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la famiglia come fomitricedl risorse "Sono due i peccati capitali da cui discendono tutti gli altri: l'impazienza e la pigrizia". Franz Ka:fka Nel corso degli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, i governi di molte nazioni hanno ridotto drasticamente le aliquote dell'imposta sul reddito. Negli Stati Uniti l'aliquota marginale massima è scesa dal 70% al 33%, nel Regno Unito dall'83% al 60%, in Svezia dal 50% al 20% (Pechman 1988; Steuerle 1992), mentre in Italia nel periodo 1996-2001 si è avuta la riduzione dell' aliquota marginale massima dal 51% aI45,5%, seguita da un'ulteriore riduzione al 43% nel 2005. TIprincipale obiettivo che si voleva raggiungere con queste riduzioni era quello di stimolare l'attività economica: con una minore pressione fiscale, la gente avrebbe lavorato e risparmiato di più. Anche se questa teoria è discutibile, fa riflettere su una realtà fondamentale: il reddito di ciascun individuo dipende, almeno in parte, dalle sue decisioni e su queste decisioni influiscono le remunerazioni previste per il lavoro e per il risparmio. I modelli utilizzati nei precedenti capitoli presupponevano che il reddito individuale fosse fisso. Questa ipotesi è molto utile, se si vuole studiare come il reddito viene suddiviso tra i diversi beni; Capitolo 5 tuttavia, lascia senza risposta un interrogativo molto importante: da dove proviene il reddito dell'individuo? Il modello del flusso circolare presentato nel Capitolo l suggerisce una risposta a questo interrogativo: nei mercati dei fattori, gli individui forniscono diversi input al settore della produzione, ricavandone un reddito. In cambio del proprio lavoro la famiglia ottiene un salario e in cambio del capitale ottiene interessi e dividendi. In questo capitolo prenderemo in esame la famiglia nel suo ruolo di venditrice di fattori (ossia di fornitrice di risorse). Il problema di offrire fattori produttivi è ancora una questione di scelte razionali: considerati i costi e i benefici che derivano dalla vendita di un certo input, quale decisione assicura all'individuo la massima utilità? Gli stessi strumenti d'analisi che abbiamo messo a punto per studiare il comportamento dell'individuo come consumatore di beni possono servire a studiare il suo comportamento come fomitore di fattori produttivi. I due principali input della produzione forniti dalle famiglie sono il lavoro e il capitale; li esamineremo uno per volta. 5.1 L'offerta di lavoro Per la maggior parte delle famiglie, la principale fonte di reddito è il lavoro. Negli Stati Uniti, per esempio, le famiglie costituite dalla sola coppia di coniugi non pensionati ricavano circa l' 89% del loro reddito da salari e stipendi (Blank 1988). In Italia il reddito delle famiglie, esclusi i fitti imputati, è costituito per il 43,1 % da reddito da lavoro dipendente e per il 32,9% da trasferimenti pubblici (di cui il 92% è rappresentato da pensioni). Il reddito da lavoro autonomo incide per il 22,0%. Se invece si considerano i giovani single (con meno di 35 anni), la fonte principale di sostentamento è rappresentata nel 69,4% dei casi dal lavoro dipendente, nel 20,3% dal lavoro autonomo e infine, nel 7,8% da altri redditi, prevalentemente trasferimenti di denaro ricevuti da altri nuclei familiari (ISTAT 2006). In questo paragrafo analizzeremo le scelte riguardanti l'offerta di lavoro. 5.1.1 Dotazione di tempo Il numero massimo di ore che un individuo può dedicare al lavoro o al tempo libero, in un determinato periodo di tempo. Il vincolo di bilancio e le curve d'indifferenza Francesco ha una certa quantità di tempo a disposizione ogni settimana. Egli dedica parte di questo tempo allo svolgimento di un lavoro remunerato e, nelle ore che gli restano, svolge attività non remunerate: per esempio, si occupa della casa, dei bambini o dei suoi passatempi. Per semplicità, e seguendo la tradizione, chiameremo tempo libero (leisure) quello dedicato a tutte le attività non remunerate. Francesco trae soddisfazione ("utilità") dal tempo libero e dal consumo di tutti gli altri beni. Per poter acquistare questi beni, Francesco deve percepire un reddito monetario; ma per percepire un reddito deve lavorare e, quindi, rinunciare a una parte di tempo libero. Il problema di Francesco consiste nell'individuare la combinazione di consumo e tempo libero che gli procura la massima utilità. Per risolvere questo problema, dobbiamo rappresentare le diverse combinazioni di consumo e tempo libero tra le quali Francesco può scegliere; in altre parole, dobbiamo tracciare il suo vincolo di bilancio. Nella Figura 5.1, sull'asse orizzontale è indicato il numero di ore di tempo libero, n (questa notazione ci ricorda che il "tempo libero" corrisponde a "tutte le attività non remunerate"). Anche se Francesco non lavorasse affatto, esisterebbe un limite massimo di tempo libero che potrebbe consumare, perché in una settimana non ci sono più di tante ore. Questo numero massimo di ore, chiamato dotazione di tempo, è indicato con T nella Figura 5.1. Data la nostra definizione di tempo libero, le ore che non sono di tempo libero saranno dedicate a un'attività lavorativa remunerata. Se, per esempio, la dotazione di tempo per un certo individuo è pari a 112 ore alla settimana ed egli ne consuma 70 di tempo La famiglia come fornitrice di risorse :Q FIGURA5.1 Il vincolo di bilancio fra tempo libero e consumo ru c ru E ":8 ~ c Se una persona può lavorare tutte le ore che vuole per un salario pari a W1, il suo vincolo di bilancio fra tempo libero e consumo sarà rappresentato da una linea retta, con pendenza pari a -W1' Nel punto a, le ore di tempo libero sono na, mentre I~ ore dedicate al lavoro sono la = T- u o: ~ -'S' ro o E o -o ~c ::> a OL-__.,--,.--"-------~ na w, ~~~--- --------/ 'a(=T-na) T Ore di tempo libero alla settimana (n) libero, significa che lavorerà 42 ore. Graficamente, ogni punto dell'asse orizzontale indica, allo stesso tempo, il numero di ore di tempo libero e il numero di ore di lavoro. Per esempio, nel punto a, n., ore sono di tempo libero e la differenza tra la dotazione di tempo T e questo numero di ore rappresenta il tempo dedicato al lavoro: la. Algebricamente, la = T - n; Il nostro primo problema consiste nell'indicare come il consumo, da parte di Francesco, di un insieme di tutti i beni e i servizi, c (misurato sull'asse verticale), varia al variare delle sue ore di lavoro. Francesco percepisce un salario orario di Wl; per cui, qualunque sia il numero di ore lavorate, il suo reddito sarà pari a Wl per questo numero di ore. Supponiamo, per esempio, che Francesco non lavori affatto; se il lavoro è la sua unica fonte di reddito, il suo reddito sarà pari a zero. Questa possibilità, zero ore di lavoro e reddito pari a zero, è rappresentata dal punto T. Se Francesco lavora un' ora alla settimana, per definizione consumerà una quantità di tempo libero pari alla sua dotazione di tempo meno un' ora. Tale quantità di tempo libero è rappresentata da un punto dell'asse orizzontale che si trova un'ora più a sinistra rispetto a T. Lavorando un'ora, Francesco avrà a disposizione un totale di Wl per il consumo di beni e servizi. La combinazione di un' ora di lavoro e di Wl di consumo è rappresentata dal punto b. Se Francesco lavora due ore alla settimana (si sposta due ore a sinistra di T), il suo consumo totale sarà 2 X Wl, combinazione rappresentata dal punto f Continuando in questo modo, possiamo individuare tutte le combinazioni di consumo e tempo libero a disposizione di Francesco, rappresentate dalla retta B l che ha una pendenza pari all'opposto del salario. Si noti che B l equivale al vincolo di bilancio che utilizzavamo nell' analisi delle scelte tra due beni. In questo caso i due beni sono il consumo e il tempo libero. Come al solito, la pendenza del vincolo di bilancio indica il costo-opportunità di un bene in termini dell' altro bene. Il costo-opportunità di un' ora di tempo libero è il consumo a cui bisogna rinunciare per il fatto che in quell' ora non si è lavorato: in altre parole è il salario. In questo modello, quindi, il tempo è letteralmente denaro. Per esprimere algebricamente il vincolo di bilancio, si tenga presente che, essendo il prezzo unitario di c pari a l euro, il valore di c indica anche la spesa per il consumo di beni e servizi. Tale spesa deve essere uguale al reddito percepito, che è pari al numero di ore lavorate (T - n) per il salario orario (w). Quindi il vincolo di bilancio sarà: c Questa equazione = W X (T - n) può essere riscritta come: c+wXn=wXT (5.1) L'Equazione (5.1) mette in evidenza la sostanziale somiglianza tra questo vincolo di bilancio e quello standard, introdotto nel Capitolo 2. Anche in questo caso, al primo membro, i beni Capitolo Valore della dotazione di tempo La somma di denaro che l'individuo guadagnerebbe se dedicasse tutto il tempo disponibile al lavoro. 5 (c e n) sono moltiplicati per i loro rispettivi prezzi. Tuttavia, c'è una piccola differenza rispetto all' equazione standard del vincolo di bilancio, che al secondo membro presenta un ammontare fisso di reddito. Nell'Equazione (5.1) il secondo membro, w X T, rappresenta il valore della dotazione di tempo, vale a dire la somma di denaro che l'individuo avrebbe a disposizione se lavorasse tutte le ore possibili. Il valore della dotazione di tempo è il reddito dell'individuo, nel senso che indica la somma complessiva di denaro che egli può ripartire tra consumo e tempo libero. In effetti, il valore della dotazione di tempo è talvolta chiamato reddito pieno (full-income). Si noti che, quando cambia il salario, ciò non influisce solo sul costo-opportunità del tempo libero (primo membro), ma anche sul reddito pieno (secondo membro). Per sapere quale punto della retta B, Francesco sceglierà, dobbiamo conoscere i suoi gusti, oltre al suo vincolo di bilancio. Il modo più naturale di rappresentare le sue preferenze relative a consumo e tempo libero si realizza mediante un insieme di curve d'indifferenza, convesse rispetto all'origine. Nella Figura 5.2, la mappa delle curve d'indifferenza di Francesco è stata sovrapposta al suo vincolo di bilancio. Come al solito, una soluzione interna è rappresentata dal punto in cui il vincolo di bilancio è tangente a una curva d'indifferenza; in questo caso dal paniere ej, costituito da nl ore di tempo libero e Yl unità di consumo. Dato che la dotazione di tempo è fissa ed è pari a T ore, il fatto che Francesco consumi nl ore di tempo libero implica che dedichi (T - nl) ore a un lavoro remunerato. 5.1.2 la statica comparata con il modello reddito-tempo libero Ora supponiamo che il tasso salariale (o, semplicemente, salario orario) di Francesco diminuisca, passando da Wl a W2' Quando consuma un'ora di tempo libero, ora Francesco deve rinunciare solo a W2' anziché a Wl' Quindi, la riduzione del salario fa diminuire il costo-opportunità di un'ora di tempo libero. Questo risulta anche dalla Figura 5.4: il vincolo di bilancio di Francesco adesso è meno inclinato; si tratta della retta Bz, che ha una pendenza pari a -W2' A causa della riduzione del salario orario, la combinazione iniziale di consumo e tempo libero, el, non è più alla portata di Francesco. Egli deve scegliere un punto lungo il nuovo vincolo di bilancio, B2. Nella Figura 5.4, il nuovo punto di equilibrio è e2' corrispondente a n2 ore di tempo libero, (T - n2) ore di lavoro e un livello di consumo pari a Y2 unità. La riduzione del salario ha fatto diminuire l'offerta di lavoro da parte di Francesco di (n2 - nl) ore. FIGURA 5.2 La combinazione di equilibrio di tempo libero e consumo Il numero ottimale di ore da dedicare al lavoro è quello corrispondente al punto di tangenza tra il vincolo di bilancio e una curva d'indifferenza. La massima utilità è raggiunta nel punto e" in corrispondenza del quale sono offerte sul mercato (T - n1) ore di lavoro. 1---- Consumo I uo I l Ore di O tempo libero: di lavoro I '--v--------'~ n, T Ore di tempo libero alla settimana (n) __,," -_----------lIllIlItll~.l La famiglia come fornitrice di risorse Caso di studio 5.1 Tutti vogliono più tempo libero? la Francia e la settimana lavorativa La scelta fra tempo libero l e consumo è una scelta importante che molti lavoratori si trovano a dover compiere, ma vi sono dei casi in cui essa è vincolata dalla politica delle agenzie governative. In Francia, per esempio, era entrata in vigore una legge che limitava la settimana lavorativa a 35 ore (fu introdotta dal governo socialista Jospin nel 2000 e di fatto abrogata dal Presidente Sarkozy nel 2008). In origine, l'idea che stava alla base della legge era sostenere le famiglie francesi e far crescere l'ar-mania della società assicurando che i lavoratori non passassero troppo tempo al lavoro. Molti, tuttavia, hanno ritenuto questa legge come vincolante e, durante le elezioni del 2007, un candidato ha offerto di emendare la legge, con il consenso da parte di alcuni, in particolar modo delle professioni meno retribuite. Alain Bie, un barista di Pau, per esempio, ha dichiarato: "TIproprietario [del bar] mi ha detto che di solito dovevo lavorare 35 ore alla settimana, ma io gli ho risposto che volevo avere la possibilità di lavorare di "più e guadagnare di più"; persino alcuni sindacati hanno richiesto un emendamento della legge e molti dei sindacati operai hanno dichiarato che i loro iscritti "volevano più soldi, non più tempo libero". Da quanto detto si evince che esiste un trade-off fra tempo libero e consumo e che là dove esistono dei li1 Fonte: "French Voters Split on the Working Week", sito web miti, i lavoratori potrebbero trovarsi nelle condizioni di dover fare una scelta non ottimale. Di fatto ciò significa che per un dato tasso salariale, il reddito massimo che può essere ottenuto è limitato; per esempio, il vincolo di bilancio assume una forma a gomito in corrispondenza di 35 ore lavorative, e può essere rappresentato (si veda la Figura 5.3) modificando il vincolo originario della Figura 5.1, dato che, dopo avere lavorato per 35 ore, una riduzione delle ore di tempo libero non può fare aumentare il reddito destinato al consumo. .~ -o -o (J) o::: Vincolo stabilito a 35 ore 35 ore Ore di tempo libero alla settimana FIGURA 5.3 L'effetto prodotto dal limite delle ore lavorative sul vincolo di bilancio della BBe, 5 maggio 2007. FIGURA 5.4 \I calo dei salari fa diminuire le ore di lavoro offerte Un calo del salario fa spostare il vincolo di bilancio da B1 a B2- In corrispondenza del nuovo punto d'equilibrio l'offerta di lavoro è pari a (T - n2) ore, inferiore quindi all'offerta di lavoro iniziale di (T - n1) ore. (1J c: (1J E -tj V1 .!:! <ii o E ::J V1 c: 8 :.o Y2 -----,------:-.(1J --g ::> O e2 I Ore di lavoro, prima della ' riduzione ~ dei salari I , , ~ n, n2 Ore di T lavoro dopo la riduzione dei salari Ore di tempo libero alla settimana (n) Capitolo 5 FIGURA 5.5 Il calo dei salari fa diminuire le ore di lavoro offerte Nel caso di Emilia, una riduzione del salario (rappresentata da uno spostamento del vincolo di bilancio da 81 a 82) fa aumentare le ore di lavoro offerte da (T - n1) a (T - n2)' ::Q n:l c n:l E .~ Vl -'l1 ro o E :o Vl c 8 '6 ~c :=l , , : : , : , Ore di lavoro prima della riduzione dei salari OL-----~'~~====~====~~ n; n 1 -=------~v~--- Ore di lavoro dopo la riduzione dei salari Ore di tempo libero alla settimana (n) Un individuo "razionale" riduce sempre la sua offerta di lavoro, se il suo salario diminuisce? Prima di rispondere a questa domanda, consideriamo Emilia, che ha esattamente gli stessi vincoli di bilancio di Francesco e, prima della riduzione del salario, dedicava al lavoro lo stesso numero di ore di Francesco. Come indicato nella Figura 5.5, quando il suo salario diminuisce, Emilia accresce il tempo dedicato al lavoro di (nl - n2) ore. Non c'è nulla d'irrazionale in questo comportamento: a seconda delle sue preferenze, è possibile che una persona decida di lavorare di più, di meno o lo stesso numero di ore, in seguito a una diminuzione del salario. Si può conoscere il motivo di questa incongruenza scomponendo l'impatto della variazione del salario in un effetto sostituzione e un effetto reddito. Nella Figura 5.6 è stata riprodotta la situazione di Francesco, già illustrata nella Figura 5.4. Come spiegato nel Capitolo 4, per isolare l'effetto sostituzione della riduzione del salario bisogna dare a Francesco una quantità di reddito sufficiente a riportarlo al livello di utilità iniziale. Ciò equivale a spostare il vincolo di bilancio, B2' parallelamente a se stesso verso l'alto, finché non risulti FIGURA 5.6 L'effetto sostituzione di una variazione dei salari prevale sull'effetto reddito Per determinare l'effetto sostituzione di un calo dei salari, bisogna spostare verso l'alto, parallelamente a se stesso, il vincolo di bilancio 8b finché non risulti tangente alla curva d'indifferenza iniziale nel punto ecoL'effetto sostituzione è rappresentato dal passaggio da e1 a eo l'effetto reddito dal passaggio da e; a e2 L'effetto sostituzione prevale sull'effetto reddito, cosicché il calo del salario fa diminuire l'offerta di lavoro. Effetto sostituzione l I Eff:Ùo reddito I I~I le I I 11 I cioè a risul rigu guadaj pover sono siderat dell'oii cete Figur redditd OL-------~-L~------~-n1 n) ne • Calo dell'offerta T di lavoroosservato Ore di tempo libero alla settimana (n) vedibi Unari mentre reddite vicend La famiglia come fornitrice di risorse FIGURA 5.7 L'effetto reddito di una variazione dei salari prevale sull'effetto sostituzione :Q re c ro Per questo individuo, l'effetto reddito del calo del salario (da e~ a e2) è più marcato dell'effetto sostituzione (da el a e~). Di conseguenza, l'offerta di lavoro aumenta quando il salario diminuisce. E .~ V) 12 Cii o E 'c" V) o u -o ~c => n; n, n' T 'ore di tempo libero Aumento dell'offerta alla settimana (n) di lavoro osservato ~ tangente alla curva d'indifferenza iniziale, nel punto eco Quindi, l'effetto sostituzione rappresenta il passaggio da el a e.: Invece l'effetto reddito, dovuto esclusivamente al fatto che il reddito di Francesco diminuisce in seguito al calo del salario, è rappresentato dallo spostamento da ee a e2' Si noti che nella Figura 5.61' effetto sostituzione, generato dal calo del salario, fa aumentare le ore di tempo libero (da nl a nJ, mentre l'effetto reddito le fa diminuire (da ne a n2)' In definitiva, le ore che Francesco dedica al lavoro diminuiscono in misura pari a n2 - nb perché l'effetto sostituzione prevale sull'effetto reddito. Al contrario, dalla Figura 5.7 risulta che le ore di lavoro di Emilia aumentano in misura pari a nl quando il salario diminuisce, perché l'effetto reddito (da e; a ez) è più accentuato dell'effetto sostituzione (da el a e~). Quando l'effetto reddito e l'effetto sostituzione producono risultati opposti, la teoria da sola non è in grado di prevedere come varierà l'offerta di lavoro, in quanto non è possibile sapere a priori quale dei due effetti sarà più marcato. Intuitivamente, quando il salario diminuisce il consumo di beni e servizi diventa più costoso, nel senso che il lavoratore deve rinunciare a una quantità maggiore di tempo libero per ogni unità di consumo. Di conseguenza, l'individuo tenderà a sostituire tempo libero con consumo, cioè a ridurre l'offerta di lavoro. Questo è l'effetto sostituzione di un calo del salario e, come risulta dalle Figure 5.6 e 5.7, esso tende sempre a far diminuire l'offerta di lavoro. Per quanto riguarda l'effetto reddito, tenete presente che, qualunque sia il numero di ore di lavoro, il reddito guadagnato diminuisce in seguito alla riduzione del salario. In poche parole, l'individuo è più povero e ciò dà origine a un effetto reddito. Come al solito, le conseguenze dell'effetto reddito sono diverse a seconda che il bene sia normale o inferiore. In genere il tempo libero viene considerato un bene normale e questa idea è suffragata da numerosi studi statistici sull' andamento dell' offerta di lavoro. Quindi, se il reddito diminuisce, la domanda di tempo libero diminuisce, ceteris paribus. Anche questo risulta dalle Figure 5.6 e 5.7 (nella Figura 5.6, ne > n2 e nella Figura 5.7, > In conclusione, fintanto che il tempo libero è un bene normale, l'effetto reddito e l'effetto sostituzione hanno conseguenze opposte, cosicché il risultato finale è imprevedibile. Si noti la differenza rispetto al caso dei beni di consumo, esaminati nel Capitolo 4. Una riduzione del prezzo di qualcosa che state vendendo (lavoro) riduce il vostro reddito reale, mentre una riduzione del prezzo di qualcosa che state acquistando (beni) incrementa il vostro reddito reale. È per questa ragione che 1'effetto reddito 1'effetto sostituzione si rafforzano a vicenda nel caso dei beni acquistati e si indeboliscono a vicenda nel caso dei beni venduti. nz, n; nz). e Capitolo 5 Per meglio comprendere affermazioni .. l'effetto reddito e l'effetto sostituzione, considerate le due seguenti 1. "Adesso che il mio salario è diminuito, non vale proprio la pena che lavori tanto come facevo prima". 2. "Ora che il mio salario è diminuito, devo lavorare di più per mantenere lo stesso tenore di vita". Per la persona che fa la prima affermazione, l'effetto sostituzione è più rilevante, mentre per la seconda prevale l'effetto reddito. In entrambi i casi, il comportamento dell'individuo è perfettamente razionale. Quindi, possiamo capire in che modo le variazioni dei salari influiscono sul comportamento dei lavoratori solo osservando come reagiscono i singoli individui quando il salario cambia. Più in generale, l'esempio dimostra che uno dei principali risultati della teoria microeconomica è evidenziare ciò che non possiamo prevedere. Quando, nel 1994, furono aumentate le imposte, un consulente finanziario suggerì ad alcuni clienti di lavorare meno: "Non c'è più la spinta a lavorare duro e guadagnare. Passate il vostro tempo in famiglia" (The Wall Street Joumal, 1994, A5). Valutate questo suggerimento usando il modello consumo-tempo libero, tenendo conto dell' effetto reddito e dell' effetto sostituzione. 5.1.3 sulta ch Riport la curva Sino nella Fi possibil di certi 'i di Mario che l'off Invece, S( ore di la la curva di offerta di lavoro Nel Capitolo 3 abbiamo definito la curva di domanda di un bene come la rappresentazione grafica della relazione che intercorre tra la quantità che ne viene domandata e il suo prezzo, ceteris paribus. Abbiamo anche indicato com'è possibile ricavare la curva di domanda dalle preferenze dell'individuo, osservando come varia la quantità domandata man mano che il vincolo di bilancio si sposta, in seguito alle variazioni del prezzo del bene. Si può usare esattamente lo stesso metodo per ricavare la curva della domanda di tempo libero da parte di un individuo, la quale indica come varia la quantità di tempo libero domandata in funzione del salario. Inoltre, dato che la dotazione di tempo è fissa, se conosciamo la quantità di tempo libero domandata in corrispondenza di ciascun salario, conosciamo anche la quantità di lavoro offerta. Quindi, una volta individuata la curva della domanda di tempo libero, posCurva di offerta siamo ricavare anche la curva di offerta di lavoro, che indica come varia la quantità di di ìavoro lavoro offerta al variare del salario, ceteris paribus. scheda indicante Consideriamo il grafico A della Figura 5.8: esso indica che, quando il salario di Francesco la relazione tra la . è wl> la sua domanda di tempo libero è pari a nr ore e la sua offerta di lavoro ottimale è pari a quantità di lavoro offerta e il salario, (T - nr) ore. Nel grafico B, il salario è misurato sull'asse verticale e le ore di lavoro sono ceteris paribus. indicate sull' asse orizzontale. Quando il salario è Wl> la quantità di lavoro offerta è pari a (T - nr) ore, fatto indicato nel grafico B dal punto el; analogamente, quando il salario è W2' l'offerta di lavoro da parte di Francesco è pari a (T - nz) ore, com'è indicato dal punto e2 nel grafico B; quando il salario è W3, l'offerta di lavoro è pari a (T - n3) ore, come indicato dal punto e3. Per definizione, la curva rappresentata nel grafico B è la curva di offerta di lavoro s da parte di Francesco. Dal momento che questa curva è crescente (l'offerta di lavoro aumenta con l'aumentare del salario), nel caso di Francesco, l'effetto sostituzione prevale sull'effetto reddito. Che aspetto assume la curva di offerta di lavoro, quando invece l'effetto reddito ha il sopravvento sull'effetto sostituzione? Questo caso è illustrato nella Figura 5.9. Dal grafico A ri- b=~---------------------------=------------ FIGURA Nel grafie offerta d -- - ---- ---- La famiglia come fornitrice di risorse A :Q B ~ ~ ro c '2" '" E 5 ::J .~ LU V> ~ 'o" E ::J w, -------------- w2 -----------: V> C o u w3 -------: '6 ~c ::l , ,, , , e; : , e~ ,, , ,, ,, ,, , ,, , ,, , ,, , , , , ,, ,, ,, , ,, , , OL-~~'~~~----------- O n, n2 n3 T-n3 T Ore di tempo libero alla settimana (n) FIGURA5.8 , e; T-n2 T-n, Ore di lavoro alla settimana Come si ottiene una curva di offerta di lavoro crescente La curva di offerta di lavoro (5 nel grafico B) si ricava determinando (nel grafico A) il numero ottimale di ore di lavoro, corrispondente a ciascun salario. La curva 5 è crescente perché l'effetto sostituzione prevale sull'effetto reddito. sulta che, nel caso di Emilia, quando il salario diminuisce la quantità di lavoro offerta aumenta. Riportando nel grafico B le varie combinazioni fra salario e quantità di lavoro offerta, si ottiene la curva s', la quale indica l'esistenza di una relazione inversa tra queste due variabili. Si noti che nella Figura 5.8 prevale l'effetto sostituzione, qualunque sia il salario, mentre nella Figura 5.9 prevale l'effetto reddito, qualunque sia il salario. In teoria è perfettamente possibile che, per un determinato individuo, prevalga l'effetto sostituzione in corrispondenza di certi valori del salario e l'effetto reddito in corrispondenza di altri. Consideriamo il caso di Mario, a cui si riferisce la Figura 5.10. Quando il salario è basso, un suo aumento fa sì che l'offerta di lavoro da parte di Mario cresca; in altre parole, prevale l'effetto sostituzione. Invece, se il salario continua ad aumentare, a un certo punto Mario comincia a ridurre le ore di lavoro; cioè prevale l'effetto reddito. Come si può vedere nel grafico B della Figura A B ,, , , , w .J 2 w3 O L-_~ _ n3 _'____'_ n2 nl _==""'___ O ,, , , ---------------:----:----- L- T Ore di tempo libero alla settimana (n) FIGURA5.9 _ ,,, ,, , , , ~~ s' __ ~ __ T - nl T - n2 T - n3 Ore di lavoro alla settimana Come si ottiene una curva di offerta di lavoro decrescente Nel grafico A, quando il salario varia, l'effetto reddito prevale sull'effetto sostituzione. Di conseguenza, la curva di offerta di lavoro nel grafico B è decrescente. Capitolo :Q c '" '" E 5 A Pendenza = -w, ;/ s' <ii e::J UJ .~ B ~ :2 w, ~ <ii o E wl c o W3 i;; u '6 ~c ::::J OL---~~~--------~~---T Ore di tempo libero alla settimana (n) OL---------L-~-----------T - n, T - n3 T - nz Ore di lavoro alla settimana FIGURA 5.10 Come si ottiene una curva di offerta di lavoro ad arco Nel caso di questo individuo, prevale l'effetto sostituzione finché il salario è piuttosto basso, mentre prevale l'effetto reddito quando il salario supera un certo livello. Quindi la curva di offerta di lavoro dapprima è crescente, poi decrescente. 5.10, la curva di offerta di lavoro di Mario dapprima è crescente poi decrescente. Questo tipo di scheda è definito curva di offerta di lavoro ad arco. Essa potrebbe rappresentare adeguatamente il comportamento di alcuni medici e avvocati, pagati talmente bene che possono permettersi di lavorare solo quattro giorni alla settimana.