sabato 10 maggio 2014 ilPonte
Transcript
sabato 10 maggio 2014 ilPonte
RisToRanTe PiZZeRia La buona cucina Via Pianodardine 55 83100 Avellino tel. 0825622041 ilponte “Et veritas liberabit vos” chiuso il lunedì anno XXXX - n°. 15- euro 0.50 Settimanale Cattolico dell’Irpinia sabato 10 maggio 2014 è gradita la prenotazione web: www.ilpontenews.it | email: [email protected] PoliTica 5 L Fisco a festa della mamma è una ricorrenza diffusa in tutto il mondo, celebrata in onore della figura di madre, della maternità e dell'influenza sociale delle madri. La festa è presente nella maggior parte delle Nazioni, non solo in Europa ma anche in Sudamerica: Argentina, Bolivia, Madagascar… Non esiste un unico giorno dell'anno in grado di accomunare tutti gli Stati in cui l'evento è festeggiato. In Italia, negli Stati Uniti d'America, in Svizzera e in molti altri Paesi la data è la seconda domenica del mese di maggio. Negli Stati Uniti nel maggio 1870, Julia Ward Howe, attivista pacifista, propose l'istituzione della Giornata della madre, come momento di riflessione contro la guerra, ma l’iniziativa non ebbe successo. Anna Jarvis ha celebrato la “Giornata della madre” per la prima volta nel 1908, è stato un memoriale in onore di sua madre, attivista a favore della pace. La celebrazione di Jarvis è diventata molto popolare e fu ufficializzata nel 1914 dal presidente Woodrow Wilson con la delibera del Congresso, con l’indicazione del giorno: la seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri. Da allora la festa si è diffusa in molti Paesi del mondo, cambiano, però, le date in cui è celebrata. Con l'andare del tempo questa festività, come tante altre, ha fatto registrare un risvolto di carattere commerciale. In Italia, la Festa della Mamma, è stata introdotta negli anni cinquanta da Raul Zaccari, senatore e sindaco di Bordighera, su iniziativa del quale venne celebrata a Bordighera la seconda domenica di maggio del 1956 (al Teatro Zeni e successivamente al Palazzo del Parco), e da un sacerdote, don Otello Migliosi, in Umbria, a Tordibetto di Assisi, nell’anno 1957. L'idea di don Otello Migliosi fu quella di celebrare la Mamma non già nella sua veste sociale o biologica ma nel suo forte valore religioso, cristiano anzitutto ma anche interconfessionale, come terreno di incontro e di dialogo tra loro le varie culture: il suo tentativo è stato ricordato, in due contributi, anche dal quotidiano della Santa Sede, L’Osservatore Romano. Da allora, ogni anno, la parrocchia di Tordibetto celebra ufficialmente la Festa con importanti manifestazioni a carattere religioso e culturale. Il 18 dicembre del 1958 Raul Zaccari e i senatori Bellisario, Baldini, Restagno, Piasenti, Benedetti e Zannini – presentarono al Senato della Repubblica un disegno di legge per ottenere l'istituzione della Festa della Mamma. Maggio è anche il mese dedicato alla Madonna; Maria rappresenta per eccellenza l’universo femminile, incarnando le figure e i ruoli di sposa fedele e di madre amorevole, accompagnando con sofferenza e sacrificio il Figlio fino al calvario per proseguire la vita in preghiera fino all’Assunzione in cielo, per diventare il faro della fede in quanti cercano ristoro dagli affanni della vita quotidiana. 6 sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino medicina 7 vangelo domenica 11 maggio FesTa della mamma dona il 5Xmille È L A K Trattor tt ia Pizzeria Locale attrezzato Fondazione opus solidarietatis Pax onlus 92057260645 Via Pianodardine, 55 - 83100Avellino (AV) Tel 0825/622041 Chiuso Il Lunedì 10 il Ponte è il primo settimanale dell’irpinia 2 ilPonte sabato 10 maggio 2014 &2081(',$9(//,12 $VVHVVRUDWR3ROLWLFKH6RFLDOL $VVHVVRUDWR3ROLWLFKH&XOWXUDOL LA TUTELA DEL MINORE IN TEMPO DI CRISI Convegno Giovedì 15 Maggio 2014-Ore 15:30-19:30 Carcere Borbonico di Avellino - Sala Blu ingresso via De Marsico O RAMMA OG Iavarone Mariano Assistente Sociale d duce Rosario Giovanni Assistente Sociale d nte Coop. Sociale La Goccia - Avellino de Counselor familiare - Giudice Onorario T.M. di N /HFRPSHWHQ]HGLFRXQVHOLQJQHOO·DVVLVWHQWHVRF una rris isorrsa perr la tutela del minore Tomeo Tiziana Avvocato i autorità e era Presidente Ass. CamMiNo La tutela del soggetto debole: percorsi di difesa in ambito civile e penale Presidente Ordine Assistenti Sociali P ne Campania De Vito Paola Avvocato no Filomena Anna Assistente Sociale Il ruolo del tutore: tra norme e prassi v ngono ve Pulzone Carmela Psicoterapeuta maturo Natale Sociologo p Scienze Umane, Filosofiche e Formazione/DISUFF p. i e ffa amiglia tra crris isi e futuro 4XDOHVXSSRUWRDOOHQXRYH´FRQILJXUD]LRQLµIDP Pepe Alfonso Pedagogista co Dora Assistente Sociale Presidente Ass. Progetto Famiglia Affido - Avellin amiglia. Nuove opportunità di sostegno per la ffam residente CISMAI di tutela, dovere di cura: bini, ragazzi e famiglie bene comune sponsabilità sociali e carenze di risorrse Sono stati invitati ad intervenire Gentile Roberto - Procuratore Repubblica T.M. di Na Molinaro Gerarda - Presidente Ord. Ass. Sociali Camp Fabio Benigni - Presidente Ordine Avvocati di Avellin /·HYHQWRqJUDWXLWR Sono stati riconosciuti 3 crediti formativi per gli assistenti Sociali, 4 crediti formativi per gli Avvocati, 3 crediti formativi per i Counsellor iscritti al CNCP 3$752&,1, ',1($66,67(17,62&,$/, 5(*,21(&$03$1,$ Per info e iscrizioni: [email protected] - [email protected] - 0825.784082 oppure al momento presso la segreteria del convegno attualità ilPonte sabato 10 maggio 2014 3 L'aSSembLea dI azIone CattoLICa e Le paroLe dI papa FranCeSCo laici in UsciTa - il TemPo è FavoRevole C i sono tre verbi - rimanere, andare, gioire - che sono entrati dal 3 maggio nel vocabolario di un’associazione di laici impegnata a ricucire con il filo robusto delle relazioni il tessuto umano di un territorio, di un Paese e del Paolo Bustaffa mondo. Una passione le cui radici e ali sono in una fede pensata, vissuta e comunicata. I tre verbi sono di Papa Francesco e si affiancano a quelli della “Evangelii gaudium”. L’associazione è l’Azione Cattolica Italiana che ha appena concluso la sua assemblea nazionale elettiva ravvivata da un fitto dialogo tra generazioni attorno ai problemi, alle ansie e alle attese di questo tempo. Rimanere significa sostare con lo Sconosciuto di Emmaus e riconoscerlo dal gesto che compie. Andare significa accompagnare il passo degli altri viandanti sulla strada della vita. Gioire significa cantare lo stupore nell’incrociare oggi il proprio sguardo con quello dello Sconosciuto. In tanto camminare, andare e uscire - ricorda il Papa - anche il sostare ha un suo profondo significato. è il tempo dell’incontro, del riconoscimento, della comunicazione tra i volti e il Volto e non certo il tempo dell’indugio, della paura, della chiusura. Così l’appello di Francesco rivolto ai laici a uscire non risuona come un improvviso squillo di tromba ma è l’incipit di un atto di amore che nasce dalla consapevolezza che uscire da se stessi e andare all’incontro con l’Altro e agli incontri con gli altri è il passo imprescindibile per ritrovare pienamente se stessi. Significa mettere in luce la grandezza missionaria della parola “laicità” e ricordare che “in uscita” vuol dire abitare il mondo non in retroguardie impaurite ma in posti avanzati dove scorgere e segnalare la luce di una speranza e di una gioia non effimere. In questa prospettiva prende sostanza l’appello, ripetuto più volte all’assemblea di Ac, a passare dal tempo delle analisi al tempo di un’azione efficace perché pensata e condivisa. Ed è questa una strada da intraprendere anche oggi per evitare la deriva del clericalismo. Su questo rischio il 22 marzo scorso si era soffermato il Papa nell’incontro con Corallo, l’associazione che riunisce le emittenti radiotv cattoliche italiane. “Il laico - aveva detto a braccio - deve essere laico, battezzato, ha la forza che viene dal suo Battesimo. E perché è più importante il diacono, il prete del laico? No! è questo lo sbaglio. è un buon laico? Che continui così e che cresca così. Perché ne va dell’appartenenza cristiana, lì. Per me il clericalismo impedisce la crescita del laico. Ma... non ci sarebbe il clericalismo se non ci fossero laici che vogliono essere clericalizzati”. Il monito è chiaro perché una laicità dimezzata o svuotata impoverisce la Chiesa e indebolisce, se non svuota, l’annuncio del Vangelo. Non a caso, allora, un’associazione di laici pone il valore della corresponsabilità a fondamento del suo essere al servizio della Chiesa e della Città. Anche dalla consapevolezza che essere corresponsabili e non solo collaboratori prende il via quella conversione pastorale che il Papa indica e auspica con le immagini di una Chiesa in uscita, una Chiesa ospedale da campo, una Chiesa madre di tutti, una Chiesa senza frontiere. Questo è un tempo favorevole per un laicato “in uscita”, per un laicato che non ha bisogno di aggettivi ma di sostantivi, cioè di gesti, di volti e pensieri, per essere testimone e comunicatore di una speranza e di una gioia che non hanno confini di tempo e di spazio ALLUVIONE MARCHE: L’INTERVENTO CARITAS Vicinanza e aiuti concreti. Dalla Cei un milione di euro dai fondi otto per mille. Il direttore di Caritas Italiana in visita nelle zone alluvionate “Accompagnare la popolazione colpita, facendoci prossimi alle Caritas locali e sostenendone gli sforzi, non solo nell’emergenza, ma anche nella prospettiva della ricostruzione”. Questo il messaggio che don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, ha voluto ribadire oggi con la sua visita nelle zone alluvionate delle Marche. Sin dalle prime ore dell’emergenza Caritas Italiana è rimasta in costante collegamento con la Chiesa locale attraverso il coordinamento della Delegazione regionale Caritas, ed ha già espresso vicinanza e solidarietà mettendosi, come di consueto in conformità al suo mandato, a disposizione per un pieno supporto e destinando un primo contributo per gli interventi immediati. Una prima concreta risposta solidale all’alluvione che ha colpito le Marche è venuta inoltre dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana che ha disposto lo stanziamento di un milione di euro dai fondi derivanti dall’otto per mille. La diocesi di Senigallia, dove si sono registrate anche due vittime, è la più colpita, con ingenti danni alle abitazioni, alle vie di comunicazione e alle attività produttive. Tra sabato e domenica gli sfollati sono stati oltre 300. Altre zone che vivono disagi sono nell'area jesina, a Chiaravalle e nel Fermano. La Caritas di Senigallia, su indicazione del Vescovo, S.E. mons. Giuseppe Orlandoni, e d’intesa con le autorità locali, ha attivato due punti di pronta accoglienza e preparazione pasti. Nonostante i danni subiti anche da alcune strutture Caritas parrocchiali e diocesane, volontari e operatori stanno moltiplicando gli sforzi cercando di ripristinare i servizi essenziali destinati alle persone più in difficoltà, dislocandoli in Caritas parrocchiali ancora attive da attrezzare con servizi doccia e di distribuzione alimenti. Inoltre si sta allestendo un presidio provvisorio di orientamento. Tra gli interventi più urgenti si sta provvedendo alla fornitura di materassi, piccoli fornelli a gas e suppellettili per ripristinare la fruibilità delle abitazioni. Per sostenere gli interventi in corso, si possono inviare offerte a Caritas diocesana di Avellino, Piazza Libertà 19 – 83100 AVELLINO, tramite C/C POSTALE N. 14434831 specificando nella causale: “Alluvione Marche” 4 ilPonte attualità sabato 10 maggio 2014 La consultazione del 22-25 maggio e il ruolo dei cattolici Un voTo PeR esPRimeRe FidUcia nell'eURoPa N elle prossime elezioni europee verranno selezionati dei parlamentari che usufruiranno di un mandato di cinque anni. Nei nostri tempi di rapide evoluzioni, in cinque anni può succedere di tutto. L'elettore ha anche il diritto di aspettarsi che molti risultati possano essere raggiunti. Tuttavia, il ritmo impresso dagli eventi in Ucraina non è che l'ennesimo esempio di quanto velocemente gli scenari politici e la percezione delle priorità possano essere alterati, a volte in maniera del tutto sorprendente. Dal punto di vista delle priorità, è importante riconoscere che queste elezioni imminenti assumono un significato completamente diverso, a seconda della parte dell'Europa in cui ci si trova. In Belgio, per esempio, dove il voto è obbligatorio e l'atto di non votare è punito dalla legge, fiamminghi e valloni si troveranno a votare per elezioni regionali, nazionali ed europee, e ci si può legittimamente chiedere sulla base di quali elementi effettueranno la loro scelta i cittadini, a ogni livello. Sulla base della politica estera del Servizio europeo per l'azione esterna (Seae) o dell'accesso a scuole e servizi medici nelle "strutture" municipali bilingue di Bruxelles? Nel Regno Unito, viceversa, se i sondaggi elettorali, i venditori ambulanti di giornali e i titoli dei tabloid devono essere considerati indicatori affidabili, il 22 maggio - gli inglesi sono i primi a votare - costituirà una verifica finale in vista delle elezioni politiche del 2015, con il partito euroscettico e indipendentista Ukip pronto a erodere i voti del partito di governo (i Conservatori). Non è affatto chiaro in quanti dei 28 Stati membri dell'Ue le tematiche dell'Europa condizioneranno le scelte degli elettori. Né si può dare per scontato che i cittadini siano in grado di valutare quali siano i poteri propri conferiti al Parlamento europeo né quali aree di indirizzi politici rientrino nelle competenze dell'Ue. La dichiarazione emessa il 20 marzo dai vescovi della Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea), che ancora gode di un notevole livello di supporto attivo, anche al di là dei commenti giornalistici e dei soliti sospetti, si concentra molto chiaramente su questioni che meritano di essere prese sul serio in tutto il continente. Attingendo alla loro vasta e sostenuta esperienza pastorale, all'odore delle pecore affidate alle loro cure (per prendere in prestito l'espressione utilizzata da Papa Francesco nei suoi consigli ai vescovi), i vescovi della Comece hanno dimostrato quanto chiaramente percepiscono i problemi che riguardano le persone e che hanno delle conseguenze pratiche nella loro vita, in qualunque parte dell'Ue vivano. Nessuno può negare fino a che punto la crisi bancaria del 2007/8 abbia spinto la nave dell'Ue fuori rotta. Il grande problema dell'Europa continua a essere la forte ricaduta sociale della crisi: un numero crescente di persone vittime della povertà, i nuovi poveri, i giovani disoccupati, alla cui difficile condizione la Comece e, proprio di recente, il Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa) hanno dedicato dei convegni. Altre questioni che vengono affrontate dalla Dichiarazione dei vescovi sono le migrazioni, il giorno settimanale comune di riposo (domenica), la libertà di religione: tutte questioni che riguardano il benessere generale. Quello che risulta essenziale il 22-25 maggio è che i nostri cittadini esprimano il proprio voto credendo nel futuro del processo europeo e con il desiderio di contribuire al suo successo Patrick H. Daly - segretario generale Comece SCUOLA - TROPPI GIOVANI FUORI GIOCO il triste primato dei neet richiede scelte più creative I l fenomeno della dispersione è una vera piaga non solo della nostra scuola, ma dei sistemi formativi sul piano europeo e mondiale. La dispersione non s’identifica semplicemente con l’abbandono scolastico, ma può essere definita come un insieme di fattori che modificano il regolare svolgimento del percorso di studi di un ragazzo fino a determinarne un’uscita anticipata dal sistema scolastico. In una recente audizione alla VII Commissione della Camera è stato presentato un dossier della rivista Tuttoscuola secondo il quale “negli ultimi 15 anni quasi 3 milioni di giovani italiani, il 31,9% di coloro che dopo la terza media si sono iscritti a una scuola secondaria superiore statale, non hanno terminato gli studi con il conseguimento del relativo diploma”. Invece il 27,9% (cioè più di un quarto) di quelli che hanno iniziato un percorso di studi secondari nella scuola statale cinque anni fa (a.s. 2009-10) non lo ha completato. Negli ultimi anni, in verità, c’è stato un miglioramento sul fronte della dispersione, annota sempre Tuttoscuola, tuttavia la sostanza non è cambiata e la scuola italiana, nelle comparazioni internazionali, e in particolare europee, “continua a occupare una posizione di bassa classifica a causa dell’elevata percentuale di giovani di 15-29 anni in possesso del solo titolo di licenza media”. L’elevato tasso di dispersione scolastica va ad inserirsi in un contesto che vede l’Italia “primeggiare” in negativo e riguarda la quota di Neet (Not in education, employment or training), ovvero dei giovani tra i 15 e i 29 anni non più inseriti in un percorso scolastico o formativo ma neppure impegnati in un’attività lavorativa. La quota italiana è, infatti, molto superiore a quella della media europea (23,9 e 15,4% rispettivamente), con punte superiori al 37,7% in Sicilia (addirittura 39,8% per le ragazze). Sempre il rapporto di Tut- toscuola segnala che “molti di quei quasi 3 milioni di ragazzi dispersi negli ultimi 15 anni sono diventati Neet. Non sarebbero così numerosi se almeno una parte di loro avesse continuato a studiare o a seguire corsi di formazione professionale, come avviene in altri Paesi (in Germania i Neet sono il 9,7%, in Francia 14,5% e nel Regno Unito il 15,5%)”. Insomma, siamo di fronte a un’emergenza non nuova - se ne parla, infatti, da tempo e a più riprese - ma continuamente rinnovata, poiché non sembrano del tutto efficaci le politiche seguite fino ad oggi per contrastarla. Che fare? Gli esperti suggeriscono piani di studio più flessibili e personalizzati. Caldeggiano i percorsi di alternanza scuola-lavoro, così come corsi di sostegno e attività scolastiche al pomeriggio, oltre a un ripensamento sui temi della valutazione in ordine a promozioni e bocciature. Molto già si fa e vale la pena di proseguire sulla strada avviata. Tuttavia, al di là della questione “tecnica”, pare di capire che ciò che potrebbe segnare la svolta è una comprensione rinnovata del sistema scuola, con una positiva ricaduta sociale e nell’immaginario pubblico. In sostanza: rimettere davvero la scuola al centro delle attenzioni del Paese, sottolinearne il ruolo strategico, l’importanza educativa e di sostegno per l’opera delle famiglie. Questo può diventare decisivo per aumentarne l’attrattiva nei confronti dei più giovani. Non un parcheggio, non un percorso “costretto”, ma una vera strada ricca di opportunità e risorse. Rilanciare la scuola: questo serve. Alberto Campoleoni Politica ilPonte sprecopoli Alfonso Santoli voli BlU... di sTaTo S ugli sprechi dei voli blu di Stato il Presidente Letta sembra avesse cominciato, a fatica, a risparmiare solo per i vertici politici e le cariche istituzionali, mentre non è riuscito a sforbiciare le spese legate ai privilegiati della Difesa: Capi di Stato Maggiore e generali con incarichi diversi, perché non sottoposti a controllo. Dai dati emersi risulta che nel 2010 Palazzo Chigi, con 10.640 ore di volo, aveva speso 53 milioni di euro. Nel 2013, con la “cura” Monti-Letta, le ore di volo sono passate a 5.378. Di queste furono utilizzate 1.877 ore per le trasferte del governo, 1.264 sono state utilizzate per viaggi umanitari, trapianti di organi e malattie gravi, le rimanenti 1.066 ore sono servite per l’addestramento dei piloti. Il tutto per un costo complessivo di 26 milioni di euro, circa la metà. La stessa cosa non è accaduta per i voli dei militari nel 2013, che hanno raggiunto 1.170 ore al prezzo di circa 5mila euro l’ora per una spesa di oltre 5 milioni di euro. I militari, a differenza delle cariche istituzionali, volano con gli aerei blu senza chiedere le diverse autorizzazioni di rito a Palazzo Chigi. Si è riscontrato anche che, mentre i membri del Governo usano il meno possibile i voli blu preferendo il treno o i voli di linea, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, quando si reca a Bruxelles, città servita da compagnie aeree, preferisce l’aereo blu, la medesima cosa fa il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, senza tener minimamente conto delle linee nazionali. Un altro esempio: il Capo di Stato Maggiore della Difesa, per raggiungere Torino da Roma usa il volo blu, invece dei voli di linea o del treno. La stagione delle carovane del 2010 di Silvio Berlusconi che traslocava ad Arcore, sull’airbus presidenziale, ballerini, musicisti e cantanti per le notti di Villa Certosa con l’arrivo della Spending Review è totalmente scomparsa. Si volava circa 20 ore al giorno. Ora le trasferte del Governo si sono ridotte a 1.877 ore, un quarto dell’epoca del Cavaliere, con un risparmio di 26 milioni di euro rispetto al 2010. Esaminando i tabulati dal 2010 ad oggi riscontriamo che le spese sono passate da 53milioni 200mila euro del 2010, a 42 milioni 700mila nel 2011, a 30 milioni 345mila nel 2012 e ai 26 milioni 890mila euro nel 2013. Per quanto riguarda l’assicurazione si è potuto, attraverso la revisione dei massimali, ottenere un risparmio di 129.120 euro rispetto al 2012 e di 278.400 rispetto al 2011 con il cambio di assicurazione. Il servizio è passato “previa procedura ristretta”, alla Allianz Global Corporate & Speciality per un importo complessivo di 660.420 euro, contro i 928.820 euro del 2011. Gli oneri di rotta rimborsati dal Ministero dell’Economia sono passati da 751mila euro del 2010 a 440mila euro. Da evidenziare che sono stati incassati, per la prima volta, 93 mila euro dai giornalisti che viaggiano a seguito delle autorità. dona il 5Xmille Fondazione opus solidarietatis Pax onlus 92057260645 sabato 10 maggio 2014 5 eLezIonI eUropee 2014 la RaBBia e le sPeRanZe La lotta contro i “veri poteri”, che hanno deciso, guidato e comandato in Italia da decenni, è talmente complessa da apparire insuperabile! Probabilmente, è giusta la tesi di chi ritiene che la sfida, per le prossime europee, si gioca su due fronti: la rabbia e la speranza! Si, perché, da un lato vi sono quelli che si sono organizzati cavalMichele cando la delusione, lo scontento e la Criscuoli sfiducia, che si trasformano in rabbia contro tutto e contro tutti e, dall’altro, vi sono quelli che provano ad inventare le giuste risposte e le motivazioni che possano ridare coraggio, entusiasmo e fiducia ai cittadini, per far crescere la speranza in un domani migliore. Questi ultimi, però, appaiono in netta difficoltà, perché la speranza può vincere solo se alimentata da idee, progetti e proposte valide, innovative e convincenti. Purtroppo, spesso si scopre che gli ostacoli più grandi essi li incontrano all’interno del loro stesso schieramento. Così come è vero che, a volte, le difficoltà nascono dalla loro impreparazione. Per non parlare del fatto che, la lotta contro i “veri poteri”, che hanno deciso, guidato e comandato in Italia da decenni, è talmente complessa da apparire insuperabile! Non aiutano, infine, le condizioni generali del Paese: la disoccupazione giovanile, la crisi dell’economia ed una sfiducia diffusa in quella parte di classe dirigente che, ancora, rifiuta il cambia- scegliersi i migliori avvocati (e questo già la dice lunga sul concetto di “eguaglianza” della Legge). Oggi, dopo una condanna definitiva, sta imponendo un “valore” nuovo, quasi un “precedente” giurisprudenziale ed etico: chi oserà protestare se, un domani, qualsiasi altro pregiudicato, avendo i mezzi economici ed un minimo di controllo dell’informazione, volesse, anche da non candidato, impegnarsi a svolgere un ruolo di supporto, di guida e/o di promozione di una lista (anche se, in quel caso, in odore di-mafia o di camorra) alle elezioni di un consiglio comunale? Una volta, la persona che doveva scontare una condanna si vergognava, a tal punto, della sua condizione, da essere indotto a sparire dall’attenzione della pubblica opinione: oggi, la situazione di condannato (persino, quella di espulso dal Parlamento) serve come alibi ed offre le armi per attaccare le Istituzioni e per proporsi, utilizzando la TV di Stato, addirittura come “padre della patria”! Che errore grandioso! E poi c’è chi, ancora, prova a chiedersi perché i cittadini non hanno più fiducia nello Stato e, persino, nella stessa Giustizia! Non serve che Forza Italia vinca le elezioni: il suo leader ha già vinto la sua personale battaglia, ha trovato l’unico rimedio valido ed efficace contro l’angoscia dell’anonimato! mento. A nulla serve l’impegno del Presidente del Consiglio, che vorrebbe dimostrare di saper far tutto “bene e subito”, provando a vincere quel complesso di impotenza e di inutilità che i suoi predecessori hanno consolidato, da decenni, nella mente e nel cuore di ogni cittadino. Ogni cambiamento sconta il vizio di tempi biblici; ogni accordo ed ogni intesa diventa possibile solo se riesce a nascondere, nelle maglie della legge, la tutela di interessi e di posizioni di potere o di vantaggio per le forze, sociali e politiche, che, in astratto, sarebbero chiamate a “concertare” le scelte di novità nei diversi settori della vita sociale ed economica. Se a ciò si aggiunge il ruolo sfascista (ma anche di severo controllo) dei parlamentari del Movimento 5Stelle, che, da un lato, sono pronti a bocciare ogni nuova proposta e, dall’altra, non si lasciano sfuggire l’occasione per denunciare gli accomodamenti ed i piccoli o grandi abusi di cui la politica sembra non possa fare a meno, è chiaro che aumenta, insieme, la sensazione di impotenza di chi guida, e la sfiducia dei cittadini nella soluzione dei problemi! Si vota per l’Europa, ma lo sguardo è rivolto all’Italia, ai problemi antichi che sembrano irrisolvibili. Primo fra tutti quello di una nuova etica della responsabilità politica! Francamente, il fatto che il leader di Forza Italia (mentre sconta una pena accessoria) possa passare, liberamente, da una TV ad un appuntamento elettorale, come un comune cittadino libero da condanne penali in fase di espiazione, appare come un’anomalia tutta italiana! Altro che garantismo! Berlusconi è stato “garantito” da sempre: grazie alle sue possibilità economiche, ha potuto Ciò, anche grazie alla “complicità” di uomini di stato, distratti o poco attenti alla realtà! Per questo, il futuro sembra molto più difficile e complesso di quanto possa auspicare l’entusiasmo del giovane Presidente del Consiglio: cui va, comunque, il merito di provarci, di fare di tutto per scuotere le coscienze, per forzare gli immobilismi ed i rallentamenti che gli apparati (dello stato, dei partiti, delle forze sociali, persino, delle “agenzie” di formazione etica e culturale, del nostro Paese) sono pronti a frapporre contro ogni proposta di cambiamento! Costoro, chiusi a riccio a difesa dei loro privilegi ed interessi, non si rendono conto che rischiano di essere travolti da un neo-populismo “demolitore” che li cancellerà dalla storia, senza pensarci due volte! Fino ad ieri vi sono stati, ancora, valori, principi e realtà (sociali e culturali) che hanno “tenuto” rispetto allo sfascio morale prodotto dall’insipienza e dall’arroganza della mala politica. Domani, se prevarrà la delusione, se vincerà la rabbia, se dominerà la sfiducia, lo tsunami elettorale spazzerà via tutto, non solo il marciume che ancora galleggia e crede di poter sopravvivere al cambiamento! Peccato che, probabilmente, insieme al “brutto ed al marcio”, la forza distruttiva si porterà via anche la bellezza e la purezza della nostra libertà e della nostra democrazia. La storia (che spesso si ripete) ci insegna che le rivoluzioni ed i cambiamenti (se non sono guidati dall’intelligenza delle persone ma sono affidati solo alla forza dell’emozione e del risentimento) producono ancora più danni ed ingiustizie di quelle che si vorrebbero eliminare! Prepariamoci al peggio! 6 Fisco sabato 10 maggio 2014 “A TU PER TU CON IL FISCO” ilPonte a cura di Franco Iannaccone aRRiva l’ oRa “X” PeR il BonUs di 80 eURo La mISUra é ContenUta neL deCreto Legge 24 aprILe 2014, (n. 66) A partire già da questo mese si avrà il bonus di 80 euro nella busta paga per chi ha un reddito annuo complessivo tra gli 8 e i 24mila euro. Una delle promesse annunciate dal premier Renzi, che tante discussioni ha provocato tra maggioranza di governo ed opposizioni, diventa, quindi, una realtà. Da maggio e fino a dicembre 2014, i lavoratori dipendenti e assimilati (quindi, anche, co.co.co, collaboratori a progetto, tirocinanti, sacerdoti, lavoratori socialmente utili, ecc.) riceveranno dal proprio sostituto d’imposta 640 euro in più, 80 euro per otto mesi. Dopo i 24mila euro, il bonus decresce fino ad azzerarsi quando si raggiungono i 26mila euro. Questo, in attesa che la legge di stabilità per il 2015, con un intervento normativo strutturale, confermi la misura in maniera definitiva anche per gli anni a venire. Bisogna evidenziare che, poiché i sostituti d’imposta sono tenuti a riconoscere il bonus in via automatica in base alle informazioni in loro possesso, chi non ha i requisiti per il riconoscimento del beneficio, ad esempio, perché titolare di altri redditi che fanno superare la soglia dei 26.000 euro, deve darne comunicazione al sostituto d’imposta. Quest’ultimo recupererà, eventualmente, le somme già erogate e non spettanti, dagli emolumenti corrisposti nei periodi di paga successivi a quello nel quale ha ricevuto la comunicazione da parte del lavoratore e, comunque, entro i termini delle operazioni di conguaglio di fine anno o di fine rapporto. Se, per qualche motivo ciò non dovesse accadere, l’interessato dovrà restituire il bonus in sede di dichiarazione dei redditi Ovviamente questa misura non soddisfa tutti, in quanto in questo primo giro restano esclusi dal beneficio le partite IVA, i pensionati e gli incapienti e cioè coloro che sono titolari di redditi talmente bassi che non pagano IRPEF, in quanto l’imposta dovuta è assorbita dalle detrazioni spettanti per legge. Un discorso a parte meritano, poi, i lavoratori domestici (colf, badanti, baby sitter, ecc.) che, pur rientrando tra i soggetti legittimati a ricevere il bonus, di fatto, tenuto conto delle modalità di erogazione, non potranno riceverlo (almeno nell’immediato), perché penalizzati dall’inquadramento giuridico del loro datore di lavoro. Infatti, perché il bonus possa essere pagato, è richiesto che chi corrisponde gli emolumenti svolga la funzione di sostituto d’imposta (sia, cioè, autorizzato e obbligato per legge ad effettuare le ritenute sulle somme erogate), circostanza che non si verifica nel caso di soggetti privati che assumono un lavoratore per fare fronte ad esigenze familiari. Costoro potranno richiedere il credito nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2014 e, di conseguenza, utilizzarlo in compensazione per pagare eventuali altri tributi o contributi ovvero richiederlo a rimborso. Un’altra misura contenuta nel decreto e finalizzata anch’essa alla riduzione della pressione fiscale riguarda, invece, i contribuenti soggetti passivi dell’IRAP (maggiormente le imprese) che, a decorrere da quest’anno, pagheranno mediamente un 10% in meno del tributo regionale sulle attività produttive. E così, ad esempio, l’aliquota di base per le imprese commerciali e per i professionisti scende dal 3,9 al 3,5%. Riduzioni percentualmente analoghe anche per le aliquote ordinarie previste per tutti gli altri settori di attività economiche. Queste misure che servono per ridurre il c.d. cuneo fiscale, ossia la differenza tra il costo del lavoro per le imprese e quanto percepiscono i lavoratori in busta paga, hanno il dichiarato obiettivo di stimolare l’economia attraverso un aumento dei consumi e la creazione di un ambiente economico più favorevole agli imprendi- tori e agli investimenti produttivi. Secondo le stime effettuate, i due interventi comporteranno, per il solo 2014, un onere per le finanze pubbliche in termini di minori introiti o di maggiori spese per un importo complessivo di 7,7 miliardi di euro. La questione del reperimento delle necessarie risorse finanziarie è stato, inevitabilmente, oggetto di un acceso scontro politico tra maggioranza di Governo ed opposizioni che hanno lamentato l’assoluta mancanza delle coperture. Qualche dubbio, a dir del vero, sembra sia venuto anche al Presidente Napolitano che, prima di controfirmare il decreto autorizzandone la pubblicazione in Gazzetta, ha voluto incontrare il Ministro delle Finanze proprio per acquisire maggiori informazioni e garanzie sul tema delle coperture necessarie per l’attuazione del provvedimento, in particolare per la corresponsione del bonus. Comunque sia, il DL n. 66/2014 contiene una serie di interventi da inquadrare nel filone della sempre più “gettonata” spending review, a cui, negli ultimi anni, si ispirano ripetutamente tutti gli Esecutivi. Le finalità sono sempre le stesse: ridurre gli sprechi, eliminare le inefficienze della Pubblica Amministrazione e ridurre i costi della politica attraverso misure finalizzate alla “trasformazione degli apparati dello Stato e delle amministrazioni centrali e periferiche verso un assetto più funzionale, sobrio ed efficiente”. In tale ottica vanno collocate, ad esempio: • la previsione, a partire già da quest’anno, di una riduzione - ripartita in egual misura tra Stato, Regioni ed enti locali – della spesa per beni e servizi per complessivi 2.100 milioni di euro all’anno; • la riduzione delle auto blu in un numero di cinque per ciascun amministrazione centrale dello Stato; • l’adozione di specifiche misure per diminuire gli affitti degli immobili da parte di enti pubblici e per un miglior utilizzo degli spazi esistenti per ogni addetto; • l’acquisizione alle casse dello Stato di 150 milioni di euro incassati con il canone RAI; • una sforbiciata del 70% alla spesa sostenuta nel 2011 dagli enti locali della P.A. per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture e per l’acquisto di buoni taxi; • un taglio alle spese per incarichi di consulenza, studio e ricerca e per i contratti di collaborazione coordinata e continuativa nelle amministrazioni pubbliche, ad eccezione di Università, istituti di formazione, enti di ricerca ed enti del servizio sanitario nazionale; • la riduzione a 240.000 euro annui, al lordo dei contributi previdenziali ed assistenziali e degli oneri fiscali a carico del dipendente, del limite massimo retributivo per il primo presidente della Corte di Cassazione e, di conseguenza, per le retribuzioni agganciate a quel tetto, come gli stipendi dei dirigenti statali e dei manager delle società partecipate, che oggi, invece, possono arrivare fino a 311.000 euro; • il risparmio per 50 milioni di euro sulle spese degli Organi costituzionali (Presidenza della Repubblica, Camera dei Deputati, Senato della Repubblica, Corte Costituzionale); • la riduzione di 5,5 milioni di euro degli stanziamenti per le spese del CNEL (Consiglio Nazionale dell’economia e del lavoro) e degli organi di autogoverno della magistratura ordinaria, amministrativa e contabile. Sul fronte delle entrate, invece, è innanzitutto atteso un incremento di gettito della lotta all’evasione, con riferimento alla quale il Governo dovrà definire un programma di ulteriori misure ed interventi per rafforzare l’azione di previsione e di contrasto con l’obiettivo di incrementare, nel 2015, le entrate ad almeno 15 miliardi di euro e cioè con un surplus di 2 miliardi di euro rispetto ai 13 incassati nel 2013. Per reperire risorse, non manca, però, qualche inasprimento fiscale tra i quali spicca il maggior prelievo sugli interessi dei redditi di natura finanziaria con il passaggio dell’aliquota dall’attuale 20 al 26% a partire dal prossimo 1° luglio. Frutteranno, quindi, meno per chi investe e più per lo Stato, tra l’altro i conti correnti, i certificati di deposito, i titoli obbligazionari, i proventi dei fondi comuni e quelli delle polizze vita (nessuna modifica, invece, per i titoli di Stato, come BOT e BTP ed equiparati, i cui interessi continueranno ad essere tassati con l’imposta sostitutiva del 12,50%). Batosta anche per gli istituti di credito che posseggono quote della Banca d’Italia in quanto l’imposta sostitutiva sulla rivalutazione passa dal 12 al 26% e dovrà essere versata in un’unica soluzione entro il termine per il saldo delle imposte sui redditi dovuto per il periodo d’imposta dell’anno 2013 (quindi per chi ha l’esercizio coincidente con l’anno solare, entro il 16 giugno 2014 ovvero entro il 16 luglio con la maggiorazione dello 0,40%). Penalizzate anche le aziende che, avvalendosi della disposizione ad hoc contenuta nell’ultima legge di stabilità, optano per la rivalutazione di beni d’impresa dietro pagamento di un’imposta sostitutiva (del 16 o del 12, a seconda che si tratti di beni ammortizzabili o non, e del 10% se si vuole affrancare la riserva di sospensione d’imposta); anche in questo caso il versamento va fatto, in unica soluzione, entro il termine per il saldo delle imposte sui redditi 2013. E’ stata introdotta, anche, una parziale tassazione dei redditi derivanti dall’attività di produzione di energie da fonti rinnovabili agroforestali o fotovoltaiche. Fino ad oggi, tale attività non subiva alcun prelievo, in quanto era considerata un’attività agricola connessa, pertanto produttiva di reddito agrario e come tale rientrante nel reddito agrario attribuito al terreno, senza dar luogo ad un onere fiscale aggiuntivo. Adesso, invece, il reddito dovrà essere determinato applicando all’ammontare dei corrispettivi registrati ai fini IVA il coefficiente di redditività del 25%. La disposizione si applica a partire dal 2014, ma bisognerà tenerne conto già in sede di calcolo dell’acconto di giugno, rideterminando il dato storico del 2013 come se la norma fosse stata in vigore già per quell’anno. Un ulteriore gettito (per almeno 350 milioni di euro) è, infine, previsto, a partire dal 2014, dalla ridefinizione della mappa dei comuni montani e di collina, i cui redditi beneficiano dell’esenzione IMU (attualmente sono individuabili nella circolare ministeriale n.9/1993). Sarà un successivo decreto a stabilire i terreni che potranno essere affrancati dal tributo municipale, in base all’altitudine, eventualmente diversificando tra terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola e terreni posseduti da altri soggetti. il ponte Settimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc proprietà diocesi di avellino fondazione “opus solidarietatis pax onlus” editrice “Coop. Il ponte a.r.l.” direttore responsabile Mario Barbarisi redazione: Via Pianodardine - 83100 Avellino telefono e fax 0825 610569 Stampa: Poligrafica Ruggiero - Avellino registrazione presso il Tribunale di Avellino del 22 dicembre 1975 Iscrizione al rnS n. 6.444 Iscrizione roC n. 16599 sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino ilPonte medicina sabato 10 maggio 2014 7 la ResisTenZa agli anTiBioTici é Una seRia minaccia R ecentemente abbiamo scritto che la mortalità nel mondo (esclusa la parte “occidentale”) aumenta per colpa dei tumori, delle condizioni di vita, dell’inquinamento atmosferico, e per tante altre cause. Fino ad ora la parte cosiddetta “evoluta” ha vinto tutte le battaglie contro le epidemie e le pandemie infettive risparmiando i milioni di morti che una semplice influenza poteva causare anche se solo in Europa, specie all’inizio del secolo scorso. Ciò era stato ed è possibile grazie prima ai sulfamidici e poi agli antibiotici in uno ai vaccini sempre più diffusi. Gli antibiotici, che letteralmente significano “contro la vita” dei batteri….. ovviamente, ci sono stati utili in tante patologie, oltre che in quelle infettive, che una volta erano considerate addirittura incurabili, alla stregua di alcuni tumori maligni dei nostri giorni. I batteri hanno trovato pane per i loro denti e sono stati messi a tacere da una serie di farmaci che erano prima capaci di eliminarli direttamente e poi impedendone la moltiplicazione. Più questi germi si difendevano e più gli scienziati rispondevano con nuove armi antiobiotiche sempre più specifiche e sempre più potenti. In principio fu la muffa ed alcune piante che gli egiziani, i cinesi ed i greci già utilizzavano prima che Alexander Fleming scoprisse nel 1928 la penicillina. Ma prima di lui ci fu un medico molisano trapiantato a Napoli per i suoi studi universitari (Vincenzo Tiberio) ad intuire la possibilità che le muffe avessero potere battericida. Dal 1935 in poi non è trascorso anno che non sia stato immesso sul mercato un nuovo farmaco antibatterico, prima costruito per “abbattere” la parete cellulare dei cattivi microbi: penicilline. Successivamente furono immesse le polimixine che agivano contro la parte plasmatica del batterio, poi i chinolonici e la rifampicina contro la sintesi degli acidi nucleici, poi ancora le tetracicline ed i macrolidi contro la sintesi proteica. In pratica l’immissione di nuovi antibiotici in numero di 131 si è fermata da poco più di un anno sia per quanto riguarda l’offensiva contro i bacilli gram positivi e negativi aerobi (che si sviluppano in presenza di ossigeno) e gram positivi anaerobi (che si sviluppano in assenza di ossigeno). Questa classificazione è fatta in base alla loro efficacia contro gruppi particolari di batteri. Ovviamente l’uso degli antibiotici si è fatto spaventosamente enorme, soprattutto nel mondo occidentale creando tutta una serie di problematiche che vanno al di là degli effetti collaterali che pure ci sono e fastidiosi. Il problema principale è quello dell’utilizzo non corretto e non dettato dal medico. Infatti chiunque ricorre ad una terapia orale anche in caso di virosi di bassa entità, non sapendo che i virus non risentono minimamente dell’azione dell’antibiotico che non ha nessuno effetto in questi casi. E’ importante fare la diagnosi e farla fare a chi fa questo per mestiere, perché oggi si va in farmacia in piena autonomia e si autosomministra un antibatterico anche se nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di infezioni delle vie aeree superiori o forme simil-influenzali. Non servono poche ore di febbre per autocurarsi con farmaci di grande utilità se utilizzati nel modo giusto e contro il nemico giusto. Andando di questo passo si ottiene un’assistenza sanitaria sempre più costosa (i farmaci di cui stiamo parlando sul mercato hanno un prezzo elevato), ma quello che più ci interessa è che l’antibiotico continuamente utilizzato può non essere efficace per la re- sistenza che la specie batterica si “costruisce” in autodifesa. Il batterio in pratica impara a difendersi modificando le proprie caratteristiche fisiche e gli scienziati sono costretti a combattere contro questi “nuovi” germi resistenti con sempre nuove molecole più “importanti” in senso chimico e come costo della ricerca (che si ripercuote sul prezzo di vendita al pubblico), altrimenti il clinico dovrà registrare il fallimento terapeutico. Quindi l’impiego scriteriato di farmaci antibatterici non rappresenta una via percorribile, si utlizzano solo quando sono indispensabili o comunque, quando esiste un’innegabile utilità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità pochi giorni or sono ha lanciato l’allarme che, tradotto in maniera seppure maldestra, significa: ”Resistenza è seria minaccia, rischio era post antiobiotica”. Sembra un telegramma ma in realtà è un proclama vero e proprio. I Paesi al mondo coinvolti nel problema, compreso il nostro Paese, sono 114 ed in alcuni si è arrivati al tetto del 50% di resistenza anti microbica a batteri comuni ed alcuni verso germi diffusissimi e teoricamente più “tranquilli” nel senso di aggressività verso l’ospite: Escherichia Coli, Klebsiella Pneumoniae e Stafilococco Aureus. Il primo di questi batteri in Italia ha il 19,8% di resistenza alle cefalosporine di i BamBini, il sole e il melanoma la prevenzione è sempre più importante dell’abbronzatura C on l’inizio della bella stagione si inizia a vestirsi di meno e ad esporsi di più al sole. Ci si espone al sole non solo al mare ma anche facendo sport, passeggiando o svolgendo un’attività qualsiasi all’aria aperta. Molte persone svolgono la loro attività lavorativa all’aperto, quindi non possono non esporsi agli ultravioletti dei raggi solari. Oggi è noto che i raggi ultravioletti (UV) danneggiano la pelle subito, con malattie acute quali l’ustione e le fotodermatiti, e provocano malattie che si presentano, invece, con molti anni di ritardo, come nel caso dei tumori cutanei. Il danno solare è infatti cumulativo. Le piccole alterazioni prodotte dal sole quest’anno si aggiungeranno a quelle riportate lo scorso anno. E così via, giungendo dopo anni d’esposizione alla possibile comparsa di neoplasie. Per questo si consiglia ai genitori di proteggere bene i bambini, facendoli esporre poco al sole, così da prevenire la comparsa in età adulta di gravi malattie. Queste sono tanto più frequenti quanto maggiormente ci si è scottati al sole nell’infanzia. Esporsi lungamente al sole è un’abitudine molto più temibile oggi, visto che recenti statistiche riferiscono un aumento dei tumori cutanei anche in età pediatrica. Lo Houston Chronicle (Ackerman) riferisce che recenti ricerche indicano che, "anche se ancora raro, il melanoma è sorprendentemente in aumento: i casi pediatrici degli Stati Uniti sono aumentati del 2 per cento all’anno tra il 1973 e il 2009, passando da meno di 250 casi all’anno, ai circa 500 casi attuali". Più ampie ricerche hanno dimostrato che ci sono stati anche "simili aumenti in Inghilterra , Svezia e Australia". Anche se la causa di tale aumento non è chiara, " alcuni ricercatori sospettano, pur mancando ancora dati completi a supporto, che può essere correlata all'esaurimento dello strato di ozono, che assorbendo la maggior parte delle radiazioni ultraviolette solari ci ha ben protetto negli anni addietro". Di conseguenza la protezione solare, eseguita in modo adeguato, diviene sempre più importante per evitare i danni del sole, e prevenire il cancro della pelle. La WXFL - TV di Albany, (Kerri Copello) riporta l'importanza di rimanere protetti dai rischi dell’esposizione eccessiva al sole. La stazione televisiva, affiliata alla Fox, cita in una campagna d’educazione sanitaria quanto scritto dalla Dermatologa Melinda Greenfield, che spiega ai lettori come e perché usare delle creme solari con un elevato fattore di protezione (SPF). Facendo se- guito a quanto precedentemente pubblicato sullo “Slate Magazine”, la Dotoressa Greenfield dice che, “nelle vecchie creme solari si aveva solo un numero indicativo circa la protezione e che tali creme proteggevano solo contro i raggi UV-B. Ma oggi sappiamo che anche i raggi UV-A, sono molto importanti per l’origine del cancro cutaneo". Attualmente, in Italia, disponiamo di molte creme adeguate per far fronte alle nuove esigenze per la fotoprotezione. Nella tabella che riportiamo viene illustrata una correlazione tra le due classificazioni generalmente indicate sulle confezioni delle creme solari. Questi valori sono previsti dalla direttiva della Comunità Europea (n. 10006/647/CE) che indica le linee guida sulle modalità di preparazione ed uso, e sull’efficacia dei prodotti per la protezione solare. Trascurarne l’uso significa accettare i rischi legati alla comparsa di gravi malattie della cute quali il carcinoma basocellulare e altre forme di neoplasia. L’invecchiamento precoce della cute, caratterizzato da macchie scure e profonde rughe, è un altro rischio legato alla continua fotoesposizione. Proteggersi adeguatamente con una crema solare, riducendo i tempi di fotoesposizione e scegliendo le ore più fresche del giorno, è una forma semplice ed economica di prevenzione sanitaria da non trascurare, almeno per i bambini. Per saperne di più: http://www.chron.com/news/health/article/Pediatric-melanoma-a-growing-occurrence5424359.php http://www.mysouthwestga.com/news/story.asp x?id=1035229#.U2JfD_l_uSp Raffaele Iandoli terza generazione, dato questo del 2011 confermato per il 2013. Cosa bisogna fare per affrontare questa resistenza? Per prima cosa le mamme devono evitare di curare i figli senza aver sentito il pediatra o il proprio medico di famiglia perché l’antibiotico serve più a calmare l’ansia per la febbre del piccolo che a combattere un microorganismo che è in genere un virus e quindi non usare un presidio inopportuno, inutile e creatore a lungo andare di resistenze. Quando poi verrà utile, non potrà più essere tale. Non si deve utilizzare un farmaco “avanzato” e neppure prescritto in altre occasioni. Questo serve al medico per capire se sono sorte o se esistono già pregresse allergie specifiche ad una determinata molecola. Quindi binomio indissolubile tra patologia e prescrizione medica ed anche utilizzazione del farmaco per quello che viene esattamente prescritto e per il tempo soprattutto e non bloccarne l’uso se il paziente si sente meglio o passa la febbre. Anche il medico da parte sua deve prescrivere antibiotici solo in caso di necessità per la patologia riscontrata e diagnosticata e non per eventuale “copertura” di qualcosa che non si capisce. La resistenza agli antibiotici è una minaccia alla moderna medicina e comunque alla salute pubblica: infezioni banali di un tempo o piccole ferite possono di nuovo dare fastidio per cui il medico dovrà continuare a fare quello che ha sempre fatto, i pazienti a non ritenersi medici e non auto curarsi su Internet dove si consiglia di tutto e di più senza logica. I governi, dal canto loro, dovranno assicurare la prevenzione soprattutto con le vaccinazione su larga scala e, per i non occidentali, l’accesso all’acqua pulita. Non siamo ancora arrivati alle vecchie infezioni che tornano ad uccidere o a super batteri devastanti dei film dell’orrore, ma se continuiamo ad usare gli antibiotici in maniera incongrua (una donna istruita mi ha di recente riferito che lei assume un determinato farmaco in dose da 500 mg in quanto molto magra!!!) o, comunque, inappropriata, non so se avremo a disposizione i mezzi per affrontare un’emergenza che potrebbe poi essere veramente ingestibile. Gianpaolo Palumbo LA PREVENZIONE SENOLOGICA Domenica 11 maggio 2014 alle ore 17,30 presso il Circolo della Stampa di Avellino. L’incontro ha lo scopo di informare e sensibilizzare la popolazione generale sulle corrette modalità di prevenzione senologica. Introdurrà la serata la giornalista dotoressa Marika Borrelli. Relazioneranno sulla prevenzione primaria le Biologhe Nutrizioniste del Centro di Nutrizione Clinica Pabulum di Avellino. La Dottoressa Katya Tarantino aprirà il convegno fornendo una panoramica sulle ricerche effettuate per valutare il ruolo dell’alimentazione nella prevenzione dei tumori e in modo particolare sul tumore alla mammella. Seguirà una relazione sul ruolo della dieta mediterranea nella prevenzione primaria secondo la visione della dottoressa Giulia Corrado. La guida alla prevenzione senologica secondaria sarà oggetto della relazione della dotoressa Graziella Di Grezia, medico chirurgo specialista in Radiodiagnostica, che si occuperà di diagnosi precoce e senologia clinica per la definizione di protocolli di prevenzione personalizzati e mirati per ogni donna. L’ingresso è libero. Per info tel. al 329/6152749 (dotoressa G. Di Grezia) o 329/9831500 (dotoressa K. Tarantino). 8 sabato 10 maggio 2014 ilPonte ilPonte sabato 10 maggio 2014 9 10 ilPonte vangelo sabato 10 maggio 2014 la liturgia della Parola: iv domenica di Pasqua + Dal Vangelo secondo Giovanni 10,1-10 - Io sono la porta delle pecore. In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». racconto che dev’essere interpretato. Nella parabola della pecorella smarrita bisogna pensare ad un vero pastore, non a Dio. Invece nell’allegoria di Giovanni le pecore e il pastore rappresentano qual cos’altro, noi e Dio. Il pastore può chiamarle per nome perché è il Messìa e le pecore sono i fedeli; il recinto indica l’atrio del Tempio alla cui porta sta il Levita che ne custodisce l’ingresso e che garantiva contro i falsi messìa che all’epoca abbondavano e che istigavano le “pecore” a rivolta in nome della salvezza. Quando Giovanni scrive questo Vangelo è già avvenuto il terribile effetto provocato dai falsi messìa, la distruzione di Gerusalemme ad opera dei Romani. N on è una parabola, ma una similitudine, un’allegoria perché ad ogni elemento materiale raffigurato ne corrisponde uno che riguarda la realtà spirituale. L’allegoria è una sorta di traduzione; la parabola invece è un Gesù si qualifica come il Pastore buono, vero, bello, l’unico Messìa che chiama uno ad uno quelli che credono, i discepoli. Ora si capisce anche il “cammina innanzi a loro, e loro lo seguono” perché si tratta di uomini, non di pecore. è la stessa immagine dell’Esodo, quando Dio camminava innanzi al suo popolo sotto forma di nube. Anche il buon pastore precede le pecore e cammina innanzi a loro; infatti egli sta camminando per portare a termine la volontà del Padre fino alla croce. Gesù è venuto, inviato da Dio, per portar fuori le pecore dal recinto della Giudea e spargersi in tutto il mondo nella sequela del loro Pastore. Le cose sono cambiate; non c’è più bisogno di quella terra, di quell’atrio, di quel tempio, per la salvezza. Ora la salvezza è tutta in Gesù: “Io sono il pastore vero”. Lui è anche la porta per accedere a Dio e alla salvezza, mentre prima bisognava andare a Gerusalemme ed entrare nel Tempio. Le pecore ascoltano il pastore che le chiama e le conduce fuori: è il grande ultimo esodo verso la Terra Promessa della Risurrezione e della gloria, alla pienezza della comunione con Dio. Angelo Sceppacerca solidaRieTà senZa conFini “ viveRe la ResURReZione in TeRRa di missione” D opo aver letto le esperienze della settimana scorsa che ci ha donato Giampaolo Pezzi, missionario comboniano in territorio peruviano, proseguiamo Pasquale con altri laici che in queDe Feo sto periodo pasquale hanno portato l’amore di Cristo risorto in varie parti del mondo. In Bolivia, ai margini della capitale, è sorta, anche grazie al contributo delle Pontificie Opere Missionarie, un centro che accoglie le bambine di strada dove si trovano 17 ragazze dai 13 ai 19 anni, di cui cinque sono già mamme che vivono con i propri figli. Sono bambine strappate dalla strada, trovate che vendevano il proprio corpo per povertà o per costrizione, che si stordivano annusando la colla. I volontari hanno parlato loro del centro di accoglienza che è l’occasione per cambiare vita e poter acquistare la propria dignità. Alcune di queste bambine hanno accattato la sfida anche se sono se- gnate per sempre per le violenze che hanno subito, esperienze dure; esseri umani che vanno accolte con il cuore. Questo è il valore e l’essenzialità delle relazioni, che passa attraverso uno sguardo, un abbraccio e non è necessario dire chissà che o fare chissà cosa; l’importante è il tempo che si condivide con l’altro. Queste bambine hanno trovato, grazie ai volontari, una casa, un focolare, un caminetto, in definitiva un centro dove per la Resurrezione di Nostro Signore hanno vissuto una festa coinvolgente amplificata da un folklore particolare ed inaspettato. Queste ragazze hanno trovato la gioia perduta, piccoli gesti quotidiani con i colori, i fiori, l’ordine, la pulizia, i pasti, tutte cose che non avevano mai conosciuto prima, vittime di situazioni familiari difficili o della totale assenza di genitori capaci di prendersi cura di loro. Saranno le donne di domani e sicuramente saranno mamme molto più responsabili di quelle da cui sono nate. Dalla Colombia passiamo alla Turchia dove ci scrive Mariagrazia Zambon missionaria della diocesi di Milano, per condividere con noi lettori de “Il Ponte” la grande gioia che ha portato nel cuore in questi giorni di Pasqua per la Risurrezione del Signore che fa nuove tutte le cose e libera i cuori da ogni timore, tristezza e divisione. In questi anni in terra di missione Mariagrazia ha assistito con grande meraviglia alle celebrazioni delle settimane sante che si sono susseguite avendo la gioia e la grazia di vivere questi momenti con tutte le minoranze cristiane presenti in Turchia. Durante la veglia nella capitale Ankara presso la chiesa della Nunziatura dedicata a Maria Madre di Dio, parrocchia di tutti i cristiani stranieri presenti nella città si è realizzata – scrive Mariagrazia – la Parola di Dio pronunciata attraverso Ezechiele: “Dopo averli dispersi fra le nazioni, vi radunerò da ogni terra”. Continua Mariagrazia: “Attorno al fuoco, nel piccolo cortile di cemento, c’eravamo proprio tutti, persone provenienti da tutto il mondo: diplomatici e gente comune di stati europei, asiatici, africani e americani. Le letture sono state proclamate in lingue diverse, il coro filippino si alternava con quello turco, i doni dell’offertorio che comprendevano grossi cesti di frutta portati sulla testa dalle donne africane, le litanie dei santi in arabo. Nel risorto ci siamo sentiti un cuore solo e un’anima sola e alla conclusione della veglia c’è stato lo scambio di auguri in mille lingue: “Cristo è risorto, è veramente risorto”. ilPonte sabato 10 maggio 2014 11 L’intervento del presidente de marco all’incontro formativo a.I.m.C. “cUlTURa, scUola, PeRsona” L'elaborazione dei saperi necessari per comprendere l'attuale condizione dell'uomo planetario, definita dalle molteplici interdipendenze fra locale e globale, è dunque la premessa indispensabile per l'esercizio consapevole di una cittadinanza nazionale, europea e planataria I n quest'incontro non parleremo della cultura sotto l'aspetto della “contemplazione” fine ultimo della prima filosofia (Grecia classica) e della religione per la quale i saperi sul mondo e del mondo esprimono le meraviglie di Dio. Parleremo della cultura sotto l'aspetto dell'operazione della trasmissione: cioè del passaggio del patrimonio di conoscenze, tradizioni, istituzioni, sentimenti, atteggiamenti etici ed altro, da generazioni più mature e anziane a generazioni giovani che si affacciano alla vita. Il campo insomma dell'educazione, della formazione, dell'istruzione, e lo faremo tenendo presenti istanze culturali fondamentali per la professione docente a qualunque ordine e tipo di scuola essa appartenga. Le ultime “Indicazioni Nazionali” 2012 si aprono con il paragrafo “Cultura scuola persona”, d'altronde riprende con lo stesso titolo, il paragrafo iniziale delle Indicazioni 2007 ampliandolo; l'emergere dello sfondo culturale, in questi documenti, inaugura un periodo di riflessione più approfondita sui riferimenti fondamentali per la professione docente. Ma quali sono i termini della questione? Dalle Indicazioni 2012 noi sappiamo che: << L'elaborazione dei saperi necessari per comprendere l'attuale condizione dell'uomo planetario, definita dalle molteplici interdipendenze fra locale e globale, è dunque la premessa indispensabile per l'esercizio consapevole di una cittadinanza nazionale, europea e planataria. Oggi la scuola italiana può proporsi concretamente un tale obiettivo, contribuendo con ciò a creare le condizioni propizie per rivitalizzare gli aspetti più alti e fecondi della nostra tradizione. Questa, infatti, è stata ricorrentemente caratterizzata da momenti di intensa creatività ̶ come la civiltà classica greca e latina, la Cristianità, il Rinascimento e, più in generale, l'apporto degli artisti, dei musicisti, degli scienziati, degli esploratori e degli artigiani in tutto il mondo e per tutta l'età moderna ̶ nei quali l'incontro fra culture diverse ha saputo generare l'idea di un essere umano integrale, capace di concentrare nella singolarità del microcosmo personale i molteplici aspetti del macrocosmo umano>>. Davvero una prospettiva avvincente questa descritta dall'ultimo periodo del paragrafo “Per un nuovo umanesimo”. Che cosa dispone, quindi a continuare, sul piano educativo e formativo, questa grande mentalità universale che, personalmente riconosco storicamente appartenere alla gens italica? Certo la crisi economica porta con sè l'esasperazione dei localismi, delle chiusure, delle competizioni egoistiche, sono involuzioni storiche a cui la scuola deve opporsi con tutte le sue energie e risorse; è questa la risposta da dare alla domanda che prima poneva! Ma non basta collegarsi ad “internet” per diventare cittadini del mondo, le realtà di altre culture ci sollecitano da presso, entrano nella scuola con i figli dei tanti immigrati che vengono a cercare libertà e lavoro in Italia; così l'intercultura deve diventare il modello che permetterà a tutti i nostri figli e discenti il riconoscimento reciproco arricchendo l'identità di ciascuno. Per mentalità europea corrente si tende ad emarginare e trascurare la dimensione religiosa dell'esistenza e quindi il dialogo interreligioso; affermiamo identità che hanno scisso in se stesse l'aspetto religioso da quello civile relegando la Fede nella sfera del privato rispetto al pubblico. Non è così per tanta parte degli uomini e donne che vengono da noi, dall'Africa e dall'Oriente, essi conservano l'unione originaria tra il mondo reale e il mistero dell'esistenza. L'occidentalizzazione del mondo non può essere la soluzione finale per risolvere le problematiche interculturali e interreligiose. Né va dimenticato che troppo spesso l'immagine dell'altro che viene a noi è condizionata dall'immagine del mondo che le molteplici sollecitazioni della globalizzazione ci trasmettono: stereotipi e “luoghi comuni” possono falsare e inasprire i rapporti umani tra popolazioni diverse. Le “Indicazioni” ci avvertono: << Le relazioni tra il microcosmo personale e il macrocosmo dell'umanità e del pianeta oggi devono essere intese in un duplice senso. Da un lato tutto ciò che accade nel mondo influenza la vita di ogni persona, dall'altro, ogni persona tiene nelle sue stesse mani una responsabilità unica e singolare nei con- fronti del futuro dell'umanità.>> L'educazione e la formazione di menti aperte, di personalità consapevoli e responsabili ricade in primis sulla scuola e la famiglia strettamente collaboranti; nella scuola c'è il primo filtro e il primo ordine alle tante informazioni che invadono la vita dei bambini, dei ragazzi e dei giovani, la sollecitazione e il rafforzamento di quegli aspetti di consapevolezza e responsabilità che prima richiamavamo verso una globalizzazione positiva. Sempre nelle “Indicazioni” 2012, nel paragrafo “Per un nuovo umanesimo”: << Per questo scopo il bisogno di conoscenze degli studenti non si soddisfa con il semplice accumulo di tante informazioni in vari campi, ma solo con il pieno dominio dei singoli ambiti disciplinari e, contemporaneamente, con l'elaborazione delle loro molteplici connessioni. è quindi decisiva una nuova alleanza fra scienza, storia, discipline umanistiche, arti e tecnologia, in grado di delineare la prospettiva di un nuovo umanesimo.>>. è un discorso, questo del nuovo umanesimo, che mi attira moltissimo, vedo nella scuola il perno del rilancio di questa cultura, se essa saprà: << ̶ Insegnare a ricomporre i grandi oggetti della conoscenza ̶ l'universo, il pianeta, la natura, la vita, l'umanità, la società, il corpo, la mente, la storia ̶ in una prospettiva complessa, volta cioè a superare la frammentazione delle discipline e ad integrarle in nuovi quadri d'insieme ̶ promuovere i saperi propri di un nuovo umanesimo: la capacità di cogliere gli aspetti essenziali dei problemi, la capacità di comprendere le implicazioni, per la condizione umana, degli inediti sviluppi delle scienze e delle tecnologie; la capacità di valutare i limiti e le possibilità delle conoscenze; la capacità di vivere e di agire in un mondo in continuo cambiamento.>>, (Indicazioni 2012 - “Per un nuovo umanesimo”). Nella progettazione dei curricula, che abbiano questi scopi, dobbiamo andare oltre una riflessione intermedia, strumentale; dobbiamo dare spessore e profondità alle nostre impostazioni professionali facendo riferimento cosciente alla teoria della conoscenza che soggiace, spesso inconsapevolmente, implicitamente, dietro il curriculum. Nella società della conoscenza i processi di costruzione della stessa sono al centro del dibattito per lo sviluppo del soggetto in formazione. C'è comunque da dire che storicamente non è mai prevalsa una sola teoria della conoscenza, sarebbe stato un po' difficile che accadesse! Prevale un paradigma per un certo periodo per essere poi sostituito da un altro; attualmente il riferimento fondamentale e il “costruttivismo” che ha come potente e qualificato riferimento principale il pensiero e la ricerca di Jean Piaget espressi con i termini di “epistemologia genetica” a cui non si può non associare un altro grande studioso Lev Vygotsky. Mentre il primo pone l'enfasi sul soggetto in appendimento partendo dal dato biologico, il secondo sviluppa la sua elaborazione sull'influenza sociale e culturale nei con- fronti dei processi apprenditivi. La cultura del curriculum non si trova più di fronte alle teorie della conoscenza “idealista” (gentile), “positivista” o “pragmatista”, perlomeno in teoria, ma il suo tema principale, come si è capito, è l'apprendimento: del come si possa facilitare lo sviluppo dell'apprendimento in tutte le fasi della crescita della persona umana. Riprenderemo in altra sede questi argomenti. Vorrei spendere qualche riflessione sui temi del secondo relatore. Ci guidano le affermazioni di un valoroso studioso di “Bioetica” Giannino Piana, dal suo testo “Bioetica”: << La crisi delle ideologie, il venir meno delle interpretazioni metafisiche della realtà e delle narrazioni religiose forti, rendono difficile il riferimento a valori assoluti ai quali ancorare le scelte e costringono l'uomo a ripiegare sul quotidiano, privandolo di una tensione progettuale verso il futuro: prevale una visione della vita ritagliata sulla immediatezza, entro la cornice di significati parziali e proiettata verso la soddisfazione di bisogni limitati e feriali.>> Più chiaro di così, diremmo! I frutti di tutto ciò sono chiusura e disorientamento, prevalenza di atteggiamenti fortemente individualisti con consecutiva sofferenza dellea relazioni sociali; scarso senso di appartenenza, di riconoscimento e accoglienza reciproca. Prevale la categoria della “differenza” intesa non come segno di ricchezza umana, ma come sfondo filosofico, sociologico, psicologico giustificante il soddisfacimento di tutti i desideri umani i quali si traducono in diritti di affermare, non fa niente se a discapito dei soggetti più deboli e indifesi. La frammentazione culturale poi trascina con sé la complessità sociale che alimenta a sua volta la “differenza” come espressa sopra, moltiplicando a dismisura le appartenenze, ciò porta << … un indebolimento della identità soggettiva e la frammentazione del tessuto sociale.[...] Il quotidiano è l'unico spazio in cui si svolge la vita; diviene l'ambito esclusivo di soddisfazione dei propri bisogni. Lungi dall'essere percepita come avente una trama e un ordito preciso, l'esistenza si presenta piuttosto come il dispiegarsi di una serie indefinita di situazioni cangianti, senza relazioni tra loro, che vanno di volta in volta sfruttate nelle loro potenzialità immediate. >>. è sempre Giannino Piana che ci avverte. Le cose peggiorano quando si passa a considerare il pluralismo dei valori, il “politeismo dei valori”, come affermava Max Weber, la cui deriva negativa, sostenuta dal pensiero negativo, dichiara le proprie propensioni egoistiche come valori assoluti da perseguire sul campo della contrattazione politica – democratica. Questi aspetti pernisciosi per la comunità umana sono ben serviti dallo sviluppo della tecnica. Carlo Greco sintetizza efficacemente come è concepita la tecnica oggi: << Un fatto decisivo caratterizza, secondo Hans Jonas, lo sviluppo tecnologico attuale: mentre nelle epoche precedenti la tecnica rimaneva subordinata alla natura, perchè il suo compito era di imitarla e non di spezzarne gli equilibri, l'epoca moderna si costituisce sul radicale rovesciamento di quel rapporto: non è più la natura ad essere il fine bensì la tecnica, che heideggerianamente diventa il destino. La natura non è più che un oggetto da sottomettere al nostro dominio.>>. Quanti problemi etici scaturiscono da questa impostazione per l'esistenza dell'uomo? è una riflessione che mi piacerebbe facessero i collegi dei docenti degli istituti tecnici e professionali quando costruiscono i loro curricula, e non solo loro naturlamente. Specialmente se si ponessero il problema di formare allievi nella prospettiva che dicevamo all'inizio: capaci cioè di interconnettere i saperi, di dare senso e significato anche alla loro cultura tecnica, specialistica nel contesto del nuovo umanesimo auspicato nel dialogo tra scienza, tecnica e discipline umanistiche. La confusione e lo smarrimento generati dallo spezzettamento delle conoscenze, i valori, le relazioni portano spesso per reazione verso pericolosi esiti nell'atteggiamento umano, quelli espressi dal nichilismo di Nietzsche portato alle estreme conseguenze. Dal suo scritto più importante “Così parlò Zarathustra”, pensato in Italia a Rapallo nel 1883, un brano famoso: << Ormai Dio è morto! O uomini superiori, quel Dio era il vostro pericolo più grave. Soltanto ora che egli giace nel suo sepolcro, voi potete dirvi resuscitati. Ora è vicino il grande meriggio: ora soltanto l'uomo superiore diventa padrone! Comprendete voi queste parole, o fratelli? Voi siete atterriti: vi incolse forse la vertigine? L'abisso vi si apre forse dinanzi spalancato? Forse il cane infernale abbaia contro di voi? Ebbene! Orsù! O uomini superiori! Ora soltanto la montagna dell'avvenire umano s'agita nelle doglie del parto. Dio morì: ora noi vogliamo che viva il superuomo>>. In altri suoi scritti dati per frammenti; sui valori: << I valori e il loro variare stanno in rapporto con la crescita della potenza di chi pone i valori; la misura di incredulità, di una riconosciuta “ libertà dello spirito” come espressione della crescita di potenza: “nichilismo” come ideale di suprema potenza dello spirito, di vita straricca: in parte distruttivo, in parte ironico.>>. Ora quello che preoccupa non è il nichilismo esplicito: ben pochi avrebbero il coraggio di far discendere dalle affermazioni di Nietzsche dei principi ispiratori e un programma di azione consecutivo. Quello che preoccupa è il nichilismo implicito, quello fondato sull'indifferenza, l'ignavia, l'egoismo, la superbia, l'avidità. Quanti danno per scontato in ogni campo della vita che: << I valori e il loro variare stanno in rapporto con la crescita della potenza di chi pone i valori; ...>>. In conclusione i docenti delle scuole di ogni grado e tipo devono tener conto di queste realtà culturali? O i loro curricula assomigliano a una navicella sbattuta dai marosi che non sa da dove è partita e non sa dove arriverà, nel frattempo i marinai – docenti si affannano a mettere in ordine gli strumenti e gli spazi della navicella come tecnologi dell'istruzione, esperti di computer e LIM, ma incapaci di instaurare relazioni educative significative con gli allievi, o burocrati della programmazione avidi di direttive dall'alto da applicare formalmente aumentando sempre più la distanza tra il curriculum dichiarato e il curriculum agito. Da dove dovrebbe venire, insomma, l'amore per la cultura nei giovani se non gli viene trasmesso dalla famiglia e dalla scuola? Se non è testimoniato dagli adulti? Nel 2013 il 43% dei laureati maschi e femmine non ha acquistato libri e il 40% non ne ha letto uno. Una tendenza negativa in crescita, nel 2011 quest'ultimi erano al 25% un aumento rilevante quindi del 15%; sono giovani laureati, i futuri quadri dirigenti, che non sentono il bisogno di aggiornarsi e di ampliare le loro prospettive. Sono dati forniti dal “Cenro del libro e la lettura” del Ministero dei Beni Culturali. Pellegrino De Marco Presidente sezione Maestri Cattolici (A.I.M.C.) Avellino 12 ilPonte sabato 10 maggio 2014 Roma, qUaRanTamila in maRcia PeR la viTa I l fiume della Marcia per la Vita, partito domenica 4 maggio alle 9.15 da Piazza della Repubblica a Roma, è arrivato due ore e mezza dopo in Vaticano. All’altezza dei Fori Imperiali è stato possibile vederlo in tutta la sua portata: quarantamila persone che avanzavano con passo tranquillo munite di cartelli, striscioni e pallon- cini; giovani sacerdoti che battevano sui tamburi, suore che intonavano canti, gruppi che recitavano il Rosario, più una miriade di stendardi di associazioni, parrocchie, siti web, Centri di aiuto alla Vita arrivati da tutta Italia e anche dall’estero. Cattolici, ma anche musulmani – una delegazione portava fiera la bandiera del Marocco – ortodossi e protestanti. Tutti in piedi alla fine in Piazza San Pietro per il Regina Coeli e il saluto del Papa. Al termine della preghiera mariana, Francesco ha rivolto il suo saluto ai “partecipanti alla Marcia per la Vita, che quest’anno ha un carattere internazionale ed ecumenico”. Che la Marcia per la Vita sia diventata uno degli appuntamenti più importanti del mondo pro-life italiano lo dimostrano i numeri, la coralità della partecipazione e anche la rapidità della sua crescita. La prima edizione risale infatti al 2011, a Desenzano sul Garda. Fu un’iniziativa lanciata senza troppo clamore dal Medv - Movimento Europeo Difesa Vita, presieduto da Francesco Agnoli, cui si aggiunsero alcune associazioni straniere e l’italiana Famiglia Domani di Virginia Coda Nunziante, attuale portavoce dell’evento. Il modello era quello della Marcia per la Vita statunitense, che si tiene ormai da 38 anni. Tra le attività che hanno fatto da contorno alla Marcia italiana quest’anno ci sono stati due convegni. Uno all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, dove circa 700 partecipanti hanno seguito alla mattina due sessioni di lavoro, una di taglio medico e una giuridica, mentre al pomeriggio si sono divisi tra una tavola rotonda per i più giovani e una conferenza a più voci per gli adulti. Nell’occasione è stato presentato un nuovo cartello, "Vita è", che vuole mettere insieme associazioni e singole figure che operano sul fronte culturale e giuridico per vita e famiglia. In Via della Conciliazione si è invece tenuto il convegno promosso da LifeSiteNews – il principale portale prolife di lingua inglese, con sede in Canada –, Human Life International, e Family Life International New Zealand, con la collaborazione degli organizzatori della Marcia italiana, a cui hanno preso parte rappresentanti di circa 50 associazioni da 20 Paesi. Vittorio Della Sala cultura ilPonte sabato 10 maggio 2014 13 IL ConSerVatorIo CImaroSa dI aVeLLIno gUadagna La SemIFInaLe dI “ConSerVatorI a ConFronto” SU raI 1 sosTeniamo i nosTRi mUsicisTi “ Conservatori a confronto” su Rai 1. Il Cimarosa di Avellino è in semifinale. Dopo tre vittorie nelle eliminatorie che hanno visto confrontarsi 32 squadre in rappresentanza dei conservatori italiani, a gareggiare sul ring della trasmissione Rai 1 Uno “Mattina in famiglia” condotta da Tiberio Timperi e Francesca Fialdini, sabato 10 maggio alle 9,15 su Rai 1 sarà il Cimarosa Quartet Jazz con Davide Cerreta (voce), Marco Lace (pianoforte), Ciro Di Lorenzo (basso) e Giovanni Di Benedetto (batteria) a sfidare in semifinale l’Istituto Superiore di Musica della Provincia Regionale di Agrigento Libero Consorzio Comunale. Perché il nostro Conservatorio acceda in finale è necessario, durante la trasmissione, dare la propria preferenza attraverso un televoto così organizzato: da telefono fisso comporre il numero 894.433 e digitare il Un FIne SettImana aLL’InSegna deL greCo dI tUFo TUFo JaZZ BlUes and WoRld mUsic FesTival numero indicato nella diretta televisiva; da cellulare inviare un sms al 478.478.4 con testo il numero indicato nella diretta televisiva. Il costo è di € 0,77 iva inclusa e sono consentiti massimo 5 voti per ogni utenza. La rassegna è ideata ed organizzata da RAI UNO in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Direzione Generale per l'Alta Formazione artistica, musicale e coreutica. Nella puntata del 25 gennaio a vincere la sfida con il Conservatorio di Lecce è stato il duo formato dal clarinettista Aldo Botta - di Bracigliano (SA) e dal pianista Luigi Gagliardi - di Solofra. Il 29 marzo il Conservatorio Cimarosa di Avellino ha partecipato con un Quartetto di Ottoni composto da Gennaro Cibelli, Giuliano Cerbarano, Mauro Verrillo e Giuseppe Petrillo aggiudicandosi anche in quella occasione la vittoria e il 26 aprile, in un’altra sfida, questa volta con il Conservatorio di Matera, il Cimarosa con il Quartetto di Sax, composto da Carlo Montano al Sax Soprano, Francesco Orlando al Sax Contralto, Luciano Rella al Sax Tenore e Angela Del Prete al Sax Baritono, ha portato a casa la vittoria decretando la qualificazione per la semifinale del 10 maggio. Il concorso musicale è organizzato come un torneo a squadre che, partendo dalle 32 delle eliminazioni dirette, ha selezionato le 16 squadre che hanno acceduto agli ottavi di finali e il percorso di eliminazione proseguirà fino alla finale che incoronerà la squadra vincitrice e il Conservatorio che questa rappresenta. Eleonora Davide PResenTaZione a Roma del PaRco leTTeRaRio FRancesco de sancTis A Roma, presso la Galleria del Primaticcio di Palazzo Firenze , a Piazza Firenze, 27, nell’ambito della rassegna “ATTRAVERSO L’ITALIA CON I PARCHI LETTERARI” sarà presentato “Il Parco Letterario Francesco De Sanctis”. In particolare, nei giorni 8, 9 e 10 maggio saranno presentate le attività del Parco Letterario 2014, la rivista “Studi desanctisiani”, con i Direttori Toni Iermano e Pasquale Sabbatino, e Gerardo Bianco. Inoltre, si promuoveranno i prodotti dell’Alta Irpinia nel nome del De Sanctis e tutto il territorio provinciale attraverso conferenze stampa, degustazioni ed esposizioni di prodotti cui parteciperanno esperti e politici nazionali. Il programma, che prende il via da giovedì 8 maggio con una serie di conferenze, culminerà sabato 10, quando la Società Dante Alighieri ospiterà nel portico del cortile cinquecentesco di Palazzo Firenze gli stand degli agricoltori del Consorzio Formicoso Alta Irpinia promosso del Gruppo di Azione Locale CILSI. D egustazioni, visite guidate e concerti alla scoperta del territorio che da vita a un vino noto e apprezzato in tutto il mondo per il progetto “Percorsi tra vigneti e castelli d’Irpinia” che dal 9 all’11 maggio aprirà a esperti e visitatori i siti storici della tradizione di Tufo. Cuore dell’evento è senza dubbio la parte live con sei appuntamenti musicali di grande rilievo che spaziano attraverso la multiculturalità, con sonorità che vanno dal jazz al blues con contaminazioni rock, incursioni latine e tanto Mediterraneo. Sei le stelle del Tufo Jazz Blues and World Music Festival che si alterneranno nelle due suggestive location scelte per l’occasione: i Giardini del Castello Longobardo e Piazza Umberto I. Sul palco si esibiranno: Gianni Guarracino Group (9 maggio, ore 19, Giardini del Castello Longobardo), Dana Fuchs (9 maggio, ore 21, Piazza Umberto I), Lorenzo Hengeller e il suo Quartetto (10 maggio, ore 19, Giardini del Castello Longobardo), Sergio Caputo Quartet (10 maggio, ore 21, Piazza Umberto I), Francesco Buzzurro & Giuseppe Milici (11 maggio, ore 19, Giardini del Castello Longobardo), Trace Elements – Paolo Di Sabatino, Gary Willis e Peter Erskine (11 maggio, ore 21, Piazza Umberto I). La musica sarà protagonista dell’evento ancora con i due laboratori dedicati alla chitarra classica tenuti dal maestro Gianni Guarracino (9 e 10 maggio, ore 15, Castello Longobardo). Ma domenica 11 la giornata sarà dedicata a un altro appuntamento: Greco di Tufo wine lab, riservato ai giornalisti e agli operatori del settore. Si tratta di un seminario degustazione per approfondire le caratteristiche del Greco di Tufo in rapporto al territorio. Verranno effettuate, in particolare, degustazioni orizzontali sull’annata 2010. Ma per chi voglia conoscere meglio la storia di questa tradizione vitivinicola le visite guidate, previste nei pomeriggi del 9 e del 10, dalle 18 e dell’11 dalle 17, permetteranno, (prenotando all’indirizzo [email protected]) di visitare lo stabilimento delle Miniere di zolfo “Di Marzo” risalente al 1866, la Grotta di San Michele, un antro naturale nella roccia tufacea, per finire alle storiche Cantine Di Marzo. RUBRicHe a cURa di eleonora davide [email protected] Per la Festa della mamma abbiamo pensato di proporre ai lettori de IL PONTE una poesia diversa, intrisa di dolcezza e di sentimento, piena di musica, nata dal genio artistico del grande Totò e di accostarla alla foto di Madre Teresa, simbolo dello spirito cristiano e dell’Amore di Dio. A cchiù sincErA Tengo na 'nnammurata ca è tutt' 'a vita mia. Mo tene sittant'anne, povera mamma mia! Cu chella faccia 'e cera, sotto 'e capille janche, antonio de curtis me pare na sant'Anna cu ll'uocchie triste e stanche. Me legge dint' 'o penziero, me guarda e m'anduvina si tengo nu dulore si tengo quacche spina... 14 ilPonte sabato 10 maggio 2014 BasKeT mesTieRi e FigURe scomPaRse nel TemPo la sidigas sconFiTTa ai TemPi sUPPlemenTaRi L a SIDIGAS Avellino, ha collezionato due sconfitte consecutive, nei tempi supplementari, il 1° maggio in casa contro l’ARMANI Milano per 94 a 92 ed il 4 maggio, in trasferta, contro il SUTOR Montegranaro per 99 a 96. E’ stato un finale di campionato deludente sotto il profilo dei risultati (nove sconfitte in dieci gare), anche se la squadra si è impegnata abbastanza dal punto di vista del gioco praticato. Nella gara contro Montegranaro, a nulla sono valse le prove di sostanza di CAVALIERO (21 punti con 7/10 da tre), FOSTER (21), Lakovic (21) e THOMAS (19). Assente ingiustificata la panchina biancoverde (0 punti) con ACHARA e GOLDWIRE molto sottotono. Coach VITUCCI (nella foto) a fine gara di domenica, ha così esordito “mi sembra giusto che il palcoscenico vada al mio collega ed alla sua squadra. Per quanto ci riguarda posso dire che abbiamo perso la seconda partita ai supplementari in quattro giorni. Come contro Milano, quel pizzico di malizia in più ha fatto la differenza, come nel caso del rimbalzo offensivo concesso nell’ultima azione. Sembra che in questa stagione ci sia sempre mancato un “quasi”. Questa sera la panchina ha prodotto poco, decisamente meno di quanto prodotto giovedì sera contro Milano. Cinciarini (l’ex di turno n.d.r.) ha fatto una partita importante e quando siamo andati avanti nel punteggio ha fatto tre giocate consecutive importanti e di grande spessore tecnico che ci hanno ripreso”. A questo punto alla SIDIGAS non resta che affrontare, in casa, l’ultima gara del campionato contro la GRISSIN BON Reggio Emilia per chiudere, con una vittoria, un campionato abulico e sfortunato che ha negato tutti quegli obiettivi che la società si era posta all’inizio del torneo. Fatta di necessità virtù, lo staff dirigenziale della SIDIGAS Avellino dovrà impiantare, per il prossimo campionato, una squadra che riporti la città nuovamente ai vertici nazionali e, quindi, nelle posizioni che più contano. Siamo fiduciosi che ciò si possa realizzare con l’impegno di tutti gli operatori del settore e con il pubblico smanioso di poter rivedere un basket ancora di buon livello per competere, ad armi pari, con le altre squadre più blasonate. a cura di antonietta Urciuoli “L’AcQUAViTArO” Q uando le strade erano attraversate dalle carrozze e le taverne erano distanti l’una dall’altra, era un vero sollievo sentire: “Acquavità…acquavità ‘o vulite?”. Questa voce era ben nota e chi voleva rifocillarsi lo raggiungeva e acquistava un bicchierino di liquore preferito. Quella voce, che squarciava il buio, apparteneva all’acquavitaro che oltre ad essere un distillatore era anche un venditore ambulante ben fornito. Nella sua cassetta di legno appesa sul davanti, sostenuta grazie a una cinghia di cuoio, c’erano ben allineate bottiglie di ogni genere che, contenevano liquori dolci come i limoncelli e i rosoli e quelli forti come Sul lato sinistro della cassetta, che sembrava proprio un negozio ambulante, c’era una lanterna che gli permetteva di illuminare la strada con la sua fioca luce. Questo commerciante di tanti e tanti anni fa iniziava a lavorare dalle nove di sera alle dieci del giorno successivo. Grazie al freddo invernale, i suoi clienti aumentavano perché durante la notte era piacevole riscaldarsi con un bicchierino di anice o qualche altro liquore forte. I suoi clienti affezionati erano soprattutto i cocchieri che trascorrevano la notte infreddoliti nelle strade. C’erano quelli che dovevano accompagnare i medici dai clienti e quelli che dovevano recarsi alla stazione a prendere i pas- l’ Annese che era a base di anice. Aveva anche liquori digestivi come il nocillo e sapeva preparare quelli che, oggi, chiamiamo cocktail . Questi ultimi li realizzava mescolando liquori ed ingredienti che gli avanzavano, servendosi di un piccolo imbuto che aveva sempre con sé. Accanto alla cassetta erano appesi i bicchieri che dopo l’uso sciacquava alla prima fontanina che incontrava lungo la strada. seggeri in arrivo. A Napoli l’acquavitaro si incontrava soprattutto al porto dove durante la notte c’erano tante persone che lavoravano. L’acquavitaro si recava di paese in paese e poiché non guadagnava molto faceva altri mestieri soprattutto d’estate, cercando di arrotondare le sue entrate. Franco Iannaccone ilPonte sabato 10 maggio 2014 15 oRaRio sanTe messe PaRRoccHie di avellino Passa... Tempo a cura di Fabrizio gambale ORARIO CHIESA ORIZZONTALI VERTICALI 1. Cavaliere in breve 4. Le conseguenze di una sbronza 10. Native di Asmara 11. Parte posteriore del capo 13. Talvolta è confesso 14. Formano lo scheletro 15. Strappata, stracciata 19. Condizione di eguale 22. Ridire in succinto 23. Scrupoloso, pignolo 24. Contenitore per la spesa 26. Taranto 27. Sì a Berlino 28. Non abbondante, né cospicuo 31. Un'importante compagnia d'assicurazioni 32. Quello Grande ... scorre 33. Lo segue la pratica burocratica 34. E ... nel telegramma 35. Associazione Sportiva 36. Sono spiccate dal creditore 38. Gelosie, rancori 39. Importante città olandese sede del governo 1. Si accende in chiesa 2. Altari pagani 3. Color turchino cupo 4. Affrettarsi, accorrere con rapidità 5. Due estremi della bussola 6. Per alcuni è difficile tenerlo per sé 7. Articolo indeterminativo 8. E' stata soppiantata dal cd-rom 9. Il segno della parità 12. Fiume della Svizzera 16. Strumenti agricoli per rovesciare il terreno 17. Parte della filosofia che si occupa del bene 18. Isolotti 19. Briosi, vispi 20. Figlio di Troo 21. C'è quello nero 24. Gabbie per polli 25. In Asia c'è quella del nord e quella del sud 28. Movimenti, spostamenti 29. Segue talvolta così 30. Le usano i pescatori 35. Avellino 37. Dopo il do, prima del mi sUdoKU Cuore Immacolato della B.V.Maria Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 18.00 (19.00) Feriali: 08.00, 18.00 (19.00) Maria SS.ma di Montevergine Festive: 09.00, 11.00 Feriali:17.00 (18.00) S. Alfonso Maria dei Liguori Festive: 08.00, 11.00 Feriali: 08.00, 18.00 (19.00) S. Ciro Festive: 08.00, 10.00, 11.00, 12.30, 18.00 (19.00) Feriali: 08.30(est.), 9.00 (inv.), 18.00;19.00) Chiesa S. Maria del Roseto Festive: 09.00, 11.00 Feriali: 18.00 S. Francesco d'Assisi Festive: 08.30, 11.00 Feriali:18.00 (19.00) S. Maria Assunta C/o Cattedrale Festive: 08.00, 10.00, 12.00, 18.30 Feriali:18.30 Chiesa dell'Adorazione perpetua (Oblate) Festive: 09.00, 11.30 Feriali: 09.00, 19.30 (19.00) San Francesco Saverio (S.Rita) Festive: 11.00 Feriali: 09.00 Santa Maria del Rifugio (Sant'Anna) Venerdì ore 10.00 S. Maria delle Grazie Festive: 08.30, 10.00, 12.00, 18.00 (19.00) Feriali: 07.30, 18.00 (19.00) S. Maria di Costantinopoli Festive: 12.00 Feriali: 17.30 (18.30) SS.ma Trinità dei Poveri Festive: 09.00, 11.00, Feriali:18.00 (19.00) SS.mo Rosario Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 19.00 Feriali: 08.00, 10.30, 19.00 Chiesa Santo Spirito Festive: 09.00 Chiesa S. Antonio Feriali: 07.30 Festive: 11.30 Fraz. Valle S. Maria Assunta in Cielo Festive: 10.00 (centro caritas), 11.30 (Feriali:18.00 (19.00) Rione Parco Festive: 10.30 Chiesa Immacolata Festive: 12.00 Contrada Bagnoli Festive: 11.00 Ospedale San Giuseppe Moscati Città Ospedaliera Festive: 10.00 Feriali: 17.00 Villa Ester Festive: 09.00 Feriali: 07.00 Casa Riposo Rubilli (V. Italia) Festive: 09.30 Feriali: 09.00 Casa Riposo Rubilli (ctr S. Tommaso) Festive: 10.00 Feriali: 08.00 Cimitero Festive: 10.00, 16.00 (17.00) Il primo Sabato di ogni mese adorazione Eucaristica notturna presso la Chiesa delle Oblate di Avellino inizio ore 21,00 santa messa ore 24,00 Numeri utili Ariano Irpino 0825871583 Emergenza Sanitaria 118 Segnalazione Guasti Vigili del fuoco 115 Enel 8003500 Carabinieri 112 Alto Calore Servizi Polizia 113 3486928956 Guardia di Finanza 117 Sidigas Avellino 082539019 Guardia medica Ariano Irpino 0825445544 Avellino Napoletana Gas 80055300 0825292013/0825292015 16 ilPonte sabato 10 maggio 2014 diocesi di avellino con la partecipazione di s. e. monsignor marino vescovo di avellino caritas diocesana avellino tel 0825-760571