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BABA BEDI Tra oriente e Occidente Presentazione Baba Bedi, grande filosofo e ricercatore esoterico, ha tenuto corsi e seminari in tutta Italia dal 1975 al 1993, anno in cui ha lasciato il corpo. Gli insegnamenti di Baba fanno da anello di congiunzione tra la filosofia esoterica e la psicologia moderna, un ponte tra spirito e mente. Infatti non esiste separazione tra mondo scientifico e quello esoterico, tra il materiale e l’immateriale, tra la mente e l’anima perché – come ci ricordava Baba Bedi – “Tutto è Uno”. Rete gravitazionale La rete gravitazionale è un legame tra gli universi madre e una forza di equilibrio in ciascuno dei tre universi madre. La rete gravitazionale si è via via espansa secondo una dimensione temporale, come velocità di maturazione, e una dimensione spaziale, in rapporto alla creazione di nuove forze che nascono e richiedono spazio per esistere. Ogni stella, ogni altro corpo celeste materializzato doveva avere un’area ben precisa per la sua orbita di movimento. La protezione di queste orbite è stata realizzata dalla rete gravitazionale, che collega gli universi tra loro ed esiste dentro ogni universo, collegando sole, pianeti, stelle e galassie, con la sottile forza dei fili delle sue maglie. Le tre forze madri dell’essere forniscono i tre fili, in forma di spirale, per la creazione della rete gravitazionale. “Questa rete è diventata il vero legame tra milioni di universi, un legame per tutto quello che esiste”. “Quando le forze dell’essere arrivano al punto che hanno realizzato la propria funzione, incomincia la seconda onda e sono le forze del divenire che entrano nell’area della creazione e incominciano ad agire”. Allora la rete gravitazionale dell’essere e quella del divenire interagiscono dando origine a una rete ancora più vasta e articolata. “possiamo immaginare visivamente migliaia e migliaia di spirali colorate che arrivano dalla trinità delle forze… dell’Essere… Allo stesso modo sempre più forze continuano a fluire dalla trinità delle forze che appartengono al divenire.” Per Indù, Buddhisti e Taoisti “il mondo è concepito in termini di movimento, di flusso e di mutamento”. L’universo appare 2come una rete inestricabile, le cui interconnessioni sono dinamiche e non statiche. Questa rete cosmica è viva: si muove, cresce e muta continuamente”. Questo equilibrio è garantito dal campo magnetico della creazione, il cui polo negativo è costituito dall’essere e il polo positivo dal divenire. Il polo negativo agisce dunque regolando la velocità di maturazione del divenire. Attraverso la rete gravitazionale si diffondono le vibrazioni delle vitalità, in particolare quelle delle tre forze madri. Queste vitalità si propagano per lunghezza d’onda e si materializzano, integrandosi variamente fra loro. Una “vibrazione è un’unità di vitalità, così come una goccia d’acqua è n’unità d’acqua”. Qualsiasi vitalità, esistente in natura è materiale ed è dotata di cinque qualità: colore, profumo, suono, lunghezza d’onda e velocità. Il passato evolutivo e l’evoluzione verso la perfezione L’essere umano altri non è se non una forma della natura inserita in cima alla scala evolutiva delle specie animali, che si riallaccia alla monocellula, la quale è la manifestazione primaria della forza vitale sulla Terra. Dalla monocellula la rete ella vita è andata ingigantendosi, specie dopo specie, espandendosi in verticale, con l’interazione di un numero sempre più grande di forze, sino al manifestarsi della forma umana, con la sua postura eretta. Baba precisa che, dato il legame che unisce l’uomo alle specie animali meno evolute, sarebbe opportuno un maggior rispetto ecologico da parte dell’uomo verso le specie animali, evitando di definirle “inferiori”. Sottolinea inoltre, che la postura eretta dell’uomo si combina con la capacità di poter vedere in tutte e sei le direzioni dello spazio (alto7basso, avanti7indietro, destra7sinistra) e si riallaccia simbolicamente alla capacità della coscienza umana di penetrare l’invisibile. “L’occhio della coscienza… è sempre in legame di unità con tutto ciò che esiste”, attraverso “la dimensione verticale della rete evolutiva… che ci dà la base cosmica per l’ecologia.” La logica dell’evoluzione è quella di procedere dall’originario al perfetto. L’originario è il punto di partenza. Dalla monocellula in poi, ogni specie raggiunge una propria perfezione prima della nascita di una nuova specie. Così avviene di specie in specie, sino alla nascita dell’essere umano. L’evoluzione può essere descritta come una spirale ascendente, nella quale il movimento si esprime in due dimensioni: una verticale, attraverso il passaggio da una specie a un’altra più complessa, e una orizzontale, attraverso il perfezionarsi dei membri di una specie. Quando una coscienza individuale giunge a maturazione, si incarna in un individuo appartenente a una specie successiva. Questa maturazione può ovviamente avvenire nell’arco di una sola vita. E’ allora necessario il fenomeno della reincarnazione, che consente alla coscienza di rinascere più volte. Il perfezionarsi di una specie avviene attraverso il processo di maturazione del livello di coscienza di quella data specie. Il livello di coscienza di una specie è costituito dall’insieme dei livelli di coscienza di tutti gli individui appartenenti a quella specie. Ogni individuo è quindi direttamente responsabile della propria evoluzione e di quella della specie cui appartiene. L’evoluzione dell’uomo verso la perfezione implica a sua volta un’ulteriore evoluzione verso la perfezione del cosmo. Infatti la perfezione stessa si espande ed evolve di continuo, nella totalità del movimento. La creazione del mondo, di tutto ciò che vi troviamo ora, non è avvenuta in un solo istante: può succedere ogni giorno che un animale che si è evoluto si reincarni come essere umano, grazie al processo di evoluzione che non si ferma. Ne deriva che è difficile pensare a una fine del mondo, dato il continuo incessante movimento di creazione attraverso l’evoluzione. Il Sé A questo punto Baba Bedi abbandona il riferimento all’essere umano come specie e si focalizza sull’uomo come singolo individuo, come essere cosciente della propria specifica individualità, sul Sé, su ciò che lo fa sentire unico, con una propria identità, cosciente delle proprie capacità. Ecco che al centro della rete ecologica, da cui partono i sette cerchi concentrici, ora si colloca il Sé. Sul Sé interagiscono sia la forza di conservazione, che garantisce il senso di continuità di quello che io sono – pur nei cambiamenti della vita dall’infanzia, alla giovinezza, all’età adulta e alla senilità-­‐, sia la forza di evoluzione. Alla forza di conservazione appartengono tutte le qualità che l’uomo possiede, innanzitutto la comprensione, che “permette all’essere umano di conoscere e riconoscere se stesso, le proprie urgenze, i propri desideri, i propri atteggiamenti e anche i propri eccessi”. Poi, il senso interiore del giusto, che “protegge la persona da ogni tipo di eccesso”. E infine, l’amore, che consente di “sentirci in unità con tutto quello che c’è intorno” e che permette il continuo fluire ed espandersi della rete ecologica. Ma per completare la propria identità, come individuo unico rispetto a ogni altro essere, situato al centro di tutto il creato, sia nel regno visibile sia in quello invisibile, l’uomo “deve concentrare un’enfasi egoistica su di sé”. Se solo dopo aver completato quest’opera di piena individuazione di sé, l’uomo può aprirsi all’attuazione dei diritti e delle responsabilità sociali. Diritti sociali e responsabilità sociali sono fili fondamentali nel tessuto della rete gravitazionale. Per diritti sociali Baba intende il diritto di ogni individuo a essere se stesso, per responsabilità sociali, il rispetto per il diritto degli altri a essere se stessi. La comprensione consente di seguire questi due fili, nel loro intrecciarsi nel tessuto della rete gravitazionale, evitando squilibri. Tuttavia Baba sostiene che nella storia la comprensione non ha potuto operare come avrebbe dovuto, a causa dei condizionamenti dominanti nei secoli in tutti i popoli, che hanno impedito di vivere pienamente il Sé, che lo hanno negato, represso, violentato, originando quindi energie negative – che generano malattie psicosomatiche – e alterando la rete gravitazionale e la rete cosmica. Vivere il proprio Sé significa dunque vivere la consapevolezza dei diritti propri e altrui, il senso del giusto, l’amore. Vivere il Sé è premessa fondamentale per dare espressione alle più nobili qualità umane. Attraverso questi passaggi, nell’era dell’Acquario “l’essere umano riconoscerà che la rete gravitazionale cosmica e la rete ecologica della Terra devono agire insieme… Solo allora l’essere umano vedrà lo splendore e la grandezza dell’unità, che pervade il tutto”. Non è facile definire il concetto di Sé, proprio perché il linguaggio delle definizioni rischia di frammentare l’immagine intuitiva e globale che se ne può avere. Ci piace dunque la definizione del Sé che si trae da Baba Bedi, come di ciò che fa sentire ogni individuo unico, con una propria identità, cosciente delle proprie capacità. Da questa totale comprensione di se stesso, l’individuo si apre alla comprensione dell’ambiente che lo circonda. Se teniamo in considerazione le affermazioni di Baba, allora possiamo cercare di districarci meglio nella complessa terminologia psicologica che circonda il concetto di Sé. Il Sé è inquadrabile secondo tre principi significativi. Più precisamente è: • l’oggetto dell’autoriflessione, quando cioè l’individuo, prima di esprimere un giudizio o di passare all’azione, riflette dentro di sé sulle sue capacità di giudicare o agire; • il nucleo di continuità e permanenza: nel divenire dei cambiamenti corporei e psichici nel corso dell’esistenza l’individuo ha la precisa consapevolezza di essere sempre lo stesso; • l’insieme delle connotazioni psichiche della propria persona in contrapposizione alle relazioni con l’altro: l’individuo cioè resta se stesso ed è consapevole della propria identità e unicità anche nel confronto con l’altro. La più grave alterazione del Sé si ha nei disturbi associativi, in forma di dimenticanza di dati personali importanti, difficoltà di ricordare il proprio passato, confusione circa l’identità personale o assunzione di una nuova identità, fino alla personalità multipla, al sentirsi osservatore esterno dei propri processi mentali o del proprio corpo, ecc. “Col termine Io si intende il soggetto come centro della propria attività mentale; con il termine Sé si intende il soggetto stesso… l’esperienza soggettiva che di se stesso il soggetto va facendo”. Pur nella continuità del Sé, il senso di sé e l’immagine mentale di sé si determinano ed evolvono continuamente nel corso delle esperienze della vita, in particolar modo sul piano relazionale. Jung sottolinea che l’Io è solo il soggetto della propria coscienza, mentre il Sé è il soggetto della totalità psichica dell’individuo, che include l’Io e la dimensione inconscia. L’Io è il centro della mente cosciente, mentre il Sé è come l’intero perimetro che abbraccia coscienza e inconscio insieme, comprendendo il sommo potenziale dell’individuo e l’unità complessiva della personalità. Come precursore della psicologia umanistica, Jung pur riconoscendo il Sé come principio interiore di guida, espressione indifferenziata di tutte le possibilità umane, ritiene che esso possa esprimersi e realizzarsi solo se l’individuo è consapevole di questo potenziale e lo usa e lo sviluppa per realizzare la propria individuazione, a partire da una natura comune a tutta l’umanità. In psicologia umanistica, May identifica il Sé come un processo di auto-­‐realizzazione e non come parte della struttura psichica. Lo psichiatra Assagioli usa sovente i termini Io e Sé senza una precisa distinzione. Considera un Io o Sé cosciente come centro di coscienza che contiene e percepisce i pensieri e i sentimenti, spesso confuso dall’incessante fluire di questi contenuti psichici. Esso “sembra spegnersi o sparire (ad esempio durante il sonno, gli svenimenti, l’ipnosi), per poi ritrovarsi e riconoscersi ad un tratto, senza sapere in qual modo. Questo fatto induce ad ammettere che dietro o sopra l’Io cosciente vi debba essere un Centro permanente, il vero Io o Sé.” Si tratta di un’entità psico-­‐spirituale, al di fuori del fluire dei fenomeni psichici e della vita organica. Aggiunge Assagioli che non si tratta comunque di due Io, di due entità separate: l’Io o Sé è uno e ha solo differenti gradi di manifestazione, di attuazione e di consapevolezza. Lo psicoterapeuta Giusti rimarca le differenza della rappresentazione del Sé tra occidente e oriente. Nelle società occidentali prevalgono le valenze individualistiche e di autosufficienza, mentre nelle culture orientali hanno maggiore spazio i legami con la collettività. La dimensione che propone Baba Bedi integra queste due polarità. Egli riconosce l’importanza per l’individuo di completare la propria identità individuale, premessa necessaria affinché si possa poi aprire alla dimensione sociale, ecologica e cosmica, secondo una progressione che ingloba attorno al proprio Sé, gradualmente, rapporti sociali e ambientali sempre più vasti. I valori di libertà, giustizia e amore acquistano spessore e consistenza se appartengono a un individuo che abbia sviluppato un Sé personali arricchitosi attraverso una sana enfasi egoistica. Si tratta tuttavia di intendersi bene sul termine “egoismo”, liberandolo dall’etichetta moralistica coniata nel XVIII secolo, che connota un individuo egoista come colui che penso solo al proprio interesse, ignorando quello degli altri. Baba propone invece un’accezione più dinamica e interattiva: solo se voglio bene a me stesso, posso voler bene agli altri. Se non ho provato amore, difficilmente posso amare; perseguo la felicità degli altri, per consolidare la mia; io sono OK e tu sei OK, come intitola il so libro lo psicoterapeuta Harris. Aura Il vapore che si espande attorno a un oggetto (emanazione dell'oggetto) e che fluisce verso gli altri oggetti, secondo un intreccio di energie che li collega tutti fra loro, ci porta a una riflessione sull' aura. Aura, per definizione, è un alone di luce colorata che avvolge il corpo umano. La tonalità di questo colore è indicativa dello stato psicofisico della persona. Le aureole dei santi sono una rappresentazione convenzionale dell' aura. L'aura è tenuta in considerazione in quasi tutte le culture". Per Baba, tutto ciò che esiste nel regno minerale, vegetale e animale emana delle vibrazioni energetiche più o meno sottili e fluide, che sono espressione del campo energetico o corpo vibrazionale. Il campo energetico di un essere ha eminentemente funzioni di difesa (filtro contro le energie negative e l'inquinamento) e di scambio con energie provenienti dall’esterno (emesse dalle stelle, dai pianeti, dai satelliti e dalla Terra stessa, oltre che da ogni altra creatura). Nell'aura viene rappresentato lo stato evolutivo della coscienza di un essere, che può essere percepito tramite la sensibilità psichica. Più in dettaglio, secondo Baba, lo strato più esterno, "detto anche corpo eterico, ha il compito di rifornire di energia vitale il corpo fisico e di proteggerlo. . .. Si presenta di colore grigio-­‐argento, con alcune sfumature colorate più o meno brillanti. ... Se la persona ha vissuto situazioni disarmoniche, ... sono visibili macchie che vanno dal grigio chiaro al nero", in relazione allo "stato d'animo negativo vissuto". Un secondo strato, più interno, è formato dalla vibrazione delle potenzialità dell'individuo, quelle che sono più intensamente vissute al momento dell' osservazione dell' aura. Più all'interno, "il terzo strato dell'aura indica la situazione evolutiva della coscienza ... In essa sono localizzate tutte le energie negative create nel corso dell'evoluzione. È la cosiddetta fascia del karma." Questo strato, nei santi, è luminosissimo e dorato. L'aura cambia continuamente, secondo il dinamismo delle emanazioni provenienti dal corpo fisico e da tutte le potenzialità, e fornisce una sintesi in continuo aggiornamento dello stato di salute fisica e psichica del soggetto. Secondo Barbara Ann Brennan, psicoterapeuta americana, famosa per le sue ricerche sul campo energetico, ci sono sette strati dell’aura, in stretta corrispondenza con i sette chakra. Vibrazione Il termine vibrazionale permea tutto l'insegnamento di Baba Bedi. Vedremo, a proposito dell' anatomia vibrazionale, che gli organi fisici del corpo umano sono riforniti di energia vitale e regolati nella loro funzione dai centri vibrazionali. Il metodo di guarigione elaborato da Baba Bedi è detto terapia vibrazionale. In fisica la vibrazione è definita come un' oscillazione di frequenza molto elevata e di piccola ampiezza, che si propaga in un sistema fisico. Secondo i criteri della fisica classica il termine massa si contrapponeva a quello di energia, nel senso che la massa di un corpo era considerata come qualcosa di indistruttibile. La teoria della relatività ha invece modificato il concetto di materia: la massa è una forma energia. La massa di una particella equivale a una certa quantità di energia. La particella può essere al tempo stesso onda o corpuscolo. La massa non può dunque essere considerata come qualcosa di statico; implica invece una configurazione dinamica, un insieme di processi che coinvolgono una certa quantità di energia. La materia è costituita da strutture molecolari, atomiche e nucleari, e sub-­‐nucleari, costantemente in stato di moto. Le diverse combinazioni degli atomi fra loro consentono la formazione di un' enorme varietà di strutture molecolari. Anch' esse non sono rigide e immobili. Negli atomi, gli elettroni sono trattenuti nelle vicinanze del nucleo da forze elettriche e roteano tutt'intorno ad altissima velocità, mentre protoni e neutroni sono tenuti uniti da forze nucleari. La materia dunque è dominata da un movimento perpetuo, danzante e vibrante, così come stelle, galassie, nebulose e universi sono in vibrante movimento nel cosmo. Vibrazione indica dunque il propagarsi dell' energia in tutto il cosmo, secondo un'infinita varietà di lunghezze d'onda. Nell'universo ci sono milioni di vitalità, campi magnetici che vibrano, portando avanti l'espressione delle proprie qualità. L'essenza intima della creazione è costituita dai miliardi di vitalità, che vibrano per esprimersi. Una successione di onde può essere definita secondo la lunghezza dell'onda (ovvero per la distanza tra due creste o due ventri consecutivi di un' onda), secondo l'ampiezza (ovvero per la distanza tra il livello della cresta e quello del ventre) e secondo la frequenza (cioè per il numero di creste d'onda comprese nell'intervallo di un secondo). Accanto a tutte le forme materializzate nel processo creativo, vanno considerate anche le forme prodotte dall'uomo, gli oggetti e le costruzioni, utilizzando i materiali disponibili. Ogni prodotto di fabbricazione (un edificio, un mobile, ecc., al pari di una rosa) emette vibrazioni, che stimolano la funzione per la quale l'oggetto è stato creato. Ogni oggetto dunque agisce come campo energetico che emana vibrazioni. L'individuo stesso è essenzialmente una vibrazione. Secondo il fisico e biofisico francese Dutheil, non solo il corpo umano è fatto di vibrazioni, ma anche la coscienza. Essa è costituita da particelle vibranti, con proprietà specifiche che non appartengono al nostro spazio-­‐ tempo ordinario. L'attività psichica in generale, strettamente correlata alla coscienza, è fatta di vibrazioni che possono risultare positive, quando vi sia armonia nel microcosmo individuale, o negative. Tratto dal testo Baba Bedi tra Oriente e Occidente EDIZIONI Centro Benessere Psicofisico Bruna Barbieri – Bruno Barnabei Centri e organi vibrazionali Il corpo fisico funziona grazie all’energia della Forza Vitale, che gli viene fornita attraverso i centri vibrazionali o chakra, fondamentali per la sopravvivenza dell’individuo e la vita di relazione , quindi per il funzionamento dell’essere umano nella sua complessità. Esistono, secondo Baba Bedi, sette raggruppamenti di organi fisici o sistemi (sistema nervoso, circolatorio, respiratorio, digestivo, sessuale, sensoriale e sistema della voce), cui corrispondono sette centri vibrazionali, detti centri vibrazionali per l’essere. Ognuno di questi sistemi funziona grazie a migliaia di processi; occorrono migliaia di forze per guidarli. A questi si aggiungono sette organi vibrazionali della forza vitale (istinto, mente, memoria, intelletto, intelligenza, inconscio e coscienza). La coscienza, che coordina anche il funzionamento dei sette centri vibrazionali del corpo fisico e mantiene il benessere psicofisico, è inoltre in contatto con i tre centri dell’unità di Luce: intuito, coscienza etica e sensibilità psichica. Esistono poi quattro centri vibrazionali della Forza Vitale per il divenire, in relazione al ruolo cosmico ed evolutivo dell’essere umano. Tre di essi hanno la loro espressione operativa nel sistema nervoso, in aggiunta e ben distinti rispetto al centro vibrazionale per l’essere del sistema nervoso. Il primo serve alla ricezione delle forze planetarie che hanno scopo evolutivo; il secondo per le emanazioni verticali e orizzontali alle specie inferiori e agli esseri umani meno evoluti; il terzo, per coordinare la ricezione e l’emanazione delle vitalità planetarie evolutive. Il quarto centro è la memoria evolutiva, che è dispositoria di tutte le esperienze dell’evoluzione. A questi si aggiungono i tre centri vibrazionali dell’unità di Luce. L’ultimo centro vibrazionale, il coordinatore dell’anima, agisce come tramite tra Forza Vitale e l’Unità di Luce, realizzando così l’integrazione della totalità umana. E’ il centro dei centri, chiamato centro dei mille petali. La seguente tabella propone una raccolta sintetica riguardante centri e organi vibrazionali: Centri vibrazionali per l’essere Organi vibrazionali della Forza Organi vibrazionali della Luce Vitale Sistema Nervoso Istinto Intuito Sistema Respiratorio Mente Coscienza Etica Sistema Circolatorio Memoria Sensibilità Psichica Sistema Digestivo Intelletto Sistema Sensoriale Intelligenza Sistema Sessuale Inconscio Sistema della Voce Coscienza Centri vibrazionali per il divenire Centro per la ricezione delle forze planetarie Centro per l’emanazione delle vitalità Centro per il coordinamento tra la ricezione e l’emanazione Memoria evolutiva Centro dei “mille petali” per il coordinamento dell’anima Nella letteratura yogica, i chakra sono descritti come “i punti di contatto privilegiati nei quali il corpo psichico si integra con quello energetico. Sono centri energetici sottili in cui il dinamismo psichico, spirituale, entra in contatto con il corpo denso e il corpo pranico e li controlla.” I principali punti di assorbimento dell’energia cosmica (prana) sono le terminazioni nervose delle fosse nasali, glia lveoli polmonari, la lingua e la pelle. Il prana penetra nel nostro corpo e forma il corpo pranico o corpo energetico, unità indivisibile, senza una particolare localizzazione nel corpo. Oltre al polo di entrata del prana, esiste anche la funzione di eliminazione, che riguarda tutte le attività di escrezione, per una corretta circolazione di energia. Procederemo ora prendendo in considerazione i seguenti aspetti dell’anatomia vibrazionale dell’uomo: Organi e centri vibrazionali dell’energia di Luce: • Intuito • Coscienza Etica • Sensibilità Psichica Organi vibrazionali della Forza Vitale: • Istinto • Mente • Memoria • Intelletto • Intelligenza • Inconscio • Coscienza Memoria Evolutiva, uno dei Centri Vibrazionali per il Divenire Coscienza Collettiva Organi fisici del corpo umano e rispettivi centri vibrazionali: • Sistema Sensoriale • Sistema Circolatorio • Sistema della Voce • Sistema Sessuale • Sistema Nervoso • Sistema Respiratorio • Sistema Digerente Organi e centri vibrazionali dell’energia di Luce L’evoluzione della coscienza umana è avvenuta attraverso stadi successivi, durante i quali si sono a poco a poco sviluppati gli organi di percezione dell’energia di Luce. In una prima fase ha iniziato a funzionare l’Intuito, successivamente si è attivata la Coscienza Etica. Il terzo organo, la Sensibilità Psichica, ancora oggi non è attiva in tutti gli individui. I messaggi di questi tre organi di Luce vengono recepiti esclusivamente dalla coscienza. Essi hanno il compito di proteggere e far evolvere la specie umana. INTUITO L’intuito, primo organo della Luce, “entra in azione e manda il suo segnale alla Coscienza, quando l’individuo umano si trova di fronte alla difficoltà di prendere decisione che sono di vitale importanza per la realizzazione della vita.” L’intuizione o intuito (questi due termini vengono usati indifferentemente da Baba) ha il compito dunque “di favorire la capacità di compiere, nel momento più opportuno, le scelte migliori per l’evoluzione dell’individuo.” In altri termini, “l’intuizione svolge il suo compito divino mettendo in guardia l’essere umano dal prendere decisioni sbagliate che portano inevitabilmente all’insuccesso e procurano frustrazione”. Quando una persona si sente perduta e incapace di prendere decisioni, può accadere che l’intuizione trasmetta direttamente un messaggio alla coscienza, inviando un’idea-­‐lampo. “L’intuito non dà ordini, non obbliga. Dà solo un consiglio e l’uomo ha il potere, unico tra tutti gli essere viventi, di usare il libero arbitrio per decidere se usarlo o meno e di usare, oppure no, la prpria intelligenza per concretizzarlo.” “L’intuito invia sempre messaggi giusti. Siamo noi che, dubitando dell’intuito, permettiamo al nostro intelletto di discutere le sue indicazioni. Alle porte dell’intelletto ci sono i complessi e i condizionamenti, roccaforti dell’energia negativa, che ci fanno esprimere giudizi errati e spesso contrari alle nostre esigenze evolutive.” L’aiuto che l’intuizione manda all’individuo per la sua realizzazione riguarda entrambe le dimensioni: materiale e spirituale. La luce infatti non fa distinzione tra obiettivi spirituali o materiali, perché sono entrambi necessari alla piena realizzazione di sé. Se “l’anima umana ha due componenti, che sono la Forza Vitale e la Luce divina, non possiamo denigrare o accantonare la Forza Vitale.” “Se ascoltiamo la voce della Forza Vitale, cominciamo a conoscere la parte positiva e negativa di noi stessi.” “La base fondamentale è conoscere i propri desideri, perché sono alla base del vivere.” Per non confonderci, occorre comunque fare una distinzione tra: • Intuizione e Istinto. L’intuizione è un organo della Luce mentre l’istinto è un organo della Forza Vitale. L’istinto ha la funzione di proteggere la sopravvivenza fisica, mentre l’intuizione favorisce l’evoluzione della coscienza. • Intuizione e Sensibilità psichica. Può accadere che si interpreti come segnale dell’intuizione quello che è invece un segnale proveniente dalla sensibilità psichica: la percezione dell’invisibile non appartiene all’intuito, bensì alla sensibilità psichica. • Intuizione e Intelletto. Determinate scelte possono essere realizzate anche con il solo intelletto. Va tuttavia tenuto presente che, come emerge dalla storia delle grandi scoperte della ricerca scientifica, la componente razionale sarebbe spesso non risolutiva, se non fosse completata dall’intuito, che rende creativi gli scienziati, fornendo loro nuove visioni. Queste visioni tendono a manifestarsi improvvisamente, soprattutto quando si è rilassati, nei momenti di svago o di riposo. COSCIENZA ETICA La coscienza etica è il secondo organo della Luce. Essa ha lo scopo di evitare le violazioni delle leggi della Luce. La morale della Luce non è specifica di alcuna cultura o tradizione, non si basa su concezioni e condizionamenti sociali, divieti familiari, tabù o complessi personali: è governata soltanto da esigenze cosmiche. La Luce “richiede solo di non compiere coscientemente e intenzionalmente azioni con lo scopo ignobile di danneggiare se stessi o qualcuno, a proprio vantaggio.” “Tutto il male ha questo punto comune di convergenza.” In altre parole, di non fare volontariamente del male a se stessi o agli altri. Supponiamo che l’intuito abbia inviato un consiglio positivo e che l’intelletto abbia deciso che questo consiglio meriti di essere realizzato. Può allora succedere che l’intelligenza trovi una modalità di esecuzione che danneggia gli altri: in quel momento la coscienza etica si fa sentire, producendo un disagio interiore, che ci rende consapevoli che dovremmo agire in modo diverso. Ogni azione negativa crea un’energia negativa di uguale intensità, che frena l’evoluzione e la realizzazione, con tutta la sofferenza che ne consegue. Ecco dunque che “la coscienza etica, che ha la funzione di salvaguardare il processo evolutivo, fa sentire la sua voce e ci avverte quando stiamo per frapporre ostacoli al fluire della positività.” Va detto che la coscienza etica, nel rispetto del nostro diritto all’autodeterminazione, fornisce semplicemente un segnale, non un comando. Precisa Baba che "l'azione della forza negativa non deve essere confusa con l'azione della forza negativa del Karma, nel suo concetto induista. L'induismo sostiene che non si può sfuggire alla forza karmica e che quindi la sofferenza è inevitabile." Se così fosse, ci sarebbe ben poco spazio per raggiungere quella serenità dell' anima che rappresenta un fattore basilare per l'evoluzione, a poco varrebbe acquisire una consapevolezza più evoluta di fronte a un'ineluttabile condanna alla sofferenza. Bisogna allora sapere che: -­‐ il potere della forza del Karma non è assoluto; -­‐ la forza negativa tende a colpire quell' aspetto della vita che riveste particolare importanza per l'autorealizzazione della persona (denaro, amore, salute, prestigio sociale, ecc.); -­‐si può sfuggire alle frecce della forza negativa, se si conosce la sua natura e il suo funzionamento e si usa la comprensione. Infatti "la forza negativa non è una forza di giustizia, ma solo una forza reattiva, una reazione a un atto di male." Come per ogni altra forza, "la qualità della forza negativa è quella di rimbalzare indietro con egual forza. Quando è rimbalzata, ha esaurito il suo compito, che abbia colpito il bersaglio oppure no." Allora l'arma più efficace per difenderei da questo attacco è la comprensione, che ci permette di individuare i segni con i quali l'attacco si manifesta, senza causa apparente, nel settore più importante per la nostra autorealizzazione. I mezzi che la forza negativa usa per bloccare il cammino della realizzazione sono paura, sfiducia, diffidenza, esitazione, condizionamenti e complessi. Se non ci sono ragioni oggettive che possano giustificare questi timori o resistenze, allora “dobbiamo riconoscere e comprendere che si tratta della freccia della forza negativa" che tenta di bloccarci. "Nel momento in cui ci destiamo a questa realtà le frecce si spuntano." SENSIBILITA’ PSICHICA La Sensibilità Psichica è il terzo organo della Luce, che consente di sentirei in unità con tutto ciò che esiste e invia raggi di Luce alla Coscienza, secondo quattro modalità che attivano altrettante capacità: 1. attivazione della capacità di percezione totale, attraverso cui possiamo percepire il Vero, la Realtà che non è conosciuta e l'invisibile; 2. apertura delle porte alla memoria evolutiva, nella quale possiamo leggere, come se si trattasse di un libro illustrato, tutto quello che è accaduto prima che l'uomo diventasse uomo e tutto quello che è accaduto dopo l'essere diventato uomo, una reincarnazione dopo l'altra; 3. contatto con la nostra interiorità, attraverso la meditazione. Questo guardarci dentro ci aiuta a comunicare con gli organi della forza vitale e anche con quelli della Luce; 4. attivazione di tutte le capacità o talenti che abbiamo in noi, così da poterli esprimere pienamente. Esistono molte persone che hanno grandi capacità, ma non sanno di averle e quindi non le esprimono. In questo caso possono soffrire di depressioni e tensioni psichiche, anche molto gravi, delle quali non riescono a spiegarsi la causa. Quando iniziano a esprimere i talenti, molto spesso i problemi di depressione e tensione si risolvono. Baba diceva che fino a pochi anni fa la sensibilità psichica era un privilegio dei Santi e degli Illuminati; ora, con l'inizio dell' età dell' Acquario, è giunto il momento che questo organo funzioni in tutti gli individui, perché tutti sono destinati a diventare esseri umani totali. A questo scopo ha insegnato una tecnica con la quale attivare la sensibilità psichica in tutti coloro che desiderano accelerare il processo della loro evoluzione. Con l'attivazione si stabilisce un collegamento tra la Sensibilità Psichica e la Coscienza, che aumenta così la sua capacità percettiva: si tratta del cosiddetto risveglio del terzo occhio. L'attivazione della Sensibilità Psichica si fa una sola volta nella vita. Quando è attivata, la sensibilità psichica inizia a emanare raggi di Luce che vanno a stimolare le capacità, rendendole attive, quindi sostiene l'individuo nel percorso verso la piena realizzazione. Per sviluppare poi la Sensibilità Psichica, la regola più semplice è quelladi vivere attraverso l'Intuito e i segnali emanati dalla Coscienza Etica. A sua volta lo sviluppo della Sensibilità Psichica rende sempre più ricettivi ai messaggi dell'Intuito e della Coscienza Etica. La sensibilità psichica è stata chiamata in tanti modi nel corso della storia e in relazione alle diverse esperienze religiose, culturali e scientifiche: terzo occhio dai maestri tibetani, sesto senso dagli psicologi, percezione extrasensoriale (ESP) dai parapsicologi, raggio invisibile da Ermete d'Egitto, occhio divino da Pitagora, specchio del Tao dagli antichi cinesi, occhio di Shiva dagli Indù, ecc. Questo organo vibrazionale è situato tra gli occhi, poco sopra la radice del naso, in corrispondenza della parte ossea denominata glabella. Con le tecniche vibrazionali insegnate da Baba Bedi, i raggi della Sensibilità Psichica passano attraverso le mani, gli occhi e la voce dell' operatore. In questo consiste il cosiddetto fluido. Lo scopo di quest' emanazione è di sostenere il corpo fisico nel processo di guarigione, di favorire una maggiore comprensione delle dinamiche negative che sono all' origine della sofferenza fisica e di proteggere la coscienza del sofferente. I raggi della Sensibilità Psichica che l'operatore invia al sofferente fluiscono accompagnati da un sentimento di compassione, che crea un'unità tra chi aiuta e chi soffre.