Scarica il pdf di Estetica Barocca #6/10 - Fashion E-zine

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E-ZINE #6/2010
Estetica
Barocca
fashion E-zine
estetica
barocca
#6/10
Sovrastrutture, forme ed eccessi. Il ritorno
ad un periodo, quello Barocco, che faceva
dell’opulenza e dello sfarzo il cardine su
cui innalzarsi ma soprattutto farsi vedere e
sentire.
Oggi come allora, il desiderio di emergere
e venir fuori dai soliti prototipi standardizzati
è impetuoso anche nella moda, che affida
“all’effetto meraviglia”, il compito di colpire il
buon gusto di noi che la seguiamo, a volte
cadendo nel trash, altre colpendo nel segno,
ma con la salda convinzione che più ce n’è
meglio è.
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SOMMARIO
ba ro c c o
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Sur l’hum
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decadenz
a
diretory
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evadere la realtà.
un ritorno
agli eccessi
del barocco
di Francesca Lancia
“La vera regola, cor mio bello, è saper rompere
le regole a tempo e luogo”. Gian Bat tista Marino.
E
vadere dalla realtà at traverso gli eccessi e la spregiudicatez za; un’at tenzione
esagerata alle forme, quasi a voler compensare, con un’ar tif iciosità esaltata, la
limitatez za dei contenuti; come se solo
l’impat to visivo riuscisse a comunicare un desiderio
d’innova zione, che par te da dentro, ma riesce a manifestarsi solo at traverso il corpo.
Un desiderio che rimanda al periodo Barocco, quello
di voler riuscire in ogni modo e forma a suscitare
quell’ef fet to meraviglia, a volte anche troppo for te,
per gridare al proprio pubblico un desiderio di novità
e cambiamento.
La moda sceglie di esasperare le proprie forme, di
proporre qualcosa di surreale che por ti il suo soggetto a evadere dalla propria realtà e dalla propria forma,
reinterpretando il concet to di volume e scegliendo
di comunicarlo at traverso il linguaggio dell’esagerazione.
Un richiamo allo sfar zo barocco dunque, iniziato con
la collezione “testamento” A /I 2010/11 di Alexander
McQueen, in cui un tripudio di rosso e oro, uniti
a carichi ricami e decori, riempie le gonfie gonne
plisset tate e impreziosisce le giacche stret te in vita.
Commes de Garçons si pone invece come creatore
di una nuova shilouet te, esasperando le forme del
corpo con imbot titure che rivoluzionano l’anatomia
femminile, nascondendo la sua vera identità sot to
ruche e volant. È sulla sensualità invece che punta
Cavalli, accentuando lo spirito sfacciato di una donna romantica ma inquieta che reinterpreta il lusso
bohemienne.
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Un’esterioriz zare senza limiti, un’evasione dalla propria realtà per esprimere at traverso i det tagli del corpo, la propria voglia di apparire.
Un desiderio che ritroviamo anche nelle collezioni
P/E 2011, con una donna Prada che abbandona il
minimalismo per lasciarsi corrompere dal gusto di
caricare ogni pez zo della sua collezione. E se la maison Prada, unisce ananas e banane a balze e volute
barocche, anche Jean Paul Gaultier punta sull’esaspera zione delle forme, per dare l’illusione a grasse e
magre di poter condividere lo stesso armadio.
Un linguaggio di cui si è ser vita la moda nelle ultime stagioni per esprimere un rinnovato desiderio di
sfar zo, chi in modo più diret to e chi più contenuto,
“l’ef fet to meraviglia” è assicurato. Il buon gusto a volte
un po’meno.
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maglia mia!
di Gianvera Bertè
Un filo continuo. Una coerenza creativa degna di lode, caratterizza gli abiti di S andra Backlund. Maglie, gilet, miniabiti e maglioni, sono come libri aperti, nei quali la firma della stilista/
artista è inconfondibile.
G
iovane stilista svedese apprez zata a livello interna zionale, Sandra Backlund, dal suo debut to nel 2004, ha
rivoluzionato la maglieria e il suo utiliz zo. Nel 2007 collabora con Louis Vuit ton, per la collezione Autunno/Inverno 07-08, a una speciale linea di maglieria. Per le sue
crea zioni, utiliz za materiali di origine naturale o riciclata.
Il suo lavoro è stato def inito uno stile “Haute Garbage”, (garbage, in inglese spa z zatura), accezione creata da una fusione tra haute couture e
average garbage, tra alta moda e normale spa z zatura.
In un’atmosfera tipicamente nordica, la stilista presenta i suoi capi di
ma xi-maglieria, un lavoro concet tuale di composizione e assemblaggio di piccoli pez zi, per ot tenere un prodot to unico nel suo genere. La Backlund stessa, def inisce la sua sensibilità creativa più
vicina a un architet to che a un sar to; da questa concezione, studia a fondo la silhouet te del corpo umano, evidenziandone le forme con abiti rigorosamente monocromatici e a volte tridimensionali, e i det tagli, come i colli o le immense trecce dei maglioni di lana.
Riesce per fet tamente a far viaggiare insieme il tempo che richiede la
produzione di un elaborato capo di maglieria, con la velocità che caratteriz za il susseguirsi delle mode. Lavora, infat ti, con un team di esper ti
nel campo della maglieria, ed è fermamente convinta che tradizione e
mutamento innovativo possano coesistere.
Abbiamo scelto di parlar vi delle crea zioni di Sandra Backlund, perché
si sposano con alcuni fra gli elementi distintivi della moda barocca; i
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corset ti, le imbot titure, le gorgiere…tut to ov viamente realiz zato in
maglia. I suoi abiti, sono dif f icili da
por tare è vero, ma hanno
qualcosa che cat tura inevitabilmente l’occhio, costringendoci a
sof fermarci sulla minuziosità degli
intrecci, e gli impeccabili accostamenti di materiali.
Qui di seguito, alcui scat ti dell’ultima collezione P/E 2011 di Sandra Backlund. (Foto: Thomas Klementsson)
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curv y
stile
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overs
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la
di Franc
es
ca Lanc
ia
Linee morbide, forme esagerate, tessuti impor-
cosi com’era nel periodo barocco,
tanti. Per questa stagione si dice addio al raf-
in cui il corpo femminile era visto
finato minimalismo per abbracciare una nuova
come un contenitore in cui fluiva-
concezione di moda che sostiene e acclama la
no e defluivano i sensi, un corpo
tanto discussa taglia 46.
capace di assorbire tut to ciò che
S
lo circondava per poi sprigionarlo
all’esterno.
Una
perenne
meta-
tanchi di shilouet te pelle e ossa, oggi si
mor fosi che si esprime at traverso
torna a un concet to di femminilità che
il continuo mutamento di forme e
predilige forme sinuose, rotonde, ma
contenuto.
non per questo meno accat tivanti.
Ed eccoci qui a vedere in passe-
Una moda cur v y, quella cui si sono
rella una nuova moda e una risco-
adat tati i designer, che invece di scoprire e accorcia-
per ta passione per le forme, ma
re, hanno preferito dar vita ad abiti che non coprono,
soprat tut to una nuova e sfacciata
ma accompagnano e incorniciano anche i corpi più
carica di sensualità, che sia più o
formosi.
meno formosa, ora vuole apparire
Da Prada, che sfoggia in passerella una donna pro-
ed essere esaltata.
sperosa, passando per Jean Paul Gaultier, che esalta
Una vera e propria carica esplo-
le forme por tandole all’eccesso con cappot ti e gon-
siva. Insomma non si può dire di
ne che addirit tura accentuano le cur ve, per arrivare
non essere viziate dalla moda, ma
a Marc Jacobs, che propone una moda morbida e
forse era anche ora che questa
f luida per rendere, anche le donne più formose, chic
capisse che noi donne siamo tan-
ed eleganti.
te! E non tut te indossiamo la taglia
È la moda stessa questa volta che si adat ta alla sua
38!
musa, una donna che non si nasconde dietro abiti
scuri e coprenti, ma che carica il proprio corpo di
colori, det tagli e accessori.
Trasparenze, ricami cuciture e imbot titure av volgono le forme piene di fascino delle nuove silhouet te,
un ritorno all’opulenza esagerata e ricca di contrasti
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semplicità o sfarzo?
tanta confusione
e nessuna soluzione
di Chiara Martellucci
Dalla notte dei tempi, l’universo della naturalezza e quello della fastosità si trovano in contrapposizione tra loro;ci sono stati dei momenti
storici nei quali l’identità e la volontà sociale
era ben definita. Ma oggi come ci conportiamo
davanti al confronto?
V
i ricordate la “formosissima” Norma Jeane Baker alias Marilyn Monroe che,
passeggiando lungo Lexington Avenue a
New York, durante le riprese di “ Quando
la moglie è in vacanza”, fece girare la testa a milioni di persone, alzando la gonna con l’aria
della metropolitana? Lei è l’icona che ha determinato
il nostro ricordo dello stile e della bellez za anni ’50.
Poco più avanti negli anni ’60 Audrey Hepburn,” lo
scricciolo di bruxelles”, folgorò il pubblico semplicemente con uno sguardo, rivolto per giunta verso una
vetrina: quella di Tif fany a New York. Pat ti Smith negli anni’70 addolcì il cuore di un pubblico nutrito di
amore e difesa per i dirit ti umani, stregandoli con la
sua “bellez za androgina” mai esasperata e sempre
coerente.
Poi fu il turno di Madonna negli anni’80;
la mez zosangue italo-americana divenne la provoca zione fat ta persona, sfoggiando un nome biblico
contrapposto ad un corpo vestito solo di reggiseno
a forma di cono a punta e pantaloni di pelle lucida.
Av vicinandosi ai nostri giorni, approdiamo final-
mente agli anni ’90, il decennio delle TOP. Claudia
Schif fer, Linda Evangelista, Christ y Turlington, Stephanie Seymour, Naomi Campbell e Cindy Craw ford.
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Fisicità oserei definire per fet ta racchiusa in un bocciolo di glamour, stile
e fascino.
Vi chiederete a cosa è ser vito questo “percorso storico” … a farci porre
una domanda: ad oggi c’è dav vero qualcuno che rappresenta il nostro
secolo in tut ta la sua fisicità e nello stile? A mio av viso siamo un po’
confusi; ci arrivano messaggi da più par ti che cambiano di stagione in
stagione. At tualmente siamo bombardati da campagne contro l’anoressia, proprio ora che le collezioni hanno un’impronta decisamente
cur v y, che vede come punta di diamante la cantante rocker Beth Dit to
protangonista indiscussa della sfilata p/e 2011 di Jean Paul Gaultier;
probabilmente la prossima stagione sarà il tempo di met terci tut te a
dieta per inf ilarci gli hot pants che invidiamo, dopo un inverno passato
ad accet tare i nostri fianchet ti, a Sasha Pivovarova.
E’ ov vio che alcuni pensino: “ E Lady Gaga dove l’abbiamo lasciata?” . E’
lei che ci rappresenta dav vero, lo specchio della nostra società: finzione, esagera zione e immagine?
Forse
siamo talmente alla ricerca di qualcuno nel quale riconoscerci che la
semplicità viene accantonata e lo sfar zo e l’abbondanza sembrano farci
stare meglio.
In conclusione, riuscireste a indovinare chi sarà la prossima icona pop?
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di Christi
Schivo
19 Febbraio 1981. Probabilmente quel giorno nasce la più improbabile delle future cantanti, leader, icone di stile mai avuta sulla
nostra Terra.
S i perché 28 anni fa nessuno avrebbe mai immaginato che
dall’Arkansas, Searcy precisamente, potesse arrivare una ragazza non particolarmente “portata”, che prima come cantante
e poi come modella part-time, si af fermasse in così poco tempo.
Bombardati da magrezza, bellezza, atleticità, pancia e seno
piatto arriva Beth Ditto e stravolge tutto ciò di cui eravamo convinti fin’ora.
B
eth Dit to. E’ lei che, in un epoca dove il talento nel mondo
della musica ha lasciato spa zio oramai ad icone che di
musica ne sanno dav vero poco, ma che di “come fare i
soldi rubacchiando di qua e di là” ne sanno molto, viene
fuori questo personaggio che non solo ha un grande ap-
peal nei confronti della gente, ma che con un’infinita energia e quel tocco da “politicamente scorret to”, si è sbara z zata delle tante Lady Gaga
che vengono fuori come funghi ormai da un pò.
E il successo dei suoi Gossip lo si deve parecchio a lei ed alla sua voce,
potente e possente, un po’ com lei stessa è. Gli album registrati in studio
sono ormai 4, quindi non una novità, ma tra le tante “nex t big thing” proposte da l’NME, forse loro sono i più a z zeccati dai tempi dei Liber tines.
Canzoni che striz zano si l’occhio all’Indie, ma non trascurano quel gusto
GarageRock che, in questi tempi dove ormai le major la fanno da padrone, i garage sono diventati un posto per sole auto. Lo venisse a sapere
Kur t Coabin diventerebbe mat to, che con i Garage ci ha costruito un
genere musciale.
Stranez ze anche nella composizione del gruppo, dove vediamo presente Beth Dit to alla voce, Hannah Blilie alla bat teria (ha rimpia z zato
la vecchia bat terista Kathy Mendonca) e il chitarrista Brace Paine, camaleontico nelle sue trasforma zioni in bassista dove lascia le canzoni
or fane di chitarra in un genere, quello del Indie/Garage Rock in cui esse
spadroneggiano.
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Proprio all’NME deve dare molto la
Beth. Si perché il giornale più Indie
dell’Albione, oltre ad elevarla come
cantante con diverse candidature
agli NME Awards nelle categorie
riser vate alla musica, è stata nominata nel 2007 nella categoria
“Sexiest Woman Of The Year”! poi
vinta però dalla magrissima Kate
Moss. Quando si dice “il caso”.
At tivissima nella bat taglia contro
le taglie zero, dichiara che la sua
icona è Miss Piggy, la maialina del
Muppet Show, e che : “E’ incredibile avere come obiet tivo massimo il diventare una taglia zero. Invece di voler dimostrare di essere
intelligente, o creativa, diventando
ad esempio una grande infermiera, o un medico, o un av vocato. La cosa più impor tante al
mondo è invece il diventare un nulla”.
Cer to che non gli si può dire di mancare di autostima, dato che vederla quasi nuda in uno
dei suoi Live è diventata una prassi , anche se rimane una delle cose più pa z zesche degli
ultimi anni.
Magari gli si può dire di tut to, che è comica e a volte grot tesca, che farebbe bene a fare la
cantante e basta, intanto lei però se ne và alle sfilate come modella e guarda a tut ti dall’alto
verso il basso nonostante i suoi 94 Kg. Penso proprio che continueremo a parlare di Beth
Dit to ancora per molto.
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gioelli
d’antiquariato
di Federica Zanni
Ogni stagione, sempre di più,
Ma la “bib necklace”, così viene
sembra voler far avvicinare la
chiamata questa collana enorme
moda moderna al travestimento
come un bavaglino, non è proprio
di un passato che non c’è più.
un oggetto nuovissimo, già l’anno
P
scorso, infatti, veniva indossata per
completare un look semplice e soer questa stagione è
il fascino del barocco
la nuova ispirazione
per i grandi e piccoli
stilisti.
E cosa, meglio di un gioiello, riesce
a rappresentare la magnificenza di
quel periodo?
brio.
Ma c’è anche chi, utilizzando vecchie tappezzerie e scarti di tessuti
preziosi crea magnifici colli e gioielli
da indossare come abiti; è il marchio Glix di Paola Monorchio.
Gioielli d’antiquariato, quasi, che diventano il tramite con il periodo sto-
C’è chi usa materiali preziosi, come
rico del 1600 e alla tradizione artisti-
Chanel, che con la sua collezione
ca e culturale di quegli anni. Oggetti
soprannominata proprio “barocco”
che, solo nella loro imitazione, sono
ha saputo cogliere l’ispirazione at-
intrisi di storia.
traverso una chiave sempre romantica nella purezza dei colori tenui
come l’avorio e nell’audacia di colori
forti come il fucsia e il blu ardesia.
Un passato che sempre aleggia
sulle nostre teste, un fertile terreno
felice e inesauribile di idee che però
rende le creazioni contemporanee
Dai colori crepuscolari anche i gioielli
più adatte alla donna odierna, ma
Marni, vistosi e ricchissimi, all’inse-
il barocco è barocco e se il senso
gna del barocco ma anche dell’et-
stretto del termine è “ridondanza”
nico per le pietre grezze e il mix di
che allora non si abbia paura di osa-
stoffa e madreperla che danno vita a
re!
collari o anche colletti per gli abiti con
gocce di cristallo, foglie e placche
d’avorio rette da nastri di seta.
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Gira la moda ...
del passato
di Francesca Lancia
Moda cinematografica. Questa potrebbe essere
Caricare il più possibile, dal trucco,
una giusta definizione per
ispirazione per Pupa, che ha ba-
esprimere lo stile di
questo millennio.
U
sato sul barocco un’intera linea di
makeup, volta a trasformare anche
i volti più angelici in femme fatale,
n anno sembra di essere tornati ai ro-
alle folte chiome fino alle scarpe di
mantici e nostalgici anni della dolce vita,
Christian Louboutin della collezione
chic ed eleganti in ogni occasione ci tra-
AI 2011, che s’innalzano in vertigino-
sformiamo tutte in rispettabili signore,
si tacchi e preziosi plateau lavorati
mentre l’anno dopo ci sentiamo un po’
quasi si dovesse camminare su san
selvagge e un po’ hippy e allo chignon preferiamo il laccetto in testa e il pantalone a zampa.
pietrini di oro e diamanti.
Insomma è facile notare come ogni
Il passato rappresenta oggi più che mai un pozzo d’infi-
anno si cambi radicalmente il pro-
niti spunti e idee, alcune volte si attinge dagli anni più re-
prio stile con una rapidità quasi da
centi rivisitandoli, altre si torna indietro fino al XVII secolo
capogiro, e chissà se un giorno,
per sentirsi un po’ nobili di corte, un po’ amanti dell’arte
finito il ripescaggio dagli archivi del
o un po’…eccentrici.
passato, o forse meglio dire secoli,
E questo è senza dubbio l’anno dell’abbondanza e
aprendo i nostri armadi non finiremo
dell’opulenza, in abiti che trasformano ogni silhouette in
per mischiare tutto e sembrare fuori
sfarzosi manichini su cui poggiare abiti fatiscenti e ac-
di testa.
cessori tutto purché minimal.
Il revival è forse l’unica tendenza che non passa mai, potremo definirlo più che un modo di fare moda, il perno su
cui quest’ultima s’innalza, vestirsi di ricordi, di secoli e di
storia è un’attrattiva troppo forte, ma anche divertente,
per potervi rinunciare.
Da Prada a Cavalli, passando per Marc Jacobs e Jean
Paul Gaultier , il mood della donna di quest’anno sboccia dalle parole: Barocco, sfarzo, strutture.
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I
l termine trash deriva dall’ inglese, e letteralmente
significa spazzatura. Con il tempo è stato utilizzato
per definire qualsiasi espressione artistica di basso
profilo. Si definisce trash qualsiasi prodotto di comunicazione di massa o qualsiasi look che riflette
un gusto scadente, volgare e per niente elegante.
La cosa più sorprendente è che il trash sta diventando
un vero e proprio approccio alla vita; ci sono molte persone che credono profondamente in questo “ modus
vivendi”, che ostentano il loro cattivo gusto, che non si
vergognano assolutamente di dichiarare la loro affezione a programmi televisivi di basso profilo culturale e non
si curano assolutamente di quello che pensano le altre
persone nei loro riguardi.
Dunque il trash è uno stile di vita, con un’ anima propria:
il modo di comunicare, di vestirsi, di muoversi rispecchia
totalmente i canoni di un’ esistenza devota alla produzione di spazzatura.
Ovviamente l’ estate è il periodo più prolifico, perché
quasi tutti sono in vacanza, perché si è tutti più rilassati,
quindi il rischio di cadere nel cattivo gusto è più alto, e si
ha più voglia di esagerare. E così, anche la moda, per la
prossima estate, quella del 2011, non poteva non portare un po’ di trash sulle passerelle; non fosse altro per accontentare le istanze di chi ha un pessimo gusto. Molti
nomi hanno esagerato, facendo sfilare delle collezioni
che superavano il limite con eleganza: il loro “ barocco”
è stato stato sbattuto in faccia a giornalisti e buyers.
Ci si chiede per quale motivo molte persone vogliano in-
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dossare abiti maculati, multicolor e
chi assorbe totalmente la tendenza orientale persino
male accostati, o cascate di frange
nella sua parte più volgare. Molto spesso le cineserie in
su borse, scarpe, gonne e pantalo-
passerella regnano sovrane: kimono multicolor, pago-
ni.
de, ricami a gogò…un horror vacui decisamente imba-
La moda corre sempre un alto ri-
razzante.
schio, dato che il confine tra chic e
Si può apprezzare il coraggio di chi sceglie il trash come
kitsh è davvero impercettibile; quel-
stile di vita; il coraggio di uscire allo scoperto, di non
lo di oltrepassare la linea dell’ele-
passare inosservati, di comunicare ciò che si è senza
ganza e approdare nel territorio del
sentirsene imbarazzati. Ma, ancora di più, si apprezza la
trash. Che bisogno c’è di proporre
capacità di far ridere, di incuriosire e di far parlare. Per-
una profusione di frange, quando
ché ogni cosa trash ha il potere di far inorridire, ma al
potrebbero essere proposte in ver-
tempo stesso di destare interesse e voglia di approfon-
sione più minimal, più localizzate e
dire. Forse c’è una piccola parte di noi che avrebbe il de-
non sparse su tutto l’outfit? La stes-
siderio di far uscire allo scoperto, almeno per un giorno,
sa cosa vale per il maculato: trovarsi
almeno per qualche ora, quel po’ di cattivo gusto che
stampe animalier indossate nei più
teniamo nascosto.
svariati colori fa quasi rabbrividire,
mentre vedere lo stesso print su un
solo pezzo e con il suo tono croma-
“Quel leggero cattivo gusto”, come disse Diana Vreeland, “di cui tutti abbiamo bisogno”.
tico è un’altra cosa. Già il maculato
è di per sé eccessivo, ma renderlo
tremendamente eccessivo riflette
un gusto scadente, rozzo e provinciale.
Anche il modo di richiamare l’Oriente nella moda può essere affrontato con diverse chiavi di lettura. C’è
chi l’Oriente lo prende come punto
di partenza per poi decostruire, reinventare e creare nuovi volumi, e
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ecco il significato
dispregiativo
di “barocco”
di Federoca Zanni
S
e sulle passerelle di questo A/I 2010-2011
è il gusto barocco a prevalere, per la sua
artificiosità esagerata, ma pur sempre legata ad un concetto di eleganza di quei
tempi, il marchio “Fashion East” ha dav-
vero caricato, a più non posso, di significato negativo il
termine “barocco”, che già etimologicamente non gode
proprio di una valenza positiva.
Va bene l’estrosità, la fantasia, la stravaganza e anche
il bizzarro, perché tutto è concesso nel mondo della moda, ma sembra proprio che questi tre designer
(Nasir Mazhar, Heikki Salonen e Michael Van Der Ham)
quest’anno abbiano fatto del Trash la loro filosofia. Abiti
– non abiti aprono la sfilata abbinati a parrucche forse
più coprenti delle stesse mise indossate da modelle
truccate come fossero giapponesi medievali.
Vogliano per caso ricordare la parrucca, elemento distintivo del periodo barocco e trionfante accessorio
indossato tra il fasto di corte dei secoli XVII e XVIII? Se
così fosse sarebbe una rivisitazione alquanto pessima
portata su una passerella total cyber punk.
Poco a che vedere con il barocco, se non per il concetto di ridondanza, la parola chiave per questa sfilata è
assolutamente “Trash”. Un cattivo gusto selvaggio che
sfida le regole dell’estetica, uno streetstyle fatto di reti,
coulottes e reggiseni a vista, cuissards e capelli sintetici
rosa shocking e blu.
E se l’arte, nella cultura del Seicento ama rappresentarsi
e celebrarsi fastosamente, che allora inizi pure ad urlare!
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Sur l’humain
création
de la mort
photographer // riccardo la valle
make up // silvia bottan
model // alexandra mandich
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Decadenza
photographer // francesco fornaciari
stylist // francesca zuco
hair & make up // vittoria maggiorelli
model // angelica magno
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collana // danae roma
maglietta & gonna // stylist own
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coprispalle // lavinia turra
vestito // alysi
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cappello & abito // stylist own
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orecchini d’oro // spadarella
pelliccia // oesan
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collana di perle // danae roma
cappotto // comme des garçons vintage
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mantella // martin alvarez
vestito di velluto // negre
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collana con foglie imbevute nell oro // danae roma
maglietta // lavinia turra
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Dire
#6/2010
Questo impaginato è la versione over paper
di Fashion E-zine, la sezione moda di
Periodico telematico di cultura
ed informazione
Autorizzazione del Tribunale di Roma
n. 630/99 del 24 Dicembre 1999
P.le Medaglie D’Oro, 49 - 00136 Roma
Redazione
Via Gregorio VII, 466 - 00165 Roma
[t] +39 0666044995 - [f] +39 0666044993
[e] [email protected]
Direttore Responsabile
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Direttore Editoriale
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Collaboratori
Gianverà Bertè
Susanna Boccolucci
Francesca Lancia
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Chiara Martellucci
Camilla Martorano
Francesca Massera
Maurizia Mezza
Diane Orlando
Emanuela Paolacci
Matteo Testa
Federica Zanni
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Editore
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