Amici della Vecchia Accademia Decennale 2006
Transcript
Amici della Vecchia Accademia Decennale 2006
Amici della Vecchia Accademia Decennale 2006-2016 Chiavenna, 15 ottobre 2016 28 1 Amici della Vecchia Accademia 2 Presidente 2006-2016 Sig. Barlascini Claudio Presidente pro-tempore Sig. Marchettini Giovanni Andreassi Fernando Arista Maria Luisa Barlascini Claudio BiancottiMauro Capitano Arnone Ida Catinella Vincenzo Cerracchio Francesco Saverio De Giorgi Guzzi Piera Del Nero Valerio Domenighini Gianfranco Donchi Rezio Felloni Stefania Ferrara Enrico Fiorina Rosanna Frosio Svanosio Giuliana Garrozzo Puglisi Domenica Gisolfi Valeria Grimaldi Carmine Impronta Pellegrino Laini Evangelina Lorenzini Trinchera Franca Lorenzoni Valeria Luraghi Davide Marchettini Giovanni Margiotta Paola Maule Casimiro Nobili Pereda Maria Grazia Paiusco Gianni Patanè Giuseppe Rapella Barlascini Angela Rebai Umberto Rochetti Tibi Alda Sarcinelli Pinotta Sava Guadagnino Ornella Schiantarelli Giandomenico Tavelli Marco Tibi Mauro Trinchera Diego Vaccari Titti Vesco Bravo Alfonsa Volpati Adelio 27 Hanno partecipato alla realizzazione dell’evento Dirigente Scolastico Prof. Massimo MINNAI Prof. di Cucina Prof.ssa di AccoglienzaProf.ssa di Sala Bar Maffezzini Donato Della Bella Gina Capalbo Francesca V Enogastronomia B III Accoglienza IV Sala e Vendita Bertalli Filippo Mottarlini Sara Bonfanti Marta Casciello Dario Lucchinetti _Martina Cacciatori Alessandra Cerri Andrea Della Morte Arianna Caratti Emanuela Colli Andrea Scherback Anastasia Dedja Erisa Colzada Giovanni Del Re Elisabetta Copes Samuele Levi Claudia Guarnera Elio Marcato Caterina Luchina Valeria Masolini Christian Mangioni Stefano Memeo Jessica Manusardi Giovanni Ratti Giulia Maraffio Jacopo Scaramella Anna Martinoli Michela Silvani Alessandro Moiola Linda Zampatti Valentina Amici della Vecchia Accademia in collaborazione con Istituto Professionale Alberghiero “Crotto Caurga” di Chiavenna Pantiru Costantin Andrei Pasini Anna Pedroncelli Lucrezia Pedroncelli Sara Ravelli Aurora Sala Vittoria Sangalli Elisa Simonetta Maicol Sterlocchi Andrea Tonola Mara A.T.Martina Carmine Si ringraziano per la preziosa collaborazione il Prof. Biagio Longo per l’allestimento della mostra e la Sig.ra Sabrina Sartori per la realizzazione dei centriotavola. 26 3 Proposta abbinamento cibo-vino Dalla rivisitazione della tradizionale ricetta del tiramisù ci orienta verso “Ispirazione” vino passito delle Cantine Nino Negri ottenuto dal 50% di Muscat Blanc à petit grains e 50% di Sauvignon Blanc, uva in parte attaccata da Botritys cinerea, i cui vigneti sono posti lungo la sponda destra dell’Adda. A febbraio, con una pressatura soft e qualche giorno di decantazione, si ottiene il mosto che viene lasciato fermentare per circa un mese. La maturazione avverrà in botti di rovere per 18 mesi. Il nostro passito, dal colore giallo oro, riserverà un’esplosione di morbidezza che si misurerà con la gradevole freschezza e una equilibrata alcolicità, intrecciandosi ai profumi e sapori di albicocca ed erbe alpine. Le note zuccherine presenti nel vino si armonizzano con la dolcezza della preparazione che, arricchita dall’aromaticità e dalla succulenza dei suoi ingredienti, trova nel vino proposto la giusta intensità ed alcolicità. Lunga la PAI , accompagna nel finale il nostro dessert, lasciando in bocca la piacevole sensazione dolce e speziata che lo caratterizza. Valori nutrizionali Peso lordo g Parte edibile % Netto edibile g Protidi g Lipidi g Glucidi g Energia Kcal Savoiardi 200 100 200 23.9 18.4 139.2 782 Zucchero 50 100 50 0 0 52.2 196 Mascarpone 125 100 125 9.5 58.7 0.4 568.7 Uovo intero 60 87 48 5.9 4.2 0 61.4 Castagne precotte 120 88 105 2.6 1.4 27.4 126 Sciroppo di mele 130 100 130 0 0 67.2 338 Cioccolato fondente 40 100 40 2.3 13.6 21.6 218 174.5 11 24.8 73 572.5 Totale per una persona Qui si conclude, dolcemente , il nostro percorso enogastronomico. Grazie di aver scelto di condividere con noi la vostra festa! 4 25 Scheda organolettica del cibo e del vino Ingredienti SENSAZIONI GUSTO-OLFATTIVE SENSAZIONI GUSTO-OLTATTIVE DEL CIBO DEL VINO morbide Savoiardi Zucchero dure Dolcezza Dolcezza Tendenza dolce Contrapposizione Concordanza Dolcezza Dolcezza Effervescenza Sapidità Mascarpone Grassezza Succulenza Acidità Alcolicità Aromaticità Uova intere Intensità olfattiva Grassezza Succulenza Tendenza dolce Acidità Alcolicità Effervescenza Tendenza dolce Effervescenza Sciroppo di mele Cioccolato fondente Sapidità Grassezza Succulenza Acidità Alcolicità Dolcezza Succulenza Alcolicità Dolcezza Aromaticità Intensità olfattiva Aromaticità Intensità olfattiva Succulenza Alcolicità Grassezza Acidità 24 In una terra austera, dove la montagna offre i suoi doni obbedendo solo alle leggi della natura e allo scandire delle stagioni, nasce la cultura enogastronomica valtellinese e valchiavennasca. Una cucina parca, semplice, legata ai sapori genuini del passato. Per poter entrare nella tradizione è stato necessario ripercorrere la storia socio-economica del territorio, cercare di capire la psicologia della gente di montagna, la necessità di adattare la cucina alle poche risorse agricole che la montagna offriva. Nei secoli passati le carni sia bovine che di selvaggina così come i pesci di torrente, comparivano solo sulle poche tavole dei nobili e dei religiosi cotte direttamente sul fuoco per tutto il Medioevo, e poi sugli spiedi aromatizzati da bacche di ginepro, alloro e rosmarino. La maggior parte della popolazione si doveva accontentare di cibi elaborati con le farine di frumento, segale, mais, derivanti dalle coltivazioni praticate nei terrazzi fluvio-glaciali, delle risorse del bosco come i funghi porcini e di tante varietà di frutti, dai mirtilli alle fragole alle castagne, consumate sia secche cotte nel latte, sia macinate in farina che mescolata a quella di frumento serviva per fare gli "gnocchi di castagne" da cuocere in brodo di gallina sgrassato e conditi con burro e formaggio. Sapidità Castagne precotte Prefazione Oltre alla lavorazione delle farine condite con il burro e il formaggio, praticata in ogni casa contadina, che domina, ancora, oggi la scena culinaria valtellinese locale, la Valtellina si è imposta sul panorama culinario italiano ed internazionale per la particolarità delle sue Denominazione d'Origine Protetta: il Bitto DOP e il Valtellina Casera DOP e per la Bresaola IGP, conosciuta fino agli anni Quaranta solo nella provincia di Sondrio. Dei primi piatti, che in realtà sono piatti unici della tradizione contadina, è bene far memoria della polenta taragna, condita con i formaggi e il burro degli alpeggi e i pizzoccheri della Valtellina M.C.G. (Marchio Collettivo Geografico), la cui ricetta originale è geloso segreto dell’Accademia del Pizzocchero di Teglio, preparati con la farina nera di grano saraceno e cotti con la verza (oppure coste o fagiolini) e le patate, conditi con formaggio Casera DOP, grana grattugiato, burro fuso profumato all'aglio, salvia e pepe nero – meglio ancora se con la Pesteda: composto 5 aromatico di antica e segreta ricetta della gente di Grosio; quelli della Valchiavenna, invece, si preparano con farina bianca, pane secco e latte e vengono conditi solo con il Casera DOP e il parmigiano grattugiato e una sferzata di cipolla imbiondita nel burro. Con la farina di grano saraceno si preparano anche gli “sciatt”, frittelle di grano saraceno e formaggio Casera DOP e i “chisciöi”, frittelle ricoperte di formaggio fuso. Per i “taiadìn” nelle varie versioni si usa invece la farina bianca, come per i “pìpi”, gnocchetti allungati cotti con le patate. Molta la varietà di questi piatti conditi con abbondante formaggio e burro, che si tratti di gnocchi, di pasta o di polenta. La verza, le patate, le rape, le cipolle, la zucca, i fagioli saranno presenti in preparazioni semplici, ma gustose che segnano la cadenza delle stagioni. Nella cucina tipica ha un posto di rilievo anche il maiale con cui si fanno ottimi insaccati e di cui si utilizza tutto, dal sangue alle cotenne, orecchie, muso, coda, ossa con cui si fa la “urgiàda o dumèga o orzàda”, la minestra d'orzo che in passato preparavano i contadini benestanti, che potevano permettersi di allevare e macellare il maiale e nella quale venivano cotti tutti gli scarti a riempire un grande pentolone che nel giorno stesso dell'abbattimento del maiale veniva offerta ad amici e vicini. La minestra che rimaneva veniva conservata in mastelli e consumata per venti e più giorni facendola ribollire giorno per giorno. Oggi questo piatto nella versione originaria è caduto in disuso per le mutate condizioni economiche, così come la “panigada” il cui nome deriva da panìco, cioè miglio che veniva liberato del guscio da ragazzi che lo pestavano a piedi nudi o calzando scarpe con le suole ben lavate nella soffitta dove, una volta essiccato, era stato sparso nel pavimento. La “panigada” era una minestra di miglio cotto nell'acqua con l'aggiunta di castagne secche; a cottura ultimata il miglio cuoceva qualche altro minuto nel latte. Anche se con meno presenze, fra i primi piatti dobbiamo ricordare il riso preparato sia con verze e fagioli sia con i “revertis”, cime tenere di luppolo selvatico che nasce spontaneo e si coglie nelle siepi in aprile o all'inizio di maggio. In questi ultimi anni sono nati numerosi punti di ristoro agrituristici alcuni anche dediti alla bio-agricoltura. In una terra dove l'allevamento e la coltivazione di ortaggi e di frutta sono da sempre fonte di sostentamento ed attività economica importante, l'agriturismo non si è affermato certo come moda del momento. Al contrario, è il segno tangibile dell'apprezzamento crescente e della qualità immutata dei prodotti tipici e gastronomici locali. 6 Tiramisù con crema di castagne e mele di Valtellina (Ingredienti per 4 pax) Savoiardi morbidi Mascarpone Zucchero Uova Sciroppo di mele Castagne precotte Cioccolato fondente 200 g 125 g 50 g 1 1 dl 120g 40 g Procedimento Prendere le castagne e frullarle fino ad ottenere una purea. Dividere l’albume dal tuorlo e montarlo a neve. In una bowl mettere il tuorlo e lo zucchero e montare con frusta elettrica a velocità sostenuta. Aggiungere il mascarpone ed amalgamare bene e, aiutandosi con una spatola di silicone, incorporare gli albumi e la purea di castagne. Prendere una doppia coppetta e alternare un cucchiaio di crema con uno di savoiardi bagnati nello sciroppo di mela e qualche pezzettino di castagna, per almeno tre volte. Guarnire con una castagna caramellata, una fetta di mela disidratata e del cioccolato fondente. Note e curiosità Nella cultura contadina e montana le castagne erano chiamate “pane che cresce sugli alberi” perché spesso sostituivano i cereali come base dell’alimentazione. Le castagne non sono solo buone, ma fanno anche bene alla salute perché molto energetiche e ricche di fibre e sali minerali. Secondo la tradizione medievale curavano numerose malattie come febbri, mal di stomaco e emicrania e avevano proprietà afrodisiache se lasciate macerare nel vinoLa tradizione vuole che la prima castagna avvistata per strada durante l’au- 23 Valori nutrizionali Guanciale di vitello Farina bianca Farina gialla Burro Funghi Patate Carote Sedano Cipolla Prezzemolo Rosmarino Vino rosso Demi glace Olio Sale Pepe Timo Salvia Ginepro Totale per una persona Peso lordo g Parte edibile % Netto edibile g Protidi g Lipidi g 600 100 600 12.42 16.2 20 180 70 600 200 150 100 30 q.b. q.b. 100 1500 10 q.b. q.b. q.b. q.b. q.b. 100 100 100 92 83 95 80 83 20 180 70 552 166 142.5 80 24.9 1.6 15.7 0.6 21.5 3.5 1.5 1.8 0.2 0.8 4.8 58.4 3.8 1.6 0.3 0.2 0 100 100 100 10 Marchio del Fungo Porcino della Tradizione Valtellinese La qualità e l’arte nella lavorazione dei Funghi Porcini è diventata un Marchio Collettivo Geografico, ovvero “il Porcino della Tradizione Valtellinese“. Questo Marchio ha la funzione di garanzia della qualità, della natura e dell’ origine di un prodotto agroalimentare grazie alla presenza di un disciplinare, di un regolamento d’uso e di un sistema di controlli. Questo marchio tutela la lavorazione artigianale dei Funghi Porcini ed è stato promosso da Confindustria Sondrio Glucidi g 13.4 145.4 0.7 5.5 29.7 10.8 1.9 1.5 Energia Kcal 142 57.8 362 530.5 143.5 136 49.8 16 6.4 75 9.9 89.9 Oggi la tradizione culinaria continua a proporre i vecchi sapori e le ricette di un tempo, ricercando l’originalità dei prodotti locali, valorizzandone le caratteristiche organolettiche e ricercando negli aspetti nutrizionali una nuova chiave di lettura nella ricerca di un’alimentazione sana. Leonardo da Vinci non dsdegna di ricordar l’esperienza fatta in Valchiavenna nel suo “Codice atlantico” dove scive … « Su per lago di Como di ver Lamagnia è valle di Ciavenna dove la Mera fiume mette in esso lago. Qui si truova montagnj sterili e altissime chon grandi scogli. In queste montagnie li uccielli d'acqua dette maragonj. Qui nasscie abeti larice eppinj, daini stambuche, chamoze e teribili orsi. Non ci si pò montare se non a 4 piedi. Vannoci i villani a tempi delle nevi chon grande ingiegnj per fare trabochare gli orsi giù per esse ripe. Queste montagnj strette metano i meno il fiume. Sono a desstra e assinistra per isspatio di miglia 20 tutte a detto modo. Truovasi di miglio i miglio bone osterie. Su per detto fiume si truova chadute di acqua di 400 braccia le quale fanno belvedere. Ecci bon vivere a 4 soldi per ischotto. Per esso fiume si chonduce assai legniame.» Una delle caratteristiche più importanti è il ferreo legame tra territorio e viticoltura, mirabilmente testimoniato dagli arditi terrazzamenti su cui sono stati ricavati i vigneti con immane fatica ed impegno costante di generazioni di agricoltori, tanto da farla definire "Viticoltura eroica" ed entrare nel ristretto novero delle località tutelate dall´U.N.E.S.C.O. come patrimonio dell´umanità. La lavorazione, esclusivamente a mano, comprende varie fasi: la scelta dei migliori funghi porcini; la scottatura in acqua e aceto; il confezionamento, uno ad uno in vetro o in latta, in olio di oliva. Per terminare con il trattamento termico che garantisce la sicurezza igienico-sanitaria del prodotto. 22 Prima di Leonardo Da Vinci che decanterà i “Vini potenti ed assai” della valle, Virgilio nelle “Georgiche” fa riferimento alla “Retica vite”. Nel vino ritroviamo traccia evidente dei colori, profumi e sapori della terra, della roccia, del sole e del freddo delle montagne che conferiscono al suo vitigno, il nobile nebbiolo ("Chiavennasca"), un'impronta originale.La viticoltura della Valtellina e Valchiavenna basa la sua forza su questo vitigno, capace di esprimere il valore della vigna e del vignaiolo. La varietà viticola valtellinese è arricchita dalla Pignola valtellinese, dalla Rossola e dalla Brugnola. 7 Sedano Diego Zoia, autore valligiano, ha dedicato una meticolosa ricerca alla terra di una viticoltura eroica ben rappresentata dal gerlo, utilizzato per il trasporto a valle dell’uva raccolta. Ma il gerlo è anche il ricordo del trasporto a spalla, dalla valle su in alto nei pendii, della terra utilizzata per riempire i terrazzamenti creati con i muretti a secco. Testimonianze certe sui dissodamenti e terrazzamenti si hanno a partire dai primi secoli del secondo millennio, con un’accentuazione dal Trecento al Cinquecento, anche per il progressivo aumento della popolazione ed una successiva ripresa dopo la grave crisi del Seicento. Dagli archivi storici risulta che la motivazione che portò i Grigioni ad occupare la Valtellina fu proprio la produzione viticola. La Valtellina si pregia di due DOCG, Valtellina Superiore - con le sottozone Sassella, Valgella, Inferno, Grumello e Maroggia - e Sfurzat di Valtellina, della DOC Rosso di Valtellina e della IGT Terrazze Retiche di Sondrio. I pregi degli austeri vini Valtellinesi rimangono impressi nella memoria di chi ha la fortuna di assaggiarli. Tendenza acida Tendenza dolce Morbidezza Effervescenza Sapidità Aromaticità Tendenza acida Prezzemolo Tendenza dolce Intensità olfattiva Morbidezza Effervescenza Sapidità Timo Speziatura Aglio Ginepro Aromaticità Speziatura Salvia Rosmarino Aromaticità Aromaticità Demi-glace Succulenza Intensità olfattiva Intensità olfattiva Intensità olfattiva Intensità olfattiva Intensità olfattiva Alcolicità Aromaticità Vino rosso Succulenza Intensità olfattiva Alcolicità Aromaticità Sale Olio Sapidità Intensità olfattiva Morbidezza Alcolicità Untuosità Aromaticità Dal 1888 al 1905 Giosuè Carducci passa le sue estati a Madesimo per curarsi alle acque termali. Durante il suo soggiorno in Val San Giacomo, si racconta che, il 27 luglio del 1888, in occasione del suo compleanno fu invitato in una cantina a festeggiare con alcune bottiglie di Sassella. Il vino era ancora giovane per essere bevuto e, approfittando dell’ingenuità dell’ospite, si pensò di invertire gli ultimi due numeri dell’annata, trasformando il 1884 in 1848. Intensità olfattiva Proposta abbinamento cibo-vino L’elogio ai territori valtellinesi si ritroverà anche in “Rime e ritmi” con “Elegia del Monte Spunte Spluga” e il sonetto “Sant’Abbondio”. Dopo un inverno tra i più asciutti e ventosi degli ultimi anni, con un’attenta selezione delle uve della vendemmia 2012, si è ottenuto un rosso nobile ed elegante: lo “Sciur” Valtellina Superiore DOCG 2012 delle Cantine Nino Negri. Alla macerazione di 12 giorni è seguito l’affinamento di 16 mese in botti di legno da 750 l nell’Antica Cantina del Castel Quadrio. Dal color porpora e una lucente limpidezza, al naso si accompagna a profumi di fruttati di lamponi e floreali di viola. In bocca la sua complessità si esprime con la raffinatezza di tannini vellutati e una freschezza che pulisce il palato lasciando, in finale, una gradevole PAI che, trova il compagno ideale in un piatto complesso e strutturato, dinamizzato da sensazioni contrastanti: la succulenza e la tendenza dolce dei ganassini e della polenta, l’aromaticità dei funghi, delle cipolle e delle erbe aromatiche, che si fonderanno in un arricchito corredo olfattivo di timo, salvia e rosmarino, completandosi nell’elegante speziatura delle bacche di ginepro. 8 21 Fu così che un mese dopo era pronta l’ode “A una bottiglia di Valtellina del 1848”, nella quale Carducci rivive le gesta risorgimentali di Verceia. A una bottiglia di Valtellina del 1948 Note e curiosità Il Lavècc é una pentola di pietra ollare della Valmalenco. Prima di essere utilizzato per la cottura dei cibi va strofinato su tutta la superficie interna ed esterna con dell'aglio, successivamente vi si fa cuocere del grasso di maiale o di manzo con cui si ungerà poi tutta la sua superficie. E importante però lasciare per circa tre giorni il grasso sciolto dentro la pentola Scheda organolettica del cibo e del vino Ingredienti Sensazioni gusto-olfattive del cibo Morbide Guanciali di vitello Sensazioni gusto-olfattive del cibo Contrapposizione Concordanza Dure Tendenza dolce Effervescenza Sapidità Succulenza Sapidità Alcolicità Morbidezza Aromaticità Intensità olfattiva Farina bianca Tendenza dolce Effervescenza Farina gialla Tendenza dolce Effervescenza Sapidità Sapidità Aromaticità Tendenza dolce Intensità olfattiva Effervescenza Sapidità Burro Grassezza Succulenza Acidità Alcolicità Aromaticità Aromaticità Tendenza acida Tendenza dolce Intensità olfattiva Intensità olfattiva Morbidezza E tu pendevi tralcio da i retici balzi odorando florido al murmure de' fiumi da l'alpe volgenti ceruli in fuga spume d'argento, quando l'aprile d'itala gloria da 'l Po rideva fino a lo Stelvio e il popol latino si cinse su l'Austria cingol di cavaliere. E tu nel tino bollivi torbido prigione, quando d'italo spasimo ottobre fremeva e Chiavenna, oh Rezia forte!, schierò a Vercea sessanta ancora di morte libera petti assetati: Hainau gli aspri animi contenne e i cavalli de l'Istro ispidi in vista dei tre colori. Rezia, salute! di padri liberi figlia ed a nuove glorie più libera! È bello al bel sole de l'alpi mescere il nobil tuo vin cantando: cantando i canti de i giorni italici, quando a' tuoi passi correano i popoli, splendea tra le nevi la nostra bandiera sopra l'austriaca fuga. A i noti canti lievi ombre sorgono quei che anelando vittoria caddero? Sia gloria, o fratelli! Non anche, l'opra del secol non anche è piena. Ma nei vegliardi vige il vostro animo, il sangue vostro ferve ne i giovani: o Italia, daremo il altre alpi inclita a i venti la tua bandiera. Effervescenza Funghi Sapidità Aromaticità Tendenza acida Intensità olfattiva Morbidezza E sulle rime di Carducci, comincia il nostro viaggio enogastronomico! Carote Tendenza dolce Effervescenza Sapidità Aromaticità 20 Intensità olfattiva 9 Ganassino di vitello al “Lavecc” al profumo dell’orto Tondelle di polenta valligiana con funghi porcini trifolati (Ingredienti per 4 pax) Guanciali di vitello Vino rosso valtellinese Demi-glace di vitello Farina bianca 00 Carote Cipolla Sedano Bacche di ginepro Timo Salvia Rosmarino Sale Farina gialla di Samolaco Funghi porcini Burro Prezzemolo Aglio Pepe nero Sale 4*150 g 1 dl 1,5 dl 20 g 2 1 media ½ gambo 2 q.b. q.b. q.b. q.b. 180g 600 g 70 g 10 g 1 spicchio q.b. q.b. Preparazione Pulire, salare e infarinare i guanciali, rosolarli bene in padella. Tagliare le verdure e farle rosolare nel lavecc con poco olio. Aggiungere i guanciali e sfumare con il vino. Quando il vino sarà completamente evaporato, coprire il tutto con acqua e lasciar cuocere a fuoco lento con il le erbe e le spezie precedentemente racchiuse in un sacchetto di tela, per circa 3 ore. A cottura ultimata togliere i guanciali dal Lavecc, filtrare il liquido di cottura. Preparare la demi-glace facendo ridurre di 1/3 il liquido di cottura e addensare, al bisogno, con maizena.Pulire i funghi porcini e affettarli in sottili lamelle. In una casseruola rosolare nel burro lo spicchio d’aglio in camicia. Aggiungere i funghi e cuocerli per 3-4’ salare e pepare. Far cuocere la polenta in abbondante acqua salata, rimestando spesso. Servire il ganassino tagliato a fette e glassato con la polenta di Samolaco e porcini trifolati completati con del prezzemolo tritato. 10 19 Proposta abbinamento cibo-vino PRANZO UFFICIALE Uno dei bianchi “ più prestigiosi” della Valtellina e Valchiavenna accompagnerà i Ravioli di grano saraceno ripieni di Taroz al burro e salvia. La nostra scelta ricade infatti su “Ca’ Brione” Terrazze Retiche di Sondrio IGT delle Cantine Nino Negri, ottenuto da uve Sauvignon, Chardonnay, Incrocio Manzoni e Chiavennasca vinificata in bianco. Le uve, selezionate e sottoposte ad appassimento per 15 giorni, dopo la vinificazione trascorrono un periodo di affinamento di 8 mesi in barrique, arricchendo il profilo cromatico e sensoriale che regala sensazioni aggrumate e fruttate di pesca e melone, completato da una piacevole nota erbacea. In bocca eleganza e morbidezza accompagnano una fresca sensazione vanigliata che completa la tendenza dolce delle patate e, la nota erbacea che esalta il sapore dei fagiolini con una percettibile e gradevole sensazione pseudocalorica che contrasta l’untuosità e la succulenza del burro. Questa girandola di sapori completata dall’aromaticità della salvia e della cipolla, ci orienta verso un vino di buona struttura, Amici della Vecchia Accademia Decennale 2006-2016 Aperitivo di tradizione “Crotto Caurga” ∫∫∫ Treccia di trota del Mera su letto di zucchine ∫∫∫ Ravioli di grano saraceno ripieni di Taroz al burro e salvia ∫∫∫ Valori nutrizionali Ganassini di vitello “al Lavecc” con profumi dell’orto Peso lordo g Parte edibile % Netto edibile g Protidi g Lipidi g Farina bianca 150 100 150 16.5 Farina di grano saraceno 150 100 150 18.6 Patate 200 83 166 3.5 1.7 Fagiolini 150 95 142.5 3 0.1 Casera 100 100 100 35 30 2.6 400 Cipolla 30 83 25 0.25 0 1.4 6.5 Uova intere 120 87 104.4 13 9 Burro 150 100 150 1.2 125.1 1.6 1137 Salvia q.b. Cuvée “Carlo Negri” Spumante brut M.C. Sale q.b. “Ca’ Brione” Terrazze Retiche di Sondrio IGT 2015 Pepe q.b. Totale per una Glucidi g Energia Kcal 1.5 116 510 5 93.7 471 ∫∫∫ 141 Tiramisù con crema di castagne e mele di Valtellin 29.7 3.4 25.6 133 Tondelle di polenta valligiana con funghi porcini trifolati Cantina Nino Negri “Sciur” Valtellina Superiore DOCG 2012 247 22.7 43.1 62 706.2 “Ispirazione” Passito persona 18 11 Scheda organolettica del cibo e del vino Treccia di iridea del Mera su letto di zucchine (Ingredienti per 4 pax) Filetti di trota del Mera Zucchine Pomodori pachino Timo serpillo Sale Pepe Olio E.V.O. 4 * 200 g 200 g 50 g q.b. q.b. q.b. q.b. Preparazione Filettare le trote, lavarle accuratamente sotto l’acqua corrente ed asciugarli perfettamente. Sbucciare, lavare ed asciugare molto bene le zucchine, quindi tagliarle ricavando delle fettine dallo spessore di circa 1 cm. Preparare una teglia, foderarne il fondo con della carta forno; ungere con un filo di olio d’oliva. Adagiare le fettine di zucchine nella teglia, salare e pepare. Intrecciare i filetti di iridea ed adagiarle sul letto di zucchine. Ricoprire con pachino tagliati a spicchi. Aromatizzare con timo serpillo, olio EVO, sale e pepe. Cuocere in forno a 190°C per circa 15 minuti. Ingredienti del cibo Morbide All'inseminazione delle uova partecipano normalmente due maschi, uno più grande e l'altro più piccolo della femmina. Vengono deposte sul fondale (meglio se ghiaioso) da mille a cinquemila uova di colore rosaarancione che si schiuderanno nel giro di un mese. 12 Dure Sensazioni gusto-olfattive del cibo ContrapposizioConcordanza ne Tendenza dolce Effervescenza Tendenza dolce Sapidità Effervescenza Pasta fresca Patate Sapidità Aromaticità Tendenza dolce Intensità olfattiva Effervescenza Sapidità Fagiolini Aromaticità Casera Intensità olfattiva Tendenza dolce Effervescenza Grassezza Succulenza Sapidità Acidità Alcolicità Morbidezza Sapidità Aromaticità Curiosità ed informazioni Originaria del Nord America, la Trota Iridea è stata introdotta nelle nostre acque e verso la fine del secolo scorso, presentando subito innumerevoli problemi di acclimatamento a causa delle diverse condizioni dell'ambiente e per questo, a differenza della Fario, raramente è in grado di riprodursi autonomamente. Questo perchè la femmina, raggiunge la maturità sessuale intorno ai due o tre anni, si trasferisce a valle in acque ricche di cibo, mentre il maschio sessualmente maturo a 2 anni, resta nei luoghi abituali. Inoltre la deposizione delle uova avviene tra novembre e marzo quando le acque più tiepide non sono indicate per una normale fecondazione, che a differenza della fario richiede acque a temperatura maggiore. Le zone in cui le iridee sono più frequenti sono le acque schiumose, ai margini delle correnti più forti, dietro i sassi; la si può trovare pertanto nei punti in cui queste rallentano e il fondo sprofonda in buche e avvallamenti, oltre che all'ombra di alberi frondosi e sotto radici sommerse, arcate di pontili. La si insidia negli spazi liberi e nei corridoi fra folta vegetazione acquatica, meglio se l'acqua è poco veloce. Sensazioni gusto-olfattive Intensità olfattiva Tendenza dolce Effervescenza Grassezza Succulenza Sapidità Acidità Alcolicità Burro Aromaticità Uova intere Acidità Alcolicità Effervescenza Tendenza dolce Sapidità Effervescenza Cipolla Sale Pepe Intensità olfattiva Grassezza Succulenza Tendenza dolce Tendenza acida Aromaticità Sapidità Speziatura 17 Sapidità Morbidezza Intensità olfattiva Morbidezza Intensità olfattiva Preparazione del piatto Scolare i ravioli e versare il soffritto di burro e salvia precedentemente preparato. Servire in piatto caldo. Scheda organolettica del cibo e del vino Ingredienti del cibo Morbide Curiosità ed informazioni Il grano saraceno (Polygonum fagopyrum), detto anche grano nero, è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Poligonacee. Trota Il nome scientifico fagopyrum deriva dal latino fagus (faggio) e dal greco piròs (frumento); quest'origine etimologica è data dalle molte somiglianze tra le due piante: fagus perché la morfologia dei semi triangolari del grano saraceno è analoga a quella dei semi del faggio, piròs perché dai semi del grano nero, tramite un processo di macinazione, si ottiene uno sfarinato simile alla farina di frumento. A causa delle sue proprietà nutrizionali, e dei notevoli impieghi alimentari, il grano saraceno viene spesso classificato come un cereale, nonostante non appartenga alla famiglia delle Graminacee. ll grano saraceno ha origini molto antiche. La sua coltivazione inizia nelle zone della Siberia, della Manciuria e della Cina. Con il passare del tempo, il grano saraceno inizia ad essere coltivato anche in Giappone, in India e in Turchia. In Italia sbarca nel XV secolo, grazie al commercio marittimo attraverso il Mar Nero, e solo dopo il medioevo acquisisce una distribuzione ed una coltivazione degna di nota anche a livello europeo. 16 Sensazioni gusto-olfattive salmonata Sensazioni gusto-olfattive del cibo Contrapposizione Concordanza Dure Tendenza dolce Effervescenza Sapidità Grassezza Acidità Succulenza Alcolicità Sapidità Morbidezza Aromaticità Intensità olfattiva Effervescenza Sapidità Tendenza dolce Zucchine Aromaticità Intensità olfattiva Tendenza dolce Effervescenza Sapidità Succulenza Alcolicità Pomodori pachino Aromaticità Intensità olfattiva Tendenza dolce Effervescenza Sapidità Succulenza Alcolicità Untuosità Tannicità Olio E.V.O. Morbidezza Sale Sapidità Timo serpillo Aromaticità Intensità olfattiva Pepe Speziatura Intensità olfattiva 13 Ravioli di grano saraceno ripieni di “Taroz” al burro e salvia (Ingredienti per 4 pax) Proposta abbinamento cibo-vino Un vino elegante, fresco, dalle sfumature percettibili e cangianti che solo un’evoluzione in bottiglia può regalare, abbiamo ritenuto fosse l’ideale abbinamento ad un piatto dalle sensazioni delicate, ma ricercate, sottolineate della tendenza dolce della trota e delle zucchine, dalla freschezza dei pomodori, dalle note aromatiche del timo e speziate del pepe. La nostra scelta ricade su la Cuvée “Carlo Negri” Spumante brut M.C. delle Cantine Nino Negri prodotta con il 50% di uve Chardonnay, raccolte e selezionate in Trentino, il 35% di Pinot nero e il 15% di Chiavennasca vinificati in bianco prodotte nella zona viticola valtellinese. La spumantizzazione avviene con il metodo classico in bottiglia e la maturazione sui propri lieviti durerà 15 mesi. Dal colore giallo dorato, un perlage fino e persistente che ne esalta la naturale brillantezza; l’eleganza e la fragranza espresse al profumo ricordano la crosta di pane, sentori fruttati di mela e frutti di bosco ed aromatici, che ne arricchiranno il sapore pieno e rotondo, sfumando in una lunga PAI che chiuderà su sentori di prugna e mandorla La spumantizzazione avviene con il metodo classico in bottiglia e la maturazione sui propri lieviti durerà 15 mesi. Dal Valori nutrizionali Peso lordo g Parte edibile % Netto edibile g Protidi g Lipidi g Trota salmonata 800 100 800 162.4 32.8 Zucchine 200 88 176 2.3 0.2 2.5 19.4 Pomodori 50 100 50 0.6 0.1 1.4 8.5 pachino Olio E.V.O 10 100 10 Timo serpillo q.b. Pepe q.b. Sale q.b. Ingredienti Totale per una persona Glucidi g 944 9.9 259 41.8 14 10.75 Energia Kcal 89.9 0.9 265.5 Per la pasta fresca Farina di grano saraceno Farina bianca 00 Uova Olio E.V.O. Sale Pepe Acqua tiepida Per i Taroz Patate nostrane valtellinesi Fagiolini piattoni Formaggio Casera DOP Burro d’alpeggio Cipolla Sale Pepe Condimento Burro d’alpeggio Salvia fresca 150 g 150 g 2g 1 cucchiaio q.b. q.b. q.b. 200 g 150 g 100 g 80 g 30 g q.b. q.b. 70 g 4 foglie Procedimento Per la pasta Unire le due farine aggiungendo un pizzico di sale. Formare al centro una fontana, aggiungere le uova e l’olio e impastare con dell’acqua tiepida sino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Lasciar riposare al fresco per trenta minuti, coprendo con un canovaccio. Per i Taroz Pelare le patate. Mettere a bollire le patate con i fagiolini in acqua salata. A cottura ultimata scolare il tutto, porre le patate e i fagiolini in un tegame e aggiungere il Casera precedentemente tagliato a cubetti, 40 g di burro, il sale e il pepe. Con l’aiuto di un cucchiaio di legno schiacciare gli ingredienti precedentemente amalgamati fino ad ottenere l’ impasto compatto dei Taroz. Rosolare nel restante burro la cipolla tagliata a fettine, finché diventi color nocciola e versare sopra i taroz. 15