Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica e
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Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica e
Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica e Psicoterapia Psicodinamica per il ciclo di vita ORDINE DEGLI STUDI Corso Quadriennale di Specializzazione in PSICOLOGIA CLINICA e PSICOTERAPIA PSICODINAMICA PER IL CICLO DI VITA 2 CERIPA Indice Informazioni generali Presentazione del Ce.R.I.P.A. Onlus, della Scuola e Sede Associazioni Nazionali ed Internazionali Workshop e Congressi Pubblicazioni Finalità e destinatari del corso Il Progetto formativo Discipline e Attività Didattiche Primo Anno Secondo Anno Terzo Anno Quarto Anno Altre attività didattiche Attività di ricerca Approccio Formativo e metodologico Metodologie didattiche Tirocinio Psicoterapia personale Tesi di specializzazione Assenze e debiti formativi Referenti e commissioni Biblioteca Info Ce.R.I.P.A. Onlus Ordine degli Studi Bibliografia di riferimento Letture consigliate 3 4 CERIPA INFORMAZIONI GENERALI Il CE.R.I.P.A. Onlus è una Associazione culturale e scientifica che nelle sue attività formative annovera il Corso di Specializzazione in Psicologia Clinica e Psicoterapia Psicodinamica per il ciclo di vita. Il quadro di riferimento teorico/operativo, basato sui fondamenti essenziali della psicoanalisi freudiana, si articola su una serie di elementi (teorici, metodologici e tecnici) peculiari delle prospettive psicoanalitiche post freudiane, in modo particolare quelle che rientrano nell’ambito delle teorie delle relazioni oggettuali, la teoria centrata sul transfert elaborata da Otto Kerrnberg, integrate dagli apporti delle teorie dell’attaccamento e costruttiviste, ma anche dagli sviluppi attuali delle neuroscienze. Sede La sede centrale del Ce.R.I.P.A. Onlus è sita a Latina in Via Adua n. 36 La sede didattica è sita a Latina in via Gran Bretagna 22 Segreteria: Via Adua 36 Latina Telefono: 0773 668062 Fax: 0773 668062 e-mail: [email protected] Sito: www.ceripa.it Referenti: Prof. Rosario Di Sauro e-mail: [email protected] Tel 3474893332 dott.ssa. Manuela Maltese e-mail: [email protected] Tel 3397155732 Ordine degli Studi 5 IL COMITATO SCIENTIFICO del Ce.R.I.P.A. Onlus è costituito da: PRESIDENTE: Prof. R. Di Sauro Prof. a contratto Università Tor Vergata Roma MEMBRI DEL COMITATO SCIENTIFICO: Prof.ssa R. Alvaro Prof. Ass. Università Tor Vergata Roma Prof. A. Carlesimo Prof. Ass. Università Tor Vergata Roma Prof. M. Chiesa Primario psichiatra & Honor Senior Lecturer The Cassel Hospital & University College London Psicoanalista IPA Membro Ordinario della British Psycoanalytical Society Prof. A. Fabrizi Università IUSM Roma Dott.ssa Liliana Ferrero Psicologa, Membro Ordinario della Asociaciòn Psicoanaliticade Buenos Aires, Direttrice della Comisin Nacional de Mujere Profesionales Italoargentinas. Prof. M. Grasso Prof. Ordinario Università La Sapienza Roma Prof. A. Manzi Assistent Professor of psychology, Mercy College, New York Prof. R Moguillasnsky Departamento de Salud Mental Univ. de BuenosAires, Membro Ordinario con funzione didattica Dell'Asociación Psicoanalitica APdeBA Prof. D.Moscato Medico Neuropsichiatra, Prof. A contratto Università Perugia 6 CERIPA Prof. G. Nicolais Prof. Ass. Università La Sapienza Roma Dott.ssa Silvia Nussbaum Medico Psichiatra, Membro Ordinario con funzione didattica dell'Asociación Psicoanalitica de Buenos Aires APdeBA, Full Member dell'Asociación PsicoanaliticaInternacional IPA Prof. A. Pennella Prof. a contratto. Università La Sapienza Roma, Didatta SIRPIDI Prof. L. Provenzano Ricercatrice confermata Università La Sapienza Roma Prof. G. Rocco Presidente Collegio IPASVI Roma, Università Tor Vergata Roma Prof. A. Sbardella Prof. a contratto Università La Sapienza Roma Prof. Massimo Scialpi Prof. a contratto Università Tor vergata Roma IL COMITATO DIRETTIVO del CE.R.I.P.A. Onlus è costituito da: Stefania Bertiè Donata Cavallo Rosario Di Sauro Manuela Maltese Francesca Marchegiani IL COMITATO SCIENTIFICO del CORSO DI SPECIALIZZAZIONE è composto: PRESIDENTE Prof. G. Nicolais Prof. Ass. Università la Sapienza Roma Membri del Comitato: Prof. M. Grasso Ordine degli Studi 7 Prof. Ordinario Università La Sapienza Roma Prof. A. Carlesimo Prof. Ass. Università Tor Vergata Roma Il CONSIGLIO DEI DOCENTI del CORSO DI SPECIALIZZAZIONE è composto da: Prof.ssa RosariaAlvaro Prof. Ass. Università Tor Vergata, Roma Dott.ssa Monica Baron Dirigente Psicologo ASL Ceccano Dott.ssa Chiara Bergerone Psicologa, Psicoterapeuta, Analista Transazionale Prof. Augusto Carlesimo Prof. Ass. Università Tor Vergata, Roma Dott.ssa Donata Cavallo Psicologa, Psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico Ce.R.I.P.A. Onlus (didatta) Prof.ssa Barbara Cordella Ricercatrice confermata Università La Sapienza Roma; Docente Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute, Università La Sapienza Roma Dott.ssa Di Norcia Anna Ricercatrice Uni Sapienza Roma Dott. Franco Di Nucci Psicologo psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo compartamentale e stategico Dirigente psicologo ASL Latina Prof. Rosario Di Sauro Psicologo, Psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico Prof. a contratto Università Tor Vergata, Roma (didatta) Prof.ssa Adele Fabrizi Psicologo; Psicoterapeuta; Prof. a contratto Facoltà di Psicologia 1, Università La Sapienza Roma; Prof. IV Università degli studi di Roma, IUSM; Docente e Supervisore dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma Dott.ssa Gaetana Giannotta Psicologa psicoterapeuta indirizzo Gestaltico 8 CERIPA Dott. sa Manuela Maltese Psicologa, Psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico Ce.R.I.P.A. Onlus (didatta) Dott.ssa Francesca Marchegiani Psicologa, Psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico Ce.R.I.P.A. Onlus Dott. Concetta Malvaso Medico chirurgo, Specialista in Pediatria Prof. Luciano Mecacci Prof. Ordinario, già Pro Rettore Università degli studi di Firenze Dott.ssa Alessandra Mura Psicologa, Psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico Ce.R.I.P.A. Onlus (didatta) Prof. Giampaolo Nicolais Psicologo clinico Prof. Ass. Università La Sapienza Roma Presidente Comitato Scientifico Prof. Augusto Pasini Medico, Specialista in Psichiatria Prof Ass. Università Tor Vergata, Roma Prof. Angelo R. Pennella Psicologo, Psicoterapeuta; Prof. a contratto Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute, Università La Sapienza, Roma Dott. Bruno Pinkus Psicologo, Psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico. Cooperativa Sociale GNOSIS, Marino (RM) Dott. Lorenzo Polli Psicologo, Psicoterapeuta ad indirizzo sistemico relazionale Dirigente ASL Latina Dott. Riccardo Pulzoni Medico, Specialista in Psichiatria Psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo comportamentale Dott.ssa Anna Riccardi Psicologa, Psicoterapeuta ad indirizzo sistemico relazionale Ce.R.I.P.A. Onlus Ordine degli Studi 9 Prof. Gennaro Rocco Presidente Collegio IPASVI di Roma, Prof. Alberto Sbardella Medico, Specialista in Psichiatria Prof a contratto Università La Sapienza, Roma Prof. Massimo Scialpi Psicologo, Psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico Prof. a contratto Università Tor Vergata, Roma Dott.ssa Simona Spiridigliozzi Psicologa psicoterapeuta, indirizzo psicoanalitico Prof.ssa Maria Pia Viggiano Prof . Ordinario Università di Firenze TUTOR Dott.ssa M. Lucia Benvenuti Psicologa psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico COLLABORAZIONI E CONVENZIONI CON ASSOCIAZIONI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI Il Ce.R.I.P.A. Onlus ha istituito rapporti di collaborazione culturale e scientifica con: Prof. R. Moguillasnsky Departamento de Salud Mental Univ. de BuenosAires, Membro Ordinario con funzione didattica Dell'Asociación Psicoanalitica APdeBA Prof. M. Chiesa Primario psichiatra & Honor Senior Lecturer The Cassel Hospital & University College London Psicoanalista IPA Membro Ordinario della British Psycoanalytical Society Prof. A. Manzi Assistent Professor of psychology, Mercy College, New York AMI (Associazione Italiana Avvocati Matrimonialisti, sez Latina). 10 CERIPA Associazione Centro Donna LILITH (Latina) Associazione Gnosis (Cooperativa Sociale) ALTRE ATTIVITÀ CLINICHE E FORMATIVE IL Ceripa Onlus continua la collaborazione attraverso alcuni didatti della Scuola attraverso attività di insegnamento presso l’Università Nostra Signora del Buon Consiglio di Tirana (Albania), in collaborazione con l’Università di Tor Vergata. CONVENZIONI Asl Latina Asl Frosinone Comunità Esserci Terracina Altre Convenzioni saranno stipulate in conformità alle richieste degli Allievi. WORKSHOP E CONGRESSI Oltre alle attività didattiche che svolgerà nell’ambito del Corso Quadriennale di Specializzazione, il Ceripa Onlus organizza incontri e seminari di aggiornamento e un Congresso annuale su temi attinenti la psicologia clinica e la psicoterapia psicoanalitica. ATTIVITÀ SVOLTE DAL CERIPA DAL 2009, ANNO DELLA SUA COSTITUZIONE AD OGGI Per tale sezione si rimanda alla home page del sito web: www.ceripa.it Ordine degli Studi 11 PUBBLICAZIONI Il Ce.R.I.P.A. Onlus pubblica periodicamente una Newsletter e i Quaderni Ceripa; questi ultimi fino ad ora pubblicati: N. 1 La relazione di aiuto N. 2 La mente nella mente SOStenere il benessere psicosociale N. 3 I disturbi psicosomatici N. 4 L’assessment teoria e clinica fra psicoterapia e neuroscienze Inoltre attraverso il suo Direttore cura le seguenti Collane: Psicologia Clinica e Psicoterapia; Psicologia sociale e contesti sanitari; Counselling e società postmoderna; Famiglia coppia e società, tutte con ARACNE EDITRICE. 12 CERIPA FINALITÀ E DESTINATARI DEL CORSO DI SPECIALIZZAZIONE Il Corso intende promuovere e sviluppare una conoscenza specialistica dei principi della psicologia clinica e della psicoterapia ad orientamento psicoanalitico, nonché una valida competenza operativa all’uso dei loro metodi e tecniche. Il Corso, equipollente ai Corsi di Specializzazione Universitaria, consente l’esercizio dell’attività psicoterapeutica ed è rivolto a laureati in Psicologia (Quinquennale) o in Medicina e Chirurgia o che abbiano conseguito i corrispondenti titoli ai sensi del nuovo ordinamento di cui al Decreto ministeriale 11 dicembre 1998, n. 509 e successive modificazioni e integrazioni, iscritti nei rispettivi albi (Ordinanza MIUR del 10/12/2004). Possono altresì accedere al Corso anche i laureati che, in assenza di iscrizione al proprio Albo, superino l’Esame di Stato e effettuino l’iscrizione all’albo nella prima sessione utile dopo l’avvio del primo anno accademico (il non superamento del suddetto esame nei termini previsti dall’attuale normativa comporta l’esclusione dell’allievo dal Corso). Ordine degli Studi 13 Il PROGETTO FORMATIVO DEL CORSO DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICOLOGIA CLINICA E PSICOTERAPIA PSICODINAMICA PER IL CICLO DI VITA INTRODUZIONE I fondamenti teorici e metodologici della Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica e Psicoterapia Psicodinamica per il Ciclo di Vita Ce.R.I.P.A. Onlus sono identificabili nei costrutti principali della Psicologia clinica, della Psicoanalisi freudiana e post-freudiana, in particolare della Teoria delle Relazioni Oggettuali, della Psicoterapia focalizzata sul transfert elaborata da O. Kernberg, della Teoria dell’attaccamento, integrate ed arricchite dai contributi delle neuroscienze. I processi formativi, su cui si intende basare il suddetto corso di specializzazione, sono imperniati fortemente su tre vettori interagenti fra loro: la formazione teorica, la formazione alla prassi, con lo studio e l’applicazione della tecnica ed, infine, la formazione personale (Di Sauro, 2009). La formazione alla psicoterapia ad orientamento psicodinamico è lunga e complessa, sia per la vastità di nozioni teoriche che si devono acquisire, sia, soprattutto, per i cambiamenti che il processo di crescita personale, la supervisione, la riflessione e l’aggiornamento, richiedono a chi intende lavorare in questo settore. Di seguito cercheremo di illustrare i principi teorici e clinici che costituiranno la base per il percorso formativo in Psicologia Clinica e Psicoterapia per il Ciclo di Vita che fondamentalmente si basa su due bienni: infanzia e adolescenza, il primo; adulti e invecchiamento, il secondo. 14 CERIPA 1. LA PSICOLOGIA CLINICA La Psicologia clinica fa riferimento alle dimensioni teoriche e tecniche che incentrano l’intervento psicologico clinico sul modello dell’analisi della domanda (Carli 2003; Grasso, Cordella Pennella, 2004; 2005; Pennella, 2012, 2013). Tale modello istituisce una particolare prassi clinica e una teoria della tecnica orientata alla promozione dello sviluppo (Di Sauro, 2012a, b). Tale scelta metodologica e teorica si basa sulla consapevolezza che l’intervento che lo psicologo clinico è chiamato a svolgere nel contesto sociale attuale non si esaurisce e non coincide soltanto con l’attuazione della psicoterapia, ma le domande cui lo psicologo è chiamato a rispondere sono molteplici e possono riguardare un’utenza variegata. La Scuola Ce.R.I.P.A. Onlus intende formare professionisti che siano in grado di rispondere alla complessificazione delle richieste di intervento psicologico clinico e che non si limitino alla attuazione di interventi psicoterapeutici precostituiti, che ridurrebbero l’intervento alla dogmatica attuazione di una tecnica prestabilita, ma incapace di applicare la competenza clinica all’analisi della specifica domanda posta dalla persona/gruppo/istituzione che richiede l’intervento. Nella tradizione psicologica italiana, infatti, nonostante le molteplici pubblicazioni al riguardo, l’intervento psicologico clinico sembra coincidere con quello psicoterapeutico, sebbene sia innegabile che l’intervento clinico, se non si esaurisce con la valutazione psicodiagnostica, ma includa la comprensione e la restituzione al paziente della dinamica relazionale che agisce nel porre la domanda di intervento, possa avere effetti terapeutici. Il modello psicologico clinico fondato sull’analisi della domanda consiste nella capacità di trattare il problema posto dall’utenza sulla base di una specifica teoria della tecnica che consente di leggere e interpretare la dimensione relazionale del problema proposto, cioè la relazione tra l’utente e il contesto all’interno del quale insorge la problematica che motiva la richiesta, e che si riproduce nella relazione con lo psicologo clinico. Ordine degli Studi 15 La prassi psicologico clinica orientata secondo tale modello consente, inoltre, di contenere le inclinazioni all’autoreferenzialità dei vari approcci psicoterapeutici delle differenti Scuole. Il modello di intervento fondato sull’analisi della domanda si basa sul alcuni presupposti teorici fondamentali. Innanzitutto la concezione dell’inconscio come modo di essere della mente (Matte Blanco,1975), il cui funzionamento è caratterizzato dalla logica del processo primario e dal principio del piacere, e si manifesta attraverso la simbolizzazione della realtà mediante categorizzazioni affettive, dunque nel rapporto con il contesto. Il contesto, infatti, contrasta la tendenza del funzionamento mentale inconscio alla generalizzazione e alla simmetria e impone “un orientamento alle simbolizzazioni affettive dei singoli che al contesto appartengono” (Carli, 1993, 13). Il contesto è definito come l’insieme delle relazioni organizzate in strutture, all’interno delle quali la persona vive, che esercita una influenza sul funzionamento mentale inconscio degli individui coinvolti e sulle loro simbolizzazioni affettive evocate dal contesto medesimo. Esse costituiscono la collusione, la quale a sua volta esercita e influenza il contesto, in una relazione di tipo circolare. La dinamica collusiva rappresenta dunque l’espressione sociale del modo di essere inconscio della mente e svolge una funzione di coesione sociale, attraverso le condivise simbolizzazioni affettive del contesto e l’implicazione emotiva che coinvolge profondamente gli individui. Il modello dell’analisi della domanda si fonda sul concetto di collusione e di simbolizzazione affettiva del rapporto professionale che l’utenza agisce con la domanda ed evoca una sollecitazione di reciprocità collusiva, nello psicologo clinico. La domanda rappresenta, infatti, un tentativo di ripristinare una dinamica relazionale collusiva, entrata in crisi, quale motivazione della richiesta e, al contempo, quale problematica riprodotta nella relazione istituita con la domanda, la quale rappresenta dunque anche una difesa dal fallimento della collusione. La domanda di consulenza veicola le attribuzioni fantasmatiche di ruolo che il clinico deve sapere individuare. Nella domanda so- 16 CERIPA no, infatti, attivi tre ruoli: il consulente, il committente e l’utente. Il committente, una parte del Sé o una persona esterna, pone al consulente una domanda di cambiamento preordinato, fondato sulla collusione e finalizzato in realtà a ripristinare una dinamica relazionale collusiva entrata in crisi. Dal punto di vista metodologico, il consulente, se intende attuare un intervento che promuova veramente la conoscenza e il cambiamento, dovrà evitare risposte precostituite, attraverso la sospensione dell’azione (azione che rappresenta la riproposizione agita dei modelli organizzativi della relazione), che diviene lo strumento di pensiero per evitare che la collusione si sostanzi. L’intervento psicologico fondato a livello teorico e metodologico sul modello di analisi della domanda rappresenta la possibilità di utilizzare gli elementi agiti nella domanda di consulenza, non solo come fonte di conoscenza e valutazione (diagnosi), ma soprattutto come vero e proprio intervento in grado di promuovere il cambiamento (Di Sauro, 2009). Ciò attraverso la attivazione della riflessione e dell’autoriflessione e la proposta di modalità relazionali collusive favorevoli al processo di sviluppo. Il fine dell’analisi della domanda, infatti, non è quello di eliminare la collusione, quanto piuttosto di istituire dinamiche collusive capaci di sostenere il processo evolutivo, tramite l’attivazione del pensiero sulle simbolizzazioni stesse, sulle dinamiche agite nella domanda di consulenza, nella relazione attuale con lo psicologo clinico. La mancanza di pensiero determina la trasformazione della collusione in agito, ovvero un comportamento che consiste in una evacuazione delle emozioni nella relazione. L’analisi della domanda rappresenta il tentativo di restituire al paziente la propria “fantasia relazionale prevalente”, agita nella richiesta di consulenza, elaborando insieme a lui la domanda medesima, al fine di allargare le sue possibilità di conoscenza e cambiamento e di stimolare il processo decisionale rispetto al modo di affrontare le difficoltà e la conseguente assunzione di responsabilità (Grasso-De Coro, 1993; Grasso-CordellaPennella, 2004). Ordine degli Studi 17 2. L’INTERVENTO PSICOLOGICO CLINICO E PSICOTERAPEUTICO NELL’INFANZIA 2.1 Introduzione L’indirizzo teorico della Scuola di Specializzazione è in linea con la tradizione della Tavistock Clinic; fa riferimento al pensiero che da Sigmund Freud, attraverso gli sviluppi clinici e le riflessioni teoriche di Karl Abraham, Melanie Klein, Anna Freud e Donald Winnicott, giunge ad Hanna Segal, Herbert Rosenfeld, Wilfred Bion, Donald Meltzer, F. Tustin, Daniel Stern, A. Ferro ed altri. Questi, infatti, sono gli Autori annoverati nella corrente di pensiero particolarmente interessata alla psicoanalisi infantile e ai disturbi emozionali primari, alle fasi precoci dello sviluppo, alle difese primitive dell’apparato psichico, ormai fondanti ed imprescindibili nella psicoanalisi di tutte le età, in particolar modo dell’infanzia. 2.2. Intervento psicoterapeutico nell’infanzia 2.2.1 Caratteristiche La psicoanalisi, attraverso il colloquio, l’analisi simbolica del disegno e del gioco spontaneo e psicomotorio del bambino, risulta essere una tecnica adeguata per affrontare le difficoltà in età evolutiva. Si crea, proprio attraverso il gioco, o meglio l'ambito ludico, quello spazio potenziale (Winnicott ‘85) dove può avvenire l'attivazione della ri-scoperta di sé e delle proprie potenzialità da parte del soggetto. 18 CERIPA Lo psicoterapeuta infantile si relaziona con i bambini attraverso dei canali di comunicazione rappresentati principalmente dal gioco. Per questo, se da una parte il terapeuta svolge dei colloqui clinici (ed un’attività di counseling psicologico con i genitori), dall’altra utilizza la tecnica della play-therapy per le osservazioni psico-diagnostiche e le terapie con i bambini. Il gioco permette al bambino di rimettere in atto esperienze psichiche dolorose e di provare a riparare inconsciamente situazioni di sofferenza, lasciando emergere quanto c’è di “non elaborato” “non differito” nella sua storia emotiva. Lo psicoterapeuta infantile ha la possibilità di conoscere un piccolo paziente e le sue problematiche emotive, di osservarne le fantasie inconsce e l'angoscia ad esse legata, la quale, proprio attraverso la ripetizione del gioco o l’introduzione di nuovi significati simbolici, può essere scaricata, trasformata ed elaborata. 2.2.2 Finalità La psicoterapia infantile, paradossalmente, ha innanzitutto una funzione preventiva, in quanto più precocemente si attua l’intervento con i soggetti in età evolutiva, maggiori saranno le possibilità di riuscita impedendo che la patologia diventi cronica. Inoltre le patologie dell’età evolutiva bloccano lo sviluppo dell’individuo, quindi la funzione primaria della psicoterapia è quello di permettere al bambino in crescita di riprendere il suo naturale sviluppo. E’ necessario valutare attentamente tutti gli elementi che concorrono a strutturare e sostenere il disagio del bambino. Un comportamento sintomatologico del bambino, può esprimere un disagio della coppia genitoriale. Accade di frequente che i genitori abbiano accesso alle consultazioni psicologiche con la convinzione che il problema è del bambino, e quindi si sottraggano, in modo più o meno consapevole a qualsiasi tentativo di esplorazione di possibili dinamiche familiari, a sostegno del sintomo. E’ indispensabile che i genitori si rendano per primi disponibili ad un lavoro di riflessione critica sulla situazione, che accom- Ordine degli Studi 19 pagni un eventuale percorso terapeutico con il bambino. Inoltre il sostegno della coppia genitoriale ha la funzione di accompagnare e sostenere i genitori attraverso il cambiamento di equilibrio, che una psicoterapia del bambino necessariamente comporta. La mancata alleanza con la coppia genitoriale, può essere un ostacolo al proseguimento del trattamento, per cui è importante valutare attentamente questo elemento con dei colloqui preliminari con i genitori, prima di intraprendere un percorso terapeutico con il bambino (anamnesi, storia della coppia coniugale, ovvero la “preistoria” del bambino). 2.2.3 Setting E' noto che la tecnica della terapia infantile pone problemi di setting ben diversi da quelli che si presentano nella terapia analitica con gli adulti. Alla base di questa diversità ci sono fattori collegati alle modalità espressive del bambino, anche nel manifestare il disagio psichico, e alla presenza concreta dei genitori nella vita di un bambino e quindi nella sua analisi. Definiamo il setting non solo come un insieme di regole precostituite e applicate, ma piuttosto e anche come una modalità interiorizzata di definire i confini della relazione analitica. Nell'analisi del bambino questi confini sono molto più soggetti ad essere trasgrediti, sia per la sua naturale tendenza all'agito, sia perché, per quanto riguarda i genitori, il rispetto o meno della regola analitica veicola spesso sentimenti transferali non elaborabili all'interno del rapporto. Diventa quindi indispensabile lavorare con un "setting interno", stabile ma non rigido, entro il quale muoversi liberamente nel rapporto con il paziente. Il concetto è ben rappresentato dall'immagine del calco di gesso, come materia sulla quale il paziente può trovare una collocazione che prende forma da lui stesso. 20 CERIPA 3. L’INTERVENTO PSICOLOGICO CLINICO E PSICOTERAPEUTICO CON L’ADOLESCENTE. L’intervento psicologico con gli adolescenti deve necessariamente tenere in considerazione la complessità dei processi che caratterizzano questa particolare fase evolutiva. Alcune correnti del pensiero psicoanalitico hanno attribuito le alterazioni del comportamento e la comparsa di sintomi simili a quelli di quadri psicopatologici specifici alla ineluttabile e transitoria crisi adolescenziale che sconvolge l’equilibrio precedentemente raggiunto, la cui assenza sarebbe invece degna di preoccupazione. La ricerca empirica ha recentemente dimostrato che in realtà la maggior parte degli adolescenti affronta i nuovi compiti evolutivi con un disagio contenuto, conservando un discreto adattamento. Studi epidemiologici hanno, inoltre, dimostrato che un discreta percentuale di condizioni psicopatologiche che compaiono durante l’adolescenza non possono essere ascritte alle inquietudini e agli stravolgimenti di questa fase esistenziale, sebbene possano essere ad essa collegate, e devono essere differenziate e trattate per evitare che si cristallizzino, sfociando in disturbi psichici conclamati nell’età adulta. La relativa plasticità del funzionamento psicologico e dei processi di ristrutturazione della personalità che caratterizza l’adolescenza agevola e rende opportuno un precoce intervento psicologico, che non necessariamente coincide con un trattamento psicoterapeutico. In alcuni casi, infatti, la riflessione favorita nel momento della valutazione, la possibilità di essere ascoltati e di prendere consapevolezza del proprio disagio stimolano la ripresa del processo evolutivo. La condizione di relativa fluidità della personalità in formazione deve indurre a porre una diagnosi sulla struttura della personalità inevitabilmente provvisoria. In questa fase evolutiva, infatti, le alterazioni del processo di sviluppo non assumono generalmente un carattere definitivo e solo in parte possono essere ricondotte alle vicende delle fasi di vita pregresse. Più frequentemente il disagio psicologico rivela la difficoltà di assolvere ai compiti evolutivi che caratterizzano l’adolescenza e su cui si in- Ordine degli Studi 21 centra il processo di valutazione (Masina-Montinari, 2001), il cui criterio fondamentale rimane quello di appurare se e in che modo l’adolescente affronta la sfida della crescita o se, al contrario, si sia verificato un arresto dello sviluppo, determinato dalla difficoltà di perseguire gli obiettivi evolutivi. Essi sono sinteticamente rappresentati dalla capacità di raggiungere una progressiva autonomia, compiendo il processo di separazione e individuazione dalle figure genitoriali, mediante il rimaneggiamento delle relazioni familiari e la gestione dei vissuti depressivi spesso connessi, di costruire una nuova identità, attraverso l’integrazione della dimensione genitale, e di sviluppare la capacità di intessere relazioni affettive soddisfacenti esterne alla famiglia. Tali processi innescano un rimodellamento della personalità e determinano spesso una condizione di conflittualità tra spinte progressive e regressive, tra il desiderio di permanere in una condizione di dipendenza dalle figure genitoriali idealizzate dell’infanzia e quello di procedere verso la graduale indipendenza da esse. Dal punto di vista metodologico, nella consultazione psicologica con l’adolescente, in particolare nella fase di accoglimento e valutazione, è dunque opportuno considerare tale fisiologica ambivalenza e stimolare e sostenere nell’adolescente una posizione attiva e responsabile rispetto a quanto accade nel proprio mondo interno, attraverso il coinvolgimento del paziente in una relazione interpersonale, fondata sulla alleanza di lavoro. Ciò al fine di stimolare la capacità di riflessione, l’attribuzione di significato a quanto accade e la consapevolezza delle modalità relazionali ricorrenti, mantenendo un atteggiamento di sospensione che eviti la saturazione dei significati con il ricorso ad un etichettamento diagnostico. Tale strategia ha lo scopo di contenere il vissuto, spesso soverchiante, di passività e avvilimento dinanzi alle difficoltà, che può indurre il paziente a cedere al richiamo regressivo e rassicurante dell’infanzia, utilizzando anche le tendenze dell’adolescente a cercare oggetti sostitutivi a quelli infantili (Bovet et al., 2001, 78-79). Si suggerisce di incoraggiare il paziente a partecipare in modo attivo al processo di valutazione, finalizzato a definire la gravità della condizione in atto, e di coinvolgerlo nella com- 22 CERIPA prensione dei suoi vissuti, anche se ciò può determinare l’angoscia rispetto al timore di essere anormale, perché ciò può rappresentare un’esperienza fondamentale, purché il clinico sappia motivare l’esplorazione e spiegare l’utilizzo che farà delle risposte del paziente. Ciò contribuisce a coinvolgerlo attivamente e a ridurre l’angoscia e l’atterrimento provocato da ciò che ancora non è conosciuto. La valutazione psicologica assume una importanza determinante nell’intervento con l’adolescente, perché la mancata comprensione del danno subito nel processo evolutivo e la conseguente impossibilità di identificare il trattamento e il suo focus potranno favorire o impedire l’evoluzione del disagio in una conclamata soluzione psicopatologica. Per tali motivi il processo valutativo non deve focalizzarsi su sintomi specifici, ma piuttosto prendere in esame l’intero funzionamento dell’adolescente, al fine di identificare anche quelle forme silenti di disagio, come depressioni o condizioni di rischio per la vita, che, se non individuate, potrebbero avere esiti nefasti. La valutazione dovrebbe rappresentare l’opportunità di lavorare sulla richiesta d’aiuto e sulla condivisione con l’adolescente del significato dell’incontro, in una disposizione mentale di sospensione e di apertura a nuovi significati e ipotesi, secondo una dimensione progettuale finalizzata a individuare e mobilitare le risorse dell’adolescente per affrontare la condizione di disagio. La finalità della valutazione è, inoltre, quella di individuare l’intervento più idoneo e praticabile per sostenere l’adolescente nella ripresa del proprio percorso maturativo o per affrontare condizioni che rappresentano un rischio per la salute psicofisica del paziente o che potrebbero esitare nella strutturazione di un disturbo psichico vero e proprio in età adulta. In alcuni casi sarà opportuno proporre un intervento psicoterapeutico vero e proprio, mentre in altri sarà sufficiente un approccio focale che riattivi le risorse e le potenzialità bloccate. Ordine degli Studi 23 3.1. La Psicoterapia Di Gruppo In Adolescenza La psicoterapia di gruppo in adolescenza si fonda sulla funzione che il gruppo, in particolare quello dei pari, secondo la visione psicodinamica, esercita sullo sviluppo psichico dell’adolescente e sulla realizzazione dei compiti evolutivi. Il gruppo fornisce ai suoi membri il sostegno narcisistico e lo spazio psichico necessario per affrontare il processo di crescita. Il gruppo psicoterapeutico può assolvere le stesse funzioni di supporto allo sviluppo psicologico svolte dal gruppo dei pari, ma possiede anche un elemento specifico, poiché consente l’espressione dei vissuti emotivi, dei conflitti, delle angosce che il timore di danni narcisistici impedisce di manifestare nel gruppo dei pari. Il dispositivo gruppale permette, inoltre, di sperimentare una duplice dimensione relazionale, verticale con il terapeuta e orizzontale con gli altri membri, che riproduce le relazioni familiari e amicali, ma con una connotazione virtualmente correttiva, integrando lo sviluppo di una identità separata con le identificazioni familiari, attraverso le introiezioni derivanti dal rapporto con gli altri membri e l’esperienza di una relazione positiva con un adulto. Il setting gruppale svolge, altresì, una fondamentale funzione contenitiva rispetto alla possibilità di esternalizzare parti di sé scisse, attraverso meccanismi difensivi primitivi, che i pazienti adolescenti spesso non riescono a contenere dentro di sé. Il contesto gruppale consente, inoltre, di utilizzare i meccanismi di difesa in senso terapeutico e di identificare comuni obiettivi su cui esternalizzare le parti scisse distruttive. Come afferma Freddi (2003, 283): “..la condivisione con gli altri componenti di queste difese diventa un sostegno a un Sé scarsamente coeso, un sollievo all’angoscia e un rinforzo positivo al narcisismo di questi adolescenti che si vivono come diversi, e spesso particolarmente cattivi e distruttivi”. Secondo l’approccio terapeutico gruppale di orientamento psicodinamico, il terapeuta dovrà favorire lo sviluppo di relazioni flessibili che consentano un adattamento reciproco, mediante l’interpretazione delle dinamiche gruppali che impediscono la 24 CERIPA mutua accettazione e l’individuazione tempestiva degli indizi di disagio e conflitto. Il gruppo rappresenta il “terzo” che impedisce l’instaurarsi di una relazione duale ed esclusiva che, sebbene desiderata, può esporre il paziente al confronto con l’ambivalenza delle sue angosce di dipendenza, di abbandono e di rifiuto, svolgendo una essenziale azione protettiva. È importante che i terapeuta sappia riconoscere e accogliere il desiderio profondo e il concomitante timore di una relazione privilegiata con lui, offrendo la possibilità di incontri individuali, da abbinare a quelli gruppali, qualora il confronto con il gruppo suscitasse angosce troppo intense. 4. L’INTERVENTO PSICOLOGICO E PSICOTERAPEUTICO CON LA FAMIGLIA Il coinvolgimento della famiglia nell’intervento con i minori è inevitabile, non solo dal punto di vista legale, ma perché svolge una importante e inevitabile funzione di mediazione nei confronti della consulenza psicologica. L’implicazione della famiglia, inoltre, consente di verificare, soprattutto in fase di accoglienza, le fantasie collusive tra il bambino o l’adolescente e i familiari, attraverso cui si manifestano il bisogno di aiuto e, allo stesso tempo, le resistenze ad esso, e le risorse che si potranno presumibilmente utilizzare nella elaborazione e realizzazione di un progetto di intervento. Il cambiamento paradigmatico che ha interessato la psicoanalisi, orientando verso una concezione relazionale della mente, ha indotto anche una nuova concettualizzazione della famiglia. Essa, infatti, può essere intesa come campo interattivo caratterizzato dalla reciproca influenza di fantasie inconsce e relazioni reali, in cui “può essere studiato l’uso reciproco dell’altro, con le proposte inconsce di relazione e “all’appoggio” di elementi interni sulla realtà esterna” (MasinaMontinari, 1995). Queste considerazioni hanno influito sulla necessità di ripensare anche la strutturazione dell’intervento e del setting. L’esperienza clinica ha evidenziato che l’intervento psicologico condotto con il solo bambino o adolescente non ha sortito esiti terapeutici confortanti, caratterizzati dalla difficoltà Ordine degli Studi 25 di avviare un trattamento o dalla sua prematura interruzione. Ciò può essere interpretato come conseguenza della difficoltà del nucleo familiare di accogliere la separazione, quando ancora i confini psichici non sono adeguatamente strutturati, condizione frequente nei disturbi della personalità. L’imposizione prematura della separazione impedisce di cogliere e trattare le reazioni comportamentali espressione di un transfert familiare difensivo rispetto alle persone estranee, che può non consentire alla famiglia di accettare che il figlio instauri una relazione terapeutica autonoma, rispetto alla quale lo stesso paziente potrebbe sperimentare una condizione di conflitto angosciante. Come affermano vari Autori, la scelta metodologica di strutturare l’intervento secondo setting più articolati, soprattutto nei disturbi di personalità, può rappresentare la possibilità di utilizzare la separazione in senso terapeutico. Ciò significa che la famiglia dovrebbe disporre di risorse adeguate per affrontare efficacemente il processo di separazione-individuazione che l’adolescenza dei figli ripresenta. Sarà necessario dunque valutare lo stadio evolutivo non solo dell’adolescente, ma anche del nucleo familiare e delle relazioni che lo caratterizzano; riconoscere le difese attivate in modo preferenziale e il clima emotivo predominante. Tutto ciò al fine di stabilire una adeguata alleanza di lavoro che consenta di individuare le dinamiche familiari patogene, le risorse e i significati che l’intervento psicologico sollecita nella famiglia. La terapia familiare ad orientamento psicoanalitico, pertanto, si occupa di comprendere le relazioni che intercorrono tra coloro che costituiscono una coppia o una famiglia. Centrale importanza, dunque, è attribuita alle relazioni tra persone aventi rapporti intimi e duraturi. L’orientamento psicodinamico familiare si occupa di definire ed affrontare un problema ben preciso. Il modello teorico di riferimento è quello della psicoterapia focale centrata sulla crisi. Per crisi si intende, rispetto agli incontri di coppia e familiari, la capacità di separazione, scelta e decisione connessa a processi di separazione-individuazione, relativi alle diverse fasi del ciclo vitale della famiglia. 26 CERIPA Questo tipo di intervento diviene di fondamentale importanza quando si manifestano problemi evolutivi del bambino e dell’adolescente o problemi propriamente della coppia. Per definire il problema su cui lavorare, è necessario raccogliere dalla famiglia tutte le informazioni necessarie alla valutazione, attraverso il colloquio clinico. Queste informazioni sono organizzate ed elaborate attraverso un processo che le attribuisce a vari livelli (i singoli, il gruppo, le relazioni tra, le ipotesi-guida), evidenziando la tendenza ad articolare l’intrapsichico con l’interpersonale. La terapia familiare è quel processo messo in atto per aiutare i membri della famiglia a diventare consapevoli dei ruoli non adeguati, sbloccando l’espressività emotiva. Comprendere una famiglia in maniera tale da poter definire il focus del trattamento, gli obiettivi e le tecniche vuol dire avere presenti tre strutture referenziali: 1. una concettualizzazione della famiglia intesa come entità in evoluzione; 2. una concettualizzazione della struttura intergenerazionale e storica della famiglia; 3. una concettualizzazione della famiglia intesa come sistema strutturato dalle qualità interattive attuali della vita familiare. Nel valutare una famiglia, si può seguire la condizione di ogni singolo membro lungo il corso del ciclo vitale e parallelamente quello degli altri membri. Quanto più i membri si trovano in fasi o periodi di transizione critici, tanto più è probabile che la famiglia debba affrontare uno stress e si trovi nella necessità di adattarsi al cambiamento. Ordine degli Studi 27 5. LA PSICOTERAPIA INDIVIDUALE La psicoterapia individuale avrà come modello teorico e metodologico l’approccio psicodinamico basato sulle teorie delle relazioni oggettuali, in modo particolare, anche se non esclusivo, sull’approccio ideato da Kernberg ed altri definito “TERAPIA FOCALIZZATA SUL TRANSFERT”. La teoria delle relazioni oggettuali, è nata allo scopo di affermare l’autonomia delle relazioni d’oggetto rispetto alle pulsioni, sostenendo la tendenza alla ricerca dell’oggetto. È, almeno inizialmente, nella tradizione del pensiero kleiniano che si pone il pensiero di Fairbairn (1952). Fairbairn sostenne che "la libido ricerca l’oggetto e non il piacere", affermando contemporaneamente che le relazioni oggettuali sono primarie ed autonome e non semplicemente conseguenza secondaria del soddisfacimento, con ciò contraddicendo l’idea freudiana secondo la quale l’oggetto altro non sarebbe se non il mezzo, lo strumento, attraverso cui la pulsione realizza il proprio scopo. Gli assunti della teoria di Fairbairn possono essere considerati i seguenti: 1) vi sarebbe una progressiva evoluzione da uno stato di relativa mancanza di differenziazione tra sé ed oggetti verso una condizione di crescente differenziazione. 2) Caratteristica di tale evoluzione sarebbe il senso crescente della propria separatezza. 3) Vi sarebbe una progressiva acquisizione di capacità relazionali sempre più valide basate sul senso di separatezza. 4) Il tempo di tale evoluzione sarebbe quello della vita precoce, il luogo quello della relazione madre-bambino. 5) La psicopatologia si configurerebbe come conseguenza di alterazioni del rapporto tra madre e bambino e quindi di difficoltà nello svolgersi dello sviluppo preedipico piuttosto che edipico. D’altra parte Balint già aveva sostenuto che esistono precocemente relazioni oggettuali, ad esempio nel lattante, quindi un "amore oggettuale primario" sarebbe in pratica inconciliabile con la nozione di narcisismo primario: separatezza e rapporto 28 CERIPA intersoggettivo sono i risultati comuni dell’attuale ricerca psicoanalitica incentrata sull’osservazione del neonato. Winnicott aveva sostenuto che le cure materne rappresentano una componente essenziale senza la quale non potrebbe esistere alcun bambino, prendendo a sua volta radicalmente le distanze dal concetto di narcisismo primario di Freud. “Prendersi cura” assume per Winnicott il significato di abbracciare, contenere, ed il contenimento delle braccia materne sostituisce in qualche modo il contenimento della parete uterina. Il contenimento ha la funzione di lo ausiliario che consente lo sviluppo adeguato del rudimentale lo del bambino. I concetti di illusione - sostegno nella relazione materna conducono alla relazione oggettuale, modificazione legata al passaggio dalla fusione alla separazione. Bion ha accantonato il concetto di pulsione di morte attribuendo la priorità dello sviluppo emozionale del bambino al concetto che ha definito di "reverie materna", concetto analogo a quello, già espresso da Winnicott, di "madre sufficientemente buona". Bion ritorna in qualche modo alla antica contrapposizione tra principio di piacere (che definisce desiderio) e principio di realtà, laddove il principio di realtà è rappresentato, questa volta, dalla madre che può essere, o meno, capace di adeguata "reverie”. In genere tutti gli autori che hanno privilegiato le teorie delle relazioni oggettuali si sono, esplicitamente o meno, opposti al concetto freudiano di narcisismo primario ed a quello del primato pulsionale. La teoria della relazioni oggettuali può, invece essere ragionevolmente ritenuta un cambiamento di paradigma della teoria psicoanalitica. Nel senso che il primato dello sviluppo umano spetta non alle vicissitudini del soddisfacimento pulsionale, ma alla qualità affettiva delle originarie relazioni oggettuali. È la qualità dell’oggetto ad avere significatività primaria. In base alla teoria delle relazioni oggettuali, uno stabile e definito senso di sé può essere ottenuto solo ed esclusivamente nel contesto di una relazione oggettuale valida e sostenente. Un mondo psichico privo di relazioni oggettuali sarebbe, in questo Ordine degli Studi 29 senso, di per sé schizoide, ed un adeguato senso di sé sarebbe possibile solo nell’ambito di una relazione d’oggetto soddisfacente. In relazione a quanto suddetto, la psicoterapia psicoanalitica per l’individuo adulto si pone come obiettivo la costruzione di uno stabile e definito senso di sé attraverso una relazione terapeutica “sufficientemente buona”. In tal senso, la Terapia Focalizzata sul Transfert (TFP) permette l’attivazione completa delle rappresentazioni interne distorte che il paziente ha di sé e degli altri nella relazione presente tra paziente e terapeuta. Le relazioni oggettuali primitive saranno attivate nel setting terapeutico poiché, costituendo i sistemi motivazionali dominanti del paziente, esse sono costantemente attive nella sua vita. I pazienti usano il trattamento per permettere il dispiegarsi di queste relazioni oggettuali e il terapeuta cerca di analizzare e chiarificare ciò che il paziente percepisce a livello profondo. Nella TFP, la relazione con il terapeuta è strutturata in condizioni controllate per impedire che gli affetti possano esplodere in tutta la loro intensità distruggendo così la comunicazione (Clarkin, F; Yeomans, Kernberg, 2011). La sicurezza della cornice terapeutica, dunque, permetterà al paziente di riflettere su ciò che accade nel qui ed ora del setting terapeutico collegandolo ad esperienze del passato. La neutralità tecnica da parte del terapeuta assiste nella riattivazione delle esperienze passate interiorizzate e nel loro contenimento. Il terapeuta cerca di riattivare, in altri termini, la disregolazione emotiva del paziente con l’obiettivo di comprenderla; quanto suddetto costituisce l’essenza del transfert. La rappresentazione interna è una realtà psichica attuale che è un fattore motivazionale fondamentale nella vita del paziente, poiché riflette una struttura psichica e, questa struttura è il focus del cambiamento nella terapia. La riattivazione di relazioni oggettuali interne in relazione al terapeuta è chiamata Transfert. La formulazione cognitiva del terapeuta di questa esperienza è chiamata interpretazione. La cornice terapeutica protettiva contribuisce in maniera fondamentale al contenimento o all’holding. Quest’ultimo si riferisce al con- 30 CERIPA tenimento affettivo o framing e non al calore umano e all’empatia del terapeuta. Il contenimento si riferisce più alla strutturazione cognitiva di ciò a prima vista appare cognitivamente ed affettivamente caotico. Nella TFP il primo passo è analizzare le difese del paziente ciò consente al paziente di regredire in uno spazio avente una cornice sicura. Si realizza quindi il meccanismo dell’interpretazione analitica e lo sviluppo della capacità di riflettere su di sé (Clarkin, F; Yeomans, Kernberg, 2011). 6. PSICOLOGIA DELL’INVECCHIAMENTO L’allungamento della aspettativa di vita ha determinato un mutamento profondo nella struttura della popolazione, con un progressivo invecchiamento che ha prodotto la trasformazione radicale dei bisogni socio-assistenziali e sanitari, riassumibile nel concetto di “aspettativa di vita attiva”. Il quale esprime la qualità della vita correlata al suo allungamento e considera alcune variabili, quali l’aumento della dipendenza e la riduzione delle possibilità di vita attiva. Tali trasformazioni demografiche hanno imposto la necessità di comprendere la complessità dell’invecchiamento nei vari aspetti che lo compongono, al fine di cogliere i mutamenti che lo caratterizzano sul piano fisico, mentale e relazionale, e di identificare interventi adeguati, in ottica preventiva e terapeutica. Nel primo caso si tratta di utilizzare i contributi della medicina e della psicologia e dell’organizzazione sociale per comprendere le trasformazioni e predisporre interventi in grado di favorire un buon invecchiamento, riducendo i bisogni socio-assistenziali. Il secondo caso, quello connesso alle cure, si esplica attraverso l’attuazione di interventi integrati di tipo psicosociale, che consentano una presa in carico globale della persona anziana, dei suoi bisogni sanitari e relazionali (Chattat, 2009; Cesa Bianchi,Cristini, 2009; Zanon, 2011). Il fine è quello di promuovere la possibilità di invecchiare bene, cioè di individuare e di impiegare in modo proficuo le risorse Ordine degli Studi 31 psicologiche per un buon invecchiamento, tenendo conto della variabilità interindividuale e intraindividuale, per cui alcune persone invecchiano meglio di altre e le risorse della singola persona possono favorire un migliore adattamento all’ambiente. In ambito psicodinamico particolare menzione va fatta del modello evolutivo elaborato da E. Erikson a partire dalla teoria freudiana dello sviluppo psicosessuale. L’autore ha considerato lo sviluppo come un processo continuo che inizia dai primi minuti dell’esperienza postnatale e si estende lungo l’intero arco vitale, risentendo notevolmente delle influenze sociali. Egli ha proposto un modello di sviluppo che comprende otto stadi evolutivi, in cui ciascuno è caratterizzato da una specifica crisi evolutiva, che comporta il superamento di una sfida evolutiva e il raggiungimento di un obiettivo di sviluppo che consente il progredire della personalità. In questo modello, l’interazione fra le norme sociali e le pulsioni biologiche concorrono alla generazione dell’identità e del Sé. Il costrutto teorico dell’Autore, pur partendo dalla teoria freudiana, prende in considerazione l’articolazione dell’Io in relazione all’ambiente sociale. L’evoluzione stadiale di Erikson, infatti, non sottolinea la dimensione sessuale dell’individuo, così determinante nella teoria freudiana. Per Erikson la personalità del soggetto si struttura per tutto l’arco di vita dello stesso, anziché stabilirsi psichicamente intorno ai 5/6 anni, come ha sostenuto Freud. Erikson considera l’evoluzione del soggetto essenzialmente, come una crescita di “Identità” ed in quanto tale come uno sviluppo nell’ambito della affettività. Di conseguenza, il senso di identità e la relativa maturità affettiva della persona evolve, durante tutto il ciclo vitale, pur essendo condizionata sia da fattori interni (costituzionali) che esterni (socio-ambientali). La maturità del soggetto si dispiega attraverso il superamento di otto stadi, in ognuno dei quali deve emergere ed affermarsi una particolare caratteristica dell’Io, affinché il senso di identità della persona possa evolversi appropriatamente. Ad ogni stadio, secondo l’Autore, si delinea una crisi, che prende le sembianze di un conflitto tra due qualità dell’Io 32 CERIPA che sono alternative e opposte, una sicuramente più funzionale, l’altra disfunzionale rispetto allo sviluppo dell’individuo. L’inizio dei vari stadi non è fissato a livello cronologico, ma prevede implicitamente la variabilità interindividuale. Ovviamente, se l’elaborazione della crisi è positiva si evidenzieranno le caratteristiche di uno sviluppo normale; al contrario, se emerge la posizione negativa, questa condizionerà fortemente il senso di identità matura del soggetto. Erikson ha fornito un contributo notevole all’approccio alla terza età in ottica evolutiva. Egli individua come compito evolutivo specifico quello di pervenire ad una sintesi tra le due opposte tendenze all’integrità e alla disperazione. La quali derivano dalla necessità di attribuire coerenza e significato alla propria vita, accettando l’impossibilità di modificare il passato, e alla fine della stessa. La sintesi tra queste opposte propensioni è rappresentata dalla saggezza. L’incapacità di pervenire a tale sintesi, rivisitando le fasi precedenti e riproponendo le sintesi già operate in ogni stadio, determina il sopravvento del senso di disperazione, di ineluttabilità e della paura della morte, che ostacola l’adattamento al processo di invecchiamento. Il compimento del ciclo di vita avviene quando la saggezza consente di aprirsi alla speranza nelle generazioni future come modo per trascendere se stessi, nell’approssimarsi della morte, e di stabilire una continuità che permetta di proiettarsi nel futuro. Erikson ha sottolineto l’influenza del contesto e della storia di vita sulla condizione della terza età. Secondo l’Autore il benessere dell’anziano è correlato alla possibilità di partecipazione e di sentirsi utile al contesto familiare e sociale e alle pregresse capacità di affrontare le sfide evolutive delle fasi precedenti. Ordine degli Studi 6.1 La valutazione dell’anziano psicologica 33 multidimensionale La terza età è caratterizzata da notevoli cambiamenti sul piano fisico, cognitivo, psichico e sociale e le problematiche più frequenti riguardano le limitazioni fisiche, i deficit delle funzioni cognitive, la dimensione psicologica connessa a tali mutamenti e al confronto con la fine della vita. La stretta interdipendenza fra la dimensione biologica, mentale e socioaffettiva impone un approccio all’anziano necessariamente di tipo multidimensionale e multidisciplinare, non solo dal punto di vista diagnostico, ma anche da quello dell’intervento, con l’identificazione dei fattori di rischio, quali perdite, lutti, deficit sensoriali, patologie organiche, istituzionalizzazione e esclusione sociale (Chattat, 2004). L’approccio psicologico al paziente anziano dovrebbe contemplare non solo l’individuazione delle aree di deficit, ma anche delle risorse e delle capacità residue, che consentono di bilanciare eventuali condizionamenti e limitazioni, per favorire l’adattamento. La valutazione psicologica multidimensionale mira a definire lo stato di salute fisica, la condizione mentale e la presenza di eventuali psicopatologie, il funzionamento cognitivo, le capacità di adattamento all’ambiente e di prendere decisioni, il funzionamento sociale e il sostegno ambientale. Le patologie più frequentemente diagnosticate nell’anziano sono le demenze e la depressione. La prima si configura come una condizione di deficit delle funzioni cognitive, accompagnata da alterazioni del comportamento e dello stato psicologico, deficit neurologici con conseguente compromissione del funzionamento sociale. Alcuni autori, hanno suggerito il riferimento alla teoria dell’attaccamento e, in particolare, al concetto di modello operativo interno quale fattore motivazionale del comportamento, per comprendere alcuni pattern comportamentali (timore dell’allontanamento e dell’abbandono, ricerca di prossimità, reazioni ansiose ed aggressive) attuati dalle persone affette da demenza nei confronti delle figure di accudimento. Meisen 34 CERIPA (1992), ad esempio, propone di correlare il comportamento di attaccamento con il grado di deterioramento cognitivo, equiparato ad una “strange situation”: la progressiva incapacità di conservare rapporti significativi indurrà il paziente a manifestare comportamenti di attaccamento, volti ad assicurarsi la vicinanza di chi si prende cura e a non tollerarne l’allontanamento. In questo senso, l’accudimento non si limita all’aspetto assistenziale, ma riguarda anche la dimensione relazionale, per cui chi si prende cura può assumere la connotazione di base sicura. Per quel che concerne la sfera psicoaffettiva, la depressione è la patologia predominate, anche se spesso non diagnosticata tempestivamente o sotto diagnosticata, perché sovente si manifesta in forma mascherata, oppure a causa di una sovrapposizione tra condizioni organiche e psicologiche e tra deterioramento cognitivo e stato affettivo, o, ancora, perché la si considera come condizione inevitabilmente connessa al processo di invecchiamento e alle condizioni socio-economiche. Utile è, al riguardo, la conoscenza di strumenti di screening che consentano di discriminare tra sintomi somatici, spesso fuorvianti, e sintomi affettivi, cognitivi e comportamentali della depressione. Ordine degli Studi 35 APPROCCIO FORMATIVO DISCIPLINE E ATTIVITÀ DIDATTICHE INSEGNAMENTI I ANNO DISCIPLINA TIPOLOGIA Psicologia Generale e Fisiologica I T-B Psicologia Clinica I T-C Storia della Psicologia Dinami- T-B OR E DOCENTE 12 Prof.ssa Viggiano Maria Pia Psicologa Prof. Ordinario Uni. Firenze 24 Prof. Pennella Angelo R. Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni La Sapienza 12 Prof. Mecacci Luciano Fra le tematiche indicate saranno sviluppate quelle che, in funzione delle caratteristiche del gruppo e delle esigenze didattiche individuate dal docente, saranno ritenute più significative. 36 CERIPA ca Psicologia dello Sviluppo I (Infanzia) T-B Psicopatologia I (Infanzia) TP-B Teoria e tecnica del Colloquio Clinico I (Infanzia) TP-C Prof. Ordinario Uni Firenze 18 Prof. Nicolais Giampaolo Psicologo, Prof. Associato Uni La Sapienza Dott.ssa Ca18 vallo Donata Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Docente Uni Tirana 12 Prof. Nicolais Giampaolo Psicologo, Prof. Associato Uni La Sapienza 6 Dott.ssa Alessandra Mura Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Docente Uni Tirana Ordine degli Studi Diagnostica clinica I: teoria e tecnica dei test (Infanzia) TP-C Metodologia in psicoterapia psicodinamica I (Infanzia) TP-C Teoria e clinica psicodinamica della coppia genitoriale T-C 37 30 Dott.ssa Maltese Manuele Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico 6 Prof. Di Sauro Rosario Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni Tor Vergata, Uni Tirana 24 Prof. Di Sauro Rosario Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni Tor Vergata 12 Prof. Di Sauro Rosario Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico 38 CERIPA Teorie e tecniche della dinamica di gruppo TP-C Tecniche di osservazione nell’infanzia TP-B Prof. a c. Uni Tor Vergata, Uni Tirana 12 Dott.ssa Baron Monica Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Dirigente ASL Ceccano 30 Dott.ssa Maltese Manuela Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico 6 Prof. Scialpi Massimo Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni Tor Vergata 12 Dott.ssa Di Norcia Anna, Psicologa Ricer- Ordine degli Studi Psicoterapie non analitiche: la Teoria della Gestalt T 12 Neuropsichiatria infantile I T-B 12 T 6 Etica e deontologia T-B 12 Psicosomatica I (Infanzia) T-B 12 Pediatria 39 catrice Uni Sapienza, Roma Dott.ssa Giannotta Gaetana Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo gestaltico Prof. Pasini Augusto Medico, spec. in Psichiatria Prof. Uni Tor Vergata, Uni Tirana Dott.ssa Malvaso Concetta Medico, Spec. in Pediatria Prof. Rocco Gennaro Prof. a c. Uni Tor Vergata, Uni Tirana Dott.ssa Mura Alessandra Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoa- CERIPA 40 Psicoterapia in ambito istituzionale I (Infanzia) T-B Metodologia della ricerca I T-B Laboratorio di gioco e tecniche psicomotorie P nalitico Docente Uni Tirana 6 Dott.ssa Spiridigliozzi Simona Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Dipartimento di Neuropsichiatria infantile Uni tor Vergata Roma 20 Prof.ssa Alvaro Rosaria Prof. Associato Uni Tor Vergata 36 Prof. Di Sauro Rosario Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni Tor Vergata, Uni Tirana Ordine degli Studi Tirocinio P 41 100 Supervisione 50 Didatti TOTALE 500 II ANNO DISCIPLINA TIPOLOGIA ORE Psicologia GeT-B 12 nerale e Fisiologica II Psicologia clinica II TP-C DOCENTE Prof.ssa Viggiano Maria Pia Psicologa Prof. Ordinario Uni. Firenze 12 Prof. Pennella Angelo R. Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni La Sapienza 12 Prof.ssa Cordella Barbara Psicologa, Psi- 42 CERIPA Clinica psicodinamica della famiglia T-B Psicologia dello Sviluppo II (Adolescenza) T-B Psicopatologia II (Adolescenza) TP-B coterapeuta indirizzo psicoanalitico Ricercatore Uni La Sapienza 20 Prof. Di Sauro Rosario Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni Tor Vergata, Uni Tirana 18 Prof. Nicolais Giampaolo Psicologo, Prof. Associato Uni La Sapienza 24 Dott.ssa Cavallo Donata Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Docente Uni. Ordine degli Studi Teoria e tecnica del Colloquio Clinico II (Adolescenza) TP-C 18 Diagnostica clinica II: teoria e tecnica dei test (Adolescenza) TP-C 36 Metodologia in psicoterapia psicodinamica II (Adolescenza) TP-C 18 18 43 Tirana Dott.ssa Baron Monica Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Dirigente ASL Ceccano Dott.ssa Maltese Manuela Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. Di Sauro Rosario Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni Tor Vergata, Uni Tirana Dott.ssa Cavallo Donata Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psi- 44 CERIPA Teorie e tecniche della dinamica di gruppo TP-C Neuropsichiatria II T Teorie psicodinamiche T coanalitico Docente inc. Uni Tirana 30 Dott.ssa Maltese Manuela Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico 6 Prof. Scialpi Massimo Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni Tor Vergata 12 Prof. Pasini Augusto Medico, spec. in Psichiatria Prof. Uni Tor Vergata 30 Dott.ssa Mura Alessandra Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Ordine degli Studi Psicosomatica II (Adolescenza) T Psicoterapie non analitiche: analisi transazionale T Psicoterapia in ambito istituzionale II (Adolescenza) T 45 Docente Uni Tirana 12 Dott.ssa Mura Alessandra Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Docente Uni Tirana 12 Dott.ssa Bergerone Chiara Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo Analisi Transazionale Docente IRPIR, IFREP, SSSPC Uni Salesiana, Roma 6 Dott.ssa Spiridigliozzi Simona Psicologa Psicoterapeuta Dip. Neurosichiatria Infantile Uni Tor CERIPA 46 Metodologia della Ricerca II Laboratorio di psicodiagnosi per adolescenti e famiglia P Tirocinio Supervisione TOTALE P Vergata, Roma 18 Prof. Mecacci Luciano, Prof. Ordinario Uni Firenze 36 Prof. Di Sauro Rosario Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni Tor Vergata, Uni Tirana 100 50 Didatti 510 III ANNO DISCIPLINA Clinica psicodinamica della coppia TIPOLO- OR DOCENTE GIA E T-B 12 Prof. Di Sauro Rosario Psicologo, Psi- Ordine degli Studi Psicoterapia psicodinamica della coppia T-B 47 coterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni Tor Vergata, Uni Tirana 12 Dott. Polli Lorenzo Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo sistemico-relazionale Dirigente ASL Latina 15 Prof. Di Sauro Rosario Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni Tor Vergata, Uni Tirana 15 Dott.ssa Alessandra Mura Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico 48 CERIPA Psicologia dell’Adulto T-B Psicopatologia III (Adulto) TP-B Teoria e tecnica del Colloquio Clinico III (Adulto) TP-B Docente Uni Tirana 12 Dott.ssa Alessandra Mura Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Docente uni Tirana 24 Dott.ssa Cavallo Donata Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Docente Uni Tirana 18 Prof.ssa Cordella Barbara Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Ricercatore Uni La Sapienza 6 Dott.ssa Alessandra Mura Psicologa, Psi- Ordine degli Studi 49 coterapeuta indirizzo psicoanalitico Docente Uni Tirana Psichiatria TP-C III o Diagnostica clinica III: Teoria e tecnica dei Test (Adulto) TP-C Metodologia in psicoterapia psicodinamica III TP-C 18 Prof. Sbardella Alberto Medico, spec. in Psichiatria Prof a contratto Uni La Sapienza 18 Dott.ssa Cavallo Donata Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Docente Uni Tirana 18 Dott.ssa Maltese Manuela Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico 26 Prof. Di Sauro Rosario Psicologo, Psi- 50 CERIPA (Adulto) Psicoterapia in ambito istituzionale III (Adulto) T-B Teorie e tecni- TP-C coterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni Tor Vergata, Uni Tirana 12 Dott.ssa Mura Alessandra Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Docente Uni Tirana 6 Dott. Pinkus Bruno Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico 6 Dott.ssa Baron Monica Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Dirigente ASL Ceccano 30 Dott.ssa Mal- Ordine degli Studi che della dinamica di gruppo Neuropsicologia I (Adulto) T-B Psicofarmacologia I (Adulto) T-B Sessuologia I T-B 51 tese Manuela Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico 6 Prof. Scialpi Massimo Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a.c . Uni Tor Vergata 12 Prof. Carlesimo Giovanni Augusto Prof. Associato Uni Tor Vergata 12 Dott. Pulzoni Riccardo Medico, spec. in Psichiatria, Psicoterapeuta indirizzo cognitivocomportamentale 12 Prof.ssa Fa- CERIPA 52 (Adulto) Psicoterapie non analitiche: indirizzo sistemicorelazionale Psicosomatica III (Adulto) Laboratorio di psicodiagnosi per l’individuo e la coppia T 12 T-B 12 P 18 18 brizi Adele Psicoterapeuta Docente IV Uni Foro Italico, Didatta e supervisore Istituto di Sessuologia clinica Dott.ssa Riccardi Anna Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo sistemico-relazionale Dott.ssa Mura Alessandra Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Docente Uni Tirana Dott.ssa Maltese Manuela Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Dott.ssa Ca- Ordine degli Studi 53 vallo Donata Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Docente Uni Tirana Tirocinio Supervisione TOTALE P 100 50 Didatti 500 IV ANNO DISCIPLINA TIPOLO- OR DOCENTE GIA E Psicologia dell’invecchiament o T-B Psicopatologia IV (Anziano) T-B 18 Dott.ssa Marchegiani Francesca Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico 24 Dott.ssa Cavallo Donata Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Docente Uni 54 Diagnostica clinica IV : teoria e tecnica dei test CERIPA TP-C 18 18 Metodologia dell’intervento psicosociale per l’anziano Psicoterapia in ambito istituzionale IV (Anziano) 30 T 12 Tirana Dott.ssa Maltese Manuela Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Dott.ssa Cavallo Donata Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Docente Uni Tirana Dott.ssa Marchegiani Francesca Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Dott.ssa Fatica Luana Psicologa, Psicoterapeuta Ordine degli Studi Teoria e tecnica della dinamica di gruppo TP-C Psicosomatica IV (Anziano) T-B Neuropsicologia II (Anziano) T-B 55 30 Dott.ssa Maltese Manuela Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico 6 Prof. Scialpi Massimo Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni Tor Vergata 12 Dott.ssa Mura Alessandra Psicologa, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Docente Uni Tirana 18 Prof. Carlesimo Giovanni Augusto 56 CERIPA Psicofarmacologia II (Anziano) T Sessuologia II (Anziano) T Psicoterapie non analitiche: indirizzo psicoterapia strategica T Tirocinio Supervisione e di- P P Prof. Associato Uni Tor Vergata 12 Prof. Carlesimo Giovanni Augusto Prof. Associato Uni Tor Vergata 12 Prof.ssa Fabrizi Adele Psicoterapeuta Docente IV Uni Foro Italico, Didatta e supervisore Istituto di Sessuologia clinica 12 Di Nucci Franco Psicologo psicoterapeuta Dirigente Asl 100 178 Prof. Di Ordine degli Studi scussione casi clinici TOTALE 57 Sauro Rosario Psicologo, Psicoterapeuta indirizzo psicoanalitico Prof. a c. Uni Tor Vergata, Uni Tirana 500 58 CERIPA WORKSHOP E SEMINARI Il programma didattico che caratterizza ogni Anno Accademico può essere arricchito con la presentazione di Giornate Studio e Seminari Monotematici, a cadenza mensile, pensati allo scopo di offrire un ulteriore spazio di riflessione ed approfondimento sulle tematiche che caratterizzano le competenze dell’ambito Psicoterapeutico e Psicologico/Clinico. METODOLOGIE DIDATTICHE Nell’ambito delle attività formative, il corpo docente utilizza diverse metodologie didattiche coerentemente alle finalità del Corso che intende promuovere lo sviluppo di una rigorosa impostazione e conoscenza teorica che, fondandosi su chiare, coerenti e verificate basi scientifiche, possa orientare una prassi clinica e psicoterapeutica competente che tenga conto non solo dei differenti quadri clinici, ma anche della complessa realtà biopsicosociale di cui la persona è espressione ed in cui assume un ruolo importante anche la fase del ciclo di vita in cui ella si trova e che sia finalizzata all’acquisizione di una competenza relativa alla gestione della relazione interpersonale in una prospettiva clinica e psicoterapeutica. In considerazione delle finalità del Corso la metodologia didattica prevede lezioni di tipo frontale, comprendenti insegnamenti e attività (convegni, congressi, giornate di studio) aventi una connotazione essenzialmente teorica e finalizzate all’apprendimento e all’approfondimento critico dei modelli epistemologici e teorici nonché delle metodologie e delle tecniche che caratterizzano il quadro di riferimento del Corso. Ordine degli Studi 59 Sono previste, inoltre, attività che possiedono un taglio teoricopratico (seminari, esercitazioni, illustrazione di materiale clinico, role playing, dinamiche di gruppo, ecc.) e l’obiettivo di promuovere specifiche abilità di tipo metodologico e tecnico. Il Corso prevede altresì la realizzazione di attività aventi una connotazione sostanzialmente pratica, quali il tirocinio e i laboratori, finalizzate alla progressiva e guidata applicazione delle competenze cliniche e psicoterapeutiche acquisite durante l’iter formativo. L’esperienza pratica sarà, infatti, oggetto di supervisione per l’intera durata del percorso formativo, sia a livello individuale che di gruppo. La supervisione costituisce una componente essenziale dell’iter formativo ed ha l’obiettivo di analizzare e valutare la pratica clinica e psicoterapeutica dell’allievo durante il tirocinio ed eventualmente anche nella propria attività professionale. In questo senso, alle lezioni di tipo frontale, il Corso di Specializzazione affianca l’illustrazione e la discussione di materiale clinico (trascrizioni e resoconti) svolta sia da parte dei docenti che degli studenti (questi ultimi limitatamente al quarto anno), l’effettuazione di role playing ed il coinvolgimento degli allievi in attività e dinamiche di gruppo. La partecipazione alle attività di tipo esperienziale (role playing, esercitazioni e dinamiche di gruppo) costituisce parte integrante ed essenziale dell’iter di specializzazione in quanto agevola l’integrazione e l’ottimizzazione dei diversi piani formativi (lezioni teoriche, esperienze d’aula, terapia personale, tirocinio, supervisione). L’iter formativo della Scuola prevede inoltre prove di esame in itinere e finali nonché la discussione di una tesi di specializzazione teorico/clinica alla conclusione del Quarto Anno. 60 CERIPA TIROCINIO L’esperienza di tirocinio, supervisionata dai docenti del Corso, può essere svolta presso il Centro di Psicologia Clinica e Psicoterapia del Ce.R.I.P.A., presso lo Sportello di Ascolto attivato dal Ce.R.I.P.A. in convenzione con la ASL di Latina o, in alternativa, presso alcune Associazioni e Strutture accreditate del S.S.N., il cui elenco è disponibile presso la Segreteria e sul sito web della Scuola. L’allievo deve svolgere almeno 100 ore annuali di tirocinio, comunicando tempestivamente la data di inizio alla Segreteria, mediante la compilazione del modulo reperibile presso la Segreteria medesima o scaricabile dal sito web della Scuola, per consentire la stipula dell’assicurazione per gli infortuni e la responsabilità civile terzi. L’attestato di frequenza e i fogli firma delle presenze dovranno essere consegnati alla Segreteria alla fine di ogni anno. Coloro che lavorano presto strutture pubbliche o convenzionate con il S.S.N. per la Salute Mentale e utilizzano tale esperienza come tirocinio dovranno presentare ogni anno di Corso un certificato di servizio. Primo Anno Il tirocinio si fonda sia su attività di tipo osservativo, sia con attività cliniche (psicodiagnosi; somministrazione di test ecc.) svolte presso varie strutture pubbliche e private sparse nel territorio e accreditate per lo scopo. Tra i principali obiettivi del tirocinio vi è quello di promuovere negli allievi una competenza a: raccogliere e registrare in modo sistematico e con un linguaggio “comunicabile” le informazioni e le esperienze ottenute/vissute nell’ambito di una relazione interpersonale; distinguere e differenziare gli aspetti/contenuti più chiaramente riferibili all’oggetto e/o al contesto in cui si colloca la relazione da quelli che possono essere invece più Ordine degli Studi 61 facilmente ricondotti al soggetto osservante e alla relazione osservativa. L’esperienza osservativa possiede interessanti analogie, per altro evidenziate in letteratura, con la situazione analitica e psicoterapeutica. Questo è uno dei motivi che ci consente di sottolineare l’importanza del rispetto di alcune semplici indicazioni che regolamentano l’attività degli allievi e che possono essere considerate il setting di tale esperienza. In questa prospettiva, le indicazioni si configurano, quindi, sia come un frame della relazione che si istituirà tra pazienti ed allievi e tra questi ultimi e la Scuola, sia come una possibile chiave di lettura (anche interpretativa) delle interazioni e delle dinamiche che si svilupperanno nel corso del tirocinio. Il tirocinio sollecita dunque gli allievi a confrontarsi con le “regole” non solo come aspetti puramente “organizzativi” dell’attività, ma anche e specialmente come elementi di un setting su cui fondare il processo di pensiero necessario alla propria formazione professionale. L’esperienza più propriamente clinica (psicodiagnosi, colloqui clinici,somministrazione di test ecc., permette all’allievo di cominciare ad istituire le prime regole professionali rispetto la presa in carico dei pazienti ed il loro trattamento specifico . Anni Successivi Il tirocinio è svolto presso vari setting e si articola in una serie di attività che includono interviste semistrutturate, colloqui di valutazione psicodiagnostica, consulenze psicologico/cliniche e attività di ricerca. Presso il Ce.R.I.P.A. Onlus è attivo un Centro di Psicologia Clinica e Psicoterapia aperto tutta la settimana articolato tra mattina e pomeriggio. Il Centro fornisce i seguenti servizi: Consulenza Psicologica, Psicodiagnosi, Psicologia Clinica, Psicoterapia e interventi di sostegno a studenti con problematiche legate alla vita universitaria. 62 CERIPA Il Ce.R.I.P.A. Onlus ha inoltre attivato uno sportello di ascolto gratuito presso il Centro stesso in convenzione con la ASL di Latina finalizzato all’attività clinica per: consulenze psicologiche, valutazioni psicodiagnostiche, valutazioni neuropsicologiche, psicoterapia, accoglienza e supporto terza età, supporto alle famiglie in difficoltà, consulenze per adolescenti. Presso tale struttura gli allievi della Scuola possono svolgere attività di tirocinio pratico. Il tirocinio degli anni successivi intende promuovere negli allievi una specifica competenza a: stabilire un rapporto empatico e significativo con il paziente onde facilitare la libera espressione – da parte del soggetto – dei disagi, esperienze di vita e problemi che egli ritenga importante comunicare; collaborare con il paziente affinché possa rilevare, chiarire, analizzare e organizzare i dati più significativi della propria esperienza; formulare una diagnosi provvisoria della realtà psicologica del paziente (a tal fine occorre rilevare le generalità, le motivazioni, le situazione attuali, il grado di disagio ecc.), valutandone le capacità, potenzialità, ma anche i problemi ed i condizionamenti; identificare i possibili obiettivi di un intervento psicoterapeutico e la sua pianificazione. I colloqui di valutazione con i pazienti e/o il personale svolti nell’ambito del tirocinio non supereranno mai i 5/8 incontri. Limitatamente agli allievi del Terzo e Quarto Anno, gli interventi psicologici potranno invece svilupparsi – ma sempre a seguito di una precisa indicazione del docente responsabile del tirocinio – per un arco di tempo superiore, anche se in ogni caso non potranno configurarsi come psicoterapie a tempo non determinato ed avranno fine con la conclusione del tirocinio. Le modalità organizzative (turni, orari ecc.) saranno comunicate dal docente responsabile del tirocinio all’avvio dell’A.A. Ordine degli Studi 63 In assenza di indicazioni diverse, gli allievi dovranno fare riferimento esclusivamente al docente responsabile per qualsiasi variazione e/o richiesta attinente il tirocinio. Il Ceripa Onlus sta stipulando accordi di convenzione per l’attività di Tirocinio con Strutture e Istituzioni a carattere Sanitario e di Ricerca dislocate sul territorio. SUPERVISIONE La supervisione dell’attività di tirocinio e dell’attività clinica è realizzata a livello individuale e/o di gruppo per l’intero Corso. Dal terzo anno, durante il quale l’allievo è invitato ad avviare l’attività psicoterapeutica con almeno un caso clinico, la supervisione sarà svolta anche a livello individuale, per una più accurata e utile focalizzazione delle dinamiche e dei contenuti personali che intervengono nel processo e nella relazione psicoterapeutica e che possono interferire nell’intervento clinico. Le supervisioni, individuali e di gruppo, dovranno raggiungere un totale di almeno 200 ore nel quadriennio e saranno svolte dai didatti del Corso. L’attività di supervisione, tra l’altro, prevede: l’analisi dettagliata e operativa delle modalità con cui è stata effettuata la valutazione della domanda iniziale agita dal cliente; la verifica delle modalità metodologiche e tecniche utilizzate nel corso dell’intervento, sia esso consulenziale o psicoterapeutico; la valutazione della validità e dell’efficacia dell’intervento clinico e/o terapeutico condotto. I moduli per la certificazione dell’attività di supervisione individuale possono essere reperiti presso la Segreteria o sul sito web della Scuola e dovranno essere consegnati all’inizio e alla fine del percorso di supervisione. 64 CERIPA PSICOTERAPIA PERSONALE L’iter formativo del Corso richiede l’effettuazione di una psicoterapia personale che dovrà essere opportunamente certificata. Nel caso in cui l’allievo non abbia già fatto una terapia personale dovrà avviarla entro e non oltre la fine del Primo Anno accademico. Rispetto allo svolgimento della terapia personale, qualora questa non fosse conclusa o non fosse in corso all’atto dell’iscrizione, il Ce.R.I.P.A. Onlus, su richiesta, fornisce nominativi di psicoterapeuti affiliati con la Scuola ad orientamento metodologico affine con l’approccio formativo. L’allievo può scegliere lo psicoterapeuta tra i nominativi inclusi nell’elenco fornito dalla Scuola o tra i professionisti esterni alla Scuola. In questo secondo caso dovrà tuttavia presentare una preliminare domanda di autorizzazione al Direttore, che consulterà il Collegio dei Docenti, per valutare l’opportunità di riconoscere all’allievo la possibilità effettuare la psicoterapia con uno psicoterapeuta non incluso nell’elenco, a condizione che questi abbia una formazione congruente con la prospettiva teorica del Corso. L’allievo, compilando l’apposito modulo disponibile presso la Segreteria e sul sito web della Scuola, dovrà di segnalare il nominativo e l’indirizzo teorico/clinico dello psicoterapeuta, presentando inoltre una dichiarazione di disponibilità del suddetto terapeuta ad avviare una psicoterapia con il richiedente. Se l’allievo ha invece già effettuato una terapia, deve consegnare in Segreteria della Scuola una dichiarazione a firma dello psicoterapeuta, nella quale sia specificato il suo orientamento teorico/clinico, la durata ed il numero di colloqui compiuti. Il Direttore, con l’ausilio del Rappresentante Legale e del Collegio dei Docenti, valuterà l’idoneità dell’esperienza terapeutica personale, riservandosi la possibilità di richiedere all’allievo l’effettuazione di una nuova psicoterapia, qualora la psicoterapia già effettuata non sia congruente con l’indirizzo teorico e metodologico del Corso. Ordine degli Studi 65 Se l’allievo all’atto dell’iscrizione al Corso di Specializzazione ha una terapia in atto, deve consegnare in segreteria una dichiarazione dello psicoterapeuta con cui la sta svolgendo, nella quale sia specificata la data di inizio degli incontri e l’orientamento teorico/clinico seguito. I modelli utilizzabili per le suddette certificazioni sono disponibili in segreteria o sul sito web della Scuola, alla sezione Modulistica. L’effettuazione della terapia personale è condizione essenziale per la conclusione dell’iter formativo e per l’accesso alla sessione d’esame della tesi di specializzazione. VERIFICHE E VALUTAZIONI Il Corso prevede verifiche e valutazioni di profitto sia in itinere, a cadenza almeno annuale, sia conclusiva. Le valutazioni in itinere sono condotte dai Didatti che definiscono i contenuti che devono essere congrui al programma effettivamente svolto nel corso dell’anno accademico. Le valutazioni in itinere sono espresse in trentesimi con la possibilità della lode. La media dei voti ottenuti nelle valutazioni in itinere, moltiplicata per due, costituisce la votazione di base per l’accesso dell’allievo alla valutazione conclusiva. L’allievo è ammesso al successivo anno di Corso solo previo il superamento di tutte le verifiche di profitto in itinere previste, il completamento delle ore di tirocinio, la regolarità nei pagamenti delle rette e la presentazione del certificato attestante l’inizio, la frequenza ed eventuali interruzioni della psicoterapia personale. 66 CERIPA In caso di esito negativo di una o più delle valutazioni, il Direttore, sentito il parere dei Didatti, nonché del Rappresentante Legale, può: - far ripetere all'allievo la prova entro l'inizio dell’anno accademico successivo; - far ripetere all’allievo l’anno accademico; - sospendere l’allievo in maniera temporanea dal Corso. L’esame finale del primo biennio, che coincide con la prova in itinere di fine secondo anno, è finalizzato non solo alla verifica delle competenze teorico-pratiche acquisite, ma anche alla valutazione della maturità raggiunta dall’allievo, sia a livello personale che di attitudine clinica. Alla fine di ogni anno il Consiglio dei Docenti stilerà un giudizio riassuntivo per ciascun allievo, che sarà conservato nel fascicolo personale ed esprimerà la valutazione del percorso formativo, sia a livello personale che delle acquisizioni teoriche e pratiche, valutate tramite le verifiche di profitto in itinere, le supervisioni e le attività esperienziali. Tale parere ha lo scopo di evidenziare l’evoluzione dell’allievo, ma anche eventuali criticità o elementi che necessitano di approfondimento e cura. Ordine degli Studi 67 TESI DI SPECIALIZZAZIONE Finalità L’iter formativo della Scuola si conclude con la stesura di una tesi di Specializzazione che intende evidenziare il livello di competenza teorica, metodologica e clinica raggiunta e proporsi come un momento di riflessione e di rielaborazione personale sia dal punto di vista teorico che clinico. Per tale motivo, la tesi deve illustrare e argomentare un tema inerente la Psicologia clinica e la psicoterapia psicodinamica e includere la presentazione di un caso clinico condotto personalmente dall’allievo e supervisionato, con discussione degli aspetti teorici correlati. Assegnazione dei Relatori Nella stesura della tesi di specializzazione l’allievo è seguito da uno dei Didatti del Corso, che avrà la funzione di Relatore. La richiesta del docente Relatore deve essere effettuata alla conclusione del Terzo Anno Accademico e di conseguenza l’assegnazione avverrà entro la fine del terzo anno di Corso. I Docenti Relatori sono esclusivamente i Docenti Didatti del Ce.R.I.P.A. Onlus, tuttavia, casi particolari di assegnazione tesi saranno vagliati dal Consiglio dei Docenti e sottoposti al Direttore. Agli allievi sarà quindi chiesto di segnalare, in ordine di preferenza, i nominativi dei didatti . Il Consiglio dei Docenti cercherà di assegnare all’allievo il Relatore scelto come prima opzione o, nel caso in cui ciò non fosse possibile, quelli indicati come seconda, terza e quarta opzione. Nel caso in cui l’assegnazione del Relatore non risulti possibile dalle richieste espresse dall’allievo, verrà assegnato d’ufficio. Gli elenchi di assegnazione saranno affissi nella bacheca della Scuola o pubblicati sul sito web. Dopo l’assegnazione, ogni allievo dovrà entrare in contatto con il proprio Relatore al fine di concordare le modalità di presentazione del materiale clinico e di stesura della tesi di specializzazione. 68 CERIPA Adempimenti/Requisiti L’allievo che intende accedere alla valutazione finale deve farne richiesta scritta controfirmata dal Relatore, al Direttore, mediante compilazione del modulo reperibile presso la Segreteria e sul sito web della Scuola, entro due mesi dalla discussione della tesi. Gli allievi potranno accedere alla sessione di esame di tesi a condizione che: abbiano superato l’esame di Stato e siano regolarmente iscritti all’Ordine professionale di appartenenza da almeno quattro anni, secondo quanto richiesto dalla normativa vigente; abbiano presentato alla segreteria della Scuola curriculum professionale, certificato di laurea e certificato di iscrizione all’Ordine professionale; abbiano superato tutti gli esami (in itinere e finali) previsti dalla Scuola, completato e certificato le ore di tirocinio e supervisione previste da ciascuna annualità; non abbiano superato il numero di assenze previste dalla Scuola; abbiano concluso e certificato la propria psicoterapia personale o comunque esserne in fase conclusiva; abbiano consegnato in segreteria, nei tempi richiesti dalla segreteria didattica, copia della tesi di specializzazione; siano in regola con i pagamenti. L’accesso alla sessione dell’esame di specializzazione sarà comunque possibile solo: dopo quattro anni dalla data di iscrizione all’Ordine professionale di appartenenza; Ordine degli Studi 69 dopo il parere favorevole del Consiglio dei Docenti, che valuterà la maturità personale raggiunta e la continuità nel compimento del percorso formativo, espresso a seguito della richiesta scritta a cura dell’allievo e controfirmata dal docente Relatore. ASSENZE E DEBITI FORMATIVI Il Corso prevede, coerentemente alle normative vigenti, 500 ore annuali, di cui 350 di insegnamenti teorici e teorico-pratici e 150 di attività di tirocinio e supervisione. Rientrano nelle ore di attività teorica sia il Congresso annuale che eventualmente i Seminari teorico/clinici organizzati dal Ce.R.I.P.A. Onlus. La partecipazione ad ulteriori attività didattiche (conferenze, laboratori ecc.) organizzate presso il Ce.R.I.P.A. Onlus non sono obbligatorie ma potranno essere utilizzate, su richiesta dell’allievo, come recupero dell’eventuale debito formativo. La frequenza del Corso è obbligatoria per almeno l’ottanta per cento del monte ore complessivo delle attività teoriche e teorico-pratiche previste per ogni anno accademico; mentre è obbligatorio per l’intero monte ore previsto per il tirocinio. Il Ceripa Onlus richiede una frequenza assidua ed una partecipazione attiva alle lezioni. Le assenze ammesse non devono superare le 54 ore accademiche: nel caso in cui oltrepassino tale soglia ma siano inferiori alle 100 ore, sono previste attività integrative pertinenti agli insegnamenti non frequentati, sulla base delle indicazioni ricevute dal Direttore (che dovranno essere concordate con il docente responsabile). Nel caso di non ottemperanza, il Responsabile Legale, sentito il parere del Direttore, potrà deliberare la sospensione o l’esclusione dell’allievo dal Corso. Assenze superiori alle 100 ore saranno esaminate dal Consiglio dei Docenti che ne valuterà la congruità con la prosecuzione dell’iter formativo da parte dell’allievo. Il Regolamento della Scuola (art.5.10) considera, il superamento di tale limite come possibile causa di esclusione dal Corso di Specializzazione. 70 CERIPA COMMISSIONI CE.R.I.P.A. E REFERENTI Su delibera del Comitato Direttivo, il Ce.R.I.P.A. Onlus ha istituito una serie di Commissioni a cui gli allievi sono tenuti a rivolgersi nel caso in cui abbiano richieste o problematiche relative alle diverse attività didattiche e formative della Scuola. Si invitano pertanto gli allievi a fare riferimento solo ai referenti e/o alle Commissioni specifiche alla questione su cui intendono ottenere chiarimenti o indicazioni. COMMISSIONE DIDATTICA, PUBBLICAZIONI E CONVEGNI (Di Sauro, Cavallo, Maltese, Mura.) La Commissione ha la responsabilità di definire e coordinare le linee guida della didattica, delle pubblicazioni e delle attività congressuali della Scuola. COMMISSIONE TUTORING (Di Sauro, Benvenuti) La Commissione ha il compito di valutare l’ammissione dei nuovi allievi e/o uditori, le domande di sospensione dal Corso, l’affidamento dei Docenti Relatori e l’accesso alle sessioni di specializzazione da parte degli allievi. Sulla base delle informazioni ottenute dalla Segreteria Amministrativa della Scuola, la Commissione monitorerà quindi i singoli allievi e sottoporrà al Consiglio dei Docenti le diverse situazioni. Rientra nei compiti della Commissione l’individuazione delle possibili attività integrative valide per il recupero dei debiti formativi accumulati nel corso dell’A.A. COMMISSIONE TIROCINI E SPORTELLI DI CONSULENZA CLINICA (Maltese, Cavallo, Marchegiani, Benvenuti) Ordine degli Studi 71 La Commissione ha in esclusiva la responsabilità di pianificare e monitorare le attività di tirocinio e di ricerca svolte dagli allievi della Scuola, di approntare eventuali nuove convenzioni con enti esterni e di promuovere accordi di collaborazione con i reparti delle varie strutture ospedaliere o integrate sul terrtorio. Attualmente è in funzione lo Sportello di Consulenza del Ceripa COMMISSIONE PER L’ATTIVITA’ DI RICERCA (Di Sauro, Mura) La commissione ha compiti specifici in merito all’attività scientifica con l’intento di promuovere, sviluppare e coordinare risorse didattiche e professionali in virtù dei criteri qualitativi caratterizzanti la scuola. La tabella illustra alcuni temi di ricerca e strutture operative con cui Il Ce.R.I.P.A. Onlus collabora attualmente nell’attività di ricerca attraverso i suoi docenti e studenti tirocinanti. TEMA STRUTTURA Gruppo di CERIPA Contenimento emotivo Cinema e psicoanalisi Centro di CERIPA COORDINATORE RESPONSABILE DELLA RICERCA Di Sauro Maltese Marchegiani Di Sauro, Cavallo, Maltese, Mura. 72 CERIPA Psicologia Clinica e Psi- CERIPA coterapia *** Segreteria di Accoglienza: Marchegiani *** Il Centro di Psicologia Clinica e Psicoterapia è aperto 40 ore settimanali articolate tra mattina e pomeriggio. Il Centro, diretto dal prof. Rosario Di Sauro, prevede la supervisione scientifica dei Didatti del Corso di formazione in Psicologia Clinica e Psicoterapia Psicodinamica per il ciclo di vita e dei docenti esterni delegati dal Comitato Direttivo del Ceripa onlus. L’attività di consulenza e psicoterapia verrà svolta da operatori con formazione psicologico-clinica e da Consulenti Sanitari cui spetta il compito di consulenza specialistica (medica, psichiatrica o altro), con designazione da parte del Direttore su segnalazione dei Supervisori. Il Centro di Psicologia Clinica e Psicoterapia fornisce i seguenti servizi: Consulenza Psicologica; Psicodiagnosi; Psicologia Clinica; Psicoterapia e fornisce anche interventi specifici di sostegno a studenti con problematiche psicologiche legate alla vita universitaria. SEGRETERIA SCIENTIFICA (Marchegiani, Riccardi, Benvenuti) La Commissione ha il compito di organizzare le attività scientifiche e programmatiche della Scuola. Ordine degli Studi 73 LA BIBLIOTECA Presso la sede della Scuola e del Ceripa Onlus è presente una piccola biblioteca che mette a disposizione degli allievi alcuni testi specialistici. La consultazione ed il prestito sono possibili facendone richiesta in segreteria. INFOCERIPA Qualsiasi comunicazione attinente la Scuola di Specializzazione (organizzazione di seminari e congressi, informazioni sui calendari di lezioni ed esami, ecc.) è inserita in una News regolarmente affissa nella bacheca della Scuola ed inviata tramite mail agli allievi. Inoltre, tutte le altre comunicazioni generali relative alla Scuola sono aggiornate e consultabili sul sito www.ceripa.it; info: [email protected] 74 CERIPA BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO AMMANITI, M. (A CURA DI) (2001), Manuale di psicopatolgia dell’infanzia, R. CORTINA, MILANO. AMMANITI M. (A CURA DI) , (2002), Manuale di psicopatologia dell’adolescenza, R. CORTINA, MILANO. AMMANITI M., NICOLAIS G., SPERANZA A.M., Programmi di prevenzione nella prima infanzia. In: Camerini G.B., Sechi E. (a cura di) (2010), Riabilitazione psicosociale nell’infanzia e nell’adolescenza. Ravenna: Maggioli Editore. AMERICAN PSYCHOANALYTIC ASSOCIATION, (2006), PDM Manuale Diagnostico Psicodinamico, trad. it., Raffaello Cortina, Milano, 2008. ARON L., SOMMER ANDERSON F. (2004), IL corpo nella prospettiva relazionale, La biblioteca, Roma. BARANGER, W., BARANGER, M. (1961-62), La situazione psico-analitica come campo bipersonale, tr.it. R. Cortina, Milano, 1990. BATEMAN, A., FONAGY, P. 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