Ravenna, a Librando un pomeriggio nel segno

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Ravenna, a Librando un pomeriggio nel segno
Ravenna, a Librando un pomeriggio nel segno del rock
alternativo americano
Domenica 18 Gennaio 2015
Martedì 20 gennaio alle ore 18 appuntamento con "Non ti divertire troppo 1980-1999: 20
anni di rock alternativo americano visto da qui", a cura di Renato Angelo Taddei
Impreziosito dalla copertina di Zerocalcare, “Non ti divertire troppo” propone trenta interventi di altrettanti autori su rock band
alternative americane attive tra il 1980 e il 1999, analizzate dal punto di vista di chi quella musica l’ha vissuta da questa parte
dell’Oceano. Un viaggio policromatico tra le emozioni di chi, partendo da quelle band, ha poi fatto di un certo tipo di musica la
propria passione bruciante per il resto della vita.
A Librando saranno presenti due degli autori, Francesco Farabegoli (tra i fondatori del pluripremiato sito musicale
Bastonate) e Giacomo D’Attorre (voce e chitarra dei Clever Square), con la coordinazione di Filippo Papetti, critico musicale.
Il libro “Non ti divertire troppo” è un libro sui ricordi, un libro sulla bellezza dell’adolescenza, sul come si stava bene, ma è
anche il racconto di un genere e di quello che ci ha lasciato, un omaggio sentito a una generazione di musicisti. Giovani e
meno giovani, addetti al lavoro e semplici appassionati, tutti uniti dalla passione per un genere, un periodo, un canone
stilistico hanno dato la loro lettura alla storia del loro gruppo del cuore, chi in modo più monografico e nozionistico, chi in modo
del tutto personale. La musica alternativa americana vista da qui, dalla provincia dell’impero, dove forse, non ha davvero mai
attecchito, ma a quei pochi a cui è entrata in testa, ha dato nuovi stimoli.
“Non ti divertire troppo” non è la risposta italiana a “Our band could be your life”, non parla di “indie” (quasi tutti i gruppi
qui citati hanno avuto un contratto major) non racconta la storia di questi gruppi, racconta storie collegate, collegabili, a volte
del tutto collaterali ai gruppi che danno il titolo ai racconti. La scelta dei gruppi presenti è stata lasciata al caso, o meglio al
“gusto e alla passione” di chi ci ha scritto. Non c’è stato nessun discrimine, a parte il periodo storico, gli anni ’80 e ’90 e il
luogo, gli Usa. Le eventuali esclusioni riguardano lo spazio previsto; “non ti divertire troppo” non è un’enciclopedia, è una
serie di racconti. L’alternative americano è un contenitore enorme di sotto generi, dall’hardcore al college rock, al post
hardcore e le sue ramificazioni, lo slow core, il post rock, l’emo, qui c’è dentro tutto, senza distinzione, faceva tutto parte di
un qualcosa che per un certo momento è stato un unicum, seppur con derive e radici profondamente diverse, mescolanza di
istinti, evoluzioni di sensibilità. Non è poi così difficile no? Raccontarsi, raccontando il proprio gruppo preferito, la propria
esperienza con la musica, quasi sempre un momento di formazione e crescita, ogni nuova canzone che ascoltiamo è un
tassello in più di un puzzle che abbiamo cominciato a completare, chi più e chi meno, tempo fa. Quanto tempo fa la parola
indie ha perso il suo significato? Non si ricorda, però si ricorda quando la parola “alternativo” ha perso il suo, sparendo dalle
bocche della gente, dalle penne dei giornalisti.
Era il 1995 più o meno, il brit pop era pronto a conquistare il mondo e il rap a prendersi il posto che cercava, per i gruppi
americani di frontiera era tornato il tempo di tornare nelle retrovie, nuovamente. Questo libro racconta questo, gruppi persi,
generi a volte dimenticati, che però hanno cambiato un sacco di vite.
Gli autori Renato Angelo Taddei (Brescia, 1976). Consulente aziendale di giorno, indomito frequentatore di concerti e
degrado la sera. I Gazebo Penguins hanno pubblicato una canzone che si chiama come lui. È la mente dietro a tutto questo;
è un quarto di Flying Kids Records.
Aaron Rumore (Napoli, 1990). Nomen omen. Cantante degli Unhappy e, prima, dei Meraviglia; metà dei Krokodil White
People nel 2012. Carlo Bordone (Torino, 1968). Copywriter e giornalista musicale, ha scritto per Rumore e Il Mucchio
Selvaggio, e ora per Il Fatto Quotidiano. Ha tradotto in italiano, tra gli altri, “Our band could be your life” di Michael Azerrad, e
“Psychic Confusion – La storia dei Sonic Youth” di Stevie Chick.
Caterina Marietti (Casale Monferrato, 1985). Guarda un sacco di televisione e la commenta su Twitter, ha un cane con il
nome di una pornostar, ed è la regina di Bao Publishing.
Daniele Ferriero (Milano, 1982). Nasce in Barona nei primi anni Ottanta, cresce con un peso minimo nella scatola cranica e
un giorno si scopre proscritto in quel di Rumore, in forza alle categorie protette. Poi si sveglia ed è tutto bagnato.
Daniele Rosa (Nichelino, 1979). È nato in Piemonte, in via Varnea, ma è sostanzialmente romano. Si chiama come il suo
trisavolo, teorico dell’ologenesi. Ama i fiori dell’ortosiphon, ha studiato la Bibbia (ma senza laurearsi), di mestiere è contabile. I
soldi veri li fa non tanto scrivendo su Bastonate, ma sfruttando l’enorme rete di contatti che ne deriva.
Emanuele Chiti (Frascati, 1983). Organizza eventi a Roma con Opificio 33 presso il Circolo Degli Artisti, l’Init Club e Le Mura
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e fa ufficio stampa con CutPress. Vive a Ciampino.
Emiliano Colasanti (Roma, 1979). Collabora con Rolling Stone e Soundwall, gestisce il blog musicale Stereogram sul sito di
GQ. Nel 2012 ha pubblicato per Arcana “Un mondo del tutto differente – La storia di Wow e dei Verdena”. È metà di 42
records.
Federico Sardo (Milano, 1985). Ha tradotto fumetti e collaborato come autore per un’agenzia di produzione video. Ha scritto
almeno una volta su Unmute, Il Post, Il Mucchio Selvaggio, Bastonate, Vice, Resident Advisor. Compra troppi dischi. È un
quarto di Flying Kids Records. Federico Tixi (Genova, 1977). Genoano, scrive di musica da una quindicina d’anni, su
webzine, riviste, cazzi e mazzi. Da sette anni ha una trasmissione su Radio Onda d’urto che si chiama Copacetic. Compra un
sacco di dischi. Una volta dicevano che era bravo a fare foto, e ha pure un sito che si chiama come una canzone dei J Church
(yellowblueandgreen.com), poi quando il mondo si è riempito di fotografi ha smesso, ma prima o poi ricomincerà. A Genova
organizza con amici concerti allo Spazio Targa.
Francesco Farabegoli (Cesena, 1977). Vive a Ravenna e vende sementi. Nel tempo libero scrive e disegna. Ha fondato e
gestisce il blog Bastonate; collabora con Rumore, Vice, I 400 Calci e quasi chiunque altro glielo chieda.
Gabriele “Capra” Malavasi (Correggio, 1982). Vive sui monti vicino a Zocca con un una moglie, una figlia, due cani e un
numero variabile di galline. Canta e suona la chitarra nei Gazebo Penguins. Giacomo D’Attorre (Ravenna, 1990). Ascolta
musica da quando ha 12 anni, e in quarta superiore si fa bocciare perché preferisci i dischi alla scuola. Dal 2006 canta e
suona la chitarra nei Clever Square. Giacomo Sacchetti (Cesena, 1978). Lavora in una casa editrice che fa cose per
professionisti tecnici. Prima scriveva su Studiocinema.net, adesso su Neuroni Fanzine. La prima cosa sulla musica l’ha scritta
per il giornaletto del liceo ma non gliel’hanno pubblicata.
Hamilton Santià (Torino, 1986). Dottorando di ricerca presso l’Università di Torino. Scrive da dieci anni su Il Mucchio
Selvaggio e da pochi mesi su l’Unità, oltre ad avere svariati blog. Ha curato per Arcana la raccolta di testi degli Oasis nel
2011.
Luca Benni (Umbertide, 1975). Vive attualmente tra Umbertide, dove lavora al Cinema Metropolis, e Foligno, dove fa un altro
lavoro ma brutto. È il 100% di To Lose La Track.
Marco Pecorari (Copparo, 1976). Figlio dell’estrema provincia padana, come scribacchino musicale viene ricordato
principalmente per la sua fanzine culto “Why I hate Asia”, monografia astiosa verso Asia Argento, e per avere dato la dolce
morte alla rubrica “Demokrazia” (quindi agli anni ’90) su Rumore, dove continua a occuparsi di emergenti italiani. Grande fan
del basket giocato a scarsi livelli, dei Detroit Pistons periodo Bill Laimbeer e dei Boston Celtics, ama definirsi “agitatore
culturale”, ma solo perché il termine lo fa molto ridere. Si dice convinto che se fosse nato negli Stati Uniti sarebbe una specie
di stand-up comedian della critica musicale. Scrive anche, a tempo perso, su blog di un certo livello come Bastonate e Sniffin’
Glucose.
Marco Vezzaro (Padova, 1987). Vorace consumatore di punk-hardcore, emo e soprattutto post-rock. Ama i dischi più delle
canzoni e scrive per necessità di collocarli nello spazio-tempo. Ha iniziato con SONIC, ora, quando non suona, scrive per
nessuno su ilfragolone.org Matteo Cortesi (Bologna, 1982). Il primo pezzo che ricorda di avere ascoltato è People from Ibiza.
Co-fondatore di Bastonate, di tanto in tanto scrive, il resumé lo lascia a chi si sente qualcuno. Probabilmente lo avete visto a
qualche concerto.
Matteo Oreglio (Milano, 1994). Studente modello, figlio modello, fidanzato modello, modello modello, ascolta musica
sperimentale, ma il suo cuore è perso nelle emozioni. Studia Beni Culturali a Milano, vorrebbe vivere a Londra, per ora si
accontenta di Zelo Buon Persico. Matteo Veggetti (Bologna, 1993). Suona il basso in un gruppo con i suoi amici immaginari,
anche il gruppo è immaginario e son pieni di talento immaginario. Studia Psicologia a Cesena e vive nel 1994. Da grande
vuole fare il Lou Barlow. Paolo “Chef Ragoo” Martinelli (Roma, 1972). Copywriter, hardcore punk e rapper. Di lui dicono che
faccia “buon Facebook”.
Philip Di Salvo (Como, 1987). Collaboratore di Wired e ricercatore presso l’Università della Svizzera Italiana, è web editor del
sito dell’European Journalism Observatory. È un quarto di Flying Kids Records.
Riccardo Scialla (Foligno, 1984). È un bancario che convive con due cani: Martin e Spike. Quest’ultimo è anche il presidente
dell’etichetta discografica per cui Riccardo lavora e che ha co-fondato: la Black Vagina Records. In gioventù ha provato a
portare avanti un blog (“nel paese del frastuono selvaggio”) ed è stato co-fondatore e direttore editoriale della freepress
“Grassetto”. Attualmente vive il pensionamento tra il disegno, la cucina e la salsa, e non si è ancora ripreso dalla visione di
“Fuoco cammina con me”.
Simone Dotto (Torino, 1986). Ha scritto per Rocklab e Rockerilla. Oggi collabora con Alias (supplemento culturale de il
manifesto) e Il Mucchio Selvaggio. Tommaso Ottaviani (Torino, 1985). Consulente di marketing (che non vuol dir niente),
mago di Traktor (in cameretta), anima psichedelica dei (Posso chiamarti) Renault? (nome provvisorio), giocatore di basket (da
play ad ala secondo necessità), ha scritto per kronic.it (troppo e male). Compra troppi dischi. Una vita precaria al massimo. È
un quarto di Flying Kids Records. Valerio Spisani (Ferrara, 1972) A otto anni vede in tv Dee D. Jackson e si innamora della
musica, a quattordici per colpa degli Iron Maiden ne abbraccia il lato oscuro senza più abbandonarlo. Informatico per
Ravennanotizie.it
necessità, fotografo e dj per passione, ha scritto per Nocturno, Asianfeast e Audiodrome. Pensa che il grindcore sia la musica
più ballabile di sempre.
Info: 0544 423387 Ingresso libero
Cultura
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