altroresistenziali - metallurgia(1)
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Correlazione tra parametri di fabbricazione, microstruttura e proprietà meccaniche degli acciai altoresistenziali innovativi per il settore auto Renzo Valentini Dip. Ing. Chimica, Chim. Ind. e Scienza dei Mat. altoresistenziali 40 35 Fe-Mn Rifosf. 30 DP 25 TR 20 IP HS LA Allungamento a rottura [%] Allungamento % Inox Aust. IF BHHSS HSS 15 S em i-C 10 rud i Ma rten siti ci 5 0 0 500 1000 1500 Carico di rottura [MPa] [MPa] Carico di rottura 2000 Suddivisione metallurgica Possiamo raggruppare gli acciai altoresistenziali in tre grandi categorie: 1. Acciai rinforzati per incrudimento, soluzione solida, precipitazione ed affinamento grano (BH, Rifosforati, HSLA, IF HSS etc.) che sono definibili come HSS; 2. Acciai rafforzati per trasformazioni strutturali (DP, TRIP, Martensitici, Ferritico/bainitici etc); 3. Acciai con rafforzamento misto: affinamento grano, trasformazioni strutturali, precipitazione (CP, multifase etc.) 1. Meccanismi di rafforzamento degli acciai altoresistenziali da profondo stampaggio per pannelleria auto di N Effetto rafforzamento Deterioramento della Stampabilità 1 Moderato. Si impiegano P, Mn e Si. Il Si sfavorisce la zincabilità a caldo. Accettabile. Non si deve superare lo 0.1% di P, l’1.5% di Mn o l’1% di Si. 2 Fortissimo. E’ il meccanismo sfruttato nei Full-Hard. Fortissimo. Praticamente gli acciai incruditi non sono stampabili. 3 Forte. Si sfrutta in parte negli HSLA ma è più impiegato su altri prodotti. Medio. Gli acciai a grano fine sono più “formabili” che stampabili. 4 Medio-Forte. Si sfrutta negli HSLA in vario grado. Medio. Alti rafforzamenti tendono a pregiudicare fortemente lo stampaggio. Struttura del Ferro Atomi sostituzionali (P, Mn, Si, Mo…) 1. Rafforzamento per soluzione solida Atomi interstiziali (C, N) Linee di dislocazioni 2. Rafforzamento per incrudimento (laminazione a freddo, stampaggio) 3. Rafforzamento per affinamento di grano Nitruri Carburi 4. Rafforzamento per precipitazione (aggiunte di Ti, Nb, V) Gli acciai Bake-Hardening Negli acciai a “bake-hardening” (indurimento al momento della cottura della vernice), la capacità di invecchiamento degli acciai calmati all’alluminio è messa a profitto per provocare un aumento del limite di elasticità sul pezzo finito. Infatti, questi acciai permettono di conciliare una buona attitudine alla stampaggio (valore di Re “basso” sul metallo in piano) e una buona resistenza alla deformazione plastica del pezzo, in particolare una buona resistenza all’indentazione dei pezzi esterni della carrozzeria automobile (aumento di Re al momento della cottura della vernice). Valori ottimali di BH si hanno per C soluto di circa 10-20 ppm. Questi acciai, già prodotti con snervamenti iniziali di 180 e 220 Mpa, sono richiesti sul mercato europeo anche nei gradi 260-300 ma alcune case automobilistiche, Fiat compresa, stanno modificando i cicli di verniciatura nel senso di abbassare le T di cottura ed è in discussione il futuro di materiali come questi che hanno “bisogno” di una certa T per indurire. Effetti della composizione chimica • • Negli acciai tradizionali HSS è molto importante l’aggiunta di elementi di rafforzamento per soluzione solida come Mn, Si e P; Ovviamente l’aggiunta di elementi di lega non provoca solo un effetto diretto di rafforzamento, ma effetti molteplici come: – Affinamento del grano (rendono più difficile la ricristallizzazione); – Diminuzione dell’indice di incrudimento n e dell’anisotropia r; – Deterioramento dell’allungamento uniforme e totale. • A livello di progetto dell’acciaio si possono impiegare formule previsionali che danno, ad esempio, il carico di snervamento: Rp0.2 1 6.09 − 2 = 63 + 23Mn + 53Si + 700 P + 15.4 − 30C + d (0.8 + Mn) •A questa equazione vanno aggiunti eventuali contributi dell’incrudimento e del rafforzamento per precipitazione. In pratica si posono fare le seguenti considerazioni (IF HHSS, Rifosforati, BH): 1. Mn e Si aumentano più il carico di snervamento che quello di rottura, il P aumenta entrambi più o meno allo stesso modo; 2. Bisogna distinguere tra l’aumento delle caratteristiche meccaniche dovuto all’affinamento del grano da quello per sostituzione; 3. Grani molto fini ed alto tenore di elementi di lega tendono a ledere il valore di n secondo l’equazione (i valori dei coefficienti αi sono alti per Cu, Si, P e Mo e bassi per il Cr (da 0.06 a 0.02) : n= 5 10 + d − ∑i =1αi (%)i n − 1 2 4. Per raggiungere lo snervamento minimo di 260 si possono aggiungere lo 0.5 % di Mn e lo 0.05 di P (il Si è da evitare per non deteriorare la zincabilità a caldo). Per raggiungere lo snervamento minimo di 300 si possono aggiungere l’1.5 % di Mn da solo (ma si abbassa molto la A3) o lo 0.8 di Mn e lo 0.08 di P (combinazione migliore). 5. Recentemente sono stati proposti meccanismi di rafforzamento alternativi per formazione di ferrite aciculare (aggiunte di Mo e B) per mantenere buone caratteristiche di stampabilità. Acciai IF HSS La struttura di questi acciai mostra il classico grano degli acciai IF, il rafforzamento con P e Mn agisce per soluzione solida. A questi acciai va aggiunta una piccola percentaule (10ppm circa) di B per evitare l’insorgenza di fragilità intergranulare agevolata dal Tenore elevato di P. IF340 ILVA – Prod. Ind. Acciai BH HSS Si tratta di una evoluzione dei BH fino ad arivare al grado 300 conservando una buona stampabilità oltre che l’effetto BH. Secondo Fiat, però, a causa del cambio cicli di verniciatura il BH sarà nel futuro molto meno usato rispetto al DP. Per i gradi 260-300 si potrebbe anche usare la base IF sottostabilizzata (C in soluzione alla fine del processo) ma nel caso più economico degli acciai al C, se prodotti da zincatura a caldo non richiedono degasaggi in quanto un normale acciaio ELC tende già all’effetto BH in zincatura. Per questo motivo l’acciaio solo rifosforato prodotto in zincatura tende comunque ad evere un effetto BH anche non voluto. Prova di laboratorio BH260 Per gli acciai HSLA invece: 1. Si aggiunge il Mn, dallo 0.5 all’1.5% in genere, ma non il P. Per acciai non zincati a caldo si può aggiungere il Si; 2. In questi acciai si ha, per la presenza dei microleganti, un notevole controllo del grano ferritico che tende ad essere molto fine; 3. Il meccanismo più importante di rafforzamento è dato dai precipitati di Ti, Nb e V e il contributo del rafforzamento stesso varia da 50 a 300 MPa al variare delle quantità aggiunte di Ti-Nb-V (da 0.05 % a valori complessivi anche dello 0.2%) ma anche dai cicli termomeccanici cui i materiali sono sottoposti; 4. Il maggior limite degli HSLA sta nella formabilità a causa del basso rapporto snervamento/rottura. Questo dipende dal fatto che i mecacnismi di rafforzamento per precipitazione aumentano molto di più il carico di snervamento che quello di rottura. 5. Per superare questi limiti, sono stati sviluppati, soprattutto da Kawasaki, acciai cosi detti “Super HSLA” laminati a caldo. Questi acciai, di grado 590 e 790 al solo Ti, attraverso un rigidissimo controllo della T di riscaldo bramma (da tenere bassa) e del gioco deformzione/temperature al finitore, presentano una struttura finissima (grano di soli 2mm) e mostrano ottime caratteristiche di formabilità per “hole expansion” risultando ideali per lo stampaggio delle ruote (superiori anche ai DP). Dual-Phase • • • • • Il DP ( acciaio a doppia fase) può essere prodotto come laminato a caldo ed a freddo e rappresenta ormai una realtà importante del panorama produttivo negli altoresistenziali. Si tratta di fare al nastro una tempra in linea dopo laminazione a caldo o ricottura continua; Si impiega particolarmente nella costruzione di ruote nel caso del laminato a caldo, ed all’industria autobilistica (laminato a freddo) ma il suo impiego si estende anche alle costruzioni metalliche in genere (trasporti ferroviari, strutture metalliche etc.); Si caratterizza per un basso rapporto snervamento/rottura pari a circa 0.55-0.65 contro un valore di 0.75-0.85 degli altoresistenziali microlegati; Ha un’ottima resistenza a fatica (circa doppia) degli acciai convenzionali; Può essere prodotto in diversi gradi di resistenza da 540 a 1000 Mpa come carico di rottura ma i gradi più usati sono bassi (DP450-500-600); Martensite che conferisce La resistenza a rottura Ferrite che conferisce la deformabilità Le dislocazioni prodotte dalla deformazione si arrestano incrociando la fase martensitica Metallurgia di base dei Dual Phase Data una composizione iniziale dell’acciaio con carbonio pari a C0, nell’istante prima del raffreddamento veloce (che sia da laminazione a caldo o nella ricottura) il tenore di C che si accumula nella residua parte austenitica può calcolarsi dalla: %Cγ = (%C0 - %Cα να)/ (1-να) con Ca = 0.02 (solubilità del C nella ferrite) e να percentuale di ferrite (dalla regola della leva). Per un C0 di 0.15, ad esempio, il corrispondente Cγ risulta pari a 0.55%. In realtà non è solo il C ad accumularsi nella frazione di austenite ma anche gli altri elementi γ-eni (Mn, Ni) mentre gli elementi α-eni (Cr, Si, Mo etc.) migrano verso la parte ferritica. Questi fenomeni dipendono molto dai tempi e dalle T in gioco. Nei trattamenti industriali, che coinvolgono tempi limitati, in realtà queste ripartizioni riguardano soprattutto il C, facilmente mobile come atomo interstiziale. I diagrammi di stato, inoltre, hanno valore relativo perché, sempre a casua dei tempi brevi in gioco, dovremmo in realtà considerare i para-equilibri.Per semplicità, facendo riferimento ai diagrammi di stato, occorre anche tener conto che gli elementi di lega tendono a modificare sensibilmente la posizione dei punti di trasformazione A3 ed A1 e della posizione del punto eutettoide: C Si Mn P S Cr Ni 0.07 0.83 1.42 0.011 0.016 0.05 0.03 Metallurgia della laminazione a caldo Occorre ben bilanciare gli elementi di lega per non spostare troppo a destra la trasformazione austenite->ferrite ma avere abbastanza tempo per non entrare nel naso bainitico. La traiettoria di raffreddamento deve subire un rallentamento per formare la ferrite alle alte temperature. L’avvolgimento deve essere abbastanza basso tanto minore è la quantità di austenite e quindi più elevato il tenore di C all’interno. Paradossalmente, quindi, è in teoria più facile, da un punto di vista dell’avvolgimento, ottenere acciai con più martensite e quindi più duri. L’acciaio Dual Phase laminato a caldo presenta metallograficamente una struttura piuttosto tondeggiante con isole martensitiche ben definite ai bordi di grano della ferrite. Essendo questi acciai destinati alla fabbricazione di ruote, molto importanti risulta il comportamento all’hole expansion. Per questo motivo si privilegiano acciai a basso C con piccole frazioni di martensite (10-15%). Particolare attenzione, infine, va posta allo stato superficiale per non inficiare la resistenza a fatica dei manufatti. DP prodotti per ricottura intercritica (CAPL, ZIN) Metallurgisticamente si hanno le seguenti fasi: 1) dissoluzione della cementite durante il riscaldo ed il soaking, 2) formazione di una certa quota di austenite e ricristallizzazione della ferrite incrudita dalla laminazione a freddo, 3) nello slow cooling l’austenite si arricchisce ancora di C e la ferrite cresce come grano, 4) nell’accelerated cooling l’austenite formatasi si trasfoma tutta o in parte in martensite (anche bainite in funzione della posizione delle curve CCT). L’effetto degli elementi di lega • • • • Da quanto prima esposto, è evidente la straordinaria importanza degli elementi di lega per questi acciai; Il C aumenta la frazione di austenite che si forma a parità di temperatura di soaking, aumenta inoltre la temprabilità e sposta a destra le curve CCT. Troppo C, però, porta a tenori dello stesso talmente alti nella frazione austenitica da dar luogo ad austenite residua nella tempra (fenomeno che in un certo senso si sfrutta negli acciai TRIP); Il Mn è l’elemnto fondamentale: aumenta la frazione di austenite abbassando la A3, aumenta notevolmente la temprabilità; Il Si, oltre ad aumentare considerevolmente il carico di snervamento, è ferritizzante (leggera diminuzione della frazione di austenite) e grafitizzante, tende cioè a diminuire la solubilità del C nella ferrite. Per questi motivi è molto più usato nel TRP che nel DP dove si impiega moderatamente (dà anche problemi di zincabilità); •Il Cr aumenta notevolmente la temprabilità soprattutto nella zona alle alte temperature (evita la formazione di perlite). Per questo motivo si adopera anche in dosi notevoli nei DP a caldo e un po’ meno nei freddi. Ha la tendenza a rendere difficoltosi i decapaggi per formazioni di ossidi aderenti in laminazione a caldo; •Il Mo è moderatamente ferritizzante ma è un potentissimo agente temprante in questi acciai in quanto sposta notevolmente a destra soprattutto il naso bainitico. Per questo motivo se ne fa uso in zincatura a caldo (anche in galvannealing) per produrre i DP. A differenza del Cr non da particolari problemi di zincabilità; •Ti, Nb e V: si adoperano, a volte, per dare un contributo in termini di affinamento grano e rafforzamento per precipitazione nei DP di grado molto elevato 1000 MPa); •P: rafforza per soluzione solida e sposta verso l’alto l’A3. Per questo motivo viene a volte impiegato nei DP a caldo per meglio regolare le temperature di fine laminazione; •Al: ha un effetto simile al Si ed da minori problemi di zincatura a caldo. Esempi delle aggiunte di ferroleghe: Mn e Cr. Si nota dalle figure come si parli di tenori di C molto elevati: questi non sono i tenori totali di C nell’acciaio ma quelli accumulati nell’austenite prima del raffreddamento accelerato. In definitiva si può riassumere che l’aggiunta di ferroleghe agevolando la formazione di martensite da un lato aumenta il carico di rottura, dall’altro diminuisce quello di snervamento. Il risultato sul rapporto S/R è: Effetto della velocità di raffreddamento Austenite+Ferrite da ricottura intercritica Effetto del contenuto di ferroleghe sulla velocità critica di ottenimento del DP Temperatura 3.5 3 DUAL-PHASE 2.5 Trattamento di rinvenimento Mn eq NO DUAL-PHASE 2 1.5 Tempo Dual-Phase di Ferritee Martensite rinvenuta 1 1 10 100 Velocità di raf f reddamento [°C/s] Dual-Phase di Ferrite e Martensite E’ evidente la fondamentale importanza della velocità di raffreddamento accelerato per ottenere una struttura ferritico-martensitica. Esistono molte formule per determinare la correlazione tra velocità critica minima e composizione chimica come(NKK) con CR = cooling rate in °C/s: log CR= 3.95 – 1.73 %Mneq con %Mneq = %Mn + 0.26 %Si + 3.5 % P + 1.3 %Cr + 2.67 %Mo oppure la formula della Nippon Steel: log CR = 5.36-2.36 %Mneq con %Mneq=%Mn+0.45%Si+1.15%Cr+2%P Con l’attacco LePera (il più usato) le colorazioni vengono comunque a dipendere sia dal tenore di martensite (In Fig dall’alto in basso passiamo dall’8% al 15% al 30% circa) che dalla composizione chimica dell’acciaio. Per questo motivo è estremamente difficile dare dei tempi precisi di attacco e occorre una messa a punto caso per caso. Ovviamente, una volta standardizzate le produzioni, sarà possibile anche una certa standardizzazione dell’attacco. In presenza di bainite/Perlite/Martensite rinvenuta (appaiono scure/nere) una risoluzione maggiore arriva dal SEM mentre l’ottico in genere non permette di discriminare bene. Il LePera si adopera anche per gli acciai TRIP. Esempi microstrutture Dual Phase DP zincato (laboratorio) DP zincato (prova ind. Poco riuscita) DP freddo (prod. ind. ) DP freddo (prod. ind. Poco riuscita) Molto particolare appare quindi l’andamento di n in funzione della deformazione, a dimostrazione della peculiarità di comportamento di questi acciai a struttura mista. 0,3 0,25 n 0,2 0,15 0,1 0,05 0 0 0,05 0,1 ε 0,15 0,2 Di straordinaria importanza è il fatto che l’acciaio DP debba essere costituito solo da martensite e ferrite; la presenza anche di bainite, a parità di UTS, alza il carico di snervamento ma abbatte il picco del coefficiente di incrudimento n: Presenza bainite crescente 0,22 massimo valore di n 0,2 0,18 0,16 0,14 0,12 360 380 400 420 snervamento [MPa] 440 460 Comportamento a fatica dei DP 450 430 410 390 370 350 330 310 290 270 250 1,E+03 Lim ite di fatica 760° 740° 330 NT 320 310 MPa σ a (MPa) Sono state condotte una serie di prove di fatica alternata al fine di stimare la variazione del limite di fatica in funzione della percentuale di martensite rispetto ad un acciaio normalizzato (NT) con carichi di rottura paragonabili: 300 290 280 270 260 1,E+04 1,E+05 Cicli 1,E+06 1,E+07 0 5 10 %Martensite 15 20 Resistenza al Denting Per la resistenza al Denting (ammaccamento per piccoli urti) occorre ricordare come questa dipenda sostanzialmente dalla forza necessaria per produrre una determinata ammaccatura plastica nella lamiera. Tale resistenza è in genere correlata al limite di snervamento (Re) e dallo spessore della lamiera (sp) secondo l’espressione: P∼ ∼ Re . sp2 Gli acciai DP in genere hanno un forte effetto BH che ne migliora la resistenza a denting attraverso un forte innalzamento del carico di snervamento, molto più che nel caso degli acciai BH tradizionali (sono più alti sia il WH che il BH0). Questo è molto importante per i DP destinati alla pannelleria (DP450-500-600). Comportamento in caso d’urto dei DP Considerazioni tecnologiche sullo stampaggio •Il ritorno elastico che si verifica con la formatura è in genere maggiore rispetto agli acciai comuni. Peraltro questo fenomeno può di norma essere compensato mediante una sovradeformazione. I modelli attualmente impiegati non riescono a prevedere i ritorni elastici in modo soddisfacente. E’ comunque soprattutto il forte aumento della n all’inizio deformazione che garantisce l’alta stampabilità (migliore ripartizione delle deformazioni); •La regola pratica di tipo empirico, ammettendo che la riduzione di spessori vada fatta in modo inversamente proporzionale alla radice dei rapporti dei carichi di snervamento, è da prendersi con estrema cautela a causa del diversissimo comportamento in campo plastico ulteriormente complicato da stati di deformazione biassali; •Il disegno degli stampi deve tenere conto che forti gradienti geometrici sono da evitarsi quando i pezzi siano in acciaio altoresistenziale TRIP laminato a caldo Microstruttura e proprietà dei TRIP 1. 2. 3. Il TRIP (acciaio a tripla fase composto da ferrite, bainite e austenite metastabile) permette il raggiungimento di elevati carichi di rottura di deformabilità, superiori al DP; 2.Si impiega particolarmente nella costruzione particolari di sicurezza vista la sua capacità di assorbimento degli urti; 3.Può presentare problemi di saldabilità a causa dell’alto contenuto di ferroleghe (circa il 3%) e di C (0.1-0.25%). Aspetti metallurgici del TRIP: letteratura Metallurgia della laminazione a caldo del TRIP Come si osserva dal grafico, non esistono grandissimi problemi nella gestione della laminazione a caldo di un TRIP HR. Occorre considerare, però, che essendo un acciaio fortemente legato ha notevole tendenza alla formazione di ossidi particolarmente fastidiosi e presenta nelle ultime fasi di laminazione grosse resistenze a causa della tendenza ad incrudirsi anche a caldo. TRIP prodotti in CAPL e ZIN Le fasi metallurgiche prevedono una dissoluzione della cementite e formazione dell’austenite, l’arricchimento di C nell’austenite nel raffreddamento e nell’overaging dove si anche la formazione di bainite. Il forte arricchimento di C nell’austenite residua sposta le curve di trasformazione martensitica sotto la T ambiente e questo consente la presenza di austenite metastabile nell’acciaio. Essenziale è il ruolo del Si (o Al) per inibire la formazione di cementite durante l’overaging. Temperatura Austenite+Ferrite da ricottura intercritica Concentrazione di C nell’Austenite Tempo Trasformazione dell’Austenite impedita dall’elevata V di raffreddamento Traformazione Austenite->Bainite+Austenite metastabile Variazione delle fasi del TRIP Parlando di Zincati (ma la considerazione vale anche per HR e freddi), le caratteristiche di TRIP appaiono indubbiamente superiori come stampabilità e capacità di deformazione dei DP: Parlando di Energia assorbita in caso d’urto il TRIP è nettamente migliore del DP a parità di grado (ma entrambi sono nettamente migliore degli HSLA): La struttura dell’acciaio TRIP è molto complessa anche da osservare metallograficamente (TRIP 600CR prove di laboratorio con C=0.15%, Mn=1.5%, Si=1.5%): Il peculiare comportamento meccanico dei TRIP • Il peculiare comportamento meccanico dei TRIP viene attribuito alla trasformazione dell’austenite metastabile in martensite durante la deformazione plastica: Austenite metastabile Martensite da trasformazione In pratica durante la deformazione plastica (stampaggio ma anche urto) l’austenite metastabile si trasforma in martensite dura ripartendo la deformazione stessa sul materiale circostante e garantendo, quindi, un ottimo sfruttamento della resistenza del materiale I limiti dell’acciaio TRIP • • • • • I principali limiti dell’acciaio TRIP sono attribuibili all’alto tenore di ferroleghe; Questi tenori elevati (che siano Mn-Si o Mn-Al) rendono molto difficili le operazioni di saldatura anche perché i tenori di C sono piuttosto elevati (normalmente 0.15-0.25%); Sempre a causa della composizione chimica non è facile evitare le forti ossidazioni in laminazione e problemi in zincatura a caldo; Altro problema dei TRIP è rappresentato dalla stabilità dell’austenite. Se questa è modesta si possono avere trasformazioni spontanee ad esempio per effetto delle basse T; Alcune siderurgie e case automobilistiche non credono al futuro del TRIP e preferiscono insistere su Martensitici a basso carbonio. Martensitici Si tratta di acciai con caratteristiche estreme. I martensitici richiedono elevatissime velocità di raffreddamento e basse temperature di avvolgimento. Nell’esempio di figura occorre raggiungere i 60°C/s tra 870 e 270°C. Per Mn più alti (fino al 2.5%) si possono impiegare velocità di raffreddamento minori ma diventano basse le T di fine laminazione e le temperature di avvolgimento. Infatti, come noto, le temperature di Ms ed Mf sono spostate verso il basso da tutti gli elementi di lega eccezion fatta per il Co. C=0.14, Mn=1.3 Microstruttura e proprietà dei martensitici La struttura di questi acciai è totalmente martensitica a basso C. Ovviamente per le strutture martensitiche le caratteristiche meccaniche dipendono unicamente dal tenore di C, le ferroleghe aggiunte servono solo per ottenere la temprabilità adeguata. Per i gradi più elevati considerati nel progetto ULSAB (1250MPa di snervamento) i tenori di C si aggirano sullo 0.2-0.25%. Il Mn dipende invece dalle potenzialità del sistema di raffreddamento. Questi acciai si producono molto bene in piccoli impianti dotati di grande flessibilità come gli impianti a bramma sottile con laminazione in continuo. I martensitici si ottengono più facilmente da laminazione a caldo ed è questo il motivo per cui spesso nei cataloghi delle siderurgie si trova sotto i laminati a caldo e più raramente come laminati a freddo.. Hanno gradi del tipo 1000/1200 MPa con Al=8% e 1250/1450 MPa con Al= 5%. Come casi limite osserviamo le curce CCT di due acciai allo 0.2% di C: Nel primo caso a Mn bassissimo (0.2%) e nel secondo caso a Mn alto (2%). Nel primo caso occorrono velocità di tempra di circa 300°C/s, nel secondo bastano 20 °C/s. Una volta ottenute le strutture martensitiche, se possibile, le caratteristiche meccaniche sarebbero identiche. E’ chiaro che alti tenori di ferroleghe insieme ad i tenori sostenuti di C, deteriorano le caratteristiche di saldabilità. Produzione dei martensitici in CAPL • La produzione di martensitici in CAPL è possibile (in ZIN è molto più difficile) dove l’ostacolo principale non è l’elevata velocità di raffreddamento ma il raggiungimento di una struttura completamente austenitica in soaking; • In effetti , dato il tenore di C intorno a 0.15-0.2% per raggiungere elevate caratteristiche meccaniche, alte percentuali di Mn (intorno al 2%) certamente possono abbassare la A3 a temperature di circa 800°C (ma abbassano anche le temperature di trasformazione martensitica), ma acciai con queste analisi hanno un Ceq molto elevato; • Per produrre martensitici in CAPL è meglio disporre di linee in grado di raggiungere gli 850°C (e processare quindi acciai con Mn relativamente bassi intorno all’1%). Acciai Complex-Phase in CAPL/ZIN Gli acciai CP, producibili per laminazione a caldo, possono essere prodotti anche in CAPL/ZIN. Come mostrato nei grafici, occorre una fase di overaging dopo ricottura intercritica che consenta una trasformazione multipla dell’austenite in bainite, martensite e austenite residua (oltre ovviamente la ferrite di ricristallizzazione). E’ molto difficile stabilire con esattezza la posizione delle curve di trasformazione. Per composizioni di tipo C=0.16, Mn=1.6,Mo=0.2,Nb=0.05,P=0.02 si ottengono (T soaking=780°C, T overaging =400°C) 1000 Mpa di Rm e 14% di Al %. I CP sono acciai con caratteristiche intermedie tra i martensitici e i TRIP e sono particolarmente aprrezzati dalle case automobilistiche tedesche. Il loro impiego è limitato ai particolari di sicurezza.