The international financial crisis is affecting developed countries as
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The international financial crisis is affecting developed countries as
Position Paper Investimenti e sfide nel settore energetico subsahariano: opportunità di partnership tra Sudafrica e Italia South Africa – Italy Summit Città del Capo, 2-3 ottobre 2014 I principali punti del Position Paper 1. Nel settore energetico, le imprese sudafricane e italiane hanno competenze complementari: l’Italia ha un’esperienza indiscussa nella filiera del gas naturale, mentre il Sudafrica ha un know-how consolidato nella catena del valore del carbone. 2. Insieme, i due Paesi potrebbero cogliere numerose opportunità nell’Africa Subsahariana: nel settore energetico, i soli membri della Southern African Development Community realizzeranno investimenti per oltre 200 miliardi di Dollari nei prossimi 15 anni. 3. Le società e le banche del Sudafrica possono diventare partner privilegiati a livello finanziario e nell’ambito dei trasporti per l’esportazione di petrolio greggio estratto nei paesi dell’Africa meridionale da parte di società petrolifere italiane. Nel settore dell’elettricità, l’Italia e il Sudafrica possono unire le forze per sfruttare il potenziale idroelettrico africano e per integrare i sistemi di generazione a carbone con sistemi flessibili di generazione a gas naturale. 4. La collaborazione dovrebbe anche rispondere alle esigenze di coloro che non hanno accesso all’elettricità: per esempio, l’utilizzo di strumenti ICT sviluppati congiuntamente consentirà di potenziare la capacità di generazione di energia, le reti di distribuzione e trasmissione all’interno dell’Africa Subsahariana, garantendo l’accesso affidabile all’elettricità e a costi contenuti durante le ore non di punta. 5. Le istituzioni sudafricane e italiane devono collaborare in sintonia nell’ottica di sfruttare appieno l’intero potenziale di queste possibili partnership. L’Africa Subsahariana, con circa 600 milioni di persone senza accesso all’elettricità, ma con un enorme potenziale energetico, si confronta oggi con una concomitanza di sfide e opportunità dal punto di vista energetico rilevanti per un modello di sviluppo sostenibile. La crescente domanda di energia e di elettricità della regione – alimentata dalla sostenuta crescita economica – e l’emergere di nuovi produttori di petrolio e gas, stanno aprendo opportunità lungo l’intera catena del valore dell’energia. Nel settore energetico, le imprese sudafricane e italiane presentano competenze complementari: l’Italia è leader nel ciclo combinato a gas (CCGT), la tecnologia più flessibile ed economica per coprire la domanda di elettricità mid-merit e di punta. Le società italiane potrebbero offrire la loro competenza tecnica in settori chiave come la catena del valore del gas – dall’estrazione alla produzione di elettricità – la generazione rinnovabile (in particolare nel settore idroelettrico) e l’integrazione di rete. Il Sudafrica ha competenze indiscusse nell’ambito dei sistemi di generazione a carbone, la soluzione più economica per la generazione elettrica di base, e le imprese sudafricane potrebbero offrire la loro competenza nella catena del valore del carbone e la loro conoscenza dei mercati dell’Africa Subsahariana. Il presente documento offre una panoramica del settore energetico dell’Africa Subsahariana con un particolare focus sul Sudafrica e sui membri del Southern African Power Pool (SAPP), ne mostra tendenze e progetti in corso e individua i possibili ambiti di collaborazione tra le aziende sudafricane e italiane alla luce del programma di sviluppo energetico del Sudafrica e delle opportunità emergenti nel mercato energetico dell’Africa Subsahariana. 1. Perché è importante? 1. La povertà energetica mina lo sviluppo economico e alimenta l’instabilità sociale e politica1. Senza un’offerta energetica su base Un recente studio del Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti mostra una forte correlazione tra la stabilità politica e tasso di elettrificazione: 15 dei 20 Stati più vulnerabili si trovano 1 2 commerciale per sostenere la crescita economica e l’industrializzazione, il percorso verso l’occupazione e la classe media di centinaia di milioni di persone dell’Africa Subsahariana è di fatto ostacolato. 2. Nell’Africa Subsahariana l’energia generata è appena sufficiente per alimentare una lampadina a persona per 3 ore al giorno e solo circa un quarto della popolazione ha accesso all’elettricità (rispetto al 50% in Asia meridionale e oltre l’80% in America Latina, Medio Oriente e Nord Africa). Inoltre, l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) stima che 700 milioni di persone (70% della popolazione dell’Africa Subsahariana), si avvalgono di fonti energetiche tradizionali non commerciali, come la biomassa, per attività di base come cucinare. 3. La regione deve superare un gap energetico significativo che mette a repentaglio il potenziale di crescita futura e la competitività industriale. - In base alle attuali dinamiche demografiche, l’Africa Subsahariana sarà l’unica regione in cui il numero di persone senza accesso all’energia elettrica crescerà, comportando un aumento della quota dell’Africa Subsahariana sul totale globale da meno di metà nel 2011 a due terzi nel 20302. - Attualmente, secondo le stime della Banca Mondiale, le interruzioni di energia elettrica nell’Africa Subsahariana comportano costi pari al 2% del PIL e perdite di fatturato del 6–16% per le imprese3. Secondo la Banca Mondiale, gli investimenti e le opportunità di business per colmare il divario energetico dell’Africa Subsahariana valgono 50 miliardi di Dollari all’anno. La Banca Africana per lo Sviluppo stima che rendere l’elettricità universalmente accessibile aumenterebbe la crescita dell’Africa Subsahariana di una percentuale compresa tra il 2% e il 3% e la produttività delle aziende di circa il 40%. nell’Africa Subsahariana e in tutti il tasso di elettrificazione è <20%. 2 Fonte: AIE; World Energy Outlook 2013. 3 Le imprese manifatturiere dell’Africa Subsahariana hanno interruzioni di corrente in media 56 giorni all’anno. Fonte: Banca Mondiale. mondiale. La Cina e l’Europa sono i più grandi importatori di petrolio proveniente dall’Africa Subsahariana. Gap energetico pro capite (KWh/pro capite-annuo) >12.000 10.000-12.000 5.000-10.000 1.000-5.000 1-1.000 Figura 1 – Gap energetico dell’Africa (Fonte: The European House-Ambrosetti su dati Banca Mondiale e AIE, 2013) 4. I Paesi dell’Africa Subsahariana dipendono dalle importazioni di energia per oltre il 65%4. L’IEA ha stimato che la regione spende in importazioni di petrolio (18 miliardi di US$) più di quello che riceve sotto forma di aiuti internazionali (16 miliardi di US$), con diffusi effetti negativi sulle bilance commerciali, sul debito e sulla crescita del PIL. 5. L’Africa Subsahariana è una delle regioni meno esplorate del mondo e si continuano a fare molte nuove scoperte relative al petrolio e al gas 5 : è stata definita dall’IEA come la “nuova frontiera” nel settore del petrolio e gas a livello globale. Tuttavia, anche se la nuova produzione diventasse attiva, l’Energy Information Agency (EIA), l’Agenzia statunitense d’informazione sull’energia, prevede che - a causa della carenza di mercati e infrastrutture locali sviluppati - l’Africa Subsahariana rappresenterà soltanto il 7% della crescita di produzione mondiale di combustibili liquidi entro il 2040 (il 75% del quale arriverà dalla Nigeria e dall’Angola). Resto del Mondo 16% Unione Europea 28% Altri Paesi Asiatici 10% India 11% USA 13% Cina 22% Figura 2 – Esportazioni di petrolio dell’Africa Subsahariana (Fonte: EIA, 2013) 7. L’attuale capacità di generazione di elettricità è inferiore a 30 GW (equivalente a quella dell’Argentina), escludendo il Sudafrica; l’energia elettrica viene generata per la maggior parte da centrali idroelettriche, come pure da turbine a gas alimentate a diesel che sono utilizzate per la generazione di emergenza e di riserva. 8. Una delle principali iniziative messe in atto per migliorare e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico è la creazione di power pool regionali, nell’ottica di facilitare l’erogazione di energia elettrica, sicura e a basso costo, armonizzando le relazioni tra i Paesi membri, migliorando le interconnessioni, applicando politiche energetiche a livello regionale e creando liberi mercati dell’energia elettrica a livello regionale. COMELEC 2. L’attuale situazione energetica dell’Africa Subsahariana 6. L’Africa Subsahariana ha 62,6 miliardi di barili di riserve accertate di petrolio greggio e 221 trilioni di piedi cubi (Tpc) di riserve di gas. Negli ultimi 14 anni, la dimensione delle riserve è aumentata del 100% grazie all’aumento delle attività di esplorazione. Nel 2013, la produzione era pari a 6 milioni di barili al giorno, circa l’8% della produzione Fonte: Brookings Institution, 2013. Ghana, Guinea Equatoriale, Repubblica del Congo, Kenya, Tanzania e Uganda stanno emergendo come potenziali nuovi produttori di petrolio. Sono state scoperte anche grandi risorse di gas naturale offshore in Mozambico e Tanzania, e si stima che il Sudafrica abbia anche abbondanti risorse di shale gas. 4 5Camerun, West Africa power pool Central Africa power pool East Africa power pool (incl. DRC, Rwanda) Southern Africa power pool COMESA-EAC-SADC Tripartite Figura 3 – Power pool dell’Africa (Fonte: SAPP, 2012) 9. Il Southern African Power Pool (SAPP) è stato istituito nel 1996 come primo power pool internazionale ufficiale dell’Africa. Attualmente, il SAPP conta 12 membri (Angola, Botswana, Repubblica Democratica del Congo, Lesotho, Malawi, Mozambico, Namibia, Sud Africa, Swaziland, Tanzania, Zambia e Zimbabwe), vale a dire, tutti i Paesi della SADC eccetto Madagascar, Mauritius e Seychelles. Nel complesso, secondo l’EIA: 3 - Il consumo di energia primaria del SAPP si attesta su 166 Mtep, di cui l’84% è consumato dal Sudafrica. - Il consumo di energia elettrica si attesta su 270 Mtep, di cui l’83% in Sudafrica. 10. Ad esclusione del Sudafrica, negli altri Stati del SAPP in media solo il 24% della popolazione ha accesso all’elettricità e in alcuni Paesi nelle zone rurali tale quota scende sotto il 5%. Nel prossimo triennio, nei Paesi del SAPP (escluso il Sudafrica) verranno aggiunti circa 9 GW di capacità di generazione, 3 dei quali in Angola. Per quanto riguarda la trasmissione di energia elettrica, è in costruzione l’interconnettore ZambiaTanzania-Kenya che dovrebbe essere operativo entro il 2016. 11. L’area del SAPP ha un ampio potenziale sia nel settore del petrolio che in quello del gas (le riserve accertate di petrolio dell’Angola sono pari a 9 miliardi di barili; quelle di gas del Mozambico raggiungono la quota di 2.155 miliardi di metri cubi). La regione dispone inoltre di un considerevole potenziale idroelettrico: il progetto Grande Inga, da solo, in Congo ha un potenziale di 44 GW. 3. Panoramica del settore energetico del Sudafrica 12. Il consumo di energia primaria del Sudafrica si è attestato nel 2013 su 122 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Tep); il 72% dell’energia primaria totale proviene dal carbone 6 , seguito da petrolio (22%), gas naturale (3%), energia nucleare (3%) e rinnovabili (meno del 1%, principalmente da energia idroelettrica)7. 13. Il Sudafrica produce 1,1 miliardi di metri cubi (Mmc) di gas naturale e ne consuma 4,7; la differenza viene importata dal Mozambico mediante pipeline 8 . Il Paese ha risorse di shale gas potenzialmente elevate: l’EIA statunitense stima 11 trilioni di metri cubi Il Sudafrica è attualmente il 14° più grande produttore di anidride carbonica del mondo. 7 Fonte: BP Statistical Review of World Energy, giugno 2014. 8 Il gas naturale dal Mozambico viene importato mediante una condotta lunga circa 860 chilometri che ha una capacità massima di 14 milioni di metri cubi al giorno di gas naturale ed era parte di un progetto di gas naturale da 1,2 miliardi di dollari avviato nel 2004. È progettato in modo tale da potere raddoppiare la sua capacità attuale. (Tmc) di riserve di shale gas tecnicamente recuperabile. 14. La produzione di petrolio greggio del Sudafrica è limitata. I combustibili sintetici ottenuti da carbone e gas naturale, costituiscono circa il 90% della produzione di petrolio interna del Paese, il cui consumo di petrolio totale era pari a 616.000 barili al giorno (bbl/d) nel 2013. Il petrolio consumato in Sudafrica proviene per la gran parte dalle raffinerie interne 9 che importano petrolio greggio e dagli impianti sudafricani di liquefazione del carbone (coal-to-liquid, CTL)10 e di gas (gas-to-liquid, GTL). 15. Nel 2012, il Sudafrica ha importato 110.000 bbl/d di prodotti petroliferi, principalmente da paesi dell’OPEC nel Medio Oriente e nell’Africa occidentale, con circa la metà proveniente dall’Arabia Saudita nel 2013. Il Governo ha previsto di implementare nuove norme più rigide entro il 2017 che comporteranno considerevoli interventi di ammodernamento in tutte le raffinerie. 16. Nel 2013, il consumo di energia elettrica del Sudafrica era di 240 TWh, con un tasso di elettrificazione dell’85%. La potenza elettrica installata è pari a circa 48 GW. La società elettrica statale, Eskom, fornisce circa il 95% dell’energia elettrica del Sudafrica mentre la quota rimanente proviene da produttori di energia indipendenti e dalle importazioni. 17. Attualmente, circa il 90% della capacità di generazione del Sudafrica deriva dalle centrali a carbone, circa il 5% da una centrale nucleare e il 5% da impianti idroelettrici. Considerata la tendenza di espansione del mercato elettrico locale, il sistema presenta dei limiti, in quanto il margine tra la domanda nelle fasce di punta e l’energia elettrica disponibile è molto ridotto 11. Per rispondere a tali fabbisogni, nel prossimo triennio, la capacità di generazione dovrebbe aumentare di 8 GW, principalmente grazie a 2 nuovi impianti a carbone. 6 4 La capacità di distillazione del greggio del Sudafrica è pari a 485.000 bbl/d, che rappresenta la maggiore capacità in Africa, appena dopo l’Egitto. 10 Circa il 30% della benzina e di diesel consumati in Sudafrica viene prodotto dal carbone. 11 In novembre 2013, Eskom ha richiesto ai suoi più grandi clienti industriali di tagliare il loro consumo energetico del 10% durante le ore di punta della domanda energetica. 9 5% 5% 9% 1% 5% Carbone Nucleare Idroelettrico Carbone Nucleare Altri RES 20% CCGT Idroelettrico 65% 90% Figura 4 – Mix di potenza elettrica installata, 2013 (Fonte: South Africa National Development Plan, 2011) 4. Futuri scenari energetici in Sudafrica e nell’Africa Subsahariana: investimenti e opportunità fino al 2030 18. Per quanto concerne il settore dell’elettricità dell’Africa Subsahariana, secondo l’Africa Infrastructure Report della Banca Mondiale, gran parte del fabbisogno energetico nel breve termine (2020), pari a 73 GW, sarà soddisfatto con energia prodotta in Sudafrica e negli altri Paesi membri del SAPP. Entro il 2030 l’intera Africa Subsahariana dovrà installare almeno 250-300 GW. 19. Il Piano Nazionale di Sviluppo prevede per il PIL sudafricano un aumento del 5% annuo fino al 2030; la domanda elettrica crescerà di pari passo, arrivando a sfiorare i 450 TWh12. Per il PIL degli altri Paesi membri del SAPP si stima un analogo aumento del 5%13, con un tasso di crescita del 9% per la domanda di energia elettrica; entro il 2030, il consumo di elettricità dovrebbe raggiungere almeno i 210 TWh. 20. In Sudafrica, la capacità di generazione dell’energia elettrica dovrebbe aumentare da 48 GW a 100 GW. Il mix energetico previsto (si veda figura sotto) indica che il Paese punta ad aumentare di 20 GW la propria capacità di produzione da carbone, di 9,6 GW la generazione di energia nucleare e di portare a 18,2 GW la capacità di produzione di elettricità da fonti rinnovabili. Gli investimenti cumulati nel settore dell’elettricità dovrebbero quindi ammontare a 95 miliardi di Dollari (93 nell’ambito della capacità di generazione e 2 per le linee di trasmissione e distribuzione). Figura 5 - Mix della capacità di produzione elettrica del Sudafrica al 2030 (Fonte: South Africa National Development Plan, 2011) 21. In tutti gli altri Paesi del SAPP, la generazione di energia elettrica dovrebbe crescere, passando da 3 a 30 GW, con almeno 15 GW nel settore idroelettrico, 5 GW nell’ambito delle centrali a carbone e 5 GW nei CCGT 14 . Di conseguenza, gli investimenti dovrebbero superare i 52 miliardi di Dollari (42 per la capacità di generazione e 10 per le linee di trasmissione e distribuzione). 22. Parte del previsto investimento nella capacità di trasmissione e interconnessione si inserirà nel contesto dell’Africa Clean Energy Corridor. L’iniziativa, che mira ad accelerare l’espansione della produzione di elettricità da fonti rinnovabili in Africa, si concentrerà in un primo momento sull’Eastern Africa Power Pool (EAPP) e sul Southern African Power Pool (SAPP), in un’area compresa tra l’Egitto e il Sudafrica, per poi estendersi in futuro ad altri power pool presenti nel continente. 23. Sono in atto numerosi progetti anche nei settori upstream del petrolio e del gas nell’Africa Subsahariana: - il Sudafrica dovrebbe effettuare attività esplorative per lo sviluppo di shale gas; - il Mozambico svilupperà enormi giacimenti di gas con tutte le relative infrastrutture, tra cui un impianto a gas naturale liquefatto (GNL); - l’Angola amplierà la propria produzione di petrolio e gas e gran parte degli altri membri del SAPP lanceranno programmi esplorativi. Nel complesso, gli investimenti previsti nel settore del petrolio e del gas si aggireranno intorno a 80 miliardi di Dollari, di cui oltre 50 in Mozambico e 20 in Angola15. I dati riguardanti i paesi del SAPP presentati in questa sezione sono tratti da: SADC, 2012, Regional Infrastructure Development Masterplan. 15 Tutti i dati riguardanti gli investimenti previsti sono tratti da Bloomberg. 14 I dati riguardanti il Sudafrica sono tratti da: South Africa’s Department of Energy, 2013, Integrated Energy Resources Plan. 13 SAPP, 2013, Annual Report. 12 5 24. Complessivamente, il Sudafrica e tutti gli altri Paesi del SAPP investiranno fino a 9,8 miliardi di Dollari all’anno nel settore dell’elettricità e oltre 5 miliardi all’anno nel settore upstream del petrolio e del gas. 140 120 100 80 Gas e Petrolio 60 Elettricità 40 20 0 Sudafrica Paesi SAPP Figure 6 - Investimenti previsti dal 2015 al 2030 nel settore energetico in Sudafrica e in tutti gli altri Paesi del SAPP, in miliardi di US$ (Fonte: TEH-A, 2014) 5. Sudafrica e Italia: una partnership da “energizzare” 25. Il Sudafrica è il leader dell’Africa Subsahariana in termini di produzione e consumo di energia. Le imprese sudafricane occupano quindi una naturale posizione di leadership, soprattutto nell’ambito della generazione di elettricità convenzionale. Allo stesso tempo, nella catena del valore dell’oil & gas della regione è già affermata la presenza di imprese italiane che agiscono come principali attori in Mozambico e Angola e che si stanno diffondendo rapidamente anche nel mercato sudafricano dell’elettricità, in particolare nel segmento rinnovabile. Proficui partenariati tra il Sudafrica e l’Italia potrebbero nascere lungo l’intera catena del valore dell’energia, dal settore oil & gas fino alla trasmissione e alla distribuzione dell’energia, così come nello sviluppo e nell’integrazione della capacità di generazione rinnovabile. 26. Nel segmento upstream del petrolio e del gas le partnership possono potenzialmente prosperare a ogni livello: - Il Sudafrica può essere un acquirente privilegiato di petrolio e gas estratti e prodotti nella regione da operatori italiani. - Le società e le banche sudafricane possono diventare partner privilegiati a livello finanziario e nell’ambito dei trasporti per l’esportazione di petrolio e gas in estremo oriente e in India. Pretoria intrattiene infatti legami molto stretti con Cina e India. - Le imprese sudafricane e italiane possono collaborare per lo sviluppo di tutte le 6 relative infrastrutture (da gasdotti e oleodotti fino a impianti GNL e navi metaniere), anche in considerazione della già affermata presenza di numerose società italiane di progettazione e produzione in Mozambico e Angola. 27. Nel settore dell’elettricità possono nascere partnership sia nella generazione convenzionale che in quella rinnovabile. 28. Da qualche tempo le aziende italiane hanno avviato investimenti nel settore del rinnovabile in Sudafrica, attratte dagli schemi a sostegno delle fonti di energia rinnovabili (FER) attuati da Pretoria. Le joint-venture nel settore rinnovabile sudafricano possono rafforzare rapporti in grado di rivelarsi utili nei futuri investimenti previsti in altri Paesi dell’Africa Subsahariana. 29. Per quanto riguarda l’evoluzione del settore elettrico regionale, il Sudafrica può sfruttare le proprie centrali a carbone (e le centrali nucleari in progettazione): - in primo luogo, si tratta delle tecnologie più economiche per il carico di base (baseload), il che significa che il settore industriale sudafricano continuerà a usufruire di elettricità a basso costo; - inoltre, l’aumento della capacità di trasmissione transfrontaliera implica che, da un lato, le centrali nucleari e a carbone sudafricane garantiranno il carico di base in tutti i Paesi del SAPP, fornendo così all’intera regione elettricità a basso costo e servizi di supporto, come ad esempio la stabilizzazione della tensione; - gli altri Paesi del SAPP dovranno invece concentrare i propri investimenti solo su una capacità di mid-merit e di punta; ad esempio, rinnovabili e Ciclo Combinato (CCGT) possono fornire capacità midmerit, mentre dighe idroelettriche e l’energia immagazzinata (pumped storage) potrebbero rappresentare la tecnologia di punta più economica nell’intera regione. 30. Una simile strategia apre la strada a un proficuo partenariato e a investimenti nella regione frutto di un impegno congiunto tra società sudafricane e aziende italiane. 31. Una possibilità di partnership è rappresentata dalla creazione di joint-venture per lo sviluppo di progetti idroelettrici. Le aziende italiane vantano esperienze rilevanti nel settore idroelettrico africano e poiché la costruzione di dighe richiede considerevoli interventi di ingegneria civile, le società sudafricane sono i partner più adatti per lo sviluppo di progetti di questo tipo. 32. Una collaborazione può nascere e prosperare non solo in termini di investimento, ma anche di gestione, sia a livello di singole centrali sia per l’intero sistema dell’elettricità. 33. A livello di centrali, le società sudafricane e le imprese italiane possono collaborare per massimizzare la produzione da rinnovabili, grazie a una migliore gestione e a previsioni più attendibili. Inoltre, la collaborazione può riguardare la gestione degli impianti CCGT nella regione, sfruttando anche l’esperienza maturata dalle aziende italiane: la flotta italiana di impianti CCGT è infatti la più avanzata e la più performante del mondo, con un tasso medio di efficienza del 55%-60%. 34. Una rete efficiente è fondamentale per un sistema elettrico affidabile. Lo sviluppo di smart grid e di una gestione attiva delle reti può garantire i benefici assicurati da un sistema efficiente a un costo complessivo potenzialmente inferiore rispetto a quello che sarebbe possibile in base a ipotesi di “business as usual”. 35. Tra i principali vantaggi tecnici garantiti dalle smart grid e dalla gestione attiva delle reti figurano: un miglioramento dell’affidabilità e della resilienza, l’integrazione economicamente vantaggiosa di carichi e risorse variabili, una maggiore efficienza del funzionamento del sistema e l’utilizzo ottimizzato delle infrastrutture di generazione e di rete. 36. Un aumento del fattore di carico della rete tramite la gestione della domanda può anche contribuire significativamente alla riduzione dei costi, in particolare per i progetti di elettrificazione delle aree rurali. Infine, è possibile sviluppare una forte rete ad alta tensione (HV) quale colonna portante del sistema di alimentazione, in particolare per favorire la crescita industriale caratterizzata da un elevato consumo di elettricità. 37. Le imprese sudafricane e italiane possono sviluppare partnership specifiche per lo sfruttamento di smart grid e della gestione attiva a livello di trasmissione e distribuzione, con l’obiettivo di promuovere anche l’introduzione di misure di gestione della domanda che consentano di spostare i carichi dalle fasce di punta alle fasce non di punta. Ciò può contribuire a un maggiore utilizzo delle centrali esistenti e al differimento di futuri investimenti nelle capacità di rete e di generazione, in una regione che dovrà investire considerevoli somme di denaro nei prossimi 15 anni. 38. Lo sviluppo e la gestione di un sistema energetico efficace implicano anche una maggiore efficienza energetica presso gli utenti finali. A tale proposito, l’Italia è una delle economie meglio sviluppate sotto il profilo dell’efficienza energetica: a confronto con altri concorrenti, in Italia l’intensità energetica 16 è inferiore del 5% rispetto alla Germania, del 7% rispetto al Giappone, del 13% rispetto alla Francia e del 71% rispetto agli USA. I produttori sudafricani trarrebbero decisamente beneficio da una competenza di così straordinario livello. 39. Per sfruttare appieno simili opportunità è opportuno rafforzare i rapporti tra Sudafrica e Italia a livello di Sistema Paese. Il potenziale inutilizzato è notevole: nel 2013 i produttori italiani hanno esportato macchinari e apparecchiature del settore energetico per un valore superiore a 54 miliardi di Euro; a partner sudafricani sono stati venduti impianti per soli 270 milioni di Euro, meno dello 0,5% delle esportazioni italiane in quest’ambito. Inoltre, istituzioni, università e centri di ricerca sudafricani e italiani potrebbero collaborare proficuamente a vari livelli. Tra le possibili aree di cooperazione figurano: - lo sviluppo e lo sfruttamento di specifiche tecnologie energetiche nel contesto dell’Africa Subsahariana; - l’educazione dei consumatori dell’Africa Subsahariana in merito a un utilizzo efficiente dell’elettricità; - la formazione di tecnici; - la formazione delle comunità non collegate alla rete (energy community) in vista della gestione e della manutenzione di sistemi di mini-reti in modo sostenibile; - la promozione di soluzioni efficienti e a energia pulita per gli utenti industriali. 16 Energia consumata per unità di PIL. 7 8