Progetto di educazione alla legalità IL BRUTTO ANATROCCOLO
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Progetto di educazione alla legalità IL BRUTTO ANATROCCOLO
Progetto di educazione alla legalità La diversità “Il brutto anatroccolo” Classi II A e II B di Vietri Anno scolastico 2009/2010 IL BRUTTO ANATROCCOLO C’era una volta un brutto anatroccolo, nato in un cortile fra tanti animali: oche, galline, tacchini. Tutti lo beccavano, perché era molto brutto. Solo la mamma anatra lo difendeva e aveva cura di lui. Disperato, un giorno fuggì e andò in giro per il mondo, ma tutti lo cacciarono. Incontrò perfino dei cacciatori che volevano ucciderlo. Arrivò l’inverno e il brutto anatroccolo aveva tanto freddo. Cercò un rifugio e riuscì a sopravvivere. A primavera era diventato grande e forte. Un giorno, in un ruscello, si incantò a guardare dei cigni bianchi: erano bellissimi. Poi nell’acqua vide la propria immagine e capì che non era più un anatroccolo brutto, ma era diventato anche lui un cigno bellissimo. Allora, finalmente felice, raggiunse gli altri cigni. Fai attenzione alle parole sottolineate e rispondi. Quanto tempo passa prima che il brutto anatroccolo diventi un bellissimo cigno? o Un giorno o Un mese o Molti mesi Comprensione del testo narrativo. Individuare le sequenze. Rilevare gli indicatori temporali. Inizio della storia C’era una volta un Che succede nella parte centrale della storia? Allora fuggì e andò in E così il brutto anatroccolo maltrattato giro per il mondo ma anatroccolo capì di da tutti perché molto tutti lo cacciarono. essere diventato un brutto. Arrivò l’inverno e il bellissimo cigno. brutto anatroccolo aveva tanto freddo. Un giorno vide un ruscello con dei cigni bianchi: erano bellissimi. Poi vide la propria immagine nell’acqua. Finale La storia Dalle uova che mamma anatra aveva covato, erano nati due piccoli anatrini gialli. Solo un uovo non si era ancora schiuso. Mamma anatra era molto preoccupata. Alla fine il guscio si aprì e venne fuori un anatroccolo molto brutto, con le piume grigie invece che gialle. Si avvicinarono allo stagno ed anche l’ultimo nato riuscì a nuotare. Mamma anatra così portò la sua numerosa famiglia a conoscere gli altri animali del cortile. I tacchini, la gallina e il maiale vedendo l’anatroccolo cominciarono a disprezzarlo. Il povero anatroccolo cresceva solo e trascurato: era molto infelice. Così, scappò via. Arrivò ad un capanna dove viveva una vecchina con un gatto e una gallina ma fu accolto male e scappò di nuovo. Si fermò vicino ad uno stagno e lì vide dei cigni bellissimi. Si guardò nell’acqua e si accorse che era diventato anche lui un magnifico cigno! Ora era veramente felice! Ho pensato, bambini, di farvi vedere molte cose grandi negli esseri piccoli .Più tardi, nel mondo, vedrete molte cose piccole negli esseri grandi. (Vambre) La diversità La lettura della fiaba “Il brutto anatroccolo” ci ha insegnato una cosa molto importante. Come il brutto anatroccolo si sentiva “diverso” dagli altri perché era goffo e grigio, ma poi diventato un bellissimo cigno, così i bambini che sembrano “diversi” perché parlano un’altra lingua o hanno un altro colore di pelle, in realtà sono UGUALI a noi e non devono essere allontanati o derisi. Al contrario, meritano tutto il nostro affetto perché hanno nel cuore una ricchezza di valori e di sentimenti che è l’unica cosa che vale nella vita. E’ questa la vera bellezza.