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Lecce, 5 Luglio 1926
NUM. 10
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RIVISTA QUINDICINALE D'ARTE E DI CULTURA ::
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FONTANA PRESSO QALLIVOLI `"
L'idruntina contrada, perchè di tutta Italia più
vicina alla Grecia (la quale in fatto di arti e civile
sapere su tutte primeggiò), raccogliendo greche colonie, del maestoso ed elegante bello artistico di
quella non fu pigra emulatrice. Un capolavoro di
pura architettura e di gra :iosa s:_ultara è appunto
la fontana il cui prospetto qui rechiamo in disegno,
vicinissima alla città di Gallipoli. Gli scrittori delle
cose gallipolitane si perdono in congettare intorno al
tempo in cui fu edificata : mi -noi, senza entrare in
minute ricerche, diremo solo essere opera de' Gteci,
allorchè, stanziati nella Japigia, e trovato per essi
molto acconcio questo 'ideate suolo d'Italia col suo
piacevole aere, gli abitati di monumenti abbellirono.
Di questa nostra idea molto ci rassicura il disegno
del prospetto di essa, i suai issorilievi, le allegorie
de' medesimi, la nudità e giacitura delle statue, che
son tutte case, direi, per fermo caratteristiche d&
monumenti dei primi Greci, che queste nostre contrade abitarono o decorarono.
Prima di prendere il lungo ponte, mercè il quale
l'isola, o, per meglio dire, lo scoglio sopra cui siede
la città di Gallipoli spiegandosi a' riguardanti in bellissima e maestosa mostra, si congiunge alla terraferma, a manca evvi la nostra fontana. In epoca di
più secoli addietro il ponte e la porta, che davano
ingresso alla città, restavano più verso scirocco, ed
è perciò che l'aspetto della fontana guarda' verso
quel punto. Ma, siccome le opere umane non possono a lungo perdurare, ed in ispecie quando a contrasto son messe coll'infido elemento le mille volte -men durature divengono, perciò fu mestieri di un
nuovo ponte, che alla diritta dell'antico fu costruito.
E acciò che la fontana dalla sua parte postica non
offrisse, sul bell'entrare il nuovo ponte, rozzo e disadorno muro, si pose mente e mano nel 1765 (Sindacato di Doxistracca, a dare a quel masso un gradevole aspetto divergendo a questa parte il getto
delle acque versantisi per tre cannelle di bronzo in
una gran vasca. Di questa recente facciata nulla
diremo, perchè nulla ha di notevole : sl bene per
quello che alla qualità e al pregio delle acque si appartiene, potremo simigliarle a quelle di Valchiusa,
lodandole col Petrarca siccome chiare, fresche e dolci.
Traggono loro origine nell'ultimo giogo dell'Appennino, alla distanza di circa un miglio da Gallipoli ;
ivi furono cavati sei o sette pozzi in una perenne
scaturigine, i quali, par via di ben ordinati sotter7
ranei comunicantisi tra loro, le acque rigurgitano in
un vastissimo serbatoio depuratorio; donde poi, mercè
altro acquedotto, vanno alla nostra fontana in tanta
abbondanza, che non fecero mai provare a Gallipolitani il duro flagello delle sete.
Noto è ormai come leggiadro e vago paresse ai
Greci lo stile corintio, di che usavano nelle architetture fatte per decorare piccoli e svelti monumenti
addetti al loro lusso ; e fu veramente' maestra quella
mano che qui seppe condurre sì bella opera, conciliando alla minutezza dal lavoro una squisitissima
eleganza. L'altezza della fontana è di palmi napolitani sedici, e di ventiquattro la larghezza. Su quattro basi levansi quattro piedistalli, sorreggenti altrettanti mezzi busti, sui quali posano graziosi capitelli
corinti, che tutti formano quattro bizzarri pilastri sostenenti l'arcotrave, il fregio e la cornice della fontana.
(1) Riproduciamo dal Pjliorama Pittoresco del 1841 questo notevole articolo, ispirato, in gran parte, da un capitelo delle Memorie storiche del Ravenna,
PEDE
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Ben eseguito è il basso rilievo che adorna il fregio, istoriando nel vago intreccio dei. fiorami alcune
gesta di Ercole, come quelle col Leone Nemeói e col-i:
l'Idra Lernea, le quali sculture si V'eggono ora quasi,,
direi per miracolo intatte. Tra le quattro basi:de
pilastri, che costituiscono il primo piano in prospettiva, 'erano tre vasche ordinate a raccogliere . le: ac-..
que fluenti dalle statue superiori, e delle ' quali
sopravanzano che piccole interrotte configurazioni.
Al di sopra di queste tre vasche, nei rettangoli de'
già descritti pilastri, veggonsi a-basso rilievo istoriate
tre metamorfosi di Dirce, di Salmace e di Biblide.
Giace Dirce distesa lateralmente sul
vergante
acqua da più parti del suo corpo ; a lei vicino son
due tori, , allusivi al fatto mitologico, e Più in su sta
Bacco con sugli omeri un terzo toro da cui pende il
suo manto. Finge la favola, che inaspriti Zeto
Amfione ' figliuoli dl Antiope del mal governo alla
I n- madre usato dalla gelosia di lince, e venuto loro,
il destro di menarne aspra vendatta, legaronla..
coda d'un toro, che, furiosamente trascinandola, la
tini. Bacco, commiserando alla sua fedele, la trasformò in una fonte dal suo nome presso t ebe.2 Sui
profilo dell'arcotrave leggesi Zelotipae, ..e "a dinotare
le triste conseguenze della gelosia, fu inciso stal quadro il seguente distico :
-Antiopae rabie mea stillant membra furorem;
Zelotipum caveas qui bibis hanc phraenesim.
Notisi pertanto che si questa iscrizione, come ;", :
altre seguenti, sono di recente aggiunte, come sí dirà:
qui appresso.
Nel rettangolo di 'mezzo, sta la favola di Salmace
ninfa naiade, che, affezionatasi al giovanetto Ermafliodito figliuolo di Venere e Mercurio, scongiurò i
numi di formar dei loro corpi un solb, dai quali flUic rno anche delle acque. Più sopra è effigiata "Ve- •
:-.ere tenente fra le mani' un capo della catena che i
lega i due corpi ; e i suoi occhi son volti a un pie- .
;coli)Cupd,heèsvbraglitdCos'
due amanti. La scritta è.Amoris, e i distici del quadrAto i seguenti :
Salmacis optai _concreta est ninfa marito ;
Felix virgò sz a stscit inesse virum.
Al, tu forMot: fzivenis sgmiste puellae,
• BiS:feliX unum sì licet esse duos.
NeV; t' erzo bassorilievo alla diritta dell'osservatore è
istoriata la favola di Biblide, che, perseguendo suo
fratello.;;Cauno tifi- rei
diserti luoa,ove emisi rifuggito per Sottrarsi alle' icrimirío....;e inéhieste di lei,
fu tramutata in una fonte, commiserando i numi il
suo dirotto pianto perle" amare invettive diciiiiCanno la calmò. Sta Biblide distesa al suolo, con una
sorreggendo;
mano
PettCV:d`ciii.de‘flUtsce: acqua,
calraltra tiene . -frettatriiè'rite afferra-ft.lembo
manto di suo fratello, che raccapricciato è per fuggire. Sul davanti dell'arcotrave leggeri Erubescentiae;
•
net q*Uadrettii . leggesi il disticò seguente :
illam ;
Biblis amara Vocor, dufrenr nig-e
;
Prislin'infelix- odia Versai
: parte stiperiore della cdrnicé è di inoítl secoli
più recente; e forse del 156o regnando Filippo'IV re
di Spagna e di Napoli. 'Essa forma , una "ben ornata
cornice • rampante, 'avente nel 'mezzo armi della
real casa di Spagna ed a' lati' kr' stemma della città.
Tale cuspide 'è 'di pietra carph" •o, ,tu S4 galliNfítana•
dalta- ti`iarib del celebre 7V1^fope, come leggest
forse fidrono'inche
nella storia 'Clà
La,qUalità*. déirà•
aggiunti i ,SopMcitati "dittici
pietra:aelia fori-tana' detta ciagririteSi''rWnófea :
eSSa e capate di".peiVéíto póiirnenfo;_ gtitto if quale
riesce
:V nOi 'ota, O lettore, conoscere lo stato precente di
` ie se
questo bel monumento ? Basterà d
avessi di sotto gli occhi questa "già' vista
di 'quelle Molte . statné. Mritilate 'e SozzairneniggnaSte,
per amor del bello, compreso ili acerbn'dolote„.sclamerg§ti : Qh del teroPo:itiépgraili'rUiiìei • • •
Tuttavolta le forme del belio'e.dell'elègan'teor
s'ammirano in questo avanzo 'di remota dritIchità ;
ed un artista-, fac'endOselo . ad-,élsetVare,'IroverebbeVi
che far 'tesoro.
sempre mai
• -A:
•
•
N4leati:
PALESTRINA PAUSIC2t...,9ROC;
••
Allorchè, or sono quattrocento anni, in una picco:a città nata dai ruderi dell'antica Praeneste e sitwita su di un fianco dell'Appennino Laziale a circa
chilometri da Roma, schiuse gli occhi , alla luce
un tondo e roseo bimbetto, figliuolo di Sante Pierluigi, attorno alla nuova culla danzarono in gaie ca:
ròle la fata dell'armonia ed il genietto dell'ispirazione
m u3icale.
. .
E colui che vagiva, agitando le gambette grassoccie e succhiando ingordo al seno di una robusta .e
robesta balia ciociara, era destinato ad assurgere alla
I ) . ia, come il suo nome doveva suonare alto e squil:
Liiite, simile a diana di battaglia e di vittoria,. nelle
sa .ite lotte che per l'arte si combattono.
egli doveva portare a compimento ed a perfezione.
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..
•
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la più giovane, arate dei suoi . tempia, l'Arteiìcontrapit:*
puntistica,• i e•doveva ..ianimarla.;.eigengi,erla ... italiana,
sebbene..questa i ripete5se.ile ;sue - i origini ...917g f•eddi,.e
..,
-.• .... ., .. : ..... ., .., • [ .., .
cieli. del:inord.,
grigi
Italiano di. nascita ieclii, italiana i di .: Icuore :,e d'i,intel•
letto. /, ; ;Giovanni:,,Pierluigii da: N1000a ,dette d'un,
balgo. allUtalla , quel -,,prirriato. .rnn5icalei,i che. Guido
d;'Arezzo: e. S.,• Ambrogio". 1,:asoyano...,„iuequivc)cab,i1.:-.,
•-.,; '.. .. ,...• ,...• :•. ., :. ••..
mentedonato-: •,:.
CertO•_oggi; con. la scorta :di, .iii nunmosi • documenti
venuti alla luce, nessuno più può . ipretendere„ che ,la
musica sia , nata con- il.-Palestrinai . in su,..l'aurora tdel : 'i1
secolo sedicesimo. __,a gioria..che:. spetta„ a Giovanni
Pierluigi è Pen . dif:ferente;c1a. quella cheigliii,potrebbe.,
...
cpmpetere.g 011).e innovatore, .;:.:, ...,•
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