Safer Internet Day: intervista - Autorità garante per l`infanzia e l

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Safer Internet Day: intervista - Autorità garante per l`infanzia e l
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12-02-2014
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Luigi Zingales Piero Ignazi Sofia Ventura Senza Frontiere Archivio: Berselli Archivio: Giorgio Bocca Blog Foto Video Sei in: Home > Attualità > 'Safer Internet day': cosa fare per... Intervista 'Safer Internet day': cosa fare per non lasciare i ragazzi soli nella Rete I siti pedopornografici nella black list della Polizia Postale sono 1641. Ma i pericoli sono tanti, prima di tutto il bullismo 'virtuale' ma pericolossimo tra adolescenti. In occasione della giornata internazionale per la 'rete sicura' il garante per l'infanzia Vincenzo Spadafora spiega cosa si può fare per difendere i più giovani di Michele Sasso Altan Precedente Successivo 115270
La subcultura musicale, il disagio giovanile, le tendenze della moda e il cyberbullismo passano tutti dalla Rete. Gioie e dolori per i nati negli anni duemila. Una volta il bullismo era reale, oggi è ancora più insidioso nelle piazze virtuali. E così i pericoli dietro alle pagine web, come gli adescamenti online: nel solo 2013 la Polizia postale ha inserito nella sua blacklist 1.641 siti pedopornografici, mentre 28.063 sono in totale quelli conosciuti. Per capire tutti i rischi che corrono gli adolescenti (uno su quattro vaga in rete fino a dieci ore al Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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giorno mentre la metà degli under 18 italiani non ha bisogno di una postazione grazie alla diffusione di wifi e smartphone) ecco il Safer Internet Day, la giornata internazionale per la rete sicura. In Italia con la piattaforma di generazioniconnesse si sono inventati la campagna “Se mi posti ti cancello”: un video sulla propria esperienza della rete da caricare sul sito entro il 15 maggio. I cinque autori che passeranno le selezioni verranno coinvolti in una web serie sul tema. Tra i promotori, insieme al Ministero dell’Istruzione ci sono Save the Children, Telefono azzurro e il garante per l’infanzia e l’adolescenza, Vincenzo Spadafora, con cui parliamo dell'iniziativa. Da dove siete partiti? «Il problema principale è stato capire che la Rete è una delle componenti della socialità dei ragazzi, dobbiamo farci i conti ed evitare che diventi il luogo delle violenze verbali. Molto spesso i ragazzi quando si trovano a gestire gli insulti via facebook si trovano da soli e non riescono a reagire, hanno timore. Quali i pericoli maggiori? «L’insulto personale e denigratorio rimane tracciato in rete, potenzialmente per sempre. Se da un gruppo oda una classe partono le offese verso un coetaneo, il gesto viene amplificato facendo perdere soggettività alla vittima che rimane per sempre il ragazzo insultato, uno stigma perenne. Così si perde il resto di se stessi». Come si previene il cyberbullismo, che secondo gli adolescenti è la minaccia numero uno nella loro vita, prima della droga? «Nella maggior parte dei casi le vittime non si confidano. Dobbiamo accrescere la consapevolezza dei ragazzi, tra spirito critico e condivisione di valori, rafforzando le occasioni di dialogo e l’ascolto e soprattutto spiegare cosa fare anche ai genitori, spesso più impreparati dei figli». E gli altri rischi? «C’è chi si scatta foto senza vestiti o fa video in atteggiamenti “spinti” e poi magari li invia. In inglese si chiama “sexting” ed è estremamente rischioso. Per segnalare tutti gli abusi abbiamo creato una hotline di difesa. C’è poi da evitare il preoccupante furto di identità di un adulto per entrare nei siti di scommesse sportive, porno o di acquisti online: non è una ragazzata, è un reato a tutti gli effetti». Come fare prevenzione senza diventare censori? «Se non si sentono più liberi c’è un passaggio netto dei minorenni su altri social network meno invasi dai genitori e adulti: abbiamo osservato un travaso da Facebook a spazi come Ask.fm , Snapchat o WhatsApp. Funzionano così bene perché lì possono osare. Non possiamo far altro che osservarli». Dove arriva la libertà della Rete? «Non c’è normativa né esistono codici di autoregolamentazione che agiscono a livello internazionale per obbligare i gestori dei siti ad intervenire. Possiamo solo lavorare per far conoscere anche i pericoli e prevenire con atteggiamenti più accorti». 12 febbraio 2014 © Riproduzione riservata Tag Safer Internet Day pedopornografia bullismo Vincenzo Spadafora Garante per l'infanzia e per l'adolescenza cyberbullismo 3/3
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Ragazzi, fuga da Facebook Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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