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John Kellerman / Alamy
come quello
del film
In foto, le celebri
terme del Gellért
a Budapest.
Il Grand Hotel fu
costruito fra 1916
e 1918 in stile
Liberty ed è
rimasto uguale.
Voglia di Grand’Hotel
Controtendenza No design, no boutique,
no hi-tech : viaggio tra i grandi alberghi rimasti
fedeli alla memoria. E all’atmosfera di un tempo.
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Miquel Gonzalez/laif
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dove dormono
le spie
Uno dei lift boy
del Pera Palace a
Istanbul. Costruito
nel 1892 allo
scopo di ospitare i
passeggeri
dell’Orient
Express, conserva
le stesse
atmosfere
dei tempi in vi
alloggiavano
le spie di mezzo
mondo.
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S
di Beba Marsano
e «un viaggio di mille miglia comincia
con un solo passo», come dice il padre
della filosofia cinese Lao Tzu, un viaggio
nel tempo può iniziare varcando semplicemente una soglia. Quella di alberghi e
locande in cui le lancette sembrano immobili. Non per un’esperienza di vita sottovetro, ma per
l’abbandono alla bellezza della memoria al ritmo lento
di un film in bianco e nero, un album di foto effetto
seppia, un romanzo d’appendice. Succede in luoghi
dove il lusso non è quell’uniformato comfort high tech,
incurante di culture e latitudini, sparpagliato ai quattro
angoli del mondo, bensì un mix di stile, suggestioni,
atmosfere d’epoca di un’unicità irripetibile.
Come al Brøndums Hotel di Skagen (broendumshotel.dk ) nello Jutland danese, quella «terra della
luce» culla a fine Ottocento di una bizzarra colonia
di artisti, autori di paesaggi struggenti. L’hotel, tutto
legno, vanta le stesse piccole, ascetiche stanze, con
bagni in comune, di allora, e una cucina, oggi come ieri,
Panorama | 25 marzo 2015
ottima, anche se non più servita nella sala da pranzo
di Thorvald Bindesbøll, pioniere del design nordico,
ora allo Skagens Museum insieme al corpus di dipinti
barattati con vitto e alloggio dagli impressionisti del
Nord. Una consuetudine anche alla Colombe d’Or
di St-Paul-de Vence (la-colombe-dor.com), relais di
charme dall’immutata aria fané di quand’era una
locanda, meta di artisti squattrinati, innamorati di
questo villaggio provenzale con le case in pietra, i
vicoli dall’acciottolato sconnesso. Si chiamavano Maurice Utrillo, Pablo Picasso, Amedeo Modigliani, Marc
Chagall, Henri Matisse, Jacques Prévert. Mangiavano,
bevevano, dormivano e ricambiavano con un disegno,
un dipinto, una poesia, che oggi tappezzano ogni
angolo dell’albergo.
In un’aristocratica dimora quale La Mirande di
Avignone (la-mirande.fr), all’ombra del Palazzo dei
Papi, il tempo invece scorre a ritroso per il recupero
filologico di colori, tessuti, arredi del XVIII secolo, che
ha fatto di questo hotel con tavola gourmet un tempio
di romantici incanti. Come il Die Swaene di Bruges
(dieswaene.be), affacciato su ponticelli a schiena
d’asino, canali silenziosi, fiabesche architetture brabantine, sfondo al romanzo chiave del simbolismo
europeo, Bruges la Morta, di Georges Rodenbach.
Altra pagina di storia il milanesissimo Grand Hotel
et de Milan (grandhoteletdemilan.it: nella suite 105
Giuseppe Verdi visse (e morì) per quasi trent’anni.
Da allora nulla è cambiato, nemmeno le insegne
fuori. Richard Wagner preferì invece il Grand Hotel
et Des Palmes di Palermo (grandhotel-et-des-palmes.
com), dove terminò il Parsifal e Renoir lo raffigurò
il covo degli artisti È rimasto com’era
La Colombe d’or di Saint-Paul-de-Vence.
all’ombra
dei papi
Gli stessi
caminetti,
tappezzerie
e mobili del 1700
a La Mirande
di Avignone.
nel famoso ritratto oggi al Musée d’Orsay di Parigi.
Atmosfere ancora aristocratiche al Grand Hotel Royal
di San Remo (royalhotelsanremo.com), dove andavano a svernare le famiglie nobili inglesi dell’epoca.
Stesso clima sospeso in Svizzera, sul massiccio della
Jungfrau che ha ispirato a Clint Eastwood Assassinio
sull’Eiger. Film ad alto tasso di suspance preparato
nell’aristocratico isolamento del Bellevue des Alpes
(http://scheidegg-hotels.ch/index1eng.php), luogo
d’elezione dei pionieri dell’alpinismo e simbolo assoluto di eleganze Belle Époque d’alta quota. Cornice
alpina di ozi d’altri tempi lo Schloss Labers di Merano
(schlosslabers.it), castello alto-medievale già dimora
dei conti del Tirolo dove, tra arredi austeri e solenni,
anche la polvere sembra avere una propria poesia. In
area mitteleuropea due templi indiscussi all’art de vivre
d’antan. L’Hotel Sacher di Vienna (sacher.com), culla
della torta più famosa al mondo, simbolo dell’Austria al
pari degli Asburgo, tutto velluti, pezzi d’antiquariato,
quadri d’epoca, e il Gellért di Budapest (gellertfurdo.
hu), che con l’immaginario Grand Budapest Hotel di
Wes Anderson condivide solo il privilegio aristocratico
della memoria. Memoria gelosamente custodita anche
tra i languidi vapori delle terme, trionfo di mosaici,
vetri colorati, colonne, nello stile più perfetto della
Secessione ungherese, mai cambiato.
Dall’Ungheria al Bosforo, al fascino sensuale e opulento del Pera Palace di Istanbul (perapalaceistanbul.taksimhotels.com), costruito per i viaggiatori
dell’Orient Express e subito covo di spie, intellettuali,
aristocratici. Mata Hari, Kim Philby e Cicero vi erano di
casa, al pari di Atatürk, padre della Turchia moderna.
Enest Hemingway vi seguì la guerra greco-turca e Agatha Christie vi scrisse Assassinio sull’Orient Express.
L’ora del tè è pretesto nostalgico per riviverne, tra
dolci al miele di tradizione ottomana e melodie di uno
Schiedmayer, tutta la leggenda di intrighi e di misteri. n
nostalgici confort Sotto, il mitologico bar dell’ hotel de La Poste.
Cortina, la perla
delle vacanze d’antan
lusso senza tempo Una delle
sale del Grand Hotel Miramonti.
Il vero santuario alle sobrie
eleganze di un tempo perduto?
Cortina, con la sua aria da grande
dame e gli alberghi, i rifugi, i
ristoranti esemplari di uno stile
alpino di altre epoche (anche nei
prezzi). Due per tutti? Il Grand
Hotel Miramonti (miramonti.
com), già buen retiro di artisti e
teste coronate, a proprio agio tra i
saloni con camini, i corridoi
felpati, le grandi vetrate affacciate
sui massicci del Cristallo e delle
Tofane, e il centralissimo Hotel de
La Poste (delaposte.it), tempio al
glamour e ai sapori d’antan; nel
suo celeberrimo bar Enest
Hemingway stese, a colpi di
Martini, la prima bozza di uno dei
suoi più grandi successi, Di là
dal fiume e tra gli alberi.
25 marzo 2015 | Panorama
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