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anno 18 | numero 34 | 29 agosto 2012 |  2,00
Poste italiane spa - spedizione in a. p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, NE/VR
settimanale diretto da luigi amicone
INTERVISTA ESCLUSIVA A MARIO MONTI
Sistemo l’Italia
e me ne vado
EDITORIALI
a proposito di uomo e di infinito
Un caso estivo di “punto di fuga”
e il cemento armato dell’ideologia
A
ntonio Simone è la notizia dell’estate. E molto al di là delle vicende giudiziarie che
lo riguardano. Quanto al nesso del suo caso con lo stato della giustizia in Italia:
anche se uno dei segni dei tempi malvagi che viviamo è la demolizione bestiale delle garanzie di rispetto per la persona umana (anche se imputata), fattore basilare
di una civiltà, la presunzione di innocenza rimane un principio centrale nel nostro ordinamento democratico e costituzionale. Seconda cosa: come abbiamo scritto fin dal
13 aprile scorso, è ovvio che non si avrebbe nulla da ridire di una sentenza che condannasse una persona sulla base di elementi probatori “oltre ogni ragionevole dubbio”. Si
ha invece da ridire quando la condanna in un’aula giudiziaria (come in Italia accade da
un ventennio a questa parte) diventa l’ultima, ma proprio l’ultima, appendice di sentenze già scritte per via mediatica e tortura del carcere preventivo.
Ma sopravanzando anche questi aspetti, pur così decisivi per il destino della giustizia
e delle libertà italiane, la notizia dell’estate di cui si accennava sopra è che, come testimoniano le lettere dal carcere di Simone e il titolo del Meeting di Rimini, “La natura
dell’uomo è rapporto con l’Infinito”. Perciò l’uomo è libero, ed è tanto più libero – anche se ristretto in una cella di sette metri quadrati con altri tre o sei uomini – quanto
più è teso a considerare tutte le dimensioni della
sua umanità. Compreso quella del limite proprio “Ci sono sempre circostanze
e altrui. E perciò povero uomo, quello che, come nella vita che ci riportano alla
ha detto Simone nell’intervista al Corriere della
radice di ogni essere umano:
Sera (che ripubblichiamo qui a pag 8), non ammette di essere peccatore come tutti. «E comun- il desiderio di felicità oltre le
que, mi sento peccatore dall’età in cui ho comin- nostre costruzioni quotidiane”
ciato a usare la ragione». Qui sta tutta la radice
della sanità di una persona e di un mondo. «Ho seriamente paura di chi non si sente
peccatore». Qui sta tutta l’impostura di adesso. L’impostura di questa giustizia, di questa economia, di questa politica, di questa religione. Fanno tutte paura perché abbarbicate alla negazione dell’Infinito e alla presunzione smisurata del finito che si vuole
(per sé) puro e senza peccato.
Però «il problema – ci scrive Antonio in una lettera privata – è che il “no” a questa cultura, il “no” espresso così bene dal Papa (vedi qui taz a pagina 64), deve diventare un “sì”
a qualcosa». Poi Simone crede di passare ad altro argomento, ma invece descrive esattamente cos’è “un sì a qualcosa”: «Qui in carcere c’è qualcosa di veramente grande. È un
luogo di sofferenza, come un ospedale, ma la sofferenza non è fisica, toglie alle persone ogni sovrastruttura circa il senso della vita, lo scopo, il modo di affrontarla. È un’immensa fraternità (pur di gente che si odia, almeno per la razza), le cui domande essenziali sono all’ordine del giorno di ogni incontro, nell’ora d’aria, a cena, nel corridoio».
Cercate una descrizione della vita quotidiana nei monasteri medievali. Troverete cose
come le lettere di Simone da San Vittore. Oggi i monasteri ricominciano dalle galere e
da tutte le circostanze dove meno ti aspetteresti un punto di fuga da «quel palazzo di
cemento armato e senza finestre», come dice il Papa, che è la mentalità ristretta e misantropa che ci preme e ci toglie l’aria da ogni parte. “Punto di fuga” è dove la gente è
costretta a cercarsi e a cercare un bene. Un respiro. Cioè, un senso. Dopo tutto, ci ha appena scritto una molto illustre collega in un messaggino di quelli che ci si scambia per
diporto, «Ci sono sempre delle circostanze nella vita che ci riportano alla radice fondamentale di ogni essere umano: il desiderio di felicità oltre le nostre costruzioni di tutti i giorni». Sì, l’uomo c’è. E le circostanze lo rivelano.
Solo quest’uomo, l’uomo (il bambino) così com’è in natura, è il protagonista di tutta la
storia. Di tutta la storia umana che grida con il poeta Pär Fabian Lagerkvist: «Chi sei tu
che colmi il mio cuore della tua assenza?/ Che colmi tutta la terra della tua assenza?». In questo senso definitivo Antonio Simone è la notizia dell’estate. Egli
è una sanità. Una libertà. Una domanda, E perciò, un mondo che ricomincia.
FOGLIETTO
Difesa della libertà.
Sono onorato di far
parte di un club che
si permette critiche
alla magistratura
S
e anche Antonio Simone avesse
commesso qualche illegalità,
la carcerazione preventiva
impostagli per confessare cose non
vere, è barbarica. Peraltro per quello
che ho osservato da collaboratore di
Tempi, sono convinto dell’innocenza di
Antonio, dell’estraneità alle operazioni
illecite che certamente si sono organizzate intorno a quelle che restano
due magnifiche realtà della ricerca
sanitaria italiana come il San Raffaele
e la Fondazione Maugeri. Provato dai
“casi” del 1992, in gran parte svuotatisi processualmente, questo caro
amico mi appariva attento a non impaniarsi in nuove vicende italiane. La
violenza esercitata nei suoi confronti
mi pare frutto di una logica di settori
della procura milanese ispirati all’idea
che i loro precedenti inquisiti debbano
estraniarsi da qualsiasi rapporto con
la vita pubblica. Anche una grande
personalità del socialismo milanese – di cui non farò il nome per non
rinnovargli dolori o persecuzioni – è
stata trattata così: avvisi di garanzia
ogni volta che si parlava di un ritorno
alla scena pubblica. A Simone, al di là
degli effetti collaterali della persecuzione di Roberto Formigoni per “tentata aragosta”, in particolare, mi pare
non si sia perdonato di sostenere un
settimanale che si permette critiche
alla magistratura politicizzata. Mentre
mi onoro di far parte di un club di
sospettati perseguitati da
personaggi dalla notoria
moralità di un Carlo De
Benedetti, mi chiedo
se questo club non
sia un po’ timido nel
mobilitarsi in difesa
della libertà.
Lodovico Festa
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| 29 agosto 2012 |
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SOMMARIO
Anna Montemurro, Paolo Ghidoli, Marina Pintus, Marisa Brambilla, Antonio Di Tinco, Daniela Salvetto, Miriam Galletti, Daniela Corveddu, Luisa Fiandra, Livio Libardi, Antonio Autieri, Silvia Avanza, Franco Silanos, Alessandro Vergni, Marco Galanti, Franco Cori, Angelo Vargiu, Carla Satta, Maria Mariani, Lucia Mussoni, Maurizio Matteucci, Roberto Fontana, Redaelli Antonio, Jos Francisco Tagliabue,
Enrica Ugolinelli, Chiara Pedrini, Silvana Colombo, Laura Tardani, Andrea Arioli, Giuditta Citton, Filippo Boscagli, Giovanna Pampado, Francesca Pasi, Sara Pedrazzini, Giuseppe Vimercati, Maria Bossi, Francesco Cerutti, Mariella Terragni, Luca Della Lucia, Michele Bissoli, Nicola Mucci, Giovanni Bruno, Maria Manara, Mariacristina Bottino, Alessandro Pagnoni, Jacopo Parravicini, Pietro Dri, Anna Tori,
Angelo Dolci, Francesca Montagna, Bianca Mazzini, Nerella Buggio, Resy Ciriminna, Elena Colombo, Paolo Grisorio, Maurizio Bertuzzi, Maria Amigoni, Sandro Sereni, Silvio Fornaro, Giacomo Moretti, Marianna Andreani, Francesca Soave, Gigi Brioschi, Valerio Biondi, Marina Corrina, Elisabetta Caputo, Fabrizio Ferrari, Paola Brasca, Donata Piccoli, Manuela Perotti, Paolo Bettiol, Francesco Margaria,
Arnaldo Appetecchi, Ferdinando Tusacciu, Federico Maffezzini, Angelita Vezzoli, Francesco Dilorenzo, Daniela Galante, Francesca Colangelo, Paolo Busnelli, Chiara Grassi, Andrea Zelioli, Gabriella Maniscalco, Milena Rainieri, Cristina Tarducci, Antonio Villani, Tonino Pulina, Brigida Marta, Sebastiano Salpietro, Davide Turri, Silvia Zacchi, Roberto Pinna, Massimiliano Mastroianni, Roberto Milesi, Cosma
Mauro, Fulvio Attisano, Francesco Perazzini, Antonio Saini, Marco Stango, Simone Fortunato, Stefania Severini, Gian Mario Bandera, Carlos Crestana Brasile, Pietro Montefinese, Lorenzo Mussuto, Marta Alloni, Stephen Wintour, Silvana Morri, Stefano Matteucci, Luciana Besani, Silvio Bosetti, Gianamedeo Pasqualini, Tommaso Chiesa, Daniela Zucchetti, Vanna Columbano, Chiara Cocucci, Learca Rinaldi,
Anna Grigolon, Alessandro Danesi, Trombetta Don Fulvio, Alessandro Bregolato, Marisa Floridia, Claudia Camino, Riccardo Mazzucchelli, Francesco Luigi David Monteverdi De Ubertis, Leonarda Tola, Giovanna Pianta, Martino Corti, Vincenzo Mangione, Francesco Corabi, Debora Corabi, Don Antonio Maffei, Antonio Girardi, Riccardo Tringali, Laura Zorloni, Roberto Andreoni, Michele Marinelli, Giuseppe Perrone, Luigi Tardini, Gianni Aime, Mauro Prada, Stefano Tagliabue, Luca Ballerin, Rita Dossena, Giovanni Belloni, Sabatini Maurizio, Marco Cappellini, Marina Bertasi, Marco Gerosa, Alessandra Brambilla, Maria Sala, Antonio Raso, Gennaro Mariniello, Giuseppe Crippa, Clara Maioli, Greta Volpones, Giuseppe Ronchetti, Giuseppe Ronchetti, Fabrizio Fuscagni, Mariagrazia Bassan, Mauro Poli, Luigi
Tagliabue, Nicola Personelli, Simone Alboresi, Gianni Fumagalli, Pietro Galluzzi, Luigi Frigerio, Maria Citterio, Silvana Colombo, Michela Baroni, Alessandro Tonti, Giuseppe Torrente, Mauro Andreata, Gianni Dacco, Ginetta Badagliacca, Brunella Novara, Mariangela Aldeghi, Don Mario Caccia, Silvia Grassi, Brigida Galliena, Valerio Rossi, Annalisa Bernasconi, Maria Cristina Parnisari, Keo Zanetti, Giovanni Battista Starace, Marina Grassi, Massimo Dalessandro, Carlo Lanzarini, Mario Caponnetto, Gabriele Calosso, Monica Russo, Maria Maurizia Gentili, Marina Perlini, Marco Ronchi, Valeria Calcagno, Stefania Luchetti, Giancarlo Rovati, Carlo Benedetti, Alessandra Augustin, Fabio Castagnaro, Gianni Mazzocchi, Orietta Arata, Danilo Gennari, Giuseppe Sabella, Luigi Torre, Marina Dionisi, Marina
Maffei, Guido Spinola, Paolo Conti, Annarosa Rossetto, Federico Bonuccelli, Paolo Florio, Valeria Senesi, Emanuela Castelli Carlo Lovati, Tommaso Frigerio, Nadia Zangheri, Franco Vieri, Rossella Macchini, Alberto Ulivelli, Giovanni Dellorto, Antonio Barbero, Paolo Monteverde, Silvia Ronzio, Claudio Ghidoli, Bruno Minelli, Isabella Polidoro, Don Eligio Ciapparella, Renata Vigan, Amedeo Cogliati, Antonio
Corica, Silvano Cosi, Matteo Colombo, Luciana Ambrosi, Pier Giuseppe Maschera, Ferdinando Barretta, Fabio Buchicchio, Nicoletta Buzzetti Amati, Fabio Fiori, Gabriella Gottardi, Mauro Salvalaglio, Lucia Valsecchi, Ester Brambilla Pisoni, Alessandra Dragotto, Daniela Gobbi, Samuele Sanvito, Claudia Mazzola, Rachele Biaggi, Antonella Cazzaniga, Giacomo Franco Mariotto, Michele Rampa, Barbara
Rizzardini, Simone Rossi, Marzia Volpini, Bruno Gaschi, Chiara Dangelo, Pietro Derrico, Rino Dangelo, Gianfranco Romano, Francesca Codazzi, Maria Spataro, Antonio Mezzacapo, Marco Benedettini, Franco Turati, Luciano Carla Zini, Massimiliano Cesarini, Tony Esposito, Giovanni Ferioli, Annamaria Longagnani, Jasmine Ion Titapiccolo, Giovanni Vitale, Enrico Romoli, Maria Grazia Beretta, Maurizio
Pazzaglia, Massimiliano Noto, Marco Bartolomei, Vincenzo Stampone, Alessandro Ceriani, Giorgio Canti, Fabio Arosio, Nadia Spano, Gabriele Aletti, Pierluigi Marini, Luigi Roggi, Achille Mucci, Federico Dossena, Miriam Maronati, Adriana Bergamini, Pretelli Attilo, Daniela De Giorgi, Marco Trivelli, Angela Freschi, Ada Ventura, Davide Bossi, Mauro Moscatelli, Don Diego Di Modugno, Maria Rosa Pont,
Serena Mazzucchelli, Alberto Sportoletti, Famiglia Rinaldi, Francesco De Capoa, Carla Garioni, Piero Marsiglietti, Alessandro Suma, Maurizio Galassi, Fabio Magnanelli, Alessandro Coppola, Remo Contucci, Maurizio Brambilla, Motta Annalisa, Mariacristina Frisoni, Anna Galassi, Simona Bottinelli, Laura Peviani, Maria Cristina Foresio, Luigi Parisi, Francesco Calloni, Anna Maria Cocco, Luisa Coltura,
Giovanna Frediani, Luca Schieppati, Patrizia Stefanelli, Vergani Monica, Lorenzo Boselli, Marco Niccoli, Donatella Da Corte Belluno, Francesca Guarnaschelli, Benedetta Vigan, Nadia Manfrini, Mariano Peviani, Ondina Negroni, Irene Ventroni, Maria Miani, Massimo Mauriello, Enrico Fiorini, Pietro Lorenzetti, Luisa Siligato, Francesco Tosi, Claudio Donofrio, Claudia Tonna, Eugenio Scola, Mirella Ghidelli Mario Signoreli, Serena Rossi, Barbara Benvenuti, Gloria Menichini, Daniele Corradi, Maurizio Niola, Antonio Sebastiano Tersalvi, Benedetto Soi, Maria Ausilia Pedditzi, Filippo Parolin, Gabriele Guainazzi, Francesco Sangiorgio, Piero Masia, Maria Gabriella Ricotta, Simona Ramero, Fabio Amati, Pierangelo Soi, Cosma Gravina, Cristiano Angiola, Silvano Negri, Giuseppe Biasini, Pierangelo Angelini,
Sonia Genetti, Stefano Rioldi, Cristina Romano, Marco Spola, Tommaso Donagemma, Giampietro Tallon, Luisa Antognoli, Paolo Lazz, Simona Cantoni, Chiara Bernini, Grazia Calzeroni, Ivana Simionato, Vilma De Privitellio, Marco Montrasi, Anna Maria Contu, Andrea Gazzoli, Mauro Apollonio, Giuseppina Carpanese, Luca Casale, Paolo Ornati, Francesco Mordeglia, Marco Bottino, Raffaella Brancato,
Pietro Guzzi, Luigi Tebaldi, Giovanna Ciaccia, Francesco Zingrillo, Davide Donno, Agnese Aiello, Fabio Merlo, Ivan Borghesi, Graziella Scolari, Lusso Giacomo, Gabriella Molteni, Carmen Giussani, Paola Guzzetti, Maria Eva Virga, Gio Galante, Gian Pietro Venturi, Simone Zanotti, Loredana Chiarini, Luigi Radaelli, Giancarlo Giojelli, Claudia Frigerio, Ernesto Massa, Chiara Ferla Lodigiani, Piero Chioccioli,
Luca Fossati, Emanuela Del Pero, Fortunato Pezzimenti, Andrea Alamia, Naria Luigia Perillo, Anna Teresa Chiroli, Maria Grazia Tenedini, Ivana Basilico, Rolando Sibilia, Danilo Mezzani, Antonio Coppola Bove, Laura Ferrari, Claudio Gambol, Antonino Arduca, Leonardo Taglianetti, Francesca Lazzarini, Carlo Trentacapilli, Guido Giussani, Marina Bartolini, Eriberta Angradi, Anna Formaggio, Fabrizio
Asara, Giovanna Fridosio, Agostino Cotesta, Bruno La Manna, Enrico Planca, Mauro Zanzi, Tommaso Valcamonica, Piera Pizza, Angelo Mandorlo, Alberto Pozzari, Tullio Gaggioli, Eleonora Tomaello, Carlo Alberto Tersalvi, Pietro Raimondi, Magda Vitiello, Vincenzo Mandile, Alessandra Vele, Serena Spitalieri, Claudio Boscolo Marchi, Nancy Ventura, Stefano Fugazza, Alda Uberti, Anuscka Casadei, Alessandra Modio, Sandra Bolognesi, Roberto Rossi, Alessandro Menegatti, Pietro Montaldi, Antonio Maria Spotti, Cristiana Gavio, Danila Brusa, Guglielmo Cavallo, Francesco Iaquinta, Nadia Castaldi, Stefano Carchen, Roberto Ricciardi, Patrizia Locati, Federico Perico, Carlamaria Zanzi, Massimo Roman, Renato Pagani, Marco Bertini, Dario Rurale, Giuseppe Licciardo, Claudio Panzacchi, Luca Giacomini,
Renato Pelella, Caterina Baldoncini, Luciano Spinozzi, Elena Carcano, Alberto Ulivelli, Emilia Olgiati, Alfredo Puglia, Ivano Ciusani, Calogero Zuppardo, Mariolina Piazza, Roberto Belotti, Rossella Cerutti, Luca Marchioro, Sandra Maria Stallone, Matteo Ripamonti, Gianluca Basili, Anna Tagliabue, Rino Santorufo, Paolo Ferrario, Don Fabio Baroncini, Luciano Barozzi, Matteo Sgrenzaroli, Cecilia Arosio,
Stanga Giovanna, Elisabetta Galletti, Balint Huszthy, Piergiorgio Vianello, Maurizio Terzi, Marco Balbi, Valentina Caruso, Fulvio Sangalli, Barbara Poggi, Letizia Ronchi, Francesca Belingheri, Diego Sartori, Mario Brambilla, Alberto Conti, Paola Campadello, Cesare Coroneo, Gabriella Citterio, Carlo Ballerio, Andrea Pizzini, Attilio Ghiringhelli, Valentina Stanga, Barbara Aldrigo, Mariagrazia Bonanomi,
Raffaella Soave, Marco Riccobono, Adriano Montanaro, Rodolfo Gallazzi, Bruna Marzola, Andrea Bertin, Maria Letizia Ribichini, Francesco Giacalone, Gianbattista Parravicini, Alessandra Rizzi, Maria Luisa Cassera, Irene Natale, Fernando Locatelli, Cristina Piuma, Ian Farina, Isabella Monti, Giuliana Zanello, Michela Golfieri, Lucia Pavan, Laura Ghezzi, Barbara Pessini, Alessandro Sottocorno, Francesco
Molinari, Cristiano Guarneri, Lorenzo Benincasa, Francesco Baiocchi, Iori Angelini, Piera Fabiano, Paolo Fumagalli, Paolo Monti, Patrizia Carrettini, Gianfranco Risso, Giovanni Battista Montanari, Floris Patrizia, Anna Dallora, Fiero Innocenzi, Paolo Santagostini, Raffaello Benetti, Giovanni Pecciarini, Paola Barzon, Paolo Negri, Fiorenzo Cerati, Diletta Dandrea, Luca Pierotti, Marta Gandolla, Mario Ballabio, Matilde Polia, Alessandro Giorgetti, Lea Colombini, Michela Scotti, Matteo Romoli, Paolo Nordio, Marco Calamita, Alfredo Mancini, Eleonora Forneris, Favalli Mcristina, Gabriele Fanti, Giulio Leoni, Chiara Mariotti, Gandolla Raimondo, Giorgio Usai, Lorenza Violini, Raffaele Sacchetti, Marcella Leccese, Alessandro Maglio, Daniela Gizi, Paola Gavello, Dino Righi, Giuseppe Valli, Luisa Secchi, Giovanni Chiodi, Rosamaria Reale, Adrian Ungureanu, Luigi Santambrogio, Antonio Bargna, Patrizia Beretta, Alessandro La Rosa, Paolo Rossi, Giovanni Vitale, Donatella Bonizzato, Egidio Mosconi, Micaela Prencipe, Nicoletta Invernizzi, Enrico Scala, Costantino Gregori, Luigi Ferrario, Anna Bernini, Alice Pellizzoni, Sara Montalti, Giacomo Vianello, Marco Aime, Maurizio Mariani, Stefania Farris, Elisabetta
Garelli, Livio Gambetta, Marco Medici, Antonio Benigni, Stefania Moroni, Matteo Facchini, Emanuela Paoletti, Marco Carturan, Roberto Cavalletti, Paolo Zanichelli, Redaelli Giuseppe, Giuseppe Guidotti, Filippo Anzaldi, Sergio Galli, Maria Nadia Galli, Mariarosa Toffoletto, Andrea Ghidini, Giovanni Pirovano, Gaetano Iaria, Paola Paoletti, Luca Borghesan, Mauro Scateni, Silvano Cella, Daniele Buratti,
Emanuele Bianchi, Marco Astolfi, Francesca Quattrocchi, Marco Gatti, Andrea Cazzaro, Elisabetta Micale, Anna Ortolani, Maddalena De Fazio, Claudio Baleani, Luigi Borlenghi, Lenca Toma, Carlo Gatti, Chiara Aluisio, Silvia Scuratti, Luca Ferrari, Elena Scrosati, Maria Rita Sangiovanni, Maria Rosa Franchi, Katia Tosatto, Marcello Col, Alessandro Doninelli, Debora Tura, Evelina Cattaneo, Giovanni Zanardi, Pier Francesco Cortrese, Riccardo Dietrich, Sonia Venditto, Massimo Giacinti, Ondina Roscelli, Marzia Giacca, Silvia Mascellani, Giuliano Bernardotti, Antonella Viviani, Paolo Mattaini, Carla Foglio, Mariapaola Bottino, Davide Bartesaghi, Gianluca Mariani, Giacomo Alloni, Leonardo Giordani, Jacopo Bellucci, Ercole Galli, Claudio Del Bianco, Frezzato Giovanni, Gianfranco Bonera, Roberta Catignano,
Salvatore Campanale, Ugo Teatini, Nello Ruffini, Elisa Priotti, Matteo Mazzola, Marco Lombardi, Giorgio Prinzivalli, Remo Reggiani, Andrea Zanini, Elena Bossetti, Giambi Gabriele, Emilio Maiandi, Lara Piffer, Emanuele Moroni, Laura Bigotta, Giuseppe Reggiori, Paolo Lamperti, Luigi Moretti, Riccardo Morini, Andrea Anaclerio, Giovanni Clot, Arnaldo Facheris, Patrizia Lodigiani, Marta Calzolaio, Stefano Molla, Sara Zanotelli, Orazio Amos Spinelli, Donatella Arienti, Massimiliano Belletti, Stefania Bizzocchi, Francesca De Petro, Rosita Riva, Anna Grazia Brendaglia, Davide Vianello, Manuela Mariani, De Rosa Matteo Andrea, Roberto Vitali, Roberto Beretta, Luca Bianchi, Roberto De Marco, Gianfausto Bugatti, Franco Toffoletto, Patrizia Fornaro, Massimo Cicero, Marco Alberio, Alessandro Cignoli, Francesco Comelli, Cirino Bongiovanni, Palmira Barattini, Stefania Covini, Massimo Bramucci, Giancarlo Pavan, Andrea Francesco Candiani, Alfio Gobbi, Domenico Calveri, Camillo Vitali, Marco Passamonti, Eugenio Dellorto, Laura Soldo, Cristina Scorti, Ganluigi Marredda, Maria Grazia Crespi, Fabio Giuccioli, Davide Villani, Patrizia Noris, Roberto Zambetti, Duilio Gennari, Gianni Vigogna, Don Guido
Ottorino Randon, Marcella Pase, Davide Tonni, Gerardo Pisano, Maria Antonietta Salomoni, Luisa Bergna, Alfredo Abbondi, Mario Magnanelli, Laura Kessler, Nicola De Lucia, Andrea Benzoni, Paolo Costa, Umberto Ciaroni, Andrea Scardino, Elio Pezzi, Loredana Dore, Aldo Giacca, Maddalena Mazzucchelli, Giorgio Piubeni, Enzo Mauri, Domenico Sanna, Francesco Volpe, Francesco Brasca, Pierpaolo Satta,
Mauro Lerario, Alessandra Marotta, Paolo Cucchi, Diego Montrone, Gian Luigi Venturi, Donato Mauro, Carlo Barazzetta, Emanuele Buttazzoni, Mariarosa Olgiati, Giovanni Carcano, Olviero Frigerio, Elvio De Santis, Massimo Bionaz, Giuditta Belli, Gislaine Dos Santos Vieira, Flavia Bruseghini, Giovanni Fasani, Giancarlo Bonetti, Stefano Bruni, Raffaella Di Paola, Fabrizio De Luigi, Mario Mattei, Chiara
Zanola, Sergio De Caro, Marcello Rola, Claudia Castellani, Enzo Martello, Carlo Picciolini, Elena Rondena, Andrea Mondini, Carlo Fumagalli, Giulio Luporini, Carlo Maronati, Filippo Palazzo, Maria Zardini, Roberto Inguanti, Maria Ausilia Baglio, Claudio Girola, Nicola Dorazio, Martino Astolfi, Walter Schileo, Paolo Cordisco, Mazzini Maurizio, Elena Scandroglio, Daniele Antonio Ferrari, Tommaso Simone, Daniela Zonta, Rosa Mediani, Maria Francesca Destefanis, Maria Candida Zannoni, Francesca Greselin, Anna Lazzarin, Stefano Gheno, Stefania Adami, Giulio Discacciati, Enrico Tarani, Tommaso Zurleni, Maria Daniela Sacchi, Cristina Corrarati, Stefano Bochdanovits, Ivo Paiusco, Roberta Rivolta, Sebastiano Catalano, Manuela Passeri, Giovanni Tomaini, Giulio Bregonzio, Valeria Maiocchi, Paola Galafassi, Stefano Deandrea, Paola Calveri, Roberto Nizzola, Andrea Conconi, Mazzucchelli Massimo, Paolo Lolli Ceroni, Cosimo Dagostino, Tiziano Barone, Silvana Grillo, Paolo Ferrari, Ernesto Vagni, Giovanni Foschini, Graziella Nucci, Aldo Vastola, Silvia Guzzi, Maria Bianchi Janetti, Laura Bernetti, Mariella Paltra, Carlo Conti, Tiziana Barchiesi, Maria Crema, Mauro Prada, Maurizio Strappelli, Maria Mirabella, Fabio Brumani, Fabio Ciliberti, Mariagiovanna Sedini, Michele Pais, Maria Laura Fraternali, Giacomo Arnone, Michelangelo Penna, Alice Grassi, Daniele Pirazzi, Paola Corradi, Paola Cavadini, Daniele Bonvicini, Roberto Nebbia, Paola Feroci, Silvana Colombo, Lupo Ersilia, Mariarosaria Del Nunzio, Franco Guzzetti, Margherita Pergolotti, Alberto Merlo, Anna Maria Facchinetti, Maurizio Lombardo,
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Chiarappa, Miriam Rossetti, Mariella Magni, Pietro Sala, Pietro Renda, Walter Costanzi, Lorenzo Conti, Mailina Longo, Francesco Salerno, Luisa Ballabio, Maurizio Giovagnoni, Carlo Chiesa, Dioni Enrico, Loredana Simoncelli, Chiara Valassi, Sandro Gianola, Francesco Vian, Terry Torre, Giancarlo Paganini, Monica Sarte, Francesco Tremolada, Giuseppa Putaggio, Gianni Paris, Aldo Di Carlo, Mario Predieri, Marina Dincecco, Gabriele Gatto, Annamaria Fantinato, Piero Basini, Roberto Orlandi, Marco Della Valle, Giorgio Facci, Giovanni Fenili, Laura Gentilini, Andrea Cocco, Ilario De Monte, Luca Bernardi, Angelo Valle, Marino Sala, Stefano De Carli, Giulia Zangheri, Anna Maria Padula, Maurizio Vittuoni, Lorena Volont, Roberto Grotti, Giuseppe Degio, Pace Simone, Ernesto Montanaro, Lucchi Giampaolo,
Nicola Lovecchio, Claudia Lecchi, Terenzio Girotto, Rosella Giovanelli, Alessia Carrettini, Mimma Rinaldi, Michele Pezzoni, Giuseppe Raganato, Andrea Racca, Pia Definti, Marina Valbonesi, Nicola Signorelli, Giorgio Bavestrello, Lelia Zamboni, Maria Parolini, Antonella Gentile, Claudio Giorgi, Alessia Carrettini, Domenico Aiello, Pier Luigi Medone, Mariapia Alfarano, Maria Carla Buzzi, Stefano Dessi,
Paolo Avezz, Enrico Bernini, Andriolo Giuseppe, Maria Luigia Vaira, Chiara Lucchesi, Teresa Del Torto, Marco Testolin, Gabriele Lazzari, Ambrosi Anna, Maurizio Ianiero, Lucia Zanotti, Faro Evola, Cecilia Carrettini, Emma Rossi, Barbara Frigeni, Alfredo Errico, Marco Zagni, Claudio Di Luzio, Simona Pigati, Massimo Palumbo, Marco Frigeni, Daniela Leali, Fausto Leali, Arman Armand, Francesca Bertolazzi, Massimo Pesaresi, Stefano Maitan, Stefano Maitan, Pierdamiano Ferro, Luigi Frigerio, Massimo Andriolo, Sandro Zavatta, Irene Rossi, Giancarlo Bettucci, Raffaella Manelli, Gianluigi Rossi, Umberto Bombardelli, Franco Premoli, Feliciano Basilico, Mons Corrado Sanguineti, Chiara Raineri, Chiara Raineri, Antonella Gigante, Stefano Bernabei, Maria Consigli, Floriana Francioni, Alfiero Mariotti, Renata
Figini, Laura Cioni, Mario Ghirardi, Luca Crosa, Lorenza Zanzi, Gemma Barulli, Ida Gabriele, Marisa Cappelletta, Walter Frigeni, Anna Carelli, Graziella Zambon Tome, Filippo Casadei, Carlo Boccola, Paolo Meneghin, Marco Riganti, Marco Zagni, Marco Miglierina, Francesco Calloni, Filippo Mazzeo, Giovanni Cazzaniga, Don Pinuccio Mazzucchelli, Cristina Baldissin, Stefano Brasca, Paolo Rusconi, Angelo Mandelli, Famiglia Somenzi, Maria Coccia, Roberto Travaglino, Daniele Bassi, Shirley Hadisandjaja, Ana Lydia Sawaya, Francesco Mangone, Eugenio Reato, Camilla Baldissara, Massimo Cassinari, Matteo Romolotti, Anna Aquila Alberti, Ugo Papa, Giovanni Grassani, Gabriele Sguazzini, Roberto Marengon, Mariangelo Gandini, Leopoldo Cavadini, Antonluca Moschetti, Gianmaria Martini, Roberta Piccinini, Angelo Marinucci, Mario Cedone, Michele Tagliatesta, Luca Ferri, Renato Barenghi, Paola Carradori, Mario Molteni, Giorgio Ferri, Gabriella Andreatta, Renzo Alzetta, Mariella Ferrante, Mariagrazia Biasin, Matteo Anghileri, Carlo Zocchetti, Carla Cornolo, Giuseppe Vella E Famiglia, Daniele Magazzeni, Antonino Restivo, Famiglia Triberti, Paola Zannini, Catherine Chen, Viviana Chimenti, Giorgio
Barraco, Marco Luccini, Giampaolo Landolfi, Dantina Bonvicini, Nicoletta Introini, Mirco Iadarola, Laura Luciani, Alberto Rodriguez, Nando Patrizi, Stefania Tassetto, Antonino Sidoti, Nuccio Condorelli, Rita Vendrame, Gianni Nocera, Rosa Maria Dellepiane, Giovanni Castenetto, Salvatore Savino, Gabriella Drudi Amorini, Debora Bassani, Roberto Vivarelli, Luigi Rossetti, Piera Battistolo, Luciano Paci,
Benedetta Pellegrini, Luigi Orioli, Peppino Pellegrini, Marisa Pacioni, Daniela Galli, Franco Fabbiocchi, Ivano Fucci, Carlo Valli, Alberto Sanguineti, Anna Maggi, Egidio Dozio, Carlo Martinelli, Michele Castenetto, Mario Milani, Milena Crippa, Roberto Castenetto, Laura Vitale, Andrea Farruggia, Nunziante Molinari, Bruno Nalon, Matteo Rigamonti, Cira Angelone, Giulia Bassi, Luca Taddei, Roberto Algarotti, Elena Mauri, Antonio De Menna, Nadia Ravizza, Damiano Buzzetti, Gentian Beqo, Fabio Gualtieri, Franco Giussani, Claudia Padovani, Matteo Tinti, Enrico Rigamonti, Marina Zazzaroni, Francesco Bertoldi, Federica Piisotti, Sandra Valenziano, Mario Calabrese, Leonardo Radaelli, Marco Rossetto, Ambrogina Vergani, Giuseppe Farina, Adriana Ferrari, Rita Bigelli, Giuseppe Negro, Massimo Maciga,
Andrea Natale, Matteo Puricelli, Donatella Villa, Mattia Barbarossa, Carlo Micheli, Fatima Mascia, Ornella Pozzi, Fatima Mascia, Franco Caron, Mario Ravandoni, Raffaele Dragoni, Benvenuta Plazzotta, Antonio Smurro, Maria Assnta Anghileri Brusadelli, Laura Azario, Anna Mendola, Giuseppe Scalella, Paolo Facciotto, Maria Teresa Mariotti, Paola Mandelli, Silvano Mandelli, Lorenzo Ricchi, Fanilo Ciocca,
Cristina Tamburini Ferrini, Domenico Pini, Damiano Minunni, Antonella Zaccuri, Gianmaria Bettoni, Enrico Grassi, Elisa Orso, Mariella Manuela Gervasio, Chiara Bertoli, Pino Cassina, Rosa Maria Locatelli, Mario Maggi, Eugenio Rigon, Gianni Varani, Maria De Domenico, Gianfranco Benelli, Roberto Meli, Marida Canepa, Giovanni Gabriele Babini, Peppe Rinaldi, Alessandro Rizzo, Tommaso Marcatelli,
Arcangelo Annunziata, Giuseppe Schillaci, Luisa Chiesa, Nerina Trifilo, Michele Aleffi, Jean Valenti, Luigi De Luca, Gabriele Paganelli, Giancarlo Cavagnoli, Ivano Conti, Elda Spotti, Emanuel Tribbia, Daniela Mignoni, Giovanni Solari, Eugenio De Marino, Alberto Flavio Fulgoni, Grazia Ribatti, Evelyn Tang, Antonio Dalessandro, Anna Gentile, Maria Massa, Pina Soggia, Adolfo Boffi, Daniela Tome, Nicoletta Nativio, Tommaso Bevilacqua, Martino Borgonovo, Rosa Minunni, Pietro Alvisi, Gabriele Cappelli, Giovanni Grosskopf, Sergio Cinnirella, Guglielmo Di Marzo, Lorenza Piconio, Luigi Gastoldi, Giuseppe Ugo Comaschi, Andrea Perazzolo, Chicco Sironi, Francesco Soro, Fiorenza Zambon, Piero Gabrielli, Luciano Ruggeri, Maria Chiarenza, Lodovica Radaelli, Cecilia Gallo, Paolo Scotti, Paolo Scotti, Loredana Mastrogiulio, Matteo Romagnoli, Virna Ghisleni, Roberto Maria Di Gilio, Paolo Benzoni, Rosanna Favulli, Michela Fabbri, Marco Locati, Gaetano Rossi, Angelo Doneda, Marina Serena Salvadori, Alessandro Marini, Anna Maria Bertoni, Rosella Cesana, Tommaso Onofri, Annalisa Benatti, Andrea Cestari, Alberto Riva, Stefano Colombo, Alberto Frigerio, Lodovico Forn
m
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San Vitore. Il potere di un senza potere
L’intervista del Corriere al nostro combattente amico,
l’ultima lettera dal carcere e il giurista che porterà al
Quirinale un dossier per interrompere la flagranza di reato
Simona Ravizza, Antonio Simone, Andrea Pugiotto......................................................................6
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INTERNI
Una regione che funziona,
il Pdl che perde pezzi,
le inchieste che
lo riguardano e l’eterno
problema di cosa fare
da grande. Polito
e Scalpelli riflettono
sul futuro politico
di Roberto Formigoni
Formigoni. Aspettando un buon partito
Antonio Polito e Sergio Scalpelli riflettono sul futuro
politico del presidente della Regione Lombardia
Dall’alto, Sergio
Scalpelli, ex Pci, oggi
con “Italia Futura”.
Antonio Polito
è editorialista del
Corriere della Sera
di Ubaldo Casotto
M
Foto: Agf
ilano-italia era il titolo di una
fortunata trasmissione televisiva condotta da Gad Lerner, il
giornalista che si è ripromesso di chiedere tutti i giorni le dimissioni del governatore della Regione Lombardia Roberto
Formigoni, il quale, forte dei risultati e
dei riconoscimenti che anche la Corte dei
Conti ha espresso nei confronti del suo
operato come amministratore pubblico,
a dimettersi non ci pensa punto.
Lombardia-Italia potrebbe essere la
risposta politica di Formigoni alle intemerate dell’Infedele. Il modello di governo che ha fatto della Lombardia una
regione di eccellenza non solo in Italia
ma a livello internazionale - al netto di
interessate campagne stampa e di indagini giudiziarie che dovranno provare singoli reati (tentativo fallito undici volte
durante i mandati di Formigoni) - può tornare utile per il Paese?
Ragioniamo di questa prospettiva
politica del centrodestra con due persone con una storia di sinistra, senza pregiudizi ideologici per riforme di stampo
liberale: Antonio Polito, già vicedirettore di Repubblica, fondatore del Riformista e con un’esperienza parlamentare con
la Margherita e ora commentatore politico per il Corriere della Sera; il secondo è
Sergio Scalpelli, un passato nel Pci per il
quale è stato responsabile della Casa della
Cultura di Milano, una svolta liberale che
l’ha visto tra i fondatori del Foglio, poi
assessore del Comune di Milano nella prima giunta Albertini, oggi promotore di
“Italia Futura” in Lombardia. Se il primo
è un autorevole osservatore della politica
nazionale, il secondo è un profondo conoscitore delle dinamiche politiche milanesi e lombarde.
Antonio Polito non è un elettore
di Formigoni, ma è un sostenitore della democrazia dell’alternanza, non gli
dispiace quindi che la competizione politica sia tra programmi con una identità
netta, e per l’esperienza di governo della Regione Lombardia dice di aver «sempre provato ammirazione. In essa ho visto
realizzato quello che qualcuno ha definito il riformismo delle opere». In Lombardia, secondo Polito, «in questi anni abbiamo visto all’opera un’idea della compenetrazione tra pubblico e privato, tra profit e no profit, che ha costruito un modello di welfare moderno, per certi aspetti
simile al tentativo di Tony Blair in Gran
Bretagna». Il focus dell’esperienza lombarda è, per Polito, il principio di sussidiarietà, «un criterio metodologico decisivo per il welfare del futuro».
La Regione che ha fatto una riforma sanitaria introducendo il privato e il
no profit nel sistema sanitario pubblico,
che ha inaugurato la pratica dell’accre-
ditamento per il privato sociale che opera nel settore dell’assistenza, che ha permesso una libera scelta del cittadino praticamente azzerando le liste di attesa per
le visite specialistiche e gli esami diagnostici, ha anche dimostrato che in questo
modo si possono tenere i conti in ordine.
to a ogni nuova offensiva della magistratura, ma così, secondo me, butterebbe a
mare tutto ciò che ha costruito in questi
diciotto anni di buon governo che ha fatto della Lombardia una delle regioni più
avanzate del mondo. Oppure si fa promotore di una nuova iniziativa politica nel
centrodestra, con il Pdl, ma superandone
Montezemolo, Giannino & C
l’attuale configurazione, che l’ha condot«È ormai chiaro a tutti - commenta Polito to in una situazione di stallo nella quale
-, a destra come a sinistra, che non potre- assiste impotente alla fuga di gran parte
mo più godere di un welfare interamen- del suo elettorato moderato».
C’è un blocco sociale di riferimento,
te erogato e finanziato dallo Stato: c’è
un’esigenza che le generazioni passate deluso dalle mancate realizzazioni delle
non hanno conosciuto, una domanda di promesse liberali, in cerca di nuova rapassistenza e cura degli anziani o di assi- presentanza, o quantomeno di rappresenstenza domiciliare che è nuova, e rispetto tanza reale, come testimoniano, seconalla quale la forma statale è la più buro- do Scalpelli, movimenti di insofferenza
cratica e impersonale, e quindi la più ina- dell’area dei moderati, «tentativi come
deguata. In Lombardia, invece, in que- quello già più strutturato di Luca Cordesti anni abbiamo concretamente visto in ro di Montezemolo, o come quello appena lanciato da Oscar Giannino».
opera una welfare society».
Nel centrodestra lombardo vi sono
Di fronte a queste realizzazioni, se
non vuole disperdere un patrimonio che inoltre personaggi come l’ex sindaco di
può diventare una risorsa per tutto il Pae- Milano Gabriele Albertini, oggi deputase, «Formigoni si deve decidere», dice Scal- to europeo del Pdl, più legati alla borpelli, «e si tratta di una scelta politica, o ghesia conservatrice di stampo montachiudersi nel Pdl e giocare in difesa rispet- nelliano, espressione di un conservatorismo liberale con venature
imprenditoriali e nel monL’ex parlamentare della Margherita:
do delle professioni. Anche
«In Lombardia c’è un riformismo delle opere Albertini è un’altra figura
simile al tentativo di Tony Blair in Gran
di coagulo per i moderati,
e secondo alcuni potrebBretagna, decisivo per il nuovo welfare»
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Ubaldo Casotto.........................................................................................................................................................................................................16
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ESTERI
Economia. La proposta del professore
Alberto Quadrio Curzio detta le azioni da promuovere
per tornare a volare. Partendo dagli EuroUnionBond.....22
ESTERI
Lo scontro sui grandi
temi della modernità
nell’America che si
prepara al voto si è
fatto anche una
questione di abitudini
alimentari. Chick-fil-A
è diventato simbolo di
“tradizione”,
al “progressista”
Starbucks si sono
affiancati la Nike e
il gran capo di Amazon
da quando obama ha “cambiato idea” sui
matrimoni gay, la spaccatura etica dell’america
si è tradotta anche nelle abitudini alimentari.
e al fast food Chick-fil-a ci si mette in coda
per difendere le nozze tradizionali
di Mattia Ferraresi
O
rdinate una razione di pollo fritto
con mostarda al miele in un fast
food Chick-fil-A; poi uscite dal
ristorante, raggiungete lo Starbucks più
vicino e chiedete un Frappuccino al
caramello con una ciambella glassata,
e nel giro di pochi minuti avete ottenuto la rappresentazione gastronomica della battaglia culturale che divide l’America. Le due catene alimentari sono al centro di una disputa che sintetizza lo scontro fra due visioni del mondo, e trova il
suo punto d’attacco nel matrimonio gay,
ossessione che divide trasversalmente la
società americana. La questione del matrimo-
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nio omosessuale si muove più o meno
sottotraccia ormai da decenni nel dibattito sociale americano, ma da quando
il presidente, Barack Obama, ha concluso quella che lui chiama, con una certa
enfasi, un’evoluzione ideale e i suoi avversari definiscono, con un certo realismo,
una scelta di opportunismo politico e si è
deciso a esplicitare il suo favore al matrimonio fra persone dello stesso sesso, lo
scontro ha invaso ogni settore della società. Da un punto di vista simbolico, anche
la legalizzazione del matrimonio gay nello stato di New York, benedetta all’unisono dal sindaco, Michael Bloomberg, e dal
governatore, Andrew Cuomo, ha sdoganato il dibattito a livello nazionale, trasformandolo in rivendicazione militante, con
grandi movimenti di fondi per sostenere l’una e l’altra campana. Anche da parte delle grandi catene alimentari. A New
York s’è sposata con la sua compagna storica Christine Quinn, speaker del consiglio comunale protetta da Bloomberg
come una sua appendice ideologica e scaltra democratica in rapida ascesa, tanto
che la sua candidatura al posto di sindaco
nel 2013 è un fatto dato ampiamente per
scontato fra gli osservatori della politica
cittadina. Qualche settimana fa Quinn ha
invitato nella sala del consiglio comunale
un bambino di 10 anni, che davanti alla
commozione di tutti i presenti ha spiegato quanto siano giuste le idee del pre-
sidente Obama sul matrimonio gay. Ha
raccontato che alcuni compagni di scuola non hanno un papà e una mamma, ma
due mamme o due papà, fatto giudicato
perfettamente normale dal piccolo. Il 28
luglio la stessa Quinn ha inviato una lettera piuttosto assertiva, per non dire minatoria, a John Sexton, il rettore della New
York University. La missiva non discuteva
argomenti inerenti all’operato dell’università, ma chiedeva in modo piuttosto
brusco di interrompere immediatamente i rapporti commerciali con la catena
Chick-fil-A, che ha un suo punto vendita
all’interno del campus.
Il peccato del re del pollo fritto
Il peccato mortale di Chick-fil-A è presto
detto: il suo presidente, Dan Cathy, in
un’intervista ha esplicitato il suo sostegno al matrimonio tradizionale, condendo l’offesa che ha fatto infuriare
Quinn con l’idea che esista una «definizione biblica di matrimonio». Cathy ha
argomentato: «Invochiamo il giudizio
di Dio quando gli mostriamo il pugno
chiuso e diciamo: “sappiamo meglio di
te che cos’è il matrimonio”. Prego che
Dio abbia pietà della nostra generazione che coltiva un atteggiamento talmente temerario e arrogante da credere di
poter cambiare la definizione di matrimonio». Una dichiarazione del genere
non poteva che far infuriare la metà
dell’America che la
pensa come Quinn,
la quale però anche a
giudizio del produttore
di idee liberal per eccellenza, il New York Times,
è andata un po’ oltre la
ragionevolezza. Chiedere
a un’istituzione di «chiudere immediatamente il
vostro rapporto con la catena di fast food rappresentata nel campus» e ordinare,
peraltro senza nessuna autorità per farlo, che «il punto
vendita sia rimpiazzato da
un altro ristorante il cui proprietario non denigri una parte della popolazione» è un atto
di imperio che non s’accorda
granché con i proclami di libertà assoluta con i quali normalmente Quinn infarcisce i suoi
discorsi. Sulla via dello scontro
frontale s’è avventurato anche il
sindaco di Chicago, quel Rahm
Emanuel che è stato alla Casa
Bianca al capezzale di Obama per
due anni, il quale ha promesso
solennemente che la catena Chickfil-A non aprirà mai un punto vendita in città, anche se questi battisti
della Georgia trovassero la formula
per il pollo fritto perfetto.
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Stati Uniti. Tutti da Chick-fil-A
Da quando Obama ha “cambiato idea” sui matrimoni
gay, la spaccatura etica dell’America si è tradotta
anche nelle abitudini alimentari. E al fast food di Cathy
ci si mette in coda per difendere le nozze tradizionali
Mattia Ferraresi.................................................................................................................................................................................................. 26
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cultura
una generazione in trincea/1
CULTURA
In queste pagine, Marco
cirnigliaro, Generazione,
100x100 centimetri,
acrilico su tela
Il volto
del destino
Quelli che lasciano la droga, quelli che ci
muoiono dentro. Quelli ingannati da adulti
che invece di dire «seguimi» dicono «seguile».
Le regole. Suggestioni in ordine sparso
per guardare in faccia i nostri ragazzi
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Q
le mani mentre teneva in mano il foglio
con gli appunti delle menzogne dettate
dalla figlia. Si sforzava di non piangere e
di mostrarsi duro, ma a un certo punto
di fronte al rispetto e alla fermezza che
mostravo ha iniziato a vacillare: «Io capisco che il vostro lavoro è importante...
mia figlia ha apprezzato che l’abbiate
costretta a lavare i pochi denti rimasti».
A quel punto ho sentito che potevo parlare chiaro e gli ho detto che sua figlia
è bugiarda, ambigua anche in ciò che
cercava di dire come positivo per continuare in realtà ad esser confusa e continuare a drogarsi, mantenendo vivo l’autoinganno e l’imbroglio in cui preferisce
vivere e morire.
Marco è entrato in comunità dopo
anni di eroina in vena. Del padre, alcolista, parla con fatica. Sente ancora il dolore delle botte. Non fatica a parlare, invece, della mamma. Dolce, forse troppo,
ualche giorno fa francesca, dopo
poche settimane passate in comunità, se n’è andata. Era entrata
con un dosaggio alto di metadone, sommato ad altri farmaci che dovevano servire a distrarla dai suoi pensieri “tossici”. Il poco tempo che ha trascorso con
noi era stato improntato alla polemica
su tutto. Il giorno dopo la sua partenza ricevo una telefonata del padre (mai
visto né sentito prima). È arrabbiatissimo
e chiede di potermi incontrare. Ci accusa
di avere trattato male la figlia, di averla
insultata quando la esortavamo a “non
fare la tossica”, addirittura di non averle
permesso di usare la doccia. Quello che
non le andava bene in comunità Francesca lo aveva raccontato al padre e lui ce
lo rinfacciava paro paro. I difetti e i problemi possono esserci ma sono sempre
un alibi per chi arriva da noi a liberarsi dalle droghe. A quell’uomo tremavano
|
come la marmellata di sambuco che portava a noi famiglie della comunità. Appena arriva da noi si fida subito. Nel dolore che ha segnato la sua vita si rende conto di aver trovato un luogo grande e adeguato alla sua domanda. Sa fare il muratore come il padre. Non vuole più perdere tempo e così sfrutta al massimo, lui
che ha appena la terza media, la psicoterapia individuale, l’amicizia con i suoi
compagni di cammino. Nelle prime uscite del reinserimento incontra una giovane donna, si innamorano. Oggi vivono insieme, lavorano entrambi, lui nella costruzione del Villaggio san Michele Arcangelo, lei in un negozio. La vita in
fondo è semplice. Può divenire semplice.
Poi ci sono i minori che arrivano
in comunità. Violenti, spavaldi, senza
rispetto. Igor ha 16 anni. A guardarlo
è giovane, sveglio. È arrivato qui direttamente dopo il carcere perché ha avu-
to rapporti con minori in forme ambigue e violente. Da piccolo faceva la doccia con la mamma e in casa viveva rapporti in cui la commistione e l’indistinto erano la norma. Non siamo ancora riusciti a capire che tipo di rapporto avesse
col padre. Igor per certi versi è figlio di
questo tempo inutile e indistinto. Gestisce i rapporti con le cose e con le persone in forme maniacali. Non si droga,
anzi disprezza chi si droga come qualcuno che non è in grado di controllarsi. La
comunità inizia a scalfirlo e così iniziano i “guai”: si accorge che non riesce ad
essere sempre perfetto. Mi sembra che
questo sia l’inizio, un grande inizio. Perché è “sporcandosi le mani” con le cose e
le persone che nascono le relazioni.
Ora cosa dire? La droga, o, come si
dice oggi le dipendenze patologiche, si
mischiano alla vita e tutto viene travolto. Quando sento proposte come quel|
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In trincea/1. Il volto del destino
Suggestioni per guardare in faccia i nostri ragazzi............. 34
In trincea/2. Tossica è la solitudine
Alle porte di Brescia c’è un posto dove chi si stava
buttando via rinasce grazie a una suora “tosta”.
Rodolfo Casadei....................................................................................................................................................................................................40
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L’INTERVISTA
“veni,vidi,vici” di un grand commis
Mario
Monti
L’INTERVISTA
«mi rifiuto di pensare che un grande paese democratico
non sia in grado di scegliere, attraverso le elezioni,
un governo efficace». Lezione magistrale del professore
venuto dall’europa per salvare l’italia (e tornare a casa)
Spread, tagli di spesa, dismissioni, pressioni Ue. Tutto
quello che ci aspetta di qui al 2013 (e la verità sul 2010)
uesta lunga e distesa conversazione
con Mario Monti si è svolta nel tardo pomeriggio dell’8 agosto a
Palazzo Chigi. Cinquantaquattro minuti a tu per tu con il presidente del Consiglio che appariva in gran spolvero nel suo
completo blu. Professore cosmopolita, ma
anche con forte accento lombardo. «Cattolico superbamente dimesso» (© Alberto
Melloni), ma anche molto a proprio agio
nei panni di «Preside del governo» (© Giuliano Ferrara). Una forza di calma olimpica. Qualche patema per le mosse agostane del Generale Spread? «No, solo un
po’ di stanchezza». Mandato in tipografia
il 10 agosto e messo sotto embargo fino a
questi giorni di Meeting di Rimini (inaugurato dallo stesso professore-presidente), questo dialogo ha dunque il limite di
non conoscere se e quali, nel frattempo,
siano state le piroette dei nostri Titoli di
stato in rapporto ai famosi Bund tedeschi
(oltre, ovviamente, a prescindere dagli
altri avvenimenti capitati sotto il cielo: ad
esempio, l’ormai famosa “Curiosity” avrà
trovato tracce di vita marziana su Marte?). Tutte cose impronosticabili per definizione. Il bello della differita è però questo: non si fa impallinare dalle ultimissime su un quadro di crisi ormai acclarato e persistente almeno sui fondamenta-
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li (tipo il -2,5 per cento di Pil atteso per
l’Italia nel 2012 e la disoccupazione oltre
il 10 per cento). E non strizza l’occhio alle
polemiche di giornata. Tutto qui. E ora
l’intervista.
Partiamo da un tema non strettamente
economico: l’emergenza carceri. Il sovraffollamento dei penitenziari italiani
è stato oggetto di richiami da parte del
Capo dello Stato, di sentenze di condanna della Corte europea dei diritti
dell’uomo e, da ultimo, di una lettera
aperta al presidente Napolitano di 120
costituzionalisti a sostegno di amnistia
e indulto. Circa la metà dei detenuti è
peraltro in attesa di giudizio, a riprova
di una giustizia lenta. Cosa state facendo per uscire da questa situazione
di illegalità? Può il governo sollecitare
il Parlamento a prendere un’iniziativa
importante come l’amnistia?
È un tema della più grande importanza e mi fa piacere che lei abbia deciso di iniziare da questo. La giustizia deve
dare risposte nel segno di una giurisdizione rapida, efficace, al passo con i tempi. Risposte tardive sono un servizio dene-
gato al cittadino e dunque un danno alla
collettività, anche sotto il profilo economico. In questo periodo, poi, l’insopportabile caldo rende ancor più drammatico
il sovraffollamento carcerario. È un problema rispetto al quale il ministro della Giustizia Severino si è mossa da subito, con un pacchetto di norme, portato
in uno dei primi consigli dei ministri dello scorso dicembre, che al primo punto
aveva il decreto “salva-carceri”. Grazie a
questa misura d’urgenza è stato possibile
porre un freno al fenomeno delle cosiddette “porte girevoli”, vale a dire il transito di soggetti fermati o arrestati per soli
tre giorni. Il risultato è che in sette mesi
il numero dei detenuti non è aumentato ma, anzi, è andato diminuendo (erano oltre 68 mila mila alla fine del 2011,
ora sono circa 66 mila). È un primo passo e altri ancora vanno compiuti. Lei mi
chiede dell’amnistia. Voglio ricordare che
si tratta di una misura per la quale sono
necessari due terzi dei voti del Parlamento che non mi pare al momento ci siano. Nel frattempo non restiamo inerti. Il
ministro Severino ha sollecitato, e otte-
L’amnistia necessita di due terzi dei voti
del Parlamento. Non mi pare al momento
ci siano. Nel frattempo non restiamo inerti
Foto: Tempi
di Luigi Amicone
Q
Foglietto
Lodovico Festa...................................3
Non sono d’accordo
Oscar Giannino..............................14
Boris Godunov
Renato Farina................................. 25
Le nuove lettere di
Berlicche......................................................33
Presa d’aria
Paolo Togni...........................................54
Mamma Oca
Annalena Valenti..................... 55
Post Apocalypto
Aldo Trento........................................ 60
Sport über alles
Fred Perri................................................. 62
Cartolina dal Paradiso
Pippo Corigliano........................ 63
Diario
Marina Corradi............................66
RUBRICHE
L’Italia che lavora.....................50
Green Estate.........................................54
Mobilità 2000.................................. 59
Lettere al direttore................. 62
Taz&Bao..................................................... 64
verso le presidenziali usa
Sposati
(e fa’ sposare)
come mangi
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LA SETTIMANA
LombARdiA, itALiA
Aspettando
un buon
partito
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I potere d un senza potere
Intervista esclusiva
al presidente del Consiglio
dei ministri Mario Monti
16
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Simone
S stemo Ita a
e me ne vado
InTernI
m
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| 29 agosto 2012 |
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Mario Monti. Sistemo l’Italia e me ne vado
«Mi rifiuto di pensare che un grande paese democratico
non sia in grado di scegliere, attraverso le elezioni, un
governo efficace». Quello che ci aspetta da qui al 2013
Luigi Amicone............................................................................................................................................................................................................ 42
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
settimanale di cronaca, giudizio,
libera circolazione di idee
Anno 18 – N. 34 dal 23 al 29 agosto 2012
IN COPERTINA Foto: Tempi
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REDAZIONE: Emanuele Boffi, Laura Borselli,
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speciale), Benedetta Frigerio, Massimo
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Rizzo, Chiara Sirianni
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Anna Montemurro, Paolo Ghidoli, Marina Pintus, Marisa Brambilla, Antonio Di Tinco, Daniela Salvetto, Miriam Galletti, Daniela Corveddu, Luisa Fiandra, Livio Libardi, Antonio Autieri, Silvia Avanza, Franco Si
Enrica Ugolinelli, Chiara Pedrini, Silvana Colombo, Laura Tardani, Andrea Arioli, Giuditta Citton, Filippo Boscagli, Giovanna Pampado, Francesca Pasi, Sara Pedrazzini, Giuseppe Vimercati, Maria Bossi, Francesc
Angelo Dolci, Francesca Montagna, Bianca Mazzini, Nerella Buggio, Resy Ciriminna, Elena Colombo, Paolo Grisorio, Maurizio Bertuzzi, Maria Amigoni, Sandro Sereni, Silvio Fornaro, Giacomo Moretti, Mariann
Arnaldo Appetecchi, Ferdinando Tusacciu, Federico Maffezzini, Angelita Vezzoli, Francesco Dilorenzo, Daniela Galante, Francesca Colangelo, Paolo Busnelli, Chiara Grassi, Andrea Zelioli, Gabriella Maniscalco, M
Mauro, Fulvio Attisano, Francesco Perazzini, Antonio Saini, Marco Stango, Simone Fortunato, Stefania Severini, Gian Mario Bandera, Carlos Crestana Brasile, Pietro Montefinese, Lorenzo Mussuto, Marta Alloni, S
Anna Grigolon, Alessandro Danesi, Trombetta Don Fulvio, Alessandro Bregolato, Marisa Floridia, Claudia Camino, Riccardo Mazzucchelli, Francesco Luigi David Monteverdi De Ubertis, Leonarda Tola, Giovanna
pe Perrone, Luigi Tardini, Gianni Aime, Mauro Prada, Stefano Tagliabue, Luca Ballerin, Rita Dossena, Giovanni Belloni, Sabatini Maurizio, Marco Cappellini, Marina Bertasi, Marco Gerosa, Alessandra Brambilla,
Tagliabue, Nicola Personelli, Simone Alboresi, Gianni Fumagalli, Pietro Galluzzi, Luigi Frigerio, Maria Citterio, Silvana Colombo, Michela Baroni, Alessandro Tonti, Giuseppe Torrente, Mauro Andreata, Gianni D
vanni Battista Starace, Marina Grassi, Massimo Dalessandro, Carlo Lanzarini, Mario Caponnetto, Gabriele Calosso, Monica Russo, Maria Maurizia Gentili, Marina Perlini, Marco Ronchi, Valeria Calcagno, Stefa
Maffei, Guido Spinola, Paolo Conti, Annarosa Rossetto, Federico Bonuccelli, Paolo Florio, Valeria Senesi, Emanuela Castelli Carlo Lovati, Tommaso Frigerio, Nadia Zangheri, Franco Vieri, Rossella Macchini, Albert
Corica, Silvano Cosi, Matteo Colombo, Luciana Ambrosi, Pier Giuseppe Maschera, Ferdinando Barretta, Fabio Buchicchio, Nicoletta Buzzetti Amati, Fabio Fiori, Gabriella Gottardi, Mauro Salvalaglio, Lucia Vals
Rizzardini, Simone Rossi, Marzia Volpini, Bruno Gaschi, Chiara Dangelo, Pietro Derrico, Rino Dangelo, Gianfranco Romano, Francesca Codazzi, Maria Spataro, Antonio Mezzacapo, Marco Benedettini, Franco Tu
Pazzaglia, Massimiliano Noto, Marco Bartolomei, Vincenzo Stampone, Alessandro Ceriani, Giorgio Canti, Fabio Arosio, Nadia Spano, Gabriele Aletti, Pierluigi Marini, Luigi Roggi, Achille Mucci, Federico Dossen
Serena Mazzucchelli, Alberto Sportoletti, Famiglia Rinaldi, Francesco De Capoa, Carla Garioni, Piero Marsiglietti, Alessandro Suma, Maurizio Galassi, Fabio Magnanelli, Alessandro Coppola, Remo Contucci, Ma
Giovanna Frediani, Luca Schieppati, Patrizia Stefanelli, Vergani Monica, Lorenzo Boselli, Marco Niccoli, Donatella Da Corte Belluno, Francesca Guarnaschelli, Benedetta Vigan, Nadia Manfrini, Mariano Peviani, O
li Mario Signoreli, Serena Rossi, Barbara Benvenuti, Gloria Menichini, Daniele Corradi, Maurizio Niola, Antonio Sebastiano Tersalvi, Benedetto Soi, Maria Ausilia Pedditzi, Filippo Parolin, Gabriele Guainazzi, F
Sonia Genetti, Stefano Rioldi, Cristina Romano, Marco Spola, Tommaso Donagemma, Giampietro Tallon, Luisa Antognoli, Paolo Lazz, Simona Cantoni, Chiara Bernini, Grazia Calzeroni, Ivana Simionato, Vilma
Pietro Guzzi, Luigi Tebaldi, Giovanna Ciaccia, Francesco Zingrillo, Davide Donno, Agnese Aiello, Fabio Merlo, Ivan Borghesi, Graziella Scolari, Lusso Giacomo, Gabriella Molteni, Carmen Giussani, Paola Guzzetti
Luca Fossati, Emanuela Del Pero, Fortunato Pezzimenti, Andrea Alamia, Naria Luigia Perillo, Anna Teresa Chiroli, Maria Grazia Tenedini, Ivana Basilico, Rolando Sibilia, Danilo Mezzani, Antonio Coppola Bove
Asara, Giovanna Fridosio, Agostino Cotesta, Bruno La Manna, Enrico Planca, Mauro Zanzi, Tommaso Valcamonica, Piera Pizza, Angelo Mandorlo, Alberto Pozzari, Tullio Gaggioli, Eleonora Tomaello, Carlo Albe
sandra Modio, Sandra Bolognesi, Roberto Rossi, Alessandro Menegatti, Pietro Montaldi, Antonio Maria Spotti, Cristiana Gavio, Danila Brusa, Guglielmo Cavallo, Francesco Iaquinta, Nadia Castaldi, Stefano Carc
Renato Pelella, Caterina Baldoncini, Luciano Spinozzi, Elena Carcano, Alberto Ulivelli, Emilia Olgiati, Alfredo Puglia, Ivano Ciusani, Calogero Zuppardo, Mariolina Piazza, Roberto Belotti, Rossella Cerutti, Luca
Stanga Giovanna, Elisabetta Galletti, Balint Huszthy, Piergiorgio Vianello, Maurizio Terzi, Marco Balbi, Valentina Caruso, Fulvio Sangalli, Barbara Poggi, Letizia Ronchi, Francesca Belingheri, Diego Sartori, Mar
Raffaella Soave, Marco Riccobono, Adriano Montanaro, Rodolfo Gallazzi, Bruna Marzola, Andrea Bertin, Maria Letizia Ribichini, Francesco Giacalone, Gianbattista Parravicini, Alessandra Rizzi, Maria Luisa Cass
Molinari, Cristiano Guarneri, Lorenzo Benincasa, Francesco Baiocchi, Iori Angelini, Piera Fabiano, Paolo Fumagalli, Paolo Monti, Patrizia Carrettini, Gianfranco Risso, Giovanni Battista Montanari, Floris Patrizi
labio, Matilde Polia, Alessandro Giorgetti, Lea Colombini, Michela Scotti, Matteo Romoli, Paolo Nordio, Marco Calamita, Alfredo Mancini, Eleonora Forneris, Favalli Mcristina, Gabriele Fanti, Giulio Leoni, Chiara
ni Chiodi, Rosamaria Reale, Adrian Ungureanu, Luigi Santambrogio, Antonio Bargna, Patrizia Beretta, Alessandro La Rosa, Paolo Rossi, Giovanni Vitale, Donatella Bonizzato, Egidio Mosconi, Micaela Prencipe,
Garelli, Livio Gambetta, Marco Medici, Antonio Benigni, Stefania Moroni, Matteo Facchini, Emanuela Paoletti, Marco Carturan, Roberto Cavalletti, Paolo Zanichelli, Redaelli Giuseppe, Giuseppe Guidotti, Filipp
Emanuele Bianchi, Marco Astolfi, Francesca Quattrocchi, Marco Gatti, Andrea Cazzaro, Elisabetta Micale, Anna Ortolani, Maddalena De Fazio, Claudio Baleani, Luigi Borlenghi, Lenca Toma, Carlo Gatti, Chiara A
di, Pier Francesco Cortrese, Riccardo Dietrich, Sonia Venditto, Massimo Giacinti, Ondina Roscelli, Marzia Giacca, Silvia Mascellani, Giuliano Bernardotti, Antonella Viviani, Paolo Mattaini, Carla Foglio, Mariapao
Salvatore Campanale, Ugo Teatini, Nello Ruffini, Elisa Priotti, Matteo Mazzola, Marco Lombardi, Giorgio Prinzivalli, Remo Reggiani, Andrea Zanini, Elena Bossetti, Giambi Gabriele, Emilio Maiandi, Lara Piffer, E
no Molla, Sara Zanotelli, Orazio Amos Spinelli, Donatella Arienti, Massimiliano Belletti, Stefania Bizzocchi, Francesca De Petro, Rosita Riva, Anna Grazia Brendaglia, Davide Vianello, Manuela Mariani, De Rosa M
cesco Comelli, Cirino Bongiovanni, Palmira Barattini, Stefania Covini, Massimo Bramucci, Giancarlo Pavan, Andrea Francesco Candiani, Alfio Gobbi, Domenico Calveri, Camillo Vitali, Marco Passamonti, Euge
Ottorino Randon, Marcella Pase, Davide Tonni, Gerardo Pisano, Maria Antonietta Salomoni, Luisa Bergna, Alfredo Abbondi, Mario Magnanelli, Laura Kessler, Nicola De Lucia, Andrea Benzoni, Paolo Costa, Umber
Mauro Lerario, Alessandra Marotta, Paolo Cucchi, Diego Montrone, Gian Luigi Venturi, Donato Mauro, Carlo Barazzetta, Emanuele Buttazzoni, Mariarosa Olgiati, Giovanni Carcano, Olviero Frigerio, Elvio De Sa
Zanola, Sergio De Caro, Marcello Rola, Claudia Castellani, Enzo Martello, Carlo Picciolini, Elena Rondena, Andrea Mondini, Carlo Fumagalli, Giulio Luporini, Carlo Maronati, Filippo Palazzo, Maria Zardini, Robe
ne, Daniela Zonta, Rosa Mediani, Maria Francesca Destefanis, Maria Candida Zannoni, Francesca Greselin, Anna Lazzarin, Stefano Gheno, Stefania Adami, Giulio Discacciati, Enrico Tarani, Tommaso Zurleni, Ma
lafassi, Stefano Deandrea, Paola Calveri, Roberto Nizzola, Andrea Conconi, Mazzucchelli Massimo, Paolo Lolli Ceroni, Cosimo Dagostino, Tiziano Barone, Silvana Grillo, Paolo Ferrari, Ernesto Vagni, Giovanni Fo
rabella, Fabio Brumani, Fabio Ciliberti, Mariagiovanna Sedini, Michele Pais, Maria Laura Fraternali, Giacomo Arnone, Michelangelo Penna, Alice Grassi, Daniele Pirazzi, Paola Corradi, Paola Cavadini, Daniele Bon
Paolo Pari, Barbara Zamagni, Elisabetta Berdini, Antonello Sanvito, Giammarco Gioco, Maurizio Amigoni, Francesca Scarano, Alberto Reggiori, Santino Lang, Giuseppe Thomas Vitale, Luigi Vicari, Stefano Biagin
li, Giuseppe Rasori, Lucia Invernizzi Scolari, Loris Rastelli, Luigi Innocente, Diego Giordani, Silvia Zerlotin, Giancarlo Staccia, Nicola Deserio, Ugo De Carlo, Ada Valeri, Giovanni Vagni, Irene Brusadelli, Pier Pao
Massei, Boscaro Edoardo, Giorgio Migliari, Gianni Lanza, Francesca Anzaghi, Chicco Franceschi, Alessandro Anzaghi, Giulio Giurato, Stefano Portioli, Vittorio Pozzi, Vignati Paola Maria, Jarka Monika Pokorn, M
noni, Roberto Alessi, Sandro Ricci, Stefano Giorgi, Luca Bigotta, Patrizia Greppi, Franco Tome, Mara Lanzarone, Alberto Bramanti, Valter Gardoni, Marco Saccaggi, Mario Arquilla, Massimiliano Guiso, Dante Rig
Graffi, Marco Ferrario, Roberto Fraccia, Mario Narducci, Benedetta Rossi, Antonio Defraia, Marinella Salaris, Tiziana Bentivoglio, Michele Biasi, Paola Marinsalta, Emanuele Orsi, Andrea Lanzani, Simeone Con
Raffaella Zardoni, Giuseppe Danzi, Giovanni Capucci, Elina Mazzara, Annalisa Sciacovelli, Giorgia Pinelli, Franco Mascione, Elisabetta Necchio, Ulderico Capponi, Antonietta Tonelli, Maristella Forrisi, Capra Ma
Giapaolo Bernardi, Giorgio De Blasi, Michele Martinelli, Fabiano Penotti, Luca De Cesare, Biancamaria Marchina, Don Andrea Bosio, Hernan Polo Friz, Michele Fodale, Pierluigi Grando, Enza Spagnolo, Clementi
Mapelli, Pietro Cedone, Guido Bonarelli, Giorgio Molla, Lanfranco Ferrari, Federica Berardo, Margherita Bertani, Cinzia Dellena, Antonio Tavilla, Ester Colombo, Stefano Zanetto, Carlo Garrone, Fiorenzo Tagliabu
Silvana Rossi, Giacomo Muneratti, Vittorio Pasqualotto, Francesca Dauria, Sabrina Stefanin, Alessandro Vesurga, Maria Teresa Zuretti, Pia Saporiti, Stanga Giovanna, Anna Danesi, Antonella Perugini, Marco Bar
Bonoldi, Antonino Ficara, Francesco Mastino, Don Giovanni Ferrara, Luigi Mari, Paola Cazzaniga, Dario Bonati, Giuliano Santini, Matteo Gatto, Rino Fassi, Stefano Gosparini, Evaristo Tocci, Massimo Vignati, M
Porcari, Alberto Macchi, Giovanni Zennaro, Carlo Cassani, Maristella Favero, Salvatore Ventrone, Carlo Carrettini, Elena Donati, Rosa Zaza, Lauro Chieregato, Vito Cassese, Pasquale Calla, Pasquale Calla, Giovan
Santagata, Agnese Signorelli, Luisa Visconti, Adolfo Rossi, Peppe Nicora, Piero Pichi Sermolli, Flavio Babini, Elisabetta Anz, Zupo Roldano, Di Maggio Pina, Claudio Colombo, Pier Luigi Lolli Ceroni, Renato Chieric
Paolo Valenzi, Flaminio Farinelli, Benedetto Orselli, Bianchi Lucia, Dante Solazzi, Fabio Tresoldi, Enrico Tafi, Carlo Tremolada, Paola Geminiani, Giuseppe Raucci, Ermanno Davico, Nicola Mazzone, Matilde Cap
timenti, Luigi Tabanelli, Ferruccio Bacca, Angelo Castellini, Roberto Brillo, Ennio Bettin, Cesare Longoni, Patrizia Parodi, Riccardo Ciani, Chiara Invernizzi, Cesare Fossati, Enrico Frigerio, Silvia Notari, Giacomo
Anna Iuliano, Angelo Parutto, Gianni Samsa, Claudio Colombo, Simone Bertoli, Milena Anonimo, Fabrizio Bianchi, Diana Chiuri, Giuseppe Cucco, David Navacchia, Mario Dupuis, Giuseppe Pranzitelli, Letizia Q
vese, Michele Inserrato, Antonello Santoro, Elda Giussani, Nicola Vincenzo Selva Verzica, Martino Gerosa, Corli Vladimiro, Gennaro Ascione, Edoardo Barbieri, Giuseppe Brocca, Angelo Tomasella, Daniele Cecco
Chiarappa, Miriam Rossetti, Mariella Magni, Pietro Sala, Pietro Renda, Walter Costanzi, Lorenzo Conti, Mailina Longo, Francesco Salerno, Luisa Ballabio, Maurizio Giovagnoni, Carlo Chiesa, Dioni Enrico, Loreda
ri, Marina Dincecco, Gabriele Gatto, Annamaria Fantinato, Piero Basini, Roberto Orlandi, Marco Della Valle, Giorgio Facci, Giovanni Fenili, Laura Gentilini, Andrea Cocco, Ilario De Monte, Luca Bernardi, Angelo
Nicola Lovecchio, Claudia Lecchi, Terenzio Girotto, Rosella Giovanelli, Alessia Carrettini, Mimma Rinaldi, Michele Pezzoni, Giuseppe Raganato, Andrea Racca, Pia Definti, Marina Valbonesi, Nicola Signorelli, G
Paolo Avezz, Enrico Bernini, Andriolo Giuseppe, Maria Luigia Vaira, Chiara Lucchesi, Teresa Del Torto, Marco Testolin, Gabriele Lazzari, Ambrosi Anna, Maurizio Ianiero, Lucia Zanotti, Faro Evola, Cecilia Carrett
zi, Massimo Pesaresi, Stefano Maitan, Stefano Maitan, Pierdamiano Ferro, Luigi Frigerio, Massimo Andriolo, Sandro Zavatta, Irene Rossi, Giancarlo Bettucci, Raffaella Manelli, Gianluigi Rossi, Umberto Bombarde
Figini, Laura Cioni, Mario Ghirardi, Luca Crosa, Lorenza Zanzi, Gemma Barulli, Ida Gabriele, Marisa Cappelletta, Walter Frigeni, Anna Carelli, Graziella Zambon Tome, Filippo Casadei, Carlo Boccola, Paolo Mene
lo Mandelli, Famiglia Somenzi, Maria Coccia, Roberto Travaglino, Daniele Bassi, Shirley Hadisandjaja, Ana Lydia Sawaya, Francesco Mangone, Eugenio Reato, Camilla Baldissara, Massimo Cassinari, Matteo Romo
nini, Angelo Marinucci, Mario Cedone, Michele Tagliatesta, Luca Ferri, Renato Barenghi, Paola Carradori, Mario Molteni, Giorgio Ferri, Gabriella Andreatta, Renzo Alzetta, Mariella Ferrante, Mariagrazia Biasin,
Barraco, Marco Luccini, Giampaolo Landolfi, Dantina Bonvicini, Nicoletta Introini, Mirco Iadarola, Laura Luciani, Alberto Rodriguez, Nando Patrizi, Stefania Tassetto, Antonino Sidoti, Nuccio Condorelli, Rita V
Benedetta Pellegrini, Luigi Orioli, Peppino Pellegrini, Marisa Pacioni, Daniela Galli, Franco Fabbiocchi, Ivano Fucci, Carlo Valli, Alberto Sanguineti, Anna Maggi, Egidio Dozio, Carlo Martinelli, Michele Castenett
rotti, Elena Mauri, Antonio De Menna, Nadia Ravizza, Damiano Buzzetti, Gentian Beqo, Fabio Gualtieri, Franco Giussani, Claudia Padovani, Matteo Tinti, Enrico Rigamonti, Marina Zazzaroni, Francesco Bertold
Andrea Natale, Matteo Puricelli, Donatella Villa, Mattia Barbarossa, Carlo Micheli, Fatima Mascia, Ornella Pozzi, Fatima Mascia, Franco Caron, Mario Ravandoni, Raffaele Dragoni, Benvenuta Plazzotta, Antonio S
Cristina Tamburini Ferrini, Domenico Pini, Damiano Minunni, Antonella Zaccuri, Gianmaria Bettoni, Enrico Grassi, Elisa Orso, Mariella Manuela Gervasio, Chiara Bertoli, Pino Cassina, Rosa Maria Locatelli, Ma
Arcangelo Annunziata, Giuseppe Schillaci, Luisa Chiesa, Nerina Trifilo, Michele Aleffi, Jean Valenti, Luigi De Luca, Gabriele Paganelli, Giancarlo Cavagnoli, Ivano Conti, Elda Spotti, Emanuel Tribbia, Daniela Mig
ta Nativio, Tommaso Bevilacqua, Martino Borgonovo, Rosa Minunni, Pietro Alvisi, Gabriele Cappelli, Giovanni Grosskopf, Sergio Cinnirella, Guglielmo Di Marzo, Lorenza Piconio, Luigi Gastoldi, Giuseppe Ugo Co
na Mastrogiulio, Matteo Romagnoli, Virna Ghisleni, Roberto Maria Di Gilio, Paolo Benzoni, Rosanna Favulli, Michela Fabbri, Marco Locati, Gaetano Rossi, Angelo Doneda, Marina Serena Salvadori, Alessandro M
Rina Cirotto, Daniela Rosellini Solari, Davide Guadagnini, Mauro Solari, Claudio Rocchi, Giovanna Ribatti, Carlo Ferrari, Aldo Florean, Gianpaolo Colombo, Roberto Albetti, Maria Teresa Severgnini, Mariarosa
Mariapaola Puggioni, Stefano Salvi, Fabio Carella, Vilma Moro, Susanna Cirnigliaro, Francesca Scanziani, Gloria Ferrini, Gianfranco Giuliani, Pasquale Schiariti, Stefano Ascheri, Mauro Pramaggiore, Francesco
Schiavello, Mattia Fusina, Patrizio Ed Elena Marnini, Elisaebetta Iuliano, Marco Bernardi, Alessandra Carboni Riehn, Angelo Ceresa, Giovanni Rossi, Barbara Marras, Giovanni Carlini, Paola Coin, Lucia Gradi, Al
dile Marina, Andrea Lucchesi, Francesca Savarese, Paola Marcora, Cristina Nassivera, Riccardo Lucchesi, Alessandro Longo, Enrico Ciliberto, Maria Rosaria Pianori, Giovanni Fumagalli, Sergio Di Domenico, Lui
Ricchi, Rachele Perico, Cristina Cenni, Francesco Tardini, Pino Mulone, Danila Sanvito, Michele Colombo, Bertolazzi Andrea, Claudio Nessi, Giulia Galimberti, Alessandra Campagnari, Anna Vigan, Lina Zannon
lanzi, Arianna Mureddu, Maria Pozzetti, Valentina Mussinelli, Lauretta Magni, Claudio Battistini, Roberto Lassandro, Roberto Formigoni, Alessandro Schiavon, Daniele Marchese, Paolo Riccardo Maggi, Tommas
Giulio, Maurizio Venuta, Enzo Tellarini, Michele Siciliano, Antonio Russomando, Tomaso Lamperti, Cristina Varenna, Luca Mannucci, Gino Cappelletti, Enzo Beretta E Giovanna Vezzoso, Elisabetta Gandolfi, Pa
Mauro Materno, Pasquale Tarantino, Don Ginetto De Simone, Vittorio Costantini, Silvia Maiandi, Fabio Massimo Addarii, Roberto Mattei, Sergio Fratarcangeli, Alessandro Bonino, Marco Giorgio, Ruggero Latini,
Giovanni Astesani, Luca Russo, Margherita Tilocca, Luigi Bottino, Annalisa Marconi, Gianpietro Vigan, Luigi Marraccini, Giusi Tarantini, Scarabelli Gianpiero, Cecilia Fraccaroli, Giovanna Del Bufalo, Massimo C
Franco Narisano, Andrea Maula, Paolo Zatta, Tommaso Saltini, Franco Molon, Elisabetta Minelli, Maria Chiara Gomaraschi, Domenico Giacchini, Carlo Puricelli, Mimmo Fossali, Silvia Torri Clerici, Franco Brusc
ni, Aurelio Romano, Gianluigi Vigan, Francesco Ballabio, Beatrice Ghirardi, Antonietta Gianola, Stefano Bomben, Emilio Minelli, Roberta Schiavon, Amedeo Zezza, Fabio Tradigo, Francesca Maiorana, Francesco B
Mario Baroni, Don Gianni Camana, Ignazio Sabella, Serena Vianello, Vagni Maria, Maria Pia Colaci, Antonio Cagni, Paola Crociati, Michele Lasi, Carlo Bosello, Susanna Cannistr, Nicola Nardelli, Cristiana Muna
De Melgazzi, Beppe Bortoloso, Rossana Colombo, Silvio Riva, Antonino Masuri, Federica Podeschi, Alberto Parolini, Mauro Tagliabue, Alessandro Ortisi, Matteo Ghidoli, Emanuele Rubinetti, Ernesto Fantoni, G
Magoo Dandolfi, Carmelo Sturiale, Antonio Del Torto, Andrea Lupi, Luca Baldinucci, Vitangelo Ardito, Tiziana Pezzullo, Carlo Petroni, Cosetta Visigalli, Ester Capucciati, Ida Matrone, Battista Gorla, Luigi Mondin
Rossi, Giorgio Colomba, Massimo Altobelli, Antonello Formica, Corrado Brizio, Francesco Capra, Valeria Vimercati, Luigi Scozzarra, Maria Fiammeni, Mariaflavia Coletta, Giancarlo Bosisio, Ferrandi Stefano, Giud
Marco De Capitani, Alessandro Spazzoli, Sergio Cassinari, Michela Savoia, Roberto Giorgetti, Giuseppina Danese, Rosa Avigliano, Marco Ruggio, Ausonio Cal, Paola Fabbiocchi, Alfonso Boscolo, Iolanda Bulgarelli
chi, Renzo Bertoli, Carlo Avigni, Loretta Scolari, Angelo Giuliani, Massimo Zampollo, Mirko Asnaghi, Eliodoro Damiano, Valeria De Cicco, Manuel Corato, Valentina Sgarlata, Rufa Natalino, Melchiorre Nicola,
Lorenzo Contucci, Michele Grilanda, Barbara Micheli, Osvaldo Coghi, Claudio Schieppati, Carlo Miglierina, Andrea Zaccone, Michele Boscolo Sassariolo, Barbara Leopizzi, Carlo Malvezzi, Cecilia Varuzza, Marco
stanzo, Angelo Pellizzoni, Marisa Ripamonti, Maria Zilioli, Luigi Monterisi, Ennio Ronchi, Giuliana Barone, Don Roberto Cremona, Mario Giulianati, Pierluigi Pranzitelli, Raffaele Nurra, Pietro Tiboni, Andrea Te
Moretti, Luciano Cervone, Stefano Masci, Stella Vega, Paolo Bassilana, Letizia Bizzozero, Alessandro Vigan, Dominick Deleo, Renata Gelmi, Mariacamilla Fiazza, Silvana Mazzola, Rebecca Formenti, Pietro Raimon
Emilio Cistola, Paolo Astrua, Maurizio Perfetti Roma, Salvatore Pirro, Valentina Oriani Patrick, Margherita Brivio, Chiara Pajetta, Marco Cirnigliaro, Alfredo Rosso, Fabrizio Pizzagalli, Chiara Pajetta, Cecilia Mau
Alpi, Elisabetta Baudassi, Francesco Bellotti, Antonio Meli, Bianca Biianchini, Alex Grillo, Matteo Antonio La Torre, Giorgio Pozzi, Valeria Mariotti, Gianni Nespoli, Gabriele Villani, Rossella Loreta, Leandro Aletti
Maria Grazia Francone, Alessandro Caprio, Claudio Bettinsoli, Beltrani Antonio, Lillo Cas, Luigi Dangelo, Felice Allorio, Giuseppe Tessitore, Pvittorio Arrigoni, Carlo Navarra, Andrea Mostachetti, Mauro Casalic
Citterio, Paolo Marino, Patrizia Citterio, Rossella Belloni, Giusi Camill, Caterina Giojelli, Tiziana Conte, Giorgio Badalamenti, Nori Eleonora, Giorgio Medici, Marco Toffaloni, Niccol Magnani, Giulio Lapidari, A
Francesca Sanvito, Elena Bardelli, Alessandra Mascarini, Luca Viviano, Natalino Remartini, Giusy Vazzana, Andrea Ghidina, Valeria Ciotti, Mauro Cannizzo, Giacomo Fumagalli, Sebastiano Tanca, Enrico Ventur
gelo Santambrogio, Carlo Masseroli, Luciano Clementini, Michele Vacca, Massimo Casiraghi, Valentina Zanetti, Emanuela Spera, Giorgio Canu, Salvatore Modica, Mauro Barban, Florio Sacchi, Massimo Bertoles
Balzaretti, Francesco Brunelli, Carlo Grillo, Andrea Mariani, Valentina Castaldini, Matteo Giacomini, Irene Dionigi, Luca Maggiani, Diletta Redaelli, Piercarlo Giannattasio, Luca Bertaiola, Maria Grazia Bigthin,
Mussari, Daniela Lanzetta, Francesco Stronati, Mauro Vecchiato, Paolo Pontello, Matteo Uccelli, Daniela Scabini, Dabiele Sacco, Alfredo Cesarini, Ivan Storti, Izzo Vincenza, Maria Gloria Riva, Domenico Pietrant
stino Scotti, Massimo Zanutto, Teresa Bendandi, Maurizio Nannetti, Carlo Santoni, Lorenzo Mussuto, Stefano Valentini, Roberto Zobel, Roberto Boni, Valentina Ferrante, Andrea Valsasina, Claudia Roderi, Luca
Fruscio, Mario Gambara, Angela Vago, Marta Parravicini, Francesco Dordoni, Lucia Boffi, Marco Bellatorre, Roberto Graziotto, Rachele Puglia, Marino Tremolada, Sofia Paolucci, Gaetano Trezzi, Federica Lesma, S
ti, Gloria Di Iasio, Emanuela Pagani, Nicola Celora, Emanuele Greco, Francesco Di Lodovico, Silvia Ravazzi, Francesca Coscia, Emanuele Sconosciuto, Lida Raffaella De Carolis, Achille Lanzarini, Lorenzo Colonna
De Maestri, Carlo Grignani, Franco Fiorini, Goffredo Giacca, Daniele Tagliabue, Bruno Biotti, Giorgio Mottinelli, Walter Maffenini, Piergiorgio Chiarini, Giacomo Aletti, Felino Tassi, Piergianni Ghidotti, Lorenz
Amicone, Julia Elda Zanier, Andrea Carmo, Claudio Corbetta, Daniele Bagnai, Mariagrazia Cova, Pirola Paolo, Francesco Di Pietro, Mario Gargantini, Jacopo Vignali, Anna Manduchi, Daniele Biondi, Marta Bianch
Falcone, Elisa Maria Boniolo, Aurelio Rampini, Michele Menghini, Annamaria Grassi, Alessandro Fiorentino, Anna Micheli, Antonella Consonni, Cocca Spada, Paolo Roberto Rivera, Sara Bernardini, Plazzi Diana,
Monzani, Marco Zappa, Caterina Pintus, Giovanni Scardino, Maria Strippoli, Laura Zara, Antonio Bernardini, Giuseppina Musumeci, Francesco Curto, Lucia Ingenito, Caterina Colozzi, Luigi Boscolo, Francesco T
me, Davide Vigan, Simone Bedini, Tania Ercolani, Maria Carmela Gallucci, Domenico Zeni, Teresa Amicone, Gabriella Stabile Di Blasi, Elisa Pandiani, Carlo Maderna, Tullio Mambrilla, Riccardo Dietrich, Matteo
Glauco Santi, Elisa Nicastri, Pina Carapella, Salvatore Festa, Paola Pirovano, Maria Vittoria Pinna, Andrea Babbo, Gabriele Casadei, Massimiliano Scaletti, Gabriele Moltrasio, Antonio Dallera, Antonio Saccone, F
nelli, Vitaliano Sena, Ignazio Giuseppe Bognoni, Anna Grimoldi, Gianantonio Sanvito, Alberto Rufini, Vincenzo Maielli, Maria Grimoldi, Cinzia Mengo, Paolo Arrigoni, Paolo Mancini, Maria Elena Gamburi, Cri
Vittorio Calvi, Vincenzo Tripodi, Sguardo Leale, Gaetano Cereghini, Cristian Quattrini, Giovanni Cesana, Irene Strippoli, Giuseppe Cautero, Taciana Innocente Brasile, Fabio Giovenzana, Mario Sala, Paolo Bozzet
Francesca Borgonovo, Giovanna Gentile, Sabino Redavid, Elisabetta Pinciroli, Luigi Irelli, Silvia Bergonzi, Cosimo Tomaselli, Maria Borgonovo, Caterina Perazzo, Letizia Zuffelato, Andrea Montani, Johanna Cas
Mauro Zuccari, Claudio Frigeni, Paolo Delfini, Katy Raddcliffe, Alessandro Talamonti, Nicoletta Piras, Romano Maggi, Andrea Zambrotta, Claudio Alberti, Luca Antelmo, Elisabetta Marco, Pier Luigi Giovannetti
Pauletto, Piergiorgio Bighin, Ettore Piras, Francesco Clapis, Paola Gaggini, Paolo Triberti, Carlo Casati, Giulio Valsecchi, Stefania Mapelli, Loris Zannoni, Mario Rossi, Giacoma Giglio, Andrea Villa, Alessandra Mu
Daniel Mansour, Martina Mureddu, Fabrizio Saracino, Giovanni Dandria, Francesco Romboli, Giacomo Ugolini, Giorgio Romano, Antonella Messaggi, Chiara Benedettini, Angela Cuccorese, Jos Luiz Melella, Cec
“Sono prigioniero della politica (dei magistrati)” fu il coraggioso
titolo del Corsera all’intervista con il nostro combattente amico.
Ripasso del j’accuse dalla galera nelle vicinanze del redde rationem
Simone
Il potere di un senza potere
SAN VITTORE
vanza, Franco Silanos, Alessandro Vergni, Marco Galanti, Franco Cori, Angelo Vargiu, Carla Satta, Maria Mariani, Lucia Mussoni, Maurizio Matteucci, Roberto Fontana, Redaelli Antonio, Jos Francisco Tagliabue,
a Bossi, Francesco Cerutti, Mariella Terragni, Luca Della Lucia, Michele Bissoli, Nicola Mucci, Giovanni Bruno, Maria Manara, Mariacristina Bottino, Alessandro Pagnoni, Jacopo Parravicini, Pietro Dri, Anna Tori,
Moretti, Marianna Andreani, Francesca Soave, Gigi Brioschi, Valerio Biondi, Marina Corrina, Elisabetta Caputo, Fabrizio Ferrari, Paola Brasca, Donata Piccoli, Manuela Perotti, Paolo Bettiol, Francesco Margaria,
la Maniscalco, Milena Rainieri, Cristina Tarducci, Antonio Villani, Tonino Pulina, Brigida Marta, Sebastiano Salpietro, Davide Turri, Silvia Zacchi, Roberto Pinna, Massimiliano Mastroianni, Roberto Milesi, Cosma
, Marta Alloni, Stephen Wintour, Silvana Morri, Stefano Matteucci, Luciana Besani, Silvio Bosetti, Gianamedeo Pasqualini, Tommaso Chiesa, Daniela Zucchetti, Vanna Columbano, Chiara Cocucci, Learca Rinaldi,
Tola, Giovanna Pianta, Martino Corti, Vincenzo Mangione, Francesco Corabi, Debora Corabi, Don Antonio Maffei, Antonio Girardi, Riccardo Tringali, Laura Zorloni, Roberto Andreoni, Michele Marinelli, Giusepndra Brambilla, Maria Sala, Antonio Raso, Gennaro Mariniello, Giuseppe Crippa, Clara Maioli, Greta Volpones, Giuseppe Ronchetti, Giuseppe Ronchetti, Fabrizio Fuscagni, Mariagrazia Bassan, Mauro Poli, Luigi
ndreata, Gianni Dacco, Ginetta Badagliacca, Brunella Novara, Mariangela Aldeghi, Don Mario Caccia, Silvia Grassi, Brigida Galliena, Valerio Rossi, Annalisa Bernasconi, Maria Cristina Parnisari, Keo Zanetti, GioCalcagno, Stefania Luchetti, Giancarlo Rovati, Carlo Benedetti, Alessandra Augustin, Fabio Castagnaro, Gianni Mazzocchi, Orietta Arata, Danilo Gennari, Giuseppe Sabella, Luigi Torre, Marina Dionisi, Marina
Macchini, Alberto Ulivelli, Giovanni Dellorto, Antonio Barbero, Paolo Monteverde, Silvia Ronzio, Claudio Ghidoli, Bruno Minelli, Isabella Polidoro, Don Eligio Ciapparella, Renata Vigan, Amedeo Cogliati, Antonio
aglio, Lucia Valsecchi, Ester Brambilla Pisoni, Alessandra Dragotto, Daniela Gobbi, Samuele Sanvito, Claudia Mazzola, Rachele Biaggi, Antonella Cazzaniga, Giacomo Franco Mariotto, Michele Rampa, Barbara
ettini, Franco Turati, Luciano Carla Zini, Massimiliano Cesarini, Tony Esposito, Giovanni Ferioli, Annamaria Longagnani, Jasmine Ion Titapiccolo, Giovanni Vitale, Enrico Romoli, Maria Grazia Beretta, Maurizio
Federico Dossena, Miriam Maronati, Adriana Bergamini, Pretelli Attilo, Daniela De Giorgi, Marco Trivelli, Angela Freschi, Ada Ventura, Davide Bossi, Mauro Moscatelli, Don Diego Di Modugno, Maria Rosa Pont,
mo Contucci, Maurizio Brambilla, Motta Annalisa, Mariacristina Frisoni, Anna Galassi, Simona Bottinelli, Laura Peviani, Maria Cristina Foresio, Luigi Parisi, Francesco Calloni, Anna Maria Cocco, Luisa Coltura,
ariano Peviani, Ondina Negroni, Irene Ventroni, Maria Miani, Massimo Mauriello, Enrico Fiorini, Pietro Lorenzetti, Luisa Siligato, Francesco Tosi, Claudio Donofrio, Claudia Tonna, Eugenio Scola, Mirella Ghidelele Guainazzi, Francesco Sangiorgio, Piero Masia, Maria Gabriella Ricotta, Simona Ramero, Fabio Amati, Pierangelo Soi, Cosma Gravina, Cristiano Angiola, Silvano Negri, Giuseppe Biasini, Pierangelo Angelini,
imionato, Vilma De Privitellio, Marco Montrasi, Anna Maria Contu, Andrea Gazzoli, Mauro Apollonio, Giuseppina Carpanese, Luca Casale, Paolo Ornati, Francesco Mordeglia, Marco Bottino, Raffaella Brancato,
, Paola Guzzetti, Maria Eva Virga, Gio Galante, Gian Pietro Venturi, Simone Zanotti, Loredana Chiarini, Luigi Radaelli, Giancarlo Giojelli, Claudia Frigerio, Ernesto Massa, Chiara Ferla Lodigiani, Piero Chioccioli,
io Coppola Bove, Laura Ferrari, Claudio Gambol, Antonino Arduca, Leonardo Taglianetti, Francesca Lazzarini, Carlo Trentacapilli, Guido Giussani, Marina Bartolini, Eriberta Angradi, Anna Formaggio, Fabrizio
ello, Carlo Alberto Tersalvi, Pietro Raimondi, Magda Vitiello, Vincenzo Mandile, Alessandra Vele, Serena Spitalieri, Claudio Boscolo Marchi, Nancy Ventura, Stefano Fugazza, Alda Uberti, Anuscka Casadei, Alesldi, Stefano Carchen, Roberto Ricciardi, Patrizia Locati, Federico Perico, Carlamaria Zanzi, Massimo Roman, Renato Pagani, Marco Bertini, Dario Rurale, Giuseppe Licciardo, Claudio Panzacchi, Luca Giacomini,
la Cerutti, Luca Marchioro, Sandra Maria Stallone, Matteo Ripamonti, Gianluca Basili, Anna Tagliabue, Rino Santorufo, Paolo Ferrario, Don Fabio Baroncini, Luciano Barozzi, Matteo Sgrenzaroli, Cecilia Arosio,
ego Sartori, Mario Brambilla, Alberto Conti, Paola Campadello, Cesare Coroneo, Gabriella Citterio, Carlo Ballerio, Andrea Pizzini, Attilio Ghiringhelli, Valentina Stanga, Barbara Aldrigo, Mariagrazia Bonanomi,
Maria Luisa Cassera, Irene Natale, Fernando Locatelli, Cristina Piuma, Ian Farina, Isabella Monti, Giuliana Zanello, Michela Golfieri, Lucia Pavan, Laura Ghezzi, Barbara Pessini, Alessandro Sottocorno, Francesco
ri, Floris Patrizia, Anna Dallora, Fiero Innocenzi, Paolo Santagostini, Raffaello Benetti, Giovanni Pecciarini, Paola Barzon, Paolo Negri, Fiorenzo Cerati, Diletta Dandrea, Luca Pierotti, Marta Gandolla, Mario Balio Leoni, Chiara Mariotti, Gandolla Raimondo, Giorgio Usai, Lorenza Violini, Raffaele Sacchetti, Marcella Leccese, Alessandro Maglio, Daniela Gizi, Paola Gavello, Dino Righi, Giuseppe Valli, Luisa Secchi, Giovanicaela Prencipe, Nicoletta Invernizzi, Enrico Scala, Costantino Gregori, Luigi Ferrario, Anna Bernini, Alice Pellizzoni, Sara Montalti, Giacomo Vianello, Marco Aime, Maurizio Mariani, Stefania Farris, Elisabetta
Guidotti, Filippo Anzaldi, Sergio Galli, Maria Nadia Galli, Mariarosa Toffoletto, Andrea Ghidini, Giovanni Pirovano, Gaetano Iaria, Paola Paoletti, Luca Borghesan, Mauro Scateni, Silvano Cella, Daniele Buratti,
o Gatti, Chiara Aluisio, Silvia Scuratti, Luca Ferrari, Elena Scrosati, Maria Rita Sangiovanni, Maria Rosa Franchi, Katia Tosatto, Marcello Col, Alessandro Doninelli, Debora Tura, Evelina Cattaneo, Giovanni ZanarFoglio, Mariapaola Bottino, Davide Bartesaghi, Gianluca Mariani, Giacomo Alloni, Leonardo Giordani, Jacopo Bellucci, Ercole Galli, Claudio Del Bianco, Frezzato Giovanni, Gianfranco Bonera, Roberta Catignano,
ndi, Lara Piffer, Emanuele Moroni, Laura Bigotta, Giuseppe Reggiori, Paolo Lamperti, Luigi Moretti, Riccardo Morini, Andrea Anaclerio, Giovanni Clot, Arnaldo Facheris, Patrizia Lodigiani, Marta Calzolaio, Stefaariani, De Rosa Matteo Andrea, Roberto Vitali, Roberto Beretta, Luca Bianchi, Roberto De Marco, Gianfausto Bugatti, Franco Toffoletto, Patrizia Fornaro, Massimo Cicero, Marco Alberio, Alessandro Cignoli, Franassamonti, Eugenio Dellorto, Laura Soldo, Cristina Scorti, Ganluigi Marredda, Maria Grazia Crespi, Fabio Giuccioli, Davide Villani, Patrizia Noris, Roberto Zambetti, Duilio Gennari, Gianni Vigogna, Don Guido
olo Costa, Umberto Ciaroni, Andrea Scardino, Elio Pezzi, Loredana Dore, Aldo Giacca, Maddalena Mazzucchelli, Giorgio Piubeni, Enzo Mauri, Domenico Sanna, Francesco Volpe, Francesco Brasca, Pierpaolo Satta,
gerio, Elvio De Santis, Massimo Bionaz, Giuditta Belli, Gislaine Dos Santos Vieira, Flavia Bruseghini, Giovanni Fasani, Giancarlo Bonetti, Stefano Bruni, Raffaella Di Paola, Fabrizio De Luigi, Mario Mattei, Chiara
ria Zardini, Roberto Inguanti, Maria Ausilia Baglio, Claudio Girola, Nicola Dorazio, Martino Astolfi, Walter Schileo, Paolo Cordisco, Mazzini Maurizio, Elena Scandroglio, Daniele Antonio Ferrari, Tommaso Simomaso Zurleni, Maria Daniela Sacchi, Cristina Corrarati, Stefano Bochdanovits, Ivo Paiusco, Roberta Rivolta, Sebastiano Catalano, Manuela Passeri, Giovanni Tomaini, Giulio Bregonzio, Valeria Maiocchi, Paola Gagni, Giovanni Foschini, Graziella Nucci, Aldo Vastola, Silvia Guzzi, Maria Bianchi Janetti, Laura Bernetti, Mariella Paltra, Carlo Conti, Tiziana Barchiesi, Maria Crema, Mauro Prada, Maurizio Strappelli, Maria Midini, Daniele Bonvicini, Roberto Nebbia, Paola Feroci, Silvana Colombo, Lupo Ersilia, Mariarosaria Del Nunzio, Franco Guzzetti, Margherita Pergolotti, Alberto Merlo, Anna Maria Facchinetti, Maurizio Lombardo,
i, Stefano Biagini, Mario Musolino, Maria Lorenza Agnoli, Menetto Chiara, Giorgio Facchini, Federica Bartoli, Salvatore Marzo, Anna Paola Frigerio, Miriam Isoppo, Alessandra Govi, Piero Invernizzi, Felice Achilusadelli, Pier Paolo Bellini Widmer, Carlo Guerini, Andrea Bellinaso, Alcide Gazzoli, Maria Fulghesu, Giovanni Sanna, Santo Carlo Viscomi, Alberto Ghidotti, Luisa Grolli, Giorgio Confalonieri, Maria Alessandra
onika Pokorn, Madele Dellorto, Tancredi Sforzin, Lorenzo Ceppi, Madele Dellorto, Gabriella Seghetto, Rita Fabbri, Franco Cella, Ezio Scarpa, Paolo Merlo, Flavio Perico, Cecilia Astesani, Modugno Paola, Dario ZaGuiso, Dante Righini, Rita Lippi, Luigi Guarneri, Iacopo Dalla Ricca, Angelo Nicastro, Beniamino Ronzoni, Liviana Citterio, Davide De Santis, Antonella De Giorgi, Alessandra Bonilauri, Franco Innecco, Caterina
ni, Simeone Consonni, Sabrina Tome, Giorgio Zanchettin, Emilio Ricchetti, Giuseppe Molteni, Giorgio Guidarelli, Enrico Pavanello, Luca Schettini, Claudio Anzaghi, Annamaria Romolotti, Romano Zangarini,
Forrisi, Capra Mauro, Maurizio Negroni, Benedetta Montezemolo, Nives Giuseppina Colombo, Federico Di Battista, Raffaele Fulgione, Maria Teresa Bertozzi, Francesco Gringeri, Giacomina Paiotta, Carlo Bettani,
gnolo, Clementina Isimbaldi, Francesco Nizzo, Sabrina Tome, Lucilla Amicone, Gabriella Dellorto, Antonio Gallo, Elena Petroni, Isabella Bianchi, Paolo De Martini, Rossella Lorenzetti, Michela Cazzaniga, Sergio
iorenzo Tagliabue, Edilio Mazzoleni, Loretta Mengato, Rita Consiglio, Giovanni Pozzi, Marzia Giacomini, Giovanna Parravicini, Walter Tanturli, Maurizio Poloni, Carlo Soave, Andrea Sghirlanzoni, Marco Gianni,
ugini, Marco Barcellini, Antonietta Mazzoni, Franco Zuretti, Paoloandrpaolo Urbano, Carla Villa, Maurizio Vitali, Francesco Pagano, Rossana Catelli, Giuseppe Golonia, Giovanni Gibelli, Fabio Guicciardi, Guido
simo Vignati, Marco Nicoloso, Vincenzo Virgara, Marco Castellani, Mariagrazia Falghera, Carlo Dagualdo, Michele Parolin, Francesco Pesatori, Emidio Massi, Daniele Boscolo Meneguolo, Marco Valisa, Marilena
ale Calla, Giovanni Zambrotta, Mattia Bellato, Alfredo Pompilio, Marco Mainardi, Andrea Capaccioli, Mario Girometti, Alberto Todeschini, Marcello Secone, Renato Marinelli, Emanuele Sigismondi, Annamaria
i, Renato Chierichetti, Rocco Curti, Monica Muroni, Massimo Chierichetti, Rosa Russo, Roberto Niboli, Paola Cerati, Paolo Massobrio, Angelo Bardelli, Stefano Frapoli, Silvio Pagan, Alberto Magnani, Marco Cardo,
one, Matilde Capello, Gianpaolo Calanchi, Alberto Teatini, Lorenzo Marchegiani, Enrica Comi, Maria Grazia Discoli, Giuliana Sentimenti, Pier Luigi Ciccarelli, Stefano Paradisi, Giovanni Sambroia, Giuliana SenNotari, Giacomo Santilli, Marco Manganiello, Paolo Satta, Patrizia Patrizi, Costanzo Rosi, Anna Venturini, Adriano Trisciani, Vincenzo Narciso, Marco Morfino, Franco Carsana, Roberta Usberti, Luca Del Greco,
zitelli, Letizia Quaini, Gabriella Rigon, Andrea Graziani, Sonia Geroli, Giuseppe Perrucchini, Giovanni Pozzi, Andriy Chernyavskiy, Fosco Bertani, Francesca Pavarin, Emma Neri, Letizia Scandurra, Giorgio Canaa, Daniele Ceccotti, Antonio Giuseppe Lauiola, Diego Lazzari, Moretti Marco, Foi Marisa, Andrea Corno, Stefania Melino, Pinuccio Donno, Maria Laura Azzimonti, Carmensita Furlano, Maria Formigoni, Michele
i Enrico, Loredana Simoncelli, Chiara Valassi, Sandro Gianola, Francesco Vian, Terry Torre, Giancarlo Paganini, Monica Sarte, Francesco Tremolada, Giuseppa Putaggio, Gianni Paris, Aldo Di Carlo, Mario Predieernardi, Angelo Valle, Marino Sala, Stefano De Carli, Giulia Zangheri, Anna Maria Padula, Maurizio Vittuoni, Lorena Volont, Roberto Grotti, Giuseppe Degio, Pace Simone, Ernesto Montanaro, Lucchi Giampaolo,
ola Signorelli, Giorgio Bavestrello, Lelia Zamboni, Maria Parolini, Antonella Gentile, Claudio Giorgi, Alessia Carrettini, Domenico Aiello, Pier Luigi Medone, Mariapia Alfarano, Maria Carla Buzzi, Stefano Dessi,
, Cecilia Carrettini, Emma Rossi, Barbara Frigeni, Alfredo Errico, Marco Zagni, Claudio Di Luzio, Simona Pigati, Massimo Palumbo, Marco Frigeni, Daniela Leali, Fausto Leali, Arman Armand, Francesca Bertolazmberto Bombardelli, Franco Premoli, Feliciano Basilico, Mons Corrado Sanguineti, Chiara Raineri, Chiara Raineri, Antonella Gigante, Stefano Bernabei, Maria Consigli, Floriana Francioni, Alfiero Mariotti, Renata
cola, Paolo Meneghin, Marco Riganti, Marco Zagni, Marco Miglierina, Francesco Calloni, Filippo Mazzeo, Giovanni Cazzaniga, Don Pinuccio Mazzucchelli, Cristina Baldissin, Stefano Brasca, Paolo Rusconi, Angeari, Matteo Romolotti, Anna Aquila Alberti, Ugo Papa, Giovanni Grassani, Gabriele Sguazzini, Roberto Marengon, Mariangelo Gandini, Leopoldo Cavadini, Antonluca Moschetti, Gianmaria Martini, Roberta Picciriagrazia Biasin, Matteo Anghileri, Carlo Zocchetti, Carla Cornolo, Giuseppe Vella E Famiglia, Daniele Magazzeni, Antonino Restivo, Famiglia Triberti, Paola Zannini, Catherine Chen, Viviana Chimenti, Giorgio
ondorelli, Rita Vendrame, Gianni Nocera, Rosa Maria Dellepiane, Giovanni Castenetto, Salvatore Savino, Gabriella Drudi Amorini, Debora Bassani, Roberto Vivarelli, Luigi Rossetti, Piera Battistolo, Luciano Paci,
Michele Castenetto, Mario Milani, Milena Crippa, Roberto Castenetto, Laura Vitale, Andrea Farruggia, Nunziante Molinari, Bruno Nalon, Matteo Rigamonti, Cira Angelone, Giulia Bassi, Luca Taddei, Roberto Algarancesco Bertoldi, Federica Piisotti, Sandra Valenziano, Mario Calabrese, Leonardo Radaelli, Marco Rossetto, Ambrogina Vergani, Giuseppe Farina, Adriana Ferrari, Rita Bigelli, Giuseppe Negro, Massimo Maciga,
zotta, Antonio Smurro, Maria Assnta Anghileri Brusadelli, Laura Azario, Anna Mendola, Giuseppe Scalella, Paolo Facciotto, Maria Teresa Mariotti, Paola Mandelli, Silvano Mandelli, Lorenzo Ricchi, Fanilo Ciocca,
ria Locatelli, Mario Maggi, Eugenio Rigon, Gianni Varani, Maria De Domenico, Gianfranco Benelli, Roberto Meli, Marida Canepa, Giovanni Gabriele Babini, Peppe Rinaldi, Alessandro Rizzo, Tommaso Marcatelli,
bia, Daniela Mignoni, Giovanni Solari, Eugenio De Marino, Alberto Flavio Fulgoni, Grazia Ribatti, Evelyn Tang, Antonio Dalessandro, Anna Gentile, Maria Massa, Pina Soggia, Adolfo Boffi, Daniela Tome, NicoletGiuseppe Ugo Comaschi, Andrea Perazzolo, Chicco Sironi, Francesco Soro, Fiorenza Zambon, Piero Gabrielli, Luciano Ruggeri, Maria Chiarenza, Lodovica Radaelli, Cecilia Gallo, Paolo Scotti, Paolo Scotti, Loredari, Alessandro Marini, Anna Maria Bertoni, Rosella Cesana, Tommaso Onofri, Annalisa Benatti, Andrea Cestari, Alberto Riva, Stefano Colombo, Alberto Frigerio, Lodovico Forno, Enzo Roccaforte, Andrea Braschi,
gnini, Mariarosa Marino, Vincenzo Canonaco, Giuseppe Crosta, Francesco Avanzini, Franco Bordin, Martino Zavarise, Giovanni Aletti, Giovanni Lidio Strazzari, Alberto Maracci, Paolo Farsi, Emanuela Vismara,
giore, Francesco Cucco, Giuseppe Di Gregorio, Fabio Massimo Aloisi, Michele Guidi, Igor Motta, Cinzia Conti, Laura Massironi, Bocchi Vittorino, Luca Volpi, Maria Grazia Forno, Paolo Camiciotti, Carlo Boffi, Lia
, Lucia Gradi, Alice Torti, Antonia Vigan, Gianni Siffredi, Alessandra Turati, Alessandro Macchi, Mariarosaria La Rana, Annamaria Lucchesi, Ileana Lucchesi, Luisa Rossi, Francesco Turati, Massimo Battista, Mani Domenico, Luigi Donnanno, Michele Bombelli, Giovanni Busco, Ermanno Gargano, Fusi Patrizia, Giuseppe Dottori, Guido Lorigliola, Conti Gianfranco, Giuseppe Cucca, Giorgio Facci, Antonia Grasselli, Paola
an, Lina Zannoni, Franco Crimella, Simone Mannocci, Piero Patan, Marcomonica Della Casa, Chiara Piccinini, Elisabetta Abelli, Emanuele Leoni, Claudio Pipitone, Maria Lucia Dettorre, Francesco Perin, Tito CoMaggi, Tommaso Rinaldi, Patrizia Marabelli, Marina Marino, Domenico Bartolini, Lucia Barulli, Vincenzo Ventura, Giovanni Paolo Mazzanti, Paolo Gandolfi, Luca Sirianni, Giorgio Fedrizzi, Giuliano Gizzi, Mari
etta Gandolfi, Paolo Zambelli, Eugenio Parenti, Roberto Galdi, Vittorio Casale, Alberto Tagliabue, Filiberto Medici, Romano Valentini, Alessandro Bottino, Giulio Gadia, Valentina Di Domenico, Michele Vigano,
Ruggero Latini, Leonardo Belletti, Albano Buzzoni, Michele Cirillo, Chiara Maggioni, Carlos Tranchina, Lucia Cant, Nilla Deidda, Augusto Pessina, Marta Dal Cin, Patrizia Canessa, Claudio Riva, Nicola Borghesi,
ufalo, Massimo Conti, Ilde Cattarina, Marco Coerezza, Maurizio Berta, Maurizio Vallorani, Angelo Costanzo, Francesco Del Torto, Carlo Demald, Lorenzo Forneris, Fabio Sala, Stefano Potenza, Nazareno Morresi,
ci, Franco Bruschi, Gabriele Carrer, Marco Turati, Paola Minelli, Ambra Villa, Maria Laura Pedditzi, Paolo Preti, Gabriela Crescini, Roberta Canessa, Parnisari Carlo, Filmon Russom, Pedroni Adele, Fulvio Bresciaana, Francesco Bardellii, Angela Lazzaroni, Maddalena Villa, Elisabetta Pinciroli, Davide Colombo, Fabrizio Ferrati, Maria Bardelli, Fabio Giuseppe Gentile, Claudio Torri, Lorenzo Staffolani, Paola Di Bartolomeo,
Cristiana Munari, Angelo Raffaele Manicone, Michela Oliva, Vladek Cwalinski, Federica Segati, Marisa Tempini, Marica Simoncioni, Sergio Baldi, Elisabetta Malavolta, Rachele Gatti, Francesco Mandelli, Matteo
nesto Fantoni, Gilda Moretti, Alessandro Rossi, Paolo Gatti, Leonardo Valentinis, Carlo Bressan, Pietro Fiorentino, Maria Letizia Savini, Andrea Zapparoli, Anna Mandelli, Luigi Danzo, Lorenzo Bighin, Massimo
la, Luigi Mondini, Don Giampiero Baldi, Francesca Marotta, Mariano Clabassi, Mario Consolo, Angelo Bressan, Emanuele Bacci, Salvina Angela Squeglia, Ippolita Todisco, Gianfranco Lucini, Valeria Giusti, Cinzia
di Stefano, Giuditta Mauri, Emanuele Bacci, Gianfranco Cerreti, Tecla Magnani, Maria Mascolo, Silvia Montaguti, Oreste Gubitosi, Valerio Giani, Felice Asnaghi, Iris Conti, Roberto Conti, Pasquale Antonio Riccio,
landa Bulgarelli, Valentina Boldrini, Laura Amati, Fausto Capucciati, Gianluca Colombo, Chiara Di Domenico, Bianca Sestini, Michela Rizza, Bignotti Angiolino, Marisa Frattini, Maria Rita Moschella, Luis Valseclchiorre Nicola, Sarah Caffino, Marco Gabellini, Terenzio Cassina, Lucini Paioni Giacomo, Alfredo Sparaventi, Vincenzina Iaccarino, Vittorio Ronzoni, Fedele Melillo, Gaetano Piermatteo, Virna Ciammaichella,
Varuzza, Marco Della Valle, Matteo Volpi, Pasquale Evangelista, Fabio De Petri, Alessandro Mauro, Laura Rotunno, Saverio Macrina, Michele Cento, Marco Gabrielli, Giulia Damiani, Lorena Gobbi, Francesco Coiboni, Andrea Teodori, Loretta Bleggi, Piero Orr, Duilio Gennari, Eugenio Conforti, Nicola Collini, Massimo Poggi, Francesca Ferreri, Giampaolo Galli, Giampaolo Galli, Alessandro Bini, Massimo Biasi, Domenico
ti, Pietro Raimondi, Lucio Zennaro, Maria Michela Natale, Daniele Boscolo, Caterina Mazzucchelli, Armando Ducoli, Luigi Brambilla, Licia Chierici, Camillo Mauri, Simone Guarneri, Valerio Pece, Mattia Venudo,
tta, Cecilia Mauri, Cesare Frattini, Silvana Ninivaggi, Alberto Stoppa, Fausto De Simone, Ubaldo Lonardi, Paolo Careri, Michele Sabella, Tonino Roman, Giuliano Salvioni, Giovanni Errico, Battista Marin, Alfonso
a, Leandro Aletti, Alberto Somma, Filippo Rossi, Francesca Sanvito, Francesca Moltrasio, Antonio Rovere, Massimo Donati, Gualtiero Mattavelli, Margherita Scanziani, Alfonso Villa, Massimo Rigon, Alberto Nava,
i, Mauro Casalicchio, Gianni Massari, Tiziana Grillanda, Stefania Ardito, Giuseppe Persano Adorno, Nicola Mazzarella, Enzo Loria, Pietro Bianchi, Enrico Francot, Gianni Giussani, Francesco Cannatelli, Patrizia
iulio Lapidari, Agostino Pavan, Emilio Buchicchio, Concetta Carruba Toscano, Rita Montanari, Cesella Gelanz, Rita Montanari, Paola Gianni, Valentina Vismara, Guido Nardo, Teresa Chessa, Maddalena Sanvito,
a, Enrico Ventura, Giorgio Motta, Francesco Serra, Donatella Bozzo, Claudio Pettene, Letizia Mariani, Luigi Martina, Diego Merello, Mara Montanari Guetta, Fontanan Daniela, Chiara Cugno, Paolo Bidinost, Anassimo Bertolesi, Stefano Conti, Laura Dincalci, Cristiana Forni, Carlo Albini, Donato Di Gilio, Lanfranco Ciotti, Alessandro Radrizzani, Letizia Grandi, Stefano Olmi, Marco Gianinazzi, Raffaella Sala, Emanuela
Grazia Bigthin, Lauro Poffe, Lucia Poletto, Lucia Benedettini, Anna Antonioli, Alessio Rampinelli, Gianluca Giovannini, Chiara Valentino, Lucia Bernini, Danilo Zanelli, Marco Rossi, Tommaso Badiani, Antonello
menico Pietrantonio, Andrea Mariotto, Giovanni Lorenzi, Pino Briccolani, Cristina Del Gatto, Tania Ducoli, Francesco Pandolfi, Daniela Bollaci, Moreno Marcon, Ale Boffi, Marco Redaelli, Beppe Bottecchia, Agodia Roderi, Luca Moltrasio, Francesca Bartoli, Sergio Marches, Piero Bonaguri, Marco Chiappini, Beachi Sandro, Andrea Sartori, Alessio Gonfiacani, Elena Della Bianca, Irene Pasquinucci, Paolo Gumier, Robert
ederica Lesma, Sergio Togni, Antono Gerosa, Anna Grillo, Laura La Rosa, Sara Caspani, Riccardo Bandera, Giovanna Gentile, Stefano Massara, Simone Puglia, Federico Zangrandi, Giovanni Passali, Angelo DeodaLorenzo Colonnapreti, Agazio Galati, Chiara Govetto, Paola Lippi, Adriana Nicastri, Irene Benati, Enrico Cesari, Don Francesco Ventorino, Tiziana Ferrari, Gherardo Merli, Silvia Giussani, Federico Loreti, Alberto
Ghidotti, Lorenzo Catella, Federico Tommasi, Ilde Galliani, Francesco Tasselli, Giacomo Aletti, Laura Landi, Donatella Bandini, Isabella Cirillo, Giovanni Barill, Caterina Cesana, Alessandro Bossi, Katia Giovanna
di, Marta Bianchi, Diletto Francesco, Emiliano Ronzoni, Irene Pugliese, Letterio Sturniolo, Cecilia Boniolo, Cristina Spinelli, Marina Valmaggi, Alessandro Panzarasa, Mauro Boniolo, Maddalena Visigalli, Matilde
ni, Plazzi Diana, Gianmaria Maccarani, Luigina Sale, Alessandro Berti, Vincenzo Spada, Gianluca Rocco, Botti Marinella, Luigi Liseno, Claudia Calvi, Maurizio Fasani, Luigi Brambilla, Michele Gardenal, Emiliano
olo, Francesco Tuci, Valerio Valeri, Pino Sorrentino, Gian Carlo Ronzoni, Giancarlo Cesana, Martino Lapini, Giovanni Vitali, Emanuele Christin, Chiara Novara, Roberto Merati, Marco Innocente, Antonio VendraDietrich, Matteo Saccone, Giorgio Alberto Crotti, Marco Ferrini, Paola Maria Vettore, Matteo Moi, Loredana Sega, Vito Codeluppi, Massimiliano Bombonati, Maurizio Tafani, Alessandro Lavezzari, Mario Ghinoi,
tonio Saccone, Federico Fabris, Paolo Dughiero, Don Pierfrancesco Amati, Daniele Scotti, Emilio Mantovani, Lucia Forneris, Lauriana Sapienza, Paola Sergi, Antonio Giovanni Colombo, Daniel Fachin, Paolo Caina Gamburi, Cristiano Foschi, Matteo Bandera, Laura Federici, Francesco Colombo, Sandro Di Martino, Gianmario Forneris, Margherita Marini, Giovanni Cafarelli, Don Pierre Laurent Cabantous, Pompeo Cerra,
ala, Paolo Bozzetti, Fabrizia Francone, Lorenzo Rigon, Matteo Corradetti, Aurelio Dal Ferro, Mario Carta, Stefano Fabbrini, Francesco Calareso, Mauro Zulianello, Laura Nolli, Gianpaolo Bertozzi, Gloria Amicone,
ani, Johanna Castigo, Riccardo Aquila, Marco Lepore, Francesco Amicone, Alberto Caleca, Cino Ripani, Francesca Alesani, Italo Ferrarese, Giuseppe Zappasodi, Giovanni Matteini, Francesca Piras, Franco Scotti,
uigi Giovannetti, Giorgio Simone, Martino Buora, Nicola Bonaduce, Luciano Gentile, Gennaro Marotta, Padre Francesco Ielpo, Giovanni Maronati, Anna Maria Angelone, Andrea Valsecchi, Lino Mercuri, Donato
a, Alessandra Mudu, Francesco Conigli, Alessandra Mudu, Sergio Conti, Maria Anna Ronzoni, Vincenzo Vecchio, Caterina Gianuizzi, Francesco Malguzzi, Ambrogina Vismara, Simonetta Santucci, Caterina Gatti,
uiz Melella, Cecilia Floris, Chiara Tardini, Franco Mascia, Micaela Corato, Annamaria Mondoni, Maria Ferretti, Giuseppe Ghirardello, Andrea Pari, Enza Maddalo, Andrea Rivoltella, Stefano Bontadi, Alessia Qua-
L’
ciellino Antonio
Simone, 58 anni, è stato arrestato il 13 aprile nell’inchiesta sulla Sanità lombarda che ha portato anche
all’iscrizione nel registro degli indagati
per corruzione aggravata del governatore
Roberto Formigoni.
imprenditore
Prima di essere giudicato dai giudici
sente di dover essere perdonato o di doversi perdonare qualcosa?
Premesso che trovo una vergogna e
contro la legge aspettare un processo in
8
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carcere, io ho chiesto perdono a chi, leggendo i giornali, si è scandalizzato dei
miei presunti comportamenti lì riportati. Mi sento, comunque, peccatore dall’età
in cui ho cominciato a usare la ragione.
Ho seriamente paura di chi non si sente
peccatore.
Perché considera sbagliata la sua carcerazione preventiva?
Oggi si usa la carcerazione preventiva
come condanna preventiva, come forma
di tortura (senza contare la gogna media-
tica). Io sono in carcere perché non dico
di aver corrotto… Il mio è un corpo sequestrato. Mi chiedo se piuttosto non sia configurabile il reato di tentata istigazione
al suicidio, visto che contro ogni logica
di giustizia, il proprio corpo resta l’ultima arma di difesa dei propri diritti e della dignità. Sono prigioniero della politica.
Quella dei pubblici ministeri, quella dei
mass media, quella dei partiti.
In carcere perché l’aiuta aggrapparsi
all’immagine di don Luigi Giussani che
lei ha attaccato alla cella
e pregare?
aver
Io sono in carcere perché non dico di
corrotto… Il mio è un corpo sequestrato.
Mi chiedo se piuttosto non sia configurabile
il reato di tentata istigazione al suicidio
Nella foto c’è don Luigi
Giussani, con la sua storia,
il carisma che ha ricevuto e
che la Chiesa ha riconosciu-
Foto: AP/LaPresse
Pubblichiamo l’intervista ad Antonio Simone a firma di Simona Ravizza, pubblicata
sul Corriere della Sera dell’8 agosto scorso a pagina 21. Il titolo è “Simone: sono
prigioniero della politica (dei magistrati)”.
SAN VITTORE PRIMALINEA
Sotto, la pagina del
Corriere della Sera in
cui è stata pubblica
l’intervista qui
presente.
In grande, il terzo
raggio del carcere
di San Vittore dove
si trova Antonio
Simone (qui a fianco)
L’ULTIMA LETTERA DI ANTONIO SIMONE
Dio è morto e anche noi siamo
stati poco bene. Ma si risorge
Foto: AP/LaPresse
Sapete come si chiamava prima, anni fa, il ministero della Giustizia? Ministero di Grazia e giustizia!
Poi un noto cattolico, giudice e poi presidente della
Repubblica, tolse la “Grazia” e con questo anche il
senso della giustizia. Cosa può mai essere la giustizia
senza la grazia? Senza la grazia, senza il dono gratuito
che ti può salvare, senza un di più da te impossibile ma
a te donato, resta la giustizia senza la grazia, senza
Dio, cioè senza il primo segno del rapporto tra Dio e
l’uomo: la misericordia, il perdono. Resta l’asfittica
lotta ideologica di uomini che attraverso la giustizia
senza Dio operano una lotta per il potere, proprio o
ideologico, per il dominio su altri perché inferiori, non
giusti. Ma senza il presentimento del destino quanto è
facile sentirsi Dio. E che dire di chi può decidere della
tua libertà. Di chi va al mare sapendo che statisticamente e scientificamente dei 65 mila reclusi 14 mila
sono detenuti in attesa di giudizio (privati della libertà)
e 7 mila saranno dichiarati innocenti. Se all’uomo la
giustizia è possibile, allora Dio non serve. Questo è il
frutto della giustizia possibile solo perché Dio è morto.
E sapete qual è il motto della polizia penitenziaria, i
famosi secondini che qui chiamiamo assistenti? “Garantire la speranza è il nostro dovere”. Verrebbe da ridere
e piangere nello stesso momento, e quindi è una cosa
seria. Che un corpo dello Stato, in sostanza lo Stato,
possa “garantire la speranza” in una società dove Dio è
morto, o meglio venduto all’immaginazione e sostituito
da mille dei (in primis il proprio pensiero), appare ridicolo. Che invece la Chiesa (prosecuzione della corporalità-umanità di Cristo nella storia) possa ancora essere
fattore di speranza nel mondo appare commovente.
Ma al potere servono gli “indignados” e io sono qui a
San Vittore a raccontare chi ha dato il senso al mio
fare e della speranza come ipotesi positiva su tutto ciò
che vive. Difatti la canzone Dio è morto, che si cantava
anche nelle chiese, finiva come sempre a riaffermare
che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge.
to, in ginocchio davanti al Papa, cioè l’autorità della Chiesa. Il braccio è teso a offrire e accogliere la risposta del Papa che è
un abbraccio e un bacio in fronte. Impressionante. Quella foto è parte della storia
della Chiesa. Solo un laicismo narcisista
e nichilista e, ancor peggio, l’ipocrisia di
taluni “cattolici adulti”, può usare quanto sta succedendo intorno a Roberto Formigoni, per chiedere l’intervento del Vaticano contro Comunione e Liberazione. Io,
che prego poco, guardo quella foto che ho
appeso per ricordarmi di offrire la mia
vita, comprese le sofferenze e peccati a
chi mi ha dato la possibilità di vivere tutto con un senso, con un significato.
Che lavoro fa(ceva)?
Ora il carcerato. Prima, ho lavora-
to nel settore immobiliare fuori dall’Italia (Praga, Cile, Israele, Caraibi, Argentina) poi mi sono interessato di sviluppo
sanitario.
Perché per i suoi business con il faccendiere Piero Daccò utilizzava società di
copertura off shore?
Quando ho lasciato la politica nel
1992 ho cominciato a lavorare a Praga per
due multinazionali francesi. Nel 1998 ho
posto la residenza a Londra, visto che avevo solo interventi economici in giro per il
mondo e non stavo più in Italia. Ho sempre avuto società rapportate al business
che seguivo, ordinate secondo le leggi dei
rispettivi Paesi. Se il principio della pianificazione o ottimizzazione fiscale fosse reato, si dovrebbero arrestare i consigli
di amministrazione di quattro quinti delle società quotate in borsa. Banche in primis, vedi Unicredit-Profumo e altre decine di ad delle banche. Tremonti aveva in
Lussemburgo un apposito e avviato studio di planning fiscale.
Lei si sente responsabile di quel che sta
succedendo al suo amico governatore
Roberto Formigoni, indagato per corruzione?
Non avendo corrotto mai nessuno e
men che meno Formigoni, non mi sento responsabile del male che gli vogliono
gli avversari politici, i gruppi di potere. In
guerra ci sono morti e feriti, l’importante
è che tutti capiscano che è stata dichiarata una guerra contro ciò che rappresenta
Formigoni, non per le mete esotiche che
sceglie per le sue vacanze natalizie.
Si è mai chiesto come mai le strutture
private pagassero cifre folli per le consulenze sanitarie?
Per quanto riguarda il San Raffaele, vicenda a me completamente estranea, tuttavia, la spiegazione di Daccò è lineare e semSe il principio della pianificazione fiscale
plice: fatturava a fornitori
fosse reato, si dovrebbero arrestare i consigli del San Raffaele per restituidi amministrazione di quattro quinti delle
re in nero, dopo aver detratsocietà quotate in borsa. Banche in primis
to le sue competenze a Cal.
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| 29 agosto 2012 |
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SAN VITTORE PRIMALINEA
Per quel che riguarda la Maugeri, come
ha dichiarato Aldo Maugeri, se la lobby funzionava, i compensi erano giusti.
“Ben vengano i fondi della Lombardia, e
se è merito di Daccò, che considero un
lobbista e non un corruttore, io dirò grazie” ( Repubblica, 11 maggio). Pensare che
Daccò decidesse le funzioni corrompendo Carlo Lucchina o Formigoni vuol dire
non conoscere nessuno degli attori. Il
compenso commisurato sul fatturato, era
ripetuto negli anni, cresceva, da qui l’evidenza di cifre importanti sempre da spalmare su 15 anni di rapporti economici.
I vostri compensi/commissioni si misuravano in milioni di euro, pagati in nero.
Le conoscenze possono diventare una
professione?
Io ho ricevuto secondo l’accusa 3
milioni di compensi in 10 anni da parte di Daccò per le consulenze nel campo
sanitario. Altri compensi riguardavano le
operazioni immobiliari realizzate in molti anni. Essendo io residente a Londra dal
1998 e fatturando sempre le prestazioni,
parlare di “nero” non ha senso!
In che cosa lei era esperto per prendere
una percentuale da Daccò?
In progetti innovativi in campo sanitario ed immobiliare. Ricordo solo che i
progetti andati in porto hanno sempre
prodotto un considerevole risparmio pubblico. Sia in Lombardia sia in Sicilia ciò
che abbiamo realizzato ha fatto risparmiare centinaia e centinaia di milioni di
euro alle amministrazioni regionali. La
realizzazione della convenzione in Sicilia con la Maugeri elimina la necessità di
migliaia di trasferimenti dal Sud al Nord
per le cure a malati e per i parenti. Daccò,
sul versante immobiliare, trovava in me
un realizzatore di molti dei suoi progetti che seguiva in giro per il mondo e mi
pagava a successo o con quote delle società operanti o con soldi.
Piero Daccò l’ha delusa?
Mi ha deluso e sono deluso di me stesso per la leggerezza avuta nel non rendere esplicite nelle forme di legge italiane le
fatturazioni dei compensi che oggi sembrano il mistero da svelare.
Foto: Infophoto
Quando uscirà dal carcere, che cosa desidera fare?
Se rispondessi che vorrei tornare a
lavorare, utilizzerebbero questa intervista
per giustificare l’accusa di reiterazione del
reato e mi lascerebbero per altri dieci anni
in galera. In perfetto stile “politicamente
corretto” dichiaro che mi dedicherò nella
veste di giornalista, qual sono, alla ricerca
della verità, contro le ipocrisie. In fondo
come un pubblico ministero, senza arrestare nessuno. Sono garantista io.
la carica dei 120 costituzionalisti
Così si interrompe
la flagranza di reato
Il 17 luglio scorso ennesima condanna Ue del
sistema italiano di detenzione. Parla il giurista
che porterà al Quirinale il dossier sull’amnistia
di Andrea Pugiotto
A
ssodato lo stato delle cose, tentare
il possibile contro il probabile: è
ciò che va fatto, per recuperare
alla legalità costituzionale giustizia e carcere. Lo stato delle cose è noto. Non è un
retroscena o un’opinione, ma un fatto
certo. Oggi, in Italia, la detenzione è trattamento inumano e degradante: lo attesta la sentenza della Corte Edu, Scoppola
c. Italia, del 17 luglio scorso (quarta condanna per violazione dell’art 3 Cedu, e
ancora pendono 1.200 ricorsi analoghi a
Strasburgo). Ne sono indizi il sovraffollamento carcerario, i suicidi dietro le sbarre e tra gli agenti penitenziari, l’invenzione di una verticalizzazione della pena
con brande a castello a rimedio dell’asfittico spazio vitale (e pazienza se per stare
in piedi si fa a turno), i diritti alla salute
e al lavoro risocializzante negati, la parvenza di percorsi riabilitativi pure imposti dalla finalità costituzionale della pena
(che alla rieducazione del condannato
deve tendere). Proviamo, per un solo
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PRIMALINEA SAN VITTORE
istante, a entrare nelle vite degli altri:
«Immaginate gli urli, i silenzi attoniti, le
agonie, l’astinenza, i cessi a vista, l’acqua
che manca, il sangue che corre, quelli che
sono pazzi e quelli che diventano pazzi,
che aggrediscono e che si feriscono, quelli che sniffano la bomboletta per morire o muoiono per sniffare (…), quelli che
pregano rivolti alla Mecca e non gli basta
lo spazio e quelli che non pregano, quelli
che si masturbano a sangue e tossiscono a
morte e ingoiano lamette e batterie e gridano nel sonno» (Adriano Sofri).
Accontentiamoci del possibile
Il paradosso è che a denunciare l’illegalità di Stato è lo Stato stesso. Attraverso le
circolari del Dap. Reiterando, anno dopo
anno, decreti del Governo dichiaranti lo
stato di emergenza nazionale (ora fino a
dicembre 2013). Con esternazioni ufficiali provenienti dai colli più alti, Quirinale
compreso. Mediante sessioni parlamentari straordinarie autoconvocate. Attraverso gli atti di sindacato ispettivo di deputati e senatori e le risposte ministeriali. È
una realtà che si avvita su se stessa: lo Stato che punisce chi vìola le sue leggi attesta di violare la Costituzione, la Cedu,
l’ordinamento penitenziario, il suo regolamento di attuazione. Non di un problema umanitario stiamo parlando, dunque, ma di legalità violata.
Siamo realisti, vogliamo l’impossibile, si sarebbe detto un tempo. Oggi ci si
accontenterebbe del possibile. Perché è
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possibile uscire da questa condizione di
illegalità. E presto, come la «persistente urgenza» denunciata impone, se alle
parole del presidente Napolitano diamo
il loro autentico significato.
La violazione costituzionale è così
acclarata, sistematica, duratura che il
recupero della legalità si pone come priorità assoluta: amnistia e indulto sono i soli
strumenti idonei al fine. Non si tratterebbe di atti di clemenza per i detenuti (condannati o in attesa di giudizio). Semmai
di una scelta di politica del diritto che a
essi ricorrerebbe nel quadro costituzionale di un diritto penale ricostruito a partire dagli scopi della pena: dunque, un’amnistia e un indulto per la Repubblica. Il
diritto è, infatti, violenza domata attraverso il monopolio della forza legittima riservata allo Stato a tutela dell’incolumità dei
cittadini, sottoposta a limiti e regole per
impedirne l’abuso. E avere in custodia una
persona significa – anzitutto – custodirla.
Se viene meno a tale funzione, la Repubblica perde la sua legittimazione.
Interrotta così la flagranza di reati
collegati al sovraffollamento carcerario
(maltrattamenti, omissioni di soccorso,
lesioni personali, violenze private, abusi d’ufficio, abusi d’autorità, falso ideolo-
Il monito di Aldo Moro
Torna alla mente Aldo Moro e la sua tragica parabola “carceraria”. Da costituente concepì due norme (l’articolo 2 e il 2°
comma dell’articolo 32) che antepongono alle esigenze di sicurezza dello Stato i
diritti inviolabili della persona. Da guardasigilli molto coltivò la buona pratica
delle ispezioni nelle carceri. Ed è in un
“carcere del popolo” che è finita la sua
vita: «Io comincio a capire che cos’è la
detenzione», scrive in una delle sue lettere. Per lui, da giurista, la pena «è soltanto privazione della libertà, non più di questo: è
La violazione costituzionale è così acclarata,
soltanto privazione della
sistematica, duratura che il recupero della
libertà». Anche in ciò, il
legalità si pone come priorità assoluta:
suo ricordo resta di moniamnistia e indulto sono i soli strumenti idonei to per tutti.
n
Foto: AP/LaPresse
Sopra, il ministro
della Giustizia
Paola Severino.
A sinistra,
l’ingresso del
carcere milanese
di San Vittore
gico), si passi poi ad aggredirne le cause.
Che hanno nome e cognome: legge BossiFini sull’immigrazione, legge Fini-Giovanardi in tema di stupefacenti e tossicodipendenza, legge Cirielli che reintroduce
la recidiva obbligatoria e limita l’ammissione alle pene alternative. Vere e proprie
leggi “carcerogene”: le prime due aprono le porte della galera, la terza le chiude
a chiave. Si dovrà pure intervenire sulla
disciplina codicistica della custodia cautelare, troppo lunga perché troppo lunghi si rivelano i tempi del processo penale, e sul suo (ab)uso, perché spesso adoperata come espiazione anticipata di una
pena che non ci sarà. Tutto ciò è possibile,
ma non probabile. Le fughe da Alcatraz
indicate dalle forze parlamentari e dal
governo seguono altre mappe. Aumentare la cubatura delle carceri e costruirne
di nuove, reclutare più agenti penitenziari, ammettere il condannato a scontare il
residuo di pena ai domiciliari, depenalizzare e incrementare l’uso di pene alternative: questo è il mix tra “piano carcere” e
“pacchetto Severino”.
In teoria cose buone, se complementari (e non alternative) a quelle possibili.
In pratica, tutte di là da venire. I tagli agli
organici della spending review riguardano anche il personale penitenziario.
La legge svuota carceri, già in vigore dal
2010, ha dato risultati ben al di sotto delle
previsioni ministeriali. Le misure di depenalizzazione e decarcerizzazione sono
state stralciate dal disegno di legge delega all’esame della Commissione Giustizia. Quanto all’edilizia penitenziaria, se
nel carcere si specchia l’idea di detenzione, allarma l’obiettivo dichiarato esclusivamente quantitativo, privo di una seria
riflessione sullo spazio della pena (e del
tempo e del corpo dietro le sbarre).
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L’OBIETTORE
fermareildeclino.it
Voglio smontare la politica
Ma non sono Beppe Grillo
di Oscar Giannino
I
l direttore e i lettori e gli amici di Tempi credo siano stati i
meno sorpresi di tutti, quando
NON SONO
hanno appreso che il 30 luglio è staD’ACCORDO
to pubblicato un appello del quale
sono stato tra i sette promotori iniziali. Trovate il testo sul sito www.
fermareildeclino.it, corredato di un
manifesto in dieci punti. In meno
di due settimane abbiamo raggiunto i 20 mila aderenti, e per esser partiti a spese nostre non c’è malaccio.
Non è la nascita di un partito, tanto
meno il “mio” partito, ma un appello per vedere quanti condividano alcuni punti chiari: una volta verificata
l’ampiezza del sostegno decideremo quali altre iniziative farne discendere. Siamo persone di estrazioni culturali e ascendenze diverse: io mi sono formato nella vecchia
casa del Pri; ci sono animatori di think tank su mercato
e concorrenza come De Nicola (Adam Smith) e Stagnaro
(Bruno Leoni); economisti italiani che
insegnano in America come Michele Boldrin e Sandro Brusco; c’è Luigi
Zingales, che da anni rompe le scatole nei cda di importantissime società
private. Abbiamo ciascuno un mestiere e qualche visibilità, ed è probabile
che ci rimetteremo reddito e occasioni professionali dicendo con chiarezza come la pensiamo. Come? È presto
detto. In realtà, è proprio su queste
colonne che ho sviluppato gran parte
delle riflessioni alla base dell’iniziativa fermareildeclino.it. Si parte dall’amara constatazione
che partiti e coalizioni degli ultimi vent’anni meritano
un giudizio totalmente negativo. Il ritorno di Berlusconi
dopo 7 mesi al timone del Pdl dove con Alfano nulla era
successo dovrebbe parlare ancor più chiaramente ai milioni di italiani delusi da 18 anni di voti attribuiti a chi ripeteva ogni volta «meno tasse e meno spesa», per poi fare
sempre l’esatto contrario. Con una sinistra che oscilla tra
mega-patrimoniali e divisioni su ogni cosa, il primo a sapere che cosa avverrebbe dell’Italia sui mercati se vincesse con Vendola e Di Pietro con l’attuale legge elettorale è
proprio Bersani. Tanto tutto ciò è chiaro, che il Quirinale
Ma per voi Berlusconi è ancora un riferimento?
Per me ha tradito. La sinistra ci ammazzerebbe,
e Casini vive in schemi vecchi. Napolitano vuole
elezioni finte, ma io dico che idee e voti contano
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si dà da fare da mesi perché i partiti rinuncino non solo
alle scandalose liste bloccate, ma soprattutto al premio di
maggioranza, in maniera che nessuno vinca. Perché con
Berlusconi o Bersani al comando, con la loro eterogenea
e - per ragioni diverse - poco stimabile dai mercati corte
di sostenitori l’Italia accelererebbe la sua messa in mora
già in corso da anni.
La cosa a nostro giudizio incredibile è accettare tale
prospettiva senza dedurne che occorre modificare l’offerta politica. C’è chi prefigura una soluzione tutta interna
al vecchio recinto dei partiti, ed è Pier Ferdinando Casini,
che apre al Pd. Noi la pensiamo diversamente. Siamo convinti che Berlusconi sia da tempo un capitolo che va chiuso, che il Pdl sia a questo punto un’espressione di mera
difesa personale e aziendale. Pensiamo che agli italiani
vadano proposti pochi punti chiari per il dopo Monti, e
che il loro voto serva eccome, e non sia un torneo inutile
per far restare Monti dov’è. Per non uscire dall’euro e capitombolare in più povertà, il binomio delle scelte necessarie resta quello che da anni destra e sinistra non hanno
imboccato: abbattimento del debito tramite cessione di
attivi pubblici; 6 punti di Pil almeno di spesa pubblica retrocessa in meno imposte a lavoro e impresa.
No alle vecchie conventicole
Non serve all’Italia un partitino delle imprese, una riedizione di vecchie conventicole elitiste laiciste e liberiste.
Serve parlare agli italiani che diventano ex produttori,
ai milioni che così non lo diventeranno mai. È al sostegno del loro reddito che bisogna pensare, alla produttività del mercato interno, perché il miracolo dell’export da
solo non può evitarci disastri. C’è anche un punto che riguarda Nord, il Sud e il federalismo. Lo sottolineo perché
insieme alle promesse tradite da Berlusconi su tasse, spesa e debito, il Nord è l’altro disastro irrisolto figlio di 18
anni di chiacchiere. Ne abbiamo parlato qui diverse volte, seguendo le orme di Luca Ricolfi e Piero Bassetti, che
oggi rilancia le tre macroregioni che potrebbero risolvere la questione crescita-debito-Ue come Roma non è riuscita a fare. Che cosa pensa di questo il vostro mondo e il
vostro movimento? E voi individualmente? Berlusconi e i
suoi sono ancora riferimenti? Personalismo e sussidiarietà e federalismo stanno nei vecchi partiti? O sono le risorse del fondatore a sembrare insostituibili, anche quando
sapete benissimo che non ha più chance di un governo
credibile, lui e chi resta con lui? E da quanto avviene in
Lombardia, pensate di difendervi meglio restando dove
siete? Oppure è una crisi che rende necessaria una revisione globale? Fatemi sapere. Io non sono certo salvatore della patria, né chi firma con me. Ma crediamo nel popolo italiano molto di più di chi pensa che debba votare
perché un cavolo cambi, perché l’Italia non può darsi un
progamma deciso di autoequilibratura e crescita, euro o
non euro, tedeschi o non tedeschi.
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Lombardia, italia
Aspettando
un buon
partito
Una regione che funziona,
il Pdl che perde pezzi,
le inchieste che
lo riguardano e l’eterno
problema di cosa fare
da grande. Polito
e Scalpelli riflettono
sul futuro politico
di Roberto Formigoni
di Ubaldo Casotto
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| 29 agosto 2012 |
|
Foto: Agf
M
ilano-Italia era il titolo di una
fortunata trasmissione televisiva condotta da Gad Lerner, il
giornalista che si è ripromesso di chiedere tutti i giorni le dimissioni del governatore della Regione Lombardia Roberto
Formigoni, il quale, forte dei risultati e
dei riconoscimenti che anche la Corte dei
Conti ha espresso nei confronti del suo
operato come amministratore pubblico,
a dimettersi non ci pensa punto.
Lombardia-Italia potrebbe essere la
risposta politica di Formigoni alle intemerate dell’Infedele. Il modello di governo che ha fatto della Lombardia una
regione di eccellenza non solo in Italia
ma a livello internazionale - al netto di
interessate campagne stampa e di indagini giudiziarie che dovranno provare singoli reati (tentativo fallito undici volte
durante i mandati di Formigoni) - può tornare utile per il Paese?
Ragioniamo di questa prospettiva
politica del centrodestra con due persone con una storia di sinistra, senza pregiudizi ideologici per riforme di stampo
liberale: Antonio Polito, già vicedirettore di Repubblica, fondatore del Riformista e con un’esperienza parlamentare con
la Margherita e ora commentatore politico per il Corriere della Sera; il secondo è
Sergio Scalpelli, un passato nel Pci per il
Foto: Agf
Dall’alto, Sergio
Scalpelli, ex Pci, oggi
con “Italia Futura”.
Antonio Polito
è editorialista del
Corriere della Sera
quale è stato responsabile della Casa della
Cultura di Milano, una svolta liberale che
l’ha visto tra i fondatori del Foglio, poi
assessore del Comune di Milano nella prima giunta Albertini, oggi promotore di
“Italia Futura” in Lombardia. Se il primo
è un autorevole osservatore della politica
nazionale, il secondo è un profondo conoscitore delle dinamiche politiche milanesi e lombarde.
Antonio Polito non è un elettore
di Formigoni, ma è un sostenitore della democrazia dell’alternanza, non gli
dispiace quindi che la competizione politica sia tra programmi con una identità
netta, e per l’esperienza di governo della Regione Lombardia dice di aver «sempre provato ammirazione. In essa ho visto
realizzato quello che qualcuno ha definito il riformismo delle opere». In Lombardia, secondo Polito, «in questi anni abbiamo visto all’opera un’idea della compenetrazione tra pubblico e privato, tra profit e no profit, che ha costruito un modello di welfare moderno, per certi aspetti
simile al tentativo di Tony Blair in Gran
Bretagna». Il focus dell’esperienza lombarda è, per Polito, il principio di sussidiarietà, «un criterio metodologico decisivo per il welfare del futuro».
La Regione che ha fatto una riforma sanitaria introducendo il privato e il
no profit nel sistema sanitario pubblico,
che ha inaugurato la pratica dell’accre-
ditamento per il privato sociale che opera nel settore dell’assistenza, che ha permesso una libera scelta del cittadino praticamente azzerando le liste di attesa per
le visite specialistiche e gli esami diagnostici, ha anche dimostrato che in questo
modo si possono tenere i conti in ordine.
to a ogni nuova offensiva della magistratura, ma così, secondo me, butterebbe a
mare tutto ciò che ha costruito in questi
diciotto anni di buon governo che ha fatto della Lombardia una delle regioni più
avanzate del mondo. Oppure si fa promotore di una nuova iniziativa politica nel
centrodestra, con il Pdl, ma superandone
Montezemolo, Giannino & C
l’attuale configurazione, che l’ha condot«È ormai chiaro a tutti - commenta Polito to in una situazione di stallo nella quale
-, a destra come a sinistra, che non potre- assiste impotente alla fuga di gran parte
mo più godere di un welfare interamen- del suo elettorato moderato».
C’è un blocco sociale di riferimento,
te erogato e finanziato dallo Stato: c’è
un’esigenza che le generazioni passate deluso dalle mancate realizzazioni delle
non hanno conosciuto, una domanda di promesse liberali, in cerca di nuova rapassistenza e cura degli anziani o di assi- presentanza, o quantomeno di rappresenstenza domiciliare che è nuova, e rispetto tanza reale, come testimoniano, seconalla quale la forma statale è la più buro- do Scalpelli, movimenti di insofferenza
cratica e impersonale, e quindi la più ina- dell’area dei moderati, «tentativi come
deguata. In Lombardia, invece, in que- quello già più strutturato di Luca Cordesti anni abbiamo concretamente visto in ro di Montezemolo, o come quello appena lanciato da Oscar Giannino».
opera una welfare society».
Nel centrodestra lombardo vi sono
Di fronte a queste realizzazioni, se
non vuole disperdere un patrimonio che inoltre personaggi come l’ex sindaco di
può diventare una risorsa per tutto il Pae- Milano Gabriele Albertini, oggi deputase, «Formigoni si deve decidere», dice Scal- to europeo del Pdl, più legati alla borpelli, «e si tratta di una scelta politica, o ghesia conservatrice di stampo montachiudersi nel Pdl e giocare in difesa rispet- nelliano, espressione di un conservatorismo liberale con venature
imprenditoriali e nel monL’ex parlamentare della Margherita:
do delle professioni. Anche
«In Lombardia c’è un riformismo delle opere Albertini è un’altra figura
simile al tentativo di Tony Blair in Gran
di coagulo per i moderati,
e secondo alcuni potrebBretagna, decisivo per il nuovo welfare»
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| 29 agosto 2012 |
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interni lombardia, italia
Gad Lerner, 57 anni,
ha chiesto più volte le
dimissioni di Formigoni,
recente autore di
“Il buon governo”
la novità
il buon
governo
R. Formigoni
(e-book)
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| 29 agosto 2012 |
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vendo servizi di qualità con la collaborazione-competizione tra pubblico e privato». «Di quali altre esperienze di governo
potrebbe vantarsi il centrodestra se non
della Lombardia e del Veneto?» chiede
polemicamente Polito, «Della Sicilia? Della Calabria?». Una scelta di questo tipo,
inoltre, farebbe bene anche alla sinistra.
Dice infatti Polito: «Leggo in questi giorni
di una proposta della Lega delle Cooperative: un modello assicurativo di previdenza e assistenza con costi contenuti e intervento del privato sociale. È una replica
del modello della Regione Lombardia; a
me non interessa chi poi lo realizzi. Anzi,
sono contento che certe idee trovino strada anche a sinistra».
li sarà la Lega stessa a valutare la situazione: saranno il test del rapporto con il
suo elettorato, con la sua parte moderata
e con le pulsioni secessioniste che lo animano», intanto c’è da rispettare un patto
preso con l’elettorato. Per Polito, invece,
«quanto al sistema di alleanze, il modello
nordista-lombardo è tramontato. La Lega
Nord ha esaurito la sua spinta riformatrice, a dirla in modo crudo, ha fallito tutti
i suoi obiettivi. Deve ripensarsi, ma non
sarà più la Lega che abbiamo conosciuto.
Paradossalmente la Lega non ha fallito in
Lombardia o in Veneto, ha fallito a Roma:
devolution, federalismo, macro-regioni...
Le sue idee forza, anche per cause non
imputabili solo al movimento di Bossi,
sono tutte rimaste inattuate. Penso quinLe alleanze da ripensare
di che sotto l’aspetto delle alleanze, o dei
C’è un problema di alleanze, il model- contenuti delle alleanze, il modello lomlo lombardo è vissuto del rapporto con bardo, se vuole avere un ruolo nazionale,
la Lega Nord. Mentre per Scalpelli il pas- vada ripensato».
Non ci si può nascondere che il
saggio decisivo sono le elezioni politiche
della prossima primavera, «dopo le qua- modello Lombardia abbia avuto e abbia
problemi anche nel centrodestra. Polito vede per
Resta il nodo del rapporto con la Lega.
la Lombardia formigoniaPer Scalpelli «le prossime politiche saranno
na «le stesse difficoltà delil test decisivo». Secondo Polito, invece,
la Csu bavarese»: per queil Carroccio «ha fallito tutti gli obiettivi»
sto «non è finora riuscita a
Foto: AP/LaPresse
be essere lui un candidato di continuità con l’attuale presidenza della Regione.
Nella sua associazione “Lombardia Riforme” si riconoscono esponenti del Terzo
Polo come il senatore Giuseppe Valditara,
Pierluigi Mantini, e l’ex assessore dell’amministrazione Moratti Edoardo Croci.
A questo mondo reale, deluso dall’attuale centrodestra e non proprio entusiasta di un ritorno di Silvio Berlusconi come
candidato premier - ridiscesa in campo
che secondo Polito «potrebbe far bene
elettoralmente al centrodestra, ma ne
bloccherebbe ogni sviluppo politico e di
governo» - Formigoni, a detta di Scalpelli,
«potrebbe portare in dote l’eccellenza del
modello lombardo, intorno alla quale in
questi anni ha coagulato più di un migliaio di amministratori locali (“Rete Italia”),
che è di fatto l’unica esperienza di governo che ha realizzato le promesse di stampo liberale, riformatrici e modernizzanti del programma di Forza Italia. La Lombardia ha fatto tutto questo applicando
il principio di sussidiarietà non solo nel
settore della sanità, ma anche in quello
della scuola, della formazione professionale, dell’impresa, delle infrastrutture. E
l’ha fatto mantenendo i conti in ordine,
riducendo la spesa pubblica e promuo-
Foto: AP/LaPresse
conquistarsi un ruolo a livello nazionale. Il Pd aveva pensato a un Pd del Nord,
a maggior ragione avrebbe dovuto farlo il
Pdl, al limite accentuando la separatezza
del modello lombardo, sarebbe stato un
punto di forza. È stata un’occasione persa, forse per limiti di Formigoni, sicuramente per l’opposizione o comunque per
l’incomprensione del partito nazionale».
Scalpelli concorda: «Fu un errore bloccare
il tentativo del 2005. Forse andava meno
personalizzato. Oggi non è riproponibile
nelle stesse forme, l’accento riformatore
di allora deve dare spazio a una prospettiva più decisamente liberale e insieme
popolare. Tutto questo può diventare programma politico, prima di ogni discussione sulla leadership, con una strategia di
apertura e non di arroccamento».
Il nodo pubblico-privato
Quanto al rapporto con il mondo cattolico – di cui si fa un gran parlare sui giornali, vagheggiando partiti che non sembrano prossimi venturi – se il centrodestra
vuole rilanciarlo, secondo Polito «non c’è
alternativa. La Lombardia è la regione da
cui ripartire, è qui che questo rapporto si
pone al suo livello più avanzato, qui c’è
la diocesi più grande del mondo, qui c’è
una tradizione popolare ancora viva, qui
ci sono movimenti che hanno significato
molto anche per la vita politica nazionale. La vera partita nel rapporto con una
presenza incisiva del cattolicesimo nella vita pubblica si gioca qui. Il resto, tutte le discussioni sulla rinascita del partito cattolico, mi sembrano tatticismi politici». Polito si dice poco esperto della questione ma «da osservatore» gli sembra che
«in Lombardia lo spettro della presenza
cattolica nella vita pubblica sia più ampio
rispetto ai temi in cui vengono confinati
i cattolici dal dibattito mediatico. Certo,
la difesa dei valori non negoziabili, ma
anche l’impegno nel welfare, nella società, nell’impresa, nella cultura».
Quanto alle accuse sul piano giudiziario, perché non si può non parlarne,
Scalpelli non vede sostanza nelle accuse a
Formigoni, se non «alcune cadute di stile
che possono essere un problema ma non
sono certo un reato». Polito si addentra
nell’analisi e osserva che il punto focale
gli pare «quello delle prestazioni sanitarie non tariffate, un terreno legittimo ma
dove la discrezionalità della Regione era
massima. Si dovrà appurare se nell’esercizio di questa facoltà ci siano stati reati o
no, ma è evidente che si tratta di un punto delicato».
Nel terreno della discrezionalità «possono crearsi sacche problematiche, bisogna intervenire per evitare, o per limitare al massimo che questo possa succedere, soprattutto in presenza di un sistema
misto pubblico-privato in cui l’ente erogatore deve tendere, per eliminare qualsiasi
possibile conflitto di interessi, a diventare un puro regolatore». L’esistenza di questo punto problematico non giustifica la
sinistra nella sua «facile ma falsa accusa che individua la falla del sistema nella presenza del privato. La sinistra sbaglia
e non guarda alle esperienze concrete.
Il privato è un problema nel Mezzogiorno, dove viene coperto di soldi per supplire all’incapacità di intervento del pubblico, non in un sistema dove
pubblico e privato vengono
Le indagini, il rapporto col mondo cattolico,
messi veramente in concorla rappresentanza della borghesa liberale
renza sulla qualità, sull’efal Nord e il Cav: saranno questi cardini
ficacia e sulla prontezza
a decidere delle possibilità del governatore
dell’intervento». n
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| 29 agosto 2012 |
19
INTERNI SUI BANCHI
Non è
una scuola
per giovani
Doveva essere la grande occasione per fare
qualcosa di innovativo nella formazione degli
insegnanti, invece il Tfa è stato un fallimento.
Cronaca di una deriva provocata dalla solita
miscela di dirigismo e interessi precostituiti
di Giorgio Israel
Q
ma la
denuncia del sabotaggio di successo
del tentativo di fare, con le lauree
magistrali per la formazione degli insegnanti e il Tfa (Tirocinio Formativo Attivo)
qualcosa di innovativo, che aprisse ai giovani le porte dell’insegnamento; un sabotaggio culminato nella tragicommedia dei
test d’accesso, ennesima messa in scena
dell’incompetenza.
Cosa si voleva creare con quel tentativo? Un meccanismo agile, ridotto a un
anno, con più spazio per il tirocinio attivo
in classe, più enfasi sulle discipline e un
(modesto) ridimensionamento del didattichese, una struttura non autoreferenziale
come le Ssis bensì frutto di un rapporto e
di un coinvolgimento diretto di università
e scuole, sottratta alle solite conventicole
inamovibili, un meccanismo che garantisse un numero realistico di abilitazioni, per
aprire una via ai giovani insegnanti, senza
fabbricare precari.
Si poteva fare? Certo che si poteva. Ne
abbiamo la prova tangibile. È la nuova laurea abilitante per la formazione primaria,
l’unica che già funziona (le altre sono state bloccate). Come mai? Perché i pedagogisti – e lo dice chi li ha criticati in più occasioni – hanno mostrato sensibilità per l’in-
20
uesta non è una geremiade
| 29 agosto 2012 |
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teresse pubblico. Ricordo la riunione con
la conferenza dei presidi di scienze della
formazione: non tutti erano contenti del
dimagrimento delle materie pedagogiche
e del maggiore spazio dato alle discipline,
ma prevalse il senso di responsabilità. Con
qualche ragionevole mediazione la nuova
struttura fu accettata e l’impegno a implementarla è stato perseguito con determinazione. Per merito – va detto – anche
dell’allora presidente della conferenza, il
professor Francesco Susi.
Altra musica sugli altri fronti scolastici. Dal gennaio 2009 iniziò un triennio simile alla cavalcata della diligenza
di Ombre Rosse. Però quella, sia pure con
danni, era giunta alla meta. Qui alla meta
è giunta una gran beffa. Furono in tanti a
lanciare frecce sulla diligenza: coloro che
vedevano con orrore un meccanismo capace di togliere spazio alle immissioni ope
legis (il solito asse tra dirigenza ministeriale e sindacati); le consorterie che temevano nuovi ingressi nel loro orticello riservato, associazioni e personaggi altolocati
che (vergognosamente) ora si stracciano le
vesti per il futuro rubato ai giovani e che
fecero e scrissero di tutto per bloccare il
nuovo regolamento e rubare ai giovani tre
anni. E va detto che, in questa vicenda, il
ministro non diede prova di decisionismo.
Si auspicava un rapporto agile e diretto
tra università e scuole: è finita col mettere
tutto in mano alle conferenze dei rettori e
alle dirigenze scolastiche regionali. Si voleva che i Tfa fossero parte del carico didattico universitario, e invece (almeno in certe università) sono diventati costosissimi.
I test d’accesso dovevano essere un filtro
minimale per scremare gli incompetenti e sono diventati l’ennesima esibizione
di incompetenza, con domande sbagliate
o impossibili, che hanno prodotto un’ecatombe probabilmente voluta. Del resto, il
ministero era in trincea da mesi per abbassare il numero dei posti disponibili.
Di fronte a questo disastro la tentazione è di dire: lasciamo alle scuole la libertà totale di assumere gli insegnanti e poi
ciascuno risponderà delle sue scelte. Si trascura il dettaglio che non siamo negli Stati Uniti, che questo è un sistema prevalentemente statale e che esiste
Occorrerebbe un ministro capace di spezzare il valore legale del titolo di
studio. Abolirlo? Facile a dirl’asse consolidato dirigenza-sindacati,
si, difficilissimo a farsi.
di far prevalere l’interesse pubblico,
Certo, liberalizzare si
di sgretolare il prepotere delle conventicole
può, ma in un sistema pub-
L’ASSESSORE LOMBARDO
L’ASSUNZIONE DIRETTA
E I SUOI VANTAGGI
blico e prevalentemente statale occorrerebbe introdurre un efficace sistema di
valutazione. E qui si apre il vaso di Pandora. Il peso di ideologie consolidate per
decenni dall’egemonia culturale comunista e da una cultura cattolica di sinistra
e l’assenza di un autentico pensiero liberale, trasformano automaticamente ogni
processo di valutazione in un dirigismo di
Stato da far invidia alla tradizione sovietica. Un buon processo di valutazione è tale
se stimola una crescita culturale all’interno del settore coinvolto. Quindi non può
che essere basato su procedimenti ispettivi all’interno del mondo degli insegnanti.
Simili procedimenti possono essere strutturati in dettaglio: qui non è possibile, ma
chi scrive l’ha fatto. Ricordo una riunione
ministeriale in cui se ne parlò. La sentenza fu: va bene, purché i membri delle commissioni ispettive abbiano un patentino.
La domanda ovvia è: chi darà i patentini?
La risposta è altrettanto ovvia. Sarà il ministero, che si avvarrà delle “competenze”
del solito nugolo di “esperti” e professori
“amici”, sempre i soliti che vengono mobilitati per preparare qualsiasi test, con quali risultati si è visto. Né va dimenticato che
la coriacea consistenza di questo nugolo è
cementata dai compensi tutt’altro che trascurabili, una situazione incresciosa per
non dire scandalosa.
In conclusione, se si chiede cosa servirebbe per smantellare questa miscela
di dirigismo e di interessi precostituiti la
risposta generale è: un ministro autorevole e deciso, capace di ricondurre il ministero entro i confini di un ruolo discreto
di supporto. Basta con le continue direttive metodologiche; basta con gli interventi
sul modo con cui si deve insegnare e addirittura sulla questione se dare o no i compiti a casa, basta con l’imposizione di tecniche didattiche; basta con le pressioni
per promuovere tutti; basta con l’alluvione di certificazioni e moduli da imbrattare. Occorrerebbe un ministro capace di
spezzare l’asse consolidato dirigenza-sindacati, di far prevalere l’interesse pubblico sugli interessi particolari, di sgretolare
il prepotere delle conventicole. Occorrerebbe un ministero capace di rivolgersi al
mondo dell’istruzione nel suo complesso,
affinché emergano da esso le competenze adatte a passaggi cruciali (come è stato
quello dei Tfa ponendo termine all’indecente favola per cui il parere di un esperto di “economia della scuola” o di uno statistico varrebbe più di quello di un insegnante). Sarebbe qualcosa di infinitamente più concreto dei blateramenti demagogici da cui siamo alluvionati e realizzabile senza nuove leggi. Purtroppo, allo stato, è soltanto un sogno.
PER UNA VERA AUTONOMIA
La battaglia di Valentina Aprea
«Non si può rischiare la qualità
dell’istruzione solo perché ci sono
problemi a stabilizzare gli insegnanti». Il monito di Valentina Aprea,
assessore lombardo all’Istruzione,
è chiaro, dopo che un ricorso del
Consiglio dei Ministri alla Corte
Costituzionale ha giudicato incostituzionale l’assunzione diretta dei docenti da parte delle scuole, prevista in
via sperimentale dalla legge regionale “Cresci Lombardia”. L’assessore
annuncia battaglia: «Abbiamo fatto
ricorso anche noi alla Consulta. Ci
appelliamo a un’intesa esplicita che
avevamo col ministero: si tentava di
migliorare le autonomie in tema di
nomina dei supplenti annuali, non dei
docenti di ruolo».
E quindi di snellirne la gestione
burocratica.
Sì. Le graduatorie mettono in crisi
scuole, insegnanti e famiglie. Sa che
ogni anno si contano fino al 15-20
per cento di supplenze che
cambiano solo per meccanismi burocratici? La precarietà peggiora il servizio
scolastico: la qualità dell’insegnamento si costruisce
nel tempo, con progetti pluriennali. Il lavoro educativo
richiede continuità.
Invece il CdM ha bloccato
tutto. Perché?
In ambito scolastico c’è
sempre troppa sindacalizzazione. A parole tanti si
professano a favore delle autonomie,
ma nei fatti, poi, si è sempre legati ai
vecchi schemi burocratici.
Aspettiamo quindi il giudizio della
Consulta.
Per l’anno scolastico in arrivo non c’è
nulla da fare. Ma con questo governo non tutto è perduto. Il ministro
Profumo ha confermato a Formigoni
che quando si firmerà il documento
attuativo del Titolo V in conferenza
Stato-Regioni, sarà possibile partire
con questa sperimentazione di reclutamento diretto dei docenti.
Nelle scorse settimane la prima
tranche di test del Tfa ha suscitato
diverse polemiche: quesiti troppo
nozionistici e a volte sbagliati. La
strada per chi vuole insegnare
doveva aprirsi, invece pare farsi
sempre più dura, come confermano
le vicende di “Cresci Lombardia”.
La partenza del Tfa è stata pessima.
Spero che tutto lo sforzo dei docenti
e delle università non venga ulteriormente vanificato da un concorso o da
abilitazioni semplificate o con corsie
preferenziali. È giusto che ci sia
un’abilitazione nazionale, ma non che
questa sia un modo per far accedere
gente che da anni è nel mondo della
scuola a discapito dei giovani.
Emmanuele Michela
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| 29 agosto 2012 |
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INTERNI NUOVI PROGRAMMI
EuroUnionBond
per tornare
a volare
«Le decisioni dell’esecutivo sono state necessarie
e imposte da esigenze europee. La diffidenza
rimane, ma l’Italia è tornata ad avere rilevanza
internazionale». Il professor Quadrio Curzio detta
le azioni da promuovere entro il 2013
Professore, in questa fase di acuta crisi economica, la politica non deve rassegnarsi ad avere un ruolo ancillare
rispetto ai cosiddetti “tecnici”, competenti ad agire di concerto ai grandi player del mondo globalizzato, dalla Bce al
Fmi, dalla Fed alla “mano invisibile” del
mercato?
I governi tecnici non possono sostituire nella fisiologia di una democrazia quelli politici, ma questi debbono, però, essere “governi”. Quanto ai “poteri forti”, in
Europa, nel mondo, esistono e con loro
bisogna saper dialogare. Ci sono tecnici
che non lo sanno fare e politici che lo sanno fare e viceversa. Non è però l’etichetta
che conta ma la caratura personale, perché un vero uomo politico trova, se necessario, esperti che lo assistano. De Gasperi
non era un economista ma aveva vicino a
sé Einaudi e Vanoni. La cancelliera Merkel e il presidente Hollande non sono tecnici ma sanno trattare con i “poteri forti”.
In ciò contano molto anche i sistemi elettorali che individuano una maggioranza
e/o un premier legittimato. Tra i “pote22
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ri forti” quelli che all’Italia dovrebbero
interessare di più sono nell’Unione Europea e nella Unione economica monetaria,
istituzioni alle quali abbiamo dato molto negli ultimi 65 anni. Oggi Monti trova il sostegno principale nella sua grande
esperienza e credibilità europea.
Lei sottolinea molto il ruolo dell’Europa
che però è in recessione economica e
che – stando ai dati su consumi, Pil, occupazione, indebitamento, attesi per la
fine del 2012 – ne uscirà, forse, con una
timida ripresa solo nel primo semestre
del 2013. Quali sono, allora, le principali azioni che il governo Monti dovrebbe
assolutamente promuovere da qui alle
elezioni della prossima primavera?
Il governo Monti ha preso decisioni forti composte da misure necessarie e
da misure imposte dalle esigenze europee. Tutto ciò ha dato all’Italia una nuova rilevanza europea ed internazionale. È
un risultato che va consolidato, in quanto
verso l’Italia ci sono anche molte prevenzioni e diffidenze. È sorprendente come
non si riconoscano in Europa e all’estero i
nostri punti di forza come la manifattura,
il risparmio e il basso indebitamento delle famiglie, la solidità relativa delle banche, un bilancio pubblico con un avanzo primario impressionante. Il governo
Monti deve perciò farli capire e i partiti e
la politica devono aiutarlo. Ma l’Italia ha
anche grandi punti di debolezza e perciò
tra le misure da prendere entro giugno
2013 vedo cruciale la revisione della spesa, la valorizzazione del patrimonio pubblico e un qualche contributo al rilancio
della crescita. Sono misure che aumente-
Alberto Quadrio
Curzio, economista
ed editorialista del
Corriere della Sera
rebbero l’efficienza e consentirebbero di
avviare la riduzione del debito pubblico.
La Corte costituzionale tedesca deciderà il 12 settembre sul Meccanismo di
stabilità europeo (Esm) e sul fiscal compact. Scenario A: l’Alta Corte conferma
la legittimità dell’adesione tedesca al
nuovo patto di bilancio Ue e allo Esm.
Scenario B: Karlsruhe – sede della Corte Costituzionale tedesca – ne dichiara
l’incostituzionalità e perciò la Germania
non ratifica i due accordi. Che succede
in ognuno dei due casi?
Non credo allo scenario B, che sarebbe disastroso. La Corte tedesca ha sempre
mostrato in passato che la sua verifica sulle norme europee riguarda la loro legittimazione democratica nell’ordinamento
tedesco, dove la vigilanza parlamentare
Foto: AP/LaPresse
«È
Europa
non si riconoscano i nostri
punti di forza. Il governo
Monti deve farli capire e i partiti e la
politica devono aiutarlo». Sono le parole del professor Alberto Quadrio Curzio,
autorevole economista ed editorialista
del Corriere della Sera che a Tempi sottolinea gli sforzi del premier, ma rintraccia anche i punti di debolezza del nostro
paese, auspicando alcune misure da promuovere da qui alle elezioni della prossima primavera.
sorprendente come in
e trasformare il Fondo del Meccanismo
di stabilità europeo in Fondo Finanziario Europeo, che emetta eurobond e che
rilevi parte dei debiti pubblici nazionali, chiedendo agli stati delle garanzie. Può
sembrare paradossale, ma l’Italia sarebbe uno dei paesi messi meglio data la sua
grande dotazione patrimoniale pubblica, a partire dalle riserve auree. La proposta Prodi-Quadrio Curzio sugli EuroUnionBond dovrebbe essere sostenuta con
forza dal governo Monti e da ogni altro
governo attento all’interesse nazionale
ed europeo.
Dato per assodato che neppure alla Germania conviene scassare la costruzione
europea, ipotizziamo un rinsavimento
generale di tutte le parti (politici, sindacati, magistrati, giornali, intellettuali,
associazioni, corpi intermedi, chiese…)
concorrenti alla rinascita di un paese:
quali dovrebbero essere le grandi riforme da realizzare nella prossima legislatura per togliere il piombo alle ali della
società e far tornare a volare l’Italia? E
che ruolo possono svolgere i cattolici?
Foto: AP/LaPresse
sulle decisioni governative in temi europei è molto stringente. Il fatto che il Meccanismo di stabilità europeo e il fiscal
compact vadano assieme toglie allo Esm
quel pericolo di deriva lassista che i tedeschi temono molto.
Duecento punti di spread dipendono da
noi secondo il calcolo del nostro governo e di Bankitalia. Poi ci sono le “montagne russe” che determinano i saliscendi
dei rendimenti dei titoli di Stato italiani
rispetto agli analoghi tedeschi. Più salgono gli interessi (e lo spread), più i nostri sacrifici vengono vanificati dall’aumento al servizio del debito pubblico.
Allora, se dichiarassimo insolvenza e
ritornassimo alla lira o a un euro di seconda fascia, poniamo del sud Europa,
cosa accadrebbe?
Rispondere è pressoché impossibile
perché l’ipotesi è difficile da accettare.
Comunque, da anni sostengo tre linee strategiche. Il varo di una Convenzione Costituente composta da personalità autorevoli,
dalle istituzioni, dalla società, dall’economia. Questa convenzione dovrebbe elaborare uno Statuto nazionale per una Italia
Europea per il XXI secolo. Potrebbe anche
proporre alcune modifiche della Costituzione che negli anni ha avuto ritocchi
piuttosto disorganici. La riprogettazione
dell’Italia non può essere fatta dal governo
né del resto gli spetta. Il superamento del
divario nord-sud per l’unità d’Italia anche
con l’attuazione del federalismo cooperativistico che è oramai nella Costituzione e
che va realizzato con coerenza con lo snelNon c’è dubbio che stiamo pagando limento e il rafforzamento dei poteri del
interessi anomali sui titoli di Stato per presidente della Repubblica e del govercause multiple interne all’Italia (tra cui no centrale e con il varo del Senato dell’alto debito pubblico e l’alta confusione le Regioni. L’affermazione del liberalismo
politica) e cause europee (tra cui l’incer- sociale che tolga l’Italia dalle continue
tezza circa la tenuta dell’euro e la capa- oscillazioni tra liberismo e dirigismo e le
cità dell’eurozona di governare se stessa). dia quella consapevolezza che il centro di
Il fatto che l’Italia paghi sui titoli decen- una buona democrazia è la società e che la
nali tassi di 350 punti base più del Belgio democrazia si articola in rappresentativa,
è davvero inconcepibile. Come lo è il fat- partecipativa ed economica. In definitiva:
to che la Germania paghi interessi nega- la grande riforma è quella che rimotiva gli
tivi sulle brevi scadenze. Per superare la italiani su un progetto di lungo termine. I
situazione bisogna rafforzare l’eurozona cattolici possono dare molto se riscoprono
la loro vera cultura politica
che fa perno sulla sussidiaÈ inconcepibile che paghiamo sui titoli
rietà per la solidarietà e lo
decennali tassi di 350 punti base più del
sviluppo, ovvero per la proBelgio. Come lo è il fatto che la Germania
mozione delle persone in
paghi interessi negativi sulle brevi scadenze libertà e responsabilità. [la]
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IL NOSTRO UOMO
A PALAZZO
UNA QUESTIONE DI RAGIONE
Solo testimoni credibili fanno
breccia nel nichilismo di Rousseau
di Renato Farina
R
ousseau compie trecento anni. Si potrebbe utilizzare per Jean-Jacques il monito latino, precisamente virgiliano, che impone: “Parce sepulto”. Lascia stare i
morti. Il fatto è che Rousseau non è morto (pace all’anima sua) anzi continua
BORIS
GODUNOV
il suo lavoro nefasto. Boris Godunov ricorda che ci sono delle perle nei suoi libri, specialmente quando indica come metodo educativo lo stupore: solo lo stupore conosce, e il cuore si allarga nei bambini. Ma la sua idea di uomo e di Stato sta alla base
contemporaneamente del relativismo e del totalitarismo. Insomma di ciò che oggi
tormenta il nostro presente. Infatti, paradosso dei paradossi, il relativismo rinuncia
alla ricerca del vero per impiccare gli uomini alle verità del potere. È il totalitarismo
della democrazia, che diventa alibi per sedersi nel burro della menzogna.
Perché ho detto che è vivo, vivissimo il suo cattivo pensiero? Il tema della maturità per i licei quest’anno verteva proprio su un testo di Rousseau
visto in opposizione con Tommaso d’Aquino. Il grande domenica- La sua idea di uomo e di Stato sta
no era citato per la sua dottrina del “bene comune”. L’uomo è cre- alla base contemporaneamente
atura in relazione, è persona assai più che individuo. Le sue sceldel relativismo e del totalitarismo.
te hanno sempre una risonanza universale. Tutto questo è passato
irrimediabilmente. Con il tempo moderno, con Rousseau non esi- Insomma di quello che oggi
ste più la persona. C’è l’individuo e c’è la volontà generale infallibi- tormenta il nostro presente
le identificata con lo Stato e persino con la democrazia; non esiste
più la responsabilità. Il modo di essere liberi diventa l’assoggettamento alla “volontà generale”, che è Dio in terra. Viene in mente Robespierre che affermò: «La nostra
volontà è la volontà generale». Sono alcuni uomini, i capi, a interpretare questa volontà generale. E come si fa a opporsi, visto che per Rousseau, come per la gran parte degli intellettuali e dei politici di oggi, non esiste un bene certo, oggettivo, riconoscibile? Insomma, alla fine l’unica verità possibile coincide con la decisione di
chi è al potere, e – in caso di democrazia – con la volontà della maggioranza. Siccome tutto è relativo, la verità la decide il Potere=Volontà Generale. Esempio? Matrimonio omosessuale, eutanasia.
La situazione è irrimediabile? La tradizione cristiana, ma anche quella umanistica che fa riferimento ad Aristotele, ritiene che l’uomo sia “capax Dei”. Cioè possa
conoscere la struttura dell’Essere, le verità morali, almeno in barlume, a tentoni. È
questione di ragione. Il guaio è che per far vincere la ragione oggi la dialettica razionale, la fatica del concetto non serve a niente. Nel tempo post moderno, la logica si è
fatta liquida. Eppure Boris crede che sia possibile praticare qualche breccia nel muro del nichilismo totalitario e rousseauiano. La strada è quella di testimoni credibili,
i quali siano lucenti di felicità proprio mentre scelgono invece del godimento individuale qualcosa di più grande del possesso dei beni e della fama, del denaro e del potere. Sono i testimoni, non i ragionamenti, a mostrare che bene individuale e bene
comune non sono nemici, ma alleati. E mostrano con la loro vita che il sacrificio del
proprio particolare alla fine non annulla la persona, non toglie l’essenziale, ma arricchisce, rende l’uomo più uomo, la donna più donna. La società più società. La “volontà generale” totalitaria e liberticida lascia il posto all’endiadi verità-libertà, giustizia-misericordia, io-noi. Riposa in pace, Rousseau.
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ESTERI
verso le presidenziali usa
Sposati
(e fa’ sposare)
come mangi
Da quando Obama ha “cambiato idea” sui
matrimoni gay, la spaccatura etica dell’America
si è tradotta anche nelle abitudini alimentari.
E al fast food Chick-fil-A ci si mette in coda
per difendere le nozze tradizionali
di Mattia Ferraresi
O
rdinate una razione di pollo fritto
con mostarda al miele in un fast
food Chick-fil-A; poi uscite dal
ristorante, raggiungete lo Starbucks più
vicino e chiedete un Frappuccino al
caramello con una ciambella glassata,
e nel giro di pochi minuti avete ottenuto la rappresentazione gastronomica della battaglia culturale che divide l’America. Le due catene alimentari sono al centro di una disputa che sintetizza lo scontro fra due visioni del mondo, e trova il
suo punto d’attacco nel matrimonio gay,
ossessione che divide trasversalmente la
società americana. La questione del matrimo-
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nio omosessuale si muove più o meno
sottotraccia ormai da decenni nel dibattito sociale americano, ma da quando
il presidente, Barack Obama, ha concluso quella che lui chiama, con una certa
enfasi, un’evoluzione ideale e i suoi avversari definiscono, con un certo realismo,
una scelta di opportunismo politico e si è
deciso a esplicitare il suo favore al matrimonio fra persone dello stesso sesso, lo
scontro ha invaso ogni settore della società. Da un punto di vista simbolico, anche
la legalizzazione del matrimonio gay nello stato di New York, benedetta all’unisono dal sindaco, Michael Bloomberg, e dal
governatore, Andrew Cuomo, ha sdoganato il dibattito a livello nazionale, trasformandolo in rivendicazione militante, con
grandi movimenti di fondi per sostenere l’una e l’altra campana. Anche da parte delle grandi catene alimentari. A New
York s’è sposata con la sua compagna storica Christine Quinn, speaker del consiglio comunale protetta da Bloomberg
come una sua appendice ideologica e scaltra democratica in rapida ascesa, tanto
che la sua candidatura al posto di sindaco
nel 2013 è un fatto dato ampiamente per
scontato fra gli osservatori della politica
cittadina. Qualche settimana fa Quinn ha
invitato nella sala del consiglio comunale
un bambino di 10 anni, che davanti alla
commozione di tutti i presenti ha spiegato quanto siano giuste le idee del pre-
Lo scontro sui grandi
temi della modernità
nell’America che si
prepara al voto
si è fatto anche una
questione di abitudini
alimentari. Chick-fil-A
è diventato simbolo di
“tradizione”,
al “progressista”
Starbucks si sono
affiancati la Nike e
il gran capo di Amazon
sidente Obama sul matrimonio gay. Ha
raccontato che alcuni compagni di scuola non hanno un papà e una mamma, ma
due mamme o due papà, fatto giudicato
perfettamente normale dal piccolo. Il 28
luglio la stessa Quinn ha inviato una lettera piuttosto assertiva, per non dire minatoria, a John Sexton, il rettore della New
York University. La missiva non discuteva
argomenti inerenti all’operato dell’università, ma chiedeva in modo piuttosto
brusco di interrompere immediatamente i rapporti commerciali con la catena
Chick-fil-A, che ha un suo punto vendita
all’interno del campus.
Il peccato del re del pollo fritto
Il peccato mortale di Chick-fil-A è presto
detto: il suo presidente, Dan Cathy, in
un’intervista ha esplicitato il suo sostegno al matrimonio tradizionale, condendo l’offesa che ha fatto infuriare
Quinn con l’idea che esista una «definizione biblica di matrimonio». Cathy ha
argomentato: «Invochiamo il giudizio
di Dio quando gli mostriamo il pugno
chiuso e diciamo: “sappiamo meglio di
te che cos’è il matrimonio”. Prego che
Dio abbia pietà della nostra generazione che coltiva un atteggiamento talmente temerario e arrogante da credere di
poter cambiare la definizione di matrimonio». Una dichiarazione del genere
non poteva che far infuriare la metà
dell’America che la
pensa come Quinn,
la quale però anche a
giudizio del produttore
di idee liberal per eccellenza, il New York Times,
è andata un po’ oltre la
ragionevolezza. Chiedere
a un’istituzione di «chiudere immediatamente il
vostro rapporto con la catena di fast food rappresentata nel campus» e ordinare,
peraltro senza nessuna autorità per farlo, che «il punto
vendita sia rimpiazzato da
un altro ristorante il cui proprietario non denigri una parte della popolazione» è un atto
di imperio che non s’accorda
granché con i proclami di libertà assoluta con i quali normalmente Quinn infarcisce i suoi
discorsi. Sulla via dello scontro
frontale s’è avventurato anche il
sindaco di Chicago, quel Rahm
Emanuel che è stato alla Casa
Bianca al capezzale di Obama per
due anni, il quale ha promesso
solennemente che la catena Chickfil-A non aprirà mai un punto vendita in città, anche se questi battisti
della Georgia trovassero la formula
per il pollo fritto perfetto.
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LAZZARO
PER L’EMILIA
LAZZARO, VIENI DENTRO!
“Mistero allegro” di Giampiero Pizzol
con Carlo Pastori e Marta Martinelli
Regia Carlo Rossi
Per info e prenotazione repliche dello
spettacolo a favore delle popolazioni
colpite dal terremoto:
[email protected] | 347 4235031
è un’iniziativa di
verso le presidenziali usa esteri
Foto: AP/LaPresse
La nazione, dunque, è insorta contro
il pollo biblico che viene dal Sud, e nel
giro di poche ore tutti hanno conosciuto
il nome di Dan Cathy e della catena che
ha 1.600 punti vendita sparsi per l’America. Nata in Georgia da Truett Cathy,
Chick-fil-A è un grande simbolo della
Bible Belt, quella cintura che abbraccia
gli Stati del Sud dove le denominazioni protestanti si sovrappongono, creando un milieu culturale che gente come
Quinn definirebbe medievale, intendendolo come un insulto, ovviamente. La
famiglia Cathy è l’espressione di una
concezione del mondo che resiste al processo di secolarizzazione sui temi sociali
fondamentali, proclamando senza troppi fronzoli le proprie idee su matrimonio, vita e legittimità del discorso religioso nel dibattito pubblico.
Anche Starbucks va alla guerra
Ma quelli come Cathy non si limitano
a sostenere a parole le cause in cui credono, e Chick-fil-A negli ultimi anni ha
donato svariati milioni di
dollari ad associazioni che
difendono la famiglia tradizionale come la National Organization for Marriage e il Family Research
Council. Soltanto nel 2010
questi due soggetti hanno ricevuto dall’azienda
donazioni per due milioni di dollari e, per volontà del fondatore dell’impero familiare, alla catena è
legata una fondazione che
promuove progetti educativi e sociali d’ispirazione
cristiana. Dall’altra parte dello spettro sta invece
Starbucks, il colosso globale del caffè che
domina il mercato americano con quasi 18 mila punti vendita e milioni di dollari devoluti sotto forma di responsabilità sociale a progetti assai commendevoli,
come l’espansione dell’accesso alle risorse idriche nei paesi in via di sviluppo,
ma anche socialmente connotati come,
appunto, il sostegno al matrimonio gay.
Chick-fil-A è l’incarnazione di un’America religiosa, tendenzialmente repubblicana e orientata verso l’ordine sociale tradizionale; Starbucks rappresenta il suo
opposto secolarizzato, che domina sulla
costa atlantica e pacifica, le parti popolose e democratiche del paese, ed è guardata con un certo sospetto dagli americani
che stanno nel mezzo.
Se è vero che dopo l’intervista di
Cathy l’America di Quinn ed Emanuel ha
Il 6 novembre gli Stati
Uniti sceglieranno
il loro 45esimo
presidente. L’attuale
inquilino, in carica dal
2008 Barack Obama
(51 anni), sfiderà Mitt
Romney, vincitore delle
primarie repubblicane.
Romney ha 65 anni
gridato allo scandalo e mentre si stracciava le vesti ha prodotto lettere ufficiali e
anatemi secolaristi contro le retrograde
convinzioni del businessman georgiano,
altrettanto vero è che l’altra parte del Paese non è rimasta a guardare. Mike Huckabee, ex governatore dell’Arkansas che
quattro anni fa andava in giro per l’America assieme al fido Chuck Norris a giocarsi la nomination repubblicana per sfidare Obama, ha organizzato una giornata
di solidarietà per Chick-fil-A, invitando gli
americani ad andare a mangiarsi il pollo per sostenere Cathy. La campagna ha
ricevuto 620 mila adesioni sui social network, con il risultato che per un giorno
tutti i punti vendita del fast food avevano
fuori dalla porta persone felici di passare
un giorno in coda. Come tutte le aziende
americane, anche la catena di Cathy non
pubblica dati sul fatturato, ma il management ha spiegato che si tratta di «profitti record». Starbucks non poteva essere
da meno, naturalmente, e ha organizzato
una contromanifestazione in tutto simile a quella di Huckabee, ma senza code e
incassi record. Soltanto 37 mila adesioni,
che significa, a voler essere clementi, due
clienti in più per ogni punto vendita, per la gioia delL’ex governatore dell’Arkansas Huckabee
la National Organization
ha organizzato una giornata di solidarietà
for Marriage, che da tempo
per Dan Cathy, “scomunicato” dagli ambienti ha lanciato una campagna
di boicottaggio contro la
liberal per un’intervista contro le nozze gay
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esteri verso le presidenziali usa
Le file in difesa del matrimonio
tradizionale davanti ai fast food
di Dan Cathy (59 anni, a sinistra)
hanno scatenato la rabbia della
comunità omosessuale. Christine
Quinn, democratica, speaker del
Consiglio comunale di New York,
ha invocato la chiusura dei negozi
Obama si “copre” il fianco sinistro
Per Obama la presa di posizione sul
matrimonio ha voluto dire riconquistare contatto con la base della sinistra più
radicale delusa da un pragmatismo che
occhieggia in ogni scelta dell’Amministrazione, dai martellanti bombardamenti con i droni su Pakistan, Afghanistan,
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Somalia e Yemen fino alla gestione della prigione di Guantanamo, in perfetta
continuità con l’odiata Amministrazione
Bush. È sulle unioni civili e i “diritti riproduttivi” che Obama può farsi perdonare.
Così, mentre il presidente scartava la sua
convinzione nuova di zecca sui matrimoni gay, introdotto dal vicepresidente cattolico, Joe Biden, il dipartimento della
Salute presentava la legge che impone a
tutti i datori di lavoro d’America di fornire i contraccettivi nella copertura sanitaria obbligatoria.
Non senza defezioni, però. I ministri di molte chiese nere, culturalmente
democratiche, naturalmente obamiane
ma conservatrici in materia sociale, sono
insorte contro il presidente, e minacciano
boicottaggi con una qualche ricaduta elettorale. Nella dotazione naturale dello sfidante repubblicano di Obama, Mitt Romney, non c’è una particolare inclinazione
per lo scontro a livello sociale. Romney
è un manager del New England prestato
alla politica, un mormone che coltiva un
sincero ma privato rispetto per l’istituto
familiare e per la tutela della vita, non è
un trascinante campione dei conservatori sociali che organizzano giornate di solidarietà per la famiglia Cathy. Nel Massachusetts, lo Stato di cui era governatore,
ha messo il veto alla legge sui matrimoni gay, gesto puramente simbolico, dato
che la mozione è passata ugualmente per
via giudiziaria, ma lo stesso ha mostrato
un’impostazione nella quale ora il popolo di Chick-fil-A confida. Magari non con
l’entusiasmo che saprebbe suscitare un
battista del Sud con stivali e cappello da
cowboy, certo, ma tant’è. La disputa generata attorno al caso Cathy pone anche
una problema non secondario all’interno
del mondo conservatore. Dopo la convention di Tampa a fine agosto e il fine settimana del Labour Day, i primi di settembre, Romney sarà chiamato da questa fetta d’America a esprimersi con più convinzione sulle questioni sociali, mostrando di essere un candidato capace di uscire dai limiti della sua identità manageriale. Deve convincere quella
metà del Paese che se anche
Le divisioni sull’etica non si sovrappongono
bevesse caffè, cosa che la
perfettamente a quelle partitiche. Ma tra
sua religione proibisce, non
poco il mormone Romney sarà costretto a
lo prenderebbe mai e poi
mai da Starbucks. n
togliersi la veste da manager. E a schierarsi
Foto: AP/LaPresse
catena. Ma a dare manforte alla campagna della caffetteria ci ha pensato la
vasta galassia di aziende e miliardari che
sostiene le associazioni pro matrimonio
gay: innanzitutto Jeff Bezos, fondatore e
Ceo di Amazon, che ha immediatamente
donato a un ente per la parità matrimoniale 2,5 milioni di dollari. A rimorchio
sono arrivate Nike, Target e tutti gli altri.
Per quanto la divisione gastronomica possa sembrare una cosa frivola o senza conseguenze, la guerra fra il pollo fritto e il Frappuccino è soltanto la dimensione popolare di uno scontro che ha pesanti ricadute politiche. In primavera quattro
stati voteranno per la legalizzazione del
matrimonio gay – pratica che non porta
bene ai sostenitori, visto che i quesiti proposti per via referendaria hanno sempre
bocciato il matrimonio omosex – e ovunque spuntano leggi e mozioni per mettere il timbro legale sulle unioni di fatto.
Nel dettaglio
onorevoli in galera con le migliori intenzioni
Su certi colloqui coi boss
meglio restare omertosi
M
io caro Malacoda, con le buone intenzioni danneremo il mondo. Il benintenzionato irriflessivo gioca per noi, soprattutto quando agisce alla luce del sole. I giornali italiani, ad esempio, danno notizia con un certo risalto di un
«tour in cella dei politici per far pentire i boss», e raccontano di numerose visite di un
deputato italiano e di una eurodeputata per convincere il mafioso Bernardo Provenzano - ma non solo lui - a pentirsi e collaborare con la giustizia per far luce soprattutto
sulla ormai famosa (da alcuni data per assodata, per altri ancora presupposta) trattativa Stato-mafia. Di fronte alla richiesta di collaborazione il vecchio padrino ha chiesto
garanzie per i propri figli («Non devono andare al macello») e quando i due gli assicurano che lo Stato «avrebbe potuto garantire loro un avvenire» (come riferisce il Corriere della Sera), il boss risponde: «Fatemici parlare, e poi sarà la volontà di Dio». Invece
dei figli in carcere arrivano i magistrati, ma anche loro non cavano un ragno dal buco: «Non voglio fare del male a nessuno», dice il boss, frase che - bisogna ammetterlo
- estrapolata dal contesto e messa nero su bianco come certe intercettazioni potrebbe
pure fargli fare bella figura. All’insuccesso
Vanno da Provenzano, e gli chiedono di
dei pm segue un nuovo colloquio dei due
politici, che tornano alla carica. Questa
pentirsi. Lui vuole garanzie per i figli, loro
volta gli parlano in siciliano; lui insiste sui
dicono che ci si può pensare, lui serafico:
figli, loro ribadiscono che non può vederli,
«Sia fatta la volontà di Dio». Come dici,
ma può parlare del problema con qualche
magistrato «serio e trasparente». L’ottancaro nipote? Trattativa? Per carità: muto
tenne capo dei capi di fronte alle insistite
richieste dei due parlamentari si è schermito: pare abbia detto «di non avere più una
buona memoria, e quindi di aver paura di fare “malafigura”». I due volenterosi non
si sono dati per vinti e, in attesa che a Provenzano torni (o lo si aiuti a far tornare) la memoria, si sono rivolti ad altri detenuti per mafia. Tra questi il dottor Nino
Cinà, che ha respinto ogni avance: «Io non ho avuto un ruolo in Cosa Nostra, ho solo curato dei mafiosi per dove etico morale» (anche questa è una bella frase, il dottor Johnson sarebbe tentato di commentare dicendo che la deontologia è l’ultimo
rifugio dei delinquenti, ma i giornalisti potrebbero aversene a male). Però la seconda risposta di Cinà all’appello dei due onorevoli - «Dobbiamo sconfiggere Cosa Nostra» - è stata disarmante: «Cosa Nostra è stata sconfitta già con l’arresto di Riina».
Ora, non dovrei dirlo io che di mestiere faccio il mestatore e il tentatore, io che
quanta più confusione regna sotto il cielo tanto più dovrei goderne, ma tutto questo agitarsi di due rappresentanti delle istituzioni con boss, padrini e malacarne
per saperne di più sulla fatidica trattativa Stato-mafia, tutto questo parlare dove
il boss si mostra preoccupato del destino dei suoi figli, l’onorevole risponde che lo
Stato può darsi da fare in merito, poi vengono i magistrati, poi tornano i politici,
poi il padrino perde la memoria, poi dice «sia fatta la volontà di Dio», poi i due rappresentanti del popolo gli consigliano magistrati «seri e trasparenti»... Ecco, tutto
questo, diabolico nipote, non ti sa un po’ di trattativa? Bene, io te l’ho detto, perché è nostro costume «dire sempre quello che si pensa» e far credere che ciò sia
una virtù. Tu, continua a fare finta di niente. Muto. O, se preferisci, omertoso.
Alla prossima. Questa settimana si va a Rimini, che lì ci sarà molto da fare.
Tuo affezionatissimo zio Berlicche
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LE NUOVE
LETTERE DI
BERLICCHE
| 29 agosto 2012 |
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cultura
una generazione in trincea/1
Il volto
del destino
Quelli che lasciano la droga, quelli che ci
muoiono dentro. Quelli ingannati da adulti
che invece di dire «seguimi» dicono «seguile».
Le regole. Suggestioni in ordine sparso
per guardare in faccia i nostri ragazzi
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|
Q
Francesca, dopo
poche settimane passate in comunità, se n’è andata. Era entrata
con un dosaggio alto di metadone, sommato ad altri farmaci che dovevano servire a distrarla dai suoi pensieri “tossici”. Il poco tempo che ha trascorso con
noi era stato improntato alla polemica
su tutto. Il giorno dopo la sua partenza ricevo una telefonata del padre (mai
visto né sentito prima). È arrabbiatissimo
e chiede di potermi incontrare. Ci accusa
di avere trattato male la figlia, di averla
insultata quando la esortavamo a “non
fare la tossica”, addirittura di non averle
permesso di usare la doccia. Quello che
non le andava bene in comunità Francesca lo aveva raccontato al padre e lui ce
lo rinfacciava paro paro. I difetti e i problemi possono esserci ma sono sempre
un alibi per chi arriva da noi a liberarsi dalle droghe. A quell’uomo tremavano
ualche giorno fa
In queste pagine, Marco
Cirnigliaro, Generazione,
100x100 centimetri,
acrilico su tela
le mani mentre teneva in mano il foglio
con gli appunti delle menzogne dettate
dalla figlia. Si sforzava di non piangere e
di mostrarsi duro, ma a un certo punto
di fronte al rispetto e alla fermezza che
mostravo ha iniziato a vacillare: «Io capisco che il vostro lavoro è importante...
mia figlia ha apprezzato che l’abbiate
costretta a lavare i pochi denti rimasti».
A quel punto ho sentito che potevo parlare chiaro e gli ho detto che sua figlia
è bugiarda, ambigua anche in ciò che
cercava di dire come positivo per continuare in realtà ad esser confusa e continuare a drogarsi, mantenendo vivo l’autoinganno e l’imbroglio in cui preferisce
vivere e morire.
Marco è entrato in comunità dopo
anni di eroina in vena. Del padre, alcolista, parla con fatica. Sente ancora il dolore delle botte. Non fatica a parlare, invece, della mamma. Dolce, forse troppo,
come la marmellata di sambuco che portava a noi famiglie della comunità. Appena arriva da noi si fida subito. Nel dolore che ha segnato la sua vita si rende conto di aver trovato un luogo grande e adeguato alla sua domanda. Sa fare il muratore come il padre. Non vuole più perdere tempo e così sfrutta al massimo, lui
che ha appena la terza media, la psicoterapia individuale, l’amicizia con i suoi
compagni di cammino. Nelle prime uscite del reinserimento incontra una giovane donna, si innamorano. Oggi vivono insieme, lavorano entrambi, lui nella costruzione del Villaggio san Michele Arcangelo, lei in un negozio. La vita in
fondo è semplice. Può divenire semplice.
Poi ci sono i minori che arrivano
in comunità. Violenti, spavaldi, senza
rispetto. Igor ha 16 anni. A guardarlo
è giovane, sveglio. È arrivato qui direttamente dopo il carcere perché ha avu-
to rapporti con minori in forme ambigue e violente. Da piccolo faceva la doccia con la mamma e in casa viveva rapporti in cui la commistione e l’indistinto erano la norma. Non siamo ancora riusciti a capire che tipo di rapporto avesse
col padre. Igor per certi versi è figlio di
questo tempo inutile e indistinto. Gestisce i rapporti con le cose e con le persone in forme maniacali. Non si droga,
anzi disprezza chi si droga come qualcuno che non è in grado di controllarsi. La
comunità inizia a scalfirlo e così iniziano i “guai”: si accorge che non riesce ad
essere sempre perfetto. Mi sembra che
questo sia l’inizio, un grande inizio. Perché è “sporcandosi le mani” con le cose e
le persone che nascono le relazioni.
Ora cosa dire? La droga, o, come si
dice oggi le dipendenze patologiche, si
mischiano alla vita e tutto viene travolto. Quando sento proposte come quel|
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una generazione in trincea/1 cultura
le della giunta Pisapia, che vuole aprire
stanze del buco, stanze pulite con siringhe pulite, mi viene in mente la mamma di Francesco, il ragazzo che imbrattava i muri di casa di sangue e cocaina.
Che delusione nel sentire che tante persone, anche che gestiscono delle comunità, si dicono favorevoli a queste iniziative, magari purché “si metta a tema
l’educazione”. Ma non prendiamoci per
il culo! Queste politiche sono tutte volte al mantenimento dello stato disastroso della malattia. Chi si droga è considerato un malato cronico e recidivante.
In un convegno organizzato dai signori sostenitori di questi approcci ho detto
che se utilizziamo questi criteri di giudizio, allora anche la vita è una malattia
cronica e recidivante. Solo Gesù ha avuto
il coraggio di salvarla da questa decadenza offrendo strumenti di senso e di concreta rinascita per ogni uomo. In effetti
è interessante che per non cadere nella
schiavitù del “cronico recidivante” (che
non è solo degli schiavi ma anche dei
padroni) occorre offrire noi stessi ed un
senso alle relazioni.
Josè Berdini
responsabile delle comunità
terapeutiche per tossicodipendenti
gestite dalla cooperativa sociale Pars
“Pio Carosi” Onlus presenti nelle Marche
non basta la tecnica di recupero
L’avventura degli educatori
È morto un ragazzo l’altro giorno, un giovane di Civitanova, 26 anni, stroncato da
un mix di droghe. Ho letto l’articolo che
parlava dell’omelia del parroco al suo
funerale: dava la responsabilità del fatto
agli spacciatori, alla società. Non ho letto di accenni alla responsabilità personale, alla scelta. E allora mi è venuto questo
pensiero: le colpe sono di tutti tranne che
di se stessi e le vittime non hanno scelta.
Questa mentalità prende piede sempre
di più e soprattutto con i minori: non c’è
scelta, c’è solo la sfiga. Ma davanti ai fatti e alle realtà di ogni giorno la scelta c’è.
La scelta di fare o non fare un’azione è in
primo luogo all’origine delle nostre “sfighe”. Poi c’è l’esserci, lo stare vicino, l’essere compassionevoli, dal latino “cum”
“patior”: essere con l’altro nel patire, nella passione, quindi non solo nel dolore.
Ecco, la comunità fa questo: c’è. L’esperienza di questo tempo insegna che la
presenza, anche quando la persona a
cui cerchi di stare vicino ti allontana, ti
respinge è la principale fonte di cambiamento. È ciò che fa aprire gli occhi, ciò
che stupisce: una posizione. Penso che a
fare la differenza nel recupero non sia la
tecnica. Non dico che non serva, la tecnica. Però penso che a fare la differenza sia
il coraggio di esserci. Con l’idea che cambiare il mondo sia giusto e che quindi
ogni sforzo teso a questo acquista senso.
Luca Doria
educatore presso la cooperativa sociale
Pars “Pio Carosi”
non abbiamo avuto o che avremmo voluto, ma l’accettazione di quello che c’è con
tutti i suoi drammi. L’aiuto terapeutico
ed educativo fa il resto e la riconciliazione si manifesta nei comportamenti visibili da tutti solo quando è matura. Così inizia la fine di ogni dipendenza e si avviano
relazioni per crescere.
In comunità avviene questo e spesso con caratteristiche diverse anche nei
migliori servizi territoriali. Allora l’inle stanze del buco
tegrazione funziona e produce salute. I
Quella smania di chiudere il problema
nostri però sono tempi confusi nei quaLe storie della Pars, sono storie di genito- li vengono ostacolate prevenzione, incluri e figli, domande sul conflitto aspro e sione, cura riabilitativa e sembra che le
sulla riconciliazione familiare che è l’ini- risposte mancanti siano le stanze per il
zio della “guarigione” e non significa mai buco. Soluzioni facili e suggestive che
l’annullamento delle pene sofferte da sono anche capaci di coinvolgere l’opiniouna parte e dall’altra. Essa è la fine dell’at- ne pubblica che cerca normalizzazione ed
tribuzione ad altri delle proprie responsa- invisibilità dei drammi umani. Molti anni
bilità e dei propri disastri esistenziali ed fa come soluzione dei problemi venne scouna domanda di essere aiutato. Non è la perta la riduzione del danno che allora
ricerca di un genitore o di un figlio che chiamai riduzione della spesa e delle cure
riabilitative. Dissi come Acudipa (Associazione italiana
«A fare la differenza è il coraggio di esserci
per la cura delle dipendendegli educatori. Con l’idea che cambiare
ze patologiche) che la cura
il mondo sia giusto e che quindi ogni sforzo
solo farmacologica avrebbe
teso a questo acquista senso»
prodotto una cronicizza|
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cultura una generazione in trincea/1
zione iatrogena dei tossicodipendenti.
Ricevemmo molte critiche, ma oggi lo stesso Dipartimento Nazionale delle politiche
antidroga parla di rischio di cronicizzazione iatrogena. La storia delle stanze del
buco non è molto diversa. C’è chi vorrebbe
sostituire alla relazione d’aiuto, alle cure
ed alla riconciliazione personale e familiare ogni volta una faccia nuova delle soluzioni chimiche. Il rimedio, oggi come allora, ci sembra peggiore del male.
Giuseppe Mammana
psichiatra forense e psicanalista,
presidente di Acudipa, direttore del Sert
di Foggia e Lucera Asl Foggia
il desiderio bruciante
L’apertura e la gratuità perduta
Avere tutto. E presto, il più presto possibile. È qualcosa di criticabile? Non è forse
la richiesta che sta al fondo di noi? Questi
giovani di oggi non fanno altro che darle spazio, in ogni modo, senza riflettere
troppo, senza riflettere. Senza rispondere. Un’ansia irrefrenabile di godere senza
chiedersi come, senza che nessuno azzardi ipotesi, senza permettere a nessuno
di farlo. È una bellezza che brucia senza
lasciare segno, senza lasciare conseguen- di abbracciare chi non lo abbraccia, che
ze, veloce, frenetica, muta. Consumo che ci rimette. Al fondo, un’ingiustizia, un
consuma, che rende insopportabile (quasi infrangimento delle regole che spiazza e
illegittimo) tutto ciò che immediatamente che si chiama gratuità. È a quel punto che
non produce godere immediato o garanti- la giovinezza si (ri)desta. Se lo vuole.
to: la maggior parte della vita sopportata
Pier Paolo Bellini
in cambio di pochi istanti, veloci. Una bradocente universitario
mosia che si estende ben oltre le scadenze tradizionali: si diventa giovani prestissimo e si smette di farlo sempre più tardi. lasciarsi conquistare dal vero
Ma tutto questo è ancora una grande Ieri come oggi lo stesso problema
occasione: il desiderio delle infinite pos- Capodanno 2006, Buenos Aires. Ceno con
sibilità è pur sempre un’apertura, per alcuni amici e con loro c’è una spagnoquanto disordinata. Deprimente semmai la di 25 anni che per amore si è trasferita
è la risposta che si dà a questo bene disor- in Argentina senza lavoro, senza permesdinato: regole. Laici e religiosi si riduco- so, senza prospettive. L’uomo per il quale
no ultimamente a produrre prontuari si è mossa tanto e con il quale vive non è
di morale pulita al cui cuore stanno solo a cena con noi perché passa la notte con
procedure e strategie (sempre molto fun- un’altra. Lei ne è addolorata ma non se
zionali): fai questo e vedrai, fai quello e ne va. Accetta tutto. Quando le chiedo
poi fai quello che vuoi. Senza riflettere perché lo fa risponde: «Quando si ama
troppo, senza riflettere. Si è passati dal uno davvero, non si ama per essere ria“seguimi” (insopportabilmente umano) mati. E del resto anche tu, che vieni fino
che genera compagnia, al “seguile” (puli- in Argentina per amore dei tuoi amici di
to, disinteressato) che genera solitudine.
Comunione e Liberazione, non dai forUn circolo vizioso che si trasmette tra se la vita in modo assurdo?». Un altro fatgenerazioni. Finché non si intravede qual- to “argentino” mi sembra la risposta più
cuno che provoca un corto circuito in adeguata. Un giorno ero con degli argenquesta dinamica sfibrante.
Con la sua stessa esisten«Il desiderio delle infinite possibilità è pur
za. Che non si muove nel
sempre
un’apertura, per quanto disordinata.
calcolo del ritorno. Che
Deprimente
semmai è la risposta che si dà
non ha paura di andare
a questo bene disordinato: regole»
al fondo. Qualcuno capace
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tini a trovare don Giussani. Lui era in
vena di ridere e scherzare. Dopo mezz’ora
di risate, uno – all’improvviso – domanda: «Ma io come faccio a essere sempre
sicuro di essere voluto bene?». Lui inchioda e tutto diventa improvvisamente serio:
«Come fai ad essere sicuro di essere sempre voluto bene? Come faccio io a staccarmi dalla tua faccia così simpatetica? Perché il vero è ciò che fa attaccare, ciò che
non è vero allontana. La carità, amare è
volere il bene. Volere il bene è fare il bene,
darti un pezzo di me. Io prendo un pezzo
di me (si afferra la gamba), la carne e il
sangue, e te lo do. Il contrario è un’esclusione, come il giovane ricco».
Non penso che il problema della condizione giovanile di oggi sia diverso da
quello di ieri, se non fosse per quell’insicurezza crescente, che però è anch’essa un segno che può essere positivo. La
strada, paradossale, è sempre nel trovare qualcuno così conquistato dal vero,
così sicuro, da non abbandonare mai
persone la cui energia affettiva, alle volte disperata, è potenzialmente immensa, come quella della mia amica spagnola. Quando uno trova uno così, ha trovato Dio fatto uomo, la vita diventa un’immensa fonte di bene dalla quale si può
staccare soltanto con uno sforzo nichilista e disperato.
Giovanni Maddalena
docente universitario
CULTURA Xuna generazione in trincea/2
«D
ai diamanti non nasce niente,
dal letame nascono i fior»,
cantava Fabrizio De André,
e tutti si sorprendevano di essersi dimenticati una verità palese, che si impara dalla semplice osservazione. Ma perché il letame si trasformi miracolosamente in fiori e
frutti è necessario che sia sparso sulla buona terra. È la terra che permette il miracolo. Ed è ugualmente necessario che della cosa si occupi un bravo contadino, che
avrà bisogno di tanti altri bravi contadini
e braccianti per portare a buon fine l’opera. Insomma, ci vuole l’ambiente giusto e
l’amore di qualcuno.
La citazione e i nota bene te li ispirano loro con una metafora che evita l’eufemismo: «Siamo entrati qui che eravamo
delle merde, adesso siamo delle persone».
Loro sono Elisa, Valentina, Cristian, Nevio,
Angelo, ecc., ospiti insieme ad altri 300
della Comunità Shalom. Che è la buona
terra che suor Rosalina Ravasio ha cominciato a mettere insieme 25 anni fa, quando ha lasciato la sua congregazione per
dedicarsi interamente ai giovani che stavano facendo del male a se stessi e al mondo
attorno a loro. Un quarto di secolo dopo,
questa è probabilmente l’esperienza di
recupero dalla tossicodipendenza giovanile col più alto tasso di successo in Italia.
Senza dimenticare alcolisti, anoressiche
e bulimiche, e persone affette da disturbi
psichici, tutti soggetti rappresentati nella
grande famiglia insediata nella grande fattoria alle porte di Palazzolo sull’Oglio (Bs),
lungo la via per Chiari (altre due sedi più
piccole della comunità si trovano a Pontoglio e Villa D’Adda). Non solo il 90 per cento (stima approssimativa) degli ospiti che
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Tossica
è soltanto
la solitudine
Alle porte di Brescia c’è un posto dove chi si
stava buttando via rinasce grazie a una suora
“tosta”. «Le dipendenze sono il sintomo del
male che ha colpito la famiglia, diventata luogo
del benessere materiale anziché degli affetti»
Sotto, suor Rosalina Ravasio,
fondatrice della Comunità
di recupero Shalom la cui sede
principale (in alto) si trova
a Palazzolo sull’Oglio (Bs)
dopo un percorso di 5-6 anni escono da
qui si possono considerare recuperati, ma
quasi tutte le famiglie che hanno in seguito costituito sono ancora in piedi; e fra le
decine di ospiti in età di obbligo scolastico
che anno dopo anno si presentano come
privatisti per l’esame di maturità, le bocciature non superano il 5 per cento.
Alla Comunità Shalom si fa quello che
si fa in tanti altri posti dove si vorrebbero
aiutare i tossicodipendenti: i maschi allevano bestiame, mungono mucche, curano alberi da frutta, diventano falegnami,
elettricisti, meccanici; le femmine cuciono, ricamano, dipingono icone e soprattutto decorano ambienti, mobili e soprammobili dei sei-sette fabbricati in cui si svol-
ge la vita della comunità. Ma ci sono differenze non da poco. Mai risse. Mai furti. Mai
ragazze che rimangono incinte. Mai uso
drastico di mezzi correzionali al di là dei
limiti: «Le punizioni consistono nel vedersi
negate le sigarette, o la visione di un film,
o il caffè. Non c’è violenza perché noi per
primi diamo l’esempio: non abbiamo bisogno di mettere le mani addosso per aiutare le persone a cambiare, e perciò nessun altro lo fa», spiega Luca, uno dei laici consacrati che aiutano suor Rosalina.
«Qui non entra niente, te lo assicuro», giura un ospite che ha visto girare droga in
altre strutture. Non entrano neanche soldi pubblici, né statali né regionali, perché
la comunità vive esclusivamente di donazioni e volontariato, oltre che del lavoro
quotidiano di chi ne è parte. La religiosa fa
capire che proprio questa è una delle principali ragioni del successo dell’esperienza:
«Gli aiuti pubblici fatalmente indeboliscono la scelta morale e spirituale che ha fatto
nascere una comunità, incrinano la deontologia: si scivola, si scende a compromessi
per quei 100 euro al giorno o non so quanto di sovvenzione. E troppe persone offrono i loro servizi alle comunità attratte dalla remunerazione: si creano pool di esperti
disomogenei, che non condividono necessariamente l’ispirazione della comunità, e
questo ha conseguenze negative: i ragazzi
che escono fuori ricominciano a drogarsi,
rientrano in comunità o passano in un’altra, e la giostra dei finanziamenti pubblici
non smette di girare. Invece i nostri duemila volontari sono veri volontari, dal primario psichiatra che viene qui agli insegnanti che vengono a fare lezione alle mamme
che lavano la biancheria sporca: non chie-
dono nemmeno il rimborso spese». Uno
degli aspetti straordinari della Comunità Shalom è proprio la grande solidarietà popolare che ha suscitato, il fenomeno
di coesione sociale che ha prodotto anche
fuori dai confini catastali delle tre sedi. E
che facilita un’altra benemerenza della
comunità: tutti coloro che escono alla fine
del percorso di recupero entrano immediatamente nel mondo del lavoro, se non decidono di iscriversi all’università.
non si sono chiariti gli screzi e le discussioni della giornata. «Le persone vengono messe di fronte ai propri errori, ai propri atteggiamenti sbagliati che all’inizio
si rifiutano di ammettere. Ma allo stesso tempo sono oggetto di un’attenzione
costante, sentono che chi le critica vuole il loro bene e li accompagnerà nella
sua realizzazione. L’ordine, la pulizia e
la bellezza di tutti i dettagli li fanno stare bene e gli fanno capire che sono amati, come pure il vedere tanti volontari in
Suor Rosalina non le manda a dire
azione per loro», spiega Luca. «Quando
Tutto ciò è stato ed è possibile per l’aiuto sono entrata qui non sapevo nulla di me,
della Provvidenza e per la chiarezza di giu- non vedevo nulla e non provavo più nuldizio di suor Rosalina: «Il problema non è la come tutti i depressi, per la droga o per
il ricorso alla droga, e nemmeno il disagio un’altra ragione, che entrano qui dentro»,
esistenziale dei giovani: l’una e l’altra cosa racconta Elisa. «Adesso posso dire di avere
sono il sintomo della malattia che ha col- scoperto me stessa, facendo tutta la fatica
pito la famiglia e la società. La famiglia è che bisognava fare».
La preghiera ha un posto importante
diventata il luogo del benessere materiale
anziché il luogo degli affetti. Questo gene- nella “terapia”, e nessuno ne è esentato:
ra la fragilità e l’insicurezza dei giovani, chi entra in questa comunità lo sa. All’iniripiegati su di sé alla ricerca del comfort. zio molti la considerano una costrizione
È questo autismo psicologico che fa cadere fra le altre. Ma nel tempo si rivela, insienella droga e negli altri mali. Non gli han- me a tutte le altre componenti della vita
no insegnato che l’uomo è fatto per anda- comunitaria, un fattore decisivo. «Io ero
re verso gli altri e verso il mondo: ha i pie- uno che fuori da qui bestemmiava tutto il
giorno e ne faceva di tutti i colori», raccondi e le braccia proprio per questo».
Qui le persone imparano a uscire da ta Cristian. «E i primi tempi quando mi trose stesse, condizione per trovare (o ri-tro- vavo davanti al crocifisso lo sfidavo: “Cosa
vare) se stesse. Attraverso il lavoro, l’at- fai tu per la gente che soffre oggi? Perché li
tenzione nei rapporti umani e la preghie- lasci soffrire?”. Lui mi ha risposto attraverra. La sera non si va a dormire se prima so i volti dei volontari, gente che donava se
stessa per uno come me, e
soprattutto attraverso suor
«Gli aiuti pubblici fatalmente indeboliscono
Rosalina: quando lei ti guarla scelta morale e spirituale che ha fatto
da, ti accorgi che ti legge in
nascere una comunità, incrinano la
fondo al cuore».
deontologia. Per questo qui non ne entrano»
Rodolfo Casadei
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L’INTERVISTA
“veni, vidi, vici” di un grand Commis
Mario
Monti
«Mi rifiuto di pensare che un grande paese democratico
non sia in grado di scegliere, attraverso le elezioni,
un governo efficace». Lezione magistrale del professore
venuto dall’Europa per salvare l’Italia (e tornare a casa)
Spread, tagli di spesa, dismissioni, pressioni Ue. Tutto
quello che ci aspetta di qui al 2013 (e la verità sul 2010)
Q
uesta lunga e distesa conversazione
con Mario Monti si è svolta nel tardo pomeriggio dell’8 agosto a
Palazzo Chigi. Cinquantaquattro minuti a tu per tu con il presidente del Consiglio che appariva in gran spolvero nel suo
completo blu. Professore cosmopolita, ma
anche con forte accento lombardo. «Cattolico superbamente dimesso» (© Alberto
Melloni), ma anche molto a proprio agio
nei panni di «Preside del governo» (© Giuliano Ferrara). Una forza di calma olimpica. Qualche patema per le mosse agostane del Generale Spread? «No, solo un
po’ di stanchezza». Mandato in tipografia
il 10 agosto e messo sotto embargo fino a
questi giorni di Meeting di Rimini (inaugurato dallo stesso professore-presidente), questo dialogo ha dunque il limite di
non conoscere se e quali, nel frattempo,
siano state le piroette dei nostri Titoli di
stato in rapporto ai famosi Bund tedeschi
(oltre, ovviamente, a prescindere dagli
altri avvenimenti capitati sotto il cielo: ad
esempio, l’ormai famosa “Curiosity” avrà
trovato tracce di vita marziana su Marte?). Tutte cose impronosticabili per definizione. Il bello della differita è però questo: non si fa impallinare dalle ultimissime su un quadro di crisi ormai acclarato e persistente almeno sui fondamenta-
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li (tipo il -2,5 per cento di Pil atteso per
l’Italia nel 2012 e la disoccupazione oltre
il 10 per cento). E non strizza l’occhio alle
polemiche di giornata. Tutto qui. E ora
l’intervista.
Partiamo da un tema non strettamente
economico: l’emergenza carceri. Il sovraffollamento dei penitenziari italiani
è stato oggetto di richiami da parte del
Capo dello Stato, di sentenze di condanna della Corte europea dei diritti
dell’uomo e, da ultimo, di una lettera
aperta al presidente Napolitano di 120
costituzionalisti a sostegno di amnistia
e indulto. Circa la metà dei detenuti è
peraltro in attesa di giudizio, a riprova
di una giustizia lenta. Cosa state facendo per uscire da questa situazione
di illegalità? Può il governo sollecitare
il Parlamento a prendere un’iniziativa
importante come l’amnistia?
È un tema della più grande importanza e mi fa piacere che lei abbia deciso di iniziare da questo. La giustizia deve
dare risposte nel segno di una giurisdizione rapida, efficace, al passo con i tempi. Risposte tardive sono un servizio dene-
gato al cittadino e dunque un danno alla
collettività, anche sotto il profilo economico. In questo periodo, poi, l’insopportabile caldo rende ancor più drammatico
il sovraffollamento carcerario. È un problema rispetto al quale il ministro della Giustizia Severino si è mossa da subito, con un pacchetto di norme, portato
in uno dei primi consigli dei ministri dello scorso dicembre, che al primo punto
aveva il decreto “salva-carceri”. Grazie a
questa misura d’urgenza è stato possibile
porre un freno al fenomeno delle cosiddette “porte girevoli”, vale a dire il transito di soggetti fermati o arrestati per soli
tre giorni. Il risultato è che in sette mesi
il numero dei detenuti non è aumentato ma, anzi, è andato diminuendo (erano oltre 68 mila mila alla fine del 2011,
ora sono circa 66 mila). È un primo passo e altri ancora vanno compiuti. Lei mi
chiede dell’amnistia. Voglio ricordare che
si tratta di una misura per la quale sono
necessari due terzi dei voti del Parlamento che non mi pare al momento ci siano. Nel frattempo non restiamo inerti. Il
ministro Severino ha sollecitato, e otte-
L’amnistia necessita di due terzi dei voti
del Parlamento. Non mi pare al momento
ci siano. Nel frattempo non restiamo inerti
Foto: Tempi
di Luigi Amicone
Foto: Tempi
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Da OlTRE CINQUaNT’aNNI
laVORIamO PER la TUa SICUREZZa
SUllE FERROVIE ITalIaNE
GRUPPO ROSSI (GCF & GEFER) V i a l e d e l l ’O c e a n O a t l a n t i c O n . 190, 00144 R O m a
T E l . +39.06.597831 - F a x +39.06.5922814 - E - m a I l g c f @ g c f . i t - g e f e R @ g e f e R . i t
“veni, vidi, vici” di un grand commis L’INTERVISTA
In alto, il direttore
di Tempi, Luigi Amicone,
durante l’intervista
al premier Mario Monti.
A destra, il primo
consiglio dei Ministri
dell’attuale governo,
era il 16 novembre 2011
Foto: Tempi; AP/LaPresse
nuto per settembre, la calendarizzazione in aula alla Camera di un disegno di
legge sulle misure alternative al carcere.
Come già avviene in altri paesi, esistono
istituti quali la reclusione domiciliare o
la messa alla prova che possono avere un
effetto deflattivo sul sovraffollamento carcerario senza che ciò vada a discapito della sicurezza dei cittadini. Il piano straordinario di edilizia penitenziaria non è stato poi abbandonato e mi risulta che con
200 milioni di euro in meno si sta provvedendo alla costruzione di nuove carceri e di nuovi padiglioni in vecchi istituti,
addirittura in misura maggiore rispetto
a quanto era stato previsto un anno fa. È
dal mix di queste riforme strutturali che
si può arrivare alla soluzione del problema. Ma nel settore giustizia sono numerose le novità legislative volte a dare risposta non solo all’emergenza carceraria
ma anche a quella lentezza dei processi
che, come calcolato dalla Banca d’Italia,
incide negativamente sulla crescita del
nostro paese per un punto percentuale di
Pil. Penso, ad esempio, al filtro in appello per le cause civili, all’istituzione di un
tribunale per le imprese, alla riforma del
risarcimento danni da eccessiva durata
dei processi oppure alla revisione della
geografia giudiziaria. Tanti graduali passi per un risultato importante.
Occorre onestamente riconoscere che
in sei mesi il suo governo ha fatto cose
che nessun governo precedente ha mai
avuto il coraggio di fare. Di quali va più
orgoglioso?
Orgoglioso, di nulla. Soddisfatto e
grato, della conseguita possibilità di far
lavorare per uno scopo convergente for-
Orgoglioso? Di nulla. Soddisfatto e grato
della possibilità avuta di far lavorare per
uno scopo convergente politici divergenti
ze politiche divergenti. In spirito costruttivo e unitario siamo riusciti a mobilitare queste energie nel Parlamento e forse
anche in qualche misura a spiegarci col
Paese in un momento che di per sé sarebbe stato il meno adatto a recepire incisive
e pesanti iniziative strutturali. Beh le ha
recepite. E l’ha fatto in un tempo molto
concentrato e questo non mi rende orgoglioso, ma soddisfatto di aver contribuito
a questo passaggio, che credo fosse inevitabile per non precipitare in una crisi dai
contorni imprevedibili e per avviare l’Italia su una via di riforme e di crescita che
daranno risultati più avanti.
Certamente da qui a marzo 2013 avrà
pochi ma importanti provvedimenti in
agenda. Cosa pensa di poter ancora realizzare di qui alle elezioni?
Ci sono cose che richiederanno azione per essere continuate e cose che richiederanno azione per essere fatte. Nella
prima categoria ci sono tutte le iniziative in materia di risanamento dei conti
pubblici e di contenimento del disavanzo che sono state già decise ma che devono essere attentamente sorvegliate nella
loro esecuzione. In secondo luogo ci sono
azioni nel campo delle riforme strutturali (come quella del lavoro), che richiedono uno sforzo per la loro messa in opera
e forse l’aggiornamento di alcuni aspetti.
Infine vorrei sottolineare le azioni in cor-
so per la lotta all’evasione, lotta al lavoro nero, e misure per dare maggiore spazio al merito e non alla cooptazione. Nella seconda categoria, ci sono appunto le
azioni che abbiamo riservato per la seconda metà della vita del governo, come la
dismissione di parti del patrimonio pubblico per ridurre il debito. Abbiamo preferito nella prima parte di vita del governo concentrarci sulla attività di contenimento del disavanzo e di riforma, mentre
adesso che abbiamo compiuto passi che
hanno dimostrato all’Europa e al resto
del mondo la capacità e la volontà del
paese di operare cambiamenti nel profondo delle sue strutture, è bene accompagnare queste riforme con una riduzione del debito pubblico attraverso la cessione di alcuni attivi. Se avessimo dato la
priorità a quest’ultima azione si sarebbe
potuto pensare che l’Italia non credeva
necessarie riforme strutturali di modifica
della propria “macchina” e questo avrebbe dato un pessimo segnale ai mercati e
all’Unione Europea. Infine vorrei aggiungere un’attività trasversale, e cioè l’impegno attivo del governo sul fronte europeo,
dove nell’interesse dell’Italia e dell’Europa, abbiamo molto investito per fare evolvere il governo delle politiche europee.
Il fatto che l’Italia paghi sui Btp decennali tassi molto elevati rispetto al nostro
reale stato patrimoniale sta a indicare
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L’INTERVISTA “veni, vidi, vici” di un grand commis
Questa degli eurobond è una proposta articolata e intelligente, che contiene
anche elementi che da tempo il governo
italiano – oltre a questi illustri economisti
– ha portato al tavolo europeo. Abbiamo
visto tutti che alcuni paesi (certamente
la Germania, ma anche alcuni paesi nordici) non sono disposti in questo momento a dare il loro consenso agli eurobond.
Ciò significa che probabilmente essi verranno ma un po’ più avanti, quando si
saranno fatti passi verso una maggiore
messa sotto controllo delle finanze pubbliche dei singoli paesi da parte delle istituzioni comunitarie. L’idea della Germania e di altri è che si possono mutualizzare in tutto o in parte i debiti pubblici solo
quando si è sicuri che nessun paese sia
deviante in materia di troppo debito pubblico. Ovvero, quando la politica di indebitamento sarà gestita in modo più coordinato dal centro…
Perdoni l’ignoranza, ma non basterebbe
ipotecare i patrimoni dello Stato per
emettere gli eurobond?
È un po’ più complicato. La sua intuizione è ottima, lungi dall’essere ignoranza, ma è più complicato.
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Perché il suo governo ha abbandonato
la strada del federalismo? Dico questo
anche a fronte delle rimostranze delle regioni più virtuose, che protestano
perché sembra che la revisione della
spesa le obblighi a fare tagli analoghi
a quelle regioni che invece presentano
voragini di bilancio e amministrazioni
inefficienti. E ancora, del federalismo in
chiave macroregionale proposto da Formigoni cosa pensa?
In tutta l’attività di spending review
noi non abbiamo fatto tagli lineari, come
si suole chiamarli, proporzionalmente
uguali dappertutto nei vari campi. Abbiamo invece svolto un’attività più minuta e profonda, che ha richiesto più tempo. Nel comparto delle spese di acquisto
di beni e servizi da parte di ciascuna pubblica amministrazione centrale o locale,
con l’aiuto del commissario Bondi abbiamo per esempio calcolato i costi mediani dell’acquisto di una siringa da parte
di un ospedale e gli scostamenti da questa mediana. Ma non abbiamo chiesto le
stesse riduzioni a tutti. Abbiamo dato a
ogni centro di costo la conoscenza di dove
lui si colloca rispetto agli altri e abbiamo
chiesto sforzi maggiori a quelli che fino
ad oggi hanno deviato verso l’alto. Insomma, per farle un altro esempio, se ci sono
due ospedali non distanti nella stessa cit-
tà dove il pasto per malato costa in uno
il 40 per cento in più che nell’altro, probabilmente c’è qualcosa che non va. Sulla questione del federalismo noi rispettiamo quello che c’è nelle attuali leggi
dello Stato. Forse in precedenti governi
si è lavorato all’insegna del federalismo
nella convinzione che esso fosse la riforma strutturale per dare ordine e slancio
all’economia italiana. Mentre noi siamo
convinti che il federalismo deve essere
solidale, non può cioè non tenere conto
delle diversità tra le diverse regioni e delle differenze territoriali. Soprattutto non
deve esimerci dal fare riforme strutturali
nei vari campi: dalle pensioni, al mercato
del lavoro, alle liberalizzazioni, alla concorrenza, alle semplificazioni, eccetera.
L’Italia è uno dei paesi più vecchi del
mondo. Ma in Italia le famiglie non sono
mai nelle agende governative e, per
quanto riguarda i giovani, essi continuano a crescere in un sistema pubblico
di istruzione-formazione che presenta
grandi pieghe di obsolescenza. Un sistema che dovrebbe essere (per legge
Berlinguer dell’anno 2000) costituito
da due rami, quello statale e quello non
statale, e che invece continua a privilegiare soltanto il sistema statale. Il primo costa ai contribuenti qualcosa come
55 miliardi l’anno. Il secondo – mi rife-
Gli eurobond sono proposta intelligente.
Ma Germania e stati nordici sono contrari.
Priorità a controllo delle finanze degli stati
Foto: AP/LaPresse
che il problema spread dipende dal famoso ma fragile “fire-wall” costituito
col fondo Ue di stabilizzazione o “salva
stati” (Esm). A questo proposito, pensa
di sostenere in maniera chiara e forte in
sede europea la proposta Prodi-Quadrio
Curzio di trasformare l’Esm in Fondo Finanziario Europeo che emetta eurobond
e rilevi parte dei debiti pubblici nazionali
chiedendo agli stati delle garanzie reali?
Foto: AP/LaPresse
«La lotta all’evasione può
comportare la necessità
di momenti di visibilità che
possono essere antipatici»,
così il presidente Monti
spiega le retate della Guardia
di Finanza in alcune città
del nord Italia.
Nell’altra pagina il presidente
del Consiglio durante
un summit europeo.
Sopra, Giorgio Napolitano,
presidente della Repubblica
risco alle scuole paritarie – costa circa
500 milioni, pur scolarizzando circa il
10 per cento della popolazione studentesca, ricevendo così dallo Stato solo lo
0,5 per cento delle risorse per le scuole
statali. Di più, quest’anno e per i prossimi tre, gli stanziamenti per le paritarie
pare siano ridotti del 50 per cento e se
non cambia il regolamento attuativo
dell’imposta esse dovranno anche pagare l’Imu.
messa in sicurezza del bilancio, il sostegno a quanti sono espressione dei valori della sussidiarietà e della solidarietà è
perciò un obiettivo importante per quanti hanno a cuore il benessere e la crescita
dell’intero paese.
Il nostro è un governo che, per sua
composizione, per suo programma, per
suo orientamento, riconosce importanza
e grandi spazi alla sussidiarietà, alla convivenza nel profondo reciproco rispetto
tra pubblico e privato, tra Stato e Chiesa,
tra le religioni. Io che ho studiato in una
scuola cattolica, conosco ovviamente il
grande ruolo, accanto all’istruzione pubblica, dell’istruzione paritaria e il contributo sociale che le scuole non statali
offrono sopperendo alle difficoltà di molte realtà del paese. Il governo agisce in
un clima di costrizione di tempo e di spazi finanziari credo senza precedenti nella vita dell’Italia repubblicana. La salvezza del paese rispetto a una crisi economica, finanziaria e politica molto profonda
impone a tutti un contributo significativo
e siamo coscienti che il sostegno delle istituzioni pubbliche è limitato. La dimensione della sussidiarietà si completa nella
solidarietà, che resta un principio fondamentale della Costituzione italiana e dello sviluppo dell’Unione Europea. Pur nelle ristrettezze finanziarie da tutti avvertite e ferma l’esigenza di consolidamento e
Al di là della correttezza dei numeri da lei forniti relativamente al finanziamento pubblico alle scuole paritarie degli
anni scorsi, posso assicurare che il governo non farà mancare al settore, cui riconosce una essenziale funzione complementare rispetto a quella esercitata dalle
scuole pubbliche, il necessario sostegno
economico. A ciò si provvederà, compatibilmente con i limiti tracciati con i recenti interventi di revisione della spesa pubblica, con la legge di stabilità del prossimo autunno.
In tutta franchezza lei ci sta dicendo
che per le scuole paritarie conferma
il taglio del 50 per cento di quei 540
milioni previsti e che dovranno pagare
l’Imu?
Non le sembra esagerata e nei fatti controproducente l’esasperazione comunicativa a riguardo della lotta all’evasione
fiscale, i blitz e gli annunci come quelli
della Gdf che ha occupato un intero stabile a Olbia, promettendo che avrebbe
passato l’estate a setacciare la Costa
Smeralda? Le sembra un risultato con-
veniente spingere le persone benestanti
a trasferire le loro barche in Corsica o in
Costa Azzurra e i loro conti in Svizzera
o in Austria?
Si tratta di capire che visione abbiamo
della società italiana. Il mio governo pensa che la ripresa di un cammino di crescita economica e l’avvio – perché ne siamo
ben lontani – di un percorso verso una
società civile moderna richieda cambiamenti profondi in alcuni aspetti, in alcune mentalità, in alcuni comportamenti a cui noi siamo abituati e che sembrano fare parte della vita della collettività
italiana. L’evasione fiscale è il male della
società civile. Perché altera il rapporto tra
il cittadino e lo Stato. Sbriciola il rapporto
di fiducia tra i diversi cittadini, perché c’è
quello che riesce a evadere e quello che
non vuole, o non può, evadere. Manda
a pallino la concorrenza perché crea un
grosso fattore di competizione sleale fra
chi paga le tasse e chi non le paga. Infine,
la notorietà pubblica del nostro alto tasso
di evasione contribuisce molto a indisporre nei confronti dell’Italia quei paesi verso i quali di tanto in tanto potremmo aver
bisogno di assistenza finanziaria. Come i
paesi del Nord Europa, che dicono: «l’Italia è un paese molto ricco, però lo Stato ha un fortissimo debito pubblico che
magari richiederà domani di aiutarla a
Il governo non farà mancare alle scuole
paritarie il necessario sostegno economico.
Sul federalismo abbiamo un’altra visione
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“veni,vidi,vici” di un grand commis L’INTERVISTA
rinnovare; eppure ci sono italiani ricchi
o medi che sistematicamente non pagano le tasse». Insomma, l’evasione fiscale produce un grosso danno nella percezione del paese all’estero. Se uno pensa –
e io lo penso – che l’Italia si trova in uno
stato di difficoltà soprattutto a causa di
questo fenomeno e che si trova da questo
punto di vista in uno “stato di guerra”,
allora strumenti forti possono acquistare una loro giustificazione. Io stesso, fino
a poche settimane fa, quando sono stato anche ministro dell’Economia e delle
finanze e quindi responsabile dell’Agenzia delle entrate e responsabile politico della Guardia di Finanza, ho sempre
incoraggiato fortemente le persone che
vi lavorano a fare una dura lotta all’evasione. La seria lotta all’evasione può comportare la necessità di momenti di visibilità che possono essere antipatici. Ma che
hanno un forte effetto preventivo nei confronti degli altri cittadini. Al tempo stesso ho sempre raccomandato il più grande rispetto dei diritti individuali e del
contribuente. Però insisto: il nostro paese
per fortuna è in pace, ma ha alcune ferite
che sono quasi di natura bellica. L’evasione fiscale è una di queste. Così come sono
ferite di natura quasi bellica quelle prodotte al paese dalla criminalità organizzata. Ambito in cui i governi da parecchio
tempo stanno avendo successi importanti, così come il governo precedente aveva
già fatto molto in materia di lotta all’evasione. Ebbene queste cose richiedono un
contrasto non morbido, che però ammetto può portare come effetto collaterale
alcune controproducenze di cui bisogna
tenere conto, ma senza perdere di vista
l’obbiettivo di vincere la guerra all’evasione e alla criminalità organizzata.
Giustizia e intercettazioni. Dopo il caso
sgradevole delle intercettazioni nei confronti del Capo dello Stato…
Aggiungerei: grave.
Foto: AP/LaPresse
Condivido. Dicevo che dopo il caso che
ha coinvolto il presidente Napolitano
altri episodi (come quello del 19 luglio
scorso in cui un capo di procura siciliana ha detto che certe istituzioni e
personalità “puzzano” e ha rivendicato
il “profumo della libertà” per una certa
parte della magistratura che io definisco “combattente”: bene, al solo ventilare la possibilità di una sanzione per
quel procuratore da parte del Csm, 320
Massimo D’Alema nel 2010
propose a Monti di assumere
incarichi politici. «Non
smentisco. Lo ascoltavo
pensando che si sbagliasse»
magistrati hanno fatto quadrato dichiarando che sottoscrivevano il discorso
del loro collega) dovrebbero finalmente
convincere il suo governo a porre un
argine a certa barbarie giudiziaria che
produce gogna sui giornali e violazione
sistematica del segreto istruttorio. Lei
non può essere accusato di fare leggi ad
personam…
Non tocca al governo, al presidente del consiglio, di esprimere giudizi di
carattere generale. È peraltro evidente
a tutti che nel fenomeno delle intercettazioni telefoniche si sono verificati e si
verificano abusi. È compito del governo
prendere iniziative a riguardo. È in corso in parlamento il dibattito sul disegno
di legge presentato dal precedente governo in merito alle intercettazioni telefoniche. Il nostro governo, nella persona
del ministro della giustizia Paola Severino, interviene attivamente in materia
nell’iter parlamentare che sta procedendo. Così come avviene in materia di legge contro la corruzione. Insomma in tutti quegli aspetti della giustizia che sono
così importanti sia per la vita civile, sia
per i diritti individuali, sia per la vita economica del paese.
C’entra qualcosa quello che sta facendo
con la sua fede, il suo essere credente e
cattolico?
Quello che sento dentro di me e che
È evidente a tutti che nelle intercettazioni
telefoniche si sono verificati e si verificano
abusi. Il governo prenderà iniziative
mi ha mosso ad accettare l’incarico affidatomi dal Capo dello Stato e confermatomi dalla fiducia del Parlamento, può
tranquillamente restare dentro di me
e non sento l’esigenza di
manifestarlo. Certamente,
nell’anima e nel cuore di
chi si trova in questa come
in altre posizioni piuttosto
impegnative ci sono molte
componenti civili e spirituali di ordine superiore. E
rappresentano anche una
miscela di ragione, di emozioni, di speranze, di amarezze, che può evolvere nel
corso del tempo. Ma così
come credo che chi governa abbia i più alti obblighi
di trasparenza – e noi tra
parentesi abbiamo stabilito standard senza precedenti per quel che riguarda la trasparenza patrimoniale dei membri del governo – credo
però che sia bello tenere dentro di sé le
molle che guidano la persona.
Intervenendo in Bocconi, la sua università, lei all’inizio di quest’anno disse che
finita questa fase sarebbe rientrato in
università. Però forse avrà capito che il
paese potrebbe avere ancora bisogno di
lei. Nel caso che dopo le prossime elezioni, Parlamento e partiti le chiedessero di
rimanere o comunque di continuare ad
avere responsabilità di governo, pensa
che potrebbe rivedere la sua decisione
di un ritorno alla vita privata?
Mi rifiuto di pensare che un grande
paese democratico come l’Italia non sia
in grado, attraverso libere elezioni, di scegliere una maggioranza di governo efficace e, indirettamente, un leader adeguato
a guidarla. Quindi la sua domanda credo
e spero non sarà rilevante.
Un’ultima curiosità: intende smentire o
no la notizia del settimanale L’Espresso
secondo la quale lei, nell’autunno del
2010, venne contattato dall’onorevole
Massimo D’Alema, che a Milano, in una
cena a casa di un noto professionista, le
propose con altri l’assunzione di responsabilità politiche e di governo nel caso
di una caduta anticipata del governo
Berlusconi?
Non smentisco quell’occasione e posso
solo dire che nel mondo politico ci furono
diverse persone che, intorno a quell’epoca, nelle loro previsioni o scenari sul futuro politico italiano di breve termine, mi
prospettarono ipotesi che mi coinvolgessero. E io sono sempre stato ad ascoltare pensando che si sbagliassero. n
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l’italia
che lavora
Dolcezza
tutto l’anno
Tutto inizia grazie al palato fino di nonno
Francesco Antonio, pasticciere dopo le scuole
elementari. Con l’invenzione del mandorlato
arriva la notorietà e oggi la famiglia Balocco
mobilita gli ingegneri per i suoi wafer
«C
hi non ha mai sognato, da
bambino, di fare il pasticciere? Nella mia classe, alle elementari, lo sognavano quasi tutti, per
questo mi invidiavano, e io non aspettavo
altro che le vacanze estive per poter andare ad aiutare in fabbrica. Ma ero solo un
bambino. Il massimo a cui potevo aspirare era ripulire le latte dai residui dell’impasto. L’aspirazione alla pasticceria moriva subito dopo un lavoro così». Sorride
mentre ricorda la sua infanzia Alberto
Balocco. Lui la pasticceria ce l’ha nel dna
anche se si occupa prettamente di numeri, visto che è amministratore delegato
dell’azienda di famiglia, la Balocco, dolciari dal 1927 in quel di Fossano (Cuneo).
Alberto e sua sorella Alessandra, che
si occupa del marketing, rappresentano
la terza generazione di un’azienda che
proprio adesso sta vivendo uno dei suoi
periodi migliori. Tutto merito di nonno Francesco Antonio, che si dedica alla
pasticceria e alla produzione di dolci fin
dalla fine delle elementari. L’apprendistato svolto tra Torino e Sanremo dà alle sue
creazioni un tocco del tutto particolare.
Si sentono infatti i gusti cari alla borghesia torinese e dei Savoia, si sente la snobberia inglese che emigrava a Sanremo a
prendere il sole. Tornato a Fossano, a 24
anni, e con questa valigia di sapori, deci-
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de di aprire il suo primo laboratorio, nel
centro, in piazza del Castello. L’affluenza dei clienti cresce di continuo, tanto
che nel 1929 si apre un altro punto vendita, questa volta nella via del passeggio,
quella dei portici. La crisi del Ventinove
non sembra toccare la borghesia di Fossano, che continua ad attaccare il naso alle
vetrine della pasticceria Balocco e a uscire dal negozio carica di sacchetti golosi.
Ma è un attimo, perché questo inizio
di attività florido è spezzato dall’arrivo
della guerra, dalla violenza delle brigate
nere alle quali il signor Balocco non sottosta e dalla conseguente fuga nelle Langhe.
«Dopo la fine del conflitto mondiale, mio nonno
si decide a riaprire, e si fa
aiutare da mio padre Aldo,
che nel frattempo aveva
finito le scuole superiori.
Le vecchie pasticcerie del
centro vengono mantenute, ma si decide di acquistare un piccolo stabilimento, in cui montare i
primi impianti per dolci.
I 5 mila metri quadrati,
appena comprati, aumentano a dismisura negli
anni, perché la richiesta
cresce di continuo. Così
Nella pagina accanto, in
basso, il cavaliere del lavoro
Aldo Balocco con i figli
Alberto e Alessandra.
Sopra, la sede dell’azienda
a Fossano (Cn).
Sotto, una pubblicità d’epoca
oggi siamo a 44 mila metri quadrati che
non bastano nemmeno più».
Il salto degli anni del boom
Il passo più importante, e moderno, avviene sul finire degli anni Sessanta, contemporaneamente all’avvento della televisione nelle case degli italiani. «Si punta sui
prodotti da ricorrenza, ovvero i panettoni. Il prodotto classico viene modificato, lo si ricopre di una glassa alla nocciola, albume e zucchero, sulla quale vengono sparse delle mandorle. E nasce così il
mandorlato Balocco. Pronto a essere lanciato sul mercato tramite uno degli spot
televisivi del Carosello. Mio padre ha avuto quest’ottima intuizione, ed è anche
grazie a questo che a metà anni Settanta l’azienda si ingrandisce molto. Nello
stesso periodo subentriamo in Balocco
io e mia sorella, ma mio padre continua
a rimanere il presidente, anche se non è
più operativo, visto che oggi ha 81 anni».
Il passaggio generazionale non è sempre semplice. Il signor Aldo pensa addirittura di dover vendere l’azienda un giorno, ma Alberto lo rassicura: una volta
terminati gli studi si lancerà anche lui
nell’avventura della Balocco. «L’azienda
ha continuato a crescere con un ritmo
forsennato, le persone a cui è stato dato
un lavoro si sono moltiplicate, e ognuna
di loro ha una famiglia, a cui non puoi
smettere di pensare. Quando sei al verti-
ce di un’azienda, ti rendi conto che non
puoi neanche permetterti di stare male
o ammalarti, per questo ho rinunciato
a sport pericolosi che tanto mi piacevano come speleologia e deltaplano. A volte ho dovuto anche rinunciare a stare con
i miei figli, ma ora mi sto riprendendo il
tempo perduto».
Uno dei passatempi preferiti di Alberto Balocco è fare la spesa e osservare i
clienti intenti ad acquistare nella corsia
dedicata ai biscotti, chiedere a quelli con
l’aria meno frettolosa perché scelgano un
pacco di biscotti anziché un altro. Perché è questa la strada che
la Balocco sta percorren«La ricetta classica del panettone viene
do, da una decina di anni a
modificata e negli anni Sessanta mio padre
questa parte. «Dopo anni di
ha la geniale intuizione di lanciare il prodotto studio, e ponderamento dei
rischi, abbiamo pensato
con uno degli spot televisivi del Carosello»
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l’italia che lavora
che fosse arrivato il momento di produrre qualcosa in più rispetto ai soli prodotti da ricorrenza. I panettoni sono un
prodotto esclusivamente stagionale, finivamo per fare la fine dei bagnini, occupati tre mesi l’anno e il cui lavoro dipende strettamente dal tempo. Lo stesso vale
per i panettoni, basta qualche grado di temperatura più alta, nel periodo
natalizio, che se ne vendono in numero inferiore. I biscotti da colazione,
invece, si vendono tutto
l’anno. Invogliati da questo abbiamo deciso di provarci, non con qualcosa di
nicchia, ma scontrandoci
con i diretti concorrenti.
Questa spavalderia ci ha
premiato, e ora siamo i
secondi sul mercato, dopo
il gigante Barilla».
Eppure i rapporti con
la concorrenza sono distesi, anche perché ci sono
tante aziende più o meno
della stessa dimensione.
«Qui a Fossano, un paese
di 25 mila abitanti, oltre
a noi, c’è un altro grande laboratorio di pasticceria. Sembra strano, lo so, ma può anche
succedere che ci si aiuti. Magari si rimane senza un ingrediente per motivi logistici, con qualche camion bloccato chissà dove, e basta alzare la cornetta e chiedere “scusa, non è che ti avanza un container di zucchero?”, poi si ricambia il
favore e il lavoro continua tranquillo». E
continua anche verso settori nuovi come
quello dei biscotti Vita mia, per chi è
attento alla linea oppure soffre di intolleranze. «Il mio biscotto preferito è quello con le gocce di cioccolato, ma quello della linea Vita mia con i frutti rossi e la farina di riso è altrettanto goloso. È importante variare, continuare a
fare cose buone e ricche come i frollini, ma stare attenti alle richieste di mercato. Purtroppo il problema delle intolleranze è strettamente legato al nostro
tempo, ma lo facciamo sempre rimanendo ligi alle nostre politiche tecnologiche.
Non si può trattare della farina per celiaci in un impianto in cui prima è stato fatto un prodotto con farina normale, non
c’è da scherzare. Quando sento di aziende che si limitano a trattare le macchine con dei lavaggi speciali, e producono linee di prodotti per allergici, scuoto la testa. Non mi sentirei a posto con la
coscienza a fare un’operazione del gene52
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L’interno della
sede centrale della
Balocco a Fossano,
provincia di Cuneo
re». Dall’anno di arrivo sul mercato del
mandorlato, uno dei prodotti ad oggi
più venduti, insieme ai frollini con le
gocce di cioccolato e ai wafer alla nocciola, sono passati tanti anni, e per inventare lievitati nuovi occorre prendere spunto anche da settori diversi.
«Fare un regalo a un uomo che ha tutto
è praticamente impossibile. Così ho pensato che sarebbe stata una bella sorpresa il conferimento del titolo di cavaliere del lavoro, difficile da ottenere visto
che ce ne solo 500 in tutta Italia. Occorre avere i meriti giusti, ma soprattutto occorre essere disponibili a sottostare
Un nuovo dolce natalizio
alle indagini che sono partite sul conto
«Abbiamo lanciato un dolce natalizio che di mio padre. C’è stato un periodo in cui
fa il verso a uno stecco gelato al fiordilat- in azienda c’era un via vai di agenti delte, con il ripieno di amarena e la copertu- la Guardia di finanza, prevenzione frodi,
ra di granella di nocciole. E quindi abbia- ispettori vari, e mio padre mi ha chiamamo farcito e ricoperto nello stesso modo to preoccupato. “Ma che hai combinato
un pandoro. Oppure abbiamo preso gli che abbiamo tutti addosso? A cosa dobingredienti del tiramisù e abbiamo cre- biamo rimediare?” mi ha chiesto. Al che
ato un dolce con crema al mascarpone ho dovuto raccontargli della sorpresa che
e caffè, e copertura al cacao. Per i wafer, intendevamo fargli per il suo compleangli stessi da tanti anni, abbiamo studia- no. È stato felicissimo. Dopo aver ricevuto ingegneria. E ampliato le cuspidi delle to il telegramma dal ministero della Giustizia, siamo andati io e lui, a giugno a
cialde, per mettere più crema».
Il momento più commovente di Roma, a ritirare la nomina. Poi, a ottobre,
quest’avventura che ha coinvolto tre ci siamo concessi un viaggio di famiglia,
generazioni è stato nel 2010, quando il per la consegna ufficiale del cavalierato.
papà di Alberto ha compiuto 80 anni. Io, mio papà, mia mamma e mia sorella, tutti e quattro in macchina come non succedeva
«Occorre prendere spunto anche da settori
da tantissimi anni. Penso a
diversi. Per i wafer, gli stessi da tanti anni,
questo ricordo tutti i giorni
abbiamo studiato ingegneria. E ampliato le
in cui vado al lavoro».
cuspidi delle cialde, per mettere più crema»
Elisabetta Longo
GREEN ESTATE
CINEMA
CONTRO LA LIBERA CIRCOLAZIONE A ROMA
La guerra di liberazione
Monsieur Lazhar,
di Philippe Falardeau
Un esempio di
chi sa insegnare
di Paolo Togni
E
così la retriva alleanza oscurantistico/pauperistica, attiva sull’argomento almeno dagli anni Sessanta del secolo scorso, ha sferrato un nuovo attacco contro la libertà
PRESA
di circolazione nel centro di Roma. Come occasione si è preD’ARIA
so lo stato del Colosseo, una costruzione di millenovecentocinquanta anni fa, che sarebbe azzardato aspettarsi di trovare
perfetta, o anche seminuova. E certo l’antico monumento ne
ha viste, dalla sua costruzione, di tutti i colori: dal saccheggio
di Totila ai non pochi terremoti che, soli, hanno avuto la forza
di danneggiarlo seriamente; ne ha viste molte e le ha superate
tutte: figuratevi che ha resistito brillantemente alla lunga, sciagurata serie di amministrazioni di sinistra cominciate con Argan (ricordate? Quello che si era dichiarato certo che le teste di
Livorno fossero opera di Modigliani) e tristemente finite nello squallore delle giunte Rutelli e Veltroni. E pare, addirittura, che supererà anche la giunta Alemanno,
nata con tante speranze poi andate deluse.
Supererà, il nostro Colosseo, anche l’alleanza dei nemici del progresso stipulata tra i manutengoli di Giulia Maria, Ermete e Fulco, che vuole isolarlo dal contesto della città viva, con la scusa dell’instabilità derivante dalle vibrazioni indotte
dal traffico veicolare e dalla metropolitana. La verità è che la Via dei Fori Imperiali, dalla sua apertura, è un asse imprescindibile della mobilità cittadina; l’eventuale pedonalizzazione della
zona determinerebbe un vortiIl Colosseo ha resistito al saccheggio
ce di blocchi di traffico che ridi Totila e ai terremoti. E anche alla
uscirebbe finalmente a realizsciagurata serie di amministrazioni
zare il desiderio segreto della
di sinistra cominciate con Argan e
lobby del regresso e della poverfinite con quelle di Rutelli e Veltroni.
tà (altrui). Infatti, questi figuri
sanno di poter effettuare una
Supererà anche quella di Alemanno
pesca ancor migliore di quella
pur ottima di oggi per ogni peggioramento della qualità della vita umana e per
ogni regresso della capacità economica del paese; e sono alla spasmodica ricerca
quotidiana di pretesti per poter raggiungere i loro obiettivi.
Certo è che sull’argomento la nostra sopportazione ha raggiunto livelli eccessivi; che dovremmo tutti ribellarci alla dittatura strisciante dei professionisti
dell’ambiente e dei beni storici, che senza deleghe né responsabilità governano
imponendo a una classe politica, per lo più incapace, scelte e obiettivi.
Focolai di resistenza già esistono; a quando la guerra di liberazione?
[email protected]
TURISMO
MERCATO TURISTICO
La “lealtà” dei
viaggiatori italiani
Il valore delle aree turistiche si
misura anche sulla lealtà degli
ospiti. Queste le conclusioni di
un sondaggio effettuato da Trademark, istituto riminese specializzato nelle analisi dei mercati turistici. Nell’analisi sulle
vacanze estive 2011 l’attenzione si è focalizzata sul grado di
fedeltà degli italiani verso mete
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turistiche scelte per trascorrere
le ferie. Ischia, Capri, Forte dei
Marmi, Rimini, Riccione o Positano possono contare sulla lealtà estrema della propria clientela. Una fedeltà vicina, in alcuni
casi, al 70 per cento. Nel 2011
la maggioranza degli italiani resta fedele alle località che conosce senza neppure informarsi
su eventuali alternative e, mentre la Sardegna è l’area a maggior ricambio di turisti, scende
il livello di affezione per Sicilia e
Campania. Campione di lealtà è
l’Adriatico settentrionale, da Bibione a Gabicce Mare. Il 62 per
cento dei clienti delle spiagge
Si impicca la prof di una
scuola media canadese.
Sarà difficile sostituirla.
Bel film sulla scuola e i maestri. Ha tanti spunti e
qualche difetto nei perso-
naggi di contorno, irrisolti. Lui, monsieur Lazhar, è
un fenomeno: è algerino ed
è in Canada da diversi anni.
Ha una storia dolorosa alle
spalle che gli ha insegnato
che la vita è un dono. Così, entra in classe e affronta
i ragazzini, feriti dalla tragedia della prof suicida e
da tanti adulti che scappano di fronte ai problemi. E
HOME VIDEO
Lockout,
di J. Mather e S. St. Leger
Fuga dal carcere
In un futuro prossimo un uomo, accusato ingiustamente
di omicidio, sta per essere internato in una prigione quando avviene una rivolta.
Sci-fi di produzione francese:
remake non dichiarato di 1997:
Fuga da New York di Carpenter. La storia è identica: un antieroe protagonista, il carcere da cui non si può evadere e
in cui avviene una sanguinosa
rivolta; la figlia del presidente
presa in ostaggio. Non ci sono
idee in più ma la confezione è
discreta e il cast ben assortito.
romagnole promettono di tornare nello stesso albergo. Le seconde case incidono nella scelta
dei repeater. Per le mete al Sud
entra in gioco la disponibilità di
parenti e amici all’accoglienza.
A parte gli esempi più tradizionali del balneare italiano, sono le
destinazioni extraeuropee, spe-
cialmente a medio-corto raggio,
ad assistere a un aumento della fedeltà della clientela italiana.
Qui conta spesso il prezzo molto
favorevole, soprattutto nei villaggi, dove l’alta stagione italiana corrisponde alla bassa della
destinazione scelta. In generale
la tendenza 2011 ha presentato
un trend altalenante per Sardegna, Sicilia e Liguria. Flessione
per il Sud, la Toscana e il Lazio.
Ricordiamo che il 2010 ha presentato ottimi volumi di traffico
turistico. Ma ogni confronto motivazionale può presentare molti
rischi di interpretazione.
Walter Abbondanti
STILI DI VITA
ELOGIO deLLA TRIBù
mentre l’istituzione scolastica cerca di rispondere alle domande dei ragazzi con
il supporto di una psicologa ciarlatana e tante chiacchiere, il timido professore
risponde con i fatti: dettati di Balzac, corsi di recupero e tanta dedizione e attenzione ai ragazzi. Perché
la classe «è un luogo di vita e di impegno, un posto in
cui bisogna impegnare tutti
noi stessi». Mai sentimentale nonostante la drammaticità del soggetto, mai lacrimevole: un bello sguardo su chi
davvero sa insegnare.
visti da Simone Fortunato
COMUNICANDO
APPUNTAMENTO
A Bruxelles per uno
sviluppo sostenibile
Il tema della sostenibilità è
strettamente connesso al tema
dell’ambiente. Si tratta di un luogo comune che non rende giustizia a tutti i risvolti di primissima importanza che vengono
raggruppati in questa macrocategoria. Un esempio? Il territorio, ossia lo scenario sul quale si
dibatte maggiormente di quello
La famiglia
non è sobria
Il regista
Philippe
Falardeau
di Annalena Valenti
E
della tribù,
altrimenti detta
«Non ci sono parole per esprimere l’abisso
MAMMA
OCA
che corre fra l’essere soli e l’avere un alleato…
due non è due volte uno: due è duemila volte uno». Tribù come antidoto
all’Italia “antropologicamente superiore” che sta dettando come vivere in
modo corretto e da soli. La tribù non
è morigerata, aggettivo che insieme
a sobrio ha fatto da colonna sonora
all’estate, la tribù è esagerata e in estate si scatena. Crea gemellaggi, in barba
a traghetti e fustigatori della morale,
le presenze in Sardegna, in calo ovunque, a casa Marinedda e dintorni sono
aumentate, ci si ospita, si scambiano
posti letto con rifacimenti tettoie, pantaloni a fiori, versioni di Cesare. Famiglie che passano insieme il loro tempo
libero, molti bambini, i più grandi aiutano i più piccoli, e se l’ansia da prestazione fa capolino, e credete, fa capolino, o se si confonde la realtà con
il pensiero che si ha in testa, qualcuno
che ti ridimensiona c’è sempre, qualcuno che ti dice cos’è bene, cos’è male
c’è ancora. Tavolate oversize davanti al
cielo infinito ricordano che siamo fatti per il Paradiso, la convivenza tra generazioni diverse che annulla il muro
frammezzo cioè l’inimicizia, è coltivata e si fa guardare. Tutti possono sentirsi a casa, e ritemprarsi e ripartire. E
ricreare il mondo.
mammaoca.wordpress.com
logio
che comunemente viene denominato “sviluppo sostenibile”. Ovviamente questo tipo di sviluppo ha una sua formula “segreta”,
un insieme di soggetti che – se
si relazionano tra loro in modo
corretto – ne consentono la realizzazione pratica: l’industria,
la comunità, l’ambiente, la cultura e l’economia. Il 26 settembre, a Bruxelles, si terrà la prima
“Sustainability Talk” patrocinata
da Eni, azienda sensibile a questo tema, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo e l’approfondimento sulla sostenibilità e sul
corretto sviluppo economico. Interverranno il ministro dell’Am-
biente Corrado Clini, il direttore dell’ufficio di Bruxelles delle
Nazioni Unite, Antonio Vigilante, il rappresentante permanente
per l’Italia presso l’Ue, Ferdinando Nelli Feroci e la responsabile
sostenibilità di Eni, Sabina Ratti. Obiettivo primario sarà proporre riflessioni e trasferire informazioni per far comprendere
la sostenibilità intesa come nuovo approccio di governance nelle
scelte di un soggetto economico.
Già al Meeting 2012 se ne potrà
avere un’anticipazione presso lo
spazio Eni, dove si potrà vincere
tutti insieme la sfida a costruire
[lm]
un futuro migliore. |
| 29 agosto 2012 |
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PER PIACERE
DA GIGINO, VICO EQUENSE
Roba da sogno la pizza a metro
del sorrentino Luigi Dell’Amura
AMICI MIEI
LIBRO/1
La via alla santità
«Lo scambio epistolare tra santa Gianna e il marito Pietro Molla testimonia una vita familiare
sviluppatasi, con originale intensità spirituale, sul ceppo fecondo della Chiesa ambrosiana». Il
cardinale di Milano, Angelo Scola, usa queste parole per presentare l’ultimo libro a cura di Elio
Guerriero (San Paolo, 302 pagine, euro 15) dedicato a Gianna Beretta e Pietro Molla, intitolato Lettere. È un libro che
invita all’amore e alla speranza,
che tutti possono leggere, sposi, figli e anche fidanzati. Le lettere dei due coniugi sono la testimonianza convincente che la
via alla santità non passa necessariamente attraverso i chiostri
religiosi o il ministero dei preti, ma può dispiegarsi in mezzo
al mondo: nell’impegno per il lavoro, nella pienezza dell’amore,
nella dedizione per crescere ed
educare i figli. Il testo è arricchito dalla presentazione dell’arcivescovo di Milano; dall’arciprete della Basilica papale di San
Pietro in Vaticano, Angelo Comastri; della prefazione di Pietro Molla alla prima edizione
di Il tuo grande amore mi aiuterà a essere forte. Lettere al
marito (San Paolo, 1999); dalla prefazione della figlia Gianna
Emanuela Molla e da numerose
fotografie della coppia.
LIBRO/2
Una vita vissuta
da protagonista
Solitamente le biografie si fanno riconoscere per la fama del
protagonista o per quella del
narratore. Non è il caso di Elena
Hoehn. Protagonista della storia
italiana, di Armando Droghetti (San Paolo, 265 pagine, euro 14,50) che tratta di un personaggio sconosciuto al grande
di Tommaso Farina
C
i voleva il genio un po’ pazzerello di un partenopeo, anzi di un
sorrentino, per decidere di misurare la pizza dall’appetito dei clienti: così Luigi “Gigino” Dell’Amura, classe 1903,
nel secolo scorso inventò la pizza a metro, nel suo forno di Vico
Equense (Napoli).
Se volete impregnarvi di storia mangiando una pizza di tutto
rispetto (roba che al nord ancora si sognano), e tenendo conto che
non si tratta di pizza napoletana “ortodossa” ma appunto di pizza a metro, ancora oggi a Vico vi conviene andare Da Gigino pizza a metro – Università della pizza. Il palazzo moderniccio in cui
questa istituzione sorrentina è ambientata non è esattamente affascinante. Pure la sala, rustica e datata, mantiene ostentatamente un carattere anni Sessanta-Settanta che può far storcere il naso
a qualcuno. Però questo ambiente ha una sua rustica ragion d’essere: è la cornice dove si mangia la pizza a metro. Si mangia veramente a pezzi lunghi un metro, che costano mediamente 30 euro e bastano almeno per quattro. Se siete in due o da soli, potete
avere la porzione dimezzata, e in ogni caso non siete obbligati ad
avere un intero metro di pizza con la medesima guarnizione. Le
farciture seguono la tradizione napoletana, pur proponendo variazioni oggi consolidate. Eccellente, da provare la “Margherita
Speciale”, ossia con la doppia mozzarella. Niente male anche quella con fiori di zucca e provola campana: ricordiamo che qua dietro
ci sono i monti Lattari, il cui nome spiega molte cose sulla loro vocazione al formaggio e ai latticini. Poi ci sono tante altre tipologie:
marinara normale e coi bianchetti; marinara con le scarole; Spaccanapoli ’77 (mozzarella, uova, funghi e salsiccia) e altre ancora.
Se proprio non si digerisse la pizza, c’è un menù di cucina tradizionale: crostata di taglierini alla finanziera; calamarata di pasta
con la pescatrice; scialatielli provola e melanzane; filetto alla Gigino; calamari alla greca; pastiera napoletana. Servizio ruspante e
simpatico. I piatti si possono ordinare anche per asporto.
IN BOCCA
ALL’ESPERTO
Per informazioni
Da Gigino pizza a metro – Università della pizza
www.pizzametro.it
Via Nicotera, 15 Vico Equense (Napoli)
Tel. 0818798309
Non chiude mai
pubblico. Elena è una donna tedesca che scelse l’Italia e divenne protagonista della nostra
storia. Durante la guerra nascose in casa sua Giovanni Frignani, l’ufficiale dei Carabinieri che
arrestò Mussolini prima di essere scoperto e inserito nell’elenco
delle persone destinate alle Fosse Ardeatine. L’altro elemento
fondamentale nella sua vita fu
l’incontro e l’amicizia con Chiara
Lubich agli albori del movimento dei Focolarini. Con la giovane maestra trentina l’intesa fu
immediata e perfetta. Partecipò alla vita del movimento, tenne una fitta corrispondenza con
la fondatrice, ne assimilò il carisma. È un libro tra storia e spiritualità, un invito alla speranza
che viene da tempi difficili.
LIBRO/3
Il lavoro, occasione
per diventare uomo
Cerco lavoro. Non è un annuncio
ma il libro di Mauro Sottili (Itaca, 120 pagine, euro 10). Un racconto agile, diretto, senza troppe pretese di fare “letteratura”
e per questo, «un libro che arriva al cuore delle cose: che dice del desiderio di andare fino
IL VINO
Britto Savuto
superiore 2010
Quello dell’azienda Colacino è
un vino barricato e non filtrato
di colore rosso rubino con sfumature granata. Al naso risulta intrigante con profumi di frutta matura e
spezie (tabacco e liquirizia). Al palato è pieno,
rotondo, vellutato con
lunga persistenza aromatica. Da abbinare con
carni e sughi di selvaggina, arrosti, tagliate e fiorentina alla brace. Costo
in enoteca: 16 euro.
Carlo Cattaneo
in fondo a quel che capita», scrive nella prefazione Franco Nembrini. La storia è semplice e profonda, come il suo protagonista:
un ragazzo di oggi di fronte al
suo primo lavoro; che poco a poco scopre come lavorare non sia
passare otto ore dietro una scrivania e prendere uno stipendio,
ma l’occasione per diventare uomo, per rischiare la propria intelligenza e la propria libertà. «È
un libro che racconta la storia di
tutti – scrive ancora Nembrini –
e che tutti, i nostri figli in primis,
dovrebbero leggere, per capire
un po’ di più chi siamo e che cosa siamo chiamati a essere».
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MOBILITÀ 2000
DI NESTORE MOROSINI
La silhouette dell’Audi SQ5.
Nella vista posteriore si vedono
i quattro terminali di scarico.
Nelle altre: la plancia con volante
a 3 razze, il cambio automatico
sotto al quale è sistemato il
comando di Audi Drive Select
SPECIALE VERSIONE PER IL CROSSOVER AUDI
Una SQ5 turbo diesel
con super prestazioni
L
a turbodiesel dell’Audi Q5 si arricchi-
sce di una speciale versione S, che
si potrà comprare dalla primavera
2013 al prezzo base di 62.850 euro. Come gli altri modelli della famiglia, adotta
una nuova griglia della presa d’aria, che
nel caso specifico è a barre di color platino. La SQ5 si può distinguere anche per
l’alettone alla sommità del lunotto posteriore, i quattro terminali di scarico di forma ellittica, i gusci dei retrovisori esterni
di color alluminio e i cerchi ruota da 20
pollici di diametro. I fari sono allo xeno,
con luci diurne a led. A bordo domina il
nero, con il padiglione del tetto e la plancia di questo colore. La strumentazione
ha una grafica grigia con lancette bianche di contagiri e tachimetro.
Al centro del progetto SQ5 c’è il V6
turbodiesel di 2.967 cc sovralimentato da
due turbo che lavorano in serie. Ha una
potenza di 313 cavalli a 3.900 giri, la tra-
zione è di tipo integrale permanente, il
cambio è automatico a otto rapporti. Il
V6 TD in questione è un motore semplicemente impressionante, elastico a partire da 1.200 giri, si lascia spingere senza la
minima incertezza sino a 5.200 giri.
Le prestazioni sono di grandissimo rilievo: accelerazione 0-100 km/h in 5,1 secondi e velocità massima (autolimitata)
di 250 orari. Consumo medio omologato
di 7,2 litri per 100 chilometri. È di serie il
sistema “Audi drive select”, che permette di scegliere quattro modalità di regolazione delle risposte di motore, cambio,
sterzo e ammortizzatori: dalla più economica “Efficiency” a quella personalizzata “Individual” passando per la “Confortevole” e la “Sportiva”. Per ogni scelta, le
risposte dello sterzo e del motore, oltre
alla rigidità delle sospensioni, variano in
maniera sensibile.
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59
UN ALTRO MONDO
è POSSIBILE
la sfida della realtà
Il peccato veniale
ci sbriciola come
un tarlo col legno
di Aldo Trento
M
i colpiscono sempre le parole di san
Paolo: dovrete rendere conto a Dio
perfino di ogni parola vana. Per la
mia esperienza, il termine “parola vana” significa tutto ciò che vivo prescindendo dal Mistero, cioè ogni volta che mi lascio guidare dalla
mia opinione, dal mio istinto, dalla mia misura. Mi rendo conto che tutti i giorni mi dimentico di essere relazione con il Mistero e del fatto
che non esiste nessuna cosa, anche apparentemente banale, che non contenga in se stessa la
grande Presenza. «La realtà è Cristo» afferma
san Paolo, sottolineando che sia il mondo intero che qualsiasi successo quotidiano provocano la mia libertà, affinché io possa riconoscere la voce del Mistero fatto carne in Cristo che
mi chiama. Il Vangelo, parlando di Gesù, dice
“bene omnia fecit”: ha fatto bene tutte le cose.
Cosa significa questa provocazione nella mia
vita? Essa rappresenta qualcosa di molto semplice, che ho imparato in questi 23 anni di missione in Paraguay. Quando sono rimasto solo
in parrocchia mi sono chiesto: Signore cosa significa essere parroco e quale cammino educativo devo proporre affinché i fedeli che mi hai
affidato possano incontrarTi?
Ricordo che mentre ero davanti al Santissimo
Sacramento ho percepito chiaramente ciò che
il Mistero mi stava chiedendo: vivere intensamente il reale in tutti i suoi particolari, dal modo di entrare e stare in chiesa, di pregare, fino
alla cura della casa parrocchiale e delle altre
opere che la Provvidenza ha generato usando
il niente che siamo. Molte volte ho affermato
che l’unica verità pastorale è quella di mostrare come vivo in ogni momento. Il libro Cristo
e il lavandino è nato dall’esperienza, dalla coscienza che non esiste particolare della vita
che non rimandi al Mistero. Il problema che viviamo ogni giorno coincide con la dimenticanza di questa verità, mentre quando uno la sperimenta, la vita diventa più vita, la sua umanità
cresce esprimendo tutta la sua bellezza.
Proviamo ad immaginarci la differenza che esiste tra una persona che vive ogni istante con
questa coscienza ed un’altra che vive il quotidiano dimenticandosi della realtà come luogo in cui l’uomo incontra il volto misterioso del
60
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POST
APOCALYPTO
Nella foto, un
pezzo di legno
completamente
eroso dai tarli
Padre. Giovanni Paolo II ha affermato, parlando di S. Benedetto: «La grandezza di questo santo sta nell’aver vissuto in modo eroico il
quotidiano ed in modo quotidiano l’eroico». In
questa prospettiva non esiste divisione tra fede e vita. Una divisione che si evidenzia perfino nella nostra maniera di respirare. Per questo vorrei ringraziare il lettore di Tempi per la
lettera che mi ha inviato, in cui ha sottolineato
che il peccato veniale –- che quasi tutti sottovalutiamo – non separa da Cristo come il peccato mortale, ma è come il tarlo che pian piano
e senza rumore è capace di demolire qualsiasi casa fatta di legno. Questo tarlo, come lo descrive molto bene l’amico della lettera che riporto di seguito, è l’immagine più bella che ci
aiuta a capire meglio quei santi che si confessavano ogni giorno o che avevano al loro fianco il confessore. Che coscienza grande hanno
queste persone della loro relazione con Cristo
e della necessità drammatica di confessarsi,
godendo della gioia provocata dalla tenerezza
piena di misericordia del Mistero!
Quando spiego ai ragazzi la differenza che esi-
ste tra il peccato mortale e quello veniale, di
solito uso l’immagine di una bella casa, ben
arredata. Il peccato mortale è paragonabile
all’immagine di questa casa mentre crolla, invece il peccato veniale è la stessa casa che, anche se in apparenza non presenta nessuna crepa, è tutta impolverata, nessuno vuole pulirla
o in cui neanche notano lo sporco. Pian piano le crepe appariranno ed arriverà il momento in cui la casa crollerà da sola. Tutti possiamo verificare nella nostra vita questo modo
borghese di vivere, quando arriva il momento
in cui siamo ridotti ad un mucchio di macerie.
Ricordiamo ciò che afferma l’evangelista San
Giovanni nell’Apocalisse: «Non sei né caldo né
freddo, per questo ti vomiterò».
[email protected]
C
arissimo padre Aldo, l’ultima volta che
ci siamo visti mi hai sorpreso, come
sempre, quando mi hai detto che il peccato veniale è più pericoloso di quello mortale. Spiegandomi che «quest’ultimo è eclatante, molto evidente, come un forte temporale o
«Ti dirò che ho voluto confessarmi e questa
volta nel dire al sacerdote i miei peccati
“veniali” non era più l’elenco delle mancanze
ma piuttosto il dolore di aver fatto a meno
della sua Presenza, dell’unico che ama me
più di me stesso. Come quando si fa un torto
a una persona amata»
un terremoto: e uno lo vede e… si ravvede. Ma
quello veniale è come un tarlo nel legno, (che
in Paraguay si chiama cupi-i) uno lo lascia entrare e lui, il tarlo, pian piano con calma e senza che ce ne si avveda, mangiucchia tranquillo,
a poco a poco. Il risultato finale è che il legno perde internamente la sua consistenza e
si sbriciola!». Mi sono acceso a queste parole e
così ho voluto approfondire l’argomento “tarlo”. Partendo dal fatto che ogni elemento della realtà ci insegna un aspetto del Mistero, mi
sono dapprima documentato on line scoprendo quanto segue: «… i tarli sono insetti piuttosto timidi. Esistono tante specie di tarlo, ma
tutti più o meno con lo stesso carattere introverso, schivo, poco socievole. Sono ombrosi e
scorbutici… insomma un caratteraccio! Spesso
si annidano in zone non raggiungibili e le uova
sono quasi inattaccabili. Per questo, insieme ai
trattamenti, occorre munirsi di tanta costanza, procedere periodicamente con attenzione,
chiudere con la cera i buchi trattati e braccare
il tarlo in quelli nuovi. Il trattamento migliore è
quello di avere cura dei mobili in quanto lucida-
ti ed incerati risultano poco invitanti per il “cadolore di aver fatto a meno della sua Presenvernoso” e quasi “invisibile” essere. Il tarlo dei
za, dell’unico che ama me più di me stesso. Comobili, si nutre della polpa del legno. Per sterme quando si fa un torto a una persona amata.
minarli ci vuole una disinfestazione sicura sia
“Senza di me non potete far nulla” ci ha detto
per la salute di fusti vivi che per l’integrità delGesù ed è proprio vero.
la mobilia d’appartamento, in quanto comproDove è pertinente il Mistero
mettono le funzioni vitali nei primi e la stabilità
Nel tuo libro Cristo e il lavandino viene contee la robustezza nella seconda».
stato e coi fatti questo scardinare Cristo dalTi ringrazio padre Aldo, perché ho potuto vela realtà in tutti i suoi dettagli, rendendolo non
dere molto bene anche su di me che il peccapiù Dio che fa tutto ciò che c’è e mi chiama a
to veniale può essere davvero devastante ricollaborare al suo disegno per dare forma vera
spetto allo sviluppo della persona. «Quello che
e creativa al reale. Tu ci testimoni l’esatto conuno cerca veramente di realizzare per se stestrario e cioè la pertinenza del Mistero con me
so lo si vede sempre e specialmente nel teme con ogni dettaglio della realtà. Quello che depo libero» ci ha ricordato di recente Carrón cisidero è poterlo scoprire e vedere come la stoftando don Giussani per le incombenti vacanze
fa ultima di tutto quel che c’è. Tutto
estive. Se spreco il tempo, se me le
questo mi sta aiutando a gridare a
concedo tutte, se faccio cose veniaIN USCITA
Lui che si manifesti nella mia espeli dicendomi pure “vabbé che male
rienza perché possa vivere con piec’è, mica ammazzo nessuno ecc…”,
nezza. Come dice don Giussani: «Vise il tempo fatto di circostanze non
vere la vita con pienezza, è ciò che
è il luogo del significato e della scodiventa incidente nella vita, fino al
perta della Sua presenza che si dopunto di attirarmi, di risvegliarmi e
cumenta in una conoscenza nuofare diventare tutto segno di Lui, fiva e vera di tutto, io non maturo
no al punto che il rapporto con Lui
come persona e il nulla pian piano
coincide con il rapporto con qualmi annienta senza che neanche me
siasi cosa, con qualsiasi “tu”. Tutne renda conto. E come può essere
RIO SOLE
to diventa segno. Nella storia di un
sottile e impercettibile ospitare in
Aldo Trento
a cura di
grande amore tutto diventa segno.
sé il “tarlo” del peccato veniale.
Alfredo Tradigo
Perciò il contenuto dell’autocoscienHo scoperto che mi posso conceEdizioni Ares
za è la memoria di Cristo come condere tranquillamente degli spatenuto normale del vivere…. Perché
zi “miei” che sembrano neutri e inè questo contenuto della memoria che decinocenti (come il tarlo) ma in realtà non lo sono
de la statura di una personalità». E ancora: «La
affatto e se mi permetto di vivere la tal cosa e
gioia più grande della vita dell’uomo è quella di
la tal altra senza senso o con un significato risentire Gesù Cristo vivo e palpitante nelle carni
dotto capisco che è davvero un “peccato”: pecdel proprio pensiero e del proprio cuore. Il recato! Ho perso il meglio! Non sono stato all’alsto è veloce illusione o sterco».
tezza del mio desiderio, l’ho proprio ridotto e
Che gioia padre Aldo capire che il vero lavocosì ho perso me stesso. Davvero l’istante o
ro è quello sul “pensiero”; e vedendoti e laè rapporto col vuoto o è rapporto col Mistesciandomi colpire dal tuo sguardo ricominro e quindi di conoscenza e di gusto della vicio a camminare dentro il senso della vita che
ta, non c’è la via di mezzo. Questo mi pare che
è Gesù. Riaccorgermi che Lui è la consistenza
dica la differenza tra un uomo che vuole semdi tutto (“non perché lo sento, ma per natura”)
pre imparare e maturare e chi è fermo e si lami fa ricominciare sempre con rinnovato stuscia divorare dal tarlo. Come è grande l’espepore e riesco ad accettare le prove che mi dà
rienza del ricominciare, dell’andare al fondo. Ti
non come una condanna ma come il modo che
dirò che ho voluto confessarmi e questa volta
Lui usa per farmi maturare come uomo.
nel dire al sacerdote i miei peccati “veniali” non
Lino
era più l’elenco delle mancanze ma piuttosto il
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LETTERE
AL DIRETTORE
L’architettura classifica
il carcere “ripostiglio”
di inutile progettazione
Non ci sono risorse per le famiglie.
Ma per le idee fritte è sempre festa.
2
a crisi non esime dal mettere mano
Purtroppo, come da intervista,
Monti dice il suo “niet”. Anzi “nein”.
2
Il registro delle unioni civili, laddove
è stato istituito, si è rivelato un flop.
Per la giunta milanese, dopo la brutta mazzata dell’Area C, è un totem da
esibire. La guerriglia ideologica continua, però, a lasciare irrisolte alcune
questioni: perché si richiede un mini riconoscimento giuridico quando basterebbe sposarsi civilmente? Di più, perché si continua a pretendere diritti ma
Cari amici di Tempi, Formigoni deve
candidarsi alla presidenza del Consiglio. Se non lui chi altri? Che Dio assista questa povera nazione. Pietro Licciardi via internet
2
(…) Che il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il
quale dal 1995 a oggi, dati statistici e bilanci alla mano, ha ben governato la più importante regione italiana, raccolga l’eredità della coalizione
del centro-destra e si ponga alla testa di quegli elettori che vogliono e
aspettano dalla politica un segnale forte e chiaro: basta con i governi tecnici mascherati; sì a un governo
di persone capaci, oneste e che abbiano il coraggio di dire no alla dittatura
dell’alta finanza e del politicamente
corretto, nonché a ogni altra pressione esterna per allontanare l’Italia dalle sue radici storiche e culturali. Aldo Ciappi
Scienza e Vita di Pisa e Livorno
L’idea che mi sono fatto in questi anni di mercati su e giù (più giù) è che gli
agenti di borsa invece del caffelatte la
mattina sniffino le polverine o prendano qualche pasticca magica col gin. In
questo modo, quando vanno al lavoro,
hanno una visione della realtà pesantemente distorta. Se uno di loro (magari il più carismatico) vede un cane
che piscia contro un palo, arriva trafelato, lo dice agli altri e tutti… vendono.
Il giorno dopo, alla tele, vede le mutande della Rodriguez, si esalta e tutti… comprano.
Costante Giacobbe via internet
2
Anzitutto grazie, amici di Tempi, per
il vostro lavoro e testimonianza, soprattutto in questi frangenti (situazione di Formigoni, Simone, eccetera, con
accuse a Cl e ricerca col lanternino di
fatti disdicevoli per Cl). Io sono fiero,
contento e ringrazio Dio di aver incon-
L’
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Delizioso. Sarà più complicato il giochino, ma tant’è: altrimenti perché i
nostri Prof direbbero che “abbiamo
uno spread che non ci meritiamo”?
2
Desidero trasmettere questo messaggio – testo in forma poetica – per Antonio Simone. Si intitola “Libertà nella prigione”. Anche nella prigione/ puoi
respirare libertà,/ anche nella prigione/ puoi contemplare la luce,/ anche
di Fred Perri
Se non hai più una lira la prima bomba
diventa “Milanetto svincolato dal Padova”
A parte la brutta faccenda del calcio-scommesse (quando leggerete queste brutte, sporche e inutili righe, il destino di Conte
sarà segnato, almeno per quello che riguarda il primo grado e ne sentiremo delle belle), il solito pallone
estivo che resiste anche all’invasione olimpica, rallenta un po’ il passo. Che accade nel mercato de noantri?
62
Dio ha bisogno degli uomini.
2
SOGNI E REALTà DEL MERCATO DE NOANTRI
SPORT
ÜBER
ALLES
trato Cl: uomini veri, peccatori, che però non deviano mai dalla strada maestra. E permettetemi: Dio preferiva la
compagnia dei peccatori… Questo è il
nostro lavoro: fatica e non miracolo,
che diventa miracolo nella fatica come
ci ha sempre testimoniato don Giussani e ora ci ricorda con passione don
Carrón. Che il Meeting sia sempre più
un’amicizia tra i popoli!
Stefano Ferrandi via internet
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avete notato?
Nulla. E non è un buon segno perché significa che non
siamo più competitivi a livello europeo. Guardo il sito “Calciomercato” e tra le ultime notizie figura: Milanetto svincolato dal Padova. Lo so, può sembrare strano che uno come me, che odia il mercato, rimpianga
i tempi scoppiettanti in cui si parlava di Maradona e
Rummenigge, Zico e Platini. Ora anche Lucas, di cui
Foto: AP/LaPresse
L
alla riforma fiscale ed eseguire investimenti a favore delle famiglie.
In Francia vige il modello fiscale del quoziente familiare che tiene conto delle persone a carico del contribuente. Da noi una famiglia con quattro figli percepisce quattrocento euro di assegni familiari: una burla. In Germania
vige il metodo dello splitting che consente di ridurre in misura considerevole le aliquote fiscali dei coniugi. Se uno dei
due guadagna cento e l’altro non ha reddito, o ha un reddito dimezzato, si applica la tassazione
in base all’aliquota ridotta della metà del reddito globale per ciascun coniuge. L’attuale governo tecnico, come i precedenti del resto, obietta con
visione ragionieristica che mancano
le risorse per attuare tali riforme, non
sapendo vedere un ritorno delle suddette agevolazioni in altra forma, oltre
a sottovalutare gli effetti di una nuova spinta economica.
Bruno Mardegan Milano
non si assumono doveri nei confronti
del partner e della società?
Enrico Pagano via internet
[email protected]
nella prigione/ puoi costruire la fraternità,/ anche nella prigione/ puoi sperimentare/ la redenzione dell’umanità,/
anche nella prigione/ puoi verificare
il miracolo/ di un grande e insperato/
meraviglioso amore.
Nicola Maroscia Roma
OCCORRE MOBILITARSI
Difendiamo i beagle, ma ancora
di più le persone dietro le sbarre
di Pippo Corigliano
«S
La poesia è giusta. E più intelligente
di quel che pensano i benpensanti.
2
Foto: AP/LaPresse
In quanto architetto, ho provato a fare un minimo di ricerca sulla progettazione delle carceri in Italia. Mi sono
così reso conto che non esistono indicazioni né parametri che descrivano
la tipologia carceraria. Se si sfoglia
un qualsiasi manuale di progettazione si trovano schemi planimetrici di
tribunali, indicazioni per i carrelli dei
supermercati, tutte le dimensioni utili per la progettazione di un tappeto
di lotta greco-romana, ci sono persino le dimensioni medie di una gallina da 2 chilogrammi (400x200x350
millimetri di altezza), ma non si trova
nulla in merito a un carcere o a una
cella. Inoltre, la tipologia carceraria
non rientra nel dibattito architettonico del nostro paese. Una delle finalità
delle carceri italiane è quella di realizzare le condizioni per il reinserimento
sociale del reo. Quello che mi sembra
di riscontrare è che vi sono sporadici
esempi di esperienze positive in materia di attività, lavoro e formazione
durante il periodo di reclusione. Non
vedo invece alcun segno di adeguamento dell’edilizia carceraria. A San
Vittore convivono 6 persone in 7 metri quadrati, la dimensione minima di
una camera singola di un apparta-
e poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non sgomentatevi per paura di loro e non turbatevi, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere
a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi». (1 Pt 3,14).
Questo dice San Pietro, proprio lui che, davanti allo sguardo inquisitore di una serva, aveva rinnegato Gesù. Ma Pietro poi aveva pianto e
nella Pentecoste aveva ricevuto lo Spirito Santo. Anch’io ho ricevuto
il battesimo e la cresima, ricevo ogni giorno Gesù nella Comunione e
sono tenuto a dar ragione della speranza. Anche a me ha detto Gesù:
«Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che
ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dai tetti». (Mt 10,27). Ringrazio Tempi perché è una voce che annuncia il Vangelo dai tetti. Oggi
Tempi difende chi soffre per la giustizia civile: difende gli italiani che
da un giorno all’altro possono essere privati in modo inumano della libertà anche se non ancora riconosciuti colpevoli. San Pietro per
“giustizia” intende la fedeltà al Vangelo, ma anche la giustizia civile
rientra in questa fedeltà. Perciò mi unisco agli appelli di Tempi e partecipo come posso a questa battaglia di civiltà. È giusto difendere i cani beagle maltrattati, ma ancora di più le persone che soffrono pene
inaudite dietro le sbarre. Occorre mobilitarsi, scrivere lettere ai giornali, ed essere convinti che gli unici che hanno qualcosa da dire sulla
scena mondiale sono i cristiani, il sale della terra.
CARTOLINA
DAL
PARADISO
mento è di 9 metri quadrati; l’escamotage del tecnico in difficoltà che
ha solo 8 metri quadrati a disposizione è quello di dichiarare “ripostiglio”
al posto di “camera”. Francesco Cucco, Verano Brianza
2
Forse è passato inosservato solo perché il campionato di calcio di serie B
non vale tanto. Hanno programmato
L’attaccante
del San Paolo,
Lucas, sogno
dell’Inter di
Stramaccioni,
è finito al Psg,
alla corte
di Ancelotti
tre turni di campionato i giorni 23-2630 dicembre. Dopo i negozi aperti la
domenica ci mancava anche questa.
Il Natale dopotutto cos’è? Spero che
il buon Dio ci faccia passare un Natale
2012 pieno di bella neve così da mandare a carte 48 i piani della lega di serie B. Per me è una vergogna! Lino Lunardini via internet
Forza neve!
ignoro praticamente tutto (c’è chi guarda il calcio brasiliano a notte fonda, io preferisco altro), che pareva
destinato all’Inter, finirebbe al Psg sceiccoso. Bambole non c’è una lira. Siamo alla periferia dell’impero,
siamo anime nella corrente, ma la corrente ci porta
via. Il calcio italiano arranca faticosamente, ma anche
quello spagnolo non sta meglio. Ogni anno il Real Madrid e il Barcellona cacciavano un sacco di sghei per
Ronaldo e Kakà, sostenuti da banche che adesso chiedono danari per salvarsi.
Beh, almeno qualcosa di buono la mitica “Culona”
l’ha fatto. Impedire agli spagnoli di farsi le squadre stellari infischiandosene della decenza e della crisi. Amen.
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| 29 agosto 2012 |
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taz&bao
Copriamoci b
Conosciamo anche oggi un tipo di cultura in cui
non conta la verità; anche se apparentemente
si vuol fare apparire tutta la verità, conta solo la
sensazione e lo spirito di calunnia e di distruzione.
Una cultura che non cerca il bene, il cui moralismo
è, in realtà, una maschera per confondere, creare
confusione e distruzione. Contro questa cultura,
in cui la menzogna si presenta nella veste della
verità e dell’informazione, contro questa cultura
che cerca solo il benessere materiale e nega Dio,
diciamo no.
Lectio divina del Santo Padre Benedetto XVI
basilica di san Giovanni in Laterano, lunedì 11 giugno 2012
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| 29 agosto 2012 |
| Nella foto: un carro carnevalesco mostra Julian Assange, inventore di Wikileaks,che toglie i pantaloni a Vladimir Putin e Hillary Clinton (AP/LaPresse)
i bene
GLI ULTIMI
SARANNO I PRIMI
il segno lasciato dalle mani di Dio
La Bellezza è un’orma
di Marina Corradi
H
con i bambini di una terra sperduta dell’Est. Mi ha raccontato di figli abbandonati e madri sole, in un paese che ha perso quasi ogni memoria cristiana. La ascoltavo e cercavo di immaginare le sue giornate in quel posto lontano, dove l’inverno dura sei mesi e gli
uomini vengono educati semplicemente a sopravvivere. A un certo punto mi è venuto istintivo domandare: ma di fronte a tanta solitudine e dolore non ti senti mai
impotente, mai travolta, visto che ciò che puoi fare è comunque una goccia nel mare? (Glielo ho chiesto nel ricordo di un viaggio, anni fa, in Moldavia, quando il numero e lo stato di abbandono dei bambini di strada mi erano parsi una tale mole
di sofferenza da portare inevitabilmente alla disperazione). Lei ha afferrato subito
il senso della mia domanda, che in questi anni laggiù deve essersi ripresentata davanti tante volte, ora impellente, ora freddamente quieta. «Sì, accade di vedere la
tua impotenza. Accade di entrare in un orfanotrofio dove cento bambini ti si accalcano attorno e ti domandano qualcosa; e alLe Dolomiti in un’alba d’estate,
lora capisci che ciò che puoi dare, comunque,
non basterà mai».
lo sguardo limpido di un bambino,
Succede anche a te allora, ho detto, più atil fiore che nasce tra le rocce. Tutto
tenta, come avessi incontrato una compagna
questo per chi? Per te che passi,
di strada. E dimmi, che risposta ti sei data? Lei
ha detto che non aveva saputo darsi risposta, e
per te che l’hai visto e ti sei fermato
che dunque scrisse a don Luigi Giussani. Lui rispose. Una lettera non troppo lunga, e dei soldi, una discreta somma. Cara A., diceva, ti mando questo denaro perché tu ti compri qualcosa che sia per te molto bello.
Ricordati: perché tu possa continuare a dare agli uomini che incontri, è essenziale
che tu non perda il gusto del bello.
Una risposta che stupisce, soprattutto se viene da un prete. La risposta ovvia sarebbe stata una beneficenza per i poveri, e l’esortazione a mettere da parte il pensiero della propria impotenza, seme possibile di disperazione. E invece no: Giussani alla missionaria in una terra desolata diceva di badare, prima di tutto, a «non
perdere il gusto del bello».
Abituata a un cristianesimo moralista e pauperista, questa risposta mi è
sembrata dapprima quasi scandalosa. Poi ho capito. Ricordati, quando hai
davanti abbandono e solitudine, ciò che è profondamente bello. (Le Dolomiti in un’alba d’estate, lo sguardo limpido di un bambino, i colori di un quadro di Giotto, ma anche la gatta che cova fiera i suoi
gattini). Conserva il gusto del bello. Non dimenticarti mai di ciò
che ci meraviglia e commuove. Perché la bellezza è orma di Dio,
segno lasciato dalla sua mano. Di ciò che è bello abbiamo bisogno
quasi più che del pane. Ogni bellezza è memoria di Lui, lasciata
scritta, come smarrita su questa terra – lasciata lì perché noi vediamo. È il fiore che sboccia in alta montagna, fra le crepe delle rocce, dove non lo vedrà nessuno se non forse un gitante, come per caso,
un mattino. E dirà fra sé: a cosa serve un fiore qui? Tanta bellezza, per
chi? Per te che passi, per te che l’hai visto e ti sei fermato. È un’orma. È la
Bellezza che lascia traccia di sé, perché affascinati la seguiamo.
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| 29 agosto 2012 |
o conosciuto una donna che fa la missionaria
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DIARIO