tutto il cuore, di essere il vostro Vescovo, il Vescovo di
Roma. E tutti noi vogliamo cercare di essere sempre più cattolici, sempre più fratelli
e sorelle nella grande famiglia di Dio, quella famiglia in cui non esistono stranieri”.
Con queste parole, cariche di emozione e accolte con sincero entusiasmo Benedetto
XVI ha dato voce ai suoi sentimenti.
Ha lasciato un segno nei cuori di centinaia di migliaia di persone la prima omelia
del suo pontificato in San Pietro, accolta con tanto entusiasmo da suscitare oltre una
trentina di applausi. Aveva detto: “Non devo portare da solo ciò che in realtà non
potrei mai portare da solo. La vostra preghiera, cari amici, la vostra indulgenza, il
vostro amore, la vostra fede e la vostra speranza mi accompagnano”. Abbiamo notato
una novità, un’espressione di inusuale familiarità nei messaggi pontifici: “Amici, cari
amici” ripetuti più volte nel discorso. “Cari amici, in questo momento io posso dire
soltanto: pregate per me, perché io impari sempre più ad amare il Signore: pregate
per me. Pregate per me perché io impari sempre più ad amare il suo gregge. Pregate
per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi”.
Benedetto XVI ha richiamato il suo forte legame con Giovanni Paolo II mettendo
in luce un’amicizia vera. Colpisce che la parola amicizia nell’omelia è ritornata con
frequente insistenza. Del resto i giovani, si sa, vivono sulla loro pelle e nel loro cuore
tutta la carica vitale dell’amicizia. Sembra quasi d’intuire che l’amicizia sarà una
delle chiavi del carattere pastorale di Benedetto XVI: riscoprire e condividere con
tutti l’esperienza dell’amicizia con Dio e con Cristo.
Se Benedetto XVI ha parlato di “dittatura del relativismo”, ha anche parlato
dell’urgenza, anzi dell’imprescindibilità della misericordia perché “Cristo è
misericordia di Dio inviata agli uomini”. Quanti, come me, hanno sentito il discorso
di apertura del Concilio l’11 ottobre 1962, ricordano l’impatto dell’enunciazione
che fece il Papa di allora, Giovanni XXIII, dicendo che la Chiesa da allora in avanti
avrebbe preferito la medicina della misericordia alle condanne. “Era veramente una
svolta epocale – scrive lo studioso Giuseppe Alberigo, tra i massimi esperti del
Vaticano II - che la Chiesa romana ha fatto fatica a fare propria. C’è stato impegno,
le condanne sono state meno frequenti e clamorose, ma certamente un’assunzione
piena di questo stile di misericordia sembra sia ancora in cammino”.
412
Credo che Benedetto XVI non mancherà di sorprendere. Un giornalista, che alla
notizia della nomina a pontefice del cardinale Ratzinger mi aveva inviato un SMS
dicendosi deluso per quel nome, qualche giorno dopo dallo stesso giornalista me
n’è arrivato un altro: “Il nuovo Papa mi sta convertendo”. Chi l’ha conosciuto da
vicino per consuetudine di lavoro racconta di un uomo che irradia serenità, mitezza,
spiritualità. Uomo intelligente, fermo nei principi e di grande spessore intellettuale.
Sa ascoltare anche le obiezioni e modulare la risposta. Voleva tornare ai suoi studi,
aveva intenzione di dare alla teologia un linguaggio moderno e accessibile alla
gente. C’è da pensare che si svilupperanno potenzialità che prima erano forse rimaste
inespresse. In fondo non bisogna dimenticar che servizi diversi richiedono diverse
responsabilità.
Come opportunamente scriveva lo storico Andrea Riccardi, fondatore della
Comunità di Sant’Egidio: “Ascoltando le parole di Benedetto XVI, mi è tornato alla
mente il discorso dell’incoronazione di Giovanni XXIII, nell’ottobre 1958, quasi
mezzo secolo dopo. Papa Roncalli, che si confrontava con l’imponente magistero
di Pio XII, con la sua statura di diplomatico e uomo di governo, sottolineava con
molta spontaneità: ”Ogni pontificato prende una sua fisionomia dal volto di chi lo
impersona e lo rappresenta”. Così sta succedendo con Benedetto XVI: uno stile
nuovo, uno spirito nuovo.
La Chiesa si affida a un uomo di 78 anni dal volto sereno di un timido fanciullo,
uomo di grande energia e cultura che fa pensare a un Agostino. Qualcuno ha
accennato, in considerazione dei sui 78 anni, a un Papa di transizione. Anche Papa
Roncalli, quasi ottantenne, veniva considerato di transizione. Altro che transizione
se pensiamo al coraggio di annunciare un Concilio a soltanto tre mesi dalla sua
elezione. E poi avviarlo. Papa Giovanni XXIII sarà ricordato nella storia del secolo
scorso come il Papa ”inizio degli inizi”.
Disse Papa Ratzinger rispondendo a un giornalista:”Non voglio considerare la
mia vita al condizionale, cioè come avrebbe potuto essere. Penso che si può e si deve
vivere la propria vita accettandola così com’è…” “Non v’è niente di più bello che
essere raggiunti e sorpresi da Cristo". Allora lasciamoci raggiungere e sorprendere
da Cristo e consentiamogli di entrare nelle nostre vite. Spalanchiamogli le porte - per
riprendere il grido che fu la bussola del pontificato di Giovanni Paolo II - e diamo
spazio alla gioia, perché “Chi crede, afferma Papa Ratzinger, non è mai solo”. “La
Chiesa è viva”. È un invito a percepire che la fede è una forza, è un invito. Uomo di
grande fede, per Papa Ratzinger la fede, prima di essere messaggio, è vita vissuta. A
Benedetto XVI il merito di aver rimesso in scena il primato della fede.
fra Marco Malagola ofm
413
Un francobollo israeliano in onore di Papa Giovani Paolo II
Mercoledì 25 maggio. Nell’ufficio del Ministero delle Comunicazioni in via Jafa a
Gerusalemme, si è svolta una semplice ma significativa cerimonia per la presentazione
del francobollo emesso dalle poste israeliane in onore del papa Giovanni Paolo II.
La signora Ministro Dalia Itzik faceva gli onori di casa. Nel suo breve discorso,
dopo il benvenuto a tutti i presenti, ha espresso gioia e soddisfazione per il fatto
che la figura del Papa, che tanto ha operato per ristabilire e rafforzare i rapporti tra
cristianesimo ed ebraismo, abbia ricevuto questo segno di riconoscimento ufficiale. In
modo speciale ha saluto l’Ambasciatore della Polonia e dell’Italia; il vescovo Giacinto
Marcuzzo, in rappresentanza del Patriarca Latino di Gerusalemme; Monsignore
Gianfranco Gallone, venuto a nome del Nunzio e Delegato Apostolico; e fra Abdel
Masih Fayez Fahim che insieme a fra Jerzy Kraj hanno rappresentato la Custodia di
Terra Santa. Ai due Ambasciatori e ai tre rappresentanti delle istituzioni cattoliche
in Terra Santa la signora Ministro ha consegnato come dono una collezione di sei
francobolli che - insieme con la busta emessa per la circostanza - erano incorniciati
in un bel quadro che recava la dedica: “To his Paternity Fr. Pierbattista Pizzaballa
ofm. Custos of the Holy Land. With Compliments. Mrs. Dalia Itzik. Minister of
Communications. May 2005”.
Brevi discorsi di circostanza sono stati pronunciati dai due Ambasciatori, dal
Mons. Gallone e dal vescovo Marcuzzo. Tutti hanno espresso congratulazioni i
ringraziamenti al Governo israeliano per questo storico gesto. Non sono mancati
i complimenti al signor Izak Granot, disegnatore del francobollo, presente tra gli
invitati.
La tavola imbandita, attorno alla quale si è svolta la presentazione, ha completato
l’atmosfera familiare che ha distinto questo particolare incontro, segno di fraternità
delle due religioni nate e cresciute in Terra Promessa.
fra Jerzy Kraj ofm
Discreto di Terra Santa
Israel dedica un sello de correos especial a Juan Pablo II
El miércoles, 25 de mayo de 2005, en la oficina del Ministerio de Comunicaciones,
en la calle Jafa de Jerusalén, se desarrolló una simple, pero significativa ceremonia
de la presentación del sello de Correos emitido por Israel en honor del Papa Juan
Pablo II. La presidenta era la señora Ministra Dalia Itzik. En su breve discurso
ha manifestado alegría y satisfacción por el hecho de que la figura del Papa que
ha hecho tanto por acercar el cristianismo al hebraísmo ha recibido esta señal de
reconocimiento oficial y ha dado la bienvenida a todos los presentes.
De modo especial ha saludado al Embajador de Polonia y de Italia, al obispo
414
Giacinto Marcuzzo, que representaba al Patriarca Latino de Jerusalén, a Monseñor
Gianfranco Gallone, venido en nombre del Nuncio y Delegado Apostólico, y, en
fin, al P. Abdel Masih Fayez, que junto con el P. Jerzy Kraj han representado a la
Custodia de Tierra Santa.
A los dos Embajadores y a los tres representantes de las instituciones católicas en
Tierra Santa, la señora Ministra ha entregado como regalo una colección de 6 sellos
de Correos, que junto con el sobre emitido por las circunstancias estaban enmarcado
en un hermoso cuadro con la dedicación.
El cuadro regalado a la Custodia lleva esta inscripción en inglés: A su Paternidad
Fr. Pierbattista Pizzaballa ofm. Custodio de Tierra Santa, con afecto. Mrs. Dalia
Itzik, Ministra de Comunicaciones. Mayo de 2005.
Los dos Embajadores y Mons. Gallone y el obispo Marcuzzo pronunciaron breves
discursos de circunstancias. Todos expresaron felicitaciones y agradecimientos
al Gobierno de Israel por este hecho histórico. Además, han felicitado al señor
Izak Granot, hebreo de origine polaco el diseñador del sello, presente entre los
invitados.
La mesa preparada en torno a la cual se desarrolló la ceremonia completó la
atmósfera familiar que ha distinguido este encuentro particular bajo el signo de
fraternidad de las dos religiones nacidas y crecidas en la Tierra Prometida.
fra Agripino Cabezón ofm
Rivista Juthouruna
Martedì 7 giugno. A Betlemme è stato presentato nella sala dell’Azione Cattolica,
il primo numero della rivista “Juthouruna (nostre radici)”, la rivista dei giovani palestinesi cristiani. “Finalmente ce l’abbiamo fatta, dopo tanto tempo di preparazione
e lavoro continuo” dice all’Agenzia Fides Charlie Abu Saada, Direttore di Juthouruna.
Durante la festa, cui hanno partecipato circa 350 giovani delle varie regioni, soprattutto di Gerusalemme e Betlemme, la nuova rivista è stata ufficialmente presentata alla gente e soprattutto ai giovani cristiani, visto che sono loro gli interessati e
i destinatari diretti di questa iniziativa. È stato proprio un giovane a presentarla ai
suoi coetanei. Sono intervenute alla festa Autorità civili e religiose. La serata è stata
animata dal coro della scuola francescana femminile di Betlemme. “Chiediamo la
preghiera per noi, per poter avere la forza di continuare in questa nostra missione
- dice Charlie Abu Saada -. Speriamo di poter seminare la speranza e la forza nei
giovani, per poter dire no alla tentazione, no all’odio, no alla guerra”.
Agenzia Fides 8/6/2005
415
Fermo impegno della chiesa per la promozione dei rapporti con l’ebraismo
Giovedì 9 giugno. Il Santo Padre Benedetto XVI, nel ricevere i Membri della
Delegazione dello International Jewish Committee on Interreligious Consultations
(IJCIC), ha ricordato che l’incontro “ha luogo nel quarantesimo anniversario di promulgazione della Dichiarazione del Concilio Vaticano II Nostra Ætate, i cui insegnamenti sono stati il fondamento dei rapporti fra Chiesa cattolica e Popolo Ebraico”.
“Il Concilio Vaticano II” - ha aggiunto Papa Benedetto - “riafferma che la Chiesa
di Cristo riconosce che gli inizi della sua fede si trovano già in Abramo, Mosé e nei
Profeti” e la Dichiarazione Nostra Ætate “raccomandò una maggiore mutua conoscenza e stima fra cristiani ed ebrei e deplorò gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell’antisemitismo dirette contro gli Ebrei. All’inizio del mio Pontificato,
desidero assicurarvi che la Chiesa rimane fortemente impegnata, nella catechesi ed
in ogni aspetto della sua attività, nella promozione di questo decisivo insegnamento”.
“Negli anni che seguirono il Concilio” - ha affermato Papa Benedetto - “i miei
predecessori Papa Paolo VI e, in particolare, Papa Giovanni Paolo II, diedero un
forte impulso al miglioramento dei nostri rapporti con il Popolo ebraico. È mio proposito proseguire questo cammino. La storia dei rapporti fra le nostre due comunità
è stata complessa e non sempre facile, tuttavia sono convinto che ‘il patrimonio
spirituale’ comune a Cristiani ed Ebrei (...) porterà ad ‘un futuro di speranza’. (...)
Contemporaneamente, la memoria del passato rimane per ambedue le comunità, un
imperativo morale e fonte di purificazione nella nostra preghiera e nel nostro adoperarci a favore della riconciliazione, della giustizia, del rispetto della dignità umana e
per quella pace che, in definitiva, è dono del Signore. Per sua propria natura, questo
imperativo deve includere una riflessione costante sulle grandi questioni storiche,
morali e teologiche derivanti dall’esperienza della Shoah”.
Concludendo il suo discorso, il Papa ha ricordato i diciotto incontri tenutisi nell’arco di trentacinque anni fra l’IJCIC e la Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo ed ha affermato: “Rendo grazie al Signore per i progressi compiuti in questi anni e vi incoraggio a perseverare nella vostra importante
opera”.
(VIS).
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Torna Vox, per dare voce alla solidarietà in Terra Santa
È una voce che parla di solidarietà cristiana, e che da poco è tornata a farsi sentire:
il mensile Vox, edito dalla Caritas di Terra Santa, in collaborazione con altre organizzazioni ed enti cristiani che si occupano di solidarietà, ha ripreso le pubblicazioni!
dopo un periodo di inattività dovuto a problemi economici e logistici.
Vox si propone di dare conforto e aiuto a quanti soffrono dolore e umiliazione nel
conflitto israelo-palestinese e di mostrare gesti di solidarietà concreta che oltrepassano il muro di divisione che taglia in due la Terra Santa. Un focus particolare sarà
dedicato alle emergenze umanitarie, agli appelli e ai progetti per combatterle.
Alla realizzazione editoriale di Vox partecipano associazioni e organismi cristiani
copti e ortodossi che si propongono di tener alta l’attenzione sulle difficili condizioni
umanitarie della popolazione di Terra Santa.
PA- Agenzia Fides 13/6/2005Novizi
Attività culturale della fraternità
I want to share with you some of the recent cultural events here in Washington,
events which helped to make our Custody and its work [besides that of care for
shrines and pilgrims] better known here in the USA.
Several months ago, at the invitation of Friar Romano, Guardian and Commissary, we hosted Friar Michele Piccirillo here for 10 days. During his stay, he visited
and lectured at Princeton University, the USA Library of Congress and spent an
afternoon with professors and students from local universities [Catholic University
and Georgetown].
During his stay, Friar Romano asked Fr. Piccirillo to look over the library of the
Monastery, and determine which items might be better housed or used at the Studium
Biblicum Jerosolymitanum, rather than here. Among Fr. Michele’s discoveries, and
to his great surprise, it was found that most of Fr. Golubovich’s personal library is
here in Washington. How it got here, and why, remains a mystery to be resolved.
Many of those who heard and spoke with Fr. Piccirillo were unaware of the
existence, scope and depth of the work at the Studium Biblicum. Even some Friars
were unaware of the existence of the Studium.
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In servizio per la Chiesa di Terra Santa
Initially, it was the intention of the Guardian, Father Romano to involve the laity
in the life of our Holy Land Monastery, with the help of Bro. Sebastian, his secretary.
So he began his campaign by asking the attendants of our church, and other secular
groups, if they could support and volunteer themselves for the needs of our church
and the Monastery, given the fact that a great part of the friars are elderly; and, so to
continue to provide the Monastery and the Church; we need the help of the lay people. The answer was amazing and unpredictable: 150 volunteers signed up to offer
their services for the good of their church and Monastery in various fields, each one
according to his or her possibility to serve. And the Guardian, wishing to thank and
encourage them, he invited them, on the 12th of June to a cookout in our courtyard,
to eat with the community and to get to know each other. And now some of them are
working in the library and giving tours of the church and the gardens, etc...
fra Fadi Azar ofm
Depliant
Nella Custodia, dietro suggerimento della Segreteria per i Luoghi Santi, si sta portando avanti il progetto della elaborazione di nuovi depliant per tutti i Santuari presenti in Terra Santa. A questo progetto partecipano fra Eugenio Alliata, per la parte
storico-archeologica, fra Claudio Bottini, fra Lino Cignelli e fra Enrique Bermejo
per la composizione e correzione dei testi, fra Abraham Sobkowski per la parte grafica e coordinamento del lavoro. Inoltre contribuiscono con l’apporto delle foto fra
Jerzy Kraj, fra Tomislav Vuk e fra Rosario Pierri. La fase successiva della preparazione sarà quella delle traduzioni nelle varie lingue. Già il lavoro è comunque iniziato con la collaborazione di fra Vianney Delalande e dei frati Cesar Roman e Sergio
Martínez, nonché dei frati della Casa di San Pietro in Giaffa, che si sono offerti per
la traduzione in varie lingue del loro depliant.
I Santuari interessati saranno: Acco, Cana, Naim, Nazareth (Basilica dell’Annunciazione e Chiesa di San Giuseppe), Cafarnao, Tabga e Magdala, Tiberiade, Tabor,
Giaffa, Emmaus, Ain Karem (Santuario di San Giovanni e quello della Visitazione),
Cenacolo, Santo Sepolcro, Flagellazione, Getsemani, Dominus Flevit, Betfage, Betania, Betlemme (Basilica della Natività, Campo dei Pastori, Grotta del Latte).
I diversi modelli sono terminati e in procinto di essere portati in Tipografia per la
stampa.
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I valori trasversali testimoniati da Francesco hanno le radici nel Cristo di Betlemme e della Croce
Abbiamo ricordato il 4 ottobre scorso San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia con
Santa Caterina da Siena, e per la prima volta, in base ad una recente legge approvata
dalle Camere, il 4 ottobre è stato festeggiato anche come solennità civile e come
giornata della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse.
Il riconoscimento venuto dal Parlamento italiano è sicuramente importante e cade
nel ventesimo dell’incontro interreligioso voluto e promosso, proprio ad Assisi, da
Giovani Paolo II.
Si conferma ancora una volta la ricchezza di carismi che ritroviamo nella figura
di Francesco: imitatore perfetto, e forse insuperato, di Gesù Cristo, appassionato e
fedele riformatore della vita cristiana ed ecclesiale, uomo di pace e di dialogo, dall’Umbria fino alla corte del Sultano: frutto di questo memorabile viaggio è tuttora la
presenza dei francescani in Terra Santa.
San Francesco ci offre la testimonianza di valori universali e “trasversali”: povertà evangelica che diventa educazione all’essenzialità; amore per il creato che diventa
rispetto per la natura; poesia che si esprime come canto di lode a Dio attraverso le
sue creature; cultura del perdono e della pace. Sono valori che uniscono i credenti
delle diverse religioni, i diversamente credenti e molti non credenti, e talora hanno il
potere di farci sognare come vicina l’era della fraternità universale.
Francesco però non è stato solo questo, o meglio, il Francesco che sa unire culture
e religioni diverse è il medesimo Francesco che ha iniziato la sua nuova vita davanti
al Crocifisso di San Damiano e ne ha vissuto il compimento sull’eremitaggio della
Verna, configurato anche fisicamente al suo Signore Crocifisso. I frutti che il Santo
di Assisi continua ad offrire a tutte le persone di buona volontà provengono da un
albero, lui stesso, che affonda le radici nel Cristo di Betlemme e della Croce. Senza
queste radici non avremmo avuto né Francesco né i valori che sono frutto del suo
cammino spirituale.
Non possiamo pretendere che tutti riconoscano queste radici, ma come cristiani
non possiamo ignorarle né considerarle altro rispetto ai valori universali e condivisi
del francescanesimo. Abbiamo anche la responsabilità di coltivarle, queste radici,
per non cadere nell’illusione che i frutti di Assisi possano continuare all’infinito
anche senza le radici di Francesco. E questo ci è richiesto anzitutto dall’amore per il
dialogo: non solo per condividere i medesimi frutti con chi proviene da culture e religioni diverse, ma per vedere tutti con gli occhi di Francesco, scorgendo nei cuori la
comune vocazione alla pace, il cui desiderio e nostalgia il Padre comune ha seminato
largamente, oltre i confini delle culture e delle tradizioni religiose.
+ Arrigo Miglio
vescovo di Ivrea
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Lavori di restauro nel cimitero di Knaye in Siria
La regione montagnosa della Siria Settentrionale a ovest di Aleppo è famosa per il
santuario costruito intorno alla colonna di San Simeone Stilita, e per le "Città Morte", le numerosissime località cristiane del IV-V secolo con le chiese e le abitazioni
in pietra ancora in piedi ma ormai abbandonate dai loro abitanti.
Pochi sanno che nel piccolo e bel cimitero della parrocchia di Knaye, nella Siria
Settentrionale, nella valle dell’Oronte al confine con la Turchia, ci sono le rovine di
una chiesa della stessa epoca costruita e mosaicata nello stesso modo e della quale
ha cura il francescano parroco del villaggio.
Le rovine furono scavate in tempi diversi. Il primo a interessarsene fu fra Ibrahim
Sarraf ofm quando nel 1937 decise di recintare il cimitero con un bel muro di cinta,
piantando una lunga fila di cipressi tutt’intorno, e che oggi fanno bella mostra di sé.
Fu attratto dalla devozione dei Cristiani del luogo per un monticello che si trovava
a est dell’area cimiteriale. Lo studio archeologico su quanto fu riportato alla luce, fu
pubblicato da padre Bellarmino Bagatti ofm ne La Terra Santa, Le antiche chiese di
Knaye in Siria (IV e XII sec., LTS 1953, 17-21).
Nel 1966 padre Antonio Battista, nuovo parroco, estese lo scavo in modo da chiarire l’estensione della chiesa più grande a tre absidi di epoca bizantina (21 x 13 metri) ridotta a cappella in epoca medievale (6.30 x 5metri). La novità maggiore fu la
scoperta di ampi resti del mosaico pavimentale decorato con figure di animali anche
fantastici come il grifone. I risultati furono pubblicati da fra Romualdo Fernandez
ofm nel volume dedicato al Padre Bellarmino Bagatti in occasione dei suoi 70 anni
di età (La iglesia bizantina y medieval de Qnaye, Studia Hierosolymitana I, Jerusalem 1976, 295-306).
Quest’anno fra Hanna Jallouf ha pensato bene di riordinare il cimitero, da troppo
tempo abbandonato, iniziando proprio dalla chiesa che occupa gran parte del settore
orientale con il pavimento ad una quota più bassa di un metro rispetto alle tombe.
La chiesa è stata ripulita dalle sterpaglie, consolidata e anche separata dalle tombe
circostanti con un corridoio perimetrale delimitato da un muro di contenimento in
pietra ridando alle rovine il ruolo che spetta loro: di essere testimoni di un cristianesimo che affonda le sue radici nella predicazione degli Apostoli Pietro e Paolo che
diffusero la Buona Novella nella non lontana Antiochia.
420
Chiusura di Betlemme
Richiesta di sostegno dal Sindaco di Betlemme
19 November 2005
Ref: C63/14/
His Excellency
Custos V.R. Father Pierbattista
Custody of Holy Land
Jerusalem
----------------------------------Your Excellency,
As the Mayor of Bethlehem, I find it my duty to convey to you and to the world at
large my grave concern over the serious threat that overshadows Bethlehem represented by the Israeli recent measures at the northern entrance of our town.
After encircling Bethlehem with the separation wall, the Israeli authorities have
started on the 15th of November operating the new checkpoint at the northern entrance of our Holy Town. The Israeli measures impose further hindrance and delay in
crossing the checkpoint nor only to our Palestinian people but to the visitors as well.
Tourist and pilgrims are asked to dismount from their buses especially when leaving
Bethlehem and to line in queue to be checked individually including passport examination, checking of souvenirs they brought and passing through an x-ray checking
device while the bus is being checked as well.
In fact such examination exceeds the one at the airports and borders. It is causing
a considerable delay in the tourists whole visit program and is met with their great
resentment.
As a result, several pervious bookings in Bethlehem hotels were cancelled during
the past three days. Tours operators became more than reluctant to let their tourists
visit Bethlehem to avoid disruption in their program and to escape passing through
this long bitter process.
After a standstill in incoming tourism over the past four years, during which Bethlehem has suffered tremendously, we were very glad that tourists, through with limited numbers, has gradually started to come back to Bethlehem in the recent few
months. Our expectations were growing higher especially with Christmas drawing
near.
421
Regretfully, the fore mentioned Israeli measures are liable to cause a serious decline if not a collapse to the incoming pilgrimage and tourism, our town’s major
source of revenue.
I sincerely can upon you to defend the lawful rights of the Nativity and to urgently
interfere to stop this Israeli oppressive measure.
With my best regards.
Dr. Victor Batarseh
Mayor of Bethlehem
Risposta del Custode
Jerusalem, Monday 21st November 2005
Prot. B-0764/05
Dr. Victor Batarseh
Mayor of Bethlehem
P.O. Box 48
Bethlehem
----------------------------Dear Dr. Batarseh:
May the Lord give you peace!
The Franciscans of the Custody of the Holy Land strongly share your concern over
the recent changes in the process for entering and leaving Bethlehem. We are already
joining the appropriate efforts to seek the cooperation of the Israeli authorities in
facilitating access to and from your holy city for all.
Already a year ago the Custody made known to Israeli Ministry of Defence our
concern that nothing be done to hinder the free passage of pilgrims to Bethlehem.
We were assured at that time that the opening of the new checkpoint would make the
entry and departure of visitors to Bethlehem easier not more difficult. We are very
disappointed that this understanding has not been honoured.
We are already in contact with the appropriate Israeli agencies requesting their immediate review and amendment to the procedures at the checkpoint so as to insure
the free and ready access of visitors to and from Bethlehem. I am hopeful that our
efforts along with those of others will encourage the authorities to do quickly what is
necessary to remedy the problems created by the new procedures. Should this effort
fail, the Franciscans of the Custody of the Holy Land will join in whatever broader
422
endeavour may be necessary to insure that the new checkpoint serves to facilitate
and not block the right of access for all pilgrims to Bethlehem.
Since the beginning of our presence in the Holy Land, the Franciscans have had as
our primary purpose the protection of the holy places and the protection of the rights
of the pilgrims to visit the holy places. The new procedures at the new checkpoint
present a new challenge to our ministry here and the religious rights of hundreds of
thousands of pilgrims each year. I assure you that we will actively and robustly join
you and others in the effort to set right the situation.
Sincerely,
Fr. Pierbattista Pizzaballa ofm
Custos of the Holy Land
Fr. Stéphane Milovitch ofm
General Secretary
Tre sculture di Nazareno Panzeri per Acri
L’annuale commemorazione dei Caduti d’Oltremare, il 5 novembre u.s. ad Acri, è
stata presieduta dal Rev.mo Custode di Terra Santa fra Pierbattista Pizzaballa. Hanno presenziato, assieme ai militari che operano in Israele, Siria e Libano e ad un buon
numero di religiosi, religiose e famiglie italiane della Galilea, il Col. Nicola Gelao,
nuovo Addetto Militare italiano in Israele, il Dr. Davide La Cecilia, Primo Segretario dell’Ambasciatore d’Italia e il Dr. Francesco Manca, Consigliere Politico ONU.
Al termine della liturgia, su invito del cappellano militare fra Quirico Calella
promotore dell’iniziativa, il padre Custode ha inaugurato tre nuove sculture eseguite
dell’artista francescano padre Nazareno Panzeri di Brescia. L’Autore non ha voluto
mancare alla cerimonia, accompagnato dalle benemerite signore Lauretta Ranzanigo
e Angela Parola che hanno sponsorizzato le opere.
I tre pannelli fusi in bronzo, delle dimensioni di 60 per 150 cm, sono stati collocati
uno all’interno della chiesa di San Giovanni Battista presso l’ingresso, e due nella
sottostante cripta di Sant’Andrea.
Eseguite in bassorilievo elegante e accuratamente modellato, con le spatolate piatte e levigate tipiche dello stile di Panzeri, queste opere vogliono essere un omaggio
alle bimillenarie vicende cristiane di Acri, richiamandone alcuni episodi storici e
simbolici salienti.
1) San Francesco in Terra Santa.
Il pannello a sviluppo orizzontale ideato per la chiesa è intitolato “San Francesco
in Terra Santa” e riporta, da sinistra a destra, tre scene attinte al repertorio delle storie
francescane.
423
a) Nella prima, sullo sfondo delle possenti mura crociate di San Giovanni d’Acri
con il suo porto pisano ora affondato nel mare, il Santo di Assisi è inginocchiato in
atteggiamento di contemplazione. Guarda la croce di Terra Santa, emblema della
plurisecolare presenza dei francescani nella missione d’Oltremare, mentre viene devotamente accolto da un frate che lo abbraccia e gli fa il segno di benvenuto portandosi una mano sul cuore. Con questo schema l’Autore descrive lo storico sbarco del
Poverello, avvenuto presso il porto di Acri nel 1219 al seguito della Quinta crociata,
e ne compendia anche simbolicamente le conseguenze provvidenziali per la cristianità, grazie alla futura opera dei frati minori. Riesce altresì a trasmettere la commozione dell’arrivo propria di chi, come l’Assisiate, spinto dal desiderio del martirio
e dalla premura di predicare ai saraceni, aveva lungamente accarezzato il sogno di
raggiungere la Terra Santa. I precedenti tentativi, tra il 1212 e il 1215, non avevano
avuto successo (cfr. Fonti Francescane 418), benché alcuni suoi discepoli vi fossero
riusciti, come frate Egidio che giunse pellegrino nel 1215. Finalmente nel 1219,
dopo il Capitolo di Pentecoste, San Francesco con dodici compagni, tra i quali Pietro
Cattani che era giurista e legato pontificio, si imbarca da Brindisi aggregandosi ai
rinforzi papali richiesti dal cardinale Pelagio, e corona così il suo desiderio.
b) Nel mezzo del pannello, delimitata da due alberi, si svolge la seconda scena:
“Le raccomandazioni di San Francesco a frate Elia da Cortona”. Questi è ritratto
seduto, nella posa di chi esercita l’autorità, e riceve raccolto le paterne esortazioni
e istruzioni del Santo. Un altro frate di spalle è voltato verso di lui; munito del bastone da pellegrino, è pronto a ricevere l’invio alla missione. Elia in seguito sarà il
successore di Francesco a capo dell’Ordine, ma nel 1217 fu inviato in Terra Santa
con il gruppo di frati minori che costituì, per decisione del primo Capitolo delle
Stuoie, la Provincia d’Oltremare. La Provincia guidata da frate Elia, tra le prime sei
dell’Ordine, venne denominata “Siriae ultramarinae, scilicet Terrae Sanctae sive
promissionis”. Una simpatica “fotografia” scattata dal contemporaneo Giacomo da
Vitry, all’epoca vescovo di Acri poi grande estimatore dei francescani, testimonia la
vitalità della nuova missione nella chiesa locale. In una lettera del 1220, il prelato,
lamentando che molti del suo clero correvano ad indossare l’abito minoritico, dice:
“Il signor Rainerio, priore (della chiesa) di San Michele (in Acri), è entrato a far parte
della Religione dei frati minori. Questa Religione sta diffondendosi grandemente nel
mondo intero. Il motivo è questo: che essi imitano espressamente la forma di vita
della Chiesa primitiva e la vita degli apostoli [...] Il loro maestro, che fondò questo
Ordine [frate Francesco], venuto presso il nostro esercito, acceso dallo zelo della
fede, non ebbe timore di portarsi in mezzo all’esercito dei nostri nemici e per alcuni
giorni predicò ai saraceni la parola di Dio […] Sono passati a far parte di questa
stessa Religione, Colino l’inglese, nostro chierico, e altri due dei nostri collaboratori,
cioè il maestro Michele e don Matteo, al quale avevo affidato la cura della chiesa di
424
Santa Croce. A stento riesco a trattenere il Cantore (Giovanni da Cambrai), Enrico
(siniscalco) e alcuni altri...” (Fonti Francescane 2211-2213).
c) Al celebre “Incontro di San Francesco con il sultano d’Egitto Melek el-Kamel”,
immortalato da Dante con la strofa “E poi che, per la sete del martiro, / ne la presenza del Soldan superba / predicò Cristo e gli altri che ‘l seguiro […]” (Paradiso, XI
100-102), è dedicata la scena conclusiva del pannello. Il nipote di Saladino appare
seduto su un trono con suppedaneo nell’atto di ascoltare, concentrato e riflessivo,
le appassionate argomentazioni del Serafico Padre in piedi di fronte a lui. Tra i due
personaggi trova posto il fuoco acceso, con riferimento all’ordalia, uno dei topos
dell’agiografia medievale, ricordata dalle leggende francescane relative all’avvenimento (cfr. Fonti Francescane 2691). Da Acri, via mare, Francesco e compagni
procedettero alla volta di Damietta in Egitto, dove fremevano i preparativi della sfortunata battaglia del 29 agosto 1219. I mesi antecedenti tale data furono un periodo
di trattative e patteggiamenti molto intensi. In questo contesto si inserisce la visita
del Santo al sultano, che probabilmente dovette avere anche uno scopo diplomatico.
Condotto a corte, Francesco fu ben accolto da el-Kamel, sia perché in qualche modo
ritenuto ambasciatore ufficiale dell’esercito crociato, sia perché considerato un folle
(quindi sacro per l’Islam), e soprattutto perché “uomo di Dio” vestito di lana (suf),
in pratica un sufi. Tra le diverse cronache militari del tempo, la testimonianza del vescovo Giacomo di Acri, anch’egli presente al campo crociato, informa nuovamente
sull’accaduto: “Noi abbiamo potuto vedere colui che è il primo fondatore e il maestro di questo Ordine […] chiamato frate Francino [ndr: cioè Francesco]. Egli era
stato preso da tale eccesso di amore e di fervore di spirito che, venuto nell’esercito
cristiano, accampato davanti a Damietta, in terra d’Egitto, volle recarsi, intrepido e
munito solo dello scudo della fede, nell’accampamento del sultano d’Egitto. Avendolo i saraceni catturato, disse: ‘Io sono cristiano. Conducetemi davanti al vostro
signore’. Quando gli fu portato davanti, vedendolo in sembianze di uomo di Dio, la
bestia crudele [sic!] si sentì mutata in uomo mansueto, e per alcuni giorni l’ascoltò
con molta attenzione, mentre predicava Cristo davanti a lui e ai suoi. Poi, preso dal
timore che qualcuno del suo esercito, convertito al Signore dall’efficacia delle sue
parole, passasse all’esercito cristiano, comandò che fosse ricondotto, con grande
onore e protezione, nel nostro campo, dicendogli in ultimo: ‘Prega per me, perché
Dio si degni di rivelarmi quale legge e fede gli è più gradita’” (Fonti Francescane
2227). Per San Francesco il frutto più concreto di quell’incontro, oltre all’inaugurazione di un nuovo approccio pacifico e non violento di dialogo con i musulmani, fu
l’ottenimento del “signaculum”, una sorta di salvacondotto, valevole per sé e per i
suoi frati, grazie al quale i francescani poterono spostarsi e operare liberamente nella
regione (cfr. Fonti Francescane 1855; 2154; 2228).
425
2) Arrivo dei crociati e consegna della bandiera ai frati.
I due pannelli bronzei della cripta, a soggetto allegorico l’uno e biblico l’altro,
hanno uno sviluppo verticale.
Il primo rappresenta “L’arrivo dei crociati a Gerusalemme e la consegna della bandiera ai francescani”. L’Autore svolge qui una tematica evocativa ispirata a quella
che padre Sabino De Sandoli definì “la liberazione pacifica dei luoghi santi”.
a) Partendo dal basso, il cavaliere crucesignato bardato di tutto punto incede sul
suo destriero e, dall’alto del Monte degli Ulivi, contempla Gerusalemme, la città
santa da liberare, caduta in mano musulmana. Sulla destra vi si riconoscono i due
monumenti simbolo: la cosiddetta tomba di Assalonne, la “nefesh” ellenistica della
Valle del Cedron, nota nel medioevo come “casa del faraone”, e la Cittadella di
Davide nelle cui vicende è condensata tutta la storia militare e politica della città,
essendo divenuta, di volta in volta, fortezza asmonea, erodiana, romana, bizantina,
araba ed infine crociata, prima della riconquista da parte di Saladino nel 1187.
b) In alto: dopo l’effimero Regno Latino, e caduta nel 1291 la città di San Giovanni d’Acri rimasta l’ultima roccaforte crociata, il cavaliere, deposte le armature e
ormai disilluso da ogni tentativo di liberazione armata di Gerusalemme, consegna ai
francescani il vessillo con la croce di Terra Santa. È un solenne e arrendevole passaggio di testimone, segnato dall’amara constatazione dell’inefficacia della potenza
delle armi per la riconquista dei luoghi santi. La nuova via preferita dai frati minori
della missione ultramarina, ricalcherà le orme impresse dal fondatore e si ispirerà
ai suoi insegnamenti, come quello espressamente dedicato a coloro che vanno tra i
saraceni, contenuto nella Regola non bollata: “I frati poi che vanno tra gli infedeli
possono comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi. Un modo è che
non facciano liti né dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di
Dio e confessino di essere cristiani. L’altro modo è che, quando vedranno che piace
al Signore, annunzino la parola di Dio perché credano in Dio onnipotente Padre e
Figlio e Spirito Santo, creatore di tutte le cose, e nel Figlio redentore e salvatore, e
siano battezzati, e si facciano cristiani […]” (Fonti Francescane 43). La presenza
sulla destra di San Luigi Re di Francia va letta in questa ottica. Luigi IX, il “re santo”, come veniva chiamato dai suoi contemporanei, è il re crociato per eccellenza
che, nella crociata, ha aggiunto alla corona regale quella del “martirio”. Con la sua
morte a Tunisi nel 1270, durante l’Ottavo e ultimo grande “pellegrinaggio armato”
per la liberazione di Gerusalemme, mentre tentava invano di convertire il sultano e
di evangelizzare i musulmani, si chiude definitivamente l’epopea delle crociate. Ma
essendo egli anche un figlio di San Francesco, in quanto appartenente al Terz’Ordine
francescano di cui è patrono, in qualche misura rappresenta in sé un ideale anello di
continuità, perlomeno negli intenti, tra l’impegno crociato e quello francescano per
la “liberazione” della Terra Santa.
426
3) Episodi della vita di San Paolo
Più narrativo e circostanziato è il pannello che il Maestro Panzeri ha dedicato agli
“Episodi del passaggio di San Paolo ad Acri e Cesarea”, come descritti nel capitolo
ventunesimo degli Atti degli Apostoli.
a) Nella scena inferiore: nonostante i tentativi di dissuasione da parte dei cristiani di Tiro, dove era sbarcato da una nave mercantile salpata da Pátara che faceva
la traversata della Fenicia, Paolo e compagni decidono di proseguire la rotta verso
Gerusalemme. Cosicché, racconta il testo, “terminata la navigazione, da Tiro approdammo a Tolemàide, dove andammo a salutare i fratelli e restammo un giorno con
loro” (Atti 21,7). Tolemàide o Ptolemais, è solo uno dei tanti nomi usati per riferirsi
alla stessa città di Acri / Akko / Akka / Akê / Aksaf. Tale varietà, ha commentato Italo
Calvino, sottolinea l’avvicendarsi di popoli, spesso differenti per origine e cultura
che “la travagliarono con invasioni ricorrenti” attratti, in quasi seimila anni di storia, dalla sua postazione strategica (Le città invisibili, Milano 1993, 158-161). Ma
al tempo dell’Apostolo, Tolemàide non era solo l’attracco più importante alle porte
della Palestina settentrionale. Era ormai un centro cristiano di primaria importanza e
Paolo, come era solito fare durante la sua itineranza, alla fine del terzo viaggio missionario decide di fermarvisi un giorno ospite della comunità locale. Il suo intento
dichiarato era il medesimo ovunque: rendere testimonianza al messaggio della grazia
di Dio, affidatogli dal Signore Gesù (Atti 20,23). La comunità cristiana di Tolemàide
accrebbe presto di numero e si ha notizia che, prima del finire del II secolo, la città
era già sede episcopale. L’Autore ha posto in primo piano la nave, con protome
umana in stile fenicio sulla prua, ormeggiata al molo. San Paolo, con la tunica da
filosofo e il rotolo della predicazione nella destra, viene accolto amorevolmente da
due personaggi in atteggiamento familiare. Defilato sulla sinistra, sta il peristilio del
tempio a frontone timpanato dedicato da Alessandro Magno a Zeus e Tyche. Così
esso appare nei coni monetali della città nel glorioso periodo ellenistico, poco prima
che Tolomeo II nel 281 a.C. la chiamasse dal suo nome Tolemàide.
b) La scena superiore, cui è riservato un minore sviluppo, vede San Paolo a Cesarea Marittima seduto a mensa in casa di Filippo, uno dei Sette Protodiaconi (Atti
21,8). Le quattro figlie di questi, “che avevano il dono della profezia” (Atti 21,9) incorniciano sui lati lo scenario tutto orientato verso il discorso dell’Apostolo. Anche
Agabo giunto dalla Giudea (Atti 21,10), in piedi alla destra di Filippo, vi prende parte constatando che la sua minacciosa profezia non fosse stata sufficiente a far recedere Paolo dal proposito di recarsi a Gerusalemme. “Perché fate così, continuando a
piangere e a spezzarmi il cuore?”, fu la risposta, “Io sono pronto non soltanto a esser
legato, ma a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù” (Atti 21,13).
427
L’Autore
Con questi bronzi padre Nazareno (Fernando) Panzeri ofm, classe 1935, è ormai
giunto alla sua terza realizzazione per la Terra Santa, dopo i due “Medaglioni di
papa Giovanni Paolo II” per Betlemme e Nazareth (2004). Formatosi artisticamente
nell’Accademia di Belle Arti di Brera alla scuola del Maestro Luciano Minguzzi,
nell’arco di un quarantennio di attività in Europa, e principalmente in Italia, egli
ha realizzato un numero impressionante di opere di arte sacra. Come e con padre
Costantino Ruggeri, l’altro grande esponente della scuola d’arte francescana contemporanea, padre Panzeri si è dedicato prevalentemente alla scultura e alle vetrate policrome, senza peraltro tralasciare differenti espressioni artistiche finalizzate
agli arredi liturgici di molte chiese, anche importanti. Tra queste vanno ricordate
le porte in bronzo per le chiese di S. Maria degli Angeli a Saiano (1997), S. Maria
a Castegnato (1988) e S. Giovanni Bosco a Rovato (2005). Per il Duomo di Milano ha eseguito la statua marmorea del Beato Samuele Marzorati (1985) e per la
chiesa dei Servi di Maria a Firenze la statua in travertino dei Sette Santi Fondatori
(1988). Sempre a tema ritrattistico-agiografico sono le due statue bronzee di Santa
Maria Crocifissa per Brescia (2001) e Roma (2002). Molte sue sculture a soggetto
sanfrancescano adornano piazze, chiostri e conventi in tutto il mondo, come il “San
Francesco e il Cantico delle Creature” di Vienna (2002) e il “San Francesco” di Galbem in Romania (2002). In questo filone si distinguono le sue inconfondibili “pietà
francescane”, con in primis le magnifiche composizioni per la “Via Crucis scultorea”
di Chiampo (1989), che, anche artisticamente, legano a doppio filo rosso l’Autore
con la Terra Santa. Attualmente padre Panzeri, che vive e lavora nel convento francescano di Brescia, sta scolpendo le porte di bronzo per la nuova cappella di S. Maria
degli Angeli a Ghassanieh in Siria.
fra Stefano De Luca ofm
Restauri a Tabgha
Era il 1886, quando al padre Aurelio Briante, allora Custode di Terra Santa, si
presentò la possibilità di acquistare dei terreni sulla sponda nord-occidentale del
Lago di Galilea. Con lungimiranza egli ritenne che non vi fosse che un solo frate in
grado di condurre in porto l’affare. Per questo fra Giuseppe Baldi da Napoli assunse
l’incarico delle contrattazioni. Le trattative con la tribù beduina residente e con il
governo della Sublime Porta di Beirut si rivelarono più difficili del previsto. Ma alla
fine, dopo dodici anni di tenaci sforzi (tutti minuziosamente descritti da Baldi nei
sei volumi, di 1435 pagine manoscritte, custoditi nell’Archivio di TS), nel 1894 la
Custodia entrava legalmente in possesso di tutta la zona tra Tell Hûm (Cafarnao) e
le sorgenti di et-Tabgha, comprendente anche il Monte delle Beatitudini. Nel 1905
gran parte di questo terreno fu ceduto ad Ernesto Schiapparelli che, a nome dell’As428
sociazione Nazionale per Soccorrere i Missionari Italiani (ANSMI), desiderava costruire un ospizio per pellegrini sul Monte suddetto. La Custodia riservò tuttavia per
sé il possesso delle zone dove affioravano resti di costruzioni antiche con l’intento
di esaminarli. Fu così che nel 1935 padre Bellarmino Bagatti intraprese lo scavo archeologico della Cappella delle Beatitudini con annesso monastero e nel 1968 padre
Stanislao Loffreda esplorò approfonditamente la Cappella del Primato con le sue
pertinenze. I risultati, in sostanza, confermarono l’identificazione di et-Tabgha con
Heptapegon / Sette Sorgenti, come suggeriva già il toponimo arabo, ed offrirono un
quadro del luogo, appartenente storicamente al comprensorio di Cafarnao, compatibile con i dati dei vangeli. Delle originarie sorgenti, denominate da Giuseppe Flavio
“fonte di Cafarnao” (Guerra Giudaica, III 10,8), cinque sono tuttora attive e tre di
esse vennero convogliate già in antico in un castello d’acqua di forma ottagonale.
Il castello, o “dividiculum”, fu restaurato dall’ANSMI negli anni Trenta del secolo
passato ed ora è custodito dall’Ente dell’Acquedotto Nazionale Meqorot. Nel 1936,
a seguito della rimozione per il restauro dei magnifici mosaici tardo-bizantini, sotto
la Basilica della Moltiplicazione fu individuato da A. E. Mader il tracciato di una
più antica chiesa riferibile al IV sec. Quindi, in pratica, oggi nella piana di Tabgha
rimarrebbe da scoprire soltanto uno dei molteplici ricordi evangelici localizzati qui
dai pellegrini cristiani antichi. Il testo attribuito ad Egeria (fine IV-inizi V sec.) li
enumera tutti di seguito: “1) Non lontano di lì [ndr: cioé da Cafarnao] si possono
osservare i gradini di pietra sopra i quali il Signore stette. 2) Lì c’è anche, al disopra
del mare, un prato erboso con molto fieno e molte palme e lì accanto le Sette Sorgenti, delle quali ognuna fornisce una gran quantità d’acqua. In quel prato il Signore
ha sfamato il popolo con cinque pani. La pietra sopra la quale il Signore posò i pani
è stata trasformata in altare. Da questa pietra i visitatori portano via quello che
vogliono per il loro benessere, e porta giovamento a tutti. 3) Lungo le mura della
chiesa corre la pubblica strada sulla quale l’apostolo Matteo aveva il suo posto di
dogana. 4) Nel Monte che si eleva lì vicino c’è una grotta sopra la quale salì il Signore quando insegnò le Beatitudini” (D. Baldi, Enchiridion Locorum Sanctorum,
Jerusalem 1982, 290). Non è escluso che dai pressi del monastero della Moltiplicazione la “via pubblica” salisse sulla collina per evitare i numerosi canali d’acqua che
dalle sorgenti scorrevano giù verso il Lago, ma il suo tracciato è sconosciuto. Sono
invece ben preservati i gradini “sopra i quali il Signore stette”. Intagliati nel banco
roccioso sulla spiaggia del Primato, essi sono ritenuti il luogo tradizionale presso il
quale Gesù risorto apparve agli apostoli confermando San Pietro nella sua missione
(Gv 21,1-14). Il modesto santuario odierno fu ricostruito dai francescani nel 1933
sul medesimo luogo di due precedenti e combacianti edifici di IV e di V secolo.
Successivi restauri e ricostruzioni ne avevano perpetuato il ricordo, gradualmente
esteso ai “Dodici apostoli” o ai loro “Dodici troni” (Mt 19,28), fino al 1263. Ognuna
429
di queste costruzioni, in verità, mantenne sempre in vista il banco roccioso affiorante
dai livelli pavimentali. In riferimento al pasto consumato da Cristo con gli apostoli,
questa roccia era nota ai pellegrini come Mensa Christi. Anche nei due sovrapposti
santuari della Moltiplicazione dei Pani, sia in quello a tre navate con transetto di VI
sec., che in quello mononavato del IV sec., il legame con il racconto evangelico (Mc
6,30-46) è una “roccia trasformata in altare”. Similmente, nella cappella delle Beatitudini scoperta da padre Bagatti sulle pendici del Monte (nei pressi dell’ingresso
alla proprietà dell’ANSMI, immediatamente a nord della strada moderna n. 87 verso
Qatzrin), il punto centrale venerato era la roccia di una singolare grotta naturale,
“salita la quale”, dice Egeria, il Signore tenne il celebre Discorso (Mt 5,1-12). Peraltro, questo interessantissimo santuario bizantino, come gli altri riconducibile alla
fine del IV sec., sembra costruito in funzione di questa “grotta venerata”. Sopra di
essa, per incassarvi la navata, mosaicata in due tempi diversi, e il nartece, anch’esso
mosaicato, si rese necessario sbancare una porzione di montagna. Sugli intonaci dei
muri sopravvissuti, fino al presente si scorge qualche graffito tracciato dai fedeli che
visitavano il luogo. Il santuario moderno commemorativo delle Beatitudini, su disegno dell’Arch. Antonio Barluzzi, fu inaugurato dall’ANSMI nel 1938 sulla cima del
Monte dove sorse anche l’ospizio per pellegrini.
Oggi i tre santuari delle Beatitudini, della Prima Moltiplicazione dei Pani e del
Primato di San Pietro sono delle vere e proprie oasi spirituali che attraggono un gran
numero di visitatori, specie dagli ultimi mesi di quest’anno con la ripresa consistente
dei pellegrinaggi. Per offrire una migliore qualità del servizio di accoglienza presso
l’area-giardino del Primato, la Custodia ha realizzato una serie di lavori di restauro
e abbellimento. Altri sono tuttora in corso. Le opere di ristrutturazione, dirette con
lodevole impegno da fra Ammar Shahin e fra Angelico Pilla della fraternità locale
e affidate nella parte edile alla competenza dell’Ing. Asad Hakim su progetto di fra
Alberto Prodromo dell’Ufficio Tecnico Custodiale, hanno interessato diversi settori.
Da novembre a dicembre 2004 sono stati completamente rinnovati i bagni pubblici,
adeguandoli all’utilizzo da parte dei disabili. Nei primi mesi del 2005 il conventino
francescano (costruito nel 1982 adattando un mulino ottocentesco) è stato oggetto di
manutenzione con il rifacimento delle stanzette, dei servizi igienici, di parte dei pavimenti e della cucinetta. Da aprile a giugno di quest’anno è stato portato a termine
il rinnovo integrale e l’arredamento della Casa di Accoglienza, già abitazione della
famiglia cristiana che a metà del secolo scorso custodiva la proprietà. Con le sue tre
stanze doppie dotate di tutti i comfort, comprese aria condizionata, bagni e cucine,
in aggiunta agli altri due posti letto con servizi ricavati accanto al conventino, la
struttura è a disposizione di tutti i religiosi e le religiose che desiderano trascorrere
giornate di ritiro e meditazione in questo “angolo di paradiso”. Nei mesi di luglio e
agosto, lavori di bonifica, potatura delle piante, spianamento del terreno e ripristino
del prato, hanno riguardato la proprietà e i giardini. Nuovi impianti di illuminazio430
ne dei viali e delle aree di preghiera permettono la fruizione del santuario anche di
sera, venendo così incontro a quei gruppi che, sempre più numerosi, domandano tale
servizio. L’accesso al conventino e alle strutture di ospitalità è stato abbellito con
nuovi vialetti pavimentati in pietra rosata, mentre per lo spiazzo antistante la casa dei
frati è stato scelto un pavimento di ceramica. Nei mesi di settembre e ottobre u.s. è
stata ripulita e spianata l’area presso Tannûr Ayûb (Forno di Giobbe), l’interessante
torre d’acqua circolare di epoca bizantina vicina all’ingresso. In diversi punti è stata riportata in vista la roccia naturale caratteristica della zona e sfruttata nei primi
tempi dell’era cristiana come cava da estrazione. Anche la torre è stata ripulita dalla
fitta vegetazione selvatica. Nei suoi pressi sono state collocate le tre ritrovate condutture di basalto provenienti da un antico acquedotto. Infine, con grande fatica, si
è provveduto al disboscamento e alla ripulitura della Cappella delle Beatitudini, da
decenni in stato di abbandono. Per quanto non fruibile dai visitatori, il luogo storico
tradizionale del Discorso della Montagna è adesso perlomeno pienamente visibile
dalla strada.
Il 9 novembre scorso, il Rev.mo padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra
Santa, ha inaugurato questo primo lotto di lavori con una cerimonia liturgica alla
quale hanno preso parte religiosi e religiose della Galilea. Durante l’agape fraterna
che ha seguito la funzione, egli si è congratulato con i frati per il lavoro sin qui svolto
e li ha incoraggiati a portare avanti le prossime opere.
Sono, infatti, in corso di progettazione: la creazione di una nuova area attrezzata
per le celebrazioni liturgiche; la sistemazione della proprietà presso la sorgente di
Hammâm Ayûb (Bagno di Giobbe), l’altra ben preservata torre circolare associata
dalle tradizioni beduine al biblico sapiente; l’ammodernamento del camping con
nuovo punto mensa e nuove docce; la ridipintura della Cappella del Primato con
l’adeguamento dell’impianto elettrico; e la collocazione di un pannello musivo commemorativo della storica visita del 24 marzo 2000 di papa Giovanni Paolo II. Si
sta inoltre pensando di porre in opera una porta di bronzo per il santuario, con le
raffigurazioni di tutte le memorie cristiane di Tabgha: la moltiplicazione dei pani e
dei pesci, il discorso delle Beatitudini, l’apparizione di Gesù risorto agli apostoli su
questa sponda del Lago e il conferimento del primato a San Pietro.
fra Stefano De Luca ofm
La Chiesa di espressione ebraica compie 50 Anni
Nel 1955, grazie al Patriarca Gori, veniva fondata l’Opera San Giacomo, l’istituzione