relazione tecnica agronomica - Comune di Locate di Triulzi

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relazione tecnica agronomica - Comune di Locate di Triulzi
STUDIO TECNICO BONGIORNI e Associati
via Ada Negri, n. 15 – 26816 – Ossago Lodigiano (LO)
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RELAZIONE TECNICO AGRONOMICA E DESCRITTIVA
DELLE OPERE A VERDE
LOCATE DI TRIULZI (MI)
Si info rma che ai sensi del DLgs 30 giugno 2003, n. 196 e succ. mod., che le informazioni contenute in questo documento e negli allegati sono da ritenersi riservate, confidenziali e
indirizzate ai soli destinatari. Persone diverse da questi ultimi o da quelle incaricate della valutazione non sono autorizzate a leggere, copiare, consegnare. distribuire o comunque
trattenere informazioni ivi contenute e gli eventuali allegati
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Sommario
Premessa ................................................................................................................................... 3
Descrizione del metodo d’analisi................................................................................................. 4
Classi di propensione al cedimento e durata delle analisi .............................................................. 5
Descrizione delle due aree esaminate ......................................................................................... 7
A: Filare di Tigli di Via Giardino ...................................................................................................... 7
B: Alberi presenti in Piazza della Vittoria ....................................................................................... 8
Compensazione ........................................................................................................................ 12
Conclusioni .............................................................................................................................. 13
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Premessa
Lo Studio Tecnico Bongiorni e Associati (C.F. e P.IVA 05826720962) ha ricevuto l’incarico dal
Comune di Locate di Triulzi (MI), nella persona del Responsabile dell’Area Tecnica Geom. Claudio
Songini, di svolgere le seguenti attività:
 Valutazione delle condizioni vegetative, fitosanitarie e della stabilità (con metodo V.T.A.)
degli alberi presenti nel tratto di Via Giardino e in Piazza della Vittoria;
 Censimento con cartellinatura e riconoscimento degli alberi [tratto di Via Giardino e Piazza
della Vittoria];
 Scheda Tecnica per ogni singolo albero censito (con i principali dati dendrometrici);
 Individuazione degli alberi di possibile recupero (con le caratteristiche idonee al trapianto);
 Suggerimenti Tecnici sulla modalità e tipologia di trapianto degli alberi recuperabili;
 Suggerimenti Tecnici di compensazione per le piante che dovranno essere abbattute
(comprendenti quelle già ammalorate e/o morte);
 Redazione di Tavola di massima con individuazione degli alberi censiti ed esaminati
(formato digitale);
 Relazione Tecnico Agronomica.
Per assolvere quanto previsto dall’incarico, il sottoscritto Paolo Bongiorni, Dottore Agronomo,
iscritto all’Albo dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della provincia di Milano, Lodi, Monza e
Brianza al n. 1221, insieme a Fiorella Castellucchio, Dottore Agronomo, iscritta all’Albo dei Dottori
Agronomi e dei Dottori Forestali della provincia di Milano, Lodi , Monza e Brianza al n. 840, hanno
effettuato il rilievo degli alberi, dei principali dati dendrometrici e degli eventuali difetti presenti
per ogni singolo albero.
Come richiesto su ogni albero è stato posto un cartellino metallico con una numerazione
progressiva, diversa nelle due zone d’indagine.
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Descrizione del metodo d’analisi
I criteri metodologici adottati nell’elaborazione del quadro conoscitivo delle condizioni generali
degli alberi esaminati si fondano sulle più recenti acquisizioni scientifiche nel campo
dell’Arboricoltura Ornamentale.
La procedura seguita consiste in un’analisi visuale con il metodo della valutazione integrata.
Questa indagine, per quanto concerne la verifica delle condizioni di stabilità della pianta, è stata
eseguita nel sostanziale rispetto del protocollo dell’ISA (International Society of Arboriculture)
sezione italiana sul VTA (Mattheck e Breloer, 1998; AA. VV., 2001), con l’aggiunta della valutazione
dei possibili bersagli in caso di schianto e della stima del valore ornamentale della pianta.
L’acronimo inglese VTA (Visual Tree Assessment), che letteralmente significa “valutazione visuale
dell’albero”, identifica una delle metodologie ad oggi maggiormente diffuse in materia di
valutazione biomeccanica degli alberi: attraverso un esame visuale della pianta si giunge ad
individuare l’insieme dei difetti meccanici e biologici di crescita cui possono corrispondere difetti
strutturali degli apparati legnosi, direttamente relazionati con le caratteristiche di stabilità.
Particolare attenzione è posta nella ricerca di segni specifici in grado di mettere in luce la presenza
di cavità interne e di processi di carie delle radici, del fusto o delle branche. Per quei casi ove
sussistano dubbi sulla possibile presenza di masse in decadimento interne al tronco o nelle
branche e di problemi all’apparato radicale, l’indagine si può ulteriormente approfondire con un
controllo strumentale, mediante l’impiego di strumentazione specifica. Infatti, l’esame visuale, per
quanto approfondito, non sempre permette di acquisire un quadro valutativo completo ed
esauriente delle condizioni di salute e di stabilità in cui si trova l’albero, in particolare laddove sono
presenti difetti importanti. In tali casi l’individuazione e la stima dell’estensione di alcuni difetti
strutturali interni può essere verificata, successivamente all’indagine visuale, attraverso l’esame
strumentale.
La metodologia integrata prevede la descrizione accurata delle condizioni stazionali, delle
caratteristiche dendrostrutturali, delle anomalie morfologiche e delle difettosità dell’albero, dei
segni e sintomi derivanti da patologie di varia natura. Per fare questo si ricorre ad una metodica di
lavoro diffusamente utilizzata (1), che comprende anche una stima sintetica del valore
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Sani L., 2008 - Valutazione integrata dell'albero. Manuale ad uso pratico per il rilevamento delle condizioni
vegetative, fitosanitarie e di stabilità degli alberi in ambito urbano. Nicomp L.E. Firenze
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ornamentale e della pericolosità del sito (fattore di vulnerabilità) che sono valutazioni di sintesi
molto importanti al fine di determinare il giudizio finale e, quindi, le prescrizioni colturali.
Il valore ornamentale dell’albero, può essere calcolato con numerose formule, in questo caso si
giunge ad una stima sintetica, adottando 5 livelli di giudizio:
1. trascurabile, è riferibile ad alberi piantati recentemente, di dimensioni modeste e
appartenenti a specie non coerenti con le condizioni ecologiche del sito,
2. basso, per alberi giovani che presentano un aspetto scadente a causa del basso vigore o per
interventi di potatura che ne hanno stravolto la forma (piante capitozzate).
3. moderato, riguarda alberi adulti o comunque di medie dimensioni, ben inseriti
nell’ambiente;
4. notevole, è attribuibile a piante di grandi dimensioni e di notevole aspetto, che
caratterizzano la percezione del sito in cui vegetano conferendogli le sue peculiarità;
5. massimo, si riferisce ad esemplari monumentali, per lo meno nell’ambito del territorio in
cui si trova il soggetto. La monumentalità di un albero può essere conferita anche
singolarmente, dalle dimensioni in altezza, dall’ampiezza della circonferenza del fusto o
della chioma, dall’aspetto scultoreo che la pianta ha assunto o dalla verificata vetustà.
Il giudizio sulla natura e valore del “fattore di vulnerabilità”, altrimenti indicato come vulnerabilità
del sito, si riferisce in sostanza al grado di ”frequentazione” del luogo in cui la pianta vegeta e
all’entità dei danni materiali provocabili da un eventuale cedimento dell’albero. L’obiettivo è quello
di attribuire una vulnerabilità massima a quelle piante che, cadendo, potrebbero danneggiare in
modo grave persone o cose, quindi elevata, media, bassa ed infine minima per le piante la cui
eventuale caduta avverrebbe sicuramente in zone non frequentabili o prive di manufatti.
Classi di propensione al cedimento e durata delle analisi
Scopo delle indagini di stabilità è l'attribuzione di una classe di pericolosità fitostastico predefinita che
identifichi:
 il grado di pericolosità,
 la frequenza dei controlli,
 gli interventi da effettuare.
Di seguito si dà descrizione dei dati caratteristici di ciascuna classe, modificati di recente (20 marzo 2009)
dalla Società Italiana di Arboricoltura (SIA) che ha redatto le nuove "Classi di propensione al cedimento"
(CPC) degli alberi, che sostituiscono integralmente la vecchia classificazione denominata FRC (Failure Risk
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Classification).
Classe A
Classe di propensione al cedimento: TRASCURABILE.
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, non manifestano segni, sintomi o difetti
significativi, riscontrabili con il controllo visivo, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale
dell'albero si sia ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita
dal tecnico incaricato, comunque non superiore a cinque anni.
Classe B
Classe di propensione al cedimento: BASSA.
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, manifestano segni, sintomi o difetti lievi,
riscontrabili con il controllo visivo ed a giudizio del tecnico con indagini strumentali, tali da far ritenere che il
fattore di sicurezza naturale dell'albero non si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un
controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a tre anni.
L'eventuale approfondimento diagnostico di tipo strumentale e la sua periodicità sono a discrezione del
tecnico.
Classe C
Classe di propensione al cedimento: MODERATA.
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, manifestano segni, sintomi o difetti
significativi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali (*). Le anomalie
riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero si sia sensibilmente
ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico
incaricato, comunque non superiore a due anni. L'eventuale approfondimento diagnostico di tipo
strumentale e la sua periodicità sono a discrezione del tecnico. Questa avrà comunque una cadenza
temporale non superiore a due anni. Per questi soggetti il tecnico incaricato può progettare un insieme di
interventi colturali finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e, qualora realizzati, potrà modificare la
classe di pericolosità dell'albero.
(*) E’ ammessa una valutazione analitica documentata.
Classe C/D
Classe di propensione al cedimento: ELEVATA.
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi,
riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali (*). Le anomalie riscontrate sono tali
da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero si sia drasticamente ridotto. Per questi soggetti
il tecnico incaricato deve assolutamente indicare dettagliatamente un insieme di interventi colturali. Tali
interventi devono essere finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e devono essere compatibili con
le buone pratiche arboree-colturali. Qualora realizzati, il tecnico valuterà la possibilità di modificare la classe
di pericolosità dell'albero. Nell'impossibilità di effettuare i suddetti interventi l'albero è da collocare tra i
soggetti di classe D.
(*) E’ ammessa una valutazione analitica documentata.
Classe D
Classe di propensione al cedimento: ESTREMA.
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi,
riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali (*). Le anomalie riscontrate sono tali
da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ormai, quindi, esaurito. Per questi
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soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di
pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile solo con tecniche contrarie alla buona pratica
dell’arboricoltura. Le piante appartenenti a questa classe devono, quindi, essere abbattute.
(*) E’ ammessa una valutazione analitica documentata.
Descrizione delle due aree esaminate
Particolare attenzione è stata attribuita al sito d’impianto rispetto alla frequentazione ed alla
presenza di manufatti nell’area di potenziale caduta dell’albero, ossia il “Fattore di vulnerabilità”.
Vista l’ubicazione delle piante il fattore di vulnerabilità è stato valutato “elevato”, in quanto si
trovano, in entrambi i casi nella zona centrale del comune, in aree di passaggio con una elevata
frequentazione in tutte le ore del giorno, con diversi punti di ritrovo molto frequentati, e in
presenza di manufatti di elevato valore storico.
A: Filare di Tigli di Via Giardino
Sulla via Giardino è presente un filare composta da 25 Tilia europea (Tiglio europeo o comune),
ubicati a lato del marciapiede in aiuole di 2x2 m.
La numerazione delle piante inizia dal cartellino 454 (sul primo albero a lato della Farmacia,
sull’angolo con Via Roma.
Dall’esame visivo, tutte le piante sono risultate in buone condizioni vegetative e senza gravi difetti.
Sono state potate periodicamente cercando di contenere la chioma e dando loro un portamento
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delle branche e dei rami principali a ‘candelabro’, senza alterare la gerarchia nelle ramificazioni.
Sono tutte piante alte circa 15 metri e con una circonferenza media del fusto di 150 cm (misurato a
petto d’uomo, ossia pari a circa 130 cm da terra).
Non sono state rilevate lesioni o anomalie nella zona del colletto e degli apparati radicali.
Tutte le piante sono risultate in classe B, solo per una pianta che ha una piccola cavità su una
branca è stata classificata come C (il tiglio 473) e con un valore ornamentale moderato.
Solo due tigli richiedono approfondimenti strumentali per dei rigonfiamenti sul fusto che
potrebbero segnalare la presenza di cavità interne. Si tratta delle piante 469 e 475.
Nessuno di questi alberi richiede particolari interventi manutentivi se non una potatura di
alleggerimento e di contenimento della chioma esattamente come eseguita fino ad ora, ritornando
sui punti di taglio eseguiti in passato.
Per quanto riguarda l’eventualità di attacchi da insetti, quali gli afidi, come spesso accade per
questa specie, si dovrà procedere con un trattamento endoterapico all’inizio della primavera, così
da evitare il fastidioso fenomeno della melata2.
Per nessuno dei tigli esaminati è possibile prevedere il trapianto, in quanto hanno tutti il fusto
troppo vicino al cordolo del marciapiede e questo impedirebbe di poter utilizzare la macchina
trapiantatrice.
Sapendo che sono in previsione lavori di sistemazione o rifacimento della pavimentazione stradale
e del marciapiede, si prescrive di procedere con molta attenzione al fine di non danneggiare le
radici di queste piante e di mantenerle monitorate. A questo proposito, quanto è stato sopra
descritto e tutto ciò che viene sotto riportato, si riferisce allo stato attuale e non dopo eventuali
interventi che possano danneggiare le piante censite (danneggiamenti all’apparato radicale, ecc)
che ne comprometterebbe la sopravvivenza e, conseguentemente, la stabilità.
B: Alberi presenti in Piazza della Vittoria
Nella Piazza sono presenti 46 alberi suddivisi nelle seguenti 11 specie arboree:
 7 Acer saccharinum
 1 Cedrus atlantica glauca
 6 Cedrus deodara
2 La melata è una secrezione zuccherina emessa dalla maggior parte dei Rincoti Omotteri che si nutrono della linfa delle
piante. L'abbondante emissione di melata rappresenta il substrato ideale per l'insediamento dei funghi agenti della fumaggine.
Questa, sviluppandosi sulla superficie delle foglie, impedisce la fotosintesi e interferisce perciò nel bilancio energetico delle piante,
contribuendo al loro deperimento. A questo danno si aggiunge anche quello sociale derivante dall'imbrattamento degli automezzi
che sostano sotto gli alberi colpiti da afidi.
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5 Crategus Oxyacantha
1 Cupressuscyparis leylandi
8 Liquidambar styraciflua
1 Olea europaea
4 Prunus cerasifera 'Pissardii'
3 Quercus palustris
3 Tassodium disticum
7 Tilia europaea
La numerazione delle piante inizia dal cartellino 450 (sul Cedrus atlantica glauca davanti all’ufficio
postale), fino alla 491.
Le condizioni vegetative sono risultate:
 normali per 22 alberi (pari al 48%)
 scarse per 3 (pari al 6%)
 sofferenti per 15 (pari al 33%)
 in avanzato stato di deperimento per 4 (pari all’11%)
 completamente secca per 1 (pari al 2%).
Per quanto riguarda il valore ornamentale il risultato è:
 basso per 21 alberi (pari al 46%)
 trascurabile per altri 21 (pari al 46%)
 moderato per 3 alberi (pari al 6%)
 nessuno per l’albero secco (pari al 2%)
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I risultato delle analisi di stabilità hanno evidenziato che le 46 piante sono suddivise in
 6 in classe A (pari al 13%)
 26 in classe B (pari al 47%)
 8 in classe C (pari al 17%)
 6 in classe D (pari al 13%)
E’ possibile prevedere il trapianto solo per le piante più giovani e posizionate in modo tale da
permettere di ottenere un’adeguata zolla. Le uniche piante che rispondono a questi requisiti sono i
5 Biancospino e l’Olivo. Anche per queste piante è però necessario attendere il riposo vegetativo
affinché il trapianto abbia una buona probabilità di successo. Altrimenti anche per questi soggetti
non sarà possibile garantirne la conservazione.
E’ quindi necessario che durante i lavori di cantiere, le piante da conservare siano protette con
chiare delimitazioni e che nelle loro vicinanze non vengano create zone di deposito di materiali vari
o scavi.
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Grandi trapianti
Il trapianto di alberi di dimensioni importanti può essere fatto con due diverse tecniche: una nota
come trapianto meccanizzato Opitz optimal e l’altra a piattaforma fissa.
Il primo metodo effettua il trapianto in un’unica operazione con un idoneo mezzo meccanico
(Trapiantatrice meccanica Opitz modelli Optimal 3.000 e Optimal 2.500 o Opitz Optimal 1.700 o
minori) correttamente dimensionati in riferimento alle piante da trapiantare. I soggetti arborei
sono prelevati con la formazione di una zolla compatta che comprenda la maggior parte possibile
dell’apparato radicale e sono immediatamente trasferiti nelle nuovi sedi di impianto, dove in
precedenza la stessa macchina ha predisposto la buca di nuovo impianto.
Le zolle sono assicurate e trasportate dalle vanghe della macchina trapiantatrice così da garantire
la compattezza della stessa e il minimo trauma possibile alle radici delle essenze vegetali oggetto di
trapianto, anche in fase di trasporto.
Per quel che concerne piante con tronco superiore ai 160 o 200 cm di circonferenza, è preferibile
applicare il metodo della piattaforma fissa. Questa tecnica è utilizzata da oltre vent’anni in nord
Europa, e permette di creare zolle di maggiori dimensioni (zolla 4X4 m, zolla 6X6 m, zolla 8X8 m ad
esempio).
Essa si basa su di una modellazione della zolla radicale iniziale, preceduta da un lavoro di scavo
preliminare che permette di valutare la fattibilità dell’operazione, e quindi di uno scavo di una
barriera che consenta l’immissione nel sottosuolo (con profondità variabile da decidersi in
relazione dell’apparato radicale) di una struttura metallica rigida.
Tale struttura viene poi sollevata da gru meccaniche di dimensioni idonee e messa a dimora nel
nuovo sito di radicazione precedentemente preparato. L’operazione è fattibile naturalmente a
condizione vi sia lo spazio necessario e solitamente per spostamenti minimi (es. interno cantiere o
parco 15 ÷ 20 m di spostamento).
Gli interventi, qualsiasi tecnologia si decida di adottare, sono da ritenersi possibili solo dopo
accurato esame della eventuale presenza e altezza dei cavi aerei e la ricerca e individuazione di
tutti i servizi presenti nel sottosuolo.
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Nelle due foto sono esemplificati i due metodi di trapianto sopradescritti: 1-Trapiantatrice Opitz. 2 – Trapianto a piattaforma fissa
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Il tasso di ripresa degli alberi trapiantati è in media pari all’85 %, nonostante si adottino le migliori
attenzioni.
I fattori di riuscita sono molti, tra i quali hanno un peso maggiore: il vigore del soggetto, il rapporto
dei volumi/diametro della zolla (superiore o uguale a 10 volte il diametro dell'albero misurato a 1
metro dal suolo), la preparazione delle radici e le cure dopo il trapianto.
Da questa semplice descrizione è possibile comprendere che nelle due zone interessate non vi
sono alberi ubicati in modo tale da consentire l’impiego di una di queste due tecniche e che
nessuna delle piante esaminate si trova in condizioni ottimali tali da farne prevedere il successo
dell’intervento
Anche nel caso del grande Cedrus atlantica glauca, le sue condizioni vegetative, la grande lesione
sul fusto e la chioma fortemente sbilanciata (che deve necessariamente essere conformata e
ridotta) rende questo albero non idoneo al trapianto. Soprattutto tenendo conto che questa specie
è tra quelle con maggior probabilità di insuccesso, dovuto alla delicatezza del suo apparato
radicale.
Compensazione
Dovendo procedere alla sistemazione della piazza, e non avendo individuato alberi in condizioni
tali da renderli idonei al trapianto, se non per i piccoli cespugli di Biancospino e per il giovane
Olivo, si può affermare che, dei 46 alberi presenti nella piazza, dovranno esserne eliminati 41.
Difficilmente nella stessa piazza sarà possibile mettere a dimora più di 40 alberi, riuscendo a
garantire ad ognuno un adeguato spazio nella zona sotto chioma.
E’ bene prevedere la messa a dimora di specie autoctone di prima grandezza e con una buona
velocità di crescita quali i Tigli, Frassini, Acero bianco (Acer pseudoplatanus), Carpino, ecc.
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Conclusioni
Dall’esame del filare di tigli di Via Giardino e delle 46 piante presenti nella Piazza della Vittoria non
sono emerse piante idonee al trapianto, se non 5 giovani esemplari che, per forma, ubicazione e
condizioni vegetative, potrebbero essere spostate durante il periodo di riposo vegetativo, con una
buona percentuale di probabilità di successo.
Per nessun altra pianta è prevedibile questo intervento; soprattutto per le scarse condizioni
vegetative in cui si trova la maggior parte della vegetazione ed anche per il sito di radicazione in cui
si trovano che non consente di formare delle zolle adeguate.
Il presente lavoro è corredato da:
 (2 A) Tabella riepilogativa dei dati raccolti per le piante di Via Giardino (n° 25 Tigli) con
Schede di rilevamento dati per ciascuna pianta (n° 25 Tigli di Via Giardino);
 (2 B) Documentazione fotografica per le piante di Via Giardino (n° 25 Tigli);
 (2 C) Tavola Rilievo Via Giardino;
 (3 A) Tabella riepilogativa dei dati raccolti per gli alberi di Piazza della Vittoria (n° 46 alberi)
con Schede di rilevamento dati per ciascun albero (n° 46 alberi di Piazza della Vittoria);
 (3 B) Documentazione fotografica per gli alberi di Piazza della Vittoria (n° 46 alberi);
 (3 C) Tavola Rilievo Piazza della Vittoria.
Ossago Lodigiano, 3 agosto 2015
Dr. Agr. Paolo Bongiorni
Dr. Agr. Fiorella Castellucchio
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