Avvento Pop - up!

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Avvento Pop - up!
VANGELO E MUSICA POP? di Marco Sanavio
Sembra una delle abbinate che andavano di moda negli anni ’70. Quasi a dire «siccome
facciamo fatica a fare presa in modo tradizionale, usiamo questo cortocircuito per vedere
se otteniamo più attenzione». Potrebbe anche essere, ma la proposta vorrebbe andare
ben oltre questa prima soglia di accesso. Se desideriamo che un incontro formativo oggi
abbia efficacia sentiamo di doverlo preparare nei dettagli, curare, studiare, sentire nostro.
Non è solo la canzone a fare la differenza tra un incontro più o meno noioso, ma la passione dell’educatore che si è immerso nel contesto e lo ha riproposto attraverso la sua
esperienza.
I brani proposti, come leggerete nelle indicazioni più sotto, non vanno “tirati per la giacca”
ma sono un’occasione per ribadire che il Vangelo può attraversare tutte le dimensioni della
vita colorandole con la sua novità. Anche la musica pop.
Guarda su www.diweb.it l’intervista su questo tema rilasciata da Luca Carboni a Diweb
INDICAZIONI METODOLOGICHE di Alessandro Spiezia
Alla fine di corsi o incontri per educatori, si sente spesso dire: “e adesso, cosa dobbiamo
fare?”. Il tono della domanda oscilla tra il deluso e l’angosciato. Deluso perché, da queste
proposte, ci si aspetta di avere ricette preconfezionate, piatti già belli caldi pronti da servire
ai ragazzi. Angosciato perché senza “saper cosa fare” ci si sente persi.
Chi prenderà in mano questo sussidio, se cercherà “qualcosa da fare”, resterà ugualmente
deluso e angosciato. L’idea non è quella di far trovare “pappe pronte” da riscaldare e servire – magari ben guarnite così da confondere il gusto -, ma quattro temi, uno per ogni domenica di avvento, su cui fermarsi a riflettere, stimolati dal materiale proposto, per poter
costruire altrettanti incontri per adolescenti. La sfida è quella di far reagire insieme tema
dell’incontro, canzone proposta - con relativo video - e brano del Vangelo per poter aiutare
i ragazzi a vivere l’avvento come tempo di preparazione al Natale. Il tutto andrà abbondantemente condito con la fantasia, la creatività e le competenze degli educatori, tenendo
ben presenti i soggetti a cui ci si rivolge.
DANGER 1
L’aver scelto il canale della musica e dell’immagine per comunicare con i ragazzi, risponde
al tentativo di “scendere sul loro terreno” e accogliere la sfida di “parlare la loro lingua”.
Non bisognerà far dire alle canzoni quello che noi già abbiamo in testa! Parole ed immagini
vanno rispettate per quello che sono e , sopratutto, prese sul serio. In fase di analisi ci si
potrà confrontare, anche criticamente, su quanto visto e sentito.
DANGER 2
La parola compito potrebbe sembrare poco adatta, se non addirittura fuori luogo. Sa di
obbligo, costrizione, imposizione. Basti pensare agli odiatissimi “compiti per casa”. Abbiamo comunque deciso di usarla come antidoto ad un certo torpore, nei confronti della
vita, nel quale i giovanissimi a volte si assopiscono. Ci vuole anche un po’ di iniziativa, vo-
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lontà di scelta, decisione per non perdere le occasione belle di crescita che la vita propone.
E – perchè no? - potrebbe suggerire qualche “compito per casa” da affidare ai ragazzi da
“svolgere” per l’incontro successivo.
Ogni incontro, che può svilupparsi attraverso le tecniche più fantasiose, dovrebbe prevedere anche un momento di preghiera. In fondo ci stiamo preparando alla celebrazione del
Natale! Su questa parte della proposta ci permettiamo di essere più precisi, per evitare
che il fatidico “momento della preghiera” si riduca al solito Padre Nostro, fatto in fretta alla
fine dell’incontro, perchè ormai si è fuori tempo massimo.
Proponiamo tre spunti per la preghiera, da usare in ordine sparso, a seconda della creatività e della sensibilità di ciascuno: un canto, un salmo e il brano del Vangelo della domenica a cui l’incontro fa riferimento.
STRUTTURA DEL CAMMINO DI AVVENTO
IN QUATTRO “COMPITI” e OTTO CANZONI
PRIMO INCONTRO
Il compito di non dormire sopra la vita che scorre
I soliti Vasco Rossi
Beautiful day U2
Canto:
Lui verrà e ti Salverà
Salmo:
19
Vangelo:
Mc 13, 33-37
SECONDO INCONTRO
Il compito di preparare una novità che ci difenda dalla noia della vita
Every teardrop is a waterfall Coldpaly
Momenti di noia Subsonica
Canto:
Dall’aurora la tramonto
Salmo:
8
Vangelo:
Mc 1,1-8
TERZO INCONTRO
Il compito di muoversi nella novità
Il mio giorno migliore Giorgia
Il mondo nuovo Neffa
Canto:
Le tue meraviglie
Salmo:
139
Vangelo:
Gv 1,6-8.19-28
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QUARTO INCONTRO
Il compito di accogliere la vita nuova
“Love is a losing game” Amy Winehouse
Salvami Modà
Canto:
Rallegriamoci
Salmo:
95
Vangelo:
Lc 1,26-38
COSTRUIRE L’INGRANAGGIO di Marco Sanavio
Come impostare l’incontro
Innanzitutto l’ambiente. Non è marginale, è gia il primo messaggio. Quello che noi consideriamo come una “scatola” abbastanza inerte è invece un potente veicolo. Meglio una
stanza fisicamente calda, il più possibile diversa da un’aula scolastica, con possibilità di
stare seduti comodi e rilassati. Se il gruppo di giovani a cui si fa la proposta non è molto
numeroso si può scegliere di incontrarsi in una famiglia, una taverna, una mansarda, un
soggiorno, purchè sia possibile ascoltare a discreto volume i brani scelti.
Cocktail di benvenuto
Una tazza di the o di cioccolata fumante mentre si segue la proposta è sempre gradita. E’
utile a scaldare l’ambiente e spezza lo schema “prima il piacere e poi il dovere” in cui cibo
e bevande arrivano solo a consuntivo dell’incontro.
Una scaletta chiara
Vi consentirà di non dare troppo spazio ai tempi morti. La proposta andrebbe preparata
bene, con un’introduzione generale, la lettura del Vangelo all’inizio, la proposta delle due
canzoni con la relativa introduzione e commento, la fase di ascolto e di risonanza. L’idea
è che sia tutto ben preparato, anche con ricerche che vanno oltre questo sussidio.
Una restituzione non necessariamente alfabetica
Se si sceglie di inserire una fase di riappropriazione o riespressione dei contenuti da parte
dei giovani presenti all’incontro non è necessario che questa sia una restituzione alfabetica:
«allora, ragazzi, cosa ci portiamo a casa da questa serata?»
La parte finale può essere anche un disegno, un collage, una mappa concettuale, una
danza, una raccolta di foto scelte in mezzo a tanti ritagli. Scopo della proposta è aprire
prospettive e domande perché ciascuno faccia il suo percorso non verificare se i destinatari
hanno capito un concetto.
Lo scopo della serata
Dipende anche dagli obiettivi che ci vogliamo porre. Per alcuni gruppi può essere solo un
cammino di vago avvicinamento ai temi della fede, per chi può e vuole può essere rileggere
il “compito” del Vangelo di quella domenica dentro le note e le parole suggerite (ma altre
ancora non sono escluse), trasformando gli ultimi minuti della serata in preghiera. Il canto
e il salmo suggeriti possono stare in conclusione, come momento di raccolta e collega-
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mento dell’esperienza di ciascuno oppure, come già suggerito, affidati alla creatività dell’educatore e all’opportunità della situazione.
Un format già sperimentato
È quello di “Cantami o Dj live!” una proposta di pastorale in musica a cura di Matteo de
Benedittis, pubblicata sul sito di radio Vigiova (www.vigiova.it/radio/). Date un occhio,
anzi meglio un orecchio, per avere un esempio su come si costruisce un incontro di questo
tipo.
TENDINI E CUORE (per chi suonerà dal vivo) di Roberta Malipiero
Quando si suona sopra un palco, come a casa per gli amici, o in gruppo parrocchiale, non
ha importanza dimostrare di saper fare gli assoli alla Van Halen, Jimi Hendrix o Tommy
Emmanuel: la tecnica fine a se stessa non comunicherà mai nulla di importante, fermandosi alle orecchie dell’ascoltatore. Ciò che conta è dare un’anima a ciò che si suona, un’interpretazione personale che venga dal cuore e fare in modo che chi ascolta possa cogliere
tali emozioni e condividerle. Questo è il vero senso della musica: un linguaggio che nasce
dal cuore del musicista/interprete prima di arrivare ai tendini ed è capace di comunicare
dritto al cuore di chi ascolta.
TRASFORMARE IL TEMPO di Giulio Osto
L’essenza musicale della pastorale
La musica riempie il tempo perché lo trasforma. La musica è sempre l’esperienza di un
tempo trasformato. La musica sveglia il tempo (D. Baremboim). Quanta musica molte persone si portano addosso ogni giorno con decine di megabite di mp3 o altro, nell’Iphone,
nel cellulare, nel Notebook… le cuffiette tascabili non racchiudono forse l’ingrediente di
una musica diversa, tutta per noi, rispetto ai rumori delle città, alla pesantezza delle attese,
alla vita da pendolari, alla mono-tonia del quotidiano?
Musica non è un sostantivo. Musica è aggettivo. Aggettivo qualificativo. Musica significa:
‘delle Muse’. Musica è una qualità. Quella qualità artistica che racchiude tutte le arti rappresentate dalle Muse tanto da rubare loro anche il nome… Dovremmo parlare per questo
del musicale, più che di ‘musica’, per ricordarci che ‘musica’ è un modo diverso di dire
‘vita’! Tutto possiede una filigrana musicale perché ha ritmo, armonia/disarmonia, accordo/disaccordo, sintonia/distonia… per questo la musica trasforma il tempo. Per fare
musica non bisogna forse ‘battere il tempo’?
Per noi cristiani la cura del musicale non è una faccenda secondaria, né eludibile, né inessenziale. Anche se ne siamo riflessivamente poco consapevoli, siamo immersi in un involucro musicale. Penso, dunque risuono (P. Sequeri). Non è forse il musicale ciò che fa la
qualità della fede? La vita cristiana non riguarda forse ritmi, riti, armonie, risonanze, parole,
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gestualità, pratiche? Non sono forse il tono, il gesto, la risonanza interiore, la vibrazione
dell’anima gli ingredienti di una fede incarnata piuttosto che un soprammobile culturale?
Ma c’è un motivo profondo di cui essere consapevoli e nel quale il musicale diventa essenziale per il cristianesimo. Il nostro Dio non è un suono originario. Il nostro Dio ha poco
a che fare con qualche vibrazione terapeutica o con ritmi adrenalinici. Il nostro Dio ha
preso un corpo, ha preso una voce, è Parola, Verbo, Logos divenuto Carne, carne sonora,
carne canora. Dio, in Cristo, è divenuto uomo, ha tessuto armonia con l’umano, ha vissuto
‘al tempo’ degli uomini, ‘a ritmo’ dei loro passi, ha parlato con la ‘tonalità’ della voce umana.
Le parole di Gesù non sono forse le più comuni del vocabolario? È la qualità musicale di
Cristo a renderle manifestazione di un Padre con il quale Lui vive una con-sonanza fin
dall’eternità! È il musicale cristiano a toccare e a mettere in vibrazione le corde della nostra
anima! La cura del musicale è un’obbedienza a quella Parola che ha preso volto, ha preso
voce e risuona nella storia, nel tempo! Il compimento della storia non sarà il silenzio, ma
il canto, il musicale dei risorti, dei corpi risorti, trasformati in tutte le loro dis-armonie e dissonanze in un giubilo cosmico! Fin da ora possiamo far risuonare i gemiti dello Spirito (Rm
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A noi il compito di continuare a comporre nuove variazioni del tema evangelico.
La Chiesa è il corpo di Cristo, un corpo che ha voce, ha ritmi, melodie e tante tonalità. La
Chiesa è il corpo musicale della Parola. Indichiamo allora alcuni suggerimenti di fondo per
la cura del musicale ecclesiale. Nell’attività pastorale è fruttuoso applicare un’atteggiamento ellittico che sia sempre consapevole dei fuochi nei quali collocare una proposta.
Per quanto riguarda la musica possiamo individuare alcuni di questi fuochi-polarità costruendo quasi un setticlavio per un approccio globale alla musica in una prospettiva pastorale.
Protagonista e ancella. Possiamo pensare e ‘utilizzare’ la musica come ingrediente principale, oppure come decorazione, aggiunta qualificante, sfondo promuovente, atmosfera
ospitale.
Classica-antica/contemporanea e leggera. Ogni scelta musicale si schiera purtroppo in
queste due grandi suddivisioni, spesso contrapposizioni di generi/culture. A noi la scelta,
con grande agilità.
Testo/canto e musica strumentale. Possiamo utilizzare dei testi cantati oppure delle musiche ‘senza testo’ quindi strumentali a seconda di ciò che ci interessa evidenziare o costruire.
Culturale e religiosa e sacra/cristiana. Quale musica? In quale contesto scegliere/produrre
musica? Autori, testi e contesti sono le tre coordinate elementari per un discernimento.
Pedagogia e mistagogia. La musica può essere una preparazione, un’aiuto per raggiungere altri obiettivi però non direttamente ‘musicali’, oppure la musica stessa può diventare
l’esperienza da vivere e costruire data la sua totalità simbolico-rituale.
Ascolto e suono/canto. Ci può essere una ‘partecipazione attiva’ con almeno due modalità
di fondo da suggerire e proporre. Musica significa, ‘ascoltare musica’ oppure ‘cantare o
suonare qualcosa’.
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Riproducibile/ascoltabile ed eseguibile. Molta musica può essere solo ascoltata perché di
difficile esecuzione, mentre altra è solamente eseguibile perché pensata per una pratica
facilmente accessibile.
Una prospettiva feconda e affascinante nella quale costruire esperienze che trasformino
il tempo che ci è dato di vivere nasce da un continuo incrocio sinottico tra musica e immagine. La dichiarazione di intenti potrebbe essere espressa così: vedere i suoni e ascoltare
le immagini. Le immagini senza musica non parlano e spesso danno adito a commenti
verbosi; i suoni, per la maggior parte delle persone non abituate a un’ascolto attento, potrebbero essere difficili da incontrare senza l’aiuto di un ‘centro visivo’ che aiuti a focalizzare
l’attenzione. Che le sfumature dei suoni e le voci dei colori ci aiutino a svegliare il nostro
tempo.
TASK FORCE
Perché quattro “compiti”per l’avvento?
Anche se la parola richiama un contesto scolastico è importante ricuperarla in questo percorso con un’accezione diversa, mutuata stavolta da un’espressione anglosassone, “task”.
Task force è quell’unità speciale in grado di rischiararsi rapidamente a seconda dell’intervento strategico e di completare la missione assegnata nel più breve tempo possibile.
E’ probabile che oggi ci venga richiesto di riprogrammare rapidamente la nostra vita. Non
c’è molto tempo da perdere in un mondo che viaggia così veloce. Anche il tempo di un
Avvento può aiutarci a riprendere il senso e il gusto della novità che fa breccia nella nostra
vita.
La vera novità è la presenza di Cristo, che è già nato 2000 anni fa, ma oggi può rinnovare
la vita dentro di noi, che “proclamiamo la sua risurrezione nell’attesa della sua venuta”.
L’Avvento, appunto.
SCHIZZO POETICO SUL “COMPITO”
di Giulio Osto
Ognuno di noi vorrebbe avere sempre un compito importante e mai un compito impossibile.
Preferiamo di certo un arduo compito rispetto a un compito ingrato.
Ci alletta un compito insostituibile piuttosto che uno strano compito.
Abbiamo spesso un compito necessario, mentre cerchiamo di evitare un compito gravoso.
Vorremmo ricevere un compito notevole e riuscire sempre a portare a termine un compito
difficile.
Dentro ogni compito (Task) c’è una forza e ogni forza ha sempre una direzione, un vettore,
un compito.
È il compito che crea il gruppo, la forza. Ogni taskforce nasce per una missione!
Tutto questo ci accende e allo stesso tempo ci spegne, ci alletta e ugualmente ci allarma.
Ogni forza ci sostiene, ma ci può anche schiacciare.
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Task e force stanno insieme perchè catturano una tensione, una dialettica, un’energia.
Tra peso e desiderio, tra l’aspirare e il sospirare, tra il coinvolgimento e lo svolgimento.
Un compito è un seme di futuro e la strada per arrivarci.
Un compito è cammino. È da seguire e da e-seguire.
Un compito è pesante perchè è da portare a termine.
Un grande compito comprende sempre tanti piccoli compiti.
Tra compiere, compito e compimento la differenza è breve.
Quella differenza tra compiuto e in-compiuto che muove ogni arte e ogni idea.
Un compito ha il gusto del futuro, di ciò che ci sta davanti.
Un compito può essere pro o contro, ma è soprattutto pro!
È progetto da realizzare.
È promessa di qualcosa di nuovo.
É profezia di qualcosa di non ancora pronunciato.
È propensione a qualcosa che ci attira.
È programma da istallare ed eseguire.
É prontezza nel rispondere a un appello.
É provvidenza nell’attenzione dello sguardo.
È protagonismo perchè rivela chi siamo.
Un compito è una strada perchè è da portare a termine.
Un compito è cammino perchè c’è un già e si vuole un di più.
Un compito ha l’ebbrezza dell’alba di qualcosa di nuovo e la fatica del tramonto.
Un compito è l’annuncio di una strada e anche la sua memoria.
Un compito è un dito puntato verso una meta e un dito puntato verso un’altra quando la
si è raggiunta.
L’alfabeto di ogni compito ha le stesse lettere della fiducia e della libertà.
Anche i compiti obbligatori ne hanno bisogno!
Un compito attiva tutte le modalità del nostro essere e fare tra il dovrei, potrei, vorrei e il
devo, posso, voglio.
Solo un Dio che si fida di noi ci affida il compito di esistere, dono e impegno e pegno di
una vita compiuta.
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PRIMA DOMENICA
Il compito di non dormire sopra la vita che scorre
Vangelo: Mc 13, 33-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un
uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi,
a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o
a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Brano1 – testo
I SOLITI
Vasco Rossi
MAGIC GUITAR (per suonare dal vivo) a cura di Roberta Malipiero
http://www.rnbjunk.com/accordi-per-chitarra-i-soliti-vasco-rossi-998/
Noi siamo i soliti
quelli così
siamo i difficili
fatti così
noi siamo quelli delle illusioni, delle grandi passioni
noi siamo quelli che
vedete qui
abbiamo frequentato
delle pericolose abitudini
e siamo vivi quasi per miracolo
grazie agli interruttori
noi siamo liberi, liberi,
liberi di volare
siamo liberi, liberi,
liberi di sbagliare
siamo liberi, liberi,
liberi di sognare
siamo liberi,
liberi di ricominciare
noi siamo i soliti
sempre così
siamo gli inutili
fatti così
noi siamo quelli delle occasioni
prese al volo come i piccioni
noi siamo quelli che
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vedete qui
abbiamo frequentato delle pericolose abitudini
e siamo ritornati sani e salvi
senza complicazioni
noi siamo liberi, liberi,
liberi di volare
siamo liberi,
liberi,
liberi di sbagliare
siamo liberi, liberi,
liberi di sognare
siamo liberi,
liberi di non ritornare !
noi siamo
LOGIN
effettuato da Romeo Sinigaglia
Vasco è in Inghilterra. Cerca una ispirazione per una musica che ha appena registrato. La
trova in questo SMS che gli giunge da un vecchio amico, direttore di un TG: «Certo che
con delle …. come noi cosa possono fare questi giovani pieni di belle speranze, convinti
di avere già capito tutto della vita… Arroganti e senza rispetto che non ascoltano e pensano
di potere fare qualsiasi cosa senza nemmeno sapere quanto costa e senza considerare
che per realizzare una cosa non basta la voglia, ma occorre l’impegno la preparazione e
il sacrificio. Cosa possono fare per sostituirci, per abbatterci, per non deluderci?»
Come dire: mille contestazioni di massa ad una generazione che non cede il proprio posto
valgono molto ma molto meno di un solo giovane che cerca di camminare sulla via della
partecipazione responsabile alla gestione del suo mondo.
LYRICS AND MUSIC postato da Giulio Osto
Poche parole, elementari. Aggettivi e prima persona plurale: soliti, difficili, inutili, ma soprattutto liberi. Liberi di volare, di sbagliare, di sognare, di ricominciare; di non ritornare.
Una dichiarazione di storia e identità. Un grido che riecheggia il passato, ma vuole svegliare il presente e gettare un’àncora al futuro (liberi di non ritornare!). I soliti liberi liberi.
Sì, liberi liberi siamo noi: i soliti. Un tema che ritorna. Ma con estrema semplicità ricapitolando illusioni, grandi passioni, pericolose abitudini, occasioni ma adesso vivi quasi per
miracolo e sani e salvi senza complicazioni. È un grido di liberazione avvenuta. Il grido di
chi si sveglia e si scrolla di dosso la pesantezza del sonno, il buio della notte, del passato,
delle scelte sbagliate.
Non si può continuare a dormire, svegliàti da questo grido! Sì le occasioni, le passioni, le
abitudini possono essere sempre le stesse, ma solo se accolte nella libertà, spiccano il
volo, accendono il sogno, ci possono fare anche tremare.
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SOUND AND COLORS postato da Giulio Osto
Il ritmo della chitarra che racconta. Inizia a dipingere tante storie, una pennellata dopo l’altra. Il colore di una storia nuova che viene da lontano. Il coraggio di ricominciare, di raccontare. E ancora una volta un grido! Che nasce da lontano. Non è un urlo, è un grido che
parla di pienezza. È un accordo pieno. È uno sguardo al cielo con il colore del vento che
intreccia voli, sogni, sbagli e inizi. Un accordo pieno di libertà e forse anche di libertà piena
che ha il sapore dell’esperienza e la prudenza di chi sa guardarsi con franchezza. Accordi
di libertà e scorci di cielo, finalmente senza nuvole.
Ritorna poi la chitarra che racconta. Si guarda ancora un volta la strada percorsa. La si riguarda. Nei rettilinei, nei tornanti, nelle scorciatoie, nelle salite e nelle discese. E infine,
ancora un accordo di cielo. Tutto si sveglia e deve essere svegliato con insistenza! Svegli
per essere liberi, liberi per essere svegli. Svegliarsi per essere liberi, liberi per svegliarsi.
Non possiamo dormire sopra la vita che scorre. Il ritmo dei giorni, accordo dopo accordo,
deve svegliarsi, deve volare, sognare, anche deviare, ma sempre dispiegarsi libero.
LOGOut
effettuato da Marco Sanavio
Perché non scrivere i propri pensieri, desideri, sogni, attese su fogli di carta e farli diventare
aerei leggeri che si librano in volo? L’antica tecnica perfezionata da decine di studenti durante le lezioni noiose si trasforma nell’opportunità di dare ali al proprio pensiero. Libertà
di muoversi dentro un stanza ad occhi chiusi o al buio ascoltando la musica, magari proprio
Vasco, oppure libertà di dipingere un foglio gigante, sempre ascoltando “I soliti”. Libertà di
vegliare può essere anche l’occasione per accordarsi e organizzare una veglia notturna,
un’adorazione che dal sabato notte conduca alle prime ore della domenica. Oppure far
suonare i cellulari ad una certa ora del pomeriggio per ricordarsi di pregare insieme agli
altri o ancora acquistare un certo numero di messaggi da spedire via computer con una
frase tratta dalla liturgia di ciascun giorno di Avvento (cf. www.lachiesa.it).
Brano 2 – testo
A BEAUTIFUL DAY
MAGIC GUITAR (per suonare dal vivo) a cura di Roberta Malipiero
http://tabs.ultimate-guitar.com/u/u2/beautiful_day_crd.htm
The heart is a bloom
Shoots up through the stony ground
There’s no room
No space to rent in this town
You’re out of luck
And the reason that you had to care
The traffic is stuck
And you’re not moving anywhere
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You thought you’d found a friend
To take you out of this place
Someone you could lend a hand
In return for grace
It’s a beautiful day
Sky falls, you feel like
It’s a beautiful day
Don’t let it get away
You’re on the road
But you’ve got no destination
You’re in the mud
In the maze of her imagination
You love this town
Even if that doesn’t ring true
You’ve been all over
And it’s been all over you
It’s a beautiful day
Don’t let it get away
It’s a beautiful day
Touch me
Take me to that other place
Teach me
I know I’m not a hopeless case
See the world in green and blue
See China right in front of you
See the canyons broken by cloud
See the tuna fleets clearing the sea out
See the Bedouin fires at night
See the oil fields at first light
And see the bird with a leaf in her mouth
After the flood all the colors came out
It was a beautiful day
Don’t let it get away
Beautiful day
Touch me
Take me to that other place
Reach me
I know I’m not a hopeless case
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What you don’t have you don’t need it now
What you don’t know you can feel it somehow
What you don’t have you don’t need it now
Don’t need it now
Was a beautiful day
Traduzione: un bel giorno
Il cuore è un fiore, che cresce su un suolo di pietre
ma non c’è alcuna stanza, nessuno spazio da affittare in questa città
sei sfortunato ed è il motivo per cui dovevi fare attenzione
il traffico è bloccato e non riesci ad andare in alcun posto
pensavi di aver trovato un amico che ti portasse lontano da questo posto
qualcuno a cui potevi tendere la mano come ricompensa per la grazia
E’ un bel giorno, il cielo è a portata di mano
e tu ti senti come se fosse un bel giorno
E’ un bel giorno
non lasciarlo trascorrere
sei in strada ma non hai nessuna meta
sei nel fango, nel labirinto della sua immaginazione
ami questa città anche se non sembra vero
tu l’hai girata tutta e tutta ti ha avvolto
E’ un bel giorno,
non lasciarlo trascorrere
E’ un bel giorno
non lasciarlo trascorrere
Toccami, portami in un altro luogo
insegnami, non sono un caso senza speranza
vedi il mondo colorato di blu e verde
vedi la Cina proprio davanti a te
vedi i canyon spaccati dalle nuvole
vedi i pescherecci di tonni che ripuliscono il mare
vedi i beduini che sparano nella notte
vedi i campi unti alle prime luci
vedi l’uccello con la foglia nella sua bocca
dopo l’inondazione tutti i colori vennero alla luce
Era un bel giorno
Un bel giorno
non lasciarlo trascorrere
Toccami, portami in un altro luogo
insegnami, non sono un caso senza speranza
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Ciò che non hai, non ti serve ora
ciò che non conosci puoi sentirlo in qualche modo
ciò che non hai, non ti serve ora
non ne hai bisogno ora
LOGIN
effettuato da Romeo Sinigaglia
Questo brano è stato ispirato dal movimento “Giubilee 2000”, un movimento che attraversava 40 paesi e proponeva nel 2000 la cancellazione dei debiti internazionali del terzo
mondo.
L’anno giubilare ormai è quasi dimenticato, archiviato senza grandi risultati. E’ rimasta solo
la speranza che sorga un giorno “meraviglioso”: sarà quello in cui ci si sveglia e la conoscenza di quello che succede in ogni angolo del mondo, diventato un piccolo villaggio,
non si perderà nelle nebbie della curiosità, delle preoccupazioni individualistiche, dell’indifferenza. Sarà un giorno meraviglioso quello in cui le “notizie” ci toccheranno il cuore e
ci porteranno oltre il nostro isolamento.
LYRICS AND MUSIC postato da Giulio Osto
La bellezza è sempre un inizio! La bellezza ha il fascino del germoglio, della novità, di quel
mistero che sboccia inaspettato! Ecco l’alba, un fiore, un riflesso di luce, uno sguardo, un
sorriso. Quando il cuore è acceso è una fioritura (The hearth is a bloom). Un cuore acceso.
Un cuore che arde. Un cuore come una candela che brucia nella notte perchè attende,
veglia. Un cuore fiorito frantuma ogni buio, ogni spazio, ogni deserto, ogni noia.
La freschezza dell’inizio ha bisogno di spazio, di movimento, è il primo passo di un cammino. La prima nota di un giorno che già ha iniziato a correre. In quell’attimo c’è tutto, c’è
il colore dell’infinito, le sfumature della bellezza, sì è un giorno di bellezza! Non fartelo
scappare! (Don’t get it away). Bisogna gridarlo con tutta la voce mentre i tuoi occhi si confondono con il cielo! Tutto comincia come un ruscello che sgorga dalla roccia, ma poi ecco
una cascata, un torrente che inonda.
È una bellezza toccante che ti afferra! (Touch me!). Il viaggio dell’anima inizia dallo stupore
ed è già una promessa carica di speranza. Ogni evento toccante ci porta oltre (to that
other place), ci insegna la vita, racchiude il suo mistero e svela la benedizione che ci avvolge perchè ci riconosciamo riconosciuti, bagnati di speranza (I know I’m not a hopeless
case). Afferràti dallo stupore, ormai siamo decollati e dall’alto tutto si tinge di immensità e
il nostro sguardo abbraccia ancora i colori della terra. Afferràti dalla bellezza, afferràti dallo
stupore, afferràti dalla benedizione. Toccàti, ammaestrati. La vita svegliata è decollata, si
libra nell’aria e viaggia alla velocità della luce. Bisogna gridarlo. Con tutta la voce. A tutti.
Tutti insieme.
Ed è subito sera. (It was a beatiful day). Sì, afferràti, riempiti, trasportati e trasformati. Cosa
ci serve ancora? Cosa cerchiamo invano? (What you don’t have you don’t need it now).
La bellezza ha il sapore del compimento, è verità, è pienezza. Se siamo svegli, non possiamo lasciarcela sfuggire. Anche solo per gridare: Was a beautiful day.
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SOUND AND COLORS postato da Giulio Osto
All’inizio tutto sgorga con calma. Poi piano piano tutto si anima. I colori dell’alba e un
mondo che si sveglia che vuole decollare. Tra rock band e airport, tra hangar e pista di
decollo: due ritmi incalzanti. Le turbine che si accendono e la batteria. I passaggi di un
viaggio internazionale e il canto di un giorno che si colora ancora una volta di vita. La
voglia di partire, di iniziare, di decollare. La ricerca di un passaggio. Farsi largo nel traffico
e trovare spazio, ospitalità. La musica fa decollare la vita, la muove, la emoziona. Checkin di sentimenti per portare con sè ogni frammento di tempo. Un giorno partito. Una giornata ‘volata’. Perchè le belle giornate volano sempre! Il ritmo di un aereo che prende
velocità, di una città che si sveglia e poi l’inizio del decollo. I preparativi son conclusi, qualche attimo di attesa, e poi il rombo di un passaggio, l’attimo dell’inizio, il frammento che
vorremmo afferrare.
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effettuato da Marco Sanavio
Anche qui varrebbe la pena di giocare con i colori, stendendoli su fogli di carta al ritmo
degli U2 senza ricercare forme, semplicemente facendosi guidare dall’istinto. Una volta
asciugata l’opera d’arte (si presume l’uso di tempere da stendere con mani, spugnette,
spatole…) si può valutarla insieme agli altri componenti del gruppo, cercando di capire
quali emozioni susciti, come possa essere letta e compresa dai vari componenti del
gruppo. Quale potrebbe essere l’immagine di un “bel giorno”? Per concludere l’incontro
potrebbe essere opportuno darsi una serie di “sveglie”. Il compito, ricordo, è quello di non
dormire sulla vita che scorre. Magari cercare di disseminare la propria esperienza di “sveglie”, dando loro un nome ed una collocazione, può suggerire percorsi personali nuovi di
attesa e di allerta.
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SECONDA DOMENICA
Il compito di preparare una novità che ci difenda dalla noia della vita
Vangelo: Mc 1,1-8
Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di
uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e
tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano,
confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura
di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava:
«Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per
slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà
in Spirito Santo».
Brano 1
Every teardrop is a waterfall
Coldplay
MAGIC GUITAR (per suonare dal vivo) a cura di Roberta Malipiero
http://tabs.ultimate-guitar.com/c/coldplay/every_teardrop_is_a_waterfall_crd.htm
I turn the music up, I got my records on
I shut the world outside until the lights come on
Maybe the streets alight, maybe the trees are gone
I feel my heart start beating to my favourite song
And all the kids they dance, all the kids all night
Until Monday morning feels another life
I turn the music up
I’m on a roll this time
And heaven is in sight
I turn the music up, I got my records on
From underneath the rubble sing a rebel song
Don’t want to see another generation drop
I’d rather be a comma than a full stop
Maybe I’m in the black, maybe I’m on my knees
Mayme I’m in the gap batween the two trapezes
But my heart is beating and my pulses start
Cathedrals in my heart
And we saw oh this light I swear you, emerge blinking into
To tell me it’s alright
As we soar walls, every siren is a symphony
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And every tear’s a waterfall
Is a waterfall
Oh
Is a waterfall
Oh oh oh
Is a is a waterfall
Every tear
Is a waterfall
Oh oh oh
So you can hurt, hurt me bad
But still I’ll raise the flag
Oh
It was a wa wa wa wa wa-a-terfall
A wa wa wa wa wa-aterfall
Every tear
Every tear
Every teardrop is a waterfall
Every tear
Every tear
Every teardrop is a waterfall
Traduzione: Ogni lacrima è una cascata
Accendo la musica, metto su i miei dischi
Chiudo il mondo fuori finché non entrano le luci
Forse le strade accese, forse gli alberi sono spariti
Sento il cuore che inizia a battere al ritmo della mia canzone preferita
E tutti i ragazzi ballano, tutti i ragazzi per tutta la notte
Finché lunedì mattina sembrerà un’altra vita
Accendo la musica
La fortuna è dalla mia questa volta
E il paradiso è in vista
Accendo la musica, metto su i miei dischi
Da sotto le macerie si canta una canzone di ribellione
Non voglio vedere un altro crollo generazionale
Preferisco essere una virgola piuttosto che un punto
Forse sono pieno di debiti, forse sono in ginocchio
Forse sono nel vuoto tra i due trapezi
Ma il mio cuore sta battendo e il mio polso costruisce
Cattedrali nel mio cuore
E abbiamo visto questa luce, te lo giuro, emergere in un baleno
Per dirmi che va tutto bene
Mentre eleviamo muri, ogni sirena è una sinfonia
E ogni lacrima è una cascata
E’ una cascata
Oh
E’ una cascata
Oh oh oh
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E’ una, è una cascata
Ogni lacrima
E’ una cascata
Oh oh oh
Perciò puoi ferirmi, puoi farmi male
Ma io alzerò ancora la bandiera
Oh
Era una cascata
Una cascata
Ogni lacrima
Ogni lacrima
Ogni lacrima è una cascata
Ogni lacrima
Ogni lacrima
Ogni lacrima è una cascata
LOGIN
effettuato da Romeo Sinigaglia
“Voglio essere una virgola e non un punto” recita il testo “in un mondo in cui una lacrima
è una cascata”. E’ fotografata la sensibilità del mondo attuale, la sua percezione delle dimensioni della sofferenza. Che fare? Mettere un punto significa fermare il pensiero e fuggire dall’azione. Mettere una virgola significa approfondire quello che ci è arrivato e ci sta
davanti come presente, spiegarlo, definirlo, perfezionarlo.
LYRICS AND MUSIC postato da Giulio Osto
È l’alba. Il pizzico dell’aria quasi il pizzicato di un clavicembalo. Il ritmo del giorno, il ritmo
di qualcosa che spinge. Una crepa che inizia a correre dentro un muro. Ogni accordo è
una goccia di colore. Ogni nota una sfumatura. Ogni battito un nuovo passo. C’è musica.
Al ritmo della vita, del cuore. (the music up – hearth start beating). Nuovi colori, nuovo
cielo. Nuovi occhi. Il ritmo dei colori abbatte ogni muro. Il tamburo del cuore risuona e
vuole novità. La musica è accesa. La musica non deve finire. Il ritmo non deve rallentare!
Con tutto il fiato di una chitarra che soffia come una cornamusa gonfia di speranza. Anche
se tutto è fragile, sospeso (maybe...). Così si può costruire, il cielo è libero e il cuore è la
terra sacra degna solo di una cattedrale. (heaven is in sight – my pulses start cathedrals
in my heart). Ogni lacrima è una cascata. Sì ogni cascata, anche la più grande, è sempre
fatta di tante piccole gocce. Anche la più piccola lacrima innalza una bandiera di speranza,
di libertà perchè nasce dalle sorgenti più profonde (but still I’ll raise the flag). “Le mie lacrime nell’otre tuo raccogli” (Salmo 56). Trasforma le tue lacrime in perle (Ildegarda di Bingen).
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SOUND AND COLORS postato da Giulio Osto
Una luce all’orizzonte. Tra ombre, grigiori e gocce di colori. Una musica accesa in una
città grigia. Una luce che crepa ogni muro di oscurità e colora ogni grigiore. Ogni suono è
un colore. Ogni parola è una sfumatura. Ogni attimo è una goccia di colore. Gocce che
corroro qua e là, per terra, sui muri. A ritmo incalzante. La musica colora le pareti del cuore,
anche di quello più cupo. C’è una stanza già colorata dove entrare e gridare. Musiche e
colori da portare in ogni angolo grigio e annoiato. Ogni goccia è colorata, ogni goccia è
una cascata di colore. Ogni goccia è lacrima, è colore dell’anima e non può lasciare incolore il grande foglio del mondo. A noi il compito di colorare ogni muro di noia! Anche con
l’acqua delle nostre lacrime. Abbiamo i colori del cuore, il pennello della libertà, l’acqua
delle lacrime per gridare nel deserto della noia, per raddrizzare ogni sentiero, per convertire
ogni muro di divisione in fondamenta di accoglienza.
LOGOut
effettuato da Marco Sanavio
Ancora con i colori: la tecnica è semplice: basta far cadere qualche goccia di china di vari
colori su di un foglio poroso e poi allargare la macchia con poche gocce d’acqua. In alternativa possiamo immaginare percorsi più elaborati http://youtu.be/Nz6CVlS41Uo.
Oppure possiamo scegliere un itinerario che scenda più in profondità e che potrebbe condurre il componenti del gruppo a raccontare a turno: “l’ultima volta che ho pianto”, anche
per comprendere meglio i motivi per i quali le gocce possono solcare le guance.
Altre alternative possono essere attività in cui l’acqua sia protagonista o far galleggiare
candeline che rappresentano il proprio impegno di vincere la noia.
Qui trovate l’esempio di un lumino realizzato con arance o mandarini
http://youtu.be/nCv5c8tl7ZA. Può essere un’attività manuale simpatica che prelude al
momento di preghiera finale dove ciascuno accende la sua aranciacandela.
Brano 2 – testo
MOMENTI DI NOIA
Subsonica
MAGIC GUITAR (per suonare dal vivo) a cura di Roberta Malipiero
Tonalità Sib min
Accordi strofa: Sib min Mib 5
Accordi ritornello: Sib min Solb7+ Fa min
Ci sono giorni in cui io non interagisco
e appeso al silenzio, come un ragno al soffitto,
sorveglio il mio spazio aereo,
minacciando tutto ciò che gira.
Girando a vuoto un termitaio di pensieri,
che, masticando, si nutre del tempo che passa,
affilo la mia attesa, guardo e guardo che mi vedi.
Ho giorni grigi in cui io non mi riconosco,
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volando un po’ pesante, prendo dentro tutti i vetri,
mi arrabbio, ronzando, come un amplificatore in paranoia
e con un pungiglione, intriso di veleni,
cercando un pretesto, cercando una scusa,
affondo i miei colpi e soffoco la rabbia che grida.
Dentro frenetici momenti di noia...
Ho giorni grigi in cui io non mi riconosco
volando un po’ pesante prendo dentro tutti i vetri,
mi arrabbio, ronzando, come un amplificatore in paranoia
e con un pungiglione, intriso di veleni,
cercando un pretesto, cercando una scusa,
affondo i miei colpi e soffoco la rabbia che grida.
Dentro frenetici momenti di noia...
Ci sono giorni in cui io non interagisco
e appeso al silenzio, come un ragno al soffitto,
sorveglio il mio spazio aereo, minacciando tutto ciò che gira.
Dentro frenetici momenti di noia...
Dentro frenetici momenti di noia...
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effettuato da Romeo Sinigaglia
C-Max compositore dei Subsonica ha detto in una intervista: «La maggiore fonte di ispirazione per i testi è l’osservazione delle cose da ogni angolazione, da ciò che accade nel
mondo e la prospettiva del mondo notturno dove si può osservare la vera vita e le piccole
storie di individui sconosciuti».
Ritrae così un mondo che non è quello delle mille attività: scuola, lavoro, finanza, politica,
divertimento, ma quello che si insinua tra l’una e l’altra di queste azioni. Nella stessa intervista racconta di “frenetici momenti di noia” in cui cade tra un concerto e l’altro, «dovuti
al calo di adrenalina».
Le emozioni sono importanti ma tra l’una e l’altra s’insinua inevitabilmente la noia.
Ci sarà una mai una emozione infinita?
LYRICS AND MUSIC + SOUND AND COLORS postato da Giulio Osto
Una bella fotografia composta frammento dopo frammento per poi essere guardata e appesa con un ritornello che la inchioda alla parete. La prima terapia per la noia è quella di
saperla afferrare per poi seminare nel suo terreno qualcosa di nuovo. Allora anche la noia
può diventare frenetica. È il confine che passa tra l’attesa sterile e l’attesa feconda. Tra
ciò che è fermo perchè è imprigionato e ciò che è fermo perchè è radicato. La noia è ambivalente. Può essere un grembo di novità e allo stesso tempo una trappola mortale. Un
trampolino o una fossa. La noia può essere l’ombra di una novità che ormai è già appas-
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sita. Ma da questa noia può nascere un’altra novità. Tra le due ci sono solo due lettere e
un accento di differenza. (noia – no(v)i(t)à). Sono proprio le due lettere e l’accento che ci
mancano. A noi il compito di trovare ciò che allarga la noia e ci porta una novità. Una novità
da preparare, attraverso i termitai dei nostri pensieri possiamo far diventare i momenti di
noia, dei laboratori frenetici.
La novità ha bisogno di una voce che grida, ha bisogno di una strada preparata, ha bisogno di una conversione di colori, di emozioni. Convertire una scala di grigi in una pagina
full color. La novità è una nuova immersione (battesimo) nello spessore del reale. Al fondo
di ogni ricerca incontriamo sempre un vuoto in relazione, inafferrabile, inesprimibile, il centro che ci sfugge. Da lì è necessario risalire. Eppure negli interstizi, nelle pieghe, nei frattempi abita il seme di qualcosa di inedito.
LOGOut
effettuato da Marco Sanavio
La canzone è davvero un po’ pesante da seguire, ma può stimolare a percepire e riesprimere sensazioni di noia e di insofferenza. Un’idea interessante può essere quella di infilarsi
dentro un grande sacco nero per la raccolta delle immondizie facendo attenzione a creare
un foro per uscire con la testa e respirare. Adagiati sul pavimento, in penombra, si possono
guidare i componenti del gruppo a focalizzare una situazione di noia dalla quale si desidera
uscire. Poi si rompe il sacco nero facendo forza con le braccia e si “rinasce” alla novità
dell’attesa.
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TERZA DOMENICA
Il compito di muoversi nella novità
Vangelo: Gv 1,6-8.19-28
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero
per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò.
Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu
Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora:
«Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che
cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero:
«Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete,
colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Brano 1 – testo
IL MIO GIORNO MIGLIORE
Giorgia
MAGIC GUITAR (per suonare dal vivo) a cura di Roberta Malipiero
http://www.accordidelmomento.com/2011/06/accordi-il-mio-giorno-miglioregiorgia.html
viaggerò fino al mare
passando dal sole
tu mi vedrai
vengo a prenderti
quanto costa l’amore
nel telegiornale
non crederci
vengo a prenderti
quanto basta ad un cuore
per dirsi felice
di vivere
tu sorridimi
dammi ventiquattr’ore
ti vengo a cercare
tra venere e le lucciole
un giorno migliore migliore migliore
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dimmi cos’è questa luce che viene dall’anima
e mi fa ballare
dimmi cos’è
che distende le pieghe dell’anima
dimmi cos’è
è il mio giorno migliore migliore migliore migliore
viaggerò senza sosta
qui nella mia stanza
e tu ci verrai
sto aspettandoti
quanto costa la guerra
se non c’è speranza di vincerla
devi arrenderti
a me basta trovarti stanotte
ai confini dell’essere
o non essere
dammi un attimo e arrivo
mi vesto di scuro
tu mi vedrai
vengo a prenderti
dimmi cos’è questa luce che viene dall’anima
e mi fa ballare
dimmi cos’è
che distende le pieghe dell’anima
dimmi cos’è
che distende le pieghe nell’anima
dimmi cos’è
è il mio giorno migliore
migliore è il mio giorno migliore
dimmi cos’è questa luce che viene dall’anima
e mi fa ballare
dimmi cos’è
dimmi cos’è
che distende le pieghe dell’anima
dimmi cos’è
è il mio giorno migliore
è il mio giorno migliore
questo è un giorno migliore
LOGIN
effettuato da Romeo Sinigaglia
La felicità ha la forma di una presenza, presenza di qualcuno nelle pieghe dell’anima, una
luce che orienta la nostra attesa. Non è un caso che al 36° secondo del brano sia stato inserito un vagito di un bambino. Può essere quello di Samuel, figlio avuto 15 mesi fa.
Alla domanda «dimmi cos’è?» del testo si possono aggiungere un sacco di parole come
la felicità, l’amore, l’ottimismo e la risposta è sempre: qualcuno da aspettare.
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LYRICS AND MUSIC postato da Giulio Osto
Un ritmo pulsante di cuore e di voce. Sono i passi di un viaggio, a passo di danza leggera
e decisa. Una determinazione scoppiata da un’attrazione, da una molla che accende il
cammino. Viaggerò, vengo a prenderti, ti vengo a cercare: è un muoversi nella novità. C’è
un cammino, c’è qualcuno, c’è ricerca. C’è una luce da attraversare e allo stesso tempo
che ci avvolge e noi siamo suoi testimoni. Chi sei tu? Dimmi cos’è? C’è una novità! Non
è un giorno qualunque, ma è un giorno migliore. Magis. C’è qualcuno! Tutto inizia. Il mistero
di una presenza da prendere, da aspettare, da trovare, in ventiquattr’ore ma anche in un
attimo. Una presenza che frantuma il falso amore da news e la disperazione della guerra.
Il mistero di una presenza, del novum, del vino nuovo, di colui che sta in mezzo a noi che
non conosciamo: dimmi chi è?
SOUND AND COLORS postato da Giulio Osto
Un lampo di luce che dona energia, novità. Luci e colori, pulsazioni, primi piani, colori e
grigi. Il ritmo delle quattro stagioni, tra stelle, alberi, i colori della primavera. Il giorno e la
notte. Un quid che abbraccia tutto il cosmo e vorrebbe tradurlo in una danza di tutti. Una
gioia da danzare con vestiti con tutti i colori. Una gioia che fiorisce e fa guardare il cielo e
cantare perchè le pieghe dell’anima sono così distesa da diventare un fascio di colore che
si appende al cielo. Sono i colori della vita e la vita dei colori. È la vita che nasce, sì da
una placenta che sprigiona movimento e sorgente di colore.
LOGOut
effettuato da Marco Sanavio
Ciascuno può gonfiare un palloncino e scriverci sopra qual è stata per lui la novità più
bella dell’anno che si sta chiudendo. Poi si può danzare (luci soffuse creano meno imbarazzo) con i palloncini in mano, facendoli incontrare/scontrare tra di loro. Diventa danza
delle persone ma anche dei palloncini/novità.
Al termine ciascuno legge e –se vuole- racconta per esteso la novità scritta sul suo palloncino. Ogni novità, però, è passeggera: ben presto può divenire quotidianità, consuetudine, già visto. La vera novità, nel senso di “cosa ultima” è l’incontro con Cristo. Si possono
scoppiare i palloncini che non sono più novità e tenere quello con la parola “Cristo” che
avremo preparato in precedenza.
Brano fresco e frizzante si presta bene come invito alla danza. Un vero peccato ascoltarlo
fermi e seduti.
Brano 2 – testo
IL MONDO NUOVO
Neffa
MAGIC GUITAR (per suonare dal vivo) a cura di Roberta Malipiero
http://www.guitaretab.com/n/neffa/199159.html
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È meglio una delusione vera
di una gioia finta
ma quando la delusione cresce
la pressione aumenta
sarà che la pioggia batte forte
sulla mia finestra
sarà che alla fine della notte
mi chiedo cosa resta
però poi arrivi tu
ti siedi dove vuoi e butti giù
la mia malinconia di vivere
e tutto sembra già possibile per me
Preso dentro al buio che avanza
vieni tu a dare luce al mio giorno
trascinato sotto dall’onda
ho rincorso il mondo nuovo
la tua mano tesa mi è apparsa
e adesso sto risalendo
per favore non fermarti ora
Mio padre ha visto il primo uomo
andare sulla luna
e ora che è già il futuro
più nessuno se ne cura
capita che mi sveglio all’alba
quando l’aria è fresca
pensando alle mie illusioni
di un’estate ormai persa
però poi arrivi tu
ti siedi dove vuoi e butti giù
la mia malinconia di vivere
e tutto sembra già possibile per me
Preso dentro al buio che avanza
vieni tu a dare luce al mio giorno
trascinato sotto dall’onda
ho rincorso il mondo nuovo
la tua mano tesa mi è apparsa
e adesso sto risalendo
per favore non fermarti ora
Quasi mille miglia
più lontano io sono
bella mia sogna
fino a quando io tornerò
quasi mille miglia
più lontano io sono
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bella mia sogna
fino a quando io tornerò
Preso dentro al buio che avanza
vieni tu a dare luce al mio giorno
trascinato sotto dall’onda
ho rincorso il mondo nuovo
la tua mano tesa mi è apparsa
e adesso sto risalendo
per favore non fermarti ora
Preso dentro al buio che avanza
trascinato sotto dall’onda
la tua mano tesa mi è apparsa
e adesso sto risalendo
LOGIN
effettuato da Romeo Sinigaglia
«How beauteous mankind is! O brave new world that has such people in’t!».
(trad. «Com’è bello il genere umano! Oh mirabile e nuovo mondo che possiedi abitanti
così piacevoli!»)
Il titolo della canzone riecheggia questo brano di William Shakespeare che a sua volta dà
il titolo al romanzo “Il mondo nuovo” di Huxley, da cui Neffa ha tratto ispirazione.
E’ un racconto ambientato nel futuro dove vi è una società ideale: l’umanità è finalmente
libera da preoccupazioni, sana, tecnologicamente avanzata, priva di povertà e guerra,
permanentemente felice. Tuttavia questa condizione ideale è ottenuta sacrificando le cose
che generalmente consideriamo importanti per l’essere umano: la famiglia, l’amore, la diversità culturale, l’arte, la religione, la letteratura, la filosofia e la scienza. Un film ispirato
a questo romanzo è The Island di Michael Bay.
Non saranno la perfezione e il progresso da soli a dare quello che il nostro cuore cerca:
«è meglio una delusione vera che una gioia finta». Ogni persona che viene al mondo lo
sconvolge, ogni persona che entra nella nostra vita è un mondo nuovo.
LYRICS AND MUSIC + SOUND AND COLORS postato da Giulio Osto
Venne un uomo mandato da Dio... per dare testimonianza alla luce. È un mondo nuovo
che avanza. Oguno di noi preso dal buio che avanza attende un testimone che porti luce.
È questo incontro a donare novità. A sciogliere la malinconia. Una storia raccontata con
schiettezza e determinazione. Il racconto del tempo scorre e della novità che lo colora.
Quando qualcosa cambia inizia un controcanto, c’è una presenza. Il realismo e la fedeltà
alla terra abbandonando nostalgie e illusioni. Una ventata di disincanto che risveglia la
novità di ciò che rende veramente il mondo nuovo: un “tu” che appare. Teso, da accogliere,
che fa risalire. Un racconto in prima persona, davanti ai riflettori, in primo piano, faccia a
faccia, quasi sfacciato. Eppure anche se preso dal buio, è proprio dal volto che nasce il
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mondo nuovo. Un volto che specchia e ri-specchia il volto degli altri. Un ‘tu’ che ti fa incontrare, ti fa ri-flettere, sul mondo che si riflette. Un volto che sembra sospeso, eppure è un
riflesso di luce nel buio. È un volto che ri-specchia tutto attorno. La possibilità di ritrovare
il proprio volto è una mano tesa per risalire. Muoversi nella novità è riflettere un mondo
nuovo ed è un mondo nuovo per riflettere. Allo specchio tutto è al contrario e anche il
mondo più vecchio, cambia volto.
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effettuato da Marco Sanavio
Due cestini riempiti di biglietti con parole “vecchie” e “nuove”. Da pietra focaia a iPad la
gamma di termini proposti può abbracciare generazioni e generazioni. Spetta poi ai componenti del gruppo sceglierne 6 a testa (tre vecchie e tre nuove) e comporre un breve racconto che includa le parole pescate dai cestini. Ascoltare i vari racconti aiuterà a focalizzare
l’attenzione su “vecchio e nuovo” e potrebbe trasformarsi in un’occasione per non considerarli in contrapposizione ma in continuità.
Buona anche l’idea di preparare una celebrazione dove ciascuno possa bagnare con l’acqua una parte del suo copro che desidera “guarire” o rinnovare: testa, cuore, mani,
bocca…
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QUARTA DOMENICA
Il compito di accogliere la vita nuova
Vangelo: Lc 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di
nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati,
piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto
come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà
grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà
fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo
ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato
Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito
anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Brano 1 - testo
LOVE IS A LOSING GAME
Amy Winehouse
MAGIC GUITAR (per suonare dal vivo) a cura di Roberta Malipiero
http://www.guitaretab.com/a/amy-winehouse/84927.html
For you I was the flame,
Love is a losing game
Five story fire as you came,
Love is losing game
One I wish I never played,
Oh, what a mess we made
And now the final frame,
Love is a losing game
Played out by the band,
Love is a losing hand
MOre than I could stand,
Love is a losing hand
Self professed and profound
Tilter tips were down
Know you’re a gambling man
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Love is a loosing hand
Tho’ I battled blind,
Love is a fate resigned
Memories mar my mind,
Love is a fate resigned
Over futile odds,
And laughed at by the Gods
And now the final frame,
Love is a losing game
Traduzione: L’amore è Un Gioco Perdente
Per te ero una fiamma
l’amore è un gioco perdente
cinque storie, fuoco appena sei arrivato
l’amore è un gioco perdente
perchè vorrei non aver mai giocato?
che casino abbiamo combinato
e adesso la montatura finale è che
l’amore è un gioco perdente
sviluppato dal gruppo
l’amore è una mano perdente
più di quello che potevo sopportare
l’amore è una mano perdente
dichiarato da se, profondo
fino a che cadono i frammenti
so che sei un uomo che ama il gioco d’azzardo
ma l’amore è una mano perdente
sebbene io sia piuttosto cieca
l’amore è un destino rassegnato
i ricordi rovinano la mia mente
l’amore è un destino rassegnato
tutte le nostre questioni futili
e presi in giro dalle divinità
e adesso la montatura finale è che
l’amore è un gioco perdente
LOGIN
effettuato da Romeo Sinigaglia
All’esame di Pratical Criticism del corso di laurea in Letteratura Inglese, agli studenti della
Cambridge University nel 2008 è stato richiesto di mettere a paragone “You Came from
The Holy Land” una lirica di sir Walter Raleigh scritta nel 1592, con il brano di Amy Winehouse “Love is a losing game”.
Mentre il poeta britannico canta l’amore eterno: “Ma il vero amore è un fuoco duraturo,
che brucia per sempre nella mente / Mai malato, mai vecchio, mai morto / che non si volge
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mai altrove”, la giovane cantante descrive un amore che non solo finisce rapido come una
fiamma che si consuma, ma lascia dietro di sé una cenere di sofferenza, insoddisfazione
e rimpianto: “L’amore è un gioco a perdere, che non avrei mai voluto giocare / Che casino
abbiamo combinato/ […] L’amore è una mano perdente / più di quello che potevo sopportare / l’amore è una mano perdente”.
E’ una bella sfida! Il poeta descrive forse il mondo che vorremmo, Amy quello che ha vissuto.
LYRICS AND MUSIC postato da Giulio Osto
Nella sua estrema semplicità il testo di questa canzone è un racconto tutto d’un fiato con
tre respiri ognuno dei quali sospira una definizione dell’amore. Prima: Love is a losing
game, poi Love is a losing hand e, infine, Love is a fate resigned. Una voce di disincanto,
di realismo, di descrizione pacata, con una vena di malinconia veritiera. È come una nebbia
che si dirada e fa scoprire come stanno le cose, quelle di sempre, che abbiamo sempre
visto e incontrato. C’è una realtà da accogliere. C’è da perdere una nebbia che nasconde
e protegge, per fare vuoto e riempirsi di verità. Chi perde la sua vita, la salva. Nulla è impossibile a Dio. Una mano perdente è una mano che dona. Una mano trafitta. Una mano
aperta che accoglie la vita, sostiene, sopporta, regge. La cornice finale (the final frame)
dell’amore è l’abbandono. Perchè perdersi, nell’amore, non è un gioco perdente.
LOGOut
effettuato da Marco Sanavio
Si possono ritagliare le varie frasi dal testo di questa canzone e metterle a disposizione di
ciascun componente del gruppo. L’idea può essere quella di riscrivere il testo partendo
dalla propria esperienza di amore, “gioco in perdita” più che un gioco perdente. Oppure di
scegliere una frase a testa e verificare quali siano le preferite e perché. Può aiutare la visione di qualche scena tratta da film in cui l’amore non sia solo quello romantico tra uomo
e donna (Es. “In un mondo migliore”) ma possa emergere da altre relazioni e metta in luce
dinamiche di dono.
Interessante anche l’idea di bendare i componenti del gruppo, disporli a coppie uno di
fronte all’altro con solo le mani a contatto e far comunicare loro dei sentimenti suggeriti a
voce alta dal formatore guida (es: “comunicate gioia”, “comunicate solitudine”). La difficoltà
di esprimersi solo con le mani può trasformarsi in un interessante esperimento sull’ascolto
dell’altro che ci sta di fronte.
Brano 2 - testo
SALVAMI
Modà
MAGIC GUITAR (per suonare dal vivo) a cura di Roberta Malipiero
http://www.accordidelmomento.com/2011/08/accordi-salvami-moda.html
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E va sempre così...
che tanto indietro non si torna
E va sempre così...
che parli ma nessuno ascolta
E va sempre così...
che vuoi cambiare ma non servirà
soltanto una promessa...
Salvami e allunga le tue mani verso me
Prendimi e non lasciarmi sprofondare
Salvami ed insegnami ad amare come te
e ad essere migliore
E va sempre così...
che tanto lei POI non ritorna
E va sempre così...
CHE aspetti il sole e cade pioggia
E va sempre così...
che credi di aver tempo e invece è già
invece è primavera
Salvami e allunga le tue mani verso me
Prendimi e non lasciarmi sprofondare
Salvami ed insegnami ad amare come te
e ad essere migliore...
Salvami e allunga le tue mani verso me
Prendimi e non lasciarmi sprofondare
Salvami ed insegnami ad amare come te
e ad essere migliore...
LOGIN
effettuato da Romeo Sinigaglia
Francesco Silvestre, il cantante, ha raccontato: «“Salvami”: un pezzo a cui sono molto legato perché racconta di un momento particolare della mia vita, è un dialogo tra me e Dio
fatto in un periodo difficile».
Salvami e allunga le tue mani verso me
Prendimi e non lasciarmi sprofondare
Salvami ed insegnami ad amare come te e a essere migliore.
Quell’amare come te non è forse accettare un “amore perdente”(Amy W.)?
La vita nuova non nasce dal saper vivere ciò che la vita offre oltre a quello che ti ha fatto
perdere?
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LYRICS AND MUSIC + SOUND AND COLORS postato da Giulio Osto
Un impossibile rewind per riallacciare un filo spezzato, un colore divenuto grigiore, una
corsa finita in un vicolo cieco: un concerto annullato, un incendio ormai scoppiato. Eppure
la vita non è un video e indietro non si torna. Una band diventa una sala d’attesa. I vetri di
uno studio di registrazione, i finestroni di un ospedale. Solo la preghiera può squarciare lo
sguardo e aprire nuovi panorami. Il grido dell’invocazione squarcia le nubi e solleva. Sì,
allora la luce entra: ritorna il colore dopo il grigiore del dolore. Dopo il black-out si accendono gli amplificatori, si aprono i cancelli e si canta a squarciagola con le mani alzate il
segreto per accogliere una vita nuova: il respiro dell’anima, la preghiera. Le mani alzate,
la resa e l’arresa al mistero. Le mani alzate e le ginocchia piegate: uno dei gesti più rivoluzionari e contestatori. Pregare per amare. Pregare per rompere il destino (va sempre
così...). Il gesto della preghiera è il compito di accogliere la vita: è attenzione, vuoto, spazio
per l’inedito, il fuori programma: il singolo che siamo.
LOGOut
effettuato da Marco Sanavio
Pregare con il corpo. Muoversi lentamente e sollevare le mani al cielo al ritmo di una musica meditativa. Oppure ascoltare il respiro, rallentarlo, chiudere gli occhi e ripetere ad
ogni espirazione una frase breve (es. “Signore, aiutami ad accogliere la vita nuova”, “Figlio
di Davide, abbi pietà di me”) che esprima lo stato d’animo e la richiesta di ciascuno. Si
tratta di una tecnica antica molto diffusa nel monachesimo orientale sin dai tempi dei Padri
del deserto chiamata “preghiera del cuore” o “esicasmo” (cf. www.esicasmo.it).
Vanno bene anche altri stili di preghiera purchè inducano il gruppo ad un atteggiamento
di accoglienza e di ascolto. Può essere utile un momento finale di condivisione.
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BONUS TRACK di Marco Sanavio
Come nelle migliori compilation anche nella nostra lista di brani c’è una canzone extra che
impreziosisce il valore della raccolta. Si tratta di “Fare le valigie” di Luca Carboni, un brano
che ci conduce nel tema generatore del viaggio, metafora della vocazione e della vita
stessa. La caznone, molto solare, invita ad accettare i cambiamenti della vita. Il tema aiuta
a rileggere la vicenda di Maria e Giuseppe, costretti a fare le valigie, non come una coppia
legata dall’amore romantico ma come “sposi promessi”, ovvero una sorta di matrimonio
combinato. Anche se non si sono scelti Maria e Giuseppe accolgono l’amore reciproco
come un cammino da perfezionare ogni giorno.
La canzone è proiettata verso l’estate, un’estate che diventa innanzitutto sole del cuore
prima ancora che stagione dell’anno, ma sottolinea anche che l’estate è passeggera e
dopo le ferie altre valigie ci attendono.
I temi che possiamo sviluppare a partire da questo brano possono essere:
il viaggio
il viaggio della vita
i viaggiatori
i profughi
cosa metterei io in valigia
i colori, luce di Dio (vedi testo)
il domani e la novità
Sul sito www.diweb.it nella sezione dedicata alla proposta per l’Avvento 2011 trovi l’intervista che Luca Carboni ci ha rilasciato in esclusiva sul legame tra musica pop e Vangelo.
FARE LE VALIGIE
Luca Carboni
MAGIC GUITAR (per suonare dal vivo) a cura di Roberta Malipiero
http://cantarevolare.blogspot.com/2011/10/fare-le-valigie-luca-carboni-testo-e.html
Mi piacciono i tuoi occhi rossi col flash
Riascoltare un vecchio disco dei Clash
Trovare un paese dentro ad una città
E navigare in questa dura realtà
Mi piace pensare a un secolo fa
A quelli che han creduto nella velocità
Mi piace il domani e le novità
Insomma mi piace che un’altra estate arriverà
Fare le valige sapere che si ripartirà
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Insomma mi piace che anche l’estate passerà
Fare le valige sapere che si ripartirà
Perchè mi piace sentire il tempo che va
Sapere che tutto poi cambierà
Mi piaci tu e mi piaccio anch’io
E tutti questi colori, luce di Dio
E stare a parlare un pò con mio zio
Mi piaci tu è un problema mio
Insomma mi piace che un’altra estate arriverà
Fare le valige sapere che si ripartirà
Insomma mi piace che anche l’estate passerà
Fare le valige sapere che si ripartirà
Impaginazione: Marco Ghedin - Centro grafico diocesano Padova
Copertina: Filippo Andreacchio - Lamorfalab.com
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