Il Ginnasta n. 4/2009 - Federazione Ginnastica d`Italia
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Il Ginnasta n. 4/2009 - Federazione Ginnastica d`Italia
federazione ginnastica d’Italia il innasta Bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. DL. 353/03 (conv. L. 46/04) Art. 1 comma 1 DCB Roma Luglio /Agosto N°4/2009 FORZA ANDREA! La Ginnastica ti aspetta Un mare, un sogno 3 in questo numero Sommario 4 Editoriale di Riccardo Agabio 5 11 5 Giochi del Mediterraneo a cura di David Ciaralli • Pescara’09, One Sea One Dream • E il naufragar m’è dolce in questo mar… di medaglie! • Risultati • E venne il giorno di Marianna Di Rienzo 22 Attività Internazionale RITMICA • 2° Trofeo Città di Chieti di Marianna Di Rienzo • XXVI Trofeo Cariprato 18 24 26 24 Attività Internazionale ARTISTICA • Tampere – 10° Festival Olimpico della Gioventù Europea di David Ciaralli 26 Primo Piano ARTISTICA L’isola che non c’è…più di Evgeny Shenderey 28 FGI NEWS 29 40 Direttore Responsabile Riccardo Agabio Federazione Ginnastica d’Italia Viale Tiziano, 70 00196 Roma Tel 06/36858169 Fax: 06/36858542 E-mail: [email protected] www.federginnastica.it in copertina: Andrea La Spada al volteggio del PalaUniverso, prima dell'infortunio (Foto E. Della Valle) Finito di stampare: SETTEMBRE 2009 Comitato di Redazione Giuseppe Artiaco Vittorio Baldini Cristina Casentini David Ciaralli Bruno Grandi Michele Maffei Elisabetta Mastrostefano Matildio Paccotti Marina Piazza Fulvio Vailati 29 Primo Piano RITMICA • Alla scoperta della Coreografia • Dal palco alla pedana. Il tocco di Nath di Ilaria Leccardi • Klarita e il teatro della Ginnastica di David Ciaralli • La coreografia individuale con Francesca e Milena di Ilaria Leccardi 36 Primo Piano GINNASTICA PER TUTTI Una nuova figura di Coreografo di Elisabetta Mastrostefano 38 L’angolo del Fitness a cura di Vittorio Baldini Allenamento dei muscoli addominali con il “metodo Salvioli” di Mario Salvioli 40 Speciale Fiuggi’09 GINNASTICA PER TUTTI • Benvenuti alla Ginnastica in Festa di Elisabetta Mastrostefano • “La festa più bella da quando vengo a Fiuggi” di Aurelio Bonfiglio • Perché Fiuggi è Fiuggi! di Claudio Frascarelli • Il DNA della Ginnastica • Polvere di emozioni di Ilaria Leccardi Video Impaginazione Digitalia Lab - Roma Via Giacomo Peroni, 130 Tel. 06.27800551 Stampa Grafica Giorgetti srl 00155 - Roma Tel. 06.2294336 Fax 06.2294434 Abbonamento Annuo: Italia € 18,08 Estero € 36,15 Le richieste vanno indirizzate alla Federazione Ginnastica d’Italia Con allegata la ricevuta del versamento sul c/c postale 30795009 Autorizzazione del Tribunale di Roma, n.862 del 21 aprile 1949. Bimestrale - Spedizione in Abbonamento postale - 45% Filiale di Roma - art. 2 comma 20/b Legge 662/96 Pubblicità inferiore 70% 4 di Riccardo Agabio L’Editoriale UNO SPORT DIFFICILE Andrea La Spada (foto Della Valle) T utti gli sport, nell’ambito delle competizioni di alto o altissimo livello, presentano gradi elevati di difficoltà. Vincere, primeggiare o anche solo partecipare dignitosamente non è più facile nel tiro con l’arco che nel ciclismo o nell’equitazione piuttosto che nell’atletica. Ciò che cambia da sport a sport non è il grado di difficoltà, ma il tipo, la natura della difficoltà o delle difficoltà che gli atleti devono affrontare. Anche restringendo drasticamente il perimetro delle nostre considerazioni, e limitandoci quindi solo alle diverse discipline della Ginnastica, emergono immediatamente sostanziali differenze. Differenze che si sono purtroppo evidenziate e confermate anche nei recenti Giochi del Mediterraneo. E che possono essere sintetizzate in un semplice assunto: la Ginnastica Artistica è uno Sport in cui un errore può essere pagato non solo in termini di classifica ma, talvolta o spesso, anche in termini di incolumità. Sono pochi gli sport dove vige questa legge severa e la Ginnastica Artistica, soprattutto quella femminile, ha l’ulteriore aggravante della giovane o giovanissima età dei protagonisti. Dissimulare, minimizzare o non considerare questa evidenza è sciocco e controproducente; come sciocco e controproducente è imputare - come i soliti anonimi hanno ritenuto di fare dopo i Giochi del Mediterraneo - la pericolosità a determinate scelte tecniche. I fatti dimostrano che è difficilissimo che una ginnasta di alto livello esca indenne dall’attività agonistica. O infortuni sui campi di allenamento e gara (infortuni seri o drammatici) o danni e lesioni dovuti ad usura, dovuti al sommarsi nel tempo di traumi più o meno manifesti. È forse una caratteristica negativa della nostra scuola? Dei nostri allenatori? Non credo proprio. Le migliori scuole del mondo hanno gli stessi identici problemi. E infatti: ad alto livello gli infortuni non sono associati ad un allenatore piuttosto che ad un altro, come pretestuosamente alcuni suggeriscono nelle ricorrenti occasioni di infortuni sui campi di gara. Tutti i nostri migliori allenatori, come tutti i migliori allenatori del mondo, hanno avuto le stesse dolorose esperienze. Tutti, nessuno escluso. Certo: è possibile allenare meglio o peggio, usare una tecnica più sicura o meno sicura ma sempre, poi, si arriva ad un punto in cui tutto ciò ha solo il significato di spostare un po’ più indietro o un po’ più avanti un confine. Un confine che troppo spesso, evidentemente, viene comunque oltrepassato. Le ragioni biomeccaniche e fisiologiche di una tale realtà sono importanti da considerare in dettaglio. Soprattutto nel tentativo di individuare i necessari correttivi. Tali ragioni possono essere espresse con una sola parola: acrobatica. È indubbiamente lo sviluppo esasperato di questa componente della Ginnastica Artistica la causa principale di una pericolosità che si appresta a diventare intollerabile. Ma perché l’acrobatica è intrinsecamente così pericolosa? Per diverse ragioni concomitanti. La prima: l’acrobatica richiede repentine ed ingenti accelerazioni, che si ripercuotono inevitabilmente sulle strutture osteo articolari. La seconda: l’acrobatica si sviluppa in fase di volo e qualsiasi errore compromette un atterraggio appropriato. La terza: l’acrobatica richiede ingenti sforzi anaerobici e, per esempio, l’aumento numerico delle diagonali al corpo libero non fa che peggiorare una condizione di affaticamento ineludibile, che mal si concilia con l’estrema precisione dei movimenti richiesti. La quarta: l’estrema complessità dell’apprendimento degli elementi acrobatici richiede allenamenti di grande intensità e durata, di per sé pregiudizievoli in termini di incolumità e tutela della salute. La quinta: la componente acrobatica sottende, molto più di qualunque altra componente, un delicatissimo equilibrio fra peso e potenza. Un equilibrio difficilissimo da mantenere proprio nel periodo della crescita e dello sviluppo. Infine – e forse questo è un pericolo non ancora sufficientemente analizzato – le accelerazioni a cui accennavamo pocanzi possono produrre una compressione dell’encefalo contro le pareti craniche, con conseguente momentanea perdita – in determinati soggetti ed in determinate situazioni- del controllo dei movimenti. È su questi problemi che tecnici e dirigenti dovrebbero riflettere; non divisi da inconsistenti recriminazioni ma uniti nel tentativo di dare un futuro migliore alla nostra amata attività. 5 (Foto GMT – Ferdinando Mezzelani) PESCARA’09, ONE SEA ONE DREAM Di David Ciaralli I XVI Giochi del Mediterraneo si sono conclusi con un bottino più che soddisfacente, come dimostra il medagliere (tabella 1), che ci vede, appunto, al secondo posto, con 5 ori, 5 argenti e 3 bronzi. 13 medaglie complessive, come ad Almeria, quattro anni fa, a Tunisi, nel 2001 e nel 1967, e a Bari ’97; meglio della terza rassegna italiana, quella del ’63 a Napoli. Un numero fortunato insomma, il 13, che centriamo da quattro edizioni consecutive, niente male! La conferma del secondo posto nel bacino interregionale del “Mare Nostrum”, alle spalle dei Francesi (e non della Spagna come nel 2005) arriva nonostante il forfait della Ferrari, operatasi al tendine pochi giorni prima. Non dimentichiamo, infatti, che 5 dei 6 successi nella cittadina dell’Andalusia furono merito di super Vany, la cui as- senza, a Silvi Marina, ha permesso a mademoiselle Youna Dufournet, appena 19esima agli Europei di Milano, ben due punti dietro alla campionessa azzurra, di fare il buono e il cattivo tempo. E parlando di valori assoluti questo non è l’unico dato da tener presente. Nel Concorso Generale il duello, equilibra- MEDAGLIERE GINNASTICA Tab. 1 ORO ARGENTO BRONZO TOT. FRANCIA 7 7 4 18 ITALIA 5 5 3 13 GRECIA 2 2 4 SPAGNA 1 5 6 tissimo, tra Italia e Francia ha visto pendere l’ago della bilancia al di là delle Alpi per una manciata di decimi. Nella sfida per il titolo mezzo punto, addirittura meno tra i maschi, ha impedito alle due medaglie d’argento italiche, Elisabetta Preziosa ed Enrico Pozzo, di mettere in fila i rispettivi rivali, la Dufournet e Caranobe. E ancora: se durante le premiazioni dell’All-around, al tempo della Marsigliese sono salite sul pennone del PalaUniverso non una ma due bandiere francesi la colpa è di un misero decimo e ½ , nel caso di Andrea La Spada, e di altri 4, su 6 attrezzi però, per Matteo Morandi. Un piccolo ritardo che ha premiato al fotofinish, rispettivamente, la Morel e Sabot. Così le doppiette sul podio sono state le loro, ma non certo per demerito nostro. Con un po’ più di fortuna i 18 piazzamenti 6 Giochi del Mediterraneo bero con il primo punteggio (anche se poi, in questo apparato verrà degnamente rimpiazzata da Emily Armi) e alle parallele con il quarto. Due finali in meno, che, chissà, avrebbero potuto cambiare la storia. Se poi, da un lato, la concorrenza femminile si limitava davvero alle sole atlete d’Oltralpe, tra gli uomini la lotta era molto più incerta e serrata, con gli agguerriti iberici pronti ad inserirsi. Mentre Pozzo, infatti, faceva sudare il bronzo di Pechino, Benoit Caranobe, Morandi, nel frattempo rifilava quasi 4 punti a Rafa Martinez, campione continentale a Debrecen 2005 e miglior corpo libero d’Europa ad Amsterdam, due anni or sono. Con il contributo dei due avieri la squadra maschile, per 4/5 in forza all’Aeronautica Militare e rinvigorita dall’innesto di transalpini potevano essere 16 e i nostri 15, anziché 13, con 7 ori contro i 5 attuali. A proposito di iella, vogliamo parlare degli infortuni in corsa? Il giorno dopo la prova podio Serena Licchetta si procura una piccola lesione del 2, 3 e 4 metatarso del piede destro, proprio all’arrivo dell’ultimo salto al volteggio. Un incidente che ha costretto i tecnici della squadra ad impiegare le rimanenti 4 ginnaste in tutti gli attrezzi, rivedendo, all’ultimo istante, le strategie di gara, visto che Paola Galante, non al meglio, anche lei, della condizione, aveva pronte soltanto due specialità. Malgrado ciò, al termine di una gara entusiasmante, un’Italdonne anagraficamente più piccola rispetto alle avversarie è riuscita a tenere botta, “rischiando” seriamente di difendere il titolo conquistato dalle più celebri compagne, lo scorso quadriennio. E poi, ben più grave, ecco il guaio di Andrea La Spada, che finisce all’ospedale dopo una tremenda caduta, sempre in fondo ai 25 metri, nel warm up delle finali di Specialità. Il talento della Pavese si era qualificata al volteggio in seconda posizione, al corpo li- In alto la Ferrari con la squadra femminile. Vanessa e Serena Licchetta mostrano i rispettivi infortuni, contornate dall’affetto delle compagne: da sinistra A. La Spada, E. Armi, E. Preziosa e P. Galante (foto D. Ciaralli). Sopra La Spada festeggiata dai tecnici azzurri C. Ferrè e L. Piliego, nonché da Elisabetta Preziosa al termine del Concorso Generale (foto E. Della Valle). Cingolani ed Ottavi, compie l’impresa vincendo il Concorso per Nazioni. La Spagna, che ci superò in casa propria di oltre 5 punti, è annientata al terzo posto, e i “Galletti” finiscono secondi, a sorpresa, un paio di decimi sotto. Una supremazia azzurra ratificata negli scontri diretti sui singoli attrezzi. Qui l’Italia 7 Sopra l’abbraccio tra Enrico Pozzo e il suo allenatore, Andrea Sacchi (foto E. Della Valle). Sotto il brindisi d’oro della Maschile a Casa Italia con, da sinistra, A. Busnari, A. Cingolani, P. Ottavi, M. Morandi e E. Pozzo (foto D. Ciaralli). sale per due volte sul gradino più alto con Busnari al cavallo con maniglie e Pozzo alla sbarra. Di Alberto si sapeva, considerata l’ottima performance del melzese al PalaMediolanum di Assago, lo scorso aprile, ma l’oro di Enrico assume un sapore particolare, vista la decisione del DTN Fulvio Vailati di lasciare in panchina un pezzo da novanta come Igor Cassina. Tra le ragazze, alla luce delle notizie che arrivavano dall’infermeria, l’exploit di Elisabetta Preziosa al corpo libero è apparsa come una parziale ricompensa del destino, più del bronzo della Armi, che per 50 millesimi non è riuscita a festeggiare il compleanno sulla piazza d’onore. L’argento di Morandi agli anelli e di Cingolani al volteggio, i terzi posti di Elisabetta alla “sua” tra- ve e della Galante alle “sue” parallele non lasciano tanti rammarichi per ciò che è stato e che poteva essere quanto le solite e antipatiche medaglie di legno, conquistate qua e là dai nostri alfieri. A parità di bronzi, rispetto ad Almeria, abbiamo ottenuto, infatti, ben 5 quarti posti nelle finali di specialità, contro i due del 2005. Significa, a vedere il bicchiere mezzo pieno, che oltre ad avere avuto un maggior numero di bocche di fuoco, ci siamo andati anche più vicini. Pozzo al corpo libero, un ottimo Ottavi alla sbarra e agli anelli, Morandi alle parallele, per non parlare della Galante alla trave, hanno rivissuto la brutta esperienza spagnola della Macrì e della Bergamelli. Esperienza dalla quale si è riscattata alla grande Julieta Cantaluppi, capace, nei primi giorni, di aprire le danze come meglio non si poteva, conquistando l’unica medaglia della ritmica italiana, per giunta la più pregiata, nell’albo d’oro della manifestazione. Peccato, che al suo vecchio posto, ai piedi del podio, si sia ritrovata, ingiustamente, proprio Chiara Ianni, l’idolo delle folle abruzzesi e del PalaTricalle di Chieti. “Nell’unirmi alle congratulazioni formulate dal Direttore dell’Area Sport di Pescara 2009, il dr. Gianni Storti – ha scritto il prof. Agabio in una lettera indirizzata a tutti i convocati e allo staff della delegazione federale - desidero esprimervi i più sinceri ringraziamenti, a nome personale e di tutta la Famiglia Ginnastica, per l’ottimo lavoro profuso in occasione di questo importante appuntamento sportivo. La professionalità, la consolidata esperienza e la piena disponibilità di ognuno di voi si sono rivelati fattori vincenti nel raggiungimento di traguardi importanti, che hanno regalato intense emozioni e grandi soddisfazioni a MEDAGLIERE STORICO DELLA GINNASTICA AZZURRA ORO ARGENTO BRONZO 1951 Alessandria 3 1955 Barcellona 2 1959 Beirut TOT. 5 6 14 4 3 9 Assente 1963 Napoli 5 4 6 15 1967 Tunisi 5 4 4 13 1971 Izmir 6 4 6 16 1975 Algeri 5 6 5 16 1979 Spalato 4 4 2 10 1983 Casablanca 3 6 5 14 1987 Latakia 7 6 3 16 1991 Atene 6 4 3 12 1993 Languedoc Roussillon 5 5 5 15 1997 Bari 2 4 7 13 2001 Tunisi 1 9 3 13 2005 Almeria 6 4 3 13 2009 Pescara 5 5 3 13 TOTALE 65 74 67 206 8 Giochi del Mediterraneo tutti coloro che seguono con passione questo nostro straordinario sport”. Le parole del Presidente della Federazione aprono l’ultimo capitolo della nostra analisi. Considerate le premesse della vigilia, i problemi che avevano portato, addirittura, al Commissariamento del COL da parte del Governo con l’On. Mario Pescante, i Giochi del Mediterraneo, tutto sommato, hanno superato l’esame, mascherando le falle con la solita nostra arte dell’arrangiarci. A detta di tutti, dal presidente del CIJM Amar Addadi fino a Jacques Rogge, i Giochi di Pescara - grazie all’entusiasmo dei volontari, all’orso marsicano “A uà” (che significa “guarda” nel dialetto abruzzese e che, già simbolo della regione, è MEDAGLIERE GENERALE Tab. 2 ORO ARGENTO BRONZO TOT. ITALIA 64 49 63 176 FRANCIA 48 53 39 140 SPAGNA 28 21 34 83 In alto il Presidente Federale Riccardo Agabio e il Segretario Generale FGI Michele Maffei con una parte della Delegazione azzurra al termine della seconda giornata delle finali di Specialità (foto D. Ciaralli). Di fianco Donatella Sacchi, membro del C.T. FIG, con la maglietta gialla di Pescara 2009, e un gruppo di giudici. stato, in versione balneare, la simpatica mascotte dell’evento), al motto “un sogno, un mare” di olimpica memoria, al “guerriero di Capestrano“ raffigurato sulle medaglie, alle splendide cerimonie nello Stadio Adriatico e a Casa Italia hanno vinto la loro sfida contro tutto e tutti, comprese le calamità naturali. In questa oliata macchina organizzativa, che dal punto di vista tecnico è stata ricompensata con il successo del CONI nel medagliere generale (tabella 2) la sua parte l’ha fatta anche la FGI. Con il co- ordinamento di Gianfranco Marzolla, Giuseppe Caronni e Gianni Macchi per la Segreteria, Paolo Pedrotti per la Direzione campo gara, Cristina Casentini al Protocollo e ai Rapporti internazionali, Fulvio Traverso e Donatella Sacchi per le Giurie: lo staff italiano è riuscito a mettere in piedi, in poco tempo e scarse risorse, una competizione di tutto rispetto. Così come, sul fronte della Ritmica, nell’impianto teatino, l’Armonia d’Abruzzo ha fatto le cose davvero in grande, supportato da un team di professionisti, co- ordinato da Valerio Di Battista, il papà di Chiara, nazionale juniores, ed Anna Mazziotti nonché, per quanto riguarda gli aspetti tecnici e di giuria, dalle professoresse Marina Piazza e Daniela Delle Chiaie. In tribuna autorità, il Presidente mondiale Bruno Grandi, il Segretario Generale della FIG André Geissbühler e l’egiziano Abou Shabana Noa, membro della Commissione Tecnica Internazionale, non hanno potuto far altro che constatare il livello altissimo della due 9 Il podio di gara di Silvi Marina (foto D. Ciaralli) LA DELEGAZIONE ITALIANA ARTISTICA MASCHILE ARTISTICA FEMMINILE RITMICA Ginnasti Alberto Busnari (Aeronautica Militare) Matteo Morandi (Aeronautica Militare) Enrico Pozzo (Aeronautica Militare) Paolo Ottavi (Aeronautica Militare) Andrea Cingolani (Virtus Pasqualetti Macerata) Ginnasti Emily Armi (GAL Lissone) Elisabetta Preziosa (GAL Lissone) Paola Galante (Brixia Brescia) Andrea La Spada (Ginnastica Pavese) Serena Licchetta (Ginnastica La Rosa) Ginnasti Julieta Cantaluppi (S.G. Fabriano) Martina Alicata Terranova (Aurora Fano) Federica Febbo (Armonia d’Abruzzo) Chiara Ianni (Armonia d’Abruzzo) Tecnici Maurizio Allievi Andrea Sacchi Tecnici Claudia Ferré Luigi Piliego Giudici Giovanni Innocenti Massimiliano Villapiano Antonio Zurlini Giudici Anna Claudia Cartoni Dora Cortigiani Gioconda Raguso Tecnici Germana Germani Kristina Ghiurova Nani Londaridze Giudici Lorella Saccuman Elena Aliprandi Officials Roberto Pentrella (Capogruppo), Fulvio Vailati (DTN M/F), Marina Piazza (DTN R) e Salvatore Scintu (Fisioterapista) giorni di Chieti, la cui finale è stata trasmessa in diretta su Rai Sport Più. Una copertura televisiva che, per motivi di palinsesto, è stata pressoché inesistente nella settimana dedicata all’Artistica, sollevando non poche polemiche tra i nostri appassionati. Tornando ai gruppi di lavoro, sia nell’Artistica sia nella Ritmica, non va dimenticato l’apporto del Comitato Regionale e in particolare del Presidente Mario Centi Pizzutilli, a neanche due mesi dal terribile sisma de L’Aquila. L’ultima parola spetta prof. Roberto Pentrella, che ha guidato la Delegazione della Ginnastica con grande esperienza, coordinando i rapporti tra i nostri ragazzi e il capo dell’intera missione azzurra, la dott.sa Rossana Ciuffetti: “Siamo arrivati al villaggio mediterraneo un po’ preoccupati per quello che avremmo trovato. Se n’erano dette e lette di tutti i colori, invece, la struttura si e rivelata all’altezza delle necessità. Certo, si vedeva che gli edifici erano stati completati sul filo di lana e poi i migliori, quelli più rifiniti, giustamente, sono andati agli stranieri, per dovere di ospitalità. L’Italia era tutta alloggiata nella palazzina Tintoretto, in un’ala riservata, e noi della Ginnastica eravamo al pri- 10 Giochi del Mediterraneo mo piano. I disagi maggiori li abbiamo avuti negli spostamenti, dal momento che la sede di gara dell’Artistica, a Silvi Marina, era molto decentrata rispetto a Chieti Scalo. Quello dei trasporti, d’altra parte, è il nodo più intricato di qualsiasi organizzazione sportiva, e non solo. La mensa, gestita dalla società Autogrill, ha registrato qualche fila di troppo soltanto nel momento di maggiore concentrazione di atleti e la qualità dei pasti è stata complessivamente buona. Più che la visita del Principe Alberto di Monaco o l’alzabandiera, che, tra l’altro abbiamo saltato, mi ha fatto piacere vedere Ciprioti e Turchi occupare pacificamente due edifici contigui, con le rispettive bandiere alle finestre, come si è soliti fare. Mi ricordo le tensioni tra questi due popoli alle Gymnasiadi del 1994. Eravamo a Nicosia e la Sopra, agli anelli il ginnasta dell’Aeronautica Militare Paolo Ottavi (foto E. Della Valle). Sotto la farfalla d’argento di Atene 2004, Fabrizia D’Ottavio, Sindaco del Villaggio Mediterraneo e testimonial della Freddy (Foto GMT – Ferdinando Mezzelani) gente del posto aveva una grande acredine nei confronti della Turchia per l’invasione della zona nord dell’isola. L’emozione più grande, però, la si prova sempre durante la Cerimonia d’Apertura. Sfilare nel proprio Paese poi non ha eguali e ti ricompensa del fatto che, nell’attesa di entrare, ti perdi praticamente tutto lo spettacolo”. Forse non è servito a risolvere altre tensioni diplomatiche ma l’idea del COL di assegnare alla nostra Fabrizia D’Ottavio la fascia di Sindaco del Villaggio è servita senz’altro a rendere molto più dolce l’accoglienza dei suoi 3.400 inquilini. Mentre l’ex farfalla d’argento di Atene 2004, indirettamente, dava ulteriore risalto alla nostra amata Ginnastica nei salotti buoni dell’informazione sportiva, la Federazione, sul campo, sfondava il tetto delle 200 medaglie, arrivando a quota 206 (65 ori - 74 argenti - 67 bronzi). L’avventura, iniziata nel 1951 ad Alessandria d’Egitto, continua a vederci protagonisti, senza mai cali evidenti, anno dopo anno, con una continuità ed una capacità di ricambio inconsuete per uno sport come il nostro. Rivali diretti come la Spagna e la Francia si scambiano la pettorina del challenger ufficiale, accusando pause fisiologiche, più o meno prolungate. Noi no! Su 26 medaglie potenziali (2 di squadra, 4 nel generale e 20 nei singoli attrezzi) ne portiamo a casa la metà e, a parte la Ianni e l’Alicata – che però non avevano la chance della gara a squadre – tutti gli altri convocati sono saliti sul podio, almeno una volta. La vera regina, però, di questa bella avventura, bisogna dirlo, è stata… l’acqua, fonte di vita e di rinascita. Il suo viaggio dalla Fontana delle 99 Cannelle, il simbolo del Capoluogo aquilano, ne ha fatto ciò che il fuoco è da sempre per le Olimpiadi. Gli idrofori hanno portato speranza nelle tendopoli e tra le macerie. Gli sportivi i brividi in pista, in pedana, in corsia, sempre e comunque sugli spalti. 11 E IL NAUFRAGAR M’È DOLCE IN QUESTO MARE… DI MEDAGLIE Di David Ciaralli D a dove cominciamo? Con tutte queste medaglie c’è l’imbarazzo della scelta. Ma, come si dice, “melius abundare quam deficere”. La Nazionale italiana di Ginnastica Artistica Femminile, medaglia d’argento a squadre: da sinistra, Emily Armi, Andrea La Spada, Elisabetta Preziosa, Serena Licchetta e Paola Galante (Foto GMT – Ferdinando Mezzelani) CONCORSO IV Per non far torto a nessuno e per una scelta meramente cronologica inizierei dal Concorso a squadre e dall’argento dell’Italdonne, composta da Paola Galante, Serena Licchetta, Andrea La Spada, Emily Armi ed Elisabetta Preziosa, vicecampione dei Giochi per un misero decimo di punto. “Le ragazze sono state bravissime - hanno commentato con un velo di delusione i tecnici Claudia Ferrè e Luigi Piliego - Sono riuscite a risollevarsi psicologicamente dopo lo spavento per l’incidente di Serena nella seduta di allenamento ed hanno dato filo da torcere ad un gruppo, le avversarie d’Oltralpe, più esperto del nostro”. Tra sorpassi e controsorpassi, sotto lo sguardo di Vanessa Ferrari, giunta a Silvi Marina, malgrado il gesso, per sostenere da vicino le proprie compagne, la gara è stata decisa soltanto al fotofinish, all’ultima parallela, quella da 14.90 della Dufournet. Un’avversaria di tutto rispetto, Youma, affiancata 2 ITALY PREZIOSA Elisabetta LA SPADA Andrea GALANTE Paola ARMI Emily Totale 13.900 13.700 13.550 13.700 41.300 (2) 12.500 13.650 13.600 13.300 40.550 (2) 14.800 13.550 14.250 14.150 43.200 (1) 13.850 14.250 13.450 13.650 41.750 (1) TOT. 55.050 (4) 55.150 (3) 54.850 (5) 54.800 (6) 166.800 42.750 (1) 40.550 (2) 38.700 (3) 36.400 (4) 41.000 (3) 43.200 (1) 41.350 (2) 38.850 (4) 41.650 (2) 41.750 (1) 38.800 (4) 39.050 (3) TOT. 166.900 166.800 159.600 153.400 CLASSIFICA PER NAZIONI FEMMINILE 1 FRANCIA 2 ITALIA 3 GRECIA 4 SLOVENIA 41.500 (1) 41.300 (2) 40.750 (3) 39.100 (4) 12 Giochi del Mediterraneo dall’esperienza di Rose Eliandre Bellemare, classe 1989, e dalla premiata ditta Morel-Petit, che contribuì a portare la Francia ai Giochi di Pechino, con il 6° posto ai Mondiali di Stoccarda 2007, meno di due punti dietro la «grande Italia» di Vanessa & Company. Con 4 atlete contate, una Nazionale più piccola, ma soltanto anagraficamente, è riuscita a tenere botta, rischiando seriamente di difendere il titolo conquistato quattro anni fa ad Almeria. “Abbiamo ginnaste molto competitive – analizza il DTN Fulvio Vailati - giovani, inesperte, eppure non hanno buttato via niente. Nonostante la sfortuna! Inutile citare i casi della Licchetta e di Andrea La Spada, con loro chissà, forse avremmo fatto anche meglio. Con la Ferrari out dall’inizio siamo riusciti a sperimentare senza sfigurare, tutt’altro. Abbiamo investito sul futuro e stiamo raccogliendo già i frutti”. Il dì seguente tocca alla Maschile. Ebbene Enrico Pozzo e Matteo Morandi, insieme a Paolo Ottavi ed Alberto Busnari, i quattro cavalieri dell’Aeronau- La Nazionale italiana di Ginnastica Artistica Maschile, campione dei Giochi del Mediterraneo: da sinistra, Matteo Morandi, Andrea Cingolani, Enrico Pozzo, Paolo Ottavi e Alberto Busnari. Nella pagina accanto, dall’alto in basso, Morandi, Preziosa, Armi e Busnari giocano con le rispettive medaglie individuali (Foto GMT – F. Mezzelani). tica Militare, più Andrea Cingolani, lo scugnizzo di Macerata, riescono a segnare i loro nomi nella lista speciale delle squadre azzurre vincenti ai Giochi del Mediterraneo. Dal gruppo del 1955, capitanato dall’attuale presidente fede- 1 ITALY BUSNARI Alberto MORANDI Matteo OTTAVI Paolo POZZO Enrico CINGOLANI Andrea Totale 14.300 14.300 14.800 14.500 43.600 (4) 15.250 13.800 12.500 14.550 43.600 (1) 15.800 14.950 14.300 14.100 45.050 (2) 16.100 15.600 15.700 16.000 47.800 (2) 14.300 14.650 13.700 14.150 43.100 (3) 14.550 13.300 14.650 15.150 44.350 (1) TOT. 44.100 (43) 87.950 (2) 85.700 (8) 88.650 (1) 44.600 (42) 267.500 43.600 (1) 43.150 (2) 41.600 (3) 36.600 (7) 40.650 (4) 38.250 (6) 32.000 (10) 35.000 (9) 36.600 (7) 39.600 (5) 45.050 (2) 45.600 (1) 43.800 (3) 41.950 (4) 39.550 (7) 41.750 (5) 39.650 (6) 36.800 (9) 38.200 (8) 32.750 (10) 47.800 (2) 43.100 (3) 48.200 (1) 44.050 (1) 47.400 (3) 43.550 (2) 46.900 (4) 42.450 (4) 44.600 (7) 39.400 (6) 43.650 (10) 38.900 (8) 45.500 (6) 40.550 (5) 45.700 (5) 38.100 (9) 44.450 (8) 37.350 (10) 43.800 (9) 39.050 (7) 44.350 (1) 42.450 (3) 43.800 (2) 41.550 (6) 42.300 (4) 39.750 (7) 39.550 (8) 41.600 (5) 39.200 (10) 39.400 (9) TOT. 267.500 267.300 264.000 254.700 249.700 242.900 238.100 238.050 234.700 232.000 CLASSIFICA PER NAZIONI MASCHILE 1 ITALIA 2 FRANCIA 3 SPAGNA 4 GRECIA 5 CROAZIA 6 CIPRO 7 SLOVENIA 8 TURCHIA 9 EGITTO 10 ALGERIA 43.600 (4) 43.850 (2) 43.850 (2) 45.250 (1) 43.200 (5) 40.600 (8) 40.850 (6) 40.850 (6) 38.900 (9) 38.400 (10) 13 rale, Riccardo Agabio - medaglia d’oro a Barcellona – fino all’ultimo exploit, quello della banda Jury Chechi a Bari 1997, la Maschile italiana aveva collezionato altre cinque vittorie (Napoli ‘63, Tunisi ‘67, Latakia ‘87, Atene 91 e Languedoc Roussillon 93). L’ottava gemma è arrivata così, tanto bella quanto inattesa. Eppure gli Italiani hanno praticamente dominato, guidando la classifica per tutta la competizione, dal secondo giro in poi, e contenendo la forza d’urto dell’ultimo disperato assalto francese al volteggio. “Ebbene si, la spada di Damocle dell’ultimo attrezzo ci pendeva sulla testa fin dall’inizio – racconta Andrea Sacchi – noi al cavallo con maniglie stanchi, loro pronti a volare su un altro cavallo, quello in fondo ai 25 metri. Eppure dopo l’errore di Ottavi, i tre veterani si sono tirati su le maniche e hanno messo il cappello su quel titolo che c’era sfuggito in Spagna, nel 2005”. “Ci siamo messi l’uno al servizio degli altri come era già accaduto a Stoccarda, in occasione della qualificazione olimpica – conferma Morandi, che al ritorno da Pescara è convolato a nozze con la sua Ilenia - Nelle occasioni che contano dimostriamo di avere gli attributi e allora questa Italia diventa indigesta per tutti, anche per formazioni, a gara fatta, più quotate della nostra. Io sono l’unico che aveva già vinto un oro in questa competizione, agli anelli nella scorsa edizione. Ma quando vinci insieme ai tuoi compagni è molto più bello, aggiungeteci che siamo in Italia e voilà, la pacchia è servita”. “Non hanno sbagliato nulla – grida euforico Maurizio Allievi – Su 24 esercizi ne abbiamo indovinati 22, niente male! Merito di un’ottima preparazione in collegiale a Porto San Giorgio. L’innesto dei giovani è stato premiato. Oltre a Paolo e Andrea, dietro ci sono Ticchi, Principi, Tamiazzo e tanti altri. Il movimento alle spalle dei senatori cresce bene e grazie ai cosiddetti «vecchi», che ancora rispondono così, riusciremo ad inserir- li con la tempistica necessaria a non bruciare nessuno”. A proposito delle novità. Cingolani, dopo l’esperienza a Losanna con la rappresentativa giovanile, ha bagnato nell’oro l’esordio tra i senior. Se il buon giorno si vede dal mattino…”Dedico la medaglia alla mia ragazza – dice con un sorriso ancora non del tutto consapevole. “Ed io all’Aeronautica Militare – gli fa eco Ottavi - che mi consente di allenarmi con continuità, e all’Abruzzo, così martoriato ma tanto accogliente. Non è stato facile. Prima di partire si era sparsa la voce che la Francia venisse qui con un team completamente rinnovato. Invece ci siamo trovati di fronte i soliti big, a cominciare dal bronzo olimpico Benoit Caranobe”. La chiusura è per Alberto Busnari, che al terzo tentativo, dopo le esperienze di Tunisi 2001 e Almeria 2005, è riuscito finalmente a salire sul gradino più alto del podio mediterraneo. “Contro la Francia al gran completo non ci davano chance, invece... Per me è il primo centro al terzo tentativo, c’ho messo 12 anni ma chi la dura la vince. Magari al quarto mi riesce pure di prendere una medaglia alle Olimpiadi”. “E’ risaputo che con i maschi il ricambio generazionale non è così fisiologico come tra le donne – precisa Vailati - Abbiamo scelto di inserire i nuovi per gradi, in un blocco granitico e consolidato. Nel giro di tre anni riusciremo a mettere su una bella squadra per cercare la qualificazione olimpica”. “Era un po’ che non battevamo Francia e Spagna e l’oro di squadra mancava da più di 10 anni – puntualizza Maurizio Allievi, con piglio statistico - In un colpo solo ci siamo tolti un paio di sfizi, lasciando a casa gente del calibro di Cassina, Coppolino ed Angioletti”. CONCORSO II Con Luglio iniziano anche le finali individuali. Il primo del mese è il compleanno della Armi e il giorno dell’argento All-around della Preziosa, le due colonne della fucina della GAL. “Sono contenta”. Non ha molte parole da spendere, la piccola grande Betta! Dopo l’oro alla trave agli EYOF di Belgrado nel 2007 arriva la prima vera affermazione tra i Senior. “Sia io che Andrea, in qualifica, eravamo davanti alla Morel. Sapevamo che la sfida era tra noi tre e la greca Millousi per due posti, visto che la Dufournet sembrava predestinata alla vittoria. Ho sentito di avere l’argento in 14 Giochi del Mediterraneo pugno dopo la trave. Le due francesi erano state brave e io ho dovuto tirar fuori il coniglio dal cilindro. Questi momenti ripagano di molti sacrifici, e non soltanto miei. Per questo voglio ringraziare i miei genitori, i miei nonni che ogni giorno mi portano avanti e indietro, tutti i miei allenatori e, naturalmente, la Società. La medaglia però la vorrei dedicare a Serena Licchetta, e sono sicura che arriverà un giorno che mi ricambierà”. “Un decimo di là, lunedì – e con la mano a taglio Andrea La Spada dai piedi del podio si sfiora un fianco – un decimo e mezzo di qua, stamani”. E ripete lo stesso gesto dall’altra parte. Gli sono proprio rimasti sullo stomaco, alla stellina di Pavia, quei punti persi, chissà dove, chissà come. “Al corpo libero mi hanno pagata pochissimo – continua, con il solito musetto simpatico, ancora ignara del destino beffardo che da lì Sopra Pozzo e la Preziosa con gli ori individuali di, rispettivamente, corpo libero e sbarra (foto D. Ciaralli). In basso a sinistra Elisabetta in azione alla trave (foto E. Della Valle). Nella pagina accanto Morandi e Busnari con, da sinistra, il DTN Fulvio Vailati, il tecnico Maurizio Allievi e il fisioterapista Salvatore Scintu. Sotto la Galante con la cantante Alexia (foto D. Ciaralli). a poco l’avrebbe colpita – Se avessi preso quanto in qualifica avrei rifilato la medaglia di legno a quell’antipatica di Pauline. La giuria non mi ha riconosciuto la doppia piroetta in presa, facendo scendere il valore di partenza del mio esercizio. Pazienza! Mi consolo con le due parallele. Visto che roba? Le altre mi hanno preso in giro. Dicono che è il finimondo se anche Andrea La Spada si è imparata a lavorare sugli staggi”. Il giorno dopo arriva una finale fotocopia, quella maschile, con l’argento di Pozzo nei sei attrezzi che pesa il doppio, considerato che tra gli inseguitori c’era un certo Rafael Martinez, ex campione continentale, staccato di quasi 5 decimi. “Non esageriamo – ci corregge Enrico – Lo Spagnolo si è operato, credo, a settembre ad un spalla e non è ancora al 100%”. Ma al quarto posto c’è anche l’amico rivale di sempre, quel Matteo Morandi che gli aveva soffiato titolo e motocicletta agli Assoluti di Meda. Dolce vendetta! “Sappiamo entrambi che, a gara fatta, siamo praticamente attaccati. Stavolta ho vinto io, probabilmente perché siamo partiti con la rotazione a me più congeniale, il corpo libero al primo giro e poi la sbarra nell’ultimo. Ecco il perché dei continui capovolgimenti – continua l’aviere di Biella Al suolo e al cavallo ero avanti io, poi con gli anelli è passato Teo, siamo stati lì al volteggio e alle parallele, ma con la sbarra il match point era in mano mia. Io che sono notoriamente un diesel, parto sempre al rilento, qui mi sono dovuto dare una svegliata fin da subito. Eravamo in sei, tutti vicini e gli altri sono schizzati come razzi. A questo livello, quando vedi che la gara è così tirata, chi si distrae e lascia per strada decimi di punto, è perduto. L’abbiamo sempre detto, nella maschile, senza nulla togliere alle altre sezioni, in questi Giochi c’era molta più concorrenza. Con certi avversari l’errore si paga caro. Anche per questo motivo ho preferito non rischiare il Gaylord alla sbarra, accontentandomi di difendere l’argento da Sabot. Con quel salto sarei partito da tre decimi in più, ma, ad ogni modo, avrei dovuto prendere un 15.65 15 per acciuffare l’oro e visto l’andazzo non credo che sarebbe arrivato, pur facendo l’esercizio della vita. Forse, se fossi stato più vicino a Caranobe, avrei rischiato. L’unico rammarico è stato vedere Morandi ai piedi del podio. Sarebbe stato bello salirci entrambi. Certo, lui sempre su un gradino più basso del mio. Ci dicono che siamo vecchi, e, probabilmente vedendo la carica di certi nuovi, qualche volta ci sentiamo tali. Per esempio, quando lo spagnolo Munoz ha finito la sbarra, al termine di sei rotazioni, ha esultato con un’energia tale che sembrava volesse continuare a gareggiare in eterno. Io e il Dog (il soprannome di Morandi) ci siamo guardati in faccia, eravamo sfiniti, e senza dire niente è come se ci fossimo detti: ultimo sforzo e poi a casa. In verità, a parte un logoramento fisiologico, noi continuiamo a sentirci giovani, ci divertiamo ed amiamo la Ginnastica, altrimenti non potremmo affrontare tanti allenamenti e sacrifici”. CONCORSO III Arriva il momento delle finali di specialità e, nonostante il forfait di Andrea La Spada, il bottino azzurro s’impingua di metallo pregiato. Il primo acuto è di Busnari al cavallo con maniglie. Sbagliano Pozzo, l’algerino Ferdjani, Beny e Seligman. Alberto è perfetto e, così, arriva un altro oro. “Sono salito per terzo – ricorda il melzese, prima di andare a brindare a Casa Italia – Quelli prima di me, probabilmente, hanno pagato il fatto che non ci fossero i classici minuti di riscaldamento all’attrezzo. Per ambientarsi e scaricare l’adrenalina ci vuole del tempo. Io stavo bene, avevo provato a lungo nel warm up e il giorno precedente. Ci tenevo a far bene, soprattutto dopo il secondo posto di Tunisi. Sid Ali Ferdjani, allora, giocava in casa e spuntò qualcosa in più del dovuto. Il bronzo di Almeria, invece, era meritato. Lì sbagliai io! Stavolta sono salito deciso, prendendo subito un buon ritmo sui mulinelli. Nella se- conda parte, per recuperare una piccola imprecisione, ho aperto leggermente le gambe, perdendo almeno 3 decimi, proprio come a Milano. E, infatti, alla fine, dopo una buona uscita, ho preso lo stesso punteggio degli Europei. Oh no, ho pensato, mi sono di nuovo giocato la medaglia per una sbavatura! Poi sono arrivati gli errori del francese e del croato ed ho tirato un sospiro di sollievo. Cercavo questa affermazione personale, ha un sapore diverso rispetto alla vittoria di squadra. La forbice in verticale? Ho cominciato a provarla dopo Pechino, solo che, in allenamento, mi veniva più semplice passare da una mano all’altra, piuttosto che scendere immediatamente, girando un po’ come alla sbarra e alle parallele. Adesso, a Londra, ripresenterò il mio movimento con allegata la richiesta di assegnazione del nome. Se, come è accaduto in passato, la giuria riconoscerà l’originalità e il valore D, allora, nel prossimo Codice dei Punteggi, ci sarà anche il Busnari”. Dalle altre finali di questo caldo 2 luglio arriva l’argento di Morandi agli anelli – “L’esercizio non è ancora al 100%, ma lo sarà per i Mondiali” – e il bronzo alle parallele asimmetriche della Galante. Per la promessa bresciana si tratta di un’iniezione di fiducia importante. “Devo fare i complimenti a Paola – dichiara con forza il prof. Vailati - In 10 giorni con il fisioterapista della nazionale, Salvatore Scintu, è riuscita a recuperare da un problema al ginocchio”. La festeggia anche il Coni nella serata clou del concerto di Alexia. Giovedì 3 la Ginnastica chiude con le ultime 5 sfide e una sfilza di colpi di scena. Cingolani è d’argento al volteggio: “Sapevo che il Francese, Thomas Bouhail, vice campione olimpico, sarebbe stato irraggiungibile – commenta 16 Giochi del Mediterraneo Silver Andrea – ma al secondo posto ci credevo, eccome! Dedico la medaglia ai miei genitori, a Kaspersky e all’Abruzzo. Ringrazio anche i miei compagni. Per me era la prima volta tra i senior e loro mi hanno dato tanti consigli. Due medaglie all’esordio, mica male!”. La favoritissima Preziosa sale per prima alla trave e, come spesso le accade, tarda ad ingranare. Finisce terza, ma non finisce qui. Betta, ultima al corpo libero, si mangia tutte le avversarie, compresa la Dufournet, e strappa un oro, tanto bello per quanto inatteso. Ancora più sorprendente il bronzo della Armi, ripescata in extremis per sostituire La Spada: “Lo dedico ad Andrea – si affretta a dire, commossa – Me l’hanno detto la sera precedente che avrei dovuto gareggiare e io sono andata a dormire presto. Non provavo il corpo libero dalle qualifiche e mi sono stupita nel ritrovarmi in testa, così a lungo, nel corso della gara, nonostante una prima diagonale mica tanto buona. Sono contenta per Elisabetta, era giusto che vincesse lei”. Come da tradizione nei fuochi d’artificio si chiu- Il prof. Agabio festeggia, in qualità di Vice Presidente Vicario del Coni, i medagliati di giornata sul palco di Casa Italia. A sinistra si riconoscono i nostri Busnari e Galante (foto D. Ciaralli). de con tre botti. Il terzo arriva da Pozzo alla sbarra: “Io l’oro lo dedico a me stesso – si sfoga Enrico – Venivo da un periodo brutto, avevo un grande bisogno di stimoli. Il Gaylord? Non è servito. Pegan e il turco Samiloglu hanno sbagliato, prima che toccasse a me, e allora ho deciso di non rischiare. Sono andato su abbastanza tranquillo, senza pensarci troppo, perché, lo so, se mi fisso è peggio. L’età? Io sono come il Whisky, miglioro invecchiando!”. “Anche Ottavi ha fatto una gran bella sbarra, avrebbe meritato di più – si inserisce Allievi - La concorrenza però era molto forte. Pegan? E’ infinito, un Highlander, però il nuovo codice lo penalizza molto. Oggi ha perso almeno tre decimi nel lavoro in cubitale e i giudici sono sempre più attenti agli incroci, quando sono troppo bassi”. I XVI Giochi del Mediterraneo, insomma, si concludono in maniera davvero positiva come rileva lo stesso Presidente federale, il prof. Riccardo Agabio, che, in qualità di Vice Presidente Vicario del Coni, più di altri suoi colleghi, sentiva la responsabilità di dover contribuire al successo italiano nel medagliere generale: “13 podi con atleti diversi sono sempre meglio di altrettanti, conquistati da un paio di fuoriclasse. Così ne giova tutto il movimento, che, di conseguenza, risulta sano e può autoalimentarsi di questi successi. Ad Almeria Vanessa Ferrari era riuscita a vincere quasi tutto, divenendo la regina di quell’edizione. Questa volta torniamo con tanti protagonisti, tante piccole storie. E’ una gioia diversa, ugualmente bella. Ero d’accordo con i tecnici nel rischiare pur di gettare le basi del nuovo corso. Francia e Spagna sono venute qui con i loro big, eppure si sono scontrate con le nostre dirompenti novità. E’ vero, sono contento anche per il CONI. Qui a Pescara abbiamo fatto come la Cina a Pechino, rastrellando a più non posso. Un bel successo per tutta la squadra, a cominciare dal Presidente Petrucci e dal Capo delegazione Rossana Ciuffetti”. 17 CONCORSO GENERALE MASCHILE FINALI DI SPECIALITÀ MASCHILI 1 KOSMIDIS Eleftherios 2 UDE Filip 3 GONZALEZ Fabian 4 POZZO Enrico 5 BOUHAIL Thomas 6 MARKOVIC Tomislav 7 BOUALLEGUE Wajdi 8 DOULKERIDIS Michail GRE CRO ESP ITA FRA CRO TUN GRE TOT. 15.650 15.200 15.000 14.850 14.825 14.550 13.775 13.550 1 BUSNARI Alberto 2 SABOT Hamilton 3 MUNOZ Sergio 4 SELIGMAN Robert 5 BENY Pierre-Yves 6 HACIB Mohamed Amir 7 FERDJANI Sid Ali 8 POZZO Enrico ITA FRA ESP CRO FRA ALG ALG ITA TOT. 15.175 14.875 14.550 14.400 14.175 14.000 13.825 12.675 1 PINHEIRO Danny 2 MORANDI Matteo 3 BENY Pierre-Yves 4 OTTAVI Paolo 5 GEORGALLAS Irodotos 6 GOMEZ Javier 7 MARKOUSIS Dimitrios 8 CARBALLO Manuel FRA ITA FRA ITA CYP ESP GRE ESP TOT. 16.075 15.825 15.225 15.100 14.975 14.550 14.425 13.825 1 BOUHAIL Thomas 2 CINGOLANI Andrea 3 BOUALLEGUE Wajdi 4 KLAVORA Rok 5 DOULKERIDIS Michail 6 SOBHY Abdelrahman 7 GONZALEZ Fabian 8 ELSAHARTY Mohmed FRA ITA TUN SLO GRE EGY ESP EGY TOT. 16.275/16.650 - 16.462 15.975/15.575 - 15.775 15.300/15.625 - 15.462 15.450/15.450 - 15.450 15.575/15.025 - 15.300 15.450/15.125 - 15.287 15.700/14.025 - 14.862 14.300/00.000 - 07.150 1 CARANOBE Benoit 2 POZZO Enrico 3 SABOT Hamilton 4 MORANDI Matteo 5 MUNOZ Sergio 6 MARKOUSIS Dimitrios 7 MARTINEZ Rafael 8 KRASIAS Dimitris 9 BREZ Marko 10 DUDEK Nikola 11 DIMIC Alen 12 ARISTOTELOUS Panagiotis 13 METTIDJI Hillel 14 SANLI Ozgur 15 BRITOVSEK Ziga 16 HASA Alon 17 UYAR Yunus Emre 18 SOBHY Abdelrahman 19 BOUARI Imad FRA ITA FRA ITA ESP GRE ESP CYP CRO CRO SLO CYP ALG TUR SLO ALB TUR EGY MAR 14.850 15.000 14.300 14.250 14.550 15.000 14.850 13.600 13.550 13.400 13.150 13.200 13.150 13.500 12.850 12.300 13.650 12.800 10.600 13.950 14.050 13.850 13.250 13.450 12.950 13.200 13.450 13.400 12.350 12.200 13.100 12.850 12.700 13.650 11.600 10.600 10.700 10.900 14.450 13.950 14.250 15.700 14.700 14.550 13.650 13.150 13.300 13.000 12.750 12.300 12.350 12.250 12.700 13.100 10.900 12.150 11.700 16.300 15.700 15.550 15.400 15.900 15.600 15.250 14.600 14.500 14.750 15.350 14.800 14.450 14.600 14.700 13.750 14.800 14.600 14.750 14.450 14.150 15.100 14.700 13.850 14.200 13.900 13.550 13.500 13.900 12.750 12.250 13.050 13.050 12.250 13.300 12.150 10.750 12.200 14.500 15.250 15.000 14.350 14.750 12.450 13.000 14.150 13.900 13.350 14.250 14.050 13.200 12.350 10.750 12.800 11.650 12.700 6.050 TOT. 88.500 88.100 88.050 87.650 87.200 84.750 83.850 82.500 82.150 80.750 80.450 79.700 79.050 78.450 76.900 76.850 73.750 73.700 66.200 CONCORSO GENERALE FEMMINILE 1 DUFOURNET Youna 2 PREZIOSA Elisabetta 3 MOREL Pauline 4 LA SPADA Andrea 5 EL ZEINY Sherine 6 MILLOUSI Vasiliki 7 UCTAS Goksu 8 KAMNIKAR Ivana 9 GOLOB Sasa 10 ZAFEIRAKI Evgenia 11 MOHAMED Salma 12 CUKA Ornela 13 SELAJ Riselda FRA ITA FRA ITA EGY GRE TUR SLO SLO GRE EGY ALB ALB 14.300 13.900 13.900 13.850 13.700 13.200 14.100 12.800 13.350 13.900 12.600 12.700 12.600 14.300 13.500 14.250 13.700 13.050 12.000 12.000 12.600 11.400 12.200 9.250 7.550 6.850 14.400 14.950 13.850 14.250 13.450 14.850 13.200 12.700 12.850 12.000 11.650 10.400 10.950 13.950 14.100 13.950 14.000 13.300 13.400 12.450 12.900 13.350 11.750 12.700 10.900 8.650 TOT. 56.950 56.450 55.950 55.800 53.500 53.450 51.750 51.000 50.950 49.850 46.200 41.550 39.050 FINALI DI SPECIALITÀ FEMMINILI 1 CARBALLO Manuel 2 PINHEIRO Danny 3 MARTINEZ Rafael 4 MORANDI Matteo 5 KRASIAS Dimitris 6 SABOT Hamilton 7 LYMPANOVNOS Christos 8 BUSNARI Alberto ESP FRA ESP ITA CYP FRA GRE ITA TOT. 14.875 14.725 14.675 14.625 14.125 13.800 13.575 13.550 1 POZZO Enrico 2 PEGAN Aljaz 3 SABOT Hamilton 4 OTTAVI Paolo 5 GONZALEZ Fabian 6 SAMILOGLU Umit 7 MARTINEZ Rafael 8 BREZ Marko ITA SLO FRA ITA ESP TUR ESP CRO TOT. 15.400 15.000 14.875 14.450 14.400 14.000 13.750 12.600 1 DUFOURNET Youna 2 UCTAS Goksu 3 ZAFEIRAKI Evgenia 4 KYSSELEF Tjasa 5 SYRIGOU Andriana 6 EL ZEINY Sherine 7 SELAJ Riselda 1 MILLOUSI Vasiliki 2 DUFOURNET Youna 3 PREZIOSA Elisabetta 4 GALANTE Paola 5 GOLOB Sasa 6 KAMNIKAR Ivana 7 SYRIGOU Andriana 8 PETIT Marine FRA TUR GRE SLO GRE EGY ALB TOT. 14.325/13.625 - 13.975 14.175/13.125 - 13.650 14.250/12.975 - 13.612 13.225/13.325 - 13.275 13.350/12.975 - 13.162 13.775/12.025 - 12.900 12.475/11.950 - 12.212 GRE FRA ITA ITA SLO SLO GRE FRA TOT. 14.725 14.625 14.450 13.975 13.450 13.350 12.950 12.000 1 DUFOURNET Youna 2 MOREL Pauline 3 GALANTE Paola 4 MILLOUSI Vasiliki 5 ZAFEIRAKI Evgenia 6 DIMITRIOU Nikoletta 7 KAMNIKAR Ivana 8 GOLOB Sasa 1 PREZIOSA Elisabetta 2 BELLEMARE Rose Eliandre 3 ARMI Emily 4 ZAFEIRAKI Evgenia 5 DUFOURNET Youna 6 MILLOUSI Vasiliki 7 EL ZEINY Sherine 8 SAJN Adela FRA FRA ITA GRE GRE CYP SLO SLO ITA FRA ITA GRE FRA GRE EGY SLO TOT. 14.675 14.250 14.000 13.675 13.275 13.125 12.775 11.575 TOT. 14.175 13.875 13.825 13.775 13.725 13.600 13.250 13.175 18 Giochi del Mediterraneo E VENNE IL GIORNO Julieta Cantaluppi (foto E. Della Valle) Di Marianna Di Rienzo Q uelle luci, quegli sguardi, quella monumentale e silente tensione. Pochi minuti ancora a separare la preparazione dall’“evento”. Marina Piazza scruta attentamente ogni particolare; la prof.ssa Daniela Delle Chiaie supervisiona gli atteggiamenti delle giudici, già ordinatamente sedute; Anna Mazziotti segna il passo con tesa autorevolezza, come Valerio Di Battista, papà di Chiara (nazionale juniores) e responsabile dell’organizzazione teatina, col volto contratto dalla stanchezza per il lavoro incredibile degli ultimi giorni. Fuori del palazzetto il cielo uggioso sembra quasi incurante del calore che va crescendo sugli spalti, non troppo pieni di pubblico, in un feriale venerdì 26 giugno. E silenzioso il pensiero si muove all’indietro fino ai giorni angosciosi di una ferita ancora aperta in questa meravigliosa terra d’Abruzzo. Ma la brillante voce dello speaker si fa improvvisamente largo tra quei pensieri scomposti. Federica Febbo, giovanissima promessa dell’Armonia, designata proprio all’ultimo dalla DTN come riserva, apre la rassegna con un’esibizione al nastro. Prendono così ufficialmente il via le qualificazioni per la finale di Ginnastica Ritmica dei XVI Giochi del Mediterraneo. 24 le ginnaste sulle liste, ma 21 realmente in gara: oltre a Federica, restano fuori l’ellenica Aikaterini Giakoumelou e la turca Nevin Sevinc Deveci. Non tutte le partecipanti sono di altissimo livello tuttavia - citando il commissario straordinario di Pescara 2009, Mario Pescante: “Ci sono tra voi atleti che vengono da terre tormentate ma voi siete ragazzi di pace, la generazione del mai più la guerra” - tanto basta perché la festa si trasformi in un caleidoscopio d’intenti e di espressioni degno di un Mondiale. La gara è viva sin dal principio. Le prime rotazioni delineano subito i rapporti di forza in campo. La francese Delphine Ledoux, argento ai Giochi di Almeria 2005 dietro la Cid, impensierisce la nostra Cantaluppi, che in Spagna finì ai piedi del podio e da allora aspetta questa rivincita. Purtroppo la campionessa italiana patisce una maldestra perdita al cerchio e un handicap di 4 decimi che la costringe ad inseguire, fino al 100.650 conclusivo buono, per una sofferta pole position. La stella d’Oltralpe è seconda con 99.750. Altrettanto in bilico il terzo posto: alla fine la Ianni entra con il totale di 96.725, insufficiente a scavalcare l’iberica Carolina Rodriguez (99.250), che la precede, e di molto. Martina Alicata Terranova, pur esprimendo tutta la sua delicatezza e un buon livello generale, non va oltre un 90.875 (FU 23.475; CE 23.375; PA 22.475; NA 21.550) e si deve accontentare dell’11° posto, terza italiana e in ogni caso, prima delle escluse. Cala la sera ma non la tensione. Mentre la tecnica nazionale Germana Germani, insieme con Martina e Federica, sfila tra gli azzurri nella grandiosa cerimonia d’aper- 19 In alto Federica Febbo durante la sua esibizione d'apertura con la palla. Di fianco il podio del Concorso CONCORSO GENERALE Generale, con Julie tra la Ledoux e la Rodriguez (foto GINNASTA 1 CANTALUPPI Julieta 2 LEDOUX Delphine 3 RODRIGUEZ Carolina 4 IANNI Chiara 5 METALLIDOU Michaela 6 RODE Mojca 7 AKILVEREN Pinar 8 NEZIROGLU Burcin 9 TRIKOMITI Chrystalleni 10 TRIKOMITI Loukia E. Della Valle). tura allo stadio Adriatico, Julieta e Chiara, negli alloggi atleti del semideserto Villaggio Mediterraneo, rimuginano su quello che è stato e che sarà, il giorno seguente. Sabato 27 giugno: il PalaTricalle ha un altro volto, si stenta a trovare un posto vuoto. Con l’Alicata restano a guardare Marina Fernandez (ESP) Ioanna Tacha (GRE), Marija Filipovic, Natasa Jovovic (MNE), Giada Della Valle (SMR), Tjasa Seme (SLO), Ranim Elmalt, Fafma Elshiekh Aly (SYR), Burcin Neziroglu e Ozge Ozkebapci (TUR). Origini diverse, diverse abitu- ITA FRA ESP ITA GRE SLO TUR TUR CYP CYP 25.150 (4) 25.300 (2) 25.275 (3) 25.400 (1) 23.675 (5) 23.450 (6) 22.800 (9) 23.375 (7) 23.075 (8) 21.850 (10) Una parte della Delegazione azzurra di Ginnastica Ritmica con, da sinistra, il capogruppo Roberto Pentrella, la DTN Marina Piazza, Julieta Cantaluppi, Daniela Delle Chiaie, membro del C.T. della Federazione mondiale, Federica Febbo, la giudice internazionale Lorella Saccuman, la tecnica teatina Germana Germani e Chiara Ianni (foto D. Ciaralli). 26.100 (1) 26.100 (2) 25.150 (3) 24.850 (4) 24.000 (5) 23.275 (8) 23.450 (6) 23.375 (7) 22.775 (10) 22.900 (9) 25.950 (1) 24.275 (5) 24.625 (3) 24.800 (2) 24.400 (4) 23.850 (7) 23.875 (6) 23.300 (9) 23.250 (10) 23.475 (8) 26.350 (1) 25.000 (2) 24.375 (3) 23.900 (4) 23.100 (6) 23.250 (5) 22.775 (7) 22.700 (9) 22.750 (8) 21.300 (10) TOT. 103.550 100.675 99.425 98.950 95.175 93.825 92.900 92.750 91.850 89.525 dini, lingue, culture, carnagioni, predisposizioni, ma una sola bellezza: il movimento dei corpi. In tribuna, Fabrizia D’Ottavio, sindaco del Villaggio, vive la gara trepidando per le azzurre. Poco più in là c’è il Presidente mondiale Bruno Grandi, con il Segretario Generale della FIG André Geissbühler e l’egiziano Abou Shabana Noa, membro della Commissione Tecnica Internazionale. Dopo un’altra splendida performance della Febbo, la sfida tra le migliori 10 entra nel vivo con la greca Michaela Metallidou, che confermerà la sua 5ª posizione. La spagnola Carolina Rodriguez presenta una palla pulita ed espressiva e con lei si alza il sipario sulle “quattro grandi”. Dopo la cipriota Loukia Trikomiti tocca a Julieta. Un paio di cedimenti nell’esercizio dell’azzurra fanno temere il peg- 20 Giochi del Mediterraneo gio prima della prova della longilinea Ledoux, che, per fortuna, non ne approfitta. “Adesso basta, non posso lasciar vincere una francese in Italia!” ripete a se stessa la Cantaluppi, che, dopo quei due errori alla fune, uno dei quali proprio nel ben noto rischio finale, completa nella seconda turnazione un cerchio di altissimo livello, montatole dalla Robeva, ex campionessa della Bulgaria ed oggi splendida scopritrice di talenti. “Parlando con Martina (Alicata), qualche giorno fa – ci racconta – le spiegavo che io gareggio meglio quando sono indietro, quando devo inseguire. Dopo il primo posto in qualifica e tutti quei complimenti mi sentivo sulle spalle il peso della favorita. L’esperienza non c’entra, le gambe tremano sempre, soprattutto se hai i riflettori addosso e tutto da perdere. Tra l’altro non stavo neanche bene: qualche linea di febbre, per il freddo preso il giorno prima nei passaggi tra il campo gara e la palestra del warm up, e un po’ di nausea mi avevano indebolita”. Fabriano, la sua città adottiva, presente con tanti Dall'alto, in senso orario, Julieta in azione alla fune, Chiara portata in trionfo con il Tricolore dai tifosi dell'Armonia d'Abruzzo e Martina in un primo piano al termine della sua prova al cerchio. Nella pagina accanto la Ianni in gara (foto E. Della Valle) e la Cantaluppi, a Casa Italia, insieme ad altri atleti medagliati (lei è la seconda da sinistra) e al Presidente del Coni Giovanni Petrucci (Foto GMT - F.Mezzelani). striscioni – un “F ORZA MAGICA J ULY ” campeggia nella tribuna centrale s’infiamma nei cori: Leandro Santini, le compagne di squadra, e, di fianco a lei, sul divanetto del kiss and cry, la mamma, Kristina Ghiurova (oro alla fune di Londra ‘79) spingono Julie a non mollare. Ma al di là dell’oro mediterraneo c’è un’altra medaglia contesa, è quella di bronzo che la piccola Chiara, dopo due prove fantastiche al cerchio e alla palla, sembra avere già al collo. Il suo popolo la inneggia, il suo body riluce sotto i mille flash e lo sguardo complice di Germana Germani. Desiree Pagliaccia, Chiara Del Grosso, la stessa Febbo, tutte le piccole allieve della so- cietà scandiscono il suo nome, a squarciagola. E se il cuore rosa che la Rodriguez disegna sulla pedana col nastro si accompagna ad un’esclamazione di meraviglia corale, è il cuore di Chiara che si frantuma dopo un punteggio incomprensibile, 23.900! Il podio si allontana e i fischi dell’impianto sono assordanti, rallen- 21 tando addirittura, per alcuni secondi, il prosieguo della rotazione. È una scossa imprevedibile per la classifica. La spagnola fugge via con un 25.275 alla corda, la ginnasta di Torre dei Passeri risponde con la fune più bella del torneo (25.400!) ma non basta, il gap è incolmabile. Carolina, infatti, tiene botta al cerchio e il nostro quarto posto, oramai ufficiale, fa ancora più male. “Il mio era un nastro da 24.400, almeno – dichiara la Ianni, prima di essere portata in trionfo dai suoi tifosi - Sarebbe bastato per la terza piazza. Ad ogni modo sono contenta della mia prestazione, la più bella della stagione Gli esercizi adattati al nuovo Codice dei Punteggi sono stati assimilati, come confermano i piazzamenti agli Europei di Baku e agli Assoluti di Biella. Ora si tratta solo di lavorare sulla pulizia dell’esecuzione. La Rodriguez? Forse è più matura e conosciuta di me, e questo le ha giovato”. La bandiera italiana, intanto, si gonfia con la stella delle Marche, capace di esplodere come un fuoco d’artificio in uno strepitoso 26.350 al nastro che toglie ogni speranza alla transalpina, ancora d’argento. Ai microfoni Rai, con Andrea Fusco ed Isabella Zunino Reggio, la Cantaluppi riesce appena a dedicare la prima medaglia della Ginnastica a Pescara 2009 - la prima nella storia della ritmica azzur- ra in questa competizione - alla famiglia e a tutti coloro che le hanno dato la possibilità di arrivare fin li: “Il presidente Agabio al telefono mi ha ricordato il nostro incontro, in Federazione, quando, dopo i Mondiali del 2005, avevo deciso di smettere. Devi andare avanti, mi disse, e aveva ragione lui. Gli ho dato ascolto ed ora non posso che ringraziarlo pubblicamente. Sul podio mi vergognavo un sacco, ma che emozione sentire l’Inno di Mameli e la gente che continuava a cantare anche dopo l’interruzione della musica”. Il tempo fugge, bisogna correre a Casa Italia, dove l’attendono Petrucci e il presidente del CIO Jacques Rogge. Stanca, frastornata, al tavolo di Federica Pellegrini, Julieta comincia a rendersi conto di quello che ha fatto, mentre Chiara, orgogliosa e consapevole del suo valore già pensava a come imitare la compagna, a Volos nel 2013: la vendetta è un piatto che si consuma freddo. 22 Ritmica Attività Internazionale 2° TROFEO “CITTÀ DI CHIETI” Di Marianna Di Rienzo I n un PalaTricalle non troppo gremito di pubblico, visto il periodo estivo, ma carico di attese, le tre rappresentative entrano in pedana con una sfilata di presentazione ufficiale variopinta e ordinata. L’organizzazione, firmata Armonia D’Abruzzo, è impeccabile. La stella di casa, Chiara Ianni, è fuori gioco, causa una fastidiosa fascite plantare. Il triangolare si apre con la deliziosa fune (24.300) di Martina Alicata Terranova (Aurora Fano), seguita dall’ucraina Rizatdinova che presenta un programma al cerchio molto pulito (24.675). Scrosci di applausi all’ingresso di Federica Febbo (Armonia d’Abruzzo): la fulgida promessa teatina completa la sua prova col caratteristico atteggiamento sbarazzino; quasi inavvertita una presa non perfetta della fune sul finire di un esercizio complessivamente buono e ben interpretato (24.200). Non si può dire lo stesso della Kushnerova, poco coinvolgente e vittima di un’antipatica perdita del cerchio (23.225). La giovane ucraina occuperà l’ultimo posto nella classifica generale delle individualiste con 95.250. La nostra Andreea Stefanescu (La Fenice Spoleto) parte in quinta, scaldando gli spalti. Bella e grintosa la prova al cerchio della Maksymenko che agguanta subito un ottimo 26,400, sistemandosi tra le prime in graduatoria. Chiuderà con un meritatissimo 104,325, valido per il bronzo generale. Sulla stessa pedana sulla quale, giusto un mese prima aveva vinto l’oro ai Giochi del Mediterraneo, Julietta Cantaluppi (Fabriano), ripropone l’esplosivo esercizio alla fune (26.075). Peccato per il rischio finale, che non riesce ad eseguire nel migliore dei modi. L’ingresso della regina Anna Bessonova fa trattenere il respiro. L’eleganza del suo cerchio, in continuo morbidissimo movimento, genera un’emozione speciale (27,950). Seconda rotazione, le gin- naste delle due nazionali, italiana e ucraina, cambiano attrezzo. La competizione cresce d’intensità e contenuti. Meravigliosa la Campionessa del Mondo alla fune (27,950). Poi è la volta delle squadre con l’ingresso in scena della Spagna, rivale accreditata delle azzurre. Dalla tribuna Fabrizia D’Ottavio grida il nome delle ex compagne di squadra - Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Daniela Masseroni, Angelica Savrajuk (Aeronautica Militare) Giulia Galtarossa (Ardor Padova) e Romina Laurito (Virtus Gallarate) - tradendo un pizzico di nostalgia. E ad alimentare ancora tanti sogni d’oro per il prossimo futuro si alternano le esibizioni delle piccole juniores: Chiara Di Battista (Armonia d’Abruzzo), al cerchio e alle clavette, Alessia Marchetto (Virtus Gallarate), alla palla, e Camilla Bini (Aurora Fano). Riprende anche la sfida delle individualiste. Non ci sono parole per descivere bellezza, armonia, eleganza e destrez- 23 XXVI TROFEO CARIPRATO Nella pagina accanto: il podio del Concorso a Squadre (foto E. Della Valle). za della regina Anna, superlativa al nastro (27.600) e in una palla che sorpassa con disinvoltura il muro dei ventotto punti (28,550). Appena prima la Cantaluppi eseguiva altre due prove esplosive (NA 26.675; PA 26.025), ipotecando la piazza d’onore. Le tre squadre nazionali si avvicendano con esercizi tutti coreografici, raffinati e coinvolgenti, ma le mitiche “farfalle tricolori” distanziano le avversarie, presentando una routine con i nastri e le funi da 26,650 e una ai 5 cerchi da 26,125, per un totale di 52,775 che vale loro la leadership del Torneo Premondiale, davanti alle Iberiche, argento con 48,375 e all’Ucraina, terza con 43,925. Soddisfatta Emanuela Maccarani, assistita a bordo pedana da Eva D’Amore e Klarita Kodra. Ma le sorprese non sono finite. Sulle note di “Domani”, nel gala conclusivo, le nostre ragazze presentano una coreografia dedicata all’Abruzzo. Nel gruppo, bellissima, c’è anche Chiara Ianni. La Bessonova ci regala un cerchio e una palla d’incanto, prima di ritirare l’oro dell’individuale senior, frutto di un fantastico 112,050. Dietro di lei, la campionessa italiana, Julietta Cantaluppi, che ottiene un buon 105,575. Al terzo posto, una bellissima Alina Maksymenko (104,325). Federica Febbo, che conferma una crescita costante, si sistema ai piedi del podio con il suo 100,375. Seguono, nell’ordine, la Stefanescu (99,300), l’ucraina Ganna Rizatdinova (97,750), Martina Alicata Terranova (97,350) ed infine la Kushnerova. Dopo la premiazione unanimi i consensi delle tecniche Germana Germani, Nana Londaridze, Kristina Ghiurova, Laura Bocchini e Manola Rosi, nonché della DTN Marina Piazza, che ha raccolto dal 2° Trofeo Città di Chieti indicazioni fondamentali in funzione dei prossimi Mondiali di Miè. Il Presidente della S.G. Etruria e del C.R. Toscana, l'avv. Grazia Ciarlitto, al centro, tra Roberta Betti, Presidente dell'Ente Teatro Politeama e la sig.ra Elvira Trentini, in occasione della presentazione della 26ª edizione del Torneo Internazionale di Ginnastica Ritmica di Prato. CONCORSO PER NAZIONI NAZIONE RUSSIA ITALIA BULGARIA ROMANIA ISRAELE REP. CECA SLOVACCHIA TOTALE 210,325 196,325 182,975 181,275 178,850 165,375 157,450 JUNIOR Alexandra Merkulova Chiara Di Battista Anastasia Kisse Alexandra Piscupescu Viktoria Filonovski Andrea Kheilova Xenia Kilianova TOTALE 96,150 90,175 89,725 86,925 89,375 77,300 73,525 SENIOR Eugenia Kanaeva Julieta Cantaluppi Filipa Siderova Irina Lalciu Dana Adiv Nataly Hamnkova Petra Macalova TOTALE 114,175 106,150 93,250 94,350 89,475 88,075 83,925 CONCORSO INDIVIDUALE SENIOR 1 KANAEVA Eugenia RUS 2 CANTALUPPI Julieta ITA 3 STRYUCHKOVA Olga RUS 4 FEBBO Federica ITA 5 STEFANESCU Andreea ITA 6 TROFIMOVA Ulyana UZB 7 LALCIU Irina ROM 8 SIDEROVA Filipa BUL 9 YUSHKEVICH Maryia BLR 10 ADIV Dana ISR 11 HAMNKOVA Nataly CZE 12 MACALOVA Petra SVK TOT. 114,175 106,150 104,675 97,800 95,800 94,850 94,350 93,250 92,325 89,475 88,075 83,925 28,375 26,750 26,175 24,875 24,500 24,200 24,075 24,150 22,775 23,325 21,875 20,725 28,250 26,475 26,100 24,950 23,975 23,875 24,250 24,100 23,250 23,175 22,325 21,025 28,950 26,175 25,900 24,675 24,425 22,300 24,025 22,775 24,200 22,400 21,550 22,175 28,600 26,750 26,500 23,300 22,900 24,475 22,000 22,225 22,100 20,575 22,325 20,000 TOT. 96,150 90,175 89,725 89,375 89,050 86,925 86,250 86,000 81,825 77,300 73,525 24,025 22,600 21,975 22,850 21,175 22,550 20,850 21,975 21,000 19,950 19,300 24,050 23,175 21,925 22,875 23,100 21,375 18,550 20,125 20,100 19,350 18,300 23,825 22,575 23,575 22,200 22,025 22,075 23,400 22,000 21,850 18,300 18,175 24,250 21,825 22,250 21,450 22,750 20,925 23,450 21,900 18,875 19,700 17,750 CONCORSO INDIVIDUALE JUNIOR 1 MERKULOVA Alexandra 2 DI BATTISTA Chiara 3 KISSE Anastasia 4 FILONOVSKI Viktoria 5 DAVIDOVA Altxandra 6 PISCUPESCU Alexandra 7 BINI Camilla 8 PALA Giulia 9 YUSIFOVA Lala 10 KHEILOVA Andrea 11 KILIANOVA Xenia RUS ITA BUL ISR KAZ ROM ITA ITA AZE CZE SVK 24 Artistica Attività Internazionale TAMPERE - 10° FESTIVAL OLIMPICO DELLA GIOVENTÙ EUROPEA Di David Ciaralli P iccolo capolavoro delle azzurrine in Scandinavia, quarte con 109.850! La squadretta junior capitanata da Paolo Bucci ha mancato il podio per 7 decimi e mezzo, riuscendo però a fare meglio di Nazionali molto più accreditate, come la Francia, la Germania e la stessa Gran Bretagna, staccata di oltre un punto. Le due ginnaste della Lissonese, Carlotta Ferlito e Andrea Foti, e la romana Chiara Gandolfi (Olos Gym 2000), inserite nel primo turno di qualificazione, sono tuttavia riuscite a lasciarsi alle spalle ben 25 rappresentative europee agli EYOF di Tampere. Purtroppo il secondo punteggio alle parallele (27.750) e il terzo alla trave (27.400) non sono stati sufficienti a colmare il distacco dall’Olanda, bronzo con il totale di 110,600. La vittoria del Concorso Team è andata alla Russia, medaglia d’oro con 113.150, davanti alla Romania (111.250) e, appunto, alle ragazze dei Paesi Bassi, che, dopo un periodo di appannamento, sembrano tornare prepotentemente alla ribalta. “Noi eravamo il gruppo più giovane – ci racconta il tecnico italiano – eppure abbiamo sfiorato l’impresa, con una gara molto diligente. Sarebbe bastato fare un po’ meglio la trave, ma poco male, ciò che conta è l’esperienza maturata in un contesto di altissimo livello. Essere quarti nell’Artistica continentale del futuro è pur sempre un buon punto di partenza. L’organizzazione, a parte qualche lungaggine nei trasporti, è stata perfetta, co- sì come l’attrezzatura e il villaggio allestito nell’area di Hervanta”. La soddisfazioni di Bucci è più che legittima ed avvalorata dal riscontro individuale. La Foti, bronzo, lo ricordiamo, agli Assoluti di Meda, si qualifica per la finale All Around - 3ª con 55.950 dietro Victoriya Komova (58.350) e Amelia Elena Racea (56.650) - insieme alla Gandolfi (11ª a 53.100, pari merito con la britannica Jennifer Pinches). Pure la Ferlito avrebbe conquistato la vetrina tra le migliori 24 dell’European Youth Olympic Festival, forte del suo 53 in ex aequo con l’elvetica Jessica Diacci e la tedesca Desiree Baumert, ma, in quanto terza italiana, si è dovuta accontentare di fare il tifo per le compagne. Il suo piazzamento, comunque, 14ª su 83 partecipanti, rimane un risultato più che lusinghiero, mentre il 10° posto al volteggio, buono soltanto per il ruolo di 2ª riserva, ha un alibi regolamentare che ci spiega lo stesso Bucci: “Il programma senior, in questo attrezzo, è diverso da quello junior, dove i due salti non sono poi così diversi l’uno dall’altro. Avendo sempre lavorato su altre soluzioni non siamo riusciti, pertanto, a trovare il giusto compromesso tecnico”. Per il resto la premiata ditta Foti-Gandolfi ha garantito un’interessante presenza azzurra nelle altre finali di specialità. Sul fronte maschile il team azzurro composto da Tommaso De Vecchis (Ginnastica Gioy), Ludovico Edalli (Pro Patria Bustese) e Giancarlo Pollini (GA Stabia) si piazza in 10ª posizione. La squadra guidata da Roberto Germani ha raccolto 149.900 punti, con una prestazione alla sbarra da 6° posto assoluto 25 Nella pagina a fianco la Delegazione azzurra a Tampere e la mascotte degli EYOF 2009. Di fianco, nell'ordine, le ginnaste della GAL, Andrea Foti e Carlotta Ferlito, impegnate alla trave in una gara di Serie A. (25.150). Sul gradino più alto è finita, ancora una volta, la Russia, che con 164 punti ha messo in fila la Svizzera (162,800) e la Romania (159.200). Il campioncino della Lipomo, qualificatosi con il 22° parziale e 74.450 punti nel Concorso Generale, riuscirà a migliorare ulteriormente nella sfida a 24, occupando, grazie al personale di 76.950, l’11° gradino assoluto (CL 13.100; CM 12.800; AN 11.500; VO 14.600; PA 12.300; SB 12.650). E l’avventura nella regione del Pirkanmaa per i nostri ragazzi si è conclusa qui, visto che l’unico ad avvicinarsi ad una finale di apparato era stato proprio De Vecchis, 2ª riserva alla sbarra con il suo 12.90. Rimane, tuttavia, la soddisfazioni di aver onorato, più che dignitosamente, l’esordio dell’Artistica Maschile in questa rassegna biennale, varata nell’ormai lontano 1991. Le competizioni degli uomini, infatti, si sono affacciate per la prima volta alla 10ª edizione del Festival Olimpico della Gioventù Europea, affiancando la Ginnastica femminile, il Judo, il Basket, la Pallamano, la Pallavolo, il Ciclismo, il Tennis, il Nuoto e l’Atletica. Un’edizione, messa in piedi egregiamente dal Comitato Olimpico Finlandese e dall’associazione sportiva Hämeen Liikunta ja Urheilu (HLU), che ha visto la presenza di oltre 3.300 atleti in rappresentanza di 49 Paesi. Purtroppo, il giorno delle finali nel Tampere Exhibition and Sport Center, l’Italdonne è stata colpita da quella che potremmo chiamare “la maledizione del 5° posto”. Il 13.100 alla trave, il 13.800 alle parallele e il 13.475 al corpo libero collocano Andrea Foti nella stessa posizione, sempre a metà strada, nelle rispettive classifiche, tra la medaglia di bronzo e il fanalino di coda. Dopo il 7° posto nel Concorso Generale con il totale di 53.700 (VO 13.850; PA 13.700; TR 13.950; CL 12.200), l’azzurra non è proprio riuscita a lasciare il segno nelle sfide tra le migliori otto di ciascun attrezzo. Eppure il talento della GAL, in qualifica, aveva staccato il biglietto sugli staggi con il 3° punteggio (14.200), addirittura il secondo sulla trave d’equilibrio (14.450), di un decimo alle spalle della più esperta Racea. Chiara Gandolfi, già 15ª nel programma completo con 50.850 (VO 13.500; PA 13.250; TR 11.200; CL 12.900) alle parallele, nonostante il 13.450 e un decimo in meno rispetto alle qualificazioni, è riuscita solo a risalire dall’8° al 6° posto, finendo proprio dietro alla compagna di Nazionale. Intanto, la regina All-arounder, la russa Victoriva Komova - che con 57.300 (VO 14.750; PA 14.200; TR 14.350; CL 14.000) aveva regolato brillantemente la pratica Racea, argento, al termine delle 4 rotazioni, con 55.800 (VO 14.500; PA 12.550; TR 14.800; CL 13.950) - il giorno del confronto sui singoli attrezzi è riuscita a superare altrettanto di netto l’avversaria soltanto sugli staggi asimmetrici, con un 15.00 tondo, contro il 13.950 di Elena Amelia. Lo stesso punteggio ottenuto dalla britannica Hibbert. Per il resto la Rumena ha reso “pan per focaccia” alla Komova, strappandole mezzo oro sulla trave – in virtù del 14.650 pari merito, davanti all’olandese Van Gerner, terza, proprio come nel giro completo (55.200), con 13.800 - e il titolo al volteggio, malgrado un errore nel primo salto (14.00). La Racea, al termine della seconda rincorsa dai 25 metri trova, infatti, un’esecuzione strabiliante e con un 14.975 e la media di 14.487 chiude la porta in faccia a Chahdi Ouazzani, seconda con 14.200 davanti alla coppia della madre Russia, KomovaMalikova, ex aequo a 14.175. Ci penserà proprio la Malikova a vendicare la connazionale con un 14.125 al corpo libero, che toglie alla 14enne allenata da Nicolae Forminte, staccata di 75 millesimi, il gusto del terzo oro di giornata. Il bronzo va all’altra rumena, la Haidu (13.900). Tra i maschi, dopo l’affermazione del russo David Belyavskiy sui sei attrezzi con 82.150 (CL 14.100; CM 14.050; AN 13.600; VO 14.650; PA 12.900; SB 12.850), bissata dall’oro al corpo libero (14.225) e agli anelli (13.875), da segnalare lo strapotere britannico nelle altre specialità con Sam Oldham, primo al cavallo con maniglie (13.775) e alle parallele pari (13.775) e Maximillian Bennett, il più bravo alla sbarra (13.350). Sui 25 metri si è imposto, invece, il belga Tomas Thys (14.962). 26 Artistica Primo Piano L’ISOLA CHE NON C’È… PIÙ di Evgeny Shenderey, tecnico squadre nazionali Gam e Gaf negli anni ’80 e ‘90 T ra poco, il 14 novembre, ricorrerà il secondo anniversario della scomparsa di Klimenko. Il tempo vola, soprattutto quando si porta via le persone care. Mi sembra ieri, il telefono che suona e la moglie che mi dà la terribile notizia. Insieme a lui avevo lavorato quasi 40 anni, fin dai tempi dell’Unione Sovietica. Sono tornato apposta dal Canada, all’inizio dell’anno, per andare sulla tomba di Misha e per dirgli, come si usa da noi, in Patria: “amico mio, che la terra ti sia morbida”. Lui è stato un grande allenatore del cuore, prima che del fisico. Tutti sanno che ha portato il fratello Victor sulla cima di Olimpia, ma, al di là di ciò, forse si dimentica che è stato un grande innovatore. Il Korbut con l’avvitamento, il doppio salto con doppio avvitamento al corpo libero, sono tutte novità mondiali, anche se, in verità, è nel metodo che si può riconoscere la sua originalità, il marchio di fabbrica. Due giorni prima di morire mi aveva chiesto di organizzargli una visita in Nord America per presentare un nuovo sistema di preparazione al volteggio e al corpo libero. Non siamo andati sempre d’accordo. Ma dal confronto, dalla contrapposizione dei nostri punti di vista è nata una profonda stima reciproca. La Ginnastica si evolve in continuazione. Un buon allenatore è quello che fa esperimenti con la disponibilità, però, a tornare sui propri passi, quando sbaglia, per compiere poi un altro balzo in avanti. Questa è l’unica strada che porta al successo, l’eredità che ci ha lasciato Mikhail. Molti, invece, spingono i ginnasti oltre ogni limite, non riconoscendo mai i propri errori. E così si buttano via tanti anni di lavoro in un niente. Prima della tecnica ci vuole psicologia. Agli Europei di Roma del 1981 un mio ginnasta, Rocco Amboni, conquistò un bronzo e un argento, poi dominò gli anelli ai Giochi del Mediterraneo di Casablanca ‘83. Questo bottino, che a lui sarà sembrato sufficiente, secondo me, al contrario, è stato molto inferiore alle sue potenzialità. Aveva talento da vendere, e a volte non basta. Guarda- te Jury Chechi, meno dotato di Rocco ma che lavoratore! E quando un atleta ha voglia di lavorare, cresce insieme al suo allenatore, il quale, si badi bene, non deve mai imporre le proprie idee, ma far uscire, come diceva Michelangelo, il capolavoro dal pezzo di marmo. Vanessa Ferrari? Mi dispiace che non sia riuscita a coronare il sogno olimpico, però, da osservatore esterno, mi sembra che sia arrivata all’appuntamento troppo stanca. La prima cosa da insegnare ad un atleta è che per raggiungere i risultati si parte sempre dalla testa. Un allenatore passa tante ore con il proprio ginnasta in palestra e, in un certo senso, diventa come il padre e la madre, il nonno e la nonna. Questi ragazzi, i genitori veri, li vedono molto meno di noi. E allora, il colpevole principale di un fallimento, alla fine, chi è? L’allenatore, è evidente. Quante notti insonni ho passato, schiacciato da questa responsabilità. Volete un altro esempio? Pao- 27 lo Bucci, sempre infortunato, perché il suo tecnico lo spingeva troppo. Anche il vino ha i suoi tempi, se lo bevo troppo presto è giovane, troppo tardi diventa aceto. Ogni tanto bisogna saper dire: Stop! Devi riposare, e non importa se c’è un Mondiale o un Europeo alle porte. Con 1 miliardo e 300 milioni di Cinesi le Olimpiadi di Pechino le ha vinte la Liukin, perché il padre sa bene come si prepara la testa di un campione. Nastia è sbocciata come una rosa. Io sono arrivato in Italia nel 1979, ho lavorato con Lazzarich, Colombo, Vittorio Allievi. Anche con Franceschetti, al quale ho trasferito le mie esperienze della scuola russa. Di recente ho sentito dire che, secondo lui, non è una buona idea far lavorare in Italia tecnici stranieri. Ebbene, se mi avesse telefonato qualche volta, in tutti questi anni, gli avrei detto che sbaglia. E non parlo per me, ma per i Klimenko, gli Oudalov, i Kaspersky, gente che non toglie il posto agli italiani, ma porta loro un valore aggiunto. Guardate Cingolani! Forse non è ancora pronto per Mondiali o Olimpiadi ma si vede che ha i fondamentali per arrivarci. Quando costruisci un grattacielo devi iniziare sempre dalle basi. Io ho imparato tanto, indistintamente, da Boris Shaklin, Misha, Guglielmetti, Carminucci. Pallotti mi ha aiutato a capire la mentalità italiana. Il confronto è fondamentale e chi è chiuso nelle proprie convinzioni è schiavo di se stesso. Un tempo eravamo una grande famiglia. C’era più armonia. I miei ginnasti sono tuttora come dei figli: Anastasi, Mosca, Francesca Santoni, che ha avuto da poco la terza femmina. Sono molto preoccupato per il clima che si è creato ultimamente. Ci sono gruppi che lavorano per sé. Per andare avanti, invece, è indispensabile remare nella stessa direzione, senza dimenticare mai che siamo sulla medesima barca. Un allenatore, da solo, forse può crescere un buon ginnasta, il quale però non Nella pagina a fianco Evgeny Shenderey in palestra con i suoi ragazzi e, in basso, con Andrea Cingolani e il tecnico della Virtus Pasqualetti Macerata Sergiy Kasperskyy. Sopra una foto storica di Shenderey, quando era tecnico della Nazionale italiana. Si riconoscono da destra i giovanissimi Jury Chechi, Antonio Trecate e Paolo Bucci. sarà mai completo se non si confronta all’interno di un team, che, a sua volta, deve misurarsi in un sistema il più possibile competitivo. E poi, lo ripeto, una macchina che fa 150 mila km all’anno, dopo due anni la butti. E’ meglio fare meno strada ma per più tempo. Qualche tecnico, invece, per rivalse personali, per raggiungere subito i risultati e dimostrare di essere il più bravo, ha pestato troppo sull’acceleratore. Negli States si parla di step by step, di crescita graduale. Ho visto gli occhi delle ginnaste italiane a Pechino. Non erano felici. Io non ho mai parlato con loro ma ho capito, dalla televisione, quello che provavano. L’Italia non ha i bacini dell’ex Unione Sovietica, o della Cina, non possiamo permetterci di dilapidare un patrimonio. Anche la Federazione Internazionale ha le sue responsabilità. Quando fu eseguito per la prima volta il Korbut alla trave, tutti dissero che l’avrebbero potuto fare solo due o tre persone al mondo, oggi, invece, vale una semplice B. Prima dei giochi di Tokyo un ginnasta russo fece il doppio salto in uscita alle parallele e molti gli diedero del pazzo. Adesso questa uscita, carpiata o raggruppata, la fa anche un bambino di 12 anni. La Ginnastica è cresciuta, saltando però troppi passaggi. Codificando gli elementi con valori sempre più bassi si invita ad esasperare le prestazioni. L’Artistica è bella dal punto di vista estetico, non perché difficile. Ma se neppure al Circus de Soleil fanno cose tanto pericolose! Eppure lì gli artisti prendono un mucchio di soldi per eseguire, magari, una verticale su un braccio. Di questo passo non avremo più atlete oltre i 20 anni e il gioco, per i protagonisti stessi, non varrà più la candela. Io non voglio portarmi segreti nella tomba, perché non credo che nell’al di là ci sia la Ginnastica. Bisogna pensare sette volte prima di fare una cosa, non farne sette per averne pensata una. Filosofia? No, soltanto la saggezza dei nostri allenatori, la flebile voce della tradizione, l’esempio di un mondo che non c’è più. 28 FGI News PISA - IL RICORDO DI CHIARUGI CON IL PRESIDENTE AGABIO GINNASTICA IN RIMA Inviate i vostri componimenti, ricordandovi di firmarli e di indicare la società di appartenenza: via e-mail, all’indirizzo [email protected], oppure per posta a Ufficio Stampa della Federazione Ginnastica d’Italia - Palazzo delle Federazioni, Viale Tiziano 70 - 00196 Roma. Le poesie verranno pubblicate nei prossimi numeri della rivista federale. Prove per il saggio di una nipotina Ad un anno dalla scomparsa del grande ginnasta pisano Federico Chiarugi, Bradipolibri (che in “Polvere di Magnesio. Storie di ginnasti e ginnastica”, uscito a fine marzo, dedica un capitolo alla sua storia) ha voluto ricordare l’atleta azzurro, in collaborazione con la famiglia, in un incontro presso il Comune della sua città natale. Un momento per raccontare la storia di “Chico”, un ragazzo semplice, grande promessa degli anni ’80, che per quattro stagioni ha vestito la maglia azzurra, fino al 14 novembre 1986, quando un infortunio in allenamento ha rischiato di togliergli la vita. Un incidente che lo ha costretto alla sedia a rotelle, ma che non ne ha abbattuto l’animo e non lo ha privato della voglia di vivere. Tanti gli ospiti presenti, tra cui il nostro Riccardo Agabio, Presidente della Federazione Ginnastica d’Italia e Vicepresidente del Coni, che a Federico e alla famiglia Chiarugi è sempre stato vicino, i rappresentati del Comitato Regionale Toscana della FGI, a cominciare da Fabrizio Lupi, Responsabile dell’Artistica Maschile, e alcuni ex Nazionali, storici compagni di allenamento di Chiarugi. LA COMMISSIONE GIUSTIZIA DI 1° GRADO della Federazione Ginnastica d’Italia, riunitasi a Roma il 20 luglio 2009 nel procedimento disciplinare contro Enrico Casella – Omissis – P.Q.M. dichiara la responsabilità dello stesso Casella per le incolpazioni contestate; concesse le attenuanti di cui all’art. 19, lett. A) RGD, irroga la sanzione di mesi quattro di sospensione, nonché la pubblicazione della presente decisione sulla rivista “Il Ginnasta” per estratto, per una volta. Quattro rampe di scale, via! Via! La tua manina incollata alla mia lungo uno stretto corridoio. Cambio veloce, scalpiccii, musica insistente, flauto magico ipnotico e suadente ti chiama e tu, serpentello sgusciante, vorresti dileguarti all’istante. Andiamo dici… voglio andare a provare. Sei fremente e pronta a volare, piroetti veloce con un ciao e un bacio e a un nuovo mondo io, riluttante, ti lascio. Un soffio, ti giri, scompari e sono sola Ma la tua gioia cancella il groppo in gola. Laura Testa (nonna di Sara e Lisa Morganti) Soc.Ginn. Pro Patria Bustese STAGIONE 2009-2010, PARTE IL NUOVO TESSERAMENTO Il Consiglio Direttivo Federale, nella seduta del 22 luglio a Roma, ha deliberato una svolta importante per quanto concerne le modalità di tesseramento per l’anno sportivo 2010. A partire dal 1° settembre di quest’anno la quota di affiliazione degli atleti alla Federazione Ginnastica d’Italia contempla tre diverse fasce: € 9,00 per gli agonisti di Artistica, maschile e femminile, Ritmica, Trampolino elastico e Aerobica; € 6,00 per gli iscritti alla Sezione di Ginnastica per Tutti; € 3,00 per il Settore Salute e Fitness. La parcellizzazione della precedente quota fissa di 10,00 Euro, uguale per ogni tipologia di ginnasta dal vertice alla base, mira, secondo le intenzioni della dirigenza federale, a promuovere l’accesso alle nostre discipline di tutti quei praticanti che non ambiscono a raggiungere livelli agonistici di particolare rilevanza, ma, al contrario, desiderano svolgere un’attività qualificata però su un piano amatoriale e dilettantistico. A fronte di un maggior risparmio per il singolo atleta il CDF ha leggermente aumentato la quota di affiliazione societaria, portandola per tutti a 200 Euro, nonché il contributo annuo di Dirigenti, Tecnici, Giudici ed Ufficiali di gara, che, nella prossima stagione, passa a 50,00 Euro. 29 Ritmica Primo Piano ALLA SCOPERTA DELLA COREOGRAFIA U n aspetto fondamentale del mondo della Ginnastica, il più diretto ed emozionante, quello che arriva allo spettatore ignaro dei tecnicismi del Codice dei Punteggi, è certamente la composizione coreografica, presente sia nel corpo libero femminile, sia nei programmi della Ritmica, che nell’Aerobica e nella Ginnastica per Tutti. In questo numero abbiamo cercato di conoscere meglio i segreti di un’arte antica, che ha trovato, soprattutto tra i piccoli attrezzi, nuove frontiere di espressione. Dietro ogni esercizio, singolo o di gruppo, c’è il lavoro di professioniste come Nathalie Van Cauwenberghe e Klarita Kodra, che si sono avvicendate nella preparazione della squadra nazionale, o di Francesca Frassinelli e Milena Porzio, che, invece, si dedicano alle individualiste azzurre, junior e senior. Con l’aiuto di Ilaria Leccardi, collaboratrice di Tuttosport, le abbiamo incontrate tutte e quattro per approfondire, insieme a loro, la funzione e il metodo della Coreografia applicata alla Ginnastica Ritmica DA DOVE NASCE Il primo a utilizzare l’espressione “coreografia” per descrivere passi e figurazioni in scena di danze e balletti fu il maestro di ballo Raoul-Auger Feuillet nel trattato da lui pubblicato nel 1700: Chorégraphie, ou Art de décrire la dance par caractères, signes et figures démonstratives. Solo all’inizio del XIX secolo si comincia a riferire il termine “Coreografo” al creatore dei balletti, a colui che «inventa» le figure e i passi di danza. Si parlava più volentieri di « maestro di ballo» o di «compositore», dato che i Le farfalle azzurre in una fase di riscaldamento durante gli Europei di Torino (foto LaPresse) danzatori solisti avevano l’abitudine di sistemare da se stessi le loro variazioni. Nel 1935, Serge Lifar pubblica il suo Manifeste du chorégraphe, nel quale rivendica a questo ruolo uno statuto di «concetto», pari a quello del regista teatrale. Qualche anno più tardi Lifar propone di chiamare l’autore dei balletti il choréauteur (coreoautore), per liberare i termini «coreografia» e «coreografo» dalla loro ambiguità. Nello stesso periodo, George Balanchine introduce il termine «choreographer» nella commedia musicale e nel cinema americano, al posto di «dance director». DAL PALCOSCENICO ALLA PEDANA La coreografia sul piano del valore Artistico di un esercizio di ginnastica Ritmica, rappresenta in senso lato la composizione di base dell’esercizio stesso, in stretta relazione con il carattere e il ritmo del pezzo musicale di accompagnamento. Una buona composizione rispecchia sempre, in ogni sua parte, l’armonia tra la musica e il movimento del corpo e dell’attrezzo e ha l’obiettivo principale di emozionare giudici e spettatori. Nell’ambito del processo di allenamento, unitamente all’acrobatica, alla preparazione fisica e alla tecnica degli attrezzi, la coreografia rappresenta un aspetto della preparazione specifica della Ginnastica Ritmica, utile alla corretta impostazione del corpo per salti, equilibri e pivot. Una buona preparazione coreografica non solo migliora le linee di busto e arti ma esalta le capacità tecnicoespressive della ginnasta e aiuta a trasformare il gesto in arte. 30 Ritmica Primo Piano DAL PALCO ALLA PEDANA IL TOCCO DI NATH di Ilaria Leccardi “È stato un sogno, una bellissima avventura. Anni che non potrò mai dimenticare, che mi hanno cresciuta e resa felice”. A volte arriva il momento dell’addio e spesso è quello che fa più male. Ma Nathalie Van Cauwenberghe non lo vuole vi- vere così. I Giochi di Pechino sono stati l’ultima grande competizione che l’ha vista coreografa delle splendide Farfalle azzurre, come sempre al fianco di Emanuela Maccarani e del suo staff. Poi la decisione di lasciare il testimone, di concludere l’esperienza con la Nazionale iniziata nel 1996, quando accompagnò la squadra junior agli Europei di Oslo. L’Italia vinse due bronzi. Da allora una crescita costante. “La scelta di lasciare la Nazionale è stata mia. Dettata da un periodo reso difficile da problemi familiari. Sapevo di non poter continuare a dedicarmi anima e corpo a questo progetto e così ho preferito farmi da parte”. Ma quello che Nathalie si lascia alle spalle è un movimento forte, esplosivo, vincente, cresciuto anche grazie ai suoi insegnamenti che spesso sono andati oltre alle ore di allenamento e preparazione fisica. Ballerina belga, la bionda Nath ha scalato tutte le più importanti tappe della danza classica e contemporanea, riuscendo ad esibirsi con i nomi che più hanno illuminato i palcoscenici internazionali: da Rudolf Nureyev a Carla Fracci, da Michail Ba- risnikov ad Alessandra Ferri. “Dopo aver iniziato ad Anversa, mi sono trasferita a Bruxelles, dove ho incontrato Maurice Bèjart, che mi ha scelta per ballare con lui quando avevo 16 anni. Dopodiché mi sono spostata in Francia, a Marsiglia, e lì ho potuto lavorare con Roland Petit”. Quindi l’esperienza italiana, a Reggio Emilia, dove la Van Cauwenberghe consegue il diploma di coreografa e danzatrice contemporanea ed entra a far parte della Elleboro Company. Il primo avvicinamento alla Ritmica risale al 1987, grazie all’azzurra Giulia Staccioli, conosciuta a Parma. “Giulia mi ha chiesto di collaborare per una gara. Io mi sono subito incuriosita. Della Ritmica mi affascinavano l’ampiezza dei movimenti e la mobilità richiesta alle ragazze. Ho iniziato a collaborare con la società parmense e quindi ho partecipato a uno stage con l’allenatrice Paola Dal Fratello, che mi ha fatta avvicinare alla Nazionale”. E così è entrata nel mondo della ginnastica. Come un cigno sceso dal palcoscenico per volare in pedana. Ma della pedana Nathalie non ha mai preso la scena. Ha comunicato, insegnato, rivelato i segreti più nascosti dell’espressività. Dietro alle quinte, con un lavoro quotidiano sull’atteggiamento corporeo e sulla postura, ma ancor di più, forse, sulla mente delle ragazze che ha seguito, dalle giovani delle società di provincia, alle vice campionesse olimpiche di Atene, con dedizione e amore. Puntando sull’esigenza di esprimere la dolcezza e al tempo stesso la forza, i piccoli passi e l’emozione pura. “Ho iniziato a fare i primi collegiali con la Nazionale e poi, nel 1996, Emanuela Maccarani mi ha proposto di accompagnarla con la squadra junior agli Europei di Oslo. È iniziata così la nostra collaborazione. Allora mi portavo dietro un bagaglio molto variegato, dalla danza classica, alla neoclassica, fino alla contemporanea”. Nel frattempo, consegue il diploma di insegnante di danza a Parigi, Nathalie Van Cauwenberghe 31 Sopra la Nath con Valentina Rovetta e, di spalle, Eva d'Amore. A sinistra in un commovente abbraccio con la Savrajuk dopo la qualificazione olimpica ai Mondiali di Patrasso. Sotto la Van Cauwenberghe con la squadra e la DTN Marina Piazza agli Europei di Torino. dove consolida le sue conoscenze nel campo dell’analisi del movimento e collabora con altre società di ginnastica, come la Brixia Brescia. “Ho sempre avuto una grande passione per l’espressività corporea. Elemento fondamentale anche nel lavoro con le Farfalle. Nella ritmica le ragazze hanno un percorso di crescita molto più breve e più intenso rispetto alle ballerine. Ciò che una ballerina impara in tanti anni di preparazione, le ginnaste sono costrette ad acquisirlo in poche stagioni. Bisogna sapere adattarsi e conoscere i ritmi diversi di crescita”. Al fianco delle ragazze, di Emanuela ed Eva D’Amore, Nath ha partecipato a tre Giochi Olimpici, da Sydney a Pechino, passando per le glorie di Atene. “Nel 2000 in realtà, pur essendo andata in Au- stralia, non sono stata nel villaggio olimpico, perché all’epoca la Nazionale era seguita ancora da Vladimir e Ludmilla Komkov, due coreografi bielorussi che mi hanno insegnato molto. Poi il testimone è passato a me”. L’emozione più grande di questi anni. Atene? “In realtà no. Ovviamente quello del successo è sempre un momento particolare. Ma le emozioni più grandi me le ha regalate il lavoro quotidiano, il percorso intrapreso con queste splendide ginnaste e le altre allenatrici. Anche i momenti di crisi. Oppure il superamento di certi blocchi e paure delle ragazze, la crescita collettiva del gruppo. Ricordo ad esempio un lavoro fatto con Fabrizia D’Ottavio. Quando le chiedevo di gridare, di tirar fuori la voce, dai suoi occhi usciva sempre una la- crima. Non riusciva, era come legata. Ma poco per volta ce l’ha fatta, si è liberata. Sono stati momenti splendidi. Certo la gara è importante, per Emanuela e le sue collaboratrici che sono state ginnaste, è il momento fondamentale, per me è un po’ diverso, il coinvolgimento differente, mi concentravo su altri dettagli”. Ma ora che la Van Cauwenberghe non fa più parte del team azzurro, la sua vita nella Ritmica è tutt’altro che finita. “Pensavo di avere qualche momento libero in più, invece è stato il contrario…”. Tante le società con cui ora collabora: la Arteritmica Parabiago, affianco a Cinzia Breda, la Inzani Parma di Maria Chiara Cavalli, la Comense seguita da Mariagiovanna Frigerio, la Forza e Coraggio di Daniela Vergani. “È stato come rimettermi in gioco. Ma lo faccio sempre con il sorriso, cerco di trovare il lato positivo delle cose, anche nei momenti più difficili. Vorrei che si ricordasse il grande affetto che mi è rimasto per l’ambiente con cui ho lavorato per anni. Devo ringraziare davvero tutti. La Federazione e il presidente Agabio, Marina Piazza, Emanuela Maccarani, Eva D’Amore e Valentina Rovetta. Ma soprattutto le ragazze, senza le quali non avrei potuto avere questa crescita ed essere oggi quella che sono”. 32 Ritmica Primo Piano KLARITA E IL TEATRO DELLA GINNASTICA di David Ciaralli L a nuova coreografa della Squadra Italiana di Ginnastica Ritmica si chiama Klarita Kodra, 29enne di Tirana, albanese ma con chiare origini bosniache. Dal 1995 frequenta la prestigiosa scuola coreografica di Baku. Dopo tre anni si diploma con il massimo dei voti in danza e coreografia classica, sotto la guida della prof.ssa Leila Vekillova (artista emerito della ex Unione Sovietica). Durante gli ultimi due anni accademici approfondisce i fondamenti del metodo Vaganova con maestri provenienti dal teatro Balshoi di Mosca. Diplomata con il massimo dei voti, nel 1999 si specializza nel metodo R.A.D (Royal Academy of London). A soli 20 anni, dopo una breve esperienza sul palco dell’Accademia azera e con la Compagnia “Balletto Italia” di Torino, diviene la prima ballerina assoluta in repertorio classico e moderno al Teatro Nazionale di Sarajevo. Seguono il Teatro del Opera di Tirana (TOB) e quello dell’Arena di Verona. Una carriera fulminante ma purtroppo breve. Dopo un infortunio al ginocchio appende le scarpette al chiodo ed incomincia un uova carriera. Si trasferisce stabilmente in Italia, a Bergamo, dove dirige con successo la scuola di danza “Angels”. Dal 2004 inizia ad insegnare coreografia in varie società di ginna- 33 stica ritmica, in Lombardia. Occupa il ruolo di coreografa in diversi allenamenti regionali organizzati dal Comitato. Durante questi anni Klara, come la chiamano gli amici, ha diversi contatti con Emanuela Maccarani, soprattutto in occasione di alcuni collegiali estivi a Follonica. Nel frattempo, però, continua ad aggiornarsi professionalmente, alla Scala di Milano, al Teatro Statale di Dortmund e di Lipsia, in Germania. Lei che si è formata con artisti del calibro di Agron Aliaj, direttore del Corpo di Ballo dell’ Opera di Tirana, Luan Satino, direttore dell’Accademia delle Belle Arti nella capitale albanese, Pullumb Agalliu, Vice direttore dell’Accademia di Baku, Luis Gonzales, maestro della Scuola Coreografica a L’Havana (Cuba), e Philip Beamish, maitre di ballo del Teatro alla Scala. Attualmente è iscritta alla facoltà di scienze umanistiche, presso l’Università di Bergamo, in Scienze delle Arti Figurative Musica e Spettacolo. “Cosa mi piace della Ritmica? – ci risponde, in una pausa degli intensi allenamenti al Centro Tecnico Federale di Desio - La dinamica del movimento, la forza, l’energia, il lato corporeo degli esercizi, la scioltezza, l’armonia, e poi è molto simile alla danza classica, alla quale, secondo me, manca l’elemento competitivo del confronto sportivo. Conosco meno il gioco degli attrezzi anche se mi affascina ogni giorno di più. Il mio lavoro si svolge principalmente alla sbarra ed è finalizzato a raffinare la A pag.32 Klarita Kodra con Marta Pagnini, Serena Finotti ed Erika Buratti. In basso una sequenza di Klara a Teatro. Qui sopra il prof. Agabio e la DTN Marina Piazza con la squadra nazionale di Ginnastica Ritmica e le tecniche Manuela Maccarani, Eva D'Amore, Klarita Kodra e Valentina Rovetta in occasione di una visita del Presidente Federale al CTF di Desio, ad inizio anno (Foto D. Ciaralli). tecnica del movimento, i giri, i salti, curando i minimi particolari. La mia lezione dura un paio d’ore poi, durante il resto degli allenamenti, continuo a seguire le ginnaste, in collaborazione con le mie colleghe, per la pulizia esecutiva, dal punto di vista estetico, degli esercizi di gara. La squadra, quando sono arrivata, era in un momento di transizione, con due big come la D’Ottavio e la Falca che stavano lasciando e alcune altre che si stavano aggregando. Manuela e il suo staff hanno svolto una ricerca molto accurata, individuando elementi validi per aprire un nuovo ciclo. Stiamo ancora cercando di integrare al meglio i nuovi arrivi, in modo tale da rendere il gruppo il più omogeneo possibile. Il mio inserimento? È stato immediato. Sono stata accolta benissimo, anche perché, più o meno, ci conoscevamo da prima. Con le ragazze c’è un’ottima sintonia. Il nuovo Codice dei Punteggi ha modificato molti elementi e così , negli ultimi mesi, ci siamo impegnate per assimilare le nuove richieste. Credo che i risultati si siano visti a Pesaro. Nelle mie prime uscite in campo internazionale, in Coppa del Mondo, direi che non è andata affatto male. Tocca ad altri dire quali sono i miei meriti, di certo, però, non porto sfortuna. Abbiamo potenzialità importanti, anche questa squadra può arrivare lontano. L’obiettivo principale resta quello di riprenderci una medaglia a Londra. Il teatro? Un po’ mi manca, ma è qualcosa di diverso. È un mondo più suggestivo, l’atmosfera che si respira in un certo senso è spirituale. La Ginnastica, invece, è dinamica, spettacolare, ma manca forse di misticismo. Ecco, la mia missione è quella di portare teatralità nei programmi della Ritmica. Non siamo lontani, espressività e sentimento sono caratteristiche della scuola italiana, manca forse l’ambiente. Gli impianti sportivi sono luoghi freddi, dove non è semplice ricreare la magia del palcoscenico. Se ci riusciremo, se dagli spalti scrosceranno applausi a scena aperta, saremo state brave e, forse, concederemo il BIS”. 34 Ritmica Primo Piano LA COREOGRAFIA INDIVIDUALE CON FRANCESCA E MILENA di Ilaria Leccardi S i erano incrociate da adolescenti, quando, giovani promesse della danza, erano entrambe passate per l’Accademia del Teatro Nuovo di Torino. Poi ognuna ha fatto la sua strada, all’estero, calcando importanti palcoscenici e conducendo appieno la vita della balleri- na. Allenamenti, fatiche, successo. E poi un giorno si sono rincontrate, sulle pedane della ritmica, dove entrambe sono giunte per trasmettere alle ginnaste un po’ della propria arte e delle più intime conoscenze. Sono Francesca Frassinelli e Milena Porzio, le coreografe che da alcuni anni ormai seguono le individualiste della squadra azzurra. La prima, genovese, si occupa delle senior; la seconda, biellese, delle junior. Stessa passione e dedizione che dal palco le ha portate alla palestra. “Dopo essermi diplomata a Torino – spiega Milena – nel 1987 mi sono trasferita in Germania, dove sono entrata all’Accademia di Stoccarda e quindi ho continuato a lavorare con la Compagnia. Ho vissuto lì 14 anni, ma a un certo punto ho iniziato a sentire bisogno di uno stacco dal mondo della danza. Sono tornata in Italia, a Biella, la mia città, e mi sono messa a lavorare in un settore completamente diverso. Poi un giorno ho incontrato Anna Miglietta, allenatrice della La Marmora, con cui da bambina avevo seguito dei corsi di ritmica, che mi ha chiesto di darle una mano in palestra”. Prima i corsi delle più piccole, poi quelli dell’agonistica. Una cosa tira l’altra e… “Ho lasciato il lavoro e ho deciso di dedicarmi completamente alla ginnastica”. Francesca Frassinelli dopo il diploma a Torino ha addirittura cambiato continente. “Mi sono trasferita in Canada, perché sono entrata nella Russian Academy of Classic Ballet di Toronto. Per anni ho lavorato come ballerina classica all’Ontario Ballett e quindi nella compagnia Toronto Dance Theatre”. Poi un giorno anche lei decide di tornare in Italia, dove collabora con il teatro Carlo Felice di Genova e il San Carlo di Napoli. Ma il ritorno a Genova è anche l’occasione per avvicinarsi all’insegnamento in palestra, nella società Auxilium. Il grande passo per entrambe è però l’approdo in 35 azzurro. “Dopo alcuni anni di lavoro alla La Marmora – ricorda Milena – ho partecipato con Anna Miglietta a un collegiale della Nazionale a Desio. Lì ho conosciuto Nathalie Van Cauwenberghe. Quando lei ha saputo che avevo fatto un percorso molto simile al suo ha proposto che venissi integrata nel team azzurro. E così è stato”. Francesca Frassinelli, che oggi è anche coreografa del Comitato Regionale ligure, in azzurro è arrivata nel 2001, anno in cui ha cominciato a collaborare con la Maccarani, dopo che un infortunio l’aveva costretta ad abbandonare il palcoscenico. “La mia prima esperienza internazionale sono stati i Mondiali di New Orleans del 2002, quando l’Italia ha ottenuto un ottimo 5° posto. Dopo quell’esperienza di squadra sono passata al settore delle individualiste”. Danza e palcoscenico, ginnastica e pedana. Comunque espressione e tanta dedizione. “Il nostro compito è difficile – spiega Milena – perché dobbiamo essere utili alla ginnastica senza trasformarla in danza. Dobbiamo curare l’impostazione del corpo, i giri, i salti, guidiamo gli esercizi alla sbarra. Credo che potrebbe essere Il gruppo del Centro Estivo di Fano, 1° periodo. Milena Porzio è la prima a destra, con la mano sulla schiena di Valeria Schiavi. A fianco la giovane individualista dell'Aurora in azione durante la World Cup di Pesaro (foto C. Di Giusto). bello che anche la danza talvolta prendesse ispirazione dalla ginnastica. Sarebbe una contaminazione curiosa”. “Le ginnaste sono costrette ad apprendere in meno tempo rispetto alle ballerine – le fa eco Francesca, che affianca all’insegnamento nella ritmica anche quello della danza contemporanea, al Mas di Milano – lavorano sulle grandi ampiezze, ma non hanno bisogno di svolgere un puro lavoro di danza. Sono fortunate perché per lo più si tratta di ragazzine molto dotate fisicamente, anche a livello muscolare. Si allenano molte più ore rispetto alle ballerine loro coetanee”. C’è chi ancora lamenta una mancanza di attenzione per l’elemento artistico nella ginnastica ritmica, eppure è proprio grazie a queste ottime insegnanti, capaci di modellarsi al nuovo ruolo e al nuovo ambiente della Ginnastica, se oggi il movimento intero della Ritmica italiana è cresciuto così tanto. È d’obbligo sottolineare che altre coreografe hanno lavorato, a partire dagli anni 80 con le squadre nazionali italiane, contribuendo a creare la mentalità giusta e dando le prime linee guida per l’impostazione del lavoro di coreografia: da Silvia Brioschi a Rebecca Alfani, Paola Righi, Chicca Rota, Giovanna Ansaldo, fino a Ludmill Kozev, che dette una svolta importante alla metodologia della Coreografia applicata alla Ritmica, per non parlare dei coniugi bielorussi Ludmila e Vladimir Komkov. Ricordiamo inoltre, nell’ultimo quadriennio, la collaborazione per le individualiste Seniores avuta nel 2005 da Nina Palasheva, coreografa dell’Armonia Chieti, nel 2006 da Stefanov Ivanov, ex ballerino bulgaro ormai residente in Italia, e nel 2008 da Alessandra Paoloni, coreografa dell’Aurora Fano. Anche nei gruppi C estivi è stata fattiva la presenza di coreografe quali Lucia Lucarelli (nel 2005), Patrizia Biondo (nel 2006) e Irina Gromova dal 2006 ad oggi. Ricordiamo, in conclusione, che la Federazione ha realizzato un CD dal titolo “La preparazione Coreografica - Lezioni alla sbarra” distribuito alle DDTTR e CCRR, nel quale la prof.ssa Marina Piazza ha assemblato i filmati della lezione di sbarra della Van Cauwenberghe, della Frassinelli e della Porzio durante gli allenamenti estivi 2006. 36 Ginnastica per Tutti Primo Piano UNA NUOVA FIGURA DI COREOGRAFO di Elisabetta Mastrostefano S i è svolto a Francoforte sul Meno dal 29 maggio al 4 giugno un incontro/workshop di coreografia, organizzato dal Comitato Tecnico della Gymnastics for All dell’Unione Europea di Ginnastica. All’invito per la nostra Federazione hanno risposto Emiliana Polini, Concetta Campana, Valeria Ciancio, Cinzia Massa, Stefania Gini dalla Campania, Laura Baldoni e Mara De Palma dalla Liguria, Valeria Tassoni e Cristina Savani dall’Emilia Romagna, coordinati dalla DTN. Con noi italiani erano presenti tecnici olandesi, finlandesi, spagnoli, portoghesi e irlandesi. Lo scopo del corso era quello di migliorare le conoscenze degli “allenatori di sport popolari per la realizzazione di spettacoli di Ginnastica” e in particolare di “Ginnastica per tutti”, attraverso l’utilizzo di grandi gruppi con differenti livelli tecnici. Gli argomenti trattati, il movimento, lo spazio, la musica, gli attrezzi codificati e non codificati, occasionali e omologati, le luci e i costumi, l’azione scenica, l’interpretazione, sono tutti elementi che concorrono a sviluppare le competenze sul lavoro coreografico. L’obiettivo del corso era quello di creare un percorso didattico, ancora non ben definito all’interno del programma GpT nelle varie nazioni europee e di suggerire indicazioni per lo sviluppo di un lavoro personale, attraverso le capacità socio-comunicative di ciascun paese. Creare, dunque, una nuova figura di coreografo che dovrà conoscere come sviluppare e sostenere la motivazione dei partecipanti, animare e creare coreografie trasferendo in azione scenica le competenze tecniche di ciascun gruppo, che sono spesso nella Ginnastica per Tutti estremamente differenziate. Per fare questo deve conoscere le tecniche di base per pianificare, organizzare, trasferire nel linguaggio ginnastico la sua idea ed effettuare una valutazione del suo lavoro, per apportare eventuali modifiche strategiche della didattica o del lavoro. Il corso è stato Tutto il gruppo di docenti e partecipanti al workshop di coreografia di Francoforte. 37 Il gruppo italiano2 , con, ultima a destra, la Direttrice Tecnica GpT Elisabetta Mastrostefano. strutturato in due parti principali: la prima di carattere teorico, comunque sempre importante per inquadrare correttamente gli obiettivi e i metodi, e una parte pratica. La parte pratica consisteva non solo nella realizzazione di laboratori, dato un tema da svolgere, come ad esempio il lavoro con attrezzi occasionali, ma anche nello studio di performance di gruppi di Gymnaestrada, attraverso DVD o “dal vivo”. Infatti il Corso è stato volutamente inserito all’interno del “Turnfest”, la Festa Nazionale della Federazione tedesca, che si svolge una volta ogni 4 anni e ha dei numeri spaventosi: circa 40.000 partecipanti! Certo, non c’è da meravigliarsi. La Federazione Ginnastica di Germania ha 5 milioni e 200mila tesserati e 20.000 società… numeri da far girare la testa! Durante il “Turnfest”, che si è svolto quest’anno all’interno della Fiera di Francoforte, funzionale e modernissima struttura, c’era di tutto: gruppi di Gymnaestrada ad ogni livello, Ropeskipping, Ruota di Rhon, Trampolino, Teamgym, un Torneo internazionale ad invito di Ginnastica Artistica, master class di Aerobica, Acrobatica e Ritmica, lezioni di danza secondo varie tecniche e tanto altro ancora: una panoramica a 360° sul mondo della ginnastica teutonica, una partecipazione corale a questa grande kermesse di persone di ogni età, dai bambini piccolissimi ai tantissimi senior della Golden Age. Abbiamo quindi assistito a numerose prove dal vivo, oltre che a tre show serali (GALA; serata giapponese e Randevous of the best), giudicando, commentando e scambiando opinioni sulle varie esibizioni. A mio avviso questa è stata la parte più interessante dello Un momento di attività pratica durante l’incontro tedesco. stage: il lavorare su coreografie già complete, confrontandosi con altri tecnici continentali che, comunque, hanno punti di vista differenti ed un altro background culturale, si è rivelato un ottimo espediente per arricchire le nostre competenze e soprattutto stimolare nuove idee e progetti. Le partecipanti hanno lavorato con grande soddisfazione ed entusiasmo ed io, in qualità di Direttrice Tecnica Nazionale, vorrei trasferire le cognizioni acquisite e l’esperienza di questo meeting anche a livello nazionale, finalizzandole alla prossima World Gymnastrada di Losanna nel 2011. L’idea sarebbe quella di proporre un Corso di aggiornamento alla fine del 2009 o inizio del 2010 per tutti gli istruttori interessati, ma soprattutto per quelli che vogliono partecipare alla prossima Gymnaestrada in Svizzera. Il Corso dovrebbe definire meglio questa nuova figura di coreografo/animatore oltre che dare indicazioni precise per la realizzazione della serata italiana. Mi sono resa conto, in questi giorni, di quanto sia apprezzata la creatività dei nostri gruppi. Prepararsi in maniera professionale è quindi, per il popolo della Ginnastica per Tutti, un dovere, oltre che un piacere e un divertimento assoluto. 38 L’angolo del fitness ALLENAMENTO DEI MUSCOLI ADDOMINALI CON IL “METODO SALVIOLI” di Mario Salvioli I l “Metodo Salvioli” è stato ideato per eliminare qualsiasi intervento attivo dei muscoli flessori dell’anca durante l’esecuzione dell’esercizio. Si esegue da seduti su di un attrezzo specifico, perché richiede l’applicazione di un carico importante, dato che l’esecuzione a corpo libero non ottiene effetto allenante degno di nota. Se osserviamo di profilo il nostro atleta (fig. 1) possiamo notare che lo schema meccanico del movimento è simile ad un quadrilatero deformabile che ha come base superiore le costole e come base inferiore il bacino, una cerniera posteriore rappresentata dalla colonna vertebrale lombare ed un martinetto anteriore (potenza) che sono i muscoli addominali. La loro contrazione produce l’avvicinamento reciproco dell’origine e dell’inserzione. Questo movimento viene trasmesso dalle costole (leva superiore), che si inclinano in basso, e dal bacino (leva inferiore), che ruota indietro, alla colon- na lombare (cerniera) che viene flessa in cifosi. La flessione comporta un considerevole spostamento indietro delle vertebre lombari (L1-L2-L3-L4). Le leve sopra dette sono molto vantaggiose, perciò servono carichi importanti. La resistenza alla quale si appoggia la colonna lombare è lo schienale mobile che è collegato a detti carichi e viene spinto indietro dal rachide lombare. Per ottenere il movimento è indispensabile che le spalle non si possano spostare in 39 A cura di Vittorio Baldini avanti, ma solo in basso. Ciò si ottiene tenendo le braccia tese in avantibasso con le mani in presa all’impugnatura fissa della panca o appoggiando le spalle all’apposito supporto della macchina. Senza questo accorgimento lo schienale avrebbe funzione di punto fisso e le spalle andrebbero in avanti senza incontrare resistenza. Nel movimento di andata la forza della contrazione concentrica degli addominali del nostro atleta è superiore a quella della resistenza dello schienale. Nel ritorno la loro forza di contrazione eccentrica è inferiore a quella della resistenza che porta l’atleta alla posizione di partenza (fig. 1-2-1). Nel movimento di andata le pareti addominali esercitano una forte spinta verso l’interno sugli organi endoaddominali aumentando molto la pressione sugli stessi e riducendo il loro spazio nella zona anteriore. Essendo questi praticamente incomprimibili, trasmettono la pressione al bacino (in basso) e recuperano spazio spingendo in alto il Fig.1 diaframma, che reagisce all’aumento della pressione con una contrazione eccentrica. Questo attraverso i suoi “pilastri”, che sono inseriti sui corpi vertebrali lombari (L4-L3 e sopra) nella loro parte anteriore, esercita su di essi una forte trazione verso l’alto, aprendo un po’ gli spazi intervertebrali anche nella parte anteriore. Si riduce la pressione sui dischi e si allena l’elasticità dei legamenti. L’effetto è ottenibile solo se il muscolo grande psoas resta passivo perché, essendo inserito sugli stessi corpi vertebrali ed essendo molto più forte del diaframma, contraendosi, lo annullerebbe, provocando, al contrario, una forte riduzione degli spazi ed un aumento notevole della pressione sui dischi. Nel modello di esercizio “Metodo Salvioli” i muscoli flessori dell’anca (grande psoas, iliaco e retto femorale) non hanno alcun lavoro attivo da svolgere e seguono l’allontanamento ed il successivo riavvicinamento delle loro origini ed inserzioni in modo passivo, come dimostrano le analisi Fig.2 eseguite sia in EMG che in ecografia dinamica ECOM3 in diverse sedi qualificate. L’intervento attivo dei muscoli flessori dell’anca è invece presente in modo marcato in quasi tutti gli esercizi classici di tonificazione addominale, sia a corpo libero che con l’uso di macchine, con contrazioni concentriche, isometriche od eccentriche. Il loro impegno è quasi sempre superiore a quello degli addominali stessi e si altera progressivamente l’equilibrio di forza a favore dei primi con comparsa di dolori lombari, iperlordosi, spondilolistesi, iperpressioni sui dischi intervertebrali, rigidità articolare. Situazioni molto frequenti, che provocano prematuri abbandoni dell’attività agonistica. Inserendo negli allenamenti il “Metodo Salvioli” si può migliorare l’equilibrio di tono e di forza fra gli antiversori ed i retroversori del bacino ottenendo una postura più fisiologica, sia statica che dinamica, con conseguente possibile miglioramento delle prestazioni. 40 Di Elisabetta Mastrostefano D ifficile scrivere qualcosa di originale e di innovativo sulla Festa della Ginnastica, soprattutto dopo tanti anni. Facile percepirne il successo negli sguardi felici e carichi di energia del popolo della Ginnastica per Tutti, che anche quest’anno ha affollato la città di Fiuggi per 10 giorni. Facile prevedere un calo di presenze, data la difficile congiuntura economica che ha messo in difficoltà tante famiglie, difficile credere che il calo sia stato così esiguo: 470 Società, rispetto alle 472 del 2008. Difficile pensare che a Fiuggi avrebbe piovuto quasi tutti i giorni, nonostante la settimana scelta fosse quella a cavallo fra la fine di giugno e l’inizio di lu- glio, non facile risolvere svariate situazioni di emergenza che hanno messo a dura prova l’organizzazione dei campi gara. Nonostante tutto, ancora un’edizione da ricordare! Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini e mi hanno aiutato, Pietro Natalicchio, anche per il servizio fotografico, i direttori di gara, i presidenti di Giuria e tutti i giudici che hanno lavorato alle diverse finali nazionali; Andrea Costarelli e tutti gli Ufficiali di Gara, per il loro lavoro professionale e…velocissimo; Giovanni Marsella, Mauro e Gabriele, e tutti i ragazzi addetti alla gestione dei campi gara; Cinzia Delisi con il suo staff; Laura Martinelli, infaticabile “martire” all’Infopoint; i ragaz- zi degli accrediti; i Consiglieri Federali che a varie riprese sono stati con noi e che ci hanno affiancato durante tutta la durata della Festa, senza mai farci mancare il loro supporto; il Comitato Organizzatore nella persona di Enzo Spatuzzi e naturalmente i ginnasti, gli istruttori e tutti gli accompagnatori senza i quali la Festa della Ginnastica non esisterebbe. Quest’anno il contributo è stato generoso anche a livello giornalistico: le brevi note del Consigliere Bonfiglio, il contributo dei ginnasti della Riviera dei Fiori, un commento dei vincitori dell’ambito Trofeo Regione Lazio, la Società Andrea Doria di Genova e infine il “sentimento” della giornalista Ilaria Lec- 41 Fiuggi ‘09 In alto, da sinistra, il Segretario Generale FGI Michele Maffei, il Sindaco di Fiuggi Virginio Bonanni, l'Assessore al Turismo e alla Cultura Stefano Giorgilli, il Presidente Federale Riccardo Agabio e quello del COL Enzo Spatuzzi. Nella foto accanto i Giudici della Ginnastica in Festa. Di lato, sopra, la prof. Cinzia Delisi, la seconda da destra, con alcuni membri dello staff, altre giudici e la sig. Antonia Paparelli, al centro in abito blu. Sotto la giuria in azione sul campo "E" alle Terme di Bonifacio cardi, che a Fiuggi era venuta per presentare il suo libro “Polvere di magnesio” ed è rimasta stregata dal mondo della GpT. Non mi rimane molto da aggiungere! Quale sarà il futuro della manifestazione? Difficile prevederlo: la riforma del tesseramento approvata dal Consiglio Federale e il cambiamento dei programmi della GpT per il 2010 lasciano intravedere uno sviluppo. La direzione è quella di abbassare il livello tecnico per far si che le competizioni di GpT continuino ad avere caratteristiche di agonismo, ma mantengano inalterata la loro essenza di confronto e di incontro che contribuisce innanzi tutto alla crescita personale dei nostri ginnasti. il servizio fotografico è di Pietro Natalicchio e David Ciaralli 42 Ginnastica in Festa “LA FESTA PIÙ BELLA DA QUANDO VENGO A FIUGGI” di Aurelio Bonfiglio S ta probabilmente nei contenuti di questa affermazione, puntualmente ripetuta ogni anno dal variopinto e festoso popolo della Ginnastica per Tutti, sentita per le strade dalle migliaia di atleti che annualmente animano le vie di questa piccola cittadina, ascoltata tra i genitori che affollano le serate d’inaugurazione e la cerimonia di chiusura, confermata dagli addetti ai lavori, contagiati dall’entusia- smo che si respira in ogni angolo delle zone di gara, la ragione del suo successo e del suo sviluppo. È chiaro, qualche voce fuori del coro ci sarà sempre e non potrebbe essere altrimenti, se consideriamo l’alto numero di presenze (oltre 16.000 persone ) equamente suddivise nei tre turni della manifestazione: qualche piccolo imprevisto, qualche volta determinato da inconvenienti tecnici, altre volte dal maltempo (che quest’anno non si è proprio risparmiato!), hanno creato momenti di difficoltà, prontamente e brillantemente superati dall’ottimo staff tecnico predisposto per la Festa. Ma torniamo a ragionare sulle motivazioni che fanno di questo evento il più grande in Italia per numero di partecipanti, un appuntamento irrinunciabile non solo per atleti e genitori, ma anche per gli istruttori al seguito delle rappresentative e fi- 43 Fiuggi ‘09 nanche per gli addetti ai lavori. Certamente, le ragioni del suo successo vanno ricercate nell’intuizione e disponibilità della nostra DTN, Elisabetta Mastrostefano, capace di raccogliere suggerimenti e spunti che provengono dalla base e trasformarli in programmi di gara: basti pensare al successo delle finalissime ideate per questa edizione con lo scopo di permettere al maggior numero possibile di rappresentative di concorrere per la conquista della tanto ambita coppa; per non parlare del Gymgiocando, programma introdotto quest’anno con lo scopo di avviare alle attività motorie i più piccoli, introducendoli ai principi di una ginnastica non competitiva e che consenta l’acquisizione non solo di schemi motori, ma anche di altre percezioni sensoriali (ricordare, contare, visualizzare): nella serata loro dedicata, i giovanissimi atleti provenienti dalle regioni più lontane hanno deliziato il numeroso pubblico presente con esercizi segnati dalla simpatia e dalla vivacità tipica della loro età. Altro aspetto da tenere presente per interpretare correttamente la manifestazione è il giusto peso da attribuire al fattore agonistico. Certo, tutti sappiamo che i nostri ragazzi vo- Nella pagina accanto: da sinistra, il Consigliere Federale Aurelio Bonfiglio, il Segretario Generale Michele Maffei, il Presidente del C.R. Campania Rosario Pitton, l'altro Consigliere Federale Gherardo Tecchi, il Vice Presidente Giuseppe Artiaco, il prof. Giorgio Garufi, Antonia Paparelli, il Presidente del C.R. Lazio Roberto Accili, il Presidente Federale Riccardo Agabio e Viviana Romeo. In questa pagina una piccola rappresentanza delle tante squadre che hanno preso parte all'edizione 2009 di Ginnastica in Festa. Sopra la G.A. Asa Cinisello. A fianco, dall'alto, la Società 2 A Ginnastica Albisola, l'Alma Juventus Fano, la Schuster di Milano e la Egy Dance Caloria. gliono competere, misurarsi con i loro coetanei e fregiarsi dei trofei conquistati in gara; tuttavia, tale elemento, peraltro caratteristico di altre sezioni, non può avere la prevalenza sui principi che sono il fondamento della Ginnastica per Tutti: contribuire al benessere fisico ed intellettuale, stimolare la creatività e la fantasia, consentire a TUTTI di fare GINNASTICA. In poche parole, è proprio la filosofia della sezione di Ginnastica per Tutti che influenza positivamente la riuscita di questa manifestazione. È lo spirito con cui si partecipa alla festa che la rende così magica e speciale. Lo percepisci, questo 44 Ginnastica in Festa In alto un bel gruppo con tutti i giudici riuniti al Gran Gala finale. Di lato, da sinistra, il consigliere federale Giuseppe Cocciaro e consorte, la DTN della Ginnastica per Tutti Elisabetta Mastrostefano e il Consigliere referente della Sezione GpT (inseme a Claudio Berto) Aurelio Bonfiglio. Sotto il particolare di un esercizio collettivo. Nella pagina accanto la Società Ginnastica Riviera dei Fiori di Sanremo alla Cerimonia di Chiusura. spirito, nei volti delle persone che incontri, sempre sorridenti e disponibili anche nei momenti di particolare tensione, anche dopo 12 ore trascorse sotto il sole (addirittura sotto la pioggia!); lo cogli nelle espressioni dei migliaia di atleti, piccoli e grandi, che hanno aspettato una stagione intera per partecipare all’evento, desiderosi semplicemente di esprimersi attraverso la Ginnastica, di poter dire a Fiuggi c’ero anch’io. Lo vedi brillare negli occhi delle centinaia di atleti premiati: alcuni increduli di trovarsi in quel posto, altri consapevoli di avere compiuto un’impresa memorabile. Lo comprendi nel grande spirito di sacrificio degli addetti ai lavori, impegnati sui campi di gara dalle 7 alle 20, spesso saltando la pausa pranzo, ma sempre disponibili, cordiali e collaborativi. In queste condizioni, tenendo ben presenti questi principi che sono e dovranno sempre essere alla base della Ginnastica per Tutti, è facile condividere l’affermazione puntualmente ripetuta ogni anno: “È stata proprio una bella Festa, la più bella da quando vengo a Fiuggi”. 45 Fiuggi ‘09 PERCHÉ FIUGGI È FIUGGI! di Claudio Frascarelli, S.G. Riviera dei Fiori - Sanremo D a vari anni partecipiamo numerosi e con entusiasmo, e anche stavolta ci siamo divertiti, vivendo momenti piacevoli e altri un po’ più complicati. Nel solito viaggio di ritorno in pullman si è pensato a quello che è stato, che poteva essere e, perché no, cosa si potrebbe modificare per il prossimo anno. Certo, i problemi in un gruppo come il nostro, vario e numeroso (avevamo 14 squadre e 18 individualisti tra Ritmica ed Artistica, maschile e femminile), non mancano ma grazie ad istruttori esperti e dirigenti disponibili tutto è andato per il meglio. Sorprende sempre vedere tanti ginnasti ed i loro allenatori invadere le vie di Fiuggi con entusiasmo e partecipazione, adattandosi ad ogni situazione con spirito costruttivo e con la voglia di esserci. Pensare che in un “mondo di amorfi”, dove molti giovani vivono di riflesso la vita degli altri nell’apatia semi totale, esista una manifestazione così coinvolgente ed aggregante sicuramente deve rendere felice chi la propone e tutti quelli che contribuiscono con la loro presenza e le proprie idee a realizzarla. Da anni organizzo questa trasferta, non certo senza difficoltà, e vedere l’entusiasmo dei miei ginnasti ogni volta mi convince ad impegnarmi per l’anno successivo. La prof.ssa Elisabetta Mastrostefano ed il suo splendido staff vivono sicuramente lo stesso stato d’animo ed è per questo che la Ginnastica in Festa rimane una grande manifestazione che molte altre Federazioni ci invidiano. Spero che tutti, ma proprio tutti, all’interno della FGI, si rendano conto dell’importanza del Settore, il quale, come l’attività agonistica di alto livello, contribuisce a far conoscere e praticare in nostro splendido sport. PENSIERINI IN LIBERTÀ Durante un collegiale organizzato subito dopo Fiuggi abbiamo chiesto ai ginnasti della S.G. Riviera dei Fiori di esprimere un pensiero sull’esperienza di Fiuggi che riportiamo qui di seguito in piccoli estratti anonimi: “Sono stata la prima volta a Fiuggi dove ho avuto un divertimento speciale, però la gara è stata un’emozione grande, più della sfilata” (9 anni). “Mi sono divertita moltissimo, quando sono entrata al nastro mi sono emozionata davanti a così tante persone” (9 anni). “È stato strabello! Vorrei andarci anche l’anno prossimo” (7 anni). “Fiuggi è stupenda. Ho anche pianto!” (11 anni). “Il giorno più bello è stato quando ci hanno chiamato che eravamo arrivate settime nel collettivo” (9 anni). “A parte le poche discussioni che abbiamo avuto è stata una bella esperienza che mi ha permesso di conoscere meglio le mie compagne di squadra” (12 anni). “La mia seconda volta a Fiuggi, è stato bello. Il primo giorno di gara era molto emozionante, gli altri un po’ meno. Nel collettivo dei pacchi siamo arrivate al 10° posto su tutta l’Italia” (9 anni). “Bella esperienza, ci siamo divertiti tanto anche se non abbiamo portato la coppa a casa” (8 anni). “Sto con le mie compagne di ginnastica e in più mi piace l’aria pulita e il verde. Spero di qualificarmi anche l’anno prossimo” (10 anni). “Fortunatamente ho trovato uno sport che mi piace: la Ginnastica Artistica, che mi ha portato a Fiuggi” (9 anni). “La cosa più bella? Quando ci hanno consegnato la coppa. Peccato che la musica non ha funzionato” (10 anni). “Per me è stata la prima volta. Stare con le mie amiche è stato bello, anche aiutarci, capirle e soprattutto rilassarci al momento della gara” (9 anni). “Siamo arrivate all’11° posto nel collettivo e al 14° nel percorso. Non mi sono divertita molto perché siamo arrivate quasi ultime. Spero di tornare per vincere” (6 anni). 46 Ginnastica in Festa IL DNA DELLA GINNASTICA O gni anno, alla Società Ginnastica Andrea Doria di Genova, i preparativi per la Gymnaestrada iniziano a febbraio. Ci vuole circa un mese per concepire l’idea, per pensare ai costumi, agli attrezzi/oggetti non codificati da utilizzare, alla coreografia, alla scenografia e alle musiche. A marzo cominciano le prove, scadenzate da un fitto calendario di allenamenti nei quali ginnaste di ogni età si trovano a lavorare e a divertirsi assieme per dare forma a questo suggestivo spettacolo. A maggio si scende in pedana per la fase regionale e dopo questa prima esibizione si aspetta con ansia l’appuntamento di Fiuggi. Questo rituale si ripete ormai da 7 anni, da quando le redini dei corsi di Ginnastica per Tutti sono nelle mani di un affiatato e consolidato team di tecnici, costituito alla base da Annalisa Alcinesio e Chiara Canepa e affiancato, oggi, da Diletta Pitto e Maria Piana. “La mente di queste splendide creazioni è sempre Annalisa” confessano le colleghe istruttrici. “Ogni anno, sotto gli occhi ammirati di tutti, dà vita a originali coreografie, ogni volta spettacolari e complesse ma sem- Sopra una fase della spettacolare costruzione del DNA della Andrea Doria di Genova. Accanto il gruppo vincitore al gran completo. Nell'altra pagina alcune piccole proteine della catena deossiribonucleica e il momento della consegna del "Trofeo Regione Lazio". 47 Fiuggi ‘09 pre pulite ed eleganti, raccogliendo i favori delle giurie regionali e nazionali”. Ma questa volta l’Andrea Doria ha fatto di più: si è portata a casa il XV Trofeo Regione Lazio, ambito premio consegnato alla Società che meglio incarna lo spirito della Gymnaestrada sulla base di alcuni parametri quali i colori, la partecipazione numerosa, le musiche coinvolgenti, la ricerca della tecnica innovativa e l’originalità della composizione. La Società ligure ha presentato una coreografia dal tema “IL DNA”. Timina, citosina, adenina e guanina, hanno preso vita in quattro sgargianti gruppi cromatici, creando piramidi, catene, complesse collaborazioni, in un crescendo di momenti coreografici corali alternati a slanci acrobatici individuali, contrapponendo rigidità a flessuosità, movimenti dinamici ad attimi di stasi, fino a dare forma alla caratterista doppia elica alla base del nostro codice genetico. La giuria nazionale ha voluto premiare la rappresentativa ligure con la seguente motivazione: “per la comunicazione gestuale e per l’importante messaggio di inno alla vita, per l’accu- rato studio di movimenti e colori e per la consegna dei valori dello sport alle nuove generazioni”. E oggi, dopo questo meritato successo, così fortemente voluto, quali sono i progetti per il futuro? “Mi piacerebbe portare questa coreografia alla Gymnaestrada Mondiale del 2011” risponde l’istruttrice, Annalisa Alcinesio. “Il mio sogno nel cassetto è quello di andare a Losanna capitanando un’ampia rappresentativa che coinvolga anche altre società liguri. La coreografia, che oggi conta 40 ginnaste, potrebbe, in questo modo, passare da piccolo a grande gruppo: partendo dal cuore del collettivo presentato a Fiuggi, ma ampliando la durata della musica e disponendo di più spazio, mi piacerebbe accrescerne la spettacolarità aggiungendo elementi acrobatici, raddoppiando i trampolini, inserendo un airtrack. la Liguria ha dimostrato una grande forza primeggiando in molte delle competizioni previste nei t r e periodi della Ginnastica in Festa e sono certa che, mettendo insieme tutte le punte di eccellenza delle nostre Società, potremmo dar vita ad uno spettacolo davvero unico. Spero che i tecnici, miei conterranei, raccolgano l’invito con entusiasmo e sono certa che il C.R. Liguria supporterà i nostri sforzi, perché, se decideremo di sviluppare questo progetto, ci sarà sicuramente da lavorare!” (www.sgandreadoria.it) 48 Ginnastica in Festa POLVERE DI EMOZIONI di Ilaria Leccardi Q uella di Fiuggi è una storia da raccontare. E per me, che come scrittrice amo raccontare storie, è stata una vera scoperta. L’idea era di portare il mio libro Polvere di magnesio. Storie di ginnasti e ginnastica, in mezzo alla passione per questo sport, al sudore chiamato ginnastica, alla sensibilità chiamata ginnastica. E qual miglior occasione se non i dieci giorni di Fiuggi? Fin dal primo, il 26 giugno, quando ho assistito alla sfilata inaugurale, mi sono resa conto di quanta ginnastica scorresse nelle vene di tutti quei ragazzi che mano a mano si presentavano con la propria squadra sulla pista dello stadio della cittadina laziale. E fin da subito mi sono riconosciuta. Io che nel mio passato conto alcuni (pochi) anni di attività agonistica e diversi altri passati nella Ginnastica Generale, mi sono ritrovata. Io, che dopo tanti anni conti- nuo a sporcarmi le mani tra gli attrezzi, mi sono sentita viva. Io che grazie al mio lavoro, il giornalismo sportivo, ho potuto vedere con i miei occhi, e spesso intervistare, i più grandi campioni di questo sport, ho ritrovato negli occhi dei ginnasti in gara a Fiuggi le stesse emozioni dei “nostri eroi azzurri”. A Fiuggi si è prima di tutto ginnasti, quindi studenti, insegnanti, volontari, giudici, e tutto il resto. Ma prima di tutto ginnasti. Per dieci giorni ho potuto assistere all’andirivieni di queste piccole stelle, mi sono emozionata e ho scoperto quanto i campioncini amino sentirsi raccontare delle storie. Quanto amino raccontare a loro volta le proprie vicende sportive, quasi come confessioni. Quanto amino emozionarsi davanti alle fotografie di una regina come Vanessa Ferrari, oppure sventolare A Sinistra un gruppo in azione durante le esibizioni della Gymnaestrada. In alto a destra alcune giovani ginnaste completano il proprio programma sotto lo sguardo delle "Farfalle tricolori". La piccola Martina con la sua insegnante Daniela Franco e la squadra della Società Ginnastica "Virtus Reggio", vincitrice per il secondo anno consecutivo del Trofeo ragazzi I Fascia - Esercizio Collettivo e percorsi Motori. In mezzo, tra le due pagine, il fantastico gruppo di atleti del CIP al termine della loro finale nazionale. 49 Fiuggi ‘09 in alto una coppa conquistata dopo una stagione di gioia e fatica. Ho visto l’unione delle squadre, forse come non mai, e ascoltato i racconti della loro passione, degli infortuni superati, delle difficoltà che spesso si annidano dietro a questo sport. Ci sono società sportive costrette ad allenarsi in impianti scadenti e altre che devono montare e smontare gli attrezzi ad ogni allenamento. Eppure guardano avanti, con la gioia di chi non ne può fare a meno. Mi sono rimaste nelle orecchie soprattutto le parole dei bambini di una società di Bari che mi hanno raccontato l’emozione della loro prima trasferta e quelle, bellissime, di Humberto Duarte, argentino ma romano di adozione, classe ’54, “giovane vecchietto” che anno dopo anno in pedana non smette di stupire. Esperienze così di- 50 Ginnastica in Festa verse, ma in fondo così simili, capaci di suscitare emozioni infinite. “Noi ginnasti siamo dei privilegiati – mi ha confessato Humberto, fiero di aver conquistato la sua ennesima coppa – abbiamo la fortuna di praticare uno sport che ci arricchisce nell’animo”. Mai parole furono più vere. E lo confermano altri racconti che ho potuto Dall'alto, in senso orario, un'esecuzione quasi perfetta di un salto "Cosacco", il gruppo Maitù della società Tica di Crespina e un momento del Workshop di Massimo Corsano con l'attrezzo "Zero" raccogliere nel mio breve diario di viaggio, i racconti dei “grandi”, di coloro che la Ginnastica in Festa l’hanno vista nascere, ne sono stati precur- sori, l’hanno animata anno dopo anno e continuano a darle senso. Con la loro voce, con la loro precisa organizzazione, con le loro schede di valutazione e le loro classifiche. Con il loro cuore. Una passione che si trasmette e che d’ora in poi non mi potrà più far mancare a questa incredibile esperienza di vita.