pannelli 1/4

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pannelli 1/4
A cura di
Davide Arrigoni, Cecilia Barazzetta, Lucia Barbone,
Pietro Bartolomei, Paolo Battaglia, Giovanni Betto,
Cecilia Costa, Maria Costantini, Massimo Ferrari,
Giacomo Forti, Giacomo Fumagalli,
Cristian Gambino, Andrea Lupi, Marco Maggioni,
Lorenzo Rossi e Luca Rossi,
studenti di economia delle Università
Bocconi e Cattolica di Milano
Enrico Castelli e Gianluigi Da Rold, giornalisti
Giorgio Vittadini e la Fondazione per la Sussidiarietà
Con la collaborazione di
Mauro Bottarelli, Paolo Cevoli, Guido Clericetti
Club CdO Libera Impresa, Sentieri del Cinema, Tg1
Progetto grafico
Maurizio Milani
Con la collaborazione di
Immaginazione (Rimini)
Stampa
Immaginazione (Rimini)
Video
Limina (Bologna), Il Centro Storico (Milano)
Un particolare ringraziamento per le immagini a
Alberto Amici e CdO Pavia
per l’immagine guida della mostra
Paolo Bonfanti, Emanuele Favarato,
Matteo Filippini, Maria Pilar Milani
Il realismo perduto
Lo scopo di questa mostra:
illustrare, in un percorso accessibile a tutti, i fattori in gioco
nella crisi che ha colpito l'economia mondiale,
identificare le cause di una distorsione, non i "capri espiatori",
documentare che il problema
è ritrovare la vera concezione di lavoro, il nesso tra il gesto,
enorme o banale, che l’uomo compie e il suo destino.
L'uomo non è una pura "risorsa economica"
e chi vuole ridurre la natura dell’uomo all’interno di schemi
precostituiti perde il contatto con la realtà.
La finanza è un mezzo che, se ben usato, facilita l'attività
di migliaia di imprese.
Una grande crisi può essere l'occasione per ritrovare
la strada maestra.
Sezione 1:
Il retroscena di un collasso
L’economia e il mercato finanziario
Il primo passo della crisi: la finanza
Sezione 2:
L’impatto e i tentativi
La risposta delle banche centrali e dei governi
Il secondo passo: l’economia reale
Il terzo passo: gli stati sovrani
Sezione 3:
Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi
Le ragioni dell’errore
Come ripartire?
Spunti per una nuova economia
1.1
1
Che cos’è l’economia
L’economia come scienza umanistica
La lezione del 1929
Le cause della crisi del ‘29
Deregolamentazione, banche e finanza
L'economia esiste perché l'uomo ha dei
bisogni. L'economia non è una scienza esatta
e astratta. Scopo dell'economia è la
sopravvivenza e il benessere di una comunità.
La "grande crisi" del 1929 mette in
discussione molte certezze degli economisti
liberisti. Quella crisi provoca depressione,
disoccupazione, disordini politici e sociali.
L’economia mondiale si presenta nel 1929
dopo un decennio di crescita molto sostenuta,
basata però su premesse strutturali fragili
quali:
I grandi economisti classici affrontano
il problema della ricchezza e della crescita
come un mezzo e non come un fine.
Prima di essere degli economisti sono degli
umanisti, come Adam Smith e Karl Marx.
Di fronte a un capitalismo in crisi e alla
terrificante risposta dello statalismo
comunista, si pone la questione del ruolo
dello stato nell'economia.
1. un eccesso di produzione;
2. una bolla del mercato azionario che drena
investimenti dall’economia reale alla
finanziaria;
3. l’elevato livello di indebitamento
dell’economia.
Nel 1933 è approvata una legge
(il Glass Steagall Act) che sancisce
la distinzione tra:
banche commerciali, che raccolgono
i depositi dei clienti ed erogano prestiti,
e banche d'investimento, specializzate
nell'emissione e nel commercio di titoli.
La scienza economica ha regole proprie
e una sua logica, ma resta un mezzo
al servizio delle persone che hanno nel lavoro
e nella libertà di iniziativa economica
un fondamento della dignità umana.
1.2
Grazie all’economista John Maynard Keynes
la principale conclusione è che lo stato non
può essere invasivo, ma neppure indifferente,
avendo la possibilità di essere il motore del
rilancio economico, grazie alla sua massiccia
capacità di spesa, concetto totalmente
estraneo alla mentalità del tempo.
L’estremizzazione di queste condizioni porta
allo scoppio della bolla azionaria, a una crisi
di consumi e di conseguenza delle imprese,
le cui insolvenze si propagano alle banche
creditrici avviando una spirale interrotta solo
dal massiccio intervento statale (New Deal).
Dalla metà degli anni Ottanta,
con la deregolamentazione, la situazione
si modifica. Nel 1999 una nuova legge
(Gramm-Leach-Biley Act) permette la
costituzione di società finanziarie autorizzate
a controllare banche commerciali, banche
d'investimento, assicurazioni e altre attività.
Due agenzie per garantire
una casa a tutti
Una delle risposte degli USA alla crisi
è il National Housing Act del 1934 per aiutare
le famiglie ad acquistare una casa, allo scopo
di rilanciare il mercato immobiliare.
Nascono Fannie Mae e Freddie Mac, agenzie
incaricate di acquistare e garantire mutui
concessi dalle banche per favorire il credito
ipotecario alle famiglie.
L'evoluzione delle due agenzie (che saranno
salvate dal fallimento nel 2008) mostra come
un’idea nobile si sia trasformata in un
elemento di instabilità, allentando
progressivamente i requisiti minimi per
l’acquisto di mutui e incentivando le banche
a concedere mutui senza adeguate garanzie.
1.3
2
Il mercato finanziario
Che cos’è il mercato finanziario
Il mercato primario
Il mercato secondario
Il rating
La banca d'investimento
Il mercato finanziario è un luogo “ideale”
nel quale vengono scambiati strumenti
finanziari di varia natura, tra cui azioni
e obbligazioni.
L’obiettivo è l’incontro tra soggetti in surplus
di capitale, desiderosi di farlo fruttare,
e soggetti in deficit di capitale.
Una società, normalmente quotata in Borsa,
ottiene dal mercato (famiglie, banche di
investimento e istituzioni finanziarie) risorse
o sotto forma di prestiti (obbligazioni)
o come vere e proprie partecipazioni alla
società (cioè l'emissione di azioni).
I diversi soggetti che operano sul mercato
si scambiano i titoli di credito e di capitale
già emessi. Questa attività è fondamentale
per due motivi:
Il rating è un giudizio sul rischio che un
debitore non abbia la capacità o volontà di
ripagare. A formulare i rating sono tre grandi
agenzie: Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch.
1. garantisce la liquidità, ossia che i titoli
possano essere ceduti o acquistati per nuovi
investimenti o perché le caratteristiche dei
titoli già posseduti non corrispondono più
alle esigenze del soggetto investitore;
La banca d’investimento è un intermediario
finanziario che, a differenza delle banche
tradizionali, fornisce i suoi servizi a imprese
e governi nelle fasi di emissione
e di negoziazione di titoli.
L’importanza di questi strumenti è quella di
produrre informazioni utili agli investitori
per prendere le loro decisioni e di contribuire
a fissare il costo d’indebitamento.
Sui mercati finanziari vengono svolte due
attività principali:
la prima (mercato primario)
riguarda il collocamento o l'emissione
di titoli, siano essi obbligazioni o azioni;
la seconda (mercato secondario)
riguarda la negoziazione tra i diversi soggetti
del mercato dei titoli (di debito o di capitale)
che sono già stati emessi.
1.4
1. Obbligazioni: una società (invece di un
prestito bancario) può rivolgersi direttamente
alla platea degli investitori tramite
l'emissione di obbligazioni.
2. Azioni: una società non cerca creditori,
ma nuovi soci che, tramite le sottoscrizioni
di un aumento di capitale, danno risorse alla
società e ne condividono i rischi d’impresa.
2. il continuo scambio dei titoli permette la
definizione di un prezzo sempre aggiornato,
il quale è fondamentale sia per capire la
convenienza di un'operazione sia per dare
riferimento all'emissione di nuovi titoli.
Il mercato si affida completamente ai rating
e questo, durante la crisi, ha creato non pochi
problemi dal momento che alcuni rating si
sono rivelati troppo ottimisti e sono stati
rivisti in modo improvviso e drammatico,
scatenando il panico.
Nel caso di emissione affianca il cliente nella
definizione dello strumento più adatto e delle
sue caratteristiche (durata, tasso, scelta tra
azioni e obbligazioni) e lo colloca ad
investitori di sua fiducia.
Nella negoziazione, la banca d'affari fornisce
liquidità al mercato rendendosi disponibile a
compravendere strumenti finanziari di cui lei
stessa quota il prezzo (market making).
Pierino e la leva finanziaria
I protagonisti del mercato
Il ruolo della speculazione
All'interno del mercato finanziario
si muovono soggetti con diverse esigenze
e ruoli:
La speculazione è l'attività di un operatore
che scommette dei capitali, senza la
sicurezza della restituzione dell’investimento
iniziale, con l’obiettivo di ottenere elevati
rendimenti.
1. governi e imprese, che reperiscono risorse
tramite strumenti trattati sul mercato
finanziario;
2. banche d'affari, che esercitano un ruolo di
intermediazione tra i soggetti e offrono
servizi specializzati;
3. istituzioni finanziarie (banche e
assicurazioni), che raccolgono il risparmio
(tramite fondi e depositi), investono
professionalmente e prestano denaro;
Speculare non è un fatto solo negativo,
ma un cardine fondamentale di tutta
l'attività economica, poiché gli speculatori
forniscono liquidità al mercato, mettono
a nudo problemi reali, concorrono alla
formazione dei prezzi e finanziano le attività
più remunerative e rischiose, ma anche con
maggiori prospettive di crescita.
L’allevatore Pierino ha 10 euro.
Con 10 euro compra una capra.
La capra in un anno
(se ben allevata) produce
formaggio per il valore di 1 euro.
Pierino ha quindi investito
10 euro e detiene come attività
una capra.
Attività
Passività
1 capra
10 euro
Questa capra rende a Pierino
1 euro l'anno, che equivale
al 10% del capitale investito
da Pierino.
Capitale
proprio
(di Pierino)
10 euro
Rendiconto dei guadagni
Pierino guadagna
Formaggio e latte di capra
1 euro
Costi
0 euro
Interessi
0 euro
Guadagni
1 euro
Il Bilancio dell'attività di Pierino
è quindi strutturato cosi:
10
1
Il rischio che Pierino corre è che
la capra stia male e in tal caso
potrebbe perdere i guadagni per
uno o più anni.
Il banchiere Gianni suggerisce
a Pierino un modo per far fruttare
di più i suoi 10 euro.
Pierino ora si rimette a fare i
conti e riguarda il suo bilancio.
Attività
Pierino potrebbe infatti prendere
a prestito 90 euro dalla banca di
Gianni e comprare altre 9 capre.
Queste capre gli frutterebbero ogni
anno 1 euro a testa e quindi in
totale 10 euro di ricavi!
Gianni chiede a Pierino di pagare
ogni anno un tasso d’interesse del
5% sul prestito dei 90 euro, quindi
4,5 euro all’anno.
4. famiglie e risparmiatori, che investono
direttamente o tramite le istituzioni
finanziarie.
9
90
Passività
Formaggio e latte di capra
10 capre
100 euro
Debito
con
Gianni
90 euro
Capitale
proprio
(di Pierino)
10 euro
1.5
Rendiconto dei guadagni
Costi
Pierino guadagna
10 euro
0 euro
Interessi
4,5 euro
Guadagni
5,5 euro
55 %
4,5
Pierino guadagna ogni anno
il 55% del capitale che ha
investito, mica male.
che tornassero presto in salute,
adesso deve stare attento anche
a questo.
Come ha fatto?
Indebitandosi per espandere
la propria attività.
Quali sono i rischi che Pierino
ha in più rispetto a prima?
Il fatto che Pierino non riesca
a pagare tutti gli interessi si
chiama default e porterebbe
Gianni a chiedere indietro tutti
i soldi.
Per far questo Pierino dovrebbe
vendere in fretta e furia tutte
le capre e, oltre a non poter
continuare la sua attività,
perderebbe quello che ha
investito.
Se adesso più della metà delle
capre si ammalano per un anno,
Pierino non riesce
a ripagare gli interessi;
se prima era preoccupato solo
10 %
1.6