II. LO STATO DELLA RICERCA 4. QUALITÀ E IMPATTO DELLA

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II. LO STATO DELLA RICERCA 4. QUALITÀ E IMPATTO DELLA
II. LO STATO
DELLA RICERCA
4. QUALITÀ
E IMPATTO DELLA
PRODUZIONE
SCIENTIFICA
LO STATO DELLA RICERCA
II.4.1 - IL POSIZIONAMENTO INTERNAZIONALE
DELLA
RICERCA ITALIANA
I
La posizione relativa della ricerca italiana nel contesto internazionale è stata esaminata attraverso l’analisi di alcuni
indicatori bibliometrici e di produzione scientifica, contenuti nella banca dati SciVal di Scopus.
I dati sulle pubblicazioni sono stati anche combinati con quelli relativi ai principali fattori di input per la produzione
scientifica (numero di ricercatori e spesa in ricerca e sviluppo), allo scopo di ottenere misure di produttività. Da
questa analisi emerge che nel periodo 2011-2014 la quota italiana sul totale delle pubblicazioni mondiali si attesta
complessivamente al 3,5%; la produzione scientifica nazionale cresce ad un tasso medio annuo del 4%, in lieve rallentamento rispetto ai periodi precedenti. Essa inoltre mostra una specializzazione nelle Scienze biologiche, nelle
Scienze della Terra, nelle Scienze fisiche, nelle Scienze mediche e nelle Scienze matematiche e informatiche.
Tab. 15 – La produzione scientifica mondiale nel periodo 2001-2014
(Fonte: SciVal - Scopus)
Nelle aree bibliometriche, la ricerca scientifica è svolta prevalentemente in collaborazione con coautori (appartenenti
soprattutto alla stessa istituzione o a istituzioni basate all'estero); nelle aree non bibliometriche, prevale invece in
genere la produzione svolta da un singolo autore, ma la quota di collaborazioni internazionali risulta comunque sempre superiore a quella dei paesi dell’Unione Europea a 15 e del Mondo.
La quota sul totale della produzione scientifica italiana delle pubblicazioni su riviste eccellenti (presenti nel top 5%
internazionale in base al fattore di impatto della sede di pubblicazione) è superiore alla media mondiale.
L’Italia mostra una performance in linea con quella dei paesi dell’Unione Europea, anche se di poco inferiore a quella
di Francia, Germania e Regno Unito, e migliore rispetto ai paesi emergenti dei BRIC e a quelli asiatici.
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RAPPORTO SULLO STATO DEL SISTEMA UNIVERSITARIO E DELLA RICERCA 2016
L’analisi citazionale è limitata esclusivamente alle aree bibliometriche. Tale scelta è dovuta ai noti limiti, più volte
evidenziati in letteratura, dell’uso di indicatori bibliometrici nelle Scienze umanistiche e sociali, caratterizzate da
una forte eterogeneità nei mezzi di diffusione della conoscenza, con una rilevante importanza di pubblicazioni diverse
dall’articolo su rivista (libri, atti di convegno, ecc.) e/o scritte in lingue diverse dall’inglese.
L’impatto della produzione scientifica nelle aree bibliometriche, misurato in termini di citazioni effettive su citazioni
attese e tenuto conto delle differenti prassi citazionali di area, è in costante crescita in tutti i paesi analizzati, tra cui
l’Italia.
Nel periodo 2011-2014 l’impatto della produzione italiana è superiore alla media dell’Unione Europea e maggiore
di Francia e Germania, collocandosi invece, in Europa, al di sotto di Svizzera, Olanda, Svezia e Regno Unito. Gli
Stati Uniti si collocano poco al di sotto dell’Italia per impatto medio, ma con valori molto superiori per quota di
pubblicazioni su riviste di eccellenza.
L’Italia risulta caratterizzata da elevati valori di produttività se si rapporta la produzione scientifica sia alla spesa in
ricerca destinata al settore pubblico e all’Istruzione Terziaria sia al numero di ricercatori attivi. Rispetto a questi
ultimi, la produttività italiana risulta costante nel quadriennio 2011-2014, attestandosi sui livelli della Francia e superiore a quelli della Germania. Il Regno Unito rimane il leader europeo.
Riguardo alle 12 aree di specializzazione strategica individuate nel Programma Nazionale della Ricerca 2015-2020,
Scienze della vita e Tecnologie per gli ambienti di vita mostrano un chiaro vantaggio comparato in termini di produzione
scientifica. In termini di qualità della produzione, tutte le aree considerate mostrano un impatto normalizzato e una
presenza nell’eccellenza mondiale superiore al livello medio italiano. Tre aree risultano particolarmente capaci di
produrre pubblicazioni ad alto impatto presenti nelle migliori riviste internazionali: si tratta dei settori dell’Energia,
delle Smart communities e della Fabbrica intelligente.
Le aree di specializzazione con la quota maggiore di coautoraggi internazionali non sono sempre caratterizzate da
un vantaggio comparato o un impatto normalizzato superiore alle altre: le quote più elevate di lavori prodotti con
coautori internazionali si riscontrano infatti nell’Agrifood e nella Chimica verde, aree caratterizzate da indicatori di
impatto e di presenza nell’eccellenza mondiale non particolarmente elevati.
Tab. 16 – La produttività scientifica. Anni 2011–2014* (rapporto tra pubblicazioni e ricercatori, pubblici e totali)
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* Nel quadriennio 2011-2014 non sono disponibili dati per Australia, Canada e Stati Uniti.
(Fonte: Scopus – SciVal; OCSE – Main Science and Technology Indicators 2015-2)
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LO STATO DELLA RICERCA
II.4.2 - LA SCHEDA UNICA ANNUALE PER LA RICERCA
DIPARTIMENTALE (SUA-RD)
La Scheda Unica Annuale per la Ricerca Dipartimentale (SUA-RD) (decreto ministeriale n. 47 del 30 gennaio
2013) consente di analizzare i dati relativi a pubblicazioni scientifiche e a gruppi e infrastrutture di ricerca dei dipartimenti delle università italiane con riferimento al periodo 2011-2013.
Nelle aree bibliometriche, le aree di Scienze biologiche e Scienze mediche sono quelle con il maggior numero di
gruppi di ricerca attivi; invece tra le aree non bibliometriche è l’area di Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e
storico-artistiche ad avere il maggior numero di gruppi. Circa il 70% dei responsabili dei gruppi di ricerca attivi è di
genere maschile e il 50% è costituito da professori di prima fascia. Le principali attrezzature di ricerca attive si concentrano nel campo delle Scienze fisiche e dell’Ingegneria civile e industriale. Tali attrezzature risultano finanziate
soprattutto da fondi interni per le università del Nord Italia e da fondi regionali o nazionali per le università del
Centro e del Sud.
Tab. 17 – Grandi attrezzature di ricerca per ripartizione geografica (valori assoluti e percentuali)
(Fonte: CINECA - SUA-RD)
La tipologia di pubblicazione più diffusa nell’università italiana è l’articolo in rivista, che rappresenta quasi la metà
(48%) dell’intera produzione scientifica. Seguono per importanza i contributi in volume, che rappresentano circa il
16% della produzione scientifica totale. Complessivamente, la produzione di monografie non supera il 3%, ma risulta
caratteristica di alcune aree quali ad esempio le Scienze storiche, filosofiche e pedagogiche e le Scienze politiche e
sociali. Il 29,4% degli articoli su rivista è prodotto in collaborazione con almeno un coautore straniero; la propensione
alla collaborazione internazionale varia notevolmente a livello di Area, con un massimo del 77% di lavori con coautori
internazionali nelle Scienze fisiche e un minimo di poco meno dell’1% nelle Scienze giuridiche.
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Fig. 35 – Produzione scientifica per area VQR degli autori e macro-tipologia (valori percentuali)
(Fonte: CINECA - SUA-RD)
Il rapporto tra le pubblicazioni scientifiche dei dipartimenti e il rispettivo numero dei ricercatori è più alto nelle
Scienze fisiche, con circa 26 pubblicazioni pro-capite (le pubblicazioni con coautori sono contate tante volte quanti
sono gli autori in ciascun dipartimento). Tra le aree con elevati valori del suddetto rapporto emergono le Scienze
psicologiche, l’Ingegneria industriale e dell’informazione, e le Scienze chimiche con circa 13 pubblicazioni procapite. Tra le aree non bibliometriche, la produzione media dei dipartimenti oscilla tra le sette e le dieci pubblicazioni
per docente/ricercatore. È opportuno ricordare che le differenze riflettono semplicemente le diverse consuetudini
produttive delle diverse aree scientifiche. La sola presenza e diffusione della pratica del coautoraggio basta per
esempio da sola a determinare notevoli oscillazioni nel numero delle pubblicazioni pro-capite tra settori dove questa
pratica è affermata (per esempio nella fisica) e settori dove invece la grandissima maggioranza delle pubblicazioni
sono a firma di un singolo studioso.
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LO STATO DELLA RICERCA
Tab. 18 – Produttività dei dipartimenti per Area VQR (valori assoluti e indicatori di sintesi)
Deviazione
standard
(Fonte: CINECA - SUA-RD)
II.4.3 - LA VALUTAZIONE DELLA RICERCA
IN UNA PROSPETTIVA COMPARATA
Da ormai diversi anni quello italiano può definirsi a pieno titolo come un sistema di finanziamento della ricerca basato sulla performance. Tale modello prevede un processo di valutazione della ricerca ex post focalizzato sulla produzione scientifica effettivamente realizzata, effettuato su base nazionale e dal quale dipende l’assegnazione di una
quota significativa delle risorse. A livello internazionale, troviamo che anche altri paesi utilizzano un sistema analogo
a quello italiano.
L’analisi comparativa mette in luce che è possibile effettuare una distinzione tra sistemi di finanziamento basati sulla
performance di tipo evaluation-based – che ricorrono ad esercizi di valutazione su scala nazionale per assegnare le
L
risorse
– e di tipo indicator-based, in cui il finanziamento è invece assegnato sulla base del ricorso ad indicatori. I
primi (evaluation-based) si basano su esercizi di valutazione della ricerca effettuati a scadenze più o meno regolari,
tali da interessare l’intero sistema, e dunque, analoghi alla Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) messa in
atto in Italia; sono tali quelli impiegati in Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda e nella Regione Autonoma Speciale di Hong Kong: in tutti questi casi il metodo valutativo utilizzato è la peer review, sovente affiancato da una varietà di indicatori, soprattutto di tipo bibliometrico.
I secondi (indicator-based) si affidano ad una combinazione di indicatori, come accade ad esempio in Danimarca,
Norvegia e Repubblica Ceca, oltre che in diversi altri paesi dell’Europa centrale e settentrionale.
La quota di finanziamenti assegnata sulla base della valutazione varia a seconda dei sistemi, ma tende ad essere maggiore in quelli evaluation-based piuttosto che in quelli indicator-based (anche se non è sempre così); d’altro canto i
primi sono più dispendiosi e impegnativi rispetto ai secondi.
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RAPPORTO SULLO STATO DEL SISTEMA UNIVERSITARIO E DELLA RICERCA 2016
Tab. 19 – I principali sistemi di finanziamento basati su esercizi di valutazione della ricerca
(Fonte: Elaborazione ANVUR sulla base delle fonti citate nel capitolo)
II.4.4 - LA VALUTAZIONE DELLA RICERCA IN ITALIA:
EVOLUZIONE STORICA E METODOLOGICA
La valutazione del sistema della ricerca da parte di un’agenzia indipendente rappresenta un modello virtuoso per
G le istituzioni pubbliche. Attraverso la valutazione, il sistema di ricerca pubblico legittima la propria autonomia,
tutte
risponde all’esigenza di accountability, sempre più richiesta in un momento storico di scarsità di risorse, impara a conoscersi fornendo agli organi di governo informazioni per intraprendere azioni volte a migliorare la qualità della ricerca e fornisce informazioni utili alle parti interessante (famiglie, studenti, giovani ricercatori, imprese, governo e
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forze politiche e sociali) che potranno prendere le proprie decisioni strategiche in maniera più consapevole.
In Italia, il primo esercizio di valutazione è stata la VTR 2001-2003, svolta dal CIVR e seguita dalle VQR 20042010 e VQR 2011-2014 (tutt'ora in corso), svolte dall'ANVUR. I tre esercizi presentano elementi di continuità e
alcune differenze.
Tra i primi, vanno menzionati: l'uso di una combinazione di indicatori relativi non solo alle pubblicazioni scientifiche
ma anche alla internazionalizzazione e alla capacità di attrazione delle risorse; il coinvolgimento della comunità
scientifica attraverso l'organizzazione di panel di esperti e l'ampio ricorso a revisori esterni ai panel stessi.
Le due VQR, esercizi di scala ben superiore alla VTR, hanno introdotto rilevanti novità tra cui l’impatto sui finanziamenti, l’uso di indicatori bibliometrici a supporto della valutazione degli esperti, e l’avvio di un percorso di valutazione delle attività di “terza missione” delle università e degli enti di ricerca.
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RAPPORTO SULLO STATO DEL SISTEMA UNIVERSITARIO E DELLA RICERCA 2016
Tab. 20 – Gli esercizi di valutazione della ricerca in Italia
(Fonte: Elaborazione ANVUR sulla base delle fonti citate nel capitolo)
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