Vuoi fare il volontario in Ospedale?

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Vuoi fare il volontario in Ospedale?
www.ilperiodico.it
Eur Torrino News Pubblicazione mensile
ANNO VI n° 8 settembre 2008
Editrice: Service & Business 2001
Direttore Editoriale: Sergio Di Mambro
Direttore responsabile: Riccardo Alfonso
Redazione: Via degli Eroi di Rodi, 214
Tel. 06.5083731
Grafica: Fabio Zaccaria
Stampa: Ripoli snc
Hanno collaborato:
Marta Cecchini, Francesca
Colaiocco, Fabio Zaccaria, Stefano
Ursi, Emanuele Merlino, Alessia
Niccolucci, Augusto Culasso,
Simonetta Mulas, Cristina Cese.
Per la pubblicità su “Eur Torrino News”
telefonare al numero: 06.5083731
oppure al 380.3965716
La direzione si riserva il diritto di valutare
i testi pervenuti.
Il materiale non verrà restituito.
Vuoi fare il volontario in ospedale?
Cinema: Hancock
Planet Cinema: le anteprime di settembre
Booklet. Tre album per approfondire…
SIgur Rós. La musica che viene dal freddo
Open Space. La rubrica del software libero
Planet Flowers
Intervista a Laura Cuttica
Bau & Miao. La rubrica degli animali
Consiglio Regionale Informa
Intervista al neopresidente di Poste Italiane
Giovanni Ialongo
Il telaio di Elena
Romalive informa: Municipio XII
Teatro
Visita ai nuovi laboratori per la ricerca dell’IFO
Municipio XII informa
Moda
La Regione Informa
Consiglio Regionale straordinario su Alitalia
La rubrica dei tarocchi
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Editoriale
:sommario
Finito di stampare nel mese di:
settembre 2008
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Editoriale:
Cari lettori,
Grafica: Romalive
Il ciclo della vita si ripete ancora una volta. Si
torna dalle ferie, con gli occhi ancora pieni del
sole estivo che ha accompagnato il brevissimo
periodo di riposo, e la mente già proiettata verso
la durissima stagione di lavoro che inizia.
In questo numero di settembre dell’Eur Torrino
News abbiamo lavorato per presentarvi, come di
consueto, un prodotto aggiornato, spaziando dal
cinema alla politica, dalla medicina alla ricerca,
dalla moda alle notizie istituzionali, fino alle utilissime pagine dei nostri sponsor.
Nelle pagine di questo numero troverete l’intervista al neo-Presidente di Poste Italiane, dott. Giovanni Ialongo, un dettagliato reportage di interviste e pareri dal Consiglio Regionale sulla vicenda Alitalia, un viaggio all’interno dei laboratori di
ricerca scientifica dell’IFO, la recensione del libro
di Daniele Camilli ed Emanuele Trevi sulle vicende
della Guerra d’Etiopia e l’intervista al Presidente
del XII Municipio Pasquale Calzetta, oltre alle
news di Municipio XII informa.
Solo un assaggio, dunque, di quello che l’Eur Torrino News di questo mese offre ai suoi lettori.
Riprendono, contestualmente, le trasmissioni televisive sulle emittenti regionali Televita (ogni
giovedì, h 20.15), Teleambiente (ogni giovedì, h
22.00), Reteoro (ogni giovedì, h 23.45) e da ottobre Gold Tv (ogni venerdi, h 20.15) e Lazio Tv
(ogni lunedi, h 20.30).
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eur torrino news
] a cura di Sergio Di Mambro [
Inoltre, nel periodo estivo sono nati altri portali
informativi che raggiungono tutto il territorio della regione Lazio e nazionale: italialive.org, laziolive.it, eurtorrinolive.it, frosinonelive.it, latinalive.it, rietilive.it e viterbolive.com, sui quali potrete trovare, in tempo reale, la versione integrale
dei servizi TV.
Insomma, una finestra aperta sull’attualità, partendo dal proprio territorio per arrivare alle vicende nazionali ed internazionali.
Buona lettura
Vuoi fare il volontario
in Ospedale?
] di Piero Pugi [
ll’incrocio tra la Via Pontina
e il Grande Raccordo Anulare, sorge un grande complesso articolato in diversi edifici
esteticamente pregevoli.
A
Al loro interno, dall’autunno 2000, è ospitato l’I.F.O. (Istituti Fisioterapici Ospitalieri)
che comprende sia il Polo Oncologico Regina Elena che il Polo Dermatologico San
Gallicano; il primo fondato nel 1933 ed il
secondo nel 1725; ambedue hanno lasciato
le relative obsolete sedi storiche ubicate, rispettivamente, al Policlinico Umberto I e a
Trastevere.
Questo complesso era stato progettato e
parzialmente costruito come albergo ma,
successivamente, era stato acquistato dalla
Fondazione San Raffaele che lo aveva trasformato in ospedale; dopo varie vicende,
fu ceduto alla Regione Lazio; ancor oggi
molte persone usano la precedente denominazione, anche se non è più valida.
La possibilità di usufruire di prestazioni in
una struttura modernamente attrezzata e di
ricevere le cure all’ avanguardia in campo
oncologico e dermatologico, hanno ulteriormente incrementato la notorietà di questi due trademarks, Regina Elena e San Gallicano, diventati ormai sinonimo di eccellenza in campo ospedaliero.
Con la notorietà crescente è pertanto aumentato l’afflusso di pazienti provenienti
ora non solo dal Lazio, ma anche dalla
Campania, dalla Calabria e dalla Puglia; tutto ciò sta mettendo a dura prova la capacità
operativa del personale medico e paramedico.
In questa situazione emerge la crescente importanza e utilità delle associazioni di volontariato che affiancano, senza sostituirle,
le strutture interne.
Una di queste è l’A.M.S.O. (Associazione
per l’Assistenza Morale e Sociale negli Istituti Oncologici);
Essa fu fondata nel 1968 allo scopo di fornire un servizio di sostegno e informazione ai
malati ricoverati presso l’Istituto Nazionale
Tumori Regina Elena; successivamente è
stata riconosciuta come ONLUS.
Questa organizzazione conta oggi circa 150
soci operativi e, fin dall’inizio, si è fatta notare per l’approccio con cui seleziona e forma il personale.
Vengono accolte persone maggiorenni, in
buone condizioni fisiche, con un grado d’istruzione almeno al livello di maturità o diploma; nazionalità, religione e sesso non
sono considerati fattori discriminanti. Dopo un iniziale colloquio nel quale si valutano essenzialmente gli aspetti caratteriali,
inizia il corso della durata 4-5 mesi; esso
comprende circa 65 ore di lezione che vengono tenute prevalentemente da medici
delle varie specializzazioni; sono previsti
anche degli interventi da parte di alcuni volontari, scelti tra quelli con maggiore esperienza e meglio preparati.
Le lezioni sono tenute nel Centro Congressi Bastianelli – adiacente l’ospedale – abitualmente il lunedì e il mercoledì, dalle 15
alle 17; il prossimo corso, il 61°, inizierà il
prossimo ottobre/novembre e terminerà a
marzo; per le iscrizioni, telefonare allo:
06.4181.822.
I vari primari presentano personalmente le
caratteristiche delle malattie che curano;
ovviamente sforzandosi di utilizzare un linguaggio semplificato, che inevitabilmente
presenta delle difficoltà per i non addetti ai
lavori; solo volontari in possesso di una certa padronanza della lingua italiana sono in
grado di comprendere quanto viene loro
spiegato.
Il direttore del corso e alcuni volontari parlano invece delle caratteristiche dell’AMSO
e delle ONLUS in generale, della legislazione relativa, delle norme di comportamento
da seguire nei riguardi degli ammalati e del
personale dell’ospedale. Alla fine del corso
si viene sottoposti a un colloquio per accertare l’idoneità allo svolgimentio dei compiti che verranno affidati; quindi si viene as-
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segnati in affiancamento a un socio esperto
per un periodo di tirocinio di sei mesi; al
termine ci sarà un colloquio finale e il riconoscimento della idoneità a svolgere il lavoro in maniera autonoma.
Il socio deve dichiarare il tempo – giorni e numero di ore – che può mettere a disposizione,
nonché il ruolo che vorrebbe svolgere.
Esso può consistere nel far compagnia ai
malati nei singoli reparti, nell’assisterli negli ambulatori, nell’accompagnare i malati
non autosufficienti, nell’aiutarli a svolgere
le pratiche e a risolvere tutti i problemi che
si presentano.
Si può chiedere anche di operare presso la
casa di accoglienza AMSO, ubicata vicino al-
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la Stazione Termini; essa è dotata di 10 posti
letto e permette di alloggiare gratuitamente
i pazienti, residenti fuori Roma, in condizioni economiche disagiate, che debbono
effettuare un ciclo prolungato di cure (per
esempio, chemioterapia o radioterapia).
Quando sono in servizio, ovunque essi operino, i soci volontari debbono indossare il
camice bianco e portare il distintivo di riconoscimento sul quale è specificata la dicitura “Volontario”.
La presenza di volontari è sempre più richiesta perché permette al personale medico e paramedico di svolgere al meglio le
proprie specifiche funzioni senza essere
continuamente distratto o interrotto dai
pazienti e dagli accompagnatori.
Occorre tener presente che, quando un paziente si presenta in ospedale e teme di avere un tumore, è in un tale stato di pressione
psicologica che spesso non è neppure in
grado di comprendere o di fare operazioni
semplicissime; è di somma importanza che
il volontario possieda un elevato grado di
pazienza per comprendere il suo stato d’animo; deve usare garbo, usare maniere gentili, talora scherzose; deve rispettarlo in
questa sua situazione di sudditanza psicologica.
Per noi volontari la maggior soddisfazione è
quella di vedere dei pazienti che stanno
uscendo dall’ospedale e che tornano indietro per ringraziarci dell’aiuto che gli abbiamo fornito.
Grafica: Romalive
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] di Marta Cecchini [
imentichiamoci per un attimo dei supereroi che hanno segnato la nostra fantasia come Superman e Batman, e pensiamo a un eroe dei nostri giorni, simile al nostro
modo di essere, al caos della vita quotidiana e alle difficoltà dei rapporti interpersonali diventati
sempre più complessi: la risposta è Hancock. Un
supereroe del nuovo millennio, irascibile e sarcastico, dall’abbigliamento casual: pantaloncini e
felpa. Sfreccia a gran velocità sulla città di Los
Angeles, con una bottiglia di whisky in mano,
senza preoccuparsi delle buone maniere. Eccessivo, depresso e maldestro, Hancock è tutto il contrario degli eroi che siamo abituati a vedere sui
grandi schermi, perfetti, sicuri e impeccabili. Con
Hancock si spezza la tradizione, stravolgendo l’usuale percorso narrativo basato sul tipico racconto delle origini dei poteri acquisiti o innati
dell’eroe e la propria mission sulla terra. Will
Smith calza a pennello il personaggio complesso
dell’eroe dei nostri tempi, più vicino a noi e alle
debolezze dell’uomo, proponendo un’interpretazione eccezionale, dalle mille sfumature, di un
eroe alla portata di tutti, “a misura d’uomo”.
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“Ci sono eroi. Ci sono supereroi. E poi c’è Hancock”, un eroe spericolato ignaro delle conseguenze delle proprie azioni, seppur motivate da
buoni propositi. Questo è John Hancock, il primo
supereroe nei panni di un barbone ubriaco che
odia la sua natura e che, servendo la legge e catturando i cattivi, si ritrova sotto l’effetto impre-
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vedibile dell’alcool a distruggere strade, palazzi e
treni, per un danno stimato intorno ai 9 milioni
di dollari.
Grande l’entusiasmo e la curiosità di Will Smith
nel “vedere cosa sarebbe successo quando il regista Peter Berg avrebbe messo una persona reale
con dei veri problemi, in un costume da supereroe”. E come molti geni incompresi, Hancock finisce per suscitare la rabbia e l’incomprensione
dei cittadini, stanchi dei danni irresponsabili
dell’eroe locale che sembra restare indifferente al
giudizio della gente, fino a quando non salva la
vita al dirigente di una società di Pubbliche Relazioni: Ray Embrey. Da questo momento Hancock seguirà i consigli del PR executive deciso a
curare l’immagine del supereroe, dall’abbigliamento alla postura, fino a sottoporlo periodicamente alle sedute degli Alcolisti Anonimi e a terapie specifiche, mirate al controllo della rabbia.
Secondo Smith “Hancock è come il quarterback
di una squadra di football liceale, dotato di un
grande talento, ma che ha l’atteggiamento sbagliato”. Prosegue, “Lui non capisce che la ragione
per cui la sua squadra non vince è perché il suo
amore verso il gioco e la comprensione di questo
sport non sono sufficienti. Lui non è in grado di
capire il concetto di squadra, mentre far parte di
un gruppo ed interagire con altre persone è un’idea umana fondamentale”. Determinante l’interpretazione di Smith senza la quale Hancock non
sarebbe Hancock, come sostiene il produttore
Goldsman: “Io non riesco neanche a pensare ad
Hancock senza l’interpretazione di Will Smith”.
D’accordo anche Michael Mann, che definisce la
pellicola di 92 minuti “il binomio perfetto tra
star e materiale, una pellicola che fornisce al
pubblico quello che si aspetta da Will, mentre al-
lo stesso tempo mette alla prova gli spettatori in
maniera sorprendente”. Ad interpretare abilmente il ruolo di Ray è Jason Bateman. “Quando Hancock salva la sua vita, Ray vuole ricambiarlo insegnandogli come comportarsi appropriatamente
e ripulire la sua immagine. Ma per Ray non si
tratta soltanto di una questione di immagine, lui
vuole veramente insegnare a Hancock come essere un supereroe migliore”. Diverso invece il punto
di vista della moglie di Ray, Mary, (Charlize Theron) che come tutti gli altri abitanti di Los Angeles è stufa del comportamento irresponsabile e
negativo di Hancock, “È ben decisa a far sì che
lui non distrugga la vita idilliaca che lei ha creato con Ray e loro figlio”, proteggendo la stabilità
della sua famiglia.
Alla fine non mancheranno colpi di scena e rivelazioni inaspettate… possibile che sulla terra
Hancock sia l’unico della sua specie?
L’ex principe di Bel Air, dalle ultime interpretazioni fantascientifiche di Io, robot e di Io sono
leggenda, finirà per sbancare anche questa volta
il botteghino estivo. Il film punta a conciliare
l’azione e gli effetti speciali con la profondità di
un personaggio in conflitto con se stesso e i suoi
poteri. Scritto da Vincent Ngo oltre dieci anni fa
e risistemato per l’occasione dal produttore e
sceneggiatore televisivo Vince Gilligan, Hancock
è una commedia fantascientifica che sviluppa un
eroe insolito, in linea con l’American Way of Life,
distante dalle caratteristiche delineate nella prima versione scritta da Vincent Ngo: un supereroe
che indossa la simpatica maschera di Smith ma
che, al contrario dell’attore, è poco amato dal suo
pubblico!
Hancock è presentato dalla Columbia Pictures
in associazione con la Relativity Media.
Protagonisti del film: Will Smith, Charlize
Theron, Jason Bateman e Eddie Marsan.
Diretto da Peter Berg, e prodotto da Akiva
Goldsman, Michael Mann, Will Smith e James Lassiter, Sceneggiatura scritta da Vincent Ngo e Vince Gilligan.
Produttori esecutivi: Ian Bryce, Jonathan
Mostow e Richard Saperstein.
Produzione: Forward Pass, Overbrook Entertainment.
Uscita nelle sale: 12 Settembre
Durata: 92 minuti
Genere: commedia, fantastico
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PLANET CINEMA
Le anteprime di settembre
Un giorno perfetto
] di Marta Cecchini [
(dal 5 settembre al cinema)
Il film di Ferzan Ozpetek si basa su un romanzo di Melania Mazzucco e racconta le storie di alcuni personaggi dalla complessa psicologia, legati fra loro anche se appartenenti a realtà e a mondi lontani. Al centro della narrazione Emma e Antonio, una coppia con due figli, separata da circa un anno, ancora vorticosamente coinvolta in un sentimento vecchio
e tormentato. Un giorno perfetto racconta una violenta storia d’amore che finisce per delinearsi come un thriller inesorabile che costringe il regista a scavare nell’animo dei personaggi per farli apparire meno “cattivi”, usando con strategia la tecnica dei “primi piani”. Storie di personaggi molto diversi tra loro che si incrociano nelle periferie di una Roma
caotica e inquietante: il settimo compleanno di Camilla, l’esame del fratello all’università, Emma perde il lavoro al call
center, la moglie dell’Onorevole Fioravanti scopre di essere incinta, la prof.ssa Mara ha un appuntamento con il suo
amante e Antonio vede la moglie per l’ultima volta. Un giorno perfetto racconta le ventiquattro ore che precedono una
tragedia inaspettata.
Il Papà di Giovanna
(dal 12 settembre al cinema)
Tipico film firmato “Pupi Avati” dal gusto nostalgico, che tende a cristallizzare i personaggi in quadri storici, a volte troppo angusti e statici per poter esprimere la reale sofferenza delle famiglie di oggi e della gioventù. La trama: un padre pronto a tutto per la felicità della figlia, Giovanna, bambina insicura e non troppo bella. Michele Casali, pittore fallito e infelice del proprio matrimonio, dedica tutta la sua vita all’educazione di Giovanna, cercando di trasmetterle quella sicurezza che
non ha mai avuto. Saranno proprio le aspettative eccessive create dal padre che porteranno Giovanna a commettere un omicidio a sfondo sessuale per un ragazzo. “L’hai rovinata con tutti i tuoi sogni”, questo il rimprovero della moglie; sogni troppo ingombranti che soffocano la crescita di un figlio. Una tragedia che vede la vita della diciassettenne consumarsi tra le
gelide mura di una clinica psichiatrica dove per la prima volta, forse, riuscirà a sentirsi veramente bella. Pupi Avati oltre a
ricostruire l’atmosfera fascista e conservatrice degli anni ’30, delinea con precisione la psicologia dei personaggi umili con
una profondità senza paragoni, perdendosi però tra le vicende della storia d’Italia, con il rischio di decentrare la trama del
film: il rapporto padre - figlia. Molto apprezzata la partecipazione dell’attore Ezio Greggio nel ruolo di un poliziotto fascista.
Le tre scimmie
(dal 12 settembre al cinema)
Significativo il titolo del film di Nuri Bilge Ceylan, Le Tre scimmie, che rimanda alla filastrocca giapponese, dove c’è chi
non vuol vedere, chi non vuol sentire e chi non vuole o non può parlare. Al centro della narrazione, un dramma familiare basato su scomode bugie, sul risentimento e sull’adulterio, tutto volutamente ignorato per mantenere intatta l’unità della famiglia. La storia di un uomo catapultato in una situazione più grande di lui, come il compromesso che dovrà
accettare in cambio di una consistente somma di denaro: finire dietro le sbarre per un reato mai commesso, lasciando
senza macchia la fedina penale di un personaggio pubblico. L’integrità di una donna sopraffatta da una sensualità mai
provata prima e un figlio adolescente che apre un varco nel silenzio fanno da cornice a un mondo basato sul potere. La
trama segue il percorso lento, tipico di Ceylan che tralascia deliberatamente la descrizione dei delitti commessi da alcuni personaggi, indugiando invece sulla profonda e prolungata agonia di chi sente sulle proprie spalle il peso oneroso
della colpevolezza. Quinto successo di Ceylan.
Parada
(dal 19 settembre al cinema)
La realtà sul grande schermo: questo è Parada. La vera storia del clown di strada Miloud Oukili, ventenne, arrivato in Romania nel 1992, tre anni dopo la fine della dittatura di Ceausescu che coltiva un sogno: dare una speranza ai bambini,
i “boskettari”, che vivono al di sotto della città. Parliamo di ragazzi tra i tre e i sedici anni che vivono in squallidi tombini, nella rete dei canali di Bucarest e che sopravvivono con furtarelli, accattonaggio e prostituzione; bambini allo
sbando fuggiti da orfanotrofi infernali o da situazioni familiari deleterie. Il film è incentrato sul sogno di Miloud: restituire a questi ragazzi la gioventù perduta e la speranza nel futuro, insegnando loro le attività circensi e clownesche. Per
Miloud non sarà un’impresa semplice, saranno diverse le difficoltà che dovrà superare e le ostilità che dovrà combattere, prima fra tutte l’indifferenza e la durezza d’animo dei ragazzi, ormai stanchi di una vita senza amore. Indiscussa l’abilità del regista Marco Pontecorvo nel trasportare sulla pellicola scene di vita vera che toccano il cuore della gente, attento a non degenerare nella nota favolistica. Parada, infatti, è la trasposizione cinematografica della tragica situazione in cui vivono centinaia di bambini nel mondo, ignorati dalla società e dalle Istituzioni.
Sfida senza regole – Righteous kill
(dal 26 settembre al cinema)
Con il poliziesco Righteous Kill, firmato da Russell Gewirtz, assistiamo al ritorno di Robert De Niro e Al Pacino insieme sul
set per l’intera pellicola. I due premi Oscar vestono i panni di due detective pluridecorati non ancora pronti per ritirarsi in pensione, coinvolti in un thriller psicologico ad alta tensione. I detective Turk (Robert De Niro) e Rooster (Al Pacino) indagano su un omicidio che sembra avere legami con un caso risolto molti anni prima: un serial killer che su ogni
vittima lascia poesie di quattro righe ispirate agli omicidi appena commessi. “La natura è quella di un thriller”, ha detto De Niro, “con forti connotazioni psicologiche, e questo rende le cose più complicate. Non è solo una questione di buoni e cattivi, non lo è mai del tutto. Avvengono cose inaspettate e ci sono molte sorprese”. “In fondo non siamo poi così buoni…” ha aggiunto Pacino. Per la narrazione il regista Jon Avnet si è avvalso della preziosa consulenza del detective Neil Carter, per 24 anni in servizio al NYPD e attualmente in pensione.
Grafica: Romalive
Grafica: Romalive
Booklet
tre album per approfondire…
] di Fabio Zaccaria [
Joan as police woman - To Survive
Secondo album per la gran dama del rock odierno, a due anni esatti dal precedente Real Life,
in cui dimostrava ampiamente di meritare la
salita alla ribalta nelle cronache non solo per il
fatto d’essere stata la ex-compagna del compianto Jeff Buckley. Polistrumentista di assolu-
to valore, Joan Wasser (questo il suo vero nome) ha collaborato in passato come violinista di
Antony and the Johnsons, e di Rufus Wainwright.
Un background decisamente colto, classico, è
quello dai cui scaturisce la complessità armonica di tutte le sue composizioni: mai banali anche quando si inoltrano in territori prossimi all’easy listening. Non è un caso che anche un certo
Franco Battiato si sia artisticamente invaghito
di “Joan come poliziotta” e l’abbia voluta al suo
fianco durante un suo tour. Dieci ammalianti brani nell’orbita di un languido Folk, contaminato
da Jazz e Soul quanto basta. Accompagnata da
eccellenti strumentisti (una su tutte la bassista
Rainy Orteca), il passo avanti rispetto al precedente Real Life è netto: all’insegna di una maggiore disponibilità all’esposizione emotiva, con i
testi delle canzoni che scavano nella privata
intimità di una donna contemporanea segnata
dalla recente scomparsa della madre. La Wasser
si lascia alle spalle certe “goffaggini” percepibili nel primo album, e derivanti dalla difficoltà di esprimere se stessa dopo aver passato
molto tempo al servizio dell’espressività altrui.
L’esperienza accanto ai personaggi prima citati
(a cui va aggiunto Nick Cave) si fa sentire soprattutto nell’uso misurato e mai sopra le righe
di una vocalità che davvero non esitiamo a definire speciale, in grado di armonizzarsi in modo
sublime con gli interventi delle varie guest-stars
presenti nel disco (Antony, Wainwright e David
Sylvian). Strana la sorte commerciale dell’artista
statunitense: quasi passata inosservata oltreoceano, ammirata, pur se in circuiti non proprio
mainstream, nel vecchio continente. Un album
che in altri tempi avrebbe conquistato ben altre
vetrine, ma che in un ambiente in cui si decretano
onori a personaggi come la Winehouse temiamo
non avrà il riscontro che meriterebbe. Non perdetelo perché sarebbe davvero un peccato.
ospite anche nei dischi degli 883, a conferire al
tutto quell’aura di chi sembra voler dire “adesso facciamo sul serio”, e altre amenità del genere. Avrete intuito che chi scrive non è uno dei
massimi estimatori di Chris Martin (cui va riconosciuto il genio assoluto d’aver intortato Gwyneth
Paltrow) e soci. Allora perché recensire queste
oneste dieci canzoncine? Perché al di là delle
scarse simpatie va riconosciuto ai Coldplay di
aver centrato l’obiettivo: quello di indicare una
via, una possibile direzione evolutiva della loro
musica, senza imboccarla del tutto, giacché il
discografico che tira la giacchettina firmata e
impone il filtro video per far risaltare l’azzurro
degli occhi è sempre lì, pronto a starti col suo
fetente alito sul collo. Ma le grandi rivoluzioni
si fanno anche a piccoli passi no? (Nient’affatto, ma in questo caso ci fa comodo crederlo quindi va bene così). Elencare tutte le smaccate citazioni in cui ci si imbatte sarebbe tedioso e, in
fondo, ingeneroso: la band non ha mai fatto
mistero delle proprie spiccate tendenze citazioniste. Viva la Vida riesce, senza liberarsi da certe
irrinunciabili leziosità che non mancheranno di
deliziare gli appassionati del loro sound, a brillare per la sua voglia di ricerca, per la sua voglia di stupire e di esplorare nuovi sentieri.
L’ex-Roxy Music (Eno) impera con la sua presenza debordante su tutto il progetto, ma va detto
che non sempre si tratta di un intervento deleterio, semmai, a tratti, pleonastico. La voce di
Martin si addentra in territori per lei finora sconosciuti, e tutti i componenti della band danno
libero sfogo alla loro attitudine di polistrumentisti. Diciamo che i Nostri, perennemente in bilico tra gli U2 e i Radiohead, sono riusciti stavolta a pendere maggiormente verso i secondi,
pur senza essere dotati della medesima moderna, visionaria “classicità-rock”. Meritate pacche
sulle spalle, ma la strada da fare è ancora molta.
Coldplay - Viva la Vida
Viva la Vida è, diciamolo pure, un disco rassicurante. Rassicurante perché non mancherà di far
tirare un sospiro di sollievo a tutti coloro i quali
non si erano voluti rassegnare alla deriva smaccatamente patinata del precdente X&Y. Poi c’è
la produzione di Brian Eno, che ormai trovi come
Micah Hinson - and the Red Empire Orchestra
Capita alquanto di rado di sentir cantare il dolore, la perdita, e l’intensità di un emozione in
modo così vissuto e autentico: Micah Paul Hinson è, anche visivamente, una sorta di paradosso vivente, col suo passato maudit a segnare
una voce che più adulta non si può racchiusa in
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un corpo e un viso da bambino spaesato. Nato
a Memphis, nel Tennessee, e in seguito trasferitosi nel Texas, ha vissuto con l’intensa drammaticità di un consumato country man la sua infanzia e adolescenza nella provincia del sud statunitense, pagandone caro il prezzo. Se dovessimo paragonarlo ad un personaggio dalla storia
altrettanto tormentata e dalla poetica altrettanto pura nella sua ruvidezza, non potremmo pensare a nessun altro se non a Daniel Johnston, di
cui il nostro Micah è grande ammiratore. Il terzo
capitolo della sua saga musicale è ancora una
volta conferma del suo cristallino talento: abbandonate certe eccessive epiche ruvidezze del
suo folk-punk (o violent country, come egli stesso ama definire la propria musica su MySpace),
Hinson apre la sua musica ad un più ampio spettro sonoro, un ponte verso il passato degli anni
Cinquanta ravvivato da archi, organi, banjo e
valzer. Sfiora il capolavoro in I Keep Havin’ These
Dreams, e non importa quanto riesca ad andarci vicino, anche perché le più ordinarie The Fire
Came Up To My Knees e Tell Me It Ain’t So, per
quanto marchiate a fuoco dalla sua voce, quella di chi ha fumato troppe sigarette troppo in
fretta e lo stesso ha fatto con la propria vita,
riescono ancora ad ipnotizzare l’ascoltatore senza
odorare di già sentito. Non più solo cuore,
anima e sangue, dunque, ma l’abilità di un songwriter di razza che sta maturando di lavoro in
lavoro. La ricerca della pace prosegue nel solco
di una “tradizione” che sembra incredibilmente
inesauribile, tanti sono ancora oggi coloro i
quali continuano ad ispirarsi ad un filone, quello del folk country americano, traendone efficaci prismi interpretativi della realtà odierna.
Molti la considereranno un’ardita esagerazione,
ma crediamo di essere di fronte a uno dei più
significativi eredi del mito per antonomasia:
Johnny Cash.
Grafica: Romalive
] a cura di Francesca Colaiocco [
Gli islandesi Sigur Rós nascono nell’agosto del
1994, il giorno in cui viene alla luce la sorella
del cantante Jónsi, Sigurrós (ovvero “rosa della
vittoria”), dalla quale prendono ispirazione per il
nome. Così tre ragazzi, Jón “Jónsi” Þór Birgisson
(voce e chitarra), Georg “Goggi” Holm (basso) e
Ágúst Ævar Gunnarsson (batteria), cominciano a
registrare i loro demo in un piccolo studio di
Reykjavík. Il primo album, “Von”, esce nel ‘97
con la casa discografica Bad Taste, seguito dal
remix “Von Brigði” l’anno successivo. E mentre il
singolo “Leit Af Lífí” occupa le classifiche per
l’intera estate ‘98, il tastierista Kjartan “Kjarri”
Sveinsson entra a far parte della band.
Il secondo, importante disco di inediti è “Ágætis
Byrjun” (ovvero, “buona partenza”), pubblicato
nel ‘99. Nel frattempo il batterista Ágúst decide
di lasciare il gruppo per dedicarsi alla grafica, ma
fortunatamente a sostituirlo è il prezioso musicista Orri Páll Dýrason, che regala ai Sigur Rós un
sound decisamente innovativo. Il giorno di uscita dell’album, un grande concerto presso l’Opera
di Reykjavik consacra il gruppo come uno dei più
interessanti nel nuovo panorama del rock nordico, e intanto la registrazione del concerto fa il giro del mondo. I Sigur Rós passano alla Fat Cat
Records di Londra, realizzando l’EP “Svefn-G-Englar”, primo lavoro distribuito al di fuori dei confini islandesi. Il disco riscuote numerosi consensi, tra cui il riconoscimento dell’NME che lo definisce “miglior singolo” del settembre ‘99. Il tour
è lungo quasi un anno e vede la collaborazione
dei musicisti Will Oldham ed Emir Kusturica. Nel
giugno del 2000 esce un secondo EP dal titolo
“Ný Battery”, che comprende anche le due canzoni scelte per la colonna sonora del film “Englar
Alheimsins” (“Angels Of The Universe”) dell’islandese Friðrik Þór Friðriksson, tratto dal libro di
Einar Már Guðmundsson.
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La musica dei Sigur Rós è profondamente legata
alla terra dalla quale provengono: i flauti, la fisarmonica, le chitarre spesso suonate con un archetto di violino e la particolarissima voce di
Jónsi fanno rivivere a chi li ascolta l’atmosfera
dei ghiacci islandesi e la tradizione popolare, come nell’antica “ninna nanna” nordica “Bíum
Bíum Bambaló”. Persino i Radiohead si accorgono
del loro talento, scegliendoli come gruppo di
apertura per alcuni spettacoli: una straordinaria
occasione per far conoscere la loro musica al
grande pubblico. I Sigur Rós riscuotono un’accoglienza inaspettata, soprattutto in America, e
prestano inoltre la loro “Njósnavélin” alla colonna sonora del celebre film “Vanilla Sky”, allestendo nel frattempo un nuovo studio di registrazione all’interno di una piscina abbandonata,
sempre nei pressi di Reykjavík. Nel 2002 pubblicano “( )”, due parentesi che racchiudono un
mondo di suoni e poesia in grado di rapire l’ascoltatore, un mondo nel quale non riveste alcuna importanza definire con un titolo le emozioni
suggerite. Il video di “Untitled 1”, diretto dall’italiana Floria Sigismondi, conquista un premio
come “miglior clip” agli MTV Europe Music Award
del 2003, anno molto felice per i Sigur Rós. Oltre
a presentare un lungo tour americano ed europeo
(che segna la fine della collaborazione con il
quartetto d’archi “Amina”, iniziata nel ‘99), infatti, il gruppo partecipa con grande successo al
Festival di Glastonbury e a quello di Roskilde,
finché non decide di allontanarsi per un po’ dalle
luci della ribalta. In quel periodo i Sigur Rós si
impegnano silenziosamente con i Radiohead per
comporre le musiche dello spettacolo di danza
“Split Sides” di Merce Cunningham (raccolte nel
mini disco “Ba Ba Ti Ki Di Do”), e si dedicano
con tranquillità alla realizzazione del quarto album.
Anticipato dalla bellissima “Glósóli”, crescendo
di sonorità ed emozioni, esce nel settembre del
2005 “Takk”, album dalle consuete sonorità rock
delicate ed evocative. Anno decisivo anche il seguente, grazie alla pubblicazione dell’EP “Sæglópur” e ad un tour mondiale le cui date islandesi
vengono raccolte nel doppio DVD “Heima”, presentato come documentario al Reykjavík International Film Festival del 2007. In attesa del
nuovo lavoro, esce nel novembre del 2007 la
compilation “Hvarf-Heim”, che comprende alcune canzoni inedite e le versioni acustiche e live
di brani già pubblicati. Arriviamo così a giugno
del 2008, quando i Sigur Rós pubblicano il quinto album inedito “Með Suð Í Eyrum Við Spilum
Endalaust” (ovvero, “Con un ronzio nelle orecchie suoniamo all’infinito”), realizzato in collaborazione con il produttore Flood e presentato
per la prima volta in Italia lo scorso luglio nelle
evocative cornici dell’Arena Civica di Milano, del
Giardino di Boboli a Firenze e dello spazio all’aperto dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Tra le canzoni dell’album, meritano particolare
attenzione il singolo “Gobbledygook”, le gioiose
“Við spilum endalaust” e “Inní mér syngur vitleysingur”, la delicata e intensa “Ára bátur” e la suggestiva “Suð í eyrum”.
Segnaliamo allora le principali date del tour autunnale dei Sigur Rós: 1 ottobre San Diego, 2 ottobre Los Angeles, 3 ottobre Berkeley, 5 ottobre
Seattle, 6 ottobre Portland, 7 ottobre Vancouver,
22 ottobre Nagoya, 24 ottobre Osaka, 26 ottobre
Tokyo, 4 novembre Wolves, 5 novembre Blackpool, 7 novembre Bristol, 8 novembre Bournemouth, 11 novembre Lisbona, 12 novembre Madrid, 13 novembre Barcellona, 15 novembre Parigi, 16 novembre Bruxelles, 17 novembre Amsterdam, 18 novembre Lussemburgo, 20 e 21 novembre Londra.
Open Space
La rubrica del
Chrome
software libero
Il Browser Open Source di Google
] di Fabio Zaccaria [
In maniera decisamente poco convenzionale, il
colosso di Mountain View in California (Google),
ha annunciato tramite un fumetto un suo web
browser: Chrome. Il codice del prodotto è interamente open-source, anche se nei blog dedicati
all’argomento infuriano polemiche circa presunte
restrizioni legali da sottoscrivere al momento dell’installazione, in particolare ci si riferisce alla licensa EULA, aggirabile tuttavia scaricando i sorgenti del browser e compilandoli per la propria
piattaforma. Nel puro stile Google, si tratta per il
momento di una versione beta, vale a dire non
definitiva, disponibile esclusivamente per la piattaforma Windows, anche se come è probabile presto si potrà usufruire di versioni dedicate al mondo Apple e Linux.
Il principio che ha spinto gli sviluppatori dell’azienda alla creazione di un proprio browser è la
presunta inadeguatezza dei software attualmente
disponibili dedicati alla navigazione, considerati
obsoleti dal momento che, al giorno d’oggi, Internet appare profondamente mutata rispetto a
un decennio fa. Gli altri browser, infatti, pur essendosi arricchiti di funzioni sempre più sofisticate si sono evoluti partendo da una base creata
per rispondere alle esigenze dell’ormai vetusto
web 1.0. Il preciso scopo dei creatori di Chrome è
stato quello di dar vita a uno strumento adeguato
all’esperienza della navigazione in Internet di oggi, in pieno “web 2.0”. La sfida tra i vari browser si
gioca ormai da tempo su alcuni aspetti fondamentali quali la sicurezza della navigazione, la rapidità nella apertura delle pagine web, e l’utilizzo
delle risorse hardware e software dei computer in
cui essi vengono utilizzati (memoria RAM su tutte). Come risponde alle aspettative questo Chrome? In generale possiamo dire, trattandosi di una
versione non definitiva, abbastanza bene. Abbastanza perché già a pochi giorni dalla sua uscita è
stato colto in fallo per un problema di sicurezza,
non grave, ma presente. Una delle funzioni che
non mancherà di essere apprezzata dai maniaci
dell’anonimato è la navigazione in modalità “incognito”, che elude la tracciabilità della cronologia. Funzione già presente nel web browser di Apple Safari, in Firefox, e uno dei principali punti di
forza del futuro Internet Explorer 8. L’interfaccia
utente si presenta con un aspetto decisamente
sobrio e “minimal”, basata essenzialmente sulla
navigazione tramite i cosiddetti Tab (schedari),
funzione ormai considerata irrinunciabile dai più.
Al di sotto della barra degli schedari troviamo la
barra di navigazione degli indirizzi, arricchita da
una funzione di “suggerimento” in base a ciò che
si sta digitando. L’apertura delle pagine web risulta assai rapida, in particolar modo se comparata ad Internet Explorer 7, il motore di renderizzazione delle pagine è lo stesso utilizzato da Safari
di Apple: Webkit. Un’altra delle sfide che gli sviluppatori di Chrome hanno voluto intraprendere è
stata quella di dotare la loro creatura di strumenti che agevolassero l’elaborazione di testi e ap-
punti dal web, pratica quanto mai diffusa nell’ambito della navigazione odierna.
Funzione assai gradita è l’organizzazione dei siti
più visitati in una griglia di 3 x 3 riquadri in cui
possiamo godere di una piccola anteprima delle
pagine, un modo molto più rapido e intuitivo per
integrare, senza sostituirlo, il classico menù a
tendina dei preferiti, croce e delizia dei navigatori. Dal punto di vista del “mercato” dei browser,
alcuni temono che la mossa di Google possa nuocere maggiormente a Firefox e alla sua rincorsa
nei confronti di Internet Explorer, dal momento
che quest’ultimo continuerà probabilmente a godere della posizione di vantaggio derivante dall’accoppiata Sistema operativo-browser. Va citato
inoltre un accordo, firmato anni or sono, che vede
la fondazione Mozilla (artefice del progetto Firefox) legata essenzialmente alle donazioni di Google, che in un ipotetico scenario di “taglio dei viveri” creerebbe non pochi problemi alla concorrenza. Un buon inizio insomma, ma anche tanta
strada da percorrere.
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Grafica: Romalive
Abolite le “strade verdi” del II Municipio
Cattive notizie per le migliaia di romani del II e
del IV municipio che ogni giorno si recano a lavoro, a scuola o, semplicemente, al centro con i
mezzi pubblici: viale Libia sarà riaperta al traffico
privato.
Entro i primi giorni di settembre, si parla del 5, le
barriere di Piazza Santa Emerenziana e Piazza
Gondar verranno rimosse e si ritornerà alla situazione di 9 anni fa. Quella, cioè, precedente all’istituzione delle cosiddette “Strade Verdi”. Il progetto della giunta Rutelli prevedeva la chiusura
di varie, ed importanti, strade di Roma per migliorarne la qualità dell’aria e incentivare l’uso
del mezzo pubblico. Di fatto, però, le strade verdi della città sono rimaste ferme a due: Via Nizza
e, appunto, Viale Libia. Entrambe nel II municipio. L’Associazione dei commercianti di Viale Libia, strada da sempre ricca di negozi, da subito si
è schierata contro il provvedimento della giunta
di centro-sinistra imputando alla chiusura della
strada la diminuzione del giro d’affari. I problemi
economici dei negozianti si sono, poi, acuiti dall’inizio dei lavori per la realizzazione della linea
B1 della Metropolitana. I cantieri, infatti, hanno
coperto le vetrine dei negozi con, innegabile,
perdita di visibilità. Ma la diminuzione del giro
d’affari dipende essenzialmente da questi problemi o da una diminuita disponibilità finanziaria
generale?
Colpevoli o meno che fossero l’abolizione delle
“Strade Verdi” è diventata il leit-motiv della campagna elettorale del candidato di centro destra
Sara de Angelis che, grazie anche al sostegno dei
commercianti, quest’anno è divenuta presidente
del II municipio.
Conseguentemente non stupisce il provvedimento di smantellamento delle barriere.
“…siamo riusciti a far revocare il provvedimento
denominato ‘strade verdi’ che consentiva il solo
traffico locale nei due viali. Un provvedimento,
questo, che da subito si è dimostrato fallimentare, spostando, di fatto, l’inquinamento e il traffico nelle vie parallele.”
È innegabile che il traffico nelle strade parallele
sia aumentato ma è altresì vero che gli autobus
non sono più rimasti bloccati nel traffico garantendo a migliaia di cittadini del II e del IV municipio di arrivare in tempi accettabili in centro
città senza bisogno di prendere la macchina.
Contro questo provvedimento immediata è stata
la risposta dei comitati dei cittadini: l’Associazione per i diritti dei pedoni, l’Associazione Rete
Nuovo Municipio IV, il comitato Strade Verdi, il
WWF Lazio, hanno firmato un comunicato stampa
in cui chiedono al minisindaco e alla giunta comunale di salvaguardare la zona dall’inquinamento acustico e ambientale e incentivare l’utilizzo del mezzo pubblico. Denunciano, inoltre,
come nessuna rappresentanza cittadina sia stata
consultata ad eccezione, appunto, dell’Associazione dei commercianti della zona.
Chi conosce Viale Libia sa che sia il presidente del
municipio che, più stranamente, i comitati di
quartiere hanno evitato di sottolineare un fatto:
le carreggiate interne dei due sensi di marcia sono occupate dai lavori per la Metropolitana almeno per un altro anno. Significa che il traffico
privato andrebbe a sommarsi a quello pubblico su
] di Emanuele Merlino [
di una sola carreggiata. Nessun parcheggio possibile e ingorghi assolutamente certi. Per cosa?
Qualcuno pensa che gli automobilisti o i passeggeri degli autobus fermi nel traffico possano
guardare meglio le vetrine dei negozi e decidere,
poi, di andarci a fare acquisti? E le migliaia di
persone che vengono dal IV municipio? Bloccati
nel traffico, stanche e costantemente in ritardo
avranno tempo e voglia di tornare a Viale Libia
per fare compere? Nessuno vuole la rovina dei
commercianti ma né il traffico né l’inquinamento
porteranno di certo sollievo in un momento come
questo. A fine settembre vedremo che frutti avrà
portato l’abolizione delle Strade Verdi, dal nostro
punto di vista sarebbe stato meglio, se proprio
bisognava levarle, aspettare la fine dei lavori per
la Metropolitana. La neoeletta giunta municipale
rischia di paralizzare un’arteria fondamentale per
i cittadini della zona nord-est di Roma e di dover
essere costretta a fare marcia indietro nel giro di
un mese.
La grande opera a Caracalla
Come ogni anno, dal 1937, la grande opera in
scena al Teatro dell’Opera si sposta a Caracalla
nella cornice delle terme romane.
Abbiamo avuto modo di vedere l’Aida, la Lucia di
Lammermoor e la Madama Butterfly.
Tutti gli spettacoli hanno registrato un incredibile successo di pubblico, soprattutto l’Aida, e
ottenuto, considerando gli applausi scroscianti,
un'approvazione indubbia da ogni singolo spettatore.
I resti delle Terme sono stati un valore aggiunto
24
eur torrino news
alle scenografie, d'altra parte già meravigliose di
loro, e contribuito a trasportare lo spettatore nel
passato cantato dalle Opere.
L’Aida, con la sua Marcia Trionfale di Giuseppe
Verdi, è sicuramente tra le opere liriche più famose e celebri nella storia della musica e del teatro. Rappresentata per la prima volta al Cairo nel
1871 ha trovato nelle Terme di Caracalla la sua
dimensione naturale tanto da far dire a Giorgio
Vigolo, forse il più importante musicologo italiano, che le Terme avrebbero dovuto chiamarsi
“l’Aideo”.
La storia dell’amore di Aida che, lacerata tra la fedeltà al padre e il trasporto verso il suo nemico, il
condottiero egizio Radamès, si fa murare viva con
lui, per rimanergli legata nell’eternità è tra i classici dell’Opera. Una storia d'amore, sofferenza e
morte notissima e, indubbiamente, splendente
nella realizzazione grazie a Maurizio Di Mattia
che ne ha curato la regia, ad Andrea Miglio per le
scene, ad Anna Biagiotti per i costumi e ad Amedeo Amodio la coreografia. L’allestimento originario è stato realizzato nel 2007 da Beseto Opera Group di Sel e da Hong Kong Opera.
La “prima” è stata dedicata ad Altiero Spinelli,
padre spirituale, e non solo, dell’Europa unita.
È stata poi la volta della Lucia di Lammermoor di
Gaetano Donizetti.
Un’opera legata alla storia delle rappresentazioni
alle Terme di Caracalla visto che, il 1 agosto del
1937, fu proprio lei ad inaugurarle.
Ambientata nel ‘500 racconta dell’amore tragico
] di Andrea Merlino [
di Lucia per Edgardo e del suicidio di lei.
La regia del nuovo allestimento è firmata da Pier
Francesco Maestrini. Le scene e i costumi sono di
Carlo Savi. Il disegno luci è curato da Patrizio
Maggi.
È, sicuramente, delle tre l’opera che ha riscosso il
maggior numero di applausi.
Infine è toccato alla Madama Buttefly di Giacomo
Puccini, di cui ricorrono i 150 anni dalla nascita,
emozionare e commuovere il pubblico sempre attento ed entusiasta.
Protagonista della tragedia la giapponese Ciocio-san alias Butterfly che innamorata e ingannata dal marito americano finisce per suicidarsi.
Renzo Giacchieri firma le realizzazioni visive, le
scene e i costumi. Azioni mimiche a cura di Hal
Yamanouchi.
La scenografia della Butterfly ha suscitato stupore e sospiri d'ammirazione nel pubblico. Lo
spazio sotto al ponte di legno ad arco, alto circa
tre metri, che dominava il palcoscenico diventava, alla fine del primo atto, un cielo stellato e,
nel secondo, un meraviglioso bosco fiorito.
Inutile sottolineare come tutti gli interpreti delle tre Opere siano stati non meno che magnifici.
Vedere i numerosissimi turisti stranieri uscire entusiasti dalle Terme in un periodo in cui il taglio
dei fondi alla cultura sembra l’unica soluzione
possibile, dimostra come la nostra eccellenza artistica sia una risposta alla crisi economica generalizzata. Un patrimonio da preservare e valorizzare.
eur torrino news
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Grafica: Romalive
Grafica: Romalive
Planet Flowers
Panzè (La viola del pensiero)
Originari dell’area mediterranea e nati per fiorire
all’ombra degli alberi, i ciclamini sono caratterizzati da larghi tuberi tondeggianti come le foglie, che sono leggermente carnose e di colore
verde scuro con sfumature sull’argenteo. I fiori
possono essere profumati o non, e hanno la caratteristica inconfondibile di apparire in gruppo,
al centro delle foglie, con i petali rivolti verso
l’alto. Facile da coltivare, è una pianta molto generosa perché può fiorire per diversi mesi in maniera abbondante e perché può essere coltivata
in ambienti chiusi oppure all’aperto, in vaso o in
terra, prestando attenzione al tipo di terriccio
utilizzato: un mix di foglie, letame maturo e sabbia. Ricordatevi di annaffiare il ciclamino dal
basso verso l’alto, evitando di bagnare in maniera eccessiva il tubero, visto che è tendente a generare muffe. Piccoli accorgimenti: eliminate foglie e fiori vecchi dal picciolo e non lasciate il
terriccio fradicio per troppo tempo. Esponetelo
sempre in ambienti con sufficiente aerazione, in
una posizione luminosa ma non soleggiata, ad
una temperatura di 12-18°C. È una pianta che
necessita di una buona irrigazione anche d’inverno, altrimenti i fiori tendono ad appassire per
carenza idrica.
È una pianta adatta ad essere trapiantata nel periodo autunnale, fino a quello invernale. La viola
del pensiero che tutti conoscono è grande, alta
fino a 40 cm con foglie piccole e allungate, definite da margini dentati. I fiori invece sono generalmente molto grandi, formati da cinque petali
dal colore bianco, giallo, rosa o rosso con al centro un “occhio” nero. Può essere messa in contenitori che permettono di spostarla facilmente all’ombra, quando il sole d’estate diventa troppo
aggressivo. I panzè sono noti per l’alta resistenza a temperature molto basse, perfino quando il
tempo minaccia gelate improvvise. Temperature
di questo tipo favoriscono la germinazione dei
semi e le fioriture abbondanti. Non dimenticate
di annaffiatele spesso, lasciando asciugare leggermente il substrato prima di annaffiare nuovamente. Se il terreno è troppo pesante e calcareo,
correggetelo con torba, sabbia e terriccio universale bilanciato, in modo da ottenere un substrato abbastanza ricco di materiale organico e
ben drenato. Inoltre, per favorire la fioritura,
ogni 20-30 giorni potete fertilizzarle regolarmente con concime per piante fiorite.
Grafica: Romalive
Ciclamini (Cyclamen)
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eur torrino news
] a cura di Marta Cecchini [
Viaggio nella comunicazione
Intervista a Laura Cuttica,
Master in MCC e Master Trainer in PNL
La confusione può essere l’anticamera della depressione?
Senz’altro; il depresso è confuso, non ha davanti a
sé un futuro e non vede nulla.
Spesso l’individuo non sa di essere in confusione: come può prenderne coscienza?
È una bella domanda. La stragrande maggioranza
delle persone imputa agli altri la propria confusione e la conseguenza è che non guardando dentro sé stessi, si tende a specchiarsi nella confusione generale che governa il mondo odierno. Il
sintomo forse sta proprio nella confusione generale e diffusa.
Io chiedo a Lei, che è esperta nella sottile arte
della comunicazione: come può un individuo
elevarsi al di sopra della massa confusa e prendere coscienza della propria vita?
È un percorso da fare quando si sta male e bisogna
riuscirci: la confusione è una nebbia e quando ci si
eleva questa nebbia scompare. È un guardare in alto verso il significato della vita, verso il lato spirituale della vita. La necessità di guarire, del resto,
non implica solo la dimensione personale ma anche
e soprattutto quella relazionale con gli altri.
Le persone passano
molte ore al giorno in
ufficio, in macchina e
spesso confondono il
divertimento con l’evasione.
Come può una persona che fino a ieri non
aveva obiettivi, trovarli e cercare di perseguirli?
Torno all’inizio: deve
guardarsi dentro, perché la nostra vera identità è dentro e non fuori. Tanti pensano che
dentro non ci sia nulla
o ci sia del brutto; in
realtà dentro c’è la
quiete e la comprensione, quindi la nostra vita
va molto oltre il nostro
lavoro e ci sono molte
altre ore per trovare sé
stessi e la propria identità interiore.
Grafica: Romalive
Cos’è la confusione?
È il non essersi incontrati, innanzitutto. Quando
si sa ciò che si è e ciò che si vuole, non si è più
confusi.
] a cura di Sergio Di Mambro [
eur torrino news
27
Bau & Miao:
la Rubrica
degli Animali
La caccia: uccidere per divertimento…
non è uno sport!
] a cura di Marta Cecchini [
Come si fa a considerare la caccia uno sport civile, quando per legge nel nostro Paese si prevede
perfino l’uccisione dei cuccioli e delle femmine
che covano? Per non parlare poi dei cani da caccia, chiusi per tutto l’anno in piccoli box e liberati solo per un unico scopo: stanare e raccogliere le prede! Che c’è di sportivo in tutto questo?
E nonostante la caccia sia una delle cause principali del massacro disumano di milioni di animali
e della distruzione della natura, i cacciatori chiudono gli occhi e continuano a sparare… e lo fanno quasi tutto l’anno!
Infatti, nonostante siano previsti già ben 5 mesi
per la stagione venatoria, non mancano stupidi
pretesti per cacciare in altri periodi, come i piani
di controllo della fauna in sovrannumero (anche
la popolazione di alcuni Paesi è in sovrannumero… ma non mi risulta che siano previste misure
di questo tipo!).
Come si può chiamare tradizione l’uccisione di 100
milioni di animali solo per puro divertimento?
diminuzione, ma l’impatto che ha sull’equilibrio
della natura è comunque devastante:
Settembre è il mese in cui si riapre la stagione
venatoria, per soddisfare una minoranza dell’1%
della popolazione in nome di una “tradizione incivile”, crudele, ingiusta e pericolosa che permette ogni anno l’uccisione illimitata di ben 49
specie fra uccelli e mammiferi.
- si alterano gli equilibri ecologici naturali,
- si diffondono malattie che provocano sofferenze atroci per gli animali, come l’avvelenamento
da piombo degli uccelli che ingeriscono i pallini;
- si feriscono e si uccidono mamme e cuccioli
senza poterli soccorrere;
- si moltiplicano gli incidenti con perdite di vite umane.
Cacciatori senza scrupoli che spaventano, inseguono, bloccano, attirano con sporchi trucchi e
misere strategie milioni di animali innocenti che
vivono liberamente nel proprio habitat.
Che c’è di sportivo in tutto questo?
Molti cacciatori hanno ancora la faccia tosta di
spacciarsi per grandi amanti della natura quando
contribuiscono, giorno dopo giorno, SPARO DOPO
SPARO, ad accelerare l’estinzione di alcune specie, ogni volta che abbracciano una doppietta!
Chi caccia per divertimento dovrebbe essere arrestato per maltrattamento sugli animali… visto
che non c’è giustificazione per una simile azione!
E chi caccia per procurarsi il cibo, dovrebbe farsi
un giro per i supermercati e le macellerie locali:
di animali morti, pronti per essere cucinati, ce ne
sono veramente in abbondanza! Per non parlare
poi di chi uccide per imbalsamare la propria preda: veramente macabro!
Per fortuna il numero dei cacciatori è in notevole
28
eur torrino news
LASCIAMO CHE LA NATURA FACCIA IL SUO CORSO!
E invece di tutelare i cacciatori, approvando normative filovenatorie, cerchiamo di prevedere
controlli maggiori che contrastino il fenomeno
del bracconaggio (pensate che l’Italia è già stata
condannata ben 5 volte dalla Corte di Giustizia
europea!) come la caccia fuori stagione, la caccia
senza licenza, la caccia che impiega tecniche illegali ed estremamente pericolose, la caccia di
animali che appartengono a specie protette e la
caccia di animali di proprietà di qualcun altro!
CONSIGLIO REGIONALE INFORMA
] a cura di Cristina Cese [
Milana: «Importante pronunciamento della Corte dei Conti»
“Due giorni fa l’Assemblea legislativa della Regione Lazio ha operato scelte importanti sulla
Sanità, che meritano rispetto istituzionale e non
giudizi precostituiti. Oggi l’importante pronuncia
della Corte dei Conti in merito alle risorse da trasferire alla Regione Lazio non sorprende il Consiglio Regionale, anzi”.
Lo dichiara il Presidente del Consiglio regionale
del Lazio, Guido Milana.
“Nelle conclusioni e nelle motivazioni – afferma
Milana – l’autorevole organismo dice esattamente quello che è stato sempre sostenuto con fermezza dal Consiglio Regionale, anche di fronte
alla colpevole sordità di esponenti politici e istituzionali. La Corte dice che lo sblocco dei fondi è
dovuto, che produce ingenti danni erariali alla
Regione, e che la mancata erogazione viene utilizzata come leva per costringere la nostra amministrazione ad azioni politiche “sgradite” alla popolazione. Ora – conclude il presidente del Consiglio regionale – il Governo ritorni sui suoi passi e
liberi immediatamente i fondi che spettano al
Lazio”.
On. Guido Milana
Borse di studio e un centro culturale per palestinesi e israeliani
Quindici ragazzi israeliani e palestinesi potranno
iscriversi alle Università di Roma e di Perugia,
grazie alle borse di studio messe a disposizione
dalla Regione Lazio, che finanzierà anche la ristrutturazione di un edificio a Betlemme, che sarà affidato alla Fondazione Giovanni Paolo II,
presieduta dal Parroco di Gerusalemme, Padre
Ibrahim Faltas, per realizzare una residenza studentesca universitaria ed un Centro per lo studio
della lingua italiana.
Ad accogliere i quindici studenti, oggi, presso
Laziodisu, l’Assessore all’Istruzione, diritto allo
studio e formazione della Regione Lazio, Silvia
Costa, insieme a Padre Ibrahim Faltas, alla presenza del Commissario straordinario di Laziodisu,
Ornella Guglielmino, del Commissario straordina-
30
eur torrino news
rio dell’Adisu di Perugia, Maurizio Oliviero e dei
Commissari delle Adisu territoriali del Lazio.
“Abbiamo onorato gli impegni assunti con la firma dei protocolli d’intesa lo scorso 4 giugno – ha
detto l’Assessore Costa – destinando, attraverso
Laziodisu, 80 mila euro alle borse di studio e finanziando la realizzazione del Centro linguistico
di Betlemme, che consentirà di diffondere la lingua italiana in Terra Santa. Si tratta del primo
Centro linguistico di rango universitario promosso
da una istituzione italiana in Medio Oriente, in
collaborazione con le Università di Roma e di Perugia. Iniziative che, insieme al Presidente Marrazzo ed alla Presidente della Regione Umbria, Lorenzetti, abbiamo fortemente voluto, in quanto
– come ha sottolineato anche Padre Ibrahim Faltas, che ringrazio per aver ispirato questi importanti progetti – si tratta di passi fondamentali per
rafforzare la cultura del dialogo e della pace.”
“È stato fondamentale – ha proseguito l’Assessore Costa – l’apporto di Laziodisu, dell’Adisu dell’Umbria e dell’Università per Stranieri di Perugia, che ha già consentito agli studenti, ospitandoli, di frequentare i corsi intensivi di lingua italiana, permettendo loro di poter accedere ai test
di ammissione alle facoltà prescelte, nonché delle Università di Roma, che si sono impegnate ad
effettuare le iscrizioni degli studenti assegnatari gratuitamente. Laziodisu, inoltre fornirà assistenza sanitaria ai borsisti e vitto e alloggio nella residenza universitaria di via Assisi.”
I Corsi di studi prescelti sono prevalentemente
quelli di Medicina e Odontoiatria, di Farmacia,
Relazioni internazionali, Architettura edile, presso le Università Sapienza e Tor Vergata di Roma e
l’Università per Stranieri di Perugia.
Il Centro Linguistico e formativo di Betlemme,
edificio di proprietà della Fondazione Giovanni
Paolo II, avrà il compito di agevolare i percorsi
universitari degli studenti di Gerusalemme e Cisgiordania iscritti a Betlemme, nonché di diffondere la lingua e la cultura italiana attraverso le
Università.
Dopo la presentazione dell’iniziativa, l’Assessore
Costa, Padre Faltas, il Commissario Guglielmino e
gli studenti si sono recati presso la residenza universitaria di via Assisi, che è stata benedetta dal
Parroco di Gerusalemme.
Grafica: Romalive
Assestamento, perequati “rimandati” a settembre
Con una mozione, approvata all’unanimità, il
Consiglio Regionale del Lazio “impegna il Presidente dell’Assemblea a convocare la conferenza
dei capigruppo al fine di tenere entro il 20 settembre 2008 un Consiglio Regionale straordinario
per definire la condizione del personale di cui in
premessa (ci si riferisce al personale cosiddetto
‘perequato’)”.
La mozione, firmata in un primo momento da
Giuseppe Parroncini e Claudio Moscardelli (rispettivamente capogruppo e vice del PD), è stata
successivamente sottoscritta da Antonio Cicchetti, capogruppo AN, essendo stata accolta la
proposta di quest’ultimo di aggiungere la seguente frase: “previo approfondimento giuridico
da affidare a un insigne amministrativista e a un
giuslavorista, con onere a carico del Consiglio
Regionale”.
Alla votazione della mozione si è giunti dopo un
lungo dibattito sull’argomento “perequati”, che
si pensava di risolvere tramite un articolo aggiuntivo all’assestamento. La mozione è stata alla fine il punto di mediazione tra favorevoli e
contrari alla perequazione, un meccanismo che
negli anni scorsi aveva portato ad avanzamenti
di carriera di un certo numero di dirigenti e dipendenti. A mettere in discussione la perequazione era stato prima il TAR, quindi il Consiglio di
Stato. Per questa ragione, si era ritenuto che la
soluzione dovesse essere di tipo legislativo, vale
a dire un articolo aggiuntivo alla legge di assestamento.
– hanno detto esponenti della maggioranza e
dell’opposizione – il più possibile condiviso.
Il rinvio a settembre dovrebbe consentire un approfondimento, proprio sotto il profilo giuridico,
per arrivare a scrivere il testo di un articolo unico da portare all’approvazione dell’Aula. Un testo
Presentato il nuovo portale del Consiglio Regionale
il sistema delle aste on line, cui è dedicata un’altra sezione del sito.
A seguire, il direttore generale di LAit Alessandra
Poggiani ha illustrato al pubblico le caratteristiche tecniche e le possibilità offerte dal portale,
quindi la parola è passata a Roberto Santi, responsabile dell’Osservatorio sulla multimedialità
nella P.A., che si è soffermato sull’importanza dello strumento internet per le pubbliche amministrazioni. Infine, l’intervento del prof. Stefano Rolando, Presidente del coordinamento europeo dei
responsabili della comunicazione istituzionale, la
cui lunga esperienza in materia di comunicazione
istituzionale, sia a livello accademico che attraverso la collaborazione con istituzioni pubbliche,
ne fa uno dei massimi esperti della materia a livello europeo. A moderare i lavori, il giornalista
della RAI-TGR Lazio Vincenzo D’Ambra.
Il nuovo portale del Consiglio si presenta quindi
come parte essenziale di un sistema integrato di
informazione e comunicazione imparziale e temÈ online il nuovo portale del Consiglio Regionale
del Lazio, costruito all’insegna dello slogan “Partecipare è un buon Consiglio”, che riassume i significati di trasparenza e tempestività nel fornire informazioni al cittadino.
Il Presidente del Consiglio regionale Guido Milana
ha voluto anzitutto sottolineare come questo
strumento sia stato realizzato in modo del tutto
interno all’Ente, avvalendosi dell’opera dei dipendenti regionali, per quel che riguarda la parte
contenutistica, nonché di LAit, società regionale,
come partner tecnologico. Inoltre, il Presidente
ha evidenziato come la nascita del nuovo portale
sia un passo decisivo verso l’obiettivo della trasparenza, visto che grazie ad esso il cittadino
potrà seguire l’attività consiliare attraverso le dirette dei lavori d’aula e consultando i provvedimenti – legislativi e non – approvati, e le scadenze in calendario. Ma sarà anche possibile conoscere, ad esempio, i compensi erogati ai consulenti o i costi dei normali approvvigionamenti
dell’Ente, che verranno realizzati d’ora in poi con
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eur torrino news
pestiva, grazie anche a un TG, a un notiziario radiofonico e alle news inserite in tempo reale, che
andrà a beneficio della partecipazione del cittadino, come sottolinea lo slogan prescelto per
presentare l’iniziativa, “Partecipare è un buon
Consiglio”, e del miglioramento della qualità del
lavoro realizzato dagli uffici del Consiglio regionale del Lazio.
Grafica: Romalive
Intervista al neopresidente di Poste Italiane
Giovanni Ialongo
] di Sergio Di Mambro [
Nella foto: Il Presidente di
Poste Italiane, Giovanni Ialongo
Presidente Ialongo, come neopresidente di Poste Italiane ha già individuato le possibili aree
di miglioramento di una società così complessa
e articolata?
Da anni ormai Poste Italiane sta diversificando il
suo mercato verso nuovi prodotti, nuove linee di
business per rispondere alle esigenze del mercato e
per “difendersi” dai competitor.
Al centro del nostro interesse ci sarà sempre e comunque il cliente, ultimo anello della catena di un
processo aziendale articolato e complesso. Il nostro obiettivo sarà quello di elevare lo standard di
qualità del servizio e quindi il livello di soddisfazione del cliente.
Nel periodo di Presidenza presso iPost lei ha
sempre proposto un modello che avesse come
obiettivo l’eccellenza. Pensa che tale modello
sia applicabile anche alle Poste Italiane?
In qualunque contesto ci si muova, nel pubblico o
nel privato, laddove il nostro referente ultimo sia
il cittadino e il soddisfacimento delle sue esigenze, ritengo che si debba puntare all’eccellenza. Sicuramente l’esperienza di 11 anni alla guida di un
ente pubblico, con i risultati che registra l’Istituto
Postelegrafonici, può, e secondo me deve, rappresentare una best performance e un modello di management da tenere in forte considerazione.
Spesso gli sportelli delle Poste hanno file enormi, e a volte sono proprio le persone più fragili, come i pensionati, a subire lunghe attese.
Cosa si potrà fare?
Forniamo un servizio universale, quello del recapito, così come forniamo servizi altamente innovativi come il già esistente servizio di pagamento
on line o il pagamento delle bollette con il telefonino. Stiamo tentando di diffondere nuove modalità più snelle, più veloci e anche, se mi consente,
più semplici. Poste ha sempre avuto un’attenzione
di riguardo verso questi fattori sociali, soprattutto
verso quella parte di popolazione più debole: ci
stiamo impegnando perché si possano coniugare
innovatività, presenza costante sul territorio e migliore rete di comunicazione.
Il credito è un altro dei servizi delle Poste italiane, pensa che ci possano essere dei miglioramenti nella qualità del servizio?
Perché no? I risultati ottenuti ci fanno pensare
proprio di sì, ne parlavamo prima, bisogna puntare sempre all’eccellenza!
Le Poste per eccellenza permettono agli italiani
di comunicare in vari modi e spesso le persone
si lamentano per i ritardi nella consegna di raccomandate, lettere, ecc… Cosa pensa di fare?
Meglio di me, lei sa come il modo di comunicare
oggi sia cambiato: internet, telefonini, sms, fax,
e-mail… questa nuova comunicazione ha sostituito la lettera tradizionale, e Poste stessa ha aiutato
questa trasformazione, non dimenticandosi tuttavia della rete della corrispondenza tradizionale.
Ogni meccanismo complesso, ogni processo articolato è fatto di ingranaggi e di fasi che possono
talvolta rallentare: da parte nostra, l’attenzione
sarà massima perché vengano evitate criticità latenti e perché vengano adottati forti interventi
strutturali.
Grafica: Romalive
L PARADISO SPORTIVO DI 20.000 MQ a pochi passi dall’Eur, centro di riferimento per tutti coloro che desiderano dedicare del
tempo prezioso alla propria salute fisica e mentale, migliorando la
qualità di vita. Un lungo passato alle spalle di benessere e passione per
lo sport, che risale al lontano 1988 con il calcio a 5, guadagnandosi la
fama del mitico Torrino Sporting Club vincitore di 2 campionati di serie
A, rimasto nella storia per le 5 coppe Italia vinte e per due partecipazioni alla Coppa dei Campioni. Da questa esperienza vincente sono iniziati i lavori per la costruzione del Centro, gioiello al servizio degli sportivi e di tutti i cittadini, inaugurato nel 1992, data d'inizio di una nuova
ed entusiasmante avventura sportiva.
I
Personal trainer all’avanguardia, attrezzature moderne ed efficienti, un
arredamento curato nel particolare per rendere il vostro soggiorno confortevole e rispondere alle esigenze diversificate dei soci. Il Centro,
interamente climatizzato, è attualmente dotato di 5 palestre, di 5 campi
in terra rossa con scuola SAT per bambini e adulti seguiti da maestri
della Federazione Tennis, un campo di pallavolo e tre di calcio a 5.
Durante l’estate la piscina del Centro sportivo diventa il centro estivo
di riferimento delle famiglie della zona per i ragazzi dai 4 ai 14 anni.
APERTO 7 GIORNI SU 7
dal Lunedì al Venerdì
7.30/23.00
Sabato e festivi
9.00/21.00
Non mancano grandi spazi dedicati anche all’intrattenimento, come il
bar, il ristorante e le sale riunioni, dove è possibile organizzare colazioni di lavoro, feste ed eventi importanti. L’estensione del Centro, sede
di rilevanti manifestazioni sportive come il Roma Challenger di Tennis,
offre un carnet variegato di attività al passo con i tempi e con le esigenze di fitness dell’intera area, tra cui yoga, pilates matwork, aero
kombat, total body, step toning e una seria preparazione pugilistica,
con l’ausilio di insegnanti qualificati ISEF.
Oltre alle lezioni di danza classica e moderna, si possono praticare le
arti marziali tra cui la Capoeira, l’arte marziale brasiliana, la kick boxing,
e il karate.
Fra le molteplici attività, la prestigiosa scuola di ballo del maestro Toni
Regano con i suoi corsi standard, latini (Rumba, Jive, Cha-cha-cha,
Paso Doble), tango argentino e balli di gruppo. Si aggiungono inoltre i
corsi invernali di Lazaro Martin Diaz, che tra passi di salsa cubana, insegna portamento e ritmica a uomini e a donne.
Prima dell’iscrizione sono previste lezioni gratuite per farvi conoscere le
diverse possibilità offerte dal Torrino Sporting Center convenzionato
con Enti quali Ministeri, Banche e Forze dell’Ordine.
www.torrinosportingcenter.it
VIA DESERTO DI GOBI, 44 - 00144
TEL. 06/52.95.884 - 52.95.886
FAX 06/52.01.417
Il telaio di Elena:
Antiche donne di oggi
Un antico detto masai recita: “Una zebra fa in
modo di non disprezzare le sue stesse strisce”
ossia a dire che ognuno di noi dovrebbe evitare
di sdegnare i tratti della propria natura. I Masai,
per chi non lo sa, oltre che ad essere bellissimi,
sono un popolo di pastori nomadi fortemente legati alle tradizioni tribali e in grande opposizione col regime kenyota che sta facendo di tutto –
compreso rendere loro difficilissimo continuare
a vivere secondo le loro stesse strisce – per renderli civili proprio come noi. All’interno dei loro
villaggi di legno e fango le cui capanne sono costruite dalle donne, vivono in monogamia o poligamia, lontani e reticenti ai missionari americani e ai predicatori mussulmani. I giovani celibi
sono coloratissimi e ornati di collane di perle e
argento che depongono quando prendono moglie.
Le donne, coloratissime anch’esse, continuano
anche da anziane ad abbigliarsi coi monili tradizionali e collaborano tutte insieme alla crescita e
allevamento dei figli, del bestiame, del villaggio.
Il capo è eletto senza campagna elettorale da
tutta la tribù al completo, uomini e donne, e il
prescelto – spesso reticente all’incarico – non
può rifiutarsi: egli dovrà dirimere i litigi, risolvere i problemi e farsi carico – qui sta l’inghippo –
coi propri beni, dei più poveri fra il popolo. Insomma, dei selvaggi con le perline al collo.
Ma tornando al detto della zebra, ribadisco che
uno degli elementi fondanti della logica al femminile è la creazione della vita e la sua tutela, e
che solo una società basata sulla ragione anziché
sullo spirito, o persino, sull’istinto, può creare le
perversioni di cui siamo protagonisti e testimoni
attivi e passivi. Non ho mai trovato, ad esempio,
nella vita come nel lavoro, rivali più accanite e
cattive delle mie stesse
compagne di viaggio,
depravate dall’ansia di
successo in tutti i campi, da quello sessuale a
quello professionale: la
famosa invidia buona,
ossia quella che ti fa
ammirare ed emulare chi
eccelle in qualche campo rispetto a te, è stata
completamente annientata dal diritto di vincere o semplicemente di
avere quello che si desidera, costi quel che costi. Non importa chi lo
meriti, cosa sappiamo
realmente fare o cosa
sappiamo e basta: io importo e basta e non intendo, naturalmente, parlare di dogane o di libertà del mercato! Desiderare è uguale ad avere diritto. La legge della giungla, alla faccia dei Masai, che lì, in parte, ancora
ci vivono, distinguendosi però dalle bestie selvagge con cui coabitano quotidianamente.
Essere madre, ad esempio, non è un diritto: mentre lo è non essere violentata se si campeggia alla
periferia di una città italiana. Divertirsi non è un
diritto: mentre lo è avere dei capi onesti e capaci,
o al limite, solo capaci. L’istruzione è un diritto:
non lo è istruire se non si sa come, cosa e quanto.
Lavorare è un diritto: ma è anche un dovere, sennò
decade il diritto che passa automaticamente a chi
ne ha voglia. Calunniare è sbagliato, anche se lo si
] a cura di Alessia Niccolucci [
fa perché si ha diritto di cercare di nuocere a una
rivale. Difendere sempre il più debole non sempre
significa difendere chi ne ha diritto. Piccolo, povero, giovane, debole, madre, anziano possono anche non essere sinonimo di buono.
L’errore è nella perversione della ragione, strumento precipuamente maschile, piuttosto che non
nella logica dell’istinto o dello spirito che si ritrovano nei saggi, nei bambini e nelle donne. Almeno
in quelle di una volta, o tantissime volte fa.
“Se non si sa dove si sta andando si guardi allora
da dove si viene”, anche questo è un detto africano: vogliamo provarci?
Filomena
Donne che parlavano con gli alberi
Libreria Nuova Europa - Via Tazio Nuvolari 1 (I Granai)
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Daniele Camilli – Emanuele Trevi:
Dove la vita si nasconde alla morte
La guerra d’Etiopia raccontata da un soldato nel Diario del mio richiamo di Elvio Cardarelli.
] a cura di Sergio Di Mambro [
Daniele, chi era Elvio Cardarelli?
Era un soldato italiano chiamato a combattere la
guerra d’Etiopia dal 1935 e il 1937. Durante questa guerra Elvio riempie 6 quaderni e descrive
manovre e momenti del conflitto: è un giorno per
giorno. È una testimonianza storica intatta, perché Elvio muore dopo 15 giorni dal suo ritorno in
patria a causa delle condizioni igienico-sanitarie
belliche e le immense fatiche patite. In questo
documento ci sono delle testimonianze straordinarie, perché viene descritta la vita quotidiana di
un soldato e da esso emergono le verità che qualcuno aveva cercato di nascondere, ad esempio
quella sull’utilizzo dei gas contro gli etiopi. Ci
sono dei passi incredibili e quello riportato sul
retro del libro è lampante. Quindi, in conclusione,
si tratta di un documento storico e anche di vita
bellica.
Questo libro fa parte della collana “Fogli di
vita”: si può parlare di controstoria?
È una storia raccontata dal basso, mentre di solito si va negli archivi a cercare i documenti ufficiali. Partendo dal basso si dà dignità a chi ha
vissuto gli eventi e si portano in luce testimonianze che, laddove viene ricostruita la storia,
non emergono. Nella prefazione ci sono le parole
di Elvio che preconizzano l’8 settembre, con un
fronte allo sbando totale, dove la truppa era abbandonata a sé stessa e gli ufficiali distanti dal
dramma dell’impreparazione.
All’inizio del libro c’è un reportage fotografico. Ce ne parla?
Sì. L’opera è completata, come diceva lei, da
un’appendice fotografica di materiali che Elvio
ha scattato durante la guerra e ha portato con sé
in Italia. Qui c’è la società etiope raccontata a
tutto tondo, non solo nei suoi rapporti con le
truppe italiane.
Emanuele, come erano i diari di Cardarelli
quando li avete presi in mano la prima volta?
Per me c’è sempre una certa emozione nel ripercorrere il momento di quell’incontro con la “storia”, con dei veri e propri quaderni scritti da chi
era in difficoltà, catapultato in una guerra non
sua, fra mille sofferenze. Il tratto di penna scorreva uniforme, nonostante la realtà in cui l’autore viveva. Noi abbiamo lasciato del tutto intatto
il linguaggio di Cardarelli: sarebbe stata una forzatura.
Come viene trattato filologicamente il racconto?
Non abbiamo mai pensato di modificare il senso e
il percorso descritto dal soldato di Vignanello.
Nella tua introduzione parli di tematiche molto scottanti, riguardo al razzismo e al rapporto
che hanno avuto i soldati italiani con le popolazioni locali.
Diciamo che Elvio si immette in un sistema bellico che vede molte motivazioni “a sostegno” dell’invasione, come l’emulazione di Francia e Gran
Bretagna o, soprattutto, il “problema dei problemi”, ovvero la questione demografica. Nel momento dell’emigrazione esterna il regime portava
in Etiopia le sue genti e le prefigurava come generazioni di dominatori, mentre si trattava solo
di uomini; scorrendo le letture, possiamo notare
un netto cambio di tono, anche lessicale, nei rapporti con le popolazioni locali, un inasprimento
di cui Cardarelli si accorge quando vede le bambine che piangono i padri morti a causa dell’invasione italiana, quei padri che gli altri soldati
descrivono come bestie o selvaggi.
sopra: Emanuele Trevi
in basso a sinistra: Daniele Camilli
sotto: la copertina del libro
Grafica: Romalive
La chiesa di Vetralla in un libro
Daniele Camilli – “L’incendiarsi del cielo al tramonto”
Daniele, perché questo titolo così evocativo?
Perché il territorio di Vetralla aveva la possibilità
di agganciare il treno che, ad esempio, la Toscana è riuscita a prendere nell’Ottocento: quindi la
possibilità di seguire un percorso storico sociale
diverso da quello di decadenza poi realmente seguito, a partire proprio dall’analisi del territorio
gestito e amministrato dalla Chiesa di S. Maria In
forum cassii, chiesa che sorge su un impianto
termale di epoca romana e contiene al suo interno un patrimonio artistico di elevata importanza.
Il percorso del libro segue duecento anni, dal
1614 al 1807, in un territorio che è paradigmatico dello sviluppo che ha seguito l’intera provincia
di Viterbo e oltre.
Cosa accadeva in quei territori?
] a cura della Redazione [
La Chiesa gestiva tre territori e quei terreni venivano dati in enfiteusi ai contadini, che erano allo stesso tempo anche proprietari delle terre confinanti: nel corso dei secoli questi affittuari lavoravano la terra in funzione dei propri territori.
Da qui si innesta un percorso economico virtuoso, in quanto si avvia un processo concorrenziale
e di incremento al reddito, sostenuto da una
mentalità progressivamente imprenditoriale; badate bene, qui si parla anche di metodo cooperativistico, perché i vari soggetti coinvolti dovettero arrivare a un modus vivendi di cooperazione
per non intaccare gli interessi confinanti. Siamo
quindi davanti ad un’economia fiorente, tanto
che Vetralla nel 1714 riceve il titolo di città e
l’autonomia fiscale. Chiaramente da qui si espande il sistema fino a Grosseto.
Il museo della città e del territorio di Vetralla
Dal “Butto” è partita l’idea di fare il museo, ovvero da una struttura che nasce come torre all’interno della quale erano di stanza i soldati.
Il Museo è diviso in più sezioni, tutte scavate
nella roccia tufacea; nella sezione Ceramica sono
raccolti tutti i materiali provenienti dal Lazio,
nella sezione Legno sono raccolti tutti gli strumenti della vita agricola. La sezione Lavorazione
Metalli, divisa in vetrine, ha la caratteristica di
contenere strumenti non tutti provenienti immediatamente dal territorio, ma donati o acquistati
a partire dal 1991.
L’ultimo livello del museo,
raggiungibile attraverso
una grotta, è denominato
Muratura e Laterizi, con
tutti i materiali utilizzati.
Per finire esistono una sala conferenze che il Museo mette a disposizione
di chi la richiedesse e una
sala di piccoli oggetti, in
cui ricorrono animali e piccole sculture.
Olistica
Odontoiatria
Cefalee ricorrenti, mal di schiena,
stanchezza, ronzio alle orecchie,
insonnia… potrebbero essere causate da un problema occlusale.
La filosofia di fondo dello Studio di Odontoiatria
Olistica è la ricerca della diagnosi. Si tratta di un
approccio diagnostico terapeutico innovativo,
basato sull’interpretazione dei segnali del nostro
corpo per individuare la causa dei disturbi più
frequenti. Dalle patologie della bocca ai dolori
posturali, la medicina olistica propone una terapia eziologica risolutiva che non si limita alla cura sintomatica, tipica di quella tradizionale, ma
prende in considerazione l’individuo nella sua interezza, eliminandone la causa e di conseguenza
la sintomatologia. Spesso i disturbi più banali
quali mal di testa, mal di schiena, dolori muscolari, insonnia, vengono sottovalutati: ci si limita
ad eliminare il sintomo con dei semplici analgesici e non si vanno a rimuovere le cause di tali
disturbi, che nella maggior parte dei casi determinano un’alterazione della corretta postura e
l’insorgenza di dolori ricorrenti. È frequente ad
esempio che le cefalee o dolori cervicali possano
essere una conseguenza di contratture dei muscoli masticatori, a loro volta causate da malocclusioni o parafunzioni dentali quali serramento
o arrotamento dentale.
Il nostro approccio olistico diagnostico consiste
in un approfondimento clinico posturale ed occlusale, supportato da esami radiografici digitali,
e soprattutto da una serie di esami computerizzati, quali la valutazione elettronica dell’occlusione, la stabilometria, la posturometria, e soprattutto l’esame Formetric 4D. Quest’ultimo
consiste in una speciale apparecchiatura adibita
alla misurazione statica e dinamica della colonna, ed elabora tridimensionalmente tutti quei
parametri che ci permettono di rapportare una
alterazione posturale con una problematica occlusale. In questi casi uno strumento terapeutico
molto efficace è il bite: un “apparecchio” sottilissimo che viene realizzato per l’arcata dentale
inferiore che “azzera” l’occlusione errata e ne ricrea un’altra corretta, permettendo così di eliminare tutti i disturbi posturali creati dall’occlusione precedente non corretta, o di compensare frequenti problematiche legate allo stress, come il
bruxismo. Il bite viene realizzato spesso dal Dottor Daniele Puzzilli anche per atleti professionisti, non solo per correggere malocclusioni, ma
anche per ottimizzare performance sportive e per
recuperi di infortuni importanti e ricorrenti.
Per eliminare la causa del problema posturale oltre al bite, può essere consigliato un plantare
propriocettivo, un trattamento osteopatico, un
ciclo di sedute di riprogrammazione posturale,
trattamenti craniosacrali, o molto spesso l’integrazione e la collaborazione di diversi specialisti
può offrire la risoluzione a frequenti disturbi. Solo con questo tipo di approccio olistico si possono fornire terapie mirate ad eliminare i disturbi.
• Esame posturometrico
• Formetric 4D
Studio di Odontoiatria Olistica
Dott. Daniele Puzzilli
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informa
Municipio XII
] a cura di Stefano Ursi [
In studio il Presidente del Municipio XII, Pasquale Calzetta.
Presidente, sono state attivate delle macchine
automatiche per il rilascio dei documenti:
quante sono e dove sono state posizionate?
“Abbiamo attivato un percorso sperimentale, con
un chiosco telematico, presso il Centro Anziani di
Vitinia; è stato fatto lì in quanto quartiere più
lontano dal Municipio. La macchina si collega
con l’URP e tramite un video si parla direttamente con l’operatore. Allo stato attuale siamo in
grado di rilasciare varie informazioni sulle graduatorie o su una pratica di commercio; la macchina è già predisposta per il rilascio di certificati, ma c’è ancora l’ostacolo della firma elettronica: su questo l’Assessore comunale Cavallari, che
ha assistito all’inaugurazione, mi ha assicurato
che presto arriveremo a soluzione. Attualmente
abbiamo una sola macchina, ma c’è in cantiere il
posizionamente in centri commerciali e zone lontane dagli uffici municipali”.
L’opposizione sta mantenendo un atteggiamento di polemica rigida sullo Svincolo degli
Oceani, sul raddoppio della Laurentina e sul
Filobus. Cosa ci dice su questo?
“Sulle polemiche cosa vuole che le dica, fanno
parte del gioco e del giusto ruolo dell’opposizione, ma per il resto sono fini a sé stesse, perché
noi abbiamo ereditato una situazione critica in
cui non sono state trovate soluzioni percorribili.
Innanzitutto c’è il problema dell’apertura di Euroma2, cosa su cui il Municipio ha fatto un ottimo lavoro, facendo in modo che si realizzassero
le opere di mobilità previste in relazione al centro commerciale. Sono stati fatti dei miracoli per
realizzare opere come il Ponte su Via di Decima o
la rotatoria su via Avignone. Sullo Svincolo degli
Oceani stiamo visionando i progetti e trattandosi di un’opera di vitale importanza a breve si troveranno i tempi per la realizzazione del progetto
definitivo. Sul quadrante della Laurentina stiamo cercando di sbloccare tutte le convenzioni, e
ci sono oltre 6 milioni di euro da spendere sulla
zona, e quindi anche sulla mobilità. Termino con
la questione del Filobus, sul quale c’è stato il giusto stop da parte del nuovo assessore comunale.
Ovviamente questo non significa che non c’è la
volontà di capire e modificare, ma fermarsi un
attimo è d’obbligo. Pensiamo al quartiere Giuliano-Dalmata, che diverrebbe zona a sé, in quanto
attraversato dai binari”.
Come giudica la demolizione del Velodromo?
“È una decisione di vecchia data, ma la confusione è stata tanta: prima era stato messo un vincolo sull’opera, che poi è stato tolto, il giorno del-
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eur torrino news
l’abbattimento arriva l’intervento del magistrato
che mette sotto sequestro l’area. È una stranezza
che potrebbe configurare la errata comunicazione
fra enti oppure uno scorretto svolgimento dell’iter. C’è di fatto una situazione molto atipica e io
sono intervenuto quando ho visto che le cariche
per la demolizione erano ancora all’interno, senza data di demolizione certa. Sono sceso in Consiglio a riportare le notizie del giorno e con questo credo sia stato concluso un percorso di grande serietà e professionalità politica nell’interesse
dei cittadini. Ora andiamo a verificare il progetto
per capire come migliorarlo nei servizi e renderlo
vicino alle esigenze della cittadinanza”.
Parliamo delle liste d’attesa degli asili.
“La situazione è drammatica e poco è stato fatto
dall’amministrazione precedente. Molte famiglie
sono arrivate nelnostro territorio con le loro esigenze. Stiamo lavorando molto sulla tematica
asili nido, soprattutto in relazione ad alcune zone. Un quadrante, ad esempio, ci preoccupa molto, quello di Fonte Laurentina, in cui ci sono 126
bambini fuori dalle liste; qui c’è stata la donazio-
ne da parte di Leroy-Merlin di un prefabbricato
per due sezioni, sbandierato dalla giunta precedente, ma nulla era stato formalizzato, cosa che
noi abbiamo fatto. La cosa che poi non viene detta è che ci vogliono altri 150.000 euro per la realizzazione concreta della struttura. Grazie ad un
lavoro forte e tenace su questo, tutto dovrebbe
andare a compimento intorno alla fine dell’anno,
con altre due sezioni a Fonte Laurentina. Ne siamo molto orgogliosi”.
Presidente, quali le priorità d’autunno?
“Io partirei dai campi nomadi, in alcuni dei quali c’è da ristabilire la sicurezza. Su Tor de’ Cenci io
vorrei fare un intervento di censimento al più
presto, in quanto il rischio è molto alto. Per il resto la viabilità, le scuole e i servizi al cittadino;
su questi ultimi parlo velocemente dell’iniziativa
‘fuori orario’ che vede il Municipio aperto fino alle 18:30 per due giorni alla settimana anche per
tutto settembre. È un grande successo, cosa che
ha spinto l’Assessore Cavallari ad allargarlo anche
agli altri Municipi”.
• Il Presidente del Municipio XII,
Pasquale Calzetta
Grafica: Romalive
In studio Matilde Spadaro, consigliere della Sinistra Arcobaleno
e Massimo Cimini, consigliere del Popolo Della Libertà.
• Il Consigliere della Sinistra Arcobaleno,
Matilde Spadaro
Oggi ROMALIVE INFORMA ci porta all’interno di
tematiche calde come la situazione del Luneur e la
tutela degli anziani nel periodo del grande caldo.
Spadaro, il Luneur ha visto susseguirsi due fasi: una in cui la chiusura era limitata ai giorni
festivi, e un’altra che corrisponde all’oggi, in
cui è totale, con la messa in disoccupazione
delle famiglie che vi lavorano. Cosa si può fare per riattivare questa struttura?
“Ci vuole una concertazione decisa e l’interessamento dei consiglieri parte dalla scorsa legislatura; io credo che si debba andare verso una riconversione dell’attività, di modo che le famiglie
cui lei accennava prima possano ritrovare la tranquillità perduta in seguito a questa vicenda”.
Cimini, con l’arrivo del caldo la situazione degli anziani si aggrava; quali le iniziative del
Municipio per sostenerli?
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eur torrino news
“Credo sia importan- case e poi i servizi. Ad ogni modo sono in apertura
te ricordare ai ‘non- varie scuole per far fronte all’emergenza. Certo il
ni’ del Municipio che territorio risente dell’aumento della popolaziole istituzioni ci sono ne, fortunatamente, e vi dobbiamo far fronte con
per loro. Il consiglio intelligenza, perché i problemi sono molti anche
è frequentare le aree in relazione alle assunzioni bloccate del persoverdi attrezzate con nale”.
punti di ristoro, che
per conformazione Cimini, una sua battuta su questo.
territoriale
sono “È presto detto. Noi siamo orgogliosi del fatto
molte. La cosa im- che nel Municipio XII nascano sempre più nuclei
portante è la crea- familiari e dobbiamo andare verso una razionalizzione l’anno prossi- zazione della tematica demografico-scolastica,
mo di un piano di con la realizzazione di nuove strutture e lo sneleventi per gli anzia- limento progressivo delle liste. Al più presto la
ni, che tanti spesso situazione verrà studiata nella sua complessità e
dimenticano colpe- sono convinto che si troveranno le giuste convolmente in estate. Di questo mi faccio già da tromisure ad un disagio davvero pesante per le
ora capofila e spero di non vedere bandiere poli- famiglie”.
tiche sventolare su
questa iniziativa. Il
• Il Consigliere delPopolo delle Libertà,
bene degli anziani è
Massimo Cimini
patrimonio di tutti”.
Spadaro, cosa può
fare il Municipio per
favorire lo snellimento delle liste
d’attesa per gli asili
nido?
“Il nostro è un territorio in grande espansione e nei piani di
zona c’è la costruzione delle strutture fondamentali: non si possono più fare prima le
Grafica: Romalive
Grafica: Romalive
Teatro… che passione!
] a cura di Marta Cecchini [
TEATRO
La stagione 2008/2009
IL TEATRO PARIOLI
“Teatro libera tutti”, è la nuova stagione del Parioli che propone spettacoli divertenti come quello di Antonio Giuliani che, in passato, ha registrato il tutto esaurito, fino a toccare la commedia sveviana interpretata dal grande maestro
Gianrico Tedeschi, protagonista assoluto de La Rigenerazione. Seguiranno kermesse di cabaret con
Lillo e Greg, Dario Bandiera, i Ditelo Voi con Enzo
Fischetti, Enzo Salvi. La stagione prosegue con le
commedie brillanti che vedono protagonisti Dario
Cassini, Alessandra Mastronardi, Paola Minaccioni, Maurizio Di Carmine, Emanuela Aureli, Paolo
Villaggio, Pablo e Pedro e Massimo Bagliani.
IL TEATRO SISTINA
Per la stagione 2008-2009 al Teatro Sistina sono
previsti grandi nomi del teatro, che si esibiranno
in spettacoli dai generi più vari, dal musical al
one-man-show, dalla commedia musicale al balletto, dal recital al concerto: tutti appuntamenti
impedibili! La stagione si apre il 30 settembre
con il musical Hairspray - Grasso… è bello!, ispirato all’omonimo film americano con John Travolta.
Non mancheranno nel cartellone della nuova stagione spettacoli internazionali, per tuffarci in favole di altri tempi come Cenerentola, il musical di
Rodgers e Hammerstein, per poi passare al gran
varietà con un colorito corpo di ballo.
IL TEATRO VERDE
Il 4 Ottobre riapre anche la stagione del Teatro
Verde, il teatro per l’infanzia e la gioventù, che
inaugura la serata proponendo Il pifferaio di Hamelin, uno spettacolo coinvolgente che vede protagonisti grandi e piccini presenti in sala, tra le
acrobazie e la comicità di trampolieri e burattinai. In scena, rappresentazioni colorate rivolte
ad un pubblico giovanile che ama immergersi nel
mondo delle favole e delle fiabe, come la Bella
Addormentata, Con gli stivali, un gatto…, Ancora
un Cappuccetto Rosso! Vi aspettiamo numerosi!
Dal 2 ottobre al 5 ottobre 2008
SUPERSKETCH
Dal 9 ottobre al 12 ottobre 2008
ABBASSO ZORRO
Dal 16 ottobre al 19 ottobre 2008
CHE GRANDI FIGLI DI BEFANA
Dal 23 ottobre al 26 ottobre 2008
DUE E MEZZO… E STO
Dal 28 ottobre al 16 novembre 2008
LA RIGENERAZIONE
Dal 18 novembre al 30 novembre 2008
IN CASO D'AMORE… SCAPPA!
Dal 2 dicembre al 11 gennaio 2009
MA AVRO' DETTO TUTTO?
Dal 13 gennaio al 25 gennaio 2009
FRATELLI D’ITALIA
Dal 27 gennaio al 8 febbraio 2009
THE PROZAC FAMILY
Dal 10 febbraio al 22 febbraio 2009
A VISO APERTO
Dal 24 febbraio al 15 marzo 2009
STORIA DELLA LIBERTA' DI PENSIERO
Dal 17 marzo al 29 marzo 2009
IVANO
Dal 31 marzo al 10 aprile 2009
DOVE ANDREMO A FINIRE?
Dal 14 aprile al 19 aprile 2009
ROMA, LA CAPITALE
30 settembre - 26 ottobre
HAIRSPRAY… GRASSO È BELLO
28 ottobre - 16 novembre
GRAN VARIETÀ BRACHETTI
18 novembre - 23 novembre
PAOLO CONTE IN CONCERTO
25 novembre - 04 gennaio
POVERI MA BELLI
08 gennaio - 11 gennaio
OMAGGIO A FRED ASTAIRE E GINGER ROGERS
13 gennaio - 01 febbraio
SENZA SWING
03 febbraio - 08 marzo
LE PAROLE CHE NON VI HO DETTO
10 marzo - 15 marzo
RENZO ARBORE IN CONCERTO
17 marzo - 05 aprile
FACCIAMO L'AMORE
07 aprile - 10 aprile
VINICIO CAPOSSELA IN CONCERTO
14 aprile - 10 maggio
CENERENTOLA
14 maggio - 30 giugno
GIGI PROIETTI
4 e 5 ottobre (9 al 20 novembre)
IL PIFFERAIO DI HAMELIN
12 e 13 ottobre (dal 14 al 21 dicembre)
LA BELLA ADDORMENTATA
18 e 19 ottobre 2008 (dal 2 al 15 gennaio 2009)
CON GLI STIVALI, UN GATTO…
25 e 26 ottobre
IATTATTIRO LIVE concerto rock per bambini
dal 30 ottobre al 2 novembre
PIERINO E IL LUPO
8 novembre 2008
MIAOOO! La fiaba del micio Lillo
dal 21 al 24 novembre 2008
MONDO ROTONDO
dal 25 al 27 novembre
IDEA E LA STORIA CHE CORRE VELOCE
28 e 29 novembre 2008
LA BELLA ADDORMENTATA
dal 30 novembre al 8 dicembre 2008
SCOPE, STREGONI E MAGICHE POZIONI
9 e 10 dicembre 2008
TUTTI DICON… BUON NATALE
11 e 12 dicembre
CARTOLINE DI NATALE
la versione integrale del cartellone 2008/2009 è
presente sul sito www.ilteatroverde.it
La Rigenerazione
] a cura di Francesca Colaiocco [
Gianrico Tedeschi protagonista al Teatro Parioli
Torna in scena al Teatro Parioli di Roma, dal 28
ottobre al 16 novembre, un grande interprete di
cinema e teatro, Gianrico Tedeschi, alle prese con
il ruolo di Giovanni Chierici, protagonista dell’ultimo lavoro di Italo Svevo La Rigenerazione. Brillante commedia in tre atti, quest’opera realizzata appositamente per il teatro racconta il desiderio dell’ultrasettantenne Giovanni di sottoporsi
a un intervento chirurgico per ringiovanire. In
questo caso, però la ricerca della giovinezza non
coincide con una “non accettazione” della vecchiaia ma piuttosto con la ricerca di una libertà
soffocata dal rigore del matrimonio e da quelle
regole moraliste e borghesi che non gli permettono di essere se stesso. Personaggio dotato di
grande capacità introspettiva e perfetto ritratto
dell’“uomo in crisi”, Giovanni non abbandonerà
la consapevolezza del proprio ruolo di pater familias, riuscendo anzi a recuperare la moralità e il
senso di responsabilità.
50
eur torrino news
Il testo de La Rigenerazione è stato adattato da
Nicola Fano, mentre la regia dello spettacolo è
curata da Antonio Calenda, che ha “confessato” di
essere affascinato dalla modernità del pensiero di
Svevo e dal suo delicato umorismo. La scenografia, allestita da Pier Paolo Bisleri, riproduce un
interno dal gusto borghese che sconfina con la
“realtà” del sogno, mentre i costumi sono realizzati da Stefano Nicolao. Le luci sono curate da
Nino Napoletano e le musiche da Germano Mazzocchetti. Accanto al protagonista Gianrico Tedeschi, ricordiamo anche Lidia Kozlovich, nel ruolo
della moglie di Giovanni, Sveva Tedeschi, che interpreta la figlia, Carlo Ferreri, nipote di Giovanni,
Fulvio Falzarano (Enrico Biggioni), Francesco Benedetto (il Dottor Raulli), Gianfranco Candia (il
Signor Boncini), Zita Fusco (la cameriera Rita) e
Ivan Lucarelli (lo chauffeur Fortunato). Lo spettacolo, che ha debuttato lo scorso 26 febbraio al
Teatro Franco Parenti di Milano, è stato realizzato
in collaborazione con il Teatro Stabile del Friuli
Venezia Giulia e la Cooperativa Artisti Associati.
Orari: dal martedì al sabato ore 21.30, domenica ore 18.00
Biglietti: platea € 26 (dal martedì al venerdì) e €
27,50 (sabato e domenica) - balconata € 22 (dal martedì al venerdì) e € 23,50 (sabato e domenica).
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Visita ai nuovi laboratori
per la ricerca dell’IFO
] a cura di Sergio Di Mambro e Stefano Ursi [
Dott. Blandino, il laboratorio è diviso per settori di ricerca: quali sono quelli principali e
già attivi?
Il laboratorio è diviso in varie aree, quelle più
vicine al settore clinico che stanno prendendo
più consistenza sono sicuramente l’area della
stratificazione molecolare, in cui verranno condotte analisi di grande importanza sulla cromatina, quella della chemioprevenzione molecolare,
che studia i metodi di interruzione del processo
di formazione neoplastica; come è noto questo
processo può durare anche vent’anni e quindi
bloccarlo è fondamentale prima dell’arrivo alla
neoplasia conclamata.
La tecnologia qui applicata è all’avanguardia?
Qui siamo molto all’avanguardia, partendo dalle
strumentazioni già presenti nell’Istituto e arrivando a quelle acquistate da poco, che ci rendono quasi unici in Italia.
Dott. ssa Benassi, voi di cosa vi occupate?
Noi ci occupiamo di progetti di chemioprevenzione, cioè cerchiamo di studiare in vitro mediante esperimenti di chirurgia cellulare in che
modo la somministrazione di cellule particolari
può rallentare la crescita neoplastica. In questo
momento siamo su due molecole: la metformina,
che è convenzionalmente somministrata ai pazienti diabetici, e la Vitamina D, che è un ormone
naturalmente prodotto dal corpo umano, che può
essere supplementato dall’alimentazione. Andando nel pratico, dalle colture cellulari noi estraiamo le macromolecole principali, le “marchiamo”
con sonde fluorescenti e le applichiamo sul vetrino “chip”: al termine si estrae l’RNA messaggero
che porta le informazioni alle proteine. Il vetrino, ora “ibridato”, viene poi caricato sulla strumentazione e fornisce degli spot colorati che segnalano l’attività intracellulare.
Il Dott. Blandino
la Dott.ssa Benassi
la Dott.ssa Fontemaggi
GRUPPI DI LAVORO
54
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
ssa D’Agostino (coordinatrice)
ssa Biagioni
ssa Fausti
Bertini
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
ssa Benassi
ssa Marani
ssa Fontemaggi (coordinatrice)
ssa Donzelli
ssa Dell’Orso
ssa Ganci
ssa Santoro
Pelosi
ssa Flauke-German
Galanti
D’Angelo
eur torrino news
Dott. ssa Fontemaggi, ci troviamo nella
parte oncogenomica; può approfondire di
cosa vi occupate?
Qui si usano le tecnologie di ultimissima generazione per analizzare l’espressione di geni
e MICRO-RNA all’interno di una cellula tumorale.
Quindi possiamo dire che i pazienti possono avere in tempo reale una diagnosi?
Io parlerei più di una caratterizzazione dei
geni più o meno espressi all’interno delle loro
cellule tumorali, al fine di capire quale metodo curativo adottare. Nel futuro ogni paziente avrà i risultati di queste analisi nella sua
cartella clinica.
la Prof.ssa Paola Muti
Grafica: Romalive
Municipio XII informa
] a cura di Augusto Culasso [
La città militare
C’e una importante realtà che milioni di italiani
conoscono bene, per averla vissuta come militari
di truppa nel servizio di leva obbligatorio prima
della riforma che ha istituito “l’esercito professionista”, costituito da volontari in ferma breve o
prefissata, spina dorsale di un nuovo sistema di
difesa. È la Cecchignola, vera e propria città militare costituita da comandi, scuole, presidi, centri
di addestramento, caserme, ospedale, residenze,
ed un imponente sistema direzionale militare che
con la dismissione degli immobili ex caserme dal
centro storico, sta accogliendo funzioni nuove per
un esercito più moderno ed efficace. Questa riorganizzazione funzionale della Cecchignola con la
presenza della NATO e di numerosi enti della Difesa, ci impone alcune riflessioni sulla necessità di
favorire un fattivo rapporto tra il mondo civile e
quello militare, tra le primarie esigenze dell’esercito, e quelle dei residenti dei quartieri limitrofi
rappresentati dal Municipio che vorrebbero fossero sciolti quei tabù che a tutt’oggi non hanno favorito un pur minimo rapporto di collaborazione
tra il Municipio e le Autorità Militari operanti alla
Cecchignola. Mai un incontro, mai un’iniziativa,
mai un segnale seppure flebile di “aggancio“ che a
mio parere dovrebbe partire per ovvie ragioni dalla Presidenza del Municipio per poi coinvolgere la
cittadinanza, soprattutto i giovani, al fine di favorire l’avvicinamento dei cittadini tutti al Nostro
Esercito e alla sua straordinaria importanza come
strumento di difesa e di promozione di quei valori
sanciti solennemente dalla nostra Carta Costituzionale. Penso che sia necessario sfatare questo
tabù e tentare di avviare un rapporto di propositiva collaborazione che affronti tutte le problematiche e metta in risalto le enormi potenzialità offerte dalla presenza di una Centralità Nazionale così
autorevole e importante come la Città Militare.
Penso alle questioni di natura urbanistica legate ai
pesi insediativi derivanti dai carichi di nuove funzioni che stanno nascendo all’interno della Cecchignola e che comporteranno flussi di personale
militare e civile che opereranno in loco con relative domande di mobilità. Penso alle esigenze con-
nesse al tema della residenzialità degli operatori
militari, in rapporto alla attuale insufficiente offerta alloggiativa. Penso al problema più volte
emerso riguardo alla chiusura della città militare al
transito delle auto civili e alla possibilità di favorire una possibile soluzione nell’interesse di tutti.
Penso all’impiantistica sportiva presente ed ad
eventuali possibilità di stipulare convenzioni con
il Municipio ed a tante altre questioni più volte
emerse, che dovrebbero indurci tutti a superare i
nostri ingiustificati imbarazzi.
sore alla Mobilità del Comune di Roma Marchi, ad
una attenta pausa di riflessione sulla opportunità o
meno di realizzare l’opera andata in gara. Il progetto prevedeva sostanzialmente due collegamenti radiali: l’EUR-TOR DE’ CENCI, il METRO LAURENTINATRIGORIA e un collegamento tangenziale: STAZIONE
ROMA LIDO-TOR DI VALLE-CENTRALITA’ CASTELLACCIO, che avrebbero dovuto, con l’ausilio di un adeguato sistema di parcheggi di scambio, indurre gli
automobilisti a lasciare l’auto e salire sul vettore
pubblico, contribuendo così a drenare i flussi di
traffico in entrata nella città. Che cosa sta succedendo negli uffici Comunali, che entro la fine del
mese dovrebbero prendere una decisione definitiva?
Tutto top-secret! Circolano però “voci di corridoio”
confermate da alcune esternazioni personali di consiglieri Comunali e Municipali di area governativa,
che farebbero supporre che si stia prendendo in
considerazione l’opportunità di eliminare il collegamento EUR-TOR DE’ CENCI, osteggiato fortemente dai residenti dell’EUR che lo hanno sempre considerato inutile e dannoso e sostenuto senza entusiasmo dai cittadini del quadrante Spinaceto-Tor de’
Cenci. Tale tratta soppressa, verrebbe sostituita da
una serie di adeguati collegamenti a mezzo di autobus-navetta, al fine di collegare il sistema urbano
dei quartieri TOR DE CENCI-SPINACETO e la Linea
Ferroviaria ROMA-LIDO, che acquisirebbe un suo punto di forza con
la imminente realizzazione della
stazione di MEZZOCAMINO sulla
tratta ROMA-LIDO dotata di un
grande parcheggio di scambio
multipiano. La conseguenza logica di questa scelta politica sarebbe lo stanziamento di notevoli risorse, derivanti dal risparmio sulla
tratta cassata, che verrebbero interamente dirottate sulla tratta
METRO LAURENTINA-TRIGORIA
che potrebbe così realizzarsi “a regola d’arte“ sino al capolinea di
TRIGORIA. Verrebbe così scongiurato, sempre secondo le voci, il ri-
schio ipotizzato dal progetto iniziale che vedeva
l’opera realizzarsi, per problemi economici, in due
fasi: la prima fino al parcheggio di scambio di via
Castel di Leva e la seconda da realizzarsi solo successivamente fino a Trigoria. Personalmente ritengo
che questo progetto ipotizzato intorno agli anni
‘80, fosse coerentemente più sostenibile allora rispetto ad oggi, per tre ragioni fondamentali: 1) il
quartiere Spinaceto era in quegli anni una microcittà satellite di Roma, lontana dalle centralità e
dai servizi, bisognosa di un collegamento diretto
con la lontana EUR (oggi non è più così a seguito
dell’imponente inurbamento che ha avvicinato ed
avvicinerà sempre più l’ex satellite alla centralità
metropolitana dell’EUR-CASTELLACCIO e alle centralità locali LAURENTINA, TRIGORIA, MOSTACCIANO, integrandolo con il restante e nuovo tessuto
cittadino); 2) il condizionamento di una visione
“EUR-centrica” dell’allora Circoscrizione, secondo la
quale c’era l’assoluta necessità di sviluppare il sistema della mobilità in senso radiocentrico in direzione EUR (tutti i mezzi pubblici dovevano passare
per l’EUR). Mentre oggi non avrebbe più molto senso portare il pendolarismo dentro la Centralità Congressuale del nuovo EUR, che dovrà prediligere l’accoglienza di uomini d’affari provenienti da tutte le
parti del mondo in sostituzione del ceto impiegatizio dello Stato e del Parastato ormai in declino; 3)
fatto non meno importante, lo stato di assoluta indecenza in cui versava la linea ROMA-LIDO abbandonata a se stessa, al degrado e alla sporcizia. Oggi,
dopo anni di “cura del ferro“ si sta concludendo la
fase di riqualificazione e di valorizzazione della tratta ROMA-LIDO che, sia per la frequenza dei convogli
(10 minuti circa tra una corsa e l’altra), sia per l’ammodernamento delle stazioni, comprese le nuove
di prossima realizzazione, sta vivendo una vera riscoperta da parte dei cittadini che ne apprezzano le
notevoli potenzialità. Questa linea dotata di vetture moderne è oggi capace di trasportare in pochi
minuti migliaia di cittadini l’ora fino all’EUR (stazione MAGLIANA) o a PIRAMIDE, o in altri luoghi vicini alle stazioni intermedie. Ritengo di fondamentale importanza la rapida realizzazione della nuova
Filobus sì o no?
Da oltre dieci anni si dibatte sulla opportunità o
meno di realizzare un sistema di mobilità pubblica,
capace di avvicinare le località più periferiche al
centro della città. È ovvio che se avessimo adeguati fondi disponibili (20 volte i costi del filobus/chilometro rispetto alla metro/chilometro),
realizzeremmo (archeologia permettendo!), un adeguato sistema di collegamento metropolitano finalizzato a colmare il deficit infrastrutturale che ci
penalizza rispetto alle altre capitali Europee. Così
anche nel nostro Municipio è maturata la scelta sul
sistema della mobilità via filobus in sede dedicata,
per ovvie ragioni economiche, senza però escludere,
in futuro, la realizzazione di una serie di collegamenti via Metro già previsti dal Piano Regolatore
vigente. Con questa logica, dopo un lungo processo
partecipativo fatto di “stop & go” imposti dalle osservazioni dei Comitati dei cittadini, dalle Associazioni territoriali e dai Partiti locali, si era giunti dopo estenuanti trattative alla stesura del progetto
definitivo mandato successivamente in gara per la
realizzazione dell’intera opera. Con la caduta del
governo romano del Centrosinistra e l’avvento del
governo attuale, si sono riaccesi i riflettori su questa travagliata opera (della quale francamente anche nel Centrosinistra nessuno si è mai veramente
innammorato!), tanto da indurre il ”solerte” Asses-
56
eur torrino news
stazione di MEZZOCAMINO-TEVERE SUD dove sta
sorgendo il nuovo quartiere di Mezzocamino con i
suoi 10.000 abitanti nonché la realizzazione della
nuova fermata del TORRINO. Ritengo altresì di fondamentale importanza sia un’opera di informazione
pubblica più innovativa e più efficace con elementi di promozione mediatica finalizzata a promuovere la “cultura del binario” collegata a una fortissima
valorizzazione della centralità strategica offerta
della stazione dell’EUR-MAGLIANA, che verrà colle-
gata alla tratta FM1 FIUMICINO-FARA SABINA attraverso un progetto innovativo di trasporto pubblico economico ed efficace come la funivia che sovrasterà il TEVERE e produrrà un effetto panoramico
spettacolare. Per terminare, ritengo che ogni buon
amministratore faccia bene prima di spendere del
denaro pubblico a sincerarsi sulla validità o meno
dell’opera da realizzare a condizione che valuti bene
due importanti elementi. Il primo è rappresentato
dall’ l’importanza del fattore “tempo“, parametro
fondamentale spesso trascurato dall’agire politico
rispetto alle scelte pubbliche, mentre il secondo è di
tenersi lontani dai “condizionamenti politici dell’ultima ora” che tendono sempre a modificare ad
ogni cambio di amministrazione le scelte già prese
con la solita snervante politica dei veti. La stagione
dell’ecologismo dei no credo sia finalmente terminata. Occorrono scelte coraggiose proiettate verso
l’innovazione e lo sviluppo del nostro Municipio.
riempite ad arte insieme alle bevute dirette alle
cannelle che non venivano conteggiate. Il riempimento seguiva un rituale ben preciso: l’attesa
ordinata alla prima cannella libera e lo sciacquo
della bottiglia rigorosamente della misura di un litro ciascuna. Poi, dopo aver riempito ordinatamente con le casse i cofani delle utilitarie rigorosamente spartane, dotate di tutto il necessario
per gli imprevisti: spaghi, fili di ferro, tappi, buste, pinze, cacciavite e chiave inglese con l’immancabile ombrello di risulta, si passava alla fase
due, si passava alla fase della mangiata alla frasca, ossia nella la possibilità di sedersi al fresco
delle alberate prospicienti la fonte su delle panche vecchie e tavolacci costruiti alla bell’e meglio con palanche rimediate. Il “bujaccaro“ così
veniva apostrofato il gestore, serviva vino, cacio,
porchetta e prosciutto con “sfrizzoli“ di vario tipo
come carciofini, pezzi di coppa, coppiette e sott’oli forniti insieme al pane casereccio “affettato
grosso“. Partivano risate, canzoni e barzellette,
alternate da chitarrate con stornelli tra cui non
mancavano mai: “fatece largo che passamo noi,
sti giovanotti de’ sta Roma bella se…” oppure
“Pietruccio er ragazzino der Tufello, voleva da sapè dovera nato, la madre je rispose er pi…” oppure ancora “Daje de tacco, daje de punta, quant’è bona la sora Assunta tira la corda, tirala sega e
bonasera e bonasera“. Noi ragazzini sfrenati e liberi, giocavamo spensierati a “tre tre giù giù”, a
“uno monte’a luna”, ad “acchiapparella”, “batti”
o a “scalinella” con le figurine dei calciatori. Da
anni invano combatto con interrogazioni, petizioni, lettere ed altro, al fine di far riaprire quelle
fonti storiche chiuse con la seguente motivazione: i parametri del residuo fisso imposti dalla recente normativa comunitaria, non consentono la
commercializzazione di acque che presentano determinate caratteristiche del “residuo fisso” (presenza di valori specifici dei sali minerali), mentre
consentirebbero la potabilizzazione ossia la possibilità di berla senza problemi come si beve l’acqua dal rubinetto di casa. Il motivo per cui non si
ripristina la potabilizzazione? Non riesco ancora a
capirlo!
giustificare ricarichi così rilevanti ed ingiustificati per un bene primario come il pane. Non pretendo che in tempi in cui è in voga il pensiero liberista con tutti i suoi “addentellati” si torni a
parlare di prezzi amministrati per un bene che
nessuno pretenda sia garantito dalla Stato. Per
carità, me ne guarderei bene! Però quando è troppo, è veramente troppo! E credo che ci siano tutte le buone ragioni per gridare allo scandalo ed
invocare seri provvedimenti riformatori che pongano rimedio a queste vere e proprie speculazioni.
Come? Vediamolo insieme. La prima cosa che dobbiamo sapere è che l’attività dei fornai è per una
vecchia ed anacronistica legge tuttora vigente
“contingentata”, ossia non si può aprire un’attività di fornaio così come avviene per le farmacie o
per l’attività di tassista se non si creano le condizioni, che sono: la crescita demografica della popolazione e di conseguenza l’emanazione da parte dell’Amministrazione Comunale di un provvedimento autorizzativo per nuove attività di panificazione. Pertanto, anche nel nostro Municipio, se
un ragazzo volesse “aprire bottega” pur avendone
i requisiti, non potrà farlo se non a determinate
condizioni, con buona pace dei panificatori che si
trovano di fatto in una vera e propria condizione
di rendita con posizione dominante, liberi dal non
avere attorno il pericolo rappresentato da quella
sana concorrenza che dovrebbe essere lo strumento di garanzia affinché si affermino le sane
regole del mercato, non monopolizzato dai soliti
noti. E come sanno tutti, senza concorrenza il
prezzo lievita proprio come il pane, senza nessuna
pietà. Come porre rimedio a tutto questo? Innanzitutto proseguendo con la sana politica delle
lenzuolate per una vera rivoluzione liberale più
volte annunciata e mai realizzata da nessun governo per le note difficoltà di attuazione che liberi la Società ed il Mercato da ogni cartello, dalle rendite da posizione dominante e dai conseguenti monopoli che penalizzano il cittadino. Ciò
appare abbastanza arduo in un Parlamento pieno
di lobbisti poco inclini a combattere i cartelli, i
monopoli e le innumerevoli rendite da posizione
dominante, veri abusi di potere ai danni dei consumatori. Lo sapete che le donne Italiane stanno
ritornando alle antiche abitudini di farsi il pane in
casa per risparmiare? Lo sapevate che i rivenditori di elettrodomestici stanno proponendo con successo piccoli e pratici elettrodomestici, che producono con un quantitativo di farina e di ingredienti direttamente il pane?
Povere fonti
Un tempo il territorio lungo la via Laurentina era
rinomato per la presenza di importanti fonti di
acqua minerale, che offrivano sali minerali medicamentosi per le tante patologie legate alla diuresi e alle malattie del fegato e dell’apparato urinario. Ricordo che da bambino mi recavo spesso
con mio zio affetto da gotta il quale benediceva
gli effetti curativi di quell’acqua “santa“. Medicina
naturale capace di fargli sopportare meglio i dolori procurati dagli gli acidi urici (così diceva!),
che gli causavano dolori alle estremità delle dita
dei piedi, impedendogli persino di camminare.
Così ci recavamo alla Fonte Laurentina in prossimità dell’omonimo quartiere ex Tor Pagnotta, per
riempire a mano dalle “cannelle“ le bottiglie con
l’acqua “ferrosa“ o alla fonte San Paolo in via Casale San Sisto all’Acquacetosa, per l’acqua diuretica quando mio zio diceva “Agu’ (il mio nome è
Augusto), adesso se curamo li reni“. Era un pullulare di gente con risate, chiacchiere e giochi d’acqua in un clima allegro e spensierato in cui gli
adulti affetti da malanni vari, si raccontavano le
loro esperienze e si davano consigli sul come tirare avanti. Noi ragazzini giocavamo alla guerra tirandoci ”litrate“ di acqua addosso fino a inzupparci i vestiti. Che spasso erano quei luoghi così
suggestivi, così veri e così naturali, in cui spesso
al rito del riempimento delle bottiglie, puntualmente ordinate nelle cassette, seguiva il passaggio alla conta, dove si spuntavano dei piccoli
sconti per le bottiglie fuori cassa che venivano
Il pane un bene di lusso
Non capita spesso che la politica inizi ad affrontare un tema così attuale come quello del costo
del pane in rapporto a quello della farina. Ma perché il pane costa così tanto? Ma quanto guadagnano i fornai? Sono domande ricorrenti che i cittadini consumatori si pongono e che la politica
seria deve leggere ed interpretare per dare delle
risposte attraverso adeguati e tempestivi provvedimenti di cui non si vede traccia. Mai il rapporto
tra il costo del pane e quello della farina raggiunto livelli di guardia (1:10, significa che la farina
costa uno ed il pane al dettaglio costa dieci). Pur
riconoscendo che si tratta di un mestiere duro con
orari faticosi e turni pesanti non si possono mai
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eur torrino news
Grafica: Romalive
Ritorno tra i banchi
Buffetti di Via della Grande Muraglia 110/112: tutto per la scuola e per l’ufficio
Ci siamo!
Si torna a scuola, ma anche al lavoro. Per non arrivare
impreparati niente di meglio che fare un salto da Buffetti in via della Grande Muraglia 110/112.
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Moda
Storia dell’uomo che inventò il rosso: Valentino
Viaggio in più tappe nel mondo di uno dei più grandi stilisti italiani, che ha fatto dello stile un suo punto di forza.
I Parte
Scrivere a proposito della meravigliosa vita di Valentino non è un’impresa facile, sia perché 45 anni spesi a favore del bello e del lusso hanno bisogno del giusto spazio e del legittimo rispetto, e
sia perché la passione che ha sempre dimorato
nel cuore di questo grande sarto, esige di affiorare lentamente, tra le righe di questa sua biografia.
Valentino Clemente Ludovico Garavani, (classe
1933), fin da piccolo manifesta un’idea di stile e
di gusto ben precisa e s’intuisce nel primo abito
che crea per sua zia Rosa, proprietaria di un piccolo negozio di passamanerie a Voghera. Amava
quella piccola bottega, trascorreva interi pomeriggi a giocare con le pezze di stoffa e già da allora prediligeva il rosso, un colore che più tardi sarebbe diventato il suo portafortuna, il suo segno
distintivo nel mondo.
Ben presto però, il negozietto familiare diventa
troppo piccolo per contenere tutti i sogni di quel
giovane diciassettenne che, spinto dalle sue ambizioni, sceglie di andare a Parigi per imparare la
moda. Inizia il suo apprendistato, dallo stilista
Jean Dessès, che lo assume per la sua velocità
nello schizzare i figurini e fino al 1957 rimarrà in
uno dei primi disegni di Valentino
un giovane ritratto di Valentino
Francia dove continuerà la sua pratica da Guy Laroche.
La felice esperienza transalpina, alimenta in lui la
fiducia nelle proprie capacità e nel suo estro creativo, oltre al desiderio di ritornare in Italia, per
realizzare un altro sogno: aprire un suo atelier.
Lo fa a Roma, in Via Condotti, in pieno centro storico, dove vive la nobiltà romana e l’alta borghesia che, però sembrano accogliere con poco entusiasmo i suoi abiti.
Sono gli anni in cui conosce Giancarlo Giammetti,
un giovane studente di architettura che diventerà
il suo manager, il suo amministratore ed anche il
suo compagno di vita. Forse sarà proprio la vicinanza di questo giovane a far sì che Valentino sfili, nel 1962 a Firenze, a Palazzo Pitti. Termina lui
la passerella ed è il trionfo, è travolto da un tripudio di applausi. “Mia madre disse: Li senti? Ti
acclamano, ce l’hai fatta, hai vinto”. Dopo un’ora
mi avevano comprato l’intera collezione ed ero
pieno di ordini.” Così avrebbe rivelato in seguito,
il grande sarto.
Da quel momento i suoi successi si susseguono
puntuali, stagione dopo stagione. Nel 1968, la rivista «Woman Wear Daily», scrive: “Gli americani
impazziscono per questo italiano diventato re della moda in poco tempo”, dopo una luminosa sfilata tutta bianca, con mantelli ed abiti appena drappeggiati. Il suo impulso creativo, sempre al servizio della donna elegante e raffinata, conquista soprattutto il jet set. Farah Diba lascia il suo impero
indossando un Valentino. Liz Taylor incanta Richard Burton vestendo Valentino. Per non parlare
di un’icona di stile come Jackie Kennedy, la quale
sposa Aristotele Onassis in un suo abito di pizzo
avorio, che per anni le donne copieranno”.
Addio Mila Schön, la signora dei “contrasti pacati”
Lutto nel mondo della moda, muore a Milano la stilista Mila Schön.
MILANO - Mancavano solo quindici giorni e poi
avrebbe partecipato alle celebrazioni dei suoi 50
anni alla carriera, con una mostra a Milano al Palazzo Reale, ma non sarà così per Mila Schön, che
si è spenta giovedì notte all’età di 92 anni. La
sarta, all’anagrafe Maria Carmen Nutrizio, era nata nel 1916 a Traù, in una piccola isola della Dalmazia, si era poi trasferita a Milano nell’immediato dopoguerra, dopo aver sposato un commerciante di preziosi, Aurelio Schön.
Un “gioco di contrasti placati” è il tratto distin-
62
eur torrino news
tivo delle sue creazioni. Questo insieme di forma
e sostanza, così caratteristico del design di oggetti e del costume degli anni ’50, trova il suo
vertice nel fermento di attività artigianali e imprenditoriali sviluppatesi in una distinta città
italiana: Milano. Sono anni notevoli quelli in cui
Mila Schön inizia la sua attività, proprio in questa culla del boom italiano, nel 1958. Lo slancio
produttivo, unito alla connaturata sobrietà della
società milanese, sono i presupposti che determinano in Mila, la nascita di uno stile elegante,
50 anni di carriera Mila Schön
nell’ultima edizione di Alta Roma
] a cura di Simonetta Mulas [
Neiman Marcus, dove riceve l’Oscar del colore.
Sempre in America, al Metropolitan di New York
nel 1998-99, uno dei suoi abiti è inserito nella
mostra Cubism and fashion, per via di quel carattere futuristico e quasi spaziale. Nel corso della
sua attività, è forte in lei il desiderio di creare un
accostamento tra ricerca artistica e progettazione: i cerchi concentrici e colorati, le onde, gli intarsi s’ispirano alle opere di artisti moderni come
Mondrian, Calder, Klimt, in un presente sempre
proteso verso il futuro.
“Io noto solo il brutto delle cose, eliminandolo
rimane il bello”, amava dire. Mila ha saputo creaun ritratto di una giovane Mila Schön
re una nuova dimensione di bellezza femminile,
fatta di discrezione, di forme tranquille e lineari
da un lato, ma avvolgenti dall’altro.
Una moda sensibile quindi, un giusto equilibrio
di dolcezza e rigore dedicata a quelle donne che
come Mila, sono forti protagoniste del loro tempo. A proseguire il lavoro di Mila, vi è un team
stilistico guidato dalla ventottenne Bianca Gervasio, che avrà il compito di ricreare in una versione contemporanea, alcuni punti cardine dell’identità Mila Schön. Nel segno di una continuità
voluta, ecco una giovane italiana per una grande
italiana.
un’altra immagine dei 50 anni di Mila Schön
che rifiuta lo sfarzo esibito dell’alta società romana e non vagheggia alla frivolezza della società parigina. Una moda elegante, quella di Mila, tutta caratterizzata da linee semplici e nitide,
una ricerca di pulizia, e di uno stile raffinato,
fatto di cuciture celate che diventano tratto profondo della forma e del taglio di un capo. Quell’idea di rigore, di perfezione, sarà la sigla identificativa del suo lavoro, che la farà entrare nel gotha dell’Alta Moda italiana. Nel ’65 Giovanni Battista Giorgini la invita nella mitica Sala Bianca di
Palazzo Pitti al debutto del pret-à-porter italiano. La sua collezione, con abiti in tutte le nuance del glicine fino al viola ha un sorprendente
successo. Dopo qualche incursione nel mondo
dell’Alta Moda romana accanto a Valentino, Sarli,
e alle Sorelle Fontana, nel 1966 le sue creazioni
arrivano negli Stati Uniti, a Houston, su invito di
Fashion Week, le griffe italiane alla conquista della Grande Mela
Rendez-vous importante dedicato alle collezioni primavera-estate 2009.
Si tratta della Mercedes Benz Fashion Week di New York in programma dal 5 al 12 settembre.
Mentre si aspettano le collezioni di Milano Moda
Donna, si solleva il sipario sulla nuova edizione
della settimana della moda newyorkese. Dopo la
pausa estiva, l’appuntamento richiama a New York
stampa e buyer da tutto il mondo per assistere alle
160 sfilate, che si distribuiranno nella settimana
della Mercedes Benz Fashion Week e dedicate alla
primavera-estate 2009.
A sfilare, tra gli altri, DKNY, Diane Von Furstenberg,
Miss Sixty, Diesel Black Gold, Z Zegna, Vera Wang,
Calvin Klein, Custo Barcelona, Ralph Lauren, Donna
Karan Collection, e Lacoste.
Sempre più ricco, quindi, il calendario di New York,
grazie alle presenze internazionali e italiane, a riprova che la città non vuole solo confermarsi come
capitale dello sportwear, ma anche poter competere con piazze come Milano o Londra. Una citazione
d’obbligo va fatta per il nostro Made in Italy, che
collezione Diane von Furstenberg
piace sempre di più all’America, tanto che nel primo semestre del 2008, ha visto aumentare le vendite del 2,7%, secondo i dati dell’Ice, l’istituto italiano del commercio con l’estero. E proprio il sottosegretario allo Sviluppo economico, Adolfo Urso
ha fatto visita allo stand della calzatura italiana,
insieme al direttore generale dell’Ice, Massimo
Mamberti, e al direttore dell’ufficio Ice di New York,
Aniello Musella. Per questa settimana della moda
americana, l’azienda Italia ha infatti portato a New
York, 43 imprese calzaturiere, che neppure supereuro e crisi dei consumi interni americani sono riusciti a frenare. L’ANCI, Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani, coordina la presenza di queste
aziende italiane, che presentano le collezioni per
l’estate 2009. Ben 24 vetrine espositive, interamente dedicate all’eccellenza e al design della produzione calzaturiera italiana, saranno sistemate
a l l’ingresso
principale del
Bryant Park
A destra:
Tent, quartiere
generale delle
Simboli
sfilate newdell’edizione
yorchesi. ICE
del Mercedes
New York e
Benz Fashion
ANCI, sponsor
Week, simili a
coccarde
ufficiali della
elettorali.
Fashion Week,
riceveranno
gli ospiti in-
tervenuti con un cocktail di benvenuto e saranno
presenti con un desk per coordinare e dare assistenza alle aziende italiane, che saranno inoltre
pubblicizzate nel programma ufficiale dell’evento.
Una grande prova d’alto artigianato che pone come
sempre la scarpa italiana, tra le più apprezzate nel
mondo del lusso. Ma la presenza
italiana è caratterizzata anche da
grandi nomi del prèt-a-porter, toccherà infatti, lunedì 8 settembre a
Diesel Black Gold, linea premium
del brand di Renzo Rosso, seguito
da Z Zegna, per poi lasciare spazio, martedì, ad Alberta
Ferretti. E sempre martedì, vedrà l’Italia
protagonista in serata con un party-evento di
Prada, ma l’attenzione maggiore sarà concentrata su un debutto di stagione,
quello di Alessandro dell’Acqua con l’incarico di direttore creativo di Malo. Non mancheranno i colpi
di scena ad animare questa edizione della
fashion week newyorkese, tra cambi di
direzioni creative, debutti e riconferme varie, colpiranno l’attenzione,
come già hanno fatto i loghi di carattere elettorale che animano la
kermesse, come per sottolineare che
nemmeno la moda è immune dal voto
americano.
eur torrino news
63
L’uomo
che
ama
dal 24 ottobre al cinema
] di Francesca Colaiocco [
M
aria Sole Tognazzi, figlia e sorella d’arte, presenta una commedia sentimentale e drammatica che racconta l’amore dal punto di vista maschile. Protagonista del
film è il giovane Pierfrancesco Favino, alias Roberto, alle prese prima con la fine dell’innamoramento e poi con un doloroso abbandono, facce di
una stessa medaglia che ci fa rivestire di volta in
volta il ruolo di carnefice o di vittima, nel momento in cui una storia d’amore è al capolinea.
“L’uomo che ama” affronta in maniera molto diretta e immediata non solo la bellezza di un sentimento ma anche le sue fasi negative, come il
coraggio di interrompere un rapporto quando il
cuore smette di battere o la paura lacerante di
essere abbandonati dalla persona che si ama.
L’amore, insomma, ha due facce distinte e complementari. Può portare Roberto al settimo cielo
quando ha la donna della propria vita accanto o
togliergli ogni forza quando finisce per spezzargli
il cuore. Farlo sentire l’unico al mondo e dopo un
attimo sprofondarlo nel vuoto, ad esempio nell’angoscia di una telefonata non arriva. L’amore
può regalare il respiro o infrangere ogni sogno.
Così, la gioia e la delusione sono indagati in modo completo, per quanto sia possibile farne una
descrizione in tutte le loro sfaccettature. Del resto, l’amore è in grado di trasformare e definire
sia gli uomini che le donne, facendo scoprire loro
quei lati del carattere che mai avrebbero immaginato di avere.
L’amore di Roberto è un amore assoluto, senza
mezze misure. “L’uomo che ama” offre un ritratto
forse inusuale rispetto alla realtà che siamo abituati a vivere, una realtà nella quale è soprattutto la donna ad amare così intensamente da essere (forse troppo) influenzata dal rapporto senti-
66
eur torrino news
mentale, nel bene e nel male. E nello scenario di
Torino e del Lago d’Orta, anche le persone che
ruotano attorno a Roberto si trovano ad affrontare la travolgente forza dell’amore, dalle sue
donne, al fratello, ai genitori, alla dottoressa della farmacia in cui lavora. Nel cast, accanto a Pierfrancesco Favino (Roberto), Monica Bellucci (Al-
ba), Kseniya Rappoport (Sara), Piera Degli Esposti (Giulia), Arnaldo Ninchi (Vittorio), Michele
Alhaique (Carlo), Glen Blackhall (Yuri) e Marisa
Paredes (la Dottoressa Campo). La fotografia è
di Arnaldo Catinari e la colonna sonora di Carmen Consoli.
La Regione informa
] a cura di Cristina Cese [
Sicurezza dei negozi – De Angelis: A settembre bando di tre milioni
Il 7 settembre prossimo verrà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio il terzo bando destinato agli esercizi commerciali per finanziare i sistemi di sicurezza anticrimine.
Lo comunica l’Assessore alla piccola e media impresa, commercio e artigianato Francesco De Angelis.
«Il bando – spiega l’Assessore – stanzia ben tre
milioni di euro per apparati e dispositivi di sicurezza, tra cui sistemi antifurto collegati alle stazioni di polizia, sistemi di videosorveglianza interna ed esterna, apparati antitaccheggio, vetrine antisfondamento, illuminazione notturna, dispositivi di pagamento mediante POS ed altri strumenti anticrimine».
Per consentire a tutti i potenziali fruitori di organizzarsi per tempo, la novità di questo bando,
precisa De Angelis, «risiede nel fatto che la prenotazione on line delle domande sul sito di Svi-
luppo Lazio, necessaria alla partecipazione, si
aprirà 7 giorni dopo la pubblicazione. Ciò allo
scopo di consentire alle imprese commerciali di
prendere piena visione delle modalità di partecipazione e adesione all’avviso pubblico, di acquisire la documentazione relativa ai preventivi di
spesa e di valutare l’opportunità di aderire, evitando così possibili disservizi della rete nell’inserimento on line della domanda».
Il contributo regionale, la cui gestione è affidata
a Sviluppo Lazio, concede ai commercianti un
contributo a fondo perduto fino al 50% delle spese sostenute e fino a un totale di 5.000 euro per
ciascuna domanda, per riqualificare, installare e
potenziare sistemi ed apparati di sicurezza a difesa passiva, contro i pericoli derivanti da fenomeni di criminalità.
Nella foto: On. Francesco De Angelis,
Assessore alle PMI della Regione Lazio
De Angelis: Nuove risorse per quattro distretti
Intesa Stato-Regione. 3,5 milioni per il tessile
di Sora, il distretto lapideo,
l’agroindustriale pontino e il chimico-farmaceutico del Lazio meridionale
Tre milioni e cinquecentomila euro in arrivo per
quattro distretti industriali del Lazio. Sono le risorse che Stato e Regione hanno stanziato e che
verranno utilizzate a stretto giro per alimentare
un bando di contributi a favore delle aggregazioni di imprese.
Lo annuncia l’Assessore alla PMI, commercio e artigianato Francesco De Angelis che, di concerto
con l’Assessore al bilancio Luigi Nieri, ha promosso una delibera approvata dalla Giunta regionale per impegnare 1,7 milioni di euro a favore
dei distretti. Il restante 50% della somma verrà
coperto con fondi statali, come previsto dal de-
creto “Progetti a favore dei distretti industriali”,
promosso il 28 dicembre scorso dai Ministeri dello sviluppo economico e dell’economia e finanze.
«Il sostegno ai distretti produttivi, spiega De Angelis, costituisce una scelta strategica per lo sviluppo del territorio. Per questo la Regione ha deciso di stanziare, tramite la legge regionale 36
del 2001, un fondo aggiuntivo rispetto al bando
2008 sui distretti, anche avvalendosi di apposite
economie di Sviluppo Lazio».
I distretti destinatari del bando di 3,5 milioni di
euro, che nelle prossime settimane verrà approvato dalla Regione, sono:
1. il distretto tessile di Sora - Valle del Liri (provincia di Frosinone)
2. il distretto lapideo dei Monti Ausoni e della
Tiburtina (province di Frosinone e Roma)
3. il sistema produttivo agroindustriale pontino
(Provincia di Latina)
4. il sistema produttivo chimico-farmaceutico del
Lazio meridionale (province di Frosinone, Latina
e Roma).
«Si tratta di una nuova importante opportunità
di sviluppo che viene offerta a quattro importanti poli produttivi del Lazio. Le risorse stanziate
da Governo e Regione, precisa l’Assessore De Angelis, andranno a finanziare progetti di rete. Non
saranno quindi incentivi rivolti alle singole unità
locali, ma strumenti per rafforzare la competitività del territorio produttivo nel suo complesso,
rivolgendosi ad aggregazioni di imprese, nell’ottica di dare slancio e sviluppo alle filiere ed ai sistemi economici locali».
De Angelis: investimenti per oltre 33 milioni di euro
Chiuso il bando dei distretti industriali. 113 progetti per nautica e carta
Chiuso il V bando della Legge regionale 36/01
sui distretti industriali e sistemi produttivi locali, rivolto ai distretti della nautica e del cartario,
per i quali la Regione ha stanziato complessivamente 7,9 milioni di euro (4,9 per la nautica e 3
per il cartario).
Le domande regolarmente pervenute a Sviluppo
Lazio, che gestisce le istruttorie per conto della
Regione, sono state 113, di cui 71 per il distretto regionale della nautica e 42 per il sistema produttivo cartario della provincia di Frosinone.
«Si tratta – ha commentato l’Assessore alla PMI –
commercio e artigianato Francesco De Angelis, di
un ottimo risultato. A fronte delle risorse regionali stanziate, quasi 8 milioni di euro, le imprese
hanno presentato progetti che sviluppano inve-
70
eur torrino news
stimenti per oltre 33 milioni di euro. In pratica
ogni euro di danaro pubblico ne genera almeno
altri tre di investimento da parte dei privati».
Le imprese del sistema produttivo della Nautica
hanno presentato progetti per 19.895.000 euro. I
progetti riguardanti il Sistema produttivo locale
della Carta ammontano invece a 13.402.000 euro.
«La risposta del territorio quindi è stata più che
positiva. Le risorse stanziate dalla Regione – ha
aggiunto De Angelis – sosterranno i progetti comuni a più imprese, gli investimenti in ricerca e
sviluppo, e verranno finanziati anche i cosiddetti
progetti di sistema, iniziative miste pubblico-private finalizzate a sviluppare programmi economici ed occupazionali a medio-lungo termine».
Caccia – Valentini: siglato l’accordo di interscambio
“Siglato l’accordo di interscambio dei cacciatori
con Umbria e Marche”. Lo rende noto Daniela Valentini, assessore all’Agricoltura della Regione
Lazio. “L’accordo con la regione Umbria e Marche
– spiega l’assessore - è finalizzato ad una equilibrata distribuzione dei cacciatori e guarda al
principio di reciprocità con le altre regioni. Ritengo sia molto importante – continua la Valentini – lavorare con le regioni limitrofe per fare in
modo che i calendari venatori siano simili e che
l’attività della caccia sia uniformemente distribuita sui territori. Proprio per questo motivo –
sottolinea l’assessore - stiamo anche lavorando
per raggiungere un accordo di interscambio con
la regione Toscana - accordo che dovremmo firmare a breve - e con l’Abruzzo”.
L’attività venatoria nel Lazio sarà aperta, limita-
tamente alle specie consentite, dal 21 settembre. Ci saranno inoltre 2 giornate di pre-apertura
(il 1 e il 7 settembre) in cui sarà possibile cacciare solo le specie: tortora, cornacchia grigia,
ghiandaia, gazza.
Nello specifico degli accordi raggiunti con Umbria e Marche, la Regione Umbria prevede l’ammissione nei propri Ambiti Territoriali di Caccia
(ATC) di un numero di cacciatori non residenti
pari al 6% dei posti disponibili per tutte le forme
di caccia consentite e al 4% per la caccia alla
selvaggina migratoria. L’accordo con la regione
Marche prevede invece l’ingresso di un numero
di 300 cacciatori residenti nel Lazio che potranno
essere iscritti negli ATC marchigiani.
I cacciatori del Lazio che richiedono la residenza
venatoria negli ATC di Umbria e Marche possono
Nella foto: On. Daniela Valentini, Assessore
allʼAgricoltura della Regione Lazio
esercitare la caccia a tutte le specie consentite
dal primo giorno della stagione venatoria fissato
dalle regioni ospitanti.
Moria api – Valentini: 500mila euro per formazione
e acquisto sciami
Un finanziamento di 500 mila euro per l’attuazione di un piano regionale di ripopolamento delle api, che prevede l’acquisto di sciami di api re-
gine, la formazione degli apicoltori per un corretto utilizzo delle arnie (300 mila euro) e laboratori per lo smielamento (130 mila euro). Questa
la proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura, Daniela Valentini, durante l’incontro appena
concluso in Regione con gli apicoltori, le associazioni di categoria, l’Arsial, l’istituto zooprofilattico e Agrofarma per trovare una soluzione alla moria di api dell’ultimo periodo.
Inoltre un logo di qualità tutelerà il miele romano. “Il logo – ha commentato la Valentini – permetterà la riconoscibilità della nostra produzione
e incentiverà anche gli apicoltori in un periodo
non semplice per la loro attività. Entro fine settembre – ha proseguito l’assessore – proporremo
alle associazione apistiche una rosa di marchi,
tra cui scegliere quello che caratterizzerà il miele romano. Un po’ come è avvenuto con il marchio Colossella”.
“È necessario comprendere le cause di questa
moria – ha poi ribadito – e per farlo è indispensabile avere un censimento aggiornato del settore”. Censimento che l’Arsial e l’istituto zooprofilattico dovranno realizzare entro breve tempo.
Stando agli ultimi dati disponibili, che risalgono
agli anni Novanta, gli apicoltori del Lazio sarebbero 6/7 mila, 60/70 mila il numero delle arnie,
954 le aziende denunciate e ammonterebbe a 5
milioni di euro il volume d’affari.
Virus e parassiti, mutamenti climatici sono tra le
cause più frequenti della moria delle api. A ciò si
aggiunge l’uso frequente di pesticidi, “che – sostiene la Valentini – dovranno essere meglio conosciuti e utilizzati dagli agricoltori. Per questo
sono necessari specifici corsi di formazione che
faremo in collaborazione con Agrofarma”. A breve
inoltre verrà presentata in giunta una legge che
disciplini il settore apistico.
Casali in disuso – Marrazzo: Diventeranno realtà produttive
“Assieme all’assessore all’Agricoltura Daniela Valentini – ha detto il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo – abbiamo presentato al Tavolo verde dell’agricoltura il Piano di sviluppo agricolo e rurale dell’agro romano e convocheremo un
Tavolo regionale con il Comune e la Provincia di
Roma per condividere il documento”. L’assessore
Daniela Valentini si è infatti incontrata questa
mattina in una riunione con tutte le organizzazioni agricole e del mondo della cooperazione per
approvare la proposta che verrà portata in delibera nella prossima Giunta. “Siamo pronti – ha aggiunto l’assessore Valentini – a predisporre un
bando, con un finanziamento di due milioni di
euro, per mettere in moto il Piano. E con il tavolo
regionale proporremo un protocollo d’intesa per
individuare risorse comuni, tempi certi e procedure chiare”.
“Sono convinto – ha affermato Marrazzo – che il
progetto elaborato dall’assessore Valentini potrà
dare importanti risultati non solo sul fronte della
sicurezza urbana, ma anche su quello dello svi-
luppo. Credo che la sicurezza passi soprattutto
attraverso la valorizzazione e la cura del territorio. E a Roma, che è il comune agricolo più grande
d’Europa, le aree rurali non possono essere lasciate in balia del degrado”.
Il progetto si articola in 5 pacchetti: ricettività
turistica, tutela e valorizzazione del paesaggio,
creazione di un marchio Prodotto di Roma, sviluppo delle filiere agroalimentari e agroenergetiche, agricoltura sociale.
“I cento casali in disuso
– ha ricordato il presidente Marrazzo – possono diventare cento realtà
produttive, servizi sociali e di assistenza, day hospital per malati di Alzheimer, agrinido, punti
vendita di prodotti di
qualità laziali a basso costo, fattorie didattiche e
sociali, percorsi turistici ed ecomusei”. “Mai come
ora dopo l’aggressione ai due turisti olandesi –
ha aggiunto l’assessore Valentini – il Piano può
essere una soluzione concreta per far diventare
l’agro romano un luogo di produzione economica
e di benessere sociale, un punto di riferimento
per romani e turisti e un’opportunità di reddito
per i nostri agricoltori”.
eur torrino news
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Consiglio Regionale Straordinario
su Alitalia
al vaglio la proposta del presidente Marrazzo di entrare nella c.a.i
Oggi ascoltiamo le voci di vari esponenti regionali sull’iniziativa del Presidente della Regione
Lazio di entrare nella C.A.I, in sostegno ad Alitalia. In sequenza: il Presidente del Consiglio
Regionale On. Guido Milana, l’On. Parroncini,
Capogruppo del PD, l’On. Cicchetti, Consigliere
PDL, l’On. Mariani, Consigliere dei Verdi, l’On.
Pineschi, Consigliere Segretario della Pres. del
Consiglio, l’Assessora al Lavoro, On. Tibaldi,
l’On. Pallone, Capogruppo PDL, l’On. Romolo del
Balzo, Consigliere Segretario della Pres. del
Consiglio, l’On. Angelo D’Ovidio, Capogruppo
dei Cristiano-Popolari, l’On. Erder Mazzocchi,
Il Presidente Guido Milana
Consigliere del PDL e l’On. Bruno Prestagiovanni, Vicepresidente del Consiglio Regionale.
Presidente Milana, il Consiglio Straordinario
di oggi che significato ha?
“Quello di oggi è un consiglio di estrema importanza perché noi siamo la regione che ospita l’aereoporto di Fiumicino. Questa è una fase più che
mai viva del dibattito e la nuove prospettive non
possono che caratterizzare il Consiglio Regionale
come una realtà in grado di dire la sua. Al centro
ci sono il destino dei lavoratori, le funzioni legate all’essere internazionale di Alitalia e le straordinarie funzioni come HUB di Fiumicino. C’è il rischio di minare il sistema economico della Regione e noi questa preoccupazione la vogliamo
esprimere, senza polemiche politiche e non in
contrapposizione con l’operato del Governo, ma
di certo lamentando l’assenza degli enti locali
nel dibattito”.
Possiamo dire che questa scelta è di grande
coraggio e responsabilità?
“Il coraggio non deve mai mancare, ma soprattutto non deve mai mancare la responsabilità;
noi siamo molto seri nel nostro operato e oggi si
esprimerà il punto di vista di un territorio: siamo coscienti di essere una costola importante
del sistema. La compagnia di bandiera si sposa
con la Capitale del Paese, non con città secondarie”.
On. Parroncini, parafrasando la tematica Alitalia, è giusto dire che oggi si palesa la vostra
72
eur torrino news
scelta di uscire dal localismo degli enti locali
e entrare a pieno titolo nel sistema Stato?
“Sì, è proporre la Regione Lazio come un ente
che tratta a livello nazionale. È una fase difficile
e la nostra preoccupazione è che le conseguenze
maggiori del riassetto societario e non solo ricadano sul sistema Lazio, sul comparto aeroportuale, con Fiumicino come principale soggetto. Fiumicino non deve essere ridimensionato e il Presidente Marrazzo ha palesato la volontà di fare il
nostro dovere fino in fondo. Il trasporto aereo è
un comparto fondamentale e ci sono famiglie in
carne ed ossa che vogliono e debbono sapere che
On. Parroncini
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Falcon 80ʼ 1989 - Falcon 76ʼ 1992 € 720.000
TECHNEMA Rizzardi 95ʼ 2004 MTU 2x2000 Hp
FALCON 100ʼ 2001/2005 5 cabins Euro 2.8/3.3m
27/28 knots, Cherry wood. Like New. Euro 4.3m
FALCON 90ʼ 1995 Only one owner. Euro 1.6m
Canados 25 2003 CAT 2x1420Cv € 1.850.000
Pershing 76ʼ 2004 Man 2x2000 ASD € 2.8m
AZ 74ʼ 2003 MTU 2x1300 USA € 1.850m
Akhir 22.50 m 1989 € 750,000. Akhir 20 m 1983/03
Baia 73ʼ MAgnifica + 63ʼ Azzurra
Sanlorenzo 72ʼ 2001- Sanlorenzo 70ʼ 1994
Riva 70ʼ Dolcevita 1999 € 1,660,000
Pershing 65ʼ 1998/ 54ʼ 2001 € 880/750,000
SanLorenzo 57ʼ1987 GM 2x735 Hp € 260.000
Gianetti 55ʼ Sport 2000 Man 2x800 Hp € 480.000
Princess V 55ʼ 1999 Excellent condition
Baia 54ʼ Aqua 2005 Price reduced
Itama 54ʼ 1998 2 x 1000 MAN € 700,000
Bertam 510 Conv. Oct 2004 + Bertram 50ʼ 1991/2006
MAIORA 26 DP 1998 MTU 2x1800 Cv 2008 ore ZERO
ALALUNGA 26 m 1986 G.Refit 2005/2007 Euro 1.3m
Piantoni 48ʼ Open 1992 € 155.000 trattabile
5 cab + equip. Full optional. Eccellente. € 2.600.000
ALALUNGA 24m 1996 G. Refit 2004 4+2 cab Euro 1.1m
Itama 46ʼ 1998 € 420,000 – 2Itama 45ʼ + 2 38ʼ
Pershing 46ʼ 2007 Man 2x800 Hp Like New
Tornado 38ʼ Classic 92/94 tot refit 2007 € 95.000
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FALCON 86ʼ 2001 MTU 2x1850 hp 26/30 knots
FALCON 76ʼ 1992 Refit 2005 Euro 850.000 negoz.
JONGERT: 3300 2000 – 3000ds ʼ95 – 20T 1994
Gullet Ketch 2002 € 1,2000,000
Classic 25 m Moreno Pujal 2001 hydraulic sails
Bruce Farr 65ʼ 1994 ottimo stato € 900.000
G.SOLEIL MAXI 1994 € 0.7 m + GS 52ʼ 1993
Sangermani 19,45m 1964 Refit 2000 € 595,000
Camper & Nicholson 63ʼ 1935 € 735.000
Sangermani Yawl 15.60 m 1965 € 230.000
Hallberg Rassy 43ʼ 2004 + HR 42ʼ 1983 € 195.000
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MAIORA 31 DP 2002 MTU 2x2285 Hp Euro 4.6m
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rispetto alle prospettive che Alitalia si sta dando,
con il problema occupazionale nei servizi e nella
manutenzione, diventare punto di riferimento
per il territorio e per i lavoratori è una cosa fondamentale. Marrazzo ha ben anticipato i tempi e
ora dobbiamo andare avanti in una questione che
si sta rivelando un vero disastro per il vettore
Alitalia e per le sorti economiche di molti cittadini del Lazio”.
On. Cicchetti
fine faranno. Siamo fiduciosi che questo consiglio dia indicazioni utili e concrete”.
On. Cicchetti, cosa si aspetta da questo consiglio straordinario?
“Mi aspetto tanto buon senso perché la situazione è difficile e finalmente una cordata di imprenditori, che oggi ricordano di essere italiani,
vuole salvare la compagnia; il Governo, tramite
Matteoli dice di non voler lasciare a piedi nessun dipendente di Alitalia e quindi io credo che
con il buon senso tutto si possa risolvere positivamente. C’è solo da farsi gli auguri di riuscire
a salvare questa azienda che, dobbiamo dirlo, è
stata azzannata da tutte le parti; quando si parla di così tanti esuberi, si capisce che sono stati creati posti di lavoro inutili quando già c’era il
problema degli esuberi. E andando a scavare
nella tempistica poi magari si trova che le assunzioni sono a ridosso di importanti campagne elettorali”.
On. Pineschi, le sue aspettative da questo consiglio straordinario?
“Io mi apsetto innanzitutto una grande compattezza delle forze politiche sulla proposta
Marrazzo, che va nell’interesse del territorio.
Occorre centrare il problema, perché la crisi del
vettore colpisce sia il sistema economico regionale che quello dei singoli cittadini. È nostro
dovere preciso, come stiamo dimostrando, fare
ciò che è nelle nostre possibilità per risolvere la
questione”.
Una battuta sull’aereoporto di Viterbo.
“Lo ha detto anche Berlusconi intervenendo alla
Festa di S. Rosa; c’è la necessità di un nuovo polo
aeroportuale e noi stessi in passato avevamo segnalato la possibilità di crearne uno nuovo, individuando la zona di Viterbo per quello che rappresenta in relazione ai voli che andrà ad ospitare”.
On. Pineschi
On. Mariani
Assessore Tibaldi, quanto è importante oggi
l’aeroporto di Fiumicino?
“È fondamentale, per centinaia di migliaia di
lavoratori e perché è centro di coesione sul territorio. Naturalmente ciò che rileva è tutto l’indotto della struttura ed è significativo che il
Presidente abbia pensato di far partire questa
iniziativa e che l’abbia voluta condividere con
le parti sociali e con le parti politiche del territorio”.
Lei pensa quindi che la proposta del presidente Marrazzo possa far sì che Fiumicino non
venga penalizzato dalla creazione di questa
nuova società?
“La Regione può sicuramente orientare le scelte
interagendo con le parti nel quadro complessivo. Certo se fossimo stati coinvolti nel tavolo di
concertazione idustriale l’impatto sarebbe stato
maggiore”.
On. Pallone, cosa pensa di questa iniziativa
74
eur torrino news
del presidente Marrazzo di voler entrare nella
società che gestirà Alitalia?
“Innanzitutto occorre dare atto al Presidente
Berlusconi di aver realizzato un’altra missione
impossibile, salvare Alitalia dal fallimento, un
vettore importante nell’economia italiana. Marrazzo ha sicuramente seguito la linea più vicina
al governo, entrare in una cordata italiana. Sulle
scelte aspetto il dibattito e un documento complessivo, sempre nella consapevolezza che il privato deve fare il privato e il pubblico deve fare il
pubblico. Dobbiamo salvaguardare il territorio e i
lavoratori, ma ognuno deve fare il suo mestiere.
Senza dimenticare, se mi permette, la questione
della viabilità e chi frequenta l’aereoporto sa
quali difficoltà si hanno per raggiungerlo in alcune ore della giornata”.
La vostra posizione sull’aereoporto di Viterbo?
“Dal punto di vista della realizzazione si va avanti,
la cosa su cui occorre mettersi d’accordo è la creazione delle infrastrutture, della viabilità. Un esempio: Malpensa perde perché Linate acquista clienti, in quanto più coordinato con il territorio”.
Chiaramente la questione Alitalia è strettamente legata con l’aereoporto che dovrebbe
nascere a Viterbo. La sua idea?
“Sulla questione non ci sono ripensamenti, è totalmente compatibile con i progetti e quindi nulla da temere”.
On. Mariani, le sue impressioni sul consiglio
straordinario di oggi.
“In una comunicazione assolutamente deficitaria
Assessore Tibaldi
On. Del Balzo, oggi un consiglio su Alitalia:
quali le sue impressioni?
“Io non capisco, ora che il Governo Berlusconi sta risolvendo il problema, questa necessità di entrare in una tematica che forse non
compete la Regione. Perché il Presidente Marrazzo si sveglia solo ora? Se è una questione
On. Pallone
On. Mazzocchi, cosa deduce dall’intervento del
presidente Marrazzo?
“Sicuramente una gran confusione, perché noi riteniamo che Alitalia sia una vicenda di assoluta
importanza; il centrosinistra oggi forzosamente
si ricompatta ma le linee sono diverse, almeno
leggendo i manifesti apparsi in questi giorni. Oggi pare che Marrazzo avalli le scelte del governo,
annunciando addirittura una partecipazione. A
prescindere vogliamo lavorare per un ordine del
giorno che sia condiviso, in difesa dei lavoratori
e delle peculiarità professionali presenti in Alitalia. Sull’approccio siamo d’accordo, ma occorre
precisare che siamo lontani dalle strumentalizzazioni, da dovunque esse provengano”.
On. Del Balzo
politica, per salvaguardare la sua giunta, lo
potrei anche capire, ma se non fosse questo
non saprei proprio quali motivazioni trovare
alla sua iniziativa”.
Quando Prodi parlò di Air France ci fu il silenzio, oggi c’è un risveglio: aria elettorale?
“In un certo senso sì, dopo un po’ di tempo ci si
sveglia e si riparla di Alitalia, con una certa strumentalità. Dico al Presidente Marrazzo: risolviamo i problemi della Regione, che sono più importanti”.
On. Prestagiovanni, Quali Impressioni Sull’intervento Del Presidente Marrazzo?
“Vi ho trovato molte cose condivisibili e altre
difficili da comprendere, date da visioni diametralemtne opposte della realtà. Sono certo d’accordo sulla salvaguardia delle rirose occupazionali, sul ruolo dell’HUB di Fiumicino e la logistica. Oggi abbiamo la possibilità di lanciare
un segnale forte d’allarme, unica cosa che possiamo fare finchè non conosceremo concretamente il futuro delle maestranze di Alitalia. Nel
frattempo possiamo diventare punto di riferimento mettendo dei paletti alle iniziative che
man mano si susseguiranno, sempre nell’interesse dei lavoratori”.
On. D’Ovidio, la posizione dei cristiano popolari.
“La Regione dovrebbe non solo far parte del
processo di riorganizzazione di Alitalia, ma dirò
che siamo forse fuori tempo massimo, perché il
Governo ha già messo in campo il nuovo piano
industriale. Non so oggi come sia possibile intervenire, anche se sono d’accordo con l’iniziativa”.
Come giudica la differenza di atteggiamento
della regione fra la proposta Air France e quella del governo attuale?
“In quel momento si stava facendo un grosso errore, svendere la compagnia di bandiera. Il merito dell’attuale governo è stato quello di recuperare all’immagine l’Alitalia, ora occorre affrontare
i problemi che portanno derivare da questo piano
così come è stato impostato”.
On. D’Ovidio
Alla fine l’assise regionale ha emesso un documento che “impegna la Giunta regionale a prevedere lo stanziamento di risorse adeguate, anche
nell’ambito del Programma Operativo Regionale e
del Fondo sociale europeo 2007-2013, per l’innovazione tecnologica, le attività di ricerca e di formazione e tutte le altre iniziative indispensabili
per la tutela dell’occupazione e lo sviluppo del sistema aeroportuale del Lazio”. Solo due giorni
dopo però Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa San Paolo precisa: “Non è previsto
l’ingresso di entita’ non private nella nuova Alitalia”, smorzando, almeno per adesso, le iniziative partecipative di enti come la Regione Lazio
che, con grande impegno, stanno tentando di
tracciare la via verso la scomparsa del localismo,
progressivamente sostituito dalla partecipazione sui tavoli nazionali.
On. Mazzocchi
Cosa pensa dell’aereoporto di Viterbo?
“Possiamo fare un discorso che leghi tutte le
realtà territoriali del Lazio in un distretto del volo che consenta di sviluppare sinergie con il territorio e dargli un servizio. Questo è il futuro del
Lazio e credo che l’aereoporto di Fiumicino sia
un’appuntamento che non dobbiamo mancare”.
È positivo che la Regione entri nella cordata
per Alitalia?
“Senza dubbio se la Regione entra con propositi
giusti non può che essere positivo, perché la si-
eur torrino news
tuazione drammatica che abbiamo oggi dipende
da una politica che negli anni non ha fatto gli interessi dei lavoratori e della compagnia”.
Collegandovi al sito www.laziolive.it potrete
vedere in streaming le varie interviste
Sig. Roberto Guerra, lei è un lavoratore di Alitalia: cosa pensa del fatto che Alitalia rimanga
una compagnia italiana?
“Secondo me dovremmo rimanere italiani, perché abbiamo tutte le carte in regola per farcela
da soli; il tutto ruota intornoad una politica più
sana”.
76
On. Prestagiovanni
Sig. Roberto Guerra
Tarocchi
la rubrica dei
] a cura di Carla Bielli [
Ispirazione per scrivere dei Tarocchi… chi meglio di una magica carta può fornirmi un’indicazione? Prendo il mazzo dallo scaffale e decido di interrogare gli arcani maggiori, li conto e ne manca uno, sono infatti 21 e dovrebbero essere 22.
I ventidue
Arcani
Maggiori:
78
La carta che manca è “La-Maison-Dieu”, n°16,
“La Torre” in italiano; la ritrovo mescolata alle altre 36 carte, dette arcani minori. Bene, questa è
la carta che vuole ispirarmi: è il momento di portare alla luce, con l’impeto di un’esplosione di
entusiasmo, un interesse, una capacità, una sapienza, un’arte coltivata e praticata per anni. Il
motivo per cui si era nascosta? È un’informazione… da interpretare. Eccola qua la bella carta:
Quali possono essere i motivi che mi hanno fatto
cercare la carta che mancava nel mazzo degli arcani maggiori, anziché ricomporre la serie delle
22 carte, mescolare ed effettuare successivamente la scelta? Cerco la risposta nei tarocchi, scelgo
tra gli arcani maggiori una carta, la scopro, è La
Papessa, arcano n°2. Purezza, gestazione, attesa,
studio… Il numero 2, inferiore al 16 della Torre
mi invita a evocare il passato ed emerge la figura
Una bella costruzione si erge nella campagna.
Dalla sommità coriandoli e fuochi d’artificio. Alla base due giocolieri escono dalla porticina camminando sulle mani per iniziare lo spettacolo. È
una festa, una celebrazione. Questa carta mi dice
“la chiave di questo tempio sacro è l’allegria” ed
è quanto mi basta sapere. L’allegria sarà la mia
ispirazione.
materna (mamma, nonna… maestre) che cosa mi
hanno insegnato? Ma sì, a volte c’è tutto eppure
manca qualcosa alla completezza ed è il quid che
ne qualifica l’essenza, ecco il motivo per cui scegliere il tassello mancante. I 21 arcani maggiori,
senza il 22°, sono personaggi inanimati: belle
immagini colorate e inerti; in questo caso La Torre costituisce il soffio vitale che li rende vivi, po-
eur torrino news
tenti e operativi.
Questo è un esempio di “tiraggio”, ossia una consultazione dei Tarocchi, almeno secondo la scuola
che seguo. Sono Tarocchi di chiarezza, piuttosto
che Tarocchi di potere. Che differenza c’è?
Nella scuola “Tarocchi di chiarezza” lo scopo è
l’esplorazione del problema che il consultante
vuole risolvere ed è il consultante che si impegna
a far emergere dalla propria interiorità le soluzioni più motivanti. Il tarologo è un intermediario,
più esperto del consultante nella complessa simbologia degli arcani.
Nella scuola “Tarocchi di potere” si fa riferimento
principalmente ad avvenimenti, personaggi e
ambienti favorevoli o ostili. Il consultante ha un
ruolo passivo, viene informato di che cosa lo
aspetta nel futuro e si prepara a reggere l’impatto del destino, nel bene e nel male. Il tarologo
esercita il potere di condizionare il mondo del
consultante.
In genere le persone che preferiscono tenersi alla larga dalle pratiche esoteriche esprimono una
diffidenza verso il potere che cartomanti, sensitivi, maghi e maghetti amano esercitare su coloro che li cercano per uscire da situazioni critiche. Inutile ribadire che condivido la loro diffidenza. Aggiungo che mi rammarrico della circostanza che la modalità “potere” del tarologo prevalga nel connotare la consultazione dei tarocchi, i quali costituiscono invece uno strumento
per accrescere sì le potenzialità, ma quelle del
consultante.
Ed ecco che cosa mi propongo: fornire un modesto contributo a diffondere l’opinione che i Tarocchi, questo meraviglioso antico strumento di
simboli colorati e allegri, possano essere utili e
felicitanti per chi desideri prospettare un proprio
sentiero da percorrere nel campo delle infinite
possibilità.
Grafica: Romalive
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