andamento dei mercati finanziari

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andamento dei mercati finanziari
ANDAMENTO DEI MERCATI FINANZIARI
gennaio 2017
Banca Credinvest SA
Via G. Cattori 14
6902 Lugano (Svizzera)
Tel: +41 58 225 7000
Fax: +41 58 225 7101
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SOMMARIO
SCENARIO MACROECONOMICO
MERCATI FINANZIARI
GRAFICI
AVVERTENZE LEGALI
Andamento dei mercati finanziari
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SOMMARIO
SCENARIO MACROECONOMICO
MERCATI FINANZIARI
GRAFICI
AVVERTENZE LEGALI
Andamento dei mercati finanziari
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Scenario macroeconomico
Congiuntura
moderata, alla vigilia
di un delicato ciclo
elettorale europeo
L’andamento dell’economia mondiale ha consolidato le tendenze di moderata
ripresa congiunturale. L’impatto del referendum inglese, del cambio presidenziale
statunitense si è al momento ricomposto. Lo scenario è complicato da un ciclo
elettorale che coinvolgerà diverse economie europee e dalla crescente difficoltà
della politica monetaria ad influire sulla domanda aggregata. Negli ultimi mesi sono
state ridimensionate le incertezze inerenti il rallentamento e la sostenibilità della
crescita cinese. Tuttavia, continua a non esserci grande ottimismo sugli sviluppi
congiunturali globali.
Prosegue la ripresa
… ma permangono
rischi
I contratti livelli del prezzo del petrolio non si sono tradotti in un rafforzamento
dell’attività globale. Nelle principali economie avanzate prosegue l’espansione del
ciclo, sia pure con diversa intensità. L’attività economica è in espansione negli Stati
Uniti, ma dovrà essere sostenibile per evitare le pressioni inflazionistiche e
l’ulteriore apprezzamento del dollaro, con un contributo positivo dei servizi e delle
costruzioni più che dal manifatturiero. Si è ridotta in Giappone, è proiettata a
contrarsi nel Regno Unito. Ancora debole il ciclo in Europa mentre nelle economie
emergenti le prospettive rimangono fragili ma in ripresa. In Cina si sono allontanati i
timori di un “hard landing”, continua il rallentamento dell’economia. Le prospettive
dell’economia globale rimangono condizionate dalle tensioni che potrebbero
derivare da un rallentamento dell’economia mondiale dovuto alla Cina,
dall’andamento del prezzo del petrolio e dal percorso di normalizzazione di politica
monetaria negli Stati Uniti.
Il ciclo di
espansione è
maturo ma non ha
ancora generato
squilibri tali da
metterne in
dubbio la tenuta
L’attuale fase di espansione economica presenta altre peculiarità oltre alla modestia
dei tassi di crescita, è lunga, ed è caratterizzata da limitati tassi di inflazione nei
paesi avanzati, da una ridotta elasticità del commercio internazionale rispetto alla
crescita del PIL e da una bassa propensione a investire. Sembrano non essere
presenti al momento i fattori che di solito pongono fine alle espansioni: non ci sono
pressioni inflazionistiche che spingano le banche centrali a imporre politiche
monetarie molto restrittive, le politiche fiscali rimangono in territorio neutrale, i
sintomi di squilibrio finanziario o di sopravvalutazione del mercato immobiliare sono
essenzialmente confinati alla Cina.
Limitate pressioni
inflazionistiche
La debolezza dell’attività economica, il concorso del ridotto livello dei prezzi dei beni
intermedi ed energetici e gli impatti deflattivi derivanti dalla globalizzazione si sono
riflessi in una dinamica moderata dell’inflazione globale. L’inflazione al consumo
risente di fattori globali ma anche di determinanti nazionali, si mantiene su valori
molto bassi in Giappone ed Europa mentre è risalita negli Stati Uniti. Nei principali
paesi emergenti la crescita dei prezzi rimane contenuta in Cina, coerente con
l’obiettivo della Banca centrale in India, elevata in Brasile e in Russia.
Attesa per una
cauta
normalizzazione dei
tassi statunitensi
Il persistere di condizioni cicliche disomogenee tra l’area dell’euro da un lato e Stati
Uniti dall’altro, comporta un crescente disallineamento delle politiche monetarie, più
espansiva in Giappone e nell’area dell’euro mentre vi sono attese di una graduale
normalizzazione negli Stati Uniti. E’ possibile che la Federal Reserve, se i dati
macroeconomici continueranno a fornire segnali incoraggianti, ponga in essere
progressivi rialzi dei tassi di interesse.
Permane liquidità
abbondante e
aspettative di
politiche fiscali
Le politiche monetarie mantengono un’impostazione accomodante, ma con
un’efficacia marginale decrescente. La volatilità sui mercati finanziari internazionali
è recentemente diminuita in connessione con migliori prospettive congiunturali
anche sostenute da aspettative di politiche fiscali espansive.
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Stati Uniti
Cambio di regime: la
reflazione fiscale
L’economia americana, connotata da livelli di crescita inferiori rispetto ai precedenti
cicli ma migliori di quanto appaia in alcune statistiche, è ora al pieno impiego, con
l’inflazione vicina al 2% e si appresta a ricevere un ampio stimolo fiscale. Anche se
l’entità, i modi e i tempi degli incentivi sono ancora da definire, il trend di una
moderata reflazione è un obiettivo dichiarato.
Compromessi
legislativi con il
Congresso
Dopo sei anni di governo diviso e di immobilismo legislativo, c’è ora un mandato
repubblicano condiviso da Congresso e Amministrazione. L’anno in corso sarà di
transizione, scandito dalla ricerca di un compromesso legislativo sulle riforme
promesse e da posizioni protezionistiche su commercio e immigrazione. Nella
seconda metà dell’anno, con l’attesa entrata in vigore della riforma tributaria per
imprese e famiglie, e un probabile aumento della spesa pubblica per difesa e
infrastrutture, la crescita dovrebbe accelerare, mantenendosi poco sopra il 2%.
Circolo virtuoso tra
occupazione, redditi
disponibili e
consumi privati
La domanda domestica è attesa in accelerazione con indicatori generalmente
positivi in particolare per i consumi, le costruzioni residenziali e il mercato del
lavoro. La dinamica del reddito disponibile reale resta solida, in virtù del trend
positivo del reddito da lavoro e della liberazione di potere d’acquisto generata dal
livello moderato dei prezzi energetici. Nonostante ciò la congiuntura americana, al
settimo anno di vita, è fra le più lunghe del secondo dopoguerra. I segni della
maturità, anche se nascosti dalle caratteristiche peculiari di questo ciclo,
cominciano a vedersi: rallentamento della dinamica occupazionale, chiusura
dell’output e dell’employment gap, e più diffusa ripresa dell’inflazione e dei salari.
Servizi e costruzioni
positivi … il
manifatturiero ha
smesso di contrarsi
Gli investimenti non residenziali restano l’anello debole, nonché il principale rischio
per lo scenario, ma i segnali recenti puntano a un contributo gradualmente meno
negativo. Pur in un quadro positivo, l’andamento del comparto manifatturiero, più
esposto al dollaro e al rallentamento della domanda globale, ha evidenziato una
divergenza rispetto a quello dei servizi e delle costruzioni, più brillanti. Gli
investimenti fissi delle imprese, pur in espansione, risentiranno di forze
contrastanti: oltre alla spinta positiva dei consumi e delle condizioni finanziarie
sempre espansive, petrolio e cambio avranno effetti misti sulla spesa in conto
capitale. I bassi livelli dei prezzi del greggio riducono i costi di produzione, ma
determinano una contrazione degli investimenti nel settore energetico. Il cambio
forte riduce i costi dell’import, ma frena export, utili delle imprese e competitività.
Dollaro stabile e
petrolio in rialzo …
risale la possibilità di
incrementi
inflazionistici
L’inflazione è proiettata a riaccelerare nei prossimi mesi. Si ritiene che il quadro
dell’economia reale sia coerente con una cauta continuazione della
normalizzazione della politica monetaria. In queste condizioni, le scelte delle
banche centrali diventeranno particolarmente difficili, perché dovranno bilanciare i
rischi di surriscaldamento da una parte e quelli di eccesso di restrizione dall’altra.
La storia insegna che, con il tasso di disoccupazione al di sotto dell’equilibrio per
un periodo prolungato, la Fed ha sempre contribuito attivamente alla fine del ciclo
economico e all’arrivo di una recessione.
Valutazioni
azionarie a premio
I titoli azionari presentano valutazioni a premio in confronto agli altri mercati
avanzati, i margini reddituali sono a livello record e il vigore del dollaro ha
contribuito a erodere i guadagni dell’export. La normalizzazione della politica
monetaria limita il potenziale di rialzo.
Politiche fiscali con
aliquote più basse e
aumento della
spesa
Dopo anni di dominanza della politica monetaria, gli Stati Uniti sono alla vigilia di
una svolta radicale: è atteso che la politica fiscale, i cui effetti si dovrebbero
percepire dalla seconda metà del 2017, sia ora alla guida dell’evoluzione
dell’economia nel prossimo biennio.
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Europa
Prosegue la debole
ripresa
La dispersione della crescita tra paesi core e periferici è proiettata ad essere meno
accentuata ma la congiuntura continua su ritmi moderati con stime incrementali di
PIL pari all’1,5% nell’esercizio, anche grazie al recupero del manifatturiero. La
domanda estera contribuirà alla crescita più delle attese, ma il sentiero rimane
incerto ed in ogni caso non paragonabile a quello pre-crisi. I prezzi dell’energia non
presentano più una dinamica favorevole e il contributo della politica fiscale rimarrà
minimo.
Consumi privati
sostenuti e sentiero
incerto per gli
Investimenti
aziendali
I consumi delle famiglie incrementeranno ancora ma il miglioramento
dell’occupazione non sarà sufficiente a contrastare la perdita di potere d’acquisto
associata al rialzo dell’inflazione. Gli investimenti aziendali crescono ancora a ritmi
blandi rispetto alle precedenti riprese; condizioni al credito espansive, il calo del
costo di finanziamento, la tenuta dei profitti e l’elevato utilizzo della capacità
produttiva dovrebbero favorire un’espansione degli investimenti fissi. L’effetto
Brexit al momento è stato contenuto sia sulle condizioni finanziarie che sul morale
di famiglie e imprese. La crescita al di sopra del potenziale sarà trainata quasi
interamente dalle politiche Banca Centrale Europea (“BCE”). Con l’annuncio di
dicembre, la dimensione del programma di espansione monetaria arriverà a quasi
2 trilioni di euro pari al 20% del PIL dell’Eurozona.
Montano i rischi
politici
I rischi per lo scenario sono ancora verso il basso e includono una componente
politica. Il fitto calendario elettorale dei prossimi mesi coinvolgerà Olanda, Francia,
Germania e forse Italia. Inoltre, potrebbero essere avviati i negoziati per l’uscita del
Regno Unito dall’UE. In tutti i paesi chiamati a rinnovare i parlamenti nazionali, il
malcontento degli elettori aumenta il rischio che emergano governi meno favorevoli
al processo di riforma delle istituzioni europee e più focalizzati sugli interessi
nazionali.
La normalizzazione
dell’inflazione
rimarcherà le
criticità di eccesso di
debito pubblico,
ponendo limiti
all’azione della BCE
Molti commentatori hanno lamentato il basso livello della crescita dei prezzi negli
ultimi anni. Paradossalmente, però, nell’Eurozona il conseguimento dell’obiettivo di
inflazione potrebbe creare in futuro molti più problemi rispetto alla fase di crescita
zero dei prezzi. Infatti se l’inflazione dovesse tornare verso l’obiettivo, lo Statuto e
la divergenza di visione che lacera il Consiglio direttivo renderanno improbabile per
la BCE mantenere in vita le azioni di acquisto dei titoli di Stato molto oltre il
dicembre 2017. E se il programma si chiuderà nel 2018, la quota di debito pubblico
italiano o portoghese ‘sterilizzata’ perché trasferita nel bilancio della Banca
Centrale Nazionale sarà ancora troppo piccola per incidere in modo risolutivo sulla
sostenibilità del debito. Per gli emittenti con fondamentali peggiori, il rialzo del
costo di rifinanziamento del debito potrebbe allora più che compensare la
maggiore crescita nominale del PIL, anche perché i mercati potrebbero presto
tornare a scontare un rischio di frantumazione dell’Unione monetaria.
L’Inflazione
contratta consente
politiche monetarie
espansive
L’inflazione si colloca su valori modesti, ed è proiettata a restare ancora su livelli in
crescita ma contratti e sotto il limite del 2% nel medio periodo, frenata dal debole
incremento dei corsi petroliferi ma anche dai margini ancora ampi di capacità
produttiva e occupazionale inutilizzati. Nell’estendere il programma di acquisti, la
BCE ha preferito la durata all’intensità. La retorica estremamente accomodante ha,
però, convinto i mercati che acquisti per 60 miliardi al mese fino a dicembre 2017
non sono un tapering. In ogni caso, dovrebbe trattarsi dell’ultima spinta dalla
politica monetaria non convenzionale.
Supporto limitato
della politica fiscale
Nell’Eurozona le politiche reflazionistiche sono ancora relegate alle azioni della
BCE. La politica fiscale offrirà un supporto assai contenuto alla crescita nel 2017.
E’ probabile che nel delicato scenario geopolitico attuale la Commissione accordi
nei fatti la massima flessibilità possibile nella gestione delle finanze pubbliche.
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Giappone
Miglioramento del
debole scenario
congiunturale
Lo scenario per l’economia giapponese è migliore rispetto ai precedenti trimestri.
La crescita dovrebbe essere in accelerazione a 1,2% nel 2017, ben al di sopra del
tasso potenziale. Gli effetti della restrizione fiscale precedentemente attuata e il
continuo apprezzamento dello yen hanno frenato la ripresa, rallentando i consumi,
gli investimenti delle imprese e le esportazioni. Le principali novità hanno una
triplice natura: un incremento positivo del PIL negli ultimi trimestri favorito
soprattutto dal canale estero, l’approvazione dello stimolo fiscale annunciato in
agosto e, infine, una svolta radicale nel trend del cambio consolidatasi dopo il voto
americano.
Redditi reali in
crescita non
infiammano i
consumi
La debole crescita attesa dovrebbe essere sostenuta dai consumi e dalla spesa
pubblica per infrastrutture. Dal lato della domanda per consumi, la previsione è di
espansione contenuta. La dinamica del reddito da lavoro sta migliorando, con
moderati aumenti salariali, ma persiste la riduzione della propensione al consumo.
L’accumulo di risparmio non accenna a frenare sia per affrontare una eventuale
nuova restrizione fiscale sia per le basse aspettative di inflazione. Dal lato della
domanda per investimenti fissi, privati e pubblici, le attese di indebolimento dello
yen dovrebbero avere effetti positivi sugli utili e sugli investimenti, prima ancora
che sulla bilancia commerciale.
Fragilità: output gap
in chiusura, capex
ridotti e dipendenza
dall’Asia
Permane la criticità dello scenario caratterizzato da almeno tre importanti elementi
di fragilità: crescita bassa con output gap in chiusura, capex ridotti, dipendenza
dalla domanda delle economie asiatiche. L’inflazione al netto degli alimentari è
intorno a zero. La dinamica dei prezzi è prevista restare moderata nell’anno per poi
risalire gradualmente, favorita dal deprezzamento del cambio e dalla chiusura
dell’output gap.
Annuncio di un
nuovo framework
per rafforzare lo
stimolo monetario
La Banca Centrale del Giappone (“BOJ”) ha delineato un “nuovo framework per
rafforzare lo stimolo monetario” mediante il controllo dell’andamento dei tassi reali
e l’aumento delle aspettative di inflazione. Con riferimento al primo punto le
indicazioni di politica monetaria specificano un tasso di policy di breve termine e un
livello obiettivo per il tasso di lungo termine. Con riferimento al secondo obiettivo
l’Autorità monetaria continuerà a espandere la base monetaria fino a quando la
variazione del CPI ex-alimentari freschi non eccederà l’obiettivo e resterà
stabilmente sopra il 2% a/a.
Politica fiscale,
politica monetaria e
cambio coordinati
per spingere la
crescita
Con il 2016 si chiude una fase ciclica fortemente dipendente dalla politica
monetaria. Dall’introduzione delle “tre frecce” di Abe e dello stimolo quantitativo di
Kuroda, l’economia e i mercati sono stati guidati dalle decisioni della BOJ.
L’espansione monetaria ha avuto un ruolo cruciale, mentre l’economia affrontava
gli effetti restrittivi del rialzo dell’imposta sui consumi. Negli ultimi trimestri, però, i
tentativi della Banca Centrale di allentare ancora le condizioni monetarie sono stati
inefficaci: l’inflazione core è tornata a calare e lo yen si è rafforzato. La svolta
attuale sarà data dalla presenza di politiche fiscali e monetarie simultaneamente
pro-cicliche. Il Governo ha delineato un insieme di misure - aumento degli
investimenti pubblici, sussidi alle imprese e alle famiglie - in parte mirate a
stimolare la crescita nel breve termine e in parte volte a sostenere la crescita
strutturale.
Contribuzione
moderata dell’export
Recentemente il canale estero ha contribuito in misura determinante alla crescita,
ma gli operatori economici non ritengono che questo fenomeno possa diventare un
trend. Le esportazioni nette restano deboli in termini reali e l’indebolimento atteso
del cambio non sarà in grado di imprimere direttamente una netta accelerazione
all’export giapponese e dovrebbe avere un effetto modesto sulla crescita.
Andamento dei mercati finanziari
7
Economie emergenti
Economie emergenti
in miglioramento,
petrolio e Fed
pesano sullo
scenario
Nei principali paesi emergenti il quadro congiunturale rimane fragile ma sono
migliorate le prospettive dell’area. La situazione dei grandi produttori di petrolio
suscita meno preoccupazione, dopo che la ripresa delle quotazioni si è consolidata
intorno ai 50 dollari al barile. Con la normalizzazione della politica monetaria
americana le economie emergenti dovranno misurarsi con un contesto che
diventerà meno favorevole.
Crescita cinese in
rallentamento, il
focus ritorna sulla
gestione dei rischi
In Cina i recenti indici PMI del settore manifatturiero e dei servizi hanno nel
complesso confermato il miglioramento in atto dell’attività economica, che resta
ancora sostenuta dalla politica fiscale e monetaria. Alcuni commentatori ritengono
che la tenuta degli investimenti in infrastrutture pubbliche e dei servizi non riesca a
compensare un nuovo rallentamento degli investimenti nel settore immobiliare e
manifatturiero. Lo scenario è quindi quello di un progressivo lento rallentamento
della crescita economica che potrebbe mantenersi ancorata al 6%. Dal lato
dell’offerta, la crescita del settore industriale e di quello dei servizi è rimasta stabile
mentre è accelerata quella del settore agricolo. Dal lato della domanda, il
contributo del canale estero dovrebbe permanere negativo a causa
dell’allargamento del deficit della bilancia dei servizi mentre, a una marginale
decelerazione dei consumi privati e degli investimenti, si è accompagnata
un’accelerazione della spesa pubblica. La stabilità sociale ed economica saranno
obiettivi importanti nell’esercizio, nell’autunno avrà luogo l’atteso rimpasto del
comitato direttivo del Politburo del partito comunista. Il controllo del rischio
finanziario, bancario e non bancario, resta comunque tra le più alte priorità dei
regolatori così come la rinnovata attenzione a raffreddare il mercato immobiliare.
Altrettanto importanti sono la riforma delle imprese statali, al momento incentivate
più attraverso fusioni e acquisizioni che tramite ristrutturazioni o fallimenti, nonché
la ristrutturazione del debito dei governi locali e la riduzione dei crediti incagliati. E’
possibile che la volontà di non alimentare ulteriori squilibri economici ridurrà lo
spazio di manovra della politica fiscale e monetaria e contribuirà a rallentare la
crescita del credito ridimensionando il sostegno agli investimenti.
In India i consumi
controbilanciano la
contrazione degli
investimenti
In India la crescita del PIL è sostenuta ed è attesa permanere al 7%, favorita
dall’accelerazione dei consumi, in particolare privati, e da un contributo ancora
positivo del canale estero. Gli investimenti fissi sono scesi in termini tendenziali. I
consumi restano supportati dal buon andamento del settore agricolo e dei raccolti,
dall’aumento delle pensioni per il personale militare e degli stipendi dei dipendenti
pubblici. Continuano ad accelerare il credito al settore dei servizi e il credito
personale, mentre si contrae il credito all’industria. L’aumento degli prestiti
incagliati e i problemi di ricapitalizzazione delle banche prefigurano ancora un
sentiero di rallentamento del credito. Le prospettive di ripresa degli investimenti
privati rimangono quindi ancora deboli e incerte mentre in modesta accelerazione
sono attesi gli investimenti pubblici. Nonostante la persistenza dell’inflazione core,
l’inflazione totale dovrebbe rimanere contenuta e in linea con gli obiettivi della
Banca Centrale consentendo un altro taglio di 25 punti base nel corso della prima
metà dell’anno. Il miglioramento dei deficit gemelli continuerà a supportare il
cambio impedendo un forte deprezzamento.
Miglioramento delle
attese in Brasile e
Russia
Continuano le tendenze incoraggianti in Russia, anche a seguito delle elezioni
presidenziali americane e dell’evoluzione attese del prezzo del petrolio, e in
Brasile, in concomitanza con la crisi politica. La ripresa congiunturale dalla grave
recessione richiederà però tempo.
Andamento dei mercati finanziari
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SOMMARIO
SCENARIO MACROECONOMICO
MERCATI FINANZIARI
GRAFICI
AVVERTENZE LEGALI
Andamento dei mercati finanziari
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Mercati azionari
L’incertezza
permane…
le valutazioni
appaiono fair valued
e in alcune aree a
premio
Le valutazioni azionarie sono rimaste sostanzialmente stabili nei fondamentali, con
le azioni statunitensi contraddistinte da livelli sopra le medie storiche rispetto alle
azioni europee e giapponesi mentre una situazione variegata è presente nei
mercati emergenti. Le revisioni degli utili restano deboli, l’andamento finanziario è
supportato da un’economia statunitense in miglioramento, dal mantenimento della
liquidità erogata dalle politiche monetarie e da attese di impulsi pro-ciclici delle
politiche fiscali. Elementi di rischio sono rappresentati dalla sostenibilità degli fragili
equilibri presenti in Cina, dall’incertezza politica dell’area euro e da rinnovate
tensioni geo-politiche.
La congiuntura e le
attese di politiche
fiscali contribuiscono
al positivo scenario
Nel corso del 2016 le azioni europee hanno sottoperformato quelle statunitensi alla
luce dei timori circa un possibile stravolgimento dello scenario politico europeo,
anche a seguito dell’esito del referendum inglese. L’azionario giapponese è rimasto
stabile poiché gli investimenti nei beni rifugio hanno provocato il rialzo dello yen
contro il dollaro statunitense, penalizzando i titoli degli esportatori. I mercati
emergenti invece hanno evidenziato un andamento positivo soprattutto nel primo
semestre, in connessione con la prospettiva di una minore aggressività nella
normalizzazione della politica monetaria da parte della Fed. Nonostante la debole
congiuntura economica i mercati azionari delle economie avanzate dovrebbero
delineare nei prossimi trimestri un andamento favorevole. L’azionario emergente,
interessante dal punto di vista valutativo, è subordinato a una stabilizzazione del
quadro macroeconomico e nel complesso denota segnali di incertezza in
connessione con il proseguimento della normalizzazione della politica monetaria
statunitense.
Preferenza per i
settori ciclici e
finanziari
In ottica settoriale sono stati premianti i settori tecnologici, energetici, industriali,
finanziari e dei materiali mentre si è osservata una minore forza relativa dei titoli di
pubblica utilità, dei farmaceutici e dei settori legati ai consumi di base. Migliore
negli USA è stata la performance dei titoli “small cap” rispetto alle “large cap”, di
quelli “value” rispetto a quelli “growth”.
Mercati obbligazionari
Preferenza per
durate brevi
Sul fronte del reddito fisso, i rendimenti dei Titoli di Stato statunitensi, giapponesi
ed europei recentemente sono aumentati poiché gli investitori si attendono politiche
fiscali espansive per contrastare l’anemica crescita economica. I tassi
obbligazionari rimangono a livelli molto bassi ma sono a rischio di risalita se, anche
con cautela, la Federal Reserve muoverà verso l’alto i tassi a breve termine.
Nonostante ciò in un contesto di accresciuta incertezza, le moderate prospettive di
crescita e le deboli aspettative di inflazione, la ricerca di investimenti sicuri, nonchè
l’abbondante liquidità fornita dalle banche centrali, consentono di prolungare la
permanenza dei tassi d’interesse su livelli contratti.
Outperformance
derivante dalle
obbligazioni a
“spreads”
Nel 2016 una contrazione dei rendimenti ha contraddistinto le obbligazioni dei
paesi emergenti, particolarmente positive sono state le reazioni per le emissioni in
valuta locale. I differenziali fra i rendimenti delle obbligazioni emesse dalle società
non finanziarie e i corrispondenti titoli di Stato si sono mantenuti su livelli
storicamente contratti nel segmento dei titoli con elevato merito di credito. La
valutazione del profilo creditizio delle società high yield, con differenziali di
rendimento in restringimento, sono supportate da condizioni di liquidità favorevoli e
da flussi di investimento. I rischi nel settore sono crescenti e derivano da critici
livelli di liquidabilità, dall’espansione della leva finanziaria e dal deterioramento dei
fondamentali di bilancio nel settore energetico soprattutto negli USA.
Andamento dei mercati finanziari
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Mercati valutari
Gli incerti equilibri
globali riducono
l’apprezzamento del
dollaro …
Dopo le elezioni statunitensi il dollaro si è apprezzato significativamente in
connessione con le attese di una politica fiscale più espansiva. Con migliori stime
della crescita USA, i rendimenti obbligazionari, così come le borse, sono saliti. Nel
breve il dollaro dovrebbe rafforzarsi ulteriormente, successivamente invece
potrebbe indebolirsi per i timori che uno stimolo fiscale eccessivo causerebbe un
peggioramento dei conti pubblici e concorrerebbe a frenare le esportazioni
amplificando i twin deficit. Inoltre, l’attuazione di misure protezionistiche indurrebbe
a scatenare svalutazioni delle valute emergenti mentre la prospettiva di una
crescita USA più forte spingerebbe le altre banche centrali ad anticipare l’avvio del
processo di normalizzazione delle politiche monetarie, con l’effetto di far rafforzare
le rispettive valute.
… possibili
deprezzamenti di
Gbp e Jpy
Lo yen dovrebbe indebolirsi ulteriormente, l’evolversi dei differenziali di rendimento
tornare ad ampliarsi ed a essere il driver principale della dinamica della divisa. La
divisa giapponese dovrebbe scendere ulteriormente anche contro euro per effetto
del calo atteso dello yen contro dollaro. La sterlina inglese seguirà soprattutto
dinamiche proprie in funzione degli sviluppi sul fronte Brexit. Il deprezzamento
riflette la preoccupazione che l’uscita dall’UE possa avere pesanti ricadute negative
sull’economia domestica: crescita più bassa, disoccupazione più alta, inflazione più
alta, crollo dei prezzi immobiliari, maggiore imposizione fiscale, deficit e debito
pubblici più elevati.
Possibili rivalutazioni
per em mkt fx
Diffuse rivalutazioni hanno invece riguardato molte valute dei paesi emergenti nel
2016, solo recentemente si sono verificati dei trend contrari a seguito delle elezioni
statunitensi.
Mercati materie prime
Domanda-offerta in
miglioramento, con
elevati flussi
finanziari
Dopo aver trascinato al ribasso per quasi due anni i principali indici di materie
prime, sembrano essersi create le condizioni per una maggiore stabilità del
petrolio. C’è maggiore chiarezza sui mercati perché i costi di produzione si stanno
stabilizzando e i fondamentali di domanda e offerta dovrebbero essere tornati il
principale driver delle quotazioni. Complessivamente, il flusso di dati macro in
uscita è stato positivo e suggerisce una robusta domanda di materie prime
energetiche e industriali. La crescita mondiale dovrebbe restare soddisfacente,
inoltre la spesa in infrastrutture dovrebbe accelerare negli Stati Uniti e rimanere
positiva in Cina.
Aspettative neutrali
per petrolio e
materiali di base
Il petrolio Brent dovrebbe mantenersi in media all’interno di un intervallo di 50-55
dollari. Nonostante vari fattori giustifichino una visione positiva per le commodity
industriali, una maggiore volatilità nel breve periodo potrebbe gravare sulle
quotazioni del settore, cresciute molto e velocemente.
Scenario positivo per
l’oro
Lo scenario di breve periodo è negativo per oro e preziosi a causa della
tradizionale correlazione negativa sia con il dollaro sia con i tassi di interesse
americani, e del contingente deterioramento dei fondamentali di domanda e offerta.
In particolare in India, la lotta del Governo contro evasione fiscale e fuga di capitali
ha portato a rivedere al ribasso le stime di domanda domestica per l’oro, mentre in
Medio Oriente i bassi prezzi del petrolio hanno significativamente eroso la capacità
di spesa. Tuttavia, sono possibili delle rivalutazioni nel medio periodo, in
concomitanza con l’atteso rialzo dell’inflazione e alla possibile ripresa della
domanda di beni rifugio, alimentata dai rischi politici che gravano ancora sullo
scenario mondiale.
Andamento dei mercati finanziari
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SOMMARIO
SCENARIO MACROECONOMICO
MERCATI FINANZIARI
GRAFICI
AVVERTENZE LEGALI
Andamento dei mercati finanziari
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Grafico 1: S&P500 Index (Fonte Bloomberg)
Grafico 2: DJ Stoxx 50 Index (Fonte Bloomberg)
Andamento dei mercati finanziari
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Grafico 3: Vix Index (Fonte Bloomberg)
Grafico 4: Volatilità implicita sul mercato valutario (Fonte Bloomberg)
Andamento dei mercati finanziari
14
Grafico 5: Volatilità sui tassi di interesse (Fonte Bloomberg)
Grafico 6: Put/Call Ratio (Fonte Bloomberg)
Il put/call ratio rappresenta il rapporto tra il numero di opzioni put trattate in un determinato giorno diviso il numero delle call. I valori normali sono compresi tra 0.5 e 1. E' un indicatore
che indica il sentiment del mercato quando raggiunge valori estremi. Nel caso ci trovassimo in un punto di svolta del mercato, e gli operatori credano che possa esservi un calo, si
coprono acquistando opzioni put facendo così salire il rapporto. Un rapporto basso indica invece un mercato in cui gli operatori che vogliono vendere si attendono una risalita del
mercato e si proteggono acquistando opzioni call.
Andamento dei mercati finanziari
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Grafico 7: USD - EUR – JPY Yield Curve (Fonte Bloomberg)
Grafico 8: Euro Govt. spreads (bps) vs 10Y bund (Fonte Bloomberg)
Andamento dei mercati finanziari
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Grafico 9: Baltic dry index (Fonte Bloomberg)
Grafico 10: Aspettative inflazione 5Y5Y Eurozone (Fonte Bloomberg)
Andamento dei mercati finanziari
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MACRO
Quadro denotato da indicatori economici in miglioramento negli Stati Uniti, deboli in Europa e
stabili nei paesi emergenti.
Outlook di breve incerto in connessione con gli sviluppi macro in USA e di Banche centrali
accomodanti in Europa e Giappone. Impulso atteso da politiche fiscali negli USA mentre le
politiche monetarie globali rimarranno espansive, in un contesto di limitati livelli di crescita e
inflazione.
VALUATION
Mercati azionari nelle medie storiche per l’Europa e nei mercati emergenti mentre lievemente
sopravvalutati nel mercato statunitense.
Negativo per obbligazionario governativo. Positivo, ma con rischi crescenti, per
obbligazionario corporate high yield e convertibile, neutrale per il debito emergente in usd e in
valuta locale. Preferenza per posizionamento del portafoglio obbligazionario con durata
finanziaria breve.
LIQUIDITY
Positivo
SENTIMENT
Neutrale
Andamento dei mercati finanziari
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SOMMARIO
SCENARIO MACROECONOMICO
MERCATI FINANZIARI
GRAFICI
AVVERTENZE LEGALI
Andamento dei mercati finanziari
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DISCLAIMER
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