Diapositiva 1

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Diapositiva 1
Rapporto con il corpo in adolescenza
OMCeO Monza Brianza
9 giugno 2016
“L’attacco al corpo per appropriarsi del corpo"
Riflessioni su scarificazioni,
self cutting, comportamenti di
autolesionismo in adolescenza e
preadolescenza
Dott.ssa Edy Salvan
Psicologa
www.animalamente.it
ESPLORIAMO VISSUTI E TESTIMONIANZE
“Un giorno in classe, ho conficcato la matita nella pelle per impedirmi di
piangere e ha funzionato: il dolore fisico mi ha distratta. Ho cominciato a
tagliarmi”.
“Piccoli tagli che portano via pezzi di dolore rimasti incastrati nella pelle”.
“Mia mamma questa mattina ha urlato che sono una delusione. Mentre
cercavo di trattenere le lacrime premevo le unghie sul palmo della mano, così
forte da far uscire il sangue. Sapevo cosa avrei fatto dopo. Dovevo punirmi,
pagare il mio fallimento. Così ho preso la lametta e ho inciso questa frase:
Scusa mamma”.
“L’angoscia è tale che l’unico pensiero è volermi spegnere. Non so cosa mi
succeda. E’ troppo, troppo e basta. Devo liberarmene”.
“Ciao, ho 13 anni e sono autolesionista da circa un anno, per problemi di
famiglia e perché odio il mio corpo…ho paura, però quando lo faccio, non la
sento più questa paura”
ESPLORIAMO VISSUTI E TESTIMONIANZE
Sentimenti più comuni riportati dai selfinjurers:
- solitudine (anche per avere una “doppia vita”)
- vuoto interiore
- sovraccarico emotivo intollerabile
DEFINIZIONI
S.I.B.
LA SIGLA SIB VUOL DIRE SELF INJURIOS BEHAVIOR, CIOE’
COMPORTAMENTO DI AUTOFERIMENTO.
“AZIONI INTENZIONALI, RIPETUTE, A BASSA LETALITA’ CHE
ALTERANO O DANNEGGIANO IL TESSUTO CORPOREO,
SENZA ALCUN INTENTO SUICIDA COSCIENTE”
Questa è la definizione più ampiamente accettata in campo
clinico.
Il termine “autolesionismo”, invece, è un termine molto
generico che racchiude diversi tipi di comportamenti
autodistruttivi.
DEFINIZIONI
Il S.I.B. fa parte della più ampia categoria definita
DSH (deliberate self harm, autodanneggiamento
intenzionale).
I comportamenti di DSH si
distinguono in:
Autoferimento (S.I.B.)
Autoavvelenamento
Autodanneggiamento (condotte a rischio dannose
a lungo termine, come gioco d’azzardo patologico,
guida pericolosa, promiscuità sessuale, abuso di
sostanze e alcool,…)
DEFINIZIONI
Il S.I.B. a sua volta si distingue in:
- S.I.B. IMPULSIVO
- S.I.B. COMPULSIVO
- S.I.B. STEREOTIPICO
- S.I.B. MAGGIORE
DEFINIZIONI
Criteri diagnostici (tratti da American Psychiatric Association 2013 – DSM V
Washington, DC APA)
A – L’individuo nell’ultimo anno si è provocato per 5 o più giorni
intenzionalmente danni alla superficie del corpo senza intento suicida
B – L’individuo ha le seguenti aspettative: sollievo da un sentimento negativo,
risolvere una difficoltà personale, indurre uno stato emotivo positivo (bisogno
di ripetere l’atto)
C – L’autoferimento è associato a difficoltà interpersonali, sentimenti negativi
che si verificano prima dell’atto
D – Il comportamento non è approvato socialmente
E – Il comportamento causa disagio significativo, interferenze personali e
scolastiche, o in altre aree importanti di funzionamento
F – Il comportamento non è spiegato da un altro disturbo mentale (psicosi,
autismo, ritardo mentale,…)
DEFINIZIONI
MODALITÀ DI FERIMENTO
- tagli o incisioni sulla pelle
- grattarsi ferite
- colpirsi
- grattarsi fino a sanguinare
- mordersi
- tatuarsi da soli
- bruciarsi la pelle
- strapparsi i capelli
Il comportamento più frequente è tagliarsi, seguito dal bruciarsi e dal
colpirsi
EPIDEMIOLOGIA
Mancano dati epidemiologici certi ma da alcuni
anni, come è già successo in altri paesi, anche in
Italia il fenomeno si sta diffondendo. Ciò è evidente
all’interno della virtualità di internet con forum,
blog, chat,…persino tutorial in cui i ragazzi
spiegano come fare…
EPIDEMIOLOGIA
Le stime a nostra disposizione sono principalmente
provenienti da ricerche americane e inglesi (su campioni
di popolazione varia).
Esse indicano la presenza di SIB dai 400 ai 1400 casi
ogni 100.000 abitanti. Le percentuali aumentano se si
prendono in considerazione solo gli adolescenti.
In Gran Bretagna nel 2012, 18 mila ragazze e 4600
ragazzi tra 10 e 19 anni sono stati curati per essersi fatti
male a soli. L’11 % in più rispetto al 2011.
EPIDEMIOLOGIA
In Italia tale comportamento è pressoché sconosciuto e
la ricerca scientifica non ha ancora effettuato
approfondite
ricerche
tra
la
popolazione.
Comunque alcuni iniziali studi Italiani riportano una
storia di questi comportamenti nel 21% degli studenti
universitari e nel 42% degli adolescenti tra i 13 e 22
anni.
Tali stime sono comunque da leggere con cautela,
anche perché il comportamento di autoferimento,
essendo stato sempre associato ai sintomi del disturbo
borderline di personalità, non è stato in precedenza
studiato invece come fenomeno isolato.
EPIDEMIOLOGIA
Il fenomeno si diffonde anche perché viaggia lungo i canali
delle “mode” degli adolescenti che spingono a copiare, ad
identificarsi…si propaga sul web, quale antidoto alla tristezza
che ci si consiglia tra amiche.
Numerose sono le foto “postate” che rendono onore a chi si
fa del male.
E’per contrastare tutto ciò che ogni primo giorno di marzo si
svolge la “Self-injury Awareness Day” (SIAD) dedicata alla
campagna di informazione per la consapevolezza.
APPROFONDIMENTI
Le condotte autolesionistiche sono l’espressione di un profondo
disagio.
La caratteristica fondamentale è il COSTANTE PENSIERO DI
FERIRSI, pensiero che diventa più intrusivo nei momenti di stress.
L’autoferitore tenta di resistere a questi pensieri, oppure organizza
veri rituali attorno al comportamento.
I sentimenti che precedono sono rabbia, delusione, tensione, senso
di vuoto, solitudine, impotenza, colpa. Dopo l’atto lesivo provano un
sollievo temporaneo.
Perciò il ruolo di tali condotte è di VALVOLA DI SFOGO.
APPROFONDIMENTI
Esistono svariati modi per mettere in atto tale condotta ma in genere molti
tendono a farlo in un solo modo che li identifica. (CUTTERS o BURNERS).
Un’altra caratteristica è la DOPPIA VITA, il superficiale aspetto di normalità.
Non sempre però il S.I.B. è stato mantenuto nell’ombra:
Marilyn Manson ne è un esempio e la stessa principessa Diana ha sofferto
di bulimia e si procurava lesioni cutanee, come riportato da una biografia.
L’autoferimento è stato accostato al fenomeno dei piercing ma queste
tecniche di modifica del corpo sono socialmente contestualizzate, esibite.
Al contrario, il S.I.B. è nascosto.
Anche i disturbi del comportamento alimentare sono stati accostati al S.I.B.,
in questo caso a ragione.
APPROFONDIMENTI
MOTIVAZIONI:
- intrapersonali
- interpersonali
Ovvero:
-Regolare le emozioni
-Riempire il vuoto
-Autostimolare
-Prendere possesso e controllo del proprio corpo (Le Breton 2002)
-Stabilire confini corporei (Jeammet 1995)
-Rito di passaggio (Fusacchia)
APPROFONDIMENTI
L’adolescenza e il corpo
Si è data particolare rilevanza a questa condotta in riferimento
all’età adolescenziale.
In questo periodo il PASSAGGIO ALL’ATTO (azione che nasce
dall’esigenza di scaricare una forte tensione emotiva) ha una
grande valenza comunicativa, carica di valori simbolici ed
affettivi. Esso aiuta a fronteggiare conflitti interni.
Il CORPO è spesso per l’adolescenza luogo di espressione
della sofferenza psichica e strumento di comunicazione di
conflitti evolutivi.
Sia il S.I.D., sia il disturbo del comportamento alimentare
presentano il desiderio di CONTROLLO sia del CORPO, sia
sulle proprie EMOZIONI.
APPROFONDIMENTI
“E’ un corpo che non è stato accettato ma vissuto come
inadeguato. Siamo in un tempo sospeso, in cui i lavori per
appropriarsi della propria corporeità sono in corso….per
questo il corpo lo si può ubriacare, intossicare, riempire di
piercing e tatuaggi…” (Charmet “La Paura di Essere
Brutti”)…perciò anche un corpo da rompere, bruciare,
ferire…
APPROFONDIMENTI
Il problema principale è
LA DIPENDENZA O “L’ABITUDINE CHE SI
VIENE AD INSTAURARE”
E’ questo che si deve evitare: il
cristallizzarsi di questi comportamenti!
STUDI
Vi è difficoltà tra gli studiosi nel trovare una definizione
condivisa
per
indicare
questo
complesso
comportamento che ha tante sfaccettature.
Per tale motivo, non è ancora possibile delineare
specifici criteri per la rilevazione del fenomeno.
Non esistono inoltre ancora strumenti di rilevazione
validati a livello nazionale. Perciò, soprattutto in Italia,
sono pochi gli studi sistematici su popolazioni non
cliniche.
STUDI
Si è cominciato a parlare di S.I.L. alla fine degli anni ‘70.
Negli anni ‘90, A. Favazza (1993; University of Missouri)
per primo ha identificato tali comportamenti come una
sindrome con caratteristiche simili ad un Disturbo del
Controllo degli Impulsi (NAS) definendola Sindrome da
Autolesionismo Ripetitivo.
Negli ultimi anni Kim Gratz (University of Mississippi) sta
portando avanti studi in maniera sistematica.
STUDI
Gli studiosi del portale SIBRIC, completamente
dedicato al supporto dei ragazzi che si trovano in
questa situazione, hanno concluso una ricerca
“esplorativa”. Dall’analisi è emerso che:
-Il 66,67% dei soggetti risulta incontrare notevoli
difficoltà nella sfera emotiva
- l’11,11% ne possiede di lievi
- il 22,22% non ne possiede
Tale studio, comunque, è basato su un numero
esiguo di casi; pertanto i risultati sono da
leggere con cautela.
I SEGNALI
A cosa prestare attenzione
- Indossa vestiti con maniche lunghe anche quando
non è il caso
- si notano sulle braccia cicatrici sbiadite o macchioline di sangue
sulle maniche
- dopo essere apparso rabbioso, si chiude per un po’ di tempo a
chiave in bagno o in camera, uscendo poi più calmo.
- il tema del dolore o dei tagli è ricorrente negli scritti o nei
disegni, nei testi delle canzoni che ascolta, nei siti
- rifiuta di andare al mare o in piscina
- indossa bracciali che non toglie mai
- è spesso vittima di incidenti
- inventa scuse per spiegare le lesioni
- ….
COSA FARE
1) Adeguata INFORMAZIONE
2) Intervenire PRECOCEMENTE
3) Fornire uno spazio dove dar voce alle paure
4) VALIDARE l’esperienza emotiva cioè accogliere il
disagio
5) Far capire che avete capito che è stato l’unico modo
che ha trovato per fronteggiare qualche angoscia
6) Aiutare a trovare forme più costruttive per affrontare
il problema
7) Rivolgersi agli specialisti
8) Soprattutto……comunicare
COSA NON FARE
NON SERVE e peggiora la situazione arrabbiarsi,
giudicare, minacciare!
Tutto ciò fa sentire la persona NON COMPRESA NELLA
SUA DIFFICOLTA!!!
A volte è il ragazzo stesso che domanda aiuto,
magari…lasciandosi scoprire. L’adulto non deve inquisire,
urlare, ma nemmeno minimizzare e supplicare!
Il messaggio da dare è: “Sono preoccupato, NON FINGO
DI NON VEDERE, non ti lascio andare avanti così”
COSA FARE
Internet, per fortuna, può essere usato non solo per istigare
ma anche per aiutare.
Esistono siti sui quali trovare suggerimenti e aiuto.
Ad esempio su adolescentselfjinjuryfoundation.com si
possono trovare indicazioni concrete per contrastare la
tentazione di tagliarsi (ghiaccio, elastici, …)
Con il Progetto Farfalla, progetto nato per contrastare il
fenomeno, invece, si fa disegnare una farfalla dove di solito
ci si taglia, dandole il nome di una persona cara…
COSA FARE
Consigli per i ragazzi:
- Non isolarti, parlane con qualcuno di fiducia a cui
ricorrere come SOS
- quando hai la tentazione, scarica la rabbia su un
oggetto morbido
- pratica un’attività fisica
- esci immediatamente di casa quando si affaccia il
pensiero
- chiedi aiuto
- non vergognarti…non sei pazzo!
GRAZIE
DELL’ ATTENZIONE