indicazioni sulla stesura della tesi di laurea

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indicazioni sulla stesura della tesi di laurea
SVEUČILIŠTE JURJA DOBRILE U PULI
UNIVERSITÀ JURAJ DOBRILA DI POLA
ODJEL ZA STUDIJ NA TALIJANSKOM JEZIKU
DIPARTIMENTO DI STUDI IN LINGUA ITALIANA
INDICAZIONI SULLA STESURA DELLA
TESI DI LAUREA
Pola, ottobre 2007
Indicazioni sulla stesura della tesi di laurea
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INDICE
INTRODUZIONE .................................................................................................................... 3
STRUTTURA DELLA TESA DI LAUREA.......................................................................... 4
Indice..................................................................................................................................4
Capitoli centrali e sotto-paragrafi........................................................................................4
ALCUNI CONSIGLI PRATICI ............................................................................................. 4
Introduzione........................................................................................................................5
Conclusione........................................................................................................................5
Note....................................................................................................................................5
Bibliografia..........................................................................................................................6
Riassunto in lingua croata ..................................................................................................6
IMPAGINAZIONE DEL TESTO .......................................................................................... 6
COPERTINA DELLA TESI DI LAUREA............................................................................ 7
FRONTESPIZIO DELLA TESI DI LAUREA ..................................................................... 9
I TITOLI ................................................................................................................................. 12
LE CITAZIONI...................................................................................................................... 12
NOTE, CITAZIONI VARIE, ABBREVIAZIONI .............................................................. 12
INDICE ................................................................................................................................... 15
BIBLIOGRAFIA.................................................................................................................... 15
APPENDICI............................................................................................................................ 26
LE TABELLE......................................................................................................................... 27
LE IMMAGINI ...................................................................................................................... 27
ALCUNI SUGGERIMENTI GENERALI........................................................................... 27
Indicazioni sulla stesura della tesi di laurea
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INTRODUZIONE
Questa guida è stata pensata per fornire agli studenti che si accingono alla stesura della
tesi alcune informazioni e suggerimenti utili.
Lo studente deve scegliere la tesi di laurea nel corso dell'VIII semestre. Questo perché la
stesura della tesi comporta spesso un impegno totale che mal si concilia con la preparazione
degli esami. L'argomento della tesi viene concordato con il relatore. Gli studenti in procinto di
affrontare il lavoro di tesi che abbiano già fatto una selezione personale basata sulle proprie
attitudini personali, fanno comunque la loro scelta solo in seguito ad un colloquio esplicativo
con uno o più docenti.
Nella stesura della tesi lo studente sarà affiancato da un docente, che assume il ruolo di
relatore. Sarà lui a firmare l’approvazione della tesi e presentarla alla Commissione di Laurea,
dopo aver verificato che si tratti di un elaborato originale al quale il laureando abbia
effettivamente partecipato nei contenuti, commenti critici, considerazioni, conclusioni, ecc.
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STRUTTURA DELLA TESI DI LAUREA
La tesi di laurea presenta la seguente struttura generale:
Indice
Introduzione
Capitoli centrali
Conclusione
Note
Bibliografia
Eventuali allegati
Riassunto in lingua croata
- La tesi non deve superare di norma 80 pagine o avere un numero inferiore di 40
pagine.
- La tesi di laurea deve essere consegnata dal laureando presso la Segreteria studenti in forma
definitiva – rilegatura rigida (3 copie).
Indice
Lo scopo dell'indice è dare una chiara idea della struttura del lavoro; talvolta ciò basta
anche a suggerire le idee fondamentali sostenute. Consultando l'indice il lettore dovrebbe
sentirsi incuriosito a leggere. Da ciò si capisce che il posto più logico per l'indice è l'inizio,
non la fine di un testo. In secondo luogo, l'indice ha lo scopo pratico di permettere al lettore di
trovare una certa sezione senza sfogliare l'intero testo. È importante dunque che tutte le
divisioni che compaiono nel testo compaiano anche nell'indice.
Capitoli centrali e sotto-paragrafi
Il corpo centrale della tesi deve essere suddiviso in capitoli, paragrafi e sotto-paragrafi e
si adotterà la numerazione decimale progressiva.
Esempio:
1. TITOLO DEL PRIMO CAPITOLO (Arial in maiuscolo 14 punti)
1.1. Titolo del primo paragrafo (Arial 14 punti)
1.1.1. Titolo del primo sotto-paragrafo (se presente, Arial 12 punti)
1.1.2. Titolo del secondo sotto-paragrafo (se presente, Arial 12 punti)
1.2. Titolo del secondo paragrafo
2. TITOLO DEL SECONDO CAPITOLO
Alcuni consigli pratici
La forma, nella stesura della tesi di laurea, non ha minore importanza dei contenuti.
Occorre pertanto imporsi il massimo rispetto della grammatica e della sintassi della lingua
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italiana. Riguardo alla scelta del pronome personale con cui esprimersi, è consigliabile l'uso
del pronome impersonale, anche in via combinata con la prima persona singolare.
Esempio:
Ciò che viene proposto in queste pagine è una riflessione intesa a porre in luce il reale
significato della costruzione analitica [...]. Questa costruzione - è quanto mi propongo di
dimostrare - implica [...]
A tutto vantaggio della chiarezza espositiva, è buona norma evitare i periodi lunghi, l'eccesso
di incisi, il frequente uso del corsivo e del grassetto (neretto).
Introduzione
L'introduzione deve contenere gli elementi fondamentali che servono a far comprendere
il lavoro, anche a chi non abbia il tempo di leggerlo in tutte le sue parti. L'introduzione deve
inoltre illustrare con chiarezza gli obiettivi e le ragioni sottostanti alla loro scelta, fornire
alcuni cenni in merito alla bibliografia rilevante, presentare gli strumenti utilizzati (la
metodologia) e l'organizzazione essenziale in parti e in capitoli.
Conclusione
La conclusione è parte integrante della tesi, della quale rappresenta l'ultimo capitolo a
coronamento del lavoro svolto. Non è un riassunto, bensì costituisce il momento di verifica
della struttura argomentativa e della metodologia adoperate nella elaborazione dei dati e delle
informazioni. Infatti, se il lavoro è ben strutturato, cioè se le idee a qualunque livello della tesi
rappresentano una sintesi di quelle ai livelli precedenti, la stesura della conclusione sarà agile,
perché immediata conseguenza del lavoro già svolto. La conclusione deve essere chiara e
sintetica.
Note
Le note servono ad identificare la fonte dalla quale è tratta una informazione oppure a
fornire ulteriori considerazioni, citazioni e rinvii, che altrimenti appesantirebbero il testo,
rischiando di far perdere il filo a chi legge. Esse contribuiscono inoltre a documentare la
serietà di una ricerca. È importante inserirle sin da subito nel testo, onde evitare di
dimenticare col tempo da dove si era tratta l'informazione. Per quanto concerne la loro
definitiva collocazione, si consiglia vivamente il posizionamento a piè di pagina con gli
opportuni numeri progressivi di riferimento. I numeri di rimando delle note s'inseriscono
con il "superscript" (numero in esponente) e si collocano alla fine della citazione o della
parola alla quale la nota si riferisce.
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Bibliografia
La bibliografia è di estrema rilevanza, in primo luogo perché permette di capire a quale
livello siano arrivati gli studi intorno all'argomento prescelto, quindi perché fornisce un
indicatore del tipo di lavoro che è stato svolto e, da ultimo, perché è indispensabile per il
lettore interessato ad approfondire i temi trattati. La bibliografia generale alla fine della tesi
deve contenere tutti (e soltanto) i lavori indicati con autore e data nel testo e nelle note.
È ordinata in ordine alfabetico per autore (in caso di omonimia vale l'iniziale del nome
proprio); le opere di uno stesso autore vanno elencate in ordine cronologico, dalla più vecchia
alla più recente; in caso di più autori l'opera va inserita secondo il cognome del primo degli
autori che compaiono nella fonte.
Riassunto in lingua croata
Una volta terminata la stesura della tesi, si deve predisporre un riassunto in lingua
croata della lunghezza massima di una pagina.
IMPAGINAZIONE DEL TESTO
Il testo deve essere scritto su fogli bianchi formato A4 (21 x 29,7 cm),
Margine superiore: 2,5 cm;
Margine inferiore: 2,5 cm;
Margine sinistro: 2,5 cm;
Margine destro: 2,5 cm;
Interlinea (ovvero la distanza delle linee di base delle righe): 1,5 linee.
Il numero di righe per pagina è di 32 da 65-70 battute l'una, righe separate da un'interlinea
di 1,5. Nessuna intestazione va posta nella parte superiore della pagina o a piè di pagina
(ad eccezione del numero di pagina).
La numerazione delle pagine ha inizio dall’introduzione. Le pagine vanno numerate
progressivamente. Il numero della pagina va posto in basso al centro del foglio.
Titoli di capitolo: Arial, in maiuscolo, dimensioni dei caratteri 14 punti, grassetto (neretto),
centrato, 3 linee bianche prima e 1 dopo.
Titolo di primo paragrafo: Arial, in minuscolo, dimensioni dei caratteri 14 punti, grassetto
allineato a sinistra, 3 linee bianche prima e 1 dopo.
Titoli di sotto-paragrafi: Arial, in minuscolo dimensioni dei caratteri 12 punti, grassetto,
allineato a sinistra, 1,5 linee bianche prima e 0,5 dopo.
Testo: Times New Roman, dimensioni dei caratteri 12 punti, con rientro di 1,5 cm nella
prima linea, giustificato (ovvero avere sia il margine sinistro che il destro allineati).
Note: Times New Roman, dimensioni dei caratteri 10 punti.
Le stampe della tesi si effettuano con una stampante a getto d'inchiostro o laser per
garantire una buona qualità.
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COPERTINA DELLA TESI DI LAUREA
Rilegatura finale-rigida colore blu scuro, il testo scritto con lettere maiuscole, con
caratteri Arial colore oro.
La copertina della tesi di laurea dovrà contenere, a partire dall'alto:
-
il nome dell'Università (Sveučilište Jurja Dobrile u Puli, Università Juraj Dobrila di
Pola), tutto in maiuscolo, caratteri Arial, 13 punti, centrato
il nome del Dipartimento (Odjel za studij na talijanskom jeziku, Dipartimento di
studi in lingua italiana), tutto in maiuscolo, caratteri Arial, 13 punti, centrato
il nome del laureando (nella forma: nome cognome) tutto in maiuscolo, caratteri
Arial, 15 punti in grassetto (neretto), centrato
il titolo della tesi, caratteri Arial, 16 punti in grassetto (neretto), tutto in maiuscolo,
centrato
il lugo e la data (anno) in cui la tesi viene discussa, tutto in maiuscolo, caratteri Arial
13 punti, centrato
Esempio di copertina: Vedere pagina seguente.
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SVEUČILIŠTE JURJA DOBRILE U PULI
UNIVERSITÀ JURAJ DOBRILA DI POLA
ODJEL ZA STUDIJ NA TALIJANSKOM JEZIKU
DIPARTIMENTO DI STUDI IN LINGUA ITALIANA
MARIO ROSSI
SIMBOLI, SCARAMANZIE E PERSONAGGI NEL
GATTOPARDO DI G. TOMASI DI LAMPEDUSA
(DIPLOMSKI RAD / TESI DI LAUREA)
PULA / POLA, 2007
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FRONTESPIZIO DELLA TESI DI LAUREA
Si ricorda altresì che il frontespizio (è la prima pagina dopo la copertina) della tesi di laurea
dovrà contenere, a partire dall'alto:
-
il nome dell'Università (Sveučilište Jurja Dobrile u Puli, Università Juraj Dobrila di
Pola), tutto in maiuscolo, caratteri Arial, 13 punti, centrato
il nome del Dipartimento (Odjel za studij na talijanskom jeziku, Dipartimento di
studi in lingua italiana), tutto in maiuscolo, caratteri Arial, 13 punti, centrato
il nome del gruppo di studio (Talijanski jezik i književnost, Lingua e letteratura
italiana), tutto in maiuscolo, caratteri Arial, 13 punti, centrato
il nome della materia (Talijanska književnost, Letteratura italiana), tutto in
maiuscolo, caratteri Arial, 13 punti, centrato
il nome del laureando (nella forma: nome cognome, numero di matricola) tutto in
maiuscolo, caratteri Arial, 15 punti in grassetto (neretto), centrato
il titolo della tesi, caratteri Arial, 16 punti in grassetto (neretto), tutto in maiuscolo,
centrato
il nome del relatore (nella forma: nome cognome) caratteri Arial, 13 punti, centrato
il luogo e la data (mese e anno) in cui la tesi viene discussa, tutto in maiuscolo,
caratteri Arial 13 punti, centrato
Esempio di frontespizio: Vedere pagina seguente.
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SVEUČILIŠTE JURJA DOBRILE U PULI
UNIVERSITÀ JURAJ DOBRILA DI POLA
ODJEL ZA STUDIJ NA TALIJANSKOM JEZIKU
DIPARTIMENTO DI STUDI IN LINGUA ITALIANA
TALIJANSKI JEZIK I KNJIŽEVNOST
LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
TALIJANSKA KNJIŽEVNOST
LETTERATURA ITALIANA
MARIO ROSSI
JMBAG / N.M.: 123
SIMBOLI, SCARAMANZIE E PERSONAGGI NEL
GATTOPARDO DI G. TOMASI DI LAMPEDUSA
(DIPLOMSKI RAD / TESI DI LAUREA)
MENTOR / RELATORE:
dr.sc. Elis Deghenghi Olujić
PULA, STUDENI 2007. / POLA, NOVEMBRE 2007
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SVEUČILIŠTE JURJA DOBRILE U PULI
UNIVERSITÀ JURAJ DOBRILA DI POLA
ODJEL ZA STUDIJ NA TALIJANSKOM JEZIKU
DIPARTIMENTO DI STUDI IN LINGUA ITALIANA
TALIJANSKI JEZIK I KNJIŽEVNOST
LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
DJEČJA KNJIŽEVNOST
LETTERATURA PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA
MARIA ROSSI
JMBAG / N.M.: 124
LE PROTAGONISTE DELLE OPERE DI
BIANCA PITZORNO
(DIPLOMSKI RAD / TESI DI LAUREA)
MENTOR / RELATORE
dr.sc. Elis Deghenghi Olujić
PULA, RUJAN 2007. / POLA, SETTEMBRE 2007
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I titoli
Nel testo si utilizzano diversi livelli di titoli, corrispondenti a capitoli e sotto-paragrafi.
Lo stile dei vari livelli di titolo è differenziato.
I titoli di livello gerarchico più elevato saranno resi più evidenti di quelli di livello più
basso: sempre però cercando di evitare di esagerare.
I titoli dei capitoli devono essere centrati, tutti i titoli di livello inferiore (paragrafi e
sotto-paragrafi) saranno allineati a sinistra.
I titoli vengono separati dal testo precedente con uno spazio un po' maggiore rispetto a
quello che li separa dal testo cui essi si riferiscono (vedi le indicazioni date sopra).
Le citazioni
Le citazioni dell'autore (scrittore, poeta ecc.) sono molto importanti, poiché
costituiscono i punti di appoggio delle argomentazioni proposte dallo studente, ciascuna delle
quali va documentata.
La citazione deve essere seguita da una nota che indichi con la massima chiarezza, da
dove proviene il testo citato, per consentire, a chi è interessato, una verifica e un
approfondimento personali.
Le citazioni letterali di un autore vengono incluse fra virgolette basse (meglio usare in
questo caso quelle basse « ... » (codici ascii alt+174 per « e alt+175 per »); quelle alte del tipo
" ... "restano riservate a tutti gli altri casi).
Se si devono però usare delle virgolette all'interno di una citazione già racchiusa tra
virgolette, si usano nel primo caso le virgolette alte (« ... "..." ... »), nel secondo quelle
semplici ("... '...' ...").
Note, citazioni varie, abbreviazioni
Le note al testo hanno la funzione di fornire indicazioni bibliografiche, oppure di
indicare un rinvio a un elemento interno o esterno al testo, aggiungere brevi informazioni per
chiarire certi punti del testo o fornire traduzioni di testi stranieri citati in originale nel corpo
della tesi. Per facilitarne la consultazione, si consiglia di mettere le note a piè di pagina,
con gli opportuni numeri di riferimento (progressivi) e non alla fine di ogni capitolo o di
tutto il corpo della tesi. Siccome comunque rappresentano un'interruzione, meglio non
abusare di questo strumento, utile per aumentare la comprensione, ma fonte di discontinuità.
La gestione delle note, a piè di pagina, avviene in modo automatico, e così viene gestita anche
la loro numerazione, impostata come unica per tutta la tesi. Le note vengono di solito
impostate con un corpo più piccolo di quello del testo (p.e. 10 punti) ed un'interlinea anch'essa
ridotta (p.e. singola).
Per una efficace compilazione delle note bisogna innanzitutto essere in grado di
orientarsi nella giungla delle abbreviazioni. Otre a quelle più comuni e non specifiche della
saggistica (come cap., fg., n., p. o pp. rispettivamente per capitolo, figura, numero e pagina),
ne esistono molte altre che, per quanto possano spesso sembrare simboli di un cifrario
iniziatico, in realtà, ben padroneggiate, permettono di semplificare la stesura delle note e di
agevolarne la lettura. Per esempio, l'uso convenzionale delle abbreviazioni ibidem/ibid. (con
cui si indica una citazione che compare nella stessa opera e pagina di una precedente), o
passim (letteralmente "qua e là", con cui ci si riferisce ai diversi luoghi di un'intera opera in
cui l'autore tratta dello stesso tema o concetto) permette di evitare ripetizioni.
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Quelle che abbiamo appena citato appartengono alla famiglia delle abbreviazioni di
origine latina, insieme ad altre come ex. (per esempio), infra (vedi sotto), sic (lett. "così", per
sottolineare che l'autore si è espresso proprio come riferito).
Un altro gruppo ben definito è quello che riguarda termini tecnici editoriali: ne fanno
parte l. (libro), col. (collana), ed. (edizione), MS e il plurale MSS (manoscritto/i), par.
(paragrafo), s.d. e s.l. (senza data e luogo di edizione), tr. (traduzione), vol. (volume). Molto
importanti sono anche cfr. (confrontare, per riferirsi ad altro testo inerente all'argomento
trattato in quel luogo), AA.VV. (autori vari), seg./sg. (seguente, detto di pagine), op. cit. e loc.
cit. (per opera o luogo già citato in precedenza), v. (vedi) e n. (nota).
Le citazioni sono uno degli strumenti maggiormente utilizzati nelle tesi di laurea.
Servono a dare conferma alle proprie tesi e testimonianza diretta del pensiero di un autore.
La loro caratteristica fondamentale è quella di essere fedeli, ovvero trascritte alla lettera
dall'originale (con tanto di errori ortografici, se presenti, aggiungendo la parola latina [sic],
che significa "così", dopo la parola errata). Anche i tempi dei verbi vanno mantenuti invariati
anche se contrastano con i tempi utilizzati nella propria tesi, facendo precedere la citazione da
una frase come «l’autore afferma, nel suo romanzo...», «lo scrittore dichiara a questo
proposito...» o «affermò lo scrittore...», «l’autore dichiarò...». Si può anche omettere una
parte del testo che riteniamo superflua, basta inserire al posto del testo omesso le parentesi
quadre e i puntini […].
CITAZIONI:
Le citazioni più lunghe di due righe vanno battute, senza virgolette, a interlinea 1.0,
dimensione carattere 11, staccate dal testo con 1,5 spazio bianco (18 punti) e fatte rientrare di
2 cm.; es:
XXX testo precedente:
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX1.
XXX testo ecc.
Attenzione! Le citazioni vanno copiate dal testo originale e mai da altre citazioni, le quali
potrebbero essere state modificate da chi le riporta senza scrupoli di sorta nell'evidenziare le
manipolazioni effettuate.
Citazioni ripetute delle stesse opere
Per le citazioni ripetute si usano a volte le seguenti formule latine:
Ibidem (oppure ibid.) = nello stesso luogo (per una citazione identica a quella nella nota
precedente).
Ivi = nello stesso luogo (per una citazione identica a quella nella nota precedente, ma con
numeri di pagina diversi). es.: Ivi, p. 25.
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L'uso del corsivo
Usare il corsivo per i titoli di libri e di opere di ogni genere, per le parole e le brevi
espressioni non in lingua italiana (straniere, dialettali, latine) o a cui si intende dare particolare
risalto. Usare il tondo per le parole in lingua straniera ormai assimilate all’italiano.
Epigrafi
Citazione inserita all’inizio di un libro o di un capitolo in corpo minore (11 punti) allineata a
destra e in corsivo. Il nome dell’autore va indicato in questo modo (es.: Cognome N., Titolo,
allineato a destra anch’esso).
Nella redazione delle note si potrà avere la necessità di utilizzare delle abbreviazioni; le più
frequenti sono le seguenti:
AA.VV. = Autori Vari
Anon. = Anonimo
cap. = capitolo
capp. = capitoli
cfr. = confrontare, vedere, si rimanda a…
cit. = citato
citt. = citati
fig. = figura
figg. = figure
ibid. = ibidem
ms. = manoscritto
mss. = manoscritti
op. cit. = opera già citata
p. = pagina
pp.= pagine
par. = paragrafo
per es. = per esempio
s.d. = senza data (di edizione)
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15
s.l. = senza luogo di edizione
ss. = seguenti (es.: p. 15 e ss.)
tab. = tabella
tav.= tavola
trad. it. = traduzione italiana
Indice
Nella maggior parte dei casi l'indice viene posto all'inizio della tesi: in casi più rari può
essere posto alla fine. Le pagine dell'indice della tesi, se poste all'inizio, dovrebbero avere una
numerazione diversa dal resto della tesi, per esempio in numeri romani: ma proprio perché
una tesi non è un libro, e non richiede lo stesso livello di correttezza formale
nell'impaginazione, è accettabile anche che le pagine con l'indice abbiano la stessa
numerazione della tesi, o non siano numerate affatto.
Negli indici, di solito, si dà lo stesso rientro ai titoli che hanno lo stesso livello: di
capitolo, di sotto-paragrafo. Di solito, anche se esistono più di tre livelli di titoli, si tende a
non appesantire ulteriormente l'indice, e li si omette. Stilisticamente, sarebbe meglio non
eccedere con il tutto maiuscolo (ricordatevi che esiste anche il maiuscoletto).
Bibliografia
La bibliografia è posta al termine della tesi, e le varie voci vengono elencate in ordine
alfabetico degli autori (in caso di omonimia vale l'iniziale del nome proprio). Le opere di uno
stesso autore vanno elencate in ordine cronologico, dalla più vecchia alla più recente; in caso
di più autori l'opera va inserita secondo il cognome del primo degli autori che compaiono
nella fonte.
Le varie voci possono essere o non essere numerate, in tal caso si faranno ad esempio
precedere dal numero loro assegnato seguito da un punto (14.).
La bibliografia raccoglierà tutti i testi, libri e articoli che, durante la preparazione della
tesi, si sono raccolti, schedati e utilizzati per la consultazione. Va collocata alla fine del testo,
intitolandola "Bibliografia". Per chiarezza si consiglia di dividerla in sezioni per tipologia di
documento consultato. Si potrà introdurre una sezione per le fonti primarie, una per quelle
secondarie, una per le riviste, un'altra per i dizionari. I testi di ogni gruppo devono essere
ordinati per cognome degli autori, in ordine alfabetico, controllando l'esattezza di tutti i testi
riportati affinché siano identificati senza equivoco.
Le indicazioni che seguono sono quelle normalmente usate per le pubblicazioni
scientifiche.
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REDAZIONE DELLE NOTE
Note bibliografiche
I materiali citati possono essere:
•
•
•
•
•
•
•
libri
libri stranieri
saggi
articoli
atti di convegni
tesi di laurea
siti internet
a) Libri
• Se si cita un libro di un autore la nota deve contenere:
- cognome dell’autore e iniziale del nome dell’autore
- titolo dell’opera in corsivo
- nome dell’editore
- luogo di edizione
- anno di edizione; se si utilizza una riedizione bisogna indicare tra parentesi anche l’anno
della prima edizione
- numero del volume se l’opera è composta da più volumi
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
FOLLI A., Penne leggere/Neera, Ada Negri, Sibilla Aleramo. Scritture femminili italiane fra
Otto e Novecento, Guerini e Associati, Milano 2000, pp. 23-78.
• Se si cita un libro di 2 autori:
- cognome e iniziale del nome di entrambi gli autori separati da virgola
- titolo dell’opera in corsivo
- nome dell’editore
- luogo di edizione
- anno di edizione; se si utilizza una riedizione bisogna indicare tra parentesi anche l’anno
della prima edizione
- eventuale numero del volume
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
Parsani M. A., De Giovanni N., Femminile a confronto/tre realtà della narrativa italiana
contemporanea/Alba de Céspedes Fausta Cialente Gianna Manzini, Lacaita Editore, Roma
1984, pp. 67-89.
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• Se si cita un libro di più di due autori:
- cognome e nome di tutti gli autori indicati separato da virgola
- titolo dell’opera in corsivo
- nome dell’editore
- luogo di edizione
- anno di edizione; se si utilizza una riedizione bisogna indicare tra parentesi anche l’anno
della prima edizione
- eventuale numero del volume
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
GIBELLINI P., OLIVA G., TESIO G., Lo spazio letterario. Storia e geografia della letteratura
italiana, La Scuola, Brescia 1990.
b) Libri stranieri
•
Se si cita un testo straniero e in lingua originale è necessario tradurre in italiano il
brano citato indicando in nota che la traduzione è propria (questa indicazione va data
la prima volta che si traduce autonomamente e si deve specificare che vale per tutti gli
altri casi in cui non è indicato il traduttore) e riportando il testo originale seguito dal
riferimento bibliografico come segue:
- (solo la prima volta) traduzione mia, come in tutti i successivi casi in cui non è indicato
il nome del traduttore
- testo originale tra virgolette alte
- iniziale del nome e cognome dell’autore
- titolo originale del libro in corsivo
- editore
- luogo di edizione in lingua originale
- anno di edizione
- numero del volume
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
MAURIÈS P., Roland Barthes, Le Promenuer, Paris 1992, pp. 23-45.
• Se si cita la traduzione pubblicata in italiano di un libro straniero si devono citare
entrambe come segue:
- cognome dell’autore e iniziale del nome
- titolo originale del libro in corsivo
- editore
- luogo di edizione in lingua originale
- anno di edizione
- l’espressione “trad. it.”
- nome del traduttore se citato
- titolo italiano del libro in corsivo
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18
- editore
- luogo di edizione
- anno di edizione
- numero di volume se presente
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
BARTHES R., Fragmentes d’un discours amoureux, Seuil, Paris 1977, trad. it. Lidia Lonzi,
Frammenti di un discorso amoroso, Einaudi, Torino 1979, pp. 67-89.
•
Se si cita la traduzione pubblicata in italiano di un libro straniero di cui non si
conosce il titolo e l’edizione originale, è sufficiente indicare fra parentesi l’anno della
prima edizione straniera indicata nel frontespizio.
- cognome dell’autore e iniziale del nome dell’autore
- titolo dell’opera in corsivo in italiano
- editore
- luogo di edizione
- anno di edizione consultata e anno della prima edizione originale fra parentesi tonde
- eventuale numero di volume
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
GIDE A., I nutrimenti terrestri e i nuovi nutrimenti, Mondadori, Milano 1948 (1935), pp. 3-5.
c) Saggi
• Se si cita un libro di autori vari:
- AA.VV.
- titolo dell’opera in corsivo
- nome dell’editore
- luogo di edizione
- anno di edizione; se si utilizza una riedizione bisogna indicare tra parentesi anche l’anno
della prima edizione
- eventuale numero del volume
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
Es.: AA.VV., Le canzoni più belle. Viaggio sentimentale nel tempo della canzone, Fratelli
Fabbri, Milano 1973, Vol. I, pp. 20-21.
• Se si cita una raccolta di testi in cui è indicato il nome del curatore:
- iniziale cognome del curatore e del nome del curatore seguito dalla dicitura “a cura di”
tra parentesi tonde
- titolo dell’opera in corsivo
Indicazioni sulla stesura della tesi di laurea
19
- nome dell’editore
- luogo di edizione
- anno di edizione; se si utilizza una riedizione bisogna indicare tra parentesi anche l’anno
della prima edizione
- numero del volume se l’opera è composta da più volumi
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
PRETE A. (a cura di), Nostalgia. Storia di un sentimento, Raffaello Cortina, Milano 1992, pp.
45-56.
• Se si cita specificamente un saggio contenuto in un libro di autori vari:
- cognome dell’autore
- iniziale del nome dell’autore
- titolo del saggio tra virgolette alte a cui segue l’indicazione completa del libro in cui il
saggio è contenuto preceduta da “in”
BARDI P. M., “I periodici del fascismo”, in AA.VV., Annuario della stampa italiana 19311932, Laterza, Bari 1932, p. 86.
d) Articoli
• Se si cita un articolo tratto da un quotidiano:
- cognome dell’autore e iniziale del nome dell’autore
- titolo dell’articolo scritto tra virgolette alte
- nome del quotidiano in corsivo
- data di pubblicazione (giorno, mese, anno)
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
GUAGNINI E., “Saba sano «ricercatore di verità» che amava andare controcorente”, Il Piccolo,
25 agosto 2007, p. 11.
• Se si cita un articolo tratto da rivista scientifica o da periodico:
- cognome dell’autore e iniziale del nome dell’autore
- titolo dell’articolo scritto in corsivo
- nome del periodico preceduto da “in”
- numero di pubblicazione (o altra indicazione utile all’identificazione)
- nome dell’editore
- luogo di edizione
- anno di pubblicazione
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
Indicazioni sulla stesura della tesi di laurea
20
MILANI N., Generazioni a confronto, in «La Battana» n. 161, Edit, Fiume-Rijeka 2006, pp.
13-26.
e) Atti di convegni
• Se si citano Atti di Convegni:
- sigla AA.VV.
- titolo del convegno in corsivo
- indicazione che si tratta di atti di un convegno
- eventuali altre indicazioni
- città o località in cui si è svolto il convegno
- giorno/i, mese e anno in cui esso ha avuto luogo
- nel caso in cui gli atti siano stati pubblicati devono essere aggiunte le indicazioni relative
all’editore, alla città e all’anno di pubblicazione; altrimenti si aggiunga la dicitura
“mimeo”.
Es.: AA.VV., Italia e Europa: Dalla cultura nazionale all’interculturalismo, Atti del 16°
Congresso dell’AIPI, Cracovia, 26-29 agosto 2004, Franco Cesati editore, Firenze 2006.
• Se si cita l’intervento di un singolo oratore di un convegno:
- cognome dell’oratore e iniziale del nome
- titolo dell’intervento tra virgolette alte
- indicazione tipo: “intervento al convegno…” o “relazione al convegno…”
- nome del convegno
- eventuali altre indicazioni
- città o località in cui si è svolto il convegno
- giorno/i, mese e anno in cui esso ha avuto luogo
- nel caso in cui gli atti siano stati pubblicati devono essere aggiunte le indicazioni relative
all’editore, alla città e all’anno di pubblicazione
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
BETTETINI G., “Un’analisi del linguaggio radiotelevisivo”, relazione al 3° Convegno
Nazionale Il linguaggio della divulgazione. Linguaggio dell’informazione e nuove tecnologie,
Atti del 3° Convegno Nazionale, Milano, 23-24 aprile 1985, Selezione dal Reader’s Digest,
Milano 1986, pp. 202-210.
f) Tesi di laurea
• Se si cita una tesi di laurea:
- cognome dell’autor e iniziale del nome
- titolo della tesi in corsivo
- nome dell’Ateneo
- città dell’Ateneo
- anno
- dicitura “mimeo” (pubblicazione in forma di dattiloscritto o ciclostile)
Indicazioni sulla stesura della tesi di laurea
21
MARINIĆ I., La poesia in lingua italiana e in dialetto del secondo Novecento a Pola,
Università di Trieste, Trieste 2006, mimeo.
g) Siti internet
Se si cita un sito internet: consultare il sito www.istrianet.org/istria/literature/critiques
Indicazioni sulla stesura della tesi di laurea
22
REDAZIONE DELLA BIBLIOGRAFIA
La tesi deve essere sempre accompagnata da una bibliografia finale. La bibliografia generale
può essere organizzata in vari modi; è molto comune distinguere tra libri e articoli da
periodici e quotidiani. A seconda del tipo di testo citato, la bibliografia va stesa secondo
modalità convenzionali (vedi gli esempi). Le informazioni relative all’autore/i, luogo
d’edizione, anno ecc. devono essere riportate così come sono indicate nel frontespizio del
testo consultato.
La bibliografia dovrà essere ricostruita ponendo in evidenza il cognome dell’autore. Nel caso
in cui vengano citati più testi dello stesso autore, questi verranno elencati secondo l’ordine
cronologico, senza ripetere il nome dell’autore.
c) Libri
• Se si cita un libro di un autore la nota deve contenere:
- cognome dell’autore e iniziale del nome dell’autore
- titolo dell’opera in corsivo
- nome dell’editore
- luogo di edizione
- anno di edizione; se si utilizza una riedizione bisogna indicare tra parentesi anche l’anno
della prima edizione
- numero del volume se l’opera è composta da più volumi
FOLLI A., Penne leggere/Neera, Ada Negri, Sibilla Aleramo. Scritture femminili italiane fra
Otto e Novecento, Guerini e Associati, Milano 2000.
• Se si cita un libro di 2 autori:
- cognome e iniziale del nome di entrambi gli autori separati da virgola
- titolo dell’opera in corsivo
- nome dell’editore
- luogo di edizione
- anno di edizione; se si utilizza una riedizione bisogna indicare tra parentesi anche l’anno
della prima edizione
- eventuale numero del volume
PARSANI M. A., DE GIOVANNI N., Femminile a confronto/tre realtà della narrativa italiana
contemporanea/Alba de Céspedes Fausta Cialente Gianna Manzini, Lacaita Editore, Roma
1984.
• Se si cita un libro di più di due autori:
- cognome e nome di tutti gli autori indicati separato da virgola
- titolo dell’opera in corsivo
- nome dell’editore
- luogo di edizione
- anno di edizione; se si utilizza una riedizione bisogna indicare tra parentesi anche l’anno
della prima edizione
Indicazioni sulla stesura della tesi di laurea
23
- eventuale numero del volume
GIBELLINI P., OLIVA G., TESIO G., Lo spazio letterario. Storia e geografia della letteratura
italiana, La Scuola, Brescia 1990.
d) Libri stranieri
•
Se si cita un testo straniero e in lingua originale è necessario tradurre in italiano il
brano citato indicando in nota che la traduzione è propria (questa indicazione va data
la prima volta che si traduce autonomamente e si deve specificare che vale per tutti gli
altri casi in cui non è indicato il traduttore) e riportando il testo originale seguito dal
riferimento bibliografico come segue:
- (solo la prima volta) traduzione mia, come in tutti i successivi casi in cui non è indicato
il nome del traduttore
- testo originale tra virgolette alte
- iniziale del nome e cognome dell’autore
- titolo originale del libro in corsivo
- editore
- luogo di edizione in lingua originale
- anno di edizione
- numero del volume
MAURIÈS P., Roland Barthes, Le Promenuer, Paris 1992.
• Se si cita la traduzione pubblicata in italiano di un libro straniero si devono citare
entrambe come segue:
- cognome dell’autore e iniziale del nome
- titolo originale del libro in corsivo
- editore
- luogo di edizione in lingua originale
- anno di edizione
- l’espressione “trad. it.”
- nome del traduttore se citato
- titolo italiano del libro in corsivo
- editore
- luogo di edizione
- anno di edizione
- numero di volume se presente
BARTHES R., Fragmentes d’un discours amoureux, Seuil, Paris 1977, trad. it. Lidia Lonzi,
Frammenti di un discorso amoroso, Einaudi, Torino 1979.
•
Se si cita la traduzione pubblicata in italiano di un libro straniero di cui non si
conosce il titolo e l’edizione originale, è sufficiente indicare fra parentesi l’anno della
prima edizione straniera indicata nel frontespizio.
- cognome dell’autore e iniziale del nome dell’autore
Indicazioni sulla stesura della tesi di laurea
24
- titolo dell’opera in corsivo in italiano
- editore
- luogo di edizione
- anno di edizione consultata e anno della prima edizione originale fra parentesi tonde
- eventuale numero di volume
GIDE A., I nutrimenti terrestri e i nuovi ntrimenti, Mondadori, Milano 1948 (1935).
c) Saggi
• Se si cita un libro di autori vari:
- AA.VV.
- titolo dell’opera in corsivo
- nome dell’editore
- luogo di edizione
- anno di edizione; se si utilizza una riedizione bisogna indicare tra parentesi anche l’anno
della prima edizione
- eventuale numero del volume
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
AA.VV., Le canzoni più belle. Viaggio sentimentale nel tempo della canzone, Fratelli Fabbri,
Milano 1973, Vol. I., pp.12-18.
• Se si cita una raccolta di testi in cui è indicato il nome del curatore:
- iniziale cognome del curatore e del nome del curatore seguito dalla dicitura “a cura di”
tra parentesi tonde
- titolo dell’opera in corsivo
- nome dell’editore
- luogo di edizione
- anno di edizione; se si utilizza una riedizione bisogna indicare tra parentesi anche l’anno
della prima edizione
- numero del volume se l’opera è composta da più volumi
PRETE A. (a cura di), Nostalgia. Storia di un sentimento, Raffaello Cortina, Milano 1992.
• Se si cita specificamente un saggio contenuto in un libro di autori vari:
- cognome dell’autore
- iniziale del nome dell’autore
- titolo del saggio tra virgolette alte a cui segue l’indicazione completa del libro in cui il
saggio è contenuto preceduta da “in”
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
Indicazioni sulla stesura della tesi di laurea
25
BARDI P. M., “I periodici del fascismo”, in AA.VV., Annuario della stampa italiana 19311932, Laterza, Bari 1932, pp. 12-77.
d) Articoli
• Se si cita un articolo tratto da un quotidiano:
- cognome dell’autore e iniziale del nome dell’autore
- titolo dell’articolo scritto tra virgolette alte
- nome del quotidiano in corsivo
- data di pubblicazione (giorno, mese, anno)
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
GUGNINI E., “Saba sano «ricercatore di verità» che amava andare controcorente”, Il Piccolo,
25 agosto 2007, p. 11.
• Se si cita un articolo tratto da rivista scientifica o da periodico:
- cognome dell’autore e iniziale del nome dell’autore
- titolo dell’articolo scritto in corsivo
- nome del periodico preceduto da “in”
- numero di pubblicazione (o altra indicazione utile all’identificazione)
- nome dell’editore
- luogo di edizione
- anno di pubblicazione
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
MILANI N., Generazioni a confronto, in «La Battana» n. 161, Edit, Fiume-Rijeka 2006, pp.
13-26.
e) Atti di convegni
• Se si citano Atti di Convegni:
- sigla AA.VV.
- titolo del convegno in corsivo
- indicazione che si tratta di atti di un convegno
- eventuali altre indicazioni
- città o località in cui si è svolto il convegno
- giorno/i, mese e anno in cui esso ha avuto luogo
- nel caso in cui gli atti siano stati pubblicati devono essere aggiunte le indicazioni relative
all’editore, alla città e all’anno di pubblicazione; altrimenti si aggiunga la dicitura
“mimeo”.
AA.VV., Italia e Europa: Dalla cultura nazionale all’interculturalismo, Atti del 16°
Congresso dell’AIPI, Cracovia, 26-29 agosto 2004, Franco Cesati editore, Firenze 2006.
Indicazioni sulla stesura della tesi di laurea
26
• Se si cita l’intervento di un singolo oratore di un convegno:
- cognome dell’oratore e iniziale del nome
- titolo dell’intervento tra virgolette alte
- indicazione tipo: “intervento al convegno…” o “relazione al convegno…”
- nome del convegno
- eventuali altre indicazioni
- città o località in cui si è svolto il convegno
- giorno/i, mese e anno in cui esso ha avuto luogo
- nel caso in cui gli atti siano stati pubblicati devono essere aggiunte le indicazioni relative
all’editore, alla città e all’anno di pubblicazione
- numero della pagina consultata; per più pagine consecutive si usa l’abbreviazione pp.
con i numeri della prima e dell’ultima pagina separati da un trattino; per più pagine non
consecutive, si indicano i numeri di pagina separati da virgola.
BETTETINI G., “Un’analisi del linguaggio radiotelevisivo”, relazione al 3° Convegno
Nazionale Il linguaggio della divulgazione. Linguaggio dell’informazione e nuove tecnologie,
Atti del 3° Convegno Nazionale, Milano, 23-24 aprile 1985, Selezione dal Reader’s Digest,
Milano 1986.
f) Tesi di laurea
• Se si cita una tesi di laurea:
- cognome dell’autor e iniziale del nome
- titolo della tesi in corsivo
- nome dell’Ateneo
- città dell’Ateneo
- anno
- dicitura “mimeo” (pubblicazione in forma di dattiloscritto o ciclostile)
MARINIĆ I., La poesia in lingua italiana e in dialetto del secondo Novecento a Pola,
Università di Trieste, Trieste 2006, mimeo.
g) Siti internet
Se si cita un sito internet: consultare il sito www.istrianet.org/istria/literature/critiques
Appendici
In appendice vengono di solito posti quei materiali che, pur ritenuti necessari, sono
troppo voluminosi, o appesantirebbero la scorrevolezza della lettura della tesi.
Alcuni esempi possono essere un questionario usato in un'indagine sperimentale, serie di
tabelle i cui dati sono riassunti da grafici all'interno della tesi, listati di software realizzati per
lo svolgimento della tesi.
Di solito, ogni appendice viene preceduta da una pagina che riporta il numero
dell'appendice ed il suo titolo.
Indicazioni sulla stesura della tesi di laurea
27
Le tabelle
In generale nelle tabelle è consigliabile usare un carattere semplice e di poco ingombro
orizzontale, quindi un carattere senza grazie, magari abbastanza piccolo, per esempio di corpo
10 (questo anche a seconda delle dimensioni complessive della tabella).
Anche in questo caso si deve cercare di essere chiari senza eccedere con il tutto
maiuscolo, con il grassetto e con le righe separatrici verticali ed orizzontali, che non devono
essere né troppe, né troppo spesse. Le righe devono essere presenti solo dove aiutano la
lettura, senza appesantire inutilmente l'aspetto della tabella, diminuendone così la leggibilità.
Le tabelle devono avere una numerazione ed una didascalia. Se sono state tratte da
qualche fonte, essa va indicata, sotto la didascalia.
Le immagini
In una tesi di laurea può essere necessario inserire illustrazioni di vario tipo: grafici,
fotografie, schemi.
Queste illustrazioni possono essere prodotte con programmi diversi, a seconda del loro
tipo. Per inserire delle foto si dovrà digitalizzarle (ovvero acquisirle) con uno scanner, e
quindi inserirle nel punto del testo che si desidera. Gli schemi possono essere creati con un
programma di grafica vettoriale, quale ad esempio, in ambiente Windows, è CorelDraw. Per i
grafici si potranno utilizzare dei fogli elettronici, come Excel. L'inserimento di questi oggetti
nel testo è piuttosto semplice e segue per tutti le stesse modalità.
Alcuni suggerimenti generali
Tutte le parole straniere non di uso comune vanno riportate in corsivo. Se si usa
una parola straniera plurale in un testo italiano, se ne riporta comunque la forma singolare.
Si deve evitare di eccedere con il grassetto e con le maiuscole, perché appesantiscono il
testo, rendendone la lettura più faticosa. Sono assolutamente da evitare le sottolineature, che
casomai devono essere sostituite dal corsivo.
Nota: Per ogni altra informazione o chiarimento rivolgersi al relatore.